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Sergio Sarra VarioA R T

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S e rg io S a r r a VarioART Cavalieri dell’ordine di San Sebastiano 2007, tempera acrilica su tavola, cm. 31,8 x 34,7 (Courtesy galleria Cesare Manzo, Roma - Pescara) foto Gino Di Paolo Da “Una corrispondenza sui fantasmi con Sergio Sarra” By “A corrispondence on phantoms with Sergio Sarra”, Nicolas Bourriaud, Roma, may 2007. Da “Scritture rumorose. L’estetica del vuoto di Sergio Sarra” By “Noisy writings, Sergio Sarra’s aesthetics of void” di Helga Marsala, Milano may 2008.

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Sarra organizza piccole sequenze visive, incorporee come suoni omogenei enon periodici, misteriose come simboli celesti, sciorinate come formule mate-matiche. Sono larghe distese acentriche assimilabili a scritture topologiche,porzioni di un volume rarefatto e mobile: sul piano si sviluppano punti, linee, sol-chi, aree contingue, capovolte, riscritte e ricomposte. Accade così –sotto laspinta di impercettibili deformazioni o movimenti generativi– che il profilo di unauna torre prosegua nel perimetro di un bosco, che la silhouette di una figuraantropomorfa si tramuti in una costellazione o che lo specchio di un lago siribalti in un angolo di cielo. Le forme ri-nascono le une dalle altre, tendendo auna silenziosa astrazione combinatoria. Ma non c’è clamore, né dettaglio, néscotimento: ogni cosa appare al suo posto, la scena è concisa e granitica,adagiata nella sua evidenza vuota.

Sarra arranges short visual sequences that are as immaterial as non-periodi-cal homogeneous sounds and as mysterious as celestial symbols, anddespatches them as mathematical formulae. They are vast centreless pastu-res echoing topological documents, portions of an on-moving, rarefied volu-me: dots, lines, traces, and contiguous areas are displaced, rewritten or rear-ranged on the surface. So it goes that –under the thrust of an imperceivabledeformation or generative motion– the outline of a tower may well turn into theboundaries of a wood, or the silhouette of an antropomorphous figure mergeinto a constellation, or a pond becomes a piece of sky. Forms are being re-born one from the other, obeying some silent matching drive. There’s no tur-moil, no details, no hustle: everything is in its right place, the scene is alwayssober and impenetrable, relying on its empty obviousness.

Da “Scritture rumorose. L’estetica del vuoto di Sergio Sarra”

By “Noisy writings, Sergio Sarra’s aesthetics of void”

di Helga Marsala, Milano may 2008.

Cercavo quindi, oggi, di guardare ciò che lei guardava. Ed immaginavo il suolavoro come frammenti di una civiltà i cui abitanti avevano cancellato la parola«presente» dal loro glossario. In ebraico, esiste un solo termine per nominare laparola e la cosa: Davar. Accade lo stesso nel suo linguaggio, che ha una solalinea per tracciare l’assenza e la presenza? È per questa ragione che volevointrattenermi con lei a proposito dei fantasmi. Ho l’impressione che questoargomento sia oggi importante nell’arte contemporanea, in cui mai si eranoviste così tante strutture evanescenti o fluide, forme risorte dalla Storia, che allu-dono a figure del passato, edifici da tempo crollati ma analizzati in dettaglio.Sappiamo che lo spirito ha sempre un buon motivo per restare fra noi: egli èl’irriconciliato, il furioso, colui che non vuole dissolversi nel corso delle cose.

Therefore, today, I was trying to look at what you are looking at and I imaginedyour work as fragments of a civilization whose inhabitants have cancelled theword ‘present’ from their glossary. In Hebraic only one term exists for word andthing: Davar. Could it be the same in your language, that there could be onlyone line to trace absence and presence? This is the reason of my wish to talkwith you about phantoms. It is my impression that nowadays this topic is impor-tant in contemporary art, in which we have never seen so many evanescent orfluid structures, forms risen from History, that allude to figures of the past, build-ings that have collapsed ages ago but analysed in detail. We know that the spir-it always have a good reason to remain among us: he is the irreconcilialed, thefurious, who does not want to dissolve into the way of things.

