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Sapienza Universit` a di Roma – Inail Ambrogio Lorenzetti, Effetti del Buon Governo, 1337-40, Palazzo Pubblico, Siena Impresa, sicurezza, evoluzione tecnologica •• un master “anti-disciplinare”, per governare i rischi Massimo De Felice Roma, 20 febbraio 2018 M. De Felice – un master “anti-disciplinare” – Roma, 20 febbraio 2018

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Sapienza Universita di Roma – Inail

Ambrogio Lorenzetti, Effetti del Buon Governo, 1337-40, Palazzo Pubblico, Siena

Impresa, sicurezza, evoluzione tecnologica•• un master “anti-disciplinare”, per governare i rischi

Massimo De Felice

Roma, 20 febbraio 2018

M. De Felice – un master “anti-disciplinare” – Roma, 20 febbraio 2018

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i temi

Premessa: breve storia dell’idea

1 Un bilancio preventivo

2 Perche un master “anti-disciplinare”

• un groviglio di parole chiave e frasi • oltre le discipline: gli “spazi di confine”• l’anti-disciplinarieta ha un cuore antico

3 I rischi sul lavoro all’attenzione internazionale

• la prevenzione • le “ragioni economiche” • azioni da intraprendere

4 Entrare negli “spazi di confine”

• il “capitale organizzativo” • gli incentivi • i dati • le cause, le correlazioni• la “spinta gentile”, la normazione volontaria; un rating della sicurezza?• gestire l’innovazione • diritto e robot

5 Le attivita presso gli enti partner

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Premessa: breve storia dell’idea

Dell’esigenza di organizzare un Master sulla sicurezza nei luoghi di lavoro (da inserire nellacosiddetta “offerta formativa nazionale”) si comincio a discutere – all’Inail – nel 2016.

L’occasione ufficiale (pubblica) fu l’apertura di una riunione a “cultura mista”: del XIConvegno Nazionale di Medicina Legale e previdenziale che si tenne insieme al IX SeminarioContarp - Consulenza tecnica accertamento rischi e prevenzione (in Genova); il tema furipreso per avviare i lavori del Seminario nazionale degli avvocati dell’Inail (in Catania).

Fu detto che “• L’Italia (sebbene lunga) e piccola: e importante puntare su un solo masterben fatto (la moria dei master “sparpagliati” conferma questa convinzione). • Per ben-faree fondamentale istaurare un rapporto forte con l’universita, non di semplice partecipazione.• Scegliere un’universita di eccellenza e costruire insieme, trovando anche le forme per unsostegno economico dell’iniziativa (come altri enti fanno, con borse di studio). • E’ tempo direalizzare un centro per la formazione, universitaria e professionale, a cultura contaminata.Potrebbe diventare centro di rilevanza europea, ponte verso l’area del Mediterraneo.”.

La collaborazione e le sintonie (gia vive) con la Sapienza hanno consentito rapida e efficaceprogettazione; la sensibilita di alcune imprese (gli “enti partner”) dara forza a una didatticainnovativa. Poter avviare il Master nell’anno accademico 2017-2018 e un record diconvinzione e efficienza.

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1 Un bilancio preventivo

Questo master (su “Gestione integrata di salute e sicurezza nell’evoluzione del mondo dellavoro”) guarda al futuro, con una forza che viene dalla sensibilita teorica della tradizione.

Potra utilizzare l’esperienza pratica, i dati, la rete e i programmi di ricerca dell’Inail;la Sapienza portera le competenze di quattro Facolta (di Medicina e odontoiatria, diFarmacia e medicina, di Ingegneria civile e industriale, di Giurisprudenza);gli “enti partner” (Aeroporti di Roma, Confindustria, Enel, Eni, Federchimica, Fiat Chry-sler Automobiles FCA, Fondazione Rubes Triva, Rete Ferroviaria Italiana, Terna) il valoredel confronto e della sperimentazione.

La durata biennale consentira di progettare “stage” che potranno strutturarsi come micro-ricerche, da coordinare in un piano “paziente”.

