SIP: rassegna quotidiani online e agenzie 09/2014

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Societa' italiana di pediatria: siti web Rubrica Repubblica.it 24/09/2014 TEENAGER, 8 SU 10 ONLINE TUTTI I GIORNI 2 . Corriere.it 09/09/2014 L'ITALIA (MOLTO) DISUNITA DEGLI SCREENING NEONATALI 3 Lastampa.it 25/09/2014 IN CRESCITA I MINI GIOCATORI DAZZARDO 4 Lastampa.it 25/09/2014 IN CRESCITA I MINI GIOCATORI D'AZZARDO 5 Lastampa.it 24/09/2014 ADOLESCENTI ONLINE: 8 SU 10 NAVIGANO TUTTI I GIORNI DAL CELLULARE 6 Lastampa.it 24/09/2014 ADOLESCENTI: IL PRIMO PENSIERO AL MATTINO? INTERNET 8 Ilgiornale.it 24/09/2014 PEDIATRI IN STAZIONE CENTRALE PER VISITARE I BIMBI PROFUGHI 11 LiberoQuotidiano.it 06/09/2014 ALLERGIE ALIMENTARI E RESPIRATORIE ARRIVA UNA 'CONSENSUS' DEI PEDIATRI 13 LiberoQuotidiano.it 31/08/2014 INIZIA L'ANNO SCOLASTICO: QUALE SPORT SCEGLIERE PER I TUOI FIGLI? 15 Avvenire.it 30/09/2014 ALCOL, UNA GENERAZIONE IN BILICO 18 Avvenire.it 25/09/2014 I NOSTRI RAGAZZI SEMPRE CONNESSI: CHE ALTERNATIVA DIAMO LORO? 20 Avvenire.it 24/09/2014 SOCIAL E SMARTPHONE, BOOM (E ABUSO) TRA I GIOVANI 21 Ilfattoquotidiano.it 27/09/2014 "TREDICENNI, PIU' GIOCO D'AZZARDO ONLINE. E SONO 'NOTTAMBULI' CONNESSI SU WHATSAPP" 22 Ilgazzettino.it 25/09/2014 FACEBOOK SUPERATO, I TEENAGER ITALIANI PREFERISCONO WHATSAPP 24 Ilmattino.it 26/09/2014 FACEBOOK SUPERATO, I TEENAGER ITALIANI PREFERISCONO WHATSAPP 26 Ilmattino.it 24/09/2014 L'ALLARME: IL 13% DEI TEENAGER GIOCA D'AZZARDO ONLINE 29 Ilmattino.it 24/09/2014 STILI DI VITA PERICOLOSI PER I RAGAZZI CHE USANO PIU' DI TRE SOCIAL NETWORK 31 Giornaledellumbria.it 29/09/2014 SOCIAL NETWORK, BOOM INCONTROLLATO E ALLARME MINORI 33 Leggo.it 25/09/2014 FACEBOOK SUPERATO, I TEENAGER ITALIANI PREFERISCONO WHATSAPP 35 Leggo.it 23/09/2014 MILANO, BIMBI SUI CARTONI IN CENTRALE: 37 Ansa.it 24/09/2014 13% TEENAGER GIOCA D'AZZARDO ONLINE 39 Ansa.it 05/09/2014 ADDIO VECCHI PERCENTILI,NUOVA MISURAZIONE PER CRESCITA BIMBI 40 Ansa.it 02/09/2014 CYBER-BULLISMO E' EMERGENZA SOCIALE, COLPISCE 1 RAGAZZO SU 5 42 Asca.it 23/09/2014 12:16 MILANO: BAMBINI PROFUGHI IN STAZIONE SI MUOVONO I PEDIATRI DELLA SIP 43 Ilvelino.it 29/09/2014 PEDIATRI: CRESCE PERCENTUALE GIOVANISSIMI CHE GIOCA ONLINE 44 Ilvelino.it 24/09/2014 GIOCO D'AZZARDO, CODACONS: TEENAGER "VITTIME" PUBBLICITA' INCONTROLLATA 46 Adnkronos.com/IGN 24/09/2014 GIOCHI: AZZARDO ONLINE PER 13% ADOLESCENTI, ALLARME PEDIATRI 47 Adnkronos.com/IGN 24/09/2014 TEENAGER SEMPRE PIU' 'SOCIAL' MA FRAGILI, INSICURI E A RISCHIO DI ABUSI 48 Redattoresociale.it 24/09/2014 ADOLESCENTI: 1 SU 7 GIOCA ON LINE. CALA LA FIDUCIA VERSO GENITORI E AMICI 50 Redattoresociale.it 24/09/2014 GIOVANI, BOOM DI WEB E SMARTPHONE: 8 SU DIECI "CHATTANO" SU WHATSAPP 52 Sommario Rassegna Stampa Pagina Testata Data Titolo Pag.

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SIP: rassegna quotidiani online e agenzie settembre 2014

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Societa' italiana di pediatria: siti webRubrica

Repubblica.it 24/09/2014 TEENAGER, 8 SU 10 ONLINE TUTTI I GIORNI 2

. Corriere.it 09/09/2014 L'ITALIA (MOLTO) DISUNITA DEGLI SCREENING NEONATALI 3

Lastampa.it 25/09/2014 IN CRESCITA I MINI GIOCATORI DAZZARDO 4

Lastampa.it 25/09/2014 IN CRESCITA I MINI GIOCATORI D'AZZARDO 5

Lastampa.it 24/09/2014 ADOLESCENTI ONLINE: 8 SU 10 NAVIGANO TUTTI I GIORNI DALCELLULARE

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Lastampa.it 24/09/2014 ADOLESCENTI: IL PRIMO PENSIERO AL MATTINO? INTERNET 8

Ilgiornale.it 24/09/2014 PEDIATRI IN STAZIONE CENTRALE PER VISITARE I BIMBI PROFUGHI 11

LiberoQuotidiano.it 06/09/2014 ALLERGIE ALIMENTARI E RESPIRATORIE ARRIVA UNA 'CONSENSUS'DEI PEDIATRI

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LiberoQuotidiano.it 31/08/2014 INIZIA L'ANNO SCOLASTICO: QUALE SPORT SCEGLIERE PER I TUOIFIGLI?

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Avvenire.it 30/09/2014 ALCOL, UNA GENERAZIONE IN BILICO 18

Avvenire.it 25/09/2014 I NOSTRI RAGAZZI SEMPRE CONNESSI: CHE ALTERNATIVA DIAMOLORO?

20

Avvenire.it 24/09/2014 SOCIAL E SMARTPHONE, BOOM (E ABUSO) TRA I GIOVANI 21

Ilfattoquotidiano.it 27/09/2014 "TREDICENNI, PIU' GIOCO D'AZZARDO ONLINE. E SONO'NOTTAMBULI' CONNESSI SU WHATSAPP"

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Ilgazzettino.it 25/09/2014 FACEBOOK SUPERATO, I TEENAGER ITALIANI PREFERISCONOWHATSAPP

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Ilmattino.it 26/09/2014 FACEBOOK SUPERATO, I TEENAGER ITALIANI PREFERISCONOWHATSAPP

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Ilmattino.it 24/09/2014 L'ALLARME: IL 13% DEI TEENAGER GIOCA D'AZZARDO ONLINE 29

Ilmattino.it 24/09/2014 STILI DI VITA PERICOLOSI PER I RAGAZZI CHE USANO PIU' DI TRESOCIAL NETWORK

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Giornaledellumbria.it 29/09/2014 SOCIAL NETWORK, BOOM INCONTROLLATO E ALLARME MINORI 33

Leggo.it 25/09/2014 FACEBOOK SUPERATO, I TEENAGER ITALIANI PREFERISCONOWHATSAPP

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Leggo.it 23/09/2014 MILANO, BIMBI SUI CARTONI IN CENTRALE: 37

Ansa.it 24/09/2014 13% TEENAGER GIOCA D'AZZARDO ONLINE 39

Ansa.it 05/09/2014 ADDIO VECCHI PERCENTILI,NUOVA MISURAZIONE PER CRESCITABIMBI

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Ansa.it 02/09/2014 CYBER-BULLISMO E' EMERGENZA SOCIALE, COLPISCE 1 RAGAZZOSU 5

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Asca.it 23/09/2014 12:16 MILANO: BAMBINI PROFUGHI IN STAZIONE SI MUOVONO IPEDIATRI DELLA SIP

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Ilvelino.it 29/09/2014 PEDIATRI: CRESCE PERCENTUALE GIOVANISSIMI CHE GIOCAONLINE

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Ilvelino.it 24/09/2014 GIOCO D'AZZARDO, CODACONS: TEENAGER "VITTIME" PUBBLICITA'INCONTROLLATA