Da “Una corrispondenza sui fantasmi con Sergio Sarra”

By “A corrispondence on phantoms with Sergio Sarra”,

Nicolas Bourriaud, Roma, may 2007.

Sergio Sarra

Cavalieri dell’ordine di San Sebastiano2007, tempera acrilica su tavola, cm. 31,8 x 34,7 (Courtesy galleria CesareManzo, Roma - Pescara) foto Gino Di Paolo

Tavolo e sculture 2009, terracotta dipinta e materiali vari, veduta dell’installazione (Courtesy galleria Cesare Manzo, Roma -Pescara) foto Paolo Angelucci

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Sergio Sarra nella sua casa studio in Abruzzo foto Claudio Carella

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Il tema intorno a cui lavora Sergio Sarra rimanda anzitutto a quel vero e pro-prio archetipo della duplicità che è la Medusa. Secondo tutte le fonti, e intutte le raffigurazioni iconografiche, la Gorgone appare doppia. Femmina maanche maschio, giovane e vecchia, umana e bestiale, orripilante e sedu-cente, celeste e infernale, alta e bassa, dentro e fuori. In essa convivono,anziché elidersi reciprocamente, le opposizioni tradizionali. Non si trattasemplicemente di un miscuglio di elementi diversi, ma di una sistematicainterferenza fra sfere originariamente indipendenti e antagonista l’una rispet-to all’altra. Principium individuationis della Medusa è la duplicità, il converge-re in essa di aspetti e caratteristiche che abitualmente costituiscono unapolarità, e che invece si fondono armonicamente nella determinazione dellasua essenza. L’unico elemento invariante, nella variabilità virtualmente illimi-tata dei modelli di rappresentazione che l’hanno ritratta, resta l’indecifrabileambivalenza del suo aspetto. Mostruoso non è l’intreccio di serpi in luogodei capelli, o la grossa lingua penzoloni, o le fila dei denti leonini - perchéciascuno di questi elementi singolarmente presi, o anche tutti nel loro insie-me, possono mancare, ed essere anzi sostituiti da dettagli seducenti, senzache a causa di ciò venga meno la mostruosità dell’aspetto. Mostruosa è lacompresenza del due-in-uno, la sistematica interferenza di “generi” diversi,il superamento di ogni “semplice” identità, la violazione del principio di noncontraddizione. Mostruosa è la revoca di ogni rigida distinzione fra ambiti ezone del reale, la saldatura fra naturale e sovrannaturale, fra mortale e divi-no, fra umano e bestiale. Mostruosa è la Gorgone, perché in essa l’identitàcoincide con l’alterità, anziché definirsi per differenza rispetto ad essa.Ricongiungendo tutti i contrari, confondendo categorie altrimenti distinte,anche da morta la sua testa continua a vivere e insieme a dare la morte.

The theme around which Sergio Sarra works refers above all to the realarchetype of duplicity, Medusa. According to all sources and all iconograph-ic depictions, the Gorgon appears double: female but also male, young andold, human and beast, horrifying and seductive, heavenly and hellish, highand low, inside and out. Within her the traditional oppositions live togetherrather than suppressing each other. It is not just a mixture of various ele-ments but a systematic interference between spheres that were originallyindependent and antagonist. Principium individuationis of Medusa is theduplicity, the converging within of aspects and characteristics that habitual-ly make up a polarity but here they blend harmoniously in the determinationof her essence. The only invariant element, in the virtually unlimited variabili-ty of representations, remains the obscure ambivalence of her look.Monstrous is not the weaving of snakes in place of her hair, the large lollingtongue or the line of lion-like teeth – because each one of these elementstaken individually, or even all together, can be left out or even substituted bymore enticing details that will not however diminish the monstrosity of herappearance. Monstrous is the presence of two-in-one, the systematic inter-ference of different ‘kinds’, the overcoming of every ‘simple’ identity, the vio-lation of the principle of non contradiction. Monstrous is the annulment ofevery rigid distinction between real environments and areas, the linkingbetween natural and supernatural, mortal and divine, human and beast.Monstrous is the Gorgon because, in her, identity coincides with alterityrather than defining a difference. Reuniting all the contraries, creating confu-sion among categories otherwise distinct, even in death her head continuedto live and to reap death.

