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Numero 3 - gennaio/febbraio 2005

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  • Numero 3 - gennaio/febbraio 2005

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  • Numero 3 - gennaio/febbraio 2005

    27

    37

    59

    7Il nuovo piano regionaledei trasportidi Fabrizio Francescone pagina 7

    Un raccordo perla “Grande” Padovadi E. B. pagina 37

    45Alberi per rendere piùbella la tangenzialedi Francesco Acampora pagina 45

    53Le strade dell’Italia romanadi Eleonora Bujatti pagina 53

    Aperti i cantieri dellaValdastico SudVia libera a un’opera attesa da oltre 40 annidi Enzo Biaggini pagina 27

    21Sistema dei trasportie sviluppo economicoLa relazione nel casoveneto e della provincia di Veneziadi Giuliano Ferro pagina 21

    Oltre dodici milioni di europer la sicurezza sulle stradedi Silvia Gardenal pagina 59

    64PillolePillole pagina 64

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    www.venetostrade.it

    Veneto Strade S.p.A.Viale Sansovino, 5 - 30173 - Mestre Venezia - tel. 041 2907711 - fax 041 2907852

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  • Dopo un anno dalla nascita di Passaggi a Nord Est è tempo, se non di bilanci,

    di prime valutazioni, posto che scopo della nostra iniziativa editoriale è, fra l’al-

    tro, seguire e testimoniare passo dopo passo la sfida fondamentale che il Nord

    Est si sta giocando sulla viabilità. Ed i risultati sono più che incoraggianti.

    I cantieri del Passante di Mestre e della Valdastico Sud sono già aperti, ma mol-

    te sono le iniziative che stanno per tradursi in risposte concrete ai problemi del-

    la viabilità che da troppo tempo attenagliano il Veneto. In tale prospettiva la

    Regione Veneto ha recentemente addottato il nuovo strumento di pianificazio-

    ne, il Piano regionale dei trasporti, che traccia le linee guida nell’ottica di dare

    risposte alle esigenze di mobilità di cittadini e imprese.

    Ma c’è di più. C’è la volontà di investire anche in termini di sicurezza e funzio-

    nalità sulla rete viaria esistente con un occhio di riguardo all’impatto ed al recu-

    pero ambientale delle aree adiacenti le infrastrutture viarie primarie.

    Due recentissime iniziative a riprova: gli oltre 12 milioni di euro di stanziamenti

    destinati ai Comuni del Veneto per risolvere situazioni di criticità in termini di

    sicurezza ed i 18 milioni di euro che trasformeranno l’arteria più intasata di traf-

    fico, la tangenziale di Mestre, attraverso un progetto unico nel suo genere, in

    un corridoio verde. Dal nostro osservatorio privilegiato, dunque, non possiamo

    che testimoniare che in un anno sono state poste delle solide basi per poten-

    ziare le infrastrutture del Veneto.

    Editoriale

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  • Passaggi a Nord Est - Gennaio/Febbraio 2005 - 7

    Il nuovo pianoregionale dei trasporti

    Vi sono alcune argomentate teorie, espresse nel campo della mobilità,

    secondo cui la nascita di nuove strade e nuovi sistemi di comunicazione

    amplificherebbe il volume del traffico esistente. Un concetto che in eco-

    nomia si sintetizzerebbe con l’assunto che ogni nuova offerta genera

    nuova domanda. Sono concetti, questi, che hanno giustificato, spesso,

    una sorta di inerzia nella progettazione e soprattutto nella realizzazione

    di nuove opere di mobilità.

    di Fabrizio Francescone

    Una teoria smentita dai fatti, che nel

    territorio del Veneto, più che in qua-

    lunque altra regione, ha trovato la

    sua disapplicazione. Un territorio, il

    nostro, sul quale si è certamente più

    parlato che agito. Innumerevoli stu-

    di sulla specificità, originalità e uni-

    cità della crescita economica del

    Veneto, hanno potuto solo fotogra-

    fare la realtà, senza quasi mai dare

    seguito ad una politica di supporto

    efficace alla crescita. Argomenta-

    zioni spesso di natura ideologica e

    conseguenti contrapposizioni han-

    no impedito, atteggiamento tipico

    italiano, la concorrenza di forze ver-

    so obiettivi comuni: crescita econo-

    mica, sviluppo sociale qualitativo e

    quantitativo compatibile con la pro-

    tezione dell’ambiente.

    LE DOMANDE

    Il Terzo Veneto

    Il Veneto, allora, è andato da solo, o

    quasi. L’iniziativa privata, in man-

    canza di un coordinamento pubbli-

    co efficace, ha preso il sopravvento,

    trovando le istituzioni impreparate

    se non consapevolmente inerti di

    fronte alla crescente richiesta di ser-

    vizi dei cittadini e delle imprese. La

    proverbiale operosità veneta, fino a

    metà del secolo scorso espressa

    attraverso l’emigrazione nell’Ame-

    rica del nord e del sud, grazie alle

    rimesse e alla forte opera di imple-

    mentazione economica di Porto

    Un nuovo giorno per la mobilità del Veneto

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  • Passaggi a Nord Est - Gennaio/Febbraio 2005 - 9

    Marghera che ramificò i suoi effetti

    in tutta la regione, si manifestò sul

    territorio con una prorompenza

    inaudita ed inaspettata creando ric-

    chezza e benessere privati. Le istitu-

    zioni provano a rispondere con la

    definizione dei piani, per primo il

    Piano Regionale di Sviluppo, con

    cui tentare di rispondere alle esigen-

    ze di crescita. Il piano degli anni 80,

    il piano degli anni 2000, così diversi

    nei loro presupposti e sulla natura

    delle economie che in vent’anni non

    sono neanche paragonabili, trovano

    due società, due assetti territoriali

    diversissimi eppure uguali per la

    stessa identica esigenza: la richie-

    sta di soddisfazione del diritto alla

    mobilità. In questi poco più che

    vent’anni, il Veneto industriale e

    manifatturiero, il Veneto del polo

    chimico più imponente d’Europa, la

    Regione dei distretti e la Regione

    del luogo comune dei capannoni ha

    lasciato spazio al Terzo Veneto dei

    servizi, del ripensamento della pro-

    pria identità produttiva, al Veneto

    incastonato in una Nuova Europa,

    solo sancita dalla Ue ma preesi-

    stente nei fatti. Ebbene, quei “due

    Veneti” così diversi ed imparagona-

    bili continuano ad assomigliarsi pro-

    prio per la stessa esigenza di mobi-

    lità: immutata nell’intensità del biso-

    gno, crescente per quantità e natu-

    ra, una voce, un grido che non può

    più, ormai, restare inascoltato.

    Una sola città

    Non si sa quando, non si sa come,

    ma lo sviluppo sociale ed economi-

    co veneto ha fatto della sua zona

    centrale, intesa come quella gravi-

    tante intorno alle tre province di

    Padova, Treviso e Venezia un’unica,

    sola area metropolitana.

    E’ come se fosse nato un nuovo,

    esclusivo modello di città, diverso

    da quello tradizionale delle metro-

    poli di tipo europeo. Un sistema

    basato sul policentrismo, dal quale

    scaturiscono elementi di forza e di

    debolezza. L’aspetto positivo di

    un’integrazione regionale che do-

    vrebbe superare elementi campani-

    listici viene però controbilanciato

    dallo scarso coordinamento tra enti

    locali diversi per natura ed origine

    (Regione - province - città) e dai loro

    interdipendenti e spesso contrap-

    posti interessi che rendono più diffi-

    cile l’attuazione di politiche legate

    alla mobilità. La valorizzazione dei

    centri storici, a partire dal capoluo-

    go regionale, ne ha reso quasi

    impossibile l’insediamento delle

    persone comuni, costringendo i

    nuclei familiari allo spostamento

    verso le periferie. Certo, un fenome-

    no comune anche in città come

    Roma e Milano, ma ivi risolto quasi

    “Non si sa quando, non si sacome, ma lo sviluppo socialeed economico veneto ha fattodella sua zona centrale, intesacome quella gravitante intornoalle tre province di Padova,Treviso e Venezia un’unica,sola area metropolitana”

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  • Passaggi a Nord Est - Gennaio/Febbraio 2005 - 11

    sempre nell’ambito della cintura

    urbana. In Veneto ciò ha invece

    creato non dei quartieri satellite, ma

    delle vere e proprie città residenzia-

    li, cresciute come riposta alle esi-

    genze abitative dei cittadini e svilup-

    patesi anche rispondendo a questi

    bisogni. Questo, naturalmente, ha

    creato ulteriori necessità di sposta-

    menti, questa volta di natura pendo-

    lare, verso i centri delle città e verso

    i poli produttivi.

    Un unico distretto

    In maniera speculare a quanto detto

    sopra, anche per il trasporto delle

    merci si può fare una considerazio-

    ne di identica estrazione: il policen-

    trismo produttivo ha amplificato,

    negli anni recenti, le istanze di mobi-

    lità delle imprese venete, che hanno

    cercato di espandere i proprio mer-

    cato fuori da quelli tradizionali. Il for-

    te numero di microimprese, inoltre,

    genera mobilità non organizzata e

    quindi quantitativamente maggiore

    a quella che si avrebbe in presenza

    di poche e grandi imprese.

    I nuovi Scenari

    I nuovi scenari sono quelli, natural-

    mente, dell’apertura ai mercati del-

    l’est. Per il Veneto questi paesi ed i

    loro mercati non sono certo una

    novità. Le autostrade, ma anche le

    strade regionali e provinciali, da

    ormai un decennio sono percorse

    da Tir con targhe rumene, bulgare,

    croate. In questi paesi molte azien-

    de venete hanno delocalizzato la

    propria attività produttiva, pur man-

    tenendo management, attività crea-

    tive e sedi operative in patria, crean-

    do così nuove istanze di mobilità.

    Inoltre, il Veneto, per la sua stessa

    posizione geografica, (è ormai un

    luogo comune) è naturale porta

    dell’Europa mediterranea verso l’est

    del mondo, e quindi è ovvia regione

    di transito da ovest verso est e vice-

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  • Passaggi a Nord Est - Gennaio/Febbraio 2005 - 13

    versa. Un traffico che, ben lungi da

    comportamenti ostruzionistici e

    miopi che altri paesi hanno e stanno

    applicando (Austria), il nostro Paese

    ed il Veneto devono carpire per far-

    ne non un elemento di disagio ma di

    forza. E qui, come vedremo, è stato

    coerente l’atteggiamento del

    Governo di insistere per il passag-

    gio a sud delle Alpi del Corridoio 5.

    Ma nuovi scenari di mobilità signifi-

    ca anche imporre nuove direttrici e

    nuovi sistemi. Non sono solo i mer-

    cati dell’est a dare segni di vitalità.

    In prospettiva saranno anche quelli

    dell’area del mediterraneo a svilup-

    parsi in modo esponenziale e ciò

    sarà propedeutico ad una nuova

    crescita del nostro mezzogiorno. In

    questo contesto si inseriscono i pro-

    getti del Corridoio 1 e soprattutto le

    cosiddette Autostrade del Mare.

    LE RISPOSTE

    Il piano regionale dei trasporti

    Sembra quindi naturale, oggi, cer-

    care di rispondere a queste esigen-

    ze con una politica efficace che

    possa dare soddisfazione.

