Sociologia generale e Statistica sociale (12) · interpretativonon esistonocose comele leggi...

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Sociologia generale e Statistica sociale (12) Corso di Lingue, Letterature e Culture Straniere Anno accademico 2019-2020 Prof. Michele Marzulli [email protected]

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  • Sociologia generale e Statistica sociale (12)

    Corso di Lingue, Letterature e Culture Straniere

    Anno accademico 2019-2020

    Prof. Michele Marzulli

    [email protected]

    mailto:[email protected]

  • La riflessione sul metodo

    • La riflessione scientifica sul metodo della scienza è definibile come «metodologia». Secondo TalcottParsons essa serve a capire se:

    – «un dato procedimento possa realmente condurre a risultati validi, o se invece la nostra impressione della loro validità sia illusoria».

    (Parsons, 1937, ed. it. 1970, p. 43).

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  • L’utilità del metodo scientifico

    • L’opinione pubblica in una società mediatizzata è spesso oggetto di informazioni poco verificabili, imprecise se non addirittura false.

    – Uno degli esempi più evidenti di come l’opinione pubblica possa essere vittima di informazioni infondate scientificamente viene però dal passato: il racconto manzoniano del linciaggio nella città di Milano dei cosiddetti «untori», persone cui la credulità popolar attribuiva il contagio della peste (I promessi sposi, Cap. XXXII).

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  • L’utilità del metodo scientifico

    • Oltre alle fake news, alle credenze illusorie… ci sono esempi più seri e quindi insidiosi.

    • Per esempio, le cosiddette «correlazioni spurie»: cioè la tendenza a individuare un nesso di causalitàtra fenomeni (una relazione matematica tra variabili per esempio) che presentano una correlazionestatistica frutto di pura coincidenza.

    – (Spurious correlations: https://goo.gl/9cylKR)

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    https://goo.gl/9cylKR

  • Le fonti di informazione

    – «La metodologia esamina le ricerche per esplicitare le procedure che furono usate, gli assunti sottostanti, e i modi di spiegazioneofferti» (Lazarsfeld, 1972).

    – «Questa codificazione di procedimenti mette in evidenza i pericoli, indica le possibilità trascurate e suggerisce eventuali miglioramenti. Inoltre, rende possibile la generalizzazione della conoscenza metodologica, trasmettendo i contributi specifici di un dato ricercatore al patrimonio della comunità scientifica» (Id., 1967).

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  • Che cos’è il metodo

    • Etimologia: dal greco μέϑοδος, composto di μετα («in direzione di», «in cerca di») e ὁδός («via», «cammino»).

    • Esso rappresenta, in un contesto scientifico, l’insieme delle procedure (non il singolo strumento o tecnica) utilizzate per raggiungere una conoscenza dotata di un significato (altri direbbero «vera» o «certa»).

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  • Che cosa sono le tecniche

    • Gli strumenti della ricerca scientifica: quindi le procedure specifiche, le regole, i principi che consentono di conoscere la realtà.

    • Etimologia: τέχνη indica «la capacità pratica di operare per raggiungere un dato fine, in quanto basata su conoscenza ed esperienza».

    • In latino venne tradotta con ars (il moderno arte) che significava un sapere pratico e strumentale, «basato su esperienza conoscitiva e non su immediata ispirazione e genialità».

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  • L’oggetto di studio

    1. Una possibile distinzione fra le scienze sociali e altre scienze è il suo oggetto: esse studiano quella particolare configurazione che definiamo società, come entità sui generis (distinta da altre e dotata di una propria esistenza autonoma).

    2. Un altro modo di indicare l’oggetto delle scienze sociali è: relazioni sociali. Cioè, al di là della definizione di società, le scienze sociali si occupano di «fenomeni e processi i quali derivano da relazioni tra individui, oppure da istituzioni che hanno però anch'esse la loro origine nel comportamento (o nell'azione) individuale» (Rossi, 1997).

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  • Società e relazioni sociali: Durkheim e Weber (1)

    1. Il primo approccio tende a studiare le società comeun organismo (o un insieme, da cui l’espressione«olismo»), una realtà a se stante che ha unsignificato diverso (e superiore) dei singoli elementiche la compongono.

    2. Il secondo invece si interessa del senso che gliindividui danno alle relazioni con gli altri individui.

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  • Società e relazioni sociali: Durkheim e Weber (2)

    • Quindi: il metodo nelle scienze sociali dipende dacome si definisce l’oggetto di studio.

