San Gimignano, la città turrita

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LE CENTO CITTA D'ITALIA ILLUSTRATE SAN GIMIGNANO LA CITTA TURRITA San Gimi g nano . V e duta delle to rr i, dalla Rocca. CASA EDITRICE SONZOGNO- MILANO l Prezzo Lire 1 :] PRINTED IN ITALY '------

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Serie "Le cento città d'Italia illustrate" edita dalla Casa Editrice Sonzogno di Milano nel corso degli anni '20.

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LE CENTO CITTA D'ITALIA ILLUSTRATE

SAN GIMIGNANO LA CITTA TURRITA

Sa n Gimi gnano . V eduta d ell e torr i, dalla Rocca.

CASA EDITRICE SONZOGNO- MILANO l Prezzo Lire 1:] PRINTED IN ITALY •

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TORR I , PIAZZE E V I E D I SA N GIMIGNANO

Scn Gimi gnano, sull'alto di un colle dominante la Val d'Elsa, emana il fascino del passato con le sue torri fantastiche , le sue v ie pittoresc~e . i grandi ricordi storici , l'arte delle sue chiese e delle antiche case . A sinistra: Le Torri dal Torrino della Rocca . - Una ved uta della cittadina, dall'alto . - La piazza della Cisterna con , in fondo , la via del Castello. - A destra:

L'A rco dei Becci o del T a lei (sec. V~U) . - Il Vicolo dell'Oro.

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LE CENTO CITTA D'ITALIA

SAN GIMIGNANO LA C I T T À

Quel che suto è per Dio lasciamo andare ~ ciaschedun voglia esser buon frat e llo E con liet' occhio /'un l'altro guardare

E salverem questo nobi/ gioiello El quale lo mio cor sempre combatte Tanto mi pare dilettevole e bello .

(MATTEO CIACCHERI "Cronachetta di San Gimignano», 1353).

SAN Gimig: ano offre anch'oggi, in pieno secolo v-entestmo, a noi che viviamo una vita così affret­tata, una visione di pura e semplice vita medioe­

vale, e non soltanto di quella età di mezzo tutta dedita al misticismo, ma anche di quel medioevo battagliero e forte, rude e semplice, che seppe unire e creare. meravigliosamente, t a n te magnificenze d'arte , per la maggior gloria di Dio e del­la Patria.

Uno storico tedesco, con­tro il quale insorse fiera­mente il Carducci, chiamò San Gimignano cc la Pom­pei del Medioevo n ; ma non è vero! Pompei non ha che rovine, rovine simboli­che, significative, ma ro­vine; nella città cc dal~e bel­le torri n invece, non vi so­no rovine, e quelle poche che l'incuria degli uomini e ]'opera deleteria del tem­oo, hanno reso tali. ci par­lano, meglio, ci dànno la impressione viva, verace, di essere nella più sinc era realtà del'a vita.

Come di molte città. le re mote origini della T ur-

. rita si perdono nella notte dei temPi. Si parla. anzi si favole ggia , di due giovani patrizi romani, Silvio e Mu­zio. complici entrambi di Catilina, fu ggiti nella fe­race Valdelsa, ove avr·eb­bero eretti due castelli :

TURRITA

Santo vescovo di Modena, che •con la sua miracolosa presenza, avrebbe liberato il castello, dalle orde di Attila; il quale, secondo la più recente critica storica, non sappiamo nemm-eno con certezza, se mai sia sceso in · f'oscana. t più verosimile cr.edere che il ca­ste:lo di San Gimignano o della Selva, come era pure chiamato a causa dei grandi boschi di querci e di le cci che lo circondavano (ed in parte lo circondano tuttora), abbia corrotto il nome di Selva in Silvia, e creata, per maggior titolo di onore, la leggenda di Silvio e l'origine romana. Certamente la scoperta ab­bastanza recente di tombe etrusche, di raro interesse storico e valore artistico, ci accerta che quel luogo era già abitato e fioriva in tempi a noi lontanissimi.

La prima notizia cc sicu­ra >> . che noi abbiamo di San Gimignano, risale al secolo l: per un dono fatto, nel 929 , da Ugo di Proven­za, re d'Italia, al vescovo di Volterra. Soltanto verso il l 099 si iniziarono le san­guinose e lunghissime lotte contro i vescovi .volterrani, certamente feudatari de l castello, se pure non lo fu­rono anche i signori di Mon­teagutolo o per nomina im­periale o per diretta dele­gazione dei vescovi volter­rani, forse quali loro cc cat­tani >> o cc vicedomini n.

E siamo così al periodo di maggiore splendore e di libertà sangimignanese. Fiaccata la forte e pr·epo­tente signoria ecclesiastica dei conti-vescovi, San Gi­mignano si resse a libero reggimento, per virtù e va­lore dei suoi figli. fino al 1354, comincia~do con la forma aristocratica sotto i consoli, passando poi alla democratica sotto i Xli Ca­oitani, infine sotto i X di­fensori del popo-lo . Mucchio e Si:via. Questo

ultimo avr-ebbe in seguito cambiato il proprio nome in quello di San Gimigna­no per ringraziam'ento al

Piazza del Duomo. Il Palazzo nuovo del .Podèstà e la TorTe Grossa (1300). la più alta di tutte .

E ....,er tutto il bel seco­lo llì. San Gimignano. uur seguendo le sorti politiche d'Italia, si occupò dell'in-

raOPRU:Tl. LETTERARU E ART ISTICA Fascicolo 95.

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grandimento e del rafforzamento delle proprie conqui­ste territoriali, ed attese alla compilazione di nuovi statuti, bellissimo monumento di saggezza pubblica, es·empio di virtù morale, giuridica e politica. Sorsero in questa sanguinosa, ma pur grande epoca, la mag­gi-or parte di quegii edifizi, di quelle imponenti opere pubbliche e private che noi oggi ammiriamo con sen­timento di gio ia, di orgoglio. di venerazione per i pa­dri ; con un senso di n ostalgico rimpianto e di commi­serazione , quando ci giudichiamo al confronto . Ed è appunto in questo periodo, e pre cisame nte nel 1300, che San Gimi gnano accoglieva n ella sala del suo nuovo palazzo d e l Podestà, meglio direi, nel suo nuovo P ala zzo del Po polo, Dante Alighieri, inviatov i dalla R eoubbli ca Fiorentina a rinno­vare la taglia gu-elfa di Toscana.

LOTTE FRA GUELFI E GHIBELLINI

Ma Ì·e dolorose lotte intestine che straziarono ·r Italia nostra, e non Lei

. sola. p er le accanite guerre ha guelfi e ghibeL1ni , ha bianchi e neri, fr a verdi e secchi, furono la ragione pri ­ma, del decadimentc della libertà sang1m1gnanese .

una ròcca a spese loro, per difesa dei nem1c1 in tc r11 i cd esterni . Del resto lo· spirito di indipendenza e d i orgoglio cittadino, non fu mai completamente annien­tato dalla dominazione fiorentina; prima, p·erchè a Sa 'l Gimignano restò una larva d'indipendenza, anche i11 fatto di cose politiche - oltre che nelle economic he . ed in secondo luogo perchè essi stessi seppero fa rs i rispettar·e. Infatti '' buon sangue non mente n ; ed an­che oggi è viva la risposta che m esser Angiolo Bo ­naccorsi d e tte in pieno Consiglio , nel 1533, a co loro che proponevano di rimettere al duca Alessandro d e i Medi ci una decisione non troppo onore vole . E gli al ­teramente affermò: " S . Geminianus solet consule rc non consuli " · Noi però abbiamo , ancora una volta.

un e~empio· e ffi ca c e , di quanto e ra fort e nei sangimignanes i il se ntimen ­to di aff·e tto per la p a tria loro. e l 1602, alcuni cittadin i ave ndo guas ta te ].e proprie torri, e d altri intendendo di d e molirle , o p e r a more di nov ità. o perchè n ecessitavano di resta ur i. o. data la miseria d e i tempi, p er ut i­lizzarne il materiale . il Consia lio d c ­liberò, con un giusto sentim~nto d i alterezza e s·enza preg-iudizio d i le ­dere il diritto di prop ri e tà. che fos­sero rifatte le torri guas te e conse r­vate le altre, « per la gra ndezza d e ll a Patria 11. Sono q ue ll·e stess·e torri ch e resero comune il detto del Giusti : " San Gimignano dalle belle torri e dalle belle campane 11. L a gloriosa tradizione di questa T erra continua anche ai nostri giorni. Essa infatti. per rendere all'Italia, maes tra di ci ­viltà al mondo intero , con la guerra liberatrice i suoi naturali confini, h "' cfferto alla Patria, ben 260 dei suo i fì.gli , su di una p c oclazione cittadina e rurale di soli 12.000 abitanti.

