Sicurezza strutturale

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PROGETTAZIONE STRUTTURALE  Il concetto di sicur ezza applicato alle st rutture antisismiche e storia delle normative in Italia Dott. Ing. Giuseppe Brando  [email protected]

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Sicurezza strutturale norme e tecniche costruttive vigenti

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  • PROGETTAZIONE STRUTTURALE

    Il concetto di sicurezza applicato alle strutture antisismiche e storia delle normative in Italia

    Dott. Ing. Giuseppe [email protected]

  • Impostazione del modulo

    Evoluzione storica del concetto di sicurezza strutturale: daimetodi empirici ai metodi probabilistici

    Storia della normativa in Italia

    Normative per edifici in zona sismica

    Sulluso di diversi materiali in zona sismica

    Comportamento lineare e non lineare delle strutture in zonasismica

    Progettazione sismica basata sulle risorse dissipative dellastruttura

    Definizioni preliminari sul concetto di sicurezza

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    Storia della normativa in Italia

    Normative per edifici in zona sismica

    Sulluso di diversi materiali in zona sismica

    Comportamento lineare e non lineare delle strutture in zonasismica

    Progettazione sismica basata sulle risorse dissipative dellastruttura

    Definizioni preliminari sul concetto di sicurezza

  • Una considerazione preliminare sul concetto disicurezzaUna struttura, come qualsiasi altra opera ingegneristica, nonpu mai essere ritenuta totalmente sicuraEventi inaspettati, che per tale ragione non sono contemplati dai codicinormativi o che lo sono solo parzialmente, possono sempre accadere!!!

    Forti terremoti in zone che non hanno dimostratostoricamente uneccessiva sismicit;

    Azioni di eccezionale gravit (Nevicate, trombe daria, etc.)

    Azioni terroristiche (esplosioni, incendi, etc.)

    etc

    Il vero obiettivo di un progettista non deve essere quello diprogettare opere sicure, bens opere in grado di garantire ungrado di sicurezza accettabile

    Inoltre, pi sicura una struttura, pi alto sar il suo costo

  • Sicurezza accettabile??? Quanto accettabile???Il grado di sicurezza da garantire necessariamente dipendeda innumerevoli fattori1. Importanza dellopera

    2. Conseguenze (da quantificare): quanto una comunit disposta aperdere?

    3. Vita utile dell opera: sarebbe fortemente antieconomico e nongiustificabile garantire la sicurezza di una costruzione rispetto ad eventicaratterizzati da periodi di ritorno medi molto pi alti della vita utiledellopera stessa

    4. Etc..

    In definitiva, deve esistere un livello di sicurezza minimoimposto dai codici normativi. Questo pu essere ancheaumentato in base a ragioni che il progettista puindividuare con il committente.

  • Il pi classico esempio di struttura non sicura

    La domanda : qual il livello minimo di sicurezza che uncompratore dauto disposto ad avere sapendo che pi alto la sicurezza che il mezzo pu offrire pi alto sar il costo diquellautomobile?

  • Il pi classico esempio di struttura non sicura

    Oppure, qual il livello di sicurezza che un gestore diunopera stradale deve garantire sapendo che pi alto sar illivello di sicurezza pi alto sar il costo di costruzione e digestione di quel opera?

  • Il concetto di sicurezzaParlare di sicurezza di unopera significa sostanzialmenteparlare della sua capacit (C) a far fronte ad una domanda(D).

    In altre parole, garantire la sicurezza dellopera significagarantire la seguente relazione

    C>D

    Come gi detto, esister sempre una domanda D che potrsuperare la capacit C della struttura. La struttura sicura inmaniera assoluta non esiste.

    Esiste piuttosto una probabilit che durante la vita dellastruttura la relazione di cui sopra sia o meno verificata.Questa probabilit deve essere, da un lato, tenuta bassa edallaltro deve essere sostenibile

  • Sostenibilit del concetto di sicurezzaA questo punto una domanda:

    UN EDIFICIO CHE SI DANNEGGIATO ASEGUITO DI UN EVENTO SISMICO HADIMOSTRATO DI ESSERE SICURO O NO?

