Salutare 50

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Poste Italiane Spa - sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n°46) art.1 comma 1- DCB - Avellino mensile d’informazione per la Salute e il Benessere n° 50 Distribuzione Gratuita info: 0825.74603 dr. Nicola Topo Centro Acustico www.salutare.info cinquanta numeri di salute! mamme e papà c’è un regalo x Voi

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Mensile di informazione sulla salute e benessere

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Vorremmo ringraziare uno per uno tutti quelli che ci leggono, scrivono, sostengono, ma una sola pagina non basta. Molti di voi ci aiutano tanti altri ne traggono beneficio...è “solo” questo che vogliamo:

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La Sanità che Comunica bene crea valore per il cittadino

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Salutare mette a disposizione dei suoi partner una serie di iniziative di comunicazione personalizzata.

Tali servizi fanno parte di un progetto di marketing sociale che Salutare promuove e il cui obiettivo è migliorare costantemente l'interazione con i lettori.

Le aziende e gli enti sostenitori possono usufruire di molteplici soluzioni, attraverso le quali aumentare la visibilità e il consenso del proprio brand, e allo stesso tempo contribuiscono concretamen-te alla causa sostenuta da Salutare: fornire una giusta e completa informazione in ambito medico-sanitario.

In particolar modo, è possibile:

* contribuire alla realizzazione di una serie riservata di copie, caratterizzate da una copertina personalizzata, da rivolgere ad un particolare bacino d'utenza di riferimento;

* personalizzare espositori di varia misura con il proprio logo e contribuire alla stampa delle relative riviste da contenere, per aumentare i punti di diffusione della rivista cartacea sul territorio;

* promuovere e diffondere campagne informative che riguardino iniziative sociali o argomenti strettamente collegati al mondo della salute e del benessere;

* organizzare convegni, workshop ed eventi legati all'ambito medico-sanitario, attraverso i rapporti di partnership instaurati con la nostra testata.

Il Tuo contributo consentirà di diffondere più informazioni a più persone.

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26Tutti gli articoli hanno solo finalità informativa ed educativa, non costituiscono motivo di autodiagnosi o di automedicazione e non sostituiscono la consulenza medica specialistica.

Sommario

8 Benessere I neuroni specchio

9 Sociale La corretta "in-formazione"

10 Medicina La sindrome di Churg Strauss

11 Logopedia Stimoli ambientali nello sviluppo del linguaggio

12 Criminologia La circonvenzione degli anziani

13 Tecnologia Scoprire i tumori celermente grazie alla PET- TC 14 Omeopatia Stress e infiammazione

15 Ortopedia La paralisi cerebrale infantile

17 Posturologia L'auricoloterapia

20 Ricerca La rivoluzione medica

22 Ricerca Rischio di eventi cardiovascolari in pazienti colpiti da OVR

24 Oftalmologia Miodesopsie

25 Sessuologia Prostituzione e sessualità

26 Educazione motoria Donne e sport

27 Sanità Le Residenze Sanitarie Assistite

28 Odontoiatria La malattia parodontale nel paziente diabetico

30 Psicoterapia Sorrisi e risate (parte seconda)

31 Psicologia Il funzionalismo moderno e lo stress

32 Psichiatria La fobia dell'ascensore

33 Foniatria La Sindrome di Down

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Pubblicazione mensile Anno V n° 50Febbraio 2009Distribuzione gratuitaReg. Tribunale Avin data 15/01/2004 N° 419

Tiratura: 20.000 copieEditore: Ass. Culturale Salutare

Direttore Responsabile: Mario BarbarisiRedazione: Maria Rosaria Carifano, Valentina MattielloSegreteria: Angela Romano Progetto grafico: Promova Coop. Soc. OnlusArea web: Carmine Serino

Collaborazioni:A. Baldi, dr. B. Baldi, dott. C. Biagi, prof. M. Borghese, dr.ssa D. Corrado, D. De Bartolomeis, dott. ssa L. De Varti, dott. A. Leggiero, dott. M. Mastroberardino, dr. S. Mone, dr. A. Pacilio, dott.ssa M. Picardi, I. Pucci, prof. L. Rispoli, dr. F. S. Ruggiero, dott. A. Sabato, dott. ssa R. Santoro, dr. D. Trotta, dr.ssa T. Zungri.

sito: www.salutare.infoe-mail: [email protected]

contatto skype: salutare.infoTel.: 0825.74603 - fax: 0825.769808

Contributi: c/c postale n° 55117402intestato all’Ass. Salutare via Due Principati, 210 Avellino

Stampa: Csd - Na

Salutare è la rivista gratuita con diversi argo-menti nell’ambito della salute e benessere: me-dicina, psicologia, farmacia, alimentazione, am-biente e tanti altri.

Si avvale della collaborazione di professionisti del settore che mettono a disposizione le pro-prie conoscenze al servizio di tutti i cittadini.

Partecipare a SALUTARE significa sostenere un’ini-ziativa culturale intrapresa per sensibilizzare alla salvaguardia del benessere comune e di forni-re ai lettori oltre ai servizi, il supporto da con-sultare per essere sempre aggiornati.

Un’Azienda che usufruisce di uno spazio su Salutare ha la possibilità di comunicare ai lettori le strutture, i servizi, le iniziative esulla SALUTE e il BENESSERE.

Il materiale grafico e redazionale deve pervenire entro il giorno

10 del mese precedente alla pubblicazione.

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Comunicate le vostre opinioni, esigen-ze, proposte, esperienze vissute oppure un parere sulle strutture e i servizi di cui avete usufruito.Non possiamo fornire risposte personali, ma le vostre segnalazioni sono preziose per orientare gli articoli e le inchieste che pubblicheremo sulla rivista.

AssociazioneCulturale SalutareVia Due Principati, 210 83100 Avellinoinfo: tel. 0825 74603e-mail: [email protected]

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Via Due Principati, 210

Questo spazio è pensato per voi

Crediti immagine: Copertina: © arash sabbagh - Fotolia

Salve.Da circa 5 mesi ho contratto la Ma-lattia di Churg Strauss.Ho cominciato ad avere disturbi cir-ca 3 anni fa. All'inizio sembravo ave-re semplici attacchi d'asma, poi facen-do gli esami del sangue risultavano sempre gli eosinofili alti e i globuli bianchi alterati. Nel mese di luglio 2008 ho iniziato ad avvertire stanchezza e avevo spesso la febbre. Dimagrivo sempre di più per-chè non riuscivo a mangiare e avevo notato una macchia piuttosto gran-de alle spalle. Sono stato ricoverato al Cardarelli di Napoli e lì non riuscivo a muovere una gamba; il giorno successivo si è bloc-cata anche l'altra.Mi avevano diagnosticato la leucemia e mi hanno fatto il prelievo del midol-lo osseo, poi la tac che ha dato un ri-sultato negativo. Si è poi pensato ad un tumore midollare: sono stato sot-toposto ad elettromiografia che alla fine è risultata positiva. Questa malattia ha portato una car-diopatia per mezzo degli eosinofili: dopo aver fatto un total body e va-rie risonanze magnetiche, il profes-sore dal quale ero in cura mi ha di-messo, diagnosticandomi un'eosino-filia idiopatica. Ma io non mi sono fermato: ho letto su internet di un centro a Firenze della Churg Strauss ed ho inviato una e-mail

per chiedere un appuntamento. Il 25 novembre 2008 sono stato là e mi hanno diagnosticato questa ma-lattia rara immunitaria che sto curan-do con l'immunoglobulina. Non cam-mino ancora bene ma sto facendo la fisioterapia. La strada è lunga e io sono l'unico caso in Campania al quale è stato diagno-sticato questo male. Mi piacerebbe che il vostro giornale ne parlasse in un articolo, per infor-mare i cittadini dell'esistenza di que-sta malattia, del tutto sconosciuta. (Gaetano)

Gentile Gaetano, abbiamo accolto volentieri la sua ri-chiesta, e in questo numero abbia-mo dedicato un articolo nella sezio-ne “Medicina” a questa rara malattia che l'ha colpita, la sindrome di Churg Strauss, a pag. 10. Ammiriamo la sua tenacia e forza di volontà, doti indispensabili per poter affrontare ogni tipo di difficoltà.Sinceramente, la Redazione.

Gentile redazione, sono una vostra lettrice, residente nel comune di Sum-monte, in provincia di Avellino.Grazie per lo spazio che siete sempre pronti ad offrire a quanti vi sottopon-gono richieste e problematiche.

Salutare è in crescita

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dizione necessaria per promuovere progetti di autosvi-luppo come il nostro.

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Ciò è assolutamente volontario e se decidi comunque di non effettuare donazioni, non per questo avrai meno supporto da parte nostra.

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News

Sono madre di quattro splendidi bambini, uno dei quali è affetto da autismo: è seguito dall’ASL con una terapia di grande efficacia, il CBAM, che prevede dodici ore setti-manali, disponibili solo a Napoli. Il problema è proprio questo: al mio bambino, invalido secondo le norme e i diritti della legge 104, né il Comune del mio paese, né la provincia, né altri garantiscono il tra-sporto presso il centro di terapia. È mai possibile che un bambino di 4 anni, disabile, e la sua famiglia che tanto si adoperano per una società più civile, siano così ignorati dalle suddette istituzioni?È ora che i diritti dei cittadini, specie se bambini, e se di-sabili, vengano considerati e fatti valere!!!Daniela Vassallo

Cara Daniela, ha perfettamente ragione. Centinaia di casi ci vengono segnalati in redazione, molti dei quali nascono dalla disinformazione delle risorse sociali. Ad esempio entro il 28 febbraio c'è la possibilità di richie-dere il “bonus speciale” (DL n. 185 del 29 novembre 2008), cosa che le istituzioni locali non hanno divulgato.I soldi ci sono, è la volontà che manca.

Leggo la vostra rivista e secondo il mio parere è molto in-teressante. Mi ha attratto l'argomento “Panico” perchè ne soffro dall'età di 15 anni. Sono stata da neurologi, psicolo-gi, psichiatri ma senza risultati e la cosa che vorrei sapere è cosa fare durante un attacco per non ricorrere a farma-ci? E come farmi passare la paura? (Maria)

Cara Maria, l'argomento panico è purtroppo uno dei di-sturbi più frequenti nella nostra società, di cui si può esse-re affetti fin da giovani, proprio come nel tuo caso. È anche però un “problema” risolvibile con le attuali tera-pie che spesso prevedono però anche l'uso di farmaci al-meno nelle fasi acute. Prima di affidarsi ad uno speciali-sta è necessario averne fiducia.

Ricercatori dell’Harvard School of Public Health a Boston ne-gli Stati Uniti, hanno esaminato l’associazione tra assunzio-ne di cibi a base di soia e isoflavoni, ed i parametri di quali-tà dello sperma. Lo studio ha riguardato 99 partner maschi di coppie subfertili. È stata compiuta un’analisi su 15 cibi a base di soia che erano stati assunti nei precedenti 3 mesi. È stata riscontrata un’as-sociazione inversa tra assunzione di soia e concentrazione spermatica.Gli uomini che avevano assunto più cibi a base di soia avevano 41 milioni di spermatozoi/ml meno rispetto agli uomini che non avevano consumato cibo a base di soia (p per trend=0.02).Risultati simili a quelli dei cibi a base di soia per gli isoflavo-ni di soia. La relazione inversa tra assunzione di cibi a base di soia e concentrazione spermatica era maggiore tra gli uomi-ni in sovrappeso o obesi.Lo studio ha mostrato che una più alta assunzione di cibi a base di soia, o di isoflavoni di soia, è associata ad una più bas-sa concentrazione spermatica.

Fonte: Human Reproduction, 2008

Una dieta a base di soia è associata a più bassa concentrazione spermatica

Lenti a contatto: giovani a rischio.

Aumentano i casi di problemi perchè usate male.ROMA, 22 GEN - Aumentano, soprattutto tra i giovani, il nu-mero di infezioni all'occhio che spesso evolvono portando alla perdita della vista. Altre volte si arriva alla necessità di sotto-

porsi a trapianto della cornea. La mancanza di igiene, l'uso impro-prio delle lenti, soprattutto quelle morbide, e lo scambio di lenti este-tiche: queste le motivazioni ripor-tate dagli esperti nell'ambito di un incontro organizzato dalla Socie-tà italiana Trapianto di Cornea (Si-trac) che si è tenuto a Roma. (www.ansa.it)

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Riducendo di un terzo l’introito calori-co migliorano le prestazioni mnemoni-che negli anziani.

Migliorare la memoria degli anziani è possibile: basta ridurre del 30 per cento l’introito calorico. Almeno così suggeri-sce uno studio dell’University of Munster, in Germania, appena pubblicato sulla ri-vista "Proceedings of the National Aca-demy of Sciences". Le osservazioni fat-te dai ricercatori su volontari over 60, andrebbero così a con-fermare risultati precedenti ottenuti nei ratti.

Restrizione calorica - Per valutare gli effetti della restrizione calorica, alcuni volontari sopra i 60 anni sono stati suddivi-si in tre gruppi in base al tipo di dieta proposta: i primi han-no seguito un regime alimentare bilanciato normocalorico; i secondi una dieta simile ma più ricca di acidi grassi insaturi, come quelli presenti nell’olio d’oliva e nel pesce; gli ultimi un regime alimentare «ristretto», in cui le calorie erano state ap-punto ridotte del 30 per cento. Dopo tre mesi di dieta gli effetti positivi sulla memoria non hanno esitato a farsi vedere solo nei soggetti che hanno se-guito il regime ipocalorico. Non solo, la restrizione calorica ha favorito anche altri miglio-ramenti a livello fisico, diminuendo i livelli di insulina e i mar-catori dell’infiammazione.

Possibili meccanismi - L’interesse per i potenziali effetti be-nefici della restrizione calorica nasce da diverse osservazio-ni fatte su animali da laboratorio: si è infatti visto che man-giare meno allunga la vita e ritarda lo sviluppo di malattie legate all’invecchiamento, e ora siamo alle prime conferme nell’uomo. I meccanismi sono ancora da chiarire, ma le teorie sono diverse: c’è chi ritiene che i benefici siano da attribuire a una ridotta produzione di radicali liberi, sostanze che per la loro grande reattività sono un po’ come delle «mine vagan-ti» in grado di danneggiare le cellule, e chi invece chiama in gioco la riduzione dell’infiammazione. Gli autori della ricerca ipotizzano che alla base delle migliori prestazioni mnemoni-che ci siano gli effetti della restrizione calorica su insulina e infiammazione.

Precauzioni - Se è vero che la restrizione calorica può giovare alla salute, è anche vero che tutto dipende da come viene at-tuata e dalle condizioni di partenza della persona. «La ridu-zione delle calorie va studiata sulla singola persona: in alcuni casi potrà essere più spinta, in altri dovrà essere più limitata. Quello che è fondamentale è che la dieta rimanga varia ed equilibrata: non contano solo le calorie, ma anche la quantità e la qualità degli alimenti - puntualizza Patrizia Pasanisi. Nei

nostri studi su alimentazione e preven-zione dei tumori proponiamo una die-ta basata sulla riduzione degli zuccheri semplici, dei grassi e dei prodotti di ori-gine animale, e sull’aumento dei cereali non raffinati, dei legumi e delle verdu-re». Insomma il messaggio per anziani è mangiare meno e meglio, sempre che non si parta da una condizione di sotto-peso legata a malnutrizione. In questi casi la prima cosa da fare è migliorare il

regime alimentare e renderlo bilanciato.

(www.corriere.it/salute)

News

Aumentano i donatori di organi

in Campania

In questo inizio di anno si registra un’inversione di tenden-za nell’attività di donazione della Regione Campania. Ad oggi si sono avute già 8 donatori nelle rianimazioni campa-ne (2 a Salerno, 1 a Caserta e 5 nella città di Napoli), quindi altrettanti pazienti campani e non, sono tornati a (ri)vive-re grazie al gesto di generosità di alcune famiglie.Grande il lavoro di squadra che si attua in caso di prelievi di organi, rianimazioni, centro di riferimento, centri tra-pianti: un team per salvare la vita di tante persone in li-sta di attesa. Non meno importante è l’attività di diffu-sione della cultura della donazione che l’Assessorato alla Sanità della Regione Campania svolge quotidianamente in collaborazione con le associazioni di volontariato, at-traverso programmi di formazione per gli operatori e per gli studenti delle scuole.Sul sito web www.donagliorgani.it ci sono gli aggiorna-menti e le attività della regione in tema di donazione e trapianti. Attivo tutti i giorni, dal lunedi al venerdi, dalle 10 alle 16, il numero verde trapianti campania 800 20 20 23 per le informazioni sull’importanza della donazione degli organi e sulla necessità di dare un’ulteriore speran-za di salvezza ai tanti pazienti in lista di attesa.“Attualmente la terapia del trapianto”, afferma Genna-ro Castaldi, presidente regione Aido, “non è un diritto per tutti. La lista di attesa è superiore a 9.500 pazienti e le previsioni per il 2009 sono di 3.000 trapianti. Solo una persona su tre di quelle in attesa per un trapianto riusci-ranno a vincere la loro battaglia di vita. Per gli altri, o una lista d’attesa che non lascia speranze o sarà la fine. Per-tanto bisogna educare alla donazione degli organi qua-le atto di partecipazione alla vita sociale e di educazione alla solidarietà”.

fonte: eco di Caserta

Meno calorie, più memoria

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Studiare i movimenti dei bimbi permette una diagnosi precoce di autismo

Piccoli movimenti, ritardi ed esitazioni nel fare un semplice gesto come quello di mettere una pallina in un cesto. Se-gnali quasi impercettibili all'occhio umano che, se misura-ti, potrebbero però essere rivelatori di un grave disturbo: l'autismo. È a questa ipotesi che sta lavorando un gruppo di ricercatori italiani e stranieri, all'interno di un progetto di ricerca europeo, denominato 'Tact'. Responsabile del progetto: l'università Campus Bio-Medico di Roma che ha lavorato gomito a gomito con i medici del polo dell'irc-cs Medea di Bosisio Parini (Lecco), con la Scuola superiore S. Anna di Pisa, il politecnico di Losanna e con un esper-to svedese. L'obiettivo è arrivare a una diagnosi precoce dell'autismo. E per raggiungerlo gli esperti hanno deciso di concentrarsi sul movimento, primo mezzo di comunica-zione per i bimbi. Nella prima fase dello studio, condotto su 30 bambini sotto i tre anni affetti da autismo, gli scien-ziati hanno effettivamente osservato lievi differenze nei movimenti che potrebbero fare da campanello d'allarme per diagnosticare la malattia anche all'età di due anni. E adesso sono al lavoro per cercare di costruire palline eco-logiche e hi-tech, in grado di captare i movimenti, di ana-lizzarne la cinematica e, attraverso un algoritmo, di indi-viduare i segnali 'rivelatori' della malattia. (SN)

Troppi caffè?Rischio allucinazioni.

