Souvenir di Basilicata: Antiche e nuove creazioni artigianali

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Souvenir di Basilicata

Antiche e nuove creazioni artigianali

Lavorazione del tufo. Artigiano materano allopera

Caratteristici cuc del Materano

Mite e lavoratrice. Frugale e risparmiatrice. Semplice e cordiale. Il ritmo delle stagioni ne scandisce il tempo e paesaggi agresti ne delineano gli spazi abitativi. La civilt contadina e pastorale lucana riflette limmagine di un uomo legato alla terra e ai suoi frutti, a tradizioni, feste, sagre e riti religiosi da scoprire seguendo un itinerario che passa, attraverso i secoli, per i sentieri della storia e della letteratura, della musica popolare, della cucina tipica. Una civilt delle mani che genera una cultura basata su antichi mestieri, tramandati di padre in figlio, come lartigiano. Le sapienti mani di maestri artigiani plasmano materiali offerti dalla natura dei luoghi lucani nelle botteghe dove prendono vita oggetti tipici di uso quotidiano, di arte sacra o espressione del folclore. Le maschere di Carnevale di Tricarico(F5), le zampogne realizzate a Terranova del Pollino(G9), a San Paolo Albanese(G9), le arpe di Viggiano(D7), le ceramiche artistiche di Calvello(D6) e le statuette grassanesi, i coltelli, il legno lavorato a doghe e tappeti annodati di Avigliano(C4), gli oggetti in ferro battuto prodotti a Savoia di Lucania(B5), a Sasso di Castalda(C6), a Trecchina(D9), a Policoro(I7), i fischietti e le statuine per il presepe in terracotta di Matera, le lavorazioni in legno intagliato, le sedie impagliate, i cesti di giunco, le fiaschette in legno, le grosse pentole in rame con rivestimenti in stagno, i finimenti per muli e cavalli, che si possono trovare in piccoli laboratori artigianali e alcuni, ormai, quasi esclusivamente nei caratteristici musei della civilt contadina come quello di Aliano(F7) e quello di San Paolo Albanese.

Oggi la produzione lucana di ceramiche viene realizzata in piccole botteghe artigiane La ceramica certamente la forma pi antica dislocate un po' in tutta la regione. Piatti, bicchieri, vasi, contenitori, anfore e brocche e caratteristica dell'artigianato lucano. Vi sono tra i manufatti pi diffusi insieme a sono significative testimonianze della creazioni pi tipiche come i cuc, famosi lavorazione dell'argilla a partire dall'et fischietti a forma di volatili (come colombe e preistorica . galli) dipinti a mano con colori vivaci. Loro I primi manufatti di cui si ha traccia presentano ornamenti semplici con elementi patria Matera. Qui prendono vita anche altri oggetti pieni di fascino rurale: piatti istoriati, decorativi costituiti essenzialmente da fasce presepi in terracotta, vasi e anfore con il e puntinato. Nelle epoche successive l'arte "segreto per bere" o con il cinguettio degli ceramica si evoluta e, nonostante gli influssi esterni, vi sono esempi di produzioni uccelli, le ciarle e i cucumi per l'acqua fresca, pedali e rzzole per le riserve idriche, locali di alto livello. campase. La citt dei Sassi eccelle,, inoltre La lavorazione di questo materiale era nella lavorazione del tufo e della cartapesta. presente fin dal IX-VIII secolo a.C. sul Con quest'ultima vengono realizzati i Carri per territorio di Venosa(C2) dove oggi si trova la Festa della Madonna della Bruna, patrona una sola fornace, nel quartiere che conserva della citt. Nel Materano, vasellame e pignatte ancora intatta la struttura originaria con artigianali colorate con piombo bruciato grotte utilizzate per le varie fasi di vengono realizzate anche a Grottole(G5) e a realizzazione del prodotto. In un altro centro Pisticci(H6), utilizzando la locale pregiata del Vulture, a Melfi(B2), l'arte ceramica ha argilla bianca con venature bluastre, si subito l'influsso di altre civilt dopo il producono vasi, anfore e laterizi e i noti periodo ellenistico. Ad Armento(E7) verso la "coppi". Sono prodotte, inoltre, in tutta la fine del VI secolo si svilupparono scuole di provincia di Matera bellissime statuine per il ceramisti che non avevano nulla da invidiare presepe. Le pi note sono quelle di a quelle pugliesi e greche. Famose sono anche le produzioni artistiche in Grassano(F5). ceramica di Calvello dal tipico decoro a forma Lungo la costa jonica, infine, sono custoditi nei d'uccello, di Roccanova(F8) che conserva musei archeologici di Policoro(I7) e di resti di antiche fabbriche, di Metaponto(I6), grandi anfore greche e vasi Montemurro(E7), comune della Val d'Agri dove possibile visitare il quartiere ceramico indigeni decorati "a tenda", nonch piccoli vasi d'importazione come gli aryballoi e gli utilizzato da intere generazioni di "figuli" skyphoi protocorinzi, importantissime tracce detti faenzari" e che si caratterizzava per le di antiche civilt. maioliche e per uno smalto ricavato da un'ottima cristallina estratta da una cava di sabbia marina. La ceramica