    Risposta:

    DIPENDE:Dal tipo di domanda (periodi di ritorno);

    Dal tipo di danno provocato (sulle opere strutturali, non strutturali, sugliimpianti, etc);

    In generale, dal tipo di prestazione prevista per quelledificio sotto lazione diquella domanda. Ci dipende anche dalla funzione che quelledificio erachiamato a svolgere

  • STATI LIMITENei confronti delle azioni sismiche gli stati limite, sia di esercizio che ultimi,sono individuati riferendosi alle prestazioni della costruzione nel suocomplesso, includendo gli elementi strutturali,quelli non strutturali e gliimpianti.Gli stati limite di esercizio sono:- Stato Limite di Operativit (SLO): a seguito del terremoto la costruzione nel suo complesso,includendo gli elementi strutturali, quelli non strutturali, le apparecchiature rilevanti alla suafunzione, non deve subire danni ed interruzioni d'uso significativi;- Stato Limite di Danno (SLD): a seguito del terremoto la costruzione nel suo complesso,includendo gli elementi strutturali, quelli non strutturali, le apparecchiature rilevanti alla suafunzione, subisce danni tali da non mettere a rischio gli utenti e da non comprometteresignificativamente la capacit di resistenza e di rigidezza nei confronti delle azioni verticali edorizzontali, mantenendosi immediatamente utilizzabile pur nellinterruzione duso di parte delleapparecchiature.Gli stati limite ultimi sono:- Stato Limite di salvaguardia della Vita (SLV): a seguito del terremoto la costruzione subiscerotture e crolli dei componenti non strutturali ed impiantistici e significativi danni dei componentistrutturali cui si associa una perdita significativa di rigidezza nei confronti delle azioni orizzontali;la costruzione conserva invece una parte della resistenza e rigidezza per azioni verticali e unmargine di sicurezza nei confronti del collasso per azioni sismiche orizzontali;- Stato Limite di prevenzione del Collasso (SLC): a seguito del terremoto la costruzione subiscegravi rotture e crolli dei componenti non strutturali ed impiantistici e danni molto gravi deicomponenti strutturali; la costruzione conserva ancora un margine di sicurezza per azioni verticalied un esiguo margine di sicurezza nei confronti del collasso per azioni orizzontali.

    EVOLUZIONE NORMATIVA

  • OLTRE LO STATO LIMITE DI COLLASSO

  • STATO LIMITE DI SALVAGUARDIA DELLA VITA

  • STATO LIMITE DI DANNO

  • Dal concetto di sicurezza a quello di rischioLapproccio corretto al concetto di sicurezza dunque di tipoprobabilistico.

    I pi moderni dispositivi normativi, a livello nazionale edinternazionale, affrontano il tema della sicurezza su basiprobabilistiche.

    Se la domanda D (Pericolosit, P) e la capacit C(Vulnerabilit, V) di una o pi opere, trattate in formaprobalistica, vengono combinate con le conseguenze(Esposizione, E), ossia con le perdite che una violazione dellasicurezza pu probabilmente provocare, si arriva a quello che ormai noto come concetto di rischio (R).

    In forma molto approssimata pu scriversi:R=

  • RISCHIO SISMICO!!!!

    Dal concetto di sicurezza a quello di rischio

  • Dal concetto di sicurezza a quello di rischio

    El Salvador earthquake (2001, M=7.6)

    volume: 300.000 - 500.000 m3 damages: about 1 billion of US $ 4962 collapsed houses 16.148 damaged houses 87 damaged churches more then 500 dead

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  • Evoluzione storica del concetto di sicurezzaIl problema del quanto (quale livello di sicurezza?) e delcome (come conseguirlo?) da sempre ha interessato le pidisparate discipline ingegneristiche, architettoniche e, nonultime, forensi. Ci perch il tema della sicurezza connessointrinsecamente alle seguenti problematiche:Salvaguardia della vita umana;

