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PERCORSI TECNICI il legno Il legno come materiale da costruzione Caratteristiche fisiche del legno I prodotti di legno per la costruzione Definizione e reperibilità del legno per lavorazione Il legno come materiale ecologico Utilizzo del legno per la costruzione di serramenti Riutilizzo di scarti di legno: combustibile ecologico

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PERCORSI TECNICI il legno

Il legno come materiale da costruzione

Caratteristiche fisiche del legno

I prodotti di legno per la costruzione

Definizione e reperibilità del legno per lavorazione

Il legno come materiale ecologico

Utilizzo del legno per la costruzione di serramenti

Riutilizzo di scarti di legno: combustibile ecologico

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Il legno come materiale da costruzione

Il legno è stato uno dei primi materiali da costruzione ed ha rappresentato

per l’uomo la possibilità di risolvere, per molti secoli, i più complessi problemi

strutturali e di produrre una molteplicità di utensili ed oggetti indispensabili alla vita di ogni

giorno. Rispetto a tanti materiali presente in natura e/o creati dall’uomo ha il vantaggio di:

-facilità nell’ approvvigionamento;

-possibilità di lavorazioni multiple e complesse;

-facilità di trasporto dai luoghi di produzione a quelli di lavorazione;

-impiego per strutture sollecitate (solai, pareti, tetti);

-riutilizzo in caso di sostituzione;

-facilità nella sua riparazione e sostituzione;

-ecologico per eccellenza (sia in fase di lavorazione sia in fase di utilizzo);

-personalizzabile e rinnovabile;

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Nel campo dell’architettura, il legno di-

venta col passare dei secoli, elemento

significante ed indispensabile per la co-

struzione degli edifici in maniera più o

meno evidente, infatti, bisogna fare una

distinzione tra l’utilizzo delle

“case nordiche”, dove viene utilizzato per

i solai, le pareti, le coperture e le rifinitu-

re e la “casa mediterranea” dove il legno

è l’elemento portante dei solai e dei tetti,

ma spesso non in vista, essendo

accompagnato e inglobato in strutture murarie in pietra e/o laterizio.

In Italia, fino al secolo scorso, il legno nelle costruzioni veniva utilizzato quasi esclusivamente

come elemento per resistere agli sforzi di flessione (la trave), capriata per la copertura e costru-

zione di infissi e porte.

Il suo utilizzo è andato poi via via scemando con l’introduzione dell’acciaio prima e del cemento

armato poi, scomparendo quasi del tutto per la costruzione di solai.

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Negli ultimi dieci anni però, c’è stata una vera

e piccola rivoluzione nella costruzione di edifici,

grazie all’utilizzo di nuovi materiali e alla ri-sco-

perta del legno sotto molteplici aspetti.

Oggi, il legno non solo è ritornato a farla da

padrone nella costruzione dell’edificio come

elemento portante, ma i suoi derivati come

compensati, panforti, trucioli, ecc.. hanno invaso

le nostre abitazioni a 360°, con i quali si

realizzano pavimenti, rivestimenti per le pareti,

arredi di ogni genere e combustibile per il

riscaldamento.

Analizzando attentamente il legno, ci si rende

conto come in natura siano presenti vari tipi di

legno con i quali è possibile realizzare quasi tutto.

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Ma per comprendere ancora meglio il suo utilizzo specifico, o meglio saperne sfruttare al massimo

tutte le sue qualità, bisogno sicuramente effettuare una prima classificazione sommaria,

magari partendo da:

provenienza, classificazione e specie di appartenenza

provenienza: la maggior parte del legno utilizzato nella costruzione viene pro-

dotto esclusivamente in due grandi aree geografica che sono la zona europea e la

zona tropicale, questo perché in queste zone, da sempre, umidità e temperatura

sono pressoché costanti e cicliche.

