Riscaldamento e Raffrescamento a Parete e Soffitto

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818 Il radiante si propone come un sistema completo ed efficace di climatizzazione degli ambienti, non solo a pavimento. I criteri di progetto e i prodotti sul mercato A SOFFITTO E A PARETE CLIMATIZZAZIONE A differenza di quanto avviene a pavimento, la superficie del soffitto si presenta sostanzialmente libera, con pochissimi vincoli di natura strutturale ed architettonica (basti considerare, ad esempio, quelli legati alla presenza di arredi). L’installazione di pannelli radianti, sia per il raffre- scamento che per il riscaldamento, è quindi par- ticolarmente indicata in questo tipo di applicazio- ne considerando anche il fatto che gli elementi impiantistici possono essere integrati all’interno dei componenti edilizi, realizzando superfici senza interruzioni e maggiormente sfruttabili. Le migliori prestazioni sono offerte dai sistemi a soffitto per il raffrescamento estivo, così come dai sistemi a pavimento per il riscaldamento invernale. In estate è molto interessante l’effetto barriera attiva generato dal posizionamento dei pannelli radianti all’intradosso della copertura assorbendo gran parte del carico incidente e passante per conduzione. In prossimità di vetra- te, ampie finestrature, i pannelli sono in grado di assorbire meglio il maggior carico convettivo e radiante da esse prodotto. L’insieme di tali fattori permette di raggiungere rese unitarie molto ele- vate fino a 150-200 W/m 2 . I soffitti radianti trovano diversi campi di utilizzo: il settore terziario, gli ambienti residenziali, le strutture alberghiere ed ospedaliere. Negli uffici, i sistemi a soffitto metallico e con bassa inerzia vengono generalmente usati sia per il riscaldamento che per il raffrescamento. Il sistema è costituito da colonne montanti di ali- mentazione della rete orizzontale a soffitto che, a sua volta, alimenta le singole zone o i singoli uffi- ci. La regolazione può essere fatta agendo sulla parte idraulica del sistema ed intercettando l’aria quando le zone non vengono utilizzate e può avvenire o per singolo ufficio o per zone. A parete Un tipico schema di un “radian- te” a parete: serpenti- ne e collettori a muro. La superficie verticale diventa essa stessa radiante in caso di dif- ficoltà di utilizzo da pavimento, o come integrazione degli impianti a pavimento (Rehau). Giuliana Iannaccone In ambito residenziale ed alberghiero, la soluzio- ne più generalizzata è quella che utilizza i pan- nelli in gesso rivestito. Il controllo dell’umidità e il ricambio di aria possono essere ottenuti median- te una canalizzazione per il trattamento dell’aria primaria in grado di garantire la portata di aria di rinnovo prevista. Esistono due principali modalità di installazione dei sistemi a soffitto: in aderenza alle strutture oppure a controsoffitto. Nel primo caso i pannelli (rete di tubi capillari) possono essere applicati direttamente al soffitto grezzo mediante barre di modulazione e staffe e successivamente intonacati. Questo tipo di solu- zione si presenta di più difficile realizzazione ed è meno versatile. Nel secondo caso, più diffusi, i moduli radianti preassemblati sono fissati sulla struttura metalli- ca del controsoffitto. Come per qualunque tipo di controsoffitto anche la struttura metallica del soffitto radiante può essere sia aderente che ribassata rispetto all’intradosso esistente; la seconda alternativa è da preferire perché agevola le operazioni di Abbiamo pubblicato sul numero 322 di Modulo un articolo dedicato ai sistemi radianti a pavimento. In Modulo 318 è consultabile un arti- colo sul tema delle Travi fredde per con- fronti e enalogie.

