Schiamazzi - n.3/2013 - dicembre

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ll numero di dicembre del magazine dell'Associazione 'Schiamazzi' di Cagnano Varano - Gargano

Transcript of Schiamazzi - n.3/2013 - dicembre

ideeEDITORIALE

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CAMBIARE PER NON MORIRE

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di IOLANDA CARBONELLI

“L’unica costante della vita è il cambiamento”(Buddha)…costante, sarebbe a dire che è l’unicodato certo che si dovrebbe ripetere con una de-terminata “scadenza” ma, quanto tutti noi siamoaperti al cambiamento? Quanto, il cambiamentoci fa paura? E quanto crediamo davvero di poterscegliere questo cambiamento? Per esperienzapersonale, posso dire che molte volte non siamonoi a scegliere il cambiamento né quello che ciporterà a cambiare. Ci sono volte in cui piccolimomenti di “sbadataggine” o “incoscienza”, di-ventano la chiave che mette in moto il nostrocambiamento, e non sempre si ha la possibilitàdi tornare al punto di partenza. Altre volte siamonoi a scegliere, decidere ,con convinzione omeno, quello che ci farà cambiare le nostre abi-tudini, la nostra vita, magari scegliendo la cittàin cui vorremmo vivere, la facoltà che vorremmofare, gli amici da continuare a frequentare. HomoFaber fortunae suae (Appio Claudio Cieco) ,l’uomo è artefice della propria sorte, o almenocosì si dice; allora perché tutti sono semprescontenti di qualcosa? Perché tutti si lamentano,sempre e solo, sui social network, che ormaisono la “piazza di paese” che si dimentica unavolta spento il PC? Non è una polemica, per ca-rità, ma un dato di fatto. Gente che si fa grandedietro allo schermo di un computer ma che poi,di persona, diventa incapace di aprire bocca econfermare ciò che ha scritto. In questi annimolti ci scrivevano o ci fermavano per strada perdirci di parlare di determinati problemi che af-fliggono, si, la nostra Cagnano: il palazzetto dellosport, le strade, le feste patronali abbandonatedal popolo, non proprio più credente, e ultimo,ma decisamente non meno importante, l’Ex

Convento…l’abbiamo fatto, ci siamo impegnatia rendere più chiare determinate situazioni, maora è tempo di smetterla con le chiacchiere e dipassare all’azione se davvero tutti siamo cosìpreoccupati per il nostro Paese. Scrivere e la-mentarsi solamente, non fa più audience. “Senon sarete capaci di cambiare, morirete!” , frasedi un grande esperto di strategia quale il Coim-batore Krishnarao Prahalad: se volete che ilPaese migliori, che la gente non vada più via, sevolete creare dei motivi per RESTARE, il veroCambiamento deve avvenire prima nella NO-STRA mentalità, che per molti versi è rimastaall’antico evo. Non possiamo essere sempre con-vinti che il degrado di un paese, di una società,dipendano sempre e solo da chi ci governa. Nonha senso.” Il ‘governo’ è lo specchio del popolo”,se sono li è perché qualcuno li ha votati, indovi-nate chi! Per noi di Schiamazzi, il Cambiamento è rappre-sentato dalla sospensione, temporanea o perma-nente è ancora in via di delibera, del formatocartaceo. Come già detto, cambiano le abitudinie non è sempre possibile fisicamente proseguirenella stessa maniera il nostro impegno per ilgiornale cartaceo. Ciò non significa che smette-remo di scrivere e vivere, per quanto possibile, ilnostro paese, ma significa solamente che per tro-varci dovrete fare un semplice click dal vostro pcsu www.schiamazzi.org , e presto (work in pro-gress), anche scaricando la nostra app su tablete smartphone. Concludo con la frase che mi sembra più adattaper salutarvi in questo periodo: “La frase più pe-ricolosa in assoluto è: abbiamo sempre fattocosì!” (Grace Hopper).

SCHIAMAZZI MAGAZINE anno X, n. 3| Dicembre 2013

A cura dell’Associazione Schiamazzi, conferita del Premio Giulio Ricci 2009 per l’impegno sul territorio e affiliata all’ A.I.C.S

(Associazione Italiana Cultura e Sport)

PER CONTATTARCI: REDAZIONE: Corso Giannone, 132 –71010 CAGNANO V. (FG) c/o Studio Abitare TEL/SMS: 327.007.2006 WEB

schiamazzi.org MAIL: [email protected] DIR. RESP. Matteo Palumbo. Schiamazzi aderisce all’Associazionismo Attivo

del Gargano, al Comitato della Tutela del Mare del Gargano, al Comitato per l’Aeroporto di Capitanata , al Movimento artistico

europeo ‘White Cube’, alla Rete delle Associazioni contro le trivellazioni alle Isole Tremiti.

Schiamazzi ha ricevuto il Premio Saccia 2011- Premio Speciale per l’informazione

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“Recuperiamo l’ex convento per recuperare noi stessi”

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Caro Sindaco,a causa dell’età ormai avanzata, seguo sempre meno le vi-cende politiche e amministrative di questo nostro paese,cosa che facevo invece in passato, a volte anche per difen-dere il tuo non facile operato di primo cittadino.Oggi come oggi, trascorro gran parte del mio tempo tracasa e campagna, e solo di rado frequento il paese. Incampagna mi ci reco volentieri perché amo ammirare insilenzio le meraviglie ed i segreti della natura, di questamadre generosa che accoglie in sé tutte le specie viventi eche il Boccaccio definiva “madre e operatrice di tutte lecose”, mentre un altro poeta – Vincenzo Monti – la descri-veva come “candida figlia della mente di Dio”.È così che da pensionato mi sono innamorato della terrae del piccolo orto che coltivo, anche con le mie nudemani, per il gusto di portare in tavola frutta e verdura fre-sca di stagione.Ma non è di questo che ti volevo parlare, bensì di un pa-trimonio storico comunale andato in disuso, il cui recu-pero immediato dovrebbe stare a cuore ed essere invocatoa gran voce dai cittadini di tutte le categorie sociali, senzaalcun se e senza alcun ma.La premessa che te ne ho fatto mi è solo servita ad intro-durre esplicitamente questo specifico argomento, e perdirti quando, dove e perché si è fatta strada in me l’idea discriverti questa lettera. Intanto, consentimi l’approccioconfidenziale col quale ti rivolgo la parola, ma che nullatoglie al rispetto che ti è dovuto per la carica che ricopri eper la funzione che svolgi.L’idea mi è nata nel pomeriggio di sabato 27 luglio 2013,nel mentre me ne stavo seduto per caso, tutto solo, su unapanchina pubblica di fronte al vecchio Municipio, aquell’edificio imponente che si erge maestoso sulla suabalaustra e di cui conservo tuttora cara la memoria di quelche fù e di ciò che esso ha rappresentato simbolicamentenella storia lunga e travagliata di questo paese, ancora finoa qualche decennio fa.Seduto dunque su quella panchina, la mia prima spiace-vole sorpresa è stata quella di non vedere più rondini svo-lazzare nel cielo, al contrario delle moltitudini che nellepassate stagioni, specie sul far della sera, a stuoli garrivanofestose sui tetti delle case e intorno ai campanili dellechiese. Poi, spaziando più in là con la vista, l’attenzionemi si è posata e concentrata sul vecchio glorioso Palazzocomunale, un tempo sede municipale, ridotto ormai adun rudere, consunto in tutta la sua massiccia strutturamonumentale. E mi chiedevo come mai sia potuto acca-dere una cosa del genere addirittura in un tempo in cuinon sono affatto mancate risorse finanziare pubbliche,messe dallo Stato a disposizione anche dei Comuni chene avessero fatto motivata richiesta.Ve ne sono altri in Cagnano di edifici pubblici abbando-nati e fatti andare in disuso, un tempo spazi vitali costruitiper favorire le attività e l’economia del luogo. Ne sono unesempio il centralissimo mercato coperto e l’ex macellocomunale. Però l’abbandono del Vecchio Municipio è undato di fatto ben più grave in quanto il suo declino, piùche il tramonto di un’era, configura il tramonto di una cul-tura a significare che, insieme a lui, una intera comunitàstà morendo, la nostra.E poiché un siffatto giudizio trova conferma nelle precariecondizioni socio economiche, oltre che morali, in cuiversa attualmente il paese, spetta a noi cittadini viventi,soprattutto alle giovani generazioni, linfa vitale, scongiu-rare l’incombente pericolo di un definitivo collasso dellacittadinanza e delle istituzioni .

