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1 FEBBRAIO 2014 d e l l a P R O V I N C I A G R A N D A 26 ANNO 3 NUMERO L’UNICO GIORNALE INVIATO A TUTTI GLI IMPRENDITORI AGRICOLI Segnali di vita

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L’Unico GiornaLE inviaTo a TUTTi GLi iMPrEnDiTori aGricoLi

Segnali di vita

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S o m m a r i o Febbraio 2014

6 L’editoriaLe

C’era una voltala grande fabbrica

7 L’aria che tira

Un’altra volta senza ministro

8 Fisco e tributi

Contratti di affitto, addio ai pagamenti in contanti

10 Terreni agricoli e fabbricati. Riaperta la rivalutazione

12 Spesometro, prima lo tolgono, poi lo rimettono e poi chissà...

22 Mini imu, quanta burocrazia per versare 15 euro!

39 enoLogia

Flavescenza dorata e pesticidi. In Francia chi non li usa va in galera

19 attuaLità

Lo spot dell’Expo 2015 sulla carne criminalizza e indigna gli allevatori

14 Zootecnia

Istruzioni per l’uso della direttiva nitrati

23 Quando la “vacca da latte” è un’impresa, in tutti i sensi

26 Margari in agitazione tra refresh e Guardia di finanza

21 Come nasce la frottola dei 15 mila litri d’acqua

28 Il ritorno dei contadini nella Valle dei Templi

42 Contributi in arrivo dalla Provincia per gli apicoltori della Granda

44 Da terra marginale a terra originale. La campagna non è più il mondo dei vinti

46 Accordo sul Psr, al Piemonte il 10 per cento di risorse in più

48 Consumiamo meno concimi chimici. L’agricoltura sulla buona strada

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L’IMPRENDITORE AGRICOLOdella provincia Granda

Direttore responsabile: Osvaldo BellinoDirettore editoriale: Valerio Maccagno

Direzione, redazione e amministrazione:Via Pylos, 20 - 12038 Savigliano - CuneoTel. 0172.711279 [email protected]

Editore: Réclame S.r.l.Via Pylos, 20 - 12038 Savigliano - Cuneo

Pubblicità: RéclameVia Pylos, 20 - 12038 Savigliano - CuneoTel. 0172.711279 e-mail: [email protected]

Progetto grafico: Marco GrussuStampa: G. Canale & C. S.p.A.Via Liguria, 24 - 10071 Borgaro - TorinoRegistrazione Tribunale di Saluzzon. 3 del 09/01/2012

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52 Secondo pullman per RomaAffrettarsi per le iscrizioni

50 In arrivo dal Canada la mela Ogm che rimane sempre fresca!

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26aNNo 3

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L’Unico GiornaLE inviaTo a TUTTi GLi iMPrEnDiTori aGricoLi

Segnali di vita

54 Confagricoltura CuneoA marzo cambia sede

57 Assistenza ai familiari disabili. Estesi i diritti fino al terzo grado

58 In arrivo le assunzioni di rete. Importante novità per il lavoro

62 Agricoltura biologicaNasce l’Osservatorio

30 ortoFrutticoLtura

Inverno caldo, fioritura anticipata per i noccioleti delle Langhe

56 a.r.pro.m.a inForma

L’epopea degli aratri elettrici e delle cattedre ambulanti

31 FormaZione

Patentini per le trattrici agricole, anche i formatori vanno a scuola

38 notiZie daLLe aZiende

La canalina per le fragole che aumenta la produzione e diminuisce i costi

59 radici

Com’era la Madonna di Lourdes. Ragazzina o austera Signora?

60 osservatorio preZZi

Prezzi e mercati all’ingrosso

61 scadenZe FiscaLi

Marzo: occhio alle scadenze

63 mercatino

Gli affari dell’Imprenditore

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C’era una volta la grande fabbrica che spopolava le nostre campagne, colline e montagne. Vinceva, in quel tempo, il mito dell’urbanizzazione, il mare di fredde ciminiere, il fiume di soldatini blu, amaramente cantati da Gipo Farassino.Le Langhe e valli alpine erano il “mondo dei vinti” di Nuto Revelli, la “malora” di Beppe Fenoglio. Ma ora che la grande fabbrica non si sa più dove sia (in Italia o in America? In Olanda o in Gran Bretagna?) e gli stabilimenti languono semideserti nelle ano-nime periferie delle città, cosa rimane di quella travolgente sfida epocale promet-tente sviluppo e progresso? Qual è, oggi, il mondo dei vinti? La civiltà agricola, che è rimasta l’unica ad assumere, a creare nuove scuole e università, oppure quella dei “call-center” e della cassa integrazione?Nei paesi della “Langa povera”, dove si prevede che nei prossimi cinque anni sol-tanto un’azienda agricola su quattro verrà rimpiazzata, si è bandito un concorso per aiutare le nuove generazioni a riappropriarsi della terra. Da terra marginale a terra originale, è il titolo del progetto, che fa dell’identità il suo elemento strategico. Quell’identità, sintetizzabile nel cibo, che anche nella malora agricola non è mai venuta meno e che, a quanto pare, le marginalità ur-bane non sono riuscite a darsi.Una direzione nella quale si sta muovendo la Provincia di Cuneo, che ha signi-ficativamente messo in campo bandi per il reimpianto di castagneti di varietà locale e per l’apicoltura, due settori dove la domanda supera l’offerta, e dove i giovani e la montagna, privilegiati in graduatoria, possono giocare fino in fondo la loro partita delle opportunità.Non vuol dire che l’agricoltura, soprattutto quella di montagna, sia il nuovo paradiso terrestre, pronto ad accogliere senza condizioni orde di umanità senza radici. Tuttavia, appare evidente che non tutte le marginalità sono uguali, proprio perchè il parametro del benessere non è soltanto economico, come dimostra da sempre la sopravvivenza della campagna.Chissà che non tornino a ripopolarsi le vallate, se non nelle straordinarie pro-porzioni precedenti l’esodo, almeno quanto basta per cacciare i lupi, che hanno vita facile contro i greggi dei pochi pastori rimasti a presidiare le terre alte della ruralità.

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OsvaldO BellinO

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All’agricoltura italiana è successo cinque volte negli ultimi quattro anni: un record.De Girolamo, Catania, Romano, Galan, Zaia. Di qualcuno nemmeno ci ricordiamo, di qualcuno nemmeno abbiamo voglia di ricordarci. Ma resta il fatto che il Mini-stero all’Agricoltura è una poltrona cenerentola: quando si forma un governo, c’è la gara a non prenderlo (Galan lo disse anche apertamente che per lui l’Agricol-tura era il ministero meno gradito, quello dove finiva chi non trovava di meglio) oppure a darlo al neofito/a (Catania e De Girolamo non avevano mai avuto prece-denti incarichi di governo).Sta di fatto che siamo di nuovo senza rappresentante, mentre scrivo, e, con tutto il rispetto per la supplenza (quella che in politica si chiama l’interim) di Enrico Letta, questa è una pessima notizia per il settore primario. E sì, perché a Bruxel-les a trattare e a partecipare ai Consigli dell’Unione Europea ci va il ministro. Se la sua faccia cambia sempre, cortesia istituzionale vuole che gli si dia tempo (per imparare e conoscere) ma questo tempo, concesso al nuovo o alla nuova, è tempo sottratto ai contadini italiani.Poi c’è la questione del peso dell’agricoltura nelle scelte del Governo.Siamo davanti ogni giorno ai disastri che ci regala la contrazione dell’agricoltura in questo paese e se nella provincia di Cuneo di calamità “naturali” (ma sarebbe dire ad alto tasso di umanità) ne capitano ancora poche, questo va messo in rela-zione stretta con il fatto che vivaddio abbiamo ancora più del doppio della media di agricoltori di altre regioni. Come si fa a fare un piano per difendere il territorio dai disastri (in primis quelli fatti con le betoniere...) se al tavolo di chi decide non c’è nessuno che porti la voce dell’agricoltura e se c’è non ha autorevolezza?Infine vogliamo finalmente dare un senso alla seconda “A” del Ministero? Sapete che si chiama MIPAAF, e sulla prima “A” sicuramente non avete dubbi: Ministero delle Politiche Agricole. Sulla “F” qualche idea ce l’avrete di sicuro: riguarda le Foreste. Ma la seconda “A”? Forse che come negli annunci sui giornali vuol dire che siamo sempre alla ricerca di un ministro serio, capace, competente, autorevole e duraturo? In realtà, quella seconda “A” vorrebbe dire “Alimentari”, perché le politiche agricole sono connesse al cibo che ci nutre e ci sostenta, anche se spesso lo ignoriamo e le istituzioni lo dimenticano. Ma per una volta, la presteremmo an-che volentieri come “A” per un annuncio: cercasi ministro serio, onesto, dedicato, competente, affidabile, appassionato e stabile. Astenersi perditempo.

Un’altra voltasenza ministro

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MicheleantOniO

FinO

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contratti di affitto, addio ai pagamenti in contanti

Fisco e tributi di Alberto tealdi, commercialista, [email protected]

La Legge di stabilità ha previsto che i pagamenti dei canoni di locazione di unità abitative dovranno avveni-re, a partire dal 1° gennaio 2014, obbligatoriamente con strumenti tracciabili vietando di fatto il paga-mento in contanti.E’ bene precisare che tale divieto è indipendente dall’importo del cano-ne, sia esso inferiore o superiori a 1.000,00 euro e riguarda solamen-te i canoni riferiti alla locazione di immobili abitativi. Non riguarda pertanto i canoni percepiti dalla locazione di immo-bili strumentali quali ad esempio capannoni, negozi oppure la loca-zione di singoli box auto. Anche i canoni percepiti per l’affit-to di terreni non rientrano in tale divieto.

SANZIONILa violazione di tale disposizione

comporta la perdita di eventuali agevolazioni o benefici fiscali sia in capo al conduttore che al locatore. Il locatore potrebbe vedere negata, ad esempio, l’opzione per la cedola-re secca ed il conduttore la deduci-bilità del canone dal proprio reddito quale onere deducibile. Inoltre, essendo la disposizione stata intro-dotta all’interno del Dlgs 231/2007 in materia di antiriciclaggio, la sua violazione comporta anche l’as-soggettamento alle sanzioni che fanno capo a tale normativa che vanno dall’1% al 40% dell’importo trasferito in contanti se inferiore a 1.000,00 euro e che prevedono un minimo di 3.000,00 euro se l’im-porto trasferito in contanti è pari o superiore a tale soglia.

ANTIRICICLAGGIOPer questo motivo è bene ricordare che a prescindere dalla nuova di-

La norma per le abitazioni è in vigore dal 1 gennaio, mentre per capannoni e terreni vale comunque il divieto dai mille euro di canone in su

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sposizione che riguar-da i pagamenti di ca-noni relativi a locazioni di immobili abitativi, l’incasso in contanti di canoni di locazione per importi pari o supe-riori a 1.000,00 euro (relativamente alla locazione di qualsivo-glia immobile) viola comunque la norma-tiva antiriciclaggio in quanto è espressa-mente vietato il tra-sferimento di denaro contante o di libretti al portatore effettuati a qualsiasi titolo tra soggetti diversi quan-do il valore oggetto di trasferimento è com-plessivamente pari o superiore a 1.000,00 euro e pertanto com-porta la predetta san-zione dall’1% al 40% dell’importo trasferito con un minimo di 3.000,00 euro.

NUOVO MODELLOSempre con riferi-mento ai contratti di locazione, l’Agenzia delle Entrate ha reso disponibile il nuovo modello RLI con il qua-le dal 3 febbraio 2014 è possibile adempiere alla registrazione dei contratti di affitto di beni immobili e agli adempimenti successivi quali proroghe, riso-luzioni, opzioni per il regime della cedolare secca ecc… Il nuovo modello sostituisce di fatto il modello 69 (che potrà ancora essere utilizza-to fino al 31 marzo) che poteva essere pre-sentato solamente in forma cartacea presso l’Ufficio a differenza del modello RLI che andrà presentato in via telematica.

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Fisco e tributi di marianna cugnasco, commerciaLista, [email protected]

Terreni agricoli e fabbricati. riaperta la rivalutazione

Con la legge di stabilità 2014 è stata prevista la riapertura dei termini per la rivalutazione fiscale delle aree fabbricabili, dei terreni agricoli ed altresì delle partecipazioni in società non quotate, riapertura dei termini condizionata ovviamente da necessità di cassa. Si tratta dell’ennesi-ma possibilità di rivalutazio-ne concessa dal legislatore, l’ultima è infatti scaduta solamente il 1° luglio.I predetti beni sono rivaluta-bili se detenuti alla data del 1° gennaio 2014 in regime non di impresa (vale a dire detenuti da persona fisica privata, società semplice od ente non commerciale). Riprendendo quanto già scritto a proposito della pre-cedente riapertura si ricorda che con la rivalutazione si determina un valore fiscale del bene in linea con quello di mercato. Quest’ultimo sarà la base di partenza, in caso di cessione, per il calcolo dell’eventuale plu-

svalenza di cui all’art. 67 del Testo Unico delle imposte sui redditi.

UN ESEMPIO PRATICOPer una più facile compren-sione riprendiamo l’esempio pratico già proposto a suo tempo. Ipotizzando il caso di un terreno agricolo acqui-stato diversi anni fa per 50, ora diventato edificabile con un valore di 200: in tal caso si avrà un valore fiscale pari a 50 ed un valore di merca-to pari a 200 ed in caso di cessione la differenza di 150 risulterà imponibile fiscal-mente in capo al venditore. Qualora detto terreno sia posseduto alla data del 1° gennaio 2014 vi è la possi-bilità di rivalutarne il valore previa redazione, entro il 30 giugno 2014, di una perizia

asseverata di stima e previo pagamento, entro la stessa data, dell’imposta sostituti-va del 4% sull’intero valore di 200. In questo modo il valore fiscale sarà equipa-rato a quello di mercato ed in caso di cessione dell’area edificabile per 200 nulla sarà più dovuto al fisco. Considerando la differenza di aliquota tra tassazione Irpef della plusvalenza ed imposta sostitutiva la rivalutazione comporta un indubbio vantaggio fiscale.