Derivano dalla fascia europea legni come il pino, l’abete, la quercia, il faggio e

l’acero; mentre nella zona tropicale si trovano legni come l’ebano, il mogano ed

il teak. Legni provenienti da altre zone climatiche, storicamente sono stati poco

utilizzati a causa di sbalzi troppo elevati di temperatura e umidità, rendendo i legni

troppo nervosi e poco uniformi nei colori e nelle dimensioni.

classificazione: in base alla struttura chimico-fisica la quale viene influenzata sia

dalla provenienza (habitat in cui cresce la pianta) e sia dalla specie a cui appar-

tiene. Tutti i legni vengono classificati in due categorie e precisamente sono legni

duri (mogano, quercia, noce) e legni teneri (abete, pino, pioppo). In base a questa

classificazione, si può facilmente scegliere l’uso che se ne farà del legno, legni duri,

caratterizzati da fibre più compatte ed omogenee, saranno ideali per la costruzio-

ne mentre i legni teneri, caratterizzati da fibre più aperte e con pesi specifici più

leggeri, saranno ideali per costruzione e riscaldamento.

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specie di appartenenza: tutti gli esseri viventi

vengono suddivisi e classificati in base alla

specie di appartenenza, anche il legno, essendo un

elemento vivo, non sfugge a questa regola.

Le due grandi famiglie di appartenenza sono

le latifoglie (pioppo, tiglio, quercia, faggio)

la cui caratteristica principale è la perdita

del fogliame durante il periodo invernale e le coni-

fere (abete, pino, larice, tasso) le piante

comunemente chiamate sempreverdi.

In ambito architettonico/urbanistico, le latifoglie

oggi vengono principalmente scelte perche

grazie alla caratteristica della perdita del fogliame

programmato (cadono in inverno e rinfoltiscono in

piena estate) con il loro utilizzo è possibile

rinfrescare regolando l’irradiazione solare

degli edifici (filtrando i raggi solari che investono

l’edificio) e riscaldamento in inverno

(lasciano passare a pieno i raggi solari).

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Il legno impiegato nelle costruzioni si ricava dalla parte interna dei grossi fusti degli alberi.

E’ un materiale con struttura complessa, è un elemento vivo che reagisce alle

sollecitazioni esterne e che si comporta in maniera diversa a seconda della

direzione delle sforzo. I fusti si formano per accumulo di anelli, ad ognuno dei quali corrisponde,

in genere, un anno di vita della pianta la quale cresce nella stagione primaverile (si evince una

zona chiara nell’anello) e autunnale (creando una zona scura nell’anello) mentre si riposa nei

periodi invernali ed estivi.

All’interno dei fusti delle conifere, sono presenti una serie di canali nei quali corre la resina.

Corteccia esterna

Anelli di accrescimento

Crescita autunnale (zone scure)

Crescita primaverile (zone chiare)

Fenditure radiali (si creano a causa di sbalzi

di temperatura o rapido essiccamento)

Cipollature 8causate dal gelo e/o dal caldo

eccessivo, indicano una crescita poco

regolare

Libro (al suo interno si trovano i canali

di linfa/resina)

Caratteristiche fisiche del legno

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E’ proprio grazie a questo complesso sistema con cui è formato il legno, che le sue caratteristiche

meccaniche cambiano al mutare di tanti fattori come: l’essenza, il peso specifico a secco, il grado di

umidità, le direzione delle fibre ed al suo taglio. Analizziamo nel dettaglio tutte le caratteristiche per

meglio comprendere il perché il suo utilizzo nel campo della costruzione sia poi cosi diffuso e quasi

necessario.

L’essenza: è la specie di appartenenza, e come abbiamo visto precedentemente, ogni specie ha una

sua caratteristica specifica;

Peso specifico: negli ultimi anni è sempre più comune non fornire il peso specifico assoluto a secco

(completamente privo di umidità), ma il rapporto peso secco con volume fresco, chiamato densità

basale. Tale rapporto indica il peso della sostanza legnosa secca che vi è nell’unità di volume fresco:

esso è di grande utilità, specialmente per le industrie chimiche utilizzanti il legno, come l’industria

della cellulosa.

Grado di umidità: stabilito a livello mondiale, il grado di umidità presente nel legno per la sua lavo-

razione deve essere pari al 12%

Fibra: per le fibre, bisogna ancora di più, approfondire l’argomento. Esse infatti sono quelle a confe-

rire la resistenza meccanica, di trazione e flessibilità a tutti i prodotti in legno.

