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Roma Capitale per i quartieri climaticamente neutrali Esperienze europee a confronto

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Roma Capitale per i quartieri

climaticamente neutrali

Esperienze europee a confronto

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Il Progetto CLUE Fiammetta Curcio -Responsabile Progetto CLUE per Roma Capitale

Il progetto CLUE (Distretti Urbani Climaticamente Neutri in Europa) affronta le

sfide che le città sostenibili si trovano ad affrontare nel loro cammino per

diventare carbon neutral.

Il punto di partenza del progetto è il lavoro delle città per creare i quartieri

urbani climaticamente neutri utilizzando nuove tecnologie e tecniche di

costruzione innovative per ridurre le emissioni di CO2. Uno degli obiettivi

principali del progetto CLUE è quello di rafforzare la capacità locale e regionale

nell'elaborazione delle politiche per quanto riguarda l'attuazione e la

valutazione di nuove soluzioni e tecnologie per un'economia a basse emissioni

di CO2 nelle aree urbane.

Il consorzio riunisce partner provenienti da nove enti locali e regionali, oltre a

tre Università di 9 Paesi europei. Capofila è la città di Stoccolma.

CLUE esplora le buone pratiche nella progettazione e nella realizzazione di

sistemi, soluzioni e tecnologie per i distretti urbani climaticamente neutri,

nonché i metodi per misurare, monitorare, comunicare, verificare e valutare gli

sforzi tesi alla mitigazione del clima. Le attività del progetto si sono tradotte in

un database di buone pratiche e raccomandazioni politiche sulla integrazione

degli aspetti climatici nel processo di sviluppo urbano. Inoltre, i partner del

progetto CLUE hanno sviluppato linee guida per la metodologia nonché i piani

di attuazione per tutte le regioni partecipanti. I lavori del progetto si

concludono a fine 2014.

Sviluppo di una metodologia

I partecipanti sono stati impegnati nel rivedere i metodi per lo sviluppo dei

quartieri urbani climaticamente neutri. L'obiettivo è stato quello di individuare

metodi sviluppati sia nella comunità scientifica sia in quella tecnica e riferire

sulla loro attuazione effettiva nella pianificazione urbanistica e nello sviluppo

urbano.

Il progetto ha preso in esame almeno un caso studio di ciascun partner, di

ambito comunale o regionale, mostrando i loro progressi con i distretti urbani

climaticamente neutri e quali metodi hanno usato. Il progetto ha utilizzato

queste informazioni, insieme con i risultati provenienti dai seminari tecnici, per

sviluppare linee guida sul modo migliore per implementare nuove metodologie

per i distretti urbani climaticamente neutri.

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La selezione delle buone pratiche

Essendo lo scopo principale del progetto quello di identificare le buone pratiche

per giungere a distretti urbani climaticamente neutri, il progetto CLUE ha

impegnato i suoi partner nella raccolta di esempi locali su come cogliere tale

obiettivo. Come primo passo, 89 buone pratiche sono state individuate dalle

città e dalle regioni partecipanti. Questi esempi sono correlati a tutti i cinque

gruppi di lavoro del progetto:

1. Legislazione e regolamenti

2. Impegno/partecipazione del settore privato e dei cittadini

3. Strategie di pianificazione

4. Tecnologie e sistemi per il riscaldamento, il raffrescamento ed efficienza

energetica

5. Trasporti urbani

La seconda fase è stata la selezione di due o tre esempi di buona pratica in

ciascun gruppo di lavoro tematico di cui sopra. Tali esempi sono stati studiati in

dettaglio. Il risultato è quindi una raccolta di materiale completo che mostra

come le città e le regioni possono procedere durante la pianificazione delle aree

carbon neutral. Sono stati presi in considerazione i diversi livelli d’impegno e di

obiettivi politici in materia di mitigazione del clima, nonché i diversi stadi di

partenza di città e regioni in tutta Europa.

Il prodotto finale è la messa a disposizione di consulenza politica su come gli

esempi di buone pratiche individuati possono essere introdotti nei processi

decisionali di pianificazione nelle città e nelle regioni. Lo scambio è risultato

tanto più efficace quanto più è stata applicata nel dettaglio una metodologia di

reale interazione tra chi offre e chi riceve l’esperienza appunto di buona pratica.

La sfida dunque è quella di lavorare in tandem e di contribuire, da parte del

soggetto “offerente”, a decontestualizzare la propria buona pratica e a far

emergere il processo che ha portato a comporla con date caratteristiche e, da

parte del soggetto che la accoglie, a cercare di prevederne gli effetti sulla

propria realtà locale e i necessari aggiustamenti.

Il Progetto CLUE ha rappresentato per Roma l’occasione di studiare e far

emergere importanti spunti provenienti da due esperienze compiute dalla Città

di Amburgo nel campo urbanistico.

Questa pubblicazione intende quindi illustrarne le caratteristiche e proporre

alcune riflessioni.

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Roma Capitale e il progetto CLUE Giovanni Caudo - Assessore alla trasformazione

urbana di Roma Capitale

Roma, negli ultimi vent’anni è cresciuta in maniera

continua, spesso disordinata, saldandosi in più punti

con i comuni limitrofi. Le politiche degli ultimi anni

hanno incentivato un modello di sviluppo urbano che, oltre ad intaccare lo

straordinario patrimonio dell’agro romano, non ha fornito risposte ai problemi

pregressi. Nelle linee programmatiche dell’amministrazione guidata dal sindaco

Ignazio Marino abbiamo indicato la necessità di un cambio di rotta.

Altre città europee hanno già raccolto, negli anni passati, la sfida del

cambiamento e dedicato un impegno specifico al governo della transizione

dalla fase dell’espansione a quella di una nuova urbanità, come esito di processi

riguardanti il già costruito e abitato. Le città della vecchia Europa, avendo

sostanzialmente esaurito la fase di espansione fisica, hanno oggi nelle forme

dell’urbanizzazione la leva principale su cui agire per collocarsi entro lo scenario

globale senza perdere la loro specificità e peculiarità, potremmo dire, senza

perdere la loro storia e il loro insegnamento. Anche le città italiane, e tra queste

Roma più delle altre, per storia e cultura, hanno il compito di definire le politiche

più indicate per dare forma a una urbanizzazione senza espansione fisica. Non si

tratta semplicemente di porre un limite, pur necessario, al consumo di suolo, né

di risolvere annose diatribe sulla valorizzazione delle aree dismesse, stabilendo

soglie quantitative. Si tratta di qualcosa di più e di qualcosa di differente. Il

futuro della nostra città dipende dalla capacità di esercitare in modo pieno ed

efficace la funzione di regia pubblica, in tutte le fasi della trasformazione urbana

– dall’ideazione all’attuazione – anche per sollecitare e indirizzare investimenti

privati di elevata qualità, capaci di assicurare un rapporto più equilibrato con le

risorse ambientali, una maggiore vivibilità degli insediamenti, un’elevata qualità

delle costruzioni.

All’interno di questa prospettiva si colloca l’interesse specifico per il progetto

europeo CLUE e, in particolare, per le politiche di rigenerazione urbana della

città di Amburgo che sono illustrate in questo volume. Amburgo costituisce, a

questo proposito, un caso di grande interesse, utile per comprendere l’ampiezza

della sfida che ci attende.

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Perché distretti urbani climaticamente neutrali? Franco La Torre - Responsabile Progetto CLUE per Risorse per Roma S.p.A.

Oggi, più della metà della popolazione mondiale vive in aree urbane e questa

percentuale è destinata ad aumentare. La stessa tendenza vale in Europa: la

vasta urbanizzazione iniziata dopo la seconda guerra mondiale continuerà e 4

su 5 europei vivrà in aree urbane entro il 2050.

Per questa ragione, ciò che si farà in città può costituire un contributo

fondamentale alla mitigazione delle conseguenze del cambiamento climatico.

Infatti, le città:

• sono territori dove si sprigionano rilevanti quantità di CO2, rappresentando

un ambito fondamentale per ridurre le emissioni,

• nel loro processo di crescita, possono sperimentare le migliori tecnologie

disponibili,

• sono abitate, spesso, da residenti giovani, sensibili alle questioni ambientali

e più portati al cambiamento.

L’esperienza del progetto CLUE evidenzia che le soluzioni, per far fronte al

cambiamento climatico, sono prevalentemente soluzioni urbane.

Prima di tutto l'uso di combustibili fossili, come principale fonte di emissioni di

gas serra, è determinata dalle condizioni locali, di carattere fisico, climatico o

economico, come evidenziato dai settori della mobilità e del condizionamento

(riscaldamento/raffreddamento).

Le condizioni climatiche e geofisiche locali determinano le scelte nella

produzione di energia rinnovabile: il vento per le turbine eoliche, le montagne

per l'energia idroelettrica, la luce del sole per il fotovoltaico e il calore

geotermico; che non deve essere captato troppo in profondità, ecc.

La fattibilità delle scelte dipende, fortemente, dal sistema delle infrastrutture

urbane, dalla normativa, dalle conoscenze e, non ultima, dalla volontà politica.

Le città possono trarre vantaggio dall’esperienza di altre città.

L’esperienza degli ultimi anni dimostra che i processi di pianificazione urbana

sono espressione di culture e istituzioni locali.

Le aree urbane climaticamente neutrali di altre città possono essere fonte di

ispirazione. Esse non possono agire come modelli da copiare poiché le

condizioni fisiche e istituzionali di ogni città sono uniche.

La neutralità climatica

La neutralità climatica si propone di sviluppare strategie e azioni che evitino il

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cambiamento climatico globale, attraverso l'eliminazione delle emissioni di

anidride carbonica derivanti dai prodotti e servizi. Città, imprese e altre parti

interessate attualmente utilizzano il concetto di neutralità climatica in modi

diversi, quando si riferiscono ad ambiti come orari, attività, settori e aree

geografiche.

Non c’é consenso sulla definizione di neutralità climatica, tanto meno su cosa

comprenda. I concetti, attualmente disponibili, sono zero emissioni di carbonio,

rete di carbonio pari a zero, emissioni zero e basso tenore di carbonio.

Un’attività rigorosamente a zero emissioni di carbonio significa che nessun

carbonio è emesso a all'interno del confine geografico della città (trasporti,

energia elettrica, produzione) e all’esterno (ciclo di prospettiva di vita di energia

elettrica, combustibili, ecc).

Ciò significa che nessun bilanciamento o compensazione sono ammessi. Questo

è praticamente impossibile. Le restrizioni alle compensazioni commerciali sono,

quindi, cruciali per la discussione di neutralità climatica nella pratica. Nella

definizione, utilizzata dalla Commissione britannica per lo sviluppo sostenibile

(Commissione per lo sviluppo sostenibile del Regno Unito, 2007), la limitazione

delle compensazioni è discussa nella definizione di un'organizzazione carbon

neutral, come segue:

"Uno che non provoca accumulo netto di CO2 nell'atmosfera. Pertanto, la

neutralità di carbonio consente che le emissioni siano canalizzate verso altro

luogo, un processo che si chiama ”offsetting (compensazione)”. Tuttavia, la

Commissione mette in guardia contro una politica di neutralità di carbonio che si

concentra esclusivamente sull’offsetting (compensazione) del carbonio. Poiché

l'obiettivo dovrebbe essere quello di ridurre le emissioni complessive nel corso del

tempo, le emissioni semplicemente compensate senza una strategia di gestione

del carbonio in atto è, nella migliore delle ipotesi, errata e, nel peggiore dei casi,

controproducente."

Una definizione di neutralità climatica che potrebbe essere utile è quella

suggerita dalla Commissione Economica delle Nazioni Unite per l'Europa

(UNECE) nel rapporto sul clima “Città Climaticamente Neutrali” del 2011:

"Mitigazione e adattamento sono le due facce di una strategia urbana per la

neutralità climatica. Tale strategia suggerisce che:

a. le città mirano a raggiungere zero emissioni di gas a effetto serra, riducendo

le emissioni il più possibile e sviluppando meccanismi per compensare le

emissioni residue inevitabili, e

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b. le città mirano a diventare a prova di clima, o resilienti agli impatti negativi

del cambiamento climatico attraverso il miglioramento delle loro capacità di

adattamento."

Il suggerimento dell’UNECE per la mitigazione e l'adattamento potrebbe

essere utilizzato per stabilire gli obiettivi per la neutralità climatica nei

distretti urbani.

La definizione proposta dall’UNECE è molto aperta e, allo stesso tempo, vaga.

Ha il vantaggio di proporre nuove idee e di coinvolgere nuovi attori, in una

prospettiva ampia, per sostenere l'innovazione e lo sviluppo per la neutralità

climatica. Allo stesso tempo, invita le città ad essere trasparenti, per favorire una

partecipazione responsabile, da parte di tutti i portatori d’interesse, al fine di

evitare il "green washing".

Il rapporto UNECE rimanda ad una visione più olistica di sviluppo.

"Mentre la neutralità climatica è una strategia per essere 'clima-smart', è anche

un mezzo per affrontare altre sfide ambientali, economiche e sociali.”

Questo è un aspetto importante e tende a rafforzare il messaggio

fondamentale: l’obiettivo della neutralità climatica nei distretti urbani deve

essere collegato ai temi, più generali, dello sviluppo urbano sostenibile. Tale

connessione è necessaria per evitare la sottovalutazione di ambiti e tematiche,

vale a dire l'attuazione di misure di mitigazione del clima, che creano nuovi

problemi riguardanti altre questioni.

Città e mitigazione climatica globale

Le città occupano solo il 2% della terra emersa del mondo. Allo stesso tempo,

sono i principali responsabili del cambiamento climatico e rappresentano il 75%

del consumo energetico mondiale e fino all’ 80% delle emissioni globali di gas

serra (Dulal & Akbar, 2013). Poiché le città sono fonti piuttosto concentrate di

grandi emissioni di gas serra, dovrebbero essere una priorità nelle politiche

climatiche. Inoltre, l'urbanizzazione continua vedrà crescere le aree residenziali.

Impatti del cambiamento climatico – quali l'innalzamento del livello del mare,

inondazioni, cicloni più frequenti e più forti, più ondate di calore e siccità,

malattie tropicali in zone a clima temperato, con lo spostamento di zone

ecologiche – avranno un effetto devastante sulle diverse aree urbane.

Teniamo presente che, circa, il 90% delle le grandi città si trova lungo le coste. Il

cambiamento climatico può influenzare le infrastrutture e i servizi urbani

causando un danno patrimoniale e il peggioramento della qualità della vita

nelle città. Tuttavia, le città sono anche luoghi di innovazione, comunicazione e

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commercio e hanno la possibilità di guidare l'azione globale per la mitigazione

dei cambiamenti climatici. Le singole decisioni e le politiche possono avere un

impatto e contribuire agli effetti globali, soprattutto se impariamo dai successi e

fallimenti propri e degli altri.

Con l'obiettivo di ridurre le cause del cambiamento climatico, alcune città hanno

creato la tendenza di includere gli obiettivi di riduzione dei gas serra nei piani di

sviluppo urbano. L'adozione di obiettivi di riduzione delle emissioni da parte dei

governi di tutto il mondo è iniziato con la ratifica del Protocollo di Kyoto:

"Riduzione del 5% delle emissioni di gas serra entro il 2012, rispetto ai livelli del

1990”. L'Unione Europea definisce le proprie ambizioni come "20-20-20",

impegnandosi a ridurre del 20% le emissioni di gas a effetto serra dell'UE, il

miglioramento del 20% dell'efficienza energetica dell'UE e un aumento del 20%

della quota di energie rinnovabili per il consumo di energia entro il 2020.

Attualmente ci sono circa 6000 città, in tutto il mondo, che hanno fissato

obiettivi per la mitigazione dei cambiamenti climatici. Queste città hanno

sviluppato piani d'azione locali per ridurre le emissioni di gas a effetto serra. Nel

percorso verso il conseguimento degli obiettivi di carbonio dell’UE, molte città si

impegnano volontariamente ad aumentare l'efficienza energetica e l'uso di fonti

di energia rinnovabili. Avviato dalla Commissione Europea, il Patto dei Sindaci

sostiene gli sforzi dei governi locali per l'attuazione di una politica dell’energia

sostenibile.

Inoltre, una serie di iniziative sono state stabilite per aiutare le città in tutto il

mondo verso il raggiungimento degli obiettivi di mitigazione climatica: C40, la

Clinton Climate Initiative, UN-Habitat, 100 Resilient Cities e altre sono stati

istituite per promuovere azioni legate al clima sostenibili a livello locale. Queste

iniziative promuovono l'attuazione della politica climatica a livello urbano o

addirittura di quartiere, perché i governi locali promulgano decisioni ed

esercitano il controllo su molti fattori legati alle emissioni di gas serra e possono

prendere decisioni riguardanti l'uso del territorio, il trasporto, lo smaltimento dei

rifiuti, l’arredo urbano, i regolamenti residenziali e commerciali.

La rilevanza di questi ambiti dimostra l’importanza dell’azione locale e, di

conseguenza il ruolo che le città possono giocare nel contribuire allo sviluppo

sostenibile globale e a mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici.

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PARTE I

IBA HAMBURG

Città libera ed anseatica di Amburgo – informazioni generali

Situata nel nord della Germania, la città di Amburgo è una città-stato ed è la

seconda città più grande della Germania. E' una delle poche città tedesche in cui

la popolazione è in aumento. Studi demografici stimano che l'attuale

popolazione (1,8 milioni - 2014) crescerà di 80.000 unità entro il 2020. Di

conseguenza vi sono pochi immobili di tipo residenziale a disposizione,

soprattutto quando si tratta di alloggi a prezzi accessibili (Freie und Hansestadt

Hamburg - Behörde für Stadtentwicklung und Umwelt, 2007). La Regione

Metropolitana (Land) di Amburgo, regione economica della Germania di cui

fanno parte anche alcune zone della bassa Sassonia, Schleswig-Holstein e

Mecklenburg-Vorpommern, ha una popolazione di circa cinque milioni di

persone.

La città ha una superficie di circa 755 km² e racchiude ampi spazi di verde,

percorsi d'acqua e boschi: oltre il 16% della superficie urbana è costituito da

parchi, zone ricreative e paesaggi in periferia adibiti all'agricoltura. Questi

potrebbero rappresentare solo alcuni dei motivi per cui la città vanta un alto

tenore di vita ed abitazioni di qualità. L’8% della superficie urbana è costituito

da ruscelli, stagni e laghi (ad esempio l'Alster interno ed esterno). Le aree

portuali occupano all'incirca 74 km² della superficie urbana. Il fiume Elba non è

solo fondamentale per il porto industriale, ma funge da confine naturale

suddividendo la città in piccole zone.

Situata lungo il corso del fiume Elba, Amburgo è rinomata per essere uno dei

principali centri del commercio grazie alla sua posizione strategica a cavallo tra

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il Mare del Nord e il Mar Baltico. La città vanta il terzo porto più grande

d'Europa e, in termini di movimentazione di container, rientra nella classifica dei

venti porti più importanti al mondo. I principali settori industriali di Amburgo

sono l'aviazione civile, la trasformazione di prodotti alimentari e l'industria

pesante (metallurgia).

Per raggiungere gli obiettivi stabiliti nella politica climatica nazionale e

migliorare la qualità della vita ad Amburgo, il Governo (Senat) ha approvato il

Piano di Azione per il Clima 2007-2012 contenente quasi 500 progetti diversi

pianificati, avviati o realizzati durante il suddetto periodo. Tra il 2007 e il 2012 il

piano è stato monitorato ed aggiornato annualmente. Al di là dei singoli

progetti, un contributo fondamentale per l'implementazione delle misure a

protezione dell'ambiente è stato rappresentato dai sussidi statali per la

costruzione di nuovi edifici ad alta efficienza energetica, le operazioni di retrofit

sul parco immobiliare esistente e l'integrazione delle energie rinnovabili.

L’obiettivo complessivo era una riduzione del 40% delle emissioni di CO2 entro il

2020 e dell’80 % entro il 2050. Le emissioni di CO2 pro capite sono state ridotte

del 15 % rispetto al 1990. (Bürgerschaft der Freien und Hansestadt Hamburg,

2013)

Nel 2013 il piano di azione per il clima è stato seguito dal piano consolidato per

la protezione del clima e dal piano di azione denominato “adattamento al

cambiamento climatico”. Il piano consolidato prevede diversi interventi che

riguardano principalmente i campi della mobilità, dell'edilizia e dell'efficienza

energetica, tutti atti a garantire un approccio olistico al raggiungimento degli

obiettivi. Il Piano Consolidato scade nel 2050, ma il 2020 ne rappresenta la

prima tappa fondamentale. Il piano prevede, a partire dal 2020, una riduzione

annuale nelle emissioni di CO2 pari a 2 milioni di tonnellate. Quello che più ci

preme è che il piano stabilisce che gli sforzi della IBA di Amburgo devono essere

portati avanti ovvero che vadano sviluppati nuovi progetti e conclusi quelli

esistenti.

La Fiera Internazionale dell'Edilizia (IBA) - Amburgo 2013

Le fiere internazionali dell'edilizia sono una tradizione consolidata in Germania.

La prima fiera venne organizzata nel 1901 a Darmstadt (Alture di Mathilden) con

l'obiettivo di presentare le tecnologie più avanzate nel settore dell'edilizia ad un

vasto pubblico internazionale nel contesto delle esibizioni mondiali. Gli IBA

hanno rappresentato una prestigiosa piattaforma per l'architettura e la cultura

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dell'abitare. Le fiere dell'edilizia possono essere viste come laboratori e spinte

propulsive dello sviluppo urbano e si spingono oltre la mera rappresentazione

di architettura e tipologie costruttive. Gli IBA sono una sorta di task force che si

prefigge delle scadenze ben precise. Nel 2006, la libera e anseatica città di

Amburgo ospitò la IBA e la Fiera Internazionale del Giardino (FIG) per

promuovere la riqualificazione della zona "al di là del fiume Elba", ovvero per

creare nuove opportunità di sviluppo per le isole dell'Elba (Wilhelmsburg e

Veddel) e il porto di Harburg. La IBA e la FIG vennero istituite dalla città di

Amburgo nel 2006 proprio con questo scopo. Entrambe sono di proprietà della

città ed interconnesse in termini di organizzazione e management. Alla IBA

vennero inizialmente riconosciuti fondi per 100 milioni di euro, successivamente

ridotti a 90 milioni di euro con l'avvento della crisi del 2009. L’obiettivo della IBA

era di sviluppare progetti per il “futuro della metropoli” tra il 2007 e il 2013.

Questo punto verrà approfondito più avanti. L'obiettivo complessivo era di

rendere le isole sull’Elba quasi interamente dipendenti dalle energie rinnovabili

entro il 2050. (International Bauaustellung IBA Hamburg GmbH, 2010)

Sede dell'IBA – Wilhelmsburg, Veddel, Porto di Harburg

L'IBA opera nei due distretti di Wilhelmsburg e Veddel e nella zona del porto di

Harburg. Con una superficie di 35 km² e 55.000 abitanti, questa zona è l'isola

abitata più grande d'Europa L'isola è situata sul fiume Elba che la separa dalla

città di Amburgo a Nord. Il panorama urbano dell'isola è costituito dalla zona

portuale ad Ovest e dalle zone industriali a Nord. Inoltre, l'isola è attraversata da

infrastrutture fondamentali per il trasporto nazionale: una linea ferroviaria

strategica che attraversa il paese da Nord a Sud, una delle due autostrade

principali ed una strada di grande comunicazione. Questa zona è collegata alle

altre parti della città attraverso il servizio ferroviario metropolitano (S-Bahn), gli

autobus e una nuova pista ciclabile che attraversa il porto e la vecchia galleria

dell'Elba.

Caratteristica è la suddivisione della zona in 15 distretti, ognuno risalente a

periodi storici diversi. Nella zona vi sono numerosi edifici e paesaggi: dalle case

indipendenti situate nelle zone agricole e rurali ai palazzi alti delle zone

residenziali tipiche degli anni settanta e le zone commerciali, dai piccoli

appezzamenti di terreno di proprietà del comune (destinati ad orti urbani) agli

ampi spazi dedicati allo stoccaggio dei container.

Da molti anni nei distretti di Wilhelmsburg e Veddel si trovano principalmente

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piccole imprese, industrie e alloggi per la classe operaia. Situati nelle immediate

vicinanze del porto e offrendo alloggi a buon mercato, questi due distretti

attirarono numerosi operai e immigrati poco istruiti. La diffusione sempre

maggiore di sistemi automatizzati e l'introduzione dei container richiesero spazi

più ampi per il porto e portarono al progressivo abbandono delle operazioni

portuali (e quindi del fabbisogno di forza lavoro). Questo comportò inoltre un

progressivo decadimento della zona. Inoltre, in seguito alla grande inondazione

del 1962, questa zona venne ulteriormente trascurata dalle autorità di Amburgo,

soprattutto per quanto riguarda la sua funzione residenziale. Nella zona si

svilupparono principalmente le attività industriali ed il porto. Il distretto era

caratterizzato da case popolari, una discarica (Mülldeponie Georgswerder), una

zona di stoccaggio container e autostrade. (Freie und Hansestadt Hamburg -

Behörde für Stadtentwicklung und Umwelt, 2013).