TERRENI AGRICOLIDiscorso analogo vale per la cessione di terreni agri-coli, anche se in tal caso l’eventuale plusvalenza è tassabile solamente se la vendita avviene entro 5 anni dall’acquisto (a differenza

della cessione di terreni edificabili che genera sem-pre plusvalenza tassabile, a prescindere dal periodo di detenzione). L’imposta sosti-tutiva potrà essere versata in tre rate annuali, la prima da versarsi entro il 30 giugno 2014.

PARTECIPAZIONI SOCIETARIEAnalogamente ai terreni anche per le quote di par-tecipazione in società non quotate è possibile proce-dere alla rivalutazione del costo, previa redazione di idonea perizia asseverata e previo pagamento di un’im-posta sostitutiva del 2% in caso di partecipazioni non qualificate e del 4% in caso di partecipazioni qualificate.

Per i beni in possesso al 1 gennaio 2014 è di nuovo possibile equiparare il valore fiscale a quello di mercato

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Fisco e tributi

Abolito e poi reintro-dotto. Nel giro di quin-dici giorni lo “speso-metro”, cioè l’obbligo per i produttori agricoli che non superano i 7 mila euro di vendite all’anno di comunicare all’Amministrazione fi-nanziaria le operazioni ai fini Iva, è passato da una condizione all’altra come se niente fosse. Se il maxiemendamento alla Legge di Stabilità lo aveva cancellato (come correttamente riporta-to sul numero scorso del nostro giornale), l’approvazione delle norme immediatamente successive lo ha ripri-stinato (il quotidiano agricolo terraoggi.it ha documentato in tempo reale i vari passaggi legislativi). Ma non è

detto che sia finita, perchè da più parti si continua ad invocarne la cancellazione.

OCCHIO ALLA SCADENZA Per il momento, entro il 20 aprile 2014, gli agricoltori in questione dovranno inviare tele-maticamente all’Agen-zia delle Entrate l’elen-co clienti e fornitori riportante le operazioni rilevanti ai fini Iva effettuate nel periodo d’imposta 2013. Si tratta delle cessio-ni di prodotti agricoli e delle prestazioni di servizi per cui è stata rilasciata fattura e degli acquisti di beni e servizi per cui l’imprenditore agricolo ha ricevuto fattura.

Spesometro, prima lo tolgono, poi lo rimettonoe poi chissà...Entro il 20 aprile vanno comunicate le operazioni ai fini Iva. E Agrinsieme attacca Coldiretti: «Chi è d’accordo non fa gli interessi degli agricoltori»

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LA POLEMICAUn “ripensamento” governativo che ha sol-levato non poche proteste, con una coda polemica anche sul fronte sindacale, dove Agrinsieme è inter-venuta senza mezzi termini contro Coldiretti: «Chi, come il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo – scrive Agrinsieme in un comunicato stampa -, si dichiara favorevole alla rein-troduzione dello Spesometro, non pensa agli interessi dei produttori, ma agisce contro di loro, oppure per fini che non sono certo quelli dell’agricoltura, del-la sua crescita e della sua competiti-vità. Le motivazioni che hanno spinto alla reintroduzione di tale penalizzante

provvedimento non rispondono assolu-tamente ad una logica di trasparenza e di tracciabilità, come sostiene invece il presidente della Coldiretti».

PENALIZZATE LE PICCOLE AZIENDEAgrinsieme ritiene che Coldiretti deb-

ba spiegare agli agricoltori perché so-stenga con forza la scelta di gravare con

nuovi oneri tante piccole realtà aziendali, finora esonerate da tutti gli obblighi conta-

bili (fatturazione, registrazione, dichia-razione annuale, liquidazione e ver-

samento dell’imposta): «La spiegazione deve essere,

però, convincente, altrimenti – conclude Agrinsieme - sorgo-no palesi dubbi sulla natura della richiesta di reintrodurre un provvedimento che

lo stesso Parla-mento vuole ora eliminare».

Fisco e tributi

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istruzioni per l’usodella direttiva nitrati

Ormai al terzo anno di vita della de-roga alla “Direttiva Nitrati”, agricol-tori e amministrazioni si apprestano a trarre le dovute considerazioni sul biennio di adesioni trascorso.Innanzitutto per deroga alla “Diret-tiva Nitrati” si intende la possibilità concessa alle aziende ricadenti in ZVN (Zona Vulnerabile Nitrati), di apportare al campo un quantitativo

di azoto zootecnico superiore ai ca-nonici 170 kg/ha previsti dai regola-menti regionali in materia, ispiratisi alla direttiva stessa (direttiva 676/91/CEE). Alle aziende che richiedono di aderire alla deroga viene dunque concesso di apportare 250 kg/ha di azoto da effluenti zootecnici a fronte del rispetto di alcuni criteri di buona gestione agronomica degli

effluenti distribuiti. L’azienda che intende avvalersi della deroga nitrati deve effettuarne la richiesta all’am-ministrazione provinciale per mezzo dell’organizzazione o del CAA di appartenenza entro il 15/02/2014; è prevista l’adesione annuale che consente alle aziende non aderen-ti nell’anno in corso di presentare domanda di adesione nell’anno successivo. Sono soggetti alla deroga i soli terreni inclusi nelle ZVN dete-nuti dall’azienda con regolare titolo di conduzione o in asservimento e possono beneficiarne le aziende che gestiscono reflui di origine bovina di qualsiasi natura, anche sottoposti a digestione anaerobica, oppure reflui di origine suina sottoposti a tratta-mento di separazione solido/liquido di cui si può utilizzare in campo la sola frazione liquida.

VINCOLI DI GESTIONEAGRONOMICAL’adesione alla deroga nitrati implica il rispetto di vincoli di gestione agronomica tali da giustificare il

Zootecnia

La valutazione sulla normativa che consente di apportare ai campi delle “zone

vulnerabili” maggiori quantitativi di azoto. I casi specifici delle aziende di bovini e suinicole

Sistemi di spandimento dei reflui zootecnici in copertura del mais, risultano altamente efficienti in quanto consentono di distribuire i reflui nelle fasi fenologiche in cui la coltura è in grado di assorbire la maggior quantità di azoto

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Presente in fiera a Carmagnola

maggiore apporto di reflui zootec-nici, nonché una migliore efficienza d’assorbimento dell’azoto da parte delle colture.Di seguito vengono riportate le prati-che agronomiche richieste:− coltivare almeno il 70% della SAU con colture ad alto asporto e ciclo di crescita prolungato. Per colture ad alto asporto si intende mais classe FAO 600-700 (130-135 giorni circa), seminato precocemente, irriguo e raccolto interamente, prati per-manenti o temporanei con ridotta presenza di leguminose e l’utilizzo di colture intercalari (mais o sorgo seguiti da erbaio invernale e cereali autunno-vernini seguiti da erbaio estivo);− utilizzare per lo spandimento dei liquami sistemi all’avanguardia in grado di limitare la volatilizzazio-ne dell’azoto ammoniacale, (es. a bande raso terra, a bassa pressione con interramento entro le 24 ore, ad iniezione superficiale con chiusura del solco o ad iniezione profonda con scarificatura). Lo spandimento

dei liquami in pressione con l’uso del piatto deviatore non viene consi-derato idoneo. Lo spandimento del letame bovino deve essere seguito dall’interramento entro le 24 ore con l’eccezione degli apporti effettuati su prati;− per garantire un’elevata efficienza dell’azoto apportato al campo, la ge-stione degli spandimenti deve essere tale da consentire la distribuzione di almeno i 2/3 dei reflui prodotti entro il 30 giugno. Il quantitativo restan-te deve essere apportato entro il 1 novembre;− nel caso di colture intercalari è necessario seminare la coltura secon-daria tempestivamente; ovvero entro due settimane dalla raccolta della coltura principale;− nel caso di rottura di prati perma-nenti, l’aratura va eseguita in pri-mavera e la semina dei cereali estivi non deve prevedere integrazioni con concimi minerali;− abbandonare la prassi delle integrazioni minerali con concimi fosfatici.

Viene inoltre richiesto di disporre di acqua irrigua e di effettuare alme-no un’analisi dei terreni aziendali per quanto riguarda il contenuto di azoto e di fosforo con lo scopo di monitorare la presenza dei due ele-menti e di fornire indicazioni utili ai tecnici per il corretto bilanciamento delle fertilizzazioni.

AZIENDE SUINICOLE Per le aziende che distribuiscono reflui di origine suina è necessario controllare mediante analisi chimica i parametri relativi alla s.s., N tot e P tot del separato solido il quale deve essere delocalizzato nei terreni non soggetti a deroga. Inoltre tali azien-de, in caso di trasporti oltre i 30 km, sono tenute a registrare e tracciare i viaggi mediante GPS.

PUNTI DI FORZA E CRITICITàL’ottenimento per le regioni setten-trionali (Lombardia, Piemonte; Vene-to ed Emilia-Romagna) della deroga alla direttiva nitrati ha rappresentato sicuramente un punto di arrivo

Zootecnia

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importante nel panorama agricolo italiano. La Commissione Europea ha infatti preso atto del fatto che l’area-le padano risulta in grado di com-pensare il notevole carico zootecnico in forza delle proprie caratteristiche climatiche, ma soprattutto delle elevate produzioni vegetali. Il vincolo dei 170 kg di azoto/ha sembrerebbe limitante per la capacità produttiva dei nostri terreni ed in quest’ottica i reflui zootecnici assumono i connota-ti di risorsa da valorizzare anziché di rifiuto da smaltire.

L’OPPORTUNITà DELLA DEROGALa deroga alla direttiva nitrati rap-presenta sicuramente un’opportunità per le aziende zootecniche che si trovano attualmente eccedentarie di reflui zootecnici e che sono costrette a ricorrere a contratti di asservimen-to, spesso onerosi, per aggiudicarsi delle superfici spandibili. A titolo esemplificativo, un’azienda ricadente

in ZVN con superficie condotta pari a 20 ha (circa 52,4 g.te), con l’ade-sione alla deroga nitrati potrebbe risparmiare 9,4 ha (circa 24,6 g.te) di superficie in asservimento.Per contro, in aziende con sufficiente disponibilità di terreni, l’adesione alla deroga consentirebbe di incremen-tare il numero di animali allevati. In questo caso un’azienda che ricade in ZVN con superficie condotta pari a 20 ha (circa 52,4 g.te), potrebbe potenzialmente ampliare il proprio allevamento di vacche da latte di circa 16 capi adulti con i relativi capi da rimonta.L’adesione alla deroga comportereb-be inoltre un significativo risparmio in termini di concimazioni minerali. Viene previsto di eliminare l’apporto di concimi minerali contenenti fo-sforo che risulta superfluo in ragione della buona presenza dell’elemento nei reflui zootecnici e dell’elevata di-sponibilità dello stesso nella maggior

parte dei suoli piemontesi, ampia-mente in grado di coprire i fabbiso-gni delle colture. Il maggiore apporto di azoto da reflui zootecnici consente inoltre di ridurre l’acquisto dei conci-mi azotati: nella coltivazione del mais è possibile stimare un risparmio di urea pari a 1,2 q/ha con un costo di circa 40-45 euro/ha (15 euro/g.ta).Per ottenere elevate efficienze di utilizzazione dei reflui si rende neces-sario adottare distribuzioni mirate in funzione delle necessità delle colture, attraverso la revisione dei calenda-ri di distribuzione e talvolta anche attraverso l’adozione di tecniche innovative che inducono le aziende ad un’evoluzione tecnica sempre più spinta.

POCHE ADESIONI IN PIEMONTE Nonostante i vantaggi offerti, l’ade-sione delle aziende piemontesi alla deroga nitrati nel biennio trascorso, è risultata al di sotto delle aspetta-

Le aziende zootecniche che allevano bovini presentano una maggiore convenienza ad aderire alla deroga, sia per il riparto colturale maggiormente articolato, sia per la tipologia dei reflui prodotti

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tive. Nel 2012, in Piemonte, hanno presentato domanda di adesione 36 aziende mentre in Lombardia le richieste di adesione sono risultate 1.033.Il ridotto successo è da ricerca-re principalmente nella frammentaria dislocazione delle ZVN nel territorio piemontese; infatti la convenienza ad aderire alla deroga risulta più marcata nelle aziende in cui i terreni ricadenti in ZVN sono preponderanti rispetto ai terreni esclusi. Altro aspet-to rilevante è legato alla difficoltà di persuadere i conduttori dei terreni concessi in asservimento, al rispetto dei vincoli di gestione agronomica essenziali per l’adesione alla deroga, che spesso non si conciliano con la realtà produttiva delle aziende cere-alicole. A tal riguardo più dell’85% della superficie gestita in deroga è risultata direttamente condotta dalle aziende beneficiarie.

CRITERI ONEROSI PER I REFLUI SUINICOLITra le aziende aderenti non vi è alcuna azienda suinicola, in quanto i

criteri di gestione dei reflui suinicoli previsti dalla deroga risultano sicura-mente più onerosi. Per le aziende suinicole i benefici della deroga infatti non si concilia-no con i costi da sostenere per la separazione dei reflui, sia per quanto riguarda l’acquisto del separatore nelle aziende sprovviste, sia per la gestione dello stesso. Inoltre non è da sottovalutare il carico burocratico legato alla tracciabilità dei traspor-ti del separato solido. Sempre per i reflui di origine suinicola alcune perplessità riguardano l’apporto al suolo della sola frazione liquida, de-cisamente più equilibrata per quanto riguarda il rapporto N/P (<2.5), ma sprovvista di sostanza organica (più concentrata nella frazione solida) che non viene reintegrata al suolo.

