Rivista del Credit Suisse | Estate 2008 Musica classica · allo spartito, Arturo Toscanini è...
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Pagina 04 Filarmonica di New York Tournée europea | Pagina 08 Maestri della bacchetta Maazel, Zinman, Janowski,
Gilbert, Järvi | Pagina 12 Festival estivi Lucerna e Davos | Pagina 14 Promozione dei talenti Antoine Tamestit | Pagina 16
Festival di Salisburgo Perché l’amore è forte come la morte | Pagina 19 Teatro Bolshoi Prima operistica in ottobre
Musica classica
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«Se non tira un po’ di vento glialberi non si muovono.»Proverbio cinese
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Immagine di copertina Il Festival di Salisburgo riproporrà «Il flauto magico» di Wolfgang Amadeus Mozart nella brillante messinscena del 2006 (direzione musicale di Riccardo Muti, regia di Pierre Audi). La prima è in programma il 13 agosto. Nell’immagine Tamino (Paul Groves, nel 2008 Michael Schade) e Pamina (Genia Kühmeier), figlia della Regina della notte, cantano assieme all’Associazione Concer- tistica Coro Opera di Stato di Vienna (pag. 16).
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Incontri estivi
L’orchestra della Tonhalle di Zurigo, con cui il Credit Suisse collabora sin dal 1986 in veste di sponsor principale, ha redatto un fascicolo in cui presenta ogni suo sin-golo musicista, assegnandogli così un profilo inconfondibile. Sfogliando l’opuscolo mi incuriosiva sapere chi fosse, in una formazione di tale fama e spessore, il primo violino. In questo ruolo figurano violinisti di dieci paesi, addirittura più giapponesi che svizzeri. Nella musica, l’internazionalizzazione ha preceduto di gran lunga la globa-lizzazione nell’economia. Un’orchestra prestigiosa non può fare a meno di attingere al vivaio mondiale per selezionare gli interpreti migliori e, viceversa, ogni musicista aspira a poter far parte di una grande formazione straniera.
Il Credit Suisse, attualmente presente in oltre 50 paesi, mira a sua volta a reperire e fidelizzare i talenti più promettenti ovunque nel mondo, tanto da vantare un orga-nico proveniente da un centinaio di nazioni diverse. Intrecci culturali che arricchisco-no sia la sfera lavorativa che quella privata.
La musica classica mi ha regalato innumerevoli e piacevoli incontri con ospiti e clienti della nostra banca. A un concerto, e in particolare a un’impegnata rappresentazione lirica, non si va per l’etichetta, ma perché si ama questo genere musicale e l’universo che rappresenta. Un piacere condiviso, che getta le basi per interessanti discussioni prima o dopo lo spettacolo.
Alla «Casa per Mozart» di Salisburgo il Credit Suisse, coadiuvato dai responsabili di un’opera, organizzerà un evento particolare: un forum di discussione per i giornalisti. Quest’anno l’attenzione sarà puntata su «Rusalka», mentre l’anno scorso, quando ero io a fare gli onori di casa, si è dibattuto su «Benvenuto Cellini». In queste occa-sioni, e nei ricevimenti con la clientela, mi rendo conto di quanto sia semplice avvi-cinare gli artisti, e di come questi momenti di scambio siano unici e irripetibili.
Il Credit Suisse è onorato di aver stretto varie importanti partnership nel mondo della musica, mi riferisco ad esempio al Festival di Salisburgo, alla Filarmonica di New York e al Teatro Bolshoi, ma anche all’Opernhaus di Zurigo, al Lucerne Festi-val, all’Orchestra della Svizzera Romanda e alla kammerorchesterbasel. La musica è effettivamente capace di abbattere le frontiere e partire alla conquista di nuovi mondi.
Editoriale Walter B. Kielholz Presidente del Consiglio di amministrazione del Credit Suisse
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«Con immensa trepidazione attendo la prossima tournée europea, la mia quarta con la Filarmonica di New York», afferma Lorin Maazel (pag. 8). «Nella mia settima e ultima stagione da direttore musicale di questa orchestra, con cui ho calcato innumerevoli palcoscenici nazionali ed esteri in memorabili concerti, noi tutti vogliamo ricordare l’eredità musicale di Arturo Toscanini, che ha diretto l’ensemble per sette anni, intraprendendo la prima tournée in Europa».
Grazie alla sua inflessibile aderenza allo spartito, Arturo Toscanini è entrato nella storia della musica come «rappresentante ideale dell’oggettività». Il direttore italiano, che iniziò la sua grandiosa carriera alla Scala di Milano, ha lavorato presso la Metropolitan Opera nel periodo antecedente la Prima guerra mondiale, per tornare in America tra il 1928 e il 1936 alla direzione della Filarmonica di New York. Era proprio il 1930, anno in cui Lorin Maazel veniva al mondo nei pressi di Parigi, quando Toscanini guidò l’orchestra per la prima volta tra gli applausi del pubblico europeo.
Prima mondiale con Steven Stucky
Il programma della tournée di quest’anno nella culla della tradizione sinfonica annovera un vasto repertorio che spazia da «La sagra della primavera» di Stravinsky a «Il mandarino meraviglioso» di Bartók, passando per l’8a Sinfonia di Bruckner e la 4a di Ciajkovskij.
Ma la Filarmonica di New York è famosa perché ama portare in scena anche la musica moderna, se possibile addirit
Rapsodie americane nella culla della tradizione sinfonicaLa riuscitissima tournée asiatica di inizio anno prosegue dal 28 agosto al 12 settembre in un tour europeo che promette grandi emozioni, con 14 concerti in nove città. Il Credit Suisse sostiene la Filarmonica di New York in qualità di sponsor globale.
tura in occasione di prime mondiali. Sfogliando tra le pagine di diario della più antica orchestra del nuovo mondo ci si imbatte, ad esempio, nella prima interpretazione del 1893 della Sinfonia n. 9 in mi minore di Dvořák, «Dal nuovo mondo».
Lorin Maazel stesso ha già diretto sette prime assolute commissionate dall’orchestra. A questo proposito ricordiamo in particolare «On the Transmigra tion of Souls» di John Adams (2002), insignita del Premio Pulitzer e di tre Grammy Award, ma anche la Sinfonia n. 3 di Stephen Hartke (2003) e il Concerto per trombone di Melinda Wagner (2007).
Uno degli eventi clou di questa tournée europea è indiscutibilmente la pri ma mondiale di «Rapsodie per orchestra» di Steven Stucky: il concerto verrà proposto tre volte, a Parigi e Lucerna, ma la prima in assoluto sarà ai BBC Proms di Londra. La capitale inglese ha ospitato l’ultima volta la Filarmonica di New York nel 2000, quando il direttore era Kurt Masur; ai BBC Proms nella Royal Albert Hall, l’orchestra non suona ormai da ben 12 anni. Motivo sufficiente per assegnare all’americano Steven Stucky un incarico di composizione. Stucky, spesso attivo in California, insegna composizione presso la Cornell University di New York. Il suo «First Concerto for Orchestra» si è classificato al secondo posto al Premio Pulitzer per la musica nel 1989, mentre nel 2005 Stucky ha vinto questo ambito riconoscimento con il «Second Concerto for Orchestra». Lorin Maazel si dice «let
teralmente entusiasta del nuovo lavoro commissionato». Motivo in più per attenderlo con ansia.
Jean-Yves Thibaudet come solista
Alla tournée europea dello scorso anno l’orchestra era accompagnata dalla violinista Julia Fischer, che ora si esibisce in qualità di artist in residence presso l’Orchestra della Tonhalle di Zurigo. Al tour asiatico di inizio 2008, al gruppo di solisti interni all’orchestra – ossia Glenn Dicterow, violino, Philip Myers, corno, e Liang Wang, oboe – si era aggiunta la violoncellista Alisa Weilerstein. Per la nuova tournée, la Filarmonica di New York accoglie tra le proprie file il pianista JeanYves Thibaudet. Il musicista, che ha inciso l’intera opera di Eric Satie e Claude Debussy per Decca, registrando anche Duke Ellington, è noto al vasto pubblico non da ultimo per la sua collaborazione a diverse colonne sonore di film. Nel 2001, il 47enne francese ha ricevuto il titolo di Chevalier de l’Ordre des Arts et des Lettres. Nell’estate 2006 ha partecipato al Bravo! Vail Valley Music Festival con la Filarmonica di New York e ha suonato il Concerto per pianoforte in sol maggiore di Ravel diretto da Marin Alsop. Per la tournée europea, JeanYves Thibaudet interpreta il Concerto per pianoforte e orchestra in fa maggiore di George Gershwin.
Ospite ai festival europei
Oltre che ai BBC Proms di Londra, i musicisti di New York faranno tappa in diversi altri festival di musica classica, come il Rheingau Musik Festival di Francoforte, lo SchleswigHolstein Musik Festival di Amburgo, il Beethovenfest di Bonn e per tre giorni saranno al Lucerne Festival. Nella Svizzera centrale l’orchestra si è esibita già nel 2005 in occasione del 75° anniversario della prima tournée europea.
