Responsabile Progetto: Dott. Riccardo Moanco · attraverso la metilazione del trasportatore della...

43

Transcript of Responsabile Progetto: Dott. Riccardo Moanco · attraverso la metilazione del trasportatore della...

2

Presidente Nutriprof Dott Riccardo Monaco

Comitato Sceintifico

Dott Giovanni Borghini Dott Giocchino di Leo

Responsabile Progetto Dott Riccardo Moanco

Collaboratori

Dottssa Balzano Giusi Dottssa Beltrami Martina

Dottssa Bruzzone Francesca Dott ssa Di Gianvittorio Chiara

Dottssa Serena Pascucci

2

ldquoAspetti genetici del Disturbo Post Traumatico da Stress (PTSD)rdquo Dott Giovanni Borghinihelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellippag 10

ldquoDepressione azione epigenetica dei fattori ambientali sullo sviluppo del disturbo attraverso la metilazione del trasportatore della serotonina (SERT)rdquo Dott Giovanni Borghinihelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellippag 16 ldquoSviluppo puberale e tessuto adiposordquo Dottssa Martina Beltramihelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellippag 18 ldquoAttivitagrave ormonale e distribuzione di grasso generalizzatordquo Dottssa Francesca Bruzzonehelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellippag 21 ldquoApproccio nutrizionale alla sindrome premestrualerdquo

Dottssa Chiara di Gianvittoriohelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellippag 23

ldquoAttuali evidenze epidemiologiche in tema di malattia celiacardquo Dottssa Chiara di Gianvittoriohelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellippag 27 ldquoMalattia celiaca e microbiota intestinale il ruolo dei Bifidobatterirdquo Dottssa Chiara di Gianvittoriohelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellippag 30 ldquoCapsicum annuum il rosso che protegge la tua saluterdquo Dottssa Giusi Balzano helliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellippag 33 ldquoRape Rosse - Tubero e foglie un beneficio a 360degrdquo Dottssa Giusi Balzano helliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellippag 36 ldquoSigrave ai legumi nella prevenzione delle malattie tumoralirdquo

Dottssa Francesca Bruzzonehelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellippag 39 ldquoTra le mille virtursquo del mielela cura dellrsquoherpes simplexrdquo Dottssa Serena Pascuccihelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellippag 41

INDICE

3

4

wwwcomposizionecorporeacom I nostri punti principali

1 - Competenza lanalizzatore DF50 egrave prodotto da Impedimed leader mondiale nella ricerca scientifica attraverso lutilizzo delle Bioimpedenze sia con tecnologia spettroscopica che a frequenza singola (50 Khz) Le misurazioni dei valori Bioelettrici (resistenza Reattanza Angolo di Fase e Impedenza) sono dirette e visualizzabili nel display dello strumento Impedimed collabora con le piugrave importanti Universitagrave mondiali ed egrave leader sia nellanalisi della composizione corporea in ambito medico nutrizionale sportivo e wellness che nella specifica ricerca in campo oncologico

2 - Qualitagrave garanzie e certificazioni internazionali lanalizzatore Impedimed DF50 egrave registrato come dispositivo medico co il Ministero della Salute Italiano ed ha inoltre la Certificazione di qualitagrave AU0564407 - SGS e lapprovazione della FDA Studi di validazione e bibliografia

3 - Valore tecnologico Valori bioelettrici di Resistenza reattanza e Angolo di Fase misurati direttamente e visualizzabili in tempo reale nel Display LCD - Funzionamento Dual mode (non necessita di Personal computer) Software avanzato con analisi vettoriale Gratuito Training approfondito didattico-pratico per un corretto utilizzo (Gratuito) - Dispositivo medico di ultima generazione palmare di altissima qualitagrave con il miglior rapporto qualitagrave-prezzo Tutti i valori bioelettrici misurati sono certificati e validati

4 - Consulenza gratuita pre e post vendita sulle varie tecnologie legate alla composizione corporea e alla nutrizione dinamometria Biorisonanza Analisi energetica Analisi HRV (bilanciamento sistema simpatico-parasimpatico) etc

5 - Formazione corsi individuali sul corretto utilizzo dei nostri dispositivi

6 - Confronto Impedimed DF50 non teme confronti Prima di acquistare un analizzatore valutate con attenzione le caratteristiche tecniche del nostro dispositivo e confrontatele scrupolosamente Vi accorgerete di essere di fronte ad uno strumento unico nel suo genere (Certificazioni validazioni dispositivo palmare misure dirette e visualizzabili Tester elettronico per il controllo dei valori bioelettrici analisi composizione corporea in tempo reale a display anche senza luso di un PC software gratuito Impedimed per lanalisi della composizione corporea completo di scala Hy-Dex vettoriale e gestione clienti training gratuito per ul corretto utilizzo valigetta ed accessori)

5

Gli ingredienti naturali di questo alimento nutrono e saziano senza appensatire lrsquoorganismo Il contenuto di fibre agisce inoltre sulla flora batterica per regolare le funzioni intestinali GLI INGREDIENTI Semi ( lino zucca girasole) Cereali soffiati (farromiglio amaranto kamut) miele italiano mandorle fiocchi drsquoavena noci quinoa soffiata NON CONTIENE Additivi conservanti dolcificanti di sintesi grassi idrogenati coloranti e aromatizzanti UTILIZZO Alimento indicato per prima colazione spuntino tra i pasti prima e dopo lrsquoattivitagrave sportiva e quando non possiamo concederci un pasto completo Adatto a tutte le etagrave

PERCHEgrave ASSUMERE TUTTI I GIORNI UN CUCCHIAIO DI OLIO DI

LINO Gli acidi grassi Omega-3 e Omega-6 sono considerati essenziali perchegrave indispensabili al corretto funzionamento del nostro organismo Infatti se desideriamo conservare arterie sane e mente lucida fino a tarda etagrave occorre assumere alimenti che contengano gli acidi grassi vantaggiosi della serie Omega-3 che contrastano lrsquoinfiammazione modulano i metabolismi e la risposta immunitaria promuovendo una migliore qualitagrave della vita Gli oli non sono tutti ugualiLa caratteristica primaria dellrsquoOlio di Lino Rilevo egrave la modalitagrave di conservazione a freddo che garantisce lrsquoefficacia dellrsquoazione dellrsquoOmega-3 che altrimenti il calore porterebbe allrsquoossidazione

RILEVO

EDUCAZIONE ALIMENTARE

wwwrilevoeu

PARTNER E SOCI COLLETTIVI

6

Nata nel 2008 dalla volontagrave di un pool di professionisti ADAMA attribuisce da sempre

grande valore a principi quali lrsquoetica e la professionalitagrave che costituiscono le fondamenta di

unrsquoazienda che non ha mai voluto basare il proprio sviluppo sul business fine a se stesso

Lrsquoazienda punta primariamente a proporre prodotti salutistici altamente innovativi e di

qualitagrave caratterizzati da un elevato grado di efficacia prodotti in grado di rivoluzionare il

mercato grazie ad una tecnologia unica ed esclusiva novitagrave assoluta nel panorama

internazionale

Lo spirito di innovazione di ADAMA si egrave concretizzato nella creazione degli Estratti

IdroEnzimatici (EIE) frutto di anni di ricerca in ambito universitario nel settore delle

biotecnologie applicate allrsquoalimentazione La complessa ed innovativa tecnica di estrazione

consente agli EIE di contenere il 100 del fitocomplesso racchiuso nella pianta di origine

in una forma altamente biodisponibile per lrsquoorganismo Il fatto di non utilizzare solventi in

alcuna fase del processo di estrazione permette di ottenere degli estratti sicuri sia per la

salute che per lrsquoambiente Inoltre per assicurare al cliente finale un prodotto di alta qualitagrave

ciascun lotto di produzione viene sottoposto ad unrsquoaccurata analisi chimico-fisica

Il campo di intervento di ADAMA egrave estremamente ampio e copre tutte le branche della

Medicina Non Convenzionale sia in ambito umano che veterinario

I canali di informazione distribuzione e vendita dei prodotti ADAMA coprono in modo

capillare il territorio nazionale essendo proposti attraverso molteplici soggetti medici

naturopati dietologi farmacie erboristerie e professionisti del settore in genere

Inoltre lrsquointeresse dei mercati esteri nei confronti degli EIE sta portando lrsquoazienda ad

espandere il proprio raggio drsquoazione ben oltre i confini nazionali

wwwadamait

7

CEC egrave una Societagrave Editrice nata a Milano nel 1998 allo scopo di pubblicare riviste e libri

tecnico-scientifici nellarea della COSMETICA e dellINTEGRAZIONE

NUTRIZIONALE

Il carattere distintivo della CEC egrave il tipo di comunicazione utilizzato che si caratterizza

per lalta qualitagrave scientifica Nel nostro Board sono presenti esperti altamente qualificati

provenienti da Industria Fondazioni ed Universitagrave

In area cosmetica CEC pubblica Cosmetic Technology una rivista bimestrale che si

occupa di scienza RampD Marketing e Packaging

In area nutrizionale CEC pubblica LIntegratore Nutrizionale lunica rivista in Italia

dedicata a Integratori Nutrizionali e Functional Foods

NUTRAfoods risponde invece alle specifiche esigenze dei ricercatori che necessitano di

materiale scientifico e di aggiornamenti legislativi costanti per sviluppare prodotti ancora

piugrave innovativi nel settore in rapida crescita dellhealthfood

wwwcec-editorecom

8

PATROCINI ED EVENTI

NutriProf saragrave presente come Partner a Dieta Live

Con uno Stand Attrezzato dove si sovlegeragrave la giornata

nazionale del Nutrizionista Professionista

Con la partecipazione dellrsquoOrdine Nazionale dei Biologi nella persona del

Presidente Prof Ermanno Calcatelli

Palazzo dei Congressi di Roma il 28 e 29 Marzo 2015

Scienza cultura prodotti e divertimento per scegliere la dieta migliore

per il benessere del corpo e della mente

wwwdietaliveit

NUTRA DAY 2015

GIORNATA SEMINARIO SULLA NUTRACEUTICA

VENERDI 20 MARZO 2015

UN EVENTO RIVOLTO A

AZIENDE NUTRACEUTICHE

AZIENDE CON SETTORE DEDICATO AI NUTRACEUTICI

CATENEGRUPPI DI FARMACIE

DISTRIBUTORI DI PRODOTTI NUTRACEUTICI

ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA LEGATE ALLA NUTRACEUTICA

ASSOCIAZIONIORDINI PROFESSIONALI DI MEDICI FARMACISTI amp NUTRIZIONISTI

MEDIA DEL SETTORE (NUTRIZIONE SALUTE MEDICINA)

DOCENTI UNIVERSITARI e RICERCATORI

MODERATORE PROF ALBERTO MARTINA UNIVERSITA DEGLI STUDI DI PAVIA

NB Per i Soci NutriProf egrave previsto il 15 di sconto (codice promozionale NUTRIPROF15

httpwwwcgseucomnutra-day-2015

9

httpwwwsinutit

10

Aspetti genetici del Disturbo Post Traumatico da Stress (PTSD)

A cura di Dott Giovanni Borghini- Biologo Genetista

Le tragiche immagini di violenza che incensurate stanno quotidianamente invadendo la

nostra vita privata attivano quella che gli specialisti

dellrsquoemergenza chiamano ldquotraumatizzazione vicariardquo

Viene cosigrave definito lrsquoeffetto determinato

dallrsquoimmedesimazione ldquosimpaticardquo dello spettatore

piugrave o meno ravvicinato con le vittime di avvenimenti

traumatici tale fenomeno egrave stato dimostrato

determinante per lo sviluppo in chi ha assistito

impotente di un PTSD al primo presentarsi di una sua pur minima esperienza di rischio

Questo articolo propone alcuni spunti di riflessione sulla diversa risposta degli spettatori

sottoposti alla stessa violenta intrusiva pressione mediatica nella prospettiva di una attenta

azione preventiva sulle persone piugrave fragili specialmente quando si tratta di minori affidati

alla nostra tutela

Alla domanda sul percheacute alcuni individui hanno piugrave probabilitagrave di altri di sviluppare un PTSD

se esposti a traumi diretti o indiretti di intensitagrave simile gli studi epidemiologici hanno

risposto evidenziando i fattori di rischio psicopatologici e neurogenetici implicati

nellrsquoinsorgenza di tale sindrome questa viene infatti considerata come espressione ultima

dellrsquointerazione tra le caratteristiche genetiche dellrsquoindividuo uno o piugrave fattori traumatici e il

contesto sociale (GxTxE) (Auxeacutemeacutery Y 2012 (2))

Nonostante lrsquoevidenza che quando lrsquoesposizione al trauma tocca livelli estremi di intensitagrave

eo di frequenza la prevalenza del PTSD raggiunge il 100 annullando lrsquoimportanza di

qualsiasi predisposizione genetica tuttavia alcune varianti geniche come lrsquoomozigosi SS della

SLC6A4LPR (trasportatore della Serotonina-SERT-5HTLPR) si confermano candidate

particolarmente reattive nel condizionare la relazione tra la dose di stress e la risposta

patologica e nello stesso tempo come predisposizioni ad alto rischio di promuovere un

PTSD anche a seguito di pochi e deboli episodi traumatici (Kolassa IT et al 2010)

Recentemente egrave stato confermato un polimorfismo a singolo nucleotide (SNP val66met-

G196A- rs6265) nel gene che codifica lrsquoespressione del Brain Derived Neurotrophic Factor

11

(BDNF) come fattore determinante nella dipendenza neurotrofica dallrsquoattivitagrave fisica nel

neuro-sviluppo nella neuro-rigenerazione nella neurotrasmissione nellrsquoapprendimento

nella regolazione dellrsquoumore e nella risposta allo stress (Zhang L et al 2013) La variante

ipoespressa di tale polimorfismo (-66met) diminuisce la secrezione neuronale di BDNF

alterando di conseguenza alcune forme di apprendimento e la suscettibilitagrave allo stress ma

soprattutto aumentando lrsquoansia e riducendo lrsquoestinzione della paura appresa dati

confermati alla fNMR come tre possibili endofenotipi rispettivamente neurobiologico

neuropsichico e neurocognitivo del PTSD (Frielingsdorf H et al 2010)

La presenza anche di un solo allele 66met risulta correlata al sottotipo del PTSD con

manifestazioni psicotiche (Pivac N et al 2012) a quello in comorbilitagrave con il Disturbo

Bipolare (BD) (Rakofsky JJ et al 2012) e alla Depressione in soggetti che hanno subito

esperienze traumatiche infantili (ECA-ELS) (Aguilera M et al 2012) amplificandone gli effetti

negativi nellrsquoetagrave adulta (Miller et al 2012)

Tuttavia nellrsquointerazione epistatica funzionale (GxGxE) con la variante dominante di

vulnerabilitagrave SS del 5HTTLPR egrave il polimorfismo val66val del BDNF ad esaltare con la sua

iperespressione la depressione successiva ad abusi infantili (Grabe HJ et al 2012) mentre

negli stessi portatori della variante SS del 5HTTLPR il polimorfismo genico 66met del BDNF

risulta favorire la reattivitagrave emotiva ansiogena come dimostrato allrsquoimaging funzionale

(BOLD fNMR) dal coinvolgimento dellrsquoAmigdala e della Corteccia Cingolata Anteriore rostrale

(AMY rACC) (Outhred T et al 2012) Questi dati favoriscono lrsquoipotesi della modulazione

epistatica ambivalente in senso rispettivamente depressogeno o ansiogeno delle varianti

66val e 66met del BDNF sui portatori del polimorfismo genico di suscettibilitagrave 5HTTLPR-SS

Riguardo la gravitagrave dei sintomi del PTSD in epistasi con il DRD2 Taq1 (allele T di vulnerabilitagrave

per ipoespressione dei recettori D2 della dopamina) la variante 66met del BDNF la attenua

mentre la variante Val-Val la esalta in funzione dellrsquoespressione di tali recettori e

indipendentemente dunque dallrsquoeccesso o dal difetto di DA (Hemmings SM et al 2012)

seppure un ruolo di suscettibilitagrave al PTSD sia stato riconosciuto alla variante 9R del

polimorfismo VNTR nella 3UTR del gene SLC6A3 codificante nellrsquouomo per il trasportatore

della Dopamina (DAT1) come vedremo piugrave avanti (Valente NL et al 2012) Riguardo alla

risposta terapeutica premesso che il trattamento non farmacologico piugrave efficace per il PTSD

egrave risultata la Terapia di Esposizione che mira a facilitare lrsquoestinzione della paura appresa egrave

stato recentemente evidenziato che il BDNF facilita lrsquoestinzione dellrsquoapprendimento e in

12

particolare che la sua variante 66 Met fa prevedere una scarsa risposta alla terapia cognitivo-

comportamentale di esposizione nel PTSD (Felmingham KL et al 2013)

TABELLA RIASSUNTIVA DELLE INTERAZIONI EPISTATICHE NEL DPTS

EPISTASI SERT SS DRD2 T DAT1 9R DAT1 10R

COMT -158met

NET -182C

BDNF Val66Val

Depressione in ECA

uarrsintomi PTSD

BDNF Met66Met

Ansia in ECA

darrsintomi PTSD

DAT1 9R +PTSD In vitro

DAT1 10R + PTSD In vivo

COMT -158met

+PTSD urbano

NET -182C

+PTSD

EPISTASI SERT SS DRD2 T DAT1 9R DAT1 10R

COMT -158met

NET -182C

BDNF Val66Val

Depressione in ECA

uarrsintomi PTSD

BDNF Met66Met

Ansia in ECA

darrsintomi PTSD

DAT1 9R +PTSD In vitro

DAT1 10R + PTSD In vivo

COMT -158met

+PTSD urbano

NET -182C

+PTSD

13

Drsquoaltra parte gli omozigoti 66met del BDNF presentando una riduzione di volume della

Sostanza Grigia (GM) dellrsquoIppocampo e un aumento di quella della Corteccia Orbito Frontale

destra (rOFC) impiegano minor tempo per la remissione dei sintomi depressivi

contrariamente ai 66val che con la stessa riduzione della GM dellrsquoippocampo sinistro

rispondono invece piugrave lentamente alla terapia (Cardoner N et al 2012)

Alcune evidenze suggeriscono uno stato iperdopaminergico con maggior frequenza della

variante 9R del DAT1 nel PTSD Studi in vivo con immagini molecolari di tomografia

computerizzata ad emissione di singolo fotone (SPECT) hanno tuttavia dimostrato un

incremento del potenziale legante del trasportatore della dopamina nello Striato di pazienti

portatori del PTSD Tale aumentata densitagrave di DAT riflette un incrementato turnover locale di

dopamina in grado di contribuire al perpetuarsi e al potenziamento fobico di un evento

traumatico e delle situazioni che lo ricordano (Hoexter MQ et al 2012) confermando i

risultati contraddittori sulla valenza in vivo ed in vitro del suddetto polimorfismo (Heitland I

et al 2012)

Infine il giagrave ricordato riscontro della variante -158met del polimorfismo val158met della

COMT in soggetti che hanno sviluppato PTSD dopo violenza urbana (Valente NL et al 2011

(2) Norrholm SD et al 2013) conferma lrsquoipotesi di un endofenotipo ipernoradrenergico per il

PTSD La COMT egrave infatti preposta a catabolizzare lrsquoeccesso di NE libera intersinaptica in zone

povere dei ricaptatori DAT e NET come la corteccia prefrontale e lrsquoippocampo e la sua

variante 158met ne indica lrsquoipoespressione Pertanto anche la variante NET-182C del

polimorfismo del trasportatore della norepinefrina (SLC6A2-182TC) che ne ipoesprime la

ricaptazione (Valente NL et al 2011-2) si candida a predisponente del PTSD

Bibliografia

Aguilera M Arias B Wichers M Barrantes-Vidal N Moya J Villa H van Os J Ibaacutentildeez MI Ruipeacuterez MA Ortet G Fantildeanaacutes L Early adversity and 5-HTTBDNF genes new evidence of gene-environment interactions on depressive symptoms in a general population Psychol Med 2009 Sep39(9)1425-32 Epub 2009 Feb 12 Auxeacutemeacutery Y (2) Posttraumatic stress disorder (PTSD) as a consequence of the interaction between an individual genetic susceptibility a traumatogenic event and a social context] Encephale Oct 2012 38(5) 373-80 Cardoner N Soria V Gratacograves M Hernaacutendez-Ribas R Pujol J Loacutepez-Solagrave M Deus J Urretavizcaya M Estivill X Menchoacuten JM Soriano-Mas C Val66Met BDNF genotypes in melancholic depression effects on brain structure and treatment outcome Depress Anxiety Nov 2012

14

Felmingham KL Dobson-Stone C Schofield PR Quirk GJ Bryant RA The Brain-Derived Neurotrophic Factor Val66Met Polymorphism Predicts Response to Exposure Therapy in Posttraumatic Stress Disorder Biol Psychiatry Jan 2013 Frielingsdorf H Bath KG Soliman F Difede J Casey BJ Lee FS Variant brain-derived neurotrophic factor Val66Met endophenotypes implications for posttraumatic stress disorder Ann N Y Acad Sci 2010 Oct1208150-7 doi 101111j1749-6632201005722x Grabe HJ Schwahn C Mahler J Appel K Schulz A Spitzer C Fenske K Barnow S Freyberger HJ Teumer A Petersmann A Biffar R Rosskopf D John U Voumllzke H Genetic epistasis between the brain-derived neurotrophic factor Val66Met polymorphism and the 5-HTT promoter polymorphism moderates the susceptibility to depressive disorders after childhood abuse Prog Neuropsychopharmacol Biol Psychiatry 2012 Mar 3036(2)264-70 Epub 2011 Oct 2 Heitland I Oosting R SBaas J M P Massar S A A Kenemans J L Boumlcker K B E Genetic polymorphisms of the dopamine and serotonin systems modulate the neurophysiological response to feedback and risk taking in healthy humans Cogn Affect Behav Neurosci 2012 December 12(4) 678ndash691 Hemmings SM Martin LI Klopper M van der Merwe L Aitken L de Wit E Black GF Hoal EG Walzl G Seedat S BDNF Val66Met and DRD2 Taq1A polymorphisms interact to influence PTSD symptom severity A preliminary investigation in a South African population Prog Neuropsychopharmacol Biol Psychiatry 2012 Oct 25 pii S0278-5846(12)00266-7 doi 101016jpnpbp201210011 [Epub ahead of print] Hoexter MQ Fadel G Feliacutecio AC Calzavara MB Batista IR Reis MA Shih MC Pitman RK Andreoli SB Mello MF Mari JJ Bressan RA Higher striatal dopamine transporter density in PTSD an in vivo SPECT study with [(99m)Tc]TRODAT-1 Psychopharmacology (Berl) 2012 Nov224(2)337-45 doi 101007s00213-012-2755-4 Epub 2012 Jun 15 Kolassa IT Ertl V Eckart C Gloumlckner F Kolassa S Papassotiropoulos A de Quervain DJ Elbert T Association study of trauma load and SLC6A4 promoter polymorphism in posttraumatic stress disorder evidence from survivors of the Rwandan genocide J Clin Psychiatry 2010 May71(5)543-7 Epub 2010 Apr 6 Miller S Hallmayer J Wang PW Hill SJ Johnson SL Ketter TA Brain-derived neurotrophic factor val66met genotype and early life stress effects upon bipolar course J Psychiatr Res 2012 Nov 23 pii S0022-3956(12)00328-7 doi 101016jjpsychires201210015 [Epub ahead of print] Norrholm SD Jovanovic T Smith AK Binder E Klengel T Conneely K Mercer KB Davis JS Kerley K Winkler J Gillespie CF Bradley B Ressler KJ Differential Genetic and Epigenetic Regulation of catechol-O-methyltransferase is Associated with Impaired Fear Inhibition in Posttraumatic Stress Disorder Front Behav Neurosci 2013 Apr 10730 doi 103389fnbeh201300030 Print 2013 Outhred T Das P Dobson-Stone C Griffiths K Felmingham KL Bryant RA Malhi G Kemp AH The functional epistasis of 5-HTTLPR and BDNF Val66Met on emotion processing a preliminary study Brain Behav Nov 2012 2(6) 778-88 Pivac N Kozaric-Kovacic D Grubisic-Ilic M Nedic G Rakos I Nikolac M Blazev M Muck-Seler D The association between brain-derived neurotrophic factor Val66Met variants and psychotic

15

symptoms in posttraumatic stress disorder World J Biol Psychiatry 2012 Apr13(4)306-11 Epub 2011 Jul 6 Rakofsky JJ Ressler KJ Dunlop BW BDNF function as a potential mediator of bipolar disorder and post-traumatic stress disorder comorbidity Mol Psychiatry 2012 Jan17(1)22-35 doi 101038mp2011121 Epub 2011 Sep 20 Valente NL Vallada H Cordeiro Q Miguita K Bressan RA Andreoli SB Mari JJ Mello MF Candidate-gene approach in posttraumatic stress disorder after urban violence association analysis of the genes encoding serotonin transporter dopamine transporter and BDNF J Mol Neurosci 2011 May44(1)59-67 Epub 2011 Mar 29 Valente NL Vallada H Cordeiro Q Bressan RA Andreoli SB Mari JJ Mello MF (2) Catechol-O-methyltransferase (COMT) val158met polymorphism as a risk factor for PTSD after urban violence J Mol Neurosci 2011 Mar43(3)516-23 Epub 2010 Nov 17 Zhang L Benedek DM Fullerton CS Forsten RD Naifeh JA Li XX Hu XZ Li H Jia M Xing GQ Benevides KN Ursano RJ PTSD risk is associated with BDNF Val66Met and BDNF overexpression Molecular Psychiatry (15 January 2013) | doi101038mp2012180

16

Depressione azione epigenetica dei fattori ambientali sullo sviluppo del disturbo attraverso la metilazione

del trasportatore della serotonina (SERT) Evidenze di laboratorio sulla quantificazione dellrsquoeffetto epigenetico del danno e della correzione terapeutica

A cura di Dott Giovanni Borghini- Biologo Genetista

La cronaca continua a portare alla ribalta estremi gesti anti-

conservativi di personaggi apparentemente gratificati da una vita di

successi e popolaritagrave Cosa si nasconde dietro il male oscuro della

depressione egrave una sfida ancora aperta ai piugrave diversi contributi della

ricerca Ne analizzeremo uno in particolare legato alle recenti

acquisizioni della biologia molecolare sui fenomeni epigenetici da

stress e il polimorfismo genico del trasportatore della serotonina

Il trasportatore della serotonina (SERT) e la sua la regione polimorfica gene-linked (5-

HTTLPR) sono ormai pienamente riconosciuti come modulatori del legame tra lo stress della

vita e la depressione Tuttavia i percorsi molecolari implicati in questa interazione gene-

ambiente (GXE) sono ancora in gran parte sconosciuti Alterazioni nel profilo dellrsquoespressione

genica del SERT spesso mediate epigeneticamente sono associate allrsquoinsorgenza di

depressione e possono pertanto costituire un ipotetico mediatore nellrsquo interazione GXE In

un recente articolo (Wankerl M et al 2014) sono stati indagati parallelamente gli effetti dei

polimorfismi genici del SERT (5-HTTLPR) e delle avversitagrave ambientali riferite allrsquointero arco

vitale a partire dagli stress precoci intra-uterini In accordo con la letteratura internazionale

sono emerse strette correlazioni tra variazioni polimorfiche del SERT e i cambiamenti

ambientali (stress precoci traumi prenatali) Studiando in vivo lespressione del SERT in

campioni di cellule di sangue periferico egrave stato valutato se i cambiamenti indotti

dallambiente siano mediati da modificazioni epigenetiche A tale scopo sono stati analizzati

83 siti CpG nel promotore-genico del SERT della grandezza di 799-bp con il metodo

altamente sensibile del ldquopyrosequencingrdquo con bisolfito I partecipanti allo studio sono stati

133 tra giovani e adulti sani I risultati hanno mostrato che sia i portatori dellallele ldquoSrdquo del 5-

17

HTTLPR che i bambini sottoposti a stress materno prenatale (328) e a maltrattamento

infantile (563) presentavano una ridotta espressione del mRNA del SERT rispetto a quelli

senza alcun fattore di rischio I dati dellrsquoarticolo indicano inoltre che i cambiamenti nei livelli

di espressione del mRNA SERT non coincidono con i profili di metilazione del DNA allinterno

delle isole CpG del SERT Egrave quindi ipotizzabile che i cambiamenti persistenti nellespressione

del SERT possano a loro volta dipendere da un alterato funzionamento serotoninergico e

probabilmente si sommano la vulnerabilitagrave a differenti malattie associate al 5-HTTLPR e le

avversitagrave precoci

Bibliografia M Wankerl1 R Miller1 C Kirschbaum1 J Hennig2 T Stalder1 and N Alexander1 Effects of genetic and early environmental risk factors for depression on serotonin transporter expression and methylation profiles Transl Psychiatry Jun 2014 4(6) e402 Published online Jun 17 2014 doi 101038tp201437 PMCID PMC4080318 Franke L Therstappen E Schlosser B Biermer M Berg T Schaumlfer M Arck P Uebelhack R Friebe A A Preliminary Study on the Relationship between Platelet Serotonin Transporter Functionality Depression and Fatigue in Patients with Untreated Chronic Hepatitis C Depress Res Treat 20142014821381 doi 1011552014821381 Epub 2014 Mar 20 Domschke K Tidow N Schwarte K Deckert J Lesch KP Arolt V Zwanzger P Baune BT Serotonin transporter gene hypomethylation predicts impaired antidepressant treatment response Int J Neuropsychopharmacol 2014 Aug17(8)1167-76 doi 101017S146114571400039X Epub 2014 Mar 28

18

SVILUPPO PUBERALE E TESSUTO ADIPOSO A cura di Dottssa Martina Beltrami - Dietista

La pubertagrave egrave una fase di transizione che determina la

maturitagrave riproduttiva tra linfanzia e letagrave adulta

La pubertagrave egrave legata a importanti cambiamenti sviluppo

delle caratteristiche sessuali secondarie lo sviluppo

somatico il menarca modificazioni psicologiche

Lormone di rilascio delle gonadotropine (GnRH) che

per tutta linfanzia viene prodotto in modo sporadico

inizia ad essere prodotto in modo pulsatile e regolare

La frequenza e lampiezza della sua produzione

determinano la produzione degli ormoni responsabili di portare allovulazione e poi la

regolaritagrave dei cicli mestruali

Tra la prima mestruazione e la piena maturazione possono passare 3-4 anni

Negli ultimi anni si egrave evidenziato come uno sviluppo precoce o tardivo sia correlato

negativamente con la salute della donna

Letagrave del menarca e lincidenza con la sindrome metabolica sono correlati con una curva a U

per la quale sia unetagrave troppo precoce (prima dei 10 anni) sia unetagrave tardiva (dopo i 16anni)

portano ad un aumentato rischio di sviluppare la sindrome metabolica nellarco dei successivi

26 anni (1)

Un menarca precoce egrave un fattore di rischio a tutte le patologie estrogeno dipendenti

(iperandrogenismo pcos tumore alla mammela) e dal punto di vista psicologico puograve essere

traumatico

Un menarca tardivo egrave correlato a osteopenia il picco di accumulo di densitagrave ossea avviene

tra letagrave puberale e i 25anni se lo sviluppo puberale tarda avrograve meno tempo a disposizione

per aumentare la densitagrave ossea

I fattori nutrizionali sono considerati uno dei principali fattori che influenzano linizio dello

sviluppo puberale

19

La Leptina egrave un ormone prodotto dal tessuto adiposo ed egrave strettamente correlata alla sua

quantitagrave Piugrave aumenta lindice di massa corporea (BMI) e piugrave aumenta la percentuale di

Leptina prodotta

La Leptina agisce sui processi di termogenesi sul comportamento alimentare e sulla funzione

riproduttiva Le modificazioni dei livelli di leptina indicano se le riserve energetiche

dellorganismo sono sufficienti per sostenere lo sviluppo puberale La leptina agisce quindi

come un segnale periferico per lipotalamo ed egrave necessaria per lo sviluppo puberale

Alcuni studi hanno evidenziato come letagrave del menarca sia strettamente correlata ai livelli

circolanti di leptina

La leptina circolante infatti aumenta di circa il 30 nei 6 mesi precedenti il menarca(2)

Negli ultimi decenni il sovrappeso egrave aumentato nella popolazione e non a caso anche letagrave

media del primo menarca egrave scesa da 13 a 12 anni circa

Letagrave del menarca egrave correlata piugrave al peso corporeo che non alletagrave cronologica

Se andiamo a modificare per carenza o per eccesso il grasso corporeo la produzione di

leptina cambia e il menarca puograve anticipare o tardare

Bambine di 5-7 anni in sovrappeso hanno maggior probabilitagrave di uno sviluppo puberale

anticipato a 9 anni (3)

Ballerine ginnaste o ragazze con un BMI piugrave basso rispetto alle coetanee spesso hanno un

menarca tardivo

Da alcuni studi sembrerebbe che un percentuale minima del 16 di grasso sia necessaria

affinchegrave avvenga lo sviluppo puberale e il 22 per avere cicli regolari (4)

Riuscire a identificare precocemente i soggetti a rischio permette di intervenire

tempestivamente lavorando sullindice di massa corporea per recuperare anni sui fattori di

rischio

Bibliografia

1) Mueller NT1Duncan BBBarreto SMChor DBessel MAquino EMPereira MASchmidt MI Earlier age at menarche is associated with higher diabetes risk and cardiometabolic disease risk factors in Brazilian adults Brazilian Longitudinal Study of Adult Health (ELSA-Brasil) 2) Lassek W D and Gaulin S JC (2007) Menarche is related to fat distribution Am J Phys Anthropol 1331147ndash1151 doi101002ajpa20644

20

3) Davison et al Percent Body Fat at Age 5 Predicts Earlier Pubertal Development Among Girls at Age 9 Pediatrics 2003 1114 815-821 4) Rose E Frisch1Roger Revelle1 Height and Weight at Menarche and a Hypothesis of Critical Body Weights and Adolescent Events Science 24 July 1970 Vol 169no 3943pp 397-399

21

Attivitagrave ormonale e distribuzione di grasso

generalizzato

A cura di Dottssa Bruzzone Francesca ndash Dietista

Mentre della localizzazione del tessuto adiposo a livello addominale piuttosto che in zona

gluteo-femorale si tratta lungamente (distinguendo lrsquoobesitagrave androide da quella ginoide) dei

soggetti che accumulano grasso in modo omogeneo nei vari distretti corporei si parla in

minor misura nonostante tale fenomeno interessi ugualmente genere maschile e genere

femminile

La predisposizione a immagazzinare le riserve energetiche in una

zona piuttosto che in unrsquoaltra varia in relazione a etagrave sesso razza

di appartenenza attivitagrave fisica alimentazione e azione ormonale

Questi ultimi tre fattori sono strettamente correlati e dipendenti

lrsquouno dallrsquoaltro

Le persone in sovrappeso che presentano delle forme corporee

come quelle della figura a lato solitamente possiedono arti lunghi

ossa piccole faccia ovale o allungata e vita alta Essi localizzano il

grasso in tutto il corpo ad eccezione dei polpacci non sopportano il

caldo adorano i carboidrati e il caffegrave alternano la loro giornata tra energia e stanchezza e

passano da entusiasmo e presa di iniziativa nei periodi positivi a depressione e irritabilitagrave nei

momenti di stress

Tutte queste caratteristiche sono determinate dal ruolo degli ormoni nella gestione della

regolazione delle funzioni corporee e dellrsquoemotivitagrave

I soggetti che tendono ad ingrassare sia nella zona addominale che in quella inferiore del

corpo infatti annoverano molto spesso un lungo passato di squilibrio ormonale in cui si

sovrappongono fattori eziologici tipici del grasso androide ad altri caratteristici del grasso

ginoide

Generalmente questi individui acquistano peso a causa di una alterata attivitagrave tiroidea (loro

ghiandola dominante) provocata da un consumo protratto ed eccessivo di carboidrati

raffinati e di zuccheri semplici Ciograve conduce nel tempo a una soppressione dellrsquoefficienza

tiroidea e della secrezione dellrsquoormone somatotropo (HGH) e quindi a un accumulo di grasso

22

generalizzato conseguente alla riduzione del metabolismo basale e del mancato effetto

lipolitico Lrsquoormone della crescita e gli ormoni tiroidei infatti vengono inibiti dal cortisolo il

quale egrave stimolato proprio dallrsquoipoglicemia reattiva allrsquoiperglicemia dovuta a un pasto ricco di

zuccheri semplici e carboidrati raffinati Anche la caffeina egrave in grado di aumentare la

produzione di cortisolo insieme a stress scarsa idratazione e digiuni prolungati Tale

ormone insieme agli squilibri insulinici che si innescano agevola lrsquoaumento ponderale

attraverso meccanismi quali la sollecitazione della lipoproteina lipasi e lrsquoaumento di

ritenzione idrica

La dieta piugrave adeguata per il dimagrimento di questi soggetti quindi prevede una riduzione

dei cereali bianchi degli zuccheri e della caffeina a favore di farinacei integrali proteine

nobili (specie di origine ittica per stimolare la tiroide attraverso il contenuto di iodio) e

verdura egualmente distribuiti nei vari pasti senza dimenticare una buona idratazione

Lrsquoazione degli ormoni nella localizzazione del grasso non si esprime soltanto in relazione agli

stimoli alimentari ma anche in rapporto allrsquoattivitagrave fisica coadiuvante il dimagrimento

Essendo la tiroide particolarmente attiva in tarda mattinata ad esempio il momento

migliore per allenarsi sarebbe questo per avere la possibilitagrave di stimolare al meglio le

funzioni metaboliche e il consumo dei grassi Se invece viene svolto un allenamento con i

pesi mirato ad implementare la forza esso non dovrebbe superare i 60 minuti in modo da

evitare unrsquoesosa produzione di cortisolo

Bibliografia

Massimo Spattini -La dieta ldquocomrdquo e il dimagrimento localizzato- Tecniche Nuove 2012

23

Approccio nutrizionale alla sindrome premestruale

A cura di Dottssa Chiara Di Gianvittorio ndash Dietista

La sindrome premestruale (PMS) egrave un disturbo

molto comune nelle donne in etagrave fertile e si

caratterizza per una serie di sintomi fisici e

psicologici che insorgono nella fase luteinica e

tendono a scomparire con il sopraggiungere del

flusso La sua prevalenza egrave stata stimata nel 30-40

della popolazione femminile in etagrave riproduttiva I

sintomi principali sono gonfiore stipsi dolori

addominali ritenzione idrica ma possono

aggiungersi ansia insonnia repentini cambi di umore irritabilitagrave stanchezza e attacchi di

fame Ogni donna vive a suo modo queste manifestazioni che possono verificarsi

contemporaneamente o solo in parte e la cui gravitagrave egrave variabile

Le cause della sindrome premestruale sono da rintracciarsi nello squilibrio ormonale dato

dallrsquoavvicendarsi di estrogeni e progesterone in fattori nutrizionali o in eventuali anomalie

funzionali dellrsquoasse ipotalamo-ipofisi-surrene che comportano alterazioni della secrezione di

ormoni sessuali Anche i crescenti livelli di prolattina possono contribuire ai sintomi

provocando dolori al seno e gonfiore Infine sembra che si verifichi una diminuzione di

dopamina e serotonina endorfine in grado di regolare il tono dellrsquoumore Le conseguenze di

tale sbilancio sono evidenti anche nella concentrazione nel siero di alcuni microelementi

magnesio e calcio risultano carenti nella fase luteinica e implicati quindi nella genesi di alcuni

dei sintomi Entrambi infatti sono coinvolti nellrsquoattivitagrave e nel rilascio di neurotrasmettitori e

nelle funzioni neuromuscolari

Considerando quindi la varietagrave dei disturbi e lrsquoimpatto che gli stessi possono avere sulla

qualitagrave di vita della donna unrsquoattenta alimentazione risulta utile quanto necessaria Nello

specifico lrsquoattenzione egrave rivolta al consumo attraverso la dieta di grassi saturi insaturi fibre

zuccheri semplici sostanze nervine e microelementi

Evidenze scientifiche mostrano che riducendo il contenuto di grassi nella dieta ed

aumentando il consumo di fibre e vegetali si abbassano i livelli ematici di estrogeni e di

24

conseguenza migliora la sintomatologia e il dolore mestruale Il fegato infatti estrae gli

estrogeni dal torrente ematico e li invia attraverso lrsquoalbero biliare nel tubo digerente Ligrave la

fibra proveniente da frutta verdura legumi e cereali sequestra gli estrogeni impedendone il

riassorbimento e promuovendone lrsquoescrezione fecale Le variazioni nei livelli ormonali sono

state studiate soprattutto nelle donne vegetariane riscontrando in conclusione una

correlazione tra le concentrazioni nel plasma di estrone ed estradiolo e il consumo di grassi

saturi Tali ormoni infatti diminuivano allrsquoaumentare dellrsquoapporto di fibre con la dieta Al

momento egrave in corso di studio dunque il ruolo della dieta vegetariana nella prevenzione e

gestione della sindrome premestruale Un ulteriore dato oggettivo a favore egrave

rappresentato dallrsquoutilizzo di alimenti come la soia ricca in fitoestrogeni Questi ultimi sono

estrogeni vegetali dallrsquoeffetto blando che agiscono come antagonisti riducendo la capacitagrave

dellrsquoestrogeno endogeno di legarsi al loro recettore cellulare Il risultato egrave una minore

stimolazione sulle cellule ormono-sensibili e una migliore gestione dei sintomi

Unrsquo ulteriore precisazione va fatta per i grassi nella dieta non solo la quantitagrave ma anche la

qualitagrave influisce sullrsquoinsorgenza dei disturbi del ciclo mestruale Unrsquoalimentazione ricca di

grassi polinsaturi Omega 3 si associa ad una sintomatologia piugrave modesta Infatti tali grassi

riducono la produzione di prostaglandine nellrsquoorganismo coinvolte nei processi di

infiammazione dolore contrazione muscolare e vasocostrizione

Banditi inoltre gli zuccheri semplici in quanto hanno un forte impatto sulla glicemia e

influenzano il rilascio dei neurotrasmettitori responsabili del tono dellrsquoumore (serotonina

adrenalina dopamina noradrenalina ecc) e del senso dellrsquoappetito

Altra accortezza per migliorare la gestione della sindrome premestruale egrave la riduzione

dellrsquoapporto di sodio e caffeina (o altre sostanze nervine come tegrave coca cola etc)

rispettivamente per limitare la ritenzione idrica e ridurre irritabilitagrave e insonnia

Infine egrave stato ampiamente studiato lrsquoapporto vitaminico e gli effetti su tali disturbi con

particolare attenzione alle vitamine del gruppo B assunte attraverso la dieta e non sotto

forma di integratori alimentari Lrsquointake di Tiamina e Riboflavina sembra avere un ruolo nellrsquo

incidenza della sindrome premestruale in quanto risultano implicate nel metabolismo di

neurotrasmettitori come Serotonina e GABA (Acido γ-amminobutirrico) che intervengono

migliorando lrsquoumore e agiscono indirettamente nella funzionalitagrave ovarica e riproduttiva

Al momento egrave in corso di valutazione lrsquointegrazione nella fase luteinica con Magnesio e

Calcio La loro contemporanea somministrazione genera un effetto sinergico nel ridurre gli

25

spasmi della muscolatura uterina e migliorare lrsquoumore Anche alcuni rimedi fitoterapici

sembrano alleviare la sintomatologia agnocasto ginkgo biloba e zafferano Ulteriori studi

sono perograve necessari per chiarire se realmente possa esserci un beneficio da eventuali

supplementazioni con microelementi o erbe Per ora rimane la certezza che una dieta

equilibrata ricca in frutta verdura legumi e acidi grassi polinsaturi sia la strategia drsquoelezione

nella gestione delle forme piugrave lievi di sindrome premestruale

Bibliografia

Adlercreutz H Martin F et al Steroid absorption and enterohepatic re cycling-

(httpwwwcontraceptionjournalorgarticle0010-782428792990094-5abstract)-

Contraception 1979 20 201-23

Baker LJ OrsquoBrien PM Premenstrual syndrome (PMS) a peri-menopausal perspective-

(httpwwwmaturitasorgarticleS0378-512228122900111-9fulltext) - Maturitas 2012

72(2)121-5

Chou T- Wake up and smell the coffee Caffeine coffee and the medical consequences-

httpwwwncbinlmnihgovpmcarticlesPMC1022034 - West J Med 1992 Nov157(5)544-53

Dante G Facchinetti F Herbal treatments for alleviating premenstrual symptoms a systematic

review- (httpinformahealthcarecomdoiabs1031090167482X2010538102)- J Psychosom

Obstet Gynaecol 2011 Mar32(1)42-51

Deutch B Menstrual pain in Danish women correlated with low n-3 polyunsaturated fatty acid

intake- (httpwwwncbinlmnihgovpubmed7588501) Eur J Clin Nutr 1995 Jul49(7)508-16

Gigante DP et al Population study of premenstrual syndrome-

(httpwwwscielosporgscielophpscript=sci_arttextamppid=S0034-

89102006000100009amplng=enampnrm=isoamptlng) - Rev Saude Publica 2006 40(1)47-56

Girman A Lee R Kligler B An integrative medicine approach to premenstrual syndrome- (

httpwwwajogorgarticleS0002-937828032900357-0fulltext) -Am J Obstet Gynecol 2003

188(5 Suppl)S56-65

Goldin BR Adlecreutz H et al Estrogen extrection patterns and plasma levels in vegetarian and

omnivorous women- (httpwwwnejmorgdoifull101056NEJM198212163072502 )- N Engl J

Med 1982 3071542-7

26

Halbreich U The etiology biology and evolving pathology of premenstrual syndromes-

(httpwwwsciencedirectcomsciencearticlepiiS0306453003000970)

Psychoneuroendocrinology 200328(suppl 3)55ndash99

Larissa Almenara Silva dos Santos Vilma Blondet de Azeredo et al-Seric ion level and its

relationship with the symptoms of premenstrual syndrome in young women-

(httpwwwnutricionhospitalariacompdf6648pdf) - Nutr Hosp 2013 28(6)2194-2200 Silva CM

Margot N Woods Sherwood L et al Low-fat high fiber diet and serume estrone sulfate in

premenopausal women (httpajcnnutritionorgcontent4961179fullpdf+htmlsid=38ae9820-

e92f-4cfe-b019-a9b3ce1d92e7) - Am J Clin Nutr 1989 49 1179-83

Sohrabi N Kashanian M et al - Evaluation of the effect of omega-3 fatty acids in the treatment of

premenstrual syndrome a pilot trial-

(httpwwwcomplementarytherapiesinmedicinecomarticleS0965-229928122900174-

4fulltext ) Complement Ther Med 2013 Jun21(3)141-6

Thys-Jacobs S Micronutrients and the premenstrual syndromethe case for calcium-

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed10763903) - Journal of the American College of Nutrition

2000 19 (2) 220-7

Patricia O Chocano-Bedoya JoAnn E Manson et al Dietary B vitamin intake and incident

premenstrual syndrome- (httpajcnnutritionorgcontent9351080long) Am J Clin Nutr 2011

93 1080-6

27

Attuali evidenze epidemiologiche in tema di malattia

celiaca

A cura di Dottssa Chiara Di Gianvittorio ndash Dietista

La malattia celiaca egrave un disturbo

autoimmune che si sviluppa in

persone geneticamente predisposte

in conseguenza dellrsquoesposizione a

fattori ambientali (glutine nella dieta

come prima causa) La prevalenza

del disturbo egrave molto variabile gli

ultimi dati riguardo la distribuzione della malattia parlano di un incremento in alcune aree

mondiali Il miglioramento delle tecniche diagnostiche e la migliore conoscenza della

malattia non bastano perograve a spiegare la crescita verificatasi negli ultimi 30- 40 anni

La nuova epidemiologia dellrsquo intolleranza al glutine egrave ora caratterizzata da un aumento di

nuovi casi in aree storiche (Europa del Nord e gli Stati Uniti) ma piugrave interessante egrave la crescita

della malattia in nuove regioni (paesi asiatici) A spiegare ciograve probabilmente ci sono

cambiamenti nelle abitudini alimentari soprattutto in etagrave infantile oltre che lrsquoutilizzo di

nuovi mezzi diagnostici

In Europa e Stati Uniti la frequenza sulla popolazione egrave di circa lrsquo 1 con alcune differenze

regionali In Finlandia e Svezia si calcola una prevalenza del 2-3 mentre in Germania solo

dello 02 nonostante i fattori causali sembrino essere simili (livello di assunzione di glutine

e frequenza di HLA-DQ2 e -DQ8) Sebbene lincidenza e i casi diagnosticati siano in

aumento rimane lrsquo ldquoiceberg celiacordquo a nascondere con un rapporto che varia da 13 a 15

(casi diagnosticati e non diagnosticati) la reale distribuzione della malattia

Oltre a Europa e Nord America lepidemiologia dellrsquo intolleranza al glutine egrave stata studiata in

molti altri paesi per lo piugrave popolati da individui di origine europea In queste zone i dati si

sovrappongono in larga misura a quelli del vecchio e del nuovo continente Nuove evidenze

arrivano dal Nord Africa e dai Paesi del Medio Oriente in cui il disturbo egrave presente

nonostante la scarsa disponibilitagrave di strutture diagnostiche e la scarsa consapevolezza della

28

malattia In Saharawi una popolazione araba che vive nel Sahara occidentale la prevalenza

della malattia egrave eccezionalmente elevata (56) per ragioni ancora poco chiare

La conoscenza della malattia nelle regioni asiatiche invece egrave ancora limitata e per lo piugrave

confinata in India dove egrave stata riconosciuta sia nei bambini che negli adulti Tuttavia come

efficacemente descritto da una task force indiana lrsquointolleranza al glutine in India egrave

ldquoimmerso in un oceano di malnutrizionerdquo La frequenza sembra essere maggiore nella parte

settentrionale probabilmente in conseguenza del largo consumo di grano rispetto al riso

Difficile ottenere dei numeri ma si stima che da 5 a 8 milioni di persone in India potrebbero

avere la malattia Purtroppo perograve ad oggi solo poche migliaia di pazienti sono stati

diagnosticati

Infine difficile comprendere anche la distribuzione in Cina a causa della grande popolositagrave I

fattori predisponenti (consumo di grano e genotipo HLA-DQ2 e DQ8) sono presenti cosigrave

come le prime evidenze in letteratura ma egrave necessario proseguire negli accertamenti

epidemiologici Risulta invece raro il disturbo in paesi come Giappone Corea Indonesia e

Filippine a causa del basso consumo di frumento e del patrimonio genetico

In sintesi i dati disponibili suggeriscono che lincidenza dellrsquo intolleranza al glutine egrave

veramente in aumento e che la malattia egrave attualmente molto piugrave comune in alcune aree

rispetto al passato Ulteriori studi epidemiologici perograve si rendono necessari per

comprendere meglio la distribuzione sulla popolazione e la correlazione con i fattori genetici

e ambientali

Bibliografia

Bai JC Fried M et al -World gastroenterology organisation global guidelines on celiac disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed23314668) - J Clin Gastroenterol 2013 47121ndash6

Catassi C Gatti S et al- The New Epidemiology of Celiac Disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed24979197)- JPGN Luglio 2014 Volume 59 supplement 1

Fasano A Berti I et al- Prevalence of celiac disease in at-risk and not-at-risk groups in the United

States a large multi center study (httparchintejamanetworkcomarticleaspxarticleid=215079)-

Arch Int Med 2003163286ndash92

29

Kochhar R Dachdev S et al- Prevalence of coeliac disease in healthy blood donors a study from

north India (httpwwwsciencedirectcomsciencearticlepiiS1590865812000229)- Dig Liver Dis

201244530ndash2

Kang JY Kang AHY et al -Systematic review worldwide variation in the frequency of Coeliac Disease

and changes over time

(httponlinelibrarywileycomdoi101111apt12373abstractjsessionid=91309CB937E7B5E094A

3B7F08441695f04t04)- Aliment Pharmacol Ther 201338226ndash45

Mustalahti K Catassi C et al- The prevalence of celiac disease in Europe results of a centralized

international mass screening project

(httpinformahealthcarecomdoiabs103109078538902010505931)- Ann Med 201042587ndash

95

30

Malattia celiaca e microbiota intestinale il ruolo dei

Bifidobatteri

A cura di Dottssa Chiara Di Gianvittorio ndash Dietista

La malattia celiaca egrave un disordine autoimmune scatenato dallrsquoingestione di alimenti

contenenti glutine in soggetti predisposti Lrsquoinfiammazione che ne risulta a carico del

piccolo intestino provoca atrofia dei villi e malassorbimento dei nutrienti I fattori implicati

nello sviluppo di questa patologia sono genetici e ambientali Tra questi ultimi troviamo

unrsquoesposizione troppo precoce al glutine insufficiente allattamento al seno infezioni

intestinali e squilibri della flora batterica residente La manifestazione clinica egrave varia e

include disturbi gastrointestinali come gonfiore vomito diarrea dispepsia perdita di peso e

disturbi extraintestinali come anemia malattie del fegato e dermatiti

Attualmente in studio egrave la relazione tra malattia celiaca e flora batterica intestinale che

risulta fondamentale per lrsquoequilibrio e la salute del tratto gastroenterico Il microbiota

umano egrave infatti lrsquoinsieme di microrganismi simbiontici dellrsquointestino Negli esseri umani si

trovano tra le 500 e le 1000 specie differenti di microrganismi di cui la maggioranza

anaerobi Tra questi ci sono i Bifidobatteri che svolgono una duplice azione diretta

contrastando i batteri patogeni e indiretta per interazione con il tessuto linfoide intestinale

(GALT) di cui ne stimola lrsquoattivitagrave

Alcuni ceppi di questi batteri inoltre sembrano inibire la risposta infiammatoria e il danno

alla mucosa che insorgono in conseguenza dellrsquoingestione di gliadina Infatti studi in vitro

hanno mostrato che tali microrganismi possono ridurre la produzione di citochine

infiammatorie (IFN-γ e IFN-α) e aumentare quella di IL-10 Un ulteriore effetto positivo

riguarda lrsquoincremento di cellule caliciformi nel piccolo intestino ridotte a causa della tossicitagrave

da glutine Infine oltre agli effetti immunomodulatori ceppi specifici come il

Bifidobacterium longum contribuiscono allrsquoidrolisi dei peptidi di gliadina durante la

digestione riducendo la presenza di aminoacidi tossici e dei loro effetti avversi

I Bifidobatteri risultano quindi protettivi contro la risposta infiammatoria e il danno

mucosale causato dal glutine Ci si chiede a questo punto se squilibri della microflora

31

possano costituire concausa nello sviluppo della patologia e se egrave possibile migliorarne la

gestione ristabilendo lrsquoequilibrio intestinale con probiotici

Attualmente cambiamenti nel microbiota intestinale sono stati dimostrati nei bambini

celiaci Negli adulti le evidenze parlano di una riduzione di Bifidobatteri sia al momento della

diagnosi che a dieta aglutinata ed un aumento dei Bacteroides (batteri gram negativi e

anaerobici) sia nelle feci che sulle biopsie dei celiaci Inoltre crsquoegrave una riduzione nella

variabilitagrave della specie sia prima che dopo la dieta Tali squilibri vanno ovviamente ad

incidere sul processo patologico

I probiotici sono costituiti da microrganismi vivi che devono essere in grado di svolgere

effetti positivi sulla flora batterica intestinale In alcuni studi si egrave dimostrato come alcuni di

essi possano avere una particolare utilitagrave per i celiaci anche se si tratta ancora di approcci a

livello sperimentale Unrsquo indagine condotta su 64 soggetti (26 pazienti celiaci con dieta

contenente glutine 18 celiaci a dieta gluten-free e 20 soggetti sani) ha portato a valutare se

la flora batterica intestinale possa contribuire ai sintomi pro-infiammatori della celiachia e se

con due specifici ceppi di Bifidobatteri sia possibile ottenere benefici I risultati

confermarono le ipotesi e il ruolo positivo svolto dai ceppi Bifidobacterium longum e

