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02 Estate 2017 Ricercatori in partenza. Con biglietto di ritorno TIN APERTA Neonati sempre con i genitori CENTRO SORDITÀ Perché tutti possano sentire MEYER PER AMICO Grande festa con Irene Grandi Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro:“Poste Italiane S.p.A. - Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB - Firenze”. Periodico di Informazione della Fondazione Ospedale Pediatrico Meyer Onlus

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02Estate 2017

Ricercatori in partenza. Con biglietto di ritorno

TIN APERTA Neonati sempre con i genitori

CENTRO SORDITÀ Perché tutti possano sentire

MEYER PER AMICO Grande festa con Irene Grandi

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Gli Amici del Meyer » Estate 2017 • n. 2

Editore Fondazione Meyer

Direttore Responsabile Roberta Rezoalli

Gruppo redazionale Alessandro Benedetti, Maria Baiada, Emmanuele Bittarelli, Duccio Boldrini, Giulia Bonechi, Caterina Castellani, Patrizia Gianassi, Maria Vittoria Giannotti, Melania Mannelli, Giulia Righi

Foto Pino Bertelli, Flod, Giorgio Giliberti, Giulia Righi, Stylephotographs

Direzione e redazione Viale Pieraccini, 24 - 50139 Firenze Tel. 055.5662316 - Fax 055.5662300

Impaginazione Tabloid soc. coop. - [email protected]

IN QUESTO NUMERO

» Pag. 3 • LE VOSTRE LETTERE

» Pag. 4 - 5 La storia a lieto fine di Thea Il Centro sordità del Meyer

» Pag. 6 • I CONSIGLI DEGLI SPECIALISTIQuanto si deve aspettare per fare il bagno

» Pag. 7 La Tin apre 24 ore su 24: neonati sempre con i genitori

» Pag. 8-9 Giovani ricercatori in partenza (con biglietto di ritorno)

» Pag. 10I camicini colorati per affrontare l’intervento

» Pag. 11 Razzi e astronavi in sala operatoria Ventitre letti nuovi per la Pediatria B

» Pag. 12 • EVENTI Tutti al trotto per Cristian a Modena Neuropsichiatria: ecco gli arredi nuovi e un’auto elettrica Le Follie di Kublai mette Tutti in coda per sostenere la Pet Therapy

» Pag. 13 • EVENTI La festa del Meyer per amico

» Pag. 14 La magia dell’orto giardinoDONATORI IN PRIMO PIANO L’impegno solidale di Marco e Marzia

» Pag. 15 • IMPRESA AMICA DEL MEYER La scelta di Trend

Cari amici,in questo numero estivo torniamo a rac-contarvi la vita dell’Ospedale e della sua Fondazione. Il razzo che trovate in copertina è il sim-bolo dell’accelerazione che il Meyer vuo-le imprimere alla ricerca, scommettendo sui suoi giovani talenti. Sono 24 gli inno-vatori under 40, selezionati attraverso un bando, che partiranno per un percorso di formazione all’estero, che li farà tornare a Firenze con un bagaglio di conoscenze specialistiche. Alle pagine 4 e 5 parliamo del Centro sordità, che vuole offrire a tut-ti i bambini la possibilità di sentire (e in allegato a questo numero troverete an-che la Carta dei servizi di questo Centro). Tra le novità di cui siamo orgogliosi, la piccola rivoluzione della Tin che apre le sue porte 24 ore su 24, mentre a pagina 13 troverete un resoconto della festa Il Meyer per amico, che ha visto la parteci-pazione dei giocatori della Fiorentina e di Irene Grandi.

Buona lettura a tutti

LA REDAZIONE

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PERIODICO DI INFORMAZIONE DELLA FONDAZIONE DELL’OSPEDALE PEDIATRICO ANNA MEYER DI FIRENZE ONLUSAutorizzazione del Tribunale di Firenze n. 5428 del 10/06/2005

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Gli Amici del Meyer » Estate 2017 • n. 2 3

In occasione della Giornata mondiale contro il fumo dell’Oms, il Meyer è tornato a ribadire il suo impegno contro le sigarette con una campagna in collaborazione con l’Associazione italiana arbitri. Il messaggio che l’ospedale pediatrico vuole lanciare con forza è un cartellino rosso al tabagismo.Al Meyer, da tempo, è vietato fumare anche nelle aree esterne all’ospedale come il parco e la zona delle fontane.

Per raccontarci la tua storia scrivi a:[email protected]

Vorrei ringraziare il vostro ospedale per le cure ricevute da nostra figlia Lili. Con la mia fami-glia ( viviamo in Germania, ma abbiamo origi-ni metà polacche e metà ungheresi) stavamo trascorrendo un periodo di vacanza a Firenze e la nostra bambina, all’improvviso, non si è sentita bene. È così che abbiamo scoperto che Lili aveva il diabete. Siamo così entrati nel vostro ospedale e siamo rimasti molto colpiti dalla professionalità e della gentilezza del per-sonale del pronto soccorso e della diabetolo-gia. L’ospedale è organizzato in modo eccel-lente e il personale è davvero ben selezionato.Ancora grazie e rallegramenti.