ALLEVAMENTI BOVINIL’adesione alla deroga risulta decisa-mente più funzionale per gli alleva-menti di bovini sia da latte che da carne, in quanto essi dispongono di un riparto colturale più equilibrato

caratterizzato da una buona pre-senza di prati sia stabili che avvicen-dati, ed in cui il mais viene perlopiù destinato alla produzione di trinciato integrale. Nella rotazione colturale delle aziende bovinicole sono inoltre presenti erbai intercalari per la produzione di fieni, insilati e fasciati, nonché la necessità di raccogliere gli stocchi e la paglia dei cereali per il reimpiego come lettiera. Disponendo di un riparto colturale più differenziato, l’azienda che alleva bovini risulta in grado di distribuire efficientemente i reflui zootecnici concentrandoli in presemina del-le colture, senza dover ricorrere a tecniche decisamente funzionali (ad es. distribuzione in copertura del mais con interramento e impiego dei liquami in fertirrigazione con ali piovane e pivot,), ma che presentano notevoli costi aggiuntivi.

STRUMENTO UTILEIl lavoro delle istituzioni ha consenti-to agli allevatori di avere a disposizio-ne la deroga nitrati come strumento utile ed opportuno per cominciare a risolvere i problemi di eccessivo cari-co zootecnico. Le aziende che hanno ritenuto di poter utilizzare la deroga come strumento risolutivo hanno ormai già aderito. E’ opportuno che ora si forniscano alle aziende indecise delle innovazio-ni tecniche ed un sistema di profes-sionisti in grado di affiancarle nelle scelte più convenienti dal punto di vista sia tecnico che economico per raggiungere l’obiettivo dell’effettiva e sostenibile valorizzazione degli effluenti aziendali.

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La macchina organizzativa in previsione di Expo 2015 è in moto da tempo, e con l’avvici-narsi dell’evento comincia ad intensificarsi l’attività comunica-tiva sui mass media. Se l’intenzione dei primi spot pubblicitari televisivi era di attirare l’attenzione con infor-mazioni ad effetto, l’obiettivo è

stato centrato. Peccato però che il risultato sia stato raggiunto a spese dell’agricoltura.Tra gli slogan che hanno accom-pagnato le immagini, uno su tutti ha destato sconcerto: per produrre un chilogrammo di car-ne sarebbero necessari 15 mila litri d’acqua. La notizia ha cominciato ad

apparire sui giornali, provocando meraviglia e sconcerto.

INDIGNAZIONE«I calcoli inerenti i 15 mila litri di acqua per produrre un chilo-grammo di carne sono assoluta-mente errati – osserva l’assessore regionale all’agricoltura, Claudio Sacchetto -, mi rammarica pren-

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Lo spot dell’Expo 2015 sulla carne criminalizza e indigna gli allevatoriDura reazione dell’assessore regionale all’Agricoltura del Piemonte, Claudio Sacchetto: «Non è vero che per produrre un chilogrammo di carne si consumano 15 mila litri d’acqua, dirlo in televisione è devastante. Se l’approccio dell’Expo 2015 è questo, non ci stiamo»

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dere atto del fatto che un’edi-zione dell’Esposizione Universale dedicata al claim “Nutrire il pianeta. Energia per la vita” -dunque che pone al centro il ruolo indispen-sabile dell’agricoltura a servizio del mondo - si affidi a trovate prive di fondamento come que-ste. Non si tratta di una difesa d’uffi-cio, ma piuttosto di un’indigna-zione profonda nei confronti di messaggi non fondati che hanno quale unico e devastante risul-tato quello di attaccare ancora una volta il comparto rurale. In passato si sono verificate estem-poranee dichiarazioni negative sull’apporto della carne nella dieta quotidiana, poi l’attacco alle responsabilità degli alleva-menti in merito ai nitrati, oggi gli spot sul consumo di acqua: non stupiamoci se la zootecnia rappresenta uno dei settori mag-giormente in crisi.

Se questo approccio dovesse es-sere confermato, non corrispon-de alle aspettative che avevamo riposto nell’Expo 2015, esposi-

zione universale che era consi-derata, e speriamo possa consi-derarsi, opportunità per l’Italia, occasione per l’agricoltura».

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Ecco perché, secondo una nota tecnica diffu-sa dalla Cia di Cuneo, il dato dei 15.000 litri d’acqua necessari per produrre un kg di carne sia da considerarsi “una frottola”.Un manzo beve media-mente circa 4 litri di acqua al giorno ogni 100 Kg di peso vivo: considerando che durante tutto il ciclo produttivo un manzo abbia un peso medio, esagerando, di 500 kg e beva 20 litri di acqua al giorno, fanno 7.300 litri di acqua all’anno. Facendo una stima approssimativa dalla nascita alla macellazio-ne (16-17 mesi per un peso tra i 600-700 kg)), un manzo non beve più di 10.000 litri di acqua, circa 15 litri per ogni kg di peso vivo, quindi al massimo 45 litri di acqua per ogni Kg di carne. Come si passa da 45 litri a 15.000 litri?

L’IMPRONTA IDRICA Il dato dei 15.000 litri, molto fantasioso, è stato calcolato da Arjen Hoekstra, inventore dell’impronta idrica, sommando all’acqua che bevono i bovini o che serve per lavare le

stalle e per irrigare le colture di mais e soia, anche l’acqua che vie-ne utilizzata per estrar-re i minerali ferrosi necessari per realizzare gli attrezzi agricoli, le attrezzature utilizzate negli allevamenti e nei macelli e per fabbri-care i mezzi (camion, trattori, rimorchi ecc.ecc.) che servono per trasportare i cereali, gli animali e la carne ed i silos per gli stoccaggi.Chiunque sia provvisto di buon senso capisce che un calcolo siffat-to è privo di qualsiasi logica.

UMANITàA RISCHIO? Secondo lo stesso prof. Arjen Hoekstra, un foglio di carta A4 ha un’impronta idrica di 10 litri. Un buon libro, a seconda del numero di pagine, consuma tra i 2.000 ed i 5.000 litri. Dobbiamo smettere an-che di stampare i libri?Avanti di questo pas-so, a qualcuno verrà la brillante idea di soppri-mere l’umanità per sal-vare il pianeta – l’uomo consuma più acqua di tutti – e qualcun altro la prenderà sul serio.

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come nasce la frottoladei 15 mila litri d’acqua

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Gli uffici della zona di Cuneo di Confagricoltura hanno calcolato che coloro che si sono presentati ai loro sportelli per saldare l’imposta hanno versato in media un importo di poco superiore ai 15 euro ciascuno.

SISTEMA PERVERSO «Se da un lato si tratta fortunata-mente di cifre non elevate per le aziende agricole, ma pur sempre da versare, dall’altro occorre con-siderare l’elevato costo in termini burocratici e di tempo sottratto alle operazioni in azienda che tale adempimento ha prodotto a carico degli imprenditori – dichiara il diret-tore di Confagricoltura zona Cuneo, Adriano Rosso -. Si resta perplessi di fronte ad un

sistema che continua a non tenere in considerazione gli interessi dei cit-tadini e delle aziende in un momen-to non semplice per le famiglie e per l’economia».

CHI HA PAGATOSono stati chiamati a versare la Mini Imu, ovvero la ‘coda’ dell’Imu 2013 i possessori di prime case, terreni agricoli e immobili rurali residenti nei Comuni che hanno innalzato l’aliquota base prevista dalla Leg-ge (4 per mille del valore catastale per le abitazioni e 7,6 per mille sui terreni). Nello specifico, una quota pari al 40% delle differenza tra l’aliquota dettata dalla Legge e quella delibe-rata dal proprio Comune.

Mini imu, quanta burocraziaper versare 15 euro!Gli Uffici della zona di Cuneo di Confagricoltura hanno calcolato che, in media, ha pesato più il tempo persoche il valore dell’imposta

Fisco e tributi

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Zootecnia

La definizione recita: il profitto economico è il guadagno che si ricava da un’attività imprenditoriale e si calcola per differenza tra i ricavi e i costi dell’impresa. Sicuramente questa è l’operazione matematica che gli imprenditori agricoli fanno con maggior frequenza sia mediante dettagliati calcoli, seduti alla scrivania del loro ufficio, sia a mente intanto che stanno svolgendo altri lavori; sempre alla ricerca dell’accorgimento o della tecnologia che permetta loro di aumentare l’utile aziendale.

RIDURRE I COSTINell’impresa “vacca da latte” l’ele-mento che ha maggior incidenza sulla voce ricavi è ovviamente il latte, che con i premi e l’IVA apporta più dell’80% degli introiti. Per poter aumentare i ricavi gli alle-vatori non possono influire sul prezzo del latte, che è imposto dal mercato, possono però agire per aumentare la produttività degli animali. L’aumento

di produzione è un obiettivo comune a tutte le stalle, ma è un risultato che si può ottenere solo nel medio e lun-go periodo lavorando sulla selezione genetica e sul miglioramento delle strutture.

L’INCIDENZA DELL’ALIMENTAZIONENel breve periodo invece l’allevatore può aumentare il suo profitto agendo sui costi di produzione. La voce che grava maggiormente sulle spese è sicuramente l’alimen-tazione la cui incidenza è superiore ai 2.000,00 euro all’anno per ogni bovina in lattazione. Quindi andare a risparmiare anche solo pochi cen-tesimi al giorno per razione in una stalla da cento vacche porta ad un risparmio annuo che può superare facilmente i 10.000,00 euro. Quando si punta a ridurre i costi di alimen-tazione bisogna fare delle scelte oculate con l’obiettivo di eliminare gli elementi superflui senza impoverire

la dieta per non incorrere nel rischio di problematiche sanitarie e cali di produzione che annullano comple-tamente il beneficio del risparmio alimentare attuato.

ERBA MEDICAUna strada per abbassare il costo razione è quella indirizzata al migliore sfruttamento delle produzioni forag-gere in modo da ricavare dai campi proteina ed energia a minor costo. Un interessante esempio può venire dall’uso del’erba medica per produr-re mediante il foraggio proteina e quindi ridurre il quantitativo di soia in razione. La proteina della medica è localizzata in maggior parte nelle foglie che durante il processo di es-siccamento tendono a staccarsi dallo stelo e cadere a terra. Per massimizza-re il risultato è importante pensare di raccogliere il foraggio ancora umido adottando sistemi che permettano di non lasciare sul campo la parte di maggior valore.

Quando la “vacca da latte” è un’impresa, in tutti i sensi

Come aumentare i ricavi agendo sui costi dell’alimentazione. Le valutazioni su cibo e soluzioni di stoccaggio, a seconda dei casi

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LOIETTOMolto interessante è anche l’erbaio di loietto falciato molto tenero per apportare all’animale fibre digeribili mediante le quali è possibile ridurre o eliminare alcuni concentrati come le polpe di barbabietola. Ovviamente anticipando l’epoca di taglio prima-verile non ci sono ancora le condi-zioni meteorologiche per permettere l’essiccamento naturale ed anche in

questo caso bisogna pensare di con-servare il prodotto allo stato umido.

PASTONE INTEGRALEUn altro alimento di interesse è il pastone integrale mediante il quale è possibile ottenere il doppio benefi-cio di recuperare il tutolo ed evitare i costi dell’essicazione della granella. Come abbiamo visto dagli esempi precedenti per sfruttare meglio le

culture bisogna pensare di conservare il foraggio umido mediante processi di insilamento.

TRINCEE ORIZZONTALISicuramente lo stoccaggio in trincee orizzontali è una soluzione molto interessante per aziende di grandi di-mensioni. Infatti dove è presente un elevato numero di animali il consumo giornaliero di prodotto insilato è mol-to alto, il che impedisce che lo stesso possa alterarsi rimanendo per troppo tempo a contatto con l’aria.Quando il consumo di insilato è invece basso si corre il rischio che lo stesso vada incontro a delle fermen-tazioni anomale con conseguenti perdite economiche. Se l’alterazione è stata determinata dalle muffe, facilmente visibili, è sem-plice individuare la quota di prodotto mal conservato per cui le perdite si limitano alla parte di alimento che ri-sulta inutilizzabile e va quindi buttato. Talvolta però non è così facile indi-viduare i processi di alterazione per cui l’alimento viene somministrato

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Zootecnia

ugualmente creando danni alla salute degli animali. In tutti quegli allevamenti in cui il consumo giornaliero dei prodotti insilati non permette un adeguato avanzamento del fronte di carico è consigliato evitare lo stoccaggio in trincee orizzontali. In queste condizioni il risparmio eco-nomico che si è pensato di ottenere viene completamente annullato dalle perdite di prodotto e dai danni alla salute degli animali causate dalla cattiva conservazione.

FASCIATURAOggi però la tecnologia ci è venuta incontro e mediante la fasciatura è possibile superare i problemi di conservazione andando a realizzare dei micro insilati che possono venire consumati nell’arco di uno o due giorni evitando così i problemi legati alle alterazioni. Purtroppo però tanti allevatori pur comprendendo i benefici che la fasciatura apporta ritengono questa tecnologia troppo costosa per cui de-

cidono a priori di non utilizzarla. Non ci sono dubbi che quando si è nelle condizioni di poter realizzare delle trincee i costi sono inferiori a quelli del fasciato. Non bisogna però dimenticare che l’insilato di medica oppure il pastone apportano dei vantaggi economici tali per cui anche utilizzando il sistema di stoccaggio più costoso, ossia la fasciatura, rimangono dei notevoli margini di convenienza per l’alleva-tore.

UN CALCOLO PRATICOPer dimostrare quanto sopra espo-sto ho voluto calcolare il vantaggio economico che è possibile ottenere su ogni giornata piemontese di mais realizzando il pastone integrale in sostituzione della raccolta ed essica-zione della sola granella. Sono stati valutati da un lato i costi di trebbiatura, trasporto, essicazione e macinatura della granella secca e dall’altro i costi di trinciatura, tra-sposto ed insilaggio, sia in trincea orizzontale sia in balle fasciate, dando

un valore al tutolo pari a 12,00 euro/quintale. La raccolta del mais me-diante lo stoccaggio di pastone in trincea orizzontale ha determinato un vantaggio economico rispetto alla raccolta della sola granella secca pari a 350,00 euro alla giornata. Lo stoccaggio di pastone in balle fasciate ha comunque portato un vantaggio economico pari a 220,00 euro/giornata.

