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Salute mentale: il modello territoriale. Le politiche per la salute mentale negli indirizzi dell’OMS: la Dichiarazione di Helsinky. Università degli Studi di Trieste Facoltà di Psicologia Corso di Psichiatria Sociale a.a. 2010/2011

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Salute mentale: il modello territoriale.

Le politiche per la salute mentale negli indirizzi

dell’OMS: la Dichiarazione di Helsinky.

Università degli Studi di TriesteFacoltà di Psicologia

Corso di Psichiatria Socialea.a. 2010/2011

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stop exclusion, dare to carecontro l’esclusione, il coraggio di prendersi cura

myths hurt, face them facts help, use themle credenze feriscono, affrontale i fatti aiutano, usali(OMS – Giornata Mondiale della Salute Mentale, 2001)

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Organizzazione Mondiale della SanitàConferenza Ministeriale europea sulla Salute mentaleHelsinki, Finlandia, 12-15 gennaio 2005 Dichiarazione sulla Salute mentale per l’Europa

Affrontare le sfide, creare le soluzioni

i. la promozione del benessere mentale;ii. la lotta contro lo stigma, la discriminazione e l'esclusione

sociale;iii. la prevenzione dei problemi legati alla salute mentale;iv. l’assistenza alle persone con problemi di salute mentale,

con l’offerta di servizi ed interventi integrati ed efficaci, che prevedano la partecipazione e la possibilità di scelta dei pazienti e dei loro “carers”;

v. il recupero e il reinserimento nella società di coloro che hanno sofferto di gravi problemi di salute mentale.

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7. Offrire assistenza efficace in servizi di comunità alle persone

che soffrono di gravi problemi di salute mentale   Sfida   In tutta la Regione si stanno compiendo progressi

nel riformare l'assistenza nel settore della salute mentale. È essenziale riconoscere e sostenere il diritto delle persone a ricevere i trattamenti e gli interventi più efficaci e di essere esposti, al tempo stesso, ai minori rischi possibili, sulla base delle aspettative e delle esigenze individuali e tenendo nella debita considerazione la cultura e la religione di appartenenza, il sesso e le aspirazioni.

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7. Offrire assistenza efficace in servizi di comunità alle persone

che soffrono di gravi problemi di salute mentale (2)   

Le evidenze e le esperienze in molti paesi supportano la necessità di sviluppare una rete di servizi di comunità, che includono come ultima risorsa anche i letti d'ospedale. Nel ventunesimo secolo non c'è posto per trattamenti e cure inumane e degradanti nelle grandi istituzioni: un numero sempre crescente di paesi ha chiuso la maggior parte dei propri ospedali psichiatrici e sta attualmente realizzando efficaci servizi di comunità. Una considerazione particolare va data alle esigenze emotive, economiche ed educative delle famiglie e degli amici, che spesso si occupano in modo intensivo dell’assistenza e della cura e che altrettanto spesso hanno bisogno a loro volta di essere sostenuti.  

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Azioni da considerare

• Potenziare le capacità dei pazienti e dei “carers” di accedere ai servizi di salute mentale e di prendersi la responsabilità per le proprie cure insieme ai professionisti coinvolti.

• Progettare e realizzare servizi specialistici di comunità accessibili 24 ore al giorno, sette giorni alla settimana, con équipes multidisciplinari, che possano prendere in carico persone con problemi gravi quali schizofrenia, disturbi bipolari, depressione grave o demenza.

• Garantire assistenza nelle situazioni di crisi, fornendo servizi nei luoghi in cui le persone vivono e lavorano, prevenendo ogni qualvolta sia possibile il peggioramento o l’ospedalizzazione, che va prevista esclusivamente per chi ha problemi molto gravi e/o rischia molto per la sua immagine, i suoi diritti, la sua dignità.

• Offrire in contesti di comunità trattamenti completi ed efficaci, psicoterapie e cure farmacologiche con il minor numero possibile di effetti collaterali, in particolare per i giovani che manifestano un primo episodio di disturbo mentale.

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Azioni da considerare (2)

• Garantire alle persone con problemi di salute mentale l'accesso alle medicine necessarie a un costo sostenibile tanto dal sistema sanitario quanto dal singolo, al fine di raggiungere l’appropiatezza della prescrizione e dell’uso dei farmaci.

• Sviluppare servizi di riabilitazione che mirino a migliorare l'inclusione delle persone nella società, e che siano al contempo attenti all'impatto delle disabilità correlate ai problemi di salute mentale.

• Offrire servizi alle persone con bisogni di salute mentale che si trovano in

contesti non specialistici quali, ad esempio, ospedali generali o carceri.

