SOLUZIONI POSSIBILIGrazie al Ro-tary, abbiamo sempre qualcosa di interessante da discutere a cena....

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NUMERO 10 Poste Italiane Spa - spedizione in abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 DCB Milano - rivista mensile - anno LXXXVI - Euro 2,50 Rivista ufficiale in lingua italiana Official magazine in italian language DICEMBRE 2014 ACQUA SOLUZIONI POSSIBILI

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NUMERO 10

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Rivista ufficiale in lingua italianaOfficial magazine in italian language

DICEMBRE 2014

ACQUASOLUZIONI POSSIBILI

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PROSPETTIVASUL MONDOROTARIANO

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XXXXXXX

3 xxxxxxxxxxxx 3 editoriale

EDITORIALE

PROSPETTIVASUL MONDOROTARIANO

Andrea Pernice

Dal prossimo 1 luglio, il Distretto 2060 rientra nell’ambito

della Zona 12. È questa la notizia del numero, attorno alla

quale ruotano diverse considerazioni, prima fra tutte quella

sull’identità di un Paese e del suo Rotary che sono state

e restano il binomio di valore dell’Associazione in Italia.

Senza trascurare, di immediata conseguenza, la necessi-

tà di sviluppare su base uniforme, come è appunto quella

rotariana in Italia, un piano di azione strategica in diversi

ambiti, che consenta di crescere nella medesima direzione

e con la stessa marcia. Prova di questa volontà si riscontra

nelle interviste ai coordinatori delle Task Force, introdotti dal Rotary Coordinator An-

drea Oddi, la cui focalizzazione e operatività si è peraltro sempre mantenuta pure sul

Distretto 2060, anche se di altra Zona, ma che la formale riunione certamente rafforza.

Strategia e operatività del gruppo di lavoro su effettivo, diversity, new generations, lea-

dership, e-club e social network, sono coordinati alla linea politica espressa dal Board

Director Giuseppe Viale, che affronta in una articolata intervista i temi forti del sodalizio,

tra identità storica, contemporanea e futura. Questo numero di Rotary è occasione di ri-

flessione, denso di contenuti che meritano attenzione e periodico bilancio, strumentali,

come realmente sono, alla focalizzazione della mission associativa e alla sua traduzione

in azione. Oltre che, naturalmente, alla profilazione del Rotary italiano nell’ambito delle

relazioni esterne, che possono trarre dagli stessi argomenti validi spunti per affermare,

o riaffermare laddove già esistenti, quei caratteri peculiari che lo rendono valida parte

rappresentativa, e perciò valido interlocutore, della società civile.

RotarySoci: 1.220.115 - Club: 34.558

RotaractSoci: 169.395 - Club: 7.365

InteractSoci: 396.980 - Club: 17.260

Rotary Community CorpsSoci: 186.093 - Corpi: 8.091

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4 ROTARY dicembre 2014

CONTENUTI

SPECIALEINTERVISTE L’OPINIONE DEL BOARD

DIRECTOR ITALIA

E DEI COORDINATORI

DELLE 5 TASK FORCE18 John Kenny ______________________________

Rotary Foundation - Il messaggio del Presidente 8COPERTINA5 Lettera di dicembre

di Gary C. K. Huang

notizieinternazionali

9 Aspettando San Paolo

10 Il giro del mondo - attraverso il servizio

13 Deepak Kapur - Chairman del Comitato Nazionale Polio Plus India

da pagina

14 GARY HUANG IN VISITA A ROMA - ll futuro del Rotary: global o glocal? - di Iunia Valeria Saggese

18 SPECIALE INTERVISTE

18 GIUSEPPE VIALE - Rotary Board Director 2014/2016

22 SALVATORE SARPIETRO - Coordinatore Task Force Effettivo

24 FRANCESCO AREZZO - Coordinatore Task Force e-Club e Social Network

26 GIANNI MONTALENTI - Coordinatore Task Force New Generations

27 MARCO MILANESI - Coordinatore Task Force Leadership

29 MARIO GIANNOLA - Coordinatore Task Force Diversity

30 MARIA RITA ACCIARDI - Coordinatore Task Force Diversity

32 MEDITERRANEO UNITO - Rotary Day nazionale

46 PROGETTI E IDEE - Programma Aqua Plus - di Claudio Piantadosi

50 PROBLEM SOLVING - Acqua: otto soluzioni innovative - di Sandra Swanson

56 SIRIA - L’altra guerra - di Megane Ferringer

64 SALUTE MATERNA - Aree di intervento del Rotary - di Roger Thurow

70 ITALIA - Nuovi orizzonti per ampliare l’effettivo - di Achille Cusani

71 D. 2031 - L’eccellenza della formazione scolastica militare

72 D. 2041 - Rotary e Banco Alimentare - di Marco Schiavini

73 D. 2042 - Rotariadi, sfide per il service

73 D. 2050 - Vigevano: smart city grazie al Rotary - di S. Dulio

74 D. 2072 - Così “Caravaggio assente” aiuterà Polio Plus

75 D. 2080 - Sensibilizzazione alla donazione

76 D. 2110 - Musica e Rotary: nel mondo delle emozioni - di Sergio Malizia

78 GOOD NEWS AGENCY - agenzia delle buone notizie - a cura di Sergio Tripi

NOTIZIE ITALIA

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5 il Presidente RI

Se date un’occhiata al calendario del Rotary, è facile capire

quali sono le priorità della nostra organizzazione. L’anno rota-

riano comincia a luglio, ad agosto celebriamo il mese dell’ef-

fettivo, a settembre il mese delle Nuove Generazioni, a otto-

bre il mese dell’Azione Professionale e così via, rivolgendo la

nostra attenzione su diversi argomenti importanti per Rotary.

L’idea è di ricordare argomenti che potremmo aver sorvolato

durante gli impegni dell’anno. Tutti noi però sappiamo che

ogni argomento è importante, dall’affiatamento alla nostra

Fondazione. Tutti fanno parte del Rotary e di ciò che ci rende

rotariani.

Nel Rotary, dicembre è il mese della Famiglia. Ricordando i

miei anni da rotariano, sono cosciente di quanto la famiglia

sia importante nel Rotary – e quanto il Rotary può essere

importante per le nostre famiglie.

Mia moglie Corinna, ha deciso di affiliarsi al Rotary qualche

mese fa, dopo anni passati come coniuge di un rotariano. I

nostri tre figli sono rotariani, e si sono affiliati ai loro club in

momenti diversi. Tutti quanti hanno trovato un proprio inte-

resse nel Rotary. Vedendoli crescere negli anni, noi siamo ri-

masti piacevolmente colpiti dal fatto che molti membri della

nostra famiglia sono coinvolti nel servizio attraverso il Rotary.

Il Rotary ci consente di fare del bene, insieme. Grazie al Ro-

tary, abbiamo sempre qualcosa di interessante da discutere a

cena. Tutti siamo coinvolti in progetti differenti, e quando ci

ritroviamo, parliamo di progetti umanitari di ogni tipo, in ogni

parte del mondo e tutti possiamo sempre imparare qualcosa

di nuovo.

Le nostre conversazioni sono un ottimo modo per insegnare

ai nostri bambini, con le nostre azioni, quali sono le cose im-

portanti nella vita. Imparano a conoscere come vive la gente

in tutto il mondo, e come tutti noi abbiamo l’obbligo di fare

tutto il possibile per il prossimo. Non penso ci sia lezione

migliore da impartire ai nostri bambini delle lezioni di vita

del servizio nel Rotary.

Mi auguro che in questo anno rotariano molti di voi incorag-

geranno i membri della vostra famiglia a fare parte del Rotary,

Rotaract, o Interact. Portare la famiglia nel Rotary non solo

aiuta a realizzare il nostro motto, Accendi la luce del Rotary,

ma aiuta anche a illuminare la vita di ognuno di noi.

LETTERA DI DICEMBRE

GARY C.K. HUANG

REZONINGil Distretto 2060 rientra nella Zona 12

Nella riunione del mese di ottobre 2014, su istanza del Director Giuseppe Viale, il Board of Directors ha accolto la proposta di reinserimento del Distret-to 2060 nella Zona 12 del Rotary International. La disposizione, resa pubblica dal Segretario Generale John Hewko con apposita comunicazione ufficiale, avrà effetto dal 1 luglio 2015. Si ricompatta così l’Italia rotariana, in un’unica Zona di riferimento.

INDICE

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6 ROTARY dicembre 2014

Adiri 2014/2015DG Carlo Noto La Diega D. 2080Presidente

Editorial Board 2014/2015DG Giancarlo Spezie D. 2100Presidente

DGE Mirella Guercia D. 2120Vice-Presidente

Andrea Pernice, Editor in Chief

Direttore ResponsabileAndrea [email protected]

Ufficio di RedazionePernice Editori SrlVia G. Verdi, 124121 - BergamoTel +39.035.241227 r.a.Fax +39.035.4220153www.perniceeditori.it

RedazioneClaudio [email protected]

Grafica e ImpaginazioneGiovanni [email protected]

StampaGrafiche Mazzucchelli SpaVia Ca’ Bertoncina 37/39/4124068 Seriate (BG)

Pubblicità[email protected]

Forniture [email protected]. +39.035.241227 r.a.

Rotary è distribuita gratuitamenteai soci rotariani. Reg. Trib. Milanonr. 89 dell’8 marzo 1986Abbonamento annuale Euro 20

Addetti stampa distrettuali*dati in aggiornamento

D. 2031 Candeloro [email protected]

Silvia [email protected]

D. 2032 Silvano [email protected]

D. 2041 Andrea [email protected]

D. 2042 Matteo [email protected]

D. 2050 Cesare De [email protected]

D. 2060 Giandomenico [email protected]

D. 2071 Giuseppe [email protected]

D. 2072 Davide [email protected]

D. 2080 Ignazio di [email protected]

D. 2090 Rossella [email protected]

D. 2100 Giuseppe [email protected]

D. 2110 Giorgio De Cristoforo [email protected]

D. 2120 Alfonso Forte

[email protected]

IN COPERTINARobert Sims - illustrazione

PUBBLICITÀSono pagine pubblicitarie: pagine 2 e 82; sono pagine di comunicazione rotariana: pag. 7, parte di pag. 8, pagine 77 e 81.

ROTARY WORLD

MAGAZINE PRESSEdizioni del Rotary International

Network delle 31 testate regionali certificate dal Rotary International

Distribuzione: oltre 1.200.000 copie in più di 130 paesi - lingue: 25

Rotary InternationalHouse Organ: The Rotarian

Editor-in-Chief RI CommunicationsDivision Manager: John Rezek

Testate ed Editor rotarianiRotary Africa Sarah van Heerden (Sudafrica) - Vida Rotaria (Argentina) Celia Cruz de Giay - Rotary Down Under (Samoa Americana, Australia, Isole Cook, Repubblica Democratica di Timor Est, Repubblica Democra-tica di Tonga, Figi, Polinesia Francese, Nuova Caledonia, Nuova Zelanda, Isole Norfolk, Papua Nuova Guinea, Samoa, Isole Salomone e Vanuatu) Robert J. Aitken - Rotary Contact (Belgio e Lussemburgo) Paul Gelders - Brasil Rotário (Brasile) Vieira Lima Magalhães Gondim - Rotary in Bulgaria (Bulgaria, Macedonia e Serbia) Nasko Nachev - El Rotario de Chile (Cile) Francisco Socias The Rotarian Monthly (Hong Kong District 3450, Macau, Mongolia, Taiwan) Robert T. Yin - Colombia Rotaria (Colombia) Enrique Jor-dan-Sarria - Rotary Good News (Repubblica Ceca e Slovacchia) Svatopluk K. Jedlicka - Rotary Magazine (Armenia, Bahrain, Cipro, Egitto, Georgia, Giordania, Libano, Sudan e Emirati Arabi Uniti) Hussein Hashad - Le Ro-tarien (Algeria, Andorra, Benin, Burkina Faso, Burundi, Camerun, Repub-

blica Centrale Africana, Ciad, Comore, Repubblica Democratica del Congo, Gibuti, Guinea Equatoriale, Francia, Guiana Francese, Gabon, Guadalupe, Guinea, Costa d’Avorio, Libano, Madagascar, Mali, Martinica, Mauritania, Mauritius, Mayotte, Monaco, Marocco, Nuova Caledonia, Niger, Réunion, Romania, Ruanda, Saint Pierre e Miquelon, Senegal, Tahiti, Togo, Tunisia e Vanuatu) Christophe Courjon - Rotary Magazine (Austria e Germania) Rene Nehring- Rotary (Gran Bretagna e Irlanda) John Pike - Rotary News/Rotary Samachar (Bangladesh, India, Nepal e Sri Lanka) T. K. Balakrish-nan - Rotary Israel (Israele) David Neumann - Rotary (Albania, Italia, Malta e San Marino) Andrea Pernice - The Rotary-No-Tomo (Giappone) Noriko Futagami - The Rotary Korea (Corea) Dae Jin Shin - Rotarismo en México (Messico) C. P. Jorge Villanueva - De Rotarian (Olanda) Marcel Harlaar - El Rotario Péruano (Perù) Juan Scander - Philippine Rotary (Filippine) Mar Un Ocampo III - Glos Rotary/Rotarianin (Bielorussia, Polonia, Ucraina) Dr. Maciej K. Mazur - Portugal Rotãrio (Angola, Capo Verde, Repubblica Democratica di Timor Est, Macau, Mozambico, Portogallo, Repubblica di Guinea-Bissau e Sào Tome e Prìncipe) Artur Lopes Cardoso - Rotary Nor-den (Danimarca, Isole Faroe, Finlandia, Groenlandia, Islanda, Norvegia e Svezia) Öystein Oystaa, Per O. Dantof, Håkan Nordqvist, Hinrik Bjarnson, Börje Alström - España Rotaria (Spagna) Elisa Loncán - Rotary Suisse Liechtenstein (Liechtenstein e Svizzera) Oliver P. Schaffner - Rotary Thai-land (Thailandia) Chamnan Chanruang - Rotary Dergisi (Turchia) Ahmet S. Tukel - Revista Rotaria (Bolivia, Costa Rica, Repubblica Dominicana, Ecuador, El Salvador, Guatemala, Honduras, Nicaragua, Panama, Para-guay, Uruguay e Venezuela) Maria de Souki

NETWORK DELLE TESTATE EUROPEEAdvisor e coordinamento pubblicità:Andrea Pernice, “Global Outlook” Panel member

ROTARYRotary è associato all’USPIUnione Stampa Periodica Italiana

Dicembre 2014 numero 10

EdizionePernice Editori SrlCoordinamento Editoriale A.D.I.R.I. Associazione dei Distretti Italiani del Rotary Internat ional , su comodato concesso dalla proprietà della testata ICR - Istituto Culturale Rotariano

Organo ufficiale in lingua italiana

del Rotary International

Official Magazine

of Rotary International in italian language

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ottobre

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8 ROTARY dicembre 2014

NOTIZIE INTERNAZIONALI

PIANIFICHIAMO ASSIEME

MONITORIAMO PROGRESSI

RAGGIUNGIAMO OBIETTIVI

Un’unica interfaccia

Elimina l’uso di carta

Favorisce la continuità della leadership

Permette ai club di monitorare il loro progressi

Crea trasparenza

Mette in mostra le importanti opere svolte nel mondo

CENTRALROTARY CLUB

cominciamowww.rotary.org/clubcentral

Il Presidente americano John F. Kennedy, nel suo discorso

inaugurale, coniò la citazione più importante della sua pre-

sidenza: “Non chiederti cosa il tuo Paese può fare per te,

chiediti cosa puoi fare tu per il tuo Paese”.

A volte, la stessa idea può essere applicata all’effettivo del

Rotary. Quello che sarà del Rotary dipende interamente

da ogni rotariano: successo, fallimento, realizzazione di

progetti a beneficio di pochi o tanti, consapevolezza della

nostra organizzazione, rispetto e riconoscimento da parte

del pubblico.

Ci sono tante cose da realizzare nel mondo – istruire gli

analfabeti, nutrire gli affamati, dare alloggio ai senzatetto. Il

nostro mondo è ancora profondamente diviso e il divario tra

ricchi e poveri non è diminuito, bensì continua a crescere.

Quanto più ciascuno ha ricevuto tanto più gli sarà richiesto.

Le persone più importanti

nel Rotary non sono i Con-

siglieri RI o gli Amministra-

tori della Fondazione, ben-

sì i singoli rotariani che si

adoperano silenziosamente

nei loro club per assistere i

meno abbienti nelle comu-

nità, dei quali conoscono i

bisogni. Il Rotary è questo:

rotariani che si adoperano

per rispondere ai bisogni presenti nelle comunità.

Per molti, questo è un periodo speciale dell’anno e auguro

tanta felicità a tutti voi.

Accendi la luce del Rotary è il nostro motto, e ricordo a tutti

che il futuro della nostra Fondazione è nelle vostre mani.

ROTARY FOUNDATION IL CHAIRMANLE SOVVENZIONI GLOBALI E DISTRETTUALI

John Kenny

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Informazioni sul visto

Stai già includendo nei tuoi piani i ristoranti da provare e i musei da visitare durante il viaggio a San Paolo per

il Congresso RI 2015?

Adesso è il momento per pensare anche ai dettagli sulla logistica.

I requisiti di visto del Brasile si basano sul principio di reciprocità: i cittadini di Paesi che richiedono il visto per

i cittadini brasiliani dovranno avere il visto per visitare il Brasile.

Sono necessari diversi mesi per elaborare le richieste di visto, quindi si consiglia di contattare l’ambasciata o

ufficio consolare non appena possibile. Gli interessati devono partecipare a un colloquio presso l’ambasciata o

il consolato.

I cittadini di alcuni Paesi dovranno anche essere in possesso di una lettera d’invito; dopo la registrazione al

congresso, il Rotary fornirà il documento necessario.

Registrati al Congresso RI 2015 di San Paolo sul sito www.riconvention.org/it.

aspettando

San Paolo del BrasileSÃOPAULOBRAZIL6-9 JUNE2015

ROTARY INTERNATIONAL CONVENTION

ATTENZIONE: LE DATE DEL CONGRESSO SONO CAMBIATE. SI SVOLGERÁ DAL 6 AL 9 GIUGNO 2015

9 notizie internazionali

INDICE

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10 ROTARY novembre 2014

STATI UNITIIl modo migliore per affrontare i bul-li? Insegnare a relazionarsi in maniera simpatica, dicono i membri del Rotary Club di Lowcountry - Beaufor. Il club ha lavorato con gli studenti della Beaufort High School per produrre scenette tea-trali focalizzate a dare la possibilità alle vittime di cercare aiuto e ai presenti di intervenire. Il club ha anche inco-raggiato gli insegnanti a partecipare e imparare di più sugli effetti del bulli-smo. Donazioni della Rotary Foundation hanno aiutato a comprare scenografie, apparecchiature del suono, magliette e volantini. Gli studenti hanno recitato nelle scuole all’interno dello stato e a due conferenze Rotary del Distretto.

URUGUAYPer la sua prima raccolta fondi, il neo-costituito Rotary Club di Plaza Martiz ha venduto all’asta una maglia da calcio autografata dalla formazione dell’Uruguay, protagonista del cam-pionato mondiale del 2014. L’asta ha raccolto quasi 300 dollari, per una re-sidenza no profit per indigenti malati di leucemia, che arrivano da tutta la nazione per essere visitati dagli emato-logi all’Ospedale Maciel a Montevideo.

KOSOVOAnni di conflitti civili in Kosovo han-no distrutto o danneggiato la maggior parte delle scuole elementari. Attra-verso un progetto di Donazione Globale

della Rotary Foundation, i club Rotary di Edwards, USA, e Peja, in Kosovo, hanno aiutato a portare acqua pulita e bagni moderni a sei scuole rurali dell’a-rea di Peja. I club hanno lavorato con l’International Relief and Development per collegare le scuole a un acquedotto che la ONG ha costruito con i fondi dell’USAID, e per insegnare educazio-ne all’igiene a 1.500 studenti.

NAMIBIAOgni anno, il Rotary Club di Windhoek organizza un’escursione per gli anziani della comunità. Per l’evento del 2014, 39 residenti del centro Susanne Grau-heim, la casa di riposo della German’s Home Association nella capitale della Namibia, hanno viaggiato tramite bus

DOMINICAPer tre anni, Sheryl Figliano, un medico otorinolaringoiatra dell’Ohio e membro del Rotary Club di Boardman, ha viaggiato per la la Dominica per una missione annuale per promuovere la salute dell’udito. Durante il viaggio dello scorso marzo, il Rotary Club di Dominica ha ricevuto due audiometri che i centri medici locali possono usare per testare l’udito. I nove scienziati del team di quest’anno hanno fornito anche kit per test dell’udito e per la pulizia dell’orecchio, hanno poi distribuito apparecchi acustici a basso costo e hanno istruito infermieri professionisti.

SERVIZIO NEL MONDO

GIRO DEL MONDOattraverso il servizio rotariano

Clicca sulle bandiere per curiosaretra i contenuti web dei RC del mondo!

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11 servizio nel mondo

fino al Ranch Okapuka per un pranzo e per un assaggio di avventura. In un sa-fari attraverso il parco in veicoli aperti, i partecipanti hanno riconosciuto leoni, ghepardi, zebre e altri animali selvatici. Il Vulkan Ruine Tours and Transfers ha fornito i bus, e il Ranch Okapuka ha contribuito alle spese dell’evento.

EGITTONel giugno del 2014 il presidente Gary C.K. Huang ha organizzato il Water summit a Il Cairo, evento che ha atti-rato più di 400 rotariani e rotaractiani da ben otto Paesi. I visitatori hanno visitato il sito del progetto, ed ascoltato le parole degli esperti di problemi idrici come Roman Denham, famoso membro dell’associazione Sanitation Rotarian

Action Group. Tra i vari temi della ses-sione plenaria si è approfondito il ruolo del settore idrico nelle zone in conflitto e il Water for Life, una nuova iniziativa del Distretto 2451 (Egitto) e dell’Uni-cef per fornire acqua pulita in 6.000 abitazioni nel nord Egitto per i prossimi tre anni.

INDIAL’associazione Rotary ha lavorato con il Voluntary Healt Service, un ospedale collegato a una rete di cliniche a Chen-nai, Fondato nel 1995. Quest’anno il Rotary Club di Madras Central ha con-tribuito alla restaurazione della “banca del sangue” dell’ospedale, la quale riceve circa 25.000 unità di sangue ogni anno. A maggio, il club Rotary di

Madras East ha donato un bus, il quale serve all’ospedale per raggiungere po-tenziali donatori in città. Con l’aggiunta dell’unità mobile l’ospedale è riuscito a raggiungere le 40.000 unità di sangue annue.

AUSTRALIADurante la settimana nazionale del vo-lontariato a Cobden, il Rotary ha ce-lebrato il ventesimo anniversario del Cobden Miniature Railway Park. Il par-co si è ampliato anno dopo anno, fino ad avere un campo da mini golf e un circuito da mini kart. I visitatori durante la celebrazione hanno completato piú di 2.000 tra partite e giri, con attività per bambini, chioschi di cibi locali e un piccolo zoo di animali nativi.

SERVIZIO NEL MONDO

INDICE

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Deepak Kapur ricorda perfettamente quando l’Organizzazio-

ne Mondiale della Sanità ha dichiarato l’India libera dalla

polio: erano le 2.31 p.m. del 27 marzo 2014. Aveva tenuto

d’occhio il suo orologio perché voleva essere certo dell’esatto

momento in cui si stesse compiendo la storia.

L’India ha sempre rappresentato la condizione perfetta per lo

sviluppo del poliovirus: densa popolazione, scarse condizioni

igieniche, acqua inquinata e malnutrizione. E nel 2009, solo

pochi anni fa, contava circa la metà dei casi di polio di tutto

il mondo. La malattia ha infettato più di 250 persone nel

2014, la maggior parte delle quali in Pakistan. A rendere la

situazione più complessa, la resistenza dei musulmani alla

vaccinazione dei bambini.

Il comitato coordinato da Kapur ha persuaso i leader musul-

mani circa i vantaggi della vaccinazione, una situazione che

rappresenta un esempio per altri Paesi in cui la polio rimane

endemica.

“Il nostro successo non ci consente compiacimento incon-

dizionato, dal momento che l’India libera dalla polio non è

il mondo libero dalla polio. E fino a quando il virus non sarà

eliminato totalmente, la polio sarà a un volo o a un viaggio

in bus da noi”, afferma Kapur, che è stato recentemente

nominato Leading Global Thinkers 2014, dal Foreign Policy

Magazine USA - categoria Healers/Healt.

NOTIZIE INTERNAZIONALI

13 ROTARY dicembre 2014

DEEPAK KAPURLeading Global Thinkers 2014Il Chairman del Comitato Nazionale Polio Plus India riceve il riconoscimento dal Foreign Policy Magazine USA.

www.globalthinkers.foreignpolicy.com

INDICE

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Viene spontaneo pensare al Rotary come a un’organizzazione

mondiale perché, di fatto, lo è. Tuttavia, essa è anche un’or-

ganizzazione locale, quindi né globale né locale ma entrambe

le cose: glocale. Se il termine “glocal“ compare per la prima

volta negli anni ottanta in Giappone, è però solo più tardi,

grazie al sociologo di origini polacche Zygmunt Bauman, che

trova fortuna. Agire in modo glocale vuol dire applicare una

regola generale ad un contesto particolare, in altre parole è

una mediazione (in realtà anche la globalizzazione andrebbe

intesa in questo senso; non può esistere, infatti, in un mondo

democratico l’adesione ad un modello estraneo, sovranazio-

nale, senza libertà di scelta e mediazione).

Il Rotary vive la dualità dell’essere globale e locale in maniera

pacifica mentre la società contemporanea, ad esempio, fatica

a trovare un equilibrio. La strategia è semplice ma non scon-

tata: perseguire un obiettivo comune liberamente condiviso

dai membri/soci di diverse comunità/club del mondo. Tutto

questo ci riporta al concetto di “ideale” nel senso di “valore”.

Ci sono realtà, come quella del Rotary, che hanno al centro

del pensiero e dell’azione le esigenze dell’individuo e quindi,

in senso collettivo, dell’umanità. Il presidente internazionale

Gary C.K. Huang, in visita a Roma il mese scorso ospite del

Distretto 2080, ha evidenziato: “Ci possono essere modi di-

versi di fare Rotary, ad esempio tra Paesi occidentali e orien-

tali, ma tutti i rotariani condividono uno scopo e un metodo,

quello di servire al di sopra di ogni interesse personale.

Andando avanti nella mia personale ricerca dei punti di forza

di questa organizzazione, ho trovato la capacità di curare le

relazioni interpersonali fuori e dentro i club, in altre parole

la capacità di creare un contatto, occasioni di incontro e di

scambio. A tal proposito, Huang è stato raggiunto a Roma dai

governatori di tutti i distretti italiani, che hanno avuto modo

di evidenziare i risultati del recente Forum sull’immigrazione

tenutosi a Marsala.

Quando poi, presso l’Ufficio di Rappresentanza di Taipei in

Italia, ho chiesto a Huang se dal suo punto di vista il Rotary

avesse mai fallito in qualcosa, ho involontariamente scovato

un altro punto di forza. “Non posso dire che il Rotary non

abbia mai fallito in niente, non sarebbe possibile ma il nostro

successo deriva dalla nostra ostinazione -ha risposto Huang-.

GARY HUANG IN VISITA A ROMAil futuro del Rotary: global o glocal?Ieri, oggi, domani: gli stessi ideali oltre le diversità.

I VIAGGI DEL PRESIDENTE

14 ROTARY dicembre 2014

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GARY HUANG A ROMA

15 i viaggi del Presidente

Carlo Noto La Diega, Governatore del Distretto 2080, e Gary C.K. Huang, Presidente Internazionale del Rotary, incontrano Papa Francesco.

I Governatori dei 13 Distretti Italiani, riuniti a Roma, ascoltano l’intervento del Presidente Internazionale del Rotary, Gary C.K. Huang.

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I VIAGGI DEL PRESIDENTE

16 ROTARY dicembre 2014

Momento finale del WIR (Walking in Rotary), seminario formativo per rotaractiani e interactiani, svoltosi a Roma con la Partecipazione di Gary C.K. Huang.