A me personalmente, nel vederlo così malridotto, ha fattovenire in mente i seguenti versi sciolti sgorgati dalla venapoetica del Monti nel momento in cui Egli osserva sulvolto dell’uomo decaduto le tracce dell’antica sua gran-dezza: “Eppur sul volto le reliquie e l’ormefra il turbo degli affetti e la rapinaserbi pur anco dell’antiche forme.Ancor dell’alta origine divinai sacri segni riconosco, ancorasei bello e grande nella tua rovina.Qual’ardua antica mole, a cui talorala folgore del cielo il fianco scuotaod il tempo che tutto urta e divora,piena di solchi ma pur salda ed immotastassi, e d’offese e danni carca aspettaun nemico maggior che la percota”Ho trascritto volutamente questi versi perché credo cheben si adattino alle attuali condizioni di degrado in cui sitrova oggi il nostro ex Palazzo municipale. Intanto era so-praggiunta la sera, e mentre stavo dando un’ultima oc-chiata a quel che resta di finestre e balconi delle duefacciate esterne, quand’ecco che il Grande Vecchio Muni-cipio mi rivolge questo monito, foriero di un cattivo pre-sagio:“Qui dov’io m’assidoe coll’aura che passa mi lamento,del nulla tornerà l’ombra ed il silenzio”Di rimando, come in un dialogo segreto, gli rispondo:NO, caro Vecchio Municipio di casa nostra, il presagio tri-ste che paventi faremo in modo che mai s’avveri, quindiper te non ci sarà oblio; il tuo passato, che ci appartiene,non rimarrà sterile memoria; il tuo passato niente e nes-suno ce lo potrà sopprimere, perché la tua RESURRE-ZIONE è la magnanima speranza che accomuna tutto ilpopolo di Cagnano. E inoltre, perché ci lega a te un realee nativo affetto di amore e di dolore.Sì, è vero, tu non hai e non puoi avere la notorietà di SantaCroce in Firenze, divenuta famosa nel mondo perché “inun tempio accolte serba l’Itale glorie”, da Machiavelli a Mi-chelangelo, a Galileo e allo stesso Vittorio Alfieri che a queimarmi andava spesso ad ispirarsi. Ma per noi cagnanesitu sei ugualmente importante, rappresenti il massimo delnostro patrimonio storico, perché è dentro le mura delletue solide pareti, in quelle tue stanze ampie e luminose,dove l’eco di antiche ed animate discussioni risuona an-cora alto, che amministratori comunali, podestà, commis-sari straordinari e sindaci delle varie epoche hanno scrittofaticosamente, nel bene e nel male, la storia di Cagnano ecioè la storia di tutti noi popolo cagnanese.Sono dunque queste, caro Sindaco, le ragioni ideali chemi hanno spinto a scriverti questa lunga lettera per solle-citare codesta amministrazione civica a mettere subito incantiere un piano di restauro per il pieno recupero delloStorico Edificio prima ancora che l’usura del tempo e lafuria dei venti, che su di esso imperversano impietosi, vispazzino via fin le rovine.Con questa speranza nel cuore, sicuro della tua sensibilità,ti porgo cordiali saluti

Francesco D’AUGELLOEx consigliere comunale

C. Brigida & L.A. Cicilano Snc

Agenzia Generale

Via della Croce, 1 - Manfredonia

tel.0884 58376 fax 0884 516351

Ispettorato Agenziale

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Palazzetto dello Sport:la maledizione è finita?

copertinaQUESTIONI INFINITE

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di EMANUELE SANZONE

‘Benvenuti a Cagnano Varano’ si leggesull’insegna che campeggia su via AldoMoro, che dalla superstrada, passato ilcamposanto, conduce in direzioneChiesa San Francesco. Lo sguardo poisi posa sulla sinistra, prima della stradaper Capoiale. Eccolo lì il Palazzettodello Sport, imponente e fragile allostesso tempo, come un gigante buonoche da tempo immemore ha smesso dilottare. O che magari non ha mai ini-ziato a farlo. La maggior parte dei ca-gnanesi dentro non sa com’è fatto, selo solo immagina. I vandali che neglianni l’hanno invece lo conosconomolto bene, dalle porte divelte fino alleimmondizie varie sparse qua e là. Perfortuna qualcosa potrebbe cambiare,anzi è ormai notizia: la Provincia ha fi-nalmente deciso di prendere il toro perle corna e appaltare i lavori di “recu-pero funzionale della palestra e del-l’area di pertinenza da annettere alLiceo Classico De Rogatis di CagnanoVarano”, come titola il progetto. Ma an-diamo per ordine.