Bifidobacterium bifidum sul quadro infiammatorio

Lrsquouso di specifici batteri probiotici potrebbe quindi contribuire al miglioramento della

patologia ma egrave necessario approfondire ulteriormente con modelli sperimentali e studi

clinici il loro ruolo a supporto della terapia classica

Bibliografia

Collado MC Donat E et al- Imbalances in faecal and duodenal Bifidobacterium species composition

in active and non active coeliac disease (httpwwwncbinlmnihgovpubmed19102766)- BMC

Microbiol 2008 2321-9

Di Cagno R Rizzello CG et al- Different fecal microbiotas and volatile organic compounds in treated

and entrate children with celiac diseaseAppl And Environ Microbiol 2009 75 3963-71

Golfetto L Senna FD et al- Lower Bifidobacteria counts in adult patients with celiac disease on a

gluten- free diet

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Lower+Bifidobacteria+counts+in+adult+patients+with

+celiac+disease+on+a+gluten-+free+diet)- Arq Gastroenterol 2014 51 139-43

32

Ghosh S- Advances in our understanding of the pathogenesis of celiac disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed21523256)- Can J Gastroenterol 2011 25186

Medina M De Palma G- Bifidobacterium strains suppress in vitro the pro-inflammatory milieu

trigged by large intestinal microbiota of coeliac patients

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Bifidobacterium+strains+suppress+in+vitro+the+pro-

inflammatory+milieu+trigged)- J Inflamm 2008 519

Sanders ME- Impact of probiotics on colonizing microbiota of the gut

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed21992949)- J Clin Gastroenterol 2011 45S115-9

Sanz Y De Pama G et al- Unraveling the ties between celiac disease and intestinal microbiota

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Unraveling+the+ties+between+celiac+disease)- Int

Rev Immunol 2011 30 207-18

33

CAPSICUM ANNUUM IL ROSSO CHE PROTEGGE LA

TUA SALUTE

A cura di Dottssa Giusi Balzano ndash Biologa nutrizionista

Il peperoncino rosso il cui nome scientifico egrave Capsicum annuum appartiene alla famiglia

delle Solanacee ed egrave originario delle Americhe

Dal ritrovamento di reperti archeologici sappiamo con certezza che fin dal 5000 aC circa la

popolazione messicana conosceva il peperoncino il quale fu importato in Europa da

Cristoforo Colombo nel 1493

Capsicum annuum

Il peperoncino a dispetto di tante credenze gode di tante proprietagrave benefiche e forse per

associazione con il pepe si tende erroneamente a credere che sia poco salutare

Come pianta egrave facilmente coltivabile e si adatta a diversi climi puograve essere coltivato nei vasi

e su un terrazzo limportante egrave che stia in pieno sole Nei periodi piugrave freddi conviene ad

ogni modo tenerlo al riparo in quanto non sopporta bene un clima troppo rigido Il

peperoncino egrave una pianta annuale e le parti consumate sono i frutti le bacche contenenti

dei semi bianco-giallastri Esistono tantissime qualitagrave di peperoncino e le bacche possono

essere consumate fresche cotte o crude I colori dei peperoncini (frutto) sono molteplici

verdi gialli rossi arancione bruno scuro e marrone scuro La sensazione di piccante data dal

peperoncino egrave dovuta alla capsaicina che in proporzione alla quantitagrave disponibile nel seme

ne determina appunto la piccantezza In realtagrave quando si mangia un peperoncino la

risposta di bruciore data dallorganismo egrave solo una sensazione che il cervello invia come

34

risposta allattivazione di alcuni termorecettori presenti nella bocca con cui proprio la

capsaicina viene a contatto Tra le proprietagrave del peperoncino troviamo

funzione dimagrante egrave accentuanto il consumo di calorie ad opera della capsaicina principio

attivo del peperoncino

proprietagrave antibiotiche antibatteriche e antiossidanti ad opera dei flavonoidi e capsaicinoidi

E anche molto utile nella cura di raffreddore bronchite e sinusite

flusso sanguignoazione vasodilatatrice il caratteristico potere piccante urticante del

peperoncino porta con seacute una specifica azione della capsicina sulla circolazione periferica

del sangue La dilatazione dei vasi sanguigni egrave funzionale alla regolazione ottimale della

pressione e della circolazione del sangue che aumenta dopo lassunzione I capillari

diventano piugrave elastici e il sangue risulta piugrave ossigenato Egrave per questo che il peperoncino utile

per scaldarsi in inverno diventa anche importante nella dieta estiva per difendersi dal caldo

torrido e dallumiditagrave

cuore e colesterolo la regolazione del flusso del sangue aiuta a mantenere pulito il sistema

endovenoso congiuntamente allazione della lecitina e di altri olii essenziali evitando la

comparsa di placche che bloccano il flusso sanguigno I capsaicinoidi svolgono unazione

importante nelle diete ad alto contenuto di sostanze grasse Il peperoncino aiuta a ridurre

eccessivi livelli di colesterolo accelerandone la ripartizione e lespulsione

digestione e metabolismo il peperoncino aumenta la secrezione di succhi gastrici e migliora

la digestione grazie al suo potere antifermentativo e inoltre tiene pulite le mucose Nelle

diete in cui egrave prevista unassunzione regolare linfluenza del capsicum porta a migliorare e

velocizzare i processi metabolici Attenzione perograve in caso di bruciore fastidioso e

persistente dopo ingestione di peperoncino associato ad uninfiammazione della gola

dellesofago o dello stomaco mangiare un pezzo di formaggio o di pane o bere birra risulta

essere di grande aiuto contro i fastidi menzionati

mal di collo e mal di schiena efficace contro artriti e reumatismi il peperoncino egrave un

ingrediente essenziale di molte creme e gel antinfiammatori ad azione topica Aiuta ad

alleviare il dolore migliorando la circolazione sanguigna

azione anti-tumorale la vitamina C egrave un significativo agente anti-cancro previene infezioni e

tumori I peperoncini freschi ne sono ricchi e riescono a fornirci acido ascorbico (vitamina C)

proprio in estate ed autunno quando la nostra dieta mediterranea egrave piugrave povera di agrumi

35

mal di testa e depressione lassunzione della capsicina provoca bruciore e dolore nella bocca

e nelle pareti interne del sistema gastroenterico Il nostro corpo reagisce cominciando a

rilasciare maggiori quantitagrave di adrenalina aumentando al contempo la produzione di

endorfine Il nostro corpo risulta energizzato laumento del flusso del sangue al cervello dagrave

sollievo poi sopraggiungono le endorfine vere e proprie ldquodrogherdquo naturali cioegrave oppioidi

endogeni che vengono prodotti internamente dal nostro organismo ed hanno potere

eccitativo ed analgesico alleviando cefalee ed altri dolori

azione afrodisiaca insieme alla vitamina C nel peperoncino cegrave anche la vitamina E

responsabile della stimolazione e della regolazione di molti processi legati alla feconditagrave

sessuale

Bibliografia

1 Tewksbury JJ Levey DJ Huizinga M Haak DC Traveset A Costs and benefits of capsaicin-mediated control of gut retention in dispersers of wild chilies Ecology 89 107-17 2008

2 Govindarajan VS Sathyanarayana MN Capsicum--production technology chemistry and quality Part V Impact on physiology pharmacology nutrition and metabolism structure pungency pain and desensitization sequences Crit Rev Food Sci Nutr 29 435-74 1991

36

Rape Rosse - Tubero e foglie un beneficio a 360deg

A cura di Dottssa Giusi Balzano ndash Biologa nutrizionista

Barbe rosse barbabietole rosse o ancora carote rosse

sono tutti sinonimi dialettali che fanno riferimento alle

rape rosse

Queste sono tuberi noti in botanica come Beta vulgaris

var rapa forma rubra si tratta di una pianta

appartenente alla famiglia delle Chenopodiaceae ed al genere Beta Menzionata in alcuni

antichissimi scritti greci risalenti al 420 aC periodo in cui il tubero rosso era noto

semplicemente come beta secondo il pensiero di altri autori lorigine delle rape rosse risale

addirittura al 2000 aC considerata la presenza di alcuni reperti archeologici che la

attestano

Malgrado gli appelli di dietologi e specialisti dellalimentazione si tende spesso a

dimenticare limportanza fitoterapica e benefica di alcuni ortaggi come in questo specifico

caso le rape rosse

Le rape rosse contengono pochissime calorie (solamente 19 per 100 grammi di prodotto)

per questo motivo rientrano tra i cibi ipocalorici ottimi alimenti preferibili in diete bilanciate

che presuppongono una marcata restrizione calorica Ersquo ricca di acqua corrispondente a

circa il 91 si contano solo il 4 di carboidrati ed il 26 di fibre contiene diverse vitamine

in particolare del gruppo B e una buona quota di sali minerali soprattutto potassio sodio

calcio ferro e fosforo ed egrave ricca anche di zuccheri Nella radice della rapa rossa si ritrova un

glicoside che attribuisce la tipica colorazione rosso vivo alla rapa si tratta della betaina

sfruttata dallindustria alimentare come colorante naturale (E 162) Altro pigmento

riscontrato nella rapa rossa egrave la betaxantina che le conferisce striature giallastre Ancora

nella radice di rapa rossa si trovano altre sostanze sfruttate nella fitoterapia e nella cosmesi

quali saponine antociani flavonoidi in genere ed allantoine (proprietagrave idratanti e

disarrossanti)

37

Proprietagrave terapiche

Una delle proprietagrave curative principali di questo ortaggio riguarda il potere lassativo spesso

utile per combattere la stitichezza e le emorroidi La rapa rossa egrave anche un buon rimedio per

migliorare la funzione epatica e combattere le infezioni delle vie urinarie Le sue foglie sono

unrsquoottima fonte di vitamina A e le radici sono una buona fonte di vitamina C Le foglie

vengono cucinate o servite fresche come verdura mentre le radici o teste possono essere

affettate in insalate o cotte intere e poi tagliate a fettine o a tocchetti

Le rape rosse sono particolarmente ricche di folati fondamentali alleati contro le malattie

cardiache e lrsquoanemia in quanto coinvolti nella produzione di globuli rossi e bianchi nella

sintesi di materiale genetico e nella formazione di anticorpi nel sistema immunitario Esse

sono anche ricchi di fibre solubili e insolubili La fibra insolubile aiuta a mantenere il tratto

intestinale funzionante mentre la fibra solubile controlla il livello di zucchero nel sangue e

abbassa il colesterolo Nelle sue foglie egrave abbondante il beta-carotene il ferro e il calcio

Ricche di vitamine del gruppo B come B1 B2 B3 e B6 per quanto concerne il contenuto di

sali minerali questa egrave un ortaggio ricco di iodio sodio e potassio ma anche in quantitagrave

minori di magnesio Lo iodio egrave un minerale essenziale per il corretto funzionamento della

ghiandola tiroidea che regola il metabolismo mentre il potassio e il sodio sono necessari per

la generazione e la trasmissione degli impulsi nervosi attivitagrave muscolare a parte il bilancio

idrico allrsquointerno e allrsquoesterno della cellula

Il succo crudo di barbabietola (Fig 1) egrave particolarmente idoneo per tutte le persone che

soffrono di anemia in quanto favorisce la formazione di globuli rossi nel sangue inoltre ha

proprietagrave diuretiche e favorisce la digestione

Fig1 succo crudo di barbabietola rossa

38

Ortaggio anticancro

Nella rivista International Journal of Cancer si discute sul ruolo delle rape rosse come

potenziale alimento anticancro la questione egrave per certi versi discutibile ed oscura e non

esiste alcuna dimostrazione indubbia ed inequivocabile che accerti lipotesi In particolare

nella rivista sopraccitata si discute del possibile ruolo delle rape rosse nella prevenzione del

tumore al colon per altri le rape rosse sarebbero in grado non solo di prevenirne il cancro

ma anche di contrastarlo

Bibliografia

Kazimierczak R Hallmann E Lipowski J Drela N Kowalik A Puumlssa T Matt D Luik A Gozdowski D Rembiałkowska E

Beetroot (Beta vulgaris L) and naturally fermented beetroot juices from organic and conventional production metabolomics antioxidant levels and anticancer activity

J Sci Food Agric 2014 May

39

Sigrave ai legumi nella prevenzione delle malattie tumorali

A cura di Dottssa Bruzzone Francesca ndash Dietista

Con il termine ldquolegumirdquo si intendono tutti quei semi commestibili derivanti dalle piante

dicotiledoni dellrsquoordine delle Fabales tra cui rientrano i fagioli le lenticchie le fave i piselli

i lupini i ceci le carrube le cicerchie le arachidi e la soia

I legumi sono alimenti ricchi di proteine tanto da essere stati denominati come ldquola carne dei

poverirdquo Essi possiedono un buon contenuto in amminoacidi (ad eccezione di quelli solforati

e del triptofano) carboidrati fibre Calcio Ferro e Potassio a discapito di grassi e

colesterolo

In abbinamento ai cereali i legumi costituiscono un ottimo e saziante piatto unico dove

convergono carboidrati e proteine e dove gli amminoacidi carenti nei cereali (come la lisina)

si integrano con quelli dei legumi e viceversa Queste qualitagrave rendono tali semi

particolarmente adeguati sia nella prevenzione che nel trattamento di numerose malattie

metaboliche come il diabete mellito le dislipidemie la sindrome metabolica il sovrappeso e

lrsquoobesitagrave Di recente inoltre egrave stato attribuito un altro importante ruolo benefico ai legumi

quello di ostacolare la crescita di alcune forme tumorali

Un lavoro effettuato da un gruppo di ricercatori dellUniversity College di Londra del

Dipartimento di Scienze Chirurgiche dell`Universitagrave di Chieti e del Laboratorio di

Farmacologia Molecolare dell`Istituto Mario Negri di Milano e pubblicato sulla rivista

statunitense ldquoCancer Researchrdquo infatti ha scoperto la presenza di inositolo pentachisfosfato

nella maggior parte dei legumi (in particolare in lenticchie piselli e fagioli) e nelle noci Tale

40

composto sembrerebbe inibire lrsquoenzima fosfoinositide 3-chinasi coinvolto nella crescita e

nella progressione dei tumori e capace di aumentare la resistenza al trattamento con agenti

chemoterapeutici Il segnale attivato dalla fosfoinositide 3-chinasi infatti rappresenta un

target importante per lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche anticancro e questo studio

dimostra come lrsquoinositolo pentafosfato sia capace di antagonizzare in maniera specifica

questo segnale nelle cellule tumorali inducendone lrsquoapoptosi (morte programmata)

Lrsquoinositolo pentafosfato ha una struttura molecolare analoga al prodotto dellrsquoattivitagrave

enzimatica della fosfoinositide 3-chinasi che attiva segnali specifici per la progressione del

cancro Il meccanismo secondo il quale lrsquoinositolo pentafosfato disattiva le proteine

iperattive nei tumori dalla membrana plasmatica permette di inibire sia la crescita delle

cellule tumorali umane in coltura sia lo sviluppo dei tumori nei topi In queste condizioni

lrsquoinositolo pentafosfato ha dimostrato unrsquoattivitagrave farmacologica comparabile e potenziante

quella del farmaco citotossico cisplatino molto usato in chemioterapia antitumorale ma

associato a effetti collaterali come nausea vomito formicolio a mani e piedi caduta dei

capelli e alterazione della funzionalitagrave renale (gli inositoli fosfati invece non sono tossici

neanche a concentrazioni piugrave elevate di quelle usate in questo studio e possono essere

assorbiti per via orale) I principali effetti positivi sono stati riscontrati a livello di ovaie e

polmoni

Lrsquoinositolo pentafosfato inoltre si egrave dimostrato capace di inibire lo sviluppo dei nuovi vasi

sanguigni indispensabili per la nutrizione e lo sviluppo del tumore (angiogenesi) bloccando

quindi un meccanismo fondamentale per la sua crescita

Sitografia

ldquoLe Scienze edizione italiana di Scientifica Americanrdquo ndashLegumi e cereali conto il cancro-

ldquoAssociazione Giacomo-onlusrdquo -Inositolo Pentafosfato da legumi e arachidi una nuova strada

nella cura dei tumori

41

Tra le mille virtursquo del miele la cura dellrsquoherpes simplex

A cura di Dottssa Serena Pascucci Biologa Nutrizionista

Le molteplici proprietagrave del miele sono note fin dallrsquoantichitagrave

per le sue capacitagrave antisettiche antibiotiche e cicatrizzanti

e il suo uso nella medicina moderna sta riscontrando

sempre piugrave maggiore interesse

Diversi studi

hanno valutato

lrsquoefficacia del miele contro alcuni virus tra cui di

particolare importanza egrave emersa lrsquoefficacia del

miele per il trattamento dellrsquoHerpes Simplex sia a

livello labiale sia a livello genitale Lo studio del

2004 condotto presso una clinica privata a Dubai

ha selezionato 16 pazienti con ricorrenti manifestazioni del virus otto affetti da Herpes

simplex a livello labiale e otto a livello genitale con un etagrave compresa tra i 35 e i 45 anni sia

maschi che femmine Ersquo stata valutata e considerata lrsquoefficacia del miele nel trattamento

delle lesioni prodotte dal virus in confronto a un comune farmaco antivirale utilizzato

normalmente (Acyclovir) I pazienti prescelti prima della prova non dovevano sottoporsi ad

altre cure antivirali A scelta casuale sono stati selezionati quattro pazienti con herpes

labiale e quattro con herpes genitale che hanno effettuato il primo trattamento con il miele

gli altri otto con il farmaco comune antivirale a base di 5 di acyclovir Alla seconda

comparsa della manifestazione del virus egrave stato effettuato lrsquoopposto Nello studio egrave stato

somministrato un miele multiflora direttamente sulle lesioni prodotte dal virus su una garza

a contatto con la lesione per un quarto drsquoora per 4 volte al giorno fino alla completa

guarigione mentre il farmaco veniva applicato 6 volte al giorno Da questa prova egrave stata

riscontrata una durata delle lesioni dalla prima comparsa alla completa scomparsa di circa

12 giorni in media per entrambi i trattamenti ma nel caso dei pazienti con herpes labiale

trattati con il miele la guarigione egrave avvenuta in circa 3 giorni rispetto ai 5 giorni con il

trattamento con acyclovir cioegrave con una velocitagrave del 35 superiore Inoltre il miele ha

42

mostrato un azione migliore rispetto al farmaco in particolare la durata del dolore risultava

minore del 39 con fastidi moderati per non piugrave di 24 ore mentre con acyclovir il dolore

anche se moderato poteva prolungarsi fino a 72 ore Ersquo stato anche riscontrato un

insorgenza minore delle croste del 28 in chi utilizzava il miele in particolare in 5 pazienti le

lesioni non si sono evolute in croste cosa che non egrave mai avvenuta nei soggetti trattati con il

farmaco Ancora in due casi con il trattamento con il miele lrsquoherpes ha abortito cioegrave dopo i

primi sintomi non ha sviluppato lesioni e procurato fastidi al contrario dei pazienti trattati

con il farmaco Anche nei pazienti con herpes a livello genitale il miele si egrave mostrato piugrave

efficace del farmaco convenzionale con un tempo di guarigione minore del 53 una durata

del dolore inferiore del 50 anche qui con fastidi moderati e con una durata non superiore

alle 24 ore rispetto a bruciori da moderati a medi prolungati(anche per 3 giorni) nei pazienti

con trattamento con farmaco Inoltre egrave stato riscontrato anche a livello genitale un

insorgenza minore di croste del 49 in particolare in 5 pazienti trattati con il miele le lesioni

a livello genitale non si sono sviluppate in croste a differenza dei pazienti trattati con il

farmaco in cui le croste sono sempre apparse Infine egrave stato riscontrato anche a livello

genitale un aborto del virus in chi utilizzava il miele senza avere avuto nessun riscontro

invece nei pazienti trattati con farmaco

Lrsquoanalisi statistica ha mostrato un efficacia superiore del miele rispetto allrsquoutilizzo di

acyclovir per la cura e la risoluzione delle lesioni virali da herpes simplex labiale e genitale

(Ai-waili 2004) Tuttavia quale sia o quali siano i meccanismi drsquoazione che permettono al

miele di inibire la replicazione del virus sono poco conosciuti Un fattore che puograve

determinare lrsquoazione antivirale del miele puograve essere ricercato nel contenuto di flavonoidi(

azione antivirale) rame zinco vit E C normalmente presenti nel miele e di provata azione

antivirale(AI-Waili 2004) e infine lrsquoossido di azoto con un azione antivirale in vitro la cui

attivitagrave egrave stata rilevata anche sul virus dellrsquoHIV (Torre et al 2002 Schramm DD et al 2003)

Lrsquoherpes simplex egrave un infezione virale importante qualsiasi terapia si volesse seguire egrave

opportuno seguire sempre una supervisione e il consiglio del medico

Bibliografia

Al-Waili NS topical honey application vs acyclovir for the treatment of recurrent herpes

simplex lesions Med Sci Monit 2004 10(8) MT94-MT98

- Schramm DD Karim M Schrader HR Holt RR Cardetti M Keen CL Honey with high levels of antioxidants can provide protection to healthy human subjects J Agric Food Chem 200351(6)1732ndash5 doi 101021jf025928k - Torre D Pugliese A Speranza F Role of nitric oxide in HIV-1 infection friend or foe Lancet Infect Dis 2002 May2(5)273-80

2

ldquoAspetti genetici del Disturbo Post Traumatico da Stress (PTSD)rdquo Dott Giovanni Borghinihelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellippag 10

ldquoDepressione azione epigenetica dei fattori ambientali sullo sviluppo del disturbo attraverso la metilazione del trasportatore della serotonina (SERT)rdquo Dott Giovanni Borghinihelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellippag 16 ldquoSviluppo puberale e tessuto adiposordquo Dottssa Martina Beltramihelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellippag 18 ldquoAttivitagrave ormonale e distribuzione di grasso generalizzatordquo Dottssa Francesca Bruzzonehelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellippag 21 ldquoApproccio nutrizionale alla sindrome premestrualerdquo

Dottssa Chiara di Gianvittoriohelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellippag 23

ldquoAttuali evidenze epidemiologiche in tema di malattia celiacardquo Dottssa Chiara di Gianvittoriohelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellippag 27 ldquoMalattia celiaca e microbiota intestinale il ruolo dei Bifidobatterirdquo Dottssa Chiara di Gianvittoriohelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellippag 30 ldquoCapsicum annuum il rosso che protegge la tua saluterdquo Dottssa Giusi Balzano helliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellippag 33 ldquoRape Rosse - Tubero e foglie un beneficio a 360degrdquo Dottssa Giusi Balzano helliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellippag 36 ldquoSigrave ai legumi nella prevenzione delle malattie tumoralirdquo

Dottssa Francesca Bruzzonehelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellippag 39 ldquoTra le mille virtursquo del mielela cura dellrsquoherpes simplexrdquo Dottssa Serena Pascuccihelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellippag 41

INDICE

3

4

wwwcomposizionecorporeacom I nostri punti principali

1 - Competenza lanalizzatore DF50 egrave prodotto da Impedimed leader mondiale nella ricerca scientifica attraverso lutilizzo delle Bioimpedenze sia con tecnologia spettroscopica che a frequenza singola (50 Khz) Le misurazioni dei valori Bioelettrici (resistenza Reattanza Angolo di Fase e Impedenza) sono dirette e visualizzabili nel display dello strumento Impedimed collabora con le piugrave importanti Universitagrave mondiali ed egrave leader sia nellanalisi della composizione corporea in ambito medico nutrizionale sportivo e wellness che nella specifica ricerca in campo oncologico

2 - Qualitagrave garanzie e certificazioni internazionali lanalizzatore Impedimed DF50 egrave registrato come dispositivo medico co il Ministero della Salute Italiano ed ha inoltre la Certificazione di qualitagrave AU0564407 - SGS e lapprovazione della FDA Studi di validazione e bibliografia

3 - Valore tecnologico Valori bioelettrici di Resistenza reattanza e Angolo di Fase misurati direttamente e visualizzabili in tempo reale nel Display LCD - Funzionamento Dual mode (non necessita di Personal computer) Software avanzato con analisi vettoriale Gratuito Training approfondito didattico-pratico per un corretto utilizzo (Gratuito) - Dispositivo medico di ultima generazione palmare di altissima qualitagrave con il miglior rapporto qualitagrave-prezzo Tutti i valori bioelettrici misurati sono certificati e validati

4 - Consulenza gratuita pre e post vendita sulle varie tecnologie legate alla composizione corporea e alla nutrizione dinamometria Biorisonanza Analisi energetica Analisi HRV (bilanciamento sistema simpatico-parasimpatico) etc

5 - Formazione corsi individuali sul corretto utilizzo dei nostri dispositivi

6 - Confronto Impedimed DF50 non teme confronti Prima di acquistare un analizzatore valutate con attenzione le caratteristiche tecniche del nostro dispositivo e confrontatele scrupolosamente Vi accorgerete di essere di fronte ad uno strumento unico nel suo genere (Certificazioni validazioni dispositivo palmare misure dirette e visualizzabili Tester elettronico per il controllo dei valori bioelettrici analisi composizione corporea in tempo reale a display anche senza luso di un PC software gratuito Impedimed per lanalisi della composizione corporea completo di scala Hy-Dex vettoriale e gestione clienti training gratuito per ul corretto utilizzo valigetta ed accessori)

5

Gli ingredienti naturali di questo alimento nutrono e saziano senza appensatire lrsquoorganismo Il contenuto di fibre agisce inoltre sulla flora batterica per regolare le funzioni intestinali GLI INGREDIENTI Semi ( lino zucca girasole) Cereali soffiati (farromiglio amaranto kamut) miele italiano mandorle fiocchi drsquoavena noci quinoa soffiata NON CONTIENE Additivi conservanti dolcificanti di sintesi grassi idrogenati coloranti e aromatizzanti UTILIZZO Alimento indicato per prima colazione spuntino tra i pasti prima e dopo lrsquoattivitagrave sportiva e quando non possiamo concederci un pasto completo Adatto a tutte le etagrave

PERCHEgrave ASSUMERE TUTTI I GIORNI UN CUCCHIAIO DI OLIO DI

LINO Gli acidi grassi Omega-3 e Omega-6 sono considerati essenziali perchegrave indispensabili al corretto funzionamento del nostro organismo Infatti se desideriamo conservare arterie sane e mente lucida fino a tarda etagrave occorre assumere alimenti che contengano gli acidi grassi vantaggiosi della serie Omega-3 che contrastano lrsquoinfiammazione modulano i metabolismi e la risposta immunitaria promuovendo una migliore qualitagrave della vita Gli oli non sono tutti ugualiLa caratteristica primaria dellrsquoOlio di Lino Rilevo egrave la modalitagrave di conservazione a freddo che garantisce lrsquoefficacia dellrsquoazione dellrsquoOmega-3 che altrimenti il calore porterebbe allrsquoossidazione

RILEVO

EDUCAZIONE ALIMENTARE

wwwrilevoeu

PARTNER E SOCI COLLETTIVI

6

Nata nel 2008 dalla volontagrave di un pool di professionisti ADAMA attribuisce da sempre

grande valore a principi quali lrsquoetica e la professionalitagrave che costituiscono le fondamenta di

unrsquoazienda che non ha mai voluto basare il proprio sviluppo sul business fine a se stesso

Lrsquoazienda punta primariamente a proporre prodotti salutistici altamente innovativi e di

qualitagrave caratterizzati da un elevato grado di efficacia prodotti in grado di rivoluzionare il

mercato grazie ad una tecnologia unica ed esclusiva novitagrave assoluta nel panorama

internazionale

Lo spirito di innovazione di ADAMA si egrave concretizzato nella creazione degli Estratti

IdroEnzimatici (EIE) frutto di anni di ricerca in ambito universitario nel settore delle

biotecnologie applicate allrsquoalimentazione La complessa ed innovativa tecnica di estrazione

consente agli EIE di contenere il 100 del fitocomplesso racchiuso nella pianta di origine

in una forma altamente biodisponibile per lrsquoorganismo Il fatto di non utilizzare solventi in

alcuna fase del processo di estrazione permette di ottenere degli estratti sicuri sia per la

salute che per lrsquoambiente Inoltre per assicurare al cliente finale un prodotto di alta qualitagrave

ciascun lotto di produzione viene sottoposto ad unrsquoaccurata analisi chimico-fisica

Il campo di intervento di ADAMA egrave estremamente ampio e copre tutte le branche della

Medicina Non Convenzionale sia in ambito umano che veterinario

I canali di informazione distribuzione e vendita dei prodotti ADAMA coprono in modo

capillare il territorio nazionale essendo proposti attraverso molteplici soggetti medici

naturopati dietologi farmacie erboristerie e professionisti del settore in genere

Inoltre lrsquointeresse dei mercati esteri nei confronti degli EIE sta portando lrsquoazienda ad

espandere il proprio raggio drsquoazione ben oltre i confini nazionali

wwwadamait

7

CEC egrave una Societagrave Editrice nata a Milano nel 1998 allo scopo di pubblicare riviste e libri

tecnico-scientifici nellarea della COSMETICA e dellINTEGRAZIONE

NUTRIZIONALE

Il carattere distintivo della CEC egrave il tipo di comunicazione utilizzato che si caratterizza

per lalta qualitagrave scientifica Nel nostro Board sono presenti esperti altamente qualificati

provenienti da Industria Fondazioni ed Universitagrave

In area cosmetica CEC pubblica Cosmetic Technology una rivista bimestrale che si

occupa di scienza RampD Marketing e Packaging

In area nutrizionale CEC pubblica LIntegratore Nutrizionale lunica rivista in Italia

dedicata a Integratori Nutrizionali e Functional Foods

NUTRAfoods risponde invece alle specifiche esigenze dei ricercatori che necessitano di

materiale scientifico e di aggiornamenti legislativi costanti per sviluppare prodotti ancora

piugrave innovativi nel settore in rapida crescita dellhealthfood

wwwcec-editorecom

8

PATROCINI ED EVENTI

NutriProf saragrave presente come Partner a Dieta Live

Con uno Stand Attrezzato dove si sovlegeragrave la giornata

nazionale del Nutrizionista Professionista

Con la partecipazione dellrsquoOrdine Nazionale dei Biologi nella persona del

Presidente Prof Ermanno Calcatelli

Palazzo dei Congressi di Roma il 28 e 29 Marzo 2015

Scienza cultura prodotti e divertimento per scegliere la dieta migliore

per il benessere del corpo e della mente

wwwdietaliveit

NUTRA DAY 2015

GIORNATA SEMINARIO SULLA NUTRACEUTICA

VENERDI 20 MARZO 2015

UN EVENTO RIVOLTO A

AZIENDE NUTRACEUTICHE

AZIENDE CON SETTORE DEDICATO AI NUTRACEUTICI

CATENEGRUPPI DI FARMACIE

DISTRIBUTORI DI PRODOTTI NUTRACEUTICI

ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA LEGATE ALLA NUTRACEUTICA

ASSOCIAZIONIORDINI PROFESSIONALI DI MEDICI FARMACISTI amp NUTRIZIONISTI

MEDIA DEL SETTORE (NUTRIZIONE SALUTE MEDICINA)

DOCENTI UNIVERSITARI e RICERCATORI

MODERATORE PROF ALBERTO MARTINA UNIVERSITA DEGLI STUDI DI PAVIA

NB Per i Soci NutriProf egrave previsto il 15 di sconto (codice promozionale NUTRIPROF15

httpwwwcgseucomnutra-day-2015

9

httpwwwsinutit

10

Aspetti genetici del Disturbo Post Traumatico da Stress (PTSD)

A cura di Dott Giovanni Borghini- Biologo Genetista

Le tragiche immagini di violenza che incensurate stanno quotidianamente invadendo la

nostra vita privata attivano quella che gli specialisti

dellrsquoemergenza chiamano ldquotraumatizzazione vicariardquo

Viene cosigrave definito lrsquoeffetto determinato

dallrsquoimmedesimazione ldquosimpaticardquo dello spettatore

piugrave o meno ravvicinato con le vittime di avvenimenti

traumatici tale fenomeno egrave stato dimostrato

determinante per lo sviluppo in chi ha assistito

impotente di un PTSD al primo presentarsi di una sua pur minima esperienza di rischio

Questo articolo propone alcuni spunti di riflessione sulla diversa risposta degli spettatori

sottoposti alla stessa violenta intrusiva pressione mediatica nella prospettiva di una attenta

azione preventiva sulle persone piugrave fragili specialmente quando si tratta di minori affidati

alla nostra tutela

Alla domanda sul percheacute alcuni individui hanno piugrave probabilitagrave di altri di sviluppare un PTSD

se esposti a traumi diretti o indiretti di intensitagrave simile gli studi epidemiologici hanno

risposto evidenziando i fattori di rischio psicopatologici e neurogenetici implicati

nellrsquoinsorgenza di tale sindrome questa viene infatti considerata come espressione ultima

dellrsquointerazione tra le caratteristiche genetiche dellrsquoindividuo uno o piugrave fattori traumatici e il

contesto sociale (GxTxE) (Auxeacutemeacutery Y 2012 (2))

Nonostante lrsquoevidenza che quando lrsquoesposizione al trauma tocca livelli estremi di intensitagrave

eo di frequenza la prevalenza del PTSD raggiunge il 100 annullando lrsquoimportanza di

qualsiasi predisposizione genetica tuttavia alcune varianti geniche come lrsquoomozigosi SS della

SLC6A4LPR (trasportatore della Serotonina-SERT-5HTLPR) si confermano candidate

particolarmente reattive nel condizionare la relazione tra la dose di stress e la risposta

patologica e nello stesso tempo come predisposizioni ad alto rischio di promuovere un

PTSD anche a seguito di pochi e deboli episodi traumatici (Kolassa IT et al 2010)

Recentemente egrave stato confermato un polimorfismo a singolo nucleotide (SNP val66met-

G196A- rs6265) nel gene che codifica lrsquoespressione del Brain Derived Neurotrophic Factor

11

(BDNF) come fattore determinante nella dipendenza neurotrofica dallrsquoattivitagrave fisica nel

neuro-sviluppo nella neuro-rigenerazione nella neurotrasmissione nellrsquoapprendimento

nella regolazione dellrsquoumore e nella risposta allo stress (Zhang L et al 2013) La variante

ipoespressa di tale polimorfismo (-66met) diminuisce la secrezione neuronale di BDNF

alterando di conseguenza alcune forme di apprendimento e la suscettibilitagrave allo stress ma

soprattutto aumentando lrsquoansia e riducendo lrsquoestinzione della paura appresa dati

confermati alla fNMR come tre possibili endofenotipi rispettivamente neurobiologico

neuropsichico e neurocognitivo del PTSD (Frielingsdorf H et al 2010)

La presenza anche di un solo allele 66met risulta correlata al sottotipo del PTSD con

manifestazioni psicotiche (Pivac N et al 2012) a quello in comorbilitagrave con il Disturbo

Bipolare (BD) (Rakofsky JJ et al 2012) e alla Depressione in soggetti che hanno subito

esperienze traumatiche infantili (ECA-ELS) (Aguilera M et al 2012) amplificandone gli effetti

negativi nellrsquoetagrave adulta (Miller et al 2012)

Tuttavia nellrsquointerazione epistatica funzionale (GxGxE) con la variante dominante di

vulnerabilitagrave SS del 5HTTLPR egrave il polimorfismo val66val del BDNF ad esaltare con la sua

iperespressione la depressione successiva ad abusi infantili (Grabe HJ et al 2012) mentre

negli stessi portatori della variante SS del 5HTTLPR il polimorfismo genico 66met del BDNF

risulta favorire la reattivitagrave emotiva ansiogena come dimostrato allrsquoimaging funzionale

(BOLD fNMR) dal coinvolgimento dellrsquoAmigdala e della Corteccia Cingolata Anteriore rostrale

(AMY rACC) (Outhred T et al 2012) Questi dati favoriscono lrsquoipotesi della modulazione

epistatica ambivalente in senso rispettivamente depressogeno o ansiogeno delle varianti

66val e 66met del BDNF sui portatori del polimorfismo genico di suscettibilitagrave 5HTTLPR-SS

Riguardo la gravitagrave dei sintomi del PTSD in epistasi con il DRD2 Taq1 (allele T di vulnerabilitagrave

per ipoespressione dei recettori D2 della dopamina) la variante 66met del BDNF la attenua

mentre la variante Val-Val la esalta in funzione dellrsquoespressione di tali recettori e

indipendentemente dunque dallrsquoeccesso o dal difetto di DA (Hemmings SM et al 2012)

seppure un ruolo di suscettibilitagrave al PTSD sia stato riconosciuto alla variante 9R del

polimorfismo VNTR nella 3UTR del gene SLC6A3 codificante nellrsquouomo per il trasportatore

della Dopamina (DAT1) come vedremo piugrave avanti (Valente NL et al 2012) Riguardo alla

risposta terapeutica premesso che il trattamento non farmacologico piugrave efficace per il PTSD

egrave risultata la Terapia di Esposizione che mira a facilitare lrsquoestinzione della paura appresa egrave

stato recentemente evidenziato che il BDNF facilita lrsquoestinzione dellrsquoapprendimento e in

12

particolare che la sua variante 66 Met fa prevedere una scarsa risposta alla terapia cognitivo-

comportamentale di esposizione nel PTSD (Felmingham KL et al 2013)

TABELLA RIASSUNTIVA DELLE INTERAZIONI EPISTATICHE NEL DPTS

EPISTASI SERT SS DRD2 T DAT1 9R DAT1 10R

COMT -158met

NET -182C

BDNF Val66Val

Depressione in ECA

uarrsintomi PTSD

BDNF Met66Met

Ansia in ECA

darrsintomi PTSD

DAT1 9R +PTSD In vitro

DAT1 10R + PTSD In vivo

COMT -158met

+PTSD urbano

NET -182C

+PTSD

EPISTASI SERT SS DRD2 T DAT1 9R DAT1 10R

COMT -158met

NET -182C

BDNF Val66Val

Depressione in ECA

uarrsintomi PTSD

BDNF Met66Met

Ansia in ECA

darrsintomi PTSD

DAT1 9R +PTSD In vitro

DAT1 10R + PTSD In vivo

COMT -158met

+PTSD urbano

NET -182C

+PTSD

13

Drsquoaltra parte gli omozigoti 66met del BDNF presentando una riduzione di volume della

Sostanza Grigia (GM) dellrsquoIppocampo e un aumento di quella della Corteccia Orbito Frontale

destra (rOFC) impiegano minor tempo per la remissione dei sintomi depressivi

contrariamente ai 66val che con la stessa riduzione della GM dellrsquoippocampo sinistro

rispondono invece piugrave lentamente alla terapia (Cardoner N et al 2012)

Alcune evidenze suggeriscono uno stato iperdopaminergico con maggior frequenza della

variante 9R del DAT1 nel PTSD Studi in vivo con immagini molecolari di tomografia

computerizzata ad emissione di singolo fotone (SPECT) hanno tuttavia dimostrato un

incremento del potenziale legante del trasportatore della dopamina nello Striato di pazienti

portatori del PTSD Tale aumentata densitagrave di DAT riflette un incrementato turnover locale di

dopamina in grado di contribuire al perpetuarsi e al potenziamento fobico di un evento

traumatico e delle situazioni che lo ricordano (Hoexter MQ et al 2012) confermando i

risultati contraddittori sulla valenza in vivo ed in vitro del suddetto polimorfismo (Heitland I

et al 2012)

Infine il giagrave ricordato riscontro della variante -158met del polimorfismo val158met della

COMT in soggetti che hanno sviluppato PTSD dopo violenza urbana (Valente NL et al 2011

(2) Norrholm SD et al 2013) conferma lrsquoipotesi di un endofenotipo ipernoradrenergico per il

PTSD La COMT egrave infatti preposta a catabolizzare lrsquoeccesso di NE libera intersinaptica in zone

povere dei ricaptatori DAT e NET come la corteccia prefrontale e lrsquoippocampo e la sua

variante 158met ne indica lrsquoipoespressione Pertanto anche la variante NET-182C del

polimorfismo del trasportatore della norepinefrina (SLC6A2-182TC) che ne ipoesprime la

ricaptazione (Valente NL et al 2011-2) si candida a predisponente del PTSD

Bibliografia

Aguilera M Arias B Wichers M Barrantes-Vidal N Moya J Villa H van Os J Ibaacutentildeez MI Ruipeacuterez MA Ortet G Fantildeanaacutes L Early adversity and 5-HTTBDNF genes new evidence of gene-environment interactions on depressive symptoms in a general population Psychol Med 2009 Sep39(9)1425-32 Epub 2009 Feb 12 Auxeacutemeacutery Y (2) Posttraumatic stress disorder (PTSD) as a consequence of the interaction between an individual genetic susceptibility a traumatogenic event and a social context] Encephale Oct 2012 38(5) 373-80 Cardoner N Soria V Gratacograves M Hernaacutendez-Ribas R Pujol J Loacutepez-Solagrave M Deus J Urretavizcaya M Estivill X Menchoacuten JM Soriano-Mas C Val66Met BDNF genotypes in melancholic depression effects on brain structure and treatment outcome Depress Anxiety Nov 2012

14

Felmingham KL Dobson-Stone C Schofield PR Quirk GJ Bryant RA The Brain-Derived Neurotrophic Factor Val66Met Polymorphism Predicts Response to Exposure Therapy in Posttraumatic Stress Disorder Biol Psychiatry Jan 2013 Frielingsdorf H Bath KG Soliman F Difede J Casey BJ Lee FS Variant brain-derived neurotrophic factor Val66Met endophenotypes implications for posttraumatic stress disorder Ann N Y Acad Sci 2010 Oct1208150-7 doi 101111j1749-6632201005722x Grabe HJ Schwahn C Mahler J Appel K Schulz A Spitzer C Fenske K Barnow S Freyberger HJ Teumer A Petersmann A Biffar R Rosskopf D John U Voumllzke H Genetic epistasis between the brain-derived neurotrophic factor Val66Met polymorphism and the 5-HTT promoter polymorphism moderates the susceptibility to depressive disorders after childhood abuse Prog Neuropsychopharmacol Biol Psychiatry 2012 Mar 3036(2)264-70 Epub 2011 Oct 2 Heitland I Oosting R SBaas J M P Massar S A A Kenemans J L Boumlcker K B E Genetic polymorphisms of the dopamine and serotonin systems modulate the neurophysiological response to feedback and risk taking in healthy humans Cogn Affect Behav Neurosci 2012 December 12(4) 678ndash691 Hemmings SM Martin LI Klopper M van der Merwe L Aitken L de Wit E Black GF Hoal EG Walzl G Seedat S BDNF Val66Met and DRD2 Taq1A polymorphisms interact to influence PTSD symptom severity A preliminary investigation in a South African population Prog Neuropsychopharmacol Biol Psychiatry 2012 Oct 25 pii S0278-5846(12)00266-7 doi 101016jpnpbp201210011 [Epub ahead of print] Hoexter MQ Fadel G Feliacutecio AC Calzavara MB Batista IR Reis MA Shih MC Pitman RK Andreoli SB Mello MF Mari JJ Bressan RA Higher striatal dopamine transporter density in PTSD an in vivo SPECT study with [(99m)Tc]TRODAT-1 Psychopharmacology (Berl) 2012 Nov224(2)337-45 doi 101007s00213-012-2755-4 Epub 2012 Jun 15 Kolassa IT Ertl V Eckart C Gloumlckner F Kolassa S Papassotiropoulos A de Quervain DJ Elbert T Association study of trauma load and SLC6A4 promoter polymorphism in posttraumatic stress disorder evidence from survivors of the Rwandan genocide J Clin Psychiatry 2010 May71(5)543-7 Epub 2010 Apr 6 Miller S Hallmayer J Wang PW Hill SJ Johnson SL Ketter TA Brain-derived neurotrophic factor val66met genotype and early life stress effects upon bipolar course J Psychiatr Res 2012 Nov 23 pii S0022-3956(12)00328-7 doi 101016jjpsychires201210015 [Epub ahead of print] Norrholm SD Jovanovic T Smith AK Binder E Klengel T Conneely K Mercer KB Davis JS Kerley K Winkler J Gillespie CF Bradley B Ressler KJ Differential Genetic and Epigenetic Regulation of catechol-O-methyltransferase is Associated with Impaired Fear Inhibition in Posttraumatic Stress Disorder Front Behav Neurosci 2013 Apr 10730 doi 103389fnbeh201300030 Print 2013 Outhred T Das P Dobson-Stone C Griffiths K Felmingham KL Bryant RA Malhi G Kemp AH The functional epistasis of 5-HTTLPR and BDNF Val66Met on emotion processing a preliminary study Brain Behav Nov 2012 2(6) 778-88 Pivac N Kozaric-Kovacic D Grubisic-Ilic M Nedic G Rakos I Nikolac M Blazev M Muck-Seler D The association between brain-derived neurotrophic factor Val66Met variants and psychotic

15

symptoms in posttraumatic stress disorder World J Biol Psychiatry 2012 Apr13(4)306-11 Epub 2011 Jul 6 Rakofsky JJ Ressler KJ Dunlop BW BDNF function as a potential mediator of bipolar disorder and post-traumatic stress disorder comorbidity Mol Psychiatry 2012 Jan17(1)22-35 doi 101038mp2011121 Epub 2011 Sep 20 Valente NL Vallada H Cordeiro Q Miguita K Bressan RA Andreoli SB Mari JJ Mello MF Candidate-gene approach in posttraumatic stress disorder after urban violence association analysis of the genes encoding serotonin transporter dopamine transporter and BDNF J Mol Neurosci 2011 May44(1)59-67 Epub 2011 Mar 29 Valente NL Vallada H Cordeiro Q Bressan RA Andreoli SB Mari JJ Mello MF (2) Catechol-O-methyltransferase (COMT) val158met polymorphism as a risk factor for PTSD after urban violence J Mol Neurosci 2011 Mar43(3)516-23 Epub 2010 Nov 17 Zhang L Benedek DM Fullerton CS Forsten RD Naifeh JA Li XX Hu XZ Li H Jia M Xing GQ Benevides KN Ursano RJ PTSD risk is associated with BDNF Val66Met and BDNF overexpression Molecular Psychiatry (15 January 2013) | doi101038mp2012180

16

Depressione azione epigenetica dei fattori ambientali sullo sviluppo del disturbo attraverso la metilazione

del trasportatore della serotonina (SERT) Evidenze di laboratorio sulla quantificazione dellrsquoeffetto epigenetico del danno e della correzione terapeutica

A cura di Dott Giovanni Borghini- Biologo Genetista

La cronaca continua a portare alla ribalta estremi gesti anti-

conservativi di personaggi apparentemente gratificati da una vita di

successi e popolaritagrave Cosa si nasconde dietro il male oscuro della

depressione egrave una sfida ancora aperta ai piugrave diversi contributi della

ricerca Ne analizzeremo uno in particolare legato alle recenti

acquisizioni della biologia molecolare sui fenomeni epigenetici da

stress e il polimorfismo genico del trasportatore della serotonina

Il trasportatore della serotonina (SERT) e la sua la regione polimorfica gene-linked (5-

HTTLPR) sono ormai pienamente riconosciuti come modulatori del legame tra lo stress della

vita e la depressione Tuttavia i percorsi molecolari implicati in questa interazione gene-

ambiente (GXE) sono ancora in gran parte sconosciuti Alterazioni nel profilo dellrsquoespressione

genica del SERT spesso mediate epigeneticamente sono associate allrsquoinsorgenza di

depressione e possono pertanto costituire un ipotetico mediatore nellrsquo interazione GXE In

un recente articolo (Wankerl M et al 2014) sono stati indagati parallelamente gli effetti dei

polimorfismi genici del SERT (5-HTTLPR) e delle avversitagrave ambientali riferite allrsquointero arco

vitale a partire dagli stress precoci intra-uterini In accordo con la letteratura internazionale

sono emerse strette correlazioni tra variazioni polimorfiche del SERT e i cambiamenti

ambientali (stress precoci traumi prenatali) Studiando in vivo lespressione del SERT in

campioni di cellule di sangue periferico egrave stato valutato se i cambiamenti indotti

dallambiente siano mediati da modificazioni epigenetiche A tale scopo sono stati analizzati

83 siti CpG nel promotore-genico del SERT della grandezza di 799-bp con il metodo

altamente sensibile del ldquopyrosequencingrdquo con bisolfito I partecipanti allo studio sono stati

133 tra giovani e adulti sani I risultati hanno mostrato che sia i portatori dellallele ldquoSrdquo del 5-

17

HTTLPR che i bambini sottoposti a stress materno prenatale (328) e a maltrattamento

infantile (563) presentavano una ridotta espressione del mRNA del SERT rispetto a quelli

senza alcun fattore di rischio I dati dellrsquoarticolo indicano inoltre che i cambiamenti nei livelli

di espressione del mRNA SERT non coincidono con i profili di metilazione del DNA allinterno

delle isole CpG del SERT Egrave quindi ipotizzabile che i cambiamenti persistenti nellespressione

del SERT possano a loro volta dipendere da un alterato funzionamento serotoninergico e

probabilmente si sommano la vulnerabilitagrave a differenti malattie associate al 5-HTTLPR e le

avversitagrave precoci

Bibliografia M Wankerl1 R Miller1 C Kirschbaum1 J Hennig2 T Stalder1 and N Alexander1 Effects of genetic and early environmental risk factors for depression on serotonin transporter expression and methylation profiles Transl Psychiatry Jun 2014 4(6) e402 Published online Jun 17 2014 doi 101038tp201437 PMCID PMC4080318 Franke L Therstappen E Schlosser B Biermer M Berg T Schaumlfer M Arck P Uebelhack R Friebe A A Preliminary Study on the Relationship between Platelet Serotonin Transporter Functionality Depression and Fatigue in Patients with Untreated Chronic Hepatitis C Depress Res Treat 20142014821381 doi 1011552014821381 Epub 2014 Mar 20 Domschke K Tidow N Schwarte K Deckert J Lesch KP Arolt V Zwanzger P Baune BT Serotonin transporter gene hypomethylation predicts impaired antidepressant treatment response Int J Neuropsychopharmacol 2014 Aug17(8)1167-76 doi 101017S146114571400039X Epub 2014 Mar 28

18

SVILUPPO PUBERALE E TESSUTO ADIPOSO A cura di Dottssa Martina Beltrami - Dietista

La pubertagrave egrave una fase di transizione che determina la

maturitagrave riproduttiva tra linfanzia e letagrave adulta

La pubertagrave egrave legata a importanti cambiamenti sviluppo

delle caratteristiche sessuali secondarie lo sviluppo

somatico il menarca modificazioni psicologiche

Lormone di rilascio delle gonadotropine (GnRH) che

per tutta linfanzia viene prodotto in modo sporadico

inizia ad essere prodotto in modo pulsatile e regolare

La frequenza e lampiezza della sua produzione

determinano la produzione degli ormoni responsabili di portare allovulazione e poi la

regolaritagrave dei cicli mestruali

Tra la prima mestruazione e la piena maturazione possono passare 3-4 anni

Negli ultimi anni si egrave evidenziato come uno sviluppo precoce o tardivo sia correlato

negativamente con la salute della donna

Letagrave del menarca e lincidenza con la sindrome metabolica sono correlati con una curva a U

per la quale sia unetagrave troppo precoce (prima dei 10 anni) sia unetagrave tardiva (dopo i 16anni)

portano ad un aumentato rischio di sviluppare la sindrome metabolica nellarco dei successivi

26 anni (1)

Un menarca precoce egrave un fattore di rischio a tutte le patologie estrogeno dipendenti

(iperandrogenismo pcos tumore alla mammela) e dal punto di vista psicologico puograve essere

traumatico

Un menarca tardivo egrave correlato a osteopenia il picco di accumulo di densitagrave ossea avviene

tra letagrave puberale e i 25anni se lo sviluppo puberale tarda avrograve meno tempo a disposizione

per aumentare la densitagrave ossea

I fattori nutrizionali sono considerati uno dei principali fattori che influenzano linizio dello

sviluppo puberale

19

La Leptina egrave un ormone prodotto dal tessuto adiposo ed egrave strettamente correlata alla sua

quantitagrave Piugrave aumenta lindice di massa corporea (BMI) e piugrave aumenta la percentuale di

Leptina prodotta

La Leptina agisce sui processi di termogenesi sul comportamento alimentare e sulla funzione

riproduttiva Le modificazioni dei livelli di leptina indicano se le riserve energetiche

dellorganismo sono sufficienti per sostenere lo sviluppo puberale La leptina agisce quindi

come un segnale periferico per lipotalamo ed egrave necessaria per lo sviluppo puberale

Alcuni studi hanno evidenziato come letagrave del menarca sia strettamente correlata ai livelli

circolanti di leptina

La leptina circolante infatti aumenta di circa il 30 nei 6 mesi precedenti il menarca(2)

Negli ultimi decenni il sovrappeso egrave aumentato nella popolazione e non a caso anche letagrave

media del primo menarca egrave scesa da 13 a 12 anni circa

Letagrave del menarca egrave correlata piugrave al peso corporeo che non alletagrave cronologica

Se andiamo a modificare per carenza o per eccesso il grasso corporeo la produzione di

leptina cambia e il menarca puograve anticipare o tardare

Bambine di 5-7 anni in sovrappeso hanno maggior probabilitagrave di uno sviluppo puberale

anticipato a 9 anni (3)

Ballerine ginnaste o ragazze con un BMI piugrave basso rispetto alle coetanee spesso hanno un

menarca tardivo

Da alcuni studi sembrerebbe che un percentuale minima del 16 di grasso sia necessaria

affinchegrave avvenga lo sviluppo puberale e il 22 per avere cicli regolari (4)

Riuscire a identificare precocemente i soggetti a rischio permette di intervenire

tempestivamente lavorando sullindice di massa corporea per recuperare anni sui fattori di

rischio

Bibliografia

1) Mueller NT1Duncan BBBarreto SMChor DBessel MAquino EMPereira MASchmidt MI Earlier age at menarche is associated with higher diabetes risk and cardiometabolic disease risk factors in Brazilian adults Brazilian Longitudinal Study of Adult Health (ELSA-Brasil) 2) Lassek W D and Gaulin S JC (2007) Menarche is related to fat distribution Am J Phys Anthropol 1331147ndash1151 doi101002ajpa20644

20

3) Davison et al Percent Body Fat at Age 5 Predicts Earlier Pubertal Development Among Girls at Age 9 Pediatrics 2003 1114 815-821 4) Rose E Frisch1Roger Revelle1 Height and Weight at Menarche and a Hypothesis of Critical Body Weights and Adolescent Events Science 24 July 1970 Vol 169no 3943pp 397-399

21

Attivitagrave ormonale e distribuzione di grasso

generalizzato

A cura di Dottssa Bruzzone Francesca ndash Dietista

Mentre della localizzazione del tessuto adiposo a livello addominale piuttosto che in zona

gluteo-femorale si tratta lungamente (distinguendo lrsquoobesitagrave androide da quella ginoide) dei

soggetti che accumulano grasso in modo omogeneo nei vari distretti corporei si parla in

minor misura nonostante tale fenomeno interessi ugualmente genere maschile e genere

femminile

La predisposizione a immagazzinare le riserve energetiche in una

zona piuttosto che in unrsquoaltra varia in relazione a etagrave sesso razza

di appartenenza attivitagrave fisica alimentazione e azione ormonale

Questi ultimi tre fattori sono strettamente correlati e dipendenti

lrsquouno dallrsquoaltro

Le persone in sovrappeso che presentano delle forme corporee

come quelle della figura a lato solitamente possiedono arti lunghi

ossa piccole faccia ovale o allungata e vita alta Essi localizzano il

grasso in tutto il corpo ad eccezione dei polpacci non sopportano il

caldo adorano i carboidrati e il caffegrave alternano la loro giornata tra energia e stanchezza e

passano da entusiasmo e presa di iniziativa nei periodi positivi a depressione e irritabilitagrave nei

momenti di stress

Tutte queste caratteristiche sono determinate dal ruolo degli ormoni nella gestione della

regolazione delle funzioni corporee e dellrsquoemotivitagrave

I soggetti che tendono ad ingrassare sia nella zona addominale che in quella inferiore del

corpo infatti annoverano molto spesso un lungo passato di squilibrio ormonale in cui si

sovrappongono fattori eziologici tipici del grasso androide ad altri caratteristici del grasso

ginoide

Generalmente questi individui acquistano peso a causa di una alterata attivitagrave tiroidea (loro

ghiandola dominante) provocata da un consumo protratto ed eccessivo di carboidrati

raffinati e di zuccheri semplici Ciograve conduce nel tempo a una soppressione dellrsquoefficienza

tiroidea e della secrezione dellrsquoormone somatotropo (HGH) e quindi a un accumulo di grasso