Ne potrebbe derivare una didattica innovativa “per problemi”, che dia davvero il profilonuovo di una professione – il “risk manager del lavoro” – per ora qualificata con soluzioniepisodiche e dai contenuti troppo generici.

Il “bilancio preventivo” – dunque – prospetta la possibilita di sostenere anche il confrontointernazionale.

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2 Perche un master “anti-disciplinare”

Per parlare del master c’e da affrontare un groviglio di “parole-chiave e frasi”:

•analisi dei dati •assicurazione •automazione •cambiamento demografico •capitale organiz-zativo •capitale umano •cost analysis •informatica •informazione-formazione •innovazionetecnologica •leggi-regolamenti •normativa volontaria •organizzazione •politica sociale•prevenzione •razionalita ecologica •ricerca •rischio •risk management •robot •vigilanza.

!!! Potra aiutare una rete di riferimenti d’epoca:

· scritti di Carlo M. Cipolla, Bruno de Finetti e Ulrich Beck, Fournier, Ulisse Gobbi, GiorgioPasquali e Giulio Preti, George Polya e Bernardino Ramazzini, Vernon Smith e Thaler, diNorbert Wiener;· e anche documenti della Commissione Europea, della European Agency for Safety andHealth at Work, dell’OCSE, della World Bank;· e gli esiti di ricerche e atteggiamenti culturali recenti (nella giurisprudenza, nell’economia,

nell’intelligenza artificiale, nella statistica, nella robotica).

C’e anche una sorta di genius loci : nell’inaugurare il 715-mo anno accademico, tra i fattoriche caratterizzano la ricerca della Sapienza il magnifico Rettore – il professor Gaudio – haposto le “alleanze tra discipline e paradigmi”, ricordando (col richiamo a Popper) che “nonci sono discipline; ci sono soltanto problemi e l’esigenza di risolverli”.

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•• Oltre le discipline – Gia negli anni ’90 del secolo scorso un gruppo di sociologi (capitanatida Ulrich Beck) scriveva di “societa industriale del rischio”, di “de-standardizzazione dellavoro”, per caratterizzare una “seconda modernita”.

Quelle formule sono oggi realta diffusa: le nanotecnologie, l’automazione, la robotica, losmart working, il crowdworking cambiano le coordinate semantiche del termine “lavoro”, leforme di rischio sul lavoro, i fattori causali (i cosiddetti “risk driver”) e le loro correlazioni.

Per gestire i rischi emergenti c’e bisogno di nuova cultura e di nuove “figure professionali”:che siano capaci di operare negli spazi di confine tra discipline.

Non bastano piu competenze disciplinari separate. C’e bisogno di “anti-disciplinarieta”:“uscire dal proprio dominio culturale e costruirne uno nuovo comune, sviluppando nuovimetodi”; appropriarsi di “conoscenze rigorose” disciplinari, e solo dopo “lanciarsi negli spazidi confine”.←− E’ un’indicazione riaffermata recentemente come base per i programmi di ricerca inmedicina del lavoro, bio-ingegneria, in robotica, nei nuovi processi di produzione industriale.E anche in giurisprudenza: il diritto “chiamato ad aprirsi sempre piu alla alla multidimen-sionalita; nuovi modelli di formazione che mirano ad aprire alle tecniche ’altre’: le scienzestatistiche, la logica, la matematica, la biologia, la psicologia, la bioetica, le tecniche diinvestigazione scientifica, la deontologia”.

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Nel master lo “spazio di confine” – la prevenzione dei rischi – e ancora piu complesso,coinvolge oltre alle tecniche: l’ambiente, le norme, lo stile dei controlli, il cambiamentodemografico, i comportamenti umani (il controllo del fare).←− In questo master, medici, tecnologi, esperti dei processi di produzione, giuristi, espertidell’analisi dei dati, uomini pratici dell’impresa potranno guardare insieme il problema:definire uno schema unitario di analisi, un nuovo linguaggio comune, un’unica strategia diazione intimamente coordinata.E’ un’indicazione importante per l’azione pratica, ma anche per la didattica, per farsostenere ai giovani i nuovi mestieri nell’epoca dei cambiamenti veloci.