Ogni italiano dovrebbe conosce re i tesori d'arte di San Gimignano . In essa l'arte del 1200 si tinge de i leg­giadri riflessi dell'arte senese. e d i re stauri dei monumenti più antichi c di quelli del Rinascimento furon o gene ralmente ben intesi e riso etta ­

Le tristissime e luttuose discordie fra g\i Ardinghelli guelfi. ed i Salvucci ghibellini (come già altre volte, per rivalità, era avv.enuto fra \.e famigli e dei Gregari e dei Cugnanesi, d ei Mangeri e dei Pellari), che logora ­vano le migliori energie cittadine, tutto sacrifì.c do per un principio part1 g1ano , av ano fatta riuscire va ­na ogni se ria opera di riconciliazi o­n e . Fu p erciò che i cittadini della T e rra. in numero di duecentocin­quanta . presentatisi al potestà .. che era allora Messer Filipoo· d e ' Ga­brielli da Gubbio (par·e nte di qu e l m esser Cant·e de' Gabrie!li , noto per l'esilio del divino Alighie ri) , di chiR­l are no che .era vera volcn.tà del p o ­polo sangimignanes·e . di darsi in per­o etuo alla Repubblica Fiorentina . Ouesta proposta, fatta daRli A rcl in ­P"helli . era co mbattuta dai Salvucci e

San Gimignano , vescovo di Modena , reno il patrim.cnio superbo della b e l­patrono d ella città (Taddeo di Bartolo). Jissima e cara città .

da Firenz·e stessa, che non voleva caricarsi di troppa le gna verde! Tanto è vero che questa d o.manda, pre ­sentata al Gran Consiglio Ficr·entino , passò. <! ma solo per un voto di maggio ranza! 11 . Allora i sangimigna­nesi spedirono ai fiorentini un foglio in b ianco ·e g-ià munito di sigillo, oerchè .vi scrivessero i patti della dedizione ; ma i fiorentini, tracciatevi due righe in croce obliqua, lo rimandarono• con due fogli e gual ­mente in bianco e suggellati, lasciando ai sang-imi­?,nanesi la libertà di dettare essi stessi i natti della nropria soggezione. Esempio mirabile della cavall-e­ria e galantomismo che si usava in oolitica internn­zionale (mi si permetta il termine) dai nostri padri'.

UNITA A FIRENZE Dall'Il agosto 1353, giorno nel quale furono stipu­

lati i patti, \.e sorti della Repubblica sangimignanese seguirono quelle della fiorentina. Da allora il potestà fu sempre fiorentino, ed il magistrato fu composto, come in Firenze, di priori e di un gonfalohiere . t in questo te mpo che i sangimignanesi dov·ett·ero edificare

ITINERARIO DALLA PORTA S. MATTEO PER VIA S. MATTEO

ALLA PIAZZETTA

Dalla bella dugentesca porta di S . Matteo, il cui antiporte fu. abbattuto nel 1797 e che guarda a nord­ovest, dalla parte di Certaldo. entriamo nella via omo­nima . Questa porta è una delle quattro attuali della seconda cerchia di mura, eretta nei primi anni d e l Xlii &ecolo; cinque splendidi torrioni innalzati nel se­colo XV, rinforzando, dal lato di po-nente, le mura stesse.

Dalla p orta suddetta, per via S. Matteo, la strada in oggi più signcrile della piccda città, lastricata a grandi bozze di pietra e fiancheggiata da bei palazzi. e cas·e caratteristiche ed interessanti per l'architettura civile del ncstro medioevo, non solo toscano, ma an­che italiano, giungiamo sull'attuale Piazzetta, pic­cola parte della più antica piazza delle Catene; così detta perchè ogni contrada , allo scopo di reprimere tumulti . aveva catene ( 1322-23) che chiudevano le

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SAN GIMIGNANO 3

s 'r ade stesse. In essa sorge il palazzotto Mainardi. che fu sede di un antico collegio (Collegio Mainardi) fondato nel 1631 da Domenico Mainardi, iuniore , g ià rettore dell'Ateneo Pisano, per far.vi studiare e d opo il Liceo mant-ener·e nel citato· Ateneo quattro giovani, delle 28 famiglie cittadine chiamate per te ­s ~<'.mento a godere di tale diritto.

DALLA PIAZZETTA ALL'ARCO DELLA CANCELLERIA

Dalla Piazzetta, risalendo per via S. Matt-eo fino al­l'Arco della ' Canc·elleria, abbiamo già accennato che interessanti costruzioni la fiancheggiano . Vediamo così : la casa Vichi, già palazzotto dei Pesciolini; l'an-

DALLA PIAZZETTA ALLA CHIESA DI S. AGOSTINO

ED ALLE FONTI

Se torniamo indietro fino alla già citata Piazzetta e, movendo sempre dalla porta S. Matteo. volgiarr. o a sinistra, ci troveremo nella Piazza di S. Agostino. con la bella chiesa omonima, ed il relativo convento, in oggi caserma; piazza che conserva, come molte vie e piazze cittadine , parte dell'antico ammattonato a coltello·. ed a spina di pesce; molto caratteristi ca , r' ei la <;tessa piazza di S . Agostino. la chiesa di S. Pi e ro , elegant-e costruzione del secolo XII in stile romanis o, con una graziosa rosa nella facciata. Nell'int·ern o no­tansi affreschi di scuola senese. del secolo XIV.

La Piazza della Cisterna con le torri scamozzate degli Ardinghelli.

tico palazzo Tinacci, in oggi casa Martini, ottima­mente restaurato; la vecchia casa T alei, che ci ricorda con una lapide, che iv i vide la luce l'insigne storico sangimignanese Luigi P ·ecori. In questa st-essa casa era anzi nato, qualche anno avanti, il padre Alessan­dro Checcucci delle S. P., valente letterato. biblio­filo ed educatore. Seguono: il palazzo-torr·e dei Nomi­Brogi-Pesciolini, bella costruzione del secolo XIII, con tre ordini di finestre bifore; la casa Mor.i-Checcucci, con archi di stile mor·esco; la chiesa di S. Bartolo, già di S. iMatteo, in laterizi a due ordini; di archi. con !)Orta ad arco mor·esco; il palazzo della Cancelleria (sec. XIV). già dei Marsili, restaurato· nel 1920 su di­segno dell'architetto· Gino Chierici. Infine. l'Arco della CancelJ,eria, arco originale, in pietra, una delle porte della orima. antichiss;ma cerchia di mura eretta, sembra, nel secolo VII od VIII.

Di stile goticizzant-e , la chiesa di S. Agostino fu eretta nel 1280 dai monaci agostiniani, con offerte dei cittadini. L'interno è ad una sola, ma grande navata, con tr·e absidi quadrangolari. Di grandissimo i r. te­resse, sia per la storia dell'arte, sia per quella loc ale, e di rara bellezza sono la Cappella di· S. 8c1rtolo e gli affreschi del coro di Benozzo Gozzoli, ri CJro­ducenti episodi ·e fatti della vita di S. Agostin0 . La Cappella di S. Bartolo fu eretta in onore èi Brrto lo dei Buonpedonì: uno dei patroni della vdnsta ci ttà, che fu .pret-e ed eremita, morto nel 1299 di le !)bra. nello . ,st-esso- leprosario ch'.egli aveva costruito nei pressi della romanica pieve di Cellole, p er cu rare quei miseri so-fferenti . Fu chiamato dai conte mpo­ranei, per la sua pietà,e beneficenza il ·« Giobbe c!ella Toscana >> .