Resistenza: è la proprietà dei legnami di resistere alle forze e alle sollecitazioni che tendono a de-

formarli senza romperli. Il legno ha un’ottima resistenza alla compressione (tenero o duro che sia) e

alla trazione se la forza agisce nel verso della fibra e al tempo stesso alla flessione se questa agisce

in maniera trasversale alla fibra stessa. Ecco come con un solo elemento (legno) riusciamo ad otte-

nere un risultato altamente performante che di solito si raggiunge con una combinazione di elementi

(cemento-ferro-acciaio=compressione-trazione-flessione) .

Durezza: è la capacità di resistere alla penetrazione di corpi duri (più alta nei legni duri). La durezza

è una caratteristica importante per stabilire le difficoltà e le modalità di lavorazione del legno. Questa

aumenta con legni più vecchi, stagionati e con peso specifico più alto e diminuisce in legni più giova-

ni, freschi di tagli e/o con grado di umidità più alto.

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Analizzando più a fondo, fino a livello cel-

lulare, noteremo come ci siano altri due

elementi fondamentali che compongono il

legno. La conoscenza delle caratteristiche

dei principali costituenti della parete cellu-

lare, la cosi chiamata “ultrastruttura del le-

gno”, ci fa comprendere il perché dei com-

portamenti fisici e meccanici del materiale.

Basti pensare alla sua anisotropia, cioè le proprietà di presentare caratteristiche diverse a secon-

da della direzione anatomica osservata (lungo vena, largo vena), alla sua igroscopicità, cioè alla

capacità (mantenuta anche a taglio avvenuto)di assorbire e rilasciare umidità e al suo comporta-

mento elastico (tagli di sezioni minori rendono le fibre più elastiche). Tutto questo avviene grazie

alla matrice di cui sono formati tutti i legni e cioè la “lignina” la quel tiene unite le micro fibrille

di cellulosa.

Questa organizzazione distribuita su più livelli dimensio-

nali, assicura una serie di caratteristiche (distribuzione

delle tensioni, la capacità di resistere alla propagazione

delle fessurazioni, durabilità naturale, la bagnabilità e

la relativa resistenza all’acqua) uniche nel suo genere e

difficili da raggiungere anche nei compositi artificiali più

complessi ed ingegnosi.

“la cellulosa è il composto organico più abbondante della terra, è la principa-

le componente del legno e del cotone, è un polimero di glucosio dal quale si

ricava principalmente la carta ed i materiali isolanti per abitazioni.”

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I prodotti in legno per la costruzione

Il primo stadio di tutti i legni per la lavorazione è il cosiddetto legno tondo. A partire da esso,

attraverso segagione ed essiccatura, si ottengono i “segati”, che, a loro volta possono essere

sottoposti ad una ulteriore lavorazione della superficie in base alle esigenze dell’uso previsto. Il

comportamento futuro del legno (movimentazione e stabilità) dipende molto da questo tipo di

taglio che si suddivide in tre categorie facilmente riconoscibili

taglio con cuore taglio cuore spaccato taglio fuori cuore

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Come si evince dalla foto, il legno lamellare a tre o più

strati, è realizzato a “fibre contrapposte” o meglio da

tavolame di taglio fuori cuore.

Questo limita la deformazione e lo svergolamento già

ridotto dall’ incollaggio a più strati

(lamellare appunto) rispetto al comune

legno massello.

Grazie al sempre più diffuso utilizzo di legno

lamellare incollato (nel quale i segati posso-

no anche essere uniti tra loco con giunzione

a “pettine” così da raggiungere lunghezze no-

tevoli senza deformazioni), il settore edile, da

sempre utilizzatore del legno, ne trae un enor-

me beneficio utilizzando il suddetto materiale

anche per realizzare strutture imponenti per gli

elementi costruttivi di forma lineare, ad esem-

pio travi o aste.

Un’evoluzione significativa si è avuta negli ul-

timi anni in seguito allo sviluppo di elementi

costruttivi a base di legno grazie alla tecnologia

di incollaggio e alla riscoperta del legno non

più solo come elemento costruttivo portante

ma bensì anche come elemento decorativo e

soprattutto isolante per le abitazioni.