Professor Bela Fulesdi

Buongiorno,sono Elisabetta G., una mamma che per diver-se volte si è dovuta recare al punto prelievi per il suo bambino. Vorrei esprimere tutto il mio elogio e il mio apprezzamento per lo staff di questa struttura. Tutto il personale lavora in-fatti con grande professionalità e si confronta con noi genitori, ma soprattutto con i bambi-ni, con tanto amore. È uno staff che riesce a dare valore aggiunto al proprio lavoro. Quindi voglio dire un grazie a tutti, ma in particolar modo a Cinzia e Gloria, che sono coloro con cui mi sono confrontata di più.Grazie.

Elisabetta G.

Sono la mamma di Giulia R. e vi scrivo per rin-graziare tutto il personale del pronto soccorso e in particolare tre persone. La dottoressa che ha visitato mia figlia. Grazie per aver preso in consi-derazione le parole di una mamma spaventata, per aver formulato la giusta ipotesi diagnostica (un retinoblastoma), per avermi comunicato tutto ed avermi lasciato qualche minuto da sola rispettandomi, per essere poi tornata a vedere come stavo, per avermi condotta in una stanza isolata e aver accolto le mie lacrime con le parole giuste. Queste sono la professionalità e l’umanità che ciascuno nella malattia spera di trovare. La seconda persona che voglio ringra-ziare è la specializzanda. Un grazie per la sua dolcezza che spero rimarrà in futuro e per le fotografie agli occhi di mia figlia che spero servi-ranno a formare i medici di domani e migliorare l’identificazione precoce di questa malattia.Grazie anche alla tecnica della radiologia, per aver abbassato le luci per far addormentare la mia bambina, per essersi affacciata tante volte nel corridoio per vedere se ci ero riuscita. La sua attesa, e la sua pazienza, hanno permesso di fare la tac senza narcosi. Mia figlia ora sta bene ed è una bimba serena.Grazie per la delicatezza con cui ci avete accolti.

La mamma di Giulia

LA NOSTRA VACANZAFINITA AL MEYER

DEDIZIONE E AMOREAL PUNTO PRELIEVI

UNA MAMMA RINGRAZIATRE PERSONE

Le vostre lettere

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Gli Amici del Meyer » Estate 2017 • n. 2

Sbattere la porta di casa e vedere tua figlia che si

volta di scatto, con un’espressione di stupo-re negli occhi. E scoppiare in lacrime, per la felicità. “Per-ché è solo allora che ho avuto la certezza che Thea aveva finalmente cominciato a sentire” spiega Helen, una mamma mol-to coraggiosa. A quel momento bellissi-mo, ne sono seguiti molti altri. E Thea sta imparando ogni giorno nuove parole con una velocità vertiginosa. La storia di questa bambina, che oggi ha quattro anni, comincia nella Capitale, ma è all’O-spedale pediatrico Meyer che ha trovato

“Così mia figlia ha cominciato a sentire”

L’ECCELLENZA

ECCO IL CENTRO SORDITÀ INFANTILE

Nella foto grande lo staff del Centro sordità del Meyer

con al centro il dottor Franco Trabalzini. Nella foto piccola

il sorriso di Thea

Dare a tutti la possibilità di udire: è questa la mission del Centro sordità infantile del Meyer, un punto di riferimento per i bambini che hanno un problema uditivo. Il deficit uditivo permanente è il più comune difetto sensoriale dell’infanzia. Nel 20-30% dei casi, i tradizionali sistemi di am-plificazione non bastano ed è necessario l’inserimento di un impianto cocleare, ovvero di uno stimolatore elettronico nell’orecchio interno. Intervenire tempestivamente è importante, perché non sentire bene, durante l’infanzia, è una condizione che comporta un altissimo rischio di disturbi comunicativi. Non sentire significa non parlare, o non riuscire a farlo bene.

Oggi, con lo screening uditivo neonatale, è possibile individuare fin dai primi giorni i piccoli a rischio e iniziare un trattamento già nel primo anno di vita. L’obiettivo del Centro sordità del Meyer, nel contesto della strut-

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“Così mia figlia ha cominciato a sentire” LA STORIA A LIETO FINE DI THEA CHE HA RIACQUISTATO L’UDITO GRAZIE ALLA DETERMINAZIONE DELLA MADRE E ALL’INTERVENTO DEL DOTTOR TRABALZINI

L’ECCELLENZA

ECCO IL CENTRO SORDITÀ INFANTILE

L’ASSOCIAZIONE

L’IMPEGNO DI IOPARLO

IOPARLO è un’associazione di volontariato che ha lo scopo di far conoscere una nuova “visione” della sordità. Nata nel 2014, ha sempre lavorato in stretta sinergia con il Meyer. I volontari sosten-gono il servizio di audiologia dell’ospedale durante i day service audiologici e affiancano le famiglie sia durante gli interventi chirur-gici, che nel periodo successivo, quando i bambini vengono presi in carico dai servizi territoriali. “I bambini con sordità congenita – spiega la presidente, Laura Bro-gelli – hanno davanti a loro una strada più in salita da percorrere, ma se diamo loro le scarpe giuste, possono camminare da soli sen-za problemi. Le scarpe giuste sono la diagnosi precoce, una ade-guata protesizzazione e un intervento logopedico di qualità. Una presa in carico appropriata e completa dà tranquillità alla famiglia e permette al bambino di iniziare a percorrere la propria strada con il sorriso sulle labbra. (www.ioparlo.org)