Popolazione e imprese

Nonostante durante gli ultimi anni siano stati realizzati numerosi interventi,

Wilhelmsburg rimane una zona socialmente svantaggiata rispetto ad altri

distretti di Amburgo. Molti residenti fanno affidamento ai sussidi sociali, sono di

origine immigrata e spesso non hanno terminato gli studi scolastici. Il reddito

medio è inferiore (-25%) rispetto alla media di Amburgo. Va però sottolineato

che la situazione è in miglioramento dal 2006. (Freie und Hansestadt Hamburg -

Behörde für Stadtentwicklung und Umwelt, 2013)

La percentuale di case popolari (30%) è relativamente elevata rispetto ai livelli di

Amburgo (11%). Va evidenziato però che i contratti agevolati di locazione

scadranno nel 2017 e quindi probabilmente scenderà anche il numero di alloggi

popolari. Bisogna considerare che alcuni progetti di retrofit per le case popolari

termineranno a breve e che quindi vi è anche una possibilità concreta che tale

numero non scenda affatto. L'affitto medio per questi alloggi è aumentato di 0,6

euro raggiungendo quota 7,99 euro al m2 (2012), comunque molto inferiore

rispetto a quello che viene pagato ad Amburgo (10,99 euro al m2). (Analyse &

Konzepte - Beratungsgesellschaft für Wohnen, Immobilien und Stadtenwicklung

mbH, 2012, p. 13)

Il più significativo contributo all'economia di Wilhelmsburg viene dalle attività

industriali e dalle piccole imprese che dipendono dalle attività e dai servizi

portuali, che sono destinate a rimanere stabili nel tempo. Inoltre, Wilhelmsburg

offre la possibilità di vivere nelle immediate vicinanze della propria sede di

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lavoro, un aspetto che verrà ulteriormente migliorato in futuro. Vi sono diverse

zone industriali, un'industria creativa in crescita e altri settori industriali. Nella

recente "Wilhelmsburg central" sono state costruite un centro medico, una

residenza sanitaria assistenziale ed altri servizi.

La percentuale di studenti che risiedono nell'isola e che conseguono il diploma

scolastico (Abitur) è aumentata dal 23% (2008/2009) al 29% (2012). Ad

Amburgo la percentuale è del 54% (2011). Parallelamente è diminuita la

percentuale di studenti che abbandonano la scuola senza aver conseguito il

diploma dal 25% (2008/2009) al 15% (2012). Una percentuale che comunque

rimane di gran lunga superiore alla media registrata ad Amburgo (7 %). Il tasso

di disoccupazione è diminuito ed ora si è assestato sui livelli registrati ad

Amburgo (11%). (Analyse & Konzepte - Beratungsgesellschaft für Wohnen,

Immobilien und Stadtenwicklung mbH, 2012, pp. 20-21).

Il Concetto di Riqualificazione Urbana per le zone “Al di Là dell'Elba“

Nonostante sia il distretto più esteso di Amburgo ed occupi una posizione

centrale, Wilhelmsburg è stata trascurata per molti anni dalle autorità di

Amburgo e dai suoi cittadini. Visto lo stato di degrado in cui versava

Wilhelmsburg, i residenti si sono attivati ed hanno organizzato una conferenza

per discutere sul suo futuro. Hanno così sviluppato una visione per il futuro di

Wilhelmsburg, creando una sorta di Libro Bianco (Weißbuch). Tra gli interventi

ritenuti prioritari vi sono: il miglioramento delle scuole e del trasporto pubblico

e la costruzione di zone residenziali dedicate alle famiglie. (Zukunftskonferenz

Wilhlemsburg, 2002)

Da qui, nel 2003, nacque l'idea della riqualificazione delle zone “Al di là

dell'Elba” un progetto del Ministero per lo Sviluppo Urbano ed Ambientale

(Behörde für Stadtentwicklung und Umwelt, BSU). Il progetto intendeva far

fronte alla crescente domanda per nuovi spazi residenziali e approvava l'idea

che il distretto richiedesse una riqualificazione delle zone centrali e non

un'espansione delle zone di periferia situate a nord.

Nel 2013, per dare ulteriore spinta al processo di riqualificazione delle zone “Al

di là dell'Elba”, la città di Amburgo scelse di tenere l'IBA e la Fiera

Internazionale del Giardino (FIG) al centro dell’isola fluviale di Wilhelmsburg. La

IBA e la FIG vennero istituite dalla città di Amburgo nel 2006 proprio a questo

scopo. Entrambe sono di proprietà della città ed interconnesse in termini di

organizzazione e management. Alla IBA vennero inizialmente riconosciuti fondi

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per 100 milioni di euro, successivamente ridotti a 90 milioni di euro con

l'avvento della crisi del 2009.

“E' consuetudine che, a livello organizzativo, un IBA goda di una certa

indipendenza dalle unità amministrative tradizionali. Solitamente essa viene

costituita sotto forma di una GmbH tedesca, ovvero una società a responsabilità

limitata. Gode quindi di una buona autonomia rispetto alle gerarchie

amministrative tradizionali e può quindi muoversi come se fosse una società

privata. Nonostante un IBA non abbia poteri indipendenti o responsabilità

amministrative, ha un ambito di sua competenza che viene stabilito dal

parlamento (Bürgerschaft ad Amburgo) e legittimato attraverso processi

democratici.”

IBA - Tematiche principali

La IBA di Amburgo affrontò tre tematiche fondamentali nell’ottica ci creare una

"Metropoli del Futuro". Per trovare una soluzione al rapporto difficile tra

sviluppo portuale e riqualificazione residenziale, la tematica “Metrozones”

introdusse l’idea di migliorare le periferie interne avvalendosi anche del

contributo della FIG. Vennero quindi creati "distretti di alta qualità" e si tentò di

trovare una soluzione al contrasto tra le zone lavorative e residenziali. La

tematica “Cosmopolis” affrontava il tema relativo ad una coesistenza in un

futuro che vede società urbane sempre più multi-culturali. Questo punto

valutava la diversità come un vantaggio da sfruttare ed incoraggiare attraverso

la costruzione di nuove infrastrutture e la riqualificazione urbana. Le parole

chiave erano "formazione" e "lavoro". (International Bauaustellung IBA Hamburg

GmbH, 2010)

L'ultima tematica - “le città e il cambiamento climatico” - venne sviluppata

alla luce di ciò che comporta uno sviluppo urbano nell'era post-fossile e che

non contempla l'utilizzo di energia nucleare (da notare che il 75% delle

emissioni globali di CO2 viene prodotta negli ambienti urbani). La necessità di

affrontare un tema come questo divenne ancor più urgente in seguito alla

pubblicazione del rapporto IPCC nel 2007. Questa tematica si pone l'obiettivo di

stabilire nuovi standard per le "metropoli del futuro" e di proporre interventi di

riferimento che, a livello urbano, possano rispondere alle nuove sfide introdotte

dal cambiamento climatico. Quindi, da un lato vennero sviluppate strategie e

progetti per contrastare il cambiamento climatico (cd mitigazione): riduzione dei

gas serra, aumento dell'efficienza e del risparmio energetico, promozione delle

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fonti rinnovabili. Dall'altro ci si occupò di gestire le conseguenze del

cambiamento climatico (cd adattamento). Ad ogni modo tutti i progetti IBA

dovevano rispettare un obiettivo fondamentale, ovvero il "Progetto Preliminare

di Protezione del Clima per una Wilhelmsburg Rinnovabile”, ciò comportava che

il loro bilancio globale di CO2 non poteva andarsi a sommare alle emissioni

complessive prodotte sull’isola. Per raggiungere il suddetto scopo, le emissioni

"inevitabili" di CO2 dovevano essere compensate attraverso progetti che fanno

uso di energia rinnovabile. Tutti i progetti sviluppati secondo questa filosofia

strategica avevano l’obbligo di diventare completamente rinnovabili nel lungo

termine. (International Bauaustellung IBA Hamburg GmbH, 2010)

Organigramma della IBA di Amburgo

La IBA è un'organizzazione che appartiene alla Città di Amburgo alla quale viene

riconosciuto un proprio budget. E' consuetudine che, a livello organizzativo, un

IBA goda di una certa indipendenza dalle unità amministrative tradizionali.

Solitamente essa viene costituita sotto forma di una GmbH tedesca, ovvero una

società a responsabilità limitata. Gode quindi di una buona autonomia rispetto

alle gerarchie amministrative tradizionali e può quindi muoversi come se fosse

una società privata. Nonostante un IBA non abbia poteri indipendenti o

responsabilità amministrative, ha un ambito di sua competenza che viene

stabilito dal parlamento (Bürgerschaft ad Amburgo) e legittimato attraverso

processi democratici. Di conseguenza la IBA dialoga con diverse istituzioni

ufficiali quali la BSU, il Ministero delle Finanze (titolare dei beni immobili

detenuti dalla città), le amministrazioni distrettuali di Amburgo-Centro e

Amburgo-Amburgo ed altre amministrazioni e società della città. Quando venne

istituita la IBA aveva due Amministratori Delegati (l'AD della FIG era anche l'AD

della IBA e viceversa). Tuttavia a partire dall'anno successivo a quello della sua

inaugurazione, la IBA ha avuto un solo AD. Contribuiscono al lavoro della IBA

anche diversi comitati, consigli e commissioni composte da esperti provenienti

dal mondo universitario, aziendale e istituzionale nonché i residenti e le autorità

pubbliche. Le linee guida e le delibere dell'IBA vengono approvate dal Consiglio

di Amministrazione che è composto da diversi personaggi politici tra cui il

Senatore dell'Ambiente Jutta Blankau e i suoi funzionari. Una commissione di

consulenza formata da esperti di calibro internazionale ha stabilito i cosiddetti "

Criteri di Eccellenza" e si confronta su tutte le tematiche ad essi connessi. Tale

commissione non ha alcun potere decisionale. Un gruppo di esperti ha

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sviluppato sette criteri di eccellenza a cui si devono conformare i progetti della

IBA, in questo modo i progetti non rimangono semplici progetti, ma sono fonte

di ispirazione per soluzioni inedite, ovvero soluzioni che stabiliscono gli

standard del futuro. I progetti IBA, per essere definiti tali, devono soddisfare

tutti e sette i suddetti criteri di eccellenza. Il consiglio che fornisce consulenza

sul clima e l'energia è composto da esperti nei campi della scienza, della politica

e dell'applicazione pratica. La sua funzione è di seguire il lavoro della IBA in

maniera critica e promuovere l'innovazione come parte integrante dei progetti

IBA. Il consiglio si è riunito 3-4 volte all'anno.

Una task force dedicata (Projektgruppe “Sprung über die Elbe”) venne costituita

all'interno della BSU per sostenere gli sforzi di riqualificazione urbana delle aree

“Al di là dell'Elba”. Inoltre venne istituito un gruppo deliberativo e di

coordinamento (Koordinierungskreis “Sprung über die Elbe”) che si riuniva

regolarmente per coordinare le attività e le relative amministrazioni.

Figura 1 - Organigramma della IBA Hamburg GmbH

Il compito principale della IBA è di acquisire, coordinare ed assegnare gli

investimenti privati ed eventualmente quelli pubblici. Solo in casi eccezionali la

IBA ha ricoperto il ruolo di investitore o sponsor di un progetto di costruzione.

Tutti i progetti devono superare il processo di selezione e di approvazione

prima di essere riconosciuti come progetti IBA. Un impegno maggiore verso

quelli che sono gli obiettivi dell'IBA venne ottenuto attraverso i seguenti

passaggi:

I contratti di cooperazione venivano sottoscritti con tutti i partner principali

e gli stakeholder, costituendo quindi le basi per il lavoro collaborativo IBA.

Gli accordi per l'acquisto degli immobili detenuti dalla città vengono siglati

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in base ai contratti di “Quality Assurance" sottoscritti dalla l'IBA e dai singoli

investitori. Tali contratti sancivano che tutti gli edifici dovevano soddisfare

gli Standard Minimi della IBA ovvero avere un'efficienza energetica

superiore del 30% rispetto ai requisiti stabiliti a livello nazionale (EnEV

2009).

L'IBA aveva un budget di 20 milioni di euro da assegnare a progetti

immobiliari molto innovativi. Il riconoscimento di questi fondi aggiuntivi era

vincolato, per ciascun progetto, da particolari condizioni sanciti nel

contratto di quality assurance. La maggior parte dei progetti immobiliari

innovativi ottennero i fondi messi a disposizione dalla IBA. Nel caso in cui

un progetto avesse deviato dai termini contrattuali sarebbe cessata

l'erogazione dei fondi.

Il consenso dei residenti e dei politici presenti sul territorio è stato ottenuto

attraverso la prassi, implementata dalla IBA - Amburgo, di renderli ampiamente

partecipi nei processi di pianificazione. A seconda del target e del progetto

specifico, sono state impiegate diverse strategie per coinvolgere i cittadini

residenti sull'isola. Per tutti i progetti IBA ci siamo confrontati con i

rappresentanti dei residenti sul territorio e con i diretti interessati. La

partecipazione dei residenti era fondamentale per migliorare l'efficienza

energetica attraverso, ad esempio, operazioni di retrofit. Con l'esperienza

abbiamo compreso che le popolazioni vadano convinte a livello emotivo. Un

approccio in questo senso è stato rappresentato dalle "Commissioni

Partecipative" costituite da 24 residenti che, nonostante non avessero alcun

potere decisionale, potevano avanzare le proprie proposte. L'opinione di tale

commissione è stata indispensabile. Un altro approccio utilizzato è stata una

Chat che intrattenevamo regolarmente con i Cittadini" nell'ottica di incoraggiare

un confronto aperto. Nonostante i nostri sforzi atti a coinvolgere i loro

rappresentanti, gli immigrati non sono stati rappresentati adeguatamente negli

eventi partecipativi.

Inoltre ci siamo impegnati affinché i progetti godessero di ampia visibilità. Sono

stati promossi numerosi progetti di divulgazione mirati a target diversi ed è

stata pubblicata una rivista quadrimestrale della IBA (“IBA Blick”) che riportava

gli attuali sviluppi, gli eventi ecc. Inoltre, i cittadini hanno avuto la possibilità di

esplorare i progetti sull'isola di Elba attraverso visite guidate in bicicletta o in

autobus. Venne anche installata una colonnina informativa per ciascun progetto

IBA. Informazioni sugli sviluppi dei progetti sono state messe a disposizione dei

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visitatori attraverso una serie di mostre dedicate (ad esempio sulla Energy Hill).

Inoltre la mostra permanente al molo IBA - "IBA: Lavori in Corso" - ha

rappresentato un luogo di confronto per visitatori, residenti e gruppi di esperti.

Vennero anche organizzati workshop IBA su diversi temi per garantire, da un

lato, assistenza e formazione agli esperti e dall'altro un confronto con i cittadini.

Ad esempio, il concetto della protezione del clima fu analizzato criticamente da

esperti di calibro internazionale.

Nonostante la IBA è di proprietà della città di Amburgo, ed è quindi posta sotto

il suo diretto controllo, gode di ampia autonomia nella scelta dei progetti su cui

lavorare e i concetti da sviluppare. In altre parole la città di Amburgo non emana

direttive atte a stabilire quali attività debba svolgere la IBA.

Nel 2009, per dare maggiore slancio all'uso di energia rinnovabile ad Amburgo,

il Parlamento della città fondò l'azienda municipalizzata "HAMBURG ENERGIE".

Questo rappresentò una tappa fondamentale del progetto per la trasformazione

di Amburgo nella Capitale Verde d'Europa entro il 2011. Successivamente

HAMBURG ENERGIE ricoprì il duplice ruolo di partner ed investitore

relativamente ai progetti sull'energia rinnovabile nel contesto della IBA.

Il Quadro (Legislativo) nella Città di Amburgo

L’offerta sulla base del progetto preliminare (“Konzeptausschreibung”)

Nella vendita di terreni di proprietà ad investitori o sviluppatori di progetti, la

città di Amburgo applica una convenzione interna nota come "l’offerta sulla

base del progetto preliminare” (OPP). Questo verrà approfondito in questa

sezione. Dall'inizio del 2010 diverse autorità responsabili per la pianificazione

urbana di Amburgo applicarono il metodo OPP, approvato come parte

integrante del piano per la riqualificazione delle aree residenziali. Il piano venne

sviluppato per promuovere la costruzione di immobili dai prezzi accessibili e con

ottime prestazioni energetiche. Da quando questo metodo è diventato

operativo la valutazione dei progetti preliminari per l'assegnazione dei beni

immobili viene assegnato il 70% del punteggio complessivo alla qualità del

progetto preliminare e il rimanente 30% all'offerta in termini economici.

Inizialmente il punteggio assegnato durante la valutazione dei progetti era

suddiviso in parti uguali: un terzo veniva assegnato al fattore

residenziale/sociale, un terzo al design urbano ed un terzo alle prestazioni

energetiche. Oggi viene dato maggior peso alla politica sociale unita al fattore

residenziale/sociale. Infatti il 40% del punteggio (280/700) viene attribuito al

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fattore residenziale/sociale e all'architettura/design urbano, mentre la

prestazione energetica rappresenta il 20% (140/700.). Nella valutazione

complessiva dell’OPP, la sostenibilità e la prestazione energetica costituiscono

solo il 14%.

Di solito la prestazione energetica è valutata secondo il seguente schema:

¬ KfW Immobile con Efficienza 70 (70 KWh/m2/a): 20 punti

¬ KfW Immobile con Efficienza 55: 50 punti

¬ Immobile con Efficienza 40: 80 punti

¬ Case passive: 100 punti

¬ Immobile con Efficienza Pro: 120 punti

¬ Materiali isolanti sostenibili certificati Blue Angel: 10 punti

¬ Certificazione DGNB o NaWoh: 10 punti

Ad oggi sono stati valutati 30 OPP con questa procedura. Non sussistono dei

requisiti minimi in termini di standard energetici per un immobile, tuttavia viene

assegnato un punteggio pari a zero alle OPP che non vanno oltre lo standard

nazionale. Una commissione composta da tutte le autorità pertinenti (il comune,

il Ministero delle Finanze, il Ministero della pianificazione urbanistica ed

ambientale) decide se approvare o meno le offerte pervenute in base ai suddetti

criteri. Vi sono comunque eccezioni per le associazioni e le municipalizzate

(SAGA GWG) che si occupano di edilizia popolare. L'assegnazione degli immobili

alle associazioni che si occupano di edilizia popolare viene stabilita dall'Agenzia

per le Associazioni di Edilizia Popolare (parte del BSU). (Krämer, 2014)

Questo processo di valutazione è stato usato per gli appezzamenti di

Wilhelmsburg-Central e facenti parte dell'attuale progetto di riqualificazione

urbana di Neugraben.

Quadro legislativo, incentivi fiscali e sussidi

In questa parte vengono delineate le leggi e gli incentivi fiscali più rilevanti che

vanno a formare quelli che sono i quadri regionali e nazionali. Infatti, da un lato

vi sono leggi nazionali che regolano gli standard energetici per gli edifici e l'uso

delle fonti rinnovabili e dall'altro vi sono leggi specifiche che vengono emanati

dal parlamento di Amburgo e che hanno quindi solo validità entro i confini di

sua competenza. Questo aspetto verrà approfondito più avanti. Si rende noto

che, ad oggi, solo il comune di Amburgo ha emanato una legge dedicata agli

standard energetici per gli edifici, con limiti più stringenti rispetto a quelli

nazionali. Tuttavia, con l'aggiornamento della legge nazionale, questa

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disposizione è diventata obsoleta e, ad oggi, la Città di Amburgo non ha

provveduto ad aggiornarla.

Il meccanismo Tedesco per l'acquisto di Energia immessa nella rete e la

rinnovata legge sulla produzione di energia da fonti rinnovabili

La legge sulla generazione di energia da fonti rinnovabili (EEG/ Erneuerbare

Energien Gesetz) si pone i seguenti obiettivi:

Uno sviluppo sostenibile nel settore della fornitura di energia

Accelerare lo sviluppo tecnologico per favorire la generazione di elettricità

da fonti rinnovabili

L'obiettivo principale è di portare la percentuale di Energia generata da Fonti

Rinnovabili (EFR) al 40-45% nel 2025 e al 55-60% nel 2035. Si presume che

questo obiettivo verrà raggiunto garantendo un prezzo di acquisto a coloro che

immettono EFR nella rete per i prossimi 20 anni. Il prezzo di acquisto diminuisce

con il tempo a seconda della fonte rinnovabile che viene impiegata. La legge

promuove l’EFR che viene immessa nella rete nazionale di fornitura elettrica. La

EEG stabilisce che il gestore è tenuto ad allacciare i produttori di EFR alla rete ed

ad acquistare l’EFR. Questa legge venne introdotta per la prima volta nel 1990

ed è stata oggetto di numerosi aggiornamenti per garantire che procedesse di

pari passo con gli sviluppi tecnologici politici. L'ultimo aggiornamento risale al

Luglio del 2014. Il governo tedesco ha deciso di ridurre il prezzo di acquisto

riconosciuto ai nuovi produttori di EFR e di limitare la diffusione delle fonti

rinnovabili.

Il prezzo di acquisto è stato determinante per i progetti della IBA che

prevedevano l'uso di fonti rinnovabili.

Regolamento in Materia Edilizia (EnEV 2009 - Energie Einsparverordnung)

EnEV 2009 è stato emanato dal governo nazionale e si rifà alla legge sulla

riduzione del consumo energetico negli edifici (Energieeinsparungsgesetz –

EnEG). Si prefigge lo scopo di ridurre il fabbisogno energetico primario degli

edifici. Il regolamento è stato migliorato integrando disposizioni sugli impianti

di riscaldamento e sui requisiti di isolamento termico. Tutto ciò viene fatto

nell'ottica di raggiungere gli obiettivi nazionali ovvero di rendere Carbon

Neutral l'intero parco immobiliare entro il 2050. Il regolamento stabilisce i

requisiti di efficienza energetica per diverse categorie immobiliari: residenziale,

uffici ed alcuni tipologie di edifici commerciali. Stabilisce inoltre dei valori limite

di fabbisogno energetico primario (su base annuale) e stringenti standard in

termini di dispersione di calore a seconda della categoria di immobile. EnEV

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viene applicato sia agli edifici di nuova costruzione che a quelli interessati da

operazioni di retrofit. Per garantire la massima efficienza energetica e

l'applicazione delle tecnologie più avanzate il progetto viene revisionato ad anni

alternativi. (Bundesministerium für Bauen, Stadtentwicklung und Verkehr, 2013)

Per i progetti della IBA è stato applicato EnEV 2009, mentre la versione attuale

del EnEv è stata applicata a partire dal 2014. Di seguito viene descritta la

procedura per calcolare il fabbisogno energetico primario:

Fase: 1 L'ingegneria di installazione viene compreso nel calcolo del bilancio

energetico: viene valutata quindi la dispersione durante il processo di

generazione, distribuzione, stoccaggio e conferimento dell'energia termica. Non

viene più considerata l'energia disponibile per una certa superficie (energia

utile), ma l'energia finale (quella proveniente dalla fonte) conferita al cantiere.

Fase 2: Il fabbisogno di energia finale viene calcolato in base all'energia primaria

in quanto vengono valutate - attraverso un coefficiente di energia primaria e nel

calcolo del bilancio energetico dell'edificio - le perdite dovute alla generazione,

conversione e trasporto dalla fonte. (Internationale Bauaustellung IBA Hamburg

GmbH, 2010)

Pianificazione Energetica ed Urbana - Quadro Legislativo

In Germania la pianificazione a livello comunale si conforma alla legge federale

in materia edilizia (BauGB), che disciplina l'ambiente edificato e definisce gli

strumenti principali di pianificazione urbana. Stabilisce inoltre ciò che può

essere fatto, chi ne è responsabile e le modalità in cui può essere fatto. La

pianificazione locale è svolta dai comuni secondo gli obbiettivi ed i requisiti

stabiliti a livello nazionale.

Il piano regolatore comunale non può stabilire norme in materia di

collegamento e uso della rete di distribuzione del calore. Un regolamento in

questo senso non è contenuto nella legge federale in materia edilizia. Tuttavia,

ogni stato federale stabilisce le norme per il collegamento e l'uso della rete

comunale di distribuzione del calore all'interno dei regolamenti comunali .

(Deutsches Institut für Urbanistik, 2011) Come parte del suddetto quadro

legislativo, il parlamento di Amburgo approvò una legge per la protezione del

clima (Hamburgisches Klimaschutzgesetz) nel 1997. Ad oggi Amburgo è l'unica

città-stato della Germania che ha approvato una legge di questo tipo.

L'obiettivo della legge è di proteggere il clima attraverso la riduzione del

fabbisogno energetico. Per raggiungere tale scopo la legge stabilisce requisiti

vincolanti in materia di impianti di riscaldamento elettrico, reti comunali di

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distribuzione del calore, involucri edilizi, ecc.

La Legge per la Protezione del Clima stabilisce anche che il Governo (Senat) di

Amburgo può emanare ordinanze che impongono a tutti gli edifici di nuova

costruzione, situati in una certa zona, l'allacciamento coatto alla rete comunale

di distribuzione del calore (§ 4 I HmbKliSchG). Sono esenti solo gli edifici che

presentano un fabbisogno energetico minimo (es. le case passive). La legge per

la protezione del clima rende obbligatorio l'allacciamento alla rete comunale di

distribuzione del calore per garantire che ciò avvenga per tutte le nuove

costruzioni nel quartiere di Wilhelmsburg-Central. Inoltre, attraverso la

presentazione di offerte da parte degli appaltatori e fornitori di energia

interessati a gestire la rete di distribuzione, possono essere siglati contratti di

procurement. L'assegnatario viene scelto in base al costo e alla qualità del

progetto. Il parametro fondamentale per stabilire la qualità di un'OPP potrebbe

essere il rapporto CO2/KWh.