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Definizione e reperibilità del legno per lavorazione

Legno tondo: il primo prodotto di tipo lineare è il legno tondo, par-

tendo dal tronco quindi, le primissime e uniche lavorazioni sono solo

scortecciamento ed eliminazione del cambio. A questo punto si ottie-

ne un profilo, che rispetto ai segati, presenta migliori caratteristiche di

resistenza e rigidezza, ma oltre a queste caratteristiche, il legno “tondo”

deve rispondere anche ad altre esigenze, esse riguardano, per ragioni

costruttive, il mantenimento entro certi valori limiti della conicità (ridu-

zione della sezione), della crescita a spirale dell’albero e dell’ovalità,

tutte queste caratteristiche sono regolamentate dalle norme ON EN

14544:2002 e DIN 4074-2.

Segati: o comunemente chiamati legno massiccio strutturale, sono de-

stinati a strutture portanti e si ricavano dal legno tondo tramite taglio

parallelo dell’asse del tronco ed eventuale piallatura.

I segati, hanno come caratteristica principale di essere a profilo unico

cioè senza superfici incollate e senza giunzioni a pettine. In base alle

dimensioni e alle sezioni, i segati si distinguono in listelli, tavole (o

lamelle), tavoloni e legname squadrato, dimensioni e sezioni vengono

rigidamente stabilite in base alla bozza ON DIN 4074-1:2004.

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Legno massiccio: Il legname squadrato ed

essiccato artificialmente viene chiamato legno

massiccio da costruzione e identificato con la sigla KVH. Rispetto al

legname squadrato convenzionale, esso deve soddisfare

criteri di classificazione più restrittivi ed è possibile giuntarlo a pettine* per ottenere

elementi di maggior lunghezza.

Tale legno, principalmente ottenuto da abete rosso, è disponibile sul mercato in di-

mensioni standard, le cosiddette “dimensioni preferenziali”, viene utilizzato principal-

mente per la costruzione di edifici in legno, per pareti, solai e strutture di copertura. Per

dimensioni al di fuori di queste tabelle, è attualmente presente sul mercato un legno

massiccio MH che rispetta sempre le indicazioni stabilite nella ON DIN 4074-1:1996

ma è realizzato anche con legni tondi di grandi dimensioni e grazie all’elevata qualità

della superficie risulta particolarmente idoneo laddove il legno resti a vista anche a

costruzione ultimata.

*il giunto a pettine o finger joint, è un giunto longitudinale tra due elementi di legno

massiccio, sulle cui testate sono stati intagliati, mediante fresatura, denti aventi stesso

profilo e passo i quali si incastrano tra loro senza gioco e uniti mediante incollaggio.

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Travi: un altro prodotto derivato dal legno massiccio ma incollato sono le travi

duo/trio. Esse sono costituite da 2 o 3 elementi di legname squadrato o tavolini,

essiccati artificialmente, classificati secondo la resistenza e poi incollati sui lati

lunghi; da questo procedimento nasce un legno massiccio dalla caratteristiche

tecniche ben definite e dall’ottima qualità sia di resistenza sia estetica. Le travi

denominate DUO e TRIO, sono realizzate generalmente con abete rosso, è tut-

tavia possibile reperirle anche di abete bianco, pino e larice. Vengono messe sul

mercato in dimensioni standard che dovrebbero soddisfare le principali esigenze

applicative.

Legno lamellare: è un prodotto composito costituito da lamelle solitamente di

una sola specie legnosa (onde evitare movimenti e reazioni diverse tra le lamel-

le)e incollate tra loro. Le caratteristiche fisico-meccaniche del legno lamellare

sono determinate principalmente dalla qualità delle lamelle, le quali devono ri-

spondere alla normativa UNI EN 386:2003 (ON EN 386:2002). Viene immediato

comprendere come tutte le maggiori prestazioni e caratteristiche del legno ven-

gono raggruppate in questa tipologia che può raggiungere anche dimensioni di

18 mt per il prodotto industriale e ben oltre per l’utilizzo in costruzioni edili.