Lo rivela uno studio condotto in Gran Bretagna.LONDRA, 14 GEN - Chi beve troppo caffè è più a rischio di soffrire di allucinazio-ni: è quanto emerge da uno studio britannico. Chi beve più di 7 tazze di caffè istantaneo al giorno è tre volte più esposto al rischio di allucinazioni rispetto a chi ne beve una. Quando una persona è sotto stress, il corpo secerne un ormone chia-mato cortisolo, che aumenta quando si assume caffeina. La dose extra di cortisolo potrebbe essere la molla che spinge ad avere allucinazioni.

(www.ansa.it)

Presentato il vademecumdella chirurgia estetica

In attesa che si apra la discussione sull'istituzione di un censi-mento di protesi e filler, Alessandro Gennai, chirurgo plasti-co di Bologna, socio della Eafps, European Academy of Facial Plastic Surgery, ha presentato il decalogo della sicurezza nel-la medicina estetica. “Un piccolo vademecum per i pazienti che vogliono ringiovanire o comunque migliorare il proprio aspetto: seguendo questi dieci piccoli suggerimenti possono affrontare un intervento di chirurgia estetica con maggiore serenità - precisa Gennai. Si parte dal professionista, «un medico chirurgo, per il quale il paziente possa chiedere una certificazione del suo percor-so professionale e della sua formazione». Richiedere quindi il curriculum del medico. Il secondo suggerimento riguarda la struttura dove viene effettuato l'intervento. «Una struttura idonea e attrezzata per fare interventi chirurgici», sottolinea Gennai. Inoltre, prima dell'intervento «il paziente deve avere un'informativa scritta del tipo di operazione al quale si sotto-pone con specificate anche le eventuali complicanze». Quarto aspetto: «Accertarsi della presenza di un medico ane-stesista durante l'intervento». Cinque: «Fare sempre almeno una (ancor meglio due) visita preoperatoria dove richiedere tutte le informazioni necessarie relative all'intervento». Con-tinua: «il medico deve accertarsi sempre delle condizioni di salute del paziente: occorrono quindi degli esami specifici». Sette: «Richiedere sempre una documentazione fotografica del pre e del post operatorio in modo da verificare oggetti-vamente l'effettivo miglioramento ottenuto dall'intervento». Otto: al paziente deve essere fornito un numero di emergen-za al quale potrà rivolgersi 24 ore su 24 e al quale risponderà il chirurgo o un medico della sua equipe. Non certo ultimo, il preventivo di spesa: «Deve contenere la specifica dei costi: dal professionista all'anestesista, il costo della clinica e dei materiali che vengono utilizzati», prosegue Gennai. «Sarebbe opportuno rivolgersi ad altri professionisti per confrontare pareri, metodi e, perché no, i costi." Conclude: «in questo modo, la possibilità di incappare in pro-fessionisti improvvisati chirurghi estetici e poco competenti viene ridotta al minimo. Occorre però tenere presente che si tratta sempre di un intervento chirurgico e che quindi, per quanto minimi, i rischi ci sono e vanno sempre considerati». Ecco riassunto il decalogo per una 'bellezza sicura': 1. Richiedere il curriculum del professionista 2. Effettuare l'intervento in una struttura idonea e certificata 3. Richiedere l'informativa scritta 4. Accertarsi della presenza di un anestesista 5. Sottoporsi ad una visita preoperatoria 6. Sottoporsi ad esami medici 7. Scattare foto del pre e del post operazione 8. Richiedere un numero di reperibilità 24 ore su 24 9. Richiedere un preventivo con le specifiche dei costi 10. Consultare più professionisti.

(SanitàNews)

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8 www.salutare.info www.salutare.info

L’uomo è dotato di una straordinaria capacità:

creare un ponte tra sé e l’altro fino al punto di vivere

le esperienze degli altri come se fossero proprie. Pensiero profondamente

radicato in neurologia era che ogni cellula avesse una sua precisa funzione, finché un gruppo di neurofisiologi di

Parma coordinato da Giacomo Rizzolatti scoprì i

“neuroni specchio”.

Tutto avvenne per un caso fortuito: sta-vano studiando l’attività cerebrale di una scimmia attraverso l’attivazione di elet-trodi inseriti nei neuroni della corteccia cerebrale quando uno degli scienziati, en-trando nella stanza, senza pensarci, por-tò alla bocca una nocciolina, la scimmia lo guardò e immediatamente i neuroni del-la sua corteccia premotoria si attivarono proprio come quando era stata lei ad af-ferrare e portare alla bocca il cibo.Questi neuroni, che hanno chiamato 'specchio', funzionavano sia compien-do un’azione, sia osservandola compie-re da altri.

Nell’uomo sono situati nella corteccia pre-motoria e nelle arie parietali inferiori, as-sociate al movimento ed alla percezione, ma anche nel lobo parietale posteriore, nel solco temporale superiore e nell’insu-la, le regioni del cervello corrispondenti alla capacità umana di usare il linguag-gio, di cogliere i sentimenti altrui e di comprenderne le intenzioni.Questo spiega perché si piange davanti ad un film o si esulta davanti ad un goal della squadra del cuore fino al punto di assumere inconsciamente le posture e le espressioni del viso e porsi in un atteg-giamento di tensione muscolare, come si condividessero persino gli sforzi fisi-ci dell’altro.

Il nostro sistema sembra addirittura più sviluppato per cogliere le intenzioni al-trui che le azioni pure e semplici, ma, se da un lato questa capacità rende possibile lo sviluppo della cultura e della società, (sono i neuroni specchio che permettono ai bambini di imparare per imitazione i movimenti del corpo e la mimica faccia-le), dall’altra ci potrebbe indurre a forme di violenza difficili da contrastare.Mi riferisco in particolar modo a quel tipo di violenza, come ha evidenziato Mar-co Iacoboni, insegnante della Facoltà di Medicina dell’Università della California a Los Angeles, derivante da un uso assi-duo di alcuni videogiochi.I videogiochi che si basano sulla violen-za rinforzano a un livello neuronale ele-mentare un’associazione di piacere e di realizzazione nell’aggressività, e la vio-lenza per imitazione è una delle forme più difficili da combattere, perché non è sempre mediata dalla coscienza e quin-di è incontrollabile.Il ragazzino gioca, tira pugni, calci, uccide e prova ed associa queste azioni al pia-cere del gioco e alla soddisfazione delle vittorie riportate: più violenza, più vit-time, più punti, nuovo record. Immaginiamo poi cosa accade se questo

processo di violenza indotta per imita-zione si innesca in un leader di un grup-po che i ragazzi tenderanno ad imitare; sappiamo bene che il branco permette il sorgere di abitudini ed atti impensa-bili quando si è soli.Ora se consideriamo che il bullismo è un fenomeno in piena crescita, possiamo an-che comprendere quali e quanti benefici si avrebbero se famiglia ed insegnanti si attenessero a comportamenti improntati su valori portanti ed evitassero di lasciare bambini e ragazzi liberi di vedere film e videogiochi che propinano azioni violen-te legate ad emozioni di piacere.In un paese come il nostro dove, secon-do i dati pubblicati dal quotidiano "La

Repubblica", l'industria dei videogiochi nel 2007 ha fatturato oltre 1 miliardo di euro con un aumento di quasi il 40% ri-spetto al 2006 mentre sono circa 8 milioni le famiglie che utilizzano questo tipo di gioco con un aumento del 34%, diventa importante che i genitori, davanti all'ac-quisto di un videogioco per i propri figli, abbiano le informazioni che permettano loro di scegliere quello giusto, tenendo conto dell'età e del tipo di gioco.

Decidendo di dare un esempio costante e premiante di azioni tese ad un compor-tamento socialmente e moralmente ac-cettabile e selezionando film, videogio-chi e fumetti per i nostri ragazzi potrem-mo dare alla società una nuova svolta e indirizzarla verso la ripresa e la riconqui-sta di valori fondamentali.

"In un’era di rapidi cambiamenti e continue tra-sformazioni ed evoluzioni, il mondo del lavoro si adegua

ai nuovi ritmi, risincronizzan-dosi in un contesto in cui il ruolo dell’informazione as-

sume sempre maggior rilievo come collante tra le capacità

occupazionali e formative, proprie del mondo, e le potenzialità proprie dei

giovani e dei lavoratori”.

A parlare è Massimo Cariello, Assessore per le Politiche del Lavoro, I Centri per l'Impiego, e gli Informagiovani della Pro-vincia di Salerno, promotore del nuovo circuito su web che si occupa di forma-zione e di iniziative rivolte ai giovani, agli studenti, ai lavoratori e agli inoccu-pati: portali all'avanguardia, aggiorna-ti costantemente, divisi per settore ma interconnessi tra loro, pensati per veni-re incontro alle nuove esigenze della no-stra epoca. Un'epoca in cui siamo letteralmente bombardati da miriadi di informazioni e dove in ogni ambito la parola d'ordi-ne è flessibilità.

www.teseogiovani.it e www.lavoro.salerno.it sono gli ultimi esempi di strumenti messi in campo per fornire un valido aiuto al bacino d'utenza cilentano: un modo rapido e preciso per venire a conoscenza delle varie opportu-nità presenti in circolazione e per orien-tarsi nella valutazione e nella scelta.Borse di studio, corsi di formazione, bandi per concorsi pubblici, premi per le inizia-tive più creative: ogni cittadino può cer-care e trovare l'annuncio che fa al caso proprio, con completezza e larghi termi-ni di preavviso. Ottimi sono i collegamenti con le altre

istituzioni presenti sul territorio che for-niscono la fonte primaria delle informa-zioni: la Regione Campania, l'Università degli Studi di Salerno, i Centri per l'Impie-go, le associazioni di Volontariato. Entrambi i siti sono accessibili, e hanno un occhio di riguardo per l'utenza di-versamente abile destinataria di proget-ti dedicati esclusivamente ad essa. Ulti-mo in ordine di tempo, ad esempio, è lo stanziamento di 40 borse di lavoro per soggetti disabili disoccupati e inoccupati, stanziate dal settore ORMEL della Regio-ne Campania e tempestivamente segna-late dal portale lavoro.salerno.it., com-pleto di requisiti, scadenze, modulistica da scaricare e compilare. La facilità di navigazione di questo pro-dotto multimediale risiede nella divisione in aree. Studenti, disoccupati, occupati in cerca di un nuovo lavoro, enti pubbici e aziende che hanno bisogno di assumere: ognuno ha il suo spazio dedicato. TeseoGiovani, invece, nasce nel 2000, come un progetto di Rete Informagio-vani provinciale che traduce nella realtà locale le linee guida della Legge Regio-nale 14/2000. Successivamente si è lavo-rato all’implementazione della Rete con una serie di interventi, per ampliare e consolidare il capillare sistema informa-tivo territoriale, e il risultato è uno stru-mento chiaro, utile e veloce, che si rivol-ge ai giovani studenti, ai ragazzi in cer-ca di occupazione, di corsi di formazio-ne e di esperienza nel sociale. Cos'è il servizio civile e come funziona? Quali sono le associazioni sul territorio in cui è possibile fare volontariato? Basta un click per ottenere tutte le in-formazioni necessarie. “L’attività di informazione e di orienta-mento diretta ai giovani della provincia di Salerno è iniziata alla fine degli anni Ottanta e prosegue tuttora senza aver conosciuto interruzioni di rilievo. La natura e le forme dei servizi of-ferti, sono stati oggetto di continuo aggiornamento. La stessa organizzazione del lavoro ha

subito diverse trasformazioni che la re-altà della gioventù salernitana, la nor-mativa di riferimento e la struttura am-ministrativa hanno man mano richiesto, stimolato e favorito. Gli ultimi anni, in particolare, hanno visto le attività infor-mative giovanili compiere un vero sal-to di qualità. L’identità degli informagiovani e gli stru-menti per la loro messa in rete devono rappresentare in maniera netta l’abbat-timento del divario cittadino-istituzione, migliorando la ricettività di quest’ultima per le esigenze del primo” - dichiara an-cora il dottore Cariello - “per una Provin-cia che cambia, che cresce, che produce, che lavora”.

a cura di Donatella De Bartolomeis

Benessere

Giovani e lavoro: la Provincia di Salerno conquista il web.

a cura di Valentina Mattiello

La corretta "in-formazione"

Sociale

I neuroni specchio

Può essere la violenza indotta dai videogiochi?

Page 9: Salutare 50

9alutarewww.salutare.info

L’uomo è dotato di una straordinaria capacità:

creare un ponte tra sé e l’altro fino al punto di vivere

le esperienze degli altri come se fossero proprie. Pensiero profondamente

radicato in neurologia era che ogni cellula avesse una sua precisa funzione, finché un gruppo di neurofisiologi di

Parma coordinato da Giacomo Rizzolatti scoprì i

“neuroni specchio”.

Tutto avvenne per un caso fortuito: sta-vano studiando l’attività cerebrale di una scimmia attraverso l’attivazione di elet-trodi inseriti nei neuroni della corteccia cerebrale quando uno degli scienziati, en-trando nella stanza, senza pensarci, por-tò alla bocca una nocciolina, la scimmia lo guardò e immediatamente i neuroni del-la sua corteccia premotoria si attivarono proprio come quando era stata lei ad af-ferrare e portare alla bocca il cibo.Questi neuroni, che hanno chiamato 'specchio', funzionavano sia compien-do un’azione, sia osservandola compie-re da altri.

Nell’uomo sono situati nella corteccia pre-motoria e nelle arie parietali inferiori, as-sociate al movimento ed alla percezione, ma anche nel lobo parietale posteriore, nel solco temporale superiore e nell’insu-la, le regioni del cervello corrispondenti alla capacità umana di usare il linguag-gio, di cogliere i sentimenti altrui e di comprenderne le intenzioni.Questo spiega perché si piange davanti ad un film o si esulta davanti ad un goal della squadra del cuore fino al punto di assumere inconsciamente le posture e le espressioni del viso e porsi in un atteg-giamento di tensione muscolare, come si condividessero persino gli sforzi fisi-ci dell’altro.

Il nostro sistema sembra addirittura più sviluppato per cogliere le intenzioni al-trui che le azioni pure e semplici, ma, se da un lato questa capacità rende possibile lo sviluppo della cultura e della società, (sono i neuroni specchio che permettono ai bambini di imparare per imitazione i movimenti del corpo e la mimica faccia-le), dall’altra ci potrebbe indurre a forme di violenza difficili da contrastare.Mi riferisco in particolar modo a quel tipo di violenza, come ha evidenziato Mar-co Iacoboni, insegnante della Facoltà di Medicina dell’Università della California a Los Angeles, derivante da un uso assi-duo di alcuni videogiochi.I videogiochi che si basano sulla violen-za rinforzano a un livello neuronale ele-mentare un’associazione di piacere e di realizzazione nell’aggressività, e la vio-lenza per imitazione è una delle forme più difficili da combattere, perché non è sempre mediata dalla coscienza e quin-di è incontrollabile.Il ragazzino gioca, tira pugni, calci, uccide e prova ed associa queste azioni al pia-cere del gioco e alla soddisfazione delle vittorie riportate: più violenza, più vit-time, più punti, nuovo record. Immaginiamo poi cosa accade se questo

processo di violenza indotta per imita-zione si innesca in un leader di un grup-po che i ragazzi tenderanno ad imitare; sappiamo bene che il branco permette il sorgere di abitudini ed atti impensa-bili quando si è soli.Ora se consideriamo che il bullismo è un fenomeno in piena crescita, possiamo an-che comprendere quali e quanti benefici si avrebbero se famiglia ed insegnanti si attenessero a comportamenti improntati su valori portanti ed evitassero di lasciare bambini e ragazzi liberi di vedere film e videogiochi che propinano azioni violen-te legate ad emozioni di piacere.In un paese come il nostro dove, secon-do i dati pubblicati dal quotidiano "La

Repubblica", l'industria dei videogiochi nel 2007 ha fatturato oltre 1 miliardo di euro con un aumento di quasi il 40% ri-spetto al 2006 mentre sono circa 8 milioni le famiglie che utilizzano questo tipo di gioco con un aumento del 34%, diventa importante che i genitori, davanti all'ac-quisto di un videogioco per i propri figli, abbiano le informazioni che permettano loro di scegliere quello giusto, tenendo conto dell'età e del tipo di gioco.

Decidendo di dare un esempio costante e premiante di azioni tese ad un compor-tamento socialmente e moralmente ac-cettabile e selezionando film, videogio-chi e fumetti per i nostri ragazzi potrem-mo dare alla società una nuova svolta e indirizzarla verso la ripresa e la riconqui-sta di valori fondamentali.