• Offrire ai “carers” e alle famiglie una valutazione delle loro esigenze emotive ed economiche, e coinvolgerli nei programmi di cura.

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Azioni da considerare (3)

• Elaborare programmi in grado di migliorare le competenze e le capacità delle famiglie e dei “carers”.

• Verificare se i programmi d'assistenza sociale tengono conto del costo economico delle cure.

• Pianificare e finanziare programmi modello che possano essere utilizzati per la diffusione delle informazioni.

• Identificare e sostenere persone autorevoli e rispettate

dai loro pari che possano diffondere pratiche innovative.

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Azioni da considerare (4)

• Elaborare linee guida per le buone prassi e monitorarne la realizzazione.

• Introdurre diritti legali per consentire alle persone soggette a trattamenti non volontari di operare una autonoma scelta di tutela.

• Introdurre o rafforzare legislazioni e regolamenti che salvaguardino gli standard di qualità delle cure, inclusa la cessazione dei trattamenti e degli interventi disumani e degradanti.

• Attivare un sistema di vigilanza mirante a rafforzare le buone prassi e a far cessare gli abusi e l'indifferenza nel settore della salute mentale.

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i numeri della salute mentale

• il 25 % dei cittadini soffre di disagio psichico rilevante

• il 2 % di disturbo mentale severo• il 40 % di un disturbo mentale nell’arco

della vita• nel 2000 un milione di persone si è tolta

la vita!• un gran numero di persone sono,

ancora oggi, rinchiuse in manicomio

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Scrive Michel Foucault:

“Per semplificare, l’umanesimo consiste nel voler cambiare il sistema ideologico senza toccare l’istituzione; il riformismo nel cambiare l’istituzione, senza toccare il sistema ideologico. L’azione rivoluzionaria si definisce al contrario come una scossa simultanea della coscienza e dell’istituzione”

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L’organizzazione dei servizi per la salute

mentale

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l’applicazione della 180• ventennio 78-98: sperimentazione della riforma

Io progetto obiettivo tutela salute mentale 1994 – tappa storica

IIo progetto obiettivo tutela salute mentale 1999-2000:- conferma i contenuti della legge 180- il Dipartimento di Salute Mentale (DSM) diventa la struttura organizzativa e di coordinamento

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il il progetto obiettivo tutela salute mentale • Utile allo sviluppo qualitativo e quantitativo

dell’assistenza psichiatrica per 5 ragioni fondamentali:

1)superamento definitivo OP2)individua nel DSM il modello organizzativo più idoneo per continuità terapeutica e unitarietà degli interventi3)definisce il DSM come un insieme integrato di strutture e servizi con una direzione ed un coordinamento unici4)SPDC anche se collocato in un Ospedale generale, è parte intergrante del DSM5)impone la verifica della qualità dei servizi e degli interventi

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il dipartimento di salute mentale

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compiti del DSM

terapeutici

riabilitativi

di reintegrazione sociale

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• compito terapeutico

• attività psichiatriche ambulatoriali e domiciliari, interventi d’urgenza e

di risposta alla crisi

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compito riabilitativo

agire per sviluppare le

capacità della persona, poche o tante che siano,

migliorare la sua autonomia e le sue relazioni

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• compito di reintegrazione sociale

• creare le condizioni necessarie per

includere la persona nella vita collettiva (programmi terapeutici e riabilitativi, risorse economiche e

relazionali, opportunità lavorative ed abitative)

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le unità operative del DSM (Progetto Obiettivo)

• Centro di Salute Mentale (CSM)

Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura (SPDC)

Strutture residenziali e semi-residenziali (SR)

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il DSM di Trieste• 4 CSM 24 h (2 x 8 p.l.territoriali,

2 x 6)

• 1 Clinica Psichiatrica Universitaria/CSM (8 p.l. di cui 4 territoriali)

• 1 Servizio Abilitazione e Residenze (SAR)(coordina le cooperative sociali, la formazione e l’inserimento lavorativo)

• 1 SPDC(6 p.l. presso l’ospedale generale)

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il centro di salute mentale

• Luogo di

accoglimento e di

scambio, occasione di rapporto, possibilità di stare almeno temporaneamente fuori da una situazione familiare difficile

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il csm per funzionare bene dovrebbe:

• Intervenire su una popolazione compresa tra i 50.000 e gli 80.000 abitanti

• Essere facilmente accessibile e

raggiungibile senza difficoltà anche con i mezzi di trasporto pubblico

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• Riconoscimento e gestione della crisi nel centro sulle 24 ore