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Il radiante si propone come un sistema completo ed efficace diclimatizzazione degli ambienti, non solo a pavimento. I criteri diprogetto e i prodotti sul mercato

A SOFFITTO E A PARETE

CLIMATIZZAZIONE

A differenza di quanto avviene a pavimento, lasuperficie del soffitto si presenta sostanzialmentelibera, con pochissimi vincoli di natura strutturaleed architettonica (basti considerare, ad esempio,quelli legati alla presenza di arredi).L’installazione di pannelli radianti, sia per il raffre-scamento che per il riscaldamento, è quindi par-ticolarmente indicata in questo tipo di applicazio-ne considerando anche il fatto che gli elementiimpiantistici possono essere integrati all’internodei componenti edilizi, realizzando superficisenza interruzioni e maggiormente sfruttabili.Le migliori prestazioni sono offerte dai sistemi asoffitto per il raffrescamento estivo, così comedai sistemi a pavimento per il riscaldamentoinvernale. In estate è molto interessante l’effettobarriera attiva generato dal posizionamento deipannelli radianti all’intradosso della coperturaassorbendo gran parte del carico incidente epassante per conduzione. In prossimità di vetra-te, ampie finestrature, i pannelli sono in grado diassorbire meglio il maggior carico convettivo eradiante da esse prodotto. L’insieme di tali fattoripermette di raggiungere rese unitarie molto ele-vate fino a 150-200 W/m2. I soffitti radianti trovano diversi campi di utilizzo:il settore terziario, gli ambienti residenziali, lestrutture alberghiere ed ospedaliere.Negli uffici, i sistemi a soffitto metallico e conbassa inerzia vengono generalmente usati siaper il riscaldamento che per il raffrescamento. Ilsistema è costituito da colonne montanti di ali-mentazione della rete orizzontale a soffitto che, asua volta, alimenta le singole zone o i singoli uffi-ci. La regolazione può essere fatta agendo sullaparte idraulica del sistema ed intercettando l’ariaquando le zone non vengono utilizzate e puòavvenire o per singolo ufficio o per zone.

A parete Un tipicoschema di un “radian-te” a parete: serpenti-ne e collettori a muro.La superficie verticalediventa essa stessaradiante in caso di dif-ficoltà di utilizzo dapavimento, o comeintegrazione degl iimpianti a pavimento(Rehau).

Giuliana Iannaccone

In ambito residenziale ed alberghiero, la soluzio-ne più generalizzata è quella che utilizza i pan-nelli in gesso rivestito. Il controllo dell’umidità e ilricambio di aria possono essere ottenuti median-te una canalizzazione per il trattamento dell’ariaprimaria in grado di garantire la portata di aria dirinnovo prevista.Esistono due principali modalità di installazionedei sistemi a soffitto: in aderenza alle struttureoppure a controsoffitto. Nel primo caso i pannelli (rete di tubi capillari)possono essere applicati direttamente al soffittogrezzo mediante barre di modulazione e staffe esuccessivamente intonacati. Questo tipo di solu-zione si presenta di più difficile realizzazione edè meno versatile.Nel secondo caso, più diffusi, i moduli radiantipreassemblati sono fissati sulla struttura metalli-ca del controsoffitto. Come per qualunque tipo di controsoffittoanche la struttura metallica del soffitto radiantepuò essere sia aderente che ribassata rispettoall’intradosso esistente; la seconda alternativaè da preferire perché agevola le operazioni di

Abbiamo pubblicatosul numero 322 diModulo un articolodedicato ai sistemiradianti a pavimento.In Modulo 318 èconsultabile un arti-colo sul tema delleTravi fredde per con-fronti e enalogie.

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Sistemi a soffitto

1. Curva delle temperature nel caso di un pavimento e di un soffitto radian-te. La curva di temperatura in rosso è quella del sistema radiante, quellatratteggiata blu si riferisce al riscaldamento per convezione. In entrambi icasi è evidente che la distribuzione del calore non presenta asimmetrie trala testa ed i piedi degli occupanti (Hora).In alto: temperatura del plafone: 22 °C, temperatura del pavimento: 26 °C,temperatura dell’ambiene: 20 °C.Al centro: temperatura del plafone: 35 °C, temperatura del pavimento: 22 °C,temperatura dell’ambiene: 20 °C.

2. Quadrotto di RDZ. Il sistema prevede un pannello unico (60x60 cm)costituito da materiale isolante (40 mm) che alloggia al proprio interno letubazioni. Il tutto è rivestito da un preintonaco fibro rinforzato che aumentai rendimenti termici. Quadrotto viene fornito con uno speciale strato di col-lante che ne consente l’accoppiamento con qualsiasi controsoffitto metalli-

co 60 x 60 cm (RDZ).