22

generalizzato conseguente alla riduzione del metabolismo basale e del mancato effetto

lipolitico Lrsquoormone della crescita e gli ormoni tiroidei infatti vengono inibiti dal cortisolo il

quale egrave stimolato proprio dallrsquoipoglicemia reattiva allrsquoiperglicemia dovuta a un pasto ricco di

zuccheri semplici e carboidrati raffinati Anche la caffeina egrave in grado di aumentare la

produzione di cortisolo insieme a stress scarsa idratazione e digiuni prolungati Tale

ormone insieme agli squilibri insulinici che si innescano agevola lrsquoaumento ponderale

attraverso meccanismi quali la sollecitazione della lipoproteina lipasi e lrsquoaumento di

ritenzione idrica

La dieta piugrave adeguata per il dimagrimento di questi soggetti quindi prevede una riduzione

dei cereali bianchi degli zuccheri e della caffeina a favore di farinacei integrali proteine

nobili (specie di origine ittica per stimolare la tiroide attraverso il contenuto di iodio) e

verdura egualmente distribuiti nei vari pasti senza dimenticare una buona idratazione

Lrsquoazione degli ormoni nella localizzazione del grasso non si esprime soltanto in relazione agli

stimoli alimentari ma anche in rapporto allrsquoattivitagrave fisica coadiuvante il dimagrimento

Essendo la tiroide particolarmente attiva in tarda mattinata ad esempio il momento

migliore per allenarsi sarebbe questo per avere la possibilitagrave di stimolare al meglio le

funzioni metaboliche e il consumo dei grassi Se invece viene svolto un allenamento con i

pesi mirato ad implementare la forza esso non dovrebbe superare i 60 minuti in modo da

evitare unrsquoesosa produzione di cortisolo

Bibliografia

Massimo Spattini -La dieta ldquocomrdquo e il dimagrimento localizzato- Tecniche Nuove 2012

23

Approccio nutrizionale alla sindrome premestruale

A cura di Dottssa Chiara Di Gianvittorio ndash Dietista

La sindrome premestruale (PMS) egrave un disturbo

molto comune nelle donne in etagrave fertile e si

caratterizza per una serie di sintomi fisici e

psicologici che insorgono nella fase luteinica e

tendono a scomparire con il sopraggiungere del

flusso La sua prevalenza egrave stata stimata nel 30-40

della popolazione femminile in etagrave riproduttiva I

sintomi principali sono gonfiore stipsi dolori

addominali ritenzione idrica ma possono

aggiungersi ansia insonnia repentini cambi di umore irritabilitagrave stanchezza e attacchi di

fame Ogni donna vive a suo modo queste manifestazioni che possono verificarsi

contemporaneamente o solo in parte e la cui gravitagrave egrave variabile

Le cause della sindrome premestruale sono da rintracciarsi nello squilibrio ormonale dato

dallrsquoavvicendarsi di estrogeni e progesterone in fattori nutrizionali o in eventuali anomalie

funzionali dellrsquoasse ipotalamo-ipofisi-surrene che comportano alterazioni della secrezione di

ormoni sessuali Anche i crescenti livelli di prolattina possono contribuire ai sintomi

provocando dolori al seno e gonfiore Infine sembra che si verifichi una diminuzione di

dopamina e serotonina endorfine in grado di regolare il tono dellrsquoumore Le conseguenze di

tale sbilancio sono evidenti anche nella concentrazione nel siero di alcuni microelementi

magnesio e calcio risultano carenti nella fase luteinica e implicati quindi nella genesi di alcuni

dei sintomi Entrambi infatti sono coinvolti nellrsquoattivitagrave e nel rilascio di neurotrasmettitori e

nelle funzioni neuromuscolari

Considerando quindi la varietagrave dei disturbi e lrsquoimpatto che gli stessi possono avere sulla

qualitagrave di vita della donna unrsquoattenta alimentazione risulta utile quanto necessaria Nello

specifico lrsquoattenzione egrave rivolta al consumo attraverso la dieta di grassi saturi insaturi fibre

zuccheri semplici sostanze nervine e microelementi

Evidenze scientifiche mostrano che riducendo il contenuto di grassi nella dieta ed

aumentando il consumo di fibre e vegetali si abbassano i livelli ematici di estrogeni e di

24

conseguenza migliora la sintomatologia e il dolore mestruale Il fegato infatti estrae gli

estrogeni dal torrente ematico e li invia attraverso lrsquoalbero biliare nel tubo digerente Ligrave la

fibra proveniente da frutta verdura legumi e cereali sequestra gli estrogeni impedendone il

riassorbimento e promuovendone lrsquoescrezione fecale Le variazioni nei livelli ormonali sono

state studiate soprattutto nelle donne vegetariane riscontrando in conclusione una

correlazione tra le concentrazioni nel plasma di estrone ed estradiolo e il consumo di grassi

saturi Tali ormoni infatti diminuivano allrsquoaumentare dellrsquoapporto di fibre con la dieta Al

momento egrave in corso di studio dunque il ruolo della dieta vegetariana nella prevenzione e

gestione della sindrome premestruale Un ulteriore dato oggettivo a favore egrave

rappresentato dallrsquoutilizzo di alimenti come la soia ricca in fitoestrogeni Questi ultimi sono

estrogeni vegetali dallrsquoeffetto blando che agiscono come antagonisti riducendo la capacitagrave

dellrsquoestrogeno endogeno di legarsi al loro recettore cellulare Il risultato egrave una minore

stimolazione sulle cellule ormono-sensibili e una migliore gestione dei sintomi

Unrsquo ulteriore precisazione va fatta per i grassi nella dieta non solo la quantitagrave ma anche la

qualitagrave influisce sullrsquoinsorgenza dei disturbi del ciclo mestruale Unrsquoalimentazione ricca di

grassi polinsaturi Omega 3 si associa ad una sintomatologia piugrave modesta Infatti tali grassi

riducono la produzione di prostaglandine nellrsquoorganismo coinvolte nei processi di

infiammazione dolore contrazione muscolare e vasocostrizione

Banditi inoltre gli zuccheri semplici in quanto hanno un forte impatto sulla glicemia e

influenzano il rilascio dei neurotrasmettitori responsabili del tono dellrsquoumore (serotonina

adrenalina dopamina noradrenalina ecc) e del senso dellrsquoappetito

Altra accortezza per migliorare la gestione della sindrome premestruale egrave la riduzione

dellrsquoapporto di sodio e caffeina (o altre sostanze nervine come tegrave coca cola etc)

rispettivamente per limitare la ritenzione idrica e ridurre irritabilitagrave e insonnia

Infine egrave stato ampiamente studiato lrsquoapporto vitaminico e gli effetti su tali disturbi con

particolare attenzione alle vitamine del gruppo B assunte attraverso la dieta e non sotto

forma di integratori alimentari Lrsquointake di Tiamina e Riboflavina sembra avere un ruolo nellrsquo

incidenza della sindrome premestruale in quanto risultano implicate nel metabolismo di

neurotrasmettitori come Serotonina e GABA (Acido γ-amminobutirrico) che intervengono

migliorando lrsquoumore e agiscono indirettamente nella funzionalitagrave ovarica e riproduttiva

Al momento egrave in corso di valutazione lrsquointegrazione nella fase luteinica con Magnesio e

Calcio La loro contemporanea somministrazione genera un effetto sinergico nel ridurre gli

25

spasmi della muscolatura uterina e migliorare lrsquoumore Anche alcuni rimedi fitoterapici

sembrano alleviare la sintomatologia agnocasto ginkgo biloba e zafferano Ulteriori studi

sono perograve necessari per chiarire se realmente possa esserci un beneficio da eventuali

supplementazioni con microelementi o erbe Per ora rimane la certezza che una dieta

equilibrata ricca in frutta verdura legumi e acidi grassi polinsaturi sia la strategia drsquoelezione

nella gestione delle forme piugrave lievi di sindrome premestruale

Bibliografia

Adlercreutz H Martin F et al Steroid absorption and enterohepatic re cycling-

(httpwwwcontraceptionjournalorgarticle0010-782428792990094-5abstract)-

Contraception 1979 20 201-23

Baker LJ OrsquoBrien PM Premenstrual syndrome (PMS) a peri-menopausal perspective-

(httpwwwmaturitasorgarticleS0378-512228122900111-9fulltext) - Maturitas 2012

72(2)121-5

Chou T- Wake up and smell the coffee Caffeine coffee and the medical consequences-

httpwwwncbinlmnihgovpmcarticlesPMC1022034 - West J Med 1992 Nov157(5)544-53

Dante G Facchinetti F Herbal treatments for alleviating premenstrual symptoms a systematic

review- (httpinformahealthcarecomdoiabs1031090167482X2010538102)- J Psychosom

Obstet Gynaecol 2011 Mar32(1)42-51

Deutch B Menstrual pain in Danish women correlated with low n-3 polyunsaturated fatty acid

intake- (httpwwwncbinlmnihgovpubmed7588501) Eur J Clin Nutr 1995 Jul49(7)508-16

Gigante DP et al Population study of premenstrual syndrome-

(httpwwwscielosporgscielophpscript=sci_arttextamppid=S0034-

89102006000100009amplng=enampnrm=isoamptlng) - Rev Saude Publica 2006 40(1)47-56

Girman A Lee R Kligler B An integrative medicine approach to premenstrual syndrome- (

httpwwwajogorgarticleS0002-937828032900357-0fulltext) -Am J Obstet Gynecol 2003

188(5 Suppl)S56-65

Goldin BR Adlecreutz H et al Estrogen extrection patterns and plasma levels in vegetarian and

omnivorous women- (httpwwwnejmorgdoifull101056NEJM198212163072502 )- N Engl J

Med 1982 3071542-7

26

Halbreich U The etiology biology and evolving pathology of premenstrual syndromes-

(httpwwwsciencedirectcomsciencearticlepiiS0306453003000970)

Psychoneuroendocrinology 200328(suppl 3)55ndash99

Larissa Almenara Silva dos Santos Vilma Blondet de Azeredo et al-Seric ion level and its

relationship with the symptoms of premenstrual syndrome in young women-

(httpwwwnutricionhospitalariacompdf6648pdf) - Nutr Hosp 2013 28(6)2194-2200 Silva CM

Margot N Woods Sherwood L et al Low-fat high fiber diet and serume estrone sulfate in

premenopausal women (httpajcnnutritionorgcontent4961179fullpdf+htmlsid=38ae9820-

e92f-4cfe-b019-a9b3ce1d92e7) - Am J Clin Nutr 1989 49 1179-83

Sohrabi N Kashanian M et al - Evaluation of the effect of omega-3 fatty acids in the treatment of

premenstrual syndrome a pilot trial-

(httpwwwcomplementarytherapiesinmedicinecomarticleS0965-229928122900174-

4fulltext ) Complement Ther Med 2013 Jun21(3)141-6

Thys-Jacobs S Micronutrients and the premenstrual syndromethe case for calcium-

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed10763903) - Journal of the American College of Nutrition

2000 19 (2) 220-7

Patricia O Chocano-Bedoya JoAnn E Manson et al Dietary B vitamin intake and incident

premenstrual syndrome- (httpajcnnutritionorgcontent9351080long) Am J Clin Nutr 2011

93 1080-6

27

Attuali evidenze epidemiologiche in tema di malattia

celiaca

A cura di Dottssa Chiara Di Gianvittorio ndash Dietista

La malattia celiaca egrave un disturbo

autoimmune che si sviluppa in

persone geneticamente predisposte

in conseguenza dellrsquoesposizione a

fattori ambientali (glutine nella dieta

come prima causa) La prevalenza

del disturbo egrave molto variabile gli

ultimi dati riguardo la distribuzione della malattia parlano di un incremento in alcune aree

mondiali Il miglioramento delle tecniche diagnostiche e la migliore conoscenza della

malattia non bastano perograve a spiegare la crescita verificatasi negli ultimi 30- 40 anni

La nuova epidemiologia dellrsquo intolleranza al glutine egrave ora caratterizzata da un aumento di

nuovi casi in aree storiche (Europa del Nord e gli Stati Uniti) ma piugrave interessante egrave la crescita

della malattia in nuove regioni (paesi asiatici) A spiegare ciograve probabilmente ci sono

cambiamenti nelle abitudini alimentari soprattutto in etagrave infantile oltre che lrsquoutilizzo di

nuovi mezzi diagnostici

In Europa e Stati Uniti la frequenza sulla popolazione egrave di circa lrsquo 1 con alcune differenze

regionali In Finlandia e Svezia si calcola una prevalenza del 2-3 mentre in Germania solo

dello 02 nonostante i fattori causali sembrino essere simili (livello di assunzione di glutine

e frequenza di HLA-DQ2 e -DQ8) Sebbene lincidenza e i casi diagnosticati siano in

aumento rimane lrsquo ldquoiceberg celiacordquo a nascondere con un rapporto che varia da 13 a 15

(casi diagnosticati e non diagnosticati) la reale distribuzione della malattia

Oltre a Europa e Nord America lepidemiologia dellrsquo intolleranza al glutine egrave stata studiata in

molti altri paesi per lo piugrave popolati da individui di origine europea In queste zone i dati si

sovrappongono in larga misura a quelli del vecchio e del nuovo continente Nuove evidenze

arrivano dal Nord Africa e dai Paesi del Medio Oriente in cui il disturbo egrave presente

nonostante la scarsa disponibilitagrave di strutture diagnostiche e la scarsa consapevolezza della

28

malattia In Saharawi una popolazione araba che vive nel Sahara occidentale la prevalenza

della malattia egrave eccezionalmente elevata (56) per ragioni ancora poco chiare

La conoscenza della malattia nelle regioni asiatiche invece egrave ancora limitata e per lo piugrave

confinata in India dove egrave stata riconosciuta sia nei bambini che negli adulti Tuttavia come

efficacemente descritto da una task force indiana lrsquointolleranza al glutine in India egrave

ldquoimmerso in un oceano di malnutrizionerdquo La frequenza sembra essere maggiore nella parte

settentrionale probabilmente in conseguenza del largo consumo di grano rispetto al riso

Difficile ottenere dei numeri ma si stima che da 5 a 8 milioni di persone in India potrebbero

avere la malattia Purtroppo perograve ad oggi solo poche migliaia di pazienti sono stati

diagnosticati

Infine difficile comprendere anche la distribuzione in Cina a causa della grande popolositagrave I

fattori predisponenti (consumo di grano e genotipo HLA-DQ2 e DQ8) sono presenti cosigrave

come le prime evidenze in letteratura ma egrave necessario proseguire negli accertamenti

epidemiologici Risulta invece raro il disturbo in paesi come Giappone Corea Indonesia e

Filippine a causa del basso consumo di frumento e del patrimonio genetico

In sintesi i dati disponibili suggeriscono che lincidenza dellrsquo intolleranza al glutine egrave

veramente in aumento e che la malattia egrave attualmente molto piugrave comune in alcune aree

rispetto al passato Ulteriori studi epidemiologici perograve si rendono necessari per

comprendere meglio la distribuzione sulla popolazione e la correlazione con i fattori genetici

e ambientali

Bibliografia

Bai JC Fried M et al -World gastroenterology organisation global guidelines on celiac disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed23314668) - J Clin Gastroenterol 2013 47121ndash6

Catassi C Gatti S et al- The New Epidemiology of Celiac Disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed24979197)- JPGN Luglio 2014 Volume 59 supplement 1

Fasano A Berti I et al- Prevalence of celiac disease in at-risk and not-at-risk groups in the United

States a large multi center study (httparchintejamanetworkcomarticleaspxarticleid=215079)-

Arch Int Med 2003163286ndash92

29

Kochhar R Dachdev S et al- Prevalence of coeliac disease in healthy blood donors a study from

north India (httpwwwsciencedirectcomsciencearticlepiiS1590865812000229)- Dig Liver Dis

201244530ndash2

Kang JY Kang AHY et al -Systematic review worldwide variation in the frequency of Coeliac Disease

and changes over time

(httponlinelibrarywileycomdoi101111apt12373abstractjsessionid=91309CB937E7B5E094A

3B7F08441695f04t04)- Aliment Pharmacol Ther 201338226ndash45

Mustalahti K Catassi C et al- The prevalence of celiac disease in Europe results of a centralized

international mass screening project

(httpinformahealthcarecomdoiabs103109078538902010505931)- Ann Med 201042587ndash

95

30

Malattia celiaca e microbiota intestinale il ruolo dei

Bifidobatteri

A cura di Dottssa Chiara Di Gianvittorio ndash Dietista

La malattia celiaca egrave un disordine autoimmune scatenato dallrsquoingestione di alimenti

contenenti glutine in soggetti predisposti Lrsquoinfiammazione che ne risulta a carico del

piccolo intestino provoca atrofia dei villi e malassorbimento dei nutrienti I fattori implicati

nello sviluppo di questa patologia sono genetici e ambientali Tra questi ultimi troviamo

unrsquoesposizione troppo precoce al glutine insufficiente allattamento al seno infezioni

intestinali e squilibri della flora batterica residente La manifestazione clinica egrave varia e

include disturbi gastrointestinali come gonfiore vomito diarrea dispepsia perdita di peso e

disturbi extraintestinali come anemia malattie del fegato e dermatiti

Attualmente in studio egrave la relazione tra malattia celiaca e flora batterica intestinale che

risulta fondamentale per lrsquoequilibrio e la salute del tratto gastroenterico Il microbiota

umano egrave infatti lrsquoinsieme di microrganismi simbiontici dellrsquointestino Negli esseri umani si

trovano tra le 500 e le 1000 specie differenti di microrganismi di cui la maggioranza

anaerobi Tra questi ci sono i Bifidobatteri che svolgono una duplice azione diretta

contrastando i batteri patogeni e indiretta per interazione con il tessuto linfoide intestinale

(GALT) di cui ne stimola lrsquoattivitagrave

Alcuni ceppi di questi batteri inoltre sembrano inibire la risposta infiammatoria e il danno

alla mucosa che insorgono in conseguenza dellrsquoingestione di gliadina Infatti studi in vitro

hanno mostrato che tali microrganismi possono ridurre la produzione di citochine

infiammatorie (IFN-γ e IFN-α) e aumentare quella di IL-10 Un ulteriore effetto positivo

riguarda lrsquoincremento di cellule caliciformi nel piccolo intestino ridotte a causa della tossicitagrave

da glutine Infine oltre agli effetti immunomodulatori ceppi specifici come il

Bifidobacterium longum contribuiscono allrsquoidrolisi dei peptidi di gliadina durante la

digestione riducendo la presenza di aminoacidi tossici e dei loro effetti avversi

I Bifidobatteri risultano quindi protettivi contro la risposta infiammatoria e il danno

mucosale causato dal glutine Ci si chiede a questo punto se squilibri della microflora

31

possano costituire concausa nello sviluppo della patologia e se egrave possibile migliorarne la

gestione ristabilendo lrsquoequilibrio intestinale con probiotici

Attualmente cambiamenti nel microbiota intestinale sono stati dimostrati nei bambini

celiaci Negli adulti le evidenze parlano di una riduzione di Bifidobatteri sia al momento della

diagnosi che a dieta aglutinata ed un aumento dei Bacteroides (batteri gram negativi e

anaerobici) sia nelle feci che sulle biopsie dei celiaci Inoltre crsquoegrave una riduzione nella

variabilitagrave della specie sia prima che dopo la dieta Tali squilibri vanno ovviamente ad

incidere sul processo patologico

I probiotici sono costituiti da microrganismi vivi che devono essere in grado di svolgere

effetti positivi sulla flora batterica intestinale In alcuni studi si egrave dimostrato come alcuni di

essi possano avere una particolare utilitagrave per i celiaci anche se si tratta ancora di approcci a

livello sperimentale Unrsquo indagine condotta su 64 soggetti (26 pazienti celiaci con dieta

contenente glutine 18 celiaci a dieta gluten-free e 20 soggetti sani) ha portato a valutare se

la flora batterica intestinale possa contribuire ai sintomi pro-infiammatori della celiachia e se

con due specifici ceppi di Bifidobatteri sia possibile ottenere benefici I risultati

confermarono le ipotesi e il ruolo positivo svolto dai ceppi Bifidobacterium longum e

Bifidobacterium bifidum sul quadro infiammatorio

Lrsquouso di specifici batteri probiotici potrebbe quindi contribuire al miglioramento della

patologia ma egrave necessario approfondire ulteriormente con modelli sperimentali e studi

clinici il loro ruolo a supporto della terapia classica

Bibliografia

Collado MC Donat E et al- Imbalances in faecal and duodenal Bifidobacterium species composition

in active and non active coeliac disease (httpwwwncbinlmnihgovpubmed19102766)- BMC

Microbiol 2008 2321-9

Di Cagno R Rizzello CG et al- Different fecal microbiotas and volatile organic compounds in treated

and entrate children with celiac diseaseAppl And Environ Microbiol 2009 75 3963-71

Golfetto L Senna FD et al- Lower Bifidobacteria counts in adult patients with celiac disease on a

gluten- free diet

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Lower+Bifidobacteria+counts+in+adult+patients+with

+celiac+disease+on+a+gluten-+free+diet)- Arq Gastroenterol 2014 51 139-43

32

Ghosh S- Advances in our understanding of the pathogenesis of celiac disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed21523256)- Can J Gastroenterol 2011 25186

Medina M De Palma G- Bifidobacterium strains suppress in vitro the pro-inflammatory milieu

trigged by large intestinal microbiota of coeliac patients

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Bifidobacterium+strains+suppress+in+vitro+the+pro-

inflammatory+milieu+trigged)- J Inflamm 2008 519

Sanders ME- Impact of probiotics on colonizing microbiota of the gut

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed21992949)- J Clin Gastroenterol 2011 45S115-9

Sanz Y De Pama G et al- Unraveling the ties between celiac disease and intestinal microbiota

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Unraveling+the+ties+between+celiac+disease)- Int

Rev Immunol 2011 30 207-18

33

CAPSICUM ANNUUM IL ROSSO CHE PROTEGGE LA

TUA SALUTE

A cura di Dottssa Giusi Balzano ndash Biologa nutrizionista

Il peperoncino rosso il cui nome scientifico egrave Capsicum annuum appartiene alla famiglia

delle Solanacee ed egrave originario delle Americhe

Dal ritrovamento di reperti archeologici sappiamo con certezza che fin dal 5000 aC circa la

popolazione messicana conosceva il peperoncino il quale fu importato in Europa da

Cristoforo Colombo nel 1493

Capsicum annuum

Il peperoncino a dispetto di tante credenze gode di tante proprietagrave benefiche e forse per

associazione con il pepe si tende erroneamente a credere che sia poco salutare

Come pianta egrave facilmente coltivabile e si adatta a diversi climi puograve essere coltivato nei vasi

e su un terrazzo limportante egrave che stia in pieno sole Nei periodi piugrave freddi conviene ad

ogni modo tenerlo al riparo in quanto non sopporta bene un clima troppo rigido Il

peperoncino egrave una pianta annuale e le parti consumate sono i frutti le bacche contenenti

dei semi bianco-giallastri Esistono tantissime qualitagrave di peperoncino e le bacche possono

essere consumate fresche cotte o crude I colori dei peperoncini (frutto) sono molteplici

verdi gialli rossi arancione bruno scuro e marrone scuro La sensazione di piccante data dal

peperoncino egrave dovuta alla capsaicina che in proporzione alla quantitagrave disponibile nel seme

ne determina appunto la piccantezza In realtagrave quando si mangia un peperoncino la

risposta di bruciore data dallorganismo egrave solo una sensazione che il cervello invia come

34

risposta allattivazione di alcuni termorecettori presenti nella bocca con cui proprio la

capsaicina viene a contatto Tra le proprietagrave del peperoncino troviamo

funzione dimagrante egrave accentuanto il consumo di calorie ad opera della capsaicina principio

attivo del peperoncino

proprietagrave antibiotiche antibatteriche e antiossidanti ad opera dei flavonoidi e capsaicinoidi

E anche molto utile nella cura di raffreddore bronchite e sinusite

flusso sanguignoazione vasodilatatrice il caratteristico potere piccante urticante del

peperoncino porta con seacute una specifica azione della capsicina sulla circolazione periferica

del sangue La dilatazione dei vasi sanguigni egrave funzionale alla regolazione ottimale della

pressione e della circolazione del sangue che aumenta dopo lassunzione I capillari

diventano piugrave elastici e il sangue risulta piugrave ossigenato Egrave per questo che il peperoncino utile

per scaldarsi in inverno diventa anche importante nella dieta estiva per difendersi dal caldo

torrido e dallumiditagrave

cuore e colesterolo la regolazione del flusso del sangue aiuta a mantenere pulito il sistema

endovenoso congiuntamente allazione della lecitina e di altri olii essenziali evitando la

comparsa di placche che bloccano il flusso sanguigno I capsaicinoidi svolgono unazione

importante nelle diete ad alto contenuto di sostanze grasse Il peperoncino aiuta a ridurre

eccessivi livelli di colesterolo accelerandone la ripartizione e lespulsione

digestione e metabolismo il peperoncino aumenta la secrezione di succhi gastrici e migliora

la digestione grazie al suo potere antifermentativo e inoltre tiene pulite le mucose Nelle

diete in cui egrave prevista unassunzione regolare linfluenza del capsicum porta a migliorare e

velocizzare i processi metabolici Attenzione perograve in caso di bruciore fastidioso e

persistente dopo ingestione di peperoncino associato ad uninfiammazione della gola

dellesofago o dello stomaco mangiare un pezzo di formaggio o di pane o bere birra risulta

essere di grande aiuto contro i fastidi menzionati

mal di collo e mal di schiena efficace contro artriti e reumatismi il peperoncino egrave un

ingrediente essenziale di molte creme e gel antinfiammatori ad azione topica Aiuta ad

alleviare il dolore migliorando la circolazione sanguigna

azione anti-tumorale la vitamina C egrave un significativo agente anti-cancro previene infezioni e

tumori I peperoncini freschi ne sono ricchi e riescono a fornirci acido ascorbico (vitamina C)

proprio in estate ed autunno quando la nostra dieta mediterranea egrave piugrave povera di agrumi

35

mal di testa e depressione lassunzione della capsicina provoca bruciore e dolore nella bocca

e nelle pareti interne del sistema gastroenterico Il nostro corpo reagisce cominciando a

rilasciare maggiori quantitagrave di adrenalina aumentando al contempo la produzione di

endorfine Il nostro corpo risulta energizzato laumento del flusso del sangue al cervello dagrave

sollievo poi sopraggiungono le endorfine vere e proprie ldquodrogherdquo naturali cioegrave oppioidi

endogeni che vengono prodotti internamente dal nostro organismo ed hanno potere

eccitativo ed analgesico alleviando cefalee ed altri dolori

azione afrodisiaca insieme alla vitamina C nel peperoncino cegrave anche la vitamina E

responsabile della stimolazione e della regolazione di molti processi legati alla feconditagrave

sessuale

Bibliografia

1 Tewksbury JJ Levey DJ Huizinga M Haak DC Traveset A Costs and benefits of capsaicin-mediated control of gut retention in dispersers of wild chilies Ecology 89 107-17 2008

2 Govindarajan VS Sathyanarayana MN Capsicum--production technology chemistry and quality Part V Impact on physiology pharmacology nutrition and metabolism structure pungency pain and desensitization sequences Crit Rev Food Sci Nutr 29 435-74 1991

36

Rape Rosse - Tubero e foglie un beneficio a 360deg

A cura di Dottssa Giusi Balzano ndash Biologa nutrizionista

Barbe rosse barbabietole rosse o ancora carote rosse

sono tutti sinonimi dialettali che fanno riferimento alle

rape rosse

Queste sono tuberi noti in botanica come Beta vulgaris

var rapa forma rubra si tratta di una pianta

appartenente alla famiglia delle Chenopodiaceae ed al genere Beta Menzionata in alcuni

antichissimi scritti greci risalenti al 420 aC periodo in cui il tubero rosso era noto

semplicemente come beta secondo il pensiero di altri autori lorigine delle rape rosse risale

addirittura al 2000 aC considerata la presenza di alcuni reperti archeologici che la

attestano

Malgrado gli appelli di dietologi e specialisti dellalimentazione si tende spesso a

dimenticare limportanza fitoterapica e benefica di alcuni ortaggi come in questo specifico

caso le rape rosse

Le rape rosse contengono pochissime calorie (solamente 19 per 100 grammi di prodotto)

per questo motivo rientrano tra i cibi ipocalorici ottimi alimenti preferibili in diete bilanciate

che presuppongono una marcata restrizione calorica Ersquo ricca di acqua corrispondente a

circa il 91 si contano solo il 4 di carboidrati ed il 26 di fibre contiene diverse vitamine

in particolare del gruppo B e una buona quota di sali minerali soprattutto potassio sodio

calcio ferro e fosforo ed egrave ricca anche di zuccheri Nella radice della rapa rossa si ritrova un

glicoside che attribuisce la tipica colorazione rosso vivo alla rapa si tratta della betaina

sfruttata dallindustria alimentare come colorante naturale (E 162) Altro pigmento

riscontrato nella rapa rossa egrave la betaxantina che le conferisce striature giallastre Ancora

nella radice di rapa rossa si trovano altre sostanze sfruttate nella fitoterapia e nella cosmesi

quali saponine antociani flavonoidi in genere ed allantoine (proprietagrave idratanti e

disarrossanti)

37

Proprietagrave terapiche

Una delle proprietagrave curative principali di questo ortaggio riguarda il potere lassativo spesso

utile per combattere la stitichezza e le emorroidi La rapa rossa egrave anche un buon rimedio per

migliorare la funzione epatica e combattere le infezioni delle vie urinarie Le sue foglie sono

unrsquoottima fonte di vitamina A e le radici sono una buona fonte di vitamina C Le foglie

vengono cucinate o servite fresche come verdura mentre le radici o teste possono essere

affettate in insalate o cotte intere e poi tagliate a fettine o a tocchetti

Le rape rosse sono particolarmente ricche di folati fondamentali alleati contro le malattie

cardiache e lrsquoanemia in quanto coinvolti nella produzione di globuli rossi e bianchi nella

sintesi di materiale genetico e nella formazione di anticorpi nel sistema immunitario Esse

sono anche ricchi di fibre solubili e insolubili La fibra insolubile aiuta a mantenere il tratto

intestinale funzionante mentre la fibra solubile controlla il livello di zucchero nel sangue e

abbassa il colesterolo Nelle sue foglie egrave abbondante il beta-carotene il ferro e il calcio

Ricche di vitamine del gruppo B come B1 B2 B3 e B6 per quanto concerne il contenuto di

sali minerali questa egrave un ortaggio ricco di iodio sodio e potassio ma anche in quantitagrave

minori di magnesio Lo iodio egrave un minerale essenziale per il corretto funzionamento della

ghiandola tiroidea che regola il metabolismo mentre il potassio e il sodio sono necessari per

la generazione e la trasmissione degli impulsi nervosi attivitagrave muscolare a parte il bilancio

idrico allrsquointerno e allrsquoesterno della cellula

Il succo crudo di barbabietola (Fig 1) egrave particolarmente idoneo per tutte le persone che

soffrono di anemia in quanto favorisce la formazione di globuli rossi nel sangue inoltre ha

proprietagrave diuretiche e favorisce la digestione

Fig1 succo crudo di barbabietola rossa

38

Ortaggio anticancro

Nella rivista International Journal of Cancer si discute sul ruolo delle rape rosse come

potenziale alimento anticancro la questione egrave per certi versi discutibile ed oscura e non

esiste alcuna dimostrazione indubbia ed inequivocabile che accerti lipotesi In particolare

nella rivista sopraccitata si discute del possibile ruolo delle rape rosse nella prevenzione del

tumore al colon per altri le rape rosse sarebbero in grado non solo di prevenirne il cancro

ma anche di contrastarlo

Bibliografia

Kazimierczak R Hallmann E Lipowski J Drela N Kowalik A Puumlssa T Matt D Luik A Gozdowski D Rembiałkowska E

Beetroot (Beta vulgaris L) and naturally fermented beetroot juices from organic and conventional production metabolomics antioxidant levels and anticancer activity

J Sci Food Agric 2014 May

39

Sigrave ai legumi nella prevenzione delle malattie tumorali

A cura di Dottssa Bruzzone Francesca ndash Dietista

Con il termine ldquolegumirdquo si intendono tutti quei semi commestibili derivanti dalle piante

dicotiledoni dellrsquoordine delle Fabales tra cui rientrano i fagioli le lenticchie le fave i piselli

i lupini i ceci le carrube le cicerchie le arachidi e la soia

I legumi sono alimenti ricchi di proteine tanto da essere stati denominati come ldquola carne dei

poverirdquo Essi possiedono un buon contenuto in amminoacidi (ad eccezione di quelli solforati

e del triptofano) carboidrati fibre Calcio Ferro e Potassio a discapito di grassi e

colesterolo

In abbinamento ai cereali i legumi costituiscono un ottimo e saziante piatto unico dove

convergono carboidrati e proteine e dove gli amminoacidi carenti nei cereali (come la lisina)

si integrano con quelli dei legumi e viceversa Queste qualitagrave rendono tali semi

particolarmente adeguati sia nella prevenzione che nel trattamento di numerose malattie

metaboliche come il diabete mellito le dislipidemie la sindrome metabolica il sovrappeso e

lrsquoobesitagrave Di recente inoltre egrave stato attribuito un altro importante ruolo benefico ai legumi

quello di ostacolare la crescita di alcune forme tumorali

Un lavoro effettuato da un gruppo di ricercatori dellUniversity College di Londra del

Dipartimento di Scienze Chirurgiche dell`Universitagrave di Chieti e del Laboratorio di

Farmacologia Molecolare dell`Istituto Mario Negri di Milano e pubblicato sulla rivista

statunitense ldquoCancer Researchrdquo infatti ha scoperto la presenza di inositolo pentachisfosfato

nella maggior parte dei legumi (in particolare in lenticchie piselli e fagioli) e nelle noci Tale

40

composto sembrerebbe inibire lrsquoenzima fosfoinositide 3-chinasi coinvolto nella crescita e

nella progressione dei tumori e capace di aumentare la resistenza al trattamento con agenti

chemoterapeutici Il segnale attivato dalla fosfoinositide 3-chinasi infatti rappresenta un

target importante per lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche anticancro e questo studio

dimostra come lrsquoinositolo pentafosfato sia capace di antagonizzare in maniera specifica

questo segnale nelle cellule tumorali inducendone lrsquoapoptosi (morte programmata)

Lrsquoinositolo pentafosfato ha una struttura molecolare analoga al prodotto dellrsquoattivitagrave

enzimatica della fosfoinositide 3-chinasi che attiva segnali specifici per la progressione del

cancro Il meccanismo secondo il quale lrsquoinositolo pentafosfato disattiva le proteine

iperattive nei tumori dalla membrana plasmatica permette di inibire sia la crescita delle

cellule tumorali umane in coltura sia lo sviluppo dei tumori nei topi In queste condizioni

lrsquoinositolo pentafosfato ha dimostrato unrsquoattivitagrave farmacologica comparabile e potenziante

quella del farmaco citotossico cisplatino molto usato in chemioterapia antitumorale ma

associato a effetti collaterali come nausea vomito formicolio a mani e piedi caduta dei

capelli e alterazione della funzionalitagrave renale (gli inositoli fosfati invece non sono tossici

neanche a concentrazioni piugrave elevate di quelle usate in questo studio e possono essere

assorbiti per via orale) I principali effetti positivi sono stati riscontrati a livello di ovaie e

polmoni

Lrsquoinositolo pentafosfato inoltre si egrave dimostrato capace di inibire lo sviluppo dei nuovi vasi

sanguigni indispensabili per la nutrizione e lo sviluppo del tumore (angiogenesi) bloccando

quindi un meccanismo fondamentale per la sua crescita

Sitografia

ldquoLe Scienze edizione italiana di Scientifica Americanrdquo ndashLegumi e cereali conto il cancro-

ldquoAssociazione Giacomo-onlusrdquo -Inositolo Pentafosfato da legumi e arachidi una nuova strada

nella cura dei tumori

41

Tra le mille virtursquo del miele la cura dellrsquoherpes simplex

A cura di Dottssa Serena Pascucci Biologa Nutrizionista

Le molteplici proprietagrave del miele sono note fin dallrsquoantichitagrave

per le sue capacitagrave antisettiche antibiotiche e cicatrizzanti

e il suo uso nella medicina moderna sta riscontrando

sempre piugrave maggiore interesse

Diversi studi

hanno valutato

lrsquoefficacia del miele contro alcuni virus tra cui di

particolare importanza egrave emersa lrsquoefficacia del

miele per il trattamento dellrsquoHerpes Simplex sia a

livello labiale sia a livello genitale Lo studio del

2004 condotto presso una clinica privata a Dubai

ha selezionato 16 pazienti con ricorrenti manifestazioni del virus otto affetti da Herpes

simplex a livello labiale e otto a livello genitale con un etagrave compresa tra i 35 e i 45 anni sia

maschi che femmine Ersquo stata valutata e considerata lrsquoefficacia del miele nel trattamento

delle lesioni prodotte dal virus in confronto a un comune farmaco antivirale utilizzato

normalmente (Acyclovir) I pazienti prescelti prima della prova non dovevano sottoporsi ad

altre cure antivirali A scelta casuale sono stati selezionati quattro pazienti con herpes

labiale e quattro con herpes genitale che hanno effettuato il primo trattamento con il miele

gli altri otto con il farmaco comune antivirale a base di 5 di acyclovir Alla seconda

comparsa della manifestazione del virus egrave stato effettuato lrsquoopposto Nello studio egrave stato

somministrato un miele multiflora direttamente sulle lesioni prodotte dal virus su una garza

a contatto con la lesione per un quarto drsquoora per 4 volte al giorno fino alla completa

guarigione mentre il farmaco veniva applicato 6 volte al giorno Da questa prova egrave stata

riscontrata una durata delle lesioni dalla prima comparsa alla completa scomparsa di circa

12 giorni in media per entrambi i trattamenti ma nel caso dei pazienti con herpes labiale

trattati con il miele la guarigione egrave avvenuta in circa 3 giorni rispetto ai 5 giorni con il

trattamento con acyclovir cioegrave con una velocitagrave del 35 superiore Inoltre il miele ha

42

mostrato un azione migliore rispetto al farmaco in particolare la durata del dolore risultava

minore del 39 con fastidi moderati per non piugrave di 24 ore mentre con acyclovir il dolore

anche se moderato poteva prolungarsi fino a 72 ore Ersquo stato anche riscontrato un

insorgenza minore delle croste del 28 in chi utilizzava il miele in particolare in 5 pazienti le

lesioni non si sono evolute in croste cosa che non egrave mai avvenuta nei soggetti trattati con il

farmaco Ancora in due casi con il trattamento con il miele lrsquoherpes ha abortito cioegrave dopo i

primi sintomi non ha sviluppato lesioni e procurato fastidi al contrario dei pazienti trattati

con il farmaco Anche nei pazienti con herpes a livello genitale il miele si egrave mostrato piugrave

efficace del farmaco convenzionale con un tempo di guarigione minore del 53 una durata

del dolore inferiore del 50 anche qui con fastidi moderati e con una durata non superiore

alle 24 ore rispetto a bruciori da moderati a medi prolungati(anche per 3 giorni) nei pazienti

con trattamento con farmaco Inoltre egrave stato riscontrato anche a livello genitale un

insorgenza minore di croste del 49 in particolare in 5 pazienti trattati con il miele le lesioni

a livello genitale non si sono sviluppate in croste a differenza dei pazienti trattati con il

farmaco in cui le croste sono sempre apparse Infine egrave stato riscontrato anche a livello

genitale un aborto del virus in chi utilizzava il miele senza avere avuto nessun riscontro

invece nei pazienti trattati con farmaco

Lrsquoanalisi statistica ha mostrato un efficacia superiore del miele rispetto allrsquoutilizzo di

acyclovir per la cura e la risoluzione delle lesioni virali da herpes simplex labiale e genitale

(Ai-waili 2004) Tuttavia quale sia o quali siano i meccanismi drsquoazione che permettono al

miele di inibire la replicazione del virus sono poco conosciuti Un fattore che puograve

determinare lrsquoazione antivirale del miele puograve essere ricercato nel contenuto di flavonoidi(

azione antivirale) rame zinco vit E C normalmente presenti nel miele e di provata azione

antivirale(AI-Waili 2004) e infine lrsquoossido di azoto con un azione antivirale in vitro la cui

attivitagrave egrave stata rilevata anche sul virus dellrsquoHIV (Torre et al 2002 Schramm DD et al 2003)

Lrsquoherpes simplex egrave un infezione virale importante qualsiasi terapia si volesse seguire egrave

opportuno seguire sempre una supervisione e il consiglio del medico

Bibliografia

Al-Waili NS topical honey application vs acyclovir for the treatment of recurrent herpes

simplex lesions Med Sci Monit 2004 10(8) MT94-MT98

- Schramm DD Karim M Schrader HR Holt RR Cardetti M Keen CL Honey with high levels of antioxidants can provide protection to healthy human subjects J Agric Food Chem 200351(6)1732ndash5 doi 101021jf025928k - Torre D Pugliese A Speranza F Role of nitric oxide in HIV-1 infection friend or foe Lancet Infect Dis 2002 May2(5)273-80

3

4

wwwcomposizionecorporeacom I nostri punti principali

1 - Competenza lanalizzatore DF50 egrave prodotto da Impedimed leader mondiale nella ricerca scientifica attraverso lutilizzo delle Bioimpedenze sia con tecnologia spettroscopica che a frequenza singola (50 Khz) Le misurazioni dei valori Bioelettrici (resistenza Reattanza Angolo di Fase e Impedenza) sono dirette e visualizzabili nel display dello strumento Impedimed collabora con le piugrave importanti Universitagrave mondiali ed egrave leader sia nellanalisi della composizione corporea in ambito medico nutrizionale sportivo e wellness che nella specifica ricerca in campo oncologico

2 - Qualitagrave garanzie e certificazioni internazionali lanalizzatore Impedimed DF50 egrave registrato come dispositivo medico co il Ministero della Salute Italiano ed ha inoltre la Certificazione di qualitagrave AU0564407 - SGS e lapprovazione della FDA Studi di validazione e bibliografia

3 - Valore tecnologico Valori bioelettrici di Resistenza reattanza e Angolo di Fase misurati direttamente e visualizzabili in tempo reale nel Display LCD - Funzionamento Dual mode (non necessita di Personal computer) Software avanzato con analisi vettoriale Gratuito Training approfondito didattico-pratico per un corretto utilizzo (Gratuito) - Dispositivo medico di ultima generazione palmare di altissima qualitagrave con il miglior rapporto qualitagrave-prezzo Tutti i valori bioelettrici misurati sono certificati e validati

4 - Consulenza gratuita pre e post vendita sulle varie tecnologie legate alla composizione corporea e alla nutrizione dinamometria Biorisonanza Analisi energetica Analisi HRV (bilanciamento sistema simpatico-parasimpatico) etc

5 - Formazione corsi individuali sul corretto utilizzo dei nostri dispositivi

6 - Confronto Impedimed DF50 non teme confronti Prima di acquistare un analizzatore valutate con attenzione le caratteristiche tecniche del nostro dispositivo e confrontatele scrupolosamente Vi accorgerete di essere di fronte ad uno strumento unico nel suo genere (Certificazioni validazioni dispositivo palmare misure dirette e visualizzabili Tester elettronico per il controllo dei valori bioelettrici analisi composizione corporea in tempo reale a display anche senza luso di un PC software gratuito Impedimed per lanalisi della composizione corporea completo di scala Hy-Dex vettoriale e gestione clienti training gratuito per ul corretto utilizzo valigetta ed accessori)

5

Gli ingredienti naturali di questo alimento nutrono e saziano senza appensatire lrsquoorganismo Il contenuto di fibre agisce inoltre sulla flora batterica per regolare le funzioni intestinali GLI INGREDIENTI Semi ( lino zucca girasole) Cereali soffiati (farromiglio amaranto kamut) miele italiano mandorle fiocchi drsquoavena noci quinoa soffiata NON CONTIENE Additivi conservanti dolcificanti di sintesi grassi idrogenati coloranti e aromatizzanti UTILIZZO Alimento indicato per prima colazione spuntino tra i pasti prima e dopo lrsquoattivitagrave sportiva e quando non possiamo concederci un pasto completo Adatto a tutte le etagrave

PERCHEgrave ASSUMERE TUTTI I GIORNI UN CUCCHIAIO DI OLIO DI

LINO Gli acidi grassi Omega-3 e Omega-6 sono considerati essenziali perchegrave indispensabili al corretto funzionamento del nostro organismo Infatti se desideriamo conservare arterie sane e mente lucida fino a tarda etagrave occorre assumere alimenti che contengano gli acidi grassi vantaggiosi della serie Omega-3 che contrastano lrsquoinfiammazione modulano i metabolismi e la risposta immunitaria promuovendo una migliore qualitagrave della vita Gli oli non sono tutti ugualiLa caratteristica primaria dellrsquoOlio di Lino Rilevo egrave la modalitagrave di conservazione a freddo che garantisce lrsquoefficacia dellrsquoazione dellrsquoOmega-3 che altrimenti il calore porterebbe allrsquoossidazione

RILEVO

EDUCAZIONE ALIMENTARE

wwwrilevoeu

PARTNER E SOCI COLLETTIVI

6

Nata nel 2008 dalla volontagrave di un pool di professionisti ADAMA attribuisce da sempre

grande valore a principi quali lrsquoetica e la professionalitagrave che costituiscono le fondamenta di

unrsquoazienda che non ha mai voluto basare il proprio sviluppo sul business fine a se stesso

Lrsquoazienda punta primariamente a proporre prodotti salutistici altamente innovativi e di

qualitagrave caratterizzati da un elevato grado di efficacia prodotti in grado di rivoluzionare il

mercato grazie ad una tecnologia unica ed esclusiva novitagrave assoluta nel panorama

internazionale

Lo spirito di innovazione di ADAMA si egrave concretizzato nella creazione degli Estratti

IdroEnzimatici (EIE) frutto di anni di ricerca in ambito universitario nel settore delle

biotecnologie applicate allrsquoalimentazione La complessa ed innovativa tecnica di estrazione

consente agli EIE di contenere il 100 del fitocomplesso racchiuso nella pianta di origine

in una forma altamente biodisponibile per lrsquoorganismo Il fatto di non utilizzare solventi in

alcuna fase del processo di estrazione permette di ottenere degli estratti sicuri sia per la

salute che per lrsquoambiente Inoltre per assicurare al cliente finale un prodotto di alta qualitagrave

ciascun lotto di produzione viene sottoposto ad unrsquoaccurata analisi chimico-fisica

Il campo di intervento di ADAMA egrave estremamente ampio e copre tutte le branche della

Medicina Non Convenzionale sia in ambito umano che veterinario

I canali di informazione distribuzione e vendita dei prodotti ADAMA coprono in modo

capillare il territorio nazionale essendo proposti attraverso molteplici soggetti medici

naturopati dietologi farmacie erboristerie e professionisti del settore in genere

Inoltre lrsquointeresse dei mercati esteri nei confronti degli EIE sta portando lrsquoazienda ad

espandere il proprio raggio drsquoazione ben oltre i confini nazionali

wwwadamait

7

CEC egrave una Societagrave Editrice nata a Milano nel 1998 allo scopo di pubblicare riviste e libri

tecnico-scientifici nellarea della COSMETICA e dellINTEGRAZIONE

NUTRIZIONALE

Il carattere distintivo della CEC egrave il tipo di comunicazione utilizzato che si caratterizza

per lalta qualitagrave scientifica Nel nostro Board sono presenti esperti altamente qualificati

provenienti da Industria Fondazioni ed Universitagrave

In area cosmetica CEC pubblica Cosmetic Technology una rivista bimestrale che si

occupa di scienza RampD Marketing e Packaging

In area nutrizionale CEC pubblica LIntegratore Nutrizionale lunica rivista in Italia

dedicata a Integratori Nutrizionali e Functional Foods

NUTRAfoods risponde invece alle specifiche esigenze dei ricercatori che necessitano di

materiale scientifico e di aggiornamenti legislativi costanti per sviluppare prodotti ancora

piugrave innovativi nel settore in rapida crescita dellhealthfood

wwwcec-editorecom

8

PATROCINI ED EVENTI

NutriProf saragrave presente come Partner a Dieta Live

Con uno Stand Attrezzato dove si sovlegeragrave la giornata

nazionale del Nutrizionista Professionista

Con la partecipazione dellrsquoOrdine Nazionale dei Biologi nella persona del

Presidente Prof Ermanno Calcatelli

Palazzo dei Congressi di Roma il 28 e 29 Marzo 2015

Scienza cultura prodotti e divertimento per scegliere la dieta migliore

per il benessere del corpo e della mente

wwwdietaliveit

NUTRA DAY 2015

GIORNATA SEMINARIO SULLA NUTRACEUTICA

VENERDI 20 MARZO 2015

UN EVENTO RIVOLTO A

AZIENDE NUTRACEUTICHE

AZIENDE CON SETTORE DEDICATO AI NUTRACEUTICI

CATENEGRUPPI DI FARMACIE

DISTRIBUTORI DI PRODOTTI NUTRACEUTICI

ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA LEGATE ALLA NUTRACEUTICA

ASSOCIAZIONIORDINI PROFESSIONALI DI MEDICI FARMACISTI amp NUTRIZIONISTI

MEDIA DEL SETTORE (NUTRIZIONE SALUTE MEDICINA)

DOCENTI UNIVERSITARI e RICERCATORI

MODERATORE PROF ALBERTO MARTINA UNIVERSITA DEGLI STUDI DI PAVIA

NB Per i Soci NutriProf egrave previsto il 15 di sconto (codice promozionale NUTRIPROF15

httpwwwcgseucomnutra-day-2015

9

httpwwwsinutit

10

Aspetti genetici del Disturbo Post Traumatico da Stress (PTSD)

A cura di Dott Giovanni Borghini- Biologo Genetista

Le tragiche immagini di violenza che incensurate stanno quotidianamente invadendo la

nostra vita privata attivano quella che gli specialisti

dellrsquoemergenza chiamano ldquotraumatizzazione vicariardquo

Viene cosigrave definito lrsquoeffetto determinato

dallrsquoimmedesimazione ldquosimpaticardquo dello spettatore

piugrave o meno ravvicinato con le vittime di avvenimenti

traumatici tale fenomeno egrave stato dimostrato

determinante per lo sviluppo in chi ha assistito

impotente di un PTSD al primo presentarsi di una sua pur minima esperienza di rischio

Questo articolo propone alcuni spunti di riflessione sulla diversa risposta degli spettatori

sottoposti alla stessa violenta intrusiva pressione mediatica nella prospettiva di una attenta

azione preventiva sulle persone piugrave fragili specialmente quando si tratta di minori affidati

alla nostra tutela

Alla domanda sul percheacute alcuni individui hanno piugrave probabilitagrave di altri di sviluppare un PTSD

se esposti a traumi diretti o indiretti di intensitagrave simile gli studi epidemiologici hanno

risposto evidenziando i fattori di rischio psicopatologici e neurogenetici implicati

nellrsquoinsorgenza di tale sindrome questa viene infatti considerata come espressione ultima

dellrsquointerazione tra le caratteristiche genetiche dellrsquoindividuo uno o piugrave fattori traumatici e il

contesto sociale (GxTxE) (Auxeacutemeacutery Y 2012 (2))

Nonostante lrsquoevidenza che quando lrsquoesposizione al trauma tocca livelli estremi di intensitagrave

eo di frequenza la prevalenza del PTSD raggiunge il 100 annullando lrsquoimportanza di

qualsiasi predisposizione genetica tuttavia alcune varianti geniche come lrsquoomozigosi SS della

SLC6A4LPR (trasportatore della Serotonina-SERT-5HTLPR) si confermano candidate

particolarmente reattive nel condizionare la relazione tra la dose di stress e la risposta

patologica e nello stesso tempo come predisposizioni ad alto rischio di promuovere un

PTSD anche a seguito di pochi e deboli episodi traumatici (Kolassa IT et al 2010)

Recentemente egrave stato confermato un polimorfismo a singolo nucleotide (SNP val66met-

G196A- rs6265) nel gene che codifica lrsquoespressione del Brain Derived Neurotrophic Factor

11

(BDNF) come fattore determinante nella dipendenza neurotrofica dallrsquoattivitagrave fisica nel

neuro-sviluppo nella neuro-rigenerazione nella neurotrasmissione nellrsquoapprendimento

nella regolazione dellrsquoumore e nella risposta allo stress (Zhang L et al 2013) La variante

ipoespressa di tale polimorfismo (-66met) diminuisce la secrezione neuronale di BDNF

alterando di conseguenza alcune forme di apprendimento e la suscettibilitagrave allo stress ma

soprattutto aumentando lrsquoansia e riducendo lrsquoestinzione della paura appresa dati

confermati alla fNMR come tre possibili endofenotipi rispettivamente neurobiologico

neuropsichico e neurocognitivo del PTSD (Frielingsdorf H et al 2010)

La presenza anche di un solo allele 66met risulta correlata al sottotipo del PTSD con

manifestazioni psicotiche (Pivac N et al 2012) a quello in comorbilitagrave con il Disturbo

Bipolare (BD) (Rakofsky JJ et al 2012) e alla Depressione in soggetti che hanno subito

esperienze traumatiche infantili (ECA-ELS) (Aguilera M et al 2012) amplificandone gli effetti

negativi nellrsquoetagrave adulta (Miller et al 2012)

Tuttavia nellrsquointerazione epistatica funzionale (GxGxE) con la variante dominante di

vulnerabilitagrave SS del 5HTTLPR egrave il polimorfismo val66val del BDNF ad esaltare con la sua

iperespressione la depressione successiva ad abusi infantili (Grabe HJ et al 2012) mentre

negli stessi portatori della variante SS del 5HTTLPR il polimorfismo genico 66met del BDNF

risulta favorire la reattivitagrave emotiva ansiogena come dimostrato allrsquoimaging funzionale

(BOLD fNMR) dal coinvolgimento dellrsquoAmigdala e della Corteccia Cingolata Anteriore rostrale

(AMY rACC) (Outhred T et al 2012) Questi dati favoriscono lrsquoipotesi della modulazione

epistatica ambivalente in senso rispettivamente depressogeno o ansiogeno delle varianti

66val e 66met del BDNF sui portatori del polimorfismo genico di suscettibilitagrave 5HTTLPR-SS

Riguardo la gravitagrave dei sintomi del PTSD in epistasi con il DRD2 Taq1 (allele T di vulnerabilitagrave

per ipoespressione dei recettori D2 della dopamina) la variante 66met del BDNF la attenua

mentre la variante Val-Val la esalta in funzione dellrsquoespressione di tali recettori e

indipendentemente dunque dallrsquoeccesso o dal difetto di DA (Hemmings SM et al 2012)

seppure un ruolo di suscettibilitagrave al PTSD sia stato riconosciuto alla variante 9R del

polimorfismo VNTR nella 3UTR del gene SLC6A3 codificante nellrsquouomo per il trasportatore

della Dopamina (DAT1) come vedremo piugrave avanti (Valente NL et al 2012) Riguardo alla

risposta terapeutica premesso che il trattamento non farmacologico piugrave efficace per il PTSD

egrave risultata la Terapia di Esposizione che mira a facilitare lrsquoestinzione della paura appresa egrave

stato recentemente evidenziato che il BDNF facilita lrsquoestinzione dellrsquoapprendimento e in

