Settimanale di informazione ... - INNEGGIA SALVINI COME · riferimento a un affare che ha mandato a...

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L’EDITORIALE DEL DIRETTORE

Se in Argentina è“Uccidi il feto”, in Italiaè “Caccia al nero”?

La bistecca siamo noi

In Argentina, il prossimo 8 agosto, il Senatoandrà a votare una nuova proposta di leggeche prevede che l’interruzione di gravidanzasia garantita in forma “sicura, legale e gratuita”fino alla quattordicesima settimana e, in alcunicasi fino al nono mese. Per interrompere lagravidanza si potrà ottenere su richiesta miso-prostol, un farmaco che induce l’aborto. Asostegno di questa proposta di legge l’ideatore

del videogioco “Doom Fetito”, ovvero “Uccidi il pic-colo feto”, anzi, più precisamente, “Condanna amorte il piccolo feto”. Intanto è abbastanza singolare che un sostenitore del-l’aborto che considera il feto niente più che un grumodi cellule, senza vita, parli di condanna a morte. Staràmica ammettendo che si tratti di omicidio? Ma veniamo all’obiettivo del videogioco: eliminarepreti, polizia e donne pro-life, che si contrappongonoalle donne pro-choice, per procurarsi il misoprostol.Lo scopo finale è uccidere un Half-life boss, un feto di20 settimane. Una volta eliminato, appare un kitmedico e un messaggio: “Hai sconfitto il piccolo feto!Dai questo misoprostol a coloro che ne hanno biso-gno, in modo che anche loro possano sconfiggerlo!”.È agghiacciante. Mostruoso. Un macabro videogiocoa sostegno di una “battaglia di civiltà”.Nell’apprendere la notizia ho provato una pauraindefinita. Un orrore che ho sentito tuffarsi nello sto-maco per poi risalire lungo l’esofago fino a spiattellar-si nella corteccia frontale: al di là dello sconcerto peruna legge simile e per la propaganda a suo sostegno,ho temuto per l’attuale situazione in Italia. Le sban-dierate battaglie di civiltà di casa nostra che videogio-chi potrebbero ingenerare nelle fantasie più diaboli-che? “Caccia al nero”, ispirato dalla lotta ai flussimigratori, primo cavallo di battaglia della lega sovra-nista? O forse “Vince chi spara prima”, suggeritosempre dalla Lega pistolera che vorrebbe una riformadella legge sulla legittima difesa? Perché sono questigli istinti risvegliati da certa propaganda.Non sono tra coloro che sostengono che se l’Italiatutt’a un tratto si riscopre razzista è colpa di Salvini. Ilrazzismo non è un prodotto della politica della Lega.Il razzista nasce razzista. E il virus si manifesta di tantoin tanto, riattivandosi in particolari condizioni didepressione del sistema immunitario, come il virusdella varicella-zoster o dell’herpes. All’indomani del-l’emanazione delle leggi razziali fasciste, il virus delrazzismo, in alcuni italiani è rimasto silente nel suonucleo. Oggi che focolai xenofobi mettono a duraprova il sistema immunitario, il razzismo torna a col-pire. Fuor di metafora, certa informazione a sostegnodi certa politica ha permesso uno sdoganamento delrazzismo e chi, un tempo, si sarebbe vergognato dimostrarsi razzista, oggi ne fa quasi un vanto o, nel“migliore” dei casi, si nasconde dietro un “non sonorazzista, ma…”. Post e tweet lanciati dal Ministrodegli Interni che ormai si comporta da PrimoMinistro, insieme a titoli di giornale xenofobi hannodato il La alla riemersione di pulsioni razziste. Si vienecosì a creare un circolo vizioso: da un lato, i razzisti alungo repressi si sentono legittimati dalla politica e daimedia a dare sfogo ai loro peggiori istinti; dall’altro, lapolitica e i media cavalcano queste pulsioni con loscopo di accrescere i consensi, la prima, e di vendere,i secondi. Quindi se vogliamo spingerci a immaginare un video-gioco con un nemico finale da sconfiggere, questi nonè né Salvini – che in ogni caso non è da assolvere – nél’immigrato. Il nostro peggior nemico è il virus laten-te del razzismo che ci portiamo dietro da 80 anni oanche più.

Maria Giovanna Cogliandro

Nell’articolo pubblicato inprima pagina da «Libero»lunedì 30 luglio, Socciindividua nei porti

meridionali, Taranto, GioiaTauro e Crotone, delle

potenzialità commerciali diprimo piano per l’economia

nazionale, facendoriferimento a un affare che

ha mandato a montel’entrata a Taranto dellaHutchinson Wamphoa diHong Kong, una delleholding più enormi del

mondo.

Nell’articolo pubblicato inprima pagina da «Libero»lunedì 30 luglio, Socciindividua nei portimeridionali, Taranto, GioiaTauro e Crotone, dellepotenzialità commerciali diprimo piano per l’economianazionale, facendoriferimento a un affare cheha mandato a montel’entrata a Taranto dellaHutchinson Wamphoa diHong Kong, una delleholding più enormi delmondo.

L’ARTICOLO PUNTA IL DITOCONTRO L’EUROPA (MA NONPER LE GIUSTE RAGIONI), EINNEGGIA SALVINI COMESALVATORE DEL MERIDIONE

IN BREVE

www.larivieraonline.com R05 AGOSTO- 03 la vetrina

Forse una botta di calore o la sindrome da abbandono dovuta alla fine diqualche serie Sky, devono aver fatto partire un embolo nel cervello diAntonio Socci, che dalle pagine di «Libero», ci illumina sulla geografia dellapenisola italiana, quella che si studia in prima elementare. “L’Italia è una penisola”, si cantilenava di fronte all’insegnante, “a forma distivale”. Ma non so se questa parte si ripeta ancora adesso. Noi siamo la

scarpa, il rozzo piede, il calzino insudiciato che sta a mollo al cen-tro del Mar Mediterraneo, una grossa bacinella da pediluviopiuttosto trafficata da americani, cinesi e poveri cristi che cimuoiono affogati. Socci sarà capitato per sbaglio su Google Maps per accorgerse-ne? Forse quel giorno faceva pulizia tra i libri di scuola dei figlie gli sarà capitata in mano una cartina d’Italia? Mistero dellafede. Nell’articolo pubblicato in prima pagina (!) da «Libero» lunedì30 luglio, Socci individua nei porti meridionali, Taranto, GioiaTauro e Crotone, delle potenzialità commerciali di primo pianoper l’economia nazionale, facendo riferimento a un affare che hamandato a monte l’entrata a Taranto della Hutchinson

Wamphoa di Hong Kong, una delle holding più enormi delmondo.

L’articolo è un po’ un copia-incolla da altri pezzi apparsi negli anni scor-si (segnatamente un pezzo di Pietro de Sarlo su scenarieconomici.it),punta il dito contro l’Europa (ma non per le giuste ragioni), e inneggia

Salvini come salvatore del meridione (anche lui è anda-to su Google Maps?), chiudendo con una citazionedi Giannola, presidente Svimez.

Riflessione numero uno: perché io e tanticolleghi dobbiamo lavorare come muli

per quattro soldi, invece tu scrivicazzate e ti pagano pure?

Perché, perché, per-ché?Riflessione numerodue: la vita a volte tiporta ad amare risate.È con un misto di pia-cere e tristezza cheinformiamo i lettori chesu questa testata, unmodesto free press dipaese, analoghi ma benpiù articolati contenutifurono scritti da miopadre, Nicola Zitara,

nell’insospettabile2008. Nel corso diquesti dieci anni,notizie e informa-zioni, opinioni eidee sull’economiameridionale sonosempre state date conperseveranza e vigore

da “Riviera”, sulle cuiscelte editoriali tanto siopina in modo un po’ facilo-ne, senza accorgersi che i

danni fatti dai giornalisti sono altrove e di dimensioni ben mag-giori. Forse gli articoli scritti da mio padre erano un po’ più difficili da segui-re della povera demagogia di Socci, più ricchi di informazioni e diproposte anche coraggiose. Nel pieno cliché della sindrome diCassandra, ciò che mio padre scrisse dieci anni fa avviene oggi, ma ilvantaggio non sarà per noi. Sarà per lo Stato/Mafia (sono la medesi-ma cosa) che gestirà il nostro territorio, come ha sempre fatto, pren-dendosi la torta e a noi lasciando forse qualche briciolina. Navi con-tainer cariche di nafta, petrolio, gas, merci di ogni genere, passeran-no di qua, e lo Stato gli chiederà un bel pizzo, che verrà spartito traEuropa e regioni del Nord. Del resto il citato Giannola fu abbastanza chiaro sul destino del Suddurante una sua conferenza a Roccella qualche anno fa. Almeno perchi aveva orecchie per ascoltare il messaggio della Svimez in quell’oc-

casione fu “assumete la posizione a novanta gradi e preparatevi alcolpo”. La politica di Trump e l’ascesa della potenza cinese hanno di certo accele-rato numerosi processi finanziari già in corso, rendendoli più visibili, ma larinata centralità dei traffici mediterranei e la necessità di controllarli, eranoun passaggio obbligato dopo la stabilizzazione dell’UE e la rifocalizzazionedella finanza internazionale su Germania, Inghilterra, Olanda. L’Europa continentale ha bisogno di sorvegliare e dirigere questo flusso dispostamenti, di oggetti e soldi, e lo fa nel solo modo in cui può farlo senzascatenare la Terza Guerra Mondiale: attraverso la conquista finanziaria deiterritori di importanza economica. Cioè l’Italia. Il gioco è semplice: Salvini tenta di strappare all’UE una percentuale piùalta del pizzo pagato da Cina e USA, ma a esclusivo beneficio del Nord.Il rilancio del Sud è solo un’illusione buona per i creduloni: stanno solo divi-dendosi la bistecca con coltelli ben affilati. E la bistecca siamo noi.

Lidia Zitara

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www.larivieraonline.com Rattualità

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Il sindaco Domenico Lucano ha presentatouno sfogo con il quale spiega la situazioneeconomica precaria nella quale si troval’Ente per responsabilità dello Stato.Riportiamo di seguito il suo intervento com-pleto.

PROTESTO. Contro le ingiustizie che da circadue anni stiamo subendo come comunità diaccoglienza. Riace è stata esclusa dal saldoLuglio-Dicembre 2017 (circa 650.000 euro) eper il 2018 non è compresa tra gli enti beneficia-ri del finanziamento del primo semestre, nono-stante tutte le attività siano state svolte e nessu-na comunicazione è pervenuta della chiusuradel progetto. È stato quindi accumulato uningente debito con il personale, con i fornitori econ gli stessi rifugiati. Da aggiungere a questaincredibile situazione la vicenda dei cosiddettiCAS. Da Settembre 2016 il prefetto di ReggioCalabria con vari assurdi pretesti si è rifiutato e

ancora si rifiuta di saldare il dovuto. Stiamo rag-giungendo il punto di non ritorno. Se non ci saràl’assegnazione programmata non solo finirà l’e-sperienza di Riace, ma saranno messi in strada165 rifugiati; almeno 50 bambini, circa 80 ope-ratori. Numerose attività commerciali chehanno fornito beni, prevalentemente alimenta-ri, da più di un anno non si vedranno pagato ilcredito accumulato. L’economia di tutta lacomunità, modello mondiale di accoglienza eintegrazione, crollerà sotto un cumulo di mace-rie.PROTESTO CONTRO OGNI FORMA DIRAZZISMO, DI FASCISMO, DI DISCRI-MINAZIONE E DI SFRUTTAMENTO.PER DIFENDERE LE PERSONE PIÙDEBOLI, QUELLI CHE NON CONTANO(PRATICAMENTE ZERO), CATEGORIAA CUI SENTO CON ORGOGLIO DIAPPARTENERE

DOMENICO LUCANO(UN SINDACO RIBELLE)

Lo scorso anno l’orchestra giovanile di Laureana di Borrello si era vista letteralmente sbattere la porta infaccia della Camera dei Deputati dalla presidente Laura Boldrini perché non era possibile identificareuna data utile a svolgere un concerto in presenza dei nostri parlamentari. Nonostante le dichiarazioni for-mali, i ragazzi non si mangiarono la foglia e la certezza che il diniego fosse in qualche modo legato allarichiesta dei nomi dei componenti dell’orchestra e al fatto che un paio di loro avessero parenti in odoredi ‘ndrangheta fu immediatamente chiaro a tutti. Lo scorso 21 luglio, nell’ambito di “Gente inAspromonte”, lo scrittore Mimmo Gangemi ha approfittato della presenza di Valentina Loeiro, alloraportavoce di Laura Boldrini, per chiederle un parere sulla vicenda, ricevendo una risposta indignata e, anostro parere, sconcertante. La Loiero ha infatti candidamente ammesso che la motivazione di quel divie-to a esibirsi fu legata proprio al legame parenterale con pregiudicati di (ha dichiarato lei) tutti i compo-nenti dell’orchestra e che l’atto della Camera dei Deputati non è stato solo legittimo, ma persino dovuto.A quanto pare non è poi vero che le colpe dei padri non devono ricadere sui figli, almeno quando sei gio-vane, calabrese e provi a costruirti un futuro diverso…

La Calabria è la regione che nel periodo2015-2017 ha fatto segnare la più significa-tiva accelerazione della crescita. È quantoafferma la Svimez nelle anticipazioni delRapporto di quest'anno. “Sono statesoprattutto le costruzioni - si aggiunge - atrainare la ripresa (+12% nel triennio),grazie anche alle opere pubbliche realizza-te con i fondi europei, seguite dall'agricol-tura (+7,9%) e dall'industria in sensostretto (+6,9%). Molto più modesto nel-l'ultimo triennio l'andamento dei servizi

(+2,9%)”.Nelle anticipazioni si afferma, inoltre, che“nel 2017, Calabria, Sardegna eCampania sono state le regioni meridio-nali che hanno fatto registrare il più altotasso di sviluppo, rispettivamente +2%,+1,9% e +1,8%. Si tratta, comunque, divariazioni del PIL più contenute rispettoalle regioni del Centro-Nord, se si consi-dera il +2,6% della Valle d'Aosta, il+2,5% del Trentino Alto Adige e il+2,2% della Lombardia”.

Il gran rifiuto all’Orchestra giovanile diLaureana? Per la Loiero fu un atto dovuto

“Modello” al collassoper colpa dello Stato

La Calabria è la regione che è cresciuta di più nell’ultimo triennio

Secondo l’ultimorapporto Svimez la nostra regione

ha fatto registrarela crescita più

significativa. Atrainare la ripresa ilsettore dell’ediliziae dell’agricoltura.

