SIAMO SEMPRE RAGAZZI! · gli annunaki aiuta-rono gli Assiri e gli Egizi nella costru-zione delle...
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S IAMO SEMPRE RAGAZZI !
Siamo sempre ragazzi, ma
in realtà troppo diverse!
Noi ci preoccupiamo dei
voti scolastici, della gara
sportiva, di cosa ci regale-
ranno alla prossima festi-
vità. Ebbene, ogni scusa è
buona per trovare un pro-
blema inesistente di cui
lamentarci. Mai una vol-
ta, però, che si pensa ai
nostri coetanei di Paesi
più poveri, i quali, nelle
vicissitudini quotidiane,
farebbero e avrebbero
fatto qualsiasi cosa per
una vita come la nostra.
Se provassimo a guardare
oltre, con prospettive più
ampie, il mondo che ci
circonda, ci accorgerem-
mo che, in fondo, siamo
tutti uguali, ma in realtà
davvero tanto diverse.
Senza andare molto lonta-
no e troppo indietro nel
tempo, avremmo modo di
scoprire avvenimenti
estranei a noi, che mai più
si pensa ci potranno coin-
volgere. Il “dramma del
Ruanda”, per esempio,
che vide come protagoni-
sti migliaia di vittime Hu-
tu e Tutsi, durante il quale
erano reclutati anche i più
giovani, come bambini
soldato. Milizie militari
del Ruanda, una delle zo-
ne più instabili dell’Afri-
ca, composte da guerrieri
Hutu, che decisero di lan-
IO E ME
Io prima andavo a scuola a Gozzano ,ma ero preso in giro perché ho una ma-
lattia di nome psoriasi.
Se andava avanti così sarei diventato una malattia vivente ,ero pieno dalla
testa ai piedi .
Poi ho cambiato scuola , sono venuto a Orta.
Qui mi trovo molto meglio , anche i compagni sono più simpatici.
I miei voti si sono alzati , ma ho qualche dubbio sulla mia promozione.
Vitali Lorenzo
ciare una guerra, con il sostegno dei Belgi, contro il governo Tutsi
di Kigali. Attentati, violenze, imboscate, questi gruppi rappre-
sentavano la minaccia più grave per la fragile stabilità del Paese.
Puntavano a prenderne il controllo, sfruttando miniere e risorse
del territorio, ma perdevano uomini e la vittoria si faceva sempre
più lontana. Servivano nuove leve, nuove braccia per lavorare,
nuove teste da traviare: i bambini soldato. Essi non potevano
scappare, dicevano loro che se lo avessero fatto avrebbero pagato
con la vita. Uccidevano, quindi, per
non morire. Ragazzi cresciuti troppo
in fretta, che, invece di giocare, sono
stati costretti a imbracciare un fucile,
un Kalashnikov, e a sparare. Rapiti
con la forza, presi con l’inganno, ma
anche nati semplicemente nel posto
sbagliato.
Ancora oggi, Congo e Ruanda sono i
Paesi dove è più grave il fenomeno
dell’addestramento militare, con
Sierra Leone e Costa d’Avorio.
E se fossimo stati noi in quelle condi-
zioni? Ecco, basta mettere da parte
l’orgoglio e l’egoismo, per acconten-
tarsi di quello che si ha, perché è già
molto.
Maria Strola
GIUGNO 2014
NUMERO II I
La mia più grande paura è
quella di non essere del
tutto preparato o di non aver
fatto del mio meglio;
questa paura la provo sia a
scuola che nella vita priva-
ta.
Sono cresciuto accompa-
gnato dall’ incertezza di
non essere all’ altezza delle
situazioni;l’ho provata so-
prattutto nello sport,quando
facevo sci nautico a livello
agonistico,ma fortunata-
mente quasi in tutte le situa-
zioni sono riuscito a supera-
re i miei dubbi e le mie pau-
re affrontandole.
Quando facevo sci nautico
dovevo gareggiare con ra-
gazzi più grande di me e
che facevano questo sport
da molto più tempo;avevo
paura di fare una brutta
figura,di sbagliare e quindi
di non riuscire a finire il
mio programma e per questi
motivi ad ogni gara ero
sempre molto teso. Ho però
capito che ,con impe-
gno,costanza,buona volontà
e dedizione, tutti i miei
dubbi potevano essere af-
frontati e superati. Infatti,
solo impegnandomi a fon-
do e mettendoci tutta la mia
buona volontà e la mia for-
za, sono riuscito a dominare
l’ ansia che provavo ad ini-
zio gara e ad ottenere bellis-
simi risultati. In poco tempo
la differenza di età e di
esperienza non era più cosi
evidente e sono riuscito ad
essere il campione italiano
per 2 anni di seguito e ad
essere convocato agli euro-
pei a soli 9 anni e a parteci-
pare come il più giovane d’
Europa.