La legge per la protezione del clima stabilisce inoltre limiti più stringenti in

termini di fabbisogno energetico rispetto a EnEV. Tuttavia, quest'affermazione fa

riferimento a EnEV 2007 ed è quindi obsoleta e richiede un aggiornamento. Va

comunque ribadito che Amburgo è l'unico stato federale ad aver emanato

un'ordinanza di questo tipo. (Hamburger Senat, 2007)

Procedure per lo Stanziamento di Fondi a confronto: Germania e Amburgo

Vi sono una serie di incentivi per i progetti che comportano: l'impiego di

energia da fonti rinnovabili, la costruzione di edifici nuovi o operazioni di retrofit

per le costruzioni esistenti. A livello nazionale i prestiti vengono erogati dalla

Banca per la Ricostruzione (Kreditanstalt für Wiederaufbau-KfW). L’entità del

prestito varia a seconda dell'indice di prestazione energetica degli edifici (es.

KfW 55 per le abitazioni (55 KWh/m2/a)). Gli indici richiesti sono più bassi

rispetto allo Standard stabilito dal EnEv (2014). A livello cittadino prestiti e

sussidi vengono erogati dalla Banca di Amburgo dell'Investimento e dello

Sviluppo (IFB - Hamburgische Investitions und Förderbank). In alcuni casi, i

prestiti/sussidi forniti dalle due banche possono essere combinati tra loro

rendendo molto vantaggiosi gli investimenti nelle energie rinnovabili o

nell'efficienza energetica degli edifici. Gli incentivi fiscali sono stati sfruttati per

diversi progetti della IBA. Possono anche fungere da Quality Assurance in

quanto vengono esclusivamente elargiti a fronte di requisiti documentabili (es.

certificato energetico-Energiepass) e molto stringenti.

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IBA di Amburgo: obiettivi raggiunti ed esperienza acquisita

Inizialmente era previsto che il progetto IBA di Amburgo si sviluppasse tra il

2007 ed il 2013. Tuttavia, il parlamento di Amburgo ha deciso di prolungare

questo periodo oltre il 2013, permettendo quindi alla IBA di sviluppare alcuni

progetti nuovi e di terminare quei pochi progetti ancora da ultimare. Da quanto

detto, si evince che la maggior parte dei progetti previsti sono stati ultimati con

pochissime eccezioni (Energia Geotermica dal Sottosuolo con scadenza nel 2015

e Abitazioni rispettose del Clima - Haulander Weg - con scadenza nel 2018). Nel

periodo 2006-2013, gli investimenti del settore privato hanno raggiunto 700

milioni di euro e sono state costruite circa 1200 nuove unità abitative nel

contesto della IBA. Inoltre sono stati identificati a Wilhelmsburg, Veddel e nella

zona del porto di Harburg siti potenziali per la costruzione di ulteriori 1800

unità abitative. Queste verranno sviluppate e realizzate a partire dal 2013. I

progetti realizzati sono stati aperti al pubblico dal 23 Marzo al 3 Novembre

2013.

I risultati dimostrano che la IBA e le FIG sono più che adeguate a promuovere il

miglioramento del tenore di vita sull'isola fluviale:

Siamo riusciti ad attirare quantità notevoli di investimenti privati.

Le numerose richieste pervenute in occasione della conferenza tenuta nel 2002

sul futuro dell'isola (es. rendere accessibile la zona di Spreehafen, creare un

centro a Wilhelmsburg e migliorare la qualità degli istituti per l'istruzione) ed

aventi quindi come obiettivo il miglioramento della qualità di vita dei residenti

sono stati resi possibili attraverso la IBA e le FIG.

Grazie ai progetti sviluppati nel contesto della IBA e delle FIG, una zona a Sud di

Amburgo - prima sconosciuta e degradata - si è trasformato in un centro di

riqualificazione urbana all'avanguardia. Il requisito fondamentale per lo sviluppo

urbano è stato quindi la concentrazione degli investimenti nell'istruzione, nel

mercato del lavoro locale e nella cultura. Tuttavia, rimangono aspetti che

richiedono attenzione e che andranno affrontati più avanti.

Entro il 2015, i progetti completati o pianificati ad oggi, contribuiranno al

fabbisogno energetico complessivo generando il 54% di energia rinnovabile e il

14% di riscaldamento da fonti rinnovabili.

Viene illustrato di seguito una sintesi degli obbiettivi raggiunti finora ed in

particolare nel campo energetico:

All'insegna della tematica “Metrozones” ci si era prefissati di realizzare uno dei

più grandi progetti edilizi ovvero un centro urbano sull'isola fluviale di

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Wihlemsburg, denominato Wilhelmsburg Central. Il centro si estende su una

superficie di 30 ettari e comprende: zone ricreative, appartamenti, uffici, zone

commerciali e di servizio. Tutto questo costituisce il cuore di Wilhelmsburg

insieme al Nuovo Parco dell'Isola sviluppato dalla FIG (International

Bauaustellung IBA Hamburg GmbH, 2010). Uno dei requisiti per questo

progetto è lo spostamento della strada principale (Bundestraße

“Wilhelmsburger Reichstraße”) nelle vicinanze della linea ferroviaria che verrà

completato nel 2019. Più avanti, questo spostamento offrirà nuove possibilità

per le piccole imprese e le zone residenziali poiché renderà disponibili nuovi

appezzamenti. La strada dev'essere spostata per favorire il suo rinnovamento e

per far fronte ad uno stimato aumento del traffico che richiederà un’

ottimizzazione operativa per la gestione del traffico sull'isola di Elba. Questi

lavori porteranno un ulteriore beneficio importante ovvero la riduzione

dell'inquinamento acustico in quanto nuove misure verranno attuate per

attenuare il rumore proveniente dalla strada di nuova costruzione e dalla

ferrovia. Inoltre le strade attuali non hanno caratteristiche sufficienti per

affrontare gli sviluppi futuri, soprattutto quelli derivanti dalle attività del porto.

La destinazione delle aree recuperate in seguito a quest'operazione è oggetto

del lavoro attuale della IBA.

Istituzione responsabile Responsabilità/compiti

Nome della società, descrizione

delle sue funzioni all'interno dello

scenario istituzionale

Descrizione del ruolo e delle responsabilità /

compiti all'interno del processo di

elaborazione IP

IBA Hamburg GmbH Promotore e Coordinatore

Ministero dello Sviluppo Urbano e

dell'Ambiente di Amburgo

Finanziatore e Consulente dedicato -

Promotore principale e Coordinatore

Working Group: JHJ Bleicherode e

egs Netzwerk Nordhausen

Esperti coinvolti

Ulteriori stakeholder coinvolti Responsabilità/compiti

Nome della società, descrizione

delle sue funzioni all'interno dello

scenario istituzionale

Descrizione del ruolo/compiti all'interno

dell'area di competenza

Le amministrazioni dei Distretti di

Amburgo Central e Amburgo

Harburg

Responsabile delle attività sul territorio (es.

Piani di Assetto Territoriale)

Amministrazione Finanziaria di

Amburgo

Proprietario del appezzamento comunale che

dev'essere venduto come parte del progetto di

sviluppo

Varie amministrazioni coordinate

dalla KKS

Responsabile di diversi settori e campi

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HAMBURG ENERGIE GmbH Installazioni energetiche principali - Investitore

SAGA GWG Associazione Cittadina per l'edilizia popolare

Investitori Investono nei singoli progetti

IBA partnership costituita da circa

150 istituzioni

Sostegno ai progetti di sviluppo della IBA

All'insegna della tematica “Metrozones” ci si era prefissati di realizzare uno dei

più grandi progetti edilizi ovvero un centro urbano sull'isola fluviale di

Wihlemsburg, denominato Wilhelmsburg Central. Il centro si estende su una

superficie di 30 ettari e comprende: zone ricreative, appartamenti, uffici, zone

commerciali e di servizio. Tutto questo costituisce il cuore di Wilhelmsburg

insieme al Nuovo Parco dell'Isola sviluppato dalla FIG (International

Bauaustellung IBA Hamburg GmbH, 2010). Uno dei requisiti per questo

progetto è lo spostamento della strada principale (Bundestraße

“Wilhelmsburger Reichstraße”) nelle vicinanze della linea ferroviaria che verrà

completato nel 2019. Più avanti, questo spostamento offrirà nuove possibilità

per le piccole imprese e le zone residenziali poiché renderà disponibili nuovi

appezzamenti. La strada dev'essere spostata per favorire il suo rinnovamento e

per far fronte ad uno stimato aumento aumento del traffico che richiederà un’

ottimizzazione operativa per la gestione del traffico sull'isola di Elba. Questi

lavori porteranno un ulteriore beneficio importante ovvero la riduzione

dell'inquinamento acustico in quanto nuove misure verranno attuate per

attenuare il rumore proveniente dalla strada di nuova costruzione e dalla

ferrovia. Inoltre le strade attuali non hanno caratteristiche sufficienti per

affrontare gli sviluppi futuri, soprattutto quelli derivanti dalle attività del porto.

La destinazione delle aree recuperate in seguito a quest'operazione è oggetto

del lavoro attuale della IBA.

Situazione del Sistema energetico nel 2007

La seguente tabella riporta il fabbisogno energetico complessivo e le emissioni

di CO2 nell'area IBA per il 2007. Il fabbisogno energetico finale per ciascun

edificio dipende dall'ambiente urbano, come è riportato nella seguente figura.

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Fabbisogno di calore 550 gigawatt ore (di cui 1% da EFR)

Fabbisogno di

elettricità

143 gigawatt ore (di cui 10 % da EFR)

Emissioni totali di CO2 200.000 tonnellate

Tabella 1 - Situazione relativa al 2007

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La produzione di energia a Wilhelmsburg per il primo anno era prevalentemente

di origine fossile. Inoltre gli impianti dell'isola non erano allacciati alla rete

distrettuale di distribuzione del calore. Vi era infatti solo una piccola rete nella

zona orientale dell'isola. Per la produzione di energia rinnovabile vennero

installate delle turbine eoliche nella discarica di Georgswerder nel 2007. Inoltre

erano stati già installati pannelli fotovoltaici su alcuni edifici.

Figura 2 - Fabbisogno di riscaldamento e acqua calda (2007)

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Figura 3 - Fabbisogno di elettricità (2007)

Una fornitura di energia proveniente esclusivamente da fonti

rinnovabili (100%) - Vision

La vision fa parte del "Progetto Preliminare di Protezione del Clima per una

Wilhelmsburg Rinnovabile" e prevede una dipendenza totale (100%) da fonti

rinnovabili entro il 2050. Il Progetto Preliminare venne preparato tra il 2008 e il

2010 da un consorzio di esperti (Commissione Consultiva per l'Energia e il

Clima) e con la collaborazione della IBA. I dati sono il risultato di un sondaggio

effettuato sugli attuali consumi energetici di vari settori (residenziale, servizi,

uffici, edifici amministrativi) attivi sull'isola. I risultati di questo sondaggio, gli

andamenti stimati del fabbisogno energetico e gli interventi necessari per la

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conversione degli attuali edifici in un parco immobiliare Carbon Neutral furono

presentati nello studio "Ottimizzazione Energetica secondo il Modello IBA

Amburgo" (Energetische Optimierung des Modellraums IBA Hamburg). Questo

studio preparò uno scenario di analisi per mettere a confronto il fabbisogno

energetico del futuro con le opportunità di risparmio energetico, un aumento di

efficienza energetica e l'uso di energie rinnovabili nei diversi ambienti urbani

delle isole sull'Elba, nonché una preparazione di interventi strategici per

ottimizzare le riserve energetiche.

Questo studio andò a costituire le basi per la preparazione della prima "cartina

energetica”, poi pubblicata nel Dicembre del 2010.

La Cartina Energetica

I risultati dello studio "Ottimizzazione Energetica secondo il Modello IBA

Amburgo" svolto con la collaborazione della Commissione Consultiva per

l'Energia e il Clima, va a costituire le fondamenta per lo sviluppo della "Cartina

Energetica" delle Isole sull'Elba ed elenca i mezzi e i progetti per i sistemi di

fornitura di energia presenti sulle isole fluviali. L'obiettivo è di poter presentare

un modello energetico tridimensionale della regione dimostrativa della IBA.

(International Bauaustellung IBA Hamburg GmbH, 2011)

Scenari

Vennero sviluppati quattro possibili scenari rappresentati attraverso cartine

energetiche (due di tipo standard e due di eccellenza) per il 2007 (inizio

dell'operato IBA), il 2013 (anno di presentazione), il 2020 e il 2050. Gli scenari

prevedevano interventi di retrofit per il parco immobiliare attuale, standard

elevati di efficienza energetica per le nuove costruzioni, una produzione in situ

di elettricità e reti distrettuali per la distribuzione di calore alimentati da EFR.

I due scenari di tipo standard prevedono un andamento normale ovvero fanno

riferimento alle condizioni che si andrebbero delineando in seguito ad un

semplice adeguamento ai requisiti nazionali di risparmio energetico ed agli

sviluppi tecnici. Non consideravano i progetti IBA.

Scenario di tipo Standard 1: andamento regolare che prevede

l'allacciamento della zona IBA alla rete distrettuale di distribuzione del

calore alimentato dalla centrale Moorburg CHP (a carbone)

Scenario di tipo Standard 2: andamento regolare che non prevede il

suddetto allaccio, ma il semplice adattamento agli effetti probabili che

avrebbe uno sviluppo delle fonti di energia rinnovabile nella zona IBA

(Internationale Bauaustellung IBA Hamburg GmbH, 2010)

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I due scenari di eccellenza si fondano sui progetti dall'alta efficienza energetica

e sul "Progetto Preliminare di Protezione del Clima per una Wilhelmsburg

Rinnovabile” della IBA. In questi scenari, le conquiste fatte in materia di

generazione di energia rinnovabile e l'ammodernamento di edifici nell'ottica del

risparmio energetico hanno un peso maggiore e si sviluppano in maniera più

rapida rispetto agli altri due scenari.

Lo Scenario di Eccellenza 1 è caratterizzato da una promozione intensiva

dello sviluppo delle potenzialità legate allo sfruttamento dell'energia

geotermica dal sottosuolo, che – qualora venisse realizzato – porterebbe

rendimenti importanti.

Lo Scenario di Eccellenza 2 prevede principalmente una diversificazione

delle fonti di energia rinnovabile. (Internationale Bauaustellung IBA

Hamburg GmbH, 2010)

I due Scenari di Eccellenza furono sviluppati come alternativa ai due scenari di

tipo Standard, per integrare i progetti concreti della IBA e per esaminare i settori

più promettenti in termini di sfruttamento di energia rinnovabile. I due scenari

hanno in comune il fatto di prevedere soluzioni locali e decentralizzate, facendo

leva sui vantaggi in termini di indipendenza energetica che deriverebbero

dall'uso di energie rinnovabili.

Cartina Energetica - Conclusioni

I risultati degli interventi previsti nel "Progetto Preliminare di Protezione del

Clima per una Wilhelmsburg Rinnovabile” furono monitorati nel contesto del

progetto nazionale dei sussidi “EnEff:Stadt – Alla ricerca della Città

Energeticamente Efficiente” sviluppato dal Ministero Federale dell'Economia e

dell'Energia, dall'Università Tecnica di Braunschweig e dal centro per la ricerca

sull'energia della Bassa Sassonia (Niedersachsen). Le proiezioni hanno

dimostrato che, entro il 2050, le emissioni di CO2 possono essere ridotte del

63% (nello Scenario di tipo Standard 1) e del 70% (nello Scenario di tipo

Standard 2). Negli scenari di Eccellenza (1e2) le proiezioni hanno dimostrato che

le emissioni di CO2 possono essere abbattute del 95% entro il 2050. Dal

sondaggio è emerso che la centrale Moorburg CHP rappresenta un ostacolo per

il conseguimento di una Wilhelmsburg Carbon Neutral entro il 2050.

Riassumendo quindi il sondaggio ha dimostrato che l'obiettivo della città di

Amburgo di proteggere il clima riducendo le emissioni di CO2 dell' 80% può

esclusivamente essere raggiunto utilizzando uno scenario di eccellenza. I

risultati dello studio indicano addirittura che un aumento della popolazione (da

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55.000 a 73.000) non sarebbe di ostacolo al raggiungimento dell'obiettivo,

ovvero di generare abbastanza EFR per le isole sull'Elba entro il 2050. Volendo

essere più esaustivi: una fornitura totale (100%) di EFR è possibile entro il 2025,

mentre il fabbisogno degli impianti di riscaldamento potrebbe essere

soddisfatta all’85% da fonti rinnovabili entro il 2050 portando le isole sull'Elba

ad essere pressoché Carbon Neutral entro il 2050. Anche prendendo come

riferimento il periodo 2007-2013, è stato possibile abbattere le emissioni di CO2

del 15 % (25.000 tonnellate). (Internationale Bauaustellung IBA Hamburg GmbH,

2010)

Verso Progetti IBA interamente rinnovabili

Per garantire che la prima fase potesse essere Carbon Neutral sono stati

realizzati diversi progetti di energia rinnovabile nell'area IBA tra il 2007 e il 2013.

Un campione rappresentativo di questi progetti verrà illustrato nella parte

successiva. I progetti IBA non ancora avviati o ultimati (al 2013) fanno parte del

nostro secondo piano di azione.

Energy Hill Georgswerder, un ex discarica che gestiva rifiuti tossici, attualmente

soddisfa il 20% dell'elettricità utilizzata dall'isola sull'Elba attraverso una turbina

eolica da 3.4 MW ed un impianto fotovoltaico da 900 kWp. Numerosi edifici di

nuova costruzione fanno uso di impianti fotovoltaici, solari termici e geotermici

raggiungendo coefficienti energetici nulli (differenza tra l'energia assorbita dalla

rete e quella prodotta in situ). Come già affermato, tutti i progetti per le

costruzioni nuove devono soddisfare standard energetici superiori (+30%) a

quello stabilito a livello nazionale (EnEv). Per quanto riguarda l'efficienza e la

sostenibilità delle risorse, il materiale usato prevalentemente per la maggior

parte dei progetti edilizi è stato il legno. Inoltre sono stati sviluppati progetti di

retrofit con le associazioni per l'edilizia popolare ed i proprietari delle case. I

progetti hanno coinvolto anche i residenti attraverso iniziative e campagne atte

a motivarli ad eseguire sulle proprie abitazioni operazioni di retrofit e interventi

per il risparmio energetico.

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PARTE II

Il Progetto HafenCity

Amburgo guarda al futuro: HafenCity – Il progetto urbano più

grande d’Europa – un punto di riferimento per lo sviluppo di una

città europea che si affaccia sull’acqua.

La città di Amburgo ridefinisce nuovi standard a livello europeo nello sviluppo

di una nuova area urbana lungo il fiume Elba.

Ad HafenCity acqua e

terraferma convivono

instaurando un

rapporto unico poiché

la zona non è né

circondata da dighe né

distaccata dal fiume. Ad

eccezione dei moli e del

lungofiume l’intera area

verrà innalzata a

un’altezza di 8-9 m sul

fiume. L’idea di

costruire su cumuli compattati artificialmente (warfts) conferisce a un’area

precedentemente caratterizzata dalle attività industriali e portuali una

topografia nuova e al contempo unica, assicurando una protezione dalle

esondazioni, ma non intaccando l’accesso al fiume e l’atmosfera tipica delle

zone portuali.

Al contempo gli obiettivi di sviluppo di HafenCity sono molto complessi.

La definizione di un distretto urbano completamente rinnovato

Lo scopo è di ridefinire una nuova area centrale in termini urbanistici e

architettonici. Composta in passato principalmente da capannoni mono piano

(che si possono ancora trovare a Oberhafenquartier) e da un numero limitato di

edifici degni di non essere demoliti, HafenCity è ora principalmente costituita da

edifici di nuova costruzione. Complessivamente le costruzioni andranno a

occupare una Superficie Lorda di Pavimento (SLP) di 2,32 milioni di m². Saranno

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costruite entro il 2025 oltre 6000 unità immobiliari di tipo residenziale per oltre

12.000 residenti, aree commerciali per oltre 45.000 posti di lavoro, ristoranti, bar,

negozi, parchi, lungofiumi, centri commerciali e aree adibite ad attività culturali

e di svago.

La reinterpretazione urbanistica e architettonica si baserà sulle strutture

esistenti, l’ambiente urbano verrà definito dallo Speicherstadt, dalle strutture

portuali, da alcuni edifici esistenti e soprattutto dalla prospettiva orizzontale e

dall’asse visivo del centro città. L’utilizzo del mattone rosso klinker nelle zone

che si affacciano su Speicherstadt e nel centro di HafenCity costituirà ulteriore

elemento caratterizzante.

Lo sviluppo da ovest ad est

La progettazione di HafenCity si sviluppa da Ovest a Est e da Nord a Sud, 56 i

progetti realizzati ad oggi e quarantanove sono attualmente nelle fasi di

progettazione o di realizzazione. Sono stati siglati contratti di vendita o accordi

di esclusiva per terreni che complessivamente occupano una SLP di circa un

milione di m². Nel frattempo HafenCity è diventata una meta ambita in cui

lavorare e vivere. Una dimostrazione dell’anima di questo distretto urbano è la

vivacità dei quartieri orientali. Sono state realizzate quasi 1.500 unità abitative

ed oltre 450 aziende hanno aperto le loro filiali a HafenCity. Nel 2013, tre

multinazionali (BP, Hanjin Shipping e Greenpeace) hanno preso in affitto uffici a

HafenCity, mentre altre aziende (Marquard & Bahls, Gebr. Heinemann e Engel &

Völkers) stanno costruendo nuove sedi o allargando quelle esistenti nel 2014.

Nel 2009 è stato completato il primo quartiere di HafenCity: Am

Sandorkai/Dalmannkai.

Nel 2011 nelle immediate vicinanze, è stata completata la realizzazione di un

secondo grande quartiere (Am Sandtorpark/Grasbrook), molto apprezzato dalle

giovani famiglie. Nel 2013 è stato aperto il parco di Grasbrook con strutture

adibite allo svago e al divertimento di adulti e bambini.

Nelle vicinanze, a Strandkai, sono stati realizzati nel 2009 il complesso edilizio

che comprende la torre Marco Polo e l’edificio multipiano per il Quartier

Generale della Unilever. Al contempo vennero aperte le prime terrazze sul fiume

Elba (Elbterrassen). Ad Est, sul lotto di terreno adiacente, sono iniziati nel 2014 i

lavori per il quartier generale della Engel Völkers e sono attesi i risultati del

bando per lo sviluppo architettonico di Strandkai Ovest (attualmente non

edificato). Nel 2011 sono terminati i lavori per il quartiere di Brooktorkai/Ericus

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in cui trovano sede DNV Germanischer Lloyd ed il Gruppo Spiegel ovvero le due

aziende che occupano il maggior numero di uffici ad HafenCity.

Le zone urbane vanno in scena sino a Baakenhafen

Con una superficie di 13,7 ettari, Űberseequartier è il cuore commerciale di

HafenCity. Gli investimenti nella zona Nord del quartiere hanno già raggiunto

360 milioni di euro. Vi sono oltre 500 residenti nella zona e molti negozi e servizi

hanno aperto le proprie attività lungo il Boulevard.

Nel 2012 è diventata operativa la metropolitana U4 offrendo collegamenti

frequenti alla stazione di Űberseequartier. Mentre la Cinnamon Tower

continuava la sua ascesa verso il cielo, nel 2014 sono stati avviati i lavori di

riqualificazione dell’ex ufficio del comandante di porto (Altes Hafenamt). Sono

inoltre in corso i lavori di preparazione per le costruzioni nella parte

settentrionale del quartiere (ancora non edificata).

Nonostante manchi ancora molto al completamento dei lavori nella zona Nord,

quelli a Űberseequartier Sud avanzano rapidamente. Nel 2014, in cui è prevista

una revisione della pianificazione e del progetto preliminare per il quartiere, un

nuovo partner ha affiancato il consorzio Űberseequartier nella joint venture.

Verranno ulteriormente sviluppate le zone adibite allo shopping,

all’intrattenimento e al miglioramento della qualità di vita e sarà migliorato il

sistema per la protezione dei centri commerciali dalle intemperie, vitale per il

loro funzionamento.

Ad Elbertorquartier (luogo in cui nel 2008 venne aperto il Museo Internazionale

del Mare nel magazzino storico Kaispeicher B) ad aprile 2014, la neo-costruita

Università di HafenCity (HCU) ha accolto i suoi primi 2000 studenti.

Nelle vicinanze, a Magdeburger Hafen, è stato completato il complesso

denominato Elbe Arcades: tra gli affittuari troviamo Greenpeace e DesignPort

Hamburg nonché un’ampia componemte residenziale. Altri progetti innovativi,

tra cui la Musicians’ House, verranno completati nel 2014 o sono in fase di

costruzione.

Nel quartiere di Am Lohsepark, che collega Elbtorquartier alla parte orientale di

HafenCity, i primi progetti per le aree residenziali vennero avviati nel 2012. Tra

questi ricordiamo i lavori strutturali per il parco centrale di HafenCity

(Loshepark) la “cerniera” verde tra il porto di Brooktorhafen e il fiume Elba.

Grazie allo smantellamento dei capannoni i lavori potranno terminare prima del

previsto ovvero entro il 2015. Nella zona adiacente alla HCU nel 2014 è previsto

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l’avvio dei lavori per la costruzione di edifici Smart (Intelligent Quarters) che

comprenderà un edificio per uffici alto 70 metri, altri due edifici e circa sessanta

appartamenti.

Nel 2012 i quartieri orientali di Baakenhafen, Oberhafen ed Elbbrűcken sono

entrati nella fase di sviluppo. I bandi per l’assegnazione di una superficie di

6.000 m² (ex-magazzini) a Oberhafen, per progetti culturali e creativi, sono in

corso; questa zona è già sede di numerosi eventi culturali.

