Sintomi cardine dellADHD Deficit di attenzione Iperattività Impulsività

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Sintomi cardine dell’ADHD Deficit di attenzione Iperattiv ità Impulsivi

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Sintomi cardine dell’ADHD

Deficit di attenzione

Iperattività

Impulsività

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bambinobambino

famigliafamiglia

scuolascuola

Terapia cognitivo-comportamentaleTerapia cognitivo-comportamentale

FarmacoterapiaFarmacoterapia

PsicoeducazionePsicoeducazione

PsicoeducazionePsicoeducazione

Training per gli insegnantiTraining per gli insegnanti

Parent trainingParent training

PsicoeducazionePsicoeducazione

Intervento terapeutico multimodale

Intervento terapeutico multimodale

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L’osservazione del comportamento

Osservazione e rilevamento dei comportamenti positivi (e successivamente quelli negativi) attraverso misurazioni dirette ed indirette

Sintesi dei risultati raccolti Analisi della relazione tra

apprendimento e comportamento

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Le vs modalità di osservazione....

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Osservazione e analisi funzionale del comportamento

Fase 1: Osservazione non strutturata per la creazione di un inventario

di comportamenti da aumentare, facendo descrizioni, non interpretazioni (per una settimana)

Fase 2: Categorizzazione dei comportamenti da far aumentare: Chiede

all’ins. spiegazioni dopo la consegna, Alza la mano prima di parlare, Svolge i compiti a casa, Rimane seduto per un’ora intera, Rispetta il turno nella fila (dopo la prima settimana)

Fase 3: Costruzione di due griglie per l’osservazione strutturata che

analizzino i comportamenti che vogliamo aumentare al fine di identificare:

Antecedenti e conseguenze per ogni comportamento emesso Frequenza e distribuzione di emissione dei comportamenti della

giornata

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Fase 4: Riflessione sui dati raccolti al fine di ottenere

indicazioni su: Probabili fattori scatenanti Probabili fattori di rinforzo

Fase 5: Sviluppo dell’intervento allo scopo di:

Far aumentare i comportamenti positivi e prevenire il verificarsi di comportamenti da ridurre

Favorire le risposte dell’ambiente che rinforzano i comportamenti positivi e attenuare quelle che rinforzano l’emissione dei comportamenti problematici

Fase 6: Verifica dei risultati ottenuti (dopo mesi di

lavoro) mediante le griglie di osservazione (in particolare per la distribuzione temporale)

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Antecedenti dei comportamenti negativi

Mancanza di affetto, attenzione, stima Noia o disinteresse verso i compiti Inadeguatezza rispetto ai pari Deficit di abilità di apprendimento Incomprensione delle consegne Inadeguata stima della difficoltà o della

lunghezza del compito Esperienze negative precedenti legate

alla stessa attività

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Osservazione: per riassumere...

Iniziare in modo destrutturato per osservare più comportamenti e consentire una valutazione soggettiva di importanza

Organizzare le tipologie di comportamenti e dare un ordine in base alla gravità o alla necessità di incrementare quei comportamenti

Stimare la frequenza delle categorie di comportamenti

Riflettere su cause e conseguenze legate ai comportamenti da aumentare e diminuire

Scegliere le categorie di comportamenti su cui lavorare in seguito e applicare piccoli accorgimenti in classe in base alle osservazioni effettuate

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La scelta degli obiettivi e delle regole Dalle osservazioni occasionali e funzionali si definiscono i comportamenti disturbanti e quindi le regole da rispettare. Esempi:1. Alzare la mano e aspettare il proprio turno2. Parlare a bassa voce3. Stare seduti durante la lezione4. Durante la spiegazione rimanere in silenzio5. Durante la lezione ascoltare la maestra …Diventa motivante e coinvolgente costruire deicartelloni, proprio con gli alunni

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Problemi di comportamento a scuola

Il lavoro sull’attenzione e il comportamento

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Un metodo di lavoro

Che tenga conto delle esigenze scolastiche

Delle necessità dell’alunno Delle situazioni nelle quali

l’insegnante si trova a dover operare

Della “possibilità” di collaborare con la famiglia

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Quali variabili tenere presente

Le idee dell’insegnante sul disturbo La difficoltà nella gestione

quotidiana del rapporto con l’alunno e i compagni

I rapporti spesso conflittuali con i genitori dell’alunno problematico

Il fatto che spesso l’insegnate è solo nel lavoro con bambino problematici

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Aree di intervento

Predisposizione di un ambiente facilitante

Approccio metacognitivo Gestione delle lezioni e

dell’attenzione Gestione del comportamento

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Alcuni pensieri a scuola... Relativi al bambino... Relativi

all’insegnante...