    Ripartizione delle responsabilit (sia civili che penali) di eventualidanneggiamenti o crolli

    Possibilit che un edificio possa offrire differenziati gradi di performance perdiversi livelli di domanda strutturale (Stati Limite)

    Tuttavia, gli approcci adottati rispetto al problema della sicurezzasono stati molto diversi nel tempo. Anche in ragione delleevoluzione delle conoscenze. Si passati dai manuali del buoncostruire alle pi moderne tecniche di valutazione (probabilistica)basate su metodologie di analisi e di modellazione avanzate,

  • Evoluzione storica del concetto di sicurezzaIl primo approccio al tema della sicurezza ha risvolti penali etrova luogo nel Codice di Hamurabi

    Stesura definitiva: 1750 a.c.(su stele in diorite)

    Lassenza di sicurezza non era intimamentecollegata alla sola presenza di crolli o diimpraticabilit, ma si riteneva la struttura malprogettata o mal costruita anche in presenza dipiccoli dissestiche rendevano lopera noncorrispondente a quanto inizialmente pattuito conil committente

    Pena commisurata allentit del danno provocato (occhio per occhio, dente perdente): (i) Pena di morte al costruttore che provocava la morte di altre persone;(ii) Se moriva il figlio del padrone, allora il figlio del costruttore doveva essereucciso; (iii) Se moriva uno schiavo del padrone, allora il costruttore aveva ildovere di dargli uno schiavo, etc. etc

  • Evoluzione storica del concetto di sicurezzaLa conoscenza del complesso costruttivo e delle propriet deimateriali impiegati nelle costruzioni portarono adunevoluzione del concetto di sicurezza: ci si rese conto comeil degrado dei materiali riduceva drasticamente nei decennila capacit portante dellopera

    In altre parole, ci si rese conto che era necessario introdurrequello che oggi chiamata vita di servizio dellopera Vn o,coerentemente alle nuove norme tecniche attualmente invigore in Italia, vita nominale

  • Evoluzione storica del concetto di sicurezzaLa prima volta che il concetto di vita nominale dellopera fupreso in considerazione risale alla stesura del codiceNapoleonico

    Fu il primo codice ad individuare un certo periododi tempo (circa 10 anni) nel quale la responsabilitdei crolli e dei dissesti era da ricondurredirettamente al costruttore e/o al progettista .Dopo tale periodo diventava importante ilconcetto di manutenzione strutturale (oggi pi chemai tenuto presente dai pi importanti capitolatidappalto).La struttura e il livello di sicurezza da garantire peressa potevano per la prima volta essere inquadratiin unottica costi-benefici

  • Evoluzione storica del concetto di sicurezzaParallelamente ad una caratterizzazione di tipo legislativo, ilconcetto di sicurezza cominci ad essere inquadrato anche intermini scientifici. Ci grazie alla evoluzione delleconoscenze.

    I primi studi furono di tipo sperimentale, risalgono a primadel XIX secolo e furono portati avanti da figure illustri qualiGalileo Galilei (Rottura di una trave a flessione e taglio) eCoulomb

    Tuttavia, sino ad allora, causa la mancanza di strumentiadeguati, il concetto di sicurezza non era basato su calcoli e,soprattutto, non era trattato in termini previsionali. Sibadava piuttosto ad accertare che una struttura gi costruitasi dimostrasse sicura in maniera tale che in caso contrariopotessero essere inflitte le dovute pene.

  • Evoluzione storica del concetto di sicurezzaQuesto tipo di approccio non pu essere oggigiorno ritenutovalido per i seguenti motivi:

    Come gi detto, una struttura non pu essere ritenuta sicura in sensoassoluto, soprattutto per eventi che hanno periodi di ritorno molto pi altidella vita nominale VN

    Considerare la sicurezza strutturale solo a seguito di un crollo inaccettabile.Ci tiene in giusto conto solo parzialmente il valore della vita umana

    Matur la convinzione che la struttura di una costruzionedoveva essere prevista gi in fase di progettazione ed inunottica costi benefici

    Si svilupparono dunque i primi metodi di verifica, in base aiquali impostare il progetto strutturale.