La Filarmonica di New York toccherà complessivamente nove città; a quelle già citate si aggiungono Essen, BadenBaden e Stoccarda. In quest’ultima
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Impressioni raccolte dal fotografo Chris Lee in occasione della tournée asiatica della Filarmonica di New York 1 Taipei, 12 febbraio, 19:35: il bas-sista Satoshi Okamoto ha trovato una stanza tranquilla per le sue prove. 2 Pechino, 23 febbraio, 17:45: il violista Kenneth Mirkin (primo a destra) vuole vedere da vicino il nuovo Beijing Center for Performing Arts insieme alla moglie Lyn (seconda da destra) e ai suoceri. 3 Pechino, 24 feb-braio, 19:50: la Filarmonica di New York diretta da Lorin Maazel suona la Sinfonia n. 7 di Dvořák. 4 Kaohsiung, 13 febbraio, 21:25: al termine del concerto, Lorin Maazel ringrazia per i fragorosi applausi con un fuoriprogramma: Danza ungherese n. 1 in sol minore di Brahms. 5 Hong Kong, 17 febbraio, 14:35: uno dei più amati appuntamenti dell’orchestra è il Young People’s Concert, appuntamento in cui alcuni rappresentanti dell’en-semble si esibiscono davanti a bambini e giovani, rispondendo anche ad alcune domande prima del concerto vero e proprio. Nella foto il bassista Jon Deak (in piedi) e, da sinistra, la violinista Mei Ching Huang, il clarinettista Mark Nuccio e la violoncellista Ru-Pei Yeh.
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New York Philharmonic Tour of Europe 2008 Lorin Maazel – A Grand Finale
28–29 agosto Londra, Royal Albert Hall
30 agosto Francoforte, Alte Oper
31 agosto Amburgo, Musikhalle
2–4 settembre Lucerna, Centro Cultura e Congressi (KKL)
5–6 settembre Essen, Philharmonie
8–9 settembre Parigi, Salle Pleyel
10 settembre Stoccarda, Liederhalle
11 settembre Baden-Baden, Festspielhaus
12 settembre Bonn, Beethovenhalle
www.nyphil.org www.maestromaazel.com www.stevenstucky.com www.credit-suisse.com/sponsoring
città l’orchestra si esibì per l’ultima volta nel 1985, sotto la direzione di Zubin Mehta.
Suo fratello Zarin è direttore esecutivo della Filarmonica dal 2000 e, dal 2004, ne è anche presidente. Con una certa mestizia, Zarin Mehta ricorda che presto bisognerà prendere gradualmente congedo dal direttore Maazel: «Ci avviciniamo all’ultima stagione di Lorin alla Filarmonica, e affronto con piacere l’esperienza dolceamara di accompagnare i musicisti nella sua ultima tournée internazionale con la nostra ensemble ai principali festival europei e nelle maggiori capitali della musica».
La nuova era si chiama Alan Gilbert
Nella stagione 2009/2010, il 42enne Alan Gilbert (pag. 10) dirigerà la Filarmonica di New York diventando quindi il 26° direttore dell’orchestra fondata nel lontano 1842. Esattamente 50 anni fa, Leonard Bernstein prendeva le redini della Filarmonica e, visto che quest’anno compirebbe 90 anni, l’orchestra, insieme alla Carnegie Hall, vuole ricordarlo con il festival speciale «The Best of all Possible Worlds» (pag. 7).
Al contrario di Toscanini, Leonard Bernstein fu un appassionato ammiratore di Gustav Mahler, 10° direttore musicale negli anni 1909–1911. Per due volte Bernstein ha inciso tutte le sinfonie di Mahler, in parte anche con la Filarmonica di New York. Degno di nota anche il cofanetto da 12 CD «The Mahler Broadcasts 1948–1982», che l’orchestra offre sul proprio sito Internet, con le incisioni di diversi direttori, tra cui anche Dimitri Mitropoulos (direttore musicale tra il 1950 e il 58), Pierre Boulez (1971–77) e Zubin Mehta (1978–91).
Dopo Mehta è stato Kurt Masur (1991–2002) a riscuotere grande successo con la Filarmonica di New York, prima di passare il testimone a Lorin Maazel.
Virtualmente in tournée
L’esperienza insegna che i biglietti per i concerti della Filarmonica di New York vanno a ruba subito dopo la loro messa in vendita. Proprio per questo i musicisti danno molta importanza a una comunicazione all’avanguardia. Come di consueto, l’orchestra inizia, contemporaneamente alla tournée reale, anche una tournée virtuale alla quale è possibile assistere da giovedì 28 agosto 2008 attraverso il sito web nyphil.org/europe2008. A questo indirizzo si possono trovare informazioni dettagliate sulle opere in programma e anche un album fotografico online del fotografo dell’orchestra Chris Lee, costantemente aggiornato nel corso della tournée. Il Credit Suisse, dal canto suo, fornirà ulteriori informazioni e immagini. Andreas Schiendorfer
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«Le Nozze di Figaro» in Costa Azzurra
Il Festival operistico Les Azuriales si terrà dal 15 al 28 agosto nella suggestiva cornice di Cap Ferrat in Costa Azzurra. Come da tradizione, il programma verrà interpretato nelle varie lingue originali dalla compagnia britannica «Diva Opera», sotto la direzione di Bryan Evans. Quest’anno Sarah Holford, direttrice della rassegna, accoglierà il pubblico nella maestosa Villa Ephrussi de Rothschild (nella foto) con un concerto per solisti e le opere «La Belle Hélène» (Offenbach), «Hansel and Gretel» (Humperdinck), «Partenope» (Händel) e «Le nozze di Figaro» di Mozart. Il Credit Suisse Monaco, da dieci anni sponsor principale della manifestazione, sosterrà in particolare l’opera di Mozart con Matthew Hargreaves nei panni di Figaro e Catriona Clark interprete di Susanna.www.azurialopera.com www.divaopera.com
Germania: concerti all’ombra dei castelli
Il Credit Suisse Germania sostiene il Festival di Salisburgo (pag. 16) e le esibizioni della New York Philharmonic in sei città tedesche (pag. 6). Inoltre, nell’ambito del festival interdisciplinare delle belle arti «pèlerinages» di Weimar, spon
Note sparse dal mondo della musica
sorizzerà il concerto di Tabea Zimmermann, artist in residence, in cartellone il 13 settembre al castello Belvedere. Al Musik Festival di Rheingau la banca sosterrà il concerto che il soprano Diana Damrau terrà il 29 agosto al castello Johannisberg di Geisenheim. Il premio Rheingau per la musica 2008 è stato fra l’altro assegnato all’oboista e compositore svizzero Heinz Holliger, vincitore nel 2007 del premio del Festival di Zurigo.www.rheingau-musik-festival.de www.kunstfest-weimar.de
Bernstein: The Best of All Possible Worlds
La Carnegie Hall e la New York Philharmonic organizzano 30 eventi in onore di Leonard Bernstein. Il celebre compositore e direttore avrebbe festeggiato il 90° compleanno il prossimo 25 agosto, e mezzo secolo fa fu il primo americano ad assumere la carica di direttore musicale della filarmonica newyorkese. Bernstein, che nel 1969 fu insignito del titolo di direttore onorario a vita, era approdato all’orchestra già nel 1943 come assistant conductor di Arthur Rodzinsky. La Filarmonica di New York terrà otto concerti: il 25, 26 e 27 settembre sotto la direzione di Lorin Maazel (pag. 8), il 18 ottobre un Young People’s Concert con Delta David Gier, il 30 e 31 ottobre nonché il 1° novembre sotto la bacchetta di David Robertson e il 15 novembre con Alan Gilbert (pag. 10). Il 25 novembre Gilbert dirigerà anche la Juilliard Orchestra. Al Festival di Salisburgo, il 23 agosto la Simón Bolívar Youth Orchestra of Venezuela e il Venezuelan Brass Ensemble interpreteranno brani tratti dalla «West Side Story» di Bernstein.