Le origini

Ricordate i Mondiali di Calcio svoltosiin Italia nel 1990? La Nazionale Italianasi classificò al terzo posto dopo una se-mifinale con l’Argentina che ci videprima in pareggio (grazie al gol diSchillaci) e poi, dopo un estenuantematch, perdenti ai rigori con gli erroridi Donadoni e Serena. In quell’anno, inoccasione del più grande appunta-mento calcistico del pianeta, il governoguidato da Bettino Craxi con il decreto-legge 3 gennaio 1987, n. 2, aveva varatomisure urgenti per la costruzione ol'ammodernamento di impianti spor-tivi, per la realizzazione o completa-mento di strutture sportive di base eper l'utilizzazione dei finanziamentiaggiuntivi a favore delle attività di in-teresse turistico. Si autorizza “la spesadi dieci miliardi, trenta miliardi e trentamiliardi di lire, rispettivamente negli

anni 1987, 1988 e 1989, per la conces-sione di contributi in conto capitale aicomuni in cui si realizzano interventi”.Nel 1987 il Comune di Cagnano, sfrut-tando quindi questo filone di finanzia-menti per l’impiantistica sportiva,propone il progetto che viene subitobocciato. L’anno successivo, con unanuova amministrazione, con alcunemodifiche al progetto iniziale, l’ideaviene finanziata. L’importo è di 3 mi-liardi 650 milioni di lire (circa 1 milione800mila euro attuali), il primo stralcioè di un miliardo e 100 milioni di lire eviene cantierizzato nel 1994. Il secondostralcio non verrà mai avviato. In se-guito, a spese del comune, vengonorealizzati altri interventi (come l’into-naco esterno). Il Comune di Cagnano, per evitare chel’opera restasse inutilizzata e nellostesso tempo consentire alla scuola su-periore che nel frattempo era sortanelle vicinanze lo svolgimento dell’at-tività didattiche ginnico - sportive, conla nota n.4931 del 29 giugno 2006,esprime la volontà di cedere in como-dato d’uso alla Provincia la strutturasportiva nello stato di fatto in cui si tro-vava, prevedendo a carico della Provin-cia l’onere delle necessarie spese diripristino, utilizzando i fondi già desti-nati alla costruzione di una nuova pa-lestra per il Liceo De Rogatis.“Il finanziamento complessivo (ini-ziale)– aveva dichiarato a Schiamazzinel 2007 il tecnico comunale AntonioDi Nauta - non è stato dato tutto in-sieme ma si è avuto per stralci e questoha comportato la dilazione del tempo:non è stato costruito nei tempi previstima c’è stato bisogno di più tempo, ineffetti. Poi per poter utilizzare un operapubblica c’è bisogno che essa sia com-pletata e collaudata. In verità si volevadare una sistemata veloce all’esterno,per evitare che i giovani che si recavanoal palazzetto dello sport potessero im-battersi in chiodi arrugginiti o roba diquesto genere perché l’esterno non eraancora completato. Si stava pensando

di sistemare con un largo massetto, unviale che guidasse i giovani dalla stataleall’ingresso del palazzetto evitando chequesti si ferissero. Mentre stavamo re-perendo questi fondi abbiamo visto losfacelo. Abbiamo chiesto alla Provin-cia se al posto di creare una nuovastruttura sportiva, può utilizzare questifondi per il palazzetto in cambio dellagestione dell’edificio durante le ore an-timeridiane in modo tale da riservarela struttura durante le ore pomeridianealle associazioni e a iniziative sportivee culturali del nostro paese. Stiamo,dunque, aspettando i finanziamentidalla provincia per poter avviare i la-vori di manutenzione e riparare idanni”. Questa era la situazione del2007, sei anni fa. Un anno e mezzo dopo, esattamente il9 dicembre 2008, il consiglio provin-ciale con una delibera (la n. 526), di-spone l’acquisizione dal Comune delpalazzetto e approva il progetto di re-cupero della struttura per un importodi 500mila euro, con un mutuo pressola Cassa Depositi e Prestiti.Dopo un silenzio totale di cinque anni,si arriva quindi al 2013, quando la de-libera di giunta provinciale n. 77 del 15marzo di fatto apre le procedure per ilbando di gara sul palazzetto che vienepubblicato ad agosto. Nel frattempo, l’opera dei vandali nonsi arresta, anzi, complice la mancata vi-gilanza della struttura, provoca nuovidanni, come riferiscono i progettisti.

Lo stato attuale

Sono i progettisti Denise Decembrinoe Paolo Argentino ha darci una precisae amara fotografia dello stato di fattodel nostro palazzetto: “La palestra, in-compiuta, è rimasta per lungo tempoalla mercé di vandali che non si sonofatti scrupolo di apportare il massimodanno possibile. Si è appiccato il fuocoin più punti e in momenti diversi uti-lizzando quale materiale da ardere leporte interne (in tamburato) una voltadivelte. L’azione vandalica è riuscita

anche a deformare le porteREI presenti nella struttura.Delle linee elettriche non c’èrimasto che il sottotraccia;in qualche punto sono visi-bili dei cavi residui. Tutte lelampade (tranne quelle delcorpo palestra), gli interrut-tori, le prese e quant’altroasportabile è sparito. Comesono spariti tutti i compo-nenti dei quadri elettrici e,talvolta, i quadri interi.L’impianto di riscaldamentoha resistito. Ma non il bru-ciatore della caldaia (presu-mibilmente a gasolio) che èscomparso.Fortemente danneggiati ri-sultano tutti gli infissiesterni per i quali c’è da ri-scontrare il cattivo funzio-namento degli arganelli dicomando delle tapparelle,l’avvenuta asportazione diante da gran parte degli in-fissi; a molti è stato datofuoco con gravi danni ancheper gli interni; molti sonodeformati dalla più totale ir-razionalità.Le porte interne, comedetto, sono state usate comecomburente, e quelle rispar-miate sono state sfondate acalci.Elevato il livello di inquina-mento ambientale: i primiaccessi ci hanno posto difronte ad una cloaca a cieloaperto. L’ultimo di questi ac-cessi, effettuato dopo una,per quanto possibile, puliziagenerale ci ha presentato unanalogo scenario con l’ag-giunta di montagne di profi-lattici utilizzati in ‘romantici’appuntamenti.Non tutti i sanitari sonosalvi, molti gli accessori rottio mancanti.Per quanto riguarda gliesterni, sui quali mai alcunintervento (se non per leopere di sbancamento ne-cessarie) è stato realizzato,c’è da rilevare che la quotapavimento della palestra è aldi sopra della quota campa-gna di una misura variabiledai 20 cm agli 80 cm; per-tanto si rende necessario in-nalzare il piano campagna alfine di garantire il libero de-

flusso attraverso le uscite disicurezza (attualmente 8 perla sola palestra: certamentesovrabbondanti).”

Gli interventi previsti

Il progetto appaltato dallaProvincia prevede il ripri-stino funzionale che se-condo i due tecnici curatoridel progetto “è abbastanzacomplicato alla luce della si-tuazione riscontrata”.“Di certo – continuano i pro-gettisti- il rifacimento degliimpianti, i cui schemi non èstato facile ricostruire, è lacosa che richiederà un con-trollo contestuale alla lororealizzazione.