  • Evoluzione storica del concetto di sicurezzaVerifiche di tipo deterministico (in voga in maniera quasi esclusiva fini agli anni

    70 e ancora oggi pi familiari ai progettisti)

    Riguardanti il materiale: Metodoalle tensioni ammissibili (definitonello spazio delle tensioni)

    Riguardanti lintera struttura:Calcolo a rottura (definito nellospazio dei carichi)

    Verifiche di tipo probabilistico o semi-probabilistico (imposti oggigiorno dalle normative pi avanzate)

    Riguardanti gli elementistrutturali: Verifica agli statilimite di una sezione

    Riguardanti lintera struttura:Metodi prestazionali

  • Evoluzione storica del concetto di sicurezzaVerifiche di tipo deterministico (in voga in maniera quasi esclusiva fini agli anni

    70 e ancora oggi pi familiari ai progettisti)

    Riguardanti il materiale: Metodoalle tensioni ammissibili

    Riguardanti lintera struttura:Calcolo a rottura (definito nellospazio dei carichi)

    F s

    s

    e

    susamm D

  • Evoluzione storica del concetto di sicurezzaVerifiche di tipo deterministico (in voga in maniera quasi esclusiva fini agli anni

    70 e ancora oggi pi familiari ai progettisti)

    Riguardanti il materiale: Metodoalle tensioni ammissibili

    Riguardanti lintera struttura:Calcolo a rottura (definito nellospazio dei carichi)

    F s

    s

    e

    susamm D

  • Evoluzione storica del concetto di sicurezzaPregi dei metodi deterministiciSono totalmente lineari e, quindi, di immediata interpretazione nei risultatiRisultano ormai consolidati nella pratica ingegneristicaDifetti dei metodi deterministicila verifica soltanto di tipo tensionale, mentre gi stato notato che lecause di disservizio strutturale sono di diverso tipo e non sempre associate acondizioni di natura resistiva;

    si limita il comportamento del materiale al solo campo lineare;non si possono calibrare i coefficienti di sicurezza in funzione del tipo diazione analizzata, anzi, tutte le cause di incertezza sono conglobate in ununico valore, che opera indifferentemente sia nei confronti delle azioni chedelle resistenze;

    i coefficienti di sicurezza non sono messi in relazione con la probabilit dirovina della struttura;

    Non tengono conto di tutte le aleatoriet insite nelle diverse grandezze chedefiniscono il problema strutturale (carichi, resistenze, geometrie, etc..)

    SI SONO AFFERMATI QUINDI METODI IN GRADO DI TENER CONTODELLE SUDDETTE ALEATORIET: METODI PROBABILISTICI

  • Evoluzione storica del concetto di sicurezzaMetodi probabilistici

    S=C

    S>C

    pS,C

    S

  • Evoluzione storica del concetto di sicurezza

    Probabilit da normativa:SLU: 10-5: 10-7SLE: 10-2: 10-3

  • Evoluzione storica del concetto di sicurezzaDai Metodi probabilistici ai metodi semi-probabilisticiLapplicazione dei metodi probabilistici non risulta di immediata applicazione.In ragione di ci le normative offrono metodi basati su considerazioni di tipoprobabilistico, la cui applicazione avviene alla stessa stregua dei metodideterministici. Sia la capacit che la domanda vengono espresse come funzionedi valori caratteristici da ottenere dalle funzioni di frequenza

    C>D R(fk, gM)>S(pk, qk,gF)

    Valore caratteristico delparametro di resistenza

    Fattore parziale (coefficiente di sicurezza)

    Valore caratteristicocarichi concentrati

    Valore caratteristicocarichi distribuiti

    Fattore parziale (coefficiente di sicurezza)

