Riconoscimento del Merito e Certezza del...

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NUMERO 1 - GENNAIO 2018 - ANNO LXXI Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - Decreto Legge 24/12/2003 n. 353 (convertito in Legge 27/2/2004 n. 46) Art. 1, comma 1. Pubbl. inf. 45% DCB/Milano - euro 1,03 (abbonamento annuo euro 15,00). Riconoscimento del Merito e Certezza del Diritto Colonne portanti della società democratica

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NUMERO 1 - GENNAIO 2018 - ANNO LXXI

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Riconoscimento del Merito e Certezza del Diritto

Colonne portanti della società democratica

DI 1DIRIGENTI INDUSTRIA GENNAIO 2018

Romano AmbrogiPresidente ALDAI-Federmanager

DITORIALEe

Riconoscimento del merito e certezza del dirittoI pilastri fondamentali delle moderne società democratiche sono costituiti dal riconoscimento del merito e dalla certezza del diritto. Il riconoscimento del merito significa valorizzare il talento e l’impegno, premiando il risultato. Le società che valo-rizzano il merito creano contesti nei quali i lavoratori e i citta-dini esprimono il meglio di sé, motivati a realizzare le proprie aspettative professionali e di vita.Come descritto nell’articolo Dirigenti Industria di ottobre “Me-ritocrazia in Italia: una strada in salita”, il nostro debito meri-tocratico rispetto ai Paesi del Nord Europa è testimoniato da molteplici indicatori sulle pari opportunità, qualità del sistema educativo, attrattività per i talenti, regole (chiare), trasparen-za, mobilità e libertà. Il tempo passa e il “debito meritocratico” dell’Italia aumenta, più o meno come il nostro debito pubbli-co, “zavorrando” le nostre capacità di competere, perché dimi-nuisce la coscienza sociale del valore del merito e le priorità del Paese sono recitate a mo’ di “baruffe chiozzotte” piuttosto che declinate verso l’obiettivo della crescita.Il ruolo della politica non può essere ridotto alla ridistribuzione di ricchezza alla “Robin Hood”. Ai fini elettorali ci viene ripro-posto lo scenario della contea di Nottingham, ma la demo-crazia impone la responsabilità solidale di creare un contesto “fertile” per la creazione di valore. Solo creando nuovo valore e ricchezza è possibile una solidale redistribuzione, altrimenti si rischia l’impoverimento collettivo e il default del Paese. Il rico-noscimento del merito di un sistema Paese è il primo fattore di valutazione delle persone che cercano migliori opportunità di vita. Sono deludenti i risultati delle leggi per incentivare con la detassazione il rientro in Italia di giovani talenti perché molti hanno sperimentato e temono la mancanza di meritocrazia e perché la sola detassazione (che tra l’altro non copre le diffe-renze retributive) non si accompagna a misure incisive sugli sviluppi di carriera.È quindi necessario che la classe dirigente agisca in fretta con misure straordinarie, altrimenti l’Italia finirà per precludere ad intere generazioni un futuro, relegando il Paese ai margini di

una competizione internazionale sempre più basata sull’inno-vazione, la generazione di idee, la valorizzazione dei principi di libertà e rispetto delle regole.Ecco appunto, “la certezza del diritto” è l’altro fattore determi-nante per alimentare la fiducia nelle prospettive del Paese. Un principio fondamentale che attrae risorse finanziarie e Capita-le Umano (anche italiano) verso altri Paesi. Certezza del diritto vuol dire stabilità delle regole, perché non è accettabile cam-biare le regole nell’intervallo della partita; ma non solo, perché certezza del diritto vuol dire anche semplicità, trasparenza e buon senso nel quale le persone si riconoscono. La democra-zia inglese con 3mila leggi rispetto l’italiana con 157mila offre maggiori garanzie di certezza del diritto, perché all’aumentare delle regole prevale la discrezionalità interpretativa. Ne abbia-mo dimostrazione dalle sentenze della Corte Costituzionale che a soli due anni di distanza hanno avuto esiti opposti. Se non obnubilato dall’ideologia, a nessuno può sfuggire quanto la fiducia della popolazione possa essere minata da tali “incer-tezze”.Le persone e le aziende preferiscono Paesi con principi chiari e condivisi democraticamente. Iniziamo il 2018 premiando co-loro che si impegnano a riconoscere il merito e a garantire la certezza del diritto. ■

DI 3DIRIGENTI INDUSTRIA GENNAIO 2018

ommarioSNUMERO 1 - GENNAIO 2018 - ANNO LXXI

EDITORIALE 1 Riconoscimento del merito e certezza del diritto Romano Ambrogi

FOCUS 4 Silver Economy Franco Del Vecchio

6 Quale futuro per le pensioni dei dirigenti? Francesco Romano

8 Una strategia di contrasto ai continui attacchi alle pensioni Mino Schianchi

MANAGEMENT10 • Premio Merito e Talento 2018 • Intervista a Monica Menghini Paola Poli

12 Premiati a Milano i “manager lombardi del futuro” Ezio Costa

14 Il futuro prossimo dell'Intelligenza Artificiale Emilio Locatelli

16 Io negozio. Quindi vinco. Anzi, vinciamo tutti! Alessandra Colonna

NOTIZIE DAL CONSIGLIO DIRETTIVO18 Rinnovo quota associativa 2018

SERVIZI AGLI ASSOCIATI20 Più di 50mila lettori Dirigenti Industria A cura del Comitato di Redazione Dirigenti Industria

NOTIZIE CIDA22 Presidenza della Regione Lombardia Antonio Lucaroni

ECONOMIA24 EUSALP La Macro Regione Alpina Stefano Bruno Galli

FORMAZIONE26 Più di 10 milioni di euro per la crescita manageriale Silvia Romagnoli

27 Bando Borsa di Studio 2018 "Ing. Giacomo Bonaiuti"

LAVORO30 Giovani e social network: opportunità e rischi Mario Giambone

ASSISTENZA SANITARIA32 Non sempre e solo cattive notizie Sergio De Masi

FOCUS

Merito e certezza del diritto

VITA ASSOCIATIVA33 Partecipazione associativa dei dirigenti industriali ALDAI Luciano De Stefani

34 Outplacement verso il sociale Francesco Dindo Giovanni Carnaghi

36 Le persone vere protagoniste della Rivoluzione 4.0 a cura di Federmanager Bergamo

VITA ASSOCIATIVA - ENERGIA ECOLOGIA

38 Il miraggio della mobilità sostenibile (verso la SEN) Vincenzo Morelli Baldassarre Zaffiro

CULTURA E TEMPO LIBERO40 Quando la razionalità lascia spazio alle emozioni Gabriella Canuti

42 Dalla religiosità alla religione istituzionalizzata Paolo Branca

44 Il Purgatorio Adriana Pasca

45 Jazz fusion Giuliano Ceradelli

46 I libri del mese • La modella e il professore • Nostalgia milanese

DI4 DIRIGENTI INDUSTRIA GENNAIO 2018

pensionati non sono più lo stereo-tipo di un tempo: i vecchi a carico

dei figli in panchina a leggere il giornale. Il miglioramento e l’allungamento della vita ha creato le condizioni per un ruo-lo attivo delle persone che, completato l’impegno nel lavoro, hanno i capelli co-lor argento, dal quale prende nome la Silver Economy.I Seniores sono sempre più una risorsa attiva per il Paese, dedicati a sostenere i figli e accudire i nipoti, offrire solidarietà e contribuire alle tasse, ben 60 miliardi solo di Irpef, cioè più di un terzo di tut-to il gettito, finendo per essere anche il bancomat per i governi che preferisco-no tartassare i pensionati piuttosto che far emergere gli evasori.Silver Economy indica il giro di affari del-la popolazione oltre i 60 anni di età che

muove circa 122 miliardi di euro secon-do il Centro Studi e Ricerche "Itinerari Previdenziali", che considera l’invecchia-mento come una risorsa importante per il Paese. Già oggi un italiano su quattro ha oltre 65 anni e si stima che nel 2050 si possa arrivare a uno su tre. Gli over 60 erano circa 17 milioni di consuma-tori potenziali alla fine del 2016, che potrebbero superare i 23 milioni entro la fine del 2040. È evidente che la Silver Economy sia destinata ad assumere una rilevanza sempre maggiore nel quadro sociale, economico e politico nel Paese e nel mondo.Secondo il Centro Studi e Ricerche "Iti-nerari Previdenziali" il valore aggiunto prodotto dalla Silver Economy è valu-tato nel 2014, in almeno 43,4 miliardi di euro, stimando la quota di mercato rife-rita agli over 60 nei settori economici ri-entranti nella Silver Economy. Si tratta di una stima prudenziale, dalla quale sono

esclusi settori di rilievo come le attività finanziarie e assicurative. Considerando invece anche questi comparti, il valore aggiunto calcolato dal Centro Studi e Ricerche "Itinerari Previdenziali" supera appunto i 122 miliardi. Il settore più in-teressato in termini di valore aggiunto, data l’età di questa fascia di popolazio-ne, è la sanità e l’assistenza sociale, se-guito da trasporti, viaggi, svago, cultura e tempo libero.Edoardo Zaccardi, dell’area lavoro e wel-fare del Centro Studi e Ricerche "Itinerari Previdenziali" considera che: “È interes-sante notare come gli anziani presentino nel complesso consumi culturali come te-atro, musei e concerti simili o di poco infe-riori alle altre fasce di popolazione, mentre gli over 65 rappresentano il 15-16% dei va-canzieri. Un segno evidente di come vada modificata l’immagine stereotipata degli anziani e dei loro consumi”.Merita poi considerare che il reddito me-

Silver Economy

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OCUS - MERITO E CERTEZZA DEL DIRITTO

Franco Del Vecchio Segretario CIDA [email protected]

È l’economia degli over 60 che pesa 123 miliardi di euro, con un impatto sul Pil del 40% ed oltre un milione di posti di lavoro.

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dio annuo nelle famiglie con due anziani è dell’8,4% superiore ai nuclei privi di ul-trasessantenni, anche grazie al frequen-te possesso di abitazioni di proprietà. Il fenomeno dell’invecchiamento del-la popolazione comune in tutti i Paesi dell’Unione Europea, e ancora più evi-dente in Italia, delinea un nuovo assetto sociale, caratterizzato dal ruolo sempre più rilevante degli anziani: una rivolu-zione culturale, con la quale tutti i set-tori della società civile, compresi quelli finanziari e politici, sono destinati a con-frontarsi.L’Istat stima che nei prossimi 20 anni la quota di over 65 supererà il 29%, con un aumento di quasi 8 punti percentuali rispetto al 2016, e quella degli over 85 sarà oltre il 5%. Inoltre, negli ultimi dieci anni, è decisamente aumentata la quota della popolazione italiana over 75 con problemi di salute.La novità nel nostro Paese è il cambio di paradigma nel giudizio sul fenome-no. L’invecchiamento della popolazio-ne non è più visto come un costo per la collettività, ma come una risorsa e questo grazie alla diffusione della Sil-ver Economy, definita come l’insieme di servizi e di prodotti destinati alla platea degli over 60.Il concetto va oltre quello di White Eco-nomy, che comprende soltanto servizi sanitari e sociali, residenziali e non re-sidenziali, i servizi resi al loro domicilio delle persone anziane, perché la Silver Economy non si rivolge solo agli anziani fragili o con problemi di autonomia, ma riguarda anche la platea dei cosiddetti “giovani anziani”, nonché quella degli addetti alla cura.Fra i mercati chiave per lo sviluppo della Silver Economy possono essere consi-derati, oltre a quelli più evidenti, come i servizi sanitari e sociali, anche: l’edilizia per le ristrutturazioni delle abitazioni, la tecnologia per lo sviluppo di soluzio-ni per la domotica e la teleassistenza, il benessere, il turismo, la cultura, la sicu-rezza, i prodotti per il credito e finanziari.Sono evidenti le potenzialità economi-che e sociali generate dall’invecchia-mento con ricadute nello sviluppo occu-pazionale. Merrill Linch nel 2014 stimava che la Silver Economy valesse 7mila mi-liardi di dollari l’anno, cioè al terzo posto fra le economie mondiali, e potrebbe raggiungere 15mila miliardi nel 2020. In Francia, nel medesimo periodo, si

stimano circa 130 milioni di euro di at-tività generate dalla Silver Economy, con creazione di 350mila nuovi posti di lavo-ro. L’Italia considerata come terzo Paese al mondo dove vivere, potrebbe diven-tare il “Paradiso dei Silver”, se fossimo in grado di sviluppare insieme ai servizi turistici e sanitari anche una tassazione e un costo della vita sostenibili e com-petitivi.Lo sviluppo della Silver Economy favori-sce il progresso ottimizzando il sistema di assistenza per la perdita di autono-mia, rinforzando la prevenzione e dedi-cando alle persone anziane una parte ri-levante nella nostra società. Immaginare un quadro di riferimento favorevole alla Silver Economy significa creare migliori condizioni per le generazioni che ver-ranno. L'obiettivo è dare vita a una vera e propria filiera al servizio dei “Silver” che agisca da leva per lo sviluppo di un’indu-stria innovativa che generi valore sociale dalla combinazione delle politiche pub-bliche nazionali e regionali con il siste-ma delle imprese specializzate. L’attualità della Silver Economy è testi-moniata dall’attenzione del settore fi-

nanziario, che ha visto la nascita di Fondi comuni specifici che hanno mostrato andamenti soddisfacenti nell’ultimo quinquennio. Merita di essere citata la creazione in Francia del Fondo SISA (Ser-vizi Innovativi per gli attori della Sanità e dell’Autonomia), dedicato al sostegno delle Pmi innovative nel campo delle soluzioni per la prevenzione, l’autono-mia delle persone anziane e l’assistenza a domicilio, allo scopo di sostenerne lo sviluppo in Francia e in Europa. I tempi sono dunque ormai maturi per promuo-vere iniziative analoghe anche nel no-stro Paese. La Silver Economy apre orizzonti con no-tevoli opportunità di sviluppo, economi-co e sociale, che dovrebbero far riflettere la Politica sulla creazione di valore per il Paese, piuttosto che continuare nell’os-sessione del blocco della perequazione ed altre iniziative e “slogan” elettorali che finiscono per mettere le mani nelle tasche dei soliti lavoratori pensionati.Sul valore della dirigenza per il Paese (Junior e Senior, privata e pubblica) stia-mo organizzando un evento “da non per-dere” a Milano in primavera. ■

IL RUOLO DEGLI ANZIANILe priorità per oltre 15mila dirigenti pensionati che hanno risposto all'indagine Federmanager a novembre 2017.Domanda: "Quali sono i ruoli più importanti rivestiti, anche in termini di supporto, dalla fascia della popolazione anziana nella società?" 1° SUPPORTO AI FIGLI 2° SOSTEGNO AI GIOVANI 3° AIUTO AI NIPOTI 4° VOLONTARIATO 5° CONTRIBUTO ALLA FAMIGLIA 6° TRASFERIMENTO DI ESPERIENZA E FORMAZIONE 7° INTERVENTO IN SITUAZIONI DI CRISI 8° SOSTEGNO ALLA DISOCCUPAZIONE 9° IMPEGNO SOCIALE10° ASSISTENZA E SOLIDARIETÀ AGLI ANZIANI

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l’interrogativo cui ha inteso dare risposta, almeno per l’immedia-

to, l’Assemblea nazionale dei pensionati, iscritti a Federmanager, riunita a Milano il 15 dicembre 2017.

Partendo dall’indagine conoscitiva svol-ta fra gli associati, il Presidente Federma-nager, Stefano Cuzzilla, ha esposto una  panoramica delle iniziative e attività svolte dalla Federazione per contribui-re alle scelte imprenditoriali e politiche volte allo sviluppo economico e sociale del Paese; in particolare, ad ampliare l’occupazione dei dirigenti nelle azien-de, essendo il lavoro, l’incremento della produzione e lo sviluppo economico e sociale, condizioni essenziali e primarie per dare certezza e stabilità anche ai fini pensionistici.

L'indagine realizzata con oltre 16mila manager pensionati ha evidenziato che

oltre il 71% sostiene coniuge, figli e ni-poti rappresentando il nuovo welfare familiare. È emersa la percezione di un profondo senso di ingiustizia della sen-tenza della Consulta ritenuta "Irragione-vole e Politica" e il 91% dei rispondenti si ritiene non soddisfatto del sistema di giustizia, riferendosi non solo alla recen-te sentenza, ma anche più in generale alla mancanza di equità fiscale, all'insuf-ficiente lotta all'evasione, all'assenza di riconoscimento del merito.Nel concludere il Presidente Cuzzilla ha sottolineato che "Chi è leader lo resta per sempre. La vera leadership non va in pensione".La relazione introduttiva del Presidente unitamente a quella del Presidente Na-zionale dei Gruppi Pensionati Federma-nager, Mino Schianchi "Una strategia di contrasto ai continui attacchi alle pensioni", e del Direttore Federmana-ger Mario Cardoni hanno offerto al di-battito le riflessioni sul valore per il Pae-se del riconoscimento del merito e della certezza del diritto.

I relatori si sono soffermati sui numerosi problemi con i quali si stanno confron-tando i pensionati: la vertenza sulla sospensione della pe-

requazione per il biennio 2012-2013, e la mancata applicazione della senten-za costituzionale n. 70/2015, conclusa-si con la sconcertante sentenza della stessa Corte Costituzionale n. 250 del 25 ottobre 2017 che ha respinto i ricor-si presentati e non ha riconosciuto la perdita dall’ammontare complessivo dei redditi pensionistici pari a oltre 21 miliardi di euro; la valutazione sul proseguire la verten-

za per sostenere il principio della cer-tezza del diritto.

L’esito della vertenza giudiziaria, hanno detto i relatori, è solo il più recente capi-tolo di una lunga storia di diritti negati e di provvedimenti, attuati da tutti i go-verni, che si sono succeduti negli anni e che, in maniere surrettizia, hanno attua-to una politica depressiva delle pensio-ni. Tra i provvedimenti più pesanti:

Quale futuro per le pensioni dei dirigenti?

èFrancesco Romano Componente del Comitato Pensionati ALDAI-Federmanager – [email protected]

OCUS - MERITO E CERTEZZA DEL DIRITTO

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i contributi di solidarietà, vere e pro-prie imposte aggiuntive a quelle ordi-narie, che gravano sui manager pen-sionati;  le ripetute modifiche penalizzanti e le

sospensioni della perequazione; i tentativi di stravolgere principi fon-

damentali della Costituzione in ma-teria di previdenza, con il fine, abba-stanza scoperto, di superare i vincoli posti dall’attuale art. 38 della Costi-tuzione e trasformare il sistema pen-sionistico in sistema prevalentemente assistenziale.

Facciamoci sentireAlberto Pilotto di Federmanager Vi-cenza ha apprezzato l'affermazione del presidente Cuzzilla "Una partita che va giocata in  attacco, nell'interesse di  tutta la categoria".  Non sono accettabili pro-poste che minano le fondamenta dello stato civile e come diceva il Presidente Pertini dobbiamo rispondere in maniera altrettanto evidente: "A brigante, brigan-te e mezzo". 

Antonio Sartorio di Federmanager To-rino ha ricordato lo  sconcerto  per l'e-sito della sentenza della Consulta, che ha deciso in pochi minuti rinunciando, sembrerebbe, alle sue prerogative per piegarsi alla politica. Dobbiamo reagire con l'ottimismo della ragione per lottare in modo determinato e incisivo. I nume-ri che rappresentiamo sono importanti e assieme alle forze che riconoscono il valore del merito e la certezza del diritto possiamo riportare il Paese nella direzio-ne della coesione e della legalità.

Nell'intervento di chi scrive è stata ri-chiamata la necessità di azioni concrete. È stato ricordato che il Comitato AL-DAI-Federmanager si espresse, due anni fa, all'unanimità a favore di ricorsi collet-tivi anche a livello europeo, attivato con altri colleghi. Non si tratta solo di aspetti economici, perché ben più importante è assicurare, per il bene del Paese e delle nuove generazioni, la certezza del dirit-to, che non può essere soppresso per rimediare alla cattiva gestione che favo-risce il sommerso.

Numerosi gli interventi di altri col-leghi che trovano maggiore spazio nell’edizione digitale della rivista www.dirigentisenior.it

"Ho ascoltato commenti e proposte serie e lungimiranti" ha dichiarato il Presiden-te CIDA Giorgio Ambrogioni. "Su que-sto desidero impegnare la confederazio-ne affinché le legittime aspettative della dirigenza siano portate alla massima at-tenzione e tutelate". "Come CIDA  stiamo già lavorando per creare un grande movimento d'opinione trasversale che coinvolga tutto il mondo delle alte professionalità.  Stiamo orga-nizzando un grande assise a Milano in primavera per un confronto con il nuovo Governo sui temi fondamentali:1. affermare che la seniority non è un

costo sociale ma un'opportunità di sviluppo economico e produttivo, per il ruolo che i Seniores possono svol-gere in termini di solidarietà e contri-buto sociale;

2. denunciare falsità ed omissioni che vanno contestate con forza; per tute-lare le aspettative di chi lavora;

3. generare valore da un modello di re-lazioni intergenerazionali nel sociale e nel mondo produttivo;

4. impegnare la categoria per mettere le competenze e professionalità dei ma-nager in attività e in pensione al servi-zio di un progetto condiviso di crescita economica e sociale del sistema Paese;

5. ... ed altri temi cruciali per ridare fidu-cia ai giovani e a tutti i lavoratori ai quali l'Italia deve consentire prospet-tive di realizzazione e sviluppo.