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Adnkronos.com/IGN 24/09/2014 GIOCHI: AZZARDO ONLINE PER 13% ADOLESCENTI, ALLARMEPEDIATRI

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Adnkronos.com/IGN 24/09/2014 TEENAGER SEMPRE PIU' 'SOCIAL' MA FRAGILI, INSICURI E A RISCHIODI ABUSI

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Redattoresociale.it 24/09/2014 ADOLESCENTI: 1 SU 7 GIOCA ON LINE. CALA LA FIDUCIA VERSOGENITORI E AMICI

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Redattoresociale.it 24/09/2014 GIOVANI, BOOM DI WEB E SMARTPHONE: 8 SU DIECI "CHATTANO"SU WHATSAPP

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Sommario Rassegna Stampa

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Tecnologia

News App Social Network Mobile Videogiochi Sicurezza Prodotti Interattivi Video

Teenager, 8 su 10 online tutti igiorni

Secondo un'indagine della Società Italiana di Pediatria il 75% degliadolescenti ha un profilo Facebook e il 12,5% si collega appena sveglio

I PIÙLETTI

I PIÙCONDIVISI

Referendum Scozia, il Regno resta unito.Elisabetta II: "Ancora insieme nel rispettoreciproco"

Primi raid Usa e alleati arabi in Siria. Obama:"Non è una battaglia solo americana"

Lavoro, scontro frontale Renzi-Cgil. Camusso:"Hai in mente la Thatcher". Il premier: "Avetedifeso ideologie, non persone"

Lavoro, il governo punta sul contratto a tutelecrescenti per tutti i neoassunti

Incidenti lavoro: quattro operai muoionointossicati da sostanze chimiche

Lavoro, è scontro nel Pd. Bersani a governo:"Intenzioni surreali". Poletti: no modifiche

Referendum Scozia, è duello all'ultimo voto."Determinanti i giovani"

Lavoro, minoranza Pd: "Articolo 18 per ineoassunti dopo tre anni". Serracchiani: "Renzinon accetterà veti"

Branson cancella l'orario di lavoro: "Contano irisultati, non il tempo in ufficio"

Come cambia la scrivania: 34 anni in 50secondi

Ma quale balzo felino, il gatto è un ninja

Festa della scuola, il viaggio tra i dialetti diEnrico Brignano

Parole Note, la poesia è pop: WislawaSzymborska, "Amore a prima vista"

24 settembre 2014

(lapresse)

adolescenti teenager connessione web facebook social network Twitter

whatsapp instagram

Il 93% di loro si collegano

attraverso il telefonino: secondo i

dati di un'indagine nazionale della

Società Italiana di Pediatria (SIP),

sono otto su dieci i teenager che

si collegano a internet tutti i giorni.

A farla da padrone, come

previsto, sono i social network.

Ma, insieme ai "like", secondo gli

esperti, cresce l'insicurezza e

aumentano i comportamenti a

rischio. Secondo la ricerca, il 75%

ha un profilo su Facebook, ma in

testa ai social più utilizzati c'è

WhatsApp: lo utilizza per chattare

l'81% dei giovanissimi. Il 42% usa Instagram, vetrina di foto ad alto tasso di

esibizionismo. Segue, in ascesa Ask, che consente di comunicare in anonimato,

utilizzato dal 30% dei maschi e il 37% delle femmine.

Il social meno gettonato è Twitter (23%). Inoltre, emerge dall'indagine, i tredici e

quattordicenni vanno su internet dalla mattina alla sera e spesso fino a notte

tarda: il 56,6% continua a navigare e chattare anche dopo cena, mentre nel 40%

fino a prima di addormentarsi. Con conseguenti problemi per la salute, come

spiega Giovanni Corsello, presidente Sip: "Alcuni problemi clinici e

comportamentali descritti con frequenza maggiore negli adolescenti in questi

ultimi anni come cefalea, insonnia, scarso rendimento scolastico, possono

trovare motivazione dalla riduzione delle ore di sonno o dal condizionamento

indotto da un abuso di internet". E internet è anche il "primo pensiero" della

giornata: la percentuale dei ragazzi che si collegano già appena svegli è passata

dal 2,6 al 12,5% dal 2013 al 2014.

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MAMMAMIA Giovanna Favro

25/09/2014

In crescita i mini giocatori d’azzardoDella serie bisogna che si cominci da piccoli, il

mercato ha sfornato le slot machine per

piccolissimi per giocare anche su tablet. Non

bastano le slot per bambini che si trovano nei

megastore di giocattoli, e che, fossi un gestore, mi

vergognerei di vendere (provare per credere:

tirando la leva scendono monetine di plastica). Ora

ci sono anche app, colorate e solo apparentemente

innocenti per trasformare i bambini piccoli in mini

giocatori d’azzardo virtuali: scaricabili su tablet e

smartphone hanno grafiche accattivanti e leve

simili a quelle delle slot machine. I premi consistono ovviamente non in soldi ma nell’accedere a livelli

superiori.

È un fenomeno in tutta espansione, quello delle app d’azzardo per i minori, con tanto di tag «gioco

d’azzardo» (che sarebbe vietato agli stessi minori) che consentono di trovarle facilmente. «Il mercato è

aggressivo e capace, fiuta il business dove c’è - ha detto all’Ansa Simone Feder, del Movimento No Slot».

Che guadagno c’è nel crescere futuri dipendenti di giochi d’azzardo, nell’allevare ragazzi che culturalmente

non concepiscono il gioco d’azzardo come un gioco vietato in cui si perdono la testa e le finanze?

La Società Italiana di Pediatria ha fornito pochi giorni fa alcuni dati che riguardano i ragazzi più grandi:

ben allevati fin da piccolissimi, ecco che il 13% degli adolescenti (il 17% se si considerano solo i maschi)

dichiara di aver frequentato i siti per adulti di giochi d’azzardo on line e di aver giocato soldi (una o più

volte), da solo o insieme ad amici. Il 45% sostiene di aver vinto, solo il 13% ammette di aver perso, mentre

il 36% non ricorda l’esito economico della/delle esperienza. Il 32% è orientato a ripetere l’esperienza, il

45% a non ripeterla e il 18% non lo sa.

Rubriche

Giovanna Favro

Luna Guaschino

Il pediatra risponde

In crescita i minigiocatori d’azzardo

+ MAMMAMIA

Cari genitori

+ FUTURMAMA

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Marta Bravi - Mer, 24/09/2014 - 07:00

Pediatri in stazione Centrale pervisitare i bimbi profughiRaccolta la sfida per assicurare l'assistenza medica ai piccoli che arrivano a Milanodopo gli sbarchi al Sud

Non si sono fatti attendere. E nel giro di soli tre giorni hanno risposto all'appello lanciato

dal Comune. Sono i pediatri lombardi che non sono rimasti indifferenti alla chiamata delle

istituzioni in nome del senso civico. Con il tipico atteggiamento meneghino hanno deciso

di rimboccarsi le maniche senza aspettare che la politica e lo scaricabarile tra istituzioni

facesse il suo corso. Stiamo parlando dell'emergenza profughi in stazione Centrale,

immortalata dalle foto shock del consigliere di Forza Itala Silvia Sardone che ritraevano

bambini addormentati su cartoni stesi per terra. Si tratta, come è noto, di bimbi siriani ed

eritrei, che sostano in Centrale con le loro famiglie in attesa di ripartire per il Nord

Europa. I numeri dell'emergenza sono impressionanti: 39mila profughi sono transitati

dalla nostra città dal 18 ottobre a oggi, di cui un terzo bambini.

Sabato l'assessore al Welfare Pierfrancesco Majorino e il collega alla Sicurezza Marco

Granelli avevano lanciato un appello «a tutti i pediatri e medici disponibili a darci

volontariamente una mano, per intensificare la presenza in stazione, specialmente a

tutela dei bambini. Lo facciamo consapevoli del carico di lavoro straordinario che

spessissimo sta già sulle loro spalle. È veramente dunque un appello, il nostro, rivolto

nel nome del senso civico». Una richiesta a dare una mano, ma anche una frecciata

indiretta al Pirellone che due anni fa ha chiuso l'ambulatorio medico della stazione: «la

Regione continua, sul tema del presidio sanitario permanente, a non scegliere. Quindi

siamo costretti a chiedere una mano ai volontari e all'associazionismo che opera in

campo medico». Detto fatto. «I pediatri della società italiana di pediatria ﴾Sip﴿ offriranno

assistenza sanitaria ai piccoli profughi siriani che si trovano da giorni presso la Stazione

di Milano. Il nostro impegno verso i piccoli profughi è doveroso - afferma il presidente

della Sip Lombardia, Gian Vincenzo Zuccotti -. Concorderemo con le istituzioni le

modalità più adatte per garantire il servizio, con l'intento di renderlo operativo nel più

breve tempo possibile».

