SCUOLA INTERFORZE PER LA DIFESA NBC -...

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SCUOLA INTERFORZE PER LA DIFESA NBC EVENTI NON CONVENZIONALI: RISCHI DERIVATI DA TECNOLOGIA E MATERIALE DUAL USETen. Col. Franco SALERNO

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SCUOLA INTERFORZE PER LA DIFESA NBC

EVENTI NON CONVENZIONALI: RISCHI DERIVATI DA

TECNOLOGIA E MATERIALE “DUAL USE”

Ten. Col. Franco SALERNO

Beni Duali

• Beni a doppio utilizzo

Focus

Acquisizione

Controlli

Falle

L’acquisizione degli strumenti di terrore

• Produzione• Furto• Contrabbando• Sfruttamento delle risorse • Acquisto da mercati paralleli e

assemblaggio

Contrabbando

Focus

Acquisizione

Controlli

Falle

Convenzioni e Trattati

– Chemical Weapons Convention(CWC)

– Biological & Toxin WeaponsConvention (BTWC)

– Non Proliferation Treaty (NPT)

Trattati e Regimi internazionali di controllo

• WA, Wassenaar Arrangement • MTCR, Missile Technology Control Regime• NSG, Nuclear Suppliers Group • OPCW, Organisation for the Prohibition of

Chemical Weapons• AG, Australia Group • SALT, Strategic Arms Limitation Talks• START, Strategic Arms Reduction Treaty

Controllo delle esportazioni

• Regolamento Comunitario 1334/2000• Regolamento CE n. 1167/2008• D.L. 96/2003

Campo d’azione

Liste di proscrizione:– precursori di armi chimiche– attrezzature e materiali “dual-use” necessari

alla fabbricazione di sostanze chimiche e relativa tecnologia associata

– agenti patogeni per piante– agenti patogeni per animali– agenti biologici patogeni– attrezzature biologiche “dual-use”

Precursori d’armi chimiche

63 precursori dei quali 24 non censiti nella Chemical Weapons Convention

Attrezzature e strumentazione per composti chimici

• recipienti per reazioni e agitatori per sostanze chimiche (vetro, nickel, fluoropolimeri, grafite, titanio, tantalio, zirconio)

• contenitori• scambiatori di calore o condensatori• colonne per distillare e assorbire• strumenti per miscelare e impastare• valvole• condutture multistrato• sistemi di pompaggio e pompe• inceneritori (segue)

Attrezzature e strumentazione per composti chimici

• sistemi di identificazione e monitoraggio di composti chimici

• tecnologia:– dati tecnici– assistenza tecnica (installazione, avvio,

manutenzione e riparazione)

Tecnologiaprogetti, design, formule, software e letecnologie a qualsiasi titolo riferibili allo sviluppo,produzione o utilizzazione dei beni nelle listenon possono in nessun caso costituire oggettodi trasmissione via internet ovvero attraversoaltri mezzi elettronici, fax o telefono - ciò siapplica alla trasmissione orale di tecnologiatramite telefono solo quando tale tecnologia ècontenuta in un documento, di cui una partepertinente è letta o è descritta al telefono inmodo tale da conseguire un risultatosostanzialmente analogo.

Agenti Biologici Patogeni• 15 batteri• 32 virus• 4 rickettsie• 19 tossine

• 6 batteri• 3 virus • 6 funghi• 4 elementi genetici e organismi gen. modificati

• 1 batterio• 17 virus• 2 elementi genetici e organismi gen. modificati

UOMO

ANIMALI

PIANTE

Attrezzature per duplice uso biologico

• Strutture di contenimento biologico a livello BL3 - BL4

• Fermentatori• Centrifughe separatrici• Apparecchi di filtrazione a flusso incrociato• Refrigeratori a secco• DPI e sistemi di protezione di classe III• RELATIVA TECNOLOGIA

Focus

Acquisizione

Controlli

Falle

Falle• Lacune nei regimi

– Difesa interessi economici? – Difesa interessi legati alla sicurezza?

• Composizione/Aggiornamento delle Liste– Assenza di unicità di intenti?– Fattore di immagine?