Da “Ipotesi di biblioteca della Facoltà di Chimica

dell’Università di Padova”,

By “Hypothesis of a library

for the Faculty of Chemistry of the University of Padova”,

Umberto Curi, Pescara, december 2006.

D.dal vero n.32007, WAX Budapestfoto Elisabetta Sarra

due Ipnologic n°22000, vetro, inchiostro su pellicola e neoncm. 26 x 240 x 10 (collezione privata, Roma) foto Gino Di Paolo

Pearl fishermen n°52008, tempera acrilica su tavola cm. 35 x 57,5 foto Francesco Astolfi

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Psychedelic garden n°62008, tempera acrilica su tavola, cm.220 x 185 foto Paolo Angelucci

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Italian garden and child2006,

tempera acrilica su tavola cm. 94,5 x 60

(collezione dell’artista)foto Gino Di Paolo

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Sergio Sarra e nato a Pescara nel 1961.Dal 1983 al 1988 frequenta l'Accademia di Belle Arti di Bologna insieme a Grazia Toderi, Eva Marisaldie Alessandro Pessoli. Nel 1989 viene invitato alla Biennale del Mediterraneo a Barcellona e nello stes-so anno si trasferisce a Roma, dove tiene la sua prima personale nella galleria Alice con una installazio-ne di quattro lunghi “vetri” disegnati, poggiati a terra e attraversati dalla luce bianca di neon industriali.Incontra in quegli anni Achille Bonito Oliva che lo invita ad esporre nelle sue principali mostre in Italia eall'estero e nel 1993 alla Biennale di Venezia nella storica edizione di “Aperto”.Negli anni successivi entra in contatto con i galleristi Mario Pieroni e Dora Stiefelmeier con i quali svilup-pa nuovi progetti come la performance “TRAVE exercise” (1998) e la rivista aperiodica di sole immagini“Orlo” nel 1997; nello stesso anno partecipa alle mostre “Sign, Sound, Sacred, Sense” e “Window ontoVenus” alla Biennale dell'Avana del 2001, nelle quali espone per la prima volta dipinti di grandi dimen-sioni dove il disegno metafisico e enigmatico diventa preponderante.Nel 1997 tiene una sua personale nella galleria di Cesare Manzo a Pescara, accompagnata da una per-formance di Emilio Prini, che cura anche l'invito e il catalogo della mostra. Da questa data nasce un'in-tensa collaborazione e amicizia col gallerista pescarese. Sarra partecipa infatti a diverse edizioni di “FuoriUso” e a mostre internazionali come “Odisseo” (1998) curata da Giacinto Di Pietrantonio.Nel 2000 espone a Roma da “Volume!” con Bruna Esposito e Richard Van Buren e cura “Conversionedi Saulo” a Palazzo Odescalchi, mostra prodotta anch'essa da Cesare Manzo.Nello stesso anno sposa ad Amalfi Elisabetta Ruscitti con la quale va a vivere a Napoli dove apre unostudio a fianco al Duomo. È a Napoli che realizza le sue “Table sculptures” ed è qui che elabora varieperformances tra cui “D. dal vero n. 1”, realizzate successivamente per il Micromuseum di Palermo(2004) e per il MNAC di Bucarest (2007). Nel 2001 nasce il figlio Gerolamo. Nel 2004 conosce il filo-sofo Umberto Curi per il quale disegna la copertina del suo libro “La forza dello sguardo” edito da Bollatie Boringhieri. Successivamente Curi scriverà un testo per il progetto “Ipotesi di Biblioteca di Chimicadell’Università di Padova”. Negli anni seguenti tiene diverse personali nelle città di Porto (2006), Roma(2007), Lisbona e Milano (2008) e partecipa a numerose collettive come “Altered states” curata daNicolas Bourriaud e Paolo Falcone al WAX di Budapest, "Cose mai viste" curata da Achille Bonito Olivaalle Terme di Diocleziano a Roma e al progetto “An inquiry on chaos” curato da Manuel Cirauqui a Parigi.

