SOLUZIONI POSSIBILIGrazie al Ro-tary, abbiamo sempre qualcosa di interessante da discutere a cena....
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NUMERO 10
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Rivista ufficiale in lingua italianaOfficial magazine in italian language
DICEMBRE 2014
ACQUASOLUZIONI POSSIBILI
PROSPETTIVASUL MONDOROTARIANO
XXXXXXX
3 xxxxxxxxxxxx 3 editoriale
EDITORIALE
PROSPETTIVASUL MONDOROTARIANO
Andrea Pernice
Dal prossimo 1 luglio, il Distretto 2060 rientra nell’ambito
della Zona 12. È questa la notizia del numero, attorno alla
quale ruotano diverse considerazioni, prima fra tutte quella
sull’identità di un Paese e del suo Rotary che sono state
e restano il binomio di valore dell’Associazione in Italia.
Senza trascurare, di immediata conseguenza, la necessi-
tà di sviluppare su base uniforme, come è appunto quella
rotariana in Italia, un piano di azione strategica in diversi
ambiti, che consenta di crescere nella medesima direzione
e con la stessa marcia. Prova di questa volontà si riscontra
nelle interviste ai coordinatori delle Task Force, introdotti dal Rotary Coordinator An-
drea Oddi, la cui focalizzazione e operatività si è peraltro sempre mantenuta pure sul
Distretto 2060, anche se di altra Zona, ma che la formale riunione certamente rafforza.
Strategia e operatività del gruppo di lavoro su effettivo, diversity, new generations, lea-
dership, e-club e social network, sono coordinati alla linea politica espressa dal Board
Director Giuseppe Viale, che affronta in una articolata intervista i temi forti del sodalizio,
tra identità storica, contemporanea e futura. Questo numero di Rotary è occasione di ri-
flessione, denso di contenuti che meritano attenzione e periodico bilancio, strumentali,
come realmente sono, alla focalizzazione della mission associativa e alla sua traduzione
in azione. Oltre che, naturalmente, alla profilazione del Rotary italiano nell’ambito delle
relazioni esterne, che possono trarre dagli stessi argomenti validi spunti per affermare,
o riaffermare laddove già esistenti, quei caratteri peculiari che lo rendono valida parte
rappresentativa, e perciò valido interlocutore, della società civile.
RotarySoci: 1.220.115 - Club: 34.558
RotaractSoci: 169.395 - Club: 7.365
InteractSoci: 396.980 - Club: 17.260
Rotary Community CorpsSoci: 186.093 - Corpi: 8.091
4 ROTARY dicembre 2014
CONTENUTI
SPECIALEINTERVISTE L’OPINIONE DEL BOARD
DIRECTOR ITALIA
E DEI COORDINATORI
DELLE 5 TASK FORCE18 John Kenny ______________________________
Rotary Foundation - Il messaggio del Presidente 8COPERTINA5 Lettera di dicembre
di Gary C. K. Huang
notizieinternazionali
9 Aspettando San Paolo
10 Il giro del mondo - attraverso il servizio
13 Deepak Kapur - Chairman del Comitato Nazionale Polio Plus India
da pagina
14 GARY HUANG IN VISITA A ROMA - ll futuro del Rotary: global o glocal? - di Iunia Valeria Saggese
18 SPECIALE INTERVISTE
18 GIUSEPPE VIALE - Rotary Board Director 2014/2016
22 SALVATORE SARPIETRO - Coordinatore Task Force Effettivo
24 FRANCESCO AREZZO - Coordinatore Task Force e-Club e Social Network
26 GIANNI MONTALENTI - Coordinatore Task Force New Generations
27 MARCO MILANESI - Coordinatore Task Force Leadership
29 MARIO GIANNOLA - Coordinatore Task Force Diversity
30 MARIA RITA ACCIARDI - Coordinatore Task Force Diversity
32 MEDITERRANEO UNITO - Rotary Day nazionale
46 PROGETTI E IDEE - Programma Aqua Plus - di Claudio Piantadosi
50 PROBLEM SOLVING - Acqua: otto soluzioni innovative - di Sandra Swanson
56 SIRIA - L’altra guerra - di Megane Ferringer
64 SALUTE MATERNA - Aree di intervento del Rotary - di Roger Thurow
70 ITALIA - Nuovi orizzonti per ampliare l’effettivo - di Achille Cusani
71 D. 2031 - L’eccellenza della formazione scolastica militare
72 D. 2041 - Rotary e Banco Alimentare - di Marco Schiavini
73 D. 2042 - Rotariadi, sfide per il service
73 D. 2050 - Vigevano: smart city grazie al Rotary - di S. Dulio
74 D. 2072 - Così “Caravaggio assente” aiuterà Polio Plus
75 D. 2080 - Sensibilizzazione alla donazione
76 D. 2110 - Musica e Rotary: nel mondo delle emozioni - di Sergio Malizia
78 GOOD NEWS AGENCY - agenzia delle buone notizie - a cura di Sergio Tripi
NOTIZIE ITALIA
5 il Presidente RI
Se date un’occhiata al calendario del Rotary, è facile capire
quali sono le priorità della nostra organizzazione. L’anno rota-
riano comincia a luglio, ad agosto celebriamo il mese dell’ef-
fettivo, a settembre il mese delle Nuove Generazioni, a otto-
bre il mese dell’Azione Professionale e così via, rivolgendo la
nostra attenzione su diversi argomenti importanti per Rotary.
L’idea è di ricordare argomenti che potremmo aver sorvolato
durante gli impegni dell’anno. Tutti noi però sappiamo che
ogni argomento è importante, dall’affiatamento alla nostra
Fondazione. Tutti fanno parte del Rotary e di ciò che ci rende
rotariani.
Nel Rotary, dicembre è il mese della Famiglia. Ricordando i
miei anni da rotariano, sono cosciente di quanto la famiglia
sia importante nel Rotary – e quanto il Rotary può essere
importante per le nostre famiglie.
Mia moglie Corinna, ha deciso di affiliarsi al Rotary qualche
mese fa, dopo anni passati come coniuge di un rotariano. I
nostri tre figli sono rotariani, e si sono affiliati ai loro club in
momenti diversi. Tutti quanti hanno trovato un proprio inte-
resse nel Rotary. Vedendoli crescere negli anni, noi siamo ri-
masti piacevolmente colpiti dal fatto che molti membri della
nostra famiglia sono coinvolti nel servizio attraverso il Rotary.
Il Rotary ci consente di fare del bene, insieme. Grazie al Ro-
tary, abbiamo sempre qualcosa di interessante da discutere a
cena. Tutti siamo coinvolti in progetti differenti, e quando ci
ritroviamo, parliamo di progetti umanitari di ogni tipo, in ogni
parte del mondo e tutti possiamo sempre imparare qualcosa
di nuovo.
Le nostre conversazioni sono un ottimo modo per insegnare
ai nostri bambini, con le nostre azioni, quali sono le cose im-
portanti nella vita. Imparano a conoscere come vive la gente
in tutto il mondo, e come tutti noi abbiamo l’obbligo di fare
tutto il possibile per il prossimo. Non penso ci sia lezione
migliore da impartire ai nostri bambini delle lezioni di vita
del servizio nel Rotary.
Mi auguro che in questo anno rotariano molti di voi incorag-
geranno i membri della vostra famiglia a fare parte del Rotary,
Rotaract, o Interact. Portare la famiglia nel Rotary non solo
aiuta a realizzare il nostro motto, Accendi la luce del Rotary,
ma aiuta anche a illuminare la vita di ognuno di noi.
LETTERA DI DICEMBRE
GARY C.K. HUANG
REZONINGil Distretto 2060 rientra nella Zona 12
Nella riunione del mese di ottobre 2014, su istanza del Director Giuseppe Viale, il Board of Directors ha accolto la proposta di reinserimento del Distret-to 2060 nella Zona 12 del Rotary International. La disposizione, resa pubblica dal Segretario Generale John Hewko con apposita comunicazione ufficiale, avrà effetto dal 1 luglio 2015. Si ricompatta così l’Italia rotariana, in un’unica Zona di riferimento.
INDICE
6 ROTARY dicembre 2014
Adiri 2014/2015DG Carlo Noto La Diega D. 2080Presidente
Editorial Board 2014/2015DG Giancarlo Spezie D. 2100Presidente
DGE Mirella Guercia D. 2120Vice-Presidente
Andrea Pernice, Editor in Chief
Direttore ResponsabileAndrea [email protected]
Ufficio di RedazionePernice Editori SrlVia G. Verdi, 124121 - BergamoTel +39.035.241227 r.a.Fax +39.035.4220153www.perniceeditori.it
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D. 2031 Candeloro [email protected]
Silvia [email protected]
D. 2032 Silvano [email protected]
D. 2041 Andrea [email protected]
D. 2042 Matteo [email protected]
D. 2050 Cesare De [email protected]
D. 2060 Giandomenico [email protected]
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D. 2072 Davide [email protected]
D. 2080 Ignazio di [email protected]
D. 2090 Rossella [email protected]
D. 2100 Giuseppe [email protected]
D. 2110 Giorgio De Cristoforo [email protected]
D. 2120 Alfonso Forte
IN COPERTINARobert Sims - illustrazione
PUBBLICITÀSono pagine pubblicitarie: pagine 2 e 82; sono pagine di comunicazione rotariana: pag. 7, parte di pag. 8, pagine 77 e 81.
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Testate ed Editor rotarianiRotary Africa Sarah van Heerden (Sudafrica) - Vida Rotaria (Argentina) Celia Cruz de Giay - Rotary Down Under (Samoa Americana, Australia, Isole Cook, Repubblica Democratica di Timor Est, Repubblica Democra-tica di Tonga, Figi, Polinesia Francese, Nuova Caledonia, Nuova Zelanda, Isole Norfolk, Papua Nuova Guinea, Samoa, Isole Salomone e Vanuatu) Robert J. Aitken - Rotary Contact (Belgio e Lussemburgo) Paul Gelders - Brasil Rotário (Brasile) Vieira Lima Magalhães Gondim - Rotary in Bulgaria (Bulgaria, Macedonia e Serbia) Nasko Nachev - El Rotario de Chile (Cile) Francisco Socias The Rotarian Monthly (Hong Kong District 3450, Macau, Mongolia, Taiwan) Robert T. Yin - Colombia Rotaria (Colombia) Enrique Jor-dan-Sarria - Rotary Good News (Repubblica Ceca e Slovacchia) Svatopluk K. Jedlicka - Rotary Magazine (Armenia, Bahrain, Cipro, Egitto, Georgia, Giordania, Libano, Sudan e Emirati Arabi Uniti) Hussein Hashad - Le Ro-tarien (Algeria, Andorra, Benin, Burkina Faso, Burundi, Camerun, Repub-
blica Centrale Africana, Ciad, Comore, Repubblica Democratica del Congo, Gibuti, Guinea Equatoriale, Francia, Guiana Francese, Gabon, Guadalupe, Guinea, Costa d’Avorio, Libano, Madagascar, Mali, Martinica, Mauritania, Mauritius, Mayotte, Monaco, Marocco, Nuova Caledonia, Niger, Réunion, Romania, Ruanda, Saint Pierre e Miquelon, Senegal, Tahiti, Togo, Tunisia e Vanuatu) Christophe Courjon - Rotary Magazine (Austria e Germania) Rene Nehring- Rotary (Gran Bretagna e Irlanda) John Pike - Rotary News/Rotary Samachar (Bangladesh, India, Nepal e Sri Lanka) T. K. Balakrish-nan - Rotary Israel (Israele) David Neumann - Rotary (Albania, Italia, Malta e San Marino) Andrea Pernice - The Rotary-No-Tomo (Giappone) Noriko Futagami - The Rotary Korea (Corea) Dae Jin Shin - Rotarismo en México (Messico) C. P. Jorge Villanueva - De Rotarian (Olanda) Marcel Harlaar - El Rotario Péruano (Perù) Juan Scander - Philippine Rotary (Filippine) Mar Un Ocampo III - Glos Rotary/Rotarianin (Bielorussia, Polonia, Ucraina) Dr. Maciej K. Mazur - Portugal Rotãrio (Angola, Capo Verde, Repubblica Democratica di Timor Est, Macau, Mozambico, Portogallo, Repubblica di Guinea-Bissau e Sào Tome e Prìncipe) Artur Lopes Cardoso - Rotary Nor-den (Danimarca, Isole Faroe, Finlandia, Groenlandia, Islanda, Norvegia e Svezia) Öystein Oystaa, Per O. Dantof, Håkan Nordqvist, Hinrik Bjarnson, Börje Alström - España Rotaria (Spagna) Elisa Loncán - Rotary Suisse Liechtenstein (Liechtenstein e Svizzera) Oliver P. Schaffner - Rotary Thai-land (Thailandia) Chamnan Chanruang - Rotary Dergisi (Turchia) Ahmet S. Tukel - Revista Rotaria (Bolivia, Costa Rica, Repubblica Dominicana, Ecuador, El Salvador, Guatemala, Honduras, Nicaragua, Panama, Para-guay, Uruguay e Venezuela) Maria de Souki
NETWORK DELLE TESTATE EUROPEEAdvisor e coordinamento pubblicità:Andrea Pernice, “Global Outlook” Panel member
ROTARYRotary è associato all’USPIUnione Stampa Periodica Italiana
Dicembre 2014 numero 10
EdizionePernice Editori SrlCoordinamento Editoriale A.D.I.R.I. Associazione dei Distretti Italiani del Rotary Internat ional , su comodato concesso dalla proprietà della testata ICR - Istituto Culturale Rotariano
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novembre
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INDICE
8 ROTARY dicembre 2014
NOTIZIE INTERNAZIONALI
PIANIFICHIAMO ASSIEME
MONITORIAMO PROGRESSI
RAGGIUNGIAMO OBIETTIVI
Un’unica interfaccia
Elimina l’uso di carta
Favorisce la continuità della leadership
Permette ai club di monitorare il loro progressi
Crea trasparenza
Mette in mostra le importanti opere svolte nel mondo
CENTRALROTARY CLUB
cominciamowww.rotary.org/clubcentral
Il Presidente americano John F. Kennedy, nel suo discorso
inaugurale, coniò la citazione più importante della sua pre-
sidenza: “Non chiederti cosa il tuo Paese può fare per te,
chiediti cosa puoi fare tu per il tuo Paese”.
A volte, la stessa idea può essere applicata all’effettivo del
Rotary. Quello che sarà del Rotary dipende interamente
da ogni rotariano: successo, fallimento, realizzazione di
progetti a beneficio di pochi o tanti, consapevolezza della
nostra organizzazione, rispetto e riconoscimento da parte
del pubblico.
Ci sono tante cose da realizzare nel mondo – istruire gli
analfabeti, nutrire gli affamati, dare alloggio ai senzatetto. Il
nostro mondo è ancora profondamente diviso e il divario tra
ricchi e poveri non è diminuito, bensì continua a crescere.
Quanto più ciascuno ha ricevuto tanto più gli sarà richiesto.
Le persone più importanti
nel Rotary non sono i Con-
siglieri RI o gli Amministra-
tori della Fondazione, ben-
sì i singoli rotariani che si
adoperano silenziosamente
nei loro club per assistere i
meno abbienti nelle comu-
nità, dei quali conoscono i
bisogni. Il Rotary è questo:
rotariani che si adoperano
per rispondere ai bisogni presenti nelle comunità.
Per molti, questo è un periodo speciale dell’anno e auguro
tanta felicità a tutti voi.
Accendi la luce del Rotary è il nostro motto, e ricordo a tutti
che il futuro della nostra Fondazione è nelle vostre mani.
ROTARY FOUNDATION IL CHAIRMANLE SOVVENZIONI GLOBALI E DISTRETTUALI
John Kenny
Informazioni sul visto
Stai già includendo nei tuoi piani i ristoranti da provare e i musei da visitare durante il viaggio a San Paolo per
il Congresso RI 2015?
Adesso è il momento per pensare anche ai dettagli sulla logistica.
I requisiti di visto del Brasile si basano sul principio di reciprocità: i cittadini di Paesi che richiedono il visto per
i cittadini brasiliani dovranno avere il visto per visitare il Brasile.
Sono necessari diversi mesi per elaborare le richieste di visto, quindi si consiglia di contattare l’ambasciata o
ufficio consolare non appena possibile. Gli interessati devono partecipare a un colloquio presso l’ambasciata o
il consolato.
I cittadini di alcuni Paesi dovranno anche essere in possesso di una lettera d’invito; dopo la registrazione al
congresso, il Rotary fornirà il documento necessario.
Registrati al Congresso RI 2015 di San Paolo sul sito www.riconvention.org/it.
aspettando
San Paolo del BrasileSÃOPAULOBRAZIL6-9 JUNE2015
ROTARY INTERNATIONAL CONVENTION
ATTENZIONE: LE DATE DEL CONGRESSO SONO CAMBIATE. SI SVOLGERÁ DAL 6 AL 9 GIUGNO 2015
9 notizie internazionali
INDICE
10 ROTARY novembre 2014
STATI UNITIIl modo migliore per affrontare i bul-li? Insegnare a relazionarsi in maniera simpatica, dicono i membri del Rotary Club di Lowcountry - Beaufor. Il club ha lavorato con gli studenti della Beaufort High School per produrre scenette tea-trali focalizzate a dare la possibilità alle vittime di cercare aiuto e ai presenti di intervenire. Il club ha anche inco-raggiato gli insegnanti a partecipare e imparare di più sugli effetti del bulli-smo. Donazioni della Rotary Foundation hanno aiutato a comprare scenografie, apparecchiature del suono, magliette e volantini. Gli studenti hanno recitato nelle scuole all’interno dello stato e a due conferenze Rotary del Distretto.
URUGUAYPer la sua prima raccolta fondi, il neo-costituito Rotary Club di Plaza Martiz ha venduto all’asta una maglia da calcio autografata dalla formazione dell’Uruguay, protagonista del cam-pionato mondiale del 2014. L’asta ha raccolto quasi 300 dollari, per una re-sidenza no profit per indigenti malati di leucemia, che arrivano da tutta la nazione per essere visitati dagli emato-logi all’Ospedale Maciel a Montevideo.
KOSOVOAnni di conflitti civili in Kosovo han-no distrutto o danneggiato la maggior parte delle scuole elementari. Attra-verso un progetto di Donazione Globale
della Rotary Foundation, i club Rotary di Edwards, USA, e Peja, in Kosovo, hanno aiutato a portare acqua pulita e bagni moderni a sei scuole rurali dell’a-rea di Peja. I club hanno lavorato con l’International Relief and Development per collegare le scuole a un acquedotto che la ONG ha costruito con i fondi dell’USAID, e per insegnare educazio-ne all’igiene a 1.500 studenti.
NAMIBIAOgni anno, il Rotary Club di Windhoek organizza un’escursione per gli anziani della comunità. Per l’evento del 2014, 39 residenti del centro Susanne Grau-heim, la casa di riposo della German’s Home Association nella capitale della Namibia, hanno viaggiato tramite bus
DOMINICAPer tre anni, Sheryl Figliano, un medico otorinolaringoiatra dell’Ohio e membro del Rotary Club di Boardman, ha viaggiato per la la Dominica per una missione annuale per promuovere la salute dell’udito. Durante il viaggio dello scorso marzo, il Rotary Club di Dominica ha ricevuto due audiometri che i centri medici locali possono usare per testare l’udito. I nove scienziati del team di quest’anno hanno fornito anche kit per test dell’udito e per la pulizia dell’orecchio, hanno poi distribuito apparecchi acustici a basso costo e hanno istruito infermieri professionisti.
SERVIZIO NEL MONDO
GIRO DEL MONDOattraverso il servizio rotariano
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11 servizio nel mondo
fino al Ranch Okapuka per un pranzo e per un assaggio di avventura. In un sa-fari attraverso il parco in veicoli aperti, i partecipanti hanno riconosciuto leoni, ghepardi, zebre e altri animali selvatici. Il Vulkan Ruine Tours and Transfers ha fornito i bus, e il Ranch Okapuka ha contribuito alle spese dell’evento.
EGITTONel giugno del 2014 il presidente Gary C.K. Huang ha organizzato il Water summit a Il Cairo, evento che ha atti-rato più di 400 rotariani e rotaractiani da ben otto Paesi. I visitatori hanno visitato il sito del progetto, ed ascoltato le parole degli esperti di problemi idrici come Roman Denham, famoso membro dell’associazione Sanitation Rotarian
Action Group. Tra i vari temi della ses-sione plenaria si è approfondito il ruolo del settore idrico nelle zone in conflitto e il Water for Life, una nuova iniziativa del Distretto 2451 (Egitto) e dell’Uni-cef per fornire acqua pulita in 6.000 abitazioni nel nord Egitto per i prossimi tre anni.
INDIAL’associazione Rotary ha lavorato con il Voluntary Healt Service, un ospedale collegato a una rete di cliniche a Chen-nai, Fondato nel 1995. Quest’anno il Rotary Club di Madras Central ha con-tribuito alla restaurazione della “banca del sangue” dell’ospedale, la quale riceve circa 25.000 unità di sangue ogni anno. A maggio, il club Rotary di
Madras East ha donato un bus, il quale serve all’ospedale per raggiungere po-tenziali donatori in città. Con l’aggiunta dell’unità mobile l’ospedale è riuscito a raggiungere le 40.000 unità di sangue annue.
AUSTRALIADurante la settimana nazionale del vo-lontariato a Cobden, il Rotary ha ce-lebrato il ventesimo anniversario del Cobden Miniature Railway Park. Il par-co si è ampliato anno dopo anno, fino ad avere un campo da mini golf e un circuito da mini kart. I visitatori durante la celebrazione hanno completato piú di 2.000 tra partite e giri, con attività per bambini, chioschi di cibi locali e un piccolo zoo di animali nativi.
SERVIZIO NEL MONDO
INDICE
Light up rotary,Share it.
BeSocialyoutube
Sono attivi i social Rotary Italia.
Deepak Kapur ricorda perfettamente quando l’Organizzazio-
ne Mondiale della Sanità ha dichiarato l’India libera dalla
polio: erano le 2.31 p.m. del 27 marzo 2014. Aveva tenuto
d’occhio il suo orologio perché voleva essere certo dell’esatto
momento in cui si stesse compiendo la storia.
L’India ha sempre rappresentato la condizione perfetta per lo
sviluppo del poliovirus: densa popolazione, scarse condizioni
igieniche, acqua inquinata e malnutrizione. E nel 2009, solo
pochi anni fa, contava circa la metà dei casi di polio di tutto
il mondo. La malattia ha infettato più di 250 persone nel
2014, la maggior parte delle quali in Pakistan. A rendere la
situazione più complessa, la resistenza dei musulmani alla
vaccinazione dei bambini.
Il comitato coordinato da Kapur ha persuaso i leader musul-
mani circa i vantaggi della vaccinazione, una situazione che
rappresenta un esempio per altri Paesi in cui la polio rimane
endemica.
“Il nostro successo non ci consente compiacimento incon-
dizionato, dal momento che l’India libera dalla polio non è
il mondo libero dalla polio. E fino a quando il virus non sarà
eliminato totalmente, la polio sarà a un volo o a un viaggio
in bus da noi”, afferma Kapur, che è stato recentemente
nominato Leading Global Thinkers 2014, dal Foreign Policy
Magazine USA - categoria Healers/Healt.
NOTIZIE INTERNAZIONALI
13 ROTARY dicembre 2014
DEEPAK KAPURLeading Global Thinkers 2014Il Chairman del Comitato Nazionale Polio Plus India riceve il riconoscimento dal Foreign Policy Magazine USA.
www.globalthinkers.foreignpolicy.com
INDICE
Viene spontaneo pensare al Rotary come a un’organizzazione
mondiale perché, di fatto, lo è. Tuttavia, essa è anche un’or-
ganizzazione locale, quindi né globale né locale ma entrambe
le cose: glocale. Se il termine “glocal“ compare per la prima
volta negli anni ottanta in Giappone, è però solo più tardi,
grazie al sociologo di origini polacche Zygmunt Bauman, che
trova fortuna. Agire in modo glocale vuol dire applicare una
regola generale ad un contesto particolare, in altre parole è
una mediazione (in realtà anche la globalizzazione andrebbe
intesa in questo senso; non può esistere, infatti, in un mondo
democratico l’adesione ad un modello estraneo, sovranazio-
nale, senza libertà di scelta e mediazione).
Il Rotary vive la dualità dell’essere globale e locale in maniera
pacifica mentre la società contemporanea, ad esempio, fatica
a trovare un equilibrio. La strategia è semplice ma non scon-
tata: perseguire un obiettivo comune liberamente condiviso
dai membri/soci di diverse comunità/club del mondo. Tutto
questo ci riporta al concetto di “ideale” nel senso di “valore”.
Ci sono realtà, come quella del Rotary, che hanno al centro
del pensiero e dell’azione le esigenze dell’individuo e quindi,
in senso collettivo, dell’umanità. Il presidente internazionale
Gary C.K. Huang, in visita a Roma il mese scorso ospite del
Distretto 2080, ha evidenziato: “Ci possono essere modi di-
versi di fare Rotary, ad esempio tra Paesi occidentali e orien-
tali, ma tutti i rotariani condividono uno scopo e un metodo,
quello di servire al di sopra di ogni interesse personale.
Andando avanti nella mia personale ricerca dei punti di forza
di questa organizzazione, ho trovato la capacità di curare le
relazioni interpersonali fuori e dentro i club, in altre parole
la capacità di creare un contatto, occasioni di incontro e di
scambio. A tal proposito, Huang è stato raggiunto a Roma dai
governatori di tutti i distretti italiani, che hanno avuto modo
di evidenziare i risultati del recente Forum sull’immigrazione
tenutosi a Marsala.
Quando poi, presso l’Ufficio di Rappresentanza di Taipei in
Italia, ho chiesto a Huang se dal suo punto di vista il Rotary
avesse mai fallito in qualcosa, ho involontariamente scovato
un altro punto di forza. “Non posso dire che il Rotary non
abbia mai fallito in niente, non sarebbe possibile ma il nostro
successo deriva dalla nostra ostinazione -ha risposto Huang-.
GARY HUANG IN VISITA A ROMAil futuro del Rotary: global o glocal?Ieri, oggi, domani: gli stessi ideali oltre le diversità.
I VIAGGI DEL PRESIDENTE
14 ROTARY dicembre 2014
GARY HUANG A ROMA
15 i viaggi del Presidente
Carlo Noto La Diega, Governatore del Distretto 2080, e Gary C.K. Huang, Presidente Internazionale del Rotary, incontrano Papa Francesco.
I Governatori dei 13 Distretti Italiani, riuniti a Roma, ascoltano l’intervento del Presidente Internazionale del Rotary, Gary C.K. Huang.
I VIAGGI DEL PRESIDENTE
16 ROTARY dicembre 2014
Momento finale del WIR (Walking in Rotary), seminario formativo per rotaractiani e interactiani, svoltosi a Roma con la Partecipazione di Gary C.K. Huang.
Gary C.K. Huang e sua moglie, a colloquio con il Ministro della Salute Italiano, Beatrice Lorenzin.
INCONTRI E RAPPRESENTANZE
Il Presidente Internazionale del Rotary, Gary C.K. Huang, incontra alcuni rappresentanti delle Istituzioni italiane: qui mentre consegna un presente al Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin.
Huang ha incontrato anche il Vicesindaco di Roma, Luigi Nieri.
Il nostro stile è di non arrenderci, in questo modo abbiamo re-
alizzato cose grandi e provato al mondo a noi stessi che pos-
siamo fare accadere cose grandi”. Provare a se stessi che è
possibile realizzare cose grandi presuppone il fatto di credere
nelle proprie capacità; uno dei programmi più proficui del Ro-
tary è proprio quello di spronare i giovani a mettere a frutto il
loro talento ed affrontare i problemi con creatività, imparando
a trovare soluzioni personali e collettive, a seconda dei casi.