SOLUZIONI A CONFRONTO Questo calcolo dimostra che sicu-ramente dove il numero di animali é tale da permettere lo stoccaggio nelle trincee orizzontali queste risultano più convenienti. Dove il numero degli animali è più limitato è comunque sempre con-veniente sfruttare i foraggi aziendali realizzando l’insilato sotto forma di fasciato. Ritengo che la fasciatura debba essere presa in maggior consi-derazione e inserita tra quegli accor-gimenti che l’allevatore può utilizzare per aumentare il profitto della propria azienda.

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La minaccia del lupo, le speculazioni sugli alpeggi e, come se non bastasse, le foto-interpretazioni degli organismi pagatori: sono queste le problematiche che maggiormen-te preoccupano la categoria dei margari e mettono a forte rischio il futuro di molte aziende.

REFRESH 2012Per quanto riguarda il “Refresh 2012”, dopo oltre un anno dalla nascita del problema, sembra non esserci anco-ra una soluzione definitiva anche se, in seguito all’applica-

zione dell’aggiornamento dei dati, la normativa prevede la riduzione delle superfici eleggibili non solo per il 2012, ma anche per le due campagne precedenti, 2010 e 2011. Tale provvedimento andrebbe a penalizzare soprattutto quelle aziende di montagna in cui, a causa di una annata sicci-tosa come quella del 2012 (e per cui la Regione Piemonte con una delibera del 31 ottobre 2012 ha riconosciuto il “carattere eccezionalità della siccità” delimitando le zone danneggiate), si vedono decurtare parte della propria su-perficie pascolabile con gravi conseguenze per le Doman-

L’aggiornamento fotografico dei dati sugli alpeggi penalizzerebbe le aziende di montagna colpite dalla siccità

Margari in agitazione tra refresh e Guardia di finanza

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de Uniche di Pagamento nelle tre campagne interessate; infatti, uno scostamento oltre il 20 % determina la deca-denza della domanda con effetto retroattivo (per non parlare degli effetti ben più gravi nei casi di scostamento oltre il 50%), ma non è irrilevante nemmeno il caso degli scostamenti dal 3 al 20%, per cui viene sottratto il premio per la superficie non ammissibile, oltre a una penalità pari a due volte la differenza riscontrata.

RICHIESTE ALLA REGIONEPer questo motivo l’Adialpi ha inviato in questi giorni un documento all’assessore all’Agricoltura del Piemonte, Claudio Sacchetto, e al direttore dell’Arpea, Giancar-lo Sironi, in cui si chiede, a nome di tutte le aziende interessate dalla siccità dell’estate 2012, di non consi-derare attendibile il dato dell’ultimo Refresh in quanto effettuato in un periodo in cui le superfici degli alpeggi, già normalmente caratterizzate da pascoli magri, si trovavano in condizioni straordinarie per cui si andrebbe a penalizzare in modo scorretto le aziende dei margari. Tale siccità ha recato, inoltre, su molti pascoli la perdita temporanea della cotica lasciando il “suolo nudo” in molte zone dove negli anni precedenti era praticabile il pascolamento, ragion per cui i controlli in campo della stagione successiva, pur constatando in molti casi un recupero di superficie rispetto al Refresh 2012, hanno constatato l’inevitabile scostamento con la Domanda Unica delle campagne precedenti. Serviranno alcuni anni per ripristinare la situazione otti-male degli alpeggi e questo anche grazie ad un ottima gestione del pascolamento in parte garantita dai Piani pastorali aziendali.

GUARDIA DI FINANZA Un altro problema molto importante è dato dall’Opera-zione Bonifica della Guardia di Finanza che ha bloccato numerose aziende. Tale blocco, però, rischia di danneggiare fortemente le migliaia di aziende interessate che, oltre ai ritardi nei pa-gamenti dei premi, non hanno la possibilità di effettuare trasferimenti dei propri titoli di aiuto in una campagna in cui è indispensabile programmare al meglio la propria Domanda Unica, in quanto sarà anno di riferimento per la nuova Pac. Anche in questo caso l’Adialpi ha chiesto un interessa-mento da parte dell’Assessorato regionale che permetta uno sblocco, in tempi rapidi, di questa situazione per non penalizzare ulteriormente un settore già in forte difficoltà e che ogni giorno ha un nuovo problema per cause non sue.

CONVEGNO A MARZO Il presidente Adialpi, Giovanni Dalmasso: «Serve far chiarezza su molti argomenti – dichiara il presidente di Adialpi, Giovanni Dalmasso -, che incidono non poco sul futuro delle nostre aziende. Per questo stiamo organizzando un convegno a Saluz-zo che si terrà nel mese di marzo in cui saranno invitati margari, e non solo, e relatori in grado di dare delle risposte concrete ai problemi delle nostre aziende».

Zootecnia

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La “buona agricoltura”, un elemento fondamentale al fine di tutelare il paesaggio e l’identità di una delle aree archeologiche più suggestive e importanti del Mediterraneo: la Valle dei Templi di Agrigento. Un sito archeologico di primaria importanza per la Sicilia e l’intero Mezzogiorno d’Italia e, al contempo, un’agricoltura che punta al recupero delle antiche colture

nella tutela della biodiversità. Un messaggio da trasmettere alle future generazioni. E’ questo il Progetto “Diodoros”, proposto dall’autorità del Parco della Valle in collaborazione con strutture produttive del territorio per riprendere la coltivazione, nelle aree demaniali, di oltre 400 ettari di cui 120 già affidati in concessione a privati per riportarli alla vita produttiva.

PATRIMONIO RIGENERATOE’ così che sono tornati i contadini, con i loro ritmi, il loro sapere e la loro manualità. E’ con questa iniziativa che le imprese più coraggiose e innovative hanno saputo cogliere la sfida, recuperando dall’oblio dell’abbandono uliveti, vigneti, mandorleti e campi seminativi che, un tempo non lontano, venivano considerati dei “giardini preziosi”.

il ritorno dei contadini nella valle dei Templi

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Il “Progetto Diodoros”, tra sostenibilità e tutela del paesaggio, un messaggio da trasmettere alle future generazioni

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Un tessuto imprenditoriale, di piccola e media entità, che ha messo in campo risorse umane, lavoro e capitali per produrre olive ed oli, vino, mandorle e pistacchi e molto altro ancora, con risultati di vera eccellenza qualitativa e di “buona economia”.

AGRICOLTURA BUONA Olio prodotto dalla spremitura delle olive raccolte proprio dagli ulivi secolari presenti all’interno del comprensorio territoriale della Valle. L’impianto di 1000 nuove piante di mandorlo e il Museo Vivente del Mandorlo, una collezione della biodiversità in Sicilia; una banca genetica che ospita circa 200 varietà di mandorlo provenienti dalle differenti province della regione. I pistacchi, con un campo sperimentale realizzato in collaborazione con la Pro Loco di Favara. Il latte delle capre di razza Girgentana, portate sull’isola dai Greci e originarie del Kashmir, con il quale si provvede alla produzione di formaggi. E infine il vino della Valle, frutto della convenzione tra l’ente parco e CVA Canicattì. 6000 bottiglie (90% Nero d’Avola e 10% di Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio) prodotte con le uve di un vigneto situato ai piedi dei Templi e che saranno proposte al mercato durante le giornate fieristiche del prossimo Vinitaly 2014 a Verona. Una bella storia che parla di

agricoltura attraverso tante culture, che racconta dominazioni, dalle più antiche a quelle più vicine, ma tutte indiscutibilmente portatrici di differenti specificità agronomiche e di vita. Un progetto che evidenzia la presenza su questa terra di un giacimento di biodiversità unico nel Mediterraneo.

Questo lembo di Sicilia, consacrato agli dei, è oggi un museo vivente dell’agricoltura, un delicato equilibrio che solo il mantenimento delle attività colturali può salvaguardare e consegnare alle future generazioni. Un progetto che è finalmente motivo di dialogo efficiente, e non più dispersivo, tra pubblico e privato.

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«Nei noccioleti delle Langhe da fine dicembre è iniziata la fioritura dei ‘gatin’, che si trovano nell’epoca del massimo rilascio del polline, in netto anticipo rispetto alle ultime campagne».A segnalarlo sono i tecnici corilicoli della Confagricoltura di Cuneo che osservano con attenzione

l’andamento del ciclo vegetativo stagionale, che potrebbe avere effetti anomali sui prossimi raccolti: «A causa di un inverno caratterizzato fin qui da temperature anche di 4-5 gradi sopra alla media del periodo, i noccioli hanno ripreso il loro ciclo vegetativo molto presto. Siamo preoccupati in particolare

per gli effetti che un brusco calo delle temperature potrebbe provocare, penalizzando la campagna 2014 ancor prima che essa cominci».La fioritura visivamente è una delle più abbondanti delle ultime stagioni, in considerazione anche dei fiori femminili che si riscontrano in abbondanza.

inverno caldo, fioritura anticipataper i noccioleti delle Langhe

Temperature di 4-5 gradi superiori alla media stagionale, si temono conseguenze negative se torna il freddo

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Il campo, inteso come zona di lavoro, è forzatamente una postazione a rischio incidenti, specialmente per le difficili e reali situazioni dove ci si trova giornalmente ad operare: collina, montagna, terreno fangoso, innevato, con pendenze di vario tipo, in presenza di carichi non sempre equamente disposti o diversamente collocati rispetto alla trattrice, eccetera.In queste situazioni, spesso difficilmente prevedibili occorre quindi avere una buona conoscenza dei mezzi meccanici utilizzati insieme ad una più che

buona conoscenza delle situazioni operative dove si svolge l’attività lavorativa.

INFORMAZIONI NECESSARIEGià dal 2008, il “D.Lg 81/08”, prende in considerazione questa problematica e richiama più volte la necessità di adottare una corretta informazione/formazione rivolta agli operatori.In particolare all’Art. 71, comma 7, viene richiamata la necessità, per il datore di lavoro, di adottare misure utili per fornire le indicazioni

FormaZionedi marco e renato deLmastro

cnr - imamoter

Il punto sull’abilitazione all’uso dei macchinari, tra leggi, corsi e scambi di esperienze teoriche e pratiche

Patentini per le trattrici agricole, anche i formatori vanno a scuola

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FormaZione

necessarie al corretto utilizzo delle attrezzature di lavoro mentre all’Articolo 73 il legislatore ha trattato la formazione sull’utilizzo delle macchine evidenziando le situazioni particolari in cui ci si può trovare sia durante le normali fasi lavorative che in situazioni anormali che si possano presentare nell’utilizzo di macchine.

ABILITAZIONI ALLA GUIDASuccessivamente, nel febbraio 2012, viene pubblicato “l’Accordo Stato Regioni” che fornisce informazioni specifiche sulle procedure per il rilascio delle “Abilitazioni alla guida” e individua le categorie di macchine che sono soggette a corsi di formazione alla guida.Per quanto riguarda le trattrici agricole, “l’Accordo Stato Regioni” le tratta in modo specifico, indicando le condizioni di utilizzo prevedibile ed elencando anche i possibili tipi di collegamento con macchine operatrici poste anteriormente, posteriormente e lateralmente ma anche con le trainate ed i caricatori frontali. Le precisazioni sono indotte dalle situazioni di particolare pericolo che il tipo di collegamento trattrice/operatrice possono indurre alla trattrice stessa in quanto la posizione dell’operatrice può provocare problemi di instabilità che possono e

devono essere compensati da corrette procedure di aggancio e di guida, specialmente in pendenza e che diventano essenziali per fornire le informazioni indispensabili ad evitare possibili problemi di ribaltamento.Il Ministero del Lavoro ha pubblicato alcune ulteriori Circolari con lo scopo di chiarire il campo di applicazione dell’Accordo Stato/Regioni e recentemente è uscita la “Circolare n. 45” del 24.12.2013 con lo scopo di chiarire alcuni passaggi importanti per il settore agricolo.

CORSI PER I PATENTINIInoltre, durante gli scorsi mesi in cui già numerose strutture si sono attivate per fornire i corsi di abilitazione alla guida, si sono evidenziate alcune lacune normative in quanto al punto 2.1 dell’Accordo Stato Regioni vengono riportate le qualifiche che devono obbligatoriamente

possedere i formatori e i docenti in quanto, specialmente i secondi, devono poter trasmettere le dovute informazioni teoriche ma ancor più pratiche agli iscritti al fine di rispettare il comma 1 dell’art. 73 del D.lgs 81/08. Anche la “Circolare n. 21”, del 10.06.2013, pubblicata dal Ministero del Lavoro, riprende questo specifico punto ed

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FormaZione

evidenzia la necessità, per i docenti, di dimostrare una conoscenza pregressa, almeno triennale, dei contenuti teorici e pratici.

FORMARE I FORMATORIDa qui la necessità forse di poter predisporre specifici corsi di formazione rivolti agli istruttori in modo da poter centrare il duplice obbiettivo di fornire corsi omogenei sul territorio nazionale ma ancor più per poter fornire un livello di conoscenze sufficiente per illustrare le molteplici situazioni di rischio presenti nell’utilizzo di macchine agricole, situazioni che vengono normalmente apprese dopo anni di utilizzo.A questo fine l’Imamoter (Istituto per le Macchine Agricole e Movimento Terra) del CNR (Consiglio

Nazionale delle Ricerche) si è attivato e sono già stati realizzati numerosi “Corsi di formazione per formatori” e altri sono già in programma.

