Riporto questo splendido brano tratto da "Il libro nero

dell'Inquisizione" di Natale Benazzi e Matteo d'Amico, che a mio parere, inquadra in modo efficace il fenomeno

dell'Inquisizione.

"Giungiamo qui a comprendere l'origine segreta dell'orrore che storicamente si è sempre accompagnato all'immagine, al semplice nome dell'Inquisizione: ciò che essa giudica sono propriamente le opinioni delle persone, le idee, le credenze, la fede; in una parola l'inquisitore giudica l'anima di chi è sotto processo. è l'anima che deve essere posta in una nudità e in una trasparenza assoluta durante il processo (nota di Lunaria: che le donne fossero completamente denudate prima della tortura credo sia già una prova più che eloquente delle turbe sessuali e

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sadiche degli stessi ecclesiastici, che "si concedevano" di vedere una donna sola per giudicarla strega e quindi, oggetto pernicioso e pericoloso per la loro "santità" -potevano infatti "godersi indisturbati" i corpi nudi delle vittime, per poi assistere a feroci torture e "lavarsi la coscienza" facendo piazza pulita della "tentatrice" che aveva causato l'inaccettabile pulsione sessuale; è notevole la frase di Sant'Agostino: "Le donne non dovrebbero essere illuminate o educate in nessun modo. Dovrebbero, in realtà, essere segregate poiché sono loro la causa di orrende ed involontarie erezioni di uomini santi" che esemplifica davvero con maestria le turbe di una mente malata che non potendo accettare la fisiologica eccitazione sessuale, ne scarica la colpa non su se stesso o sulla natura, ma "sull'oggetto" che la provoca... un po' come se un pedofilo sostenesse: "Non sono io lo sbagliato, sono le bambine che vanno in giro vestite provocanti!"; con tali frasi, mi domando come sia possibile santificare Sant'Agostino, e peggio ancora, considerarlo uno dei padri della cultura occidentale che poggia le sue fondamenta... sulle turbe sessuali di questo o quel teologo!), che deve essere "smontata" pezzo per pezzo, ricomposta e frantumata di nuovo, fino ad avere la certezza della sua ortodossia, ma anche del suo vuoto e della sua disperazione. è questo operare sulle anime ciò che propriamente sconcerta, ancor oggi, dell'Inquisizione, ciò che in definitiva ne ha animato la leggenda. Il male dell'Inquisizione non va colto quindi a livello qualitativo - tutti sanno che ci sono state istituzioni che hanno realizzato eccidi di ben più vasta portata -, così come è noto che il diritto penale del tempo era spesso

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molto più duro dell'Inquisizione contro il reo; ma piuttosto è un male che va colto a livello qualitativo: ciò che inquieta di essa è l'immensità di una violenza, che appare tanto più grave, quanto più mascherata dietro l'apparente neutralità di un operare sulla coscienza delle vittime e sulle loro idee.

L'altro aspetto che continua a buon diritto a suscitare turbamento, anche in un mondo giunto ormai alla sua completa secolarizzazione, è il fatto che a istituire e a gestire i tribunali, sia stata la chiesa di Cristo, la chiesa fondata sull'amore, sul perdono del peccatore, sulla predicazione della pace e della mitezza (nonchè della povertà, come testimoniano le croci d'oro, il potere temporale e le stole di ermellino dei papi...nota di Lunaria).

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La religione fondata su un Dio che viene flagellato e che muore sulla croce, flagella, tortura, mette al rogo chi nega, o si presume che neghi, questo stesso Dio o i suoi precetti: ecco lo scandalo che non cessa di operare in profondità, di una Chiesa che non sa pensarsi come perseguitata, ma solo come vittoriosa e trionfante. Qui le contestualizzazioni storiche possono poco; lo scandalo rimane assoluto, anche se in fondo è lo scandalo stesso della Chiesa come casta meretrix, Chiesa di Dio, ma anche degli uomini, segnata dall'errore e dal male come ogni umana cosa."(Nota di Lunaria: Vladimir Senakovsky definiva così la Chiesa: "La Chiesa è una sposa sbandata che in mezzo alla piazza scopa con banchieri e diplomatici avvelenando al tempo stesso la vita ai ragazzini che si fanno una sega.")