HafenCity è composta da dieci quartieri molto diversi tra loro

Il progetto per Baakenhafen prevede la costruzione di un albergo studiato per le

famiglie, alloggi popolari ed abitazioni finanziate dai privati. I lavori sono iniziati

nel 2014. Contratti di esclusiva sono in fase di preparazione per 720

appartamenti alcuni dei quali verranno costruiti all’interno delle Waterhouses

(case sull’acqua). Infine a Elbbrűcken verrà dichiarato entro la fine del 2014 il

vincitore del bando per la pianificazione urbana; con quest’ultimo evento verrà

completata la pianificazione urbana di HafenCity.

Processo di sviluppo

La HafenCity Hamburg GmbH supervisiona tutti i lavori in qualità di gestore

dello sviluppo della città, detentore delle proprietà e sviluppatore di

infrastrutture.

Dal 1° Ottobre 2006, HafenCity è considerata un’area prioritaria: tutti i progetti

di zonizzazione vengono valutati dalla Commissione per lo Sviluppo Urbano

istituita a tale scopo e che rappresenta tutti i partiti politici che risiedono nel

parlamento di Amburgo. I permessi di costruire vengono rilasciati dal Ministero

per lo Sviluppo Urbano. Alla luce di quello che è l’obiettivo finale ovvero definire

standard internazionali di qualità della strategia e dell’architettura, è

fondamentale attirare investitori e imprese edili che sono pronti a far parte di un

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processo che mira a stabilire nuovi standard

di elevata qualità e ad intraprendere percorsi innovativi.

Per l’assegnazione dei terreni destinati ad uso residenziale il risultato del

confronto tra le offerte è decisivo. L’assegnazione non avviene in base all’offerta

più vantaggiosa in termini economici; ricoprono invece un ruolo fondamentale

le strategie di utilizzo del lotto contenute nei progetti ricevuti. L’assegnazione

degli appezzamenti per la costruzione di edifici ad uffici non segue il suddetto

criterio: le aziende che intendono occupare il 60-70% di un edificio o del terreno

con i propri dipendenti possono fare domanda direttamente a HafenCity

Hamburg GmbH.

I contratti di esclusiva garantiscono qualità elevata

Indipendentemente dalla destinazione d’uso, la ratifica della Commissione

Statale viene seguita da un contratto di esclusiva per un periodo specifico nel

quale vi è l’obbligo di avviare la pianificazione.

L’investitore/usufruttuario procede, in collaborazione con la Città di Amburgo,

ad indire un bando di concorso di architettura, può commissionare indagini del

sito e deve fare i preparativi per ottenere il permesso di costruire. L’acquirente,

la HafenCity Hamburg GmbH e le autorità competenti rimangono in costante

dialogo per tutta la durata della suddetta procedura. Il vantaggio per le imprese

edili è che il finanziamento per l’acquisto è rimandato alla concessione del

permesso di costruire (e all’acquisto effettivo); sino a questo momento si ha la

facoltà di migliorare la qualità del prodotto che si intende acquisire, ricercare

fonti di finanziamento e possibilmente trovare altri fruitori. Al contempo la Città

mantiene la possibilità di garantire la qualità del progetto intervenendo durante

la fase di sviluppo (che ha una durata di 18 mesi dal momento in cui viene

sottoscritto il contratto di esclusiva) ed accertarsi che le tempistiche e le

destinazioni d’uso proposte nel progetto preliminare vengano effettivamente

rispettate (in quanto la cessione vera e propria non avviene fino alla concessione

del permesso di costruire). Tutto ciò

assicura che la città e le imprese edili

lavorino insieme di comune interesse

riducendo così i rischi, ottimizzando i costi,

la qualità complessiva e la tempistica.

L’intensa interazione tra corsi d’acqua e terraferma

influisce sensibilmente sul Panorama di HafenCity

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La Fondazione di HafenCity: il Master Plan

HafenCity è una città in costruzione: si respira già un’aria da grande città

nella parte pressoché terminata ad Ovest; la parte centrale è in fase di

ultimazione mentre i lavori di costruzioni sono stati avviati nella zona Est.

A livello mondiale HafenCity rappresenta uno dei progetti più affascinanti di

riqualificazione urbana sull’acqua. Il progetto preliminare ridefinisce nuovi

standard e vedrà un’espansione imponente (+40%) del Centro di Amburgo. Il

suo sviluppo coinvolge non solo il centro città, ma anche l’intero comune

insieme ai suoi 1,7 milioni di abitanti e la metropoli circostante che vanta una

popolazione di oltre cinque milioni. L’identità marittima di Amburgo si rafforza,

mentre HafenCity diventa un punto di riferimento per lo sviluppo dei centri

urbani europei del XXI secolo. HafenCity viene già considerata da molti un

esempio di eccellenza per i principali progetti internazionali di sviluppo urbano;

nonostante il progetto di riqualificazione si estenda sino al 2025.

Creato il fulcro della città

La riqualificazione di HafenCity è basata sul Masterplan, approvato dal governo

(Senat) di Amburgo il 29 Febbraio del 2000. Questo piano è stato poi

ulteriormente sviluppato nel 2010 per la zona Est, in seguito ad approfondite

confronti pubblici. Tra il 2000 e il 2010 il Piano, con la sua proposta per un mix

di orizzontale e verticale di usi urbani ed il suo schema generale molto flessibile,

rappresentò un ottimo punto di partenza per la riqualificazione delle aree

portuali a sud del centro città. Tuttavia era sprovvisto di un progetto dettagliato

per i quartieri orientali (Oberhafen, Baakenhafen e Elbbrűcken).

Nell’ultimo decennio la situazione è cambiata significativamente. Allora la zona

Est di HafenCity era considerata quasi al pari di una periferia dell’area centrale,

ma di recente, grazie alle nuove fermate della metropolitana, viene considerata

una parte integrante del centro città.

La ridefinizione del Piano è stata condotta da HafenCity Hamburg GmbH

insieme al Ministero per lo Sviluppo Urbano e l’Ambiente di Amburgo nonché

daii principali autori del Masterplan originario Kees Christiaanse ed ASTOC. Al

contempo s’incoraggiava il dibattito pubblico attraverso un programma di oltre

40 incontri. Da allora il Piano ridefinito è stato messo a punto ulteriormente

durante le fasi successive (bandi di progettazione urbana, concorsi di

progettazione architettonica e paesaggistica).

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I quartieri Est possono vantare paesaggi unici

Rispetto alle zone occidentali e centrali di HafenCity, i tre quartieri orientali

hanno una superficie maggiore, ma sono meno integrati nella città esistente.

La loro vicinanza alle infrastrutture di trasporto renderà necessario sviluppare

sistemi di protezione contro l’inquinamento acustico. Tuttavia, la loro

condizione è anche motivo di opportunità ovvero ognuno di essi potrà

beneficiare di una propria unicità: Am Baakenhafen sarà principalmente un

luogo dove vivere e divertirsi, Oberhafen diventerà un quartiere per la cultura e

la creatività mentre Elbbrűcken sarà una location urbana per le abitazioni e le

aziende.

Con la ridefinizione del Piano l’obiettivo prefissato di riqualificare circa 1,5

milioni m² di Superficie lorda di pavimento (GFA) è diventato più ambizioso

raggiungendo quota 2,32 milioni di m² di superficie. Questo venne ottenuto

aumentando la densità e spostando le aziende dalle loro sedi sul porto. Anche il

parziale riempimento della parte est del bacino portuale di Baakenhafen ha

contribuito ad aumentare la superficie a disposizione (da 123 a 127 ettari).

Grazie alla rivisitazione del Piano cresce anche il numero delle case da costruire.

2.800 unità abitative verranno costruite a Baakenhafen e Elbbrűcken portando

quindi il numero complessivo di abitazioni ad HafenCity da 5.500 a 6.000

(prendendo come riferimento la superficie media aumentata a 110 m² di GFA).

Verrà dato più spazio alle cooerative edilizie nella procedura di assegnazione

degli appezzamenti di terreno e dal 2011 un terzo delle aree residenziali verrà

destinato alle case popolari. Anche i posti di lavoro potenziali saliranno da

40.000 ad oltre i 45.000 (principalmente nei settori delle attività per il tempo

libero, della vendita al dettaglio, del catering e dell’ospitalità).

Spazio verde e elevati livelli di sostenibilità

Il carattere verde di HafenCity verrà ulteriormente rafforzato. Le piazze, piccole o

grandi che siano, e i collegamenti tra di esse porteranno a sviluppi inediti per

l’integrazione degli spazi urbani. Lohsepark, il “Central Park” di HafenCity, verrà

esteso fino al confine con il fiume Elba. Nella parte Sud un percorso pedonale

lungo il fiume Elba potrebbe incoraggiare le persone a continuare il proprio

cammino verso Entenwerder; un’area leisure verrà creata presso il bacino

portuale di Baakenhafen.

L’area per spazi pubblici cresce da 24 a 28 ettari, senza contare le aree private

accessibili al pubblico. Il waterfront pubblico è stato esteso da 10 a 10,5 km.

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I livelli alti di sostenibilità raggiunti nei quartieri Ovest e Centro verranno in

realtà ulteriormente migliorati ad Est. Oltre a stabilire un nuovo concetto in

termini di impiantistica per il riscaldamento, questi edifici soddisferanno i

requisiti severi per il conferimento della Gold HafenCity Ecolabel. verranno

sviluppate infrastrutture per la mobilità altamente flessibili: la metropolitana U4

verrà estesa fermandosi anche a Elbbrűcken, verranno introdotti autobus a

idrogeno, punti noleggio bici, parcheggi car sharing e mobilità elettrica

combinati ad un numero drasticamente ridotto di parcheggi per le autovetture.

Tutto il quartiere di Baakenhafen diventerà quindi un punto di riferimento per la

mobilità sostenibile e in cui i proprietari di immobili saranno costretti ad

implementare criteri di mobilità sostenibile.

Con riferimento ai trasporti la zona Est di HafenCity avrà una eccellente rete di

collegamenti. Tuttavia queste infrastrutture di trasporto porteranno ad un

maggior inquinamento acustico nelle zone Settentrionali ed Orientali. Di

conseguenza saranno applicate nell’area una sapiente pianificazione urbana e

innovazioni tecnologiche. Edifici per uffici mostreranno le loro imponenti

facciate rivolte verso la principale arteria orientale di traffico (Versmannstrasse),

isolando la zona Sud dal rumore ivi prodotto. I complessi residenziali semi-

chiusi formeranno cortili interni per assicurare una co-esistenza protetta degli

inquilini.

In conclusione, la rivisitazione del Masterplan ha rafforzato la dimensione

urbana di HafenCity. Lo schema di riqualificazione urbana è quindi stato

ripensato a fondo stabilendo i più elevati standard ed estendendosi fino ai limiti

orientali del territorio.

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Sostenibilità ad HafenCity: una Città per il XXI Secolo

Attraverso lo sviluppo urbano sostenibile HafenCity stabilisce standard

all’avanguardia per il futuro. Una riqualificazione dei moli e delle zone

industriali aumenta la superficie di Amburgo del 40%

Il principio alla base dello sviluppo di HafenCity è di per sé indice di sostenibilità

poiché, invece di consentire un espansione della città di Amburgo nelle zone

agricole della sua periferia, in alcuni casi vengono rigenerate le zone portuali

inutilizzate ed interne alla città. Quindi non solo viene riciclato il territorio, ma si

compie con successo un aumento interno della densità. Questa riqualificazione

incorpora inoltre molti altri aspetti, principalmente ecologici, ma anche

economici e sociali. Gli interventi sostenibili vengono implementati su diversi

livelli (es. costruzioni, fornitura di energia e mobilità). Nel medio e lungo termine

questo consentirà ad HafenCity di dare un contributo significativo al

raggiungimento degli obiettivi climatici fissati da Amburgo, ovvero una

riduzione del 20% delle emissioni di CO2 rispetto ai livelli del 1990. Infatti

dovrebbe essere qui possibile ridurre le emissioni del 50% implementando un

sistema innovativo per la fornitura di elettricità e calore.

Uso efficiente del suolo

HafenCity comincia a prendere forma in una zona centrale di 157 ettari, prima

dominata dalle aree portuali ed industriali. Nelle aree contaminate (es. Il sito

dove veniva prodotto e raffinato il gas - l’attuale Űberseequartier Sud) è stato

rimosso il terreno con un processo complesso che ha notevolmente migliorato il

valore ecologico della ex-zona industriale e sensibilmente ridotto il fenomeno

dell’impermeabilizzazione del suolo. La superficie a disposizione viene edificata

intensamente, con edifici molto alti: l’indice di sfruttamento (Floor Space Index)

oscilla tra 3,7 a 5,6 a seconda del quartiere, valori in linea con altre città europee

con livelli buoni di densità abitativa. Conseguentemente sono ottimi anche i

livelli di densità in base alla destinazione d’uso: 94 residenti e 355

impiegati/ettaro. Vengono raggiunti nuovi standard anche in termini della

distribuzione dello spazio. Le strade occupano solo il 24% della superficie (nella

città di Amburgo circa il 40%, tangenziali incluse), mentre il 38% è a

disposizione per spazi all’aperto accessibili al pubblico (inclusi 3,1 km di

lungoElba). Quindi il territorio di HafenCity si presta a concentrare molteplici usi

garantendo ampi spazi pubblici e limitando lo spazio concesso alle strade di

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accesso indispensabili.

Con la ridefinizione del Masterplan per lo sviluppo urbano di HafenCity Est si delinea un quartiere

completamente nuovo, un proseguimento del successo dei quartieri occidentali che si estende sino

ai ponti di Elbbrűcken. A HafenCity una grossa percentuale della superficie è destinata ai parchi, le

piazze e le passeggiate lungo i corsi e i bacini d’acqua. Questo è stato possibile con uno sviluppo a

densità elevata, la costruzione di edifici su fondamenta rialzate e l’integrazione dei parcheggi

Città di brevi distanze

HafenCity offre un sapiente mix di usi urbani. La casa, il lavoro, gli spazi culturali

e per il tempo libero e le zone commerciali sono tutti a portata di mano. La fitta

rete di vialetti fa uso anche di alcuni spazi di proprietà privata. La densa rete del

parco immobiliare e la vicinanza degli edifici alle distese d’acqua garantiscono

effetti positivi per l’ambiente. Durante l’estate la presenza dell’acqua comporta

una riduzione sensibile del fenomeno denominato “isola di calore” tipico delle

zone urbane, viene così diminuito il fabbisogno energetico legato all’uso di aria

condizionata e migliorato il comfort negli ambienti domestici e lavorativi.

La zona a Nord dell’Elba è esposta sia ai rumori provenienti dalle attività portuali

che si svolgono a Sud del fiume sia a quelli provenienti dal traffico di HafenCity

Est. Di conseguenza gli edifici e le infrastrutture devono soddisfare requisiti

molto stringenti. L’esposizione a queste forme di inquinamento acustico viene

ridotta attraverso una corretta disposizione e organizzazione degli edifici,

Composizione del territorio di HafenCity

Superficie coperta d’acqua* 28,1 ettari

Pontoni sull’acqua 1,4 ettari

Superficie di terraferma*

Superficie destinata al Traffico 26,3 ettari

Superficie Edificata 33,9 ettari

Spazi aperti accessibili al pubblico 28,1 ettari (piazze, parchi, passeggiate lungo corsi e bacini d’acqua, sentieri)

Aree private accessibili al pubblico 13,8 ettari

Aree private non accessibili al pubblico 7,8 ettari

*con l’esclusione del Quartiere di Oberhafen

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orientamento delle sale ricettive e attraverso l’applicazione di pellicole speciali

fonoassorbenti. I regolamenti urbanistici hanno bloccato ai livelli attuali tutte le

emissioni provenienti dai macchinari portuali che operano sul versante Sud del

fiume.

Un altro aspetto fondamentale in termini di sostenibilità è la protezione a lungo

termine dalle esondazioni del fiume. Le strade sono infatti costruite su

fondamenta solide a 8-9 m di altezza sul livello del fiume e le autovetture

possono essere parcheggiate all’interno di parcheggi sotterranei

(impermeabilizzati e collocati nei basamenti degli edifici). I parcheggi coperti

non possono essere costruiti sopra il livello del fiume. Ciò comporta che gli

spazi per la sosta consumino pochissimo spazio pubblico. A fine 2012, HafenCity

è stata inclusa nel sistema centralizzato di assistenza al parcheggio che riduce il

numero di veicoli in cerca di parcheggio e dei parcheggi abusivi. Verrà inoltre

introdotto progressivamente su tutto il territorio un sistema per la gestione dei

parcheggi.

Mobilità sostenibile

Tuttavia risulta molto facile raggiungere HafenCity senza auto. Svolge un ruolo

fondamentale in questo senso la metropolitana U4, operativa dal 2012. Quando

verrà inaugurata la terza fermata della metro U4 a Elbbrűcken e le costruzioni a

HafenCity saranno prossime all’ultimazione, è stimato che 35.000 persone

useranno la metro quotidianamente. La città vanta anche una rete capillare di

fermate bus. E’ già operativo nei pressi di Elbphilarmonie il primo pontile per il

servizio vaporetto (altri due verranno realizzati a HafenCity University e

Elbbrűcken). E’ già operativa una bellissima e fitta rete pedonale e di mobilità

ciclistica che comprende numerosi ponti e permette agli utenti di spostarsi

rapidamente da questo quartiere urbano nuovo al centro città. Il 70% dei

percorsi pedonali e ciclabili è isolata dal traffico motorizzato e attraversa

lungofiumi, pontili e piazze; il 30% scorre lungo corsi d’acqua. I punti noleggio

bici rendono possibili ed appetibili i giri turistici di HafenCity ad emissioni zero.

In futuro il traffico individuale motorizzato rappresenterà il 20-25% della

mobilità complessiva (ad Amburgo la percentuale è del 47%). A questo scopo

infrastrutture flessibili per la mobilità verranno sviluppate a HafenCity Centro e

HafenCity Est. Oltre alla nuova linea U4 della metropolitana è in fase di sviluppo

un intero sistema di mobilità sostenibile che comprende autobus a idrogeno,

punti noleggio bici, parcheggi car sharing e mobilità elettrica combinati ad un

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numero drasticamente ridotto di parcheggi per le autovetture.

HafenCity fa anche parte della regione di riferimento di Amburgo per la mobilità

elettrica. Dopo l’installazione del primo punto di ricarica elettrica ad Osakaallee

(cui faranno seguito altre colonnine da collocare negli edifici privati) a Dicembre

2012 è diventata operativa la prima stazione di ricarica rapida (DC) nei pressi

della centrale per il teleriscaldamento (Heizwerk). Presso la stazione è possibile

ricaricare la propria autovettura elettrica in soli 30 minuti (tempi di ricarica per

una colonnina tradizionale: 4 ore). Gli autobus per il trasporto locale e le

autovetture effettuano ricariche di idrogeno presso la nuova stazione di servizio

dal 2012.

Gli sforzi per aumentare i livelli di sostenibilità sono ancora maggiori ad

HafenCity Est. L’intera zona è un punto di riferimento per la mobilità sostenibile.

Qui è obbligatoria per i proprietari di immobili l’implementazione di criteri di

mobilità sostenibile. I progetti devono già contenere idee e modalità

organizzative in questo senso nella fase dell’assegnazione del contratto di

esclusiva.

Tra i criteri ricordiamo: la predisposizione negli edifici di un numero di

parcheggi inferiori alla media (con una conseguente riduzione di parcheggi

disponibili nelle aree pubbliche), l’obbligo di prevedere colonnine elettriche per

il 30% dei posteggi auto come l’integrazione di un sistema di car-sharing di

quartiere con una flotta che comprende un elevato numero di auto elettriche. I

fabbisogni energetici delle autovetture elettriche dovrebbero essere soddisfatti

da energia rinnovabile generata internamente (negli edifici) ed esternamente

(dai gestori dei servizi energetici). Il legame tecnologico tra le autovetture e gli

edifici crea un’interfaccia inedita che verrà utilizzata per i progressi tecnici del

futuro. Potrebbero essere valutate soluzioni all’avanguardia, da far procedere di

pari passo con i progressi tecnologici, per una rete Smart in cui l’autovettura

diventa un mezzo per l’accumulo di energia (dall’autovettura verso rete) capace

di ottimizzare il ciclo energetico negli edifici.

Nel corso degli ultimi anni sono stati costruiti i primi quartieri su terreni precedentemente adibiti

alle attività portuali ed industriali

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Anche la mobilità ciclistica ricopre un ruolo importante. Sono in fase di

pianificazione accessi e uscite facilitati per le rimesse sotterranee nonché

l’integrazione delle e-bike, delle biciclette a pedalata assistita (EPAC) ed altre

mini-veicoli elettrici. Le suddette strategie unite ad un ottimo servizio di

trasporto pubblico, percorsi pedonali e ciclabili di qualità, porteranno in futuro

ad una marcata riduzione della richiesta di trasporto individuale motorizzato.

Tutti gli edifici di HafenCity Ovest sono collegati a reti distrettuali di

teleriscaldamento alimentate da centrali di cogenerazione. La fornitura

decentralizzata di calore fa affidamento anche alla tecnologia fuel cell, l’energia

geotermica e quella solare termica. Il risultato è un blend energetico con

emissioni di CO2

molto ridotti (175g/kWh rispetto ai 240g/kWh medi prodotti

dalle reti tradizionali di fornitura del calore che utilizzano il gas). Il bando

europeo pubblicato nel 2003 per la gestione della rete di teleriscaldamento per

HafenCity Ovest venne assegnato al fornitore energetico Vattenfall.

Il nuovo sistema di teleriscaldamento per HafenCity Est porterà i livelli di

emissioni di CO2 a 89 g/kWh (un valore sensibilmente più basso rispetto a

quello attuale). Il bando era aperto a tutti i paesi europei e nel 2009 venne

assegnato a Dalkia Energie. Il progetto preliminare proposto dalla società

contempla una rete locale di teleriscaldamento e un impianto di cogenerazione

alimentato da impianti situati sia dentro che fuori HafenCity. Quasi tutte le fonti

energetiche utilizzate sono rinnovabili: un impianto di combustione a biomassa

legnosa, una fuel cell a biometano, un impianto di cogenerazione con

alimentazione a gas ed una pompa di calore. La combustione del legno

alimenterà uno dei tre impianti di riscaldamento che è stato costruito negli ex

mercati centrali di Amburgo al posto del vecchio impianto di combustione,

sempre a legna). Grazie alla sua organizzazione decentrata il sistema di

teleriscaldamento potrà crescere insieme al distretto della città. La

progettazione modulare fu un elemento decisivo per l’assegnazione del bando,

visto che la riqualificazione di HafenCity non verrà terminata prima del 2025 non

è possibile stimarne con precisione il fabbisogno energetico.

Nel 2007 la HafenCity Hamburg GmbH presentò il primo sistema tedesco di

certificazione per l’edilizia sostenibile. Prima dell’esistenza di questo sistema la

società assegnava il gold Ecolabel per meriti straordinari e la silver Ecolabel per

meriti speciali nella realizzazione di edifici sostenibili. Lo scopo è di incoraggiare

gli sviluppatori immobiliari del settore pubblico e privato a gestire

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responsabilmente le risorse. Viene valutata la sostenibilità ecologica, economica

e sociale di un progetto di costruzione.

Inizialmente il sistema di certificazione Ecolabel veniva applicato solo per i

progetti di costruzione che riguardavano aree residenziali, uffici o edifici

particolari. Tuttavia, in seguito al numero elevato di edifici che venivano costruiti

a HafenCity Centro e HafenCity Est per altri settori (commercio al minuto,,

attività alberghiera etc.) venne deciso nel 2010 di applicare anche a questi

settori lo stesso sistema di certificazione.

L’HafenCity Ecolabel oro e argento

L‘HafenCity Ecolabel può anche essere assegnato prima ancora che siano iniziati

i lavori di costruzione. L’impresa edile presenta la richiesta di concessione con i

relativi documenti progettuali che dimostrano i meriti particolari o speciali di

sostenibilità dell’edificio proposto. Una volta che i suddetti meriti sono stati

accertati da un’agenzia indipendente il progetto riceve una certificazione

temporanea. Questo permette ai costruttori e alle società di riqualificazione

urbana di convincere i potenziali acquirenti circa la sostenibilità dei loro progetti

durante la fase iniziale di marketing. La certificazione definitiva viene assegnata

in seguito alla realizzazione dell’opera e al conseguimento degli standard

energetici di Categoria 1.

Per l’assegnazione del certificato vengono valutate cinque categorie:

Una riduzione del fabbisogno energetico primario ben oltre i requisiti

standard.

Gestione sostenibile di beni pubblici (es. l’impiego di impianti igienico-

sanitari all’avanguardia che riducono il consumo d’acqua); Un uso efficiente

delle zone accessibili al pubblico e misure a favore delle famiglie nelle

costruzioni commerciali e alberghiere

L’uso di materiali ecologici privi di alogeni, solventi volatili o biocidi. Viene

anche riconosciuto l’uso di legno tropicale certificato.

L’attenzione verso la salute e il benessere: temperature dei locali idonee

all’organismo umano, arredi ed infissi anti allergenici, isolamento acustico e

dai fenomeni di riverberazione, finiture antiriflesso e circolazione dell’aria

nei locali con condizionamento.

Sfruttamento sostenibile dell’edificio: bassa manutenzione o uso di

materiali durevoli e accessibilità e fruibilità completa per i disabili.