Anche a scuola provo le
stesse paure: di non essere
pronto per una lezione, di
non aver studiato, ma quella
paura non mi lascia star
tranquillo. Quando prendo
un bel voto sono felice,
capisco che il mio impegno
è stato capito ed apprezzato
dal mio professore ed è
proprio una bella soddisfa-
zione !
Crescere vuol dire affronta-
re le proprie paure e sicura-
mente io sto crescendo!
Giorgio Zenoni
LA MIA PAURA
te quindici specie
diverse di ufo-
alieni.
Si dice che siano
alti 2,50 metri. So-
no esseri che agi-
scono nell’ oscurità.
La specie più cono-
sciuta è quella con
la testa ovale, sono
grigi e magri.
Il chupacabra , av-
vistato in America,
è magro, senza pelo
e alto come un do-
berman, è a quattro
zampe ,corre a 70
km all’ora. All’ ini-
zio si credeva fos-
sero lupi con la ro-
gna . Si dice che
gli annunaki aiuta-
rono gli Assiri e gli
Egizi nella costru-
zione delle ziggurat
e delle piramidi,
sollevando gli enor-
mi massi con la loro
navicelle.
In realtà tutto que-
sto non è logica-
mente certo. Tra le
tante leggende lega-
te agli alieni , mi
piace ricordarvi
questa che parla di
un’ invasione aliena
in USA ,avvenuta il
25 aprile 2014.
Lorenzo Vitali
GLI ALIENI
Gli alieni sono es-
seri viventi derivan-
ti da altri pianeti. Si
dice che abbiano
una
tecnologia superio-
re alla nostra, per-
ché esistevano pri-
ma di noi.
Vengono traspor-
tati da navicelle
spaziali che si li-
brano in volo e
sfrecciano alla
velocità della lu-
ce.
Gira voce che in
America, in una
vecchia centrale
militare, la quale ha
10 piani sotterra-
nei , si sono stabili-
“Crescere vuol
dire affrontare
le proprie
paure e
sicuramente io
sto
crescendo!”
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“Si dice che siano alti 2,50 metri. Sono esseri che agi-scono nell’oscurità”
“Anche a scuola pro-vavo le stesse paure”
Giovedì 10 aprile, è venuta
a trovarci, a scuola, una
signora non vedente di no-
me Lea, per farci scoprire
com’è speciale la sua vita.
Ci ha mostrato alcuni stru-
menti che utilizza, quotidia-
namente, per svolgere le sue
principali attività: innanzi-
tutto il bastoncino bianco
telescopico con cui si muo-
ve in autonomia e che la
aiuta ad orientarsi; un altro
apparecchio che riconosce i
colori, riproducendone il
nome ad alta voce e, le per-
mette di vestirsi abbinando
le giuste tonalità; il cellula-
re dotato di sintesi vocale
per comunicare con tutti e
la tavoletta con il punteruo-
lo per scrivere comodamen-
te.
Essendo un’insegnante in
pensione, ci ha raccontato la
sua lunga esperienza a
scuola, tra gioie e difficoltà,
vari episodi di vita scolasti-
ca con i suoi alunni e anche
le sue avventure con il cane
-guida, “un supporto” ne-
cessario e affettuoso che
l’ha condotta lungo i suoi
numerosi viaggi.
Alla fine ha donato ad
ognuno di noi un alfabeto
Braille per comprenderne la
sua struttura e per allenarci
a scrivere con un nuovo
sistema … ma anche un
messaggio personalizzato
da decifrare. Quanto impe-
gno abbiamo dovuto metter-
ci, ma ce l’abbiamo fatta!
E’stata un’esperienza entu-
siasmante!!! Speriamo torni
presto a trovarci!!!