Il Presidente Internazionale ha partecipato con entusiasmo
al WIR (Walking in Rotary), seminario formativo rivolto a
rotaractiani, interactiani e persino under 12 del distretto
2080, che si è svolto presso il Liceo Giulio Cesare di Roma.
Presenti anche i 47 ragazzi di nazionalità straniera, ospiti del
programma “Scambio Giovani”.
Non sono mancati contatti con rappresentanti delle Istituzio-
ni e autorità locali, dal Vicesindaco di Roma al Ministro della
Salute al Papa in udienza pubblica. Un privilegio, quest’ul-
timo, che possono vantare in pochi. Per l’occasione, Huang
ha consegnato al Santo Padre il più alto riconoscimento
rotariano riservato ai capi di Stato e a personaggi eccezionali.
Ritengo che il valore prodotto dall’interazione, ovvero la
possibilità di conoscere cose nuove vada di pari passo con la
capacità di sviluppare il pensiero critico, in senso filosofico,
cioè la capacità di analisi, deduzione e trasformazione di in-
formazioni, un processo che ha in sé il germe del progresso.
La tolleranza deriva dal pensiero critico e scaturisce nella
capacità di mediazione. Tutte queste caratteristiche e abilità
sono proprie del buon rotariano e ne giustificano, a mio avvi-
so, la gratificazione e la soddisfazione come animale sociale,
che si rende utile alla società come naturale conseguenza del
suo bagaglio di apprendimento e della sua sensibilità.
La sensibilità verso il prossimo è ciò che ha prodotto uno dei
più grandi successi del Rotary, l’eradicazione quasi totale
della poliomielite nel mondo. Un progetto che trent’anni
fa, agli inizi, era solo un miraggio ed oggi è realtà. Quali e
quanti sono i poliomielitici e come vivono? Non c’è bisogno
di andare in un Paese del terzo mondo per scoprire gli effetti
devastanti di questa malattia. Per il Presidente Internaziona-
le, a Roma, si è esibito un ospite d’eccezione. Il suo nome
è Dergin Tokmak, la stampa lo ha definito l’Angelo con le
stampelle. Di origine turca, all’età di un anno Dergin perde
l’uso delle gambe ma questo non gli impedisce di inseguire il
sogno di ballare. Oggi si esibisce in tutto il mondo e ballare
per il Rotary ha avuto un significato speciale, sia per noi che
per lui.
Per tornare all’interazione, il prossimo giugno a San Paolo in
Brasile ci sarà la convention mondiale del Rotary, ed è certo
che ad incontrarsi non saranno occidentali e orientali, gente
del Sud e del Nord ma rotariani d’Oriente e d’Occidente, del
Sud e del Nord. Ed è proprio questo l’ultimo (ma forse il più
importante) punto di forza che ho trovato: il Rotary è da sem-
pre una grande famiglia.
IunIa ValerIa SaggeSe
GARY HUANG A ROMA
17 i viaggi del Presidente
Dergin Tokmak, ballerino sopravvissuto alla poliomielite, si è esibito a Roma in occasione della visita del Presidente Internazionale del Rotary.
INDICE
Il fascino del tema futuro coinvolge molto i rotariani. Per
uno studioso del cursus rotariano, quali sono oggi i pre-
supposti per affrontare il futuro delRotary?
Il tema “futuro” è sempre fonte di interesse in quanto
espressione del divenire della società. Non so se nel mo-
mento attuale questo tema eserciti sui rotariani in Italia più
fascino o più preoccupazione. In molti Paesi occidentali è
in atto, ormai da alcuni anni, una regressione dell’effettivo,
associata ad un progressivo incremento della componente
asiatica. Non si tratta di un processo meramente numerico,
bensì di un fenomeno che sta già esercitando un’influenza
sul Rotary International. La sensibilità orientale, nelle sue
variegate espressioni, può apportare un contributo all’evolu-
zione spirituale del nostro sodalizio, soprattutto in termini di
introspezione e di coscienza della partecipazione del singolo
al destino dell’umanità.
Per contro, comincia a delinearsi il rischio di perdita del-
la memoria storica delle nostre radici. La saga rotariana,
esemplarmente espressa dalle sue versioni a fumetti, sta
soppiantando la conoscenza dei reali contorni del nostro
passato, fondamento essenziale per un futuro consapevole.
Quanti rotariani conoscono oggi il documento redatto da Paul
Harris nel luglio 1908 al fine di ottenere il riconoscimento
statale dell’allora unico Rotary club esistente? Eppure si
tratta di un atto fondamentale, nel quale sono affermati la
prevalenza dell’impegno civico sulla beneficenza e la lealtà
quale fondamento dell’etica rotariana. E quanti conoscono i
nomi e l’opera dei pionieri, ai quali si devono lo sviluppo del
Rotary e l’affermazione dei suoi valori? Ciò non va attribuito
ad ignavia di lettori, bensì all’oblio nel quale stanno cadendo
fondamenti del nostro sodalizio.
Alla tua domanda su quali siano oggi i presupposti per af-
frontare il futuro posso solo rispondere con un mio convinci-
mento: non c’è futuro o c’è un futuro precario se va perduta
la consapevolezza delle nostre origini e delle loro motivazioni.
Cosa significa per Giuseppe Viale Servizio? Come si rea-
lizza l’ideale del Servizio in un Rotary così diffuso e così
diverso, in relazione ai luoghi e alla rete sociale?
A questa domanda si può rispondere in vari modi, dai più
conformisti ai più dissacranti. Voglio credere che tutti noi,
al momento dell’ammissione al Rotary, fossimo consape-
voli almeno del fatto che era attesa la nostra disponibilità
nell’ambito della specifica competenza professionale, la par-
tecipazione attiva alle iniziative del Club, la consapevolezza
di entrare in un sodalizio che si prefigge uno scopo. Orbene,
in troppi casi la vita di club è oggi quella propria di un circolo
i cui caratteri principali sono la convivialità e la carità privata,
spesso mediata da terzi. È il caso di riflettere un istante sul
paradosso della crisi dell’associazionismo, che investe anche
il Rotary, concomitante con lo sviluppo del volontariato, che
si esplica nei più diversi settori. Ci sarà pure una ragione alla
base di questo fenomeno.
Ho già ricordato come il contributo di proposta e d‘iniziativa
ai problemi della comunità sia stato elemento fondante del
Rotary. Il concetto di comunità ha assunto nel tempo sempre
maggiore estensione. Il Rotary si è fatto internazionale sin dai
suoi primi anni di vita. La cura del bene della collettività deve
GIUSEPPE VIALERotary, con realismo e partecipazioneIntervista a Giuseppe Viale, Board Director 2014/2016 - di Andrea Pernice
INTERVISTE
18 ROTARY dicembre 2014
BOARD DIRECTOR
19 interviste
oggi riferirsi al più vasto ambito raggiungibile. Nella sua più
significativa espressione quest’ambito si identifica in Polio
Plus - End Polio Now, operazione a dimensione planetaria
che non ha riscontro nella storia sanitaria dell’umanità e
della quale il Rotary è stato l’ispiratore ed è tuttora convinto
assertore. È necessario e doveroso che questa nostra opera
sia portata alla conoscenza del pubblico. Tuttavia, si impone
cautela nella trasmissione del messaggio. L’Organizzazione
Mondiale della Salute ha confermato recentemente che la
fine della trasmissione del virus è possibile entro il 2018, ma
nello stesso tempo ha diramato un allarme per l’incombente
rischio di infezioni di ritorno in Paesi già dichiarati polio-free.
Ricordo sempre l’esortazione di un grande Presidente, Bhi-
chai Rattakul, figura tuttora di riferimento nel panorama
rotariano internazionale. “Il Rotary, miei cari amici, non ha
bisogno di essere idealizzato, né di essere enfatizzato al di
là di quello che è stato per circa un secolo”. Lo stesso vale,
a mio avviso, per il “Servizio”. Il Rotary non è una comu-
nità monastica ispirata alla trascendenza. Tutti noi siamo
partecipi al mutare della società alla quale apparteniamo.
Siamo uomini e donne d’azione o di pensiero, ma comunque
sensibili alle istanze umane e sociali del nostro tempo. Così
come il Rotary, il Servizio rotariano non va rapportato a una
dimensione che non gli è propria e che da ideale può divenire
astratta e di fatto avulsa dalla realtà. Il compito al quale sia-
mo chiamati è semplice, ma concreto. Esso può esplicarsi in
modi diversi e in diversi settori, a titolo singolo o collettivo.
Le attività umanitarie realizzate localmente o altrove hanno
un loro precipuo significato e vanno mantenute, specie se
tali attività sono realizzate in proprio. Tuttavia, il ripristino
da parte nostra dell’azione rotariana dedicata al “civic work”,
accanto alle “charities”, può essere determinante ai fini della
nostra credibilità, prima ancora che della nostra visibilità nel
contesto nel quale viviamo.
I club sono stimolati ad adottare politiche comuni in
termini di attenzione all’immagine pubblica e di crescita
dell’effettivo. Spesso ciò avviene con criticità, quando i
singoli rotariani e i club assumono posizioni non allineate.
L’autonomia dei club è un assioma nel Rotary, ma autonomia
non significa licenza e non esclude affatto un coordinamento,
in primo luogo a livello distrettuale. L’opera degli Assistenti
del Governatore è essenziale a questo proposito. È necessario
stimolare i club a concentrare il più possibile le loro iniziative
su progetti comuni, purché a chiara connotazione rotariana,
limitando interventi singoli i quali, per la loro stessa dimen-
sione, hanno impatto limitato.
Su altro versante tu fai riferimento all’immagine pubblica e
alla crescita dell’effettivo. Non ho difficoltà ad ammettere che
recenti campagne promozionali, pur diligentemente attuate
sulla scorta delle indicazioni provenienti dal Rotary Internatio-
nal, non hanno sortito l’effetto sperato. Messaggi sofisticati,
espressi in forme tecnicamente pregevoli, sono risultati di non
immediata comprensione da parte di un pubblico non rotaria-
no. Altri, miranti a rappresentare il Rotary quale associazione
di persone della “porta accanto”, dal viso limpido e con la
consapevolezza di una serena operatività, hanno avuto effetto
ambivalente. Le indicazioni trasmesse dal centro alla periferia
rotariana hanno necessariamente significato generale, tale da
servire da spunto per iniziative destinate a specifiche ambien-
tazioni. È necessaria una flessibilità nella loro attuazione al
fine di renderle efficaci nelle realtà locali.
Il decremento dell’effettivo, manifestatosi in Italia da alcuni
anni dopo un lungo periodo di progressivo incremento, rap-
presenta un punto critico che va affrontato con realismo. Le
cause del declino sono molteplici e solo in parte dipendenti
dalla crisi economica contemporanea. Esiste, comunque, un
dato di fondo: l’età media dei rotariani in Italia è elevata. È
necessario un ringiovanimento che potrà avvalersi, oltre che
della cooptazione di giovani nei club esistenti e della costitu-
zione di nuovi club dotati di procedure snelle e di regolamenti
elastici, anche della recente innovazione rappresentata dai
club satelliti. Non si tratta di mirare a un aumento indiscri-
minato di soci a scapito dell’oculata valutazione delle singole
candidature. Del resto, sin dalla fase preparatoria del vigente
Regional Membership Plan, gli attuali Governatori italiani
hanno formulato in proposito proposte equilibrate, che sono
state recepite. Nei primi mesi del corrente anno rotariano si
sta delineando un’inversione di tendenza rispetto al decre-
mento dell’effettivo verificatosi negli anni scorsi. Mi auguro
che il ritorno del Distretto 2060 alla nostra Zona, recente-
mente deciso dal Board, contribuisca ad accentuare questo
andamento e, soprattutto, a rafforzare la consapevolezza
della valenza del Rotary italiano.
Alle tue domande: dove stiamo andando? come ci stiamo
muovendo? Posso solo rispondere con l’appello ad una ri-
flessione sulla attuale capacità di attrazione del Rotary nella
società, ad una più stretta adesione ai valori fondanti e ad un
rinnovamento della nostra compagine attraverso una azione
diffusa che faccia tesoro delle esperienze del passato.
La funzione di Director è centrale per l’impostazione
strategica del Rotary del futuro, in armonia con la multi-
culturale rappresentanza rotariana che si esprime anche
nel Board. Com’è iniziato questo percorso e come intendi
significare le aspettative della zona che rappresenti?
Anche se avevo già avuto occasione di conoscere alcune re-
altà rotariane d’Oriente, l’institute Asiatico svoltosi a Taipei
nello scorso dicembre ha lasciato in me una profonda impres-
sione. Ho constatato quanto sia sentito l’orgoglio nazionale
rotariano, espresso anche dal supporto e dalla diretta parte-
cipazione dei governatori ad eventi previsti nel programma.
In India, Tailandia e Taiwan è stato accolto favorevolmente
l’invito del Presidente Gary Huang a cooptare nel club l’intero
nucleo famigliare adulto di ciascuno dei suoi membri. È, que-
sto, un aspetto estraneo alla nostra sensibilità e difficilmente
applicabile nel nostro contesto. Tuttavia, esso è probabilmen-
te destinato a influire non solo sulla evoluzione del Rotary in
quei Paesi, ma anche sul divenire dell’intero sodalizio.
Gary Huang è uomo di lingua e di cultura cinesi e di forma-
zione confuciana, il che ne fa il più idoneo interlocutore del
governo della Repubblica popolare in funzione della ricercata
apertura della Cina continentale al Rotary. Sembra esistere
oggi una tenue prospettiva di costituzione di club provvisori
in quell’immenso Paese, al di là di quelli esistenti a Pechi-
no e a Shangai, peraltro chiusi alla comunità indigena. Per
contro, si teme che il recente irrigidimento governativo a pro-
posito degli statuti speciali vigenti a Hong Kong e a Macao,
dove continuano ad essere attivi numerosi Rotary club alcuni
dei quali esistenti sin dagli anni ’30 e ’40, possa ripercuo-
tersi negativamente sulle possibilità di penetrazione in Cina
e sulla vita delle realtà esistenti. Del resto, la prospettiva di
un’apertura della Cina al Rotary aprirebbe scenari oggi mal
definibili ma di enorme impatto potenziale sulla connotazio-
ne stessa del nostro sodalizio.
In questo contesto il Rotary europeo stenta ad avere una voce
comune, nonostante il succedersi di iniziative atte a fare
emergere aspetti condivisi. È attualmente in fase di esame
il progetto di realizzare un unico Institute europeo annuale,
comprensivo dell’intero Rotary continentale e del RIBI britan-
nico. Non so prevedere quale ne sarà l’esito, ma non credo
che potrà essere immediato, né di facile realizzazione.
In una prospettiva a breve–medio termine è necessario, a mio
avviso, ricorrere a tutte le risorse derivanti dal principio di re-
gionalizzazione, ormai riconosciuto dal Rotary International.
La nostra Regione è composta da Italia, Francia, Spagna e
Portogallo, che hanno problemi diversi ma che condividono
esperienze comuni. Basterà ricordare, a questo proposito,
che nell’Europa latina sorse e si sviluppò il primo Rotary
continentale, a partire dal lontano 1920. Sono altresì con-
vinto, al di là del mio rapporto famigliare e professionale con
il mondo germanico, che potrà rafforzarsi quel colloquio con
il Rotary mitteleuropeo ora in corso con promettenti prospet-
tive. Per quanto concerne le aspettative della nostra Zona,
permettimi di parafrasare un’espressione forse abusata ma
pertinente. A fronte delle tue legittime attese, cosa sei dispo-
sto a fare per rispondere alle attese che il Rotary pone in te?
Come interpreti il motto del Presidente Huang? Cosa por-
terà di nuovo nel Rotary, nel corso dei prossimi mesi?
Il tema presidenziale, “Light up Rotary”, è di assoluta chia-
rezza. La sua traduzione italiana, “Accendi la luce del Ro-
tary”, riflette il genuino intendimento di Gary Huang. Tutti
noi siamo richiamati sia a ispirare le nostre azioni ai principi
rotariani, sia a diffondere questi principi nella vita quotidiana
della società nella quale operiamo.
Per quanto concerne la tua seconda domanda, mi sembra
diffusa la convinzione che il Rotary stia attraversando un
periodo di profonda trasformazione. Si tratta di un processo
evolutivo di non breve momento, la cui progressione è diffi-
INTERVISTE
20 ROTARY dicembre 2014
BOARD DIRECTOR
21 interviste
cilmente valutabile nel breve arco di mesi. Nei limiti tempo-
rali del mio mandato mi adopererò al fin che si consolidi la
consapevolezza della perdurante valenza dei valori originari,
con l’auspicio che il Rotary del futuro, necessariamente
composito e variegato rispetto a quello dei primordi, possa
custodire l’originaria impronta culturale occidentale e riesca
a ricondurre l’apporto delle culture e delle tradizioni dei
popoli all’unificante principio di una comune appartenenza.
Il legame con il territorio è fondamentale per il Rotary.
Qual è la strategia che auspichi sia condivisa dai distretti
italiani, per rafforzare questo legame?
Se il rapporto con il territorio è requisito essenziale per l’af-
fermazione del sodalizio e se il Rotary italiano intende essere
significativa espressione della società è necessaria un’opera
di identificazione e di rappresentatività della realtà naziona-
le. A questo fine l’attuale configurazione di ADIRI è del tutto
inadeguata. Manca in Italia quel coordinamento che è eserci-
tato in Francia dal CODIFAM, in Germania dal Deutscher Go-
vernorrat, in Svizzera dal Governorrat Schweiz/Liechtenstein,
in Austria dall’Osterreichischer Governorrat. Nulla è sottratto
ai singoli governatori, detentori pro-tempore del potere de-
cisionale. Al contrario, la presenza a livello continentale di
chi fosse da loro designato a rappresentare il Rotary italiano,
anche per un solo anno, ne farebbe interlocutori atti a contri-
buire efficacemente alla definizione della visione europea del
Rotary, alla quale essi non sono oggi partecipi nella misura
che la storia, l’apporto di idee e la stessa consistenza nume-
rica del sodalizio in Italia consentirebbe. Inoltre, l’accorta
programmazione triennale, concordata con i loro successori,
faciliterebbe quella più incisiva azione sull’intero territorio
nazionale che tutti auspichiamo.
Più giovani, più donne, più soci, più Club… qual è il segre-
to per avere in effetti più rotariani, dal tuo punto di vista?
Non credo esista un segreto per incrementare l’effettivo. Ba-
sta porsi qualche semplice domanda. Il Rotary ha ancora for-
te capacità di attrazione nella nostra comunità? L’età media
dei soci e la componente femminile corrispondono a quelle
della parte dinamica della società della quale vogliamo esse-
re espressione? Il da farsi dipende dalle risposte che si danno
a queste domande.
Il ruolo della Fondazione e lo stimolo alla realizzazione di
progetti sostenibili sono percepiti compiutamente, a tuo
avviso, dai rotariani? Quanta dispersione c’è, ancora?
L’avvio della Future Vision ha creato qualche iniziale sconcer-
to per l’apparente complessità delle procedure, che cambia-
vano prassi consolidate. L’opera dei responsabili delle com-
missioni distrettuali si è rivelata efficace a questo proposito,
il che si è riflesso particolarmente sull’aumento numerico dei
progetti globali verificatosi quest’anno in molti distretti. Mi
sembra che la comprensione dell’impostazione generale e dei
meccanismi attuativi stia facendo ora rapidi progressi.
Se pensi al Rotary di dieci anni fa…? E se pensi al Rotary
tra dieci anni?
È vezzo comune agli anziani, dato che la memoria umana è
selettiva, riferirsi al passato come ad un’epoca comunque
migliore di quella presente. Spero di non indulgere a questa
debolezza se affermo che il Rotary di dieci anni or sono pre-
sentava una ricchezza di apporti intellettuali e di discussione,
che mi sembra essersi affievolita in tempi recenti. Non credo
che si tratti di un fenomeno specificamente italiano. Esso
esprime piuttosto, a mio avviso, un indirizzo diffuso nell’in-
tero mondo rotariano occidentale con significative, ancorché
sporadiche eccezioni, specie in Germania e in Francia. In
buona sostanza esso è il risultato del progressivo prevalere
dell’azione umanitaria sull’impegno civico, in definitiva delle
“charities” sul “civic work”. Ma di questo abbiamo già detto.
Il tuo messaggio per i rotariani.
Sono, per natura e convinzione, alieno dal lanciare messag-
gi. Se un richiamo posso fare, è quello volto ad affrontare i
problemi che si pongono nel nostro sodalizio con lo stesso
realismo e la stessa determinazione coi quali siamo abituati
ad affrontare i problemi che incontriamo nelle nostre profes-
sioni. Forse con in più un briciolo di quella partecipazione
affettiva che dedichiamo alla nostra famiglia e che possiamo
estendere in qualche misura alla famiglia rotariana.
INDICE
Salvatore SarpietroCoordinatore Task Force Effettivo
Il Presidente internazionale ha po-
sto l’accento sul tema della mem-
bership, lanciando campagne e pro-
poste particolarmente innovative.
Come si adattano al Rotary italiano?
Premesso che il Rotary in Italia, nel triennio 2007-2010 ha
raggiunto il numero massimo di soci (43.111); e che dal
2010 è iniziato il calo con una perdita, nel 2012-13, di
circa 1.200 soci, cosa mai avvenuta nella storia del Rotary
in Italia; e, nel 2013-14, di altri 657 soci, finalmente in
questi giorni possiamo prendere atto che c’è un’inversione
di tendenza. Sicuramente avranno contribuito anche le ini-
ziative proposte dal Presidente Internazionale, e, fra queste,
quelle che ritengo siano più perseguibili per la crescita della
membership, la costituzione di nuovi club, la costituzione di
club satelliti e di e-club; con particolare attenzione al ringio-
vanimento della compagine sociale con l’ingresso di giovani
e di donne.
All’assunzione dell’incarico, quale Rotary hai fotografa-
to, nell’ambito della Zona 12? E con il passare dei mesi,
come sta mutando lo scenario, in termini numerici?
All’inizio del mio mandato, la membership era ancora in calo,
con parecchi club in difficoltà per il diminuito numero di so-
ci, e con le conseguenti difficoltà nella realizzazione dei pro-
getti. Per fortuna gli ultimi dati, come ho appena accennato,
sono confortanti, anzi il report di fine ottobre, inviatoci da
Evanston, finalmente fotografa quasi tutti i distretti italiani in
zona positiva (+ 237 soci).
Il Rotary in Italia ricomincia a crescere grazie al forte impe-
gno dei governatori, che hanno messo in atto anche i nuovi
modelli di club; con questi primi risultati, che ci incoraggiano
a proseguire in questa direzione.
Il tema dell’effettivo è trasversale rispetto all’impegno
delle task force dedicate espressamente a diversity, gio-
vani e leadership. Come interpreti le risposte all’impe-
gno profuso nei distretti per l’effettivo?
Certamente sull’effettivo, sul suo mantenimento e sulla sua
crescita influiscono le azioni svolte da tutte le Task Force.
Ma, per rimanere nell’ambito della Task Force Membership,
di cui sono il responsabile, ho predisposto un database, fi-
IL RUOLO di Coordinatore Rotary è stato istituito per la
prima volta nell’anno rotariano 2010-2011, con mandato
triennale. Lo scopo è quello di formare i Governatori Eletti
nell’ambito del Governor Elected Trianing Seminar e, suc-
cessivamente, quando entrati in carica, di supportarli nelle
seguenti attività aventi tutte come obiettivo quello più impor-
tante del Rotary International, lo sviluppo dell’effettivo.
Identificare e fare attuare strategie innovative per la conser-
vazione e lo sviluppo dell’effettivo; aiutare i distretti nello
sviluppo di piani strategici; facilitare il coinvolgimento/l’in-
serimento nei club di soci giovani; facilitare il coinvolgimen-
to/l’inserimento nei club di donne; partecipare e promuovere
riunioni di formazione e seminari distrettuali.
L’insieme di tutte queste attività viene pianificato e gestito
tramite il coordinamento dei Responsabili delle cinque Task
Force, come di seguito descritto.
andrea OddI - RotaRy CooRdinatoR
TASK FORCEinterviste ai coordinatoriPunti di vista, strategie dei coordinatori e piani attuativi nella Zona 12, per le 5 Task Force rotariane.
INTERVISTE
22 ROTARY dicembre 2014
nalizzato alla raccolta di dati relativi alla dimissione dei soci
dall’anno 2011, con la finalità anche di tentare il recupero
di tutti quei soci, che per le più svariate motivazioni, si erano
allontanati dai club di appartenenza.
L’idea mi è venuta sentendo un presidente di club, il quale,
all’inizio del suo mandato, si mise a telefonare ai soci che si
erano dimessi, ottenendo il ritorno di alcuni.
Ho, quindi, inviato a tutti i governatori la scheda con le indi-
cazioni per la compilazione, con l’invito a farla compilare da
tutti i Club.
Una volta che mi saranno restituite, provvederò all’elabora-
zione dei dati di tutte le schede.
L’analisi del database offrirà elementi utili per meglio capire
le ragioni della disaffezione; e per migliorare le future azioni
rivolte al mantenimento e allo sviluppo dell’effettivo.
Un dato interessante, che emerge dalle schede pervenutemi,
e che merita un’attenta riflessione, è quello delle dimissioni
per la perdita d’interesse verso il Rotary.
Credi che il web e in particolare e-Club e social network
possano rappresentare una nuova leva per l’effettivo?
Penso proprio di sì e lo stiamo constatando con la creazione
di nuovi e-club, che già è avvenuta in molti distretti. Ma, poi-
ché nella nostra realtà è una novità, a mio avviso, dobbiamo
attendere come si svilupperanno per vederne l’operatività e
l’efficacia negli anni a venire. Ma, sicuramente il Web contri-
buirà alla crescita della membership. Al momento, secondo
me, occorre operare con cautela, incoraggiando quello che
più si adatta al nostro Rotary, tenendo conto delle varie real-
tà; magari non apportando, a tutti i costi, novità in quei club
che vanno bene.
Come si stanno sviluppando sul nostro territorio i club
satellite?
Già ne sono stati costituiti, e penso che questo nuovo mo-
dello di club possa rispondere a talune esigenze connesse in
particolare ad alcune tipologie di territorio, dove magari non
vi sono le condizioni tali da raggiungere il numero di soci
minimo per formare un club tradizionale; ed anche, a mio av-
viso, per venire incontro alle esigenze specie della fascia più
giovane di potenziali rotariani, proprio per le caratteristiche
gestionali del club satellite. E, date le positive esperienze
che si stanno evidenziando, ritengo che possa essere un altro
punto di forza a favore della membership.
Quali sono le maggiori resistenze, rispetto alle novità?
Ovviamente, per quello che ho riscontrato, le eventuali “resi-
stenze” derivano appunto dalle novità; ma sono, nel caso in
specie, dovute ancora alla poca conoscenza di questi nuovi
modelli e al poco tempo trascorso per sperimentarne l’effi-
cacia e la validità. E, quando si è in presenza di strumenti
nuovi, forse un po’ di cautela va giustificata.
Come si inserisce il vostro lavoro nel contesto della vi-
sione di Zona 12, concordata con il Rotary Coordinator
Andrea Oddi? E a livello internazionale, con riferimento
alla crescita del Rotary e della sua rappresentatività?
Tutta la nostra attività viene attentamente coordinata dal RC
Andrea Oddi, attraverso incontri e periodici scambi di infor-
mazioni, per rendere quanto più efficace il nostro supporto ai
distretti, ovviamente in sintonia con i governatori.
Preciso, poi, che le azioni e gli obiettivi delle Task Force sono
previste nel “Piano Regionale per la Membership”, predispo-
sto dal BD Giuseppe Viale, e approvato da “Evanston”. In
particolare per quest’anno è previsto, per la nostra Zona, un
incremento della membership dell’1%.
Inoltre, come “Project Lead”, ho il compito di inviare a
“Evanston” un report trimestrale con le indicazioni delle
attività svolte e di quelle in corso, che ogni responsabile di
Task Force mi comunica. Questo dimostra come da parte del
Rotary International vi sia un attento monitoraggio di quanto
viene svolto dai vari responsabili; con lo scopo di rendere il
nostro servizio il più efficace possibile a favore del Rotary,
contribuendo cosi ad Accendere la luce del Rotary.