()pera insigne di Benedetto da Maiano, la Cappella

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4 LE CENTO CITTA D'ITAUA

Piazza della Cisterna . Palazzotto, ora Tortoli, originale e gra­zioso: È attribuito al Dosio (sec. XV).

di S . Bartolo fu eretta a spese del Comune e dell ' O spe­dale di S. Fina, per deliberazione del marzo 1488 . Gli affreschi, nella parete sinistra della cappella, rappre· .. '!entanti S . Niccolò di Bari, S . Lucia e S . Gimignano, con in mano il modello della dttà, sono opera del sangimignanese Sebastiano Mainardi, discepolo e co­gnato di Domenico Ghirlandaio . Nell'urna dell'altare riposano le ossa del Santo; nella base dello stesso ,

~ sono scolpiti episodi della sua vita: mentre nella par­te superior-e dell'altare la Fede, la Speranza e la Ca­rità. sintetizzano la pia ed attiva vita del Santo . So­pra l'altare, un magnifi co tondo , rappresentante Ma­ria col Bambino e due An­geli, corona degnamente la rarissima opera.

A l t re cappelle laterali contengono quadri od af­freschi di raro interesse . Ed eccoci al coro, l'opera migliore, anche al dire del Vasari, che Benozzo Goz­zo]i, fiorentino, il predi­letto discepolo del! ' Ange ­lico. facesse sulla terra . Benozzo frescò diciassette :otorie della vita di San­t'Agostino, in un solo 'an­n o , per commissione d i F ra Domenico Stra m bi, sangimignanese , chiamato il Dottor Parigino .

Via San Matteo. Palazzo Tinacci e parte della casa T aie i (sec. XIV).

S. Gimignano, che benedice tre illustri sangimigna­nesi, Mattia Lupi, poeta; Domenico Mainardi, cano­nista, e Nello Nelli dei Cetti, giureconsulto, opera di Seba~ano Mainardi; al di sotto, il sarcofago di Fra Domenico Strambi; quindi ·l'altare di S. Sebastiano, con un bellissimo affresco raffigurante il Santo, che protegge col suo manto i sangimignanesi dall'ir~ di­vina (simbolizzata con frecce) , compiuto per voto po­

polare, in occasione d e :Ia pestilenza del 1464, da Be­nozze Gozzo li . Nel pavi­mento della. chi-esa vedon­si molti las troni sepolcrali, in gran parte di cospicu e fami gli-e cittadine, ch e avevano di prefer-en za i loro seoolcreti g e nti l i z i, nella chiesa di ·s. A gosti­no, ed in quelle di S . Do­menico e di S. Francesco . in oggi distrutte .

Nella parete di sinistra d -e Il a chiesa, interessanti sono : l'affresco riprodu­

. cente il vescovo di IVlodena, La bella dugentesca Porta di San Giovanni.

Se dalla Piazza. di S . A go­stino , per la caratteristica strada delle Romite, passe­remo nell'attuale via V enti Settembre , già Pian dello Spedale. innanzi di giunge­re a quella umanitaria. ed antica istituzione che è lo Spedale di S. Fina, potre ­mo osservar-e ì' antico Mo­nastero di S. Chiara, uno dei dodici conventi che esi­stevano nel maggior pe­riodo di splendore della terra. ed attualmente Re­gio Conservatorio, che è stato , per molto tempo , uno dei migliori della T o-

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SAN· GIMIGNANO

A sinistra: ·Impressioni di S a n Gimignano. - Panorama della città, dalla Guardiola della Porta di San Giovanni . - Le Font i, fuori della Porta alle Fonti, d el XIII secolo . - A destra: La Porta d1 San Matteo, del 1262. - La Grande Cisterna, sulla

piazza omonima , di forme rozze ma caratteristiche che risale al 1273 e che fu ampliata n e l 1346.

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6 LE CENTO CITTA D' ITALIA

scana, per l'educazione del!.e fanciulle di civile con­dizione . Ed ecco ci alrOsp edale di S. Fina, meglio Spedali Riuniti; perchè San Gimignano possed eva ben sette ospedali nei suoi giorni migliori.

Fu fonda to nel 1253, con ablazioni fa t te in o nore di detta santa e fu arricchito ed ingrandito, in volge r d i tempi, dai lasciti di più ci t tad ini. Vi sono belle ed ariose corsie, e gabin-etti con tutto il corredo scie.nti­fico pi~ moderno. Nell'ingresso notansi due pregevoli bus ti. d i S. Fina e di S . Gregorio , opera di Pi-ero Tor­rigia ni, scultore, rival e di Mich elangiolc, che li eseguì in Ro ma stessa, per ordinazione del sangimignan ese canonico Stefano Coppi. busti che. insieme col R e ­dento re del Museo d e ll'Op-era, sono le uniche sculture

L<~ Piazza d e lla Colle giata dall 'Arco di San Giovanni. Nd fondo là tor re d ella Rognosa o dell'Orologio.

di questo artista insign e che possieda l'It a lia . Ne ll' at­tual-e cappella dell'ospedale si venera , fin o d al 1256 ,

· la tavola di quercia ove la b eata Fina passò in peni .. ten za gli ultimi cinque anni de lla sua vita trilustrc . Un iti all'Ospedale so no la chiesa e d il convento d i S . Girolamo, ove v ivono ancor o ggi a lcune suore Be­ned ettine-Vallombrosane. Morì in questo convento la celebre monaca F abbroni (sec . XVII), sospetta d'ere ­sia. Nella ch iesa si possono ammirar·e vari-e tavole, cii no tevole interess·e artis ti co.

Eccoci così alla Porta di S. lac.cpo, che ha preso tal e nom e d a ll ' attigua chiesa di S. Iacopo. eretta. dicesi. ne l l 09-6. dai cavali e r i sangimign a n esi d e ll' ord ine Ge­rolosomitano, colle opime spoglie tol te a i nemici nella prima crociata. Ques ta chi esa è costruita a fibri rego­la r i di trave rtino con finestre r-omanich e ne ll e p ar·e ti late rali, e , ne lla facci a ta, un magnifico ·occh io rotondo in te rraco tta; la cimasa è d ecorata con scodell e poli · crome di terracotta invetriata. Nell'inte rno affr eschi di scuob s e nese del secolo XIV . Dalla p o rta si gode un m a gnifi r: o panorama d ella vallata d ell'El sa. fera ­c i~s im"'. ri cca di rpaesi e di borghi, di castelli e di vill t'. c!w t a :~ t e pagine di storia e magnifi cenz·e d'art e racchi udono in sè stesse, con la sua verde e lussureg-

gian te vege tazio ne . d egna di ·essere stata celebrat a d 1

grandi spiri ti, e non soltanto ita li an i, ma anche stra n ieri, quali She lley, Swiburne ed infiniti altri , clw hanno canta to, mera vi gliosame nte , la tepida dolce zza del cl ima valde lsano, i suoi grandi capolavori a r­tistici.

Dalla P orta di S . Iacopo, discendiamo alle Fon ti . belle ·e caratter isti ch e, erette nel secolo Xlii, con di e c i arch i. Prossima ad . esse è l'antica porta a ll-e Fon ti. a~ ­sai b e n cons-e rvatà, con in alto una statua d i S. G im i­gnano, colloca tavi dai c ittadini n e l 1342 in ringrazia ­mento· de Il' avere, colla sua pr·otezione, respinto un tentativo di conquista , compiuto d a parte dei fuo ru ­sciti Ardinghelli, aiutati n ell'impresa dalle milizie di Gualtieri di Brienne, Duca d'Atene, tiranno· di F i­renze .

DALL'ARCO DELLA CANCELLERIA ALLA PIAZZA DELLA COLLEGIATA

Risalendo per alcune pittoresch e stradelle, torni a ­mo nella via S . Nlatte o ed all'arco de lla Cancell.e ria o dei Marsili , per giunge re alla Piazza della Collegiata o D e l Duomo, in oggi Vittorio Emanuele. Sono da notarsi le due torri d e i Salvucci, le torri gemelle, com e sono c o muneme nte chiama te. E rano unite all'anti c o palazzo d e i Sa)vucc i, una vo lta dei Mangeri , che fu arso in gran parte, nel 1352, per opera dei loro riva li Ardin gh e lli. O_,A, ne lla Piazza d e l Duo mo, siamo ve ­ramente n e l cuore della città, .che potrebbe b en dir e a ll' ospite, sempre gradito, come la r ival·e d'un tempo , ora S·or·e lla , Siena, H Cor magis tibi Sanctus Geminia­nus pandit '' · In essa. una delle più belle , se non la p iù cnrn tteristica piazza delle nostre città medioevali . sono raccolti i mo-nume nti più insignì della già fio ­rente repubblica. A sinistra l'antico palazzo d e l Po ­destà, in nalzato nel Xli secolo, con la torre dell a Ro gnosa, chiamata anche dell'Orologio, da que llo ch e vi fu )posto nel 1407 . È. alta cinquanta metri e se r­viva di modello per l-e torri dei cittadini. i quali no n potevano devar·e la propria , altro che se erano nobili

·O se possedevano una nave mercantile nel porto p i­sano . -e d anche a llora non potevano farla più al ta d.e ll a R.ognosa.