Da completare con le risposte degli insegnanti

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Predisporre un ambiente facilitante

Obiettivo: creare un ambiente prevedibile

Le routine e le regole L’organizzazione della classe L’organizzazione dei tempi di

lavoro L’organizzazione del materiale

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Esempi di routine nella classe

ingresso in classe disposizione in fila inizio lezione presentazione delle attività e i relativi tempi

di lavoro pause concordate attività ricreative stabilite a priori dettatura dei compiti ad orario stabilito routine di saluto

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Le regole della classePorre delle regole chiare all’interno

della classe è necessario per regolare le interazioni tra i pari e con gli adulti.

Perché siano efficaci, è necessario che le regole siano condivise.

È perciò opportuno discutere con i bambini le regole da ratificare, dando loro la possibilità di approvarle o modificarle.

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Leggere le regole di classeRivedere le regole di classe alla luce delle

indicazioni emerse ponendosi le seguenti domande:

Sono proposizioni e non divieti?

Sono brevi, semplici e chiare?

Descrivono le azioni in modo operativo?

Sono utilizzati simboli pittorici colorati?

Sono poche? (al massimo 5/6)

Sono modificabili?

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Disposizione della classe

Vedete il bambino? E’ facilmente raggiungibile? E’ favorito lo scambio di sguardo insegnante-

bambino? Ha compagni a lui vicini? Se sì, sono compagni tranquilli o piuttosto

vivaci? Se il bambino si alza per qualche motivo,

quanti bambini possono essere disturbati o coinvolti?

Guarda direttamente fuori dalle finestre?

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Stabilire e prevedere i tempi di lavoro

Una delle cose che più ostacolano una buona organizzazione è sbagliare le valutazioni relative ai tempi di svolgimento e/o alla difficoltà di un compito. I bambini con disturbo di autoregolazione sono poco abili nel fare stime realistiche di grandezze, tempi, quantità (ad es. un bambino di nove anni può affermare di poter svolgere 20 operazioni in colonna in 2 minuti).

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Organizzazione dei materiali

Una delle difficoltà più di frequente riferite dagli insegnanti è quella legata all’organizzazione del materiale di lavoro: - spesso il bambino non ha con sé tutto il materiale necessario alla lezione, - perde parte di quello che è stato reperito per lui,- disturba i compagni chiedendo con insistenza i materiali,- in generale non ha cura della propria attrezzatura scolastica.

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METACOGNIZIONEMETACOGNIZIONE

•sviluppare nel bambino riflessioni sul proprio modo di apprendere, sul funzionamento e sulle potenzialità della nostra mente

•aumentare la consapevolezza di sè

•valorizzare le conoscenze spontanee del bambino

•assecondare i diversi stili cognitivi, presentando i contenuti disciplinari con modalità articolate

•insegnare strategie per apprendere, per ricordare, per stare attenti, per studiare...

•aiutare il bambino ad applicare le strategie, a selezionarle in base alla loro efficacia

•incoraggiare il bambino ad autovalutarsi: ero attento?, ho capito tutto?, potrei fare una domanda, potrei aggiungere qualcosa...?

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Attenzione: risorsa o problema?

