Santa Teresa del Bambino Gesù e la sua pioggia di rose

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Il numero di settembre del periodico del Santuario di Tombetta

Transcript of Santa Teresa del Bambino Gesù e la sua pioggia di rose

  • 3Santa Teresa Settembre 2014

    TORNA TERESAdal 9 al 13 ottobre

    Cari e devoti lettori,segnatevi subito lappuntamento. Organizzatevi in famiglia, in parrocchia, con gli amici, con il vostro gruppo ecclesiale. Nel prossimo ottobre, tra gioved 9 e luned 13, il santuario ricever una graditissima visita! Il grande reliquiario di santa Teresa di G. B. sar di nuovo tra noi: vogliamo dunque accoglierlo con numerosi, variegati e fervorosi canti, danze e preghiere! Questo ritorno ci offre loccasione di una verifica. Stiamo seguendo que-sta nostra Santa, cos attiva dal suo Cielo? Rispondo io per primo, da frate carmelitano scalzo.Teresa Martin non ebbe molti contatti con lordine carmelitano maschile n esso svolse un ruolo di primo piano, in tutto ci che accadde dopo la sua morte, con qualche rara eccezione. Teresa tuttavia non ha dimen-ticato i suoi confratelli scalzi per la salvezza dei quali, nella persona di Hyacinthe Loyson, offr la sua ultima comunione del 19 agosto 1897 (ed il successivo digiuno eucaristico di 42 giorni), e continua quindi a svolgere la sua missione profetica nella Chiesa e nel Carmelo. Ella mi ha condotto un po ovunque nei miei sei anni trascorsi da divul-gatore principiante del messaggio di santa Teresa di Ges Bambino del Volto Santo. una persona molto missionaria, forse la pi missionaria tra i santi carmelitani. Dal Cielo, ovunque passi, stringe nuovi legami da-micizia grazie alla profondit della sua dottrina e alla sua intercessione

    di p. Giacomo Gubert ocd

    ed

    itoria

    le

    A cura della Provincia Veneta dei Carmelitani ScalziVicolo Scalzi, 13 - 37122 VeronaCon approvazione ecclesiastica.Autorizzazione tribunale di Verona 20/01/1966 n. 191Dir. Responsabile: p. Antonio Maria Sicari ocdRapp. legale: p. Umberto Raineri ocdDirettore: p. Giacomo Gubert ocdN Repertorio ROC.: n. 24593 del 06/06/2014Foto: Foto Soave via L. Manara, 10 - Verona www.flickr.com

    Redazione: Padri Carmelitani Scalzi Santuario di s. Teresa del Bambino Ges Via Volturno, 1 - 37135 Verona tel. 045.500.266 - fax 045.581.214Impaginazione: Grafiche Vilcar - Villa Carcina (Bs)Stampa: Litografia Casagrande via dellArtigianato, 10 Colognola ai Colli (VR)Spedizione: Nuova Zai - via A. Secchi, 7 - Verona

    DOVE SANTA TERESA ?

    spec

    iale

    INIZ

    IATI

    VA

    Teresa ricevelultima Comunionevetrata della Basilica

    S. TERESA DI GES BAMBINO A CASTROVILLARICi scrive Mariateresa Filomia: Vorrei parteci-pare alla Vostra bellissima iniziativa Dove si trova s.Teresa?.Vi allego le foto di questa bella statua di S.Teresina che ho fatto fare con tut-to il mio cuore quattro anni fa. Si trova nella Parrocchia Auxilium Christianorum di Castro-villari (Cosenza) frazione Vigne. Lei, che voleva andare fino ai confini del mondo non poteva non venire a toccare anche il nostro cuore in questa piccola parrochia di campagna immer-sa nel verde e circondata da mille fiori. Grazie Thrse, per esserti fatta conoscere e amare anche da noi.

    Ricordiamo che tutti i primi gioved del mesela santa messa sar offerta per tutti i nostri devoti lettorialle ore 8.00 e alle ore 18.30 (ora italiana).

    www.radiosantateresa.it

    Ascolta anche tu

    Radio SantaTeresa

    som

    ma

    rioEditorialeTorna Teresa dal 9 al 13 ottobre 3

    Un anno con Teresa: settembreEssere fedeli nelle piccole cose 5

    Amici di TeresaIl fratello di santa Teresa 6-9

    Santi genitoriI misteri gaudiosi 10-14

    Spazio lettoriTeresa del bambin Ges e i colori 15

    Novena delle RoseTre rose per la vita 16-18

    Inserto per bambiniSulle orme di Giovanni della Croce 28-31

    Teresa di ges 1515-2015Donna Teresa 19-22

    Studi teresianiIl ruolo insostituibile 23-26

    La basilica parlaVieni, sposa di Cristo 27

    CuriositTitolo della Curiosit 28

    Affidati a s. Teresa 29

    Nella pace del Signore 30

    Programma delle feste Teresiane 32

  • 3Santa Teresa Settembre 2014

    TORNA TERESAdal 9 al 13 ottobre

    Cari e devoti lettori,segnatevi subito lappuntamento. Organizzatevi in famiglia, in parrocchia, con gli amici, con il vostro gruppo ecclesiale. Nel prossimo ottobre, tra gioved 9 e luned 13, il santuario ricever una graditissima visita! Il grande reliquiario di santa Teresa di G. B. sar di nuovo tra noi: vogliamo dunque accoglierlo con numerosi, variegati e fervorosi canti, danze e preghiere! Questo ritorno ci offre loccasione di una verifica. Stiamo seguendo que-sta nostra Santa, cos attiva dal suo Cielo? Rispondo io per primo, da frate carmelitano scalzo.Teresa Martin non ebbe molti contatti con lordine carmelitano maschile n esso svolse un ruolo di primo piano, in tutto ci che accadde dopo la sua morte, con qualche rara eccezione. Teresa tuttavia non ha dimen-ticato i suoi confratelli scalzi per la salvezza dei quali, nella persona di Hyacinthe Loyson, offr la sua ultima comunione del 19 agosto 1897 (ed il successivo digiuno eucaristico di 42 giorni), e continua quindi a svolgere la sua missione profetica nella Chiesa e nel Carmelo. Ella mi ha condotto un po ovunque nei miei sei anni trascorsi da divul-gatore principiante del messaggio di santa Teresa di Ges Bambino del Volto Santo. una persona molto missionaria, forse la pi missionaria tra i santi carmelitani. Dal Cielo, ovunque passi, stringe nuovi legami da-micizia grazie alla profondit della sua dottrina e alla sua intercessione

    di p. Giacomo Gubert ocd

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    A cura della Provincia Veneta dei Carmelitani ScalziVicolo Scalzi, 13 - 37122 VeronaCon approvazione ecclesiastica.Autorizzazione tribunale di Verona 20/01/1966 n. 191Dir. Responsabile: p. Antonio Maria Sicari ocdRapp. legale: p. Umberto Raineri ocdDirettore: p. Giacomo Gubert ocdN Repertorio ROC.: n. 24593 del 06/06/2014Foto: Foto Soave via L. Manara, 10 - Verona www.flickr.com

    Redazione: Padri Carmelitani Scalzi Santuario di s. Teresa del Bambino Ges Via Volturno, 1 - 37135 Verona tel. 045.500.266 - fax 045.581.214Impaginazione: Grafiche Vilcar - Villa Carcina (Bs)Stampa: Litografia Casagrande via dellArtigianato, 10 Colognola ai Colli (VR)Spedizione: Nuova Zai - via A. Secchi, 7 - Verona

    DOVE SANTA TERESA ?

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    Teresa ricevelultima Comunionevetrata della Basilica

    S. TERESA DI GES BAMBINO A CASTROVILLARICi scrive Mariateresa Filomia: Vorrei parteci-pare alla Vostra bellissima iniziativa Dove si trova s.Teresa?.Vi allego le foto di questa bella statua di S.Teresina che ho fatto fare con tut-to il mio cuore quattro anni fa. Si trova nella Parrocchia Auxilium Christianorum di Castro-villari (Cosenza) frazione Vigne. Lei, che voleva andare fino ai confini del mondo non poteva non venire a toccare anche il nostro cuore in questa piccola parrochia di campagna immer-sa nel verde e circondata da mille fiori. Grazie Thrse, per esserti fatta conoscere e amare anche da noi.

    Ricordiamo che tutti i primi gioved del mesela santa messa sar offerta per tutti i nostri devoti lettorialle ore 8.00 e alle ore 18.30 (ora italiana).

    www.radiosantateresa.it

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    EditorialeTorna Teresa dal 9 al 13 ottobre 3

    Un anno con Teresa: settembreEssere fedeli nelle piccole cose 5

    Amici di TeresaIl fratello di santa Teresa 6-9

    Santi genitoriI misteri gaudiosi 10-14

    Spazio lettoriTeresa del bambin Ges e i colori 15

    Novena delle RoseTre rose per la vita 16-18

    Inserto per bambiniSulle orme di Giovanni della Croce 28-31

    Teresa di ges 1515-2015Donna Teresa 19-22

    Studi teresianiIl ruolo insostituibile 23-26

    La basilica parlaVieni, sposa di Cristo 27

    CuriositTitolo della Curiosit 28

    Affidati a s. Teresa 29

    Nella pace del Signore 30

    Programma delle feste Teresiane 32

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    4 Santa Teresa Settembre 2014Santa Teresa Settembre 2014

    mariana. Esercita quellattrazione universale che gi in vita aveva chiesto al buon Dio. Cos facendo apre molte porte, soprattutto ai fratelli carmelitani, credo, e li invi-ta a seguirla in luoghi, argomenti e prospettive dove essi raramente si avventurano. Penso alle moltissi-me amicizie che Teresa ha stretto con uomini e donne di ogni tipo e condizione, noti e ignoti. Penso a Tom Halk, Heather King, Colleen Carroll Campbell, Marco Palmisa-no, Giovanni Costantini, padre Ja-mes Martin sj, a personalit come padre Erich Pryzwara sj, Dorothy Day, Marie Nol, padre Jacques Sevin sj, Marthe Robin, Marcel Van e padre Marie-Dominique Molini op. Ma tutto questo viaggiare, nel tem-po, nello spazio e nella realt, ha forse una direzione? Teresa gioca a carte scoperte, sappiamo dunque che ogni suo movimento, allora come oggi, mira ad amare, essere amata, far amare e insegnare ad amare sempre di pi Dio Padre, Fi-glio e Spirito Santo. Tutto dunque ha questo scopo, dal successo della novena delle rose alla luce che getta sul mistero della Reden-zione. Ma come procedere allora con Teresa verso questa meta? Lo esprime bene il poeta e sacer-dote Giovanni Costantini quando fa dire alla Santa di Lisieux questa preghiera: Giuda allalbero secco della disperazione. Io di lagrime fradicia al tuo collo mi appendo. Mi sembra che Teresa conduca i carmelitani, attraverso lofferta di se stessi come vittime allamore misericordioso del buon Dio e la conseguente notte della fede, ad appendersi al collo di Ges Cristo di lacrime fradici.