12

particolare che la sua variante 66 Met fa prevedere una scarsa risposta alla terapia cognitivo-

comportamentale di esposizione nel PTSD (Felmingham KL et al 2013)

TABELLA RIASSUNTIVA DELLE INTERAZIONI EPISTATICHE NEL DPTS

EPISTASI SERT SS DRD2 T DAT1 9R DAT1 10R

COMT -158met

NET -182C

BDNF Val66Val

Depressione in ECA

uarrsintomi PTSD

BDNF Met66Met

Ansia in ECA

darrsintomi PTSD

DAT1 9R +PTSD In vitro

DAT1 10R + PTSD In vivo

COMT -158met

+PTSD urbano

NET -182C

+PTSD

EPISTASI SERT SS DRD2 T DAT1 9R DAT1 10R

COMT -158met

NET -182C

BDNF Val66Val

Depressione in ECA

uarrsintomi PTSD

BDNF Met66Met

Ansia in ECA

darrsintomi PTSD

DAT1 9R +PTSD In vitro

DAT1 10R + PTSD In vivo

COMT -158met

+PTSD urbano

NET -182C

+PTSD

13

Drsquoaltra parte gli omozigoti 66met del BDNF presentando una riduzione di volume della

Sostanza Grigia (GM) dellrsquoIppocampo e un aumento di quella della Corteccia Orbito Frontale

destra (rOFC) impiegano minor tempo per la remissione dei sintomi depressivi

contrariamente ai 66val che con la stessa riduzione della GM dellrsquoippocampo sinistro

rispondono invece piugrave lentamente alla terapia (Cardoner N et al 2012)

Alcune evidenze suggeriscono uno stato iperdopaminergico con maggior frequenza della

variante 9R del DAT1 nel PTSD Studi in vivo con immagini molecolari di tomografia

computerizzata ad emissione di singolo fotone (SPECT) hanno tuttavia dimostrato un

incremento del potenziale legante del trasportatore della dopamina nello Striato di pazienti

portatori del PTSD Tale aumentata densitagrave di DAT riflette un incrementato turnover locale di

dopamina in grado di contribuire al perpetuarsi e al potenziamento fobico di un evento

traumatico e delle situazioni che lo ricordano (Hoexter MQ et al 2012) confermando i

risultati contraddittori sulla valenza in vivo ed in vitro del suddetto polimorfismo (Heitland I

et al 2012)

Infine il giagrave ricordato riscontro della variante -158met del polimorfismo val158met della

COMT in soggetti che hanno sviluppato PTSD dopo violenza urbana (Valente NL et al 2011

(2) Norrholm SD et al 2013) conferma lrsquoipotesi di un endofenotipo ipernoradrenergico per il

PTSD La COMT egrave infatti preposta a catabolizzare lrsquoeccesso di NE libera intersinaptica in zone

povere dei ricaptatori DAT e NET come la corteccia prefrontale e lrsquoippocampo e la sua

variante 158met ne indica lrsquoipoespressione Pertanto anche la variante NET-182C del

polimorfismo del trasportatore della norepinefrina (SLC6A2-182TC) che ne ipoesprime la

ricaptazione (Valente NL et al 2011-2) si candida a predisponente del PTSD

Bibliografia

Aguilera M Arias B Wichers M Barrantes-Vidal N Moya J Villa H van Os J Ibaacutentildeez MI Ruipeacuterez MA Ortet G Fantildeanaacutes L Early adversity and 5-HTTBDNF genes new evidence of gene-environment interactions on depressive symptoms in a general population Psychol Med 2009 Sep39(9)1425-32 Epub 2009 Feb 12 Auxeacutemeacutery Y (2) Posttraumatic stress disorder (PTSD) as a consequence of the interaction between an individual genetic susceptibility a traumatogenic event and a social context] Encephale Oct 2012 38(5) 373-80 Cardoner N Soria V Gratacograves M Hernaacutendez-Ribas R Pujol J Loacutepez-Solagrave M Deus J Urretavizcaya M Estivill X Menchoacuten JM Soriano-Mas C Val66Met BDNF genotypes in melancholic depression effects on brain structure and treatment outcome Depress Anxiety Nov 2012

14

Felmingham KL Dobson-Stone C Schofield PR Quirk GJ Bryant RA The Brain-Derived Neurotrophic Factor Val66Met Polymorphism Predicts Response to Exposure Therapy in Posttraumatic Stress Disorder Biol Psychiatry Jan 2013 Frielingsdorf H Bath KG Soliman F Difede J Casey BJ Lee FS Variant brain-derived neurotrophic factor Val66Met endophenotypes implications for posttraumatic stress disorder Ann N Y Acad Sci 2010 Oct1208150-7 doi 101111j1749-6632201005722x Grabe HJ Schwahn C Mahler J Appel K Schulz A Spitzer C Fenske K Barnow S Freyberger HJ Teumer A Petersmann A Biffar R Rosskopf D John U Voumllzke H Genetic epistasis between the brain-derived neurotrophic factor Val66Met polymorphism and the 5-HTT promoter polymorphism moderates the susceptibility to depressive disorders after childhood abuse Prog Neuropsychopharmacol Biol Psychiatry 2012 Mar 3036(2)264-70 Epub 2011 Oct 2 Heitland I Oosting R SBaas J M P Massar S A A Kenemans J L Boumlcker K B E Genetic polymorphisms of the dopamine and serotonin systems modulate the neurophysiological response to feedback and risk taking in healthy humans Cogn Affect Behav Neurosci 2012 December 12(4) 678ndash691 Hemmings SM Martin LI Klopper M van der Merwe L Aitken L de Wit E Black GF Hoal EG Walzl G Seedat S BDNF Val66Met and DRD2 Taq1A polymorphisms interact to influence PTSD symptom severity A preliminary investigation in a South African population Prog Neuropsychopharmacol Biol Psychiatry 2012 Oct 25 pii S0278-5846(12)00266-7 doi 101016jpnpbp201210011 [Epub ahead of print] Hoexter MQ Fadel G Feliacutecio AC Calzavara MB Batista IR Reis MA Shih MC Pitman RK Andreoli SB Mello MF Mari JJ Bressan RA Higher striatal dopamine transporter density in PTSD an in vivo SPECT study with [(99m)Tc]TRODAT-1 Psychopharmacology (Berl) 2012 Nov224(2)337-45 doi 101007s00213-012-2755-4 Epub 2012 Jun 15 Kolassa IT Ertl V Eckart C Gloumlckner F Kolassa S Papassotiropoulos A de Quervain DJ Elbert T Association study of trauma load and SLC6A4 promoter polymorphism in posttraumatic stress disorder evidence from survivors of the Rwandan genocide J Clin Psychiatry 2010 May71(5)543-7 Epub 2010 Apr 6 Miller S Hallmayer J Wang PW Hill SJ Johnson SL Ketter TA Brain-derived neurotrophic factor val66met genotype and early life stress effects upon bipolar course J Psychiatr Res 2012 Nov 23 pii S0022-3956(12)00328-7 doi 101016jjpsychires201210015 [Epub ahead of print] Norrholm SD Jovanovic T Smith AK Binder E Klengel T Conneely K Mercer KB Davis JS Kerley K Winkler J Gillespie CF Bradley B Ressler KJ Differential Genetic and Epigenetic Regulation of catechol-O-methyltransferase is Associated with Impaired Fear Inhibition in Posttraumatic Stress Disorder Front Behav Neurosci 2013 Apr 10730 doi 103389fnbeh201300030 Print 2013 Outhred T Das P Dobson-Stone C Griffiths K Felmingham KL Bryant RA Malhi G Kemp AH The functional epistasis of 5-HTTLPR and BDNF Val66Met on emotion processing a preliminary study Brain Behav Nov 2012 2(6) 778-88 Pivac N Kozaric-Kovacic D Grubisic-Ilic M Nedic G Rakos I Nikolac M Blazev M Muck-Seler D The association between brain-derived neurotrophic factor Val66Met variants and psychotic

15

symptoms in posttraumatic stress disorder World J Biol Psychiatry 2012 Apr13(4)306-11 Epub 2011 Jul 6 Rakofsky JJ Ressler KJ Dunlop BW BDNF function as a potential mediator of bipolar disorder and post-traumatic stress disorder comorbidity Mol Psychiatry 2012 Jan17(1)22-35 doi 101038mp2011121 Epub 2011 Sep 20 Valente NL Vallada H Cordeiro Q Miguita K Bressan RA Andreoli SB Mari JJ Mello MF Candidate-gene approach in posttraumatic stress disorder after urban violence association analysis of the genes encoding serotonin transporter dopamine transporter and BDNF J Mol Neurosci 2011 May44(1)59-67 Epub 2011 Mar 29 Valente NL Vallada H Cordeiro Q Bressan RA Andreoli SB Mari JJ Mello MF (2) Catechol-O-methyltransferase (COMT) val158met polymorphism as a risk factor for PTSD after urban violence J Mol Neurosci 2011 Mar43(3)516-23 Epub 2010 Nov 17 Zhang L Benedek DM Fullerton CS Forsten RD Naifeh JA Li XX Hu XZ Li H Jia M Xing GQ Benevides KN Ursano RJ PTSD risk is associated with BDNF Val66Met and BDNF overexpression Molecular Psychiatry (15 January 2013) | doi101038mp2012180

16

Depressione azione epigenetica dei fattori ambientali sullo sviluppo del disturbo attraverso la metilazione

del trasportatore della serotonina (SERT) Evidenze di laboratorio sulla quantificazione dellrsquoeffetto epigenetico del danno e della correzione terapeutica

A cura di Dott Giovanni Borghini- Biologo Genetista

La cronaca continua a portare alla ribalta estremi gesti anti-

conservativi di personaggi apparentemente gratificati da una vita di

successi e popolaritagrave Cosa si nasconde dietro il male oscuro della

depressione egrave una sfida ancora aperta ai piugrave diversi contributi della

ricerca Ne analizzeremo uno in particolare legato alle recenti

acquisizioni della biologia molecolare sui fenomeni epigenetici da

stress e il polimorfismo genico del trasportatore della serotonina

Il trasportatore della serotonina (SERT) e la sua la regione polimorfica gene-linked (5-

HTTLPR) sono ormai pienamente riconosciuti come modulatori del legame tra lo stress della

vita e la depressione Tuttavia i percorsi molecolari implicati in questa interazione gene-

ambiente (GXE) sono ancora in gran parte sconosciuti Alterazioni nel profilo dellrsquoespressione

genica del SERT spesso mediate epigeneticamente sono associate allrsquoinsorgenza di

depressione e possono pertanto costituire un ipotetico mediatore nellrsquo interazione GXE In

un recente articolo (Wankerl M et al 2014) sono stati indagati parallelamente gli effetti dei

polimorfismi genici del SERT (5-HTTLPR) e delle avversitagrave ambientali riferite allrsquointero arco

vitale a partire dagli stress precoci intra-uterini In accordo con la letteratura internazionale

sono emerse strette correlazioni tra variazioni polimorfiche del SERT e i cambiamenti

ambientali (stress precoci traumi prenatali) Studiando in vivo lespressione del SERT in

campioni di cellule di sangue periferico egrave stato valutato se i cambiamenti indotti

dallambiente siano mediati da modificazioni epigenetiche A tale scopo sono stati analizzati

83 siti CpG nel promotore-genico del SERT della grandezza di 799-bp con il metodo

altamente sensibile del ldquopyrosequencingrdquo con bisolfito I partecipanti allo studio sono stati

133 tra giovani e adulti sani I risultati hanno mostrato che sia i portatori dellallele ldquoSrdquo del 5-

17

HTTLPR che i bambini sottoposti a stress materno prenatale (328) e a maltrattamento

infantile (563) presentavano una ridotta espressione del mRNA del SERT rispetto a quelli

senza alcun fattore di rischio I dati dellrsquoarticolo indicano inoltre che i cambiamenti nei livelli

di espressione del mRNA SERT non coincidono con i profili di metilazione del DNA allinterno

delle isole CpG del SERT Egrave quindi ipotizzabile che i cambiamenti persistenti nellespressione

del SERT possano a loro volta dipendere da un alterato funzionamento serotoninergico e

probabilmente si sommano la vulnerabilitagrave a differenti malattie associate al 5-HTTLPR e le

avversitagrave precoci

Bibliografia M Wankerl1 R Miller1 C Kirschbaum1 J Hennig2 T Stalder1 and N Alexander1 Effects of genetic and early environmental risk factors for depression on serotonin transporter expression and methylation profiles Transl Psychiatry Jun 2014 4(6) e402 Published online Jun 17 2014 doi 101038tp201437 PMCID PMC4080318 Franke L Therstappen E Schlosser B Biermer M Berg T Schaumlfer M Arck P Uebelhack R Friebe A A Preliminary Study on the Relationship between Platelet Serotonin Transporter Functionality Depression and Fatigue in Patients with Untreated Chronic Hepatitis C Depress Res Treat 20142014821381 doi 1011552014821381 Epub 2014 Mar 20 Domschke K Tidow N Schwarte K Deckert J Lesch KP Arolt V Zwanzger P Baune BT Serotonin transporter gene hypomethylation predicts impaired antidepressant treatment response Int J Neuropsychopharmacol 2014 Aug17(8)1167-76 doi 101017S146114571400039X Epub 2014 Mar 28

18

SVILUPPO PUBERALE E TESSUTO ADIPOSO A cura di Dottssa Martina Beltrami - Dietista

La pubertagrave egrave una fase di transizione che determina la

maturitagrave riproduttiva tra linfanzia e letagrave adulta

La pubertagrave egrave legata a importanti cambiamenti sviluppo

delle caratteristiche sessuali secondarie lo sviluppo

somatico il menarca modificazioni psicologiche

Lormone di rilascio delle gonadotropine (GnRH) che

per tutta linfanzia viene prodotto in modo sporadico

inizia ad essere prodotto in modo pulsatile e regolare

La frequenza e lampiezza della sua produzione

determinano la produzione degli ormoni responsabili di portare allovulazione e poi la

regolaritagrave dei cicli mestruali

Tra la prima mestruazione e la piena maturazione possono passare 3-4 anni

Negli ultimi anni si egrave evidenziato come uno sviluppo precoce o tardivo sia correlato

negativamente con la salute della donna

Letagrave del menarca e lincidenza con la sindrome metabolica sono correlati con una curva a U

per la quale sia unetagrave troppo precoce (prima dei 10 anni) sia unetagrave tardiva (dopo i 16anni)

portano ad un aumentato rischio di sviluppare la sindrome metabolica nellarco dei successivi

26 anni (1)

Un menarca precoce egrave un fattore di rischio a tutte le patologie estrogeno dipendenti

(iperandrogenismo pcos tumore alla mammela) e dal punto di vista psicologico puograve essere

traumatico

Un menarca tardivo egrave correlato a osteopenia il picco di accumulo di densitagrave ossea avviene

tra letagrave puberale e i 25anni se lo sviluppo puberale tarda avrograve meno tempo a disposizione

per aumentare la densitagrave ossea

I fattori nutrizionali sono considerati uno dei principali fattori che influenzano linizio dello

sviluppo puberale

19

La Leptina egrave un ormone prodotto dal tessuto adiposo ed egrave strettamente correlata alla sua

quantitagrave Piugrave aumenta lindice di massa corporea (BMI) e piugrave aumenta la percentuale di

Leptina prodotta

La Leptina agisce sui processi di termogenesi sul comportamento alimentare e sulla funzione

riproduttiva Le modificazioni dei livelli di leptina indicano se le riserve energetiche

dellorganismo sono sufficienti per sostenere lo sviluppo puberale La leptina agisce quindi

come un segnale periferico per lipotalamo ed egrave necessaria per lo sviluppo puberale

Alcuni studi hanno evidenziato come letagrave del menarca sia strettamente correlata ai livelli

circolanti di leptina

La leptina circolante infatti aumenta di circa il 30 nei 6 mesi precedenti il menarca(2)

Negli ultimi decenni il sovrappeso egrave aumentato nella popolazione e non a caso anche letagrave

media del primo menarca egrave scesa da 13 a 12 anni circa

Letagrave del menarca egrave correlata piugrave al peso corporeo che non alletagrave cronologica

Se andiamo a modificare per carenza o per eccesso il grasso corporeo la produzione di

leptina cambia e il menarca puograve anticipare o tardare

Bambine di 5-7 anni in sovrappeso hanno maggior probabilitagrave di uno sviluppo puberale

anticipato a 9 anni (3)

Ballerine ginnaste o ragazze con un BMI piugrave basso rispetto alle coetanee spesso hanno un

menarca tardivo

Da alcuni studi sembrerebbe che un percentuale minima del 16 di grasso sia necessaria

affinchegrave avvenga lo sviluppo puberale e il 22 per avere cicli regolari (4)

Riuscire a identificare precocemente i soggetti a rischio permette di intervenire

tempestivamente lavorando sullindice di massa corporea per recuperare anni sui fattori di

rischio

Bibliografia

1) Mueller NT1Duncan BBBarreto SMChor DBessel MAquino EMPereira MASchmidt MI Earlier age at menarche is associated with higher diabetes risk and cardiometabolic disease risk factors in Brazilian adults Brazilian Longitudinal Study of Adult Health (ELSA-Brasil) 2) Lassek W D and Gaulin S JC (2007) Menarche is related to fat distribution Am J Phys Anthropol 1331147ndash1151 doi101002ajpa20644

20

3) Davison et al Percent Body Fat at Age 5 Predicts Earlier Pubertal Development Among Girls at Age 9 Pediatrics 2003 1114 815-821 4) Rose E Frisch1Roger Revelle1 Height and Weight at Menarche and a Hypothesis of Critical Body Weights and Adolescent Events Science 24 July 1970 Vol 169no 3943pp 397-399

21

Attivitagrave ormonale e distribuzione di grasso

generalizzato

A cura di Dottssa Bruzzone Francesca ndash Dietista

Mentre della localizzazione del tessuto adiposo a livello addominale piuttosto che in zona

gluteo-femorale si tratta lungamente (distinguendo lrsquoobesitagrave androide da quella ginoide) dei

soggetti che accumulano grasso in modo omogeneo nei vari distretti corporei si parla in

minor misura nonostante tale fenomeno interessi ugualmente genere maschile e genere

femminile

La predisposizione a immagazzinare le riserve energetiche in una

zona piuttosto che in unrsquoaltra varia in relazione a etagrave sesso razza

di appartenenza attivitagrave fisica alimentazione e azione ormonale

Questi ultimi tre fattori sono strettamente correlati e dipendenti

lrsquouno dallrsquoaltro

Le persone in sovrappeso che presentano delle forme corporee

come quelle della figura a lato solitamente possiedono arti lunghi

ossa piccole faccia ovale o allungata e vita alta Essi localizzano il

grasso in tutto il corpo ad eccezione dei polpacci non sopportano il

caldo adorano i carboidrati e il caffegrave alternano la loro giornata tra energia e stanchezza e

passano da entusiasmo e presa di iniziativa nei periodi positivi a depressione e irritabilitagrave nei

momenti di stress

Tutte queste caratteristiche sono determinate dal ruolo degli ormoni nella gestione della

regolazione delle funzioni corporee e dellrsquoemotivitagrave

I soggetti che tendono ad ingrassare sia nella zona addominale che in quella inferiore del

corpo infatti annoverano molto spesso un lungo passato di squilibrio ormonale in cui si

sovrappongono fattori eziologici tipici del grasso androide ad altri caratteristici del grasso

ginoide

Generalmente questi individui acquistano peso a causa di una alterata attivitagrave tiroidea (loro

ghiandola dominante) provocata da un consumo protratto ed eccessivo di carboidrati

raffinati e di zuccheri semplici Ciograve conduce nel tempo a una soppressione dellrsquoefficienza

tiroidea e della secrezione dellrsquoormone somatotropo (HGH) e quindi a un accumulo di grasso

22

generalizzato conseguente alla riduzione del metabolismo basale e del mancato effetto

lipolitico Lrsquoormone della crescita e gli ormoni tiroidei infatti vengono inibiti dal cortisolo il

quale egrave stimolato proprio dallrsquoipoglicemia reattiva allrsquoiperglicemia dovuta a un pasto ricco di

zuccheri semplici e carboidrati raffinati Anche la caffeina egrave in grado di aumentare la

produzione di cortisolo insieme a stress scarsa idratazione e digiuni prolungati Tale

ormone insieme agli squilibri insulinici che si innescano agevola lrsquoaumento ponderale

attraverso meccanismi quali la sollecitazione della lipoproteina lipasi e lrsquoaumento di

ritenzione idrica

La dieta piugrave adeguata per il dimagrimento di questi soggetti quindi prevede una riduzione

dei cereali bianchi degli zuccheri e della caffeina a favore di farinacei integrali proteine

nobili (specie di origine ittica per stimolare la tiroide attraverso il contenuto di iodio) e

verdura egualmente distribuiti nei vari pasti senza dimenticare una buona idratazione

Lrsquoazione degli ormoni nella localizzazione del grasso non si esprime soltanto in relazione agli

stimoli alimentari ma anche in rapporto allrsquoattivitagrave fisica coadiuvante il dimagrimento

Essendo la tiroide particolarmente attiva in tarda mattinata ad esempio il momento

migliore per allenarsi sarebbe questo per avere la possibilitagrave di stimolare al meglio le

funzioni metaboliche e il consumo dei grassi Se invece viene svolto un allenamento con i

pesi mirato ad implementare la forza esso non dovrebbe superare i 60 minuti in modo da

evitare unrsquoesosa produzione di cortisolo

Bibliografia

Massimo Spattini -La dieta ldquocomrdquo e il dimagrimento localizzato- Tecniche Nuove 2012

23

Approccio nutrizionale alla sindrome premestruale

A cura di Dottssa Chiara Di Gianvittorio ndash Dietista

La sindrome premestruale (PMS) egrave un disturbo

molto comune nelle donne in etagrave fertile e si

caratterizza per una serie di sintomi fisici e

psicologici che insorgono nella fase luteinica e

tendono a scomparire con il sopraggiungere del

flusso La sua prevalenza egrave stata stimata nel 30-40

della popolazione femminile in etagrave riproduttiva I

sintomi principali sono gonfiore stipsi dolori

addominali ritenzione idrica ma possono

aggiungersi ansia insonnia repentini cambi di umore irritabilitagrave stanchezza e attacchi di

fame Ogni donna vive a suo modo queste manifestazioni che possono verificarsi

contemporaneamente o solo in parte e la cui gravitagrave egrave variabile

Le cause della sindrome premestruale sono da rintracciarsi nello squilibrio ormonale dato

dallrsquoavvicendarsi di estrogeni e progesterone in fattori nutrizionali o in eventuali anomalie

funzionali dellrsquoasse ipotalamo-ipofisi-surrene che comportano alterazioni della secrezione di

ormoni sessuali Anche i crescenti livelli di prolattina possono contribuire ai sintomi

provocando dolori al seno e gonfiore Infine sembra che si verifichi una diminuzione di

dopamina e serotonina endorfine in grado di regolare il tono dellrsquoumore Le conseguenze di

tale sbilancio sono evidenti anche nella concentrazione nel siero di alcuni microelementi

magnesio e calcio risultano carenti nella fase luteinica e implicati quindi nella genesi di alcuni

dei sintomi Entrambi infatti sono coinvolti nellrsquoattivitagrave e nel rilascio di neurotrasmettitori e

nelle funzioni neuromuscolari

Considerando quindi la varietagrave dei disturbi e lrsquoimpatto che gli stessi possono avere sulla

qualitagrave di vita della donna unrsquoattenta alimentazione risulta utile quanto necessaria Nello

specifico lrsquoattenzione egrave rivolta al consumo attraverso la dieta di grassi saturi insaturi fibre

zuccheri semplici sostanze nervine e microelementi

Evidenze scientifiche mostrano che riducendo il contenuto di grassi nella dieta ed

aumentando il consumo di fibre e vegetali si abbassano i livelli ematici di estrogeni e di

24

conseguenza migliora la sintomatologia e il dolore mestruale Il fegato infatti estrae gli

estrogeni dal torrente ematico e li invia attraverso lrsquoalbero biliare nel tubo digerente Ligrave la

fibra proveniente da frutta verdura legumi e cereali sequestra gli estrogeni impedendone il

riassorbimento e promuovendone lrsquoescrezione fecale Le variazioni nei livelli ormonali sono

state studiate soprattutto nelle donne vegetariane riscontrando in conclusione una

correlazione tra le concentrazioni nel plasma di estrone ed estradiolo e il consumo di grassi

saturi Tali ormoni infatti diminuivano allrsquoaumentare dellrsquoapporto di fibre con la dieta Al

momento egrave in corso di studio dunque il ruolo della dieta vegetariana nella prevenzione e

gestione della sindrome premestruale Un ulteriore dato oggettivo a favore egrave

rappresentato dallrsquoutilizzo di alimenti come la soia ricca in fitoestrogeni Questi ultimi sono

estrogeni vegetali dallrsquoeffetto blando che agiscono come antagonisti riducendo la capacitagrave

dellrsquoestrogeno endogeno di legarsi al loro recettore cellulare Il risultato egrave una minore

stimolazione sulle cellule ormono-sensibili e una migliore gestione dei sintomi

Unrsquo ulteriore precisazione va fatta per i grassi nella dieta non solo la quantitagrave ma anche la

qualitagrave influisce sullrsquoinsorgenza dei disturbi del ciclo mestruale Unrsquoalimentazione ricca di

grassi polinsaturi Omega 3 si associa ad una sintomatologia piugrave modesta Infatti tali grassi

riducono la produzione di prostaglandine nellrsquoorganismo coinvolte nei processi di

infiammazione dolore contrazione muscolare e vasocostrizione

Banditi inoltre gli zuccheri semplici in quanto hanno un forte impatto sulla glicemia e

influenzano il rilascio dei neurotrasmettitori responsabili del tono dellrsquoumore (serotonina

adrenalina dopamina noradrenalina ecc) e del senso dellrsquoappetito

Altra accortezza per migliorare la gestione della sindrome premestruale egrave la riduzione

dellrsquoapporto di sodio e caffeina (o altre sostanze nervine come tegrave coca cola etc)

rispettivamente per limitare la ritenzione idrica e ridurre irritabilitagrave e insonnia

Infine egrave stato ampiamente studiato lrsquoapporto vitaminico e gli effetti su tali disturbi con

particolare attenzione alle vitamine del gruppo B assunte attraverso la dieta e non sotto

forma di integratori alimentari Lrsquointake di Tiamina e Riboflavina sembra avere un ruolo nellrsquo

incidenza della sindrome premestruale in quanto risultano implicate nel metabolismo di

neurotrasmettitori come Serotonina e GABA (Acido γ-amminobutirrico) che intervengono

migliorando lrsquoumore e agiscono indirettamente nella funzionalitagrave ovarica e riproduttiva

Al momento egrave in corso di valutazione lrsquointegrazione nella fase luteinica con Magnesio e

Calcio La loro contemporanea somministrazione genera un effetto sinergico nel ridurre gli

25

spasmi della muscolatura uterina e migliorare lrsquoumore Anche alcuni rimedi fitoterapici

sembrano alleviare la sintomatologia agnocasto ginkgo biloba e zafferano Ulteriori studi

sono perograve necessari per chiarire se realmente possa esserci un beneficio da eventuali

supplementazioni con microelementi o erbe Per ora rimane la certezza che una dieta

equilibrata ricca in frutta verdura legumi e acidi grassi polinsaturi sia la strategia drsquoelezione

nella gestione delle forme piugrave lievi di sindrome premestruale

Bibliografia

Adlercreutz H Martin F et al Steroid absorption and enterohepatic re cycling-

(httpwwwcontraceptionjournalorgarticle0010-782428792990094-5abstract)-

Contraception 1979 20 201-23

Baker LJ OrsquoBrien PM Premenstrual syndrome (PMS) a peri-menopausal perspective-

(httpwwwmaturitasorgarticleS0378-512228122900111-9fulltext) - Maturitas 2012

72(2)121-5

Chou T- Wake up and smell the coffee Caffeine coffee and the medical consequences-

httpwwwncbinlmnihgovpmcarticlesPMC1022034 - West J Med 1992 Nov157(5)544-53

Dante G Facchinetti F Herbal treatments for alleviating premenstrual symptoms a systematic

review- (httpinformahealthcarecomdoiabs1031090167482X2010538102)- J Psychosom

Obstet Gynaecol 2011 Mar32(1)42-51

Deutch B Menstrual pain in Danish women correlated with low n-3 polyunsaturated fatty acid

intake- (httpwwwncbinlmnihgovpubmed7588501) Eur J Clin Nutr 1995 Jul49(7)508-16

Gigante DP et al Population study of premenstrual syndrome-

(httpwwwscielosporgscielophpscript=sci_arttextamppid=S0034-

89102006000100009amplng=enampnrm=isoamptlng) - Rev Saude Publica 2006 40(1)47-56

Girman A Lee R Kligler B An integrative medicine approach to premenstrual syndrome- (

httpwwwajogorgarticleS0002-937828032900357-0fulltext) -Am J Obstet Gynecol 2003

188(5 Suppl)S56-65

Goldin BR Adlecreutz H et al Estrogen extrection patterns and plasma levels in vegetarian and

omnivorous women- (httpwwwnejmorgdoifull101056NEJM198212163072502 )- N Engl J

Med 1982 3071542-7

26

Halbreich U The etiology biology and evolving pathology of premenstrual syndromes-

(httpwwwsciencedirectcomsciencearticlepiiS0306453003000970)

Psychoneuroendocrinology 200328(suppl 3)55ndash99

Larissa Almenara Silva dos Santos Vilma Blondet de Azeredo et al-Seric ion level and its

relationship with the symptoms of premenstrual syndrome in young women-

(httpwwwnutricionhospitalariacompdf6648pdf) - Nutr Hosp 2013 28(6)2194-2200 Silva CM

Margot N Woods Sherwood L et al Low-fat high fiber diet and serume estrone sulfate in

premenopausal women (httpajcnnutritionorgcontent4961179fullpdf+htmlsid=38ae9820-

e92f-4cfe-b019-a9b3ce1d92e7) - Am J Clin Nutr 1989 49 1179-83

Sohrabi N Kashanian M et al - Evaluation of the effect of omega-3 fatty acids in the treatment of

premenstrual syndrome a pilot trial-

(httpwwwcomplementarytherapiesinmedicinecomarticleS0965-229928122900174-

4fulltext ) Complement Ther Med 2013 Jun21(3)141-6

Thys-Jacobs S Micronutrients and the premenstrual syndromethe case for calcium-

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed10763903) - Journal of the American College of Nutrition

2000 19 (2) 220-7

Patricia O Chocano-Bedoya JoAnn E Manson et al Dietary B vitamin intake and incident

premenstrual syndrome- (httpajcnnutritionorgcontent9351080long) Am J Clin Nutr 2011

93 1080-6

27

Attuali evidenze epidemiologiche in tema di malattia

celiaca

A cura di Dottssa Chiara Di Gianvittorio ndash Dietista

La malattia celiaca egrave un disturbo

autoimmune che si sviluppa in

persone geneticamente predisposte

in conseguenza dellrsquoesposizione a

fattori ambientali (glutine nella dieta

come prima causa) La prevalenza

del disturbo egrave molto variabile gli

ultimi dati riguardo la distribuzione della malattia parlano di un incremento in alcune aree

mondiali Il miglioramento delle tecniche diagnostiche e la migliore conoscenza della

malattia non bastano perograve a spiegare la crescita verificatasi negli ultimi 30- 40 anni

La nuova epidemiologia dellrsquo intolleranza al glutine egrave ora caratterizzata da un aumento di

nuovi casi in aree storiche (Europa del Nord e gli Stati Uniti) ma piugrave interessante egrave la crescita

della malattia in nuove regioni (paesi asiatici) A spiegare ciograve probabilmente ci sono

cambiamenti nelle abitudini alimentari soprattutto in etagrave infantile oltre che lrsquoutilizzo di

nuovi mezzi diagnostici

In Europa e Stati Uniti la frequenza sulla popolazione egrave di circa lrsquo 1 con alcune differenze

regionali In Finlandia e Svezia si calcola una prevalenza del 2-3 mentre in Germania solo

dello 02 nonostante i fattori causali sembrino essere simili (livello di assunzione di glutine

e frequenza di HLA-DQ2 e -DQ8) Sebbene lincidenza e i casi diagnosticati siano in

aumento rimane lrsquo ldquoiceberg celiacordquo a nascondere con un rapporto che varia da 13 a 15

(casi diagnosticati e non diagnosticati) la reale distribuzione della malattia

Oltre a Europa e Nord America lepidemiologia dellrsquo intolleranza al glutine egrave stata studiata in

molti altri paesi per lo piugrave popolati da individui di origine europea In queste zone i dati si

sovrappongono in larga misura a quelli del vecchio e del nuovo continente Nuove evidenze

arrivano dal Nord Africa e dai Paesi del Medio Oriente in cui il disturbo egrave presente

nonostante la scarsa disponibilitagrave di strutture diagnostiche e la scarsa consapevolezza della

28

malattia In Saharawi una popolazione araba che vive nel Sahara occidentale la prevalenza

della malattia egrave eccezionalmente elevata (56) per ragioni ancora poco chiare

La conoscenza della malattia nelle regioni asiatiche invece egrave ancora limitata e per lo piugrave

confinata in India dove egrave stata riconosciuta sia nei bambini che negli adulti Tuttavia come

efficacemente descritto da una task force indiana lrsquointolleranza al glutine in India egrave

ldquoimmerso in un oceano di malnutrizionerdquo La frequenza sembra essere maggiore nella parte

settentrionale probabilmente in conseguenza del largo consumo di grano rispetto al riso

Difficile ottenere dei numeri ma si stima che da 5 a 8 milioni di persone in India potrebbero

avere la malattia Purtroppo perograve ad oggi solo poche migliaia di pazienti sono stati

diagnosticati

Infine difficile comprendere anche la distribuzione in Cina a causa della grande popolositagrave I

fattori predisponenti (consumo di grano e genotipo HLA-DQ2 e DQ8) sono presenti cosigrave

come le prime evidenze in letteratura ma egrave necessario proseguire negli accertamenti

epidemiologici Risulta invece raro il disturbo in paesi come Giappone Corea Indonesia e

Filippine a causa del basso consumo di frumento e del patrimonio genetico

In sintesi i dati disponibili suggeriscono che lincidenza dellrsquo intolleranza al glutine egrave

veramente in aumento e che la malattia egrave attualmente molto piugrave comune in alcune aree

rispetto al passato Ulteriori studi epidemiologici perograve si rendono necessari per

comprendere meglio la distribuzione sulla popolazione e la correlazione con i fattori genetici

e ambientali

Bibliografia

Bai JC Fried M et al -World gastroenterology organisation global guidelines on celiac disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed23314668) - J Clin Gastroenterol 2013 47121ndash6

Catassi C Gatti S et al- The New Epidemiology of Celiac Disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed24979197)- JPGN Luglio 2014 Volume 59 supplement 1

Fasano A Berti I et al- Prevalence of celiac disease in at-risk and not-at-risk groups in the United

States a large multi center study (httparchintejamanetworkcomarticleaspxarticleid=215079)-

Arch Int Med 2003163286ndash92

29

Kochhar R Dachdev S et al- Prevalence of coeliac disease in healthy blood donors a study from

north India (httpwwwsciencedirectcomsciencearticlepiiS1590865812000229)- Dig Liver Dis

201244530ndash2

Kang JY Kang AHY et al -Systematic review worldwide variation in the frequency of Coeliac Disease

and changes over time

(httponlinelibrarywileycomdoi101111apt12373abstractjsessionid=91309CB937E7B5E094A

3B7F08441695f04t04)- Aliment Pharmacol Ther 201338226ndash45

Mustalahti K Catassi C et al- The prevalence of celiac disease in Europe results of a centralized

international mass screening project

(httpinformahealthcarecomdoiabs103109078538902010505931)- Ann Med 201042587ndash

95

30

Malattia celiaca e microbiota intestinale il ruolo dei

Bifidobatteri

A cura di Dottssa Chiara Di Gianvittorio ndash Dietista

La malattia celiaca egrave un disordine autoimmune scatenato dallrsquoingestione di alimenti

contenenti glutine in soggetti predisposti Lrsquoinfiammazione che ne risulta a carico del

piccolo intestino provoca atrofia dei villi e malassorbimento dei nutrienti I fattori implicati

nello sviluppo di questa patologia sono genetici e ambientali Tra questi ultimi troviamo

unrsquoesposizione troppo precoce al glutine insufficiente allattamento al seno infezioni

intestinali e squilibri della flora batterica residente La manifestazione clinica egrave varia e

include disturbi gastrointestinali come gonfiore vomito diarrea dispepsia perdita di peso e

disturbi extraintestinali come anemia malattie del fegato e dermatiti

Attualmente in studio egrave la relazione tra malattia celiaca e flora batterica intestinale che

risulta fondamentale per lrsquoequilibrio e la salute del tratto gastroenterico Il microbiota

umano egrave infatti lrsquoinsieme di microrganismi simbiontici dellrsquointestino Negli esseri umani si

trovano tra le 500 e le 1000 specie differenti di microrganismi di cui la maggioranza

anaerobi Tra questi ci sono i Bifidobatteri che svolgono una duplice azione diretta

contrastando i batteri patogeni e indiretta per interazione con il tessuto linfoide intestinale

(GALT) di cui ne stimola lrsquoattivitagrave

Alcuni ceppi di questi batteri inoltre sembrano inibire la risposta infiammatoria e il danno

alla mucosa che insorgono in conseguenza dellrsquoingestione di gliadina Infatti studi in vitro

hanno mostrato che tali microrganismi possono ridurre la produzione di citochine

infiammatorie (IFN-γ e IFN-α) e aumentare quella di IL-10 Un ulteriore effetto positivo

riguarda lrsquoincremento di cellule caliciformi nel piccolo intestino ridotte a causa della tossicitagrave

da glutine Infine oltre agli effetti immunomodulatori ceppi specifici come il

Bifidobacterium longum contribuiscono allrsquoidrolisi dei peptidi di gliadina durante la

digestione riducendo la presenza di aminoacidi tossici e dei loro effetti avversi

I Bifidobatteri risultano quindi protettivi contro la risposta infiammatoria e il danno

mucosale causato dal glutine Ci si chiede a questo punto se squilibri della microflora

31

possano costituire concausa nello sviluppo della patologia e se egrave possibile migliorarne la

gestione ristabilendo lrsquoequilibrio intestinale con probiotici

Attualmente cambiamenti nel microbiota intestinale sono stati dimostrati nei bambini

celiaci Negli adulti le evidenze parlano di una riduzione di Bifidobatteri sia al momento della

diagnosi che a dieta aglutinata ed un aumento dei Bacteroides (batteri gram negativi e

anaerobici) sia nelle feci che sulle biopsie dei celiaci Inoltre crsquoegrave una riduzione nella

variabilitagrave della specie sia prima che dopo la dieta Tali squilibri vanno ovviamente ad

incidere sul processo patologico

I probiotici sono costituiti da microrganismi vivi che devono essere in grado di svolgere

effetti positivi sulla flora batterica intestinale In alcuni studi si egrave dimostrato come alcuni di

essi possano avere una particolare utilitagrave per i celiaci anche se si tratta ancora di approcci a

livello sperimentale Unrsquo indagine condotta su 64 soggetti (26 pazienti celiaci con dieta

contenente glutine 18 celiaci a dieta gluten-free e 20 soggetti sani) ha portato a valutare se

la flora batterica intestinale possa contribuire ai sintomi pro-infiammatori della celiachia e se

con due specifici ceppi di Bifidobatteri sia possibile ottenere benefici I risultati

confermarono le ipotesi e il ruolo positivo svolto dai ceppi Bifidobacterium longum e

Bifidobacterium bifidum sul quadro infiammatorio

Lrsquouso di specifici batteri probiotici potrebbe quindi contribuire al miglioramento della

patologia ma egrave necessario approfondire ulteriormente con modelli sperimentali e studi

clinici il loro ruolo a supporto della terapia classica

Bibliografia

Collado MC Donat E et al- Imbalances in faecal and duodenal Bifidobacterium species composition

in active and non active coeliac disease (httpwwwncbinlmnihgovpubmed19102766)- BMC

Microbiol 2008 2321-9

Di Cagno R Rizzello CG et al- Different fecal microbiotas and volatile organic compounds in treated

and entrate children with celiac diseaseAppl And Environ Microbiol 2009 75 3963-71

Golfetto L Senna FD et al- Lower Bifidobacteria counts in adult patients with celiac disease on a

gluten- free diet

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Lower+Bifidobacteria+counts+in+adult+patients+with

+celiac+disease+on+a+gluten-+free+diet)- Arq Gastroenterol 2014 51 139-43

32

Ghosh S- Advances in our understanding of the pathogenesis of celiac disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed21523256)- Can J Gastroenterol 2011 25186

Medina M De Palma G- Bifidobacterium strains suppress in vitro the pro-inflammatory milieu

trigged by large intestinal microbiota of coeliac patients

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Bifidobacterium+strains+suppress+in+vitro+the+pro-

inflammatory+milieu+trigged)- J Inflamm 2008 519

Sanders ME- Impact of probiotics on colonizing microbiota of the gut

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed21992949)- J Clin Gastroenterol 2011 45S115-9

Sanz Y De Pama G et al- Unraveling the ties between celiac disease and intestinal microbiota

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Unraveling+the+ties+between+celiac+disease)- Int

Rev Immunol 2011 30 207-18

33

CAPSICUM ANNUUM IL ROSSO CHE PROTEGGE LA

TUA SALUTE

A cura di Dottssa Giusi Balzano ndash Biologa nutrizionista

Il peperoncino rosso il cui nome scientifico egrave Capsicum annuum appartiene alla famiglia

delle Solanacee ed egrave originario delle Americhe

Dal ritrovamento di reperti archeologici sappiamo con certezza che fin dal 5000 aC circa la

popolazione messicana conosceva il peperoncino il quale fu importato in Europa da

Cristoforo Colombo nel 1493

Capsicum annuum

Il peperoncino a dispetto di tante credenze gode di tante proprietagrave benefiche e forse per

associazione con il pepe si tende erroneamente a credere che sia poco salutare

Come pianta egrave facilmente coltivabile e si adatta a diversi climi puograve essere coltivato nei vasi

e su un terrazzo limportante egrave che stia in pieno sole Nei periodi piugrave freddi conviene ad

ogni modo tenerlo al riparo in quanto non sopporta bene un clima troppo rigido Il

peperoncino egrave una pianta annuale e le parti consumate sono i frutti le bacche contenenti

dei semi bianco-giallastri Esistono tantissime qualitagrave di peperoncino e le bacche possono

essere consumate fresche cotte o crude I colori dei peperoncini (frutto) sono molteplici

verdi gialli rossi arancione bruno scuro e marrone scuro La sensazione di piccante data dal

peperoncino egrave dovuta alla capsaicina che in proporzione alla quantitagrave disponibile nel seme

ne determina appunto la piccantezza In realtagrave quando si mangia un peperoncino la

risposta di bruciore data dallorganismo egrave solo una sensazione che il cervello invia come

34

risposta allattivazione di alcuni termorecettori presenti nella bocca con cui proprio la

capsaicina viene a contatto Tra le proprietagrave del peperoncino troviamo

funzione dimagrante egrave accentuanto il consumo di calorie ad opera della capsaicina principio

attivo del peperoncino

proprietagrave antibiotiche antibatteriche e antiossidanti ad opera dei flavonoidi e capsaicinoidi

E anche molto utile nella cura di raffreddore bronchite e sinusite

flusso sanguignoazione vasodilatatrice il caratteristico potere piccante urticante del

peperoncino porta con seacute una specifica azione della capsicina sulla circolazione periferica

del sangue La dilatazione dei vasi sanguigni egrave funzionale alla regolazione ottimale della

pressione e della circolazione del sangue che aumenta dopo lassunzione I capillari

diventano piugrave elastici e il sangue risulta piugrave ossigenato Egrave per questo che il peperoncino utile

per scaldarsi in inverno diventa anche importante nella dieta estiva per difendersi dal caldo

torrido e dallumiditagrave

cuore e colesterolo la regolazione del flusso del sangue aiuta a mantenere pulito il sistema

endovenoso congiuntamente allazione della lecitina e di altri olii essenziali evitando la

comparsa di placche che bloccano il flusso sanguigno I capsaicinoidi svolgono unazione

importante nelle diete ad alto contenuto di sostanze grasse Il peperoncino aiuta a ridurre

eccessivi livelli di colesterolo accelerandone la ripartizione e lespulsione

digestione e metabolismo il peperoncino aumenta la secrezione di succhi gastrici e migliora

la digestione grazie al suo potere antifermentativo e inoltre tiene pulite le mucose Nelle

diete in cui egrave prevista unassunzione regolare linfluenza del capsicum porta a migliorare e

velocizzare i processi metabolici Attenzione perograve in caso di bruciore fastidioso e

persistente dopo ingestione di peperoncino associato ad uninfiammazione della gola

dellesofago o dello stomaco mangiare un pezzo di formaggio o di pane o bere birra risulta

essere di grande aiuto contro i fastidi menzionati

mal di collo e mal di schiena efficace contro artriti e reumatismi il peperoncino egrave un

ingrediente essenziale di molte creme e gel antinfiammatori ad azione topica Aiuta ad

alleviare il dolore migliorando la circolazione sanguigna

azione anti-tumorale la vitamina C egrave un significativo agente anti-cancro previene infezioni e

tumori I peperoncini freschi ne sono ricchi e riescono a fornirci acido ascorbico (vitamina C)

proprio in estate ed autunno quando la nostra dieta mediterranea egrave piugrave povera di agrumi

35

mal di testa e depressione lassunzione della capsicina provoca bruciore e dolore nella bocca

e nelle pareti interne del sistema gastroenterico Il nostro corpo reagisce cominciando a

rilasciare maggiori quantitagrave di adrenalina aumentando al contempo la produzione di

endorfine Il nostro corpo risulta energizzato laumento del flusso del sangue al cervello dagrave

sollievo poi sopraggiungono le endorfine vere e proprie ldquodrogherdquo naturali cioegrave oppioidi

endogeni che vengono prodotti internamente dal nostro organismo ed hanno potere

eccitativo ed analgesico alleviando cefalee ed altri dolori

azione afrodisiaca insieme alla vitamina C nel peperoncino cegrave anche la vitamina E

responsabile della stimolazione e della regolazione di molti processi legati alla feconditagrave

sessuale

Bibliografia

1 Tewksbury JJ Levey DJ Huizinga M Haak DC Traveset A Costs and benefits of capsaicin-mediated control of gut retention in dispersers of wild chilies Ecology 89 107-17 2008

2 Govindarajan VS Sathyanarayana MN Capsicum--production technology chemistry and quality Part V Impact on physiology pharmacology nutrition and metabolism structure pungency pain and desensitization sequences Crit Rev Food Sci Nutr 29 435-74 1991

36

Rape Rosse - Tubero e foglie un beneficio a 360deg

A cura di Dottssa Giusi Balzano ndash Biologa nutrizionista

Barbe rosse barbabietole rosse o ancora carote rosse

sono tutti sinonimi dialettali che fanno riferimento alle

rape rosse

Queste sono tuberi noti in botanica come Beta vulgaris

var rapa forma rubra si tratta di una pianta

appartenente alla famiglia delle Chenopodiaceae ed al genere Beta Menzionata in alcuni

antichissimi scritti greci risalenti al 420 aC periodo in cui il tubero rosso era noto

semplicemente come beta secondo il pensiero di altri autori lorigine delle rape rosse risale

addirittura al 2000 aC considerata la presenza di alcuni reperti archeologici che la

attestano

Malgrado gli appelli di dietologi e specialisti dellalimentazione si tende spesso a

dimenticare limportanza fitoterapica e benefica di alcuni ortaggi come in questo specifico

caso le rape rosse

Le rape rosse contengono pochissime calorie (solamente 19 per 100 grammi di prodotto)

per questo motivo rientrano tra i cibi ipocalorici ottimi alimenti preferibili in diete bilanciate

che presuppongono una marcata restrizione calorica Ersquo ricca di acqua corrispondente a

circa il 91 si contano solo il 4 di carboidrati ed il 26 di fibre contiene diverse vitamine

in particolare del gruppo B e una buona quota di sali minerali soprattutto potassio sodio

calcio ferro e fosforo ed egrave ricca anche di zuccheri Nella radice della rapa rossa si ritrova un

glicoside che attribuisce la tipica colorazione rosso vivo alla rapa si tratta della betaina

sfruttata dallindustria alimentare come colorante naturale (E 162) Altro pigmento

riscontrato nella rapa rossa egrave la betaxantina che le conferisce striature giallastre Ancora

nella radice di rapa rossa si trovano altre sostanze sfruttate nella fitoterapia e nella cosmesi

quali saponine antociani flavonoidi in genere ed allantoine (proprietagrave idratanti e

disarrossanti)

37

Proprietagrave terapiche

Una delle proprietagrave curative principali di questo ortaggio riguarda il potere lassativo spesso

utile per combattere la stitichezza e le emorroidi La rapa rossa egrave anche un buon rimedio per

migliorare la funzione epatica e combattere le infezioni delle vie urinarie Le sue foglie sono

unrsquoottima fonte di vitamina A e le radici sono una buona fonte di vitamina C Le foglie

vengono cucinate o servite fresche come verdura mentre le radici o teste possono essere

affettate in insalate o cotte intere e poi tagliate a fettine o a tocchetti

Le rape rosse sono particolarmente ricche di folati fondamentali alleati contro le malattie

cardiache e lrsquoanemia in quanto coinvolti nella produzione di globuli rossi e bianchi nella

sintesi di materiale genetico e nella formazione di anticorpi nel sistema immunitario Esse

sono anche ricchi di fibre solubili e insolubili La fibra insolubile aiuta a mantenere il tratto

intestinale funzionante mentre la fibra solubile controlla il livello di zucchero nel sangue e

abbassa il colesterolo Nelle sue foglie egrave abbondante il beta-carotene il ferro e il calcio

Ricche di vitamine del gruppo B come B1 B2 B3 e B6 per quanto concerne il contenuto di

sali minerali questa egrave un ortaggio ricco di iodio sodio e potassio ma anche in quantitagrave

minori di magnesio Lo iodio egrave un minerale essenziale per il corretto funzionamento della

ghiandola tiroidea che regola il metabolismo mentre il potassio e il sodio sono necessari per

la generazione e la trasmissione degli impulsi nervosi attivitagrave muscolare a parte il bilancio

idrico allrsquointerno e allrsquoesterno della cellula

Il succo crudo di barbabietola (Fig 1) egrave particolarmente idoneo per tutte le persone che

soffrono di anemia in quanto favorisce la formazione di globuli rossi nel sangue inoltre ha

proprietagrave diuretiche e favorisce la digestione

Fig1 succo crudo di barbabietola rossa

38

Ortaggio anticancro

Nella rivista International Journal of Cancer si discute sul ruolo delle rape rosse come

potenziale alimento anticancro la questione egrave per certi versi discutibile ed oscura e non

esiste alcuna dimostrazione indubbia ed inequivocabile che accerti lipotesi In particolare

nella rivista sopraccitata si discute del possibile ruolo delle rape rosse nella prevenzione del

tumore al colon per altri le rape rosse sarebbero in grado non solo di prevenirne il cancro

ma anche di contrastarlo

Bibliografia

Kazimierczak R Hallmann E Lipowski J Drela N Kowalik A Puumlssa T Matt D Luik A Gozdowski D Rembiałkowska E

Beetroot (Beta vulgaris L) and naturally fermented beetroot juices from organic and conventional production metabolomics antioxidant levels and anticancer activity

J Sci Food Agric 2014 May

39

Sigrave ai legumi nella prevenzione delle malattie tumorali

A cura di Dottssa Bruzzone Francesca ndash Dietista

Con il termine ldquolegumirdquo si intendono tutti quei semi commestibili derivanti dalle piante

dicotiledoni dellrsquoordine delle Fabales tra cui rientrano i fagioli le lenticchie le fave i piselli

i lupini i ceci le carrube le cicerchie le arachidi e la soia

I legumi sono alimenti ricchi di proteine tanto da essere stati denominati come ldquola carne dei

poverirdquo Essi possiedono un buon contenuto in amminoacidi (ad eccezione di quelli solforati

e del triptofano) carboidrati fibre Calcio Ferro e Potassio a discapito di grassi e

colesterolo

In abbinamento ai cereali i legumi costituiscono un ottimo e saziante piatto unico dove

convergono carboidrati e proteine e dove gli amminoacidi carenti nei cereali (come la lisina)

si integrano con quelli dei legumi e viceversa Queste qualitagrave rendono tali semi

particolarmente adeguati sia nella prevenzione che nel trattamento di numerose malattie

metaboliche come il diabete mellito le dislipidemie la sindrome metabolica il sovrappeso e

lrsquoobesitagrave Di recente inoltre egrave stato attribuito un altro importante ruolo benefico ai legumi

quello di ostacolare la crescita di alcune forme tumorali

Un lavoro effettuato da un gruppo di ricercatori dellUniversity College di Londra del

Dipartimento di Scienze Chirurgiche dell`Universitagrave di Chieti e del Laboratorio di

Farmacologia Molecolare dell`Istituto Mario Negri di Milano e pubblicato sulla rivista

statunitense ldquoCancer Researchrdquo infatti ha scoperto la presenza di inositolo pentachisfosfato

nella maggior parte dei legumi (in particolare in lenticchie piselli e fagioli) e nelle noci Tale

40

composto sembrerebbe inibire lrsquoenzima fosfoinositide 3-chinasi coinvolto nella crescita e

nella progressione dei tumori e capace di aumentare la resistenza al trattamento con agenti

chemoterapeutici Il segnale attivato dalla fosfoinositide 3-chinasi infatti rappresenta un

target importante per lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche anticancro e questo studio

dimostra come lrsquoinositolo pentafosfato sia capace di antagonizzare in maniera specifica

questo segnale nelle cellule tumorali inducendone lrsquoapoptosi (morte programmata)

Lrsquoinositolo pentafosfato ha una struttura molecolare analoga al prodotto dellrsquoattivitagrave

enzimatica della fosfoinositide 3-chinasi che attiva segnali specifici per la progressione del

cancro Il meccanismo secondo il quale lrsquoinositolo pentafosfato disattiva le proteine

iperattive nei tumori dalla membrana plasmatica permette di inibire sia la crescita delle

cellule tumorali umane in coltura sia lo sviluppo dei tumori nei topi In queste condizioni

lrsquoinositolo pentafosfato ha dimostrato unrsquoattivitagrave farmacologica comparabile e potenziante

quella del farmaco citotossico cisplatino molto usato in chemioterapia antitumorale ma

associato a effetti collaterali come nausea vomito formicolio a mani e piedi caduta dei

capelli e alterazione della funzionalitagrave renale (gli inositoli fosfati invece non sono tossici

neanche a concentrazioni piugrave elevate di quelle usate in questo studio e possono essere

assorbiti per via orale) I principali effetti positivi sono stati riscontrati a livello di ovaie e

polmoni

Lrsquoinositolo pentafosfato inoltre si egrave dimostrato capace di inibire lo sviluppo dei nuovi vasi

sanguigni indispensabili per la nutrizione e lo sviluppo del tumore (angiogenesi) bloccando

quindi un meccanismo fondamentale per la sua crescita

Sitografia

ldquoLe Scienze edizione italiana di Scientifica Americanrdquo ndashLegumi e cereali conto il cancro-

ldquoAssociazione Giacomo-onlusrdquo -Inositolo Pentafosfato da legumi e arachidi una nuova strada

nella cura dei tumori

41

Tra le mille virtursquo del miele la cura dellrsquoherpes simplex

A cura di Dottssa Serena Pascucci Biologa Nutrizionista

Le molteplici proprietagrave del miele sono note fin dallrsquoantichitagrave

per le sue capacitagrave antisettiche antibiotiche e cicatrizzanti

e il suo uso nella medicina moderna sta riscontrando

sempre piugrave maggiore interesse

Diversi studi

hanno valutato

lrsquoefficacia del miele contro alcuni virus tra cui di

particolare importanza egrave emersa lrsquoefficacia del

miele per il trattamento dellrsquoHerpes Simplex sia a

livello labiale sia a livello genitale Lo studio del

2004 condotto presso una clinica privata a Dubai

ha selezionato 16 pazienti con ricorrenti manifestazioni del virus otto affetti da Herpes

simplex a livello labiale e otto a livello genitale con un etagrave compresa tra i 35 e i 45 anni sia

maschi che femmine Ersquo stata valutata e considerata lrsquoefficacia del miele nel trattamento

delle lesioni prodotte dal virus in confronto a un comune farmaco antivirale utilizzato

normalmente (Acyclovir) I pazienti prescelti prima della prova non dovevano sottoporsi ad

altre cure antivirali A scelta casuale sono stati selezionati quattro pazienti con herpes

labiale e quattro con herpes genitale che hanno effettuato il primo trattamento con il miele

gli altri otto con il farmaco comune antivirale a base di 5 di acyclovir Alla seconda

comparsa della manifestazione del virus egrave stato effettuato lrsquoopposto Nello studio egrave stato

somministrato un miele multiflora direttamente sulle lesioni prodotte dal virus su una garza

a contatto con la lesione per un quarto drsquoora per 4 volte al giorno fino alla completa

guarigione mentre il farmaco veniva applicato 6 volte al giorno Da questa prova egrave stata

riscontrata una durata delle lesioni dalla prima comparsa alla completa scomparsa di circa