un lieto fine, cercato con determinazione dai suoi genitori. “Ho sempre pensato che mia figlia avesse un problema con l’udi-to – racconta la mamma – ma gli esami avevano smentito questa ipotesi e tutti mi dicevano che a due anni non parlava an-cora perché era timida”. In effetti, Thea, non sembrava davvero una bambina sor-da. Perché, grazie a un’intelligenza parti-colarmente vivace e alle abitudini routi-narie create dalla famiglia, era riuscita a compensare il suo problema, sfruttando al massimo i residui uditivi che aveva. Ma le mamme, a volte, vedono lungo. Helen decise di fare degli esami e risultò che la piccola aveva un deficit uditivo di media entità. L’apparecchio acustico che le avevano consigliato i medici non era sufficiente: Thea, in casa, si organizzava benissimo, ma continuava a non capire le parole. “Le mie perplessità, però, non venivano ascoltate e io continuavo a sot-toporre mia figlia a molte prove, senza ri-cevere la rassicurazione che speravo”. Poi, un giorno, la strada di questa mamma caparbia ha incrociato quella del dottor Franco Trabalzini. Per Thea arrivò la dia-gnosi di ipoacusia bilaterale profonda e la possibilità di intervenire con due impian-ti cocleari. “Era un intervento di cinque ore e avevamo tanta paura, ma volevamo che mia figlia avesse il meglio in modo da

poter recuperare tutto quello che aveva perso in quegli anni di silenzio”. Il 15 no-vembre di un anno fa Thea è stata opera-ta al Meyer dall’equipe guidata dal dottor Trabalzini. “Fuori da quella stanza, men-tre aspettavamo che mia figlia uscisse – racconta Helen – mio marito Luca ed io abbiamo perso dieci anni di vita, ma non ci siamo mai sentiti abbandonati: il me-dico è uscito più volte per rassicurarci. E anche durante la degenza, ci siamo sentiti sempre molto protetti e sicuri. Con la dot-toressa Bianchi si è creato subito un rap-porto molto forte. Al Meyer non abbiamo avuto l’impressione di essere un numero tra tanti”. Dopo quell’intervento, Thea, è finalmente entrata nel mondo del suoni ed ogni cosa per lei è una novità entusia-smante. “Esplora questo nuovo universo con grande attenzione – spiega Helen – e in mezzo a tanti rumori, a volte mi sor-prende riuscendo a sentirne alcuni che, per me, ormai passano inosservati”. Thea, adesso, deve recuperare il tempo perduto. “Per questo – conclude Helen – sta affron-tando un percorso di logopedia, vicino a casa, a Roma e insieme a noi genitori sta esercitandosi a imparare sempre nuovi suoni e parole”. A due anni, riusciva a dire solo mamma. Adesso sa che suono ha la sua voce. E sentirla parlare nel sonno, è davvero uno spettacolo.

tura di Otorinolaringoiatria guidata dal dottor Franco Trabalzini, è quello di dare a tutti i bambini - anche a quelli che, a causa di malattie più com-plesse (con problemi respiratori o cardiovascolari) vengono giudicati inoperabili in altre strutture – la possibilità di sentire.

Per questo esiste un team di professionisti in grado di affrontare tutti i problemi: a lavorare insieme, oltre all’otochirurgo, audiologo, logopedi-sti, anestesisti, neurochirurgi, pediatri e neuropsichiatri. A disposizione ci sono i sistemi elettronici più sofisticati: le protesi impiantabili, l’impianto cocleare e gli impianti sul tronco encefalico, che prevedono l’inserimen-to di uno stimolatore elettronico sulle prime stazioni uditive del sistema nervoso centrale. Su questo ultimo fronte, il Centro del Meyer è l’unico in Italia per i pazienti pediatrici. La Fondazione Meyer ha sostenuto Il Cen-tro per l’acquisizione di un audiometro e di un impedenziometro.

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Gli Amici del Meyer » Estate 2017 • n. 2

Quanto tempo bisogna attendere, dopo aver mangiato, prima di poter fare

il bagno? Subito, rispondono da sempre i bambini di tutta Italia, guardando con in-vidia i coetanei del nord Europa, beati tra le onde subito dopo pranzo. Dopo tre ore, replicano le mamme del Belpaese, forti di una tradizione ormai consolidata. Il mo-mento dell’ingresso in acqua diventa così oggetto di estenuanti trattative in spiaggia, in piscina, dovunque ci sia uno specchio d’acqua, meta di attrazione irresistibile per tutti i bambini. A dirimere la questione, che si ripresenta ogni estate da generazioni, è il dottor Massimo Resti, direttore del Dipar-timento specialistico interdisciplinare del Meyer. In realtà, dichiara il pediatra, la sag-gezza popolare a cui si appellano le madri non trova un riscontro scientifico.

Quindi fare il bagno non è pericoloso come credono molte mamme?L’acqua di per sé non rappresenta un peri-colo. I fattori da valutare per decidere se è il caso di fare un bagno sono altri: in primis, la temperatura dell’acqua e poi l’abbondan-za del pasto che si è consumato.