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    S.TERESA a TOMBETTA9-13 OTTOBRE 2014

    SETTEMBRE:essere fedeli nelle piccole coseIo non muoio, entro nella Vita (LT 244, 9 giugno 1897)

    Teresa e noiLimmortalit la massima aspirazio-ne dellessere umano. Egli non si ras-segna a morire definitivamente. Non riesce ad accettare di essere una crea-tura destinata a polverizzarsi nel nulla. Eppure, tutto, la vecchiaia, la malattia, amicizie o sentimenti che credevamo indistruttibili e che invece si allentano, tutto ricorda che abbiamo un termine fissato. Chi, allora, riesce veramente ad affrontare con sano realismo que-sto problema? Saremmo tentati di dire coloro che si dedicano ad accumulare soldi, potere, soddisfazioni personali, e questo, indubbiamente, il model-lo di vita che oggi va per la maggio-re: afferriamo il pi possibile finch siamo in tempo! Ma questo il vero realismo della vita? Questa mentalit non nasconde forse unenorme dispe-razione, una rassegnata accettazione dellegoismo umano come unico oriz-zonte di sopravvivenza in attesa del nulla della morte? Nellannuncio cri-stiano, al contrario, non la morte ad avere lultima parola, ma la vita. Ges veramente risorto. Egli, il Verbo fatto uomo, mor per farci figli di Dio e darci la vita nuova del suo Spirito, e questa vita non peritura, ma definitiva ed eterna come lo lamore di Dio Pa-dre. Perci Teresa ha potuto dire che solamente Ges : Egli il maestro buono che ci insegna a dare il giusto peso ad ogni cosa, poich accettan-do in tutto e per tutto la nostra natu-ra umana, valut ci che umano e terreno nella sua giusta misura. alla luce della resurrezione di Cristo, allo-ra, che il credente pu affermare con tutta la forza della fede e della ragio-ne: Aspetto la resurrezione dei morti e la vita del mondo che verr!

    Preghiera del meseSignore, mostraci il Padre, questo ci basta (cfr. Gv 14,8)

    Il tema del meseCon molto realismo, Teresa non di-mentica mai che il nostro viaggio terre-no ha un termine, che leternit avan-za rapidamente, che ogni sofferenza destinata a sfociare un giorno nella gioia dellincontro faccia a faccia con Dio. Ella vive con grande fedelt la sua relazione damore con il Signore, dal presente (Niente che per loggi!) allavvenire. Il 30 settembre 1897, gior-no della sua morte a ventiquattro anni, Teresa dice: Non mi pento affatto del-la mia vita donata allAmore. Oh! Non, non mi pento affatto, al contrario!

    Testi complementariSiamo pi grandi delluniverso intero. Un giorno noi stessi avremo unesi-stenza divina (LT 83, 5 marzo 1889).

    La vita un tesoro. Ogni istante uneternit, uneternit di gioia per il cielo, uneternit il vedere Dio faccia a faccia, essere una sola cosa con lui. Solamente Ges , tutto il resto non affatto Amiamolo, dunque, fino alla follia, salviamogli delle anime (LT 96, 15 ottobre 1889)

    Sento che la mia missione sta per ini-ziare: la mia missione di far amare il buon Dio come io lo amo, di donare la mia piccola via alle anime. Se il buon Dio esaudir i miei desideri, vivr il mio Cielo sulla terra fino alla fine del mon-do. S, voglio passare il mio Cielo a fare del bene sulla terra Quando lAngelo avr detto: il tempo non pi! Allora io mi riposer! (Ultimi Colloqui, 17 luglio).

    di p. Conrad De Meester ocd

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    mariana. Esercita quellattrazione universale che gi in vita aveva chiesto al buon Dio. Cos facendo apre molte porte, soprattutto ai fratelli carmelitani, credo, e li invi-ta a seguirla in luoghi, argomenti e prospettive dove essi raramente si avventurano. Penso alle moltissi-me amicizie che Teresa ha stretto con uomini e donne di ogni tipo e condizione, noti e ignoti. Penso a Tom Halk, Heather King, Colleen Carroll Campbell, Marco Palmisa-no, Giovanni Costantini, padre Ja-mes Martin sj, a personalit come padre Erich Pryzwara sj, Dorothy Day, Marie Nol, padre Jacques Sevin sj, Marthe Robin, Marcel Van e padre Marie-Dominique Molini op. Ma tutto questo viaggiare, nel tem-po, nello spazio e nella realt, ha forse una direzione? Teresa gioca a carte scoperte, sappiamo dunque che ogni suo movimento, allora come oggi, mira ad amare, essere amata, far amare e insegnare ad amare sempre di pi Dio Padre, Fi-glio e Spirito Santo. Tutto dunque ha questo scopo, dal successo della novena delle rose alla luce che getta sul mistero della Reden-zione. Ma come procedere allora con Teresa verso questa meta? Lo esprime bene il poeta e sacer-dote Giovanni Costantini quando fa dire alla Santa di Lisieux questa preghiera: Giuda allalbero secco della disperazione. Io di lagrime fradicia al tuo collo mi appendo. Mi sembra che Teresa conduca i carmelitani, attraverso lofferta di se stessi come vittime allamore misericordioso del buon Dio e la conseguente notte della fede, ad appendersi al collo di Ges Cristo di lacrime fradici.

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    S.TERESA a TOMBETTA9-13 OTTOBRE 2014

    SETTEMBRE:essere fedeli nelle piccole coseIo non muoio, entro nella Vita (LT 244, 9 giugno 1897)

    Teresa e noiLimmortalit la massima aspirazio-ne dellessere umano. Egli non si ras-segna a morire definitivamente. Non riesce ad accettare di essere una crea-tura destinata a polverizzarsi nel nulla. Eppure, tutto, la vecchiaia, la malattia, amicizie o sentimenti che credevamo indistruttibili e che invece si allentano, tutto ricorda che abbiamo un termine fissato. Chi, allora, riesce veramente ad affrontare con sano realismo que-sto problema? Saremmo tentati di dire coloro che si dedicano ad accumulare soldi, potere, soddisfazioni personali, e questo, indubbiamente, il model-lo di vita che oggi va per la maggio-re: afferriamo il pi possibile finch siamo in tempo! Ma questo il vero realismo della vita? Questa mentalit non nasconde forse unenorme dispe-razione, una rassegnata accettazione dellegoismo umano come unico oriz-zonte di sopravvivenza in attesa del nulla della morte? Nellannuncio cri-stiano, al contrario, non la morte ad avere lultima parola, ma la vita. Ges veramente risorto. Egli, il Verbo fatto uomo, mor per farci figli di Dio e darci la vita nuova del suo Spirito, e questa vita non peritura, ma definitiva ed eterna come lo lamore di Dio Pa-dre. Perci Teresa ha potuto dire che solamente Ges : Egli il maestro buono che ci insegna a dare il giusto peso ad ogni cosa, poich accettan-do in tutto e per tutto la nostra natu-ra umana, valut ci che umano e terreno nella sua giusta misura. alla luce della resurrezione di Cristo, allo-ra, che il credente pu affermare con tutta la forza della fede e della ragio-ne: Aspetto la resurrezione dei morti e la vita del mondo che verr!

    Preghiera del meseSignore, mostraci il Padre, questo ci basta (cfr. Gv 14,8)

    Il tema del meseCon molto realismo, Teresa non di-mentica mai che il nostro viaggio terre-no ha un termine, che leternit avan-za rapidamente, che ogni sofferenza destinata a sfociare un giorno nella gioia dellincontro faccia a faccia con Dio. Ella vive con grande fedelt la sua relazione damore con il Signore, dal presente (Niente che per loggi!) allavvenire. Il 30 settembre 1897, gior-no della sua morte a ventiquattro anni, Teresa dice: Non mi pento affatto del-la mia vita donata allAmore. Oh! Non, non mi pento affatto, al contrario!

    Testi complementariSiamo pi grandi delluniverso intero. Un giorno noi stessi avremo unesi-stenza divina (LT 83, 5 marzo 1889).

    La vita un tesoro. Ogni istante uneternit, uneternit di gioia per il cielo, uneternit il vedere Dio faccia a faccia, essere una sola cosa con lui. Solamente Ges , tutto il resto non affatto Amiamolo, dunque, fino alla follia, salviamogli delle anime (LT 96, 15 ottobre 1889)

    Sento che la mia missione sta per ini-ziare: la mia missione di far amare il buon Dio come io lo amo, di donare la mia piccola via alle anime. Se il buon Dio esaudir i miei desideri, vivr il mio Cielo sulla terra fino alla fine del mon-do. S, voglio passare il mio Cielo a fare del bene sulla terra Quando lAngelo avr detto: il tempo non pi! Allora io mi riposer! (Ultimi Colloqui, 17 luglio).

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    6 Santa Teresa Settembre 2014Santa Teresa Settembre 2014

    qualit di padre spirituale, di di-rettore degli esercizi spirituali e di predicatore. A Cracovia nel 1914 fond e diresse la Confraternita del Bambino Ges di Praga. Alli-nizio della prima guerra mondiale, quando gli abitanti di Cracovia e i religiosi fuggirono dalla citt, p. Anselmo rimase volontariamente nella citt assediata, per custo-dire la chiesa e il convento occu-pato dai militari, dedicandosi as-siduamente al lavoro pastorale e alle visite agli ammalati. Su ordine del Padre Provinciale, alla fine del 1915, si rec in Austria, a Linz e poi a Vienna, per insegnare teo-logia e prendere sotto la propria cura spirituale i chierici polacchi che durante la prima guerra erano rimasti nei monasteri di quei luo-ghi.

    Negli anni 1918-1920 fu priore a Wadowice dove fond un Semi-nario Minore. Ivi contribu allo svi-luppo del culto di San Giuseppe, dirigendo una confraternita di pa-dri di famiglia la cui vita familiare e religiosa si modellava sullesem-pio delle virt del santo Patriarca. Come superiore della comunit egli stesso si considerava un ser-vo delle regole e un servo dei con-fratelli. Per il capitolo del conven-

    to preparava conferenze, creando cos lancora oggi attuale com-mentario della regola carmelitana.

    Nel 1920 venne nominato primo padre provinciale della risorta Provincia Polacca dei Carmelitani Scalzi. Cerc di recuperare i con-venti che erano stati chiusi e con premura si prese cura della pro-fonda vita spirituale delle comuni-t carmelitane.

    Nel 1921 con la collaborazione della Janina Kierociska oggi venerabile serva di Dio Madre Te-resa di San Giuseppe (1885-1946) fond a Sosnowiec la Congre-gazione contemplativa-attiva delle Suore Carmelitane di Ges Bambino. Lo scopo principale di questa nuova comunit carmeli-tana nella Chiesa consiste nelle-ducare i bambini e i giovani nello spirito dellinfanzia divina, nel pre-gare per i peccatori e nel pren-dersi cura della diffusione e della santit delle vocazioni sacerdotali e missionarie.

    Dal 1925 stette a Roma, dove p. Generale Wilhelm di San Alber-to gli venne affidato il compito di organizzare, presso di Casa Generalizia (via Corso dItalia) il Collegio Internazionale; negli anni

    am

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    resa N

    el 2014 si celebrano due anniversari lega-ti alla vita del Servo di Dio padre Anselmo di

    SantAndrea Corsini: lo scorso 24 febbraio abbiamo celebrato il 130 anniversario della sua nasci-ta, mentre il 15 ottobre p. v. ricorre il 45 anniversario della sua mor-te. Maciej Gdek Jzef nacque il 24 febbraio 1884 a Marszowice, nellarcidiocesi di Cracovia (Po-lonia). Maciej, secondoge-nito, venne battezzato nella chiesa parroc-chiale dellAssun-zione della Beata Maria Vergine di Niegowi, gi il secondo giorno dopo la nasci-ta. Ancor prima di venire al mondo sua madre lo aveva affidato a Maria, davanti alla Sua immagine venerata nella chiesa parrocchiale. I principi del-la fede li ricevette dagli amorevo-li genitori Antoni e Salomea, che ebbero molta cura delleducazio-ne religiosa dei loro figli.

