SIAMO SEMPRE RAGAZZI! · gli annunaki aiuta-rono gli Assiri e gli Egizi nella costru-zione delle...

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SIAMO SEMPRE RAGAZZI! Siamo sempre ragazzi, ma in realtà troppo diverse! Noi ci preoccupiamo dei voti scolastici, della gara sportiva, di cosa ci regale- ranno alla prossima festi- vità. Ebbene, ogni scusa è buona per trovare un pro- blema inesistente di cui lamentarci. Mai una vol- ta, però, che si pensa ai nostri coetanei di Paesi più poveri, i quali, nelle vicissitudini quotidiane, farebbero e avrebbero fatto qualsiasi cosa per una vita come la nostra. Se provassimo a guardare oltre, con prospettive più ampie, il mondo che ci circonda, ci accorgerem- mo che, in fondo, siamo tutti uguali, ma in realtà davvero tanto diverse. Senza andare molto lonta- no e troppo indietro nel tempo, avremmo modo di scoprire avvenimenti estranei a noi, che mai più si pensa ci potranno coin- volgere. Il “dramma del Ruanda”, per esempio, che vide come protagoni- sti migliaia di vittime Hu- tu e Tutsi, durante il quale erano reclutati anche i più giovani, come bambini soldato. Milizie militari del Ruanda, una delle zo- ne più instabili dell’Afri- ca, composte da guerrieri Hutu, che decisero di lan- IO E ME Io prima andavo a scuola a Gozzano ,ma ero preso in giro perché ho una ma- lattia di nome psoriasi. Se andava avanti così sarei diventato una malattia vivente ,ero pieno dalla testa ai piedi . Poi ho cambiato scuola , sono venuto a Orta. Qui mi trovo molto meglio , anche i compagni sono più simpatici. I miei voti si sono alzati , ma ho qualche dubbio sulla mia promozione. Vitali Lorenzo ciare una guerra, con il sostegno dei Belgi, contro il governo Tutsi di Kigali. Attentati, violenze, imboscate, questi gruppi rappre- sentavano la minaccia più grave per la fragile stabilità del Paese. Puntavano a prenderne il controllo, sfruttando miniere e risorse del territorio, ma perdevano uomini e la vittoria si faceva sempre più lontana. Servivano nuove leve, nuove braccia per lavorare, nuove teste da traviare: i bambini soldato. Essi non potevano scappare, dicevano loro che se lo avessero fatto avrebbero pagato con la vita. Uccidevano, quindi, per non morire. Ragazzi cresciuti troppo in fretta, che, invece di giocare, sono stati costretti a imbracciare un fucile, un Kalashnikov, e a sparare. Rapiti con la forza, presi con l’inganno, ma anche nati semplicemente nel posto sbagliato. Ancora oggi, Congo e Ruanda sono i Paesi dove è più grave il fenomeno dell’addestramento militare, con Sierra Leone e Costa d’Avorio. E se fossimo stati noi in quelle condi- zioni? Ecco, basta mettere da parte l’orgoglio e l’egoismo, per acconten- tarsi di quello che si ha, perché è già molto. Maria Strola GIUGNO 2014 NUMERO III

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S IAMO SEMPRE RAGAZZI !

Siamo sempre ragazzi, ma

in realtà troppo diverse!

Noi ci preoccupiamo dei

voti scolastici, della gara

sportiva, di cosa ci regale-

ranno alla prossima festi-

vità. Ebbene, ogni scusa è

buona per trovare un pro-

blema inesistente di cui

lamentarci. Mai una vol-

ta, però, che si pensa ai

nostri coetanei di Paesi

più poveri, i quali, nelle

vicissitudini quotidiane,

farebbero e avrebbero

fatto qualsiasi cosa per

una vita come la nostra.

Se provassimo a guardare

oltre, con prospettive più

ampie, il mondo che ci

circonda, ci accorgerem-

mo che, in fondo, siamo

tutti uguali, ma in realtà

davvero tanto diverse.

