Riforma gelmini hegel
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Riforma Gelminie insegnamento della filosofia
Armando Girotti
Mirano ottobre 2010
I percorsi liceali forniscono allo studente gli strumenti strumenti culturali culturali e metodologici per una comprensione approfondita della realtà, affinché egli si ponga, con atteggiamento razionale, creativo, progettuale e criticocritico, di fronte alle situazioni, ai fenomeni e ai problemi, ed acquisisca conoscenze, abilità e competenze sia adeguate al proseguimento degli studi di ordine superiore e all'inserimento nella vita sociale, nel mondo del lavoro, sia coerenti con le capacità e le scelte personali.
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Presupponendo che “cultura” non sia sinonimo di “conoscenza”, ma sia un complesso vasto che viene a manifestarsi col proprio “comportamento”, allora se si vogliono “fornire allo studente degli strumenti culturali”strumenti culturali” occorre che la filosofia vada vista (non come materia di studio che produce conoscenza, ma) come strumento utile al “filosofare” non tanto per la loro riuscita scolastica, ma principalmente per un loro inserimento nel mondo che si troveranno a calpestare una volta gettati là dove
il possesso del filosofico è fonte di libertà di pensierolibertà di azione.
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Spesso il docente pretende che gli studenti “studinostudino” la filosofia
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Credo che la filosofia vada intesa come attività che problematizza argomentando in modo criticoArmando Girotti
Dialogico: preminenza della ricerca di una verità da scoprire più che di una verità da consegnare. Cultura intesa come ricerca
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Espositivo: primato del contenuto da trasmettere, così come la tradizione lo ha tramandato. L’uomo riceve valore dal sapere già confezionato
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Hegel osservava che se si vuol imparare a nuotare, non lo si può fare restando fuori dell’acqua a mimarne i movimenti: bisogna immergersi. Come si impara nuotare, nuotando, così si apprende la filosofia, facendola. E lo strumento è il testo!Armando Girotti
Nel Medioevo il testo era fondamentale, ma il metodo lo appiattiva in un “sapere” mandato a memoria.
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Oggi? Un labirinto nel quale ci si può perdere
Armando Girotti
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A meno che non si possegga il filo d’Arianna! Allora il testo può diventare una dimora per nuove possibilità di rilettura e altre interpretazioniArmando Girotti
Allora come rendere filosofico l’insegnamento della filosofia?
Spostando l’ottica dai contenuti al metodo-filosofico per cui non più pensare all’insegnamento della filosofia, ma ad un insegnamento filosofico della filosofia, ad un con-filosofare insieme al gruppo classe.
Una via proposta: Andando al di là dei sistemi, quelli che normalmente i
manuali espongono. Come? Cercando i modelli di razionalità che sottostanno ai
sistemi, cioè quelle griglie che ogni uomo possiede (i filosofi e noi) e che illuminano le singolari risposte ai vari problemi.
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sistemasistema è la revisione a ritrosoa ritrosodi un pensiero già compiutogià compiuto
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modello di razionalitàmodello di razionalità è è la luce che illumina il la luce che illumina il tragitto verso il sistema.tragitto verso il sistema.
Nel Profilo unico Hegel è posto come filosofo “obbligatorio”; ma come trattarlo?
Partendo dalle solite triadi esposte nei manuali? No! Cercando un suo scritto dal quale immediatamente si
evinca il modello di razionalità (ridotto troppo spesso a sistema) che poi accompagnerà il suo pensiero in ogni settore.
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Il boccio dispare nella fioritura, e si potrebbe dire che quello vien confutato da questa;similmente, all'apparire del frutto, il fiore vien dichiarato una falsa esistenza della pianta,e il frutto subentra al posto del fiore come sua verità.
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Tali forme non solo si distinguono; ma ciascuna di esse dilegua anche sotto la spinta dell'altra, perché esse sono reciprocamente incompatibili.
Ma in pari tempo la loro fluida natura ne fa momenti dell'unità organica, nella quale esse non solo non si respingono, ma sono anzi necessarie l'una non meno dell'altra; e questa eguale necessità costituisce ora la vita dell'intiero.
