SAN CAMILLO-FORLANINI L’eccellenza nel campo dei trapianti ... · da cordone ombelicale. “è...

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Parma Report 11 Eventi Lunedì 25 giugno 2012 L’ Azienda Ospedaliera San Camillo-Forlanini rap- presenta uno dei più impor- tanti poli ospedalieri di alta specialità, a livello nazionale e regionale. è infatti un Centro di riferimento per tutti i citta- dini di Roma e delle altre pro- vince del Lazio e, per alcune patologie, anche per pazienti provenienti da altre regioni d’Italia e persino da altri stati. Il San Camillo-Forlanini, che si trova nel cuore di Roma, si estende su una superficie di circa 60 ettari (paragonabile a quella del Vaticano) e si pre- senta come il più grande com- plesso ospedaliero pubblico in Italia. Insieme, le due strut- ture San Camillo e Forlanini, riunite in un’unica Azienda pubblica, costituiscono un prestigioso presidio ad alta tecnologia multidisciplinare, con oltre 5.000 dipendenti, di cui 1.200 medici e 2.000 infer- mieri, 12 dipartimenti di me- dicina e chirurgia e circa 120 unità operative complesse. Se le attività cliniche, assisten- ziali e di ricerca che si svolgo- no presso l’Azienda coprono sostanzialmente tutte le pato- logie, l’Ospedale rappresenta un centro di eccellenza nella trapiantologia sia di organi (fegato, cuore, pancreas, re- ne) che di tessuti (sangue, mi- dollo, cordone ombelicale), nonché Centro di riferimento regionale dei trapianti. Costi- tuisce anche Centro hub per 12 specifici settori che vanno dal pronto soccorso - in par- ticolare per l’attività di shock e trauma - alla cardiochirur- gia, chirurgia toracica, ictus, materno-infantile, neonato- logia, radioterapia, oncologia e trapianti di fegato e di reni. Nel 2011, su 285 trapianti di organo eseguiti nella Regione Lazio, l’Aoscf ne ha eseguiti 78 (il 27,4%), il numero più alto rispetto a tutti i centri della Regione Lazio, di cui 3 rene-pancreas, 14 di cuo- re, 35 di rene e 22 di fegato. Dal 2002, vengono inoltre effettuati trapianti di cuore artificiale che, di fronte a liste d’attesa lunghe e a un’offerta che supera la domanda, per- mette a molte persone di so- pravvivere. “In questo contesto, stiamo portando avanti una campa- gna di sensibilizzazione alle donazioni, per far compren- dere ai cittadini che sono essi stessi protagonisti della sa- lute”, afferma il direttore ge- nerale dell’azienda Ospeda- liera San Camillo Forlanini, Aldo Morrone. “Cerchiamo di coinvolgere le persone at- traverso una partecipazione attiva, per evitare di trasfor- mare l’ospedale in un “ente erogatore” di prestazioni sanitarie, quando è invece una struttura che, insieme ai cittadini, diventa parte attiva del miglioramento delle con- dizioni di salute della collet- tività”. L’Ospedale vanta anche un gruppo di lavoro che si oc- cupa di microchirurgia della mano che, grazie all’impiego di protesi all’avanguardia, permette, a coloro che han- no perso l’arto, un utilizzo parziale della mano senza la necessità di assumere farmaci immuno-depressivi. Non da meno, si presenta co- me centro di raccolta sangue da cordone ombelicale. “è una pratica ancora poco diffusa in Italia ma di gran- dissima importanza, perché attraverso il cordone ombeli- cale è possibile portare avanti studi sulle cellule staminali che possono essere utilizzate per contrastare vari tipi di patologie”, afferma ancora Morrone. Presso il Centro Trapianto Cellule Staminali vengono oggi eseguiti trapianti, sia di tipo autologo che allogenico, in tutte le malattie ematolo- giche, di natura neoplastica (leucemie, linfomi, mieloma) e non neoplastica (emoglo- binopatie, aplasia midollare, malattie autoimmuni, malat- tie genetiche). Dal 1985 ad oggi sono stati effettuati 878 trapianti di cui 580 autologhi e 298 allogenici. Tutte le pos- sibili fonti di cellule staminali ematopoietiche vengono uti- lizzate ai fini del trapianto: midollo osseo, sangue perife- rico dopo mobilizzazione con fattori di stimolazione e san- gue di cordone ombelicale. Il cuore dell’attività di trapianto è rappresentato dall’Unità di degenza sterile, dotata di ca- mere sterili che ospitano un totale di 10 posti-letto. Altro punto di eccellenza è rappresentato dalla Radiote- rapia. Il completo rinnova- mento del “parco” tecnologi- co del reparto di radioterapia dell’Ospedale San Camillo- Forlanini (con la presenza di 3 acceleratori lineari, 1 