TASK FORCE
23 interviste
segue >>
INTERVISTE
24 ROTARY dicembre 2014
Francesco ArezzoCoordinatore Task Force e-Club e Social Network
Cosa è in concreto un e-Club?
Il concetto di e-Club è allo stesso tempo
semplice ed estremamente complesso:
complesso perchè misconosciuto. Un
e-Club è un normale Rotary Club con tutti i diritti e con tutti
i doveri che conseguono alla sua affiliazione al Rotary Inter-
nazionale. Per la sua costituzione segue la medesima trafila
burocratica di un qualsiasi club tradizionale, per cui prevede
la nomina di un rappresentante ad hoc da parte del Governa-
tore e un numero minimo di soci esattamente come un club
tradizionale. È chiamato inoltre a svolgere gli stessi compiti,
servizio e progetti locali e internazionali, riunioni periodiche
settimanali, perseguimento degli obiettivi del Piano Strategi-
co del Rotary Internazionale. L’unica cosa che lo differenzia è
la forma della riunione settimanale, non più intesa come in-
contro fisico fra i soci, ma sfrutta le nuove metodiche messe
a disposizione dai moderni mezzi telematici.
Trovi che l’Italia sia pronta per questa nuova realtà?
Certo. Negli ultimi mesi c’è un grande fermento. L’e-Club
nasce in Paesi, penso per esempio all’Australia, dove le
distanze eccessive fra i soci impedivano o rendevano comun-
que estremamente difficoltoso l’incontro fisico settimanale
fra i soci. È chiaro che questo problema non si riscontra nel
nostro Paese. Con la riunione telematica si viene però incon-
tro alle esigenze di molte persone: per esempio di quelle che
svolgono un lavoro con orari non convenzionali o che viaggia-
no spesso a causa del lavoro. Anche i giovani professionisti
che devono gestire tutti i problemi collegati ad una nuova
famiglia da avviare possono trovare molto conveniente questa
forma di aggregazione. Ancora, la riunione telematica annulla
i costi delle riunioni riducendoli solo alle spese di acquisto
e gestione dello spazio “virtuale” sulla rete. I costi ridotti e
la flessibilità estrema nella frequenza danno la possibilità di
avvicinarsi al Rotary a tutta una generazione di giovani, ex ro-
taractiani o meno, che altrimenti verrebbero scoraggiati e che
rischieremmo inevitabilmente di perdere. Alcuni soci anziani
cominciano ad avere problemi di deambulazione o comunque
possono trovare difficoltoso uscire di casa la sera per raggiun-
gere il luogo dell’ incontro settimanale. Cominciano a non
frequentare con assiduità, finché arrivano alle dimissioni.
L’e-Club può venire incontro con successo a questi o ad altri
casi particolari.
Il rapporto tra e-Club e sviluppo dell’effettivo?
Il Rotary, in generale e quello italiano in particolare, sta
vivendo un momento di difficoltà riguardo alla crescita
dell’effettivo. Abbiamo perso quasi il 10% negli ultimi 5-6
anni. Dobbiamo recuperare questo numero, ma il problema
principale secondo me è un altro: l’età media del Rotary
italiano si sta alzando sempre di più. Certo, abbiamo un patri-
monio invidiabile di esperienza, ma i nostri club rischiano di
perdere in effervescenza e forza di propulsione. Alla lunga, se
non riusciamo a invertire questo trend, si rischia di perdere il
contatto con una realtà che evolve, come abbiamo già detto,
in maniera molto veloce. Gli e-Club non solo sono in grado
di aumentare il numero del nostro effettivo ma, rivolgendosi
principalmente ai fruitori della rete e quindi a individui del-
le nuove generazioni, contribuiscono a dare al Rotary una
iniezione di entusiasmo e di novità. I ragazzi sono attrezzati
meglio di noi a capire e a interpretare i cambiamenti di una
società che cambia con velocità vorticosa e potranno adegua-
re i nostri club ai cambiamenti cui siamo obbligati dal fatto
stesso di vivere in una società “liquida” che cannibalizza
continuamente i suoi valori di riferimento.
A che punto è il piano di sviluppo per la Zona 12?
All’inizio dell’ anno rotariano mi sono dato degli obiettivi: par-
tivamo dalla presenza, già consolidata, di tre e-Club. Mi sono
prefissato il traguardo di 10 e-Club e 10 Club Satellite, entro
la fine dell’ anno rotariano. Il Rotary consiglia di portare nei
distretti questi nuovi concetti, tramite seminari e incontri ap-
positamente organizzati. So che i distretti e i governatori sono
già impegnati in mille incontri da progettare e organizzare, e
TASK FORCE
ricevono quotidianamente proposte di nuovi incontri e semi-
nari. Ho preferito quindi mantenermi in contatto coi governa-
tori tramite una lettera bimestrale che serva a fare il punto
della situazione nella Zona 12 e a mantenere vivo l’interesse
su questo tema. Naturalmente i governatori sanno che sono
sempre a disposizione, nei limiti temporali che la professione
mi permette, per partecipare a seminari distrettuali o di area,
così come per dare delucidazioni o fornire materiale aggior-
nato sull’argomento. Ritengo infatti inutile imporre seminari
o partecipazioni non richieste; ogni Governatore conosce le
esigenze del proprio Distretto e può decidere come sfruttare
al meglio il tempo a sua disposizione. Ho inviato materiale a
parecchi distretti, ho avuto molte conversazioni telefoniche
per chiarire dubbi legati a una normativa ancora nuova e non
ben codificata. I risultati sono stati importanti: contiamo già
diversi Club Satellite e nuovi e-Club, alcuni Club Satellite
sono nati sotto forma di e-Club. Tutto ciò non solo crea nuovo
effettivo, ma contribuisce, come si diceva prima, all’ ingresso
di elementi giovani che apportano nuovi interessi, nuove pro-
gettualità e abbassano l’età media della nostra compagine.
Come giudichi la presenza di club e distretti sulla rete e
sui social network in particolare?
Molti club tradizionali sono forniti di un proprio sito web. Mi
auguro che a breve tutti i club della Zona 12 ne siano forniti.
Serve al socio per reperire notizie sulle attività già svolte o su
quelle che sono in cantiere. Serve al visitatore occasionale
che può trovare informazioni sul Rotary e sul club che non
siano affette dai pregiudizi che spesso accompagnano le
notizie sul Rotary reperibili in rete. Ma l’utilità del sito viene
meno se il sito stesso non è costantemente aggiornato. Un si-
to non aggiornato dà un’immagine negativa di sciatteria e in-
capacità organizzativa, trasformandolo in un boomerang che
si ritorce contro di noi. Mille volte sì al sito, ma se non siamo
in grado di tenerlo “vivo” e aggiornato è meglio chiuderlo e
riattivarlo quando avremo trovato le professionalità adatte a
mantenerlo con dignità.
Questo problema si pone in maniera ancora più pressante per
i Social Network. Il Rotary Internazionale incoraggia l’uso di
pagine Facebook o di account di Twitter. Sono i nuovi mezzi
di espressione e di comunicazione delle nuove generazio-
ni, se vogliamo raggiungerle dobbiamo andarle a cercare lì
dove si incontrano, sul nuovo agorà telematico. Se il sito
va aggiornato periodicamente con costanza, le pagine dei
social network sono luoghi, ancorché virtuali, di incontro e
di contatto pluri-quotidiano. Perché una pagina facebook sia
utile deve essere in grado di dialogare con gli utenti quasi
in tempo reale. Se si opta per una scelta del genere bisogna
essere sicuri di poter contare su un socio o su un gruppo di
soci che più volte al giorno si colleghino e mantengano attivo
il dialogo.
Come si inserisce il tuo lavoro nell’ambito dell’organizza-
zione della Zona 12?
Nella mia azione mi muovo sempre d’intesa con Andrea Oddi,
il Coordinatore Rotary della Zona 12 e con la collaborazione
costante degli altri componenti della sua squadra. In partico-
lare lavoro a stretto contatto con Salvo Sarpietro per le ovvie
ripercussioni che questi nuovi club hanno sull’ effettivo e con
Gianni Montalenti che si occupa di Nuove Generazioni.
Volevo spendere, prima di concludere, due parole sui Club
Satellite, una ulteriore forma di club che abbiamo da poco a
disposizione. Il Club Satellite non è, a differenza dell’ e-Club,
un “nuovo” club del Distretto. Infatti non nasce necessaria-
mente su impulso del Governatore, non necessita di un Rap-
presentante Speciale, non riceve una Carta di fondazione da
Evanston. È semplicemente una gemmazione di un club già
esistente. Nasce quindi su iniziativa di un club e del suo Di-
rettivo, non necessita di 20 soci ma ne sono sufficienti 8, In
caso di chiusura del club padrino scompare con esso. È utile
per andare a presidiare con un nuovo club quei territori che
non sarebbero in grado di alimentare un club tradizionale, ma
che in questo modo possiamo far rientrare nella nostra sfera
di influenza. Sono convinto che queste due nuove forme di
25 interviste
INTERVISTE
26 ROTARY dicembre 2014
club siano particolarmente utili, per tenere nella nostra orbita
tutti quei ragazzi che escono dall’esperienza del Rotaract e
che per i più svariati motivi non sono o non si sentono ancora
pronti per il Rotary. Se non abbiamo delle forme nuove per
tenerli “legati” a noi, finiamo inesorabilmente per perderli,
dopo aver speso tante energie e tanti fondi per trasmettere
loro i valori rotariani. Dopo qualche anno potranno poi tran-
sitare nei nostri club, o il Club Satellite potrà trasformarsi in
un club indipendente. È un sentiero ancora inesplorato, sco-
priremo le sue potenzialità solo percorrendolo, con prudenza
e tenacia, senza paura delle novità. La paura delle cose nuove
è l’ostacolo più grosso sulla via del progresso.
Gianni MontalentiCoordinatore Task Force New Generations
Un filo diretto lega i giovani, l’idea
di un Rotary sempre nuovo e lo svi-
luppo dell’effettivo. Come si sta la-
vorando in Italia?
Si sta incominciando a lavorare bene. Sempre più governatori
nelle loro visite e seminari stanno convincendo i club a un
approccio diverso con i loro Rotaract. Sono sempre di più
le iniziative che vedono Rotary e Rotaract lavorare insieme.
Lo sviluppo dell’effettivo e i giovani sono argomenti molto
ampi, che non vanno valutati erroneamente solo con lo scopo
di un ringiovanimento dei Rotary Club, ma che vanno visti
principalmente sotto il profilo professionale, perché è questo
che ci serve. L’inserimento dei giovani nei nostri club signi-
fica stimolare il confronto, e confronto vuol dire mettersi in
discussione, conseguentemente rischiare. Il che potrebbe
precludere a una perdita di benefici per alcuni. Dimostrare
di saper rischiare significa trasmettere ai giovani di credere
in quello che proponiamo. Credere significa investire emoti-
vamente e razionalmente, significa trasmettere coraggio. E i
nostri ragazzi hanno bisogno di questo.
Che cosa caratterizza il piano di Zona 12 a favore delle
nuove generazioni? Come reagiscono i distretti?
Innanzitutto l’Italia - rotaractianamente parlando - rappre-
senta il Paese più importante a livello europeo, ed il quarto
nel mondo dopo colossi come India, Usa e Brasile. Possiamo
contare su oltre 7.000 giovani distribuiti in più di 450 Ro-
taract Club. Un bacino notevole se si pensa che la Germania
al secondo posto, si attesta a poco meno di 200 Club. Il mio
lavoro in questi anni è stato quello di proporre ai governatori
che si sono succeduti, principalmente informazioni sulla
potenzialità dei nostri giovani. Innanzitutto far conoscere i
numeri di un successo operativo a livello di Service, capacità
organizzative e fundraising dei Rotaract italiani; poi una fo-
tografia sulla distribuzione di età e sesso (52% ragazzi 48%
ragazze) per singolo distretto, ma soprattutto una indicazione
sulla professionalità dei rotaractiani (sempre per singolo
Distretto) nell’età prossima ai 30 anni con relativi elenchi
nominatovi a disposizione di ogni singolo club. I governatori
hanno dimostrato interesse per queste informazioni, ma la
risposta dovrà arrivare dai club che avranno la possibilità di
valutare i giovani segnalati e pianificare la loro accoglienza.
Sono più di 1.500 i giovani nella fascia 29-30 anni che
quest’anno sono stati indicati per una valutazione. Il passo
da effettuare come strategia avanzata è ufficializzare e for-
malizzare l’esistente Coordinamento Nazionale del Rotaract,
con un Multi-Distretto Italia (così come avviene in altri Paesi
europei) per favorire la circolazione delle informazioni nella
famiglia rotariana, ma soprattutto per coinvolgere nell’infor-
mazione il Rotary International, affinché il notevole lavoro
TASK FORCE
di Service dei nostri giovani possa avere un riconoscimento,
soprattutto in sede internazionale, che oggi non c’è perché
non è veicolato attraverso i canali predisposti dalla nostra
organizzazione. Purtroppo non è stato ancora possibile realiz-
zarlo, ma in Italia, mi si permetta un’amara considerazione,
il concetto di unità nazionale è ancora un pensiero lontano. E
ciò va a scapito della nostra immagine globale.
Al terzo anno del tuo impegno nella Task Force, qual’è il
riscontro rispetto alla strategia intrapresa sul territorio?
Sono soddisfatto della disponibilità di molti distretti a con-
dividere confronti esterni. Il coordinamento nazionale predi-
spone delle linee guida in base alle strategie che arrivano da
Evanston: i seminari di formazione predisposti dai governato-
ri servono a diffondere le nuove linee operative. La presenza
a questi seminari di rotariani delle Task Force aiutano a
sostenere il Governatore per una più efficace azione nei con-
fronti dei Club. Il riscontro? Nuovi club Rotaract e Interact,
più attività comuni Rotary-Rotaract, e un inizio d’inversione
di tendenza nella diminuzione della membership. Credo che
come gruppo di coordinamento si possa essere soddisfatti.
Chi lavora concretamente con te sul tema?
Come sempre i rotariani di buona volontà, quelli che hanno
a cuore il futuro della’associazione e soprattutto quello dei
giovani.
Non ho un gruppo specifico di lavoro, ci si interfaccia con le
altre Task Force, con i governatori ed i collaboratori che ci
vengono indicati di anno in anno.
Come si inserisce il vostro lavoro nel contesto della visio-
ne di Zona 12, concordata con Andrea Oddi? E a livello
internazionale?
Ci riuniamo, ci si confronta in incontri anche con i Board
Director si concorda un processo di formazione e informazio-
ne; ma soprattutto ci si confronta tra noi cercando di seguire
una linea comune al fine di offrire a governatori e distretti la
massima collaborazione.
Per quanto mi riguarda, è anche molto interessante anche il
rapporto con i rappresentati distrettuali Rotaract attraverso
canali di comunicazione come Facebook e Whatsapp non
particolarmente diffusi in ambito rotariano, ma certamente
più pratici e dinamici della mail.
Marco MilanesiCoordinatore Task Force Leadership
C’è una leadership da costruire, ro-
tarianamente, e una da esprimere
nella società. Come stai lavorando a
livello di strategia?
Credo si debba parlare di “momenti strategici” che iniziano
dal recupero della consapevolezza che si entra nel Rotary in
quanto leader nel proprio ambito di riferimento professionale.
Un altro momento è costituito dal lavoro da fare sul coraggio
di essere attuatori di cambiamento, agendo su una leadership
che è invecchiata al punto tale da apparire datata rispetto ai
cambiamenti che ci circondano. Un terzo momento è quello
di utilizzare la nostra leadership, che trae il suo fondamento
dall’intergrità, per portare sempre più linfa, più ossigeno nel
mondo esterno, rendere credibili le nostre azioni, essere rife-
rimento di consultazione per le istituzioni.
Come stanno rispondendo i distretti all’idea di una stra-
tegia di Zona per la leadership?
Posso rispondere solo per la grande restituzione che ho avuto
dovunque sono stato invitato ad intervenire, e la sensazione
27 interviste
INTERVISTE
28 ROTARY dicembre 2014
è stata di una grande volontà di trasformazione. In tutti i
distretti ho incontrato una realtà fatta di leader; imprendi-
tori, professionisti, che mi hanno consentito di scoprire un
mosaico di notizie, di situazioni, di testimonianze che può
contribuire a dare del Rotary un’immagine tutt’altro che
subalterna, ma dotata di forte capacità innovativa e questo
mosaico può diventare concretamente diffusivo dei valori che
animano una leadership in grado di abbattere il pregiudizio e
ridare la percezione giusta della nostra organizzazione.
Come si legano i temi della leadership e dello sviluppo
dell’effettivo?
Credo fortemente che una leadership diffusa sia l’unico stru-
mento capace di creare un ambiente in grado di portare al
reclutamento e alla conservazione. I presidenti cercheranno
di ottimizzare le operazioni dei club per la crescita dell’effet-
tivo, ma una leadership diffusa è l’unico strumento efficace
ed etico per rendere attraenti i club e ottenere risultati e
soprattutto per cercare e trovare nuovi soci fra i tanti giovani
leader trentacinque/quarantenni che sono interessati a ren-
dere il mondo un posto migliore.
Ci sono margini di crescita nel binomio leadership-diver-
sity?
Fatico a comprendere cosa significhi binomio leadesrship-di-
versity. Per me un leader è un leader indipendentemente
dal genere. Penso che dobbiamo smettere di pensare alle
donne come ad un che di esotico, senza peraltro mai volerci
veramente scommettere (discorso che vale comunque anche
per i giovani). Ciò che conta è la capacità di creare valore
immettendo intelligenze nell’organizzazione per non perdere
quella valenza professionale che è nostro valore fondante se
vogliamo continuare ad esprimere presenza nella società.
E come si lega il tema della leadership con quello delicato
e importante dell’immagine pubblica?
Se ognuno di noi è modello professionale, il peso del nostro
lavoro è importante, per cui la nostra leadership ci dà la
possibilità di chiarire i nostri pensieri, di esprimerli e di sot-
toporli al confronto. Per questo credo che la nostra leadership
sia elemento da affiancare alla nostra attività di servizio per
rendere ancora più efficace la diffusione della nostra imma-
gine. Essere leader e far sapere che lo siamo è importante
non tanto per essere lodati e gratificati, quanto per essere
riconosciuti come organizzazione che si adopera in maniera
professionale ed efficace a favore di chi ha bisogno e conno-
tati come partner validi ai quali dare aiuto da parte di chi ha i
mezzi finanziari per farlo e come struttura tale da poter essere
affiancata anche per progetti di ampia portata.
Trovi che l’Italia sia pronta per una nuova forma di
espressione di leadership rotariana?
Se per Italia si intende il sistema Paese, credo che non
solo sia pronta, ma necessiti della leadership rotariana. La
leadership rotariana non deriva dalle gerarchie ma è moto
dell’intelletto e questo induce a superare le differenze, a fo-
calizzarsi sui problemi e sul modo di risolverli. È uno stile che
probabilmente manca alla politica. Nella nostra associazione
la leadership è un esercizio complesso, perché è individuale
e al tempo stesso collettivo, perché è globale ma anche locale
e questi valori, in apparenza antitetici, sono in realtà co-valori
con il resto della società. Per questo noi dobbiamo confron-
tarci con le istituzioni in una logica che superi quella della
rappresentanza politica, ma in spirito di volontariato, metten-
do insieme quelle risorse intellettuali e anche materiali che
sono esclusivo frutto della nostra leadership di servizio.
Se per Italia invece si intende quella rotariana, come già
detto in precedenza, il mio viaggiare da eternauta nel mondo
dei vari distretti mi ha fatto recepire una base assolutamente
incline a nuove modalità di leadership rotariana. Dobbiamo
però purtroppo ancora lavorare per eliminare una certa morsa
omeostatica di coloro che, per incapacità di aggiornarsi e
scarsa volontà di formarsi al nuovo, si oppongono al cambia-
mento.
TASK FORCE
Mario GiannolaCoordinatore Task Force Diversity*
Perché la diversity? Cosa si intende
con un termine a così ampio spettro
di significati?
Quando, durante i lavori dell’Institute
di Amsterdam, il BD Jacques di Costanzo, ultimato il mio
impegno nei GETS, affrontò con decisione il tema dell’effet-
tivo e accennò, per favorire la presenza femminile nel Rotary
ancora debole e contrastata, alla costituzione di una specifica
Task Force “Diversity”, e alla volontà di coinvolgermi nel co-
ordinamento, il mio immediato commento fu “il faut changer
le titre de la task force pour prèvenir des suites desagreables
et la revolte des femmes”!
Poteva essere male interpretato quel “Diversity” accostato
alla partecipazione femminile nel Rotary ancora fortemente e
gravemente minoritaria. Poteva innescare quel naturale e peri-
coloso equivoco lessicale che, al contrario, il Piano Strategico
si è affrettato a smentire e chiarire, fornendo le linee guida
nella pianificazione dell’Effettivo, del suo sviluppo, del suo
mantenimento, e individuando nella promozione delle diversi-
tà l’obiettivo privilegiato. Lo sviluppo dell’effettivo deve essere
strategico, libero dalle logiche ancora largamente diffuse, con-
seguenza di un attento esame del territorio, improntato alla
diversità intesa come diversificazione delle categorie. I club
devono essere equilibrati, le categorie non debbono essere in-
flazionate per evitare la “routine” della partecipazione, favorire
l’orgoglio dell’appartenenza, promuovere l’impegno, il servizio.
Tanto più un club sarà punto di riferimento per la comunità
svolgendo un ruolo forte e importante, tanto più i soci vivranno
il club come momento integrante del proprio percorso, convinti
dell’appartenenza al club e determinati a restarvi. Il Rotary
deve aprirsi alla componente femminile superando pregiudizi
indifendibili, ai giovani, a quanti hanno già sperimentato e
apprezzato le tante iniziative patrocinate dal Rotary. Pensiamo
al “pianeta Rotaract”, per il quale siamo primi in Europa per
numero di Club: quest’anno ben 1.556 giovani sono in pro-
cinto di lasciare i club di appartenenza per “raggiunti limiti di
età”. Più della metà sono giovani donne. Che ne sarà di loro?
Il ruolo delle donne, in una associazione di servizio?
Non vedo differenza di ruolo tra uomini e donne nelle attività
di servizio che vede il Rotary partner internazionale privile-
giato. Pensiamo, piuttosto, a quel lungo, faticoso e tortuoso
cammino che le donne hanno dovuto percorrere per giungere
al riconoscimento, non dico di una piena, quanto di un’accet-
tabile “parità di diritti” in campo pubblico e privato, prima
di ottenere il pieno diritto di condividere con l’altro sesso
il servizio rotariano. Oggi la donna, abbandonate le vesti di
comprimaria, ha assunto il giusto ruolo di protagonista.
Ancora c’è tanto da fare perché esistono numerosi Paesi nel
mondo dove la discriminazione è inserita nelle leggi dello
Stato. In Italia i diritti politici furono riconosciuti alle donne
solo nel 1946 quando esercitarono il diritto di voto per il
Referendum “Monarchia - Repubblica”. La loro dignità è
sancita definitivamente nell’art. 3 della Costituzione. Nella
vicina, civilissima Svizzera, il voto femminile è divenuto pos-
sibile solo nel 1971!
L’augurio è che il Rotary continui a battersi contro la violazio-
ne dei diritti umani e in particolare delle donne nel mondo.
Perchè alcuni Rotary club sono contrari all’ingresso delle
donne?
Sopravvive quella “romantica conservazione”, nel ricordo del-
le nostre origini che ostacola e ancora contrasta, l’incremento
della componente femminile nel Rotary. Pregiudizi, comun-
que, fuori dalla regole, inadeguati e anacronistici.
Per venire a dati statistici sono circa 30 i club in Zona 12
ancora privi di componente femminile e solo 3 sono i distretti
che annoverano in ogni club presenze femminili. Dobbiamo
vincere queste resistenze dovute al fatto che molti club,
soprattutto quelli nati prima del 1987, risentono ancora di
quel tenace “attaccamento alle origini” che, è auspicabile,
vada definitivamente rimosso. Dobbiamo colmare quel divario
anacronistico Società–Rotary nei riguardi della componente
femminile, affinché il Rotary sia specchio fedele della società
qualitativamente migliore.
* La Task Force Diversity (Women) della Zona 12 e del Distretto 2060 ha come responsabili Mario Giannola e Maria Rita Acciardi.
29 interviste
segue >>
INTERVISTE
30 ROTARY dicembre 2014
Come stai agendo per far comprendere il valore della
diversity nell’ambito del territorio che ti compete?
Non posso nascondere che questa opera di promozione fini-
sce per provocare un certo disagio... e mi spiego, soprattutto,
per quanto riguarda, sempre a proposito della “Diversity”, la
presenza delle donne nel Rotary. Attenzione al messaggio,
come viene comunicato e, soprattutto, come viene percepito.
Quanta prudenza e intelligenza nel dosare e trasmettere i punti
di forza e di debolezza! La presenza delle donne nei nostri club
non dovrebbe essere promossa, non dovrebbe essere imposta,
non dovrebbe avvenire “ope legis”, per soddisfare esigenze
statistiche, né debbono essere invocate le “quote rosa” che
mortificano e avviliscono la presenza femminile nei nostri
club. Ogni occasione, seminari tematici, riunioni interclub
debbono essere utilizzati per sviluppare un argomento così
strategico per il futuro del Rotary. Quante energie, quanto rin-
novato impegno possiamo attingere dai giovani, dalle moltepli-
ci nuove realtà e opportunità che si presentano nelle comunità
e nei territori, grazie alle esperienze rotariane, espressioni di
altrettante “Diversity”: Alumni, ex Rotaract, componenti GSE,
Scambio Giovani, partecipanti corsi RYLA, ecc.
Determinante e imprescindibile è l’intervento costante del
Governatore nel valorizzare la componente femminile nei
club, non disgiunta dalla collaborazione attenta delle com-
missioni distrettuali, alle quali la Task Force “Diversity”
conferma e rinnova la piena disponibilità nel partecipare ad
iniziative, manifestazioni sullo specifico tema.
L’augurio è che la donna sappia conservare, insieme all’impe-
gno per raggiungere gli obiettivi e traguardi ai quali aspira, il
ruolo che da sempre le appartiene quale testimone e garante
dei valori fondamentali nella società, e, soprattutto, nella
famiglia.
Maria Rita AcciardiCoordinatore Task Force Diversity*
Diversity: la traduzione letterale
non gratifica l’espressione di tutti
i valori sottesi. Qual è la chiave di
lettura concettuale più pertinente?
Com’è a noi rotariani ben noto, i valori fondamentali - amici-
zia, servizio, integrità, diversità e leadership - la cosiddetta
componente non negoziabile, costituiscono l’essenza della
pianificazione strategica e il substrato culturale, spirituale,e-
tico e motivazionale che ha reso e rende il Rotary attrattivo e
ne sviluppa e ne esalta l’influenza morale.
La Diversità è un valore insito nella stessa formazione della
compagine rotariana e ne costituisce un elemento distintivo
e rappresentativo, semanticamente correlato alla ricchezza
del sociale, di cui è diretta espressione: diversità di genere,
di etnia, generazionale, di competenze, di esperienze pro-
fessionali, umane ed umanitarie, come strumento stesso del
servizio reso alla società civile.
Come alimentare il valore della diversity, e rafforzare la
forza rappresentativa della società che il Rotary esprime?
La membership deve essere rappresentativa, deve, cioè, ri-
specchiare la società di riferimento, anche indirizzandola e
guidandola verso i cambiamenti positivi, deve essere attenta,
valorizzandole, alle risorse della famiglia rotariana (rota-
ractiani, ex Alumni ecc.), essere aperta ai giovani e alle don-
ne, all’innovazione, alle nuove professioni, ai cambiamenti
demografici, alle diverse componenti etniche, sociali ed
associazionistiche, spendendosi nella leadership del servizio.