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La verità non sta nel parziale, nell'isolato, nell'individuale, ma nell'intero (ultime parole costituisce ora la vita dell'intiero), o meglio nello svolgimento di questo intero attraverso forme particolari (boccio, fiore, frutto) che non possono essere considerate isolatamente, ma devono essere viste nel tutto (nella pianta), come in una circolarità senza fine dove le singole manifestazioni temporali, i singoli oggetti che si susseguono hanno valore in quanto ognuno si rapporta a quello che lo precede e a quello che lo segue (la loro fluida natura ne fa momenti dell'unità organica); ogni singola realtà, presa isolatamente, è falsa esistenza della pianta, perché la realtà è l’intero.
l'apologo di Menenio Agrippa; secessione della l'apologo di Menenio Agrippa; secessione della plebe -Monte Sacro , 493 aC- (ogni classe sociale plebe -Monte Sacro , 493 aC- (ogni classe sociale ha valore nello Stato);ha valore nello Stato);
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Una volta, le membra dell’uomo, constatando che lo stomaco se ne stava ozioso [ad attendere cibo], ruppero con lui gli accordi e cospirarono tra loro, decidendo che le mani non portassero cibo alla bocca, né che, portatolo, la bocca lo accettasse, né che i denti lo confezionassero a dovere. Ma mentre intendevano domare lo stomaco, si indebolirono pure loro, e il corpo intero giunse a deperimento estremo. Di qui apparve che l’ufficio dello stomaco non è quello di un pigro, ma che, una volta accolti, distribuisce i cibi per tutte le membra. E quindi tornarono in amicizia con lui. Così senato e popolo, come fossero un unico corpo, con la discordia periscono, con la concordia rimangono in salute. SPQR
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la parabola di Cristo dei tralci e della vite
(l'unità sta nella Comunione Comunione ecclesiale);ecclesiale);
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il nostro io spirituale che è un tutto fatto di emozioni, passioni, tensioni, progettualità, memoria ecc. dove ogni fatto, ogni evento ci coinvolge totalmente, modificandoci continuamente.
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1. la verità:1. non sta nella singola parte presa a se stante, nel
fiore, nel frutto, nel boccio (nel nostro oggi), ma nel tutto, nella pianta (nella nostra vita che scorre);
2. la pianta unifica le relazioni tra le singole parti,3. lo sviluppo delle singole parti si realizza
inevitabilmente attraverso i contrasti (il boccio vien confutato dalla fioritura);
2. l'individuale:1. ha senso solo se viene rapportato al tutto;2. porta già in sé la funzione che realizza il tutto.
A me sembra che in questo brano di Hegel si possa cogliere un
modello di razionalità
che reggerà anche il pensiero successivo e quindi lo si possa far utilizzare agli studenti per rapportarlo ad altre questioni hegeliane.
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Proviamo con un esercizio problematizzante. Chiediamo: Di fronte a noi ora abbiamo i cittadini e lo Stato; le
domande da porre quali potrebbero essere? chi è l’intero e chi la parte? quale rapporto di dipendenza si instaura tra la
parte e il tutto? l’importanza sta nell’individuale, nel soggetto
singolo (il cittadino) oppure altrove? Rousseau sarebbe d’accordo? …… ……
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Ma potremmo applicare il passo anche alla funzione dei popoli nella storia (storia dei fatti, dei singoli filosofi e storia del pensiero):
dicevamo: l’importanza non sta nella singola parte presa a se stante, nel fiore, nel frutto, nel boccio, ma nel tutto, nella pianta;
la pianta unifica le relazioni tra le singole parti, lo sviluppo delle singole parti si realizza inevitabilmente
attraverso i contrasti (il boccio vien confutato dalla fioritura);Dunque:
1. Quale rapporto c’è tra i singoli fatti e la storia?2. Qual è il rapporto tra il pensiero del singolo filosofo e la
storia del pensiero? Ma anche potremmo applicarlo al rapporto che potrebbe
instaurarsi tra la lettura dei fatti (analisi storica) e motivi, pensieri che stanno dietro alla lettura (filosofia) e quindi analizzare i rapporti tra storia e storia della filosofia
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la vita dell'intero (ultima riga) avviene nella processualità (dispare, subentra, dilegua, fluida natura, vita dell'intero); il passo evidenzia la necessità delle singole parti, facendo emergere la loro correlazione con il tutto.