• Mercati paralleli– Ricambistica– Seconda mano

BioTox WC - Perché non c’èun regime di controllo?

BTWC: istituzione 10 aprile 1972

BTWC: in vigore 26 marzo 1975

Ad Hoc Group Settembre 1994

OPBTW ?

art. 2 della CWC:Per composti chimici s'intende:

ogni contenuto chimico il quale, attraverso la sua azionechimica sui processi vitali può causare la morte, l'incapacitàtemporanea o un pregiudizio permanente ad esseri umani oanimali. Sono compresi tutti i composti chimici, a prescinderedalla loro origine o metodo di produzione, ed a prescinderese essi sono prodotti in impianti, in munizioni o altrove. (Ai finidell'attuazione della presente Convenzione, i compostichimici che sono stati individuati ai fini dell'applicazione dellemisure di verifica sono elencati nelle Tabelle contenutenell'Annesso sui composti chimici).

Sicurezza??

art. 2 della CWC:per agente per il controllo dell'ordine pubblico - RCAs'intende:

ogni composto chimico non elencato in una Tabella che puòprodurre rapidamente negli esseri umani irritazione sensoriao effetti fisici inabilitanti che scompaiono dopo un breveperiodo di tempo a seguito della cessazione dell'esposizione.

Assenza di unicità di intenti ???

Avian Influenza A (H5N1)

Avian Influenza A (H5N1) in humans

Country2003 2004 2005 2006 TotalC F C F C F C F C F

Azerbaijan - - - - - - 8 5 8 5Cambodia - - - - 4 4 2 2 6 6China - - - - 8 5 10 7 18 12Egypt - - - - - - 12 4 12 4Indonesia - - - - 17 11 15 13 32 24Iraq - - - - - - 2 2 2 2Thailand - - 17 12 5 2 - - 22 14Turkey - - - - - - 12 4 12 4Viet Nam 3 3 29 20 61 19 5 5 98 47

West Nile Virus ArboNet data to CDC

Year State DistributionAnimal Human

Human Cases

Fatalities

2005 49 40 2.949 1162004 49 39 2.539 1002003 45 44 9.862 2642002 44 40 4.156 2842001 28 10 66 92000 13 3 21 21999 4 1 62 7

Rabies

LIDAR COMPONENTS

LTC. Franco SALERNO - ITA

LASER Components

• FLASHLAMPS• LASER ROD• OPTICS• COOLING

SYSTEM• POWER SUPPLY

LTC. Franco SALERNO - ITA

FLASHLAMPS

Solution: common photographic flash lampLTC. Franco SALERNO - ITA

LASER ROD

Solution: Surplus market – eBay from NOS and RFE - less than $3,000

LTC. Franco SALERNO - ITA

Solution: 200 - 300 $ on surplus market

or• IR attenuators out of very old colour

video cameras• IR laser diode based laser printers• CD and optical disk players and drivers• Barcode and other lasers scanners

OPTICS

LTC. Franco SALERNO - ITA

LIDAR - OPTICAL TELESCOPE

• Solution: 50 - 325 $ Surplus or second-hand market

LTC. Franco SALERNO - ITA

PhotoMultiplier Tube (PMT)

• Solution: 25 - 250 $ Surplus market

LTC. Franco SALERNO - ITA

PC Hardware and Software

LTC. Franco SALERNO - ITA

PER UN SISTEMA DI RISPOSTA

IN CASO DI EVENTI NON CONVENZIONALI

NOTA INTRODUTTIVA

1. E’ sempre più avvertita la necessità di disporre di un documento di indirizzo, da mettere a disposizione delle Amministrazioni dello Stato, delle Regioni e della Unione Europea, sul tema della organizzazione di una risposta, efficace e credibile, per fare fronte ad eventi di carattere non convenzionale comprendenti i rischi e le minacce che si riassumono nella sigla NBCR.

In merito sembra possibile tentare una analisi documentale di quanto finora è stato fatto dalle diverse Amministrazioni dello Stato. Si rende necessario, perciò, raccogliere una bibliografia minima dei documenti resi pubblici in materia di protezione civile e di sicurezza ambientale.