Le sceneggiate del sindacoL’altro giorno, Il Fatto Quotidiano, che purefa il tifo per la componente grillina del gover-no, ci deliziava con un “francobollo” di primapagina delle solite 4 righe “Questa eclissi ècome il governo del cambiamento: mesi diannunci e alla fine non vedi un beneamato…nulla” (l’espressione era più colorita ). È cosìin tanti posti! Integriamo il discorso con ilparagone e la provocazione del ProfessorCassese, che non ha digerito l’idea di Grillo disuperare la democrazia attraverso sceltecasuali dei rappresentanti del popolo: “Se miserve un chirurgo chiamo un chirurgo, se miserve un falegname chiamo un falegname”.Quindi, a superare ogni aspetto, c’è sempre ildiscorso sulla competenza. Un eletto l’acqui-sta, la competenza, con la concentrazione e lamodestia. Chi ricopre incarichi pubblici nonci deve far vedere le cose solo in sogno.Prima sogno i miei dipinti, poi dipingo i mieisogni, ha scritto Van Gogh. Ora, tra il celebrepittore e un sindaco ce ne passa (magari qual-cuno non lo ammette), ma non c'è dubbioche prima devi sognare di liberare il comunedai rifiuti urbani e poi lo devi fare per davve-ro. Chi prende più voti deve avere mano libe-ra nei Municipi? Può scegliere di fare così,chiudersi nel “fortino” della maggioranza,ma in ogni caso deve rispettare la legge e

deve studiarsi le pratiche. Abbiamo prove dichi ha vinto e non approfondisce gli argo-menti, “preso” com’è dai Social, che lo porta-no addirittura a “condividere” i suoi post “dase medesimo”! Qualche giornalista osservache il Ministro dell’Interno si siede poco die-tro la scrivania per leggersi le pratiche. Sullequestioni dei Bilanci, dei Ruoli, dei Fitti, degliobiettivi dei servizi comunali e le progressio-ni delle carriere degli impiegati, del rapportocon le Associazioni, con il mondo della disa-bilità e della sofferenza, del mare da tenerepulito, del dissesto idrogeologico, dei BeniCulturali, del riordino degli Archivi comuna-li, ecc… su queste questioni, per “prenderci”,un sindaco non deve perdere tempo con lesceneggiate, deve approfondire. Capita,prima o poi, che le certezze vengano meno,c’è Bauman a ricordarlo… Perciò, per noncorrere il rischio di non prenderci quasi mai,sarebbero più adatte “la sicurezza insicura, lacertezza incerta…?” La terza contraddizionedel paradigma del grande sociologo è la“incolumità a rischio”. Come dire… Non cipensi per nulla che puoi cadere e invece…Boh… questo vedo con chiarezza dalla lettu-ra quotidiana dei giornali e dall’esperienzanel comune in cui vivo.

Franco Crinò

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Rredazionale 05 AGOSTO2018

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www.larivieraonline.com Rcopertina

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MARIA GIOVANNA COGLIANDRO

Per anni l’Aspromonte è stato postosotto sequestro: da parte di criminali,prima, e di un’antologia del crimine,dopo. Inizialmente, infatti, si è tenta-to di farlo fuori a colpi di lupara; piùtardi a suon di mandibole, pronte amasticare parole, contorcendosi sgra-ziatamente. Trucidato in modo bruta-le e violento insieme alla sua gente,l’Aspromonte è stato espropriato delsuo originario candore. A provare alenire le ferite provocate dal fuoco

sordo, impudente, con cui si è cercato da più parti dibruciacchiare la nostra montagna, Giuseppe Bombino,presidente dell’Ente Parco Aspromonte.Da 5 anni presidente dell’Ente Parco Aspromonte, irisultati più lusinghieri?Ci siamo mossi su due linee: una materiale e una imma-teriale. Quest’ultima è meno tangibile ma la più signifi-cativa per poter edificare un’opera, e ha riguardato lacostruzione di un’infrastruttura culturale. All’internodel Parco Aspromonte era pressoché assente un sensodi comunità, che è anche un senso di identificazione edi dignità. Pertanto ci siamo prefissati di edificare que-sta impalcatura culturale prima e durante l’avvio diqualsiasi progetto. Abbiamo avuto prova di aver fattoun buon lavoro in occasione della visita dei commissariUnesco che rappresenta il secondo step verso il ricono-scimento dell’Aspromonte come Global Geopark.Durante il primo step, i commissari, attraverso il dossiertecnico-scientifico da noi elaborato in precedenza,hanno avuto modo di studiare la geologia, le epoche –cifre nell’ordine dei milioni di anni - che hanno consen-tito all’Aspromonte di essere quello che è; con la lorovisita nei luoghi più suggestivi del Parco sono ancheentrati in contatto con un’umanità consapevole dellapropria identità, molto maturata rispetto al passato. Quando sarà comunicato l’esito della candidaturaall’Unesco Global Geoparks?L’iter si è concluso. Le premesse sono molto prometten-ti, l’esito sarà comunicato in primavera e non vorrem-mo sbilanciarci prima del tempo. Per la prima voltal’Aspromonte esporterà ciò che avrebbe da sempredovuto esportare, ovvero la sua bellezza. Il Geoparco vaoltre i confini attuali del Parco dell’Aspromonte: si spin-ge fino agli abissi marini, fino alle foci delle fiumare,sarà annesso al suo interno anche ciò che non è conte-nuto nei confine del Parco – penso a Pentedattilo, allegeologie costiere rinvenibili nelle spiagge di Palmi.L’intero territorio della Città Metropolitana di ReggioCalabria si propone, dunque, in una vetrina internazio-nale e questo ci permetterà di dimostrare il vero carat-tere della nostra terra. Per troppo tempo l’Aspromonte ha rievocato l’immagi-ne stessa della ‘ndrangheta. È vero, negli anni ‘80 tra isuoi boschi si poteva sparire, per sempre. Ma oggi quelpassato torna ancora nelle storie e nella cronache,anche di chi la nostra montagna non l’ha mai conosciu-ta. L’Aspromonte sarà colpevole per sempre oppure lasua bellezza potrà soffocare le sue colpe? Nell’ambito del Global Geoparco Unesco abbiamoindividuato un emblema: Pietra Cappa. È un elementodella geologia estremamente importante intorno a cui,tuttavia, si sono fatte largo le retoriche più severe:Pietra Cappa come pietra del dramma, come espressio-ne di un Aspromonte che nascondeva le sue vittime. Sitratta di verità, senz’altro, ma verità che appartengonoal passato. Noi questo passato non lo rinneghiamo;nello stesso tempo, però, vorremmo dimenticarlo, met-terlo in un ripostiglio, perché non ci fa onore, e cercaredi recuperare altri significati che l’Aspromonte puòesprimere. Fare di Pietra Cappa l’emblema di una can-didatura Global Geoparco Unesco significa raccontareun altro aspetto di noi: oltre il dramma, la bellezza; oltreil peccato, la preghiera. Noi siamo sostenitori dellacosiddetta verità circolare, così come la intendevaParmenide: la verità assoluta corre lungo un cerchio, finquando non lo si percorre tutto, non è possibile cono-scere la compiutezza di ciò che si ricerca. Finora, neltentativo di raccontare l’Aspromonte, è stato percorsosolo un arco di questo cerchio, un arco vero e che ci creadolore. Ma non è la terra ad aver tradito, sono stati isuoi uomini; pertanto è giusto che le terra possa trova-re pace. Per riuscirci è necessario percorrere l’altrametà del cerchio: ci accorgeremmo che in questo abis-so buio a un certo punto segue un simbolo, il simbolodella nostra storia, della nostra cultura, della nostraciviltà, della nostra bellezza. È giusto che la narrazionedell’Aspromonte contenga entrambi gli elementi, quel-lo più oscuro e quello più luminoso; su quest’ultimo si

andrà a costruire il futuro, perché il futuro di una comu-nità non si può scrivere esclusivamente sui suoi errorima occorre individuare tra le macerie un simbolo – chesia una croce, un simulacro, un quadro che ci ricorda unistante alto del nostro passato – che ci consenta dirimetterci in processione. Per l’Aspromonte abbiamoindividuato Pietra Cappa, simbolo di una conversionetotale che ci mostra un nuovo cammino.A questo proposito, dal 19 al 21 luglio scorsi si è tenu-ta la tre giorni di Africo, un dibattito su una nuova pos-sibile narrazione della Calabria. Quale sarebbe, secon-do lei, il giusto seguito adesso affinché quest’esperien-za ad Africo non sia solo una bella parentesi?Ho chiesto personalmente agli intellettuali intervenutidi percorrere l’altra metà del cerchio e cominciare afarla emergere, non per negare il dramma ma per com-pletare il racconto sulla Calabria. Ho chiesto di compie-re il folle volo, come avrebbe detto Dante, di farci capi-re cosa c’è dall’altra parte. L’intellettuale è un uomo ouna donna di pensiero, capace di vivere un’epoca e anti-

cipare quella che ancora deve venire. In questa antici-pazione, in questa profezia traccia la strada a tutti glialtri cosicché possano organizzare nuovamente il lorocammino. L’intellettuale ci mostra oltre il dramma, labellezza. Intorno alla bellezza c’è la fiducia, c’è l’educa-zione dello sguardo, c’è la speranza. Intorno alla bellez-za c’è l’avvenire. Un avvenire che – a differenza delfuturo che si indovina con la palla di cristallo – si pro-getta, si costruisce. Africo, come ha scritto GioacchinoCriaco nel numero precedente di Riviera, non è undeserto. Gli intellettuali intervenuti non si sono con-frontati in un luogo inespressivo ma in un luogo in cuiqualcosa stava già accadendo. Vi hanno trovato unatrentina di ragazzi che non erano lì per distribuire birreo per tagliare il formaggio, nel senso più alto dell’ospi-talità che solo noi sappiamo offrire, ma erano lì perchéstanno credendo in un progetto. C’è un accordo di pro-gramma, fatto in tempi non sospetti, tra il ParcoNazionale dell’Aspromonte e il comune di Africo, fina-lizzato a recuperare il casello di Carrà – in cui hannosoggiornato gli intervenuti alla tre giorni – e l’infrastrut-tura sentieristica. Quest’ultima è stata interessata dainterventi tesi a rendere intellegibile l’area: oltre allasegnaletica e alla cartellonistica, mi riferisco al pontetibetano che è stato edificato sul vallone che separaCasalinuovo da Africo Vecchio. La costruzione delponte è una sorta di metafora: unisce ciò che la storiaha separato, ciò che la geologia ha distanziato, ciò che ildramma di una terra tormentata ha fratturato.Abbiamo voluto un ponte per superare il vuoto. AdAfrico tra qualche giorno, nella stessa struttura che haospitato la tre giorni, si terrà un corso di formazione sul-l’etologia del lupo. Alcuni moduli del centro diCampusa, in cui Saverio Strati prestò la sua opera mate-riale costruendo alcune delle casette, saranno recupera-ti e affidati ai ragazzi che hanno creduto nel progetto:realizzeranno ospitalità diffusa. Sulla scia di quanto ci èstato suggerito da Gioacchino Criaco, dunque, voglia-mo fare di Africo un centro letterario, in cui la storiapuò essere vinta nei suoi aspetti più laceranti. Durante un incontro ad Africo del 2010, PasquinoCrupi chiede un premio speciale a Gioacchino Criacoper aver scritto il romanzo internazionale della lettera-tura del Sud…Pasquino Crupi ha espresso appieno il compito dell’in-tellettuale. In quell’occasione anticipò quanto in realtàè poi avvenuto. La sua fu una profezia: ci sarebbe statoun tempo in cui dalla letteratura di Gioacchino Criacosi sarebbe potuti ripartire, e così è stato.Due mesi fa Roberto Saviano è stato a San Luca. Lei loaveva invitato a fermarsi qualche giorno in più per rac-contare i luoghi, l’umanità e la natura della nostramontagna. Non ha ricevuto risposta. Secondo lei qualierano le reali intenzioni della visita di Saviano?Ho chiesto a Saviano di raccontare quell’altra parte del

cerchio, perché, almeno fino a pochi giorni fa, gli attri-buivo il compito che riconosco agli intellettuali. Adessomi sono ricreduto, per la verità. È chiaro che non è pos-sibile condizionare l’orientamento, l’ispirazione e lacreatività di uno scrittore, però gli si può chiedere diaiutarti, dal momento che svolge un ruolo sociale, edu-cativo, profetico. Invece, Saviano, pur avendo a disposi-zione infinite pagine di peccato, pur avendo la possibi-lità di scavare nel dramma, queste colpe non gli sonobastate, tanto da dover trovare ulteriori elementi dimistificazione. Ma così facendo smette di essere unoscrittore: si è costruito degli elementi inesistenti, scomo-dando l’astrologia, l’entomologia… E allora c’è qualco-sa che non mi torna. Posso comprendere che non abbiavoluto raccontare l’altra metà del cerchio e mantenersiin quella più oscura e, dal suo punto di vista, più sugge-stiva, però non gli consento di mistificare. Pertanto,ritengo, che le reali intenzioni di Saviano fossero piùdeteriori: a San Luca si sta girando una serie che si ispi-ra al suo romanzo ZeroZeroZero, creare un ulterioreelemento per arricchire di mistero, di suggestione, disensazionalismo l’Aspromonte, serve a portare benefi-cio al suo libro. Quindi una scelta di marketing…Esatto, una scelta di marketing che noi non possiamoconsentire. Ha rappresentato una realtà che non esiste,priva di fondamento. Secondo qualcuno la serie ZeroZeroZero infangheràancora di più l’immagine dei sanluchesi e di tuttol’Aspromonte. Lei è d’accordo?Io ritengo che bisogna fare in modo che dal nostroAspromonte vengano fuori dei buoni prodotti.Un’opera non si giudica in ragione del messaggio madella sua artisticità, della sua esclusività. “Anime nere”è un film con un messaggio dirompente, il finale lasciaapparentemente senza appello ma è un capolavoro.Così come è un capolavoro la Pietà di Michelangelo,sebbene trasmetta uno dei messaggi più devastanti chesi possano rappresentare: una madre che tiene tra lesue braccia il figlio morto. Ma quando mi trovo alcospetto dell’opera non penso al messaggio funereoperché è il tratto, la perfezione, la sua luce, l’armoniache mi catturano, altrove irrintracciabili. L’Aspromontesi presta a edificare dei capolavori. DopoZeroZeroZero potrà esserci un altro regista che potràrappresentare con un altro messaggio, magari di spe-ranza, un altro capolavoro. Bisogna considerare leopportunità che l’arte cinematografica è in grado di vei-colare a livello lavorativo e culturale. Cosa pensa della candidatura di Klaus Davi a SanLuca?Penso che abbia un significato che nasce e muore nelpersonaggio. A San Luca ci sono le intelligenze perpoter avviare finalmente un percorso di fiducia affinchéi giovani possano accedere a una rappresentanza. E

“Per raccontare la nostra montagna, secondoil Presidente dell'Ente Parco, GiuseppeBombino, dobbiamo ricorrere alla cosiddettaverità circolare: la verità assoluta corre lungoun cerchio, fin quando non lo si percorretutto, non è possibile conoscere lacompiutezza di ciò che si ricerca. Finora, neltentativo di raccontare l’Aspromonte, è statopercorso solo un arco di questo cerchio,quello che ne mette in evidenza i peccati, ildramma. Si è tralasciata, invece, l'altra partedel cerchio, quella che ne esalta la bellezza.

