sobre la clavicula de salomon

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 73 Biblioteche oggi aprile 2004 Federico Barbierato Nella stanza dei circoli: Clavicula Salomonis e libri di magia a Venezia nei secoli XVII e XVIII Milano, Edizioni Sylvestre Bonnard, 2002  Vi è senza dubbi o un enor- me lavoro di ricerca dietro questo volume di Federico Barbierato, che vede la luce per i tipi della Sylvestre Bonnard, una delle case editrici attualmente più atti-  ve n ella pubbl icazio ne di te- sti sulla storia del libro e su tematiche di interesse bi- bliotecario. La sua elabora- zione è infatti frutto di un’attenta lettura e analisi dei processi celebrati dal tri- bunale del Sant’Uffizio di  V enezia d al Cinq uecento a l- la fine della Repubblica, af- fiancata da altre fonti coeve di diversa natura. Quello che ne risulta – proprio per- ché basato su vicende do- cumentate – è un racconto avvincente e vitale della sto- ria di uno dei libri di magia maggiormente presenti fin dal Medioevo nella società e nella cultura non solo vene- ziane. Conosciuta e citata dai grandi scrittori e lettera- ti di ogni epoca, da Casano-  va a Hugo, da Baudelai re a Eco, la Clavicula Salomonis è giunta fino ai nostri giorni, ancora presente nell’imma- ginario collettivo, come te- stimoniato – suggerisce l’au- tore – dai numerosi siti web a essa dedicati. Ma il volume non è solo questo. Nel ripercorrere le  vicend e del testo salomo ni- co, Barbierato non può fare a meno di introdurci alle principali tematiche legate alla storia del libro in Antico Regime e in particolare, na- turalmente, del libro di ma- gia. La censura, innanzitut- to, che colpiva particolar- mente questo genere di te- sti, e poi le modalità e i ca- nali di circolazione del libro a stampa e manoscritto, le abitudini di lettura, le tipo- logie di lettori. In altri termi- ni, citando dalla presenta- zione di Mario Infelise, sul- lo sfondo si ritrovano “i grandi temi della storia del- la cultura: l’incontro tra ora- lità e scrittura; il problema del controllo e della censu- ra; le complesse dinamiche tra la cosiddetta ‘cultura alta e quella popolare’”. Come già evidenziato, l’am- pia diffusione della Clavi- cula Salomonis ha inizio nel Medioevo, ma la sua origine  va ricercata molto prima e collocata all’interno di un  vasto corpus di testi di ma- gia, attribuiti al terzo re di Israele fin dai primi secoli della cristianità. Le vicende attraverso le quali si venne a creare una stretta associa- zione tra il dono divino del- la sapienza sconfinata rice-  vuto da Salom one e la co- noscenza della magia natu- rale vengono indagate da Barbierato nel primo capito- lo del libro. Attribuire un te- sto di magia al figlio di Da-  vide divenne presto pratic a diffusa, poiché ciò conferiva “autorevolezza” al testo stesso e quindi offriva una garanzia di buona riuscita delle pratiche magiche in esso contenute. Le attribu- zioni salomoniche iniziaro- no quindi a proliferare e le  vicend e della Clavicula a sovrapporsi e intrecciarsi con quelle di altri testi di magia come il Lemegeton o il Picatrix . Le varianti con cui è nota la Clavicola nel corso dei se- coli risultano numerose. La nascita della stampa, para- dossalmente, non contribuì a fissare un testo unico, ma determinando una maggio- re diffusione ne favorì la moltiplicazione, tanto che “almeno a partire dagli inizi del ’600, con Clavicola di Salomone non si poteva più indicare univocamente un testo, ma una serie di testi diversi che condividevano lo stesso titolo”. Il secondo capitolo è dedi- cato ai lettori dei libri di ma- gia. Caratteristica di questo genere di materiale era di avere una diffusione in tutte le classi sociali, con “una continuità culturale che at- traversava verticalmente la stratificazione sociale, fino a creare un corpo di creden- ze, pratiche e letture condi-  vise che non rispo ndevan o a distinzioni di classe, ma che amalgamavano inces- santemente elementi di di-  versa pro venien za”. Reli gio- si, nobili, prostitute e leva- trici, uomini, e soprattutto donne, dalle provenienze sociali più disparate poteva- no allo stesso modo accede- re, e accedevano, ai testi di magia. Una “biblioteca ma- gica” era presente nelle case di molti, come testimonia Giacomo Casanova. Ma che cosa si aspettava questo variegato pubblico di lettori dalle pratiche ma- giche contenute nei libri di magia? Benefici materiali e immediati: la vincita al gio- co, la conquista della perso- na amata, la protezione da Biblioteca professionale