Gli interventi da attuaresono la disinfestazione ge-nerale, la sostituzione par-ziale degli infissi esterni e ditutte le vetrate, il rifaci-mento di tutte le porte in-terne, gli interventi sugliintonaci, la sostituzionedelle porte per le uscite di si-curezza e la contemporaneariduzione del numero conchiusura di alcune delle esi-stenti, l’integrazione dei sa-nitari e degli accessori,l’intervento di ripristinodella pavimentazione dellapalestra, il rifacimento degliimpianti elettrici (cercandodi riutilizzare il sottotracciaesistente), la verifica degli

impianti idrici e le sistema-zioni esterne”. Mica poco. Aquesto si aggiungono gli al-lacci alla rete dei serviziesterni, tranne che per lafogna, che è già allacciata.Che sia la volta buona? Aquanto pare sì. Incrociandole dita speriamo che l’annonuovo ci porti questo bel re-galo, perché, come affer-mava il recentementescomparso Nelson Man-dela, artefice della lotta con-tro le discriminazionirazziali in Sudafrica, in findei conti il riscatto passaanche dallo sport.

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di TOMMASO STEFANIA

Nei giorni 14 e 15 di-cembre 2013, nell’aulamagna del Liceo Lin-guistico e Psicopeda-gogico di CagnanoVarano , si è tenuto ilconvegno (workshopinformativo) su “L’in-tervento riabilitativoin bambini e adole-scenti con autismo inaccordo con le lineeguida dell’Istituto Su-periore della Sanità”.Come già il titolo in-troduce il protagonista èstato il bambino/ragazzoautistico e i possibili inter-venti da applicare e/o giàapplicati in ambito scola-stico ed extra. L’obiettivodel workshop è stato quellodi informare, e quindi ren-dere noto, il problema dellacondizione di un individuoautistico all’interno dellasocietà e dei luoghi pub-blici, tra i quali la scuola, edi far apprendere (o al-meno annunciare), inbreve, le varie tecniche diriabilitazione applicabiliper migliorare i fenomeniautistici. Il workshop informativo èstato moderato da MicheleScirocco, padre di una per-sona con autismo. Il signorMichele ha introdotto, ingenerale, il tema dell’auti-smo, di come si manifestanell’individuo, dell’esi-stenza di varie tipologie,chiarendo in molti casi ilsuo punto di vista “parti-giano” sulla questionedell’autismo e degli ostacolidella nostra società. E’ statoinoltre affermato che la ri-cerca scientifica e la societàstessa hanno fatto grandipassi avanti negli ultimi

anni nei confronti dellepersone affette d disabilità.L’ autismo, a differenza dicome molti credono, non èuna malattia curabile conmedicinali, ma bensì unaparticolare condizione psi-cologica che va affrontataattraverso metodologie diapprendimento e di analisi

comportamentale del ra-gazzo. Inoltre Michele haparagonato la persona, au-tistica e non, a un “iceberg”,con la punta fuori dall’ac-qua, che in minori propor-zioni rappresenta ciò che simanifesta attraverso i sensie i movimenti del corpo, e ilpeso di enormi proporzioni

di massa ghiacciata, cheognuno porta dentro di sé eche non è visibile all’occhioumano.La parte centrale e gli argo-menti del workshop sonostati spiegati in modo bril-lante ed esauriente dalledottoresse Rachele Casca-villa, Vincenza Cascavilla eFederica Martino del centroABACO di San Giovanni Ro-tondo, laureate in Psicolo-gia con master di II livelloin analisi applicata al com-portamento, Università diParma. A turno hanno illu-strato il lavoro che lorosvolgono con i bambini conautismo, illustrando: lelinee guida dell’ISS, il signi-ficato dell’ABA (Applied Be-havior Analysis) ed iprincipi basilari quali rin-forzo, punizione ed estin-zione, analisi funzionale delcomportamento ABC, letecnologie educative appli-cabili a scuola, la presa incarico e le certificazioni in-ternazionali. Questi argo-menti sono stati trattati conil decoro di dibattiti forma-tivi con gli auditori, esempied esercizi svolti con il pub-blico.Al convegno si sono ag-giunti gli interventi del dott.

AUTISMO: linee guida tra responsabilità e sensibilità

associazionismo & scuolaL’INIZIATIVA

www.schiamazzi.org8 | S

L’autismo è fondamentalmente una forma partico-

lare di situarsi nel mondo e, per lo tanto, di co-

struirsi una realtà. Associato o non a delle cause

organiche, l’autismo è riconoscibile dai sintomi che

impediscono o pongono delle serie difficoltà al bam-

bino nel suo processo di entrata nel linguaggio, nella

comunicazione e nel vincolo sociale. Le stereotipie,

le ecolalie, l’assenza di linguaggio, i soliloqui, l’ag-

gressività rivolta su di sé, l’insensibilità al dolore o

l’assenza di sensazione del pericolo sono alcuni dei

sintomi che mostrano l’isolamento del bambino o

dell’adulto dal mondo che lo circonda e la sua ten-

denza a bastarci a sé stesso. I principali sintomi

sono: Isolamento dal mondo esterno e rifiuto del

contatto con gli altri (tanto al livello della voce

come dello sguardo), disturbi di linguaggio che pos-

sono variare da una assenza totale della parola ad

un chiacchierio incomprensibile, un soliloquio o un

modo di parlare che non entra in un dialogo e nem-

meno si dirige a qualcuno, assenza di interazione

con gli altri, assenza di gioco simbolico, stereotipie,

rituali, timore ai cambiamenti e insistenza nel man-

tenere un’immobilità di tutto ciò che lo circonda.

MEMO

Giuseppe De Sabato, Diri-gente Ufficio ScolasticoProvinciale, della prof.ssaPalma De Simone, Asses-sore ai Servizi Sociali delComune di Cagnano Va-rano e di Dino di Tullio, Se-gretario Nazionale delSindacato SFIDA. De Sa-bato, attraverso relative dia-positive, ha illustrato i varipiani attuati a livello scola-stico negli ultimi anni el’organico di sostegno, coni relativi rapporti percen-tuali e i vari gradi di soste-gno. La prof.ssa De Simoneha evidenziato la difficoltàdi integrazione scolastica esociale dei ragazzi con auti-

smo e dell’utilizzo correttodelle risorse disponibili.L’assessore ha inoltre spie-gato il valore della “catena”per un autistico, indispen-sabile all’integrazione, for-mata da professori,famiglia, amici, professoridi sostegno e tutti coloro acontatto con il ragazzo,nella quale basta un anelloche si rompe e la catena sispezza. Ha inoltre auguratoa tutti i presenti un buon la-voro, attraverso corsi di for-mazione e quant’altro, nelraggiungimento di stradeutili agli obiettivi del conve-gno stesso. Infine il sig.Dino Di Tullio ha spiegato

in cosa consiste e gli obiet-tivi del sindacato SFIDA,annunciando una sfida al-l’assegnazione di responsa-bilità e all’assunzione difigure preposte nell’ambitodella disabilità. Ha, inoltre,ribadito più volte la man-canza e l’importanza digruppi di lavoro GLHO(Gruppo di lavoro per l’-handicap operativo) nelterritorio.Per concludere, a mio av-viso, questo workshop èstato molto utile sia livelloformativo, sia per la crescitasociale. L’esperienza a voltesi acquisisce attraverso ildialogo e il dibattito con

altre persone. La partecipa-zione a convegni di questotipo dovrebbe interessaretutti, perché la convivenzaè una qualità che solol’uomo può vantare di co-noscere. E ammettendoquesto tipo di sapere biso-gna prendere atto di realtàa molti “estranee”, ma vi-cine e presenti nella quoti-dianità. Abbracciare questarealtà, e conoscere e stabi-lire le modalità di approc-cio all’individuo conautismo o altre disabilità, èuno dei più importanti ali-menti di crescita per la no-stra società, spesso “adigiuno”.

