Sedie d’artista 3 1 - ISTITUTO COMPRENSIVO CASTRONNO · obiettivi generali del sistema di...

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Indice

• Motivazioni normative.

• Questionari dell’Istituto sul “ Protocollo di Inclusività”:

- Istituto/team;

- Sanità-Enti locali.

• Questinario per il docente che fa inclusione nella classe:

- scelte organizzative e didattiche;

- apprendimento e attività di meta cognizione;

- PDP e scelte strategiche;

- comunicazione;

- clima e relazioni;

- rapporti con la famiglia;

• Il docente inclusivo: quali caratteristiche.

• Note: sedie d’artista.

Inclusione:

motivazioni

normative

DPR.275/99

DPR.170/10+Linee guida D.M.12/07/11

Direttiva Ministeriale 27/12/12

DPR.275/99 Regolamento recante norme in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche, ai sensi Regolamento recante norme in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche, ai sensi Regolamento recante norme in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche, ai sensi Regolamento recante norme in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche, ai sensi

dell'art. 21 della legge 15 marzo 1997, n. 59dell'art. 21 della legge 15 marzo 1997, n. 59dell'art. 21 della legge 15 marzo 1997, n. 59dell'art. 21 della legge 15 marzo 1997, n. 59

Art. 1Art. 1Art. 1Art. 1 Natura e scopi dell'autonomia delle istituzioni scolasticheNatura e scopi dell'autonomia delle istituzioni scolasticheNatura e scopi dell'autonomia delle istituzioni scolasticheNatura e scopi dell'autonomia delle istituzioni scolastiche 2. L'autonomia delle istituzioni scolastiche è garanzia di libertà di insegnamento e di pluralismo culturale e si sostanzia nella progettazione e nella realizzazione di interventi di educazione, formazione e istruzione mirati allo sviluppo della persona umana, adeguati ai diversi contesti, alla domanda delle famiglie e alle caratteristiche specifiche dei soggetti coinvolti, al fine di garantire loro il successo formativo, coerentemente con le finalità e gli obiettivi generali del sistema di istruzione e con l'esigenza di migliorare l'efficacia del processo di insegnamento e di apprendimento.

Art. 4Art. 4Art. 4Art. 4 Autonomia didatticaAutonomia didatticaAutonomia didatticaAutonomia didattica

1. Le istituzioni scolastiche, nel rispetto della libertà di insegnamento, della libertà di scelta educativa delle famiglie e delle finalità generali del sistema, a norma dell'articolo 8 concretizzano gli obiettivi nazionali in percorsi formativi funzionali alla realizzazione del diritto ad apprendere e alla crescita educativa di tutti gli alunni, riconoscono e valorizzano le diversità, promuovono le potenzialità di ciascuno adottando tutte le iniziative utili al raggiungimento del successo formativo. 2. Nell'esercizio dell'autonomia didattica le istituzioni scolastiche regolano i tempi dell'insegnamento e dello svolgimento delle singole discipline e attività nel modo più adeguato al tipo di studi e ai ritmi di apprendimento degli alunni. A tal fine le istituzioni scolastiche possono adottare tutte le forme di flessibilità che ritengono opportune e tra l'altro: a) l'articolazione modulare del monte ore annuale di ciascuna disciplina e attività; b) la definizione di unità di insegnamento non coincidenti con l'unità oraria della lezione e l'utilizzazione, nell'ambito del curricolo obbligatorio di cui all'articolo 8, degli spazi orari residui;

