Scuola dell’Infanzia Bambino Gesù Revisione del Collegio dei Docenti in data 30 settembre 2016...
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1 Revisione del Collegio dei Docenti in data 30 settembre 2016
Scuola dell’Infanzia
Bambino Gesù
Piano Triennale dell’Offerta Formativa
2 Revisione del Collegio dei Docenti in data 30 settembre 2016
INDICE Premessa pag. 3 Cenni di storia della scuola pag. 4 La missione educativa pag. 5 Finalità generali pag. 6 Finalità specifiche pag. 6 I cinque campi di esperienza pag. 7
Profilo delle competenze del bambino pag. 13
Identità educativa della nostra scuola pag 14 La scuola ed il territorio pag. 14 Lo stile educativo pag. 14 L’organizzazione dello spazio ed i materiali pag. 15 Bambini e docenti protagonisti del tempo della scuola pag. 16 Il calendario scolastico pag. 18 Momenti significativi e di festa della nostra scuola pag. 18 La giornata scolastica pag. 19 Le sezioni pag. 21 La documentazione della programmazione della didattica triennale pag. 21 Il curricolo pag. 22 Nota di presentazione pag. 22 Dalla programmazione alla progettazione pag. 22 La progettazione didattica pag. 23 La didattica della nostra scuola pag. 24 Le otto competenze-chiave di cittadinanza europea pag. 24 L’osservazione e la valutazione pag. 26 L’Insegnamento della Religione Cattolica pag. 26 Una scuola inclusiva pag. 29 Alunni stranieri ed uno sguardo interculturale pag. 31 La continuità educativa pag. 32 Asilo nido pag. 32 Progetto di raccordo asilo nido e scuola dell’infanzia pag. 34 Con la scuola primaria pag. 34 La scuola e la famiglia pag. 34 Le risorse della scuola pag. 36 Il personale ed il suo ruolo pag. 36 Organi collegiali di partecipazione pag. 36 Formazione del personale pag. 38 Note informative – organizzative pag. 38 Legittimazione piano triennale offerta formativa pag.40 O
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PREMESSA
Il Piano Triennale dell’Offerta Formativa intende favorire il pieno sviluppo delle potenzialità
dei bambini in un adeguato contesto cognitivo, ludico e affettivo, garantendo, così, il loro diritto ad
avere pari opportunità di educazione, di cura, di relazione, di gioco e di istruzione, attuando un
processo di inclusione, favorendone una crescita armonica.
È il documento che richiama al principio di corresponsabilità ed alleanza educativa tra Famiglia e
Comunità Educante intesa come assunzione di precisi stili educativi e compiti per il conseguimento
delle finalità condivise con le famiglie.
Indica gli obbiettivi cognitivi ed educativi determinati a livello nazionale, raccoglie linee
d’azione ed interventi educativi, riflette le esigenze del contesto territoriale locale.
È strutturato per il triennio 2016-2019, con spazio per adeguarsi annualmente, prevedendo
integrazioni e modifiche annuali, da assumere con la procedura che la legge prevede per
l’adozione e l’approvazione del documento generale in base agli esiti della autovalutazione,
ad eventuali cambiamenti che interessano la scuola, a nuovi bisogni che interessano
l’utenza,ai nuovi bisogni che emergono dal territorio in cui la Scuola svolge la sua funzione
educativa e formativa, ad eventuali nuove proposte.
Raccoglie i documenti fondamentali in base ai quali viene organizzato il servizio scolastico.
È elaborato dal Collegio dei Docenti.
Le famiglie sono informate di questo documento indicando loro dove possono prenderne
visione, inoltre viene condiviso nelle assemblee di inizio anno scolastico ed eventualmente
nel momento dell’iscrizione.
È redatto in conformità alla legge n. 107/2015 e tiene conto della legge sull’Autonomia
Scolastica (D.P.R. 275 del 8-3-99) e dello Statuto.
Legge 13 luglio 2015 n.107. Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e
delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti.
Art 1 comma 12: “Le istituzioni scolastiche predispongono entro il mese di ottobre dell’anno
scolastico precedente il triennio di riferimento, il piano triennale dell’offerta formativa. Il
predetto piano contiene anche la programmazione delle attività formative (…) il piano può
essere rivisto annualmente entro il mese di ottobre (…)”
Il P.T.O.F. è disciplinato nell’art. 3 del D.P.R. 275/99 “Regolamento sull’autonomia delle
istituzioni scolastiche”. “il Piano è il documento fondamentale costitutivo dell’identità
culturale e progettuale delle istituzioni scolastiche ed esplicita la progettazione curriculare,
extracurriculare, educativa e organizzativa che le singole scuole adottano nell’ambito della
loro autonomia”.
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CENNI DÌ STORIA DELLA SCUOLA
La scuola Istituto Bambino Gesù è stata fondata dalla congregazione delle suore del Bambino
Gesù nel 1961, anno dell’apertura della Scuola dell’Infanzia. Il fondatore di tale congregazione è il
Beato Nicola Barrè.
Nella storia della scolarizzazione del quartiere Carnovali, la nostra scuola ha costituito uno dei
primi nuclei di espansione di educazione/formazione erogata nella zona di Bergamo Sud.
Oggi il “Bambino Gesù” è un’importante istituzione culturale ed educativa presente nel territorio ed
offre un’offerta scolastica e articolata che comprende: asilo nido, scuola dell’infanzia, scuola
primaria e scuola secondaria di primo grado all’interno di una proposta formativa e didattica
unitaria e coerente.
Breve elenco di date significative che hanno scandito la storia stessa dell’Istituto:
1961 nasce la scuola dell’infanzia;
1962 nasce la scuola primaria (ex-elementare);
1966 nasce la scuola secondaria di primo grado (Media) come sezione staccata del Collegio
Vescovile S. Alessandro;
1974 l’istituto assume una propria identità, ottenendo riconoscimento legale e offrendo la
possibilità all’utenza di completare il ciclo di istruzione obbligatoria;
2004 apertura del nido.
All’Istituto delle Suore del Bambino Gesù subentra l’Opera S. Alessandro.
Parte la Riforma con la L. 53/2003 per il nido, la scuola dell’infanzia, la scuola primaria e la
secondaria di primo grado.
Le scuole dell’Opera S.Alessandro racchiudono oggi, in un’unica realtà carismatica ed
organizzativa, una pluralità di esperienze educative nate anzitutto dentro la dimensione diocesana
della chiesa di Bergamo ed affiancate dalle iniziative degli ordini religiosi che nel tempo hanno poi
consegnato alla chiese diocesana il loro percorso.
Storicamente la Chiesa ha cercato di dare risposta ai bisogni della società e del popolo di Dio
secondo due vie: la formazione delle future classi dirigenti e l’istruzione e l’educazione dei poveri.
Ancora oggi la Chiesa Diocesana di Bergamo mantiene uno sguardo aperto sulle due dimensioni
che possiamo esemplificare in due modelli: le scuole del Patronato S. Vincenzo
(professionalizzanti e totalmente gratuite) e le scuole dell’Opera ( a partecipazione economica, che
puntano a profili di uscita di eccellenza).
La scuola dell’infanzia, paritaria “Bambino Gesù” di Bergamo è aderente all’Associazione degli
Asili e Scuole Materne ADASM-FISM della provincia di Bergamo - via XXIV Maggio,40
tel.035.403029, che offre il suo servizio di sostegno, consulenza e coordinamento alle scuole
dell’infanzia paritarie della provincia.
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LA MISSIONE EDUCATIVA
Le nostre scuole si riferiscono all’Opera S.Alessandro perché sono espressione della volontà del
Vescovo di Bergamo di compiere nell’Oggi il senso del Vangelo. Una scuola del Vangelo, nella
Chiesa, che trae dall’immagine di Cristo il volto dell’uomo che vuole costruire, esprimendo una
chiara antropologia cristiana sia come riferimento progettuale, sia come modello educativo
concreto.
La scuola cattolica propone con forza non solo dei contenuti appropriati, ma anche e piuttosto uno
stile di vita concreto.
Una particolare cura viene posta alla conoscenza dell’evento cristiano e del suo sviluppo storico,
alla vita e all’esperienza della Chiesa. Si propone una conoscenza non solo delle testimonianze
rilevanti dei discepoli del Signore, ma anche della cultura evangelica, rinnovando gli strumenti che
possono far crescere stima e significato verso la disciplina della religione cattolica, affinchè venga
riconosciuta e stimata da ogni singolo alunno, indipendentemente dal suo personale credo
religioso.
La scuola dell’Infanzia “Bambino Gesù” ha come valore fondante del suo essere e del suo agire la
centralità della persona.
I principali valori di riferimento sono: l’amore ed il rispetto della persona, solidarietà, libertà, rispetto
dell’ambiente, responsabilità, accoglienza e valorizzazione di tutti i bambini e le bambine.
Il bambino è posto al centro dell’azione educativa in tutti i suoi aspetti: cognitivi, affettivi,
relazionali, corporei, estetici, etici, spirituali e religiosi.
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FINALITÀ GENERALI
La scuola dell’infanzia concorre all’educazione del bambino promuovendone le potenzialità di
relazione, di autonomia, di creatività e di apprendimento.
Le finalità sono perseguite attraverso l’organizzazione di un ambiente di vita, di relazioni e di
apprendimento di elevata qualità.
Alla luce delle finalità generali indicate da leggi, norme dello Stato italiano e del proprio Progetto
Educativo, la scuola si impegna a creare le condizioni perché ogni bambino possa sviluppare tutte
le sue potenzialità e pone le basi perché ognuno possa realizzare il proprio progetto di vita.
La nostra scuola paritaria svolge la funzione pubblica assegnata dalla Costituzione della
Repubblica per la formazione di ogni persona e la crescita civile e sociale del paese.
FINALITÀ SPECIFICHE
La scuola dell’infanzia si rivolge a tutti i bambini e le bambine dai due anni e mezzo ai sei anni di
età ed è la risposta al loro diritto all’educazione e alla cura presenti nella Costituzione della
Repubblica, nella Convenzione sui diritti dell’Infanzia e dell’adolescenza e nei documenti
dell’Unione Europea.1
La scuola dell’Infanzia si propone di:
CONSOLIDARE L’IDENTITÀ: “vivere serenamente tutte le dimensioni del proprio io, stare
bene, essere rassicurati nella molteplicità del proprio fare e sentire, sentirsi sicuri in un
ambiente sociale allargato, imparare a conoscersi ed essere riconosciuti come persona
unica ed irripetibile. Vuol dire sperimentare diversi ruoli e forme di identità: quella di figlio,
alunno, compagno, maschio o femmina, abitante in un territorio, membro di un gruppo,
appartenente ad una comunità sempre più ampia e plurale, caratterizzata da valori comuni,
abitudini, linguaggi, riti, ruoli”. (Indicazioni Nazionali per il curricolo della scuola
dell’infanzia).
SVILUPPARE L’AUTONOMIA: “avere fiducia in sé e fidarsi degli altri, provare
soddisfazione nel fare da sé e saper chiedere aiuto o poter esprimere insoddisfazione e
frustrazione elaborando progressivamente risposte e strategie; esprimere sentimenti ed
emozioni; partecipare alle decisioni esprimendo opinioni, imparando ad operare scelte e ad
assumere comportamenti e atteggiamenti sempre più consapevoli. (Indicazioni Nazionali
per il curricolo della scuola dell’infanzia).
SVILUPPARE LE PROPRIE COMPETENZE: “giocare, muoversi, manipolare, curiosare,
domandare, imparare a riflettere sull’esperienza attraverso l’esplorazione, l’osservazione e
il confronto tra proprietà, quantità, caratteristiche, fatti; significa ascoltare, e comprendere
narrazioni e discorsi, raccontare e rievocare azioni ed esperienze e tradurle in tracce
personali e condividere; essere in grado di descrivere, rappresentare ed immaginare,
“ripetere”, con simulazioni e gioco di ruoli. Situazioni ed eventi con linguaggi diversi”.
(Indicazioni Nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia).
SVILUPPARE IL SENSO DI CITTADINANZA: “scoprire l’altro da sé e attribuire progressiva
importanza agli altri e ai loro bisogni; rendersi sempre meglio conto della necessità di
stabilire regole condivise, implica il primo esercizio del dialogo che è fondato sulla
reciprocità dell’ascolto, l’attenzione al punto di vista dell’altro e alle diversità di genere, il
1 Rif. “Indicazioni nazionali per il curriculo” 2012
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primo riconoscimento di diritti e doveri uguali per tutti; significa porre le fondamenta di un
comportamento eticamente orientato, rispettoso degli altri, dell’ambiente e della natura”
.(Indicazioni Nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia).
I cinque campi di esperienza: traguardi per lo sviluppo delle competenze e obiettivi
specifici dì apprendimento.
Gli obiettivi generali sopra descritti si declinano poi in maniera più particolareggiata in obiettivi
specifici, articolati in cinque aree come indicato dalle Nuove Indicazioni Nazionali.
I traguardi per lo sviluppo della competenza suggeriscono all’insegnante orientamenti, attenzioni e
responsabilità nel creare piste di lavoro per organizzare attività ed esperienze volte a promuovere
la competenza, che a questa età va intesa in modo unitario e globale.
L’organizzazione del curricolo per “campi di esperienza” consente di mettere al centro del progetto
educativo le azioni, la corporeità, la percezione, gli occhi, le mani dei bambini. Un fare e un agire,
sia individuale, sia di gruppo, che permettono percorsi di esperienze da utilizzare per compiere
operazioni fondamentali quali: classificare, discriminare, descrivere, argomentare, interpretare
l’ambiente in cui è in rapporto.
I “cinque campi di esperienza”, denominati
IL SÉ E L’ALTRO
IL CORPO E IL MOVIMENTO
IMMAGINI, SUONI E COLORI
I DISCORSI E LE PAROLE
LA CONOSCENZA DEL MONDO,
sono un legame tra l’esperienza vissuta prima dell’ingresso alla scuola dell’infanzia e quella
successiva nella scuola di base; sono opportunità di riflessione e di dialogo attraverso i quali i
bambini vengono progressivamente introdotti nei sistemi simbolici culturali.