12 giorni in media per entrambi i trattamenti ma nel caso dei pazienti con herpes labiale

trattati con il miele la guarigione egrave avvenuta in circa 3 giorni rispetto ai 5 giorni con il

trattamento con acyclovir cioegrave con una velocitagrave del 35 superiore Inoltre il miele ha

42

mostrato un azione migliore rispetto al farmaco in particolare la durata del dolore risultava

minore del 39 con fastidi moderati per non piugrave di 24 ore mentre con acyclovir il dolore

anche se moderato poteva prolungarsi fino a 72 ore Ersquo stato anche riscontrato un

insorgenza minore delle croste del 28 in chi utilizzava il miele in particolare in 5 pazienti le

lesioni non si sono evolute in croste cosa che non egrave mai avvenuta nei soggetti trattati con il

farmaco Ancora in due casi con il trattamento con il miele lrsquoherpes ha abortito cioegrave dopo i

primi sintomi non ha sviluppato lesioni e procurato fastidi al contrario dei pazienti trattati

con il farmaco Anche nei pazienti con herpes a livello genitale il miele si egrave mostrato piugrave

efficace del farmaco convenzionale con un tempo di guarigione minore del 53 una durata

del dolore inferiore del 50 anche qui con fastidi moderati e con una durata non superiore

alle 24 ore rispetto a bruciori da moderati a medi prolungati(anche per 3 giorni) nei pazienti

con trattamento con farmaco Inoltre egrave stato riscontrato anche a livello genitale un

insorgenza minore di croste del 49 in particolare in 5 pazienti trattati con il miele le lesioni

a livello genitale non si sono sviluppate in croste a differenza dei pazienti trattati con il

farmaco in cui le croste sono sempre apparse Infine egrave stato riscontrato anche a livello

genitale un aborto del virus in chi utilizzava il miele senza avere avuto nessun riscontro

invece nei pazienti trattati con farmaco

Lrsquoanalisi statistica ha mostrato un efficacia superiore del miele rispetto allrsquoutilizzo di

acyclovir per la cura e la risoluzione delle lesioni virali da herpes simplex labiale e genitale

(Ai-waili 2004) Tuttavia quale sia o quali siano i meccanismi drsquoazione che permettono al

miele di inibire la replicazione del virus sono poco conosciuti Un fattore che puograve

determinare lrsquoazione antivirale del miele puograve essere ricercato nel contenuto di flavonoidi(

azione antivirale) rame zinco vit E C normalmente presenti nel miele e di provata azione

antivirale(AI-Waili 2004) e infine lrsquoossido di azoto con un azione antivirale in vitro la cui

attivitagrave egrave stata rilevata anche sul virus dellrsquoHIV (Torre et al 2002 Schramm DD et al 2003)

Lrsquoherpes simplex egrave un infezione virale importante qualsiasi terapia si volesse seguire egrave

opportuno seguire sempre una supervisione e il consiglio del medico

Bibliografia

Al-Waili NS topical honey application vs acyclovir for the treatment of recurrent herpes

simplex lesions Med Sci Monit 2004 10(8) MT94-MT98

- Schramm DD Karim M Schrader HR Holt RR Cardetti M Keen CL Honey with high levels of antioxidants can provide protection to healthy human subjects J Agric Food Chem 200351(6)1732ndash5 doi 101021jf025928k - Torre D Pugliese A Speranza F Role of nitric oxide in HIV-1 infection friend or foe Lancet Infect Dis 2002 May2(5)273-80

4

wwwcomposizionecorporeacom I nostri punti principali

1 - Competenza lanalizzatore DF50 egrave prodotto da Impedimed leader mondiale nella ricerca scientifica attraverso lutilizzo delle Bioimpedenze sia con tecnologia spettroscopica che a frequenza singola (50 Khz) Le misurazioni dei valori Bioelettrici (resistenza Reattanza Angolo di Fase e Impedenza) sono dirette e visualizzabili nel display dello strumento Impedimed collabora con le piugrave importanti Universitagrave mondiali ed egrave leader sia nellanalisi della composizione corporea in ambito medico nutrizionale sportivo e wellness che nella specifica ricerca in campo oncologico

2 - Qualitagrave garanzie e certificazioni internazionali lanalizzatore Impedimed DF50 egrave registrato come dispositivo medico co il Ministero della Salute Italiano ed ha inoltre la Certificazione di qualitagrave AU0564407 - SGS e lapprovazione della FDA Studi di validazione e bibliografia

3 - Valore tecnologico Valori bioelettrici di Resistenza reattanza e Angolo di Fase misurati direttamente e visualizzabili in tempo reale nel Display LCD - Funzionamento Dual mode (non necessita di Personal computer) Software avanzato con analisi vettoriale Gratuito Training approfondito didattico-pratico per un corretto utilizzo (Gratuito) - Dispositivo medico di ultima generazione palmare di altissima qualitagrave con il miglior rapporto qualitagrave-prezzo Tutti i valori bioelettrici misurati sono certificati e validati

4 - Consulenza gratuita pre e post vendita sulle varie tecnologie legate alla composizione corporea e alla nutrizione dinamometria Biorisonanza Analisi energetica Analisi HRV (bilanciamento sistema simpatico-parasimpatico) etc

5 - Formazione corsi individuali sul corretto utilizzo dei nostri dispositivi

6 - Confronto Impedimed DF50 non teme confronti Prima di acquistare un analizzatore valutate con attenzione le caratteristiche tecniche del nostro dispositivo e confrontatele scrupolosamente Vi accorgerete di essere di fronte ad uno strumento unico nel suo genere (Certificazioni validazioni dispositivo palmare misure dirette e visualizzabili Tester elettronico per il controllo dei valori bioelettrici analisi composizione corporea in tempo reale a display anche senza luso di un PC software gratuito Impedimed per lanalisi della composizione corporea completo di scala Hy-Dex vettoriale e gestione clienti training gratuito per ul corretto utilizzo valigetta ed accessori)

5

Gli ingredienti naturali di questo alimento nutrono e saziano senza appensatire lrsquoorganismo Il contenuto di fibre agisce inoltre sulla flora batterica per regolare le funzioni intestinali GLI INGREDIENTI Semi ( lino zucca girasole) Cereali soffiati (farromiglio amaranto kamut) miele italiano mandorle fiocchi drsquoavena noci quinoa soffiata NON CONTIENE Additivi conservanti dolcificanti di sintesi grassi idrogenati coloranti e aromatizzanti UTILIZZO Alimento indicato per prima colazione spuntino tra i pasti prima e dopo lrsquoattivitagrave sportiva e quando non possiamo concederci un pasto completo Adatto a tutte le etagrave

PERCHEgrave ASSUMERE TUTTI I GIORNI UN CUCCHIAIO DI OLIO DI

LINO Gli acidi grassi Omega-3 e Omega-6 sono considerati essenziali perchegrave indispensabili al corretto funzionamento del nostro organismo Infatti se desideriamo conservare arterie sane e mente lucida fino a tarda etagrave occorre assumere alimenti che contengano gli acidi grassi vantaggiosi della serie Omega-3 che contrastano lrsquoinfiammazione modulano i metabolismi e la risposta immunitaria promuovendo una migliore qualitagrave della vita Gli oli non sono tutti ugualiLa caratteristica primaria dellrsquoOlio di Lino Rilevo egrave la modalitagrave di conservazione a freddo che garantisce lrsquoefficacia dellrsquoazione dellrsquoOmega-3 che altrimenti il calore porterebbe allrsquoossidazione

RILEVO

EDUCAZIONE ALIMENTARE

wwwrilevoeu

PARTNER E SOCI COLLETTIVI

6

Nata nel 2008 dalla volontagrave di un pool di professionisti ADAMA attribuisce da sempre

grande valore a principi quali lrsquoetica e la professionalitagrave che costituiscono le fondamenta di

unrsquoazienda che non ha mai voluto basare il proprio sviluppo sul business fine a se stesso

Lrsquoazienda punta primariamente a proporre prodotti salutistici altamente innovativi e di

qualitagrave caratterizzati da un elevato grado di efficacia prodotti in grado di rivoluzionare il

mercato grazie ad una tecnologia unica ed esclusiva novitagrave assoluta nel panorama

internazionale

Lo spirito di innovazione di ADAMA si egrave concretizzato nella creazione degli Estratti

IdroEnzimatici (EIE) frutto di anni di ricerca in ambito universitario nel settore delle

biotecnologie applicate allrsquoalimentazione La complessa ed innovativa tecnica di estrazione

consente agli EIE di contenere il 100 del fitocomplesso racchiuso nella pianta di origine

in una forma altamente biodisponibile per lrsquoorganismo Il fatto di non utilizzare solventi in

alcuna fase del processo di estrazione permette di ottenere degli estratti sicuri sia per la

salute che per lrsquoambiente Inoltre per assicurare al cliente finale un prodotto di alta qualitagrave

ciascun lotto di produzione viene sottoposto ad unrsquoaccurata analisi chimico-fisica

Il campo di intervento di ADAMA egrave estremamente ampio e copre tutte le branche della

Medicina Non Convenzionale sia in ambito umano che veterinario

I canali di informazione distribuzione e vendita dei prodotti ADAMA coprono in modo

capillare il territorio nazionale essendo proposti attraverso molteplici soggetti medici

naturopati dietologi farmacie erboristerie e professionisti del settore in genere

Inoltre lrsquointeresse dei mercati esteri nei confronti degli EIE sta portando lrsquoazienda ad

espandere il proprio raggio drsquoazione ben oltre i confini nazionali

wwwadamait

7

CEC egrave una Societagrave Editrice nata a Milano nel 1998 allo scopo di pubblicare riviste e libri

tecnico-scientifici nellarea della COSMETICA e dellINTEGRAZIONE

NUTRIZIONALE

Il carattere distintivo della CEC egrave il tipo di comunicazione utilizzato che si caratterizza

per lalta qualitagrave scientifica Nel nostro Board sono presenti esperti altamente qualificati

provenienti da Industria Fondazioni ed Universitagrave

In area cosmetica CEC pubblica Cosmetic Technology una rivista bimestrale che si

occupa di scienza RampD Marketing e Packaging

In area nutrizionale CEC pubblica LIntegratore Nutrizionale lunica rivista in Italia

dedicata a Integratori Nutrizionali e Functional Foods

NUTRAfoods risponde invece alle specifiche esigenze dei ricercatori che necessitano di

materiale scientifico e di aggiornamenti legislativi costanti per sviluppare prodotti ancora

piugrave innovativi nel settore in rapida crescita dellhealthfood

wwwcec-editorecom

8

PATROCINI ED EVENTI

NutriProf saragrave presente come Partner a Dieta Live

Con uno Stand Attrezzato dove si sovlegeragrave la giornata

nazionale del Nutrizionista Professionista

Con la partecipazione dellrsquoOrdine Nazionale dei Biologi nella persona del

Presidente Prof Ermanno Calcatelli

Palazzo dei Congressi di Roma il 28 e 29 Marzo 2015

Scienza cultura prodotti e divertimento per scegliere la dieta migliore

per il benessere del corpo e della mente

wwwdietaliveit

NUTRA DAY 2015

GIORNATA SEMINARIO SULLA NUTRACEUTICA

VENERDI 20 MARZO 2015

UN EVENTO RIVOLTO A

AZIENDE NUTRACEUTICHE

AZIENDE CON SETTORE DEDICATO AI NUTRACEUTICI

CATENEGRUPPI DI FARMACIE

DISTRIBUTORI DI PRODOTTI NUTRACEUTICI

ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA LEGATE ALLA NUTRACEUTICA

ASSOCIAZIONIORDINI PROFESSIONALI DI MEDICI FARMACISTI amp NUTRIZIONISTI

MEDIA DEL SETTORE (NUTRIZIONE SALUTE MEDICINA)

DOCENTI UNIVERSITARI e RICERCATORI

MODERATORE PROF ALBERTO MARTINA UNIVERSITA DEGLI STUDI DI PAVIA

NB Per i Soci NutriProf egrave previsto il 15 di sconto (codice promozionale NUTRIPROF15

httpwwwcgseucomnutra-day-2015

9

httpwwwsinutit

10

Aspetti genetici del Disturbo Post Traumatico da Stress (PTSD)

A cura di Dott Giovanni Borghini- Biologo Genetista

Le tragiche immagini di violenza che incensurate stanno quotidianamente invadendo la

nostra vita privata attivano quella che gli specialisti

dellrsquoemergenza chiamano ldquotraumatizzazione vicariardquo

Viene cosigrave definito lrsquoeffetto determinato

dallrsquoimmedesimazione ldquosimpaticardquo dello spettatore

piugrave o meno ravvicinato con le vittime di avvenimenti

traumatici tale fenomeno egrave stato dimostrato

determinante per lo sviluppo in chi ha assistito

impotente di un PTSD al primo presentarsi di una sua pur minima esperienza di rischio

Questo articolo propone alcuni spunti di riflessione sulla diversa risposta degli spettatori

sottoposti alla stessa violenta intrusiva pressione mediatica nella prospettiva di una attenta

azione preventiva sulle persone piugrave fragili specialmente quando si tratta di minori affidati

alla nostra tutela

Alla domanda sul percheacute alcuni individui hanno piugrave probabilitagrave di altri di sviluppare un PTSD

se esposti a traumi diretti o indiretti di intensitagrave simile gli studi epidemiologici hanno

risposto evidenziando i fattori di rischio psicopatologici e neurogenetici implicati

nellrsquoinsorgenza di tale sindrome questa viene infatti considerata come espressione ultima

dellrsquointerazione tra le caratteristiche genetiche dellrsquoindividuo uno o piugrave fattori traumatici e il

contesto sociale (GxTxE) (Auxeacutemeacutery Y 2012 (2))

Nonostante lrsquoevidenza che quando lrsquoesposizione al trauma tocca livelli estremi di intensitagrave

eo di frequenza la prevalenza del PTSD raggiunge il 100 annullando lrsquoimportanza di

qualsiasi predisposizione genetica tuttavia alcune varianti geniche come lrsquoomozigosi SS della

SLC6A4LPR (trasportatore della Serotonina-SERT-5HTLPR) si confermano candidate

particolarmente reattive nel condizionare la relazione tra la dose di stress e la risposta

patologica e nello stesso tempo come predisposizioni ad alto rischio di promuovere un

PTSD anche a seguito di pochi e deboli episodi traumatici (Kolassa IT et al 2010)

Recentemente egrave stato confermato un polimorfismo a singolo nucleotide (SNP val66met-

G196A- rs6265) nel gene che codifica lrsquoespressione del Brain Derived Neurotrophic Factor

11

(BDNF) come fattore determinante nella dipendenza neurotrofica dallrsquoattivitagrave fisica nel

neuro-sviluppo nella neuro-rigenerazione nella neurotrasmissione nellrsquoapprendimento

nella regolazione dellrsquoumore e nella risposta allo stress (Zhang L et al 2013) La variante

ipoespressa di tale polimorfismo (-66met) diminuisce la secrezione neuronale di BDNF

alterando di conseguenza alcune forme di apprendimento e la suscettibilitagrave allo stress ma

soprattutto aumentando lrsquoansia e riducendo lrsquoestinzione della paura appresa dati

confermati alla fNMR come tre possibili endofenotipi rispettivamente neurobiologico

neuropsichico e neurocognitivo del PTSD (Frielingsdorf H et al 2010)

La presenza anche di un solo allele 66met risulta correlata al sottotipo del PTSD con

manifestazioni psicotiche (Pivac N et al 2012) a quello in comorbilitagrave con il Disturbo

Bipolare (BD) (Rakofsky JJ et al 2012) e alla Depressione in soggetti che hanno subito

esperienze traumatiche infantili (ECA-ELS) (Aguilera M et al 2012) amplificandone gli effetti

negativi nellrsquoetagrave adulta (Miller et al 2012)

Tuttavia nellrsquointerazione epistatica funzionale (GxGxE) con la variante dominante di

vulnerabilitagrave SS del 5HTTLPR egrave il polimorfismo val66val del BDNF ad esaltare con la sua

iperespressione la depressione successiva ad abusi infantili (Grabe HJ et al 2012) mentre

negli stessi portatori della variante SS del 5HTTLPR il polimorfismo genico 66met del BDNF

risulta favorire la reattivitagrave emotiva ansiogena come dimostrato allrsquoimaging funzionale

(BOLD fNMR) dal coinvolgimento dellrsquoAmigdala e della Corteccia Cingolata Anteriore rostrale

(AMY rACC) (Outhred T et al 2012) Questi dati favoriscono lrsquoipotesi della modulazione

epistatica ambivalente in senso rispettivamente depressogeno o ansiogeno delle varianti

66val e 66met del BDNF sui portatori del polimorfismo genico di suscettibilitagrave 5HTTLPR-SS

Riguardo la gravitagrave dei sintomi del PTSD in epistasi con il DRD2 Taq1 (allele T di vulnerabilitagrave

per ipoespressione dei recettori D2 della dopamina) la variante 66met del BDNF la attenua

mentre la variante Val-Val la esalta in funzione dellrsquoespressione di tali recettori e

indipendentemente dunque dallrsquoeccesso o dal difetto di DA (Hemmings SM et al 2012)

seppure un ruolo di suscettibilitagrave al PTSD sia stato riconosciuto alla variante 9R del

polimorfismo VNTR nella 3UTR del gene SLC6A3 codificante nellrsquouomo per il trasportatore

della Dopamina (DAT1) come vedremo piugrave avanti (Valente NL et al 2012) Riguardo alla

risposta terapeutica premesso che il trattamento non farmacologico piugrave efficace per il PTSD

egrave risultata la Terapia di Esposizione che mira a facilitare lrsquoestinzione della paura appresa egrave

stato recentemente evidenziato che il BDNF facilita lrsquoestinzione dellrsquoapprendimento e in

12

particolare che la sua variante 66 Met fa prevedere una scarsa risposta alla terapia cognitivo-

comportamentale di esposizione nel PTSD (Felmingham KL et al 2013)

TABELLA RIASSUNTIVA DELLE INTERAZIONI EPISTATICHE NEL DPTS

EPISTASI SERT SS DRD2 T DAT1 9R DAT1 10R

COMT -158met

NET -182C

BDNF Val66Val

Depressione in ECA

uarrsintomi PTSD

BDNF Met66Met

Ansia in ECA

darrsintomi PTSD

DAT1 9R +PTSD In vitro

DAT1 10R + PTSD In vivo

COMT -158met

+PTSD urbano

NET -182C

+PTSD

EPISTASI SERT SS DRD2 T DAT1 9R DAT1 10R

COMT -158met

NET -182C

BDNF Val66Val

Depressione in ECA

uarrsintomi PTSD

BDNF Met66Met

Ansia in ECA

darrsintomi PTSD

DAT1 9R +PTSD In vitro

DAT1 10R + PTSD In vivo

COMT -158met

+PTSD urbano

NET -182C

+PTSD

13

Drsquoaltra parte gli omozigoti 66met del BDNF presentando una riduzione di volume della

Sostanza Grigia (GM) dellrsquoIppocampo e un aumento di quella della Corteccia Orbito Frontale

destra (rOFC) impiegano minor tempo per la remissione dei sintomi depressivi

contrariamente ai 66val che con la stessa riduzione della GM dellrsquoippocampo sinistro

rispondono invece piugrave lentamente alla terapia (Cardoner N et al 2012)

Alcune evidenze suggeriscono uno stato iperdopaminergico con maggior frequenza della

variante 9R del DAT1 nel PTSD Studi in vivo con immagini molecolari di tomografia

computerizzata ad emissione di singolo fotone (SPECT) hanno tuttavia dimostrato un

incremento del potenziale legante del trasportatore della dopamina nello Striato di pazienti

portatori del PTSD Tale aumentata densitagrave di DAT riflette un incrementato turnover locale di

dopamina in grado di contribuire al perpetuarsi e al potenziamento fobico di un evento

traumatico e delle situazioni che lo ricordano (Hoexter MQ et al 2012) confermando i

risultati contraddittori sulla valenza in vivo ed in vitro del suddetto polimorfismo (Heitland I

et al 2012)

Infine il giagrave ricordato riscontro della variante -158met del polimorfismo val158met della

COMT in soggetti che hanno sviluppato PTSD dopo violenza urbana (Valente NL et al 2011

(2) Norrholm SD et al 2013) conferma lrsquoipotesi di un endofenotipo ipernoradrenergico per il

PTSD La COMT egrave infatti preposta a catabolizzare lrsquoeccesso di NE libera intersinaptica in zone

povere dei ricaptatori DAT e NET come la corteccia prefrontale e lrsquoippocampo e la sua

variante 158met ne indica lrsquoipoespressione Pertanto anche la variante NET-182C del

polimorfismo del trasportatore della norepinefrina (SLC6A2-182TC) che ne ipoesprime la

ricaptazione (Valente NL et al 2011-2) si candida a predisponente del PTSD

Bibliografia

Aguilera M Arias B Wichers M Barrantes-Vidal N Moya J Villa H van Os J Ibaacutentildeez MI Ruipeacuterez MA Ortet G Fantildeanaacutes L Early adversity and 5-HTTBDNF genes new evidence of gene-environment interactions on depressive symptoms in a general population Psychol Med 2009 Sep39(9)1425-32 Epub 2009 Feb 12 Auxeacutemeacutery Y (2) Posttraumatic stress disorder (PTSD) as a consequence of the interaction between an individual genetic susceptibility a traumatogenic event and a social context] Encephale Oct 2012 38(5) 373-80 Cardoner N Soria V Gratacograves M Hernaacutendez-Ribas R Pujol J Loacutepez-Solagrave M Deus J Urretavizcaya M Estivill X Menchoacuten JM Soriano-Mas C Val66Met BDNF genotypes in melancholic depression effects on brain structure and treatment outcome Depress Anxiety Nov 2012

14

Felmingham KL Dobson-Stone C Schofield PR Quirk GJ Bryant RA The Brain-Derived Neurotrophic Factor Val66Met Polymorphism Predicts Response to Exposure Therapy in Posttraumatic Stress Disorder Biol Psychiatry Jan 2013 Frielingsdorf H Bath KG Soliman F Difede J Casey BJ Lee FS Variant brain-derived neurotrophic factor Val66Met endophenotypes implications for posttraumatic stress disorder Ann N Y Acad Sci 2010 Oct1208150-7 doi 101111j1749-6632201005722x Grabe HJ Schwahn C Mahler J Appel K Schulz A Spitzer C Fenske K Barnow S Freyberger HJ Teumer A Petersmann A Biffar R Rosskopf D John U Voumllzke H Genetic epistasis between the brain-derived neurotrophic factor Val66Met polymorphism and the 5-HTT promoter polymorphism moderates the susceptibility to depressive disorders after childhood abuse Prog Neuropsychopharmacol Biol Psychiatry 2012 Mar 3036(2)264-70 Epub 2011 Oct 2 Heitland I Oosting R SBaas J M P Massar S A A Kenemans J L Boumlcker K B E Genetic polymorphisms of the dopamine and serotonin systems modulate the neurophysiological response to feedback and risk taking in healthy humans Cogn Affect Behav Neurosci 2012 December 12(4) 678ndash691 Hemmings SM Martin LI Klopper M van der Merwe L Aitken L de Wit E Black GF Hoal EG Walzl G Seedat S BDNF Val66Met and DRD2 Taq1A polymorphisms interact to influence PTSD symptom severity A preliminary investigation in a South African population Prog Neuropsychopharmacol Biol Psychiatry 2012 Oct 25 pii S0278-5846(12)00266-7 doi 101016jpnpbp201210011 [Epub ahead of print] Hoexter MQ Fadel G Feliacutecio AC Calzavara MB Batista IR Reis MA Shih MC Pitman RK Andreoli SB Mello MF Mari JJ Bressan RA Higher striatal dopamine transporter density in PTSD an in vivo SPECT study with [(99m)Tc]TRODAT-1 Psychopharmacology (Berl) 2012 Nov224(2)337-45 doi 101007s00213-012-2755-4 Epub 2012 Jun 15 Kolassa IT Ertl V Eckart C Gloumlckner F Kolassa S Papassotiropoulos A de Quervain DJ Elbert T Association study of trauma load and SLC6A4 promoter polymorphism in posttraumatic stress disorder evidence from survivors of the Rwandan genocide J Clin Psychiatry 2010 May71(5)543-7 Epub 2010 Apr 6 Miller S Hallmayer J Wang PW Hill SJ Johnson SL Ketter TA Brain-derived neurotrophic factor val66met genotype and early life stress effects upon bipolar course J Psychiatr Res 2012 Nov 23 pii S0022-3956(12)00328-7 doi 101016jjpsychires201210015 [Epub ahead of print] Norrholm SD Jovanovic T Smith AK Binder E Klengel T Conneely K Mercer KB Davis JS Kerley K Winkler J Gillespie CF Bradley B Ressler KJ Differential Genetic and Epigenetic Regulation of catechol-O-methyltransferase is Associated with Impaired Fear Inhibition in Posttraumatic Stress Disorder Front Behav Neurosci 2013 Apr 10730 doi 103389fnbeh201300030 Print 2013 Outhred T Das P Dobson-Stone C Griffiths K Felmingham KL Bryant RA Malhi G Kemp AH The functional epistasis of 5-HTTLPR and BDNF Val66Met on emotion processing a preliminary study Brain Behav Nov 2012 2(6) 778-88 Pivac N Kozaric-Kovacic D Grubisic-Ilic M Nedic G Rakos I Nikolac M Blazev M Muck-Seler D The association between brain-derived neurotrophic factor Val66Met variants and psychotic

15

symptoms in posttraumatic stress disorder World J Biol Psychiatry 2012 Apr13(4)306-11 Epub 2011 Jul 6 Rakofsky JJ Ressler KJ Dunlop BW BDNF function as a potential mediator of bipolar disorder and post-traumatic stress disorder comorbidity Mol Psychiatry 2012 Jan17(1)22-35 doi 101038mp2011121 Epub 2011 Sep 20 Valente NL Vallada H Cordeiro Q Miguita K Bressan RA Andreoli SB Mari JJ Mello MF Candidate-gene approach in posttraumatic stress disorder after urban violence association analysis of the genes encoding serotonin transporter dopamine transporter and BDNF J Mol Neurosci 2011 May44(1)59-67 Epub 2011 Mar 29 Valente NL Vallada H Cordeiro Q Bressan RA Andreoli SB Mari JJ Mello MF (2) Catechol-O-methyltransferase (COMT) val158met polymorphism as a risk factor for PTSD after urban violence J Mol Neurosci 2011 Mar43(3)516-23 Epub 2010 Nov 17 Zhang L Benedek DM Fullerton CS Forsten RD Naifeh JA Li XX Hu XZ Li H Jia M Xing GQ Benevides KN Ursano RJ PTSD risk is associated with BDNF Val66Met and BDNF overexpression Molecular Psychiatry (15 January 2013) | doi101038mp2012180

16

Depressione azione epigenetica dei fattori ambientali sullo sviluppo del disturbo attraverso la metilazione

del trasportatore della serotonina (SERT) Evidenze di laboratorio sulla quantificazione dellrsquoeffetto epigenetico del danno e della correzione terapeutica

A cura di Dott Giovanni Borghini- Biologo Genetista

La cronaca continua a portare alla ribalta estremi gesti anti-

conservativi di personaggi apparentemente gratificati da una vita di

successi e popolaritagrave Cosa si nasconde dietro il male oscuro della

depressione egrave una sfida ancora aperta ai piugrave diversi contributi della

ricerca Ne analizzeremo uno in particolare legato alle recenti

acquisizioni della biologia molecolare sui fenomeni epigenetici da

stress e il polimorfismo genico del trasportatore della serotonina

Il trasportatore della serotonina (SERT) e la sua la regione polimorfica gene-linked (5-

HTTLPR) sono ormai pienamente riconosciuti come modulatori del legame tra lo stress della

vita e la depressione Tuttavia i percorsi molecolari implicati in questa interazione gene-

ambiente (GXE) sono ancora in gran parte sconosciuti Alterazioni nel profilo dellrsquoespressione

genica del SERT spesso mediate epigeneticamente sono associate allrsquoinsorgenza di

depressione e possono pertanto costituire un ipotetico mediatore nellrsquo interazione GXE In

un recente articolo (Wankerl M et al 2014) sono stati indagati parallelamente gli effetti dei

polimorfismi genici del SERT (5-HTTLPR) e delle avversitagrave ambientali riferite allrsquointero arco

vitale a partire dagli stress precoci intra-uterini In accordo con la letteratura internazionale

sono emerse strette correlazioni tra variazioni polimorfiche del SERT e i cambiamenti

ambientali (stress precoci traumi prenatali) Studiando in vivo lespressione del SERT in

campioni di cellule di sangue periferico egrave stato valutato se i cambiamenti indotti

dallambiente siano mediati da modificazioni epigenetiche A tale scopo sono stati analizzati

83 siti CpG nel promotore-genico del SERT della grandezza di 799-bp con il metodo

altamente sensibile del ldquopyrosequencingrdquo con bisolfito I partecipanti allo studio sono stati

133 tra giovani e adulti sani I risultati hanno mostrato che sia i portatori dellallele ldquoSrdquo del 5-

17

HTTLPR che i bambini sottoposti a stress materno prenatale (328) e a maltrattamento

infantile (563) presentavano una ridotta espressione del mRNA del SERT rispetto a quelli

senza alcun fattore di rischio I dati dellrsquoarticolo indicano inoltre che i cambiamenti nei livelli

di espressione del mRNA SERT non coincidono con i profili di metilazione del DNA allinterno

delle isole CpG del SERT Egrave quindi ipotizzabile che i cambiamenti persistenti nellespressione

del SERT possano a loro volta dipendere da un alterato funzionamento serotoninergico e

probabilmente si sommano la vulnerabilitagrave a differenti malattie associate al 5-HTTLPR e le

avversitagrave precoci

Bibliografia M Wankerl1 R Miller1 C Kirschbaum1 J Hennig2 T Stalder1 and N Alexander1 Effects of genetic and early environmental risk factors for depression on serotonin transporter expression and methylation profiles Transl Psychiatry Jun 2014 4(6) e402 Published online Jun 17 2014 doi 101038tp201437 PMCID PMC4080318 Franke L Therstappen E Schlosser B Biermer M Berg T Schaumlfer M Arck P Uebelhack R Friebe A A Preliminary Study on the Relationship between Platelet Serotonin Transporter Functionality Depression and Fatigue in Patients with Untreated Chronic Hepatitis C Depress Res Treat 20142014821381 doi 1011552014821381 Epub 2014 Mar 20 Domschke K Tidow N Schwarte K Deckert J Lesch KP Arolt V Zwanzger P Baune BT Serotonin transporter gene hypomethylation predicts impaired antidepressant treatment response Int J Neuropsychopharmacol 2014 Aug17(8)1167-76 doi 101017S146114571400039X Epub 2014 Mar 28

18

SVILUPPO PUBERALE E TESSUTO ADIPOSO A cura di Dottssa Martina Beltrami - Dietista

La pubertagrave egrave una fase di transizione che determina la

maturitagrave riproduttiva tra linfanzia e letagrave adulta

La pubertagrave egrave legata a importanti cambiamenti sviluppo

delle caratteristiche sessuali secondarie lo sviluppo

somatico il menarca modificazioni psicologiche

Lormone di rilascio delle gonadotropine (GnRH) che

per tutta linfanzia viene prodotto in modo sporadico

inizia ad essere prodotto in modo pulsatile e regolare

La frequenza e lampiezza della sua produzione

determinano la produzione degli ormoni responsabili di portare allovulazione e poi la

regolaritagrave dei cicli mestruali

Tra la prima mestruazione e la piena maturazione possono passare 3-4 anni

Negli ultimi anni si egrave evidenziato come uno sviluppo precoce o tardivo sia correlato

negativamente con la salute della donna

Letagrave del menarca e lincidenza con la sindrome metabolica sono correlati con una curva a U

per la quale sia unetagrave troppo precoce (prima dei 10 anni) sia unetagrave tardiva (dopo i 16anni)

portano ad un aumentato rischio di sviluppare la sindrome metabolica nellarco dei successivi

26 anni (1)

Un menarca precoce egrave un fattore di rischio a tutte le patologie estrogeno dipendenti

(iperandrogenismo pcos tumore alla mammela) e dal punto di vista psicologico puograve essere

traumatico

Un menarca tardivo egrave correlato a osteopenia il picco di accumulo di densitagrave ossea avviene

tra letagrave puberale e i 25anni se lo sviluppo puberale tarda avrograve meno tempo a disposizione

per aumentare la densitagrave ossea

I fattori nutrizionali sono considerati uno dei principali fattori che influenzano linizio dello

sviluppo puberale

19

La Leptina egrave un ormone prodotto dal tessuto adiposo ed egrave strettamente correlata alla sua

quantitagrave Piugrave aumenta lindice di massa corporea (BMI) e piugrave aumenta la percentuale di

Leptina prodotta

La Leptina agisce sui processi di termogenesi sul comportamento alimentare e sulla funzione

riproduttiva Le modificazioni dei livelli di leptina indicano se le riserve energetiche

dellorganismo sono sufficienti per sostenere lo sviluppo puberale La leptina agisce quindi

come un segnale periferico per lipotalamo ed egrave necessaria per lo sviluppo puberale

Alcuni studi hanno evidenziato come letagrave del menarca sia strettamente correlata ai livelli

circolanti di leptina

La leptina circolante infatti aumenta di circa il 30 nei 6 mesi precedenti il menarca(2)

Negli ultimi decenni il sovrappeso egrave aumentato nella popolazione e non a caso anche letagrave

media del primo menarca egrave scesa da 13 a 12 anni circa

Letagrave del menarca egrave correlata piugrave al peso corporeo che non alletagrave cronologica

Se andiamo a modificare per carenza o per eccesso il grasso corporeo la produzione di

leptina cambia e il menarca puograve anticipare o tardare

Bambine di 5-7 anni in sovrappeso hanno maggior probabilitagrave di uno sviluppo puberale

anticipato a 9 anni (3)

Ballerine ginnaste o ragazze con un BMI piugrave basso rispetto alle coetanee spesso hanno un

menarca tardivo

Da alcuni studi sembrerebbe che un percentuale minima del 16 di grasso sia necessaria

affinchegrave avvenga lo sviluppo puberale e il 22 per avere cicli regolari (4)

Riuscire a identificare precocemente i soggetti a rischio permette di intervenire

tempestivamente lavorando sullindice di massa corporea per recuperare anni sui fattori di

rischio

Bibliografia

1) Mueller NT1Duncan BBBarreto SMChor DBessel MAquino EMPereira MASchmidt MI Earlier age at menarche is associated with higher diabetes risk and cardiometabolic disease risk factors in Brazilian adults Brazilian Longitudinal Study of Adult Health (ELSA-Brasil) 2) Lassek W D and Gaulin S JC (2007) Menarche is related to fat distribution Am J Phys Anthropol 1331147ndash1151 doi101002ajpa20644

20

3) Davison et al Percent Body Fat at Age 5 Predicts Earlier Pubertal Development Among Girls at Age 9 Pediatrics 2003 1114 815-821 4) Rose E Frisch1Roger Revelle1 Height and Weight at Menarche and a Hypothesis of Critical Body Weights and Adolescent Events Science 24 July 1970 Vol 169no 3943pp 397-399

21

Attivitagrave ormonale e distribuzione di grasso

generalizzato

A cura di Dottssa Bruzzone Francesca ndash Dietista

Mentre della localizzazione del tessuto adiposo a livello addominale piuttosto che in zona

gluteo-femorale si tratta lungamente (distinguendo lrsquoobesitagrave androide da quella ginoide) dei

soggetti che accumulano grasso in modo omogeneo nei vari distretti corporei si parla in

minor misura nonostante tale fenomeno interessi ugualmente genere maschile e genere

femminile

La predisposizione a immagazzinare le riserve energetiche in una

zona piuttosto che in unrsquoaltra varia in relazione a etagrave sesso razza

di appartenenza attivitagrave fisica alimentazione e azione ormonale

Questi ultimi tre fattori sono strettamente correlati e dipendenti

lrsquouno dallrsquoaltro

Le persone in sovrappeso che presentano delle forme corporee

come quelle della figura a lato solitamente possiedono arti lunghi

ossa piccole faccia ovale o allungata e vita alta Essi localizzano il

grasso in tutto il corpo ad eccezione dei polpacci non sopportano il

caldo adorano i carboidrati e il caffegrave alternano la loro giornata tra energia e stanchezza e

passano da entusiasmo e presa di iniziativa nei periodi positivi a depressione e irritabilitagrave nei

momenti di stress

Tutte queste caratteristiche sono determinate dal ruolo degli ormoni nella gestione della

regolazione delle funzioni corporee e dellrsquoemotivitagrave

I soggetti che tendono ad ingrassare sia nella zona addominale che in quella inferiore del

corpo infatti annoverano molto spesso un lungo passato di squilibrio ormonale in cui si

sovrappongono fattori eziologici tipici del grasso androide ad altri caratteristici del grasso

ginoide

Generalmente questi individui acquistano peso a causa di una alterata attivitagrave tiroidea (loro

ghiandola dominante) provocata da un consumo protratto ed eccessivo di carboidrati

raffinati e di zuccheri semplici Ciograve conduce nel tempo a una soppressione dellrsquoefficienza

tiroidea e della secrezione dellrsquoormone somatotropo (HGH) e quindi a un accumulo di grasso

22

generalizzato conseguente alla riduzione del metabolismo basale e del mancato effetto

lipolitico Lrsquoormone della crescita e gli ormoni tiroidei infatti vengono inibiti dal cortisolo il

quale egrave stimolato proprio dallrsquoipoglicemia reattiva allrsquoiperglicemia dovuta a un pasto ricco di

zuccheri semplici e carboidrati raffinati Anche la caffeina egrave in grado di aumentare la

produzione di cortisolo insieme a stress scarsa idratazione e digiuni prolungati Tale

ormone insieme agli squilibri insulinici che si innescano agevola lrsquoaumento ponderale

attraverso meccanismi quali la sollecitazione della lipoproteina lipasi e lrsquoaumento di

ritenzione idrica

La dieta piugrave adeguata per il dimagrimento di questi soggetti quindi prevede una riduzione

dei cereali bianchi degli zuccheri e della caffeina a favore di farinacei integrali proteine

nobili (specie di origine ittica per stimolare la tiroide attraverso il contenuto di iodio) e

verdura egualmente distribuiti nei vari pasti senza dimenticare una buona idratazione

Lrsquoazione degli ormoni nella localizzazione del grasso non si esprime soltanto in relazione agli

stimoli alimentari ma anche in rapporto allrsquoattivitagrave fisica coadiuvante il dimagrimento

Essendo la tiroide particolarmente attiva in tarda mattinata ad esempio il momento

migliore per allenarsi sarebbe questo per avere la possibilitagrave di stimolare al meglio le

funzioni metaboliche e il consumo dei grassi Se invece viene svolto un allenamento con i

pesi mirato ad implementare la forza esso non dovrebbe superare i 60 minuti in modo da

evitare unrsquoesosa produzione di cortisolo

Bibliografia

Massimo Spattini -La dieta ldquocomrdquo e il dimagrimento localizzato- Tecniche Nuove 2012

23

Approccio nutrizionale alla sindrome premestruale

A cura di Dottssa Chiara Di Gianvittorio ndash Dietista

La sindrome premestruale (PMS) egrave un disturbo

molto comune nelle donne in etagrave fertile e si

caratterizza per una serie di sintomi fisici e

psicologici che insorgono nella fase luteinica e

tendono a scomparire con il sopraggiungere del

flusso La sua prevalenza egrave stata stimata nel 30-40

della popolazione femminile in etagrave riproduttiva I

sintomi principali sono gonfiore stipsi dolori

addominali ritenzione idrica ma possono

aggiungersi ansia insonnia repentini cambi di umore irritabilitagrave stanchezza e attacchi di

fame Ogni donna vive a suo modo queste manifestazioni che possono verificarsi

contemporaneamente o solo in parte e la cui gravitagrave egrave variabile

Le cause della sindrome premestruale sono da rintracciarsi nello squilibrio ormonale dato

dallrsquoavvicendarsi di estrogeni e progesterone in fattori nutrizionali o in eventuali anomalie

funzionali dellrsquoasse ipotalamo-ipofisi-surrene che comportano alterazioni della secrezione di

ormoni sessuali Anche i crescenti livelli di prolattina possono contribuire ai sintomi

provocando dolori al seno e gonfiore Infine sembra che si verifichi una diminuzione di

dopamina e serotonina endorfine in grado di regolare il tono dellrsquoumore Le conseguenze di

tale sbilancio sono evidenti anche nella concentrazione nel siero di alcuni microelementi

magnesio e calcio risultano carenti nella fase luteinica e implicati quindi nella genesi di alcuni

dei sintomi Entrambi infatti sono coinvolti nellrsquoattivitagrave e nel rilascio di neurotrasmettitori e

nelle funzioni neuromuscolari

Considerando quindi la varietagrave dei disturbi e lrsquoimpatto che gli stessi possono avere sulla

qualitagrave di vita della donna unrsquoattenta alimentazione risulta utile quanto necessaria Nello

specifico lrsquoattenzione egrave rivolta al consumo attraverso la dieta di grassi saturi insaturi fibre

zuccheri semplici sostanze nervine e microelementi

Evidenze scientifiche mostrano che riducendo il contenuto di grassi nella dieta ed

aumentando il consumo di fibre e vegetali si abbassano i livelli ematici di estrogeni e di

24

conseguenza migliora la sintomatologia e il dolore mestruale Il fegato infatti estrae gli

estrogeni dal torrente ematico e li invia attraverso lrsquoalbero biliare nel tubo digerente Ligrave la

fibra proveniente da frutta verdura legumi e cereali sequestra gli estrogeni impedendone il

riassorbimento e promuovendone lrsquoescrezione fecale Le variazioni nei livelli ormonali sono

state studiate soprattutto nelle donne vegetariane riscontrando in conclusione una

correlazione tra le concentrazioni nel plasma di estrone ed estradiolo e il consumo di grassi

saturi Tali ormoni infatti diminuivano allrsquoaumentare dellrsquoapporto di fibre con la dieta Al

momento egrave in corso di studio dunque il ruolo della dieta vegetariana nella prevenzione e

gestione della sindrome premestruale Un ulteriore dato oggettivo a favore egrave

rappresentato dallrsquoutilizzo di alimenti come la soia ricca in fitoestrogeni Questi ultimi sono

estrogeni vegetali dallrsquoeffetto blando che agiscono come antagonisti riducendo la capacitagrave

dellrsquoestrogeno endogeno di legarsi al loro recettore cellulare Il risultato egrave una minore

stimolazione sulle cellule ormono-sensibili e una migliore gestione dei sintomi

Unrsquo ulteriore precisazione va fatta per i grassi nella dieta non solo la quantitagrave ma anche la

qualitagrave influisce sullrsquoinsorgenza dei disturbi del ciclo mestruale Unrsquoalimentazione ricca di

grassi polinsaturi Omega 3 si associa ad una sintomatologia piugrave modesta Infatti tali grassi

riducono la produzione di prostaglandine nellrsquoorganismo coinvolte nei processi di

infiammazione dolore contrazione muscolare e vasocostrizione

Banditi inoltre gli zuccheri semplici in quanto hanno un forte impatto sulla glicemia e

influenzano il rilascio dei neurotrasmettitori responsabili del tono dellrsquoumore (serotonina

adrenalina dopamina noradrenalina ecc) e del senso dellrsquoappetito

Altra accortezza per migliorare la gestione della sindrome premestruale egrave la riduzione

dellrsquoapporto di sodio e caffeina (o altre sostanze nervine come tegrave coca cola etc)

rispettivamente per limitare la ritenzione idrica e ridurre irritabilitagrave e insonnia

Infine egrave stato ampiamente studiato lrsquoapporto vitaminico e gli effetti su tali disturbi con

particolare attenzione alle vitamine del gruppo B assunte attraverso la dieta e non sotto

forma di integratori alimentari Lrsquointake di Tiamina e Riboflavina sembra avere un ruolo nellrsquo

incidenza della sindrome premestruale in quanto risultano implicate nel metabolismo di

neurotrasmettitori come Serotonina e GABA (Acido γ-amminobutirrico) che intervengono

migliorando lrsquoumore e agiscono indirettamente nella funzionalitagrave ovarica e riproduttiva

Al momento egrave in corso di valutazione lrsquointegrazione nella fase luteinica con Magnesio e

Calcio La loro contemporanea somministrazione genera un effetto sinergico nel ridurre gli

25

spasmi della muscolatura uterina e migliorare lrsquoumore Anche alcuni rimedi fitoterapici

sembrano alleviare la sintomatologia agnocasto ginkgo biloba e zafferano Ulteriori studi

sono perograve necessari per chiarire se realmente possa esserci un beneficio da eventuali

supplementazioni con microelementi o erbe Per ora rimane la certezza che una dieta

equilibrata ricca in frutta verdura legumi e acidi grassi polinsaturi sia la strategia drsquoelezione

nella gestione delle forme piugrave lievi di sindrome premestruale

Bibliografia

Adlercreutz H Martin F et al Steroid absorption and enterohepatic re cycling-

(httpwwwcontraceptionjournalorgarticle0010-782428792990094-5abstract)-

Contraception 1979 20 201-23

Baker LJ OrsquoBrien PM Premenstrual syndrome (PMS) a peri-menopausal perspective-

(httpwwwmaturitasorgarticleS0378-512228122900111-9fulltext) - Maturitas 2012

72(2)121-5

Chou T- Wake up and smell the coffee Caffeine coffee and the medical consequences-

httpwwwncbinlmnihgovpmcarticlesPMC1022034 - West J Med 1992 Nov157(5)544-53

Dante G Facchinetti F Herbal treatments for alleviating premenstrual symptoms a systematic

review- (httpinformahealthcarecomdoiabs1031090167482X2010538102)- J Psychosom

Obstet Gynaecol 2011 Mar32(1)42-51

Deutch B Menstrual pain in Danish women correlated with low n-3 polyunsaturated fatty acid

intake- (httpwwwncbinlmnihgovpubmed7588501) Eur J Clin Nutr 1995 Jul49(7)508-16

Gigante DP et al Population study of premenstrual syndrome-

(httpwwwscielosporgscielophpscript=sci_arttextamppid=S0034-

89102006000100009amplng=enampnrm=isoamptlng) - Rev Saude Publica 2006 40(1)47-56

Girman A Lee R Kligler B An integrative medicine approach to premenstrual syndrome- (

httpwwwajogorgarticleS0002-937828032900357-0fulltext) -Am J Obstet Gynecol 2003

188(5 Suppl)S56-65

Goldin BR Adlecreutz H et al Estrogen extrection patterns and plasma levels in vegetarian and

omnivorous women- (httpwwwnejmorgdoifull101056NEJM198212163072502 )- N Engl J

Med 1982 3071542-7

26

Halbreich U The etiology biology and evolving pathology of premenstrual syndromes-

(httpwwwsciencedirectcomsciencearticlepiiS0306453003000970)

Psychoneuroendocrinology 200328(suppl 3)55ndash99

Larissa Almenara Silva dos Santos Vilma Blondet de Azeredo et al-Seric ion level and its

relationship with the symptoms of premenstrual syndrome in young women-

(httpwwwnutricionhospitalariacompdf6648pdf) - Nutr Hosp 2013 28(6)2194-2200 Silva CM

Margot N Woods Sherwood L et al Low-fat high fiber diet and serume estrone sulfate in

premenopausal women (httpajcnnutritionorgcontent4961179fullpdf+htmlsid=38ae9820-

e92f-4cfe-b019-a9b3ce1d92e7) - Am J Clin Nutr 1989 49 1179-83

Sohrabi N Kashanian M et al - Evaluation of the effect of omega-3 fatty acids in the treatment of

premenstrual syndrome a pilot trial-

(httpwwwcomplementarytherapiesinmedicinecomarticleS0965-229928122900174-

4fulltext ) Complement Ther Med 2013 Jun21(3)141-6

Thys-Jacobs S Micronutrients and the premenstrual syndromethe case for calcium-

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed10763903) - Journal of the American College of Nutrition

2000 19 (2) 220-7

Patricia O Chocano-Bedoya JoAnn E Manson et al Dietary B vitamin intake and incident

premenstrual syndrome- (httpajcnnutritionorgcontent9351080long) Am J Clin Nutr 2011

93 1080-6

27

Attuali evidenze epidemiologiche in tema di malattia

celiaca

A cura di Dottssa Chiara Di Gianvittorio ndash Dietista

La malattia celiaca egrave un disturbo

autoimmune che si sviluppa in

persone geneticamente predisposte

in conseguenza dellrsquoesposizione a

fattori ambientali (glutine nella dieta

come prima causa) La prevalenza

del disturbo egrave molto variabile gli

ultimi dati riguardo la distribuzione della malattia parlano di un incremento in alcune aree

mondiali Il miglioramento delle tecniche diagnostiche e la migliore conoscenza della

malattia non bastano perograve a spiegare la crescita verificatasi negli ultimi 30- 40 anni

La nuova epidemiologia dellrsquo intolleranza al glutine egrave ora caratterizzata da un aumento di

nuovi casi in aree storiche (Europa del Nord e gli Stati Uniti) ma piugrave interessante egrave la crescita

della malattia in nuove regioni (paesi asiatici) A spiegare ciograve probabilmente ci sono

cambiamenti nelle abitudini alimentari soprattutto in etagrave infantile oltre che lrsquoutilizzo di

nuovi mezzi diagnostici

In Europa e Stati Uniti la frequenza sulla popolazione egrave di circa lrsquo 1 con alcune differenze

regionali In Finlandia e Svezia si calcola una prevalenza del 2-3 mentre in Germania solo

dello 02 nonostante i fattori causali sembrino essere simili (livello di assunzione di glutine

e frequenza di HLA-DQ2 e -DQ8) Sebbene lincidenza e i casi diagnosticati siano in

aumento rimane lrsquo ldquoiceberg celiacordquo a nascondere con un rapporto che varia da 13 a 15

(casi diagnosticati e non diagnosticati) la reale distribuzione della malattia

Oltre a Europa e Nord America lepidemiologia dellrsquo intolleranza al glutine egrave stata studiata in

molti altri paesi per lo piugrave popolati da individui di origine europea In queste zone i dati si

sovrappongono in larga misura a quelli del vecchio e del nuovo continente Nuove evidenze

arrivano dal Nord Africa e dai Paesi del Medio Oriente in cui il disturbo egrave presente

nonostante la scarsa disponibilitagrave di strutture diagnostiche e la scarsa consapevolezza della

28

malattia In Saharawi una popolazione araba che vive nel Sahara occidentale la prevalenza

della malattia egrave eccezionalmente elevata (56) per ragioni ancora poco chiare

La conoscenza della malattia nelle regioni asiatiche invece egrave ancora limitata e per lo piugrave

confinata in India dove egrave stata riconosciuta sia nei bambini che negli adulti Tuttavia come

efficacemente descritto da una task force indiana lrsquointolleranza al glutine in India egrave

ldquoimmerso in un oceano di malnutrizionerdquo La frequenza sembra essere maggiore nella parte

settentrionale probabilmente in conseguenza del largo consumo di grano rispetto al riso

Difficile ottenere dei numeri ma si stima che da 5 a 8 milioni di persone in India potrebbero

avere la malattia Purtroppo perograve ad oggi solo poche migliaia di pazienti sono stati

diagnosticati

Infine difficile comprendere anche la distribuzione in Cina a causa della grande popolositagrave I

fattori predisponenti (consumo di grano e genotipo HLA-DQ2 e DQ8) sono presenti cosigrave

come le prime evidenze in letteratura ma egrave necessario proseguire negli accertamenti

epidemiologici Risulta invece raro il disturbo in paesi come Giappone Corea Indonesia e

Filippine a causa del basso consumo di frumento e del patrimonio genetico

In sintesi i dati disponibili suggeriscono che lincidenza dellrsquo intolleranza al glutine egrave

veramente in aumento e che la malattia egrave attualmente molto piugrave comune in alcune aree

rispetto al passato Ulteriori studi epidemiologici perograve si rendono necessari per

comprendere meglio la distribuzione sulla popolazione e la correlazione con i fattori genetici

e ambientali

Bibliografia

Bai JC Fried M et al -World gastroenterology organisation global guidelines on celiac disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed23314668) - J Clin Gastroenterol 2013 47121ndash6

Catassi C Gatti S et al- The New Epidemiology of Celiac Disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed24979197)- JPGN Luglio 2014 Volume 59 supplement 1

Fasano A Berti I et al- Prevalence of celiac disease in at-risk and not-at-risk groups in the United

States a large multi center study (httparchintejamanetworkcomarticleaspxarticleid=215079)-

Arch Int Med 2003163286ndash92

29

Kochhar R Dachdev S et al- Prevalence of coeliac disease in healthy blood donors a study from

north India (httpwwwsciencedirectcomsciencearticlepiiS1590865812000229)- Dig Liver Dis

201244530ndash2

Kang JY Kang AHY et al -Systematic review worldwide variation in the frequency of Coeliac Disease

and changes over time

(httponlinelibrarywileycomdoi101111apt12373abstractjsessionid=91309CB937E7B5E094A

3B7F08441695f04t04)- Aliment Pharmacol Ther 201338226ndash45

Mustalahti K Catassi C et al- The prevalence of celiac disease in Europe results of a centralized

international mass screening project

(httpinformahealthcarecomdoiabs103109078538902010505931)- Ann Med 201042587ndash

95

30

Malattia celiaca e microbiota intestinale il ruolo dei

Bifidobatteri

A cura di Dottssa Chiara Di Gianvittorio ndash Dietista

La malattia celiaca egrave un disordine autoimmune scatenato dallrsquoingestione di alimenti

contenenti glutine in soggetti predisposti Lrsquoinfiammazione che ne risulta a carico del

piccolo intestino provoca atrofia dei villi e malassorbimento dei nutrienti I fattori implicati

nello sviluppo di questa patologia sono genetici e ambientali Tra questi ultimi troviamo

unrsquoesposizione troppo precoce al glutine insufficiente allattamento al seno infezioni

intestinali e squilibri della flora batterica residente La manifestazione clinica egrave varia e

include disturbi gastrointestinali come gonfiore vomito diarrea dispepsia perdita di peso e

disturbi extraintestinali come anemia malattie del fegato e dermatiti

Attualmente in studio egrave la relazione tra malattia celiaca e flora batterica intestinale che

risulta fondamentale per lrsquoequilibrio e la salute del tratto gastroenterico Il microbiota

umano egrave infatti lrsquoinsieme di microrganismi simbiontici dellrsquointestino Negli esseri umani si

trovano tra le 500 e le 1000 specie differenti di microrganismi di cui la maggioranza

anaerobi Tra questi ci sono i Bifidobatteri che svolgono una duplice azione diretta

contrastando i batteri patogeni e indiretta per interazione con il tessuto linfoide intestinale