    • Perché il primo e il secondo approccio sonomaggiormente interessati a studiare «oggetti»differenti e quindi useranno un percorso (metodo)diverso per raggiungere il proprio fine (laconoscenza).

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  • Una sintesi del dibattito sul metodo

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  • Spiegazione e comprensione

    • Le scienze della natura, a partire dalla Rivoluzione scientifica,hanno cercato di spiegare i fenomeni naturali, cioèriconducendoli a una legge di tipo universale. Per es.: lacaduta dei gravi e la legge di gravitazione.

    • Quando si tratta di comportamenti umani, si può trovare unalegge di tipo universale? La risposta dipende dai paradigmiinterpretativi che si adottano. Nel paradigma umanista einterpretativo non esistono cose come le leggi universali.

    • Il paradigma soggettivista propende per la comprensionecirca il significato che gli attori sociali danno alle loro azioni,cioè al significato culturale, di eventi che sono per loro naturaindividuali e irripetibili.

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  • Esempio (cfr. Amaturo)

    • Il cane di Sombart: la spiegazione della morte del cane puòessere descritta in due modi:

    1. Per un colpo di pistola.

    2. Perché il protagonista era esasperato dal rumore.

    • La spiegazione “positivista” della morte (1) risiede in unevento esterno (la pistola) e il singolo fatto viene ricondotto auna legge: “ogni volta che un cane abbaia forte di notte èprobabile che esso venga ucciso”.

    • L’interpretazione dell’evento (2) ricerca la ragione che spiegaquel singolo caso. C’era un signore che voleva dormire e uncane che glielo impediva, allora il signore ha preso un’arma.

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  • L’obiettivo della ricerca

    • Non si tratta di decidere a quale paradigma o scuola dipensiero appartenere o per cui prendere partito, quanto didecidere quali sono le finalità conoscitive della ricerca o delprogetto di ricerca.

    • Se l’interesse è rivolto alla ricerca di una qualche regolarità(senza parlare magari di leggi universali e necessarie quandosi tratta di comportamenti umani) è preferibile un metodo“oggettivista”.

    • Se si tratta di cercare di interpretare fenomeni poco noti,marginali o addirittura sconosciuti (le forme di organizzazionedi attività illecite o culture lontane dalle proprie), l’approcciointerpretativo sembra consigliabile.

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  • Riferimenti sito - bibliografici

    • Calogero G. (1937), Enciclopedia Italiana Treccani, Voce «tecnica»: disponibile online: http://www.treccani.it/enciclopedia/tecnica_res-b1fd3667-8bb7-11dc-8e9d-0016357eee51_%28Enciclopedia-Italiana%29/

    • Gallino L. (2006), Dizionario di Sociologia, Voce «tecnica», UTET Libreria, Torino.

    • A. Marradi (2007), Metodologia delle scienze sociali, Il Mulino, Bologna.

    • Lazarsfeld P. (1967), The uses of sociology, New York, Basic Books.

    • Lazarsfeld P. et al. (1972), Qualitative analysis. Historical and critical essays. Boston, Allyn and Bacon.

    • Parsons T. (1970), La struttura dell’azione sociale, Il Mulino, Bologna; ed. or. (1937), The Structure of Social Action, McGraw-Hill, New York.

    • Spurious correlations: https://goo.gl/9cylKR

    • Voce «metodo», vocabolario Treccani online: http://www.treccani.it/vocabolario/metodo/

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    http://www.treccani.it/enciclopedia/tecnica_res-b1fd3667-8bb7-11dc-8e9d-0016357eee51_(Enciclopedia-Italiana)/https://goo.gl/9cylKRhttp://www.treccani.it/vocabolario/metodo/

  • La RILEVAZIONE (Corbetta, 2014)

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    Ricerca quantitativa Ricerca qualitativa

    Disegno della ricerca Strutturato, chiuso, precede la ricerca.

    Aperto, costruito nel corso della ricerca.

    Rappresentatività Campione statisticamenterappresentativo.

    Casi singoli, non statisticamente rappresentativi (per es. case study).

    Strumento di rilevazione Uniforme per tutti i soggetti. Standardizzazione.

    Tende a non essere standardizzato, può variarenel corso dell’indagine.

