R&S Mediobanca. Multinazionali,ilsorpassoeuropeo e... · 2008-06-06 · Enel (37,5), Telecom...

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Venerdì6Giugno2008 www.ilsole24ore.com/finanza

Indici J.P. Morgan dei titoli di Stato in valuta localeJpm EmuOBBLIGAZIONI Jpm Usa Jpm Giappone

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Base 04/02/08=100

Marzo Aprile Maggio Giugno

Pininfarina. Accordo con AleniaBolloré:30 milioni nel capitale Pag. 41

LE TENDENZELedimensioni medie stannoaumentando, avanzanoi Paesiasiatici e la Russia,l’Italia resta indietroin termini di spesa in ricerca

LE SOCIETÀ DI OGGI

Variazione in %

Indice 1sett.

1mese

1anno

Energia –2,94 1,61 1,07

Materiali 0,11 2,90 2,61

Industriali 1,22 –0,23 –16,76

Beni voluttuari 2,21 –1,98 –28,23

Beni prima necessità 1,13 –0,64 –10,96

Salute 2,08 –0,36 –22,39

Finanza –0,13 –9,48 –35,72

Informatica 1,99 1,59 –12,20

Telecomunicazione –1,29 –3,39 –20,80

Pubblica utilità 1,42 1,34 –10,69

VOLATILITÀ A CONFRONTO1

mese3

mesi6

mesi

Azioni (Msci Italia) 14,31 20,63 21,35

Obbligazioni(Jpm Italia) 4,89 4,47 4,79

Antonella OlivieriMILANO

LaclassificadiR&S-Medio-bancasullegrandimultinaziona-li conferma il trend già emersolo scorso anno. A dominare lascena non sono più le big dellacorporate America: in testa pertotale dell’attivo si conferma lagiapponese Toyota e per trova-re un gigante Usa bisogna scen-dere fino alla quarta posizione,dove, come nel 2006, si trovaExxonMobil. Ma il fatto nuovodel2007èchela"vecchia"Euro-pa è ormai riuscita nel sorpassosul Nuovo mondo quanto a red-ditività: negli ultimi dieci anninoneramaisuccesso,manelpri-mosemestre2007lamarginalitàdelle multinazionali europee èrisultatasuperiore a quella dellestatunitensiconunMon(margi-neoperativo netto) sul fatturatodioltre il 12 percento.

Se si guardasse alla Borsa, lapiù grande al mondo risultereb-beperòPetrochina(controllatadaCnpc)con466 miliardi dieu-ro di capitalizzazione. Dati daprendere con le pinze, ma le ci-nesi sarebbero comunque benpiazzate, con la telefonica Chi-naMobile(241miliardi)alquar-to posto davanti alla russa Gaz-prom (224 miliardi), maggiorproduttoremondialedi gas.

Segno comunque del nuovocheavanzainunmondodomina-to dall’energia: nel gruppo di te-sta l’80% ha a che fare con il pe-trolio, ilgasol’elettricità.Mavalla pena di segnalare che, sebbe-nesiaveroche l’energiapaga– ilRoi è del 37%, il Roe del 35%, ildoppiorispettoalleaziendema-nifatturiere – i big del compartoversano anche più al fisco, conuntaxratechenel2006arrivavaal44%controil25,5%dellemulti-nazionalidell’industria.

Per le energetiche, sul gradi-no più alto del podio si ritrovaRoyal Dutch Shell, un colossoda 179,4 miliardi. Ma tra le gran-disorelle c’èancheEni (95,9mi-liardi),chesiconfermanonanel-la classifica settoriale e 15-esimainquellagenerale.Delleutilitiesla prima è la francese Edf (176,5miliardi di attivo), seguita a di-stanza dalla tedesca Eon (116,2miliardi) e da Enel che, dopol’operazione Endesa, con 95,6miliardi è balzata dal quinto po-stodel2006 al terzo del2007.

Nella classifica settoriale del-letlc,lacapofilaèancoraunavol-tagiapponese,laNttconuntota-le dell’attivo (esclusi i beni im-materiali) di 101,3 miliardi di eu-ro, tallonata dall’americanaAT&T(99,5miliardi).Incodaal-la top ten compare anche Tele-com Italia con 35,5 miliardi, po-co più della metà della spagnolaTelefonica (67,8 miliardi), chein Europa è preceduta solo daVodafone (77,6 miliardi).Nell’auto, sul podio Toyota(209,2 miliardi), Volkswagen(138,5), Daimler (129,9). Al verti-cemondialeduetedeschesutre,chelascianoindietroleamerica-

ne Gm (96,5) e Ford (85,9). Fiat(53,3)perdeunaposizionerispet-to al 2006, scendendo al dodice-simo posto a vantaggio della co-reanaHyundai(58,7),maperca-pitalizzazionediBorsasiconfer-maottava.

Lo spaccato per area geogra-fica fornisce un’indicazione diquantocontinoisettorinelledi-verse economie. Nell’area del-la russo-asiatica le multinazio-nali energetiche pesano per il38,4% del totale del Paese. In

Giappone domina l’elettronica(31,2%), in Uk il petrolio (69%),in Germania l’auto (41%). LaFrancia rappresenta il 32% delfatturato globale delle multina-zionali nel settore cavi e gom-me, settore nel quale si distin-gue anche l’Italia col 12% graziea Pirelli e Prysmian.