Gli alunni della classe quar-
ta
fatto nuove conoscen-
ze. Ora ci attende una
nuova avventura: la
scuola media!! Tutti
speriamo che gli
anni che passeremo
saranno emozionanti
come questi. Avremo
nuovi compagni, nuo-
vi professori ma
soprattutto nuove ma-
terie: tecnica, france-
se, epica ecc…
Per noi ragazzi
della classe V
questi cinque anni
alla scuola prima-
ria, sono stati mol-
to
istruttivi ma anche
molto divertenti.
Ci sono stati mo-
menti belli e brut-
ti, abbiamo scher-
zato e abbiamo
Tutti non vediamo l’
ora di partire di per
questa nuovo viaggio.
Costanza, Tomas, Gia-
como, Anna, Ali-
ce,Davide
ALLA SCOPERTA DEL BRAILLE!
L’ ULTIMO ANNO
UNA GIORNATA SPECIALE “Il loro viso, poi
si è oscurato
quando hanno
raccontato che
alla nascita
vedeva solo delle
ombre e quando,
a sette anni, le è
morta la madre è
andata in
collegio.”
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NUMERO I II
Didascalia dell'im-magine o della foto-grafia
“Tutti non vediamo l’ora di partire per questo nuovo viag-gio”
L’indomani della visita di nonna Lea, le maestre hanno chiesto ai bambini cosa fosse rimasto
maggiormente
impresso in loro ed alcuni hanno risposto così:
-Lei ha un bastone ma non è proprio un bastone dei rami degli alberi , è come un sacco di
calamite attaccate fra loro.
-Quando è arrivata a scuola ci ha salutati tutti, anche se non ci vedeva.
-Lei non vede e per questo cerca di immaginare tutto ciò che sente.
- Ci ha fatto vedere i disegni in Braille perché voleva farci sentire e capire come lei.
- Ci ha fatti divertire con alcuni giochi e ha raccontato anche delle barzellette !!!
Il loro viso, poi si è oscurato quando hanno raccontato che alla nascita vedeva solo delle om-
bre e quando, a sette anni, le è morta la madre è andata in collegio.
Infine ognuno era felice e sorpreso per le frasi che nonna Lea aveva scritto per loro….Ognuna
diversa dall’ altra e tutte molto belle!!!
Alunni delle classi II e III
Dal 21 al 23 maggio,
noi delle classi III
di Armeno e Orta San
Giulio, abbiamo effet-
tuato una gita d'i-
struzione nelle Marche
e nell'Emilia Romagna
meridionale, visitando
le cittadine di Cese-
na, Rimini, Urbino,
Urbania e San Leo.
Siamo stati accompa-
gnati da quattro pro-
fessori la prof.ssa
G a i a r d e l l i , l a
prof.ssa Sasanelli, la
prof.ssa Oioli e il
professor Molinari.
Una volta partiti da
Miasino sul nostro
pullman, siamo giunti
in un autogrill nei
pressi di Bologna, in-
torno alle 8.30 del
mattino. Dopo una bre-
ve corsa in bagno, ci
siamo nuovamente sedu-
ti sui sedili blu
dell'automezzo. Il
viaggio è stato bre-
ve,infatti, in un bat-
tibaleno stavamo già
camminando per le
strade calde e profu-
mate di Cesena. Qui
abbiamo avuto modo di
visitare la prima bi-
blioteca civica d'Ita-
lia e d'Europa, l'unica
giunta fino a noi perfet-tamente conservata
nell'edificio, negli arredi e nella dotazione libra-
ria. Il pasto l'abbiamo
consumato rapidamente:
il tempo passava veloce e Rimini, le sue chiese e i venditori ambulanti
ci aspettavano. Ma anche lì del mare non c'era traccia. Nella chiesa
che abbiamo visitato era visibile sia lo stile gotico,con gli archi a
sesto acuto e le colonne decorate, sia lo stile romanico, con gli archi
a tutto sesto, a coronare le pareti uno splendido affresco di Piero del-
la Francesca e una croce dipinta di Giotto. Qui, misteriosamente, la mia
macchina fotografica ha smesso di funzionare, tra tante mie imprecazio-
ni. Con i piedi doloranti e la faccia accaldata, siamo partiti alla vol-
ta di Pesaro, luogo di pernottamento per i tre giorni di gita. Di corsa!