La narrazionedell’Aspromonte devecontenere entrambigli elementi, quellopiù oscuro e quellopiù luminoso; suquest’ultimo si andràa costruire il futuro,perché il futuro diuna comunità non sipuò scrivereesclusivamente suisuoi errori ma occorreindividuare tra lemacerie un simboloche ci consenta dirimetterci inprocessione.

L'Aspromonteè bellezza

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Se la Reggina non riuscirà asvolgere la seconda partedel ritiro nello stadiocomunale “CorradoAlvaro” di San Luca, l’“intoppo”, come lo defini-sce Antonio Strangio, è daascrivere esclusivamente aragioni di tempo. Nel

momento in cui è nata l’idea, i tempinei quali la stessa avrebbe potuto con-cretizzarsi erano incompatibili con laconsumazione degli atti amministrativi

di un ente pubblico, vigilato da un ministero. Tra l’altro, la Reggina era già pronta apartire per il ritiro a Salerno, quindi tutto doveva essere concluso nell'arco di pochis-simi giorni. Tengo a precisare che l’idea non si limitava ai soli 10 giorni del ritiro dellaReggina a San Luca, ma la squadra sarebbe stata un elemento di un progetto la cuicomposizione era molto più articolata e che si sviluppava nell’arco di un anno. I cal-ciatori della Reggina avrebbero partecipato alle attività extra allenamento con lacomunità locale. Un’azione prevedeva il cammino tra la gente, un'altra che i ragazzidi San Luca partecipassero alle partite della Reggina a Reggio per ricambiare la visi-ta. Ci sarebbero state, inoltre, delle escursioni congiunte tra i calciatori della Regginae i ragazzi di San Luca. Stiamo parlando, infatti, di un progetto intitolato “San Lucaè…”. San Luca è integrazione, cultura, natura, accoglienza, geologia, paesaggio, eno-gastronomia. Il progetto avrebbe coinvolto anche l’associazione Save The Children,che è radicata in San Luca presso una struttura recuperata dal Parco Nazionale, l’as-sociazione calcistica locale, le guide ufficiali del Parco Nazionale, la cooperativa digiovani sanluchesi. La Reggina era un pretesto per avviare questa grossa cooperazio-ne. I tempi non ce l’hanno consentito ma il progetto resta. Non rinunceremo, lo ripro-porremo. Il progetto, tra l’altro, trovava il favore dell’attuale commissario che ammi-nistra il comune di San Luca. Strangio ritiene che San Luca abbia ricevuto poche attenzioni e gli siano stati desti-nati pochi fondi. Non è così. L’attenzione del Parco Nazionale verso San Luca è un’at-tenzione totalizzante. Intanto l’ex Casa Fera – l’edificio architettonicamente più signi-ficativo della Locride montana – è stata completamente ristrutturata dal ParcoNazionale. Inoltre, il Parco ha inserito, nell’ambito di un progetto di valorizzazionedella viabilità per le infrastrutture verdi, il percorso Montalto-Polsi. A Polsi abbiamo,poi, recentemente finanziato il percorso della Via Crucis, inaugurato un presidiomedico-sanitario e un presidio per la sicurezza della popolazione e per quanti vi giun-gono in occasione delle festività mariane. Veniamo ora al grande equivoco. Il territorio di San Luca non è stato sottratto dalParco Nazionale dell'Aspromonte. Il territorio di San Luca è un territorio eletto chericade all’interno del Parco e che è stato conservato e valorizzato. Abbiamo preserva-to il bello evitando lo sfregio, come è avvenuto in altri territori. Un bene “messo sottochiave” può essere visto da due diversi punti di vista: da un lato, mi viene da pensareche non mi consente di raggiungerlo; d’altro, rifletto che si tratta di un bene che miimpone di misurarmi con la sua bellezza in modo innovativo e inedito. Significa che lìpuò accadere qualcosa che altrove non può accadere. Che il Parco abbia determina-to vincoli, come sostiene Strangio, è una leggenda; e poi sfido chiunque a dimostrar-mi che fuori dal Parco dell’Aspromonte ci sia stato uno sviluppo – è stata abbattuta ladisoccupazione, le imprese sono floride – da cui i territori ad esso interni siano statipreclusi. Da presidente del Parco chiedo ai giovani di farsi avanti con progetti: il Parcoli accompagnerà. Ma fatevi avanti con progetti che dimostrino che avete consapevo-lezza del valore che sta alle vostre spalle e sulle pendici dei nostri monti, perché suquel valore possiamo costruire una progettualità comune.

Giuseppe Bombino

Replica all’articolo “La Reggina calcio,

l’integrazione che non c’èe il “Sarmoriglio”

pubblicato domenicascorsa su Riviera

questa soluzione è quella che offre le maggiori garanzieper la crescita della comunità. La mancanza di disponi-bilità da parte dei sanluchesi a volersi proporre comerappresentanti di un territorio è legata alla precarietàdell’incarico, dal momento che chiunque potrebbe vacil-lare perché legato a una parentela sospetta. È una que-stione che ci obbliga a riflettere perché è inimmaginabi-le una situazione di commissariamento sine die. Cosa la spaventa di più: che in futuro si continui a par-lare dell’Aspromonte come terra di ‘ndrangheta o che sismetta di parlarne?Temo di più che si continui a parlare dell’Aspromontecome terra di ‘ndrangheta perché la retorica è semprepronta a ripiegare sulla prima o la seconda via e a nonricercare la terza. Ci sono delle correnti di pensierosecondo cui il dramma si supera se lo guardi in faccia.Parlare di ‘ndrangheta, di questi nostri peccati, ci aiutaperché riusciamo a vivisezionare la nostra stessa storia.Ma d’altra parte se non si cerca la terza via, si restaschiacciati dallo stesso dramma e non si riesce a intrave-dere alcuna prospettiva, a trovare lo slancio di una visio-ne. Quindi questa corrente di pensiero è vera fino a uncerto punto. Ricorro a una metafora: immaginiamo checi sia un malato terminale che abbia necessità di cure evenga ricoverato in una struttura. Qual è quel medicopronto a dire “tu hai questa malattia e per poterla supe-rare devi guardarla in faccia notte e giorno”? Da un latoun suggerimento del genere significherebbe creare con-sapevolezza di ciò che si ha, dall’altra vorrebbe dire pre-cludere al malato la terza viache gli consenta di tendereverso una speranza. A merisulta, invece, che negliospedali si cerchi – ancheattraverso la scelta della tintadelle pareti, le fotografie,persino attraverso le fintefinestre in cui viene dipintoun bosco o il volo di un uccel-lo – di creare un colore che sicontrapponga al buio dellamalattia. Si offre, dunque,uno strumento per superareil dramma. Noi, questo stru-mento che restituisce la lucelo pretendiamo anche perl’Aspromonte e dobbiamoattuarlo noi per primi.Dobbiamo guardare in facciai nostri traditori, fosseroanche i nostri figli, fratelli,padri, prendere le distanze ecominciare un nuovo raccon-to. E fin quando il raccontolo faranno solo gli altri, nonpercorreranno mai il cerchioper intero.Cosa le ha insegnato l’Aspromonte in questi anni?Per me l’Aspromonte è una metafora: nella salita ènecessario un notevole sforzo muscolare, ripagato dal-l’avere, una volta raggiunta la cima, una visione più com-pleta e dal poter respirare un’aria più leggera. Nelladiscesa c’è il rischio della caduta, dell’inciampo.L’Aspromonte l’ho percorso in lungo e in largo: mi haattratto, mi ha respinto proprio come farebbe unamadre. La nostra montagna l’ho sempre definita femmi-na e in essa ho sempre colto un tratto educativo.L’Aspromonte conserva gli istanti in cui tutto ebbe ini-zio, quindi quando noi perdiamo le coordinate, quandonon sappiamo bene quale direzione intraprendere, lanostra montagna ci consente di ritornare alle cose piùsemplici, essenziali in cui sono insite le leggi fondamen-tali che ci restituiscono l’equilibrio.

L'attenzionedel ParcoNazionaleverso SanLuca ètotalizzante

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BREVI

“ Sabato scorso, a Sant’Agata,ignoti balordi hanno bucato leruote del pulmino dei ragazzibergamaschi ospiti del grestlocale ma, dimostrando la

civiltà e l’ospitalità che li con-traddistingue, i cittadini hanno

sostituito a spese loro legomme del mezzo omaggiandocon un cesto di prodotti tipici

gli ospiti.

Il Presidente del Consiglioregionale Nicola Irto ha

festeggiato assieme a Davide lalaurea all’Accademia di Belle

arti. Un traguardo importante perquesto ragazzo Rom che sognadi diventare scultore nonostantesia afflitto da gravi problemi disalute e che per questo è statoomaggiato da Irto con un libro.

Questa settimana il Lions ClubRoccella Jonica è stato teatrodel passaggio di consegne alvertice del Club Service. Alla

presenza di numerosi soci Lionsil sidernese Domenico Leonardo

è stato infatti rivestitodell’incarico di nuovo

Presidente e subentra al postodi Orazio Violante per questo

anno sociale.

Questa sera, alle 20, la statualignea “Regina Pacis” del

compianto scultore GiuseppeCorreale sarà finalmenterestituita alla comunitàsidernese. Dopo un lungorestauro, infatti, la statuatroverà nuovamente posto

presso la Chiesa di Santa Mariadell’Arco di Siderno grazie

all’impegno del comitato KAOS.

Giunta alla sua 9ª edizione, la Festa della Trebbiatura ha fattoregistrare anche quest’anno una considerevole partecipazio-ne sia da parte degli esperti del settore, sia dei cittadini desi-derosi di scoprire tecniche moderne e antiche tradizioni.La manifestazione, organizzata dall’azienda agricola “BaroneMacrì” con la collaborazione del Comune di Gerace e delleaziende De Masi, di Rizziconi, e Grena, di Verona, ha per-messo al pubblico di informarsi sulle più innovative tecnichepresenti sul mercato, degustare prodotti tipici, partecipare aigiochi tradizionali come la corsa con i sacchi e ballare ai ritmidella musica etnica.Questa settimana abbiamo intervistato Francesco Macrì perscoprire come la manifestazione si sia evoluta in questi noveanni.Come si è svolta questa edizione della Festa dellaTrebbiatura?La manifestazione si è svolta presso l’agriturismo Modi diGerace e abbiamo deciso di suddividere l’evento in variappuntamenti. La mattina è stata riservata alla dimostrazionedelle nuove tecniche di coltivazione e dei nuovi tipi di conci-mazioni. Grazie al supporto dall’azienda De Masi, infatti,abbiamo dimostrato ai presenti che le nuove tecniche presen-ti sul mercato fanno risparmiare tempo e costi di lavorazione.Nel pomeriggio si sono svolti i giochi tradizionali con la par-tecipazione dell’oratorio dei Salesiani di Locri, dei suoi ani-matori e degli oltre cinquanta bambini provenienti daGerace, Antonimina e Locri. Conclusi i giochi, abbiamodimostrato ai presenti la tecnica di trebbiatura che venivausata in passato. Infine, la giornata si è conclusa con l’esibi-zione dei “Behike Moro”, un gruppo di giovani ragazzi chegrazie al loro sound etnico hanno fatto ballare grandi e picci-ni. Inoltre, quest’anno abbiamo ospitato una mostra che ha

riscosso un notevole successo.Qual è il bilancio di questi nove anni di manifestazione?La Locride ha sempre risposto con partecipazione, curiositàe interesse. Abbiamo registrato di anno in anno un numerosempre crescente di partecipanti, non soltanto imprenditoriinteressati al mondo agricolo, ma anche cittadini desiderosi dipassare una giornata all’insegna della tradizione e del diverti-mento.Che genere di problematiche riscontra chi vuol fare agricol-tura nella nostra zona?Il vero problema è far capire alle persone come fare agricol-tura. Le aziende agricole del nostro territorio hanno bivacca-to per anni vivendo spesso d’improvvisazione, e questo è statoun male. Chi vuol fare agricoltura deve essere consapevoleche non si investe soltanto denaro ma soprattutto conoscen-za, e quindi bisogna avvalersi di tecnici che ti aiutano a prepa-rare il terreno, le piante, stabilire quando fare il raccolto…L’imprenditore che vuol fare agricoltura nel nostro territoriodeve capire che è necessario utilizzare tecniche all’avanguar-dia, collaborare con altre aziende e produrre per un mercatoche apprezzi e valorizzi il tuo prodotto. Bisogna tirare fuoriuna cultura nuova dell’imprenditore agricolo.Come vorrebbe veder cambiare il mondo agricolo compren-soriale da qui alla prossima edizione della Festa?Mi piacerebbe che questa zona si ripopolasse di aziende agri-cole. I giovani stanno dimostrando grande interesse nei con-fronti del settore, ma la Regione ci mette ancora troppo aindire bandi che sovvenzionino le piccole aziende e c’è anco-ra poco supporto agli imprenditori da parte delle istituzioni.L’approccio deve cambiare, e in fretta.

Gaetano Marando

Le aziendeagricole del

nostro territoriohanno

bivaccato peranni vivendo

spessod’improvvisa-zione, e questoè stato un male.Chi vuol fareagricolturadeve essereconsapevoleche non si

investesoltanto denaroma soprattuttoconoscenza.

www.larivieraonline.com RIntervista

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Sabato 21 luglio si è svolta la 9ª edizionedella Festa della Trebbiatura,

manifestazione divenuta occasioned’incontro per imprenditori locali e

nazionali, non soltanto interessati alletecniche più innovative, ma anche

curiosi di riscoprire quelle tradizionali.Intervista a Franceco Macrì.

“Vogliamo promuovereuna nuova culturadell’imprenditore agricolo”

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La brillante idead’installare quegliostacoli, in pochigiorni ha sortito

eccezionali risultati:

ha affossato l’economia

di tutta la zona.

