dal diario di Rita “Mio Dio perché mi togli sempre

troppo presto ciò che amo.Ti prego toglimi il cuore ma non farmi soffrire, non farmi tenere fra le mani ciò che non potrà mai essere mio”.

La cognata sostiene che se Rita non si fosse uccisa, nessuno si sarebbe accorto di lei.

Al suo funerale non andò nessuno, neppure sua madre che si recherà al cimitero parecchi mesi più tardi; con un martello romperà il marmo tombale e la fotografia della figlia. Rita non avrebbe gradito essere dipinta

come una grande eroina; la grandezza di Rita sta proprio nel percorso di crescita che l’ha portata

da un uso vendicativo della giustizia a credere veramente nella giustizia.

Figlia di un piccolo boss, è nata e cresciuta a Partanna, un luogo in cui circolava denaro proveniente dal narcotraffico, di cui Rita non sopporta le brutture, le vigliaccherie, la tristezza, l’ignavia. Il 18 novembre 1985, don Vito Atria, non avendo capito che il tempo è cambiato, e che la droga impone un cambio generazionale, viene ucciso.

Il 24 giugno del 1991 anche suo fratello Nicola viene ucciso; la cognata di Rita che da sempre aveva contestato al marito le frequentazioni ed i suoi affari, collabora con la giustizia e fa arrestare molte persone. Calogero interrompe il fidanzamento con Rita perché cognata di una testimone di giustizia.

Ora Rita é veramente sola: rinnegata da tutti, non sa con chi parlare.

Ad appena 17 anni, decide di denunciare il sistema mafioso del suo paese.

Incontra il giudice PAOLO BORSELLINO, che sarà per lei come un padre.

Rita inizia così una vita clandestina a Roma sotto falso nome.

Per mesi e mesi non vedrà nessuno, non vedrà neppure sua madre.

L’unico conforto è il giudice. Ma arriva l’estate del’92 e ammazzano Borsellino.

Una settimana dopo Rita si uccide.

“Prima di combattere la mafia devi farti un autoesame di coscienza, dopo aver

sconfitto la mafia dentro di te, puoi combattere la mafia che c’è nel giro dei tuoi amici; la mafia siamo noi e il nostro

modo di comportarci”“Rita Atria”

Borsellino sei morto per ciò in cui credevi, ma io senza di te sono morta.

“Rita Atria”

PROGETTO REALIZZATO DALLA CLASSE 2° C O.A.T.

IN COLLABORAZIONE CON LEPROFF. ADELE SILINGARDI e MARIA REGINA

BRUN

Istituto Superiore “Bonomi Mazzolari”