I 1500 medici dell'infanzia si sono fatti avanti, ora attendono di essere convocati da

Palazzo Marino per organizzare il presidio medico. Un'unica richiesta: avere un spazio

chiuso e coperto per potere visitare i bambini. «Noi ci siamo - spiega Zuccotti - ora

anche le istituzioni facciano la loro parte, ovvero ci diano uno spazio chiuso per potere

svolgere dignitosamente il nostro lavoro». Tradotto: «basta un camper, ma non

visiteremo i bimbi sui gradini della stazione». Non sarebbe stato opportuno aspettare

che la Asl si pronunciasse? «Ci è sembrato urgente rispondere - risponde il presidente -.

Plausibilmente il flusso migratorio non si interromperà presto, ci è sembrato quindi giusto

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iniziare a organizzare un presidio medico permanente dove poter fornire le prime cure.

Questa è una situazione borderline , i migranti non vanno nei pronto soccorsi per molti

motivi, nè in farmacia». I farmaci? «Non penso che sarà un problema - spiega Zuccotti -

la nostra speranza è che tutto vada a regime e che qualcuno si faccia carico anche di

questo, ma aspettiamo di essere chiamati dal Comune». Obiettivo: fornire un presidio

sanitario per tutto l'arco della giornata, grazie anche alla collaborazione della

Fondazione Arché di padre Bettoni.

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Viviana Daloiso

30 settembre 2014

(Reuters)

Si torna a discutere di omicidio stradale

dopo quanto accaduto a Salerno, in quel bar

dove quattro ragazzi erano andati per

parlare delle cose della vita, trovando nel

modo più insensato la morte. Ma se nello

stesso momento, dall’altra parte dello

Stivale, un esercito di 200 studenti ubriachi

può prendere in ostaggio il cuore Firenze,

trasformando Santa Maria Novella nel

palcoscenico di un rave party per ore (con

tanto di pattume e urine sparsi ovunque) il

dubbio è che il nemico da combattere non si

possa chiudere in cella, e che l’entità dei

reati sia un capitolo importante ma non

fondamentale della questione.

Il nemico si chiama alcol e anche se i

numeri del suo impatto sulle nuove

generazioni sono arcinoti vale senz’altro la pena di ricordarli: secondo

l’ultima relazione stilata dal ministero della Salute sul problema e relativa

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Cronaca

Il fenomeno

Alcol, una generazione in bilico

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30 settembre 2014 S. Girolamo

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al 2013, gli under 30 rappresentano il 9% dell’utenza a carico presso i

servizi per l’alcoldipendenza. Significa uno su dieci. E la prima sbronza

arriva sempre più presto: già tra gli 11 e i 12 anni, secondo gli esperti

mentre per l’Istat più di due ragazzi su cento (nella fascia 11-24 anni) si

sono ubriacati almeno una volta. A spopolare è il «binge drinking»,

l’abbuffata sporadica di alcol ma devastante: ne è coinvolta il 6,9% della

popolazione di 11 anni e più, ma tra i giovani maschi di 18-24 anni il

fenomeno interessa ben il 20,1%.

L’età del pirata di Salerno e dei ragazzi dell’Erasmus (e non) “in gita” a

Firenze. L’età in cui – e questo dal ministero della Salute veniva

considerato un elemento positivo fino a ieri – i nostri giovani dimostrano

anche (rispetto ai coetanei europei tra i 15 e i 24 anni) un’ottima

consapevolezza del rischio legato all’uso occasionale di alcol: il 41% lo

considera un pericolo medio-alto, mentre la media continentale si ferma al

26.

Dunque si conoscono i rischi, se ne parla, il fenomeno è persino

leggermente in calo rispetto agli anni passati ma poi si cede alla

tentazione. Forze pensando che in fondo «non capiterà niente di male,

non a me». E invece di alcol si muore, non solo a Salerno, non solo fuori

dalle discoteche, dove il 118 raccoglie ormai da Nord a Sud frotte di

ragazzi in coma etilico o peggio con bollettini locali da brivido, dall’Emilia

Romagna fino alla Sardegna. Anche qui, una tragedia quantificabile in

numeri: In Italia nel 2010 complessivamente

16.829 persone – di cui 11.670 uomini e 5.159 donne di età superiore ai

15 anni – sono morte per cause totalmente o parzialmente attribuibile al

consumo di alcol. Guidavano come furie sulle strade senza sapere dove

andare, attraversavano ignari la strada, aspettavano l’autobus per la

scuola: carnefici e vittime, nel conto finisce tutto senza distinzioni. L’unica

certezza, per il ministero, è la “frazione alcol-attribuibile” dei decessi per

incidenti stradali: 37 % per i maschi e del 18% per le donne. In pratica, un

decesso su 3 per i maschi e uno su 5 per le donne potrebbe essere

evitato non ponendosi alla guida dopo aver bevuto.

La strada della (ri)educazione è lunga e difficile. Pene più severe ne fanno

parte, ma non esauriscono il ventaglio di soluzioni da mettere in campo

subito, a cominciare dalle famiglie e dalla scuola. Solo qualche giorno fa il

Corriere della Sera anticipava i risultati di un’indagine promossa

dall’Osservatorio permanente giovani e alcol sui ragazzi delle medie di

Milano: dai risultati è emerso che solo l’11,9 per cento dei giovanissimi ha

«genitori che sono stati in grado di affrontare l’argomento». Ed è anche

emerso che se gli amici si ubriacano, otto su dieci si lasciano

condizionare. Magari finendo con l’amplificare la bravata sui social

network, di cui i ragazzi – come documentato appena qualche giorno fa

dalls Società italiana di pediatria – sono nuovamente i principali fruitori, e

anche le vittime. © riproduzione riservata

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Gigio Rancilio

25 settembre 2014

Un tempo, neanche tanto lontano, chi camminava a testa bassa lo faceva

perché si vergognava di qualcosa. Le ragioni che l’avevano portato a farlo

potevano essere molto diverse, ma il risultato era quello. Teneva testa e

sguardo basso per non incrociare gli altri. Per essere in qualche modo

invisibile.

Oggi soprattutto i ragazzi (ma non solo loro) tengono sempre più spesso

lo sguardo basso (paradossalmente) per rendersi più visibili. Per

incrociare gli 'sguardi digitali' dei coetanei. Basta salire su qualunque

mezzo pubblico per vederlo. La Società Italiana di Pediatria, però, ha fatto

un passo in più. E il risultato è una ricerca che conferma, come usa dire,

un fenomeno in atto da tempo e in aumento esponenziale: sempre più

adolescenti vivono connessi alla Rete. Più precisamente, otto teenager su

dieci si collegano a internet tutti i giorni e, nel 93% dei casi, lo fanno

attraverso il telefonino. Sempre. Alla mattina appena alzati come la sera

tardi, sotto le coperte. Nel 2008 si comportava così il 42% degli

adolescenti, ora lo fa l’81%.

A fare effetto in questa ricerca dei pediatri sono soprattutto tre dati. Il fatto

che il 13% dei ragazzi di terza media intervistati dichiari di avere giocato

d’azzardo online nonostante il divieto ai minori. Lo scoprire che, secondo i

medici, «alcuni problemi clinici e comportamentali descritti con frequenza

maggiore negli adolescenti in questi ultimi anni come cefalea, insonnia e

scarso rendimento scolastico, possono trovare motivazione dalla

riduzione delle ore di sonno o dal condizionamento indotto da un abuso di

internet». Il terzo dato, per la verità, nella ricerca non appare. Ma c’è,

eccome se c’è. È la paura, mista a un senso di impotenza, che attanaglia

tanti genitori alle prese con questi fenomeni. Sarebbe anormale non

averla. Ma anche in questo caso avere paura serve a poco.

Serve agire. Imparare e insegnare che il mondo digitale non è un mostro

ma un insieme di elettrodomestici che - come accadde quando, decenni

fa, per la prima volta la televisione invase le vite degli adolescenti - pone

una domanda potente al mondo degli adulti. Cosa siamo capaci di

mostrare ai nostri ragazzi (e a noi stessi) di altrettanto potente e

«prodigioso» perché alzino (e alziamo) lo sguardo dagli schermi dei loro

(e dei nostri) telefonini?© riproduzione riservata

Avvenire Home Page > Commenti > I nostri ragazzi sempre connessi: che alternativa diamo loro?

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I nostri ragazzi sempre connessi: che alternativa diamo loro?

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25 settembre 2014 San Cleofa

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24 settembre 2014

Otto teenager su dieci si collegano ad

internet tutti i giorni e, nel 93% dei casi, lo

fanno attraverso i telefonino, quindi in modo

sempre più incontrollato persino nelle ore

notturne. A farla da padrone, come previsto,

sono i social network. Ma, insieme ai 'likè,

secondo gli esperti, cresce l'insicurezza e

aumentano i comportamenti a rischio. Sono

i dati che emergono dall'indagine nazionale

della Società Italiana di Pediatria (SIP).