Su per le scale! Per accaparrarsi il letto migliore! Ma quelle vali-
gie... Alla fine ho preso un letto singolo, vicino al bagno e all'usci-
ta, c'è qualcosa di meglio? Il tempo di lavarsi, sistemare i bagagli,
separare il letto matrimoniale, guardare fuori dal balcone e salutare i
vicini di stanza, che dovevamo già scendere per passeggiare, sì!, ave-
te capito bene, passeggiare su due gambe che chiedevano solo di sedersi
sotto ad un tavolo e mangiare pasta al ragù, patate e panna cotta. Il
mare però era splendido, profumato, mosso dal vento, con le onde che
parevano sbuffare contro gli scogli umidi, dal viso scuro. Finalmente di
ritorno, dopo aver visto una villa borghese in stile liberty, abbiamo
cenato (quasi mi hanno dovuto trascinare per le scale perché non mi
reggevo in piedi dalla fame).Erano le 8.00 di sera. Con lo stomaco pieno
e di nuovo in forze, siamo corsi in camera a lavarci i denti, con l'al-
larme dell'orologio puntato sulle 21.30, l'orario di ritrovo per l'usci-
ta post-cena. La piazza di Pesaro illuminata, con la fontana zampillante
e il profumo dolce e intenso di crêpes ti tentava al palato. 23.45:
rientro in hotel Caesar. Ma voi, quando siete stanchi, non vi viene una
ridarella incontrollabile senza motivo? Beh, fatto sta che alle 4.00 di
mattina ero ancora sveglia e alle 5.00 ero in piedi per il mal di schie-
na a guardare l'orologio, poi le compagne di stanza che dormivano, poi
ancora l'orologio... 6.00: ecco la sveglia! Tutti giù a fare colazione!
Ma chi è il genio che mette a disposizione delle tazzine minuscole per
bere il latte? Me la sono dovuta riempire una decina di volte! Dopo
un'abbondante colazione a base di torta, cornetti e biscotti, velocemen-
te siamo saliti per preparare gli zaini alla volta della splendida Urbi-
no. Nella cittadina rinascimentale, abbiamo visitato il palazzo ducale e
i suoi sotterranei bui e misteriosi. Non parlo del mio male ai piedi e
della mia lotta disperata alla ricerca di un posto dove sedermi. Una
volta finito il giro turistico, abbiamo comprato qualche souvenir e man-
giato un trancio di pizza. Di Urbino mi hanno molto colpito le strade
ripide, strette e cariche di storia. Non trovate che a fine pranzo l'i-
deale è un riposino con vista città, in un punto accarezzato da un
lieve venticello? Bene! Da qui si poteva ammirare Urbino nella sua com-
pletezza, con le mura di mattoni rossi e i turisti che vagavano tra le
vie riparate dal vento. Dopo essere saliti sul pullman, abbiamo raggiun-
to Urbania per visitare la chiesa dei morti, dove sono custoditi degli
scheletri del 1500, conservati grazie alla presenza di muffe particolari
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Eccolo lì! È lui. È il mare, con le sue onde. Le
onde che si infrangono sugli scogli. Oggi il mare
è un po’ mosso.
Entro!
Sono dentro, non c’ è nessuno; siamo soli, io e
lui, io e il mare.
Non sono a disagio; è il mio ambiente; sono tran-
quilla. Anche se è mosso prendo maschera e boc-
caglio.
Mi immergo, vedo tutto!
I coralli, i pesci. Non scappano.
Sto entrando!
Sto entrando nel suo
mondo e sto uscendo
dalla realtà.
Scompaiono tutti i pro-
blemi, sono tranquilla,
sto bene.
Esco un attimo, è il
tramonto.
L’ acqua è tranquilla,
mi accarezza.
Si sentono tutti quei
profumi, i profumi di
tutti i sali minerali del
mare.
Torno nella realtà. È
tardi! A domani.
Clara Nani
Io sono un arcobaleno che brilla nel
cielo, io vivo la vita con un sorriso sere-no. Quando vado con la tavola mi sento in una favola, mi godo Orta d'estate piena di feli-
cità, poi i turisti tornano in città. Alice Bruno
Io sono l'attesa di un ragazzo,
che aspetta il sole per correre come un raz-
zo,
sotto un cielo sereno,
attraversato da un arcobaleno.
Così allontano la stanchezza,
che mi addormenta sotto un velo di tristez-
za.
Leonardo Sacchi
UN MARE DI PAROLE
IO SONO
che vola veloce.
Le nuvole corrono
sotto la curva del
mondo, sparendo,
si chiamano, si
intrecciano con
un suono feroce.