c) l'attivazione di percorsi didattici individualizzati, nel rispetto del principio generale dell'integrazione degli alunni nella classe e nel gruppo, anche in relazione agli alunni in situazione di handicap secondo quanto previsto dalla legge 5 febbraio 1992, n. 104; d) l'articolazione modulare di gruppi di alunni provenienti dalla stessa o da diverse classi o da diversi anni di corso; e) l'aggregazione delle discipline in aree e ambiti disciplinari. 4. Nell'esercizio dell'autonomia didattica le istituzioni scolastiche assicurano comunque la realizzazione di iniziative di recupero e sostegno, di continuità e di orientamento scolastico e professionale… DPR.170/10 LEGGE 8 ottobre 2010, n. 170 LEGGE 8 ottobre 2010, n. 170 LEGGE 8 ottobre 2010, n. 170 LEGGE 8 ottobre 2010, n. 170 –––– Nuove norme in materia diNuove norme in materia diNuove norme in materia diNuove norme in materia di disturbi specifici di disturbi specifici di disturbi specifici di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico apprendimento in ambito scolastico apprendimento in ambito scolastico apprendimento in ambito scolastico Art. 2 Art. 2 Art. 2 Art. 2 –––– Finalita’ Finalita’ Finalita’ Finalita’ 1. La presente legge persegue, per le persone con DSA, le seguenti finalita’: a) garantire il diritto all’istruzione; b) favorire il successo scolastico, anche attraverso misure didattiche di supporto, garantire una formazione adeguata e promuovere lo sviluppo delle potenzialita’; c) ridurre i disagi relazionali ed emozionali; d) adottare forme di verifica e di valutazione adeguate alle necessita’ formative degli studenti; e) preparare gli insegnanti e sensibilizzare i genitori nei confronti delle problematiche legate ai DSA; f) favorire la diagnosi precoce e percorsi didattici riabilitativi; g) incrementare la comunicazione e la collaborazione tra famiglia, scuola e servizi sanitari durante il percorso di istruzione e di formazione; h) assicurare eguali opportunita’ di sviluppo delle capacita’ in ambito sociale e

professionale.

LINEE GUIDA PER IL DIRITTO ALLO STUDIO DEGLI ALUNNI E DEGLI STUDENTI CON DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO allegate al Decreto Ministeriale 12 luglio 2011 INDIVIDUALIZZAZIONE INDIVIDUALIZZAZIONE INDIVIDUALIZZAZIONE INDIVIDUALIZZAZIONE E PERSONALIZZAZIONE PERSONALIZZAZIONE PERSONALIZZAZIONE PERSONALIZZAZIONE L’azione formativa individualizzata pone obiettivi comuni per tutti i componenti del gruppo-classe, ma è concepita adattando le metodologie in funzione delle caratteristiche individuali dei discenti, con l’obiettivo di assicurare a tutti il conseguimento delle competenze fondamentali del curricolo… L’azione formativa personalizzata ha, in più, l’obiettivo di dare a ciascun alunno l’opportunità di sviluppare al meglio le proprie potenzialità e, quindi, può porsi obiettivi diversi per ciascun discente, essendo strettamente legata a quella specifica ed unica persona dello studente a cui ci rivolgiamo.

La didattica individualizzata consiste nelle attività di recupero individuale che può svolgere

l’alunno per potenziare determinate abilità o per acquisire specifiche competenze… Tali

attività individualizzate possono essere realizzate nelle fasi di lavoro individuale in classe o

in momenti ad esse dedicati, secondo tutte le forme di flessibilità del lavoro scolastico

consentite dalla normativa vigente.

La didattica personalizzata, invece, anche sulla base di quanto indicato nella Legge

53/2003 e nel Decreto legislativo 59/2004, calibra l’offerta didattica, e le modalità

relazionali, sulla specificità ed unicità a livello personale dei bisogni educativi che

caratterizzano gli alunni della classe, considerando le differenze individuali soprattutto

sotto il profilo qualitativo; si può favorire, così, per lo studente, l’integrazione, la

partecipazione e la comunicazione l’accrescimento dei punti di forza di ciascun alunno, lo

sviluppo consapevole delle sue ‘preferenze’ e del suo talento. Nel rispetto degli obiettivi

generali e specifici di apprendimento, la didattica personalizzata si sostanzia attraverso

l’impiego di una varietà di metodologie e strategie didattiche tali da promuovere le

potenzialità e il successo formativo in ogni alunno: l’uso dei mediatori didattici (schemi,

mappe concettuali, etc.), l’attenzione agli stili di apprendimento, la calibrazione degli

interventi sulla base dei livelli raggiunti, nell’ottica di promuovere un apprendimento

significativo.