IL SÉ E L’ALTRO
I bambini formulano tanti perché sulle questioni concrete, sugli eventi della vita quotidiana,
sulle trasformazioni personali e sociali, sull’ambiente e sull’uso delle risorse, sui valori
culturali, sul futuro vicino e lontano, spesso a partire dalla dimensione quotidiana della vita
scolastica. Al contempo pongono domande di senso sul mondo e sull’esistenza umana. I
molti perché rappresentano la loro spinta a capire il significato della vita che li circonda ed il
valore morale delle loro azioni. Nella scuola hanno molte occasioni per prendere coscienza
della propria identità, per scoprire le diversità culturali, religiose, etniche, per apprendere le
prime regole del vivere sociale, per riflettere sul senso e le conseguenze delle loro azioni.
Negli anni della scuola dell’infanzia il bambino osserva la natura e i viventi, nel loro
nascere, evolversi ed estinguersi. Osserva l’ambiente che lo circonda e coglie le diverse
relazioni tra le persone; ascolta le narrazioni degli adulti, le espressioni delle loro opinioni e
della loro spiritualità e fede; è testimone degli eventi e ne vede la rappresentazione
attraverso i media; partecipa alle tradizioni della famiglia e della comunità di appartenenza,
ma si apre al confronto con altre culture e costumi; si accorge di essere uguale e diverso
nella varietà delle situazioni, di poter essere accolto o escluso, di poter accogliere o
escludere. Raccoglie discorsi circa gli orientamenti morali, il cosa è giusto ed il cosa è
sbagliato, il valore attribuito alle pratiche religiose. Si chiede dov’era prima di nascere e se
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e dove finirà la sua esistenza. Pone domande sull’esistenza di Dio, la vita e la morte, la
gioia ed il dolore.
Le domande dei bambini richiedono un atteggiamento di ascolto costruttivo da parte degli
adulti, di rasserenamento, comprensione ed esplicitazione delle diverse posizioni.
A questa età, dunque, si definisce e si articola progressivamente l’identità di ciascun
bambino e di ciascuna bambina come consapevolezza del proprio corpo, della propria
personalità, del proprio stare con gli altri e esplorare il mondo. Sono gli anni della scoperta
degli adulti come fonte di protezione e di contenimento, degli altri bambini come compagni
di giochi e come limite alla propria volontà. Sono gli anni in cui si avvia la reciprocità nel
parlare e nell’ascoltare; in cui si impara discutendo.
Il bambino cerca di dare un nome agli stati d’animo, sperimenta il piacere, il divertimento, la
frustrazione, la scoperta; si imbatte nelle difficoltà della condivisione e nei primi conflitti,
supera progressivamente l’egocentrismo e può cogliere altri punti di vista.
Questo campo rappresenta l’ambito elettivo in cui i temi dei diritti e dei doveri, del
funzionamento della vita sociale, della cittadinanza e delle istituzioni trovano una prima
palestra per essere guardati e affrontati concretamente.
La scuola si pone come spazio di incontro e di dialogo, di approfondimento culturale e di
reciproca formazione tra i genitori e insegnanti per affrontare insieme questi temi e proporre
ai bambini un modello di ascolto e di rispetto, che li aiuti a trovare risposte alle loro
domande di senso in coerenza con le scelte della propria famiglia, nel comune intento di
rafforzare i presupposti della convivenza democratica.
Questo campo di esperienza fissa i seguenti traguardi di sviluppo delle competenze:
“Il bambino gioca in modo costruttivo e creativo con gli altri, sa argomentare e confrontarsi,
sostenere le proprie ragioni con adulti e bambini. Sviluppa il senso dell’Identità personale,
percepisce le proprie esigenze e i propri sentimenti, sa esprimerli in modo sempre più adeguato.
Sa di avere una storia personale e familiare, conosce le tradizioni della famiglia, della comunità e
le mette a confronto con altre.
Riflette, si confronta, discute con gli adulti e con gli altri bambini e comincia a riconoscere la
reciprocità di attenzione tra chi parla e chi ascolta.
Pone domande sui temi esistenziali e religiosi, sulle diversità culturali, su ciò che è bene o male,
sulla giustizia, e ha raggiunto una prima consapevolezza dei propri diritti e doveri, delle regole del
vivere insieme.
Si orienta nelle prime generalizzazioni di passato, presente e futuro e si muove con crescente
sicurezza e autonomia negli spazi che gli sono famigliari, modulando progressivamente voce e
movimento anche in rapporto con gli altri e con le regole condivise. Riconosce i più importanti
segni della sua cultura e del territorio, le istituzioni, i servizi pubblici, il funzionamento delle piccole
comunità e delle città”. (Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia).
IL CORPO E IL MOVIMENTO
I bambini prendono coscienza del proprio corpo, utilizzandolo fin dalla nascita come
strumento di conoscenza di sé nel mondo. Muoversi è il primo fattore di apprendimento:
cercare, scoprire, giocare, saltare, correre a scuola è fonte di benessere e di equilibrio
psico - fisico. L’azione del corpo fa vivere emozioni e sensazioni piacevoli, di rilassamento
e di tensione, ma anche la soddisfazione del controllo dei gesti, nel coordinamento con gli
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altri; consente di sperimentare potenzialità e limiti della propria fisicità, sviluppando nel
contempo la consapevolezza dei rischi di movimenti incontrollati.
I bambini giocano con il loro corpo, comunicano, si esprimono con la mimica, si travestono,
si mettono alla prova, anche in questi modi percepiscono la completezza del proprio sé,
consolidando autonomia e sicurezza emotiva.
Il corpo ha potenzialità espressive e comunicative che si realizzano in un linguaggio
caratterizzato da una propria struttura e da regole che il bambino impara a conoscere
attraverso specifici percorsi di apprendimento: le esperienze motorie consentono di
integrare i diversi linguaggi, di alternare la parola ed i gesti, di produrre e fruire musica, di
accompagnare narrazioni, di favorire la costruzione dell’immagine di sé e l’elaborazione
dello schema corporeo.
Le attività informali, di routine e di vita quotidiana, la vita e i giochi all’aperto sono altrettanto
importanti dell’uso di piccoli attrezzi e strumenti, del movimento libero o guidato in spazi
dedicati, dei giochi psicomotori e possono essere occasione per l’educazione alla salute
attraverso una sensibilizzazione alla corretta alimentazione e all’igiene personale.
La scuola dell’infanzia mira a sviluppare gradualmente nel bambino la capacità di leggere
ed interpretare i messaggi provenienti del corpo proprio ed altrui, rispettandolo e avendone
cura. La scuola dell’infanzia mira altresì a sviluppare la capacità di esprimersi e di
comunicare attraverso il corpo per giungere ad affinarne le capacità percettive e di
conoscenza degli oggetti, la capacità di orientarsi nello spazio, di muoversi e di comunicare
secondo immaginazione e creatività.
Questo campo di esperienza” fissa i seguenti traguardi di sviluppo delle competenze:
“Il bambino vive pienamente la propria corporeità, ne percepisce il potenziale comunicativo ed
espressivo, matura condotte che gli consentono una buona autonomia nella gestione della
giornata propria scuola.
Riconosce i segnali ed i ritmi del proprio corpo, le differenze sessuali e di sviluppo e adotta
pratiche corrette di cura di sé, di igiene e di sana alimentazione.
Prova piacere nel movimento e sperimenta schemi posturali e motori, li applica nei giochi
individuali e di gruppo, anche con l’uso di piccoli attrezzi ed è in grado di adattarli nelle situazioni
ambientali all’interno della scuola e all’aperto.
Controlla l’esecuzione del gesto, valuta il rischio, interagisce con gli altri nel gioco di movimento,
nella musica, nella danza, nella comunicazione espressiva.
Riconosce il proprio corpo, le sue diverse parti e rappresenta il corpo fermo ed in
movimento.”(Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia).
IMMAGINI, SUONI E COLORI
I bambini esprimono pensieri ed emozioni con immaginazione e creatività: l’arte orienta
questa propensione, educando al piacere del bello ed del sentire estetico. L’esplorazione
dei materiali a disposizione consente di vivere le prime esperienze artistiche, che sono in
gradi di stimolare la creatività e contagiare altri apprendimenti. I linguaggi a disposizione
dei bambini, come la voce, il gesto, la drammatizzazione, i suoni, la musica, la
manipolazione dei materiali, le esperienze grafico-pittoriche, i mass media, vanno scoperti
ed educati perché sviluppino nei piccoli il senso del bello, la conoscenza di se stessi, degli
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altri e della realtà. L’incontro dei bambini con l’arte è occasione per guardare con occhi
diversi il mondo che li circonda. I materiali esplorati con i sensi, le tecniche sperimentate e
condivise nell’atelier della scuola, le osservazioni di luoghi (piazze, giardini, paesaggi) e di
opere (quadri, musei, architetture) aiuteranno a migliorare le capacità percettive, coltivare il
piacere della fruizione, della produzione e dell’invenzione e avvicinare alla cultura e al
patrimonio artistico. La musica è un’esperienza universale che si manifesta in modi e
generi diversi, tutti di pari dignità, carica di emozioni e ricca di tradizioni culturali. Il bambino
interagendo con il paesaggio sonoro, sviluppa le proprie capacità cognitive e relazionali,
impara a percepire, ascoltare, ricercare e discriminare i suoni all’interno di contesti di
apprendimento significativi. Esplora le proprie possibilità sonoro-espressive e
Simbolico - rappresentative, accrescendo la fiducia nelle proprie potenzialità. L’ascolto
delle produzioni sonore personali lo apre al piacere di fare musica e alla condivisione di
repertori appartenenti a vari generi musicali. Il bambino si confronta con i nuovi media e
con i nuovi linguaggi della comunicazione, come spettatore e come attore. La scuola può
aiutarlo a familiarizzare con l’esperienza della multimedialità (la fotografia, il cinema, la
televisione, il digitale), favorendo un contatto attivo con i “media” e la ricerca delle loro
possibilità espressive e creative.
Questo campo di esperienza fissa i seguenti traguardi di sviluppo delle competenze:
“Il bambino comunica, esprime emozioni, racconta, utilizzando le varie possibilità che il linguaggio
del corpo consente.
Inventa storie e sa esprimerle attraverso la drammatizzazione, il disegno, la pittura e le altre attività
manipolative, utilizza materiali e strumenti, tecniche espressive e creative, esplora le potenzialità
offerte dalle tecnologie.
Segue con curiosità e piacere spettacoli di vario tipo (teatrali, musicali, visivi, di animazione …);
sviluppa interesse per l’ascolto della musica e per la fruizione di opere d’arte.
Scopre il paesaggio sonoro attraverso attività di percezione e produzione musicale utilizzando
voce, corpo e oggetti.
Sperimenta e combina elementi musicali di base, producendo semplici sequenze sonoro musicali.
Esplora i primi alfabeti musicali, utilizzando anche i simboli di una notazione informa e per
codificare suoni percepiti e riprodurli”. (Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola
dell’infanzia).
I DISCORSI E LE PAROLE
La lingua, in tutte le sue funzioni e forme, è uno strumento essenziale per comunicare e
conoscere, per rendere via- via più complesso e meglio definito, il proprio pensiero, anche
grazie al confronto con gli altri e con l’esperienza concreta e l’osservazione. È il mezzo per
esprimersi in modi personali, creativi e sempre più articolati. La lingua materna è pare
dell’identità di ogni bambino, ma la conoscenza di altre lingue apre all’incontro con nuovi
mondi e culture. I bambini si presentano alla scuola dell’infanzia con un patrimonio
linguistico significativo, ma con competenze differenziate, che vanno attentamente
osservate e valorizzate. In un ambiente linguistico curato e stimolante i bambini sviluppano
nuove capacità quando interagiscono tra di loro, chiedono spiegazioni, confrontano punti di
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vista, progettano giochi e attività, elaborano e condividono conoscenze. I bambini imparano
ad ascoltare storie e racconti, dialogano con adulti e compagni, giocano con la lingua che
usano, provano il piacere di comunicare, si cimentano con l’esplorazione della lingua
scritta. La scuola dell’infanzia ha la responsabilità di promuovere in tutti i bambini la
padronanza della lingua italiana, rispettando l’uso della lingua d’origine. La vita di sezione
offre la possibilità di sperimentare una varietà di situazioni comunicative ricche di senso, in
cui ogni bambino diventa capace di usare la lingua nei suoi diversi aspetti, acquista fiducia
nelle proprie capacità espressive, comunica, descrive, racconta, immagina. Appropriati
discorsi didattici sono finalizzati all’estensione del lessico, alla corretta pronuncia di suoni,
parole e frasi, alla pratica delle diverse modalità di interazione verbale (ascoltare, prendere
la parola, dialogare, spiegare), contribuendo allo sviluppo di un pensiero logico e creativo.
L’incontro e la lettura di libri illustrati, l’analisi dei messaggi presenti nell’ambiente
incoraggiano il progressivo avvicinarsi dei bambini alla lingua scritta, e motivano un
rapporto positivo con la lettura e la scrittura. I bambini vivono spesso in ambienti plurilingui
e, se opportunamente guidati, possono familiarizzare con una seconda lingua, in situazioni
naturali, di dialogo, di vita quotidiana, diventando progressivamente consapevoli di suoni,
tonalità, significati diversi.
Questo campo di esperienza fissa i seguenti traguardi di sviluppo delle competenze:
“Il bambino usa la lingua italiana, arricchisce e precisa il proprio lessico, comprende parole e
discorsi, fa ipotesi su significati.
Sa esprimere e comunicare agli altri emozioni, sentimenti, argomentazioni attraverso il linguaggio
verbale che utilizza in differenti situazioni comunicative. Sperimenta rime, filastrocche,
drammatizzazioni, inventa nuove parole, cerca somiglianze ed analogie tra i suoni ed i significati.
Ascolta e comprende narrazioni, racconta ed inventa storie, chiede ed offre spiegazioni, usa il
linguaggio per progettare attività e definire regole.