"In un’era di rapidi cambiamenti e continue tra-sformazioni ed evoluzioni, il mondo del lavoro si adegua

ai nuovi ritmi, risincronizzan-dosi in un contesto in cui il ruolo dell’informazione as-

sume sempre maggior rilievo come collante tra le capacità

occupazionali e formative, proprie del mondo, e le potenzialità proprie dei

giovani e dei lavoratori”.

A parlare è Massimo Cariello, Assessore per le Politiche del Lavoro, I Centri per l'Impiego, e gli Informagiovani della Pro-vincia di Salerno, promotore del nuovo circuito su web che si occupa di forma-zione e di iniziative rivolte ai giovani, agli studenti, ai lavoratori e agli inoccu-pati: portali all'avanguardia, aggiorna-ti costantemente, divisi per settore ma interconnessi tra loro, pensati per veni-re incontro alle nuove esigenze della no-stra epoca. Un'epoca in cui siamo letteralmente bombardati da miriadi di informazioni e dove in ogni ambito la parola d'ordi-ne è flessibilità.

www.teseogiovani.it e www.lavoro.salerno.it sono gli ultimi esempi di strumenti messi in campo per fornire un valido aiuto al bacino d'utenza cilentano: un modo rapido e preciso per venire a conoscenza delle varie opportu-nità presenti in circolazione e per orien-tarsi nella valutazione e nella scelta.Borse di studio, corsi di formazione, bandi per concorsi pubblici, premi per le inizia-tive più creative: ogni cittadino può cer-care e trovare l'annuncio che fa al caso proprio, con completezza e larghi termi-ni di preavviso. Ottimi sono i collegamenti con le altre

istituzioni presenti sul territorio che for-niscono la fonte primaria delle informa-zioni: la Regione Campania, l'Università degli Studi di Salerno, i Centri per l'Impie-go, le associazioni di Volontariato. Entrambi i siti sono accessibili, e hanno un occhio di riguardo per l'utenza di-versamente abile destinataria di proget-ti dedicati esclusivamente ad essa. Ulti-mo in ordine di tempo, ad esempio, è lo stanziamento di 40 borse di lavoro per soggetti disabili disoccupati e inoccupati, stanziate dal settore ORMEL della Regio-ne Campania e tempestivamente segna-late dal portale lavoro.salerno.it., com-pleto di requisiti, scadenze, modulistica da scaricare e compilare. La facilità di navigazione di questo pro-dotto multimediale risiede nella divisione in aree. Studenti, disoccupati, occupati in cerca di un nuovo lavoro, enti pubbici e aziende che hanno bisogno di assumere: ognuno ha il suo spazio dedicato. TeseoGiovani, invece, nasce nel 2000, come un progetto di Rete Informagio-vani provinciale che traduce nella realtà locale le linee guida della Legge Regio-nale 14/2000. Successivamente si è lavo-rato all’implementazione della Rete con una serie di interventi, per ampliare e consolidare il capillare sistema informa-tivo territoriale, e il risultato è uno stru-mento chiaro, utile e veloce, che si rivol-ge ai giovani studenti, ai ragazzi in cer-ca di occupazione, di corsi di formazio-ne e di esperienza nel sociale. Cos'è il servizio civile e come funziona? Quali sono le associazioni sul territorio in cui è possibile fare volontariato? Basta un click per ottenere tutte le in-formazioni necessarie. “L’attività di informazione e di orienta-mento diretta ai giovani della provincia di Salerno è iniziata alla fine degli anni Ottanta e prosegue tuttora senza aver conosciuto interruzioni di rilievo. La natura e le forme dei servizi of-ferti, sono stati oggetto di continuo aggiornamento. La stessa organizzazione del lavoro ha

subito diverse trasformazioni che la re-altà della gioventù salernitana, la nor-mativa di riferimento e la struttura am-ministrativa hanno man mano richiesto, stimolato e favorito. Gli ultimi anni, in particolare, hanno visto le attività infor-mative giovanili compiere un vero sal-to di qualità. L’identità degli informagiovani e gli stru-menti per la loro messa in rete devono rappresentare in maniera netta l’abbat-timento del divario cittadino-istituzione, migliorando la ricettività di quest’ultima per le esigenze del primo” - dichiara an-cora il dottore Cariello - “per una Provin-cia che cambia, che cresce, che produce, che lavora”.

a cura di Donatella De Bartolomeis

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Giovani e lavoro: la Provincia di Salerno conquista il web.

a cura di Valentina Mattiello

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10 www.salutare.info www.salutare.info

La sindrome di Churg-Strauss è una

malattia auto-immune estremamente rara. È caratterizzata da

livelli anormalmente elevati di determinati

globuli bianchi chiamati eosinofili*,

infiammazione deivasi sanguigni e probabili precedenti episodi di asma. È anche cono-

sciuta come granu-lomatosi allergica o

angiosi allergica e non è contagiosa.

Il nome della malattia è dovuto ai suoi scopritori: Jacob Churg M.D. e Lotte Strauss M.D. fu-rono i primi ad identificare la sindrome nel 1951 con un ar-ticolo intitolato “La granulo-matosi allergica o periarteri-te nodosa”.Nello svilupparsi di questa sin-drome accade che, per cause sconosciute, gli eosinofili, che rappresentano una minoranza dei globuli bianchi, diventino numerosi e attacchino i tessuti sani, liberando i granuli di ista-mina negli organi polmonari

e nel sistema circolatorio dan-neggiando i vasi sanguigni. In alcuni pazienti, invadono l'ap-parato gastro-digerente dan-neggiandone alcuni tratti che devono talvolta essere aspor-tati chirurgicamente. Gli eosinofili possono ostru-ire e danneggiare i vasi ca-pillari che alimentano i nervi delle mani o dei piedi provo-candone la degenerazione, la quale causa dolori e successi-va paralisi.La malattia colpisce general-mente (ma non esclusivamen-te) i maschi, intorno all'età me-dia di 48 anni, ma essa può manifestarsi in modo gradua-le nel corso di molti anni, pas-sando, generalmente, attra-verso tre fasi:

a. Fase prodromica: malattia allergica (rinite allergica, po-liposi nasale, asma); b. Fase eosinofila: eosinofilia, polmonite eosinofila cronica, gastroenterite eosinofila; c. Fase vasculitica: infiltrati polmonari, asma, versamen-to pleurico, lesioni emorragi-che, noduli cutanei e sottocu-tanei, mononeuropatie, mo-noneuriti multiple e polineu-ropatie; infarti cerebrali, peri-cardite, cardiomiopatie, infar-to del miocardio, miocardite eosinofila granulomatosa ful-minante, masse ostruttive ga-strointestinali, diarrea ed ente-rorragie, peritonite eosinofila con ascite, vasculite mesente-rica, artriti, mialgie, glomeru-lonefrite focale segmentaria, nefriti interstiziali.

Anche se si pensa che sia la conseguenza di una reazione allergica, la sindrome di Churg-Strauss non può essere attri-buita ad una causa specifi-ca. Alcuni pazienti affetti da asma hanno sviluppato la sin-drome di Churg-Strauss dopo

aver inalato lo spray cortisoni-co Accolate, ma non esiste una relazione diretta di causa-ef-fetto fra questo farmaco e la sindrome, anche se in Ameri-ca stanno verificando la pos-sibilità di una causa alla casa farmaceutica.

Spesso la malattia si presenta come un’influenza con i dolori diffusi, malessere, febbre, se-guiti da dolori intensi che si fo-calizzano in un organo o in una zona particolare, o nell' intor-pidimento e formicolio nelle mani e nei piedi o di entram-bi. L'intorpidimento e il formi-colio possono aggravarsi fino a che le mani ed i piedi non perdono sensibilità e funzio-nalità (questa viene definita "neuropatia periferica"). Alcuni pazienti avvertono do-lori addominali e talvolta al-terazioni visive.È spesso difficile diagnosticare la sindrome a causa dell'impre-cisa sintomatologia. Secondo i criteri sviluppati dall'Ameri-can College of Rheumatology (ACR), la sindrome di Churg-Strauss può essere sospet-ta nei pazienti che hanno al-meno quattro delle seguenti condizioni: eosinofili superio-re a 8% del conteggio totale dei globuli bianchi, vasculo-patia (infiammazione dei vasi sanguigni), precedenti episo-di asmatici, sudorazioni not-turne, neuropatia periferica,

eruzioni cutanee.

Il trattamento, come per molte forme di vasculiti, avviene tra-mite somministrazione di far-maci, in particolare cortisonici ed immunosopressori (azatio-prina e ciclofosfamide).

La prognosi è, in generale, buona. Il tasso medio di sopravviven-za del 90% dei pazienti supera i 5 anni, ma spesso può essere decisamente superiore. Tuttavia, un gruppo francese posto a capo di uno studio del-le vasculiti ha scoperto cinque fattori di rischio che possono portare alla morte della per-sona affetta da tale patolo-gia: riduzione della funzione renale, emorragia gastrointe-stinale, cardiomiopatia, coin-volgimento del sistema nervo-so centrale, proteinuria. La sola presenza di uno di que-sti fattori porta ad una morta-lità che si attesta sul 12% che si alza drasticamente con la presenza di un altro dei fat-tori citati.

La malattia è difficile da dia-gnosticare, ma una diagnosi ed un trattamento precoce sono fondamantali per aumentare le probabilità di riabilitazione.

a cura di M. Rosaria Carifano

La sindrome di Churg-Strauss

Sintomi, cause e conseguenze di un rara malattia auto-immune.

MEDICINA

A Torino è presente l'Organizzazione Italiana Sindrome di Churg-Strauss - O.I.S.C.S. - (tel. 011 534234). È nata il 26 feb-braio 2001, a seguito delle difficoltà riscontrate nel reperire informazioni precise e diagnosi certa della patologia.L'O.I.S.C.S. è un'organizzazione senza qualifica medica, i cui intenti sono quelli di fornire e reperire informazioni, offri-re incoraggiamento ed amicizia ai pazienti con la Sindrome di Churg-Strauss, ai loro parenti, ai volontari, agli amici e stimolare un dibattito per arrivare ad avere un protocollo che accerti con sicurezza la presenza della malattia.

fonte: www.vasculiti.it www.churg-strauss.org www.malattierare.it

Page 11: Salutare 50

11alutarewww.salutare.info

Logopediaa cura della dott.ssa Rossella Santoro

Stimoli ambientali nello sviluppo del linguaggio

Il ruolo della madre.

La predisposizione ad acquisire il linguaggio

è innata nell'essere umano, tanto che, se non esistono

ostacoli anatomo-fisiologici, un bambino normo-dotato

acquisisce pienamente nei primi quattro anni di vita

la capacità di comprenderlo e produrlo.

In ambito diagnostico è fondamentale raccogliere tutti i dati anamnestici re-lativi ai primi anni di vita del bambino, perchè se è vero che esistono delle tap-pe di sviluppo di massima, è pur vero che ogni bambino ha uno sviluppo peculiare e non sempre si può stabilire inequivo-cabilmente la presenza o meno di ano-malie evolutive. L'importanza di questi dati scaturisce dalle informazioni che ci forniscono sul-le difficoltà che il bambino ha affron-tato che hanno rallentato l'acquisizione del linguaggio (un esempio banale oti-ti ricorrenti).Tavolta, però, gli ostacoli che si frap-pongono tra il bambino e il linguaggio non sono di natura organica, ma di tipo relazionale.

Quante volte le mamme si sono sentite dire che il loro ruolo, nell'armonico svi-luppo del bambino, è fondamentale? Quante volte ci hanno raccomandato di parlare con i nostri figli già durante la gravidanza, di raccontargli e denomi-nargli ciò che lo circonda, di parlargli dolcemente?Sappiamo anche che il bambino prefe-risce la voce femminile a quella maschi-le e che, fra tutte le voci femminili rico-nosce e predilige quella materna che gli parla cantilenando mielosa.La responsabilità è davvero grande: diver-si studi, infatti, dimostrano che in assen-za di adeguate stimolazioni il linguaggio non si acquisisce completamente.

Purtroppo accade più spesso di quanto si pensi, che un bambino viva in un am-biente scarsamente stimolante, non tan-to per disinteresse o cattiva disposizione dei genitori, quanto per difficoltà che li investono in prima persona.

È il caso, ad esempio, delle madri depres-se: più di uno studio sperimentale ha di-mostrato come esista una stretta corre-lazione tra depressione materna e ritar-do del linguaggio. L'incidenza di questa correlazione aumenta nelle famiglie mo-noparentali, o dove comunque il padre è assente di frequente per lunghi perio-di e non vi siano altri adulti che intera-giscono con il bambino.

Dai risultati di tali studi si evince sia la scarsità che la scarsa qualità delle sti-molazioni linguistiche che questa tipo-logia di madri offre al proprio bambino: monocorde, meccaniche, prive di enfa-si emotiva.Di riflesso i bimbi esposti a questo tipo di

interazione svilupperanno un linguaggio povero sia sul versante semantico-lessi-cale che su quello morfosintattico. Inol-tre, presenteranno difficoltà a rispetta-re l'alternarsi dei turni durante lo scam-bio comunicativo, ad iniziare un dialo-go, ma anche a rispondervi.

Ovviamente questo quadro non si esau-risce unicamente alla relazione comuni-cativa, ma investe tutto lo sviluppo emo-tivo del bambino, la cui madre è troppo presa dal proprio, alterato mondo inte-riore, mentre gli altri adulti che potreb-bero avere una relazione significativa con il bambino sono assenti fisicamente o de-legano tutto alla madre, poichè ignari o perchè sottovalutando il suo stato.

Naturalmente l'obiettivo non è colpevo-lizzare ulteriormente le madri depresse, quanto sollecitare coloro che sono vicini a porre maggiore attenzione al loro sta-to emotivo e a intervenire attivamente alla cura del bambino.

Page 12: Salutare 50

12 www.salutare.info www.salutare.info

Proseguendo con la trattazione della prevenzione

e della tutela dei soggetti più deboli, è il caso di

spendere qualche parola sull’altro polo

dell’esistenza umana: gli anziani.

Alle loro tante sofferenze prodotte da-gli anni e dai malanni, se ne è aggiunta un’altra, del tutto gratuita ed evitabile: la circonvenzione, spesso nei confronti di soggetti poco lucidi.Il primo quesito che viene da porsi è: quali sono la cause di questa escalation crimi-nosa nei confronti dell’anziano?Studi criminologici internazionali hanno appurato che l’eziologia del problema è da ricondursi, principalmente, a tre or-dini di motivi:1)l’aumento della popolazione anziana;2)l’incremento della criminalità; 3) il progresso degli studi nel campo del-la vittimologia.Tutto questo si innesta sul dato di base della vulnerabilità dell’anziano.È quindi opportuno, a titolo prelimina-re, effettuare delle precisazioni termino-logico-concettuali sul significato di vul-nerabilità dell’anziano. Premesso che per vulnerabilità in gene-rale si fa riferimento alla “condizione che

espone un individuo ad essere oggetto di danni delittuosi alle persone o ai beni” (Dussich ed Eichmann 1978), dobbiamo sceverare, nello specifico, la vulnerabi-lità passiva che attiene allo status della vittima, età, sesso, reddito, razza, con-dizione socioeconomica, dalla vulnera-bilità attiva dipendente dagli atteggia-menti delle stesse vittime: timidezza, ag-gressività, imprudenza.In ogni caso, se si vuole procedere ad una breve disamina della tassonomia criminosa che investe gli anziani, vedia-mo come, statisticamente, il tipo di rea-to che maggiormente subiscono è pro-prio la truffa.

Naturalmente, c’è anche il furto, il bor-seggio, oltre alla categoria dell’incuria e degli abusi che essi subiscono a volte dal-le badanti, a volte dagli stessi familiari ed a volte in case di riposo-lager.È anche il caso di dire che esiste, a propo-sito dell’invecchiamento, un invecchiamen-to normale ed un invecchiamento pato-logico, che naturalmente, facilita la com-missione della circonvenzione, del raggi-ro e della truffa.L’invecchiamento patologico può essere definito come un processo multifattoria-le clinico istopatologico e isochimico ce-rebrale caratterizzato dal deterioramen-to delle funzioni cognitive (Mastronardi). Precisamente, questo processo interessa: la memoria; la capacità di affrontare le esigenze quotidiane connesse allo svol-gimento di prestazioni percettive e mo-torie, delle quali si è sempre avuta pa-dronanza; la capacità di mantenere un comportamento sociale adeguato alle cir-costanze, con controllo delle proprie re-azioni emotive.Non viene mai sufficientemente eviden-ziato come uno dei reati più turpi sia pro-prio la circonvenzione, in quanto per la stessa dinamica attuativa di tipo psico-criminologica produce una sofferenza in-teriore nell’anziano-vittima di enorme spessore, facendogli acquisire una con-sapevolezza esagerata di essere diventa-to un soggetto debole e di non riuscire

più a gestire la propria esistenza.Pertanto, proprio allo scopo di cercare di evitare la circonvenzione dell’anzia-no, è opportuno che gli stessi adottino questi semplici accorgimenti, che servo-no, se non ad eliminare il problema, al-meno a ridurlo.

Vediamoli nei dettagli:-non aprire mai la porta di casa ad in-dividui sconosciuti, anche se afferma-no di voler entrare per motivi nobili ed umanitari;-se si tratta di persone che vestono la di-visa o mostrano un tesserino rivolgersi a dei parenti o a dei vicini, per accertarsi che non siano degli impostori;-Non credere mai a storie raccontate da sconosciuti che affermano di chiedere dei soldi per figli o parenti in difficol-tà, nemmeno se presentano delle richie-ste scritte;-non lasciarsi mai andare a confidenze sul luogo dove si custodiscono denaro e/o oggetti di valore;-farsi sempre accompagnare da qualche parente o persona di assoluta fiducia nel giorno di riscossione della pensione;-non conversare mai di denaro o di og-getti di valore, se non per lo stretto in-dispensabile, con le badanti.-soprattutto non esistono funzionari che vanno a domicilio per riscuotere denaro per Enel, Inps, Inail ed enti vari.