Come muoversi, nella strategia di crescita del Rotary?
Puntare sull’etica perché è attorno ad essa che si sviluppa
* La Task Force Diversity (Women) della Zona 12 e del Distretto 2060 ha come responsabili Mario Giannola e Maria Rita Acciardi.
31 interviste
TASK FORCE
l’influenza morale del Rotary e la sua indiscussa ed esclusiva
“attrattività”. Puntare sulle competenze e sull’innovazione
virtuosa delle stesse, non disgiunte dalla disponibilità al ser-
vizio. Puntare sulle donne per ridisegnare traiettorie di con-
temporaneità e nuove opportunità per il Rotary. Puntare sui
giovani (che sono anche donne giovani) per tesaurizzare l’e-
nergia positiva, l’entusiasmo e i “sogni” di cui sono portatori,
proiettandoci così, consapevolmente e responsabilmente,
nel futuro. Puntare verso l’esterno, migliorando l’immagine
pubblica, la comunicazione e la rete delle relazioni sociali.
Quali gli elementi caratterizzanti dil piano di Zona 12?
Da chi è composta la Task Force?
Il Piano di Zona 12 e Distretto 2060 per la diversity è so-
stanzialmente orientato, in primis, ad incrementare l’effettivo
(incremento programmato 1%), quindi, al suo interno, a
valorizzare la componente femminile della membership at-
traverso l’incremento della presenza di socie nei club italiani,
attualmente intorno al 13,5% per adeguarlo agli altri Paesi
europei (Francia 16,5%, Spagna e Portogallo 18%) ed alla
media mondiale (16% circa); attraverso la progressiva ridu-
zione dei club “zeristi”, ovvero senza donne (in Italia circa
30), più massicciamente presenti nel nord del nostro Paese;
e attraverso l’impostazione di una specifica, esplicita e
attrattiva “politica” volta all’ammissione di soci donne, in
modo che possano costituire una idonea massa critica nei
club, riducendo gli ambiti, pur presenti, di conservatorismo e
resistenza all’ammissione di giovani e donne.
Quali risultati si possono considerare di riferimento per
l’impegno futuro? Quali gli obiettivi della Task Force?
La Task Force Diversity è uno strumento a disposizione dei
distretti per sviluppare l’effettivo, l’effettivo al femminile in
particolare, avendo chiara la consapevolezza, e cercando di
farla crescere nei club, che le donne costituiscono un ele-
mento distintivo della modernità, una leva potente per lo svi-
luppo, una straordinaria risorsa per la società e per il Rotary,
per ciò che esse sono e rappresentano con riferimento alle
dimensioni valoriali, quali le competenze, l’attitudine etica,
il senso di responsabilità e consapevolezza, le doti di leader-
ship, la propensione al dialogo e la partecipazione al servizio.
Né può sfuggire l’esempio che il Rotary, valorizzando la
componente donne (ma stesso discorso vale per i giovani) nei
suoi soci, darebbe all’intera società italiana, notoriamente e
malauguratamente afflitta da un bassissimo tasso di ricambio
generazionale e da un persistente gap di genere, segno di
miope conservazione del “potere” e di attenuata effettività
democratica. Quanto alla strategia operativa, evidenzio:
riflessioni sul gap italiano uomini-donne, anche nel Rotary;
statistiche di genere zona 11, 12, 13b e parte della 19 per
distretti; statistiche presenza femminile per distretto e per
club italiani; club che ancora non hanno/non ammettono soci
donne; connessioni con la membership in generale; connes-
sioni con la membership “giovani”; le rotaractiane, tante. Ma
quante diventano rotariane?; storia dell’ingresso delle donne
nel Rotary e cronistoria della presenza femminile nel Rotary;
seminari, convegni ed iniziative di distretti e club; il service
nei club, una strategia di ingresso per le donne.
Visione di Zona 12: come lavorate con il Rotary Coordina-
tor Andrea Oddi? E a livello internazionale?
Operiamo sinergicamente, sulla base della programmazione
annuale concordata con Andrea Oddi, e con le altre quattro
Task Force di Zona 12, nell’alveo delle direttive del Rotary In-
ternational. Compito del Rotary Coordinator e dei Responsa-
bili delle Task Force è quello di fornire supporto, competenze
e assistenza ai governatori e, se necessario, tramite loro,
direttamente ai club con la finalità di creare una modalità
comune per portare le indicazioni e gli obiettivi del Rotary
International ad essere più aderenti e comprensivi delle varie
realtà della Zona 12 e del Distretto 2060 e per rendere i
distretti più efficienti e performanti secondo le direttive del
Presidente Internazionale, anche per quanto più in specifico
attiene alla Diversity-Women.
INDICE
SPECIALE
MEDITERRANEO UNITOil Rotary Day nazionale10-11-12 ottobre 2014: una tre giorni con al centro il futuro del “mare nostrum”.
...un incontro che certamente gli “animi sensibili” rivivranno
dentro più volte, per raccontarlo poi, fuori, a veglia…; un
congegno perfetto, nato dalla mente e dalle mani di “medici,
avvocati, professionisti”, e fatto visibile agli occhi di quasi
mille persone…
Questi sono due segmenti di un commento più corposo del
caro Amico Ugo Gatta, DG del 2041, sul Rotary National Day;
altri significativi commenti sono pervenuti da parte di italiani
e stranieri, che hanno vissuto con convinzione la tre giorni
marsalese…
I due segmenti sopra citati sottolineano: da un lato, che gli
“animi sensibili” rivivranno gli intensi momenti di un evento
particolare; dall’altro che dell’organizzazione si sono occu-
pati non già tecnici dell’accoglienza, ma rotariani di buona
volontà, che hanno reso un servizio, più o meno efficace, al
di sopra dei loro interessi personali.
Tra questi volenterosi Daniela Vernaccini, Prefetto Distret-
tuale, che così ha chiosato: “Il momento Rotary è quando
succede qualcosa che fa scattare, in un rotariano, l’orgoglio,
la consapevolezza di appartenere a qualcosa di grande, d’im-
portante; il momento Rotary trasforma un iscritto al Rotary
un vero rotariano!”
Ispirandomi a queste riflessioni, intendo condividere il ri-
sultato conseguito con gli altri dodici Governatori dell’anno
e con i tanti Governatori emeriti, eletti e nominati, dei vari
Distretti, con i tanti relatori (di diversa estrazione), con i tanti
organizzatori (occasionali) di un incontro più unico che raro,
qui in Sicilia.
Coralmente abbiamo focalizzato l’attenzione sui fenomeni
più delicati che ruotano attorno al bacino nel quale viviamo;
attuando una ospitalità diretta, da rotariano a rotariano,
senza freddo intervento di terzi. Pare che ci siamo riusciti,
almeno in parte, a rispettare le esigenze dei più; se qualcosa
non è andata per il verso giusto, noi siciliani chiediamo venia.
“Il cuore ce lo abbiamo messo”… ha detto dal palco Enzo
Nuzzo, il Responsabile Eventi del Distretto, che da mesi, con
passione, ha coinvolto un nugolo sempre più numeroso di
volontari entusiasti.
Ma non dormiremo sugli allori! Proseguiremo a correre su un
binario virtuoso, agitando temi sempre più attuali e soste-
32 ROTARY novembre 2014
MEDITERRANEO UNITO
33 Mediterraneo Unito
Cambiare le cose un lungo percorso, che va sostenutoÈ stato davvero un grande evento il Forum su “Mediterraneo
Unito”: per iniziativa dei governatori dei 13 Distretti italiani,
ha riunito rotariani di tutta Italia ed esponenti delle istitu-
zioni anche dei Paesi del Maghreb; un evento grande per la
numerosa partecipazione, per l’intensità del sentire, per le di-
mensioni dell’impegno del Rotary testimoniato nel servizio in
varie forme, per l’autorevolezza dei contenuti degli interventi
e dell’appello a tutti gli uomini di buona volontà affinché non
si ripetano più le sconvolgenti tragedie che hanno segnato la
diaspora nella disperazione delle popolazioni migranti.
nendo a lungo le azioni umanitarie appena poste in essere.
Staremo vicini ai due giovani vincitori - un israeliano ed una
palestinese - delle borse di studio, per un comune cammino
di pace; continueremo a distribuire gli zainetti nei centri che
ospitano i minori non accompagnati, mettendo a disposizione
le nostre professionalità; consegneremo altri libretti multilin-
gue ai migranti che sbarcheranno; pregheremo nuovamente
con fedeli di tante religioni il “Dio di tutti i Popoli della Terra”.
Insomma, continueremo quotidianamente a esercitare le
azioni rotariane: interna, professionale, di pubblico interes-
se, internazionale ed in favore della gioventù. Ci compete
“accendere la luce” ancor di più sulle tematiche evidenziate
dai tanti esperti chiamati a raccolta nella città lilibetana. E
si impone la pubblicazione dei lavori, per non disperdere
idee e propositi, per lasciare una memoria storica dalla quale
ripartire, “… lungo la via dell’unità e della rappresentatività”,
come auspicato da Giuseppe Viale, Board Director, con una
sua nota di plauso.
Con questo spirito, i tredici Governatori Uniti, ci prepareremo
con pari impegno, per i prossimi appuntamenti, legati dagli
stessi ideali e motivati dalla stessa voglia di diventare sempre
più amici, per spenderci maggiormente in favore dei meno
fortunati.
gIOVannI VaccarO, dg 2110
MARIO GRECOPDG 2120 - Puglia e Basilicata
le carenze della politicaModerando al Forum di Marsala la tavola rotonda sul tema
“Mare Nostrum. Accoglienza e Rotary”, il PDG Mario Gre-
co, già senatore, ha detto tra l’altro: “La politica europea
resta purtroppo ancora latitante, mentre quella nazionale,
sotto la spinta emotiva della tragedia di Lampedusa, è
stata solo capace di varare l’operazione umanitaria Mare
nostrum e abolire il reato di immigrazione clandestina, non
riuscendo a dare le risposte dovute.
Di fronte a questo clima cosa può fare il Rotary? Di certo
non ha il potere di controllare le frontiere, ma può dialoga-
re, può contribuire a trasformare le paure e i pregiudizi ver-
so l’altro in fattori di arricchimento reciproco adoperandosi
in maniera attiva e costante”.
E ancora: “È sbagliato ritenere che la cultura, il dialogo
interculturale, sia appannaggio soltanto dei Governi, degli
Stati. Soggetti attivi e protagonisti si devono sentire i po-
poli, la società civile, le associazioni come il Rotary, che con
la sua capacità dialogante può arrivare dove falliscono le
istituzioni e le diplomazie, spesso condizionate dalle barrie-
re ideologiche e interessi di parte, completamente assenti
nell’essere e nell’agire rotariano.”
GLI INTERVENTI
Il Forum è nato da una sollecitazione del Board Director
Giuseppe Viale, e dalla scelta dei 13 governatori italiani,
maturata in un incontro a Sciacca, durante il quale Giovanni
Vaccaro è stato designato organizzatore e conduttore delle
due giornate di dibattito impegnato e propositivo su un tema
dalla straordinaria attualità: il destino del Mare Nostrum,
sempre più spesso simbolo di speranza e al tempo stesso
di tragedia, per tanti, tantissimi migranti. Donne e uomini,
grandi e piccini, che a bordo di carrette, si affidano al mare
per ricercare un futuro migliore, fatto di pace, serenità e
rispetto tra popoli.
Un cammino che ridefinisce confini geopolitici e culturali, di
fronte al quale rotariani e non uniscono le forze per favorire il
difficile processo di integrazione e accoglienza.
GLI INTERVENTI
SPECIALE
34 ROTARY novembre 2014
un rotariano, uno zainetto, un sorrisoSecondo i dati dell’Organizzazione Internazionale per la Mi-
grazione, sulle nostre coste, nei primi sette mesi del 2014,
sono sbarcati circa 9.500 minori, di cui almeno 6.500 sono
arrivati soli, senza neanche un familiare o un amico accanto.
È a loro che il Rotary ha rivolto un pensiero speciale, ide-
ando il progetto “Un rotariano, uno zainetto, un bambino
che sorride”. L’iniziativa, presentata nel corso della seconda
giornata del Forum “Mediterraneo Unito”, prevede la do-
nazione di zainetti colorati ai minori che raggiungono le co-
ste siciliane da soli, senza genitori. Per contribuire al sorriso
dei piccoli, i 13 Distretti del Rotary Italia hanno proposto, al
costo di 20 euro, l’acquisto di uno zainetto di nylon con-
tenente: una t-shirt bianca con stampa blu, un poncho in
PVC di vario colore in taglia unica, un cappellino, il libretto
Parla con Noi per imparare a esprimersi in italiano, un kit di
igiene personale e un prodotto dolciario a lunga conserva-
zione. Nelle varie Aree del Distretto toccato dall’iniziativa, si
provvederà all’individuazione e alla selezione dei Centri più
idonei e affidabili e alla successiva consegna degli zainetti
che, volendo, potranno essere personalizzati (giocattoli,
matite colorate, quaderni, orologi ecc..).
“L’iniziativa - ha sottolineato il Governatore Vaccaro - si
inserisce perfettamente nel solco della nobile tradizione
solidaristica di casa Rotary. Facciamo appello alla generosità
dei singoli rotariani e dei loro consorti, nella speranza di po-
ter rendere sostenibile questo progetto per tutto l’anno”.
MEDITERRANEO UNITO
35 Mediterraneo Unito
FIN DALLA PRIMA GIORNATA, il Forum, in perfetta linea
con il motto del Presidente Internazionale G. Huang, Accendi
la luce del Rotary, ha emozionato e commosso i presenti
mostrando le principali iniziative messe in atto dai rotariani
nell’area del Mediterraneo, attraverso una mostra ricca di
significati e aspettative. Immagini, opere d’arte, filmati atti
a indicare quante e quali siano le sfide a cui è doveroso ri-
spondere, affinché i 13 Distretti rotariani d’Italia-Malta-San
Marino, promotori del Forum, possano, con il loro operato, far
emergere dalle tante diversità, gli interessi comuni dei popoli
del Mediterraneo.
Ed è proprio con l’intenzione di favorire la collaborazione e lo
scambio tra i popoli che i distretti italiani hanno presentato il
Vocabolario per Migranti, una guida che in cinque lingue pun-
ta ad offrire un’alfabetizzazione di base, semplice e completa
per diverse situazioni. “Parla con noi”, questo il titolo del
vocabolario realizzato da Raffaella Spini e Elisabetta Conti,
si propone come un dizionario/frasario elementare rivolto ai
migranti che sbarcano sulle coste siciliane e che hanno ne-
cessità di comunicare.
«Sono certa che il processo di integrazione non possa realiz-
zarsi in una direzione univoca, perché chi accoglie è chiamato
a modificare le proprie modalità di pensiero e di comporta-
mento e, nello stesso tempo, colui che è accolto si trova nella
condizione di far proprie certe regole di convivenza per il
positivo inserimento nel nuovo contesto.
Prof.ssa
ELISABETTA CONTIUniversità Cattolica di Brescia - Rotary Brescia
la prima alfabetizzazioneL’alfabetizzazione è sempre stato uno dei temi più cari per
Paul Harris e lo è ancora oggi per noi rotariani.
In quest’epoca di grandi migrazioni, alfabetizzare i cittadini
stranieri in Italia significa diffondere cultura ed accelerare
il processo di inclusione sociale, attraverso l’insegnamento
della lingua italiana. Alfabetizzare un uomo significa alfa-
betizzare una persona, alfabetizzare una donna significa
alfabetizzare un’intera famiglia.
Prof. Arch.
GIUSEPPE PELLITTERIUniversità degli studi di Palermo
Mare Nostrum: accoglienza e RotaryI continui sbarchi d’immigrati provenienti dai Paesi del
Mediterraneo, vedono l’isola di Lampedusa come porta
per un transito verso l’Europa. Inizia da lì un cammino di
speranza, verso mete che dovrebbero farli transitare da una
condizione di clandestinità ad uno status spesso di incerta
inclusione sociale.
Si pongono problemi seri, in una continua emergenza, per
accogliere e istradare masse di disperati che devono essere
aiutati e accolti in condizioni quanto più umane o degne
di essere considerate tali. Ciò fa sembrare Lampedusa una
semplice terra di transito, mettendo in ombra le straordina-
rie potenzialità di una terra che, per la sua felice collocazio-
ne geografica, dovrebbe autorevolmente assumere il ruolo
di cerniera culturale, politica, socio-economica e commer-
ciale tra l’Europa ed i Paesi del Mediterraneo.
Storia, paesaggio e drammaticità del disagio sociale con-
vivono oggi nell’isola in maniera singolare in un sistema
articolato, non sempre equilibrato, di relazioni urbane, ter-
ritoriali e sociali, che molto spesso non trovano spazi fisici
adeguati, nella loro organizzazione e qualità. Dovere etico
e necessità attuali impongono interventi a cui l’architettura,
con la sua valenza sociale e culturale, può dare risposte e
deve farsi carico.
GLI INTERVENTI
GLI INTERVENTI
SPECIALE
36 ROTARY novembre 2014
Per questo abbiamo pensato a una guida, semplice, ma molto
utile, per imparare a conoscersi meglio» - ha spiegato la prof.
ssa Conti, Past-presidente anni 2010-2014 Area Alfabetizza-
zione, Educazione di Base e Mentoring.
L’alfabetizzazione è un tema molto caro al Rotary che da sem-
pre riconosce l’importanza della leva culturale per l’integra-
zione. Una via da seguire per ricreare una comunità linguisti-
ca, sociale, familiare e anche lavorativa. L’intento culturale,
preminente per il Rotary, abbraccia, inoltre, molteplici disci-
pline, tra cui l’architettura e l’ingegneria del paesaggio ur-
bano, come ribadito dal prof. Giuseppe Pellitteri, Università
degli Studi di Palermo - Dipartimento di Architettura - Scuola
Politecnica: «Lampedusa e la Sicilia tutta hanno affrontato la
convivenza di un sistema articolato, non sempre equilibrato,
di relazioni urbane, territoriali e sociali, che molto spesso non
hanno trovato spazi fisici adeguati, nella loro organizzazione
e qualità. A tal proposito, Rotary International con il Distretto
2110 Sicilia e Malta ha patrocinato il workshop internaziona-
le Emergency and Hospitality in Architecture and Lan-dsca-
pe: ethics and aesthetics, attribuendo borse di studio per pre-
miare i giovani studenti più meritevoli, che si sono impegnati
nell’elaborazione di progetti per l’isola». La tavola rotonda ha
visto, inoltre la partecipazione di importanti rappresentanti
istituzionali, come Naceur Mestiri, ambasciatore repubblica
tunisina; il dr. Pasquale Alongi, vicequestore aggiunto, la
prof.ssa Magda Antonioli, il contrammiraglio Roberto Came-
rini e il capitano della Guardia di Finanza Massimo Anedda.
Ai giovani il Forum ha dato ampio spazio, anche con l’intensa
partecipazione dei rotaractiani da tutti i distretti italiani.
Prof.ssa
MAGDA ANTONIOLI CORIGLIANOUniversità Bocconi di Milano
nuovo modello di marketing turisticoLo sviluppo del turismo nel Mediterraneo consentirebbe un
più forte e profondo scambio socio-culturale tra comunità
residente e viaggiatore, che a sua volta potrebbe portare
ad un miglioramento delle relazioni umane fra popoli diffe-
renti per modelli sociali, cultura e religione, stimolando una
maggiore apertura culturale sia nel turista, che nella comu-
nità locale: la conoscenza diretta dei paesi che si affacciano
sul Mediterraneo contribuirebbe a ridurre quella confusio-
ne tra nazioni, religione islamica e fondamentalismo che
oggigiorno penalizza fortemente questi territori.
Dott.
PASQUALE ALONGIVice Questore Aggiunto - Polizia di Stato
il controllo dei flussi migratoriI flussi migratori si ripetono ciclicamente nel tempo. Di-
pendono dalle situazioni politiche, dai conflitti in atto. Si
distinguono in regolari e illegali. Si deve distinguere anche
tra i flussi illegali poiché non tutti i migranti sono uguali.
Possono essere soggetti irregolari che hanno protratto
la propria presenza in Italia, o persone che sono entrate
illegalmente nello spazio europeo. Potrebbero anche avere
titolo a richiedere asilo politico.
I flussi sono cambiati per quantità e qualità. Non è possibile
arginare il fenomeno ma solo gestirlo all’interno di un uni-
co disegno europeo che preveda integrazione dei migranti
e politiche internazionali di cooperazione. In Italia bisogna
sicuramente modificare la legislazione sulla cittadinanza e
velocizzare l’iter per la concessione/diniego della richiesta
di asilo politico. Il dispositivo messo in atto per l’emergenza
“sbarchi” prevede molte fasi che servono a: mettere in
sicurezza i migranti; identificarli; svolgere le attività inve-
stigative; condurli presso i CARA o preso i CIE.; avviare le
eventuali attività di rimpatrio.
GLI INTERVENTI
MEDITERRANEO UNITO
37 Mediterraneo Unito
LA SECONDA GIORNATA DI LAVORI ha visto un confronto
serrato sulle sfide che attendono il Mare Nostrum anche
attraverso la tavola rotonda: “Mediterraneo: un mare di con-
divisione: giuridica, politica, religiosa e sociale”, avviata con
la presentazione della scheda di approfondimento realizzata
dai giornalisti Rai Davide Camarrone e Filippo Landi. Alla di-
scussione hanno portato il loro contributo, l’On. Jean Leonard
Touadi, accademico, scrittore, giornalista, di origine congole-
se, consulente del ministero degli Esteri, con un intervento
registrato, essendo assente perché impegnato sul fronte
europeo; il parroco della diocesi di Sciacca, Stefano Nastasi,
sull'isola di Lampedusa per 6 anni; il prof. Roberto Lagalla,
Rettore dell’Università di Palermo e rotariano, sostenitore
convinto della forza del programma Erasmus e della rete uni-
versitaria Hermes per il recupero culturale e l'internazionaliz-
zazione degli studi; PDG prof. Renato Cortinovis, presidente
della commissione interdistrettuale per l’alfabetizzazione
e l’Integrazione sociale; il dr. Claudio D’Isa, magistrato di
Cassazione; il senatore Tonino D'Alì; Mario Affronti, direttore
pastorale dei migranti dell’Arcidiocesi di Palermo; Martin
Xuereb, Malta Chief of Defence, direttore del Moas, unità di
primo soccorso in mare.
Patrizia Valenti, vicepresidente della Regione siciliana, ha
evidenziato la criticità dei tempi di reazione istituzionale, con
riferimento specifico all'Unione Europea, rispetto alle esigen-
ze d'emergenza sul territorio, e ha analizzato la disponibilità
ricettiva delle regioni italiane rispetto agli immigrati, a fronte
del flusso imprevedibile che si riversa sulle coste siciliane e
che richiede un vero processo d’integrazione. È stato proprio
il dr. D’Isa ad aver sottolineato come «l’incomoda posizione
di confinanti dirimpettai di popolazioni così tormentate, da
cui solo un braccio di mare ci separa o unisce, ci ponga di
fronte a numerose riflessioni. Bisogna intendersi - ha specifi-
cato il magistrato - sulla parola “condivisione”, se, cioè, essa
sia riferita allo stato attuale delle cose o a una prospettiva
futura. Personalmente, propendo per quest’ultima opzione,
non fosse altro che, nello spirito dell’azione rotariana, ciò
che rileva è la funzione propositiva da considerare come
apporto positivo alla società civile». Un apporto che il Rotary
Prof.
ROBERTO LAGALLARettore Università di Palermo
Sostenitore convinto della forza del programma Erasmus
e della rete universitaria Hermes per il recupero culturale e
l’internazionalizzazione degli studi, il Rettore è intervenuto
al forum condividendo la propria esperienza.
Prof.
RENATO CORTINOVISCommissione per l'alfabetizzazione e l'integrazione
Internet, stranieri e formazioneIl rapporto con le scuole professionali e i gruppi stranieri
presenti in Italia ci ha dato elementi per comprendere che
oggi la sfida si gioca su un piano differente. Gli insegnanti
si confrontano con discenti nativo-digitali e piattaforme
che suggeriscono un cambio di paradigma nella metodolo-
gia di insegnamento e di produzione dei contenuti. Il pre-
potente ingresso di internet nella nostra quotidianità offre
un panorama davvero nuovo. Internet non agevola solo gli
scambi, ma offre forme e dinamiche nuove per produrre e
fruire di contenuti. È un terreno che, sotto questo aspetto,
in Italia è ancora poco esplorato e ancor meno conosciuto.
Paghiamo tutti, in particolare le nuove generazioni, un di-
gital divide nei confronti di altri Paesi. Intendiamo dare un
supporto professionale, una piattaforma, ai professori che
intendono rinnovarsi nella metodologia d‘insegnamento.
SPECIALE
38 ROTARY novembre 2014
persegue attraverso politiche attive di alfabetizzazione, la cui
importanza è stata più volte sottolineata nel corso dell’incon-
tro anche dal prof. Cortinovis: «L’Alfabetizzazione è uno dei
focus del Rotary International, ma si deve adattare a quelle
che sono le esigenze evolutive della società, assumendo
forme e intensità diverse in funzione del contesto. Per noi
Alfabetizzazione non può significare solamente saper leggere
e scrivere, ma deve rappresentare un percorso d’integrazione
totale. Per questo la Commissione si è impegnata così tanto
nella creazione di glossari che possano aiutare i migranti a
inserirsi nel nuovo tessuto sociale e lavorativo» - ha precisato
il prof. Cortinovis, facendo riferimento alla pubblicazione di
glossari professionali che, pensati in dieci lingue diverse,
possono aiutare i migranti a inserirsi nel tessuto occupazio-
nale italiano.
Il dibattito è poi proseguito con la tavola rotonda su “Medi-
terraneo: Ambiente e Risorse” a cui sono intervenuti, tra gli
altri il soprintendente del mare Sebastiano Tusa, il presidente
del Distretto Pesca Giovanni Tumbiolo, e il sen. Giuseppe
Marinello, presidente della commissione ambiente del Se-
nato, rotariano, che ha affermato: «Lo straordinario valore
del Mediterraneo, dal punto di vista naturalistico, storico-ar-
cheologico e culturale, così come le ineguagliabili qualità
dei nostri ecosistemi marini, devono essere adeguatamente
salvaguardate e attentamente valorizzate. Solo così potranno
essere alla base delle economie mediterranee, considerando
il mare una risorsa da gestire in maniera razionale, corretta
e moderna. Per questo, numerose sono le attività d’indagine
e controllo che come Commissione Ambiente Senato stiamo
portando avanti, affinché i fondali siciliani e italiani tutti
possano rappresentare un valore aggiunto per le future ge-
nerazioni».
Il Presidente Internazionale del Rotary, Gary C.K. Huang, ha
inviato a Marsala, a rappresentarlo al Forum, Abby McNear,
dell’ufficio centrale del Rotary di Chicago, che è intervenuta
a conclusione esprimendo un forte apprezzamento per l’ini-
ziativa dei distretti italiani, per l’organizzazione del Distretto
Sicilia e Malta, che ha riscosso vasti complimenti da tutti i
partecipanti, e compiacimento per il successo dell’iniziativa.
GLI INTERVENTI
Dott.
CLAUDIO D'ISAMagistrato Suprema Corte di Cassazione - RC Sorrento
condivisione giuridica per i popoliL’uomo trae dall’ambiente risorse indispensabili alla pro-
pria esistenza e ha perciò l’obbligo nei confronti dei suoi
contemporanei e di quelli futuri, di preservarlo e sfruttarlo
in modo sostenibile, fissando regole cogenti, sia di natura
amministrativa che penale; è in gioco la sua salute e la sua
stessa sopravvivenza. Bisognerebbe affrontare uno studio
comparato della legislazione di ogni Paese rivierasco, euro-
peo, asiatico e africano, con riguardo a tutte le problemati-
che ambientali, compresa dei limiti di sopportabilità dei fat-
tori inquinanti, le cui percentuali variano da Paese a Paese.