Gary C.K. Huang e sua moglie, a colloquio con il Ministro della Salute Italiano, Beatrice Lorenzin.

INCONTRI E RAPPRESENTANZE

Il Presidente Internazionale del Rotary, Gary C.K. Huang, incontra alcuni rappresentanti delle Istituzioni italiane: qui mentre consegna un presente al Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin.

Huang ha incontrato anche il Vicesindaco di Roma, Luigi Nieri.

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Il nostro stile è di non arrenderci, in questo modo abbiamo re-

alizzato cose grandi e provato al mondo a noi stessi che pos-

siamo fare accadere cose grandi”. Provare a se stessi che è

possibile realizzare cose grandi presuppone il fatto di credere

nelle proprie capacità; uno dei programmi più proficui del Ro-

tary è proprio quello di spronare i giovani a mettere a frutto il

loro talento ed affrontare i problemi con creatività, imparando

a trovare soluzioni personali e collettive, a seconda dei casi.

Il Presidente Internazionale ha partecipato con entusiasmo

al WIR (Walking in Rotary), seminario formativo rivolto a

rotaractiani, interactiani e persino under 12 del distretto

2080, che si è svolto presso il Liceo Giulio Cesare di Roma.

Presenti anche i 47 ragazzi di nazionalità straniera, ospiti del

programma “Scambio Giovani”.

Non sono mancati contatti con rappresentanti delle Istituzio-

ni e autorità locali, dal Vicesindaco di Roma al Ministro della

Salute al Papa in udienza pubblica. Un privilegio, quest’ul-

timo, che possono vantare in pochi. Per l’occasione, Huang

ha consegnato al Santo Padre il più alto riconoscimento

rotariano riservato ai capi di Stato e a personaggi eccezionali.

Ritengo che il valore prodotto dall’interazione, ovvero la

possibilità di conoscere cose nuove vada di pari passo con la

capacità di sviluppare il pensiero critico, in senso filosofico,

cioè la capacità di analisi, deduzione e trasformazione di in-

formazioni, un processo che ha in sé il germe del progresso.

La tolleranza deriva dal pensiero critico e scaturisce nella

capacità di mediazione. Tutte queste caratteristiche e abilità

sono proprie del buon rotariano e ne giustificano, a mio avvi-

so, la gratificazione e la soddisfazione come animale sociale,

che si rende utile alla società come naturale conseguenza del

suo bagaglio di apprendimento e della sua sensibilità.

La sensibilità verso il prossimo è ciò che ha prodotto uno dei

più grandi successi del Rotary, l’eradicazione quasi totale

della poliomielite nel mondo. Un progetto che trent’anni

fa, agli inizi, era solo un miraggio ed oggi è realtà. Quali e

quanti sono i poliomielitici e come vivono? Non c’è bisogno

di andare in un Paese del terzo mondo per scoprire gli effetti

devastanti di questa malattia. Per il Presidente Internaziona-

le, a Roma, si è esibito un ospite d’eccezione. Il suo nome

è Dergin Tokmak, la stampa lo ha definito l’Angelo con le

stampelle. Di origine turca, all’età di un anno Dergin perde

l’uso delle gambe ma questo non gli impedisce di inseguire il

sogno di ballare. Oggi si esibisce in tutto il mondo e ballare

per il Rotary ha avuto un significato speciale, sia per noi che

per lui.

Per tornare all’interazione, il prossimo giugno a San Paolo in

Brasile ci sarà la convention mondiale del Rotary, ed è certo

che ad incontrarsi non saranno occidentali e orientali, gente

del Sud e del Nord ma rotariani d’Oriente e d’Occidente, del

Sud e del Nord. Ed è proprio questo l’ultimo (ma forse il più

importante) punto di forza che ho trovato: il Rotary è da sem-

pre una grande famiglia.

IunIa ValerIa SaggeSe

GARY HUANG A ROMA

17 i viaggi del Presidente

Dergin Tokmak, ballerino sopravvissuto alla poliomielite, si è esibito a Roma in occasione della visita del Presidente Internazionale del Rotary.

INDICE

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Il fascino del tema futuro coinvolge molto i rotariani. Per

uno studioso del cursus rotariano, quali sono oggi i pre-

supposti per affrontare il futuro delRotary?

Il tema “futuro” è sempre fonte di interesse in quanto

espressione del divenire della società. Non so se nel mo-

mento attuale questo tema eserciti sui rotariani in Italia più

fascino o più preoccupazione. In molti Paesi occidentali è

in atto, ormai da alcuni anni, una regressione dell’effettivo,

associata ad un progressivo incremento della componente

asiatica. Non si tratta di un processo meramente numerico,

bensì di un fenomeno che sta già esercitando un’influenza

sul Rotary International. La sensibilità orientale, nelle sue

variegate espressioni, può apportare un contributo all’evolu-

zione spirituale del nostro sodalizio, soprattutto in termini di

introspezione e di coscienza della partecipazione del singolo

al destino dell’umanità.

Per contro, comincia a delinearsi il rischio di perdita del-

la memoria storica delle nostre radici. La saga rotariana,

esemplarmente espressa dalle sue versioni a fumetti, sta

soppiantando la conoscenza dei reali contorni del nostro

passato, fondamento essenziale per un futuro consapevole.

Quanti rotariani conoscono oggi il documento redatto da Paul

Harris nel luglio 1908 al fine di ottenere il riconoscimento

statale dell’allora unico Rotary club esistente? Eppure si

tratta di un atto fondamentale, nel quale sono affermati la

prevalenza dell’impegno civico sulla beneficenza e la lealtà

quale fondamento dell’etica rotariana. E quanti conoscono i

nomi e l’opera dei pionieri, ai quali si devono lo sviluppo del

Rotary e l’affermazione dei suoi valori? Ciò non va attribuito

ad ignavia di lettori, bensì all’oblio nel quale stanno cadendo

fondamenti del nostro sodalizio.

Alla tua domanda su quali siano oggi i presupposti per af-

frontare il futuro posso solo rispondere con un mio convinci-

mento: non c’è futuro o c’è un futuro precario se va perduta

la consapevolezza delle nostre origini e delle loro motivazioni.

Cosa significa per Giuseppe Viale Servizio? Come si rea-

lizza l’ideale del Servizio in un Rotary così diffuso e così

diverso, in relazione ai luoghi e alla rete sociale?

A questa domanda si può rispondere in vari modi, dai più

conformisti ai più dissacranti. Voglio credere che tutti noi,

al momento dell’ammissione al Rotary, fossimo consape-

voli almeno del fatto che era attesa la nostra disponibilità

nell’ambito della specifica competenza professionale, la par-

tecipazione attiva alle iniziative del Club, la consapevolezza

di entrare in un sodalizio che si prefigge uno scopo. Orbene,

in troppi casi la vita di club è oggi quella propria di un circolo

i cui caratteri principali sono la convivialità e la carità privata,

spesso mediata da terzi. È il caso di riflettere un istante sul

paradosso della crisi dell’associazionismo, che investe anche

il Rotary, concomitante con lo sviluppo del volontariato, che

si esplica nei più diversi settori. Ci sarà pure una ragione alla

base di questo fenomeno.

Ho già ricordato come il contributo di proposta e d‘iniziativa

ai problemi della comunità sia stato elemento fondante del

Rotary. Il concetto di comunità ha assunto nel tempo sempre

maggiore estensione. Il Rotary si è fatto internazionale sin dai

suoi primi anni di vita. La cura del bene della collettività deve

GIUSEPPE VIALERotary, con realismo e partecipazioneIntervista a Giuseppe Viale, Board Director 2014/2016 - di Andrea Pernice

INTERVISTE

18 ROTARY dicembre 2014

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BOARD DIRECTOR

19 interviste

oggi riferirsi al più vasto ambito raggiungibile. Nella sua più

significativa espressione quest’ambito si identifica in Polio

Plus - End Polio Now, operazione a dimensione planetaria

che non ha riscontro nella storia sanitaria dell’umanità e

della quale il Rotary è stato l’ispiratore ed è tuttora convinto

assertore. È necessario e doveroso che questa nostra opera

sia portata alla conoscenza del pubblico. Tuttavia, si impone

cautela nella trasmissione del messaggio. L’Organizzazione

Mondiale della Salute ha confermato recentemente che la

fine della trasmissione del virus è possibile entro il 2018, ma

nello stesso tempo ha diramato un allarme per l’incombente

rischio di infezioni di ritorno in Paesi già dichiarati polio-free.

Ricordo sempre l’esortazione di un grande Presidente, Bhi-

chai Rattakul, figura tuttora di riferimento nel panorama

rotariano internazionale. “Il Rotary, miei cari amici, non ha

bisogno di essere idealizzato, né di essere enfatizzato al di

là di quello che è stato per circa un secolo”. Lo stesso vale,

a mio avviso, per il “Servizio”. Il Rotary non è una comu-

nità monastica ispirata alla trascendenza. Tutti noi siamo

partecipi al mutare della società alla quale apparteniamo.

Siamo uomini e donne d’azione o di pensiero, ma comunque

sensibili alle istanze umane e sociali del nostro tempo. Così

come il Rotary, il Servizio rotariano non va rapportato a una

dimensione che non gli è propria e che da ideale può divenire

astratta e di fatto avulsa dalla realtà. Il compito al quale sia-

mo chiamati è semplice, ma concreto. Esso può esplicarsi in

modi diversi e in diversi settori, a titolo singolo o collettivo.

Le attività umanitarie realizzate localmente o altrove hanno

un loro precipuo significato e vanno mantenute, specie se

tali attività sono realizzate in proprio. Tuttavia, il ripristino

da parte nostra dell’azione rotariana dedicata al “civic work”,

accanto alle “charities”, può essere determinante ai fini della

nostra credibilità, prima ancora che della nostra visibilità nel

contesto nel quale viviamo.

I club sono stimolati ad adottare politiche comuni in

termini di attenzione all’immagine pubblica e di crescita

dell’effettivo. Spesso ciò avviene con criticità, quando i

singoli rotariani e i club assumono posizioni non allineate.

L’autonomia dei club è un assioma nel Rotary, ma autonomia

non significa licenza e non esclude affatto un coordinamento,

in primo luogo a livello distrettuale. L’opera degli Assistenti

del Governatore è essenziale a questo proposito. È necessario

stimolare i club a concentrare il più possibile le loro iniziative

su progetti comuni, purché a chiara connotazione rotariana,

limitando interventi singoli i quali, per la loro stessa dimen-

sione, hanno impatto limitato.

Su altro versante tu fai riferimento all’immagine pubblica e

alla crescita dell’effettivo. Non ho difficoltà ad ammettere che

recenti campagne promozionali, pur diligentemente attuate

sulla scorta delle indicazioni provenienti dal Rotary Internatio-

nal, non hanno sortito l’effetto sperato. Messaggi sofisticati,

espressi in forme tecnicamente pregevoli, sono risultati di non

immediata comprensione da parte di un pubblico non rotaria-

no. Altri, miranti a rappresentare il Rotary quale associazione

di persone della “porta accanto”, dal viso limpido e con la

consapevolezza di una serena operatività, hanno avuto effetto

ambivalente. Le indicazioni trasmesse dal centro alla periferia

rotariana hanno necessariamente significato generale, tale da

servire da spunto per iniziative destinate a specifiche ambien-

tazioni. È necessaria una flessibilità nella loro attuazione al

fine di renderle efficaci nelle realtà locali.

Il decremento dell’effettivo, manifestatosi in Italia da alcuni

anni dopo un lungo periodo di progressivo incremento, rap-

presenta un punto critico che va affrontato con realismo. Le

cause del declino sono molteplici e solo in parte dipendenti

dalla crisi economica contemporanea. Esiste, comunque, un

dato di fondo: l’età media dei rotariani in Italia è elevata. È

necessario un ringiovanimento che potrà avvalersi, oltre che

della cooptazione di giovani nei club esistenti e della costitu-

zione di nuovi club dotati di procedure snelle e di regolamenti

elastici, anche della recente innovazione rappresentata dai

club satelliti. Non si tratta di mirare a un aumento indiscri-

minato di soci a scapito dell’oculata valutazione delle singole

candidature. Del resto, sin dalla fase preparatoria del vigente

Regional Membership Plan, gli attuali Governatori italiani

hanno formulato in proposito proposte equilibrate, che sono

state recepite. Nei primi mesi del corrente anno rotariano si

sta delineando un’inversione di tendenza rispetto al decre-

mento dell’effettivo verificatosi negli anni scorsi. Mi auguro

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che il ritorno del Distretto 2060 alla nostra Zona, recente-

mente deciso dal Board, contribuisca ad accentuare questo

andamento e, soprattutto, a rafforzare la consapevolezza

della valenza del Rotary italiano.

Alle tue domande: dove stiamo andando? come ci stiamo

muovendo? Posso solo rispondere con l’appello ad una ri-

flessione sulla attuale capacità di attrazione del Rotary nella

società, ad una più stretta adesione ai valori fondanti e ad un

rinnovamento della nostra compagine attraverso una azione

diffusa che faccia tesoro delle esperienze del passato.

La funzione di Director è centrale per l’impostazione

strategica del Rotary del futuro, in armonia con la multi-

culturale rappresentanza rotariana che si esprime anche

nel Board. Com’è iniziato questo percorso e come intendi

significare le aspettative della zona che rappresenti?

Anche se avevo già avuto occasione di conoscere alcune re-

altà rotariane d’Oriente, l’institute Asiatico svoltosi a Taipei

nello scorso dicembre ha lasciato in me una profonda impres-

sione. Ho constatato quanto sia sentito l’orgoglio nazionale

rotariano, espresso anche dal supporto e dalla diretta parte-

cipazione dei governatori ad eventi previsti nel programma.

In India, Tailandia e Taiwan è stato accolto favorevolmente

l’invito del Presidente Gary Huang a cooptare nel club l’intero

nucleo famigliare adulto di ciascuno dei suoi membri. È, que-

sto, un aspetto estraneo alla nostra sensibilità e difficilmente

applicabile nel nostro contesto. Tuttavia, esso è probabilmen-

te destinato a influire non solo sulla evoluzione del Rotary in

quei Paesi, ma anche sul divenire dell’intero sodalizio.

Gary Huang è uomo di lingua e di cultura cinesi e di forma-

zione confuciana, il che ne fa il più idoneo interlocutore del

governo della Repubblica popolare in funzione della ricercata

apertura della Cina continentale al Rotary. Sembra esistere

oggi una tenue prospettiva di costituzione di club provvisori

in quell’immenso Paese, al di là di quelli esistenti a Pechi-

no e a Shangai, peraltro chiusi alla comunità indigena. Per

contro, si teme che il recente irrigidimento governativo a pro-

posito degli statuti speciali vigenti a Hong Kong e a Macao,

dove continuano ad essere attivi numerosi Rotary club alcuni

dei quali esistenti sin dagli anni ’30 e ’40, possa ripercuo-

tersi negativamente sulle possibilità di penetrazione in Cina

e sulla vita delle realtà esistenti. Del resto, la prospettiva di

un’apertura della Cina al Rotary aprirebbe scenari oggi mal

definibili ma di enorme impatto potenziale sulla connotazio-

ne stessa del nostro sodalizio.

In questo contesto il Rotary europeo stenta ad avere una voce

comune, nonostante il succedersi di iniziative atte a fare

emergere aspetti condivisi. È attualmente in fase di esame

il progetto di realizzare un unico Institute europeo annuale,

comprensivo dell’intero Rotary continentale e del RIBI britan-

nico. Non so prevedere quale ne sarà l’esito, ma non credo

che potrà essere immediato, né di facile realizzazione.

In una prospettiva a breve–medio termine è necessario, a mio

avviso, ricorrere a tutte le risorse derivanti dal principio di re-

gionalizzazione, ormai riconosciuto dal Rotary International.

La nostra Regione è composta da Italia, Francia, Spagna e

Portogallo, che hanno problemi diversi ma che condividono

esperienze comuni. Basterà ricordare, a questo proposito,

che nell’Europa latina sorse e si sviluppò il primo Rotary

continentale, a partire dal lontano 1920. Sono altresì con-

vinto, al di là del mio rapporto famigliare e professionale con

il mondo germanico, che potrà rafforzarsi quel colloquio con

il Rotary mitteleuropeo ora in corso con promettenti prospet-

tive. Per quanto concerne le aspettative della nostra Zona,

permettimi di parafrasare un’espressione forse abusata ma

pertinente. A fronte delle tue legittime attese, cosa sei dispo-

sto a fare per rispondere alle attese che il Rotary pone in te?

Come interpreti il motto del Presidente Huang? Cosa por-

terà di nuovo nel Rotary, nel corso dei prossimi mesi?

Il tema presidenziale, “Light up Rotary”, è di assoluta chia-

rezza. La sua traduzione italiana, “Accendi la luce del Ro-

tary”, riflette il genuino intendimento di Gary Huang. Tutti

noi siamo richiamati sia a ispirare le nostre azioni ai principi

rotariani, sia a diffondere questi principi nella vita quotidiana

della società nella quale operiamo.

Per quanto concerne la tua seconda domanda, mi sembra

diffusa la convinzione che il Rotary stia attraversando un

periodo di profonda trasformazione. Si tratta di un processo

evolutivo di non breve momento, la cui progressione è diffi-

INTERVISTE

20 ROTARY dicembre 2014

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BOARD DIRECTOR

21 interviste

cilmente valutabile nel breve arco di mesi. Nei limiti tempo-

rali del mio mandato mi adopererò al fin che si consolidi la

consapevolezza della perdurante valenza dei valori originari,

con l’auspicio che il Rotary del futuro, necessariamente

composito e variegato rispetto a quello dei primordi, possa

custodire l’originaria impronta culturale occidentale e riesca

a ricondurre l’apporto delle culture e delle tradizioni dei

popoli all’unificante principio di una comune appartenenza.

Il legame con il territorio è fondamentale per il Rotary.

Qual è la strategia che auspichi sia condivisa dai distretti

italiani, per rafforzare questo legame?

Se il rapporto con il territorio è requisito essenziale per l’af-

fermazione del sodalizio e se il Rotary italiano intende essere

significativa espressione della società è necessaria un’opera

di identificazione e di rappresentatività della realtà naziona-

le. A questo fine l’attuale configurazione di ADIRI è del tutto

inadeguata. Manca in Italia quel coordinamento che è eserci-

tato in Francia dal CODIFAM, in Germania dal Deutscher Go-

vernorrat, in Svizzera dal Governorrat Schweiz/Liechtenstein,

in Austria dall’Osterreichischer Governorrat. Nulla è sottratto

ai singoli governatori, detentori pro-tempore del potere de-

cisionale. Al contrario, la presenza a livello continentale di

chi fosse da loro designato a rappresentare il Rotary italiano,

anche per un solo anno, ne farebbe interlocutori atti a contri-

buire efficacemente alla definizione della visione europea del

Rotary, alla quale essi non sono oggi partecipi nella misura

che la storia, l’apporto di idee e la stessa consistenza nume-

rica del sodalizio in Italia consentirebbe. Inoltre, l’accorta

programmazione triennale, concordata con i loro successori,

faciliterebbe quella più incisiva azione sull’intero territorio

nazionale che tutti auspichiamo.

Più giovani, più donne, più soci, più Club… qual è il segre-

to per avere in effetti più rotariani, dal tuo punto di vista?

Non credo esista un segreto per incrementare l’effettivo. Ba-

sta porsi qualche semplice domanda. Il Rotary ha ancora for-

te capacità di attrazione nella nostra comunità? L’età media

dei soci e la componente femminile corrispondono a quelle

della parte dinamica della società della quale vogliamo esse-

re espressione? Il da farsi dipende dalle risposte che si danno

a queste domande.

Il ruolo della Fondazione e lo stimolo alla realizzazione di

progetti sostenibili sono percepiti compiutamente, a tuo

avviso, dai rotariani? Quanta dispersione c’è, ancora?

L’avvio della Future Vision ha creato qualche iniziale sconcer-

to per l’apparente complessità delle procedure, che cambia-

vano prassi consolidate. L’opera dei responsabili delle com-

missioni distrettuali si è rivelata efficace a questo proposito,

il che si è riflesso particolarmente sull’aumento numerico dei

progetti globali verificatosi quest’anno in molti distretti. Mi

sembra che la comprensione dell’impostazione generale e dei

meccanismi attuativi stia facendo ora rapidi progressi.

Se pensi al Rotary di dieci anni fa…? E se pensi al Rotary

tra dieci anni?

È vezzo comune agli anziani, dato che la memoria umana è

selettiva, riferirsi al passato come ad un’epoca comunque

migliore di quella presente. Spero di non indulgere a questa

debolezza se affermo che il Rotary di dieci anni or sono pre-

sentava una ricchezza di apporti intellettuali e di discussione,

che mi sembra essersi affievolita in tempi recenti. Non credo

che si tratti di un fenomeno specificamente italiano. Esso

esprime piuttosto, a mio avviso, un indirizzo diffuso nell’in-

tero mondo rotariano occidentale con significative, ancorché

sporadiche eccezioni, specie in Germania e in Francia. In

buona sostanza esso è il risultato del progressivo prevalere

dell’azione umanitaria sull’impegno civico, in definitiva delle

“charities” sul “civic work”. Ma di questo abbiamo già detto.

Il tuo messaggio per i rotariani.

Sono, per natura e convinzione, alieno dal lanciare messag-

gi. Se un richiamo posso fare, è quello volto ad affrontare i

problemi che si pongono nel nostro sodalizio con lo stesso

realismo e la stessa determinazione coi quali siamo abituati

ad affrontare i problemi che incontriamo nelle nostre profes-

sioni. Forse con in più un briciolo di quella partecipazione

affettiva che dedichiamo alla nostra famiglia e che possiamo

estendere in qualche misura alla famiglia rotariana.

INDICE

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Salvatore SarpietroCoordinatore Task Force Effettivo

Il Presidente internazionale ha po-

sto l’accento sul tema della mem-

bership, lanciando campagne e pro-

poste particolarmente innovative.

Come si adattano al Rotary italiano?

Premesso che il Rotary in Italia, nel triennio 2007-2010 ha

raggiunto il numero massimo di soci (43.111); e che dal

2010 è iniziato il calo con una perdita, nel 2012-13, di

circa 1.200 soci, cosa mai avvenuta nella storia del Rotary

in Italia; e, nel 2013-14, di altri 657 soci, finalmente in

questi giorni possiamo prendere atto che c’è un’inversione

di tendenza. Sicuramente avranno contribuito anche le ini-

ziative proposte dal Presidente Internazionale, e, fra queste,

quelle che ritengo siano più perseguibili per la crescita della

membership, la costituzione di nuovi club, la costituzione di

club satelliti e di e-club; con particolare attenzione al ringio-

vanimento della compagine sociale con l’ingresso di giovani

e di donne.

All’assunzione dell’incarico, quale Rotary hai fotografa-

to, nell’ambito della Zona 12? E con il passare dei mesi,

come sta mutando lo scenario, in termini numerici?

All’inizio del mio mandato, la membership era ancora in calo,

con parecchi club in difficoltà per il diminuito numero di so-

ci, e con le conseguenti difficoltà nella realizzazione dei pro-

getti. Per fortuna gli ultimi dati, come ho appena accennato,

sono confortanti, anzi il report di fine ottobre, inviatoci da

Evanston, finalmente fotografa quasi tutti i distretti italiani in

zona positiva (+ 237 soci).

Il Rotary in Italia ricomincia a crescere grazie al forte impe-

gno dei governatori, che hanno messo in atto anche i nuovi

modelli di club; con questi primi risultati, che ci incoraggiano

a proseguire in questa direzione.

Il tema dell’effettivo è trasversale rispetto all’impegno

delle task force dedicate espressamente a diversity, gio-

vani e leadership. Come interpreti le risposte all’impe-

gno profuso nei distretti per l’effettivo?

Certamente sull’effettivo, sul suo mantenimento e sulla sua

crescita influiscono le azioni svolte da tutte le Task Force.

Ma, per rimanere nell’ambito della Task Force Membership,

di cui sono il responsabile, ho predisposto un database, fi-

IL RUOLO di Coordinatore Rotary è stato istituito per la

prima volta nell’anno rotariano 2010-2011, con mandato

triennale. Lo scopo è quello di formare i Governatori Eletti

nell’ambito del Governor Elected Trianing Seminar e, suc-

cessivamente, quando entrati in carica, di supportarli nelle

seguenti attività aventi tutte come obiettivo quello più impor-

tante del Rotary International, lo sviluppo dell’effettivo.

Identificare e fare attuare strategie innovative per la conser-

vazione e lo sviluppo dell’effettivo; aiutare i distretti nello

sviluppo di piani strategici; facilitare il coinvolgimento/l’in-

serimento nei club di soci giovani; facilitare il coinvolgimen-

to/l’inserimento nei club di donne; partecipare e promuovere

riunioni di formazione e seminari distrettuali.

L’insieme di tutte queste attività viene pianificato e gestito

tramite il coordinamento dei Responsabili delle cinque Task

Force, come di seguito descritto.

andrea OddI - RotaRy CooRdinatoR

TASK FORCEinterviste ai coordinatoriPunti di vista, strategie dei coordinatori e piani attuativi nella Zona 12, per le 5 Task Force rotariane.

INTERVISTE

22 ROTARY dicembre 2014

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nalizzato alla raccolta di dati relativi alla dimissione dei soci

dall’anno 2011, con la finalità anche di tentare il recupero

di tutti quei soci, che per le più svariate motivazioni, si erano

allontanati dai club di appartenenza.

L’idea mi è venuta sentendo un presidente di club, il quale,

all’inizio del suo mandato, si mise a telefonare ai soci che si

erano dimessi, ottenendo il ritorno di alcuni.

Ho, quindi, inviato a tutti i governatori la scheda con le indi-

cazioni per la compilazione, con l’invito a farla compilare da

tutti i Club.

Una volta che mi saranno restituite, provvederò all’elabora-

zione dei dati di tutte le schede.

L’analisi del database offrirà elementi utili per meglio capire

le ragioni della disaffezione; e per migliorare le future azioni

rivolte al mantenimento e allo sviluppo dell’effettivo.

Un dato interessante, che emerge dalle schede pervenutemi,

e che merita un’attenta riflessione, è quello delle dimissioni

per la perdita d’interesse verso il Rotary.

Credi che il web e in particolare e-Club e social network

possano rappresentare una nuova leva per l’effettivo?

Penso proprio di sì e lo stiamo constatando con la creazione

di nuovi e-club, che già è avvenuta in molti distretti. Ma, poi-

ché nella nostra realtà è una novità, a mio avviso, dobbiamo

attendere come si svilupperanno per vederne l’operatività e

l’efficacia negli anni a venire. Ma, sicuramente il Web contri-

buirà alla crescita della membership. Al momento, secondo

me, occorre operare con cautela, incoraggiando quello che

più si adatta al nostro Rotary, tenendo conto delle varie real-

tà; magari non apportando, a tutti i costi, novità in quei club

che vanno bene.

Come si stanno sviluppando sul nostro territorio i club

satellite?

Già ne sono stati costituiti, e penso che questo nuovo mo-

dello di club possa rispondere a talune esigenze connesse in

particolare ad alcune tipologie di territorio, dove magari non

vi sono le condizioni tali da raggiungere il numero di soci

minimo per formare un club tradizionale; ed anche, a mio av-

viso, per venire incontro alle esigenze specie della fascia più

giovane di potenziali rotariani, proprio per le caratteristiche

gestionali del club satellite. E, date le positive esperienze

che si stanno evidenziando, ritengo che possa essere un altro

punto di forza a favore della membership.

Quali sono le maggiori resistenze, rispetto alle novità?

Ovviamente, per quello che ho riscontrato, le eventuali “resi-

stenze” derivano appunto dalle novità; ma sono, nel caso in

specie, dovute ancora alla poca conoscenza di questi nuovi

modelli e al poco tempo trascorso per sperimentarne l’effi-

cacia e la validità. E, quando si è in presenza di strumenti

nuovi, forse un po’ di cautela va giustificata.

Come si inserisce il vostro lavoro nel contesto della vi-

sione di Zona 12, concordata con il Rotary Coordinator

Andrea Oddi? E a livello internazionale, con riferimento

alla crescita del Rotary e della sua rappresentatività?