Senza andare molto lonta-

no e troppo indietro nel

tempo, avremmo modo di

scoprire avvenimenti

estranei a noi, che mai più

si pensa ci potranno coin-

volgere. Il “dramma del

Ruanda”, per esempio,

che vide come protagoni-

sti migliaia di vittime Hu-

tu e Tutsi, durante il quale

erano reclutati anche i più

giovani, come bambini

soldato. Milizie militari

del Ruanda, una delle zo-

ne più instabili dell’Afri-

ca, composte da guerrieri

Hutu, che decisero di lan-

IO E ME

Io prima andavo a scuola a Gozzano ,ma ero preso in giro perché ho una ma-

lattia di nome psoriasi.

Se andava avanti così sarei diventato una malattia vivente ,ero pieno dalla

testa ai piedi .

Poi ho cambiato scuola , sono venuto a Orta.

Qui mi trovo molto meglio , anche i compagni sono più simpatici.

I miei voti si sono alzati , ma ho qualche dubbio sulla mia promozione.

Vitali Lorenzo

ciare una guerra, con il sostegno dei Belgi, contro il governo Tutsi

di Kigali. Attentati, violenze, imboscate, questi gruppi rappre-

sentavano la minaccia più grave per la fragile stabilità del Paese.

Puntavano a prenderne il controllo, sfruttando miniere e risorse

del territorio, ma perdevano uomini e la vittoria si faceva sempre

più lontana. Servivano nuove leve, nuove braccia per lavorare,

nuove teste da traviare: i bambini soldato. Essi non potevano

scappare, dicevano loro che se lo avessero fatto avrebbero pagato

con la vita. Uccidevano, quindi, per

non morire. Ragazzi cresciuti troppo

in fretta, che, invece di giocare, sono

stati costretti a imbracciare un fucile,

un Kalashnikov, e a sparare. Rapiti

con la forza, presi con l’inganno, ma

anche nati semplicemente nel posto

sbagliato.

Ancora oggi, Congo e Ruanda sono i

Paesi dove è più grave il fenomeno

dell’addestramento militare, con

Sierra Leone e Costa d’Avorio.

E se fossimo stati noi in quelle condi-

zioni? Ecco, basta mettere da parte

l’orgoglio e l’egoismo, per acconten-

tarsi di quello che si ha, perché è già

molto.

Maria Strola

GIUGNO 2014

NUMERO II I

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La mia più grande paura è

quella di non essere del

tutto preparato o di non aver

fatto del mio meglio;

questa paura la provo sia a

scuola che nella vita priva-

ta.

Sono cresciuto accompa-

gnato dall’ incertezza di

non essere all’ altezza delle

situazioni;l’ho provata so-

prattutto nello sport,quando

facevo sci nautico a livello

agonistico,ma fortunata-

mente quasi in tutte le situa-

zioni sono riuscito a supera-

re i miei dubbi e le mie pau-

re affrontandole.

Quando facevo sci nautico

dovevo gareggiare con ra-

gazzi più grande di me e

che facevano questo sport

da molto più tempo;avevo

paura di fare una brutta

figura,di sbagliare e quindi

di non riuscire a finire il

mio programma e per questi

motivi ad ogni gara ero

sempre molto teso. Ho però

capito che ,con impe-

gno,costanza,buona volontà

e dedizione, tutti i miei

dubbi potevano essere af-

frontati e superati. Infatti,

solo impegnandomi a fon-

do e mettendoci tutta la mia

buona volontà e la mia for-

za, sono riuscito a dominare

l’ ansia che provavo ad ini-

zio gara e ad ottenere bellis-

simi risultati. In poco tempo

la differenza di età e di

esperienza non era più cosi

evidente e sono riuscito ad

essere il campione italiano

per 2 anni di seguito e ad

essere convocato agli euro-

pei a soli 9 anni e a parteci-

pare come il più giovane d’

Europa.

Anche a scuola provo le

stesse paure: di non essere

pronto per una lezione, di

non aver studiato, ma quella

paura non mi lascia star

tranquillo. Quando prendo

un bel voto sono felice,

capisco che il mio impegno

è stato capito ed apprezzato

dal mio professore ed è

proprio una bella soddisfa-

zione !

Crescere vuol dire affronta-

re le proprie paure e sicura-

mente io sto crescendo!

Giorgio Zenoni

LA MIA PAURA

te quindici specie

diverse di ufo-

alieni.

Si dice che siano

alti 2,50 metri. So-

no esseri che agi-

scono nell’ oscurità.