    Matrice dei dati Sì No

    Natura dei dati Hard. Oggettivi e standardizzati (possono essere oggetto di analisi statistica).

    Soft. Ricchi e profondi (ma difficili da comparare, non possono esser oggetto di analisi statistica).

  • Sintesi delle differenze principali

    1. Disegno della ricerca: è la fase progettuale dellavoro di ricerca sul campo, in cui vengono definitele tecniche utilizzate e tutte le procedure finalizzateall’obiettivo della ricerca.

    – Nel modello quantitativo è una parte fondamentale eprecede sempre la fase di osservazione della realtà, inquanto si tratta di un metodo fortemente strutturato,in cui non è possibile procedere se non in manieradefinita e precisa nelle diverse fasi del processo.

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  • Sintesi delle differenze principali

    2. Rappresentatività: un campione (porzione della popolazione)è rappresentativo dell’universo di cui fa parte (popolazionetotale) se ne riproduce, in piccolo, le caratteristiche, conscarti «non significativi» imputabili al «caso».

    – Nel modello quantitativo quando seleziono un campionestatisticamente rappresentativo della popolazione, devo seguirecerte procedure rigorose (previste nel disegno della ricerca). Lasuccessiva analisi statistica dei dati può garantire che essiriproducano in piccolo le caratteristiche della popolazione nel suoinsieme. Quindi permette di generalizzare i risultati del campionealla popolazione nel suo insieme.

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  • Sintesi delle differenze principali

    3. Strumento di rilevazione: è il modo in cui ilricercatore «pone le domande» al soggetto-oggetto diindagine (un questionario standardizzato oppure unatraccia di intervista o una griglia di osservazione).

    – Nel modello quantitativo, il questionario: è unostrumento uguale per tutti i soggetti intervistati(standard). Si fanno a tutti i soggetti le stesse domande,nello stesso modo, senza mai variare altrimenti si inficiala possibilità di sommare tra loro le risposte in manieramatematica. Il suo naturale prodotto finale è unamatrice di dati.

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  • Sintesi delle differenze principali

    4. Natura dei dati: non tutti i dati ottenuti da una ricercasono uguali. Alcuni sono numeri, altri sono etichetteverbali di comportamenti complessi, tipologie diatteggiamento…

    – Nel modello quantitativo i dati sono indiscutibili, nonopinabili (non sono interpretazioni). Per questo sonohard, come quelli delle scienze della natura. È il livellomassimo di oggettività che si può ottenere in una ricercasociale (nel sondaggio elettorale, il 30% è una quantitàprecisa del corpo elettorale).

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  • ANALISI DEI DATI e RISULTATI

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    ANALISI DEI DATI Ricerca quantitativa Ricerca qualitativa

    Oggetto dell’analisi Le variabili L’individuo

    Obiettivo dell’analisi Spiegare la variazione(varianza) delle variabili (attraverso l’analisi statistica).

    Comprendere i soggetti.

    RISULTATI ______________________________________________

    Presentazione dei dati Tabelle (prospettiva relazionale)

    Brani di intervista(prospettiva narrativa).

    Generalizzazioni Correlazioni, modelli causali, leggi. Logica della causazione.

    Classificazioni e tipologie, tipi ideali. Logica della classificazione.

    Portata dei dati Generalizzabilità. Specificità.

  • Sintesi delle differenze principali (analisi dei dati)

    1. Oggetto dell’analisi: dipende da come e da che cosaviene preso a oggetto d’indagine.

    – Nel modello quantitativo oggetto di analisi sono levariabili. Il livello culturale (proprietà di un individuo)può essere reso operativo attraverso il titolo di studio oun test di cultura generale. Il risultato varierà fra diversemodalità (livello culturale alto o basso, per es.): essesono l’oggetto di analisi.

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  • Sintesi delle differenze principali (analisi dei dati)

    2. Obiettivo dell’analisi: presi in esame i nostri individui o levariabili, che cosa vogliamo ottenere?

    – Nel modello quantitativo è prevista una analisi statisticafinalizzata a individuare relazioni (correlazionistatistiche) tra le variabili. Cioè come e quanto variano lediverse variabili all’interno del campione (per es. cherelazione c’è tra titolo di studio e occupazione, come lavariabile «titolo di studio» spiega la condizionelavorativa delle persone; al variare del titolo di studio,varia anche l’occupazione? In che misura?).