TOC, TOC fa la
pioggia che cade, lacrime dalle nubi
scure.
Alzo gli occhi, la
gioia mi invade,
lame di luce
spuntano dalle nu-
vole impure.
Passa, va, non si
ferma a guardare,
il suo TIC, TAC ti
entra nel cuore,
ti vede nascere,
amare, morire.
Tutto, al suo co-spetto, perde va-
lore.
Giulia Luciani
IL TEMPO
Il vento che mi
scompiglia i capel-
li, il sole che mi tre-
ma sulla pelle,
il canto soave de-
gli uccelli,
la neve dei pioppi
che danza tra le stelle,
la voce del bosco
che si piega riden-
do,
la luce del sole
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NUMERO I II
Io sono quasi adolescente
e vorrei essere un po’ più adolescente.
Io sono allegro come il sole
e adoro fare le capriole.
Io sono allegro con gli amici
e con loro adoro andare in bici.
Io sono anche pensieroso
e a volte anche un po’ ansioso.
Io sono preoccupato per la scuola
e mia madre per questo mi dice che sono un pistola.
Io sono diligente
e anche ubbidiente.
Io sono sportivo
e lotto fino all’arrivo.
Io sono un bravo ragazzino
e in campeggio adoro andare con il macchinino.
Giorgio Zenoni
un libretto che mostrava tutte le specie
che vivono in quel luogo.
A quel punto le classi si sono riunite per
andare a mangiare, ma poi nuovamente
separate per tornare all’edificio da cui
siamo partiti.
Ci hanno parlato dei cambiamenti clima-
tici e poi osservato al microscopio le
foglie del castagno dei bruchi. A quel
punto abbiamo cominciato ad essere
stanchi, finché ci siamo diretti al pull-
man per il rientro.
Il commento? È stata una gita fantasti-
ca!!!
Cristina Rachele
Gita a Cossogno
Vi racconto la gita di mer-
coledì 23 maggio.
Siamo partiti in mattinata
dal parcheggio di Orta con
un gigantesco pullman, ab-
biamo fatto poche ore di
viaggio, ma sono state delle
ore di grande tensione e di
agitazione.
Arrivati a Cossogno siamo
ripartiti subito per una fati-
cosa ma interessante passeg-
giata, che ci ha condotti al
margine del bosco; lì ci han-
no divisi per classe e ad
ognuna è stata assegnata una
guida. A noi è capitato un
uomo simpatico che ci ha
reso le attività interessanti.
La prima attività è stata di
osservazione; ci siamo divi-
si in gruppi per cercare
piante di nocciolo e casta-
gno e descriverne le caratte-
ristiche.
Il secondo momento ci ha
visti “cacciatori di farfalle”;
ne abbiamo catturate alcune
veramente belle dai colori
curiosi e ne abbiamo poi
scoperto il nome grazie ad
“A quel punto
abbiamo
cominciato ad
essere
stanchi,
finché ci
siamo diretti
al pullman
per il
rientro.”
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A CASTELL’ARQUATO
Venerdì 23 maggio , alle set-
te di mattina, siamo partiti
dal Piazzale Prarondo diretti
a Castell’Arquato.Le pesanti
ore di pullman sono state pre-
sto ricompensate dallo splen-
dido panorama offertoci dal
piccolo centro dall’alto del
suo colle. Ci siamo subito
avviati verso Piazza Matteot-
ti, dove si affaccia il Palazzo
del Podestà. Qui , seduti sui
gradini della romanica Colle-
giata, ci siamo concessi
uno spuntino. Dal piaz-
zale, nuovamente in-
cantati dal panorama
sulla valle dell’Ardo, ci
siamo spinti verso San-
to Spirito, lasciando a
difesa del borgo le alte
torri merlate della Roc-
ca viscontea. Siamo
poi ripartiti alla volta
di Grazzano Visconti,
un borgo medioevale
immaginato nei primi
anni del ‘900.
Qui,divisi in due grup-
pi, fanti e solda-
ti,capitanati da Hassan
e Orlando, abbiamo
dato il via alla batta-
glia, in abiti d’epoca.
Al termine di questa
ricostruzione, purtrop-
po, siamo dovuti rien-
trare. È stata una gita
scolastica entusiasman-
te e avventurosa!
Leonardo Sacchi
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A CASTELL’ARQUATO
mile; ma fu proprio
così!