LA DIFESA CIVILE, IERI ED OGGI (Prefettura Bologna)

Attingendo da Internet ci si imbatte in diversi documenti. Di essi è utile riassumere quello della prefettura di Bologna intitolato “la difesa civile ieri ed oggi” Secondo il testo, per “difesa civile” si intende “il sistema Paese che si organizza per contribuire alla difesa nazionale in stretto raccordo con la difesa militare.” Al momento presente, essendo superata la divisione del mondo in blocchi contrapposti, l’esigenza della difesa civile si ricava dalle “nuove minacce” poiché acquistano significato tutte le situazioni che a livello internazionale o nazionale possono coinvolgere o mettere a rischio gli interessi nazionali o la sicurezza.

In assenza di studi e riflessioni appropriate, il documento elenca (un po’ alla rinfusa) le nuove minacce che sarebbero

· alcune di origine internazionale e connesse con la politica estera quali ad esempio:

- crisi regionali - abusi contro i diritti umani - dissoluzione di stati - proliferazione di armi NBCR

· altre invece, pur di origine internazionale, di interesse per la politica interna, quali:

- terrorismo internazionale - interruzione del flusso delle risorse vitali - migrazioni di massa - rivalità etnico religiose.

Si vede da sé che l’elenco lascia aperte molte interpretazioni e quindi non costituisce una sicura guida per l’azione. Soprattutto dilata la dimensione della “difesa civile” e quindi genera un approdo onnicomprensivo alla competenza dello Stato centrale (che è dubbio possano essere rintracciate nella Costituzione e conciliate con i poteri delle Regioni e delle Autonomie locali) e cioè:

“la difesa civile è il sistema Paese che deve garantire la continuità del Governo, la salvaguardia degli interessi vitali dello Stato, la protezione delle popolazioni, la protezione della capacità economica, produttiva, logistica e sociale della Nazione”. Dal documento si apprende inoltre che esiste un corpo di disposizioni:

· manuale nazionale per la gestione delle crisi (decreto del PCM 24 marzo 1994)

· manuale di precauzione nazionale (decreto del Ministro della Difesa, 21 gennaio 1998)

· DLvo 300\1999, art.14 che attribuisce al ministero dell’Interno le funzioni che spettano allo Stato in materia di difesa civile

· DPR 398\2001 che (art.6) istituisce il dipartimento dei vigili del fuoco che è competente anche per il soccorso pubblico e la difesa civile

· DM (interno) 28 settembre 2001, istitutivo della commissione interministeriale tecnica per la difesa civile, presieduta dal capo del dipartimento dei VdF, composta da rappresentanti della PDCM, delle AASS, dell’ANAS, della CRI

· Alla detta commissione competono:

- la valutazione delle situazioni emergenti

- pianificazione delle misure in caso di crisi

- coordinamento delle iniziative adottate da vari ministeri

- controllo delle attività svolte a livello periferico

· gli strumenti di cui la commissione può disporre sono tre in tutto:

- centrale di allarme

- rete di rilevamento della radioattività

- sale operative integrate di difesa civile e di protezione civile

· la pianificazione del ministero dell’interno consiste:

- nella pianificazione di soccorso contro gli attacchi NBCR

- nella pianificazione antiterrorismo (DM – interno – 6.V.2004)

- nelle linee guida per la gestione della emergenza (DM – interno – 23.VIII.2005)

Si può notare che gli strumenti sono “datati” (il rilevamento della radioattività ricorda l’epoca della minaccia nucleare contrapposta) e la pianificazione riguarda principalmente la minaccia NBCR e quella antiterrorismo secondo l’approccio prevalso dopo l’11 settembre.

IL MINISTERO DELLA SALUTE E LE PROBLEMATICHE NBCR

Il Piano Sanitario Nazionale (edizione 2006 – 2008) non contiene direttive per prevenire gli effetti di possibili rischi non convenzionali, tuttavia sono da segnalare interessanti richiami ai temi della comunicazione istituzionale ed in particolare “sviluppo della comunicazione del rischio e della emergenza relative a calamità di tipo chimico,fisico,biologico”.

