Settimana classica 22 – 26 febbraio...
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Settimana classica 22 – 26 febbraio 2016
Liceo “L.Ariosto” - Ferrara
“A spasso tra le epigrafi”
Il Lapidario Civico di Ferrara
Primo approccio all'epigrafia latina
Classi IV ginnasiali A-B
a cura del Prof. Raffaele Araneo
Epigrafia Latina
Che cos'è l'epigrafia?
Dal greco p gr fv, ἐ ί ά scrivo sopra, a indicare quindi la scrittura sopra qualcosa,
è la disciplina che studia le iscrizioni in lingua antica, latina, greca, ebraica ecc, giunteci su vari supporti
quali pietra, metallo, terracotta.
Sviluppo cronologico
Tra la fine dell’età repubblicana e i primi tre secoli dell’Impero, nel mondo romano si sviluppò un sistema di comunicazione sociale basato sull’uso generalizzato di apporre testi iscritti su supporti rigidi, in pietra, terracotta, marmo o metallo, per veicolare messaggi pertinenti alla sfera del pubblico, del privato o all’ambito delle comunicazioni di tipo funzionale.
Classificazione
● Le epigrafi a seconda dell'uso si dividono in:● Celebrative, dedicate a personalità illustri● Religiose, dedicate alle divinità● Occasionali, a ricordo di vari eventi● Politiche, di propaganda elettorale● Funerarie, di commemorazione dei defunti
L'iscrizione come mezzo di comunicazione
Conosciamo un numero ingentissimo di iscrizioni latine, circa 300.000 che, secondo le stime degli studiosi, costituirebbero solo il 2-3% dell’intero patrimonio epigrafico. Molte iscrizioni sono andate perdute perché distrutte o reimpiegate.Questo sistema di comunicazione era sicuramente molto efficace in Italia e nelle province più romanizzate, dove il grado di alfabetizzazione era piuttosto elevato anche tra le classi medio-basse.Le iscrizioni sono scritte in modo tale da risultare facili alla lettura (lettere chiare, caratteri grandi, di colore rosso, disposizione del testo, utilizzo di formule fisse e abbreviazioni, ordine delle parole ripetitivo, concisione dei testi).
L' epigrafia come fonte storica diretta
Può confermare i dati già noti da fonti letterarie.Fornisce elementi nuovi e non noti dalle fonti letterarie.Contribuisce alla ricostruzione della storia di aree non documentate nelle fonti letterarie (storia locale).Fornisce un’importante documentazione su usi e costumi del mondo romano, non solo delle élites, ma anche delle classi medie e basse.Fornisce importanti conoscenze circa fenomeni legati all’economia, alla produzione etc.Costituisce preziosa testimonianza sull'evoluzione della lingua latina dall'età arcaica alla tardo-imperiale.
Incisione del testo
Il testo si incideva utilizzando mazzuolo e scalpello, dall'alto verso il basso e dall'esterno verso l'interno; spesso il solco era tinto di rosso o vi potevano essere applicate lettere di bronzo.
Il testo si incideva utilizzando mazzuolo e scalpello, dall'alto verso il basso e dall'esterno verso l'interno; spesso il solco era tinto di rosso o vi potevano essere applicate lettere di bronzo.
La scrittura capitale e corsiva
La scrittura capitale è tipica dell’epigrafia monumentale; si attiene a regole e schemi precisi e codificati; si sviluppa dal IV sec. a.C. all’età augustea. Lettere armoniche, tendenza alla geometrizzazione, angoli retti, proporzione tra altezza e larghezza, apicature eleganti, ricerca del chiaroscuro. Uso delle hederae distinguentes (segni che intervallavano alcune lettere).La scrittura corsiva era invece impiegata su tavolette cerate o nei graffiti, era veloce e non curata, tanto da rendere i testi di difficile lettura. La forma delle lettere poteva essere molto varia, a seconda del supporto, dello strumento, del grado di cultura di chi scriveva.
Titolatura Arco di Tito
SENATVS
POPVLVSQVEROMANVS
DIVOTITODIVIVESPASIANIF
VESPASIANOAVGVSTO
Il Senato e il Popolo Romano
al Divino Tito Vespasiano Augusto
figlio del Divino Vespasiano
Titolatura sull'architrave del Pantheon
M AGRIPPA L F COS TERTIVM FECIT
M(arcus) Agrippa L(ucii) F(ilius) CO(n)S(olatum) TERTIVM FECIT
Marco Agrippa Figlio di Lucio fece nel suo terzo consolato.
