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SARCOMI DEI TESSUTI MOLLI
La gestione multidisciplinare
ASPETTI DI NURSING
Paola Salisburgo
Ospedale Humanitas Gradenigo - Torino
29 settembre 2017
COMPLESSITA’
La malattia disorganizza l’uomo nelle sue strutture più intime:
• Corporeità e temporalità
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CORPOREITA’
• Corpo reificato che da mezzo espressivo e di apertura al mondo diventa ostile, opaco e pesante.
• Il rischio è che il malato si concentri sul proprio corpo e sui propri bisogni di base fino a perdere il vissuto della propria unità.
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TEMPORALITA’
Il malato si concentra sul proprio presente, con il rischio di esserne completamente assorbito. Si ha una disintegrazione nella parabola della propria storia personale.
• PROGETTUALITA’ CHE SFUMA…
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Il senso della cura
• Rinforzare nel malato l’unità soggettiva minacciata, aiutandolo a conservare un senso di sé e ad assumere un atteggiamento attivo nei confronti della malattia.
• Restituire al malato la propria storia, aiutandolo a ricostruirne la continuità spezzata per aver accesso al proprio passato e al proprio futuro.
Viafora C., Zanotti R., Furlan E., L’Etica della cura”, Franco Angeli, 2007
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Dimensione interpersonale e transpersonale
Rischio è duplice: isolamento e disorientamento.
Crisi per veder attaccato l’orizzonte di senso entro cui la propria vita si vede orientata
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APPROCCIO MULTIDISCIPLINARE
MULTIDISCIPLINARE INTERDISCIPLINARE
Lavoro di gruppo come fattore chiave perché avvenga una trasformazione nella pratica
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INTERDISCIPLINARITA’
“the process by which professionals reflect onand develop ways of practicing that providesan integrated and cohesive answer to theneeds of the client/family/population… [I]tinvolves continuous interaction and knowledgesharing between professionals, organized tosolve or explore a variety of education and careissues all while seeking to optimize thepatient’s participation… Interprofessionalityrequires a paradigm shift, sinceinterprofessional practice has uniquecharacteristics in terms of values, codes ofconduct, and ways of working. Thesecharacteristics must be elucidated”
Holtman, Matthew C, et al. Interprofessional professionalism: linking professionalism and interprofessional care. Journal of interprofessional care, 2011
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Le competenze «core» infermieristiche nel lavoro interdisciplinare
• Favorire l’interazione e l’integrazione tra i diversi professionisti e tra i diversi setting di cura, per influire positivamente sulla comunità assistenziale;
• Comunicare e facilitare il rapporto e la comunicazione tra i diversi professionisti con la persona assistita e la sua famiglia;
• Prevedere, riconoscere ed interpretare i bisogni della persona assistita e della sua famiglia, nella loro complessità ed evoluzione
“We all have a moral obligation to work together to improve care for patients.”
Holtman, Matthew C, et al. Interprofessional professionalism: linking professionalism and interprofessional care. Journal of interprofessional care, 2011
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Specifico infermieristico
• Identificare i bisogni per agire sul contesto erealizzare le azioni di cura consultando e/o attivando colleghi o altri professionisti, ma soprattutto adattando regole e routine andando oltre le stesse per cercare una risposta flessibile ed adeguata alla situazione specifica del paziente.
L. Mortari, L. Saiani, Gesti e pensieri di cura, Mc Graw Hill, 2013
Specifico infermieristico
L’intervento sarà largamente costituito da una parte diascolto e da interventi di supporto che non riduconola persona e la sua famiglia a subire la malattia e lacura, ma che li sollecitano ad assumere un ruoloattivo.
IL MOMENTO PIU’ IMPORTANTE E’
L’ ACCOGLIENZA
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ACCOGLIENZA
L’accoglienza è un processo impegnativo ma determinante per una corretta ed efficace presa in carico del paziente
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Ricevere informazioni chiare, precise e complete, modulate nei tempi e nei modi, adattate alle peculiarità individuali, permette alle persone assistite di affrontare meglio il percorso di malattia
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VALUTAZIONE INFERMIERISTICA
Un buon accertamento iniziale è fondamentale per riconoscere i bisogni dell’assistito, nonché i suoi valori, le sue preferenze e le sue peculiari caratteristiche e per far sì che la presa in carico tenga conto della unità e unicità della persona umana.