www.carnegiehall.org www.leonardbernstein.com
Sponsoring musicale in Asia
Da un decennio il Credit Suisse sponsorizza la musica classica anche in Asia. A inaugurare il sostegno è stata la partnership con il Festival musicale di Pechino, in calendario da metà ottobre a metà novembre con una trentina di spettacoli. Il programma prevede anche una Night of Credit Suisse e un Credit Suisse Children Concert. Nel 2006 è stata avviata una collaborazione con la Canton International Summer Music Academy (CISMA) diretta da Charles Dutoit e Long Yu. A fine dicembre 2007 è stata siglata un’alleanza con l’Orchestra sinfonica di Bangkok, rinomata formazione patrocinata dal Principe ereditario thailandese Maha Vajiralongkorn; in collaborazione con il Credit Suisse, quest’anno terrà dodici concerti che si concluderanno l’11 dicembre con un recital al pianoforte interpretato da Lang Lang.www.bmf.org.cn www.cisma.org.cn www.bangkoksymphony.net
«Carmen» a Mosca
Attualmente il Teatro Bolshoi (pag. 19) ha in cartellone una ventina di opere. L’ultima prima si è tenuta il 22 aprile con la «Carmen» di Bizet. L’orchestra è stata diretta da Yuri Temirkanov, con la regia di David Pountney, sovrintendente del Festival di Bregenz. Il ruolo principale è stato interpretato dalla giovane bulgara Nadia Krasteva. Dopo sei rappresentazioni di successo la pièce sarà riproposta il 20, 21, 22 e 23 novembre. Anche la «Pique Dame» di Ciajkovskij verrà rimessa in scena il 24 e 25 dicembre per la direzione musicale di Mikhail Pletnev. schi
www.bolshoi.ru
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Il programma del Festival di Salisburgo (pag. 16) prevede il 15 agosto il Requiem tedesco op. 45 di Johannes Brahms diretto da Riccardo Muti (*1941), in omaggio a Herbert von Karajan (1908–1989). Vent’anni prima, con quest’opera, Karajan saliva per l’ultima volta sul palco del Gran Teatro del Festival. Il geniale direttore, che il 5 aprile avrebbe compiuto 100 anni, diede complessivamente oltre 400 concerti solo a Salisburgo. Dal 1956 fu per alcuni anni direttore artistico della rassegna e fece parte del suo directorium dal 1964 al 1988. A lui vanno fatti risalire il Festival di Pasqua di Salisburgo, così come il Festival di Pentecoste, ai quali Riccardo Muti regala ulteriore fascino.
Herbert von Karajan seppe coniugare come nessun altro cultura e glamour, marketing e tecnica avanzata. «Chi ha raggiunto tutti i suoi obiettivi probabilmente nutre ambizioni troppo modeste», recita il suo motto alla ricerca del suono ineccepibile. Karajan dettò infatti alcuni canoni in questo senso, benché sovente i critici lo accusassero di scarsa emotività. Nell’anno dell’anniversario è doveroso citare in particolare il «Karajan 2008 Anniversary Tour» della Filarmonica di Berlino e di Vienna, senza dimenticare le notti «Siemens Festspielnächte», che propongono filmati di opere e concerti nella cornice del Festival di Salisburgo.
Maazel: oltre gli ostacoli
Lorin Maazel (*1930) dà l’impressione di nutrire una grande fiducia in se stesso. E tuttavia, in un’intervista apparsa una de
I maestri della bacchetta«Un cattivo cantante può rovinare solo la sua parte, un direttore incapace e malevolo, invece, rovina tutto», affermava il compositore francese Hector Berlioz. Excursus per carpire il segreto di Lorin Maazel, David Zinman, Marek Janowski, Alan Gilbert ed Herbert von Karajan, dal quale iniziamo.
cina di anni fa sulla rivista «Klassik heute», dichiarava di aver dovuto affrontare enormi inibizioni sia nella composizione sia nella direzione d’orchestra. «I grandi maestri mi impressionavano a tal punto da intimidirmi completamente nell’espressione delle mie modeste capacità. Mi ripetevo: ‹Sono così inferiore che non ha alcun senso continuare a comporre›, ciò che naturalmente era sbagliato. La venerazione per i grandi maestri è positiva e giusta, ma non si pecca forse velatamente di presunzione quando si crede di poter essere paragonati a uno di loro? Dopotutto bisogna fare ciò che si è chiamati a fare».
Le inibizioni di Maazel come compositore sono state abbattute da Mstis lav Leopoldovich Rostropovich (1927–2007). Una grande fortuna, basti pensare all’opera «1984» (ispirata al lavoro di George Orwell) suonata per la prima volta nel 2005; i suoi timori da direttore furono invece presto superati grazie a Victor de Sabata (1892–1967), che gli ripeteva: «Devi continuare, spetta agli altri il compito di giudicarti».
Già a cinque anni Lorin Maazel prendeva lezioni di pianoforte e violino (divenne poi violinista nell’orchestra di Pittsburgh e ancora oggi si esibisce talvolta allo strumento). A nove anni ebbe l’occasione di dirigere l’Orchestra Filarmonica di Los Angeles. A dodici, per la prima volta, diresse la Filarmonica di New York, fino a divenirne direttore stabile 60 anni più tardi, nel settembre 2002, quando aveva già diretto l’orchestra come ospite in oltre 100 esibizioni.
Nel corso della sua lunga carriera Maazel ha diretto oltre 150 diverse orchestre e più di 5000 tra opere e concerti, senza considerare le circa 300 registrazioni a suo nome. Al 2001 risale la centesima esibizione di Maazel nell’ambito del Festival di Salisburgo; nel 2005 diresse per la decima volta la Filarmonica di Vienna al Concerto di Capodanno.
Profonda ammirazione suscita la sua padronanza delle partiture più complesse, la sua direzione virtuosa. Fa sembrare tutto semplice. La ricetta del suo successo? «Non dirigo mai ciò che non amo».
Zinman: nuovo slancio dopo la pausa
Zinman è un artista poliedrico e promesso a un’illustre tarda carriera, spiega Wolfgang Schreiber nel suo libro «Grosse Dirigenten» (grandi direttori d’orchestra). Probabilmente appartiene egli stesso a coloro che per molto tempo prestarono poca attenzione al percorso professionale di David Zinman (*1936). Dopo gli studi alla Pierre Monteux e alla London Symphony Orchestra, Zinman dirigeva già a 28 anni l’orchestra da camera olandese di Amsterdam, dove rimase per 13 anni. Altrettanto stabilmente lavorò con la Rochester Philharmonic (1974–85) e la Philadelphia Orchestra (1985–98). Ora Zinman è direttore musicale dell’Aspen Music Festival (dal 1998) e primo direttore dell’Orchestra della Tonhalle di Zurigo (dal 1995).
Durante l’ultima stagione si è goduto un periodo sabbatico alle porte del deserto californiano, da solo con la moglie e il suo gatto. «Non mi è mai mancata la sala concerti, ma il confronto con altre persone, quello sì», osserva. «Ogni pomeriggio giocavo a golf per ricaricarmi di energia». Dedicava la mattinata alla lettura, alla stesura della sua biografia e coglieva l’occasione di poter studiare nuove opere, libero da ogni pressione. Tutto ciò senza dimenticare Gustav Mahler, di cui interpreta le dieci sinfonie con l’Orchestra della Tonhalle, registrandole anche su CD (pag. 11). Già a Rochester e Filadelfia Zinman dedicava molto tempo alle
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sinfonie di Mahler, che imparò ad apprezzare negli anni Quaranta, quando Bruno Walter (1876–1972) dirigeva la Filarmonica di New York. Più tardi ebbe modo di osservare Dimitri Mitropoulos (1896–1960), illustre profeta di Mahler, alle prove con la stessa orchestra. Assistette ai diversi approcci dei suoi colleghi prima di trovare la sua personale chiave di lettura: Bruno Walter oggi gli sembra troppo conciliante, Leonard Bernstein (1918–1990) troppo personale, Otto Klemperer
(1885–1973) troppo tenace. Lo colpisce invece la precisione con cui Georg Szell (1897–1970) si accosta alle partiture di Mahler. Trasparenza ed equilibrio sonoro sono per Zinman criteri imprescindibili. In qualità di direttore, sente il dovere di non sottolineare ulteriormente gli eccessi emotivi del compositore boemo. I premi recentemente ottenuti, dal Midem Classical Award 2007 per il concerto per violino di Beethoven (con Christian Tetzlaff) al Midem Classical Award «Artist of the
Year 2008» (per l’intera opera), dimostrano che è sulla strada giusta.
Janowski: «Haydn fa bene a tutti»
Nel 2008 Marek Janowski (*1939) festeggia il 90° compleanno della sua Orchestra della Svizzera Romanda, che dirige da tre anni, contemporaneamente all’Orchestra sinfonica della radio di Berlino. Forse anche il suo 70° compleanno sarà motivo di festeggiamenti pubblici? «A dire il vero non amo molto gli an >
In alto a sinistra Lorin Maazel dirige la Filarmonica di New York dal 2002. In alto a destra David Zinman è tornato a Zurigo, alla sua Orchestra della Tonhalle, dopo un periodo sabbatico. In basso a sinistra Marek Janowski festeggia i 90 anni dell’Orchestra della Svizzera Romanda. In basso a destra Alan Gilbert personifica la nuova generazione di giovani direttori.
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niversari», chiosa Marek Janowski. «Il mio 50° e 60° compleanno sono trascorsi quasi in sordina, ma naturalmente in certe occasioni ci si sofferma maggiormente a riflettere sulla propria vita». È un puro caso che proprio ora esca una sua biografia.