L’HafenCity Ecolabel ha riscosso un notevole successo. Dopo pochi anni,

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numerosi progetti hanno soddisfatto i requisiti stringenti per la certificazione

Gold label (conferimento definitivo, o pre- certificazione o sono stati concepiti

per l’assegnazione). Tra questi ricordiamo la scuola elementare

Katharinenschule, l’Università di HafenCity, l’Elbe Arcades a Magdeburger Hafen,

nonché la Musicians’ House e il Forum Ecumenico a Shanghaiallee. La prima

certificazione definitiva Ecolabel Gold venne assegnata a Dicembre 2011, al

Quartier Generale della Unilever a Strandkai.

Da allora il più alto grado di certificazione è stato assegnato all’edificio del

Gruppo Editoriale Spiegel, al Centro Commerciale Centurion e al Loft NIDUS (il

primo edificio residenziale).

Adesso nei bandi viene sempre più richiesta la conformità ai requisiti Ecolabel

Gold. Nel quartiere Am Lohsepark, tutti gli edifici sui siti appartenenti al Fondo

Speciale di Amburgo per la Città e il Porto, verranno costruiti in conformità allo

standard l’Ecolabel Gold. I requisiti vengono spesso soddisfatti anche dalle

costruzioni nei quartieri orientali di Baakenhafen e Elbbrűcken.

Il concetto di

traffico a HafenCity

è studiato anche

per i pedoni;

quando verranno

completati i lavori

anche i ciclisti

beneficeranno di

una mobilità su

misura

L’edilizia sostenibile non è prerogativa del parco immobiliare. Anche il ponte di

Baakenhafen ha stabilito nuovi standard nel proprio settore grazie al suo modo

insolito di coniugare l’architettura, l’ingegneria civile e la sostenibilità. Questo è

solo uno fra i cinque progetti pilota (che interessano il territorio nazionale) che

è stato pianificato e implementato secondo specifiche caratteristiche di

sostenibilità nel campo delle strutture proprie dell’ingegneria civile. Queste

caratteristiche vennero verificate attraverso una procedura di valutazione della

“Sostenibilità dei ponti stradali durante il loro ciclo di vita”. Tale procedura

venne sviluppata in seguito ad un’ordinanza dell’Istituto Federale Tedesco per le

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Strade. I seguenti punti furono oggetto della valutazione: qualità ecologica

(utilizzo delle risorse, produzione di rifiuti), prestazione economica (costo del

ciclo di vita), qualità funzionali e socio-culturali (salute, confort, livello di

soddisfazione degli utenti, funzionalità), qualità tecnica e del processo

produttivo durante la costruzione.

Un quadro complessivo sul tema “HafenCity e la Sostenibilità” è rappresentato

al Padiglione della Sostenibilità “Osaka 9” situato al Lungoporto di

Magdeburger Hafen. I temi fondamentali che vengono affrontati dalla mostra

permanente sono: l’Uso Sostenibile del Territorio e Una Struttura Urbana

Multiuso, Organizzazione della Mobilità: Risparmio Energetico e Tempi Ridotti,

Fornitura Sostenibile di Energia, Edilizia Sostenibile. Il Padiglione informativo

rappresenta anche un punto di incontro per giri turistici ed un luogo per eventi

organizzati a ridosso del canale.

Il Padiglione

Informativo

“Osaka 9” offre

un quadro

complessivo del

tema HafenCity e

la Sostenibilità

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Abitare nel Centro: HafenCity, un Luogo di

coesistenza amichevole

HafenCity Ovest è diventata un’area urbana che ospita oltre 2.000 persone.

I vicini di casa hanno origini e stili di vita molto diversi tra loro, ma il

networking è già in fase avanzata.

La varietà di alloggi a disposizione a HafenCity comprende un piccolo insieme di

appartamenti in affitto o in vendita a prezzi diversi (i prezzi variano da quelli per

le case popolari a quelli per le case di lusso) e viene incontro alle esigenze

particolari che possono avere determinati gruppi quali i musicisti, i designer e i

professionisti più esperti. Le cooperative edilizie e le joint venture hanno avuto

un ruolo fondamentale nello sviluppo della cultura dell’abitare a HafenCity,

gestendo il settore di fascia media del mercato immobiliare delle nuove

costruzioni e agendo al contempo come catalizzatori per la formazione di un

vicinato amichevole.

Alcune caratteristiche speciali (protezione contro le esondazioni, fondamenta

degli edifici e elevati standard ecologici) determinano un affitto medio più

elevato (+2-3 euro/m²) rispetto ad edifici simili di nuova costruzione nel centro

città. Tuttavia la varietà in termini di cultura dell’abitare, prezzi e stili

architettonici che la zona è capace di offrire ai propri residenti attira molte

persone. Molti sono pronti ad affrontare una spesa iniziale maggiore a fronte di

un miglior equilibrio lavoro/vita privata e minori costi legati alla mobilità

(potendo trovare nelle immediate vicinanze il proprio luogo di lavoro, la

possibilità di soddisfare esigenze quotidiane, le scuole, le strutture per il tempo

libero ecc.).

HafenCity, una città a dimensione di bambino: oltre alle infrastrutture, le famiglie apprezzano la

possibilità di poter coniugare lavoro e vita familiare in modo flessibile. Le famiglie con bambini

piccoli sono particolarmente rappresentate

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E’ possibile fare un quadro generale circa la composizione dei residenti: la

percentuale di alloggi in cui abitano anche bambini è in graduale aumento e

rappresenta oggi il 14,5%, superiore alle percentuali registrate nei quartieri del

centro città. Il peso sempre maggiore che ricopre la costruzione di case popolari

a HafenCity rispetto ai quartieri residenziali più “maturi” del centro città

dovrebbe dare ulteriore spinta alla suddetta crescita negli anni a venire.

Nei prossimi anni verranno costruiti un liceo e un’altra scuola elementare,

nonché numerosi asili nido. Avranno un ruolo fondamentale in questo senso

anche le tre comunità ricreative e sociali situate a Grasbrookpark, Lohsepark e

Baakenhafen e il centro artistico per bambini (KinderKulturHaus) a Strandkai.

I residenti hanno trovato particolarmente interessanti i seguenti fattori: la

posizione prestigiosa che si affaccia sui numerosi canali e sul fiume, le tipologie

di unità immobiliari e l’ottima infrastruttura del trasporto.

Il 41,3% delle case è abitata da persone singole, una percentuale inferiore alla

media registrata nella città di Amburgo (53,6%) e di gran lunga inferiore alle

percentuali registrate in alcuni distretti del centro città (solitamente oltre il 60%).

Plaza Vasco de Gama presso il lungoporto di Dalmannkai con le sue aree adibite al basket, bar e

ristoranti è un luogo di ritrovo per tutte le età

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PARTE III

Amburgo XXI secolo: la qualità dell’azione pubblica

Rossella Caputo, Dirigente della U.O. Qualità Urbana e Certificazione

Energetica/Ambientale del Dipartimento Programmazione e Attuazione

Urbanistica di Roma Capitale

Amburgo! E’ di più di un mucchio di pietre, tetti, finestre,

tappeti, letti. Strade, ponti e lampioni….E’ infinitamente di

più. E’ la nostra volontà di essere. Di essere non da qualche

parte e in qualche modo, ma qui e solo qui, tra l’Alster e

l’Elba - di essere solo come siamo, noi di Amburgo. Lo

ammettiamo senza vergogna: i venti del mare e la nebbia

del fiume ci hanno incantato e stregato a rimanere”.

Wolfang Borchert ,”Stadt, stadt: Mutter zwischen Himmel

und Erde. Hamburg”, 1947

La Città-Stato anseatica di Amburgo si sta affermando come leader in Europa in

tema di riqualificazione urbana ecosostenibile.

Dall’inizio del secolo Amburgo, la città “anfibia”, la cui struttura deriva dal

connubio tra terra ed acqua, ha ripensato due brani di città sul fiume Elba, la

zona dei vecchi docks, ora ribattezzata HafenCity e l’isola di Wilhelmsburg, aree

centrali ma degradate o marginali, come nuovi poli di sviluppo urbano,

esplorando percorsi innovativi dal punto di vista ambientale e sociale con

specifica attenzione allo spazio pubblico.

Impegnata dalla fine del secolo scorso in un rinnovamento che vanta numerose

iniziative mirate all'efficienza energetica e alla tutela ambientale e climatica,

Amburgo si è aggiudicata il titolo di “European Green Capital 2011”, assegnato

dalla Commissione Europea.

HafenCity: cogliere le opportunità e tradurle in azioni progettuali

concrete

Il progetto di HafenCity, uno dei più interessanti esempi di rigenerazione urbana

in Europa, la cui prima “vision” risale al 1997, nacque in risposta allo

spostamento verso ovest, lungo l’estuario del fiume, delle attività portuali che si

svolgevano nell‘area: un ampio spazio urbano, non più adatto a ospitare

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l‘attracco di navi porta container di dimensioni sempre maggiori, si era reso

disponibile per una nuova stagione di sviluppo.

Il progressivo abbandono dei bacini storici è stato colto dalla Città come una

straordinaria occasione di rinnovamento, avviato nell’aprile 1999 con

l’aggiudicazione del concorso per il Masterplan di HafenCity a Kees

Christiaanse / ASTOC.

In attuazione del Masterplan e dei progetti architettonici che ne sono scaturiti i

magazzini portuali sono stati convertiti in edilizia residenziale e direzionale e

implementati da un'efficiente sistema di infrastrutture e servizi, dando vita ad

uno dei più solidi progetti di sviluppo di un pezzo di città storica in Europa, sia

per dimensioni, sia in relazione ai principi cui ci si è attenuti.

Tutta l’area è dunque oggetto di progetti di trasformazione urbana, ad esito di

una pianificazione strategica che sta ridefinendo, attraverso un chiaro

programma di ridisegno urbano di questo brano di città contemporanea, la

stessa immagine internazionale della Città Stato di Amburgo, in cui il recupero

dell'archeologia industriale si coniuga con il design e le tecnologie più

innovative.

Il programma insediativo e progettuale è stato delineato, in un rapporto

pubblico-privato trasparente e innovativo, con un’efficace mescolanza di

concretezza e inventiva e tradotto in realizzazioni connotate dalla costante

attenzione al confronto tra memoria e innovazione tecnologica, architettura e

valori del paesaggio urbano e fluviale.

L’attività di trasformazione è stata coordinata e promossa in fasi successive

attraverso concorsi e confronti di urbanistica e di architettura. I piani dei diversi

comparti e i progetti di ogni edificio, anche realizzato su iniziativa privata, sono

stati scelti attraverso la procedura del concorso di architettura a inviti,

garantendo controllo e flessibilità alla crescita urbana.

Il punto di forza della trasformazione urbana risiede nella regolazione del

Masterplan che la governa, inteso come un programma adattabile,

continuamente aggiornato e raffinato, i cui principi guida si combinano con

regole operative flessibili.

I principali obiettivi di sviluppo e il piano strutturale per HafenCity

Premesso che HafenCity è perfettamente posizionata per ricollegare il centro di

Amburgo e il porto dopo oltre cento anni di separazione e promette ottime

opportunità per il futuro di Amburgo, il piano ha ritenuto che queste

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opportunità potessero essere pienamente sfruttate solo rafforzando il ruolo

metropolitano di Amburgo in un contesto competitivo a livello internazionale,

mantenendo al contempo l’identità individuale della Città.

L’obiettivo economico individuato prevedeva pertanto di reinvestire i proventi

derivanti dall’iniziativa urbanistica per la costruzione di un terminal destinato al

porto commerciale, necessario ad Amburgo per poter competere a livello

internazionale nel traffico delle navi porta-container.

L’uso del suolo in HafenCity

La posizione centrale di HafenCity in Amburgo e nella sua regione

metropolitana, e il costo elevato dello sviluppo nel suo complesso, richiedono

una corrispondente densità edilizia urbana su tutto il sito. L’esame di tutti i

diversi scenari di uso dei terreni e i disegni preliminari nel concept di Masterplan,

ha comportato una previsione di superficie lorda di nuove edificazioni di circa

1,5 milioni di m².

Questa stima è stata confermata dall'esito del concorso di pianificazione e

quindi è stata utilizzata come base nel Masterplan.

Nel Masterplan era stato calcolato che l'area avrebbe potuto ospitare 5.500

appartamenti per circa 12.000 abitanti e offrire circa 20.000 posti di lavoro. I dati

preliminari sono stati utilizzati fino alla redazione di piani più dettagliati.

Il mix di usi e le prescrizioni per gli spazi pubblici del waterfront

Il piano per HafenCity, con l'obiettivo di innalzare il ruolo metropolitano della

Città, ha inteso dotare dunque il centro di Amburgo di nuove infrastrutture per

sostenere attività di commercio al dettaglio, intrattenimento, svago, cultura e

turismo, enfatizzando le caratteristiche di HafenCity attraverso i servizi offerti e

ponendo l’accento sul fascino internazionale e sull’atmosfera speciale della zona

del porto di Magdeburger Hafen, sia per la sua potenzialità di irradiarla al

contesto urbano, sia per il suo ruolo di accesso ad HafenCity.

La scelta progettuale del mantenimento di elementi significativi dell’area

portuale dal punto di vista visivo, come gru di sollevamento e banchine,

costituisce un valore aggiunto per l’area: secondo gli obiettivi del Masterplan le

aree di banchina si sono trasformate in promenades ampie aperte al pubblico,

con padiglioni con caffè e negozi che creano un sofisticato ambiente urbano; il

disegno di ogni zona di banchina è in stretta relazione con le limitrofe aree

commerciali e residenziali e con gli spazi pubblici.

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A giudicare dagli interventi realizzati finora, le funzioni sono state bilanciate con

cura in un design piuttosto ricercato e attento ai dettagli e l’obiettivo è stato in

larga misura raggiunto.

Il processo di pianificazione ha prestato infine particolare attenzione

all'obiettivo di rendere il waterside di HafenCity un luogo di aggregazione

accessibile in totale sicurezza. Anche quest’obiettivo è stato raggiunto grazie

alle precauzioni di sicurezza adottate per gli argini e i piani terra (elevati rispetto

alle variazioni del livello dell'acqua delle maree).

Il piano segnalava inoltre che HafenCity, tenendo conto dei progressi

tecnologici, avrebbe potuto fornire opportunità di integrazione nella struttura

urbana alle industrie di fabbricazione e allo small business.

Il processo di pianificazione di HafenCity: progettazione e

costruzione dell’”effetto città”

La sfida di HafenCity può essere sintetizzata nella decisione di dare vita al 2025

ad un incremento dimensionale del 40% del centro della città, senza ulteriore

consumo di suolo ma sfruttando per espandersi un’area brownfield.

Ad HafenCity nell’arco di 25 anni verranno sviluppati distretti caratterizzati da

una forte connotazione urbana, ottenuta attraverso un mix attento e sapiente

tra l’adozione della scala dimensionale della città storica e la costruzione “a

tavolino” della complessità tipica della città consolidata.

Un obiettivo primario di pianificazione indicato dal Masterplan per il futuro

assetto urbano è difatti, come accennato in precedenza, il mix urbano di usi

diversi, dal residenziale all'industriale, con una densità di costruzione

appropriata per un centro, attraverso un piano sofisticato ed equilibrato, in cui i

vari usi siano miscelati sia verticalmente sia orizzontalmente: all'interno di un

edificio, tra edifici, all'interno di un quartiere e tra quartieri.

In base al Masterplan le singole suddivisioni in quartieri sono state e saranno

sviluppate passo dopo passo, in modo da essere in grado di funzionare come

unità autonome. Ogni quartiere è progettato in base a un proprio carattere

individuale e allo stesso tempo si fonderà con l'ambiente urbano, per costruire

un legame identitario tra il luogo e i suoi abitanti. Per il disegno dei confini e le

transizioni tra le diverse aree è richiesto un corrispondente grado di attenzione

speciale in sede progettuale.

L’offerta di nuovi appartamenti deve rispondere alla domanda di diversificazione

guidata dal mercato immobiliare per una vasta gamma di gruppi demografici e

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per una varietà di stili di vita individuali, compresa l’offerta di residenze urbane

di lusso. Per lo sviluppo residenziale il piano definisce i siti più adatti, località e

spazi aperti sul waterfront come Sandtorhafen e i quartieri di Baakenhafen ed

entrambi i lati del parco di Lohseplatz .

L’effetto città è garantito dalla prescrizione, in fase di piano di standard di

qualità eccezionalmente elevati per la progettazione degli edifici e degli spazi

pubblici e dalla successiva creazione di concrete opportunità per attrarre le

attività ritenute più idonee in ciascuno dei nuovi quartieri.

Si pensi alla capacità di richiamo di imprese operanti nel settore dell'economia

digitale, dei nuovi media, per rendere la zona ancora più attrattiva per il settore

dei servizi orientati all’impresa, in modo che nuovi utenti creativi siano invogliati

a spostarsi nel quartiere. Il carattere di quartiere giovane e creativo si svilupperà

ulteriormente con l’apertura dell’Università di HafenCity, anticipata dal recente

insediamento della facoltà di Architettura.

Si pensi ancora alla crescente capacità di attrazione delle imprese turistiche, che

trova uno dei suoi punti di forza nella varietà degli spazi urbani e delle

architetture (tra le quali spicca qualche stimolante proposta d’innovazione delle

forme architettoniche opera delle migliori firme dell’architettura

contemporanea) e nel fascino internazionale dei servizi offerti, inseriti in una

molteplicità di spazi aperti urbani, vivaci ma tranquilli: piazze, grandi e piccole

(le Terrazze Magellano e Marco Polo, la Piazza Vasco da Gama), di passeggiate

sul waterfront accanto all'acqua (su Am Sandtorkai e Am Kaiserkai) e di luoghi

da cui è possibile godere di scorci sorprendenti sulla città.

Non si può tacere tuttavia che queste scelte sembrano piuttosto aver favorito il

proliferare di una formale complessità urbana, che non riesce ancora a produrre

un effetto urbano pienamente convincente.

E’ esemplare in tal senso il design “ridondante” degli spazi pubblici di

HafenCity ovest, realizzato a seguito di un concorso vinto nel 2002 dallo

studio EMBT di Benedetta Tagliabue.

Va riconosciuto comunque alla Città di aver avuto una lungimirante capacità di

valorizzare il suo cuore marittimo, oltreché con interventi architettonici mirati,

con una costante opera di vivacizzazione culturale. Gli spazi pubblici, realizzati

per fasi, offrono occasioni diversificate di svago e cultura, il mix funzionale negli

isolati, con usi differenziati nelle diverse ore del giorno, tende alla creazione di

una comunità urbana sempre attiva.

Il porto di Amburgo, nonostante disti 100 km dal mare e di fatto si sia

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sviluppato lungo il fiume Elba, è fra i primi tre porti europei e tra i principali al

mondo.

Grazie alle prescrizioni del Masterplan la funzionalità del porto si sta integrando,

anche esteticamente, con gli spazi residenziali, con gli uffici, con la vita culturale

e con il turismo.

Ad HafenCity l’innovazione è parte integrante del tessuto urbano e lo sviluppo

della zona sta creando una prospettiva di Amburgo completamente nuova, ma il

Masterplan mantiene uno sguardo sul passato, costituito nella parte

settentrionale dallo Speicherstadt, con i suoi edifici storici, i magazzini in cui

venivano custodite merci preziose (spezie, caffè e tappeti orientali), con i ponti,

con le pareti di banchina e i canali; una straordinaria testimonianza di

archeologia industriale divenuta dal 1991 un monumento storico-culturale.

Come regola generale del Masterplan, l'altezza delle strutture nella zona

HafenCity non deve superare l'altezza degli edifici dello Speicherstadt: la gran

parte degli edifici progettati è di sei- sette piani, in analogia con le altezze degli

edifici nella città antica e anche la struttura a blocchi con corti interne richiama

la densità edilizia della città storica.

HafenCity è articolata in 10 differenti quartieri e presenta parti già costruite ed

abitate, parti in fase di costruzione o di cantierizzazione, parti in fase di

progettazione.

L'area attualmente in costruzione, comprese le parti completate, si estende dalla

“Concert Hall Elbphilharmonie”, sulla punta del Dalmannkai a ovest fino alla

coppia di edifici che ospitano gli uffici di Der Spiegel e della Ericus Contor a

Ericusspitze.

HafenCity, la “PortoCittà”, come è stata ridefinita l’ex zona portuale, costituisce

l’affaccio della città a nord sul fiume Elba e ne disegnerà il nuovo skyline. Se lo

skyline di Amburgo comprende i campanili delle chiese principali, il municipio e

una serie di grattacieli, per la sua posizione HafenCity sta proponendo alla città

nuovi punti di

riferimento territoriali:

la Marco Polo Tower e

la sede di Unilever, la

Filarmonica, le sedi di

Der Spigel e della Ericus

Contor.

In particolare il

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complesso che comprende la Marco Polo Tower, una torre residenziale alta 55

metri e la sede di Unilever, in una posizione molto attrattiva su Strandkai, è

stato completato, su progetto di Behnisch Architekten, nel 2009. Progettata

secondo principi di sostenibilità all’avanguardia, l’Unilever Haus, è diventata un

landmark e ha ottenuto riconoscimenti internazionali tra cui quello di "Edificio

per uffici dell'anno" al World Architecture Festival 2009: tutte le aree sono

studiate per catturare la massima quantità di luce possibile e creare condizioni

microclimatiche ottimali.

L’”Elbphilharmonie Concert Hall”, ancora in costruzione, progettata da

Herzog e De Meuron al posto di un ex deposito di cacao, è tra gli edifici più

discussi e più rappresentativi di HafenCity, destinato a diventare uno dei simboli

di Amburgo, con il grande auditorium (2.150 posti), un piccolo auditorium (550),

sala prove (100), un hotel di lusso (circa 250 camere), strutture per conferenze e

benessere, residenze (circa 45 appartamenti).

Il Masterplan ha prescritto particolare attenzione al ruolo architettonico

dell’Ericusspitze e pertanto nel 2007 è stato indetto un concorso internazionale

di progettazione del sito. Gli

edifici di Der Spiegel e della

Ericus Contor, progettati

dallo studio vincitore del

concorso, Henning Larsen di

Copenhagen e completati

nel 2011, sono disegnati

come grandi forme ad “U”

che abbracciano lo spazio

urbano verso cui sono diretti.

L’edificio di Der Spiegel è orientato verso la città e si contrappone all’"Ericus",

che abbraccia lo spazio verde esterno rivolto verso il Lohsepark. Entrambi i corpi

comunicano con una grande piazza orientata verso il fiume e con un’area

pubblica d’accesso al complesso. L'edificio di Ericus sarà essenziale per il

completamento dello spazio ampio del parco, lo Spiegel, dotato di uno spazio

interno dal carattere urbano, diventerà la porta di accesso di Hafencity vista

dalla stazione principale e Brooktorkai.

L’immobile situato al margine orientale del quartiere di Dalmannkai, progettato

da David Chipperfield si segnala tra i frutti del metodo di selezione dei

progetti attraverso concorsi, che ha trasformato HafenCity in irripetibile

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laboratorio di rigenerazione urbana, in cui

architetti di fama internazionale e nazionale

hanno lasciato la propria impronta in un

sistema di cui viene percepita un’alta qualità

diffusa.

L’edificio, con la sua facciata scandita con

rigore, crea una sofisticata transizione dagli

edifici più alti, per uffici, del quartiere di

Grasbrook agli edifici a pochi piani, per

appartamenti, di Dalmannkai.

Nuovo punto di incontro tedesco-americano di Amburgo, l’Amburgo-America-

Center, è stato progettato dallo studio Richard Meier sul luogo

precedentemente occupato da un magazzino di caffè nel quartiere di

Sandtorpark e costruito dal 2006.

Il Centro fornisce ad Amburgo una base permanente per promuovere i suoi

legami culturali ed economici con l'America e con la città gemellata di Chicago.

Il concetto strutturale dell’edificio è una pura sintesi geometrica tra prestigiose

facciate in vetro e luminose superfici di metallo bianco.

Al fianco dei grandi nomi dell'architettura

internazionale come Herzog e De Meuron,e

Chipperfield e Meier, lo studio Antonio

Citterio Patricia Viel and Partners, vincitore

di un concorso di progettazione, ha realizzato

ad HafenCity un nuovo complesso a uso

misto, denominato Booktorkai 22. Il

complesso integra residenze e uffici in un

unico blocco, impostato su due volumi

distinti che condividono il piano terra vetrato,

proiettato verso lo spazio urbano con un ristorante, un bar e la lobby di

ingresso separata per uffici e residenze. Mentre nell'edificio più basso si trovano

gli uffici, gli alloggi sono stati distribuiti nell'edificio a torre: la zona giorno di

ogni appartamento è dotata di una loggia, che consente un affaccio privilegiato

sull'acqua e sul futuro parco lineare Lohsepark. Le due porzioni del progetto si

presentano con due facciate autonome, legate tra loro dal nastro vetrato del

piano terra e dall'accostamento cromatico dei materiali di rivestimento: lastre di

pietra arenaria per il volume residenziale, klinker scuro rossastro per il volume

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degli uffici, entrambi accomunati dai profili color bronzo delle finestrature.

Nel 2014 sono in corso interventi per 180.000 m² di superficie lorda di

pavimento, per un volume di investimenti di circa 650 milioni di euro.

La maggior parte dei lavori in corso si concentra nell’Uberseequartier, la cui

struttura è orientata parallelamente al Magdeburger Hafen.

Uberseequartier, il “quartiere d’oltremare”, il futuro centro nevralgico di

HafenCity, è una parte di città progettata a scala d’uomo, connessa alla città

storica e affacciata sul fiume, un quartiere residenziale e commerciale, che offre

una varietà di opportunità ricreative e culturali in una piacevole atmosfera

urbana.

Per ottenere questo risultato sono state definite linee guida precise per

l’edificato, le destinazioni d’uso, la distribuzione degli spazi. In fase di

progettazione, è stato creato un layout per garantire una varietà di percorsi e

prospettive verso il fiume Elba.