3. Il sistema è costituito da unisolante minerale con scanalature per incastrarsi sulla struttura portante del con-trosoffitto in gesso rivestito accoppiato con una pellicola termica. La pellicola ècostituita da un nastro metallico di grande lunghezza disposto con una grecatura,laminato con termosaldatura in un involucro plastico multistrato. Questo proces-so le conferisce alcune importanti caratteristiche, come l’assenza di campimagnetici, del rischio di corrosione ed una perfetta risposta agli shock dielettrici.Il sistema così configurato consuma poca energia e richiede poca manutenzione(Hora).

manutenzione e controllo. I moduli radianti possono essere anche di metal-lo, acciaio o alluminio (come, ad esempio, i filmradianti). Un’altra tipologia è costituita dai controsoffittirealizzati con lastre di gesso rivestito nelle qualiè già integrato il circuito capillare, in genere tubidi PVB, inserito all’interno di apposite scalanatu-re. Lo stesso tipo di elemento viene utilizzato perimpianti a parete.Un aspetto particolarmente importante da valuta-re per garantire le condizioni di comfort deside-rate all’interno dei singoli ambienti è la regolazio-ne. Come già accennato nel caso di uffici, in pre-senza anche di un unico soffitto radiante, laregolazione può essere effettuata per zone oanche ambiente per ambiente (in presenza dilocali separati come, ad esempio, stanze d’alber-go o di ospedale).I tipi di regolazione sono di due tipologie princi-pali, legate al tipo di distribuzione scelto: distri-buzione a collettori, con regolazione dei singolicircuiti con attuatori elettrotermici, e distribuzionecon stacchi diretti dalla dorsale con regolazionecon valvole di zona a due o tre vie.Il primo tipo di regolazione viene utilizzatoquando serve una gestione individuale. Varilocali sono collegati ad un unico collettore e icircuiti sono regolati singolarmente attraversoattuatori termoelettrici comandati dai singoli

termostati ambiente.Il secondo tipo di distribuzione è, invece, adattoad ambienti di maggiori dimensioni con regola-zione di zona. La superficie è divisa in variezone, ognuna delle quali è comandata da unavalvola di zona controllata, a sua volta, da un ter-mostato di zona.Esistono poi situazioni intermedie, nel caso, adesempio, di locali non molto grandi regolati sin-golarmente, ma disposti in modo simmetricorispetto ad un corridoio. La soluzione più utilizza-ta prevede stacchi diretti dalla dorsale, ma instal-lando su ogni stacco una valvola di zona coman-data dal termostato ambiente. Soluzioni innovative di regolazione sono quellerealizzate mediante apparecchi in tecnologia“bus” che offrono vantaggi rilevanti rispetto allesoluzioni tradizionali.Grazie alla tecnologia bus, l’installazione è sem-plificata, il cablaggio necessario al collegamento

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dei dispositivi è notevolmente ridotto ed ognidispositivo può essere collegato al cavo bussenza una sequenza predeterminata. Tale soluzione conferisce grande flessibilità alsistema: grazie alla sua modularità, un impiantopuò essere dimensionato correttamente in basealle effettive esigenze del cliente in un datoperiodo e successivamente ampliato senzaproblemi. La possibilità di interfacciare in locale o inremoto offre nuove opportunità di ottimizzazionedel funzionamento dell’impianto, oltre a miglio-rare la sua manutenzione e la gestione degliallarmi. Con apparecchi intelligenti è possibileinoltre ottimizzare il benessere ambientale econtrollare ogni ambiente separatamente, otte-nendo significativi risparmi in termini energetici(cfr. il volume I soffitti radianti pubblicato a curadi Giacobini SpA).