•• L’anti-disciplinarieta e propagandata oggi (come novita) dal MIT Media lab.Ma ha un cuore antico, e radicata (come principio) nella nostra migliore cultura.←− Giorgio Pasquali, Giulio Preti, George Polya.Anche il modo di praticarla si ritrova in esperienze (prossime ai temi del master) docu-mentate in un libro d’epoca. Norbert Wiener riprende l’impostazione di lavoro auspicatada Rosenblueth e indica come la collaborazione anti-disciplinare (tra matematici, statisti-ci, elettrotecnici, neurofisiologi), necessaria ai programmi di ricerca della cibernetica, nonpossa prescindere da un livello culturale comune che consenta il dialogo costruttivo: inparticolare e esemplificando, non possono lavorare insieme proficuamente un fisiologo chenon sa niente di matematica e un matematico che non sa niente di fisiologia.

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3 I rischi sul lavoro all’attenzione internazionale

•• La prevenzione – La prevenzione contro i rischi e una categoria complessa.

E’ componente essenziale dell’attivita di assicurazione (incide sul pricing delle tariffe); mae anche “operazione di produzione, perche il suo effetto si sente tanto pel soggettoesposto al rischio quanto per la societa” (come la qualifico Ulisse Gobbi in un famosotrattato sull’assicurazione, di fine 800), quindi e rilevante “per ragioni economiche e noneconomiche”.

4 Nel 2016, in Italia, gli infortuni sul lavoro hanno causato circa 11 milioni di giornate diinabilita, con costo a carico dell’Inail; in media 84 giorni per infortuni che hanno provocatomenomazione, circa 21 giorni in assenza di menomazione.

La prevenzione va coordinata con le logiche dell’assicurazione, e il coordinamento deveessere effettuato con accortezza, per evitare gli effetti della “selezione avversa” e del “moralhazard” (riemergono i grandi temi della teoria: l’informazione asimmetrica, il ruolo degliincentivi).Ma vanno considerati anche gli esiti dei progetti di ricerca sulla “razionalita limitata”,e sulla “razionalita ecologica”, che sebbene possano apparire “di settore” (del “setto-re economico”: portarono ai Nobel per l’economia) hanno effetti traslabili e rilevantisull’organizzazione e sul controllo dei processi di lavoro, in generale.

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•• Le “ragioni economiche” – Nel report 2014 della Banca Mondiale su Risk and Opportu-nity. Managing risk for Development si dice che

4 le tecniche di “risk management” debbono sfruttare l’innovazione tecnologica,percio vanno sostenute con la ricerca e mantenute sulla frontiera della tecnologia;

4 i costi di prevenzione vanno valutati correttamente, con il criterio del trade-off;sono investimento con rendimento spesso ragguardevole (per lavoratori, imprese e Stati),sono componente essenziale della produttivita di medio-lungo termine;

←− una meta-analisi misura un risparmio di 3,27 dollari sulla voce “cure mediche” perogni dollaro investito nella tutela della qualita dei luoghi di lavoro, e di 2,73 dollari sullavoce “assenteismo”, sempre per un dollaro investito.

Anche nel report si richiamano le accortezze da usare nelle politiche di assicurazione (perfronteggiare gli effetti della “selezione avversa” e del “moral hazard”, dell’informazioneasimmetrica; le perversioni che possono essere indotte dagli incentivi; le “alterazioni”della razionalita).