Questo intero non viene inteso come statica realizzazione finale, come punto di arrivo, ma come processo di un divenire che si realizza attraverso stazioni prefissate (come dirà in altra parte).
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La continua contraddizione è espressa dalla morte del boccio che dà vita al fiore, e dalla sua morte al frutto (c’è un continuo movimento, come nella nostra vita).
L’individuo è regolato da una spinta interna così rappresentabile: vita individuale (Tesi), oppure vita dell’oggi del
soggetto, morte del singolo (Antitesi), oppure passo al domani, vita del tutto (Sintesi), oppure vita complessiva del
soggetto.
Siamo entrati nella dialetticità del realeArmando Girotti 24
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Il vero è l'intero. Ma l'intero è soltanto l'essenza che si compie attraverso il suo sviluppo.
Bisogna dire dell'Assoluto che esso è essenzialmente risultato, che esso soltanto alla fine è ciò che è in verità;
proprio in questo consiste la sua natura, di essere realmente effettivo, soggetto o divenir-se-stesso.
Per quanto possa apparire contraddittorio che l'Assoluto sia da concepire essenzialmente come risultato, pure una piccola riflessione può venire a capo di questa apparente contraddizione.
È proprio la riflessione che fa sì che il vero sia il risultato, […] ritornato nella semplicità.
Bisogna dire dell'Assoluto che esso è essenzialmente risultato
Questo Assoluto soltanto alla fine sembra attuarsi interamente (il vero è l'intero) quasi fosse la realizzazione di un progetto che cerca di divenire-se-stesso
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“Mamma, da oggi in poi sarò un bravo bambino!”
Questo è solo il progetto che dovrà realizzarsi nel corso della vita-storia del bambino che solo alla fine potrà dire: “in verità alla fine sono ciò che volevo
essere”.
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Dunque tre momenti: (1) un progetto astrattoastratto,
(2) una vita concreta, (3) la riflessione sulla propria storia che evidenzia la
strada percorsa per giungere a ciò che si voleva raggiungere (il proprio progetto).
Astratto, concreto, riflessione
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Progetto perfetto
La perfezione si
materializza
Circolarità aperta ad un nuovo progetto
tesi
antitesi
sintesi
Il progettoIl progettoLa vita
La riflessione
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L'intero, dunque è un divenire, non una L'intero, dunque è un divenire, non una stasi e la sua anima è la contraddizionestasi e la sua anima è la contraddizione
vita del singolo,vita del singolo,morte del singolo,morte del singolo,vita del tutto che finalmente si è vita del tutto che finalmente si è
realizzatarealizzata
Senza il divenire non si realizza nulla.Senza il divenire non si realizza nulla.
Dialettica, intelletto, ragione
Si tratta del procedimento hegeliano chiamato dialettica (messa in evidenza precedentemente con l’ausilio della contraddizione) procedimento che non si ferma all'uso dell'intelletto, ma che utilizza la ragione, sola in grado di farci cogliere i nessi che unificano il tutto
l’intelletto isola le singolarità in tanti nuclei separati (ci inganna se ci si ferma alle sue separazioni); esso astrae l'universale e lo attesta come singolo (il tavolo, la sedia, la panca, l’oggi);
la ragione coglie la interdipendenza dei singoli oggetti, scoprendo che essi hanno senso solo se considerati nel loro insieme e non isolati nella loro particolarità.
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Se compiamo un itinerario nella mente di “Dio prima della creazione” scopriamo che là c’è già tutto (però come come progettoprogetto).
Questo progetto va realizzato. Come, se non estraniando da sé tutto ciò che aveva nella sua mente? Ecco la NaturaNatura.
In questa natura compare anche l’uomo il quale è capace di riflettereriflettere intorno a quanto è accaduto e a quanto sta accadendo e si accorge che questo viaggio era già stato era già stato scritto scritto come progetto ed ora si sta realizzando nelle singole forme del presente. A dove porterà questo viaggio?
Utilizziamo didatticamente un film: 2001 Odissea nello spazio.