Dobbiamo metterci a capo di un gran-de movimento d'opinione per deter-minare nuovi equilibri della politica per il futuro del Paese".

L’assemblea ha fatto propri i contributi emersi dal dibattitoL’Assemblea ha ribadito agli organi Feder-manager di mettere in campo iniziative idonee a raggiungere concreti risultati:

contrastare i continui provvedimenti contro i pensionati; smentire le false notizie utilizzate

come supporto alle misure restrittive a danno dei pensionati; sollecitare la politica perché metta al

primo posto la lotta alle frodi contribu-tive e fiscali, alla corruzione pubblica e privata, che sono le vere cause delle disuguaglianze sociali; avviare una campagna di proselitismo

con iniziative di comunicazione e di or-ganizzazione; ricercare alleanze con organizzazioni

e associazioni aventi analoghe aspi-razioni sociali al fine di disporre di un fronte comune di opposizione agli at-tacchi rivolti contro i pensionati.

L’Assemblea ha impegnato gli organi Fe-derali a mettere in campo tutte le possi-bili iniziative politiche e sindacali al fine di conseguire i seguenti obiettivi: 1. la separazione tra assistenza e previ-

denza, anche per fare chiarezza, sia a livello nazionale sia internazionale, sulla effettiva sostenibilità del siste-ma pensionistico; 

2. la riforma fiscale, tale da non penaliz-zare ulteriormente la classe media;

3. la riforma del sistema perequativo, ripor-tandolo almeno alla Legge n. 388/2000; 

4. la valorizzazione della previdenza complementare per allinearci ai Paesi europei; 

5. un nuovo paniere Istat ai fini della indicizzazione delle pensioni per ri-spondere alle esigenze di spesa delle persone anziane.

L’Assemblea ha espresso in modo unita-rio l'esigenza di un cambio di passo nel-le relazioni istituzionali e nella valoriz-zazione della managerialità per il Paese, riconoscendone il merito e assicurando la certezza del diritto come pilastro fon-damentale del sistema democratico.  ■

OCUS - MERITO E CERTEZZA DEL DIRITTO

Stefano Cuzzilla. Giorgio Ambrogioni.

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on la Sentenza annunciata nel co-municato stampa del 25 ottobre

e 1º dicembre 2017 la Corte Costituzionale ha ritenuto che «la nuova e temporanea disciplina prevista dal decreto-legge n. 65 del 2015 realizzi un bilanciamento non ir-ragionevole tra i diritti dei pensionati e le esigenze della finanza pubblica». La disci-plina prevista dal decreto-legge n. 65 del 2015 non è nuova, in quanto ripete i criteri peggiorativi della legge n. 147/2013. Non è temporanea, in quanto gli effetti di questo blocco continueranno per tutta la vita residua dei pensionati colpiti e dei loro eventuali superstiti. È irragionevole in quanto non tiene in nessun conto la riduzione del potere d’ac-quisto delle pensioni subita negli anni per gli effetti sottrattivi delle precedenti so-spensioni.Appare paradossale che siano state legit-timate norme che hanno disatteso la pre-cedente Sentenza n. 70/2015. In questa sentenza i magistrati hanno subordinato la giustizia ai vincoli di bilancio, cioè ai vin-coli previsti dall’art. 81 della Costituzione. I diritti fondamentali dei cittadini han-no ceduto il passo alla ragion di Stato. La Corte Costituzionale ha ritenuto legitti-mo che “il legislatore abbia destinato le li-mitate risorse finanziarie disponibili, in via prioritaria, ai pensionati con i trattamenti pensionistici più bassi, limitando il bloc-co a quelli medio-alti (che hanno margini di resistenza maggiori contro gli effetti dell’inflazione)”. Questa decisione ha penalizzato i lavo-ratori che, impegnandosi, hanno avuto successo ed hanno pagato ingenti somme di imposte e contributi; è una decisione ancora più iniqua se si considera che tra i pensionati poveri, che incassano la rivalu-tazione dell'assegno, ci sono anche quelli

che hanno lavorato poco, magari in nero, o che hanno evaso le tasse e i contributi. I pensionati penalizzati dal decreto 65/2015, sono in gran parte gli stessi già colpiti nel 2008, e poi nel 2012 e 2013 (con indicizzazione azzerata), e nuova-mente dalla indicizzazione in misura solo del 40-45% nel 2014, 2015, 2016, 2017, 2018 (otto anni nell’arco di undici anni). La perdita dovuta alla mancata perequa-zione 2012-2013 a fine 2016 aveva già rag-giunto: per pensione di 2.500 euro lordi: 7.389 euro per pensione di 6.800 euro lordi: 19.064 euroLa perequazione costituisce una compo-nente importante del trattamento pensio-nistico.Il blocco totale o parziale dell’adeguamen-to Istat per le pensioni medio-alte è un rile-vante fattore di impoverimento nel tempo dei pensionati interessati. Se continuasse l’attuale meccanismo una pensione di euro 4.800 lordi mensili, in presenza di una inflazione annua del 2,5% e con una perequazione dello 0,45%, nell’ar-co di 15 anni avrebbe una perdita cu-mulata di euro 117.400.Così facendo, la Corte Costituzionale per-de credibilità nei confronti dei cittadini: perché insegue l’input politico, sconfes-

sando sé stessa; perché rinuncia al suo ruolo istituzionale

di controllo sulla correttezza e coeren-za del divenire legislativo in rapporto ai principi costituzionali;

perché interviene ex post a “coprire e giustificare” ogni disinvoltura dei legisla-tori;

perché potrebbe far presumere che i giudici “leggano” la Costituzione con gli occhiali della loro “parte” politica o con-venienza partitica.

L’Inps aveva calcolato che una bocciatu-ra del bonus Poletti sarebbe costata 25-

Una strategia di contrasto ai continui attacchi alle pensioniMino Schianchi Presidente Comitato Nazionale di Coordinamento dei Gruppi Pensionati e Consigliere ALDAI-Federmanager

L’incontro Federmanager tenutosi con gli associati a Milano lo scorso 15 dicembre ha permesso di condividere l’impegno per contrastare lo stravolgimento dei principi costituzionali in materia previdenziale, anche attraverso il sostegno ai programmi elettorali che garantiscono la certezza del diritto e il riconoscimento del merito.c 30 miliardi. Questa cifra è stata brandita

come un’arma di ricatto nei confronti di chi doveva decidere. Il fatto che i 25-30 miliardi siano stati prelevati a 6 milioni di pensionati non ha sollevato scandalo né  problemi di coscienza da parte della pubblica opinione. Questa insensibilità desta inquietudine perché crea le condi-zioni per misure sempre più penalizzanti a danno di un numero sia pur minoritario di cittadini. Assistiamo allo scandalo di una legislazione previdenziale che è diventata strumento improprio della politica dei redditi, della ridistribuzione delle risorse, quindi dello stesso assetto socio-econo-mico del Paese.Interventi recenti in materia previdenziale al di là del nome loro attribuito (de-indi-cizzazioni, contributi di solidarietà, ecc.), in quanto coercitivi e collegati esclusivamen-te alla pubblica spesa (vincoli di bilancio, riduzione della spesa previdenziale, ecc.); avrebbero dovuto rispettare il principio dell’universalità del prelievo, non limitarlo ai soli pensionati. Non è tollerabile che lo Stato, per tentare di correggere i propri “errori” di bilancio, si rivalga sui redditi dei pensionati, anche a costo di stravolgere i princìpi fondanti della nostra civiltà giuridica: la certezza del diritto e il legittimo affidamento nelle leggi dello Stato. È ben vero che i Gover-ni, nel tutelare i diritti sociali, non possono prescindere dalle particolari condizioni economiche in cui vive il Paese in un de-terminato momento storico, ma non si può accettare che alle sottrazioni di red-dito siano assoggettati sempre gli stessi cittadini, i più tartassati anche fiscalmente.Nel 2015 i pensionati hanno pagato 58,581 miliardi di Irpef (il 35% del totale Italia) e il 10,2% di questi pensionati (sono quelli che percepiscono da 2.700 euro lor-di mensili in su) hanno pagato il 46,8% di tutta l'Irpef sulle pensioni. Noi non pos-siamo continuare ad essere considerati il

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capro espiatorio delle tante insufficienze e difficoltà della gestione della cosa pubbli-ca. Per coprire i buchi di bilancio lo Stato dovrebbe invece evitare gli sprechi e le re-galie e combattere la corruzione politica, l’evasione, le ruberie, le tangenti, i privilegi ingiustificati, gli illeciti arricchimenti, la il-legalità diffusa, ecc. Abbiamo il diritto e il dovere di reagire alla sconfitta.Molti colleghi pensionati sono sfiduciati e delusi dalle continue battaglie giudizia-rie perdute nonostante il notevole sforzo sostenuto dalle nostre Organizzazioni per difenderci sia nelle sedi delle decisioni politiche che dinanzi alle magistrature. Le nostre Organizzazioni hanno patrocinato diecine di ricorsi, ma purtroppo abbiamo perduto. E non perché le nostre ragioni non erano valide, ma perché il contesto ambientale influenza fortemente le scelte politiche e, per molti versi, anche le de-cisioni dei giudici. Dobbiamo partire dal convincimento che la vera battaglia non può essere condotta a valle, nelle aule giudiziarie, dove si è visto, siamo perdenti. Oramai i Governi fanno leva sul nuovo re-strittivo Art. 81 della Costituzione relativo ai vincoli di bilancio. Dopo avere esaminato le motivazioni di questa sentenza spetterà alle nostre Rap-presentanze valutare l’opportunità di dare seguito ad ulteriori azioni, se utili e possi-bili. Guardiamo al futuro. Non dobbiamo illuderci che dopo la sentenza del 25 ot-tobre 2017 diminuisca il furore di quanti, tra mezzi di comunicazione, accademici e politici, hanno scelto le pensioni come ter-reno di scontro sociale. Le pensioni medio-alte, anche quelle appena dignitose, continuano a rappre-sentare l’obiettivo di attacchi più o meno concertati di forze politiche, movimenti antisistema, gruppi sociali, media, tutti ben individuati, nelle loro logiche e stra-tegie. Per ottenere il consenso delle cate-gorie sociali più numerose, i programmi elettorali sono infarciti dalla promessa di nuovi attacchi alle pensioni medio-alte, senza nessuna distinzione fra chi il suo as-segno se lo è conquistato legittimamente con contributi e imposte pagate e chi, in-vece, se l’è costruito con furbizie e raggiri.È evidente che, in vista delle elezioni, la questione “pensioni d’oro” sarà uno dei cavalli di battaglia di diversi schie-ramenti per raccogliere i voti delle fazioni sociali più demagogiche e dei pensionati con redditi al di sotto di 1.000 euro lor-di. I pensionati sotto questa soglia sono 6.274.853, le pensioni inferiori a 1.000 euro sono 14.753.432.In questi continui attacchi, che i media poi amplificano: viene enfatizzato e strumentalizzato il

conflitto intergenerazionale;

viene messa in dubbio la sostenibilità del sistema previdenziale, evidenzian-do scenari apocalittici delle pensioni nel 2050;

vengono prospettate nuove forme as-sistenziali le cui risorse si vorrebbero trovare non nella fiscalità generale, ma nelle pensioni in erogazione.

La sostenibilità del sistema pensioni-stico non si risolve spostando risorse da pensioni medio-alte a pensioni assi-stenziali. Sono strumentalizzazioni utiliz-zate anche per riformare le pensioni non più come diritto legato a lavoro, merito e contribuzioni, ma come semplice assisten-za, nel quadro della cosiddetta equità fra generazioni. Un vero inganno. Noi non dobbiamo permettere che la questione previdenziale tracci un solco tra le ge-nerazioni.Da molti nostri associati ci viene richiesto di fare chiarezza sulla marea dilagante di bugie che vengono diffuse sui pensionati e sui loro trattamenti. È innegabile lo sfor-zo che le nostre Rappresentanze hanno compiuto e compiono per arginarla. Ma occorre fare di più. A fronte di questa de-riva demagogica, credo ci spetti difendere la nostra dignità di uomini e di lavoratori in pensione. Le nostre pensioni non sono solo un calcolo attuariale, non sono solo la storia di tanti contributi versati e di ingenti imposte pagate, ma sono anche storia del-le aziende per le quali abbiamo lavorato, producendo onestamente beni e servizi a vantaggio dello sviluppo economico del Paese.In questo rinnovato sforzo di chiarificazio-ne e di trasparenza noi pensionati dob-biamo sentirci tutti impegnati a sostene-re le iniziative di contrasto che le nostre Organizzazioni vorranno programmare. Non possiamo giocare solo in difesa. È giunto il momento di mettere in campo attività e azioni in grado di smontare le di-sinformazioni e i dati ingannevoli. Perché è su di essi che poi, con il tacito sostegno di una pubblica opinione male informa-ta e male orientata, vengono costruiti i provvedimenti e le proposte con cui sono continuamente colpite le nostre pensioni. Pensiamo al modo in cui viene presentata la spesa pensionistica rispetto al Pil. Pensiamo a tutte le costruzioni di calcoli elaborati per dimostrare che prendiamo pensioni il cui ammontare, in tutto o in parte, non ci spetterebbe. Il vero proble-ma del nostro Paese è l’evasione fiscale e contributiva: il 50% dei pensionati ha meno di 15 anni di contributi. Sono gli ef-fetti dell’evasione. Su 16 milioni di pensio-nati 4 sono assistiti totalmente dalla fisca-lità generale e altri 4 in gran parte. Il nostro Paese si fa male da solo perché mette tutta l’assistenza all’interno della previdenza

e poi l’Istat comunica che la nostra spesa per le pensioni è pari al 18,5% del Pil con-tro il 14,7% della media UE. Sono i conti dell’assistenza ad essere fuori controllo, non quelli della previdenza. Se in questo Paese si separassero l’assi-stenza dalla previdenza sarebbe più diffi-cile affermare l’insostenibilità del sistema previdenziale perché i nostri conti pen-sionistici risulterebbero in linea con quelli degli altri Paesi europei. Questo non toglie che la dinamica del rapporto attivi-pensio-nati rimanga un dato preoccupante per la sostenibilità futura del sistema previden-ziale. L’unica soluzione per la salvaguardia del nostro welfare è che si crei nuova occu-pazione, che il rapporto occupati-pensio-nati aumenti, che i contributi pensionistici vengano regolarmente pagati e non evasi, che le carriere lavorative possano iniziare prima e, seppure con mobilità, possano es-sere continue, aumentando la competitivi-tà e la fiducia per favorire il lavoro. Questo non significa che la materia previdenziale non meriti molti interventi correttivi, non meriti di essere ripensata e messa in sicu-rezza. Le priorità di questi interventi dovrebbero essere: la separazione tra assistenza e previden-

za; la riforma fiscale; la valorizzazione della previdenza com-

plementare; il rafforzamento del 2º e 3º pilastro del

sistema previdenziale; un nuovo paniere Istat ai fini della indi-

cizzazione delle pensioni, viste le parti-colari, più elevate, esigenze di spesa del-le persone anziane.

Cosa fareI pensionati con redditi pensionistici su-periori a 3.000 euro lordi mensili sono una forza consistente, sono 1.104.624. Occorre quindi: organizzare un vero e proprio fronte

comune di opposizione agli attacchi rivolti contro i titolari di pensioni me-dio-alte;

dare continuità ad interventi di peso, a livello politico e sindacale;

trovare alleanze e far valere la forza dei numeri, oltre quella delle buone ragioni e delle idee.

È necessario un serio impegno da parte di tutti noi per contrastare le derive politiche e sociali e porre un freno allo stravolgi-mento dei principi costituzionali in mate-ria di previdenza.

È l’unione che fa la forza! ■

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ANAGEMENTmPremio Merito e Talento 2018

Le novità di quest'annoÈ alla sua 6ª edizione il Premio Merito e Talento che si svolgerà anche quest’an-no a Palazzo Marino, in Piazza della Scala a Milano, il 14 marzo 2018 e che vedrà premiate 18 donne di merito e talento dell'industria italiana con una speciale menzione al Premio Digital Innovation.Ringraziamo i nostri Associati per le bel-lissime segnalazioni che ci sono arrivate e stiamo inviando ad ogni candidata una lettera per informarla che è rientrata nella lista delle segnalate 2018. Quest’anno poi abbiamo una grande novità, il libro di tutte le premiate, dove ogni premiata darà i suoi consigli alle più giovani! Anche se ci richiede molto lavoro, dalla ricerca degli sponsor all’or-ganizzazione, segnalazioni, coordina-mento e giuria, questo evento ha creato un punto di riferimento per la dirigenza italiana nel far emergere modelli positivi dove il talento e la creazione di valore si accompagnano a belle persone capaci di favorire un clima di crescita in azienda e in famiglia. Promuoviamo un nuovo modello di

leadership che oggi è possibile anche grazie alle nuove tecnologie che poten-ziano le possibilità di donne e uomini di conciliare carriera e famiglia, lo smart working ne è un esempio. Ma non solo, le tecnologie rendono possibile esprimere al meglio la nostra creatività e visione complessiva, com-binando ingegno e umanesimo in team vincenti in grado di generare risultati sorprendenti.

Ne ho avuto conferma intervistan-do  Monica Menghini, Vicepresiden-te  Chief Strategy Officer Dassault Systèmes che ha contribuito a sviluppa-re la strategia multisettore che ha per-messo alla multinazionale francese di passare da seicento milioni a tre miliardi di euro di fatturato in sette anni crean-do migliaia di posti di lavoro. Un bell’e-sempio di come l’ingresso di una donna nell’industria tecnologica crea valore.  Mentre osserviamo con soddisfazione manager emergenti dobbiamo purtrop-po prendere atto che secondo il rappor-to Global Gender Gap Index 2017 del World Economic Forum l’Italia scende all’82ª posizione su 144 Paesi analizzati, emergono disparità sul lavoro, in termini di partecipazione, possibilità di carriera e salari, ma anche educazione, status sociale, rappresentanza politica e aspet-tative di vita. Proprio per favorire le pari opportunità si è svolto a Taormina il G8 con l'obiettivo di giungere ad un’intesa fra i sette Paesi (oltre all’Italia, Canada, Usa, Gran Bretagna, Giappone, Fran-cia, Germania) sulle azioni da avviare in tema di empowerment economico e di contrasto alla violenza e alla tratta delle donne.

Paola Poli Donne Dirigenti Minerva ALDAI-Federmanager e Consigliere ALDAI

Segnala le donnedi merito e talento

Vogliamo promuovere una realtà sempre più popolata

di modelli positivi, donne di merito e talento.

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ANAGEMENTmIntervista a Monica MenghiniVicepresidente Chief Strategy Officer Dassault Systèmes che in pochi anni ha contribuito a sviluppare la strategia multisettore che ha permesso alla multinazionale francese di passare da seicento milioni a tre miliardi di euro di fatturato in sette anni creando migliaia di posti di lavoro.

o intervistato Monica Men-ghini in occasione del 3D Experience Forum, il 14 no-vembre 2017 al Museo Alfa Romeo, al quale hanno par-

tecipato oltre 500 manager interessati agli sviluppi strategici dell'industria 4.0. Monica che viene da un’esperienza in Procter & Gamble iniziata nel 1988 a Roma per svilupparsi poi a livello in-ternazionale, anche nel mondo della comunicazione nel 2001 con Saatchi & Saatchi, entra nel 2009 in un’azienda francese che sviluppa 3Dmodeling per l’industria aeronautica e automobilisti-ca, un'azienda ad alto valore tecnologi-co, tutti ingegneri.

“Usavano il 3D model solo per fare modelli di aerei e auto, ho pensato, lo usano per fare solo cose da maschi, in realtà potreb-bero fare molto di più”.

Monica propone la sua vision: la stessa tecnologia può essere applicata anche ad altri settori, al life science, alla nauti-

ca, alle miniere, propone alla De Beers e all’Eni le simulazioni del suolo.