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  • 73Biblioteche oggi aprile 2004

    Federico BarbieratoNella stanza dei circoli:Clavicula Salomonis elibri di magia a Venezianei secoli XVII e XVIIIMilano, Edizioni SylvestreBonnard, 2002

    Vi senza dubbio un enor-me lavoro di ricerca dietroquesto volume di FedericoBarbierato, che vede la luceper i tipi della SylvestreBonnard, una delle caseeditrici attualmente pi atti-ve nella pubblicazione di te-sti sulla storia del libro e sutematiche di interesse bi-bliotecario. La sua elabora-zione infatti frutto diunattenta lettura e analisidei processi celebrati dal tri-bunale del SantUffizio diVenezia dal Cinquecento al-la fine della Repubblica, af-fiancata da altre fonti coevedi diversa natura. Quelloche ne risulta proprio per-ch basato su vicende do-cumentate un raccontoavvincente e vitale della sto-ria di uno dei libri di magiamaggiormente presenti findal Medioevo nella societ enella cultura non solo vene-ziane. Conosciuta e citatadai grandi scrittori e lettera-ti di ogni epoca, da Casano-va a Hugo, da Baudelaire aEco, la Clavicula Salomonis giunta fino ai nostri giorni,ancora presente nellimma-ginario collettivo, come te-stimoniato suggerisce lau-tore dai numerosi siti weba essa dedicati. Ma il volume non soloquesto. Nel ripercorrere levicende del testo salomoni-co, Barbierato non pu farea meno di introdurci alleprincipali tematiche legatealla storia del libro in AnticoRegime e in particolare, na-turalmente, del libro di ma-gia. La censura, innanzitut-to, che colpiva particolar-mente questo genere di te-

    sti, e poi le modalit e i ca-nali di circolazione del libroa stampa e manoscritto, leabitudini di lettura, le tipo-logie di lettori. In altri termi-ni, citando dalla presenta-zione di Mario Infelise, sul-lo sfondo si ritrovano igrandi temi della storia del-la cultura: lincontro tra ora-lit e scrittura; il problemadel controllo e della censu-ra; le complesse dinamichetra la cosiddetta cultura altae quella popolare.Come gi evidenziato, lam-pia diffusione della Clavi-cula Salomonis ha inizio nelMedioevo, ma la sua origineva ricercata molto prima ecollocata allinterno di unvasto corpus di testi di ma-gia, attribuiti al terzo re diIsraele fin dai primi secolidella cristianit. Le vicendeattraverso le quali si vennea creare una stretta associa-zione tra il dono divino del-la sapienza sconfinata rice-vuto da Salomone e la co-noscenza della magia natu-rale vengono indagate daBarbierato nel primo capito-lo del libro. Attribuire un te-sto di magia al figlio di Da-vide divenne presto praticadiffusa, poich ci conferivaautorevolezza al testostesso e quindi offriva unagaranzia di buona riuscitadelle pratiche magiche inesso contenute. Le attribu-zioni salomoniche iniziaro-no quindi a proliferare e levicende della Clavicula asovrapporsi e intrecciarsicon quelle di altri testi dimagia come il Lemegeton oil Picatrix. Le varianti con cui nota laClavicola nel corso dei se-coli risultano numerose. Lanascita della stampa, para-dossalmente, non contribua fissare un testo unico, madeterminando una maggio-re diffusione ne favor lamoltiplicazione, tanto chealmeno a partire dagli inizi