DIRETTIVA MINISTERIALE DEL 27/12/12 STRUMENTI D’INTERVENTO PER ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI E

ORGANIZZAZIONE TERRITORIALE PER L’INCLUSIONE SCOLASTICA.

QUESTIONARIO D’ISTITUTO

PER UNA SCUOLA INCLUSIVA

SI NO

Nel POF sono presenti le linee procedurali per una

didattica inclusiva?

Presenza di figure strumentali volte

all’organizzazione e alla divulgazione della

documentazione?

Presenza di gruppi di lavoro per scambi ed

approfondimenti?

Esiste lo scambio di informazioni tra i vari ordini

di scuola?

Presenza di raccordo con educatori esterni per

confrontarsi sulla metodologia da adottare?

Presenza dello sportello di ascolto per ragazzi e

famiglie?

Presenza materiale didattico e informativo per

alunni DSA?

Presenza del laboratorio multimediale?

I docenti sono formati per l’impiego di tecnologie

digitali utili quali strumenti compensativi?

In ogni classe è presente la lavagna multimediale?

Le famiglie vengono informate e coinvolte con

incontri periodici?

QUESTIONARIO AGLI ENTI/SANITA’

si no A volte

Le occasioni di incontro tra docente e specialisti sono costanti e frequenti?

C’è collaborazione con gli specialisti per organizzare le strategie didattiche per

garantire l’inclusione scolastica?

Esistono momenti di incontro docenti/specialisti per affrontare le problematiche

comportamentali dell’alunno DSA al fine di evitare la demotivazione?

Gli enti locali propongono durante l’anno scolastico momenti di formazione sui

temi dell’integrazione e dell’inclusione?

Le risorse locali vengono coinvolte nelle attività scolastiche per sostenere

l’apprendimento e la partecipazione?

QUESTIONARIO PER IL DOCENTE INCLUSIVO

GESTIONE DELLA CLASSE

SCELTE ORGANIZZATIVE e DIDATTICHE

o Presto attenzione alla disposizione spaziale (cartelloni murali…)?

o Presto attenzione alla disposizione e alla scelta delle assegnazioni dei banchi? (collocazione

“a controllo costante”, “a controllo variabile”, “tutoring”, “con il sostegno”)

o Rifletto preventivamente sulle scelte da proporre?

o Ho ben presente l’obiettivo dell’attività che intendo proporre?E sono davvero convinto

dell’importanza dell’attività prescelta?

o Alterno le presentazioni orali con quelle visive?

o Ipotizzo presentazioni con l’uso delle tecnologie?

o Quando presento le attività sono in piedi davanti agli studenti (o arroccato dietro alla

cattedra?

o Anticipo l’organizzazione della lezione? E gli argomenti?

o Dichiaro quali sono i contenuti fondamentali?

o Inizio la lezione con il riepilogo della precedente?

o Conosco il mio stile d’insegnamento?

verbale, visivo (con prevalente uso della scrittura), induttivo(uso di domande), sequenziale

(proposte dettagliate per l’assimilazione di concetti), concettuale (ridondanza parole

chiave, uso di mappe), partecipativo ( in gruppo), individuale.

o Applico la didattica valorizzandone la diversificazione degli stili?

o Conosco gli stili di apprendimento dei miei alunni, in particolare di quelli in difficoltà

(globale/analitico,verbale/visuale, sistematico/intuitivo, impulsivo/riflessivo,

dipendente/indipendente dal campo, convergente/divergente)?

o Cerco di alternare gli stili di insegnamento?

o Predispongo attività di peer tutoring, cooperative learning, collaborazione, peer education

favorendo la vita comunitaria all’interno del gruppo classe?

o Mi accerto che l’uso dei supporti tecnologici siano realmente efficaci (o creano ulteriore

difficoltà)?

o Alterno momenti di lavoro a momenti liberi?

o Predispongo attività laboratoriali?

o Guido l’autonomia nella gestione dei tempi morti?