Janowski si è evoluto gradualmente. «Purtroppo credo che il vecchio metodo di apprendere l’arte della direzione orchestrale passo dopo passo, partendo dalle basi per arrivare a perfezionarne i molteplici aspetti, sia quasi del tutto scomparso. È per questo che alcuni giovani direttori conoscono poco i dettagli tecnici quando si ritrovano a occupare posizioni importanti già in giovane età».
Tra i compositori «in zona anniversario» apprezza particolarmente Joseph Haydn, morto a Vienna nel maggio 1809, proprio perché la sua esigenza di precisione si rivela estremamente importante. Ogni orchestra dovrebbe tornare a confrontarsi con Haydn a intervalli regolari di alcuni anni, per rimettere ogni cosa al suo posto. «L’aspetto più importante nella musica è innanzitutto stabilire l’elemento della precisione verticale. Solo in seguito subentra il lato artistico, il lavoro ispirato. Precisione verticale significa però equilibrio sonoro ineccepibile tra ottoni, strumenti a fiato e archi. Questi elementi sono per me necessari al fine di una lettura accurata dello spartito».
Gilbert: la giovane guardia che avanza
«Dirigere è un processo che dura una vita, e noi direttori diventiamo musicalmente interessanti forse solo dai 60 anni in poi», affermava Sir Simon Rattle (*1955) nel 1992 sulle pagine del settimanale «NZZ Folio». Dal 1999 Rattle dirige la Filarmonica di Berlino. Cosa aspettarsi da lui tra sette anni, quando diventerà un «direttore interessante»?
Una delle sfide più ambiziose è quella di avviare puntualmente il processo di ringiovanimento alla direzione orchestrale. La Filarmonica di Los Angeles ha dato una svolta radicale nominando il venezuelano Gustavo Dudamel (pag. 18),
classe 1981, a direttore musicale stabile per la stagione 2009/10. Anche la Filarmonica di New York ha fatto, nello stesso momento, una scelta lungimirante con Alan Gilbert (*1967).
Una vita con la Filarmonica
Gilbert è cresciuto in una famiglia molto legata alla Filarmonica di New York. Sua madre è violinista tra le sue file e suo padre lo fu fino al 2001. Negli ultimi anni si è fatto sempre più insistente l’invito alla nomina di un giovane direttore di provenienza locale. E certo ad Alan Gilbert il nuovo incarico non è piovuto dal cielo. «Ogni direttore sogna di poter avere l’onore di dirigere una grande orchestra, ma aspirare addirittura alla Filarmonica di New York era troppo per me», ammette. Dopotutto aveva già diretto l’orchestra oltre 30 volte dal 2001 come direttore ospite, per la soddisfazione di tutti. Perché uno dei suoi punti forti è proprio quello di saper creare una buona atmosfera. Non si pone tanto come direttore severo a capo dell’orchestra quanto piuttosto come primus inter pares, la guida di un gruppo nel quale tutti collaborano
in armonia per un buon risultato. Gilbert ha altresì collezionato esperienze con la Royal Stockholm Philharmonic Orchestra (2000–2008), alla Santa Fe Opera (2003–2006) e come primo direttore ospite presso la NDR Sinfonieorchester (dal 2004). Cosa cambierà con il suo arrivo? Gilbert si mantiene riservato. Bisognerebbe semplicemente analizzare i suoi ultimi programmi… Sicuramente accoglierà più compositori americani e moderni. «La vera sfida sta nel combinare tra loro i diversi pezzi musicali con empatia e in modo non convenzionale. La Filarmonica di New York è un’orchestra straordinaria proprio perché può suonare di tutto».
Da qui l’ammissione che, di fatto, la musica non fuoriesce dalla bacchetta del direttore. Il miglior direttore deve essere assistito da un’orchestra congeniale e di altissimo valore. Andreas Schiendorfer
Musicista tra i musicisti
Con Kristjan Järvi (*1972), nel 2007 la kammerorchesterbasel si è aggiudicata la consulenza di uno dei direttori più richiesti.
Il New York Times lo ha definito il «nuovo Leonard Bernstein» osannandone la «brillante presenza scenica». Järvi stesso non si riconosce nelle vesti del «mago del leggio», ma piuttosto come «musicista tra i musicisti».
Il rampollo 35enne di una dinastia di musicisti estone ama rompere le convenzioni. Il suo vasto repertorio annovera infatti composizioni del XVII secolo ma anche musica contempora-nea. L’Absolute Ensemble, da lui fondato nel 1993, non si limi-ta a titoli classici bensì interpreta anche pezzi jazz, rock, di world music e musica elettronica.
Daniel Schnyder, compositore e sassofonista svizzero, dice di Kristjan Järvi: «La sua visione d’insieme rivela alla musica la via da intraprendere oggi. È il prototipo del giovane direttore aperto a tutti gli stili». Michael Krobath
www.maestromaazel.com www.davidzinman.org www.kristjanjarvi.com
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Rosa d’Oro per l’Opernhaus di Zurigo
Il 1° marzo 2007 la Televisione Svizzera ha trasmesso in diretta su SF1 «Il Flauto magico» diretto da Nikolaus Harnon-court all’Opernhaus di Zurigo, proponen-do parallelamente su SF2 il «dietro le quinte» della rappresentazione. Il pro-getto ha ora ottenuto una Rosa d’Oro al-l’omonimo Festival. Durante gli Europei di calcio, il 28 giugno la prima della «Car-men» è stata proiettata anche sullo schermo della public viewing arena, che poteva ospitare fino a 12 000 spettatori. Tutti coloro che si sono persi l’interpreta-zione di Franz Welser-Möst con Vesselina Kasarova nelle vesti di Carmen potranno rifarsi a partire dal 14 novembre. Anche per la nuova stagione il team diretto da Alexander Pereira conferma la linea inno-vativa: martedì 30 settembre la stazione centrale di Zurigo farà da cornice al pro-getto televisivo «La Traviata», trasmesso a partire dalle ore 20 su SF1 nel quadro di «Klanghotel live». Il Credit Suisse so-sterrà in particolare le opere «Lucia di Lammermoor» di Gaetano Donizetti (di-retta da Nello Santi, prima il 14 settem-bre) e «Così fan tutte» di Mozart (diret-ta da Franz Welser-Möst, prima il 28 giu-gno 2009), nel quadro – come già per la «Carmen» – del Festival di Zurigo. Il Cre-dit Suisse è sponsor principale dell’Opern-haus dal 1989 e dal 2006 è anche part-ner della sua Accademia orchestrale.www.opernhaus.ch
Gustav Mahler fra testo e immagine
Il 2008 si snoda in onore di Herbert von Karajan (1908–89) ed Elliott Carter (n. nel 1908) nonché di Richard Wagner (m. nel 1883). Joseph Haydn (m. nel 1809),
Note sparse dal mondo della musica
Felix Mendelssohn (n. nel 1809), Georg Friedrich Händel (m. nel 1759) e Bohu-slav Martinů (m. nel 1959) saranno ricor-dati nel 2009. Nel 2010 sarà la volta di Robert Schumann (n. nel 1810) e nel 2011 di Franz Liszt (n. nel 1811). Ma an-che Gustav Mahler andrà degnamente commemorato: il celebre compositore morì infatti il 18 maggio 1911 a Vienna.