La specie più cono-

sciuta è quella con

la testa ovale, sono

grigi e magri.

Il chupacabra , av-

vistato in America,

è magro, senza pelo

e alto come un do-

berman, è a quattro

zampe ,corre a 70

km all’ora. All’ ini-

zio si credeva fos-

sero lupi con la ro-

gna . Si dice che

gli annunaki aiuta-

rono gli Assiri e gli

Egizi nella costru-

zione delle ziggurat

e delle piramidi,

sollevando gli enor-

mi massi con la loro

navicelle.

In realtà tutto que-

sto non è logica-

mente certo. Tra le

tante leggende lega-

te agli alieni , mi

piace ricordarvi

questa che parla di

un’ invasione aliena

in USA ,avvenuta il

25 aprile 2014.

Lorenzo Vitali

GLI ALIENI

Gli alieni sono es-

seri viventi derivan-

ti da altri pianeti. Si

dice che abbiano

una

tecnologia superio-

re alla nostra, per-

ché esistevano pri-

ma di noi.

Vengono traspor-

tati da navicelle

spaziali che si li-

brano in volo e

sfrecciano alla

velocità della lu-

ce.

Gira voce che in

America, in una

vecchia centrale

militare, la quale ha

10 piani sotterra-

nei , si sono stabili-

“Crescere vuol

dire affrontare

le proprie

paure e

sicuramente io

sto

crescendo!”

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“Si dice che siano alti 2,50 metri. Sono esseri che agi-scono nell’oscurità”

“Anche a scuola pro-vavo le stesse paure”

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Giovedì 10 aprile, è venuta

a trovarci, a scuola, una

signora non vedente di no-

me Lea, per farci scoprire

com’è speciale la sua vita.

Ci ha mostrato alcuni stru-

menti che utilizza, quotidia-

namente, per svolgere le sue

principali attività: innanzi-

tutto il bastoncino bianco

telescopico con cui si muo-

ve in autonomia e che la

aiuta ad orientarsi; un altro

apparecchio che riconosce i

colori, riproducendone il

nome ad alta voce e, le per-

mette di vestirsi abbinando

le giuste tonalità; il cellula-

re dotato di sintesi vocale

per comunicare con tutti e

la tavoletta con il punteruo-

lo per scrivere comodamen-

te.

Essendo un’insegnante in

pensione, ci ha raccontato la

sua lunga esperienza a

scuola, tra gioie e difficoltà,

vari episodi di vita scolasti-

ca con i suoi alunni e anche

le sue avventure con il cane

-guida, “un supporto” ne-

cessario e affettuoso che

l’ha condotta lungo i suoi

numerosi viaggi.

Alla fine ha donato ad

ognuno di noi un alfabeto

Braille per comprenderne la

sua struttura e per allenarci

a scrivere con un nuovo

sistema … ma anche un

messaggio personalizzato

da decifrare. Quanto impe-

gno abbiamo dovuto metter-

ci, ma ce l’abbiamo fatta!

E’stata un’esperienza entu-

siasmante!!! Speriamo torni

presto a trovarci!!!

Gli alunni della classe quar-

ta

fatto nuove conoscen-

ze. Ora ci attende una

nuova avventura: la

scuola media!! Tutti

speriamo che gli

anni che passeremo

saranno emozionanti

come questi. Avremo

nuovi compagni, nuo-

vi professori ma

soprattutto nuove ma-

terie: tecnica, france-

se, epica ecc…

Per noi ragazzi

della classe V

questi cinque anni

alla scuola prima-

ria, sono stati mol-

to

istruttivi ma anche

molto divertenti.

Ci sono stati mo-

menti belli e brut-

ti, abbiamo scher-

zato e abbiamo

Tutti non vediamo l’

ora di partire di per

questa nuovo viaggio.

Costanza, Tomas, Gia-

como, Anna, Ali-

ce,Davide

ALLA SCOPERTA DEL BRAILLE!

L’ ULTIMO ANNO

UNA GIORNATA SPECIALE “Il loro viso, poi

si è oscurato

quando hanno

raccontato che

alla nascita

vedeva solo delle

ombre e quando,

a sette anni, le è

morta la madre è

andata in

collegio.”