    Il Piano Regionale dei Trasporti na-

    sce proprio con questo obiettivo.

    Al di là di qualunque tentazione diri-

    gistica, è uno strumento naturale di

    adeguamento delle infrastrutture

    alla domanda espressa da imprese

    e cittadini, e quindi, per rispondere

    all’introduzione, non nuova offerta

    (nuove strade) mirata alla creazione

    di domanda (nuovo traffico) ma

    risposta a preesistenti bisogni.

    La natura del Piano Regionale dei

    Trasporti varato dalla Regione

    Veneto evidenzia subito la sua non

    settorialità. La complessità dell’as-

    setto sociale di tutto il territorio e

    l’interconnessione dei rapporti fa di

    questo piano l’elemento fondante di

    tutto lo sviluppo, economico e

    sociale. La risposta alle esigenze di

    mobilità di imprese e cittadini

    garantisce la crescita su tutti gli

    aspetti, rispondendo in modo reale

    ad uno dei bisogni umani primari:

    spostarsi, e spostarsi rapidamente

    e con facilità. In secondo luogo, il

    PRT non si limita a pianificare nuove

    infrastrutture, ma le organizza in

    modo da adeguare le stesse alle

    caratteristiche della domanda di

    mobilità, o, come è più giusto, alle

    domande di mobilità. E’ proprio

    questo, infatti, uno degli elementi

    fondanti di questo piano: la previ-

    sione di diversi tipi di opere, sia nel-

    l’ambito dello stesso macrosettore

    (gomma, ferrovia, aereo e navale)

    che tra sistemi diversi (ferrovia-

    gomma, ferrovia-nave). Il Piano

    Regionale dei trasporti deve, poi,

    rispondere ad istanze che proven-

    gono dalla natura stessa del territo-

    rio veneto e del suo tipico modello

    di insediamento sociale.

    Il sistema dei corridoi

    Una prima risposta all’esigenza del

    trasporto di lunga percorrenza è

    proprio quella della creazione del

    sistema dei corridoi. Per la sua

    natura transnazionale, anzi, ormai

    transcontinentale, l’organizzazione

    di tale rete infrastrutturale è stata

    avocata dall’Unione Europea, che

    ha dovuto necessariamente con-

    temperare esigenze ed interessi

    diversi di paesi e regioni diverse.

    Proprio in questo contesto è da

    considerare un successo la decisio-

    ne di porre a sud delle Alpi il più

    importante di questi corridoi, il

    cosiddetto Corridoio 5.

    E’ con la rinata vocazione verso ove-

    st dei paesi dell’oriente europeo,

    seguita alla caduta degli stati di ispi-

    razione comunista, che prende pie-

    de il progetto dei corridoi, ispirato

    dall’esigenza di fornire ai nuovi mer-

    cati uno sbocco efficiente verso l’oc-

    cidente, e per dare ai paesi dell’area

    occidentale un sistema di comuni-

    cazione reale per amplificare le

    occasioni di scambio commerciale.

    Il Veneto è interessato ai più impor-

    tanti di questi corridoi. Innanzitutto il

    già citato Corridoio 5, che da

    Lisbona attraversa tangenzialmente

    “Il Piano Regionale dei trasporti deve, poi, rispondere

    ad istanze che provengonodalla natura stessa del

    territorio veneto e del suotipico modello

    di insediamento sociale”

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  • Passaggi a Nord Est - Gennaio/Febbraio 2005 - 15

    tutta l’Europa per collegarsi a Kiev,

    e attraversando la nostra Regione

    nella sua parte sud. Anche il

    Corrido-io 1, concepito come rac-

    cordo tra nord e sud Europa, sul-

    l’asse Berlino – Palermo, attraversa

    la Regione, seguento la direttrice

    Trento – Verona – Mantova.

    Non bisogna cadere nell’errore di

    considerare i corridoi come semplici

    autostrade intese in senso tradizio-

    nale. Il Corridoio è un sistema infra-

    strutturale complesso, costituito da

    molteplici e diversi sistemi di comu-

    nicazione: autostrade, viabilità prin-

    cipale, ferrovia per lo spostamento

    delle merci e delle persone, idrovie,

    reti logistiche, aeroporti, porti maritti-

    mi, porti idroviari ed interporti.

    Bisognerà quindi attuare quelle poli-

    tiche di corridoio che garantiranno

    una giusta interconnessione ed una

    corretta organizzazione di tutte le

    forme che vi partecipano per ottene-

    re un pieno successo.

    Il Piano Regionale dei trasporti, nel

    rendere operativo il sistema dei cor-

    ridoi che attraversa la Regione

    Veneto, non risponde solo alle esi-

    genze e alla domanda di mobilità

    dei cittadini delle imprese, sia locali

    che provenienti da altre aree. La sfi-

    da che si è consumata recente-

    mente è stata proprio quella di

    garantire agli organi sovranazionali

    dell’Unione Europea la ritrovata

    capacità veneta ed italiana, caposti-

    pite nel mondo, di progettare e di

    costruire. Il risultato non era sempli-

    ce: le forze che premevano per il

    passaggio prioritario del Corridoio 5

    a nord delle Alpi erano forti e pote-

    vano contare su una coesione

    Paese più forte e radicata di quella

    italiana, tradizionalmente campanili-

    stica ed esterofila. La realizzazione

    delle future ma ormai consolidate

    opere come il Passante o la

    Pedemontana Veneta ed il progetto

    del Tav hanno dovuto scontrarsi su

    resistenze interne e contrapposizio-

    ni esterne, e superare un’ormai radi-

    cata sfiducia delle istituzioni euro-

    pee verso la nostra potenzialità

    infrastrutturale. Anche altre opere

    sono da considerarsi propedeuti-

    INDICATORI DI DOTAZIONE E UTILIZZO DELLE INFRASTRUTTURE STRADALI

    Veneto Italia Germania Francia Spagna

    Km/1000 Kmq superficie 1300 1016 - - -

    Km/ 100.000 abitanti 543 537 - - -

    Km/1.000 imprese 68 79 - - -

    Veicoli/Km 120 116 66 37 50

    Incidenti/km 0,6 0,5 - - -

    Lisbona

    KievBerlino

    Palermo

    CORRID

    OIO V

    CO

    RR

    IDO

    IO I

    CORRIDOIO V2.850 km di strade 3.270 km di ferrovie 3 porti direttamente interessati altri indirettamente connessi 5 aeroporti

    Venezia - Trieste/Koper - Ljubljana - Maribor Budapest - Uhgorod - Kiev

    CORRIDOI PANAEUROPEI

    “Questa battaglia può dirsicomunque vinta e considerareormai il progetto delle grandiopere del Veneto inseritoa pieno titolo nel nuovo scacchiere infrastrutturale europeo”

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  • Passaggi a Nord Est - Gennaio/Febbraio 2005 - 17

    Le rilevazioni circa le risorse stradali

    della nostra regione evidenziano

    chiaramente che proprio nell’insuffi-

    cienza della rete sta la debolezza del

    sistema Veneto, “ventre molle” e

    àncora dello sviluppo economico

    regionale (I dati possono più agevol-

    mente leggersi nello specchietto).

    A colpire non è tanto il confronto

    con il resto del nostro Paese, ma

    con altri paesi concorrenti nel con-

    fronto economico globale. E se nel

    caso della Spagna si può ipotizzare

    un numero complessivo di mezzi

    proporzionalmente inferiore a quello

    italiano, per Francia e Germania si

    tratta sicuramente di una rete stra-

    dale più lunga e quindi più efficien-

    te. Il vantaggio competitivo per le

    aziende straniere è evidente: più

    facilità di spostamenti è uguale a

    costi più bassi.

    Nella prospettiva di un miglioramen-

    to graduale di tale svantaggio, il

    Piano Regionale dei Trasporti pre-

    vede, oltre al Passante di Mestre,

    strumentale al Corridoio 5 e la

    Pedemontana Veneta da Montec-

    chio a Spresiano (con prosecuzione

    fino a Pordenone), e alla conferma

    del progetto della Trento – Vicenza –

    Rovigo, i seguenti interventi:orizzon-

    talmente la realizzazione della diret-

    trice Padano Inferiore da Cremona a

    Mantova, proseguendo per

    che al progetto dei corridoi, tra que-

    ste la Venezia – Ravenna, e la

    Tirreno – Brennero.

    Questa battaglia può dirsi comun-

    que vinta e considerare ormai il pro-

    getto delle grandi opere del Veneto

    inserito a pieno titolo nel nuovo

    scacchiere infrastrutturale europeo.

    La rete stradale regionale

    Il piano regionale dei trasporti deve

    rispondere in modo esaustivo alle

    diverse istanze di mobilità della

    popolazione. Grandi corridoi per i

    collegamenti transeuropei, ma

    anche un’efficiente rete stradale

    regionale per facilitare i collega-

    menti di breve percorso, intercon-

    nessi poi con le reti fondamentali

    del Paese. Il cosiddetto federalismo

    stradale, ha permesso, su una rete

    complessiva di 2.464 chilometri, di

    classificare di interesse regionale

    1.011 chilometri di strade preceden-

    temente statali, sulle quali competo-

    no alla Regione gli oneri di gestione

    e manutenzione.

    A questo scopo, con Legge Regio-

    nale n. 29 del 21.12.2001 è stata

    istituita la società Veneto Strade,

    con il compito di provvedere alla

    gestione e alla manutenzione delle

    strade di interesse regionale, non-

    ché di rispondere, attraverso la pro-

    gettazione, alle nuove esigenze del

    trasporto su gomma.

    Legnago, Rovigo, fino alla Venezia –

    Cesena; verticalmente il collega-

    mento a nord, attraverso il Passo

    Mauria, della A27 con la A23, che ha

    lo scopo di agevolare i collegamen-

    ti a nord della Provincia di Belluno

    con la Pedemontana, e a sud il col-

    legamento tra Venezia e Ravenna

    Il PRT prevede di migliorare i colle-

    gamenti intervallivi intorno a

    Cortina, migliorando la tratta fino a

    Pieve di Cadore e fino al prolunga-

    mento della A27 verso Lorenzago –

    Tolmezzo. Proprio nell’inadegua-

    tezza dei collegamenti nel nord del-

    la regione si vede l’area maggiore

    di crisi della viabilità ordinaria. Al

    centro della regione, è necessario

    invece intervenire integrando la via-

    bilità ordinaria con quella autostra-

    dale e con le strutture urbane delle

    città maggiori, Venezia, Padova,

    Vicenza e Verona.

    Per Venezia il progetto risolutivo

    consiste certamente nel Passante

    di Mestre, ed in questa sede è for-

    se superfluo accentuarne ulterior-

    mente gli effetti positivi che l’opera

    ormai avviata avrà sull’intera mobi-

    lità regionale. Padova, invece, pun-

    ta soprattutto sul progetto

    dell’Orbitale, il grande raccordo

    anulare che circonderà l’intera strut-

    tura cittadina; Vicenza e Verona

    saranno servite da nuove tangenzia-

    li, con l’obiettivo di veicolare fuori

    dal centro il traffico automobilistico.