    Dal 1895 a Wadowice fu alunno del convitto carmelitano e fre-quent il ginnasio locale. In un collegio conobbe san Raffaele Kalinowski, come priore di quel convento. Nel 1901 a Czerna prese labito carmelitano profes-sando quindi i primi voti religiosi

    il 17 agosto 1902. Nel noviziato, entusiasta della scoperta di esse-re un figlio di Maria, si consacr totalmente a Lei. Frate Anselmo, consapevole del fine della sua vocazione, diede inizio al suo per-corso verso la santit. Gli appunti nel suo quaderno del periodo del noviziato sono prova del solido lavoro sulla propria personalit, dello studio serio delle letture, delle lotte interiori che combatte-

    va, delle decisioni prese e dei progressi fatti nella

    vita spirituale. Nel noviziato, conob-be anche la prima edizione polacca degli Atti della-nima, e nellau-trice di questi, in

    suor Teresa del Bambino Ges, tro-

    v unanima gemella ... Nella sua poesia giova-

    nile, leggiamo: Portare il bambi-no Ges nel proprio cuore;

    Gli studi teologici li svolse a Roma, presso lUniversit Gregoriana, negli anni 1904-1908. Profess i voti solenni il 19 agosto 1905 ed il 25 luglio 1907 venne ordinato sa-cerdote. In patria arriv nel mese di aprile 1909, e solo allora cele-br la prima santa Messa nella sua parrocchia nativa.

    Dal 1909 al 1915 insegn teologia a Cracovia. Era noto anche per la vasta attivit pastorale svolta in

    IL FRATELLO DI SANTA TERESA

    di suor Konradadel Cuore del Bambino Ges

    Il Servo di Dio p. Anselmo di s. Andrea Corsini OCDMaciej Jzef Gdek (1884-1969)

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    6 Santa Teresa Settembre 2014Santa Teresa Settembre 2014

    qualit di padre spirituale, di di-rettore degli esercizi spirituali e di predicatore. A Cracovia nel 1914 fond e diresse la Confraternita del Bambino Ges di Praga. Alli-nizio della prima guerra mondiale, quando gli abitanti di Cracovia e i religiosi fuggirono dalla citt, p. Anselmo rimase volontariamente nella citt assediata, per custo-dire la chiesa e il convento occu-pato dai militari, dedicandosi as-siduamente al lavoro pastorale e alle visite agli ammalati. Su ordine del Padre Provinciale, alla fine del 1915, si rec in Austria, a Linz e poi a Vienna, per insegnare teo-logia e prendere sotto la propria cura spirituale i chierici polacchi che durante la prima guerra erano rimasti nei monasteri di quei luo-ghi.

    Negli anni 1918-1920 fu priore a Wadowice dove fond un Semi-nario Minore. Ivi contribu allo svi-luppo del culto di San Giuseppe, dirigendo una confraternita di pa-dri di famiglia la cui vita familiare e religiosa si modellava sullesem-pio delle virt del santo Patriarca. Come superiore della comunit egli stesso si considerava un ser-vo delle regole e un servo dei con-fratelli. Per il capitolo del conven-

    to preparava conferenze, creando cos lancora oggi attuale com-mentario della regola carmelitana.

    Nel 1920 venne nominato primo padre provinciale della risorta Provincia Polacca dei Carmelitani Scalzi. Cerc di recuperare i con-venti che erano stati chiusi e con premura si prese cura della pro-fonda vita spirituale delle comuni-t carmelitane.

    Nel 1921 con la collaborazione della Janina Kierociska oggi venerabile serva di Dio Madre Te-resa di San Giuseppe (1885-1946) fond a Sosnowiec la Congre-gazione contemplativa-attiva delle Suore Carmelitane di Ges Bambino. Lo scopo principale di questa nuova comunit carmeli-tana nella Chiesa consiste nelle-ducare i bambini e i giovani nello spirito dellinfanzia divina, nel pre-gare per i peccatori e nel pren-dersi cura della diffusione e della santit delle vocazioni sacerdotali e missionarie.

    Dal 1925 stette a Roma, dove p. Generale Wilhelm di San Alber-to gli venne affidato il compito di organizzare, presso di Casa Generalizia (via Corso dItalia) il Collegio Internazionale; negli anni

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    el 2014 si celebrano due anniversari lega-ti alla vita del Servo di Dio padre Anselmo di

    SantAndrea Corsini: lo scorso 24 febbraio abbiamo celebrato il 130 anniversario della sua nasci-ta, mentre il 15 ottobre p. v. ricorre il 45 anniversario della sua mor-te. Maciej Gdek Jzef nacque il 24 febbraio 1884 a Marszowice, nellarcidiocesi di Cracovia (Po-lonia). Maciej, secondoge-nito, venne battezzato nella chiesa parroc-chiale dellAssun-zione della Beata Maria Vergine di Niegowi, gi il secondo giorno dopo la nasci-ta. Ancor prima di venire al mondo sua madre lo aveva affidato a Maria, davanti alla Sua immagine venerata nella chiesa parrocchiale. I principi del-la fede li ricevette dagli amorevo-li genitori Antoni e Salomea, che ebbero molta cura delleducazio-ne religiosa dei loro figli.

    Dal 1895 a Wadowice fu alunno del convitto carmelitano e fre-quent il ginnasio locale. In un collegio conobbe san Raffaele Kalinowski, come priore di quel convento. Nel 1901 a Czerna prese labito carmelitano profes-sando quindi i primi voti religiosi

    il 17 agosto 1902. Nel noviziato, entusiasta della scoperta di esse-re un figlio di Maria, si consacr totalmente a Lei. Frate Anselmo, consapevole del fine della sua vocazione, diede inizio al suo per-corso verso la santit. Gli appunti nel suo quaderno del periodo del noviziato sono prova del solido lavoro sulla propria personalit, dello studio serio delle letture, delle lotte interiori che combatte-

    va, delle decisioni prese e dei progressi fatti nella

    vita spirituale. Nel noviziato, conob-be anche la prima edizione polacca degli Atti della-nima, e nellau-trice di questi, in

    suor Teresa del Bambino Ges, tro-

    v unanima gemella ... Nella sua poesia giova-

    nile, leggiamo: Portare il bambi-no Ges nel proprio cuore;

    Gli studi teologici li svolse a Roma, presso lUniversit Gregoriana, negli anni 1904-1908. Profess i voti solenni il 19 agosto 1905 ed il 25 luglio 1907 venne ordinato sa-cerdote. In patria arriv nel mese di aprile 1909, e solo allora cele-br la prima santa Messa nella sua parrocchia nativa.

    Dal 1909 al 1915 insegn teologia a Cracovia. Era noto anche per la vasta attivit pastorale svolta in

    IL FRATELLO DI SANTA TERESA

    di suor Konradadel Cuore del Bambino Ges

    Il Servo di Dio p. Anselmo di s. Andrea Corsini OCDMaciej Jzef Gdek (1884-1969)

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    8 Santa Teresa Settembre 2014

    trina dellinfanzia spirituale del P. Anselmo strettamente connessa con la vita della Santa Trinit, con lopera redentrice di Cristo, con il dono della grazia santificatrice e con la Maternit Divina della San-tissima Maria Vergine. Essa nasce e si sviluppa in noi per opera del-lo Spirito Santo nonch grazie a Maria, che Madre della vita di Ges in noi. Linfanzia Divina - secondo Padre Anselmo - consi-ste nel seguire le orme del Figlio di Dio - il Bambino Ges - nellimitar-Lo nel Suo completo affidamento al Dio Padre - dalla mangiatoia fino alla croce. Essa conduce alla piena maturit spirituale, ri-chiede spirito di fede, completa abnegazione, semplicit, fiducia e soprattutto obbedienza secondo lesempio del Bambino Ges, la cui vita e il suo essere figlio si ri-assume in un solo modo: e stava sottomesso. La vita fatta di spiri-to dinfanzia la pi semplice, la pi corta e la pi sicura per rag-giungere il cielo.

    Gli ultimi 10 anni di vita di Padre Anselmo li trascorse nel convento dei carmelitani di d. Nonostan-te la salute debole e le esperienze spirituali, fino alla fine partecip agli atti della vita della comunit, si abbandon allapostolato del-la preghiera e della sofferenza. Lintera sua vita fu esempio di pa-zienza e di fedelt alla vocazione carmelitana.

    Il segreto della vita spirituale del p. Anselmo lo espresse nelle pa-role: Per tutta la vita mi sono esercitato nella pratica della carit del Bambino Ges. Mor in odore di santit il 15 ottobre 1969. I Suoi resti terreni riposano nel vestibolo della chiesa dei Carmelitani Scalzi

    di d. Il processo di beatifica-zione nellarcidiocesi di d si svolto negli anni 2002-2008. Gli atti del processo sono stati tra-smessi alla Congregazione per le Cause dei Santi a Roma.

    1926-45 ne fu il suo primo rettore. Fin dallinizio, si preoccup della formazione dei seminaristi duran-te le riunioni del Capitolo, dando loro in questo modo un compe-tente commento delle nuove Co-stituzioni dellOrdine. Egli era in-fatti consapevole che educando i seminaristi provenienti da diverse province, avrebbe gettato le basi per il futuro dellOrdine. Infatti i laureati del Collegio Internazio-nale svolgevano poi nelle provin-ce importanti incarichi: di inse-gnante, maestro, o provinciale, e spesso facevano riferimento alla for-mazione carme-litana ricevuta da padre Anselmo nel Collegio di Roma. La priorit nel la-voro di formazione di padre Anselmo, oltre che nelle-sauriente studio, consisteva nel-la partecipazione agli atti della vita della comunit: il coro, il refettorio, la ricreazione. Sua grandissima pre-occupazione e suo desiderio era di educare i semi-naristi ad essere veri carmelitani. Padre Anselmo amava molto la Chiesa e la sua liturgia, si prende-va cura della sua bellezza e di una corretta celebrazione. Nel periodo 1927-1938, Padre Anselmo anche scriveva regolarmente da Roma per la rivista la Voce del Carme-lo pubblicata a Cracovia, nella quale comparvero circa 120 dei suoi articoli sulla liturgia, lascesi e sulla spiritualit carmelitana.

    Negli anni 1931-1947 svolse an-che la funzione di consigliere ge-nerale; gli venne affidato il com-pito di svolgere delle visitazioni in varie province dellOrdine. Per nomina di papa Pio XI divenne visitatore apostolico dei seminari ecclesiastici in Polonia, dei collegi nazionali a Roma, e Pio XII lo no-min consulente della Congrega-zione per i Seminari e le Universit Cattoliche. Dal 1940 port il servi-zio spirituale ai rifugiati.

    Al ritorno in Polonia nel 1947 per altre tre volte svol-

    se la funzione di padre provinciale. Diede sempre te-stimonianza di de-vota vita sacerdo-tale e carmelitana, si cur di tenere alto il livello di vita spirituale dei fratelli e delle sorelle nel Carmelo; fu padre spirituale di molte persone consa-crate e laiche, da lui condotte alla santit. Si distinse per fervida carit del prossimo, per

    impegno, serenit danimo, per prudenza, umilt e semplicit. Con carit paterna si apriva alle esigenze del prossimo. Si occup anche della formazione della Congregazione da lui stesso fondata, ne elabor le Costituzio-ni e lasci loro un cospicuo nume-ro di suoi scritti spirituali.

    Il Mistero dellIncarnazione e dellInfanzia di Ges, sentito e annunciato da Padre Anselmo, profondamente radicato nella spiritualit del Carmelo. La dot-

    PREGHIERAper ottenere grazieper intercessionedel Servo di DioPadre Anselmononch per la suabeatificazione

    Dio, che hai fatto s che padre Anselmo fosse modello di perfezione evangelica e propagasse la dottrina dellinfanzia divina del Figlio Tuo, esaudisci la mia fiduciosa preghie-ra, affinch per Sua intercessione possa ottenere la grazia ... che chiedo ferventemente e possa con spirito di riconoscenza lodarela Tua misericordia.O Divino Bambino Ges, fa che pa-dre Anselmo, che stato messaggero della verit della Tua infanzia e che per tutta la sua vita Ti ha adorato, sia elevato agli onori degli altari, interceda per aumentare la nostra fede e conduca tutti alla santit e alla redenzione. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.Padre nostro ..., Ave Maria ..., Gloria al Padre ...