Oggetti tipici del mondo contadino

Un particolare di ringhiera in ferro battuto

Il legno Castagno, abete, quercia, faggio, ciliegio, pero, ma anche il pregiatissimo noce. Diversi tipi di legname sono offerti dagli estesi boschi che ricoprono il territorio lucano. Da qui nasce l'antica, e ancor oggi abbastanza diffusa, arte di lavorare e intagliare il legno. Testimonianze di questa antica lavorazione sono i cori lignei presenti in alcune chiese lucane, portoni, ciotole e scodelle, botti, barilotti, vari utensili e gli iascarelli ossia fiaschette di faggio intarsiate. Sin dal XVIII secolo gli artigiani, che sapevano distinguere i legnami, destinavano l'acero alla fabbricazione delle botti, il castagno e il noce alla realizzazione dei mobili. Per la produzione di questi ultimi sono famosi i falegnami di Vietri(B5) ma anche quelli di Montescaglioso(I5) e Matera, culla dell'ebanisteria. Si realizzano mobili rustici nei comuni di Avigliano, Pietrapertosa(E6), San Giorgio Lucano(G8), Stigliano(F6) e Forenza(D3). La quercia e il ciliegio sono utilizzati per costruire casse-panche, aratri e carri. Rinomati sono quelli prodotti a San Fele(B4) e Rionero in Vulture(C3), mentre Ruoti(C4) e Ruvo del Monte(B3) spiccano per la fabbricazione di sedie. Sempre a Rionero, cos come a Barile, i tornitori traevano dal corniolo, dall'acero e dal tasso le palle da gioco colorate e le tabacchiere profumate. A Calvello si commerciavano cerchi in legno per cingere i crivelli o i setacci e nelle botteghe dei falegnami si realizzavano sedie di faggio, barili, tinozze, fiaschi, fiaschette e tinelli in castagno. A Pomarico(H5), invece, gi nel 1700, si lavoravano i mangani per estrarre il cotone.

Metalli La lavorazione dei metalli, in particolare del ferro e del rame, una tradizione lucana, come testimoniano i molti manufatti prodotti in diversi borghi. Ringhiere ricche di decorazioni, testiere per i letti, arnesi per il camino ma anche lampade e altri oggetti d'arredo vengono realizzati mettendo un'arte antica al servizio del design moderno. Oggetti in ferro battuto sono prodotti ad Avigliano, Potenza, Rivello(D9), Savoia di Lucania, Lauria(D9) e Castelluccio Superiore(E9). Fucina di strumenti del mondo contadino Nemoli(D9) e Rivello il paese pi noto per la lavorazione del rame e, in particolare, per paioli e caldaie da fuoco, o "cavrarare", secchi, catini e il "caccvo", o quaglio, che era un grande recipiente biconico destinato alla cagliatura del latte per farne ricotta e formaggio. Anche a Matera, cos come a Tricarico,veniva lavorato il rame che era tirato in foglie sottili con forme espanse e panciute dalle decorazioni a sbalzo e martellate. A Stigliano si producono campanacci per le mucche patinati in ottone e smaltati mentre attrezzi per la cucina in latta sono oggetti simbolo dell'artigianato di Trecchina e Cancellara(D4). Caratteristica infine la produzione aviglianese di balestre, coltelli impreziositi con decorazioni in argento o in ottone di valore non solo artistico. Questi oggetti, espressione dell'indole indomita degli abitanti di Avigliano, erano in passato dono di nozze: prima del matrimonio il promesso sposo regalava una balestra alla fidanzata, che se ne doveva eventualmente servire per difendere il suo onore.