Ragiona sulla lingua, scopre la presenza di lingue diverse, riconosce e sperimenta la pluralità dei
linguaggi, si misura con la creatività e la fantasia.
Si avvicina alla lingua scritta, esplora e sperimenta prime forme di comunicazione attraverso la
scrittura, incontrando anche le tecnologie digitali e i nuovi media”. (Indicazioni nazionali per il
curricolo della scuola dell’infanzia).
LA CONOSCENZA DEL MONDO
I bambini esplorano continuamente la realtà e imparano a riflettere sulle proprie esperienze
descrivendole, rappresentandole, riorganizzandole con diversi criteri. Pongono così le basi
per la successiva elaborazione di concetti scientifici e matematici che verranno proposti
nella scuola primaria. La curiosità e le domande sui fenomeni naturali, su se stessi e sugli
organismi viventi e su storie, fiabe e giochi tradizionali con riferimenti matematici, possono
cominciare a trovare risposte guardando sempre meglio i fatti del mondo, cercando di
capire come e quando succedono, intervenendo per cambiarli e sperimentando gli effetti
dei cambiamenti. Si avviano così le prime attività di ricerca che danno talvolta risultati
imprevedibili, ma che costruiscono nel bambino la necessaria fiducia nelle proprie capacità
di capire e di trovare spiegazioni. Esplorando oggetti, materiali e simboli, osservando la vita
di piante ed animali, i bambini elaborano idee personali da confrontare con quelle dei
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compagni e degli insegnanti. Imparano a fare domande, a dare e a chiedere spiegazioni, a
lasciarsi convincere dai punti di vista degli altri, a non scoraggiarsi se le loro idee non
risultano appropriate. Possono quindi avviarsi verso un percorso di conoscenza più
strutturato, in cui esploreranno le potenzialità del linguaggio per esprimersi e l’uso di
simboli per rappresentare significati.
Oggetti, fenomeni, viventi
I bambini elaborano la prima “organizzazione fisica” del mondo esterno attraverso attività
concrete che portano la loro attenzione sui diversi aspetti della realtà, sulle caratteristiche
della luce e delle ombre, sugli effetti del calore. Osservando il proprio movimento e quello
degli oggetti, ne colgono la durata e la velocità, imparano a organizzarli nello spazio e nel
tempo e sviluppano una prima idea si contemporaneità. Toccando, smontando, costruendo
e ricostruendo, affinando i propri gesti, i bambini individuano qualità e proprietà degli
oggetti e dei materiali, ne immaginano la struttura e sanno assemblarli in varie costruzioni;
riconoscono e danno un nome alle proprietà individuate, si accorgono delle loro eventuali
trasformazioni. Cercano di capire come sono fatti e come funzionano macchine e
meccanismi che fanno parte della loro esperienza, cercando di capire anche quello che non
si vede direttamente: le stesse trasformazioni della materia possono essere intuite in base
a elementari modelli di strutture “invisibili”. Il proprio corpo è sempre oggetto di interesse,
soprattutto per quanto riguarda i processi nascosti, e la curiosità dei bambini permette di
avviare le prime interpretazioni sulla sua struttura e sul suo funzionamento. Gli organismi
animali e vegetali, osservati nei loro ambienti o in microambienti artificiali, possono
suggerire un “modello di vivente” per capire i processi più elementari e la varietà dei modi
di vivere. Si può così portare l’attenzione dei bambini sui cambiamenti insensibili o vistosi
che avvengono nel loro corpo, in quello degli animali e delle piante e verso le continue
trasformazioni dell’ambiente naturale.
Numero e spazio
La familiarità con i numeri può nascere a partire da quelli che si usano nella vita di ogni
giorno; poi, ragionando sulle quantità e sulla numerosità di oggetti diversi, i bambini
costruiscono le prime fondamentali competenze sul contare oggetti o eventi,
accompagnandole con i gesti dell’indicare, del togliere, dell’aggiungere. Si avviano così alla
conoscenza del numero e della struttura delle prime operazioni, suddividono in parti i
materiali e realizzano elementari attività di misura. Gradualmente, avviando i primi processi
di astrazione, imparano a rappresentare con simboli semplici i risultati delle loro
esperienze. Muovendosi nello spazio, i bambini scelgono ed eseguono i percorsi più idonei
per raggiungere una meta prefissata scoprendo concetti geometrici come quelli di direzione
e angolo. Sanno descrivere le forme di oggetti tridimensionali, riconoscendo le forme
geometriche e individuandone le proprietà (ad esempio, riconoscendo nel “quadrato” una
proprietà dell’oggetto e non l’oggetto stesso). Operano e giocano con materiali strutturati,
costruzioni, giochi da tavolo di vario tipo.
Questo campo di esperienza fissa i seguenti traguardi di sviluppo delle competenze:
“il bambino raggruppa ed ordina oggetti e materiali secondo criteri diversi, ne identifica alcune
proprietà, confronta e valuta quantità; utilizza simboli per registrarle, esegue misurazioni usando
strumenti alla sua portata.
Sa collocare le azioni quotidiane nel tempo della giornata e della settimana. Riferisce
correttamente eventi del passato recente, sa dire cosa potrà succedere in un futuro immediato e
13 Revisione del Collegio dei Docenti in data 30 settembre 2016
prossimo. Osserva con attenzione il suo corpo, gli organismi viventi ed i loro ambienti, i fenomeni
naturali accorgendosi dei loro cambiamenti.
Si interessa a macchine e strumenti tecnologici, sa scoprire le funzioni e i possibili usi.
Ha familiarità sia con le strategie del contare e del’operare con i numeri sia con quelle necessarie
per eseguire le prime misurazioni di lunghezza, pesi ed altre quantità.
Individua le posizioni di oggetti e persone nello spazio, usando termini come avanti/indietro,
sopra/sotto ; esegue correttamente un percorso sulla base di indicazioni verbali”. (Indicazioni
nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia).
Profilo delle competenze del bambino
Al termine del percorso triennale della Scuola dell’Infanzia, è ragionevole attendersi che ogni
bambino abbia sviluppato e raggiunto competenze di base che strutturano la sua crescita
personale:
Conosce e gestisce le proprie emozioni, è consapevole di desideri e paure, avverte gli stati
d’animo propri ed altrui, sviluppa un’intelligenza empatica.
Consolida la propria autostima, diventa progressivamente consapevole delle proprie risorse e dei
propri limiti, utilizza gli errori come fonte di conoscenza.
Sviluppa la curiosità e la voglia di sperimentare, interagisce con le cose e le persone
percependone le reazioni e i cambiamenti.
Condivide esperienze e giochi, usa strutture e risorse comuni, gestisce gradualmente i conflitti e
le regole del comportamento nei contesti “privati” e “pubblici”.
Sviluppa l’attitudine a porre domande, cogliere diversi punti di vista, riflettere, negoziare significati.
Racconta, narra e descrive situazioni ed esperienze vissute, comunica e si esprime con pluralità
di linguaggi, utilizza la lingua italiana con sempre maggiore proprietà.
Padroneggia abilità di tipo logico, si orienta in relazione a coordinate spazio-temporali nel mondo
dei simboli, delle rappresentazioni, dei media e delle tecnologie.
Rileva le caratteristiche principali di eventi, oggetti, situazioni, formula ipotesi, ricerca soluzioni a
situazioni problematiche di vita quotidiana.
E’ attento alle consegne, si appassiona, porta a termine il lavoro, diventa consapevole dei
progressi realizzati e li documenta.
Si esprime in modo personale, con creatività e partecipazione, è sensibile alla pluralità di culture,
lingue ed esperienze.
14 Revisione del Collegio dei Docenti in data 30 settembre 2016
IDENTITÀ EDUCATIVA DELLA NOSTRA SCUOLA
LA SCUOLA ED IL TERRITORIO
La nostra scuola dell’infanzia paritaria dimostra interesse verso il contesto sociale nei confronti del
territorio e della comunità per promuovere sia il senso di appartenenza, sia la partecipazione attiva
nell’ottica di una cittadinanza che supera i confini prettamente territoriali. Si tende cioè a
partecipare alla creazione di un sistema integrato con le opportunità fornite e presenti sul territorio
limitrofo.
La nostra scuola favorisce la collaborazione con la Comunità Parrocchiale del Sacro Cuore,
l’Oratorio Carnovali, la Biblioteca di via Tiraboschi, con i Servizi Comunali preposti (Servizi Sociali,
Servizi educativi integrati ..) e partecipa ai Collegi di zona per coordinatori e ai corsi di formazione
ed aggiornamento proposti dall’A.D.A.S.M- F.I.S.M. di Bergamo.
LO STILE EDUCATIVO
I bambini giungono alla Scuola dell’Infanzia con una storia ed il loro vissuto è per le insegnanti il
punto di partenza per l’elaborazione dei percorsi educativi, i quali ruoteranno intorno agli interessi
ed ai bisogni emersi.
L’ingresso alla scuola dell’infanzia costituisce l’inizio di un nuovo cammino e l’accoglienza del
bambino pone le basi per una fattiva collaborazione scuola-famiglia. La necessità dei bambini più
piccoli di trovare anche all’interno dell’ambiente scuola un “supporto” forte all’adulto, simile a quello
dell’ambiente familiare, porta ad una personalizzazione dell’accoglienza di ciascun bambino,
prevedendo riti, tempi e spazi di attenzione individuale.
Il periodo dedicato all’accoglienza e all’ambientamento non scandisce solo l’inizio dell’anno
scolastico, ma costituisce l’essenza dell’esperienza educativa delle relazioni, il presupposto di tutto
il cammino scolastico.
L’accoglienza per i bambini nuovi frequentanti prevede un ambientamento graduale: a lle famiglie,
durante l’assemblea che si tiene nel mese di giugno antecedente l’entrata a scuola, viene
consegnato un prospetto indicativo con la specifica che, in base alla risposta del proprio bambino
potrà essere modificato in itinere, confrontandosi con l’insegnante di classe.
I bambini sono l’espressione di una complessità di energie, potenzialità ed anche fragilità che
vanno conosciute ed accompagnate con cura, responsabilità ed attesa. Sono alla ricerca di legami
affettivi e di punti di riferimento, di conferme e serenità e al contempo di nuovi stimoli emotivi,
sociali, culturali, di ritualità, narrazioni e scoperte.
Alla Scuola dell’Infanzia il bambino è il protagonista dell’agire educativo, fa esperienza delle cose,
si sente accolto nella sua totalità e trova un ambiente in grado di far esprimere le proprie
potenzialità.
All’insegnante è necessaria una conoscenza approfondita del bambino che si costruisce di giorno
in giorno attraverso la comunicazione con la famiglia e l’osservazione del bambino, secondo
molteplici modalità. L’obiettivo è conoscere meglio il bambino per capire il significato dei suoi
comportamenti, per analizzare le competenze raggiunte, le sue difficoltà e le sue risorse, al fine di
progettare e realizzare un intervento educativo intenzionale ed efficace. L’ascolto del bambino è
fondamentale per cogliere il suo vissuto, i suoi desideri, i suoi bisogni e disagi.
L’attenzione delle insegnanti non si limiterà esclusivamente all’espressione verbale delle richieste
dei bambini ma anche ai linguaggi corporei, mimici e grafici. La presenza di insegnanti attenti alla
specificità dei bambini e dei gruppi di cui si prendono cura è un indispensabile fattore di qualità per
la costruzione di un ambiente educativo accogliente, sicuro, ben organizzato, capace di suscitare
la fiducia dei genitori e della comunità.
15 Revisione del Collegio dei Docenti in data 30 settembre 2016
L’ORGANIZZAZIONE DELLO SPAZIO ED I MATERIALI
“L’organizzazione dello spazio diventa un elemento di qualità pedagogica dell’ambiente educativo
e per tanto deve essere oggetto di esplicita progettazione e verifica. Lo spazio dovrà essere
accogliente, caldo, ben curato, orientato dal gusto estetico, espressione della pedagogia e delle
scelte educative di ciascuna scuola. Lo spazio parla dei bambini, del loro valore, dei loro bisogni di
gioco, di movimento, di espressione, di intimità e di socialità, attraverso l’ambientazione fisica, la
scelta di arredamenti e oggetti volti a creare un luogo funzionale ed invitante.” (Indicazioni
Nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia).
Gli spazi alla scuola dell’infanzia sono pensati e progettati tenendo presente le esigenze dei
bambini e soprattutto facilitandoli nell’autonomia. L’architettura si relaziona in modo specifico con
un progetto pedagogico basato sul valore costruttivo del poter fare esperienza. Per questo motivo
le classi sono divise in angoli dove i bambini e le bambine possono trovare delle proposte di gioco
interessanti.
Gli spazi disponibili esclusivi nella scuola dell’infanzia sono:
Disimpegno: è uno spazio intermedio (nel senso che non si è ancora completamente dentro la scuola dell’infanzia né completamente fuori) che contiene gli spogliatoi personalizzati dove poter riporre indumenti dei bimbi. Rappresenta un luogo dove il genitore e il bambino possono stare in una fase di transizione casa- scuola e dove il genitore può aiutare il bambino a svestirsi senza sostituirsi a lui.
Tre aule, fornite di tavoli e sedie per le attività al tavolo, di uno spazio con mobili che contengono le proposte di gioco- lavoro per i bambini sempre a disposizione, un angolo per il gioco simbolico e uno spazio della lettura.
Due stanze da bagno organizzate con piccoli water e piccoli lavandini ad altezza bimbo. Una stanza del sonno (l’aula più grande che dopo il pranzo viene accuratamente
igienizzata) dove ogni bimbo ha il suo lettino riconoscibile dal contrassegno posto sulle copertine portate da casa.
Uno spazio gioco esterno delimitato, con alberi e prato e con giochi adeguati all’età dei bambini dove possono giocare quando il tempo atmosferico lo permette.
Una palestrina polifunzionale.
