SMARIA DI SALA Il nostro filo rosso… oltre i confini...Maschere Veneziane, faranno una ricerca...

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SANTA MARIA DI SALA Il Nostro Filo Rossooltre i confini Questa pagina nasce con l'idea di creare uno scambio culturale tra scuole di nazionalità diverse coinvolgendo gli studenti in un unico progetto Artistico che rappresenti una tematica comune, ma che nello stesso tempo contraddistingua il proprio territorio e la propria cultura. Gli elaborati verranno poi esposti e scambiati tra i due Paesi in occasione di EXPO Scuola. Le prime due scuole che parteciperanno a questo Progetto sono : - Classe V elementare di Stigliano (Istituto Comprensivo Cordenons di Santa Maria di Sala - Venezia - ITALY - n.2 Classi V e una Classe IV elementare di Hvar – CROAZIA La Classe V di Santa Maria di Sala , nell’obiettivo comune di rappresentare le analogie tra i due Paesi, sia per quanto riguarda gli aspetti territoriali che culturali, svilupperanno una ricerca sulla Centuriazione Romana e sulla suddivisione in graticolato che contraddistingue il territorio di Santa Maria di Sala e che presenta moltissime analogie con la suddivisione di alcuni territori di Hvar e di altre zone della Croazia , in antichità sotto il dominio dell'impero Romano. I ragazzi parteciperanno in aprile ad una visita guidata al Museo della Centuriazione Romana a Borgoricco (un Paese della nostra zona ) che raccoglie informazioni storiche e reperti archeologici del periodo Romano e in seguito rappresenteranno in forma grafico/artistica il Graticolato e cercheranno di completare la loro esperienza e ricerca tramite foto e video , che poi possono essere condivisi con la scuola gemellata di Hvar. I ragazzi di Santa Maria di Sala , inoltre, rappresenteranno uno dei simboli più importanti di Venezia , il Carnevale e le Maschere Veneziane. Sono infatti molte le analogie tra i due Paesi riconducibili al periodo della Repubblica di Venezia. I ragazzi , grazie alla collaborazione del Maestro artigiano Andrea Muffato appassionato di Maschere Veneziane, faranno una ricerca sulle origini delle Maschere Veneziane e del Carnevale di Venezia, impareranno e lavoreranno sulla tecnica di costruzione delle Maschere tipiche creando la propria maschera in cartapesta partendo da un calco in gesso . Tale tecnica verrà poi descritta e condivisa ai ragazzi della scuola di Hvar sulla pagina Facebook o sito internet dedicato. Le maschere create verranno poi esposte in Mostra a Santa Maria di Sala a maggio e essere oggetto di un’ eventuale visita ed expo a Hvar Il progetto è stato ideato dall'artista Matteo Pantano con la coordinazione artistica di Luciana Zabarella (artista fondatrice dei progetti Arte Scuola di Santa Maria di Sala), con la collaborazione di: Prof.ssa GIULIANA DE MARCHI (Docente di Italiano e Storia di Santa Maria di Sala) Prof.ssa LIANA SANGUIN (coordinatrice dei rapporti tra le due scuole) Prof.ssa ROBERTA VOLPATO (referente e coordinatrice dei docenti nel percorso artistico e nella mostra "EXPO SCUOLA 2017" ALESSANDRA TUDOR (Rappresentante Consolare, artefice del gemellaggio tra i comuni di Santa Maria di Sala e Hvar). Matteo Pantano