“All’inizio non è stato facile, io venivo dal-la consulenza e dalla pubblicità, avevo avuto due figlie ed ero rimasta a casa dal

lavoro per seguire mio marito all’estero. Soprattutto non era facile capire la parte tecnologica, se non capivo facevo doman-de, li portavo a pranzo, raccontavo la mia visione, cosa volevo che la formula faces-se”. “In azienda mi parlavano per acroni-mi, formule e io gli chiedevo di umaniz-zare i nostri prodotti, per renderli sexy! Mi guardavano come se fossi pazza. Così siamo entrati in nuovi business, abbiamo decuplicato il fatturato e i dipendenti nei nuovi settori. Ora loro sono un po' più folli e io ho una migliore conoscenza tecnolo-gica". 

Un’altra cosa che fa Monica è ripensare il business tradizionale, il 3D modeling per disegnare gli aerei ormai ha troppi concorrenti, bisogna inventarsi qualco-sa di nuovo. Invece di inventare un altro software più evoluto che fa disegni si chiede che cos’è che l’industria aerospa-ziale “value the most”, cosa crea valore per il cliente?

“Il mio cliente deve disegnare aerei, ma questi aerei alla fine servono per volare, ho rivisto il processo che porta un aereo ad essere pronto per volare, il disegno 3D per la costruzione e la simulazione di fun-zionamento erano solo un pezzo del pro-cesso, ho inventato il portafoglio “licence to fly” un processo completo che porta a conseguire il certificato per permettere all’aereo di volare”.

Dassault Systèmes è su Forbes nella lista delle top multinational performers con un market cap di US 22.2 billion, fondata nel 1981, 15.000 dipendenti, US 3 billion sales. Un risultato eccellente ge-nerato dalla combinazione di creatività, tecnologia e ingegno di un team inter-nazionale vincente.Monica Menghini, e le manager di suc-cesso come lei, costituiscono ispirazione e stimolo per tutte le colleghe. ■

h

Monica Menghini e Paola Poli.

Monica Menghini.

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ANAGEMENTm

Premio Giovane Manager 2017

Premiati a Milanoi “manager lombardi del futuro”Selezionati dieci, tra i circa 500 giovani dirigenti lombardi, che accedono alla finale nazionale

i è svolta a Milano venerdì 1° di-cembre 2017, presso il MIP Poli-tecnico di Milano la cerimonia di

premiazione dei 10 finalisti lombardi della prima edizione del “Premio Gio-vane Manager” di Federmanager, un riconoscimento ai manager che danno un contributo significativo al successo delle loro imprese nel proprio settore di riferimento. I giovani manager del fu-turo, che parteciperanno alla fase finale nazionale a Mestre il prossimo 16 e 17

sEzio Costa Ingegnere, Gruppo Giovani Dirigenti ALDAI

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ANAGEMENTmmarzo in occasione del Meeting Nazio-nale Giovani, sono:

Riccardo BUI36 anni, laureato in Ingegneria Gestio-nale, lavora presso Humanitas Research Hospital

Lucia CHIERCHIA43 anni, laureata in Ingegneria Meccani-ca, lavora presso Electrolux Group

Niccolò HEILPERN38 anni, laureato in Ingegneria Chimica, lavora presso Kinetics Technology Spa

Federico LANZI 31 anni, laureato in Ingegneria Elettrica

Dario LO MONACO39 anni, laureato in Ingegneria Meccani-ca, lavora presso Saipem Spa

Diego MACARIO43 anni, laureato in Economia Aziendale, lavora presso Timken

Jacopo PALERMO40 anni, laureato in Ingegneria Civile, la-vora presso Percassi Group

Liliana PALUMBO41 anni, laureata in Giurisprudenza, la-vora presso Saipem Spa

Matteo PENZO41 anni, laureato in Ingegneria Informa-tica, lavora presso Frog Spa

Nicola Antonio GNOCCHI30 anni, laureato in Management, Finan-za e International Business, lavora pres-so NolangroupPremiato come “più giovane manager della Lombardia”

Il Premio Giovane Manager è una iniziati-va di Federmanager Gruppo Giovani Di-rigenti riservato ai dirigenti iscritti a Fe-dermanager con età massima di 43 anni.I dieci giovani dirigenti (e il più giova-ne in assoluto) sono stati selezionati in funzione di ciò che trasmettono e rap-presentano, per i meriti professionali o per le ricerche scientifiche raggiunte. I profili dei vincitori sono stati selezionati tra tutti i giovani dirigenti con il duplice obiettivo: dare un riconoscimento per i

risultati ottenuti e stimolare chi intende fare lo stesso percorso.La procedura di selezione – sulla base delle informazioni pubbliche dei candi-dati e le segnalazioni ricevute da tutti gli iscritti a Federmanager – è stata con-dotta dalla Commissione di Valutazione del Premio di Federmanger sull’intera popolazione dei giovani dirigenti rego-larmente iscritti a Federmanager alla data del 30 maggio 2017. Gli oltre 1.600 giovani dirigenti iscritti sono stati sud-divisi in quattro aree geografiche che, oltre alla Lombardia con i suoi circa 500 giovani dirigenti, comprendono il Nord Ovest, il Nord Est e il Centro-Sud. Al progetto hanno lavorato tutti i Giovani del Coordinamento. La Commissione di Valutazione del Premio Giovane Dirigen-te 2017 di Federmanager era composta da quattro Responsabili di Area e dal Co-ordinatore e Vice del Coordinamento Na-zionale ed è stata supportata nella fase finale da Hays (società internazionale di Executive Search) in qualità di Partner di Federmanager. I dieci finalisti lombardi accedono, insieme ai finalisti delle altre zone, alla selezione finale nazionale.Tutti i premiati riceveranno l’iscrizione gratuita a uno dei 34 corsi di formazio-ne che saranno attivati a inizio 2018 da Federmanager Academy, la Manage-ment School voluta da Federmanager, gestita dai manager per i manager che intendono riqualificarsi in maniera ef-ficace, acquisendo le skill necessarie in un’ottica di life long learning (tra i corsi di formazione, tredici sono in eLearning e sei di questi sono dedicati alla Digital Transformation, a Industry 4.0, Big Data e Analytics,  IoT, e all’Intelligenza Artifi-ciale, oltre che alla e-Leadership).Nel corso della cerimonia di premiazio-ne, Romano Ambrogi, Presidente di ALDAI-Federmanger, ha rivolto questo messaggio di saluto: “I manager sono il traino dell’industria italiana e i giovani sono portatori tra noi di energie nuove ed entusiasmo. Questo premio è un ri-conoscimento a loro come protagonisti dello sviluppo e della crescita dell’Italia e mette in luce coloro che apportano va-lore aggiunto. La rivoluzione industriale in atto implica nuove sfide per tutti i diri-genti, di tutte le fasce di età. Se ai più ma-turi chiede un continuo aggiornamento, ai più giovani chiede di impegnare il pro-prio patrimonio umano e culturale per il

successo delle imprese. Mi complimento con questi dieci giovani eccellenti che rappresentano il nuovo modo di vivere la nostra professione di manager”.Nel corso dell’incontro sul tema “Blockchain, perché è davvero una rivolu-zione“, sono intervenuti Valeria Portale, Direttore della ricerca sulla BlockChain c/o Osservatori Digital Innovation Poli-tecnico di Milano, e Massimo Giordani, Digital Strategist, Vice Presidente Asso-ciazione Italiana Sviluppo Marketing, che ha affermato: “Le modalità con cui si esprimono il marketing e la comuni-cazione sono cambiate profondamente con l’avvento dell’era digitale ma la tra-sformazione è tutt’altro che completa. Stiamo per assistere a un’accelerazio-ne del processo di cambiamento che porterà verso nuovi paradigmi dove la blockchain potrà svolgere un ruolo fon-damentale. Quali sono i segnali di que-sta ulteriore evoluzione del web? Come potremo esserne parte attiva? Sarà un cambiamento che toccherà tutti?”.Prima della consegna dei premi ai gio-vani manager, presentati da Luigi Di Napoli (Manager Hays) e premiati da Alessandro Bossi (Direttore Hays), il Coordinatore Federmanager Gruppo Giovani Dirigenti, Renato Fontana ha dichiarato: "Il Premio Giovane Manager vuole valorizzare i nostri giovani mana-ger, le aziende dove operano e con esso ribadire, ancora una volta, le fondamen-ta di Federmanager ovvero professio-nalità, competenze e merito che sono a servizio di tutto il Paese attraverso la nostra preziosa rete di managers".Commenta così il Presidente Federma-nager Stefano Cuzzilla: "È bene valoriz-zare qui i nostri giovani manager perché non vogliamo che trovino opportunità di crescita soltanto all'estero. La nostra Italia ha bisogno di trattenere i talenti su cui ha investito a partire dalla forma-zione scolastica. Occasioni come questa organizzata dal nostro Gruppo Giovani contribuiscono a diffondere una cultura del merito che fa bene a tutti, a prescin-dere dall’età anagrafica. Il mio auspicio – ha concluso Cuzzilla – è quello di por-tare i nostri manager under43 a svolgere un ruolo sempre più attivo nella defini-zione delle politiche di questa Federa-zione, rafforzando la nostra capacità di incidere in modo innovativo sulle scelte determinanti per il futuro del Paese". ■

DI14 DIRIGENTI INDUSTRIA GENNAIO 2018

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Il futuro prossimo dell'Intelligenza ArtificialeQuale sarà l’impatto dell’Intelligenza Artificiale nel mondo del lavoro in un prossimo futuro?

rima di entrare nelle tema-tiche del futuro sarà bene

spendere qualche parola per cercare di identificare il quadro di riferimento

e cosa intendiamo per Intelligenza Arti-ficiale; molto è stato detto e scritto, ma per semplicità indichiamo l’IA come la capacità dei computer e delle macchine ad essi associate/connesse di emulare il pensiero umano e di interagire con un processo decisionale.

Esistono due aree di sviluppo principali dell’Intelligenza Artificiale: intelletti sintetici a cui fanno rife-

rimento machine learning, network neurali, big data, sistemi cognitivi o algoritmi genetici;

ambito dei robot o operai artificia-li che si declinano come la sintesi tra sensori e attuatori.

Potremmo definire l’Intelligenza Arti-ficiale (automazione e robotica) come alcune delle problematiche filosofiche e concrete più pressanti sul tavolo della società contemporanea. Ad esempio gli

scenari futuri relativi al lavoro nel senso più ampio subiranno un fortissimo im-patto derivante dalla  pressione dell’au-tomazione  e non potranno più essere considerati fantascienza o tematiche da laboratori di ricerca. Dobbiamo quindi interrogarci sul punto centrale per iden-tificare il ruolo principale e determinan-te che sarà riservato all’uomo in questi contesti, per evitare che le innovazioni tecnologiche dell’Intelligenza Artificiale debordino dalla società attuale e futura.L’IA potrebbe avere un impatto sulla so-cietà quasi come quello avuto da Inter-

pEmilio Locatelli Gruppo Progetto Innovazione ALDAI-Federmanager

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ANAGEMENTmnet; la principale differenza sta nel fatto che Internet è un mezzo di comunicazio-ne di massa, come la carta stampata o la televisione, mentre l’IA è una tecnologia che tende alla naturale continuazione degli sforzi storici di aumentare l’auto-mazione. È qualcosa di molto potente che sarà impiegata in molteplici applica-zioni, ma il cui impatto non sarà genera-lizzato come Internet. Per ritornare al tema centrale del lavoro secondo l’illustre parere di Jerry Kaplan (uno dei massimi esperti di IA mondiale e docente presso il Dipartimento di Com-puter Science della Stanford University) il punto focale sarà quello “dell’automa-zione del lavoro in particolare”.Iniziando dalla primissima fase della ri-cerca di un posto di lavoro, entro il 2025 l'IA sarà diffusa ovunque e i lavoratori sa-ranno costantemente connessi, mentre il lavoro flessibile diventerà la norma. Do-vremo sempre più abituarci al “Recruit- ment online” come il sistema per assu-mere personale facendo (ad esempio) tramontare definitivamente la vecchia e pessima italica abitudine delle “racco-mandazioni”. Tutto ciò che è inerente a processi di la-voro, tools di produttività ed ambienti fisici saranno obsoleti, così come la man-canza di skills nell’attrarre talenti nel cor-so dei prossimi otto anni. Workplace del futuro dell’anno 2025 sarà completamente diverso e le aziende, se vorranno restare sulla cresta dell’onda, dovranno fare cambiamenti continui e strutturali considerando che la crescita dall’IA non potrà essere fermata e im-patterà tutti gli aspetti del workplace del futuro.L'IA già ora sta avendo impatti di ampia portata su ogni aspetto del workplace e delle modalità operative di cui gli esseri umani vivono e lavorano; l’altra area fon-damentale impatterà la struttura del bu-siness, che avrà modalità di lavoro molto più flessibile e soprattutto in “sharing mode”. L’IA potrà liberare i lavoratori da attività di basso valore e/o ripetitive e dedicarsi a quelle più complesse a mag-gior valore aggiunto che permettano di formare nuove relazioni di business, abbinando quindi competenze, know how ed esperienze personalizzate e più qualificate. Importante sarà anche la promozione da parte delle aziende di una nuova cul-

tura dell’innovazione e collaborazione interna ed esterna, modificando vecchi stereotipi di pratiche di lavoro che ridu-cono la produttività con demotivazione del personale. Avremo quindi anche impatti sul modo di intendere il workplace che non sarà più associato a un’ubicazione fisica e a nuove tecniche biometriche; si dovran-no salvaguardare l’accesso ai dati e alle applicazioni da qualsiasi dispositivo mo-bile o fisso (qui entra prepotentemente in gioco il tema della CyberSecurity e poten-ziali rischi di infiltrazioni). La produttività dell’utente individuale dovrà essere favorita sostenendo mo-delli di collaborazione e co-creazione che garantiscano salute e benessere.Il lavoratore non sarà più identificato con un singolo ruolo, poiché il suo stile di lavoro cambierà dinamicamente per rispondere sempre meglio a nuove ne-cessità per attività differenti, ed in ulti-ma analisi ci si affiderà al crowdsourcing globale di collaboratori freelance.Entrando un po' più nello specifico pos-siamo indicare come linea guida che le professioni maggiormente colpite sa-ranno quelle che hanno obiettivi ben definiti e modalità limitate per raggiun-gerli; infatti questo è valido in particola-re per quelle attività che richiedono una coordinazione tra la manualità e la vista, come guidare auto, imbiancare pareti, lavorare in campagna (semina, raccol-ta, potatura). Qui sarà probabile trovare migliaia di disoccupati nei prossimi de-cenni, ma d’altro canto ci saranno molte nuove attività che necessiteranno di alti livelli di know how e skills, dove invece avremo mancanza di personale (studiare per crescere).Secondo una ricerca di Gartner da oggi al 2020, l'IA sarà un fattore determinante nel preservare un saldo positivo sul mer-cato del lavoro: eliminerà 1,8 milioni di

posti ma ne creerà 2,3 milioni. In linea generale l'IA migliorerà la produttività e darà spazio a nuovi percorsi di carriera e segmenti di business industriali. Diventa sempre più evidente che l’Intelligenza Artificiale cambierà il lavoro dalle fonda-menta, ma allo stesso tempo, dobbiamo porci anche il problema delle potenziali conseguenze devastanti per la società, insieme a potenziali benefici evidenti. Pertanto sorge spontaneo una doman-da: la regolamentazione può essere la soluzione migliore, al fine di evitare danni al tessuto sociale?La riposta ovviamente non è semplice poiché l’IA ci espone sicuramente a dei pericoli e sarà fondamentale tenerli in considerazione e affrontarli. I benefici saranno molto importanti, ma alcune applicazioni hanno, come quelle per la guerra, un potenziale molto devastan-te; quello che servirà sarà comprende-re ogni singola applicazione e decidere caso per caso se occorrono limitazioni o regolamentazioni. Avremo infatti altre applicazioni dell’Intelligenza Artificia-le che ora non riusciamo a vedere ma che richiederanno gioco forza anche decisioni etiche e che ci faranno inevi-tabilmente chiedere se vogliamo dav-vero utilizzare le macchine per realizzare quelle funzioni. Dovremo essere ben consigliati e valu-tarne il possibile impatto al fine di iden-tificare e comprendere gli effetti poten-ziali di questi programmi e di queste macchine, prima di dispiegarle su larga scala. Come diceva uno scienziato ato-mico: il nucleare non è ne buono ne catti-vo, è come gli uomini ne fanno uso. Siamo comunque ottimisti guardando il futuro dell’IA che offrirà al genere umano un’al-tra grande opportunità di crescita anche se qualche scelta sarà difficile: rimettere il genio dentro la lampada una volta uscito non sarà sempre possibile. ■

Il lavoratore non sarà più identificato con un singolo ruolo, poiché il suo stile di lavoro cambierà

dinamicamente per rispondere sempre meglio a nuove necessità per attività differenti, ed in ultima

analisi ci si affiderà al crowdsourcing globale di collaboratori freelance

DI16 DIRIGENTI INDUSTRIA GENNAIO 2018

ANAGEMENTmIo negozio. Quindi vinco. Anzi, vinciamo tutti!

lzi la mano chi può dire di sapere con precisione cosa

sia la negoziazione! I più, immaginiamo, stanno esitando; i più temerari maga-ri azzardano anche qualche plausibile definizione: “trattativa”, “compromesso”, “concessione”… Ammettetelo, ci avete pensato anche voi, o no?Sappiate allora che a chi ci chiede cosa sia davvero la negoziazione, noi rispon-diamo sempre partendo da cosa non è la negoziazione. Nella fattispecie, tratta-tiva, compromesso o concessione.Confusi? Non vi preoccupate, siete in buona compagnia; del resto, la stes-sa parola “negoziazione” è pochissimo usata e, quando succede, spesso viene abusata, anche a livello mediatico. Non stupisce quindi che la negoziazione sia un’attività poco se non addirittura per nulla conosciuta in Italia. E questo nono-stante possa rivelarsi un’arma estrema-mente utile. Anche all’interno dell’ambi-to lavorativo.

Esistono infatti molte modalità per con-durre una trattativa ed è incredibile con-statare quanto diversi possano essere gli effetti, in termini sia di costi sia di bene-fici per tutti i soggetti coinvolti. Per semplificare, ricorriamo a un esem-pio che ha fatto scuola e che è stato teorizzato da Roger Fisher e William L. Ury in Getting to Yes: due sorelle che si contendono l’unica arancia disponibile giungono al compromesso di dividerla a metà in modo tale che entrambe ot-tengano il massimo possibile. O almeno così pensano. In realtà, poco dopo, una delle due pela la buccia così da farne dei canditi e butta la polpa che non le ser-ve; l’altra, invece, prepara una spremuta con la polpa e butta la buccia. Risultato? Entrambe avrebbero potuto ottenere il 100% di quella che per ciascuna di loro rappresentava la massima soddisfazione possibile ma nella pratica si sono ferma-te al 50%. Solo un caso? Non proprio. L’esempio delle due sorelle ben rappresenta infatti la tendenza delle persone ad avere un atteggiamento di disconoscimento e

di rifiuto verso le istanze degli altri: ciò corrisponde a due o più rinunce (a se-conda del numero di soggetti coinvolti), alla suddivisione delle risorse in maniera inefficace e, in ultima analisi, alla perdita di importanti opportunità. Nel caso specifico, l’oggetto del conten-dere era una semplice arancia ma cosa succede quando ci troviamo davanti a una posta in gioco ben più consistente? Quali sono i costi quando una trattati-va che stiamo conducendo prende una direzione diversa da quella che noi (o peggio, il nostro superiore!) ci saremmo aspettati? Pensiamo per esempio a quel contratto con un potenziale cliente che potrebbe far fare la “svolta” alla nostra azienda; o piuttosto, a quel fornitore che non vuole sentirne di abbassare il prezzo, per noi purtroppo inaccessibile: eppure al suo servizio non vogliamo rinunciare, ci fa-rebbe proprio comodo!Ecco quindi che la “modalità” con cui decidiamo di procedere diventa fonda-mentale. E qui torniamo all’inizio del no-stro ragionamento, ovvero alle diverse

aNel nostro Paese la negoziazione è ancora confusa con il compromesso o con la concessione, che però presuppongono rinuncia e insoddisfazione. In realtà è possibile generare valore per tutti i soggetti coinvolti.