Gent.mo sig sindaco, mi permetta di esprimerle ilpensiero di un cittadino che, come me la pensa sulla“questione dossi” diventati ormai famosi non solo aSiderno, ma stanno superando in notorietà i cipres-si di Carducci!Devo darle atto che ha lottato per molto tempo perrimettere in sesto quella via Macrì che sarebbe dive-nuta in brevissimo l’arteria più importante che sicollega a nord ed a sud con la SS 106, evitando cosìl’attraversamento di tutto il centro cittadino!Purtroppo la brillante idea d’installare quegli osta-coli, in pochi giorni ha sortito eccezionali risultati.Lei, o chi per lei, ha avuto la capacità di distrugger-la in pochi giorni, (-80% di transito), di affossare l’e-conomia di tutta la zona, di far fare agli automobili-sti il periplo di Siderno convogliando tutto il transi-to su corso Garibaldi rendendolo impercorribile acausa del traffico caotico cui oggi è sottoposto. Maio non riesco ad immaginare un’ambulanza chedebba portare una persona con flebo o con fratture,o incinta a Locri in ospedale: le fa fare il giro di tuttaSiderno o potrà scaricare il paziente molto più vici-no? O l’intervento dei Vigili del Fuoco, di Polizia oCarabinieri che con grande difficoltà e ritardo deb-

bano recarsi dove necessario, basterebbe ad ordi-narne, come prescrive la legge, l’immediata rimozio-ne, caso contrario risponde civilmente e penalmen-te chi li ha fatti installare o chi non li abbia fattirimuovere. Ma mentre lei è sensibile (giustamente)alle richieste di alcuni commercianti, non tiene innessun conto quelli che sono i timbri di dozzine diaziende che gravitano intorno a tale arteria, le firmedi decine di cittadini, nonché quanto scritto suisocial da centinaia di sidernesi, dai quali presto rice-verà una class action per risarcimento danni, inquanto ci sono mezzi più idonei, rapidi, efficaci, eco-nomici e legali, a protezione della pubblica incolu-mità.Io non ho le capacità né l’intenzione di dare consiglia nessuno, non ho mai fatto politica, non ho maifatto strumentalizzazioni, ma nella vita un solo con-siglio si può anche dare nell’interesse di tutti i citta-dini: si contorni di persone competenti!Non me ne voglia, con immutata stima ed affetto,cordiali saluti.NB. Veda nota Ministero del 26/10/2011, n. 5274

Mario Ferraro

Egregia Direttrice della Riviera,sono un pensionato di Marina diGioiosa Ionica e voglio denunciarele gravi e ingiuste vessazioni chesubiscono i cittadini di codestoComune per quanto riguarda letasse comunali. In particolare miriferisco alla TARI (tassa sui rifiutisolidi urbani). Centinaia di famiglie,sempre di codesto Comune, hannoricevuto la cartella con la quale sirichiede di pagare l’intero ammon-tare per l’anno 2015, nonostante inprecedenza abbiano già pagato l’ac-conto, comprovato dai bollettinipostali, in loro possesso.Recandosi allo sportello dell’UfficioTributi del Comune, dopo ore diattesa, si sentono dire dall’incaricatodella SOGET che essendo loroutenti e non avendo richiesto il saldoTARI 2015, gli tocca pagare l’interoimporto e che non entra nei compitidella stessa di annullare le cartellecon le quali si richiede il totale diquanto richiesto all’origine, addirit-tura comprensivo di interessi di

mora. Questa risposta delFunzionario della SOGET è parsachiaramente una presa per i “fon-delli” e dimostra quanto il Fisco siavessatorio e crudele nei confrontidei cittadini onesti: secondo il ragio-namento del burocrate di codestaSocietà dovevano loro, i cittadini,richiedere il bollettino del saldoTARI 2015, in quanto gli UfficiSOGET non sono all’altezza delcompito. A questo punto i cittadinisi rivolgono (tramite il sottoscritto)al buon senso della responsabiledell’Ufficio Tributi del Comune diMarina di Gioiosa affinché interven-ga a risanare questo assurdo conten-zioso per evitare l’intervento diEquitalia col fermo macchina cheper errore e inefficienze dellaSOGET siano, come al solito, apagare gli onesti contribuenti.Naturalmente se la questione nonverrà risolta si provvederà ad agireper via legale.

In fedeAlfredo Massara

Il commerciante Mario Ferraro chiedela rimozione dei dossi in via Macrì

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Marina di Gioiosa:Lo strano casodella TARI 2015

Eccezionale intervento al PoliclinicoUniversitario di Messina, dove è stato aspor-tato un tumore addominale di 11 chili. Ladonna, una sessantanovenne, è stata giàdimessa in ottime condizioni generali, fannosapere i sanitari. L'intervento è stato effet-tuato da un’équipe guidata dal Prof. AntonioMacrì, responsabile del ProgrammaInterdipartimentale per la Cura dei TumoriPeritoneali e dei Sarcomi dei Tessuti Mollidell'ospedale universitario. "Si tratta - spiega Macrì - di un caso estrema-mente raro, anche se non il primo da noioperato, sia per la sua natura istologica (sar-coma retroperitoneale gigante), ma, soprat-tutto, per le dimensioni che la neoplasiaaveva raggiunto e per la diffusione in alcuneregioni anatomiche difficilmente raggiungi-bili, con coinvolgimento di grossi vasi, rene,intestino, peritoneo, muscoli, ossa e strutturenervose. Il tumore occupava infatti tutto l'ad-dome, dislocando l'intero intestino in unapiccolissima porzione della cavità peritonea-le". Il peso, le dimensioni (40 x 30 x 15 centime-tri circa), l'importante e anomala vascolariz-zazione, nonché i strettissimi rapporti che iltumore contraeva con alcuni organi vitali,hanno reso il trattamento chirurgico partico-larmente delicato. L'intervento, durato circa sei ore, ha richie-sto l'esecuzione di resezioni multiviscerali eha consentito la rimozione completa deltumore. Il decorso post-operatorio non haavuto complicanze e la donna è stata dimes-sa dopo due settimane.“Sembra incredibile che, nell'era della pre-venzione, sottolinea Macrì, ci si trovi ancoraa trattare tumori di queste dimensioni, ma lasede di origine e le modalità di diffusionefanno sì che tali tumori diano segno di sé soloin fasi avanzate. Dobbiamo trovare strategiepiù efficaci - continua il chirurgo - per pro-muovere l'educazione sanitaria e coinvolgeresempre più persone nei programmi di scree-ning, in modo da ridurre il numero di tumoriin stadio avanzato e, comunque, in questicasi, è fondamentale affidarsi a Centri dedi-cati al trattamento di tali patologie.Il Programma Interdipartimentale per laCura dei Tumori Peritoneali e dei Sarcomidei Tessuti Molli, nato il primo aprile 2018grazie alla sinergia tra l'Università diMessina e l'Azienda OspedalieraUniversitaria della stessa città è rivolto altrattamento, con tecniche all'avanguardia(chemioipertermia peritoneale, perfusioneisolata d’arto), sia di tumori rari (sarcomi,mesotelioma peritoneale, pseudomixomaperitonei), che di neoplasie di più frequenteriscontro (carcinosi peritoneale di origineovarica, gastrica, colica).

Asportato tumore di11 kg, eccezionaleintervento alpoliclinico diMessina grazie almedico locreseAntonio MacrìIl professore Antonio Macrì,originario di Locri, lo scorsoaprile ha dato vita, pressol’Azienda OspedalieraUniversitaria “G. Martino” diMessina, al primo Centro delmeridione d’Italiaespressamente dedicato allacura dei Tumori peritoneali e deisarcomi dei tessuti molli. Inquell'occasione lo avevamointervistato per conoscere più davicino questo centro dieccellenza. La scorsa settimanaproprio presso la struttura volutadal professore Macrì si èregistrato una caso di buona,anzi ottima sanità.

In ricordodi Piero

Pappadà“Vivrò per

sempre nelcuore di chi mi

ha amato, cirincontreremoun giorno edio risuonerò

per voi ancorapiù forte… non

ci fermiamomai, mai”.

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Ogni anno la Svimez, ovvero l’Associazione per loSviluppo dell’Industria nel Mezzogiorno ci delizia coni suoi dati e con le sue analisi di una puntualità disar-

mante. Non solo. Ponendoci a metà strada tra il conforto e lo sconforto,Svimez, dovendo giustificare se stessa, è sempre lì pronta a ricordarci dadecenni quanto il Sud sia in fondo un buon motivo di mancato sviluppo.D’altra parte, se le sorti della nostra storia fossero state diverse cosa scri-verebbero fior fiori di illuminati analisti presuntivamente meridionali-sti? Ora è un dato che più di 1.900.000 unità di forza lavoro sia uscita dalSud e, ovviamente, lo dice Svimez. Una non novità come tante, ma utileper redigere il rapporto che chiuderebbe un anno di attività. Insomma,giustificata se stessa, adesso attendiamo un altro anno e un altro rappor-to Svimez e... scordiamoci le soluzioni.Eppure una riflessione di merito forse possiamo farla. La migrazione daSud a Nord, come al di fuori dei confini nazionali, avviene in tutti i paesi(tranne la Francia e qualche altro paese) e, in Italia non è certo unanovità soprattutto dall’attrazione indotta dalle economie industriali suquelle agricole del Veneto e del Meridione. Vi è stata una sorta di con-

trazione dei flussi solo per qualche decennio, diciamo la generazioneimmediatamente successiva agli anni Settanta. Probabilmente perché ilmodello assistenziale sulla mancata occupazione garantiva una sosteni-bilità di risorse inoccupate e perché sembrava prevalere il pensiero cheil Lavoro dovesse raggiungere il Sud del paese. Ovvero, che si potessecapovolgere il mantra per il quale non si doveva più inseguire il lavoroma farsi inseguire. Risultato? L'aumento geometrico dell'indice dipovertà del meridione d’Italia. Fortunatamente, però, la globalizzazionee l’Europa unita hanno incentivato la migrazione verso il lavoro con unadistribuzione che, a nostro danno ma a beneficio dei nostri figli, ha aper-to nuovi orizzonti. Il vero problema, allora, non è chiedersi perché inostri ragazzi vanno via - risposte a cui ognuno di noi saprebbe trovaredegni e ragionevoli argomenti - ma perché noi... al Sud... siamo e reste-remo fuori dal processo di globalizzazione e di scambio delle opportu-nità e, ancora, del perché restiamo figli minori di un' Europa tanto,molto... troppo lontana.

Giuseppe Romeo

CALABRESE PER CASO

A proposito di Svimez...Africo. Aspettando una nuova narrazione

L’opinione

MI ERO ARRESO ALLA FELICITÀ APPARENTEDELL'UTOPIA ARMATA, PRATICANDO QUELL'IDEADI RIVOLUZIONE DEI SENTIMENTI NELLA QUALEPOTER VOLARE IN LIBERTÀ.COSÌ ALLESTÌ LA SALA OPERATORIA DI DEXTERCON UN TELO DAMARE EME NE SAZIAI.E MENTREMI CHIEDEVO SE GLI ARCOBALENIFOSSERO UN’ILLUSIONE, UN PO’ COME LA RELI-GIONE, MI RESI SEMPRE PIÙ CONTO DI ODIAREL’IPHONE.(ON THE ROAD - OLIVE AVENUE)ROBERTODEANGELIS

VORREI RINASCERE IN UNA TERRA SENZA STATO E SENZA CONFINI,SENZA NESSUNO CHEMI CHIEDA CHI SONO,PRIVA DI PASSAPORTI E DI CARTE DI IDENTITÀ, DOVE SI DICE FRATELLO E NON EMIGRANTE.VORREI RIVIVERE IN UNA TERRA DOVE NON ESISTONO CASE DISA-BITATEE TERRENI ABBANDONATI CON SU SCRITTO PROPRIETÀ PRIVATA,UN POSTO DI CUI ANDARE FIERO, UN LUOGO COME LACALABRIA.VORREI RINASCERE QUI DOVE SONO NATO,DOVE SPADRONEGGIA LA NDRANGHETA, DOVE TUTTO È DIFFICILE.QUI, DOVE HO IMPARATO A REAGIRE ALLE AVVERSITÀ,DOVE L'UOMO HA INIZIATO A PENSARE,DOVE TROVERÒ SEMPRE UNA SPIAGGIA PER APPRODAREE QUALCUNO CHEMI TENDE LAMANO.

GIUSEPPEGANGEMI

Quel che resta di un popoloa brandelli da primadell’Unità d’Italia

Vorreirinascere

Antonio Strangio

Su quel che resta di un antico Paese, Africo, rovine ememoria che un tempo non molto lontano si chiama-va Casilinuovo, oggi Africo antica per evitare di usaretermini quasi volgari come Africo vecchio, sono stateforse gettate le basi per una nuova narrazione dellaCalabria, dopo decenni di narrazione infamante efaziosa, che ha avuto la forza di spostare le montagne,ammazzare gli uomini, e tingere di nero ogni angolodella nostra invece bellissima e suggestiva terra diCalabria. Un utopia che muore per far nascere unanuova vita, come succede ancora da secoli sui pianidella Campusa, dove lo spettacolo delle stelle alpine, lebocche di leone, il cardo mariano e le ginestre in fiore,fanno nascere la primavera sotto un cielo azzurro mareche fa ammirare meglio ancora, la rotta degli aerei dilinea che solcano veloci quel limbo sereno contornatodi stelle e lucciole impazzite, e ci aiutano a scrivere perraccontare la meravigliosa storia della vita.Immagino primavera inoltrata e mai sopita, anche gliuomini travestiti da intellettuali che si sono inerpicatifino ai piani di Carrà e sotto la protezione di unapotente e maestosa quercia hanno raccontato a se stes-si e al mondo intero che non era più lontano, il deside-rio di una pagina nuova, che diventa libro e racconticome mai è stato fatto in questi ultimi Cinquant’anni,lo spettacolo straordinario che sa di favola antica deiPaesi dell’Aspromonte e il resto della Calabria, sotto losguardo divertito di Corrado Alvaro, Saverio Starti,Pasquino Crupi e Antonio Delfino che, a turno, si sonoaffacciati dal balcone del grande cielo, per verificare dipersona la bontà di un progetto che potrebbe cambiarela storia e il destino di interi Paesi e in particolare dellaGente d’Aspromonte.Scarabocchio queste poche e confuse righe all’ombradi Serro della Croce, comune di San Luca, un balconenaturale dal quale è possibile ammirare e godere lospettacolo del suggestivo Santuario di Polsi, l’immen-sità della cima di Montalto che quasi tocco con lemani, mentre cuochi improvvisati e mai stanchi servo-no carne bollita e fette di pane spruzzate di pomodoroe condite con l’olio, il sale e l’origano selvatico che miaiutano a digerire meglio l’impronta di quello che finoa pochi anni fa era il famoso lago di San Costantino,poi ribattezzato degli Oleandri in onore del viaggiatoreinglese Edward Lear. Ma devo aggiungere che scrivocon fatica perché non sono del tutto convinto, nondella bontà del progetto, ma degli uomini che questoprogetto dovrebbero realizzare, perché da quello chemi è stato detto e leggendo una parte dei resocontiapparsi sui giornali, ho capito si, che a parlare dinuova narrazione della nostra Calabria, sono stati unaparte degli scrittori e giornalisti che meglio ci rappre-sentano nel mondo, ma c’erano anche tutti quelli cheda anni della Calabria e dei calabresi hanno raccontatosoltanto le cose brutte e non ci hanno pensato duevolte, quando gli è capitata l’occasione, a scrivere maledi una terra e di una generazione che male non è statadipinta soltanto dalle penne intrise di odio che abitanoe vivono a nord della nostra terra. Il peggiore nemicodella Calabria siamo stati e continuiamo ad essere noicalabresi. Ecco perché penso che il dono che Africo hafatto al resto della Calabria e al mondo intero, diven-terà prezioso e acquisterà valenza soltanto se scrivere-mo con il cuore, e usando la penna del fanciullino cheè dentro ognuno di noi, e non continuando invece adusare la penna prezzolata che fino ad oggi, ha domina-to la maggior parte degli autori che si sono interessatidelle nostre storie e dei nostri Paesi e hanno vistoovunque Anime nere.Post scriptumFulminati sulla strada per Campusa? È un augurioche faccio a me stesso e a tutti i calabresi della diaspo-ra sociale e a tutti quelli che vogliono credere ancoranel valore della cultura come strumento di riscatto,altrimenti saremo costretti a subire in eterno i colpi chefanno male di una pletora di pseudo giornalisti ai qualipoco può contrastare la forza e la bellezza di tutti quel-li che vorrebbero scrivere per raccontare la primavera,con buona pace per il grande e mai capito CorradoAlvaro, che in uno dei suoi diari ( Quasi una vita)aveva scritto che “scrivendo si trova la via, come sca-vando si trova l’acqua”. Ed è questo che mi aspettodalla nuova narrazione della nostra terra: la via e l’ac-qua!.