    Il piano accentua comunque l’esi-

    genza di migliorare i collegamenti

    delle zone di maggiore interesse ed

    afflusso turistico, soprattutto marit-

    timo ma anche della zona del lago

    di Garda. Un sistema di arterie a

    pettine dovrà migliorare l’accesso

    dalla A4 verso Bilione e il delta del

    Po; un progetto più complesso

    dovrà invece risolvere i problemi

    delle zone del Lago.

    La rete ferroviaria

    Cercheremo di non cadere nell’ov-

    vio, sottolineando gli errori della

    politica nazionale del dopoguerra

    dei trasporti. Un approccio dirigisti-

    co teso sicuramente a privilegiare,

    per le persone ma soprattutto per le

    merci, il trasporto su gomma rispet-

    to a quello su rotaia. Le conseguen-

    ze sono sotto gli occhi di tutti, e for-

    se il PRT deve tentare di risolvere

    anche molti di quei problemi che

    hanno avuto origine proprio da quel

    tipo di politica.

    Sul piano delle rete ferroviaria, le Fs

    sono innanzitutto impegnate in una

    fase di modernizzazione e sviluppo

    consistente in particolare nel qua-

    druplicamento delle linee più impor-

    tanti. Il progetto del Tav fa parte

    sicuramente di questa strategia, ma

    vi sono anche altri interventi che

    “Per Venezia il progetto risolutivo consiste certamente

    nel Passante di Mestre, ed inquesta sede è forse superfluoaccentuarne ulteriormente gli

    effetti positivi che l’operaormai avviata avrà sull’intera

    mobilità regionale”

    “Naturalmente sarà necessariomigliorare i cosiddetti corridoimerci, in particolare nelle tratte: Portogruaro-Treviso-Castelfranco-Vicenza; Verona-Legnago-Rovigo-Adria-Chioggia e Mantova-Legnago-Monselice-Padova”

    Rivista N°3 1_25 5-05-2005 16:51 Pagina 16

  • Passaggi a Nord Est - Gennaio/Febbraio 2005 - 19

    mirano al miglioramento complessi-

    vo delle rete ferroviaria regionale.

    Questi interventi consistono nell’intro-

    duzione di sistemi tecnologici di

    comando e di controllo della circola-

    zione, con la realizzazione del Posti

    Centrali di Telecomando e supervi-

    sione della circolazione sulle direttrici;

    sistema che permetterà di riguada-

    gnare produttività complessiva.

    Ma l’intero territorio regionale è

    coperto in buona parte da molte

    direttrici ferroviarie, ulteriori e sussi-

    diarie a quelle principali. L’impegno,

    soprattutto da parte del gestore della

    rete, deve essere quello di sfruttarne

    a pieno le forti potenzialità.

    Ciò significa innanzitutto sviluppare

    l’intermodalità con gli altri mezzi di

    trasporto: gomma, aereo e nave. La

    soluzione a questo problema consi-

    ste nel dotare di collegamenti efficaci

    i vari punti di arrivo: parcheggi alle

    stazioni e negli aeroporti, connessio-

    ni tra le stazioni ferroviarie ed i caselli

    autostradali. Naturalmente sarà

    necessario migliorare i cosiddetti cor-

    ridoi merci, in particolare nelle tratte:

    Portogruaro-Treviso-Castelfranco-

    Vicenza; Verona-Legnago-Rovigo-

    Adria-Chioggia e Mantova-Legna-go-

    Monselice-Padova.

    Il Sistema Ferroviario Metropolitano

    Regionale è parte integrante della

    modernizzazione della rete ferroviaria

    regionale e forse è il tassello più inno-

    vativo e rivoluzionario del nuovo

    assetto dei trasporti del Veneto.

    L’obiettivo ambizioso consiste nel

    mettere a disposizione dei cittadini

    uno strumento per la mobilità che sia

    davvero concorrente con quello su

    strada, garantendo tempi di percor-

    renza adeguati e un consistente

    risparmio economico. Non per niente

    il progetto, in prima applicazione,

    prevede l’istituzione del Sfmr in quel-

    le tratte particolarmente dense di traf-

    fico commerciale e privato, spesso

    pendolare, di tipo su gomma e su

    tratte stradali inadeguate.

    Castelfranco Veneto è il centro mag-

    giormente interessato, sia per il colle-

    gamento con Venezia che con

    Padova, naturalmente come primo

    capolinea per tutte le stazioni inter-

    medie. La realizzazione completa del

    progetto provocherà un nuovo asset-

    to non solo dal punto di vista dei tra-

    sporti, ma anche degli insediamenti

    urbani. Riducendosi i tempi di percor-

    renza tra i paesi satellite ed i capoluo-

    ghi, sarà più semplice e conveniente

    per le famiglie stabilirsi in centri limi-

    trofi anche più lontani, permettendo-

    ne la valorizzazione sociale ed eco-

    nomica. Le ulteriori tratte del Sfmr si

    ramificheranno su gran parte del ter-

    ritorio regionale, da est verso ovest e

    da nord a sud.

    “In un piano complessivo deitrasporti trova una collocazione strategica lavalorizzazione dei centri logistici. Porti ed aeroporti, dicui il Veneto è adeguatamentedotato (in eccedenza forse diaeroporti)”

    continua a pag. 66

    Rivista N°3 1_25 5-05-2005 16:51 Pagina 18

  • Passaggi a Nord Est - Gennaio/Febbraio 2005 - 21

    Sistema dei trasportie sviluppo economico

    Dire che esiste un’intima relazione fra lo sviluppo del sistema econo-

    mico e quello dei trasporti può sembrare un’ovvietà ai più, ma va rile-

    vato il ruolo del primo quale generatore della domanda di trasporto

    ed evidenziare quanto il secondo influenzi di fatto costi e opportunità

    di sviluppo delle imprese condizionando di fatto la competitività del

    sistema economico.

    La relazione nel caso veneto e della provincia di Venezia

    La relazione esistente fra i due siste-

    mi può essere vista attraverso un

    ciclo continuo di azioni e interazioni:

    lo sviluppo economico genera traffi-

    co e le crescenti opportunità di

    comunicazione generano sviluppo

    economico. Fatta questa debita

    premessa sarebbe interessante

    determinare l’incidenza dell’ade-

    guamento di un sistema viario sul

    relativo tessuto economico con

    naturale riferimento al caso del terri-

    torio veneto. Un documento di parti-

    colare interesse in questo senso è

    relativo al lavoro della Commissione

    Consiliare Trasporti e Infrastrutture

    della Camera di Commercio di

    Venezia che ha condotto un’analisi

    per la provincia di Venezia su “l’inci-

    denza del sistema dei trasporti sui

    livelli di sviluppo socio-economici”.

    Il documento di sintesi non è pro-

    prio fresco di stampa essendo data-

    to gennaio 2003, ma evidenzia un

    quadro di assoluto interesse prefi-

    gurando scenari che determinano

    di Giuliano Ferro

    Rivista N°3 1_25 5-05-2005 16:51 Pagina 20

  • Passaggi a Nord Est - Gennaio/Febbraio 2005 - 23

    un impatto su scala regionale prima

    che locale.

    Nuovi scenari. La ricerca ha infatti

    condotto ad una simulazione che fa

    riferimento alla necessità di colmare

    il gap infrastrutturale del Veneto

    considerando la realizzazione di

    quelle nuove grandi arterie che per-

    metteranno presto di allargare i

    cosiddetti “colli di bottiglia” dello

    sviluppo economico regionale. Ci

    riferiamo ad opere quali il Passante

    di Mestre, la Nuova Romea, la

    Pedemontana Veneta, la Valdastico

    e il collegamento Conegliano –

    Sacile (la A28). Si tratta di più o

    meno 350 km. di tracciato destinati

    a cambiare il volto del territorio age-

    volando un notevole sviluppo.

    Innanzitutto va considerato come il

    nuovo scenario sia caratterizzato da

    un’elevata efficienza giustificata dal

    fatto che il venir meno degli annosi

    “colli di bottiglia” permetteranno

    l’ottenimento di un miglioramento di

    accessibilità più che proporzionale

    rispetto al livello di dotazione delle

    stesse infrastrutture. Le province

    che traggono il maggior beneficio

    proprio in termini di accessibilità

    sono quelle di Venezia e Treviso

    anche perché essendo collocate in

    posizione centrale dell’area sono

    quelle fino ad ora maggiormente

    congestionate. Treviso in particolare

    risulta essere la provincia che all’in-

    terno della simulazione manifesta

    un beneficio più elevato rispetto a

    tutte le altre province venete.

    Venezia, Padova, Vicenza e Belluno

    dimostrano un incremento compre-

    so fra l’1 e il 2%, mentre le province

    di Rovigo e Verona sono meno coin-

    volte dai positivi effetti del nuovo

    scenario infrastrutturale. Una realtà

    importante è relativa al positivo

    impatto che il nuovo asse viario pro-

    voca sull’agricoltura in particolare: il

    settore è caratterizzato da incre-

    menti di produttività più importanti

    rispetto agli altri in seguito alla mag-

    gior incidenza del costo di trasporto

    fra i costi totali di produzione.

    Costi di trasporto e accessibilità

    delle province venete. Esiste una

    formula matematica che sta a signi-

    ficare il costo generalizzato di tra-

    sporto, ovvero, il costo opportunità

    sopportato dagli utenti del sistema

    dei trasporti. Oltre ai costi monetari

    si considerano a questo proposito

    altre variabili collegate alla qualità

    del servizio, come ad esempio il

    tempo del viaggio, il tempo di

    accesso al servizio, il rischio di ritar-

    di e altro. In questa speciale classi-

    fica in ambito nazionale le province

    venete si piazzano ben oltre quelle

    dell’Emilia Romagna e della

    Lombardia. La prima provincia

    veneta nel ranking risulta essere

    Rovigo (30) seguita a ruota da

    Verona, Padova, Vicenza. Venezia,

    Treviso e poi, più distanziata,

    Belluno (44). Altra formula è quella

    che riguarda l’accessibilità delle

    nostre province sempre consideran-

    do l’ambito nazionale di riferimento.

    L’accessibilità esprime l’efficacia di

    un sistema dei trasporti rispetto alle

    esigenze di mobilità dell’utenza, in

    termini di vantaggi di localizzazione

    di una provincia rispetto alle altre

    unità territoriali. Si tratta di un indica-

    tore che considera sia le caratteristi-

    che della rete infrastrutturale, sia le

    attività o le opportunità che la rete

    stessa permette di raggiungere.

    L’ipotesi di riferimento è quella

    secondo cui l’attrattività di una zona

    sia direttamente proporzionale alla

    sua dimensione (popolazione resi-

    dente, addetti, unità produttive, red-

    dito) e inversamente proporzionale

    ai costi necessari per raggiungerla

    (costo generalizzato di trasporto). In

    questa classifica le cose vanno leg-

    germente meglio per le province

    venete che nell’ordine del ranking

    vedono Verona (17), Padova (19),

    “Treviso in particolare risultaessere la provincia che

    all’interno della simulazionemanifesta un beneficio più

    elevato rispetto a tutte le altreprovince venete”

    Rivista N°3 1_25 5-05-2005 16:51 Pagina 22

  • Passaggi a Nord Est - Gennaio/Febbraio 2005 - 25

    Rovigo (20), Vicenza (21), Venezia

    (24), Treviso (25), Belluno (33).