Interessante anche la presentazione degli obiettivi primari della salute che annovera la prevenzione degli incidenti stradali, domestici, sul lavoro.

Sempre da Internet si può richiamare una informazione (Giuseppe Ruocco) che riguarda il tema del contrasto sanitario in presenza di atti terroristici di natura NBCR. Ci si concentra su questo tema non trascurando di notare che il Ministero della Salute si occupa anche

· delle emergenze non volontarie di natura NBCR (problematiche analizzate nei Piani di Emergenza indotti dalla direttiva Severo);

· delle normative in tema di radioprotezione della popolazione (DLvo 230\1995);

· delle competenze connesse con la diffusione di agenti patogeni infettivi non di origine terroristica.

L’attività di cui all’oggetto deriva dal Piano Nazionale di Difesa Civile emanato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, con gli obiettivi noti (prevenire il danno, proteggere le popolazioni, formare il personale) e si richiama ai piani discendenti di settore predisposti dalle autorità sanitarie regionali e delle province). Il Prefetto coordina i suddetti piani in forza del DLvo 334\1999. Altri documenti citati nel testo all’esame sono:

· l’elenco degli agenti patogeni (biologici, chimici e fisici)ritenuti pericolosi;

· l’analisi degli scenari coinvolgenti infrastrutture (acquedotti, pipeline, gestione dei rischi radiologici negli ambienti di lavoro);

· lo check delle risorse esistenti a livello locale (si immagina di valore tecnologico dato che esso i finalizzato agli acquisti).

Si fa anche cenno agli strumenti disponibili che, sul piano della comunicazione, sono:

· la comunicazione istituzionale (dai livelli locali a quello centrale); · la comunicazione verso gli utenti mediante i numeri per l’emergenza presenti sul territorio ed il numero verde (che però non è attiva H24).

Esiste anche una direttiva definita “risposta contro il bioterrorismo, pianificazione delle contingenze, gestione delle emergenze”. In seguito alla legge 81\2004 ed al regolamento DM Salute 1 - VII – 04 è stato istituito il centro nazionale per la prevenzione ed il controllo delle malattie CCM, per la gestione dei rischi (malattie infettive, diffusive, ambiente, clima, stili di vita, incidenti, bioterrorismo). Dopo l’ordinanza della Presidenza del Consiglio 28 III 03 al capo del Dipartimento della Protezione Civile è stato ordinato di coordinare gli interventi in tema di NBCR e di conseguenza è stata rafforzata la collaborazione con il ministero. In particolare alla definizione dei capitolati per gli acquisti e dei programmi di formazione. Il Ministero della Salute è presente ai tavoli internazionali nel settore NBCR.

LA SCUOLA NBC DELLA DIFESA L’ADDESTRAMENTO SIMULATO NEL “VILLAGGIO NUBICH”

Nel 1994 la scuola NBC assume la denominazione di “polo interforze per la difesa NBC” confermando la missione che consiste nell’addestrare il personale delle FF.AA., delle Amministrazioni dello Stato per affrontare al meglio il rischio CBRN sul territorio nazionale ed all’estero.

In caso di emergenza, il CBRN sviluppa il coordinamento tra i Soggetti interessati e provvede ad elaborare direttive e procedure d’impiego relative alla difesa NBC. Inoltre esso partecipa a gruppi di lavoro in ambito internazionale. Il poligono addestrativo prende il nome di “nubich” e si sviluppa su 20 ha.

Il centro è frequentato da: Esercito, Carabinieri, Marina, Aeronautica, Polizia, GdF, VVF, croce rossa, Ministero Salute, trenitalia, capitanerie di porto, polizia municipale.