www.larivieraonline.com Rrubriche

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PIRUS COMMUNIS L.PIRUS COMMUNIS L.FAMIGLIA ROSACEEFAMIGLIA ROSACEE

La presenza di tale varietà di pero è legataLa presenza di tale varietà di pero è legataa quella della gente di Ferruzzano, che sia quella della gente di Ferruzzano, che siera spinta al di fuori del suo stretto ambitoera spinta al di fuori del suo stretto ambitoterritoriale nella coltivazione dei campi,territoriale nella coltivazione dei campi,veicolata dalla presenza a Ferruzzano stesveicolata dalla presenza a Ferruzzano stes--sa dei baroni Caffarelli, titolari di un subsa dei baroni Caffarelli, titolari di un sub--feudo del ducato di Bruzzano, che amavanofeudo del ducato di Bruzzano, che amavanoabbellire i propri possedimenti terrieri, daabbellire i propri possedimenti terrieri, davarietà insolite di fruttiferi.varietà insolite di fruttiferi.Essi avevano vasti latifondi costituiti daEssi avevano vasti latifondi costituiti damigliaia di ettari nei comuni di Ferruzzano,migliaia di ettari nei comuni di Ferruzzano,Bruzzano, S. Agata, Caraffa del Bianco,Bruzzano, S. Agata, Caraffa del Bianco,Staiti e marginalmente in quello di Africo;Staiti e marginalmente in quello di Africo;naturalmente i comuni erano nati con lenaturalmente i comuni erano nati con leLeggi Eversive della Feudalità dell’agostoLeggi Eversive della Feudalità dell’agostodel 1806, volute da Giuseppe Bonaparte,del 1806, volute da Giuseppe Bonaparte,fratello di Napoleone e re di Napoli.fratello di Napoleone e re di Napoli.Il pero dava frutti dal gusto sublime, riccoIl pero dava frutti dal gusto sublime, riccodi aromi e di leggeri effluvi che sapevano didi aromi e di leggeri effluvi che sapevano didivino, quindi degno degli angeli che si alidivino, quindi degno degli angeli che si ali--mentavano semmai di fragranze e non dimentavano semmai di fragranze e non dielementi riconducibili al mondo concreto eelementi riconducibili al mondo concreto evolgare del cibo.volgare del cibo.Seguendo il suo percorso lo troviamo ovunSeguendo il suo percorso lo troviamo ovun--que nel territorio del comune dique nel territorio del comune diFerruzzano, in tutte le sue contrade e attraFerruzzano, in tutte le sue contrade e attra--verso le linee marginali esterne di esso, loverso le linee marginali esterne di esso, lovediamo introdotto per qualche chilometrovediamo introdotto per qualche chilometronei comuni limitrofi.nei comuni limitrofi.E così era avvenuto che attraverso la conE così era avvenuto che attraverso la con--trada Saccuti, comune a Ferruzzano etrada Saccuti, comune a Ferruzzano eBruzzano, esso si era spinto timidamenteBruzzano, esso si era spinto timidamenteverso il comune di Bruzzano stesso, ma nonverso il comune di Bruzzano stesso, ma nonaveva superato di molto la linea confinariaaveva superato di molto la linea confinariae addirittura verso Motticella, discendendoe addirittura verso Motticella, discendendoprobabilmente dalla contrada Carrì lamprobabilmente dalla contrada Carrì lam--bendo il borgo con qualche presenza sporabendo il borgo con qualche presenza spora--dica in contrada Dutturi; sia a Bruzzano chedica in contrada Dutturi; sia a Bruzzano chea Motticella non conoscono il nome di talea Motticella non conoscono il nome di talevarietà. varietà. Invece nel territorio di Caraffa aveva occuInvece nel territorio di Caraffa aveva occu--pato tutta la contrada delle Badie (abbazie)pato tutta la contrada delle Badie (abbazie)di Ferruzzano e si era introdotto nelledi Ferruzzano e si era introdotto nelleBadie di Caraffa o Stoli.Badie di Caraffa o Stoli.Sul versante nord ovest, era molto diffusoSul versante nord ovest, era molto diffusonelle contrade attorno al bosco di Rudina,nelle contrade attorno al bosco di Rudina,frequentate da sempre da agricoltori difrequentate da sempre da agricoltori diFerruzzano, Samo, Sant’Agata e marginalFerruzzano, Samo, Sant’Agata e marginal--mente di Motticella; in definitiva da gentemente di Motticella; in definitiva da genteche discendeva dagli abitanti della vastache discendeva dagli abitanti della vastabaronia normanna di Bruzzano che fu divibaronia normanna di Bruzzano che fu divi--sa in tre parti, dopo la vittoria di Carlosa in tre parti, dopo la vittoria di CarloD’Angiò, a Benevento nel 1266, suD’Angiò, a Benevento nel 1266, suManfredi, figlio naturale di Federico II diManfredi, figlio naturale di Federico II diSvevia.Svevia.Una parte, quella di Bruzzano Vetere, comUna parte, quella di Bruzzano Vetere, com--prendente i territori attuali di Bruzzano,prendente i territori attuali di Bruzzano,Motticella, quelli che raggiungevano la fiuMotticella, quelli che raggiungevano la fiu--mara di Poro e quella di San Leo, che divimara di Poro e quella di San Leo, che divi--devano Africo da S. Salvatore (in seguitodevano Africo da S. Salvatore (in seguitoCasalnuovo) fu assegnata nel 1269 adCasalnuovo) fu assegnata nel 1269 adEgidio Appard e poi a Gualtiero Appard diEgidio Appard e poi a Gualtiero Appard diBevagna che la restituì perché non soddiBevagna che la restituì perché non soddi--sfatto del possesso, al regio demanio.sfatto del possesso, al regio demanio.

Il 20 maggio del 1274 Carlo D’Angiò l’asseIl 20 maggio del 1274 Carlo D’Angiò l’asse--gnò a Giovanni De Brayda di Alba, che signò a Giovanni De Brayda di Alba, che siera distinto nell’espugnazione di Aiello,era distinto nell’espugnazione di Aiello,Amantea e Arena, fedeli ancora agli Svevi.Amantea e Arena, fedeli ancora agli Svevi.Bruzzano Vetere era dotato di un porto, laBruzzano Vetere era dotato di un porto, lacui giurisdizione arrivava a Sant’Anicetocui giurisdizione arrivava a Sant’Anicetosulla costa (quindi oltre Melito), a cuisulla costa (quindi oltre Melito), a cuisovraintendevano in nome del re, Tommasosovraintendevano in nome del re, TommasoBaldino ed Eugenio di S. Aniceto ( Motta S.Baldino ed Eugenio di S. Aniceto ( Motta S.Giovanni attuale).Giovanni attuale).Un’altra terza parte fu assegnata a FilippoUn’altra terza parte fu assegnata a FilippoBaldello o Balderi signore di Platari e diBaldello o Balderi signore di Platari e diPolicore (Samo) che comprendeva gli attuaPolicore (Samo) che comprendeva gli attua--li territori di Samo e S. Agata che nacqueli territori di Samo e S. Agata che nacquenel XIV secolo dopo la distruzione dinel XIV secolo dopo la distruzione diPolicore in seguito ad un terremoto.Policore in seguito ad un terremoto.Ci fu un contenzioso tra il signore diCi fu un contenzioso tra il signore diBruzzano e quello di Policore per il possesBruzzano e quello di Policore per il posses--so di Rudina, ma il contenzioso fu sopitoso di Rudina, ma il contenzioso fu sopitoquando Filippo Balderi sposò Albina, l’uniquando Filippo Balderi sposò Albina, l’uni--ca figlia di Giovanni De Brayda .ca figlia di Giovanni De Brayda .L’altra terza parte comprendente Bruzzano,L’altra terza parte comprendente Bruzzano,che sorgeva dove sorge abbandonatoche sorgeva dove sorge abbandonatoFerruzzano Superiore e Torre Bruzzano cheFerruzzano Superiore e Torre Bruzzano chesorgeva nei pressi di Capo Bruzzano, fusorgeva nei pressi di Capo Bruzzano, fuassegnata a Pietro Ruffo conte di Bruzzano,assegnata a Pietro Ruffo conte di Bruzzano,Catanzaro, Casopero, Castel Menardo, cheCatanzaro, Casopero, Castel Menardo, cheesprimeva il suo potere notevolissimo dallaesprimeva il suo potere notevolissimo dallasuperfortezza di Mocta Bubalina ( Bovalinosuperfortezza di Mocta Bubalina ( Bovalino), che era stata fatale a Manfredi, figlio di), che era stata fatale a Manfredi, figlio diFederico II di Svevia, in quanto gli avevaFederico II di Svevia, in quanto gli avevaresistito per sei mesi all’assedio, dopo laresistito per sei mesi all’assedio, dopo laribellione a favore degli angioini.ribellione a favore degli angioini.Anche Pietro Ruffo possedeva un porto aAnche Pietro Ruffo possedeva un porto aBovalino a cui sovraintendevano in nomeBovalino a cui sovraintendevano in nomedel re, Palmerio Di Teti e Lucio Accafi didel re, Palmerio Di Teti e Lucio Accafi diBovalino stessa.Bovalino stessa.I campi attorno a Rudina erano giardini diI campi attorno a Rudina erano giardini dibiodiversità fino a pochi decenni orsono,biodiversità fino a pochi decenni orsono,coltivati da quando i monaci basiliani vicoltivati da quando i monaci basiliani viavevano fondato dei monasteri, tra cui quelavevano fondato dei monasteri, tra cui quel--lo di S. Apollinare e quello dei santilo di S. Apollinare e quello dei santiAnargiri Cosma e Damiano, retto da monaAnargiri Cosma e Damiano, retto da mona--che, menzionato da testi sacri nel 500, menche, menzionato da testi sacri nel 500, men--tre ai margini del bosco esisteva probabiltre ai margini del bosco esisteva probabil--mente il monastero di S. Zaccaria. mente il monastero di S. Zaccaria. In ogni campo coltivato a Rudina esistevaIn ogni campo coltivato a Rudina esistevauna vigna e in ogni vigna non mancava iluna vigna e in ogni vigna non mancava ilpero degli Angeli, che offriva delle perepero degli Angeli, che offriva delle pereinsuperabili per il gusto, i profumi e i coloinsuperabili per il gusto, i profumi e i colo--ri che le impreziosivano.ri che le impreziosivano.Infatti una delle particolarità di tali frutti èInfatti una delle particolarità di tali frutti èquella di non essere omogenei nei colori,quella di non essere omogenei nei colori,per cui, variano secondo l’irraggiamentoper cui, variano secondo l’irraggiamentoche ricevono, per cui sulla stessa pianta siche ricevono, per cui sulla stessa pianta sipossono ritrovare frutti intensamente colopossono ritrovare frutti intensamente colo--rati di rosso, altri interamente gialli, altrirati di rosso, altri interamente gialli, altriancora rosei, con la parte offerta al sole rosancora rosei, con la parte offerta al sole ros--seggiante.seggiante.Le pere prodotte, che arrivano a maturazioLe pere prodotte, che arrivano a maturazio--ne nelle prime due decadi di luglio, sono dine nelle prime due decadi di luglio, sono digrandezza media, la loro forma è elegante,grandezza media, la loro forma è elegante,allungata, dotate di piccioli, talvolta irregoallungata, dotate di piccioli, talvolta irrego--lari, mentre la polpa è delicata, fine, medialari, mentre la polpa è delicata, fine, media--mente succosa, non liquescente.mente succosa, non liquescente.

Orlando SculliOrlando Sculli

GIUDIZIARIA

CONVERSANDO

Mastro di “tirata” nella‘ndrangheta

Alla fine c’è anche la figura del“mastro di tirata” nella ’ndran-gheta. Una figura che emergecon prepotenza nell’ultima

indagine della procura antimafia di ReggioCalabria, indagine, per intenderci, denominata“Teorema” dei giorni scorsi. Il “mastro di tirata”è indicato quale persona deputata al controllodel rispetto delle regole durante le operazioni dibattesimo. Le frasi intercettate dagli investigatorie contenute nell’ordinanza di custodia cautelaresono le seguenti: «C: C'È IL MASTRO DITIRATA... ; R: di tirata che vuole dire?; C:... inverità deve stare attendo che nulla deve girarestorto...».Con dovizia di particolari, C. spiegava… i compi-ti che ciascuno degli affiliati di vertice rivestivaall’interno del sodalizio. In pochi minuti l’espertoboss stilava un compendio di tutte le più signifi-cative “doti” ‘ndranghetiste [“…il mastro di gior-nata è quello che passa le novità... ogni giornogiusto... c'è questo qua che deve passare lenovità... c'è una novità... (…) poi c'è il caposocietà... (…) il locale... a Cannavò c'è un locale...(…) poi c'è il contabile... giustamente quello chetiene i soldi... (…) ogni locale... c'è una zona...(…) ha un capo società, un contabile e un mastrodi giornata... (…) c'è il mastro di giornata... c'è...hai capito... poi ci sono i picciotti, camorristi esgarristi...(…) ed il massimo... il massimo... c'èquello che ha la "Santa"... (…) lo sgarrista... peressere capo società devi essere almeno comple-to... completo bisogna avere queste tre cariche...picciotto... camorrista e sgarrista... e sei comple-to... può fare il capo società sennò... no (…) ilpicciotto è picciotto... base criminale, giovane...].C. evidenziava che tali notizie erano ormai didominio pubblico e leggibili pure sulla stampa,come da lui più volte personalmente constatato[ma uno queste cose dai giornali... le hanno scrit-te tutti i giornali...]; ma sottolineava come vierano notizie, di cui anch’egli era evidentementedepositario, ancora non note alle forze dell’ordi-ne e alla magistratura […che può fare questecariche no... e poi ci sono un sacco di cose...regionali... mondiali... queste non le sanno tutti...e neanche loro sapevano queste cose... tutti tuttinon li sanno... sono arrivati fino ad un certopunto... poi basta... in effetti sapevanodell'Australia, dell'America... che c'erano variecose, le sanno queste cose ormai... (inc.)... questa,l'ultima operazione del R.O.N.O, che sapevano icazzi di tutti... e i cazzi... (inc.) ... però c'è un'altracosa ancora che non la sanno nemmeno loro...qua a Reggio contano i... i Segreti... G. D. S.gliel'ha calata la questione... sei, sette... erano intotale... (inc.) ... il coso è di sette...].È il 24 luglio del 2013, dopo aver ragguagliato laR. sulle gerarchie ‘ndranghetiste e sulle doti deivari affiliati […questo è battezzato il locale esiamo in circolo formato... circolo formato cidevono essere almeno cinque persone (…) caposocietà... c'è il contabile... c'è il mastro di giorna-ta... c'è il mastro di tirata...], l’altro soggetto inter-cettato la informava circa l’avvenuta affiliazionedel proprio figlio A. e del proprio nipote D. M.[C.: era nel 2011... pure mio figlio è stato a sedicianni... R.: pure tuo figlio?...C.: A…, si... pure D.... R: apposta quello è malato... perché si pensavai a vedere che!... e come si fa?... dimmelo... C.:vabbè... sono picciotti sono... li ho fatti tanto perfarli così... siccome c'era anche il nipotino perfargli capire in questo modo no... diciamo chestretti stretti siamo noi... ] e la rendeva persinopartecipe dell’esistenza di un sodalizio c.d. dei“segreti” portatore del più alto e occulto potere‘ndranghetista nella comunità reggina [C.: ... lacasa però c'è un'altra cosa ancora che non lasanno nemmeno loro... qua a Reggio contano i...i Segreti... G. D. S. gliel'ha calata la questione...sei, sette... erano in totale... (inc.)... il coso è disette... ]. Uno dei capisaldi su cui, da sempre, si fonda lastruttura organizzativa della ‘ndrangheta è la suaassoluta segretezza e l’impermeabilità rispettoagli accessi esterni: «È quindi impensabile – silegge nella occ – che un esponente di spicco ditale organizzazione potesse fornire un similepatrimonio di conoscenze – sugli aspetti piùreconditi e basilari del sodalizio – adun soggetto che non ne facesse parte,condividendone il progetto crimino-so».