Considerando però che stiamo parlan-do di balneazione estiva nel Mediterra-neo, forse la variabile più importante da prendere in considerazione è la secon-da…Certo, nei nostri mari, nel periodo estivo, è difficile che l’acqua raggiunga temperature pericolose per la salute. Si può tranquilla-mente mangiare frutta mentre si sta im-mersi nell’acqua e lo stesso vale anche se si mangia un panino, oppure un gelato.

Allora quando è che bisogna stare attenti?I problemi possono insorgere solo nel caso in cui si entri in acqua dopo un pa-sto abbondante e non si rispettino alcune elementari precauzioni. La digestione più impegnativa è rappresentata da alimenti che contengono proteine e grassi. In par-ticolare, la carne di maiale è quella che richiede più tempo. In questo caso, le tre

Mamma, ma quando posso fare il bagno?

ENTRARE IN ACQUADOPO AVER MANGIATOSENZA ASPETTARELE “CANONICHE” TRE ORENON È PERICOLOSO.BASTA AVER UN PO’DI BUON SENSO

I consigli degli specialisti Ne parliamo con il pediatra Massimo Resti

ore di attesa sono davvero consigliate. Già se si parla di pesce, un’ora e mezza è più che sufficiente.

Ci sono delle precauzioni che possono evi-tare spiacevoli sorprese?Il consiglio è quello di evitare un’immersio-ne rapida, tipo il tuffo, e di procedere con gradualità, in modo da risparmiare all’or-ganismo una brusca variazione di tempe-ratura. Meglio evitare anche uno sforzo fi-sico intenso (ma la raccomandazione vale anche fuori dall’acqua).

Quali sono i rischi a cui si può andare in-contro? Il pericolo maggiore è rappresentato dalla congestione e dallo choc ipovolemico che questa può comportare: avere uno sveni-mento nell’acqua può essere molto perico-loso, dato che si rischia l’annegamento”.

Insomma, nell’eterna battaglia tra mamme e bambini, potrebbero davvero averla vin-ta questi ultimi. Con un po’ di buon senso, ovviamente.

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Gli Amici del Meyer » Estate 2017 • n. 2 7

È una rivoluzione, destinata a cambiare, in meglio, la qualità delle cure rivolte ai pazienti più piccoli del Meyer: quelli rico-verati nella Terapia intensiva neonatale. In occasione della Festa della mamma, la Tin dell’ospedale pediatrico fiorentino ha aperto 24 ore su 24 le sue porte ai genitori, consen-tendo a entrambi di restare sempre accanto ai loro figli.

Da molti anni, questo reparto così delicato ha progressivamente allargato la fascia ora-ria in cui mamme e papà possono accudi-re i loro bambini. Adesso, anche nelle ore notturne, i piccoli potranno contare sulla presenza dei genitori e, in caso di risveglio, addormentarsi con la voce rassicurante della mamma. Su richiesta, sarà possibile anche allargare questa possibilità ad altri familiari.

“I neonati hanno bisogno dei loro genitori – spiega il dottor Patrizio Fiorini, responsabile della Tin – soprattutto durante il momento del ricovero. La vicinanza di mamma e papà ha un effetto rassicurante per il bambino e la possibilità di garantire la continuità di questa relazione senza interruzioni compor-

Tin aperta: neonati sempre con mamma e papàUNA RIVOLUZIONE CHE MIGLIORA LA QUALITÀ DELLE CURE PER I PICCOLISSIMI

ta indubbi vantaggi sia per i neonati che per i genitori stessi, riducendo stress e timori”.

La vicinanza, spiega ancora Fiorini, favori-sce l’attaccamento tra madre, padre e bam-bino e aumenta le possibilità di allattamento con il latte materno, un alimento così pre-zioso per la salute dei piccoli, soprattutto se hanno un problema di salute.

Per attuare questo cambiamento, è stato ne-cessario coinvolgere tutto il personale della Tin attraverso un percorso di discussione, concertazione e riorganizzazione. Medici, infermieri e operatori si sono confrontati per stabilire nuovi protocolli e procedure, per garantire adeguati standard di sicurezza, anche in situazioni di eventuale emergenza.

La Tin del Meyer è un reparto ad alta spe-cializzazione: qui, ogni anno, vengono ri-coverati circa 250 bambini, che arrivano da tutta la Toscana e non solo. La maggior parte di loro ha bisogno di trattamenti di elevata complessità.

Da sempre la Tin riserva grande attenzione anche a tutti quegli aspetti che riguardano la personalizzazione e l’umanizzazione delle

cure: in questo reparto le coccole fanno par-te della terapia. I genitori sono coinvolti in prima persona nell’accudimento dei piccoli, dalla cura dell’igiene al cambio del panno-lino, passando per il bagnetto. Ci sono poi momenti speciali, come quelli dedicati al metodo marsupio, una tecnica che prevede il contatto pelle a pelle tra la mamma – o il babbo – e il loro bambino. Una pratica che ha ripercussioni favorevoli su quelli che sono i parametri vitali dei piccoli pazienti.