In occasione di quest’ultimo anniversario, l’Orchestra della Tonhalle di Zurigo diret-ta da David Zinman (nella foto qui sopra, suo ritratto a pag.8) concluderà il ciclo di dieci sinfonie dedicate a Gustav Mahler. Le prime sei sono già ottenibili presso la casa discografica RCA Red Seal. Ora è in programma la settima, dapprima come concerto il 17, 18 e 19 settembre e in seguito come registrazione su CD. La mastodontica ottava, la «Sinfonia dei mille», sarà interpretata il 25 e 26 feb-braio 2009 al KKL di Lucerna. In cartel-lone anche la sinfonia n. 1 in re maggio-re: il 1° e 2 ottobre a Zurigo, in seguito dal 4 al 9 a Lussemburgo, Parigi, Eindhoven, Amsterdam e Hannover. «Going against Fate» è il titolo di un do-cumentario previsto per l’autunno anche su DVD: la regista Viviane Blumenschein ha seguito la preparazione della sinfonia n. 6 in la minore di Mahler, dalla prima prova fino alla registrazione in studio. Uno sguardo accattivante sull’orchestra che il Credit Suisse patrocina dal 1986.www.tonhalle-orchester.ch
Hilary Hahn con l’Orchestra della Svizzera Romanda
L’Orchestra della Svizzera Romanda (OSR) è stata diretta per quasi mezzo se-colo da Ernest Ansermet, cui sono suc-ceduti Wolfgang Sawallisch (1970–80) e Armin Jordan (1985–97). Dal 2005 l’ensemble, che il Credit Suisse segue in veste di sponsor principale dal 1991, è sotto la guida di Marek Janowski (pag. 9). I 90 anni di esistenza dell’or-chestra saranno festeggiati con i cinque concerti per violino della Série Credit Suisse: dopo Julia Fischer, Yossif Ivanov e Renaud Capuçon sarà la volta di Hilary Hahn (il 4 settembre) e Arabella Stein-bacher (il 5 dicembre) nella Victoria Hall di Ginevra. Nel quadro della Série Mo-saïque seguirà il 18 dicembre un omag-gio a Django Reinhardt.www.osr.ch
I Berliner Philharmoniker al Festival di Zermatt
Oltre ai festival di musica classica di Avenches, San Gallo, Soletta, Davos e Lucerna (pag. 12) dal 2005 il Credit Suisse sostiene anche il Festival di Zermatt. Dal 5 al 21 settembre una rosa di musicisti da camera dei Berliner Phil-harmoniker si esibirà per la quarta volta laddove già Pablo Casals ebbe occa-sione di dar prova del proprio genio. Saranno accompagnati dal Scharoun Ensemble di Berlino come pure dalle orchestre da camera di Losanna e del Festival di Zermatt. I Berliner Philharmo-niker diretti da Sir Simon Rattle si esibi-ranno anche alla Tonhalle di Zurigo il 20 febbraio 2009. L’indomani i sette «musicanti svizzeri di Berlino» terranno un altro concerto. schi
www.zermattfestival.net
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«Il Lucerne Festival è una vetrina privilegiata che mette in luce le migliori orchestre in una delle più splendide sale da concerto del mondo», afferma il direttore artistico ed esecutivo Michael Haefliger. «Diversamente dal Festival di Salisburgo, che è incentrato sull’opera, noi diamo spazio alla musica da concerto, in particolare a quella orchestrale. Il fascino del Lucerne Festival risiede nella possibilità di raffrontare e apprezzare il meglio della musica orchestrale nello spazio di cinque settimane e mezzo e in un’unica location». Per l’edizione 2008 sono in programma una trentina di concerti sinfonici. Tra le orchestre invitate spiccano la Filarmonica di New York, la Filarmonica di Vienna e, vero fiore all’occhiello, la Lucerne Festival Orchestra diretta da Claudio Abbado. «Le orchestre e i direttori più importanti partecipano al Lucerne Festival da quando venne creato da Arturo Toscanini nel 1938», sottolinea Haefliger. Negli anni hanno arricchito il programma numerosi recital, concerti di musica da camera e la serie concertistica «Debut» per la promozione dei giovani artisti.
Musica da ballo in primo piano
«Il legame tra ballo e musica è strettissimo. Il movimento o la danza accompagnano la musica sin dalle origini, oltre ad averne sempre stimolato lo sviluppo: ecco perché la musica da ballo è stata scelta come tema dell’edizione 2008», spiega Haefliger. La musica barocca, ad esempio, originariamente fu composta proprio come musica da ballo, quando le note delle suite di Bach e Lully scandivano le danze
Estate di festival a Lucerna e DavosTema centrale del Lucerne Festival in Estate, una delle più antiche rassegne di musica classica, sarà quest’anno la «musica da ballo». Il Davos Festival, manifestazione di musica da camera per giovani musicisti, sarà invece ispirato al tema dell’equinozio.
dell’epoca. «Oggi questa dimensione del ballo nella musica è andata perduta e tendiamo ad accorpare la musica barocca nel repertorio musicale classico», prosegue Haefliger. Per approfondire il tema, dunque, ampio spazio sarà dato ai capolavori classici composti per The Ballets Russes, la straordinaria compagnia di balletto fondata da Serge Diaghilev per la quale scrissero numerosi compositori, Stravinsky, Ravel e Prokofiev su tutti. «Con il tempo, queste opere sono diventate opere da concerto. Noi non le comporremo scenicamente, però le inseriremo nel loro contesto», aggiunge Haefliger.
Oltre ai numerosi brani musicali dedicati alla danza e al balletto, il coreografo e direttore artistico Joachim Schloemer presenterà al Festival due prime mondiali basate sulla musica delle sei suite per violoncello di Bach e sull’opera mozartiana «Il ratto del serraglio». George Benjamin, composer in residence di quest’edizione, scriverà una nuova opera per pianoforte la cui prima mondiale avrà luogo il 30 agosto con PierreLaurent Aimard come solista.
Il concerto della Filarmonica di Vienna
Uno dei momenti più esaltanti del Festival sarà l’esecuzione della Filarmonica di Vienna diretta da Riccardo Muti, in cartellone l’8 settembre. Nella prima parte del concerto il violista Antoine Tamestit, vincitore del Credit Suisse Young Artist Award 2008, eseguirà nell’ambito del premio il concerto per viola di Béla Bartók. «Il concerto sarà fondamentale per la diffusione della viola come stru
mento solista. Tamestit è musicista di gran talento, sensibile al repertorio della viola di tutte le epoche musicali», osserva Haefliger, uno dei cinque membri della giuria premiante. «Oltre a un recital, doveva anche esporre alla giuria le sue personali percezioni e intuizioni circa il ruolo della musica nella società, cosa che ha fatto in maniera molto convincente. Antoine Tamestit rappresenta l’artista moderno e liberale che davvero volevamo premiare». Per un approfondimento sul musicista si rimanda alle pagine 14–15. La seconda parte del concerto sarà dedicata alla Sinfonia n. 2 in do minore di Anton Bruckner, brano considerato «insuonabile» quando venne eseguito per la prima volta nel 1872.
Ottimo successo di pubblico
L’organizzazione del Festival di quest’anno è iniziata ben tre anni fa. «Il Lucerne Festival è ormai un punto di riferimento e la principale difficoltà non consiste invero nell’ingaggiare orchestre o solisti rinomati. La vera sfida risiede nell’imbastire un programma interessante e vario che sappia conquistare il pubblico», sottolinea Haefliger. L’85 per cento circa degli spettatori è svizzero, mentre il restante 15 per cento proviene essenzialmente da Germania, Italia e Regno Unito. «Il pubblico non è proprio giovane e l’età media è di circa 50 anni. Cerchiamo di richiamare i più giovani con eventi come i concerti notturni che iniziano alle 10 di sera e il festival di musica all’aperto che tocca le varie vie cittadine», aggiunge Haefliger. Il riscontro del pubblico non è però motivo di preoccupazione: l’ultima edizione ha infatti visto la partecipazione di oltre 100 000 persone, con un tasso di prenotazione del 94 per cento! «È il binomio tradizionequalità che attira il pubblico, unitamente ai tanti progetti innovativi che ne hanno in certa misura anche rafforzato l’identità».
Il Davos Festival per i giovani artisti
Prima di diventare il direttore artistico ed esecutivo del Lucerne Festival nel 1999,
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nel 1986 Haefliger fondò il Davos Festival. «Subito dopo la laurea decisi di creare una piattaforma per giovani artisti, un punto d’incontro privilegiato per musicisti dove suonare musica da camera», ricorda Haefliger. Le due settimane del Davos Festival prenderanno avvio il 26 luglio e il tema principe sarà l’equinozio, i due giorni dell’anno in cui giorno e notte hanno pari durata.
«Le musiche di questa 23a edizione saranno un richiamo costante alla notte e alla dimensione onirica, con accenni all’oscillazione delle luci e dei colori nella musica. Uno dei concerti si terrà addirittura all’alba, con la musica a scandire una passeggiata nelle montagne», rivela l’attuale direttrice artistica e chef d’orchestre del Festival Graziella Contratto. Sono stati invitati a suonare circa 60 giovani artisti di talento. «Nella scelta dei musicisti per me sono fondamentali la bravura nel suonare musica da camera e una spiccata intercomplementarietà. È perfettamente inutile avere un musicista
eccezionale in veste di solista ma privo di empatia e sensibilità quando chiamato a esibirsi in seno a un gruppo. L’obiettivo deve essere quello di creare una breccia nel loro ego artistico, nel senso migliore del termine, e fare acquisire loro una dimensione collettiva».