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I bambini con problemi di autoregolazione

Si annoiano e perdono interesse nei confronti dei lavori scolastici velocemente

Sono attratti dagli aspetti più divertenti, motivanti e gratificanti di ogni situazione

Sono bambini “poco attenti e poco motivati”

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Le difficoltà di autoregolazione

Aumentano se: I compiti sono lunghi, noiosi, ripetitivi

Si riducono decisamente se: Viene data la possibilità di cambiare

di tanto in tanto Vengono concesse brevi e frequenti

pause

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La motivazione

La motivazione è uno dei fattori che agisce in

sinergia con l’attenzione.Consente ad una persona di orientare

le proprie risorse cognitive e

comportamentali al fine di raggiungere un certo obiettivo

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L’attenzione: il modello

multicomponenziale

Esistono vari processi attentivi (selezione,

sforzo, concentrazione…) e aspetti ad essi

collegati (motivazione, memoria, comprensione delle consegna)

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Tre principi da considerare nella gestione delle attività

Brevità

Varietà

Struttura

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Difficoltà a porre la necessaria attenzione alle

consegne

Cosa faccio per aumentare l’attenzione alle consegne……..

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• La neve nera. Si concordano alcuni gesti, es.:-neve = muovere le dita; -orso= mimare un orso feroce. Si legge la poesia: quando capita la parola concordata il bambino produce subito il gestoStanca di essere biancala neve bevve inchiostroLa neve nera neracoprì la terra intera.Si vedeva soltantoun piccolo orso bianco.E l’orso urlò a nessunoma lo sentì la luna.La luna che è assorbentediscese lentamente.E bevve quella nevela luna bianca e lieve.Si bevve tutto il neroe scomparve nel cielo.La luna scomparìma il mondo era ancora lì.(R. Piumini, C ’era un bambino profumato dilatte, Mondadori)

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Esercizi di chiusura uditivaL’insegnante racconta una breve storia: Laura ieri è tornata a casa perché pioveva, subito dopo si è lavata i denti con …Il bambino, se ha ascoltato tutta la storia, cancella l’oggetto che chiude correttamente la storia.

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Difficoltà a porre la necessaria attenzione alle

consegne

Far rileggere la consegna prima dell’inizio del lavoro

Far ripetere con parole proprie cosa bisogna fare

Data una consegna complessa è utile condurre con i bambini un’analisi delle istruzioni prima che comincino il lavoro

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Le consegne………….

“Leggi con attenzione il testo assegnato e cerca di capirlo bene; poi rispondi alle domande riportate dopo la lettura. Stai attento però perché nel brano ci sono delle parole scritte in modo sbagliato: trovale e trascrivile nella tabella in fondo”

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………schematiche e approfondite….1- leggere il testo2- leggere le domande una alla volta

cercando di rispondere e andando a rileggere quando necessario

3- leggere il testo un’altra volta, dando poca importanza al

significato, ma facendo attenzione a come sono scritte le parole

4- sottolinea le parole sbagliate5- riporta le parole nella tabella

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Impulsività e scarsa pianificazione

Cosa faccio per contrastare impulsività e scarsa pianificazione…

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Impulsività e scarsa pianificazione

Una effettiva comprensione delle consegne agevola la formulazione di un corretto piano d’azione

Può essere utile stabilire routine che: inibiscono le risposte affrettate utilizzino procedure fisse di

pianificazione del compito

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La pianificazione di un compito

1- cosa devo fare 2- considero tutte le possibilità 3- fisso l’attenzione 4- scelgo una risposta 5- controllo la mia risposta

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E’ importante che il bambino impari ad interrogarsi per:

Comprendere con chiarezza cosa è richiesto dal compito prima di iniziare il lavoro

Mettere a punto una strategia prima di iniziare un lavoro

Valutare il tempo richiesto dal compito e quello effettivamente a disposizione

Sfruttare, in caso d’insuccesso, dapprima le proprie risorse, successivamente quelle dell’ins. e dei compagni

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Strategie di gestione della lezione

Evitare di richiamare in modo generico all’attenzione gli alunni, piuttosto attivare prima dell’esecuzione di un compito alcuni segnali convenzionali con enfasi (bollino rosso)

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Richiedere agli alunni un’autovalutazione delle proprie prestazioni attentive