“Sono veramente felice che quest’anno la festa della mamma abbia un significato così importante – commenta Monica Ceccatelli, presidente dell’associazione Piccino Picciò - Per noi mamme premature, che viviamo il diventare madre in un mondo estrema-mente tecnologizzato, avere l’opportunità, non solo di stare vicino a nostro figlio, ma di poterlo accudire, insieme al padre, nutrir-lo con il nostro latte, senza limiti di orario è molto importante. La voce della mamma, il suo tocco, e il contatto pelle a pelle saranno quindi fondamentali per il loro sviluppo. Per fare tutto questo serve un reparto aper-to, come le menti degli operatori”.

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ROTTA VERSO IL FUTURO

Il Meyer lancia in orbita 24 giovani innovatori:contro la fuga di cervelli, all’estero andata e ritornoUN PROGETTODI FORMAZIONEPER I TALENTI UNDER 40 SOSTENUTODALLA FONDAZIONE

Ricercatori in partenza, ma con biglietto di ritorno per il Meyer. In un momento in cui la fuga di cervelli dall’Italia appare inar-

restabile, l’ospedale pediatrico fiorentino decide di investire sui giovani talenti e sul loro rientro. Con un obiettivo ambizioso: contribuire alla formazione di giovani e giovanissimi pronti a tradurre in pratica quotidiana al servizio dei piccoli pazienti il bagaglio di competenze che acquisiran-no all’estero. Elena volerà a Londra per approfondire la nutrizione dei bambini con insufficienza intestinale. Giacomo e Sara sono in partenza per Philadelphia

per studiare alcune patologie della reti-na ad oggi senza cura. Alessandra andrà in Canada per “importare” un nuovo ap-proccio per migliorare le indagini ecogra-fiche ai bambini. Ecco alcuni dei 24 gio-vani innovatori che, grazie a un progetto della Fondazione Meyer, sono partiti, o partiranno presto, per trascorrere un pe-riodo di formazione all’estero, nei più im-portanti ospedali pediatrici dell’Europa e del mondo.Sono tutti giovani under 40 (molti addi-rittura under 30), attualmente al lavoro al Meyer nelle specialità pediatriche più diverse: dalla neurologia alla psicologia,

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dalla radiologia alla dietetica, dall’aller-gologia all’immunologia, dalla genetica all’oculistica. Alcuni di loro sono dotto-randi, altri tirocinanti, altri contrattisti o ricercatori: rappresentano una vasta gamma di ruoli e professioni sanitarie.Grazie all’esperienza all’estero, potranno ampliare le prospettive di cura e impor-tare modelli e tecnologie in uso negli altri ospedali pediatrici del mondo, cre-ando partnership e mutuando le buone pratiche e le innovazioni cliniche, scien-tifiche e assistenziali osservate all’estero.Attraverso un bando dedicato ai giovani innovatori, sono stati selezionati 21 pro-

getti (per un totale di 24 giovani) che tra-scorreranno all’estero una media di 106 giorni. Amsterdam, Barcellona, Boston, Cambridge, Londra, New York, Phila-delphia, Toronto: sono alcune delle mete prescelte, tutte sedi di importanti ospe-dali o centri universitari, luoghi d’eccel-lenza della medicina dei bambini, ognu-no dei quali “fa scuola” per una specialità diversa. È qui che i giovani professionisti sanitari decollati dal Meyer si concentre-ranno sui loro progetti, approfondendo temi di interesse pediatrico come le cel-lule staminali, la stampa 3D, la medici-na personalizzata, le allergie alimentari,

LE DESTINAZIONI

DOVE SONO ANDATI A STUDIAREDa Amsterdam a Londra, passando per New York e Toronto, il progetto “Giovani Innovatori” fa fare ai 24 talenti un giro del mondo nei luoghi dell’eccellenza della medicina per i bambini. In 4 hanno scelto Boston come meta per lo loro formazione, in 3 studiano a Londra, mentre in 2 resta-no in Italia tra Milano, Modena e Vicenza. Gli altri faranno esperienza ad Amsterdam e Rotterdam nei Paesi Bassi, a Barcellona in Spagna, a Philadelphia e New York ne-gli Stati Uniti, a Cambridge e Sheffield nel Regno Unito, a Heidelberg e Lipsia in Ger-mania, a Toronto in Canada, a Montpelier in Francia e a Stoccolma in Svezia.

l’epilessia, i disturbi del comportamento alimentare, l’assistenza psicologica o le tecniche radiodiagnostiche all’avanguar-dia.“Il bando Giovani Innovatori è completa-mente sostenuto dalla Fondazione Meyer, che ha investito oltre 200 mila euro nel sostegno ai 21 progetti – spiega Gianpao-lo Donzelli, presidente della Fondazione Meyer – Si tratta di un investimento sui saperi e sul futuro dell’ospedale, al quale contribuisce, tra l’altro, ogni singola do-nazione delle oltre 150mila persone che ogni anno decidono di destinare il loro 5 per mille alla Fondazione”.