tomoterapia elicoidale, 1 TC dedicata, 1 apparecchio per ipertermia, 1 apparecchio in- traoperatorio), nonché la sua ristrutturazione, ne hanno infatti rafforzato il ruolo di leader nell’ambito oncologico della sanità pubblica regiona- le. Mediante la Tomoterapia sono stati trattati oltre 500 pazienti e, oltre ai trattamen- ti radioterapici standard, il Centro risulta l’unico riferi- mento pubblico per il tratta- mento delle malformazioni artero-venose cerebrali me- diante radio-chirurgia e per il trattamento delle recidive da tumore della mammella mediante radio-ipertermia superficiale. Non da ultimo, anche il reparto materno in- fantile, con la neonatologia e la pediatria, è una struttura di eccellenza, punto di riferi- mento per moltissime fami- glie di Roma e del Lazio. “Abbiamo un reparto di te- rapia intensiva neonatale ma, soprattutto, nel nostro Ospedale la pediatria si oc- cupa della onco-ematologia pediatrica e della chirurgia pediatrica, in particolare per il trattamento delle patologie urologiche e fetali”, conclude Morrone. ■■ SAN CAMILLO-FORLANINI / Polo di riferimento non solo per Roma, ma per il Lazio e per il resto d’Italia L’eccellenza nel campo dei trapianti e dell’emergenza Si tratta del più grande complesso pubblico d’Italia ad alta tecnologia multidisciplinare. Costituisce anche un centro hub per 12 specifici settori, dal pronto soccorso all’ictus A sx l’ingresso principale dell’Azienda Ospedaliera, San Camillo Forlanini. A dx l’eliporto Il direttore generale dell’azienda Ospedaliera San Camillo Forlanini, Aldo Morrone Una veduta del centro L’ Unità operativa complessa laboratorio di genetica medi- ca, struttura a direzione universitaria e personale misto, universitario e ospedaliero, è attiva dal 1974 per effetto di una Convenzione tra l’Azienda Ospedaliera S. Camillo - Forlanini e l’Università “Sapienza” di Roma. La mission è la diagnosi, pre e post natale, la prevenzione e la ricerca per le malattie genetiche rare. L’attività riguarda i test di citogenetica, genetica molecola- re, genetica forense, immunogenetica, preceduti e seguiti da consulenza. Attività di particolare rilevanza sono la diagno- si e la cura delle malformazioni dell’apparato genitale e delle condizioni di ambiguità genitale; la diagnosi per emocroma- tosi su tutti i geni conosciuti; la diagnosi molecolare e ricerca nel melanoma familiare e/o multiplo. La genetica medica T ra gli ospedali italiani, il San Camillo- Forlanini vanta la presenza di un’Unità operativa di sanità internazionale e coopera- zione con i Paesi in via di sviluppo, costituita nel 2006. Il programma di cooperazione ospedaliera e di educazione allo sviluppo per i professioni- sti ospedalieri mira a valorizzare un impegno umanitario e professionale di lotta alle pover- tà e di sviluppo sostenibile. Gli interventi so- no svolti prevalentemente nel Corno d’Africa, una delle aree più povere del pianeta e carat- terizzata da eventi bellici recenti. Le attività comprendono assistenza tecnica, consulenza e formazione ed educazione allo sviluppo per il personale ospedaliero aziendale e regionale, rapporti internazionali con istituzioni e strut- ture sanitarie di altri Paesi e gemellaggi con ospedali dell’Africa Sub-Sahariana. “Questo progetto si propone di fornire know how clinico-formativo in loco”, spiega Aldo Morrone, direttore generale dell’Azienda ospedaliera San Camillo Forlanini. “Attuiamo percorsi di forma- zione del personale ospedaliero di paesi in via di sviluppo, con delegazioni di medici italiani che si recano presso università straniere. I corsi posso- no essere anche a distanza, attraverso la teleme- dicina e la telechirurgia”. Si tratta di una iniziativa importante che contribuisce sia alla formazione e all’aggior- namento degli operatori sanitari dei paesi interessati, sia alla nascita di nuovi posti di lavoro con possibilità di sviluppo economico attraverso la medicina. E non mancano le ri- chieste di scambi culturali, scientifici e di col- laborazione anche con paesi come la Russia e la Cina. “è fondamentale che l’ospedale si apra a una visione globale della salute, attra- verso la collaborazione con i diversi paesi del mondo, a dimostrazione che la medicina, la ricerca e soprattutto il diritto alla salute, non presentano confini” conclude Morrone. L’Unità operativa sanità internazionale e cooperazione ospedaliera con i Paesi in via di sviluppo