Pagina 3

NUMERO I II

Didascalia dell'im-magine o della foto-grafia

“Tutti non vediamo l’ora di partire per questo nuovo viag-gio”

L’indomani della visita di nonna Lea, le maestre hanno chiesto ai bambini cosa fosse rimasto

maggiormente

impresso in loro ed alcuni hanno risposto così:

-Lei ha un bastone ma non è proprio un bastone dei rami degli alberi , è come un sacco di

calamite attaccate fra loro.

-Quando è arrivata a scuola ci ha salutati tutti, anche se non ci vedeva.

-Lei non vede e per questo cerca di immaginare tutto ciò che sente.

- Ci ha fatto vedere i disegni in Braille perché voleva farci sentire e capire come lei.

- Ci ha fatti divertire con alcuni giochi e ha raccontato anche delle barzellette !!!

Il loro viso, poi si è oscurato quando hanno raccontato che alla nascita vedeva solo delle om-

bre e quando, a sette anni, le è morta la madre è andata in collegio.

Infine ognuno era felice e sorpreso per le frasi che nonna Lea aveva scritto per loro….Ognuna

diversa dall’ altra e tutte molto belle!!!

Alunni delle classi II e III

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Dal 21 al 23 maggio,

noi delle classi III

di Armeno e Orta San

Giulio, abbiamo effet-

tuato una gita d'i-

struzione nelle Marche

e nell'Emilia Romagna

meridionale, visitando

le cittadine di Cese-

na, Rimini, Urbino,

Urbania e San Leo.

Siamo stati accompa-

gnati da quattro pro-

fessori la prof.ssa

G a i a r d e l l i , l a

prof.ssa Sasanelli, la

prof.ssa Oioli e il

professor Molinari.

Una volta partiti da

Miasino sul nostro

pullman, siamo giunti

in un autogrill nei

pressi di Bologna, in-

torno alle 8.30 del

mattino. Dopo una bre-

ve corsa in bagno, ci

siamo nuovamente sedu-

ti sui sedili blu

dell'automezzo. Il

viaggio è stato bre-

ve,infatti, in un bat-

tibaleno stavamo già

camminando per le

strade calde e profu-

mate di Cesena. Qui

abbiamo avuto modo di

visitare la prima bi-

blioteca civica d'Ita-

lia e d'Europa, l'unica

giunta fino a noi perfet-tamente conservata

nell'edificio, negli arredi e nella dotazione libra-

ria. Il pasto l'abbiamo

consumato rapidamente:

il tempo passava veloce e Rimini, le sue chiese e i venditori ambulanti

ci aspettavano. Ma anche lì del mare non c'era traccia. Nella chiesa

che abbiamo visitato era visibile sia lo stile gotico,con gli archi a

sesto acuto e le colonne decorate, sia lo stile romanico, con gli archi

a tutto sesto, a coronare le pareti uno splendido affresco di Piero del-

la Francesca e una croce dipinta di Giotto. Qui, misteriosamente, la mia

macchina fotografica ha smesso di funzionare, tra tante mie imprecazio-

ni. Con i piedi doloranti e la faccia accaldata, siamo partiti alla vol-

ta di Pesaro, luogo di pernottamento per i tre giorni di gita. Di corsa!

Su per le scale! Per accaparrarsi il letto migliore! Ma quelle vali-

gie... Alla fine ho preso un letto singolo, vicino al bagno e all'usci-

ta, c'è qualcosa di meglio? Il tempo di lavarsi, sistemare i bagagli,

separare il letto matrimoniale, guardare fuori dal balcone e salutare i

vicini di stanza, che dovevamo già scendere per passeggiare, sì!, ave-

te capito bene, passeggiare su due gambe che chiedevano solo di sedersi

sotto ad un tavolo e mangiare pasta al ragù, patate e panna cotta. Il

mare però era splendido, profumato, mosso dal vento, con le onde che

parevano sbuffare contro gli scogli umidi, dal viso scuro. Finalmente di

ritorno, dopo aver visto una villa borghese in stile liberty, abbiamo

cenato (quasi mi hanno dovuto trascinare per le scale perché non mi

reggevo in piedi dalla fame).Erano le 8.00 di sera. Con lo stomaco pieno

e di nuovo in forze, siamo corsi in camera a lavarci i denti, con l'al-

larme dell'orologio puntato sulle 21.30, l'orario di ritrovo per l'usci-

ta post-cena. La piazza di Pesaro illuminata, con la fontana zampillante

e il profumo dolce e intenso di crêpes ti tentava al palato. 23.45:

rientro in hotel Caesar. Ma voi, quando siete stanchi, non vi viene una

ridarella incontrollabile senza motivo? Beh, fatto sta che alle 4.00 di

mattina ero ancora sveglia e alle 5.00 ero in piedi per il mal di schie-

na a guardare l'orologio, poi le compagne di stanza che dormivano, poi

ancora l'orologio... 6.00: ecco la sveglia! Tutti giù a fare colazione!