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Bianchi, gialli, rossi, verdi e arancioni. Sono i nuovi cami-cini del Meyer, che accompa-gnano bambini e adolescenti

in sala operatoria, per garantire loro la massima igiene e sicurezza in vista degli interventi chirurgici. Le casacche sono a forma di kimono e i calzonci-ni in tinta e, nelle misure destinate ai più piccoli, la decorazione della stof-fa è affollata di orsetti tenerissimi. La nuova divisa è piaciuta moltissimo e alcuni bambini, interpellati in proposi-

NOVITÀ

Piccoli samurai entrano in sala operatoria

I NUOVI CAMICINI PORTANOUN TOCCO DI COLORE (E DI CORAGGIO)AI PAZIENTI DEL MEYER

to, hanno confessato di sentirsi piccoli samurai pronti ad affrontare un’im-portante prova di coraggio. Oltre ad avere un aspetto piacevole e a misura di bambino, questi indumenti sono più funzionali anche per il personale della sala operatoria, perché aperti davanti, senza bottoni, né lacci. Non manca-no i vantaggi anche dal punto di vista igienico, un aspetto di fondamentale importanza quando si varca la soglia della sala operatoria. I nuovi camici, realizzati grazie al sostegno della Fon-

dazione Meyer, sono confezionati con un materiale specifico che, riducendo il pulviscolo, garantisce la massima si-curezza. Questi pigiami speciali sono disponibili in sette taglie pediatriche (e una per gli adulti) e sono riconoscibili dai differenti colori. Le prime cinque misure hanno la casacca con simpati-che fantasie e sono di colore bianco, giallo, verde acqua, bordeaux e verde. Le ultime tre, per gli adolescenti e gli over 16 anni, sono di colore arancione, azzurro e verde scuro.

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I NUOVI LETTINI COLORATI DELLA PEDIATRIA B Una cascata di stelle variopinte e una spruzzata di blu. Dallo scorso maggio, grazie al sostegno della Fondazione Meyer, nella Pediatria B dell’ospedale pediatrico fiorentino, sono arrivati ventitre nuovi letti-ni. I nuovi arredi sono stati pensati, come sempre, a misura di bambi-no: con decorazioni creative e tanti colori per provare ad alleggerire un po’ i giorni del ricovero dei piccoli e delle loro famiglie. 

Stelle, pianeti, navicelle spaziali, astronauti e persino gli alieni: sono le nuove decorazioni dell’area operatoria del Meyer, pensate per rendere più leggera l’attesa degli inter-

venti chirurgici, in un ambiente giocoso e davvero a misura di bambino. Il tema spaziale ha “invaso” il bancone dell’accoglien-za e la stanza dove genitori e bambini vengono fatti accomoda-re quando arrivano dai reparti per avere un po’ di privacy men-tre aspettano l’intervento o parlano con l’anestesista. In questo modo, calato nello spazio, il bambino inizia a familiarizzare con l’ambiente intergalattico, lo stesso che ritroverà subito prima di entrare in sala operatoria, quando gli operatori gli racconteran-no che sta per entrare in un’astronave e che, proprio come i veri astronauti, dovrà indossare una mascherina prima del decollo…

UN OSPEDALE SPAZIALE

Una sala di attesa intergalattica

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Gli Amici del Meyer » Estate 2017 • n. 2

Un evento a scopo benefico, ma an-che una festa dedicata ai bambini. Domenica 14 maggio l’Ippodromo di

Modena è tornato a essere protagonista del-la solidarietà. In occasione del Gran Premio di trotto Tito Giovanardi e Filly Cacciari, un appuntamento storico e di livello nazionale, l’associazione Amici di Cristian e la Società Modenese Fiere Corse Cavalli hanno dato vita alla seconda edizione di una giornata benefica che lo scorso anno registrò quat-tromila presenze. Obiettivo dell’importante iniziativa, raccogliere fondi da destinare alla neurochirugia del Meyer, centro di riferi-mento per tutte le patologie neurochirurgi-che insorte in età neonatale e pediatrica. Un appuntamento nato grazie all’impegno di Andrea Frontini, presidente dell’associazione creata per ricordare il figlio, scomparso due anni fa. “Il Meyer - conferma il presidente - è per noi un’eccellenza sotto tutti i punti di vi-

UN’AUTO ELETTRICA E NUOVI ARREDI PER LA NEUROPSICHIATRIA

Dallo scorso maggio gli operatori della Neuropsichiatria infantile del no-stro ospedale possono spostarsi su un’auto nuova di zecca: una Renault Zoe elettrica, che non inquina, ed ha un “abito” cucito su misura con il logo del Meyer. Un dono che arriva dalla Fondazione dell’Ospedale grazie alla concessionaria Nuova Comauto. Il nuovo mezzo di trasporto è solo uno dei piccoli passi che l’ospedale, attraverso la sua Fondazione, ha intra-preso per migliorare questo servizio, così delicato e importante. Le porte dove stanno i pazienti sono tutte di un verde rilassante, la stanza delle infermiere è azzurra come il cielo e il refettorio è diventato arancione. E tutto l’ambiente è stato ripensato per essere più funzionale e le stanze del reparto, con nuovi arre-di, si sono trasformate e rinnovate per essere più accoglienti e a misura di adolescente. L’attività della Neuropsichiatria del Meyer è sempre più rilevante: dal 2015 sono 113 i pazienti in regime di ricovero e 236 quelli seguiti in Day Hospital.

sociazione di volontariato le Follie di Kublai. Sono trecento gli appassionati di animali e passeggiate all’aria aperta che, il 7 maggio scorso, si sono dati appuntamento nel Par-co dell’Ambrogiana di Montelupo Fiorentino. Un’iniziativa benefica il cui ricavato è stato devoluto al progetto Pet Therapy della Fonda-zione Meyer. Ospite d’onore, Edoardo Stoppa, l’amico degli animali di Striscia la notizia. Tra