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SANTA MARIA DI SALA

Il Nostro Filo Rosso… oltre i confini Questa pagina nasce con l'idea di creare uno scambio culturale tra scuole di nazionalità diverse coinvolgendo gli studenti in un unico progetto Artistico che rappresenti una tematica comune, ma che nello stesso tempo contraddistingua il proprio territorio e la propria cultura. Gli elaborati verranno poi esposti e scambiati tra i due Paesi in occasione di EXPO Scuola. Le prime due scuole che parteciperanno a questo Progetto sono : - Classe V elementare di Stigliano (Istituto Comprensivo Cordenons di Santa Maria di Sala - Venezia - ITALY - n.2 Classi V e una Classe IV elementare di Hvar – CROAZIA La Classe V di Santa Maria di Sala , nell’obiettivo comune di rappresentare le analogie tra i due Paesi, sia per quanto riguarda gli aspetti territoriali che culturali, svilupperanno una ricerca sulla Centuriazione Romana e sulla suddivisione in graticolato che contraddistingue il territorio di Santa Maria di Sala e che presenta moltissime analogie con la suddivisione di alcuni territori di Hvar e di altre zone della Croazia , in antichità sotto il dominio dell'impero Romano. I ragazzi parteciperanno in aprile ad una visita guidata al Museo della Centuriazione Romana a Borgoricco (un Paese della nostra zona ) che raccoglie informazioni storiche e reperti archeologici del periodo Romano e in seguito rappresenteranno in forma grafico/artistica il Graticolato e cercheranno di completare la loro esperienza e ricerca tramite foto e video , che poi possono essere condivisi con la scuola gemellata di Hvar. I ragazzi di Santa Maria di Sala , inoltre, rappresenteranno uno dei simboli più importanti di Venezia , il Carnevale e le Maschere Veneziane. Sono infatti molte le analogie tra i due Paesi riconducibili al periodo della Repubblica di Venezia. I ragazzi , grazie alla collaborazione del Maestro artigiano Andrea Muffato appassionato di Maschere Veneziane, faranno una ricerca sulle origini delle Maschere Veneziane e del Carnevale di Venezia, impareranno e lavoreranno sulla tecnica di costruzione delle Maschere tipiche creando la propria maschera in cartapesta partendo da un calco in gesso . Tale tecnica verrà poi descritta e condivisa ai ragazzi della scuola di Hvar sulla pagina Facebook o sito internet dedicato. Le maschere create verranno poi esposte in Mostra a Santa Maria di Sala a maggio e essere oggetto di un’ eventuale visita ed expo a Hvar Il progetto è stato ideato dall'artista Matteo Pantano con la coordinazione artistica di Luciana Zabarella (artista fondatrice dei progetti Arte Scuola di Santa Maria di Sala), con la collaborazione di: Prof.ssa GIULIANA DE MARCHI (Docente di Italiano e Storia di Santa Maria di Sala) Prof.ssa LIANA SANGUIN (coordinatrice dei rapporti tra le due scuole) Prof.ssa ROBERTA VOLPATO (referente e coordinatrice dei docenti nel percorso artistico e nella mostra "EXPO SCUOLA 2017" ALESSANDRA TUDOR (Rappresentante Consolare, artefice del gemellaggio tra i comuni di Santa Maria di Sala e Hvar). Matteo Pantano

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La Classe V di Santa Maria di Sala , rappresenterà uno dei simboli più importanti di Venezia , il Carnevale e le Maschere Veneziane. I ragazzi , grazie alla collaborazione del Maestro artigiano Andrea Muffato appassionato di Maschere Veneziane, faranno una ricerca sulle origini delle Maschere Veneziane e del Carnevale di Venezia, impareranno e lavoreranno sulla tecnica di costruzione delle Maschere tipiche creando la propria maschera in cartapesta partendo da un calco in gesso . Le maschere create verranno poi esposte in Mostra a Santa Maria di Sala a Maggio in occasione di Expo scuola .

La storia delle Maschere Veneziane “Buongiorno Siora Maschera”, lungo le calli, per i canali e nei listoni era questo il saluto: l’identità personale, il sesso, la classe sociale non esistevano più, si entrava a far parte della Grande Illusione del Carnevale in un posto, unico al mondo, dove tutto può accadere, dove ogni scorcio non cessa di incantare. Gli artigiani che fabbricavano maschere erano chiamati maschereri fin dal tempo del Doge Foscari e possedevano un loro statuto datato aprile 1436. Appartenevano alla frangia dei pittori ed erano aiutati nella loro professione dai targheri che imprimevano sopra lo stucco volti dipinti, a volte di ridicola fisionomia, con dovizia di particolari.