LE TORRI

Q ueste torri risal gono, quasi tutte, ai secoli Xli , Xlii e XIV e furo no ere tte alcune in travertino, a macig ni squadrati , altre in mattoni , o mis te, pure essendo so t­tili -e d a lti ss ime. La tradizio n e narra che erano set­tantadue; n e l 1580 ne rimanevano venticinaue. Pre ­se ntemente sono quattordic i più o meno int~tte , m a . osserva ndo attentamente, s·e n e riconoscono almeno tr-e ntas.ei . Doveva esser·e una v·e ra selva di torri, n e i te mo i d el maggior splendore d e lla Terra!

C h e dire di esse? Forma no indubbiamente la carat­t e risti ca della città. In tutte le ore, in tutt-e le stagioni , sotto quals iasi luce, -esse h anno una espressione pro­p ria . s-ernpr·e nuova , sempre diversa, non solo come cr-eature vive , ma come ess·e ri multanimi. Al tramonto, quando la bruna mole dell e t orri viene allumin a ta da l rosa dorato c dal rosso violetto dei raggi so la ri morenti, le taccole (corvus monedula) volteggiando-, a f' tormi, n ell ' azzurro. fr a il Duomo e la Rocca, tra la T o rre grossa e la Rognosa, fra le minori torri fulve e fe rrigne , tessono e ritessono l'aria animandola col loro grido!

E la c ittà, è veramen te da romanzo, da ooesia, va veduta di sera, quando il pl·e nilunio la rende più mi ­steriosa, e )'ora tarda l'ha fatta quasi deserta . Siamo :: Jl.ora in attesa e in una attesa direi quasi febbrile e

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!Jaurosa, come se un fatto tragico fosse per accadere. come se una battaglia venisse ingaggiatà fra uomini coperti di elmo ·e corazza e r aria risonasse del fragore d e lle armi, delle grida e dei lamenti dei feriti e dei moribondi . Ma nella fr-eschezza mattinale tutto cam­bia, ed alla guerresca impr-essione s-erotina succed e invece un'ora di aspirazione mistica, quando le cam­pane bellissime e sonor-e della città suonano a mat­tutino . La fantasia eccitata, immagina di scorgere m a­donne e gi-ovinette che si recano alla prima messa . v estite di damasco e zendadetti.

IL PALAZZO ANTICO DEL PODESTÀ

Il palazzo antico del Podestà, col suo grande voi ­ta ne, o loggia, che in oggi dà accesso al t-eatro (co­struito· in una sala del palazzo . dalla locale Accade- . mia dei Legg-eri nel 1794), è veramente imponente . Caratteristica l'impresa di questa Accademia : una mongolfiera col motto· : cc Quanto più è legger tanto p iù sal-e 11. Esso rende alla perfezione il carattere frivolo ed elegante del nostro settecento, che amava nascondere entro -eccessive raffinatezz-e ed eleganze civettuole, s-entimenti e pensieri assai più seri e pro­fi cui che l'apparenza non mostrasse . L'interno della lcggia era una volta {come pure lo era anche )a faç­ciata del palazzo nuovo del Podestà) tutto decorato de­gli stemmi dei podestà, alcuni anche di squisita fattura robbiana, ma dalla follìa rivo.Juzionaria del 1796 fu­rono totalmente distrutti . In oggi degno di nota non vi rimane che un affresco assai danneggiato, dipinto dal Sodoma nel 1513 e rappr-esentante la Vergine col Rambino , San Gimignano, San Lodovico, San Cristo­foro e due angioli. A destra della piazza, la Colle­giata Insigne, colla sua ampia scalinata. Di fronte, il palazzo. nuovo del Podestà, colla torr-e grossa. Ecco la visione : maestosa e signorile. Nella stessa piazza sono pure da ricordare i già citati avanzi del palazzo dei Salvucci, qu~lli del palazzo degli Ardinghelli (log­gia), ed il palazzotto del Cont-e Guido Chigi-Useppi­Saracini. che risale al 1280 e già degli Abbracciabeni .

IL PALAZZO NUOVO DEL PODESTÀ

L'imponente palazzo nuovo del Podestà, col suo arengo fu er-etto nel 1288, s-embra, su disegno di Ar-. nolfo di• Cambio; la torr-e Grossa, ad esso unita, fu c ominciata nel 1300. Dir-e degnamente ed illustrare esauri-entemente, non voglio affermare tutta la città . ma soltanto i monumenti di questa piazza meravi­gliosa. non è certo possibile in un lavoro di breve spazio qual' è il presente . Noi pensiamo che per ognu­no di tali monumenti sar-ebbe necessaria un 'intera monografia; sia dunque il lettore cortese , acconten­tandosi di acc-enni e di notizie g-eneral i, tanto più che non mancano certo pr-eziose e dotte pubblicazioni che bene illustrano r artistica città , ed alle quali può ri ­correre chi avesse d esiderio di saperne di più. Ne l palazzo d ei Popolo, o palazzo· nuovo del Podestà , possiamo ammirare la sala di Dante ed il r icco Museo Civico . La sala di Dante , cc illuminata 11 da una grande cc Ma-està 11 di Lippo Memmi, che Benozzo Cozzali restaurò nel 1466, è così chiamata p erchè 1'8 di mag­gio del 1300 il divino Alighieri, a nome della R e pub ­blica Fi ore ntina e quale di lei ambasciatore , fr .. -e ri­sonar-e fra quelle mura affrescate la sua vece, che so­.:ot-ene va la n ecessità di rafforzare la le ga gu elfa di T oscana . Prossime a!la sala di Dante , so!1o quella de 1le adunanze segr-e te ed altre c he conte ngono me­m :: rie cittadine e d ope r-e d'arte di non li-eve .inte~esse .

UOMINI' ILLUSTRI N ella sala delle m e morie cittadine vi è una raccolta iconog ra ­

fica d egli uomini illustri S a n gimi gnanesi . Così la b e lla città può vantare, oltre alla sua p osizion e naturale, ve ramente privileg iata da Dio c dag li uom ini , oltre all e sue bell e tra d izioni , e d ai suoi g randi capolavori arti s ti c i , anche una v e ra teoria di cittadi n i in ­signi in ogni ramo d elle a ttività e del ~ap e re umano . V i sono stati infatti : un F o lgòre p oeta; Scotto P el la ri , il val e nte leg ista carissimo ad Arri go VII ; Mattia Lupi lo sto rico, discepo lo di Leonardo Aretino ; l'umanista Filippo Buonaccorsi, d e tto il Cal ­limaco E.speriente, che fondò, insieme a Pomponio L eto, in Roma . la celebre Accademia Pomponiana e fu primo ministro d i Carl o Alberto re di Polonia , e che , morto in Cracovia nel 1495 , v enne se p o lto , a spese d ello Stato , in que lla città , n e lla c h iesa della Santa Trinità ; M esse r L od ov ico R idolfi , avvocato

Piazza della Collegiata . Il palazzo Chig i e parte d e ll'antico p a lazzo d e l Podestà .

concistoriale , conte Palat ino e di Montefalcone , morto nei 1490 : M esser Girolamo d i Lodovico Rido lfi e di Madonna Niccolosa di Napoleone Franzesi, Cavalier di Spron d'oro, avvocato in Roma, morto nel 1) 28 ; Paolo Cor tesi , V escovo di Urbino, pro­tonotario a postol icr. so tto i ponte fici Alessandro VI e Pio Ili. le tterato insigne. e au to re d e ll 'Ope ra D e Cardinalatu , stampata nella Villa d e?'corl es i a Monti . presso S . Gimignano ; S e bast ian :> Mainardi , pittor.,, m o rto n e l 1515 : Vince nzo Tamagn i , altro in ­s igne pittore, m orto ne l 1530. ch e lavorò, s otto Raffa ello, nell e Logge Vaticane; Berna rd ino Ba rbate ll i P occe tti , pitto re che fr e­scò il chios tro d ella 55. A n n u nzial a in Firenze e numeros iss ime sale n el p a la zzo dc ' Pitti e d in altri palazzi privati, e che morì n e l 1612; Vincenzo Coppi, a nnal is ta c p oeta (secolo XVI!); C ur ­zio da Picchena, d iplom a tico insi gn e . m o rt o n e l 1626 : il V ecchi ed il C e pparell i , leg isti ; (secolo XV!l) il V escovo Pie tro Paolo Franzesi. E tra i piì1 mod e rni. l ' illustre sto rico Lui g i P e cori, morto nel 1864 ;. il P a dre A lessan d ro Checc ucci, morto nel 1879 ; il Capezzuoli , m e dico ; il C annicc i. pittore; il proposto Nomi­Pescio lini .