Tutti al trotto per Cristian a Modena

Eventi

sta. Cristian è stato operato due volte dal dot-tor Flavio Giordano, con pieno successo. Per me e la mia famiglia, la sua capacità è stata sinonimo di salvezza e speranza di vita”. Ag-giunge Alessandro Arletti, presidente della società storica modenese nata nel 1875: “Co-

noscevo Cristian, bambino dolce, amorevole e sensibile. Siamo orgogliosi di ospitare que-sto evento che ci regala una giornata magica ed emozionante”. Importante il contributo dell’associazione Amici del Meyer per la pre-senza durante tutta la giornata.

Nella foto da sinistra il dottor Flavio Giordano, i genitori e la sorellina di Cristian

LE FOLLIE DI KUBLAI METTE TUTTI IN CODA PER SOSTENERE LA PET THERAPY

le star anche Polpetta, uno dei quattro zampe più amati dai bambini del Meyer. “È stato un piacere e un onore – spiega Stefania Romani, organizzatrice dell’evento - condividere con i volontari della Fondazione Meyer una giorna-ta caratterizzata da tanti sorrisi, dalla gioia e dalla convinzione che anche un piccolo gesto possa trasformarsi in qualcosa di più impor-tante grazie all’impegno di tutti”.

Una maratona solidale accompagnati dal pro-prio quattro zampe. È questo il cuore di Tutti in coda, l’evento solidale organizzato dall’as-

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Una giornata piena di giochi, spet-tacoli, laboratori e animazioni: anche quest’anno, il 25 febbraio, l’ospedale pediatrico fiorentino

è tornato ad aprire le sue porte  alla cit-tà per una grande festa, “Il Meyer per ami-co”, tutta all’insegna del divertimento e del-la cultura. Il consueto open day promosso e organizzato dalla Fondazione Meyer è un appuntamento dedicato ai bambini e alle famiglie, con un programma denso di at-tività, pensate su misura per  i più piccoli, da sempre i veri protagonisti della giorna-ta. Protagonisti, insieme a loro, sono stati anche i tanti enti e le istituzioni che si oc-cupano di cultura e che hanno contribuito a rendere speciale l’evento. La scelta del mese di febbraio non è casuale: il  Meyer, uno dei primi ospedali in Europa dedicato ai bambini, fu infatti fondato il 19 febbraio del 1891. Ospite d’onore di questa edizione, la can-tante fiorentina Irene Grandi che, nel po-meriggio, ha partecipato alla festa, into-nando alcuni dei suoi successi più amati, accompagnata dalla chitarra di Saverio Lanza. Una ventata di energia positiva che è stata dedicata in esclusiva anche ai bambini e agli adolescenti che sono in cura presso la neuropsichiatria. Tra i momenti più attesi, l’arrivo di una delegazione di giocatori della Fiorentina: Federico Chiesa, Gonzalo Ro-driguez, Borja Valero hanno scherzato e fir-mato autografi, regalando sorrisi e battute.Il Meyer per amico significa anche cultura: a scandire la giornata, sono stati i laborato-ri, pensati come un’occasione per divertirsi e, al tempo stesso, imparare qualcosa di nuovo.

Il Meyer per amico, festa specialecon la Fiorentina e l’energia di Irene Grandi

Eventi

Nella foto sopra la grinta di Irene Grandi, nella foto sotto i viola intervistati dai bambini

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I grandi lavori, come prevede il ca-lendario, sono iniziati a primavera. E ora che è arrivata l’estate, i bam-bini sono pronti al primo raccolto

nell’orto-giardino del Meyer. Lo scorso marzo i piccoli hanno piantato pomo-dori, melanzane e tanti fiori colorati. La prima lezione di un laboratorio all’a-ria aperta che continuerà fino alla fine dell’estate e ha permesso ai piccoli pa-zienti di seminare una piantina, vederla crescere e portarla a casa quando lasce-ranno l’ospedale. Quello dell’ortogiardi-no è un rito che al Meyer si ripete ogni anno. L’orto botanico consente ai piccoli di partecipare a laboratori di giardinag-gio, mantenendo quel contatto con la na-tura che, durante il periodo di ricovero, rischia di andare perduto. Valorizzare il rapporto con la terra ha im-portanti implicazioni a livello educativo, ludico e psicosociale: le attività di orticol-tura e floricoltura favoriscono infatti nei piccoli pazienti il recupero della fiducia nelle proprie capacità, costituendo inol-tre un esercizio fisico adeguato allo stato di convalescenza. Per un bambino ospe-dalizzato il fatto di poter frequentare un ambiente tattile e olfattivamente diverso dal proprio ambiente di cura diventa uno stimolo alla guarigione. L’orto rappre-senta anche un’occasione preziosa per imparare a conoscere e a familiarizzare