In fase di pianificazione il settore immobiliare ha concordato con la società di

gestione HafenCity Hamburg GmbH che lo sviluppo dell’Uberseequartier, con la

sua superficie lorda di pavimento prevista di 110.000 m², avvenga unitariamente

e tempestivamente.

Il piano ha previsto un equilibrato mix funzionale per garantire complessità e

vivibilità; si sono realizzati e si realizzeranno residenze, uffici, attività

commerciali, spazi per la cultura e ricreativi come polo di attrazione per i

residenti, per chi lavora nel quartiere, per la popolazione di Amburgo e per i

turisti.

Si è esclusa la creazione di grandi

centri commerciali per favorire

una rete puntuale di esercizi e

recuperare il modello tradizionale

di commercio diffuso; per

conseguire questo obiettivo nelle

convenzioni con gli operatori è

previsto l’obbligo di collocare gli

esercizi commerciali (circoscritti al

commercio al dettaglio e ai prodotti d’innovazione) al piano terreno lungo

strade e piazze e di far affacciare gli esercizi per la ristorazione su spazi aperti,

con scorci in direzione dell’acqua.

La progettazione degli spazi esterni del quartiere e del Magdeburger Hafen, è

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stata affidata allo studio BB+GG arquitectes di Beth Galì, vincitore del

concorso bandito nel 2006, che intende contraddistinguere il viale centrale del

quartiere, pensato come il cuore pulsante di HafenCity, e le piazze circostanti

come luoghi di sosta e di socialità.

I diversi caratteri degli spazi urbani con i loro contrasti tra le facciate

sull’Uberseeboulevard, il viale interno, e le visuali sul Magdeburger Hafen o sul

Sandtorpark, si riunificano negli spazi esterni: nei diversi comparti del quartiere

sono stati uniformati per scelta i materiali di pavimentazione e l’arredo urbano,

assicurando un elemento di continuità chiaramente percepibile.

Solo ad alcuni edifici, posti in posizioni significative e panoramiche, è consentito

raggiungere altezze maggiori: avranno funzione di “belvedere” e di landmark

all’interno del profilo urbano: nell’Uberseequartier saranno realizzati lo Science

Center e l’Hamburg Cruise Center.

Lo Science Center

progettato da Koolhaas

– OMA nel 2008, che

dovrebbe sorgere sul

waterfront nel punto di

incontro tra il

Magdeburger Hafen e

l’Elba, in prossimità

dell’attracco delle navi da

crociera e porta container, è un vero e proprio totem urbano, che segnala

l’unione tra il porto e la città. Il complesso comprenderà lo Science Center,

l’Aquarium e lo Science Theatre, ma al momento le necessarie risorse pubbliche

non sono disponibili e HafenCity GMBH è alla ricerca di sponsor.

L’Hamburg Cruise Center

progettato da

Massimiliano Fuksas, è un

complesso che comprende

un albergo di lusso, il

terminal per le navi da

crociera e quello per i bus.

Adiacente al quartiere è

stata realizzata la Katharinenschule, progettata dallo studio Spengler &

Wiescholek, una scuola elementare di cinque piani che ospita 450 bambini.

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Molto particolare il cortile sul

tetto: una rete alta 4 metri

protegge i bambini e funge

da sostegno per un

pergolato di vite che colora il

tetto con i frutti di stagione e

garantisce la protezione dal

sole. Un secondo cortile al

piano terra è parzialmente

coperto da una pensilina e

può essere usato anche in caso di pioggia.

Per invogliare le famiglie giovani a trasferirsi qui la scuola accoglie i bambini per

tutta la giornata, anche oltre l’orario scolastico; grazie a questa opportunità e

alla presenza di due parchi, ad HafenCity continuano ad arrivare giovani

famiglie.

HafenCity modello ecologico urbano del futuro: sostenibilità

ambientale ed efficienza energetica

Ciò che rende il Masterplan di HafenCity diverso da altri grandi progetti di

sviluppo urbano è posizione unica dell’area e il suo obiettivo di promuovere

urbanità accoppiata con la sostenibilità.

Il progetto HafenCity è stato impostato come un utile contributo per un futuro

sostenibile della città. La conversione di aree precedentemente utilizzate per

attività legate al bacino si tradurrà in una serie di effetti positivi, ecologici e in

termini di futuro sviluppo urbano di Amburgo. L'ambiente di HafenCity si sta

plasmando con attenzione al futuro a lungo termine: è un esempio di

sostenibilità, per gli standard elevati nella pianificazione e realizzazione di edifici

"verdi" e nei concetti di energia e mobilità.

L’uso economico dell'energia è stato pensato come un fattore chiave al fine di

ridurre al minimo le influenze sui cambiamenti climatici. Ogni sforzo è

indirizzato ad integrare la sostenibilità, e si intende sfruttare tutte le opportunità

per il risparmio di risorse naturali nella produzione di energia. Secondo le

prescrizioni del Masterplan il prerequisito per la produzione di energia solare

costituito da una grande quantità di facciate libere rivolte a sud lungo le

banchine e in tutto il resto del sito è valorizzato nella progettazione e nella

disposizione degli edifici; altre forme ecocompatibili di produzione energetica

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sono state utilizzate.

La strategia di approccio integrato allo sviluppo sostenibile per la rigenerazione

dei siti dell’ex porto in HafenCity si basa dunque essenzialmente su:

la scelta dell’alta densità urbana e dell’alto grado di usi misti per un

uso efficiente e sostenibile del territorio;

un concetto di trasporto sostenibile per ridurre le emissioni di

carbonio, che comprende la ferrovia sotterranea in HafenCity di

collegamento con il centro edificato esistente, gli autobus alimentati

a idrogeno e la promozione di HafenCity come città “pedonale”;

la rete di riscaldamento del quartiere basata su limiti di carbonio

molto bassi e l’utilizzo di una quantità significativa di fonti

energetiche rinnovabili;

l'uso consistente di materiali da costruzione eco-compatibili.

un sistema di certificazione per gli edifici.

Mentre i primi due livelli possono essere considerati ormai come norme di

pianificazione dei beni pubblici nelle città sostenibili del XXI secolo - seppur con

enormi conseguenze per gli investimenti privati - gli altri livelli sono

principalmente risultato dei processi di mercato.

La connessione all’impianto di riscaldamento di distretto è una soluzione

adeguata per fornire energia elettrica e riscaldamento per HafenCity, riducendo

le emissioni di C02 e conservando energia, insieme all'introduzione di metodi di

costruzione e materiali ecocompatibili e di tecnologie per la generazione di

potenza e calore (l'utilizzo di energia solare attiva o passiva).

Per l'approvvigionamento energetico di riscaldamento di Hafen City ovest ed

est sono state attivate nel 2003 e nel 2009 due procedure di gara europee.

Il contratto per la fornitura di calore per la parte ovest di HafenCity è andato nel

2003 ad una compagnia che si è impegnata a non superare il limite di emissioni

di 175 gr di CO2 per ogni kWh, con una riduzione delle emissioni del 27%

rispetto al riscaldamento con impianti a gas singoli. Tutti gli edifici in HafenCity

ovest sono connessi alle reti di riscaldamento centralizzate degli isolati. Ciò, in

combinazione con impianti decentralizzati con caldaie a celle combustibili e

solare termico, produce un mix molto efficiente; in alcuni casi sono utilizzati

impianti geotermici.

La fornitura di calore alla parte est vedrà un’ulteriore riduzione delle emissioni di

CO2 fino a 89 g/kWh. Ad esito del relativo concorso europeo, concluso nel 2009,

è stato scelto un progetto per l’impiego di tecnologie basate su risorse

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pressoché interamente rinnovabili: combustione di biomasse, celle combustibili

a biometano e pompe di calore. La flessibilità, ossia la possibilità di potenziare

gli impianti a seconda del futuro sviluppo di HafenCity previsto fino al 2020, ma

non esattamente stimabile al presente, è stato un fattore cruciale

nell’assegnazione del contratto.

A seguito dell'adozione del Masterplan nel 2000, le capacità di favorire approcci

sostenibili si sono concentrate inizialmente sui primi tre livelli sopra citati.

La certificazione volontaria degli edifici è uno sviluppo di mercato ancora in

corso, che rimarrà aperto fino a quando il progetto di HafenCity sarà

completato.

Era evidente in fase iniziale di attuazione del Masterplan la mancanza di un

sistema di certificazione degli edifici sostenibili in Germania, dato che i sistemi

adottati altrove, ad esempio il sistema americano Leed o il britannico Breeam,

non erano considerati adattabili alle possibilità specifiche di HafenCity.

Al fine di stabilire gli standard edilizi sostenibili più appropriati per più di 2

milioni di m² di superficie lorda di pavimento dei nuovi edifici, HafenCity

Hamburg GmbH ha commissionato ad un team di consulenti lo sviluppo di uno

specifico sistema di certificazione per HafenCity, sulla base degli standard

internazionali disponibili e di studi preliminari tedeschi.

L’HafenCity Ecolabel (il marchio europeo di qualità ecologica che premia

prodotti e servizi, ai sensi del Regolamento CE n. 1980/2000) assegna due livelli,

“oro” e “argento” e ha rappresentato il primo standard trasparente e

comprensibile per la certificazione degli edifici sostenibili in Germania.

Il sistema di certificazione “Edilizia sostenibile in HafenCity” è utilizzato dal 2007.

Fino all'inizio del 2010, circa 200.000 m² di superficie lorda di pavimento (Gross

Floor Area) erano stati pre-certificati o erano in attesa di certificazione: tra gli

edifici completati e preliminarmente certificati “oro” troviamo ad esempio la

Kesselhouse (sede dell’InfoCenter di HafenCity), l’edificio che ospita gli uffici di

Greenpeace, la scuola primaria Katharinen, la sede di Unilever e la nuova sede di

Der Spiegel. L'opzione di certificazione ha innescato una considerevole spinta

verso la sostenibilità in HafenCity.

Le aspettative di utenti e sviluppatori sono cresciute perché in particolare gli

imprenditori desiderano aumentare e garantire a lungo termine la competitività

dei loro edifici. La pubblicazione del catalogo dei criteri per l'HafenCity Ecolabel

ha fornito ad architetti e consulenti, in una fase iniziale del processo di sviluppo,

istruzioni che specificavano il quadro ecologico desiderato, come aiuto per

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proporre soluzioni creative in grado di combinare sostenibilità e qualità

estetiche del progetto, durante la fase dei concorsi di architettura.

Come ulteriore effetto propulsivo, la concentrazione di progetti di edilizia

sostenibile in HafenCity sta aiutando a stimolare la consapevolezza nazionale e

internazionale circa l’uso sistematico delle norme di edilizia ecologicamente

sostenibile, soprattutto se coincide con il successo delle architetture sostenibili,

come nel caso dell'edificio della Unilever (nominato nel 2009, come abbiamo

ricordato, miglior edificio per uffici del mondo) e sta promuovendo anche la

questione della costruzione sostenibile attraverso i media.

Poiché lo sviluppo di un folto gruppo di edifici altamente sostenibili si è rivelato

così significativo, il sistema di certificazione di HafenCity è stato completamente

rivisto e reso disponibile a partire dal 2010.

La nuova edizione, che incorpora miglioramenti ricavati dall'esperienza di

certificazione avviata nel 2007, comprende le revisioni del EnEV 2009 (normativa

tedesca per il risparmio energetico negli edifici e i sistemi di costruzione) e

l’estensione del sistema per coprire nuovi usi (alberghi, vendita al dettaglio e

proprietà ad uso misto). Di conseguenza, tutti i principali tipi di edificio di

HafenCity hanno ora la propria classe di certificazione. Questo crea le

precondizioni per conseguire l'obiettivo di almeno il 30% dei futuri edifici

conformi ai requisiti per l’Ecolabel “oro”, che oltre all’uso responsabile delle

risorse riconosce anche la sostenibilità economica e sociale degli interventi e

incoraggia i clienti e gli utenti a puntare su questo standard elevato anche per

ragioni di marketing immobiliare.

Il certificato continuerà ad essere attribuito da HafenCity Hamburg GmbH,

anche se la revisione è stata effettuata in stretta collaborazione e in conformità

con gli standard dei criteri di certificazione del German Sustainable Building

Council - DGNB, (nato nel 2007 anche per iniziativa dell’Autorità di HafenCity

Hamburg GmbH).

In prospettiva anche le revisioni e la trasparenza dei criteri di documentazione

dovrebbero aumentare la disponibilità di utenti e sviluppatori ad optare per la

certificazione dei loro edifici in HafenCity.

Le principali caratteristiche del sistema di certificazione di HafenCity sono:

1. il sistema si concentra in particolare sulle possibilità nel nucleo centrale di

HafenCity;

2. il sistema comprende un accordo contrattuale tra HafenCity Hamburg

GmbH e gli operatori, con l'obiettivo non solo di raggiungere la qualità

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costruttiva ma anche di garantire l'effettiva qualità di utilizzo una volta che

gli edifici sostenibili sono in funzione, misurandone l'efficienza energetica;

3. il sistema rende possibile da un lato ottenere in parallelo un certificato

DGNB a basso costo grazie alla coincidenza della documentazione di

certificazione richiesta; d'altra parte il sistema di HafenCity, grazie alla sua

vasta esperienza di mercato e di flessibilità, è in grado di rispondere meglio

e più velocemente alle nuove opportunità e requisiti, consentendo di

sfruttare più efficacemente le potenzialità in HafenCity rispetto al certificato

DGNB.

Gli spazi della partecipazione: l’InfoCenter nella Kesselhaus e il

Sustainability Pavilion OSAKA 9

I visitatori dispongono di una fonte di informazioni relative alla pianificazione e

all’evoluzione del Progetto di sviluppo urbano della più grande area centrale

d'Europa nell’InfoCenter di HafenCity. Lo spazio informativo, ospitato in una

vecchia centrale idrodinamica del 1886/87 color rosso-mattone (testimonianza

della cosiddetta “Amburgo rossa, città di mattoni”), restaurata e riconvertita,

documenta da oltre dieci anni gli sviluppi in HafenCity con testi completi e

opuscoli gratuiti.

Nel foyer dell’InfoCenter si può ammirare l’intera distesa del sito HafenCity su

una fotografia aerea, mentre speciali punti informativi offrono ulteriori

approfondimenti: è possibile studiare il modello urbano di HafenCity in scala 1:

500, su cui il crescente dettaglio riflette lo stato di avanzamento dei lavori, oltre

ai plastici della “Elbphilharmonie Concert Hall” e dell’Uberseequartier.

Nello spazio informativo si organizzano inoltre mostre temporanee, ad esempio

sui concorsi d’architettura.

Il percorso guidato che abbiamo effettuato nei quartieri centrali di HafenCity, a

partire dall’InfoCenter fino al Sustainability Pavilion OSAKA 9, ci ha fatto

apprezzare i risultati ottenuti dall’Autorità di HafenCity (la società per la

gestione della trasformazione urbana, rivelatasi una guida forte ed efficace del

processo di pianificazione e attuazione) e comprendere il tipo di sfide che

emergono in un processo così complesso.

Nel Padiglione di Sostenibilità Osaka 9, nel Magdeburger Hafen, prendono vita

le questioni fondamentali dello sviluppo urbano ecologico e sostenibile di

HafenCity.

Il padiglione di sostenibilità propone una chiara panoramica dello spettro di

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attività in cui si focalizza lo sviluppo urbano sostenibile. Lo spazio espositivo è

allestito con un'installazione - scultura di pallet di legno usati, che allude al

vecchio porto, mentre mostre integrate multimediali chiariscono le questioni

che interessano lo sviluppo urbano sostenibile.

Un po’ di storia: Amburgo e il Progetto ”European Solar Building

Exhibitions”

La costruzione della leadership di Amburgo in tema di riqualificazione urbana

ecosostenibile è un processo ininterrotto dall’inizio del secolo.

HafenCity e Wilhelmsburg 18 furono due delle tre localizzazioni inserite nel

prestigioso Progetto ’”European Solar Building Exhibitions” (nel quadro del

Programma Altener 2002), selezionate nel 2003 con l’obiettivo di soddisfare la

domanda differenziata del mercato abitativo e direzionale per offrire un ampio

spettro di tipologie edilizie che utilizzano sistemi di solare passivo (case

unifamiliari, bifamiliari, in linea, edifici per uffici), collocate in differenti contesti

urbani (insediamenti ad alta densità nelle aree da riconvertire nella città

compatta, mantenimento di basse densità e conservazione del paesaggio nelle

aree periferiche).

In particolare HafenCity fu scelta perché collocata in zona centrale e

Wilhelmsburg 18 perché collocata nella zona semicentrale della città, ad est

della città compatta, con caratteri di residenze unifamiliari di qualità. La terza

area, Hamburg–Heimfeld, era invece collocata in area periferica a sud del centro

di Amburgo.

In tempi brevi fu avviata la realizzazione degli interventi progettati per

l’esposizione di Case Solari del 2005, ultimati entro il 2004.

Il coordinamento del progetto “European Solar Building Exhibitions” fu

assicurato dallo ZEBAU (Zentrum fur Energie Bauen, Architektur und Umvelt),

organismo finanziato da Dipartimenti del Senato di Amburgo, da tre Università,

da banche e da utilities locali.

All’impegno economico per la realizzazione del progetto contribuirono i

costruttori che parteciparono all’esposizione, sponsor locali, nazionali e

internazionali, la vendita di biglietti, la pubblicità, fondi statali per l’innovazione.

La scelta di indicare per l’Esposizione l’insediamento di HafenCity, di notevole

rilevanza e valore per la collocazione privilegiata a ridosso del centro storico e

per funzioni e qualità del paesaggio urbano (e l’indicazione al suo interno di

un’area collocata in uno dei comparti edificatori del prestigioso quartiere di

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Dalmannkai), indica l’importanza che era stata riconosciuta dalla Città di

Amburgo al Progetto dell’Esposizione Europea di Case Solari, che ha contribuito

ad accelerare lo sviluppo edilizio sostenibile di HafenCity e di Wilhelmsburg.

L’importanza attribuita da Amburgo al ricorso alle fonti energetiche rinnovabili è

testimoniata anche dalla partecipazione al Progetto ”EU Competition”, che ha

organizzato un concorso di architettura per case solari che ha coinvolto città

tedesche, austriache, ungheresi, i cui risultati furono presentati nel 2003.

Wilhelmsburg: trasformare aree a bassa densità considerate

marginali in un quartiere sperimentale dell'abitare sostenibile

Nell'area di Wilhelmsburg la Città-Stato di Amburgo ha sviluppato un nuovo

grande progetto, la Mostra Internazionale del Costruito, “Internationale

Bauasstellung” (IBA), che arricchisce ulteriormente i caratteri di sostenibilità della

città.

L’IBA opera sull’isola che, con i suoi 35 km², è la più grande isola di fiume

d’Europa, a pochi chilometri dal centro storico, con l’obiettivo di trasformare

aree a bassa densità, considerate marginali, in un quartiere sperimentale dove

sono previste residenze, uffici e un grande parco, con un progetto volto a

qualificare il rapporto tra città e natura, con particolare attenzione ai temi posti

dal cambiamento climatico, sperimentando nuove soluzioni dell'abitare

sostenibile e utilizzando sistemi integrati di energie rinnovabili.

Una risposta con forte valenza simbolica alle problematiche di sostenibilità e

inclusione sociale presenti nell’area è la realizzazione dell'edificio destinato a

ospitare gli uffici pubblici del Ministero dello Sviluppo Urbano e dell’Ambiente

della Città-Stato, firmato da Sauerbruch Hutton.

Nel 2013 l’IBA ha mostrato i primi tre anni di lavoro, esibendo 70 progetti,

aggiudicati tra il 2007 e il 2013 a studi di architettura in partnership con imprese

e sponsor, con un processo che ha assicurato di portare a termine circa 50

opere per la Mostra Internazionale di Architettura con un budget limitato messo

a disposizione dall’amministrazione locale.

Nell’area di Wilhelmsburg l’IBA ha messo a fuoco 3 temi chiave, assunti come i

più urgenti della contemporaneità: la “città nell'epoca dei cambiamenti climatici”

e il suo sviluppo in armonia con l'ambiente, la "cosmopoli" come luogo di

integrazione multietnica, di incontro di diverse culture e le "metrozone", nuove

città all'interno di quella esistente, per costruire un futuro alle zone di confine e

passaggio tra città e campagna, tra città e grandi infrastrutture, tra città storica e

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zone industriali dismesse.

E’ interessante notare come nel 2007, all’inizio del suo lavoro di ricerca sulla

metropoli del futuro, il progetto IBA abbia sistematicamente valutato, in scambi

con esperti e residenti, i punti di forza e di debolezza, i problemi e le

potenzialità del quartiere. Da questi focus sono emersi i tre spunti, assunti poi

come temi chiave della trasformazione urbana:

Come può beneficiare Amburgo della diversità culturale?

Come può sbloccare le potenzialità delle zone di transizione del suo

centro?

Come può salvaguardare il clima usando la sua energia?

I tre temi che s’intrecciano nel progetto IBA sono stati declinati secondo le

seguenti linee di azione:

1. Città e cambiamenti climatici

Utilizzo delle fonti locali di energia.

Costruire in modalità climaticamente neutrale.

Ripensare lo sviluppo urbano attraverso e con l'acqua.

2. Cosmopolis

Rendere la globalizzazione un processo produttivo.

Creare una comunità urbana multietnica.

Maggiore potere all’istruzione e alla conoscenza.

3. Metrozones

Creare quartieri urbani di qualità.

Dare forma alle periferie interne.

Promuovere la compatibilità urbanistica

Ci occuperemo nel seguito dei progetti “Cities and climate change” e

“Metrozones”.

Il progetto “Città e cambiamenti climatici”

Gli obiettivi del progetto su “Città e cambiamenti climatici” sono:

1) portare a 0 le emissioni di CO2 nel 2050, nonostante la crescita prevista di

popolazione di circa 18.000 persone;

2) raggiungere l’autosufficienza nella produzione di energia elettrica nel 2030;

3) raggiungere l’autosufficienza nel riscaldamento nel 2050.

L'obiettivo è implementare nuove risorse energetiche per la Città, rendendo

Willemsbourgh autosufficiente dal punto di vista energetico attraverso la

realizzazione di edifici energeticamente efficienti, sistemi energetici basati

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esclusivamente su energie alternative ed estrema efficienza degli impianti.

I percorsi verso i distretti climaticamente neutrali e post-fossili per l’isola

sull’Elba fissano l’obiettivo del 100% di rinnovabili ed energia prodotta nel

Distretto per i settori abitativo, commerciale e fornitori di servizi, attraverso una

centrale di produzione energetica collegata a turbine di energia eolica, pannelli

fotovoltaici, turbine di energia minieolica, energia da biogas e biomassa ed

energia geotermica dall'acqua del fiume.

I campi di intervento strategico per il concept futuro riguardano dunque le

energie rinnovabili, la rete di riscaldamento rigenerativa, le nuove costruzioni

energeticamente eccellenti e la rigenerazione in nuovi standard di costruzione.

Come esempi di interventi per le energie rinnovabili l’IBA ha presentato tra gli

altri l’Energy Hill Georgswerder, l’Open House e l’Energy Bunker.

Fino al 1979 l’Energy Hill

Georgswerder era una

discarica di rifiuti domestici e

rifiuti tossici industriali, che

produceva diossine che si

insinuavano nelle acque

sotterranee. A seguito dello

scandalo seguito a questa

scoperta la collina fu messa

in sicurezza a costi elevati e

la superficie esterna fu coperta di vegetazione.

Tra il 1992 e il 2004 la collina è stata costellata di pale eoliche e unità

fotovoltaiche che generano elettricità per la rete pubblica, mentre un nuovo

sentiero circolare, realizzato intorno alla sommità della collina, offre vedute sulla

città. All’interno della collina la fermentazione dei rifiuti entro un sito sigillato

crea gas con un alto contenuto di metano, che produce energia termica per

vicini siti industriali.

Poiché Amburgo ha scelto la via dei concorsi anche in occasione dell'IBA, ne ha

indetto uno proprio per realizzare il parco ecologico al posto dell'ex discarica

Georgswerder, che ha previsto anche l’allestimento di uno spazio informativo,

in cui le vicende del sito sono illustrate efficacemente con proiezioni

multimediali.

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L’Open House - Passive

House 'Plus', progettata dal

gruppo olandese Onix di

Groningen e completata nel

2011, è un progetto IBA che

coinvolge la costruzione di un

edificio residenziale con 22

appartamenti (in proprietà o

in affitto) con una sala

comune. In questo edificio tre

investitori hanno realizzato tre diverse forme di alloggio per un gruppo di

residenti. Le ali ovest ed est contengono 32 appartamenti di edilizia

sovvenzionata in affitto, mentre l'ala sud è costituita da sette abitazioni private,

quattro appartamenti loft e un appartamentino.

Realizzata con un investimento di 9,8 milioni di euro, coniuga i più alti standard

di efficienza energetica con l’uso di forme di energia rinnovabile e con risposte

puntuali alle richieste degli abitanti di disporre di spazi condivisi.

Proprietari e inquilini sono stati coinvolti nella redazione del progetto fin

dall'inizio, nel tentativo di soddisfare le richieste individuali più fedelmente

possibile. Il concetto di cooperazione di vicinato che caratterizza l'Open House

continua all'interno delle unità residenziali, che sono aperte per le esigenze

individuali e le idee dei futuri proprietari.