Al secondo pia no d ella torre, l'ant ica ca mera d el pod es tà presenta ca ra tt e ri s tici e curiosi a ff resch i di scuola sen es e, fo rse di Nicco lò Segna. ra ppresen tan ti ep isodì matrimoniali. rec e nte­mente re staurati. Nello stc s•o pia no tra vasi pure la preziosa P i­nacoteca , ricca di prege\'oli opere d'arte, in g ran parte app~ rt e ­n e nti alle scuole sene • e e fi o re ntina d e i secoli Xl l! e Xl V; r i­corde rem o fra le tant e , du P. ton d i di F.!ippino Lippi, uno co n la V er g in e Annunz;ata 1'ahro con l 'a rcan ge lo Gabri ele. b c lli s-

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8 LE CENTO CITTA D'ITALIA

Dall'alto, a sinistra: Il Campanile della Collegiata insigne. - La chiesa di San Jacopo, fondata dai Templari nel 1096. - A destra: La facciata d e lla Collegiata insigne dal voltone del Palazzo antico d e l Podestà . - La chiesa di San Francesco dalla facciata romanica (in via San Giovanni); questa chiesa era prima dedicata a San Giovanni dei Gerosolimitani. - La chiesa

di Sant'Agostino (secolo XIII) .

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SAN GIMIGNANO

Opere d'arte nell e chiese di San Gimi gnano. A sinistra: «La Crocifissione» dipinto del Barna da Siena, n e ll a Collegiata. -« Madonna col Bambino» (particolare}, ope ra di Benedetto d a Maiano, p ure nella Collegia ta. - Particolari d e lla «Vita di Sant ' Agostino • , dipinto dal Gozzo! i nella c hiesa di Sant'Agostino. - A d est ra : L'interno a tre n avate d e lla Insign e Collegiata. - Affreschi del Gozzo li nella ch iesa di S. A gostino, rappresenta n ti la « Partenza del San to per Roma • e la «Morte di S . Mon ica.

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IO LE CENTO CITIA D'ITALIA

Nella Insig ne Colleg iata. « II passaggio de l mar Rosso » (Bartolo di maestro Fredi da S iena) . - «San Gregorio Magno annuncia a S. Fina la sua prossima morte» e « L' ese­

quie di S . Fina » nella Cappella della Santa (Domenico Ghirlandaio).

simi, con ricche cornici in legn 'l, d~­corate con un g rande festone di ti po robbiano. Le fotografi e possono re n­dere assai b ene, ad un occhio un p o' ~ sercitato al culto del be llo e dell'ar ­te, ciò che poche parole non poeson o e - cioè tutta la finezza del diS<!gno. e la leggiadria d ella com posizione . Ma p e rla fra le perle è la grande ta­vola a tempera di Berna rdino Pintu ­ricchio , eseguita nel IS Il c h e raffi­g ura la Vergine in gloria , en tro una mandorla ornata di undici teste di Cherubini, con in basso gen u.flessi S. Gregorio papa e S . Bernardino. Sembra quasi, per la sua dolce fre ­schezza, un'opera giovanjle di Raf­faello. Altre sale conten gono prege­voli raccolte di antiche Ceramiche d i Faenza e di Monte lupo d e i secoli XVI e XVII, provenie nti dall 'antica Far­macia dello Spedale di S . F •ina; una raccolta di urne cinerarie ed ai!Jj o g­getti etrusch;, vetri di Murano, dama­schi, ecc.

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L'INSIGNE COLLEGIATA

Per un 'ampia scalinata salia­mo alla CoHegiata Insigne . G .i antichi sangimignanesi che ele ­vavano i loro monumenti « ad majorem Dei gloriam et oppidi sancti Geminiani >> , come inte­stavano pure le loro provvisio ­ni comunali, innalzarono la Ca­sa di Dio, accanto al Palazzo del Popolo, .vol.endo forse con questo significare la perfetta unione che, doveva sussistere, per quei fieri uomini del me­dioevo, fra la potestà divina e la civile, secondo la citazione " Omnis potestas a Deo n. La chi-esa, il cui esterno· mostra i caratteri dell'architet tura d e l s-ecolo Xl. fu costruita forse su di una più antica. della form a delle vecchie basiliche romane. Ebbe il titolo di Pre.-.ositwa. nel 1056. da papa Vettore Il. e fu solennemente consacrata da papa Eu!r·enio III il 21 no­vembre del 1148. La f.orma at ­tua.le de ll'interno deJia chiesa (secolo XV) è a croce latin a : volte e pare ti sono• tutte affre­scate; l'impressione è bella ed armonica, e tutto è così s.im­~o·licamente perfetto come una cantica del poe ma sacro . Nella parete della navata sinistra. so­no affr-escati, per mano di Bar­tolo di maestro Fredi da Siena, che li eseguì nel 1356, oer in ­carico ed ·a so es e del Comun"' e cJ,.lJ'Art-e della Lana. (una di nuelle che come in Fire nze, fu fonte di ricchezza per la pic­co la Rermbblica ·e per i citta ­dini). i fatti del Vecchio T e­sta m e nto; mentre nella oar-ete ~dia navata destra sono mera-

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SAN GIMIGNANO Il

vigliosamente f.ermat1 su:l'intonaco, i fatti del Nuovo l 'estame nto, dal Herna o Harna p1ttcre s·enese, il quale, giunto a .!a Crocitissione, ch e è un vero poema per sentim e nto , espr.essione , composizione ·e colorito, forse esaurito dal grave e pensato lavoro, cadde dal palco e morì ; questo nel l 3130. Il quadro de ll a Croci­tì. ss icne è t almente vibrante di tragicità e d i colore per il fatto iniquo che rappres·enta, che il nostro ani ­mo ne è preso ·e .commosso . Anch e il s imbol ismo del sentim ento re ligioso è r.eso perfettamente; a l di sopra del gran quadro della Crocifissione vi è una lunetta rap presentante la strage degl'Innocenti e d il sangue de i puri si raccoglie, di re i quasi, in un rivo, per rica ­der·e sulla testa d e l Giusto. L a Passione d i Cristo è resa dal Barna, nei suoi vari particolari, con vero senso di vita e di b eHezza divina. (Non dimenti­chiamo che il Barna è un pittore senese de l Xll l se­solo, e per di più s·eguace eli D u ccio). C u esti affre sch i. senza ·esagerar·e, si possono ascrivere tra i più belli e d i più profondi su tale soggetto ch e p osseggano le clùese d'Ita lia. Nella navata d i mezzo. le cu i vo lte. tut te di colore azzurro, sono piene di st eHe e di fre gi a festoni, sorretti da graziosi putti, degno di ri cord,, è il pulpito, in legno intars iato , eseguite n el 1469, dn A ntonio da Colle . su disegno eli Giul iane da Maiano Frate Girolamo Savonarola , nel!·e quaresime del 1483 " 1484, fece ivi tonare, per la prima volta. queHe sue fi ere ra m pogn('! ch e sonavano an atema centro la cor -· ruzione della cort e di Roma. '' L a C h iesa sarà flag.el"­la ta n , rr Dopo· il fl a ge llo sarà r innovata '' · " E ciò sarà presto''·

Nella pare te della prima arcata. e precisame nte so­~ra la Cappella di S. Sebastiano, ch e è illuminata da 11 n grande affresco di Benozzo Cozzali , rappresentan te il m ar tirio del Santo ·e che ispirò il S . Sebastiano a Gabriele D'Annunzio. osserviamo il Giudi zio Univer­sa le. il P oradiso e l' Inferno (il cui Lucifero r icord? r:~ ue llo d e l camposanto pisano), -opere di T addeo d i Bartolo. !n quest'ultima com nosizion<" bizzarra. il pit­tor·e ha m ostrato tutto il suo brio ; e fo rse c1Ualche r·e ­miniscen za di con cezione dantesca l'ha ~iu tato n f"l disporre le va ri e pene a cui sono s-o ttoposti i dannati .