APPRENDIMENTO e ATTIVITA’ DI METACOGNIZIONE

o Pongo in situazione di apprendimento significativo gli alunni?

o Sono disponibile a partire dai loro interessi?

o Do valore all’apprendimento metacognitivo (consapevole e attivo)?

o E alle loro conoscenze pregresse?

o Scelgo attività adeguate al contesto classe?

o Valorizzo la loro motivazione a sapere/conoscere?

o Stimolo negli studenti motivazione ad una motivazione intrinseca degli apprendimenti (o

solo al risultato?)

PDP e SCELTE STRATEGICHE

o Leggo attentamente tutte le parti della diagnosi?

o Condivido all’interno del team le scelte strategiche per una didattica efficace e inclusiva?

o Utilizzo le scelte effettuate nel PDP nella didattica quotidiana?

o Faccio costante verifica delle scelte effettuate e sono disposto ad apporre eventuali

modifiche?

o Predispongo il materiale didattico con congruo anticipo?

o Tengo conto nelle scelte nella fase di stesura del PDP delle caratteristiche comportamentali,

delle esigenze emotive ed educative?

o Coinvolgo anche l’alunno nelle scelte e nelle strategie da utilizzare? E la famiglia?

o Ho colto i punti di forza dell’alunno utili a suo successo formativo?

o Sto adottando strategie che rafforzano i suoi punti di debolezza?

o Riconosco l’importanza della valutazione formativa?

o Scelgo con attenzione le misure compensative e le eventuali dispense?

o Utilizzo le scelte effettuate nel PDP nella progettazione quotidiana?

COMUNICAZIONE

o Presto attenzione al mio linguaggio non verbale (facendo attenzione a inviare messaggi di

empatia e accettazione)?

o E ai miei silenzi?

o Alla postura?Alle espressioni facciali?

o Presto attenzione al mio stile di comunicativo (amichevole, d’impatto, rilassato, polemico,

attento, preciso, dominante, drammatico, animato, aperto) ?

o Permetto una dinamica comunicativa con gli studenti ( o faccio monologhi?)

o Mi muovo fra gli studenti?

o Strutturo frasi lineari, chiare e semplici?

o Utilizzo un linguaggio comprensibile e spiego eventuali termini specifici?

o Non mi dilungo eccessivamente nelle spiegazioni?

o Do’ una consegna alla volta?(o sovrappongo più stimoli contemporaneamente)

o Modero il tono della mia voce?Il mio timbro di voce cattura l’attenzione?

o Incoraggio(sia con linguaggio verbale sia non) in caso di difficoltà?

o Mi avvicino a chi si distrae/ disturba?

CLIMA E RELAZIONI

o Presto attenzione alle emozioni che gli studenti manifestano?

o In caso di necessità implicita/esplicita sono disposto a dialogare con loro e a gestire le loro

esigenze?

o Offro a tutti le medesime attenzioni?

o Reputo importante la comunicazione non verbale degli alunni (evita lo sguardo del docente,

si nasconde…)?

o Predispongo attività di coinvolgimento diretto e riflessione sul valore delle regole?

o Esplicito le mie attese in relazione ai comportamenti?

o Accompagno con una spiegazione il richiamo dei comportamenti inadeguati?

o Valorizzo la differenza di ciascuno come risorsa?

o Rifletto con gli studenti sulla forza della collaborazione a scapito della competitività?

o Predispongo attività di educazione all’affettività?

o Rifletto insieme agli studenti sugli effetti del clima negativo all’interno del gruppo classe

(sensazioni emotive spiacevoli, deresponsabilizzazione, scarsa partecipazione, ostilità,

inadeguatezza..)?

o Valorizzo il clima positivo (atmosfera invitante, serena, comprensiva, coesa, di sostegno) e

lo sostengo anche col mio atteggiamento?

FAMIGLIA

COLLOQUI INDIVIDUALI

o Riesco a porre le osservazioni ai genitori come espressione di “lavoro collaborativo” in

modo riflessivo e calmo?

o Coinvolgo la famiglia nella riflessione delle scelte opportune da intraprendere per il loro

figlio?

o Sono disponibile ad incontrarli ogni qualvolta ve ne sia la necessità?

o Nei colloqui con i genitori sono in grado di proporre interazioni simmetriche (senza

deprivare di significato il ruolo di ciascun interlocutore)?

o Presto attenzione alla mia comunicazione sia verbale che non verbale?

o Tengo aggiornati i genitori sugli sviluppi educativi e didattici del proprio figlio e condivido

con loro le verifiche e gli aggiornamenti del PDP?