Epigrafe della Cista Ficoroni
NOVIOS PLAUTIOS MED ROMAI FECID DINDIA MACOLNIA FILEAI DEDIT
NOVIUS PLAUTIUS ME ROMAE FECIT DINDIA MACOLNIA FILIAE DEDIT
“Novio Plauzio mi fabbricò a Roma. Dindia Macolnia (mi) donò alla figlia.”
L'epigrafia funeraria
Le iscrizioni sepolcrali individuali, incise su lastre a chiusura dei loculi, oppure su urne, sarcofagi, basamenti di statue, sono generalmente testi concisi (almeno in origine), nella maggior parte dei quali compare il nome del defunto in caso nominativo, da solo, oppure in caso dativo, preceduto dalla formula introduttiva D(is) M(anibus) quelle pagane D(eo) O(ptimo) M(aximo) le cristiane. Gli epiteti conferiti ai defunti sono spesso stereotipi e, almeno fino al III secolo d.C., compaiono le funzioni rivestite nella vita pubblica, ovviamente per chi ebbe un ruolo pubblico. Dalle iscrizioni funerarie, tra l’altro, possiamo avere informazioni sui nomi delle persone e delle famiglie, sui sistemi di parentela, sui mestieri, sulla durata media della vita, sulle condizioni economiche dei defunti.
Stele dei Cesii
V F
L CAESIO L F
CELERI
CASSIA GRATA
Per il vivo fece
A Lucio Celere figlio di Lucio Cassia Grata
Il Lapidario Civico
Il Lapidario Romano è il più antico museo pubblico di Ferrara. Fu istituito nel 1735. Oggi è allestito nella quattrocentesca chiesa sconsacrata di Santa Libera, di fronte a Palazzo Schifanoia. Qui sono esposti oltre 70 monumenti di età romana, tra are, cippi, stele aniconiche e con ritratti, lastre e sarcofagi. Il complesso ricopre notevole interesse dal punto di vista archeologico in quanto i marmi iscritti sono per la maggioranza di provenienza locale e costituiscono la principale documentazione dell’occupazione romana del territorio deltizio del Po. L’attuale sistemazione, realizzata nei primi anni Ottanta dopo un accurato restauro ed una completa riorganizzazione scientifica dei materiali, oltre a valorizzare le qualità artistiche dei pezzi figurati, favorisce la comprensione della vicenda collezionistica e mette in luce il valore storico-documentario delle iscrizioni.
Sarcofago di Annia Faustina
D M
ANNIA FAVSTIN
VIVA SIBI POSVIT
Agli Dei Mani
Annia Faustina
viva pose per sé
Stele di Elia Regilla
D MAELEIAE REGILLAE
L ANNIVSDECORATVS
CONIVGISANCTISSIMAE
ET SIBI V PQVAE MECVM VIXIT S NE VL
LA QVERELLA ANN XVIII
Agli Dei ManiA Elia RegillaLucio AnnioDecoratoAlla moglie SantissimaChe visse con meSenza alcun dissaporePer 18 annie a sé vivo pose
Stele del piccolo Festio
FESTIO PAPIRI PRISCI DELIC
PARVA SVB HOC TITVLO FESTI
SVNT OSSA LAPILLO
QVAE MAERENS FATO CONDI
DIT IPSE PATER
QVI SI VIXISSET DOMINI
IAM NOMINA FERRET
HVNC CASVS PVTEI DETVLIT
AD CINERES
A Festio il prediletto di Papirio Prisco
sotto questa stele di pietra
sono le piccole ossa
di Festio che per volere del fato
lo stesso padre afflitto le ha riposte e che
se fosse vissuto avrebbe portato i nomi del
suo patrono ma il crollo di un pozzo
lo ha ridotto in cenere
Stele di Pupio Mentore
P PVPIUS P L MENTO
MEDICVS IIIIIIVIR
Publio Pupio Mentore liberto di Publio
medico seviro
Stele del dio Silvano
S AUG S
C INGENVVIVS HELIVS
SALTVAR VIRTVTIS
V M L P
A Silvano Augusto Sacro
Caio Ingenuvio Elio
Saltuario della Virtù