Dotata di unavirulenza che l'a-bitudine ha smus-

sato, l'Etna domina e ridisegna ilpanorama e il paesaggio dello

Stretto al tramonto collegando par-ticelle e terogenee, abolendo diver-si intervalli di luce, fondendo comel'oro uno scenario fatto di calma edi bontà. E mentre la Dimora deglidei, l'Ascensione religiosa e natura-listica, come un operaio intento astabilire fondamenta stabili in

mezzo ai flutti color malva, affasci-na e bemolizza il chiaro di luna,splendidi vigneti di Calabrese,Castiglione, Gaglioppo, Nerello

cappuccio, Nocera e Alicante gene-rano il disegno giapponese delle

loro ombre sulle colline a terrazzo,dal terreno sabbioso e asciutto,

della parte meridionale della città diReggio Calabria. Balconi sul mare,che da una altitudine di 100 m s.l.m.salgono fino a 600 metri, compren-dendo l’intero territorio del comunedi Motta San Giovanni e le frazioni

di Bocale, Lume di Pellaro,Macellari, Occhio di Pellaro,Oliveto, Paterriti, Pellaro, SanFilippo, Valanidi in provincia diReggio Calabria, danno origine airossi e ai rosati Pellaro IGT. Dal

carattere squisitamente meridiona-le, il rosso, presenta un colore rubi-no con leggere sfumature di porpo-ra. Un ventaglio di profumi vera-mente ampio: ciliege mature, mar-mellata di prugne e frutti rossi

approdano al naso in modo netto elampante, lasciando pian piano spa-zio ad un leggero sentore di alloro eminerale. Corposità e vellutata ele-ganza al palato sono in grado ditenere sotto controllo una nube dialcolicità che crea alibi mentali. Untannino delicato, in cui sono com-pletamente assenti le note amare,lascia il cavo orale perfettamenteprofumato per lungo tempo.

Apprezzato da tempo, grazie albinomio suolo e clima che arricchi-

sce con vigore igrappoli della suavite, è il prodottoculturale conce-pito dall’uomocome alimentoe strumento dibenessere in

cui si riflettonole memorietrasmesse dauna generazio-ne all’altra.

Capolavoro di unesemplare ormai raroche si contempla talora

con l'umiltà, la spiritualità eil disinteresse di un artista,talora con l'orgoglio, l'egoi-smo e la sensualità di un

collezionista.Sonia Cogliandro

FRUTTI DIMENTICATIPero degli angeli o Ngelica

I BRIGANTI Tratto dal famoso romanzo fantascientifico: “Quando l’Italiaera una, nessuna o centomila”. L’anno scorso mi trovavo a Milano. Mi fratturai un braccio e

andai in ospedale per la medicazione. Prima di farmi i raggi per esserecerti della frattura, mi fasciarono il braccio con un cartone di Pinot Nero,che portava bene (e gli faceva pure un po’ di pubblicità). Non dissi nullaperché quella era la prassi, si usava così in tutta Italia, e chi ero io perguardarli in maniera “storta”, mi avrebbero presa per terrona! Qualcheanno prima mi trovavo a Venezia, covo di leghisti. E che ci posso fare,pure lì mi ruppi un piede, precisamente l’osso dell’alluce (o da quelleparti) in occasione della giornata “prendi anche tu a calci un terrone”. Eprima di farmi i raggi mi incartarono la gamba col cartone della grappaPoli, e se avessi avuto molto male – dissero – mi avrebbero omaggiato conuno shottino! Pure lì non dissi nulla, anche per non farmi scoprire col mioaccento, e non volevo apparire per la barbona di turno (e poi ero terro-na, e avevo appena preso a calci un terrone pure io!). In entrambi i casi i

raggi confermarono le fratture e, in entrambi i casi, ricevetti le firme deimedici sul gesso, più un selfy e shottino. L’altro ieri mi sono fratturata l’in-dice e mi hanno portata a Locri. Sono sfortunatissima, lo so! A Locri nonavevano cartoni per fasciarmi e mi hanno portata con l’elicottero aReggio, perché quella era la prassi. A Reggio non hanno trovato nemme-no un cartone, perché tutti quelli rimasti erano stati richiesti dagli ospe-dali del nord, e quindi mi avrebbero solo messo una semplice fascia inattesa dei raggi. Ma io volevo il mio cartone! Ho aspettato indignata e hopensato che mai e poi mai sono stata trattata così male come a Reggio, eche, fortunatamente, al nord ti trattano meglio! Mi sono ripromessa dicercare tutti i coupon dei giornali per vincere più cartoni possibile dainviare là dove davvero ti trattano con dignità. Eccheccavolo! Al nord sìche i cittadini si indignano e fanno le rivoluzioni se non hanno i cartoninegli ospedali!

Brigantessa Serena Iannopollo

Pellaro IGT, un vino d'artista

Rutta pe’ rutta,ruppimula tutta!

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Gli ammalati non hanno “sindacato” e, in questo momentostorico, neanche validi difensori. Tale compito toccherebbe alle

Istituzioni e alla Politica (se ci fosse ancora) ma chi le rappresentasovente più che il consenso consapevole del cittadino è alla

ricerca del voto, una “dote” che manca agli ammalati ma non acoloro che dalla sanità traggono considerevoli vantaggi.

Sotto il bel soledi agosto non ci

sono solo i“milioni di

lacrime” versatenell’ospedale diLocri ma anche i

miliardi dilacrime versateda quanti sono

ritenuti miserabilie abbietti

Lacrime e tarantelle!

Ilario Ammendolia

Nei giorni scorsi la signora Tizi Pizzati mi ha inviato laseguente “notifica”: "Ospedale di Locri 31 luglio 2018 h9,30, 43 persone in fila per fare il prelievo: un solo infer-miere che effettua i prelievi; 1 che scrive a mano il nomedei pazienti su ogni boccetta e tutti gli esami da effettua-re su un quaderno. 12 posti a sedere; 33 gradi all’ombra;nessun condizionatore… Un milione di lacrime…”.

Poche parole ma più taglienti di una lama.Gli ammalati non hanno “sindacato” e, in questomomento storico, neanche validi difensori. Tale compitotoccherebbe alle Istituzioni e alla Politica (se ci fosseancora) ma chi le rappresenta sovente più che il consen-so consapevole del cittadino è alla ricerca del voto, una“dote” che manca agli ammalati ma non a coloro chedalla sanità traggono considerevoli vantaggi.I condizionatori che mancano per i pazienti si trovano inabbondanza nelle stanze di coloro che gestiscono lasanità obbedendo solo al criterio di potere gerarchicoche stride con la democrazia.Non si soffre solo negli ospedali.In questi giorni, con le temperature a 40°, nelle carceri lavita è impossibile e infatti ben 30 reclusi, solo negli ulti-mi mesi, hanno pensato di suicidarsi.Molti di costoro erano in attesa di giudizio e probabil-mente innocenti.Qualcuno storcerà il muso: in fondo si tratta solo di“galeotti”, quindi un’umanità miserabile e che per que-sto merita di essere maltrattata.E miserabili e abbietti sono i “rom” e la gente di coloree così dalla violenza verbale si passa alla violenza fisica.Gli episodi di razzismo non si contano più e in un taleinquietante contesto, un cittadino "onesto", "perbene" eagiato ha pensato di trasformare in un bersaglio mobileuna bambina “rom” di soli 15 mesi. Probabilmenteresterà paralizzata per tutta la vita ma si tratta solo di undanno collaterale di poco conto. Contemporaneamenteè stata sequestrata e dirottata una nave con 101 disgra-ziati a bordo in fuga dall’inferno libico. Avevano giàpreso il largo e intravedevano all'orizzonte la libertà e lasalvezza quando “uomini in divisa” li hanno costretti a

invertire la rotta... illegalmente. L’episodio mi ricordauna delle pagine più vergognose scritta durante il seque-stro di Paul Getty. L’ostaggio per un colpo di fortuna rie-sce a fuggire ai suoi sequestratori e nel momento in cuipensava di aver raggiunto la salvezza, venne tradito da“normali cittadini” e riconsegnato ai suoi aguzzini.La faccia truce di chi governa serve a rimuovere i proble-mi veri iniziando dal Mezzogiorno da dove, in pochianni, sono partiti due milioni di giovani o della Calabriache, secondo l’Istat, nel 2050 sarà una terra abitata dapoco più di un milione di vecchi o quasi!Riassumiamo, mi sono soffermato su tre episodi diversima il filo conduttore è la mancanza di umanità!Abbiamo perso la battaglia di vedere nelle altre personeumane i nostri simili. L’odio verso gli altri e il disprezzosembrano cadere su un terreno ben arato e concimatodalla cultura individualista e competitiva che contrappo-ne le persone tra di loro e porta dritto all’infelicità.C’è chi è solidale con la gente in carcere ma odia gliimmigrati oppure chi comprende gli ammalati ma èindifferente ai disoccupati, agli sfruttati, ai rom, ai carce-rati.Non è possibile!La battaglia per la solidarietà, per la pari dignità, per lalegittima aspirazione di ognuno alla felicità non è scom-ponibile.La persona umana deve essere rispettata sempre eovunque e in qualunque essere umano perché gli uomi-ni o si salvano insieme o si condannano a una assurda eperenne lotta fratricida che porta angoscia e all’infelicità!Concludo chiedendo scusa se nel bel sole di agosto misono soffermato su “milioni di lacrime” partendo daquelle versate nell’ospedale di Locri e che diventanomiliardi appena allarghiamo il discorso. Non avrei volu-to distogliervi dal meritato clima di riposo .È tempo di musica, di gioia, di convivialità e di tarantel-la, un ballo che unisce e che contiene una forte carica“democratico-rivoluzionaria” e un marcato protagoni-smo popolare.E sono queste le cose di cui avremmo un gran bisognoin un momento in cui si staglia all’orizzonte una nuovaondata di odio e di barbarie.

R05 AGOSTO- 16 societàwww.larivieraonline.com

La battaglia per la solidarietà, per la pari dignità, perla legittima aspirazione

di ognuno alla felicità non è scomponibile.

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www.larivieraonline.com Rcultura

05 A

GOST

O- 1

8

RiacePrincipio d’estateGli alberi alla marinafioriti ierirosseggiano fronzutiun’aura lieve solletica le balzee tra le siepi piano gli uccellicon le compagne ora per amore.Stanco d’antico moto dorme il maree sulla sabbia giacciono le onde. L’umido inverno raccoglie sveltole falde opache del nuvoloso mantoe guata bieco Amorche si stiracchia allegro e pensa ai prati.Primitivi amanti, mutate crepidi fra salsi pini,mirano se stessi e son mirati.Lontano, inviso agli altri,Pan zufola ancora melodiache invaghi Circe quando giunse Ulisse:la stessa che udì Nausicaafra i suoi canneti per le abluzioni.Dolce l’aria si adagiae si ritemprano gli arbustied un sano tepore tutto pervade.E vola il sognoa ritrovare antichi eroi e tenui sembianti:tra canti e balli al suon delle zampogne,tra serti di ginestre dai dirupi spanidanzano fimbriate figure evanescentioltre il vento anacoreta.E quando l’aere imbrunae sale a questo colle furtiva tenera la serale ombre amiche vincono gli indugie invadono i cantoni della casa.Al fioco suon d’una campanaqual Pallade novella tu viene a me,

stupenda imago acerba gioventù e di pudorea rallegrar l’occaso d’una sera.Allor non senti più raspare musiche contortesopra gli effluvi antichi del greco mar,non senti più rumori e stridamentre veleggia un canto sull’onde amiche.Nelle sere fulgentein questa parte aprica del vermiglio orizzonteoltre la scalfa terraEolo s’avanzaa ritemprar le membra col soffio amico.E il Borgo tace.Sull’arenile eteree ninfe e Fauni danzantivan per le ripe a ritrovare Amoree fanno ala a scudettati eroidi bronzo greco per la patria nuova,e là, oltre il frangiflutti,permane ancor la sica del Parvo Aiace,saldo di piede e la lancia sulla tolda,alta la fronte, il guardo auspicee il cuor a Locri che sarà.Sul bagnasciuga l’ombra silente e tarda altri non è che l’umido Nettunointento al maree al saettar veloce del carro diomedeodalla Daunia sparito per l’Isola Felice.In quest’ora tardala grecanica terra sempre si ridestae, se volente, riveder potraiantichi eroi, pulzelle e fanti,suoni di tube per gran feste e canti.E allora giacciono le membra e giace il mare,la mente giace e poi s’avanza il sonnoe s’ode l verso della cinerea tortora,la stessa che vide Ulisse che cerca ancora la sua terra. Ma ora, senza Galati né foresti albini,al Borgo e alla MarinaRiace dorme e la sua greca sera.