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Parma Report 11EventiLunedì 25 giugno 2012

L’Azienda Ospedaliera San Camillo-Forlanini rap-

presenta uno dei più impor-tanti poli ospedalieri di alta specialità, a livello nazionale e regionale. è infatti un Centro di riferimento per tutti i citta-dini di Roma e delle altre pro-vince del Lazio e, per alcune patologie, anche per pazienti provenienti da altre regioni d’Italia e persino da altri stati.Il San Camillo-Forlanini, che si trova nel cuore di Roma, si estende su una superficie di circa 60 ettari (paragonabile a quella del Vaticano) e si pre-senta come il più grande com-plesso ospedaliero pubblico in Italia. Insieme, le due strut-ture San Camillo e Forlanini, riunite in un’unica Azienda pubblica, costituiscono un prestigioso presidio ad alta tecnologia multidisciplinare, con oltre 5.000 dipendenti, di cui 1.200 medici e 2.000 infer-mieri, 12 dipartimenti di me-dicina e chirurgia e circa 120 unità operative complesse.

Se le attività cliniche, assisten-ziali e di ricerca che si svolgo-no presso l’Azienda coprono sostanzialmente tutte le pato-logie, l’Ospedale rappresenta un centro di eccellenza nella trapiantologia sia di organi

(fegato, cuore, pancreas, re-ne) che di tessuti (sangue, mi-dollo, cordone ombelicale), nonché Centro di riferimento regionale dei trapianti. Costi-tuisce anche Centro hub per 12 specifici settori che vanno

dal pronto soccorso - in par-ticolare per l’attività di shock e trauma - alla cardiochirur-gia, chirurgia toracica, ictus, materno-infantile, neonato-logia, radioterapia, oncologia e trapianti di fegato e di reni.Nel 2011, su 285 trapianti di organo eseguiti nella Regione Lazio, l’Aoscf ne ha eseguiti 78 (il 27,4%), il numero più alto rispetto a tutti i centri della Regione Lazio, di cui 3 rene-pancreas, 14 di cuo-re, 35 di rene e 22 di fegato. Dal 2002, vengono inoltre effettuati trapianti di cuore artificiale che, di fronte a liste d’attesa lunghe e a un’offerta che supera la domanda, per-mette a molte persone di so-pravvivere.“In questo contesto, stiamo portando avanti una campa-gna di sensibilizzazione alle donazioni, per far compren-dere ai cittadini che sono essi stessi protagonisti della sa-lute”, afferma il direttore ge-nerale dell’azienda Ospeda-liera San Camillo Forlanini, Aldo Morrone. “Cerchiamo di coinvolgere le persone at-traverso una partecipazione attiva, per evitare di trasfor-mare l’ospedale in un “ente erogatore” di prestazioni sanitarie, quando è invece una struttura che, insieme ai cittadini, diventa parte attiva del miglioramento delle con-dizioni di salute della collet-tività”.L’Ospedale vanta anche un gruppo di lavoro che si oc-cupa di microchirurgia della mano che, grazie all’impiego di protesi all’avanguardia, permette, a coloro che han-no perso l’arto, un utilizzo parziale della mano senza la necessità di assumere farmaci immuno-depressivi.Non da meno, si presenta co-me centro di raccolta sangue da cordone ombelicale. “è una pratica ancora poco diffusa in Italia ma di gran-dissima importanza, perché attraverso il cordone ombeli-cale è possibile portare avanti

studi sulle cellule staminali che possono essere utilizzate per contrastare vari tipi di patologie”, afferma ancora Morrone. Presso il Centro Trapianto Cellule Staminali vengono oggi eseguiti trapianti, sia di tipo autologo che allogenico, in tutte le malattie ematolo-giche, di natura neoplastica (leucemie, linfomi, mieloma) e non neoplastica (emoglo-binopatie, aplasia midollare, malattie autoimmuni, malat-tie genetiche). Dal 1985 ad oggi sono stati effettuati 878 trapianti di cui 580 autologhi e 298 allogenici. Tutte le pos-sibili fonti di cellule staminali ematopoietiche vengono uti-lizzate ai fini del trapianto: midollo osseo, sangue perife-rico dopo mobilizzazione con fattori di stimolazione e san-gue di cordone ombelicale. Il cuore dell’attività di trapianto è rappresentato dall’Unità di degenza sterile, dotata di ca-mere sterili che ospitano un totale di 10 posti-letto. Altro punto di eccellenza è rappresentato dalla Radiote-rapia. Il completo rinnova-mento del “parco” tecnologi-co del reparto di radioterapia dell’Ospedale San Camillo- Forlanini (con la presenza