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  • Sintesi delle differenze principali (risultati)

    1. Presentazione dei dati: come vengono presentati idati raccolti nell’analisi?

    – Nel modello quantitativo all’interno di tabelle. Per es. idati dei sondaggi elettorali o le statistichedemografiche dell’ISTAT: è un modello di presentazionemolto chiara che mette in relazione gli individuiintervistati e alcune caratteristiche loro attribuite (livellodi istruzione, opzioni di voto, giudizi morali…).

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  • Sintesi delle differenze principali (risultati)

    2. Generalizzazioni: obiettivo di una ricerca non è la meradescrizione di un fenomeno sociale (anche se è parteintegrante del processo). È anche quello di instaurarerelazioni fra variabili. Cioè forme di sintesi (generalizzazioni)che permettono di connettere i dati rilevati alla teoria.

    – Nel modello quantitativo la tipica generalizzazione ècostituita dalla correlazione statistica, l’individuazionedi cause dei fenomeni, fino alla costruzione di leggi divalidità universale [Cfr. Corbetta, 2014: 69-70].

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  • Sintesi delle differenze principali (risultati)

    3. Portata dei dati: nella ricerca qualitativa si pone il problemadi quale sia la portata di un dato raccolto su un numeroridotto di casi: se in una ricerca quantitativa si possonointervistare migliaia di persone, per uno studio di caso(qualitativo) magari si effettuano una decina di interviste.

    – Nel modello quantitativo la generalizzabilità dei risultatiè l’obiettivo principale (e la ragione più valida pereffettuare una indagine che richiede più risorse di ognialtra forma di ricerca): poter estendere i risultati relativial campione studiato all’intera popolazione diriferimento.

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  • Il disegno della ricerca

    • Prima del lavoro sul campo (distinzione tra desk efield).

    – La domanda di ricerca (ipotesi)

    – I concetti chiave

    – Le unità di analisi

    – La rilevazione

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  • Il disegno della ricerca

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    Asserti (generali) Casi (particolari)

    Relazioni (causa/effetto) Correlazioni

    Livello teorico Livello empirico

    Concetti Indicatori

  • Durkheim, la ricerca sul suicidio

    • Ipotesi teorica di partenza: relazione tra anomia esuicidio.

    • Come definire il concetto di anomia?

    – Concetti più semplici, empiricamente rilevabili(definizione operativa).

    • Verifica empirica delle ipotesi (controllo):

    – Tassi suicidio.

    – Casi e rappresentatività.

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  • Approccio standard / quantitativo

    • Il disegno è strutturato, tipicamente nella indaginecampionaria (survey).

    • Uno strumento per rilevare informazioni,interrogando gli individui oggetto della ricerca,appartenenti a un campione rappresentativo,mediante una procedura standardizzata, allo scopodi studiare le relazioni esistenti tra le variabili.

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  • Il linguaggio delle variabili [Lazarsfeld]

    • La ricerca sociologica come studio di relazioni traconcetti, tradotti in variabili numeriche, di cui èpossibile determinare il valore, attraverso unarilevazione empirica.

    • Un individuo è definito dai suoi attributi e proprietà.

    • I fenomeni sociali sono ridotti a relazioni tra variabili.

    • La variabile è oggettiva, neutrale: misurabilità deifenomeni sociali.

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    Leibniz

    • “Secondo ciò ,  quando sorga una controversia, non cisarà più necessità di discussione tra due filosofi di quellache c’è tra due calcolatori. Sarà sufficiente prendere unapenna, sedersi al tavolo e dirsi l’un l’altro: calcoliamo(calculemus)!”.

    • La complessità dell’universo in un unico calcolosimbolico.

  • Esempio (Amaturo, 2011: 70, fig. 3.2)

    1. Individuare l’argomento della ricerca, cioè…

    – Un concetto la disoccupazione giovanile.

    2. Individuare il soggetto sociale della ricerca…

    – Un oggetto i giovani.

    3. Fornire una definizione (operativa) dell’oggetto:

    – Persone tra i 16 e i 34 anni (unità di analisi).

    4. Individuare i giovani da intervistare:

    – Selezione dei casi (attraverso il campionamento).