Il materiale didattico alla scuola del'Infanzia è comune. I bambini hanno a disposizione pastelli,
pennarelli, forbici, colla (ecc.) che sono disposti in appositi contenitori in modo che il bambino,
dopo averli utilizzati, possa riporli in modo ordinato. La scelta di avere il materiale in comune ,
permette al bambino di sviluppare un senso di responsabilità condivisa con gli altri, di aver cura del
materiale che viene connotato come materiale condiviso con gli altri compagni .All' interno delle
classi vi sono inoltre proposte di lavoro costruite dalle insegnanti con materiale comune o di
recupero e lasciati sempre a disposizione dei bambini in modo che possano scegliere liberamente
durante il corso della giornata, con quale proposta lavorare a seconda dei loro bisogni e delle loro
curiosità. All'interno della sezione sono presenti inoltre proposte di gioco (costruzioni, piste del
treno, puzzle ecc.) accuratamente scelti dalle insegnanti e lasciati a disposizione dei bambini.
16 Revisione del Collegio dei Docenti in data 30 settembre 2016
BAMBINI E DOCENTI PROTAGONISTI DEL “TEMPO“ DELLA SCUOLA
“Il tempo disteso consente al bambino di vivere con serenità la propria giornata, di giocare,
esplorare, parlare, capire, sentirsi padrone di sé e delle attività che sperimenta e nelle quali si
esercita.” (Indicazioni Nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia).
Il tempo scuola, cadenzato da routine e da attività di vario tipo, è opportunità per lo sviluppo
dell’identità, dell’autonomia, delle competenze, della cittadinanza.
tempi accoglienza
attività prevalenti attività destrutturate in sezione
spazio le aule di sezione
bisogni del bambino sentirsi accolto essere supportato nel momento del saluto trovare un ambiente ed un setting a sua
misura
obiettivi educativi favorire un ambientamento sereno nell’ambiente scolastico
favorire comunicazione scuola-famiglia creare un contesto educativo che
favorisca le relazioni
ruolo del docente capacità di leggere ed accogliere i bisogni del singolo bambino
attenzione ed accoglienza nei confronti della famiglia
tempi attività di routine
attività prevalenti preghiera, break frutta,momenti di cura personale,
riposo pomeridiano
spazio aule di sezione, bagno
bisogni del bambino soddisfacimento propri bisogni fisiologici
trovar risposta alle proprie domande di senso
obiettivi educativi spiritualità, vedi traguardi di sviluppo
ruolo del docente incoraggiare l’autonomia individuare uno spazio ed un tempo che
favoriscano la spiritualità del bambino
17 Revisione del Collegio dei Docenti in data 30 settembre 2016
tempi pranzo
attività prevalenti apparecchiatura, distribuzione cibo, pranzo, sparecchiatura
spazio aule di sezione
bisogni del bambino trovar risposta ai bisogni fisiologici trovar un ambiente idoneo e facilitante
nell’esperienza del pranzo
obiettivi educativi costruzione di un rapporto sereno con il
pranzo garantire una corretta alimentazione favorire l’autonomia
ruolo del docente favorire l’autonomia favorire un approccio sereno al cibo creare un ambiente favorevole alla
relazione garantire il rispetto di regole durante il
pranzo
tempi attività pomeridiane
attività prevalenti Unità di Apprendimento e/o laboratori
spazio aule di sezione,giardino, palestra, aula multimediale e polifunzionale
bisogni del bambino consolidare identità
sviluppare autonomia acquisire competenza vivere prime esperienze di cittadinanza
obiettivi educativi Alcuni tra quelli elencati tra i traguardi per lo sviluppo delle competenze
ruolo del docente sostenere ed incoraggiare l’evoluzione degli
apprendimenti del bambino
18 Revisione del Collegio dei Docenti in data 30 settembre 2016
IL CALENDARIO SCOLASTICO
Il calendario approvato dalla Regione Lombardia, con DGR n. IX/3318 del 18.04.2012, è valido
anche per gli anni futuri.
In Lombardia il calendario regionale mette in evidenza “la volontà di rafforzare l’autonomia
scolastica nel rapporto con il proprio territorio di riferimento”.
Per la nostra scuola dell’infanzia l’inizio delle attività didattiche è programmato per il 2 settembre
2016 ed il termine è fissato per il 30 giugno 2017; per il biennio 2017/2019 si darà la dovuta
evidenza alle modifiche.
Le festività natalizie sono comprese fra il 23 dicembre2016 ed il 5 gennaio 2017;
le festività pasquali dal giovedì antecedente la Santa Pasqua al martedì successivo;
le feste nazionali sono:
tutte le domeniche;
1 novembre, festa di tutti i Santi;
8 dicembre, Immacolata Concezione;
25 dicembre Natale;
26 dicembre, Santo Stefano;
1 gennaio, Capodanno;
6 gennaio, Epifania;
Lunedì dopo la Santa Pasqua;
25 aprile, anniversario della Liberazione;
1 maggio, festa del Lavoro;
2 giugno, festa nazionale della Repubblica;
Festa del Santo Patrono, secondo la normativa vigente.
MOMENTI SIGNIFICATIVI E DI FESTE DELLA NOSTRA SCUOLA
I momenti di festa organizzati ed allestiti nella nostra scuola e le ricorrenze annuali richiamano
momenti significativi, che riportano alla identità della nostra realtà educativa e sono per i bambini
esperienze importanti per rafforzare il sentimento di appartenenza, consolidare le relazioni
interpersonali ed evidenziare l’identità di ciascuno. Inoltre sono anche occasioni per coinvolgere i
genitori, promuovendo uno spirito di collaborazione e di rete tra di loro, e per condividere
esperienze di gioia, serenità e collaborazione.
Nella nostra scuola i momenti più significativi e di festa sono:
Festa del beato Nicola Barrè
Festa dei nonni
Avvento in preparazione del Santo Natale
Festa del Santo Natale
Festa di carnevale
Festa del papà
Incontro in preparazione alla Santa Pasqua
Festa della mamma
Mattinata dell’accoglienza alla scuola primaria
Giornate accoglienza bambini nuovi iscritti
Festa di fine anno bambini “piccoli” e “mezzani”
Festa di fine anno bambini “grandi” Uscite didattiche (vengono programmate dal Collegio Docenti nella progettazione
didattica) Serate formative Serate laboratorio
19 Revisione del Collegio dei Docenti in data 30 settembre 2016
LA GIORNATA SCOLASTICA
La strutturazione della giornata scolastica è pensata per dare al bambino punti di riferimento sicuri
e costanti, salvaguardare il suo benessere psico-fisico, proporre un armonico alternarsi di attività
che richiedono una diversa intensità di impegno.
L’orario di attività didattica è ripartito in cinque giorni settimanali tra le ore 8.45 e le 16.00. Sono
attivi il servizio di pre scuola (7.30/8.30) e dopo scuola (16.00/ 17.45).
ORARIO ATTIVITÀ
7.30 – 8.45 accoglienza dei bambini che hanno richiesto l’orario anticipato
8.45 - 9.30 ingresso
9.30 rituali che permettano ai bambini/e di iniziare la giornata serenamente (momento di preghiera, appello, scelta dei camerieri …)
9.35 – 9.50 spuntino di frutta fresca
9.50 -10.50 attività laboratori ali come da progettazione settimanale
10.50 - 11.20 momento ricreativo - gioco in cortile e in palestra
11.00 - 11.30 preparazione per il pranzo (rituale dell’apparecchiatura)per alcuni bambini a rotazione
11.30 - 12.20 Preghiera di ringraziamento e pranzo condiviso in aula
12.30 - 13.45 gioco in palestra o giardino (qualora il tempo lo permetta)
13.00 - 15.00 i piccoli (3 anni) hanno la possibilità di riposare, seguendo un rituale di accompagnamento al riposo
BAMBINI DI 4 E 5 ANNI:
13.45 - 15.15 attività e laboratori pomeridiani
15.30 -16.00 uscita
16.00 - 17.45 Post scuola
20 Revisione del Collegio dei Docenti in data 30 settembre 2016
La giornata alla scuola dell’infanzia si compone di alcuni importanti momenti educativi:
L’accoglienza: l’accoglienza mattutina è fondamentale in quanto momento di passaggio tra l’ambiente famigliare e l’ambiente scuola. Questo momento è un’occasione importante per il genitore di scambiare alcune informazioni con l’insegnante. Il bambino viene accolto in classe dall’insegnante che presta attenzione a ciascun bambino in modo diverso, in quanto diversa è la modalità di distacco di ogni bambino.
Le attività mattutine: nel corso della mattinata i bambini hanno la possibilità di fare esperienza rispetto ad alcuni temi pensati dalle insegnanti.
Il pranzo: il pranzo è un momento di condivisione e con valenze altamente educative e pedagogiche. Per questo motivo alla scuola dell’Infanzia Bambino Gesù, si cercano di creare le condizioni necessarie a facilitare e promuovere una relazione positiva col cibo. I bambini mangiano nella propria classe (che viene opportunamente igienizzata prima e dopo il pasto), in tavolini da 6 posti che creano un ambiente familiare e tranquillo in cui
dialogare. Prima del pranzo alcuni bambini per classe vengono incaricati di essere camerieri e di apparecchiare la tavola per tutti i compagni. L’insegnante mangia seduta a tavola con i bambini. Ogni tavolo ha un bambino cameriere incaricato di portare il piatto agli altri e di sparecchiare quando i compagni del tavolo hanno finito. È importante sottolineare che l’utilizzo dei piatti di ceramica permette ai bambini di affinare ulteriormente la capacità di coordinazione oculo - manuale in quanto il materiale è frangibile e ai bambini viene richiesta un’attenzione particolare nel loro uso.
Il riposo pomeridiano: i bambini di 3 anni dopo pranzo hanno la possibilità insieme all’insegnante di leggere una storia (scelta accuratamente nel panorama della letteratura infantile) prima di andare a riposare. Questo momento viene connotato come momento rituale di accompagnamento al riposo pomeridiano e permette al gruppo dei bambini di 3 anni di avere uno spazio e un tempo tranquilli, in modo da essere facilitati nell’esperienza dell’addormentamento. Anche i bambini di 4 e 5 anni, qualora dovessero sentire la necessità di riposare, hanno la possibilità farlo nel pomeriggio.
Le attività pomeridiane: le attività pomeridiane sono pensate e progettate per i bambini di 4
e 5 anni. Uscita: durante questo momento il genitore e l’insegnante hanno occasione di scambiarsi le
informazioni sulla giornata del bambino alla scuola dell’infanzia. Posticipo: i bambini che usufruiscono del servizio posticipo fanno la merenda insieme
(fornita dalla scuola) e giocano utilizzando un’aula della scuola dell’infanzia, il giardino o la palestra insieme ad un insegnante che si occupa di questo momento.
21 Revisione del Collegio dei Docenti in data 30 settembre 2016
LE SEZIONI
Le sezioni della Scuola dell’infanzia sono tre ed ogni classe accoglie un gruppo eterogeneo per età
di bambini. Ogni fascia di età è associata ad un colore: “gialli/piccoli” (bambini anticipatari e di tre
anni) “arancioni/piccoli” (bambini anticipatari iscritti l’anno precedente);”rossi/mezzani” e
“verdi/grandi”. Le tre sezioni vengono denominate: leprotti, scoiattoli, orsetti.
Il gruppo di sezione rappresenta un punto di riferimento stabile per tutto l’anno scolastico.
All’interno della sezione si sviluppano relazioni di amicizia, di cura, di solidarietà e operazione e si
creano le condizioni per il raggiungimento delle finalità educative.
Il gruppo di intersezione, organizzato per fasce di età, è formato da bambini di sezioni diverse e
permette la relazione tra bambini di sezioni diverse e l’instaurarsi di nuovi gruppi amicali.
Il piccolo gruppo è una modalità di lavoro che consente ad ogni bambino di essere protagonista
all’interno del gruppo e permette anche interventi mirati ai bisogni dei singoli bambini.
La sezione eterogenea risponde ad una scelta specifica dell’equipe educativa nella
consapevolezza della ricchezza delle classi eterogenee. I bambini più piccoli sono stimolati dalla
presenza dei più grandi, che a loro volta si sentono responsabilizzati nell’ accudimento dei più
piccoli. I punti di forza delle diverse età vengono messi a disposizione gli uni agli altri, generando
momenti di scambio con un elevata valenza educativa. La classe così strutturata offre un contesto
più reale, paragonato a quello che il bambino vive nella sua quotidianità. Inoltre la classe
eterogenea favorisce una più semplice gestione quotidiana della classe.
La progettazione didattica invece viene pensata per fasce di età, riconoscendone le specifiche
esigenze. Ogni maestra è responsabile di una progettazione triennale della durata dell’intera
permanenza del bambino alla scuola dell’infanzia. La progettazione segue il format dell’Unità di
Apprendimento ed è illustrata nel dettaglio all’interno della progettazione annuale.
Una progettazione dialogica, non lineare, in continuo “dialogo” con i campi di esperienza e con il
gruppo di bambini di cui si è referenti; non prescritta ad inizio anno bensì progettata nella sua
specificità in itinere durante incontri mensili tra le componenti dell’intera equipe educativa.
LA DOCUMENTAZIONE DELLA PROGRAMMAZIONE DIDATTICA TRIENNALE
La documentazione costituisce uno strumento utile per la qualità dell’azione educativa, allo scopo
di aiutare e non perderne memoria, a ricordare a distanza, a riconoscere il divenire del tempo, a
individuare nelle tracce del passato le linee per il futuro.
La nostra documentazione rappresenta una traccia, una memoria di eventi considerati significativi,
di stili educativi, di scelte effettuate con attenzione che si intende controllare.
Le insegnanti si occupano di documentare, laddove la situazione classe lo permette, alcuni
momenti di vita quotidiana alla scuola dell’infanzia, in particolar modo durante lo svolgimento delle
fasi di un’unità di apprendimento o di un laboratorio, attraverso brevi filmati. In alcune attività è
prevista la trascrizione “parola per parola” di alcuni interventi dei bambini. È previsto anche
l’utilizzo della macchina fotografica, alcune fotografie scattate vengono esposte in pannelli durante
l’anno scolastico, altre inserite in filmati utilizzati a scopo didattico e mostrate ai genitori durante le
assemblee di classe.