Secondo l'indagine, il 75% ha un profilo su

Facebook, ma in testa ai social più utilizzati

c'è WhatsApp: lo utilizza per chattare l'81%

dei giovanissimi. Il 42% usa Instagram,

vetrina di foto ad alto tasso di esibizionismo.

Segue, in ascesa ASK, che consente di

comunicare in anonimato, utilizzato dal 30% dei maschi e il 37% delle

femmine. Il social meno gettonato Twitter (23%).

Inoltre, emerge dall'indagine, i tredici e quattordicenni vanno su internet

dalla mattina alla sera e spesso fino a notte tarda: il 56,6% continua a

navigare e chattare anche dopo cena, mentre nel 40% fino a prima di

addormentarsi. Con conseguenti problemi per la salute, come spiega

Giovanni Corsello, presidente Sip. "Alcuni problemi clinici e

comportamentali descritti con frequenza maggiore negli adolescenti in

questi ultimi anni come cefalea, insonnia, scarso rendimento scolastico,

possono trovare motivazione dalla riduzione delle ore di sonno o dal

condizionamento indotto da un abuso di internet".

E internet è anche il 'primo pensiero' della giornata: la percentuale dei

ragazzi che si collegano già appena svegli è passata dal 2,6 al 12,5% dal

2013 al 2014.

© riproduzione riservata

Avvenire Home Page > Cronaca > Social e smartphone, boom (e abuso) tra i giovani

Cronaca

L'indagine

Social e smartphone, boom (e abuso) tra i giovani

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24 settembre 2014 Beata Vergine Maria della Mercede

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“Tredicenni, più gioco d’azzardo online. Esono ‘nottambuli’ connessi su WhatsApp”La Società italiana di Pediatria ha svolto un'indagine su oltre duemila studenti della terzaclasse nella scuola secondaria. In crescita il gambling in rete, anche se vietato ai minori.Usano molto anche Facebook, Ask e Instagram. "Hanno però un tremendo bisogno dicomunicare con qualche adulto - spiega Maurizio Tucci, curatore del report - ma non hannoreferenti"

di Alex Corlazzoli | 2 7 settembre 2014

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Page 23: SIP: rassegna quotidiani online e agenzie 09/2014

Giocano sempre più d’azzardo online, passano la notte a chattare e sono perennemente in gara

per un “like”. Ecco l’identikit dei tredicenni italiani. A tracciare la fotografia della nuova generazione

digitale è la Società italiana di Pediatria che ha presentato i dati di un’indagine svolta su un

campione rappresentativo di 2.107 studenti della terza classe della scuola secondaria. Numeri che

confrontati con il passato rivelano un vero boom dei nuovi social network e dell’utilizzo della rete: nel

2008 solo il 42% del campione utilizzava Internet tutti i giorni contro l’attuale 81%. Ma che fanno i

nostri ragazzi davanti allo schermo?

Uno dei fenomeni più pericolosi è il cosiddetto “Gambling” ovvero il gioco d’azzardo online,

fenomeno in crescita tra i giovani. Il 13% degli intervistati l’ha praticato, anche se vietato ai

minori. La sempre maggior offerta di siti, ormai legali, in cui si gioca utilizzando soldi “veri” è una

tentazione molto forte che inizia a sedurre anche i giovanissimi. Un mondo, quello dei teenager, che

a rigor di legge non potrebbe accedere a questi siti fino al compimento della maggiore età. Almeno

sulla carta, perché nella realtà il 45% del campione che ha giocato sostiene di aver vinto, mentre il

36% non ricorda l’esito economico dell’esperienza. E sempre tra i “giocatori” il 32% è orientato a

rimettersi davanti al pc, il 45% dichiara di non voler rifare l’esperienza e il 18% è incerto.

“Siamo di fronte ad un nuovo fenomeno –

spiega Maurizio Tucci, curatore dell’indagine –.

E’ il primo anno che monitoriamo questo dato

perché ci siamo accorti che molti ragazzi

passavano il loro tempo a giocare d’azzardo in

Rete. In quest’ultimo biennio vi è stato un vero

e proprio aumento dei giocatori tredicenni. I

meccanismi di accesso al gioco online, vanno

dall’offrire gratuitamente fiches di ‘benvenuto’ a

sistemi di pagamento tali per cui non è difficile

anche per un minorenne accedere, magari

grazie ad un amico maggiorenne che ha la

possibilità di mettere a disposizione i propri

documenti per registrarsi”. Dati che vanno di pari passo con il resto dell’Europa: “Non abbiamo a

disposizione numeri per fare dei confronti – spiega Tucci, precisando che su questa fascia d’età

sono pochi a puntare gli occhi – ma posso dire con certezza che l’Italia non ha la maglia nera”.

Internet per un tredicenne significa social network. E su questo tema vi è un’importante novità: non

è ancora tempo di dire addio a Facebook ma sempre più ragazzi usano WhatsApp

(81,1), Ask (33,2%) e Instagram (42%). Pochi ancora quelli che cinguettano su Twitter (23%). A

usare il social inventato da Mark Zuckerberg resta comunque il 75% dei giovanissimi del

campione. “Facebook resta una vetrina rassicurante per i genitori. Su Ask i ragazzi si esprimono

con un linguaggio scurrile dietro l’anonimato che garantisce questo social mentre su Facebook

postano le foto del loro compleanno e del loro cagnolino. Ciò che mi stupisce è che questi

adolescenti hanno un tremendo bisogno di comunicare con qualche adulto ma non hanno referenti:

con l’associazione, ci siamo iscritti ufficialmente ad Ask e riceviamo centinaia di richieste di

informazioni sulla sessualità, sul ciclo mestruale”.

Ragazzi che possiamo definire, secondo la ricerca presentata, baby nottambuli. Rispetto alla

precedente indagine cresce l’abitudine a navigare nelle ore serali e notturne. Il 56,6% chatta la

sera dopo cena e circa il 40% continua a farlo fino a tardi, prima di addormentarsi in una fascia

oraria che interferisce con il sonno, con conseguenze non trascurabili sulla salute. Se nel 2012

era il 2,6% a pensare ad Internet appena sveglio ora è il 12,5%. La connessione sul telefonino è

complice di questo incremento. E la Società Italiana di Pediatria mette in guardia genitori e

insegnanti: chi frequenta più di tre social ha una vita più a rischio. “I più assidui frequentatori di

Facebook o WhatsApp o Ask, risultano più fragili e insicuri”.

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Facebook? Roba vecchia, meglio WhatsApp. E da “vecchi” ènavigare in rete usando il pc, oggi si fa con gli smartphone.La generazione “I Like”, come sono stati ribattezzati itredicenni, adora chattare. TweetTweet

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A suo modo, però. Sono otto su dieci i ragazzi che usanoWhatsApp e il 93% naviga dallo smartphone. Anche su sitivietati ai minori: il 13% ha provato il gioco d'azzardo on line,il 32% vuole rifarlo.A tracciare il profilo degli adolescenti è l'annuale indaginenazionale della Società Italiana di Pediatria, condotta su uncampione nazionale di 2107 studenti. Negli ultimi sei anni,si è registrato un incremento esponenziale dell'uso diinternet, anche grazie a costi di accesso bassi perconnessioni h24. Gli indirizzi più frequentati sono quellisocial. Il 75% dei ragazzi ha Facebook, l'81% è su WhatsApp,il 42% su Instagram e il 30% dei ragazzi e il 37% delle ragazzesu ASK, dove si può comunicare mantenendo l'anonimato.Meno gettonato twitter, con il 23%.

Avere la rete sempre a portata di mano, o meglio di touch,aumenta rischi e insicurezze. Pure per la crescita. La garaper gli “I like” a foto o post contribuisce a generareinsicurezza. Il 15% ha postato un selfie provocante. Il 48% haamici che lo fanno. Tra i comportamenti a rischio, la scarsatutela della privacy, che arriva fino al sesso on lineaccettato dal 5,2% degli utenti.

La rete è “irrinunciabile” per il 60,2%. Complice, forse, lasfiducia nel futuro ‐ uno su due sente il peso della crisi ‐ edegli adulti. Cambiate le abitudini, cambiano pure glistereotipi. Gli zaini pesanti o la postura in classe nondeterminano il mal di schiena. Ad affermarlo, contro il luogocomune, sono i medici dell'ospedale pediatrico BambinoGesù. L'uso abituale dello zaino ‐ circa 20/30 minuti algiorno ‐ non crea problemi: più libri a portata di mano,dunque, e magari meno smartphone.