Tutta la nostra attività viene attentamente coordinata dal RC

Andrea Oddi, attraverso incontri e periodici scambi di infor-

mazioni, per rendere quanto più efficace il nostro supporto ai

distretti, ovviamente in sintonia con i governatori.

Preciso, poi, che le azioni e gli obiettivi delle Task Force sono

previste nel “Piano Regionale per la Membership”, predispo-

sto dal BD Giuseppe Viale, e approvato da “Evanston”. In

particolare per quest’anno è previsto, per la nostra Zona, un

incremento della membership dell’1%.

Inoltre, come “Project Lead”, ho il compito di inviare a

“Evanston” un report trimestrale con le indicazioni delle

attività svolte e di quelle in corso, che ogni responsabile di

Task Force mi comunica. Questo dimostra come da parte del

Rotary International vi sia un attento monitoraggio di quanto

viene svolto dai vari responsabili; con lo scopo di rendere il

nostro servizio il più efficace possibile a favore del Rotary,

contribuendo cosi ad Accendere la luce del Rotary.

TASK FORCE

23 interviste

segue >>

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INTERVISTE

24 ROTARY dicembre 2014

Francesco ArezzoCoordinatore Task Force e-Club e Social Network

Cosa è in concreto un e-Club?

Il concetto di e-Club è allo stesso tempo

semplice ed estremamente complesso:

complesso perchè misconosciuto. Un

e-Club è un normale Rotary Club con tutti i diritti e con tutti

i doveri che conseguono alla sua affiliazione al Rotary Inter-

nazionale. Per la sua costituzione segue la medesima trafila

burocratica di un qualsiasi club tradizionale, per cui prevede

la nomina di un rappresentante ad hoc da parte del Governa-

tore e un numero minimo di soci esattamente come un club

tradizionale. È chiamato inoltre a svolgere gli stessi compiti,

servizio e progetti locali e internazionali, riunioni periodiche

settimanali, perseguimento degli obiettivi del Piano Strategi-

co del Rotary Internazionale. L’unica cosa che lo differenzia è

la forma della riunione settimanale, non più intesa come in-

contro fisico fra i soci, ma sfrutta le nuove metodiche messe

a disposizione dai moderni mezzi telematici.

Trovi che l’Italia sia pronta per questa nuova realtà?

Certo. Negli ultimi mesi c’è un grande fermento. L’e-Club

nasce in Paesi, penso per esempio all’Australia, dove le

distanze eccessive fra i soci impedivano o rendevano comun-

que estremamente difficoltoso l’incontro fisico settimanale

fra i soci. È chiaro che questo problema non si riscontra nel

nostro Paese. Con la riunione telematica si viene però incon-

tro alle esigenze di molte persone: per esempio di quelle che

svolgono un lavoro con orari non convenzionali o che viaggia-

no spesso a causa del lavoro. Anche i giovani professionisti

che devono gestire tutti i problemi collegati ad una nuova

famiglia da avviare possono trovare molto conveniente questa

forma di aggregazione. Ancora, la riunione telematica annulla

i costi delle riunioni riducendoli solo alle spese di acquisto

e gestione dello spazio “virtuale” sulla rete. I costi ridotti e

la flessibilità estrema nella frequenza danno la possibilità di

avvicinarsi al Rotary a tutta una generazione di giovani, ex ro-

taractiani o meno, che altrimenti verrebbero scoraggiati e che

rischieremmo inevitabilmente di perdere. Alcuni soci anziani

cominciano ad avere problemi di deambulazione o comunque

possono trovare difficoltoso uscire di casa la sera per raggiun-

gere il luogo dell’ incontro settimanale. Cominciano a non

frequentare con assiduità, finché arrivano alle dimissioni.

L’e-Club può venire incontro con successo a questi o ad altri

casi particolari.

Il rapporto tra e-Club e sviluppo dell’effettivo?

Il Rotary, in generale e quello italiano in particolare, sta

vivendo un momento di difficoltà riguardo alla crescita

dell’effettivo. Abbiamo perso quasi il 10% negli ultimi 5-6

anni. Dobbiamo recuperare questo numero, ma il problema

principale secondo me è un altro: l’età media del Rotary

italiano si sta alzando sempre di più. Certo, abbiamo un patri-

monio invidiabile di esperienza, ma i nostri club rischiano di

perdere in effervescenza e forza di propulsione. Alla lunga, se

non riusciamo a invertire questo trend, si rischia di perdere il

contatto con una realtà che evolve, come abbiamo già detto,

in maniera molto veloce. Gli e-Club non solo sono in grado

di aumentare il numero del nostro effettivo ma, rivolgendosi

principalmente ai fruitori della rete e quindi a individui del-

le nuove generazioni, contribuiscono a dare al Rotary una

iniezione di entusiasmo e di novità. I ragazzi sono attrezzati

meglio di noi a capire e a interpretare i cambiamenti di una

società che cambia con velocità vorticosa e potranno adegua-

re i nostri club ai cambiamenti cui siamo obbligati dal fatto

stesso di vivere in una società “liquida” che cannibalizza

continuamente i suoi valori di riferimento.

A che punto è il piano di sviluppo per la Zona 12?

All’inizio dell’ anno rotariano mi sono dato degli obiettivi: par-

tivamo dalla presenza, già consolidata, di tre e-Club. Mi sono

prefissato il traguardo di 10 e-Club e 10 Club Satellite, entro

la fine dell’ anno rotariano. Il Rotary consiglia di portare nei

distretti questi nuovi concetti, tramite seminari e incontri ap-

positamente organizzati. So che i distretti e i governatori sono

già impegnati in mille incontri da progettare e organizzare, e

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TASK FORCE

ricevono quotidianamente proposte di nuovi incontri e semi-

nari. Ho preferito quindi mantenermi in contatto coi governa-

tori tramite una lettera bimestrale che serva a fare il punto

della situazione nella Zona 12 e a mantenere vivo l’interesse

su questo tema. Naturalmente i governatori sanno che sono

sempre a disposizione, nei limiti temporali che la professione

mi permette, per partecipare a seminari distrettuali o di area,

così come per dare delucidazioni o fornire materiale aggior-

nato sull’argomento. Ritengo infatti inutile imporre seminari

o partecipazioni non richieste; ogni Governatore conosce le

esigenze del proprio Distretto e può decidere come sfruttare

al meglio il tempo a sua disposizione. Ho inviato materiale a

parecchi distretti, ho avuto molte conversazioni telefoniche

per chiarire dubbi legati a una normativa ancora nuova e non

ben codificata. I risultati sono stati importanti: contiamo già

diversi Club Satellite e nuovi e-Club, alcuni Club Satellite

sono nati sotto forma di e-Club. Tutto ciò non solo crea nuovo

effettivo, ma contribuisce, come si diceva prima, all’ ingresso

di elementi giovani che apportano nuovi interessi, nuove pro-

gettualità e abbassano l’età media della nostra compagine.

Come giudichi la presenza di club e distretti sulla rete e

sui social network in particolare?

Molti club tradizionali sono forniti di un proprio sito web. Mi

auguro che a breve tutti i club della Zona 12 ne siano forniti.

Serve al socio per reperire notizie sulle attività già svolte o su

quelle che sono in cantiere. Serve al visitatore occasionale

che può trovare informazioni sul Rotary e sul club che non

siano affette dai pregiudizi che spesso accompagnano le

notizie sul Rotary reperibili in rete. Ma l’utilità del sito viene

meno se il sito stesso non è costantemente aggiornato. Un si-

to non aggiornato dà un’immagine negativa di sciatteria e in-

capacità organizzativa, trasformandolo in un boomerang che

si ritorce contro di noi. Mille volte sì al sito, ma se non siamo

in grado di tenerlo “vivo” e aggiornato è meglio chiuderlo e

riattivarlo quando avremo trovato le professionalità adatte a

mantenerlo con dignità.

Questo problema si pone in maniera ancora più pressante per

i Social Network. Il Rotary Internazionale incoraggia l’uso di

pagine Facebook o di account di Twitter. Sono i nuovi mezzi

di espressione e di comunicazione delle nuove generazio-

ni, se vogliamo raggiungerle dobbiamo andarle a cercare lì

dove si incontrano, sul nuovo agorà telematico. Se il sito

va aggiornato periodicamente con costanza, le pagine dei

social network sono luoghi, ancorché virtuali, di incontro e

di contatto pluri-quotidiano. Perché una pagina facebook sia

utile deve essere in grado di dialogare con gli utenti quasi

in tempo reale. Se si opta per una scelta del genere bisogna

essere sicuri di poter contare su un socio o su un gruppo di

soci che più volte al giorno si colleghino e mantengano attivo

il dialogo.

Come si inserisce il tuo lavoro nell’ambito dell’organizza-

zione della Zona 12?

Nella mia azione mi muovo sempre d’intesa con Andrea Oddi,

il Coordinatore Rotary della Zona 12 e con la collaborazione

costante degli altri componenti della sua squadra. In partico-

lare lavoro a stretto contatto con Salvo Sarpietro per le ovvie

ripercussioni che questi nuovi club hanno sull’ effettivo e con

Gianni Montalenti che si occupa di Nuove Generazioni.

Volevo spendere, prima di concludere, due parole sui Club

Satellite, una ulteriore forma di club che abbiamo da poco a

disposizione. Il Club Satellite non è, a differenza dell’ e-Club,

un “nuovo” club del Distretto. Infatti non nasce necessaria-

mente su impulso del Governatore, non necessita di un Rap-

presentante Speciale, non riceve una Carta di fondazione da

Evanston. È semplicemente una gemmazione di un club già

esistente. Nasce quindi su iniziativa di un club e del suo Di-

rettivo, non necessita di 20 soci ma ne sono sufficienti 8, In

caso di chiusura del club padrino scompare con esso. È utile

per andare a presidiare con un nuovo club quei territori che

non sarebbero in grado di alimentare un club tradizionale, ma

che in questo modo possiamo far rientrare nella nostra sfera

di influenza. Sono convinto che queste due nuove forme di

25 interviste

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INTERVISTE

26 ROTARY dicembre 2014

club siano particolarmente utili, per tenere nella nostra orbita

tutti quei ragazzi che escono dall’esperienza del Rotaract e

che per i più svariati motivi non sono o non si sentono ancora

pronti per il Rotary. Se non abbiamo delle forme nuove per

tenerli “legati” a noi, finiamo inesorabilmente per perderli,

dopo aver speso tante energie e tanti fondi per trasmettere

loro i valori rotariani. Dopo qualche anno potranno poi tran-

sitare nei nostri club, o il Club Satellite potrà trasformarsi in

un club indipendente. È un sentiero ancora inesplorato, sco-

priremo le sue potenzialità solo percorrendolo, con prudenza

e tenacia, senza paura delle novità. La paura delle cose nuove

è l’ostacolo più grosso sulla via del progresso.

Gianni MontalentiCoordinatore Task Force New Generations

Un filo diretto lega i giovani, l’idea

di un Rotary sempre nuovo e lo svi-

luppo dell’effettivo. Come si sta la-

vorando in Italia?

Si sta incominciando a lavorare bene. Sempre più governatori

nelle loro visite e seminari stanno convincendo i club a un

approccio diverso con i loro Rotaract. Sono sempre di più

le iniziative che vedono Rotary e Rotaract lavorare insieme.

Lo sviluppo dell’effettivo e i giovani sono argomenti molto

ampi, che non vanno valutati erroneamente solo con lo scopo

di un ringiovanimento dei Rotary Club, ma che vanno visti

principalmente sotto il profilo professionale, perché è questo

che ci serve. L’inserimento dei giovani nei nostri club signi-

fica stimolare il confronto, e confronto vuol dire mettersi in

discussione, conseguentemente rischiare. Il che potrebbe

precludere a una perdita di benefici per alcuni. Dimostrare

di saper rischiare significa trasmettere ai giovani di credere

in quello che proponiamo. Credere significa investire emoti-

vamente e razionalmente, significa trasmettere coraggio. E i

nostri ragazzi hanno bisogno di questo.

Che cosa caratterizza il piano di Zona 12 a favore delle

nuove generazioni? Come reagiscono i distretti?

Innanzitutto l’Italia - rotaractianamente parlando - rappre-

senta il Paese più importante a livello europeo, ed il quarto

nel mondo dopo colossi come India, Usa e Brasile. Possiamo

contare su oltre 7.000 giovani distribuiti in più di 450 Ro-

taract Club. Un bacino notevole se si pensa che la Germania

al secondo posto, si attesta a poco meno di 200 Club. Il mio

lavoro in questi anni è stato quello di proporre ai governatori

che si sono succeduti, principalmente informazioni sulla

potenzialità dei nostri giovani. Innanzitutto far conoscere i

numeri di un successo operativo a livello di Service, capacità

organizzative e fundraising dei Rotaract italiani; poi una fo-

tografia sulla distribuzione di età e sesso (52% ragazzi 48%

ragazze) per singolo distretto, ma soprattutto una indicazione

sulla professionalità dei rotaractiani (sempre per singolo

Distretto) nell’età prossima ai 30 anni con relativi elenchi

nominatovi a disposizione di ogni singolo club. I governatori

hanno dimostrato interesse per queste informazioni, ma la

risposta dovrà arrivare dai club che avranno la possibilità di

valutare i giovani segnalati e pianificare la loro accoglienza.

Sono più di 1.500 i giovani nella fascia 29-30 anni che

quest’anno sono stati indicati per una valutazione. Il passo

da effettuare come strategia avanzata è ufficializzare e for-

malizzare l’esistente Coordinamento Nazionale del Rotaract,

con un Multi-Distretto Italia (così come avviene in altri Paesi

europei) per favorire la circolazione delle informazioni nella

famiglia rotariana, ma soprattutto per coinvolgere nell’infor-

mazione il Rotary International, affinché il notevole lavoro

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TASK FORCE

di Service dei nostri giovani possa avere un riconoscimento,

soprattutto in sede internazionale, che oggi non c’è perché

non è veicolato attraverso i canali predisposti dalla nostra

organizzazione. Purtroppo non è stato ancora possibile realiz-

zarlo, ma in Italia, mi si permetta un’amara considerazione,

il concetto di unità nazionale è ancora un pensiero lontano. E

ciò va a scapito della nostra immagine globale.

Al terzo anno del tuo impegno nella Task Force, qual’è il

riscontro rispetto alla strategia intrapresa sul territorio?

Sono soddisfatto della disponibilità di molti distretti a con-

dividere confronti esterni. Il coordinamento nazionale predi-

spone delle linee guida in base alle strategie che arrivano da

Evanston: i seminari di formazione predisposti dai governato-

ri servono a diffondere le nuove linee operative. La presenza

a questi seminari di rotariani delle Task Force aiutano a

sostenere il Governatore per una più efficace azione nei con-

fronti dei Club. Il riscontro? Nuovi club Rotaract e Interact,

più attività comuni Rotary-Rotaract, e un inizio d’inversione

di tendenza nella diminuzione della membership. Credo che

come gruppo di coordinamento si possa essere soddisfatti.

Chi lavora concretamente con te sul tema?

Come sempre i rotariani di buona volontà, quelli che hanno

a cuore il futuro della’associazione e soprattutto quello dei

giovani.

Non ho un gruppo specifico di lavoro, ci si interfaccia con le

altre Task Force, con i governatori ed i collaboratori che ci

vengono indicati di anno in anno.

Come si inserisce il vostro lavoro nel contesto della visio-

ne di Zona 12, concordata con Andrea Oddi? E a livello

internazionale?

Ci riuniamo, ci si confronta in incontri anche con i Board

Director si concorda un processo di formazione e informazio-

ne; ma soprattutto ci si confronta tra noi cercando di seguire

una linea comune al fine di offrire a governatori e distretti la

massima collaborazione.

Per quanto mi riguarda, è anche molto interessante anche il

rapporto con i rappresentati distrettuali Rotaract attraverso

canali di comunicazione come Facebook e Whatsapp non

particolarmente diffusi in ambito rotariano, ma certamente

più pratici e dinamici della mail.

Marco MilanesiCoordinatore Task Force Leadership

C’è una leadership da costruire, ro-

tarianamente, e una da esprimere

nella società. Come stai lavorando a

livello di strategia?

Credo si debba parlare di “momenti strategici” che iniziano

dal recupero della consapevolezza che si entra nel Rotary in

quanto leader nel proprio ambito di riferimento professionale.

Un altro momento è costituito dal lavoro da fare sul coraggio

di essere attuatori di cambiamento, agendo su una leadership

che è invecchiata al punto tale da apparire datata rispetto ai

cambiamenti che ci circondano. Un terzo momento è quello

di utilizzare la nostra leadership, che trae il suo fondamento

dall’intergrità, per portare sempre più linfa, più ossigeno nel

mondo esterno, rendere credibili le nostre azioni, essere rife-

rimento di consultazione per le istituzioni.

Come stanno rispondendo i distretti all’idea di una stra-

tegia di Zona per la leadership?

Posso rispondere solo per la grande restituzione che ho avuto

dovunque sono stato invitato ad intervenire, e la sensazione

27 interviste

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INTERVISTE

28 ROTARY dicembre 2014

è stata di una grande volontà di trasformazione. In tutti i

distretti ho incontrato una realtà fatta di leader; imprendi-

tori, professionisti, che mi hanno consentito di scoprire un

mosaico di notizie, di situazioni, di testimonianze che può

contribuire a dare del Rotary un’immagine tutt’altro che

subalterna, ma dotata di forte capacità innovativa e questo

mosaico può diventare concretamente diffusivo dei valori che

animano una leadership in grado di abbattere il pregiudizio e

ridare la percezione giusta della nostra organizzazione.

Come si legano i temi della leadership e dello sviluppo

dell’effettivo?

Credo fortemente che una leadership diffusa sia l’unico stru-

mento capace di creare un ambiente in grado di portare al

reclutamento e alla conservazione. I presidenti cercheranno

di ottimizzare le operazioni dei club per la crescita dell’effet-

tivo, ma una leadership diffusa è l’unico strumento efficace

ed etico per rendere attraenti i club e ottenere risultati e

soprattutto per cercare e trovare nuovi soci fra i tanti giovani

leader trentacinque/quarantenni che sono interessati a ren-

dere il mondo un posto migliore.

Ci sono margini di crescita nel binomio leadership-diver-

sity?

Fatico a comprendere cosa significhi binomio leadesrship-di-

versity. Per me un leader è un leader indipendentemente

dal genere. Penso che dobbiamo smettere di pensare alle

donne come ad un che di esotico, senza peraltro mai volerci

veramente scommettere (discorso che vale comunque anche

per i giovani). Ciò che conta è la capacità di creare valore

immettendo intelligenze nell’organizzazione per non perdere

quella valenza professionale che è nostro valore fondante se

vogliamo continuare ad esprimere presenza nella società.

E come si lega il tema della leadership con quello delicato

e importante dell’immagine pubblica?

Se ognuno di noi è modello professionale, il peso del nostro

lavoro è importante, per cui la nostra leadership ci dà la

possibilità di chiarire i nostri pensieri, di esprimerli e di sot-

toporli al confronto. Per questo credo che la nostra leadership

sia elemento da affiancare alla nostra attività di servizio per

rendere ancora più efficace la diffusione della nostra imma-

gine. Essere leader e far sapere che lo siamo è importante

non tanto per essere lodati e gratificati, quanto per essere

riconosciuti come organizzazione che si adopera in maniera

professionale ed efficace a favore di chi ha bisogno e conno-

tati come partner validi ai quali dare aiuto da parte di chi ha i

mezzi finanziari per farlo e come struttura tale da poter essere

affiancata anche per progetti di ampia portata.

Trovi che l’Italia sia pronta per una nuova forma di

espressione di leadership rotariana?

Se per Italia si intende il sistema Paese, credo che non

solo sia pronta, ma necessiti della leadership rotariana. La

leadership rotariana non deriva dalle gerarchie ma è moto

dell’intelletto e questo induce a superare le differenze, a fo-

calizzarsi sui problemi e sul modo di risolverli. È uno stile che

probabilmente manca alla politica. Nella nostra associazione

la leadership è un esercizio complesso, perché è individuale

e al tempo stesso collettivo, perché è globale ma anche locale

e questi valori, in apparenza antitetici, sono in realtà co-valori

con il resto della società. Per questo noi dobbiamo confron-

tarci con le istituzioni in una logica che superi quella della

rappresentanza politica, ma in spirito di volontariato, metten-

do insieme quelle risorse intellettuali e anche materiali che

sono esclusivo frutto della nostra leadership di servizio.

Se per Italia invece si intende quella rotariana, come già

detto in precedenza, il mio viaggiare da eternauta nel mondo

dei vari distretti mi ha fatto recepire una base assolutamente

incline a nuove modalità di leadership rotariana. Dobbiamo

però purtroppo ancora lavorare per eliminare una certa morsa

omeostatica di coloro che, per incapacità di aggiornarsi e

scarsa volontà di formarsi al nuovo, si oppongono al cambia-

mento.

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TASK FORCE

Mario GiannolaCoordinatore Task Force Diversity*

Perché la diversity? Cosa si intende

con un termine a così ampio spettro

di significati?

Quando, durante i lavori dell’Institute

di Amsterdam, il BD Jacques di Costanzo, ultimato il mio

impegno nei GETS, affrontò con decisione il tema dell’effet-

tivo e accennò, per favorire la presenza femminile nel Rotary

ancora debole e contrastata, alla costituzione di una specifica

Task Force “Diversity”, e alla volontà di coinvolgermi nel co-

ordinamento, il mio immediato commento fu “il faut changer

le titre de la task force pour prèvenir des suites desagreables

et la revolte des femmes”!

Poteva essere male interpretato quel “Diversity” accostato

alla partecipazione femminile nel Rotary ancora fortemente e

gravemente minoritaria. Poteva innescare quel naturale e peri-

coloso equivoco lessicale che, al contrario, il Piano Strategico

si è affrettato a smentire e chiarire, fornendo le linee guida

nella pianificazione dell’Effettivo, del suo sviluppo, del suo

mantenimento, e individuando nella promozione delle diversi-

tà l’obiettivo privilegiato. Lo sviluppo dell’effettivo deve essere

strategico, libero dalle logiche ancora largamente diffuse, con-

seguenza di un attento esame del territorio, improntato alla

diversità intesa come diversificazione delle categorie. I club

devono essere equilibrati, le categorie non debbono essere in-

flazionate per evitare la “routine” della partecipazione, favorire

l’orgoglio dell’appartenenza, promuovere l’impegno, il servizio.

Tanto più un club sarà punto di riferimento per la comunità

svolgendo un ruolo forte e importante, tanto più i soci vivranno

il club come momento integrante del proprio percorso, convinti

dell’appartenenza al club e determinati a restarvi. Il Rotary

deve aprirsi alla componente femminile superando pregiudizi

indifendibili, ai giovani, a quanti hanno già sperimentato e

apprezzato le tante iniziative patrocinate dal Rotary. Pensiamo

al “pianeta Rotaract”, per il quale siamo primi in Europa per

numero di Club: quest’anno ben 1.556 giovani sono in pro-

cinto di lasciare i club di appartenenza per “raggiunti limiti di

età”. Più della metà sono giovani donne. Che ne sarà di loro?

Il ruolo delle donne, in una associazione di servizio?

Non vedo differenza di ruolo tra uomini e donne nelle attività

di servizio che vede il Rotary partner internazionale privile-

giato. Pensiamo, piuttosto, a quel lungo, faticoso e tortuoso

cammino che le donne hanno dovuto percorrere per giungere

al riconoscimento, non dico di una piena, quanto di un’accet-

tabile “parità di diritti” in campo pubblico e privato, prima

di ottenere il pieno diritto di condividere con l’altro sesso

il servizio rotariano. Oggi la donna, abbandonate le vesti di

comprimaria, ha assunto il giusto ruolo di protagonista.

Ancora c’è tanto da fare perché esistono numerosi Paesi nel

mondo dove la discriminazione è inserita nelle leggi dello

Stato. In Italia i diritti politici furono riconosciuti alle donne

solo nel 1946 quando esercitarono il diritto di voto per il

Referendum “Monarchia - Repubblica”. La loro dignità è

sancita definitivamente nell’art. 3 della Costituzione. Nella

vicina, civilissima Svizzera, il voto femminile è divenuto pos-

sibile solo nel 1971!

L’augurio è che il Rotary continui a battersi contro la violazio-

ne dei diritti umani e in particolare delle donne nel mondo.

Perchè alcuni Rotary club sono contrari all’ingresso delle

donne?

Sopravvive quella “romantica conservazione”, nel ricordo del-

le nostre origini che ostacola e ancora contrasta, l’incremento

della componente femminile nel Rotary. Pregiudizi, comun-

que, fuori dalla regole, inadeguati e anacronistici.

Per venire a dati statistici sono circa 30 i club in Zona 12

ancora privi di componente femminile e solo 3 sono i distretti

che annoverano in ogni club presenze femminili. Dobbiamo

vincere queste resistenze dovute al fatto che molti club,

soprattutto quelli nati prima del 1987, risentono ancora di

quel tenace “attaccamento alle origini” che, è auspicabile,

vada definitivamente rimosso. Dobbiamo colmare quel divario

anacronistico Società–Rotary nei riguardi della componente

femminile, affinché il Rotary sia specchio fedele della società

qualitativamente migliore.

* La Task Force Diversity (Women) della Zona 12 e del Distretto 2060 ha come responsabili Mario Giannola e Maria Rita Acciardi.

29 interviste

segue >>

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INTERVISTE

30 ROTARY dicembre 2014

Come stai agendo per far comprendere il valore della

diversity nell’ambito del territorio che ti compete?

Non posso nascondere che questa opera di promozione fini-

sce per provocare un certo disagio... e mi spiego, soprattutto,

per quanto riguarda, sempre a proposito della “Diversity”, la

presenza delle donne nel Rotary. Attenzione al messaggio,

come viene comunicato e, soprattutto, come viene percepito.

Quanta prudenza e intelligenza nel dosare e trasmettere i punti

di forza e di debolezza! La presenza delle donne nei nostri club

non dovrebbe essere promossa, non dovrebbe essere imposta,

non dovrebbe avvenire “ope legis”, per soddisfare esigenze

statistiche, né debbono essere invocate le “quote rosa” che

mortificano e avviliscono la presenza femminile nei nostri

club. Ogni occasione, seminari tematici, riunioni interclub

debbono essere utilizzati per sviluppare un argomento così

strategico per il futuro del Rotary. Quante energie, quanto rin-

novato impegno possiamo attingere dai giovani, dalle moltepli-

ci nuove realtà e opportunità che si presentano nelle comunità

e nei territori, grazie alle esperienze rotariane, espressioni di

altrettante “Diversity”: Alumni, ex Rotaract, componenti GSE,

Scambio Giovani, partecipanti corsi RYLA, ecc.

Determinante e imprescindibile è l’intervento costante del

Governatore nel valorizzare la componente femminile nei

club, non disgiunta dalla collaborazione attenta delle com-

missioni distrettuali, alle quali la Task Force “Diversity”

conferma e rinnova la piena disponibilità nel partecipare ad

iniziative, manifestazioni sullo specifico tema.

L’augurio è che la donna sappia conservare, insieme all’impe-

gno per raggiungere gli obiettivi e traguardi ai quali aspira, il

ruolo che da sempre le appartiene quale testimone e garante

dei valori fondamentali nella società, e, soprattutto, nella

famiglia.

Maria Rita AcciardiCoordinatore Task Force Diversity*

Diversity: la traduzione letterale

non gratifica l’espressione di tutti

i valori sottesi. Qual è la chiave di

lettura concettuale più pertinente?

Com’è a noi rotariani ben noto, i valori fondamentali - amici-

zia, servizio, integrità, diversità e leadership - la cosiddetta

componente non negoziabile, costituiscono l’essenza della

pianificazione strategica e il substrato culturale, spirituale,e-

tico e motivazionale che ha reso e rende il Rotary attrattivo e

ne sviluppa e ne esalta l’influenza morale.

La Diversità è un valore insito nella stessa formazione della

compagine rotariana e ne costituisce un elemento distintivo

e rappresentativo, semanticamente correlato alla ricchezza

del sociale, di cui è diretta espressione: diversità di genere,

di etnia, generazionale, di competenze, di esperienze pro-

fessionali, umane ed umanitarie, come strumento stesso del

servizio reso alla società civile.