(GALT) di cui ne stimola lrsquoattivitagrave

Alcuni ceppi di questi batteri inoltre sembrano inibire la risposta infiammatoria e il danno

alla mucosa che insorgono in conseguenza dellrsquoingestione di gliadina Infatti studi in vitro

hanno mostrato che tali microrganismi possono ridurre la produzione di citochine

infiammatorie (IFN-γ e IFN-α) e aumentare quella di IL-10 Un ulteriore effetto positivo

riguarda lrsquoincremento di cellule caliciformi nel piccolo intestino ridotte a causa della tossicitagrave

da glutine Infine oltre agli effetti immunomodulatori ceppi specifici come il

Bifidobacterium longum contribuiscono allrsquoidrolisi dei peptidi di gliadina durante la

digestione riducendo la presenza di aminoacidi tossici e dei loro effetti avversi

I Bifidobatteri risultano quindi protettivi contro la risposta infiammatoria e il danno

mucosale causato dal glutine Ci si chiede a questo punto se squilibri della microflora

31

possano costituire concausa nello sviluppo della patologia e se egrave possibile migliorarne la

gestione ristabilendo lrsquoequilibrio intestinale con probiotici

Attualmente cambiamenti nel microbiota intestinale sono stati dimostrati nei bambini

celiaci Negli adulti le evidenze parlano di una riduzione di Bifidobatteri sia al momento della

diagnosi che a dieta aglutinata ed un aumento dei Bacteroides (batteri gram negativi e

anaerobici) sia nelle feci che sulle biopsie dei celiaci Inoltre crsquoegrave una riduzione nella

variabilitagrave della specie sia prima che dopo la dieta Tali squilibri vanno ovviamente ad

incidere sul processo patologico

I probiotici sono costituiti da microrganismi vivi che devono essere in grado di svolgere

effetti positivi sulla flora batterica intestinale In alcuni studi si egrave dimostrato come alcuni di

essi possano avere una particolare utilitagrave per i celiaci anche se si tratta ancora di approcci a

livello sperimentale Unrsquo indagine condotta su 64 soggetti (26 pazienti celiaci con dieta

contenente glutine 18 celiaci a dieta gluten-free e 20 soggetti sani) ha portato a valutare se

la flora batterica intestinale possa contribuire ai sintomi pro-infiammatori della celiachia e se

con due specifici ceppi di Bifidobatteri sia possibile ottenere benefici I risultati

confermarono le ipotesi e il ruolo positivo svolto dai ceppi Bifidobacterium longum e

Bifidobacterium bifidum sul quadro infiammatorio

Lrsquouso di specifici batteri probiotici potrebbe quindi contribuire al miglioramento della

patologia ma egrave necessario approfondire ulteriormente con modelli sperimentali e studi

clinici il loro ruolo a supporto della terapia classica

Bibliografia

Collado MC Donat E et al- Imbalances in faecal and duodenal Bifidobacterium species composition

in active and non active coeliac disease (httpwwwncbinlmnihgovpubmed19102766)- BMC

Microbiol 2008 2321-9

Di Cagno R Rizzello CG et al- Different fecal microbiotas and volatile organic compounds in treated

and entrate children with celiac diseaseAppl And Environ Microbiol 2009 75 3963-71

Golfetto L Senna FD et al- Lower Bifidobacteria counts in adult patients with celiac disease on a

gluten- free diet

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Lower+Bifidobacteria+counts+in+adult+patients+with

+celiac+disease+on+a+gluten-+free+diet)- Arq Gastroenterol 2014 51 139-43

32

Ghosh S- Advances in our understanding of the pathogenesis of celiac disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed21523256)- Can J Gastroenterol 2011 25186

Medina M De Palma G- Bifidobacterium strains suppress in vitro the pro-inflammatory milieu

trigged by large intestinal microbiota of coeliac patients

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Bifidobacterium+strains+suppress+in+vitro+the+pro-

inflammatory+milieu+trigged)- J Inflamm 2008 519

Sanders ME- Impact of probiotics on colonizing microbiota of the gut

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed21992949)- J Clin Gastroenterol 2011 45S115-9

Sanz Y De Pama G et al- Unraveling the ties between celiac disease and intestinal microbiota

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Unraveling+the+ties+between+celiac+disease)- Int

Rev Immunol 2011 30 207-18

33

CAPSICUM ANNUUM IL ROSSO CHE PROTEGGE LA

TUA SALUTE

A cura di Dottssa Giusi Balzano ndash Biologa nutrizionista

Il peperoncino rosso il cui nome scientifico egrave Capsicum annuum appartiene alla famiglia

delle Solanacee ed egrave originario delle Americhe

Dal ritrovamento di reperti archeologici sappiamo con certezza che fin dal 5000 aC circa la

popolazione messicana conosceva il peperoncino il quale fu importato in Europa da

Cristoforo Colombo nel 1493

Capsicum annuum

Il peperoncino a dispetto di tante credenze gode di tante proprietagrave benefiche e forse per

associazione con il pepe si tende erroneamente a credere che sia poco salutare

Come pianta egrave facilmente coltivabile e si adatta a diversi climi puograve essere coltivato nei vasi

e su un terrazzo limportante egrave che stia in pieno sole Nei periodi piugrave freddi conviene ad

ogni modo tenerlo al riparo in quanto non sopporta bene un clima troppo rigido Il

peperoncino egrave una pianta annuale e le parti consumate sono i frutti le bacche contenenti

dei semi bianco-giallastri Esistono tantissime qualitagrave di peperoncino e le bacche possono

essere consumate fresche cotte o crude I colori dei peperoncini (frutto) sono molteplici

verdi gialli rossi arancione bruno scuro e marrone scuro La sensazione di piccante data dal

peperoncino egrave dovuta alla capsaicina che in proporzione alla quantitagrave disponibile nel seme

ne determina appunto la piccantezza In realtagrave quando si mangia un peperoncino la

risposta di bruciore data dallorganismo egrave solo una sensazione che il cervello invia come

34

risposta allattivazione di alcuni termorecettori presenti nella bocca con cui proprio la

capsaicina viene a contatto Tra le proprietagrave del peperoncino troviamo

funzione dimagrante egrave accentuanto il consumo di calorie ad opera della capsaicina principio

attivo del peperoncino

proprietagrave antibiotiche antibatteriche e antiossidanti ad opera dei flavonoidi e capsaicinoidi

E anche molto utile nella cura di raffreddore bronchite e sinusite

flusso sanguignoazione vasodilatatrice il caratteristico potere piccante urticante del

peperoncino porta con seacute una specifica azione della capsicina sulla circolazione periferica

del sangue La dilatazione dei vasi sanguigni egrave funzionale alla regolazione ottimale della

pressione e della circolazione del sangue che aumenta dopo lassunzione I capillari

diventano piugrave elastici e il sangue risulta piugrave ossigenato Egrave per questo che il peperoncino utile

per scaldarsi in inverno diventa anche importante nella dieta estiva per difendersi dal caldo

torrido e dallumiditagrave

cuore e colesterolo la regolazione del flusso del sangue aiuta a mantenere pulito il sistema

endovenoso congiuntamente allazione della lecitina e di altri olii essenziali evitando la

comparsa di placche che bloccano il flusso sanguigno I capsaicinoidi svolgono unazione

importante nelle diete ad alto contenuto di sostanze grasse Il peperoncino aiuta a ridurre

eccessivi livelli di colesterolo accelerandone la ripartizione e lespulsione

digestione e metabolismo il peperoncino aumenta la secrezione di succhi gastrici e migliora

la digestione grazie al suo potere antifermentativo e inoltre tiene pulite le mucose Nelle

diete in cui egrave prevista unassunzione regolare linfluenza del capsicum porta a migliorare e

velocizzare i processi metabolici Attenzione perograve in caso di bruciore fastidioso e

persistente dopo ingestione di peperoncino associato ad uninfiammazione della gola

dellesofago o dello stomaco mangiare un pezzo di formaggio o di pane o bere birra risulta

essere di grande aiuto contro i fastidi menzionati

mal di collo e mal di schiena efficace contro artriti e reumatismi il peperoncino egrave un

ingrediente essenziale di molte creme e gel antinfiammatori ad azione topica Aiuta ad

alleviare il dolore migliorando la circolazione sanguigna

azione anti-tumorale la vitamina C egrave un significativo agente anti-cancro previene infezioni e

tumori I peperoncini freschi ne sono ricchi e riescono a fornirci acido ascorbico (vitamina C)

proprio in estate ed autunno quando la nostra dieta mediterranea egrave piugrave povera di agrumi

35

mal di testa e depressione lassunzione della capsicina provoca bruciore e dolore nella bocca

e nelle pareti interne del sistema gastroenterico Il nostro corpo reagisce cominciando a

rilasciare maggiori quantitagrave di adrenalina aumentando al contempo la produzione di

endorfine Il nostro corpo risulta energizzato laumento del flusso del sangue al cervello dagrave

sollievo poi sopraggiungono le endorfine vere e proprie ldquodrogherdquo naturali cioegrave oppioidi

endogeni che vengono prodotti internamente dal nostro organismo ed hanno potere

eccitativo ed analgesico alleviando cefalee ed altri dolori

azione afrodisiaca insieme alla vitamina C nel peperoncino cegrave anche la vitamina E

responsabile della stimolazione e della regolazione di molti processi legati alla feconditagrave

sessuale

Bibliografia

1 Tewksbury JJ Levey DJ Huizinga M Haak DC Traveset A Costs and benefits of capsaicin-mediated control of gut retention in dispersers of wild chilies Ecology 89 107-17 2008

2 Govindarajan VS Sathyanarayana MN Capsicum--production technology chemistry and quality Part V Impact on physiology pharmacology nutrition and metabolism structure pungency pain and desensitization sequences Crit Rev Food Sci Nutr 29 435-74 1991

36

Rape Rosse - Tubero e foglie un beneficio a 360deg

A cura di Dottssa Giusi Balzano ndash Biologa nutrizionista

Barbe rosse barbabietole rosse o ancora carote rosse

sono tutti sinonimi dialettali che fanno riferimento alle

rape rosse

Queste sono tuberi noti in botanica come Beta vulgaris

var rapa forma rubra si tratta di una pianta

appartenente alla famiglia delle Chenopodiaceae ed al genere Beta Menzionata in alcuni

antichissimi scritti greci risalenti al 420 aC periodo in cui il tubero rosso era noto

semplicemente come beta secondo il pensiero di altri autori lorigine delle rape rosse risale

addirittura al 2000 aC considerata la presenza di alcuni reperti archeologici che la

attestano

Malgrado gli appelli di dietologi e specialisti dellalimentazione si tende spesso a

dimenticare limportanza fitoterapica e benefica di alcuni ortaggi come in questo specifico

caso le rape rosse

Le rape rosse contengono pochissime calorie (solamente 19 per 100 grammi di prodotto)

per questo motivo rientrano tra i cibi ipocalorici ottimi alimenti preferibili in diete bilanciate

che presuppongono una marcata restrizione calorica Ersquo ricca di acqua corrispondente a

circa il 91 si contano solo il 4 di carboidrati ed il 26 di fibre contiene diverse vitamine

in particolare del gruppo B e una buona quota di sali minerali soprattutto potassio sodio

calcio ferro e fosforo ed egrave ricca anche di zuccheri Nella radice della rapa rossa si ritrova un

glicoside che attribuisce la tipica colorazione rosso vivo alla rapa si tratta della betaina

sfruttata dallindustria alimentare come colorante naturale (E 162) Altro pigmento

riscontrato nella rapa rossa egrave la betaxantina che le conferisce striature giallastre Ancora

nella radice di rapa rossa si trovano altre sostanze sfruttate nella fitoterapia e nella cosmesi

quali saponine antociani flavonoidi in genere ed allantoine (proprietagrave idratanti e

disarrossanti)

37

Proprietagrave terapiche

Una delle proprietagrave curative principali di questo ortaggio riguarda il potere lassativo spesso

utile per combattere la stitichezza e le emorroidi La rapa rossa egrave anche un buon rimedio per

migliorare la funzione epatica e combattere le infezioni delle vie urinarie Le sue foglie sono

unrsquoottima fonte di vitamina A e le radici sono una buona fonte di vitamina C Le foglie

vengono cucinate o servite fresche come verdura mentre le radici o teste possono essere

affettate in insalate o cotte intere e poi tagliate a fettine o a tocchetti

Le rape rosse sono particolarmente ricche di folati fondamentali alleati contro le malattie

cardiache e lrsquoanemia in quanto coinvolti nella produzione di globuli rossi e bianchi nella

sintesi di materiale genetico e nella formazione di anticorpi nel sistema immunitario Esse

sono anche ricchi di fibre solubili e insolubili La fibra insolubile aiuta a mantenere il tratto

intestinale funzionante mentre la fibra solubile controlla il livello di zucchero nel sangue e

abbassa il colesterolo Nelle sue foglie egrave abbondante il beta-carotene il ferro e il calcio

Ricche di vitamine del gruppo B come B1 B2 B3 e B6 per quanto concerne il contenuto di

sali minerali questa egrave un ortaggio ricco di iodio sodio e potassio ma anche in quantitagrave

minori di magnesio Lo iodio egrave un minerale essenziale per il corretto funzionamento della

ghiandola tiroidea che regola il metabolismo mentre il potassio e il sodio sono necessari per

la generazione e la trasmissione degli impulsi nervosi attivitagrave muscolare a parte il bilancio

idrico allrsquointerno e allrsquoesterno della cellula

Il succo crudo di barbabietola (Fig 1) egrave particolarmente idoneo per tutte le persone che

soffrono di anemia in quanto favorisce la formazione di globuli rossi nel sangue inoltre ha

proprietagrave diuretiche e favorisce la digestione

Fig1 succo crudo di barbabietola rossa

38

Ortaggio anticancro

Nella rivista International Journal of Cancer si discute sul ruolo delle rape rosse come

potenziale alimento anticancro la questione egrave per certi versi discutibile ed oscura e non

esiste alcuna dimostrazione indubbia ed inequivocabile che accerti lipotesi In particolare

nella rivista sopraccitata si discute del possibile ruolo delle rape rosse nella prevenzione del

tumore al colon per altri le rape rosse sarebbero in grado non solo di prevenirne il cancro

ma anche di contrastarlo

Bibliografia

Kazimierczak R Hallmann E Lipowski J Drela N Kowalik A Puumlssa T Matt D Luik A Gozdowski D Rembiałkowska E

Beetroot (Beta vulgaris L) and naturally fermented beetroot juices from organic and conventional production metabolomics antioxidant levels and anticancer activity

J Sci Food Agric 2014 May

39

Sigrave ai legumi nella prevenzione delle malattie tumorali

A cura di Dottssa Bruzzone Francesca ndash Dietista

Con il termine ldquolegumirdquo si intendono tutti quei semi commestibili derivanti dalle piante

dicotiledoni dellrsquoordine delle Fabales tra cui rientrano i fagioli le lenticchie le fave i piselli

i lupini i ceci le carrube le cicerchie le arachidi e la soia

I legumi sono alimenti ricchi di proteine tanto da essere stati denominati come ldquola carne dei

poverirdquo Essi possiedono un buon contenuto in amminoacidi (ad eccezione di quelli solforati

e del triptofano) carboidrati fibre Calcio Ferro e Potassio a discapito di grassi e

colesterolo

In abbinamento ai cereali i legumi costituiscono un ottimo e saziante piatto unico dove

convergono carboidrati e proteine e dove gli amminoacidi carenti nei cereali (come la lisina)

si integrano con quelli dei legumi e viceversa Queste qualitagrave rendono tali semi

particolarmente adeguati sia nella prevenzione che nel trattamento di numerose malattie

metaboliche come il diabete mellito le dislipidemie la sindrome metabolica il sovrappeso e

lrsquoobesitagrave Di recente inoltre egrave stato attribuito un altro importante ruolo benefico ai legumi

quello di ostacolare la crescita di alcune forme tumorali

Un lavoro effettuato da un gruppo di ricercatori dellUniversity College di Londra del

Dipartimento di Scienze Chirurgiche dell`Universitagrave di Chieti e del Laboratorio di

Farmacologia Molecolare dell`Istituto Mario Negri di Milano e pubblicato sulla rivista

statunitense ldquoCancer Researchrdquo infatti ha scoperto la presenza di inositolo pentachisfosfato

nella maggior parte dei legumi (in particolare in lenticchie piselli e fagioli) e nelle noci Tale

40

composto sembrerebbe inibire lrsquoenzima fosfoinositide 3-chinasi coinvolto nella crescita e

nella progressione dei tumori e capace di aumentare la resistenza al trattamento con agenti

chemoterapeutici Il segnale attivato dalla fosfoinositide 3-chinasi infatti rappresenta un

target importante per lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche anticancro e questo studio

dimostra come lrsquoinositolo pentafosfato sia capace di antagonizzare in maniera specifica

questo segnale nelle cellule tumorali inducendone lrsquoapoptosi (morte programmata)

Lrsquoinositolo pentafosfato ha una struttura molecolare analoga al prodotto dellrsquoattivitagrave

enzimatica della fosfoinositide 3-chinasi che attiva segnali specifici per la progressione del

cancro Il meccanismo secondo il quale lrsquoinositolo pentafosfato disattiva le proteine

iperattive nei tumori dalla membrana plasmatica permette di inibire sia la crescita delle

cellule tumorali umane in coltura sia lo sviluppo dei tumori nei topi In queste condizioni

lrsquoinositolo pentafosfato ha dimostrato unrsquoattivitagrave farmacologica comparabile e potenziante

quella del farmaco citotossico cisplatino molto usato in chemioterapia antitumorale ma

associato a effetti collaterali come nausea vomito formicolio a mani e piedi caduta dei

capelli e alterazione della funzionalitagrave renale (gli inositoli fosfati invece non sono tossici

neanche a concentrazioni piugrave elevate di quelle usate in questo studio e possono essere

assorbiti per via orale) I principali effetti positivi sono stati riscontrati a livello di ovaie e

polmoni

Lrsquoinositolo pentafosfato inoltre si egrave dimostrato capace di inibire lo sviluppo dei nuovi vasi

sanguigni indispensabili per la nutrizione e lo sviluppo del tumore (angiogenesi) bloccando

quindi un meccanismo fondamentale per la sua crescita

Sitografia

ldquoLe Scienze edizione italiana di Scientifica Americanrdquo ndashLegumi e cereali conto il cancro-

ldquoAssociazione Giacomo-onlusrdquo -Inositolo Pentafosfato da legumi e arachidi una nuova strada

nella cura dei tumori

41

Tra le mille virtursquo del miele la cura dellrsquoherpes simplex

A cura di Dottssa Serena Pascucci Biologa Nutrizionista

Le molteplici proprietagrave del miele sono note fin dallrsquoantichitagrave

per le sue capacitagrave antisettiche antibiotiche e cicatrizzanti

e il suo uso nella medicina moderna sta riscontrando

sempre piugrave maggiore interesse

Diversi studi

hanno valutato

lrsquoefficacia del miele contro alcuni virus tra cui di

particolare importanza egrave emersa lrsquoefficacia del

miele per il trattamento dellrsquoHerpes Simplex sia a

livello labiale sia a livello genitale Lo studio del

2004 condotto presso una clinica privata a Dubai

ha selezionato 16 pazienti con ricorrenti manifestazioni del virus otto affetti da Herpes

simplex a livello labiale e otto a livello genitale con un etagrave compresa tra i 35 e i 45 anni sia

maschi che femmine Ersquo stata valutata e considerata lrsquoefficacia del miele nel trattamento

delle lesioni prodotte dal virus in confronto a un comune farmaco antivirale utilizzato

normalmente (Acyclovir) I pazienti prescelti prima della prova non dovevano sottoporsi ad

altre cure antivirali A scelta casuale sono stati selezionati quattro pazienti con herpes

labiale e quattro con herpes genitale che hanno effettuato il primo trattamento con il miele

gli altri otto con il farmaco comune antivirale a base di 5 di acyclovir Alla seconda

comparsa della manifestazione del virus egrave stato effettuato lrsquoopposto Nello studio egrave stato

somministrato un miele multiflora direttamente sulle lesioni prodotte dal virus su una garza

a contatto con la lesione per un quarto drsquoora per 4 volte al giorno fino alla completa

guarigione mentre il farmaco veniva applicato 6 volte al giorno Da questa prova egrave stata

riscontrata una durata delle lesioni dalla prima comparsa alla completa scomparsa di circa

12 giorni in media per entrambi i trattamenti ma nel caso dei pazienti con herpes labiale

trattati con il miele la guarigione egrave avvenuta in circa 3 giorni rispetto ai 5 giorni con il

trattamento con acyclovir cioegrave con una velocitagrave del 35 superiore Inoltre il miele ha

42

mostrato un azione migliore rispetto al farmaco in particolare la durata del dolore risultava

minore del 39 con fastidi moderati per non piugrave di 24 ore mentre con acyclovir il dolore

anche se moderato poteva prolungarsi fino a 72 ore Ersquo stato anche riscontrato un

insorgenza minore delle croste del 28 in chi utilizzava il miele in particolare in 5 pazienti le

lesioni non si sono evolute in croste cosa che non egrave mai avvenuta nei soggetti trattati con il

farmaco Ancora in due casi con il trattamento con il miele lrsquoherpes ha abortito cioegrave dopo i

primi sintomi non ha sviluppato lesioni e procurato fastidi al contrario dei pazienti trattati

con il farmaco Anche nei pazienti con herpes a livello genitale il miele si egrave mostrato piugrave

efficace del farmaco convenzionale con un tempo di guarigione minore del 53 una durata

del dolore inferiore del 50 anche qui con fastidi moderati e con una durata non superiore

alle 24 ore rispetto a bruciori da moderati a medi prolungati(anche per 3 giorni) nei pazienti

con trattamento con farmaco Inoltre egrave stato riscontrato anche a livello genitale un

insorgenza minore di croste del 49 in particolare in 5 pazienti trattati con il miele le lesioni

a livello genitale non si sono sviluppate in croste a differenza dei pazienti trattati con il

farmaco in cui le croste sono sempre apparse Infine egrave stato riscontrato anche a livello

genitale un aborto del virus in chi utilizzava il miele senza avere avuto nessun riscontro

invece nei pazienti trattati con farmaco

Lrsquoanalisi statistica ha mostrato un efficacia superiore del miele rispetto allrsquoutilizzo di

acyclovir per la cura e la risoluzione delle lesioni virali da herpes simplex labiale e genitale

(Ai-waili 2004) Tuttavia quale sia o quali siano i meccanismi drsquoazione che permettono al

miele di inibire la replicazione del virus sono poco conosciuti Un fattore che puograve

determinare lrsquoazione antivirale del miele puograve essere ricercato nel contenuto di flavonoidi(

azione antivirale) rame zinco vit E C normalmente presenti nel miele e di provata azione

antivirale(AI-Waili 2004) e infine lrsquoossido di azoto con un azione antivirale in vitro la cui

attivitagrave egrave stata rilevata anche sul virus dellrsquoHIV (Torre et al 2002 Schramm DD et al 2003)

Lrsquoherpes simplex egrave un infezione virale importante qualsiasi terapia si volesse seguire egrave

opportuno seguire sempre una supervisione e il consiglio del medico

Bibliografia

Al-Waili NS topical honey application vs acyclovir for the treatment of recurrent herpes

simplex lesions Med Sci Monit 2004 10(8) MT94-MT98

- Schramm DD Karim M Schrader HR Holt RR Cardetti M Keen CL Honey with high levels of antioxidants can provide protection to healthy human subjects J Agric Food Chem 200351(6)1732ndash5 doi 101021jf025928k - Torre D Pugliese A Speranza F Role of nitric oxide in HIV-1 infection friend or foe Lancet Infect Dis 2002 May2(5)273-80

5

Gli ingredienti naturali di questo alimento nutrono e saziano senza appensatire lrsquoorganismo Il contenuto di fibre agisce inoltre sulla flora batterica per regolare le funzioni intestinali GLI INGREDIENTI Semi ( lino zucca girasole) Cereali soffiati (farromiglio amaranto kamut) miele italiano mandorle fiocchi drsquoavena noci quinoa soffiata NON CONTIENE Additivi conservanti dolcificanti di sintesi grassi idrogenati coloranti e aromatizzanti UTILIZZO Alimento indicato per prima colazione spuntino tra i pasti prima e dopo lrsquoattivitagrave sportiva e quando non possiamo concederci un pasto completo Adatto a tutte le etagrave

PERCHEgrave ASSUMERE TUTTI I GIORNI UN CUCCHIAIO DI OLIO DI

LINO Gli acidi grassi Omega-3 e Omega-6 sono considerati essenziali perchegrave indispensabili al corretto funzionamento del nostro organismo Infatti se desideriamo conservare arterie sane e mente lucida fino a tarda etagrave occorre assumere alimenti che contengano gli acidi grassi vantaggiosi della serie Omega-3 che contrastano lrsquoinfiammazione modulano i metabolismi e la risposta immunitaria promuovendo una migliore qualitagrave della vita Gli oli non sono tutti ugualiLa caratteristica primaria dellrsquoOlio di Lino Rilevo egrave la modalitagrave di conservazione a freddo che garantisce lrsquoefficacia dellrsquoazione dellrsquoOmega-3 che altrimenti il calore porterebbe allrsquoossidazione

RILEVO

EDUCAZIONE ALIMENTARE

wwwrilevoeu

PARTNER E SOCI COLLETTIVI

6

Nata nel 2008 dalla volontagrave di un pool di professionisti ADAMA attribuisce da sempre

grande valore a principi quali lrsquoetica e la professionalitagrave che costituiscono le fondamenta di

unrsquoazienda che non ha mai voluto basare il proprio sviluppo sul business fine a se stesso

Lrsquoazienda punta primariamente a proporre prodotti salutistici altamente innovativi e di

qualitagrave caratterizzati da un elevato grado di efficacia prodotti in grado di rivoluzionare il

mercato grazie ad una tecnologia unica ed esclusiva novitagrave assoluta nel panorama

internazionale

Lo spirito di innovazione di ADAMA si egrave concretizzato nella creazione degli Estratti

IdroEnzimatici (EIE) frutto di anni di ricerca in ambito universitario nel settore delle

biotecnologie applicate allrsquoalimentazione La complessa ed innovativa tecnica di estrazione

consente agli EIE di contenere il 100 del fitocomplesso racchiuso nella pianta di origine

in una forma altamente biodisponibile per lrsquoorganismo Il fatto di non utilizzare solventi in

alcuna fase del processo di estrazione permette di ottenere degli estratti sicuri sia per la

salute che per lrsquoambiente Inoltre per assicurare al cliente finale un prodotto di alta qualitagrave

ciascun lotto di produzione viene sottoposto ad unrsquoaccurata analisi chimico-fisica

Il campo di intervento di ADAMA egrave estremamente ampio e copre tutte le branche della

Medicina Non Convenzionale sia in ambito umano che veterinario

I canali di informazione distribuzione e vendita dei prodotti ADAMA coprono in modo

capillare il territorio nazionale essendo proposti attraverso molteplici soggetti medici

naturopati dietologi farmacie erboristerie e professionisti del settore in genere

Inoltre lrsquointeresse dei mercati esteri nei confronti degli EIE sta portando lrsquoazienda ad

espandere il proprio raggio drsquoazione ben oltre i confini nazionali

wwwadamait

7

CEC egrave una Societagrave Editrice nata a Milano nel 1998 allo scopo di pubblicare riviste e libri

tecnico-scientifici nellarea della COSMETICA e dellINTEGRAZIONE

NUTRIZIONALE

Il carattere distintivo della CEC egrave il tipo di comunicazione utilizzato che si caratterizza

per lalta qualitagrave scientifica Nel nostro Board sono presenti esperti altamente qualificati

provenienti da Industria Fondazioni ed Universitagrave

In area cosmetica CEC pubblica Cosmetic Technology una rivista bimestrale che si

occupa di scienza RampD Marketing e Packaging

In area nutrizionale CEC pubblica LIntegratore Nutrizionale lunica rivista in Italia

dedicata a Integratori Nutrizionali e Functional Foods

NUTRAfoods risponde invece alle specifiche esigenze dei ricercatori che necessitano di

materiale scientifico e di aggiornamenti legislativi costanti per sviluppare prodotti ancora

piugrave innovativi nel settore in rapida crescita dellhealthfood

wwwcec-editorecom

8

PATROCINI ED EVENTI

NutriProf saragrave presente come Partner a Dieta Live

Con uno Stand Attrezzato dove si sovlegeragrave la giornata

nazionale del Nutrizionista Professionista

Con la partecipazione dellrsquoOrdine Nazionale dei Biologi nella persona del

Presidente Prof Ermanno Calcatelli

Palazzo dei Congressi di Roma il 28 e 29 Marzo 2015

Scienza cultura prodotti e divertimento per scegliere la dieta migliore

per il benessere del corpo e della mente

wwwdietaliveit

NUTRA DAY 2015

GIORNATA SEMINARIO SULLA NUTRACEUTICA

VENERDI 20 MARZO 2015

UN EVENTO RIVOLTO A

AZIENDE NUTRACEUTICHE

AZIENDE CON SETTORE DEDICATO AI NUTRACEUTICI

CATENEGRUPPI DI FARMACIE

DISTRIBUTORI DI PRODOTTI NUTRACEUTICI

ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA LEGATE ALLA NUTRACEUTICA

ASSOCIAZIONIORDINI PROFESSIONALI DI MEDICI FARMACISTI amp NUTRIZIONISTI

MEDIA DEL SETTORE (NUTRIZIONE SALUTE MEDICINA)

DOCENTI UNIVERSITARI e RICERCATORI

MODERATORE PROF ALBERTO MARTINA UNIVERSITA DEGLI STUDI DI PAVIA

NB Per i Soci NutriProf egrave previsto il 15 di sconto (codice promozionale NUTRIPROF15

httpwwwcgseucomnutra-day-2015

9

httpwwwsinutit

10

Aspetti genetici del Disturbo Post Traumatico da Stress (PTSD)

A cura di Dott Giovanni Borghini- Biologo Genetista

Le tragiche immagini di violenza che incensurate stanno quotidianamente invadendo la

nostra vita privata attivano quella che gli specialisti

dellrsquoemergenza chiamano ldquotraumatizzazione vicariardquo

Viene cosigrave definito lrsquoeffetto determinato

dallrsquoimmedesimazione ldquosimpaticardquo dello spettatore

piugrave o meno ravvicinato con le vittime di avvenimenti

traumatici tale fenomeno egrave stato dimostrato

determinante per lo sviluppo in chi ha assistito

impotente di un PTSD al primo presentarsi di una sua pur minima esperienza di rischio

Questo articolo propone alcuni spunti di riflessione sulla diversa risposta degli spettatori

sottoposti alla stessa violenta intrusiva pressione mediatica nella prospettiva di una attenta

azione preventiva sulle persone piugrave fragili specialmente quando si tratta di minori affidati

alla nostra tutela

Alla domanda sul percheacute alcuni individui hanno piugrave probabilitagrave di altri di sviluppare un PTSD

se esposti a traumi diretti o indiretti di intensitagrave simile gli studi epidemiologici hanno

risposto evidenziando i fattori di rischio psicopatologici e neurogenetici implicati

nellrsquoinsorgenza di tale sindrome questa viene infatti considerata come espressione ultima

dellrsquointerazione tra le caratteristiche genetiche dellrsquoindividuo uno o piugrave fattori traumatici e il

contesto sociale (GxTxE) (Auxeacutemeacutery Y 2012 (2))

Nonostante lrsquoevidenza che quando lrsquoesposizione al trauma tocca livelli estremi di intensitagrave

eo di frequenza la prevalenza del PTSD raggiunge il 100 annullando lrsquoimportanza di

qualsiasi predisposizione genetica tuttavia alcune varianti geniche come lrsquoomozigosi SS della

SLC6A4LPR (trasportatore della Serotonina-SERT-5HTLPR) si confermano candidate

particolarmente reattive nel condizionare la relazione tra la dose di stress e la risposta

patologica e nello stesso tempo come predisposizioni ad alto rischio di promuovere un

PTSD anche a seguito di pochi e deboli episodi traumatici (Kolassa IT et al 2010)

Recentemente egrave stato confermato un polimorfismo a singolo nucleotide (SNP val66met-

G196A- rs6265) nel gene che codifica lrsquoespressione del Brain Derived Neurotrophic Factor

11

(BDNF) come fattore determinante nella dipendenza neurotrofica dallrsquoattivitagrave fisica nel

neuro-sviluppo nella neuro-rigenerazione nella neurotrasmissione nellrsquoapprendimento

nella regolazione dellrsquoumore e nella risposta allo stress (Zhang L et al 2013) La variante

ipoespressa di tale polimorfismo (-66met) diminuisce la secrezione neuronale di BDNF

alterando di conseguenza alcune forme di apprendimento e la suscettibilitagrave allo stress ma

soprattutto aumentando lrsquoansia e riducendo lrsquoestinzione della paura appresa dati

confermati alla fNMR come tre possibili endofenotipi rispettivamente neurobiologico

neuropsichico e neurocognitivo del PTSD (Frielingsdorf H et al 2010)

La presenza anche di un solo allele 66met risulta correlata al sottotipo del PTSD con

manifestazioni psicotiche (Pivac N et al 2012) a quello in comorbilitagrave con il Disturbo

Bipolare (BD) (Rakofsky JJ et al 2012) e alla Depressione in soggetti che hanno subito

esperienze traumatiche infantili (ECA-ELS) (Aguilera M et al 2012) amplificandone gli effetti

negativi nellrsquoetagrave adulta (Miller et al 2012)

Tuttavia nellrsquointerazione epistatica funzionale (GxGxE) con la variante dominante di

vulnerabilitagrave SS del 5HTTLPR egrave il polimorfismo val66val del BDNF ad esaltare con la sua

iperespressione la depressione successiva ad abusi infantili (Grabe HJ et al 2012) mentre

negli stessi portatori della variante SS del 5HTTLPR il polimorfismo genico 66met del BDNF

risulta favorire la reattivitagrave emotiva ansiogena come dimostrato allrsquoimaging funzionale

(BOLD fNMR) dal coinvolgimento dellrsquoAmigdala e della Corteccia Cingolata Anteriore rostrale

(AMY rACC) (Outhred T et al 2012) Questi dati favoriscono lrsquoipotesi della modulazione

epistatica ambivalente in senso rispettivamente depressogeno o ansiogeno delle varianti

66val e 66met del BDNF sui portatori del polimorfismo genico di suscettibilitagrave 5HTTLPR-SS

Riguardo la gravitagrave dei sintomi del PTSD in epistasi con il DRD2 Taq1 (allele T di vulnerabilitagrave

per ipoespressione dei recettori D2 della dopamina) la variante 66met del BDNF la attenua

mentre la variante Val-Val la esalta in funzione dellrsquoespressione di tali recettori e

indipendentemente dunque dallrsquoeccesso o dal difetto di DA (Hemmings SM et al 2012)

seppure un ruolo di suscettibilitagrave al PTSD sia stato riconosciuto alla variante 9R del

polimorfismo VNTR nella 3UTR del gene SLC6A3 codificante nellrsquouomo per il trasportatore

della Dopamina (DAT1) come vedremo piugrave avanti (Valente NL et al 2012) Riguardo alla

risposta terapeutica premesso che il trattamento non farmacologico piugrave efficace per il PTSD

egrave risultata la Terapia di Esposizione che mira a facilitare lrsquoestinzione della paura appresa egrave

stato recentemente evidenziato che il BDNF facilita lrsquoestinzione dellrsquoapprendimento e in

12

particolare che la sua variante 66 Met fa prevedere una scarsa risposta alla terapia cognitivo-

comportamentale di esposizione nel PTSD (Felmingham KL et al 2013)

TABELLA RIASSUNTIVA DELLE INTERAZIONI EPISTATICHE NEL DPTS

EPISTASI SERT SS DRD2 T DAT1 9R DAT1 10R

COMT -158met

NET -182C

BDNF Val66Val

Depressione in ECA

uarrsintomi PTSD

BDNF Met66Met

Ansia in ECA

darrsintomi PTSD

DAT1 9R +PTSD In vitro

DAT1 10R + PTSD In vivo

COMT -158met

+PTSD urbano

NET -182C

+PTSD

EPISTASI SERT SS DRD2 T DAT1 9R DAT1 10R

COMT -158met

NET -182C

BDNF Val66Val

Depressione in ECA

uarrsintomi PTSD

BDNF Met66Met

Ansia in ECA

darrsintomi PTSD

DAT1 9R +PTSD In vitro

DAT1 10R + PTSD In vivo

COMT -158met

+PTSD urbano

NET -182C

+PTSD

13

Drsquoaltra parte gli omozigoti 66met del BDNF presentando una riduzione di volume della

Sostanza Grigia (GM) dellrsquoIppocampo e un aumento di quella della Corteccia Orbito Frontale

destra (rOFC) impiegano minor tempo per la remissione dei sintomi depressivi

contrariamente ai 66val che con la stessa riduzione della GM dellrsquoippocampo sinistro

rispondono invece piugrave lentamente alla terapia (Cardoner N et al 2012)

Alcune evidenze suggeriscono uno stato iperdopaminergico con maggior frequenza della

variante 9R del DAT1 nel PTSD Studi in vivo con immagini molecolari di tomografia

computerizzata ad emissione di singolo fotone (SPECT) hanno tuttavia dimostrato un

incremento del potenziale legante del trasportatore della dopamina nello Striato di pazienti

portatori del PTSD Tale aumentata densitagrave di DAT riflette un incrementato turnover locale di

dopamina in grado di contribuire al perpetuarsi e al potenziamento fobico di un evento

traumatico e delle situazioni che lo ricordano (Hoexter MQ et al 2012) confermando i

risultati contraddittori sulla valenza in vivo ed in vitro del suddetto polimorfismo (Heitland I

et al 2012)

Infine il giagrave ricordato riscontro della variante -158met del polimorfismo val158met della

COMT in soggetti che hanno sviluppato PTSD dopo violenza urbana (Valente NL et al 2011

(2) Norrholm SD et al 2013) conferma lrsquoipotesi di un endofenotipo ipernoradrenergico per il

PTSD La COMT egrave infatti preposta a catabolizzare lrsquoeccesso di NE libera intersinaptica in zone

povere dei ricaptatori DAT e NET come la corteccia prefrontale e lrsquoippocampo e la sua

variante 158met ne indica lrsquoipoespressione Pertanto anche la variante NET-182C del

polimorfismo del trasportatore della norepinefrina (SLC6A2-182TC) che ne ipoesprime la

ricaptazione (Valente NL et al 2011-2) si candida a predisponente del PTSD

Bibliografia

Aguilera M Arias B Wichers M Barrantes-Vidal N Moya J Villa H van Os J Ibaacutentildeez MI Ruipeacuterez MA Ortet G Fantildeanaacutes L Early adversity and 5-HTTBDNF genes new evidence of gene-environment interactions on depressive symptoms in a general population Psychol Med 2009 Sep39(9)1425-32 Epub 2009 Feb 12 Auxeacutemeacutery Y (2) Posttraumatic stress disorder (PTSD) as a consequence of the interaction between an individual genetic susceptibility a traumatogenic event and a social context] Encephale Oct 2012 38(5) 373-80 Cardoner N Soria V Gratacograves M Hernaacutendez-Ribas R Pujol J Loacutepez-Solagrave M Deus J Urretavizcaya M Estivill X Menchoacuten JM Soriano-Mas C Val66Met BDNF genotypes in melancholic depression effects on brain structure and treatment outcome Depress Anxiety Nov 2012

14

Felmingham KL Dobson-Stone C Schofield PR Quirk GJ Bryant RA The Brain-Derived Neurotrophic Factor Val66Met Polymorphism Predicts Response to Exposure Therapy in Posttraumatic Stress Disorder Biol Psychiatry Jan 2013 Frielingsdorf H Bath KG Soliman F Difede J Casey BJ Lee FS Variant brain-derived neurotrophic factor Val66Met endophenotypes implications for posttraumatic stress disorder Ann N Y Acad Sci 2010 Oct1208150-7 doi 101111j1749-6632201005722x Grabe HJ Schwahn C Mahler J Appel K Schulz A Spitzer C Fenske K Barnow S Freyberger HJ Teumer A Petersmann A Biffar R Rosskopf D John U Voumllzke H Genetic epistasis between the brain-derived neurotrophic factor Val66Met polymorphism and the 5-HTT promoter polymorphism moderates the susceptibility to depressive disorders after childhood abuse Prog Neuropsychopharmacol Biol Psychiatry 2012 Mar 3036(2)264-70 Epub 2011 Oct 2 Heitland I Oosting R SBaas J M P Massar S A A Kenemans J L Boumlcker K B E Genetic polymorphisms of the dopamine and serotonin systems modulate the neurophysiological response to feedback and risk taking in healthy humans Cogn Affect Behav Neurosci 2012 December 12(4) 678ndash691 Hemmings SM Martin LI Klopper M van der Merwe L Aitken L de Wit E Black GF Hoal EG Walzl G Seedat S BDNF Val66Met and DRD2 Taq1A polymorphisms interact to influence PTSD symptom severity A preliminary investigation in a South African population Prog Neuropsychopharmacol Biol Psychiatry 2012 Oct 25 pii S0278-5846(12)00266-7 doi 101016jpnpbp201210011 [Epub ahead of print] Hoexter MQ Fadel G Feliacutecio AC Calzavara MB Batista IR Reis MA Shih MC Pitman RK Andreoli SB Mello MF Mari JJ Bressan RA Higher striatal dopamine transporter density in PTSD an in vivo SPECT study with [(99m)Tc]TRODAT-1 Psychopharmacology (Berl) 2012 Nov224(2)337-45 doi 101007s00213-012-2755-4 Epub 2012 Jun 15 Kolassa IT Ertl V Eckart C Gloumlckner F Kolassa S Papassotiropoulos A de Quervain DJ Elbert T Association study of trauma load and SLC6A4 promoter polymorphism in posttraumatic stress disorder evidence from survivors of the Rwandan genocide J Clin Psychiatry 2010 May71(5)543-7 Epub 2010 Apr 6 Miller S Hallmayer J Wang PW Hill SJ Johnson SL Ketter TA Brain-derived neurotrophic factor val66met genotype and early life stress effects upon bipolar course J Psychiatr Res 2012 Nov 23 pii S0022-3956(12)00328-7 doi 101016jjpsychires201210015 [Epub ahead of print] Norrholm SD Jovanovic T Smith AK Binder E Klengel T Conneely K Mercer KB Davis JS Kerley K Winkler J Gillespie CF Bradley B Ressler KJ Differential Genetic and Epigenetic Regulation of catechol-O-methyltransferase is Associated with Impaired Fear Inhibition in Posttraumatic Stress Disorder Front Behav Neurosci 2013 Apr 10730 doi 103389fnbeh201300030 Print 2013 Outhred T Das P Dobson-Stone C Griffiths K Felmingham KL Bryant RA Malhi G Kemp AH The functional epistasis of 5-HTTLPR and BDNF Val66Met on emotion processing a preliminary study Brain Behav Nov 2012 2(6) 778-88 Pivac N Kozaric-Kovacic D Grubisic-Ilic M Nedic G Rakos I Nikolac M Blazev M Muck-Seler D The association between brain-derived neurotrophic factor Val66Met variants and psychotic

15

symptoms in posttraumatic stress disorder World J Biol Psychiatry 2012 Apr13(4)306-11 Epub 2011 Jul 6 Rakofsky JJ Ressler KJ Dunlop BW BDNF function as a potential mediator of bipolar disorder and post-traumatic stress disorder comorbidity Mol Psychiatry 2012 Jan17(1)22-35 doi 101038mp2011121 Epub 2011 Sep 20 Valente NL Vallada H Cordeiro Q Miguita K Bressan RA Andreoli SB Mari JJ Mello MF Candidate-gene approach in posttraumatic stress disorder after urban violence association analysis of the genes encoding serotonin transporter dopamine transporter and BDNF J Mol Neurosci 2011 May44(1)59-67 Epub 2011 Mar 29 Valente NL Vallada H Cordeiro Q Bressan RA Andreoli SB Mari JJ Mello MF (2) Catechol-O-methyltransferase (COMT) val158met polymorphism as a risk factor for PTSD after urban violence J Mol Neurosci 2011 Mar43(3)516-23 Epub 2010 Nov 17 Zhang L Benedek DM Fullerton CS Forsten RD Naifeh JA Li XX Hu XZ Li H Jia M Xing GQ Benevides KN Ursano RJ PTSD risk is associated with BDNF Val66Met and BDNF overexpression Molecular Psychiatry (15 January 2013) | doi101038mp2012180

16

Depressione azione epigenetica dei fattori ambientali sullo sviluppo del disturbo attraverso la metilazione

del trasportatore della serotonina (SERT) Evidenze di laboratorio sulla quantificazione dellrsquoeffetto epigenetico del danno e della correzione terapeutica

A cura di Dott Giovanni Borghini- Biologo Genetista

La cronaca continua a portare alla ribalta estremi gesti anti-

conservativi di personaggi apparentemente gratificati da una vita di

successi e popolaritagrave Cosa si nasconde dietro il male oscuro della

depressione egrave una sfida ancora aperta ai piugrave diversi contributi della

ricerca Ne analizzeremo uno in particolare legato alle recenti

acquisizioni della biologia molecolare sui fenomeni epigenetici da

stress e il polimorfismo genico del trasportatore della serotonina

Il trasportatore della serotonina (SERT) e la sua la regione polimorfica gene-linked (5-

HTTLPR) sono ormai pienamente riconosciuti come modulatori del legame tra lo stress della

vita e la depressione Tuttavia i percorsi molecolari implicati in questa interazione gene-

ambiente (GXE) sono ancora in gran parte sconosciuti Alterazioni nel profilo dellrsquoespressione

genica del SERT spesso mediate epigeneticamente sono associate allrsquoinsorgenza di

depressione e possono pertanto costituire un ipotetico mediatore nellrsquo interazione GXE In

un recente articolo (Wankerl M et al 2014) sono stati indagati parallelamente gli effetti dei

polimorfismi genici del SERT (5-HTTLPR) e delle avversitagrave ambientali riferite allrsquointero arco

vitale a partire dagli stress precoci intra-uterini In accordo con la letteratura internazionale

sono emerse strette correlazioni tra variazioni polimorfiche del SERT e i cambiamenti

ambientali (stress precoci traumi prenatali) Studiando in vivo lespressione del SERT in

campioni di cellule di sangue periferico egrave stato valutato se i cambiamenti indotti

dallambiente siano mediati da modificazioni epigenetiche A tale scopo sono stati analizzati

83 siti CpG nel promotore-genico del SERT della grandezza di 799-bp con il metodo

altamente sensibile del ldquopyrosequencingrdquo con bisolfito I partecipanti allo studio sono stati

133 tra giovani e adulti sani I risultati hanno mostrato che sia i portatori dellallele ldquoSrdquo del 5-

17

HTTLPR che i bambini sottoposti a stress materno prenatale (328) e a maltrattamento

infantile (563) presentavano una ridotta espressione del mRNA del SERT rispetto a quelli

senza alcun fattore di rischio I dati dellrsquoarticolo indicano inoltre che i cambiamenti nei livelli

di espressione del mRNA SERT non coincidono con i profili di metilazione del DNA allinterno

delle isole CpG del SERT Egrave quindi ipotizzabile che i cambiamenti persistenti nellespressione

del SERT possano a loro volta dipendere da un alterato funzionamento serotoninergico e

probabilmente si sommano la vulnerabilitagrave a differenti malattie associate al 5-HTTLPR e le

avversitagrave precoci

Bibliografia M Wankerl1 R Miller1 C Kirschbaum1 J Hennig2 T Stalder1 and N Alexander1 Effects of genetic and early environmental risk factors for depression on serotonin transporter expression and methylation profiles Transl Psychiatry Jun 2014 4(6) e402 Published online Jun 17 2014 doi 101038tp201437 PMCID PMC4080318 Franke L Therstappen E Schlosser B Biermer M Berg T Schaumlfer M Arck P Uebelhack R Friebe A A Preliminary Study on the Relationship between Platelet Serotonin Transporter Functionality Depression and Fatigue in Patients with Untreated Chronic Hepatitis C Depress Res Treat 20142014821381 doi 1011552014821381 Epub 2014 Mar 20 Domschke K Tidow N Schwarte K Deckert J Lesch KP Arolt V Zwanzger P Baune BT Serotonin transporter gene hypomethylation predicts impaired antidepressant treatment response Int J Neuropsychopharmacol 2014 Aug17(8)1167-76 doi 101017S146114571400039X Epub 2014 Mar 28

18

SVILUPPO PUBERALE E TESSUTO ADIPOSO A cura di Dottssa Martina Beltrami - Dietista

La pubertagrave egrave una fase di transizione che determina la

maturitagrave riproduttiva tra linfanzia e letagrave adulta

La pubertagrave egrave legata a importanti cambiamenti sviluppo

delle caratteristiche sessuali secondarie lo sviluppo

somatico il menarca modificazioni psicologiche

Lormone di rilascio delle gonadotropine (GnRH) che

per tutta linfanzia viene prodotto in modo sporadico

inizia ad essere prodotto in modo pulsatile e regolare

La frequenza e lampiezza della sua produzione

determinano la produzione degli ormoni responsabili di portare allovulazione e poi la

regolaritagrave dei cicli mestruali

Tra la prima mestruazione e la piena maturazione possono passare 3-4 anni

Negli ultimi anni si egrave evidenziato come uno sviluppo precoce o tardivo sia correlato

negativamente con la salute della donna

Letagrave del menarca e lincidenza con la sindrome metabolica sono correlati con una curva a U

per la quale sia unetagrave troppo precoce (prima dei 10 anni) sia unetagrave tardiva (dopo i 16anni)

portano ad un aumentato rischio di sviluppare la sindrome metabolica nellarco dei successivi

26 anni (1)

Un menarca precoce egrave un fattore di rischio a tutte le patologie estrogeno dipendenti

(iperandrogenismo pcos tumore alla mammela) e dal punto di vista psicologico puograve essere

traumatico

Un menarca tardivo egrave correlato a osteopenia il picco di accumulo di densitagrave ossea avviene

tra letagrave puberale e i 25anni se lo sviluppo puberale tarda avrograve meno tempo a disposizione

per aumentare la densitagrave ossea

I fattori nutrizionali sono considerati uno dei principali fattori che influenzano linizio dello

sviluppo puberale

19

La Leptina egrave un ormone prodotto dal tessuto adiposo ed egrave strettamente correlata alla sua

quantitagrave Piugrave aumenta lindice di massa corporea (BMI) e piugrave aumenta la percentuale di

Leptina prodotta

La Leptina agisce sui processi di termogenesi sul comportamento alimentare e sulla funzione

riproduttiva Le modificazioni dei livelli di leptina indicano se le riserve energetiche

dellorganismo sono sufficienti per sostenere lo sviluppo puberale La leptina agisce quindi

come un segnale periferico per lipotalamo ed egrave necessaria per lo sviluppo puberale

Alcuni studi hanno evidenziato come letagrave del menarca sia strettamente correlata ai livelli

circolanti di leptina

La leptina circolante infatti aumenta di circa il 30 nei 6 mesi precedenti il menarca(2)

Negli ultimi decenni il sovrappeso egrave aumentato nella popolazione e non a caso anche letagrave

media del primo menarca egrave scesa da 13 a 12 anni circa

Letagrave del menarca egrave correlata piugrave al peso corporeo che non alletagrave cronologica

Se andiamo a modificare per carenza o per eccesso il grasso corporeo la produzione di

leptina cambia e il menarca puograve anticipare o tardare

Bambine di 5-7 anni in sovrappeso hanno maggior probabilitagrave di uno sviluppo puberale

anticipato a 9 anni (3)

Ballerine ginnaste o ragazze con un BMI piugrave basso rispetto alle coetanee spesso hanno un

menarca tardivo

Da alcuni studi sembrerebbe che un percentuale minima del 16 di grasso sia necessaria

affinchegrave avvenga lo sviluppo puberale e il 22 per avere cicli regolari (4)

Riuscire a identificare precocemente i soggetti a rischio permette di intervenire

tempestivamente lavorando sullindice di massa corporea per recuperare anni sui fattori di

rischio

Bibliografia

1) Mueller NT1Duncan BBBarreto SMChor DBessel MAquino EMPereira MASchmidt MI Earlier age at menarche is associated with higher diabetes risk and cardiometabolic disease risk factors in Brazilian adults Brazilian Longitudinal Study of Adult Health (ELSA-Brasil) 2) Lassek W D and Gaulin S JC (2007) Menarche is related to fat distribution Am J Phys Anthropol 1331147ndash1151 doi101002ajpa20644

20

3) Davison et al Percent Body Fat at Age 5 Predicts Earlier Pubertal Development Among Girls at Age 9 Pediatrics 2003 1114 815-821 4) Rose E Frisch1Roger Revelle1 Height and Weight at Menarche and a Hypothesis of Critical Body Weights and Adolescent Events Science 24 July 1970 Vol 169no 3943pp 397-399

21

Attivitagrave ormonale e distribuzione di grasso

generalizzato

A cura di Dottssa Bruzzone Francesca ndash Dietista

Mentre della localizzazione del tessuto adiposo a livello addominale piuttosto che in zona

gluteo-femorale si tratta lungamente (distinguendo lrsquoobesitagrave androide da quella ginoide) dei

soggetti che accumulano grasso in modo omogeneo nei vari distretti corporei si parla in

minor misura nonostante tale fenomeno interessi ugualmente genere maschile e genere

femminile

La predisposizione a immagazzinare le riserve energetiche in una

zona piuttosto che in unrsquoaltra varia in relazione a etagrave sesso razza

di appartenenza attivitagrave fisica alimentazione e azione ormonale

Questi ultimi tre fattori sono strettamente correlati e dipendenti

lrsquouno dallrsquoaltro

Le persone in sovrappeso che presentano delle forme corporee

come quelle della figura a lato solitamente possiedono arti lunghi

ossa piccole faccia ovale o allungata e vita alta Essi localizzano il

grasso in tutto il corpo ad eccezione dei polpacci non sopportano il

caldo adorano i carboidrati e il caffegrave alternano la loro giornata tra energia e stanchezza e

passano da entusiasmo e presa di iniziativa nei periodi positivi a depressione e irritabilitagrave nei

momenti di stress

Tutte queste caratteristiche sono determinate dal ruolo degli ormoni nella gestione della

regolazione delle funzioni corporee e dellrsquoemotivitagrave

I soggetti che tendono ad ingrassare sia nella zona addominale che in quella inferiore del

corpo infatti annoverano molto spesso un lungo passato di squilibrio ormonale in cui si

sovrappongono fattori eziologici tipici del grasso androide ad altri caratteristici del grasso

ginoide

Generalmente questi individui acquistano peso a causa di una alterata attivitagrave tiroidea (loro

ghiandola dominante) provocata da un consumo protratto ed eccessivo di carboidrati

raffinati e di zuccheri semplici Ciograve conduce nel tempo a una soppressione dellrsquoefficienza

tiroidea e della secrezione dellrsquoormone somatotropo (HGH) e quindi a un accumulo di grasso

22

generalizzato conseguente alla riduzione del metabolismo basale e del mancato effetto

lipolitico Lrsquoormone della crescita e gli ormoni tiroidei infatti vengono inibiti dal cortisolo il

quale egrave stimolato proprio dallrsquoipoglicemia reattiva allrsquoiperglicemia dovuta a un pasto ricco di

zuccheri semplici e carboidrati raffinati Anche la caffeina egrave in grado di aumentare la

produzione di cortisolo insieme a stress scarsa idratazione e digiuni prolungati Tale

ormone insieme agli squilibri insulinici che si innescano agevola lrsquoaumento ponderale

attraverso meccanismi quali la sollecitazione della lipoproteina lipasi e lrsquoaumento di

ritenzione idrica

La dieta piugrave adeguata per il dimagrimento di questi soggetti quindi prevede una riduzione

dei cereali bianchi degli zuccheri e della caffeina a favore di farinacei integrali proteine

nobili (specie di origine ittica per stimolare la tiroide attraverso il contenuto di iodio) e

verdura egualmente distribuiti nei vari pasti senza dimenticare una buona idratazione