L’Apollo america-
na inseguì la Soyuz
russa, sul portello
della quale, dopo il
perfetto aggancio
delle due, Stafford
diede la cosiddetta
“stretta di mano
spaziale” a Lenov.
Da questo primo
entusiasmante epi-
sodio, fluisce una
serie di incontri si-
mili e, per questo, è
stata creata una sta-
zione internazionale,
nella quale le nazio-
ni collaborano in
modo pacifico.
Per noi, poter incon-
trare qualcuno fra le
stelle può essere un’
esperienza a dir po-
co emozionante e
particolare… chissà
cosa ne pensa chi ha
già avuto la possibi-
lità di provare !?
L’unica cosa certa è
che lassù non farà
molto caldo!!!
Céline Palmigiano
1975: incontro tra le stelle !
Il 17 luglio del
1975, ci fu lo straor-
dinario incontro nel-
lo spazio di Russi e
Americani, che, in
quel periodo, erano
ancora impegnati
nella Guerra Fredda.
In questa situazio-
ne, nessuno si sa-
rebbe mai aspettato
un avvenimento si-
“L’unica cosa certa è che lassù non farà molto caldo!!!”
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NUMERO I II
Didascalia dell'im-magine o della foto-grafia
31 gennaio 1979,
un aereo atterra
nell’aeroporto ira-
niano di Teheran, la
capitale , 31 gen-
naio 1979, il popolo
guarda verso la li-
bertà, 31 gennaio
1979, l’Ayatollah
Khomei-
ni ,riconosciuto co-
me principale guida
religiosa, è tornato
nella terra natia do-
po 16 anni di esilio.
Per 2500 anni, la
Persia era stata una
monarchia ma, negli
ultimi anni, si è tra-
sformata in una ti-
rannia. Lo scià ave-
va reso moderno il
paese, spendendo,
tuttavia, tantissimo
in armamenti e ma-
teriali bellici, la-
sciando la maggio-
ranza del il popolo
nella povertà. Nel
1975 aveva abolito
tutti i partiti politici
e aveva istituito una
polizia segreta , il
Savak, che arresta-
va, torturava e ucci-
deva gli oppositori.
Scoppia allora una
rivoluzione , ma
senza esito, che
porterà il Paese nel-
le mani della sharia,
la legge islamica,
deludendo tutti co-
loro che avevano
creduto in Khomei-
ni. Mentre agli oppo-
sitori viene riservata
una brutta fine, l’an-
no successivo scop-
pierà anche un con-
flitto con l’Iraq che
causerà un milione
di morti fra il 1980 e
il 1988. La
libertà è an-
cora molto
lontana.
Giulia
Luciani
che, magari, fino a ieri
ti era amico, ora è con-
tro di te, senza una ra-
gione ben precisa.
Ebrei massacrano Ara-
bi e Arabi uccidono
Ebrei. E con ciò? Dove
si andrà a finire secon-
do voi ? Da nessuna
parte. Chi può se ne
allontana, ma certi pre-
feriscono restare nella
loro patria, per amore
dei propri cari e dei
propri beni. Confesso
che io ho stima di que-
sta gente perché non si
Quando finirà ? Quando impareranno le persone
che la guerra è stupida, che non serve a nulla ed è
il peggiore dei modi per risolvere un problema ?
Forse mai, perché siamo umani con tanti, troppi
difetti.
Il conflitto arabo-palestinese nasce nel 1948,
quando gli Ebrei proclamano la nascita dello Sta-
to di Israele, in territorio palestinese. E' difficile
per noi immaginare di dover vivere nel terrore,
nella tensione e nella diffidenza di chi ti sta attor-
no, con la paura di non esserci più da un momen-
to all'altro e con il dovere di andare a morire per-
ché qualcuno ha deciso per te. Questa sorta di
conflitto è peggio che le guerre tra Stati, perché
non si è sicuri nemmeno a casa propria e colui
arrende nemmeno di
fronte alla morte.
Ho cercato di entrare
nella mentalità di una
qualsiasi persona che
sta vivendo veramente
gli orrori del conflitto,
non so se ne sono stata
in grado, ma se così
fosse, fortunatamente,
non sono io che in que-
sto momento sto lottan-
do per la vita.