Giovedì 25 Settembre 2014

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A suo modo, però. Sono otto su dieci i ragazzi cheusano WhatsApp e il 93% naviga dallo smartphone.Anche su siti vietati ai minori: il 13% ha provato ilgioco d'azzardo on line, il 32% vuole rifarlo.A tracciare il profilo degli adolescenti è l'annualeindagine nazionale della Società Italiana di Pediatria,condotta su un campione nazionale di 2107 studenti.

VIDEO - Un mondo senza whatsapp

Negli ultimi sei anni, si è registrato un incrementoesponenziale dell'uso di internet, anche grazie a costidi accesso bassi per connessioni h24. Gli indirizzipiù frequentati sono quelli social. Il 75% dei ragazziha Facebook, l'81% è su WhatsApp, il 42% suInstagram e il 30% dei ragazzi e il 37% delle ragazzesu ASK, dove si può comunicare mantenendol'anonimato. Meno gettonato twitter, con il 23%.

Avere la rete sempre a portata di mano, o meglio ditouch, aumenta rischi e insicurezze. Pure per lacrescita. La gara per gli “I like” a foto o postcontribuisce a generare insicurezza. Il 15% ha postatoun selfie provocante. Il 48% ha amici che lo fanno.Tra i comportamenti a rischio, la scarsa tutela dellaprivacy, che arriva fino al sesso on line accettato dal5,2% degli utenti.

La rete è “irrinunciabile” per il 60,2%. Complice, forse,la sfiducia nel futuro - uno su due sente il peso dellacrisi - e degli adulti. Cambiate le abitudini, cambianopure gli stereotipi. Gli zaini pesanti o la postura inclasse non determinano il mal di schiena. Adaffermarlo, contro il luogo comune, sono i medicidell'ospedale pediatrico Bambino Gesù. L'uso abitualedello zaino - circa 20/30 minuti al giorno - non creaproblemi: più libri a portata di mano, dunque, emagari meno smartphone.

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Sempre più diffuso sui siti internet, il gioco d'azzardoonline seduce anche i teenagers. Il 13% dei deiragazzi di terza media, dichiara di averlo praticato,pur se, teoricamente, se vietato ai minori. È questo,secondo i dati raccolti dall Società italiana diPediatria (SIP) uno degli «effetti collaterali» dellamassiccia permanenza in rete degli adolescenti.

La sempre maggior offerta di siti internet doveprovare il Gambling, in cui si gioca sul webutilizzando soldi 'verì, è una tentazione molto fortetanto quanto a rischio dipendenza, specie tra imaschi: il 17% di loro lo ha fatto, una o più volte, dasolo o insieme ad amici. E, ancora più grave, il 32% èorientato a ripetere l'esperienza. «Da un lato»,commenta il curatore dell'indagine Maurizio Tucci,«dobbiamo constatare la pressochè nulla deterrenza

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rappresentata dai 'divieti ai minorì di cui il web èpieno. Il 'divietò passa dall'essere totalmenteignorato ad essere 'una traccià da seguire».

Dall'altro, aggiunge, i meccanismi di accesso al giocoon-line, che pure dovrebbero prevedere uno strettocontrollo sull'identità, «sono tali per cui non èdifficile, anche per un minorenne, magari grazie adun maggiorenne compiacente, avere esperienze digioco».

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I social sono terreno d'incontro con sconosciuti giàtra i ragazzi di terza media e chi ne frequenta almenotre aumenta il rischio di assumere stili di vita piùpericolosi. Secondo l'indagine nazionale della SocietàItaliana di Pediatria (SIP), il 16,8% dei giovanissimi hainviato una foto a sconosciuti, il 24,7% gli ha rivelatola scuola che frequenta, l'11,6% si è incontrata conlui, il 5,2% ha accettato proposte di sesso online.

Il 15% degli intervistati ha postato un proprio "selfie"provocante, ma il 48% afferma di avere amici che lohanno fatto. L'indagine, inoltre, ha confrontato leabitudini di coloro che frequentano più di tre social,come Facebook o WhatsApp, con quelle di coloro chene frequentano uno o nessuno. Ne è emerso che ilprimo gruppo vorrebbe apparire più grande, fuma ebeve di più (il 21% si è ubriacato).

«Il problema non è l'uso, ma l'abuso», secondoGiovanni Corsello, presidente Sip. «È difficile -aggiunge - dettare regole di comportamento dalmomento che la stragrande maggioranza degli adultinon ha idea di come si sviluppa la socialità sui nuovi

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social network, di come si strutturano le relazioni,non conosce il linguaggio utilizzato».

Nella generazione cresciuta con gli "I like", ovvero gliapprezzamenti contrassegnati da un 'mi piacè sullabacheca, regna insoddisfazione per il proprio aspettofisico, che il palcoscenico virtuale aiuta adissimulare: 6 su 10 vorrebbero essere più magre/i,preoccupazione meno diffusa tra chi frequenta unsolo social.

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Social network, boom incontrollato e allarmeminoriLa ricerca condotta anche in Umbria dalla Società italiana di pediatria: ecco i

comportamenti a rischio

ARTICOLO | LUN, 29/09/2014 - 06:58 | DI SIM. PALM.

Nove ragazzini su dieci si

collegano ad internet dal

proprio telefono, il 13% ha

provato il gioco d’azzardo

online e il 75% ha un profilo

su Facebook. È quanto

emerge dallo studio realizzato

dalla Società italiana di

pediatria sulla “generazione I

like”, condotta su un

campione di 2107 di studenti,

anche umbri, frequentati la

terza media.

«I risultati dello studio -

spiega Maurizio Tucci,

curatore della ricerca - per quanto riguarda l’Umbria sono omogenei al resto d’Italia. I dati nazionali

quindi rispecchiano esattamente quelli della regione».

Lo studio

L’indagine ha coperto uno spazio temporale di sei anni, durante il quale è stato messo in evidenza un

incremento esponenziale dell’uso di internet tra gli adolescenti. Basti pensare, come spiega la

ricerca, che nel 2008 solo il 42% del campione lo utilizzava tutti i giorni contro l’attuale 81%. La

conseguenza più evidente è che la quasi totalità degli adolescenti ha internet a portata di mano in

ogni momento della giornata e che l’utilizzo maggiore che ne viene fatto è quello per l’accesso ai

social network.

I comportamenti a rischio

Secondo quanto emerge dallo studio, il 15% dei ragazzi intervistati ha dichiarato di avere postato un

proprio “selfie” provocante e il 48% dello stesso campione ha inoltre rivelato di avere amici e

compagni che postano selfie provocanti.

«Tra gli altri comportamenti a rischio rivolti a sconosciuti (dove sconosciuto non equivale

necessariamente a pedofilo, questo va precisato) - spiega la ricerca - il 19% ha dato il telefono, il

16,8% ha inviato una foto, il 24,7% ha rivelato la scuola che frequenta, l’11,6% si è incontrata con

lui, il 5,2% ha accettato proposte di sesso online. E se all’87,6% piace internet perché si può stare in

contatto con gli amici, per il 60,2% internet è addirittura irrinunciabile».

L’indagine ha sottolineato «i rischi dell’abuso, mettendo a confronto le abitudini di coloro che

frequentano più di tre social con quelle di coloro che non li frequentano o al massimo ne

frequentano uno (normalmente Facebook o WhatsApp). E i risultati mostrano che i primi sono più

inclini ad avere comportamenti a rischio, non solo sul solo web (per esempio postare una foto

provocante), ma anche nella vita reale. «Chi frequenta più di tre social vorrebbe apparire più

grande, fuma e beve di più (il 21% si è ubriacato). Ma i più assidui utilizzatori dei social - evidenzia

ancora lo studio della Società italiana pediatria - risultano anche più fragili e insicuri. In un contesto

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in cui ciò che più importa è essere “popolari” (cioè totalizzare più “I like” possibile sulla propria

bacheca) non stupisce la larga insoddisfazione riscontrata per il proprio aspetto fisico: 6 su 10

vorrebbero essere più magre/i (il 35% ha già fatto una dieta dimagrante), avere più seno, quasi 8 su

10 vorrebbero avere gambe più belle ed in generale essere più bella/o. Preoccupazioni presenti in

maniera largamente inferiore tra coloro che frequentano un solo social network o nessuno».

Lo psichiatra

Ben venga un cauto utilizzo dei social. Ma non dobbiamo dimenticare - spiega lo psichiatra Fulvio

Scaparro all’interno della stessa ricerca - che i ragazzi, a 13 anni, sono solo all’inizio della loro vita e

benché grandi esperti di tecnologia sono ancora degli sprovveduti quanto a esperienza reale. Dietro

la vetrina dei social possono far credere di essere ciò che non sono, possono compensare le fragilità

con l’aggressività, atteggiarsi, distinguersi: il rapporto con se stessi può essere falsato perché sono

proiettati non sulla vita reale ma su un palcoscenico virtuale costituito da migliaia di sconosciuti.