Lrsquoazione degli ormoni nella localizzazione del grasso non si esprime soltanto in relazione agli

stimoli alimentari ma anche in rapporto allrsquoattivitagrave fisica coadiuvante il dimagrimento

Essendo la tiroide particolarmente attiva in tarda mattinata ad esempio il momento

migliore per allenarsi sarebbe questo per avere la possibilitagrave di stimolare al meglio le

funzioni metaboliche e il consumo dei grassi Se invece viene svolto un allenamento con i

pesi mirato ad implementare la forza esso non dovrebbe superare i 60 minuti in modo da

evitare unrsquoesosa produzione di cortisolo

Bibliografia

Massimo Spattini -La dieta ldquocomrdquo e il dimagrimento localizzato- Tecniche Nuove 2012

23

Approccio nutrizionale alla sindrome premestruale

A cura di Dottssa Chiara Di Gianvittorio ndash Dietista

La sindrome premestruale (PMS) egrave un disturbo

molto comune nelle donne in etagrave fertile e si

caratterizza per una serie di sintomi fisici e

psicologici che insorgono nella fase luteinica e

tendono a scomparire con il sopraggiungere del

flusso La sua prevalenza egrave stata stimata nel 30-40

della popolazione femminile in etagrave riproduttiva I

sintomi principali sono gonfiore stipsi dolori

addominali ritenzione idrica ma possono

aggiungersi ansia insonnia repentini cambi di umore irritabilitagrave stanchezza e attacchi di

fame Ogni donna vive a suo modo queste manifestazioni che possono verificarsi

contemporaneamente o solo in parte e la cui gravitagrave egrave variabile

Le cause della sindrome premestruale sono da rintracciarsi nello squilibrio ormonale dato

dallrsquoavvicendarsi di estrogeni e progesterone in fattori nutrizionali o in eventuali anomalie

funzionali dellrsquoasse ipotalamo-ipofisi-surrene che comportano alterazioni della secrezione di

ormoni sessuali Anche i crescenti livelli di prolattina possono contribuire ai sintomi

provocando dolori al seno e gonfiore Infine sembra che si verifichi una diminuzione di

dopamina e serotonina endorfine in grado di regolare il tono dellrsquoumore Le conseguenze di

tale sbilancio sono evidenti anche nella concentrazione nel siero di alcuni microelementi

magnesio e calcio risultano carenti nella fase luteinica e implicati quindi nella genesi di alcuni

dei sintomi Entrambi infatti sono coinvolti nellrsquoattivitagrave e nel rilascio di neurotrasmettitori e

nelle funzioni neuromuscolari

Considerando quindi la varietagrave dei disturbi e lrsquoimpatto che gli stessi possono avere sulla

qualitagrave di vita della donna unrsquoattenta alimentazione risulta utile quanto necessaria Nello

specifico lrsquoattenzione egrave rivolta al consumo attraverso la dieta di grassi saturi insaturi fibre

zuccheri semplici sostanze nervine e microelementi

Evidenze scientifiche mostrano che riducendo il contenuto di grassi nella dieta ed

aumentando il consumo di fibre e vegetali si abbassano i livelli ematici di estrogeni e di

24

conseguenza migliora la sintomatologia e il dolore mestruale Il fegato infatti estrae gli

estrogeni dal torrente ematico e li invia attraverso lrsquoalbero biliare nel tubo digerente Ligrave la

fibra proveniente da frutta verdura legumi e cereali sequestra gli estrogeni impedendone il

riassorbimento e promuovendone lrsquoescrezione fecale Le variazioni nei livelli ormonali sono

state studiate soprattutto nelle donne vegetariane riscontrando in conclusione una

correlazione tra le concentrazioni nel plasma di estrone ed estradiolo e il consumo di grassi

saturi Tali ormoni infatti diminuivano allrsquoaumentare dellrsquoapporto di fibre con la dieta Al

momento egrave in corso di studio dunque il ruolo della dieta vegetariana nella prevenzione e

gestione della sindrome premestruale Un ulteriore dato oggettivo a favore egrave

rappresentato dallrsquoutilizzo di alimenti come la soia ricca in fitoestrogeni Questi ultimi sono

estrogeni vegetali dallrsquoeffetto blando che agiscono come antagonisti riducendo la capacitagrave

dellrsquoestrogeno endogeno di legarsi al loro recettore cellulare Il risultato egrave una minore

stimolazione sulle cellule ormono-sensibili e una migliore gestione dei sintomi

Unrsquo ulteriore precisazione va fatta per i grassi nella dieta non solo la quantitagrave ma anche la

qualitagrave influisce sullrsquoinsorgenza dei disturbi del ciclo mestruale Unrsquoalimentazione ricca di

grassi polinsaturi Omega 3 si associa ad una sintomatologia piugrave modesta Infatti tali grassi

riducono la produzione di prostaglandine nellrsquoorganismo coinvolte nei processi di

infiammazione dolore contrazione muscolare e vasocostrizione

Banditi inoltre gli zuccheri semplici in quanto hanno un forte impatto sulla glicemia e

influenzano il rilascio dei neurotrasmettitori responsabili del tono dellrsquoumore (serotonina

adrenalina dopamina noradrenalina ecc) e del senso dellrsquoappetito

Altra accortezza per migliorare la gestione della sindrome premestruale egrave la riduzione

dellrsquoapporto di sodio e caffeina (o altre sostanze nervine come tegrave coca cola etc)

rispettivamente per limitare la ritenzione idrica e ridurre irritabilitagrave e insonnia

Infine egrave stato ampiamente studiato lrsquoapporto vitaminico e gli effetti su tali disturbi con

particolare attenzione alle vitamine del gruppo B assunte attraverso la dieta e non sotto

forma di integratori alimentari Lrsquointake di Tiamina e Riboflavina sembra avere un ruolo nellrsquo

incidenza della sindrome premestruale in quanto risultano implicate nel metabolismo di

neurotrasmettitori come Serotonina e GABA (Acido γ-amminobutirrico) che intervengono

migliorando lrsquoumore e agiscono indirettamente nella funzionalitagrave ovarica e riproduttiva

Al momento egrave in corso di valutazione lrsquointegrazione nella fase luteinica con Magnesio e

Calcio La loro contemporanea somministrazione genera un effetto sinergico nel ridurre gli

25

spasmi della muscolatura uterina e migliorare lrsquoumore Anche alcuni rimedi fitoterapici

sembrano alleviare la sintomatologia agnocasto ginkgo biloba e zafferano Ulteriori studi

sono perograve necessari per chiarire se realmente possa esserci un beneficio da eventuali

supplementazioni con microelementi o erbe Per ora rimane la certezza che una dieta

equilibrata ricca in frutta verdura legumi e acidi grassi polinsaturi sia la strategia drsquoelezione

nella gestione delle forme piugrave lievi di sindrome premestruale

Bibliografia

Adlercreutz H Martin F et al Steroid absorption and enterohepatic re cycling-

(httpwwwcontraceptionjournalorgarticle0010-782428792990094-5abstract)-

Contraception 1979 20 201-23

Baker LJ OrsquoBrien PM Premenstrual syndrome (PMS) a peri-menopausal perspective-

(httpwwwmaturitasorgarticleS0378-512228122900111-9fulltext) - Maturitas 2012

72(2)121-5

Chou T- Wake up and smell the coffee Caffeine coffee and the medical consequences-

httpwwwncbinlmnihgovpmcarticlesPMC1022034 - West J Med 1992 Nov157(5)544-53

Dante G Facchinetti F Herbal treatments for alleviating premenstrual symptoms a systematic

review- (httpinformahealthcarecomdoiabs1031090167482X2010538102)- J Psychosom

Obstet Gynaecol 2011 Mar32(1)42-51

Deutch B Menstrual pain in Danish women correlated with low n-3 polyunsaturated fatty acid

intake- (httpwwwncbinlmnihgovpubmed7588501) Eur J Clin Nutr 1995 Jul49(7)508-16

Gigante DP et al Population study of premenstrual syndrome-

(httpwwwscielosporgscielophpscript=sci_arttextamppid=S0034-

89102006000100009amplng=enampnrm=isoamptlng) - Rev Saude Publica 2006 40(1)47-56

Girman A Lee R Kligler B An integrative medicine approach to premenstrual syndrome- (

httpwwwajogorgarticleS0002-937828032900357-0fulltext) -Am J Obstet Gynecol 2003

188(5 Suppl)S56-65

Goldin BR Adlecreutz H et al Estrogen extrection patterns and plasma levels in vegetarian and

omnivorous women- (httpwwwnejmorgdoifull101056NEJM198212163072502 )- N Engl J

Med 1982 3071542-7

26

Halbreich U The etiology biology and evolving pathology of premenstrual syndromes-

(httpwwwsciencedirectcomsciencearticlepiiS0306453003000970)

Psychoneuroendocrinology 200328(suppl 3)55ndash99

Larissa Almenara Silva dos Santos Vilma Blondet de Azeredo et al-Seric ion level and its

relationship with the symptoms of premenstrual syndrome in young women-

(httpwwwnutricionhospitalariacompdf6648pdf) - Nutr Hosp 2013 28(6)2194-2200 Silva CM

Margot N Woods Sherwood L et al Low-fat high fiber diet and serume estrone sulfate in

premenopausal women (httpajcnnutritionorgcontent4961179fullpdf+htmlsid=38ae9820-

e92f-4cfe-b019-a9b3ce1d92e7) - Am J Clin Nutr 1989 49 1179-83

Sohrabi N Kashanian M et al - Evaluation of the effect of omega-3 fatty acids in the treatment of

premenstrual syndrome a pilot trial-

(httpwwwcomplementarytherapiesinmedicinecomarticleS0965-229928122900174-

4fulltext ) Complement Ther Med 2013 Jun21(3)141-6

Thys-Jacobs S Micronutrients and the premenstrual syndromethe case for calcium-

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed10763903) - Journal of the American College of Nutrition

2000 19 (2) 220-7

Patricia O Chocano-Bedoya JoAnn E Manson et al Dietary B vitamin intake and incident

premenstrual syndrome- (httpajcnnutritionorgcontent9351080long) Am J Clin Nutr 2011

93 1080-6

27

Attuali evidenze epidemiologiche in tema di malattia

celiaca

A cura di Dottssa Chiara Di Gianvittorio ndash Dietista

La malattia celiaca egrave un disturbo

autoimmune che si sviluppa in

persone geneticamente predisposte

in conseguenza dellrsquoesposizione a

fattori ambientali (glutine nella dieta

come prima causa) La prevalenza

del disturbo egrave molto variabile gli

ultimi dati riguardo la distribuzione della malattia parlano di un incremento in alcune aree

mondiali Il miglioramento delle tecniche diagnostiche e la migliore conoscenza della

malattia non bastano perograve a spiegare la crescita verificatasi negli ultimi 30- 40 anni

La nuova epidemiologia dellrsquo intolleranza al glutine egrave ora caratterizzata da un aumento di

nuovi casi in aree storiche (Europa del Nord e gli Stati Uniti) ma piugrave interessante egrave la crescita

della malattia in nuove regioni (paesi asiatici) A spiegare ciograve probabilmente ci sono

cambiamenti nelle abitudini alimentari soprattutto in etagrave infantile oltre che lrsquoutilizzo di

nuovi mezzi diagnostici

In Europa e Stati Uniti la frequenza sulla popolazione egrave di circa lrsquo 1 con alcune differenze

regionali In Finlandia e Svezia si calcola una prevalenza del 2-3 mentre in Germania solo

dello 02 nonostante i fattori causali sembrino essere simili (livello di assunzione di glutine

e frequenza di HLA-DQ2 e -DQ8) Sebbene lincidenza e i casi diagnosticati siano in

aumento rimane lrsquo ldquoiceberg celiacordquo a nascondere con un rapporto che varia da 13 a 15

(casi diagnosticati e non diagnosticati) la reale distribuzione della malattia

Oltre a Europa e Nord America lepidemiologia dellrsquo intolleranza al glutine egrave stata studiata in

molti altri paesi per lo piugrave popolati da individui di origine europea In queste zone i dati si

sovrappongono in larga misura a quelli del vecchio e del nuovo continente Nuove evidenze

arrivano dal Nord Africa e dai Paesi del Medio Oriente in cui il disturbo egrave presente

nonostante la scarsa disponibilitagrave di strutture diagnostiche e la scarsa consapevolezza della

28

malattia In Saharawi una popolazione araba che vive nel Sahara occidentale la prevalenza

della malattia egrave eccezionalmente elevata (56) per ragioni ancora poco chiare

La conoscenza della malattia nelle regioni asiatiche invece egrave ancora limitata e per lo piugrave

confinata in India dove egrave stata riconosciuta sia nei bambini che negli adulti Tuttavia come

efficacemente descritto da una task force indiana lrsquointolleranza al glutine in India egrave

ldquoimmerso in un oceano di malnutrizionerdquo La frequenza sembra essere maggiore nella parte

settentrionale probabilmente in conseguenza del largo consumo di grano rispetto al riso

Difficile ottenere dei numeri ma si stima che da 5 a 8 milioni di persone in India potrebbero

avere la malattia Purtroppo perograve ad oggi solo poche migliaia di pazienti sono stati

diagnosticati

Infine difficile comprendere anche la distribuzione in Cina a causa della grande popolositagrave I

fattori predisponenti (consumo di grano e genotipo HLA-DQ2 e DQ8) sono presenti cosigrave

come le prime evidenze in letteratura ma egrave necessario proseguire negli accertamenti

epidemiologici Risulta invece raro il disturbo in paesi come Giappone Corea Indonesia e

Filippine a causa del basso consumo di frumento e del patrimonio genetico

In sintesi i dati disponibili suggeriscono che lincidenza dellrsquo intolleranza al glutine egrave

veramente in aumento e che la malattia egrave attualmente molto piugrave comune in alcune aree

rispetto al passato Ulteriori studi epidemiologici perograve si rendono necessari per

comprendere meglio la distribuzione sulla popolazione e la correlazione con i fattori genetici

e ambientali

Bibliografia

Bai JC Fried M et al -World gastroenterology organisation global guidelines on celiac disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed23314668) - J Clin Gastroenterol 2013 47121ndash6

Catassi C Gatti S et al- The New Epidemiology of Celiac Disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed24979197)- JPGN Luglio 2014 Volume 59 supplement 1

Fasano A Berti I et al- Prevalence of celiac disease in at-risk and not-at-risk groups in the United

States a large multi center study (httparchintejamanetworkcomarticleaspxarticleid=215079)-

Arch Int Med 2003163286ndash92

29

Kochhar R Dachdev S et al- Prevalence of coeliac disease in healthy blood donors a study from

north India (httpwwwsciencedirectcomsciencearticlepiiS1590865812000229)- Dig Liver Dis

201244530ndash2

Kang JY Kang AHY et al -Systematic review worldwide variation in the frequency of Coeliac Disease

and changes over time

(httponlinelibrarywileycomdoi101111apt12373abstractjsessionid=91309CB937E7B5E094A

3B7F08441695f04t04)- Aliment Pharmacol Ther 201338226ndash45

Mustalahti K Catassi C et al- The prevalence of celiac disease in Europe results of a centralized

international mass screening project

(httpinformahealthcarecomdoiabs103109078538902010505931)- Ann Med 201042587ndash

95

30

Malattia celiaca e microbiota intestinale il ruolo dei

Bifidobatteri

A cura di Dottssa Chiara Di Gianvittorio ndash Dietista

La malattia celiaca egrave un disordine autoimmune scatenato dallrsquoingestione di alimenti

contenenti glutine in soggetti predisposti Lrsquoinfiammazione che ne risulta a carico del

piccolo intestino provoca atrofia dei villi e malassorbimento dei nutrienti I fattori implicati

nello sviluppo di questa patologia sono genetici e ambientali Tra questi ultimi troviamo

unrsquoesposizione troppo precoce al glutine insufficiente allattamento al seno infezioni

intestinali e squilibri della flora batterica residente La manifestazione clinica egrave varia e

include disturbi gastrointestinali come gonfiore vomito diarrea dispepsia perdita di peso e

disturbi extraintestinali come anemia malattie del fegato e dermatiti

Attualmente in studio egrave la relazione tra malattia celiaca e flora batterica intestinale che

risulta fondamentale per lrsquoequilibrio e la salute del tratto gastroenterico Il microbiota

umano egrave infatti lrsquoinsieme di microrganismi simbiontici dellrsquointestino Negli esseri umani si

trovano tra le 500 e le 1000 specie differenti di microrganismi di cui la maggioranza

anaerobi Tra questi ci sono i Bifidobatteri che svolgono una duplice azione diretta

contrastando i batteri patogeni e indiretta per interazione con il tessuto linfoide intestinale

(GALT) di cui ne stimola lrsquoattivitagrave

Alcuni ceppi di questi batteri inoltre sembrano inibire la risposta infiammatoria e il danno

alla mucosa che insorgono in conseguenza dellrsquoingestione di gliadina Infatti studi in vitro

hanno mostrato che tali microrganismi possono ridurre la produzione di citochine

infiammatorie (IFN-γ e IFN-α) e aumentare quella di IL-10 Un ulteriore effetto positivo

riguarda lrsquoincremento di cellule caliciformi nel piccolo intestino ridotte a causa della tossicitagrave

da glutine Infine oltre agli effetti immunomodulatori ceppi specifici come il

Bifidobacterium longum contribuiscono allrsquoidrolisi dei peptidi di gliadina durante la

digestione riducendo la presenza di aminoacidi tossici e dei loro effetti avversi

I Bifidobatteri risultano quindi protettivi contro la risposta infiammatoria e il danno

mucosale causato dal glutine Ci si chiede a questo punto se squilibri della microflora

31

possano costituire concausa nello sviluppo della patologia e se egrave possibile migliorarne la

gestione ristabilendo lrsquoequilibrio intestinale con probiotici

Attualmente cambiamenti nel microbiota intestinale sono stati dimostrati nei bambini

celiaci Negli adulti le evidenze parlano di una riduzione di Bifidobatteri sia al momento della

diagnosi che a dieta aglutinata ed un aumento dei Bacteroides (batteri gram negativi e

anaerobici) sia nelle feci che sulle biopsie dei celiaci Inoltre crsquoegrave una riduzione nella

variabilitagrave della specie sia prima che dopo la dieta Tali squilibri vanno ovviamente ad

incidere sul processo patologico

I probiotici sono costituiti da microrganismi vivi che devono essere in grado di svolgere

effetti positivi sulla flora batterica intestinale In alcuni studi si egrave dimostrato come alcuni di

essi possano avere una particolare utilitagrave per i celiaci anche se si tratta ancora di approcci a

livello sperimentale Unrsquo indagine condotta su 64 soggetti (26 pazienti celiaci con dieta

contenente glutine 18 celiaci a dieta gluten-free e 20 soggetti sani) ha portato a valutare se

la flora batterica intestinale possa contribuire ai sintomi pro-infiammatori della celiachia e se

con due specifici ceppi di Bifidobatteri sia possibile ottenere benefici I risultati

confermarono le ipotesi e il ruolo positivo svolto dai ceppi Bifidobacterium longum e

Bifidobacterium bifidum sul quadro infiammatorio

Lrsquouso di specifici batteri probiotici potrebbe quindi contribuire al miglioramento della

patologia ma egrave necessario approfondire ulteriormente con modelli sperimentali e studi

clinici il loro ruolo a supporto della terapia classica

Bibliografia

Collado MC Donat E et al- Imbalances in faecal and duodenal Bifidobacterium species composition

in active and non active coeliac disease (httpwwwncbinlmnihgovpubmed19102766)- BMC

Microbiol 2008 2321-9

Di Cagno R Rizzello CG et al- Different fecal microbiotas and volatile organic compounds in treated

and entrate children with celiac diseaseAppl And Environ Microbiol 2009 75 3963-71

Golfetto L Senna FD et al- Lower Bifidobacteria counts in adult patients with celiac disease on a

gluten- free diet

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Lower+Bifidobacteria+counts+in+adult+patients+with

+celiac+disease+on+a+gluten-+free+diet)- Arq Gastroenterol 2014 51 139-43

32

Ghosh S- Advances in our understanding of the pathogenesis of celiac disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed21523256)- Can J Gastroenterol 2011 25186

Medina M De Palma G- Bifidobacterium strains suppress in vitro the pro-inflammatory milieu

trigged by large intestinal microbiota of coeliac patients

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Bifidobacterium+strains+suppress+in+vitro+the+pro-

inflammatory+milieu+trigged)- J Inflamm 2008 519

Sanders ME- Impact of probiotics on colonizing microbiota of the gut

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed21992949)- J Clin Gastroenterol 2011 45S115-9

Sanz Y De Pama G et al- Unraveling the ties between celiac disease and intestinal microbiota

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Unraveling+the+ties+between+celiac+disease)- Int

Rev Immunol 2011 30 207-18

33

CAPSICUM ANNUUM IL ROSSO CHE PROTEGGE LA

TUA SALUTE

A cura di Dottssa Giusi Balzano ndash Biologa nutrizionista

Il peperoncino rosso il cui nome scientifico egrave Capsicum annuum appartiene alla famiglia

delle Solanacee ed egrave originario delle Americhe

Dal ritrovamento di reperti archeologici sappiamo con certezza che fin dal 5000 aC circa la

popolazione messicana conosceva il peperoncino il quale fu importato in Europa da

Cristoforo Colombo nel 1493

Capsicum annuum

Il peperoncino a dispetto di tante credenze gode di tante proprietagrave benefiche e forse per

associazione con il pepe si tende erroneamente a credere che sia poco salutare

Come pianta egrave facilmente coltivabile e si adatta a diversi climi puograve essere coltivato nei vasi

e su un terrazzo limportante egrave che stia in pieno sole Nei periodi piugrave freddi conviene ad

ogni modo tenerlo al riparo in quanto non sopporta bene un clima troppo rigido Il

peperoncino egrave una pianta annuale e le parti consumate sono i frutti le bacche contenenti

dei semi bianco-giallastri Esistono tantissime qualitagrave di peperoncino e le bacche possono

essere consumate fresche cotte o crude I colori dei peperoncini (frutto) sono molteplici

verdi gialli rossi arancione bruno scuro e marrone scuro La sensazione di piccante data dal

peperoncino egrave dovuta alla capsaicina che in proporzione alla quantitagrave disponibile nel seme

ne determina appunto la piccantezza In realtagrave quando si mangia un peperoncino la

risposta di bruciore data dallorganismo egrave solo una sensazione che il cervello invia come

34

risposta allattivazione di alcuni termorecettori presenti nella bocca con cui proprio la

capsaicina viene a contatto Tra le proprietagrave del peperoncino troviamo

funzione dimagrante egrave accentuanto il consumo di calorie ad opera della capsaicina principio

attivo del peperoncino

proprietagrave antibiotiche antibatteriche e antiossidanti ad opera dei flavonoidi e capsaicinoidi

E anche molto utile nella cura di raffreddore bronchite e sinusite

flusso sanguignoazione vasodilatatrice il caratteristico potere piccante urticante del

peperoncino porta con seacute una specifica azione della capsicina sulla circolazione periferica

del sangue La dilatazione dei vasi sanguigni egrave funzionale alla regolazione ottimale della

pressione e della circolazione del sangue che aumenta dopo lassunzione I capillari

diventano piugrave elastici e il sangue risulta piugrave ossigenato Egrave per questo che il peperoncino utile

per scaldarsi in inverno diventa anche importante nella dieta estiva per difendersi dal caldo

torrido e dallumiditagrave

cuore e colesterolo la regolazione del flusso del sangue aiuta a mantenere pulito il sistema

endovenoso congiuntamente allazione della lecitina e di altri olii essenziali evitando la

comparsa di placche che bloccano il flusso sanguigno I capsaicinoidi svolgono unazione

importante nelle diete ad alto contenuto di sostanze grasse Il peperoncino aiuta a ridurre

eccessivi livelli di colesterolo accelerandone la ripartizione e lespulsione

digestione e metabolismo il peperoncino aumenta la secrezione di succhi gastrici e migliora

la digestione grazie al suo potere antifermentativo e inoltre tiene pulite le mucose Nelle

diete in cui egrave prevista unassunzione regolare linfluenza del capsicum porta a migliorare e

velocizzare i processi metabolici Attenzione perograve in caso di bruciore fastidioso e

persistente dopo ingestione di peperoncino associato ad uninfiammazione della gola

dellesofago o dello stomaco mangiare un pezzo di formaggio o di pane o bere birra risulta

essere di grande aiuto contro i fastidi menzionati

mal di collo e mal di schiena efficace contro artriti e reumatismi il peperoncino egrave un

ingrediente essenziale di molte creme e gel antinfiammatori ad azione topica Aiuta ad

alleviare il dolore migliorando la circolazione sanguigna

azione anti-tumorale la vitamina C egrave un significativo agente anti-cancro previene infezioni e

tumori I peperoncini freschi ne sono ricchi e riescono a fornirci acido ascorbico (vitamina C)

proprio in estate ed autunno quando la nostra dieta mediterranea egrave piugrave povera di agrumi

35

mal di testa e depressione lassunzione della capsicina provoca bruciore e dolore nella bocca

e nelle pareti interne del sistema gastroenterico Il nostro corpo reagisce cominciando a

rilasciare maggiori quantitagrave di adrenalina aumentando al contempo la produzione di

endorfine Il nostro corpo risulta energizzato laumento del flusso del sangue al cervello dagrave

sollievo poi sopraggiungono le endorfine vere e proprie ldquodrogherdquo naturali cioegrave oppioidi

endogeni che vengono prodotti internamente dal nostro organismo ed hanno potere

eccitativo ed analgesico alleviando cefalee ed altri dolori

azione afrodisiaca insieme alla vitamina C nel peperoncino cegrave anche la vitamina E

responsabile della stimolazione e della regolazione di molti processi legati alla feconditagrave

sessuale

Bibliografia

1 Tewksbury JJ Levey DJ Huizinga M Haak DC Traveset A Costs and benefits of capsaicin-mediated control of gut retention in dispersers of wild chilies Ecology 89 107-17 2008

2 Govindarajan VS Sathyanarayana MN Capsicum--production technology chemistry and quality Part V Impact on physiology pharmacology nutrition and metabolism structure pungency pain and desensitization sequences Crit Rev Food Sci Nutr 29 435-74 1991

36

Rape Rosse - Tubero e foglie un beneficio a 360deg

A cura di Dottssa Giusi Balzano ndash Biologa nutrizionista

Barbe rosse barbabietole rosse o ancora carote rosse

sono tutti sinonimi dialettali che fanno riferimento alle

rape rosse

Queste sono tuberi noti in botanica come Beta vulgaris

var rapa forma rubra si tratta di una pianta

appartenente alla famiglia delle Chenopodiaceae ed al genere Beta Menzionata in alcuni

antichissimi scritti greci risalenti al 420 aC periodo in cui il tubero rosso era noto

semplicemente come beta secondo il pensiero di altri autori lorigine delle rape rosse risale

addirittura al 2000 aC considerata la presenza di alcuni reperti archeologici che la

attestano

Malgrado gli appelli di dietologi e specialisti dellalimentazione si tende spesso a

dimenticare limportanza fitoterapica e benefica di alcuni ortaggi come in questo specifico

caso le rape rosse

Le rape rosse contengono pochissime calorie (solamente 19 per 100 grammi di prodotto)

per questo motivo rientrano tra i cibi ipocalorici ottimi alimenti preferibili in diete bilanciate

che presuppongono una marcata restrizione calorica Ersquo ricca di acqua corrispondente a

circa il 91 si contano solo il 4 di carboidrati ed il 26 di fibre contiene diverse vitamine

in particolare del gruppo B e una buona quota di sali minerali soprattutto potassio sodio

calcio ferro e fosforo ed egrave ricca anche di zuccheri Nella radice della rapa rossa si ritrova un

glicoside che attribuisce la tipica colorazione rosso vivo alla rapa si tratta della betaina

sfruttata dallindustria alimentare come colorante naturale (E 162) Altro pigmento

riscontrato nella rapa rossa egrave la betaxantina che le conferisce striature giallastre Ancora

nella radice di rapa rossa si trovano altre sostanze sfruttate nella fitoterapia e nella cosmesi

quali saponine antociani flavonoidi in genere ed allantoine (proprietagrave idratanti e

disarrossanti)

37

Proprietagrave terapiche

Una delle proprietagrave curative principali di questo ortaggio riguarda il potere lassativo spesso

utile per combattere la stitichezza e le emorroidi La rapa rossa egrave anche un buon rimedio per

migliorare la funzione epatica e combattere le infezioni delle vie urinarie Le sue foglie sono

unrsquoottima fonte di vitamina A e le radici sono una buona fonte di vitamina C Le foglie

vengono cucinate o servite fresche come verdura mentre le radici o teste possono essere

affettate in insalate o cotte intere e poi tagliate a fettine o a tocchetti

Le rape rosse sono particolarmente ricche di folati fondamentali alleati contro le malattie

cardiache e lrsquoanemia in quanto coinvolti nella produzione di globuli rossi e bianchi nella

sintesi di materiale genetico e nella formazione di anticorpi nel sistema immunitario Esse

sono anche ricchi di fibre solubili e insolubili La fibra insolubile aiuta a mantenere il tratto

intestinale funzionante mentre la fibra solubile controlla il livello di zucchero nel sangue e

abbassa il colesterolo Nelle sue foglie egrave abbondante il beta-carotene il ferro e il calcio

Ricche di vitamine del gruppo B come B1 B2 B3 e B6 per quanto concerne il contenuto di

sali minerali questa egrave un ortaggio ricco di iodio sodio e potassio ma anche in quantitagrave

minori di magnesio Lo iodio egrave un minerale essenziale per il corretto funzionamento della

ghiandola tiroidea che regola il metabolismo mentre il potassio e il sodio sono necessari per

la generazione e la trasmissione degli impulsi nervosi attivitagrave muscolare a parte il bilancio

idrico allrsquointerno e allrsquoesterno della cellula

Il succo crudo di barbabietola (Fig 1) egrave particolarmente idoneo per tutte le persone che

soffrono di anemia in quanto favorisce la formazione di globuli rossi nel sangue inoltre ha

proprietagrave diuretiche e favorisce la digestione

Fig1 succo crudo di barbabietola rossa

38

Ortaggio anticancro

Nella rivista International Journal of Cancer si discute sul ruolo delle rape rosse come

potenziale alimento anticancro la questione egrave per certi versi discutibile ed oscura e non

esiste alcuna dimostrazione indubbia ed inequivocabile che accerti lipotesi In particolare

nella rivista sopraccitata si discute del possibile ruolo delle rape rosse nella prevenzione del

tumore al colon per altri le rape rosse sarebbero in grado non solo di prevenirne il cancro

ma anche di contrastarlo

Bibliografia

Kazimierczak R Hallmann E Lipowski J Drela N Kowalik A Puumlssa T Matt D Luik A Gozdowski D Rembiałkowska E

Beetroot (Beta vulgaris L) and naturally fermented beetroot juices from organic and conventional production metabolomics antioxidant levels and anticancer activity

J Sci Food Agric 2014 May

39

Sigrave ai legumi nella prevenzione delle malattie tumorali

A cura di Dottssa Bruzzone Francesca ndash Dietista

Con il termine ldquolegumirdquo si intendono tutti quei semi commestibili derivanti dalle piante

dicotiledoni dellrsquoordine delle Fabales tra cui rientrano i fagioli le lenticchie le fave i piselli

i lupini i ceci le carrube le cicerchie le arachidi e la soia

I legumi sono alimenti ricchi di proteine tanto da essere stati denominati come ldquola carne dei

poverirdquo Essi possiedono un buon contenuto in amminoacidi (ad eccezione di quelli solforati

e del triptofano) carboidrati fibre Calcio Ferro e Potassio a discapito di grassi e

colesterolo

In abbinamento ai cereali i legumi costituiscono un ottimo e saziante piatto unico dove

convergono carboidrati e proteine e dove gli amminoacidi carenti nei cereali (come la lisina)

si integrano con quelli dei legumi e viceversa Queste qualitagrave rendono tali semi

particolarmente adeguati sia nella prevenzione che nel trattamento di numerose malattie

metaboliche come il diabete mellito le dislipidemie la sindrome metabolica il sovrappeso e

lrsquoobesitagrave Di recente inoltre egrave stato attribuito un altro importante ruolo benefico ai legumi

quello di ostacolare la crescita di alcune forme tumorali

Un lavoro effettuato da un gruppo di ricercatori dellUniversity College di Londra del

Dipartimento di Scienze Chirurgiche dell`Universitagrave di Chieti e del Laboratorio di

Farmacologia Molecolare dell`Istituto Mario Negri di Milano e pubblicato sulla rivista

statunitense ldquoCancer Researchrdquo infatti ha scoperto la presenza di inositolo pentachisfosfato

nella maggior parte dei legumi (in particolare in lenticchie piselli e fagioli) e nelle noci Tale

40

composto sembrerebbe inibire lrsquoenzima fosfoinositide 3-chinasi coinvolto nella crescita e

nella progressione dei tumori e capace di aumentare la resistenza al trattamento con agenti

chemoterapeutici Il segnale attivato dalla fosfoinositide 3-chinasi infatti rappresenta un

target importante per lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche anticancro e questo studio

dimostra come lrsquoinositolo pentafosfato sia capace di antagonizzare in maniera specifica

questo segnale nelle cellule tumorali inducendone lrsquoapoptosi (morte programmata)

Lrsquoinositolo pentafosfato ha una struttura molecolare analoga al prodotto dellrsquoattivitagrave

enzimatica della fosfoinositide 3-chinasi che attiva segnali specifici per la progressione del

cancro Il meccanismo secondo il quale lrsquoinositolo pentafosfato disattiva le proteine

iperattive nei tumori dalla membrana plasmatica permette di inibire sia la crescita delle

cellule tumorali umane in coltura sia lo sviluppo dei tumori nei topi In queste condizioni

lrsquoinositolo pentafosfato ha dimostrato unrsquoattivitagrave farmacologica comparabile e potenziante

quella del farmaco citotossico cisplatino molto usato in chemioterapia antitumorale ma

associato a effetti collaterali come nausea vomito formicolio a mani e piedi caduta dei

capelli e alterazione della funzionalitagrave renale (gli inositoli fosfati invece non sono tossici

neanche a concentrazioni piugrave elevate di quelle usate in questo studio e possono essere

assorbiti per via orale) I principali effetti positivi sono stati riscontrati a livello di ovaie e

polmoni

Lrsquoinositolo pentafosfato inoltre si egrave dimostrato capace di inibire lo sviluppo dei nuovi vasi

sanguigni indispensabili per la nutrizione e lo sviluppo del tumore (angiogenesi) bloccando

quindi un meccanismo fondamentale per la sua crescita

Sitografia

ldquoLe Scienze edizione italiana di Scientifica Americanrdquo ndashLegumi e cereali conto il cancro-

ldquoAssociazione Giacomo-onlusrdquo -Inositolo Pentafosfato da legumi e arachidi una nuova strada

nella cura dei tumori

41

Tra le mille virtursquo del miele la cura dellrsquoherpes simplex

A cura di Dottssa Serena Pascucci Biologa Nutrizionista

Le molteplici proprietagrave del miele sono note fin dallrsquoantichitagrave

per le sue capacitagrave antisettiche antibiotiche e cicatrizzanti

e il suo uso nella medicina moderna sta riscontrando

sempre piugrave maggiore interesse

Diversi studi

hanno valutato

lrsquoefficacia del miele contro alcuni virus tra cui di

particolare importanza egrave emersa lrsquoefficacia del

miele per il trattamento dellrsquoHerpes Simplex sia a

livello labiale sia a livello genitale Lo studio del

2004 condotto presso una clinica privata a Dubai

ha selezionato 16 pazienti con ricorrenti manifestazioni del virus otto affetti da Herpes

simplex a livello labiale e otto a livello genitale con un etagrave compresa tra i 35 e i 45 anni sia

maschi che femmine Ersquo stata valutata e considerata lrsquoefficacia del miele nel trattamento

delle lesioni prodotte dal virus in confronto a un comune farmaco antivirale utilizzato

normalmente (Acyclovir) I pazienti prescelti prima della prova non dovevano sottoporsi ad

altre cure antivirali A scelta casuale sono stati selezionati quattro pazienti con herpes

labiale e quattro con herpes genitale che hanno effettuato il primo trattamento con il miele

gli altri otto con il farmaco comune antivirale a base di 5 di acyclovir Alla seconda

comparsa della manifestazione del virus egrave stato effettuato lrsquoopposto Nello studio egrave stato

somministrato un miele multiflora direttamente sulle lesioni prodotte dal virus su una garza

a contatto con la lesione per un quarto drsquoora per 4 volte al giorno fino alla completa

guarigione mentre il farmaco veniva applicato 6 volte al giorno Da questa prova egrave stata

riscontrata una durata delle lesioni dalla prima comparsa alla completa scomparsa di circa

12 giorni in media per entrambi i trattamenti ma nel caso dei pazienti con herpes labiale

trattati con il miele la guarigione egrave avvenuta in circa 3 giorni rispetto ai 5 giorni con il

trattamento con acyclovir cioegrave con una velocitagrave del 35 superiore Inoltre il miele ha

42

mostrato un azione migliore rispetto al farmaco in particolare la durata del dolore risultava

minore del 39 con fastidi moderati per non piugrave di 24 ore mentre con acyclovir il dolore

anche se moderato poteva prolungarsi fino a 72 ore Ersquo stato anche riscontrato un

insorgenza minore delle croste del 28 in chi utilizzava il miele in particolare in 5 pazienti le

lesioni non si sono evolute in croste cosa che non egrave mai avvenuta nei soggetti trattati con il

farmaco Ancora in due casi con il trattamento con il miele lrsquoherpes ha abortito cioegrave dopo i

primi sintomi non ha sviluppato lesioni e procurato fastidi al contrario dei pazienti trattati

con il farmaco Anche nei pazienti con herpes a livello genitale il miele si egrave mostrato piugrave

efficace del farmaco convenzionale con un tempo di guarigione minore del 53 una durata

del dolore inferiore del 50 anche qui con fastidi moderati e con una durata non superiore

alle 24 ore rispetto a bruciori da moderati a medi prolungati(anche per 3 giorni) nei pazienti

con trattamento con farmaco Inoltre egrave stato riscontrato anche a livello genitale un

insorgenza minore di croste del 49 in particolare in 5 pazienti trattati con il miele le lesioni

a livello genitale non si sono sviluppate in croste a differenza dei pazienti trattati con il

farmaco in cui le croste sono sempre apparse Infine egrave stato riscontrato anche a livello

genitale un aborto del virus in chi utilizzava il miele senza avere avuto nessun riscontro

invece nei pazienti trattati con farmaco

Lrsquoanalisi statistica ha mostrato un efficacia superiore del miele rispetto allrsquoutilizzo di

acyclovir per la cura e la risoluzione delle lesioni virali da herpes simplex labiale e genitale

(Ai-waili 2004) Tuttavia quale sia o quali siano i meccanismi drsquoazione che permettono al

miele di inibire la replicazione del virus sono poco conosciuti Un fattore che puograve

determinare lrsquoazione antivirale del miele puograve essere ricercato nel contenuto di flavonoidi(

azione antivirale) rame zinco vit E C normalmente presenti nel miele e di provata azione

antivirale(AI-Waili 2004) e infine lrsquoossido di azoto con un azione antivirale in vitro la cui

attivitagrave egrave stata rilevata anche sul virus dellrsquoHIV (Torre et al 2002 Schramm DD et al 2003)

Lrsquoherpes simplex egrave un infezione virale importante qualsiasi terapia si volesse seguire egrave

opportuno seguire sempre una supervisione e il consiglio del medico

Bibliografia

Al-Waili NS topical honey application vs acyclovir for the treatment of recurrent herpes

simplex lesions Med Sci Monit 2004 10(8) MT94-MT98

- Schramm DD Karim M Schrader HR Holt RR Cardetti M Keen CL Honey with high levels of antioxidants can provide protection to healthy human subjects J Agric Food Chem 200351(6)1732ndash5 doi 101021jf025928k - Torre D Pugliese A Speranza F Role of nitric oxide in HIV-1 infection friend or foe Lancet Infect Dis 2002 May2(5)273-80

6

Nata nel 2008 dalla volontagrave di un pool di professionisti ADAMA attribuisce da sempre

grande valore a principi quali lrsquoetica e la professionalitagrave che costituiscono le fondamenta di

unrsquoazienda che non ha mai voluto basare il proprio sviluppo sul business fine a se stesso

Lrsquoazienda punta primariamente a proporre prodotti salutistici altamente innovativi e di

qualitagrave caratterizzati da un elevato grado di efficacia prodotti in grado di rivoluzionare il

mercato grazie ad una tecnologia unica ed esclusiva novitagrave assoluta nel panorama

internazionale

Lo spirito di innovazione di ADAMA si egrave concretizzato nella creazione degli Estratti

IdroEnzimatici (EIE) frutto di anni di ricerca in ambito universitario nel settore delle

biotecnologie applicate allrsquoalimentazione La complessa ed innovativa tecnica di estrazione

consente agli EIE di contenere il 100 del fitocomplesso racchiuso nella pianta di origine

in una forma altamente biodisponibile per lrsquoorganismo Il fatto di non utilizzare solventi in

alcuna fase del processo di estrazione permette di ottenere degli estratti sicuri sia per la

salute che per lrsquoambiente Inoltre per assicurare al cliente finale un prodotto di alta qualitagrave

ciascun lotto di produzione viene sottoposto ad unrsquoaccurata analisi chimico-fisica

Il campo di intervento di ADAMA egrave estremamente ampio e copre tutte le branche della

Medicina Non Convenzionale sia in ambito umano che veterinario

I canali di informazione distribuzione e vendita dei prodotti ADAMA coprono in modo

capillare il territorio nazionale essendo proposti attraverso molteplici soggetti medici

naturopati dietologi farmacie erboristerie e professionisti del settore in genere

Inoltre lrsquointeresse dei mercati esteri nei confronti degli EIE sta portando lrsquoazienda ad

espandere il proprio raggio drsquoazione ben oltre i confini nazionali

wwwadamait

7

CEC egrave una Societagrave Editrice nata a Milano nel 1998 allo scopo di pubblicare riviste e libri

tecnico-scientifici nellarea della COSMETICA e dellINTEGRAZIONE

NUTRIZIONALE

Il carattere distintivo della CEC egrave il tipo di comunicazione utilizzato che si caratterizza

per lalta qualitagrave scientifica Nel nostro Board sono presenti esperti altamente qualificati

provenienti da Industria Fondazioni ed Universitagrave

In area cosmetica CEC pubblica Cosmetic Technology una rivista bimestrale che si

occupa di scienza RampD Marketing e Packaging

In area nutrizionale CEC pubblica LIntegratore Nutrizionale lunica rivista in Italia

dedicata a Integratori Nutrizionali e Functional Foods

NUTRAfoods risponde invece alle specifiche esigenze dei ricercatori che necessitano di

materiale scientifico e di aggiornamenti legislativi costanti per sviluppare prodotti ancora

piugrave innovativi nel settore in rapida crescita dellhealthfood

wwwcec-editorecom

8

PATROCINI ED EVENTI

NutriProf saragrave presente come Partner a Dieta Live

Con uno Stand Attrezzato dove si sovlegeragrave la giornata

nazionale del Nutrizionista Professionista

Con la partecipazione dellrsquoOrdine Nazionale dei Biologi nella persona del

Presidente Prof Ermanno Calcatelli

Palazzo dei Congressi di Roma il 28 e 29 Marzo 2015

Scienza cultura prodotti e divertimento per scegliere la dieta migliore

per il benessere del corpo e della mente

wwwdietaliveit

NUTRA DAY 2015

GIORNATA SEMINARIO SULLA NUTRACEUTICA

VENERDI 20 MARZO 2015

UN EVENTO RIVOLTO A

AZIENDE NUTRACEUTICHE

AZIENDE CON SETTORE DEDICATO AI NUTRACEUTICI

CATENEGRUPPI DI FARMACIE

DISTRIBUTORI DI PRODOTTI NUTRACEUTICI

ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA LEGATE ALLA NUTRACEUTICA

ASSOCIAZIONIORDINI PROFESSIONALI DI MEDICI FARMACISTI amp NUTRIZIONISTI

MEDIA DEL SETTORE (NUTRIZIONE SALUTE MEDICINA)

DOCENTI UNIVERSITARI e RICERCATORI

MODERATORE PROF ALBERTO MARTINA UNIVERSITA DEGLI STUDI DI PAVIA

NB Per i Soci NutriProf egrave previsto il 15 di sconto (codice promozionale NUTRIPROF15

httpwwwcgseucomnutra-day-2015

9

httpwwwsinutit

10

Aspetti genetici del Disturbo Post Traumatico da Stress (PTSD)

A cura di Dott Giovanni Borghini- Biologo Genetista

Le tragiche immagini di violenza che incensurate stanno quotidianamente invadendo la

nostra vita privata attivano quella che gli specialisti

dellrsquoemergenza chiamano ldquotraumatizzazione vicariardquo

Viene cosigrave definito lrsquoeffetto determinato

dallrsquoimmedesimazione ldquosimpaticardquo dello spettatore

piugrave o meno ravvicinato con le vittime di avvenimenti

traumatici tale fenomeno egrave stato dimostrato

determinante per lo sviluppo in chi ha assistito

impotente di un PTSD al primo presentarsi di una sua pur minima esperienza di rischio

Questo articolo propone alcuni spunti di riflessione sulla diversa risposta degli spettatori

sottoposti alla stessa violenta intrusiva pressione mediatica nella prospettiva di una attenta

azione preventiva sulle persone piugrave fragili specialmente quando si tratta di minori affidati

alla nostra tutela

Alla domanda sul percheacute alcuni individui hanno piugrave probabilitagrave di altri di sviluppare un PTSD

se esposti a traumi diretti o indiretti di intensitagrave simile gli studi epidemiologici hanno

risposto evidenziando i fattori di rischio psicopatologici e neurogenetici implicati

nellrsquoinsorgenza di tale sindrome questa viene infatti considerata come espressione ultima

dellrsquointerazione tra le caratteristiche genetiche dellrsquoindividuo uno o piugrave fattori traumatici e il

contesto sociale (GxTxE) (Auxeacutemeacutery Y 2012 (2))

Nonostante lrsquoevidenza che quando lrsquoesposizione al trauma tocca livelli estremi di intensitagrave

eo di frequenza la prevalenza del PTSD raggiunge il 100 annullando lrsquoimportanza di

qualsiasi predisposizione genetica tuttavia alcune varianti geniche come lrsquoomozigosi SS della

SLC6A4LPR (trasportatore della Serotonina-SERT-5HTLPR) si confermano candidate

particolarmente reattive nel condizionare la relazione tra la dose di stress e la risposta

patologica e nello stesso tempo come predisposizioni ad alto rischio di promuovere un

PTSD anche a seguito di pochi e deboli episodi traumatici (Kolassa IT et al 2010)

Recentemente egrave stato confermato un polimorfismo a singolo nucleotide (SNP val66met-

G196A- rs6265) nel gene che codifica lrsquoespressione del Brain Derived Neurotrophic Factor

11

(BDNF) come fattore determinante nella dipendenza neurotrofica dallrsquoattivitagrave fisica nel

neuro-sviluppo nella neuro-rigenerazione nella neurotrasmissione nellrsquoapprendimento

nella regolazione dellrsquoumore e nella risposta allo stress (Zhang L et al 2013) La variante

ipoespressa di tale polimorfismo (-66met) diminuisce la secrezione neuronale di BDNF

alterando di conseguenza alcune forme di apprendimento e la suscettibilitagrave allo stress ma

soprattutto aumentando lrsquoansia e riducendo lrsquoestinzione della paura appresa dati

confermati alla fNMR come tre possibili endofenotipi rispettivamente neurobiologico

neuropsichico e neurocognitivo del PTSD (Frielingsdorf H et al 2010)

La presenza anche di un solo allele 66met risulta correlata al sottotipo del PTSD con

manifestazioni psicotiche (Pivac N et al 2012) a quello in comorbilitagrave con il Disturbo

Bipolare (BD) (Rakofsky JJ et al 2012) e alla Depressione in soggetti che hanno subito

esperienze traumatiche infantili (ECA-ELS) (Aguilera M et al 2012) amplificandone gli effetti

negativi nellrsquoetagrave adulta (Miller et al 2012)

Tuttavia nellrsquointerazione epistatica funzionale (GxGxE) con la variante dominante di

vulnerabilitagrave SS del 5HTTLPR egrave il polimorfismo val66val del BDNF ad esaltare con la sua

iperespressione la depressione successiva ad abusi infantili (Grabe HJ et al 2012) mentre

negli stessi portatori della variante SS del 5HTTLPR il polimorfismo genico 66met del BDNF

risulta favorire la reattivitagrave emotiva ansiogena come dimostrato allrsquoimaging funzionale

(BOLD fNMR) dal coinvolgimento dellrsquoAmigdala e della Corteccia Cingolata Anteriore rostrale

(AMY rACC) (Outhred T et al 2012) Questi dati favoriscono lrsquoipotesi della modulazione

epistatica ambivalente in senso rispettivamente depressogeno o ansiogeno delle varianti

66val e 66met del BDNF sui portatori del polimorfismo genico di suscettibilitagrave 5HTTLPR-SS

Riguardo la gravitagrave dei sintomi del PTSD in epistasi con il DRD2 Taq1 (allele T di vulnerabilitagrave

per ipoespressione dei recettori D2 della dopamina) la variante 66met del BDNF la attenua

mentre la variante Val-Val la esalta in funzione dellrsquoespressione di tali recettori e

indipendentemente dunque dallrsquoeccesso o dal difetto di DA (Hemmings SM et al 2012)

seppure un ruolo di suscettibilitagrave al PTSD sia stato riconosciuto alla variante 9R del

polimorfismo VNTR nella 3UTR del gene SLC6A3 codificante nellrsquouomo per il trasportatore

della Dopamina (DAT1) come vedremo piugrave avanti (Valente NL et al 2012) Riguardo alla

risposta terapeutica premesso che il trattamento non farmacologico piugrave efficace per il PTSD

egrave risultata la Terapia di Esposizione che mira a facilitare lrsquoestinzione della paura appresa egrave

stato recentemente evidenziato che il BDNF facilita lrsquoestinzione dellrsquoapprendimento e in

12

particolare che la sua variante 66 Met fa prevedere una scarsa risposta alla terapia cognitivo-

comportamentale di esposizione nel PTSD (Felmingham KL et al 2013)

TABELLA RIASSUNTIVA DELLE INTERAZIONI EPISTATICHE NEL DPTS

EPISTASI SERT SS DRD2 T DAT1 9R DAT1 10R

COMT -158met

NET -182C

BDNF Val66Val

Depressione in ECA

uarrsintomi PTSD

BDNF Met66Met

Ansia in ECA

darrsintomi PTSD

DAT1 9R +PTSD In vitro

DAT1 10R + PTSD In vivo

COMT -158met

+PTSD urbano

NET -182C

+PTSD

EPISTASI SERT SS DRD2 T DAT1 9R DAT1 10R

COMT -158met

NET -182C

BDNF Val66Val

Depressione in ECA

uarrsintomi PTSD

BDNF Met66Met

Ansia in ECA

darrsintomi PTSD

DAT1 9R +PTSD In vitro

DAT1 10R + PTSD In vivo

COMT -158met

+PTSD urbano

NET -182C

+PTSD

13

Drsquoaltra parte gli omozigoti 66met del BDNF presentando una riduzione di volume della

Sostanza Grigia (GM) dellrsquoIppocampo e un aumento di quella della Corteccia Orbito Frontale

destra (rOFC) impiegano minor tempo per la remissione dei sintomi depressivi

contrariamente ai 66val che con la stessa riduzione della GM dellrsquoippocampo sinistro

rispondono invece piugrave lentamente alla terapia (Cardoner N et al 2012)

Alcune evidenze suggeriscono uno stato iperdopaminergico con maggior frequenza della

variante 9R del DAT1 nel PTSD Studi in vivo con immagini molecolari di tomografia

computerizzata ad emissione di singolo fotone (SPECT) hanno tuttavia dimostrato un

incremento del potenziale legante del trasportatore della dopamina nello Striato di pazienti

portatori del PTSD Tale aumentata densitagrave di DAT riflette un incrementato turnover locale di

dopamina in grado di contribuire al perpetuarsi e al potenziamento fobico di un evento

traumatico e delle situazioni che lo ricordano (Hoexter MQ et al 2012) confermando i

risultati contraddittori sulla valenza in vivo ed in vitro del suddetto polimorfismo (Heitland I

et al 2012)

Infine il giagrave ricordato riscontro della variante -158met del polimorfismo val158met della

COMT in soggetti che hanno sviluppato PTSD dopo violenza urbana (Valente NL et al 2011

(2) Norrholm SD et al 2013) conferma lrsquoipotesi di un endofenotipo ipernoradrenergico per il

PTSD La COMT egrave infatti preposta a catabolizzare lrsquoeccesso di NE libera intersinaptica in zone

povere dei ricaptatori DAT e NET come la corteccia prefrontale e lrsquoippocampo e la sua

variante 158met ne indica lrsquoipoespressione Pertanto anche la variante NET-182C del

polimorfismo del trasportatore della norepinefrina (SLC6A2-182TC) che ne ipoesprime la

ricaptazione (Valente NL et al 2011-2) si candida a predisponente del PTSD

Bibliografia

Aguilera M Arias B Wichers M Barrantes-Vidal N Moya J Villa H van Os J Ibaacutentildeez MI Ruipeacuterez MA Ortet G Fantildeanaacutes L Early adversity and 5-HTTBDNF genes new evidence of gene-environment interactions on depressive symptoms in a general population Psychol Med 2009 Sep39(9)1425-32 Epub 2009 Feb 12 Auxeacutemeacutery Y (2) Posttraumatic stress disorder (PTSD) as a consequence of the interaction between an individual genetic susceptibility a traumatogenic event and a social context] Encephale Oct 2012 38(5) 373-80 Cardoner N Soria V Gratacograves M Hernaacutendez-Ribas R Pujol J Loacutepez-Solagrave M Deus J Urretavizcaya M Estivill X Menchoacuten JM Soriano-Mas C Val66Met BDNF genotypes in melancholic depression effects on brain structure and treatment outcome Depress Anxiety Nov 2012