Come decalogo per il docente inclusivo, vorrei citare alcune considerazioni

dei corsisti del gruppo “ Si può fare” che stanno viaggiando con me in

questa avventura di conoscenza e scoperta, nel mondo dei DSA.

…..”Io insegno Italiano, Latino, Storia e Geografia in un Liceo Scientifico, il regno della didattica

trasmissiva, dove le cattedre sembrano inchiodate, i banchi scolpiti, i corpi degli studenti

dimenticati in nome di Dante e di Orazio. Direi che a questo genere di didattica io mio oppongo con

risolutezza. Non ho (al momento) fatto fare una statua di Dante ai miei studenti con la pasta di

sale, ma li ho portati in palestra per imparare le declinazioni lanciandosi la palla, ho usato la LIM

per tradurre Latino tramite fumetti con tanto di baloon parlante (è materiale che si trova in rete

senza spesa), li ho portati nel parco agricolo Sud di Milano per vedere da vicino le specie di piante

che nomina Virgilio nella I Egloga, abbiamo fatto il processo a Carlo Magno, a Cleopatra e a

Cicerone; abbiamo cambiato tante volte la disposizione dei banchi, creando semicerchi,

quadrilateri, trapezi e triangoli; abbiamo lavorato in giardino, in aula computer, per strada e in

Piazza Duomo. E così piano piano ho cominciato a conoscerli: questi adolescenti dall'apparenza

anodina che lasciati a loro stessi vivono in un mondo di earphone e schermettini e nei mesi che

precedono l'EXPO non sanno ancora dov'è l'area Portello o cosa sia il Canale Villoresi…..”

….” L’insegnante deve scendere dalla cattedra e mettersi tra i banchi, con i ragazzi. Eccola la didattica inclusiva! Precipitare dal trono del sapere per portare lo stesso nella quotidianità scolastica! Andando oltre gli sguardi indiscreti e intrisi di malafede da parte di colleghi legati con rigidità a programmi, ancorati a valutazioni dell’ante guerra, fautori di contenuti statici e quanto mai obsoleti …” …..”L’insegnante per poter “creare ponti” , deve conoscere i punti di partenza e di arrivo, aver

chiare le esigenze di ciascun alunno e gli obiettivi da perseguire…”

….”Egli deve valorizzare i punti di forza dei ragazzi…”

……” Deve insegnare il processo piuttosto che il prodotto”….

…..”La condizione indispensabile ad assicurare una situazione di apprendimento armoniosa è costituita da un clima di classe positivo”…

…….”Ritengo sia importante la metamorfosi dell’insegnante in “facilitatore dell’apprendimento” in grado di predisporre le strategie più adatte”…...

…..” Deve sollecitare gli alunni a riflettere sui processi da attuare e sugli obiettivi da perseguire”…

….”Il docente deve essere un buon insegnante, ma soprattutto un testimone coerente….docenti che hanno dimostrato di volerci capire e grazie ai quali abbiamo desiderato un’autentica relazione”…

…”Noi docenti non siamo più degli attori, ma degli insegnanti sempre più registi, che organizzano e lavorano dietro le quinte, che mostrano agli attori ( i ragazzi ) come devono fare, per poi ritirarsi e lasciare a loro la scena”……..

…..”Può affiancare il ragazzo, aiutandolo e incoraggiandolo ad accettare le sfide, a vivere l’errore come risorsa”…..

…..”Egli deve instaurare un rapporto costruttivo e collaborativo con le famiglie, con il territorio e con i colleghi”…..

….” Deve sapere cosa si deve insegnare (contenuti), come si deve insegnare (metodi didattici), con che cosa insegnare ( materiali, sussidi,strumenti)”…..

…”Il cambiamento può diventare sostanziale: da una scuola tendenzialmente per programmi ( intesi come itinerari d’insegnamento-apprendimento codificati nei contenuti e nei tempi) ad una scuola per progetti di vita di ciascuno”…..