Ma chi è il genio che mette a disposizione delle tazzine minuscole per

bere il latte? Me la sono dovuta riempire una decina di volte! Dopo

un'abbondante colazione a base di torta, cornetti e biscotti, velocemen-

te siamo saliti per preparare gli zaini alla volta della splendida Urbi-

no. Nella cittadina rinascimentale, abbiamo visitato il palazzo ducale e

i suoi sotterranei bui e misteriosi. Non parlo del mio male ai piedi e

della mia lotta disperata alla ricerca di un posto dove sedermi. Una

volta finito il giro turistico, abbiamo comprato qualche souvenir e man-

giato un trancio di pizza. Di Urbino mi hanno molto colpito le strade

ripide, strette e cariche di storia. Non trovate che a fine pranzo l'i-

deale è un riposino con vista città, in un punto accarezzato da un

lieve venticello? Bene! Da qui si poteva ammirare Urbino nella sua com-

pletezza, con le mura di mattoni rossi e i turisti che vagavano tra le

vie riparate dal vento. Dopo essere saliti sul pullman, abbiamo raggiun-

to Urbania per visitare la chiesa dei morti, dove sono custoditi degli

scheletri del 1500, conservati grazie alla presenza di muffe particolari

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Eccolo lì! È lui. È il mare, con le sue onde. Le

onde che si infrangono sugli scogli. Oggi il mare

è un po’ mosso.

Entro!

Sono dentro, non c’ è nessuno; siamo soli, io e

lui, io e il mare.

Non sono a disagio; è il mio ambiente; sono tran-

quilla. Anche se è mosso prendo maschera e boc-

caglio.

Mi immergo, vedo tutto!

I coralli, i pesci. Non scappano.

Sto entrando!

Sto entrando nel suo

mondo e sto uscendo

dalla realtà.

Scompaiono tutti i pro-

blemi, sono tranquilla,

sto bene.

Esco un attimo, è il

tramonto.

L’ acqua è tranquilla,

mi accarezza.

Si sentono tutti quei

profumi, i profumi di

tutti i sali minerali del

mare.

Torno nella realtà. È

tardi! A domani.

Clara Nani

Io sono un arcobaleno che brilla nel

cielo, io vivo la vita con un sorriso sere-no. Quando vado con la tavola mi sento in una favola, mi godo Orta d'estate piena di feli-

cità, poi i turisti tornano in città. Alice Bruno

Io sono l'attesa di un ragazzo,

che aspetta il sole per correre come un raz-

zo,

sotto un cielo sereno,

attraversato da un arcobaleno.

Così allontano la stanchezza,

che mi addormenta sotto un velo di tristez-

za.

Leonardo Sacchi

UN MARE DI PAROLE

IO SONO

che vola veloce.

Le nuvole corrono

sotto la curva del

mondo, sparendo,

si chiamano, si

intrecciano con

un suono feroce.

TOC, TOC fa la

pioggia che cade, lacrime dalle nubi

scure.

Alzo gli occhi, la

gioia mi invade,

lame di luce

spuntano dalle nu-

vole impure.

Passa, va, non si

ferma a guardare,

il suo TIC, TAC ti

entra nel cuore,

ti vede nascere,

amare, morire.

Tutto, al suo co-spetto, perde va-

lore.

Giulia Luciani

IL TEMPO

Il vento che mi

scompiglia i capel-

li, il sole che mi tre-

ma sulla pelle,

il canto soave de-

gli uccelli,

la neve dei pioppi

che danza tra le stelle,

la voce del bosco

che si piega riden-

do,

la luce del sole

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NUMERO I II

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Io sono quasi adolescente

e vorrei essere un po’ più adolescente.