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•• Azioni da intraprendere – Il quadro strategico dell’UE in materia di salute e sicurezzasul lavoro 2014-2020 suggerisce spunti di riflessione utili per le azioni da intraprendere:

1 – quali modalita di prevenzione per “microimprese e le piccole imprese”;

2 – quali attivita saranno svolte per fronteggiare “i rischi nuovi o emergenti”;

3 – come sara coordinata la formazione e l’azione degli ispettorati del lavoro “per da-re consulenza sulla prevenzione” (in particolare sui rischi emergenti e sulle nuovetecnologie);

4 – come si intende rispondere all’“importanza della raccolta dei dati statistici”, per ladefinizione e il controllo delle politiche prevenzionali;

5 – come semplificare la legislazione (in materia di salute e sicurezza sul lavoro) e ridurregli oneri amministrativi;

6 – se e come si progetta di coordinare i piani di ricerca e di prevenzione con i piani dipolitica industriale, di politica ambientale, di politica sanitaria;

7 – intervenire sui piani di istruzione: perche “la sensibilizzazione verso il tema dellasalute e della sicurezza sul lavoro comincia a scuola”.

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4 Entrare negli “spazi di confine”

Tra i temi che popolano gli “spazi di confine”, 7 appaiono particolarmente interessanti

←− sono temi che percorrono trasversalmente i corsi del master.

Il “capitale organizzativo”

L’importanza del “capitale umano” e ampiamente riconosciuta ; e rilevante anche per il“lavoro sicuro” (che deve essere sostenuto da formazione e informazione).

Ma l’utilizzazione efficace delle “nuove tecnologie della seconda eta delle macchine richiedequasi invariabilmente cambiamenti nell’organizzazione del lavoro”; risulta percio rilevante(accanto al capitale umano) una “seconda e ancor piu vasta categoria dei beni intangibili”: il“capitale organizzativo”, l’insieme di nuove procedure gestionali, tecniche di produzione,forme di organizzazione (processi, controllo, responsabilita).

E’ un tema da collegare alla cosiddetta “razionalita ecologica” (sebbene particolariz-zando il concetto e con accortezze): per considerare e controllare il “processo decisionalerapido e frugale” da parte degli individui.

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Gli incentivi

Gli incentivi sono fondati sull’attitudine (alla massimizzazione del profitto/utile persona-le) di quello che Thaler e Sunstein chiamano l’“Econ” (versione americanizzata di homoeconomicus). Possono indurre eterogenesi dei fini.

La tecnica di pricing delle tariffe di assicurazione cosiddetta “bonus-malus” (per cui il tassodi premio viene ridotto a seguito di esiti virtuosi: pochi incidenti) dovrebbe – in linea diprincipio – indurre a cautele e limitazioni del rischio. Ma la pratica assicurativa mostra chepuo diventare motivo per non denunciare o “mascherare” l’incidente o l’infortunio.

Sempre in linea di principio, e percio preferibile incentivare la qualita delle “premesse”(macchinari e strumenti di lavoro con protezione, processi di produzione a elevato livello disicurezza, ausili di controllo preventivo dei rischi) piuttosto che premiare gli esiti (sucui peraltro puo pesare la fortuna).

←− E’ lo stesso principio (affermato nella teoria delle probabilita) per cui una valutazioneo una decisone non vanno giudicate “col senno del poi”.

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I dati

Nelle ISSA Guidelines on Prevention of Occupational Risks (a pagina 8) l’analisi deidati e considerata precondizione per l’approntamento dei programmi di prevenzione, perindividuare le “aree di rischio”, per definire le priorita nella scelta delle azioni, per valutarnel’effetto e eventualmente introdurre correttivi.

Non e facile definire “politiche dei dati” efficaci: sono rilevate, nella maggior parte, grandez-ze di tipo amministrativo, che rendono ardui normalizzazione e confronti; si sono propostischemi di rilevazione di grandezze non-amministrative troppo analitici (l’ESAW, a esem-pio), che rendono costosa (impegnativa) la raccolta e quindi difficile la tutela della qualitadel dato.

E’ importante diffondere tra le imprese una “cultura dei dati”, che consenta un trade-off efficace tra costo di raccolta e sostegno ai piani di prevenzione; che sia coerente conuno schema generale ben-posto per garantire i confronti (tra periodi temporali, situazioniorganizzative, territori).