Maschera del carnevale di Tricarico

LA LAVORAZIONE DELLA GINESTRA La lavorazione della ginestra un'attivit manifatturiera tipica delle comunit arbereshe lucane. Oggi, praticata molto meno che in passato e quasi estinta, vede protagoniste per lo pi le donne che con pazienza e abilit realizzano sacchi e tovaglie. Un tempo per i tessuti ottenuti dalla lavorazione della ginestra venivano utilizzati perfino per asciugamani, lenzuola e indumenti. Le lunghe operazioni di preparazione iniziano nel mese di marzo con la potatura delle piante che vengono raccolte in mazzi in agosto e bollite in apposite caldaie. Quando si raffreddano si procede alla sfilacciatura. Vengono poi nuovamente raccolte in piccoli mazzi che venivano ancora una volta trasportate al fiume dove si lasciano essiccare per circa dieci giorni. Successivamente la fibra viene esposta al sole e battuta per poi essere pettinata cos da scartare eventuali impurit. Una volta pronta viene tessuta con telai in legno di abete e un tempo si usava colorarla facendo bollire fiori o radici a seconda ddel colore prescelto. I colori pi usati erano il marrone, il rosso e il giallo.

Tessuti e cuoio La tradizione dei merletti e dei ricami realizzati con telai, rocche e filatoi, tramandata in particolare dalle donne di Avigliano, Ferrandina(H6), Moliterno(D8) e delle comunit albanesi. Nell'800 era diffusa la produzione di cappelli di lana a Laurenzana e a Rionero in Vulture. Infatti nel comune, fino al 1915, vi erano industrie che impastavano la lana facendola diventare un panno talmente compatto da essere impermeabile alle piogge. La forma dei cappelli era a cupola tonda con le tese larghe. Con la punta smussata, a cono alto e di feltro duro, senza ornamenti, erano invece i cappelli realizzati a Lagonegro(C8). La grande disponibilit di lane di pecora ha favorito inoltre lo sviluppo della tessitura artigianale dei tappeti. Le tecniche di produzione adottate sono due: quella del "tappeto annodato" in uso ad Avigliano, quella del "tappeto kilim" in uso a Savoia di Lucania. In molti borghi lucani vengono poi ancora tessuti i famosissimi costumi tradizionali. Oltre ai tessuti, ad Avigliano, Palazzo San Gervasio(D3), Senise(G8) e Moliterno veniva lavorato il cuoio da calzolai e in concerie dove si preparavano ingrassamenti di cuoi e pelli bianche, adoperati per i grembiuli delle donne contadine. Ancora oggi possibile trovare laboratori che realizzano a mano, con stile originale, portachiavi, portafogli, cornici e agende.

Paglia e vimini Giunco, paglia, canna, vimini vengono intrecciati con meticolosit e pazienza da artigiani lucani per dar vita a panieri, coperchi, ceste e borse. Nelle botteghe di Maratea(C9) si realizzano fuscelli in giunco per la conservazione di formaggi freschi come la ricotta e le spase, taglieri per far seccare la pasta preparata in casa. Gli stessi materiali sono utilizzati per produrre cestini, borse e altri oggetti anche ad Accettura(F6), Ruoti, Avigliano e Venosa. Emergono per la realizzazione di sedie impagliate, Abriola(D6), Francavilla in Sinni(F9) e Spinoso(E7).

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creditsLaura Arcieri, Giuseppe Melillo, Michele Russomanno per ImmaginapoliBrochure a cura di