Giuseppe Pino Vadalà

Immagino l’ingegnere Giuseppe Malgeri,professionista di Marina di Gioiosa Jonica,che più di mezzo secolo fa, passeggiandonell’incantevole lungomare di Siderno,mentre ne ammirava l’ampia spiaggia, abbiaavuto un’intuizione: rendere ancora piùmeraviglioso quello che già vedevano i suoiocchi, attraverso la costruzione di un grandealbergo. Malgeri aveva capito che un proget-to simile avrebbe contribuito allo sviluppodel turismo e aiutato l’economia del paesead avviarsi verso una svolta decisiva. Il pro-spetto fu presentato agli uffici della ProLoco a Siderno, allora ubicati sulLungomare, presente il Ministro delTurismo e dello Spettacolo di allora, Achille

Corona. I cittadini accolsero con grande entusiasmo lafutura costruzione, che si sperava si andasse a concretiz-zare in tempi più o meno brevi e quell’ipotesi progettua-le venne accompagnata da una sottoscrizione volontariaripagata in acquisto di azioni che, in una sorta di sistemapubblico – privato, (il comune di Siderno anche in que-sto precursore dei tempi), consentì dopo un tempo noneccessivamente lungo di dare il via all’inizio dei lavori.Era il 1968 quando, mattone dopo mattone, si creò loscheletro di quella gigantesca struttura, affacciata sulmare, che avrebbe dovuto costituire il fiore all’occhielloper il turismo di tutta la Locride. Tuttavia per cause siaburocratiche che economiche i lavori si bloccarono. Permolti anni lo scheletro di cemento, rimase a simboleg-giare l’emblema dell’irrealizzabile. In seguito, la cessionedelle quote da parte dei piccoli azionisti e l’inserimento

dei nuovi proprietari portò alla riapertura dei lavori, cheperò a causa di ulteriori imprevisti si interruppero nuo-vamente, la zona è stata recintata e l’esterno rifinito. Inquesti lunghi anni la struttura è servita a ospitare un paiodi antenne per la telefonia mobile e un noto clochardsidernese, scomparso da pochi anni.Sono trascorsi ormai 50 anni, oggi l’ecomostro è diven-tato una struttura privata, circola voce che sia in corsouna trattativa per una nuova cessione. Forse il 2018 saràl’anno della svolta e Siderno potrà veder sorgere il suoalbergo, realizzando il sogno di tanti cittadini, che aman-do il proprio territorio, desiderano vedere l’opera realiz-zata, portando così a compimento l’intuizione avuta daMalgeri più di mezzo secolo fa.

Rosalba Topini

Era il 1968 quando,mattone dopo mattone,

si creò lo scheletro diquella gigantesca

struttura, affacciata sulmare, che avrebbe

dovuto costituire il fioreall’occhiello per

il turismo di tutta la Locride.

DoPo 50 anni

Lo scheletro di cemento sul lungomaredi Siderno diventerà un albergo?

Successo oltre le aspettativa per“L’iliade” di Baricco a Portigliola

Roccella: Torna l’appuntamento con“Miss sotto le stelle”È diventato una consuetudine, oramaidopo 20 anni, l'assistere all'evento di"Miss sotto le stelle", al quale, da circadieci anni, è stato annesso il concorso"Miss Bandiera blu" e a questi, infine, daqualche anno, si è aggiunto "Un voltoper TELEMIA". Il Presidente e la Vice-Presidente dell'A. C. A. S., rispettiva-mente Saro Bella e Cristina Nauman, incollaborazione con l'AmministrazioneComunale di Roccella Ionica, anchequest'anno rispetteranno l'appuntamen-to estivo fisso con la "bellezza", condu-cendo e presentando il pluri-concorsocon una passerella di bellissime ragazzedel nostro territorio, di età compresa trai 14 e i 24 anni, il giorno 8 agosto, alleore 21,30, presso il Teatro al Castello diRoccella Ionica. La serata vedrà tantiospiti di rilievo che rappresenteranno lascienza, lo sport, l'arte, la musica e ladanza; volendo annunciare qualchenome, l’Ingegnere Roberto Furfaro,uno dei massimi scienziati NASA almondo che si occupa di sperimentazioni

e ricerche su Marte e il sistema planeta-rio; Giuseppe Ursino, che, in 21 anniininterrotti da direttore sportivo, haaccompagnato la squadra del Crotone,dal campionato di Promozione allaSerie A; inoltre, nel corso della serata,l'A.S. Roccella presenterà ai tifosi spor-tivi roccellesi tante importanti e auspica-bili novità: la squadra con diversi nuovicalciatori, accompagnata dal suo nuovotecnico sportivo Mimmo Ciampà e lanuova dirigenza nel nome di MaurizioMisiti, con al seguito il nuovo DirettoreGenerale Rocco Agostino. Momentimusicali fatti di dolci note e di danzaclassica saranno attrazioni della bellissi-ma serata che vedrà, sul finale, la pre-miazione di tre reginette, le più belle trale belle; infatti, un’attenta giuria, al ter-mine di una soggettiva e personaleespressione di voto, selezionerà edesprimerà il proprio "verdetto" asse-gnando i titoli alle prime classificate di"Miss sotto le stelle", "Miss bandiera blu"e " Un volto per TELEMIA".

Dopo l’eccezionale successo di pub-blico fatto registrare dalla seratainaugurale, il 31 luglio, nel TeatroGreco Romano di Portigliola, sisono riversate centinaia di personeper assistere a “L’Iliade” diAlessandro Baricco interpretata daBlas Roca Rey e Monica Rogledi.L’affluenza di pubblico provenienteda ogni parte della Calabria, cosìintensa da risultare inaspettata persi-no per gli organizzatori, non solo hadeterminato il tutto esaurito ma haanche costretto l’AmministrazioneComunale e il Polo Museale aimporre la chiusura dei cancelliprima che fossero entrati tutti perragioni di sicurezza. Per questaragione l’Amministrazione di

Portigliola ha rivolto a quella partedi pubblico che ha assistito allo spet-tacolo in piedi o su una pietra di for-tuna lo stesso plauso che gli spettato-ri hanno rivolto all’interpretazionedegli attori. Pur avendo già il bigliet-to in mano, infatti, queste personehanno dimostrato una civiltà fuoridal comune, comprendendo le esi-

genze degli organizzatori senza crea-re difficoltà alle maschere.Appuntamento adesso a domani,lunedì 6 agosto, quando andrà inscena “Gli Uccelli - Nubicuculia, lacittà impossibile”, adattamento del-l’omonima commedia antica diAristofane riportata alla vita daCinzia Maccagnano.

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Questa sera, domenica 5 ago-sto, alle ore 21:30, presso il BluBay Beach sito sul lungomaredi Caulonia, all’altezza della

Piazza di Bronzi di Riace, saràpresentato il libro di RaffaeleMalito “Sisinio Zito, un politi-

co visionario”. Dopo i salutiistituzionali del sindaco

Caterina Belcastro, interver-ranno Maria Celi Campisi e ilsindaco di Roccella giuseppeCertomà. Dialogherà con l’au-

tore il giornalista gianlucaalbanese.

“EVEnTi

Martedì 7 agosto, alle ore21:00, presso la corte del

Palazzo di Città di Locri, sisvolgerà la 50ª edizione del

giugno Locrese, concorso perpoesia della Città di Locri

indetto dall’assessorato allaCultura del Comune di Locri.

nonostante le difficoltà orga-nizzative torna finalmente unclassico imprescindibile del-l’estate culturale offerta dal

nostro comprensorio.all’edizione di quest’annoparteciperà l’attrice Lina

Sastri.

Lo scorso 24 luglio, presso la Villa Helios di Bianco,si è svolto un workshop sull’innovazione socialeper lo sviluppo della Vallata La Verde. Uno deirelatori dell’evento è stato il professore StefanoBonfà, ricercatore dell’Università di Oxford chegià l’anno scorso ci aveva raccontato di essereimpegnato nella realizzazione di un progetto cheprevede lo screening satellitare di un’area geogra-fica circoscritta per comprendere come sfruttarne

le risorse per creare economia e fare prevenzione del disse-sto idrogeologico.«Dall’anno scorso a oggi - ci ha spiegato Bonfà, - abbiamomesso in moto una start up finanziata dall’Agenzia SpazialeEuropea che ha sviluppato, in collaborazione conl’Università di Berlino, il sistema informatico utile a effettua-re l’analisi territoriale del territorio, ribattezzato Data CubeArtificial Intelligence. Avendo a disposizione gli strumenti,oggi possiamo avviare la fase sperimentale e la mia visita inCalabria è determinata proprio dalla volontà di presentarealle istituzioni regionali l’approccio metodologico chedovrebbe essere utilizzato per avviare il progetto».La tavola rotonda della scorsa settimana, infatti, ha visto lapartecipazione di due assessorati della Regione Calabria edella facoltà di ingegneria dell’Università Mediterranea, concui Bonfà e il centro di ricerca dell’Università di Oxford dalui presieduto hanno stabilito di avviare una collaborazioneche garantisca di sviluppare l’economia dell’area a partire dauna corretta visione generale del bacino della fiumara LaVerde.«Ora che abbiamo raccolto i dati - prosegue Bonfà, - è ilmomento di sperimentare il nostro modello di sviluppo sulterritorio. Ci è stato concesso di avviare il progetto nell’areadella fiumara La Verde alla sola condizione che questo possacreare posti di lavoro e condizioni di sviluppo nel compren-sorio e abbiamo già fatto gli accordi necessari a sviluppareun incubatore di start up innovative che possano sopperirealla mancanza di imprese in grado di dare impulso all’econo-mia comprensoriale. L’interesse dimostrato dal Ministerodell’Economia, dall’Agenzia Spaziale Italiana e dallaProtezione Civile nazionale, inoltre, mi fa ritenere che il pro-getto possa incontrare facilmente il favore di importantiinvestitori, garantendo così alla Locride di essere il primoesempio europeo di sperimentazione di questo tipo».Il Data Cube AI, infatti, trova ad oggi applicazione solo inAustralia, dove il sistema, controllato da un privato, è ingrado di monitorare l’andamento climatico e lo stato di salu-te dell’intero territorio continentale.«Sfruttando lo screening satellitare e le nuove tecnologie - cispiega Bonfà - possiamo finalmente parlare di pianificazio-ne, mettendo in campo una piattaforma che non si limiteràpiù, come accade oggi, ad analizzare i danni di un eventocatastrofico (un alluvione, un incendio, una frana…) ma stu-dierà lo stato di salute del terreno permettendo allaProtezione Civile di fare vera e propria prevenzione».Come ci aveva già anticipato Bonfà lo scorso anno, questo

potrebbe avere anche importantissime ricadute sullo sfrutta-mento intensivo dei terreni agricoli, dando impulso a un set-tore sul quale la Locride fa grande affidamento.«Si prenda una coltura delicata come quella del bergamotto- ci dice il professore, - sfruttando il sistema noi potremmoriuscire a individuare con la massima precisione una nicchianella quale la coltura possa rendere al massimo per la pre-senza di depositi d’acqua nascosti piuttosto che di un deter-minato microclima, creando attorno a quell’area un model-lo economico di lavorazione del frutto che potremmo espor-tare in tutto il mondo. Questo, oltre a ridurre gli sprechi egarantire un guadagno economico immediato, permettereb-be di creare anche interesse turistico attorno all’area, favo-rendo dunque il sorgere di strutture ricettive o di trattamen-to sanitario che darebbero grande impulso all’economia del-l’area dimostrando alle comunità quali sono i metodi piùefficaci per poter crescere attraverso l’utilizzo di dati certi».È proprio nell’affrontare questo aspetto, tuttavia, che il pro-getto potrebbe subire una dannosa battuta d’arresto.«Per risolvere le problematiche economiche dei centri chesorgono sulle rive della fiumara, -ci spiega infatti Bonfà, - èimperativo che si venga a creare un partenariato tra pubbli-co e privato del quale, purtroppo, non abbiamo potuto get-tare le basi per il disinteresse dimostrato dai primi cittadinidei comuni che affacciano sulla fiumara La Verde. Fattaeccezione per il sindaco di Ferruzzano, infatti, nessuno deiprimi cittadini potenzialmente coinvolti si è presentato alconvegno, dimostrando che ognuno vuole continuare adamministrare il proprio comune come meglio crede, ritenen-do superflua la collaborazione con gli altri. L’atteggiamentodimostrato da questi sindaci è quello del “blockchain istitu-zionale”, l’adozione di rigide regole non scritte che permet-tono a un individuo o a un’istituzione di investire comemeglio crede le risorse che ha a disposizione non per perse-guire lo sviluppo territoriale, ma un interesse personale.Esattamente quel tipo di atteggiamento, mi spiace dirlo,adottato dalle organizzazioni criminali e che dovrebbe esse-re totalmente estraneo ai primi cittadini o, peggio ancora, alPresidente dell’associazione dei sindaci della Locride, chepure avevo invitato personalmente a partecipare».Per non perdere ulteriormente tempo, comunque, Bonfà hafatto un accordo con Domenico Silvio Pizzi per rendereFerruzzano comune capofila del progetto e conta adesso diproporre un seminario internazionale nel nostro comprenso-rio al suo rientro da Roma, dove esporrà la sua ricerca edeffettuerà la prima dimostrazione pratica del modello DataCube AI.Nel frattempo l’invito ai sindaci è di documentarsi e interes-sarsi alla questione e, impegni istituzionali permettendo, dipartecipare con interesse ai prossimi incontri, perché lepotenzialità del progetto sono davvero enormi e potrebberogarantire alla Locride di risolvere i tanti atavici problemi chehanno afflitto il suo martoriato territorio per troppo tempo.

Jacopo Giuca

giovedì 9 agosto, a partire dalleore 19:00, presso la Piazza Ferrari eil Largo Magenta di Mammola, si

svolgerà la 40ª edizione della“Sagra dello Stocco… la serata piùgustosa dell’estate!”, organizzatadalla locale ProLoco con il patroci-

nio del Comune, della RegioneCalabria, dell’unPLi e di

“Cibofood”. Parteciperanno tutti iristoratori di zona. allieterà la

serata il gruppo EtnofolkSuddanza con un concerto che

concluderà la serata.

Mercoledì 8 agosto, alle ore19:00, presso l’agriturismo bio-logico “‘a lanterna”, in località

Cuturi, Monasterace Marina,di terrà la presentazione del

libro di gioacchino Criaco “LaMaligredi”, edito da

Feltrinelli. Converserà conl’autore Domenico Dara e, altermine della presentazione,seguirà un apericena con loscrittore durante il quale sipotrà degustare un piatto di

pacchetti con sugo di capra eun calice di vino rosso al prez-

zo di 8 €.

Lo sviluppo della Locride potrebbe essere dietro l’angolo

nuoVE TECnoLogiE

il sistema satelli-tare, ribattezzatoData Cube ai, ha

già aiutatol’australia a risolvere

il problema dellasiccità e sta perpartire la speri-

mentazioneanche nelle aree

più depresse dell’india. La Locride

potrebbe divenirela prima area

europea a sfruttare il sistema

Lo screening satellitare di cui il professore di oxford Stefano Bonfà ci avevaparlato lo scorso anno, dopo la fase teorica, è pronto per quella sperimenta-le. il 24 luglio, a Bianco, Bonfà ha infatti presentato a imprenditori e assesso-ri regionali i dati ricavati da un’analisi territoriale dell’area della Vallata LaVerde, spiegando come essi possano indicare la strada per lo svilupposocioeconomico dell’area e fare prevenzione del dissesto idrogeologico.