Ma soprattutto quello che manca è il confronto con il fallimento. La vita si impara vivendo,

esponendosi al fallimento, ecco perché dobbiamo spingere i nostri ragazzi a uscire, a fare sport, a

confrontarsi».

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FACEBOOK SUPERATO, I TEENAGERITALIANI PREFERISCONO WHATSAPP

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Giovedì 25 Settembre 2014

di Valeria ArnaldiROMA - Facebook? Roba vecchia, meglio WhatsApp. E da “vecchi” ènavigare in rete usando il pc, oggi si fa con gli smartphone. Lagenerazione “I Like”, come sono stati ribattezzati i tredicenni, adorachattare.

A suo modo, però. Sono otto su dieci i ragazzi che usano WhatsApp eil 93% naviga dallo smartphone. Anche su siti vietati ai minori: il 13%ha provato il gioco d'azzardo on line, il 32% vuole rifarlo.A tracciare il profilo degli adolescenti è l'annuale indagine nazionaledella Società Italiana di Pediatria, condotta su un campione nazionaledi 2107 studenti. Negli ultimi sei anni, si è registrato un incrementoesponenziale dell'uso di internet, anche grazie a costi di accesso bassiper connessioni h24. Gli indirizzi più frequentati sono quelli social. Il75% dei ragazzi ha Facebook, l'81% è su WhatsApp, il 42% suInstagram e il 30% dei ragazzi e il 37% delle ragazze su ASK, dove si

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può comunicare mantenendo l'anonimato. Meno gettonato twitter, conil 23%. Avere la rete sempre a portata di mano, o meglio di touch, aumentarischi e insicurezze. Pure per la crescita. La gara per gli “I like” a foto opost contribuisce a generare insicurezza. Il 15% ha postato un selfieprovocante. Il 48% ha amici che lo fanno. Tra i comportamenti arischio, la scarsa tutela della privacy, che arriva fino al sesso on lineaccettato dal 5,2% degli utenti. La rete è “irrinunciabile” per il 60,2%. Complice, forse, la sfiducia nelfuturo - uno su due sente il peso della crisi - e degli adulti. Cambiate leabitudini, cambiano pure gli stereotipi. Gli zaini pesanti o la postura inclasse non determinano il mal di schiena. Ad affermarlo, contro illuogo comune, sono i medici dell'ospedale pediatrico Bambino Gesù.L'uso abituale dello zaino - circa 20/30 minuti al giorno - non creaproblemi: più libri a portata di mano, dunque, e magari menosmartphone.

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MILANO - I pediatri della Società Italiana di Pediatria (Sip) offrirannoassistenza sanitaria ai piccoli profughi siriani che si trovano da giornipresso la Stazione ferroviaria di Milano. Lo annuncia la Sip,accogliendo l'appello lanciato dagli assessori alle Politiche Sociali delComune di Milano, Piefrancesco Majorino e alla Sicurezza e CoesioneSociale Marco Granelli.

«Il nostro impegno verso i piccoli profughi è doveroso - afferma ilpresidente della Sip Lombardia, Gian Vincenzo Zuccotti -.Concorderemo con le istituzioni le modalità più adatte per garantire ilservizio, con l'intento di renderlo operativo nel più breve tempopossibile».La Sip, si legge in una nota, «particolarmente attenta alla salute deiminori migranti, ha di recente elaborato le nuove indicazioni sanitarieper la loro tutela». Tali indicazioni, precisa il presidente Sip GiovanniCorsello, «hanno l'obiettivo di arricchire le competenze scientifiche,cliniche e culturali dei professionisti che operano nei centri diaccoglienza, nell'ambito un progetto formativo che partirà l'11novembre a Catania e vedrà altre due tappe, entro la fine dell'anno, inPuglia e in Calabria».

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Maurizio Tucci

Società italiana diPediatria

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Sempre più diffuso su Internet, il gioco d'azzardo online seduce anche iteenager. Il 13% dei dei ragazzi di terza media, dichiara di averlopraticato, pur se, teoricamente, vietato ai minori. E' questo, secondo idati raccolti dalla Società italiana di Pediatria (SIP) uno degli "effetticollaterali" della massiccia permanenza in rete degli adolescenti.

La sempre maggior offerta di siti internet dove provare il Gambling, incui si gioca sul web utilizzando soldi 'veri', è una tentazione molto fortetanto quanto a rischio dipendenza, specie tra i maschi: il 17% di loro loha fatto, una o più volte, da solo o insieme ad amici. E, ancora piùgrave, il 32% è orientato a ripetere l'esperienza.

"Da un lato", commenta il curatore dell'indagine Maurizio Tucci,"dobbiamo constatare la pressoché nulla deterrenza rappresentata dai'divieti ai minori' di cui il web è pieno. Il 'divieto' passa dall'esseretotalmente ignorato ad essere 'una traccia' da seguire". Dall'altro,aggiunge, i meccanismi di accesso al gioco on-line, che puredovrebbero prevedere uno stretto controllo sull'identità, "sono tali percui non è difficile, anche per un minorenne, magari grazie ad unmaggiorenne compiacente, avere esperienze di gioco".

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13% teenager gioca d'azzardo onlineE il 32% è orientato a ripetere l'esperienza

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Milano: bambini profughi in stazione, si muovono i pediatridella Sip23 Settembre 2014 - 12:16

(ASCA) - Roma, 23 set 2014 - La societa' italiana di pediatria, accogliendo l'appello lanciato dagli

assessori alle Politiche Sociali del Comune di Milano, Piefrancesco Majorino e alla Sicurezza e

Coesione Sociale Marco Granelli, annuncia che i propri pediatri offriranno assistenza sanitaria ai

piccoli profughi siriani che si trovano da giorni presso la Stazione ferroviaria di Milano. ''Il nostro

impegno verso i piccoli profughi e' doveroso'' afferma il presidente della Sip Lombardia Gian

Vincenzo Zuccotti. ''Concorderemo con le istituzioni le modalita' piu' adatte per garantire il servizio,

con l'intento di renderlo operativo nel piu' breve tempo possibile''. La Societa' italiana di pediatria,

particolarmente attenta alla salute dei minori migranti, ha di recente elaborato le nuove indicazioni

sanitarie per la loro tutela. ''Tali indicazioni - precisa il presidente della Sip Giovanni Corsello -

hanno l'obiettivo di arricchire le competenze scientifiche, cliniche e culturali dei professionisti che

operano nei centri di accoglienza, nell'ambito un progetto formativo che partira' l'11 novembre a

Catania e vedra' altre due tappe, entro la fine dell'anno, in Puglia e in Calabria''. red/rus

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Giochi e Scommesse

Pediatri: Cresce percentualegiovanissimi che gioca onlineIndagine Sip (Società italiana pediatria) su un campione di 2 milastudenti

Il gioco d'azzardo online si sta diffondendo tra i giovanissimi passando dal 38% al 71% del campione.

Lo ha rilevato un’indagine condotta, come ogni anno dal 1997, sulle abitudini e gli stili di vita degli

adolescenti realizzato dalla Società Italiana di Pediatria su un campione nazionale rappresentativo di 2

mila studenti di terza media. Dall’indagine, riportata dal Corriere della Sera, risulta come i giovanissimi

abbiano trasferito in massa la loro navigazione dal pc allo smartphone ﴾lo utilizza ormai il 90% di loro﴿.

Comportamento quest’ultimo che permette di eludere ogni controllo e di essere connessi H24 e senza

grosse spese grazie alle free-zone. Sono soprattutto i social classici ad interessare: Facebook

﴾utilizzato dal 76% degli adolescenti﴿; Instagram ﴾42%﴿; in rapidissima ascesa Ask ﴾lo utilizza il 30% dei

maschi e Il 37% delle femmine﴿, una sorta di far west virtuale, dove la possibilità di comunicare sotto

anonimato ha spianato la strada a numerosi casi di cyberbullismo; chiude Twitter ﴾23%﴿.

What’s app è usato dall'81% ma è "Snap Chat" a spopolare perché ciò che viene postato scompare

dopo poco, adatto alle immagini "hot". Analizzata anche la forte correlazione tra l'utilizzo cumulato di

più social network e l'adozione di comportamenti a rischio come la precocità nell'assumere

atteggiamenti sessuali di tipo adulto, consumo maggiore di sigarette, cannabis e alcol, riduzione delle

ore di sonno. Nell'indagine SIP di quest'anno è stato affrontato come detto anche per la prima volta il

14:04 - POL

Lavoro, Librandi ﴾Sc﴿: Tfr in busta pagadanneggia aziende e favorisce banche

13:48 - ECO

Mercato digitale: -3,1% nel primo semestre ,ma sw + 3,2%, cloud + 35,7%, contenuti epubblicita’+ 6,6%

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Codacons: Sequestrare giochi per bambinitablet e smartphone

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Politica Economia Esteri Cronaca Interni Latino America Ambiente ed Energia Giochi e Scommesse Spettacoli

di emt - 29 settembre 2014 13:19fonte ilVelino/AGV NEWS

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Page 45: SIP: rassegna quotidiani online e agenzie 09/2014

tema del gambling: il gioco d'azzardo online attrae il 13% degli adolescenti intervistati ﴾ma si sfiora il

17% se si considerano solo i maschi﴿. Interessanti le risposte di chi ha giocato online eludendo i divieti:

il 45% sostiene di aver vinto, solo il 13% ammette di aver perso, mentre il 36% non ricorda l'esito

economico delle esperienze.