Le insegnanti, durante lo svolgimento delle unità di apprendimento, hanno il compito di
modificare/ampliare i progetti stessi e di documentare le modifiche, trascrivendole nell’apposita
modulistica.
Laddove si ritenesse necessario, le insegnanti hanno anche il compito di trascrivere osservazioni
carta-penna su cui confrontarsi in equipe.
22 Revisione del Collegio dei Docenti in data 30 settembre 2016
IL CURRICOLO
NOTA DI PRESENTAZIONE
Questo documento costituisce una prospettiva di lavoro ed un quadro di riferimenti costruito
tenendo presente il più possibile da un lato le finalità nazionali e dall’altro la nostra scuola nella
concretezza delle sue risorse professionali e materiali, dei bisogni degli alunni e del contesto
socio-culturale.
Il curricolo indica il complesso dei percorsi di apprendimento affinché gli alunni conseguano
padronanza delle conoscenze, delle abilità e delle competenze. Il D.P.R. 275/99 parla di
determinazione del curricolo come elemento costitutivo e fondante del P.O.F. (art. 8).
Nel quadro dell’autonomia il curricolo diventa l’espressione principale dell’autonomia della scuola
in quanto avvicina l’istituzione scolastica al territorio, la rende più flessibile ed idonea ad
intercettare i bisogni educativi tipici degli alunni e del loro contesto, l’arricchisce di significati
contributi ed opportunità esterne.
Attraverso i riferimenti delle Indicazioni Nazionali2 la comunità scolastica è chiamata ad
organizzare una progettazione responsabile, ad interpretare, scegliere ed elaborare con ampie
possibilità di integrare ed arricchire i contenuti. Il curricolo non va inteso in modo rigido, è flessibile
e continuamente adeguabile alle condizioni che le sezioni/classi ed il contesto culturale pongono.
Il curricolo è l’insieme di esperienze fatte in un ambiente di formazione/istituzione per raggiungere
le finalità e gli obiettivi specifici, ed è responsabilità dei docenti. Si articola attraverso i campi di
esperienza alla Scuola dell’Infanzia ed attraverso le discipline alla scuola primaria e secondaria.
DALLA PROGRAMMAZIONE ALLA PROGETTAZIONE
La pubblicazione delle Indicazioni Nazionali per il curricolo (DM n. 254 del 16 novembre 2012) ha
riacceso l’attenzione sul tema della progettazione curricolare e sul ruolo che essa può avere ai fini
della promozione delle competenze.
Il rinnovamento della scuola e della didattica non può basarsi solo sul metodo di insegnamento,
adattando i “contenuti” ed il “sapere” alle nuove esigenze: il sapere non è un “tutto” che si può
“possedere”, né tanto meno trasmettere in modo enciclopedico.
Dal programma si è passati così alla costruzione di un curricolo per competenze.
In quest’ottica alla scuola ed alle agenzie educative spettano alcune finalità specifiche:
proporre occasioni di apprendimento;
far acquisire strumenti di pensiero
favorire lì autonomia di pensiero di ogni alunno, orientando la propria didattica alla
costruzione di saperi a partire da concreti bisogni formativi, per garantire ad ognuno il
successo formativo3 .”
In primo luogo serve esplorare, entrare in situazione, problematizzare, nel senso di porre e porsi
domande, individuare ambiti di ricerca, non ancora predefiniti e costruire il senso delle azioni, della
proposta educativa.
2 Profilo in uscita, traguardi di sviluppo delle competenze, campi di esperienza della didattica vedi da pag.7 a pag.15 3 Da “Progettare, insegnare, valutare per competenze”, corso di formazione anno scolastico 2015/2016, dott.ssa Annalisa Rocchi.
23 Revisione del Collegio dei Docenti in data 30 settembre 2016
Seguono l’acquisire i nuovi apprendimenti, mediante il loro sviluppo e la formalizzazione, lo
strutturare, inteso come rinforzo e consolidamento degli stessi apprendimenti. Infine l’integrare,
che consiste nel mettere in movimento e nell’impiegare gli apprendimenti in una situazione inedita
e di uso reale.
Occorre attuare una progettazione che mantenga l’attitudine al gioco, che va progettato
accuratamente nella consapevolezza che serve progettare bene e che nel giocare davvero poi,
può accadere di dimenticare tutta la progettazione.
LA PROGETTAZIONE DIDATTICA
La progettazione didattica rappresenta uno dei compiti più qualificanti ed impegnativi degli
insegnanti, che sono chiamati a interpretare didatticamente le richieste delle “Indicazioni
Nazionali”, le esigenze dei bambini, le attese delle famiglie e della comunità.
Una progettazione non è solo una lista di obiettivi e di contenuti bensì comunica l’idea di scuola
che ci si impegna a costruire ed il valore che si intende attribuire alla persona che apprende.
La fase di avvio che precede l’inizio delle attività è caratterizzata da incontri collegiali: la
progettazione è frutto di contributi individuali, ma è soprattutto espressione di una collegialità
condivisa.
In questa attività in continuo divenire, ideata in itinere dalle insegnanti e dalla coordinatrice è
importante tenere ben presente la cornice entro cui la progettazione si colloca:
Le Indicazioni Nazionali del 2012 e l’atto di Indirizzo del 2009, in cui si afferma che le finalità della scuola vanno ricondotte alla “centralità dell’alunno che apprende”. È, dunque, l’apprendere degli allievi lo scopo irrinunciabile di una buona progettazione annuale.
La contestualizzazione in riferimento alle opportunità educative che caratterizzano le comunità territoriali.
La valorizzazione del patrimonio professionale dei docenti ossia di un insieme di esperienze, di documentazioni, di percorsi e di buone prassi trasferibili attraverso un lavoro di verifica e di ri-progettazione collegiale.
L’idea di base è quella di un insegnamento che guardi alla persona nel suo complesso, fornendo
gli strumenti necessari per sviluppare a pieno la sua personalità, continuare ad apprendere
durante tutta la vita, esercitare il proprio diritto/dovere di cittadinanza in modo consapevole.
Potremmo definire questa idea come “insegnamento educativo”, la cui missione è quella di favorire
l’acquisizione “non soltanto di puro sapere, ma di una cultura che permetta di comprendere la
nostra condizione umana e che ti aiuti a vivere”4, attraverso un pensiero libero ed aperto, in modo
sempre più complesso e multiculturale.
La pratica educativa è per tanto una “professione ad elevata complessità, poiché richiede di gestire
situazioni differenti per le quali non è disponibile né attuabile un sapere generale. Ciò rende
necessario ripensare l’educazione come azione che ha la necessità di un sapere che si apprende
dall’esperienza” (Luigina Mortari).
La progettazione didattica viene pensata per fasce di età, riconoscendo a ciascuna le proprie
specifiche esigenze. Ogni maestra è responsabile di una progettazione triennale della durata
4 Cfr. E. Morin, la testa ben fatta. Riforma dell’insegnamento e riforma del pensiero, Milano, Raffaello Cortina Editore, 2000
24 Revisione del Collegio dei Docenti in data 30 settembre 2016
dell’intera permanenza del bambino alla scuola dell’infanzia. Una progettazione dialogica, non
lineare, in continuo “dialogo” con i campi di esperienza e con il gruppo di bambini di cui si è
referenti; non prescritta ad inizio anno bensì progettata nella sua specificità in itinere durante
incontri mensili tra le componenti dell’intera equipe educativa.
LA DIDATTICA DELLA NOSTRA SCUOLA
La progettazione didattica triennale 2016/2019 può essere aggiornata/adeguata annualmente per
contenuti ed obiettivi d’apprendimento e viene conservata agli atti della scuola, a disposizione di
chi intenda prenderne visione.
Viene condivisa con i genitori durante la prima assemblea (a fine settembre) dell’anno scolastico in
corso.
Le attività didattiche si svolgono prendendo come riferimento il format dell’Unità di Apprendimento
(vedi progetto educativo) e si svolgono attraverso diverse modalità:
attività di sezione
attività di intersezione (per fasce d’età)
attività in laboratorio
Ognuna offre diverse opportunità per il bambino di fare esperienze sia a piccolo che a grande
gruppo, sia per età omogenee (la maggioranza), che eterogenee.
Nella nostra scuola, come modalità di organizzazione delle attività, viene utilizzata anche la
modalità del laboratorio, termine che rimanda ad una polivalenza di significati (vedi progetto
educativo): fa pensare all’idea del lavoro, ma anche alla capacità di agire per pensare e di pensare
agendo.
In periodi specifici dell’anno, accanto alle attività di sezione, al mattino e/o al pomeriggio, si
svolgono attività di laboratorio per bambini di medesima fascia d’età, avvalendosi del supporto di
specialisti esterni.
I laboratori variano di anno in anno in quanto vengono definiti all’inizio dell’anno educativo sulla
base dei bisogni specifici dei bambini e delle risorse economiche.
LE OTTO COMPETENZE-CHIAVE DÌ CITTADINANZA EUROPEA
Fanno da sfondo di riferimento all’azione educativa di ogni scuola di ogni ordine e grado le
otto competenze-chiave (Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio del 18
dicembre 2006 (2006/962/CE).
LA COMUNICAZIONE NELLA MADRELINGUA: è la capacità di esprimere ed
interpretare concetti, pensieri, sentimenti, fatti ed opinioni in forma sia orale sia
scritta e di interagire adeguatamente e in modo creativo sul piano linguistico in
un’intera gamma di contesti culturali e sociali, quali istruzione e formazione, lavoro,
vita domestica e tempo libero.
LA COMUNICAZIONE NELLE LINGUE STRANIERE: condivide essenzialmente le
principali abilità richieste per la comunicazione per la madrelingua. La
comunicazione nelle lingue straniere richiede anche abilità quali la mediazione e la
comprensione interculturale. Il livello di padronanza di un individuo varia tra le
quattro dimensioni (comprensione orale, espressione orale,
25 Revisione del Collegio dei Docenti in data 30 settembre 2016
comprensione/espressione scritta) e tra le diverse lingue e a seconda del suo
retroterra sociale e culturale, del suo ambiente e delle sue esigenze ed interessi.
LA COMPETENZA MATEMATICA: è l’abilità di sviluppare ed applicare il pensiero
matematico per risolvere una serie di problemi in situazioni quotidiane. Partendo da
una solida padronanza delle competenze aritmetico - matematiche, l’accento è
posto sugli aspetti del processo e dell’attività oltre che su quelli della conoscenza.
La competenza matematica comporta, in misura variabile, la capacità e la
disposizione a usare modelli matematici di pensiero e di presentazione. La
competenza in campo scientifico si riferisce alla capacità ed alla disponibilità a
usare l’insieme delle conoscenze e delle metodologie possedute per spiegare il
mondo che ci circonda sapendo identificare le problematiche e traendo le
conclusioni che siano basate su fatti comprovati. La competenza in campo
tecnologico è considerata l’applicazione di tale conoscenza e metodologia per dare
risposta ai desideri o bisogni avvertiti dagli esseri umani. La competenza in campo
scientifico e tecnologico comporta la comprensione dei cambiamenti determinati
dall’attività umana e la consapevolezza della responsabilità di ciascun cittadino.
LA COMPETENZA DIGITALE: consiste nel saper utilizzare con dimestichezza e
spirito critico le tecnologie della società dell’informazione per il lavoro, il tempo
libero e la comunicazione. Essa implica abilità di base nelle tecnologie
dell’informazione e della comunicazione: l’uso del computer per reperire, valutare,
conservare, produrre, presentare e scambiare informazioni nonché per comunicare
e partecipare a reti collaborative tramite internet.
IMPARARE AD IMPARARE: è l’abilità di perseverare nell’apprendimento, di
organizzare il proprio apprendimento anche mediante una gestione efficace del
tempo e delle informazioni, sia a livello individuale che in gruppo. Questa
competenza comprende la consapevolezza del proprio processo di apprendimento
e dei propri bisogni, l’identificazione delle opportunità disponibili e la capacità di
sormontare gli ostacoli per apprendere in modo efficace. Questa competenza
comporta l’acquisizione, l’elaborazione e l’assimilazione di nuove conoscenze ed
abilità come anche la ricerca e l’uso delle opportunità di orientamento. Il fatto di
imparare a imparare fa sì che i discenti prendano le mosse da quanto hanno
appreso in precedenza e dalle loro esperienze di vita per usare e applicare
conoscenze e abilità in tutta una serie di contesti: a casa, sul lavoro, nell’istruzione
e nella formazione. La motivazione e la fiducia sono elementi essenziali perché una
persona possa acquisire tale competenza.
LE COMPETENZE SOCIALI E CIVICHE: includono competenze personali,
interpersonali, interculturali e riguardano tutte le forme di comportamento che
consentono alle persone di partecipare in modo efficace e costruttivo alla vita
sociale e lavorativa, in particolare alla vita in società sempre più diversificate, come
anche risolvere i conflitti dove ciò sia necessario. La competenza civica dota le
persone degli strumenti per partecipare appieno alla vita civile grazie alla
conoscenza dei concetti e delle strutture sociopolitiche e all’impegno ad una
partecipazione attiva e democratica.
IL SENSO DI INIZIATIVA E L’IMPRENDITORIALITÀ: concernono la capacità di una
persona di tradurre le idee in azione. In ciò rientrano la creatività, l’innovazione e
l’assunzione di rischi, come anche la capacità di pianificare e di gestire progetti per
raggiungere obiettivi. È una compresenza che aiuta gli individui, non solo nella loro
vita quotidiana, nella sfera domestica e nella società, ma anche nel posto di lavoro,
ad avere consapevolezza del contesto in cui operano e a poter cogliere le
26 Revisione del Collegio dei Docenti in data 30 settembre 2016
opportunità che si offrono. È un punto di partenza per le abilità e le conoscenze più
specifiche di cui hanno bisogno coloro che avviano o contribuiscono ad un’attività
sociale o commerciale. Essa dovrebbe includere la consapevolezza dei valori etici e
promuovere il buon governo.
CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE riguarda l’importanza
dell’espressione creativa di idee, esperienze ed emozioni in un’ampia varietà di
mezzi di comunicazione, compresi la musica, le arti dello spettacolo, la letteratura e
le arti visive.
L’OSSERVAZIONE E LA VALUTAZIONE
L’ osservazione continua, occasionale e sistematica consente di valutare le esigenze del bambino
e di riequilibrare in itinere le proposte educative e i progetti in base ai ritmi di sviluppo e agli stili di
apprendimento di ognuno.
La valutazione è intesa, principalmente come un supporto alla progettazione. L’osservazione
quotidiana, la documentazione, il confronto e la narrazione consentono di descrivere l’esperienza
scolastica mettendo in evidenza i processi che hanno portato il bambino alla maturazione delle
competenze e i traguardi raggiunti.
L’INSEGNAMENTO DELLA RELIGIONE CATTOLICA
La nuova intesa sull’Insegnamento della Religione Cattolica nelle scuole pubbliche (statali e
paritarie) è stata firmata da CEI e MIUR il 28 giugno 2012 ed emanata con il DPR 175 del
28.8.2012.
L’I.R.C. è parte integrante del nostro Progetto Educativo secondo il dettato della L.62/2000, viene
svolta in ogni sezione con cadenza settimanale per oltre 60/65 ore annue da docenti idonei all’
I.R.C. come da decreto. Poiché la dimensione religiosa della persona fa parte della formazione
integrale della stessa e tende a promuovere la maturazione della propria identità, al di là delle ore
di I.R.C., tutta la giornata è vissuta dai bambini e dalle insegnanti in riferimento ai valori cristiani.
La nostra scuola dell’infanzia per “concorrere all’educazione armonica ed integrale dei bambini e
delle bambine” (L.53/03, art.2e) tiene presente e cura la dimensione religiosa dello sviluppo del
bambino, in quanto è una scuola di ispirazione cristiana, nella quale il Progetto Educativo sta alla
base della proposta educativa che si ispira al Vangelo di Gesù e quindi ad una precisa visione
della vita e della persona.
Tre sono le componenti che strutturano l’educazione religiosa nella scuola dell’infanzia:
La religiosità: le domande di senso il bisogno universale di significato
La spiritualità: l’adesione del cuore di ogni bambino al “Dio dei propri padri”
La cultura cattolica: il sapere della religione cattolica nel contesto occidentale,
europeo e italiano. Di questo lo Stato se ne fa carico ed ha istituito l’Insegnamento
della Religione Cattolica (IRC).
La religiosità
La vita dell’uomo è caratterizzata dalla ricerca del perché della vita. L’aspetto religioso è la
dimensione della vita umana: l’uomo pone la domanda di un destino, domanda che implica la
necessità della risposta. La scuola dell’infanzia è l’età dei grandi perché. Particolare cura verrà
27 Revisione del Collegio dei Docenti in data 30 settembre 2016
messa per “coltivare” il senso della meraviglia, della ricerca e della capacità di porre interrogativi e
domande di senso. Le Indicazione Nazionali prevedono che: al termine del percorso triennale della
scuola dell’infanzia è ragionevole attendersi che ogni bambino abbia sviluppato alcune
competenze di base che strutturano la sua crescita personale per cui:
manifesti curiosità e voglia sperimentare,interagisca con le cose, l’ambiente e le persone
percependone le reazioni e i cambiamenti.
abbia sviluppato l’attitudine a porre e a porsi domande di senso su questioni etiche e
morali.
colga diversi punti di vista, rifletta e negozi significati, utilizzi gli errori come fonte di
conoscenza.”
La spiritualità
Premesso che non è compito della scuola insegnare a pregare, ma è sua responsabilità far
percepire al bambino il valore delle pratiche religiose, è bene garantire a tutti la possibilità di
esprimere questo aspetto della spiritualità secondo la cultura e la religione della propria famiglia.
Questo comporta la gradualità nell’introdurre il bambino all’esperienza di Dio, una gradualità che
può corrispondere ad una progettualità degli atteggiamenti distesa nel tempo. Per poter esprimere
con creatività l’esperienza religiosa e la spiritualità, teniamo presente questi aspetti:
creare le condizioni di possibilità che possa accadere qualcosa di speciale che sviluppi un
momento di spiritualità intensa;
essere attenti e sensibili a capire quando è il momento di fermarsi o di continuare con le
attività;
i bambini hanno bisogno di tempo per poter seguire, anche emotivamente, quello che
succede durante l’attività;
i bambini devono sentire di avere tempo per esprimersi e di essere veramente ascoltati,
imparando a gestire i tempi del silenzio;
la spiritualità ha più a che fare con il processo che con il “prodotto” finale.
Per poter introdurre i bambini alla spiritualità della preghiera, abbiamo pensato ad attenzioni
specifiche da curare per costruire un percorso:
Lo spazio, ovvero un luogo identificabile e ordinato che abbia quelle caratteristiche che
aiutino i bambini a sentire la presenza del Mistero, di Dio e che testimoni il cammino
annuale
Un tempo preciso e costante, un rituale
Un avvenimento attorno al quale si costruisce l’inizio del momento di preghiera festosa
Un’accoglienza con i suoi gesti e i suoi ritmi musicali
Un gesto simbolico, spiegato da una parola
Rito di adesione: la relazione con Dio
Una partenza che impegna la giornata.
La cultura cristiana: l’Insegnamento della Religione Cattolica
“la Repubblica italiana, riconoscendo il valore della cultura religiosa e tenendo conto che i
principi del cattolicesimo fanno parte del patrimonio storico del popolo italiano, continuerà
ad assicurare nel quadro delle finalità della scuola, l’insegnamento della religione cattolica
28 Revisione del Collegio dei Docenti in data 30 settembre 2016
nelle scuole pubbliche non universitarie di ogni ordine e grado”.(Art.9.2 legge 121 del 25
marzo 1985)
Le caratteristiche dell’IRC che si inserisce nella formazione culturale dell’alunno sono:
IL. VALORE DELLA CULTURA RELIGIOSA: contribuisca a dare risposta al bisogno di
significato di cui gli alunni sono portatori, per lo sviluppo della personalità degli alunni nella
dimensione religiosa.
IL CATTOLICESIMO: una religione concreta che è parte del patrimonio storico italiano.
Dunque una conoscenza precisa nella sua interezza, che comprende fonti, contenuti della
fede, aspetti di vita, espressioni di culto e quant’altro è necessario per apprenderlo.
FINALITA’ SCOLASTICHE: sono conoscenze di quella specifica cultura italiana che non è
possibile spiegare e conoscere in tutte le sue forme senza il cattolicesimo.
Per l’IRC, disciplinata dagli accordi concordatari, i traguardi di sviluppo delle competenze e gli
obiettivi di apprendimento sono definiti d’intesa con l’autorità ecclesiastica (decr. Presidente della
Repubblica dell’11 febbraio 2010).
Le indicazioni didattiche nazionali per l’IRC sono così delineate: le attività in ordine
all’insegnamento della religione cattolica offrono occasioni per lo sviluppo integrale della
personalità dei bambini, aprendo alla dimensione religiosa e valorizzando, promuovendo la
riflessione sul loro patrimonio di esperienze e contribuendo a rispondere al bisogno di significato di
cui anch’essi sono portatori. Per favorire la loro maturazione personale, nella sua globalità, i
traguardi relativi all’IRC sono distribuiti nei vari campi di esperienza. Di conseguenza ciascun
campo di esperienza viene integrato come segue.
Il sé e l’altro
Scopre nei racconti del Vangelo la persona e l’insegnamenti di Gesù, da cui apprende che
Dio è Padre di tutti e che la Chiesa è la comunità di uomini e donne unita nel suo nome, per
sviluppare un positivo senso di sé e sperimentare relazioni serene con gli altri, anche
appartenenti a differenti tradizioni culturali e religiose.
Il corpo in movimento
Riconosce nei segni del corpo l’esperienza religiosa propria ed altrui per cominciare a
manifestare anche in questo modo la propria interiorità, l’immaginazione e le emozioni.
Linguaggi, creatività, espressione
Riconosce alcuni linguaggi simbolici e figurativi caratteristici delle tradizioni e della vita dei
cristiani (segni, feste, preghiere,canti ), per poter esprimere con creatività il proprio vissuto
religioso.
I discordi e le parole
Impara alcuni termini del linguaggio cristiano ascoltando semplici racconti biblici, ne sa
narrare i contenuti riutilizzando i linguaggi appresi, per sviluppare una comunicazione
significativa anche in ambito religioso.
La conoscenza del mondo
Osserva con meraviglia ed esplora con curiosità il mondo, riconosciuto dai cristiani e da
tanti uomini religiosi come dono di Dio Creatore, per sviluppare sentimenti di responsabilità
nei confronti della realtà, abitandola con fiducia e speranza.
Ogni anno le insegnanti titolari dell’insegnamento della religione cattolica concordano e
progettano uno specifico modulo, tenendo in considerazione le indicazioni dell’ufficio
diocesano dell’insegnamento della religione cattolica.
29 Revisione del Collegio dei Docenti in data 30 settembre 2016
UNA SCUOLA INCLUSIVA
La scuola accoglie tutti per valorizzare le abilità di ognuno nella consapevolezza che ogni bambino
è portatore della sua storia e deve trovare nella scuola capacità di ascolto e di proposta.
Particolare attenzione viene data ai bambini diversamente abili.
L’educazione inclusiva ha come presupposto fondamentale l’educazione per tutti. Trova i suoi
riferimenti principali:
nella carta delle Nazioni Unite
nella dichiarazione dei diritti dell’ uomo
nei documenti redatti a seguito delle conferenze organizzate dall’ Unesco (1990,1994)
dal forum mondiale per l’educazione (Dakar 2000).
L’inclusione è un processo per rapportarsi e corrispondere alle diversità dei bisogni di tutti gli
studenti attraverso una crescita della partecipazione all’apprendimento, alle culture ed alle
comunità. Implica mutamenti e riorganizzazioni nei contenuti, negli approcci, nelle strutture e nelle
strategie, con una visione condivisa del diritto all’educazione di tutti i ragazzi di pari età e la
convinzione che è responsabilità del sistema scolastico ordinario educare tutti i bambini.
La scuola inclusiva è quella che assume il principio di responsabilità nei confronti del progetto di
vita di tutti gli alunni da parte di tutti gli adulti che lavorano per e con loro ed è realmente tale
quando:
tutti gli alunni, senza distinzioni connesse alla disabilità, possono sviluppare al massimo
livello possibile la propria personalità, i propri talenti, la propria creatività e le proprie abilità
fisiche e mentali,
tutto l’ambiente fisico, le strutture, i materiali didattici sono pienamente fruibili ed in piena
uguaglianza da parte di tutti gli alunni, indipendentemente dalle loro condizioni di salute,
nessuno viene escluso dalla scuola in ragione della sua disabilità;
la didattica è garantita a tutti con il massimo livello di personalizzazione possibile, cioè
vengono garantite a tutti le prassi didattiche ed educative normali ma nello stesso tempo
“speciali”, perché arricchite di specificità tecniche fondate sui dati più recenti della ricerca
scientifica in ambito psicologico, pedagogico e didattico, utili per tutti gli alunni.
La scuola vuole valorizzare le potenzialità di ogni alunno e dar loro l’opportunità di procedere
serenamente nel percorso educativo sentendosi accolto, valorizzato e messo nelle condizioni di
dare tutto ciò che può. La scuola tiene presente il bisogno del bambino diversamente abile
organizzando una corretta assistenza ma, soprattutto, guardando ai suoi diritti:
il diritto ad essere accolto, valorizzato ed amato;
il diritto a vivere in modo diverso gli stessi diritti di tutti gli altri bambini;
il diritto ad essere messo in condizione di dare il meglio di se stesso;
il diritto a trovare risposte ai suoi bisogni educativi speciali;
il diritto di sentirsi uguale e diverso.
30 Revisione del Collegio dei Docenti in data 30 settembre 2016
Per questo accanto alle attività in sezione, si prevedono attività sia nel piccolo gruppo, sia
individuali con il sostegno dell’insegnante di sezione, di sostegno e dell’assistente educatore per
offrire proposte personalizzate e individualizzate sulla base degli effettivi bisogni educativi.
Per ciascun bambino diversamente abile la scuola deve essere in possesso della diagnosi clinica e
funzionale e del verbale di accertamento dell’ASL ed alla luce di questi documenti, in
collaborazione con la famiglia e con gli specialisti del servizio territoriale di Neuropsichiatria
infantile, predispone il Progetto Educativo Personalizzato (PEI).
La scuola pone attenzione anche ai bambino con Bisogni Educativi Speciali (BES): con l’utilizzo di
supporti osservativi e di esperti, si costituisce un Piano Didattico Personalizzato (PDP) per favorire
lo sviluppo del bambino comprendendo e supportando i suoi bisogni specifici.
Particolare importanza viene data alla collaborazione con la famiglia e con gli specialisti che
seguono il bambino e per questo vengono predisposte ore dedicate al lavoro di equipe tra le
diverse figure coinvolte.
L’educazione inclusiva perciò risulta essere un approccio che si propone di trasformare il sistema
educativo in modo da corrispondere alle diversità degli studenti, intesa come una sfida ed un
arricchimento per l’ambiente educativo.
Ogni bambino, con continuità o per determinati periodi, può manifestare una difficoltà evolutiva di
funzionamento in ambito educativo e apprenditivo legata a fattori fisici, biologici, fisiologici o anche
psicologici, familiari, sociali, ambientali rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano
adeguata risposta.
Il 27 dicembre 2012 è stata firmata la direttiva relativa agli “strumenti di intervento per alunni con
bisogni educativi speciali ed organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica” (B.E.S) che
precisa la strategia della scuola italiana, al fine di realizzare pienamente il diritto all’apprendimento
per tutti gli alunni in situazione di difficoltà.