Prof.
FRANCESCO PAOLO DI BENEDETTOla strage degli innocentiIl fenomeno dell’immigrazione deve essere percepito, in
ogni paese, come un apporto, una ricchezza, non solo in
quanto fattore di riavvicinamento di popoli diversi, ma an-
che e soprattutto, come elemento di arricchimento cultura-
le, umano e persino economico. Bisogna educare le giovani
generazioni alla tutela di quei diritti, la cui misura ed il cui
valore non può essere fissato astrattamente, come il diritto
alla vita, la libertà di culto, ecc.
Sen.
GIUSEPPE F. M. MARINELLOCommissione Territorio e Beni Ambientali del Senato
coste: un tesoro da preservarePesca, turismo o petrolio? Le misure di prevenzione che
auspico, e che dovrebbero essere definite e calibrate sulla
base del doppio criterio della ragionevolezza e dell’effettiva
efficacia, comportano oneri e disagi, ma certamente infe-
riori a quelli che dovessero verificarsi a causa della irrespon-
sabile scelta di adagiarsi oggi in una posizione di inerte at-
tendismo o di adottare misure inadeguate ed insufficienti.
FOCUS
MEDITERRANEO UNITO
39 Mediterraneo Unito
Simboli d’integrazione l’invocazione rotariana a Mazara
La recita dell’invocazione rotariana a Mazara, con fedeli di
tante religioni, al “Dio di tutti i Popoli della Terra” ha costi-
tuito un’importante e significativa appendice, la domenica
pomeriggio, del Forum “Mediterraneo Unito” a Marsala. Ma-
zara del Vallo è una comunità di larga e forte integrazione. Ha
iniziato il Governatore Giovanni Vaccaro ed hanno tutti a voce
alta intonato l’invocazione.
Rabbino, Imam, Vescovo, rappresentante albanese Betashi,
Rettori delle università siciliane, sindaci di tante città, pro-
duttori agricoli e pescatori, tanti uomini e donne di buona
volontaà, tra la Chiesa di San Francesco e la Moschea, con-
vocati dal Rotary e dal Distretto della Pesca (brillantemente
diretto da Giovanni Tumbiolo, past president del Club di Ma-
zara, organizzatore del Blue Sea Land, che in concomitanza
con il Forum ha riunito a Palermo e Mazara rappresentanti di
istituzioni e operatori economici di vari Paesi mediterranei
per la costruzione di intese di cooperazione), hanno pregato
insieme.
Un momento di raccoglimento, da riprendere in altre occa-
sioni. E invero, il Rotary, presente in tantissimi Paesi e del
quale fanno parte moltissimi fedeli di tante religioni, deve
incoraggiare incontri comuni, così pieni di commozione e di
buoni sentimenti.
TUTELA AMBIENTALEtorna in mare la tartaruga P. HarrisDomenica 12 ottobre, al largo di Marsala, nell’ambito del
Forum sul Mediterraneo e in particolare nell’ottica della
tutela ambientale, sono state liberate due tartarughe ca-
retta caretta. Una delle due ermafroditi si chiama Paul
Harris, l’altro Calogero. Sono state così nominate dall’I-
stituto Zooprofilattico Siciliano, in collaborazione con il
Distretto. Erano presenti l’avv. Paolo Reale, assessore
regionale alla pesca; il dott. Santo Caracappa, dirigente
dell’IZS; l’avv. Giovanni Vaccaro, governatore del 2110,
nonché altri Governatori e Governatori emeriti, relatori al
Forum. Già in altra occasione, nell’area protetta di Sira-
cusa, era stata liberata un’altra tartaruga, alla presenza
dell’assessore, del dirigente e del Governatore.
Dott.
GIUSEPPE SAMIR EID RC Milano Sud-Est
È indispensabile chiedere al mondo arabo di lavorare
sull’educazione, sui media, sui libri di testo nelle scuole
e perfino invitare a questa linea educativa e di pace, gli
imam e predicatori che hanno in mano il formidabile stru-
mento delle prediche nelle moschee , dove sarebbe oppor-
tuno proclamare anche i versetti del Corano che sottoline-
ano la volontà di Dio verso la pluralità religiosa e l’impegno
nel gareggiare nel bene nella Misericordia di Dio.
segue >>
SPECIALE
40 ROTARY dicembre 2014
Un futuro migliore Cité Internationale e Maison de l’italie
Il Past Consigliere Rotary Internazionale Carlo Monticelli
con grande coinvolgimento e ammirazione è stato presente a
questo evento. Oratori e partecipanti hanno condiviso, da vari
punti di vista, gli ideali rotariani di aiuto costruttivo ai meno
fortunati, di dialogo e di operare per contribuire a realizzare
un mondo futuro migliore. Durante il suo breve e appassiona-
to intervento Monticelli, da oltre 25 anni volontario pro-attivo
a sostegno della Maison de l’Italie, ha detto che la Mission
della Citè Internationale di Parigi è non solo di fare convivere
e conoscere giovani studenti di tutto il mondo ma soprattutto
di costruire forti amicizie personali libere da ogni pregiudizio.
Ha anche ricordato il primo RYLA internazionale organizzato
alla Maison nell’aprile 2013 dai rotariani di Sicilia e Malta.
È stata un’eccezionale occasione per conoscere questa bella
realtà che può diventare riferimento a simili concrete inizia-
tive mediterranee. Concludendo Monticelli ha proposto di
valorizzare le potenziali esperienze e contributi dei vari enti
e organizzazioni che hanno partecipato a Marsala “facendo
rete” e tenendo aperta una proattiva collaborazione anche
con la Maison Italie e la Citè.
Cité Internationale Universitaire de Paris
Dalla sua nascita nel 1920, dopo la prima guerra mondiale,
i fondatori della Cité hanno voluto contribuire alla costru-
zione di un mondo di pace, creando uno spazio per favorire
incontri e amicizia fra giovani di tutte le nazionalità. Gli
ospiti da tutto il mondo (studenti, ricercatori e artisti) nelle
attuali 40 maison sono alcune migliaia ogni anno.
I valori iniziali per una maggiore comprensione internazio-
nale, nell’attuale situazione globale, sono sempre più grandi
e ne fanno una vera “Città per la Pace”. Da alcuni anni la
Cité è stata candidata ufficiale al “Nobel per la Pace”.
INCONTRO DI CULTURE
Dott.
SEBASTIANO TUSASoprintendenza del Mare - Regione Sicilia
patrimonio culturale per i viaggiatoriAl di la degli stereotipi tipici di una storiografia più turistica
che scientifica e culturale ritengo che il Mediterraneo ed il
grande bacino terrestre che ad esso può collegarsi siano da
considerarsi come un grande sistema interrelato di eventi
naturali ed antropici animato da forti dinamiche interne
in continua evoluzione. Ma ciò che rende questo sistema
classificabile come unitario si basa sulla constatazione che
in tutte le epoche della sua storia i grandi fenomeni di cam-
biamento socio-culturale e politico-economico hanno avu-
to una portata tale che anche se sorti con prospettive re-
gionali hanno sempre finito per coinvolgere l’intero bacino.
GLI INTERVENTI
COMITATO E FONDAZIONE
Il Comitato PermanenteIl Comitato promotore si trasformò in seguito in Comitato
Permanente costituendo la struttura di sostegno per la vita
e lo sviluppo della Maison a supporto del suo Consiglio
d’Amministrazione.
Oggi è composto da vari volontari del mondo universitario,
culturale, imprenditoriale, professionale, artistico, istituzio-
nale italiano e… ovviamente rotariano.
Fondation Maison ItalieCon decreto del 24 Gennaio 2011 la Maison Italie è stata
riconosciuta dalla Repubblica Francese come Fondazione di
Utilità Pubblica per la cultura e le azioni sociali. La direzione
della maison è espressione sia del Consiglio d’Ammini-
strazione della fondazione che del Comitato Permanente
Italiano.
Scopi della FondationAccogliere studenti (proramma Erasmus, dottorandi in
cotutela, borsisti, artisti, …) che, terminato il primo ciclo di
studi, frequentano università, centri di ricerca o laboratori
parigini. Anche professori e ricercatori invitati da università
parigine o che svolgono attività e ricerche in archivi/labora-
tori/ biblioteche della regione dell’Ìle de France. Favorire gli
scambi e l’organizzazione di progetti di interesse comune,
organizzando anche con altre fondazioni, istituzioni e asso-
ciazioni manifestazioni/eventi che promuovano nella Cité
Internationale Universitaire vari aspetti della cultura italiana.
Residenti stranieri del MediterraneoEscludendo i francesi e gli altri non mediterranei, nel 2013
oltre 2.000 hanno passato periodi importanti alla Cité: Ma-
rocchini 19%, Tunisini 19%, Spagnoli 16%, Libanesi 15%,
Italiani 12%, Greci 7%, Algerini 5%, altri mediterranei 5%
(Turchi, Egiziani, Siriani, Albanesi, Israeliani, Sloveni, Monte-
negrini e Bosniaci).
MEDITERRANEO UNITO
41 Mediterraneo Unito
La Maison de l’Italie
Nel marzo 1951, durante un congresso sull’unità europea
tenutosi a Milano tra vari interventi, ve ne fu uno di Gian-
carlo Trentini, giovane studente di medicina all’Università di
Milano, che poneva l’accento sull’importanza degli scambi
culturali universitari e rilevava, caso paradigmatico a soste-
gno della sua tesi, la mancanza della Casa Italia alla Cité
Internationale Universitaire di Parigi. Nacque una mozione
che ne proponeva la realizzazione. Un Comitato Promotore,
presieduto dall’industriale Enrico Falck che, col sostegno dei
Rotary italiani, di istituzioni pubbliche e private, di numerosi
mecenati, dava l’avvio alla costruzione dell’attuale edificio
inaugurato il 25 gennaio 1958 da René Coty, Presidente
della Repubblica francese e da Cesare Merzagora, Presiden-
te del Senato della Repubblica italiana.
La Maison, progettata gratuitamente e realizzata dall’arch.
Piero Portaluppi (rotariano del Rotary Club Milano e Go-
vernatore 1948-49 dell’allora unico Distretto italiano 46), è
stata concepita come uno storico ma funzionale edificio con
molti elementi di architettura italiana classica. Ristrutturata
nel 1993 e nel 2010, la Maison de l’Italie ha accolto fino ad
oggi più di 8.000 studenti, ricercatori e docenti provenienti
da tutti i Paesi del mondo. La regola della Cité è che in ogni
Maison non possono risiedere oltre il 60% della propria na-
zionalità, gli altri vengono scambiati con le altre. Ciò facilita
moltissimo conoscenze e amicizie durature.
FOCUS
segue >>
anche i versetti del Corano che sottolineano la volontà di Dio
verso la pluralità religiosa e l’impegno nel gareggiare nel bene
nella Misericordia di Dio. Guarda caso le violenze maggiori
succedono di Venerdì all’uscita dalle moschee. La migliore
risposta all’estremismo è creare un fronte internazionale uni-
to che si appoggi su standard universali di libertà di credo e
religione parte integrante dell’identità dell’individuo.
Promozione culturale e tecnologica
Certo é che l’Europa e l’Italia in particolare ha interesse
per un Medio Oriente e Nord Africa stabili, ma un siffatto
obiettivo é possibile tramite la promozione dello sviluppo
tecnologico, garantendo il flusso del petrolio, mettendo freno
all’emigrazione, creando un clima di fiducia tra le popolazioni
e realizzando la sicurezza delle frontiere concordate e ricono-
sciute. A livello politico è importante che l’Occidente, negli
scambi tecnologici o di mercato, sappia unire o subordinare
anche scambi culturali con criteri di reciprocità soprattutto
per la gente semplice, il popolo, alla effettiva promozione
nel Paese dei valori di libertà civile e religiosa per tutti senza
discriminazione alcuna e che, al riguardo, vi sia un’intensa
opera di monitoraggio. La stabilità sociale attraverso la cul-
tura porterà pace e di conseguenza uno sviluppo economico
dell’area mediterranea a beneficio degli attori interessati.
La cultura è componente essenziale per migliorare la sinergia
tra i fattori produttivi e i poteri decisionali, fa da ponte tra le
risorse umane di un’azienda, specie se multinazionale, ope-
rando su due continenti o a livello planetario.
SPECIALE
42 ROTARY dicembre 2014
Il punto di vista Cambiamenti culturali e nuove aperture
Mi chiamo Giuseppe Samir Eid, socio del RC Milano Sud-Est.
Come rotariano, intendo fare giungere la nostra voce affinché
gli organismi politici unitamente al Parlamento Europeo si
facciano sempre promotori efficaci di giustizia, libertà e paci-
fica convivenza fra le popolazioni dell’area mediterranea. La
stragrande maggioranza degli arabi vive in estrema povertà,
in quanto lo sviluppo demografico non è accompagnato da
una crescita economica adeguata. Occorre un cambiamento
radicale nella formazione dei cittadini, un problema di cul-
tura, allo scopo di far comprendere a tutti di essere uguali e
che la violenza è intollerabile.
Religione e identità
Religione e stato civile dei popoli mediterranei sono indisso-
lubilmente legati all’identità della persona; il cittadino arabo
sente la sua identità religiosa in modo prioritario rispetto alla
sua fedeltà politica. Nonostante la presa di distanza delle
principali autorità religiose, i fomentatori di disordine e oggi i
tagliatori di teste nel medio oriente fanno leva su alcuni ver-
setti del corano per giustificare le loro azioni con l’impronta
religiosa. È indispensabile chiedere al mondo arabo di lavora-
re sull’educazione, sui media, sui libri di testo nelle scuole e
perfino invitare a questa linea educativa e di pace, gli imam e
predicatori che hanno in mano il formidabile strumento delle
prediche nelle moschee, dove sarebbe opportuno proclamare
L’Africa del Nord e il Medio Oriente rappresentano un merca-
to di oltre trecento milioni di abitanti a poche ore dall’Italia
ma che riceve poca attenzione d’investimento al di fuori del
campo dell’energia. È necessario sviluppare una strategia per
favorire l’espansione della nostra media impresa verso questi
mercati con un ritorno proficuo per gli attori in termini di
sviluppo dell’area di scambio, della società africana in questo
caso araba, e di ritorno sull’investimento.
ImmigrazioneSino alla seconda guerra mondiale le regioni del globo erano
abitate da persone in un dato territorio, un Paese, legate da
un denominatore comune: stessa cultura, religione, credo
abitudini e simili. Ad esempio, Paesi di lingua e cultura ara-
ba con credo islamico di maggioranza, Europa e l’Occidente
cristiani, ecc. ciascuno abbastanza uniforme al suo interno
privo della spinta di rivoluzioni causate dalla diversità, come
è stato il caso degli armeni in Turchia. Si può affermare, ad
esempio, che l’elemento unificatore delle popolazioni arabe
risulta essere quello religioso, vale a dire la comune religione
islamica all’interno della quale s’inseriscono alcune differen-
ziazioni. Non consto di popolazioni senza un credo, senza
religione, anche l’ateismo in fondo è un’etichetta simile ad
un credo religioso discriminante verso chi crede.
Sino a epoca recente non c’era questo ventaglio d’incrocio
di culture che riscontriamo oggi in un dato territorio. La faci-
lità di spostamenti e la libera circolazione di idee attraverso
internet, televisioni e media hanno spinto molti strati della
popolazione, generalmente i più colti, verso l’Europa alla ri-
cerca di miglioramenti economici e stabilità politica. Portano
con sé il bagaglio culturale e sentimentale ricevuto attraverso
l’educazione ricevuta nella famiglia, nella scuola e l’insegna-
mento della loro religione.
Oggi nelle nostre città sono concentrate varie etnie ognuna
con le sue abitudini e credenze, ciascuna inclina a pretende-
re eccezioni nelle disposizioni di legge per consentire ad una
data categorie di far sopravvivere il vivere sociale del Paese di
origine, con il rischio di creare tensioni o situazioni di squili-
brio tra le differenti componenti sociali.
L’immigrazione degli arabi, cristiani e musulmani, ci ha
fatto prendere coscienza dell‘identità di fondo e dei valori
sui quali la nostra civiltà si è sviluppata, ma ai quali molti
di noi si sono ormai assuefatti da tempo; io considero questo
un esempio della ricchezza che può essere generata dalla
globalizzazione. Una ricchezza che può realizzarsi offrendo
alla persona immigrata dignità e l’opportunità di uno svilup-
po umano per un’integrazione propositiva, in contrasto con
l’esclusione. Inclusione invece non può voler dire spostarsi
un po’ per far posto anche all’altro, a qualsiasi altro. Vuol
dire costruire con la ragione un quadro di valori umani, una
cornice del bene comune e dentro questa cornice far posto a
chi la condivide, pur se di religione o di cultura diversa. Sen-
za di ciò non si dà vera inclusione. Questo compito è emi-
nentemente politico e la politica che se ne volesse esimere,
limitandosi ad accogliere senza includere, non svolgerebbe
il proprio ruolo.
Rotariani uniti per un mondo miglioreLa mobilità delle persone da qualche decennio attraversa
irreversibilmente il pianeta, le relazioni interculturali sono
uno dei temi più acuti del momento; il Rotary International
ha presente questo tema nel “ Service for Peace”.
Il Rotary International e la sua Fondazione promuovono
campagne mondiali di servizio per un mondo migliore, sono
ampiamente pubblicizzate e tutti noi riscontriamo i benefici
conseguenti alle azioni intraprese. Vorrei sottolineare il ruolo
che ciascuno degli oltre trentaquattromila club sparsi per
il mondo svolge a favore del prossimo, della qualità della
vita su questo pianeta e del dialogo tra culture diverse. Le
azioni di service intraprese dal club individualmente, oppure
congiuntamente con un club del territorio beneficiario del
service, sono il seme che fa germogliare i frutti a beneficio di
uomini e donne del nucleo sociale interessato. I frutti locali
attesi dalle azioni dei singoli club danno un valore aggiunto ai
programmi mondiali delle azioni rotariane. Infatti elargire de-
naro rimane un atto sterile se non accompagnato con Cuore e
Spirito rotariano, influiscono positivamente sui beneficiari e
danno un valore aggiunto al servizio reso; un primo passo per
MEDITERRANEO UNITO
43 Mediterraneo Unito
accendere la luce del Rotary verso la Pace.
Ogni rotariano conscio dei benefici tangibili attesi da un ser-
vice specifico fa da propulsore a ulteriori iniziative da parte
dei club locali con conseguente promozione dell’immagine
del nostro Rotary. Ad esempio: è risaputo che la sottomis-
sione delle donne e l’analfabetismo intralciano lo sviluppo
armonioso di un nucleo sociale; attuando il progetto rotariano
di alfabetizzazione in un territorio specifico favorisce la pro-
mozione della donna dandole lo strumento per l’accesso al
mondo del lavoro, un’indipendenza economica e culturale, le
fa prendere coscienza della sua dignità primo passo per pre-
tendere parità di diritti. In questo itinerario la donna assume
un ruolo di primo piano per cambiare i pregiudizi in atto e
ottenere una carta etica comune contro le ingiustizie dovute
a discriminazioni e fanatismo religioso, facendo da apripista
per lo sviluppo economico della società in questione e la pace
sociale.
Il progetto rotariano di alfabetizzazione è uno strumento per
insegnare i mestieri principali in undici lingue compreso ara-
bo e cinese. In Lombardia è stato adottato in scuole profes-
sionali per avviare i giovani di varie nazionalità al mondo del
lavoro. Il progetto è stato predisposto per raggiungere anche
classe di studenti lontani da centri abitati con l’utilizzo di
internet o più semplicemente dei dvd.
Un altro esempio dell’azione rotariana è il rafforzamento
dell’amicizia internazionale tramite l’Azione di Servizio tra
due Rotary club che constatando di avere lo stesso ideale,
hanno deciso di organizzare un campo estivo al mare per
bambini sfavoriti vicino ad Alessandria d’Egitto; molti di loro
non hanno mai conosciuto il mare e vivono in ambienti rurali
privi di acqua potabile. Il soggiornare in un ambiente sano
insegnando modalità igienico sanitarie per prevenire le ma-
lattie ha suscitato il desiderio delle famiglie ad aver accesso
all’acqua potabile e strutture igienico-sanitarie basilari, la
prevenzione delle infezioni e malattie tramite controllo me-
dico ha reso più salutare l’ambiente familiare, oltretutto la
convivialità della vacanza ha ridotto la disparità tra i sessi e
i malintesi dovuti alle diversità di credo, primo passo verso
una migliore convivialità sociale; ha reso più felici i bambini
meno abbienti.
Comunicazione e Dialogo interreligioso
Verso un dialogo spirituale tra due grandi religioni del mondo
arabo, il parlamento libanese ha stabilito il 25 marzo festività
nazionale, giorno in cui i cristiani commemorano l’annuncio
dell’angelo Gabriele a Maria. Infatti, la devozione verso la
vergine Maria è diffusa tra i musulmani sunniti e sciiti. A
differenza di coloro che vogliono ridurre l’Islam ad un siste-
ma politico, invece di considerare la religione relazione della
persona con Dio, sono convinto come lo era Louis Massignon
al Cairo, che l’Islam, inteso secondo la sua tradizione spiri-
tuale, può offrire preziose risorse da spendere e condividere
per costruire, insieme a Cristianesimo ed Ebraismo, la cultura
globale della Pace e della Fraternità. Bisogna adoperarci
affinché i musulmani riescano a cogliere la distinzione tra
religione e società, fede e civiltà, islam politico e fede musul-
mana. È stato proprio il Cardinale Martini a favorire il “dialo-
go” tra le diverse culture e religioni, favorire cioè un dialogo
tra due persone che hanno qualcosa da dirsi.
Mi auguro che ogni comunicatore, religioso e non, musulma-
no o altro, si diventi infaticabile operatore di pace e strenuo
difensore della dignità della persona umana e dei suoi inalie-
nabili diritti. Per evitare che il dialogo interreligioso rimanga
tuttora un impegno riservato alle élite bisognerebbe invece
trovare il modo di fare passare questo ideale nella formula-
zione delle leggi. Un ultimo augurio, non meno importante,
è che i responsabili della comunicazione di questo convegno
provvedano a far pubblicare e circolare su i media islamici e
non, televisioni radio carta stampata social network, i buoni
propositi scambiati a livello alto, pena l’inutilità che questi
rimangano solo in alto senza raggiungere il popolo.
SPECIALE
44 ROTARY dicembre 2014
gIuSeppe SamIr eId
MEDITERRANEO UNITO
45 Mediterraneo Unito
Mozione conclusiva documento di sintesi del forum di Marsala
I Governatori dei Distretti del Rotary d’Italia, Malta e San Marino, dopo aver proficuamente trattato a Marsala, dal 10 al 12
ottobre ‘14, con il Forum “Mediterraneo Unito”, alla presenza di Giuseppe Viale Board Director e di Abby McNear dell’Ufficio
Centrale del RI, i temi più delicati che ruotano attorno al bacino mediterraneo - dal fenomeno migratorio, ai focolai di guerra;
dalla tutela dell’ambiente, alla blu economy; dalle risorse, alla cultura mediterranea - grazie alle relazioni degli esperti, italiani
e stranieri, rotariani e non;
RITENUTO
di dover proseguire l’azione di pubblico interesse e internazionale da anni intrapresa dal Rotary italiano; di dover rivolgere,
con la pubblicazione dei lavori, delle proposte agli ambienti della cultura, dell’imprenditoria, delle forze armate, del volon-
tariato, dell’intera società e della politica;
di dover sostenere le iniziative umanitarie in corso come le borse di studio donate a due brillanti giovani, un israeliano e
una palestinese; come la donazione di tanti zainetti ai minori sbarcati senza genitori ed accolti nelle comunità, mettendo
a disposizione le professionalità dei soci; come la distribuzione dei libretti plurilingue, onde facilitare il colloquio tra i mi-
granti e chi li accoglie lungo le coste italiane; come la recita della invocazione rotariana, al “Dio di tutti i popoli della terra”;
che spetta alla classe dirigente del Paese, del quale il Rotary costituisce parte attiva, raccogliere testimonianze ed opinioni;
promuovere amicizia e solidarietà; concorrere a favorire la pace; riaffermare la centralità della persona umana; facilitare il
confronto delle diverse culture, nell’auspicio di una nuova identità pan mediterranea;
SI RIVOLGONO
Fin d’ora al Governo e al Parlamento Italiano e alla Commissione e al Parlamento dell’Unione Europea, affinche, per quanto di
rispettiva competenza, si attivino subito per:
dare concreta attuazione alle leggi vigenti e promanarne di nuove, onde regolare meglio i rapporti umani e giuridici dei
popoli; i controlli alle frontiere e i permessi di soggiorno; i diritti di cittadinanza; l’accoglienza di tutta l’Europa e non
soltanto dell’Italia (primo Paese d’ingresso, tenuto a provvedere, in base al Trattato di Dublino, da emendare sul punto) e
segnatamente della Sicilia che non va considerata periferia, ma avamposto dell’Europa;
rilanciare l’economia, agevolare gli spostamenti di risorse umane, ampliare gli accordi con i Paesi stranieri al fine di rende-
re possibile le richieste d’asilo, gia in un Paese di transito delle rotte migratorie; facilitare il dialogo interculturale, “primo
strumento di pace, chiave di volta di quella migliore comprensione reciproca che genera pacificazione e consente anche
politiche di sicurezza piu efficaci”; trovare un punto d’incontro sui diritti universali alla vita, alla dignita della persona, alle
liberta civili e religiose, alla parita uomo-donna;
nell’immediato, a mezzo dell’Agenzia Europea FRONTEX, in collaborazione con le azioni italiane, oltre agli accordi già
raggiunti per l’operazione Triton (cui, purtroppo, hanno aderito solo otto Paesi dei 28 facenti parte dell’Unione), creare un
corridoio umanitario di accesso alla protezione internazionale che parta dalle spiagge dove i rifugiati sono nelle mani dei trafficanti con i barconi, onde evitare ulteriori stragi di innocenti in mare.
I gOVernatOrI dIStrettualI
INDICE
ILARIO VIANO, D. 2031 | GIORGIO GROPPO, D. 2032 | UGO GATTA, D. 2041 | ALBERTO GANNA, D. 2042 | FABIO ZANETTI, D. 2050 | EZIO LANTERI, D. 2060 | ARRIGO RISPOLI, D. 2071 | FERDINANDO DEL SANTE, D. 2072 | CARLO NOTO LA DIEGA, D. 2080 | MARCO BELLINGACCI, D. 2090 | GIANCARLO SPEZIE, D. 2100 | GIOVANNI VACCARO, D. 2110 | LUIGI PALOMBELLA, D. 2120
IL PROGRAMMA AQUAPLUSIl progetto pilota ad HaitiSradicare la fame e la sete nel mondo: tutto inizia con una gestione sostenibile.
Da qualche giorno la terra continuava a tremare. Più o meno
intensamente. Gli abitanti della capitale quasi riuscivano a
prevedere ogni quanto ci sarebbe stata la successiva rumba.
Haiti, nella sua storia ne ha passate tante, tra uragani, terre-
moti e conquistatori. Normale amministrazione per i funzio-
nari e la popolazione di Port au Prince. Ma mentre tutti si sta-
vano quasi assuefando al ciclico ma imprevedibile tremolio
del suolo sotto i loro piedi, ecco che una sensazione nuova,
spaventosa e angosciante li colpiva il 12 gennaio 2010, alle
16:53 di un tiepido e tranquillo martedì pomeriggio.
Lunghi secondi di tremore e frastuono, pochi attimi di silen-
zio irreale, e poi ore e giorni di devastazioni.
Fuochi e colonne di fumo divampavano in ogni angolo della
capitale, macerie polverose a ricordare i palazzi una volta pre-
senti in città. I sismografi registreranno una magnitudo, della
scossa principale, di 7,3 della scala Richter, e un ipocentro
vicino, troppo, alla superficie.