LA CAPPELLA DI SANTA FINA

Ed ·eccoci ora ad amm irare que l prezioso gioie llo della Rinascenza ch e è la Capp·e ll a di S. Fina: " La celeste Cappella '' dir·ei quas i : cappella sia per l' ar­chitettura, c h e p er ].e pittur·e e le sculture che l' ador ­nano, ben degna di ta le appe llativo . G iuliano da Ma­iano ne ·es·e guì il disegno, Benedetto da Maiano sco lp i l'alta re ed il padiglione, che è talmente legge ro nelle sue pieghe e n e l suo drappe ggio, da apparire ese­guito in damasco, piuttosto che ferm a te nel marmo di Carrara. Nei bassorilievi dell' al ta r e seno sco lpiti e piso di della vita della Santa, la vergine quindicenn e morta d ' amore divino, e che · è la patrona , unitamente al b e at-o Bartolo, dell a Ci ttà Turrita. Ai due lati d e l1a Cappella, due soavissimi affreschi di Domenico Ghir­landa io , r appr·es·e n tanc S. Gregorio Magno , che a n­nunzia a .F in a la sua prossima morte e le e se qui e d ell a santa stessa. Nella ·esecuzione degli affresch i in p arola, Domenico del Ghir landaio fu ai uta to dal fra ­te ll o Da vid e dal cognato , il san gimignanese Seba­sti a no· Mainardi, a l q uali anzi, sono a ttri buiti i quattro e vange li st i d ipin ti nella volta. N ei due affreschi d e ll e par·eti lat-e rali della Cappella, quello rappresen tan te J'.es·equi·e d ell a Santa è veramente nobile e grand ios o. sia per la composizione, sia p er il v·eri sm~ . sano e ca lmo . col ou a le è raooresen tato il fatto . Il viso d ell a Santa è-a n goe lico. ~d una serena fe)ir.ità sembra spira re d a esso , com·e se la inge n ua PÌovine tt"' ri pe-

Insi gne Collegiata. L'altare di Benedet to da Maiano n e lla Cappella di S. Fina.

C hiesa di S . Agostin o. Cappella di S. Bartolo (Benedetto da Maiano) .

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12 LE CENTO CITIA D'ITALIA

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Chiesa di Sa nt ' A gostino . Ne l coro sull a parete di d estra « l fatti d e lla Y ,ita di Sant' A gostino • d ipinti da Benozzo G ozzoli dal 1464 al 1465. Questi vasti affr eschi sono no tevoli p erchè dipinti da l g ra nde pitto re fior entino n e lla pie nezza della sua a rte (eg li contava poco più di q uarant'anni) e rivelano la vivacità, il br io, la naturalezza che furono preci pue doti del Gozzoli che

ebbe nell'opera l'aiuto di Giusto d'Andrea.

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SAN GIMIGNANO 13

L a Pinacoteca nel Palazzo d el Popolo o Palazzo Nuovo d e l Podestà, ora Comunale. A sinistra: «San Gimignano e storie d e lla sua vita> dipinto di Taddeo di Ba rtolo. - « Storie ~Ila Vita di Santa Fina • dipinto di Lorenzo di Nicolò Cerini (se­colo XV). - « La Maestà>, di Lippo Memmi ne lla « S rfa di Dante». - A destra: «La Vergine in gloria » d el Pinturicchio.

- « L 'Angelo a nnunziante • e «La Vergine Annunziata> d i Filippino Lippi .

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14 LE CENTO CITIA D'ITALIA

Nella i,nsign e Collegiata. « Giuda r iceve il prezzo del tradimento» nella navata d i destra . - « Il trad ime nto di Giuda • pure nell a navata di d estra (dipinti de l Barna da Siena. pitto re morto nel 1380).

sass·e . sognando. Nello sfondo il Palazzo Comunal-e cd alcune torri, alle quali un angelo suona ).e cam­pane. vol·endo co n ciò significare che al trapasso di Fina, avv-enu to il 12 di marzo dd 1253. tutte le campan-e della Terra sonarono senza che alcuno le toccasse, miracolosamente . Ed il' 12 dii marzo di ogni anno, 'qualunque sia il rigore d-e lla stagione . le mura, le torri. i palazzi d e lla tipica ci ttà . meravi ­gliosame nte s'indorano di viol acc iocchi selvatic i , chi ?­mati _appunto « Viol.e di S. F ina >1 , e fioriscono negli intersti zi delle brune pietr·e. rrotendendosi in alto. verso l' azzurro. come i fiori prodigiosamen te nati sull a rozza tavola di C1U erce ove Fina. dolce diminutivo di nome tr·eoentesc;. ISerafina} , aveva trasi:orso i·n pPni­t enza cinque anni della sua br-eve vita. L'attuale a !tar maggiore della Collegiata Insigne, opera cJ ,.] XVIII se­colo . è troppo pesante, e fu sostituito a li" altro , pre­zioso. er·e tto da Bene detto da M aiano . In oggi, sono ~ri à in corso progetti colla Regia Sopraintendenza d e i Monumenti di Siena, per restituire al tempio prege­vo le . questo antico m o numento. Frammenti de ll' an ­tic o altare sono c·ons-ervati in altre te appelle della Col ­le giata; il grande ciborio invece ne ll'annesso Museo dell'Opera, che racchiude, fra gli altri oggetti, anche 11:1 busto rappresentante Onofrio di Pietro, operaio rlella Collegiata (secolo XV). op·era di Benedetto d a Maiano·; un. busto del Re d e ntor·e attribuito al RosseL lino; un 'a ltro d el Rede ntcre . opera di Pi.etro Torr i­giani; una croce processional e, rleHa scuola del Cel ­lini; turiboli , calici, campanelli, navicelle , messali , ecc. e d infine una raccolta di antifonari e di stoffe preziose e quadri di raro interess·e artistico, Il coro della chiesa r.acchiud e pure pregevoli dipinti. Annesso alla Colle­giata Insigne . o Duomo, è l'oratorio di· S . Giovanni che conti·ene il Fonte Battesimale, opera di maestro Giovanni Cecchi. da Siena, eretto. nel 1378, dall'Uni ­versità dell'Arte della Lana ; i vi si può ammirare una poetica Salutazione angelica, frescata nel 1482 . . ed attribuita alla scuola di Domenico del Ghirlandaio .

DALLA PIAZZA DELLA COLLEGIATA ALLAPROPOSITURA

Uscendo d all' oratorio di S. Giovanni, troviamo sull a destra la P iazzetta della Propositura, in oggi Piazza Pecori. col b el palazzotto severo. residenza dei Pro­posti, costruito n ei pr imi anni del secolo XIII , in st il e rcmamco .

DA PIAZZA DELLA CO ~ LEGIATA

A QUELLA DELLA CISTERNA

Dalla Piazza del Duomo, per quella de ll'Erbe, o ggi Piazza No mi-Pesciolini, si giu n g·e alla Rocca, er·etta dai Fiore nti ni sul co lle di Monte Staffoli , ne l luogo dell'antico c o nvento d ei padri >Dome nicani , quando ne l 1353 i sangimi gnanesi si dettero alla Repubbl ica di Firenze. T ornando indie tro , dalla Piazza della Co: ­legiata Ins igne passiamo nella bella Piazza della Ci ­sterna, che prende tal nome dalla grande cisterna er·ettavi nel 1273. Una caratteristica tradizione p o ­p olar·e (simile a quella d el soldo g.ettato nella F ontan-1. di Trevi a R o ma}, dice che, chi compie il giro de l pozzo, torne rà nuovamente 9c visitare la turrita San Gimignano. In d e tta piazza degni di nota sono: il p alazzo dei Ridolfì; la casa Mmi-Checcucci, in stil e moresco ; quel piccolo gioie llo di stile semi-gotico . che è il P alazzotto, in oggi Tortoli, attribuito al Dosio ; l·e torri scamozzate d egli Ardinghelli; insomma ogni pi.etra vi suscita memorie e ricordi , nomi di paci feconde e di guerre fraticide, di feste pazzesche e di mistiche ascensioni.