    Imprimatur: Mons. Wladyslaw Zilek, Ldl, 10.01.2002, N. 61/2002

    Per le grazie ricevuteinviare informazionial seguente indirizzo: Suore Carmelitane del Bambino Ges Postulazione del S. D. Anselmo di San Andrea Corsini OCDPiazza San Pancrazio 5/B, 00152 Roma tel. +39 06 58 100 92;tel. +39 346 685 69 89;[email protected]

    Preg

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  • 9Santa Teresa Settembre 2014

    8 Santa Teresa Settembre 2014

    trina dellinfanzia spirituale del P. Anselmo strettamente connessa con la vita della Santa Trinit, con lopera redentrice di Cristo, con il dono della grazia santificatrice e con la Maternit Divina della San-tissima Maria Vergine. Essa nasce e si sviluppa in noi per opera del-lo Spirito Santo nonch grazie a Maria, che Madre della vita di Ges in noi. Linfanzia Divina - secondo Padre Anselmo - consi-ste nel seguire le orme del Figlio di Dio - il Bambino Ges - nellimitar-Lo nel Suo completo affidamento al Dio Padre - dalla mangiatoia fino alla croce. Essa conduce alla piena maturit spirituale, ri-chiede spirito di fede, completa abnegazione, semplicit, fiducia e soprattutto obbedienza secondo lesempio del Bambino Ges, la cui vita e il suo essere figlio si ri-assume in un solo modo: e stava sottomesso. La vita fatta di spiri-to dinfanzia la pi semplice, la pi corta e la pi sicura per rag-giungere il cielo.

    Gli ultimi 10 anni di vita di Padre Anselmo li trascorse nel convento dei carmelitani di d. Nonostan-te la salute debole e le esperienze spirituali, fino alla fine partecip agli atti della vita della comunit, si abbandon allapostolato del-la preghiera e della sofferenza. Lintera sua vita fu esempio di pa-zienza e di fedelt alla vocazione carmelitana.

    Il segreto della vita spirituale del p. Anselmo lo espresse nelle pa-role: Per tutta la vita mi sono esercitato nella pratica della carit del Bambino Ges. Mor in odore di santit il 15 ottobre 1969. I Suoi resti terreni riposano nel vestibolo della chiesa dei Carmelitani Scalzi

    di d. Il processo di beatifica-zione nellarcidiocesi di d si svolto negli anni 2002-2008. Gli atti del processo sono stati tra-smessi alla Congregazione per le Cause dei Santi a Roma.

    1926-45 ne fu il suo primo rettore. Fin dallinizio, si preoccup della formazione dei seminaristi duran-te le riunioni del Capitolo, dando loro in questo modo un compe-tente commento delle nuove Co-stituzioni dellOrdine. Egli era in-fatti consapevole che educando i seminaristi provenienti da diverse province, avrebbe gettato le basi per il futuro dellOrdine. Infatti i laureati del Collegio Internazio-nale svolgevano poi nelle provin-ce importanti incarichi: di inse-gnante, maestro, o provinciale, e spesso facevano riferimento alla for-mazione carme-litana ricevuta da padre Anselmo nel Collegio di Roma. La priorit nel la-voro di formazione di padre Anselmo, oltre che nelle-sauriente studio, consisteva nel-la partecipazione agli atti della vita della comunit: il coro, il refettorio, la ricreazione. Sua grandissima pre-occupazione e suo desiderio era di educare i semi-naristi ad essere veri carmelitani. Padre Anselmo amava molto la Chiesa e la sua liturgia, si prende-va cura della sua bellezza e di una corretta celebrazione. Nel periodo 1927-1938, Padre Anselmo anche scriveva regolarmente da Roma per la rivista la Voce del Carme-lo pubblicata a Cracovia, nella quale comparvero circa 120 dei suoi articoli sulla liturgia, lascesi e sulla spiritualit carmelitana.

    Negli anni 1931-1947 svolse an-che la funzione di consigliere ge-nerale; gli venne affidato il com-pito di svolgere delle visitazioni in varie province dellOrdine. Per nomina di papa Pio XI divenne visitatore apostolico dei seminari ecclesiastici in Polonia, dei collegi nazionali a Roma, e Pio XII lo no-min consulente della Congrega-zione per i Seminari e le Universit Cattoliche. Dal 1940 port il servi-zio spirituale ai rifugiati.

    Al ritorno in Polonia nel 1947 per altre tre volte svol-

    se la funzione di padre provinciale. Diede sempre te-stimonianza di de-vota vita sacerdo-tale e carmelitana, si cur di tenere alto il livello di vita spirituale dei fratelli e delle sorelle nel Carmelo; fu padre spirituale di molte persone consa-crate e laiche, da lui condotte alla santit. Si distinse per fervida carit del prossimo, per

    impegno, serenit danimo, per prudenza, umilt e semplicit. Con carit paterna si apriva alle esigenze del prossimo. Si occup anche della formazione della Congregazione da lui stesso fondata, ne elabor le Costituzio-ni e lasci loro un cospicuo nume-ro di suoi scritti spirituali.

    Il Mistero dellIncarnazione e dellInfanzia di Ges, sentito e annunciato da Padre Anselmo, profondamente radicato nella spiritualit del Carmelo. La dot-

    PREGHIERAper ottenere grazieper intercessionedel Servo di DioPadre Anselmononch per la suabeatificazione

    Dio, che hai fatto s che padre Anselmo fosse modello di perfezione evangelica e propagasse la dottrina dellinfanzia divina del Figlio Tuo, esaudisci la mia fiduciosa preghie-ra, affinch per Sua intercessione possa ottenere la grazia ... che chiedo ferventemente e possa con spirito di riconoscenza lodarela Tua misericordia.O Divino Bambino Ges, fa che pa-dre Anselmo, che stato messaggero della verit della Tua infanzia e che per tutta la sua vita Ti ha adorato, sia elevato agli onori degli altari, interceda per aumentare la nostra fede e conduca tutti alla santit e alla redenzione. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.Padre nostro ..., Ave Maria ..., Gloria al Padre ...

    Imprimatur: Mons. Wladyslaw Zilek, Ldl, 10.01.2002, N. 61/2002

    Per le grazie ricevuteinviare informazionial seguente indirizzo: Suore Carmelitane del Bambino Ges Postulazione del S. D. Anselmo di San Andrea Corsini OCDPiazza San Pancrazio 5/B, 00152 Roma tel. +39 06 58 100 92;tel. +39 346 685 69 89;[email protected]

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  • 11Santa Teresa Settembre 2014

    10 Santa Teresa Settembre 2014

    da Feu et lumire,numero speciale III (2009)

    Or leva lo sguardo alla Patria San-ta e l tu vedrai, su gloriosi troni, un Padre amato, una diletta Ma-dre a cui tu devi la tua immensa gioia. (P 16 per Celina)

    Nel nome del Padre, del Figlioe dello Spirito Santo. Amen.(segno della croce)

    Vergine Maria, attira, aspira in noi il Santo Spirito, insegnaci a pre-gare, a meditare, a lasciarci im-pregnare dallopera di tuo Figlio nelle anime di Luigi e Zelia.

    Rit. Vieni Spirito Santo, Fuoco dAmore, vieni Padre dei poveri, innamorato delle nostre ferite.Credo, Padre Nostro,Ave Maria (3x), Gloria

    1 MISTERO GAUDIOSO:LANNUNCIAZIONEFrutto del mistero: lumiltLc 1,38 Allora Maria disse: Ecco la serva del Signore: avvenga per me se-condo la tua parola.

    LUIGIQuando gli chiedemmo, un giorno in cui lo trovammo solo, la ragione della scelta di partecipare alla pri-ma messa domenicale, quella delle sei, egli rispose: Perch la messa dei poveri e degli operai.

    Suor Genevive del Santo Volto (Celina)

    Luigi viaggiava in terza classe per-ch era meno comodo. Per lui, ogni cosa era buona abbastanza e non ricordo di averlo mai sentito lamen-tarsi una sola volta su ci che gli poteva succedere di fastidioso.

    Suor Genevive del Santo Volto

    ZELIALa nostra madre era molto umile. Nelle sue lettere, si accusa fre-quentemente delle sue imperfezio-ni: Dico spesso durante la gior-nata: Mio Dio, come vorrei essere santa! Poi non faccio le opere!.

    Alla figlia Paolina,26 febbraio 1876, CF 154

    Ad una festa di Ognissanti, ella in-siste con affascinante semplicit: Voglio farmi santa: non sar fa-

    cile, vi molto da sgrossare ed il legno duro come una pietra. Sa-rebbe stato meglio mettercisi pri-ma, mentre era meno difficile, ma, infine, meglio tardi che mai.

    Alle figlie Maria e Paolina,1 novembre 1873, CF 110

    Ella desidera ardentemente che tutte le sue figlie siano sante. Leggiamo in una lettera scritta nel giorno di Ognissanti e indirizzata alle due figlie maggiori, collegiali alla Visitazione di Le Mans: Biso-gna servire il buon Dio, mie care figliole, e procurare di meritare di essere un giorno nel numero dei santi dei quali celebriamo la fe-sta. CF 110

    2 MISTERO GAUDIOSO:LA VISITAZIONEFrutto del mistero: la caritLc 1,39 Maria si alz e and in fretta ver-so la regione montuosa, in una citt di Giuda.

    LUIGIAllamore di Dio, allo spirito di fede e di speranza si univa, nel padre mio, unestrema carit verso il prossimo. Era un suo tratto dominante.

    Suor Genevive del Santo Volto

    Se di notte suonava lallarme, an-nunciando un qualche incendio, si alzava subito per correre l dove il pericolo era maggiore. Questa intrepidit, ben nota, di nostro padre, ci teneva nellangoscia, quando non lo vedevamo tornare a casa allora prevista. Avevamo sempre il timore che avesse ten-tato di separare chi si batteva e ne avesse ricevuto un brutto colpo o che avesse soccorso qualcuno che stava affogando, essendo un buon nuotatore e non esitando a mettere a rischio la propria vita per salvare quella altrui.

    Suor Genevive del Santo Volto

    Erano entrambi molto generosi. Non solo, mettendo a rischio la propria tranquillit, si prodigava-no nellappoggiare moralmente i pi sfortunati ma li soccorreva-no anche pecuniariamente. Mio padre aveva sempre la mano in tasca per dare qualcosa ai men-dicanti che incontrava lungo la strada.

    Suor Genevive del Santo Volto

    ZELIANon sempre il lauto guadagno che assicura laffezione dei domestici; bisogna che essi sentano che li amiamo, bisogna mani-

    I MISTERI GAUDIOSImeditati con i beati Luigi e Zelia Martin

    san

    ti g

    en

    itori

    do

    ve

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    ta te

    resa Nella chiesa parrocchiale di Illasi san-

    ta Teresa del Bambino Ges stata raffigurata in una lunetta della navata. La vetrata bella ma Teresa ci sem-bra stare un po stretta. Non per que-sto si scoraggia, avendo un angelo che lassiste e che la porta nellinfi-nito Cielo: ad Illasi dunque Teresa si china, come proprio dellAmore e f scendere la sua benefica pioggia di rose.

    Abbiamo trovato la nostra santa nella chiesa parrocchiale di SantAndrea, frazione di Badia Calavena in Val dIllasi (VR). Il poster che richiama il vangelo domenicale che dice: Sono venuto a gettare fuoco sulla terra ci sembra molto appropriato: una piog-gia di rose infuocata.