    del 600, con Clavicola diSalomone non si poteva piindicare univocamente untesto, ma una serie di testidiversi che condividevanolo stesso titolo.Il secondo capitolo dedi-cato ai lettori dei libri di ma-gia. Caratteristica di questogenere di materiale era diavere una diffusione in tuttele classi sociali, con unacontinuit culturale che at-traversava verticalmente lastratificazione sociale, fino acreare un corpo di creden-ze, pratiche e letture condi-vise che non rispondevanoa distinzioni di classe, mache amalgamavano inces-santemente elementi di di-versa provenienza. Religio-si, nobili, prostitute e leva-trici, uomini, e soprattuttodonne, dalle provenienzesociali pi disparate poteva-no allo stesso modo accede-re, e accedevano, ai testi dimagia. Una biblioteca ma-gica era presente nelle casedi molti, come testimoniaGiacomo Casanova. Ma che cosa si aspettavaquesto variegato pubblicodi lettori dalle pratiche ma-giche contenute nei libri dimagia? Benefici materiali eimmediati: la vincita al gio-co, la conquista della perso-na amata, la protezione da

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    malattie e disgrazie, la gua-rigione dai malanni, la pre-dizione di avvenimenti futu-ri o del risultato di attivitnelle quali ci si andava a im-pegnare.I testi dovevano essere difacile leggibilit e compren-sibilit: brevi spiegazioni,formule sintetiche e tanteimmagini esplicative, nonroba da intendere ma daadoperare, roba gi fatta.La presenza di immagini, ol-tre ad attirare lattenzionedel lettore e a scatenarnelimmaginazione, costituivaun ausilio alla fruizione deltesto, poich i libri di magiavenivano spesso utilizzatida persone scarsamente al-fabetizzate. La lettura era avolte collettiva, fatta a vocealta da una persona che sirivolgeva a un gruppo diuditori. Ma la semplice pre-senza del libro magico incasa attribuiva una certa au-torit nel campo al suo pos-sessore, indipendentementedal fatto che fosse in gradodi leggerlo o meno; il pote-re magico veniva infatti at-tribuito alloggetto libro, pri-ma che al contenuto cheveicolava. Il libro potevaesercitare il suo potere an-che a prescindere dalla let-tura e lunico modo per ces-sarne gli effetti era dunqueil rogo. Di conseguenza, og-getto di condanna da partedel SantUffizio non era solochi conosceva il testo peraverlo letto ma chi compo-ne, trascrive, stampa, vende,compra, porta, dona, impre-sta, riceve, tiene, nasconde,legge, et ascolta libri, o scrit-ti dheretici, ovvero conte-nenti heresia, o infedelt,arte magica, negromantia,incanti, superstitioni.Proprio lampia attivit dicensura nei confronti dei li-bri proibiti ci consente dientrare oggi in possesso diuna cospicua documenta-zione su questo come su al-

    tri aspetti delle vicende sto-riche del libro in AnticoRegime.Tuttavia, molto sfuggiva al-lazione del SantUffizio.Controllare e reprimere lesuddette attivit non eracerto impresa facile, soprat-tutto nel momento in cui iltesto di magia, per sottrarsiallInquisizione, prese la viadella clandestinit e la for-ma del manoscritto. Ma pu-re nella forma a stampa lacrescente mole della produ-zione editoriale e laumentodel numero dei libri proibitine rese sempre pi difficol-toso il controllo: nellIndexlibrorum prohibitorum del1711 i libri presenti eranoben 11.000, contro i 2.100dellIndice clementino del1596. Inoltre, i modi per sfuggirealla censura erano numerosie ampliamente messi in attoda librai e tipografi che cer-to non rinunciavano facil-mente agli introiti procuratida tale genere di pubblica-zioni: date e luoghi di stam-pa falsi o inesistenti, ingres-so di libri provenienti dalle-stero in maniera clandesti-na, ricorso a mediatoriesterni alla libreria per levendite. I molteplici canalialternativi di diffusione dellibro di magia vengono ap-profonditi da Barbierato nelvolume, cos come le diver-se figure professionali coin-volte nella sua produzione ecircolazione: scrivani e tipo-grafi, inquisitori e librai, maanche mediatori e altri ven-ditori (lo scambio e la ven-dita dei libri proibiti avveni-va spesso nei caff, nellebotteghe, nelle locande). Un ruolo significativo nellacircolazione dei libri di ma-gia lo ebbero indubbiamen-te i monasteri, luoghi neiquali i testi proibiti eranopresenti e nei cui centriscrittori sovente venivanocopiati. Nel volume viene