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Legni piani: I prodotti a base legno di forma piana attualmente in commercio sono svariati e

possono essere classificati, in base al materiale di partenza (tavola, piallaccio, truciolo e fibra), in

elementi portanti, non portanti e isolanti. Particolare importanza assumono gli elementi piani di

tipo compensato, ottenuti con tavole, piallacci e trucioli, i quali si distinguono dalla capacità più o

meno elevata di trasmettere carichi in maniera uniforma, infatti, motivo per cui vengono preferiti

al massello per la realizzazione in lastre e pannelli. Negli elementi piani di tipo compensati, una

parte degli strati (di norma circa la metà degli strati) è orientata in direzione perpendicolare alla

fibra degli strati esterni. Altra sottoclassificazione la si ottiene con l’orientamento di base della

tavola, piallaccio, truciolo e/o fibra che sia, da questa infatti si vanno a classificare i “compensati”

e gli “stratificati”. Queste due denominazioni identificano esattamente il loro contenuto, infatti se

abbiamo:

tavole + orientamento compensato = legno compensato di tavole

piallacci + orientamento stratificato = legno stratificato di piallacci

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Altra valida soluzione sono i pannelli a base di fibra di legno. Questo particolare pannello lo

si ottiene mediante un processo di sfibratura della materia prima , normalmente dopo che il

legno grezzo è stato sminuzzato. Una volta ridotto in fasci di fibre, il tutto viene mescolato con

l’aggiunta di sostanze adesive. L’utilizzo di questi particolari pannelli è largamente diffuso per

l’elevato isolamento termico ed acustico, inoltre con l’aggiunta del bitume, raggiungono elevati

livelli di resistenza all’umidità al marciume a agli attacchi biotici.

Oltre a questi comuni e maggiormente utilizzati pannelli, esistono in

commercio altri di tipo MDF i quali si ottengono dall’unione della fibra

di legno e collante successivamente essiccati e i più recenti pannelli

OSB ottenuti dalla miscela di pannelli truciolati e fibre incollati con

resine sintetiche, i quali vengono largamente utilizzati come supporto

piano, riempimento e divisorio, in ogni caso non a vista in quanto non

presentano una superficie esteticamente bella.

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In ultimo un altro tipo di pannello larga-

mente diffuso è il pannello impiallacciato o

“piallaccio”. A seconda della tecnica di pro-

duzione si distingue in tranciato e sfogliato

ed è ottenuto partendo direttamente dal

tondame interno o sezionato e successiva-

mente trattato a vapore. Dopo la lavorazio-

ne, il piallaccio ottenuto viene essiccato, le-

vigato, sottoposto ad un’ulteriore selezione

e tagliato in formato.

Lo spessore dei singoli piallacci dipende principalmente dalla specie legnosa e dalla qualità del

legno, ma può essere determinato anche in base al suo utilizzo finale.

L’unione di tali piallacci, posizionato gli uni su gli altri in maniera ortogonale a fibre alternate ed in

numero dispari (cosi da mantenere una simmetria nella struttura), da origine ai pannelli di tipo

“compensato” i quali si caratterizzano da una notevole resistenza a carichi meccanici sia perpen-

dicolarmente sia parallelamente alla direzione della fibratura degli strati esterni. Questo enorme

vantaggio, rende questo tipo di pannello ideale per l’utilizzo singolo o in accoppiata con elementi

in massello.

“Il compensato è costituito da fogli di legno le

cui fibre sono orientate a 90° l’uno dal

seguente, per “compensare” il movimento

naturale del legno”

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Il legno come materiale ecologico

Tutti pensano al legno come materiale ecolo-

gico in quanto naturale e quindi non inquinan-

te, ma pochi sanno che il legno è il materiale

ecologico per eccellenza non solo per la sua

reperibilità in natura ma anche e soprattutto

perché è un materiale biologico, quindi di una

risorsa rinnovabile, completamente biodegra-

dabile e reperibile facilmente in buona parte

del pianeta.

Ma è in fase di lavorazione che si distingue da-

gli altri elementi, infatti il legno, inteso come

materia prima ha un basso contenuto energe-

tico, cioè è necessaria una ridotta quantità di

energia per la sua lavorazione e trasformazio-

ne in prodotto finito; ad esempio: per realiz-

zare dei segati, del tavolame, ecc.. il consumo

energetico è pari a 190 Kwh/mc contro gli

85.000 kwh/mc per la lavorazione

dell’alluminio, questi valori si trasformano in

mPt = eco-punti e nello specifico, volendo an-

che trascurare i criteri di FSC (il legno oltre a

non consumare energia assorbe Co2) viene

reso noto che 1 kg di legno ha un valore di

39 mPt contro i 780 mPt di 1 Kg di alluminio.