    A ILLASI SI CHINA ROSEDI FUOCOA SANTANDREA

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  • 11Santa Teresa Settembre 2014

    10 Santa Teresa Settembre 2014

    da Feu et lumire,numero speciale III (2009)

    Or leva lo sguardo alla Patria San-ta e l tu vedrai, su gloriosi troni, un Padre amato, una diletta Ma-dre a cui tu devi la tua immensa gioia. (P 16 per Celina)

    Nel nome del Padre, del Figlioe dello Spirito Santo. Amen.(segno della croce)

    Vergine Maria, attira, aspira in noi il Santo Spirito, insegnaci a pre-gare, a meditare, a lasciarci im-pregnare dallopera di tuo Figlio nelle anime di Luigi e Zelia.

    Rit. Vieni Spirito Santo, Fuoco dAmore, vieni Padre dei poveri, innamorato delle nostre ferite.Credo, Padre Nostro,Ave Maria (3x), Gloria

    1 MISTERO GAUDIOSO:LANNUNCIAZIONEFrutto del mistero: lumiltLc 1,38 Allora Maria disse: Ecco la serva del Signore: avvenga per me se-condo la tua parola.

    LUIGIQuando gli chiedemmo, un giorno in cui lo trovammo solo, la ragione della scelta di partecipare alla pri-ma messa domenicale, quella delle sei, egli rispose: Perch la messa dei poveri e degli operai.

    Suor Genevive del Santo Volto (Celina)

    Luigi viaggiava in terza classe per-ch era meno comodo. Per lui, ogni cosa era buona abbastanza e non ricordo di averlo mai sentito lamen-tarsi una sola volta su ci che gli poteva succedere di fastidioso.

    Suor Genevive del Santo Volto

    ZELIALa nostra madre era molto umile. Nelle sue lettere, si accusa fre-quentemente delle sue imperfezio-ni: Dico spesso durante la gior-nata: Mio Dio, come vorrei essere santa! Poi non faccio le opere!.

    Alla figlia Paolina,26 febbraio 1876, CF 154

    Ad una festa di Ognissanti, ella in-siste con affascinante semplicit: Voglio farmi santa: non sar fa-

    cile, vi molto da sgrossare ed il legno duro come una pietra. Sa-rebbe stato meglio mettercisi pri-ma, mentre era meno difficile, ma, infine, meglio tardi che mai.

    Alle figlie Maria e Paolina,1 novembre 1873, CF 110

    Ella desidera ardentemente che tutte le sue figlie siano sante. Leggiamo in una lettera scritta nel giorno di Ognissanti e indirizzata alle due figlie maggiori, collegiali alla Visitazione di Le Mans: Biso-gna servire il buon Dio, mie care figliole, e procurare di meritare di essere un giorno nel numero dei santi dei quali celebriamo la fe-sta. CF 110

    2 MISTERO GAUDIOSO:LA VISITAZIONEFrutto del mistero: la caritLc 1,39 Maria si alz e and in fretta ver-so la regione montuosa, in una citt di Giuda.

    LUIGIAllamore di Dio, allo spirito di fede e di speranza si univa, nel padre mio, unestrema carit verso il prossimo. Era un suo tratto dominante.

    Suor Genevive del Santo Volto

    Se di notte suonava lallarme, an-nunciando un qualche incendio, si alzava subito per correre l dove il pericolo era maggiore. Questa intrepidit, ben nota, di nostro padre, ci teneva nellangoscia, quando non lo vedevamo tornare a casa allora prevista. Avevamo sempre il timore che avesse ten-tato di separare chi si batteva e ne avesse ricevuto un brutto colpo o che avesse soccorso qualcuno che stava affogando, essendo un buon nuotatore e non esitando a mettere a rischio la propria vita per salvare quella altrui.

    Suor Genevive del Santo Volto

    Erano entrambi molto generosi. Non solo, mettendo a rischio la propria tranquillit, si prodigava-no nellappoggiare moralmente i pi sfortunati ma li soccorreva-no anche pecuniariamente. Mio padre aveva sempre la mano in tasca per dare qualcosa ai men-dicanti che incontrava lungo la strada.

    Suor Genevive del Santo Volto

    ZELIANon sempre il lauto guadagno che assicura laffezione dei domestici; bisogna che essi sentano che li amiamo, bisogna mani-

    I MISTERI GAUDIOSImeditati con i beati Luigi e Zelia Martin

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    resa Nella chiesa parrocchiale di Illasi san-

    ta Teresa del Bambino Ges stata raffigurata in una lunetta della navata. La vetrata bella ma Teresa ci sem-bra stare un po stretta. Non per que-sto si scoraggia, avendo un angelo che lassiste e che la porta nellinfi-nito Cielo: ad Illasi dunque Teresa si china, come proprio dellAmore e f scendere la sua benefica pioggia di rose.

    Abbiamo trovato la nostra santa nella chiesa parrocchiale di SantAndrea, frazione di Badia Calavena in Val dIllasi (VR). Il poster che richiama il vangelo domenicale che dice: Sono venuto a gettare fuoco sulla terra ci sembra molto appropriato: una piog-gia di rose infuocata.

    A ILLASI SI CHINA ROSEDI FUOCOA SANTANDREA

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    12 Santa Teresa Settembre 2014

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    itori festare loro della simpatia e non essere troppo rigidi a loro riguar-

    do. Quando le persone hanno un fondo buono, si sicuri che ser-vono con affetto e devozione. Tu sai che sono molto vivace, eppure tutte le domestiche che ho avuto mi hanno amata e le tengo quan-to voglio. Quella che ho in questo momento cadrebbe malata se do-vesse andarsene; sono sicura che se le offrissero duecento franchi di pi non vorrebbe lasciarmi. Vero che non tratto le mie domestiche meno bene dei miei figli.

    Al fratello, 2 marzo 1968, CF 29

    Le sue merlettaie non sfuggono alle sue cure attente e affettuose. Di domenica, dopo i vespri, visi-tava quelle ammalate e le aiutava sia materialmente sia moralmente.

    Suor Genevive del Santo Volto

    Mamma incaricava spesso Lou-ise, la domestica, quando non poteva farlo in prima persona, di aiutare le famiglie bisognose. Ella, ben pi tardi, ne rese testimonian-za: Solo io so quante monete di due franchi e quanti bolliti mi ha incaricato di portare ai poveri!

    Lettera di Louise Marais, Signora Le Gendre, 22 luglio 1923

    3 MISTERO GAUDIOSO:IL NATALEFrutto del mistero: uno spirito di povertLc 2,11-12 Oggi, nella citt di Davide, nato per voi un Salvatore, che Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fa-sce, adagiato in una mangiatoia. LUIGISappassionava per tutto ci che riguardava Nostro Signore. Un giorno di Natale, verso la fine del-

    la sua vita, diceva a suor Agnese nel parlatorio del Carmelo: Un bambino piccolo! Ah! Come non essere attirati dal buon Dio che si fatto cos piccolo! Un bambino piccolo cos amabile!.

    Suor Genevive del Santo Volto

    Spesso qualcuno di noi lo sor-prendeva al belvedere dei Buis-sonnets immerso in una preghiera profonda, guardando lontano con una espressione di felicit. Molte volte allora, lo si sentiva sussur-rare: EGO ERO MERCES TUA MAGNA NIMIS Il suo cuore era pieno di questo pensiero, da de-bordarne. Poi, riprendendo il fran-cese, diceva sottolineando ogni sillaba: SAR IO STESSO LA VOSTRA RICOMPENSA, GRAN-DE ALLINFINITO.

    Suor Genevive del Santo Volto

    ZELIAAd ogni nascita, diceva subito questa preghiera: Signore, fatemi la grazia che questo figlio vi sia consacrato e che nulla possa ro-vinare la purezza della sua anima. Se mai dovesse perdersi, preferi-sco che ve lo prendiate immedia-tamente.

    Suor Genevive del Santo Volto

    Quando Teresa venne al mondo, mia madre ebbe una gioia senza uguali. Sin dalla sua nascita, la sentivo cantare con me, confide-r un giorno.

    Suor Genevive del Santo Volto

    Io, amo i bambini alla follia, ero nata per averne [] Probabilmen-te non le scriver prima della na-scita del mio piccino, spero che sia verso Natale e conto di essere io stessa ad annunciarglielo.

    Alla cognata, 15 dicembre 1872, CF 83

    4 MISTERO GAUDIOSO:PRESENTAZIONE DI GESAL TEMPIOFrutto del mistero: lobbedienza, lofferta dei loro figli Lc 2,22-23a Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, se-condo la legge di Mos, portaro-no il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore come scritto nella legge del Signore. LUIGIIl 16 febbraio 1882, dopo una gra-zia di illuminazione ricevuta nella chiesa di St-Jacques. Paolina gli annunci il suo desiderio di en-trare al Carmelo. Non si oppose in nulla e le domand solo se la sua salute avrebbe sopportato una regola cos austera. Nel po-meriggio, incontrandola, le disse: Ti ho permesso, per la tua felici-t, di entrare al Carmelo, ma non credere che non mi sia costato un grande sacrificio, perch ti amo molto.

    Suor Genevive del Santo Volto

    Domenica in albis, 8 aprile 1888. Pap non disse quasi nulla, ma il suo sguardo si fissava sul mio con amore. Lindomani part per lultima volta al braccio del suo caro Re. Dopo la messa, la con-dusse alla porta della clausura e si inginocchi per benedirla, pian-gendo.

    Suor Genevive del Santo Volto

    Fu uno spettacolo che dovet-te far sorridere gli angeli, come scrisse la nostra Santa, vedere questo vecchio presentare al Si-gnore la sua bambina, ancora nel-la primavera della vita.

    Suor Genevive del Santo Volto

    Fu in effetti un sacrifico molto duro per il nostro beneamato padre. Un

    suo amico gli disse: Abramo non ha nulla da ridirle; lei avrebbe fatto come lui se il buon Dio vi avesse chiesto il sacrificio della vostra piccola Regina. Rispose imme-diatamente: S, tuttavia, lo am-metto, avrei sollevato la mia spa-da lentamente, sperando langelo e lariete.

    Suor Genevive del Santo Volto

    ZELIALa nostra madre soccupava atti-vamente della nostra educazione. Mi ricordo che ci faceva fare le preghiere alla mattina e alla sera,

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    itori festare loro della simpatia e non essere troppo rigidi a loro riguar-

    do. Quando le persone hanno un fondo buono, si sicuri che ser-vono con affetto e devozione. Tu sai che sono molto vivace, eppure tutte le domestiche che ho avuto mi hanno amata e le tengo quan-to voglio. Quella che ho in questo momento cadrebbe malata se do-vesse andarsene; sono sicura che se le offrissero duecento franchi di pi non vorrebbe lasciarmi. Vero che non tratto le mie domestiche meno bene dei miei figli.

    Al fratello, 2 marzo 1968, CF 29

    Le sue merlettaie non sfuggono alle sue cure attente e affettuose. Di domenica, dopo i vespri, visi-tava quelle ammalate e le aiutava sia materialmente sia moralmente.

    Suor Genevive del Santo Volto

    Mamma incaricava spesso Lou-ise, la domestica, quando non poteva farlo in prima persona, di aiutare le famiglie bisognose. Ella, ben pi tardi, ne rese testimonian-za: Solo io so quante monete di due franchi e quanti bolliti mi ha incaricato di portare ai poveri!