I sistemi a parete Le superfici verticali, soprattutto negli ambienti dipiccole e medie dimensioni, costituiscono unapercentuale molto elevata della superficie totaleinterna, pertanto si prestano molto bene ad esse-re utilizzate come superfici radianti. Rispetto aisistemi precedentemente presi in esame, ai finidello scambio radiante esse consentono un otti-mo fattore di vista con gli occupanti se questisono operativi (in piedi o seduti). L’assenza di contatto diretto tra l’occupante el’elemento radiante permette di raggiungeretemperature superficiali più elevate rispetto adaltre disposizioni. Dal punto di vista prestazio-nale, quindi, un pannello a parete presenta unpotenziale di resa molto più elevato rispetto aquelli a pavimento, sia in riscaldamento che inraffrescamento.Tuttavia alcuni vincoli di non secondaria impor-

Condense ed altri problemi del radiante a freddo

Un colloquio che chiarisce gli ambitidi sviluppo, i problemi e i limiti di unsistema di climatizzazione comples-so, ad alto livello di efficienza.Roberto Messana risponde alle do-mande di Modulo

Modulo: Abbiamo visto che i nodi problema-tici sono, nel caso estivo, il controllo dellecondense e in certi casi una certa comples-sità del controsoffitto, che spesso nascondeimpiantistica varia, ha problemi di ispeziona-bilità ecc; quali sono le strategie progettualiin questo senso?R. Messana: Il problema del controllo dellacondensa su pannelli radianti in freddo èancora oggetto di approcci diversi a secon-da della cosiddette “scuole di pensiero”; inrealtà l’esperienza da noi raggiunta con laFCC del gruppo Permasteelisa (oltre 2500impianti funzionanti a partire dal ’91) riportasul piano della concretezza tale problemagrazie ad un know-how che ha confermato lacorretta modalità di effettuazione di tale con-trollo. In sintesi si tratta di regolare in conti-nuo la temperatura di mandata dell’acqua aipannelli in funzione dell’umidità dell’aria (tem-peratura di rugiada) e di una serie di para-metri fisici del pannello stesso; in questomodo viene evitata la formazione di conden-sa anche in caso di blocco del trattamentodell’aria, di apertura di finestre o di forteaumento dell’affollamento.Per quanto riguarda la complessità del con-trosoffitto va detto innanzitutto che in unimpianto di climatizzazione radiante ben otti-mizzato le esigenze di ispezionabilità sono

fortemente ridimensionate rispetto a quelle diun sistema a tutt’aria. L’esperienza sino adoggi acquisita ci ha permesso di risolveremolto bene le esigenze dei progettisti garan-tendo flessibilità e configurabilità.

Modulo: Quali sono le innovazioni piùsignificative?R. Messana: Riguardano sicuramente laregolazione che deve garantire: performancedel sistema, semplicità di installazione, aper-tura verso sistemi terzi. Fra le novità la gestio-ne di impianti radianti a 4 tubi, capaci dicambiare automaticamente la funzionalitàcaldo-freddo, utile in edifici vetrati di grandidimensioni con affacci contrapposti.Importante è però anche la messa a punto disistemi che favoriscono la diffusione dell’ariadi rinnovo in modo efficiente e flessibile; è ilcaso di un sistema di pavimento sopraeleva-to per uffici a doppia intercapedine che con-sente una drastica riduzione della canalizza-zione, una migliore eliminazione dei contami-nanti, la possibilità di modificare facilmente inqualsiasi momento la posizione dei diffusori edelle torrette elettriche. Grazie a questa soluzione il sistema radianteè in grado di esprimere un grande potenzialeapplicativo, con notevoli vantaggi rispettoall’impiantistica tradizionale.

Modulo: E' ragionevole pensare a un notevo-le sviluppo dei sistemi a soffitto/parete? Se sì,con quali limiti?R. Messana: Ritengo che l’esigenza diconiugare un comfort termico sempre piùfisiologico con il risparmio energetico non

possa che favorire lo sviluppo di tali sistemi,anche perché i margini di miglioramento del-l’efficienza dei sistemi a tutt’aria sono ormaitrascurabili mentre già ora sono possibilirisparmi del 50% con l’impiego della climatiz-zazione radiante (RayConditioning).I limiti di impiego non sono molti e principal-mente di tipo artistico dal momento che sonole superfici il principale elemento di scambiotermico. Ma il vero limite è ancora la scarsa cono-scenza e competenza degli operatori checomunque si sta evolvendo sempre più inquesta direzione.