Alessandra Colonna Bridge Partners®

ANAGEMENTmprassi, che però – vogliamo ribadirlo con forza – nulla hanno a che vedere con la negoziazione. Se ad esempio optiamo per la persuasione, corriamo il rischio che dall’altra parte manchi la disponibi-lità a cambiare opinione: nel qual caso, avremo ottenuto ciò che vogliamo ma probabilmente resteremo gli unici a ri-manere soddisfatti e prima o poi, possia-mo scommetterci, la cosa ci si ritorcerà contro.A un risultato simile si può arrivare con l’imposizione: nel breve periodo “vincia-mo”, ma quale prezzo saremo costretti a pagare in futuro, soprattutto in termini di relazioni e reputazione? L’alternativa è accettare un compromes-so: avremo la sensazione (o l’illusione?!) di aver vinto tutti, in realtà nella migliore delle ipotesi ciascuno di noi avrà ottenu-to al massimo la metà di ciò che deside-rava. Modalità forse ancora più improdutti-va è poi quella della concessione: oggi noi rinunciamo a qualcosa ma non sia-

mo per nulla certi che domani la nostra privazione verrà ricompensata in modo equo. Anzi…Qualcuno, stremato, a questo punto potrebbe avanzare l’ipotesi del tirare a sorte: ma voi ve la sentireste di affidare al caso l’esito di una trattativa importan-te, se non addirittura vitale, per la vo-stra carriera o per il bilancio della vostra azienda? Noi sinceramente no…Da qui la necessità di competenze og-gettive, di abilità, in una parola di un metodo che ci permetta di condurre al meglio una trattativa. Quel metodo è appunto la negoziazione. A questo punto possiamo finalmente svelare le carte e spiegare in cosa consi-ste. Negoziare è una modalità di trat-tativa che si fonda sullo scambio, reso possibile da una reale conoscenza dei bisogni propri e degli altri; a differenza di altre forme di relazione, però, non pre-senta costi ma solo benefici. La peculia-rità della negoziazione, infatti, è quella di generare nuovo valore e non piutto-

sto ripartire quello che già c’è fra i sog-getti in causa. Come? Fondamentale in questo senso è riuscire a dare all’altro ciò che per lui è importante ma per noi no, e viceversa. Nel caso estremizzato delle due sorelle, ciò si tradurrebbe col fatto che una delle due prende solo la buccia, l’altra solo la polpa, convinte entrambe di aver capitalizzato così il miglior risul-tato possibile.Si tratta ovviamente di un approccio che presuppone non solo un cambio di prospettiva ma anche l’acquisizione di un vero e proprio metodo. E in questo siamo categorici: negoziatori non si na-sce, lo si diventa, con regole e processi tutt’altro che intuitivi o innati. Chi pensa di essere un “negoziatore nato” fa infatti il paio con chi il lunedì mattina discetta di tecnica calcistica. Facile commentare dall’alto del bancone di un bar. Peccato solo che è quando si scende davvero in campo che si capisce chi è un buon al-lenatore. O, mutatis mutandis, un buon negoziatore… ■

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Termine e modalità di pagamentoEntro il 28 febbraio 2018 (salvo casi di deleghe aziendali) tramite:

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• bonifico bancario (nuovo codice IBAN IT50Z0335901600100000129106) indicando nella causale cognome, nome e numero di tessera o data di nascita;

• addebito diretto in conto - mandato per addebito diretto SEPA (modello scaricabile dal sito ALDAI).

• delega aziendale (modello scaricabile dal sito ALDAI).

Il Consiglio Direttivo, nella riunione del 23 novembre 2017, ha confermato per il settimo anno consecutivo gli importi delle quote associative. Nella stessa riunione è stato approvato il bilancio preventivo che comprende investimenti per le iniziative di sviluppo associativo e di comunicazione digitale per meglio soddisfare le diverse aspettative degli associati ed allargare il dialogo all’intera categoria.

Quote associative 2018• euro 240,00 - dirigenti in servizio• euro 120,00 - dirigenti in pensione• euro 112,00 - dirigenti in pensione ante 1988

• euro 180,00 - quadri superiori• euro 114,00 - quadri apicali

Un segnale di solidarietà nei confronti dei colleghi che hanno perso il lavoro: ALDAI dimezza la quota associativa (€ 120,00) dei dirigenti inoccupati che autocertificano un reddito del 2017 inferiore a € 50.000 (modello scaricabile dal sito).Euro 30,00 contributo una tantum per chi si iscrive per la prima volta.

Rinnoviamo l’invito a tutti gli iscritti ad aggiornare l’indirizzo e-mail e i propri dati di contatto attraverso l’area riservata MyFeder del sitowww.aldai.it

oppure scrivendo ad [email protected]

area riservata Codice Utente: codice Federmanager Password: codice fiscale al primo accesso

DI20 DIRIGENTI INDUSTRIA GENNAIO 2018

ERVIZI AGLI ASSOCIATIsPiù di 50mila lettori Dirigenti IndustriaA cura del Comitato di Redazione Dirigenti Industria 

Nel primo anno di pubblicazione la rivista on-line ha esteso la comunicazione oltre i 21mila associati Federmanager Lombardia offrendo più di 600 articoli ai manager e alle persone interessate alla crescita del Paese.

Metà dei lettori sono in Lombardia La pubblicazione della rivista on-line Di-rigenti Industria è iniziata il 16 dicembre 2016 e dopo un anno desideriamo con-dividere con i lettori i risultati del nuovo laboratorio editoriale. La velocità della comunicazione digita-le è sorprendente e sono progressiva-mente cresciuti nel primo anno i lettori unici, cioè gli utenti che hanno avviato almeno un accesso alla rivista Dirigenti Industria digitale dall’inizio della pubbli-cazione. Gli utenti unici sono quindi contati una sola volta anche se hanno letto la rivista decine di volte nell’anno. Nel grafico sono indicati in colore blu gli utenti unici della sezione dedicata ai manager in attività, che sono stati più di 44 mila in un anno, e in colore rosso i let-tori senior pensionati, più di 16 mila, per un totale ben superiore a 50 mila lettori, considerando che meno del 50% di let-tori senior hanno letto anche gli articoli della sezione in servizio. I 50 mila lettori unici sono distribuiti su tutto il territorio nazionale: 50% in Lom-bardia, 10% nel Lazio, 5% in Piemonte e in Emilia, 22 % nelle altre regioni italiane e l’8% all’estero: Stati Uniti, Germania, Regno Unito, Francia, Svizzera, etc. per-ché sono sempre più numerosi i mana-ger italiani all’estero.

Più di 220 mila pagine e articoli letti in un annoGli argomenti più letti riguardano: Wel-fare (pensioni e sanità), Sindacato, Fe-dermanager, Management, Lavoro, In-dustria e le numerose rubriche di notizie

pubblicate settimanalmente dalle asso-ciazioni lombarde. Ogni accesso alla rivista digitale è durato mediamente 5 minuti e mezzo, la lettura degli articoli è durata mediamente 2 mi-nuti e 45 scendi.Due terzi degli accessi alla rivista sono da PC e un terzo da smartphone e tablet. Oltre metà degli accessi a Dirigenti Indu-stria provengono da ricerche Google ed altri motori di ricerca.Il 6 dicembre 2017 il Comitato di Reda-zione Dirigenti Industria ha condiviso in un incontro con gli autori la soddisfazio-ne per i risultati 2017 e le informazioni per conseguire obiettivi sempre più am-biziosi il prossimo anno, per soddisfare le aspettative di chi preferisce agli scoop e alle notizie scandalistiche, le informa-zioni e le analisi oggettive per costruire insieme un Paese migliore.

Aiutaci a diffondere la voce della dirigenzaLa cultura manageriale rappresenta un patrimonio per la società e il futuro del Paese. Anche tu puoi contribuire:1. registrati alla rivista Dirigenti Industria

digitale utilizzando la e-mail ricevuta dall’Associazione all’inizio del mese;

2. fai conoscere la rivista Dirigenti In-dustria  ai tuoi colleghi e conoscenti. Invia loro una e-mail invitandoli a visi-tare la rivista www.dirigentindustria.it oppure www.dirigentisenior.it 

3. passa parola. Copia l’indirizzo Inter-net dell’articolo d’interesse e incollalo nella e-mail per inviarlo ai colleghi e conoscenti che potrebbero apprezza-re il contenuto dell’articolo e la rivista Dirigenti Industria.

L’unione fa la forza! ■

Utenti unici Dirigenti Industria

DI22 DIRIGENTI INDUSTRIA GENNAIO 2018

Antonio Lucaroni Ufficio Stampa CIDA

Presidenza della Regione LombardiaIniziati gli incontri con i candidati

el 2018 si terranno le ele-zioni regionali Lombardia e

l’incontro con Giorgio Gori ha avuto l’o-biettivo di conoscere le linee program-matiche del candidato, nonché le rispo-ste alle domande ed alle proposte della dirigenza lombarda dell’industria, ter-ziario, servizi e della dirigenza pubblica scolastica, sanitaria, etc. Sono 250mila le famiglie dei manager lombardi, con-siderando anche i pensionati, che costi-tuiscono circa il 10% dei residenti impe-gnati nello sviluppo economico, sociale e valoriale del territorio.Partendo dal documento sulla “Visione e proposte della dirigenza” CIDA ha pro-mosso un confronto con Giorgio Gori

OTIZIEn

n

CIDA Lombardia organizza gli incontri della dirigenza privata e pubblica con i candidati alle prossime elezioni regionali. Il primo evento si è svolto il 22 novembre 2017 con il candidato PD Giorgio Gori e tutti gli altri incontri seguiranno per “par conditio”.

GIORGIO GORI

Sala Manzoni Hotel Marriott, via Washington 66, Milano

Mercoledì 22 novembre dalle ore 17.30 alle 20.00

INCONTRA LA DIRIGENZA LOMBARDA

ore 17:00 Registrazione Partecipanti

ore 17:30 Franco Del Vecchio Segretario CIDA Lombardia Apertura lavori e presentazione proposte CIDA

ore 17:45 Giorgio Gori Candidato Centro Sinistra alla Presidenza della Regione Lombardia Presentazione e proposte programmatiche per la Lombardia Intervista sulle domande e proposte della dirigenza con risposte e commenti del candidato

ore 19:15 Giorgio Ambrogioni Presidente CIDA Conclusioni

Aperitivo

ore 20:00 Networking e conclusione dell’incontro

Idee e progetti a confronto per il futuro della Lombardia

sul programma e le prospettive per la regione, al quale seguiranno gli incon-tri con gli altri candidati. Il dialogo con la politica è naturale per i manager quotidianamente impegnati a generare valore. Questa attitudine, oggi più che mai, deve servire come supporto alla politica per una buona gestione della cosa pubblica, per col-mare i gap che ancora ci separano dalle economie più avanzate e, soprattutto, per ridare fiducia al Paese. “Incontro i manager perché sono convin-to che la politica commetterebbe un erro-re se non si avvalesse delle competenze di chi gestisce aziende grandi e piccole e sa far funzionare la macchina della pub-blica amministrazione” ha detto Giorgio Gori, candidato di centrosinistra alla presidenza della Regione Lombardia,

Giorgio Gori e Franco Del Vecchio.

durante l'incontro organizzato a Mila-no dalla CIDA, la Confederazione dei dirigenti e delle alte professionalità pubbliche e private. “Conosco bene il mondo manageriale, da cui provengo – ha detto Gori – e so quale contributo di professionalità, idee e capacità proget-tuale può dare a chi gestisce la cosa pub-blica. Condivido, quindi, la scelta di CIDA di proporre occasioni di conoscenza e di confronto. Occasioni nelle quali ritengo che la politica debba anche dimostrare di saper ascoltare le proposte provenien-ti da una realtà che è un vero e proprio ‘concentrato’ di competenze e capacità”.“La CIDA – ha dichiarato il presidente nazionale, Giorgio Ambrogioni – con oggi ha aperto una fase nuova del suo modo di fare rappresentanza. Una fase più impegnativa ma fortemente voluta

DI 23DIRIGENTI INDUSTRIA GENNAIO 2018

OTIZIE CIDAn

È possibile seguire la registrazione completa dell’incontro, scrivendo nel motore di ricerca: “Giorgio Gori incontra la dirigenza lombarda”

oppure scrivendo l’indirizzo http://dirigentindustria.it/notizie/lombardia/giorgio-gori-incontra-la-dirigenza-lombarda.html

Giorgio Ambrogioni.

dai nostri iscritti e dai nostri associati. Abbiamo deciso di ‘fare politica’, ovvero di confrontarci con i candidati politici nazionali e locali, sulle cose concrete

La prevenzioneUn diritto-dovere per migliorare la qualità della vita, nostra e di chi ci sta accantoALDAI Gruppo VDS - VISES Gruppo Milano

“Con una popolazione mondiale in crescita continua e un al-lungamento della durata media della vita, l’unico modo per rendere sostenibile qualsiasi intervento sanitario è puntare ad evitare le malattie ancora prima che a curarle”. Sono parole di Margaret Chan, Organizzazione Mondiale per la Sanità, che sostiene inoltre che tale risultato passa da un maggiore controllo dei singoli sulla propria salute e sui fattori in grado di mantenerla e che ciò si può ottenere solo informando e formando la popolazione. Il Gruppo Valorizzazione dei Senior (VDS), con il supporto di VISES, nella consapevolezza dell’importanza di questo tema, ha pensato di creare degli spazi di formazione, infor-mazione e confronto per i colleghi ALDAI. Il giorno 29 gennaio 2018 ci sarà un primo evento che ci auguriamo possa essere l’inizio di un percorso/servizio per i soci ALDAI. Introducono Mino Schianchi e Giovanni Carnaghi per il Gruppo VDS e Francesco Dindo - Coordi-natore di VISES Gruppo Milano.

INTERVENTI Carlo Vergani

già prof. Onorario di Medicina Interna e Geriatria all'Università degli studi di Milano L’invecchiamento demografico e lo stato sociale

Luigi Bisanti già Direttore del Servizio di Epidemiologia dell’ASL di Milano Gli screening dei tumori: una risorsa di salute, un diritto, una scelta consapevole

Marcello Garzia Presidente FASI Prevenire è meglio che curare

Tiziano Neviani Presidente ASSIDAI L’esperienza di ASSIDAI nella prevenzione

Modera Roberta Lovotti referente del Progetto Prevenzione.

Al termine dell’incontro verrà lasciato spazio alle domande dei pre-senti nella sessione: "I relatori rispondono”.

L'evento si terrà in ALDAIsala Viscontea Sergio Zeme - via Larga 31 - Milanolunedì 29 gennaio 2018 ore 16.00-19.00

Per prenotazioni vedi pagina 43.

savethe date

CIDA è la Confederazione Italiana Dirigenti ed Alte Professionalità che rappresenta unitariamente a livello istituzionale i manager del pubblico e del privato. Le Federazioni aderenti a CIDA sono:

Federmanager (industria) Manageritalia (commercio e terziario) FP-CIDA (funzione pubblica) CIMO (sindacato dei medici) Sindirettivo (dirigenza Banca d’Italia) FENDA (agricoltura e ambiente) FNSA (sceneggiatori e autori) Federazione 3° Settore CIDA FIDIA (assicurazioni) SAUR (Università e ricerca) Sindirettivo Consob (dirigenza Consob) Sumai Assoprof

(Sindacato Medici ambulatoriali)

da fare, sulle idee e sui progetti. CIDA è, e resta apartitica, ma non vogliamo sottrarci per responsabilità e senso di appartenenza allo Stato, a svolgere un ruolo pro-attivo in un momento nevral-gico per la vita del Paese. La prossima campagna elettorale nazionale e gli appuntamenti elettorali più significativi a livello locale, saranno banchi di prova per noi manager, per le nostre proposte e per le nostre analisi su ‘cosa fare’. Ma lo saranno soprattutto per la politica e i suoi rappresentanti, chiamati a prendere impegni sui quali saranno poi valutati e giudicati”. ■

Nell’edizione digitalewww.dirigentindustria.it

www.dirigentisenior.it

DI24 DIRIGENTI INDUSTRIA GENNAIO 2018

CONOMIAe

Stefano Bruno Galli Docente di Storia delle Dottrine Politiche all’Università degli Studi di Milano – Consigliere Regione Lombardia

EUSALPLa Macro Regione Alpina

Unione europea sta ragio-nando in termini di strategie geo-economiche aggregative territoriali, in un quadro ma-croregionale, da circa una de-

cina d’anni. Nei fatti, le macro-comunità territoriali risultano oggi la dimensione istituzionale più appropriata di fronte alla crisi degli Stati nazionali e all’offen-siva dell’economia globale. Interpretano e declinano secondo i tempi nuovi della politica e del potere nell’età della globa-lizzazione la classica dinamica tra Stato e mercato, che è mutata radicalmente.Ha subito una metamorfosi e si è trasfor-

mata nel rapporto fra queste comunità allargate e l’economia globale. Alle co-munità territoriali dev’essere riconosciu-to un margine di autonomia politica e amministrativa del tutto nuovo per non imbrigliarle. E per consentire a esse di muoversi con successo nel fronteggiare le sfide del contesto economico globa-le. La strategia macroregionale alpina – nell’ambito della quale la Lombardia esercita un’oggettiva leadership – è la quarta strategia macroregionale varata dall’Unione dopo quelle del Baltico, del Danubio e dell’Adriatico. È una realtà geo-economica che poggia sul primato del manifatturiero e dell’artigianato, del-le micro e delle piccole imprese, nell’am-

l’

L’acronimo EUSALP sta per EU Strategy for the ALPine region. Si tratta di una realtà di notevole significato ed importanza, ma che non è poi così conosciuta come dovrebbe essere.Al riguardo, tempo fa ho avuto il piacere di conoscere Stefano Bruno Galli che mi ha edotto in materia. Ritenendo la tematica di rilevante interesse per gli Associati, mi sono permesso di chiedergli un articolo sull’argomento che il professore mi ha gentilmente fornito e che qui propongo.Va da sè che qualora foste interessati ad un approfondimento successivo, vi sarò grato di segnalarmelo, perché Stefano Bruno Galli si è reso disponibile, in qualità di Relatore, per un nostro eventuale futuro specifico evento sull’argomento.

Raffaele Tasserini Coordinatore GdL Geopolitica e Internazionalizzazione e GdL Dirigenti per l’Europa

[email protected]

bito di un’area transfrontaliera assai vasta, che coinvolge 46 Regioni appar-tenenti a sette Stati: Italia (Lombardia, Liguria, Friuli e Venezia Giulia, Veneto, Provincia autonoma di Trento, Provin-cia autonoma di Bolzano, Valle d’Aosta e Piemonte), Austria, Svizzera, Francia, Germania, Liechtenstein, Slovenia.La Macroregione Alpina copre un’area di 400.000 Kmq ed investe una popola-zione di 70.000.000 di abitanti, con un Pil di oltre 3.000 mdl di Euro, e punta sulla ricerca scientifica, sull’ambiente e sulle infrastrutture, che sono i tre pila-stri dell’azione strategica: migliorare la competitività, la prosperità e la coesione della regione alpina; assicurare l'accessi-

DI 25DIRIGENTI INDUSTRIA GENNAIO 2018

CONOMIAe

bilità e i collegamenti a tutti gli abitanti della regione alpina; rendere la regione alpina sostenibile e attraente dal punto di vista ambientale. Non si tratta di un ulteriore catafalco istituzionale, perché le strategie macroregionali nascono sen-za nuove istituzioni, senza nuove risorse e senza nuove leggi. L’obiettivo è solo quello di rendere coordinati e organici i progetti strategici di sviluppo di un’ag-gregazione territoriale transfrontaliera omogenea. L’idea di promuovere un vasto processo di articolazione coopera-tiva su base macroregionale, oltre i con-fini degli Stati, delle comunità volontarie territoriali dell’arco alpino non è nuova. La catena alpina costituisce, infatti, una

sorta di cerniera tra le realtà produttive, economiche e sociali, che stanno al di qua e al di là delle Alpi.La macroregione alpina non sarebbe nata – com’è avvenuto il 18 ottobre 2014 a Grenoble, quando i governatori di tut-te le regioni coinvolte hanno sottoscrit-to un protocollo e avviato i lavori per l’elaborazione di un piano d’azione, poi approvato dalla Commissione dell’Ue – senza l’esperienza storica di Arge Alp, ne-gli anni Settanta. Arge Alp nacque come modello di cooperazione transfrontalie-ra fra le Regioni alpine, con Germania, Austria e Svizzera, assecondando la na-turale vocazione economico-produttiva e culturale della Lombardia.

Oltre i confini regionali o nazionali, vi sono delle vocazioni economico-pro-duttive e delle specificità territoriali che devono essere valorizzate perché hanno immediate ricadute sul piano sociale. Spesso si tratta - tuttavia - di progetti dirigisti che cadono dall’alto e vengono imposti ai territori. Al contrario, la stra-tegia macroregionale alpina - altrimenti nota come Eusalp - è una realtà che par-te dal basso, dalle 46 Regioni che l’han-no fatta nascere, la compongono e in essa ripongono le loro concrete speran-ze di rilancio. Questa è la sua peculiarità, la sua oggettiva diversità rispetto alle altre tre esperienze strategiche macro-regionali. ■

DI26 DIRIGENTI INDUSTRIA GENNAIO 2018

ORMAZIONE

l Fondo Interprofessionale promos-so da Confindustria e Federma-

nager, ha pubblicato due nuovi Avvisi (Avviso 1 e 2/2018), finalizzati a favorire l'occupazione dei dirigenti involonta-riamente disoccupati e a supportare su tutto il territorio nazionale, lo sviluppo della managerialità e competitività delle imprese aderenti. Lo stanziamento è rispettivamente di 800mila euro per l’Avviso 1/2018 (piani individuali) e di 10 milioni di euro per l’Avviso 2/2018 (piani aziendali). Nel presentare gli avvisi il Presidente di Fondirigenti Carlo Poledrini ha com-mentato: "A fronte dei cambiamenti in atto, è necessario innovare le competenze manageriali per governare i grandi pro-cessi di trasformazione delle imprese e del lavoro. La conoscenza rappresenta una fonte certa di vantaggio competitivo, ed è quanto mai opportuno investire nello svi-luppo del capitale manageriale per favori-re lo sviluppo, la crescita e l’occupazione”.

