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magazine n. 21 ottobre 2010 Rrose Sélavy EMILIO ANTINORI CARLO DE MATTIA

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EMILIOANTINORICARLODE MATTIA

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[ri]ALBERO è una scultura-installazione ottenuta dal riutilizzo di cavi elettrici dismessi e ricombinati nella forma di una palma stilizzata. L’opera interpreta il dialogo tra l’uomo e la natura nell’epoca contemporanea in un duplice significato: da un lato, la terra offre ed elabora essa stessa differenti possibilità energetiche utilizzabili dall’uomo, dall’altro, l’uomo “attaccandosi alle spine” offre la sua energia alla natura per la sopravvivenza di entrambi.

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I cavi elettrici scartati dalle produzioni vengono trasformati e re-inseriti come materia prima per una nuova produzione, in questo caso artistica. L’opera offre, quindi, uno spunto riflessivo che “pungola” le coscienze dei consumatori e dei produttori circa la valutazione del Ciclo di Vita dei prodotti (LCA – Life Cycle Assessment). Occorre ridurre il più possibile l’immissione di nuovi prodotti nell’ecosistema assumendo un nuovo atteggiamento nei confronti dei rifiuti. “Ri” come ricostruzione di un qualcosa pre-esistente in natura ad opera dell’uomo, attraverso la cultura. Essa trasforma la natura e la modifica fin dal profondo.Ri-albero, con i suoi cavi e i suoi terminali elettrici, è una testimonianza del ruolo dell’energia per la sopravvivenza del mondo, che vede, nella vita dell’uomo, un’inesorabile e progressiva sostituzione del fuoco con l’elettricità.Una volta passata l’importante crisi mondiale economica ed energetica, l’uomo si troverà a dover ridimensionare le proprie risorse e, in ultimo, riscoprire le proprie qualità originali: l’arte, la manifattura, la localizzazione dei mercati, una maggiore unità politica, economica e sociale tra i popoli. L’albero accompagna l’uomo nella sua plurimillenaria esperienza e ne diventa, inevitabilmente, simbolo di un ritorno alle sue origini. Albero è sinonimo di vita, di crescita, di sviluppo, di contemplazione, di protezione, fino a riassumere i misteri della morte e della rina-scita, in una perpetua rigenerazione. E’ depositario di conoscenza (nell’Eden, a fianco all’albero della vita, compare l’albero della conoscenza), l’unica risorsa per evitare che il mondo biologi-co collassi.Come per le versioni precedenti, in cui la materia prima erano i pneumatici, Ri-albero è ancora una volta socialmente ed ecologicamente utile e, a differenza di ciò che avviene nell’opera d’arte tradizionale in cui l’unicità del pezzo è un requisito fondamentale, il suo significato e la sua utilità crescono man mano che viene.

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Un enorme fascio di tubi desti-nati a impianti idraulici ed elettrici svetta dalla Rocca Le-onina di Ripe San Ginesio (MC). Paesaggio. Forma archi-tettonica e materia artificiale confluiscono e si sostengono a vicenda in un gesto dal forte slancio vitale, per la valorizza-zione e la visibilità delle risorse locali nel mondo "piatto" della globalizzazione. Le sfumature rossastre degli elementi artifi-ciali vogliono attrarre l'atten-zione sulla problematica con-temporanea relativa all’uso smodato e irresponsabile dei disserbanti nei nostri territori ad opera di istituzioni pubbli-che e di privati.

ORLANDO FURIOSO

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RSL’Installazione “gam AGE”(gam deriva dal sanscrito e indica il concetto di “unione”) riguarda gli effetti della trasformazione della materia di scarto sull’organismo umano e, più in generale, sulla condizione umana del futuro. Due gambe ataviche e imponenti sono sostenute da piedi volutamente fuori proporzione e diversi tra loro, come se appartenessero ad una figura biblica ed epica che percorre l’intera parabola temporale nella vita materiale umana. Le due gambe pongono un interrogativo sul destino di una umanità che sta insolubilmente alterando se stessa e la loro asimmetria morfologica rappresenta la parte soggiogata e la parte consapevole dell’uomo stesso nel suo divenire.I materiali utilizzati sono tutti derivanti dall’information technology: scarti di tastiere, scocche, radio, telefoni, elettrodomestici che vanno a comporre un’installazione di importanti dimensioni.

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DM-A è un gruppo artistico fondato nel 2008 dall’artista designer Emilio Antinori e dall’architetto Carlo De Mattia. Le installazioni trovano la ragion d’essere nella necessità di agire in modo continuo ed integrato all’interno del ciclo di vita della materia agricola e industriale, pur mantenendo una loro sostenibilità semantica nel non voler generare messaggi estranei all’ambiente che li ospita.

DM-A