IL PARLAMENTO E LA PROTEZIONE CIVILE

Gli atti parlamentari relativi all’oggetto sono molto interessanti. Procedendo a ritroso, verso l’inizio della XV legislatura, ci si imbatte nella richiesta di spiegazioni avanzata dal sen. Gasbarri in relazione all’atto di Governo di riorganizzazione della protezione civile (DCPM 23 ottobre 2006). Di tale atto si pone in evidenza la radicale duplicità in quanto, formalmente, dovrebbe riguardare il mero ordinamento interno del Dipartimento della Protezione Civile, ma sostanzialmente manipola alcune materie che sono estranee allo strumento utilizzato e che riguardano:

· incidenza del dipartimento della PC in ambiti ministeriali diversi i quali, autonomamente, sono destinatari di norme per esercitare prevenzione ed attività di emergenza nella riduzione dei rischi ad essi affidati;

· attribuzione al suddetto dipartimento poteri di condizionamento nelle materie afferenti a settori ambientali, sanitario, produttivo; · trasformazione (e quindi sostanziale soppressione della propria autonomia) del Servizio Sismico Nazionale in Ufficio del Dipartimento, con nocumento del ruolo secolare svolto dal suddetto servizio nel quadro dei servizi tecnici dello Stato; · discutibilità di alcune nuove attribuzioni alla Protezione Civile quali:

- monitoraggio servizio idrico;

- interventi umanitari ed emergenze all’estero, in passato competenza della Amministrazione Affari Esteri;

- speciali elargizioni in denaro;

- attività aeronautica (gestione dello stormo canadair della Protezione Civile con insolite facoltà di spesa).

Altro fondamentale tema, su cui dovrebbe essere posta maggiore attenzione, la gestione del volontariato in merito al quale le associazioni ANPAS, Misericordie D’Italia, Prociv Arci, VDF in congedo, hanno dichiarato la propria contrarietà (riunione del 9 ottobre 2006), a prendere parte alla programmata esercitazione, mandando un chiarimento efficace da parte del Dipartimento in oggetto.

REGIONI ED ENTI LOCALI

Tra tutti gli eventi, quello più rilevante riguarda la Intesa Interistituzionale, proposta dalla Provincia di Roma a conclusione del convegno di Frascati (2004). L’intesa ha l’ambizione di coordinare le programmazioni spaziali portate avanti dalle province con analoga vocazione. Sembra che il successo abbia arriso alla iniziativa se 12 Enti hanno aderito alla iniziativa e la raccolta ragionata dei progetti è andata già molto avanti. Significativa non solo la proposta di una legge quadro per lo spazio, quanto quella di una normativa per incrementare le attività di servizio discendenti dai progetti Galileo e Osservazione della Terra.

Ad altre 10 anni dall’avvio dei progetti suddetti e nonostante i tentativi fatti (dall’ASI in particolare) di giungere ad una sistemazione, solo recentemente è venuto (dalle Province e dagli altri Enti Locali)

l’invito a dotarsi degli strumenti legislativi e amministrativi per dare il via ad un sistema di acquisizione e di erogazione dei servizi resi possibili dalle attività spaziali manifatturiere, in cui l’Italia eccelle.

Tuttavia, una disamina delle attività relative ai detti Enti, sarebbe notevolmente lunga. Ci si limita, di conseguenza, alle novità del presente anno, cominciando dalla Regione Lazio.

L’obiettivo è lo sviluppo della ricerca (legge regionale 9\2005) che viene perseguito ponendo a disposizione assegni di ricerca per laureati assunti da PMI nell’ambito di programmi di ricerca nei settori Salute, Biotecnologie, Nanotecnologie, Materiali innovativi per nuove produzioni.

C’ anche il VII programma quadro in via di approvazione da parte dell’Europa, sul quale il Lazio intende sviluppare una campagna ponendo in evidenza poiché, tra le novità tematiche, è segnalata la “sicurezza” ed inoltre le Iniziative Tecnologiche Congiunte e le Piattaforme Tecnologiche Europee.

2. Altra esigenza riguarda la definizione di una accezione condivisa della strategia di prevenzione e di protezione.

Non è opportuno mettere insieme (spesso disordinatamente) eventi di rischio di natura sostanzialmente differente. Questa è la ragione per la quale il Seminario ha adottato la distinzione “rischio non convenzionale” alludendo alla suddivisione, entrata nella prassi, tra il rischio convenzionale (riferito, per comune accettazione, alle calamità naturali ed ai disastri di origine umana), ed il rischio non convenzionale indotto da agenti umani o fisici (il terrorismo, ad esempio, ovvero l’NBC, o l’inquinamento, o il riscaldamento del clima).