    Lettera di Louise Marais, Signora Le Gendre, 22 luglio 1923

    3 MISTERO GAUDIOSO:IL NATALEFrutto del mistero: uno spirito di povertLc 2,11-12 Oggi, nella citt di Davide, nato per voi un Salvatore, che Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fa-sce, adagiato in una mangiatoia. LUIGISappassionava per tutto ci che riguardava Nostro Signore. Un giorno di Natale, verso la fine del-

    la sua vita, diceva a suor Agnese nel parlatorio del Carmelo: Un bambino piccolo! Ah! Come non essere attirati dal buon Dio che si fatto cos piccolo! Un bambino piccolo cos amabile!.

    Suor Genevive del Santo Volto

    Spesso qualcuno di noi lo sor-prendeva al belvedere dei Buis-sonnets immerso in una preghiera profonda, guardando lontano con una espressione di felicit. Molte volte allora, lo si sentiva sussur-rare: EGO ERO MERCES TUA MAGNA NIMIS Il suo cuore era pieno di questo pensiero, da de-bordarne. Poi, riprendendo il fran-cese, diceva sottolineando ogni sillaba: SAR IO STESSO LA VOSTRA RICOMPENSA, GRAN-DE ALLINFINITO.

    Suor Genevive del Santo Volto

    ZELIAAd ogni nascita, diceva subito questa preghiera: Signore, fatemi la grazia che questo figlio vi sia consacrato e che nulla possa ro-vinare la purezza della sua anima. Se mai dovesse perdersi, preferi-sco che ve lo prendiate immedia-tamente.

    Suor Genevive del Santo Volto

    Quando Teresa venne al mondo, mia madre ebbe una gioia senza uguali. Sin dalla sua nascita, la sentivo cantare con me, confide-r un giorno.

    Suor Genevive del Santo Volto

    Io, amo i bambini alla follia, ero nata per averne [] Probabilmen-te non le scriver prima della na-scita del mio piccino, spero che sia verso Natale e conto di essere io stessa ad annunciarglielo.

    Alla cognata, 15 dicembre 1872, CF 83

    4 MISTERO GAUDIOSO:PRESENTAZIONE DI GESAL TEMPIOFrutto del mistero: lobbedienza, lofferta dei loro figli Lc 2,22-23a Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, se-condo la legge di Mos, portaro-no il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore come scritto nella legge del Signore. LUIGIIl 16 febbraio 1882, dopo una gra-zia di illuminazione ricevuta nella chiesa di St-Jacques. Paolina gli annunci il suo desiderio di en-trare al Carmelo. Non si oppose in nulla e le domand solo se la sua salute avrebbe sopportato una regola cos austera. Nel po-meriggio, incontrandola, le disse: Ti ho permesso, per la tua felici-t, di entrare al Carmelo, ma non credere che non mi sia costato un grande sacrificio, perch ti amo molto.

    Suor Genevive del Santo Volto

    Domenica in albis, 8 aprile 1888. Pap non disse quasi nulla, ma il suo sguardo si fissava sul mio con amore. Lindomani part per lultima volta al braccio del suo caro Re. Dopo la messa, la con-dusse alla porta della clausura e si inginocchi per benedirla, pian-gendo.

    Suor Genevive del Santo Volto

    Fu uno spettacolo che dovet-te far sorridere gli angeli, come scrisse la nostra Santa, vedere questo vecchio presentare al Si-gnore la sua bambina, ancora nel-la primavera della vita.

    Suor Genevive del Santo Volto

    Fu in effetti un sacrifico molto duro per il nostro beneamato padre. Un

    suo amico gli disse: Abramo non ha nulla da ridirle; lei avrebbe fatto come lui se il buon Dio vi avesse chiesto il sacrificio della vostra piccola Regina. Rispose imme-diatamente: S, tuttavia, lo am-metto, avrei sollevato la mia spa-da lentamente, sperando langelo e lariete.

    Suor Genevive del Santo Volto

    ZELIALa nostra madre soccupava atti-vamente della nostra educazione. Mi ricordo che ci faceva fare le preghiere alla mattina e alla sera,

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  • 15Santa Teresa Settembre 2014

    14 Santa Teresa Settembre 2014

    Amava il bianco del fiore di campo,la candida nigella presente nel granolei ne raccoglieva a profusioneper offrirlo a mazzi a nostro Signore.Amava il rosso del sangue di Cristoche dalla croce lento scendea.Con lo spirito lei lo raccoglieaper donarlo alle anime in pena.Amava il bianco dei fiocchi di neveche a gennaio scendean lieve lieveperch donavan alla terra bellezzama soprattutto antica purezza.Amava il rosso del cuore pulsantedella Chiesa da Cristo fondata.Questo cuore, il suo, bruciava damore.Mettea in modo il bene nel mondo.Amava anche il grigio del cieloche con lei piangea nella tristezzaquando tutto sembrava perduto,ma il sole presto veniva in suo aiuto.Amava i colori che la primaveradonava alla terra, ma anche al cieloche lei guardava di giorno, di nottequando tra le stelle appara il suo nome.Amava il bianco, il rosso, il rosadelle sue rose che a noi ha promessoda mandar gi a mo di cascataa chi con umilt le sa meritare.Voleva esser come il giallo, al centrodogni fiore e della Chiesa intera.Con le sue azioni minute, ma intensela piccola via ha tracciato per noi.Della speranza ci ha lasciato il verdecon la promessa di pregare per noie tirare il buon Dio per la giacchettaquando le anime fan le ritrose

    (maggio 2014, dopo una visitaal nostro Santuario)

    spa

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    di Maria Fielli

    TERESA DEL BAMBIN GES E I COLORI

    insegnandoci in particolare que-sta formula dofferta della giorna-ta: Mio Dio, vi dono il mio cuore, prendetelo, se vi piace, affinch nessun altra creatura possa pos-sederlo ma voi solo, mio buon Ges.

    Suor Genevive del Santo Volto Malgrado le sue grandi delusioni offerte al buon Dio con una con-formit eroica alla sua volont santa, la nostra madre desider, almeno, offrire i suoi figli alla vita religiosa. Leggendo la biografia di Madame Acarie, le cui tre figlie erano entrate al Carmelo, si fece sfuggire questo grido dentusia-smo: Tutte le sue figlie carmelita-ne! Com possibile che una ma-dre essere tanto onorata. Suor Genevive del Santo Volto Ci non ostante, faceva ben at-tenzione a non esercitare su di noi una pressione indiscreta ma cre, in casa, un clima di piet e allo stesso tempo di rispetto per tutto ci che riguardava Dio. Le anime erano spontaneamente attirate verso di Lui.

    Suor Genevive del Santo Volto

    4 MISTERO GAUDIOSO:IL RITROVAMENTOFrutto del mistero: scoprire il senso della domenica e ritrovare CristoLc 2,46-47Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai mae-stri, mentre li ascoltava e li inter-rogava. E tutti quelli che ludivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte.

    LUIGINotevole era la delicatezza di no-stro padre nel santificare la do-menica. Il giorno del Signore era sacro per lui, a tal punto che i

    suoi amici a volte trovavano che la sua pratica del riposo domeni-cale fosse esagerata. Insistevano che aprisse la sua gioielleria di domenica, magari solo attraverso una porta laterale. Gli facevano notare che restando chiuso, per-deva delle occasioni di guadagno considerevoli, trovandosi il suo di fronte ad un grande negozio ove affluivano i clienti, soprattutto nei giorni festivi. La maggior parte di essi erano paesani venuti ad Alenon per fare i loro acquisti in vista delle nozze, o di battesimo ed altre occasioni speciali Fiato sprecato! Se per altri la tentazione di aprire sarebbe stata irresistibi-le, egli invece non vi cedette mai.

    Suor Genevive del Santo Volto

    Per la stessa ragione, non com-prava nulla di domenica. Cos, avendo visto un giorno su di un banchetto ambulante una pietra che desiderava acquistare, do-mand che gli fosse riservata sino allindomani.

    Suor Genevive del Santo Volto

    ZELIAZelia praticava scrupolosamente il senso sacro della domenica. Ma-ria ricorda di averla vista una volta iniziare a mettere in ordine un cas-setto per poi udirla esclamare im-provvisamente: Oh Dio mio, oggi domenica!. E subito, questo inno-cente lavoretto fu abbandonato.

    Suor Genevive del Santo Volto

    Qualche mese prima della sua morte, il suo carattere ottimista traspariva da queste linee: Non ho tuttavia alcun motivo di allie-tarmi nel vedere il tempo che pro-cede ma sono come i bambini che non si preoccupano per il domani, spero sempre la felicit.

    31 Dicembre 1876

    san

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    itori

    Le lettere agli amicidi M. D. Molini in italiano

    Salutiamo con gioia la traduzione dei tre volumi delle Lettere agli amici - la dolcezza di essere nien-te di p. Marie-Dominique Molini op da parte delle Edizioni Parva. La nostra rivi-sta ne aveva gi pubblicato negli anni scorsi alcu-ni stralci ed ora anche i lettori italiani possono nutrirsi a que-sta ricca fonte. Speriamo di co-minciare presto a leggere in italiano i pi difficili e densi Quaderni di vita spiritua-le, vera miniera di teologia te-resiana.

    LA DOLCEZZADI ESSERE NIENTE

  • 15Santa Teresa Settembre 2014

    14 Santa Teresa Settembre 2014

    Amava il bianco del fiore di campo,la candida nigella presente nel granolei ne raccoglieva a profusioneper offrirlo a mazzi a nostro Signore.Amava il rosso del sangue di Cristoche dalla croce lento scendea.Con lo spirito lei lo raccoglieaper donarlo alle anime in pena.Amava il bianco dei fiocchi di neveche a gennaio scendean lieve lieveperch donavan alla terra bellezzama soprattutto antica purezza.Amava il rosso del cuore pulsantedella Chiesa da Cristo fondata.Questo cuore, il suo, bruciava damore.Mettea in modo il bene nel mondo.Amava anche il grigio del cieloche con lei piangea nella tristezzaquando tutto sembrava perduto,ma il sole presto veniva in suo aiuto.Amava i colori che la primaveradonava alla terra, ma anche al cieloche lei guardava di giorno, di nottequando tra le stelle appara il suo nome.Amava il bianco, il rosso, il rosadelle sue rose che a noi ha promessoda mandar gi a mo di cascataa chi con umilt le sa meritare.Voleva esser come il giallo, al centrodogni fiore e della Chiesa intera.Con le sue azioni minute, ma intensela piccola via ha tracciato per noi.Della speranza ci ha lasciato il verdecon la promessa di pregare per noie tirare il buon Dio per la giacchettaquando le anime fan le ritrose

    (maggio 2014, dopo una visitaal nostro Santuario)

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    di Maria Fielli

    TERESA DEL BAMBIN GES E I COLORI

    insegnandoci in particolare que-sta formula dofferta della giorna-ta: Mio Dio, vi dono il mio cuore, prendetelo, se vi piace, affinch nessun altra creatura possa pos-sederlo ma voi solo, mio buon Ges.

    Suor Genevive del Santo Volto Malgrado le sue grandi delusioni offerte al buon Dio con una con-formit eroica alla sua volont santa, la nostra madre desider, almeno, offrire i suoi figli alla vita religiosa. Leggendo la biografia di Madame Acarie, le cui tre figlie erano entrate al Carmelo, si fece sfuggire questo grido dentusia-smo: Tutte le sue figlie carmelita-ne! Com possibile che una ma-dre essere tanto onorata. Suor Genevive del Santo Volto Ci non ostante, faceva ben at-tenzione a non esercitare su di noi una pressione indiscreta ma cre, in casa, un clima di piet e allo stesso tempo di rispetto per tutto ci che riguardava Dio. Le anime erano spontaneamente attirate verso di Lui.

    Suor Genevive del Santo Volto

    4 MISTERO GAUDIOSO:IL RITROVAMENTOFrutto del mistero: scoprire il senso della domenica e ritrovare CristoLc 2,46-47Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai mae-stri, mentre li ascoltava e li inter-rogava. E tutti quelli che ludivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte.