La circonvenzione degli anziani

a cura del dott. Antonio Leggiero - Criminologo Investigativo

La debolezza come fonte di raggiro.

Criminologia

Page 13: Salutare 50

13alutarewww.salutare.info

Tecnologiaa cura di Ilaria Pucci

Scoprire i tumori con la PET-TC

Potenziata la medicina nucleare del Neuromed.

Scoprire tempestivamente e in modo sicuro

diversi tipi di tumore è possibile, grazie a nuo-

vi passi in avanti della tecnologia medica.

Si chiama PET-TC ed è efficace in particolare per la diagnosi e stadiazione delle neoplasie. Con una singola apparecchia-tura è, infatti, possibile ese-guire contemporaneamente la Tac, che fornisce informazioni di tipo morfologico utilizzan-do i raggi X, e la Pet, che ci dà informazioni di tipo funziona-le leggendo l’attività metabo-lica delle cellule, evidenzian-do quelle tumorali. La PET-TC consente al medi-co di determinare con esat-tezza la presenza, la sede e l’estensione della neoplasia e di valutare la risposta al trat-tamento radio e chemiotera-pico. Tale apparecchiatura è nata dall’unione tra la Tomo-grafia ad Emissione di Positroni (PET), che è una tecnica di me-dicina nucleare che permette di localizzare con precisione, all’interno del corpo umano, una sostanza marcata con un radioisotopo che emette posi-troni e la Tac multistrato. Tale unione permette al Clinico di

avere accurate e precise infor-mazioni morfo-funzionali con un solo esame, quindi nel mi-nor tempo possibile.Interviene il Dr. Francesco Bar-bato, del reparto di medicina nucleare dell’IRCCS Neuromed, dove è possibile effettuare un esame di Pet-Tc con una mo-derna strumentazione.

Perché si utilizza la PET-TC in Oncologia?La PET-TC trova oggi in cam-po oncologico la sua maggio-re applicazione in quanto for-nisce al clinico preziose infor-mazioni in fase di diagnosi-stadiazione, in corso di tera-pia e di follow-up.In fase diagnostica e di stadia-zione la metodica fornisce in-formazioni sull’estensione lo-co-regionale e sulle metasta-si a distanza della neoplasia. Grazie, infatti, alla doppia ac-quisizione, funzionale (PET) e morfologica (TC), valuta con estrema precisione sia la reale attività metabolica del tessu-to neoplastico che la sua loca-lizzazione anatomica e il suo rapporto con le strutture va-scolari e nervose circostan-ti dando utili informazioni al chirurgo. L’acquisizione total-body ci consente, inoltre, an-che una corretta valutazio-ne delle metastasi a distan-za. Tutte queste informazioni

risultano di grande utilità al clinico permettendogli la scel-ta di una più adeguata strate-gia terapeutica. La valutazione della risposta alla terapia è la seconda gran-de applicazione di questa me-todica in campo oncologico. La PET-TC eseguita in corso di chemioterapia, infatti, più di qualsiasi altro esame, ci per-mette di valutare l’effettiva risposta del tumore al tratta-mento e di modificarlo qualo-ra questo non risulti efficace. Non è da sottovalutare l’ese-cuzione dell’esame dopo un trattamento radioterapico in quanto permette di differen-ziare, rispetto alla sola TC, il tessuto necrotizzato da quello ancora metabolicamente atti-vo e quindi patologico.In corso di follow-up, inoltre, la metodica risulta molto sen-sibile e precoce nella valuta-zione di ripresa di malattia con evidenti vantaggi da un punto di vista prognostico e terapeutico.La PET-TC trova un crescente impiego anche in campo neu-rologico. Sempre maggiore è infatti l’utilizzo della metodi-ca per lo studio delle demen-ze risultando molto sensibi-le e soprattutto molto pre-coce. Da non sottovalutare, l’impiego della PET-TC nello studio dell’epilessia in quanto

permette di definire la sede del focolaio e i criteri-guida, nelle forme farmaco-resisten-ti, per la chirurgia del focus epilettogeno.

Parco TecnologicoLocalità Camerelle - Pozzilli (IS) ITALY Tel. 0865 91521 - Fax 0865 927575

Sede Ospedaliera Via Atinense, 18 - Pozzilli(IS) ITALY Tel. 0865 9291 - Fax 0865 925351

Ospedale di rilevanza nazionale e alta specialità per le neuroscienze

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L'immagine rappresenta un esempio di PET-TC.

Da sinistra registrazione TC, di seguito registrazione PET

e immagine di fusione.

- La medicina nucleare del Neuromed è in convenzione con il SSN.

- Per qualsiasi informazio-ne sulla PET-TC e per con-sultare gli specialistidi medicina nucleare del Neu-romed occorre rivolgersi al numero 0865 929.522

-I traccianti utilizzati dalla medicina nucleare possono essere somministrati a tut-ti, anche a soggetti con pro-blemi di allergia verso altre sostanze.

Info Utili

Page 14: Salutare 50

14 www.salutare.info www.salutare.info

Opportunità, limiti e rischidi un approccio naturale integrato.

Dalla nascita della Psico Neuro Endocrinologia (PNEI) tutti i fenomeni morbosi e tutti gli

strumenti terapeutici si stanno rielaborando in termini più

complessi, secondo una visione globale della persona

sofferente che, non di rado con difficoltà, si assoggetta a rigidi

schemi terapeutici derivanti dai protocolli stabiliti

dalla medicina moderna.

Una visione più ampia degli eventi mor-bosi, non legata solo all'elencazione di sintomatologie più o meno localizzate in certi organi o apparati, razionalmente oli-stica, è capace di render conto, da un lato, della multifattorialità degli eventipatolo-gici, della qualità della infermità indivi-duale (rispetto alle generiche patologie astrattamente intese), e dall’altro della necessaria gradualità e multipotenzialità dei differenti strumenti terapeutici.

L'impostazione tradizionale dell'approc-cio medico, che tanto è servito per con-trastare le grandi malattie del passato, non sembra sufficiente oggi per osta-colare le grandi patologie degenerati-ve e dismetaboliche che sembrano, sem-pre più, avanzare nei numeri e nella gra-vità presso le popolazioni del mondo industrializzato.

Il riduzionismo terapeutico, la mancan-za di una strategia complessiva per la terapia, non solo rappresenta un limi-te allo sviluppo di tutta la cultura me-dica (non soltanto di quella, cosiddet-ta, alternativa) ma espone a rischi cre-scenti i pazienti che, da un lato vengono esposti ad una medicalizzazione eccessi-va, spesso mancante anche della dovuta compliance tra medico e paziente, dall’al-tro subiscono pratiche mediche spesso poco interessate a stabilire fecondi rap-porti di collaborazione con il sistema di cura dominante.

Le medicine complementari, in partico-lare la fitoterapia e l'oligoterapia*, pos-sono essere in grado di offrire una vali-da risposta integrata, razionalmente giu-stificata, non soltanto sintomatica o so-stitutiva ma autenticamente curativa e rispettosa delle naturali capacità di au-toguarigione dell’organismo.

La proposta di incontro per farmaci-sti si articola in tre momenti distinti ed interconnessi:

1. descrizione, in chiave integrata, di al-cune grandi problematiche riguardanti lo stress, il nervosismo e la vulnerabilità ai processi infiammatori; l'inquadramento d’uso di importanti ri-medi fitoterapici;

2. cenni al trattamento di terreno: -rimedi mirati e rimedi di fondo;

-oligoelementi nel trattamento di fase e nel trattamento di fondo;

3. aspetti della sicurezza dei fitoterapici: -rassegna essenziale dei meccanismi e dei casi principali d’interferenza tra farma-ci e fitoterapici; -interferenze positive nella moderazione degli effetti collaterali dei farmaci.

a cura del dott. Claudio Biagi - farmacista

omeopatia

Stress e infiammazione

Le interfenze tra piante e far-maci non rappresentano solo una necessaria cautela ma an-che una straordinaria opportu-nità di impiego sinergico, volto a migliorare l’accettabilità delle terapie farmacologiche, ridur-ne gli effetti collaterali e con-trollarne meglio l’azione ver-so gli obiettivi preposti.

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Un progetto riabilitativo individualizzato.

L’evento lesivo può aver avu-to origine in epoca prenata-le, perinatale o postnatale, ma in ogni caso entro i primi tre anni di vita del bambino, periodo di tempo in cui ven-gono completate le principali fasi di crescita e sviluppo del-la funzione cerebrale nell'es-sere umano.Il disturbo è definito come per-sistente, in quanto la lesione a carico del cervello non è suscet-tibile di 'guarigione' in senso

stretto, ma la patologia non tende al peggioramento spon-taneo perché la lesione stessa, sostituita da tessuto cicatrizia-le, non va incontro a fenome-ni degenerativi. Le manifesta-zioni della malattia, comun-que, non sono fisse, perché i sintomi mutano nel corso del tempo e possono beneficiare di un trattamento di tipo ri-abilitativo o, nei casi più gra-vi, chirurgico.La paralisi cerebrale infanti-le non è un disturbo omoge-neo, poiché la patologia può assumere livelli diversi di gra-vità e manifestarsi in forme anche molto differenti l’una dall’altra.

Non esiste un trattamento spe-cifico e univoco per tutte le for-me di paralisi cerebrale infan-tile, sebbene esista attualmen-te un gran numero di meto-diche riabilitative, spesso uti-lizzate in modo stereotipato e acritico. Alcuni di questi approcci (es. il metodo Bobath), validati dalla comunità scientifica, possono risultare di una certa utilità se

inseriti in un progetto terapeu-tico globale; altri (es. il meto-do Doman), privi di riscontri di efficacia e impostati sulla ri-petizione intensiva di eserci-zi passivi, rischiano di danneg-giare le potenzialità residue di sviluppo del soggetto.

Il progetto riabilitativo deve quindi necessariamente esse-re individualizzato e costan-temente sottoposto al vaglio critico di professionisti esper-ti della 'storia naturale' della malattia, per evitare l’appli-cazione di schemi rigidi e ri-petitivi, non in sintonia con il percorso di cambiamento del soggetto. È, infatti, opportu-no evitare la rincorsa affanno-sa e inutile di una ‘normalità’ estetica e funzionale del mo-vimento, concentrando piut-tosto l'intervento sull'inter-pretazione delle strategie di adattamento messe in atto dall'individuo.Molto schematicamente, sul piano funzionale l'intervento è rivolto: nelle tetraplegie, al ristabilimento di una parzia-le organizzazione antigravita-ria del sistema posturale; nelle diplegie, all'acquisizione del-la deambulazione autonoma o assistita; nelle emiplegie, al miglioramento delle capacità di manipolazione.

Occorre ricordare che il sogget-to con paralisi cerebrale infan-tile ha subito un danno più o meno esteso dei propri siste-mi di elaborazione degli in-put percettivi e degli output motori.

Egli è pertanto in grado di ap-prendere come sfruttare le pro-prie capacità residue, ma non è in grado di apprendere la 'normalità', cioè di utilizzare spontaneamente e automatica-mente gli schemi motori fluidi e complessi tipici di un sistema nervoso centrale intatto.

Questo orientamento appare corretto soprattutto in rela-zione al ruolo oggi attribuito ai cosiddetti disturbi percetti-vi (o propriocettivi) nel deter-minare le principali caratteri-stiche cliniche della paralisi ce-rebrale infantile. Il riconosci-mento dell'importanza dello studio dei disturbi percettivi ha gettato una nuova luce sul significato di fenomeni che in passato venivano interpretati come semplice ‘paralisi moto-ria’ (Ferrari, 1997).Un progetto riabilitativo glo-bale deve anche prevedere il coinvolgimento attivo della fa-miglia del soggetto con paralisi cerebrale infantile, predispo-nendo periodici colloqui di so-stegno psicologico e favoren-do la partecipazione dell'inte-ro nucleo familiare alle scelte terapeutiche.Attualmente la presa in cari-co riabilitativa multidiscipli-nare si avvale dei seguenti strumenti:• l'esercizio terapeutico in sede ambulatoriale; • la chirurgia funzionale orto-pedica e neurologica;• i farmaci inibitori della spastici-tà (es. la tossina botulinica); • gli ausili (es. tutori e deambulatori).

La paralisi cerebrale infantile rappresenta l’esito di una lesione del sistema nervoso

centrale che abbia comportato una per-

dita più o meno estesa di tessuto cerebrale.

Le manifestazioni della lesione sono

caratterizzate preva-lentemente, ma non

esclusivamente, da un’alterazione delle

funzioni motorie.

La paralisi cerebrale infantile

Ortopediaa cura della dr.ssa Tiziana Zungri

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Giornate di PrevenzioneMarzo 2009

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L'orecchio esterno usato a scopi terapeutici.

Posturologiaa cura del dr. Antonio Pacilio - Podologo e Posturologo

L’auricoloterapia

Scoperta dal Dr. P. Nogier nel 1951,

è stata riconosciuta dall’Organizzazione

Mondiale della Sanità nella riunione

di Lione del 1990.

Nel 1966 Nogier crea il GLEM (Groupe Lyonnais d’Etudes Médicales) per coor-dinare gli sforzi di numerosi specialisti internazionali impegnati in queste atti-vità di studio e di ricerca e per organiz-zare l’attività di formazione. L’auricoloterapia è una reflessoterapia che sfrutta le proprietà riflesse del padiglio-ne auricolare, rese possibili grazie alla ric-chezza di connessioni nervose dell’orec-chio, alla sua embriologia, alla sua vasco-larizzazione, per fini terapeutici.L’auricoloterapia è un efficace strumen-to per trattare il dolore, i disturbi fun-zionali, le dipendenze (per esempio il tabacco). In posturologia, l’auricoloterapia con-sente un prezioso “resetting posturale”, con destrutturazione di schemi motori e

posturali alterati e normalizzazione del-le tensioni muscolo-fasciali. Essa prepa-ra e rinforza l’efficacia della rieducazio-ne posturale, della kinesiterapia, delle manipolazioni vertebrali e consente una proficua regolazione neurovegetativa in via riflessa.È un metodo di trattamento delle malat-tie mediante stimolazione o infissione di aghi in determinati punti dell'orecchio esterno. Può essere considerata una par-te dell'agopuntura, tuttavia, le sue basi teoriche sono del tutto peculiari. Ai fini dell'auricoloterapia, ma anche di una concezione dell'organizzazione del corpo e delle sue proiezioni esterne, l'orec-chio esterno viene considerato come una riproduzione del feto con la testa rivol-ta verso il basso. Concepito in tal modo, l'orecchio esterno si presta in modo sor-prendente a rappresentare la globalità dell'organismo e a favorire le integrazio-ni necessarie per esaurire le esigenze te-oriche e le conoscenze dei tempi e del-la cultura nelle quali l'auricoloterapia si è sviluppata.La faccia è localizzata a livello del lobo auricolare, cui sono riferite anche la man-dibola, la mascella, il palato, gli occhi, l'orecchio interno e le tonsille. La testa viene fatta corrispondere all'antitrago, mentre alla radice dell'elice*, corrispon-derebbe il diaframma. La colonna verte-brale, nei suoi vari segmenti viene fatta corrispondere all'antelice, nella cui re-gione mediale vengono fatti cadere an-che i punti relativi al collo, al torace e all'addome. La branca superiore dell'antelice com-prende i punti relativi agli arti inferiori, mentre nella branca inferiore dell'ante-lice sono proiettati la regione dei glutei e il percorso del nervo sciatico nonché il complesso del sistema nervoso simpa-tico e quindi le funzioni da questo con-trollate. Le cavità nasali, la gola e i sur-reni sono situati sul trago; nell'antitrago sono presenti punti relativi alle ovaie, ai

testicoli, al cervello, alla fronte e alla re-gione occipitale. Come l'agopuntura, anche l'auricolote-rapia presuppone ovviamente la formu-lazione di una diagnosi precisa prima di poter intervenire sui vari punti del pa-diglione auricolare. Questa metodica è notevolmente complicata dal fatto che, nell'impostazione della medicina tradi-zionale cinese, organi e visceri, anche di-stanti fra loro, possono essere collega-ti fra loro. Oltre ad avere una conoscenza di tut-ti i presupposti teorici che sono a fon-damento di questa forma di trattamen-to, l'auricoloterapeuta deve essere dota-to anche di una notevole sensibilità dia-gnostica e operatoria. Infatti, dopo aver prescelto l'area di intervento, perché la stimolazione produca i maggiori e i più specifici effetti, è necessario individua-re i punti più sensibili cui applicare l'ago; questi punti sono quelli che presentano la maggiore dolorabilità, che viene stabi-lita premendo con un apposito strumen-to le varie regioni dell'orecchio; è eviden-te la fine manualità che questa manovra comporta. Le applicazioni possono du-rare ognuna 20-30 minuti, ma l'ago, in certi casi, può essere mantenuto infisso anche per alcuni giorni.

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Salutare è dal 2004 il primo mensile gratuito in Campania che dedica spazio ad argomenti di salute e benessere che valorizza la perso-na nella sua totalità.

In questi cinque anni di attività Salutare è stato punto di riferimento per i cittadini e gli esperti del settore, perché è e continua ad es-sere la risposta alla sempre maggiore richie-sta di una corretta informazione in materia di salute.