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“Il mio pensiero corre alle famiglie dei nostri cari ragazzi, a loro l’invito a non arrendersi, a non restare

in silenzio, a trovare forza per rivendicare, TUTTI INSIEME, a gran voce il DIRITTO all’istruzione, alla ria-

bilitazione, all’inserimento lavorativo, alla pensione, alla mobilità, alla vita indipendente, al dopo di noi

e con noi e tanto altro ancora, e a non perdere la speranza, quella speranza di poter costruire per i nostri

figli un futuro che trascenda da logiche ragionieristiche e che consideri i nostri figli persone con pari diritti

e pari dignità. La Società potrebbe cambiare veramente solo con il tuo concreto impegno… non con la tua

indifferenza…”

Dino DI TULLIO

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Auguri da...Auguri da...

di FEDERICA CARBONELLI

“Amare si può… anzi sideve”, questo è il titolo cheesprime al meglio il nuovoprogetto di salute che hacome scopo l’educazioneall’affettività di ragazzi maanche di adulti. Si tratta diun progetto formato dacinque incontri svolti tuttinell’aula magna dell’Isti-tuto De Rogatis - Fioritto diCagnano Varano. Nel primo di questi incontri“Amore… cioè?” tenutosigiovedì 28 novembre 2013,il relatore, Don SalvatoreMiscio, ha spiegato e ap-profondito il valore di esal-tare il desiderio di amare edessere amati. La personache ci ama è colui che saapprezzare gli aspetti posi-tivi e negativi di noi e chenon si sofferma solo sul-l’aspetto fisico, perché intal caso, si tratterebbe solo

di at-t r a -z i o n efisica; èque l l ap e r -s o n ache cicapiscedentro,è quelp e z z od’inca-s t r operfetto della nostra metàmancante, la persona checi completa, colei alla qualepiù stai vicino più ti sentiunico.L’incontro è stato appro-fondito da due canzoni cheesprimono in maniera ade-guata ciò di cui si è parlato,“L’anima vola” di Elisa e“Hey Dio” di Nek.Nel secondo incontro“Quando sarai grande”, te-nutosi giovedì 5 dicembre

2013, lado t t o -r e s s aMarinaM a n -gano siè sof-fermatam a g -g i o r -men t es u l -l ’ a m -b i t o

psicologico di questo argo-mento e precisamente sullamaturità affettiva: spessouna maturità fisiologicanon è accompagnata dauna maturità psicologica.La psicologia dell’uomo edella donna differisce perquanto riguarda l’approc-cio all’altro e in particolarea qualcuno che “ci piace”.L’incontro è stato integratoda diversi estratti di filmche trattavano l’argomento

in oggetto.Nel terzo incontro “Come èfatto l’amore” del 10 dicem-bre 2013, la dottoressaLucia Miglionico ha trat-tato questo argomento piùsul piano fisiologico, par-lando dei diversi cambia-menti che si riscontranonel ragazzo e nella ragazzanel periodo dello sviluppo,in particolare sull’originedella vita e quindi sulla fe-condazione.Questi tre incontri erano ri-volti principalmente ai gio-vani, mentre i prossimi dueincontri che si terranno:martedì 21 gennaio 2014,alle ore 18,00 - “La nostalgiadel padre” con il prof. Mi-chele Illiceto e, martedì 28gennaio, ore 18,00 “Solino!” con la dottoressa Mi-chela Nardella, saranno ri-volti ai giovani e agli adulti.

pianeta scuola SCHIAMAZZI SOCIALSOCIAL

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Amare si può, anzi si deve!

di ALESSANDRO STEFANIA

Potrebbe nascere a Ca-gnano" La Casa della Sa-lute", si tratta di unPoliambulatorio, dove i cit-tadini potranno essere rice-vuti dai medici di base eusufruire anche di maggioriservizi come visite speciali-stiche. Un'idea della Provin-cia e Asl che hanno vistoCagnano paese adatto perrealizzare ciò. Dove sarà co-struito l'edificio? Premet-tendo che l'idea non è stataancora approvata, il Co-mune di Cagnano vorrebbefarlo nascere nell'attualeIstituto De Rogatis - Fiorittod’indirizzo Linguistico e Pe-dagogico, utilizzando alcunedelle aule rimaste vuote einutilizzate. Aldilà di tuttocome idea dovrebbe avereun vantaggio per il nostropaese, ma la domanda cheaffiora nelle menti dei citta-dini è: potranno mai coesi-stere liceo epoliambulatorio? Il comune,ovviamente, difende la suaidea, anche perché l'edificiodel liceo è gestito dalla pro-vincia, stessa ideatrice delprogetto. Le idee dei citta-dini sono distinte, come tra

gli studenti,nei quali af-fiora un gene-rale dissensopoiché nona c c e t t a n ol'idea di ve-dere mischiatidue ambitidifferenti, sa-lute e scuola evedersi la pos-sibilità della creazione di unnuovo indirizzo in futuronegata. Per quanto possibilesi è mobilitato anche il pre-side del liceo, contrario allacreazione dell'ambulatorionella "sua" scuola, inviandouna richiesta di approva-zione dell'aggiunta di unliceo professionale nellostesso edificio.A far discutere,dunque, nonè l’idea in sé per sé ma illuogo. Infatti, che una Casadella Salute porterebbe van-taggi al paese tutti sonod’accordo, maggioranza,opposizione e medici. Claudio Costanzucci, consi-gliere di minoranza, inun’intervista a L’Attacco so-stiene che “Importare laCasa della Salute in quel-l’edificio sarebbe sbagliatoper ovvi motivi. Innanzi-

tutto, com-primere leattività di-dattiche inuna sola alasignifiche-rebbe sacri-ficare icostosi la-boratori rea-lizzati pocotempo fa