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““ ANGOLO FOOD

COLLABORATORI: Jacopo Giuca, Lidia Zitara, Sara Leone, Giuseppe

Romeo, Orlando Sculli, Sonia Cogliandro, SerenaIannopollo, Gaetano Marando, Rosalba Topini,Arturo Rocca, Franco Crinò, Giuseppe Gangemi.

STAMPA: Se.Sta srl: 73100 Lecce

INFO-MAIL REDAZIONE:

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Le COLLABORAZIONI non precedute dalla sottoscrizione dipreventivi accordi tra l’editore e gli autori sono da

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Registrata al Tribunale di Locri (RC) N° 1/14EDITORE - No così srl - via D.Correale, 5 - 89048 Siderno

LA RICETTA: RISOTTO AGLI AGRUMI E GAMBERI

INGREDIENTI PER 4 PERSONE: 240 grdi riso, 300 ml di brodo, 30 gr diburro, ½ cipolla, 1 arancia, 1 limone,1 bicchiere prosecco, 1 spicchio aglio,12 gamberi, olio di oliva, sale, parmi-giano.

Tritate finemente la cipolla e fatelaappassire in una casseruola con metàdel burro. Spremete arancia e limoneper ricavarne il succo. Aggiungete ilriso alla cipolla e fatelo tostare.Sfumate con il prosecco, aggiungeteil succo degli agrumi e coprite con ilbrodo portandolo a cottura. Pulite igamberi e saltateli in padella conaglio e un filo d'olio. Successivamenteuniteli al riso e aggiungete le buccedegli agrumi grattugiate. Mantecatecon il burro e con del parmigiano.Servite guarnendo con della bucciagrattugiata di arancia.

RArte&cowww.larivieraonline.com

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IL DOLCE DELLA SETTIMANAGELATINA DI FICHI E RICOTTA

INGREDIENTI PER 4 PERSONE: 400gr di fichi versi, 120 gr di miele diacacia, 2 cucchiai di rum, 250 gr diricotta, 6 gr di gelatina, 1 limonenon trattato.

Mettete a bagno la gelatina in acqua fred-da per 10 minuti. Lavate i fichi, sbucciatenei 2/3 e frullateli con il rum. Tagliateli i fichirimasti a fettine. Versate 1 dl di acqua in unpentolino, unite 80 gr di miele, il frullato difichi e portate a ebollizione cuocendolo ilcomposto per 3-4 minuti. Unite la gelatinae lasciatela raffreddare. Montate la ricottacon la scorza del limone grattugiata e ilmiele. Distribuitela sul fondo di 4 bicchieri,aggiungete i fichi sulle pareti e versate ilcomposto. Lasciate raffreddare in frigo per4 ore.

Sono in corso di definizione gli ultimi particolari per la messa in scenadi “Portiglialba”, l’evento che, per il terzo anno consecutivo, garantiràagli spettatori del Festival del Teatro Classico di Portigliola di assisterealla messa in scena di uno spettacolo al sorgere del sole di Ferragosto.Protagonista dell’evento sarà ancora una volta l’attore locrese AntonioTallura che, tuttavia, prima di dedicarsi allo spettacolo assurto a simbo-lo della stagione teatrale estiva della riviera ionica reggina, la sera del 12agosto porterà in scena, sempre al Teatro Greco Romano di Portigliola,una pièce che attinge a piene mani alle radici storiche e culturali dellaCalabria.«Si tratta di “Nu cuntu” - ci racconta Antonio, - una rappresentazioneestrapolata da un libro che ho pubblicato nel 2007 con la prefazione delcompianto Pasquino Crupi. Io e Cinzia Costa, accompagnati dalle musi-che dal vivo di Davide Ritorto e Giovanni Tallura, racconteremo unastoria di quelle narrate in passato dagli anziani ai parenti o agli amici chesi riunivano attorno al focolare per trascorrere le lunghe serate d’inver-no. Protagonista della vicenda è un giovane uomo che, caduta malata lamoglie, si mette in viaggio in compagnia del figlio piccolo e di un vec-chio mulo per cercare il suo primogenito, affidato anni prima a unafamiglia di montagna affinché gli venisse insegnato il lavoro di carbo-naio. A un viaggio di andata paradisiaco, durante il quale l’uomo impa-rerà a conoscere il mondo idilliaco nel quale sono immerse le comunitàdi montagna, si contrapporrà un ritorno che avrà delle analogie con unadiscesa negli inferi, funestato dalle notizie contraddittorie che l’uomoreperirà in merito alle sorti del figlio. Si tratta di uno spettacolo chetocca i temi del brigantaggio, della povertà, che attinge alla storia deicarbonai, generazione di uomini destinata a vivere in montagna senzamai vedere la luce del giorno in nome del lavoro, di cui solo SaverioStrati ha parlato in maniera adeguata. È un viaggio attraverso la bellez-za e la disperazione che sono molto contento di poter mettere in scenadopo molti anni e di poter dedicare a Pasquino Crupi che, nel 2009, miconsegnò il premio “Micu Pelle” per il libro da cui è tratto lo spettaco-

lo, paragonandolo a “U cuntu” di IgnazioButtitta e affermando che si trattava di unodegli ultimi esempi di una letteratura dicantastorie ormai destinata a scompari-re».Ma la dedica all’ex direttore de “LaRiviera”, Tallura, la vuole fare anche perun’altra serie di ragioni.«Ci tengo a ricordare Pasquino - prose-gue Antonio, - perché mi ha dato tantoe ritengo di essere stato fortunato ad

averlo conosciuto. Come uomo,intellettuale e risorsa umana di

questa terra, credo abbiarappresentato l’ultimaalba alla quale hapotuto assistereuna Locride ormaiabituata, per pigri-zia mentale, aosservare solo tra-monti sociali, politi-ci e culturali. È graziea Pasquino e alla suadinamicità intellettua-le, che gli ha permesso

di essere compreso allostesso modo da re e conta-dini, se ho invece potutopartecipare a tante serateconviviali in cui si esprimeva

con grande concretezza l’ambizione di vedere questa terra risorgere efinalmente competere, a livello culturale, con altre zone d’Italia».Pur trattando temi differenti, “Nu cuntu” effettua un’operazione similea quella di “Vaju llà”, altro spettacolo, messo in scena ad Africo lo scor-so anno, con il quale Tallura ha voluto rappresentare uno spaccato dellasocietà calabrese, dei suoi drammi e del suo passato, per aiutarci a rico-struire il nostro futuro.«La strada per la rinascita - ci spiega Antonio, - passa dalla capacità diriconoscere i nostri pregi e i nostri difetti con onestà intellettuale.Siccome, tuttavia, viviamo in un epoca storica in cui anche gli intellet-tuali narrano solo mezze verità e non riescono ad avere l’orgoglio diessere figli di questa terra, spettacoli come questo, in grado di far rivive-re la nostra storia e i suoi miti, rappresentano l’unico modo per cresce-re. È attraverso la rappresentazione di ciò che siamo stati che possiamoriscoprire i sentimenti, la gioia di vivere, stigmatizzare un passato che ciperseguita… L’alluvione del 1951, che ha messo in ginocchio molti deinostri paesi, viene ricordata come una tragedia dalla quale non siamomai riusciti a riprenderci del tutto, eppure non ci si sofferma mai a rac-contare che cosa quel fango ha sepolto: una società contadina che vive-va di sentimenti e della forza delle mani. Quelle caratteristiche vannorecuperate e raccontate anche oggi, ma non nei circoli chiusi degli intel-lettuali, bensì nelle piazze, con un linguaggio che sia di immediata com-prensione per tutti. È solo rendendo il popolo partecipe che gli si dà unpunto di riferimento, lo si rende consapevole dei movimenti sociali, cul-turali e politici. Questo tipo di teatro, oggi, assolve proprio a questocompito. Offre uno spaccato della società in cui tutti si possono identi-ficare e permette di riscoprire, una volta spenti i telefonini, il piacere del-l’ascolto, dell’osservazione, della parola. Di soffermarsi a riflettere suisignificati del mito portando a galla i sentimenti dell’uomo».Affinché il teatro possa salvare il mondo serve una società ricettiva epronta al cambiamento e, Antonio non si fa illusioni, potrebbe occorre-re ancora molto tempo prima che i tempi siano maturi. Nella Locride,tuttavia, partiamo avvantaggiati grazie alla presenza di un sindaco illu-minato come Rocco Luglio e alla kermesse del Teatro Classico, che stainanellando successi e persino tentativi di imitazione.«Luglio sta diventando il faro della cultura teatrale della Locride e nonsolo - afferma Tallura. - Nella nostra zona sono tanti i direttori artisticiche tentano di imitare la sua proposta teatrale ma, nonostante abbianoa disposizione i mezzi, non riescono a farla attecchire con la stessa effi-cacia. L’unico modo per far confluire pubblico in un luogo magico comeil Teatro Greco Romano è quello ideato dal sindaco di Portigliola, checi sta dando la speranza di poter importare anche nella Locride un tea-tro di serie A, fatto di professionisti che si spendono con passione per larecitazione. Rocco ha trovato la formula perfetta per donare al Teatrodi Portigliola delle aspirazioni nazionali e, con il concorso di teatro clas-sico scolastico, è riuscito a coinvolgere persino i giovani. L’unica cosa chegli manca, purtroppo, è il supporto dei sindaci dei comuni limitrofi, cheanche solo con un sostegno morale o logistico, potrebbero aiutarlo nellacreazione di un cartellone in grado di fare muro una volta per tutte con-tro le banalità propinate ogni giorno da chi ha interesse che questa terranon cambi. Portigliola dovrebbe essere assurto a esempio di abnegazio-ne, volontà e ambizione ed è seguendo il suo esempio, ritengo, che inuna Nazione in cui i teatri chiudono per permettere ai supermercati diessere aperti, nell’ultimo anno abbiamo assistito all’apertura di un tea-tro e di un museo a Locri. Eppure questi due eventi straordinari, chedovrebbero essere motivo di orgoglio per i locresi e per tutti gli abitantidel comprensorio, sono passati quasi del tutto sotto silenzio. Anche acausa di questa poca collaborazione, questa terra continua a vivere solodi cattive notizie che, è vero, si verificano ancora in preoccupante fre-quenza, ma è nauseante che siano l’unico pretesto per parlare dellanostra terra».

Jacopo Giuca

Direttore responsabile:MARIA GIOVANNA COGLIANDRO

Direttore editoriale:ILARIO AMMENDOLIA

Domenica 12 agosto l’attore diLocri calcherà il palco del TeatroGreco Romano di Portigliola conil suo spettacolo “Nu cuntu”. La

pièce teatrale, che attinge a pienemani alle radici storiche e cultu-rali della Calabria, sarà dedicata

da Tallura al compiantoPasquino Crupi, che iscrisse il

suo testo nella categoria della let-teratura dei cantastorie ormai in

via d’estinzione.

Tallura: “Pasquino Crupi è stata l’ultima alba intellettuale della Locride”Tallura non hadubbi: ideando

e curando ilFestival del

Teatro Classicodi Portigliola, ilsindaco Rocco

Luglio èdivenuto il faroculturale dellaLocride. Ora

tocca agli altrisindaci

svegliarsi edargli una

mano.

IL COCKTAIL:COCKTAIL CINQUEMILA LIRE

INGREDIENTI: 3 cl di gin, 1 cl dirabarbaro zucca, scorzadi bergamotto, 3 cldi carpano rosso,1 cl dichan-treuseverte,ghiaccio.

Miscelate iliquori e ver-sateli nelloshakerra¬ffreddato.Colmate dighiaccio eshakerate.Versate nei bic-chieri filtrando edecorando conuna scorza di berga-motto, dopo averlaleggermente “spre-muta” sul cocktail.

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L’OROSCOPO

ArieteBuona la parte centrale della settimana, con laLuna che vi darà un sacco di idee frizzanti;pesanti le giornate di giovedì e venerdì, acausa della quadratura della Luna in Cancroche vi farà venire qualche paranoia in amore;il sereno torna nel weekend.

ToroBuon inizio della settimana grazie allaLuna nel vostro segno in trigono conVenere in Vergine; la musica cambia dagiovedì, con la Luna che vi rende un po’nostalgici e peggiora decisamente nelweekend, dove la Luna in Leoneaumenta la vostra permalosità.

GemelliSettimana splendida, in particolare martedì emercoledì con la Luna nel vostro segno in tri-gono con Venere in Bilancia, che aumenta lavostra nota parlantina; ottimo anche ilweekend, all’insegna di grande allegria epositività. Giorno fortunato: martedì.

CancroSettimana niente male, salvo per l’ingres-so martedì di Venere in Bilancia, cheporta un po’ di tensione in amore; la Lunanel vostro segno da giovedì vi aiuta nelfare introspezione, grazie al trigono conGiove in Scorpione; weekend intenso mapiacevole.

LeonePessimo l’inizio di questa settimana,durante la quale sarete litigiosi e insoffe-renti; già da martedì la situazione miglio-ra, con Venere in Bilancia che favoriscela diplomazia; passionale il weekendgrazie alla Luna nel vostro segno con-giunta al Sole.

VergineLa serenità di lunedì avrà breve durata, per-ché già martedì la Luna entrerà in Gemelli,portando tensione nella vita familiare; giovedìla Luna in Cancro vi renderà un po’ malinco-nici ma decisamente meno polemici; ilweekend sarà impegnativo ma gradevole.

BilanciaSplendide le giornate di martedì e mercoledì,che saranno segnate da una grande fortunain amore; tensione in famiglia da giovedì, acausa della quadratura della Luna in Cancro;weekend all’insegna dell’allegria grazie altransito della Luna in Leone.

ScorpioneSettimana complessa: la prima metàsarà tutto sommato tranquilla, da gio-vedì vi fisserete su una insana nostalgiaamorosa, a causa degli influssi dellaLuna in Cancro; nel weekend dichiare-rete guerra al mondo sventolando labandiera della Luna in Leone.

SagittarioL’entrata di Venere in Bilancia, da mar-tedì, vi porterà fortuna in amore ma laLuna in Gemelli vi farà litigare con tutti,tanto per renderlo più bello; noiosa lagiornata di giovedì ma netta ripresa nelweekend, quando tornerete a esplode-re di vitalità.

CapricornoInizio della settimana tranquillo; tutt’altramusica da martedì, quando Venere si spo-sterà in Bilancia, portando un po’ di tensio-ne nella vostra vita sentimentale; malinconiae musi lunghi da giovedì per la Luna inCancro; weekend sereno anche se intenso.

AcquarioBuone le giornate di martedì e merco-ledì, grazie al trigono della Luna inGemelli con Venere in Bilancia cheaumenta la vostra socievolezza; piattigiovedì e venerdì; litigi con il mondointero nel weekend a causa del transi-to della Luna in Leone.

PesciInizio sereno grazie alla Luna in Toro,da martedì Venere in Bilancia vi ren-derà più tranquilli in amore; fascino enostalgia di una storia fumante gio-vedì e venerdì grazie alla Luna inCancro; weekend sereno in fami-glia, anche se vorreste dormire dipiù.

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05 A

GOSTO

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