    La specificità veneziana. Gli osser-

    vatori ritengono che la struttura e

    l’organizzazione produttiva dell’eco-

    nomia veneziana facciano riferimen-

    to a un sistema particolare e diverso

    da quello del contesto medio regio-

    nale. La specificità veneziana è

    caratterizzata dalla persistenza di

    un’importante produzione dell’indu-

    stria di base (Marghera) e da un’e-

    mergente presenza nei comparti

    legati al turismo e ai trasporti che

    implicano una doverosa connessio-

    ne con lo sviluppo delle attività lega-

    te alla logistica. Proprio questa nuo-

    va connotazione infrastrutturale,

    unita alla particolare posizione geo-

    grafica, contribuisce in modo signi-

    ficativo alla definizione del sistema

    economico provinciale in cui i com-

    parti dei trasporti e della logistica

    oltre ad essere molto importanti

    oggi, sembrano destinati ad esserlo

    ancor di più negli scenari futuri.

    Un’altra caratteristica della provin-

    cia veneziana sta nella notevole

    disomogeneità tra gli ambiti sub-

    provinciali del territorio. Nel nucleo

    centrale sono collocate le dotazioni

    infrastrutturali e gli insediamenti pro-

    duttivi più importanti mentre gli

    ambiti dei comuni a sud e nord-est

    sono quelli meno accessibili e con

    scarsa dotazione. L’analisi permette

    di individuare nelle aree di Chioggia

    e Portogruaro le zone a cui è asso-

    ciata la maggior impedenza per

    raggiungere i mercati potenziali del

    resto della provincia veneziana.

    Le aree del milanese e del sandona-

    tese sono invece caratterizzate dai

    risultati migliori. Questa situazione

    viene traslata in una distribuzione

    dei livelli di accessibilità che decre-

    sce all’aumentare della distanza dal

    capoluogo della provincia. Un altro

    dato interessante è relativo alle ana-

    lisi econometriche e statistiche volte

    alla misurazione del legame tra

    sistema dei trasporti e sistema eco-

    mico. A questo proposito i modelli

    econometrici consentono di indivi-

    duare delle elasticità (positive) della

    produttività. Ad esempio, aumen-

    tando del 5% sia la dotazione infra-

    strutturale sia il livello di accessibi-

    lità della provincia di Venezia, il

    valore aggiunto complessivo per

    addetto potrebbe ricevere un impul-

    so pari all’1%. Inoltre la ricerca evi-

    denzia che l’accessibilità ha un

    peso superiore rispetto alla dotazio-

    ne di infrastrutture per cui agendo

    primariamente sull’accessibilità del

    sistema stradale più che sullo stock

    di infrastrutture può avere effettivi

    particolarmente positivi sul sistema

    economico della provincia.

    “La specificità veneziana ècaratterizzata dalla persistenza di

    un’importante produzione dell’industria di base

    (Marghera) e da un’emergente presenza nei comparti legati

    al turismo e ai trasporti che impli-cano una doverosa

    connessione con lo sviluppo delle attività legate alla logistica”

    Rivista N°3 1_25 5-05-2005 16:51 Pagina 24

  • Passaggi a Nord Est - Gennaio/Febbraio 2005 - 27

    Aperti i cantieri dellaValdastico Sud

    Secondo le previsioni le prime automobili potranno transitare entro il

    2010, data prevista per l’apertura. Un’infrastruttura da un miliardo di

    euro lunga 54 chilometri. Interessate quattro province e 21 comuni.

    Centodieci milioni di euro per l’acquisizione delle aree.

    Via libera a un’opera attesa da oltre 40 anni

    Ci vorranno poco meno di un miliardo

    di euro per costruire i 54 chilometri del-

    la Valdastico sud. Una autostrada che

    dal futuro viadotto dell’A4 terminerà

    con uno svincolo sulla strada Tran-

    spolesana nel comune di Canda.

    Un’opera inaugurata sabato 12 feb-

    braio e che interesserà quattro provin-

    ce e 21 comuni. Se tutto dovesse

    andare secondo le previsioni le prime

    auto potranno percorrere la Valdastico

    entro il 2010. Tempi record per una

    infrastruttura attesa da 40 anni. Non

    per niente ad inaugurarla c’erano: il

    ministro delle Infrastrutture, Pietro

    Lunardi, il presidente del Veneto,

    Giancarlo Galan, il presidente della

    Provincia di Vicenza, Manuela Dal

    Lago e il presidente della società

    Autostrada Brescia-Padova, Aleardo

    Merlin. Di fronte ad oltre 800 invitati

    hanno spiegato e raccontato il proget-

    to e soprattutto le vicissitudini che

    hanno portato all’apertura dei cantieri

    come promesso. Una festa insomma,

    come quella per il Passante autostra-

    dale di Mestre, altra opera che in que-

    sti ultimi mesi è partita definitivamente.

    “Non siamo all’ultimo atto di questa

    lunghissima storia veneta, non lo è

    perchè questo avverrà, ne sono certo,

    prima del termine della prossima legi-

    slatura regionale, quando cioè la nuo-

    va autostrada sarà interamente com-

    pletata” dice Giancarlo Galan.

    E’ felice e lo dà a vedere anche quan-

    do elmetto in testa sale, come da

    copione, su una scavatrice e armeg-

    gia con le leve sollevando i primi

    cumuli di terra che del cantiere. Anco-

    ra più emozionata di lui, la presidente

    della Provincia, Manuela Dal Lago che

    di Enzo Biaggini

    Rivista N°3 26_68 5-05-2005 17:02 Pagina 26

  • Passaggi a Nord Est - Gennaio/Febbraio 2005 - 29

    dal palco ringrazia tutti, dando appun-

    tamento alla prossima cerimonia

    “quella che sancirà l’apertura ufficiale

    di questa autostrada, cosÏ utile e cosÏ

    sofferta”. Aleardo Merlin, può final-

    mente tirare un sospiro di sollievo,

    anche perchè la società che dirige su

    questa opera puntava moltissimo.

    “Un’autostrada non è solo un nastro

    d’asfalto che attraversa la campagna.

    Un’autostrada è la concretizzazione

    materiale di una relazione che collega

    i centri urbani del nostro territorio. Pro-

    prio per questo abbiamo aumentato le

    attezioni all’ambiente e al territorio

    attraversato. Non è più concepibile, da

    tempo ormai, l’infrastruttura come

    mera opera d’ingegneria, calata nel

    contesto senza riguarda verso il terri-

    tiorio stesso”. E infatti durante la ceri-

    monia, sono stati messi in evidenza

    tutti gli accorgimenti che verranno uti-

    lizzati nelle varie fasi della costruzione,

    volti alla tutela degli spazi interessati,

    sia spazi urbani che extraurbani. Uno

    degli ostacoli maggiori che sono stati

    superati è quello relativo all’impatto

    ambientale: negli anni scorsi è stato

    più volte portato all’attenzione delle

    cronache il problema della vicinanza

    di molte ville venete di grande valore

    storico e architettonico. Problema

    risolto con l’interramento di lunghi trat-

    ti autostradali e l’innalzamento di bar-

    riere artificiali. ´Le grandi infrastrutture

    si possono conciliare con il rispetto del

    nostro patrimonio culturale e monu-

    mentale - ha spiegato ieri il ministro

    Lunardi -. Per sanare la querelle

    ambientale nata sul tracciato della Val-

    dastico abbiamo dovuto portare il

    dibattito in Consiglio dei ministri, e

    abbiamo fatto tutto con il massimo

    rispetto per le Ville Venete cosÏ come

    avvenne per l’ alta velocità in corri-

    spondenza di Modena. La Svizzera e

    l’Austria, Paesi molto sensibili ai pro-

    blemi dell’ambiente, costruiscono in

    continuazione ferrovie e autostrade.

    Non vedo perchè non dobbiamo farlo

    anche noi”. Sull’utilità dell’opera il pre-

    sidente Galan non ha dubbi: “Non c’è

    bisogno di farla lunga sulla necessità

    e sull’utilità di questa asta viaria che

    completerà la Valdastico verso sud.

    Fra qualche anno, ciò cui diamo inizio

    oggi permetterà, di collegare l’auto-

    strada Brescia-Padova con la statale

    Transpolesana che unisce Rovigo e

    Verona. Dunque, tutto diverrà più

    semplice, più facile, più sicuro, più

    economico per coloro che vivono e

    lavorano tra Verona, Vicenza e Rovigo.

    Ecco perchè abbiamo voluto che si

    completasse la Valdastico Sud e lo

    abbiamo voluto con un progetto

    rispettoso dei valori paesaggistici e

    monumentali”.

    “Un’autostrada non è solo unnastro d’asfalto che attraversala campagna. Un’autostradaè la concretizzazionemateriale di una relazione checollega i centri urbani delnostro territorio”

    Rivista N°3 26_68 5-05-2005 17:02 Pagina 28

  • La progettazione è stata sviluppata seguendo l’impostazione origi-

    naria del progetto preliminare redatto dalla Società, finalizzato alla

    realizzazione di un’opera in grado di contemperare le esigenze di

    un tracciato autostrdalae, con quella di minimizzare il disturno del

    territorio. In questo senso nella definizione del tracciato piano-alti-

    metrico si è cercato per quanto compatibile con il rispetto dei

    parametri geometrici imposti dalla normativa di: contenere il distur-

    bo agli insediamenti, mantenendo il tracciato il più possibile

    distante dalle abitazioni e, dove ciò non fosse possibile, adottando

    soluzioni tecniche di protezione (tratti in galleria artificiale, tratti in

    trincea, interventi di isolamento acustico, schermature arboree,

    colline artificiali, ecc.); di rispettare le aree di interesse ambientale

    e i nuclei edilizi di interesse architettonico.

    Passaggi a Nord Est - Gennaio/Febbraio 2005 - 31

    20

    40

    60

    80

    Provincia di Vicenza - Totale 320,0 ettari

    42,7

    Nove

    nta

    Vice

    ntina

    77,6

    Agug

    liaro

    59,4

    ALbe

    ttone

    8,4

    Barb

    aran

    o

    9,8

    Moss

    ano

    16,9

    Nant

    o

    17,5

    Casteg

    nero

    30,1

    Mont

    egalde

    lla

    33,8

    Long

    are

    17,3

    Mont

    egalda

    6,3

    Torri d

    i

    Quar

    teso

    lo

    15

    30

    45

    60

    Provincia di Rovigo - Totale 82,0 ettari

    51,9

    Badia

    Polesin

    e

    13,0

    Lend

    inar

    a

    Cand

    ia

    17,1

    10 9,0

    25,7

    15,9

    26,6

    32,9

    38,6

    N.P.