Due cose, a suggello di questo:

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La prima, è che si stima che le vittime dell'Inquisizione, ovviamente, soprattutto, donne - mentre i devotissimi inquisitori cantavano le lodi alla "Vergine Maria" dalla vagina intatta, pura e immacolata, unica e vera donna esaltata in virtù della divina gravidanza e di nessun godimento sessuale - siano oltre 70.000: streghe, impure, peccatrici, immonde, concubine del demonio, questi erano gli epiteti con le quali le vittime erano ingiuriate, tra un rosario e l'altro... tanto più la devozione mariana cresceva, e tanto più la misoginia colpiva le donne comuni, "non degne" perché non erano "Maria"...

La seconda cosa, che è storia dei nostri giorni (2013, non 1300) è che ancora le donne sono escluse dal Sacro, come ci ha ricordato "il papa rivoluzionario" papa Francesco. Niente da fare, non c'è verso di riconoscere che anche la donna è in contatto col Divino, che anche la donna può amministrare cose sacre (come di fatto faceva nel Paganesimo o nei culti politeistici che riconoscevano una dignità religiosa alla Donna). Ma come ci ricorda Amina Tyler - sulla quale "Famiglia Cristiana" non spende neppure una riga - che gli uomini ci escludano dal divino è ovvio e risaputo, persino scontato; ma come possano le donne cristiane accettare senza fiatare (escludendo qualche battagliera Teologa, che conta meno che niente a livello di visibilità mediatica) una DISCRIMINAZIONE SESSISTA (che in Italia dovrebbe essere proibita per legge), è questo che mi disgusta e mi amareggia.

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Che al centro della struttura inquisitoriale non sia tanto l'orrore fisico, ma quello interiore, è provato anche da un fenomeno che il nostro testo non ha, volutamente, preso in considerazione, e che qui solo accenniamo: l'auto da fé dei libri.Certamente l'Inquisizione bruciò più libri che uomini. Per due motivi: bruciare libri può apparire, moralmente, meno crudele che bruciare persone; bruciare libri significa eliminare il pensiero del male, più pericoloso e diffusivo del male in atto.La Chiesa comprendeva perfettamente che la cultura era un veicolo potenzialmente terribile, più ancora dell'esempio vivo e concreto, nella diffusione delle idee. Uccidere Dolcino significava eliminare una fonte di trasmissione, ma bruciare i libri voleva dire eliminare la trasmissione stessa. Se l'eretico poteva essere fonte di male, la tradizione del male era il vero problema.

(Nota di Lunaria: quando si pensa agli Intellettuali sacrificati dall'Inquisizione, la mente va subito a Giordano

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Bruno; ma ci fu anche una donna, - la storia della Mistica Cristiana pullula di donne intelligenti e fini pensatrici, del tutto ignorate e/o sminuite da una religione che assunse presto toni fallici e misogini, soprattutto nell'alto della sua gerarchia - il nome di questa donna fu Margherita Porete, che ricordo brevemente qui:Margherita Porete fu religiosa, scrittrice e teologa francese, autrice di "Lo specchio delle anime semplici", un'opera di Mistica Cristiana. Fu bruciata sul rogo per eresia nel 1310, per aver rifiutato di togliere il suo libro dalla circolazione. Il libro di Margherita si collega all' "eresia" del Libero Spirito,un movimento che fiorì tra la seconda metà del secolo XIII e la prima del XIV in Francia, Germania e Europa centrale. Le donne, chiamate "beghine", erano parte attiva del movimento (come "l'eresia sorella", quella dei Guglielmiti, che ammettevano le donne al sacerdozio!). Il principio dottrinale del Libero Spirito è ravvisabile in una frase della seconda lettera di San Paolo ai Corinzi: "ubi autem spiritus domini, ibi libertas", "ma dove c'è lo Spirito del Signore, c'è libertà". L'idea centrale era la presenza della Caritas, capace di "far replicare" l'incarnarsi di Dio nell'essere umano. Essendo un movimento basato sul "tu per tu" con Dio, gli uomini e le donne del Libero Spirito non si curavano affatto della gerarchia ecclesiastica, credendo che fosse Dio stesso a parlare direttamente, senza intermediari, nel cuore di ciascuna persona, per un'illuminazione dello Spirito Santo. La condizione femminile in queste "eresie" era valorizzata; il movimento del Libero Spirito era organizzato in piccoli gruppi, raccolti ciascuno intorno a