Salutare è cresciuto grazie alla fedeltà mani-festata dai voi lettori, parte attiva di questa esperienza. Non è un caso, infatti, che dopo 5 anni continuiate a scriverci numerosi per ade-rire al nostro progetto e per comunicarci dub-bi e iniziative.

Questo cinquantesimo numero è inoltre l'oc-casione per festeggiare con voi i primi passi del nuovo “arrivato”: Baby Magazine, guida indispensabile nella meravigliosa esperienza dell'essere genitori. Siamo sicuri che saprete accoglierlo con l'affetto e la fiducia che ave-te sempre dimostrato e che ci fa lavorare con serietà ed entusiasmo.

La redazione

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Vivere senza combattere quotidianamente contro il

colesterolo, senza temere la malattia di Alzheimer

o l'obesità... Presto non sarà fantascienza.

2012Trattamenti mirati contro il cancro.L'epoca in cui venivano somministrate le stesse cure a tutti i malati di cancro senza essere sicuri della loro efficacia, o inefficacia, sembra al tramonto. Sfortunatamente, il cancro resta tutt'og-gi la prima causa di mortalità nel mon-do occidentale e, ogni anno, si registra-no 250.000 nuovi casi di tumore ma-ligno in Italia (dati del Ministero del-la Salute). Da qualche anno, sono in sperimen-tazione dei test genetici personaliz-zati, che hanno lo scopo di individua-re a colpo sicuro il prodotto giusto da somministrare. E in un prossimo futuro, migliorando le

conoscenze dei profili genetici di certi tumori, si potrà meglio individuare la resistenza o meno di un certo tumore ad un determinato farmaco. Se i risultati appaiono abbastanza vi-cini, resta tuttavia un interrogativo: quello del costo di queste ricerche ge-netiche, poiché fare un test è un con-to, ma farne migliaia, se non milioni è tutt'altra cosa! Secondo le previsioni, però, questi test, diffondendosi dovrebbero veder dimi-nuire il loro costo e, alla fine, essere persino rimborsati dal SSN.

2013 Un vaccino contro la malattia di Alzheimer.L'allungamento della durata di vita ha sfortunatamente il suo rovescio: la ma-lattia di Alzheimer. Le statistiche non sono univoche, data la difficoltà di dia-gnosticare questo disturbo, ma si calcola che in Italia circa 800.000 persone siano affette da demenza senile, delle quali il 50/70% affette da Alzheimer. Questa degenerazione neurologica è

dovuta al malfunzionamento di una pro-teina che si accumula nel cervello e alla presenza di fibre nel tessuto nervoso.I ricercatori sono ottimisti circa la sco-perta di un primo vaccino nei prossimi quattro o cinque anni. L'obiettivo è quello di insegnare alle cellule del nostro sistema immunitario a produrre anticorpi contro la proteina che prolifera nel cervello. I primi test realizzati mirano a riprodurre in modo sintetico una parte della protei-na, poi a somministrarla al paziente. Da quel momento, l'organismo riconosce-rà quella proteina e la distruggerà.Se tutti gli esperimenti avranno buon fine, al termine sarà possibile vaccina-re persone nelle quali si individueran-no i primi segni della malattia, grazie alla risonanza magnetica. I sistemi sanitari dei vari Stati occiden-tali avranno interesse a finanziare la vaccinazione, dato che questa malat-tia, oltre ad essere un dramma perso-nale e familiare, pesa enormemente sui costi sanitari.

2028 Una retina artificiale per restituire la vista.Noi vediamo grazie a tre elementi: l'oc-chio, il nervo ottico e il cervello. La cor-nea, come un obiettivo, mette a fuoco i raggi luminosi mentre la retina serve da recettore poiché contiene le cellu-le sensibili alla luce. Tutte queste cellule si prolungano per formare il nervo ottico. Se queste cel-lule vengono stimolate dalla luce, le informazioni possono, attraverso que-sto nervo, essere trasmesse al cervel-lo, che le interpreta e le trasforma in immagini. L'occhio artificiale sarebbe utile a quelli che hanno una malattia degenerativa della retina che la renderebbe incapace di trattare l'informazione luminosa. Il principio? Sostituire alla retina dei re-cettori artificiali, per mezzo di occhiali

La rivoluzione medica

a cura del dott. Aldo Sabato - Farmacista

ricerca

Le tappe del prossimo futuro.

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provvisti di una microcamera che ripren-de ciò che l'occhio non può vedere. La trasmissione al cervello avverrebbe tramite un fascio di raggi laser.Unico problema: il costo proibitivo per la maggior parte dei circa 250.000 non vedenti in Italia.

2030 Farmaci per vincere l'obesità.L'obesità è una malattia che colpisce quasi un italiano su dieci, e tende ad aumentare in modo assolutamente preoccupante. Il suo meccanismo è chiaro: quando le calorie ingerite, invece di essere bruciate o utilizzate vengono depositate nell'or-ganismo, si accumulano sotto forma di grassi e conducono all'obesità. Per il momento disponiamo di una li-mitata gamma di farmaci che limitano la fame, ma che hanno numerosi ef-fetti collaterali. Quanto agli interventi chirurgici mirati a ridurre le dimensioni dello stomaco, essi hanno delle possibilità di impiego limitatissime. La principale innovazione medica po-trebbe invece provenire dal nostro stes-so tubo digestivo.

I ricercatori hanno già iniziato il loro la-voro di identificazione del codice ge-netico dell'insieme dei batteri presen-ti nel nostro intestino.E hanno scoperto che l'equilibrio tra i di-versi batteri cambia tra le persone obe-se e le persone dal peso normale. Estra-polando queste osservazioni, i medici sperano un giorno di trovare dei me-dicamenti capaci di distruggere i bat-teri responsabili del deposito eccessi-vo di grassi nell'organismo. Si potrà allora correggere il modo in cui le persone obese assimilano o deposi-tano i grassi nel loro corpo.Questo però non basterà a decretare la fine delle diete!

2032 Un vaccino contro il colesteroloLe malattie cardio-vascolari si caratte-rizzano per la formazione di placche di colesterolo sulle pareti delle arterie. La formazione di queste placche, che

finiscono per occludere i vasi san-guigni, non è dovuta soltanto ad un deposito di grassi, ma anche ad una infiammazione. Mentre i trattamenti attuali mirano a diminuire il tasso di colesterolo nell'or-ganismo, allo scopo di prevenirne l'ac-cumulo, come abbiamo visto, nei vasi, le moderne ricerche sono destinate a trovare un trattamento al problema dell'infiammazione. Lo scopo è quello di insegnare al no-stro sistema immunitario ad intrappo-lare le cellule responsabili del metabo-lismo del colesterolo, in modo da pre-venire la formazione di placche. Ciò significherà che potremo fare a meno dell'esercizio fisico e imbottirci di cibi ricchi di colesterolo? Certo che no! Questi trattamenti saranno inizialmen-te destinati a quelli, tra i 10 milioni di pazienti, per i quali le diete e gli attuali trattamenti medici saranno inefficaci.

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L’occlusione venosa retinica è il disordine vascolare oculare più frequente dopo la retino-patia diabetica e può rappre-

sentare un’importante causa di deficit visivo permanente (1).

Le OVR, inoltre, sono associate ad even-ti vascolari sistemici sia arteriosi che ve-nosi e possono rappresentare un fatto-re predittivo di patologie cardiovascola-ri; colpisce più comunemente i soggetti anziani (>50 anni) (2) e ha un’incidenza di 2,14/1000 nella fascia di età compre-sa tra i 40 e i 64 anni, valore che sale a 5,36/1000 per i pazienti di età superiore ai 65 anni (3). Il nostro studio valuta i fattori predispo-nenti l’OVR in particolare gli stati trom-bofilici (acquisiti e genetici) ed il ruolo predittivo dell’OVR nello sviluppo di ma-lattie cardio e cerebrovascolari tardive.

MATERIALI E METODI- 117 pazienti colpiti da OVR - 202 controlli comparabili per sesso ed età che non fossero stati precedentemen-te colpiti da malattia cardiovascolare o tromboembolismo venoso- Follow-up medio 7 anni

Durante il periodo di follow-up il 64% dei pazienti colpiti da OVR (58 pz ) aveva svi-luppato un nuovo evento vascolare: si era verificato un evento ischemico arterioso (cardiopatia ischemica, ictus ischemico o TIA) nel 42% dei casi (38 pz), un evento tromboembolico venoso (trombosi veno-sa profonda o superficiale, embolia pol-monare) nell’11% (10 pz) e una recidiva

locale di OVR nell’11% (10 pz). I pz colpiti da OVR sono stati divisi in 2 sottogruppi in base alla terapia antiag-gregante praticata durante il periodo di follow-up: il 24,4% (22 pz) aveva intrapre-so un trattamento antiaggregante (in 18 casi con ASA 100 mg/die; in 4 casi con ticlopidina 500 mg/die), mentre il 75,6% (68 pz) non aveva praticato una profilas-si antitrombotica dopo l’evento di OVR. Il confronto tra pazienti in trattamento antiaggregante e non, ha rivelato un ri-sultato statisticamente non significativo anche se l’incidenza di eventi vascolari tra i soggetti in terapia antiaggregante è ri-sultata inferiore (p=0,06; OR 0,34 95% IC 0,11-1,03). Tra il 64% dei pazienti (n=58) che aveva sviluppato un nuovo evento va-scolare durante il follow-up, solo il 17,3% (10 su 58) era in terapia antiaggregante e l’82,7% (48 su 58) non aveva praticato una profilassi antitrombotica. Eventi ischemici arteriosi (cardiopatia ische-mica, ictus ischemico o TIA) si sono verifi-cati nel 15,8% dei pazienti in terapia an-tiaggregante, e nell’84,2% dei soggetti non in trattamento antiaggregante. Nes-sun evento tromboembolico venoso si è verificato nel gruppo in terapia antiag-gregante (trombosi venosa profonda o superficiale, embolia polmonare).

DISCUSSIONEDa diversi anni si afferma il concetto che le occlusioni venose retiniche sono pato-logie d’interesse internistico. I più recen-ti trials, infatti, dimostrano che spesso, i pazienti colpiti da OVR presentano dei disordini metabolici (5); i risultati dell’Eye Disease Case-Control Study, infatti, sug-geriscono un profilo di rischio cardiova-scolare per i pazienti colpiti da OVR e mo-strano che l’ipertensione riveste un ruolo importante nella patogenesi di queste af-fezioni vascolari (4) (Figura 1-2). Si è stu-diato, inoltre, il ruolo degli stati trombo-filici (deficit di Anti-trombina, Proteina C, Proteina S, Fatto-re V Leiden o Fat-tore ΙΙ) nello svilup-po di questi eventi trombotici retinici ma, i dati in lette-ratura sono discor-danti (6). Janssen e

al. tuttavia, in una meta-analisi condot-ta nel 2005 hanno dimostrato che tra i fattori congeniti e acquisiti correlati alla trombofilia solo gli anticorpi antifosfo-lipidi (Lupus Anti-Coagulant e anticor-pi anti-cardiolipina) e l’iperomocisteine-mia presentano un’associazione signifi-cativa con le OVR. Gli studi sulle princi-pali mutazioni congenite associate alla trombofilia e le numerose evidenze rela-tive all’importanza dei classici fattori di rischio vascolare nel determinismo del-le OVR sembrano indicare che probabil-mente l’aterosclerosi e i fattori metaboli-ci ad essa correlati sono le condizioni più importanti per lo sviluppo dell’OVR (6). Il contributo del valore predittivo dell’OVR nello sviluppo della cardiopatia ischemi-ca e dell’ictus è importante ai fini del-la prevenzione e della terapia di queste malattie vascolari. I fattori predisponenti correlati all’emo-stasi non hanno mostrato significatività statistica nei 2 gruppi: i nostri risultati, dunque, confermano quelli più recenti secondo cui i disordini della coagulazio-ne, in particolare, le sindromi trombofi-liche congenite non hanno un ruolo pre-dominante nello sviluppo delle occlusio-ni venose retiniche. Per quanto riguarda i fattori di rischio si-stemici correlati allo sviluppo delle OVR, nel nostro studio caso-controllo, l’iper-tensione ha presentato la prevalenza più alta rispetto agli altri fattori di ri-schio (OD 4.6) in analogia con i risultati dell’Eye Disease Case-Control Study (OD 3.2). Tali risultati, dunque, confermano il ruolo dell’aterosclerosi e dei fattori me-tabolici nello sviluppo delle occlusioni retiniche così come per gli altri processi trombotici sistemici. L’ipertensione, in particolare, ha presen-tato la più alta pre-valenza

Ricerca

Rischio di eventi cardiovascolari in pazienti colpiti da OVR

Fig. 1 - Segno dell’incrocio arterovenoso di Salus-Gunn

Fig. 2 - Retinografia OVBR

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rispetto agli altri fattori di ri-schio sistemici (80%) anche nei pazienti con recidiva di OVR, sottolineando ulteriormente l’importanza di tale fattore nel determinismo delle OVR. Inoltre, nel gruppo di pazienti colpiti da OVR il 64% (58 pz) ave-va sviluppato un nuovo evento vascolare, arterioso (coronari-co o cerebrale), venoso (trom-bosi venosa superficiale, pro-fonda o embolia polmonare) o una recidiva locale di OVR. Le OVR, dunque, sono un fat-tore di rischio per lo sviluppo di eventi cardiovascolari. Ab-biamo inoltre confrontato 2 sottopopolazioni di pazienti con età superiore ed inferio-re ai 45 anni per verificare se nei pazienti colpiti da OVR vi fosse un differente profilo di fattori di rischio sistemici lega-to all’età: questi risultati non hanno evidenziato correlazio-ni significative. Non esistono evidenze cliniche che consentano di affermare che gli anticoagulanti e gli an-tiaggreganti, tradizionalmente usati nella prevenzione delle patologie vascolari, siano effi-caci nella terapia dell’OVR; tut-tavia, gli antiaggreganti sem-brano essere modestamente più efficaci degli anticoagu-lanti nel controllo delle reci-dive di OVR (7,8). I nostri ri-sultati ci mostrano che la te-rapia antiaggregante è effica-ce nel prevenire gli eventi va-scolari nei soggetti predispo-sti: il gruppo in terapia con an-tiaggreganti, infatti, presenta-va una prevalenza minore di nuovi eventi vascolari rispet-to al gruppo che non pratica-va terapia; solo il 17,3% dei pa-zienti che praticavano una te-rapia antiaggregante ha ma-nifestato nuovi eventi vasco-lari sia arteriosi che venosi ri-spetto all’82,7% dei pazienti che non aveva praticato una profilassi antitrombotica. I nostri dati ci consentono di affermare che i pazienti colpi-ti da OVR presentano un ele-vato rischio di andare incon-tro a nuovi eventi vascolari, in particolare arteriosi; ciò induce a considerare un attento mo-nitoraggio delle patologie si-stemiche associate all’OVR e la necessità di nuovi studi prospettici per valutare l’esi-genza della terapia preventi-va antitrombotica.

Bibliografia:

(1) Shahid, H, P. Hossain et al.: “The management of retinal vein occlu-sion: is interventional ophthalmolo-gy the way forward?” Br J Ophthal-mol 2006; 90(5): 627-39. (2) Cheru Kc,Zegans ME.: Ophthal-mology review manual. Philadel-phia, Lippincott Williams e Wil-kins, 2000;132-146.(3) David R, Zangwill L, Badarna M, et al.: “Epidemiology of retinal vein occlusion and its association with glaucoma and increased in-traocular pressure”. Ophthalmo-logica 1988, 197:69. (4) The Eye Disease Case-Con-trol Study Group.“Risk factors for branch retinal vein occlusion”. Am J Ophthalmol 1993;116:286-96.(5) Vine AK.: ”Hyperhomocystei-nemia: a risk factor for central reti-nal vein occlusion”. Am J Ophthal-mol 2000; 129: 640-644(6)Janssen MC, den Heijer M, Cruy-sberg JR, Wollersheim H, Bredie SJ.: “Retinal vein occlusion: a form of venous thrombosis or a compli-cation of atherosclerosis? A me-ta-analysis of thrombophilic fac-tors”. Thromb Haemost. 2005 Jun;93(6):1021-6(7)Zegarra H, Gutman FA, Confor-to J.: ”The natural course of cen-tral retinal vein occlusion”. Am J Ophthalmology. 1979;86:1931-8.(8) The Central Vein Occlusion Stu-dy Group. “Natural history and cli-nical management of central reti-nal vein occlusion”. Arch Ophthal-mol. 1997;115:486-91.

Autori:

Chiara Cuccaro, Marcello Loffre-do, del Dipartimento di Scien-ze Oftalmologiche Università Federico II di Napoli;

Mirko Di Capua, Antonella Tu-fano, Annamaria Cerbone, An-tonio Coppola, Giovanni Di Min-no, del Centro di Riferimento Regionale per i Disordini del-la Coagulazione, Dipartimen-to di Medicina Clinica, Univer-sità Federico II di Napoli;

Domenico Marotta, dell'Istitu-to per lo studio e la cura del diabete (Casagiove - Ce)

Risultati Le principali caratteristiche cliniche dei 2 gruppi sono mostra-te nella Tabella 1. Casi (pz OVR+) e controlli (pz OVR-) risul-tavano sovrapponibili per quanto riguarda la prevalenza di molti dei fattori di rischio vascolare;

Tabella 1: Fattori di rischio cardiovascolare e condizioni trombofiliche.