DA PIAZZA DELLA CISTERNA AL PENI"(ENZIARIO

Per l'austera via del Castello·, una volta la strad a più aristocratica, ove, meritevoli di osser.vazione, son o ancora le sue s-eve re costruzioni, quali ad esempio il palazzotto dei Vecchi e quello· dei Franzesi, con una deliziosa ghiera d'arco in mattoni , si giunge al -

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SAN GIMIGNANO 15

l'oratorio di S . Lorenzo in Ponte, che racch iude, ha gli altri, affr·eschi di Francesco di Ser Cenni da Fi­renze, seguace della scuola fior·entina dei Gaddi (H 13); quindi al Penitenziario, già sede della chiesa e del convento di S . Domenico, che ivi fu trasferita , quando ai frati Domenicani fu tolta quella di Montestaffol i, per cos truirvi la Rocca. Vo)g.endo a destra potremo notare un'antica casetta rustica che , nella sua rude semplicità, è un piccolo capo la vero.

DALLA PIAZZA DELLA CISTERNA PER L'ARCO DEl BECCI O DEL TALEI, ALLA PORTA S. GIOVANNI

Dalla Piazza della Cisterna, in antico detta pure P iazza dell'Olmo o delle Taverne, oer il forte arco dei Becci e Cugnanesi o del T alei, .uno dei portoni della già citata prima cerchia di mura , entriamo nella via di S . Giovan,ni, pure essa fiancheggiata da carat­teristiche costruzi.oni . Fra le più inter.essanti sono de­hn e di nota J'.ex convento di S . Caterina, co·n bellis­s ime finestre bifore di stile gotico. del XIV s·ecolo e che racchiude nell'inte rno un affr·esco di Vincenzo T amagni, rappresentante la Vergine col Bambino in a tto d i porre l'anello nuziale in dito a S. Caterina di Alessandria; vi sono pure le figure di S. Ben edetto , di S. Gimignano e di S . Girolamo. Attualll1ente l'ex conve nto è sede della Bibliote ca Comunale. ricca di pregevoli codici e di pergamene dei seco)i Xl e Xli. molte delle quali, relative alla storia della terra . Vi si conserva pure il cosidetto << Librc Bianco » sangi­mignanese, nel quale sono trascritti tutti gli atti più importanti della breve ma gloriosa vita po)itica , in ­terna ed esterna, della Repubblica di San Gimignano . Contiene anche 30.000 volumi . una racco.Jta di auto­grafi ed una mostra di cimeli . l) primo nucleo di tale biblioteca fu costituito con un lascito di circa 3000 vo~umi, fatto nel 1873, dal sangimignanese Padre Alessandro Checcucci delle Scuole Pie. La ricca , intere ssantissima e pre ziosa Biblioteca è stata arric­chita , in volger di tempi , da legati e da acquisti. Essa è b e n degna delle glorie e delle tra dizioni della Città Turrita , ed è un monumento veramente insigne, ben degno di racchiudere le più alte idealità ·ed i docu­menti più .efficaci delle gloriose tradizio ni sangimi­gnane si . P oco dopo la Biblioteca troviamo, prose­gu endo il cammino verso la dugent.esca Porta di San Giovanni la caratteristica Piazzetta di S. Francesco . In essa ammirasi la facciata della ex chiesa di S . Gio­vanni o dei Cavalieri Gerolosimitani, in pietra , in st ile del XII secolo. La chiesa ha assunto p iù ta.rdi il nome '-'i S . Francesco perchè, nel giugno del 1533, furono demoliti, per ordine del Granduca Cosimo dei Me­dici. l'antica chiesa ed il vecchio convento di S. F ran­cesco (eretti nel 121 O, dallo stesso F ranc·esco d' As­sisi, fu ori la Porta S. Giovanni) P·er costruirvi un ba­luar <. ,; . Ai padri francescani fu ceduta allora la chiesa dei Cavalieri di Malta . Ed eccoci così alla magnifica Porta d i S . Giovanni, eretta nel 1262, che è dominata dal campanile della soppressa chiesa S·eicentesca della Madonna dei Lumi ; l'unico esemplare di chiesa in s tile barocco , con stucchi di discreto interesse arti­stico , che esiste.va in San Gimignano·. Dopo molte di­scussioni, pro e contro, fu demolita la navata centrale della chiesa, nel secentenario dantesco, per restituire la porta alla sua primitiva forma . Al di là di questa porta ove è stato piantato con pur.issimo intendimento , il Parco delle Rimembranze, eccoci in piena campa­gna. in una successione di vaghi orizzonti sempre nuovi per effetti di luce e d i colori , ma sui quali s i profilano ancora maestose e solenni le secolari torri della tipica città . Esse sembrano seguirei, sembrano

parlarci nuovamente di quel passato vetusto e glo­rioso nel quale v issero i padri, e da cui noi dobbi <:: mo trarre forza , consiglio ed esempio.

I DINTORNI

Anche i dintorni di S . Gimignano, sono , come la piccola c ittà, interessanti per la loro posizione natura le, e per la storia d e l­l ' Arte s ia locale, che T oscana. Uscendo èalla porta S . Matteo, per la bella strada Volterrana, sul crinab d i una riden te col­lina, ove l ' occh io può ammirare gran parte del paesaggio Val­delsano , sorge la vetusta, romanica P ieve di Cellole . Fu co­struita , tutta a filari :regolari d i pietra, nel 1190, presso un'altra Pieve più antica. L ' interno , a forma basil icale, a tre navate con sei archi rotondi , sostenuti da colonne con capitelli a m o ti­vazione ornamentale. va r ia ti e caratteristici, lascia nel visitatore un'impressione profonda. Dalla sua facciata Giacomo Puccin i trasse l'ispirazione per la s ua u Su or Angelica •.

Prossimo ad essa, e ra un giorno, l'a ntico Ospedale dei L eb ­brosi, ove n el 1299, morì l'eremi ta S . Bartolo. Proseguendo per la Via Volterrana, ed internandosi per la strada che comune­mente è chiamata d e i Boschi , a causa d e lla folta vegetazione . in prossimità della Parrocchia di L ibbiano , sorgono gli avanzi dell'antichissimo castello di Citerna, unico esempio, abbastanza ben conservato, di uno dei baluardi , costruiti dalla Rep ubblica Sangimignanese, sul suo confine orientale, contro la rivale Vol ­terra. È q uesta una località poco nota, ma m olto inte ressante . Vi sono fertili poderi c folti boschi ove vivono anche cinghial i e caprioli. In questa magnifica vallata, posta tra il poggio d el Comune ed il Comacchio (metri 624) ed interrotta d a g raziose colline tte, fu un te mpo la roma n ica Pieve di Montepescini, col suo lagh etto .

P art e ndo invece dalla Porta S . Giovanni, troveremo, a b revis­sima di stanza. l'ex convento di S . Maria a Montoliveto, fatt o erigere, con l'annessa chiesa , nel 1340, da l Cavaliere Sangimi­gnanese Gualtiero Salvucci . La Chiesa è d i d iscreta arch ite ttura . con un portico a tre arcate su lla facciata . Nell 'interno può n o­tarsi qualche oggetto d i un certo valore . Nell'ex Convento, a t· t ualmente ridotto a villa, possiamo ammirare un discreto cortil e

La Residenza dei Proposti nella Piazzetta della Propositura

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16 LE CENTO CITIA D'ITALIA

Montol iveto p resso San Gim ignan o, dove vi è il co nvento fon dato n e l 1340 e in grand ito nel 1458.

d e l XV seco lo ed un a ff resco attr ibuito all a scuo la di Benozzo . A cinque km . circa , da S an Gim igna no n ei pressi d e l C ornoc­chio, s i posso no v isita re, per q ua nto abbando nati e s itua ti in una p os izione a spra e sol itar ia , i ca ra tt e r ist ici avanzi di mu ra, di torri , di case e della Ch iesa , de ll ' antico e forte Caste llo d i Caste lvec­c hio , che fu, per tutto il tre d icesimo secolo , il bal uardo più si­c u ro , d opo il petto d ei ci ttadi n i , dell a r e pubbl ica Sangim igna­n ese. Se mbra che s ia stato e re tto per lodo d e i F iesolan i, Aretini e Perugin i, e fu ce r tamente feudo , n ei s uoi pr imi a nni di v ita, d e i Conti V e scovi di V ol te rra . Nel 1200 s trinse alleanza con

Sangimignan o, ch e com in c iava a scuo te re il g iogo d e i vescovi vo lte rra ni, e d ivenne, in volge r di te m po , il suo aiuto principa le . Diminuita la sua imp:>rta nza , dopo la costruzione d e l vicino Ca­ste l S a n g imig nano (1309) , corse le ntame nte, ma irrevocabilm ente . ve rso la fi n e. In ogg i un lecc io è na to sul g rande torrione super­st ite , q ua s i a c opr ire le m gi uri e d e g li uomini e d e l te m po.