Casa passiva 'plus' significa che la costruzione adotta provvedimenti energici per

ridurre in modo significativo la domanda di energia primaria rispetto ad una

casa passiva standard, con un corrispondente risparmio delle emissioni di CO2,

pertanto l'Open House si è rivelata più costosa di una casa passiva standard, per

la speciale concezione architettonica e le elevate esigenze in materia di

efficienza energetica.

I costi aggiuntivi sono stati a carico dei fondi per le questioni legate al clima

dell’Autorità per lo sviluppo urbano e l’ambiente di (Amburgo Behörde für

Stadtentwicklung) e di IBA.

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La Rete di riscaldamento

rigenerativa si avvale fino al

2013/2014 del “Bunker

dell’Energia”. Il bunker, costruito

dal III Reich nel 1943, è alto oltre

30 metri con muri spessi 3 metri.

Fu utilizzato solo durante la

Seconda Guerra Mondiale per

difendersi dagli attacchi degli

Alleati e rimase poi inutilizzato per decenni. Anziché demolire il bunker, ridotto

in rovina, ad un costo di 13 milioni di euro, l’IBA ha scelto di riconvertirlo in un

simbolo del futuro con un progetto costato 26,7 milioni di euro, finanziato

dall’Unione Europea e cofinanziato dalla società Hamburg Energie.

Il progetto di riconversione-modello

dell’edificio dismesso, firmato dagli

architetti Hegger Hegger Schleiff

di Kassel, ha ottenuto importanti

riconoscimenti: il German Design

Award 2015 / Excellent

Communications Design Special

Mention, l’European Solar Prize

2013 e l’IBA Excellence Awards.

Al suo interno si trovano un

memoriale e una caffetteria con

una terrazza da cui si gode una

visuale su tutta la città.

La costruzione è diventata una

centrale di produzione di energia

alternativa capace, a pieno

regime, di generare 22.500

megawatt di calore e 3000

megawatt di elettricità l’ora. Un “Energy Bunker” che attraverso una

combinazione di 1.600 m² di pannelli solari montati sulla facciata sud e 1.100 m²

di pannelli fotovoltaici collocati sul tetto, e insieme ad una cisterna d’acqua di

quasi due milioni di metri cubi riscaldata a biogas – utilizzando anche l’energia

di scarto fornita da una centrale situata nelle vicinanze – genera calore e

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fornisce elettricità a 1000 case del quartiere Reiherstieg sparse su una superficie

di 1,2 km².

La politica di decentramento della produzione di energia attuata dall’IBA con

l’”Energy Bunker”, garantisce un risparmio annuo di 6600 tonnellate di CO2 non

immesse in atmosfera.

Le reti rigenerative di riscaldamento si avvalgono della rete integrata per

l’Energia di Wilhelmsburg Centrale, completata nel 2013 e costata 3,8 milioni

di euro, che ha creato una grande centrale energetica virtuale e reti di

riscaldamento locale, che alimenta il Ministero per l’Ambiente e lo Sviluppo

Urbano e le case sperimentali.

Dopo il 2013 si prevede l’estensione e l’accoppiamento facoltativo di reti e

l’apertura di nuove aree.

Il progetto “Metrozones”

Con il progetto

“Metrozones” l’IBA ha

puntato a realizzare

nuove costruzioni per la

città, efficienti dal punto

di vista energetico, con

standard superiori

almeno del 30% allo

standard nazionale EnEV

2009, di cui il 40% degli edifici con standard di casa passiva.

Per l’Esposizione 2013 è stata realizzata una rassegna di edifici sperimentali - un

vero e proprio “catalogo in scala 1:1” - nelle vicinanze dell’International Garden

Show Centre.

Le case ibride sono una delle 4 tipologie di case presentate nella “Mostra

Internazionale del Costruito”. Parallelamente a queste l’IBA ha introdotto anche

le case con materiali intelligenti, le case a prezzi intelligenti e le case

sull’acqua, tutte risposte concettuali e architettoniche alle domande sul futuro

delle città.

Le case ibride mostrano come saranno flessibili gli edifici di domani, adattandosi

ai bisogni degli utilizzatori; le case con materiali intelligenti consentono alle

facciate e agli edifici di reagire dinamicamente ai cambiamenti.

L’IBA presenta, con le case a prezzi intelligenti, una gamma di soluzioni a buon

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prezzo, realizzabili anche nelle aree centrali e, con le case sull’acqua, idee

innovative e confortevoli dal punto di vista ambientale per edifici sull’acqua.

In questo modo l’IBA è una vetrina dei progetti che Amburgo ha varato

sull’isola, riferiti alla natura e all’energia, all’educazione, alla cultura facendo

emergere il senso letterale della definizione di “Mostra del costruito”.

Wilhelmsburg Central e la “mostra nella mostra” formano una combinazione

ideale per presentare i frutti del lavoro dell’IBA e far conoscere le nuove

tecnologie, i materiali sperimentali e più all'avanguardia utilizzati per la

realizzazione di questi edifici.

Cinque studi di architettura sono stati invitati a progettare un edificio in cui

coniugare l’alta efficienza energetica con standard di versatilità degli interni.

Il progetto vincitore del concorso per una casa ibrida, firmato dal gruppo

Nägeliarchitekten di Berlino, inizialmente fu costruito per uso del centro

amministrativo per l'adiacente International Garden Show Hamburg (IGS), tra

aprile e ottobre 2013. L'IBA ha utilizzato anche una sala espositiva nel Centro

IGS da ottobre 2011 a marzo 2013.

L'edificio di quattro piani, che consente molta variabilità nell’allestimento degli

spazi, si erge su pilastri in cemento affondati in un cumulo di terreno all'interno

del parco, che contiene anche il piano terra e spazi espositivi.

Dopo il primo ciclo di utilizzo dell'edificio come spazio espositivo, grazie alla sua

versatilità offre molte opportunità di uso misto residenziale e lavorativo, o solo

residenziale.

Al piano terra si può suddividere in grande o piccoli uffici o unità commerciali in

modo relativamente semplice. Un sistema di supporti ed elementi strutturali

regolabili assicura che ai piani superiori possa anche essere diviso per adattarsi

alle mutevoli esigenze degli abitanti. Gli uffici possono essere convertiti in

appartamenti e poi di nuovo in uffici. Ciascuna delle dieci unità è di una forma

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ad U, disposta intorno ad un atrio. Questi atri non solo permettono alla luce

diurna di penetrare nell’edificio tutto l'anno, ma possono anche essere aperti,

quindi servire come balconi ad incasso.

Due nuove Case Ibride sono state realizzate dagli architetti Brandlhuber +

NiehuserS di Berlino vicino all’International Garden Show Centre. Le Case Ibride,

frutto di un concorso di architettura, sono progettate in base alle diverse

condizioni di illuminazione per vivere e lavorare. Caratteristica di ciascun

appartamento è un modulo composto da due livelli interconnessi che lo

attraversa da nord a sud e da est a ovest. L’idea innovativa di base è stata

sviluppata prendendo in considerazione il fatto che vivere e lavorare richiedono

condizioni ottimali di luce differenti durante il giorno. Gli appartamenti si

conformano ai bisogni di chi lavora in casa, nel proprio ufficio o studio in diversi

momenti e sono organizzati in un’area di lavoro orientata nord - sud al livello di

ingresso e in un’area abitativa orientata est - ovest al livello superiore. Come se

fosse un edificio indipendente ogni appartamento ha viste in tutte le direzioni.

Le superfici interne sono unite da uno spazio aperto con una scala nell’area

dove i due moduli si sovrappongono per formare un’unità a due livelli.

L’interconnessione e sovrapposizione di queste unità produce due strutture

compatte con 12 appartamenti. Per ottenere una maggiore varietà progettuale

entrambi gli edifici hanno unità aggiuntive orientate nord sud al primo e terzo

piano per un totale di 16 appartamenti con un taglio di 65-145 m² e per un

investimento totale di 5 milioni di euro.

Le case ibride utilizzano tecniche costruttive ecocompatibili. Rispetto ai

tradizionali edifici residenziali, lo sforzo strutturale coinvolto qualora cambi la

funzione dell'edificio è molto basso, e tale eventualità è stata rappresentata nel

concetto di utilizzo versatile. Questo significa che se le unità sono fuse,

ridimensionate o convertite, non solo vengono risparmiati tempo e denaro, ma

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c'è anche una minima spesa nei materiali utilizzati. Modificando un'unità per il

cambio di stile di vita dei suoi residenti, resta impregiudicato l'intero edificio.

A sud delle case ibride e all’interno del parco, lungo il canale per il canottaggio,

dove sono stati edificati i progetti di sviluppo ibrido, è stato realizzato il terzo

progetto di casa ibrida, in cui la separazione tra i diversi usi dell'edificio -

abitativo, commerciale, per uffici - intelligentemente progettata, inizia già dagli

ingressi.

L'edificio di quattro piani,

progettato dallo studio Bieling

Architekten di Amburgo, è basato

su una griglia che permette una

grande versatilità nel-

l’organizzazione dei singoli piani.

Questo significa che le unità di

soggiorno e di lavoro organizzate

su un unico piano, pur

funzionando separatamente, possono essere collegate con il minimo sforzo.

Diverse unità possono essere unite insieme per coprire un intero piano. Sarebbe

anche possibile combinare le singole unità in appartamentini o unire insieme

aree per vivere e lavorare. La facciata, composta da moduli prefabbricati in

legno, può essere adattata al nuovo layout all'interno dell'edificio rapidamente

ed efficacemente. In questo modo sono state create 20 unità, di dimensioni tra

43 e 120 metri quadrati.

A distanza, l'edificio sembra molto compatto, ma se visto da vicino sfumature e

dettagli possono essere individuati. Rientranze e spazi aperti rompono la forma

cubica, lasciando che la luce naturale fluisca all'interno. Queste nicchie fungono

da balconi per i residenti, dando loro un po' di spazio all'aperto al riparo dalle

intemperie.

Le Case sull’acqua sono state

progettate dallo studio Schenk +

Waiblinger Architekten di

Amburgo e costruiti tra il 2011 e il

2013.

Questi cinque edifici dimostrano

come posizioni sull’acqua

possono essere utilizzate come

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aree residenziali, tenendo in considerazione le preoccupazioni ambientali e la

sicurezza dei residenti.

Le Water Houses sono un insieme di 4 case a 3 piani e di un edificio a torre (34

appartamenti per una superficie lorda di 4.640 m²), costruito su palafitte in un

bacino di riserva idrica di circa 4.000 metri quadrati di superficie. Questo bacino

creato dall’IBA, alimentato con acqua piovana e collegato con la rete esistente

dei canali, è stato realizzato in un'area di Wilhelmsburg centrale a rischio di

inondazione.

Il complesso è costituito da quattro case

triplex, con tre appartamenti per piano e dalla

Water Tower di nove piani, che contiene venti

appartamenti. Ogni appartamento nelle case

triplex ha una propria terrazza sull’acqua con

grandi pannelli di vetro, mentre i residenti

della Water Tower hanno accesso a una

spaziosa terrazza comune.

Il collegamento con l'acqua è palpabile in

tutto l'intero complesso: ci sono moli

galleggianti, terrazze, giardini sommersi e

pareti d'acqua, a protezione della privacy, che

sottolineano la particolare qualità della vita

sull'acqua, considerato che in nessun altra

città tedesca l’acqua fa parte dell'identità

locale come ad Amburgo, dove vivere sull'acqua rappresenta per molti abitanti

la risposta ad una particolare attitudine verso la vita.

Gli edifici sono costruiti secondo standard di casa passiva, richiedono un

minimo di riscaldamento e tutte le loro esigenze di energia possono essere

soddisfatte utilizzando fonti rinnovabili. Una pompa di calore geotermica utilizza

l'acqua per riscaldare le case, mentre gli elementi termici solari in facciata

garantiscono la fornitura base di acqua calda.

La Water Houses sono anche collegate alla rete di teleriscaldamento Open del

Distretto. Tecnologie di costruzione intelligente controllano la ventilazione e la

fornitura di energia.

La Società tedesca per l'edilizia sostenibile, il DGNB, ha premiato le Water

Houses con il certificato “oro” come riconoscimento per l'elevato standard.

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Anche le Case in Materiale

Smart - “Smart is green”,

realizzate dal team Zillerplus

Architekten e Stadtplaner di

Monaco, sono state costruite con

uno standard di casa passiva tra il

2011 e il 2013; comprendono 15

Unità con uno spazio lordo di

1.740 m², e una superficie netta di

1.340 m² e sono collegate alla rete di teleriscaldamento Open del Distretto.

Con “Smart is green”, la facciata e il tetto sono componenti attivi nel concetto

tecnico e quindi, grazie alle loro tecnologie innovative, che creano energia che

viene consumata direttamente in casa, non sono solo un guscio o una

protezione contro gli eventi meteo e il clima.

I vari elementi di facciata creano e conservano energia tutto l'anno. Un

dispositivo di archiviazione del calore latente a breve termine (Phase Change

Material) memorizza l'energia termica in eccesso e la utilizza o la immette nella

rete locale di riscaldamento. Questo significa che la casa è sia utente sia

fornitore di energia di Wilhelmsburg Mitte.

Zone a fotovoltaico e solare termico sono situate sul guscio esterno e sul tetto.

La facciata è costituita da strati sovrapposti: moduli fotovoltaici sulle balaustre

dei balconi, unità di solare termico sul tetto ed elementi modulari verdi (giardini

verticali con piante rampicanti) sul lato sud che proteggono contro l’eccesso di

calore estivo.

“Smart is green” è l'unico edificio IBA di Amburgo ad aver ricevuto il sigillo di

qualità DENA “Efficiency House Plus”.

Un altro aspetto interessante è che il layout e lo sviluppo dell'edificio sono

progettati in modo che gli appartamenti siano flessibili, e le unità possano

essere divise ed estese per adattarsi alle mutevoli esigenze degli occupanti.

La Casa in materiale Smart – Woodcube, progettata dall’Architekturagentur

di Stoccarda, costruita nel 2012-2013, contiene 7 unità con spazio lordo di 1.480

m² circa, collegate alla rete di teleriscaldamento Open del Distretto.

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Il concetto di energia si basa sulla costruzione in legno massiccio senza viti o

colla, con tenuta all'aria senza lamine o membrane e materiale isolante

rinnovabile, che rende possibile raggiungere requisiti di energia riscaldante più

bassi che in una casa passiva ma con un tipo di costruzione che “respira”.

Le Case in Materiale Smart -- Soft House, progettate dagli architetti Kennedy

& Violich Architecture di Boston, costruite tra il 2011 e il 2013, hanno una

dimensione di 4 unità, con spazio lordo di 790 m², superficie netta di 520 m² e

standard di casa passiva. Per sfruttare la luce solare in modo versatile e

intelligente il concetto energetico è integrato da moduli fotovoltaici in strisce di

membrana tessile sul tetto e sulla facciata sud, orientabili secondo la posizione

del sole per produrre energia, che fungono al contempo da tende di protezione

dal sole per gli spazi interni di soggiorno.

Inoltre la costruzione di legno massello, alternativa ecologica ai materiali

convenzionali, rende la casa un modello di edilizia sostenibile.

La facciata di membrana tessile sul lato meridionale dell'edificio è mobile verso

la luce del sole, ad imitazione del comportamento del girasole. Le celle

fotovoltaiche orientabili incorporate nella membrana tengono parti della

facciata in ombra in estate, mentre in inverno permettono alla luce di penetrare

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più in profondità all'interno. L’orientamento delle membrane può essere

regolato anche dagli abitanti. Le tende sono una caratteristica di design della

casa: "tende" mobili trasparenti all'interno degli appartamenti permettono ai

residenti di suddividere gli interni spaziosi e modificare il layout come

desiderano. Le tende aiutano anche i residenti a regolare il calore nelle proprie

case. L'elettricità generata dalla membrana tessile all'esterno dell'edificio è

alimentata direttamente in queste tende, che sono incorporate con LED e

possono anche fornire luce ulteriore all'interno di appartamenti.

La Casa in materiale Smart - casa

BIQ, progettata dall’architetto

Splitterwerk di Graz con ARUP

GMBH di Berlino, è un edificio cubico

a cinque piani costruito con uno

standard di casa passiva tra il 2011 e il

2013, con un taglio di 15 unità

residenziali di 1.800 m² circa di

superficie lorda, collegate alla rete di

teleriscaldamento Open del Distretto.

Il concetto energetico della casa

BIQ, la prima al mondo con un

bio-reattore sulle facciate sud-

ovest e sud-est, consiste in

pannelli in vetro in cui sono

coltivate in acqua micro-alghe

usate come biomassa per

produrre biogas, che alimenta

energicamente l’edificio. I lati

dell'edificio rivolti al sole hanno un secondo guscio esterno in facciata. Micro-

alghe– piccole piante, non più grandi di batteri – sono prodotte all'interno di

questo guscio. Essi permettono alla casa di produrre la propria energia. Le alghe

devono solo crescere, perciò sono continuamente rifornite con liquidi nutrienti e

anidride carbonica attraverso un circuito separato di acqua che attraversa la

facciata e con l'aiuto della luce del sole possono operare la fotosintesi. Le alghe

fioriscono e si moltiplicano in un ciclo regolare fino a quando possono essere

raccolte, separate dal resto delle alghe e trasferite come una polpa spessa alla

sala tecnica del BIQ. In seguito possono essere fermentate in un impianto di

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biogas esterno e quindi ri-utilizzate per la generazione di biogas. In alternativa,

le alghe possono essere utilizzate per la ricerca di cosmetici e nelle industrie

alimentari. A seconda della stagione e dei requisiti, le alghe possono essere

utilizzate in modi diversi (conversione in calore in inverno o uso di biomassa nel

settore alimentare nei mesi estivi quando la crescita è più veloce). Le alghe sono

particolarmente adatte a questo processo perché, confrontate con le piante

coltivate in terreno, possono produrre fino a cinque volte più biomassa per

ettaro e contengono in grande proporzione gli oli che possono essere utilizzati

per generare energia. Le alghe possono anche controllare la luce e forniscono

ombra.

La facciata di alghe "intelligente" della casa BIQ è il primo prototipo del suo

genere nel mondo e fa uso della più innovativa tecnologia energetica e

ambientale.

Il BIQ, con il concetto olistico di energia che esprime, è un punto culminante

della "Mostra all'interno della Mostra”: si estrae tutta l'energia necessaria per

generare elettricità e calore da fonti rinnovabili e i combustibili fossili

rimangono intatti. La facciata raccoglie energia assorbendo la luce che non

viene utilizzata dalle alghe e genera calore, come in un'unità termica solare, che

può essere memorizzata nel terreno mediante scambiatori di calore. Questo

concetto di energia sostenibile è quindi in grado di creare un ciclo di energia

solare termica, energia geotermica, riscaldamento locale e cattura di biomassa

usando la facciata del bio-reattore. Biomassa e calore sono prodotti attraverso

la fotosintesi e l’energia solare. La facciata cambia colore con la continua

crescita delle alghe e così sembra in movimento.

Spaziosi balconi danno agli abitanti una stupenda vista sul parco, così come la

possibilità di vedere da vicino l'impianto naturale contenuto nella facciata e

anche i visitatori possono osservare come cresce la materia. Il verde della

facciata dimostra che le alghe stanno abbattendo l'anidride carbonica e la

stanno elaborando attraverso la fotosintesi. La visibilità dall'esterno dell'edificio

di questa forma rinnovabile di produzione di energia è parte intenzionale del

concetto architettonico.

All'interno, il BIQ rivela la concezione della vita urbana nel futuro. La sempre

maggiore interconnessione tra vita e lavoro e la crescente domanda di spazi per

alloggi adattabili significa che ci sarà una richiesta di versatilità per i piani terra

residenziali. Due dei quindici appartamenti ospitati nel BIQ non hanno stanze

separate, sono appartamenti - modello con tipologie innovative basate sul

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principio del vivere “a domanda”, in cui le funzioni abitative non sono ospitate

in stanze separate ma sono allestite successivamente o simultaneamente in una

“zona neutra”. A seconda delle esigenze, singole funzioni dell'appartamento –

bagno, cucina, zona notte – possono essere scambiate o combinate. In questo

modo, le necessità della vita quotidiana determinano l'aspetto

dell'appartamento e il layout versatile può essere adattato per soddisfare i

residenti e il loro vivere quotidiano.

Legislazione, partecipazione e coinvolgimento dei portatori di

interessi

L’IBA presta costante attenzione al

dialogo con i cittadini. Presso

l’IBA Dock, il centro informativo

ed espositivo, progettato da Han

Slawik Architectural Bureau di

Hannover e completato nel 2010,

è possibile ottenere materiali

informativi sui progetti e studiare

il modello in scala degli interventi

previsti dal nuovo grande progetto dell'area di Wilhelmsburg.

Il programma IBA riguarda anche progetti culturali ed educativi, nei quali gli

specialisti coinvolti hanno esplorato in particolare il tema delle aree di

transizione, le “inner peripheries”, che Amburgo come ogni area metropolitana

trova nei bordi tra le diverse funzioni del territorio urbano, zone di confine tra

città e terra di nessuno.

Due volte l’anno sono organizzati incontri di Informazione sullo stato dei

progetti e di scambio su argomenti speciali, cui partecipano dalle 50 alle 500

persone. Sono inoltre gestiti dall’IBA forum e gruppi di lavoro.

Presentazioni e discussioni sono organizzate per illustrare lo stato dei progetti a

residenti, investitori e futuri utenti, cui partecipano dalle 20 alle 100 persone.

Attualmente sono in discussione circa 10 progetti.

Il processo di partecipazione per l’approvazione dei progetti IBA si articola nei

seguenti passaggi successivi: il coinvolgimento dell’Amministrazione; la

discussione pubblica "precoce" degli interventi, in fase di redazione del

progetto; il coinvolgimento successivo dell’Amministrazione e delle ONG; la

presentazione pubblica; l’integrazione di commenti fino all’approvazione.

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Sotto il profilo legislativo è interessante notare che le reti di riscaldamento

possono essere ancorate nello zoning (Piano di Uso del territorio).

Amburgo ha promulgato una Legge di protezione del clima che prevede che il

Senato possa prescrivere l'utilizzo di tipi specifici e tecnologie di incontro della

domanda di calore, in particolare la connessione a una rete di teleriscaldamento

di distretto. Questo vale per reti alimentate dal calore prodotto dalla

cogenerazione, dallo scarto industriale o da energie rinnovabili". "i nuovi edifici

devono essere collegati a una rete di riscaldamento di Distretto che è

principalmente fornita da energie rinnovabili per il riscaldamento e la produzione

di acqua calda per uso domestico”.

Questa clausola è stata applicata a Amburgo in più di 50 casi.

Considerazioni conclusive

Quali asset hanno reso vincente la sfida della Città Stato di Amburgo nella

gestione delle trasformazioni urbane di HafenCity e Wilhelmsburg, due siti

pianificati e progettati per divenire sostenibili sotto il profilo energetico e

ambientale, oltreché economico-sociale?

Da quanto emerge dallo studio delle due esperienze è possibile affermare che la

sfida a lungo termine per la pianificazione strategica e la realizzazione dei

Programmi di trasformazione di HafenCity e di Wilhelmsburg si sta misurando

sulla capacità, finora ampiamente dimostrata dalla Città-Stato di Amburgo, di

cogliere il giusto equilibrio tra crescita e integrazione, tra stimolo economico e

considerazioni sociali, tra innovazione e tradizione, tra criteri locali e

internazionali, con l’ambizione di conseguire un’alta qualità urbana di

riferimento nel contesto di una ridefinizione del ruolo internazionale della Città.

Questo percorso di sviluppo innovativo e di successo intrapreso dalla Città si è

basato in sintesi su alcuni capisaldi:

L’individuazione di due ambiti di rilevante interesse per lo sviluppo urbano

della Città (si noti che l’infrastruttura portuale di Amburgo, a sud del fiume

Elba, è superiore per estensione territoriale al 50% dell’intera superficie

urbanizzata della città) e la lungimiranza nel restituire loro un ruolo urbano

centrale lavorando con l’acqua e con l’energia. La concentrazione su di essi

di risorse: istituzionali, finanziarie, umane, di ricerca (negli uffici dell’IBA di

Amburgo, lavorano al rinnovamento dell’area di Wilhelmsburg 30 specialisti

nei vari settori di intervento).

Le modalità e i requisiti organizzativo- istituzionali adottati per il governo

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della complessità:

un’adeguata selezione professionale di personale di alto profilo tecnico,

orientato alla qualità dell’azione pubblica e all’introduzione di nuove

tecnologie e strategie di sviluppo urbano e la collaborazione costante

delle istituzioni locali con soggetti detentori di “saperi esperti”

(università, centri di ricerca), che hanno favorito anche un’efficiente

gestione dei fondi europei;

la certezza del diritto per gli investitori: ambiente giuridico e

istituzionale sicuro e stabile; procedure e tempi certi, in sostanza

adeguata qualità istituzionale.

Una visione di lungo periodo, ovvero la definizione di una visione strategica

dei due ambiti di sviluppo urbano, che ha delineato il ruolo e la struttura

dei nuovi insediamenti nell’organizzazione della città in una prospettiva

temporale di 25-50 anni, insieme con gli strumenti per la loro integrazione

con le aree adiacenti.

La redazione di Programmi di rigenerazione urbana sostenibile concreti ma

anche immaginifici, definiti temporalmente, dei quali è stata garantita la

continuità nel lungo periodo, indipendentemente dalle alternanze di

governo.

La traduzione della vision in piani strategici flessibili (ma con chiare

indicazioni per la progettazione di massima degli spazi aperti pubblici) e in

azioni e progetti in grado di innestare enzimi di sviluppo in quelle aree

centrali degradate (l’ex zona portuale) o marginali (l’isola di fiume),

assecondarne la crescita, esaltando le specificità dei loro caratteri territoriali

identitari.