Il confronto tra la prevalenza dei classici fattori di rischio cardiovasco-lare in 2 sottogruppi di pazienti colpiti da OVR ( pz<45 aa e pz>45 aa) ha evidenziato una differenza statisticamente significativa soltanto tra la prevalenza di soggetti obesi, fumatori ed ipertesi (Tabella 2). Tabella 2: Caratteristiche cliniche e confronto dei fattori predisponenti le OVR nei pazienti di età < 45 anni vs. pazienti di età > 45 anni

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24 www.salutare.info www.salutare.info

Il termine deriva dal greco e significa “visione di mosche” o “mosche volanti” (myòdes = simile a

mosche e òpsis = vi-sione) e consiste nella

percezione di ombre multiformi,

fluttuanti e sfuggenti al tentativo di fissarle,

nel campo visivo del paziente.

Queste ombre sono rese an-cora più evidenti se si osserva-no superfici chiare come pa-reti bianche o il cielo limpi-do e sono dovute ad una non perfetta trasparenza del cor-po vitreo. Nel momento in cui il pazien-te percepisce le miodesopsie, pur non trattandosi quasi mai di una patologia importan-te, si spaventa molto e non è raro che si rivolga al Pron-to Soccorso.

L’umor vitreo occupa circa i 2/3 posteriori della cavità oculare ed il suo volume di 4 ml rap-presenta il 70-80 % del volu-me del globo oculare. È un gel

costituito dal 99% di acqua, per il resto da acido ialuroni-co, collagene, principalmente di tipo II, con funzioni di so-stegno ed altre proteine so-lubili che gli conferiscono una perfetta trasparenza. La struttura fibrillare, in oc-chi normali, non è percepibi-le, ma svariate situazioni, fi-siologiche, parafisiologiche e raramente patologiche, la possono rendere visibile cre-ando dei corpi opachi mobi-li all’interno dell’umor vitreo che si evidenziano in parti-colari condizioni di luce e di contrasto.

La forma e la quantità di queste opacità è variabile e si posso-no percepire anelli, filamenti, ragnatele che possono esse-re molto piccole (puntiformi) oppure interessare un intero settore del campo visivo.Alla base dei fenomeni del-le miodesopsie c’è il deterio-ramento del corpo vitreo che perde compattezza con par-ziale liquefazione e conse-guente dispersione delle sue fibrille all’interno del bulbo oculare.I processi degenerativi del vitreo (liquefazione) iniziano preco-cemente (14-18 anni), ma sono più evidenti al di sopra dei 50 anni quando il volume del gel vitreale diminuisce in manie-ra significativa mentre la par-te liquida aumenta.La causa più probabile del-la liquefazione è rappresen-tata dall’accumulo di radicali liberi (per effetto della con-tinua esposizione alla luce) e dall’azione di enzimi endoge-ni (metallo proteinasi).

La conseguenza di questo processo di liquefazione è la formazione di lacune vitrea-li che successivamente posso-no collassare. Le fibre collagene che delimi-tano queste zone tendono a frammentarsi e formare fila-menti di varia forma che flut-tuano all’interno delle lacune stesse proiettando delle om-bre sulla retina. La miopia media ed elevata provoca anch’essa delle alte-razioni del vitreo sovrappo-nibili all’invecchiamento ed in questi casi i corpi mobili si verificano in soggetti anche molto giovani.Raramente i corpi mobili rap-presentano il segno, sempre iniziale, di patologie ocula-ri importanti quali le emor-ragie endovitreali e il distac-co di retina.Spesso si presentano in pa-zienti operati di cataratta, ma in questo caso i corpi mobi-li erano, molto probabilmen-te, preesistenti all’intervento chirurgico ed è solo la rimo-zione della cataratta con con-seguente miglioramento del-la funzione visiva che li ren-de visibili.Non esiste una terapia effica-ce per eliminare i corpi mobili

anche se l’idratazione del vi-treo, la protezione sistema-tica dalla luce con filtri sola-ri ed una dieta appropriata (alimenti come frutta e ver-dura che contengono antios-sidanti per contrastare i radi-cali liberi), sono consigli sicu-ramente utili per prevenire lo sviluppo delle miodesopsie o almeno ritardare il più possi-bile la degenerazione del cor-po vitreo.Anche se non esistono terapie efficaci per il trattamento dei corpi mobili è senz’altro cor-retto consigliare, a chi si ac-corge della loro presenza, una visita specialistica per un cor-retto inquadramento diagno-stico delle miodesopsie.

Oftalmologia

Ovvero corpi mobili vitreali.

a cura del dr. Bruno Baldi Dirigente Medico Div. Oculistica P.O. Eboli, e di Andrea Baldi, Studente di Medicina Università di Siena

Miodesopsie

Bibliografia: - sito web : www.albanesi.it- Wikipedia : L’enciclopedia libera in rete.- De Crecchio G.- Forte R. – Montagnari S. – Zeppa L. : “Anatomia e fisiologia del vitreo” S.O.I. Ed. Fabiano Nov. 2008 : 57-65- Busacca A.:”Biomicroscopie et Histopathologie de l’oeil”. Vol. 3 Zurich, Schweizer Druck Und Verlagshaus AG, 1967.- sito web: www.iapb.it.

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Sessuologiaa cura del dr. Domenico Trotta - Sessuologo clinico

Prostituzione e sessualità

Da sempre cercata e da sempre contestata.

Le rinnovate polemi-che ed il DDL Carfagna

sul divieto di esercita-re la prostituzione in

strada e luoghi pubbli-ci e le pene in caso di

trasgressione applicate sia a lucciole che clien-

ti, ha acceso ancora una volta i riflettori sul

sesso a pagamento.

La prostituzione esiste da sem-pre ed é il risultato dell’incontro tra chi offre denaro in cambio di sesso e chi al contrario sesso in cambio di soldi. Nessuno é mai riuscito a cancellarla. Tutt’al piú é stato possibile limitarla, frenarla, contenerla.

Perchè la prostituzione?La “presa” che la prostituta ha esercitato in ogni epoca e civil-tá è dovuta a tutta una serie di fattori. Dai piú ovvi, come il sopperire alla mancanza di una donna disponibile, al de-siderio di contrastare un rap-porto di coppia ormai vissuto come ripetitivo e routinario. O per soddisfare modalità e

bisogni sessuali non appaga-ti dal e con il partner di tut-ti i giorni.E ancora per affermare la pro-pria identità, concedersi, appro-fittare di, rubare ció che non è possibile altrimenti avere. O per un desiderio di novitá e di diverso, o per andare oltre o spingersi nel proibito, nella trasgressione e via dicendo. Sessualità a pagamento ed a metà o sessualità e amore? Ma perché non un incontro piú vero o che includa uno scambio di cuori, oltre che di genitalità? É questa una domanda che molti si pongono senza sempre trova-re una risposta convincente. La scissione tra sesso ed amore è essa stessa una ragione del successo del “sesso a tempo li-mitato e implicazioni emoti-ve”. Almeno nei maschi. Se infatti a favore della ses-sualitá spingono tutta una se-rie di bisogni consci e incon-sci, contro di essa si muovo-no anche ansie e inquietudi-ni profonde. Per molti la componente af-fettiva, il trasporto amoroso verso l’altro e il timore che dal sesso si passi ad una relazione continuativa, puó rappresen-tare un limite sia alla sua re-alizzazione che al piacere ad esso legato. In altri casi solo l’incontro con un partner occasionale (si pen-si a quelle persone che pre-tendono dalla prostituta pre-stazioni che mai oserebbero chiedere ad un partner cono-sciuto o a coloro che ambigua-mente, vanno “senza saperlo” con un trans o un travestito) permette all’individuo di sca-ricare tensioni, per altri versi

non accettate se non addirit-tura aspramente combattute, sotto il profilo razionale, nel-la vita di tutti i giorni.

Identikit del “cliente”:

Gli occasionaliQuelli che, a seguito di una spinta o di un'opportunità, si lasciano tentare. Ad esempio persone momentaneamente senza partner o fuori casa per lavoro, vacanza, studio.

Gli affezionatiFrequentano le prostitute con cadenza fissa. Seguendo un ri-tuale consolidato, a testimo-nianza di una dipendenza. Per scaricare una tensione e un'ag-gressivitá che esalta il loro sen-tirsi maschi e virili o per un'in-soddisfazione del sesso abitua-le. Altre volte per “vivificarsi” e caricarsi di un'energia da tra-sferire poi nella quotidianità o per un recupero di affetti-vità, per altri versi negata. Ed ancora per soddisfare una ses-sualità meno comune, atipica o deviante.

Disfunzionali e sessopaticiSono noti alle mercenarie dell’amore. Un disturbo dell’erezione o un'in-capacità coitale puó sollecita-re il ricorso ad una prostituta. Strategia errata e che spesso aggrava il sintomo, per il pre-valere sul desiderio dell’ansia per un rapporto freddo e fret-toloso, scarsa autostima, pau-ra di fallire.

Stesso discorso per i “sessopa-tici” dove problematiche pro-fonde, sessualità parziali o par-ticolari e deviazioni sessuali,

trovano nella prostituta uno sbocco, improbabile in altre condizioni.

Gli aggressoriMaschi che all'aggressività falli-ca sostituiscono un'aggressività distruttrice e capaci per que-sto piú di “fare la guerra” che non di “fare l’amore”. E che a volte sono responsabili di cri-mini e delitti sessuali.

Quelli che non lo farebbero maiLa sessualità è qui inscindibi-le dalla relazione ovvero da una complicità ed un trasporto amoroso reciproco. O il sesso è “cosa” familare o non ha spazio nell’illecito e nel proibito.

Quelli che stanno a guardare Non hanno ancora colto l’occasione. Eppure coltivano nel loro cuo-re la tentazione. Che un giorno una donna, “quel-la delle loro fantasie”, possa soddisfare i loro piú segreti e non confessati desideri.

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I danni di un allenamento non mirato.

L’esercizio fisico diventa un “boome-rang” per chi stressa il corpo, cercando la

forma perfetta. Le donne, spesso pre-cocemente, svolgono

attività fisica esattamente come i coetanei maschi.

Nel campo dello sport, però, la parità dei sessi

rischia di avere effetti imprevisti ed il prezzo lo pagano

soprattutto le ragazze.

La natura ha “programmato” le donne in modo diverso da-gli uomini: hanno il bacino più largo, muscoli meno sviluppati e una maggiore percentuale di massa grassa. Quando corrono tengono la schiena più dritta e le gambe, anche le più armo-niose, sono leggermente a X, a livello del ginocchio.Tuttavia queste differenze ven-gono spesso ignorate negli al-lenamenti sportivi e nell’attivi-tà fisica, soprattutto nella fase di crescita. Per tale ragione le ragazze sono più soggette ai rischi,

soprattutto quando entrano nella pubertà.Se giocano a calcio, il rischio di fratturarsi il legamento cro-ciato anteriore del ginocchio è quintuplo. Nel basket, sono tre volte più vulnerabili alle commozioni cerebrali. Inoltre, nella maratona o nel jog-ging, hanno maggiore probabi-lità di soffrire di mal di schiena e di distorsioni, di avere dolori cronici alle ginocchia e frattu-re da stress meccanico.Il pericolo riguarda soprattutto le atlete, ma non risparmia le adolescenti che praticano at-tività fisica intensa.Nei college americani, del resto, le ragazze che giocano a calcio o a basket sono tante.In Italia il fenomeno è meno diffuso, ma i guasti a lungo termine di uno sport non mi-rato iniziano a preoccupare sia i medici che i genitori. A parità di carico di allenamen-to, nel calcio femminile o nel basket ci sono patologie la cui frequenza è sei - otto vol-te quella maschile. Anche in questo caso c’entra la fisiolo-gia femminile. Gli estrogeni rendono meno resistenti i legamenti e la for-ma del bacino porta le donne a usare il ginocchio con angola-zioni diverse rispetto all’uomo, rendendolo vulnerabile.Altro sport dove, per le donne, è frequente la lesione del lega-mento crociato anteriore è lo sci, anche a livello amatoriale.Ciò avviene perchè le ragazze sono più elastiche: il che è un vantaggio nella vita, ma non in alcuni sport. Questa maggiore flessibilità non è infatti accompagnata da una

massa muscolare sufficiente per tenere le articolazioni in posi-zione di stabilità.Il problema ha radici fisiologi-che e, in un certo senso, anche culturali: ai giovanissimi che fan-no sport, specie se prometten-ti, vengono richieste prestazio-ni sempre più lunghe, più in-tense, a livelli sempre più alti. Pressioni che, soprattutto sul-le ragazzine, rischiano di esse-re eccessive. Le fratture da stress, le picco-le crepe che si creano nell’osso dopo sforzi ripetuti, sono un altro problema, frequente nel-le donne che fanno maratona, sci di fondo, jogging intenso. Il fattore scatenante è il bat-tere sul terreno milioni di vol-te: la frattura avviene a livel-lo di tibia e ossa del metatar-so. A molti sport di squadra le ragazze spesso arrivano diret-tamente dalla scuola e presen-tano una inadeguata prepara-zione fisica. Così a 14 anni han-no già articolazioni e muscoli inadatti agli sforzi, con un ri-schio di infortuni alto. Le sportive soffrono anche di disordini alimentari e amenor-rea, hanno troppi pochi grassi e consumano tantissimo, nelle loro scarse cellule adipose gli estro-geni non possono trasformarsi

sufficientemente. Conviene dedicare molta parte dell’allenamento alla formazio-ne del fisico. Preparare il fisico a diversi tipi di attività, men-tre spesso l’allenamento è fi-nalizzato ad un preciso gesto tecnico di un solo sport. Far lavorare sempre gli stessi gruppi muscolari, è altrettanto sbagliato, perchè le strutture non hanno il tempo di rigene-rarsi ed i rischi di lesioni o frat-ture da abuso aumentano.Un bravo tecnico che prepa-ra una ragazza le fa svolgere esercizi di coordinazione e di prontezza dei riflessi; le fa svi-luppare, con tappe graduali, la percezione corporea.Di fronte ai dati della trauma-tologia femminile, prima i ricer-catori americani e poi la FIFA si sono mossi mettendo a pun-to un protocollo di esercizi di forza e agilità, che permette alle atlete di migliorare la re-sistenza ai traumi. Sono sem-plici esercizi da svolgere 2 vol-te la settimana; si trovano sul sito della FIFA e possono esse-re adottati da qualunque al-lenatore. In questo modo si è colmato un vuoto importan-te, trasformando un problema in un miglioramento culturale dello sport.

Donne e sport

a cura della dott.ssa Mariangela Picardi laureata in Scienze Motorie, chinesiologa, operatrice in movimento, stretching e acquaticità per la gravidanza

Educazione Motoria

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Centro Geriatrico MAREResidenza Sanitaria Assistenziale

Via Giovanni XXIII83010 Grottolella (AV)Tel. 0825-671511 fax [email protected]

Sanitàa cura del dr. Mauro Mastroberardino

Le Residenze Sanitarie Assistite sono strutture

deputate ad ospitare anziani non autosufficienti ultrases-

santacinquenni, disabili e pazienti affetti da demenza

La prima regolamentazione sulla discipli-na per l’erogazione dei servizi in Regio-ne Campania risale all’anno 1989 quando fu emanata la Legge Regionale n. 21, che per prima tentò di mettere ordine alle di-verse tipologie delle strutture residenziali per anziani autosufficienti e non. All’epoca la regione Campania risultò tra le regioni più avanzate in Italia. Poi il nulla.

Solo nella metà dell’anno 1997, con la D.G.R.C. n. 3945, vi fu il tentativo di di-sciplinare e attivare le RSA, (peraltro or-mai già da tempo in funzione in quasi tutto il territorio nazionale), ma la cosa non ebbe seguito. Da regione avanzata divenimmo regio-ne arretrata.

Quando nel 1999 venne emanato il de-creto legislativo n. 229, (norme per la ra-zionalizzazione del SSN), ovviamente la

Regione Campania si trovò come sempre impreparata nell’emanare le linee guida at-tuative e ci riuscì solo nell’anno 2001, (de-finizione dei requisiti minimi delle strut-ture sanitarie e socio-sanitarie - DGRC n. 3958 e 7301 del 2001) dove furono inse-rite le strutture socio-sanitarie destinate a RSA, geriatrie e disabili.Però, neanche questo servì a risolvere in maniera definitiva le problematica sulle RSA, tant’è che solo nel 2003, con l’ap-provazione della Legge Regionale n. 8, la Campania si dotò di uno strumento legi-slativo, avente ad oggetto una legge qua-dro per la “Realizzazione, organizzazione, funzionamento delle Residenze Sanitarie Assistenziali Pubbliche e Private”.

Ma anche questo non fu sufficiente, come prassi regionale, si fanno le Leggi, ma non i regolamenti applicativi, e le stesse ri-sultano inutili e inapplicabili.Solo dopo tre anni dalla LR 8, venne par-torito il regolamento applicativo, che… come di prassi campana veniva annulla-to da una ordinanza del Tar, e siamo al punto di partenza.E in tutto questo, non solo montagne di circolari che obbligano i direttori genera-li ad evitare ricoveri impropri, ma anche l'aggravante che nel frattempo la guer-ra tra assessorati competenti, sanità e

politiche sociali, (la gestione delle risor-se), continua.Con italica interpretazione, qualcuno inizia a parlare addirittura di “finan-za creativa” utilizzando, come è giusto che sia la DGRC 482/04 (linee guida del-la riabilitazione). I direttori generali iniziano ad avviare le prime strutture sia pubbliche che priva-te, ma la risposta al bisogno è insufficien-te e disorganizzata rispetto al reale bi-sogno dei cittadini che di fatto sono la-sciati a sè stessi . Il tutto però sembra fi-nire. Forse.

Grazie alla crisi della sanità e alla spada di “Damocle” del commissariamento dell’as-sessorato alla sanità, quello che sembrava insormontabile appare di fatto sormonta-bile e come d’incanto la guerra tra i due contendenti appare risolvibile.