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E’ un processo che l’Inail ha avviato con il “progetto open data”.←− e stato definito un vocabolario delle grandezze rilevanti (nella logica “operazionale”);e stato realizzato un “modello di lettura” dei dati; le grandezze considerate rilevanti (alivello di singola denuncia) sono rese pubbliche;←− si stanno sperimentando potenziamenti: arricchimento di informazioni (in particolare:anagrafica delle teste assicurate); progettazione di ontologie; definizione (e realizzazione?)di un indice di sinistrosita; progettazione (e realizzazione?) di uno strumento di “agevolenavigazione” (sui dati).

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Le cause, le correlazioni

Lo studio dei “fattori causali” e delle loro “interazioni significative” e segnalato da anni inletteratura ingrediente importante per realizzare “una valida azione di prevenzione”.

Riguardo agli infortuni, sarebbero utili risultati sui “fattori eliminabili con azioni dirette”,“fattori eliminabili con azioni indirette”, “fattori non eliminabili”; o da altro punto di vista“fattori rilevabili in via diretta”, “fattori rilevabili in via indiziaria”.

Il problema e ancora piu delicato nel caso della malattia.In linea di principio non e sempre possibile dare un criterio oggettivo per qualificare “pro-fessionale” una malattia. Il “nesso causale” (che deve essere individuato per far dipenderela malattia da una “causa” dovuta all’attivita di lavoro) non e in generale accertabile concertezza: per il possibile concorso di piu cause (anche extra-lavorative), per il peso (difficileda quantificare) delle correlazioni.←− Entra in gioco la probabilita e la tecnica (dagli esiti deboli) della verifica delle ipotesi.

Questo problema di identificazione e ricorrente nella letteratura medica; e riconosciutonelle tecniche assicurative; continua a avere effetti nella dottrina e nelle dispute giudiziarie.Ha caratterizzato l’itinerario normativo, imponendo il ricorso necessario (assolutamentegiustificabile come soluzione pragmatica) a convenzioni (“le liste”).

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C’e poi il problema (a fini di prevenzione) della misurazione degli effetti potenzialmen-te negativi dell’innovazione tecnologica: grande attenzione sollecita – a esempio –l’utilizzazione dei nano-materiali.

D’altra parte rilevante e il collegamento con l’ambiente. La malattia puo essere “professio-nale” per “nocivita ambientale”, anche se il lavoratore non e addetto a lavorazione nociva.La causa di “nocivita ambientale” indotta da processi produttivi potrebbe colpire anchenon-lavoratori: per questo aspetto il tema acquista la dimensione piu generale della tutelaecologica, che non e solo problema recente.

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La “spinta gentile”, la normazione volontaria; un rating della sicurezza?

Il conferimento del premio Nobel (nel 2017) a Richard Thaler ha riportato all’attenzione ilnudge: “la spinta gentile”, “il pungolo”.

←− “un pungolo [... e] qualsiasi aspetto dell’architettura delle scelte che altera il com-portamento degli individui, [...] che incide in misura significativa sul comportamento. [...]Le imprese possono pungolare utilmente i dipendenti”; “gestire e sfruttare i comporta-menti gregali (herd behavior), [...] gli individui si influenzano a vicenda”; “cambiare icomportamenti attraverso una corretta presentazione dei dati statistici”, dei casi; sfruttare“informazione, pressione del gruppo di pari e priming”.

I pungoli si possono affiancare agli obblighi e ai divieti. E anche alla normazionetecnica volontaria.

←− Uno studio (recente) del Centre for Economics and Business Research ha rappresentatola crescita di importanza e di numero degli standard (normazione tecnica volontaria) susalute e sicurezza nei luoghi di lavoro e sulla protezione ambientale (“the share of standardsin these fields has expanded from 4.6% between 1970 and 1990 to 8.8% for the period 1991to 2014”.

Sono strumenti importanti che possono accendere la competizione verso la sicurezza,diventare anche mezzo di formazione (in Italia l’UNI sta lavorando con queste finalita).