Io sono allegro come il sole

e adoro fare le capriole.

Io sono allegro con gli amici

e con loro adoro andare in bici.

Io sono anche pensieroso

e a volte anche un po’ ansioso.

Io sono preoccupato per la scuola

e mia madre per questo mi dice che sono un pistola.

Io sono diligente

e anche ubbidiente.

Io sono sportivo

e lotto fino all’arrivo.

Io sono un bravo ragazzino

e in campeggio adoro andare con il macchinino.

Giorgio Zenoni

un libretto che mostrava tutte le specie

che vivono in quel luogo.

A quel punto le classi si sono riunite per

andare a mangiare, ma poi nuovamente

separate per tornare all’edificio da cui

siamo partiti.

Ci hanno parlato dei cambiamenti clima-

tici e poi osservato al microscopio le

foglie del castagno dei bruchi. A quel

punto abbiamo cominciato ad essere

stanchi, finché ci siamo diretti al pull-

man per il rientro.

Il commento? È stata una gita fantasti-

ca!!!

Cristina Rachele

Gita a Cossogno

Vi racconto la gita di mer-

coledì 23 maggio.

Siamo partiti in mattinata

dal parcheggio di Orta con

un gigantesco pullman, ab-

biamo fatto poche ore di

viaggio, ma sono state delle

ore di grande tensione e di

agitazione.

Arrivati a Cossogno siamo

ripartiti subito per una fati-

cosa ma interessante passeg-

giata, che ci ha condotti al

margine del bosco; lì ci han-

no divisi per classe e ad

ognuna è stata assegnata una

guida. A noi è capitato un

uomo simpatico che ci ha

reso le attività interessanti.

La prima attività è stata di

osservazione; ci siamo divi-

si in gruppi per cercare

piante di nocciolo e casta-

gno e descriverne le caratte-

ristiche.

Il secondo momento ci ha

visti “cacciatori di farfalle”;

ne abbiamo catturate alcune

veramente belle dai colori

curiosi e ne abbiamo poi

scoperto il nome grazie ad

“A quel punto

abbiamo

cominciato ad

essere

stanchi,

finché ci

siamo diretti

al pullman

per il

rientro.”

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A CASTELL’ARQUATO

Venerdì 23 maggio , alle set-

te di mattina, siamo partiti

dal Piazzale Prarondo diretti

a Castell’Arquato.Le pesanti

ore di pullman sono state pre-

sto ricompensate dallo splen-

dido panorama offertoci dal

piccolo centro dall’alto del

suo colle. Ci siamo subito

avviati verso Piazza Matteot-

ti, dove si affaccia il Palazzo

del Podestà. Qui , seduti sui

gradini della romanica Colle-

giata, ci siamo concessi

uno spuntino. Dal piaz-

zale, nuovamente in-

cantati dal panorama

sulla valle dell’Ardo, ci

siamo spinti verso San-

to Spirito, lasciando a

difesa del borgo le alte

torri merlate della Roc-

ca viscontea. Siamo

poi ripartiti alla volta

di Grazzano Visconti,

un borgo medioevale

immaginato nei primi

anni del ‘900.

Qui,divisi in due grup-

pi, fanti e solda-

ti,capitanati da Hassan

e Orlando, abbiamo

dato il via alla batta-

glia, in abiti d’epoca.

Al termine di questa

ricostruzione, purtrop-

po, siamo dovuti rien-

trare. È stata una gita

scolastica entusiasman-

te e avventurosa!

Leonardo Sacchi

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A CASTELL’ARQUATO

mile; ma fu proprio

così!

L’Apollo america-

na inseguì la Soyuz

russa, sul portello

della quale, dopo il

perfetto aggancio

delle due, Stafford

diede la cosiddetta

“stretta di mano

spaziale” a Lenov.

Da questo primo

entusiasmante epi-

sodio, fluisce una

serie di incontri si-

mili e, per questo, è

stata creata una sta-

zione internazionale,

nella quale le nazio-

ni collaborano in

modo pacifico.

Per noi, poter incon-

trare qualcuno fra le

stelle può essere un’

esperienza a dir po-

co emozionante e

particolare… chissà

cosa ne pensa chi ha

già avuto la possibi-

lità di provare !?