COSA SI INSEGNANei corsi vengono illustrati:- parte teorica in aula con analisi dei temi legati all’Accordo Stato/Regioni ma anche alle conoscenze generali della sicurezza delle macchine trattate, che un formatore deve conoscere, con spiegazione delle procedure di valutazione delle macchine e il ruolo rispetto alle regole tecniche.- parte pratica su piazzale con trattazione delle principali operazioni legate alle macchine mediante prime lezioni base di guida dei mezzi e illustrazione pratica del corretto collegamento e regolazione

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delle macchine operatrici alle trattrici e del loro utilizzo in campo - parte pratica in campo, su percorsi opportunamente predisposti in piano e in pendenza dove, in funzione delle varie tipologie di macchine operatrici, utilizzate in abbinamento con trattrici gommate e cingolate, vengono simulate le operazioni agricole e le relative situazioni operative reali con prove di guida in salita, discesa e traverso e spiegazione delle situazioni normali e anormali di utilizzo e con manovre con macchine e rimorchi, anche in retromarcia. Vengono inoltre illustrate, in accordo con l’Art. 73 del D.Lgs 81/08, le procedure per uscire dalle situazioni di pericolo in caso di usi anormali prevedibili delle macchine (frenatura, scivolamenti, carico di cingolati, inpennamenti, sbilanciamento da carico, ecc.).Saranno, a breve, disponibili nuove importanti novità in quanto l’Inail, insieme al gruppo di lavoro previsto al suo interno, si è attivata per fornire una specifica Linea Guida sui contenuti dei corsi per cui il documento sarà sicuramente in grado di colmare le lacune prima citate.Il recente “Decreto del fare” del 21 giugno 2013 ha spostato i termini di applicazione, per il settore agricolo, al 22 marzo 2015 per cui si ritiene opportuno suggerire di porre la massima

attenzione nel predisporre corsi sufficientemente esaustivi nel fornire le informazioni utili a garantire le conoscenza dovute nell’utilizzo di mezzi agricoli nell’ottica di riuscire a diminuire ulteriormente le situazioni di pericolo.

DALLA PRATICA ALLA TEORIAA volte fa sorridere pensare di formare persone che, proprio per la loro attività magari già svolta da decenni, vanno “a scuola” per poter utilizzare macchine di cui hanno una esperienza e padronanza più che certa; ciò nonostante sono stati raccolti interessanti pareri, proprio da queste persone, che riportano l’utilità di scoprire informazioni che si conoscono “per esperienza” ma che vengono spiegate anche tramite “informazioni tecniche”.E’ comunque doveroso ricordare che proprio da queste giornate, passate insieme ad operatori esperti, sono emerse indicazioni pratiche molto utili che sono state immediatamente aggiunte ai contenuti dei corsi stessi, nell’ottica di poter fornire il massimo delle informazioni utili ad evitare possibili errori di guida che potrebbero essere causa di incidenti.

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Questo accorgimento, consente di coltivare fragole su qualsiasi tipo di terreno. Con questa soluzione, si limi-tano o eliminano i problemi legati ad un prolungato sfruttamento del suolo: malattie dell’apparato radica-le, insetti nocivi, topi ecc. Una volta messa sul terreno, la canalina rimane per tutto il tempo desiderato, senza dovere lavorare il ter-reno e spostare le strutture di copertura e irrigazione. La lunghezza del modulo è di 50 cm, perfettamente incastrabile a formare una fila lunga secondo le neces-sità.Il volume interno è studiato per consentire alla radice della pianta un regolare sviluppo, con piccoli accorgi-menti è possibile coltivare la stessa pianta per 3 anni, con notevoli economie.E’ consigliabile un substrato organico bilanciato, per permettere il giusto nutrimento alla pianta e l’attività di volano, per supportare errori tecnici nella gestione

dell’irrigazione o concimazione. L’irrigazione è effet-tuabile con le normali manichette o ali gocciolanti, L’altezza è stata studiata per consentire di utilizzare le normali attrezzature per la raccolta (agevolatrici) e gli atomizzatori portati per gli eventuali trattamenti. La particolarità di questa canalina sono le alette late-rali, permettono al grappolo in fase di maturazione dei frutti, di appoggiarsi e non piegarsi con il rischio di interrompere il flusso della linfa e compromettere la produzione. In questo modo, oltre che sulla sanità e sulla pulizia della fragola, si hanno notevoli incrementi su tempi e quantità di raccolta, tanto che si è raggiun-ta una media di 1,2 kg. di fragole per pianta e diminu-ito il costo di nutrimento in fase di annaffiatura. Le altre coltivazioni hanno anche stessi vantaggi, biso-gna seguire le linee guida dei tecnici specializzati nel processo di coltivazione.

notiZie daLLe aZiende

La canalina per le fragole che aumenta la produzione e diminuisce i costi

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Flavescenza dorata e pesticidi in Francia chi non li usa va in galera«Non userò mai i pe-sticidi sulle mie vigne sane».Emmanuel Giboulot, 51 anni, francese di Beaune, è un viticoltore biodinamico che rischia il carcere. Possiede un vigneto di dieci etta-ri in Borgogna, sulla Côte de Beaune e la Haute-Côte de Nuits. Fa parte dell’associazione Renaissance des Ap-pellations, guidata da Nicolas Joly, guru della biodinamica.Ha ricevuto un ordine del prefetto che impone di ricorrere ai fitofarma-ci per combattere l’in-setto vettore della flave-scenza dorata, malattia che ha effetti mortali sulle piante dell’uva. La Borgogna, una delle

zone più redditizie al mondo per il vino, teme un flagello, per questo è stato deciso di obbli-gare i produttori, all’uso preventivo dei fitofar-maci anti-flavescenza dorata.«La malattia è comparsa anche da noi in Piemon-te nel 1998 – osserva Silvio Chionetti, respon-sabile servizio assisten-za tecnica della Cia di Cuneo -, dove a causa della flavescenza dorata sono già stati persi tre-mila ettari di vigneto».

ALFIERE BIOLOGICOCome in Italia, la Fran-cia impone la lotta obbligatoria al feno-meno per bloccarne la diffusione. Giboulot in novembre

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si è schierato contro questo obbligo, diven-tando il simbolo tra una spaccatura nel mondo dell’agricoltura tra il mondo bio e quello convenzionale. Rischia sei mesi di car-cere e una multa di 30 mila euro.«Noi con la biodina-mica, – ha spiegato il vignaiolo francese - ci basiamo sull’equilibrio biologico della terra».L’agricoltura biodina-mica è un metodo di coltivazione basato sulla visione spirituale an-troposofica del mondo elaborata dal filosofo ed esoterista Rudolf Steiner. Più che un metodo di produzione agricola è una filosofia che crede nelle “energie vitali”

infuse nella materia inanimata. Dal punto di vista pratico la biodinamica è prima di tutto una agricoltura biologica con aggiunte alcune pratiche, diciamo così, “esoteriche”, tra cui l’utilizzo di alcuni “pre-parati”, oltre all’atten-

zione verso le fasi lunari e le posizioni dei pianeti nelle costellazioni dello zodiaco.

IL METODO STEINER Steiner, nelle sue le-zioni sull’agricoltura biodinamica, consiglia il seguente metodo per combattere gli inset-

ti: «Un insetto, come quello che si insinua pericolosamente nel-le radici, è del tutto il prodotto delle influenze cosmiche; ha solo bi-sogno della terra come sua base sottostante. Pertanto dovete brucia-re l’intero insetto. È meglio bruciarlo, è il modo più rapido. Potreste anche lasciarlo decomporre, probabil-mente questo sarebbe ancora più efficace, ma sarebbe difficile racco-gliere i prodotti della decomposizione. Ma raggiungerete cer-tamente i vostri scopi bruciando l’insetto. È necessario esegui-re questa operazione quando il Sole è nel se-gno del Toro (se neces-sario potete conservare

Gli effetti della flavescenza dorata sulla vite

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l’insetto e bruciarlo al momento opportuno). Il mondo degli insetti è collegato alle forze che si sviluppano quando il Sole passa attraver-so l’Acquario, i Pesci, l’Ariete, i Gemelli e il Cancro».

LA LEGGE DEI FITOFARMACILapôtre Olivier, capo del dipartimento regio-nale della Direzione Re-gionale dell’Alimenta-zione, dell’Agricoltura e delle Foreste in Borgo-gna, molto dubbioso che il metodo suggerito da Steiner funzioni contro la flavescenza, ha pragmaticamente ri-battuto a Giboulot che se non si interviene con i fitofarmaci l’epidemia si scatena, moltiplican-

do per dieci il numero delle piante infette in un solo anno.

NESSUN PERICOLO«Agli ispettori che nel luglio scorso gli hanno chiesto perché si rifiuta di usare il fitofarmaco – rileva ancora Chionetti -, Giboulot ha aggiunto che intende preservare la biodiversità. A dire il vero non è chiaro quale sia il rap-porto tra tutela della biodiversità e lotta alla flavescenza dorata.

E non esiste neppure il pericolo che il vino subisca qualche conse-guenza dalla lotta con i fitofarmaci. Severi controlli effet-tuati anche in Piemonte hanno stabilito con cer-tezza che le molecole utilizzate non passano nei vini che si ottengo-no dalle uve raccolte negli appezzamenti trattati.

SANZIONI IN PIEMONTE La flavescenza dorata è una pericolosa malattia della vite e va combat-tuta con energia e con determinazione. La Regione Piemonte applica sanzioni per i mancati trattamenti che vanno da 200 a 1.200 euro per chi si sottrae

alla lotta obbligato-ria, ma ci sono anche quelle per i mancati estirpi di viti malate, che ammontano a 0,3 euro a metro quadro di superficie, partendo però da un minimo di 1500 euro. In un caso la Regione ha applicato il cosid-detto blocco del fa-scicolo aziendale, vale a dire l’estromissione dell’azienda da ogni beneficio regionale».

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Il caso del vignaiolo della Borgogna,

Emmanuel Giboulot, che rifiuta i trattamentipreventivi obbligatori.

Interrogativi sul biologico

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Scade a mezzogiorno del 17 marzo 2014 il termine per la presentazione delle domande di contributo relative al nuovo bando della Provincia di Cuneo sull’apicoltura. L’azione è rivolta a tutti gli apicoltori professionali singoli od associati e a quelli amatoriali che si impegnino a diventare produttori apistici alla rea-lizzazione delle iniziative, purchè, in ogni caso, l’azienda ricada in provin-cia di Cuneo.

LA FORZA DELL’APICOLTURA«Il settore apistico provinciale – os-servano la presidente della Provincia, Gianna Gancia e l’assessore provin-ciale all’agricoltura, Roberto Mellano – conta oltre 800 aziende, con più

di 42 mila alveari e una produzione lorda vendibile stimata intorno ai 5 milioni di euro. E’ un comparto che può fornire opportunità di lavoro e sviluppo non indifferenti, soprattutto in questo momento di crisi economi-ca generale, ma che va messo nelle condizioni di potersi rinnovare nelle strutture e nelle attrezzature per com-petere con le produzioni dei territori concorrenti».

COS’è FINANZIABILEIl bando finanzia costruzione, ri-strutturazione, ammodernamento o adeguamento igienico sanitario delle strutture per la lavorazione e conser-vazione dei prodotti apistici; acquisto di macchine ed attrezzature per la

produzione dei prodotti apistici, ivi compresi gli autocarri dotati di casso-ne per la movimentazione delle arnie con portata minima di 3,5 tonnellate non ad uso promiscuo; acquisto at-trezzature e impianti per la lavorazio-ne e il confezionamento di prodotti apistici. E’ escluso dal finanziamento l’acquisto di arnie e di materiali usati.Non sono ammissibili gli interventi iniziati o gli acquisti effettuati prima della presentazione della doman-da di contributo. Sono ammissibili domande relative al completamento, relativamente alle parti ancora da realizzare, di investimenti fondiari già iniziati, a condizione che i lavori ancora da eseguire siano chiaramente identificati negli elaborati grafici e

Finanziabili fino a 130 mila euro di strutture e attrezzature per azienda. Domande entro il 17 marzo 2014.La presidente Gianna Gancia: «Soste-niamo un settore con opportunità di sviluppo non indifferenti»

attuaLità

contributi in arrivo dalla Provincia per gli apicoltori della Granda

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nella relazione tecnica e certificati da un funzionario del Settore Politiche Agricole previa richiesta esplicita di sopralluogo da parte del richiedente. Gli autocarri, i macchinari e le attrezzature rientrano tra gli investi-menti agrari. Tra le spese ammissibili possono rientrare le spese generali e tecniche nella misura del 5% della spesa per opere edili.

FINO A 130 MILA EUROIl finanziamento è limitato alle istanze con spesa ammissibile non inferio-re a 5.000 euro e non superiore a 100.000 euro per interventi fondiari e 30.000 euro per investimenti agrari per un totale massimo di 130.000 euro. Per gli interventi fondiari, la quota di contributo è del 50% in montagna e del 40% in collina e pianura; per gli interventi agrari, è del 40% in montagna e del 30% in collina e pianura.

CHI PUò ACCEDEREPer poter accedere ai contributi è necessario disporre di locali di lavora-zione e confezionamento di pro-dotti apistici in regola con le norme sanitarie, salvo che per gli interventi di costruzione, ammodernamento o adeguamento igienicosanitario, per i quali il requisito dovrà almeno essere posseduto alla fine dei lavori, e avere regolarmente denunciato il possesso degli alveari.

CONDIZIONIE’ proibita ogni variazione non approvata dal Settore Provinciale Agricoltura riguardante la destinazio-ne d’uso delle strutture realizzate per un periodo di almeno 10 anni dalla

richiesta di collaudo, e delle attrez-zature acquistate per un periodo di almeno 5 anni a decorrere dalla data di acquisto, pena la restituzione dell’intero ammontare del contributo maggiorato del tasso legale.

PRIORITà AI GIOVANIQualora l’ammontare complessivo delle richieste pervenute fosse supe-riore alle risorse disponibili, il Setto-re Politiche Agricole provvederà a formare una graduatoria delle istanze ammissibili formulata entro 60 giorni dalla chiusura del bando, con criteri di priorità che privilegiano i giovani con età inferiore a 40 anni, gli apicoltori biologici, l’ubicazione del centro di smielatura in zona di montagna e di collina. A parità di punteggio sarà utilizzato per la graduatoria il criterio dell’età partendo dai più giovani.

RISORSE AGGIUNTIVELimitatamente al solo acquisto di attrezzature e impianti per la la-vorazione e il confezionamento di prodotti apistici, esaurite le risorse

messe a disposizione dalla L.R. 20/98, i produttori imprenditori apistici, che rispettano già i requisiti minimi in ma-teria di ambiente, igiene e benessere degli animali, ed il cui investimento previsto non comporti un aumento della capacità produttiva dell’azienda, potranno accedere alle provvidenze della L. 313/04 per una spesa am-missibile non inferiore a 5.000 euro e non superiore a 30.000 euro.