    presentato il caso emblema-tico di un processo delSantUffizio veneziano con-tro i frati Giuseppe Bregolatie Ignazio Verigola del Con-vento di San Francesco daPaola in Verona, svoltosinella seconda met del Sei-cento, e durato 17 anni.Complice dellingresso dellibro magico nel convento come testimoniato dal pro-cesso descritto era anchela difficolt di determinarecon precisione se un librofosse di competenza dellIn-quisizione o meno. Da unlato, ci risultava difficolto-so per lambiguit di fondoche riguardava i testi di ma-gia. Per lungo tempo magiae scienza furono percepiticome ambiti affini (alcunidubbi sulla natura e sullu-so delle formule matemati-che e sulla geometria eucli-dea sono testimoniati da do-cumenti del SantUffizio nelXVII e ancora nel XVIII), eallo stesso modo risultavalabile il confine tra la magiae certe pratiche religiose. Lamagia era sovente collocatain una sorta di linea senzasoluzione di continuit tra ilreligioso e il soprannaturale,e chi viveva sulla produzio-ne e sulla vendita di questeopere aveva certo poco in-teresse a stabilire dei confi-ni precisi. Era unidea piut-tosto diffusa che lesorcistarappresentasse laltra facciadel mago. Entrambi viveva-no sul confine alquanto in-certo che separava lattivitlecita e quella riprovata, en-trambi avevano a che farecoi demoni, riuscivano acontattarli e a mettersi in re-lazione antagonistica omeno con loro. Era per-tanto facile confondersi, so-vrapporre le figure, e di cer-to dal punto di vista com-merciale non era opportunoda parte degli operatori mo-strare cesure nette [].Dallaltro lato, diventava

    sempre pi difficile ricono-scere e identificare i testi dimagia messi allindice, poi-ch le modalit di produzio-ne e di circolazione che sivennnero a creare ne deter-minarono una continuaevoluzione e trasformazio-ne. Non di rado, per esem-pio, i testi venivano scom-posti e venduti in singoli fo-gli, in base al potenziale in-teresse o allesplicita richie-sta dellacquirente. A lorovolta questi fogli potevanoessere ricomposti in volu-me, ma spesso uniti a fogliprovenienti da libri diversi,a stampa o manoscritti, ma-gari con linserimento di ag-giunte, anche di tradizioneorale, del copiatore. Si veni-va cos a creare di fatto unnuovo testo.Tali meccanismi vengonoapprofonditi da Barbieratonel penultimo capitolo. Par-ticolarmente interessante,sempre in questa parte delvolume, lanalisi che lauto-re ci propone delle caratte-ristiche testuali e paratestua-li dei libri di magia e dellaloro funzione nel processosociale di trasmissione deitesti, sulla scia del pensierodi Donald McKenzie, ripre-so poi da Roger Chartier, se-condo il quale la forma incui un testo raggiunge il let-tore ne influenza necessa-riamente le modalit di per-cezione e di fruizione. Nellultimo capitolo vengo-no ricostruite, attraverso lecarte dei processi delSantUffizio contro France-sco Viola, Marco Corradi eLunardo Longo, le vicendeche si svolsero nella Vene-zia del Seicento attorno allacasa di Campo San Giobbe,nella quale i tre avevano or-ganizzato la stanza dei cir-coli.

    Rossana Morriello

    Biblioteca di studi classiciUniversit Ca Foscari, Venezia

    [email protected]

    Biblioteca professionale