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un personaggio-maestro, che iniziava gli altri alla libertà dello Spirito; se il personaggio eminente era una donna, prendeva il titolo di "Madre divina". "Lo specchio delle anime semplici" è strutturato come un dialogo fra tre personaggi allegorici: Amore, Anima e Ragione; tutti e tre sono personaggi femminili. Nel suo libro, Margherita distingue due Chiese: la grande, composta dalle anime semplici, annientate in Dio, e la piccola, formata dalle gerarchie ecclesiastiche. Come quasi tutti i Mistici e le Mistiche, Margherita sostiene che con Dio ci si debba approcciare in modo assolutamente libero.)

La Chiesa, sulle orme del suo fondatore, comprese perfettamente che non è il corpo il pericolo (le cose che escono dal corpo finiscono nella fogna) ma il cuore:

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colpire il libro significava colpire il cuore.Ancora una volta siamo di fronte all'idea che il giudizio inquisitorio non fu contro la carne ma contro lo spirito e la coscienza. Inquisire il libro significa inquisire la coscienza.L'indice dei libri proibiti, che il Santo Uffizio continuò a pubblicare dopo la conclusione del fenomeno inquisitorio classico (persino nel '900, si vedano dottrine come l'Esistenzialismo, o pensatori come Sartre, messo all'indice... nota di Lunaria) fu una chiara scelta di controllo e d'inquisizione della coscienza.

La Chiesa che domanda perdono per l'azione degli inquisitori non può esimersi dal riproporre quella stessa richiesta di riconciliazione anche nell'ambito della cultura

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e del dialogo.Ne "Il nome della rosa" Umberto Eco percepì con assoluta lucidità questa coniugazione tra "giudizio sull'uomo" e "giudizio della sapienza", accomunando il rogo (ennesimo) della biblioteca del monastero al processo ai dolciniani presenti in quello stesso luogo.

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L'inquisitore Remy: tra il 1582 e 1592 si pensa abbia condannato alla tortura e alla morte non meno di 900 persone, compresi bambini che venivano "solo" torturati e obbligati a correre attorno al rogo dei genitori.

Stavo leggendo "I segreti del Vaticano" di Corrado Augias (autore che manco mi sta simpatico tra l'altro), sghignazzando piacevolmente. (oh, a me gli scheletri negli armadi cristiani piacciono, non so che farci! Le

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nostre coetanee leggono "Twilight", io invece le sentenze Vox Dei Papali!)Riporto il paragrafo dedicato all'Indice dei Libri Proibiti. Da notare come sul meraviglioso sito cattoliciromani.com, gli Alfieri A Immagine e Somiglianza del Dio Padre, ancora bannino qualsiasi cosa sia democratica (ovvero tutto ciò che non è dogmaticamente religioso), per esempio la mia innocente frasettina di ammirazione su Spinoza. Del resto, è alquanto scandaloso affermare che Dio sia ovunque, in Natura! E che dire se a tale Dio cristiano si danno forme femminili? Sia mai!

"La prima stesura ufficiale dell’Index librorum prohibitorum, cioè l’elenco dei libri considerati pericolosi per la fede e la morale dei cattolici, venne preparata dalla Congregazione della sacra romana e universale Inquisizione nel 1557. Era papa all’epoca il rigorosissimo Gian Pietro Carafa, salito al trono con il nome di Paolo IV. L’ambasciatore di Venezia così lo descrisse al suo governo in un dispaccio: «Ha un temperamento violento e focoso… è impetuoso nel disbrigo degli affari e non vuole che qualcuno lo contraddica». Il primo Indice, assai restrittivo, arrivava a censurare perfino parte della Bibbia e alcuni scritti dei Padri della Chiesa. Vi figuravano il Decameron di Boccaccio e II Principe di Machiavelli, ma anche II Novellino di Masuccio Salernitano e le opere di Erasmo da Rotterdam, massimo umanista dell’epoca, colpevole di reclamare una riforma che riportasse la Chiesa alla purità delle origini. La pubblicazione effettiva dell’Indice avvenne all’inizio del 1559, preceduta da un

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decreto dell’Inquisizione che così ordinava: «Nessuno osi ancora scrivere, pubblicare, stampare o far stampare, vendere, comprare, dare in prestito, in dono, o con qualsiasi altro pretesto, ricevere, tenere con sé, conservare o far conservare qualsiasi dei libri o scritti elencati in questo Indice del Santo Uffizio»

Ah, per la cronaca, il "Mein Kampf" di Hitler non venne inserito tra i libri proibiti. Del resto, Gott mit Uns.