  • Evoluzione storica del concetto di sicurezzaValori caratteristici dei parametri di resistenza

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    Storia della normativa in Italia

    Normative per edifici in zona sismica

    Sulluso di diversi materiali in zona sismica

    Comportamento lineare e non lineare delle strutture in zonasismica

    Progettazione sismica basata sulle risorse dissipative dellastruttura

    Definizioni preliminari sul concetto di sicurezza

  • Quadro NormativoPrima dellOPCM e Norme TecnicheLeggi che definiscono i principi generali ed affidano al Ministero dei Lavori Pubblici ilcompito di emettere periodicamente decreti ministeriali contenenti indicazioni pispecifiche:

    Legge 5/11/71 n. 1086, Norme per la disciplina delle opere di conglomeratocementizio armato, normale e precompresso, ed a struttura metallica

    Legge 2/2/74 n. 64 Provvedimenti per le costruzioni con particolari prescrizioniper le zone sismiche

    A chiarimento del D.M. 9/1/96 stata emessa la:

    -Circolare ministeriale 15 Ottobre 1996 n. 252, Istruzioni per lapplicazione delle Norme Tecniche di cui al D.M. 9 gennaio 1996

    Gli ultimi decreti prima delle nuove norme tecniche emessi sulla base delle indicazioniDELLA LEGGE 1086 sono:

    - D.M. 14/2/92 Norme tecniche per lesecuzione delle opere in c.a. normale eprecompresso e per le strutture metalliche

    - D.M. 9/1/96, Norme tecniche per il calcolo, lesecuzione ed il collaudo delle strutture in c.a. normale e precompresso e per le strutture metalliche;

  • Quadro NormativoPrima dellOPCM e Norme TecnicheLeggi che definiscono i principi generali ed affidano al Ministero dei Lavori Pubblici ilcompito di emettere periodicamente decreti ministeriali contenenti indicazioni pispecifiche:

    Legge 5/11/71 n. 1086, Norme per la disciplina delle opere di conglomeratocementizio armato, normale e precompresso, ed a struttura metallica

    Legge 2/2/74 n. 64 Provvedimenti per le costruzioni con particolari prescrizioniper le zone sismiche

    A chiarimento del D.M. 9/1/96 stata emessa la:

    -Circolare ministeriale 15 Ottobre 1996 n. 252, Istruzioni per lapplicazione delle Norme Tecniche di cui al D.M. 9 gennaio 1996

    Gli ultimi decreti prima delle nuove norme tecniche emessi sulla base delle indicazioniDELLA LEGGE 1086 sono:

    - D.M. 14/2/92 Norme tecniche per lesecuzione delle opere in c.a. normale eprecompresso e per le strutture metalliche

    - D.M. 9/1/96, Norme tecniche per il calcolo, lesecuzione ed il collaudo delle strutture in c.a. normale e precompresso e per le strutture metalliche;

    INTR

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  • Quadro NormativoPrima dellOPCM e Norme Tecniche

    Sulla base delle indicazioni della LEGGE 64 stato emesso il seguente decreto:

    - D.M. 16/1/96 Norme tecniche relative ai criteri generali per la verifica di sicurezza delle costruzioni e dei carichi e sovraccarichi

    A chiarimento del D.M. 16/1/96 relativo ai carichi stata emessa la:

    - Circolare ministeriale 4 Luglio 1996 n. 156, Istruzioni per lapplicazione delle Norme tecniche di cui al D.M. 16 gennaio 1996

    Sulla base delle indicazioni della LEGGE 64 stato emesso anche il decreto:

    - D.M. 16/1/96, Norme tecniche per le costruzioni in zona sismica.