Come alimentare il valore della diversity, e rafforzare la

forza rappresentativa della società che il Rotary esprime?

La membership deve essere rappresentativa, deve, cioè, ri-

specchiare la società di riferimento, anche indirizzandola e

guidandola verso i cambiamenti positivi, deve essere attenta,

valorizzandole, alle risorse della famiglia rotariana (rota-

ractiani, ex Alumni ecc.), essere aperta ai giovani e alle don-

ne, all’innovazione, alle nuove professioni, ai cambiamenti

demografici, alle diverse componenti etniche, sociali ed

associazionistiche, spendendosi nella leadership del servizio.

Come muoversi, nella strategia di crescita del Rotary?

Puntare sull’etica perché è attorno ad essa che si sviluppa

* La Task Force Diversity (Women) della Zona 12 e del Distretto 2060 ha come responsabili Mario Giannola e Maria Rita Acciardi.

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31 interviste

TASK FORCE

l’influenza morale del Rotary e la sua indiscussa ed esclusiva

“attrattività”. Puntare sulle competenze e sull’innovazione

virtuosa delle stesse, non disgiunte dalla disponibilità al ser-

vizio. Puntare sulle donne per ridisegnare traiettorie di con-

temporaneità e nuove opportunità per il Rotary. Puntare sui

giovani (che sono anche donne giovani) per tesaurizzare l’e-

nergia positiva, l’entusiasmo e i “sogni” di cui sono portatori,

proiettandoci così, consapevolmente e responsabilmente,

nel futuro. Puntare verso l’esterno, migliorando l’immagine

pubblica, la comunicazione e la rete delle relazioni sociali.

Quali gli elementi caratterizzanti dil piano di Zona 12?

Da chi è composta la Task Force?

Il Piano di Zona 12 e Distretto 2060 per la diversity è so-

stanzialmente orientato, in primis, ad incrementare l’effettivo

(incremento programmato 1%), quindi, al suo interno, a

valorizzare la componente femminile della membership at-

traverso l’incremento della presenza di socie nei club italiani,

attualmente intorno al 13,5% per adeguarlo agli altri Paesi

europei (Francia 16,5%, Spagna e Portogallo 18%) ed alla

media mondiale (16% circa); attraverso la progressiva ridu-

zione dei club “zeristi”, ovvero senza donne (in Italia circa

30), più massicciamente presenti nel nord del nostro Paese;

e attraverso l’impostazione di una specifica, esplicita e

attrattiva “politica” volta all’ammissione di soci donne, in

modo che possano costituire una idonea massa critica nei

club, riducendo gli ambiti, pur presenti, di conservatorismo e

resistenza all’ammissione di giovani e donne.

Quali risultati si possono considerare di riferimento per

l’impegno futuro? Quali gli obiettivi della Task Force?

La Task Force Diversity è uno strumento a disposizione dei

distretti per sviluppare l’effettivo, l’effettivo al femminile in

particolare, avendo chiara la consapevolezza, e cercando di

farla crescere nei club, che le donne costituiscono un ele-

mento distintivo della modernità, una leva potente per lo svi-

luppo, una straordinaria risorsa per la società e per il Rotary,

per ciò che esse sono e rappresentano con riferimento alle

dimensioni valoriali, quali le competenze, l’attitudine etica,

il senso di responsabilità e consapevolezza, le doti di leader-

ship, la propensione al dialogo e la partecipazione al servizio.

Né può sfuggire l’esempio che il Rotary, valorizzando la

componente donne (ma stesso discorso vale per i giovani) nei

suoi soci, darebbe all’intera società italiana, notoriamente e

malauguratamente afflitta da un bassissimo tasso di ricambio

generazionale e da un persistente gap di genere, segno di

miope conservazione del “potere” e di attenuata effettività

democratica. Quanto alla strategia operativa, evidenzio:

riflessioni sul gap italiano uomini-donne, anche nel Rotary;

statistiche di genere zona 11, 12, 13b e parte della 19 per

distretti; statistiche presenza femminile per distretto e per

club italiani; club che ancora non hanno/non ammettono soci

donne; connessioni con la membership in generale; connes-

sioni con la membership “giovani”; le rotaractiane, tante. Ma

quante diventano rotariane?; storia dell’ingresso delle donne

nel Rotary e cronistoria della presenza femminile nel Rotary;

seminari, convegni ed iniziative di distretti e club; il service

nei club, una strategia di ingresso per le donne.

Visione di Zona 12: come lavorate con il Rotary Coordina-

tor Andrea Oddi? E a livello internazionale?

Operiamo sinergicamente, sulla base della programmazione

annuale concordata con Andrea Oddi, e con le altre quattro

Task Force di Zona 12, nell’alveo delle direttive del Rotary In-

ternational. Compito del Rotary Coordinator e dei Responsa-

bili delle Task Force è quello di fornire supporto, competenze

e assistenza ai governatori e, se necessario, tramite loro,

direttamente ai club con la finalità di creare una modalità

comune per portare le indicazioni e gli obiettivi del Rotary

International ad essere più aderenti e comprensivi delle varie

realtà della Zona 12 e del Distretto 2060 e per rendere i

distretti più efficienti e performanti secondo le direttive del

Presidente Internazionale, anche per quanto più in specifico

attiene alla Diversity-Women.

INDICE

Page 32: SOLUZIONI POSSIBILIGrazie al Ro-tary, abbiamo sempre qualcosa di interessante da discutere a cena. Tutti siamo coinvolti in progetti differenti, e quando ci ritroviamo, parliamo di

SPECIALE

MEDITERRANEO UNITOil Rotary Day nazionale10-11-12 ottobre 2014: una tre giorni con al centro il futuro del “mare nostrum”.

...un incontro che certamente gli “animi sensibili” rivivranno

dentro più volte, per raccontarlo poi, fuori, a veglia…; un

congegno perfetto, nato dalla mente e dalle mani di “medici,

avvocati, professionisti”, e fatto visibile agli occhi di quasi

mille persone…

Questi sono due segmenti di un commento più corposo del

caro Amico Ugo Gatta, DG del 2041, sul Rotary National Day;

altri significativi commenti sono pervenuti da parte di italiani

e stranieri, che hanno vissuto con convinzione la tre giorni

marsalese…

I due segmenti sopra citati sottolineano: da un lato, che gli

“animi sensibili” rivivranno gli intensi momenti di un evento

particolare; dall’altro che dell’organizzazione si sono occu-

pati non già tecnici dell’accoglienza, ma rotariani di buona

volontà, che hanno reso un servizio, più o meno efficace, al

di sopra dei loro interessi personali.

Tra questi volenterosi Daniela Vernaccini, Prefetto Distret-

tuale, che così ha chiosato: “Il momento Rotary è quando

succede qualcosa che fa scattare, in un rotariano, l’orgoglio,

la consapevolezza di appartenere a qualcosa di grande, d’im-

portante; il momento Rotary trasforma un iscritto al Rotary

un vero rotariano!”

Ispirandomi a queste riflessioni, intendo condividere il ri-

sultato conseguito con gli altri dodici Governatori dell’anno

e con i tanti Governatori emeriti, eletti e nominati, dei vari

Distretti, con i tanti relatori (di diversa estrazione), con i tanti

organizzatori (occasionali) di un incontro più unico che raro,

qui in Sicilia.

Coralmente abbiamo focalizzato l’attenzione sui fenomeni

più delicati che ruotano attorno al bacino nel quale viviamo;

attuando una ospitalità diretta, da rotariano a rotariano,

senza freddo intervento di terzi. Pare che ci siamo riusciti,

almeno in parte, a rispettare le esigenze dei più; se qualcosa

non è andata per il verso giusto, noi siciliani chiediamo venia.

“Il cuore ce lo abbiamo messo”… ha detto dal palco Enzo

Nuzzo, il Responsabile Eventi del Distretto, che da mesi, con

passione, ha coinvolto un nugolo sempre più numeroso di

volontari entusiasti.

Ma non dormiremo sugli allori! Proseguiremo a correre su un

binario virtuoso, agitando temi sempre più attuali e soste-

32 ROTARY novembre 2014

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MEDITERRANEO UNITO

33 Mediterraneo Unito

Cambiare le cose un lungo percorso, che va sostenutoÈ stato davvero un grande evento il Forum su “Mediterraneo

Unito”: per iniziativa dei governatori dei 13 Distretti italiani,

ha riunito rotariani di tutta Italia ed esponenti delle istitu-

zioni anche dei Paesi del Maghreb; un evento grande per la

numerosa partecipazione, per l’intensità del sentire, per le di-

mensioni dell’impegno del Rotary testimoniato nel servizio in

varie forme, per l’autorevolezza dei contenuti degli interventi

e dell’appello a tutti gli uomini di buona volontà affinché non

si ripetano più le sconvolgenti tragedie che hanno segnato la

diaspora nella disperazione delle popolazioni migranti.

nendo a lungo le azioni umanitarie appena poste in essere.

Staremo vicini ai due giovani vincitori - un israeliano ed una

palestinese - delle borse di studio, per un comune cammino

di pace; continueremo a distribuire gli zainetti nei centri che

ospitano i minori non accompagnati, mettendo a disposizione

le nostre professionalità; consegneremo altri libretti multilin-

gue ai migranti che sbarcheranno; pregheremo nuovamente

con fedeli di tante religioni il “Dio di tutti i Popoli della Terra”.

Insomma, continueremo quotidianamente a esercitare le

azioni rotariane: interna, professionale, di pubblico interes-

se, internazionale ed in favore della gioventù. Ci compete

“accendere la luce” ancor di più sulle tematiche evidenziate

dai tanti esperti chiamati a raccolta nella città lilibetana. E

si impone la pubblicazione dei lavori, per non disperdere

idee e propositi, per lasciare una memoria storica dalla quale

ripartire, “… lungo la via dell’unità e della rappresentatività”,

come auspicato da Giuseppe Viale, Board Director, con una

sua nota di plauso.

Con questo spirito, i tredici Governatori Uniti, ci prepareremo

con pari impegno, per i prossimi appuntamenti, legati dagli

stessi ideali e motivati dalla stessa voglia di diventare sempre

più amici, per spenderci maggiormente in favore dei meno

fortunati.

gIOVannI VaccarO, dg 2110

MARIO GRECOPDG 2120 - Puglia e Basilicata

le carenze della politicaModerando al Forum di Marsala la tavola rotonda sul tema

“Mare Nostrum. Accoglienza e Rotary”, il PDG Mario Gre-

co, già senatore, ha detto tra l’altro: “La politica europea

resta purtroppo ancora latitante, mentre quella nazionale,

sotto la spinta emotiva della tragedia di Lampedusa, è

stata solo capace di varare l’operazione umanitaria Mare

nostrum e abolire il reato di immigrazione clandestina, non

riuscendo a dare le risposte dovute.

Di fronte a questo clima cosa può fare il Rotary? Di certo

non ha il potere di controllare le frontiere, ma può dialoga-

re, può contribuire a trasformare le paure e i pregiudizi ver-

so l’altro in fattori di arricchimento reciproco adoperandosi

in maniera attiva e costante”.

E ancora: “È sbagliato ritenere che la cultura, il dialogo

interculturale, sia appannaggio soltanto dei Governi, degli

Stati. Soggetti attivi e protagonisti si devono sentire i po-

poli, la società civile, le associazioni come il Rotary, che con

la sua capacità dialogante può arrivare dove falliscono le

istituzioni e le diplomazie, spesso condizionate dalle barrie-

re ideologiche e interessi di parte, completamente assenti

nell’essere e nell’agire rotariano.”

GLI INTERVENTI

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Il Forum è nato da una sollecitazione del Board Director

Giuseppe Viale, e dalla scelta dei 13 governatori italiani,

maturata in un incontro a Sciacca, durante il quale Giovanni

Vaccaro è stato designato organizzatore e conduttore delle

due giornate di dibattito impegnato e propositivo su un tema

dalla straordinaria attualità: il destino del Mare Nostrum,

sempre più spesso simbolo di speranza e al tempo stesso

di tragedia, per tanti, tantissimi migranti. Donne e uomini,

grandi e piccini, che a bordo di carrette, si affidano al mare

per ricercare un futuro migliore, fatto di pace, serenità e

rispetto tra popoli.

Un cammino che ridefinisce confini geopolitici e culturali, di

fronte al quale rotariani e non uniscono le forze per favorire il

difficile processo di integrazione e accoglienza.

GLI INTERVENTI

SPECIALE

34 ROTARY novembre 2014

un rotariano, uno zainetto, un sorrisoSecondo i dati dell’Organizzazione Internazionale per la Mi-

grazione, sulle nostre coste, nei primi sette mesi del 2014,

sono sbarcati circa 9.500 minori, di cui almeno 6.500 sono

arrivati soli, senza neanche un familiare o un amico accanto.

È a loro che il Rotary ha rivolto un pensiero speciale, ide-

ando il progetto “Un rotariano, uno zainetto, un bambino

che sorride”. L’iniziativa, presentata nel corso della seconda

giornata del Forum “Mediterraneo Unito”, prevede la do-

nazione di zainetti colorati ai minori che raggiungono le co-

ste siciliane da soli, senza genitori. Per contribuire al sorriso

dei piccoli, i 13 Distretti del Rotary Italia hanno proposto, al

costo di 20 euro, l’acquisto di uno zainetto di nylon con-

tenente: una t-shirt bianca con stampa blu, un poncho in

PVC di vario colore in taglia unica, un cappellino, il libretto

Parla con Noi per imparare a esprimersi in italiano, un kit di

igiene personale e un prodotto dolciario a lunga conserva-

zione. Nelle varie Aree del Distretto toccato dall’iniziativa, si

provvederà all’individuazione e alla selezione dei Centri più

idonei e affidabili e alla successiva consegna degli zainetti

che, volendo, potranno essere personalizzati (giocattoli,

matite colorate, quaderni, orologi ecc..).

“L’iniziativa - ha sottolineato il Governatore Vaccaro - si

inserisce perfettamente nel solco della nobile tradizione

solidaristica di casa Rotary. Facciamo appello alla generosità

dei singoli rotariani e dei loro consorti, nella speranza di po-

ter rendere sostenibile questo progetto per tutto l’anno”.

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MEDITERRANEO UNITO

35 Mediterraneo Unito

FIN DALLA PRIMA GIORNATA, il Forum, in perfetta linea

con il motto del Presidente Internazionale G. Huang, Accendi

la luce del Rotary, ha emozionato e commosso i presenti

mostrando le principali iniziative messe in atto dai rotariani

nell’area del Mediterraneo, attraverso una mostra ricca di

significati e aspettative. Immagini, opere d’arte, filmati atti

a indicare quante e quali siano le sfide a cui è doveroso ri-

spondere, affinché i 13 Distretti rotariani d’Italia-Malta-San

Marino, promotori del Forum, possano, con il loro operato, far

emergere dalle tante diversità, gli interessi comuni dei popoli

del Mediterraneo.

Ed è proprio con l’intenzione di favorire la collaborazione e lo

scambio tra i popoli che i distretti italiani hanno presentato il

Vocabolario per Migranti, una guida che in cinque lingue pun-

ta ad offrire un’alfabetizzazione di base, semplice e completa

per diverse situazioni. “Parla con noi”, questo il titolo del

vocabolario realizzato da Raffaella Spini e Elisabetta Conti,

si propone come un dizionario/frasario elementare rivolto ai

migranti che sbarcano sulle coste siciliane e che hanno ne-

cessità di comunicare.

«Sono certa che il processo di integrazione non possa realiz-

zarsi in una direzione univoca, perché chi accoglie è chiamato

a modificare le proprie modalità di pensiero e di comporta-

mento e, nello stesso tempo, colui che è accolto si trova nella

condizione di far proprie certe regole di convivenza per il

positivo inserimento nel nuovo contesto.

Prof.ssa

ELISABETTA CONTIUniversità Cattolica di Brescia - Rotary Brescia

la prima alfabetizzazioneL’alfabetizzazione è sempre stato uno dei temi più cari per

Paul Harris e lo è ancora oggi per noi rotariani.

In quest’epoca di grandi migrazioni, alfabetizzare i cittadini

stranieri in Italia significa diffondere cultura ed accelerare

il processo di inclusione sociale, attraverso l’insegnamento

della lingua italiana. Alfabetizzare un uomo significa alfa-

betizzare una persona, alfabetizzare una donna significa

alfabetizzare un’intera famiglia.

Prof. Arch.

GIUSEPPE PELLITTERIUniversità degli studi di Palermo

Mare Nostrum: accoglienza e RotaryI continui sbarchi d’immigrati provenienti dai Paesi del

Mediterraneo, vedono l’isola di Lampedusa come porta

per un transito verso l’Europa. Inizia da lì un cammino di

speranza, verso mete che dovrebbero farli transitare da una

condizione di clandestinità ad uno status spesso di incerta

inclusione sociale.

Si pongono problemi seri, in una continua emergenza, per

accogliere e istradare masse di disperati che devono essere

aiutati e accolti in condizioni quanto più umane o degne

di essere considerate tali. Ciò fa sembrare Lampedusa una

semplice terra di transito, mettendo in ombra le straordina-

rie potenzialità di una terra che, per la sua felice collocazio-

ne geografica, dovrebbe autorevolmente assumere il ruolo

di cerniera culturale, politica, socio-economica e commer-

ciale tra l’Europa ed i Paesi del Mediterraneo.

Storia, paesaggio e drammaticità del disagio sociale con-

vivono oggi nell’isola in maniera singolare in un sistema

articolato, non sempre equilibrato, di relazioni urbane, ter-

ritoriali e sociali, che molto spesso non trovano spazi fisici

adeguati, nella loro organizzazione e qualità. Dovere etico

e necessità attuali impongono interventi a cui l’architettura,

con la sua valenza sociale e culturale, può dare risposte e

deve farsi carico.

GLI INTERVENTI

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GLI INTERVENTI

SPECIALE

36 ROTARY novembre 2014

Per questo abbiamo pensato a una guida, semplice, ma molto

utile, per imparare a conoscersi meglio» - ha spiegato la prof.

ssa Conti, Past-presidente anni 2010-2014 Area Alfabetizza-

zione, Educazione di Base e Mentoring.

L’alfabetizzazione è un tema molto caro al Rotary che da sem-

pre riconosce l’importanza della leva culturale per l’integra-

zione. Una via da seguire per ricreare una comunità linguisti-

ca, sociale, familiare e anche lavorativa. L’intento culturale,

preminente per il Rotary, abbraccia, inoltre, molteplici disci-

pline, tra cui l’architettura e l’ingegneria del paesaggio ur-

bano, come ribadito dal prof. Giuseppe Pellitteri, Università

degli Studi di Palermo - Dipartimento di Architettura - Scuola

Politecnica: «Lampedusa e la Sicilia tutta hanno affrontato la

convivenza di un sistema articolato, non sempre equilibrato,

di relazioni urbane, territoriali e sociali, che molto spesso non

hanno trovato spazi fisici adeguati, nella loro organizzazione

e qualità. A tal proposito, Rotary International con il Distretto

2110 Sicilia e Malta ha patrocinato il workshop internaziona-

le Emergency and Hospitality in Architecture and Lan-dsca-

pe: ethics and aesthetics, attribuendo borse di studio per pre-

miare i giovani studenti più meritevoli, che si sono impegnati

nell’elaborazione di progetti per l’isola». La tavola rotonda ha

visto, inoltre la partecipazione di importanti rappresentanti

istituzionali, come Naceur Mestiri, ambasciatore repubblica

tunisina; il dr. Pasquale Alongi, vicequestore aggiunto, la

prof.ssa Magda Antonioli, il contrammiraglio Roberto Came-

rini e il capitano della Guardia di Finanza Massimo Anedda.

Ai giovani il Forum ha dato ampio spazio, anche con l’intensa

partecipazione dei rotaractiani da tutti i distretti italiani.

Prof.ssa

MAGDA ANTONIOLI CORIGLIANOUniversità Bocconi di Milano

nuovo modello di marketing turisticoLo sviluppo del turismo nel Mediterraneo consentirebbe un

più forte e profondo scambio socio-culturale tra comunità

residente e viaggiatore, che a sua volta potrebbe portare

ad un miglioramento delle relazioni umane fra popoli diffe-

renti per modelli sociali, cultura e religione, stimolando una

maggiore apertura culturale sia nel turista, che nella comu-

nità locale: la conoscenza diretta dei paesi che si affacciano

sul Mediterraneo contribuirebbe a ridurre quella confusio-

ne tra nazioni, religione islamica e fondamentalismo che

oggigiorno penalizza fortemente questi territori.

Dott.

PASQUALE ALONGIVice Questore Aggiunto - Polizia di Stato

il controllo dei flussi migratoriI flussi migratori si ripetono ciclicamente nel tempo. Di-

pendono dalle situazioni politiche, dai conflitti in atto. Si

distinguono in regolari e illegali. Si deve distinguere anche

tra i flussi illegali poiché non tutti i migranti sono uguali.

Possono essere soggetti irregolari che hanno protratto

la propria presenza in Italia, o persone che sono entrate

illegalmente nello spazio europeo. Potrebbero anche avere

titolo a richiedere asilo politico.

I flussi sono cambiati per quantità e qualità. Non è possibile

arginare il fenomeno ma solo gestirlo all’interno di un uni-

co disegno europeo che preveda integrazione dei migranti

e politiche internazionali di cooperazione. In Italia bisogna

sicuramente modificare la legislazione sulla cittadinanza e

velocizzare l’iter per la concessione/diniego della richiesta

di asilo politico. Il dispositivo messo in atto per l’emergenza

“sbarchi” prevede molte fasi che servono a: mettere in

sicurezza i migranti; identificarli; svolgere le attività inve-

stigative; condurli presso i CARA o preso i CIE.; avviare le

eventuali attività di rimpatrio.

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GLI INTERVENTI

MEDITERRANEO UNITO

37 Mediterraneo Unito

LA SECONDA GIORNATA DI LAVORI ha visto un confronto

serrato sulle sfide che attendono il Mare Nostrum anche

attraverso la tavola rotonda: “Mediterraneo: un mare di con-

divisione: giuridica, politica, religiosa e sociale”, avviata con

la presentazione della scheda di approfondimento realizzata

dai giornalisti Rai Davide Camarrone e Filippo Landi. Alla di-

scussione hanno portato il loro contributo, l’On. Jean Leonard

Touadi, accademico, scrittore, giornalista, di origine congole-

se, consulente del ministero degli Esteri, con un intervento

registrato, essendo assente perché impegnato sul fronte

europeo; il parroco della diocesi di Sciacca, Stefano Nastasi,

sull'isola di Lampedusa per 6 anni; il prof. Roberto Lagalla,

Rettore dell’Università di Palermo e rotariano, sostenitore

convinto della forza del programma Erasmus e della rete uni-

versitaria Hermes per il recupero culturale e l'internazionaliz-

zazione degli studi; PDG prof. Renato Cortinovis, presidente

della commissione interdistrettuale per l’alfabetizzazione

e l’Integrazione sociale; il dr. Claudio D’Isa, magistrato di

Cassazione; il senatore Tonino D'Alì; Mario Affronti, direttore

pastorale dei migranti dell’Arcidiocesi di Palermo; Martin

Xuereb, Malta Chief of Defence, direttore del Moas, unità di

primo soccorso in mare.

Patrizia Valenti, vicepresidente della Regione siciliana, ha

evidenziato la criticità dei tempi di reazione istituzionale, con

riferimento specifico all'Unione Europea, rispetto alle esigen-

ze d'emergenza sul territorio, e ha analizzato la disponibilità

ricettiva delle regioni italiane rispetto agli immigrati, a fronte

del flusso imprevedibile che si riversa sulle coste siciliane e

che richiede un vero processo d’integrazione. È stato proprio

il dr. D’Isa ad aver sottolineato come «l’incomoda posizione

di confinanti dirimpettai di popolazioni così tormentate, da

cui solo un braccio di mare ci separa o unisce, ci ponga di

fronte a numerose riflessioni. Bisogna intendersi - ha specifi-

cato il magistrato - sulla parola “condivisione”, se, cioè, essa

sia riferita allo stato attuale delle cose o a una prospettiva

futura. Personalmente, propendo per quest’ultima opzione,

non fosse altro che, nello spirito dell’azione rotariana, ciò

che rileva è la funzione propositiva da considerare come

apporto positivo alla società civile». Un apporto che il Rotary

Prof.

ROBERTO LAGALLARettore Università di Palermo

Sostenitore convinto della forza del programma Erasmus

e della rete universitaria Hermes per il recupero culturale e

l’internazionalizzazione degli studi, il Rettore è intervenuto

al forum condividendo la propria esperienza.

Prof.

RENATO CORTINOVISCommissione per l'alfabetizzazione e l'integrazione

Internet, stranieri e formazioneIl rapporto con le scuole professionali e i gruppi stranieri

presenti in Italia ci ha dato elementi per comprendere che

oggi la sfida si gioca su un piano differente. Gli insegnanti

si confrontano con discenti nativo-digitali e piattaforme

che suggeriscono un cambio di paradigma nella metodolo-

gia di insegnamento e di produzione dei contenuti. Il pre-

potente ingresso di internet nella nostra quotidianità offre

un panorama davvero nuovo. Internet non agevola solo gli

scambi, ma offre forme e dinamiche nuove per produrre e

fruire di contenuti. È un terreno che, sotto questo aspetto,

in Italia è ancora poco esplorato e ancor meno conosciuto.

Paghiamo tutti, in particolare le nuove generazioni, un di-

gital divide nei confronti di altri Paesi. Intendiamo dare un

supporto professionale, una piattaforma, ai professori che

intendono rinnovarsi nella metodologia d‘insegnamento.

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SPECIALE

38 ROTARY novembre 2014

persegue attraverso politiche attive di alfabetizzazione, la cui

importanza è stata più volte sottolineata nel corso dell’incon-

tro anche dal prof. Cortinovis: «L’Alfabetizzazione è uno dei

focus del Rotary International, ma si deve adattare a quelle

che sono le esigenze evolutive della società, assumendo

forme e intensità diverse in funzione del contesto. Per noi

Alfabetizzazione non può significare solamente saper leggere

e scrivere, ma deve rappresentare un percorso d’integrazione

totale. Per questo la Commissione si è impegnata così tanto

nella creazione di glossari che possano aiutare i migranti a

inserirsi nel nuovo tessuto sociale e lavorativo» - ha precisato

il prof. Cortinovis, facendo riferimento alla pubblicazione di

glossari professionali che, pensati in dieci lingue diverse,

possono aiutare i migranti a inserirsi nel tessuto occupazio-

nale italiano.

Il dibattito è poi proseguito con la tavola rotonda su “Medi-

terraneo: Ambiente e Risorse” a cui sono intervenuti, tra gli

altri il soprintendente del mare Sebastiano Tusa, il presidente

del Distretto Pesca Giovanni Tumbiolo, e il sen. Giuseppe

Marinello, presidente della commissione ambiente del Se-

nato, rotariano, che ha affermato: «Lo straordinario valore

del Mediterraneo, dal punto di vista naturalistico, storico-ar-

cheologico e culturale, così come le ineguagliabili qualità

dei nostri ecosistemi marini, devono essere adeguatamente

salvaguardate e attentamente valorizzate. Solo così potranno

essere alla base delle economie mediterranee, considerando

il mare una risorsa da gestire in maniera razionale, corretta

e moderna. Per questo, numerose sono le attività d’indagine

e controllo che come Commissione Ambiente Senato stiamo

portando avanti, affinché i fondali siciliani e italiani tutti

possano rappresentare un valore aggiunto per le future ge-

nerazioni».

Il Presidente Internazionale del Rotary, Gary C.K. Huang, ha

inviato a Marsala, a rappresentarlo al Forum, Abby McNear,

dell’ufficio centrale del Rotary di Chicago, che è intervenuta

a conclusione esprimendo un forte apprezzamento per l’ini-

ziativa dei distretti italiani, per l’organizzazione del Distretto

Sicilia e Malta, che ha riscosso vasti complimenti da tutti i

partecipanti, e compiacimento per il successo dell’iniziativa.

GLI INTERVENTI

Dott.