grazie a fondi dell’UnioneEuropea; inoltre, per unascuola che punta ad am-pliare la sua offerta forma-tiva da anni chiedendo dipoter inserire anche l’indi-rizzo Professionale, ciò rap-presenta un controsensopalese. E poi nonostante leprecauzioni tecniche che sipossono adottare, rimane lacommistione di una strut-tura sanitaria con una scola-stica. Mi chiedo se i genitorisiano tranquilli sapendo chedall’altra parte del murodove si trova il proprio figlio,si stanno svolgendo degliesami medici”. Non si è fatta attendere la ri-sposta su Facebook del vice-sindaco Michele Di Pumpo:“Prima di tutto viene la tu-tela dell'Istituto compren-sivo e di future iscrizioni; in

secondo luogo, il servizioSert rimarrà dove si trovaadesso, così come il 118, enei locali dove sorgerà laCasa della Salute ci sarannoservizi per i cittadini di Ca-gnano e tutto il distretto diVico: medicina di base, ser-vizio CUP con prenotazionetelematica verso gli ospedaliprovinciali, analisi varie especialistiche. Nella Casadella Salute non ci sarannoreparti per le malattie infet-tive, nessun Sert o altri studimedici che trattano malattieparticolari, la struttura sani-taria sarebbe divisa dall’isti-tuto comprensivo da muriche non permetteranno inalcun modo la commistionetra scuola e Casa della Sa-lute.”.Ma in cosa consisterà questaCasa della Salute? È un po-liambulatorio con uno stu-dio per i prelievi, una sederadiologica, diverse visitespecialistiche e un CUP perprenotare le visite nelle variestrutture. Secondo i medicidi famiglia cagnanesi un“conto è dire no a priori, unaltro è cercare di trovare unasoluzione che metta d’ac-cordo tutti, magari indivi-duando un altro stabile”.

La Casa della Salute fa già discutere

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di FRANCESCA MOLINARO

Potrebbe Nelle ultime settimane siè aperto il dibattito sulla destina-zione di alcune aree del liceo a casadella salute.Mentre si discute di questo aspetto,io voglio soffermarmi in modo par-ticolare sul rapporto che intercorretra scuola e sanità e sul concetto disalute nelle scuole. Infatti, negli ultimi anni il concettodi salute ha subito delle radicali tra-sformazioni: nel 1948 l’ Organizza-zione Mondiale della Sanità,definiva la salute come “uno stato dicompleto benessere, fisico, mentalee sociale, e non semplicemente l’as-senza di malattie o infermità.” In altre parole la salute viene intesacome benessere non solo in campobio-medico ma anche in ambitopsico-emozionale e socio-culturale.La salute quindi, si presenta anchecome un bene propositivo di finalitàeducative. Di fatto l’aumento dellemalattie dovute a condizioni am-bientali non idonee e/o a comporta-menti scelti volontariamente,richiede una consapevolezza indivi-duale e collettiva, che trova nell’edu-cazione alla salute un valido einsostituibile strumento utile a favo-rire tale consapevolezza.La richiesta da parte delle persone diinformazioni sempre più completesui loro problemi di salute durantetutto il ciclo vitale, accentua il biso-gno che in ogni incontro infermiere-paziente siano svolte attività dipromozione della salute.Il concetto di educazione alla saluteè già da tempo al centro di un ampiodibattito che coinvolge il rapportotra sfera della salute e sfera educa-tiva, e chiama direttamente in causa,quindi, l’attività educativa svoltadall’ambiente scolastico e familiare.La scuola, come organo preposto adeducare oltre che formare, ha ilcompito di contribuire alla presa dicoscienza da parte di tutti, e dei suoialunni in particolare, dell’impor-tanza del valore salute e di orientareverso scelte e comportamenti ade-guati.La scuola inoltre, rappresenta lasede più idonea a veicolare messaggifavorevoli per la salute; è il luogo incui si formano le coscienze e si inse-gna l’educazione alla solidarietà at-tiva, dimensioni essenziali dellapersona.L’obiettivo educativo dell’ordina-

mento scolastico, è quello di offrireai giovani l’opportunità di essereprotagonisti di interventi in grado dimigliorare la qualità della vita scola-stica e non solo, così da favorire l’ef-fettiva maturazione dellepotenzialità di ciascuno studente ele capacità di fare scelte volte al pro-prio equilibrio psico-fisico.

Educare alla salute nella scuola nonsignifica creare una nuova materiad’insegnamento in grado di trasmet-tere conoscenze sanitarie e scienti-fiche, ma significa offrire un insiemedi opportunità volte a realizzarenuove esperienze, acquisire nuoveconoscenze, riflettere e confrontareil sapere acquisito con la propria re-altà personale e sociale. per svolgerela sua funzione la scuola può attuarestrategie diverse.Una possibile strategia d’interventoè quella improntata sull’insegna-mento dei contenuti relativi all’argo-mento “salute”, Su basi di rilevanzascientifica e didattica, anche se que-sta metodologia presenta dei limiti:senza una solida cultura della saluteè difficile integrare questo argo-mento nei programmi scolastici.Sembra più efficace,invece, l’appro-fondimento di temi specifici all’in-terno delle materie, individuando icontenuti rilevanti per ciascuna fa-

ESEMPI DI ATTIVITÀ:• distribuzione gratuita, previa collaborazione con produttori lo-cali, di frutta da consumare come spuntino di metà mattina o afine pranzo • ampia disponibilità di scelta di frutta e di verdura proposta almomento del pasto • visione di filmati, cartoni animati sul tema da utilizzare per rin-forzare i messaggi educativi • creare opportunità per sviluppare scelte alimentari consapevoliattraverso l’esperienza diretta di assaggio e preparazione dipiatti.

METODO: • proporre l’assaggio di frutta e verdura per curiosità/esperienzadi nuovi gusti, sapori e non perché “fa bene alla salute”: il bam-bino non è in grado di comprendere questo concetto nè il suo va-lore • incoraggiare l’assaggio formulando messaggi credibili, rilevantiper il bambino quale membro del gruppo-classe e incoraggiando inlui l’imitazione di modelli di riferimento • fornire ai bambini messaggi di rinforzo minimi e chiari successi-vamente all’assaggio e all’eventuale espressione personale in me-rito al gusto dell’alimento • promuovere l’imitazione e l’osservazione di comportamenti cor-retti ricompensati e attuati da pari o da bambini di poco piùgrandi • adottare un approccio multicomponente utile a garantire conti-nuità alle azioni attivate nel contesto scuola • inserire l’educazione alimentare nel programma formativo sco-lastico • progettare l’intervento sulla base di un modello teorico di cam-biamento del comportamento. Il modello di riferimento è daesplicitare, motivandone la scelta • descrivere e rimodulare in corso d’opera, se necessario, unpiano di valutazione del gradimento da parte dei bambini, delprocesso delle attività e dei risultati raggiunti; il piano di valuta-zione dovrebbe comprendere l’elenco degli strumenti di verificavalidi e di semplice utilizzo • coinvolgere le famiglie, la comunità locale e i decisori locali perl’adozione di politiche di sostegno per una corretta alimentazionenella scuola.