Sei mila euro per i piani formativi individualiNello specifico l’Avviso 1/2018 preve-de la presentazione di Piani Formativi

condivisi individuali, con l’obiettivo di sostenere l’occupazione dei dirigenti in-volontariamente disoccupati, preceden-temente impiegati in aziende aderenti al Fondo. Il finanziamento massimo ammissibile è di 6.000 euro, aumentabile a 7.000 euro in caso di cofinanziamento di 1.000 euro del partecipante. I Piani formativi individuali dovranno essere finalizzati allo sviluppo di compe-tenze in uno dei seguenti ambiti di inter-vento: Cyber security e Data protection; Welfare aziendale; Innovazione delle competenze. Per maggiori informazioni e la presenta-zione del percorso formativo contattare l'associazione e completare la presenta-zione della domanda entro le ore 13.00 del 31 gennaio 2018.

Quindicimila euro per i piani formativi aziendaliL’Avviso 2/2018 prevede la presentazio-ne di Piani formativi condivisi aziendali, con l’obiettivo di supportare lo sviluppo della managerialità e della competitività delle imprese aderenti. Il finanziamento massimo ammissibile è di 15.000 euro ad azienda. I Piani formativi aziendali dovranno riguardare uno fra i seguenti ambiti di intervento:

Più di 10 milioni di euro per la crescita manageriale

Cyber security e Data protection; Digitalizzazione dei processi organiz-

zativi e/o produttivi; Internazionalizzazione; Credito, sostenibilità e investimenti; Project management per la gestione

dell’innovazione. La proposta di piano formativo azienda-le potrà essere presentata entro le ore 13 del 15 febbraio 2018 utilizzando la piat-taforma Web Fondirigenti.

Valutazione dei piani formativiCome per i precedenti Avvisi, la sele-zione prevede la valutazione da parte di una Commissione esterna di esperti, con un sistema basato sul merito, per premiare la qualità degli interventi. La presentazione dei Piani dovrà essere effettuata esclusivamente online, secon-do la modulistica predisposta dal Fondo (www.fondirigenti.it) a partire dalle ore 10.00 del 14 dicembre 2017.

La Commissione Assolombarda Confin-dustria Milano Monza e Brianza - ALDAI ha definito i termini per la condivisione dei piani formativi che dovranno perve-nire in bozza all’indirizzo dedicato per la necessaria preventiva approvazione:Individuali: 24 gennaio 2018Aziendali: 7 febbraio 2018 ■

Silvia Romagnoli Servizio Orientamento e Formazione ALDAI-Federmanager

Pubblicati i nuovi Avvisi 1 e 2 / 2018 di Fondirigenti, per favorire l'occupazione dei dirigenti e supportare lo sviluppo della managerialità e la competitività delle imprese.

i

Il Gruppo Seniores Edison (GSE) e l’Associazione Lombarda Dirigenti di Aziende Industriali (ALDAI)bandiscono un concorso per l’assegnazione di due Borse di studio intitolate a:

“Ing. Giacomo Bonaiuti”Le Borse di studio, finanziate dalla famiglia Bonaiuti, da GSE e da ALDAI,sono del valore di euro 4.000 ciascuna.

28a Borsa di studio “Ing. Giacomo Bonaiuti”BANDO DI CONCORSO 2018

Info: ALDAI - “Dirigenti Industria” - Gabriella CanutiVia Larga, 31 - 20122 Milano - [email protected]

Regolamento

Art. 1 Possono candidarsi alla Borsa di studio gli studenti iscritti all’anno accademico 2017-2018 alla facoltà di Chimica, Chimica Industriale, Chimica e Tecnologie Farmaceutiche e Ingegneria Chimica presso le Università della Regione Lombardia.

Art. 2 I candidati dovranno aver sostenuto alla data del presente bando almeno dieci esami obbligatori e dovranno aver conseguito una votazione media non inferiore a 25/30.

Art. 3 La domanda di ammissione al concorso deve essere redatta in carta semplice completa di indirizzo, recapito telefonico ed informatico. La documentazione deve pervenire, con il consenso al trattamento dei dati personali secondo il D. Lgs. 196/03, a: ALDAI - Gabriella Canuti - Borsa di studio “Ing. Giacomo Bonaiuti” - via Larga 31 - 20122 Milano.

Art. 4 Le candidature dovranno pervenire all’ALDAI entro il giorno 15 maggio 2018.

Art. 5 Le candidature, inoltre, dovranno essere corredate dalla seguente documentazione:a. certificato rilasciato dall’Università di provenienza con le attestazioni richieste negli articoli 1 e 2

del presente bando e con la specifica delle votazioni ottenute per ogni singolo esame (saranno accettate le attestazioni delle votazioni ricavate per via informatica);

b. stato di famiglia (anche autocertificazione);c. copia dell’ultima dichiarazione dei redditi del nucleo familiare di appartenenza (preferibilmente ISEE);d. ogni altro titolo ritenuto utile ai fini dell’assegnazione delle Borse di studio;e. indirizzo e-mail e numero telefonico, fisso o cellulare, come da Art. 3.

Art. 6 L’assegnazione della Borsa di studio è determinata con giudizio insindacabile ed inappellabile da una Commissione giudicatrice composta da: un rappresentante della Famiglia Bonaiuti; un rappresentante dell’ALDAI (che presiede); un rappresentante del Gruppo Seniores Edison.

LA PREMIAZIONE SI TERRÀ NEL MESE DI NOVEMBRE 2018

La gestione delle interfacce nella progettazione impiantisticaA cura di ANIMPMilano, 17-18 gennaio 2018

Il corso è dedicato principalmente a:• Responsabili della progettazione impiantistica generale

o di disciplina• Project Manager• Responsabili aziendali

La gestione del cambiamento in azienda: i processi e le persone(corso e workshop interattivo)A cura di ANIMPMilano, 6-7 febbraio 2018Il corso, nella forma di “roundtable” interattiva, si rivolge a coloro che, sono coinvolti nel processo di cambiamento all’interno della propria organizzazione e quindi sono, nello stesso tempo, sia soggetto attivo e responsabile di una parte del processo di trasformazione sia oggetto del processo stesso.

Avvio e chiusura del progetto (criticità e opportunità)A cura di ANIMPMilano, 9 febbraio 2018Nel corso vengono definite le metodologie per “avviare” e “chiudere” al meglio la “macchina progetto”, rispettando gli obiettivi stabiliti dal contratto con il Committente (tempi, costi, qualità, scopo del lavoro, rischi). È rivolto a Project Manager e a tutti i componenti dei team di progetto.

Coordinamento tra gestione di progetto e cantiere/officineA cura di ANIMPMilano, 30 gennaio 2018

Il corso esamina le problematiche tipiche che debbono essere affrontate e risolte nell’esecuzione di un progetto tra il cantiere e le altre funzioni aziendali interessate (ingegneria, approvvigionamenti, pianificazione, project management). Il corso è realizzato in modalità “workshop interattivo” attraverso questionari e case studies, con riferimento a situazioni tipiche di progetto.Figure professionali a cui è rivolto il corso:• Project Manager • Contract Administrators/Manager• Sub-Contract Engineer• Proposal Manager,• Project Control Managers,Coordinator• Technical Manager• Procurement Manager• Post Order Manager, Inspection/Expediting/Shipping

Engineer• Construction/Fabrication Manager• Commissioning Manager

Corsi di Formazione ANIMPgennaio-febbraio 2018

Reporting di progettoA cura di ANIMPMilano, 21-22 febbraio 2018Il corso si rivolge a Project Manager, Componenti del Team di progetto, Personale del Project Management Office (Project EnDocument Controller-Project Control etc...), Funzioni Aziendali che si interfacciano col progetto.

Obiettivo:• costruzione di un piano di comunicazione • definizione del flusso informativo e relative matrici

responsabilità • costruzione di un cruscotto di controllo del progetto

Per il Team di progetto è importante conoscere:• quali sono le aree di inefficacia e inefficienza del progetto;• chi si deve attivare per individuare le correttive actions;• quali saranno le eventuali revisioni/modifiche introdotte al

piano di progetto.

Per ulteriori informazioni o per ricevere il depliant informativo del corso rivolgersi alla

Segreteria Corsi ANIMP (Manuela Corbetta)dalle ore 9.00 alle ore 13.00

Tel. 02.6710.0740 ext 7 - Fax 02.6707.1785e-mail: [email protected]

oppure consultare il sito www.animp.italla voce FORMAZIONE.

La partecipazione ai corsi ANIMP prevede l’assegnazione di CREDITI FORMATIVI da parte dell’Ordine degli Ingegneri

Comunichiamo che, su nostra richiesta, la Direzione ANIMP ci ha confermato

che ai Soci ALDAI che si iscriveranno ai corsi promossi dall’ANIMP

a titolo individuale verranno concesse le stesse agevolazioni praticate ai loro iscritti.

DI30 DIRIGENTI INDUSTRIA GENNAIO 2018

uesto il tema dell’annua-le edizione della ricorrenza, promossa dal Consolato pro-vinciale di Milano di Feder-maestri, che si è svolta il 23 no-vembre 2017, presso l’abituale

e solenne Sala delle Conferenze conces-sa da Assolombarda, come da consueta e cortese concessione a testimonianza della valenza che questa consolidata ed apprezzata iniziativa ha assunto a con-ferma della considerazione che la Mila-no operosa, ricettiva e laboriosa, dedica

al mondo della scuola. È bene ribadire come l’attenzione che i “Maestri”, da sempre, dedicano ai giovani, viene svol-ta con assiduità, attraverso incontri pres-so le scuole, con l’obiettivo di trasmette-re loro esperienze di vita per stimolare e sollecitare un dialogo su quanto avviene al di fuori degli ambienti scolastici, dove i giovani si devono poi confrontare in am-biti diversi, con persone e modelli diffe-renti rispetto a quelli frequentati.

Dopo l’esecuzione dell’Inno nazionale “Fratelli d’Italia” che ha ricevuto recen-temente l’ufficialità da parte del Senato (questione restata sospesa dal 1946), il

collega Maestro Giorgio Fiorini, nell’a-prire la seduta, ha sottolineato l’impor-tanza del tema scelto proprio per so-stenere l’attualità delle esperienze che vengono vissute, presso gli Istituti e dentro le aule, con un diretto contatto tra giovani soggetti che si aprono alla vita ”reale”, che non sempre va confusa con quella “virtuale”, e persone mature con esperienze vissute, da cui si possano trarre stimoli e confronti utili per il pro-seguimento dello studio e del lavoro. Il rischio che oggi si può correre è quello di sovrapporre quanto viene esposto in rete a quella che è la vita reale. Confon-dere quest’ultima con quella virtuale è il

q

AVOROl

Mario Giambone Maestro del Lavoro e Consigliere ALDAI

Giovani e social network: opportunità e rischi

21° Convegno Scuola-Lavoro Federazione Maestri del Lavoro d’Italia

Tutti i giovani premiati.

DI 31DIRIGENTI INDUSTRIA GENNAIO 2018

AVOROl

Nelle due immagini:il tavolo della presidenza e la platea e durante l'esecuzione dell'Inno nazionale.

rischio che alcuni soggetti, specie se in giovane età, possono correre nel ten-tativo di confrontarsi con qualcosa che appartiene più all’immaginario che alla quotidianità. È quanto ha voluto mette-re in evidenza Alberto Mattioli, attuale Console provinciale Maestri del Lavoro.

Concetto ripreso anche da Franco Del Vecchio, attuale Segretario CIDA Lom-bardia (Confedarazione nazionale diri-genti ed alte professionalità), sponsor della manifestazione e dei premi ai gio-vani studenti. Utile e necessario, affer-ma, è adeguarsi alle innovazioni e segui-re gli sviluppi che la tecnologia imprime ai processi, senza perdere occasioni di adeguamento. Questo percorso, però, va seguito con attenzione e spirito di consapevolezza, senza lasciarsi guidare da altri, assumendo comportamenti re-sponsabili.

Ancora più incisiva, dal punto di vi-sta della propria professione, l’acco-rata esposizione di Chiara Giaccardi sociologa docente presso l'Università Cattolica di Milano, quando ha voluto evidenziare come ciò che viene messo in rete può trarre in inganno chi vi si ri-volge. Ci si confida, convinti che quanto espresso non possa poi essere “carpito”, magari confidenze per inseguire slanci di intime riflessioni, momenti di fragilità personali, così come affidare a un diario alcuni segreti. Poi ci si accorge, troppo tardi, che quelle parole, inserite in altre circostanze potrebbero alterare realtà e significati, deformando le personalità di chi vi si è affidato, pensando che queste sarebbero poi rimaste confinate nel “se-greto” del Web!

svolta presso gli istituti scolastici, docu-mentata e riassunta dal collega Massi-mo Manzoni che ha posto in evidenza gli specifici incontri tenutisi presso le scuole secondarie di primo e secondo grado, istituti tecnici e professionali. Tale costante attività si è prodotta su un to-tale di 81 complessi scolastici, attraver-so 409 incontri, partecipando in 397 classi ed incontrando 553 docenti, per complessivi 8.114 studenti! Numeri ve-ramente significativi, che assurgono poi a speciale riconoscimento considerando che tale attività è di natura spontanea e che la costanza viene mantenuta, basan-dosi solo sul “volontariato”. Tale fervente testimonianza e dedizione verso le giovani generazioni si conclude annualmente con il conferimento degli attestati ai vincitori del Concorso indetto, i cui elaborati vengono esaminati e sele-zionati da una apposita commissione, che se ne assume il delicato compito pre-valentemente nel corso dei mesi estivi! Quindi pienamente giustificato il dove-roso ed indistinto ringraziamento rivol-to a tutti gli attori di questa esemplare iniziativa, attraverso il caloroso plauso, espresso dalla folta platea, coinvolgen-do anche gli emozionatissimi premiati. A questi ultimi un caloroso e sincero au-gurio per il loro futuro. ■

Da sinistra: Franco Del Vecchio, Chiara Giaccardi, Alberto Mattioli, una giovane premiata, Massimo Manzoni, Arabella Biscaro e Don Sergio Massironi.

Le argomentazioni trattate hanno susci-tato l’attenzione dei numerosissimi pre-senti tra i quali, oltre agli studenti, si sono fatte notare le qualificanti considerazioni espresse da insegnanti e familiari, che hanno costituito una platea fortemente partecipe. L’attenzione è anche stata sti-molata dalla coinvolgente gestione svolta dalla giornalista Arabella Biscaro che ha intervistato “provocatoriamente“ in ma-niera televisiva, diversi presenti, differen-ziando età, professione e stato, realizzan-do una collegiale ed attiva partecipazione. Una volta esaurita l’ampia parte intro-duttiva, è seguita poi quella attinente ai risultati della costante opera di presenza

DI32 DIRIGENTI INDUSTRIA GENNAIO 2018

SSISTENZA SANITARIAaNon sempre e solo cattive notizie

erché ho pensato a questo titolo?

Viviamo in un’epoca in cui la co-municazione ci bombarda quoti-

dianamente con notizie più disparate e purtroppo con versioni sempre più contrastanti: dal Pil alla disoccupazione, dal numero di occupati al rating e così via. In tema previdenziale poi, non ne parliamo proprio. I soloni della politica che discettano anche qui furiosamen-te sull’argomento pensioni e sulla sua insostenibilità paventando grigi se non oscuri futuri. Le cause intentate che man mano vengono al dunque e le sentenze che risolvono in modo pretestuoso la vi-cenda. Insomma ce n’è abbastanza per scoraggiarsi e cedere alla tentazione di non prestare più ascolto a nulla.Oggi no invece, l’argomento in discus-sione, a mio parere, ha una particolare importanza e finalmente una valenza positiva e ho ritenuto farne un momen-to di riflessione.In seno alla Commissione abbiamo da sempre sottolineato come il tema dell’Assistenza Sanitaria Integrativa fos-se diventato il vero argomento di inte-resse per i nostri colleghi, in servizio, an-cor più quelli in pensione ma anche per gli inoccupati. Per tutti quindi il solo affi-darsi al Sistema Sanitario Nazionale non è più percorribile: non tanto per le strut-ture che, devo ammettere, nel nostro Paese e in particolare qui a Milano, non sono affatto carenti, ma per le inevitabili lungaggini ed i costi nei casi più gravi di assistenza richiesta. L’allungamento del-la vita, odierno ma ancor più futuro, poi è di per sé foriero di una maggiore e più lunga richiesta di assistenza sanitaria e pertanto gli occhi di tutti sono e devono essere puntati sull’offerta di servizi che la nostra Federazione si sforza sempre più di dare ai propri iscritti. In questo

ambito i nostri due enti, Fasi ed Assidai rappresentano un vero e proprio asset.A questo riguardo non poche sono le novità, in parte già annunciate, che il 2018 ci reca in dono.La voce degli iscritti, da noi raccolta, ha spesso sottolineato la non agevole istruzione delle pratiche di rimborso Fasi ed Assidai: il processo attuato di “dematerializzazione” aveva già notevol-mente contribuito ad una riduzione del problema della raccolta ed invio della documentazione che portava ad un ine-vitabile allungamento dei tempi di eva-sione. La duplicazione poi delle pratiche per i due enti veniva sottolineata dai no-stri colleghi come un’enorme perdita di tempo ed una possibile causa di ritardi nell’evasione per errori materiali. Adesso finalmente si parte con la pratica unica. Un’unica richiesta, per gli iscritti ai due enti, fatta in via elettronica e poi tutto procede: che bello! Per non parlare poi del processo di pre-notazione per un controllo, esame, visita presso i centri convenzionati. Basta con le lunghe attese telefoniche! Sarà suffi-ciente recarsi presso il centro conven-zionato scelto e, attestando l’iscrizione all’ente, accedere alla prestazione me-dica. A questo punto si impone un invito sempre più pressante ed attuale: uti-lizziamo di più i centri convenzionati. Ormai l’offerta, tra l’altro in via di ulterio-re rivisitazione alla luce dell’integrazio-ne tra gli Enti, è già abbastanza ampia e valida. È purtroppo però ancora diffusa la tendenza a privilegiare lo specialista a noi noto anziché la tal clinica. A parte il non poter usufruire di tariffe concorda-te e quindi agevolate soffermiamoci sul fatto di dover così anticipare la spesa, istruire la pratica di rimborso ed atten-dere. Io mi sono da sempre rivolto alle strutture convenzionate e vi assicuro che tale scelta è stata ampiamente e feli-cemente ripagata.