"Dal 1998 gli archivi dell’Indice e dell’ex Inquisizione sono accessibili agli studiosi. L’elenco degli autori e delle opere via via bandite racchiude l’intero pensiero moderno: Balzac, Berkeley, Cartesio, D’Alembert, Darwin, Defoe, Diderot, Dumas (padre e figlio), Flaubert, Heine, Hobbes, Hugo, Hume, Kant, Lessing, Locke, Malebranche, Stuart Mill, Montaigne, Montesquieu, Pascal, Proudhon, Rousseau, Sand, Spinoza, Stendhal, Sterne, Voltaire, Zola. Fra gli italiani: Aretino, Beccaria, Bruno, Croce, d’Annunzio, Fogazzaro, Foscolo, Galileo, Gentile, Giannone, Gioberti, Guicciardini, Leopardi, Machiavelli, Minghetti, Monti, Negri, Rosmini, Sacchetti, Sarpi, Savonarola, Settembrini, Tommaseo, Verri. E fra gli ultimi in ordine di tempo: de Beauvoir, Gide, Moravia, Sartre."

"La «filosofia» che giustificava l’opera di censura e di proibizione era evidente fin dalla copertina dell’Indice, dove figurava una vivace vignetta: in alto due angeli nell’atto di sorreggere un cartiglio con il titolo Index librorum prohibitorum completato dall’emblema del

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papa regnante; nella parte mediana i santi Pietro e Paolo, uno munito di chiavi l’altro di spada, intenti a fissare un rogo sul quale bruciavano dei libri, mentre gli addetti continuavano a gettarne altri tra le fiamme; in basso due versetti attribuiti a Paolo (Atti 19,19) fungevano da didascalia e da giustificazione a quel divampare di pagine: Multi eorum qui fuerant curiosa sectati, contulerunt libros et combusserunt coram omnibus (ossia, un numero considerevole di persone che avevano esercitato le arti magiche portavano i propri libri e li bruciavano davanti a tutti). Fra alti e bassi, periodi pieni di fervore e altri – è il caso di dire – meno accesi, la Congregazione dell’Indice è andata avanti fino al XX secolo, quando ha conosciuto una rinvigorita attività a causa del conflitto apertosi, già ai tempi di Pio IX, fra Chiesa di Roma e mondo moderno."

"La strada fu allora quella, più semplice, della repressione, che non significò solo i roghi sui quali bruciare eretici e streghe ma la cancellazione, l’isolamento del libero pensiero, della ricerca filosofica, delle scoperte scientifiche, dell’esegesi storico-critica sulle Scritture. In altre parole la Chiesa dell’Inquisizione si comportò come ogni altro regime assolutistico dalla più remota antichità fino alle dittature del XX secolo. Se i processi dell’epoca staliniana, con le testimonianze forzate e le sentenze stabilite in partenza, hanno un modello, non è sbagliato scorgerlo proprio in queste spietate procedure."

Se non ricordo male fu Odifreddi a dispiacersi che la Chiesa oggigiorno non abbia più - almeno dal punto di

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vista concreto - l'Index librorum prohibitorum, ed è un vero peccato, perché l'onore di essere messi all'Indice insieme a nomi come Sartre, Beauvoir, Spinoza o Kant non può che essere il sogno proibito di tutti i veri Pensatori.

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P.s Per chi volesse vedere un video molto carino sull'argomento "strega del villaggio": "Buried Moon" dei Wildpath

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Streghe.

Le turpi sorelle del Demonio.

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Amanti di Satana. Quindi, non vergini e magari, amanti dei piaceri della vita. Sicuramente, donne che fanno sesso - e godono - nei sabba.

Donne di Sapienza. Molto più brave di Galeno, Aristotele e Tommaso d'Aquino, nel curare le persone. Quindi, da sterminare.