CLAUDIO D'ISAMagistrato Suprema Corte di Cassazione - RC Sorrento

condivisione giuridica per i popoliL’uomo trae dall’ambiente risorse indispensabili alla pro-

pria esistenza e ha perciò l’obbligo nei confronti dei suoi

contemporanei e di quelli futuri, di preservarlo e sfruttarlo

in modo sostenibile, fissando regole cogenti, sia di natura

amministrativa che penale; è in gioco la sua salute e la sua

stessa sopravvivenza. Bisognerebbe affrontare uno studio

comparato della legislazione di ogni Paese rivierasco, euro-

peo, asiatico e africano, con riguardo a tutte le problemati-

che ambientali, compresa dei limiti di sopportabilità dei fat-

tori inquinanti, le cui percentuali variano da Paese a Paese.

Prof.

FRANCESCO PAOLO DI BENEDETTOla strage degli innocentiIl fenomeno dell’immigrazione deve essere percepito, in

ogni paese, come un apporto, una ricchezza, non solo in

quanto fattore di riavvicinamento di popoli diversi, ma an-

che e soprattutto, come elemento di arricchimento cultura-

le, umano e persino economico. Bisogna educare le giovani

generazioni alla tutela di quei diritti, la cui misura ed il cui

valore non può essere fissato astrattamente, come il diritto

alla vita, la libertà di culto, ecc.

Sen.

GIUSEPPE F. M. MARINELLOCommissione Territorio e Beni Ambientali del Senato

coste: un tesoro da preservarePesca, turismo o petrolio? Le misure di prevenzione che

auspico, e che dovrebbero essere definite e calibrate sulla

base del doppio criterio della ragionevolezza e dell’effettiva

efficacia, comportano oneri e disagi, ma certamente infe-

riori a quelli che dovessero verificarsi a causa della irrespon-

sabile scelta di adagiarsi oggi in una posizione di inerte at-

tendismo o di adottare misure inadeguate ed insufficienti.

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FOCUS

MEDITERRANEO UNITO

39 Mediterraneo Unito

Simboli d’integrazione l’invocazione rotariana a Mazara

La recita dell’invocazione rotariana a Mazara, con fedeli di

tante religioni, al “Dio di tutti i Popoli della Terra” ha costi-

tuito un’importante e significativa appendice, la domenica

pomeriggio, del Forum “Mediterraneo Unito” a Marsala. Ma-

zara del Vallo è una comunità di larga e forte integrazione. Ha

iniziato il Governatore Giovanni Vaccaro ed hanno tutti a voce

alta intonato l’invocazione.

Rabbino, Imam, Vescovo, rappresentante albanese Betashi,

Rettori delle università siciliane, sindaci di tante città, pro-

duttori agricoli e pescatori, tanti uomini e donne di buona

volontaà, tra la Chiesa di San Francesco e la Moschea, con-

vocati dal Rotary e dal Distretto della Pesca (brillantemente

diretto da Giovanni Tumbiolo, past president del Club di Ma-

zara, organizzatore del Blue Sea Land, che in concomitanza

con il Forum ha riunito a Palermo e Mazara rappresentanti di

istituzioni e operatori economici di vari Paesi mediterranei

per la costruzione di intese di cooperazione), hanno pregato

insieme.

Un momento di raccoglimento, da riprendere in altre occa-

sioni. E invero, il Rotary, presente in tantissimi Paesi e del

quale fanno parte moltissimi fedeli di tante religioni, deve

incoraggiare incontri comuni, così pieni di commozione e di

buoni sentimenti.

TUTELA AMBIENTALEtorna in mare la tartaruga P. HarrisDomenica 12 ottobre, al largo di Marsala, nell’ambito del

Forum sul Mediterraneo e in particolare nell’ottica della

tutela ambientale, sono state liberate due tartarughe ca-

retta caretta. Una delle due ermafroditi si chiama Paul

Harris, l’altro Calogero. Sono state così nominate dall’I-

stituto Zooprofilattico Siciliano, in collaborazione con il

Distretto. Erano presenti l’avv. Paolo Reale, assessore

regionale alla pesca; il dott. Santo Caracappa, dirigente

dell’IZS; l’avv. Giovanni Vaccaro, governatore del 2110,

nonché altri Governatori e Governatori emeriti, relatori al

Forum. Già in altra occasione, nell’area protetta di Sira-

cusa, era stata liberata un’altra tartaruga, alla presenza

dell’assessore, del dirigente e del Governatore.

Dott.

GIUSEPPE SAMIR EID RC Milano Sud-Est

È indispensabile chiedere al mondo arabo di lavorare

sull’educazione, sui media, sui libri di testo nelle scuole

e perfino invitare a questa linea educativa e di pace, gli

imam e predicatori che hanno in mano il formidabile stru-

mento delle prediche nelle moschee , dove sarebbe oppor-

tuno proclamare anche i versetti del Corano che sottoline-

ano la volontà di Dio verso la pluralità religiosa e l’impegno

nel gareggiare nel bene nella Misericordia di Dio.

segue >>

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SPECIALE

40 ROTARY dicembre 2014

Un futuro migliore Cité Internationale e Maison de l’italie

Il Past Consigliere Rotary Internazionale Carlo Monticelli

con grande coinvolgimento e ammirazione è stato presente a

questo evento. Oratori e partecipanti hanno condiviso, da vari

punti di vista, gli ideali rotariani di aiuto costruttivo ai meno

fortunati, di dialogo e di operare per contribuire a realizzare

un mondo futuro migliore. Durante il suo breve e appassiona-

to intervento Monticelli, da oltre 25 anni volontario pro-attivo

a sostegno della Maison de l’Italie, ha detto che la Mission

della Citè Internationale di Parigi è non solo di fare convivere

e conoscere giovani studenti di tutto il mondo ma soprattutto

di costruire forti amicizie personali libere da ogni pregiudizio.

Ha anche ricordato il primo RYLA internazionale organizzato

alla Maison nell’aprile 2013 dai rotariani di Sicilia e Malta.

È stata un’eccezionale occasione per conoscere questa bella

realtà che può diventare riferimento a simili concrete inizia-

tive mediterranee. Concludendo Monticelli ha proposto di

valorizzare le potenziali esperienze e contributi dei vari enti

e organizzazioni che hanno partecipato a Marsala “facendo

rete” e tenendo aperta una proattiva collaborazione anche

con la Maison Italie e la Citè.

Cité Internationale Universitaire de Paris

Dalla sua nascita nel 1920, dopo la prima guerra mondiale,

i fondatori della Cité hanno voluto contribuire alla costru-

zione di un mondo di pace, creando uno spazio per favorire

incontri e amicizia fra giovani di tutte le nazionalità. Gli

ospiti da tutto il mondo (studenti, ricercatori e artisti) nelle

attuali 40 maison sono alcune migliaia ogni anno.

I valori iniziali per una maggiore comprensione internazio-

nale, nell’attuale situazione globale, sono sempre più grandi

e ne fanno una vera “Città per la Pace”. Da alcuni anni la

Cité è stata candidata ufficiale al “Nobel per la Pace”.

INCONTRO DI CULTURE

Dott.

SEBASTIANO TUSASoprintendenza del Mare - Regione Sicilia

patrimonio culturale per i viaggiatoriAl di la degli stereotipi tipici di una storiografia più turistica

che scientifica e culturale ritengo che il Mediterraneo ed il

grande bacino terrestre che ad esso può collegarsi siano da

considerarsi come un grande sistema interrelato di eventi

naturali ed antropici animato da forti dinamiche interne

in continua evoluzione. Ma ciò che rende questo sistema

classificabile come unitario si basa sulla constatazione che

in tutte le epoche della sua storia i grandi fenomeni di cam-

biamento socio-culturale e politico-economico hanno avu-

to una portata tale che anche se sorti con prospettive re-

gionali hanno sempre finito per coinvolgere l’intero bacino.

GLI INTERVENTI

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COMITATO E FONDAZIONE

Il Comitato PermanenteIl Comitato promotore si trasformò in seguito in Comitato

Permanente costituendo la struttura di sostegno per la vita

e lo sviluppo della Maison a supporto del suo Consiglio

d’Amministrazione.

Oggi è composto da vari volontari del mondo universitario,

culturale, imprenditoriale, professionale, artistico, istituzio-

nale italiano e… ovviamente rotariano.

Fondation Maison ItalieCon decreto del 24 Gennaio 2011 la Maison Italie è stata

riconosciuta dalla Repubblica Francese come Fondazione di

Utilità Pubblica per la cultura e le azioni sociali. La direzione

della maison è espressione sia del Consiglio d’Ammini-

strazione della fondazione che del Comitato Permanente

Italiano.

Scopi della FondationAccogliere studenti (proramma Erasmus, dottorandi in

cotutela, borsisti, artisti, …) che, terminato il primo ciclo di

studi, frequentano università, centri di ricerca o laboratori

parigini. Anche professori e ricercatori invitati da università

parigine o che svolgono attività e ricerche in archivi/labora-

tori/ biblioteche della regione dell’Ìle de France. Favorire gli

scambi e l’organizzazione di progetti di interesse comune,

organizzando anche con altre fondazioni, istituzioni e asso-

ciazioni manifestazioni/eventi che promuovano nella Cité

Internationale Universitaire vari aspetti della cultura italiana.

Residenti stranieri del MediterraneoEscludendo i francesi e gli altri non mediterranei, nel 2013

oltre 2.000 hanno passato periodi importanti alla Cité: Ma-

rocchini 19%, Tunisini 19%, Spagnoli 16%, Libanesi 15%,

Italiani 12%, Greci 7%, Algerini 5%, altri mediterranei 5%

(Turchi, Egiziani, Siriani, Albanesi, Israeliani, Sloveni, Monte-

negrini e Bosniaci).

MEDITERRANEO UNITO

41 Mediterraneo Unito

La Maison de l’Italie

Nel marzo 1951, durante un congresso sull’unità europea

tenutosi a Milano tra vari interventi, ve ne fu uno di Gian-

carlo Trentini, giovane studente di medicina all’Università di

Milano, che poneva l’accento sull’importanza degli scambi

culturali universitari e rilevava, caso paradigmatico a soste-

gno della sua tesi, la mancanza della Casa Italia alla Cité

Internationale Universitaire di Parigi. Nacque una mozione

che ne proponeva la realizzazione. Un Comitato Promotore,

presieduto dall’industriale Enrico Falck che, col sostegno dei

Rotary italiani, di istituzioni pubbliche e private, di numerosi

mecenati, dava l’avvio alla costruzione dell’attuale edificio

inaugurato il 25 gennaio 1958 da René Coty, Presidente

della Repubblica francese e da Cesare Merzagora, Presiden-

te del Senato della Repubblica italiana.

La Maison, progettata gratuitamente e realizzata dall’arch.

Piero Portaluppi (rotariano del Rotary Club Milano e Go-

vernatore 1948-49 dell’allora unico Distretto italiano 46), è

stata concepita come uno storico ma funzionale edificio con

molti elementi di architettura italiana classica. Ristrutturata

nel 1993 e nel 2010, la Maison de l’Italie ha accolto fino ad

oggi più di 8.000 studenti, ricercatori e docenti provenienti

da tutti i Paesi del mondo. La regola della Cité è che in ogni

Maison non possono risiedere oltre il 60% della propria na-

zionalità, gli altri vengono scambiati con le altre. Ciò facilita

moltissimo conoscenze e amicizie durature.

FOCUS

segue >>

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anche i versetti del Corano che sottolineano la volontà di Dio

verso la pluralità religiosa e l’impegno nel gareggiare nel bene

nella Misericordia di Dio. Guarda caso le violenze maggiori

succedono di Venerdì all’uscita dalle moschee. La migliore

risposta all’estremismo è creare un fronte internazionale uni-

to che si appoggi su standard universali di libertà di credo e

religione parte integrante dell’identità dell’individuo.

Promozione culturale e tecnologica

Certo é che l’Europa e l’Italia in particolare ha interesse

per un Medio Oriente e Nord Africa stabili, ma un siffatto

obiettivo é possibile tramite la promozione dello sviluppo

tecnologico, garantendo il flusso del petrolio, mettendo freno

all’emigrazione, creando un clima di fiducia tra le popolazioni

e realizzando la sicurezza delle frontiere concordate e ricono-

sciute. A livello politico è importante che l’Occidente, negli

scambi tecnologici o di mercato, sappia unire o subordinare

anche scambi culturali con criteri di reciprocità soprattutto

per la gente semplice, il popolo, alla effettiva promozione

nel Paese dei valori di libertà civile e religiosa per tutti senza

discriminazione alcuna e che, al riguardo, vi sia un’intensa

opera di monitoraggio. La stabilità sociale attraverso la cul-

tura porterà pace e di conseguenza uno sviluppo economico

dell’area mediterranea a beneficio degli attori interessati.

La cultura è componente essenziale per migliorare la sinergia

tra i fattori produttivi e i poteri decisionali, fa da ponte tra le

risorse umane di un’azienda, specie se multinazionale, ope-

rando su due continenti o a livello planetario.

SPECIALE

42 ROTARY dicembre 2014

Il punto di vista Cambiamenti culturali e nuove aperture

Mi chiamo Giuseppe Samir Eid, socio del RC Milano Sud-Est.

Come rotariano, intendo fare giungere la nostra voce affinché

gli organismi politici unitamente al Parlamento Europeo si

facciano sempre promotori efficaci di giustizia, libertà e paci-

fica convivenza fra le popolazioni dell’area mediterranea. La

stragrande maggioranza degli arabi vive in estrema povertà,

in quanto lo sviluppo demografico non è accompagnato da

una crescita economica adeguata. Occorre un cambiamento

radicale nella formazione dei cittadini, un problema di cul-

tura, allo scopo di far comprendere a tutti di essere uguali e

che la violenza è intollerabile.

Religione e identità

Religione e stato civile dei popoli mediterranei sono indisso-

lubilmente legati all’identità della persona; il cittadino arabo

sente la sua identità religiosa in modo prioritario rispetto alla

sua fedeltà politica. Nonostante la presa di distanza delle

principali autorità religiose, i fomentatori di disordine e oggi i

tagliatori di teste nel medio oriente fanno leva su alcuni ver-

setti del corano per giustificare le loro azioni con l’impronta

religiosa. È indispensabile chiedere al mondo arabo di lavora-

re sull’educazione, sui media, sui libri di testo nelle scuole e

perfino invitare a questa linea educativa e di pace, gli imam e

predicatori che hanno in mano il formidabile strumento delle

prediche nelle moschee, dove sarebbe opportuno proclamare

Page 43: SOLUZIONI POSSIBILIGrazie al Ro-tary, abbiamo sempre qualcosa di interessante da discutere a cena. Tutti siamo coinvolti in progetti differenti, e quando ci ritroviamo, parliamo di

L’Africa del Nord e il Medio Oriente rappresentano un merca-

to di oltre trecento milioni di abitanti a poche ore dall’Italia

ma che riceve poca attenzione d’investimento al di fuori del

campo dell’energia. È necessario sviluppare una strategia per

favorire l’espansione della nostra media impresa verso questi

mercati con un ritorno proficuo per gli attori in termini di

sviluppo dell’area di scambio, della società africana in questo

caso araba, e di ritorno sull’investimento.

ImmigrazioneSino alla seconda guerra mondiale le regioni del globo erano

abitate da persone in un dato territorio, un Paese, legate da

un denominatore comune: stessa cultura, religione, credo

abitudini e simili. Ad esempio, Paesi di lingua e cultura ara-

ba con credo islamico di maggioranza, Europa e l’Occidente

cristiani, ecc. ciascuno abbastanza uniforme al suo interno

privo della spinta di rivoluzioni causate dalla diversità, come

è stato il caso degli armeni in Turchia. Si può affermare, ad

esempio, che l’elemento unificatore delle popolazioni arabe

risulta essere quello religioso, vale a dire la comune religione

islamica all’interno della quale s’inseriscono alcune differen-

ziazioni. Non consto di popolazioni senza un credo, senza

religione, anche l’ateismo in fondo è un’etichetta simile ad

un credo religioso discriminante verso chi crede.

Sino a epoca recente non c’era questo ventaglio d’incrocio

di culture che riscontriamo oggi in un dato territorio. La faci-

lità di spostamenti e la libera circolazione di idee attraverso

internet, televisioni e media hanno spinto molti strati della

popolazione, generalmente i più colti, verso l’Europa alla ri-

cerca di miglioramenti economici e stabilità politica. Portano

con sé il bagaglio culturale e sentimentale ricevuto attraverso

l’educazione ricevuta nella famiglia, nella scuola e l’insegna-

mento della loro religione.

Oggi nelle nostre città sono concentrate varie etnie ognuna

con le sue abitudini e credenze, ciascuna inclina a pretende-

re eccezioni nelle disposizioni di legge per consentire ad una

data categorie di far sopravvivere il vivere sociale del Paese di

origine, con il rischio di creare tensioni o situazioni di squili-

brio tra le differenti componenti sociali.

L’immigrazione degli arabi, cristiani e musulmani, ci ha

fatto prendere coscienza dell‘identità di fondo e dei valori

sui quali la nostra civiltà si è sviluppata, ma ai quali molti

di noi si sono ormai assuefatti da tempo; io considero questo

un esempio della ricchezza che può essere generata dalla

globalizzazione. Una ricchezza che può realizzarsi offrendo

alla persona immigrata dignità e l’opportunità di uno svilup-

po umano per un’integrazione propositiva, in contrasto con

l’esclusione. Inclusione invece non può voler dire spostarsi

un po’ per far posto anche all’altro, a qualsiasi altro. Vuol

dire costruire con la ragione un quadro di valori umani, una

cornice del bene comune e dentro questa cornice far posto a

chi la condivide, pur se di religione o di cultura diversa. Sen-

za di ciò non si dà vera inclusione. Questo compito è emi-

nentemente politico e la politica che se ne volesse esimere,

limitandosi ad accogliere senza includere, non svolgerebbe

il proprio ruolo.

Rotariani uniti per un mondo miglioreLa mobilità delle persone da qualche decennio attraversa

irreversibilmente il pianeta, le relazioni interculturali sono

uno dei temi più acuti del momento; il Rotary International

ha presente questo tema nel “ Service for Peace”.

Il Rotary International e la sua Fondazione promuovono

campagne mondiali di servizio per un mondo migliore, sono

ampiamente pubblicizzate e tutti noi riscontriamo i benefici

conseguenti alle azioni intraprese. Vorrei sottolineare il ruolo

che ciascuno degli oltre trentaquattromila club sparsi per

il mondo svolge a favore del prossimo, della qualità della

vita su questo pianeta e del dialogo tra culture diverse. Le

azioni di service intraprese dal club individualmente, oppure

congiuntamente con un club del territorio beneficiario del

service, sono il seme che fa germogliare i frutti a beneficio di

uomini e donne del nucleo sociale interessato. I frutti locali

attesi dalle azioni dei singoli club danno un valore aggiunto ai

programmi mondiali delle azioni rotariane. Infatti elargire de-

naro rimane un atto sterile se non accompagnato con Cuore e

Spirito rotariano, influiscono positivamente sui beneficiari e

danno un valore aggiunto al servizio reso; un primo passo per

MEDITERRANEO UNITO

43 Mediterraneo Unito

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accendere la luce del Rotary verso la Pace.

Ogni rotariano conscio dei benefici tangibili attesi da un ser-

vice specifico fa da propulsore a ulteriori iniziative da parte

dei club locali con conseguente promozione dell’immagine

del nostro Rotary. Ad esempio: è risaputo che la sottomis-

sione delle donne e l’analfabetismo intralciano lo sviluppo

armonioso di un nucleo sociale; attuando il progetto rotariano

di alfabetizzazione in un territorio specifico favorisce la pro-

mozione della donna dandole lo strumento per l’accesso al

mondo del lavoro, un’indipendenza economica e culturale, le

fa prendere coscienza della sua dignità primo passo per pre-

tendere parità di diritti. In questo itinerario la donna assume

un ruolo di primo piano per cambiare i pregiudizi in atto e

ottenere una carta etica comune contro le ingiustizie dovute

a discriminazioni e fanatismo religioso, facendo da apripista

per lo sviluppo economico della società in questione e la pace

sociale.

Il progetto rotariano di alfabetizzazione è uno strumento per

insegnare i mestieri principali in undici lingue compreso ara-

bo e cinese. In Lombardia è stato adottato in scuole profes-

sionali per avviare i giovani di varie nazionalità al mondo del

lavoro. Il progetto è stato predisposto per raggiungere anche

classe di studenti lontani da centri abitati con l’utilizzo di

internet o più semplicemente dei dvd.

Un altro esempio dell’azione rotariana è il rafforzamento

dell’amicizia internazionale tramite l’Azione di Servizio tra

due Rotary club che constatando di avere lo stesso ideale,

hanno deciso di organizzare un campo estivo al mare per

bambini sfavoriti vicino ad Alessandria d’Egitto; molti di loro

non hanno mai conosciuto il mare e vivono in ambienti rurali

privi di acqua potabile. Il soggiornare in un ambiente sano

insegnando modalità igienico sanitarie per prevenire le ma-

lattie ha suscitato il desiderio delle famiglie ad aver accesso

all’acqua potabile e strutture igienico-sanitarie basilari, la

prevenzione delle infezioni e malattie tramite controllo me-

dico ha reso più salutare l’ambiente familiare, oltretutto la

convivialità della vacanza ha ridotto la disparità tra i sessi e

i malintesi dovuti alle diversità di credo, primo passo verso

una migliore convivialità sociale; ha reso più felici i bambini

meno abbienti.

Comunicazione e Dialogo interreligioso

Verso un dialogo spirituale tra due grandi religioni del mondo

arabo, il parlamento libanese ha stabilito il 25 marzo festività

nazionale, giorno in cui i cristiani commemorano l’annuncio

dell’angelo Gabriele a Maria. Infatti, la devozione verso la

vergine Maria è diffusa tra i musulmani sunniti e sciiti. A

differenza di coloro che vogliono ridurre l’Islam ad un siste-

ma politico, invece di considerare la religione relazione della

persona con Dio, sono convinto come lo era Louis Massignon

al Cairo, che l’Islam, inteso secondo la sua tradizione spiri-

tuale, può offrire preziose risorse da spendere e condividere

per costruire, insieme a Cristianesimo ed Ebraismo, la cultura

globale della Pace e della Fraternità. Bisogna adoperarci

affinché i musulmani riescano a cogliere la distinzione tra

religione e società, fede e civiltà, islam politico e fede musul-

mana. È stato proprio il Cardinale Martini a favorire il “dialo-

go” tra le diverse culture e religioni, favorire cioè un dialogo

tra due persone che hanno qualcosa da dirsi.

Mi auguro che ogni comunicatore, religioso e non, musulma-

no o altro, si diventi infaticabile operatore di pace e strenuo

difensore della dignità della persona umana e dei suoi inalie-

nabili diritti. Per evitare che il dialogo interreligioso rimanga

tuttora un impegno riservato alle élite bisognerebbe invece

trovare il modo di fare passare questo ideale nella formula-

zione delle leggi. Un ultimo augurio, non meno importante,

è che i responsabili della comunicazione di questo convegno

provvedano a far pubblicare e circolare su i media islamici e

non, televisioni radio carta stampata social network, i buoni

propositi scambiati a livello alto, pena l’inutilità che questi

rimangano solo in alto senza raggiungere il popolo.

SPECIALE

44 ROTARY dicembre 2014

gIuSeppe SamIr eId

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MEDITERRANEO UNITO

45 Mediterraneo Unito

Mozione conclusiva documento di sintesi del forum di Marsala

I Governatori dei Distretti del Rotary d’Italia, Malta e San Marino, dopo aver proficuamente trattato a Marsala, dal 10 al 12

ottobre ‘14, con il Forum “Mediterraneo Unito”, alla presenza di Giuseppe Viale Board Director e di Abby McNear dell’Ufficio

Centrale del RI, i temi più delicati che ruotano attorno al bacino mediterraneo - dal fenomeno migratorio, ai focolai di guerra;

dalla tutela dell’ambiente, alla blu economy; dalle risorse, alla cultura mediterranea - grazie alle relazioni degli esperti, italiani

e stranieri, rotariani e non;

RITENUTO

di dover proseguire l’azione di pubblico interesse e internazionale da anni intrapresa dal Rotary italiano; di dover rivolgere,

con la pubblicazione dei lavori, delle proposte agli ambienti della cultura, dell’imprenditoria, delle forze armate, del volon-

tariato, dell’intera società e della politica;

di dover sostenere le iniziative umanitarie in corso come le borse di studio donate a due brillanti giovani, un israeliano e

una palestinese; come la donazione di tanti zainetti ai minori sbarcati senza genitori ed accolti nelle comunità, mettendo

a disposizione le professionalità dei soci; come la distribuzione dei libretti plurilingue, onde facilitare il colloquio tra i mi-

granti e chi li accoglie lungo le coste italiane; come la recita della invocazione rotariana, al “Dio di tutti i popoli della terra”;

che spetta alla classe dirigente del Paese, del quale il Rotary costituisce parte attiva, raccogliere testimonianze ed opinioni;

promuovere amicizia e solidarietà; concorrere a favorire la pace; riaffermare la centralità della persona umana; facilitare il

confronto delle diverse culture, nell’auspicio di una nuova identità pan mediterranea;

SI RIVOLGONO

Fin d’ora al Governo e al Parlamento Italiano e alla Commissione e al Parlamento dell’Unione Europea, affinche, per quanto di

rispettiva competenza, si attivino subito per:

dare concreta attuazione alle leggi vigenti e promanarne di nuove, onde regolare meglio i rapporti umani e giuridici dei

popoli; i controlli alle frontiere e i permessi di soggiorno; i diritti di cittadinanza; l’accoglienza di tutta l’Europa e non

soltanto dell’Italia (primo Paese d’ingresso, tenuto a provvedere, in base al Trattato di Dublino, da emendare sul punto) e

segnatamente della Sicilia che non va considerata periferia, ma avamposto dell’Europa;

rilanciare l’economia, agevolare gli spostamenti di risorse umane, ampliare gli accordi con i Paesi stranieri al fine di rende-

re possibile le richieste d’asilo, gia in un Paese di transito delle rotte migratorie; facilitare il dialogo interculturale, “primo

strumento di pace, chiave di volta di quella migliore comprensione reciproca che genera pacificazione e consente anche

politiche di sicurezza piu efficaci”; trovare un punto d’incontro sui diritti universali alla vita, alla dignita della persona, alle

liberta civili e religiose, alla parita uomo-donna;

nell’immediato, a mezzo dell’Agenzia Europea FRONTEX, in collaborazione con le azioni italiane, oltre agli accordi già

raggiunti per l’operazione Triton (cui, purtroppo, hanno aderito solo otto Paesi dei 28 facenti parte dell’Unione), creare un

corridoio umanitario di accesso alla protezione internazionale che parta dalle spiagge dove i rifugiati sono nelle mani dei trafficanti con i barconi, onde evitare ulteriori stragi di innocenti in mare.

I gOVernatOrI dIStrettualI

INDICE

ILARIO VIANO, D. 2031 | GIORGIO GROPPO, D. 2032 | UGO GATTA, D. 2041 | ALBERTO GANNA, D. 2042 | FABIO ZANETTI, D. 2050 | EZIO LANTERI, D. 2060 | ARRIGO RISPOLI, D. 2071 | FERDINANDO DEL SANTE, D. 2072 | CARLO NOTO LA DIEGA, D. 2080 | MARCO BELLINGACCI, D. 2090 | GIANCARLO SPEZIE, D. 2100 | GIOVANNI VACCARO, D. 2110 | LUIGI PALOMBELLA, D. 2120

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IL PROGRAMMA AQUAPLUSIl progetto pilota ad HaitiSradicare la fame e la sete nel mondo: tutto inizia con una gestione sostenibile.

Da qualche giorno la terra continuava a tremare. Più o meno

intensamente. Gli abitanti della capitale quasi riuscivano a

prevedere ogni quanto ci sarebbe stata la successiva rumba.

Haiti, nella sua storia ne ha passate tante, tra uragani, terre-

moti e conquistatori. Normale amministrazione per i funzio-

nari e la popolazione di Port au Prince. Ma mentre tutti si sta-

vano quasi assuefando al ciclico ma imprevedibile tremolio

del suolo sotto i loro piedi, ecco che una sensazione nuova,

spaventosa e angosciante li colpiva il 12 gennaio 2010, alle

16:53 di un tiepido e tranquillo martedì pomeriggio.