Inoltre oggi, con l’introduzione di vernici ad

acqua e con le ridotte quantità di utilizzo di

colle a base di solventi chimici, il legno, rispet-

to ad altri materiali utilizzati per la costruzione

di utensili e/o prodotti industriali, si distingue

anche per il bassissimo impatto ambientale in

tutti i cicli di produzione industriale e/o arti-

gianale.

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Vediamo di seguito un paragone tra gli scarti/consumi/agenti inquinanti ci siano

tra lavorare il legno ed altri materiali:

A questo bisogna aggiungere che tali

fattori inquinanti si ripetono nel caso di

riutilizzo del materiale a trasformazio-

ne avvenuta (riciclaggio e/o recupero),

questo perché anche se alcuni dei sud-

detti materiali sono presenti in natura,

a differenza del legno, non sono risorse

rinnovabili ed ecco che la parola d’or-

dine diventa diminuire gli sprechi e dif-

ferenziare per permettere il recupero e

limitare le nuove produzioni.

Dati reperibili sulla rete e liberamente tratti dalla guida “principi di Ecodesign” trattato scritto dal

arch. Adriano Magliocco in collaborazione con l’arch. Chiara Piccazzo

Metalli

Materiali plastici

Tessuti

Pellame

Notevole utilizzo di energia per la trasformazione

Creazione di rifiuti concernenti la produzione delle

materie prime

Emissioni di metalli pesanti e di altre sostanze (nel caso

di trattamenti superficiali)

Notevole utilizzo di energia per la trasformazione

Emissioni in aria (VOC)

Nel caso di schiume, emissione nell’aria di agenti

rigonfianti, come i CFC o pentano *(VOC)

Utilizzo di additivi tossici e di metalli pesanti

Uso di pesticidi (nel caso di fibre naturali)

Emissione in aria di VOC (nel caso di fibre plastiche)

Emissioni in aria di solventi (come la formaldeide**, ecc..)

Emissione in aria di VOC

Emissione in acqua di sostanze a base di cromo

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Dall’analisi dei materiali si evince che oltre al basso consumo energetico per la sua lavorazione, il

legno è il prodotto di testa in fatto di scelta ecologica anche per i seguenti fattori non riscontrabili in

altri materiali quali:

• materia prima a basso livello di trasformazione e completa biodegradabilità;

• lavorazionedellegnononinquinante,omeglioconemissioniinquinantimoltoridotte;

• illegnoèunarisorsarinnovabile;

• bassicostidilavorazioneperlaproduzionedimateriaprimaquestoèdovutoalfatto

cheperlasuatrasformazioneinsemilavoratoènecessariaingenereunalimitata

quantitàdienergia;

• iprodottidiscartodellesemilavorazionipossonocostituiredifattounafonteenergetica

sufficiente a portare a termine la lavorazione primaria;

• ecocompatibilità:unsuoimpiegomassicciononnecessariamenteimpoverisceilpatri

monio boschivo ma può essere condotto correttamente attraverso politiche di

riforestazione.

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Page 21: Sidelsrl_percorsi tecnici – Il Legno

Inoltre a garantire la tutela di foreste e

boschi, sono stati creati organismi atti a

controllare il corretto taglio e utilizzo dei

legnami. Il marchio FSC ne è un esempio

pratico, questo infatti identifica i prodotti

contenenti legno proveniente da foreste

gestite in maniera corretta e responsabile

secondo rigorosi standard ambientali, so-

ciali ed economici. L’FSC è una ONG inter-

nazionale, indipendente e senza scopo di

lucro, che include tra i suoi membri gruppi ambientalisti e sociali, comunità indigene, proprietari

forestali, industrie che lavorano e commerciano il legno, scienziati e tecnici che operano insieme

per migliorare la gestione delle foreste in tutto il mondo. Il gruppo FSC-Italia opera in armonia con

gli obiettivi e la missione del Forest Stewardship Council*** internazionale.