E’ una distinzione assolutamente non artificiosa (e per questo da ritenere base di ulteriori elaborazioni) in quanto, nel primo caso, sono dominanti i fattori, in gran parte non prevedibili, di natura fisica, od errori di origine umana, nell’altro caso, invece ci troviamo di fronte agli effetti di strategie di offesa o di disturbo, provenienti da gruppi o da Stati (o dalla combinazione degli stessi) ovvero agli effetti di approcci ad uno sviluppo economico, distorto o irresponsabile, della comunità internazionale, eventi comunque o ipotizzabili, o prevedibili.

Quindi si vede facilmente che la risposta giusta da dare non può essere affidata alla improvvisazione, ma richiede un corpo di studi e ricerche orientati a soppesare le diverse soluzioni e ad ideare metodologie e prodotti in grado di ridurre l’impatto del rischio.

3. Non si condivide neppure la tendenza a mettere insieme prevenzione e protezione.

Sono certamente due funzioni contigue, ma da elaborare separatamente implicando la prima la centralità della ricerca e della comunità scientifica (da rendere meno dipendente dalle scelte contingenti della amministrazione) ed il coinvolgimento degli Enti Locali e delle Regioni sui quali ricade la responsabilità di proteggere il territorio di competenza e di provvedere, in un quadro centrale strategico, ad esercitare al meglio (dotandosi anche delle strutture necessarie) il coordinamento delle elaborazioni, delle linee guida, dei piani di azione, della ideazione del sistema della prevenzione, in ossequio al principio che il soccorrere è funzione subordinata di una prevenzione e di una previsione, scientificamente testate ed acquisiste come dotazione culturale dello Stato.

Del resto, in Italia, sotto la spinta delle riforme legislative è stato compiuto un progresso consistente nel settore della protezione civile ed è stata sviluppata una competenza specifica nelle forze di intervento dello Stato (i vigili del fuoco, in particolare) e sul piano del coordinamento ai livelli centrali e periferici, cercando di integrare in detto contesto le Regioni e gli Enti Locali. Le Regioni, in particolare, si sono dotate di una legislazione dedicata cercando di adattare alla specifica realtà del territorio di competenza la disciplina del proprio intervento in caso di emergenza.

4. E’ anche opportuno risolvere, ricercando necessarie armonizzazioni, la contiguità della cosiddetta “difesa civile” e della cosiddetta “protezione civile”.

Si tende spesso a confondere le due nozioni mentre sarebbe assai giovevole per il Paese tenerle distinte avendo ben chiaro che con “difesa civile” non ci si può riferire se non alla struttura ed alla mobilitazione del Paese per l’autodifesa e la difesa in caso di evento bellico (ed ora ad eventi assimilabili ad esso), nozione sostanzialmente diversa rispetto all’evento calamitoso che ha natura non militare.

L’affinità, ed in certi momenti, la identità, sussistono nel senso che strategie, comportamenti e soprattutto forze di impiego, nell’un caso come nell’altro, sono sostanzialmente le stesse. Bisogna riconoscere però che cambiano, nei contesti in questione, le responsabilità delle forze chiamate ad operare, l’organigramma dei poteri e dei comandi, le tattiche da adottare, ed i rapporti con il volontariato e con la popolazione in generale.

5. Ciò premesso, appare chiara la necessità di fare il punto delle conoscenze relative alla risposta da dare per affrontare gli effetti degli eventi rischiosi non convenzionali e nel contempo di precisare – rispetto ai detti eventi – una strategia che preventivamente ne riduca le possibilità di insediamento e di nocumento nei riguardi del Paese, inteso come territorio, come insieme di infrastrutture, come popolazione.

Ci si augura pertanto che dagli interventi dei Partecipanti all’iniziativa venga un ulteriore contributo che valga ad approfondire aspetti controversi o temi non adeguatamente trattati.