    LUIGINotevole era la delicatezza di no-stro padre nel santificare la do-menica. Il giorno del Signore era sacro per lui, a tal punto che i

    suoi amici a volte trovavano che la sua pratica del riposo domeni-cale fosse esagerata. Insistevano che aprisse la sua gioielleria di domenica, magari solo attraverso una porta laterale. Gli facevano notare che restando chiuso, per-deva delle occasioni di guadagno considerevoli, trovandosi il suo di fronte ad un grande negozio ove affluivano i clienti, soprattutto nei giorni festivi. La maggior parte di essi erano paesani venuti ad Alenon per fare i loro acquisti in vista delle nozze, o di battesimo ed altre occasioni speciali Fiato sprecato! Se per altri la tentazione di aprire sarebbe stata irresistibi-le, egli invece non vi cedette mai.

    Suor Genevive del Santo Volto

    Per la stessa ragione, non com-prava nulla di domenica. Cos, avendo visto un giorno su di un banchetto ambulante una pietra che desiderava acquistare, do-mand che gli fosse riservata sino allindomani.

    Suor Genevive del Santo Volto

    ZELIAZelia praticava scrupolosamente il senso sacro della domenica. Ma-ria ricorda di averla vista una volta iniziare a mettere in ordine un cas-setto per poi udirla esclamare im-provvisamente: Oh Dio mio, oggi domenica!. E subito, questo inno-cente lavoretto fu abbandonato.

    Suor Genevive del Santo Volto

    Qualche mese prima della sua morte, il suo carattere ottimista traspariva da queste linee: Non ho tuttavia alcun motivo di allie-tarmi nel vedere il tempo che pro-cede ma sono come i bambini che non si preoccupano per il domani, spero sempre la felicit.

    31 Dicembre 1876

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    Le lettere agli amicidi M. D. Molini in italiano

    Salutiamo con gioia la traduzione dei tre volumi delle Lettere agli amici - la dolcezza di essere nien-te di p. Marie-Dominique Molini op da parte delle Edizioni Parva. La nostra rivi-sta ne aveva gi pubblicato negli anni scorsi alcu-ni stralci ed ora anche i lettori italiani possono nutrirsi a que-sta ricca fonte. Speriamo di co-minciare presto a leggere in italiano i pi difficili e densi Quaderni di vita spiritua-le, vera miniera di teologia te-resiana.

    LA DOLCEZZADI ESSERE NIENTE

  • 16 Santa Teresa Settembre 2014

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    i I 28

    Sapete cosa si prova quan-do nei nostri confronti vie-ne emesso un verdetto che potrebbe anche diventare

    una condanna a morte? Solitamen-te si prova rabbia, stupore, aggres-sivit, sconforto; voglia di gridare, di piangere, di abbracciare i pro-pri cari e contemporaneamente di stare da soli, lontani da tutto e da tutti. Soli con se stessi, con le proprie pau-re, con i propri perch. Per-ch proprio io? Perch proprio a me? Sono le consuete domande che abbiamo gi sentito tante volte pronun-ciare dagli al-tri, ma che, in questo caso, p o t r e b b e r o uscire proprio dalle nostre labbra. Per me invece non stato cos. Ver-so la fine di ot-tobre del 2010, nel farmi la doccia mi accorsi della presenza di un nodulino nel seno destro. Avevo la mammografia pre-notata per l11 gennaio del 2011, e istintivamente mi dissi: Aspetto la mammografia, non vado ora dal medico. Con il senno di poi, questo comportamento sicuramente non lo consiglierei a nessuno, ma in quel momento, senza pensarci troppo,

    decisi cos. Arriv l11 di gennaio e durante lecografia, eseguita dopo la mammografia, mi venne chiesto di fare anche lago aspirato per dei sospetti da verificare. Il medico non si sbilanci pi di tanto, e io tornai a casa senza essere particolarmen-te preoccupata. Dopo una setti-mana ricevetti una telefonata dello stesso medico che mi comunicava

    che avevo non uno, ma ben due carcino-mi, e che mi aveva gi pre-notato la visita dal chirurgo per il giorno dopo. Sarebbe stato il giorno del mio com-pleanno: bel modo di fe-steggiarlo. An-cora una volta per mi senti-vo tranquilla, e fui proprio io a rincuorare mio marito, dicen-dogli di non preoccuparsi. Dopo essermi sottoposta alla

    visita chirurgica, mi fu proposto di togliere solamente i due tumori, ma io optai per un intervento radicale: lasportazione dellintera mammel-la. Arrivata a casa, raccontai tutto ai miei genitori e, pi tardi, a mio figlio e a mio marito. Tutti e quattro rima-sero sconcertati dalla mia reazione, e non riuscivano a capacitarsi di come potessi essere cos serena,

    no

    ven

    a d

    elle

    rose

    TRE ROSE PER LA VITAStoria vera di Ludovica B.raccolta da Marisa Marconcini

    da CONFIDENZE, Mondadori Editore, n 14 (2014)

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    Sapete cosa si prova quan-do nei nostri confronti vie-ne emesso un verdetto che potrebbe anche diventare

    una condanna a morte? Solitamen-te si prova rabbia, stupore, aggres-sivit, sconforto; voglia di gridare, di piangere, di abbracciare i pro-pri cari e contemporaneamente di stare da soli, lontani da tutto e da tutti. Soli con se stessi, con le proprie pau-re, con i propri perch. Per-ch proprio io? Perch proprio a me? Sono le consuete domande che abbiamo gi sentito tante volte pronun-ciare dagli al-tri, ma che, in questo caso, p o t r e b b e r o uscire proprio dalle nostre labbra. Per me invece non stato cos. Ver-so la fine di ot-tobre del 2010, nel farmi la doccia mi accorsi della presenza di un nodulino nel seno destro. Avevo la mammografia pre-notata per l11 gennaio del 2011, e istintivamente mi dissi: Aspetto la mammografia, non vado ora dal medico. Con il senno di poi, questo comportamento sicuramente non lo consiglierei a nessuno, ma in quel momento, senza pensarci troppo,

    decisi cos. Arriv l11 di gennaio e durante lecografia, eseguita dopo la mammografia, mi venne chiesto di fare anche lago aspirato per dei sospetti da verificare. Il medico non si sbilanci pi di tanto, e io tornai a casa senza essere particolarmen-te preoccupata. Dopo una setti-mana ricevetti una telefonata dello stesso medico che mi comunicava

    che avevo non uno, ma ben due carcino-mi, e che mi aveva gi pre-notato la visita dal chirurgo per il giorno dopo. Sarebbe stato il giorno del mio com-pleanno: bel modo di fe-steggiarlo. An-cora una volta per mi senti-vo tranquilla, e fui proprio io a rincuorare mio marito, dicen-dogli di non preoccuparsi. Dopo essermi sottoposta alla

    visita chirurgica, mi fu proposto di togliere solamente i due tumori, ma io optai per un intervento radicale: lasportazione dellintera mammel-la. Arrivata a casa, raccontai tutto ai miei genitori e, pi tardi, a mio figlio e a mio marito. Tutti e quattro rima-sero sconcertati dalla mia reazione, e non riuscivano a capacitarsi di come potessi essere cos serena,

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    TRE ROSE PER LA VITAStoria vera di Ludovica B.raccolta da Marisa Marconcini

    da CONFIDENZE, Mondadori Editore, n 14 (2014)

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  • 17Santa Teresa Settembre 2014

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    come se la cosa non mi toccasse minimamente.Telefonai anche alla mia cara amica Anna, alla quale mi unisce unamicizia ventennale. Le comu-nicai la notizia senza far trasparire nessuna emozione. Per qualche lunghissimo secondo, lei non mi rispose, era rimasta letteralmente senza parole. Quando si riprese, mi chiese se stessi scherzando o se magari avessi interpretato er-roneamente le parole del medico. Eh no, Anna, si tratta proprio di cancro, ma non ho paura, sono tranquilla perch sono certa che andr tutto bene. E me lo dici cos, senza lombra della pi lieve emozione, con distacco, come se non fosse successo a te. Te lho detto, sono tranquillissima. Ti ri-cordi della Novena delle Rose che avevi fatto per me, lanno scorso? Io, come sai, la rosa prevista la-vevo ricevuta durante i giorni in cui tu recitavi le preghiere, anzi, ne avevo ricevute ben tre, proprio come le mie richieste, e questo mi d la certezza che ognuna di esse sia gi stata esaudita.Mah, in effetti la mia amica bal-bettava come una studentessa im-preparata durante uninterrogazio-ne. Io, dallaltra parte del filo, la prendevo bonaria-mente in giro, invi-tandola a ricordare le parole esatte delle intenzioni che erano state oggetto della novena, ripetuta amorevolmente da lei per i nove giorni necessari a completarla.A questo punto dobbiamo fare un passo indietro e tornare al momento in cui io, improvvisa-

    mente e apparentemente senza motivo, avevo chiesto ad Anna se poteva recitare per me la Novena delle Rose, una preghiera di cui io ero venuta a conoscenza proprio da lei. Era una sera di fine estate e sta-vo guardando fuori dalla finestra della cucina, quando vidi passare velocemente una persona vestita di bianco, con lunghi capelli bion-di che ondeggiavano, mossi dalla lieve brezza. La vedevo di spalle e non riuscivo a rendermi conto se si trattasse di una donna o di un uomo; inoltre fu solo un attimo per-ch la persona attravers la piazza e scomparve subito alla mia vista, come inghiottita nel nulla.

    Avvertii subito un bisogno pres-sante di telefonare ad Anna per chiederle di recitare per me la Novena delle Rose, che lei ave-va scoperto leggendo un libro. La mia amica mi aveva raccontato che la novena era rivolta a Dio, per mezzo dellintercessione di Santa Teresa del Bambino Ges e che, se durante la recitazione delle preghiere, solitamente verso

    il terzo o quarto giorno, si riceveva una rosa, anche virtuale, si poteva essere

    certi che la nostra richiesta sarebbe stata esaudita. In

    quel preciso mo-mento sentivo che quella nove-

    na io dovevo farla, o, meglio ancora, era necessario che

    qualcuno la facesse per me, visto che ero so-

    lita pregare con le mie parole e non con quelle delle preghie-re ufficiali. Dissi ad Anna che le intenzioni della novena doveva-

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    come se la cosa non mi toccasse minimamente.Telefonai anche alla mia cara amica Anna, alla quale mi unisce unamicizia ventennale. Le comu-nicai la notizia senza far trasparire nessuna emozione. Per qualche lunghissimo secondo, lei non mi rispose, era rimasta letteralmente senza parole. Quando si riprese, mi chiese se stessi scherzando o se magari avessi interpretato er-roneamente le parole del medico. Eh no, Anna, si tratta proprio di cancro, ma non ho paura, sono tranquilla perch sono certa che andr tutto bene. E me lo dici cos, senza lombra della pi lieve emozione, con distacco, come se non fosse successo a te. Te lho detto, sono tranquillissima. Ti ri-cordi della Novena delle Rose che avevi fatto per me, lanno scorso? Io, come sai, la rosa prevista la-vevo ricevuta durante i giorni in cui tu recitavi le preghiere, anzi, ne avevo ricevute ben tre, proprio come le mie richieste, e questo mi d la certezza che ognuna di esse sia gi stata esaudita.Mah, in effetti la mia amica bal-bettava come una studentessa im-preparata durante uninterrogazio-ne. Io, dallaltra parte del filo, la prendevo bonaria-mente in giro, invi-tandola a ricordare le parole esatte delle intenzioni che erano state oggetto della novena, ripetuta amorevolmente da lei per i nove giorni necessari a completarla.A questo punto dobbiamo fare un passo indietro e tornare al momento in cui io, improvvisa-

    mente e apparentemente senza motivo, avevo chiesto ad Anna se poteva recitare per me la Novena delle Rose, una preghiera di cui io ero venuta a conoscenza proprio da lei. Era una sera di fine estate e sta-vo guardando fuori dalla finestra della cucina, quando vidi passare velocemente una persona vestita di bianco, con lunghi capelli bion-di che ondeggiavano, mossi dalla lieve brezza. La vedevo di spalle e non riuscivo a rendermi conto se si trattasse di una donna o di un uomo; inoltre fu solo un attimo per-ch la persona attravers la piazza e scomparve subito alla mia vista, come inghiottita nel nulla.