APPROCCIO MULTIDIMENSINALE E OLISTICO con l’intento di esplorare:
•dimensione bio-fisica
•la dimensione psicologica
•la dimensione socio-culturale
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Dimensione bio-fisica
Modelli funzionali (Marjorj Gordon)
• Percezione e gestione della salute
• Nutrizione e metabolismo
• Eliminazione
• Attività ed esercizio fisico
• Riposo e sonno
• Cognitivo e percettivo
• Sessualità e risproduzione
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DIMENSIONE PSICOLOGICA E SOCIO-CULTURALE
• Ruolo e relazioni
• Percezione del concetto di sé
• Adattamento e tolleranza allo stress
• Valori e convinzioni
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Dimensione psicologica e socio-culturale
• Considerazione dell'ansia, della paura e dell'angoscia che spesso la persona assistita non riesce ad esprimere, soprattutto con il medico, ma che lascia trasparire con l’infermiere
• Accertamento della situazione emotiva della persona e della consapevolezza della diagnosi, per poter attivare l’intervento dello psiconcologo, se necessario e/o richiesto
• Dimostrare comprensione e disponibilità ed utilizzare questo “lasciarsi andare” per rafforzare la voglia di reagire alla malattia e contrastare gli atteggiamenti di rassegnazione e di apatia
• Progettare insieme alla paziente ed ai familiari il ritorno alla “propria vita”.
Attenzione alle fragilità famigliari!
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RETE ONCOLOGICA PIEMONTE E VALLE D’AOSTA
Strumenti condivisi per la valutazione infermieristica
• Progetto Protezione Famiglia: Scheda di individuazione delle fragilità
• Valutazione del dolore
• Strumento per lo screening geriatrico
• Valutazione del patrimonio venoso
• Valutazione per l’invio allo psicologo o all’assistente sociale
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VALUTAZIONE DEL PATRIMONIO VENOSO
L’individuazione di un accesso venoso adeguato èuna delle attenzioni principali nella cura del pazienteoncologico e l’Infermiere è la figura professionalemaggiormente coinvolta in questa fase
La scelta del presidio è un processo dicollaborazione tra infermiere, paziente, medico, altriprofessionisti sanitari, familiari, caregiver
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COSA VALUTARE?
• Fattori correlati al trattamento
• Fattori correlati al paziente
• Fattori correlati alle condizioni del
circolo venoso periferico
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1) Performance status2) Età3) Alterazioni sensorie o motorie4) Fobia degli aghi5) Comorbidità rilevanti
Abitudini di vita
1) Intento del trattamento => Adiuvante? Neoadiuvante? Palliativo?
2) Numero di linea di trattamento => Prima linea? Seconda linea?
3) Durata prevista del trattamento => < 6 mesi? > 6 mesi?4) Schedula di somministrazione => riciclo d1 q21/q28?
Riciclo q7/q14?5) Tipo di farmaco => neutro?
• Fisiologia del sistema venoso periferico
• Alterazioni del sistema venoso periferico
• Disponibilità degli arti superiori
Lo stravaso: fattori di rischio
• “Il maggior fattore di rischio è costituito dall’abilità dell’infermiere nella somministrazione di farmaci vescicanti. È necessario che l’infermiere abbia adeguate conoscenze circa le gestione delle linee infusionali sia periferiche che centrali, abbia un’adeguata abilità tecnica nella venipuntura, che conosca come prevenire gli stravasi e come riconoscere immediatamente segni e sintomi.”
www.evidencebasednursing.it/revisioni/Update_stravaso_2009.pdf
Prevenzione e trattamento (non chirurgico) degli stravasi dei farmaci antineoplastici (Update Marzo 2008)
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ASSISTENZA NELLA FASE DELLE CURE ATTIVE
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RADIOTERAPIA
LA CHIRURGIA
CHEMIOTERAPIA
QUALI COMPETENZE?
LA CHIRURGIA
• Attenzione ai trattamenti combinati: aumentano l’insorgenza di complicanze post-operatorie (infezioni, difficoltà cicatrizzazione della ferita, TVP,…). Importante un’attenta valutazione pre-operatoria.