La maschera non veniva utilizzata solo durante il periodo di Carnevale ma in molte occasioni durante l’anno. La maschera era permessa il giorno di Santo Stefano che sanciva la data di inizio del Carnevale veneziano e fino alla mezzanotte del Martedì Grasso che concludeva i festeggiamenti per il Carnevale. La maschere erano permesse durante i quindici giorni dell’Ascensione e alcuni, con particolari deroghe, le utilizzavano fino a metà giugno. Inoltre, durante tutte le manifestazioni più

importanti come banchetti ufficiali o feste della Repubblica era consentito l’uso di Tabarro e Bauta. La Bauta non era utilizzata soltanto nei giorni di Carnevale ma per i veneziani era un travestimento sfruttato in molte occasioni. La Bauta è composta da un manto nero chiamato tabarro, un tricorno nero che si indossava sul capo al di sopra del tabarro e una maschera bianca chiamata Larva (il nome Larva deriva dal latino Larva che vuol dire “fantasma” o anche “maschera”).

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Le donne indossavano, generalmente, un altro modello di maschera noto quanto la Larva e chiamato Moretta. Era una maschera ovale di velluto nero e veniva utilizzata dalle dame quando si recavano a fare visita alle monache. La moda della Moretta importata dalla Francia si diffuse veloce- mente a Venezia in quanto è una maschera che dona particolarmete ai lineamenti femminili soprattutto quando viene ornata da veli, velette e cappellini a falde.

La Moretta era una maschera muta poiché la si portava tenendo in bocca un bottoncino, all’interno, all’altezza della bocca. Durante il Carnevale i Veneziani si concedevano trasgressioni di ogni tipo e la Bauta o la Moretta erano utilizzate per mantenere l'anonimato e consentire qualsiasi gioco proibito, sia da parte di uomini che da parte di donne. Anche i preti e le monache approfittavano delle maschere per celarsi e trasgredire compiendo fughe amorose o “multas inhonestas”... Il tabarro era composto da una mantellina che raddoppiava sopra le spalle, poteva essere di panno o di seta secondo le stagioni, bianco o turchino, scarlatto per un'occasione di gala, a volte decorato con fronzoli, frange e fiocco "alla militare". Era molto usato anche dalle

donne, scuro d'inverno e bianco d'estate. Il tabarro era, spesso, utilizzato per nascondere armi proprio per questo vennero emanati molti decreti per impedire alle maschere di utilizzare il mantello per scopi non proprio ortodossi e soprattutto pericolosi. Coloro che venivano colti in flagranza di reato andavano incontro a pene molto pesanti: per gli uomini la pena era di due anni di carcere, il servizio per 18 mesi nelle galere della Repubblica Serenissima, il pagamento di 500 lire alla Cassa del Consiglio dei Dieci. Le donne, spesso meretrici, che venivano trovate in maschera venivano frustate da Piazza San Marco a Rialto (un bel tratto di strada), poste in berlina tra le due colonne di Piazza San Marco e venivano bandite per quattro anni dal territorio della Repubblica Veneta e anch’esse erano costrette al pagamento di 500 lire alla Cassa del Consiglio dei Dieci. L’elenco dei decreti procede di pari passo a quello dello svolgersi, annuale, del Carnevale. Di volta in volta viene aggiunta una proibizione: vietato recarsi in maschera all’interno dei luoghi sacri, vietato mascherarsi in abiti religiosi, vietato ballare in pubblico al di fuori dei giorni stabiliti per la festa del carnevale, vietato portare maschere nelle case da gioco (espediente che, spesso, veniva utilizzato da quanti volevano mantenere l’anonimato o non farsi riconoscere dai creditori). Ma esisteva anche il rovescio della medaglia: nel 1776 venne emanata una legge per proteggere “l’onore di famiglia” che obbligava le dame a recarsi al teatro con una maschera, ma la maschera era proibita alle fanciulle in attesa di sposarsi. I temi del Carnevale dall’anno della sua rinascita, alla fine degli anni Settanta, hanno frequentemente riguardato Il Viaggio, l’incontro di Culture diverse in una sorta di zona franca come può essere considerata la città di Venezia.