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  • Esempio (segue)

    5. Il concetto da studiare però ha bisogno di una precisadefinizione operativa:

    – Che cosa si intende per «disoccupazione» (ore di lavoro, ricerca dilavoro…)

    6. L’oggetto di studio (giovani) ha delle proprietà specifiche

    – Definizione operativa: età, sesso, residenza, condizione famigliare…

    7. Per ogni concetto che definisco (condizione famigliare,livello istruzione…) devo fornire indicatori:

    – Per es. il reddito del capo famiglia; il titolo di studio.

    8. Tutte le proprietà devono trovare una traduzione operativa:– Definizione delle variabili (sesso: M/F; tit.st.: 1,2,3…).

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  • La matrice dei dati

    • Permette di incrociare le variabili indagate, con i casiconcretamente studiati (intervistati, per esempio).

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    Var. 1 Var. 2 Var. 3 Var. n

    Caso 1 2 1

    Caso 2 1 1

    Caso 3 2 3

    … … …

    Sex Tit. st. Var. 3 Var. n

    Maria R. F Diploma

    Mario V. M Diploma

    Luisa R. F Laurea

    … … …

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  • Le indagini statistiche

    • Solitamente l’indagine statistica si occupa di tre operazioni distinte:

    1. Raccogliere i dati

    2. Presentare i dati

    3. Analizzare i dati

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  • I dati statistici

    • Nelle indagini statistiche, si ha a che fare con diversi tipi di dati.

    • Questi dati possono essere rappresentati sia in forma di tabelle sia in forma di grafici e disegni.

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  • L’oggetto delle indagini

    • I fenomeni (X,Y,Z) sociali di cui si occupano le indagini statistiche sono diversi.

    • In Italia la base di dati statistici di tipo sociale più rilevante è la «Indagine Multiscopo sulle famiglie: aspetti della vita quotidiana» dell’ISTAT (Istituto nazionale di statistica).

    • https://www.istat.it/it/archivio/91926

    • Dati: http://dati.istat.it/

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    https://www.istat.it/it/archivio/91926http://dati.istat.it/

  • Variabilità

    • Ogni qualvolta si vuole studiare un fenomeno in cui èpresente una certa variabilità della risposta, in presenza delle stesse condizioni, entra in gioco la statistica.

    – Le scelte di consumo degli italiani dipendono per es. dall’età, dal sesso, dal luogo di residenza, dal reddito, dal capitale culturale…

    • Il primo scopo della statistica è la comprensione delle cause della variabilità.

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  • Esempio: le abitudini degli studenti (Tab. 1)

    u X Y Z W

    Unità statisticao «caso»

    Sede (1) /fuori sede (0)

    n. famigliari (1,…, n)

    Spese per alloggio (€)

    Ultimo film visto

    1 1 2 0 A

    2 0 3 450 B

    3 0 4 350 C

    4 0 1 550 A

    5 1 1 0 A

    6 1 3 0 A

    7 1 3 0 D

    8 0 4 200 D

    9 0 7 1000 E

    10 0 1 600 A

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  • Popolazione e campione

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  • Leggere la Tab. 1

    • Campione della popolazione: n=10

    • Fenomeni sociali studiati (argomenti del questionario): X, Y, Z, W variabili della tabella.

    • Gli studenti che rispondono: u (unità statistica o caso).

    • Le risposte fornite (i valori che assumono le variabili): osservazioni.

    • Dataset: l’insieme dei dati (costruiti attraverso una tabella).

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  • Appendice

    • Questi esercizi, molto semplici, vengono sottoposti all’attenzione degli studenti solo con l’intenzione di indicare le competenze di base che non possono mancare per poter leggere, interpretare e svolgere piccoli calcoli statistici che saranno oggetto di valutazione in sede di esame.

    • L’obiettivo è di rassicurare e indicare la strada migliore per preparare la prova d’esame.

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  • Notazione di base

    • I fenomeni di interesse sono detti fenomeni statistici (es: il reddito) X, Y, Z, A, B, C … (lettere maiuscole).

    • I supporti fisici o teorici delle diverse manifestazioni di un fenomeno statistico sono detti unità statistiche (es: i singoli individui).

    • Le singole determinazioni del fenomeno sono dette manifestazioni statistiche (es: il reddito di Tizio) x, y, z … (minuscole)

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  • Notazione di base

    • (U) L’insieme delle unità statistiche sulla quali interessa studiare il fenomeno è chiamato popolazione statistica o universo di riferimento U

    • (N) Il numero di unità statistiche che compongono la popolazione statistica di riferimento è chiamato numerosità o dimensione di U N

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  • Notazione di base

    • Quindi:

    • X è un fenomeno,

    • x è una modalità (una categoria o un numero),

    • U è un insieme,

    • N è un numero.