Maria Strola
1979...La libertà in Iran si svela un’illusione
UNA TRAGEDIA INFINITA
“Mentre agli
oppositori viene
riservata una brutta
fine, l’anno
successivo
scoppierà anche un
conflitto con l’Iraq
che causerà un
milione di morti fra il
1980 e il 1988. La
libertà è ancora
molto lontana”
Pagina 8
Un giorno ero a casa a pensare a come
entrare nel mondo della mia mente, ri-
flettevo ma non riuscivo a trovare un mo-
do per entrarci. Dopo ore ed ore passate a
comprendere a come fare ad entrarci, ho
capito che dovevo addormentarmi con
questa volontà ;cosi misi sopra il mio co-
modo letto, mi misi sotto alle coperte bel-
le calde, chiusi i miei stanchi occhi e pre-
si a dormire. Riaperti gli occhi mi trovai
in un pianeta con il cielo viola che si di-
latava come un universo , la terra sotto-
stante ai miei piedi era gialla; dato che
questo pianeta era a forma di sfera ed era
piccolo, potevo farne il giro camminan-
do e così trovai moltissime stranezze. La
prima che vidi fu una grossa matita in
aria che scriveva su un foglio “Compito
in classe di Osama Hilmi” , mi ricordai
che, quello stesso giorno, io avevo fatto
il compito in classe.Forse quell’immagi-
ne era lo stress che avevo provato nel fa-
re quel tema?! Dopo questa matita mo-
struosa che compilava fogli, vidi i miei
amici Stefano , Emanuele , Simone e Lu-
ca che mi arrivaro-
no incontro dicen-
domi “Ehi , Osama
Come stai?”,
“Continua il tuo
viaggio dentro que-
sto mondo infinito”
Risposi “Sto bene,
grazie, e tu? Conti-
nuerò il mio viag-
gio, ma come fai a
dire che questo pia-
neta così piccolo è
infinito?”. Alla mia
ultima domanda i
miei amici si volati-
lizzarono e io mi
ritrovai, nella mia
solitudine, a conti-
nuare questo lungo
viaggio. Ad un cer-
to punto, mentre
continuavo il mio
cammino, mi ritro-
vai in una foresta
simile a quella che
c’è sopra a casa
mia, ci entrai senza
pensarci e mi ritro-
vai in un bosco mi-
stico con alberi
strambi e colorati di
tutti i colori esisten-
ti , in questo bosco
c’era un personag-
gio dei videogiochi
che mi accompagnò
nella bassa infan-
zia .Questo perso-
naggio videoludico
era il grande Super
Mario che mi venne
subito incontro di-
cendomi parole in-
comprensibili; pro-
babilmente la mia
mente ricordava
Mario che parlava
solo in quel modo.
Subito dopo la fore-
sta divenne tutta
bianca e venni ri-
succhiato in un bu-
co a me sottostan-
te ,mi ritrovai nel
vuoto ,chiusi gli
occhi e ,appena li
ebbi riaperti, mi ri-
trovai nella mia ca-
mera. Credete nella
vostra mente e an-
che voi riuscirete ad
esplorarla.
Osama
Tu sei una persona bellissima,
davvero dolcissima.
Tu mi fai crescere bene,
ricordo ancora da piccolo un angelo che tra le sue braccia mi tiene.
Un angelo con cui ti puoi consolare,
un angelo d’amare.
Un angelo con un grandissimo cuore,
Che rimane nell’anima e che mai muore.
Hai le ali della bontà,
doni solo felicità.
Osama
I L MONDO MENTALE
AUGURI , MAMMA!
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NUMERO I II
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Cruciverba 1Mi mangerei una buona …….. di torta
2 Dante Alighieri ha scritto un .......
3Fenomeno atmosferico accompagnato dalla pioggia che
produce un grosso rumore
4Animale presente in molte case ,che divora il legno facendo
dei buchi.
5Anni della guerra che ci fu nel 1600 tra protestanti e
cattolici.
6Città in cui sono ambientati i Promessi Sposi inizialmente.
7Il buco del vulcano.
Leggendo tutte le terze lettere uscirà una parola che avrete
sicuramente studiato in matematica accompagnata da molti
scienziati
Buona fortuna da Osama
LA REDAZIONE
Balla Gueye
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Hilmi Osama
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Costanza, Tomas, Giacomo,Anna, Alice,Davide e gli alunni delle classi II , III e I V Primaria
Disegni a cura di
Comola Martina
Scuola Secondaria di I grado “M.Soldati”-Orta San Giulio
P.zza Ragazzoni, 8
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