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Siamo in una situazione pre-umana; le scimmie si contendono a brandelli il cibo e lottano per la sopravvivenza; un fatto strano accade: compare un monolito alto, liscio, che incute un certo timore;
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le scimmie che vi si avvicinano, e solo quelle che lo toccano, saranno destinate a trasformarsi in uomini
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saranno destinate(uno scimmione nell’utilizzare un osso di animale
comprende il rapporto di causa-effetto);
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saranno destinate
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questo monolito accompagnerà l'evoluzione del genere umano spingendo l'uomo al progressivo miglioramento delle capacità umane, tecnologiche, scientifiche, spirituali
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fino alla comparsa di chi lo soppianterà:
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il SUPERUOMO (scena finale: l’embrione nel
monolito)
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Il monolito potrebbe essere, alla luce del modello hegeliano, "il programma che regola l'evoluzione del genere umano", cioè l’l’Idea in Idea in sésé che ha bisogno della NaturaNatura, prima, e dell'uomo, poi, per manifestare tutta la sua potenza; ha bisogno della corporeità se vuole realizzarsi: senza il fuori di sé quel progetto non si realizzerebbe
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il monolito contiene già in sé il in sé il percorsopercorso, che però non è ancora compiuto, lo contiene solo come astrazioneastrazione (l'Idea in sé, la LogicaLogica “il Dio prima della creazione”, come la definisce Hegel);
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l’attuazione del percorso avverrà solo attraverso la NaturaNatura (l'Idea fuori di sé, Filosofia della Natura), senza la quale non ci sarebbe realizzazione, ma unicamente astrazione.
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Se nel diventar altro da sé c'è la concretizzazione (il momento negativo —antitesi— in cui si incarna l’astratta perfezionel’astratta perfezione —tesi—),
è solo grazie all'uomo che avviene la comprensionecomprensione della programmazione, l'Idea ritorna in sé la sintesi, quella che fa comprendere che esiste una razionalità a sottendere il tutto;
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la comprensione che esiste una razionalità che sottende il tutto;
Cioè:Ciò che è razionale Ciò che è razionale (visto nella
mente di Dio) èè diventato realereale, è diventato Natura.
Ma anche (visto nella mente del soggetto uomo) ciò che è reale ciò che è reale (Natura) manifesta la razionalità che c’è in lei, èè razionalerazionale.
Dunque c’è una circolarità tra reale e razionale.
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In questa razionalità l'uomo manifesta, comprende ed accetta di essere strumento nelle mani di un programma (scena finale del film morte dell’uomo e nascita del superuomo (embrione nel monolito);
una razionalità profonda governa lo sviluppo.
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La realtà allora è razionalità programmatarazionalità programmata importante non è il raggiungimento di un
punto statico finale, ma l'evoluzione continua del tutto;
non è l'Idea di Platone o l'universale astratto di Aristotele,
ma il panta rei di Eraclito
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I nostri testi di storia nei capitoli trattanti le guerre incominciano con un paragrafo che estrapola dai fatti le "cause della guerra";
in questo modo si cerca una spiegazione razionale che dia ragione della consequenzialità dei fatti
Le convinzioni di Hegel: 1. la storia è la manifestazione di un percorso
razionale e non un insieme caotico di eventi;2. ogni evento è rapportabile alla sua causa, in un
percorso concatenato manifestante, a chi sia in grado di coglierlo, una struttura sottostante;
3. nei fatti c’è un "perché", c’è una motivazione che li regola;
4. la realtà è mossa da una razionalità che aspetta solo di essere portata alla luce.Armando Girotti
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È la riflessione che eleva a risultato il vero La riflessione permette il riconoscimento di una razionalità insita
nella realtà. questo non è solo il metodoquesto non è solo il metodo che permette di leggere il reale (il
canone universale, quindi), ma anche la verità ultima ma anche la verità ultima (l'ontologia).
Per di più non è un discorso solo di metodo, ma anche di sistema: la ragione è il mezzo per riconoscere la la ragione è il mezzo per riconoscere la
verità ma è anche la verità:verità ma è anche la verità:la filosofia, come la la filosofia, come la nottola di Minerva, nottola di Minerva, giunge sul far della giunge sul far della sera a ricapitolare il sera a ricapitolare il reale in concetti che reale in concetti che spiegano il suo spiegano il suo svolgimento. svolgimento. Armando Girotti
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GRAZIE DELL’ATTENZIONE!
hora ruit
Armando Girotti