Per fare un paragone con l’esperienza italiana, basti pensare
che il terremoto che colpì l’Aquila un anno prima fece regi-
strare una magnitudo di 5,8.
A volte i numeri non riescono a far comprendere fino in fondo
la portata di determinati eventi, come in un terremoto la ma-
gnitudo, viene percepito come un dato fine a se stesso, senza
pensare all’estensione logaritmica della scala a cui si riferi-
sce. I bollettini ospedalieri danno invece una visione concreta
e terrorizzante. Quel giorno ad Haiti si stima che abbiano per-
so la vita tra le 300.000 e le 500.000 persone (poco meno
di un isolano su venti) e più di 300.000 sono rimasti feriti.
Questi numeri hanno sconvolto il mondo, che ha saputo atti-
varsi su diversi canali, da quelli governativi a quelli dell’asso-
ciazionismo, per dare una risposta concreta al grido d’aiuto
di un intero popolo. Un aiuto tempestivo, che però, come
troppo spesso avviene, è stato un sollievo momentaneo se
non addirittura una nuova sciagura sull’ormai inerme popola-
zione. Non possiamo certo dimenticare i focolai di colera e i
periodi di coprifuoco imposti da capi militari non haitiani. Per
non parlare del devastante impatto sull’economia locale dei
beni di prima necessità. Quando un’operazione umanitaria
interviene senza programmaticità e senza uno schema d’in-
tervento preciso, uno dei possibili risultati può essere quello
AQUAPLUS
46 ROTARY dicembre 2014
PROGETTI E IDEE
47 progetti e idee
di annientare la già precaria economia di un Paese povero.
Immaginiamo, per esempio, cosa succede nel caso in cui le
quantità di riso procurate dall’azione umanitaria superino di
tre volte il reale bisogno della popolazione. La svalutazione
conseguente di un bene così prezioso porterà i produttori
locali ad abbandonare quella produzione, e il conseguente
rallentamento dei tempi di ripresa dalla catastrofe.
In tutto ciò, ci sono però associazioni capaci
e preparate. E in questa realtà il Rotary può
tranquillamente affermare di trovarsi a suo
agio, e ciò che si è fatto ad Haiti ne è un
esempio.
Il saper rispondere ai bisogni e alle esigenze
della popolazione, unitamente a un’idea di
sviluppo che aiuti la comprensione dei valore
fondanti della Pace, hanno fatto
attivare innumerevoli service
in tutto il mondo. Anche l’i-
sola caraibica è stata ed è
al centro di un nuovo grande
progetto. Il programma Aquaplus nasce con l’ambizione di
contribuire a risolvere il problema della fame e della sete
nel mondo, e il progetto pilota Haiti ne rappresenta il primo
impegno concreto. Un progetto che va ben oltre il semplice
intervento, responsabilizza la popolazione nella costruzione
di infrastrutture per il corretto utilizzo dell’acqua e per la
produzione di alimenti che sappiano integrare e
arricchire la dieta degli abitanti.
Il tutto si sta svolgendo e realizzando in una
zona agricola di circa 10.000 abitanti nel
comune di Torbeck, nel sud dell’isola. Qui il
problema non è tanto la presenza o meno di
fonti idriche, ma bensì la sua gestione. Infatti
questa regione si può definire ricca d’acqua, ma
la comunità è incapace di utilizzarla efficacemen-
te, sia per fini prettamente
domestici, che per fini agri-
coli. Riconoscendo queste
problematiche ed esigenze, il
programma Aquaplus ha strut-
AQUAPLUS
48 ROTARY dicembre 2014
turato un progetto di intervento organico, per far si che la po-
polazione della regione possa realmente dirsi autosufficiente.
A partire dai primi mesi successivi il devastante sisma del
gennaio del 2010 si è lavorato affinché si ricostruisse e
ampliasse l’acquedotto dell’acqua potabile, stabilizzandone
la sorgente e costruendo un’infrastruttura solida nel tempo,
implementando le fontane e i punti accesso alla rete idrica.
Questo primo intervento, svolto coordinando la mano d’opera
locale, ha fatto si che si ripristinassero i canali d’irrigazione
già presenti e ha permesso di implementarli e renderli orga-
nici in un ottica di sviluppo comunitario.
Giorno dopo giorno, gli abitanti della provincia di Les Cayes,
hanno saputo riprendersi e ricostruire ciò che era andato
distrutto, riabilitando così anche quell’animo intaccato dalla
paura e dall’impotenza di fronte la forza della natura, ritro-
vando la voglia di vivere, e di vivere una vita migliore.
Per questo l’evoluzione del progetto è stata così rapida,
comportando anche a una nuova volontà agricola, con la
creazione di orti familiari a culture differenziate per ottenere
un’alimentazione sana e completa, anche sotto il punto di
vista nutrizionale. Una fase dell’intervento che ha visto lavo-
rare molto sulla formazioni di agronomi, capaci di trasmettere
una nuova cultura agricola contadina. Una formazione che ha
messo in contatto l’università locale con la Facoltà di Agraria
dell’Università di Milano, aprendo canali di comunicazione e
creando rete, per far si che le conquiste istantanee possano
avere un seguito proficuo.
L’inaugurazione, poi, il 20 maggio scorso della prima unità
di trasformazione della manioca di Torbeck, ha aperto un
nuovo capitolo, dando nuovo slancio e nuova concretezza
al progetto. 3 anni di lavoro e più di un milione di euro
d’investimento, per costruire un centro di 360mq per cre-
are farine grezze e potertle trasformare in gallette a partire
dalla manioca oleifera, meglio conosciuta come “la pianta
del miracolo”. Il vero miracolo è che questo nuovo centro
sta costruendo una nuova economia locale e concretamente
sta donando una nuova vita a chi pensava che tutto si fosse
fermato, quattro anni prima. Un centro che sta rappresen-
tando un eccellenza produttiva in tutta la regione e in tutto il
Paese, che ha dato impeigo a numerose donne, volenterose
PROGETTI E IDEE
49 progetti e idee
claudIO pIantadOSI
COME CONTRIBUIRE AL PROGETTOSponsor per le fontane di Aquaplus
Per contribuire al Programma Aquaplus, si può sceglie-
re di sponsorizzare una fontana di approvvigionamento
di acqua pulita ad Haiti. A fronte di una donazione di
almeno 1.000 Euro, sarà realizzata una targa perso-
nalizzata con il nome del sostenitore, targa che sarà
applicata ad una fontana.
Tra le varie iniziative riveste particolare valore, sia socia-
le che tecnico, la riabilitazione di 42 fontane del servizio
di acqua potabile.
Sono circa diecimila persone che prendono l’acqua alle
fontane (a cui si aggiungono altre cinquemila che si
servono direttamente al loro allacciamento privato nelle
case). In questo contesto rurale dove i beneficiari si di-
stribuiscono su una rete idrica di 25 km, diventa impor-
tante l’aspetto sociale: le fontane sono un bene collet-
tivo, soggetto a pulizia e a una regolare manutenzione
periodica. L’anima sociale della fontana è il Comitato di
Fontana, eletto dai beneficiari della fontana e costituito
da un Presidente e due Consiglieri; Comitato che si
occupa anche della raccolta dei contributi dei benefi-
ciari della fontana per la manutenzione, ma anche che
partecipano ai lavori di ristrutturazione, coerentemente
con l’ottica partecipativa del progetto.
di riscrivere la storia della propria isola. Il primo progetto
di un grande programma, Aquaplus, nato sotto la spinta dei
distretti 2041 e 2042 in stretta collaborazione con EXPO
Milano 2015, che sa bene che per sconfiggere la fame e la
sete nel mondo bisogna lavorare su una buona gestione della
risorsa idrica. Un programma che è stato in grado di intessere
conattti proficui e sinergie con il mondo accademico e con
organizzazioni non governative. Una prima esperienza che
mette in evidenzia le potenzialità di un’idea forte e ambizio-
sa, quasi quanto la nascita di PolioPlus decine di anni fa. Il
suo primo progetto pilota ormai dura e prolifica da quattro
anni. E in questi quattro anni, ad Haiti, l’acqua da problema
è diventata risorsa e chiave di volta per rifondare una nuova
economia agricola, che ha saputo mettere al centro i bisogni
e le vite delle persone.
Un progetto importante, come molti ne ha saputi fare il
Rotary, in tutto il mondo. Per offrire ulteriori spunti sull’argo-
mento vi presentiamo, a partire dalla prossima pagina, otto
esempi e progetti legati all’acqua intesa come risorsa e bene
da preservare e rispettare.
INDICE
PROGETTI E IDEE
50 ROTARY dicembre 2014
LA TORRE WARKA WATERUno spettacolo d’aria e acqua
Ogni giorno in Etiopia, donne e bambini per-
corrono a piedi chilometri per raccogliere
l’acqua da bacini idrici di piccole di-
mensione, la maggior parte dei quali
contaminati da rifiuti umani e ani-
mali, parassiti e batteri. Resosi
conto di ciò in prima persona,
l’architetto Arturo Vittori, in visi-
ta dall’Italia, si è ripromesso di
trovare una soluzione semplice
e conveniente per la fornitura
di acqua potabile.
Vittori ha pensato alla bio-
mimesi, una disciplina che
consiste nell’analizzare
il prosperare della fauna
selvatica in natura, e che
adatta tali concetti al fine di ri-
solvere problemi umani. Lo scarabeo
del deserto del Namib lo ha partico-
larmente incuriosito: questo insetto è in
grado di sopravvivere estraendo l’acqua dall’aria. Al formarsi
della nebbia nelle prime ore del mattino, il coleottero inclina
la testa all’indietro sollevando l’estremità posteriore del corpo
verso il cielo. La nebbia si condensa sul guscio dello scarabeo
e l’acqua cola nella sua bocca. Affidandosi alla forza di gra-
vità e al tempo atmosferico, Vittori ha imitato la strategia di
questo scarabeo per realizzare la torre Warka Water, in grado
di attingere acqua dall’aria.
L’edificio è caratterizzato da un’elegante struttura di sempli-
ce realizzazione, basata in ampia misura su materiali ecoso-
stenibili e biodegradabili, la maggior parte dei quali di pro-
venienza locale. L’involucro esterno, realizzato con materiali
in fibra naturale come il bambù assicura un valido supporto
strutturale e sostiene una rete sospesa rivestita in maniera da
raccogliere la condensa che gocciola all’interno di un con-
tenitore posto alla base della torre.
Questa soluzione consente di raccogliere
fino a 100 litri di acqua potabile al giorno, al modico costo di
circa 1.000 Dollari.
La Warka Water 3.0, ultimo prototipo di Vittori è alta 10
metri e pesa 60 kg. Può essere costruita da sei persone in
quattro giorni. Nei prossimi mesi, il suo inventore lancerà una
campagna di raccolta fondi finalizzata alla costruzione di una
torre in Etiopia entro la fine del 2015.
Il nome della torre deriva dalla rilevanza sociale dell’albero
Warka, conosciuto anche come fico selvatico, spesso usato
in Etiopia come riparo in occasione di raduni pubblici. Ri-
flette il fine ultimo del progetto, che si propone d’individuare
soluzione più che pragmatica alla carenza d’acqua. “Siamo
concentrati sulla creazione di una bella struttura”, afferma
Vittori, “ben armonizzata negli ambienti naturali e culturali
delle comunità rurali etiopi”.
Problem solving: otto soluzioni innovative
TesTi di sandra swanson | illusTrazioni di roberT sims
PROGETTI E IDEE
LIFESTRAW COMMUNITYIl rubinetto del villaggio
Circa quattro ore dopo essere stato nominato dal Rotary alla
guida dei progetti idrici patrocinati dal club, Martin Brody
ha acceso la TV e, con grande stupore, ha visto alcu-
ni bambini bere in tutta sicurezza da pozze d’acqua
sporca per mezzo di un semplice tubo. Il dispositivo,
chiamato LifeStraw, è in grado di filtrare la maggior
parte dei batteri e protozoi senza bisogno di calore o
elettricità. Vestergaard, azienda attiva nello sviluppo
di prodotti umanitari, come zanzariere, ha creato Life-
Straw nel tentativo di eliminare il verme della Guinea
dall’acqua.
Il mattino seguente, Brody ha chiamato Vestergaard.
“Non so come mi siano venute le parole; ho detto: «ne
prendiamo 10.000». Ho catturato la loro attenzione”,
racconta Brody, socio del Rotary Club di Fort Lauderdale,
Florida. Da quel giorno di sette anni fa, ha aiutato a racco-
gliere oltre 600.000 Dollari, che hanno permesso di fornire
tubi alle aree in via di sviluppo.
I tubi LifeStraw presentano tuttavia alcuni inconvenienti: du-
rano solamente un anno e, a causa delle dimensioni ridotte,
possono facilmente essere smarriti o rubati. Quando due anni
or sono Vestergaard ha sviluppato il modello LifeStraw Com-
munity, il club ha modificato il proprio interesse arrestando la
distribuzione della versione per uso personale. La LifeStraw
Community è in grado di immagazzinare fino a 25 litri di ac-
qua filtrata, con una durata da tre a cinque anni (arrivando a
filtrare circa 100.000 litri d’acqua) e una capacità sufficien-
te a circa 70 persone.
Quando gli utenti versano l’acqua nella parte superiore del
dispositivo LifeStraw Community, un apposito filtro rimuove
le particelle superiori a 80 micron (un micron equivale a un
milionesimo di metro). Quindi, una cartuccia a membra-
na a fibra cava trattiene tutte le particelle e i mi-
crobi superiori a 20 nanometri. A questo punto,
l’acqua depurata è pronta per essere erogata dai
quattro rubinetti in dotazione al contenitore.
Il progetto del club ha permesso
di fornire unità LifeStraw Commu-
nity sufficienti a circa 150 scuole ad
Haiti e una dozzina in Kenya.
51 progetti e idee
segue >>
PROGETTI E IDEE
52 ROTARY dicembre 2014
PEEPOOLa soluzione in tasca
“Non abbiamo bisogno di architetti”. Si è rivolta in questo
modo all’architetto svedese Anders Wilhelmson una donna
abitante in un progetto abitativo di Mumbai. Lei e i suoi
vicini sono riusciti costruire le proprie case. Di cosa hanno
avuto bisogno? Di una soluzione sicura per smaltire la propria
“pupù”. Quattro mesi dopo, Wilhelmson ha progettato Pee-
poo, un sacchetto sanitario monouso che può essere adattato
a un secchiello. Dopo aver espletato i propri bisogni all’inter-
no del sacchetto, l’utilizzatore lo chiude in alto. Inodore per
24 ore, è provvisto di un apposito rivestimento interno an-
ti-urea in grado di disattivare per un mese gli agenti patologi
dannosi, come batteri, virus e parassiti.
Il Peepoo rappresenta anche una fonte di guadagno per gli
abitanti della zona. In quattro villaggi dello slum di Kibera,
Kenya, le donne comprano i Peepoo a circa tre scellini kenioti
(pari a 0,03 Dollari) al sacchetto. Gli utilizzatori ricevono
un rimborso di uno scellino keniota (1 centesimo di Dol-
laro) per ogni sacchetto sanitario usato, riconsegnato al
centro di raccolta Peepoo che, in seguito, riutilizza i rifiuti
come valido fertilizzante. Gli stessi sacchetti sono biode-
gradabili e si disintegrano entro un anno.
Peepoople, organizzazione no-profit creata da Wilhelmson,
ha iniziato produrre in serie i sacchetti alla fine del 2013,
inviando un milione di pezzi nelle Filippine a seguito del de-
vastante tifone abbattutosi nel novembre dello stesso anno.
Ogni anno, circa 13.000 scolari utilizzano i Peepoo, con
alcune conseguenze indesiderate e decisive. “Mi sono resa
conto che la maggior parte dei bambini evita le latrine in
comune perché sono sporche e traboccanti”, afferma Camilla
Wirseen, cofondatrice di Peepoople Kenya. “Inoltre, costretti
ad espletare i propri bisogni all’aperto, i bambini rischiano di
essere violentati. È difficile comprendere la reale importanza
di disporre di servizi igienici privati”.
MAYA PEDALPompe per acqua a propulsione umana
Gli abitanti del Guatemala hanno escogitato un modo per
pompare l’acqua senza elettricità: la bicimaquina, ovvero una
macchina a pedali. I volontari dell’organizzazione no-profit
Maya Pedal di San Andrés Itzapa costruiscono le bicimaquina
con parti di biciclette riciclate, legno e cemento. I diversi mo-
delli sono in grado di macinare un chilo e mezzo di cereali al
minuto e di svolgere molti altri compiti: la sgusciatura di noci
di Macadamia, la miscelazione degli ingredienti per frullati o
zuppe, oltre alla produzione di calcestruzzo per tegole.
In passato l’unica fonte di acqua era rappresentata da
un fiume, lontano vari chilometri. Grazie alla potenza svilup-
pata dalla macchina a pedali, i residenti riescono a pompare
da 15 a 35 litri d’acqua al minuto da un pozzo profondo qua-
si 30 metri. In un’altra comunità, la popolazione ha voluto
pompare l’acqua da una zona distante. “Il costo dell’impian-
to elettrico necessario, superiore a 5.100 Dollari, ha spinto
gli abitanti a scegliere la bicimaquina, soluzione più econo-
mica e duratura”, riferisce Mario Enrique Juárez, direttore di
Maya Pedal. E aggiunge: “dopo 13 anni di servizio, le nostre
pompe a pedali sono tuttora in grado di attingere acqua”.
PROGETTI E IDEE
53 progetti e idee
L’ECO-CUCINA DI ENVIROFIT Case senza fumo
Gli abitanti di molti Paesi rischiano la vita semplicemente
facendo bollire dell’acqua. Le fiamme libere delle cucine
uccidono 4,3 milioni di persone l’anno a seguito dell’inala-
zione di fumo (più di HIV/AIDS, malaria e tubercolosi messe
insieme) e rappresentano una delle principali cause di lesioni
gravi e morte per ustioni fra le donne e i bambini.
“Si tratta di un problema diffuso che è stato ampiamente
ignorato”, afferma George Basch, fondatore e “capo cuoco”
del Progetto no-profit Himalayan Stove, con sede a Taos,
New Mexico. Basch, che è anche membro del Rotary Club
di Taos-Milagro, che ha dedicato gli ultimi quattro anni
all’eliminazione del pericolo sull’Himalaya con il supporto di
Envirofit, con sede a Fort Collins, Colorado.
Costituita nel 2003 dagli ingegneri della Colorado State Uni-
versity, Envirofit ha progettato una soluzione alternativa alle
fiamme libere: una stufa in grado di ridurre drasticamente le
emissioni di fumo e gas dannosi, unitamente alla quantità di
combustibile necessaria. I costi per il combustibile salgono
rapidamente e non soltanto in termini monetari. Le persone
addette alla raccolta della legna per il fuoco (solitamente
donne e bambini) sono costrette a volte ad attraversare
zone di conflitto. Per i bambini, l’approvvigiona-
mento del combustibile coincide anche con la
riduzione della frequenza scolastica.
Le comuni cucine, dotate di camere di
combustione in ceramica o argilla,
sono pesanti e fragili. I tecnici di
Envirofit hanno progettato una ca-
mera di combustione più leggera
con una durata minima di cin-
que anni. Fra gli sperduti villaggi
dell’Himalaya ciò rappresenta un
enorme vantaggio in termini di tra-
sportabilità. “Queste cucine possono
essere trasportate sulla schiena”, a
volte anche per diversi giorni, spiega
Basch.
La camera è stata realizzata in una lega speciale creata in
collaborazione con il Laboratorio Nazionale di Ricerca di Oak
Ridge (Tennessee) ed è in grado di resistere a temperature
che possono raggiungere i 1.000 gradi Celsius e ai composti
corrosivi rilasciati durante la combustione delle biomasse.
L’efficienza delle cucine Envirofit consiste anche nel rispar-
mio del 60 percento del combustibile necessario. Sono pas-
sati sette anni dal lancio del primo progetto pilota in India.
Da allora, Envirofit ha venduto oltre un milione di cucine in
Africa, Asia e America Latina. Envirofit offre oggi una dozzina
di cucine ecologiche che possono essere alimentate a legna,
stallatico o altre biomasse.
In collaborazione con altri Rotary club (il club di Basch
è il partner principale) e una serie di sponsor, il progetto
Himalayan Stove ha fornito 3.000 cucine. Nel mese di feb-
braio sono state installate 90 cucine Envirofit nel villaggio di
Gamcha, alla periferia di Katmandu, grazie ai soci del Rotary
Club di Tripureswor. I fondi necessari sono stati erogati tra-
mite il progetto Himalayan Stove dal club di Taos-Milagro e
dalla Fondazione Rotary di Madison, nel Wisconsin.
segue >>
PROGETTI E IDEE
ASSORBENTI ECONOMICI Una grande idea, un grande periodo
L’imprenditore Arunachalam Muruganantham si è dedicato al
progetto dopo essersi reso conto che sua moglie, non potendo
permettersi gli assorbenti sanitari, era costretta a utilizzare
panni antigienici durante il periodo mestruale. Alcuni tabù,
tuttora presenti in gran parte del mondo, hanno costituito il
vero problema da affrontare. Durante la fase di sviluppo del
nuovo metodo produttivo, durata oltre quattro anni, la mo-
glie di Muruganantham si è vergognata del progetto e lo ha
lasciato, mentre sua madre non ha nascosto la propria disap-
provazione. I vicini di casa hanno costretto Muruganantham
a lasciare il villaggio in cui viveva, accusandolo di essere
posseduto da spiriti maligni.
Nonostante tutto, non si è perduto d’animo e ha contribuito a
rivoluzionare il processo di produzione di assorbenti igienici
sicuri. I tamponi prodotti con la sua macchina vengono ven-
duti in media a 2 rupie ciascuno. Il congegno per la produzio-
ne degli assorbenti igienici è stato realizzato da Muruganan-
tham in due versioni: il modello più piccolo, una macchina
manuale, consente di realizzare 500 assorbenti al giorno,
GULPERIl mago dello spurgo
In molte parti del mondo, le latrine vengono pulite a mano,
utilizzando una pala. Com’è facile immaginare, non si tratta
di un’esperienza piacevole; spesso
accade che i pozzi neri vengano
abbandonati una volta riempiti sino
all’orlo. Esiste tuttavia un’alternativa
migliore: il Gulper. Un tubo in PVC
e acciaio inossidabile fissato a una
pompa manuale consente di vuotare
una latrina arrivando a una profondità
compresa tra 1,5 e 3 metri.
L’associazione no-profit Wa-
mentre la versione più grande, una pressa pneumatica, è in
grado di produrne 1.500. Muruganantham ha in gestione
1.370 macchine in 1.340 villaggi, ed entro la fine del 2015
si augura di installarne altre in 24 paesi. “Quando avviamo
questo progetto in un villaggio, siamo testimoni dell’emanci-
pazione femminile in tempo reale”, afferma. “Assistere a una
simile trasformazione, ci rende orgogliosi”.
ter for People ha creato il Gulper, non solo per pulire i ga-
binetti, ma anche per generare profitti in Malawi e Uganda.
Un tale che, grazie al Gulper, è diventato un operatore del
settore degli spurghi ha affermato che per lui la cacca “ha
il colore dell’oro”. Dal 2010 ad oggi, i servizi di “gulping”
hanno costituito una solida fonte di sostentamento per la
sua famiglia. “Ci ha rivelato che, inizialmente, sua moglie
non lo sopportava a causa della natura ‘disgustosa’ della sua
attività”, dice Sherina Munyana, responsabile comunicazioni
di Water for People. “Ma ora, ogni volta che lo vede prendere
i fusti di raccolta, sorride perché sa che rientrerà a casa con
un bel gruzzolo”.
54 ROTARY dicembre 2014
PROGETTI E IDEE
55 progetti e idee
OSSIDAZIONE SUPERCRITICA Una risposta a… caldo
Quando la fiamma si sviluppa nell’acqua? A prima vista,
potrebbe suonare come un koan, oppure come un quesito di
magia per Harry Potter. Esiste tuttavia una risposta scientifi-
ca: se l’acqua viene riscaldata oltre i 374 gradi Celsius e vie-
ne sottoposta a una fortissima pressione (superiore a 1000
chili per centimetro quadrato) diventa un fluido supercritico.
Ciò significa che ha una densità inferiore all’acqua allo stato
liquido, ma superiore al vapore. La temperatura e la pressio-
ne elevate creano una reazione di combustione. (La maggior
parte delle pentole a pressione raggiunge solo 200 gradi). E
quando si verifica la reazione di combustione, la fiamma si
sviluppa nell’acqua.
Si tratta di un processo base, conosciuto come ossidazione
supercritica dell’acqua, che per decenni è servito a pulire
ogni genere di schifezze, armi chimiche comprese. I ricerca-
tori della Duke University e dell’Università del Missouri han-
no collaborato (grazie alle sovvenzioni della Fondazione Bill e
Melinda Gates) allo sviluppo di un processo di produzione
di acqua pulita da rifiuti umani, mediante
ossidazione supercritica dell’acqua.
Il sistema, fermo alla fase di prototipa-
zione, può essere inserito in un
container di spedizione da
6 metri. Un villaggio di
1.200 abitanti dovrebbe riuscire a vuotare le proprie latrine,
ottenendo acqua inodore da impiegare in svariati modi, tra
cui l’irrigazione e la lavanderia. I ricercatori hanno utilizzato
per i test di laboratorio feci sintetiche (adattando un conteni-
tore sviluppato dalla NASA e contenente pasta di miso, lieviti
da panificazione e olio). “Non appena in grado, passeremo
alla sperimentazione sul campo utilizzando rifiuti veri e pro-
pri”, afferma Marc Deshusses, direttore del programma di
ingegneria delle energie della Duke.
Deshusses si è ripromesso di bere pubblicamente un bicchie-
re d’acqua prodotta con il prototipo realizzato nel campus,
pur essendo consapevole che quest’impresa non convincerà
necessariamente gli altri a fare lo stesso. “Esiste un’enorme
barriera psicologica quando si afferma: «Facci avere la tua
cacca e ti daremo acqua da bere»”.
Sandra SwanSOn
INDICE
Mentre un conflitto infuria, i bambini combattono contro un vecchio nemico: la poliomielite
56 ROTARY dicembre 2014
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SIRIAl’altra guerra
57 Siria - l’altra guerra
L’ALTRA GUERRA
SIRIA
58 ROTARY dicembre 2014
ALL’INTERNO del vasto campo profughi di Zaatari (foto pagine precedenti)
in Giordania, al confine con la Siria, un vento pungente assedia le case di fan-
go e roccia, le tende, i cumuli di macerie e i container. In questo labirinto nel
deserto, uno strato granuloso di sabbia copre ogni cosa. Famiglie siriane hanno
cominciato ad arrivare due anni fa, in fuga dalla guerre e dalle persecuzioni. In
poco più di due settimane, le Nazioni Unite hanno allestito il campo profughi.
Quello che era iniziato come un insieme di poche tende è diventata una casa
temporanea per quasi 100.000 persone. I residenti hanno fatto di Zaatari una
vera e propria città, e in un mercato di fortuna soprannominata Champs-Elyses,
vendono di tutto - frutta, falafel, elettrodomestici, abiti da sposa.
Solo a pochi chilometri di distanza da Zaatari, le violenze infuriano in tutta la
Siria. A causa delle continue rivolte e guerre civili degli ultimi tre anni, più di
tre milioni di siriani sono fuggiti nei Paesi vicini. Più della metà sono bambini.
Il conflitto in Siria è diventato una delle più gravi crisi umanitarie del 21°secolo.