Come la storia di Bellezza Orsini insegna.

Fiano, 1540.

Bellezza Orsini di Collevecchio, vicino a Rieti, donna medico con delle profonde conoscenze di erbe e rimedi, accusata di stregoneria e maleficio, suicida per evitare il rogo.

Come molte altre donne, al pari di Bellezza, torturate.

"Di fronte agli addotrinati e ai sapienti che traggono teorie e rimedi dai libri illustri e dalle elucubrazioni metafisiche, la strega rappresenta il ricorso diretto alla natura e alle sue proprietà segrete: alla terapeutica sacramentale della religione, che media l'uomo con la potenza divina, essa contrappone una terapeutica materiale, che presume di ricondurre l'ordine e la normalità dell'organismo umano con mezzi fisici." (dal libro "Le streghe" di Giuseppe Faggin, 1975)

Inaccettabile, per l'ordine gerarchico androcratico del Dio

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Padre.Inaccettabile, che una donna, basandosi solo sul proprio intuito, "sesto senso", sensibilità tutta al femminile - e perché no, anche rifacendosi a qualche Dea stregonesca: Diana, Aradia, Ecate - sovvertisse la gerarchia stessa, voluta dal Dio cristiano.

"Ignobili arti del maleficio e della stregoneria!"

perchè appunto, guarivano i malati. E non con preghiere, acqua santa, processioni e rosari, con i quali, per esempio, si scongiurava la peste...

Ecco che la sapienza scientifica e medica, avendo come scopo il miglioramento concreto della vita umana, e non il motto "beati i sofferenti, beati i malati", diventa maleficio diabolico, attività satanica per eccellenza: voler sovvertire i piani del Dio cristiano, che manda la salute e la malattia secondo il suo giudizio insindacabile.

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Ancora più esecrabile, che a sovvertire le disposizioni di Dio, sia una donna, in combutta con il Diavolo! Perché teologicamente, come fa notare Tertulliano, il Diavolo non era abbastanza coraggioso da tentare Adamo... l'immagine eccellente di Dio.Il Diavolo non era così coraggioso da tentare il grande Adamo! No, il nemico dell'umanità - che però appariva come donna seducente agli Antonio e agli Ignazio... -parlò e indusse in tentazione prima la donna, Eva, formata da uno scarto, la costola maschile... perché il Creatore, come ci ricorda Battistelli Mercuri in "Sulla educazione della donna", 1877, ha stabilito che "La superiorità dell'uomo sulla donna è fondata su leggi troppo solide, né vi è virtù femminile che possa farlo

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crollare. Iddio così volle e le leggi di natura sanzionarono quel divino decreto."

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La donna, nemico dell'uomo casto e pio, che si lega al Diavolo, nemico di Dio. Donna, e Diavolo, ambedue congiurano contro Dio Padre e contro l'uomo.

Che poi ad una donna - nella realtà - non fregasse niente di tentare l'Aquino di turno, così come ora, nel 2015, "sortilegi e stregonerie" siano "tecnologia e progresso medico scientifico", questo non è mai stato argomento di discussione dei nostri immacolati fans del Dio Padre...

"La strega ha le chiavi di questo paradiso assurdo, al quale appartiene e ch'essa apre a chiunque voglia entrarvi. Le pomate, i decotti, gli infusi ch'essa prepara creano l'irreale; quell'irreale che, non essendo divino, è considerato demoniaco." "Satana conosce a perfezione la natura occulta delle erbe, delle piante, dei minerali e in qualche modo vi presiede come signore del mondo visibile: da lui la strega impara a scegliere le erbe adatte, a ricavare l'arcanum, a preparare filtri e pozioni, da lui talora riceve direttamente polveri e unguenti già elaborati."(dal libro "Le streghe" di Giuseppe Faggin, 1975)

"Accusate di essere creature del Demonio, le streghe erano depositarie della conoscenza e dell'uso di piante ricche di principi attivi; è probabile che conoscessero bene i veleni derivati da diverse piante. Era considerata strega anche la "medichessa" e, sebbene nel corso dei