E nell’orto-giardino spuntano i pomodori

Nella quotidiana routine di una famiglia, affollata di im-pegni, il tempo non è mai abbastanza. Per questo Mar-co, 40enne, di professione programmatore di software, e sua moglie Marzia, impiegata, hanno scelto di sostenere la Fondazione Meyer con il metodo più comodo possibile: la do-nazione continuativa. Ogni mese, dal loro conto corrente parte in au-tomatico un bonifico per i bambini dell’ospedale pediatrico. “Attraverso il sistema del bonifico – spiegano – siamo sicuri di riuscire a mantenere il nostro impegno, senza dovercelo ricordare tutti i mesi”. Come molti genitori, Marco e Marzia hanno avuto modo, negli anni, di verificare di persona come si lavora al Meyer. “Entrambi i nostri figli – raccontano – hanno avuto piccoli problemi di salute e sono stati seguiti dai vostri medici. Ci siamo trovati molto bene e abbiamo osservato da vicino questa realtà. Siamo rimasti colpiti e abbiamo deciso di fare qualcosa di concreto”. La scelta è stata, ovviamente, condivisa. Entrambi sono convinti che la solidarietà sia un valore importante. E nelle loro giornate, riescono a ritagliare un po’ di tempo anche per attivi-tà di volontariato: Marco è il capogruppo di un gruppo scout, mentre Marzia è impegnata come catechista. (Nella foto la famiglia al completo)

con quegli alimenti, come frutta e ver-dura, che rappresentano un ingrediente importante nella dieta di tutti i bambini. Il progetto rientra nelle attività di acco-

glienza che la Fondazione Meyer sostiene affinché i bambini possano vivere la loro dimensione ludica e fantastica anche in un luogo di cura qual è l’ospedale.

LA SCELTA SOLIDALE DI MARCO E MARZIA

DONATORI IN PRIMO PIANO

UN LABORATORIO ALL’ARIA APERTA PER I PICCOLI PAZIENTI: CURANDO LE PIANTE, IMPARANO A CURARE SE STESSI

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Un’azienda a conduzione fa-miliare che, nell’arco di pochi anni, ha conquistato una posizione leader nella

produzione di borse per i grandi brand della moda e ha deciso di sostenere la Fondazione Meyer. Stiamo parlando di Trend, impresa fiorentina nata nel 2004 da un’esperienza consolidata di oltre trent’anni nel settore della pel-letteria. Un know how che ha fatto la differenza: oggi, per Trend lavorano 55 persone e i prodotti di questo marchio sono destinati anche ai mercati esteri. A raccontarci i motivi della scelta che hanno spinto quest’azienda fiorenti-na a sostenere le attività dell’ospedale pediatrico fiorentino è Filippo Prunec-chi, il titolare dell’impresa.

Come è nato il vostro impegno solida-le?Sono padre da quattro anni e negli anni ho avuto modo, sempre per piccolezze, di rivolgermi al Meyer. Così ho cono-sciuto e visto questa struttura, apprez-zandone l’eccellenza e mi sono sentito in dovere di fare qualcosa di concreto per aiutarla a crescere sempre di più.

Quale è l’aspetto che più l’ha colpita di una realtà come il Meyer?L’approccio alla malattia delle persone che ci lavorano e il rapporto che rie-scono a creare con i bambini. Nel mo-mento in cui i bambini si ammalano hanno bisogno di particolari attenzioni e al Meyer questa attenzione è sempre

L’impegno solidale di Trend

ANNO 2017

presente in tutti, dai medici, agli infer-mieri. Così facendo riescono ad aiutare i piccoli e le loro famiglie ad affrontare la sofferenza. Ho notato anche che tutto l’ambiente è pensato per fare sentire i piccoli come a casa: davvero è un ospe-dale a misura di bambino.

La sua è stata una scelta condivisa?Certo, la nostra è un’impresa familiare e tutte le decisioni vengono concerta-te. La scelta di sostenere il Meyer è sta-ta sostenuta anche dalle mie sorelle e da mio zio, che insieme a me portano avanti l’azienda. Ci piace anche coin-volgere e sensibilizzare i nostri dipen-denti e fornitori.

Crede che questa sensibilità sociale sia abbastanza diffusa nel nostro pa-ese?Anche se ultimamente l’Italia viene molto spesso criticata per la mancanza di senso civico le tante esperienze di volontariato dimostrano che le persone avver-tono l’esigenza di essere utili al prossimo. Per quanto riguarda il mon-do delle aziende, credo che le piccole e medie imprese potrebbero fare di più.

Secondo lei esistono dei vantaggi per un’azienda che inserisce la solidarie-tà nella propria attività?Sinceramente non ci ho mai pensato,

l’ho sentito come qualcosa di doveroso.

Quali consigli si sentirebbe di dare a un’azienda che ha in mente di attivare un rapporto di responsabilità sociale con una realtà non profit?Il consiglio è quello di sostenere re-altà di eccellenza, in modo da aiutare chi veramente lo merita. Credo che un aspetto importante sia quello della continuità. Lavorando in un’azienda, so per esperienza personale quanto conta la programmazione e credo che sia importante dare un contributo, an-che piccolo, ma costante.

Che giudizio darebbe della sua colla-borazione con la Fondazione Meyer?Ottimo. Ho apprezzato molto la serietà con cui vengono selezionati i progetti da sostenere.

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Fondazione dell’Ospedale Meyer, Viale Pieraccini, 24 - 50139 Firenze

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