DOVE RIVOLGERSILe domande di contributo dovranno pervenire alla Provincia di Cuneo Settore Politiche Agricole, Parchi e Foreste corso Nizza 21 12100 Cuneo utilizzando il modello disponibile sul sito Internet della Provincia (www.provincia.cuneo.it/agricoltura/api-coltura) o reperibile presso il Settore stesso. Non farà fede la data di spedizione. Le domande possono pervenire in forma cartacea o, solo se sottoscritte digitalmente, tramite PEC all’indirizzo [email protected]

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In Alta Langa, su quattro aziende che nei prossimi cinque anni chiuderanno per raggiunti limiti di età dei titolari, soltanto una sarà rimpiazzata grazie al subentro di nuove genera-zioni.E’ il dato strategico emerso domenica 12 gennaio nel convegno “Da terra mar-ginale a terra originale”, organizzato alle Surìe di Clavesana dall’associazio-ne Mercato dei contadini delle Langhe e da Cantina Clavesana. Obbiettivo: aiutare le nuove generazioni a riappropriarsi della terra.

ALLARME CHIUSURA L’analisi non lascia molto

spazio all’immaginazione: avanti di questo passo, il mantenimento del com-parto agricolo ha il destino segnato. Sotto i quattro et-tari di superficie, le aziende sono a rischio. Quelle gesti-te da anziani, in prospettiva chiudono. Le altre cercano di accaparrarsi i terreni abbandonati per darsi dei margini di manovra utili. Ma la dura realtà, appunto, è marginale. Mettersi assieme è difficile, anche e soprattutto per una questione di menta-lità, che tra gli agricoltori (ma non solo) è tenden-zialmente individualista. Inoltre, esistono pregiudizi dell’opinione pubblica, che non conosce più il mondo

contadino, avendo perso il senso di quelle radici agri-cole che fino a 30/40 anni erano scontate per tutti.

GLI OSTACOLICi sono le incognite della nuova Politica agricola comunitaria, con l’obbligo del “greening”, ad esem-pio, che impone la messa a riposo del 5 per cento del terreno, penalizzando i prati permanenti che non avrebbero bisogno di “zone rifugio”, in quanto già lo sono di natura.C’è la questione della biodiversità, perché chi ha intenzione di dedicarsi al biologico deve tener conto dei trattamenti obbligatori, come quelli per la flave-

scenza dorata.Tutti interrogativi che al-lontanano la prospettiva di reddito, senza la quale non c’è investimento.

L’IDENTITà POSSIBILE Dunque, dove sta la via d’uscita dal “mondo dei vinti”?La risposta di fondo è venu-ta dal rettore dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, Piercarlo Gri-maldi, secondo il quale “il mondo dei vinti, oggi, non è più quello delle campa-gne, ma dei call-center e delle fabbriche”: «Rispetto al modello delle periferie urbane che non riesce a dare identità – ha osservato Grimaldi -, è molto meglio

Da terra marginale a terra originale. La campagna non è più il mondo dei vinti

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quello delle nostre comuni-tà agricole, dove un’iden-tità è ancora possibile, perché legata alla terra e al cibo».

TRE PILASTRIE’ la strada dell’“originali-tà”, come ha rilevato Fabio Palladino, portavoce del Mercato dei contadini delle Langhe, rilanciando i tre pilastri su cui si basa il pro-getto che la sua associazio-ne ha messo a punto con Cantina di Clavesana (rap-presentata dalla direttrice Anna Bracco) e Banca Alpi Marittime di Carrù (Perla Giannotti): in primo luogo, la mappatura delle aziende e del territorio, da Ceva a Cherasco, in collaborazione con l’Università di Pollenzo, per definire l’identità delle “terre marginali”, attraver-so le singole filiere del cibo, inteso come sintesi terri-toriale e non soltanto più

come prodotto agricolo, dal vino all’allevamento, dalla frutta al formaggio; quindi, entro novembre, il bando di un concorso nazionale per attirare sul territorio nuove aziende agricole di giovani, ai quali fornire assistenza per i primi tre anni di attivi-

tà; infine, l’osservatorio per dare continuità all’iniziativa tramite il Comizio Agra-rio di Mondovì, che terrà aggiornata la mappa del territorio e l’elenco delle richieste di nuovi investi-menti.Al convegno, tutto esau-

rito dal mattino alla sera, con concerto finale della cantautrice statunitense Carolyne Mas, sono inter-venuti agricoltori, tecnici, giornalisti, associazioni, cooperative e pubblici am-ministratori. Unici assenti, i politici.

attuaLitàdi osvaLdo beLLino

Alle Surìe di Clavesana, il “pensatoio” per riportare i giovani all’agricoltura. Al via il bando per insediare nuove aziende

Il tavolo dei relatori al convegno “Da terra marginale a terra originale”, a Clavesana

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Mercoledì 15 gennaio è stato raggiunto a Roma l’accordo tra gli asses-sori regionali all’Agri-coltura sull’applicazione della Pac e la riparti-zione dei fondi europei

del nuovo Programma di Sviluppo Rurale 2014/2020. Il giorno successivo, l’intesa è stata sottoposta all’ap-provazione della confe-renza Stato-Regioni.

MISSIONE COMPIUTA«L’intesa tra Ministero e Regioni alla quale si è arrivati ci trova soddisfatti, il percorso intrapreso ha portato al risultato auspicato»,

commenta l’assessore regionale all’Agricoltu-ra Claudio Sacchetto. A seguito del riparto concordato per il nuovo Psr, il Piemonte avrà una dotazione di 1

accordo sul Psr, al Piemonteil 10 per cento di risorse in più

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miliardo e 93 milioni di euro, oltre il 10% in più di risorse rispetto ai precedenti sette anni di programmazione (il Psr 2007/2013 riservava al Piemonte 974 milioni di euro).«In un momento storico come quello che stiamo vivendo – aggiunge Sacchetto -, specie dal punto di vista economico, è degno di nota un accordo che ha permesso alla nostra Regione non solo di non diminuire il budget precedente, ma addirit-tura di incrementare di ulteriori 119 milioni la disponibilità finanzia-ria».

RISORSE PREZIOSEVanno inoltre valutate le risorse (oltre 2,2 mi-liardi di euro) inerenti le

misure previste dai Pro-grammi nazionali, tra cui 1,6 miliardi di euro per i piani di gestione del rischio (necessari

a finanziare il sistema assicurativo agricolo), 200 milioni destinati alla biodiversità ani-

male (utili a sostenere i controlli funzionali delle Apa) e, infine, 300 milioni per il piano irriguo.

Misure che hanno po-tenzialmente consisten-ti e positive ricadute sul sistema produttivo

dell’agricoltura piemon-tese.

ORA LA PROGRAMMAZIONE«Prevale su tutto - con-clude l’assessore - la grande soddisfazio-ne per un’intesa che riserva maggiori risorse rispetto al passato da destinare agli agricolto-ri piemontesi. Era fondamentale chiudere l’accordo ed evitare il diluirsi di ulte-riore tempo prezioso; a partire da questo mo-mento gli uffici regio-nali potranno dedicarsi alla delicata fase di programmazione dalla quale dipende l’avveni-re del nostro comparto rurale».

La Regione avrà una dotazione di 1 miliardo e 93 milioni di euro. Soddisfatto

l’assessore regionale Claudio Sacchetto.

Sulla ripartizione dei fondi si gioca il futuro dell’agricoltura

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«Il calo dell’uso di concimi e fertilizzanti da parte degli agricoltori italiani e il corrispondente aumento di ammendanti e concimi naturali segnalato dall’Istat testimoniano come la dinamica distributiva dei fertilizzanti nel settore primario è coerente con la politica agricola dell’Unione europea, tendente a sviluppare l’impiego di ammendanti e concimi organici al posto dei prodotti minerali di sintesi, per migliorare la qualità produttiva, la salvaguardia della salute e il rispetto dell’ambiente».Il direttore di Confagricoltura Cuneo, Roberto Abellonio, commenta così

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consumiamo meno concimi chimici. L’agricoltura sulla buona strada

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i risultati emersi dal nuovo rapporto Istat sulla distribuzione per uso agricolo dei fertilizzanti dal 2002 al 2012.

SOSTANZE ORGANICHE IN CRESCITASecondo l’istituto di ricerca cresce l’impiego di prodotti a base di sostanza organica, con un contenuto in elementi nutritivi o fertilizzanti primari (azoto, fosforo e potassio) che non supera il 2% della massa totale e di sostanze naturali o sintetiche, minerali o organiche, idonee a fornire alle colture uno o più degli elementi chimici della fertilità. Analizzando la serie storica di dati, nel periodo 2002-2012 i fertilizzanti distribuiti sono diminuiti in complesso del 5,8% (da 50,7 a 47,5 milioni di quintali), in un contesto di riduzione del 2% della superficie agricola utilizzata. Al contempo, i concimi sono diminuiti del 25,6% (da 42,1 a 31,3 milioni di quintali), mentre gli ammendanti sono aumentati del 50,6% rispetto al 2002 (da 8,3 a

12,2 milioni di quintali). Per quanto riguarda il 2012 sono stati utilizzati in totale circa 47,5 milioni di quintali di fertilizzanti per uso agricolo.

DIECI ANNI DI CONCIMAZIONI In particolare, la quantità dei concimi minerali ammonta a 26,2 milioni di quintali: 16,1 sono costituiti dai minerali semplici, i restanti 9,9 dai minerali composti. La distribuzione dei concimi organici e organo-minerali sul territorio è pari rispettivamente a 2,8 e 2,3 milioni di quintali, mentre gli ammendanti risultano pari a 12,2 milioni di quintali.Nel 2012, i correttivi registrano il picco degli ultimi dieci anni, con una quantità distribuita pari a 3 milioni di quintali, mentre i substrati di coltivazione ammontano a 897 mila quintali. Gli elementi nutritivi contenuti nei fertilizzanti risultano pari a 23,3 milioni di quintali e la concentrazione (somma di tutti gli elementi nutritivi) è pari al 49%.

L’analisi del direttore di

Confagricoltura Cuneo, Roberto Abellonio, sul Rapporto Istat

che misura la distribuzioneper uso agricolo dei fertilizzanti

dal 2002 al 2012

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L’arrivo della prima mela geneticamente modificata, che non annerisce e mantiene

l’aspetto sempre fresco una volta tagliata a fette,

non interessa ai quasi 8 italiani su 10 (76

per cento) che sono contrari all’utilizzo

di organismi geneticamente modificati (Ogm) nell’agricoltura in Italia, dove si è fatta la scelta di non coltivare biotech.

ARCTIC APPLEE’ quanto

afferma la Coldiretti in

riferimento all’annuncio della richiesta di commercializzazione

da parte dell’azienda canadese Okanagan

Specialty Fruits della Arctic Apple. Le prime

varietà ad arrivare sul

mercato dovrebbero essere le Golden Delicious e le Granny Smith: che sono state manipolate geneticamente con l’inserimento di un gene “anti-macchia”.Se per l’azienda produttrice si tratta di una scoperta rivoluzionaria perché consente di allungare la scadenza delle confezioni di frutta già sbucciate e porzionate, a preoccupare i coltivatori - sottolinea la Coldiretti - è il fatto che l’arrivo di questo frutto innaturalmente “a prova di macchie” possa alterare la percezione di semplicità e salute che da sempre accompagna le mele.

LE VERE MELEUna preoccupazione che riguarda sopratutto l’Italia che è il primo produttore europeo di mele, con circa 70 mila ettari coltivati e oltre 2 milioni di tonnellate di produzione, in gran parte riconosciuta come Igp e Dop. Produzioni come la mela della Val di

ortoFrutticoLtura

in arrivo dal canada la mela ogm che rimane sempre fresca!

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ortoFrutticoLtura

Non (Dop), mela della Valtellina (Igp), la mela dell’Alto Adige (Igp) la Melannurca campana (Igp) e la mela di Cuneo (Igp) che fondano il proprio successo sulla distintività che -

afferma la Coldiretti - è tutto il contrario dell’omologazione causata dagli ogm.

MIRACOLI DISCUTIBILI Nonostante il rincorrersi di notizie miracolistiche sugli effetti benefici delle nuove modificazioni genetiche effettuate su animali e vegetali

in laboratorio (dal supersalmone ad accrescimento rapido al riso ipervitaminico, dalle patate fritte superesistenti ai parassiti, fino al latte materno da mucche transgeniche) rimane

elevato il livello di scetticismo dei cittadini. La realtà è infatti che gli OGM attualmente in commercio riguardano pochissimi prodotti (mais, soia e cotone) e sono diffusi nell’interesse di poche multinazionali senza benefici riscontrabili dai cittadini.

Le prime varietà sul mercato dovrebbero

essere la Golden Delicious e la Granny Smith,

manipolate geneticamente con l’inserimento

di un gene “anti-macchia”

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Si avvicina a grandi passi l’appuntamento dei lettori de “L’Imprenditore agrico-lo” con il viaggio a Roma. Anche il secondo pullman sta per essere completa-

to, per cui si raccomanda agli interessati di iscriversi al più presto, per evitare che la loro adesione venga accettata con riserva, nel caso si esauriscano i posti

disponibili. Dal Vaticano è arrivata la conferma dei posti riservati all’udienza papale di mercoledì 9 aprile in piazza San Pietro, così come la visita alla capitale è

ormai definita in dettaglio, dalle guide alla sistemazio-ne alberghiera. Di seguito, il riepilogo del programma, da lunedì 7 a mercoledì 9 aprile.