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secoli la donna abbia avuto un ruolo ben preciso nelle medicina, soprattutto come ginecologa e levatrice, nel '500 fu addirittura estromessa dalla professione medica." (dal libro "Le piante medicinali" di Roberto Michele Suozzi, 1994)

(come, del resto, la donna fu anche estromessa dalla sfera religiosa. Nota di Lunaria)

Dal commento di Gabriele La Porta, direttore di Rai Notte, e preside della facoltà di Filosofia dell'Università Ludes di Lugano, in un'intervista rilasciata ad Antonella Ferrera:

"Nel mondo antico non abbiamo testimonianze di stregoneria ma, semmai, di donne sapienti. è un cascame, un cascame psichico che appartiene all'universo maschile post-cristiano, post-gnostico. Mi spiego meglio. Si tratta della proiezione: contenuti inconsci che appartengono all'uomo, che vengono proiettate sulle donne; contenuti oscuri della parte inconscia maschile che vengono proiettate sulle donne e accusate di quello che loro in realtà non hanno mai fatto né pensato, ma è il grumo nero, tenebroso, che l'uomo si porta dentro."

"Quanto nell'immagine della strega o anche della fata, che forse è l'altro volto della strega, gioca l'immagine che l'uomo inteso come maschio ha della donna e quanto invece gioca la vera natura della donna?"

"La vera natura della donna qui è quasi completamente

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esclusa se non l'elemento dell'immaginazione, della fantasia, della capacità di abbandono, la capacità di gioire, che è quella seduttiva se vogliamo anche un po' bugiarda, ma appartengono, attenzione, queste valenze, lo ripeto, esclusivamente all'interiorità. La strega, la fata, l'ondina, la sirena, sono figure mitiche dell'anima maschile.Anima, maschile; ovverossia della parte inconscia dell'uomo. Là dove è difficile penetrare. E invece di guardare queste figure e di osservarle dentro di sé, con una grande difficoltà e soprattutto con un grande lavoro di introspezione, le si proietta all'esterno, incolpando le altre di quello che in realtà è dentro di noi."

"Un inquisitore riuscì a far prima imprigionare e poi torturare e poi ardere viva una donna perché secondo lui l'aveva stregato. In che modo l'aveva stregato? Gli era apparsa in sogno. Cioè, l'inquisitore sogna, e sogna questa signora, questa signora aveva, nel sogno dell'inquisitore, atteggiamenti seduttivi, erotici, a suo dire, quindi lei l'aveva stregato, perché era riuscita ad apparirgli in sogno. Siamo di fronte ad una psicosi. La psicosi è una delle pochissime malattie psichiche senza ritorno, e appunto, si caratterizza nella proiezione assoluta, e non c'è nessuna possibilità di ritorno. La donna era colpevole. L'aveva indotto a fare dei pensieri erotici."

"Il maschio non riesce a superare un'antica paura, che è il mondo ctonio, il mondo sotterraneo, il mondo dell'ambiguità, il mondo imponderabile, indeterminato,

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appunto, che collima con la fantasia e l'immaginazione; poi l'uomo non riesce, è in sospetto, quando vede le donne, le donne da sempre, che hanno contatto con la natura, con il ciclo della natura, con la Luna, si terrorizza, è spaventato, e invece di capire la sua paura, e quindi di guardarla, preferisce condannare."

"Le streghe non ci sono. Ci sono donne sapienti. Questo, mette paura."

"Il puritanesimo [...] cercano la purezza. In realtà, finiscono per gettare addosso agli altri i propri contenuti, come ho detto prima, e condannare negli altri quello che invece alberga nel loro cuore e nella loro anima corrotta. Questo è il puritanesimo vero, un pericolo mortale che ci portiamo dietro tutt'ora; di puritanesimo ne è pieno il mondo, di elementi puritani, estremisti. Adesso si annidano nei fondamentalismi religiosi, esecrandi, malati di mente. Malati, non ho nessun problema nei confronti dei malati di mente, nei loro confronti sì, perchè sono degli oppressori."

E quanto è costata, alle donne, questa psicosi che affligge(va) i maschi cristiani?

8 milioni di donne torturatedi cui 2 milioni arse vive sul rogo.