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Per rendere effettiva questa competizione, gli infortuni sul lavoro dovrebbero entrarenel giudizio di qualita sulle opere, (sarebbe affermare un valore di civilta).

←− Una bellissima lezione di Renzo Piano ha insegnato anche questo. La costruzio-ne dell’aeroporto del Kansai – un’incredibile avventura umana, realizzata con un cantieregigantesco, dove hanno lavorato per 38 mesi 10.000 operai “quasi acrobati” – e un mo-numento dell’ingegneria civile del millennio anche perche (e stato detto in quella lezione)“non si e avuto un solo incidente mortale” (“sebbene – in compenso, 36 terremoti”).

!!! Ne nasce un auspicio. Poter definire uno standard pubblico (un algoritmo) perassegnare alle imprese (che vogliano) un “rating in sicurezza”. Ci sono esperienze inproposito, da prendere a esempio e sviluppare.Sarebbe una forma di incentivo, che non produce perversioni.

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Gestire l’innovazione

L’innovazione tecnologica e considerata in termini di efficienza, produttivita, educazioneall’uso.←− OCSE, The next production revolution – A report for the G20, OCSE, 2017.

Va aggiunta la dimensione del rischio: le nuove tecnologie aiutano a controllare i rischi, mapongono anche il problema dei rischi “potenzialmente emergenti”.

I risultati della ricerca mettono a disposizione nuovi mezzi di sicurezza: sensori, “smartobjects”, consentono di creare “ambienti di lavoro intelligenti”; ma richiedono ancheattenzioni preventive (a esempio sulla potenziale nocivita dei nanomateriali).

Quello della rischiosita (controllata e emergente) e un tema rilevante anche nella proget-tazione dei “centri di competenza ad alta specializzazione [...] su tecnologie avanzate, nelquadro degli interventi connessi al Piano nazionale Industria 4.0.”.←− Ministero dello Sviluppo Economico, Decreto del 29 gennaio 2018.

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Diritto e robot

Il 16 febbraio 2017 il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione “recante [...] normedi diritto civile sulla robotica”.

Vi si trovano diagnosi e auspici preziosi per l’attivita di ricerca e per i piani di formazione.

Si segnalano i “nuovi rischi, dovuti al numero crescente di interazioni fra esseri umani erobot sul luogo di lavoro”: da fronteggiare con “norme rigorose e lungimiranti” [punto 46],e con “strumenti non legislativi quali linee guida e codici di condotta”;

si pongono intricate questioni sulla responsabilita (“responsabilita oggettiva o gestionedei rischi”? [punti 53-55]), sugli effetti conseguenti per il “regime di assicurazione”[punto 57];

si apre il tema dello “status giuridico specifico per i robot” e dell’eventuale “riconoscimentodella personalita elettronica” [punto 59f].

La “responsabilita” si interseca con la qualita del prodotto (con le modalita di progetta-zione): pulsanti di arresto d’urgenza; fasi decisionali del robot “ricostruibili e tracciabili”;gestione del “grado di imprevedibilita” del robot con capacita “di adattamento e diapprendimento”.

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5 Le attivita presso gli “enti partner”

Le attivita (gli stage) presso gli enti partner sono uno strumento prezioso, e qualificanteil progetto formativo.

Potranno potenziare la tecnica didattica del “fare e formare”: conoscere i veri processioperativi, dare senso concreto alla “razionalita ecologica”, verificare il senso pratico di leggie norme.

Il flusso dei vantaggi potrebbe essere biunivoco: ricevere le imprese e valutare un puntodi vista esterno.

Potranno anche essere il mezzo per avviare una collaborazione piu diretta nella politica deidati (per un’analisi adeguata di confronto tra dati aziendali vs dati pubblici): per definireun linguaggio “operazionale” comune, che consenta confronti appropriati tra grandezze.

!!! Un tema rilevante (sebbene difficile da trattare) e quello dell’analisi statistica deiquasi-incidenti, che soltanto una collaborazione “speciale” potrebbe favorire.

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