Alla fine del 2013, nel Paese sono stati riscontrati 35 casi di polio, dopo che
per 14 anni ne era stato considerato libero. Le autorità sanitarie hanno stabilito
L’ALTRA GUERRA
59 Siria - l’altra guerra
che il virus è stato importato dal Pakistan. In campi profughi come Zaatari,
dove migliaia di persone vivono in situazioni precarie, la capacità di fermare
un focolaio è cruciale, e il divampare delle infezioni richiede una risposta
immediata da parte dei gruppi di supporto sanitario. Per vaccinare i bambini
il più rapidamente possibile, il Rotary e i suoi partner del Global Polio Eradi-
cation Initiative, unitamente alle autorità sanitarie locali, hanno condotto una
campagna su larga scala attraverso circa 1.200 postazioni, come ambulatori
e scuole. Trecento team sanitari avevano l’obiettivo di raggiungere le zone
più difficili da raggiungere, inclusi i campi profughi appena fuori dei confini
siriani. In tre giorni, 19.000 bambini hanno avuto somministrato il vaccino
antipolio.
Il fotografo Jean-Marc Giboux si è recato in Giordania ed è riuscito a entrare
nel campo di Zaatari, dove ha documentato la campagna d’immunizzazione.
“C’è così tanta disperazione all’interno di queste mura”, dice. “Queste persone
stanno vivendo l’inferno in terra, e quando qualcosa come la polio riemerge, è
come una nuova ondata di violenza”.
megane FerrInger
In alto: un’equipe medica visita un remoto campo beduino in Giordania.
Foto grande: la maggior parte dei casi di polio in Siria si sono verificati in bambini al di sotto dei due anni, che sono nati dopo la guerra e che non hanno avuto le regolari vaccinazioni. L’impossibilità di portare avanti le vaccinazioni di routine, i danni alle infrastrutture primarie e l’emigrazione di massa della popolazione hanno contribuito al ritorno della poliomielite.
SIRIA
60 ROTARY dicembre 2014
L’ALTRA GUERRA
61 Siria - l’altra guerra
In alto: nonostante le condizioni difficili del cam-po Zaatari, i volontari hanno vaccinato più di 14.000 bambini.
Foto grande: nonostante la minaccia dei com-battenti ribelli, i bombardamenti, e gli attacchi aerei, i team sanitari hanno preparato migliaia di volontari per somministrare il vaccino. Secondo l’UNICEF, questo sforzo è parte della più grande campagna di vaccinazione nella storia del Medio Oriente - sforzo che ha raggiunto 25 milioni di bambini in sette Paesi, in 37 sotto-campagne.
SIRIA
62 ROTARY dicembre 2014
In alto: al campo Zaatari, i vaccinatori visitano in coppia ogni rifugio. Un volontario esegue le vaccinazioni, mentre l’altro aiuta a registrare e a marchiare.
Foto grande: il Rotary ha contributo con 500.000 dollari per sostenere gli sforzi per fermare l’epidemia di poliomielite in Siria – la prima donazione al World Health Organization a sostegno delle campagne di vaccinazione su larga scala in Medio Oriente, della Global Polio Eradication Initiative.
L’ALTRA GUERRA
63 Siria - l’altra guerra
INDICE
AREE DI INTERVENTO
64 ROTARY dicembre 2014
POCHI MINUTI dopo il parto, nell'ospedale distrettuale
di Shivgarh in India, le neo mamme sono in piedi lungo
un corridoio buio nel reparto maternità, una piccola sala
affollata con quattro stretti letti in metallo. Delle lenzuola
macchiate coprono i sottili materassi di plastica. In questo
scenario cupo, un poster colorato attaccato alla pareti mostra
una mamma raggiante che coccole il suo bambino, insieme
al messaggio: "nella prima ora, una madre può cambiare il
destino di suo figlio."
Semplici disegni illustrano i passaggi fondamentali che
permetteranno ai bambini un inizio sano della propria vita.
Sushma, una delle neo mamme, ha appreso queste pratiche
e le ha insegnate alle donne nel suo villaggio, Rampur Khas.
Ogni volta che si incontrano, sulle verande delle loro case o
nel luogo dove lavorano, le donne ricordano l'un l'altra ciò
che possono fare per ridurre probabilità di morte dei loro figli.
Sushma si è preparata al parto acquistando di un nuovo
rasoio per tagliare il cordone ombelicale, prevenendo così
eventuali infezioni, e comprando dei vestiti di cotone per
mantenere il suo bambino al caldo, abbassando così il rischio
di ipotermia per il piccolo. Pochi minuti dopo il parto, ha pre-
so in braccio il suo bambino e ha cominciato l'allattamento al
seno con il suo colostro ricco di anticorpi, o il primo latte. "So
che sto facendo tutto quello che posso", mi dice, a casa sua.
"So che quello che faccio può fare la differenza".
Per decenni, gli sforzi per migliorare la vita dei bambini
sono iniziati intervenendo durante la scuola primaria. Ma
oggi l'interesse si sta spostando sui 1000 giorni dall'inizio
della gravidanza di una donna al secondo compleanno del
suo bambino. Questo è il periodo più critico nel determinare
la salute del bambino per il resto della sua vita, quando i
micronutrienti sono il carburante vitale per lo sviluppo fisico
e cognitivo. L'arresto della crescita che inizia nei primi 1000
giorni può avere un impatto a lungo termine irreversibile sulla
capacità di apprendere e lavorare. L'UNICEF stima che il 25
per cento dei bambini sotto i cinque anni sono rachitici, o
molto al di sotto dell'altezza media dei bambini della loro età.
L'acqua pulita, una nutrizione e servizi igienici adeguati sono
essenziali per prevenire l'arresto della crescita e migliorare la
salute dei bambini. E, nei miei giri in tutto il mondo, ho visto
che è altrettanto importante modificare il comportamento e le
abitudini delle gestanti e delle nuove mamme come Sushma.
In tutto il mondo, questo approccio ha contribuito a ridurre il
tasso di mortalità sotto i cinque anni di quasi il 50 per cento
negli ultimi due decenni.
Quando sono in viaggio vedo i risultati in tutto il mondo. In
Guatemala, le donne non sono più le ultime a mangiare a
ogni pasto, come tradizione voleva. Oggi in Uganda le donne
incinta per abitudine vanno in una clinica o in ospedale per
i controlli prenatali e per il parto. A Chicago, stanno sosti-
tuendo il cibo spazzatura con frutta e verdura fresca nella
loro dieta.
La modifica del comportamento è particolarmente importante
in India, che, come nazione, non manca di risorse. L'India
è stata protagonista della Rivoluzione Verde negli anni '60,
quando nuovi ceppi di coltivazione di grano e di riso hanno
trasformato un Paese afflitto da cicliche carestie in un pro-
duttore di alimenti in eccedenza e in una potenza agricola
emergente. Le scuole rimangono chiuse durante la stagione
del raccolto, in modo tale da stivare le eccedenze della pro-
duzione dei campi di grano.
Eppure, all'inizio del 21° secolo, l'India – nonostante tutti
i suoi progressi nella produzione agricola e nell'industria
dell'high-tech – si è classificata tra le peggiori nazioni per
la mortalità infantile del mondo, con un tasso di quasi 100
decessi, di bambini al di sotto dei cinque anni, ogni 1.000
bambini nati vivi. Quasi la metà dei sopravvissuti erano
malnutriti e rachitici. "Il problema della malnutrizione è una
vergogna nazionale" afferma l'ex Primo Ministro Manmohan
SALUTE MATERNAfare la cosa giustaIl futuro benessere di un bambino è determinato già all’età di due anni. Le competenze materne aumentano le sue possibilità.
SALUTE MATERNA
65 salute materna
Una donna incinta di Haiti riceve cure prenatali in una clinica mobile, finanziata in parte dal Rotary Fondation.
Singh. "Lo stato di salute dell'economia e della società si
basa nella salute di questa generazione".
L'India ha approvato una legge per combattere la fame e ha
cominciato a sovvenzionare la distribuzione di cibo, ma que-
ste azioni da sole hanno fatto poco per migliorare la sopravvi-
venza dei bambini e la loro salute. Invece, gli interventi che
si stanno dimostrando più efficaci sono anche i più semplici
ed economici: insegnare alle future mamme come prendersi
cura di se stesse e dei loro bambini.
Il Community Empowerment Lab, fondato da Vishwajeet Ku-
mar, un medico specializzato in salute neonatale e infantile
presso la Johns Hopkins University di Baltimora, ha contribu-
ito a insegnare alle donne nel villaggio di Sushman. Il grup-
po, conosciuto dagli abitanti del villaggio come Saksham, la
parola hindi per Empowerment, ha il suo centro nello stato
indiano dell'Uttar Pradesh, dove i tassi di mortalità infantile
sono tra i più alti della Nazione.
Kumar alza la mano destra e con le sue ampie dita mi spiega:
"ci sono cinque segreti del successo."
"Uno, amore. Due, calore. Tre, latte materno. Quattro, igiene.
Cinque, cura – riconoscere i sintomi di quando il bambino è
malato e andare dal medico. Queste sono cose che possono
fare tutte le mamme".
Quando Kumar ha iniziato a lavorare in Shivgarh nel 2003,
quasi tutti i bambini che nascevano avevano problemi di
sviluppo. È venuto a conoscenza di pratiche tradizionali e
superstizioni che avevano un impatto devastante sui nasci-
turi. La maggior parte delle donne partorivano i loro bambini
a casa in condizioni antigieniche, lavavano i bambini, e poi
li lasciavano da soli fino ad un'ora, a volte di più. Si pensava
che tale rito allontanasse gli spiriti maligni, ma esponeva
anche i bambini a ipotermia. In alcuni casi l'allattamento al
seno non aveva inizio subito e, spesso, si attendevano anche
più giorni - il latte materno era considerato impuro e scartato.
"La maggior parte delle morti infantili potevano essere pre-
venute", riposta Kumar, "ma le comunità non hanno pensato
che il cambiamento fosse necessario. Hanno pensato che i
morti fossero dovuti al fato. Abbiamo dovuto spezzare questa
catena di fatalismo".
AREE DI INTERVENTO
66 ROTARY dicembre 2014
Sushma e suo figlio, Sunny, in India.
SALUTE MATERNA
67 salute materna
Così Kumar ha fondato il Saksham, e lui e il suo team formato
da operatori sanitari delle comunità sono andati dalle badanti
nei villaggi - le madri, le suocere, le ostetriche, i leader spi-
rituali - e hanno dimostrato come alcuni cambiamenti nel
comportamento, come l'utilizzo di attrezzi puliti, fasce, e
l'immediato allattamento al seno, potessero aumentare i tassi
di sopravvivenza. Il messaggio principale era: queste sono
cose che si possono controllare per migliorare la salute dei
vostri neonati. I vostri figli non devono morire.
Quando gli operatori hanno incontrato resistenze al cambia-
mento, ne hanno spiegato più e più volte i benefici. I parenti
più anziani di Sushma, in particolare la suocera, erano scetti-
ci, dice Sushma. "Ma dopo aver discusso questi cambiamenti
uno, due, tre, quattro volte, lei ha accettato. Ha visto che i
bambini erano sani, che le madri erano sane".
Il passaparola portò il messaggio di villaggio in villaggio, a
migliaia di donne in gravidanza. I messaggi proliferavano.
"Allattate il bambino al seno. Il vostro bambino aumenterà
di peso, otterrà calore, crescerà sano", cantavano le donne
di Rampur Khas. Nel villaggio di Bharjor Khera, le donne
cantavano: "Tutti verranno a casa tua, la tua famiglia e i vicini
di casa, e chiederanno di vedere il tuo bambino felice. Tutti
verranno con amore". In circa 18 mesi, nei villaggi il program-
ma ha ridotto della metà la mortalità infantile. "Salvare la vita
dei neonati è diventato l'obiettivo della comunità", afferma
Kumar. "Ridurre la mortalità infantile era un modo per ricon-
ciliarsi. È stato stimolante".
Il Saksham ha saputo modificare la direzione del pensiero di
sviluppo tradizionale, che vede i destinatari di innovazione o
di aiuti come l'ultimo anello di una lunga catena. Il gruppo
di Kumar hanno trattato le comunità nel modo migliore. È lì
che il lavoro, in particolare il cambiamento di stile di vita,
dovrebbe iniziare, dice. "Deve essere sostenuta socialmente".
Ancora una volta i neonati sono sopravissuti, Kumar ha esteso
il suo impegno per cambiare i comportamenti per migliorare
ciò che le madri e i bambini mangiano, e come mantenere
puliti i loro ambienti, per abbassare i tassi di sottosviluppo. Il
suo team tiene sotto controllo le nuove gravidanze nei villaggi
e riunisce le mamme per fornire loro educazione alimentare e
la consapevolezza delle norme igieniche.
Il successo di Saksham ha ispirato nuovi programmi gover-
nativi al fine di inviare operatori sanitari nelle comunità e
per fornire un incentivo monetario alle donne a partorire in
ospedali o cliniche.
Dal 2012, grazie a queste campagne sparse in tutto il Paese,
il tasso di mortalità, per i bambini indiani sotto i cinque anni,
è diminuito di quasi il 40 per cento. Ma tutto ciò ha messo a
dura prova le infrastrutture sanitarie del Paese.
Questo stress è evidente nell'ospedale di Shivgarh, una strut-
tura massiccia che riesce a malapena a gestire la domanda.
La piccola flotta di ambulanze è insufficiente; le donne incin-
te arrivano su carri trainati, su risciò o in sella a motocicli.
Al suo interno, sedie a rotelle e barelle sono scarse. La sala
parto ha solo due posti letto. I bambini a volte nascono nel
“Ridurre la mortalità infantile è stato un modo di stare insieme.
È stato stimolante.”
sono le condizioni essenziali per prevenire l’arresto della crescita, e migliorare la salute dei bambini.
L’UNICEF stima che il 25% dei bambini sotto i cinque anni di età siano rachitici, o molto al di sotto l’altezza media rapportata all’età.
All’inizio del 21° secolo, l’India è stata classi�cata tra le peggiori nazioni per la mortalità infantile del mondo, con untasso di quasi 100 decessi al di sotto dei 5 anni ogni 1.000 bambini nati vivi.
25%
AMORE
1
CALORE
2 LATTE
3
“Ci sono 5 segreti del successo. Questi comportamenti possono essere
controllati dalla madre”
Dal 2012, il tasso di mortalità dei bambini sotto i cinque anni
è diminuito di quasi il 40%.
ACQUA PULITANUTRIZIONE
ADEGUATA
Ma non sono abbastanza. Cambiare il comportamento ha contribuito a ridurre il tasso di mortalità sotto i
cinque anni del 50% negli ultimi due decenni.
SERVIZI IGIENICI IDONEICURE
5
IGIENE
4
10%
AREE DI INTERVENTO
68 ROTARY dicembre 2014
corridoio, il bagno è al di fuori dell'ospedale. I quattro posti
letto in reparto maternità permettono solo una breve degenza;
le neo mamme dopo il parto devono tornare a casa - ancora
una volta su carri, risciò o moto – dopo neanche una o due
ore di riposo dopo il parto.
Così Kumar è passato dalle comunità alle infrastrutture, per
renderli partner del cambiamento attraverso il miglioramento
dei servizi per i neonati. Durante la prima fase del Saksham,
dice, "il 90 per cento delle nascite erano a casa e il 10 per
cento nelle strutture sanitarie. Ora il dato è invertito. Questa
è l'occasione per trasmettere questo cambiamento nei com-
portamenti, cosicché le strutture sanitarie diventano centri
di informazione". Alza ancora una volta la sua mano. "Non si
vuole solo sapere che queste cinque regole sono essenziali
per la salute del neonato, ma si vuole capirne perché. E
quando lo si capisce le mamme pensano: voglio migliorare.
Voglio che i nostri figli sopravvivano e stiano bene".
“Ridurre la mortalità infantile è stato un modo di stare insieme.
È stato stimolante.”
sono le condizioni essenziali per prevenire l’arresto della crescita, e migliorare la salute dei bambini.
L’UNICEF stima che il 25% dei bambini sotto i cinque anni di età siano rachitici, o molto al di sotto l’altezza media rapportata all’età.
All’inizio del 21° secolo, l’India è stata classi�cata tra le peggiori nazioni per la mortalità infantile del mondo, con untasso di quasi 100 decessi al di sotto dei 5 anni ogni 1.000 bambini nati vivi.
25%
AMORE
1
CALORE
2 LATTE
3
“Ci sono 5 segreti del successo. Questi comportamenti possono essere
controllati dalla madre”
Dal 2012, il tasso di mortalità dei bambini sotto i cinque anni
è diminuito di quasi il 40%.
ACQUA PULITANUTRIZIONE
ADEGUATA
Ma non sono abbastanza. Cambiare il comportamento ha contribuito a ridurre il tasso di mortalità sotto i
cinque anni del 50% negli ultimi due decenni.
SERVIZI IGIENICI IDONEICURE
5
IGIENE
4
10%
LA ROTARY FOUNDATION GLOBAL GRANTS
si impegna a reperire i fondi per sostenere la salute ma-
terna e infantile, insieme ad altre aree di intervento del
Rotary. Ecco quattro esempi di progetti sostenibili che
stanno fornendo una migliore assistenza nel periodo dei
1.000 giorni critici, dalla gravidanza al secondo comple-
anno del bambino.
FORMARE LE OSTETRICHEIn Malawi, 675 donne su 100.000 muoiono al momento
del parto, un tasso di quasi 100 volte superiore a quello
del Regno Unito. I Rotary club di Limbe, Malawi, e Currie
Balerno, Scozia, stanno lavorando per ridurre il numero di
morti in maternità attraverso la formazione di 150 ostetri-
che da far lavorare in cliniche in campagna.
La sovvenzione del progetto prevede anche una parte
destinata alle cliniche dove le donne possono partorire
i loro bambini. Troppo spesso le future mamme arrivano
troppo tardi, dopo aver già subito lesioni invalidanti come
la fistola ostetrica, causati da parto prolungato e ostruito.
COME SALVAREUNA VITArOger thurOw
69 salute materna
PREVENIRE HIV/AIDS NEI BAMBINIIl rischio di trasmissione dell’HIV ai bambini non ancora
nati è basso - se le donne sono controllate all’inizio della
gravidanza e ricevono le adeguata assistenza prenatale e
postnatale. Un progetto, lanciato dai Rotary club di Los
Altos, California, e Sinkor, Liberia, sta aiutando le donne
liberiane a sottoporsi a questo controllo e trattamento. I
rotariani mirano a ridurre il numero di nuove infezioni da
HIV nei bambini in Liberia del 95 per cento in due anni nei
23 centri sanitari gestiti da Save the Children.
EDUCARE LE MADRI ALLA NUTRIZIONERotariani giapponesi e palestinesi stanno lavorando per
prevenire malnutrizione, anemia, e rachitismo nei bambini
che vivono in Jabalia, una delle zone più povere della stri-
scia di Gaza. Queste condizioni sono spesso descritte come
“fame invisibile” perché i segni - variazioni di colore dei
capelli e il peso - sono difficili da individuare, soprattutto
nei bambini. Dato che i problemi di sicurezza ostacolano
i finanziamenti della Fondazione e la possibilità di movi-
mento a Gaza, i rotariani stanno collaborando con il Japan
International Volunteer Center e con Ard EI Insan, organiz-
zazioni no-profit palestinesi, per l’attuazione del progetto,
con il sostegno del Rotary Club di Betlemme. L’obiettivo
del finanziamento è la formazione di 30 operatori sanitari
e sulla nutrizione, salute dei bambini, e le abilità di con-
sulenza. Gli insegnanti stanno visitando le case di donne
incinte e che allattano per insegnare loro l’importanza di
fornire solo latte materno nei primi sei mesi, e per verifi-
care i segni della malnutrizione e di altre condizioni gravi
nei loro bambini. Inoltre forniscono sessioni di educazione
sanitaria nella comunità, tra cui dimostrazioni di cucina.
CREARE BANCHE DI LATTE MATERNOIn India, i bambini nelle unità di terapia intensiva neonata-
le spesso non hanno possibilità di ottenere il latte materno
di cui hanno bisogno. Per ridurre il numero di morti e i pro-
blemi di salute a lungo termine tra i bambini nati prema-
turi, i Rotary club di Pune Pride, India, e Betlemme, Pale-
stina, hanno iniziato un programma in un ospedale di Pune
per raccogliere, conservare e distribuire latte donato dalle
donne che allattano. 15 bambini ne hanno beneficiato du-
rante la fase iniziale del progetto, e la cifra è destinata ad
aumentare fino a 100 bambini al giorno entro sette anni.
COME SALVAREUNA VITA
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INDICE
NOTIZIE ITALIA
Attività e servizio nei Distretti
70 ROTARY dicembre 2014
ITALIA
Nuovi orizzonti per ampliare l’effettivoAssociazione Alumni della Rotary Foundation: grande opportunità per tutti.
La prima volta in cui sentii parlare
dell’Associazione Alumni restai davvero
perplesso e per due motivi, uno banale e
uno sostanziale. Il motivo banale fu che
l’amico che me ne parlò per primo era
americano e quindi mi diceva “Alumnai
Association”: lì per lì ne fui spiazzato e
solo dopo capii che voleva dire “Alum-
ni”, cioè ex-allievi, ma, anche dopo aver
compreso il significato della parola, mi
sfuggì il concetto dell’associazione, di
cui nulla sapevo. Come mi spiegò Georg
Camp, Rotariano di New York, dell’Asso-
ciazione Alumni della R.F. fanno parte
tutti coloro che hanno partecipato a
programmi della Fondazione, cioè gli
ex borsisti della pace del Rotary, i par-
tecipanti agli Scambi Gruppi di Studio
e agli scambi giovani, i volontari del
Rotary e gli ex ryliani, rotaractiani e
interactiani.
Lo scopo dell’Associazione è essenzial-
mente quello di mantenere i contatti
con tutti questi giovani e di farne un
“serbatoio” di futuri rotariani, nonché
coinvolgerli nei progetti d’azione del
Rotary International (leggasi “service”).
Quando Renato Cervini mi chiese di
presiedere la Sottocommissione della
R.F. dedicata agli Alumni fui in grado
di rispondere con entusiasmo, perché
avevo appreso quanto una A.A. attiva
ed efficace avrebbe potuto esser utile
non solo ai club ma anche ai service
distrettuali, tramite l’apporto di “forze
fresche” ed entusiaste, come solo i gio-
vani sanno essere; in modo particolare,
i giovani che hanno avuto modo d’im-
mergersi nello spirito rotariano o con le
borse di studio o con gli scambi oppure
nel RYLA, nel Rotaract o nell’Interact.
Vidi, quindi, nell’associazione una gran-
de opportunità per tutti noi.
Dibattiamo spesso sull’effettivo, sul suo
mantenimento e sulla necessità di co-
optare nuovi soci: ecco qui pronto il
“vivaio” cui attingere, basta solo met-
tersi all’opera. E si tratta di un gran bel
“vivaio”, amici miei: grazie soprattutto
a chi mi ha preceduto alla presidenza
della commissione, disponiamo oggi
di un elenco base di oltre un centinaio
di nomi di ex - GSE e simili, più oltre
trecento ryliani, a partire dal 2007 e in-
tegrati anche con gli ultimi partecipanti
al RYLA dello scorso anno, suddivisi
per aree, in base ai raggruppamenti di
club stabiliti dal distretto. I club hanno
così a disposizione diretta gli elenchi
di giovani “alumni” vicini a loro, cui
attingere con grande facilità. Mancano
però gli elenchi di ex rotaractiani e di
ex interactiani, ma non dovrebbe essere
difficile procurarseli. L’organizzazione di
base, dunque, esiste e per quest’anno,
in cui sono stato confermato nel ruolo,
potremo passare all’azione. I problemi
“base” dell’Associazione Alumni sono
essenzialmente due: scarsissima, per
non dire nulla, visibilità e totale man-
canza di fondi. Rilanciare l’Associazio-
ne in queste condizioni non è compito
facile, ma non del tutto impossibile:
abbiamo, infatti, già individuato un pos-
sibile service da realizzare, il Progetto
SMS, di cui si è parlato l’anno scorso,
in forma ufficiale, al Forum della Rotary
Foundation, al RYLA e al meeting di
Trani del Rotaract. Il Progetto SMS (Ser-
vizio di Mutuo Soccorso) è stato pensato
per il Benin e consiste nell’istruire le
comunità locali a dotarsi di una specie
di “cassa mutua malattie”. Si tratta di
un service semplice, poco costoso (circa
4/5.000 Euro) e facilmente replicabile
in altre aree. In sintesi, tramite l’A. A., i
nostri club potranno ottenere un duplice
risultato: il recupero del contatto con i
giovani, che potrà rivelarsi molto utile
per individuare nuovi possibili soci e la
partecipazione ad un service utilissimo
e dotato di ottima “visibilità”. In buona
sostanza, il rilancio della Associazione
Alumni della Rotary Foundation rappre-
senta una grande opportunità e passa
dal coinvolgimento del Distretto, dei
club e dei nostri giovani. Tutti potranno
beneficiarne, in un modo o nell’altro e
tutti assieme potremo donare un’oppor-
tunità agli amici nel Benin e promuove-
re, sempre e comunque, l’immagine del
nostro Rotary.
achIlle cuSanI
INDICE
71 notizie italia
DISTRETTO 2031
L’eccellenza della formazione scolastica militareTestimonianza del Colonnello Francesco Giordano
La data del 4 novembre viene solen-
nemente celebrata nel nostro Paese
per ricordare la fine della prima guerra
mondiale e rendere onore alle Forze
Armate e al valore dell’Unità nazionale.
Nella ricorrenza, il Rotary Club Biel-
la, preseduto da Renato Bertone, ha
inteso arricchire la tradizionale serata
dedicata alle Forze Armate con l’in-
tento di cogliere, al contempo, sia la
forza del valore storico dell’evento che
si ricorda, sia il significato che, anche
ai giorni nostri, assume la presenza ed
il ruolo dell’istituzione militare, ovvero
del complesso di persone, di mezzi e di
strutture organizzative di cui ogni Stato
dispone per il perseguimento della fun-
zione della difesa.
A tal fine, il Rotary Club Biella ha scel-
to di privilegiare un particolare aspetto,
forse non troppo conosciuto, che con-
nota in maniera altamente qualitativa
il sistema militare italiano: quello della
formazione.
A illustrarne le sorprendenti peculiarità
è stato invitato il colonnello France-
sco Giordano, Comandante dei corsi di
formazione presso il Comando per la
Formazione e Scuola di applicazione
dell’Esercito di Torino.
Svolgendo con apprezzata efficacia la
propria relazione intitolata: “Formazio-
ne militare e scolastica, la soluzione
della Scuola Militare dell’Esercito”,
l’ufficiale, anche alla luce della sua
precedente esperienza di Comandante
della Scuola Militare Teulié di Milano,
ha ripercorso la storia di tale prestigio-
sa istituzione e ha richiamato alcuni
dei principi cui la Scuola deve ispirarsi
per offrire dei capisaldi nella formazio-
ne dei giovani.
La Scuola Teulié (che trova le proprie
ascendenze sin dall’Imperial Regio Col-
legio dei Cadetti voluto da Ferdinando I
d’Asburgo) vanta una storia lunga 207
anni, segnati da varie vicende e alter-
ne vicissitudini. Nel 1935, il Governo
decise di istituire la Scuola Militare di
Milano, che venne peraltro chiusa nel
1943 nell’ambito del contesto scatu-
rito dall’armistizio dell’8 settembre.
Passarono 53 anni durante i quali l’e-
dificio divenne caserma dei militari in
servizio presso il comando dello Stato
Maggiore del III Corpo d’Armata (due
compagnie ed un plotone di minuto
mantenimento). Nel 1996, la scuola
fu riaperta come sede staccata della
Scuola Militare “Nunziatella”, dive-
nendo successivamente autonoma nel
1998 ed acquisendo la denominazione
di “Seconda Scuola Militare dell’Eser-
cito” oggi Scuola Militare Teulié.