    20

    30

    40

    Provincia di Padova - Totale 149,0 ettari

    Saletto

    Ospe

    daletto

    Euga

    neo

    Megliadino

    San Fid

    enzio

    S.ta M

    argh

    erita

    d’Adige

    Megliadino

    San Vitale Ma

    si

    Piac

    enza

    d’Adige

    QUADRO RIEPILOGATIVO DI SPESA

    Corpo autostradale 128 milioni di euro

    Svincoli autostradali 71

    Viabilità di raccordo 38

    Opere d’Arte principali 305.491.386,70

    Opere d’Arte minori 100

    Interventi di mitigazione ambientale 31

    Acquisizione di aree 110

    Lavori in economia 156.746.400,00

    Costi minori 57.762.213,30

    Totale 998.000.000,00

    ESPROPRI

    Rivista N°3 26_68 5-05-2005 17:02 Pagina 30

  • Passaggi a Nord Est - Gennaio/Febbraio 2005 - 33

    La Valdastico sud si sviluppa per 54 chilometri dallo svincolo di intercon-

    nessione della A4 e del tratto esistente della A31 e termina presso Badia

    Polesine in comune di Candia, in provincia di Rovigo, con l’interconnes-

    sione sulla Statale 434 Transpolesana. Il tracciato interessa 4 province

    (Verona, Vicenza, Padova e Rovigo) e 22 comuni. La velocità consentita

    sarà tra i 110 e i 140 chilometri orari su un tracciato che per il 55\% sarà

    in curva e per il 45\% in rettilineo; 44 chilometri saranno in rilevato, 4 in

    trincea, 4 su viadotto (inclusi ponti) e 832 metri in galleria artificiale. Sono

    previsti 6 caselli a Longare, Albettone-Barbarano, Agugliaro, Noventa,

    Santa Margherita d’Adige, Piacenza d’Adige e una barriera di esazione

    finale a Badia Polesine, oltre agli svincoli a Vicenza est e quelli sulle sta-

    tali Transpolesana e Rodigina. Saranno realizzati inoltre 40 cavalcavia e

    11 sottovia oltre a 20 chilometri di rampe e raccordi. Sul fiume Adige sarà

    eretto un ponte lungo 580 metri. Nel 2010, quando è previsto il comple-

    tamento dell’opera, il flusso di traffico nel giorno medio che si prevede

    possa essere assorbito è di circa 10mila mezzi sia in entrata che in usci-

    ta a Vicenza e di 6.360 in entrata e uscita alla barriera di Badia Polesine.

    Il Percorso

    1960

    L’Autostrada “Brescia-Padova-Verona-Vicenza-Padova” nasce negli

    anni 60 in pieno boom economico italiano. La società, che porta lo

    stesso nome del tratto realizzato, venne costituita nel 1952, grazie

    a un’alleanza tra gli enti pubblici e economici di sette province:

    Milano, Bergamo, Brescia, Verona, Vicenza, Padova e Venezia.

    1962

    L’obiettivo era quello di saldare le due autostrade già esistenti, la

    Milano-Brescia e la Padova-Venezia, con un progetto che assicu-

    rasse il passaggio dell’immportante infrastruttura viaria presso tutti i

    capoluoghi, cosa che avvenne nel febbraio del 1962, al termine di

    quattro anni e mezzo di lavori.

    La Storia

    1970

    Il 23 settembre 1970 venne costituita la società “Autostrada Trento-

    Valdastico - Vicenza-Riviera Berica- Rovigo spa” (A31 Valdastico).

    L’apertura del tratto oggi percorribile da Vicenza a Piovene Roc-

    chette, che attraversa le zone di Dueville e Thiene, avvenne nel

    1976.

    1985

    A partire dalla seconda metà degli anni ‘80, tramite una serie di atti

    perfezionati nel 1991, la società “Autostrada Brescia-Padova” ha

    incorporato l’Autostrada “Trento-Valdastico-Vicenza-Riviera Berica-

    Rovigo spa” meglio nota come A31 Valdastico.

    La realizzazione dell’Autostrada Valdastico e in particolare il suo

    completamento a nord che a sud dell’attuale tracciato compreso

    fra Vicenza (raccordo con l’A4) e Piovene Rocchette (Vi) è prevista

    sin dalla fine degli anni ‘60

    1997

    In tale scenario il “completamento a sud dell’Autostrada A31 della

    Valsastico” è stato oggetto, nel 1997, di una progettazione prelimi-

    nare a cura del Settore Grandi Lavori della Direzione Tecnica del-

    l’Autostrada BS-VR-VI-PD- spa; l’opera è stata quindi inserita nel

    Piano degli Investimenti della società costituendone l’intervento più

    rilevante.

    1999

    Per la parte sud, recentemente la Giunta regionale ha adottato, con

    provvedimento n. CR/76 del 13 luglio 1999 recante gli indirizzi per

    la redazione del Nuovo Piano Regionale dei Trasporti, un documen-

    to di pianificazione redatto nel giugno del 1999, nel quale viene fat-

    to esplicito riferimento alla priorità da attribuire all’Opera, in merito

    alla valenza trasportistica dell’infrastruttura e agli effetti per la piani-

    ficazione del territorio della Regione. Tale documento, nel prendere

    Rivista N°3 26_68 5-05-2005 17:02 Pagina 32

  • atto dell’esistenza della progettazione preliminare dell’opera (anno

    1997), evidenzia gli obiettivi di migliorare i collegamenti regionali tra

    il Polesine e la città di Vicenza, aumentando il livello di servizio e le

    condizioni di sicurezza lungo l’attuale ex S.S. 247 Riviera Berica.

    2000

    Le attività progettuali hanno avuto inizio il 26 luglio 2000 (data di

    stipula del contratto) e hanno comportato innanzitutto un riesame

    della progettazione preliminare, finalizzato a verificare la compatibi-

    lità del tracciato piano-altimetrico con le segnalazioni pervenute

    dagli Enti e da privati; si è conclusa in data 12 ottobre 2000, con la

    consegna di una documentazione di aggiornamento del progetto

    preliminare approvata dalla società Brescia-Padova il 9 novembre

    dello stesso anno.

    2001

    Successivamente nel maggio del 2001 il ministero dei Lavori Pub-

    blici ha approvato il Piano Triennale dei trasporti, inserendo nell’e-

    lenco delle opere di competenza autostrade anche detto Piano

    finanziario della Società Brescia-Padova spa. Per le successi ve

    fasi della progettazione la società ha deciso di procedere mediante

    una licitazione privata, con pubblicazione a livello europeo. L’appal-

    to è stato aggiudicato all’Associazione temporanea d’impresa (Ati)

    formata dal Centro Servizi Rpa Engineering Consultans srl - Capo-

    gruppo; Studio di ingegneria Idroesse Rpa spa; Tècnica Y Proyec-

    tos S.A. (TYPSA); Studio Valle Progettazioni - Metropolitana Milane-

    se spa; Norconsult Internationale A.S.; Pool Infrastrutture srl; Proger

    srl; Selpro srl.

    2001

    16 marzo

    Il progetto definitivo emerso è stato approvato dal Consiglio di

    Amministrazione della Società Brescia-Padova spa, nella seduta del

    30 aprile 2001. Le opere citate consentono di completare la maglia

    viaria nel nord Italia, allo scopo di tenere un Corridoio europeo n° 5

    Barcellona - Kiev a sud delle alpi e di correlare alla grande viabilità

    internazionale i centri produttivi del nord-est.

    2002

    22 marzo

    Con delibera della Giunta Regionale n.23 del 22 marzo 2002, nel

    prendere atto dei fenomeni di estensione dello sviluppo delle atti-

    vità produttive verso aree meridionali del Veneto, si ribadisce che il

    progetto di un collegamento autostradale fra Vicenza e la S.S. 434

    Transpolesana si pone come opportunità a supporto di un corretto

    e razionale sviluppo territoriale e urbanistico delle zone interessate

    e pertanto viene deliberato di chiedere il parere della Commissione

    consiliare competente sulla proposta d’inserimento dell’intervento

    “A31 Valdastico – completamento a sud” nella programmazione

    regionale di settore. Nella seduta del 9 maggio 2002, la Seconda

    commissione consiliare ha espresso a maggioranza parere favore-

    vole a quanto enunciato nella Delibera di giunta.

    2004

    13 maggio

    L’Anas ha dato il via libera al completamento della Valdastico verso

    sud.

    L’opera avrà un costo complessivo di 998 milioni di euro, il nuovo

    asse permetterà di collegare l’autostrada A4 Brescia-Padova con la

    S.S. 343 Transpolesana che unisce Rovigo e Verona

    2005

    12 febbraio

    Inaugurati i cantieri. Dopo 40 anni parte una delle opere autostra-

    dali più importanti costruita dal dopoguerra in poi nel nostro Paese.

    Passaggi a Nord Est - Gennaio/Febbraio 2005 - 35

    Rivista N°3 26_68 5-05-2005 17:02 Pagina 34

  • Passaggi a Nord Est - Gennaio/Febbraio 2005 - 37

    Un raccordo perla “Grande” Padova

    L’emergenza infrastrutturale che il

    Veneto lamenta da molti decenni sta

    ormai trovando una soluzione defini-

    tiva e totale, e il processo di moder-

    nizzazione dello scenario dei traspor-

    ti della Regione finalmente ha preso

    forma. E’ iniziata da tempo la realiz-

    zazione del Passante di Mestre, è

    ormai giunta al termine la costruzione

    della Valdastico Sud, sono state

    approvate diverse altre infrastrutture

    viarie e ferroviarie, ed ora è stato pre-

    sentato ufficialmente anche il proget-

    to per il Gra, il grande raccordo anu-

    lare di Padova - l’anello superstrada-

    le che mette d’accordo l’amministra-

    zione comunale di centro-sinistra di

    Flavio Zanonato con quelle di centro-

    destra del presidente provinciale Vit-

    torio Casarin e del governatore regio-

    nale Giancarlo Galan. “Entro il 2011 il

    volto infrastrutturale di Padova è

    destinato a cambiare radicalmente”

    ha sottolineato Giancarlo Galan alla

    conferenza di presentazione, “la città

    sarà infatti servita da un’opera di

    grande spessore che la deconge-

    stionerà dal traffico e assicurerà un

    servizio alla mobilità locale e a quella

    commerciale, con riflessi sull’intero

    Veneto centrale”. Dagli studi prelimi-

    nari al progetto era stata rilevata la

    presenza di un’alta percentuale di

    automezzi, ben il 44%, che non ha

    L’anello superstradale che mette d’accordo l’amministrazione comu-

    nale di centro-sinistra di Flavio Zanonato con quelle di centro-destra

    del presidente provinciale Vittorio Casarin e del governatore regiona-

    le Giancarlo Galan.

    di E. B.