    A chiarimento del D.M. 16/1/96 relativo alla sismica stata emessa la: - Circolare ministeriale 10 Aprile 1997 n. 65, Istruzioni per lapplicazione delle Norme tecniche per le costruzioni in zona sismica di cui al D.M. 16 gennaio 1996 (non cogente)

  • Quadro NormativoDall OPCM alle Nuove Norme Tecniche

    NORME TECNICHE PER LE COSTRUZIONIDM 14/09/2005

    OPCM 3274/3316 EC8 Altre norme validate

    Prima del 2008

    Dopo il 2008Decreto Ministeriale, 14 gennaio 2008 - Approvazione delle nuove norme tecniche per le costruzioni (GU n. 29 del 4/2/2008 -Suppl. Ordinario n. 30)

    Circolare n. 617/2009- Istruzioni per l'applicazione delle Nuove Norme Tecniche di cui al DM del 14 gennaio 2008 (GU n. 47 del 26/2/2009 - Suppl. Ordinario n. 27)

  • Quadro NormativoDall OPCM alle Nuove Norme TecnicheLe Norme Tecniche per le Costruzioni (Testo Unico) hanno come obiettivolidentificazione dei livelli di sicurezza e le prestazioni delle costruzioni.

    La norma ha carattere PRESTAZIONALE: si lasciano numerose scelte alprogettista e committente, quali la VITA UTILE dellopera (50 o 100 anni)

    La scelta della vita utile condiziona notevolmente la scelta delle azioni diprogetto ed il periodo di ritorno di riferimento.

    Con le Norme Tecniche lOPCM 3274/3316 e lEC8 possono essere utilizzatecome Codici Normativi. Possono essere utilizzati anche altri codiciinternazionali.

    Le Norme sono essenzialmente di natura PROBABILISTICA, ma per le strutturedi CLASSE 1 (50 ANNI DI VITA UTILE) pu essere utilizzato il metodo alleTensioni Ammissibili

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    Storia della normativa in Italia

    Normative per edifici in zona sismica

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    Comportamento lineare e non lineare delle strutture in zonasismica

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  • I materiali secondo le Nuove Norme TecnicheI materiali trattati dalla nuova normativa sono:

    -Cemento armato (Cap. 4.1 per azioni non sismiche e 7.4 perazioni sismiche)

    -Acciaio(Cap. 4.2 per azioni non sismiche e 7.5 per azionisismiche )

    -Acciaio-Calcestruzzo per strutture composte (Cap. 4.3 perazioni non sismiche e 7.6 per azionisismiche)

    -Legno (4.4 per azioni non sismiche e 7.7 per azioni sismiche

    -Muratura (4.5 per azioni non sismiche e 7.8 per azionisismiche)

    -Materiali innovativi per dispositivi speciali (11.9)

  • Uso di diversi materiali in zona sismicaDal punto di vista sismico, la maggiore differenziazione deimateriali da ricondurre alla diversa duttilit che questi sonoin grado di fornire

    Una duttilit pi o meno grande significa una maggiore ominore capacit del materiale di avere escursioni in campoplastico e, quindi di dissipare energia se il meccanismoresistente per il quale ci avviene anche esso duttile

    Materiali duttili: -Acciaio (sempre, a meno di fenomeni di instabilit)-C.A. nuovo (a patto di rispettare le prescrizioni sui dettagli

    costruttivi ed evitare meccanismi resistenti fragili quali iltaglio)

    -Acciaio-C.A. nuovo (a patto di rispettare le prescrizioni suidettagli costruttivi ed evitare meccanismi resistentifragili quali il taglio)

    -Legno (per strutture aventi una grande capacit dissipativa;es: basati su pannelli chiodati)

  • Uso di diversi materiali in zona sismicaDuttilit di elementi in c.a..Si localizzano dunque le dissipazioni di energia per isteresi in zone a tal fine individuate e progettate,dette dissipative o critiche, effettuando il dimensionamento degli elementi non dissipativi nel rispettodel criterio di gerarchia delle resistenze; lindividuazione delle zone dissipative deve essere congruentecon lo schema strutturale adottato