La priorità attribuita alla qualità del design architettonico (e dello spazio

collettivo) e a criteri ecosostenibili di selezione nei concorsi di

progettazione, unita al ricorso al principio di varietà nella costruzione

dell’effetto urbano e della qualità urbana diffusa, ottenuta attraverso il

contributo di diversi studi di architettura.

La sperimentazione di una molteplicità di esperienze (anche attraverso la

costruzione di prototipi nel caso dell’IBA), da cui estrapolare le migliori

pratiche, per favorirne la diffusione.

L’adozione di strategie di innovazione e inclusione sociale attraverso la

sperimentazione di tipologie dell’abitare e nuove tecnologie, tenendo in

conto anche gli esiti sociali degli interventi.

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Le chiare politiche energetiche, nazionali, regionali e locali.

L’approccio al sistema dell’efficienza energetica e le conseguenti azioni di

rigenerazione urbana su tutti fattori da cui dipende (morfologia urbana, uso

dei materiali e del verde, trasporti, rifiuti ,etc.).

L’utilizzo delle certificazioni volontarie di qualità per elevare lo standard

degli edifici e implementare il risparmio energetico.

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CONCLUSIONI

CLUE e pianificazione. Lezioni apprese dal caso di

Amburgo e suggerimenti per una possibile

traduzione nell’esperienza romana di oggi Mauro Baioni, Assessorato alla trasformazione urbana di Roma Capitale

Premessa

Il governo delle città dovrebbe essere oggetto prioritario delle politiche

pubbliche e del dibattito politico culturale. In molti paesi lo è, ma non in Italia,

dove la scarsa consapevolezza del ruolo economico e sociale che le città

svolgono nel loro insieme fa sì che manchi una politica urbana a livello

nazionale.

Così si è espresso, non molti anni fa, il Comitato per le Scienze Sociali nel Libro

bianco sul governo delle città italiane, lamentando un crescente paradosso. La

presenza di una trama di città, articolata e densa e profondamente ancorata

nella storia millenaria del nostro paese, non si è tradotta in un ordinamento in

grado di valorizzare il ruolo e le specificità delle autonomie locali, né queste

ultime sono state messe in grado di sviluppare una cultura innovativa sulla città

e sulle politiche urbane, e ciò da diversi punti di vista: culturale, tecnico, del

management, del dibattito pubblico.

Quest’anomalia si avverte in modo particolarmente marcato nelle occasioni di

confronto e di cooperazione con altre città europee favorite dai programmi

comunitari.

Anche nel caso del progetto CLUE e di Amburgo, la distanza percepibile con le

iniziative assunte nel nostro Paese non sembra dovuta a particolari innovazioni –

di metodo o di contenuto. In tutte le città europee, un ampio insieme di

iniziative ha interessato la riconversione di ampi siti produttivi e la

riqualificazione di aree periferiche. La trasformazione dell’area portuale di

Hafencity così come l’IBA di Willemsburg non fanno eccezione e segnalano il

fatto che il distacco con il nostro paese è dovuto ad alcune criticità sistemiche:

- l’assenza di politiche urbane nazionali e la frammentarietà delle iniziative

assunte nell’impiego dei finanziamenti europei riconducibili alla cosiddetta

“agenda urbana”;

- la progressiva deformazione del quadro legislativo, finalizzata alla

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realizzazione di opere e infrastrutture e non alla definizione di politiche

urbanistiche integrate sotto il profilo sociale, ambientale, culturale;

- la progressiva delegittimazione degli apparati tecnici della pubblica

amministrazione, mascherata da pseudo finalità di semplificazione della

burocrazia e di contenimento della spesa pubblica;

- l’inadeguatezza e instabilità del quadro istituzionale (basti pensare alla

soppressione delle provincie, alla faticosa costituzione delle città

metropolitane, alle convulsioni in materia di riforma del titolo V);

- la mancanza di una effettiva cultura della governance, intesa come capacità

di assicurare coralità all’iniziativa dei diversi segmenti della pubblica

amministrazione titolari di competenze parziali, alla trasparenza della

collaborazione pubblico-privato, all’accountability e al dialogo con i

cittadini.

Potendo confidare su un assetto delle istituzioni e su apparati tecnocratici

efficienti, nei paesi dell’Europa del centro-nord, e Amburgo non fa eccezione, le

istanze ambientali, sociali e di democrazia dei processi decisionali all’interno

delle operazioni di trasformazione urbana, hanno trovato risposte, sia pure

parziali, nelle iniziative di carattere sperimentale, come IBA-Wilhemsburg, o

negli interventi di rigenerazione urbana, come Hafen City. Viceversa, la mancata

risoluzione delle criticità strutturali del nostro Paese costituisce un pesante

condizionamento.

Premesso questo, abbiamo selezionato tre aspetti chiave sui quali

l’Amministrazione capitolina può comunque intervenire, anche in assenza delle

auspicabili riforme di sistema necessarie per rimediare ai problemi accennati in

precedenza.

1. Una certa idea di regia pubblica. In molte esperienze europee di rinnovo

urbano la collaborazione tra pubblico e privato avviene all’interno di una cornice

stabilita, nella quale non è messo in discussione il ruolo di guida

dell’amministrazione pubblica, né si ricorre a forme di negoziazione con gli

investitori privati per definire le scelte urbanistiche.

Amburgo. L’operazione di Hafen City poggia sui seguenti capisaldi:

- la proprietà del terreno non è preventivamente conferita a un soggetto

investitore privato, bensì affidata a un’agenzia pubblica costituita ad hoc:

HafenCity Hamburg Gmbh (HCH); a quest’ultima sono affidati i compiti

specifici che esorbitano dalle ordinarie attività delle strutture municipali:

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progettazione, realizzazione degli interventi propedeutici alla trasformazione

urbana, definizione dei contratti con gli investitori privati, gestione dei

processi di partecipazione e comunicazione;

- gli organi rappresentativi mantengono il controllo delle decisioni cruciali: il

supervisory board di HCH è presieduto dal sindaco di Amburgo e composto

da consiglieri comunali; le scelte urbanistiche e i contratti stipulati con gli

investitori privati devono essere approvati dalle commissioni comunali e

ministeriali competenti per l’urbanistica; nelle giurie di concorso è prevista la

presenza del chief planning officer ministeriale, di consiglieri e parlamentari;

- la società di scopo è guidata da un manager laureato con il titolo di “real

estate economist” (già advisor dei grandi progetti della Hauptbahnhof e del

Sony-Center di Berlino) e, per gli aspetti progettuali, da un urbanista, già

dirigente della pianificazione a Dresda fino al 1999.

- la società di scopo HCH ha specifici obblighi di trasparenza, pubblicità (intesa

come comunicazione ai cittadini) e rendicontazione del proprio operato;

- la definizione del piano generale è basata su chiari obiettivi riguardanti il

ruolo del nuovo insediamento nell’organizzazione della città, le relazioni con

le aree circostanti (in particolare con il centro storico), i caratteri del contesto

(un’area portuale), la distribuzione delle funzioni, i collegamenti mediante il

trasporto pubblico e la rete ciclabile, i caratteri degli spazi pubblici;

- è posta specifica attenzione all’affidabilità e alla rendicontazione: fin dalle

prime fasi di ideazione sono indicati in modo esplicito i risultati attesi, le

forme di finanziamento da attivare, il cronoprogramma degli interventi;

successivamente, è assicurato il monitoraggio continuo dell’attuazione;

- gli investitori privati intervengono a seguito di procedure di evidenza

pubblica nelle quali viene premiata la proposta migliore e non quella

economicamente più vantaggiosa; per questo vengono privilegiati investitori

disponibili ad assicurare elevati standard nella progettazione architettonica e

nelle tecnologie di costruzione, e a cooperare a questo scopo con la

municipalità; ottenuta una “opzione di assegnazione”, l’investitore deve

effettuare un concorso di architettura per la progettazione, in cooperazione

con la società di scopo e la municipalità, e deve prestare garanzie finanziarie

riguardanti la realizzazione dell’intervento; solo a valle dell’ottenimento del

permesso di costruire, si perfeziona la vendita dell’area;

- l’operazione non è caricata di finalità ultronee: non deve concorrere al

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risanamento del bilancio, né produrre risorse per infrastrutture generali;

l’estensione della metropolitana, l’auditorium, l’università, il museo e le opere

esterne all’area di intervento sono finanziate con la tassazione generale o

con altri fondi;

- la trasformazione urbanistica è regolata attraverso un “masterplan”,

approvato formalmente il 29 febbraio 2000 e sottoposto a una variante

sostanziale, riguardante il settore est, dieci anni più tardi; la revisione del

piano è avvenuta attraverso un dibattito pubblico con la città (articolato in

più di 40 incontri) e un progressivo affinamento della proposta attraverso

concorsi di progettazione riguardanti l’assetto del quartiere, gli spazi

pubblici, lo zoning e gli aspetti architettonici.

Roma. Nella capitale, come in molte altre città italiane il rapporto pubblico

privato è stato impostato su altre basi, con risultati complessivamente poco

soddisfacenti, sia quando si è ricorso al cosiddetto project financing, sia quando

è stata affidata all’iniziativa privata la definizione degli strumenti urbanistici

esecutivi, riservando all’Amministrazione pubblica un controllo prevalentemente

procedurale. È possibile correggere questa impostazione, restituendo al

soggetto pubblico la pienezza della regia delle operazioni di trasformazione

urbana.

Come ricordato in premessa, sono auspicabili modifiche della legislazione e

delle politiche di finanza pubblica che restituiscano ai comuni – e in particolare

alle città metropolitane – adeguate risorse per recuperare il gap infrastrutturale

che si è progressivamente formato negli ultimi decenni. Questo consentirebbe

di non gravare di finalità improprie le singole operazioni di trasformazione

urbana, con particolare riferimento a quelle che coinvolgono le aree di proprietà

pubblica.

Anche nel quadro attuale, è comunque possibile introdurre alcune modifiche nel

procedimento di definizione delle proposte di trasformazione urbana. Con

l’eccezione della certificazione di qualità, tuttora definibile come una pratica

innovativa, si tratta di ricorrere a strumenti e comportamenti ordinari, sebbene

non sempre utilizzati nella prassi corrente.

Fase d’impostazione. La definizione preventiva del ruolo del nuovo insediamento

nell’organizzazione della città, le relazioni con le aree circostanti e con i caratteri

del contesto, la distribuzione delle funzioni sono i fattori chiave che devono

essere definiti nella fase iniziale dall’amministrazione pubblica, anche attraverso

forme di dialogo con i cittadini e con le associazioni che consentano di

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indirizzare la definizione e selezione delle proposte.

Fase di progettazione urbana. È possibile ricorrere a forme concorsuali:

- per la definizione dei cosiddetti masterplan, ponendo la necessaria

attenzione alla fase nella quale le indicazioni quantitative e qualitative del

piano regolatore si traducono in una specifica configurazione dell’impianto

fondiario e dell’assetto planivolumetrico;

- per la definizione del progetto architettonico nel caso di edifici, pubblici e

privati, particolarmente significativi per funzione o collocazione.

Fase di realizzazione. Attraverso l’adozione di sistemi di certificazione è

possibile garantire la qualità delle realizzazioni, anche nella fase di

cantierizzazione e dopo la conclusione dei lavori, con il coinvolgimento attivo

del promotore e del soggetto attuatore. L’impegno alla rendicontazione

costituisce un’ulteriore forma di garanzia. Il mantenimento di un canale di

comunicazione e dialogo con gli abitanti consente, laddove opportuno, di

introdurre modifiche al progetto iniziale.

La collaborazione pubblico-privato, nelle tre fasi, può essere incentivata

attraverso l’adozione di linee guida per la presentazione delle proposte, la

stipula di protocolli d’intesa riguardanti lo svolgimento dei concorsi e, infine, il

convenzionamento nella fase attuativa. Anche in quest’ultima fase, devono

essere garantite opportune forme di trasparenza e informazione e resa possibile

un’interlocuzione con i cittadini e le associazioni locali.

2. Una certa idea dell’insediamento urbano. La compattezza costituisce un

tratto distintivo della città europea. Nella città compatta e dalle corte distanze è

possibile accedere ai servizi attraverso il trasporto pubblico o semplicemente a

piedi o in bicicletta, e le funzioni residenziali, produttive e di servizio sono

strettamente integrate le une alle altre. Come testimoniano i centri storici e

molti quartieri novecenteschi, densità edilizie elevate non compromettono la

vivibilità, purché aree verdi, attrezzature e spazi pubblici siano presenti e ben

distribuiti, in modo tale da favorire le relazioni sociali e gli spostamenti.

Amburgo. Hafen City è un quartiere caratterizzato da densità edilizie elevate. Il

masterplan e i successivi progetti attuativi hanno dedicato specifica attenzione

al layout degli spazi aperti e alla distribuzione dei servizi, per consentire il

massimo sfruttamento del suolo assicurando un’elevata vivibilità e attrattività.

In particolare sono stati perseguiti i seguenti obiettivi:

- uso efficiente del suolo; la densità non è stata intesa come fattore di

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sfruttamento economico, ma come parametro che esprime il carattere

compiutamente urbano dell’area;

- presenza consistente di aree liberamente accessibili (parte di proprietà

pubblica, parte nei settori terziari di proprietà privata), sia per quantità (solo

il 40% del suolo è adibito a edifici e spazi scoperti pertinenziali), sia per

qualità;

- facile accessibilità al trasporto pubblico e connessione con le aree centrali e

con i servizi presenti nella città;

- concezione innovativa della mobilità interna al quartiere; è stata concessa

una deroga agli standard di parcheggio privato connessa al ricorso

obbligatorio al car sharing e alla condivisione di veicoli elettrici;

- elevati standard di efficienza riguardanti il consumo di energia e di acqua,

l’utilizzo di materiali “ecofriendly”, la considerazione degli aspetti di confort,

salute e funzionalità, la riduzione dei costi di manutenzione, la gestione del

cantiere; ad Hafen City è stata sperimentata una certificazione di qualità per

gli edifici che soddisfano almeno tre su cinque categorie di requisiti.

- elevati standard di qualità riguardanti le opere pubbliche (p.es. i ponti e le

piste ciclabili);

- integrazione degli usi, intesa sia come compresenza di usi differenti nello

stesso ambito o settore, sia come distribuzione ai diversi piani degli edifici; di

conseguenza il quartiere si caratterizza per le “corte distanze”: tutto ciò che

occorre per la vita quotidiana è presente e raggiungibili con brevi percorsi;

- caratterizzazione del quartiere come luogo attrattivo di iniziative culturali;

- presenza di un’equilibrata ripartizione tra alloggi in vendita/affitto a prezzi di

mercato e a prezzo calmierato (6-8€/mq/mese).

Roma è una città fortemente eterogenea e, di conseguenza, non è possibile

proporre un unico modello di insediamento, valido per tutte le iniziative di

rigenerazione che interessano tanto le parti centrali, quanto le aree esterne della

città. Premesso questo, è comunque possibile innalzare la qualità della

progettazione degli insediamenti urbani, mediante il ricorso:

- alla traduzione delle densità edilizie in forme di organizzazione degli edifici e

degli spazi aperti che pongano al centro dell’attenzione lo spazio pubblico;

- alla sperimentazione di forme innovative di mobilità, ovunque si intervenga

in aree poste lungo le direttrici del trasporto pubblico;

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- all’adozione, anche in forma sperimentale, di standard di qualità certificabili,

sia per gli edifici privati, sia per le opere pubbliche;

- all’insediamento di attrezzature di scala urbana o di quartiere in grado di

caratterizzare il luogo, attraverso un’equilibrata ripartizione delle funzioni

residenziali e non residenziali e la previsione di una quota di spazi sottratti al

libero mercato;

- per quanto riguarda questi ultimi, alla promozione di forme sperimentali di

gestione nel campo della residenza, dei servizi alla persona,

dell’associazionismo e delle forme di impresa a carattere sociale, ecc.

L’esasperata frammentazione della periferia romana, caratterizzata da

successioni di interventi pianificati, insediamenti informali, infrastrutture (non di

rado incomplete) e spazi aperti residuali, rende particolarmente pressante

l’esigenza di integrazione con l’intorno.

I criteri sopra indicati, e altri che discendono dalle specifiche caratteristiche dei

luoghi e delle trasformazioni previste, devono essere presi a riferimento per la

selezione delle proposte.

3. Una certa idea di qualità. Con l’eccezione dei cosiddetti standard urbanistici,

fissati per legge, non esiste nel campo della pianificazione urbanistica un

insieme codificato di parametri e misure per valutare la qualità di un

insediamento urbano. Meno problematica e sempre più diffusa, è la

certificazione di qualità alla scala della progettazione architettonica degli edifici

privati e delle opere pubbliche, attraverso la quale è possibile incidere in modo

rilevante sulla vivibilità degli insediamenti urbani. Analogamente a quanto

avviene nel campo della produzione di merci e servizi per le persone, il

riconoscimento pubblico della qualità costruttiva costituisce un veicolo di

promozione del quartiere, con ricadute positive anche sotto il profilo

economico. Con poche eccezioni, i requisiti richiesti attengono alla sfera

tecnologica e al processo produttivo e sono agevolmente riscontrabili ai fini di

una certificazione.

Amburgo. Ad Hafen City è stato introdotto un sistema di certificazione di

qualità degli interventi (HafenCity Ecolabel), per incentivare il raggiungimento di

alcuni obiettivi di interesse generale:

- riduzione dei consumi e degli impatti ambientali;

- riduzione dell’utilizzo dell’automobile, a vantaggio della ciclabilità;

- incremento del confort per i futuri abitanti e utilizzatori;

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- accessibilità per le persone con disabilità.

Sono stabiliti parametri specifici per le residenze, gli alberghi e le attività

commerciali e due livelli di qualità (argento e oro).

L’adesione al protocollo di qualità (ovverosia all’insieme di criteri e parametri da

rispettare per ottenere la certificazione) è formalizzata al momento dell’opzione

di assegnazione, una lettera di intenti e l'applicazione da parte del richiedente.

Dopo la verifica formale della domanda, la società HCH conclude un accordo

con il quale il richiedente si impegna a raggiungere gli obiettivi progettuali e a

fornire una documentazione verificabile. Il mancato rispetto dell’accordo

comporta penalità contrattuali e, se necessario, il ritiro del marchio di qualità

ecologica. Ottenuto il certificato preliminare, il team progettuale scelto

dall’investitore – integrato con consulenti specializzati negli aspetti della

sostenibilità – sviluppa la proposta e si fa carico di garantire il rispetto dei

parametri. A seguito del completamento dei lavori, una commissione esterna

valuta la rispondenza e assegna il certificato definitivo, con la possibilità di

sfruttamento del marchio.

Roma. L’esperienza di HafenCity può essere tradotta e resa operativa anche nel

nostro Paese, applicandola alle operazioni di trasformazione urbana più rilevanti

nelle quali è ragionevolmente più agevole ottenere l’adesione volontaria degli

investitori.

L’esperienza tedesca insegna che, per ottenere il certificato di qualità,

l’investitore deve assumere, formalmente, una serie di impegni riguardanti la

fase di progettazione e realizzazione, producendo tutta la documentazione

necessaria. Una commissione esterna è incaricata delle opportune verifiche: la

sua autorevolezza e indipendenza sono condizioni essenziali perché la

certificazione non sia svilita a mero adempimento formale.

In forme semplificate, possono essere previste certificazioni di qualità anche

nelle trasformazioni di entità più limitata (per esempio, nell’ambito dei

programmi integrati), per favorire la diffusione di pratiche innovative.

A valle delle sperimentazioni, quando l’adozione di specifici requisiti tecnologici

e progettuali sia possibile in via ordinaria, i criteri possono essere recepiti

all’interno del regolamento edilizio comunale. Anche in questo caso, tuttavia, è

opportuno distinguere i requisiti minimi obbligatori, da quelli facoltativi, il cui

raggiungimento può essere premiato attraverso la riduzione di oneri, il

riconoscimento delle limitate premialità edilizie previste dal PRG, l’attestazione

di qualità.

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Bibliografia

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(2007). Hamburg - Räumliches Leitbild Entwurf. Amburgo.

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(2013). Zukunftsbild Elbinseln 2013+ Zwischenbilanz. Amburgo.

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Colophon

Questa pubblicazione è stata realizzata nell’ambito del Progetto CLUE (Climate

Neutral Urban Districts in Europe) co-finanziato dalla Commissione Europea –

Programma di Cooperazione Territoriale INTERREG IVC.

European Union

Partenariato di progetto:

1. City of Stockholm City Planning Administration SE

2. Edinburgh Napier University UK

3. Free and Hanseatic City of Hamburg DE

4. KTH Royal Institute of Technology SE

5. Roma Capitale IT

6. Barcelona Regional ES

7. Città di Torino IT

8. Delft University of Technology NL

9. Malopolska Region PL

10. Municipality of Paggaio EL

11. Risorse per Roma S.p.A. IT

Cover e Graphic design:

FITT S.r.l. - Andrea Vignoli, Maurizio Angeli Felicioni

Pubblicazione a cura di Roma Capitale.

Questa pubblicazione riflette esclusivamente il punto di vista degli autori e la

Commissione non può ritenersi responsabile per qualsiasi uso che può essere

fatto delle informazioni contenute nella pubblicazione stessa.

Tutte le foto della presente pubblicazione sono state fornite da IBA Hamburg

GmbH, HafenCity GmbH e Wilhelmsburg.

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Indice

Il Progetto CLUE ....................................................................................................... 1

Roma Capitale e il progetto CLUE ........................................................................... 3

Perché distretti urbani climaticamente neutrali? .................................................. 4

PARTE I ..................................................................................................................... 8

IBA HAMBURG ......................................................................................................... 8

Città libera ed anseatica di Amburgo – informazioni generali ............................................ 8

La Fiera Internazionale dell'Edilizia (IBA) - Amburgo 2013 ................................................... 9

Sede dell'IBA – Wilhelmsburg, Veddel, Porto di Harburg .................................................. 10

Popolazione e imprese .................................................................................................................. 11

Il Concetto di Riqualificazione Urbana per le zone “Al di Là dell'Elba“ .......................... 12

IBA - Tematiche principali ............................................................................................................ 13

Organigramma della IBA di Amburgo ...................................................................................... 14

Il Quadro (Legislativo) nella Città di Amburgo ...................................................................... 17

Quadro legislativo, incentivi fiscali e sussidi ........................................................................... 18

IBA di Amburgo: obiettivi raggiunti ed esperienza acquisita ............................................ 22

Situazione del Sistema energetico nel 2007 ........................................................................... 24

Una fornitura di energia proveniente esclusivamente da fonti rinnovabili (100%) -

Vision .................................................................................................................................................. 27

Verso Progetti IBA interamente rinnovabili ............................................................................ 30

PARTE II .................................................................................................................. 31

Il Progetto HafenCity ............................................................................................. 31

Amburgo guarda al futuro: HafenCity – Il progetto urbano più grande d’Europa – un

punto di riferimento per lo sviluppo di una città europea che si affaccia sull’acqua. 31

La definizione di un distretto urbano completamente rinnovato .................................... 31

Lo sviluppo da ovest ad est ......................................................................................................... 32

Le zone urbane vanno in scena sino a Baakenhafen ........................................................... 33

Processo di sviluppo ...................................................................................................................... 34

I contratti di esclusiva garantiscono qualità elevata ............................................................ 35

La Fondazione di HafenCity: il Master Plan ......................................................... 36

Creato il fulcro della città ............................................................................................................. 36

I quartieri Est possono vantare paesaggi unici ...................................................................... 37

Spazio verde e elevati livelli di sostenibilità............................................................................ 37

Uso efficiente del suolo ................................................................................................................ 39

Città di brevi distanze .................................................................................................................... 40

Mobilità sostenibile ........................................................................................................................ 41

L’HafenCity Ecolabel oro e argento ........................................................................................... 44

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Abitare nel Centro: HafenCity, un Luogo di coesistenza amichevole ................. 47

PARTE III.................................................................................................................. 49

Amburgo XXI secolo: la qualità dell’azione pubblica .......................................... 49

HafenCity: cogliere le opportunità e tradurle in azioni progettuali concrete ............... 49

I principali obiettivi di sviluppo e il piano strutturale per HafenCity ............................... 50

L’uso del suolo in HafenCity ........................................................................................................ 51

Il mix di usi e le prescrizioni per gli spazi pubblici del waterfront ................................... 51

Il processo di pianificazione di HafenCity: progettazione e costruzione dell’”effetto

città” .................................................................................................................................................... 52

HafenCity modello ecologico urbano del futuro: sostenibilità ambientale ed

efficienza energetica....................................................................................................................... 59

Gli spazi della partecipazione: l’InfoCenter nella Kesselhaus e il Sustainability Pavilion

OSAKA 9 ............................................................................................................................................. 63

Un po’ di storia: Amburgo e il Progetto ”European Solar Building Exhibitions” .......... 64

Wilhelmsburg: trasformare aree a bassa densità considerate marginali in un

quartiere sperimentale dell'abitare sostenibile ...................................................................... 65

Il progetto “Città e cambiamenti climatici” ............................................................................. 66

Il progetto “Metrozones” .............................................................................................................. 70

Legislazione, partecipazione e coinvolgimento dei portatori di interessi ...................... 79

Considerazioni conclusive............................................................................................................. 80

CONCLUSIONI ......................................................................................................... 83

CLUE e pianificazione. Lezioni apprese dal caso di Amburgo e suggerimenti per

una possibile traduzione nell’esperienza romana di oggi ................................... 83

Bibliografia ............................................................................................................. 91

Colophon ................................................................................................................. 92