    Rivista N°3 26_68 5-05-2005 17:02 Pagina 36

  • Passaggi a Nord Est - Gennaio/Febbraio 2005 - 39

    Rivista N°3 26_68 5-05-2005 17:03 Pagina 38

  • Passaggi a Nord Est - Gennaio/Febbraio 2005 - 41

    alcuna necessità di passare in città,

    ma che vi transita soltanto per prose-

    guire. L’obiettivo strategico è dunque

    quello di creare un’alternativa di per-

    corso all’impianto viabilistico radiale

    della città, ormai saturo e inefficiente,

    mediante un itinerario orbitale capa-

    ce di favorire il miglioramento del

    livello di sicurezza e di funzionalità

    delle strade, di adeguare l’accessibi-

    lità da e per la provincia di Padova e

    di ottimizzare l’integrazione con le

    altre modalità di trasporto. L’idea è

    quindi quella di realizzare un ampio

    anello di scorrimento che giri, appun-

    to, alla larga dal centro storico, per-

    mettendo a chi non deve entrare in

    città di passare oltre senza attraver-

    sarla. Il progetto, in incubazione già

    dal 1999 nel quadro del Piano Gene-

    rale di Viabilità della Provincia, preve-

    de oggi un sistema circolare di arte-

    rie lungo 42 chilometri e un costo

    complessivo di circa 306 milioni di

    euro, con un contributo pubblico sti-

    mato nel 55% del costo di investi-

    mento. La vecchia “orbitale” cambia

    quindi nome e diventa “Gra” - grande

    raccordo anulare -, una definizione

    più consona per un’arteria destinata

    ad avvolgere quasi completamente

    la città e la sua cintura urbana da

    nord a sud e da est a ovest. Il raccor-

    do, già parzialmente realizzato sui

    quadranti sud ed est dell’area metro-

    politana padovana, deve essere

    completato sui fronti ovest e nord,

    affrontando con attenzione le temati-

    che ambientali, valutando la compa-

    tibilità con i vincoli storici, architettoni-

    ci e archeologici, e stimando la com-

    patibilità con il paesaggio e con l’am-

    biente idrico. La scelta tra le diverse

    soluzioni del percorso ritenuto otti-

    male è derivata, quindi, dal confronto

    dei risultati di studi trasportistici, terri-

    toriali e ambientali, oltre che dalle

    necessità espresse dalle Ammini-

    strazioni e dagli Enti Locali. All’esito

    di queste valutazioni l’anello partirà

    dal casello di Padova Sud, passata

    Mandriola proseguirà verso ovest

    fino alla curva Boston e, passando

    attraverso Abano e i dieci comuni a

    ovest della città, farà da collegamen-

    to con la nuova statale del Santo. Da

    lì si unirà, in seguito, al nuovo pas-

    sante di Mestre. Il primo tratto da rea-

    lizzare sarà lungo 15,6 chilometri di

    cui 6 (il 38 % dell’intero sviluppo) in

    Rivista N°3 26_68 5-05-2005 17:03 Pagina 40

  • Passaggi a Nord Est - Gennaio/Febbraio 2005 - 43

    adeguamento alla viabilità esistente

    – 2,5 chilometri sono relativi alla

    sezione della curva Boston, altri 3,5

    serviranno per collegare l’arteria alla

    Provinciale 89. Il raccordo anulare

    svolterà poi verso nord, passando tra

    Saccolongo e Selvazzano Dentro, tra

    Mestrino e Rubano, e correrà fino ad

    incrociarsi con la A4, dove sorgerà il

    nuovo casello di Ronchi di Campa-

    nile. Il progetto renderà quindi possi-

    bili i collegamenti diretti con Padova

    Sud, sulla A13, e con la A4 in prossi-

    mità di Ronchi. L’anello che colle-

    gherà la curva Boston al nuovo

    casello di Ronchi intercetterà almeno

    tre radiali che oggi rischiano di rima-

    nere oppresse dal traffico: Armistizio

    Chiesanuova, Brusegana e Montà.

    Qui l’anello si interromperà. A nord

    della città, infatti, dal casello di Ron-

    chi, il tracciato coinciderà con l’auto-

    strada fino a Padova Ovest, elimi-

    nando così i percorsi a Villafranca e

    Ponterotto, e da Padova Ovest se-

    guirà il percorso della nuova tangen-

    ziale di Limena per poi staccarsene

    all’altezza dell’area del Tavello e pas-

    sare sulla provinciale del Terra-glio-

    ne, che sarà potenziata. Il Gra si

    innesterà infine sulla nuova statale

    del Santo, scendendo verso Cado-

    neghe fino al casello di Padova Est.

    Nessuna prosecuzione, infine, verso

    il nuovo passante di Dolo. E’ prevista

    la costruzione di nuovi ponti su Bac-

    chiglione, Brenta e Muson dei Sassi.

    L’arteria sarà dotata di due carreg-

    giate a due corsie, larghe 3,75 metri

    ciascuna, e il traffico medio giornalie-

    ro atteso nel primo tratto è di circa

    29.000 veicoli, mentre nel secondo

    se ne stimano 10.500. Per percorrere

    entrambe le tratte non si pagherà

    nessun pedaggio. “E’ evidente che

    si tratta di un’opera compresa tra le

    infrastrutture strategiche di premi-

    nente interesse nazionale” continua

    il Presidente Galan, “e si prefigge di

    conseguire importanti risultati nel-

    l’ambito degli obiettivi di livello euro-

    peo con particolare riferimento al

    Corridoio V relativo al collegamento

    Est – Ovest, e al Corridoio VIII, corri-

    doio adriatico Nord – Sud. Per que-

    sto è con piacere che la Regione,

    mediante Veneto Strade, partecipa a

    questa nuova società”. Progettista

    dell’impresa è la Net Engineering, e

    titolare è la Società Grande Raccor-

    do Anulare di Padova, di cui fanno

    parte, oltre a Veneto Strade, l’Auto-

    strada Venezia-Padova e l’Autostra-

    da Brescia-Padova, e che presto

    accoglierà anche la Provincia di

    Padova, il Comune, la Camera di

    Commercio, e probabilmente l’Anas,

    che ipotizza a sua volta di entrare a

    farvi parte - sottolineando la valenza

    nazionale dell’opera.

    La proposta di project-financing è

    stata presentata all’Anas a fine

    dicembre ed entro il prossima aprile

    si procederà all’assegnazione e si

    entrerà nella fase di programmazio-

    ne esecutiva.

    “L’arteria sarà dotata di duecarreggiate a due corsie,

    larghe 3,75 metri ciascuna, e il traffico medio giornaliero

    atteso nel primo trattoè di circa 29.000 veicoli,

    mentre nel secondo se ne stimano 10.500”

    Rivista N°3 26_68 5-05-2005 17:03 Pagina 42

  • Passaggi a Nord Est - Gennaio/Febbraio 2005 - 45

    Non sarà proprio un boulevard

    come sogna da sempre il presiden-

    te della Provincia Davide Zoggia

    ma sicuramente è un progetto

    importante che “sanerà una ferita

    che ferita che da sempre infetta

    Mestre. La tangenziale di Mestre

    nel giro di un anno e mezzo sparirà

    dalla vista dei mestrini. "E' un cam-

    bio epocale - sottolinea anche il

    vicesindaco di Venezia, Michele

    Mognato,-perchè segna l'inversione

    definitiva di tendenza rispetto a

    vent'anni fa quando abbiamo

    costruito un'autostrada a due passi

    dal centro". Con 18 milioni di euro le

    istituzioni sanano la ferita aperta. E

    lo fanno a colpi di alberi e barriere

    fonoassorbenti, prati e ricicli d'ac-

    qua. Un intervento unico nel suo

    genere, che trasformerà l'arteria più

    intasata d'Italia in un corridoio ver-

    de. Non che ci si debba attendere

    miracoli, le macchine ci saranno

    sempre, ma almeno non si sentiran-

    no più come prima - grazie alle bar-

    riere fonoassorbenti - e si vedranno

    ancora meno - grazie agli alberi e ai

    terrapieni. Il progetto è stato pre-

    sentato dalla Società autostrade

    Venezia - Padova, ed è una di quel-

    le rare volte in cui ha senso usare la

    pompa magna per celebrare un

    intervento che nessuno ha mai pro-

    Alberi per rendere piùbella la tangenziale

    Alcuni lo considerano un cambio epocale, altri un rimborso per i mestri-

    ni che per anni hanno sopportato gli “effetti” di un’autostrada costruita

    in pieno centro città. È sicuramente un intervento unico nel suo genere

    che trasformerà l’arteria più intasata d’Italia in un corridoio verde.

    di Francesco Acampora

    Rivista N°3 26_68 5-05-2005 17:03 Pagina 44

  • Passaggi a Nord Est - Gennaio/Febbraio 2005 - 47

    vato in Europa. “E' una grande vitto-

    ria prima di tutto del Comune di

    Venezia che si è battuto da sempre

    perchè gli effetti della tangenziale

    vengano mitigati il più possibile”

    ricorda Mognato. Tant'è che la

    Giunta di Paolo Costa ha rimandato

    al mittente l'ipotesi delle mini com-

    planari - strade in più sotto la tan-

    genziale - ed ha continuato ad insi-

    stere per le barriere fonoassorbenti

    e gli alberi, come da sempre chie-

    dono i cittadini. E alla fine la Giunta

    Costa l'ha vinta. C'è da dire che di

    mezzo s'è messo anche l'assessore

    regionale all'Ambiente, Renato

    Chisso, che ha un occhio di riguar-

    do per Mestre ed ha staccato un

    assegno di 7 milioni di euro. Ma il

    grosso della cifra - 17 milioni di

    euro - li mette la società delle auto-

    strade di Venezia e Padova di Lino

    Bren-tan. 3 e mezzo li aggiunge il

    Comu-ne e 2 e mezzo li mette la

    Provincia. Il totale è di 30 milioni di

    euro che serviranno sia per la tan-

    genziale - 18 - sia per la essa in

    sicurezza della strada provinciale

    81 e prevede il rifacimento della

    rotatoria della Malcontenta fino al

    casello - che si sta per costruire - di

    Borbiago. Questo intervento vale 12

    milioni di euro ed è importantissimo

    perchè permetterà a chi deve anda-

    re verso Mira-Chioggia di non pas-

    sare per Mestre, tagliando verso la

    Romea. La strada provinciale 81

    esiste già ed è la cosiddetta camio-

    nabile che si prende alla rotatoria

    della Romea e che corre quasi

    parallela alla Riviera del Brenta.

    Verrà agganciata al casello di Bor-

    biago e questo permetterà a chi

    deve andare in auto verso sud di

    risparmiarsi il passaggio in tangen-

    ziale. In più è collegata con la sta-

    zione della metropolitana di superfi-

    cie. Insomma la provinciale 81,una

    volta messa in sesto, è una buona

    valvola di sfogo. Ma il problema è

    quando. L'assessore regionale

    Renato Chisso ha annunciato di

    aver chiesto alla Presidenza del

    consiglio dei ministri che il Com-

    missario al Passante, Silvano Ver-

    nizzi, venga incaricato anche di

    seguire questi lavori. Vuol dire

    risparmiare 6 mesi su una tempisti-

    ca di un anno e mezzo. E, dunque,

    se Vernizzi viene nominato, a metà

    Rivista N°3 26_68 5-05-2005 17:03 Pagina 46

  • Passaggi a Nord Est - Gennaio/Febbraio 2005 - 49

    del prossimo anno potremmo già

    avere il tunnel verde. Resta da dire

    - ricorda il prosindaco di Mestre

    Gianfranco Bettin - che la tangen-

    ziale diventerà un mezzo paradiso

    verde, ma intanto è un inferno.

    Bettin non si nasconde che il pro-

    getto presentato ieri "rappresenta

    un punto importante di svolta nella

    lotta per la riduzione dell'impatto

    nocivo del traffico su questa arteria

    che attraversa il cuore della città".