In nome del risparmio e della razionaliz-zazione si è veramente avviato quell’iter indispensabile per rendere veramente ope-rative e funzionali le RSA e consentire di dare un vera risposta agli innumerevoli bisogni della non autosufficienza. Soprattutto, visto che la retta è per leg-ge in compartecipazione tra Sanità-So-ciale e Cittadino; la RSA improvvisamen-te diventa utile, anzi no.

Le Residenze Sanitarie AssistiteUna normalità per le altre regioni, un'imposizione per la Campania.

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La malattia parodontale nel paziente diabetico

Conseguenze e prevenzione sull'apparato buccale.

a cura del dr. Salvatore Mone e della dr.ssa Delia Corrado

Odontoiatria

Il diabete è una malattia cronica caratterizzata

dalla presenza di elevati livelli di glucosio nel sangue

(iperglicemia). È noto fin dall'antichità:

scritti medici cinesi riportano una sindrome con polifagia,

polidipsia e poliuria.

Il diabete è una malattia molto diffu-sa: un diabetico, curato, ha buone pos-sibilità di condurre una vita pressochè normale. Sono molto frequenti le com-plicanze che riguardano diversi organi e tessuti tra cui gli occhi, i reni, il cuore, i vasi sanguigni e i nervi periferici. Quando ci sono malattie come il diabe-te, che riducono la capacità di difesa e di reazione dell'organismo, il paziente diabetico è predisposto ad ammalarsi più facilmente ed è più esposto a fre-quenti complicanze infettive dentali e parodontali.

Per questo motivo poniamo particola-re attenzione a due punti essenziali: le conseguenze del diabete sull'apparato buccale e la prevenzione. Infatti recenti studi pubblicati su riviste internazionali di settore, hanno confer-mato la relazione tra diabete e malattia

parodontale. La malattia parodontale è una patolo-gia infiammatoria cronica, che interes-sa i tessuti di sostegno del dente, causa-ta da alcune specie di batteri che sono presenti nella bocca della maggior par-te della popolazione.

La causa principale è una cattiva igiene orale, tuttavia i primi processi infettivi possono essere facilitati perchè i germi si moltiplicano più velocemente in pre-senza di maggiori quantità di glucosio. Qualora insorgano delle gengiviti, il dia-betico deve consultare immediatamen-te il proprio dentista. Un accurato trattamento eviterà la dif-fusione dell'infiammazione e quindi l'in-sorgere della malattia.

È dimostrato come la malattia parodon-tale possa giocare un ruolo significativo nel decorso del diabete e come il trat-tamento della parodontite porti al mi-glioramento del controllo metabolico nei pazienti affetti da diabete.

Siccome il 90% dei pazienti diabetici pre-senta la malattia parodontale (quella che un tempo veniva chiamata piorrea), il consiglio è che essi si sottopongano con una frequenza che varia da tre a sei mesi, ad una visita odontoiatrica e che seguano scrupolosamente le indicazioni fornite dal dentista parodontologo.

Uno degli obiettivi è quello di rimuo-vere la placca batterica in modo da to-gliere nel cavo orale i germi responsa-bili della malattia parodontale. In Italia esistono ambulatori specializ-zati che hanno il compito sociale di ri-conoscere e curare gli ammalati, e quin-di di praticare anche educazione sanita-ria per la prevenzione delle patologie orali, motivando il paziente all'uso gior-naliero dello spazzolino e del filo inter-dentale per la rimozione dei residui di cibo tra i denti. È chiaro che, nei pazienti diabetici è più che mai importante puntare sulla pre-venzione delle affezioni parodontali per evitare trattamenti complessi o, nei casi più trascurati, la perdita dei denti.

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Sorrisi e risate (parte seconda)

a cura della dott.ssa Leopoldina De Varti, Psicologa, Psicoterapeuta, Spec.ta in DanzaMovimentoTerapia presso l’Istituto RIZA di Medicina Psicosomatica di Milano

Psicoterapia

Le forme del ridere e la comunicazione.

Fin dall’antica Grecia la comicità appartiene alla cultura dell’uomo e ne ha caratterizzato

lo sviluppo stesso. I riti di fertilità, e in particolare quelli in

onore del dio Dioniso, erano l’espressione di una libera e sfre-

nata vitalità, dove gli uomini imparavano a lasciarsi andare al piacere e alla gioia.

Vari sono stati i momenti nel-la storia in cui il ridere è stato denigrato. Nella Roma repubblicana, la commedia e la satira sono sta-te ritenute sataniche e dilaga-vano citazioni come “il riso ab-bonda sulla bocca degli stol-ti”, però mai come oggi il dio Dioniso è stato sotterrato e gli uomini, affannati e tesi come sono, sembra che abbiano poco da ridere, e sempre meno spa-zio da dedicare al piacere li-beratorio e condiviso.

Ci sarà stato almeno una volta

nella vita, forse quando era-vamo bambini o ragazzi, che una battuta improvvisa abbia scatenato una risata fino alle lacrime, o a 'crepapelle'. Queste espressioni popolari danno proprio l’immagine di questa enorme energia libidi-ca che scatena la risata e che rompe le barrire. 'Crepare la pelle' nel linguaggio psicosomatico significa proprio rompere quella barriera tra noi e gli altri che la pelle ben rap-presenta simbolicamente. La risata travalica questo con-fine individuale e ci fa immer-gere tutti in un’unica atmosfe-ra, fatta di aggressività lecita, di seduzione, di ribellione, di eros mascherato. Ridere facili-ta l’interazione, apre una stra-da nuova nel contatto con gli altri, un contatto che diventa più spontaneo e immediato al di là delle convenzioni. La ri-sata scioglie resistenze e dife-se e ci fa sentire più vicini alla nostra umanità: pensiamo a quante volte la risata scoppia

per una battuta sui nostri di-fetti e i nostri errori, sulle ca-dute improvvise, per poi sen-tirci più rilassati nei confron-ti di chi ci sta a fianco.

I 'modi di ridere' sono molto diversi tra loro, al punto che secondo alcune ricerche si pos-sono distinguere differenti tipi di personalità. C’è la persona estroversa, emotiva, irrequieta e impulsiva, che utilizza l’umo-rismo per entrare a far parte di un gruppo. C’è poi la per-sona più controllata che si la-scia andare solo con le perso-ne adeguate. C’è la personali-tà introversa, pessimista, rigi-da e poco socievole che si la-scia andare solo se le battute riguardano le strutture socia-li. Infine, c'è l’intellettuale che apprezza prevalentemente le battute più cervellotiche.

Le vocali del ridere:

HA!HA! ed una bocca spalan-cata: è la risata grassa, che

esplode fragorosamente e ha la capacità di contagiare e coin-volgere chiunque, perciò è chia-mata anche 'risata socializzan-te'. Sorge dalla pancia e scio-glie ogni tensione liberando una grande dose di forza vi-tale. Essa è caratteristica del-le persone dall’aspetto fisico robusto, buongustaie e aman-ti dei piaceri della vita. HE!HE! è una risata a mezza bocca: l’aria viene filtrata dal-la gola e per questo la risata acquista un suono particola-re, stretto e stridente, a volte è usata per affermare la pro-pria superiorità, o per accu-sare. La ritroviamo in alcune persone che tendono a ma-scherare i propri sentimenti, che ‘non osano aprire del tut-to la bocca’.

HI!HI! e la bocca è quasi chiu-sa: è una risata ‘ristretta’ ed è un modo di ridere mascherato, quasi nascosto ('ridere sotto i baffi') . Chi ride così è spesso una persona piccola e magra, critica, che per competere con gli altri tende ad usare l’astu-zia e la malizia.

HO!HO! e la bocca è a tutto tondo: spesso la testa la segue in piccoli movimenti destra/si-nistra e viceversa; questa risa-ta è di chi vorrebbe controllar-si ma non ci riesce, trasmette una sensazione di incredulili-tà nei confronti della persona in cui non si ha fiducia o sti-ma, e per certi versi è una ri-sata falsa perché non proviene direttamente dalle emozioni ma dall’idea che la mente si è fatta su quella determinata cosa o persona.

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31alutarewww.salutare.info

Lo stress è una delle malattie tipiche

del nostro tempo, della nostra società.

Il fenomeno dello stress è il più

emblematico e significativo quando si vogliano comprendere i fattori molteplici che

intervengono nella conservazione o nella

perdita della salute: come quando si

affronta la comples-sità mente-corpo

dell’individuo. La persona nella sua

interezza.

Oggi siamo arrivati a conosce-re i meccanismi di cronicizza-zione dello stress (stress ne-gativo o distress). Lo stress cronico viene confu-so con l’affaticamento, la stan-chezza, il carico di lavoro. In realtà è ben altra cosa dallo stress temporaneo (stress po-sitivo o eustress) che stimola

l’organismo rivitalizzandolo e lo predispone a superare situa-zioni e problemi in tempi brevi, agendo immediatamente. L’eustress, quindi, scompa-re dopo che si è affrontato lo stimolo stressante o 'stres-sor' contrariamente a quanto accade per lo stress cronico, o distress, che permane nel tem-po, logorando l’organismo fa-cendolo ammalare.Importante è il ruolo del “fil-tro Funzionale” che costitui-sce la maniera in cui l’indivi-duo attraversa un evento stres-sante con tutto il proprio or-ganismo: vale a dire con lo stato delle sue emozioni, ma anche la sua respirazione, la condizione muscolare, le sue posture, la condizione fisio-logica e biologica profonda. Lo stressor può venire perce-pito come qualcosa di affron-tabile oppure di non affron-tabile, come un evento ordi-nario o drammatico. Esperien-ze negative precedenti posso-no aver alterato questo filtro, per cui eventi del tutto nor-mali vengono vissuti come al-larmanti, pericolosi, altamen-te stressanti.Tutto ciò fa permanere lo stato di stress più a lungo, dunque

gli effetti degli eventi stressan-ti non si esauriscono ma per-mangono al di là dell’evento nell’organismo.Questo è lo stress cronico. L’organismo stressato non è più in grado di comportarsi se-condo quelle norme elemen-tari che aiutano a conserva-re la salute, andando incon-tro a “malattie” di vario ge-nere come: disturbi di ansia, difficoltà a concentrarsi, ir-ritabilità, cefalee e disturbi neurovegetativi.È fondamentale capire dove si àncora questa alterazione Fun-zionale, perché lo stress inizia ad annidarsi nelle sensazioni fisiche alterate per poi diffon-dersi al pensiero, alle emozio-ni, alle fantasie.Oggi, dopo gli studi condotti per oltre 15 anni con l'equipe di Zerostress, sappiamo molto bene come funziona lo stress: sappiamo dove si inizia a for-mare e che dipende da come funziona la persona ai suoi li-velli più profondi. Lo stress è esattamente lo specchio di que-sti livelli di funzionamenti pro-fondi, perciò è un fenomeno di importanza vitale.Tutti i consigli che si possono dare, perciò, devono essere ne-cessariamente rivolti a recupe-rare e curare i funzionamen-ti di fondo degli esseri uma-ni. È questo il vero segreto, la vera chiave della lotta allo stress e della lotta per la sa-lute futura. Nonostante ciò, cercheremo comunque di dare alcuni con-sigli e suggerire alcune tecni-che per cercare di non farsi sopraffare dallo stress in di-verse situazioni.

Una riunione di lavoro diffici-le, un impegno importante nel dover parlare ed esporre.

Preparare il lavoro un po' di tempo prima, prospettando alla mente i possibili anda-menti della riunione.Terminare la progettazione al-meno un giorno prima, e poi dimenticare per un giorno tut-to, distrarsi, e cercare momenti piacevoli e di divertimento.Un’ora prima praticare una respi-razione diaframmatica profon-da: inspirazione a bocca aper-ta lunga, nessuna pausa, espi-razione più rapida a lasciare con un po’ di voce, pausa, e poi ricominciare il ciclo. La re-spirazione deve durare alme-no 10 minuti. Subito dopo fare alcuni mo-vimenti di slancio, per crea-re convinzione e determina-zione, movimenti veloci e in-tensi con le braccia, le mani, e le gambe.

Un momento di rabbia.Non rispondere subito. Porta-re lo sguardo in giro e cercare di vedere veramente cosa c’è intorno a noi. Espirare rapida-mente diverse volte e poi ti-rare lunghi respiri con una in-spirazione molto lunga e len-ta. Cercare in mente una can-zone molto allegra. Provare a dire qualcosa di molto diverso da quello che si stava per dire, senza paura di perde-re la faccia. Parlare lentamen-te con voce intensa tenendo la testa ben sollevata.

Questi sono metodi e tecniche che rientrano in un lavoro sullo stress molto più ampio. Oggi, le metodologie di va-lutazione e di cura innova-tive che applichiamo otten-gono risultati estremamente importanti. La lotta allo stress è una cosa molto seria, e lo sarà sempre di più nel futuro.

Il funzionalismo moderno e lo stress

a cura del Prof. Luciano Rispoli

Psicologia

I problemi della cronicizzazione e le soluzioni della psicologia funzionale.

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Psichiatriaa cura del dr. Francesco Saverio Ruggiero - Psichiatra Psicoterapeuta

La fobia dell’ascensore

Quando ci si sente "chiusi in gabbia".

È una patologia che appartiene ai

disturbi d’ansia come classificato

dal DSM IV-TR*,ed è inclusa nelle

fobie specifiche che comprendono

la claustrofobia.

È una patologia per la quale si utilizza una strategia difensiva come ad esempio evita-re di introdursi all’interno di un ascensore per impedire ai sintomi di prendere il so-pravvento e manifestarsi come già potreb-be essere accaduto precedentemente. Di solito, l’insorgenza dei sintomi è stret-tamente correlata a fenomeni trauma-tici vissuti per i quali non è avvenuta un'elaborazione, tra questi la possibili-tà di permanenza in luoghi chiusi senza via di fuga, per un tempo molto lungo. Le cause possono però variare da sogget-to a soggetto.La sintomatologia è caratterizzata da ta-chicardia, sudorazione, mancanza d’aria. Nei casi con sintomi più gravi possono es-sere presenti lipotimie oppure veri e pro-pri attacchi di panico.A volte possono essere presenti sintomi di fobia sociale, per cui il soggetto si sen-te a disagio quando è osservato, soprat-tutto se si trova in luoghi angusti, dun-que per questo motivo tende ad evitare le situazioni che possano metterlo al cen-tro dell’attenzione.

Oppure, si può ipotizzare la presenza di un disturbo ossessivo-compulsivo in cui la componente della pulizia delle mani è mol-to presente, infatti i bottoni dell’ascenso-re vengono utilizzati da molte persone e difficilmente si può evitare di toccarli.In questi casi l’evitamento dell’ascenso-re rappresenta un sintomo di altre pato-logie psichiatriche.

È un disturbo che non comporta un di-sagio molto invalidante in chi ne soffre, in quanto si possono utilizzare strategie di evitamento valide ad ottenere lo sco-po ugualmente, ad esempio evitando di prendere l’ascensore, non sottoponendosi a stress per l’insorgenza di sintomi, si ar-riva comunque al piano desiderato.Siccome il disagio non viene neanche vis-suto come tale, non viene chiesto un aiu-to specifico per la soluzione del proble-ma, a meno che non insorgano motivi contingenti che obbligano il soggetto a dover risolvere la questione.Le possibilità di cura sono molteplici e por-tano facilmente ad una risoluzione tota-le, qualora il sintomo sia rappresentato come esclusivo e non presenti problema-tiche sottostanti non elaborate.È possibile superare la paura dell’ascenso-re attraverso esercizi specifici che posso-no non necessitare di un intervento spe-cialistico, qualora i sintomi siano suffi-cientemente sopportabili da consentire un certo utilizzo dell’ascensore.Nei casi più problematici invece è neces-sario un trattamento specialistico. Deve essere sempre inquadrato il problema, in quanto il solo sintomo può nascondere

altre patologie, come già indicato, che si evidenziano con il sintomo fobico ce-lando, in questo modo, la sintomatolo-gia sottostante. Infatti, l’errore diagnostico può avere come conseguenza un errore di trattamento che può focalizzarsi esclusivamente sul sin-tomo fobico non considerando altri ele-menti importanti per la definizione dia-gnostica dei disturbi presenti. Per questi motivi, la presenza di un sin-tomo non deve indurre il paziente a pen-sare di soffrire di quel sintomo esclusiva-mente, in quanto, con un'attenta anam-nesi, possono essere evidenziati sintomi clinici ai quali non era stata data impor-tanza precedentemente.

Il trattamento di elezione può essere il trattamento combinato con psicofarmaci e psicoterapia cognitivo-comportamenta-le; quest’ultima prevede una esposizione graduale allo stimolo fobico fino al su-peramento dello stesso, considerando la sintomatologia e gli stati d’animo asso-ciati durante l’esposizione.

I farmaci scelti per il trattamento appar-tengono alla classe degli antidepressivi se-rotoninergici. L’uso delle benzodiazepine è sconsigliato nel lungo termine e posso-no, invece, essere utilizzate per affrontare la crisi durante l’esposizione allo stimolo sotto stretto controllo medico.

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Anche nella sindrome di Down si cade spesso nell’errore

di pensare che possa essere “troppo presto”

iniziare sin dai primi mesi di vita una terapia

foniatrico-logopedica.