Sciogliendo meritatamente il voto pose
Stele di Caio Trebio Anerote
C TREBIO C L ANEROTI
CELLIAE Q L VRBANIAE
VXORI
L SCAPTIVS PRIMUS
VIVVS
A Caio Trebio Anerote liberto di Caio
e alla moglie Cellia Urbania liberta di Quinto
Lucio Scaptio Primo vivo (pose)
Sarcofago degli Aurelii
D MAVR EVTYCHIA
SIBI ET M AVRELIO MARIN N SYR VETER
EX OPT PATR ET MARIT PIENTISS CVM Q V ANN XLIII BEN M VIV POS
IVB PATRONO EX PEC IPSIVS HANC ARC SI Q POST EXC VTRO
RVMQ AP INF HS <L=I> M N FISCO IN F P XXXX IN A P XXXX
D(is) M(anibus) // Aur(elia) Eutychia / sibi et M(arco) Aurelio / Marin(o) n(atione) Syr(o) veter(ano) / ex opt(ione) patr(ono) et marit(o) / pientiss(imo) cum
q(uo) v(ixit) ann(os) / XLIII ben(e) m(erenti) viv(a) pos(uit) / iub(ente) patrono ex pec(unia) ipsius / hanc
arc(am) si q(uis) post exc(essum) utro/rumq(ue) ap(eruerit) inf(eret) HS <L=I> m(ilia) n(ummum) fisco
/ in f(ronte) p(edes) XXXX in a(gro) p(edes) XXXX
Agli Dei Mani
Aurelia Euthichia per sé e per
Marco Aurelio Marino veterano della Siria
per desiderio del patrono e per il marito pientissimo
con il quale visse 43 anni e che ben meritò
viva pose questo sarcofago con il denaro del patrono
Se qualcuno lo aprirà dopo la loro morte
pagherà al fisco 50000 sesterzi
Sul fronte 40 piedi in profondità 40 piedi
C(AIO) VALIO POLYCARPO
ORNAMENTA DECVRIONATVS INLVSTRATVS A SPLENDIDISSIMO OR
DINE ARIMIN(ENSIVM) PATRON(O) VII VICORVM ITEM COL/LEGIOR(VM) FABR(VM)
CENT(ONARIORVM) / DENDR(OFORORVM) COLON(IAE) ARIM(INI) ITEM ORNAMENTA DECVRI/ONATVS INLVSTRATVS A / SPLENDIDISSIMO ORDINE PI/SAVRENS(IVM) PATRONO
COLLEGI/ORVM FABR(VM) CENT(ONARVM) DENDR(OFORORVM) NAVIC(VLARIORVM) /
ET VICIMAG(ISTRORVM) COLON(IAE) PISAVR(I) / PLEBS PISAVR(ENSIVM) OB MERITA CVIVS /
DEDICAT(IONE) SPORTVLAS DECVR(IONIBUS) |(DENARIOS) V / ITEMQ(UE) COLLEGIIS |(DENARIOS) II PLEBI |(DENARIVM) I /
DEDIT / L(OCVS) D(ATUS) D(ECRETO) D(ECURIONVM) P(VBLICE)
Stele di Caio Policarpo
A Caio Valio Policarpo, onorato con i simboli del decurionato dall'illustrissima cittadinanza dei riminesi, patrono dei sette vici, e pure dei collegi dei fabbri, dei rigattieri, dei portatori d'alberi della colonia riminese, e
pure onorato con i simboli del decurionato dall'illustrissima cittadinanza dei pesaresi, patrono dei collegi dei fabbri, dei rigattieri, dei portatori d'alberi e
dei trasportatori marittimi e dei magistrati dei vici della colonia pesarese. Il popolo di Pesaro per i suoi meriti
diede come donativi 15 ai decurioni, e poi 12 ai collegi, 11 alla plebe. Luogo dato per decreto dei
decurioni pubblicamente
Tabella funeraria di Aulo Atinio Fausto
DIS M A ATINIO FAVSTO VIXIT AN LXXXX
A ATINIVS PRICVS PATRI PIISSIMO FECIT
Agli Dei Mani ad Aulo Atinio FaustoChe visse 90 anni
Aulo Atinio Prico al padrePientissimo fece
Stele di Prima
PRIMAE TURI L(IBERTAE) EX TESTAMENTO
IN F(RONTE) P(EDES) XIII IN A(GRO) P(EDES) XV
A Prima liberta di TuroPer testamento
Sul fronte piedi 13In profondità piedi 15
Stele dei Calventii
Q CALVENTIO Q LIB TROPH MO
ET CALVENTIAI Q L PRIMIGENIAE VXORI ET
AVXESI HAPLE FIL V F IN QVEMQ
P P XX
A Quinto Calventio TrofimoLiberto di Quinto
Alla moglie Calventia Primigenia liberta di QuintoE alla figlie Auxesi e Haple
Vivi feceroIn un'area di 20 piedi