L’unica cosa certa è

che lassù non farà

molto caldo!!!

Céline Palmigiano

1975: incontro tra le stelle !

Il 17 luglio del

1975, ci fu lo straor-

dinario incontro nel-

lo spazio di Russi e

Americani, che, in

quel periodo, erano

ancora impegnati

nella Guerra Fredda.

In questa situazio-

ne, nessuno si sa-

rebbe mai aspettato

un avvenimento si-

“L’unica cosa certa è che lassù non farà molto caldo!!!”

Pagina 7

NUMERO I II

Didascalia dell'im-magine o della foto-grafia

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31 gennaio 1979,

un aereo atterra

nell’aeroporto ira-

niano di Teheran, la

capitale , 31 gen-

naio 1979, il popolo

guarda verso la li-

bertà, 31 gennaio

1979, l’Ayatollah

Khomei-

ni ,riconosciuto co-

me principale guida

religiosa, è tornato

nella terra natia do-

po 16 anni di esilio.

Per 2500 anni, la

Persia era stata una

monarchia ma, negli

ultimi anni, si è tra-

sformata in una ti-

rannia. Lo scià ave-

va reso moderno il

paese, spendendo,

tuttavia, tantissimo

in armamenti e ma-

teriali bellici, la-

sciando la maggio-

ranza del il popolo

nella povertà. Nel

1975 aveva abolito

tutti i partiti politici

e aveva istituito una

polizia segreta , il

Savak, che arresta-

va, torturava e ucci-

deva gli oppositori.

Scoppia allora una

rivoluzione , ma

senza esito, che

porterà il Paese nel-

le mani della sharia,

la legge islamica,

deludendo tutti co-

loro che avevano

creduto in Khomei-

ni. Mentre agli oppo-

sitori viene riservata

una brutta fine, l’an-

no successivo scop-

pierà anche un con-

flitto con l’Iraq che

causerà un milione

di morti fra il 1980 e

il 1988. La

libertà è an-

cora molto

lontana.

Giulia

Luciani

che, magari, fino a ieri

ti era amico, ora è con-

tro di te, senza una ra-

gione ben precisa.

Ebrei massacrano Ara-

bi e Arabi uccidono

Ebrei. E con ciò? Dove

si andrà a finire secon-

do voi ? Da nessuna

parte. Chi può se ne

allontana, ma certi pre-

feriscono restare nella

loro patria, per amore

dei propri cari e dei

propri beni. Confesso

che io ho stima di que-

sta gente perché non si

Quando finirà ? Quando impareranno le persone

che la guerra è stupida, che non serve a nulla ed è

il peggiore dei modi per risolvere un problema ?

Forse mai, perché siamo umani con tanti, troppi

difetti.

Il conflitto arabo-palestinese nasce nel 1948,

quando gli Ebrei proclamano la nascita dello Sta-

to di Israele, in territorio palestinese. E' difficile

per noi immaginare di dover vivere nel terrore,

nella tensione e nella diffidenza di chi ti sta attor-

no, con la paura di non esserci più da un momen-

to all'altro e con il dovere di andare a morire per-

ché qualcuno ha deciso per te. Questa sorta di

conflitto è peggio che le guerre tra Stati, perché

non si è sicuri nemmeno a casa propria e colui

arrende nemmeno di

fronte alla morte.

Ho cercato di entrare

nella mentalità di una

qualsiasi persona che

sta vivendo veramente

gli orrori del conflitto,

non so se ne sono stata

in grado, ma se così

fosse, fortunatamente,

non sono io che in que-

sto momento sto lottan-

do per la vita.

Maria Strola

1979...La libertà in Iran si svela un’illusione

UNA TRAGEDIA INFINITA

“Mentre agli

oppositori viene

riservata una brutta

fine, l’anno

successivo

scoppierà anche un

conflitto con l’Iraq

che causerà un

milione di morti fra il

1980 e il 1988. La

libertà è ancora

molto lontana”