    Avvertii subito un bisogno pres-sante di telefonare ad Anna per chiederle di recitare per me la Novena delle Rose, che lei ave-va scoperto leggendo un libro. La mia amica mi aveva raccontato che la novena era rivolta a Dio, per mezzo dellintercessione di Santa Teresa del Bambino Ges e che, se durante la recitazione delle preghiere, solitamente verso

    il terzo o quarto giorno, si riceveva una rosa, anche virtuale, si poteva essere

    certi che la nostra richiesta sarebbe stata esaudita. In

    quel preciso mo-mento sentivo che quella nove-

    na io dovevo farla, o, meglio ancora, era necessario che

    qualcuno la facesse per me, visto che ero so-

    lita pregare con le mie parole e non con quelle delle preghie-re ufficiali. Dissi ad Anna che le intenzioni della novena doveva-

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  • Donna debole, senza cultura n vita esemplare?

    Santa Teresa Settembre 2014Santa Teresa Settembre 2014 19

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    no essere tre. La prima: perch io possa avere la capacit di vedere chiaramente la verit delle cose. La seconda: perch possa esse-re serena e sappia affrontare le difficolt con giustizia e tranquil-lit. La terza: perch possa vivere la vita con il giusto piglio, senza farmi travolgere. Parlai con cal-ma, e Anna mi ascolt senza in-terrompermi, ma alla fine disse: Ludovica, stai bene? Come mai, cos allimprovviso, ti vengono in mente queste cose?. Non lo so, Anna, ho sentito dentro di me le frasi che ti ho appena detto e che anchio non ho capito. So per che la novena deve essere fatta, ma io non me la sento di metter-mi a pregare, ripetendo per nove giorni le stesse parole; per questo mi sono rivolta a te. Vuoi aiutar-mi?. Anna acconsent.Il terzo giorno dallinizio della no-vena, stavo sfogliando una rivista, seduta sul divano, quando in un pagina mi apparve la fotogra-fia di un quadro nel quale erano rappresentate tre splendide rose bianche, che campeggiavano su uno sfondo color del cielo e sem-bravano dirmi: Ecco la tue rose,

    Ludovica. Hai visto che siamo ar-rivate?. Da quel momento le tre rose ricevute si trasformarono in un segno di speranza per tutto il tempo della malattia che, ringra-ziando Dio, ho superato brillante-mente, con serenit, affrontando ogni difficolt senza farmi travol-gere, proprio come avevo chie-sto nella novena. Ringrazio chi mi ha ispirato le parole da rivolgere a Dio: un angelo? Forse quella eterea presenza che avevo visto passare velocemente nei pressi di casa mia in quella sera di settem-bre? Ringrazio Anna, la sua fede e la sua amicizia. Insieme abbiamo ringraziato Dio per aver esaudito le nostre invocazioni, e la piccola santa Teresa che, prima di lascia-re questa terra, cos aveva pro-messo: Voglio trascorrere il mio cielo facendo del bene sulla terra. Far cadere una pioggia di rose. Care amiche lettrici, ho voluto raccontarvi la mia storia, intessuta di fede e di amore, e cucita con il filo della speranza, per regalare a tutte voi un lieto fine: e a chi nel dolore, la speranza di poter ritor-nare presto a sorridere. Questa la mia rosa per voi.

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    Nel chiostro dellantica ab-bazia benedettina di Badia Calavena (VR), ora in uso alla parrocchia, leggiamo uninteressanta scritta, da-tata 27 febbraio 1927 a ri-cordo della protezione che la Santa delle rose garant al popolo di Badia. Non sap-piamo a quali fatti si riferisce la scritta e speriamo che qualche nostro lettore pos-sa presto dircelo.

    A BADIA CALAVENA AMATA

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    ebbene il secolo XVI sia governato al suo inizio da una donna fuori dal comune quale la regina

    Isabella ( 1504), nella societ spagnola del suo tempo la donna emarginata dalla vita pubblica e nella condizione perma-nente di minorenne. Difficilmente accede alle fonti della cul-tura, non viene am-messa alle universit e nemmeno in altri centri di studio. Si arriva a minacciarla con la spada di fuo-co affinch non leg-ga la Bibbia e su di lei gravano special-mente le proibizioni ufficiali verso i libri. Teresa far molte vol-te le sue rimostranze contro questultimo provvedimento (non vi potranno togliere i libri, che vi resti nem-meno un cos ottimo libro!), e giudicher la situazione gene-rale con uno scher-no impietoso: Per i giudici di questo mondo dice dal momento che sono tutti uomini, non esi-ste virt di donna che non sia sospetta! Ci sar un giorno in cui tutto verr alla luce (Cammino di perfezione,

    ed. Escorial, 3). Sicuramente esi-stevano, sparse qua e l, alcune scuole private per leducazione delle donzelle delle famiglie agia-te. Tali erano, per esempio, San-ta Maria della Grazia ad Avila

    oppure il Collegio di nobili donzelle a Toledo (fondato dal cardinale Siliceo), ma avevano lo sco-po della formazio-ne della giovane per le faccende di casa e per le buo-ne maniere, senza particolare apertu-ra verso altri oriz-zonti cu1turali.

    Nel censimento di Avila del 1561 ci sono pochissime donne che svolgo-no un servizio pub-blico e comunque solo mansioni umili: contadina, fabbri-cante e venditrice di aghi, bottonaia, berrettaia, farsetta-ia, commerciante di panni di lana, tessi-trice, tintora, gio-ielliera, argentiera, fabbricante o ven-ditrice di aloscia (bevanda compo-sta da acqua, miele e spezie), pastic-

    ciera, fabbricante o venditrice di candele e di cera, cantiniera, frut-tivendola, fornaia, panettiera, pe-

    DONNA TERESA

    di p. Fabio Pistillo ocd

  • Donna debole, senza cultura n vita esemplare?

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    no essere tre. La prima: perch io possa avere la capacit di vedere chiaramente la verit delle cose. La seconda: perch possa esse-re serena e sappia affrontare le difficolt con giustizia e tranquil-lit. La terza: perch possa vivere la vita con il giusto piglio, senza farmi travolgere. Parlai con cal-ma, e Anna mi ascolt senza in-terrompermi, ma alla fine disse: Ludovica, stai bene? Come mai, cos allimprovviso, ti vengono in mente queste cose?. Non lo so, Anna, ho sentito dentro di me le frasi che ti ho appena detto e che anchio non ho capito. So per che la novena deve essere fatta, ma io non me la sento di metter-mi a pregare, ripetendo per nove giorni le stesse parole; per questo mi sono rivolta a te. Vuoi aiutar-mi?. Anna acconsent.Il terzo giorno dallinizio della no-vena, stavo sfogliando una rivista, seduta sul divano, quando in un pagina mi apparve la fotogra-fia di un quadro nel quale erano rappresentate tre splendide rose bianche, che campeggiavano su uno sfondo color del cielo e sem-bravano dirmi: Ecco la tue rose,

    Ludovica. Hai visto che siamo ar-rivate?. Da quel momento le tre rose ricevute si trasformarono in un segno di speranza per tutto il tempo della malattia che, ringra-ziando Dio, ho superato brillante-mente, con serenit, affrontando ogni difficolt senza farmi travol-gere, proprio come avevo chie-sto nella novena. Ringrazio chi mi ha ispirato le parole da rivolgere a Dio: un angelo? Forse quella eterea presenza che avevo visto passare velocemente nei pressi di casa mia in quella sera di settem-bre? Ringrazio Anna, la sua fede e la sua amicizia. Insieme abbiamo ringraziato Dio per aver esaudito le nostre invocazioni, e la piccola santa Teresa che, prima di lascia-re questa terra, cos aveva pro-messo: Voglio trascorrere il mio cielo facendo del bene sulla terra. Far cadere una pioggia di rose. Care amiche lettrici, ho voluto raccontarvi la mia storia, intessuta di fede e di amore, e cucita con il filo della speranza, per regalare a tutte voi un lieto fine: e a chi nel dolore, la speranza di poter ritor-nare presto a sorridere. Questa la mia rosa per voi.

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    Nel chiostro dellantica ab-bazia benedettina di Badia Calavena (VR), ora in uso alla parrocchia, leggiamo uninteressanta scritta, da-tata 27 febbraio 1927 a ri-cordo della protezione che la Santa delle rose garant al popolo di Badia. Non sap-piamo a quali fatti si riferisce la scritta e speriamo che qualche nostro lettore pos-sa presto dircelo.

    A BADIA CALAVENA AMATA

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    ebbene il secolo XVI sia governato al suo inizio da una donna fuori dal comune quale la regina

    Isabella ( 1504), nella societ spagnola del suo tempo la donna emarginata dalla vita pubblica e nella condizione perma-nente di minorenne. Difficilmente accede alle fonti della cul-tura, non viene am-messa alle universit e nemmeno in altri centri di studio. Si arriva a minacciarla con la spada di fuo-co affinch non leg-ga la Bibbia e su di lei gravano special-mente le proibizioni ufficiali verso i libri. Teresa far molte vol-te le sue rimostranze contro questultimo provvedimento (non vi potranno togliere i libri, che vi resti nem-meno un cos ottimo libro!), e giudicher la situazione gene-rale con uno scher-no impietoso: Per i giudici di questo mondo dice dal momento che sono tutti uomini, non esi-ste virt di donna che non sia sospetta! Ci sar un giorno in cui tutto verr alla luce (Cammino di perfezione,

    ed. Escorial, 3). Sicuramente esi-stevano, sparse qua e l, alcune scuole private per leducazione delle donzelle delle famiglie agia-te. Tali erano, per esempio, San-ta Maria della Grazia ad Avila

    oppure il Collegio di nobili donzelle a Toledo (fondato dal cardinale Siliceo), ma avevano lo sco-po della formazio-ne della giovane per le faccende di casa e per le buo-ne maniere, senza particolare apertu-ra verso altri oriz-zonti cu1turali.

    Nel censimento di Avila del 1561 ci sono pochissime donne che svolgo-no un servizio pub-blico e comunque solo mansioni umili: contadina, fabbri-cante e venditrice di aghi, bottonaia, berrettaia, farsetta-ia, commerciante di panni di lana, tessi-trice, tintora, gio-ielliera, argentiera, fabbricante o ven-ditrice di aloscia (bevanda compo-sta da acqua, miele e spezie), pastic-

    ciera, fabbricante o venditrice di candele e di cera, cantiniera, frut-tivendola, fornaia, panettiera, pe-

    DONNA TERESA

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    scivendola, locandiera, bottegaia e commerciante in ortaggi. In altre mansioni domestiche: massaia, sarta, cameriera, ricamatrice, la-vandaia. Non le viene mai asse-gnato nessun compito nei campi delle costruzioni, trasporti, sanit, Chiesa, insegnamento, cultura, arti, amministrazione della giusti-zia. singolare e sconcertante lalto numero di vedove povere o di don-ne sole e povere, oppure di vedove allospedale: solo nel quartiere di S. Giovanni (quello di S. Tere