Anticipare le fasi di svolgimento del lavoro in classe Informare l’alunno di come sta procedendo Verificare lo stato di vigilanza degli alunni Informare gli alunni sui tempi di attenzione richiesti

per completare il lavoro Non richiedere lo stesso livello di attenzione agli

alunni per tutta la durata delle lezioni Predisporre la classe in modo da avere la possibilità

di passare frequentemente tra i banchi

Strategie di gestione della lezione

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Fare una breve presentazione a “mo’ di indice” del nuovo argomento da affrontare

Inserire compiti interessanti e vari che inseriscano elementi di novità nella didattica (utilizzo di lavoro di gruppo cooperativi, inserimento di sussidi audiovisivi quali la lavagna luminosa)

Strategie di gestione della lezione

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Dividere i compiti assegnati in unità più piccole

Suddividere il lavoro tenendo presente per quanto tempo un bambino può mantenere l’attenzione sul compito

Strategie di gestione della lezione

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Cosa evitare Lavori lunghi anche se semplici e comprensibili Compiti che richiedono buone capacità

organizzative Prendere appunti Produzioni scritte senza un insegnamento di

strategie di composizione Interrogazioni che richiedono formulazioni di

discorsi articolati senza l’utilizzo di strategie di studio

Dire di stare attenti per ottenere l’attenzione senza specificare cosa s’intende…….

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Tecniche comportamentali

1. Positive: fare un piano di rinforzi (non solo materiali), creando un inventario in base all’età e alle preferenze, cercando di evitare errori e farsi aiutare dai colleghi nel monitoraggio

2. Negative: ignorare pianificato, analisi della risposta sottolineando le conseguenze logiche, costo della risposta togliendo privilegi o impostando attività che implicano impegno e sforzo

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Rinforzare i comportamenti da aumentare

1. Far compilare all’alunno un elenco di rinforzi. Cosa ti piacerebbe ottenere quando meriti un premio? Materiali, Sociali, Privilegi per attività

2. Nel caso di rinforzi materiali, convertirli in simboli e stabilire le regole di conversione.

3. Identificare ed esplicitare al ragazzo i comportamenti da aumentare in base alle osservazioni effettuate (contratto)

4. Commisurare la gratificazione allo sforzo che fa l’alunno per manifestare un comportamento da aumentare

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5. Gratificare riferendosi al comportamento e non giudicando l’alunno

6. Applicare la gratificazione subito dopo la manifestazione di un comportamento da aumentare

7. Nel caso in cui la gratificazione ha perso di valore associare una nuova gratificazione al comportamento da aumentare

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Possibili errori nella fase di gratificazione

1. Avere tanta buona volontà e decidere che bisogna gratificare di più gli alunni difficili, ma interrompere il programma dopo qualche difficoltà o risultati deludenti....se chiediamo impegno e costanza agli alunni dobbiamo manifestarlo prima di tutto noi!

2. Gratificare alcuni comportamenti positivi, diversi da quelli concordati con l’alunno (coerenza) (Sono proprio contento di te e per questo ti do il premio.... anche se non c’entra con quello che devi fare)

3. Aggiungere commenti negativi ai rinforzi positivi (hai visto che quando ti impegni ce la puoi fare, ieri invece...)

4. Programmare gratificazioni eccessive per attività che richiedono troppo sforzo per il ragazzo.

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5. Dare la gratificazione prima del comportamento da aumentare (Ora ti do il premio se mi prometti che ti comporti bene)

6. Fornire involontariamente un rinforzo per far smettere un comportamento negativo (Smettila di far quel compito così almeno non disturbi più)

7. Quando si gratifica un comportamento bisogna essere convinti che l’alunno lo meriti (evitare false gratificazioni): la comunicazione non verbale è più informativa di quella verbale!