Secondo pullman per romaaffrettarsi per le iscrizioni

attuaLità

Confermata la partecipazione all’udienza papale del mercoledì in piazza. Si avvicina l’appuntamento con il viaggio nella capitale organizzato dal giornale dal 7 al 9 aprile

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TRE GIORNI INDIMENTICABILISi parte all’alba del lunedì, con punti di caricamento in tutta la provincia, da definire in base alla prove-nienza degli iscritti. Viaggio in pullman granturismo, pranzo libero in autogrill e arrivo a Roma nel primo pomeriggio, in tempo utile per concedersi la prima visita orientativa della città, in compagnia delle guide locali assegnate ai singoli gruppi. Cena e pernotta-mento in hotel tre stelle.Il martedì è interamente dedicato alla scoperta dei luoghi di maggiore sug-gestione e interesse della capitale, dal Colosseo a piazza di Spagna, dai Fori imperiali a piazza Navona, dal Gianicolo al Quirina-le. Colazione in albergo, pranzo in ristorante alla scoperta delle specialità gastronomiche romane e cena in albergo.Il mercoledì, colazione in albergo e mattinata dedicata all’udienza papale, con visita delle tombe dei papi e possibilità di salire sulla cupola di San Pietro. Pranzo libero e ritrovo nel pomeriggio per il rientro a casa, previsto in serata.

I DONI AL PAPAGli agricoltori che lo desi-derano, potranno offrire al papa un assaggio dei

prodotti della loro terra, concordando con la segre-teria del giornale (telefono 0172. 711.279) tipologia e modalità dell’omaggio.

QUANTO COSTALa quota di partecipazione individuale al viaggio è di 295 euro per gli “Amici dell’Imprenditore agricolo” (supplemento camera sin-gola, 100 euro), in regola con il pagamento dell’ab-bonamento premium per il 2014 (esibire la ricevuta all’atto dell’iscrizione, op-

pure verificare con l’agen-zia; lo sconto vale per una sola persona dello stesso nucleo famigliare); per i partecipanti “non abbo-nati”, agricoltori e non, la quota di partecipazione è di 315 euro (supplemento camera singola, 100 euro).

DOVE ISCRIVERSIIl giornale ha organizzato il viaggio in collaborazione con l’agenzia Godot Viaggi di Saluzzo, anche se sarà possibile iscriversi indiffe-rentemente in sette agenzie

convenzionate su tutto il territorio della provincia, in modo che ognuno possa scegliere il recapito più gra-dito o comodo alla propria residenza. Di seguito, ecco i recapiti per le iscrizioni:SALUZZOGODOT VIAGGI, via Silvio Pellico, 17 (0175.47258)SAVIGLIANOYESTERDAY VIAGGI, piazza del Popolo, 22 (0172.711498)FOSSANOTORTUGA VIAGGI, via Roma, 19 (0172.636112)BRASAC INTERNATIONAL, via Vittorio Emanuele II, 245 (0172.411931)ALBAALBATUR, corso Italia 8/B (0173.440266)CUNEOWELCOME TRAVEL SHOP, corso Dante, 35 (0171.64627)MONDOVIATMOSFERA VACANZE, via Beccaria, 31/c (0174.552031)

COME TENERSI INFORMATIIl quotidiano agricolo on line terraoggi.it fornirà in tempo reale tutti gli aggior-namenti utili ai partecipan-ti. In ogni caso, ogni mese “L’Imprenditore agricolo” dedicherà uno spazio appo-sito all’iniziativa.

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Dal prossimo mese di marzo la Confagricol-tura di Cuneo avrà una nuova sede provinciale.

L’associazione, infatti, si prepara a lasciare lo storico palazzo di corso IV Novembre per trasfe-

rire gli uffici provinciali e quelli della zona di Cu-neo in via Caccia, ai civici 4, 6 e 8, all’angolo con via Vinay, nel quartiere San Paolo.Con questa operazione, svolta con la collabora-zione della Bcc di Pian-fei e Rocca De’ Baldi, l’associazione intende venire incontro alle mu-tate esigenze dei propri associati: l’attuale sede, in primo luogo, è ubicata in una zona carente di

posti auto e poco acces-sibile al pubblico, e in secondo luogo la stessa organizzazione, negli ultimi anni, è cresciuta notevolmente e necessita ora di spazi più moderni e ampi dove poter fornire i propri servizi.

SCELTA PONDERATA «Ammetto che per il Consiglio non è stato semplice prendere questa decisione – osserva il pre-sidente della Confagri-

confagricoltura cuneoa marzo cambia sede

attuaLità

Lascia lo storico palazzo di corso IV novembre per trasferirsi nel quartiere San Paolo: «Una scelta difficile, ma necessaria»

Il palazzo che ospiterà la sede di Confagricoltura Cuneo

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coltura di Cuneo, Oreste Massimino -, consapevole dell’importante valore storico, architettonico e affettivo dello stabile progettato per la nostra associazione da Carlo Mollino nel 1933; tutta-via questa operazione è stata lungamente ponde-rata sotto ogni aspetto e credo rappresenti un passo importante per il futuro dell’associazione. La nuova sede, infatti, è più ampia dell’attuale (circa 800 metri quadri), è disposta su un unico piano ed è situata in un’area con un numero adeguato di parcheggi, alcuni dei quali saran-no riservati all’utenza. Ringrazio sinceramente la Diocesi di Saluzzo, proprietaria dello stabile di corso IV Novembre, per la collaborazione

dimostrata negli anni nei confronti della nostra organizzazione».

PATRIMONIO«Siamo molto soddisfatti della scelta – ribadisce il direttore provinciale Ro-berto Abellonio -: questa operazione si inserisce, infatti, nella logica di pa-trimonializzazione delle sedi che Confagricoltura ha avviato negli ultimi anni per rafforzare la sua presenza sul territorio e assicurare spazi consoni non solo alle necessità operative di chi lavora ogni giorno nell’asso-ciazione, ma soprattut-to alle esigenze degli imprenditori agricoli che si rivolgono ai nostri uffi-ci». I lavori di ultimazio-ne e di allestimento della nuova sede sono tuttora in corso.

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L’Ufficio Agrario Provincia-le, in collaborazione con il comizio agrario di Cuneo, volle stabilire quali ara-tri, tra quelli presenti nel mercato europeo, andas-sero bene per i diversi tipi di terre della provincia. Dal 28 al 30 aprile del 1902 nei campi dell’avvocato Angelo Garelli a San Rocco Casta-gnaretta, nei prati dell’Orto Agrario Bono in Cuneo ed infine alla cascina Indipen-denza di San Benigno ven-nero provati gli aratri messi a disposizione dal consorzio Agrario di Cuneo, dalla ditta Farina (Verona) dalla ditta B. Mura (Torino) dalla ditta Blangetti (Morozzo) dalla ditta Taddeo Giusti (Modena) e dalla ditta G.B. Bazzi (Casale Monferrato)

ARATRI SOTTO ESAMELa commissione proposta a valutare i risultati, stabilì che l’aratro dovesse essere (oltre che atto ad una buo-na lavorazione), leggero di trazione per modo che una coppia di animali fosse suf-ficiente al lavoro giornaliero

senza eccessiva fatica) di facile maneggio, di buona costruzione e compatibil-mente con quest’ultima condizione, anche relativa-mente economico. In base a queste considerazioni, tenendo conto dei risultati delle prove, la commis-sione, al quesito postole: quale aratro conviene con-sigliare ai nostri agricoltori, nell’interesse del progresso agricolo locale consigliò:A) 1° Per terreni a suolo attivo argilloso e sottosuolo superficiale a sassi grossi e frequenti (ciottoloso) in primo luogo il Sark SP8, in secondo gli Eckert a due stegole; 2° Per terreni a suolo attivo argilloso e sottosuolo ghiaioso l’Ekert PBS;B) Per i terreni a strato at-tivo e strato inerte ghiaiosi l’Ekert PBS;C)1° Per i terreni a sopra-suolo argilloso umido, ricco di materia organica ( forte grasso) il Sark D8M; 2° Per i terreni a sopra-suolo più scorrevole l’Ekert PBS.

Nel primo decennio del Novecento si tenne a Cuneo una delle grandi Esposizioni agrarie italiane di quel periodo, esposizio-ne che fu inaugurata il 13 agosto 1905 alla presenza del Re d’Italia Vittorio Ema-nuele III. Anche in quella occasione vi fu una grande mostra di macchine ed attrezzi agricoli.

CATTEDRATICI AMBULANTIMa se queste esposizioni richiamavano una gran folla incuriosita dalle inno-vazioni tecniche a favore del mondo rurale, il lavoro quotidiano di educazione agraria presso gli agricoltori era fatto dai “cattedratici ambulanti”. Con questa denominazione venivano indicati dagli agronomi che, in collaborazione con i comizi agrari e l’Ufficio agrario provinciale avevano il compito di portare le co-noscenze agrarie, tecniche ed economiche presso gli agricoltori che non avevano agio di seguire i corsi pres-

so i comizi delle principali cittadine.

GLI EFFETTI DELLA GUERRAI “cattedratici ambulanti” sovraintendevano, inoltre, a numerose prove di mac-chine agricole, ma tutte queste attività di promozio-ne dell’agricoltura cessa-rono in modo importante con lo scoppio della Prima guerra mondiale. Le neces-sità dell’esercito al fronte fecero si che, per esempio, scarseggiò il carbone per le caldaie delle locomobili e delle trebbiatrici. Queste ultime dovettero in parte utilizzare della legna, per questo si resero necessarie modifiche delle caldaie a aggravi delle assicurazioni poiché con il nuovo combustibile erano più facili gli incendi. Questi problemi fecero salire i prezzi della trebbiatura aggravando la situazione di crisi economica dell’agricol-tura non solo cuneese ma di tutto il nostro Paese.

L’epopea degli aratri elettrici e delle cattedre ambulantiassociazione revisori

Produttori Macchine agricole ed attrezzature agricole

a.r.pro.m.a inForma

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E’ stata estesa anche ai familiari di terzo grado la possibilità di richiedere il congedo straordinario della durata di due anni per l’assistenza al familiare disabile in situazione di gravità.La norma, informa il direttore del Patronato Inac della Cia di Cuneo, Jves Bernardi, prevede che, per beneficiare del congedo, il richiedente deve essere convivente della persona disabile e la priorità viene determinata secondo un ordine di grado di parentela che vede al primo posto il coniuge convivente del disabile, in mancanza di questo

il padre e la madre, anche adottivi o affidatari, a seguire, nell’ordine, figli, fratelli o sorelle e infine parenti o affini entro il terzo grado.A titolo esemplificativo: un terzo grado di parentela si ha tra nipote e nonno o tra zio e nipote. La domanda va presentata all’Inps esclusivamente per via telematica, anche attraverso il patronato.

attuaLità

assistenza ai familiari disabiliEstesi i diritti fino al terzo gradoNuove norme sul congedo straordinario

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E’ stato emanato il decreto ministe-riale che definisce le modalità con cui si può procedere in agricoltura alle assunzioni congiunte, le cosiddette assunzioni di rete, previste nel “pac-chetto occupazione” (decreto legge 76/2013).Si tratta di una novità importante che introduce nel nostro ordinamen-to l’assunzione di gruppo o di rete, ossia l’assunzione congiunta di un lavoratore da parte di una pluralità di imprese legate da un contratto di rete o facenti capo allo stesso gruppo o

riconducibili ad uno stesso proprieta-rio o ad uno stesso nucleo famigliare, facendogli prestare la propria attività là dove sussiste la necessità.

SNELLIMENTO BUROCRATICOConfagricoltura, che ha sollecitato più volte una misura di questo tipo, esprime soddisfazione perché il decreto ha recepito le sue indicazioni e va proprio nella direzione di una semplificazione giuridica e di uno snellimento burocratico, che incen-tiverà sia questa tipologia di assun-

zioni che, più in generale, il ricorso al contratto di rete e alle aggregazioni di impresa. Una volta ottenuto il visto di legittimità della Corte dei Conti e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, il decreto ministeriale potrà garantire a molti lavoratori una maggiore stabilità dei rapporti. Inoltre, questa forma particolare di “job sharing” contribuirà a rilanciare l’occupazione in un settore produttivo importante, quale quello agricolo, che può offrire interessanti opportunità anche ai giovani.

attuaLità

in arrivo le assunzioni di reteimportante novità per il lavoro

Il “pacchetto occupazione”

consentirà l’assunzione

congiunta dello stesso lavoratore

da parte di una pluralità di imprese

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Sono stato in questi giorni alla periferia di Saluzzo, dove abita don Cesare Maero, in una grande casa di campagna dei suoi avi, e dove fino a vent’anni or sono, viveva anche la sorella Elda, donna di casa e, come lui, delicata artista del pennello. Don Cesare è ora in pensione quale professore delle Medie. Tut-tavia, dopo anni di attività e di pastorale, non pensa certo a godersela in pace; ma con la versatilità di sempre, continua a mettere a frutto i suoi non pochi talenti, in particolare come consultore diocesano per l’Arte Sacra, quale allievo dell’Accademia Albertina di Torino, occupandosi inoltre dei ragazzini dagli occhi a mandorla di Bagnolo, a cui insegna con l’italiano, anche l’arte di vivere. Come abbia potuto imparare il ci-nese a settant’anni, rimarrà pur sempre un mistero.

LA RAGAZZINA DI VALMALA Ma ecco comparire, tra i molti suoi dipinti, anche quello che i lettori possono ora ammirare e che egli sta ultimando sul muro di casa: una graziosissima Vergine, negli atteggiamenti della Madonna di Valmala, dalle braccia aperte, con velo azzurro e veste rosa... Quel-lo che colpisce e che sa di rivoluzionario nella ico-nografia pittorica, sta nel fatto che quella è soltanto

una ragazzina, che noi tradizionalmente, vorrem-mo vederla presto Signora, Madre, Notre Dame, come l’avrebbero voluta i signo-ri e l’autorità religiosa di Louders.Don Cesare, abile pitto-re dei volti infantili, non avrebbe potuto far di me-glio... A sua insaputa, ha così comprovato un fatto certo, come dimostrato dagli studiosi degli avve-nimenti della cittadina dei Pirenei, che cioè, la Madon-na apparsa a Bernardetta era ragazzina, e non già donna, adulta, Madre, Signora, come vorrebbe la tradizione ufficiale.