Il programma di musica contemporanea
Quando si parla di musica da camera, il primo pensiero va immediatamente al periodo barocco. «Il Davos Festival non trascura affatto la musica classica contemporanea; anzi, essa è parte integrante del programma. Non solo sono in cartellone esecuzioni di musica moderna, ma saranno invitati anche due compositori svizzeri, Cécile Marti e Laurent Mettraux, per due delle cui opere, appositamente scritte per il Festival, sono previste le prime mondiali il 30 luglio», spiega Contratto. Tra le novità di quest’anno, particolarmente interessante sarà il laboratorio per compositori aperto a tutto il pubblico e diretto dal composi
tore estone ErkkiSven Tüür. «Il laboratorio analizzerà lo stile dei compositori invitati e la loro visione sulla creazione dei suoni», aggiunge Contratto. Una sferzata di originali novità anche per le sedi concertistiche: una falegnameria, la sala d’attesa della stazione a Davos Platz e alcune cappelle di montagna saranno infatti toccate dalla magia della musica. Un concerto si terrà nella hall dello Schatzalp, hotel in stile Art Nouveau costruito al volgere del secolo scorso. Il pubblico potrà apprezzare l’esecuzione di un trio seduto su chaise longue, reminiscenza delle abitudini degli ospiti di Davos ai tempi della «Montagna incantata» di Thomas Mann. La maggior parte dei concerti si terrà comunque al centro congressi di Davos. La fama di cui gode il Festival è in costante ascesa, come peraltro testimoniano gli oltre 5000 spettatori dello scorso anno. Il Credit Suisse è partner del Davos Festival sin dalla prima edizione del 1986. Dorothée Enskog
A sinistra Il Lucerne Festival, che si svolgerà dal 13 agosto al 21 settembre, ha in cartellone concerti di orchestre sinfoniche e di musica da camera, musica antica e moderna, teatro musicale e numerosi altri eventi. A destra La dinamica ed entusiasta chef d’orchestre Graziella Contratto, direttrice artistica del Davos Festival dal 2006. La sua presenza alla manifestazione non è una novità: nel 1999 e nel 2000 vi partecipò in qualità di direttrice d’orchestra. Il Davos Festival si svolge dal 26 luglio al 9 agosto.
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Antoine Tamestit è cresciuto circondato dalla musica sin da piccolo, incoraggiato da suo padre e da sua nonna, che nutri-vano un vivo interesse per il mondo delle note. «Quando ho compiuto cinque anni ho chiesto in regalo un violino, che ho effettivamente ricevuto, ma i miei geni-tori non volevano forzarmi. Ho potuto provare lo strumento qualche mese pri-ma di cominciare a prendere vere e pro-prie lezioni».
A 10 anni, con la scoperta delle sei suite per violoncello solo di Johann Sebastian Bach, Antoine è rimasto affa-scinato dal timbro scuro e grave dello strumento. «Il mio insegnante di violino mi ha poi convinto a preferire la viola al violoncello, perché è molto più vicina al violino», ricorda. «Oggi non potrei suona-re un altro strumento. La gamma di valo-ri timbrici della viola mi affascina perché è molto prossima alla voce umana».
Dopo aver frequentato il Conservato-rio di Parigi, Tamestit si è iscritto all’Uni-versità di Yale per studiare con un famo-so suonatore di viola, Jesse Levine; sono poi seguiti tre anni di lezioni mensili a Berlino con un altro famoso violista, Tabea Zimmermann. «Il modo in cui suo-nano questi due musicisti è per me fonte di profonda ispirazione», osserva Tame-stit, citando tra le sue muse anche il vio-lista William Primrose, i violinisti David Oïstrakh e Frank Peter Zimmermann e il violoncellista Yo-Yo Ma. «Suonare la vio-la mi dà un’enorme soddisfazione, non potrei immaginare di fare altro. Sono for-tunato ad avere una professione che non assomiglia a un vero e proprio lavoro, an-
Un virtuoso della violaAntoine Tamestit ha vinto il Credit Suisse Young Artist Award grazie a uno straordinario concerto da solista e alla sua abilità nel presentare alla giuria le sue opinioni sul ruolo della musica nella società. Nell’ambito di questo premio, l’8 settembre il ventinovenne musicista si esibirà al Lucerne Festival con l’Orchestra Filarmonica di Vienna.
che se non voglio assolutamente sotto-valutare l’infinito esercizio e gli enormi sforzi richiesti a ogni musicista», spiega.
Sviluppo di un vasto repertorio
Tamestit padroneggia un vasto repertorio che abbraccia diversi secoli. «Come vio-lista sono chiamato a interpretare un repertorio prevalentemente contempora-neo, dato che molti brani sono stati scrit-ti nel XX e nel XXI secolo. Ma per capire e suonare la musica classica moderna occorre avere familiarità con il patrimonio barocco e classico», sottolinea il musici-sta. «Apprezzo tutte le epoche musicali e mi impegno per avere il più vasto reper-torio possibile. Considerato il modesto numero di composizioni con sequenze per viola sola, oltre a dare concerti devo essere capace di suonare in ensemble di diverse dimensioni».
Tramestit trascorre circa un terzo del tempo in esibizioni da solista con l’orche-stra, mentre per il resto interpreta sona-te accompagnate dal pianoforte, oppure musica da camera in trio o quartetti. «È sul palco che riesco a esprimere tutte le mie emozioni, anche quelle che non manifesto necessariamente nella vita di tutti i giorni». Ogni due settimane Tamestit tiene corsi di viola alla Hoch-schule für Musik di Colonia. «È gratifi-cante avere i miei studenti e aiutarli a crescere. È una sfida spiegare cose che a me sembrano naturali», puntualizza.
Concerto per viola di Bartók
Il concerto per viola di Béla Bartók è uno dei brani preferiti di Tamestit, tra l’altro
proprio quello che ha scelto di suonare l’8 settembre al Lucerne Festival con l’Orchestra Filarmonica di Vienna. «Il pri-mo movimento è moderno e complesso, il secondo è romantico con una purezza del suono che mi sforzo il più possibile di raggiungere. Il terzo è quasi un brano di musica popolare ungherese. Questo mix mi permette di dimostrare la versatilità della viola», osserva. Descrive questa sua prossima esibizione assieme ai Wiener Philharmoniker diretti da Riccardo Muti come «una specie di sogno che non avrei mai pensato di realizzare. Sono sicuro che questo concerto mi consentirà di crescere molto». Oltre a questa esibi-zione, Tamestit riceverà 75 000 franchi nell’ambito del Credit Suisse Young Artist Award. «Una somma dal valore ine-stimabile perché mi permette di realizza-re serenamente un progetto artistico che mi sta a cuore: affidare un incarico a un noto compositore», spiega Tamestit. «È importante arricchire il repertorio dello strumento, dato che quello esistente non è così vasto come nel caso del violino, per esempio. È determinante rimanere in contatto con i compositori contempo-ranei, che possono spingere la viola e i suonatori di questo strumento ai loro limiti». Dorothée Enskog
Il Credit Suisse Young Artist Award
Conferito ogni due anni, il premio si propone di offrire a giovani solisti di grande talento i mezzi e le opportunità di esibirsi in pubblico e compiere un passo decisivo verso una carriera internazionale. La Fondazione del Giubileo del Credit Suisse garantisce il sostegno finanziario, mentre il Lucerne Festival e i Wiener Philharmoniker contribuiscono con la propria competenza e ospitano l’esibizione. La violoncellista Sol Gabetta ha vinto il premio nel 2004 e il pianista Martin Helmchen si è aggiudicato l’edizione 2006.
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Antoine Tamestit, cresciuto a Parigi, quando non è in giro per il mondo vive nelle immediate vicinanze della GrandPlace, nel centro storico di Bruxelles. Suona una viola costruita da Antonio Stradivari nel 1672, prestatagli dalla Habisreutinger Foundation: uno strumento di incommensurabile valore, dato che è una delle uniche sei viole tuttora esistenti realizzate dal grande liutaio italiano.
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Sapete chi è la personalità austriaca del-l’anno nel 2007? Dobbiamo ammettere che la domanda è mal posta: gli austria-ci, infatti, conferiscono questo titolo ono-rifico in base a diverse categorie. E quel-la che ci interessa, incentrata sulla cul-tura e l’arte, ha visto primeggiare Markus Hinterhäuser, direttore dei concerti del Festival di Salisburgo.
Un premio giustificato, tra le altre cose, anche dal coraggioso lancio del progetto «Kontinent», per il quale Hinterhäuser scomoda il compositore Giacinto Scelsi (1905–1988) di La Spezia – suo luogo d’origine – facendone un centro pro-grammatico e tributando così il debito onore a questo eccentrico compositore moderno. A Kontinent Scelsi fa ora eco, nel 2008, Kontinent Sciarrino. Sulle tracce del 62enne compositore siciliano Salvatore Sciarrino si possono fare sco-perte assolutamente sorprendenti.
Ma il titolo intende onorare altro an-cora. Esso riconosce la realizzazione del-l’impossibile: al primo tentativo, la nuova squadra con Jürgen Flimm, sovrinten-dente, Thomas Oberender, responsabile della sezione teatrale e lo stesso Markus Hinterhäuser è riuscita a traghettare come meglio non si potrebbe il Festival di Salisburgo verso l’era postgiubilare senza per questo far dimenticare l’indi-scusso successo riscosso nel 2006, anno dell’anniversario di Mozart.