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  • Marginali di riga e di colonna (1)

    Maschi Femmine Totale

    Bergamo

    Brescia

    Totale

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    Questa è una semplice tabella a doppia entrata che incrocia due variabili (i dati non sono ancora inseriti).

  • Marginali di riga e di colonna (2)

    Frequenze osservate

    Maschi Femmine Totale

    Bergamo45 75

    Brescia35 55

    Totale

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    Dopo avere inserito i dati (frequenze osservate, in valori assoluti) posso calcolare i valori % delle freq. oss. (1), posso calcolare i marginali di riga (2), e di colonna (3).In val. %, quante sono le femmine del campione (freq. oss.)? Il 61,9%.

  • Formalizzazione statistica (1)

    • Un professore vuole indagare l’interesse per la sua materia da parte dei suoi 25 studenti. Decide di misurare il loro interesse contando il numero di libri letti negli ultimi 6 mesi da ogni suo studente.

    • Compito: determinare la popolazione statistica di riferimento e le relative unità statistiche, la sua numerosità, il fenomeno di interesse, e le modalità osservabili su ogni unità statistica.

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  • Formalizzazione statistica (1)

    • Popolazione statistica di riferimento U = classe

    • Numerosità N=25

    • Unità statistica u=ogni studente

    • Fenomeno di interesse X=numero libri letti in unità di tempo

    • Modalità di X osservabili su ogni unità statistica (u) x=1, 2, 3, … n

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  • Formalizzazione statistica (1)

    • Il direttore di un salone d’auto vuole conoscere le caratteristiche delle 371 auto che ha venduto lo scorso anno: in particolare è interessato a: marca, stato (decoroso, buono, ottimo), cilindrata (S,M,L), capienza del bagagliaio (litri).

    • Formalizzare queste informazioni

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  • Formalizzazione statistica (1)

    • U = le auto vendute

    • Unità statistica (u): le singole auto vendute

    • N = 371

    • Fenomeno di interesse:

    – X (marca), modalità di X (x=FCA, Peugeot, Ford…)

    – Y (stato), modalità di Y: decoroso, buono, ottimo

    – Z (cilindrata), modalità di Z: S,M,L

    – A (capienza del bagagliaio): modalità di A (da 0 a ∞)

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  • Calcolo delle probabilità

    • La probabilità matematica di un evento casuale (p) è data dal rapporto tra i casi favorevoli (f) ed i casi possibili (n)

    p = f/n

    • Quante sono le possibilità che lanciando un dado esca un numero pari? Casi favorevoli: 3; casi possibili: 6.

    p=3/6, cioè ½, 0,5x100= 50%.

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  • Calcolo delle probabilità

    • La probabilità matematica di un evento impossibile è 0 (quante possibilità che esca 345? 0 su 6, cioè 0.

    • La probabilità matematica di un evento certo è 1 (quante possibilità che esca un numero da 1 a 6? 6/6 = 1).

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  • Calcolo delle probabilità

    • La tombola: qual è la probabilità che esca un numero pari? 45/90, cioè 0,5 (il 50%).

    • Se effettuo delle estrazioni realmente ottengo una tabella di frequenza.

    • La frequenza relativa è il rapporto tra le volte in cui l’evento si è verificato ed il numero di prove effettuate.

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    NUMERO ESTRAZIONI

    EVENTO: NUMERO PARI

    FREQUENZA RELATIVA

    10 6 6/10 = 0,6020 11 11/20 = 0,5550 30 30/50 = 0,60100 55 55/100 = 0,55200 103 103/200 = 0,51

  • Riferimenti bibliografici

    • F. Mecatti, Statistica di base. Come, quando, perché, MH, Milano, 2015.

    • E. Amaturo, metodologia della ricerca sociale, UTET, Torino, 2012.

    • M. Caselli, Indagare con il questionario. Introduzione alla ricerca sociale di tipo standard, Vita e Pensiero, Milano, 2005.

    • P. Corbetta, Metodologia e tecniche della ricerca sociale, Il Mulino, Bologna, 2014.

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