    Ma secondo il prosindaco di Mestre

    bisogna procedere immediatamen-

    te a regolamentare il traffico sulla

    tangenziale, in particolare quello

    pesante, da sottoporre a controlli

    rigorosi. Oggi la tangenziale è una

    specie di fabbrica di gas nocivi e di

    rumori molesti anche perché i con-

    trolli sono scarsi e la libertà di circo-

    lazione per i veicoli a motore e

    soprattutto per i mezzi pesanti è illi-

    mitata. La situazione è d'emergenza

    - dice Bettin - e servono dunque

    provvedimenti di emergenza: va

    regolamentato il traffico, subito, a

    cominciare da quello pesante".

    - Completamento barriere fonoassorbenti:dalle attuali 8.841,5 m a 12.211,5 m

    - Opere a bosco alluvionabile su proprietà Società autostrade:26.000 mq

    - Opere a bosco alluvionabile su proprietà di terzi da acquisire:30.000 mq

    - Trattamento acque prima pioggia: 13.200 m di collettori; volume acque di prima pioggia trattato 2.600 m3/evento

    MITIGAZIONE AMBIENTALE (dati cantieristici del progetto)

    Grado di trattamentoprevisto

    Tipologie ditrattamento previste

    Mitigazioni idrauliche

    Gestione

    Trattamento delle acque di prima pioggia per un valoredi 10 mm (doppio rispetto alla Legge dellaRegione Lombardia, n. 62 del 27 maggio 1985)

    Vasche di prima pioggia - Trattamento staticoPer i tratti a modesto sviluppo longitudinale

    Disoleatori / Sedimentatori - Trattamento incontinuo Per i tratti ad elevato sviluppo longitudinale

    Vasche di accumulo per gli sversamentiaccidentali di sostanze inquinanti

    Adeguamento dei fossi di guardia e creazione di areedi laminazione

    Convogliamento di parte delle portatemeteoriche al Canale Scolmatore

    Telecontrollo

    Manutenzione periodica dei sistemi ditrattamento

    CORRIDOIO ECOLOGICO (dati tecnici)

    Superfici a bosco: 63.000 m2

    Terrapieni piantumati: 1.080 m (15.000 m2)

    Inverdimento scarpate con specie arbustive: 18.000 m2

    Siepi e mascheramento barrie fonoassorbenti: 4.000 m

    BARRIERE FONOASSORBENTI (dati tecnici)

    Barriere fonoassorbenti esistenti: 8.841 m

    Barriere fonoassorbenti di progetto: 3.070 m

    Barriere fonoassorbenti su nuovi rilevati: 300 m

    Lunghezza totale barriere fonoassorbenti: 12.211 m

    TRATTAMENTO ACQUE - SCELTE DI PROGETTO

    “Oggi la tangenziale è unaspecie di fabbrica di gas

    nocivi e di rumori molestianche perché i controlli sono

    scarsi e la libertà dicircolazione per i veicoli a

    motore e soprattutto peri mezzi pesanti è illimitata”

    Rivista N°3 26_68 5-05-2005 17:03 Pagina 48

  • TRATTAMENTO E SMALTIMENTO ACQUE (dati tecnici)

    Superficie trattata: 262.000 m2

    Volume di prima pioggia trattato: 2.600 m3/evento

    Volume di laminazione: 7.650 m3

    Lunghezza totale delle tubazioni: 13.200 m

    N. attraversamenti con tubi spinti: 3

    Vasche di laminazione:

    Fosso 1: 500 m3

    Viadotto Marghera Ovest: 500 m3

    Rotatoria Marghera: 1.500 m3

    Viadotto Marghera Est: 650 m3

    Via Trieste: 1.300 m3

    Carbonifera: 1.200 m3

    Miranese: 1.000 m3

    Terraglio: 1.000 m3

    Trattamento di affinamento in aree forestali:

    Zona Rio Cimetto 30.000 m2

    Zona Bottenigo 26.000 m2

    - riduzione dell’inquinamento(in rafforzamento delle altre opere fonoassorbenti)

    - riduzione dell’inquinamento dell’aria (in particolare cercando diintercettare il fall out locale di particolato, impiegando specie dotate di elevata capacità filtro)

    - riduzione dell’inquinamento idrico soprattutto attraverso l’azionedi finissaggio delle aree a bosco;

    - aumento della connettività ecologica

    - abbellimento (scelta delle specie anche in funzione della lorocomposizione cromatica e della fenologia fiorale)

    - riduzione degli oneri di manutenzione delle scarpate oggi inerbite,un domani ricoperte da materiale arbustive a bassissima onulla manutenzione

    FINALITA’ DEL CORRIDOIO ECOLOGICO

    Rivista N°3 26_68 5-05-2005 17:03 Pagina 50

  • Passaggi a Nord Est - Gennaio/Febbraio 2005 - 53

    “Mancava, nella pur ampia lettera-

    tura archeologica, una guida che

    accompagnasse il viaggiatore cur-

    ioso lungo le antiche vie tracciate

    dai Romani”. Parola del Ministro

    delle Infrastrutture e dei Trasporti

    Pietro Lunardi, che usando l’imper-

    fetto annuncia la venuta di una bel-

    la novità editoriale del Touring Club

    Italiano: si tratta della pubblicazione

    “Le strade dell’Italia romana”, una

    guida alle più importanti strade che

    innervarono la penisola in età roma-

    na, realizzata da Stefania Pesa-ven-

    to Mattioli e di Patrizia Basso dell’U-

    niversità di Padova e Verona. Una

    ricerca fondamentale, se si pensa

    all’importanza che ebbero le strade

    per la civiltà di Roma, come stru-

    mento di esercizio del potere e

    insieme come espressione della

    propria grandezza – “la grandezza

    dell’Impero romano ap-pare straor-

    dinaria soprattutto per tre cose: gli

    acquedotti, le strade, le cloache”,

    scriveva Dionigi di Alicarnasso. “Per

    i romani”, spiega alla presentazione

    del volume Elena Francesca Ghe-

    dini, ordinario di Archeologia e Sto-

    ria dell’Arte greca e romana all’Uni-

    versità di Padova, “il sistema viario

    si inseriva in un vasto programma

    politico di penetrazione e controllo

    del territorio. Man mano che proce-

    Le stradedell’Italia romana

    Presentata la guida del Touring Club Italiano. Una pubblicazione che

    racconta l’importanza che ebbero le strade per la civiltà di Roma.

    Come strumento di esercizio del potere e insieme come espressione

    della propria grandezza.

    di Eleonora Bujatti

    Rivista N°3 26_68 5-05-2005 17:03 Pagina 52

  • Passaggi a Nord Est - Gennaio/Febbraio 2005 - 55

    deva la conquista di nuove terre si

    progettava e si costruiva una rete

    stradale organica e capillare, grazie

    alla quale le città e le province del-

    l’Impero venivano via via saldate a

    Roma e fra loro in un rapporto

    inscindibile di vita e civiltà. In un pri-

    mo momento le strade romane

    ebbero dunque fini essenzialmente

    strategici e militari, ma ben presto

    esse divennero anche un fonda-

    mentale mezzo di controllo statale e

    di unificazione di un impero vastis-

    simo, eppure centralizzato e unita-

    rio. Le strade furono poi uno stru-

    mento di penetrazione commerciale

    e un supporto di particolare impor-

    tanza per l’occupazione e la valoriz-

    zazione delle terre di recente con-

    quista, oltre che per la nascita e lo

    sviluppo dei nuovi abitati. A questi

    scopi militari, politico-amministrativi

    ed economici va infine aggiunto un

    preciso significato culturale: attra-

    verso e grazie alle strade si favorì

    infatti l’integrazione e lo scambio fra

    popoli anche molto diversi, l’omo-

    geneizzazione della lingua e della

    mentalità, l’amalgama spirituale e

    culturale, e si realizzò quell’ecume-

    ne soprannazionale che fu il vanto

    più grande di Roma. In sintesi, il

    sistema viario romano fu un fonda-

    mentale fattore i civiltà nella fase

    della romanizzazione e poi della

    stabilizzazione dell’Impero e a

    tutt’oggi costituisce uno dei più

    importanti monumenti dell’anti-

    chità”. Grazie alla curata e comple-

    ta pubblicazione del Touring si può

    finalmente avere una visione d’in-

    sieme dell’ossatura viaria di cui l’Ita-

    lia venne dotata dai romani, ossatu-

    ra che rimane alla base della viabi-

    lità attuale e della grande progetta-

    zione infrastrutturale a livello euro-

    peo. Dopo una sezione introduttiva,

    dedicata alla storia della rete viaria

    antica, ai metodi usati dai topografi

    dell’antichità, alle tecniche di

    costruzione, alle infrastrutture, ai

    mezzi di trasporto utilizzati, la guida

    fa una rassegna di tutti i percorsi,

    una ricostruzione dettagliata dei

    tracciati a cui si accompagna un

    breve inquadramento delle fonti,

    “Le strade furono poi uno strumento di penetrazionecommerciale e un supporto di particolare importanza perl’occupazione e la valorizzazione delle terre di recente conquista, oltre cheper la nascita e lo sviluppo dei nuovi abitati”

    Rivista N°3 26_68 5-05-2005 17:04 Pagina 54

  • Passaggi a Nord Est - Gennaio/Febbraio 2005 - 57

    delle motivazioni che portarono alla

    loro stesura, delle vicende che li

    coinvolsero nel tempo. Tra le illu-

    strazioni, gli approfondimenti storici

    e artistici, le notizie curiose, gli

    aneddoti legati ai diversi luoghi,

    sono proposti anche alcuni itinerari

    specifici di visita, con una cartogra-

    fia dettagliata che segnala le princi-

    pali emergenze legate alla presenza

    della strada antica, e in alcuni casi

    anche un quadro della viabilità

    minore. Con l’aiuto della cartografia

    finale si può infine seguire il percor-

    so di queste antiche strade nel loro

    rapporto con la viabilità moderna.

    La Via Annia che da Bologna arriva-

    va ad Aquileia, ad esempio, utilizza-

    va il tracciato della precedente via

    Emilia e arrivava a Padova; usciva

    dalla città lungo le odierne vie Alti-

    nate e Tiepolo (sul sito della porta

    romana da cui si distaccava la via

    Annia, in età medievale è stata

    costruita la Porta Altinate) portan-

    dosi a Camin e poi a Tombelle.

    Qui seguiva la sponda destra del

    Medoacus maior (il Brenta) e si diri-

    geva verso Altinum, correndo lungo

    la frangia lagunare, passando a

    Ponte di Pietra, a est di Marghera,

    per Tessera e Terzo d’Altino e via,

    fino a Iulia Concordia (Concordia

    Sagittaria), cui era collegata tramite

    due tronchi viari di raccordo, sul più

    occidentale dei quali è stato portato

    alla luce un ponte a tre arcate, con

    piloni in trachite poggiati su fonda-

    zioni in pali lignei, ancora oggi visi-

    bile. Oltre Concordia, l’Annia attra-

    versava il Tagliamento, seguiva la

    direttrice della statale 14 - lungo un

    tracciato che ha restituito un grande

    numero di pietre militari - e prose-

    guiva fino ad Aquileia. La stessa

    analisi viene fatta per la Postumia,

    che congiungeva Aquileia con

    Genova, per la Gallica che arrivava

    fino a Milano, per la Claudia Augu-

    sta, che da Altino conduceva al

    Danubio – e questo solo per quan-

    to riguarda alcune delle strade che

    solcavano il Veneto, ma l’analisi

    svolta dal volume “Le strade dell’I-

    talia romana” si occupa anche di

    tutto il resto della penisola, dalle

    strade del settentrione fino a quelle

    della capitale o dei valichi alpini.