La Teulié, il cui attuale motto è “Iterum
alte volat” (Di nuovo altamente vola),
nella sua attività didattica segue i pro-
grammi ministeriali inerenti il Liceo
Classico e il Liceo Scientifico e recluta
i propri docenti, con concorso per titoli,
tra il personale non militare che passa
dai ruoli del Ministero della Pubblica
Istruzione a quelli del Ministero del-
la Difesa. Gli studenti accedono me-
NOTIZIE ITALIA
NOTIZIE ITALIA
Attività e servizio nei Distretti
72 ROTARY dicembre 2014
daVIde garra e gIOVannI OrSO
marcO SchIaVInI
diante un concorso selettivo riservato
a giovani idonei a frequentare la classe
I Liceo Classico e la classe III Liceo
Scientifico, e vengono ammessi in un
contesto che, essendo una caserma,
segue le regole, la disciplina e le atti-
vità della vita militare. Per perfezionare
l’addestramento vengono svolti campi
estivi nelle varie aree di addestramento
dell’Esercito Italiano. Il ciclo di studi
si completa con il conseguimento del
relativo diploma di maturità e include,
oltre alle materie scolastiche, anche i
corsi di lingua inglese, informatica e
formazione finalizzati alla carriera mi-
litare. Attualmente, sono circa 250 gli
allievi della Teulié (una sessantina sono
ragazze). Circa l’80% degli ex allievi
segue la carriera militare.
I corsi e la complessiva esperienza del-
la scuola militare sono costantemente
intrisi di alti valori quali il senso del
dovere, dell’onore, della gerarchia e
dell’imprescindibile sentimento di Pa-
tria (l’allievo giura fedeltà alla Patria),
offrendo ai fortunati studenti un esem-
plare e prezioso modello di riferimento
che potrà ispirarli nel prosieguo del loro
cammino.
La serata ha costituito il modo migliore
per dire un sempre doveroso grazie alle
Forze Armate e un altrettanto doveroso
“viva la Patria”.
DISTRETTI ITALIANI
Rotary e Banco AlimentareL’esperienza del Distretto 2041
Un grande entusiasmo ha spinto il pic-
colo esercito di rotariani, famigliari e
amici del Distretto 2041 a presidia-
re alcuni supermercati milanesi nel-
la giornata della colletta alimentare,
sostenuta da tutti i distretti italiani e
della quale daremo più ampia notizia
sul prossimo numero di Rotary. Tut-
ti animati da un comune desiderio di
rendersi utili alla collettività, un senti-
mento forte e genuino che ha permesso
di rinsaldare o costruire nuovi rapporti
tra persone e soci in molti casi mai
incontratisi prima di questa occasio-
ne! Il riconoscerci in ideali comuni di
service: inteso come disponibilità e ge-
nerosità verso gli altri, ci ha permesso
di sentirci rotariani pieni e veri, questi
sono stati i commenti più frequenti
raccolti dai più di 150 partecipanti alla
manifestazione e prenotatisi tramite il
Distretto Rotary 2041. Certamente un
inizio che speriamo permetterà negli
anni a venire, di migliorare i risultati
ottenuti grazie all’esperienza, all’entu-
siasmo e alle testimonianze di chi, con
soddisfazione ha avuto la fortuna di
partecipare. Ci auguriamo di aver par-
tecipato a una tradizione rotariana de-
stinata a diventare sempre più diffusa.
Un ottimo esempio di azione rotariana
a livello interdistrettuale.
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73 notizie italia
DISTRETTO 2042
Rotariadi: raccogliere fondi per i progettiIn sfida, per il servizio
Il ruolo della famiglia diventa fondante
nelle “Rotariadi”, un programma nato
nell’allora Distretto 2040 e dall’anno
scorso diventato interdistrettuale. Gra-
zie a esso, nei suoi diciotto anni di esi-
stenza, sono stati devoluti a progetti di
servizio ben 700.000 Euro. Per capire
come sia stato possibile raggiungere
un traguardo tanto prestigioso è bene
illustrare le regole che caratterizzano
l’evento. Alla base c’è l’iscrizione con
un modesto contributo finanziario a
gare di varie tipologie, dal torneo di
burraco alle gare di sci. La partecipa-
zione è aperta ai soci, alle loro famiglie
nonché ai loro amici. La regola stabili-
sce due classifiche per ogni disciplina:
una premierà la prestazione puramente
sportiva, l’altra il numero dei parte-
cipanti. La classifica finale ottenuta
dalla somma delle varie gare vedrà un
vincitore per la classifica “sportiva”
e uno per quella “partecipativa”. Ai
due RC che risulteranno vincitori ver-
rà attribuito un capitale che andrà a
finanziare un progetto di service pre-
sentato all’inizio delle stesse manife-
stazioni sportive. Quest’anno rotariano
i club partecipanti, fra i distretti 2041
e 2042, sono undici. L’inaugurazione è
avvenuta lo scorso settembre durante
una “grigliata” presso il Parco dei La-
ghetti di Lissone e ha visto, come ogni
anno, la nutrita partecipazione dei soci
dei Rotary Club che hanno aderito e
delle loro famiglie.
Più RC parteciperanno maggiori saran-
no i fondi da destinare ogni anno ai
due service. Nel celebrare il mese della
“famiglia del Rotary” l’auspicio é che
un numero sempre maggiore di RC pos-
sa aderire al programma “Rotariadi”
che ha il pregio di coniugare i nostri
principi del servire con il piacere dello
stare insieme.
NOTIZIE ITALIA
DISTRETTO 2050
Vigevano smart cityRC di Vigevano in supporto al turismo smart
Tutti i più importanti monumenti di Vi-
gevano stanno per essere inseriti nella
piattaforma Rotary dell’AR-Code. Per
citarne solo alcuni: la piazza Ducale, la
Cattedrale di S. Ambrogio e la Torre del
Bramante, il Maschio, la Falconiera e
le Scuderie. Passeggiando attorno alla
Piazza e al Castello, altri importanti
edifici iniziano a parlare: la Loggia del-
le Dame, la Strada Coperta e le arcate.
Anche tutte le più importanti chiese e
monasteri sono inseriti nella lista.
Vigevano Smart è un progetto e un’ini-
ziativa del Rotary Club Vigevano Mor-
tara in collaborazione con il Rotaract
della Lomellina; la piattaforma AR-Co-
de sviluppata nel progetto è aperta e di-
sponibile a altri club Rotary per inserire
sempre più monumenti dei loro territori
INDICE
segue >>
NOTIZIE ITALIA
74 ROTARY dicembre 2014
Attività e servizio nei Distretti
nella lista degli edifici “intelligenti”
che i turisti potranno apprezzare.
Sono passati i tempi in cui si doveva
passeggiare attorno ai luoghi da visita-
re con il naso e gli occhi incollati alle
guide cartacee o digitali. Le guide tra-
dizionali sono ora superate dalla nuova
tecnologia, la Realtà Aumentata, che
dà vita ai monumenti e fa sì che siano
essi stessi a raccontare la loro storia
semplicemente inquadrandoli con la
camera digitale di uno smartphone, la-
sciando che sia la tecnologia a recitare.
Se vi capita di essere a Vigevano (e, pre-
sto, in diverse altre località dei dintor-
ni), tirate fuori lo smartphone e lasciate
che la magia inizi. Scaricate l’applica-
zione e inquadrate il monumento, toc-
cate lo schermo per iniziare il processo
di riconoscimento. La tecnologia AR
usa le immagini del mondo reale e altri
parametri (come la localizzazione GPS
dello smartphone) per verificare se il
monumento che state inquadrando è
“arricchito” di altri tipi di informazioni
digitali. Ogni monumento è presentato
attraverso un breve testo introduttivo;
una descrizione più completa è acces-
sibile toccando l’icona. Disponibili an-
che una gallery e filmati con la storia e
le caratteristiche architettoniche. Ogni
contenuto può essere visualizzato in
modalità sovraimpressione o in modali-
tà stand alone.
DISTRETTO 2072
Così “Caravaggio, assente” aiuterà Polio PlusUn romanzo a sostegno della campagna del Rotary
M. Francesca Delli,
del RC Bologna Gal-
vani, ha curato l’edi-
zione di “Caravaggio,
assente”, avvincente
romanzo ambienta-
to sotto le Due Torri,
scritto dal poeta Gabriele Via, deciden-
do di destinare parte dei ricavi a Polio
Plus. Ogni copia venduta attraverso il
Distretto 2072 (per ordinarlo e rice-
verlo direttamente a casa basta inviare
una mail a [email protected]) porterà
un contributo netto ad Aqua Plus di 4
Euro, sul prezzo di copertina che è di
12. La cifra verrà consegnata nel corso
di una pubblica cerimonia. Il romanzo,
con la prefazione di Italo Moscati, è la
storia di un “incontro d’amore, capace
di far luce sul dramma della vita. Sullo
sfondo la voce, il profilo, il calore e
l’odore di una città antica e misteriosa;
come i suoi canali sommersi, le torri
mozze e i mille cortili nascosti”.
S. dulIO
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NOTIZIE ITALIA
75 notizie italia
DISTRETTO 2080
Sensibilizzazione alla donazioneTutto il distretto impegnato a favorire la cultura della donazione di sangue da cordone ombelicale
Con il sostegno alla ricerca, continua
l’attività del Rotary Distretto 2080 a
favore della diffusione della cultura
della donazione del sangue da cordone
ombelicale.
Grazie alla disponibilità del Governa-
tore del Distretto 2080 Carlo Noto La
Diega, sabato 29 novembre 2014, nel
corso del seminario distrettuale sui
Progetti di Pubblico Interesse, momen-
to formativo e d’incontro che ha avuto
luogo presso il Polo Fieristico Expo La-
tina, è stato consegnato il contribu-
to di 5.000 Euro, del Distretto 2080
(A.R.2013-14), al miglior progetto di
ricerca sull’utilizzo nei trapianti delle
cellule staminali da sangue del cor-
done ombelicale, al Rome Transplant
Network per un progetto di ricerca cu-
rato dalla Prof.ssa Alessandra Picardi
dal titolo “Validazione di un Quality
Score System sulle unità cordonali
pre-reclutamento quale indice preditti-
vo di outcome trapianto logico”.
Questo progetto, coordinato dal Rome
Transplant Network, diretto dal Prof.
Wiliam Arcese, presso il Policlini-
co Universitario Tor Vergata di Roma,
coinvolge prestigiosi centri trapianti
distribuiti su tutto il territorio naziona-
le: Rome Transplant Network - Centro
Trapianti Metropolitano, Torino - Ospe-
dale San Raffaele, Milano - TMO AOU
Careggi, Firenze - A.O. Papa Giovanni
XXIII, Bergamo - Policlinico Gemelli
Ematologia, Roma - S. Maria Della Mi-
sericordia, Perugia.
Durante l’A.R. 2011/12 il Distretto
2080, attraverso la distribuzione di
250.000 opuscoli informativi, ha dif-
fuso tra la popolazione del territorio la
cultura della donazione del sangue da
cordone ombelicale. Ciò avveniva nelle
1.000 farmacie di Roma e provincia e
attraverso la collaborazione di 1.500
farmacisti formati attraverso corsi ECM
gratuiti sponsorizzati da Federfarma
Roma, Utifar e Ordine dei Farmaci-
sti di Roma, con un progetto che ha
visto il Rotary Club Roma Sud come
club capofila dell’iniziativa. In seguito
l’attività è stata allargata a tutto il Di-
stretto 2080 con il coinvolgimento di
Federfarma Lazio e Sardegna. Questa
attività ha avuto come conseguenza
un raddoppiamento delle donazioni in
quel periodo dal 6 al 13%.
Nell’A.R. 2012/13, una delicata fase
di monitoraggio distrettuale ha studiato
le aree di criticità che interferiscono nel
processo della donazione. Collaborando
con le ASL, le Banche del Sangue Cor-
donale e il Centro Nazionale Trapianti
che, attraverso i suoi distaccamenti
regionali di Lazio e Sardegna, ha affian-
cato questa attività contribuendo all’a-
nalisi delle informazioni, oggi abbiamo
raggiunto una nuova consapevolezza
radicale del sistema che regna intorno
alla conservazione eterologa/autologa
del sangue da cordone ombelicale.
Infine, nell’A.R. 2013/14 il Rotary
Distretto 2080 ha prodotto un soste-
gno alla ricerca affinché i trapianti con
staminali da sangue cordonale siano
catalogati secondo uno standard che
fornisca dati leggibili con uniformità di
valutazione scientifica, auspicando di
poter esprimere, da qui a tre anni, con
questi risultati, un supporto a favore
dell’incremento di trapianti con utilizzo
di cellule staminali da sangue di cordo-
ne ombelicale.
Le attività del Distretto a favore della
diffusione della cultura della donazione
del sangue da cordone ombelicale sono
coordinate da Claudia Minicuci.
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NOTIZIE ITALIA
76 ROTARY dicembre 2014
Attività e servizio nei Distretti
DISTRETTO 2110
Con la musica il Rotary entra nel mondo delle emozioniUn concerto per la Fondazione Rotary
Buzzurro alla chitarra, Milici all’armo-
nica, Cafiso al sassofono. Hanno emo-
zionato i rotariani di Palermo e Catania
con uno spettacolo di straordinaria le-
vatura, regalando emozioni e facendo
volare sulle ali della musica l’animo, la
mente e la sensibilità di quanti erano
presenti. Gli artisti, siciliani di fama
internazionale ed esportatori nel mon-
do di un’immagine positiva della nostra
isola, si sono spesi con la ormai no-
ta generosità, la loro maestria, la loro
umanità che rimarranno indelebili nei
cuori di chi ha avuto il piacere di essere
presente.
Musica e solidarietà: e che musica!
Le note della chitarra di Buzzurro si
inanellavano con le note dell’armonica
e del sassofono creando una catena di
armonia che legava, creando un motivo
conduttore, le sei aree di intervento che
la Rotary Foundation finanzia. La cele-
brazione del mese dedicato alla Rotary
Foundation è stata splendida.
Il lavoro di squadra dei componenti
della Commissione Musica e Solida-
rietà ha prodotto risultati inaspettati:
è stata testimoniata la sensibilità dei
rotariani e dei loro amici per le attività
della Rotary Foundation, e ha assicu-
rato al Rotary visibilità positiva. Circa
1.200 i biglietti venduti a Catania (Tea-
tro Metropolitan) e 1.000 quelli vendu-
ti a Palermo (Teatro Golden). Giovanni
Vaccaro, che questi eventi ha voluto e
promosso, alla fine dello spettacolo ha
ringraziato con entusiasmo, simpatia e
generosità tutti i fautori del successo.
I tre concerti, quello di Noa e questi
di novembre, hanno visto la presenza
entusiasta di quasi 4.000 persone e
hanno offerto alla Rotary Foundation
un contributo di circa 40.000 Euro.
Se a questo aggiungiamo la superba
esecuzione degli artisti possiamo affer-
mare che meglio di così non si poteva
sperare!
Francesco Arezzo di Trifiletti a Catania
e Giovanni Vaccaro a Palermo hanno
illustrato i progetti della Rotary Foun-
dation e la loro concretezza. La pre-
senza a Catania dei bambini di Librino
seguiti da anni dal Rotary Club Catania
ha dato ulteriore efficace dimostrazione
dell’intervento educativo del Rotary nel
territorio.
SergIO malIzIa
INDICE
endpolionow.org/it
Pupi Avati
basta così poco
BASTA COSÍ POCO PERERADICARE LA POLIO
Adesso abbiamo la possibilità di cambiare il mondo.Perché nessun altro bambino sia colpito dalla polio
Agisci. Spargi la voce. Dona. Fai parte della storia.
78 ROTARY dicembre 2014
EBOLA: CONGO LIBERO DA VIRUS - CONTAGIATO MEDICO CUBA-NO IN SIERRA LEONE “Le misure di contenimento, come il tracciamento dei contatti, il sistema di allerta
e la cura dei pazienti, sono state prese al momento giusto”: così José Mas, coor-
dinatore di Medici senza frontiere (Msf) nella Repubblica democratica del Congo,
sulla fine dell’epidemia di ebola nel Paese africano. I primi contagi erano stati ac-
certati alla fine di agosto. Nel complesso, nella Repubblica Democratica del Congo
i casi sono stati 66 e i decessi 49.
L’emergenza ebola, a ogni modo, resta al-
ta sia in questo che in altri Paesi africani.
Secondo l’Organizzazione mondiale della
sanità (Oms), i decessi sono stati almeno
5.177, concentrati perlopiù in Liberia,
Guinea e Sierra Leone.
L’UNIONE EUROPEA E IL WFP AIUTANO 62.000 FAMIGLIE NEL MIN-DANAO CENTRALE Le famiglie sfollate a causa del conflitto nel Mindanao Centrale hanno fatto mi-
glioramenti significativi nella ricostruzione delle loro condizioni di vita attraverso
un progetto di costruzione della pace della durata di due anni, attuato dall’Unione
Europea (UE) e dal Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (WFP).
La sovvenzione dell’UE di 5,9 milioni di euro nell’ambito del Programma per gli
Aiuti alle Popolazioni Sradicate ha sostenuto più di 62.000 famiglie di Lanao del
Norte, Lanao del Sur, Maguindanao, North Cotabato e Sultan Kudarat nella crea-
zione di un’attività e nella formazione al sostentamento. I progetti hanno aiutato
le famiglie sradicate a normalizzare le
loro vite, fornendo opportunità di sosten-
tamento che mirano ad aumentare non
solo i redditi delle famiglie, ma anche
a contribuire alla sicurezza alimentare
generale.
PORTIAMO GOOD NEWS AGENCY NELLE SCUOLEGood News Agency - l’agenzia delle buone notizie - iniziativa giornalistica di puro volontariato, riporta notizie positive e costruttive da tutto il mondo delle Nazioni Unite, delle organizzazioni non governative, delle associazioni di servizio e delle istituzioni im-pegnate nel miglioramento della qualità della vita. Questa campagna per le scuole è sostenuta da noi del Rotary da diversi anni perchè puntare sui giovani significa contribuire significativamente a costruire un ponte verso il futuro. Rinnoviamo uno speciale invito a tutti i Club affinchè presentino Good News Agency ai professori degli istituti superiori del proprio territorio e segnalino l’indirizzo e-mail delle scuole “reclutate” al responsabile del progetto distrettuale di servizio per Good News Agency, Sergio Tripi: [email protected]. Le scuole riceveranno gratuitamente e regolarmente il notiziario senza alcuna formalità. Queste sono alcune notizie tratte dai numeri più recenti, tutti disponibili sul sito www.goodnewsagency.org
SVILUPPO RURALE SOSTENIBI-LE DEL MYANMAR Un Progetto sostenuto dal Fondo In-
ternazionale per lo Sviluppo Agricolo
(IFAD) ridurrà la povertà e aiuterà il
Paese a incrementare la sicurezza ali-
mentare e a ristabilirsi come grande
produttore agricolo ed esportatore nella
regione. Il progetto porterà beneficio a
183.400 donne e uomini vulnerabili
nella regione Nay Pyi Taw del Myanmar,
che si trova nella zona centrale asciut-
ta. L’ IFAD sta fornendo 18,7 milioni di
dollari per finanziare il progetto per fa-
vorire la rivitalizzazione dell’agricoltura
in Myanmar. Il costo totale del progetto
è di 27,8 milioni di dollari. Il proget-
to svilupperà un modello sostenibile
per la piccola agricoltura e lo sviluppo
rurale nella zona centrale asciutta del
Myanmar. In caso di successo, il mo-
dello può essere utilizzato nell’intero
Paese, su una scala più ampia.
good news agency
L'AGENZIA DELLE BUONE NOTIZIEa cura di Sergio Tripi
segue >>
79 good news agency
GOOD NEWS AGENCY
LE NAZIONI SI ACCORDANO SULLA RIDUZIONE DELLA PESCA DEL TONNO ROSSO NEL PACIFICO ORIENTALE I Paesi che praticano la pesca del tonno rosso nell’oceano Pacifico orientale han-
no ampiamente accettato il suggerimento dell’analisi scientifica che suggeriva di
quasi dimezzare le quote ittiche per il pesce pregiato ma a rischio. La decisione,
presa ieri in una seconda riunione speciale della Commissione Interamericana per
il Tonno Tropicale (IATTC), fa auspicare che molti degli stessi Paesi tengano conto,
in una riunione cruciale a dicembre, del consiglio di tagliare drasticamente le quo-
te della pesca del tonno rosso anche in
altre parti del Pacifico. La IATTC dispone
che nessun Paese può superare 3.500
tonnellate di pescato nel 2015 e che le
nazioni pescatrici devono istituire un si-
stema di registrazione del pescato.
GUYANA: CONVENZIONE SUL-LE MUNIZIONI A GRAPPOLO La Repubblica di Guyana è diventata
l’88° Stato entrato a far parte della
Convenzione sulle munizioni a grappo-
lo, il 31 ottobre 2014.
Parlando a una riunione degli Stati CA-
RICOM a margine della Prima Commis-
sione dell’Assemblea Generale delle
Nazioni Unite sul disarmo e sicurezza
internazionale a New York, il Primo
Segretario, Signora Bibi Sheliza Ally
della Missione permanente della Guya-
na presso le Nazioni Unite, ha detto:
“Diventare membro della Convenzione
sulle Munizioni a grappolo è una re-
sponsabilità morale che noi tutti con-
dividiamo. Quando si consideri che le
vittime delle munizioni a grappolo sono
prevalentemente civili, i bambini che
vanno a giocare non dovrebbero esse-
re messi a rischio a causa di questa
arma. “
Restano soltanto cinque Stati (Baha-
mas, Barbados, Dominica, Santa Lucia
e Suriname) prima di raggiungere l’o-
biettivo dichiarato di CARICOM “garan-
tire che tutti i suoi membri si uniscano
alla Convenzione al più presto possibi-
le.” Il Belize ha recentemente aderi-
to al trattato il 2 settembre 2014. La
Guyana porta è il 115° stato aderente.
TRASFERIMENTI IN DENARO ALLE FAMIGLIE COLPITE DAL-LE ALLUVIONI CON FINANZIA-MENTI DFID E ECHOIl Programma Alimentare Mondiale
delle Nazioni Unite (WFP) ha fornito
trasferimenti illimitati di denaro tra-
mite telefono per aiutare le persone
le cui case e mezzi di sostentamento
sono stati gravemente colpiti dalle de-
vastanti inondazioni nel nord-ovest del
Bangladesh nel mese di agosto.
Grazie a una donazione di 2,6 milioni di
dollari da parte del Regno Unito (DFID)
e a un contributo di 527.009 dollari da
parte del Dipartimento della Commis-
sione Europea per gli Aiuti Umanitari e
la Protezione Civile (ECHO), il WFP ha
raggiunto quasi 19.500 famiglie ultra-
povere – cioè quasi 100.000 persone
che hanno subito le inondazioni.
LIBANO: INAUGURAZIONE DEL CENTRO LEGALE DI FORMAZIO-NE NEL CAMPO PROFUGHI DI AIN AL-HILWEH L’inaugurazione di fine ottobre del Cen-
tro Legale per la Formazione, preso
il campo profughi di Ain al-Hilweh, è
stato un momento storico per il proget-
to Geneva’s Call. L’Unità di Supporto
Legale (LSU) presso l’Organizzazione
Palestinese per la Liberazione (PLO)
è ora ufficialmente attiva. L’LSU svi-
lupperà programmi per formare tutti i
membri delle Forze di Sicurezza Pale-
stinesi (PNSF) presenti in Libano, sulla
base standard legali internazionali, in-
cluso l’uso della forza. Geneva Call ha
supportato la PLO nella creazione di un
Centro Legale di Formazione, fornendo
consulenza allo staff.
segue >>
80 ROTARY dicembre 2014
GOOD NEWS AGENCY
GLI STATI OBBLIGATI A PREVE-NIRE LE PRATICHE DANNOSE INFLITTE A DONNE E RAGAZZEPer la prima volta, due comitati per i
diritti umani delle Nazioni Unite han-
no unito le forze per pubblicare una
interpretazione completa degli obblighi
degli Stati per prevenire ed eliminare
le pratiche dannose inflitte a donne e
ragazze, come la mutilazione genitale
femminile, i crimini commessi in nome
del cosiddetto onore, il matrimonio for-
zato e precoce e la poligamia.
Il 5 novembre 2014, il Comitato per
l’eliminazione della discriminazione
contro le donne (CEDAW) e il Comitato
sui diritti del fanciullo (CRC) hanno
pubblicato il documento congiunto,
che evidenzia anche altre pratiche no-
cive come test di verginità, fasciature,
pratiche di vedovanza, infanticidio e
modificazioni del corpo, tra cui ingras-
samento forzato, allungamento del col-
lo e stiratura del seno.
“Le pratiche dannose sono spesso giu-
stificate invocando costumi sociali o
religiosi, e valori spesso alla base di
culture e tradizioni patriarcali”, ha af-
fermato Violeta Neubauer, di CEDAW,
l’organo di controllo formato da esperti
delle Nazioni Unite che monitora l’at-
tuazione della Convenzione sull’elimi-
nazione di ogni forma di discriminazio-
ne contro le donne, nota informalmente
come “Convenzione CEDAW.”
I CAPI DELLE CHIESE DI GERUSALEMME IN VISITA DI SOLIDARIETÀ ALLA SPIANATA DELLE MOSCHEE Una delegazione di Patriarchi e Capi delle Chiese di Gerusalemme ha visitato una
Spianata delle Moschee, l’Haram al Sharif. L’area della Città Santa è tornata al cen-
tro di tensioni dopo che alcuni gruppi estremisti ebraici manifestarono per rivendi-
care il possesso della zona dell’antico Tempio di Salomone, dove sorgono da molti
secoli due dei massimi santuari dell’Islam. La delegazione ha ribadito la necessità
di non modificare unilateralmente la serie di norme e consuetudini che regolano
l’uso e l’accesso ai luoghi sacri nella Città
Vecchia di Gerusalemme. Inoltre viene
riaffermato il “diritto dei musulmani alla
preghiera e alla libertà di accesso alla
moschea di Al-Aqsa” e la sua proprietà
esclusiva a vantaggio dei musulmani.
#I BELONG - UNA CAMPAGNA PER LA DIGNITÀ “L’apolidia fa sentire le persone proprio
come se la loro esistenza fosse un cri-
mine. Abbiamo un’opportunità storica
per porre fine alla piaga dell’apolidia
entro 10 anni, e per ridare la speranza
a milioni di persone. Non possiamo
permetterci di fallire.” Antonio Guter-
res, Alto Commissario delle Nazioni
Unite per i Rifugiati.
#I BELONG: è questo il nome della
campagna globale lanciata nel novem-
bre scorso con l’obiettivo di porre fine a
un limbo legale devastante per milioni
di persone al mondo a cui non è rico-
nosciuta la cittadinanza da nessuno
Stato. Con la giusta volontà politica,
l’UNHCR ritiene che il problema dell’a-
polidia possa essere risolto.
AMERICA LATINA: INSEGNANTI AL CENTRO DI POST 2015Ministri e alti funzionari dell’istruzione
hanno partecipato alla Riunione Re-
gionale Ministeriale di inizio novembre
a Lima, in Perù. Una delegazione di
EI (Education International) ha segui-
to l’incontro nel ruolo di osservatore,
insieme ad altri rappresentanti della
società civile, portando in questo forum
la voce degli insegnanti. La discussione
plenaria su Istruzione per Tutti nel-
la regione dell’America Latina è stata
suggellata dall’approvazione di una di-
chiarazione che si allinea con la visio-
ne regionale e le priorità dell’agenda
sull’istruzione Post 2015. Qian Tang,
vice direttore generale per l’istruzione
presso l’UNESCO, ha invitato i governi
e la società civile in America Latina a
farsi coinvolgere più attivamente.
INDICE
Circa 122 milioni di bambini nel mondo non sanno leggere. In un mondo sempre più complesso, l’analfabetismo relega la maggior parte di loro ai ranghi più bassi della società. La città di Contagem, in Brasile, è al centro di un progetto rivoluzionario messo in atto per eliminare l’analfabetismo. Grazie al contributo della Fondazione Rotary e al supporto dei Rotary club locali, il progetto CLE (Concentrated Language Encounter) ha alfabetizzato più di 70.000 studenti e ha formato più di 1.750 insegnanti. I ragazzi stanno costruendo un ponte tra la vita che hanno adesso e un futuro migliore.
ROTARIANOOGNI
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