di 3 acceleratori lineari, 1 tomoterapia elicoidale, 1 TC dedicata, 1 apparecchio per ipertermia, 1 apparecchio in-traoperatorio), nonché la sua ristrutturazione, ne hanno infatti rafforzato il ruolo di leader nell’ambito oncologico della sanità pubblica regiona-le. Mediante la Tomoterapia sono stati trattati oltre 500 pazienti e, oltre ai trattamen-ti radioterapici standard, il Centro risulta l’unico riferi-mento pubblico per il tratta-mento delle malformazioni artero-venose cerebrali me-diante radio-chirurgia e per il trattamento delle recidive da tumore della mammella mediante radio-ipertermia superficiale. Non da ultimo, anche il reparto materno in-fantile, con la neonatologia e la pediatria, è una struttura di eccellenza, punto di riferi-mento per moltissime fami-glie di Roma e del Lazio. “Abbiamo un reparto di te-rapia intensiva neonatale ma, soprattutto, nel nostro Ospedale la pediatria si oc-cupa della onco-ematologia pediatrica e della chirurgia pediatrica, in particolare per il trattamento delle patologie urologiche e fetali”, conclude Morrone.

■■■ SAN CAMILLO-FORLANINI / Polo di riferimento non solo per Roma, ma per il Lazio e per il resto d’Italia

L’eccellenza nel campo dei trapianti e dell’emergenzaSi tratta del più grande complesso pubblico d’Italia ad alta tecnologia multidisciplinare. Costituisce anche un centro hub per 12 specifici settori, dal pronto soccorso all’ictus

A sx l’ingressoprincipale dell’Azienda Ospedaliera,San CamilloForlanini.A dx l’eliporto

Il direttore generale

dell’azienda Ospedaliera San

Camillo Forlanini, Aldo Morrone

Una veduta del centro

L’Unità operativa complessa laboratorio di genetica medi-ca, struttura a direzione universitaria e personale misto,

universitario e ospedaliero, è attiva dal 1974 per effetto di una Convenzione tra l’Azienda Ospedaliera S. Camillo - Forlanini e l’Università “Sapienza” di Roma.La mission è la diagnosi, pre e post natale, la prevenzione e la ricerca per le malattie genetiche rare.L’attività riguarda i test di citogenetica, genetica molecola-re, genetica forense, immunogenetica, preceduti e seguiti da consulenza. Attività di particolare rilevanza sono la diagno-si e la cura delle malformazioni dell’apparato genitale e delle condizioni di ambiguità genitale; la diagnosi per emocroma-tosi su tutti i geni conosciuti; la diagnosi molecolare e ricerca nel melanoma familiare e/o multiplo.

La genetica medica

Tra gli ospedali italiani, il San Camillo-Forlanini vanta la presenza di un’Unità

operativa di sanità internazionale e coopera-zione con i Paesi in via di sviluppo, costituita nel 2006.Il programma di cooperazione ospedaliera e di educazione allo sviluppo per i professioni-sti ospedalieri mira a valorizzare un impegno umanitario e professionale di lotta alle pover-tà e di sviluppo sostenibile. Gli interventi so-no svolti prevalentemente nel Corno d’Africa, una delle aree più povere del pianeta e carat-terizzata da eventi bellici recenti. Le attività comprendono assistenza tecnica, consulenza e formazione ed educazione allo sviluppo per il personale ospedaliero aziendale e regionale, rapporti internazionali con istituzioni e strut-ture sanitarie di altri Paesi e gemellaggi con ospedali dell’Africa Sub-Sahariana.“Questo progetto si propone di fornire know how clinico-formativo in loco”, spiega Aldo Morrone,

direttore generale dell’Azienda ospedaliera San Camillo Forlanini. “Attuiamo percorsi di forma-zione del personale ospedaliero di paesi in via di sviluppo, con delegazioni di medici italiani che si recano presso università straniere. I corsi posso-no essere anche a distanza, attraverso la teleme-dicina e la telechirurgia”.Si tratta di una iniziativa importante che contribuisce sia alla formazione e all’aggior-namento degli operatori sanitari dei paesi interessati, sia alla nascita di nuovi posti di lavoro con possibilità di sviluppo economico attraverso la medicina. E non mancano le ri-chieste di scambi culturali, scientifici e di col-laborazione anche con paesi come la Russia e la Cina. “è fondamentale che l’ospedale si apra a una visione globale della salute, attra-verso la collaborazione con i diversi paesi del mondo, a dimostrazione che la medicina, la ricerca e soprattutto il diritto alla salute, non presentano confini” conclude Morrone.

L’Unità operativa sanità internazionale e cooperazione ospedaliera con i Paesi in via di sviluppo