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Nel 1982 un gemellaggio con la città di Napoli porta all’incontro tra Pulcinella e Arlecchino, le due maschere della Commedia dell’Arte che esaspera- no, facendo diventare maschera, il carattere del veneziano e quello del napoletano. Nel 1984 è stata la volta di “Venezia e gli Stranieri”, il 1985 ha visto il gemellaggio tra Parigi e Venezia, due tra le città più famose del mondo e due delle mete più ambite da parte dei viaggiatori che hanno sempre sognato di legare alle due città almeno una delle immagini della loro vita. Nel 1994 il tema è stato quello dell’Oriente e delle Cineserie. Nel 1998, il Carnevale fu dedicato a Giacomo Casanova per ricordare il bicentenario della sua morte: periodo naturalmente caro a Casanova, il Carnevale con il suo spirito raffinatamente

culturale e licenzioso, cosmopolita e libertino, tipico degli ambienti di fine Settecento è senza dubbio il periodo migliore, anno per anno, per ricordare il celeberrimo avventuriero veneziano. Il 2003 ha visto un Carnevale omaggio a Federico Fellini, regista visionario e fantasmatico, in occasione del decennale della sua morte. Il titolo del Carnevale 2004 è stato ORIENTAL-EXPRESS-Viaggio in Maschera sulla Via della Seta con quattro Paesi coinvolti: Thailandia, Cina, Giappone, India. Il tema del Carnevale del 2006 è stato “Il Drago e il Leone”, legato alla Cina e agli spettacoli teatrali. Le manifestazioni legate alla festa si sono svolte dal 17 al 28 febbraio 2006. Il Carnevale 2006 è stato un tourbillon di eventi e feste private. Il programma ha accontentato tutti: i bambini, con feste e attazioni lungo le calli e in Piazza San Marco e gli adulti con le prestigiose feste all’interno dei Palazzi Storici della città: minimo comune denominatore? Maschera e Costume.

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Lezioni in classe… Costruzione delle

maschere Veneziane

Il Maestro Andrea Muffato spiega ai ragazzi la tecnica per creare l'impasto di carta pesta che verrà utilizzato per creare la struttura della maschera Veneziana. L’impasto viene creato partendo da striscioline ricavate da fogli di giornali quotidiani e triturandole con acqua più finemente possibile . L’impasto ottenuto viene poi pressato in un colino per eliminare l’acqua e mescolato con colla vinilica fino ad ottenere una pasta soffice. I ragazzi sono curiosi di sentire la consistenza dell’impasto

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Elvia Martella spiega ai ragazzi come creare con i fogli di giornale, un supporto per appoggiare il calco sul quale verrà inserito l'impasto di carta pesta

I ragazzi seguiti dall’artista Luciana Zabarella L’impasto viene ora applicato al calco in piccoli pezzettini, fino al completo riempimento.

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Ecco come le maschere cominciano a prendere forma….

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Mentre la cartapesta si asciuga, i ragazzi creano su un foglio il proprio Progetto della Maschera Veneziana

Il Maestro Matteo Pantano spiega ai ragazzi le tecniche per realizzare un volto nelle giuste proporzioni e per riportare il proprio progetto direttamente nella maschera

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Una volta che la cartapesta si è asciugata ed indurita, le maschere vengono ricoperte da uno strato di gesso liquido in modo da creare una base omogenea e compatta. Il gesso viene poi ricoperto da uno strato di smalto bianco per creare il fondo per la decorazione. Ora la struttura delle maschere è pronta !

E ora via con la pittura ! ogni ragazzo riporta a matita il proprio progetto precedentemente creato nel foglio, sulla propria maschera di cartapesta !

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Il Maestro Andrea Muffato

L’artista Guidonia Sfevanato

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Le maschere vengono dipinte utilizzando pittura a tempera, i colori vengono creati a propria discrezione, dalla mescolanza dei colori primari sulla tavolozza . Le decorazioni sono fatte utilizzando smalto cangiante oppure, per le linee in rilievo, utilizzando glitter mescolato a colla vinilica e applicato con una siringa.

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Una volta terminate le decorazioni pittoriche sulle maschere, è arrivato il momento di applicare gli ornamenti (nastri, veli, fiori ecc)

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E terminato il nostro lavoro , salutiamo e ringraziamo i ragazzi della scuola di HVAR!!

VI ASPETTIAMO A SANTA MARIA DI SALA !