Grazie a studi effettuati proprio dal gruppo FSC, è

scaturito che la CO2 prodotto per la trasformazione

in elementi utilizzabili è di poco maggiore di quella

assorbita e immagazzinata durante il ciclo di vita

dell’albero, ne consegue che più legno viene im-

piegato (in edilizia, in arredo, ecc…) più CO2 vie-

ne stoccata e sottratta all’atmosfera. Se a questo

aggiungiamo che per la produzione di elementi in

legno a marchio FSC non vengono utilizzati legni

provenienti da foreste vergini è facile comprendere

come si inneschi un sistema come quello indicato

in figura

Realizzazione

di boschi

Uso del legno

Sottrazione

di CO2 nel ciclo

di vita della

pianta

Aria pulita

=

Benessere per

gli esseri viventi

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Utilizzo del legno per la costruzione di serramenti

L’uomo utilizza da secoli il legno come materia-

le da costruzione e abbiamo anche visto in che

modo, ma è anche da sempre che realizza serra-

menti per le proprie case utilizzando appunto il

legno. Questo non solo perché per anni è stato

il materiale, e lo è tutt’oggi, per eccellenza più

facilmente reperibile, ma soprattutto per le sue

caratteristiche di: isolamento acustico, isolamen-

to termico, per la sua facile riparazione in caso

di rottura, per la possibilità di ripristinarlo anche

dopo anni di utilizzo, per la sua bellezza estetica,

insomma il legno è sempre stato scelto per le sue

proprietà tecniche e per la sensazione di “benes-

sere” che ci trasmette.

Il fatto che la meta delle nostre passeggiate

rilassanti sia il parco, non e una casualità. Il legno

assicura un microclima favorevole, assorbendo

l’eccesso di umidità dagli interni e “restituendolo”

al momento del bisogno.

Le finestre in legno garantiscono maggiore elastici-

tà e più possibilità di arredamento. Questo con-

cetto è facilmente riscontrabile, basti pensare che

le forme irregolari o poco comuni (come archi e

trapezi) sono realizzate più frequentemente in le-

gno, poiché questo materiale garantisce una mag-

giore rigidità della costruzione, ma anche quando

parliamo di grandi dimensioni, le finestre in legno,

sono le prime ad essere prese in considerazione,

gli unici limiti imposti sono dalla disponibilità dei

vetri (oggi si parla esclusivamente di vetrocamere)

e dalla resistenza della ferramenta reperibile sul

mercato.

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Inoltre, occorre ricordare che la finestra e un pro-

dotto destinato a funzionare per decenni. L’infisso in

legno può essere riverniciato più volte, per adattarlo

ai colori degli interni e della facciata, può essere ri-

portato a nuova vita, se è stato trascurato per anni,

può essere modificato ed aggiornato alle nuove tec-

nologie (inserimento di vetri di maggiore spessore,

ferramenta di nuova concezione), tutto ciò e impos-

sibile nel caso delle finestre realizzate in metallo,

alluminio o in PVC. Inoltre, in caso di piccoli dan-

neggiamenti e graffi, il telaio e/o l’anta in legno pos-

sono essere riparate in modo facile ed economico,

mentre l’infisso in plastica, una volta danneggiato,

può essere soltanto sostituito.

Ed ecco forse perché associamo al legno il concet-

to di durabilità nel tempo, un serramento realizzato

in legno, da sempre, è stato concepito e realizzato

per avere una durata minima di 30/40 anni (la mag-

gior parte delle sostituzioni di serramenti in legno

oggi, riguardano finestre prodotte negli anni 70 e

80) mentre prodotti in plastica sono concepiti per

avere un tempo limitato vuoi per la facilità in cui il

materiale deperisce vuoi per il concetto attuale di

sostituire e non di riparare!

“per la produzione di prodotti in legno il consumo energe-

tico è pari a 190 Kwh/mc contro gli 85.000 kwh/mc per la

lavorazione dell’alluminio”

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In commercio esistono infissi in alluminio, ferro e

pvc nella colorazione “effetto legno” e non vicever-

sa come mai?

Semplicemente perché il legno ad oggi è è il

materiale da cui si tra esperienza e ispirazione

anche nel campo dei serramenti, è comunemente

apprezzato praticamente ovunque, l’unica pecca

di cui ha sofferto per anni è la sua cura e ma-

nutenzione. Oggi fortunatamente le cose sono

ben diverse rispetto a qualche decennio fa,con

le ultime vernici all’acqua si è finalmente risolto

il problema della temutissima manutenzione ed

eliminato anche quello sgradevole effetto estetico

delle screpolature e sbucciature che si verificava-

no nei serramenti trattati con vernici sintetiche.