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AGV NEWS s.r.l. - Società Editrice de il Velino/AGV NEWS Agenzia Giornalistica il VelinoPresidente e A.D.: Luca Simoni - Direttore responsabile: Luca Simoni - Direttore editoriale: Tullio CamiglieriTel. 0661523311 r.a. - Fax 0664508643 - Reg. Trib. di Roma N° 528/98 - Codice Fiscale e Partita IVA: 09792861008

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Page 46: SIP: rassegna quotidiani online e agenzie 09/2014

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Giochi e Scommesse

Gioco d’azzardo, Codacons: Teenager“vittime” pubblicità incontrollata“Renzi ha paralizzato Piano di azione nazionale contro il gioco”

“Alla base della crescita del gioco d’azzardo tra i teenager che, secondo uno studio della Società

italiana di Pediatria, vede coinvolti il 13% dei ragazzi di terza media, vi è la pubblicità incontrollata dei

giochi”. E’ il Codacons che denuncia la correlazione tra la diffusione del gioco tra i minori e la

pubblicità. “Nonostante i pericoli insiti nel settore del gioco, la pubblicità è totalmente incontrollata e

arriva in qualsiasi ora del giorno e della notte indistintamente a tutti, attraverso tv, internet e giornali –

prosegue la nota dell’associazione – Ciò determina non solo un incremento generalizzato della

ludopatia, ma anche un danno per i soggetti più deboli come i minori, attratti da spot che paventano la

possibilità di facili vincite”. Il Codacons tira in ballo lo IAP ﴾Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria﴿,

definendolo “inerme”, come “ancor di più lo sono le istituzioni, al punto che il premier Matteo Renzi ha

paralizzato il Piano di azione nazionale contro il gioco”.

15:06 - POL

PA, De Girolamo ﴾Ncd﴿: CommissioneFinanze licenzi testo compensazione debiti-crediti14:55 - POL

Rai, Orfeo ﴾Tg1﴿: legge sulla par condicio èormai superata

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di emt - 24 settembre 2014 13:36fonte ilVelino/AGV NEWS

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Fatti . Cronaca . Giochi: azzardo online per 13% adolescenti, allarme pediatri

Giochi: azzardo online per 13% adolescenti,allarme pediatri

Articolo pubblicato il: 24/09/2014

Teoricamente vietato ai minori, ma nella pratica di facile accesso per teenager e giovani adulti

che navigano sul web. Si tratta del 'gambling', il gioco d'azzardo online che, secondo gli esperti,

sta diventando una pericolosa tentazione alla quale riesce sempre più difficile resistere anche tra

le fasce di età più basse. E che potrebbe costare cara. Secondo l'ultima indagine nazionale della

Società italiana di pediatria (Sip) - condotta su un campione rappresentativo di 2.107 studenti

della classe media inferiore - il 13% degli adolescenti intervistati ha dichiarato di aver giocato, e

puntato denaro, su siti d'azzardo online. Il tutto nonostante una legge che vieta ai minori il gioco

d'azzardo. E la percentuale di adolescenti intervistati che ammette di aver frequentato questi siti e

di aver giocato "a soldi", una o più volte, sfiora il 17% se si considerano solo i maschi.

Tra i 'baby-giocatori', il 45% ha sostenuto di aver vinto, solo il 13% ha ammesso la sconfitta con

conseguente perdita in denaro, mentre il 36% non ha ricordato l'esito economico delle

esperienze. Ma, che si sia vinto o perso, il 32% del campione si è comunque dichiarato orientato

a ripetere l'esperienza.

"La riflessione da fare di fronte a questi numeri, che a rigor di legge dovrebbero essere 0%, è

duplice. Da un lato - afferma Maurizio Tucci, curatore dell'indagine - dobbiamo constatare la

pressoché nulla deterrenza rappresentata dai 'divieti ai minori' di cui il web è pieno. Dall'altro

dobbiamo considerare che al di là della violazione del divieto, questi giocatori in erba hanno

anche modo di gestire somme di denaro e utilizzarle in ambiti in cui dovrebbe comunque avvenire

un controllo sull'identità".

Continua Tucci: "I meccanismi di accesso al gioco online, la consuetudine di molti di questi siti ad

offrire gratuitamente fiche di 'benvenuto', e i sistemi di pagamento ammessi, sono però tali per

cui non è difficile anche per un minorenne, magari grazie a un maggiorenne compiacente, avere

esperienze di gioco".

TAG: adolescenti, gioco, azzardo, sip, pediatri

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MEDICINA Commenti 0

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Salute . Medicina . Teenager sempre più 'social' ma fragili, insicuri e a rischio di abusi

Teenager sempre più 'social' ma fragili,insicuri e a rischio di abusi

Articolo pubblicato il: 24/09/2014

(Adnkronos Salute) - Teenager

perennemente connessi e sempre più

'social', ma anche più fragili, insicuri e

in ansia per un 'like' in più. E' uno dei

dati che emergono dall'indagine della

Società italiana di pediatria (Sip),

arrivata alla 16esima edizione e

condotta su un campione nazionale

rappresentativo di 2.107 studenti

della terza media inferiore. Complice

il crollo dei costi d'accesso, che ha

reso la connessione alla portata di

tutti h24, l'81% degli adolescenti sembra passare buona parte del suo tempo sul web,

collegandosi già di prima mattina. Un incremento esponenziale dell'uso di Internet tra i

giovanissimi, se si pensa che nel 2008 solo il 42% del campione navigava quotidianamente in

Rete. Gli esperti giudicano inoltre conclusa la 'migrazione' dal computer allo smartphone: la

percentuale di adolescenti che si connette a Internet dal telefonino è passata dal 65% del 2012 al

93% del 2014.

La quasi totalità degli adolescenti, dunque, ha Internet sempre a portata di mano, in qualunque

momento della giornata. E Internet vuol dire social network. Proprio per i social network si può

parlare di vero e proprio boom anche fra tantissimi pre-adolescenti alla soglia delle scuole

medie, che vi esercitano le loro 'sperimentazioni sociali' talvolta intrecciate, talvolta no, con la vita

reale. Con tutti i rischi che questo comporta.

Ma quali sono i 'luoghi' della Rete più frequentati dai ragazzi? Facebook rimane al primo posto,

con il 75% del campione titolare di un profilo sulla piattaforma inventata da Mark Zuckerberg, in

passato meta agognata di molti adolescenti e oggi vetrina rassicurante per quei genitori che

credono di tenere sotto i controllo i figli. Che nel frattempo sono sbarcati su WhatsApp, non solo

strumento di messaggistica, ma utilizzato a tutti gli effetti come un social dall'81% degli

adolescenti intervistati. A conquistare il 42% è anche Instagram, vetrina di foto ad alto tasso di

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mischiando video di Youtube

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Page 49: SIP: rassegna quotidiani online e agenzie 09/2014

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esibizionismo, mentre il 30% dei maschi e il 37% delle femmine (percentuali in velocissima

ascesa, affermano i pediatri) sono presenti anche su Ask, dove la possibilità di comunicare sotto

anonimato ha dato vita a numerosi casi di cyberbullismo, a volte con esiti drammatici. Il 23%

infine usa Twitter, il social meno gettonato tra i ragazzini.

La condivisione dei contenuti a volte può portare a comportamenti a rischio, avvertono i pediatri:

il 15% degli intervistati ha dichiarato di aver postato un proprio 'selfie' provocante, percentuale

certamente sottostimata se si considera che il 48% afferma contemporaneamente di avere amici

e compagni che postano selfie provocanti. Tra gli altri comportamenti a rischio, ma fuori dalla

cerchia degli amici e rivolti a sconosciuti, il 19% ha ammesso di aver dato il numero di telefono a

un estraneo, il 16,8% gli ha inviato una foto, il 24,7% ha rivelato la scuola che frequenta, l'11,6% ci

si è incontrato, il 5,2% ha accettato proposte di sesso online.

E se all'87,6% piace Internet perché si può stare in contatto con gli amici, per il 60,2% è

addirittura irrinunciabile. A tal punto da essere il primo pensiero la mattina appena svegli (12,5%)

e l'ultimo prima di andare a dormire: il 56,6% chatta la sera dopo cena e circa il 40% continua a

farlo fino a tardi, prima di addormentarsi, in una fascia oraria che interferisce con il sonno con

conseguenze non trascurabili sulla salute.