La direttiva estende pertanto il campo di intervento e di responsabilità di tutta la comunità educante
all’intera area dei B.E.S., che comprende:
Bambini disabili (Legge 104/1992)
Bambini con disturbi specifici di apprendimento (D.S.A.): deficit di linguaggio, delle abilità non
verbali, della coordinazione motoria, dell’attenzione e iperattività (A.D.H.D.) (Legge 170/2010)
Svantaggio sociale e culturale
Difficoltà derivanti dall’appartenenza a culture diverse.
A tal fine la Comunità educante redige un Piano Annuale di Inclusione (PAI) che fa parte di questo
stesso P.T.O.F. e della programmazione che si propone di:
Favorire un clima di accoglienza e di inclusione
Favorire il successi scolastico e formativo
Definire pratiche condivise con la famiglia
Promuovere qualsiasi iniziativa di comunicazione e di collaborazione tra scuola e famiglia ed enti
territoriali coinvolti.
Nel Piano Annuale di Inclusione sono coinvolti: i bambini in difficoltà ai quali è esteso il diritto di
personalizzazione dell’apprendimento, le famiglie che in collaborazione con la scuola partecipano
alla costruzione del PEI/PDP, il Legale rappresentante in quanto garante dell’offerta formativa che
31 Revisione del Collegio dei Docenti in data 30 settembre 2016
viene progettata ed attuata dalla scuola, la coordinatrice e il personale docente ed il personale non
docente.
Nella scuola il Collegio Docenti con le Insegnanti di sostegno e gli educatori svolge i compiti del
Gruppo di Lavoro per l’Inclusione (GLI) coinvolgendo anche i genitori e gli specialisti.
Il GLI svolge le seguenti funzioni:
rilevare i Bisogni Educativi Speciali nella scuola;
elaborare ed aggiornare il Piano Annuale per l’Inclusione;
proporre una programmazione degli obiettivi da perseguire e delle attività da realizzare
anche con eventuali progetti;
stilare i PEI e i PDP e, nel rispetto della normativa, ad attuare interventi pedagogici e
didattici opportuni.
L’ azione educativa si declina attraverso l’elaborazione di strategie metodologiche -didattiche di
apprendimento adatte a tutti, ma che si differenziano per ciascuno:
attività laboratoriali centrate sull’ascolto e sul coinvolgimento del gruppo classe;
utilizzo di misure dispensative e /o strumenti compensativi;
cooperative learning, tutoring,didattica per problemi;
rispetto dei tempi di apprendimento.
Tali metodologie potranno essere applicate: a classe intera, in piccolo gruppo, individualmente o
mediante percorso personalizzato.
Il Piano Annuale di Inclusione verrà sottoposto a verifica ogni volta che se ne avvertirà la
necessità.
ALUNNI STRANIERI ED UNO SGUARDO INTERCULTURALE
La presenza di bambini e famiglie che provengono da altre nazioni e altre culture ci mette di fronte
alla nostra storia obbligandoci a riflettere sui fondamenti della nostra cultura e ci ricorda che
ognuno di noi è portatore di una sua storia che ha contribuito e contribuisce allo sviluppo della sua
identità.
La scuola si apre ad un territorio che ha visto il passaggio da una società monoculturale ad una
società multiculturale. Incontrarsi intorno al valore della persona e aprirsi all’incontro tra culture
significa costruire insieme una società interculturale.
La scuola assume come strategia e linea guida lo sguardo interculturale che apre al dialogo
mettendo al centro la persona, valorizzando la storia di ognuno per costruire una storia comune di
cui ogni bambino è una parola importante.
La diversità di ognuno diventa risorsa e ricchezza per tutti.
Verranno attivati momenti di conoscenza del bambino e della sua famiglia, verrà fatto conoscere
l’ambiente e verranno spiegate le sue regole. La priorità degli interventi didattici, accanto
all’accoglienza e alla socializzazione, verrà data alla conoscenza della lingua italiana per
permettere la relazione e la partecipazione alle attività didattiche.
32 Revisione del Collegio dei Docenti in data 30 settembre 2016
LA CONTINUITA’ EDUCATIVA
La legge 107/2015 prevede entro 18 mesi all’art.1 comma 181/e “ (… ) l’istituzione del sistema
integrato di educazione e istruzione dalla nascita fino ai sei anni, costituito dai servizi educativi per
l’infanzia e delle scuole dell’infanzia, al fine di garantire ai bambini e alle bambine pari opportunità
di educazione, istruzione, cura, relazione e gioco, superando disuguaglianze e barriere territoriali,
economiche, etniche e culturali, nonché ai fini della conciliazione tra tempi di vita, di cura, e di
lavoro dei genitori e della continuità tra i vari servizi educativi e scolastici e la partecipazione delle
famiglie, (… )”.
La nostra scuola offre i servizi di nido (prima infanzia 0/3 ) e scuola dell’infanzia (3/6) tra i quali si
sta costruendo una continuità educativa attraverso un lavoro in equipe allargata (insegnanti scuola
dell’infanzia ed educatrici) mediato dalla coordinatrice che è la medesima tra i due servizi.
Nella consapevolezza della diversa storia tra i due servizi e della formazione differente tra gli
operatori, si sta lavorando per definire un documento comune che racconti un’idea condivisa di
bambino, di stile educativo e di pratiche di intervento per rispondere alle richieste espresse nella
legge 107/2015.
Al fine di realizzare e di organizzare le attività educative e didattiche si auspica un raccordo
progressivo che rispetti i processi di sviluppo dell’alunno e i suoi ritmi di apprendimento nei diversi
ordini di scuola: Nido, Infanzia, Primaria e Secondaria di primo grado.
Perciò intendiamo raggiungere una unitarietà dei contenuti, dei metodi e dell’organizzazione
interna di Istituto per garantire il successo formativo. A tale scopo delle nostre scelte pedagogiche
ci proponiamo di dare valore alla continuità e alla gradualità per ridurre la settorializzazione
dell’azione didattica e per rispettare l’unità della persona alunno e le sue tappe di crescita.
Vi è un ottica di raccordo in continuità verticale, al fine di progettare le attività didattiche e di
collaborare, nei termini di scambio di informazioni in modo completo e rigoroso con le educatrici
dell’asilo nido e con i docenti della classe 1° di scuola Primaria, al fine, con questi ultimi di valutare
i progressi dell’apprendimento individuale e registrare i traguardi per lo sviluppo delle competenze
raggiunte.
ASILO NIDO
L’asilo nido è un servizio socio – educativo che ha lo scopo di favorire, integrando e sostenendo
l’opera insostituibile del nucleo familiare, l’equilibrato sviluppo psico – fisico del bambino e la sua
socializzazione, dai 3 mesi ai 3 anni.
Riconosce il diritto di tutti i bambini a vivere esperienze piacevoli in cui esprimere tutte le loro
potenzialità evolutive, costruire la propria identità in un tessuto di scambi e relazioni con altri
bambini e adulti che non fanno parte del loro nucleo familiare.
La Carta dei Servizi è uno strumento individuato e definito dal decreto del Presidente del Consiglio
dei Ministri del 27 gennaio del 1994; ha lo scopo di fornire tutte le informazioni relative al servizio
Asilo Nido per garantirne la trasparenza e tutelare gli utenti attraverso l’individuazione di obiettivi
specifici e consentendo il controllo del raggiungimento degli stessi.
La carta stabilisce un patto tra chi offre e gestisce un servizio e chi ne usufruisce ed è uno
strumento di sviluppo della qualità, di valutazione delle prestazioni offerte e di comunicazione con
le famiglie.
Riportiamo i principi fondamentali della Carta:
Eguaglianza e diritto d’accesso.
33 Revisione del Collegio dei Docenti in data 30 settembre 2016
Osserviamo il principio di uguaglianza per tutti i nostri bambini5, che hanno diritto ad un
trattamento imparziale, secondo i criteri dell’obiettività e dell’equità, senza alcuna discriminazione
nell’erogazione del servizio.
Accoglienza ed organizzazione.
Il servizio favorisce l’opportuna accoglienza dei bambini e delle famiglie, predisponendo spazi
adeguatamente strutturati sulla base dei loro bisogni e interessi. Particolare attenzione è dedicata
alla fase dell’ambientamento dei bambini, in cui si impara a conoscersi, a scambiarsi stili e
modalità di comunicazione, a favorire la strutturazione di un contesto nel quale il bambino trovi il
proprio ambiente “buono” per crescere.
Partecipazione e trasparenza.
Per il benessere delle bambine e dei bambini è importante che i genitori partecipino alla realtà del
nido e che si instauri un rapporto di fiducia e cooperazione tra il personale e le famiglie. Per questo
motivo all’ interno del servizio vengono offerte diverse occasioni sia a livello individuale, attraverso
colloqui tra personale e genitori ad inizio ed in corso d’anno, che a livello collegiale, attraverso
assemblee dei genitori, feste, serate a tema e laboratorio. Il personale del nido comunica
quotidianamente con le famiglie sull’andamento della giornata di ciascun bambino e
settimanalmente consegna alle famiglie il diario nel quale vengono raccontati episodi significativi
che vedono come protagonista il bambino stesso. Attraverso la bacheca vengono inoltre fornite
informazioni riguardanti la comunità ed eventuali appuntamenti, iniziative ed incontri.
Efficacia ed efficienza.
Ci impegniamo costantemente nel perseguire l’obiettivo del “miglioramento continuo” secondo i
principi di economicità ed efficienza, servendosi delle migliori soluzioni organizzative, tecnologiche
e procedurali.
Continuità e sicurezza del servizio.
Il servizio viene offerto ai cittadini nel rispetto degli standard e dei tempi stabiliti da questa Carta e
dalle normative vigenti.
Regolarità.
È assicurato un servizio regolare, continuo, secondo il calendario definito e comunicato alle
famiglie all’inizio di ogni anno scolastico.
Imparzialità e rispetto.
Gli operatori del servizio svolgono la loro attività secondo criteri di obiettività, garantendo completa
imparzialità fra gli utenti e il rispetto delle esigenze di ogni singolo utente.
Diritto alla privacy.
I dati personali e le immagini dei bambini sono tutelati dalla legge sulla privacy. Foto e filmati dei
bambini potranno essere utilizzati, previa autorizzazione dei genitori, solo nell’ambito di iniziative
educative, formative e culturali relative al servizio.
Integrazione e collaborazione.
Il nido promuove una rete di relazioni con le diverse realtà del territorio e con le diverse istituzioni
che si occupano della prima infanzia.
Controllo di qualità.
Il servizio prevede l’individuazione di strumenti di monitoraggio che consentano di migliorare
progressivamente la qualità.
Diritto di scelta.
La carta dei servizi fornisce tutte le informazioni necessarie al fine di garantire all’utente la
possibilità di valutare e di scegliere in piena libertà.
5 L’uso nel testo del termine bambino al maschile è da intendersi riferito ad entrambi i generi e risponde solo a esigenze di semplicità del testo.
34 Revisione del Collegio dei Docenti in data 30 settembre 2016
PROGETTO DÌ RACCORDO ASILO NIDO E SCUOLA DELL’INFANZIA
Nell’ istituto Bambino Gesù è presente anche l’asilo nido. Questo rappresenta una grande risorsa a
livello di continuità per la scuola dell’infanzia. Pertanto le educatrici, insieme alle insegnanti della
scuola dell’infanzia, organizzano un progetto di raccordo che coinvolge i bambini che frequentano
l’ultimo anno del nido.
Gli obiettivi del progetto sono:
l’accompagnamento dei bambini nell’esplorazione e conoscenza di un nuovo ambiente che
diventerà parte della loro vita quotidiana con l’inizio del successivo anno scolastico;
la conoscenza graduale di insegnanti e bambini della scuola dell’infanzia;
fare in modo che a tale cambiamento venga dedicato tutto il tempo necessario affinché il
bambino lo viva il più serenamente possibile.
I bambini verranno accompagnati negli spazi della scuola dell’infanzia da una educatrice che
fungerà da mediatrice. Tempi, spazi e modalità del progetto vengono ri-definite ogni anno dalle
insegnanti della scuola d’infanzia e dalle educatrici (inserito nella progettazione annuale).
CON LA SCUOLA PRIMARIA
In un’ottica di continuità tra scuola dell’infanzia e scuola primaria ogni anno è previsto un progetto
di raccordo6 concordato con la maestra che accoglierà i bambini nella classe prima primaria l’anno
scolastico successivo. Tale progetto di raccordo viene ideato all’inizio dell’anno scolastico dalle
insegnanti della scuola dell’infanzia e dalla maestra ed ha come finalità principale una prima
conoscenza reciproca tra i futuri alunni, la maestra e gli ambienti- scuola.
Generalmente una parte di questi incontri avviene anche durante alcune ricorrenze proprie della
nostra scuola, come ed esempio durante la festa di padre Barrè.
I bambini hanno inoltre la possibilità di incontrare e conoscere anche gli altri insegnanti (di motoria,
educazione musicale e di inglese) di classe.
Per ciascun bambino, alla fine del triennio, sarà compilato un profilo in uscita che verrà illustrato ai
genitori presenti al colloquio di fine anno dalla maestra di sezione. Tale documento verrà
consegnato alle scuole in cui il bambino accederà l’anno successivo.
LA SCUOLA E LA FAMIGLIA
Nella scuola dell’infanzia più che in qualsiasi grado di scuola risulta necessaria e irrinunciabile la
condivisione della proposta educativa e la collaborazione/ cooperazione con la famiglia. Sono
queste le condizioni essenziali per sviluppare le potenzialità di ogni bambino.
La famiglia è la sede primaria dell’educazione dei propri figli, è l’ambiente dove il bambino impara
a vivere e a stare di fronte alla realtà.
All’ingresso nella scuola dell’infanzia ogni bambino porta una storia personale che gli consente di
possedere un patrimonio di conoscenze e atteggiamenti. Risulta fondamentale costruire una
6 Inserito nella progettazione annuale
35 Revisione del Collegio dei Docenti in data 30 settembre 2016
continuità educativa e un’alleanza con la famiglia, condividendo le finalità ed il progetto educativo e
al tempo stesso, attuare e valorizzare la divisione dei compiti senza creare separazioni, ma
vivendo la corresponsabilità educativa.