L’anno nuovo ci porta poi anche la no-tizia, non da poco, del “congelamento” della quota annuale Fasi e del contribu-to Assidai: per quest’ultimo poi anche la possibile rateizzazione in caso di ad-debito automatico su conto corrente. Di questi tempi non mi sembra poco. L’ad-debito automatico (o domiciliazione), ol-tre ad evitarci il pagamento annuale (per molti la rata unica potrebbe anche essere onerosa) con bollettino postale o simila-re, farà di fatto anche azzerare l’eventua-le interruzione della prestazione in caso di mancato pagamento: cosa che, con il trascorrere degli anni, i mille pensieri e la memoria che inizia a traballare, potrà sicuramente succedere. Per non parlare poi dei casi altamente invalidanti in cui il titolare, sempre stato unico tenutario della gestione delle iscrizioni, potrebbe non essere più in grado di farlo.La continuità dell’assistenza viene ades-so garantita.A tutto ciò si aggiungono anche le no-vità, già ampiamente diffuse relative al Long Term Care.Ecco allora snocciolati i motivi che han-no dettato il propositivo titolo: non solo e sempre cattive notizie.Ce n’è, a mio avviso, per compiacerse-ne e non genericamente concludere che tutto va male e che niente si fa per cambiare. Con la speranza che questi concetti raggiungano anche chi non è ancora iscritto e che lo convinca a fare il passo. ■

pSergio De Masi Presidente Commissione Previdenza e Assistenza Sanitaria ALDAI

L’anno nuovo ci porta poi anche la notizia,

non da poco, del “congelamento” della

quota annuale Fasi e del contributo Assidai

DI 33DIRIGENTI INDUSTRIA GENNAIO 2018

ITA ASSOCIATIVAv

n Italia si stima vi siano 169.000 di-rigenti industriali di cui circa il 57%

pensionati.Circa 60.000 sono iscritti a Federmana-ger e, di questi, circa il 27% sono soci ALDAI che è la sua più grande organiz-zazione territoriale.La nostra Associazione, con un organico di 15 dipendenti, costituisce un valido punto di riferimento per le note proble-matiche sindacali e lavorative dei mana-ger in attività, comprendenti anche ini-ziative di orientamento e tutoring così come le questioni riguardanti le pensio-ni e l’assistenza sanitaria, solo per indi-care le principali. Tali servizi sono ben descritti nella nostra rivista e disponibili presso l’Associazione.Oltre a ciò ci sono oltre 300 colleghi che collaborano a titolo volontario nel-le molteplici discipline gestite dalle tre Commissioni consultive,  Sindacale e Lavoro,  Studi e Progetti,  Previdenza e Assistenza Sanitaria, nonché dal Co-mitato Pensionati  e da dodici Gruppi di Lavoro dedicati a problematiche spe-cifiche:

sindacali, RSA e contratto di lavoro (GdL RSA);

ricerca di nuove opportunità lavorative (GdL Mind the Gap);

iniziative dei giovani dirigenti (Gruppo Giovani Dirigenti);

problematiche delle donne manager (Gruppo Donne Dirigenti Minerva);

Centro Analisi dei Dati dei Dirigenti che si occupa di raccogliere ed analiz-zare i dati di interesse della categoria

(GdL CADD);

molteplici iniziative culturali, lettera-rie, musicali ed anche finanziarie

(GdL Cultura);

iniziative per l’Europa (GdL Europa) e globalizzazione (GdL Geopolitica e

Internazionalizzazione);

temi energetici, trasporti ed ecologia (GdL Energia ed Ecologia);

valorizzazione dei senior ed il loro im-pegno nel volontariato nelle iniziative sociali (GdL VDS);

molteplici opportunità e problemati-che dell’innovazione

(GdL Progetto Innovazione);

iniziative per il tempo libero, i viaggi e le attività sportive

(GdL Tempo Libero e Golfmanager).

Tutti questi Gruppi di Lavoro si riuni-scono regolarmente circa una volta al mese per discutere le loro problema-tiche di competenza e queste riunioni sono elencate nella newsletter mensile che ALDAI invia agli associati, ed è pos-sibile anche trovarle negli “Eventi” del sito www.aldai.it e  sono aperte a tutti i Colleghi iscritti che possono esse-re interessati ai loro argomenti di discussione. Spesso a queste riunioni vengono invitati docenti universitari o

i

Partecipazione associativa dei dirigenti industriali ALDAII Gruppi di Lavoro sono aperti a tutti i colleghi che possono essere interessati alle loro discussioni

professionisti esperti che scambiano le loro esperienze e conoscenze con i par-tecipanti alle riunioni stesse. Chi fosse interessato a conoscere più nel dettaglio le attività e gli obiettivi dei dodici Gruppi di Lavoro, sempre nel sito ALDAI, nella home page in alto a destra basta cliccare su Gruppi di Lavoro e sce-gliere quello di interesse. Oppure può ri-volgersi allo scrivente, dal momento che gli ultimi nove dei dodici GdL elencati fanno parte della Commissione Studi e Progetti. Ma oltre alla partecipazione ai Gruppi di Lavoro, molti dei colleghi volontari sono aperti a discussioni su problemi di attualità tipo i cambiamenti climatici, la salute degli anziani e gli impatti sulle aspettative di vita della genetica e degli aspetti sociali, le vaccinazioni obbliga-torie, l’immigrazione, le diseguaglianze sociali, ecc… tanto per citare quelli più recenti. Vi sono inoltre colleghi con una buona preparazione digitale che pos-sono dare consigli o aiuto a chi ha diffi-coltà con il proprio computer o tablet o smartphone. Saremo lieti  di rispondere a domande specifiche o a richieste d’aiuto che invie-rete alla casella:

[email protected]

creata per favorire il networking con i soci e simpatizzanti.A breve realizzeremo un progetto (SMART123), in collaborazione con il Co-mune di Milano ed altre Aziende coin-volte nella mobilità, che elencherà tutte le APP relative ed indicherà, ai meno di-gitalizzati, le modalità per l’installazione sui loro smartphone o tablet. ■

Luciano De Stefani   Presidente della Commissione Studi e Consigliere ALDAI-Federmanager [email protected] - [email protected]

ITA ASSOCIATIVAv

DI34 DIRIGENTI INDUSTRIA GENNAIO 2018

Rimettersi in gioco nella solidarietà

Outplacement verso il socialeAl via l’opportunità di partecipare all’Edizione 2018

Giovanni Carnaghi Consigliere ALDAI

Francesco DindoCoordinatore Vises - Gruppo Milano

l centro di questo proget-to formativo per i soci

ALDAI resta la volontà di favorire l’in-contro fra: dirigenti in pensione o in prossimità

di pensionamento, che siano por-tatori di esperienze professionali di spessore e desiderosi di trasferirle ef-ficacemente al servizio della società

e mondo del volontariato, forte di ge-

nerosa disponibilità e buon senso, ma spesso carente di competenze gestionali;

mondo della solidarietà alle nuove generazioni, da proiettare con con-sapevolezza verso il traguardo del lavoro.

Valorizzare nel gioco della solidarietà le risorse dell’individuo è una possibilità: che viene positivamente testimo-

niata dalle varie edizioni di Outpla-cement verso il sociale, che hanno già consentito negli ultimi quattro anni a circa 90 dirigenti di orientarsi ad attività di solidarietà, superando assieme ai colleghi i rischi del diso-rientamento e del vivere la transizio-ne dal lavoro alla pensione in modo traumatico;

che mantiene attuale il fine teso alla restituzione di valore sociale delle competenze manageriali verso le realtà educative, formative ed as-sistenziali. Un buon numero di parte-cipanti è diventato parte attiva nelle iniziative che ALDAI e VISES, con i Gruppi di Lavoro e le Associazioni partner, portano avanti a vario titolo nella realtà del territorio.

La proposta ALDAI del Corso di Outplacement verso il socialeEdizione 2018Anche per il 2018 ALDAI indice il Cor-so di Outplacement verso il sociale, su impulso del Gruppo VDS-Valorizzazio-ne dei Senior e per il tramite di VISES/Gruppo di Milano in collaborazione con l’Associazione Nestore: un suppor-to a soci dirigenti in pensionamento o da poco in pensione (massimo 20 partecipanti) di conoscenza e di ac-compagnamento verso una scelta con-sapevole nell’ambito delle molteplici iniziative di volontariato e/o di impe-gno sociale del network associativo ed istituzionale ALDAI ai vari livelli. L’edizione 2018 è frutto delle espe-rienze raccolte nelle precedenti edizio-ni e mira ad erogare un Corso: qualitativamente validato. Il format

fa leva sulle competenze espresse dai partecipanti per incrociare con efficacia metodiche d’aula, di moti-vazione personale al proprio volon-tariato, di dinamica di gruppo nel confronto e nel supporto tra pari, e quelle di coaching individuale;

sostenibile per ALDAI/VISES. All’e-sperienza dei formatori dell’Asso-ciazione Nestore sui contenuti di settore e di gestione d’aula, viene ad associarsi la competenza dei coa-cher, colleghi ALDAI familiari con le progettualità VISES e del Corso, che si faranno carico dei colloqui indivi-duali.

Le finalità del CorsoIl partecipante sarà accompagnato nel suo percorso di cambiamento, per pre-

pararsi a rimettersi in gioco in un impe-gno personale di solidarietà. In partico-lare, avrà l’opportunità di: Conoscere

– gli elementi che caratterizzano e distinguono il mondo del non pro-fit rispetto al mondo del profit;

– le logiche che caratterizzano i cam-biamenti in atto in questo contesto.

Riflettere sul senso e l’opportunità della propria scelta, ponendo le basi per un personale progetto di inseri-mento nel volontariato.

Conoscere alcuni soggetti operanti nel mondo della solidarietà attra-verso i loro progetti aperti. Sarà uno sguardo personale verso realtà che tuttora, pur con il procedere dei nuo-vi quadri normativi, sono in buona misura impreparate ad affrontare una fase storica di grande cambia-mento.

Focalizzare le competenze che desi-dera porre a disposizione della col-lettività attraverso il volontariato.

La struttura del CorsoVerrà mantenuto l’approccio sin qui positivamente sperimentato: un incro-cio di contenuti e attività tra l’outplace-ment (con metodologie d’aula attive), i momenti di coaching individuali, gli incontri con operatori del mondo del terzo settore. Eventuali aggiustamenti saranno attuati nel durante, raccolte le esperienze, motivazioni e attese dei partecipanti per integrare ancor di più le singole parti.

In sintesi, il percorso per l’edizione 2018 sarà composto da: Primo incontro di apertura: incontro

con i partecipanti e presentazione del percorso.

a

ITA ASSOCIATIVAv

DI 35DIRIGENTI INDUSTRIA GENNAIO 2018

Quattro incontri di aula della dura-ta di quattro ore ciascuno. Si alter-neranno lezioni/relazioni e lavori in piccoli gruppi sui temi dello scenario del terzo settore, dell’organizzazione tipica delle onlus, della motivazione del volontario e del progettare il pro-prio “rimettersi in gioco nella solida-rietà”.

A metà degli incontri: due sessioni di presentazioni delle

associazioni e delle loro progettua-lità. Saranno coinvolte, oltre a VISES- onlus, realtà del network ALDAI e si-gnificative del territorio cittadino.

Preliminarmente ed in coda agli incon-tri: due colloqui di orientamento di ogni

partecipante con il coacher. Saranno di aiuto per focalizzare le scelte per-sonali sulla base degli stimoli raccolti negli incontri di gruppo.

Contestualmente, saranno impostati dei brevi “lavori a casa”, che rappresen-

IL CALENDARIOIl corso avrà luogo nell’arco di cinque settimane da martedì 20 febbraio a giovedì 22 marzo 2018.

SCALETTA DEGLI INCONTRIIncontro di apertura corso martedì 20 febbraio dalle ore 10.30

Sessioni di classe del corso dalle 9.30 alle 13.30 martedì 27 febbraio giovedì 1 marzo dalle 10.00 alle 13.00 presentazioni onlus martedì 6 marzo giovedì 8 marzo dalle 9.30 alle 13.30 martedì 13 marzo giovedì 15 marzo

Incontro di chiusura corso giovedì 22 marzo dalle ore 9.30

Colloqui di coaching su appuntamento individuale con i coacher, nelle giornate di: • mercoledì 21 e giovedì 22 febbraio • martedì 20 e mercoledì 21 marzo

L’incontro di follow-up della Classe(dopo tre mesi) giovedì 14 giugno 2018 - dalle ore 15.00

MODALITÀ DI ISCRIZIONE AL CORSOGli interessati a partecipare, secondo la scaletta sopra riportata, al Corso

Outplacement verso il Sociale – Edizione 2018sono invitati a dichiarare il proprio interesse, entro lunedì 5 febbraio 2018,

e a segnalare via e-mail il proprio nominativo e contatto a:

[email protected]

Chi segnala il proprio interesse sarà ricontattato via e-mail, per verificare la disponibilità di presenza e per la compilazione della scheda di iscrizione al Corso.

Ricordiamo che l’iscrizione al Corso è limitata a 20 colleghi soci, e che la priorità sarà gestita sulla base della tempistica di ricezione delle scheda di iscrizione.

tano un importante momento di ela-borazione e presa di coscienza indivi-duale, in preparazione ed a valle degli incontri di gruppo. Un ultimo incontro sarà quello di Bi-

lancio progettuale e di avvio del “mio volontariato”. Sarà suggerito ai par-tecipanti un possibile orientamento di ambito e/o di progettualità. Lo potranno sperimentare, volendo, incontrando quali candidati le onlus e/o presenziando da osservatori ai progetti già nell’arco di alcuni mesi seguenti, sufficienti a trarre proprie conclusioni.

Un conclusivo incontro di follow-up, a tre mesi dalla fine Corso, darà voce alla condivisione con la Classe. Ognu-no avrà occasione per la presentazio-ne ed il confronto tra pari dello stato e delle esperienze di avvio del “mio volontariato”, a conseguimento del-le finalità dell’Outplacement verso il Sociale.

L’organizzazione del CorsoL’organizzazione e la gestione operati-va del corso sono assicurate da VISES, nell’ambito delle progettualità del Gruppo di Milano, quale ong/onlus di riferimento di Federmanager/ALDAI.

Il Corso si terrà presso la sede ALDAI.

Sarà possibile accogliere fino a 20 partecipanti, allo scopo di assicura-re un’interazione efficace tra i parte-cipanti e con i docenti.

La gestione degli incontri e dei sotto-gruppi sarà affidata a formatori pro-fessionali dell'Associazione Nestore.

I colloqui iniziali e finali dei parteci-panti saranno sostenuti dai coacher professionali ALDAI su appuntamen-ti individuali.

Il corso è gratuito per i soci ALDAI. ■

ITA ASSOCIATIVAv

DI36 DIRIGENTI INDUSTRIA GENNAIO 2018

Convegno sulle opportunità offerte dalla digitalizzazione

Le persone vere protagoniste della Rivoluzione 4.0“Ma dovranno essere più formate e competenti”A cura di Federmanager Bergamo

ltre all’oggettiva soddi-sfazione per i contributi

dei numerosi relatori che ci hanno ono-rati della loro presenza, c’è un ulteriore elemento di cui vado particolarmente orgogliosa, insieme ai miei colleghi del Consiglio Direttivo. Siamo infatti stati fra i primi, a livello nazionale, a marca-re in modo evidente – distinguendolo così dagli altri convegni sul tema del-la Quarta rivoluzione industriale, che si stanno organizzando in questi mesi in ogni angolo del Paese – l’elemento su cui volevamo si focalizzasse l’atten-zione dei partecipanti: le Persone. Cioè: dalla proprietà all’ultimo dei collabora-tori di una qualsiasi impresa italiana, passando ovviamente per la classe manageriale, in quale scenario si trove-ranno ad operare, tutti questi individui, nei prossimi mesi? E nei prossimi anni? E di loro, di ciascuno di questi lavora-tori e professionisti, che ne sarà? Ogni attività produttiva sarà demandata alle macchine? Oppure ci saranno ancora

margini operativi per interventi di es-seri umani?”.

Queste le primissime considerazio-ni che la Presidente di Federmanager Bergamo, Bambina Colombo, ha fatto al termine del convegno “Industry 4.0: quali opportunità per le aziende e le per-sone”, organizzato in prima persona – “con l’aiuto e la collaborazione di molti colleghi, oltre che dello staff che lavora per l’Associazione”, precisa lei – e ospi-tato al campus economico-giurispru-denziale dell’Università di Bergamo, il 20 ottobre 2017.Una primogenitura, quella rivendica-ta dalla leader dei manager orobici di imprese industriali, che ha trovato una prima legittimazione solo un paio di settimane più tardi, in occasione

dell’annuale assemblea di Confindu-stria Bergamo. “Anch’essa – sottolinea la Presidente di Federmanager Berga-mo – ha puntato gran parte del suo ap-pealing sul risvolto umano della rivolu-zione digitale”. Ma non si è trattato di un episodio, più o meno casuale: “L’at-tenzione alle Persone – aggiunge Bam-bina Colombo – è un elemento che ho notato ricorrere durante i convegni e i seminari sul tema Industry, anzi Impre-sa 4.0, cui ho partecipato nelle settima-ne e nei mesi seguenti”. Segno, dunque, che Federmanager Bergamo ha anticipato un trend che, fino ad ottobre 2017, non si era pale-sato in maniera inequivocabile. “Una, dieci, cento macchine – prosegue il ragionamento della Presidente Colom-bo – potranno svolgere con molta più rapidità e precisione, forse, attività fino a ieri svolte dagli individui. Ma ritengo impensabile – conclude – che macchi-ne intelligenti, interconnesse oltre che collegate ad Internet possano sostituire completamente le Persone”.Un pensiero sintetizzato da Bambina Colombo, durante lo speech di apertu-ra del convegno, auspicando crescenti livelli formativi sia delle future classi di-rigenti sia dei futuri addetti allo svolgi-mento di attività richieste dalla digital trasformation. “Solo con un’alleanza fra Tecnologia e Individui – ha sentenziato – si potrà evitare che la prima prenda il sopravvento sui secondi”.Il concetto è stato ampiamente condi-viso, anche se con variegate sfumature, dai partecipanti alla tavola rotonda che ha concluso il convegno: da Lucio Cas-sia, docente dell’Università di Bergamo, a Giorgio Gori, Sindaco di Bergamo, da

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ITA ASSOCIATIVAv

DI 37DIRIGENTI INDUSTRIA GENNAIO 2018

Paolo Perani, ingegnere dirigente di ABB Sace a don Cristiano Re, delegato del Vescovo per le Politiche Sociali.Auspicio condiviso, ma che dovrà co-munque fare i conti col fatto che "un terzo del 62% delle attività che oggi vengono normalmente svolte in azien-da potrà essere automatizzato”, come ha indicato Stefano Ierace, direttore operativo di Intellimech, il Consorzio che ha sede al Parco scientifico-tecno-logico del Kilometro Rosso. Quale at-teggiamento dovranno avere, allora, le Istituzioni per evitare l'aumento delle disuguaglianze e il conseguente pos-sibile "scollamento" sociale, paventato dal Sindaco della Città dei Mille? Una parziale ma netta risposta è arrivata a stretto giro da Cassia: "Solo un'ade-guata e crescente formazione – ha sen-tenziato il docente universitario – con-sentirà alle persone di cavalcare, e non subire, la digital trasformation". Cui il Sindaco ha replicato sostenendo che, contestualmente, sarà necessario crea-re “sistemi” che favoriscano il maggior amalgama possibile della collettività.Del punto di vista della Diocesi berga-masca, è stato portavoce don Cristiano Re, direttore dell’Ufficio per la Pastora-le sociale e del lavoro. Il sacerdote si è (ed ha) interrogato essenzialmente “sullo spazio, dentro questa Rivoluzio-ne, per l’Uomo che lavora”. E, nell’auspi-care che “lavoro“ continui a far rima coi concetti di “dignità“ e di “integrazione sociale“, ha manifestato una (pruden-te) apertura nei confronti della digital trasformation, intravedendovi la stessa tensione positiva di un “Esodo verso la Promessa”; ammettendo le oggettive “problematiche e i più che comprensi-bili timori cui l’Uomo va incontro, ogni qual volta deve affrontare qualcosa di non conosciuto”, della fase d’avvio del-la Quarta rivoluzione industriale. Sulla questione al centro del conve-gno di Federmanager Bergamo si era soffermato, durante la prima parte dei lavori, anche Stefano Cuzzilla. Il Pre-sidente nazionale di Federmanager, illustrando il Progetto “Be Manager” e accennando all’Ente bilaterale di re-cente costituzione, unitamente a Con-findustria, ha sottolineato la necessità di “formare nuove figure manageriali” che possano essere di aiuto e supporto alle aziende, soprattutto sul fronte del-la digitalizzazione. Ambito in cui, come

ammesso dallo stesso Presidente di Confindustria Bergamo, Stefano Sca-glia, il tessuto imprenditoriale orobico è abbastanza carente, soprattutto nel comparto delle MPMI.Per cercare di ovviare a questi (ogget-tivi) problemi, il Rettore dell’Università di Bergamo, Remo Morzenti Pellegri-ni, ha assicurato di “stare lavorando al rinnovo dei percorsi universitari per anticipare quello che verrà, dotando i giovani di competenze adeguate alla complessità del momento storico”. Au-spicando, in conclusione, che “questo Territorio assuma, sempre più, la fisio-nomia di un umanesimo tecnologico”.Concludendo, gli ospiti di Federma-nager Bergamo hanno convenuto sul fatto che Impresa 4.0 è un'opportuni-tà da cogliere, ma che per cavalcare quest'onda bisogna e bisognerà essere adeguatamente formati, oltre che do-tati di versatilità e creatività. Non tan-to su aspetti iperspecialistici quanto, piuttosto, su tematiche transettoriali.Un aspetto, quest’ultimo, al centro del-lo stimolante intervento svolto da Ro-

berto Pinto, docente dell’Università di Bergamo. “Se le tre precedenti ‘Rivo-luzioni industriali’ sono state caratte-rizzate da un’unica tecnologia, quella che stiamo vivendo è più complessa perché caratterizzata da una riscoperta di tecnologie, decisamente più mature, destinate ad interagire fra loro”. E pro-prio questa considerazione ha offerto a Pinto il destro per una sottile, ma acu-ta, sottolineatura della differenza tra “complicato” e “complesso”. “L’automo-bile è un prodotto complicato, risultan-te dell’assemblaggio di conoscenze già codificate, comprese quelle riguardan-ti il software. La complessità, invece, si manifesta nel momento in cui le co-noscenze già codificate interagiscono secondo modalità non predefinite”. E per governare al meglio “la complessi-tà – è stata la sottolineatura conclusiva di Pinto – diverrà sempre più indispen-sabile il presidio congiunto di Tecnolo-gie, Competenze e Processi”. Che, ine-sorabilmente, richiederanno Persone dotate di competenze e formazione crescenti. ■

Stefano Cuzzilla durante il suo intervento.