Modulo: Quali consigli darebbe a un archi-tetto che approcci il sistema in fase iniziale diprogettazione ?R. Messana: Per un architetto è più facileprendere confidenza con i sistemi radianti,compresa la parte che riguarda il trattamentodell’aria, in modo da facilitarne ed ottimizzar-ne l’impiego. Personalmente sono convinto che l’architettodovrebbe acquisire quel tanto di formazioneche, pur non trasformandolo in termotecnico,lo metterebbe però in condizione di integrarsimeglio con esso.FCC, anche in quanto facente parte delgruppo Permasteelisa, mantiene molti contat-ti con gli architetti ai quali fornisce supportoprogettuale di base e corsi di formazione. Ilmio libro “Capire il comfort” può pure essereuno strumento culturale utile anche all’archi-tetto; ho comunque in mente un volume pen-sato proprio per loro, e che spero di far usci-re l’anno prossimo.

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Sistemi a parete

1. Analisi termografica all’infrarosso di un ambiente di tipo residenziale in faseestiva con pannelli radianti a parete. Vista con persona in abbigliamento estivonormale (R. Messana op. cit.).

2. Il posizionamento di superfici radianti intorno alle finestre contribuisce allariduzione delle asimmetrie radianti e convettive determinate dalla loro presen-za. Le distanze indicate in figura servono a tenere conto dei vincoli strutturali,impiantistici ed architettonici delle pareti (R. Messana op. cit.).

3. Il sistema Ecotermo di Calor Eco è un sistema di riscaldamento radiantecostituito da piccoli tubi in rame nei quali circola acqua calda a bassa tempera-

tura. Sono utilizzati preva-lentemente tubi in rame cot-to con diametri variabili da12 a 20 mm, che vengonoposti in opera direttamentesui muri grezzi e rivestitisuccessivamente con intonaco a base di calce. Nel caso di ristrutturazioni dimuri con intonaci in buono stato, si praticano delle piccole scanalature doveverranno alloggiate le tubazioni e ricoperte con intonaco traspirante a base dicalce. Quest’ultimo è inoltre necessario per permettere la fuoriuscita dell’umi-dità (vapore d’acqua) durante il funzionamento dell’impianto. Il sistema è parti-colarmente proponibile nelcaso di recupero edilizio di

edifici esistenti, in quanto elimina il problema dell’umidità senza dover ricorreread altri costosi interventi (Calor Eco).

4. Rehau offre due soluzioni di sistemi di riscaldamento a parete: un riscalda-mento a parete costruito ad umido ed un sistema ad elementi a parete prefiniti(KES). Le due immagini illustrano due esempi di applicazione a parete in umidosu due differenti tipi di supporto murario (Rehau).

5. Il sistema Velta Siccus Wall di Velta viene utilizzato in abbinamento a contro-pareti realizzate con pannelli per la posa a secco.La struttura di supporto è costituita da un telaio inlegno. Dopo aver posizionato il pannello presagomato in polistirolo, si installano le lamelle termocon-duttrici in alluminio. Il tubo PE-Xa viene assicurato nello speciale profilo ad omega delle lamelle ter-moconduttrici (Velta).

6. Si tratta di moduli in cartongesso speciale, da 15 mm di spessore, dove sono incorporate dei tubiin rame opportunamentedimensionati in modo daformare una piastra radianteomogenea. Al cartongesso è accoppiatauna lastra isolante in polisti-

rene espanso sinterizzato di 3 cm di spessore che garan-tisce la perfetta tenuta termica del pacchetto annullandola dispersione (Easykit).

7. Sistema radiante WD-10 di Chemidro. E’ costituito daun pannello in cartongesso dello spessore di 15 mm chepresenta una scanalatura su una faccia dove è inseritoun tubo in PB (Chemidro).