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Un giorno ero a casa a pensare a come

entrare nel mondo della mia mente, ri-

flettevo ma non riuscivo a trovare un mo-

do per entrarci. Dopo ore ed ore passate a

comprendere a come fare ad entrarci, ho

capito che dovevo addormentarmi con

questa volontà ;cosi misi sopra il mio co-

modo letto, mi misi sotto alle coperte bel-

le calde, chiusi i miei stanchi occhi e pre-

si a dormire. Riaperti gli occhi mi trovai

in un pianeta con il cielo viola che si di-

latava come un universo , la terra sotto-

stante ai miei piedi era gialla; dato che

questo pianeta era a forma di sfera ed era

piccolo, potevo farne il giro camminan-

do e così trovai moltissime stranezze. La

prima che vidi fu una grossa matita in

aria che scriveva su un foglio “Compito

in classe di Osama Hilmi” , mi ricordai

che, quello stesso giorno, io avevo fatto

il compito in classe.Forse quell’immagi-

ne era lo stress che avevo provato nel fa-

re quel tema?! Dopo questa matita mo-

struosa che compilava fogli, vidi i miei

amici Stefano , Emanuele , Simone e Lu-

ca che mi arrivaro-

no incontro dicen-

domi “Ehi , Osama

Come stai?”,

“Continua il tuo

viaggio dentro que-

sto mondo infinito”

Risposi “Sto bene,

grazie, e tu? Conti-

nuerò il mio viag-

gio, ma come fai a

dire che questo pia-

neta così piccolo è

infinito?”. Alla mia

ultima domanda i

miei amici si volati-

lizzarono e io mi

ritrovai, nella mia

solitudine, a conti-

nuare questo lungo

viaggio. Ad un cer-

to punto, mentre

continuavo il mio

cammino, mi ritro-

vai in una foresta

simile a quella che

c’è sopra a casa

mia, ci entrai senza

pensarci e mi ritro-

vai in un bosco mi-

stico con alberi

strambi e colorati di

tutti i colori esisten-

ti , in questo bosco

c’era un personag-

gio dei videogiochi

che mi accompagnò

nella bassa infan-

zia .Questo perso-

naggio videoludico

era il grande Super

Mario che mi venne

subito incontro di-

cendomi parole in-

comprensibili; pro-

babilmente la mia

mente ricordava

Mario che parlava

solo in quel modo.

Subito dopo la fore-

sta divenne tutta

bianca e venni ri-

succhiato in un bu-

co a me sottostan-

te ,mi ritrovai nel

vuoto ,chiusi gli

occhi e ,appena li

ebbi riaperti, mi ri-

trovai nella mia ca-

mera. Credete nella

vostra mente e an-

che voi riuscirete ad

esplorarla.

Osama

Tu sei una persona bellissima,

davvero dolcissima.

Tu mi fai crescere bene,

ricordo ancora da piccolo un angelo che tra le sue braccia mi tiene.

Un angelo con cui ti puoi consolare,

un angelo d’amare.

Un angelo con un grandissimo cuore,

Che rimane nell’anima e che mai muore.

Hai le ali della bontà,

doni solo felicità.

Osama

I L MONDO MENTALE

AUGURI , MAMMA!

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NUMERO I II

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Cruciverba 1Mi mangerei una buona …….. di torta

2 Dante Alighieri ha scritto un .......

3Fenomeno atmosferico accompagnato dalla pioggia che

produce un grosso rumore

4Animale presente in molte case ,che divora il legno facendo

dei buchi.

5Anni della guerra che ci fu nel 1600 tra protestanti e

cattolici.

6Città in cui sono ambientati i Promessi Sposi inizialmente.

7Il buco del vulcano.

Leggendo tutte le terze lettere uscirà una parola che avrete

sicuramente studiato in matematica accompagnata da molti

scienziati

Buona fortuna da Osama

LA REDAZIONE

Balla Gueye

Beltrame Marco

Hilmi Osama

Gionata Guala

Guerrieri Sharon

Luciani Giulia

Nani Clara

Zenoni Giorgio

Articoli a cura di:

Bruno Alice

Cristina Rachele

Luciani Giulia

Nani Clara

Hilmi Osama

Palmigiano Celine

Sacchi Leonardo

Strola Maria

Vitali Lorenzo

Zenoni Giorgio

Costanza, Tomas, Giacomo,Anna, Alice,Davide e gli alunni delle classi II , III e I V Primaria

Disegni a cura di

Comola Martina

Scuola Secondaria di I grado “M.Soldati”-Orta San Giulio

P.zza Ragazzoni, 8

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NUMERO I II

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