Per i serramenti in legno verniciati con gli attuali

cicli all’acqua è oramai sufficiente una regolare e

minima cura ordinaria per il mantenimento dello

splendore della verniciatura, utilizzando prodotti

idonei (Sidel li consegna gratis con le finestre),

possiamo conservare intatta la bellezza del serra-

mento ogni volta che puliamo il nostro infisso. Il

prodotto infatti è di semplice utilizzo e applicabile

tutte le volte che vogliamo utilizzando semplice-

mente un panno (meglio se in microfibra).

In conclusione possiamo affermare che il serra-

mento in legno partecipa attivamente al benessere

abitativo nelle nostre case non solo isolandoci dal

freddo e dal caldo ma anche donando alla nostra

abitazione un valore aggiunto, quella sensazione

di isolamento dal mondo esterno e di protezione

che solo il legno sa donare e non dimentichiamoci

che ad oggi rimane il materiale più imitato. Esisto-

no infissi in ferro, alluminio e PVC in effetto legno

e non il contrario, come mai?

Percorsi tecnici: il legno

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Page 25: Sidelsrl_percorsi tecnici – Il Legno

Riutilizzo di scarti di legno: combustibile ecologico

Alcune tipologie di scarti dell’industria del legno (segatura, polveri) vengono utilizzate per produr-

re un combustibile alternativo ecologico detto “pellet di legno”.

Questo combustibile si distingue per la bassa umidità (inferiore al 12%), per la sua elevata den-

sità e per la regolarità . I pellets sono prodotti con la polvere ottenuta dalla sfibratura dei residui

legnosi (scarti di produzione, legno vecchio, legno riciclato, ecc…) la quale viene pressata da

apposite macchine in cilindretti che possono avere diverse lunghezze e spessori, proprio questa

compattezza e la

maneggevolezza danno a questa tipologia

di combustibile un alto potere calorificio

(+/- 4.000-4.500 kcal/kg) utilizzabile in

stufe e/o camini predisposti. Con residui e

polveri più grossolane vengono prodotte le

“briquettes”, tronchetti di segatura pressa-

ta, in genere di lunghezza di 30 cm, i quali

sono utilizzabili anche nei normali camini

e/o impianti che utilizzano i normali cioc-

chi di legno. In ogni caso la realizzazione

dei pellets e dei briquettes non richiedono

l’utilizzo di alcun tipo di collante, poiché la

compattazione avviene fisicamente e con

l’alta temperatura generata nel processo di

formazione.

Percorsi tecnici: il legno

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Page 26: Sidelsrl_percorsi tecnici – Il Legno

In conclusione, analizzando sotto tutti gli aspet-

ti, il materiale “legno” risulta essere quello che

più si adatta alle esigenze di ogni tipo, abbiamo

visto come si forma, da dove proviene e quali

sono le tipologie in commercio ma ciò che ne

scaturisce e che comunque lo si utilizza in ambi-

to domestico, industriale e civile e/o come fonte

di riscaldamento i benefici che ne traiamo sono

molteplici, basti pensare al risparmio energeti-

co che ne ricaviamo (case ecologiche, combu-

stibile non fossile e facilmente reperibile), dalle

sensazioni che proviamo camminandoci sopra

o utilizzandolo, dalla sensazione di benessere

che si prova in presenza di materiali e manufatti

realizzati in legno, insomma utilizzare materiali

naturali come il legno fa bene a noi e fa bene

alla natura.

“Se oggi un inventore volesse inventare un materiale che :

sia leggero, resistente, elastico, che abbia un aspetto e un odore pia-

cevole che si possa usare per innumerevoli applicazioni e siano utiliz-

zabili anche i suoi scarti che sia sostenibile e si possa produrre a costo

zero che migliori il suo aspetto con il passare del tempo che duri molto

più di altri materiali e contribuisca alla riduzione di CO2 che sia molto

facile da lavorare e resista al fuoco più dell’acciaio pur essendo com-

bustibile.......

certamente inventerebbe il legno !”

“anonimo”

Percorsi tecnici: il legno

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