Per la crescita di ogni singolo bambino e per la buona uscita del progetto educativo la nostra
scuola offre e chiede collaborazione con la famiglia e promuove incontri atti a facilitare la
conoscenza reciproca quali:
L’open Day: previsto uno/due volte all’anno nel periodo tra novembre e gennaio,
precedentemente alla data prevista per le iscrizioni, è un momento di scuola aperta alla
comunità, per conoscerne la proposta Educativa, la struttura e le risorse umane. Si
consegna ai genitori la modulistica che porteranno compilata all’eventuale atto di iscrizione.
L’iscrizione di bambini e bambine 3-6 anni: le iscrizioni si aprono, salvo diverse
indicazioni del MIUR, a metà gennaio fino ad eventuale esaurimento posti. I genitori in
questa occasione possono recarsi a scuola previo appuntamento ed avere le necessarie
informazioni in un momento di scambio con la Coordinatrice e/o le insegnanti per
presentare il proprio bambino e consegnare i documenti di iscrizione compilati.
L’iscrizione di bambini anticipatari: il MIUR, salvo diverse indicazioni con propria
circolare sulle iscrizioni, consente, ove non vi siano bambini in età 3/6 in lista di attesa e
posti disponibili, di accogliere anche le iscrizioni di chi compie i tre anni entro il 30 aprile
dell’anno scolastico di riferimento.
I primi incontri con i genitori: a maggio/giugno i genitori dei bambini nuovi iscritti
vengono invitati a scuola per condividere il p.t.o.f., conoscere l’intero staff educativo e
ricevere utili indicazioni per prepararsi ad affrontare il momento di ambientamento del
bambino a scuola.
Il primo colloquio individuale: consapevoli che ogni bambino ha una storia
personale significativa, le docenti incontrano i genitori entro i primi giorni di settembre per
meglio conoscere nello specifico il bambino.
I colloqui individuali durante l’anno: oltre al primo colloquio di conoscenza del
bambino, durante l’anno scolastico le docenti insieme ai genitori riflettono e si confrontano
sula crescita del bambino a scuola ed individuano attenzioni e strategie educative atte a
promuovere lo sviluppo del bambino.
Le feste: alla scuola dell'Infanzia ci sono molte occasioni di festa, in cui le famiglie
si ritrovano e socializzano tra di loro.
Riunione con i genitori: le riunioni di sezioni hanno l'obiettivo di condividere con i
genitori i momenti della vita quotidiana alla scuola dell'infanzia e il percorso fatto dai
bambini durante l'anno scolastico. Solitamente vengono utilizzati dei filmati o fotografie per
aiutare i genitori a partecipare al percorso di crescita e di conquista delle competenze dei
bambini, creando così un momento di scambio e confronto costruttivo. Le riunioni di
sezione hanno scadenza annuale.
Serate di formazione e laboratorio: durante l'anno vengono organizzate
dall’Istituto delle serate a tema su alcuni argomenti di interesse per i genitori. Inoltre
vengono organizzate delle serate a scuola dove i genitori della scuola dell’infanzia e del
nido si ritrovano insieme alle insegnanti per costruire delle proposte di gioco e materiali che
i bambini utilizzano nella vita quotidiana a scuola.
36 Revisione del Collegio dei Docenti in data 30 settembre 2016
LE RISORSE DELLA SCUOLA
IL PERSONALE ED IL SUO RUOLO
Il dirigente scolastico:
è colui che esercita funzioni direttive nell’ambito della scuola dell’infanzia paritaria, assumendo le
conseguenti responsabilità. Nella fattispecie delle scuole dell’infanzia paritarie FISM, la dirigenza
scolastica fa capo al “legale rappresentante/gestore” della scuola e cioè al suo rappresentante
legale che varia in relazione alle diverse tipologie gestionali.
La coordinatrice pedagogica-didattica:
è la persona che coordina le attività didattiche, esercita e consolida un ruolo di raccordo tra la
dirigenza e gli operatori scolastici, allo scopo di condividere ed attuare la proposta educativa della
scuola ed ottenere i risultati attesi ed esplicitamente dichiarati nel Piano Triennale dell’Offerta
Formativa.
L’insegnante /Docente titolare di sezione:
è un colto professionista, sensibile,riflessivo, ricercatore, progettista, che opera nella prospettiva
dello sviluppo professionale continuo (dovere di miglioramento). Possiede titoli di studio specifici,
competenze psico-pedagighe ed opera con il principio dell’essere insegnante, non del fare
l’insegnante. La scuola richiede al docente di essere un professionista dell’insegnamento e quindi
di uscire dall’ottica di un lavoro di routine, aprendosi a confronti e aggiornamenti continui,
considerando il rapido evolversi della società e della normativa. Indispensabile è rendere
significative, sistematiche, complesse e motivanti le attività didattiche attraverso una progettazione
flessibile, che implica decisioni rispetto a obiettivi, aree di conoscenza e metodi didattici.
ORGANI COLLEGIALI DI’ PARTECIPAZIONE
Consiglio di istituto:
è costituito per attuare e dare significato alla partecipazione e alla collaborazione dei genitori nella
elaborazione delle attività e nell’organizzazione interna della scuola dell’infanzia paritaria, in
ottemperanza alla vigente legislazione.
Il Consiglio di scuola è così composto:
rappresentanti del personale docente;
un rappresentante del personale ATA;
rappresentanti dei genitori;
la coordinatrice.
Le funzioni del Consiglio d’Istituto sono elencate nell’apposito regolamento allegato a questo Piano
Triennale dell’Offerta Formativa.
Consiglio di Intersezione:
formato da almeno un’ insegnante, da uno/due rappresentanti dei genitori per ciascuna sezione
eletti dalle rispettive assemblee di genitori durante il primo mese dell’anno scolastico.
È’ convocato e presieduto annualmente dalla Direttrice o dalla Coordinatrice la quale, nella prima
riunione, designa una segretaria che redige sintetici verbali su un apposito registro, da conservare
nella scuola a cura della suddetta Direttrice o Coordinatrice.
Si riunisce nella scuola almeno due volte all’anno e ogni altra volta che ve ne sia esigenza in orario
non coincidente con quello di funzionamento della scuola.
37 Revisione del Collegio dei Docenti in data 30 settembre 2016
Le sue competenze comprendono:
Formulare al collegio docenti e al consiglio di amministrazione proposte
concernenti l’azione didattica ed educativa.
Avanzare proposte atte a migliorare l’organizzazione scolastica e l’utilizzo
degli spazi.
Ipotizzare il potenziamento e/o la miglioria di strumenti, materiali e
attrezzature in vista del conseguimento degli obiettivi e delle finalità che la
scuola si propone.
Promuovere in generale la collaborazione scuola – famiglia e, in particolare,
nelle occasioni coincidenti con ricorrenze, manifestazioni, eventi organizzati
atti ad avvicinare la scuola al mondo esterno.
Collegio Docenti:
è formato da tutte le docenti della scuola e dalle educatrici di sostegno, convocato e
presieduto dalla Coordinatrice, si riunisce una volta ogni quindici giorni in orario
extrascolastico, per l’elaborazione della progettazione annuale e la valutazione della
stessa, per la revisione del PTOF, per esaminare i casi di alunni in difficoltà, scegliere i
piani di formazione, elaborare il calendario delle attività extracurricolari, formulare ipotesi e
idee da presentare al CdA, per stabilire e mantenere contatti con il territorio. È redatto un
verbale per ogni incontro.
Assemblea generale dei genitori:
ne fanno parte entrambi i genitori di tutti i bambini iscritti nella scuola. Nella prima riunione
convocata dal Presidente dell’Ente o dalla Direttrice o dalla Coordinatrice della scuola, se
delegate, l’assemblea elegge al suo interno il Presidente. Il Presidente, su richiesta scritta
di almeno un terzo dei componenti può convocare l’assemblea. Qualora non si raggiunga il
numero legale (metà più uno dei componenti), si effettua una seconda convocazione
(mezz’ora dopo) e, in questo caso, l’assemblea è valida qualunque sia il numero.
Possono partecipare alle riunioni dell’assemblea generale – con il solo diritto di parola – gli
operatori scolastici, docenti e non e gli amministratori della scuola. Il potere deliberativo è
limitato alla nomina del presidente e dei propri rappresentanti negli organi di gestione della
scuola. Nella prima riunione dell’anno, i genitori presenti all’assemblea eleggono: il proprio
presidente, il segretario, il genitore (può anche essere lo stesso presidente) o i genitori che
li rappresentano negli organi collegiali della scuola. Tutti gli eletti durano in carica un anno
e sono rieleggibili, a condizione che abbiano ancora figli frequentanti nella scuola.
L’assemblea ha le attribuzioni di:
prendere conoscenza della progettazione educativa e didattica annuale;
esprimere il proprio parere su PTOF e sulle varie iniziative scolastiche;
formulare proposte per il miglioramento della qualità del servizio e dell’offerta
formativa;
prendere conoscenza del lavoro svolto nell’anno e dei risultati conseguiti;
nominare i rappresentanti dei genitori che annualmente fanno parte del
Consiglio di Scuola.
38 Revisione del Collegio dei Docenti in data 30 settembre 2016
FORMAZIONE DEL PERSONALE
Tutte le insegnanti partecipano ai corsi di aggiornamento per le ore previste nel contratto e per la
formazione obbligatoria (DL 193/07-ex 155/97- Haccp; DPR 151/11 antincendio; DL 81/08
Sicurezza e Pronto Soccorso) si fa riferimento alla società di Servizi TQSI che viene incaricata
della formazione e dell’aggiornamento in accordo con il C.d.A. dell’Opera S. Alessandro.
NOTE INFORMATIVE – ORGANIZZATIVE
Frequenza
I genitori sono tenuti a rispettare gli orari di ingresso ed uscita dei bambini
8.45 – 9.30 Ingresso
15.30 – 16.00 Uscita
(7.30 – 8.45 pre scuola, 16.00 – 17.45 post scuola)
Nel caso in cui si prevedano ritardi motivati, è opportuno informare la scuola/insegnante
con preavviso. Al fine di garantire un adeguato inserimento dei bambini è opportuno che la
frequenza sia il più possibile regolare. Al momento dell’uscita i bambini verranno affidati
solo ai genitori o a persone i cui nominativi compaiono nelle deleghe annuali.
Malattie
In caso di assenza per motivi di salute superiore ai 5 giorni consecutivi non è necessario il
certificato medico di riammissione (LR n.12 del 4/8/2003). Per quanto attiene alle patologie
infettive, invece, si richiede ai genitori di informare la scuola in caso di possibile contagio e
presentare il modello di autocertificazione di guarigione del bambino al rientro a scuola. Si
fa presente che durante l’orario scolastico non verrà somministrato alcun farmaco. I genitori
di bambini con intolleranze alimentari devono presentare il certificato medico e le carte Asl
fornite dalla scuola compilate, specificando a quale alimento si è allergici.
Vaccinazioni
Si verifica che tutti i bambini siano vaccinati (e si richiede copia del libretto di vaccinazione
di ogni bambino iscritto e la notifica dei richiami fatti).
Dotazione e abbigliamento
Ogni bambino dovrà portare con sé: un sacchetto di tela contrassegnato contenente un
cambio completo adatto alla stagione corrente, un bicchiere monocromo.
E’ obbligatorio per tutti i bambini cambiare le scarpe con cui si arriva a scuola, con un paio
di ciabatte da lasciare a scuola.
Dovrà fornirsi di un sacchetto di tela contenente un tovagliolo/bavaglino, una salvietta ed
eventualmente il corredo riposo pomeridiano da lasciare a scuola dal lunedì al venerdì;
tutto contrassegnato con nome e cognome.
E’ possibile portare a scuola, per i bambini iscritti al primo anno, l’eventuale oggetto di
transizionale e per tutti libri. La scuola per i libri sopracitati declina ogni responsabilità.
Contributo annuo delle famiglie
Il contributo a carico delle famiglie (ex retta) è determinato per l’anno scolastico 2016/2017
nella misura di € 2150.00 inclusa la quota di iscrizione; verrà confermato od adeguato per
39 Revisione del Collegio dei Docenti in data 30 settembre 2016
gli anni successivi in relazione ai contributi statali e regionali che dovrebbero garantire “la
libertà di scelta educativa delle famiglie” senza possibili ulteriori aggravi per le stesse.
I suddetti contributi corrispondenti a una quota forfettaria per la gestione e per il servizio
mensa, sono dovuti per l’intero anno scolastico.
I servizi di pre-scuola e post-scuola prevedono, un contributo a carico delle famiglie
rispettivamente di € 180.00 ed € 300.00, se fruiti entrambi di € 40000 annuali.
Il contributo annuale a carico delle famiglie è versabile in cinque rate e dovrà effettuarsi ai
fini delle norme su trasparenza, tracciabilità, antiriciclaggio solamente tramite bonifico
bancario c/o: Banca di Credito Cooperativo Bergamasca e Orobica IT 93 D O8940 11100
000000129345.
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LEGITTIMAZIONE PIANO TRIENNALE OFFERTA FORMATIVA (PTOF)
Per la Scuola dell’Infanzia paritaria (3-6) e per i servizi della prima infanzia (0-3 anni)
Il collegio Docenti con le Educatrici propone ed il Rappresentante legale approva il presente Piano
dell’Offerta Formativa (Ptof) per gli anni scolastici 2016/2019 redatto ai sensi della Legge
107/2015 per la Scuola dell’Infanzia Bambino Gesù paritaria con D.M. 677 del 22.11.2004.
Proposto e riscontrato dal Collegio Docenti il 15 gennaio 2016
Presentato al Rappresentante Legale Mons. Pelucchi Davide
Riesaminato e verificato dal Coordinatore pedagogico-didattico il 30 settembre 2016 .
Tenuto conto che il documento è suscettibile di eventuali modifiche in itinere, che saranno
tempestivamente comunicate a tutti gli utenti.
Il presente documento viene adottato da questa Scuola dell’Infanzia.