Salute e sociale: la scuola in…forma ! benessere ed educazione: due facce della stessa medaglia

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scia d’età con collegamenti utili edinteressanti per gli studenti e coin-volgendo una figura professionalesanitaria che abbia le competenzenecessarie (Medici,Infermieri, etc).Occorre però coinvolgere in ogni de-cisione i ragazzi, gli organi collegiali,gli ambiti extrascolastici e le fami-glie, magari con la partecipazionedei genitori:la famiglia arricchisce ecompleta il lavoro dell’educatore erende l’intera famiglia sensibile e at-tenta a questo tipo di problemati-che.Con il benessere economico sonosorte nuove patologie un tempo sco-nosciute causate dall’uso di so-stanze stupefacenti, dall’abuso dialcool e di tabacco e conseguenti acomportamenti del soggetto. L’edu-cazione diventa un valido strumentodi correzione e di cambiamento. At-traverso il sapere si possono indi-care comportamenti coerenti conun modello di vita ispirato al benes-sere globale della persona.È importante sapere che tutto que-sto non è solo un utopia, un esem-pio è dato dall’originale progetto“Festa della Salute” dell’Istitutocomprensivo Nicola D’Apolito dal ti-tolo “In forma con Frutta, Verdura eSport”. Questo progetto è nato persensibilizzare gli alunni ad aumen-tare il consumo di frutta e verduraed adottare uno stile di vita sano ef-fettuando attività fisica in maniera

adeguata. Per raggiungere il tra-guardo gli insegnanti hanno attuatostrategie diverse a seconda dell’etàdei bambini, ma tutte avevano ilmedesimo scopo, cioè quello di fa-vorire il consumo di frutta e verduranella scuola e a casa, insegnare aibambini a gustare questi cibi e inco-raggiarli a sostituirli alla solita me-renda fatta con brioche panini edolci vari. Come verifica del pro-getto è stata fatta una manifesta-zione all’aperto negli spazi adiacentiall’Istituto il 06 Maggio 2011, che hacoinvolto alunni dell’Istituto e nonsolo, insegnanti, dirigente scolasticoe i genitori degli alunni che hannocontribuito e partecipato attiva-mente affinché la manifestazioneprendesse forma. Molto importanteanche accostare lo sport all’alimen-tazione in modo che i bambini capi-

scano il valore dell’attività fisica.Come dicevano i latini “Mens sanain corpore sano” è importante te-nere bene a mente questa frasecome punto di partenza per cercaredi continuare i progetti all’internodelle nostre scuole, non sofferman-doci solo sull’alimentazione, macercare di trattare anche altre tema-tiche altrettanto importanti per ibambini a quell’età.

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Lo scorso 15 dicembre nel-l’aula consiliare del Comunedi Cagnano sì è svolto un in-contro pubblico con il parla-mentare del MovimentoCinque Stelle GiuseppeD’Ambrosio, presidentedella Giunta per le Elezionidella Camera dei Deputati epromotore dell’interroga-zione parlamentare su SanNicola Imbuti. D’Ambrosioper l’occasione, ha rispostoai quesiti economici e poli-tici di carattere nazionale,chiarendo le posizioni dellanuova formazione politica.Legge elettorale, rapporticon il Pd, spending review

sono stati alcuni dei temisnocciolati nell’aula consi-liare del nostro municipio.“Bisogna ridare la parola aicittadini con una rappresen-tanza diretta” ha affermato ilparlamentare andriese pun-tando il dito contro gli “in-ciuci” della classe politica“vecchia” che siede in parla-mento. “Abolizione del fi-nanziamento ai partiti edelle province sono solomosse di facciata del Go-verno Letta”.

L’onorevole 5Stelle D’Ambrosio incontra i cittadini cagnanesi

timelineFATTI E PERSONAGGI

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Sono stati appaltati i lavoridi messa in sicurezza dellavecchia sede comunale. Ilprogetto, che porta la firmadell’architetto Giuseppe Co-lumpsi, mira alla rifunziona-lizzazione statica nonchéall’adeguamento sismico. Ilavori, finanziati dal Mini-stero dei Beni Culturali gra-zie al decreto “ValoreCultura” e dall’importo di750.000 euro , sono il primopasso almeno per salvare ilsalvabile. Allo stato attuale ilconvento francescano do-vrebbe diventare un museoe contenitore culturale, ma

c’è chi rivorrebbe lì il muni-cipio, come il vicesindacoMichele Di Pumpo che suFacebook rilancia: “adessoproporrò di riportare la sedecomunale li dove è semprestata , dove Cagnano hafatto la sua storia. Per lastruttura dove adesso è col-locata la sede comunale sa-rebbe giusto utilizzarla perfare un centro direzionalecon servizi alla popolazione,posta,associazioni, e tuttoquello che può venire daidee di tutti”.

Ex convento: il Ministero dei Beni Culturali finanzia la messa in sicurezza

Si è svolto a fine novembrepresso l’Istituto Compren-sivo ‘D’Apolito’ il primo tor-neo scolastico di Yu-Gi-Horiservato alle ultime classidella primaria e ai ragazzidella scuola segretaria ri-scuotendo una grande par-tecipazione“A scuola,durante la ricreazione- rac-conta il prof. GiuseppeGrossi- spesso i maschi dellemedie tirano fuori le lorocarte Yu-Gi-Oh e se le scam-biano, oppure organizzanopartite. Ho visto alunni conserie difficoltà in aritmeticafare al volo i calcoli necessariper contare i danni inflitti al-

l’avversario o i propri life-points. Altri, a cui risultaquasi sempre ostico com-prendere un brano di anto-logia, capire perfettamentele frasi, per me incompren-sibili, scritte con caratteriminuscoli sulle carte chespiegano gli effetti e i poteridi un mostro o di una cartamagia o trappola. Altri ricor-dare con naturalezza impos-sibili nomi di mostri tipo<<Thestalos il monarcadella tempesta di fuoco>>.”Un modo originale, in-somma, anche di fare didat-tica.