Scarse consolazioni, perchèin generale l’Italia non brilla nelpanorama mondiale dei bigdell’industria. Non è una novità.Se si guarda al fatturato (in que-sto caso i dati sono relativi al2006),soloinpochicasilemulti-nazionali della Penisola hannotenutobotta.C’èl’Enichehacon-servato la settima posizionenell’energia, la stessa che avevaanche nell’89. E c’è Italcementiche, nel suo business, è ancorasettima come vent’anni fa. Fiatche nell’89 era la quinta al mon-donelsettoredell’autoèsolode-cima per fatturato. Nell’acciaiola prima, in dodicesima posizio-nesettoriale,èRiva.Nell’alimen-tare per trovare il made in Italyoccorre scendere alla 21-esimaposizione occupata da Barilla,mentreParmalatè23-esima:set-toredovenell’89Compart,setti-ma, era nel novero delle grandi.Non c’è invece traccia di italia-ne,oggicomeallora,nell’elettro-nica,nellachimica, nellacarta.

Nella classifica tutta tricolo-re, quattro gruppi per fatturatostaccano tutti: Eni (86,1 miliardidi euro nel 2006), Fiat (51,8),Enel (37,5), Telecom (31,3). Laquinta è Finmeccanica (12,5 mi-liardi), tutte le altre multinazio-nalinostranehannoungirod’af-fari inferioreai 10miliardi.

Le tendenze di fondo di que-sto aggregato ideale al verticedell’imprenditoriamondiale so-no confermate anche dall’ulti-maindagine:cresconoledimen-sioni complessive (nell’ultimodecennio +59% le industriali,+78%letlc,+103%leutilities),au-mentano gli impianti produttivioltreconfine (la direzione sem-pre più spesso è l’Asia), sale laproduttivitàpiùdiquantofacciail costo del lavoro. In Italianell’arco di un decennio il valo-reaggiuntopro-capiteècresciu-todel32%(inferioreal74%degliUsa o il 40,5% della media euro-pea), ma il costo unitario del la-voro è aumentato solo del 19%,contro il 63% degli Usa o il 27%della media continentale. Nelmondo occidentale il valore ag-giunto, ma anche il costo del la-voroperdipendentedelle italia-neèpiù bassochealtrove.

Una nota negativa riguarda lespeseperricercaesviluppoche,pur essendo aumentate in asso-luto, sono calate in percentualesul fatturato. Per non parlaredell’Italia, dove rispetto a diecianni fa l’incidenza è scesa di ol-tre 12 punti. Si salvano solo far-maceuticaehi-tech, ma in gene-ralelegrandimultinazionalipre-feriscono impiegare nei buy-back il capitale in eccesso anzi-chè investirenel futuro.

Bankitalia. In frenata il mercatodei derivati in Italia nel 2007 Pag. 39

Tlc.France Telecom lancia un’offertada 46 miliardi $ su TeliaSonera Pag. 38

Fondi. Parla l’ambasciatoreSpogli:l’Italia punti sul private equity Pag. 42

I DATI DEL RAPPORTO

Fonte:ThomsonReuters-Datastream(azioni,obbligazionievolatilitàaconfronto)-Fonte:elaborazionesudatiMsci(indicisettorialimondiali)

R&S Mediobanca. Secondo il rapporto 2007, in Europa la redditività delle grandi imprese è stata per la prima volta superiore a quella delle americane

Multinazionali, il sorpasso europeoToyota prima al mondo per attivo, Petrochina per valore di Borsa - Eni ed Enel tra i big

Indici MSCI dei mercati azionari in valuta localeMsci Italia

Base 04/02/08=100

AZIONI Msci Europa Msci Usa

Marzo Aprile Maggio Giugno

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IL CASO IBERICO

INDICI SETTORIALI MONDIALI

Quasi la metà (il 49,6%)del fatturato aggregatodelle multinazionali ita-

liane deriva da aziende con-trollate dallo Stato. Non tantoperchè il settore pubblico sia inassolutopiùinvasivochealtro-ve, ma perchè nel privato è an-cora vero che "piccolo è bello".Bastano Eni, Enel e Finmecca-nica ad alterare le statistichein un contesto, dove a parteFiateTelecom,tuttoilrestodel-le"grandi"aziendemultinazio-nali non arriva a fatturare 10miliardi.

Non c’è confronto col restodell’Europa, dove – con l’ecce-zione del Portogallo (cheesprime una sola multinazio-nale energetica, pubblica) eRepubblica ceca (solo utili-ties compaiono nell’aggrega-to di R&S) – le aziende statalicontano molto meno delle pri-vate, tanto più quando il rag-gio d’azione supera i confininazionali, come in questo ca-so. Persino in Scandinavia, do-ve la percentuale supera appe-na il 41 per cento.

Ma dove lo Stato-padroneè del tutto assente è in Spa-gna. Eppure le aziende iberi-che riescono comunque a far"sistema", senza bisogno cheMadrid si aggrappi a fette delcapitale. Un dato che fa riflet-tere, perchè, se si escludesse-ro dal campione le società acontrollo pubblico, le multina-zionali italiane (che rappre-sentano il 13,9% del Pil) conte-rebbero in casa propria menoche in Spagna (dove la stessacategoria di imprese contribu-isce al 9% del Prodotto inter-no lordo). (A.Ol.)

AFP

Il balzo dei colossi energetici. Jeroen van der Veer, Ceo del colosso petrolifero anglo-olandese Royal Dutch Shell

Tra i colossispagnoli non c’èStato-padrone

A AT&T 37

BBanca Popolaredi Milano 39

Brembo 41

C China Mobile 37

E Edf 37

Enel 37

Eni 37

Eon 37

ExxonMobil 37

F Fiat 37

Fortis 41

FranceTelecom 38

G Gazprom 37

IImmobiliareLombarda 39

Italcementi 37

L Lottomatica 41

M Manutencoop 41

Mediobanca 39

N Ntt 37

P Petrochina 37

Pininfarina 41

Pirelli 37

Prysmian 37

RRoyal DutchShell 37

T Tata 41

TelecomItalia 37

TeliaSonera 38

Toyota 37