BERNARDETTE NON CI HA INGANNATIA chi apre l’ultima fatica letteraria di Vittorio Mes-sori “Bernardette non ci ha ingannati” (Mondadori, 2012) ne trova le prove schiaccianti; come del resto viene riportato in un arti-colo di don Raso, apparso in “Nostalgia di Lourdes” di don Giuseppe Peirone, scomparso di recente.Ecco dai testi citati le parole stesse di Bernardette: «Io vidi una giovane, non più grande di me, che mi salutava con molta grazia ed un sorriso, una “petito damiselo” (una ragazzi-na)... Quando ebbi finito il Rosario, “Aquerò” (quella là), fece un gran segno di croce, poi sparì, mentre la luce nella nicchia si spegne-

va pian piano...».E il Messori commenta: «Si diffuse la voce che Ber-nardetta aveva visto una Bella Signora, una Dama, un’imponente matrona... La stessa statua del Fabish, attualmente nella Grotta, misura oltre un metro e settanta, trenta centime-tri in più di Bernardetta; mentre essa continuava a dire, per amore della verità “una petito damiselo”; an-che quando, rattristata, la vide collocare nella nicchia, diversa da quella da lei indicata allo scultore.

SORRIDENTE O PIANGENTE? L’immagine di don Cesa-

re è inoltre serena, quasi sorridente; come tale la vide Bernardetta, anche se altri la voleva diversamente; cioè come quella piangente di Valmala e di La Salette. La Madonna qui a Lourdes si dimostrava portatrice felice della Buona Novella e del privilegio unico della sua “Immaculada Counce-pciou”.Chi, a giorni, starà contem-plando a Lourdes l’austera immagine della Grotta, forse sarà distratto dal pen-siero del volto gioioso della ragazzina del pittore saluz-zese. Non se l’abbia a male. In fondo, la sua preghiera potrà essere ugualmente esaudita.

Don Cesare Maero, il prete-pittore di Saluzzol’ha dipinta sul muro di casa. Un’immagine controversa

com’era la Madonna di Lourdesragazzina o austera Signora?

radici di aLdo ponso

La Vergine dipinta da don Cesare Maero sul muro di casa

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BOVINI DA MACELLO Razza Piemontese Unità di misura

Prezzo minimo

Prezzo massimo

Vitello da latte o sanato (tendente alla coscia)

Maschi al kg 3,75 4,31

Femmine al kg 4,00 4,57

Vitello da latte o sanato (della coscia)

Maschi al kg 5,04 5,61

Femmine al kg 5,53 6,10

Vitello da latte o sanato (incrocio)

1^ qualità al kg 3,52 3,97

2^ qualità al kg 2,65 2,80

Manza (da 4 a 6 denti) al kg 2,30 2,75

Vacca (grassa)

1^ qualità al kg 2,05 2,65

2^ qualità al kg 1,20 1,80

Uso industriale al kg 0,90 1,20

Toro (della coscia) al kg 1,75 2,55

RAZZA BLONDE D’AQUITAINE (Garonnese) Unità di misura

Prezzo minimo

Prezzo massimo

Bestiame da macello:

Maschi (leggeri fino a 650 kg.) al kg 3,00 3,15

Maschi (pesanti fino a 750 kg.) al kg 2,80 3,00

Femmine (da 420 a 520 kg.) al kg 3,00 3,35

RAZZA FRISONA (Bestiame da macello) Unità di misura

Prezzo minimo

Prezzo massimo

Vitelloni (maschi) al kg 1,57 1,80

Vacche 1^ qualità (oltre 300 kg. peso morto) al kg 1,10 1,25

2^ qualità (da 250 a 300 kg. peso morto) al kg 0,95 1,05

3^ qualità (inferiore a 250 kg. peso morto) al kg 0,65 0,90

FRUMENTO Prezzo MIN.

Prezzo MAX. IVA Osservazioni

Nazionale tenero panificabile peso sp. 76/78 206,00 211,00 4% Rinfusa

Nazionale tenero biscottiero peso sp. 73/75 201,00 206,00 4% Rinfusa

Nazionale tenero buono merc. peso sp. 71/73 n.q. n.q. 4% Rinfusa

Nazionale altri usi peso sp. 65/70 n.q. n.q. 4% Rinfusa

Estero francese 76/77 sano leale merc. 216,00 218,00 4% Rinfusa reso

Estero statunitense Northern Spring 297,00 301,00 4% Rinfusa reso

Western Red Spring n.2 c.e. 1% prot. 15% Utility c.e.2% 297,00 299,00 4% Rinfusa reso

ORZO Prezzo MIN.

Prezzo MAX. IVA Osservazioni

Orzo nazionale pesante peso sp. 61/64 200,00 203,00 4% Rinfusa

Orzo nazionale leggero peso sp. 55/60 n.q. n.q. 4% Rinfusa

Orzo estero peso sp. 64/65 215,00 220,00 4% Rinfusa reso

GRANOTURCO Prezzo MIN.

Prezzo MAX. IVA Osservazioni

Nazionale, comune, ibrido 176,00 178,00 4% Rinfusa

FORAGGI Prezzo MIN.

Prezzo MAX. IVA Osservazioni

Fieno maggengo 130,00 140,00 10% Reso in balloni

Fieno agostano 115,00 125,00 10% Reso in balloni

Fieno terzuolo 120,00 130,00 10% Reso in balloni

Fieno francese n.q. n.q. 10% Reso in balloni

Paglia di grano 120,00 130,00 10% Reso in balloni

GASOLIO (2) agricolo max 0,001% di zolfo Prezzi medi SIVA ACCISA IVA

Fino a litri 1000 0,92 0,136 10%

Da litri 1001 a litri 3000 0,90 0,136 10%

Oltre litri 3001 0,87 0,136 10%

Da allevamento Prezzo marchiato

kg. 8 n.q. (al kg)

kg.15 4,390 (al kg)

kg. 25 3,160 (al kg)

kg. 30 2,790 (al kg)

kg. 40 2,110 (al kg)

kg. 50 1,750 (al kg)

kg. 65 1,600 (al kg)

kg. 80 1,550 (al kg)

kg. 100 1,500 (al kg)

Da macello Prezzo marchiato

kg. 115 1,495

kg.130 1,495

kg. 144 1,510

kg. 156 1,575

kg. 176 1,575

kg. 180 n.q.

kg. 185 n.q.

Oltre kg. 185 n.q.

boViNi - rilev. dal 25 al 31 gennaio 2014 - Prezzi all’ingrosso rilevati in sala contrattazioni da apposita commissione (iva esclusa)

eNerGeTiCi - rilevazione dal 1° al 15 gennaio 2014

SUiNi rilevazione dal 25 al 31 gennaio 2014 - Prezzi all’ingrosso rilevati

nella sala contrattazioni di fossano da apposita commissione

CereaLi rilevazione del 27 gennaio 2014

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GASOLIO (2) agricolo max 0,001% di zolfo Prezzi medi SIVA ACCISA IVA

Fino a litri 1000 0,92 0,136 10%

Da litri 1001 a litri 3000 0,90 0,136 10%

Oltre litri 3001 0,87 0,136 10%

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E’ iniziata la collaborazio-ne tra Confagricoltura e SDA Bocconi nell’ambito del BIO Management Lab, l’Osservatorio sul prodotto agroalimentare biologico che SDA Bocconi intende portare a Expo 2015 e il cui scopo è promuovere la realtà produttiva del biolo-gico made in Italy. Al progetto collabora anche FederBio, l’associa-zione che rappresenta la quasi totalità delle imprese di certificazione del biolo-gico in Italia. L’Osservatorio si propone di analizzare i comportamenti del consu-matore, degli agricoltori e della catena di approvvi-gionamento fornendo uno scenario di settore, che evidenzi gli sbocchi com-merciali presenti e futuri, il grado di innovazione del comparto, le esigenze for-mative degli imprenditori.

MONITORAGGIOPer questo, si procederà

alla mappatura quantitativa e qualitativa dei flussi per canale e degli attori coin-volti, nonché delle espe-rienze più significative in tema di gestione innovativa ed efficiente della “supply chain” dell’agricoltura bio-logica sia a livello nazionale che internazionale.La collaborazione tra Con-fagricoltura e SDA Bocconi proseguirà con l’appro-fondimento e la diffusione delle pratiche gestionali innovative del settore del biologico, con corsi, inizia-tive di formazione mirata e divulgazione attraverso i media. Ogni azienda biologica può contribuire al progetto compilando un questiona-rio on line sul sito www.confagricoltura.it, total-mente anonimo, la cui analisi fornirà il report che sarà presentato nel mese di marzo.

attuaLità

agricoltura biologicanasce l’osservatorioCollaborazione tra Confagricoltura e SDA Bocconi per la mappatura del settore. Questionari on-line per le aziende

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VENDOPecore sambucane iscritte Apa. Tel. 335/5482388

Pompa a sollevamento a pioggia con un diametro di 60 cm. Tel. 340/4945814

Trattore Bcs Volcan reversibile 95 cv 1000 ore lavoro, anno 2009, pari al nuovo. Tel. 339/2717848

Traversine zincate per kiwi, larghezza 120 cm, prezzo 3,5 euro. Tel. 329/8925312

N°100 bottiglioni in vetro “pintun” da 2 lt. completi di macchinetta. Prezzo 1 euro cadauno. Tel. Andrea 329/4524750

Aratro 90° per trattore da 40/50 cv. Tel. 339/2717848

Pali in cemento precompresso (marca Valente) sez. 9x9 altezza 3 mt. Euro 6. Tel. 329/8925312

Rimorchio agricolo a ralla come nuovo. 4,5x2,20. Tel. 333/6533075

Attrezzatura avicola generatore, cella frigorifera, muletto e trattore. Tel. 339/3559937

Legna di acacia tagliata e spaccata. Tel. 333/6533075

Fiat Punto Elx 1200 anno 97, unico proprietario, mai incidentata, 140000 km più 4 ruote invernali e 4 ruote estive. Tot. euro 800. Tel. 388/9418594

Cedo separato di liquame suino utile come letame o biogas. Tel. 348/6946996

Aratro bivomero Moro, n°14 rotofresa Maschio mt. 2,30. Tel. 335/6970852

Vasca in ferro con foro scarico 1,50x1,20 e 60 di altezza. Tel. 338/3223692

Contenitori n°1 da 60 q.li e n°1 da 100 q.li in ferro, coclea n°1 da 7 mt e n°2 da 3 mt, miscelatori n°1 da 25 q.li e n°1 da 10 q.li. Tel. 333/9744013

Sega a nastro diametro 65 pari al nuovo. Tel. 347/0120790

Rotoballe Supertino Master plus come nuova. Tel. 011/9462428

Tettoia in ferro zincato mt. 16x6,50x3,50 e seminatrice grano Nodet mt. 3. Tel. 349/2192801

Rimorchio per trasporto moto 1 posto modello LB5230. Prezzo da concordare. Tel Sergio ore serali 348/3539810

Seminatrice mais Gaspardo pneumatica con spandiconcime e micro. Prezzo interessante. Tel. 339/6541184

Vendo per cessata attività trattore Agrifull 90 dt con motore Fiat con sollevatore posteriore. Estirpatore/rullo/pompa per irrigazione. Tel. 335/8341326

N°40 pali plastificati per recinzione 3,5 x 4, h. mt.2 euro 240 più 15 pali in regalo. Tel. 348/0618036

Vecchio aratro “Voltino” rimorchio con pianale in legno non collaudato. Tel. 335/8014104

Seminatrice mais Gaspardo MTE 6 file più lama da neve più spandisale. Tel. 335/8054225

Mattoni pieni tipo faccia a vista colore rosso scuro cm 24x11 x 6, quantità 1100, euro 0,40 al pezzo. Tel. 348/0618036

Terreni in Romania seminativi in pianura o collina a partire da 2600 a 5800 all’ettaro. Tel. 349/7457436

Trattore Fiat 480 2 rm (carrozzeria 55/66) ore 5000 ottime condizioni più carrello elevatore Ursus diesel 20 q.li 7 condizioni, modico prezzo. Tel. 347/0062375

Panda 4x4 country club iniezione grigio met. 94, 90000 km, revisionata ottobre 2013, 4 gomme nuove più 2 antighiaccio. Tel. 340/6751212

Rimorchio agricolo ribaltabile trilaterale omologato 4,5 x 2, botte liquami e pulisci fossi. Tel. 333/3652235

Porte di acciaio inox complete di telaio e minibox di ferro zincato per box vitelli sanati. Tel. 333/1607222

Botte atomizzatore Nobili 600 lt. a norma in ottimo stato. Tel. 388/8481178

Pesa bestiame, ripper, erpice 29 dischi, estirpatore, compressore per botte spandiliquame rullo. Tel. 328/5632940

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hanno la precedenza. Tel. 0172/711279 [email protected]

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La redazione non risponde del contenuto degli annunci.

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Tutta la rubrica è a cura di ANNA&ANNA - Agenzia

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Passionale, ostetrica, bella, attraente, piemontese, 39enne, non felice sentimentalmente, femminile, conoscerebbe uomo

affidabile, per formare coppia. Tel. 338/4953600

Conduce una piccola impresa, artigiana, molto seria, timida, riservata, 45enne, bellissima, non si è mai sposata perchè ha sempre accudito i genitori, ora è sola, ora cerca un compagno con cui condividere il resto della vita. Tel. 348/7859993

Semplice, vedova, casalinga, 53enne, disponibile a trasferirsi, bella presenza, appassionata di cucina piemontese, le piace andare per funghi, conoscereb-be uomo onesto, con cui essere felice e stare bene. Tel. 377/4550957

Laureato in architettura, 39enne, celibe, libero professionista, mol-to carino, ha un carattere forte, nel tempo libero si occupa di ar-cheologia, conoscerebbe ragazza seria, a cui dedicare attenzioni e affetto. Tel. 342/0362328

Funzionario delle forze dell’ordi-ne, 47enne, divorziato da tem-po, un pò sfortunato in amore, alto, brizzolato, occhi azzurri, ex giocatore di rugby, è un uomo accativante, incontrerebbe una donna decisa a formare coppia. Tel. 342/1228940

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