6. Apprezzabile, riteniamo, lo sforzo di spingere organizzazioni civili a riprendere ricerche e studi sulle materie suddette, interessando le Università ed Gruppi parlamentari nonché gli Enti di ricerca.

Ciò non può che giovare alla formazione di una coscienza diffusa dell’autodifesa dai rischi convenzionali e da quelli “nuovi” che si presentato all’orizzonte e quindi portare il Paese ai livelli di consapevolezza richiesti per porre in essere nuovi strumenti di autodifesa e di solidarietà.

Tra questi dobbiamo annoverare le varie proposte di introdurre un principio assicurativo contro le calamità ed i disastri che potrebbe essere condiviso dal Pubblico ove fosse chiaro che si tratti di una “compartecipazione” e di un “partenariato” e non di una sorta di nuovo balzello, sottratto al controllo del Parlamento e della opinione pubblica posto nelle mani, non sempre affidabili, delle società di assicurazione.

Un altro fattore sul quale porre attenzione è il “volontariato” la cui portata non può essere ridotta al mero soccorso. Anche se questo obiettivo è da considerarsi centrale, le risorse che il volontariato può mettere in campo, sono maggiori. Ne annotiamo alcune:

· studi e ricerche in materia; · collegamento con i mass media; · sostegno ed informazione nelle scuole medie e superiori; · rete di collaborazione con le università; · orbitare nell’area dei centri di ricerca degli Istituti e degli Enti pubblici; · svolgere opera di divulgazione mirata; · custodire nelle biblioteche pubbliche la raccolta delle disposizioni inerenti la difesa civile, la

protezione civile, la prevenzione dei rischi convenzionali e non; · organizzazione dei corsi di informazione per i cittadini, in generale e di specifiche aree (concordati con le autorità della protezione civile e sulla base dei documenti da queste predisposte) raccogliere le tesi di laurea sulla materia e farne diffusione in formato elettronico

7. Vale la pena sottolineare la centralità del riferimento agli Enti Locali ed alle Regioni. Tale riferimento riguarda:

· l’aspetto, in generale, della protezione del territorio di competenza e delle popolazioni insediate il che, pur essendo evidente che non si tratta di “competenza primaria”, significa che essi debbono essere consapevoli della necessità di partecipare, sia alla prevenzione, sia al soccorso, riferito quest’ultimo alla tipologia dell’evento di rischio di cui occorre accertare sia l’origine, sia la dimensione dell’effetto. Se esso si riferisce esclusivamente o prevalentemente alla località territoriale ricadente nella competenza dell’Ente Locale, è evidente che si deve pensare ad una responsabilità di coordinamento propria del suddetto Ente e di messa a disposizione delle forze presenti in loco;

· la legislazione posta in essere in sede regionale che coinvolge gli Enti Locali dipendenti (Province e Comuni). Al riguardo è opportuno notare le norme suddette riguardano principalmente le calamità naturali e la protezione civile. Molto meno, la prevenzione riferita sia alla evoluzione delle suddette minacce, sia all’aggravarsi dei mutamenti climatici (che non sono presi in considerazione), sia infine ai rischi di eventi non convenzionali (tra questi il NBCR);

· inoltre, a carico di questa legislazione, si può anche dire che il tema delle “forze” e quello delle “risorse culturali”, con speciale riferimento al volontariato ed alla ricerca, non sono inquadrati nel modo migliore come se si trattasse di materie estranee, quando invece è ben evidente che sul piano legislativo (le Regioni) e su quello amministrativo (gli Enti Locali) si dovrebbe pretendere che tali Enti facciano la loro parte;

· un punto, emerso con forza per effetto della visita alla Scuola NBC, è quello di sostenere e soprattutto coordinare le diverse strutture operanti sul territorio e potenziarne l’attività. Il Lazio è il luogo in cui si trovano ad operare:

- Unità operative come il RGT di Civitavecchia; - Scuola NBC di Rieti; - Struttura di sostegno della Protezione Civile di Monte Libretti.