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Da uno scritto di Francesco Piccolo

"La suggestione e l'empirismo trovano terreno nell'ignoranza, e la religione, sempre attenta alle esigenze dei potenti, favorisce l'affermarsi del mito demoniaco della stregoneria. Un legittimo sentimento di rivolta contro inique condizioni di vita si trasfigurava così in una disciplina tenebrosa, praticata da individui perduti che hanno venduto anima e corpo al Diavolo. La donna è la strega per eccellenza, il veicolo immondo della contaminazione fisica e morale" (Nota di Lunaria: non a caso la donna vera, terrena, è la Ianua Diaboli, la porta che permette l'entrata del Diavolo nel mondo. Maria, la non donna, la donna senza sessualità, è la Coeli Ianua, la porta del Paradiso)

"Anche questo aspetto della grande mistificazione ha una sua ragione logica, perché è proprio la donna a esprimere le insoddisfazioni più brucianti, a gridare l'orrore della sua antica oppressione, a cercare la liberazione nel delirio. è la denuncia irrazionale e confusa di una maledizione che ha molte matrici: fame, miseria, violenza, sudore, soprusi, sesso deluso, morte, fatica, impotenza, lacrime."

"La strega è il simbolo della rivolta sociale, e come tale minaccia l'ordine costituito. La strega è libertà, e se non fosse nata spontaneamente dagli incubi del popolo, i potenti avrebbero dovuto inventarla: è il pretesto ricorrente per soffocare ogni moto di ribellione. La stregoneria diventa un comodo pretesto per scatenare

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sanguinose persecuzioni religiose (la caccia ai valdesi, considerati un pericolo per il sistema) e per disfarsi di scomodi rivali (la condanna al rogo di Giovanna d'Arco). Per far confessare streghe e stregoni, i tribunali dell'Inquisizione escogitarono le torture più spaventose, tanto che la morte, quando finalmente giungeva, doveva essere una benedizione. E chi, con le carni martoriate dal fuoco, non avrebbe ammesso le colpe più incredibili? Le contrade avvamparono di roghi: da una parte si bruciavano i cadaveri degli appestati, dall'altra le streghe. La folle persecuzione assunse toni parossistici nel corso del '500 e del '600, secoli durante i quali assistiamo a veri massacri strumentalizzati."

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Tratto da "La magia del gatto" di David Greene

Anche se vi furono periodi della storia degli umani in cui i gatti furono adorati come Dei, vi sono state epoche in cui

essi furono torturati quali demoni o trucidati durante macabre ribellioni simboliche.

Nell'antico Egitto, il gatto che moriva veniva sepolto con grandi riti e solenne magnificenza. Del resto gli Egizi erano talvolta clementi di fronte all'assassionio di un

umano ma punivano con la morte l'uccisione o il semplice ferimento di un gatto.

Il gatto era sacro a Iside e poi a Bastet, figlia di Iside e sorella di Horus, il Dio Sole.

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La Dea simboleggiava il calore del sole che dà la vita, e venne rappresentata con la testa di gatto forse perché il

gatto ama esporsi ai raggi solari.

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Il gatto veniva adorato in grandi cerimonie anche perché con la dilatazione e la contrazione delle pupille i suoi occhi sembravano riprodurre il fenomeno della luna

crescente e calante.

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Ben diverso fu l'atteggiamento nell'Europa del XVI, XVII e XVIII secolo, epoche in cui i gatti vivevano sotto la

costante minaccia di esecuzione.

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Una ricerca storica condotta dal dottor James Serpell rivela che tra il 1560 e 1700 molte centinaia di innocenti, spesso donne anziane, venivano brutalmente messe a

morte solo a causa della loro amicizia con i gatti. Durante il processo alle streghe di St. Osyth nel marzo del 1582,

Ursula Kemp fu accusata di avere quattro demoni al proprio servizio: due gatti grigi e due gatti neri.

Per la plebe, i gatti rappresentavano sia la magia che la sessualità. (Nota di Lunaria: vedi nell'inglese, la parola "pussy" che significa sia "micina" che "organo genitale

femminile"; anche il coniglio era connesso alla sessualità, ed è rimasto nell'idea della "coniglietta", la giovane

donna vezzosa e civetta)

Nel XVIII alcuni garzoni di bottega francesi parteciparono

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a delle torture e al massacro di gatti innocenti, in un'atmosfera di sfrenata baldoria.

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