Non posso concludere meglio que sti brevi cenni su San Gimignano, s·e non ripetendo , con le sue stesse parole, l'impress ione che e sso· suscitò ad un nostro ilius tr·e scrittore, -e fermata ne i se gue nti versi :

SAN GIMIGNANO

Guerrie ro in armi , ma giocondo in volto, Sa n G imignano ad erges i sul colle ; Tra dolci clivi verdeggiant i, il fo lt o Delle torri fe rrigne al cielo estolle . -D ' u n co lor tenue, co me di viole, T inge il tramonto le mu raglie brun e ; 5!1 tu tto , ai raggi dell' occiduo sole , F<osseggia , alta , la torre del Comun e. 0 /Jro n silenzi mistici e discre ti L e chiese sue, da i rudi archi gagliardi ; Ma anco r, vivi nell' opre, alle pareti Ridono il suo T amagni e il suo Ma i nardi . l suoi beati, dal superno coro , Benedicen do , tendono la m a no ; In trin e , i co rpi lo r , di marmo c d 'o ro, A v volse Benedetto da Ma iano . Ed ecco un suon di corn i, e folli corse Di ve ltri , pe r la selva aspra , far breccia ; Ecco donz elle e cavalie ri l È forse Folgò re e la « B rigata Spendereccia ? » -

La Pre3cnte m onografia fu redatta dal dott. C .\ RlO TALEI.

Fotografie della pre mia ta ditta A less an dro Log i e fi g li Sa n Gimign ano.

Page 19: San Gimignano, la città turrita

CHIESE , TORRI E PANORAMI D E I D I NTORNI

A sinistra: Torrione di San Francesco a San Gimi g na no presso il quale Niccolò Mach iave lli esercitò le mi lizie cittadine. - La Pieve di Cèl lole , chiesa d el secolo Xli , posta fra i ci press i, caratteristica per la bifora sopra il g razioso portale . - Il Ca­stello di Citerna (sec. X li) nei d in to rni di San Gimignano. - A destra : Una graziosissima casa rustica. - La torre e le ro­vine pittoresche d el caste llo di Castelvecch io dal quale si domi n a un magnifico panorama sulle dolci e ve rdi campag ne toscane.

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Page 20: San Gimignano, la città turrita

LE CENTO CITTA D' ITf\Lif\ ILLUSTRATE

Questa collana, iniziata nel /887, ormai esaurita , rara e ricercata, ha riveduto la luce 1n veste comple­t~men t e nuova. in un 'edizione di lusso. Sono fascicoli di 16 pagine cadauno e ogn i fascicolo descrive 11na crttà, ne n,<rra la storia e ne riproduce i più insignì e caratterist ici monum ent i . Alcuni fascicoli aggiunti illu­strano Basilici! e. Santuari. Certose e alcune r egioni d 'Italia più pittoresche o più insi~Uii per ricordi arti­stici . La compilaz ione è affidata a Guido Vicenzoni con la collaborazione di noli scrittori e studiosi .

Le Cento Città d'Italia formano una raccolta cara a tutti g li italiani, ulilissima per clzi visita le loculilà della Patria . Ogl!i fascicolo contiene circa SO illustrazioni. l fa scicoli /zanna l 'ordine seguente:

1. ROMA ANTICA 2 . ROMA MODERNA 3· MilANO 4 . NAPOLI 5· POMPEI 6. TORINO 7· PAlERMO 8. FIRENZE 9- CENOVA

10. BOLOCNA 11. VENEZIA 12 . LACUNA VENETA IJ . PISA 14 . SIENA '5· BRESCIA r6 . VERONA ' 7· VICENZA r8. BASSANO '9· PADOVA 20. TREVISO 2r. MESTRE

(Porto di Venezia} 22. LIVORNO 2,,. ARCIPELACO TOSCANO 24. OAVENNA 25. AREZZO 26. LUCCA

27 . PRATO 28. PERUCIA 29. FERRARA 30. PIACENZA 31. PARMA 32 . RECCIO EMILIA 33· MODENA 34· PAVIA 35 · LA CERTOSA DI PAVIA 36. SAN MARIIIO (Repubblica) 37· CATANIA 38. LA RECIONE ETNEA 39· MONZA 40. LA BRIANZA 4'- VIARECCIO 42 . FANO 43· MONDOVI' 44- ESTE E ARQUA PETRARCA 45 · LECCO 46. SALERNO 47· ROVICO E ADRIA 48. COMO 49· LACO DI COMO so. CREMA 5'- PISTOIA .~z . BRI:IIDISI E OTRANTO

53· VOL TEORA 54· CALTANISSETTA 55· CUNEO s6. PESARO 57· LECCE 58. EMPOLI 59· LUCO 6o. CUBBIO 61 . SPOLETO 62. NOVARA 63. MONTE AMIATA 64 . CREMONA 65 . MONTECATINI 66. MONREALE 67 . URBINO 68. AQUILA 6g . SPEZIA 70. TRIESTE 71 . POLA 72 . ISTRIA 73- FIUME E lE ISOLE 74· LODI 75· UDINE 76. AQUILEIA 77· CROSSETO 78. SALSOMACCIORE 79· FABRIANO

So. CAMPACNA DI SIENA 81. SALUZZO Rz. MESSINA R3 CALTACIRONE 8.r. VARESE R.). ANCONA R6. SAN foi•INIATO 87. FOCCIA HR. MANTOVA Sg. LE CITTA DEl CONZACA qo. CAlLIPOLI 9 1. ROVERETO 92. BACHI DI LUCCA 9.ì· CACLIARI 91 · ALTAMURA Q.I. SAN CltviiNIANO q6. FAENZA 97- AMALFI 98. FIESOlE gq. SIRACUSA

roo ORVIETO IO!. TODI 102. ASSISI 103. S. MARIA DECLI ANCELI 104. BARI 105. TERNI

Ogni fascicolo settimanale Lire UN A In vendita presso tutte le Edicole

ABBONAMENTO

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Estero F rs. 56 / Per decorrenza da

>> >> 2.3 \ qualunque numero

Cf\RTELLF\ CUSTODIF\ Per la raccolta dei fascicoli LE CENTO CITTA D'ITf\Lif\

La Casa Editrice Sonzogno ha creato per gli acqui­rent i delle Cento Città d'Jialia illustrate una elegante, pratica, solida, cartella-custodia in tela e oro, del pre­ciso formato dei fascicoli e di esatta misura per con­tenerne cinquanta : si è scelta questa r:-roporzione, ritenendosi opportuno suddividere la raccolta completa in gruppi di 50 fascicoli. Si rende così possibile ed agevole a tutti :

J. o Di avere sempre sottoma no, nelle migliori con ­dizioni, tutti i fascicoli delle Cento Città, con la pos­sibilità di consultarli separatamente o di asportarne. come potrebbe essere consigl iabile, per valersene di succinta guida viaggiando in regioni o visitando citlà alle quali siano dedicati uno o più fascicoli.

2. 0 Di conservare l 'opera in una veste bellissima, poichè la copertina-cu s!odia - creata con vero senso d 'arte - ha esteriormente l 'aspetto di un elegantissimn volume rilega to in tela e oro del formato del:e Cen:u Città .

È in vendita la prima Cartella, per i fascicoli da 1 a 50, al prezzo di L. 12.--

Spedizione a domicilio, in porto franco e senza alcuna spesa, contro invio di cartolina-vaglia di L. 12.-

J nviare Cartolina- V a glia alla Casa Editrice Sonzogno - M ila no ( 4} - V i a Pasquirolo, 14.

Priul cd i n Jlaly · Sta b. Grafico :\·Ia.-a r e lli , :llilano, via Passarella, 15