    DEFINIZIONE ZONA CRITICA

    NODO INTERNO: rottura per interruzione diarmatura longitudinale, rottura per assenza di staffe,rottura per irregolarit degli elementi che concorronoNODO ESTERNO: tutti i problemi del nodo internosi amplificano; se non ben proporzionato, non capace di trasmettere le sollecitazioni interneNODO BASE COLONNA: sfilamento delle barre diarmatura, eccessiva compressione-flessione

    ZONE CRITICHE

    PILASTRO: instabilit delle barre longitudinalicompresse, rottura per taglio, crisi a pressoflessioneTRAVE: rottura a flessione e taglio (in prossimit dei nodi)

  • Uso di diversi materiali in zona sismica

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    Definizioni preliminari sul concetto di sicurezza

  • Comportamento lineare e non lineare delle struttureALTA E BASSA DUTTILIT In generale, le costruzioni soggette allazione sismica, non dotate di appositidispositivi dissipativi, devono essere progettate in accordo con i seguenticomportamenti strutturali:a) comportamento strutturale non-dissipativo;b) comportamento strutturale dissipativo.Nel comportamento strutturale non dissipativo, cui ci si riferisce quando si progettaper gli stati limite di esercizio, gli effetti combinati delle azioni sismiche e delle altreazioni sono calcolati, indipendentemente dalla tipologia strutturale adottata, senzatener conto delle non linearit di comportamento (di materiale e geometriche) senon rilevanti.Nel comportamento strutturale dissipativo, cui ci si riferisce quando si progetta pergli stati limite ultimi, gli effetti combinati delle azioni sismiche e delle altre azionisono calcolati, in funzione della tipologia strutturale adottata, tenendo conto dellenon linearit di comportamento (di materiale sempre, geometriche quando rilevantie comunque sempre quando precisato).NEL CASO DI COMPORTAMENTO STRUTTURALE DISSIPATIVO, SIHANNO DUE LIVELLI DI CAPACIT DISSIPATIVA O CLASSI DIDUTTILIT:CLASSE DI DUTTILIT ALTA (CD A)

    CLASSE DI DUTTILI BASSA (CD B)

    DIPENDE DALLENTIT DELLEPLASTICIZZAZIONI CHE SICONSIDERANO IN FASE DIPROGETTAZIONE

  • Comportamento lineare e non lineare delle struttureALTA E BASSA DUTTILIT In caso di strutture dissipative, si localizzano le dissipazioni di energia peristeresi in zone a tal fine individuate e progettate, dette dissipative ocritiche, effettuando il dimensionamento degli elementi non dissipativi nelrispetto del criterio di gerarchia delle resistenze.

    Tali fini possono ritenersi conseguiti innalzando la soglia di resistenza(sovraresistenza) delle possibili rotture caratterizzate da meccanismi fragili(locali, globali, etc). In questo modo, il comportamento strutturale governatodal meccanismo duttile, in quanto il fragile, ancora lontano dalla sua soglia diresistenza non si pu attivare SOVRARESISTENZA PER STRUTTURE CD A: 1.3

    SOVRARESISTENZA PER STRUTTURE CD B: 1.1

    N

    N

    ELEMENTO DUTTILEELEMENTO FRAGILE

    STRUTTURA NON DISSIPATIVA

    STRUTTURA DISSIPATIVAN

    N

  • FATTORE DI STRUTTURA E FERARCHIA DELLE RESISTENZE: UN ASSAGGIO!!!!

    OVVIAMENTE PER CLASSI DIDUTTILIT CD A, SI HANNOVALORI DI FATTORE DISTRUTTURA PI ALTI

    q1 q2

    q1>q2

    LO SPETTRO ELASTICO VIENE DUNQUE TRASFORMATO IN SPETTRO DI PROGETTO SD (T)

    PI ALTE SONO LE RISORSE PLASTICHE DELLA STRUTTURA, SIA A LIVELLOLOCALE CHE GLOBALE, PI ALTO IL FATTORE DI STRUTTURA (DUTTILIT)

    APPLICAZIONE CAPACITYDESIGN (MODULO 5)

    Comportamento lineare e non lineare delle strutture