    “Compiuto con il primo secolo d.C.

    il sistema viario dell’Italia settentrio-

    nale” ha spiegato ancora la profes-

    soressa Ghedini, “risulta evidente il

    ruolo chiave svolto dalle nostre

    regioni quali cerniere e teste di pon-

    te per le comunicazioni con il resto

    d’Europa, ruolo che continuò poi a

    essere svolto per molti secoli,

    anche se con le invasioni barbari-

    che le direttrici invertirono, per così

    dire, il loro percorso, aprendosi

    all’ingresso di nuove popolazioni”.

    La storia della nostra rete viaria ha

    inizio con la realizzazione della Fla-

    minia nel 230-220 a.C., diretta a

    Rimini, con la quale prese avvio la

    politica romana tesa alla conquista

    e al controllo dell’Italia settentriona-

    le; poco dopo vennero costruite

    altre tre assi viarie fondamentali: la

    via Aemilia, realizzata nel 187 a.C.

    dal console Emilio Lepido da Rimini

    fino a Piacenza, risistemata e pro-

    lungata verso ovest in età augu-

    stea; la via Annia; la Postumia, con-

    dotta nel 148 a.C. per volontà del

    Console Spurio Postumio Albino da

    Genova, che si svolgeva lungo un

    immaginario fronte volto alle regioni

    subalpine nelle quali la romanizza-

    zione era appena iniziata o non

    ancora compiuta e congiungeva tra

    loro i capisaldi dell’occupazione

    romana della Cisalpina. L’Aemilia,

    la Postumia e l’Annia costituirono

    l’ossatura portante di tutti gli altri

    tracciati via via costruiti nell’Italia

    Settentrionale: si ricordano a occi-

    dente le grandi strade volte alle Gal-

    lie per i valichi di Monginevro e del

    Piccolo e Grande san Bernanrdo. A

    oriente Aquileia, pun-to di arrivo

    della Postumia e dell’Annia, fu un

    nodo stradale di centrale importan-

    za, da cui partiva tutta una serie di

    vie che ebbero valore fondamentale

    per la conquista e poi per il control-

    lo delle province orientali e poi set-

    tentrionali. Il volume, pur nel rigore

    del metodo e dell’impostazione,

    non è rivolto solo a un pubblico di

    addetti ai lavori, ma si propone

    anche un intento divulgativo: il letto-

    re e il viaggiatore sono invitati non

    solo a ripercorrere sulla carta o,

    meglio, realmente il tracciato di

    queste antiche direttrici viarie, com-

    prendendone il significato storico e

    riconoscendone la continuità nel

    tempo, ma anche a capire alcuni

    aspetti del paesaggio attuale e a

    visitare luoghi meno noti e molto

    suggestivi.

    “E’ straordinaria la capacità tecnica

    dimostrata dai romani nella costru-

    zione del sistema stradale” conclu-

    de la Ghedini. “Per quanto non ci

    sia giunto alcun trattato di ingegne-

    ria stradale i resti archeologici di

    tratti viari e di infrastrutture viarie

    dimostrano la grandezza costruttiva

    dei Romani e le profonde cono-

    scenze geomorfologiche e podolo-

    giche, che sorressero sempre le

    loro scelte di percorso.

    Una caratteristica generale delle

    strade romane era, ad esempio, la

    tendenza al rettifilo, a costo di rea-

    lizzare infrastrutture tecnicamente

    molto difficili come tagliate, gallerie,

    viadotti e ponti”.

    Rivista N°3 26_68 5-05-2005 17:04 Pagina 56

  • Passaggi a Nord Est - Gennaio/Febbraio 2005 - 59

    La Regione ha sottoscritto con i

    Comuni interessati gli accordi di pro-

    gramma relativi agli interventi priorita-

    ri per il 2005 riguardanti gli investi-

    menti finalizzati a migliorare la sicu-

    rezza sulle strade comunali. Per le ini-

    ziative in questione è previsto un

    finanziamento regionale complessivo

    di circa 12 milioni 650 mila euro, con

    i quali verranno attivati interventi per

    un importo di 23 milioni 622 mila

    euro. La parte non coperta dal finan-

    ziamento regionale sarà a carico del

    Comune firmatario. L’assunzione

    degli impegni di spesa è stata

    demandata al Responsabile della

    Direzione regionale Infrastrutture di

    Trasporto. Gli interventi sono finaliz-

    zati a risolvere situazioni di ricono-

    sciuta criticità in corrispondenza di

    intersezioni a raso in area extraurba-

    na; quelli finalizzati alla sicurezza stra-

    dale con l’adozione di tecniche di

    moderazione del traffico, in area

    urbana o suburbana; l’ammoderna-

    mento delle strutture viarie esistenti; il

    completamento di opere di viabilità

    alternativa agli attraversamenti dei

    centri urbani; interventi per l’attivazio-

    ne di segnaletica a messaggio varia-

    bile e per l’informazione all’utenza; la

    realizzazione di percorsi pedonali

    protetti in ambito urbano. Questi le

    iniziative previste dai diversi accordi

    Oltre dodici milionidi euro per la

    sicurezza sulle stradeLa Regione firma gli accordi di programma con i comuni per miglio-

    rare la viabilità secondaria. Stabiliti i progetti e i programmi prioritari

    per il 2005. Gli interventi sono finalizzati a risolvere situazioni di rico-

    nosciuta criticità.

    di Silvia Gardenal

    Rivista N°3 26_68 5-05-2005 17:04 Pagina 58

  • Passaggi a Nord Est - Gennaio/Febbraio 2005 - 61

    di programma, suddivisi per Provin-

    cia. Provincia di Belluno (lavori per

    un importo complessivo di 1.627.995

    euro, contributo di 1.106.596,50

    euro): Comune di Arsié, messa in

    sicurezza di tratti saltuari della rete

    stradale mediante barriere di sicurez-

    za, importo lavori 121.734 euro, con-

    tributo regionale 85.213,80 euro;

    Castellavazzo, rallentatori di velocità

    con attraversamento pedonale,

    importo 24.850 euro, contributo

    17.395 euro; Cesiomaggiore, com-

    pletamento interventi necessari per la

    sistemazione dei punti critici nel tratto

    Soranzen - Orsera, importo 516.457

    euro, contributo 361.519,90 euro;

    Chies d’Alpago, intervento di messa

    in sicurezza della strada Chies - Mont

    nel tratto Marera Pianon, importo

    330.000 euro, contributo 231.000

    euro; Cibiana di Cadore, costruzione

    di percorso per la sicurezza e percor-

    ribilità pedonale nel tratto Ruis - Stras-

    sei, importo 336.000 mila, contributo

    235.200 euro; Feltre, acquisizione ad

    uso pubblico delle strade private “Via

    dei Trevisan”e “Via della Casazza”,

    importo 110.000 euro, contributo

    44.000 euro; Tambre, interventi di

    ammodernamento di strade comuna-

    li, importo 95.000 euro, contributo

    66.500 euro; Voltago Agordino, stra-

    da comunale del centro storico di Vol-

    tago Agordino, importo 93.954 euro,

    contributo 65.767,80 euro. Provincia

    di Padova (lavori per un importo

    complessivo di 3.699.500 euro, finan-

    ziamento regionale 1.934.300 euro):

    Comune di Abano Terme, completa-

    mento circonvallazione Est - 1° stral-

    cio, importo lavori 900.000 euro, con-

    tributo regionale 360.000 mila euro;

    Albignasego, asfaltatura strade

    comunali , importo 550.000 euro,

    contributo 220.000 euro; Cinto Euga-

    neo, completamento tratti di marcia-

    piede e percorsi ciclopedonali nel ter-

    ritorio comunale, importo 490.000

    euro, contributo 343.000 mila euro;

    Cittadella, rettifica e sistemazione

    dell’incrocio tra la S.S. 47 e la S.P. 24

    in località Pozzetto, importo 734.500

    euro, contributo 293.800 euro; Gran-

    ze, ammodernamento delle stutture

    viarie esistenti, importo 410.000 euro,

    contributo 287.000 euro; Piacenza

    d’Adige, ammodernamento delle

    strutture viarie esistenti, importo

    345.000 euro, contributo 241.500

    euro; Urbana realizzazione di interse-

    zione a rotatoria e marciapiedi lungo

    la s.p. 19 via rondello 270.000 euro,

    189.000 euro. Provincia di Rovigo

    (lavori per un importo complessivo di

    5.189.728 euro, finanziamento

    2.894.899,60 euro): Comune di Aria-

    no nel Polesine, sistemazione della

    viabilità pedonale nella frazione Riva,

    importo lavori 1.033.000 euro, contri-

    buto 400.000 euro; Canaro, sistema-

    zione delle intersezioni a raso con la

    S.S. 16 Adriatica, importo 270.000

    euro, contributo 189.000 euro;

    Castelguglie-lmo, ammodernamento

    strutture viarie esistenti, finanziamen-

    to 258.228 euro, contributo

    180.759,60 euro; Ceregnano, ammo-

    dernamento delle strutture viarie esi-

    stenti, importo 370.800 euro, contri-

    buto 259.560 euro; Giacciano con

    Baruchella, am-modernamento delle

    strutture viarie esistenti, 420.000

    euro, 294.000 euro; Guarda Veneta,

    ammodernamento strutture viarie esi-

    stenti, importo 155.000 euro, contri-

    buto 108.500 euro; Lendinara, abbat-

    timento barriere architettoniche per-

    corsi cittadini, importo 103.300 euro,

    contributo 41.320 euro; Papozze,

    ammodernamento delle strutture via-

    rie esistenti, importo 715.000 euro,

    contributo 400.000 euro; Pettorazza

    Grimani, ammodernamento delle

    strutture viarie esistenti, importo

    340.000 euro, contributo 238.000

    euro; Polesella, realizzazione di per-

    corsi pedonali protetti, importo

    400.000 euro, contributo 280.000

    euro; Porto Tolle, risezionamento e

    manutenzione straordinaria in via

    Buozzi, importo 569.400 euro, contri-

    buto 227.760 euro; Rovigo, manuten-

    zione percorsi pedonali nelle vie Gal-

    lani, Spontini, Mascagni, importo

    375.000 euro, contributo 150.000

    euro; San Bellino, ammodernamento

    stutture viarie esistenti, importo

    180.000 euro, contributo 126.000

    euro. Provincia di Treviso (lavori

    per un importo complessivo di

    1.905.000 euro,, finanziamento regio-

    nale 794.000 euro): Comune di

    Castelcucco, 3° stralcio dei lavori di

    sistemazione tratti stradali, importo

    lavori 80.000 euro, contributo regio-

    nale 56.000 euro; Santa Lucia di Pia-

    ve, realizzazione dossi artificiali delle

    scuole e impianto semaforico lungo

    la S.P. n. 47, importo 160.000 euro,

    contributo 64.000 euro; Segusino,

    intersezioni stradali S.P. 28 a Segusi-

    no Nord, messa in sicurezza innesti

    viari agli impianti sportivi ,adegua-

    mento via Codalunga, importo

    980.000 euro, contr