8. Il sistema di riscaldamento e raffrescamento radiante a soffitto CD-4 di Chemidro è formato da un insieme di moduli radiantipreassemblati fissati sulla struttura metallica del controsoffitto. I moduli sono costituiti da profili metallici presagomati per l’inserimento del tubo in PB. Sulla parte superiore dei profili metallici, ilmodulo è isolato con un pannello in polistirene espanso di 20 mm (Chemidro).

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Tecnologia radiante e risparmio energetico

Con Michele Carlini, delegato regio-nale Aicarr, Modulo ha indagato lepotenzialità di sviluppo del sistemaradiante anche in relazione alle esi-genze di contenimento energetico

Modulo: Lei vanta un’esperienza ventennalenella progettazione di impianti di climatizza-zione radiante. Come si è evoluta la tecnolo-gia in questo arco di tempo?M. Carlini: Le realizzazioni di impianti radian-ti di una certa importanza nell’era modernasono state fatte a partire dagli anni ’50 e ’60:erano tipologie di impianto realizzate contubazioni in acciaio di cui si trovano diverseapplicazioni tuttora funzionanti. Ma è statosicuramente lo sviluppo tecnologico deimateriali plastici, dei componenti e soprattut-to dei sistemi elettronici di controllo e regola-zione che ha consentito l’applicazione diffusadi questa tipologia d’impianto. Lo sviluppopoi dei generatori di calore del tipo a con-densazione con il conseguente incrementodei rendimenti di produzione ha creato que-sta sinergia tra il concetto di efficienza ener-getica e l’impianto radiante.

Modulo: I sistemi radianti si stanno progres-

sivamente evolvendo dalla applicazione apavimento, a quella a soffitto o a parete.Sulla base della sua esperienza quali sono ivantaggi o le problematiche di ognuna?M. Carlini: La differenza sostanziale tra i varisistemi radianti è rappresentata sicuramentedalla loro diversa inerzia termica: gli impiantia pavimento attivano termicamente il masset-to e quindi una massa maggiore rispetto aisistemi a parete o a soffitto, che risultanoinvece installati sia direttamente sottointona-co, sia in pannelli prefabbricati in cartonges-so/gesso o addirittura in pannelli metallici eche presentano quindi una inerzia decisa-mente minore.Dato che l’inerzia termica determina la rapi-dità di risposta del sistema di regolazionerispetto alle mutate condizioni nell’ambientein funzione della variabilità dei carichi internied esterni, in molti casi sono preferibiliimpianti a bassa inerzia per ridurre le pendo-lazioni termiche in ambiente e migliorare con-testualmente l’efficienza energetica del siste-ma edificio/impianto.L’elevata inerzia termica, le ridotte rese in raf-frescamento estivo e le problematiche con-nesse alle finiture superficiali possono essereconsiderati i limiti maggiori degli impianti a

pavimento rispetto agli altri sistemi radianti.Gli impianti radianti a parete sono soggettiinvece ad un elevato rischio di danneggia-mento dovuto molto banalmente all’installa-zione di librerie, mensole o quadri e ad unadisposizione generalmente rigida degli arrediche non devono mai schermare le superficiattivate termicamente.Nell’impianto a soffitto invece l’unico proble-ma da risolvere è la sovrapposizione con glieventuali corpi illuminanti: in fase progettualee realizzativa è possibile trovare le soluzionicorrette, più difficile risulta però garantireun’eventuale flessibilità successiva all’instal-lazione.È necessario comunque che per ogni proget-to vengano valutate le peculiarità dei diversisistemi radianti: i limiti intrinsechi di una tipo-logia di impianto radiante possono esserevincolanti in determinati casi come ancheassolutamente ininfluenti o trascurabili in altri.