Lunghi secondi di tremore e frastuono, pochi attimi di silen-

zio irreale, e poi ore e giorni di devastazioni.

Fuochi e colonne di fumo divampavano in ogni angolo della

capitale, macerie polverose a ricordare i palazzi una volta pre-

senti in città. I sismografi registreranno una magnitudo, della

scossa principale, di 7,3 della scala Richter, e un ipocentro

vicino, troppo, alla superficie.

Per fare un paragone con l’esperienza italiana, basti pensare

che il terremoto che colpì l’Aquila un anno prima fece regi-

strare una magnitudo di 5,8.

A volte i numeri non riescono a far comprendere fino in fondo

la portata di determinati eventi, come in un terremoto la ma-

gnitudo, viene percepito come un dato fine a se stesso, senza

pensare all’estensione logaritmica della scala a cui si riferi-

sce. I bollettini ospedalieri danno invece una visione concreta

e terrorizzante. Quel giorno ad Haiti si stima che abbiano per-

so la vita tra le 300.000 e le 500.000 persone (poco meno

di un isolano su venti) e più di 300.000 sono rimasti feriti.

Questi numeri hanno sconvolto il mondo, che ha saputo atti-

varsi su diversi canali, da quelli governativi a quelli dell’asso-

ciazionismo, per dare una risposta concreta al grido d’aiuto

di un intero popolo. Un aiuto tempestivo, che però, come

troppo spesso avviene, è stato un sollievo momentaneo se

non addirittura una nuova sciagura sull’ormai inerme popola-

zione. Non possiamo certo dimenticare i focolai di colera e i

periodi di coprifuoco imposti da capi militari non haitiani. Per

non parlare del devastante impatto sull’economia locale dei

beni di prima necessità. Quando un’operazione umanitaria

interviene senza programmaticità e senza uno schema d’in-

tervento preciso, uno dei possibili risultati può essere quello

AQUAPLUS

46 ROTARY dicembre 2014

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PROGETTI E IDEE

47 progetti e idee

di annientare la già precaria economia di un Paese povero.

Immaginiamo, per esempio, cosa succede nel caso in cui le

quantità di riso procurate dall’azione umanitaria superino di

tre volte il reale bisogno della popolazione. La svalutazione

conseguente di un bene così prezioso porterà i produttori

locali ad abbandonare quella produzione, e il conseguente

rallentamento dei tempi di ripresa dalla catastrofe.

In tutto ciò, ci sono però associazioni capaci

e preparate. E in questa realtà il Rotary può

tranquillamente affermare di trovarsi a suo

agio, e ciò che si è fatto ad Haiti ne è un

esempio.

Il saper rispondere ai bisogni e alle esigenze

della popolazione, unitamente a un’idea di

sviluppo che aiuti la comprensione dei valore

fondanti della Pace, hanno fatto

attivare innumerevoli service

in tutto il mondo. Anche l’i-

sola caraibica è stata ed è

al centro di un nuovo grande

progetto. Il programma Aquaplus nasce con l’ambizione di

contribuire a risolvere il problema della fame e della sete

nel mondo, e il progetto pilota Haiti ne rappresenta il primo

impegno concreto. Un progetto che va ben oltre il semplice

intervento, responsabilizza la popolazione nella costruzione

di infrastrutture per il corretto utilizzo dell’acqua e per la

produzione di alimenti che sappiano integrare e

arricchire la dieta degli abitanti.

Il tutto si sta svolgendo e realizzando in una

zona agricola di circa 10.000 abitanti nel

comune di Torbeck, nel sud dell’isola. Qui il

problema non è tanto la presenza o meno di

fonti idriche, ma bensì la sua gestione. Infatti

questa regione si può definire ricca d’acqua, ma

la comunità è incapace di utilizzarla efficacemen-

te, sia per fini prettamente

domestici, che per fini agri-

coli. Riconoscendo queste

problematiche ed esigenze, il

programma Aquaplus ha strut-

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AQUAPLUS

48 ROTARY dicembre 2014

turato un progetto di intervento organico, per far si che la po-

polazione della regione possa realmente dirsi autosufficiente.

A partire dai primi mesi successivi il devastante sisma del

gennaio del 2010 si è lavorato affinché si ricostruisse e

ampliasse l’acquedotto dell’acqua potabile, stabilizzandone

la sorgente e costruendo un’infrastruttura solida nel tempo,

implementando le fontane e i punti accesso alla rete idrica.

Questo primo intervento, svolto coordinando la mano d’opera

locale, ha fatto si che si ripristinassero i canali d’irrigazione

già presenti e ha permesso di implementarli e renderli orga-

nici in un ottica di sviluppo comunitario.

Giorno dopo giorno, gli abitanti della provincia di Les Cayes,

hanno saputo riprendersi e ricostruire ciò che era andato

distrutto, riabilitando così anche quell’animo intaccato dalla

paura e dall’impotenza di fronte la forza della natura, ritro-

vando la voglia di vivere, e di vivere una vita migliore.

Per questo l’evoluzione del progetto è stata così rapida,

comportando anche a una nuova volontà agricola, con la

creazione di orti familiari a culture differenziate per ottenere

un’alimentazione sana e completa, anche sotto il punto di

vista nutrizionale. Una fase dell’intervento che ha visto lavo-

rare molto sulla formazioni di agronomi, capaci di trasmettere

una nuova cultura agricola contadina. Una formazione che ha

messo in contatto l’università locale con la Facoltà di Agraria

dell’Università di Milano, aprendo canali di comunicazione e

creando rete, per far si che le conquiste istantanee possano

avere un seguito proficuo.

L’inaugurazione, poi, il 20 maggio scorso della prima unità

di trasformazione della manioca di Torbeck, ha aperto un

nuovo capitolo, dando nuovo slancio e nuova concretezza

al progetto. 3 anni di lavoro e più di un milione di euro

d’investimento, per costruire un centro di 360mq per cre-

are farine grezze e potertle trasformare in gallette a partire

dalla manioca oleifera, meglio conosciuta come “la pianta

del miracolo”. Il vero miracolo è che questo nuovo centro

sta costruendo una nuova economia locale e concretamente

sta donando una nuova vita a chi pensava che tutto si fosse

fermato, quattro anni prima. Un centro che sta rappresen-

tando un eccellenza produttiva in tutta la regione e in tutto il

Paese, che ha dato impeigo a numerose donne, volenterose

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PROGETTI E IDEE

49 progetti e idee

claudIO pIantadOSI

COME CONTRIBUIRE AL PROGETTOSponsor per le fontane di Aquaplus

Per contribuire al Programma Aquaplus, si può sceglie-

re di sponsorizzare una fontana di approvvigionamento

di acqua pulita ad Haiti. A fronte di una donazione di

almeno 1.000 Euro, sarà realizzata una targa perso-

nalizzata con il nome del sostenitore, targa che sarà

applicata ad una fontana.

Tra le varie iniziative riveste particolare valore, sia socia-

le che tecnico, la riabilitazione di 42 fontane del servizio

di acqua potabile.

Sono circa diecimila persone che prendono l’acqua alle

fontane (a cui si aggiungono altre cinquemila che si

servono direttamente al loro allacciamento privato nelle

case). In questo contesto rurale dove i beneficiari si di-

stribuiscono su una rete idrica di 25 km, diventa impor-

tante l’aspetto sociale: le fontane sono un bene collet-

tivo, soggetto a pulizia e a una regolare manutenzione

periodica. L’anima sociale della fontana è il Comitato di

Fontana, eletto dai beneficiari della fontana e costituito

da un Presidente e due Consiglieri; Comitato che si

occupa anche della raccolta dei contributi dei benefi-

ciari della fontana per la manutenzione, ma anche che

partecipano ai lavori di ristrutturazione, coerentemente

con l’ottica partecipativa del progetto.

di riscrivere la storia della propria isola. Il primo progetto

di un grande programma, Aquaplus, nato sotto la spinta dei

distretti 2041 e 2042 in stretta collaborazione con EXPO

Milano 2015, che sa bene che per sconfiggere la fame e la

sete nel mondo bisogna lavorare su una buona gestione della

risorsa idrica. Un programma che è stato in grado di intessere

conattti proficui e sinergie con il mondo accademico e con

organizzazioni non governative. Una prima esperienza che

mette in evidenzia le potenzialità di un’idea forte e ambizio-

sa, quasi quanto la nascita di PolioPlus decine di anni fa. Il

suo primo progetto pilota ormai dura e prolifica da quattro

anni. E in questi quattro anni, ad Haiti, l’acqua da problema

è diventata risorsa e chiave di volta per rifondare una nuova

economia agricola, che ha saputo mettere al centro i bisogni

e le vite delle persone.

Un progetto importante, come molti ne ha saputi fare il

Rotary, in tutto il mondo. Per offrire ulteriori spunti sull’argo-

mento vi presentiamo, a partire dalla prossima pagina, otto

esempi e progetti legati all’acqua intesa come risorsa e bene

da preservare e rispettare.

INDICE

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PROGETTI E IDEE

50 ROTARY dicembre 2014

LA TORRE WARKA WATERUno spettacolo d’aria e acqua

Ogni giorno in Etiopia, donne e bambini per-

corrono a piedi chilometri per raccogliere

l’acqua da bacini idrici di piccole di-

mensione, la maggior parte dei quali

contaminati da rifiuti umani e ani-

mali, parassiti e batteri. Resosi

conto di ciò in prima persona,

l’architetto Arturo Vittori, in visi-

ta dall’Italia, si è ripromesso di

trovare una soluzione semplice

e conveniente per la fornitura

di acqua potabile.

Vittori ha pensato alla bio-

mimesi, una disciplina che

consiste nell’analizzare

il prosperare della fauna

selvatica in natura, e che

adatta tali concetti al fine di ri-

solvere problemi umani. Lo scarabeo

del deserto del Namib lo ha partico-

larmente incuriosito: questo insetto è in

grado di sopravvivere estraendo l’acqua dall’aria. Al formarsi

della nebbia nelle prime ore del mattino, il coleottero inclina

la testa all’indietro sollevando l’estremità posteriore del corpo

verso il cielo. La nebbia si condensa sul guscio dello scarabeo

e l’acqua cola nella sua bocca. Affidandosi alla forza di gra-

vità e al tempo atmosferico, Vittori ha imitato la strategia di

questo scarabeo per realizzare la torre Warka Water, in grado

di attingere acqua dall’aria.

L’edificio è caratterizzato da un’elegante struttura di sempli-

ce realizzazione, basata in ampia misura su materiali ecoso-

stenibili e biodegradabili, la maggior parte dei quali di pro-

venienza locale. L’involucro esterno, realizzato con materiali

in fibra naturale come il bambù assicura un valido supporto

strutturale e sostiene una rete sospesa rivestita in maniera da

raccogliere la condensa che gocciola all’interno di un con-

tenitore posto alla base della torre.

Questa soluzione consente di raccogliere

fino a 100 litri di acqua potabile al giorno, al modico costo di

circa 1.000 Dollari.

La Warka Water 3.0, ultimo prototipo di Vittori è alta 10

metri e pesa 60 kg. Può essere costruita da sei persone in

quattro giorni. Nei prossimi mesi, il suo inventore lancerà una

campagna di raccolta fondi finalizzata alla costruzione di una

torre in Etiopia entro la fine del 2015.

Il nome della torre deriva dalla rilevanza sociale dell’albero

Warka, conosciuto anche come fico selvatico, spesso usato

in Etiopia come riparo in occasione di raduni pubblici. Ri-

flette il fine ultimo del progetto, che si propone d’individuare

soluzione più che pragmatica alla carenza d’acqua. “Siamo

concentrati sulla creazione di una bella struttura”, afferma

Vittori, “ben armonizzata negli ambienti naturali e culturali

delle comunità rurali etiopi”.

Problem solving: otto soluzioni innovative

TesTi di sandra swanson | illusTrazioni di roberT sims

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PROGETTI E IDEE

LIFESTRAW COMMUNITYIl rubinetto del villaggio

Circa quattro ore dopo essere stato nominato dal Rotary alla

guida dei progetti idrici patrocinati dal club, Martin Brody

ha acceso la TV e, con grande stupore, ha visto alcu-

ni bambini bere in tutta sicurezza da pozze d’acqua

sporca per mezzo di un semplice tubo. Il dispositivo,

chiamato LifeStraw, è in grado di filtrare la maggior

parte dei batteri e protozoi senza bisogno di calore o

elettricità. Vestergaard, azienda attiva nello sviluppo

di prodotti umanitari, come zanzariere, ha creato Life-

Straw nel tentativo di eliminare il verme della Guinea

dall’acqua.

Il mattino seguente, Brody ha chiamato Vestergaard.

“Non so come mi siano venute le parole; ho detto: «ne

prendiamo 10.000». Ho catturato la loro attenzione”,

racconta Brody, socio del Rotary Club di Fort Lauderdale,

Florida. Da quel giorno di sette anni fa, ha aiutato a racco-

gliere oltre 600.000 Dollari, che hanno permesso di fornire

tubi alle aree in via di sviluppo.

I tubi LifeStraw presentano tuttavia alcuni inconvenienti: du-

rano solamente un anno e, a causa delle dimensioni ridotte,

possono facilmente essere smarriti o rubati. Quando due anni

or sono Vestergaard ha sviluppato il modello LifeStraw Com-

munity, il club ha modificato il proprio interesse arrestando la

distribuzione della versione per uso personale. La LifeStraw

Community è in grado di immagazzinare fino a 25 litri di ac-

qua filtrata, con una durata da tre a cinque anni (arrivando a

filtrare circa 100.000 litri d’acqua) e una capacità sufficien-

te a circa 70 persone.

Quando gli utenti versano l’acqua nella parte superiore del

dispositivo LifeStraw Community, un apposito filtro rimuove

le particelle superiori a 80 micron (un micron equivale a un

milionesimo di metro). Quindi, una cartuccia a membra-

na a fibra cava trattiene tutte le particelle e i mi-

crobi superiori a 20 nanometri. A questo punto,

l’acqua depurata è pronta per essere erogata dai

quattro rubinetti in dotazione al contenitore.

Il progetto del club ha permesso

di fornire unità LifeStraw Commu-

nity sufficienti a circa 150 scuole ad

Haiti e una dozzina in Kenya.

51 progetti e idee

segue >>

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PROGETTI E IDEE

52 ROTARY dicembre 2014

PEEPOOLa soluzione in tasca

“Non abbiamo bisogno di architetti”. Si è rivolta in questo

modo all’architetto svedese Anders Wilhelmson una donna

abitante in un progetto abitativo di Mumbai. Lei e i suoi

vicini sono riusciti costruire le proprie case. Di cosa hanno

avuto bisogno? Di una soluzione sicura per smaltire la propria

“pupù”. Quattro mesi dopo, Wilhelmson ha progettato Pee-

poo, un sacchetto sanitario monouso che può essere adattato

a un secchiello. Dopo aver espletato i propri bisogni all’inter-

no del sacchetto, l’utilizzatore lo chiude in alto. Inodore per

24 ore, è provvisto di un apposito rivestimento interno an-

ti-urea in grado di disattivare per un mese gli agenti patologi

dannosi, come batteri, virus e parassiti.

Il Peepoo rappresenta anche una fonte di guadagno per gli

abitanti della zona. In quattro villaggi dello slum di Kibera,

Kenya, le donne comprano i Peepoo a circa tre scellini kenioti

(pari a 0,03 Dollari) al sacchetto. Gli utilizzatori ricevono

un rimborso di uno scellino keniota (1 centesimo di Dol-

laro) per ogni sacchetto sanitario usato, riconsegnato al

centro di raccolta Peepoo che, in seguito, riutilizza i rifiuti

come valido fertilizzante. Gli stessi sacchetti sono biode-

gradabili e si disintegrano entro un anno.

Peepoople, organizzazione no-profit creata da Wilhelmson,

ha iniziato produrre in serie i sacchetti alla fine del 2013,

inviando un milione di pezzi nelle Filippine a seguito del de-

vastante tifone abbattutosi nel novembre dello stesso anno.

Ogni anno, circa 13.000 scolari utilizzano i Peepoo, con

alcune conseguenze indesiderate e decisive. “Mi sono resa

conto che la maggior parte dei bambini evita le latrine in

comune perché sono sporche e traboccanti”, afferma Camilla

Wirseen, cofondatrice di Peepoople Kenya. “Inoltre, costretti

ad espletare i propri bisogni all’aperto, i bambini rischiano di

essere violentati. È difficile comprendere la reale importanza

di disporre di servizi igienici privati”.

MAYA PEDALPompe per acqua a propulsione umana

Gli abitanti del Guatemala hanno escogitato un modo per

pompare l’acqua senza elettricità: la bicimaquina, ovvero una

macchina a pedali. I volontari dell’organizzazione no-profit

Maya Pedal di San Andrés Itzapa costruiscono le bicimaquina

con parti di biciclette riciclate, legno e cemento. I diversi mo-

delli sono in grado di macinare un chilo e mezzo di cereali al

minuto e di svolgere molti altri compiti: la sgusciatura di noci

di Macadamia, la miscelazione degli ingredienti per frullati o

zuppe, oltre alla produzione di calcestruzzo per tegole.

In passato l’unica fonte di acqua era rappresentata da

un fiume, lontano vari chilometri. Grazie alla potenza svilup-

pata dalla macchina a pedali, i residenti riescono a pompare

da 15 a 35 litri d’acqua al minuto da un pozzo profondo qua-

si 30 metri. In un’altra comunità, la popolazione ha voluto

pompare l’acqua da una zona distante. “Il costo dell’impian-

to elettrico necessario, superiore a 5.100 Dollari, ha spinto

gli abitanti a scegliere la bicimaquina, soluzione più econo-

mica e duratura”, riferisce Mario Enrique Juárez, direttore di

Maya Pedal. E aggiunge: “dopo 13 anni di servizio, le nostre

pompe a pedali sono tuttora in grado di attingere acqua”.

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PROGETTI E IDEE

53 progetti e idee

L’ECO-CUCINA DI ENVIROFIT Case senza fumo

Gli abitanti di molti Paesi rischiano la vita semplicemente

facendo bollire dell’acqua. Le fiamme libere delle cucine

uccidono 4,3 milioni di persone l’anno a seguito dell’inala-

zione di fumo (più di HIV/AIDS, malaria e tubercolosi messe

insieme) e rappresentano una delle principali cause di lesioni

gravi e morte per ustioni fra le donne e i bambini.

“Si tratta di un problema diffuso che è stato ampiamente

ignorato”, afferma George Basch, fondatore e “capo cuoco”

del Progetto no-profit Himalayan Stove, con sede a Taos,

New Mexico. Basch, che è anche membro del Rotary Club

di Taos-Milagro, che ha dedicato gli ultimi quattro anni

all’eliminazione del pericolo sull’Himalaya con il supporto di

Envirofit, con sede a Fort Collins, Colorado.

Costituita nel 2003 dagli ingegneri della Colorado State Uni-

versity, Envirofit ha progettato una soluzione alternativa alle

fiamme libere: una stufa in grado di ridurre drasticamente le

emissioni di fumo e gas dannosi, unitamente alla quantità di

combustibile necessaria. I costi per il combustibile salgono

rapidamente e non soltanto in termini monetari. Le persone

addette alla raccolta della legna per il fuoco (solitamente

donne e bambini) sono costrette a volte ad attraversare

zone di conflitto. Per i bambini, l’approvvigiona-

mento del combustibile coincide anche con la

riduzione della frequenza scolastica.

Le comuni cucine, dotate di camere di

combustione in ceramica o argilla,

sono pesanti e fragili. I tecnici di

Envirofit hanno progettato una ca-

mera di combustione più leggera

con una durata minima di cin-

que anni. Fra gli sperduti villaggi

dell’Himalaya ciò rappresenta un

enorme vantaggio in termini di tra-

sportabilità. “Queste cucine possono

essere trasportate sulla schiena”, a

volte anche per diversi giorni, spiega

Basch.

La camera è stata realizzata in una lega speciale creata in

collaborazione con il Laboratorio Nazionale di Ricerca di Oak

Ridge (Tennessee) ed è in grado di resistere a temperature

che possono raggiungere i 1.000 gradi Celsius e ai composti

corrosivi rilasciati durante la combustione delle biomasse.

L’efficienza delle cucine Envirofit consiste anche nel rispar-

mio del 60 percento del combustibile necessario. Sono pas-

sati sette anni dal lancio del primo progetto pilota in India.

Da allora, Envirofit ha venduto oltre un milione di cucine in

Africa, Asia e America Latina. Envirofit offre oggi una dozzina

di cucine ecologiche che possono essere alimentate a legna,

stallatico o altre biomasse.

In collaborazione con altri Rotary club (il club di Basch

è il partner principale) e una serie di sponsor, il progetto

Himalayan Stove ha fornito 3.000 cucine. Nel mese di feb-

braio sono state installate 90 cucine Envirofit nel villaggio di

Gamcha, alla periferia di Katmandu, grazie ai soci del Rotary

Club di Tripureswor. I fondi necessari sono stati erogati tra-

mite il progetto Himalayan Stove dal club di Taos-Milagro e

dalla Fondazione Rotary di Madison, nel Wisconsin.

segue >>

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PROGETTI E IDEE

ASSORBENTI ECONOMICI Una grande idea, un grande periodo

L’imprenditore Arunachalam Muruganantham si è dedicato al

progetto dopo essersi reso conto che sua moglie, non potendo

permettersi gli assorbenti sanitari, era costretta a utilizzare

panni antigienici durante il periodo mestruale. Alcuni tabù,

tuttora presenti in gran parte del mondo, hanno costituito il

vero problema da affrontare. Durante la fase di sviluppo del

nuovo metodo produttivo, durata oltre quattro anni, la mo-

glie di Muruganantham si è vergognata del progetto e lo ha

lasciato, mentre sua madre non ha nascosto la propria disap-

provazione. I vicini di casa hanno costretto Muruganantham

a lasciare il villaggio in cui viveva, accusandolo di essere

posseduto da spiriti maligni.

Nonostante tutto, non si è perduto d’animo e ha contribuito a

rivoluzionare il processo di produzione di assorbenti igienici

sicuri. I tamponi prodotti con la sua macchina vengono ven-

duti in media a 2 rupie ciascuno. Il congegno per la produzio-

ne degli assorbenti igienici è stato realizzato da Muruganan-

tham in due versioni: il modello più piccolo, una macchina

manuale, consente di realizzare 500 assorbenti al giorno,

GULPERIl mago dello spurgo

In molte parti del mondo, le latrine vengono pulite a mano,

utilizzando una pala. Com’è facile immaginare, non si tratta

di un’esperienza piacevole; spesso

accade che i pozzi neri vengano

abbandonati una volta riempiti sino

all’orlo. Esiste tuttavia un’alternativa

migliore: il Gulper. Un tubo in PVC

e acciaio inossidabile fissato a una

pompa manuale consente di vuotare

una latrina arrivando a una profondità

compresa tra 1,5 e 3 metri.

L’associazione no-profit Wa-

mentre la versione più grande, una pressa pneumatica, è in

grado di produrne 1.500. Muruganantham ha in gestione

1.370 macchine in 1.340 villaggi, ed entro la fine del 2015

si augura di installarne altre in 24 paesi. “Quando avviamo

questo progetto in un villaggio, siamo testimoni dell’emanci-

pazione femminile in tempo reale”, afferma. “Assistere a una

simile trasformazione, ci rende orgogliosi”.

ter for People ha creato il Gulper, non solo per pulire i ga-

binetti, ma anche per generare profitti in Malawi e Uganda.

Un tale che, grazie al Gulper, è diventato un operatore del

settore degli spurghi ha affermato che per lui la cacca “ha

il colore dell’oro”. Dal 2010 ad oggi, i servizi di “gulping”

hanno costituito una solida fonte di sostentamento per la

sua famiglia. “Ci ha rivelato che, inizialmente, sua moglie

non lo sopportava a causa della natura ‘disgustosa’ della sua

attività”, dice Sherina Munyana, responsabile comunicazioni

di Water for People. “Ma ora, ogni volta che lo vede prendere

i fusti di raccolta, sorride perché sa che rientrerà a casa con

un bel gruzzolo”.

54 ROTARY dicembre 2014

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PROGETTI E IDEE

55 progetti e idee

OSSIDAZIONE SUPERCRITICA Una risposta a… caldo

Quando la fiamma si sviluppa nell’acqua? A prima vista,

potrebbe suonare come un koan, oppure come un quesito di

magia per Harry Potter. Esiste tuttavia una risposta scientifi-

ca: se l’acqua viene riscaldata oltre i 374 gradi Celsius e vie-

ne sottoposta a una fortissima pressione (superiore a 1000

chili per centimetro quadrato) diventa un fluido supercritico.

Ciò significa che ha una densità inferiore all’acqua allo stato

liquido, ma superiore al vapore. La temperatura e la pressio-

ne elevate creano una reazione di combustione. (La maggior

parte delle pentole a pressione raggiunge solo 200 gradi). E

quando si verifica la reazione di combustione, la fiamma si

sviluppa nell’acqua.

Si tratta di un processo base, conosciuto come ossidazione

supercritica dell’acqua, che per decenni è servito a pulire

ogni genere di schifezze, armi chimiche comprese. I ricerca-

tori della Duke University e dell’Università del Missouri han-

no collaborato (grazie alle sovvenzioni della Fondazione Bill e

Melinda Gates) allo sviluppo di un processo di produzione

di acqua pulita da rifiuti umani, mediante

ossidazione supercritica dell’acqua.

Il sistema, fermo alla fase di prototipa-

zione, può essere inserito in un

container di spedizione da

6 metri. Un villaggio di

1.200 abitanti dovrebbe riuscire a vuotare le proprie latrine,

ottenendo acqua inodore da impiegare in svariati modi, tra

cui l’irrigazione e la lavanderia. I ricercatori hanno utilizzato

per i test di laboratorio feci sintetiche (adattando un conteni-

tore sviluppato dalla NASA e contenente pasta di miso, lieviti

da panificazione e olio). “Non appena in grado, passeremo

alla sperimentazione sul campo utilizzando rifiuti veri e pro-

pri”, afferma Marc Deshusses, direttore del programma di

ingegneria delle energie della Duke.

Deshusses si è ripromesso di bere pubblicamente un bicchie-

re d’acqua prodotta con il prototipo realizzato nel campus,

pur essendo consapevole che quest’impresa non convincerà

necessariamente gli altri a fare lo stesso. “Esiste un’enorme

barriera psicologica quando si afferma: «Facci avere la tua

cacca e ti daremo acqua da bere»”.

Sandra SwanSOn

INDICE

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Mentre un conflitto infuria, i bambini combattono contro un vecchio nemico: la poliomielite

56 ROTARY dicembre 2014

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SIRIAl’altra guerra

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57 Siria - l’altra guerra

L’ALTRA GUERRA

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SIRIA

58 ROTARY dicembre 2014

ALL’INTERNO del vasto campo profughi di Zaatari (foto pagine precedenti)

in Giordania, al confine con la Siria, un vento pungente assedia le case di fan-

go e roccia, le tende, i cumuli di macerie e i container. In questo labirinto nel

deserto, uno strato granuloso di sabbia copre ogni cosa. Famiglie siriane hanno

cominciato ad arrivare due anni fa, in fuga dalla guerre e dalle persecuzioni. In

poco più di due settimane, le Nazioni Unite hanno allestito il campo profughi.

Quello che era iniziato come un insieme di poche tende è diventata una casa

temporanea per quasi 100.000 persone. I residenti hanno fatto di Zaatari una

vera e propria città, e in un mercato di fortuna soprannominata Champs-Elyses,

vendono di tutto - frutta, falafel, elettrodomestici, abiti da sposa.

Solo a pochi chilometri di distanza da Zaatari, le violenze infuriano in tutta la

Siria. A causa delle continue rivolte e guerre civili degli ultimi tre anni, più di

tre milioni di siriani sono fuggiti nei Paesi vicini. Più della metà sono bambini.

Il conflitto in Siria è diventato una delle più gravi crisi umanitarie del 21°secolo.