I relatori del Convegno.

DI38 DIRIGENTI INDUSTRIA GENNAIO 2018

ITA ASSOCIATIVA - ENERGIA ECOLOGIAvIl miraggio della mobilità sostenibile (verso la SEN)

ome abbiamo più volte avuto occasione di sostenere in prece-

denti articoli, nel nostro Paese i problemi posti dalla mobilità non sono stati mai veramente affrontati o lo sono stati poco e male. Un’ulteriore conferma viene dal documento presentato nella recente Audizione Parlamentare che contiene i preliminari di quella che dovrebbe es-sere la Strategia Energetica Nazionale (S.E.N.), preliminari basati su input ed evidenze emersi in vari tavoli sia di li-vello nazionale che internazionale, nei quali il complesso sistema della mobili-tà non è stato nemmeno delineato nei suoi termini essenziali.Eppure la mobilità è una componente fondamentale dell’attività lavorativa, che nell’ambito produttivo della società ogni singolo cittadino deve poter svol-gere senza incontrare ostacoli esterni.Se non si affrontano i problemi legati alla mobilità, ad esempio, il tempo trascorso per raggiungere il posto di lavoro o dove svolgere una qualsiasi attività, finisce per essere un tempo sottratto all’attività vera e propria, venendo a costituire uno dei fattori che condizionano in negativo la produttività del nostro sistema-Paese, che proprio nei giorni scorsi l’Ocse ha ri-levato essere tra le più basse in Europa.Già in un precedente contributo (v. Staffetta Quotidiana, 10 aprile 2015) abbiamo condotto, partendo dai dati pubblicati dall’Aci, un’analisi particola-reggiata riguardante sia il numero degli automezzi per il trasporto merci (mate-

rie prime, semilavorati, prodotti finiti) sia automibili e motocicli, trattori, autocar-ri con rimorchio ed autobus. Di questa analisi, estrapoliamo in particolare due aspetti che a nostro avviso fotografano meglio di tutti la situazione: in Italia circolano circa 700 veicoli ogni

mille abitanti, un valore che è tra i più alti d’Europa;

oltre l’86% di quanto trasportato viag-gia su gomma.

Questo secondo dato soprattutto mo-stra come la strategia seguita negli ul-timi decenni abbia favorito il traffico su gomma rispetto a quello su rotaia, trascurando le opportunità offerte dai sistemi intermodali – laddove realizza-ti – e l’uso alternativo delle vie d’acqua (Tirreno ed Adriatico) concentrando in-vece il traffico sulle autostrade che at-traversano la penisola. Risulta evidente perciò la necessità di puntare con deci-sione su una filosofia che modifichi ra-dicalmente i criteri di trasporto a favore del ferro. Rispetto alla gomma infatti, la rotaia consente di coniugare un basso impatto ambientale con una più alta efficienza sia in termini di velocità sia di regolarità del servizio, a tutto vantaggio degli utenti. In particolare un maggior sviluppo delle reti metropolitane, l’uso degli anelli ferroviari esistenti all’interno delle aree urbane e il ritorno alle linee tranviarie facilitano la ricerca di una mo-bilità sostenibile, diminuendo tra l’altro l’inquinamento causato dall’elevato nu-mero di veicoli in circolazione e velociz-zando i tempi di percorrenza dei mezzi pubblici di superficie, come peraltro già

avviene in molte altre città europee. Occorre inoltre comprimere al massimo, o almeno regolare con più decisione, il parcheggio privato nei centri storici, dove le dimensioni delle strade sono de-cisamente inadeguate; la sosta selvag-gia contribuisce infatti in modo determi-nante alla congestione del traffico locale (che nelle ore di punta porta la velocità media delle autovetture a non supera-re i 4 km/h) e all’inquinamento dell’aria (polveri sottili – tra cui il Pm10 – e pro-dotti della combustione, il tutto rilascia-to ad altezza d’uomo) perché le strade si trasformano di fatto in parcheggi privati di veicoli fermi, ma a motore acceso. Un altro fattore che grava in maniera insostenibile sul traffico cittadino è l’af-fluenza dei mezzi privati dei pendolari i quali, per carenza e/o inefficienza di collegamenti regionali e linee suburba-ne, sono costretti a servirsi in prevalenza dell’auto privata, con tutto quello che ciò comporta in termini di costi ambien-tali, economici e financo sociali a carico dei pendolari stessi e delle comunità già congestionate nei luoghi dove si con-centra il lavoro urbano. Attualmente sono in media oltre 13 milioni le perso-ne che si recano ogni giorno fuori dal Comune di residenza: 13 milioni di spo-stamenti legati all’evoluzione socio-eco-nomica del Paese e, soprattutto, ai feno-meni di “diffusione abitativa” che hanno mutato il volto delle concentrazioni ur-bane in molte aree del Paese: il rincaro dei prezzi delle case nei centri storici ad esempio ha determinato il trasferimento nell’interland di ampie quote di popola-

cVincenzo MorelliGià Direttore DCO Enel

Baldassarre ZaffiroGià Project Manager DCO Enel

Dal 2003 ci dedichiamo al tuo sorriso e alla tua salute

ITA ASSOCIATIVA - ENERGIA ECOLOGIAvzione. In mancanza di collegamenti pub-blici adeguati, l’auto privata ha quindi assunto un ruolo predominante nell’af-frontare gli spostamenti casa/scuola e casa/lavoro: il 74% contro il 15% del treno (utilizzato sia come unico mezzo di trasporto o in combinazione con altri mezzi) e l’11% delle corriere e degli au-tobus extraurbani. Ma quali sono i prin-cipali ostacoli che si frappongono alla soluzione dei problemi sopra esposti? Un primo è imputabile al comporta-mento degli autotrasportatori, che si oppongono a qualsiasi modalità alter-nativa che sottragga loro un’attività oramai consolidata da decenni. Un se-condo, che del resto discende al primo, riguardai costruttori di automezzi. Per affrontare i problemi ambientali causa-ti dall’uso di combustibili fossili, le case automobilistiche stanno spingendo molto sullo sviluppo di motorizzazioni elettriche. Ma i motori elettrici, sebbene meno impattanti a livello di prodotti del-la combustione, non eliminano il proble-ma della polveri sottili perché – essendo

pur sempre destinati a veicoli che viag-giano su gomma – non eliminano gli effetti dell’interazione degli pneumatici con il tappeto di asfalto, senza contare che la capillare struttura di ricarica è ad oggi molto di là da venire. Un altro problema infine è rappresenta-to dai comportamenti dei singoli cittadi-ni i quali – come detto – per raggiungere il posto di lavoro o i luoghi di svolgimen-to delle proprie attività abusano im-propriamente dell’autovettura privata nascondendosi dietro l’ineffificenza (pe-raltro reale) dei trasporti pubblici. Un comportamento tanto radicato quanto inadeguato che finisce per aggravare i problemi della mobilità e creare incresciosi alibi per non rispettare le regole (civili oltre che del Codice della Strada).Da quanto sinteticamente descritto, ri-caviamo alcune riflessioni conclusive:1. quando si tenta di mettere mano ai

problemi della mobilità urbana (ivi comprese le gravose conseguenti ricadute sulla produttività rilevate

dall’Ocse) purtroppo dobbiamo con-statare una volta di più che, nel ten-tativo di emanare norme legislative e regolamentari, si finisce per accata-stare parole su parole in un labirinto di vincoli che – paradossalmente – generano l’effetto opposto, ovvero paralizzano l’attività dei cittadini e fi-niscono col dare adito ad un intreccio di opinioni inconcludenti ed inutili dispute;

2. un approccio corretto ai problemi posti dalla mobilità, invece, signifi-cherebbe non solo incidere sul mi-glioramento della produttività, ma soprattutto sulla qualità della vita e della salute dell’intera collettività;

3. in definitiva ci troviamo a constatare con amarezza che coloro che dovreb-bero almeno avviare sperimentazioni tese a risolvere i problemi esposti non lo fanno, mentre il singolo cittadino – afflitto da un problema reale e dietro il comodo alibi dell’inerzia ammini-strativa – continua a comportarsi in maniera sempre più incivile. ■

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DI40 DIRIGENTI INDUSTRIA GENNAIO 2018

20º Concerto d'Autunno ALDAI

Quando la razionalità lascia spazio alle emozioni

Gabriella CanutiRedazione Dirigenti Industria

a sera del 7 novembre 2017 sono stati in molti ad accorrere al Teatro Dal Verme per assistere alla vente-sima edizione del Concerto d'Au-tunno ALDAI. Solo ieri… le pagine

di Dirigenti Industria davano notizia del successo di un'iniziativa musicale nata per creare "una manifestazione d'amici-zia fra i soci ALDAI". Questo "ieri" era il 21 ottobre 1999 e le parole erano dell'allora Presidente Edoardo Lazzati. Da quella data l'ALDAI ha organizzato 20 concer-ti (contando il primo e due edizioni nel 2012) e anno dopo anno, successo dopo successo, attraverso un percorso di mol-teplici programmi di musica classica e perfino una carrellata delle più belle e suggestive colonne sonore del grande cinema, siamo arrivati all'emozionante e appassionata interpretazione del 2017.

Il Presidente ALDAI Romano Ambrogi, gratificato di constatare la numerosa partecipazione nella splendida cornice del Teatro Dal Verme, ha rivolto un ca-

loroso benvenuto agli ospiti ricordando come il Concerto d'Autunno, ormai sto-rico evento della tradizione di ALDAI, sia un momento di condivisione e di testi-monianza dei valori di cui l’Associazione è portatrice. Sentimenti che conducono al senso di appartenenza, di coesione perché, seppur nella specificità di ognu-no, in ALDAI si è parte di un sistema che lavora ogni giorno per accompagnare la

vita dei manager sotto tutti gli aspetti e anche queste piacevoli occasioni ne sono la concreta dimostrazione. Saluti e ringraziamenti sono stati rivolti ad Autorità, Istituzioni, Federazioni, As-sociazioni; ai rappresentanti negli Enti di Previdenza e negli Organi Direttivi; ol-tre che a Collaboratori e Consulenti che quotidianamente si impegnano con la Struttura ALDAI. Last but not least il rin-

lRosanna Re e Romano Ambrogi.

La sala gremita di spettatori durante l'esibizione.

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DI 41DIRIGENTI INDUSTRIA GENNAIO 2018

graziamento a coloro che si sono prodi-gati per la riuscita della manifestazione: il Direttore artistico Rosanna Re, il Dele-gato del Presidente e organizzatore del Concerto Agostino D’Arco, il Direttore e tutta la Struttura ALDAI. Ambrogi ha sottolineato che l'Associa-zione, proseguendo l'obiettivo di essere un valido punto di riferimento per i ma-nager tra le molteplici attività (da quelle di tutela e rappresentanza a quelle cul-turali e ricreative), porta avanti da sem-pre il valore del volontariato con l’opera di VISES Gruppo di Milano coordinata da Francesco Dindo.

La parola è passata poi a Rosanna Re che ha introdotto la serata con una ra-pida rassegna del programma previsto: il Concerto di J. Brahms per violino, vio-loncello e orchestra op. 102 e la Sinfonia Jupiter op.551 di W.A. Mozart. Ultimate le presentazioni le parole e la razionalità hanno lasciato campo libero alla musica e alle emozioni.

Il primo tempo si è aperto con il doppio concerto, opera magistrale composta nel 1887 quando Brahms aveva 54 anni.La partitura si differenzia da altri con-certi per la particolarità con la quale gli strumenti solisti, che dialogano con l’or-chestra, sono due e non uno soltanto come comunemente accadeva nell'800, modalità che invece fino a Mozart com-preso era molto consueta.

Il secondo tempo è stato dedicato all’e-secuzione della maestosa Sinfonia di Mozart, da sempre molto amata dal pubblico e spesso richiesta grazie alle inconfondibili note che la sanno ren-dere da sempre un vero privilegio per l'ascolto. Il nome “Jupiter” non fu voluto da Mozart, bensì del suo impresario che, riferendosi a Zeus, Dio dell’Olimpo, volle sottolineare la grandiosità di quest’ope-ra, che seppur scritta 100 anni prima del concerto di Brahms (eseguito nel primo tempo), si impone all’ascoltatore sia per la grandiosità del suono, sia per la bel-lezza dei temi.La direzione dell’orchestra “I Pomeriggi Musicali” è stata affidata al famoso violi-nista e direttore Pavel Berman affianca-to da due splendidi, giovanissimi solisti: Gennaro Cardaropoli violino ed Erica Piccotti violoncello che, nonostante la loro giovane età (rispettivamente 20 e 18

anni) hanno eseguito il concerto in modo superlativo mettendo in luce, sensibilità, bellissimo suono e grande affiatamento nel discorso musicale. Il profilo di que-sti ragazzi sorprende perché, seppure giovanissimi, hanno vinto primi premi a concorsi nazionali e internazionali. Il me-rito del loro meraviglioso suono è anche dovuto al pregio degli strumenti che ab-biamo avuto il privilegio di ascoltare: un violino G.B. Guadagnini del 1783, appar-tenente alla Fondazione Pro Canale, ed un violoncello F. Ruggeri 1692 concesso dalla Fondazione Micheli di Milano.

Alla fine del primo tempo Agostino D’Arco e Rosanna Re hanno consegna-to ai giovani solisti, da parte di ALDAI,

una pergamena e una medaglia con i migliori auguri per un proseguimento della brillante carriera oltre che a ricordo dell'emozionante serata che, con impe-gno e talento, hanno dedicato alla no-stra Associazione.

Al termine della serata, sfumata l'ultima nota, il Teatro è stato inondato da un fragoroso e prolungato applauso finale rivolto ai musicisti per la mirabile inter-pretazione e alla maestria dei grandi compositori. La musica ha il dono di in-corniciare il silenzio colmandolo di sen-sazioni che rischiarano l'anima. "Viviamo in questo mondo per imparare e per illuminarci l'un l'altro" ... ...Parola di Mozart! ■

Pavel Berman e l'Orchestra ricevono i meritatissimi applausi.

Agostino D'Arco e Rosanna Re premiano Gennaro Cardaropoli ed Erica Piccotti.

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DI42 DIRIGENTI INDUSTRIA GENNAIO 2018

Dalla religiosità alla religione istituzionalizzata

i parte sempre dal noto anche per avvicinare e conoscere, sco-

prire l’ignoto. Vale in tutti i campi, com-presa la religione. Intendiamo qui per “religione” sia l’aspetto profondo della “religiosità”, sia quello storico e persino istituzionale dei sistemi religiosi. Non sono la stessa cosa, e vanno distinti, ma da entrambi prendiamo inevitabilmente le mosse quando affrontiamo chi è di un’altra religione (o di nessuna): ricono-sceremo (o non riconosceremo) in lui/lei/loro simili o eguali spinte profonde che da sempre inducono gli esseri uma-ni a rapportarsi col “mistero”, col “tra-scendente”, col “sacro”, col “divino”… Fin dalla Preistoria riti, altari, gesti e pa-role, in tutte le parti del mondo, testimo-niano la “religiosità” umana che si pone delle domande, che si mette alla ricerca di un senso all’esistenza, che trova vie per completare e/o superare uno stato di insoddisfazione, che tenta di andare oltre i limiti evidenti e irrimediabili della nostra condizione e in ultima analisi di “superarsi”.Di tutto ciò siamo meno consapevoli di quanto dovremmo, in parte per la ten-denza a dare per scontate le esperienze di base, preferendo definizioni ereditate passivamente oppure anche fatte pro-prie con impegno, ma sempre in forma

rassicurante e un po’ preconfezionata che rischia di allontanarci dall’essenzia-le di cui invece dovremmo fare costan-temente memoria; un po’ anche perché quelle esperienze di base sono necessa-riamente filtrate dalle forme del sistema religioso a cui apparteniamo. Quella “religiosità” o senso religioso che ci ac-comuna a moltissimi nostri simili, nel corso della storia è divenuto anche un “fenomeno” articolato e complesso che può fare da schermo alle domande, alle esigenze, alle questioni di base, cui pur cerca di dare risposta. Le forme più quotidiane e semplici che tale fenomeno ha assunto nel tempo, fino alla sua istituzionalizzazione, non dovrebbero ostacolare, ma bensì con-servare e ridare perpetua freschezza alla ricerca da cui tutto parte… ma fatal-mente non sempre è così (basti pensare alla riduzione dell’Avvento e del Natale a periodi prevalentemente consumisti-ci) e, come i saltatori, dobbiamo consta-tare che è la stessa gamba che ci dà la spinta per elevarci e urtare poi l’asticella che può cadere, annullando la validità del salto. Riflettendoci bene, tuttavia, non è però anzitutto la differenza dogmatica o dot-trinale delle varie religioni a costituire un ostacolo per la reciproca compren-sione, salvo casi di fanatismo purtroppo reali ma comunque sporadici e patologi-ci, quanto altri fattori che appartengono

alla sfera antropologico-culturale, di cui in molti casi le credenze e i riti religiosi sono un più o meno spesso rivestimento esteriore che ha poco o nulla a che fare con un’autentica interiorità. Non vogliamo con ciò relativizzare l’im-portanza di dogmi e atti di culto che in-vece portano in sé una secolare se non millenaria eredità spirituale che merita di essere approfondita e valorizzata in tutte le sue infinite potenzialità. Si trat-ta semplicemente e ragionevolmente di prendere atto che nulla si produce nel vuoto e che quindi le circostanze e i con-dizionamenti dei vari ambienti e delle differenti epoche giocano, comunque, un ruolo non secondario nelle modalità in cui qualsiasi cosa – compresa la fede religiosa – viene concepita, interpretata, espressa da esseri umani inevitabilmen-te collocati nel tempo e nello spazio. Fac-ciamo un esempio, e al massimo livello, tanto per intenderci: Gesù era un ebreo, vissuto quando la sua terra era sotto il dominio politico dell’Impero romano e culturalmente segnata dall’ellenismo. Anche chi professa la fede in lui come Fi-glio di Dio non può ignorare tutto que-sto, altrimenti non saprebbe spiegarsi perché, ad esempio, i Vangeli siano stati redatti in greco, la Chiesa abbia presto trovato in Antiochia, Alessandria d’Egit-to e persino Roma (patria dei suoi car-nefici) le proprie capitali che eclissarono presto Gerusalemme e tante altre cose

s

Paolo Branca Docente di lingua e letteratura araba e islamistica all’Università Cattolica di Milano

Il Gruppo Cultura desidera proporre un ciclo di incontri sulla “Storia delle religioni” partendo dalle religioni monoteiste che più appartengono alla nostra sensibilità. Il ciclo sarà coordinato da Paolo Branca, docente di lingua e letteratura araba e islamistica all’Università Cattolica di Milano. Il ciclo vuole avere una funzione propedeutica con l’obiettivo di una sua prosecuzione in un futuro prossimo, nel quale si potranno approfondire alcuni dei numerosi argomenti e delle affinità che verranno portati all’attenzione. Si inizierà da un incontro introduttivo sulla “religiosità” ed il cammino verso un senso religioso più tradizionale per giungere a discorrere dei tre monoteismi con interventi di altissimo livello.

Mario Garassino

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DI 43DIRIGENTI INDUSTRIA GENNAIO 2018

che (come l’incontro coi popoli barba-rici) hanno influenzato e continuano a determinare il “nostro“ modo di essere cristiani cattolici (modo, che, non a caso, è differente per i cristiani ortodossi, fi-gli di un’altra storia, o per i riformati). La quasi coincidenza che riscontriamo tutt’oggi fra nazionalità e adesione a una determinata confessione cristiana anche solo nei Balcani ne è una palese conseguenza.Analogo discorso si potrebbe fare circa l’influsso dell’Egitto o di Babilonia sull’e-braismo, delle tradizioni beduine (ma poi anche persiane, bizantine e indiane) sull’islam e via dicendo. È certamente vero che i semplici fedeli di ciascuna re-ligione ne sanno poco o nulla, ma i più frequenti e stretti contatti fra di loro de-terminati dalla globalizzazione in atto richiederebbe, anzitutto, una maggior consapevolezza di tali dinamiche, eppu-re ciò cui stiamo assistendo è piuttosto un inasprimento delle contrapposizioni etnico-religiose su basi quasi esclusi-vamente emotive e pertanto effimere, quando non controproducenti sul me-dio-lungo periodo.La cosa è paradossale solo fino a un cer-to punto: si tratta infatti di un effetto collaterale della globalizzazione stessa la quale, lungi dal diluire le identità, ne ha prodotto invece un rafforzamento reattivo, fino alla “riscoperta“ di radici mitiche (come quelle celtiche) in fun-zione protettiva e rassicurante per chi si trova spaesato e senza punti di rifer-mento in quella ch’è stata efficacemente definita l’attuale “società liquida“ (vedi Zygmunt Bauman).