Come potrebbe essere un soggetto Down se sottoposto precocemente ad un cer-to tipo di intervento stimolativo ed abi-litativo nei confronti di funzioni cogni-tive, espressive, comportamentali, o di apprendimento?Il dubbio circa le maggiori possibilità di evoluzione mentale, comportamentale e comunicativa di un bambino, e quindi di un adulto, affetto da sindrome di Down, emerge non di rado, eppure si continua da parte della maggioranza dei cosiddetti “operatori del settore” della riabilitazio-ne, a non riconoscere, di fatto, la neces-sità di attuare al più presto e nel modo il più possibile intensivo, programmi abi-litativi-riabilitativi di tipo foniatrico-lo-gopedico, e non soltanto fisioterapico, come fino ad oggi si è soliti fare.La sindrome di Down è stata a lungo pe-nalizzata quanto a restrizioni prognosti-che, perchè, secondo una comune quan-to criticabile mentalità, essendo somati-camente "visibile", il soggetto "Down" sembrerebbe più "ufficialmente sindro-mico" rispetto ad altri individui che di

aspetto esterno non presentano altera-zioni, ma che a livello cerebrale non sono nè più nè meno alterati del Down.

Se a questo aggiungiamo un altro presup-posto sbagliato da cui partono in molti, secondo il quale "genetico è sinonimo di irreversibile" quanto a conseguenze pre-stazionali negative, ecco che il Down ri-sulta nuovamente e ancor più penaliz-zato, in quanto visibilmente ed indiscu-tibilmente genetico.

Queste considerazioni preliminari credo che aiutino a spiegare almeno un motivo per cui nell'investire energie e aspetta-tive riabilitative nei confronti del Down, spesso ci si limiti, "accontentandosi" di livelli più bassi di quelli ai quali si po-trebbe mirare. Altro errore, e questo non riguarda solo e specificamente i Down, sta nel non in-tervenire precocemente ed in misura intensiva.

In tutti i casi in cui è necessario un tratta-mento abilitativo, la precocità e l'inten-sività di intervento è l'arma più efficace. Non lo dice una teoria elaborata a tavo-lino, ma lo dice l'esperienza pratica. Si potrebbe arrivare ad affermare che la gravità di un quadro clinico dipenda non dall'entità delle alterazioni cerebrali (pe-raltro mai adeguatamente quantizzabi-li con gli strumenti attualmente esisten-ti), ma dal ritardo e dalla scarsa incisivi-tà, nonchè dalla scarsa capacità, con cui si inizia il trattamento abilitativo. Riscontri clinici pratici possono portarci a confermare che bambini Down, presi in carico con tempestività, competenza ed intensività di intervento logopedico, han-no ottenuto e stanno ottenendo risulta-ti brillanti nelle capacità comunicative in generale, ed in particolare verbali, com-portamentali, sociali, cognitive, percetti-ve-integrative e di apprendimento. Del resto, un altro degli errori "storici" è stato anche quello di accordare al Down

un intervento precoce in fisioterapia (ed è giusto) ma non in logopedia, motivan-do ciò con la più contestabile delle af-fermazioni: "è presto per la logopedia", laddove sarebbe invece il caso di dire che in riabilitazione il presto non esiste, ma piuttosto esiste il tardi.

Nel bambino con sindrome di Down, oltre al lavoro stimolativo “a 360 gradi”, coin-volgente i versanti percettivo, cognitivo-integrativo-decisionale, emotivo-relazio-nale-comportamentale, motorio-prassi-co-espressivo, dobbiamo ricordare la ne-cessità di un intervento precocissimo ed intensivo sulla bocca, con particolare ri-ferimento alla lingua, onde prevenire e contenere il più possibile il fastidioso in-gombro anatomico e funzionale provo-cato dalla macroglossia (lingua grande). Solo lavorando presto, molto, e bene, sul-la lingua, si possono contenere e in buo-na parte ovviare le conseguenze di que-sto non indifferente problema. Anche il precoce e competente avvio alla lettoscrittura dovrà successivamente esse-re uno degli obiettivi cui puntare, anche in questo caso per abbattere un altro luo-go comune che vuole il soggetto Down limitato anche in questa funzione. Un intervento foniatrico-logopedico pre-coce, competente ed intensivo, potrebbe costituire una vera e propria sfida con-tro i luoghi comuni che vedono il bam-bino con sindrone di Down, condanna-to "a priori" a restare contenuto al di sotto di un tetto prestazionale alquan-to limitato.

Foniatriaa cura del Prof. Massimo Boghese - Foniatra

La Sindrome di Down

La necessità dell'intervento foniatrico-logopedico precoce e intensivo.

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Eventi

CONGRESSI, CONVEGNI, EVENTIe manifestazioni per la Salute e il Benessere

Per comunicare congressi, convegni, eventi e manifestazioni per la Salute e il Benessere

Tel. al n° 0825 74603 - e-mail: [email protected]

www.salutare.info/eventi.asp

Glossario

Natural EXPO Fiera della Salute e del Benessere 3ª Edizione26 Febbraio al 1 Marzo 2009Forlì FIERAQuattro giorni per conoscere, ap-profondire, trovare tutto quello che riguarda il benessere dell'uo-mo nella sua visione olistica: medi-cina, nutrizione,ambiente, infor-mazione, sono gli agomenti prin-cipali della fiera.Il tuo naturalifestyle.Orario: dalle 10.00 alle 20.00Ingresso: biglietto intero 5,00 €Luogo: FORLI' (FC) presso Quar-tiere Fieristico Via Punta di Ferro, 2Direzione Tecnhica Naturalexpo:Nicoletta Naldini - tel. 346 5050333Segreteria:Coinè srl Eventi Tel. 0543 090343Per maggiori informazioni è pos-sibile visitare il sito: www.naturalexpo.it oppure scri-vere a [email protected]

Concorso tesi in erboristeriaLa Federazione erboristi italia-ni bandisce per la prima volta un premio rivolto a tesi di lau-rea che abbiano come oggetto argomenti attinenti alle materie erboristiche.

A essere premiati saranno due la-vori svolti da laureati in Tecniche Erboristiche che abbiano conse-guito il titolo tra 1° gennaio 2007 e il 31 dicembre 2008 e che entro il 28 febbraio 2009 facciano arri-vare la documentazione richiesta alla segreteria del premio. I lavori saranno premiati con 1.500 euro ciascuno. Per informazioni: FEI - tel. 06.552.807.04 - 06.586.64.00 [email protected] www.feierboristi.org

Terza Giornata Mondiale della Lentezza9 marzo 2009L’organizzazione di volontariato l’Arte di Vivere con Lentezza darà appuntamento in alcuni luoghi strategici della capitale giappo-nese per aprire un confronto an-che in questa immensa metropoli sull’uso del tempo, sulla frenesia che attanaglia sempre più perso-ne e sul vivere con lentezza.Dal management del tempo alla musica come spazio dell’anima, passando per lo sport e la foto-grafia, e la lettura, la terza Gior-nata Mondiale della Lentezza af-fronterà i tanti modi di guada-gnare benessere gratuito a parti-re dal modo con cui si affrontano

le cose. Info: www.vivereconlentezza.itGiornata Europea della Logopedia 6 marzo 2009 Il CPLOL (acronimo del france-se Comité Permanent de Liaison des Orthophonistes / Logopedes de l'Union Européenne) è il co-mitato che riunisce i logopedisti europei. Membri del CPLOL sono le Asso-ciazioni professionali nazionali dei logopedisti che rispondono ai criteri di adesione fissati dalla Assemblea Generale. Le Associazioni di paesi europei che sono al di fuori dell'Unione Europea possono essere ammes-si come osservatori. Dal 2007 il CPLOL è composto da 31 organizzazioni professiona-li di logopedisti appartenenti a 28 Paesi. Le Associazioni membri del CPLOL rappresentano più di 60000 professionisti. L'indirizzo postale è: CPLOL, 145 Bd Magenta, F-75010 Parigi. e-mail: [email protected] web: www.cplol.eu

Giornata Mondiale del Rene12 marzo 2009Anche quest'anno la giornata

mondiale del rene vedrà la par-tecipazione e la collaborazione della SIN e della FIR.Sul sito www.sin-italy.org ci sarà la possibiltà di conoscere quali strut-tre, regione per regione hanno ade-rito alle iniziative legate a questa giornata, come i progetti “Scuo-le”, “Camper/Gazebo” e in parti-colare le “Porte aperte”, cioè am-bulatori 'free', che si occuperan-no di misurazioni PA, sticks per esame urine, ecc.Info anche sul sito della FIR: www.fondazioneitalianadelrene.org/

EliceLa parte del padiglione che circonda l'orec-chio partendo dalla conca fino al bordo su-periore del lobo.

DSM-IV-TRManuale diagnostico e statistico dei distur-bi mentali. Lo scopo del DSM-IV-TR è quello di fornire descrizioni chiare delle categorie diagno-stiche, al fine di consentire ai clinici e ai ri-cercatori di classificare e studiare i diversi disturbi mentali e di curare le persone che ne sono affette. Poiche` l`intervallo tra il DSM-IV e il DSM-V sara` piu` lungo rispet-to a quello trascorso tra le versioni prece-denti, si e` resa necessaria una revisione del

testo, aggiornata al notevole quantitativo di ricerche pubblicate ogni anno.

Eosinofili:Sono cellule del sistema immunitario così chiamate per il fatto che all'interno del ci-toplasma presentano delle granulazioni che si colorano con un colorante partico-lare chiamato eosina la quale li fa appari-re di un colore rosato.Vengono prodotti dal midollo osseo e sono importanti nella risposta immunitaria so-prattutto nei confronti dei parassiti. Nella loro membrana, hanno un recettore verso le IgE, che sono coinvolte nelle reazioni al-lergiche, in quanto i granuli specifici del ci-toplasma eosinofilo contengono l'istaminasi (enzima che idrolizza l'istamina, quindi ha un'azione antinfiammatoria). Gli eosinofili

sono gli unici in grado di contrastare gli el-minti grazie alla proteina basica principale, che si trova all'interno dei loro granuli.

Oligoterapia: Nasce nel 1894 con G. Bernard il quale sco-prì che gli elementi traccia nel nostro or-ganismo non erano delle impurità, ma era-no essenziali sia pure in minime quantità, alle funzioni metaboliche del nostro orga-nismo. Gli oligoelementi come alluminio, calcio, cobalto, ferro, fluoro sono presenti in tutti i tessuti sani di tutti gli organismi viventi, hanno una concentrazione tessu-tale relativamente costante; la loro caren-za induce alterazioni strutturali e fisiolo-giche, il loro utilizzo, previene e guarisce le affezioni morbose provocate dallo sta-to carenziale.

“Le diete come prevenzione dell’obesità infantile: strategie nutrizionali, dalla gra-vidanza all’età scolare”

“La dieta mediterranea o meridionale corso di aggior-namento e.c.m. per biolo-gi, medici, chimici, tecno-logi alimentari"Salerno 3 e 4 Aprile 2009Incontro di formazione per docen-ti di scienze e Referenti alla salute SALA ”Via Lattea” Centrale del Latte di Salerno S.p.A.Tel. 089/685220Fax. 089/685230Cell. 348/1340815

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Le Università Popolari AssociateAbruzzoUniversità Popolare Adriatica Abruzzese Presidente: Gian-carlo Sciarretta- 3338269910e-mail: [email protected]à Popolare Chieti - Giovanni Paolo II Presidente: Antonio Tiberio - 3383162661

BasilicataUniversità Popolare Lucana Presidente: Francesco Vittorio Solimena Tel. 0971 650601 e-mail: [email protected]à Popolare di Matera Presidente: Nicola Franchino

CalabriaUniversità Popolare Euromediterranea di Marina di Caulo-nia, Presidente: Giuseppe Ventra - Tel. 096482682 Università Popolare “PACE” di Reggio Calabria Presidente: Maria Letizia Romeo Tel. 0965 373464, 348 6177048.

CampaniaUniversità Popolare di Acerra Presidente: Alfonso Buonin-contro Tel. 081 5201547 e-mail: [email protected]à Popolare di Arzano “Unitiberio” Presidente: Paladino Lucantonio Tel.0817312678, e-mail:[email protected]à Popolare di Avellino Presidente: Tommaso Fusco Tel. 0825 781515, e-mail: [email protected]à Popolare di Battipaglia Presidente: Gerardo Chiumiento Tel. 0828 53225, 333 4252759Università Popolare “Carlo III” Presidente: Vincenzo Petrocco Tel.0816174558,3284476470, e-mail:[email protected] Università Popolare di Casoria Presidente: Giovanni Liccar-do Tel.0817389086, fax 0817369626. E-mail: [email protected]à Popolare per l’Europa Presidente: Patrizia Sco-gnamiglio Tel. 081 7740358, 339 7305754, E-mail: [email protected]à Popolare del Fortore Presidente: Carmine Agosti-nelli Tel + fax 0824 963393 , [email protected]à Popolare per la Maschera di Pulcinella Presiden-te: Michelangelo Riemma Tel. 081 8856802 - 3382250809Università Popolare di Napoli Nord Presidente: Carmine Pezzullo, e-mail [email protected]à Popolare del Sannio Presidente: Antonio Di MezzaUniversità Popolare per il Servizio Civile Presidente: Enrico Maria Borrelli e-mail: [email protected]à Popolare di Scienze, Educazione, Ricerca e Formazione Pres.: R. Di Lecce - Tel.0818585275;

e-mail:[email protected] Università Popolare Stabiae “Leonardo da Vinci” Presiden-te: Giuseppe Perna Tel. 0825 754172, e-mail: [email protected]à Popolare FORMED Presidente: Dott. Antonio Peytrignet 0823.279263e-mail: [email protected]

Emilia RomagnaUniversità Popolare di Parma Presidente: Flaminio Musa Tel. 0521 287351, 236537, 3394033297

LazioUniversità Popolare ASPIC Presidente: Dr.ssa Claudia Montanari tel. 06 54225060, fax 06 54074364www.unicounselling.orgUniversità Popolare dei Castelli Romani Presidente: Massimo Marciano tel. 06 9424294 e-mail: [email protected]à Popolare “Iolanda Maiorano” Presidente: M. Marrapese tel.065294926, e-mail: [email protected]à Popolare Ippocratea (per la ristorazione) Presidente: Giuliano Manzi Tel. 06 3243952, 333 8581704Università Popolare della Multimedialità Presidente: Pietro Sportelli Tel. 06 96155208 e-mail: [email protected]à Popolare di MusicAr Terapia Presidente: Gino Stefani tel. 06.70450084Università Popolare Pontina di Terracina Presidente: Claudia Mollica tel. 347 3355071, e.mail: [email protected]à Popolare Sabina Eretum Presidente: Alberto Di Giancarlo - tel. 0765 411299, e-mail: [email protected]à Civica “Andrea Sacchi” Presidente: Stefano Canali tel. 06 9806810, e.mail: [email protected]à Popolare Tirrenica delle Scienze Presiden-te: M. Scalia, tel.0773604644,3487416091 mail: [email protected]à Popolare della Tuscia Presidente: Mario Ciccioli Tel. 0761 444032, E-mail: [email protected] - Università Popolare Centro per l’Alta Formazione Integrata Presidente: Giancarlo Rinaldi tel. 06 9486486Università Popolare della Musica di Acilia Presidente: Stefano Galafate Università Popolare CONSCOM Presidente: Maurizio Lozzi - Tel. 3931681327 - [email protected]à Popolare EARTH Presidente: Teresa BRUNO - 3356113724 tel. e fax 06.37512389 [email protected]

LombardiaUniversità Popolare “Costantino Clerici” Presidente: Luciano Biondo Tel. 02 48014174 [email protected] Università Popolare Lombarda Presidente: Calogero Bellavia Tel. 02 29521972 mail: [email protected]à Popolare Scienze Umane Presidente: Vera Paola Termali Tel. 0221597159 mail: [email protected]à Popolare degli Studi di Milano Presidente: Marco Grappeggia tel.0245408715 Mail: [email protected]

PiemonteUPBeduca - Università Popolare Biellese Presidente: Davide Coen Sacerdotti Tel.0158497380, mail: [email protected]à Popolare di Casale - ONLUS “Alfredo Vivalda” Presidente: Pietro Dallera Tel. 0142 73792Università Popolare di Torino Presidente: Eugenio Boccardo Tel. e fax: 011 8.127.879, E-mail: [email protected] Università Popolare di Vercelli Presidente: Paola Ber-nascone Cappi Tel. 0161 56285, E-mail: [email protected]

PugliaUniversità Popolare Apuliae Presidente: Francesco Favia tel. 06916503659 E-mail: [email protected]à Popolare del Salento Presidente: Valerio Martella Tel. 0832 493497, 347 3297939, e-mail: [email protected] Università Popolare del Terzo Settore Presidente: Cesa-re Gaudiano Tel. 0881 751216

SiciliaUniversità Popolare “Pedro Arrupe” Presidente: Giovanni Notari Tel.0916269744, e-mail: [email protected]à Popolare Peloritana Presidente: Domenico Scilipoti Tel. 090 6512716, e-mail: [email protected], Università Popolare di Ragusa Presidente: Giovanni Mezzasalma Via Trieste, 58 - 97100 Ragusa, Tel. 0932 622.410

ToscanaUniversità Popolare di Empoli Presidente: Giovanni Uccello tel. 0571 537218 - e-mail [email protected]

UmbriaUniversità Popolare Umbra Presidente: Santina Spiriti 0744 443939, 3930742819, email: [email protected]

I documenti per dare vita ad una Università Popolare li trovi nella sezione Scaff ale del sito www.cnupi.it

Se desideri:dare vita ad una Università Popolare, trasformare la tua Associazione Culturale in una Università Popolare,

inserire la tua Università Popolare nella nostra Confederazione, allora scrivi subito o telefona alla:

Confederazione Nazionale delle Università Popolari ItalianeDirettore: Raff aele Zito e-mail: [email protected] oppure 333.7847542

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L’elaboratore del segnale BluWavetm può essere paragonato al sistema operativo di un computer. Coordina diversi sistemi complessi. Ne risulta un livello di performance mai sperimentato con una chiarezza di ascolto nel rumore senza precedenti e un panora-ma sonoro ad alta fedeltà.

Centro Acustico