Eros e Thanatos in primo piano
«La scorsa estate, con un successo su-periore a ogni nostra attesa, è stata de-dicata a un tema difficile: il lato oscuro
Perché l’amore è forte come la morteIl Festival di Salisburgo, una delle principali rassegne di musica classica, inizierà il 26 luglio per proseguire fino al 31 agosto con un programma ricco di sorprese e momenti topici. Il Credit Suisse è presente come sponsor principale dal 2006.
della ragione», ricorda con soddisfazione Jürgen Flimm. «Il tema è stato protago-nista di molte nostre opere, concerti e rappresentazioni teatrali. Numerosi di-battiti e simposi hanno indagato tra i lati oscuri della nostra vita, solo apparente-mente illuminata».
Jan Fabre ha chiuso la rassegna con «Requiem für eine Metamorphose», una messa funebre teatrale con l’ultimo, inef-fabile momento della dipartita, il bacio della morte. E così nasce spontanea-mente il nuovo programma incentrato su Eros e Thanatos, sul dio dell’amore e sul dio della morte. La stessa idea guida, «perché l’amore è forte come la morte», si ispira alla Bibbia, al Cantico dei canti-ci di Salomone, che continua: «tenace come gli inferi è la passione».
L’estate 2008 tributa all’indissolubile connubio tra amore e morte 43 opere, 81 concerti e 68 rappresentazioni tea-trali. Vista la massiccia proposta di ap-puntamenti, siamo sollevati che la dire-zione artistica non abbia optato solo per il tema dell’amore. Tuttavia, chi ancora ricorda Salisburgo 2007, sa che non ha certo da temere un programma coster-nante e deprimente ma già pregusta un mix di alta classe, vario e arricchente sotto tutti i punti di vista, proposto in 13 diversi spazi dedicati.
L’interesse si focalizza, e a ragione, sulle esibizioni operistiche. E si comincia subito alla grande: con il «Don Giovanni» di Wolfgang Amadeus Mozart. Cercare di descrivere la trama di questo dramma re-ligioso sarebbe come voler portare in dono le Mozartkugel a Salisburgo, il che,
con tutto il rispetto per queste prelibatez-ze, sulle rive della Salzach non farebbe gola a nessuno. Il «Don Giovanni» è stato in programma per ben 25 edizioni, l’ulti-ma volta nel 2006 per la regia di Martin Kušej e con la Filarmonica di Vienna di-retta da Daniel Harding. Visto e ascolta-to spesso, quindi, ma ogni volta fonte di emozioni uniche. Questa versatilità con-traddistingue un capolavoro e onora so-prattutto gli artisti, che non si limitano alla semplice messinscena. Questa volta a condurre l’orchestra sarà Bertrand de Billy, mentre Christopher Maltmann inter-preterà Giovanni e Matthew Polenzani Don Ottavio. I nomi di Annette Dasch in Donna Anna e Dorothea Röschmann in Donna Elvira promettono un’esibizione imperdibile. Ma la vera rivelazione sarà Claus Guth. Quale nuova luce riuscirà a conferire al pezzo questo artista, che ne-gli ultimi due anni ha esaltato il suo pub-blico in «Le nozze di Figaro» di Mozart?
Nino Machaidze nel ruolo di Juliette
Il 1° agosto si terrà la prima dell’«Otello» di Verdi con Riccardo Muti (direttore musicale) e Stephen Langridge (regia), mentre il 2 agosto quella di «Roméo et Juliette» di Charles Gounod. La direzione musicale sarà affidata a Yannick Nézet-Séguin e la regia a Bartlett Sher. A que-sto punto qualcuno potrà chiedersi: chi interpreterà Juliette accanto ad Ailyn Pérez, sostituendo Anna Netrebko, at-tualmente assente per gravidanza?
Il segreto sarà svelato dalla presi-dente della rassegna, Helga Rabl-Stad-ler, in occasione della presentazione del nuovo programma ai collaboratori svizze-ri dell’associazione «Amici del Festival di Salisburgo» presso la Zunfthaus zur Meisen di Zurigo. Il direttore commer-ciale Gerbert Schwaighofer assicura che dopo la recente rinuncia di Anna Netrebko non è stato restituito alcun bi-glietto, e che la 25enne georgiana Nino Machaidze, la nuova Juliette, sarà indub-biamente all’altezza della situazione.
Dal punto di vista commerciale il Fe-stival di Salisburgo è e rimane un evento
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straordinario, con una capacità di autofi-nanziamento del 74 per cento in un con-testo in cui i palcoscenici d’opera di lin-gua tedesca devono accontentarsi me-diamente del 13 per cento. Solo il 26 per cento del budget è finanziato dalla mano pubblica, e Schwaighofer calcola che ciò è meno di quanto il settore pubblico non percepisca a rimborso tramite tassazio-ne. Nel 2007 è stato venduto il 94 per cento dei biglietti, e ai 207 eventi hanno assistito ben 244 000 spettatori.
Ma torniamo alle prime sul panorama operistico: il 6 agosto sarà il giorno del-l’unica opera di Béla Bartók, «Il castello del Duca Barbablù», in lingua ungherese. La direzione musicale farà capo a Peter Eötvös. Falk Struckmann interpreterà il Duca Barbablù, Michelle DeYoung sarà invece Judith. Una settimana più tardi si ritornerà all’opera con Mozart e il suo «Flauto magico» (si veda la foto di coper-tina), di nuovo con Riccardo Muti per la regia di Pierre Audi. Con ben 33 rappre-sentazioni al suo attivo, questo classico supera per preferenze addirittura il «Don Giovanni». Un miracolo? Perlomeno una magia...
Incontro con una ninfa delle acque
Il Credit Suisse sarà presente a diversi eventi del Festival di Salisburgo con ospiti e collaboratori, in particolare alla prima del «Don Giovanni» del 27 luglio e all’«Otello» del 1° agosto, giorno della Festa nazionale svizzera.
Ma è la prima di «Rusalka» di Antonín Dvořák a stare particolarmente a cuore alla banca. Non tanto perché questa «fiaba lirica» non è mai stata messa in scena a Salisburgo, quanto perché, con il suo terzo «incontro estivo» del 17 ago-sto, anche il Credit Suisse si farà pro-tagonista del successo dell’opera. «Il giorno della prima forniremo ai circa 80 rappresentanti dei media informazioni di approfondimento sulla pièce», spiega Mi-chael M. Rüdiger, responsabile Credit Suisse Central Europe, che farà gli ono-ri di casa a giornalisti e ospiti. «Wolfgang Herles, caporedattore della trasmis-
1 Il team «Rusalka»: Franz Welser-Möst, Jossi Wieler e Sergio Morabito. 2 Il regista Philipp Stölzl (a sinistra) con Walter B. Kielholz, presidente del CdA del Credit Suisse. 3 Il sovrintendente Jürgen Flimm (a sinistra) con Walter Berchtold, responsabile della divisione Private Banking al Credit Suisse. 4 La presidente Helga Rabl-Stadler (a sinistra), con Michael M. Rüdiger, responsabile Credit Suisse Centrale Europe.
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www.salzburgerfestspiele.at http://it.salzburg.info
sione di cultura ‹Aspekte›, condurrà una discussione con il sovrintendente Jürgen Flimm e con i due registi Jossi Wieler e Sergio Morabito». L’incontro estivo si svolgerà nuovamente nella «Casa per Mozart», così come l’opera stessa.
«Rusalka» sarà rappresentata in lingua originale con sottotitoli in lingua tedesca e inglese. Piotr Beczala vestirà i panni del principe, mentre Alan Held darà voce al canto dello Spirito dell’acqua, Vodník, e Adam Plachetka interpreterà un guar-diacaccia. Emily Magee sarà la princi-pessa straniera, Camilla Nylund interpre-terà la ninfa Rusalka, Birgit Remmert la strega Ježibaba ed Eva Liebau, membro dell’Ensemble dell’Opernhaus di Zurigo, lo sguattero.
Per una volta, ad affiancare l’Associa-zione Concertistica Coro Opera di Stato di Vienna non avremo la Filarmonica di Vienna bensì la Cleveland Orchestra, una delle 5 orchestre d’eccellenza de- gli Stati Uniti, diretta da Franz Welser- Möst. Dopo 13 anni di grandi successi all’Opernhaus di Zurigo, Welser-Möst passerà, nel settembre 2010, a direttore musicale generale dell’Opera di Stato di Vienna; inoltre ha appena prolungato il suo impegno con la Cleveland Orchestra fino all’anniversario del 2018.
Da Salisburgo l’orchestra americana si dirigerà poi alla volta di Lucerna, dove il 30 agosto si esibirà nel contesto del Lucerne Festival (pag. 12) con la prima mondiale del quarto lavoro commissiona-to dalla Roche Commissions: «Nuova ope-ra per pianoforte e orchestra» del compo-sitore britannico George Benjamin.