Modulo: Quali possono essere consideratituttora i limiti (culturali, economici, ecc.) lega-ti alla diffusione di tali tecnologie?M. Carlini: Dal punto di vista culturale l’uten-te è ancora imbarazzato dal fatto che il suobenessere termico viene garantito da un

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tanza ne limitano l’impiego come, ad esempio, lapresenza di finestrature, la presenza di arredi, lanecessità di foratura per la sospensione di qua-dri, pensili, ecc.Le soluzioni possibili offerte dal mercato sonooggi numerose e di fatto le forature possonoessere facilmente realizzate senza difficoltà conutensili e modalità appropriati.Una preliminare e fondamentale distinzione deveessere fatta tra le pareti perimetrali, disperdenti,e quelle divisorie, tendenzialmente adiabatiche.Le pareti perimetrali sono quelle più direttamenteesposte alle variazioni delle condizioni climaticheesterne. Esse sono quindi soggette a variazioni della tem-peratura superficiale interna che causano l’in-staurarsi di asimmetrie termiche. L’eventuale pre-senza di pannelli radianti le trasforma in elementiattivi in grado di realizzare – come già evidenzia-to per i sistemi a soffitto - un effetto barrierarispetto al flusso che per conduzione si viene ainstaurare fra l’interno e l’esterno. Tale flussoconduttivo riduce il suo campo di azione tra lasuperficie esterna e il piano dei tubi che, conte-nendo il fluido termovettore, trasferiscono il diffe-renziale energetico direttamente al generatorelasciando così la temperatura superficiale interna

simile a quella delle altre superfici con una con-seguente elevata simmetria radiante (cfr.Messana, 2004, pagg. 39-40). Diversamente daipannelli a pavimento, i pannelli a parete, seinstallati sulle superfici disperdenti, introduconol’importante vantaggio dell’effetto barriera attivache consente il raggiungimento di più elevatilivelli di comfort. Le pareti interne possono essere assimilate alpavimento a causa dell’assenza dell’effetto bar-riera: è consigliabile, perciò, utilizzare questesuperfici come integrazione oppure quando èpossibile sfruttare entrambi i lati di una paretedivisoria.Dal punto di vista costruttivo i pannelli a paretepossono avere due differenti tipi di posa: la posasotto intonaco o la posa a secco, generalmentecon lastre di gesso rivestito.Nel primo caso la tubazione viene ancorata diret-tamente alla parete grezza, un tamponamento inlaterizio forato o una muratura piena esistente,mediante apposite barre di fissaggio o tasselli. L’intonaco viene effettuato a mano con un impa-sto di sabbia e calce naturale e presenta unospessore finale di circa 3-3,5 cm posato in duemani. Dopo la stesura della prima mano si frat-tazza una rete da intonaco su cui si può quindi

impianto “invisibile”: l’impatto visivo e fisicointrinseco di un radiatore o di un ventilcon-vettore trasmette una sicurezza emotiva chel’impianto radiante, annegato nella strutturaedilizia, non può dare.Il limite economico sussiste sicuramente: gliimpianti radianti restano ancora più costosirispetto ad impianti tradizionali, anche se, inuna valutazione complessiva, il benesseretermico che tali impianti sono in grado diassicurare sta acquistando un peso sempremaggiore.

Modulo: In che modo gli impianti di climatiz-zazione radiante (sia d'inverno che d'estate)possono contribuire alla efficienza e al rispar-mio energetico degli edifici?M. Carlini: Gli impianti radianti sono per defi-nizione impianti “a bassa temperatura” o, inanalogia, impianti “ad alta temperatura” nelcaso del condizionamento estivo. Il fattoquindi di poter alimentare questi impianti confluidi a temperature più moderate rispetto adimpianti tradizionali comporta un netto miglio-ramento degli indici di rendimento sia deigeneratori di calore sia dei gruppi frigoriferi,oltre ad una significativa riduzione delledispersioni termiche nelle reti distributive.

Un altro effetto importante è legato ai livellidella temperatura dell’aria in ambiente edalla sensazione di comfort. Il parametro cheindividua la condizione di benessere termicoè costituito dalla “temperatura operativa”: inun ambiente termicamente moderato puòessere considerato come la media aritmeticatra la temperatura media radiante di tutte lesuperfici (pavimento, pareti, soffitto) e la tem-peratura dell’aria. Gli impianti radianti ren-dendo attive ampie superfici all’interno di unambiente, permettono di ridurre, a parità ditemperatura operativa e quindi di sensazionedi benessere, la temperatura dell ’ariaambiente. In termini pratici, un impiantoradiante consente una riduzione della tempe-ratura dell’aria di almeno un grado, cosa che,p.es. per i dati climatici di Bolzano, comportaun risparmio energetico per il riscaldamentoinvernale pari indicativamente al 6% del fab-bisogno annuo.