• Sostegno psicologico accertandosi dei bisogni della persona assistita e della famiglia e discutendo con loro le paure . Incoraggiare l’assistito ad esprimere le preoccupazioni
• Valutare le conseguenze dell’intervento per l’aspetto fisico, l’autostima e le capacità funzionali dell’assistito
• Assistere e incoraggiare la persona alla cura di sé
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Lung Operationtratto da Robert Pope “Illness and Healing, Images of Cancer”, 1991
TOSSICITA’
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• CONOSCENZE SPECIFICHE DEI SINGOLI FARMACI E DEI LORO POSSIBILI EFFETTI COLLATERALI
• VALUTAZIONE DI BASE E IN CORSO DI TRATTAMENTO(monitoraggio)
• UTILIZZO DI LINEE GUIDA
• DISTINGUERE GLI EFFETTI COLLATERALI DAI SINTOMI DELLA MALATTIA
• EDUCAZIONE TERAPEUTICA
«Radiation»tratto da Robert Pope “Illness and Healing, Images of Cancer”, 1991
«Chemotherapy»tratto da Robert Pope “Illness and Healing, Images of Cancer”, 1991
IDENTIFICAZIONE DEI BISOGNI EDUCATIVI
• Riconoscere e gestire gli effetti collaterali delle terapie (corretta interpretazione dei sintomi,corretta assunzione delle terapie)
• Gestione dei presidi ( cateteri venosi centrali)
• Gestione del dolore
• Ricerca di nuovi equilibri e consuetudini di
vita compatibili con le nuove condizioni
esistenziali
• Imparare a convivere con il proprio corpo
che cambia
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Importanza della prevenzione e dell’educazione terapeutica
• Attenta valutazione dei fattori di rischio
• Identificazione precoce dei segni e sintomi
• Conoscenza delle strategie per prevenirli
• Radiodermite• Nausea ed emesi• Mucosite
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PREVEZIONE DELLA RADIODERMITE
• Mantenere una buona igiene della cute. Lavarsi con acqua ed asciugarsi tamponando. E’ preferibile
al sapone usare una crema detergente a pH neutro
• Mantenere la pelle idratata e protetta nelle regioni irradiate, utilizzando pomate ed unguenti: olio
di mandorle dolci, crema base, creme o gel contenenti aloe e arricchiti con vitamine antiossidanti
A,C, E, pomate lenitive a base di camomilla.
• Creme idratanti, gel, emulsioni o medicazioni non devono essere applicate prima della seduta di
radioterapia
• Usare indumenti di seta, lino o cotone. Evitare indumenti stretti ed in fibre sintetiche che riduconola dispersione del calore
• Evitare la depilazione o l'uso di lamette da barba. Radersi con rasoio elettrico.
• Evitare soluzioni alcooliche (deodoranti, profumi, dopobarba, borotalco,ecc.)
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PREVEZIONE DELLA RADIODERMITE
• Non esporre la parte irradiata ai raggi diretti del sole o a lampade UV( dopo
la RT almeno per 6-12 mesi)
• Non grattare la zona sottoposta a RT
• Non sottoporre la pelle irradiata a temperature molto fredde o molto calde
come ad esempio impacchi di ghiaccio, borse dell’acqua calda
• Almeno una volta alla settimana eseguire una valutazione “collegiale”
della cute nella zona irradiata
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Profilo di rischio emetogeno (correlato all’individuo)
Feyer PC Support Care Cancer 2005
Fattori di rischio PunteggioEtà >55 anni
<55 anni01
Sesso MaschiFemmine
12
Consumo alcolico Sì (>100 g/giorno)No
01
Precedenti N&V SìNo
10
Ansia SìNo
10
Profilo di rischio ≤4 rischio normale 5-6 alto rischio
Emesi e valutazione fattori di rischio
29/09/2017 "SARCOMI DEI TESSUTI MOLLI. La gestione multidisciplinare"
MUCOSITE: IDENTIFICARE I SEGNI E SINTOMI
• Disgeusia e disfagia
• Disfonia
• Odinofagia
• Alterazione della mucosa
• Xerostomia
• Edema della mucosa e della lingua
• Ulcerazione della mucosa
• Diarrea
• Nausea e vomito
• Pirosi gastrica, esofagite
• Meteorismo
• Dolore addominale
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Educazione del paziente• eseguire regolarmente una scrupolosa e delicata igiene orale e fare regolarmente degli
sciacqui
• risciacquare subito e accuratamente la bocca se accadono episodi di vomito
• mantenere una buona idratazione dei tessuti (altrimenti può diminuire la produzione di saliva)
• sciogliere caramelle o masticare gomme prive di zucchero in caso di bocca secca
• prevenire le screpolature e i taglietti sulle labbra utilizzando stick ammorbidenti
• mantenere un adeguato regime nutrizionale evitando la perdita di peso, frazionando eventualmente i pasti
• evitare i cibi caldi, troppo salati, speziati o acidi, irritanti per la mucosa e preferire quelli a consistenza semiliquida
• evitare l’alcool, il fumo e le bevande contenenti caffeina, che possono irritare e disidratare la mucosa
• Pulire accuratamente le protesi ed utilizzarle solo per alimentarsi
3029/09/2017 "SARCOMI DEI TESSUTI MOLLI. La gestione multidisciplinare"
Competenze infermieristiche
• La bocca va osservata e va educata la persona assistita ad osservarla quotidianamente, per tenere sotto controllo eventuali modificazioni della mucosa, delle gengive e della lingua.
