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Questa Sacra Famiglia risale al periodo in cui Michelangelo fece ritorno a Firenze dopo il primo soggiorno romano, quello stesso
periodo in cui il grande artista scolpì il celebre David.
L’opera, datata 1506-1508, è l’unico dipinto di Michelangelo presente a Firenze ed è considerata uno dei capolavori del
Cinquecento italiano.
“Ritratto di Agnolo Doni”, Raffaello, 63 cm x 45 cm, olio su tavola; Galleria Palatina (Firenze)
Durante il Rinascimento il tondo era un’opera tipica della committenza privata. Fu commissionato dal ricco banchiere Agnolo Doni, probabilmente in occasione del suo matrimonio con Maddalena, appartenente all’importantissima famiglia degli Strozzi.
Tra i vari quadri di Michelangelo, questo è uno dei lavori più importanti, a cui è legato
un interessante aneddoto, secondo il quale il Doni, vista l’opera completa e la richiesta da
parte di Michelangelo di settanta ducati per il lavoro, abbia rifiutato di pagare tale cifra; in compenso, Michelangelo, riportò con sé il
lavoro dicendo che lo avrebbe venduto per il doppio del prezzo pattuito in origine.
Le figure di Maria, Giuseppe ed il Bambino, sono raggruppate in un unico volume centrale in cui la rotazione della Madonna conferisce uno sviluppo a spirale del gruppo;le teste e le braccia della Sacra Famiglia formano una piramide inversa.
In secondo piano, emergente da una cavità con davanti una sorta di muretto grigio, si vede il piccolo san Giovanni Battista e più lontano
una fascia di ignudi, che richiamano un tema classico, come a sottolineare una umanità pagana ancora all’oscuro della dottrina
cristiana. Sullo sfondo infine si vede un paesaggio definito sinteticamente, con un lago, un prato e montagne che sfumano in
lontananza davanti a un cielo azzurrino.
Gli ignudi citano statue antiche che l'artista poté vedere a Roma: il giovane in piedi ricorda ad esempio l’ Apollo del Belvedere, mentre nell'uomo seduto subito a destra di Giuseppe, si ravvisa un richiamo al Gruppo del Laocoonte.
Gruppo del Laocoonte, Musei Vaticani (Roma)
Apollo del Belvedere, Musei Vaticani (Roma)
Il muretto dal quale spunta il piccolo San Giovanni, potrebbe rappresentare il confine reale tra presente e passato, e lo stesso Giovannino rappresenterebbe l’anticipatore dell’arrivo di Gesù.Maria che stava leggendo il libro, potrebbe anche rappresentare
la Chiesa e la sua attività di condivisione e divulgazione della dottrina cristiana tra gli uomini.
La stessa cornice realizzata da Michelangelo, merita particolare attenzione: gran parte della decorazione è vegetale, da cui spiccano quattro teste che sono rivolte verso il dipinto e rappresentano Cristo, profeti e sibille e ricordano le porte del Battistero di Firenze del Ghiberti.
Porta Nord del Battistero di Firenze, Lorenzo Ghiberti