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Note sui programmi di rinforzo

I comportamenti da aumentare devono essere maggiori rispetto a quelli da diminuire

Le gratificazioni devono essere immediate e molto esplicite, subito dopo il comportamento osservato

A volta basta anche un solo episodio positivo per instaurare un circolo virtuoso con il bambino e la famiglia

A volte bisogna fare grossi sforzi per ignorare comportamenti finalizzati ad ottenere l’attenzione della classe (serve perseveranza)

Molto spesso capita di essere presi dalla rabbia e si fatica ad applicare i programmi di rinforzo: meglio esplicitarlo e trovare qualche soluzione con i colleghi

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I comportamenti da aumentare sono quelli già presenti nel repertorio del bambinoSi possono insegnare comportamenti nuovi attraverso la scomposizione di un comportamento obiettivo in sotto-obiettivi intermediPuò essere utile prendere nota dei comportamenti da aumentare, delle gratificazioni applicate (in quale giornata e in quale contesto) per monitorare l’evoluzione del comportamento dell’alunno

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Per gratificare correttamente l’alunno

Individuare azioni positive da gratificare più che azioni negative da punire

Definire operativamente l’azione oggetto di gratificazione sistematica

Non usare forme di falsa gratificazione Gratificare in modo coerente, sempre la

stessa azione e ogni volta che si manifesta

Gratificare il bambino immediatamente

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Utilizzare eventi o oggetti o comportamenti che siano effettivamente delle gratificazioni per il bambinoNon gratificare involontariamente comportamenti inadeguatiUtilizzare per un tempo corretto lo stesso premio, potendo contare su una serie di gratificazione diverse già individuate

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Strategie sulle conseguenze negative

Ignoramento pianificato Rimproveri centrati sul

comportamento (non sulla persona) Conseguenze logiche Costo della risposta Punizioni

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Il contratto comportamentale Deve essere una genuina

collaborazione fra adulto e bambino Deve contenere comportamenti

semplici, non multi-componenziali, specie nei primi contratti formulati

Le richieste devono essere commisurate alla capacità del bambino

Le gratificazioni motivanti, disponibili e scelte dal bambino

È opportuno includere 3-4 comportamenti (almeno uno alla portata del bambino)

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Figure professionali in caso di segnalazione

La valutazione diagnostica la effettua un neuropsichiatra infantile o un psicologo dell’età evolutiva osservando il bambino e facendo colloqui con genitori e insegnanti

L’intervento terapeutico più efficace è di tipo multimodale (bambino + genitori + insegnanti). È necessario che ci sia un clinico di riferimento (meglio se ha effettuato la valutazione diagnostica) che svolga in parte (o tutto) l’intervento terapeutico e che coordini l’intero progetto (terapia con bambino, consulenza a genitori e insegnanti)

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Le scale di Conners: dimostrazione e presentazione di dati cliniciLe scale di Conners sono scale multidimensionali ampiamente utilizzate nel contesto clinico e di ricerca per la valutazione del Disturbo da Deficit d’Attenzione con e senza Iperattività (DDAI) e di altri disturbi eventulamente presenti in comorbidità (disturbi della condotta, problemi cognitivi, sintomi d’ansia, problemi relazionali). Si distinguono tre diverse scale, per genitori, insegnanti ed autosomministrata in due versioni, una integrale –Long- ed una abbreviata –Short-, che consentono di raccogliere informazioni circa il comportamento dei soggetti in diversi contesti e secondo diversi punti di vista. Le scale sono standardizzate per soggetti da 3-17 anni, nelle versioni per genitori ed insegnanti, e da 12-17 anni per le scale autosomministrate sulla base di un campione normativo di riferimento americano. Nel corso dell’intervento importanti risultano le applicazioni cliniche e di ricerca nelle diverse fasi, diagnostica, di monitoraggio e di follw-up in protocolli di intervento psicologico e farmacologico in bambini con DDAI.

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La scala IPDDAI mostra complessivamente una discreta capacità predittiva. La predittività dello strumento per l’Iperattività- Impulsività è maggiore rispetto alla Disattenzione; questo può essere spiegato dal fatto che è molto più difficile individuare precisamente delle caratteristiche di disattenzione alla scuola materna, dove le attività sono poco strutturate rispetto alla scuolaelementare e i tempi di attenzione richiesti sono molto più brevi e frammentati.

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Nel caso sia necessaria una segnalazione

Una segnalazione è una richiesta di aiuto ad un professionista nel lavoro educativo degli insegnanti e dei genitori

Non è una dichiarazione di “è un caso grave e noi non sappiamo più cosa fare”

Gli insegnanti modificheranno il loro lavoro educativo sapendo di avere una persona in più che li può supportare