• Il dolore, la variazione del gusto, la sensibilità al caldo e al freddo, la difficoltà o il dolore a deglutire possono essere i primi segnali d’insorgenza di una mucosite orale.
• Una minor presenza di saliva o una saliva più densa, possono indicare una sua minor produzione.
3129/09/2017 "SARCOMI DEI TESSUTI MOLLI. La gestione multidisciplinare"
Causa di depressione, ansia, tristezza, rabbia, rifiuto ed isolamento
•Fornire informazioni per favorire un approccio positivo
•Aiutare l’assistito a mantenere il controllo e il senso di autostima
3229/09/2017 "SARCOMI DEI TESSUTI MOLLI. La gestione multidisciplinare"
AFFRONTARE I CAMBIAMENTI DELLE ABITUDINI DI VITA E DELL’IMMAGINE CORPOREA
Coinvolgere il paziente nel proprio percorso di cura
“Il self-care è il contributo continuo di un adulto alla propria assistenza, alla propria salute e al proprio benessere. La cura di sé è la pratica delle attività che gli individui intraprendono per conto proprio per mantenere la vita, la salute e il benessere. L’autoassistenza è costituita da una serie di comportamenti che regolano intenzionalmente l’integrità strutturale, il funzionamento e lo sviluppo umano…” (D. Orem, 1992)
PROMUOVERE LA CURA DI SE’
3329/09/2017 "SARCOMI DEI TESSUTI MOLLI. La gestione multidisciplinare"
Convivere con la malattia…cambiamento di prospettiva
3529/09/2017 "SARCOMI DEI TESSUTI MOLLI. La gestione multidisciplinare"
Complessità del dolore oncologico
3629/09/2017 "SARCOMI DEI TESSUTI MOLLI. La gestione multidisciplinare"
Sul confine…
• Sul confine succede che le cose le vedi più da vicino e quindi le vedi anche meglio… e alla fine ti accorgi che c’è tutta una vitalità anche sul confine…
FILM: 048
Esenzione Ticket Malati Oncologici
Di Maurizio Orlandi
“Healing” tratto da Robert Pope “Illness and Healing, Images of
Cancer”, 1991
3729/09/2017 "SARCOMI DEI TESSUTI MOLLI. La gestione multidisciplinare"
PENSARE A COSTRUIRE LA RETE
Ambulatorio …Day Hospital ...Reparti degenza....Hospice... Territorio...
Percorsi assistenziali che coinvolgono tutto il processo di accompagnamento al paziente e alla famiglia
3829/09/2017 "SARCOMI DEI TESSUTI MOLLI. La gestione multidisciplinare"
“Secondo me la missione delle cure infermieristiche in definitiva è quella di curare il malato a casa sua. Intravedo la sparizione di tutti gli Ospedali e di tutti gli Ospizi. Ma a che cosa serve parlare ora dell’anno 2000?”
(Florence Nightingale, Pasqua 1889 )
3929/09/2017 "SARCOMI DEI TESSUTI MOLLI. La gestione multidisciplinare"