Non si tratta dunque d’inventare nulla di nuovo, ma di cogliere l’occasione e di rispondere alla necessità di allargare e approfondire ciò che già c’è, magari in forma inadeguata alle mutate circo-stanze. Non farlo, o farlo tardi e male, si configura come un danno per noi stessi, prima ancora che nei confronti degli al-tri e ci condanna a subire piuttosto che gestire una situazione vissuta come un evento meteorologico avverso, di cui potremo anche lamentarci ma senza esito alcuno. ■

(Tratto dal volume Nati da Abramo, Paolo Branca - Marietti 2017)

Gli incontri si terranno in ALDAIsala Viscontea Sergio Zeme - via Larga 31 - Milanosave

the date

CALENDARIO mercoledì 21 febbraio 2018 - ore 17.30 - Introduzione alla storia delle religioni mercoledì 7 marzo 2018 - ore 17.30 - Discorso sull’ebraismo mercoledì 21 marzo 2018 - ore 17.30 - Discorso sul cristianesimo mercoledì 4 aprile 2018 - ore 17.30 - Discorso sull’islamismo (con testimonianze) Per prenotazioni vedi box sottostante.

Hijra, eunuchi e femminielliUltimamente mi sembra di essere come il direttore della Biblioteca di Beyazıt (Da Istanbul Istanbul di Burhan Sönmez), Şerafet Bey, il cui orologio, unico in tutta Istanbul, andava avanti di dieci minuti e lui era convinto che fossero gli orologi di tutta la città ad andare indietro. E poi si scopre, in seguito ad un tragico avveni-mento, che aveva ragione lui.Leggo un libro (come mi è successo con Istanbul Istanbul), mi piace (qualche volta anche molto) e questo non compare mai nelle classifiche del Corriere della Sera o de La Repubblica o de La Stampa. Lo stesso sta accadendo con Il Ministero della Suprema Felicità di Arundhati Roy…

Giuseppe Firrao

Nell’edizione digitale

www.dirigentindustria.itwww.dirigentisenior.itè disponibile la versione completa

dell'articolo di Giuseppe Firrao.

Riflettendoci bene, tuttavia, non è però

anzitutto la differenza dogmatica o dottrinale delle varie religioni a costituire un ostacolo

per la reciproca comprensione...

COME PRENOTARSI AGLI EVENTI DI QUESTO NUMEROPrenotazioni online attraverso il sito www.aldai.it, sezione "Eventi". Selezionare dal calendario la data interessata e compilare gli appositi spazi alla voce "iscriviti all'evento". Prenotazioni a mezzo fax al numero 02/5830.7557 indicando nell'oggetto il titolo dell'argomento prescelto.Le date pubblicate, nella rivista cartacea, potrebbero variare successivamente alla stampa. Invitiamo pertanto i lettori all'aggiornamento tramite le periodiche newsletter, il sito e la rivista digitale.

ULTURA E TEMPO LIBEROc

DI44 DIRIGENTI INDUSTRIA GENNAIO 2018

Come sviluppare l’etica in aziendaIl sistema etico è parte integrante del sistema organizzativo aziendale ed è indi-spensabile in un’impresa che voglia perseguire il valore della sostenibilità, cioè avere successo oggi, domani e dopodomani. Lo sviluppo del sistema etico è un processo continuo di crescita della consapevolezza e di assunzione di responsa-bilità in tutti gli attori del sistema. Ce ne parlerà dettagliatamente Claudio Antonelli, Presidente PIÙ - Professioni Intellettuali Unite - Docente di Etica della Professione al Politecnico di Milano.

L'evento si terrà in ALDAIsala Viscontea Sergio Zemevia Larga 31 - Milanomercoledì 7 febbraio 2018

alle ore 17.30

Per prenotazioni vedi pagina 43.

Lectura DantisIl Purgatorio

È nell’ordine della Lectura Dantis che al commento dell’Inferno, fatto lo scorso anno (vedi rivista marzo 2017), segua quello del Purgatorio che svolgeremo nel 2018. Leggendo l’ultimo verso del canto XXXIV abbiamo lasciato Dante e Virgilio “indi” tornare “a riveder le stelle”. È l'alba di domenica di Pasqua 10 aprile (o 27 marzo) del 1300, quan-do li ritroviamo sulla spiaggia del Purgatorio, al cui pro-posito Dante scrive: «e canterò di quel secondo regno dove l'umano spirito si purga e di salire al ciel diventa degno».

Adriana Pasca

La creatività è una componente importante nell’attività lavorativa del dirigente, sempre presente nel suo percorso professionale; di grande aiuto nell’analisi dei problemi, nella ricerca di una soluzione e soprattutto nel prendere le decisioni.

Quale migliore espressione per la creatività: un racconto. Un racconto che raccolga sentimenti ed esperienze, filtrati dal tempo, ripuliti e rielaborati con la serenità e il distacco che lo scrivere ci permette.

Un Racconto

Per ulteriori informazioni contattare:Nicoletta Bruttomesso - [email protected] • Mario Garassino [email protected]

3º CONCORSOLETTERARIO

Gli incontri si terranno in ALDAIsala Viscontea Sergio Zeme - via Larga 31 - Milano

CALENDARIO lunedì 26 febbraio 2018 - ore 15.00 Canto I tutto; Canto II (Catone) v. 106-133

lunedì 5 marzo 2018 - ore 15.00 Canto III (Manfredi) v. 106-145; Canto V (La Pia senese) v. 130-136; Canto VI (Incontro con i Mantovani) v. 73-151

lunedì 12 marzo 2018 - ore 15.00 Canto IX (le sette P) v. 92-114; Canto XI (Il Padre Nostro) v. 1-36; Canto XVI (Corruzione del Mondo) v. 58 114

lunedì 19 marzo 2018 - ore 15.00 Canto XVII (Virgilio su l’Amore buono) v. 82-139; Canto XXIII (Forese Donati) v. 97-133; Canto XXVII (Investitura di Dante da parte di Virgilio) v. 52-142

Le letture saranno tenute sotto l'egida del Gruppo GdL Cultura.

Per prenotazioni vedi pagina 43.

savethe date

savethe date

Mettere in scena una situazione nella quale possiamo riconoscerci, o lasciare spaziare la nostra mente verso situazioni a noi inusuali, non banali, tali da donare un’emozione al lettore.Perché leggere e scrivere sono due aspetti dello stesso processo creativo e non possono essere disgiunti. Per ogni autore c’è un lettore che attende.Per tutto ciò il Gruppo Cultura di ALDAI ha deciso di realizzare il 3° concorso letterario con le modalità del Bando di concorso pubblicato sulla rivista “Dirigenti Industria” di dicembre 2017.

DI 45DIRIGENTI INDUSTRIA GENNAIO 2018

ULTURA E TEMPO LIBEROc

Don Virginio Colmegna, Presidente della Fondazione Casa della Carità, è stato insignito lo scorso 7 dicembre 2017 dell’Ambrogino d’Oro dal Comune di Milano. Il Gruppo Cultura ALDAI, che lo ha avuto come Relatore nel corso del 2017, si congratula per il meritato riconoscimento.

Jazz fusion

a fusion è un genere musicale emer-so alla fine degli anni Sessanta del secolo scorso e ha raggiunto il suo picco negli anni Settanta e Ottanta. È un genere che combina e mescola nel jazz elementi di rock, R&B e funk.

Prima di essere definito così, si chiamò “jazz-rock”, un genere musicale che rap-presentava un tentativo di aggirare le convenzioni ritmiche del jazz, seguendo però vie diverse da quelle su cui si era istradato poco prima il free jazz, con le sue percussioni coloristiche e l’assenza di tempi regolari. Per questo nuovo ge-nere si scelse infatti la direzione oppo-sta, abbandonando l’elastica e oscillante interazione ritmica tradizionale in favore dei tempi tesi, rigidamente controllati e binari, tipici del rock. Il fenomeno musicale del “jazz-rock” ebbe origine in Europa, in particolare nel Regno Unito, per poi quasi subito riqualificarsi negli Stati Uniti e diffon-dersi nel mondo intero, trascinato dalla crescente popolarità internazionale di gruppi come i Beatles e incentivato dalla comparsa sul mercato di strumenti mu-

sicali basati su tecnologie innovative.Infatti negli anni ’60 comparvero sul mercato nuovi strumenti musicali, tra i quali l’organo Hammond, diversi tipi di tastiere e chitarre elettriche, il piano elettrico, oltre che i più esoterici sintetiz-zatori. Fu la nascita anche del basso elet-trico con un numero di corde variabile e una circuiteria (potenziometri e conden-satori) che permetteva il controllo sul suono. Il basso elettrico, rispetto al con-trabbasso tradizionale (double bass), po-teva essere utilizzato per creare patterns ritmici più incisivi. Ciò portò ad innovare anche negli strumenti a fiato che, per competere in termini di volumi di suono con le sezioni ritmiche formate da chi-tarra elettrica, basso elettrico, tastiere e batteria, non solo vennero amplificati, ma il loro suono iniziò ad essere filtrato da banchi di effetti (riverbero, multipho-nics, ecc.). Allo sviluppo del jazz-rock e alla sua trasformazione in quello che ora è chiamato “jazz fusion” molto si deve al geniale contributo di Miles Davis che, entrato in questa zona stilistica nella se-conda metà degli anni Sessanta, diede un impulso fondamentale per almeno due decenni e segnò la fine del periodo in cui la Gran Bretagna dettò le regole di questo genere musicale.

Da anni Giuliano Ceradelli ci aiuta a comprendere la musica jazz nella sua forme più svariate, a conferma di un interesse particolare per ogni movimento che si è creato e che si crea continuamente all’interno di questo genere musicale. La sua capacità lo porta a scovare in siti che solo lui conosce brani e video che ci accompagnano durante tutti gli incontri. Pensavamo, avendo con lui attraversato tutta la storia del jazz, che sarebbe stato necessario ritornare a musica già sentita negli incontri. Non avevamo fatto i conti con la sua volontà di offrirci sempre cose nuove.

Mario Garassino

Giuliano Ceradelli

Gli incontri si terranno in ALDAIsala Viscontea Sergio Zemevia Larga 31 - Milano

CALENDARIO mercoledì 28 febbraio 2018

ore 17.30 Jazz Fusion 1

Le origine del jazz-rock e il contributo di Miles Davis.

mercoledì 14 marzo 2018 ore 17.30

Jazz Fusion 2 Altri importanti musicisti sulla scia di Miles Davis.

mercoledì 28 marzo 2018 ore 17.30

Jazz Fusion 3 Dal jazz-rock allo “smooth jazz”.

mercoledì 11 aprile 2018 ore 17.30

Jazz Fusion 4 1984 - La pulsazione urbana e il funk.

Per prenotazioni vedi pagina 43.

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Per illustrare il fenomeno del jazz fusion si utilizzeranno, come di consuetudine, svariati esempi musicali in video, suddi-videndo l’argomento in quattro incontri, come da calendario sotto riportato. ■l

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DI46 DIRIGENTI INDUSTRIA GENNAIO 2018

Aldo Morri LA MODELLA E IL PROFESSORE Società Editrice "Il Ponte Vecchio"Pagine 142 - euro 13,00

Ada Grecchi NOSTALGIA MILANESEGuerini e AssociatiPagine 140 - euro 14,50

Eleonora, una freelance del tessile e della moda nella centralissima Milano, incontra Alessandro, un professore di fisica che le spiega il mondo con la mente del cosmo-logo e che ragiona sulla base dei tempi cosmici nel cui arco di tempo di quattor-dici miliardi di anni hanno trovano am-

bientazione la vita, l'invenzione del sesso e l'avvento dell'intelligen-za. Al contrario, Eleonora vive emozioni rapportate ai tempi biblici cui non intende rinunciare pur essendo attratta dalla nuova visione dell'Universo. Amante della bellezza, con il gusto dell'eleganza, cer-ca stili di moda impostati sulla leggerezza delle forme e sulle ar-moniose tonalità dei colori. Sceglie il professore come compagno di viaggio e insieme scoprono che la vita è un ordito intessuto di trame, dove esaltazione e inquietudine si avvicendano nell'inter-pretazione dei principali temi dell'esistenza umana e dell'Universo.

Il libro consta di 35 brevi capitoli e ha una prefazione di Gianni Letta e una postfazione di Carlo Tognoli. La quar-ta di copertina è firmata da Salvatore Carrubba.Non si tratta della classica biografia, an-che se racconta la vita dell'autrice, per-

ché tutto è raccontato nel quadro di quella città in continuo cam-biamento che è Milano. Si potrebbe dire che “Nostalgia milanese” incomincia dove finiscono i tradizionali libri di scuola. Si dipanano le vicende della Seconda Guerra Mondiale, visti con gli occhi at-tenti e increduli di una bambina, nell'ambito di una famiglia di sole donne, perché il padre per cinque anni è chiamato a fare il servizio militare. I partigiani appesi agli alberi della strada dove la bambina è nata e vive, ragazzi che hanno sacrificato la loro giovane vita per liberare il Paese dall'oppressione dell'occupazione tedesca e più tardi altri ragazzi, con appeso al collo il cartello “fascista”, anche loro vittime della confusione che alcuni irresponsabili avevano creato nel Paese. E poi l'arrivo degli americani, la zia che sperava finalmente di trovare un marito e dice alla madre dell'autrice che le va incontro: “Oh Signur, Rina, in tucc negher e terun” (O Signore, Rina, sono tutti neri o terroni) e così finisce il sogno del marito americano... Le lampadine accese nei cortili delle case che i bom-bardamenti non erano riusciti a distruggere, le donne che ballava-no tra loro, qualche sparo che si sapeva da dove venisse, insomma “Morire e ballare”. E poi Milano che alza la testa e incomincia a ricostruire, i milanesi in piazza della Scala a sentire Toscanini che inaugura il teatro ricostruito dirigendo “La gazza ladra” e dietro

Un contorno di personaggi si affaccia e s'intreccia su questo sce-nario: chi sostiene l'istituzione di un politecnico del tessile e della moda accompagnato da un vasto movimento rinascimentale per il rilancio e lo sviluppo dell'Italia, chi con esuberanza esprime il brioso senso della vita e chi vede nel Quadrilatero della Moda un centro di eccellenza cui riferirsi per trarne ispirazioni di bellezza.

Aldo Morri, nato a Coriano di Rimini il 27 febbraio 1933, dopo il di-ploma di perito chimico al "Guglielmo Marconi" di Forlì, ha lavorato per cinque anni all'Istituto Ricerche Idrocarburi della Montecatini di Ferrara e per trent'anni in Shell Italia, al cui interno ha operato nel settore tecnico commerciale, con stage per due anni a Delft in Olanda e ancora per due anni negli Uffici Centrali di Londra. Per sei anni è stato Capo Divisione Polimeri e per tre anni diretto collabo-ratore del General Manager di Shell Italia per l'H.S.E. (Health, Safety, Environment). In questa sua attività, ha partecipato a riunioni e ri-cerche di mercato in molti Paesi del mondo. Con «Il Ponte Vecchio», ha pubblicato Il viaggio, la vita e l'universo (2007), Sinfonia del vento (2010) tradotto in inglese nel 2012 col titolo The wind's symphony, In cerca di Emily (2014) e, nel 2016, la prima edizione di La modella e il professore.

I libri del mese

Palazzo Marino con le finestre senza vetri e la Galleria con il tetto sfondato. Poi, quando tutto sembrava andare per il meglio, la stra-tegia della tensione, i morti della Banca dell'Agricoltura, il terrori-smo delle Brigate Rosse, ancora il sangue che scorre ed è sangue di dirigenti d'azienda, di giudici, di sindacalisti, di giornalisti inno-centi. E ancora, Tangentopoli, le lotte sindacali, l'impegno per le pari opportunità, che ancora non ci sono. E, più di recente, Milano che continua a crescere e diventa, con l'Expo, la metropoli inter-nazionale, in grado di competere con le più grandi città europee. Scorrono nel libro le figure delle persone che l'autrice ha incontra-to sui banchi dell'Università, come Bettino Craxi e Valerio Onida e quello che verrà definito, chissà perché “il grande vecchio”, e le persone incontrate durante la lunga vita di lavoro, come Marisa Bellisario e altri. Il vero “genius loci” del libro è Milano, una città in continuo diveni-re, che è passata dai cartelli “non si affitta ai meridionali” degli anni Cinquanta alla multiculturalità di oggi attraverso tutti i cambia-menti architettonici e sociali di questi ultimi decenni. Infine, la Mi-lano di oggi, con la gente sempre di corsa, che non ha nemmeno il tempo di guardarsi in faccia, china come è sui propri smartphone e non si sofferma certo a guardare quegli angoli segreti e quei giardini fioriti, dentro cortili nascosti, che l'autrice considera i più belli del mondo.

Ada Grecchi vive a Milano, dove è nata e dove ha fatto i suoi stu-di. All'università frequenta i primi circoli politici giovanili. Gli amici che incontra diventeranno presto i protagonisti della Milano ri-formista. Tra le prime donne manager con incarichi importanti, è stata una pioniera della parità nelle aziende. È stata vicedirettore centrale all'Enel e vicepresidente della Commissione Parità della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Assessore alla Provincia di Milano, membro dei CdA di MM SpA e di Sea Handling. È autrice di numerosi libri di successo.

Chi siamo e che cosa facciamoL’ALDAI (Associazione Lombarda Dirigenti Aziende Industriali) con circa 16.000 iscritti è il maggiore tra i Sindacati territoriali che fanno capo alla Federa-zione Nazionale (FEDERMANAGER). Al fine di perseguire i propri scopi istituzio-nali di tutela e promozione dell’immagine e del ruolo dei dirigenti industriali, l’As-sociazione si occupa delle problematiche collettive e individuali della categoria, nelle situazioni più diverse, offrendo servizi nei vari settori agli iscritti quale che sia la loro condizione: dirigenti in servizio, inoccupati, in pensione o che svolgono attività di tipo professionale. Tra i vari servizi, prestati gratuitamente, ricordiamo: il Servizio Sindacale rivolto a fornire ai dirigenti iscritti supporto

ed assistenza nell’ambito di tutte le problematiche relative all’instaurazione, svolgimento e cessazione del rapporto di lavoro nonché ad aspetti di carattere fiscale e previdenziale; il Servizio FASI/ASSIDAI fornisce consulenze relative alla gestione dei

rapporti con i Fondi. Tramite delega e accesso prioritario ai Fondi, provvede alla gestione ed all’invio online delle richieste di prestazioni con notevole

riduzione dei tempi di liquidazione. Fornisce informazioni sulle norme statutarie e regolamentari di Fasi ed Assidai e sulle posizioni anagrafiche e contributive dell’iscritto; Servizio Orientamento e Formazione a supporto dei dirigenti interessati

alla valorizzazione del cv ed al potenziamento del networking (Multibrand), ai percorsi formativi di riqualificazione (Fondirigenti) ed alla partecipazione ad iniziative per favorire la propria employabiliy. Servizio Tutoring: a disposizione degli iscritti ed erogato volontaristicamente

da colleghi Senior certificati per il supporto e l’analisi delle criticità manageriali.

Ricordiamo infine le convenzioni sanitarie, commerciali e formative, le ini- ziative di carattere culturale (organizzazione di conferenze, convegni, corsi, concerti, visite guidate) e ricreativo tendenti a favorire l’aggregazione tra i soci (viaggi). Di tutti i servizi riportiamo le necessarie indicazioni per poter stabilire gli opportuni contatti.

SEDE E UFFICIVia Larga, 31 - 20122 MilanoM1 Duomo - M3 MissoriMezzi di superficie: 12 - 15 - 19 - 54

CENTRALINO 02.58376.1FAX 02.5830.7557

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ASSOCIAZIONE LOMBARDA DIRIGENTI AZIENDE INDUSTRIALI

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QUESTO NUMERO È STATO CHIUSO IN TIPOGRAFIA IL 18 DICEMBRE 2017

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STAMPARotolito SpA - Pioltello - Milano www.rotolito.it - www.rotolito.com

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HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERORomano Ambrogi, Franco Del Vecchio, Francesco Romano, Mino Schianchi, Paola Poli, Ezio Costa, Emilio Locatelli, Alessandra Colonna, Antonio Lucaroni, Stefano Bruno Galli, Silvia Romagnoli, Mario Giambone, Sergio De Masi, Luciano De Stefani, Francesco Dindo, Giovanni Carnaghi, Vincenzo Morelli, Baldassarre Zaffiro, Gabriella Canuti, Paolo Branca, Andrana Pasca, Giuliano Ceradelli

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