Salisburgo è, per la verità, un crocevia dove si incontrano talenti emergenti e si prende congedo da artisti di statura indi-scussa che sono stati in grado di regala-re emozioni musicali uniche nel corso del tempo. Nel 1960, un giovane pianista austriaco di Wiesenberg in Nordmähren suonò per la prima volta al Festival con la Filarmonica di Vienna. In programma Hindemith, Krenek, Stravinsky. Il 3 ago-sto 2008, all’età di 77 anni, lo stesso pianista terrà il concerto da solista nel
Gran Teatro del Festival davanti al tutto esaurito. Sarà il suo 64° concerto al Festival, l’ultimo. Amore e morte? Un ad-dio equivale sempre un po’ a una dipar-tita, anche se in questo caso si tratta di una libera scelta dell’artista, nel pieno delle sue capacità. Un grande onore per l’Orchestra della Tonhalle di Zurigo, che egli chiamerà a sé nella tournée di addio verso Lussemburgo, Parigi e Amsterdam a partire dall’inizio di ottobre. E tuttavia, per l’irrevocabile ultimo con-certo pubblico, il 18 dicembre a Vienna, Alfred Brendel tornerà con la sua Filar-monica di Vienna.
Progetto sociale musicale
Nel 2007, Daniel Barenboim e la sua West-Eastern Divan Orchestra sono sta-ti ospiti a Salisburgo per tre settimane. I giovani musicisti, provenienti quasi tutti dai paesi confinanti con i luoghi di con-flitto del Vicino Oriente, e il loro pubblico hanno alimentato speranze e realizzato ciò che l’arte può fare: abbattere le bar-riere e instaurare la pace. Hic e nunc. Ma, prima o poi, sempre e ovunque.
Quest’anno, la venezuelana Simón Bolivar Youth Orchestra approderà al
Festival di Salisburgo per parlare di un progetto sociale musicale affascinante, il FESNOJIV (Fundación del Estado para el Sistema de Orquestas Juveniles e Infantiles de Venezuela). 30 anni fa, il suo fondatore, il professor José Antonio Abreu, iniziò a distribuire strumenti musicali trasformando poco a poco un intero paese in un paradiso musicale per bambini. Oggi, il Sistema conta 15 000 insegnanti di musica e insegna a 250 000 bambini provenienti per il 90 per cento da ceti sociali e di reddito meno abbienti.
Uno di questi bambini dovette passa-re dal trombone al violino a causa delle braccia troppo corte, scoprendo un ta-lento da compositore e poi da direttore. Già a 16 anni Gustavo Dudamel diventò direttore dell’orchestra simbolo del Si-stema, l’orchestra giovanile nazionale Simón Bolivar. Fu l’inizio di una carriera internazionale. Nel 2009, a 28 anni, as-sumerà le redini della Filarmonica di Los Angeles. Andreas Schiendorfer
Festival di Salisburgo dal 26 luglio al 31 agosto
27 luglio (prima) Don Giovanni. Opera di Wolfgang Amadeus Mozart. Bertrand de Billy, direzione musicale; Claus Guth, regia; Christopher Maltman, Don Giovanni; Annette Dasch, DonnaAnna;MatthewPolenzani,DonOttavio;Dorothea Röschmann, Donna Elvira.
1° agosto (prima) Otello. Opera di Giuseppe Verdi. Riccardo Muti, direzione musicale; Stephen Langridge, regia;AleksandrsAntonenko/SimonO’Neill,Otello; MarinaPoplavskaya/MariaLuigiaBorsi,Desdemona.
17 agosto (prima) Rusalka.OperadiAntonínDvořák. Franz Welser-Möst, direzione musicale; Jossi Wieler e Sergio Morabito, regia; Piotr Beczala, principe; Emily Magee, la principessa straniera; Camilla Nylund, Rusalka;AlanHeld,Vodník;BirgitRemmert,Ježibaba.
Credit Suisse Bulletin plus | Musica classica | 19
Italia, Grecia, Germania, Paesi Bassi: la compagnia del Teatro Bolshoi ha iniziato a luglio una brillante tournée estiva che ha registrato il tutto esaurito a ogni concerto e balletto. Il programma si concluderà con una rappresentazione dell’«Evgenij Onegin» di Ciajkovskij, su libretto di Konstantin Shilovsky, presso il Palais Garnier di Parigi dal 6 al 10 settembre. Basato sull’omonimo romanzo in versi di Alexander Pushkin, l’«Evgenij Onegin» è una delle opere russe più famose.
Il 14 settembre segna l’inizio della stagione 2008/2009, anche se la prima – «La leggenda della città invisibile di Kitezh» di Nikolai RimskyKorsakov – si terrà quasi un mese dopo, il 10 ottobre. Il direttore Alexander Vedernikov ne spiega la rilevanza: «Si tratta di una delle poche opere epiche nel repertorio russo che, oltre al conflitto drammatico interno, affronta problematiche di assoluta rilevanza per l’intera umanità. E proprio qui sono riposte la sua forza e il suo spessore».
Vedernikov ritiene che l’opera affronti due tematiche basilari: il rapporto dell’uomo con la natura e la scelta morale. «In un’epoca di sconvolgimenti ecologici e di relativismo morale come quella attuale, in cui i principi fondamentali sono asserviti al particolarismo politico, ascoltare il messaggio di un’opera come ‹La
Bolshoi: un teatro del XXI secolo con profonde radici nella storiaDopo una tournée estiva di grande successo in Europa, l’ensemble del Teatro Bolshoi si prepara a rientrare a Mosca per l’inizio della stagione 2008/2009. Ma prima del definitivo ritorno in patria è in calendario un’attesissima tappa a Parigi.
leggenda della città invisibile di Kitezh› assume una rilevanza essenziale».
Fissare standard elevati
La prima rappresentazione al Teatro Bolshoi risale al 1780, anche se l’edificio ha subito numerose vicissitudini: distrutto da un incendio nel 1825, fu ricostruito sullo stesso sito. Nel 1853 un nuovo incendio distrusse gli interni, riallestiti dopo un restauro di tre anni. Dal 1941 al 2005 ha ospitato centinaia di grandi produzioni, tra cui balletti e opere classiche. L’edificio principale ha nuovamente chiuso i battenti nel 2005 per essere sottoposto a un vasto restauro volto a preservare la struttura architettonica storica, modernizzando inoltre il palco al fine di soddisfare i moderni requisiti tecnologici. Nonostante la chiusura forzata, le compagnie continuano a mettere in scena un vasto repertorio di concerti e balletti presso l’adiacente «New Stage».
Se i lavori procederanno secondo i piani, il Bolshoi celebrerà la riapertura nel novembre 2009, un evento che il direttore generale Anatoly Iksanov attende con impazienza: «Negli ultimi 200 anni il nostro teatro è stato uno dei palcoscenici più prestigiosi al mondo per le arti sceniche». I finanziamenti statali non sono tuttavia sufficienti per riportare
il teatro agli standard tecnologici e di sicurezza internazionali, continuando al contempo a sviluppare un valido repertorio di spettacoli. «Per mantenere la creatività ad altissimi livelli facciamo affidamento su partner che condividono il nostro concetto di qualità. E siamo felici di aver trovato un simile partner nel Credit Suisse». Michèle Bodmer
Sopra Il grande Teatro Bolshoi è soggetto a un ampio restauro che si concluderà verosimil-mente verso la fine del 2009. Sotto Una sce-na dell’opera russa «Evgenij Onegin».
Sigla editoriale Editore Credit Suisse Sponsoring, Casella postale 2, 8070 Zurigo: Toni Krein, Karin Ebling, Anka Grosser, Mira Song, Bianca Veraguth Redazione Andreas
Schiendorfer (schi) (responsabile di progetto), Michèle Bodmer, Dorothée Enskog, Michael Krobath Internet www.creditsuisse.com/sponsoring Marketing Veronica Zimnic
Lay-out e composizione Arnold. Inhalt und Form AG, Stäfa ZH: Monika Häfliger, Daniel Peterhans, Petra Feusi (gestione del progetto) Inserzioni Pauletto GmbH, Miriam Dudek,
Kleinstrasse 16, 8008 Zurigo Stampa NZZ Fretz AG, Schlieren Traduzione italiana Servizio linguistico del Credit Suisse: Francesco Di Lena, Michele Bruno, Alessandra
Maiocchi, Antonella Montesi, Roberto Negroni Fotografie Klaus Lefebvre (copertina); Credit Suisse (pag. 03); Chris Lee (pag. 05); Mark Holford 2005 (pag. 07); Herwig Prammer,
Reuters, RDB, Priska Ketterer, Michael Kneffel, Mats Lundquist (pag. 09); Viviane Blumenschein (pag. 11); Lucerne Festival, F. Angleraux (pag. 13); John Thys (pag. 15); Luigi Caputo,
Credit Suisse (pag. 17); Eric Feferberg, AFP, Damir Yusupov, Teatro Bolshoi (pag. 19)
Permaggioriinformazionirimandiamo al sito www.bolshoi.ru/en/