Alla fine del 2013, nel Paese sono stati riscontrati 35 casi di polio, dopo che

per 14 anni ne era stato considerato libero. Le autorità sanitarie hanno stabilito

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L’ALTRA GUERRA

59 Siria - l’altra guerra

che il virus è stato importato dal Pakistan. In campi profughi come Zaatari,

dove migliaia di persone vivono in situazioni precarie, la capacità di fermare

un focolaio è cruciale, e il divampare delle infezioni richiede una risposta

immediata da parte dei gruppi di supporto sanitario. Per vaccinare i bambini

il più rapidamente possibile, il Rotary e i suoi partner del Global Polio Eradi-

cation Initiative, unitamente alle autorità sanitarie locali, hanno condotto una

campagna su larga scala attraverso circa 1.200 postazioni, come ambulatori

e scuole. Trecento team sanitari avevano l’obiettivo di raggiungere le zone

più difficili da raggiungere, inclusi i campi profughi appena fuori dei confini

siriani. In tre giorni, 19.000 bambini hanno avuto somministrato il vaccino

antipolio.

Il fotografo Jean-Marc Giboux si è recato in Giordania ed è riuscito a entrare

nel campo di Zaatari, dove ha documentato la campagna d’immunizzazione.

“C’è così tanta disperazione all’interno di queste mura”, dice. “Queste persone

stanno vivendo l’inferno in terra, e quando qualcosa come la polio riemerge, è

come una nuova ondata di violenza”.

megane FerrInger

In alto: un’equipe medica visita un remoto campo beduino in Giordania.

Foto grande: la maggior parte dei casi di polio in Siria si sono verificati in bambini al di sotto dei due anni, che sono nati dopo la guerra e che non hanno avuto le regolari vaccinazioni. L’impossibilità di portare avanti le vaccinazioni di routine, i danni alle infrastrutture primarie e l’emigrazione di massa della popolazione hanno contribuito al ritorno della poliomielite.

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SIRIA

60 ROTARY dicembre 2014

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L’ALTRA GUERRA

61 Siria - l’altra guerra

In alto: nonostante le condizioni difficili del cam-po Zaatari, i volontari hanno vaccinato più di 14.000 bambini.

Foto grande: nonostante la minaccia dei com-battenti ribelli, i bombardamenti, e gli attacchi aerei, i team sanitari hanno preparato migliaia di volontari per somministrare il vaccino. Secondo l’UNICEF, questo sforzo è parte della più grande campagna di vaccinazione nella storia del Medio Oriente - sforzo che ha raggiunto 25 milioni di bambini in sette Paesi, in 37 sotto-campagne.

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SIRIA

62 ROTARY dicembre 2014

In alto: al campo Zaatari, i vaccinatori visitano in coppia ogni rifugio. Un volontario esegue le vaccinazioni, mentre l’altro aiuta a registrare e a marchiare.

Foto grande: il Rotary ha contributo con 500.000 dollari per sostenere gli sforzi per fermare l’epidemia di poliomielite in Siria – la prima donazione al World Health Organization a sostegno delle campagne di vaccinazione su larga scala in Medio Oriente, della Global Polio Eradication Initiative.

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AREE DI INTERVENTO

64 ROTARY dicembre 2014

POCHI MINUTI dopo il parto, nell'ospedale distrettuale

di Shivgarh in India, le neo mamme sono in piedi lungo

un corridoio buio nel reparto maternità, una piccola sala

affollata con quattro stretti letti in metallo. Delle lenzuola

macchiate coprono i sottili materassi di plastica. In questo

scenario cupo, un poster colorato attaccato alla pareti mostra

una mamma raggiante che coccole il suo bambino, insieme

al messaggio: "nella prima ora, una madre può cambiare il

destino di suo figlio."

Semplici disegni illustrano i passaggi fondamentali che

permetteranno ai bambini un inizio sano della propria vita.

Sushma, una delle neo mamme, ha appreso queste pratiche

e le ha insegnate alle donne nel suo villaggio, Rampur Khas.

Ogni volta che si incontrano, sulle verande delle loro case o

nel luogo dove lavorano, le donne ricordano l'un l'altra ciò

che possono fare per ridurre probabilità di morte dei loro figli.

Sushma si è preparata al parto acquistando di un nuovo

rasoio per tagliare il cordone ombelicale, prevenendo così

eventuali infezioni, e comprando dei vestiti di cotone per

mantenere il suo bambino al caldo, abbassando così il rischio

di ipotermia per il piccolo. Pochi minuti dopo il parto, ha pre-

so in braccio il suo bambino e ha cominciato l'allattamento al

seno con il suo colostro ricco di anticorpi, o il primo latte. "So

che sto facendo tutto quello che posso", mi dice, a casa sua.

"So che quello che faccio può fare la differenza".

Per decenni, gli sforzi per migliorare la vita dei bambini

sono iniziati intervenendo durante la scuola primaria. Ma

oggi l'interesse si sta spostando sui 1000 giorni dall'inizio

della gravidanza di una donna al secondo compleanno del

suo bambino. Questo è il periodo più critico nel determinare

la salute del bambino per il resto della sua vita, quando i

micronutrienti sono il carburante vitale per lo sviluppo fisico

e cognitivo. L'arresto della crescita che inizia nei primi 1000

giorni può avere un impatto a lungo termine irreversibile sulla

capacità di apprendere e lavorare. L'UNICEF stima che il 25

per cento dei bambini sotto i cinque anni sono rachitici, o

molto al di sotto dell'altezza media dei bambini della loro età.

L'acqua pulita, una nutrizione e servizi igienici adeguati sono

essenziali per prevenire l'arresto della crescita e migliorare la

salute dei bambini. E, nei miei giri in tutto il mondo, ho visto

che è altrettanto importante modificare il comportamento e le

abitudini delle gestanti e delle nuove mamme come Sushma.

In tutto il mondo, questo approccio ha contribuito a ridurre il

tasso di mortalità sotto i cinque anni di quasi il 50 per cento

negli ultimi due decenni.

Quando sono in viaggio vedo i risultati in tutto il mondo. In

Guatemala, le donne non sono più le ultime a mangiare a

ogni pasto, come tradizione voleva. Oggi in Uganda le donne

incinta per abitudine vanno in una clinica o in ospedale per

i controlli prenatali e per il parto. A Chicago, stanno sosti-

tuendo il cibo spazzatura con frutta e verdura fresca nella

loro dieta.

La modifica del comportamento è particolarmente importante

in India, che, come nazione, non manca di risorse. L'India

è stata protagonista della Rivoluzione Verde negli anni '60,

quando nuovi ceppi di coltivazione di grano e di riso hanno

trasformato un Paese afflitto da cicliche carestie in un pro-

duttore di alimenti in eccedenza e in una potenza agricola

emergente. Le scuole rimangono chiuse durante la stagione

del raccolto, in modo tale da stivare le eccedenze della pro-

duzione dei campi di grano.

Eppure, all'inizio del 21° secolo, l'India – nonostante tutti

i suoi progressi nella produzione agricola e nell'industria

dell'high-tech – si è classificata tra le peggiori nazioni per

la mortalità infantile del mondo, con un tasso di quasi 100

decessi, di bambini al di sotto dei cinque anni, ogni 1.000

bambini nati vivi. Quasi la metà dei sopravvissuti erano

malnutriti e rachitici. "Il problema della malnutrizione è una

vergogna nazionale" afferma l'ex Primo Ministro Manmohan

SALUTE MATERNAfare la cosa giustaIl futuro benessere di un bambino è determinato già all’età di due anni. Le competenze materne aumentano le sue possibilità.

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SALUTE MATERNA

65 salute materna

Una donna incinta di Haiti riceve cure prenatali in una clinica mobile, finanziata in parte dal Rotary Fondation.

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Singh. "Lo stato di salute dell'economia e della società si

basa nella salute di questa generazione".

L'India ha approvato una legge per combattere la fame e ha

cominciato a sovvenzionare la distribuzione di cibo, ma que-

ste azioni da sole hanno fatto poco per migliorare la sopravvi-

venza dei bambini e la loro salute. Invece, gli interventi che

si stanno dimostrando più efficaci sono anche i più semplici

ed economici: insegnare alle future mamme come prendersi

cura di se stesse e dei loro bambini.

Il Community Empowerment Lab, fondato da Vishwajeet Ku-

mar, un medico specializzato in salute neonatale e infantile

presso la Johns Hopkins University di Baltimora, ha contribu-

ito a insegnare alle donne nel villaggio di Sushman. Il grup-

po, conosciuto dagli abitanti del villaggio come Saksham, la

parola hindi per Empowerment, ha il suo centro nello stato

indiano dell'Uttar Pradesh, dove i tassi di mortalità infantile

sono tra i più alti della Nazione.

Kumar alza la mano destra e con le sue ampie dita mi spiega:

"ci sono cinque segreti del successo."

"Uno, amore. Due, calore. Tre, latte materno. Quattro, igiene.

Cinque, cura – riconoscere i sintomi di quando il bambino è

malato e andare dal medico. Queste sono cose che possono

fare tutte le mamme".

Quando Kumar ha iniziato a lavorare in Shivgarh nel 2003,

quasi tutti i bambini che nascevano avevano problemi di

sviluppo. È venuto a conoscenza di pratiche tradizionali e

superstizioni che avevano un impatto devastante sui nasci-

turi. La maggior parte delle donne partorivano i loro bambini

a casa in condizioni antigieniche, lavavano i bambini, e poi

li lasciavano da soli fino ad un'ora, a volte di più. Si pensava

che tale rito allontanasse gli spiriti maligni, ma esponeva

anche i bambini a ipotermia. In alcuni casi l'allattamento al

seno non aveva inizio subito e, spesso, si attendevano anche

più giorni - il latte materno era considerato impuro e scartato.

"La maggior parte delle morti infantili potevano essere pre-

venute", riposta Kumar, "ma le comunità non hanno pensato

che il cambiamento fosse necessario. Hanno pensato che i

morti fossero dovuti al fato. Abbiamo dovuto spezzare questa

catena di fatalismo".

AREE DI INTERVENTO

66 ROTARY dicembre 2014

Sushma e suo figlio, Sunny, in India.

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SALUTE MATERNA

67 salute materna

Così Kumar ha fondato il Saksham, e lui e il suo team formato

da operatori sanitari delle comunità sono andati dalle badanti

nei villaggi - le madri, le suocere, le ostetriche, i leader spi-

rituali - e hanno dimostrato come alcuni cambiamenti nel

comportamento, come l'utilizzo di attrezzi puliti, fasce, e

l'immediato allattamento al seno, potessero aumentare i tassi

di sopravvivenza. Il messaggio principale era: queste sono

cose che si possono controllare per migliorare la salute dei

vostri neonati. I vostri figli non devono morire.

Quando gli operatori hanno incontrato resistenze al cambia-

mento, ne hanno spiegato più e più volte i benefici. I parenti

più anziani di Sushma, in particolare la suocera, erano scetti-

ci, dice Sushma. "Ma dopo aver discusso questi cambiamenti

uno, due, tre, quattro volte, lei ha accettato. Ha visto che i

bambini erano sani, che le madri erano sane".

Il passaparola portò il messaggio di villaggio in villaggio, a

migliaia di donne in gravidanza. I messaggi proliferavano.

"Allattate il bambino al seno. Il vostro bambino aumenterà

di peso, otterrà calore, crescerà sano", cantavano le donne

di Rampur Khas. Nel villaggio di Bharjor Khera, le donne

cantavano: "Tutti verranno a casa tua, la tua famiglia e i vicini

di casa, e chiederanno di vedere il tuo bambino felice. Tutti

verranno con amore". In circa 18 mesi, nei villaggi il program-

ma ha ridotto della metà la mortalità infantile. "Salvare la vita

dei neonati è diventato l'obiettivo della comunità", afferma

Kumar. "Ridurre la mortalità infantile era un modo per ricon-

ciliarsi. È stato stimolante".

Il Saksham ha saputo modificare la direzione del pensiero di

sviluppo tradizionale, che vede i destinatari di innovazione o

di aiuti come l'ultimo anello di una lunga catena. Il gruppo

di Kumar hanno trattato le comunità nel modo migliore. È lì

che il lavoro, in particolare il cambiamento di stile di vita,

dovrebbe iniziare, dice. "Deve essere sostenuta socialmente".

Ancora una volta i neonati sono sopravissuti, Kumar ha esteso

il suo impegno per cambiare i comportamenti per migliorare

ciò che le madri e i bambini mangiano, e come mantenere

puliti i loro ambienti, per abbassare i tassi di sottosviluppo. Il

suo team tiene sotto controllo le nuove gravidanze nei villaggi

e riunisce le mamme per fornire loro educazione alimentare e

la consapevolezza delle norme igieniche.

Il successo di Saksham ha ispirato nuovi programmi gover-

nativi al fine di inviare operatori sanitari nelle comunità e

per fornire un incentivo monetario alle donne a partorire in

ospedali o cliniche.

Dal 2012, grazie a queste campagne sparse in tutto il Paese,

il tasso di mortalità, per i bambini indiani sotto i cinque anni,

è diminuito di quasi il 40 per cento. Ma tutto ciò ha messo a

dura prova le infrastrutture sanitarie del Paese.

Questo stress è evidente nell'ospedale di Shivgarh, una strut-

tura massiccia che riesce a malapena a gestire la domanda.

La piccola flotta di ambulanze è insufficiente; le donne incin-

te arrivano su carri trainati, su risciò o in sella a motocicli.

Al suo interno, sedie a rotelle e barelle sono scarse. La sala

parto ha solo due posti letto. I bambini a volte nascono nel

“Ridurre la mortalità infantile è stato un modo di stare insieme.

È stato stimolante.”

sono le condizioni essenziali per prevenire l’arresto della crescita, e migliorare la salute dei bambini.

L’UNICEF stima che il 25% dei bambini sotto i cinque anni di età siano rachitici, o molto al di sotto l’altezza media rapportata all’età.

All’inizio del 21° secolo, l’India è stata classi�cata tra le peggiori nazioni per la mortalità infantile del mondo, con untasso di quasi 100 decessi al di sotto dei 5 anni ogni 1.000 bambini nati vivi.

25%

AMORE

1

CALORE

2 LATTE

3

“Ci sono 5 segreti del successo. Questi comportamenti possono essere

controllati dalla madre”

Dal 2012, il tasso di mortalità dei bambini sotto i cinque anni

è diminuito di quasi il 40%.

ACQUA PULITANUTRIZIONE

ADEGUATA

Ma non sono abbastanza. Cambiare il comportamento ha contribuito a ridurre il tasso di mortalità sotto i

cinque anni del 50% negli ultimi due decenni.

SERVIZI IGIENICI IDONEICURE

5

IGIENE

4

10%

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AREE DI INTERVENTO

68 ROTARY dicembre 2014

corridoio, il bagno è al di fuori dell'ospedale. I quattro posti

letto in reparto maternità permettono solo una breve degenza;

le neo mamme dopo il parto devono tornare a casa - ancora

una volta su carri, risciò o moto – dopo neanche una o due

ore di riposo dopo il parto.

Così Kumar è passato dalle comunità alle infrastrutture, per

renderli partner del cambiamento attraverso il miglioramento

dei servizi per i neonati. Durante la prima fase del Saksham,

dice, "il 90 per cento delle nascite erano a casa e il 10 per

cento nelle strutture sanitarie. Ora il dato è invertito. Questa

è l'occasione per trasmettere questo cambiamento nei com-

portamenti, cosicché le strutture sanitarie diventano centri

di informazione". Alza ancora una volta la sua mano. "Non si

vuole solo sapere che queste cinque regole sono essenziali

per la salute del neonato, ma si vuole capirne perché. E

quando lo si capisce le mamme pensano: voglio migliorare.

Voglio che i nostri figli sopravvivano e stiano bene".

“Ridurre la mortalità infantile è stato un modo di stare insieme.

È stato stimolante.”

sono le condizioni essenziali per prevenire l’arresto della crescita, e migliorare la salute dei bambini.

L’UNICEF stima che il 25% dei bambini sotto i cinque anni di età siano rachitici, o molto al di sotto l’altezza media rapportata all’età.

All’inizio del 21° secolo, l’India è stata classi�cata tra le peggiori nazioni per la mortalità infantile del mondo, con untasso di quasi 100 decessi al di sotto dei 5 anni ogni 1.000 bambini nati vivi.

25%

AMORE

1

CALORE

2 LATTE

3

“Ci sono 5 segreti del successo. Questi comportamenti possono essere

controllati dalla madre”

Dal 2012, il tasso di mortalità dei bambini sotto i cinque anni

è diminuito di quasi il 40%.

ACQUA PULITANUTRIZIONE

ADEGUATA

Ma non sono abbastanza. Cambiare il comportamento ha contribuito a ridurre il tasso di mortalità sotto i

cinque anni del 50% negli ultimi due decenni.

SERVIZI IGIENICI IDONEICURE

5

IGIENE

4

10%

LA ROTARY FOUNDATION GLOBAL GRANTS

si impegna a reperire i fondi per sostenere la salute ma-

terna e infantile, insieme ad altre aree di intervento del

Rotary. Ecco quattro esempi di progetti sostenibili che

stanno fornendo una migliore assistenza nel periodo dei

1.000 giorni critici, dalla gravidanza al secondo comple-

anno del bambino.

FORMARE LE OSTETRICHEIn Malawi, 675 donne su 100.000 muoiono al momento

del parto, un tasso di quasi 100 volte superiore a quello

del Regno Unito. I Rotary club di Limbe, Malawi, e Currie

Balerno, Scozia, stanno lavorando per ridurre il numero di

morti in maternità attraverso la formazione di 150 ostetri-

che da far lavorare in cliniche in campagna.

La sovvenzione del progetto prevede anche una parte

destinata alle cliniche dove le donne possono partorire

i loro bambini. Troppo spesso le future mamme arrivano

troppo tardi, dopo aver già subito lesioni invalidanti come

la fistola ostetrica, causati da parto prolungato e ostruito.

COME SALVAREUNA VITArOger thurOw

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69 salute materna

PREVENIRE HIV/AIDS NEI BAMBINIIl rischio di trasmissione dell’HIV ai bambini non ancora

nati è basso - se le donne sono controllate all’inizio della

gravidanza e ricevono le adeguata assistenza prenatale e

postnatale. Un progetto, lanciato dai Rotary club di Los

Altos, California, e Sinkor, Liberia, sta aiutando le donne

liberiane a sottoporsi a questo controllo e trattamento. I

rotariani mirano a ridurre il numero di nuove infezioni da

HIV nei bambini in Liberia del 95 per cento in due anni nei

23 centri sanitari gestiti da Save the Children.

EDUCARE LE MADRI ALLA NUTRIZIONERotariani giapponesi e palestinesi stanno lavorando per

prevenire malnutrizione, anemia, e rachitismo nei bambini

che vivono in Jabalia, una delle zone più povere della stri-

scia di Gaza. Queste condizioni sono spesso descritte come

“fame invisibile” perché i segni - variazioni di colore dei

capelli e il peso - sono difficili da individuare, soprattutto

nei bambini. Dato che i problemi di sicurezza ostacolano

i finanziamenti della Fondazione e la possibilità di movi-

mento a Gaza, i rotariani stanno collaborando con il Japan

International Volunteer Center e con Ard EI Insan, organiz-

zazioni no-profit palestinesi, per l’attuazione del progetto,

con il sostegno del Rotary Club di Betlemme. L’obiettivo

del finanziamento è la formazione di 30 operatori sanitari

e sulla nutrizione, salute dei bambini, e le abilità di con-

sulenza. Gli insegnanti stanno visitando le case di donne

incinte e che allattano per insegnare loro l’importanza di

fornire solo latte materno nei primi sei mesi, e per verifi-

care i segni della malnutrizione e di altre condizioni gravi

nei loro bambini. Inoltre forniscono sessioni di educazione

sanitaria nella comunità, tra cui dimostrazioni di cucina.

CREARE BANCHE DI LATTE MATERNOIn India, i bambini nelle unità di terapia intensiva neonata-

le spesso non hanno possibilità di ottenere il latte materno

di cui hanno bisogno. Per ridurre il numero di morti e i pro-

blemi di salute a lungo termine tra i bambini nati prema-

turi, i Rotary club di Pune Pride, India, e Betlemme, Pale-

stina, hanno iniziato un programma in un ospedale di Pune

per raccogliere, conservare e distribuire latte donato dalle

donne che allattano. 15 bambini ne hanno beneficiato du-

rante la fase iniziale del progetto, e la cifra è destinata ad

aumentare fino a 100 bambini al giorno entro sette anni.

COME SALVAREUNA VITA

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INDICE

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NOTIZIE ITALIA

Attività e servizio nei Distretti

70 ROTARY dicembre 2014

ITALIA

Nuovi orizzonti per ampliare l’effettivoAssociazione Alumni della Rotary Foundation: grande opportunità per tutti.

La prima volta in cui sentii parlare

dell’Associazione Alumni restai davvero

perplesso e per due motivi, uno banale e

uno sostanziale. Il motivo banale fu che

l’amico che me ne parlò per primo era

americano e quindi mi diceva “Alumnai

Association”: lì per lì ne fui spiazzato e

solo dopo capii che voleva dire “Alum-

ni”, cioè ex-allievi, ma, anche dopo aver

compreso il significato della parola, mi

sfuggì il concetto dell’associazione, di

cui nulla sapevo. Come mi spiegò Georg

Camp, Rotariano di New York, dell’Asso-

ciazione Alumni della R.F. fanno parte

tutti coloro che hanno partecipato a

programmi della Fondazione, cioè gli

ex borsisti della pace del Rotary, i par-

tecipanti agli Scambi Gruppi di Studio

e agli scambi giovani, i volontari del

Rotary e gli ex ryliani, rotaractiani e

interactiani.

Lo scopo dell’Associazione è essenzial-

mente quello di mantenere i contatti

con tutti questi giovani e di farne un

“serbatoio” di futuri rotariani, nonché

coinvolgerli nei progetti d’azione del

Rotary International (leggasi “service”).

Quando Renato Cervini mi chiese di

presiedere la Sottocommissione della

R.F. dedicata agli Alumni fui in grado

di rispondere con entusiasmo, perché

avevo appreso quanto una A.A. attiva

ed efficace avrebbe potuto esser utile

non solo ai club ma anche ai service

distrettuali, tramite l’apporto di “forze

fresche” ed entusiaste, come solo i gio-

vani sanno essere; in modo particolare,

i giovani che hanno avuto modo d’im-

mergersi nello spirito rotariano o con le

borse di studio o con gli scambi oppure

nel RYLA, nel Rotaract o nell’Interact.

Vidi, quindi, nell’associazione una gran-

de opportunità per tutti noi.

Dibattiamo spesso sull’effettivo, sul suo

mantenimento e sulla necessità di co-

optare nuovi soci: ecco qui pronto il

“vivaio” cui attingere, basta solo met-

tersi all’opera. E si tratta di un gran bel

“vivaio”, amici miei: grazie soprattutto

a chi mi ha preceduto alla presidenza

della commissione, disponiamo oggi

di un elenco base di oltre un centinaio

di nomi di ex - GSE e simili, più oltre

trecento ryliani, a partire dal 2007 e in-

tegrati anche con gli ultimi partecipanti

al RYLA dello scorso anno, suddivisi

per aree, in base ai raggruppamenti di

club stabiliti dal distretto. I club hanno

così a disposizione diretta gli elenchi

di giovani “alumni” vicini a loro, cui

attingere con grande facilità. Mancano

però gli elenchi di ex rotaractiani e di

ex interactiani, ma non dovrebbe essere

difficile procurarseli. L’organizzazione di

base, dunque, esiste e per quest’anno,

in cui sono stato confermato nel ruolo,

potremo passare all’azione. I problemi

“base” dell’Associazione Alumni sono

essenzialmente due: scarsissima, per

non dire nulla, visibilità e totale man-

canza di fondi. Rilanciare l’Associazio-

ne in queste condizioni non è compito

facile, ma non del tutto impossibile:

abbiamo, infatti, già individuato un pos-

sibile service da realizzare, il Progetto

SMS, di cui si è parlato l’anno scorso,

in forma ufficiale, al Forum della Rotary

Foundation, al RYLA e al meeting di

Trani del Rotaract. Il Progetto SMS (Ser-

vizio di Mutuo Soccorso) è stato pensato

per il Benin e consiste nell’istruire le

comunità locali a dotarsi di una specie

di “cassa mutua malattie”. Si tratta di

un service semplice, poco costoso (circa

4/5.000 Euro) e facilmente replicabile

in altre aree. In sintesi, tramite l’A. A., i

nostri club potranno ottenere un duplice

risultato: il recupero del contatto con i

giovani, che potrà rivelarsi molto utile

per individuare nuovi possibili soci e la

partecipazione ad un service utilissimo

e dotato di ottima “visibilità”. In buona

sostanza, il rilancio della Associazione

Alumni della Rotary Foundation rappre-

senta una grande opportunità e passa

dal coinvolgimento del Distretto, dei

club e dei nostri giovani. Tutti potranno

beneficiarne, in un modo o nell’altro e

tutti assieme potremo donare un’oppor-

tunità agli amici nel Benin e promuove-

re, sempre e comunque, l’immagine del

nostro Rotary.

achIlle cuSanI

INDICE

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71 notizie italia

DISTRETTO 2031

L’eccellenza della formazione scolastica militareTestimonianza del Colonnello Francesco Giordano

La data del 4 novembre viene solen-

nemente celebrata nel nostro Paese

per ricordare la fine della prima guerra

mondiale e rendere onore alle Forze

Armate e al valore dell’Unità nazionale.

Nella ricorrenza, il Rotary Club Biel-

la, preseduto da Renato Bertone, ha

inteso arricchire la tradizionale serata

dedicata alle Forze Armate con l’in-

tento di cogliere, al contempo, sia la

forza del valore storico dell’evento che

si ricorda, sia il significato che, anche

ai giorni nostri, assume la presenza ed

il ruolo dell’istituzione militare, ovvero

del complesso di persone, di mezzi e di

strutture organizzative di cui ogni Stato

dispone per il perseguimento della fun-

zione della difesa.

A tal fine, il Rotary Club Biella ha scel-

to di privilegiare un particolare aspetto,

forse non troppo conosciuto, che con-

nota in maniera altamente qualitativa

il sistema militare italiano: quello della

formazione.

A illustrarne le sorprendenti peculiarità

è stato invitato il colonnello France-

sco Giordano, Comandante dei corsi di

formazione presso il Comando per la

Formazione e Scuola di applicazione

dell’Esercito di Torino.

Svolgendo con apprezzata efficacia la

propria relazione intitolata: “Formazio-

ne militare e scolastica, la soluzione

della Scuola Militare dell’Esercito”,

l’ufficiale, anche alla luce della sua

precedente esperienza di Comandante

della Scuola Militare Teulié di Milano,

ha ripercorso la storia di tale prestigio-

sa istituzione e ha richiamato alcuni

dei principi cui la Scuola deve ispirarsi

per offrire dei capisaldi nella formazio-

ne dei giovani.

La Scuola Teulié (che trova le proprie

ascendenze sin dall’Imperial Regio Col-

legio dei Cadetti voluto da Ferdinando I

d’Asburgo) vanta una storia lunga 207

anni, segnati da varie vicende e alter-

ne vicissitudini. Nel 1935, il Governo

decise di istituire la Scuola Militare di

Milano, che venne peraltro chiusa nel

1943 nell’ambito del contesto scatu-

rito dall’armistizio dell’8 settembre.

Passarono 53 anni durante i quali l’e-

dificio divenne caserma dei militari in

servizio presso il comando dello Stato

Maggiore del III Corpo d’Armata (due

compagnie ed un plotone di minuto

mantenimento). Nel 1996, la scuola

fu riaperta come sede staccata della

Scuola Militare “Nunziatella”, dive-

nendo successivamente autonoma nel

1998 ed acquisendo la denominazione

di “Seconda Scuola Militare dell’Eser-

cito” oggi Scuola Militare Teulié.