Successo per il torneo Yu Gi Ho all’istituto comprensivo “D’Apolito

L’Associazione ‘SCHIAMAZZIaugura Buone Feste

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a cura del dottor PASQUALE DE LUCASpecialista in Medicina InternaDirigente Medico UOC Cardiologia Clinica,d’Urgenza ed InterventisticaNuovo Ospedale “T. Masselli-Mascia” – SanSevero (FG)

Il diabete mellito (DM) rappresenta oggila più importante pandemia da affron-tare a livello planetario. La prevalenzadella malattia nel mondo è attesa in cre-scita dal 2.8% (171 milioni c.ca) nel 2000al 4.4% (366 milioni) nel 2030. Questaprevalenza aumenta ugualmente neipaesi sviluppati ed in quelli in via di svi-luppo. In Italia, i dati riportati nell’annuario sta-tistico ISTAT 2011 indicano che è diabe-tico il 4.9% degli italiani (5.0% delledonne e 4.7% degli uomini), pari a quasi3.000.000 di persone. La resistenza insulinica precede quasi in-variabilmente l’esordio del DM; di fattol’anormale glicoregolazione ad essa cor-relata corrisponde ad uno spettro di al-terazioni metaboliche che vannodall’incremento della glicemia a digiuno(impaired fasting glucose IFG), all’intol-leranza glucidica (impaired glucose tole-rance IGT), all’obesità (particolarmentequella centrale, addominale) quali stadiintermedi della condizione di diabete cli-nicamente manifesto. Tutte e tre questecondizioni di fatto aumentano di moltoil rischio di sviluppare il DM di tipo 2. I dati epidemiologici più recenti stimanoche la prevalenza dell’IFG e dell’IGT è tral’8% e il 12% della popolazione adulta.Quasi il 20% degli adulti di mezza età efino al 35% della popolazione di età piùavanzata in USA. Gli obesi dei paesiavanzati, negli anni 2000, rappresentanopiù di 350 milioni di persone, con preva-lenza dell’obesità nel 20% nella popola-zione globale con una drammaticaevidenza dell’incremento nella popola-zione infantile.Accanto all’obesità, la sindrome metabo-lica costituita dall’incremento della cir-conferenza addominale, associata abassa concentrazione plasmatica di co-lesterolo HDL, elevata pressione arte-riosa e a IGT è la condizione piùfrequente associata a DM. L’80% dei pa-zienti con DM di tipo 2 è obeso o sovrap-peso, obesità e sindrome metabolicasono legate all’iperinsulinemia e all’insu-linoresistenza. Entrambe queste condi-zioni sono indipendentementepredittive di eventi cardiovascolari av-versi, a partire dalla cardiopatia ische-mica e dalle sue complicanze.Il DM di tipo 1 e 2 è un fattore indipen-dente di rischio cardiovascolare aggra-vato nei due sessi configurando, ingenere, i quadri clinici più severi e difficilida trattare. Va sottolineato che la preva-lenza di cardiopatia ischemica nella po-polazione generale è dell’ordine del 2-4%

ma, tra i diabetici adulti, cresce sino al55%.La riconosciuta malignità delle sindromicardiache, renali e cerebrovascolari neidiabetici non è solo connessa al quadrodel danno vascolare più grave e diffuso,ma anche alla maggiore fragilità dei pa-renchimi coinvolti dal danno vascolareche presentano una minore resistenzaall’insulto ischemico in ragione dei feno-meni di maladattamento per l’alteratometabolismo del glucosio che compor-tano minore performance funzionale emaggiore vulnerabilità all’ischemia. Ingenerale, il paziente diabetico accumulaun maggiore carico di malattia su piùfronti e questo spiega la maggiore mor-talità del paziente diabetico per qualsiasitipologia di evento cardiovascolare parial doppio nell’uomo e 4-5 volte nelladonna.Il ruolo dell’iperglicemia – nel generare ildanno cardiovascolare – è comune-mente accettato ma rimane controversala via attraverso cui il danno si sviluppa,si consolida ed, infine, porta alla com-parsa di un fenotipo tardivo della malat-tia in cui interventi correttividell’iperglicemia, particolarmente insi-stenti, possono condurre ad esiti piùspesso negativi che positivi.In tutto questo, si è aggiunta di recente lasegnalazione che potenti farmaci comele statine, in grado di ridurre l’incidenzaprimaria di eventi cardiovascolari legatiall’ipercolesterolemia, particolarmentenella popolazione diabetica o più espo-sta al rischio di DM, sono molecole cheincrementerebbero il rischio del DMstesso e della perdita della memoria in-nescando il dibattito sull’opportunità diquesta terapia nel tempo.Stante la fragilità del paziente diabeticonelle fasi acute di malattia, il trattamentodella sindrome coronarica acuta apparecritico per l’incerto vantaggio offertodalle diverse tecniche di rivascolarizza-zione, proprio nel soggetto diabetico;pertanto, sempre più la scelta del modusoperandi – da parte del Cardiologo – ri-chiede una visione globale della malattiae della sua espressione nel pazienteprima di decidere quale soluzione sia

davvero più conveniente. In proposito, irisultati dello studio SYNTAX (Synergybetween PCI with Taxus and Cardiac Sur-gery) indicano che, nei diabetici con ma-lattia coronarica estesa ai tre ramiprincipali e/o alla porzione del troncocomune della coronaria sinistra, il by-pass offra una maggiore riduzione a se-guire degli eventi sfavorevoli e ciònonostante che l’angioplastica consentadi trattare lesioni sequenziali multiple,particolarmente frequenti in questi sog-getti.Ne consegue che la tecnica di rivascola-rizzazione da adottare in preferenza do-vrebbe essere il by-passaorto-coronarico, particolarmente inrapporto all’estensione dell’area ische-mica, con le eccezioni che derivano dalcontesto decisionale, mentre l’interventocon angioplastica dovrebbe essere riser-vato al paziente con STEMI (infarto delmiocardio ST-elevato), pur accettandoun esito mediamente meno favorevolerispetto al soggetto non diabetico.Proprio l’impiego di costose risorse dicura cardiologica, nel contesto di altre te-rapie specifiche per il diabete, non con-sente ancora risultati soddisfacenti inquanto la mortalità e morbilità riman-gono troppo elevate anche per la pre-senza delle comorbilità che siaccompagnano a livello renale, cerebralee vascolare.Il diabete apre dunque sfide che il Car-diologo non è sempre pronto a sostenereed a vincere. Molto dell’agire del Cardio-logo è condizionato da conoscenze econvinzioni superate dal progresso delladiabetologia moderna, mentre moltidegli attuali strumenti di cura cardiolo-gica non hanno inquadramento nel con-testo della cura del diabete, intesa anchecome trattamento della malattia cardio-vascolare di cui il diabete è, insieme, spiae agente patogeno.Il trattamento della malattia cardiova-scolare nel diabetico richiede una bendosata aggressività che deve essere di-retta con tempestività e cognizione dicausa verso il bersaglio appropriato. De-finire tempistica ed appropriatezza pergli interventi diagnostici e terapeutici di-viene la parte più complessa e faticosa daelaborare per il Medico Cardiologo o In-ternista, proprio quando le competenzesono multidisciplinari. Per questo, il dia-bete rappresenta la palestra “ideale” perabbinare all’esercizio della cardiologiaquello della medicina interna e, nel caso,dell’interventistica medica echirurgica:questa è l’ultima frontieradella Medicina Interna, oggi.

auguri a tutti Voi, affinchè possiate averesempre quella bontà di spirito che cir-conda il Natale e vivere serenamente ognimomento di questa splendida festache riaccende il desiderio di condividere edonare. Pasquale De Luca

Diabete e malattia cardiovascolare: il gatto e la volpe della moderna cardiologia

medicina e salute