Modulo: Il protocollo CasaClima ha segnatouna svolta nel modo di progettare e costruirenel territorio della Provincia di Bolzano esoprattutto nella evoluzione della domandada parte degli stessi utenti che testimoniauna maggiore consapevolezza per le proble-

matiche ambientali ed energetiche. In talecontesto, come si collocano le tecnologie diclimatizzazione radiante?M. Carlini: Il fatto che, attraverso il protocolloCasaClima, si sia iniziato a costruire involucriedilizi particolarmente efficienti dal punto divista termico, ha consentito di ridurre drasti-camente le potenze necessarie al riscalda-mento invernale ed al raffrescamento estivo.Ciò ha permesso l’applicazione delle tipolo-gie impiantistiche di tipo radiante, la cui diffu-sione era precedentemente frenata soprattut-to dal limite di resa termica e frigorifera intrin-seco a tali sistemi.I livelli di temperatura particolarmente mode-rati del fluido termovettore nei sistemi radiantistanno consentendo inoltre di applicare tec-nologie e soluzioni impiantistiche alternativeed innovative: numerosi esempi di impianticon pompe di calore abbinate a sonde geo-termiche, impianti solari termici ad integrazio-ne del riscaldamento invernale, gruppi frigori-feri con raffrescamento evaporativo, testimo-niano le ancora ampie possibilità di sviluppodella tecnologia impiantistica a servizio del-l’uomo e del suo benessere nel rispetto di unconcetto di ott imizzazione energetico-ambientale complessiva.

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applicare la finitura.Nei pannelli radianti il circuito idraulico può esse-re sia in rame che in materiale plastico (ad esem-pio il PE-Xa) e si presenta con due principaliconfigurazioni di posa: a serpentino e in paralle-lo. Per l’utilizzo nel caso di raffrescamento estivocon pannelli di gesso rivestito, è fondamentaleche il circuito sia coeso con il pannello in modoche lo scambio tra i due avvenga esclusivamen-te per conduzione. Un grande vantaggio offerto dall’utilizzo di siste-mi radianti a parete è offerto nei confronti dellaprevenzione dall’umidità. L’installazione delletubazioni riscaldanti in rame nella muratura, spe-

cie se a ridosso del terreno, crea una barrieratermica nel tratto di muro ove l’umidità risale,favorendo così la progressiva asciugatura spon-tanea del muro. La forza di capillarità diminuisce infatti con l’au-mentare della temperatura.Come si è visto, la posizione ideale di un pannel-lo a parete è sulle superfici disperdenti; in questocaso è però necessaria la presenza di un ade-guato strato isolante sul retro del circuito idrauli-co in modo da indirizzare il flusso termico solosul lato utile. Nel caso di pannelli sotto intonaco, lo strato iso-lante può essere quello previsto generalmenteper le pareti perimetrali, cioè a intercapedine o acappotto. In alternativa può essere posto imme-diatamente sotto le tubazioni delle quali costitui-sce il supporto. Le due modalità si differenziano, sul piano pre-stazionale, per la differente massa che il pannel-lo assume e che ne influenza sensibilmente il fat-tore di risposta. Utilizzando pannelli con posa a secco è possibi-le migliorare notevolmente le prestazioni energe-tiche dell’intero sistema, potendo fare affidamen-to su prodotti industrializzati, di qualità controlla-ta e certificata, con prestazioni costanti.

Caratteristiche e vantaggi dei sistemi di posa in opera

Posa sotto intonaco

Previene umidità in parete.L’installazione di un tubo di ramenella muratura crea barrieratermica nel tratto di muro in cuil’umidità risale. Si favoriscel’asciugatura del muro.

I pannelli vanno posizionati sullesuperfici disperdenti con adeguatostrato isolante sul retro del circuitoidraulico.

Posa a secco

Migliorano le prestazionienergetiche dell’interosistema.

Raffrescamento estivo: ilcircuito deve esserecombaciante con ilpannello affinché loscambio avvenga solo perconduzione.