• Programmi terapeutici riabilitativi individualizzati

• Protagonismo,

partecipazione e coinvolgimento dell’utenza

• In/formazione per i familiari

funzioni, attivita’, programmi del CSM

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funzioni, attivita’, programmi del CSM

• promozione di attività di auto aiuto

• facilitazione percorsi dell’associazionismo

• attività ricreative e ludiche• attività di formazione di

base, professionale e di impresa sociale, inserimento lavorativo

• servizio di consulenza in carcere

• integrazione con distretti sanitari

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funzioni, attivita’, programmi del CSM

• Coinvolgimento medico di famiglia (Tutor di salute)

• Prevenzione del disagio legato alla solitudine degli anziani (Progetto Amalia)

• Prevenzione suicidio (Progetto Telefono Speciale)

• Differenze di genere e salute mentale

• Rapporti con le agenzie culturali della città

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il servizio psichiatrico di diagnosi e cura (SPDC)

L’interfaccia tra ospedale e territorio

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il servizio psichiatrico di diagnosi e cura (SPDC)

• struttura per le urgenze/emergenze

• collocato all’interno di un ospedale generale

• aperto 24h al giorno 7 giorni su 7

• luogo di transizione

(uso improprio in molte realtà)• attua TSO e TSV in condizioni di

ricovero• consulenza psichiatrica alle altre

divisioni ospedaliere e al p.s.

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• collegato al DSM" (amministrativamente, funzionalmente, operativamente)• un p.l. ogni 10.000 abitanti• max 16 posti letto• spazi adeguati per garantire il rispetto della privacy e

dei diritti anche per le persone in TSO• spazi per attività comuni• porte aperte• no contenzione

il servizio psichiatrico di diagnosi e cura (SPDC)

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S.P.D.C.• ridurre la durata del ricovero ospedaliero, in linea con il

principio della territorialità della cura

• ricovero mai sostitutivo della presa in carico del csm ma soltanto un’eccezione motivata da esigenze del tutto particolari

• possibilita’ di mantenere contatti con il proprio ambiente per un piu’ agevole superamento delle situazioni di crisi

• garantire la presa in carico da parte del CSM, la continuità e la territorialità della cura

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le Strutture Residenziali

• Rispondere al bisogno abitativo delle persone

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le Strutture Residenziali(come previsto dal Progetto Obiettivo)

• Strutture extraospedaliere in cui si svolge parte del programma terapeutico, riabilitativo e di integrazione sociale

• Fornire rete di rapporti e opportunità emancipative non solo una soluzione abitativa

• Collocazone in aree urbanizzate e facilmente accessibili

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le Strutture Residenziali(come previsto dal Progetto Obiettivo)

• Gestione DSM o Privato sociale e/o imprenditoriale (DSM titolare del progetto)

• Accesso e dimissioni in base a programma terapeutico personalizzato concordato con operatori CSM, operatori SR, persona, familiari e/o altre persone di riferimento

• 2 posti/10.000 abitanti

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• - comunità terapeutica

• - gruppi appartamento

• - case alloggio o nuclei

• di convivenza

le Strutture Residenziali

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• comunità terapeutica–struttura ad alta intensità terapeutico riabilitativa

–operatori 24 h su 24

–particolarmente attivi programmi individuali abilitativi ed emancipativi

le Strutture Residenziali

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• gruppi appartamento

-operatori 12 h al giorno

-persone con discreto livello di abilità e di autonomia

-programmi individuali rivolti soprattutto all’integrazione sociale e a garantire una possibilità abitativa utile e dignitosa

le Strutture Residenziali

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•case alloggio o nuclei di convivenza-più persone stimolate a vivere insieme e a condividere l’appartamento e le spese di gestione

-operatori solo alcune ore al giorno o per necessità

-garantire integrazione con la struttura sociale circostante Assicurando loro un abitare dignitoso

le Strutture Residenziali

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le Strutture Residenziali::cosa non dovrebbero essere

• Luoghi sostitutivi del manicomio

• Luoghi di abbandono passivo e cronico

• Luoghi di gestione della crisi psichiatrica

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le strutture semiresidenziali

Day Hospital (DH)

Centro Diurno (CD)

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• Ospitano le persone di giorno

• Prevedono programmi terapeutico riabilitativi individuali e di gruppo

• Possono avere sede nella stessa struttura che ospita il CSM

• DH: Viene prestata particolare attenzione ai programmi terapeutici intensivi anche in condizioni di crisi

• CD: Viene prestata particolare attenzione ai percorsi di formazione e di socializzazione

le strutture semiresidenziali