E più social network si frequentano, più le conseguenze aumentano. La ricerca Sip ha indagato

anche i rischi dell'abuso, mettendo a confronto le abitudini di chi frequenta più di 3 social con

quelle di chi non li frequenta o al massimo ne frequenta uno. I risultati mostrano che i primi sono

più inclini ad avere comportamenti a rischio, non solo sul solo web ma anche nella vita reale. Chi

frequenta più di 3 social vorrebbe infatti apparire più grande, fuma e beve di più (con il 21% che

dichiara di essersi ubriacato).

Ma i più assidui utilizzatori dei social risultano anche più fragili e insicuri. In un contesto in cui ciò

che più importa è essere 'popolari', non stupisce la larga insoddisfazione riscontrata per il proprio

aspetto fisico: 6 su 10 vorrebbero essere più magre/i (il 35% ha già fatto una dieta dimagrante), o

avere più seno; quasi 8 su 10 vorrebbero avere gambe più belle e in generale essere più bella/o.

Preoccupazioni presenti in maniera largamente inferiore tra coloro che frequentano un solo social

network o nessuno.

Per il presidente della Sip, Giovanni Corsello, "i social network non vanno demonizzati perché

hanno anche aspetti di grande utilità e socializzazione. Il problema, come sempre, è l'abuso. La

migrazione degli adolescenti dal computer al telefonino rende difficilissimo per i genitori rendersi

conto del tempo effettivamente speso dai loro figli sui social. E' inoltre difficile dettare regole di

comportamento - osserva - dal momento che la stragrande maggioranza degli adulti non ha idea

di come si sviluppa la socialità sui nuovi social network, di come si strutturano le relazioni, e non

conosce il linguaggio utilizzato. In questo contesto parlare di controllo non ha più molto senso. Le

nostre risorse per prevenire comportamenti a rischio - conclude - sono il dialogo, l'ascolto, l'etica

comportamentale che noi adulti di riferimento abbiamo insegnato ai figli. I quali prima di essere

adolescenti sono stati bambini".

TAG: stile di vita, internet, social network, pediatria, adolescenti, Societàitaliana di pediatria

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Societa' italiana di pediatria: siti web Pag. 49

Page 50: SIP: rassegna quotidiani online e agenzie 09/2014

Adolescenti: 1 su 7 gioca on line. Calala fiducia verso genitori e amiciIndagine della Società italiana di pediatria. Il 13% degli intervistati hapraticato il gioco d'azzardo on line. Un adolescente su due avverte la crisieconomica. Al di là della scuola, il 40% non pratica altro sport o lo praticaper meno di due ore settimanali

24 settembre 2014

ROMA - L'indagine effettuata dalla Società italiana di pediatria (Sip) ha preso in esame

diversi aspetti della vita dei minori. Vediamoli.

Gioco d'azzardo on line: il 13% degli

intervistati lo ha praticato, anche se

vietato. Un altro 'effetto collaterale' della

massiccia permanenza in rete degli

adolescenti è certamente il cosiddetto

'Gambling', ovvero il gioco d'azzardo on-line,

che sta diventando un pericoloso fenomeno

specie tra i giovani adulti. "La sempre maggior

offerta di siti - ormai legali - in cui si gioca

utilizzando soldi 'veri' è una tentazione molto

forte che inizia a sedurre anche i giovanissimi -

afferma il rapporto -: i quali, a rigore di logica

(o quanto meno di legge) non potrebbero

accedere fino al compimento della maggiore

età". Ciononostante, circa il 13% degli

adolescenti intervistati (percentuale che sfiora

il 17% se si considerano solo i maschi)

dichiara di aver frequentato questi siti e di

aver giocato 'a soldi' (una o più volte), da solo

o insieme ad amici. Il 45% sostiene di aver

vinto, solo il 13% ammette di aver perso,

mentre il 36% non ricorda l'esito economico della/delle esperienza. Il 32% è orientato a

ripetere l'esperienza, il 45% a non ripeterla e il 18% non lo sa.

Afferma il curatore dell'indagine, Maurizio Tucci: "La riflessione da fare di fronte a questi

numeri, che a rigor di legge dovrebbero essere 0%, è duplice. Da un lato dobbiamo

constatare la pressoché nulla deterrenza rappresentata dai 'divieti ai minori' di cui il web

è pieno. Il 'divieto' passa dall'essere totalmente ignorato ad essere (come proprio un

tredicenne ha detto in uno dei focus group che realizziamo a corollario dell'indagine

quantitativa) 'una traccia da seguire'. Dall'altro dobbiamo considerare che al di là della

violazione del divieto, questi giocatori in erba hanno anche modo di gestire somme di

denaro e utilizzarle in ambiti in cui dovrebbe comunque avvenire un controllo sull'identità.

I meccanismi di accesso al gioco on-line, la consuetudine di molti di questi siti ad offrire

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Stupido, grasso, brutto: le parole sono"armi" e lasciano segni

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Un logo indica comuni enegozi slot free. “Dovel’azzardo non c’è si vivemeglio”

Azzardo, Trevi reagisce:niente patrocinio a localio manifestazioni cheospitano slot

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Forum famiglie: “Conferenza nazionale inritardo, governo stabilisca la data”

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gratuitamente fiches di 'benvenuto', ed i sistemi di pagamento ammessi, sono però tali

per cui non è difficile, anche per un minorenne, magari grazie ad un maggiorenne

compiacente, avere esperienze di gioco".

Un adolescente su due avverte la crisi economica. Anche l'adolescenza risente

della non facile contingenza economica e sociale che stiamo vivendo. Per il 48,8% la

"crisi economica" ha avuto effetti sulla sua famiglia, il 27,4% risponde di non saperlo,

solo il 22% ha la percezione che la crisi non abbia influito sul tenore di vita della sua

famiglia. Comunque, se avessero 1000 euro da spendere le femmine indirizzerebbero gli

acquisti verso abbigliamento-scarpe (66,3%), smartphone (37%) e viaggi (35,3%);

mentre i maschi verso playstation/videogiochi (45,5%), abbigliamento-scarpe (41,9%) e

smartphone (37,6%).

Cresce la sfiducia sulla possibilità di trovare un lavoro. E negli adulti. E'

sfiduciato sulle prospettive di trovare facilmente lavoro dopo gli studi il 61% dei maschi e

il 68% delle femmine. Nel 2012 lo era il 57% e nel 2009 la percentuale di chi non aveva

fiducia di trovare lavoro era più bassa di oltre il 10%. Complessivamente quasi uno su

due (43,4%) ha la convinzione che la vita di un adolescente di trent'anni fa fosse migliore

di quella di un adolescente di oggi. La maggioranza relativa dei maschi vorrebbe

diventare uno sportivo, per le femmine primo posto per 'professioni' (28,9%) seguite da

'settore della moda' (19,1%).

L'indagine registra un calo generalizzato di fiducia nei confronti di gran parte delle

categorie, compresi e questa è una novità genitori ed amici, mentre sale la fiducia nelle

forze dell'ordine e nei soldati. A sorpresa, dopo anni di calo costante, e pur rimanendo di

gran lunga la categoria con più basso tasso di fiducia, invertono la tendenza i 'politici'.

Sport sempre insoddisfacente. Al di là delle due ore scarse settimanali previste dal

calendario scolastico, circa il 40% non pratica altro sport o lo pratica per un tempo

inferiore alle due ore settimanali. La percentuale supera il 45% per le femmine. Un dato

sul quale riflettere è la percentuale di adolescenti che dichiara di non poter praticare

attività sportiva extrascolastica per motivi economici. Era il 12% del 2012, mentre oggi la

percentuale ha superato il 17%. Addiction, fumo di sigaretta in leggera diminuzione. A

dichiarare di farne uso è il 28,3% contro il 32,2 nel 2012. Per l'uso di cannabis la

percentuale di chi afferma di averne fatto uso, almeno una volta, resta costante intorno

al 7% (occorre però rilevare che in tali casi la sincerità di risposta può essere

condizionata dal fatto che si tratta di una sostanza illegale). Riguardo la 'contiguità' con

l'addiction il 56% dichiara di avere amici che fanno uso di cannabis, il 13% di cocaina e il

16,3% di altri tipi di droghe. Rispetto al 2012 questi ultimi dati sono in sensibile aumento.

Relativamente al consumo di alcol, consuma vino il 45,4%; birra il 50% e liquori il 23%,

con una prevalenza dei maschi nei confronti delle femmine. Interessante osservare che

mentre il consumo di vino è più alto nei piccoli comuni rispetto alle aree metropolitane, la

situazione si inverte per quanto concerne la birra e i superalcolici. (DIRE)

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