Sergio Sarra was born in Pescara. Italy in 1961.From 1983 to 1988 Sarra was a student at Bologna’s Accademia di Belle Arti, with Grazia Toderi, EvaMarisaldi and Alessandro Pessoli. In 1987 Sarra was invited to the Mediterranean Biennial of Barcelona;that same year he moved to Rome, where he held his first solo exhibition at Alice Art Gallery, presentingan installation made up of four long glass panels lit by the white light of industrial neon lights. In that sameperiod Sarra met Achille Bonito Oliva, and was invited to exhibit his works in the main events the cura-tor organised in Italy and abroad, as well as in the historical 1993 edition of Aperto at the VeniceBiennale. Some time later Sarra met art gallerists Mario Pieroni and Dora Stiefelmeier, who worked withhim on his performance TRAVE exercise (1998) and the picture-only magazine “Orlo”, as well as the“Sign, Sound, Sacred, Sense” exhibition in 1997 and the 2001 Havana Biennial’s “Window onto Venus”.In these exhibitions Sarra presented for the first time his large-sized paintings with a strong metaphysi-cal and enigmatic flair. In 1997 he held a solo exhibition at Cesare Manzo’s Art Gallery in Pescara, Italy,which included a performance by Emilio Prini, who also designed the exhibition invitation cards and edi-ted the catalogue. This was the starting point of his close collaboration and friendship with CesareManzo, the art gallerist from Pescara who produced “Fuori Uso” as well as other international exhibitions- including “Odisseo” (1998), curated by Giacinto Di Pietrantonio - where Sarra brought his works.In 2000 Sarra exhibited jointly with Bruna Esposito and Richard Van Buren work at Volume! Foundation,Rome, and was the curator of the exhibition Conversione di Saulo, produced by Cesare Manzo andheld at Palazzo Odescalchi, Rome. That same year he married Elisabetta Ruscitti in Amalfi, and the cou-ple moved to Naples where Sarra opened his atelier near Naples’ Cathedral. Here he produced his Tablesculptures as well as several performances, among which D. dal vero n. 1, presented at Palermo’sMicromuseum (2004) and at Bucharest’s MNAC. In 2001 his son Gerolamo was born.In 2004 he metphilosopher Umberto Curi, for whom he drew the front cover of the book La forza dello sguardo, publi-shed by Bollati e Boringhieri. Shortly afterwards Curi wrote a text for Sarra’s project Ipotesi di Bibliotecadi Chimica dell’Università di Padova. In the following years he held some solo exhibitions in Porto (2006),Rome (2007), Lisbon and Milan (2008) and joined several group exhibitions such as Altered states, cura-ted by Nicolas Bourriaud and Paolo Falcone at WAX, Budapest, "Cose mai viste" curated by AchilleBonito Oliva at the Baths of Diocletian, Rome, and the project “An inquiry on chaos” curated by ManuelCirauqui in Paris.

Sergio Sarra nella sua casa studio inAbruzzo con la moglie Elisabetta Ruscitti,e il figlio Gerolamo foto Claudio Carella

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