La Teulié, il cui attuale motto è “Iterum

alte volat” (Di nuovo altamente vola),

nella sua attività didattica segue i pro-

grammi ministeriali inerenti il Liceo

Classico e il Liceo Scientifico e recluta

i propri docenti, con concorso per titoli,

tra il personale non militare che passa

dai ruoli del Ministero della Pubblica

Istruzione a quelli del Ministero del-

la Difesa. Gli studenti accedono me-

NOTIZIE ITALIA

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NOTIZIE ITALIA

Attività e servizio nei Distretti

72 ROTARY dicembre 2014

daVIde garra e gIOVannI OrSO

marcO SchIaVInI

diante un concorso selettivo riservato

a giovani idonei a frequentare la classe

I Liceo Classico e la classe III Liceo

Scientifico, e vengono ammessi in un

contesto che, essendo una caserma,

segue le regole, la disciplina e le atti-

vità della vita militare. Per perfezionare

l’addestramento vengono svolti campi

estivi nelle varie aree di addestramento

dell’Esercito Italiano. Il ciclo di studi

si completa con il conseguimento del

relativo diploma di maturità e include,

oltre alle materie scolastiche, anche i

corsi di lingua inglese, informatica e

formazione finalizzati alla carriera mi-

litare. Attualmente, sono circa 250 gli

allievi della Teulié (una sessantina sono

ragazze). Circa l’80% degli ex allievi

segue la carriera militare.

I corsi e la complessiva esperienza del-

la scuola militare sono costantemente

intrisi di alti valori quali il senso del

dovere, dell’onore, della gerarchia e

dell’imprescindibile sentimento di Pa-

tria (l’allievo giura fedeltà alla Patria),

offrendo ai fortunati studenti un esem-

plare e prezioso modello di riferimento

che potrà ispirarli nel prosieguo del loro

cammino.

La serata ha costituito il modo migliore

per dire un sempre doveroso grazie alle

Forze Armate e un altrettanto doveroso

“viva la Patria”.

DISTRETTI ITALIANI

Rotary e Banco AlimentareL’esperienza del Distretto 2041

Un grande entusiasmo ha spinto il pic-

colo esercito di rotariani, famigliari e

amici del Distretto 2041 a presidia-

re alcuni supermercati milanesi nel-

la giornata della colletta alimentare,

sostenuta da tutti i distretti italiani e

della quale daremo più ampia notizia

sul prossimo numero di Rotary. Tut-

ti animati da un comune desiderio di

rendersi utili alla collettività, un senti-

mento forte e genuino che ha permesso

di rinsaldare o costruire nuovi rapporti

tra persone e soci in molti casi mai

incontratisi prima di questa occasio-

ne! Il riconoscerci in ideali comuni di

service: inteso come disponibilità e ge-

nerosità verso gli altri, ci ha permesso

di sentirci rotariani pieni e veri, questi

sono stati i commenti più frequenti

raccolti dai più di 150 partecipanti alla

manifestazione e prenotatisi tramite il

Distretto Rotary 2041. Certamente un

inizio che speriamo permetterà negli

anni a venire, di migliorare i risultati

ottenuti grazie all’esperienza, all’entu-

siasmo e alle testimonianze di chi, con

soddisfazione ha avuto la fortuna di

partecipare. Ci auguriamo di aver par-

tecipato a una tradizione rotariana de-

stinata a diventare sempre più diffusa.

Un ottimo esempio di azione rotariana

a livello interdistrettuale.

INDICE

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73 notizie italia

DISTRETTO 2042

Rotariadi: raccogliere fondi per i progettiIn sfida, per il servizio

Il ruolo della famiglia diventa fondante

nelle “Rotariadi”, un programma nato

nell’allora Distretto 2040 e dall’anno

scorso diventato interdistrettuale. Gra-

zie a esso, nei suoi diciotto anni di esi-

stenza, sono stati devoluti a progetti di

servizio ben 700.000 Euro. Per capire

come sia stato possibile raggiungere

un traguardo tanto prestigioso è bene

illustrare le regole che caratterizzano

l’evento. Alla base c’è l’iscrizione con

un modesto contributo finanziario a

gare di varie tipologie, dal torneo di

burraco alle gare di sci. La partecipa-

zione è aperta ai soci, alle loro famiglie

nonché ai loro amici. La regola stabili-

sce due classifiche per ogni disciplina:

una premierà la prestazione puramente

sportiva, l’altra il numero dei parte-

cipanti. La classifica finale ottenuta

dalla somma delle varie gare vedrà un

vincitore per la classifica “sportiva”

e uno per quella “partecipativa”. Ai

due RC che risulteranno vincitori ver-

rà attribuito un capitale che andrà a

finanziare un progetto di service pre-

sentato all’inizio delle stesse manife-

stazioni sportive. Quest’anno rotariano

i club partecipanti, fra i distretti 2041

e 2042, sono undici. L’inaugurazione è

avvenuta lo scorso settembre durante

una “grigliata” presso il Parco dei La-

ghetti di Lissone e ha visto, come ogni

anno, la nutrita partecipazione dei soci

dei Rotary Club che hanno aderito e

delle loro famiglie.

Più RC parteciperanno maggiori saran-

no i fondi da destinare ogni anno ai

due service. Nel celebrare il mese della

“famiglia del Rotary” l’auspicio é che

un numero sempre maggiore di RC pos-

sa aderire al programma “Rotariadi”

che ha il pregio di coniugare i nostri

principi del servire con il piacere dello

stare insieme.

NOTIZIE ITALIA

DISTRETTO 2050

Vigevano smart cityRC di Vigevano in supporto al turismo smart

Tutti i più importanti monumenti di Vi-

gevano stanno per essere inseriti nella

piattaforma Rotary dell’AR-Code. Per

citarne solo alcuni: la piazza Ducale, la

Cattedrale di S. Ambrogio e la Torre del

Bramante, il Maschio, la Falconiera e

le Scuderie. Passeggiando attorno alla

Piazza e al Castello, altri importanti

edifici iniziano a parlare: la Loggia del-

le Dame, la Strada Coperta e le arcate.

Anche tutte le più importanti chiese e

monasteri sono inseriti nella lista.

Vigevano Smart è un progetto e un’ini-

ziativa del Rotary Club Vigevano Mor-

tara in collaborazione con il Rotaract

della Lomellina; la piattaforma AR-Co-

de sviluppata nel progetto è aperta e di-

sponibile a altri club Rotary per inserire

sempre più monumenti dei loro territori

INDICE

segue >>

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NOTIZIE ITALIA

74 ROTARY dicembre 2014

Attività e servizio nei Distretti

nella lista degli edifici “intelligenti”

che i turisti potranno apprezzare.

Sono passati i tempi in cui si doveva

passeggiare attorno ai luoghi da visita-

re con il naso e gli occhi incollati alle

guide cartacee o digitali. Le guide tra-

dizionali sono ora superate dalla nuova

tecnologia, la Realtà Aumentata, che

dà vita ai monumenti e fa sì che siano

essi stessi a raccontare la loro storia

semplicemente inquadrandoli con la

camera digitale di uno smartphone, la-

sciando che sia la tecnologia a recitare.

Se vi capita di essere a Vigevano (e, pre-

sto, in diverse altre località dei dintor-

ni), tirate fuori lo smartphone e lasciate

che la magia inizi. Scaricate l’applica-

zione e inquadrate il monumento, toc-

cate lo schermo per iniziare il processo

di riconoscimento. La tecnologia AR

usa le immagini del mondo reale e altri

parametri (come la localizzazione GPS

dello smartphone) per verificare se il

monumento che state inquadrando è

“arricchito” di altri tipi di informazioni

digitali. Ogni monumento è presentato

attraverso un breve testo introduttivo;

una descrizione più completa è acces-

sibile toccando l’icona. Disponibili an-

che una gallery e filmati con la storia e

le caratteristiche architettoniche. Ogni

contenuto può essere visualizzato in

modalità sovraimpressione o in modali-

tà stand alone.

DISTRETTO 2072

Così “Caravaggio, assente” aiuterà Polio PlusUn romanzo a sostegno della campagna del Rotary

M. Francesca Delli,

del RC Bologna Gal-

vani, ha curato l’edi-

zione di “Caravaggio,

assente”, avvincente

romanzo ambienta-

to sotto le Due Torri,

scritto dal poeta Gabriele Via, deciden-

do di destinare parte dei ricavi a Polio

Plus. Ogni copia venduta attraverso il

Distretto 2072 (per ordinarlo e rice-

verlo direttamente a casa basta inviare

una mail a [email protected]) porterà

un contributo netto ad Aqua Plus di 4

Euro, sul prezzo di copertina che è di

12. La cifra verrà consegnata nel corso

di una pubblica cerimonia. Il romanzo,

con la prefazione di Italo Moscati, è la

storia di un “incontro d’amore, capace

di far luce sul dramma della vita. Sullo

sfondo la voce, il profilo, il calore e

l’odore di una città antica e misteriosa;

come i suoi canali sommersi, le torri

mozze e i mille cortili nascosti”.

S. dulIO

INDICE

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NOTIZIE ITALIA

75 notizie italia

DISTRETTO 2080

Sensibilizzazione alla donazioneTutto il distretto impegnato a favorire la cultura della donazione di sangue da cordone ombelicale

Con il sostegno alla ricerca, continua

l’attività del Rotary Distretto 2080 a

favore della diffusione della cultura

della donazione del sangue da cordone

ombelicale.

Grazie alla disponibilità del Governa-

tore del Distretto 2080 Carlo Noto La

Diega, sabato 29 novembre 2014, nel

corso del seminario distrettuale sui

Progetti di Pubblico Interesse, momen-

to formativo e d’incontro che ha avuto

luogo presso il Polo Fieristico Expo La-

tina, è stato consegnato il contribu-

to di 5.000 Euro, del Distretto 2080

(A.R.2013-14), al miglior progetto di

ricerca sull’utilizzo nei trapianti delle

cellule staminali da sangue del cor-

done ombelicale, al Rome Transplant

Network per un progetto di ricerca cu-

rato dalla Prof.ssa Alessandra Picardi

dal titolo “Validazione di un Quality

Score System sulle unità cordonali

pre-reclutamento quale indice preditti-

vo di outcome trapianto logico”.

Questo progetto, coordinato dal Rome

Transplant Network, diretto dal Prof.

Wiliam Arcese, presso il Policlini-

co Universitario Tor Vergata di Roma,

coinvolge prestigiosi centri trapianti

distribuiti su tutto il territorio naziona-

le: Rome Transplant Network - Centro

Trapianti Metropolitano, Torino - Ospe-

dale San Raffaele, Milano - TMO AOU

Careggi, Firenze - A.O. Papa Giovanni

XXIII, Bergamo - Policlinico Gemelli

Ematologia, Roma - S. Maria Della Mi-

sericordia, Perugia.

Durante l’A.R. 2011/12 il Distretto

2080, attraverso la distribuzione di

250.000 opuscoli informativi, ha dif-

fuso tra la popolazione del territorio la

cultura della donazione del sangue da

cordone ombelicale. Ciò avveniva nelle

1.000 farmacie di Roma e provincia e

attraverso la collaborazione di 1.500

farmacisti formati attraverso corsi ECM

gratuiti sponsorizzati da Federfarma

Roma, Utifar e Ordine dei Farmaci-

sti di Roma, con un progetto che ha

visto il Rotary Club Roma Sud come

club capofila dell’iniziativa. In seguito

l’attività è stata allargata a tutto il Di-

stretto 2080 con il coinvolgimento di

Federfarma Lazio e Sardegna. Questa

attività ha avuto come conseguenza

un raddoppiamento delle donazioni in

quel periodo dal 6 al 13%.

Nell’A.R. 2012/13, una delicata fase

di monitoraggio distrettuale ha studiato

le aree di criticità che interferiscono nel

processo della donazione. Collaborando

con le ASL, le Banche del Sangue Cor-

donale e il Centro Nazionale Trapianti

che, attraverso i suoi distaccamenti

regionali di Lazio e Sardegna, ha affian-

cato questa attività contribuendo all’a-

nalisi delle informazioni, oggi abbiamo

raggiunto una nuova consapevolezza

radicale del sistema che regna intorno

alla conservazione eterologa/autologa

del sangue da cordone ombelicale.

Infine, nell’A.R. 2013/14 il Rotary

Distretto 2080 ha prodotto un soste-

gno alla ricerca affinché i trapianti con

staminali da sangue cordonale siano

catalogati secondo uno standard che

fornisca dati leggibili con uniformità di

valutazione scientifica, auspicando di

poter esprimere, da qui a tre anni, con

questi risultati, un supporto a favore

dell’incremento di trapianti con utilizzo

di cellule staminali da sangue di cordo-

ne ombelicale.

Le attività del Distretto a favore della

diffusione della cultura della donazione

del sangue da cordone ombelicale sono

coordinate da Claudia Minicuci.

INDICE

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NOTIZIE ITALIA

76 ROTARY dicembre 2014

Attività e servizio nei Distretti

DISTRETTO 2110

Con la musica il Rotary entra nel mondo delle emozioniUn concerto per la Fondazione Rotary

Buzzurro alla chitarra, Milici all’armo-

nica, Cafiso al sassofono. Hanno emo-

zionato i rotariani di Palermo e Catania

con uno spettacolo di straordinaria le-

vatura, regalando emozioni e facendo

volare sulle ali della musica l’animo, la

mente e la sensibilità di quanti erano

presenti. Gli artisti, siciliani di fama

internazionale ed esportatori nel mon-

do di un’immagine positiva della nostra

isola, si sono spesi con la ormai no-

ta generosità, la loro maestria, la loro

umanità che rimarranno indelebili nei

cuori di chi ha avuto il piacere di essere

presente.

Musica e solidarietà: e che musica!

Le note della chitarra di Buzzurro si

inanellavano con le note dell’armonica

e del sassofono creando una catena di

armonia che legava, creando un motivo

conduttore, le sei aree di intervento che

la Rotary Foundation finanzia. La cele-

brazione del mese dedicato alla Rotary

Foundation è stata splendida.

Il lavoro di squadra dei componenti

della Commissione Musica e Solida-

rietà ha prodotto risultati inaspettati:

è stata testimoniata la sensibilità dei

rotariani e dei loro amici per le attività

della Rotary Foundation, e ha assicu-

rato al Rotary visibilità positiva. Circa

1.200 i biglietti venduti a Catania (Tea-

tro Metropolitan) e 1.000 quelli vendu-

ti a Palermo (Teatro Golden). Giovanni

Vaccaro, che questi eventi ha voluto e

promosso, alla fine dello spettacolo ha

ringraziato con entusiasmo, simpatia e

generosità tutti i fautori del successo.

I tre concerti, quello di Noa e questi

di novembre, hanno visto la presenza

entusiasta di quasi 4.000 persone e

hanno offerto alla Rotary Foundation

un contributo di circa 40.000 Euro.

Se a questo aggiungiamo la superba

esecuzione degli artisti possiamo affer-

mare che meglio di così non si poteva

sperare!

Francesco Arezzo di Trifiletti a Catania

e Giovanni Vaccaro a Palermo hanno

illustrato i progetti della Rotary Foun-

dation e la loro concretezza. La pre-

senza a Catania dei bambini di Librino

seguiti da anni dal Rotary Club Catania

ha dato ulteriore efficace dimostrazione

dell’intervento educativo del Rotary nel

territorio.

SergIO malIzIa

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endpolionow.org/it

Pupi Avati

basta così poco

BASTA COSÍ POCO PERERADICARE LA POLIO

Adesso abbiamo la possibilità di cambiare il mondo.Perché nessun altro bambino sia colpito dalla polio

Agisci. Spargi la voce. Dona. Fai parte della storia.

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78 ROTARY dicembre 2014

EBOLA: CONGO LIBERO DA VIRUS - CONTAGIATO MEDICO CUBA-NO IN SIERRA LEONE “Le misure di contenimento, come il tracciamento dei contatti, il sistema di allerta

e la cura dei pazienti, sono state prese al momento giusto”: così José Mas, coor-

dinatore di Medici senza frontiere (Msf) nella Repubblica democratica del Congo,

sulla fine dell’epidemia di ebola nel Paese africano. I primi contagi erano stati ac-

certati alla fine di agosto. Nel complesso, nella Repubblica Democratica del Congo

i casi sono stati 66 e i decessi 49.

L’emergenza ebola, a ogni modo, resta al-

ta sia in questo che in altri Paesi africani.

Secondo l’Organizzazione mondiale della

sanità (Oms), i decessi sono stati almeno

5.177, concentrati perlopiù in Liberia,

Guinea e Sierra Leone.

L’UNIONE EUROPEA E IL WFP AIUTANO 62.000 FAMIGLIE NEL MIN-DANAO CENTRALE Le famiglie sfollate a causa del conflitto nel Mindanao Centrale hanno fatto mi-

glioramenti significativi nella ricostruzione delle loro condizioni di vita attraverso

un progetto di costruzione della pace della durata di due anni, attuato dall’Unione

Europea (UE) e dal Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (WFP).

La sovvenzione dell’UE di 5,9 milioni di euro nell’ambito del Programma per gli

Aiuti alle Popolazioni Sradicate ha sostenuto più di 62.000 famiglie di Lanao del

Norte, Lanao del Sur, Maguindanao, North Cotabato e Sultan Kudarat nella crea-

zione di un’attività e nella formazione al sostentamento. I progetti hanno aiutato

le famiglie sradicate a normalizzare le

loro vite, fornendo opportunità di sosten-

tamento che mirano ad aumentare non

solo i redditi delle famiglie, ma anche

a contribuire alla sicurezza alimentare

generale.

PORTIAMO GOOD NEWS AGENCY NELLE SCUOLEGood News Agency - l’agenzia delle buone notizie - iniziativa giornalistica di puro volontariato, riporta notizie positive e costruttive da tutto il mondo delle Nazioni Unite, delle organizzazioni non governative, delle associazioni di servizio e delle istituzioni im-pegnate nel miglioramento della qualità della vita. Questa campagna per le scuole è sostenuta da noi del Rotary da diversi anni perchè puntare sui giovani significa contribuire significativamente a costruire un ponte verso il futuro. Rinnoviamo uno speciale invito a tutti i Club affinchè presentino Good News Agency ai professori degli istituti superiori del proprio territorio e segnalino l’indirizzo e-mail delle scuole “reclutate” al responsabile del progetto distrettuale di servizio per Good News Agency, Sergio Tripi: [email protected]. Le scuole riceveranno gratuitamente e regolarmente il notiziario senza alcuna formalità. Queste sono alcune notizie tratte dai numeri più recenti, tutti disponibili sul sito www.goodnewsagency.org

SVILUPPO RURALE SOSTENIBI-LE DEL MYANMAR Un Progetto sostenuto dal Fondo In-

ternazionale per lo Sviluppo Agricolo

(IFAD) ridurrà la povertà e aiuterà il

Paese a incrementare la sicurezza ali-

mentare e a ristabilirsi come grande

produttore agricolo ed esportatore nella

regione. Il progetto porterà beneficio a

183.400 donne e uomini vulnerabili

nella regione Nay Pyi Taw del Myanmar,

che si trova nella zona centrale asciut-

ta. L’ IFAD sta fornendo 18,7 milioni di

dollari per finanziare il progetto per fa-

vorire la rivitalizzazione dell’agricoltura

in Myanmar. Il costo totale del progetto

è di 27,8 milioni di dollari. Il proget-

to svilupperà un modello sostenibile

per la piccola agricoltura e lo sviluppo

rurale nella zona centrale asciutta del

Myanmar. In caso di successo, il mo-

dello può essere utilizzato nell’intero

Paese, su una scala più ampia.

good news agency

L'AGENZIA DELLE BUONE NOTIZIEa cura di Sergio Tripi

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79 good news agency

GOOD NEWS AGENCY

LE NAZIONI SI ACCORDANO SULLA RIDUZIONE DELLA PESCA DEL TONNO ROSSO NEL PACIFICO ORIENTALE I Paesi che praticano la pesca del tonno rosso nell’oceano Pacifico orientale han-

no ampiamente accettato il suggerimento dell’analisi scientifica che suggeriva di

quasi dimezzare le quote ittiche per il pesce pregiato ma a rischio. La decisione,

presa ieri in una seconda riunione speciale della Commissione Interamericana per

il Tonno Tropicale (IATTC), fa auspicare che molti degli stessi Paesi tengano conto,

in una riunione cruciale a dicembre, del consiglio di tagliare drasticamente le quo-

te della pesca del tonno rosso anche in

altre parti del Pacifico. La IATTC dispone

che nessun Paese può superare 3.500

tonnellate di pescato nel 2015 e che le

nazioni pescatrici devono istituire un si-

stema di registrazione del pescato.

GUYANA: CONVENZIONE SUL-LE MUNIZIONI A GRAPPOLO La Repubblica di Guyana è diventata

l’88° Stato entrato a far parte della

Convenzione sulle munizioni a grappo-

lo, il 31 ottobre 2014.

Parlando a una riunione degli Stati CA-

RICOM a margine della Prima Commis-

sione dell’Assemblea Generale delle

Nazioni Unite sul disarmo e sicurezza

internazionale a New York, il Primo

Segretario, Signora Bibi Sheliza Ally

della Missione permanente della Guya-

na presso le Nazioni Unite, ha detto:

“Diventare membro della Convenzione

sulle Munizioni a grappolo è una re-

sponsabilità morale che noi tutti con-

dividiamo. Quando si consideri che le

vittime delle munizioni a grappolo sono

prevalentemente civili, i bambini che

vanno a giocare non dovrebbero esse-

re messi a rischio a causa di questa

arma. “

Restano soltanto cinque Stati (Baha-

mas, Barbados, Dominica, Santa Lucia

e Suriname) prima di raggiungere l’o-

biettivo dichiarato di CARICOM “garan-

tire che tutti i suoi membri si uniscano

alla Convenzione al più presto possibi-

le.” Il Belize ha recentemente aderi-

to al trattato il 2 settembre 2014. La

Guyana porta è il 115° stato aderente.

TRASFERIMENTI IN DENARO ALLE FAMIGLIE COLPITE DAL-LE ALLUVIONI CON FINANZIA-MENTI DFID E ECHOIl Programma Alimentare Mondiale

delle Nazioni Unite (WFP) ha fornito

trasferimenti illimitati di denaro tra-

mite telefono per aiutare le persone

le cui case e mezzi di sostentamento

sono stati gravemente colpiti dalle de-

vastanti inondazioni nel nord-ovest del

Bangladesh nel mese di agosto.

Grazie a una donazione di 2,6 milioni di

dollari da parte del Regno Unito (DFID)

e a un contributo di 527.009 dollari da

parte del Dipartimento della Commis-

sione Europea per gli Aiuti Umanitari e

la Protezione Civile (ECHO), il WFP ha

raggiunto quasi 19.500 famiglie ultra-

povere – cioè quasi 100.000 persone

che hanno subito le inondazioni.

LIBANO: INAUGURAZIONE DEL CENTRO LEGALE DI FORMAZIO-NE NEL CAMPO PROFUGHI DI AIN AL-HILWEH L’inaugurazione di fine ottobre del Cen-

tro Legale per la Formazione, preso

il campo profughi di Ain al-Hilweh, è

stato un momento storico per il proget-

to Geneva’s Call. L’Unità di Supporto

Legale (LSU) presso l’Organizzazione

Palestinese per la Liberazione (PLO)

è ora ufficialmente attiva. L’LSU svi-

lupperà programmi per formare tutti i

membri delle Forze di Sicurezza Pale-

stinesi (PNSF) presenti in Libano, sulla

base standard legali internazionali, in-

cluso l’uso della forza. Geneva Call ha

supportato la PLO nella creazione di un

Centro Legale di Formazione, fornendo

consulenza allo staff.

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80 ROTARY dicembre 2014

GOOD NEWS AGENCY

GLI STATI OBBLIGATI A PREVE-NIRE LE PRATICHE DANNOSE INFLITTE A DONNE E RAGAZZEPer la prima volta, due comitati per i

diritti umani delle Nazioni Unite han-

no unito le forze per pubblicare una

interpretazione completa degli obblighi

degli Stati per prevenire ed eliminare

le pratiche dannose inflitte a donne e

ragazze, come la mutilazione genitale

femminile, i crimini commessi in nome

del cosiddetto onore, il matrimonio for-

zato e precoce e la poligamia.

Il 5 novembre 2014, il Comitato per

l’eliminazione della discriminazione

contro le donne (CEDAW) e il Comitato

sui diritti del fanciullo (CRC) hanno

pubblicato il documento congiunto,

che evidenzia anche altre pratiche no-

cive come test di verginità, fasciature,

pratiche di vedovanza, infanticidio e

modificazioni del corpo, tra cui ingras-

samento forzato, allungamento del col-

lo e stiratura del seno.

“Le pratiche dannose sono spesso giu-

stificate invocando costumi sociali o

religiosi, e valori spesso alla base di

culture e tradizioni patriarcali”, ha af-

fermato Violeta Neubauer, di CEDAW,

l’organo di controllo formato da esperti

delle Nazioni Unite che monitora l’at-

tuazione della Convenzione sull’elimi-

nazione di ogni forma di discriminazio-

ne contro le donne, nota informalmente

come “Convenzione CEDAW.”

I CAPI DELLE CHIESE DI GERUSALEMME IN VISITA DI SOLIDARIETÀ ALLA SPIANATA DELLE MOSCHEE Una delegazione di Patriarchi e Capi delle Chiese di Gerusalemme ha visitato una

Spianata delle Moschee, l’Haram al Sharif. L’area della Città Santa è tornata al cen-

tro di tensioni dopo che alcuni gruppi estremisti ebraici manifestarono per rivendi-

care il possesso della zona dell’antico Tempio di Salomone, dove sorgono da molti

secoli due dei massimi santuari dell’Islam. La delegazione ha ribadito la necessità

di non modificare unilateralmente la serie di norme e consuetudini che regolano

l’uso e l’accesso ai luoghi sacri nella Città

Vecchia di Gerusalemme. Inoltre viene

riaffermato il “diritto dei musulmani alla

preghiera e alla libertà di accesso alla

moschea di Al-Aqsa” e la sua proprietà

esclusiva a vantaggio dei musulmani.

#I BELONG - UNA CAMPAGNA PER LA DIGNITÀ “L’apolidia fa sentire le persone proprio

come se la loro esistenza fosse un cri-

mine. Abbiamo un’opportunità storica

per porre fine alla piaga dell’apolidia

entro 10 anni, e per ridare la speranza

a milioni di persone. Non possiamo

permetterci di fallire.” Antonio Guter-

res, Alto Commissario delle Nazioni

Unite per i Rifugiati.

#I BELONG: è questo il nome della

campagna globale lanciata nel novem-

bre scorso con l’obiettivo di porre fine a

un limbo legale devastante per milioni

di persone al mondo a cui non è rico-

nosciuta la cittadinanza da nessuno

Stato. Con la giusta volontà politica,

l’UNHCR ritiene che il problema dell’a-

polidia possa essere risolto.

AMERICA LATINA: INSEGNANTI AL CENTRO DI POST 2015Ministri e alti funzionari dell’istruzione

hanno partecipato alla Riunione Re-

gionale Ministeriale di inizio novembre

a Lima, in Perù. Una delegazione di

EI (Education International) ha segui-

to l’incontro nel ruolo di osservatore,

insieme ad altri rappresentanti della

società civile, portando in questo forum

la voce degli insegnanti. La discussione

plenaria su Istruzione per Tutti nel-

la regione dell’America Latina è stata

suggellata dall’approvazione di una di-

chiarazione che si allinea con la visio-

ne regionale e le priorità dell’agenda

sull’istruzione Post 2015. Qian Tang,

vice direttore generale per l’istruzione

presso l’UNESCO, ha invitato i governi

e la società civile in America Latina a

farsi coinvolgere più attivamente.

INDICE

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Circa 122 milioni di bambini nel mondo non sanno leggere. In un mondo sempre più complesso, l’analfabetismo relega la maggior parte di loro ai ranghi più bassi della società. La città di Contagem, in Brasile, è al centro di un progetto rivoluzionario messo in atto per eliminare l’analfabetismo. Grazie al contributo della Fondazione Rotary e al supporto dei Rotary club locali, il progetto CLE (Concentrated Language Encounter) ha alfabetizzato più di 70.000 studenti e ha formato più di 1.750 insegnanti. I ragazzi stanno costruendo un ponte tra la vita che hanno adesso e un futuro migliore.

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