14

Felmingham KL Dobson-Stone C Schofield PR Quirk GJ Bryant RA The Brain-Derived Neurotrophic Factor Val66Met Polymorphism Predicts Response to Exposure Therapy in Posttraumatic Stress Disorder Biol Psychiatry Jan 2013 Frielingsdorf H Bath KG Soliman F Difede J Casey BJ Lee FS Variant brain-derived neurotrophic factor Val66Met endophenotypes implications for posttraumatic stress disorder Ann N Y Acad Sci 2010 Oct1208150-7 doi 101111j1749-6632201005722x Grabe HJ Schwahn C Mahler J Appel K Schulz A Spitzer C Fenske K Barnow S Freyberger HJ Teumer A Petersmann A Biffar R Rosskopf D John U Voumllzke H Genetic epistasis between the brain-derived neurotrophic factor Val66Met polymorphism and the 5-HTT promoter polymorphism moderates the susceptibility to depressive disorders after childhood abuse Prog Neuropsychopharmacol Biol Psychiatry 2012 Mar 3036(2)264-70 Epub 2011 Oct 2 Heitland I Oosting R SBaas J M P Massar S A A Kenemans J L Boumlcker K B E Genetic polymorphisms of the dopamine and serotonin systems modulate the neurophysiological response to feedback and risk taking in healthy humans Cogn Affect Behav Neurosci 2012 December 12(4) 678ndash691 Hemmings SM Martin LI Klopper M van der Merwe L Aitken L de Wit E Black GF Hoal EG Walzl G Seedat S BDNF Val66Met and DRD2 Taq1A polymorphisms interact to influence PTSD symptom severity A preliminary investigation in a South African population Prog Neuropsychopharmacol Biol Psychiatry 2012 Oct 25 pii S0278-5846(12)00266-7 doi 101016jpnpbp201210011 [Epub ahead of print] Hoexter MQ Fadel G Feliacutecio AC Calzavara MB Batista IR Reis MA Shih MC Pitman RK Andreoli SB Mello MF Mari JJ Bressan RA Higher striatal dopamine transporter density in PTSD an in vivo SPECT study with [(99m)Tc]TRODAT-1 Psychopharmacology (Berl) 2012 Nov224(2)337-45 doi 101007s00213-012-2755-4 Epub 2012 Jun 15 Kolassa IT Ertl V Eckart C Gloumlckner F Kolassa S Papassotiropoulos A de Quervain DJ Elbert T Association study of trauma load and SLC6A4 promoter polymorphism in posttraumatic stress disorder evidence from survivors of the Rwandan genocide J Clin Psychiatry 2010 May71(5)543-7 Epub 2010 Apr 6 Miller S Hallmayer J Wang PW Hill SJ Johnson SL Ketter TA Brain-derived neurotrophic factor val66met genotype and early life stress effects upon bipolar course J Psychiatr Res 2012 Nov 23 pii S0022-3956(12)00328-7 doi 101016jjpsychires201210015 [Epub ahead of print] Norrholm SD Jovanovic T Smith AK Binder E Klengel T Conneely K Mercer KB Davis JS Kerley K Winkler J Gillespie CF Bradley B Ressler KJ Differential Genetic and Epigenetic Regulation of catechol-O-methyltransferase is Associated with Impaired Fear Inhibition in Posttraumatic Stress Disorder Front Behav Neurosci 2013 Apr 10730 doi 103389fnbeh201300030 Print 2013 Outhred T Das P Dobson-Stone C Griffiths K Felmingham KL Bryant RA Malhi G Kemp AH The functional epistasis of 5-HTTLPR and BDNF Val66Met on emotion processing a preliminary study Brain Behav Nov 2012 2(6) 778-88 Pivac N Kozaric-Kovacic D Grubisic-Ilic M Nedic G Rakos I Nikolac M Blazev M Muck-Seler D The association between brain-derived neurotrophic factor Val66Met variants and psychotic

15

symptoms in posttraumatic stress disorder World J Biol Psychiatry 2012 Apr13(4)306-11 Epub 2011 Jul 6 Rakofsky JJ Ressler KJ Dunlop BW BDNF function as a potential mediator of bipolar disorder and post-traumatic stress disorder comorbidity Mol Psychiatry 2012 Jan17(1)22-35 doi 101038mp2011121 Epub 2011 Sep 20 Valente NL Vallada H Cordeiro Q Miguita K Bressan RA Andreoli SB Mari JJ Mello MF Candidate-gene approach in posttraumatic stress disorder after urban violence association analysis of the genes encoding serotonin transporter dopamine transporter and BDNF J Mol Neurosci 2011 May44(1)59-67 Epub 2011 Mar 29 Valente NL Vallada H Cordeiro Q Bressan RA Andreoli SB Mari JJ Mello MF (2) Catechol-O-methyltransferase (COMT) val158met polymorphism as a risk factor for PTSD after urban violence J Mol Neurosci 2011 Mar43(3)516-23 Epub 2010 Nov 17 Zhang L Benedek DM Fullerton CS Forsten RD Naifeh JA Li XX Hu XZ Li H Jia M Xing GQ Benevides KN Ursano RJ PTSD risk is associated with BDNF Val66Met and BDNF overexpression Molecular Psychiatry (15 January 2013) | doi101038mp2012180

16

Depressione azione epigenetica dei fattori ambientali sullo sviluppo del disturbo attraverso la metilazione

del trasportatore della serotonina (SERT) Evidenze di laboratorio sulla quantificazione dellrsquoeffetto epigenetico del danno e della correzione terapeutica

A cura di Dott Giovanni Borghini- Biologo Genetista

La cronaca continua a portare alla ribalta estremi gesti anti-

conservativi di personaggi apparentemente gratificati da una vita di

successi e popolaritagrave Cosa si nasconde dietro il male oscuro della

depressione egrave una sfida ancora aperta ai piugrave diversi contributi della

ricerca Ne analizzeremo uno in particolare legato alle recenti

acquisizioni della biologia molecolare sui fenomeni epigenetici da

stress e il polimorfismo genico del trasportatore della serotonina

Il trasportatore della serotonina (SERT) e la sua la regione polimorfica gene-linked (5-

HTTLPR) sono ormai pienamente riconosciuti come modulatori del legame tra lo stress della

vita e la depressione Tuttavia i percorsi molecolari implicati in questa interazione gene-

ambiente (GXE) sono ancora in gran parte sconosciuti Alterazioni nel profilo dellrsquoespressione

genica del SERT spesso mediate epigeneticamente sono associate allrsquoinsorgenza di

depressione e possono pertanto costituire un ipotetico mediatore nellrsquo interazione GXE In

un recente articolo (Wankerl M et al 2014) sono stati indagati parallelamente gli effetti dei

polimorfismi genici del SERT (5-HTTLPR) e delle avversitagrave ambientali riferite allrsquointero arco

vitale a partire dagli stress precoci intra-uterini In accordo con la letteratura internazionale

sono emerse strette correlazioni tra variazioni polimorfiche del SERT e i cambiamenti

ambientali (stress precoci traumi prenatali) Studiando in vivo lespressione del SERT in

campioni di cellule di sangue periferico egrave stato valutato se i cambiamenti indotti

dallambiente siano mediati da modificazioni epigenetiche A tale scopo sono stati analizzati

83 siti CpG nel promotore-genico del SERT della grandezza di 799-bp con il metodo

altamente sensibile del ldquopyrosequencingrdquo con bisolfito I partecipanti allo studio sono stati

133 tra giovani e adulti sani I risultati hanno mostrato che sia i portatori dellallele ldquoSrdquo del 5-

17

HTTLPR che i bambini sottoposti a stress materno prenatale (328) e a maltrattamento

infantile (563) presentavano una ridotta espressione del mRNA del SERT rispetto a quelli

senza alcun fattore di rischio I dati dellrsquoarticolo indicano inoltre che i cambiamenti nei livelli

di espressione del mRNA SERT non coincidono con i profili di metilazione del DNA allinterno

delle isole CpG del SERT Egrave quindi ipotizzabile che i cambiamenti persistenti nellespressione

del SERT possano a loro volta dipendere da un alterato funzionamento serotoninergico e

probabilmente si sommano la vulnerabilitagrave a differenti malattie associate al 5-HTTLPR e le

avversitagrave precoci

Bibliografia M Wankerl1 R Miller1 C Kirschbaum1 J Hennig2 T Stalder1 and N Alexander1 Effects of genetic and early environmental risk factors for depression on serotonin transporter expression and methylation profiles Transl Psychiatry Jun 2014 4(6) e402 Published online Jun 17 2014 doi 101038tp201437 PMCID PMC4080318 Franke L Therstappen E Schlosser B Biermer M Berg T Schaumlfer M Arck P Uebelhack R Friebe A A Preliminary Study on the Relationship between Platelet Serotonin Transporter Functionality Depression and Fatigue in Patients with Untreated Chronic Hepatitis C Depress Res Treat 20142014821381 doi 1011552014821381 Epub 2014 Mar 20 Domschke K Tidow N Schwarte K Deckert J Lesch KP Arolt V Zwanzger P Baune BT Serotonin transporter gene hypomethylation predicts impaired antidepressant treatment response Int J Neuropsychopharmacol 2014 Aug17(8)1167-76 doi 101017S146114571400039X Epub 2014 Mar 28

18

SVILUPPO PUBERALE E TESSUTO ADIPOSO A cura di Dottssa Martina Beltrami - Dietista

La pubertagrave egrave una fase di transizione che determina la

maturitagrave riproduttiva tra linfanzia e letagrave adulta

La pubertagrave egrave legata a importanti cambiamenti sviluppo

delle caratteristiche sessuali secondarie lo sviluppo

somatico il menarca modificazioni psicologiche

Lormone di rilascio delle gonadotropine (GnRH) che

per tutta linfanzia viene prodotto in modo sporadico

inizia ad essere prodotto in modo pulsatile e regolare

La frequenza e lampiezza della sua produzione

determinano la produzione degli ormoni responsabili di portare allovulazione e poi la

regolaritagrave dei cicli mestruali

Tra la prima mestruazione e la piena maturazione possono passare 3-4 anni

Negli ultimi anni si egrave evidenziato come uno sviluppo precoce o tardivo sia correlato

negativamente con la salute della donna

Letagrave del menarca e lincidenza con la sindrome metabolica sono correlati con una curva a U

per la quale sia unetagrave troppo precoce (prima dei 10 anni) sia unetagrave tardiva (dopo i 16anni)

portano ad un aumentato rischio di sviluppare la sindrome metabolica nellarco dei successivi

26 anni (1)

Un menarca precoce egrave un fattore di rischio a tutte le patologie estrogeno dipendenti

(iperandrogenismo pcos tumore alla mammela) e dal punto di vista psicologico puograve essere

traumatico

Un menarca tardivo egrave correlato a osteopenia il picco di accumulo di densitagrave ossea avviene

tra letagrave puberale e i 25anni se lo sviluppo puberale tarda avrograve meno tempo a disposizione

per aumentare la densitagrave ossea

I fattori nutrizionali sono considerati uno dei principali fattori che influenzano linizio dello

sviluppo puberale

19

La Leptina egrave un ormone prodotto dal tessuto adiposo ed egrave strettamente correlata alla sua

quantitagrave Piugrave aumenta lindice di massa corporea (BMI) e piugrave aumenta la percentuale di

Leptina prodotta

La Leptina agisce sui processi di termogenesi sul comportamento alimentare e sulla funzione

riproduttiva Le modificazioni dei livelli di leptina indicano se le riserve energetiche

dellorganismo sono sufficienti per sostenere lo sviluppo puberale La leptina agisce quindi

come un segnale periferico per lipotalamo ed egrave necessaria per lo sviluppo puberale

Alcuni studi hanno evidenziato come letagrave del menarca sia strettamente correlata ai livelli

circolanti di leptina

La leptina circolante infatti aumenta di circa il 30 nei 6 mesi precedenti il menarca(2)

Negli ultimi decenni il sovrappeso egrave aumentato nella popolazione e non a caso anche letagrave

media del primo menarca egrave scesa da 13 a 12 anni circa

Letagrave del menarca egrave correlata piugrave al peso corporeo che non alletagrave cronologica

Se andiamo a modificare per carenza o per eccesso il grasso corporeo la produzione di

leptina cambia e il menarca puograve anticipare o tardare

Bambine di 5-7 anni in sovrappeso hanno maggior probabilitagrave di uno sviluppo puberale

anticipato a 9 anni (3)

Ballerine ginnaste o ragazze con un BMI piugrave basso rispetto alle coetanee spesso hanno un

menarca tardivo

Da alcuni studi sembrerebbe che un percentuale minima del 16 di grasso sia necessaria

affinchegrave avvenga lo sviluppo puberale e il 22 per avere cicli regolari (4)

Riuscire a identificare precocemente i soggetti a rischio permette di intervenire

tempestivamente lavorando sullindice di massa corporea per recuperare anni sui fattori di

rischio

Bibliografia

1) Mueller NT1Duncan BBBarreto SMChor DBessel MAquino EMPereira MASchmidt MI Earlier age at menarche is associated with higher diabetes risk and cardiometabolic disease risk factors in Brazilian adults Brazilian Longitudinal Study of Adult Health (ELSA-Brasil) 2) Lassek W D and Gaulin S JC (2007) Menarche is related to fat distribution Am J Phys Anthropol 1331147ndash1151 doi101002ajpa20644

20

3) Davison et al Percent Body Fat at Age 5 Predicts Earlier Pubertal Development Among Girls at Age 9 Pediatrics 2003 1114 815-821 4) Rose E Frisch1Roger Revelle1 Height and Weight at Menarche and a Hypothesis of Critical Body Weights and Adolescent Events Science 24 July 1970 Vol 169no 3943pp 397-399

21

Attivitagrave ormonale e distribuzione di grasso

generalizzato

A cura di Dottssa Bruzzone Francesca ndash Dietista

Mentre della localizzazione del tessuto adiposo a livello addominale piuttosto che in zona

gluteo-femorale si tratta lungamente (distinguendo lrsquoobesitagrave androide da quella ginoide) dei

soggetti che accumulano grasso in modo omogeneo nei vari distretti corporei si parla in

minor misura nonostante tale fenomeno interessi ugualmente genere maschile e genere

femminile

La predisposizione a immagazzinare le riserve energetiche in una

zona piuttosto che in unrsquoaltra varia in relazione a etagrave sesso razza

di appartenenza attivitagrave fisica alimentazione e azione ormonale

Questi ultimi tre fattori sono strettamente correlati e dipendenti

lrsquouno dallrsquoaltro

Le persone in sovrappeso che presentano delle forme corporee

come quelle della figura a lato solitamente possiedono arti lunghi

ossa piccole faccia ovale o allungata e vita alta Essi localizzano il

grasso in tutto il corpo ad eccezione dei polpacci non sopportano il

caldo adorano i carboidrati e il caffegrave alternano la loro giornata tra energia e stanchezza e

passano da entusiasmo e presa di iniziativa nei periodi positivi a depressione e irritabilitagrave nei

momenti di stress

Tutte queste caratteristiche sono determinate dal ruolo degli ormoni nella gestione della

regolazione delle funzioni corporee e dellrsquoemotivitagrave

I soggetti che tendono ad ingrassare sia nella zona addominale che in quella inferiore del

corpo infatti annoverano molto spesso un lungo passato di squilibrio ormonale in cui si

sovrappongono fattori eziologici tipici del grasso androide ad altri caratteristici del grasso

ginoide

Generalmente questi individui acquistano peso a causa di una alterata attivitagrave tiroidea (loro

ghiandola dominante) provocata da un consumo protratto ed eccessivo di carboidrati

raffinati e di zuccheri semplici Ciograve conduce nel tempo a una soppressione dellrsquoefficienza

tiroidea e della secrezione dellrsquoormone somatotropo (HGH) e quindi a un accumulo di grasso

22

generalizzato conseguente alla riduzione del metabolismo basale e del mancato effetto

lipolitico Lrsquoormone della crescita e gli ormoni tiroidei infatti vengono inibiti dal cortisolo il

quale egrave stimolato proprio dallrsquoipoglicemia reattiva allrsquoiperglicemia dovuta a un pasto ricco di

zuccheri semplici e carboidrati raffinati Anche la caffeina egrave in grado di aumentare la

produzione di cortisolo insieme a stress scarsa idratazione e digiuni prolungati Tale

ormone insieme agli squilibri insulinici che si innescano agevola lrsquoaumento ponderale

attraverso meccanismi quali la sollecitazione della lipoproteina lipasi e lrsquoaumento di

ritenzione idrica

La dieta piugrave adeguata per il dimagrimento di questi soggetti quindi prevede una riduzione

dei cereali bianchi degli zuccheri e della caffeina a favore di farinacei integrali proteine

nobili (specie di origine ittica per stimolare la tiroide attraverso il contenuto di iodio) e

verdura egualmente distribuiti nei vari pasti senza dimenticare una buona idratazione

Lrsquoazione degli ormoni nella localizzazione del grasso non si esprime soltanto in relazione agli

stimoli alimentari ma anche in rapporto allrsquoattivitagrave fisica coadiuvante il dimagrimento

Essendo la tiroide particolarmente attiva in tarda mattinata ad esempio il momento

migliore per allenarsi sarebbe questo per avere la possibilitagrave di stimolare al meglio le

funzioni metaboliche e il consumo dei grassi Se invece viene svolto un allenamento con i

pesi mirato ad implementare la forza esso non dovrebbe superare i 60 minuti in modo da

evitare unrsquoesosa produzione di cortisolo

Bibliografia

Massimo Spattini -La dieta ldquocomrdquo e il dimagrimento localizzato- Tecniche Nuove 2012

23

Approccio nutrizionale alla sindrome premestruale

A cura di Dottssa Chiara Di Gianvittorio ndash Dietista

La sindrome premestruale (PMS) egrave un disturbo

molto comune nelle donne in etagrave fertile e si

caratterizza per una serie di sintomi fisici e

psicologici che insorgono nella fase luteinica e

tendono a scomparire con il sopraggiungere del

flusso La sua prevalenza egrave stata stimata nel 30-40

della popolazione femminile in etagrave riproduttiva I

sintomi principali sono gonfiore stipsi dolori

addominali ritenzione idrica ma possono

aggiungersi ansia insonnia repentini cambi di umore irritabilitagrave stanchezza e attacchi di

fame Ogni donna vive a suo modo queste manifestazioni che possono verificarsi

contemporaneamente o solo in parte e la cui gravitagrave egrave variabile

Le cause della sindrome premestruale sono da rintracciarsi nello squilibrio ormonale dato

dallrsquoavvicendarsi di estrogeni e progesterone in fattori nutrizionali o in eventuali anomalie

funzionali dellrsquoasse ipotalamo-ipofisi-surrene che comportano alterazioni della secrezione di

ormoni sessuali Anche i crescenti livelli di prolattina possono contribuire ai sintomi

provocando dolori al seno e gonfiore Infine sembra che si verifichi una diminuzione di

dopamina e serotonina endorfine in grado di regolare il tono dellrsquoumore Le conseguenze di

tale sbilancio sono evidenti anche nella concentrazione nel siero di alcuni microelementi

magnesio e calcio risultano carenti nella fase luteinica e implicati quindi nella genesi di alcuni

dei sintomi Entrambi infatti sono coinvolti nellrsquoattivitagrave e nel rilascio di neurotrasmettitori e

nelle funzioni neuromuscolari

Considerando quindi la varietagrave dei disturbi e lrsquoimpatto che gli stessi possono avere sulla

qualitagrave di vita della donna unrsquoattenta alimentazione risulta utile quanto necessaria Nello

specifico lrsquoattenzione egrave rivolta al consumo attraverso la dieta di grassi saturi insaturi fibre

zuccheri semplici sostanze nervine e microelementi

Evidenze scientifiche mostrano che riducendo il contenuto di grassi nella dieta ed

aumentando il consumo di fibre e vegetali si abbassano i livelli ematici di estrogeni e di

24

conseguenza migliora la sintomatologia e il dolore mestruale Il fegato infatti estrae gli

estrogeni dal torrente ematico e li invia attraverso lrsquoalbero biliare nel tubo digerente Ligrave la

fibra proveniente da frutta verdura legumi e cereali sequestra gli estrogeni impedendone il

riassorbimento e promuovendone lrsquoescrezione fecale Le variazioni nei livelli ormonali sono

state studiate soprattutto nelle donne vegetariane riscontrando in conclusione una

correlazione tra le concentrazioni nel plasma di estrone ed estradiolo e il consumo di grassi

saturi Tali ormoni infatti diminuivano allrsquoaumentare dellrsquoapporto di fibre con la dieta Al

momento egrave in corso di studio dunque il ruolo della dieta vegetariana nella prevenzione e

gestione della sindrome premestruale Un ulteriore dato oggettivo a favore egrave

rappresentato dallrsquoutilizzo di alimenti come la soia ricca in fitoestrogeni Questi ultimi sono

estrogeni vegetali dallrsquoeffetto blando che agiscono come antagonisti riducendo la capacitagrave

dellrsquoestrogeno endogeno di legarsi al loro recettore cellulare Il risultato egrave una minore

stimolazione sulle cellule ormono-sensibili e una migliore gestione dei sintomi

Unrsquo ulteriore precisazione va fatta per i grassi nella dieta non solo la quantitagrave ma anche la

qualitagrave influisce sullrsquoinsorgenza dei disturbi del ciclo mestruale Unrsquoalimentazione ricca di

grassi polinsaturi Omega 3 si associa ad una sintomatologia piugrave modesta Infatti tali grassi

riducono la produzione di prostaglandine nellrsquoorganismo coinvolte nei processi di

infiammazione dolore contrazione muscolare e vasocostrizione

Banditi inoltre gli zuccheri semplici in quanto hanno un forte impatto sulla glicemia e

influenzano il rilascio dei neurotrasmettitori responsabili del tono dellrsquoumore (serotonina

adrenalina dopamina noradrenalina ecc) e del senso dellrsquoappetito

Altra accortezza per migliorare la gestione della sindrome premestruale egrave la riduzione

dellrsquoapporto di sodio e caffeina (o altre sostanze nervine come tegrave coca cola etc)

rispettivamente per limitare la ritenzione idrica e ridurre irritabilitagrave e insonnia

Infine egrave stato ampiamente studiato lrsquoapporto vitaminico e gli effetti su tali disturbi con

particolare attenzione alle vitamine del gruppo B assunte attraverso la dieta e non sotto

forma di integratori alimentari Lrsquointake di Tiamina e Riboflavina sembra avere un ruolo nellrsquo

incidenza della sindrome premestruale in quanto risultano implicate nel metabolismo di

neurotrasmettitori come Serotonina e GABA (Acido γ-amminobutirrico) che intervengono

migliorando lrsquoumore e agiscono indirettamente nella funzionalitagrave ovarica e riproduttiva

Al momento egrave in corso di valutazione lrsquointegrazione nella fase luteinica con Magnesio e

Calcio La loro contemporanea somministrazione genera un effetto sinergico nel ridurre gli

25

spasmi della muscolatura uterina e migliorare lrsquoumore Anche alcuni rimedi fitoterapici

sembrano alleviare la sintomatologia agnocasto ginkgo biloba e zafferano Ulteriori studi

sono perograve necessari per chiarire se realmente possa esserci un beneficio da eventuali

supplementazioni con microelementi o erbe Per ora rimane la certezza che una dieta

equilibrata ricca in frutta verdura legumi e acidi grassi polinsaturi sia la strategia drsquoelezione

nella gestione delle forme piugrave lievi di sindrome premestruale

Bibliografia

Adlercreutz H Martin F et al Steroid absorption and enterohepatic re cycling-

(httpwwwcontraceptionjournalorgarticle0010-782428792990094-5abstract)-

Contraception 1979 20 201-23

Baker LJ OrsquoBrien PM Premenstrual syndrome (PMS) a peri-menopausal perspective-

(httpwwwmaturitasorgarticleS0378-512228122900111-9fulltext) - Maturitas 2012

72(2)121-5

Chou T- Wake up and smell the coffee Caffeine coffee and the medical consequences-

httpwwwncbinlmnihgovpmcarticlesPMC1022034 - West J Med 1992 Nov157(5)544-53

Dante G Facchinetti F Herbal treatments for alleviating premenstrual symptoms a systematic

review- (httpinformahealthcarecomdoiabs1031090167482X2010538102)- J Psychosom

Obstet Gynaecol 2011 Mar32(1)42-51

Deutch B Menstrual pain in Danish women correlated with low n-3 polyunsaturated fatty acid

intake- (httpwwwncbinlmnihgovpubmed7588501) Eur J Clin Nutr 1995 Jul49(7)508-16

Gigante DP et al Population study of premenstrual syndrome-

(httpwwwscielosporgscielophpscript=sci_arttextamppid=S0034-

89102006000100009amplng=enampnrm=isoamptlng) - Rev Saude Publica 2006 40(1)47-56

Girman A Lee R Kligler B An integrative medicine approach to premenstrual syndrome- (

httpwwwajogorgarticleS0002-937828032900357-0fulltext) -Am J Obstet Gynecol 2003

188(5 Suppl)S56-65

Goldin BR Adlecreutz H et al Estrogen extrection patterns and plasma levels in vegetarian and

omnivorous women- (httpwwwnejmorgdoifull101056NEJM198212163072502 )- N Engl J

Med 1982 3071542-7

26

Halbreich U The etiology biology and evolving pathology of premenstrual syndromes-

(httpwwwsciencedirectcomsciencearticlepiiS0306453003000970)

Psychoneuroendocrinology 200328(suppl 3)55ndash99

Larissa Almenara Silva dos Santos Vilma Blondet de Azeredo et al-Seric ion level and its

relationship with the symptoms of premenstrual syndrome in young women-

(httpwwwnutricionhospitalariacompdf6648pdf) - Nutr Hosp 2013 28(6)2194-2200 Silva CM

Margot N Woods Sherwood L et al Low-fat high fiber diet and serume estrone sulfate in

premenopausal women (httpajcnnutritionorgcontent4961179fullpdf+htmlsid=38ae9820-

e92f-4cfe-b019-a9b3ce1d92e7) - Am J Clin Nutr 1989 49 1179-83

Sohrabi N Kashanian M et al - Evaluation of the effect of omega-3 fatty acids in the treatment of

premenstrual syndrome a pilot trial-

(httpwwwcomplementarytherapiesinmedicinecomarticleS0965-229928122900174-

4fulltext ) Complement Ther Med 2013 Jun21(3)141-6

Thys-Jacobs S Micronutrients and the premenstrual syndromethe case for calcium-

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed10763903) - Journal of the American College of Nutrition

2000 19 (2) 220-7

Patricia O Chocano-Bedoya JoAnn E Manson et al Dietary B vitamin intake and incident

premenstrual syndrome- (httpajcnnutritionorgcontent9351080long) Am J Clin Nutr 2011

93 1080-6

27

Attuali evidenze epidemiologiche in tema di malattia

celiaca

A cura di Dottssa Chiara Di Gianvittorio ndash Dietista

La malattia celiaca egrave un disturbo

autoimmune che si sviluppa in

persone geneticamente predisposte

in conseguenza dellrsquoesposizione a

fattori ambientali (glutine nella dieta

come prima causa) La prevalenza

del disturbo egrave molto variabile gli

ultimi dati riguardo la distribuzione della malattia parlano di un incremento in alcune aree

mondiali Il miglioramento delle tecniche diagnostiche e la migliore conoscenza della

malattia non bastano perograve a spiegare la crescita verificatasi negli ultimi 30- 40 anni

La nuova epidemiologia dellrsquo intolleranza al glutine egrave ora caratterizzata da un aumento di

nuovi casi in aree storiche (Europa del Nord e gli Stati Uniti) ma piugrave interessante egrave la crescita

della malattia in nuove regioni (paesi asiatici) A spiegare ciograve probabilmente ci sono

cambiamenti nelle abitudini alimentari soprattutto in etagrave infantile oltre che lrsquoutilizzo di

nuovi mezzi diagnostici

In Europa e Stati Uniti la frequenza sulla popolazione egrave di circa lrsquo 1 con alcune differenze

regionali In Finlandia e Svezia si calcola una prevalenza del 2-3 mentre in Germania solo

dello 02 nonostante i fattori causali sembrino essere simili (livello di assunzione di glutine

e frequenza di HLA-DQ2 e -DQ8) Sebbene lincidenza e i casi diagnosticati siano in

aumento rimane lrsquo ldquoiceberg celiacordquo a nascondere con un rapporto che varia da 13 a 15

(casi diagnosticati e non diagnosticati) la reale distribuzione della malattia

Oltre a Europa e Nord America lepidemiologia dellrsquo intolleranza al glutine egrave stata studiata in

molti altri paesi per lo piugrave popolati da individui di origine europea In queste zone i dati si

sovrappongono in larga misura a quelli del vecchio e del nuovo continente Nuove evidenze

arrivano dal Nord Africa e dai Paesi del Medio Oriente in cui il disturbo egrave presente

nonostante la scarsa disponibilitagrave di strutture diagnostiche e la scarsa consapevolezza della

28

malattia In Saharawi una popolazione araba che vive nel Sahara occidentale la prevalenza

della malattia egrave eccezionalmente elevata (56) per ragioni ancora poco chiare

La conoscenza della malattia nelle regioni asiatiche invece egrave ancora limitata e per lo piugrave

confinata in India dove egrave stata riconosciuta sia nei bambini che negli adulti Tuttavia come

efficacemente descritto da una task force indiana lrsquointolleranza al glutine in India egrave

ldquoimmerso in un oceano di malnutrizionerdquo La frequenza sembra essere maggiore nella parte

settentrionale probabilmente in conseguenza del largo consumo di grano rispetto al riso

Difficile ottenere dei numeri ma si stima che da 5 a 8 milioni di persone in India potrebbero

avere la malattia Purtroppo perograve ad oggi solo poche migliaia di pazienti sono stati

diagnosticati

Infine difficile comprendere anche la distribuzione in Cina a causa della grande popolositagrave I

fattori predisponenti (consumo di grano e genotipo HLA-DQ2 e DQ8) sono presenti cosigrave

come le prime evidenze in letteratura ma egrave necessario proseguire negli accertamenti

epidemiologici Risulta invece raro il disturbo in paesi come Giappone Corea Indonesia e

Filippine a causa del basso consumo di frumento e del patrimonio genetico

In sintesi i dati disponibili suggeriscono che lincidenza dellrsquo intolleranza al glutine egrave

veramente in aumento e che la malattia egrave attualmente molto piugrave comune in alcune aree

rispetto al passato Ulteriori studi epidemiologici perograve si rendono necessari per

comprendere meglio la distribuzione sulla popolazione e la correlazione con i fattori genetici

e ambientali

Bibliografia

Bai JC Fried M et al -World gastroenterology organisation global guidelines on celiac disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed23314668) - J Clin Gastroenterol 2013 47121ndash6

Catassi C Gatti S et al- The New Epidemiology of Celiac Disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed24979197)- JPGN Luglio 2014 Volume 59 supplement 1

Fasano A Berti I et al- Prevalence of celiac disease in at-risk and not-at-risk groups in the United

States a large multi center study (httparchintejamanetworkcomarticleaspxarticleid=215079)-

Arch Int Med 2003163286ndash92

29

Kochhar R Dachdev S et al- Prevalence of coeliac disease in healthy blood donors a study from

north India (httpwwwsciencedirectcomsciencearticlepiiS1590865812000229)- Dig Liver Dis

201244530ndash2

Kang JY Kang AHY et al -Systematic review worldwide variation in the frequency of Coeliac Disease

and changes over time

(httponlinelibrarywileycomdoi101111apt12373abstractjsessionid=91309CB937E7B5E094A

3B7F08441695f04t04)- Aliment Pharmacol Ther 201338226ndash45

Mustalahti K Catassi C et al- The prevalence of celiac disease in Europe results of a centralized

international mass screening project

(httpinformahealthcarecomdoiabs103109078538902010505931)- Ann Med 201042587ndash

95

30

Malattia celiaca e microbiota intestinale il ruolo dei

Bifidobatteri

A cura di Dottssa Chiara Di Gianvittorio ndash Dietista

La malattia celiaca egrave un disordine autoimmune scatenato dallrsquoingestione di alimenti

contenenti glutine in soggetti predisposti Lrsquoinfiammazione che ne risulta a carico del

piccolo intestino provoca atrofia dei villi e malassorbimento dei nutrienti I fattori implicati

nello sviluppo di questa patologia sono genetici e ambientali Tra questi ultimi troviamo

unrsquoesposizione troppo precoce al glutine insufficiente allattamento al seno infezioni

intestinali e squilibri della flora batterica residente La manifestazione clinica egrave varia e

include disturbi gastrointestinali come gonfiore vomito diarrea dispepsia perdita di peso e

disturbi extraintestinali come anemia malattie del fegato e dermatiti

Attualmente in studio egrave la relazione tra malattia celiaca e flora batterica intestinale che

risulta fondamentale per lrsquoequilibrio e la salute del tratto gastroenterico Il microbiota

umano egrave infatti lrsquoinsieme di microrganismi simbiontici dellrsquointestino Negli esseri umani si

trovano tra le 500 e le 1000 specie differenti di microrganismi di cui la maggioranza

anaerobi Tra questi ci sono i Bifidobatteri che svolgono una duplice azione diretta

contrastando i batteri patogeni e indiretta per interazione con il tessuto linfoide intestinale

(GALT) di cui ne stimola lrsquoattivitagrave

Alcuni ceppi di questi batteri inoltre sembrano inibire la risposta infiammatoria e il danno

alla mucosa che insorgono in conseguenza dellrsquoingestione di gliadina Infatti studi in vitro

hanno mostrato che tali microrganismi possono ridurre la produzione di citochine

infiammatorie (IFN-γ e IFN-α) e aumentare quella di IL-10 Un ulteriore effetto positivo

riguarda lrsquoincremento di cellule caliciformi nel piccolo intestino ridotte a causa della tossicitagrave

da glutine Infine oltre agli effetti immunomodulatori ceppi specifici come il

Bifidobacterium longum contribuiscono allrsquoidrolisi dei peptidi di gliadina durante la

digestione riducendo la presenza di aminoacidi tossici e dei loro effetti avversi

I Bifidobatteri risultano quindi protettivi contro la risposta infiammatoria e il danno

mucosale causato dal glutine Ci si chiede a questo punto se squilibri della microflora

31

possano costituire concausa nello sviluppo della patologia e se egrave possibile migliorarne la

gestione ristabilendo lrsquoequilibrio intestinale con probiotici

Attualmente cambiamenti nel microbiota intestinale sono stati dimostrati nei bambini

celiaci Negli adulti le evidenze parlano di una riduzione di Bifidobatteri sia al momento della

diagnosi che a dieta aglutinata ed un aumento dei Bacteroides (batteri gram negativi e

anaerobici) sia nelle feci che sulle biopsie dei celiaci Inoltre crsquoegrave una riduzione nella

variabilitagrave della specie sia prima che dopo la dieta Tali squilibri vanno ovviamente ad

incidere sul processo patologico

I probiotici sono costituiti da microrganismi vivi che devono essere in grado di svolgere

effetti positivi sulla flora batterica intestinale In alcuni studi si egrave dimostrato come alcuni di

essi possano avere una particolare utilitagrave per i celiaci anche se si tratta ancora di approcci a

livello sperimentale Unrsquo indagine condotta su 64 soggetti (26 pazienti celiaci con dieta

contenente glutine 18 celiaci a dieta gluten-free e 20 soggetti sani) ha portato a valutare se

la flora batterica intestinale possa contribuire ai sintomi pro-infiammatori della celiachia e se

con due specifici ceppi di Bifidobatteri sia possibile ottenere benefici I risultati

confermarono le ipotesi e il ruolo positivo svolto dai ceppi Bifidobacterium longum e

Bifidobacterium bifidum sul quadro infiammatorio

Lrsquouso di specifici batteri probiotici potrebbe quindi contribuire al miglioramento della

patologia ma egrave necessario approfondire ulteriormente con modelli sperimentali e studi

clinici il loro ruolo a supporto della terapia classica

Bibliografia

Collado MC Donat E et al- Imbalances in faecal and duodenal Bifidobacterium species composition

in active and non active coeliac disease (httpwwwncbinlmnihgovpubmed19102766)- BMC

Microbiol 2008 2321-9

Di Cagno R Rizzello CG et al- Different fecal microbiotas and volatile organic compounds in treated

and entrate children with celiac diseaseAppl And Environ Microbiol 2009 75 3963-71

Golfetto L Senna FD et al- Lower Bifidobacteria counts in adult patients with celiac disease on a

gluten- free diet

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Lower+Bifidobacteria+counts+in+adult+patients+with

+celiac+disease+on+a+gluten-+free+diet)- Arq Gastroenterol 2014 51 139-43

32

Ghosh S- Advances in our understanding of the pathogenesis of celiac disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed21523256)- Can J Gastroenterol 2011 25186

Medina M De Palma G- Bifidobacterium strains suppress in vitro the pro-inflammatory milieu

trigged by large intestinal microbiota of coeliac patients

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Bifidobacterium+strains+suppress+in+vitro+the+pro-

inflammatory+milieu+trigged)- J Inflamm 2008 519

Sanders ME- Impact of probiotics on colonizing microbiota of the gut

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed21992949)- J Clin Gastroenterol 2011 45S115-9

Sanz Y De Pama G et al- Unraveling the ties between celiac disease and intestinal microbiota

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Unraveling+the+ties+between+celiac+disease)- Int

Rev Immunol 2011 30 207-18

33

CAPSICUM ANNUUM IL ROSSO CHE PROTEGGE LA

TUA SALUTE

A cura di Dottssa Giusi Balzano ndash Biologa nutrizionista

Il peperoncino rosso il cui nome scientifico egrave Capsicum annuum appartiene alla famiglia

delle Solanacee ed egrave originario delle Americhe

Dal ritrovamento di reperti archeologici sappiamo con certezza che fin dal 5000 aC circa la

popolazione messicana conosceva il peperoncino il quale fu importato in Europa da

Cristoforo Colombo nel 1493

Capsicum annuum

Il peperoncino a dispetto di tante credenze gode di tante proprietagrave benefiche e forse per

associazione con il pepe si tende erroneamente a credere che sia poco salutare

Come pianta egrave facilmente coltivabile e si adatta a diversi climi puograve essere coltivato nei vasi

e su un terrazzo limportante egrave che stia in pieno sole Nei periodi piugrave freddi conviene ad

ogni modo tenerlo al riparo in quanto non sopporta bene un clima troppo rigido Il

peperoncino egrave una pianta annuale e le parti consumate sono i frutti le bacche contenenti

dei semi bianco-giallastri Esistono tantissime qualitagrave di peperoncino e le bacche possono

essere consumate fresche cotte o crude I colori dei peperoncini (frutto) sono molteplici

verdi gialli rossi arancione bruno scuro e marrone scuro La sensazione di piccante data dal

peperoncino egrave dovuta alla capsaicina che in proporzione alla quantitagrave disponibile nel seme

ne determina appunto la piccantezza In realtagrave quando si mangia un peperoncino la

risposta di bruciore data dallorganismo egrave solo una sensazione che il cervello invia come

34

risposta allattivazione di alcuni termorecettori presenti nella bocca con cui proprio la

capsaicina viene a contatto Tra le proprietagrave del peperoncino troviamo

funzione dimagrante egrave accentuanto il consumo di calorie ad opera della capsaicina principio

attivo del peperoncino

proprietagrave antibiotiche antibatteriche e antiossidanti ad opera dei flavonoidi e capsaicinoidi

E anche molto utile nella cura di raffreddore bronchite e sinusite

flusso sanguignoazione vasodilatatrice il caratteristico potere piccante urticante del

peperoncino porta con seacute una specifica azione della capsicina sulla circolazione periferica

del sangue La dilatazione dei vasi sanguigni egrave funzionale alla regolazione ottimale della

pressione e della circolazione del sangue che aumenta dopo lassunzione I capillari

diventano piugrave elastici e il sangue risulta piugrave ossigenato Egrave per questo che il peperoncino utile

per scaldarsi in inverno diventa anche importante nella dieta estiva per difendersi dal caldo

torrido e dallumiditagrave

cuore e colesterolo la regolazione del flusso del sangue aiuta a mantenere pulito il sistema

endovenoso congiuntamente allazione della lecitina e di altri olii essenziali evitando la

comparsa di placche che bloccano il flusso sanguigno I capsaicinoidi svolgono unazione

importante nelle diete ad alto contenuto di sostanze grasse Il peperoncino aiuta a ridurre

eccessivi livelli di colesterolo accelerandone la ripartizione e lespulsione

digestione e metabolismo il peperoncino aumenta la secrezione di succhi gastrici e migliora

la digestione grazie al suo potere antifermentativo e inoltre tiene pulite le mucose Nelle

diete in cui egrave prevista unassunzione regolare linfluenza del capsicum porta a migliorare e

velocizzare i processi metabolici Attenzione perograve in caso di bruciore fastidioso e

persistente dopo ingestione di peperoncino associato ad uninfiammazione della gola

dellesofago o dello stomaco mangiare un pezzo di formaggio o di pane o bere birra risulta

essere di grande aiuto contro i fastidi menzionati

mal di collo e mal di schiena efficace contro artriti e reumatismi il peperoncino egrave un

ingrediente essenziale di molte creme e gel antinfiammatori ad azione topica Aiuta ad

alleviare il dolore migliorando la circolazione sanguigna

azione anti-tumorale la vitamina C egrave un significativo agente anti-cancro previene infezioni e

tumori I peperoncini freschi ne sono ricchi e riescono a fornirci acido ascorbico (vitamina C)

proprio in estate ed autunno quando la nostra dieta mediterranea egrave piugrave povera di agrumi

35

mal di testa e depressione lassunzione della capsicina provoca bruciore e dolore nella bocca

e nelle pareti interne del sistema gastroenterico Il nostro corpo reagisce cominciando a

rilasciare maggiori quantitagrave di adrenalina aumentando al contempo la produzione di

endorfine Il nostro corpo risulta energizzato laumento del flusso del sangue al cervello dagrave

sollievo poi sopraggiungono le endorfine vere e proprie ldquodrogherdquo naturali cioegrave oppioidi

endogeni che vengono prodotti internamente dal nostro organismo ed hanno potere

eccitativo ed analgesico alleviando cefalee ed altri dolori

azione afrodisiaca insieme alla vitamina C nel peperoncino cegrave anche la vitamina E

responsabile della stimolazione e della regolazione di molti processi legati alla feconditagrave

sessuale

Bibliografia

1 Tewksbury JJ Levey DJ Huizinga M Haak DC Traveset A Costs and benefits of capsaicin-mediated control of gut retention in dispersers of wild chilies Ecology 89 107-17 2008

2 Govindarajan VS Sathyanarayana MN Capsicum--production technology chemistry and quality Part V Impact on physiology pharmacology nutrition and metabolism structure pungency pain and desensitization sequences Crit Rev Food Sci Nutr 29 435-74 1991

36

Rape Rosse - Tubero e foglie un beneficio a 360deg

A cura di Dottssa Giusi Balzano ndash Biologa nutrizionista

Barbe rosse barbabietole rosse o ancora carote rosse

sono tutti sinonimi dialettali che fanno riferimento alle

rape rosse

Queste sono tuberi noti in botanica come Beta vulgaris

var rapa forma rubra si tratta di una pianta

appartenente alla famiglia delle Chenopodiaceae ed al genere Beta Menzionata in alcuni

antichissimi scritti greci risalenti al 420 aC periodo in cui il tubero rosso era noto

semplicemente come beta secondo il pensiero di altri autori lorigine delle rape rosse risale

addirittura al 2000 aC considerata la presenza di alcuni reperti archeologici che la

attestano

Malgrado gli appelli di dietologi e specialisti dellalimentazione si tende spesso a

dimenticare limportanza fitoterapica e benefica di alcuni ortaggi come in questo specifico

caso le rape rosse

Le rape rosse contengono pochissime calorie (solamente 19 per 100 grammi di prodotto)

per questo motivo rientrano tra i cibi ipocalorici ottimi alimenti preferibili in diete bilanciate

che presuppongono una marcata restrizione calorica Ersquo ricca di acqua corrispondente a

circa il 91 si contano solo il 4 di carboidrati ed il 26 di fibre contiene diverse vitamine

in particolare del gruppo B e una buona quota di sali minerali soprattutto potassio sodio

calcio ferro e fosforo ed egrave ricca anche di zuccheri Nella radice della rapa rossa si ritrova un

glicoside che attribuisce la tipica colorazione rosso vivo alla rapa si tratta della betaina

sfruttata dallindustria alimentare come colorante naturale (E 162) Altro pigmento

riscontrato nella rapa rossa egrave la betaxantina che le conferisce striature giallastre Ancora

nella radice di rapa rossa si trovano altre sostanze sfruttate nella fitoterapia e nella cosmesi

quali saponine antociani flavonoidi in genere ed allantoine (proprietagrave idratanti e

disarrossanti)

37

Proprietagrave terapiche

Una delle proprietagrave curative principali di questo ortaggio riguarda il potere lassativo spesso

utile per combattere la stitichezza e le emorroidi La rapa rossa egrave anche un buon rimedio per

migliorare la funzione epatica e combattere le infezioni delle vie urinarie Le sue foglie sono

unrsquoottima fonte di vitamina A e le radici sono una buona fonte di vitamina C Le foglie

vengono cucinate o servite fresche come verdura mentre le radici o teste possono essere

affettate in insalate o cotte intere e poi tagliate a fettine o a tocchetti

Le rape rosse sono particolarmente ricche di folati fondamentali alleati contro le malattie

cardiache e lrsquoanemia in quanto coinvolti nella produzione di globuli rossi e bianchi nella

sintesi di materiale genetico e nella formazione di anticorpi nel sistema immunitario Esse

sono anche ricchi di fibre solubili e insolubili La fibra insolubile aiuta a mantenere il tratto

intestinale funzionante mentre la fibra solubile controlla il livello di zucchero nel sangue e

abbassa il colesterolo Nelle sue foglie egrave abbondante il beta-carotene il ferro e il calcio

Ricche di vitamine del gruppo B come B1 B2 B3 e B6 per quanto concerne il contenuto di

sali minerali questa egrave un ortaggio ricco di iodio sodio e potassio ma anche in quantitagrave

minori di magnesio Lo iodio egrave un minerale essenziale per il corretto funzionamento della

ghiandola tiroidea che regola il metabolismo mentre il potassio e il sodio sono necessari per

la generazione e la trasmissione degli impulsi nervosi attivitagrave muscolare a parte il bilancio

idrico allrsquointerno e allrsquoesterno della cellula

Il succo crudo di barbabietola (Fig 1) egrave particolarmente idoneo per tutte le persone che

soffrono di anemia in quanto favorisce la formazione di globuli rossi nel sangue inoltre ha

proprietagrave diuretiche e favorisce la digestione

Fig1 succo crudo di barbabietola rossa

38

Ortaggio anticancro

Nella rivista International Journal of Cancer si discute sul ruolo delle rape rosse come

potenziale alimento anticancro la questione egrave per certi versi discutibile ed oscura e non

esiste alcuna dimostrazione indubbia ed inequivocabile che accerti lipotesi In particolare

nella rivista sopraccitata si discute del possibile ruolo delle rape rosse nella prevenzione del

tumore al colon per altri le rape rosse sarebbero in grado non solo di prevenirne il cancro

ma anche di contrastarlo

Bibliografia

Kazimierczak R Hallmann E Lipowski J Drela N Kowalik A Puumlssa T Matt D Luik A Gozdowski D Rembiałkowska E

Beetroot (Beta vulgaris L) and naturally fermented beetroot juices from organic and conventional production metabolomics antioxidant levels and anticancer activity

J Sci Food Agric 2014 May

39

Sigrave ai legumi nella prevenzione delle malattie tumorali

A cura di Dottssa Bruzzone Francesca ndash Dietista

Con il termine ldquolegumirdquo si intendono tutti quei semi commestibili derivanti dalle piante

dicotiledoni dellrsquoordine delle Fabales tra cui rientrano i fagioli le lenticchie le fave i piselli

i lupini i ceci le carrube le cicerchie le arachidi e la soia

I legumi sono alimenti ricchi di proteine tanto da essere stati denominati come ldquola carne dei

poverirdquo Essi possiedono un buon contenuto in amminoacidi (ad eccezione di quelli solforati

e del triptofano) carboidrati fibre Calcio Ferro e Potassio a discapito di grassi e

colesterolo

In abbinamento ai cereali i legumi costituiscono un ottimo e saziante piatto unico dove

convergono carboidrati e proteine e dove gli amminoacidi carenti nei cereali (come la lisina)

si integrano con quelli dei legumi e viceversa Queste qualitagrave rendono tali semi

particolarmente adeguati sia nella prevenzione che nel trattamento di numerose malattie

metaboliche come il diabete mellito le dislipidemie la sindrome metabolica il sovrappeso e

lrsquoobesitagrave Di recente inoltre egrave stato attribuito un altro importante ruolo benefico ai legumi

quello di ostacolare la crescita di alcune forme tumorali

Un lavoro effettuato da un gruppo di ricercatori dellUniversity College di Londra del

Dipartimento di Scienze Chirurgiche dell`Universitagrave di Chieti e del Laboratorio di

Farmacologia Molecolare dell`Istituto Mario Negri di Milano e pubblicato sulla rivista

statunitense ldquoCancer Researchrdquo infatti ha scoperto la presenza di inositolo pentachisfosfato

nella maggior parte dei legumi (in particolare in lenticchie piselli e fagioli) e nelle noci Tale

40

composto sembrerebbe inibire lrsquoenzima fosfoinositide 3-chinasi coinvolto nella crescita e

nella progressione dei tumori e capace di aumentare la resistenza al trattamento con agenti

chemoterapeutici Il segnale attivato dalla fosfoinositide 3-chinasi infatti rappresenta un

target importante per lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche anticancro e questo studio

dimostra come lrsquoinositolo pentafosfato sia capace di antagonizzare in maniera specifica

questo segnale nelle cellule tumorali inducendone lrsquoapoptosi (morte programmata)

Lrsquoinositolo pentafosfato ha una struttura molecolare analoga al prodotto dellrsquoattivitagrave

enzimatica della fosfoinositide 3-chinasi che attiva segnali specifici per la progressione del

cancro Il meccanismo secondo il quale lrsquoinositolo pentafosfato disattiva le proteine

iperattive nei tumori dalla membrana plasmatica permette di inibire sia la crescita delle

cellule tumorali umane in coltura sia lo sviluppo dei tumori nei topi In queste condizioni

lrsquoinositolo pentafosfato ha dimostrato unrsquoattivitagrave farmacologica comparabile e potenziante

quella del farmaco citotossico cisplatino molto usato in chemioterapia antitumorale ma

associato a effetti collaterali come nausea vomito formicolio a mani e piedi caduta dei

capelli e alterazione della funzionalitagrave renale (gli inositoli fosfati invece non sono tossici

neanche a concentrazioni piugrave elevate di quelle usate in questo studio e possono essere

assorbiti per via orale) I principali effetti positivi sono stati riscontrati a livello di ovaie e

polmoni

Lrsquoinositolo pentafosfato inoltre si egrave dimostrato capace di inibire lo sviluppo dei nuovi vasi

sanguigni indispensabili per la nutrizione e lo sviluppo del tumore (angiogenesi) bloccando

quindi un meccanismo fondamentale per la sua crescita

Sitografia

ldquoLe Scienze edizione italiana di Scientifica Americanrdquo ndashLegumi e cereali conto il cancro-

ldquoAssociazione Giacomo-onlusrdquo -Inositolo Pentafosfato da legumi e arachidi una nuova strada

nella cura dei tumori

41

Tra le mille virtursquo del miele la cura dellrsquoherpes simplex

A cura di Dottssa Serena Pascucci Biologa Nutrizionista

Le molteplici proprietagrave del miele sono note fin dallrsquoantichitagrave

per le sue capacitagrave antisettiche antibiotiche e cicatrizzanti

e il suo uso nella medicina moderna sta riscontrando

sempre piugrave maggiore interesse

Diversi studi

hanno valutato

lrsquoefficacia del miele contro alcuni virus tra cui di

particolare importanza egrave emersa lrsquoefficacia del

miele per il trattamento dellrsquoHerpes Simplex sia a

livello labiale sia a livello genitale Lo studio del

2004 condotto presso una clinica privata a Dubai

ha selezionato 16 pazienti con ricorrenti manifestazioni del virus otto affetti da Herpes

simplex a livello labiale e otto a livello genitale con un etagrave compresa tra i 35 e i 45 anni sia

maschi che femmine Ersquo stata valutata e considerata lrsquoefficacia del miele nel trattamento

delle lesioni prodotte dal virus in confronto a un comune farmaco antivirale utilizzato

normalmente (Acyclovir) I pazienti prescelti prima della prova non dovevano sottoporsi ad

altre cure antivirali A scelta casuale sono stati selezionati quattro pazienti con herpes

labiale e quattro con herpes genitale che hanno effettuato il primo trattamento con il miele

gli altri otto con il farmaco comune antivirale a base di 5 di acyclovir Alla seconda

comparsa della manifestazione del virus egrave stato effettuato lrsquoopposto Nello studio egrave stato

somministrato un miele multiflora direttamente sulle lesioni prodotte dal virus su una garza

a contatto con la lesione per un quarto drsquoora per 4 volte al giorno fino alla completa

guarigione mentre il farmaco veniva applicato 6 volte al giorno Da questa prova egrave stata

riscontrata una durata delle lesioni dalla prima comparsa alla completa scomparsa di circa

12 giorni in media per entrambi i trattamenti ma nel caso dei pazienti con herpes labiale

trattati con il miele la guarigione egrave avvenuta in circa 3 giorni rispetto ai 5 giorni con il

trattamento con acyclovir cioegrave con una velocitagrave del 35 superiore Inoltre il miele ha

42

mostrato un azione migliore rispetto al farmaco in particolare la durata del dolore risultava

minore del 39 con fastidi moderati per non piugrave di 24 ore mentre con acyclovir il dolore

anche se moderato poteva prolungarsi fino a 72 ore Ersquo stato anche riscontrato un

insorgenza minore delle croste del 28 in chi utilizzava il miele in particolare in 5 pazienti le

lesioni non si sono evolute in croste cosa che non egrave mai avvenuta nei soggetti trattati con il

farmaco Ancora in due casi con il trattamento con il miele lrsquoherpes ha abortito cioegrave dopo i

primi sintomi non ha sviluppato lesioni e procurato fastidi al contrario dei pazienti trattati

con il farmaco Anche nei pazienti con herpes a livello genitale il miele si egrave mostrato piugrave

efficace del farmaco convenzionale con un tempo di guarigione minore del 53 una durata

del dolore inferiore del 50 anche qui con fastidi moderati e con una durata non superiore

alle 24 ore rispetto a bruciori da moderati a medi prolungati(anche per 3 giorni) nei pazienti

con trattamento con farmaco Inoltre egrave stato riscontrato anche a livello genitale un

insorgenza minore di croste del 49 in particolare in 5 pazienti trattati con il miele le lesioni

a livello genitale non si sono sviluppate in croste a differenza dei pazienti trattati con il

farmaco in cui le croste sono sempre apparse Infine egrave stato riscontrato anche a livello

genitale un aborto del virus in chi utilizzava il miele senza avere avuto nessun riscontro

invece nei pazienti trattati con farmaco

Lrsquoanalisi statistica ha mostrato un efficacia superiore del miele rispetto allrsquoutilizzo di

acyclovir per la cura e la risoluzione delle lesioni virali da herpes simplex labiale e genitale

(Ai-waili 2004) Tuttavia quale sia o quali siano i meccanismi drsquoazione che permettono al

miele di inibire la replicazione del virus sono poco conosciuti Un fattore che puograve

determinare lrsquoazione antivirale del miele puograve essere ricercato nel contenuto di flavonoidi(

azione antivirale) rame zinco vit E C normalmente presenti nel miele e di provata azione

antivirale(AI-Waili 2004) e infine lrsquoossido di azoto con un azione antivirale in vitro la cui

attivitagrave egrave stata rilevata anche sul virus dellrsquoHIV (Torre et al 2002 Schramm DD et al 2003)

Lrsquoherpes simplex egrave un infezione virale importante qualsiasi terapia si volesse seguire egrave

opportuno seguire sempre una supervisione e il consiglio del medico

Bibliografia

Al-Waili NS topical honey application vs acyclovir for the treatment of recurrent herpes

simplex lesions Med Sci Monit 2004 10(8) MT94-MT98

- Schramm DD Karim M Schrader HR Holt RR Cardetti M Keen CL Honey with high levels of antioxidants can provide protection to healthy human subjects J Agric Food Chem 200351(6)1732ndash5 doi 101021jf025928k - Torre D Pugliese A Speranza F Role of nitric oxide in HIV-1 infection friend or foe Lancet Infect Dis 2002 May2(5)273-80

7

CEC egrave una Societagrave Editrice nata a Milano nel 1998 allo scopo di pubblicare riviste e libri

tecnico-scientifici nellarea della COSMETICA e dellINTEGRAZIONE

NUTRIZIONALE

Il carattere distintivo della CEC egrave il tipo di comunicazione utilizzato che si caratterizza

per lalta qualitagrave scientifica Nel nostro Board sono presenti esperti altamente qualificati

provenienti da Industria Fondazioni ed Universitagrave

In area cosmetica CEC pubblica Cosmetic Technology una rivista bimestrale che si

occupa di scienza RampD Marketing e Packaging

In area nutrizionale CEC pubblica LIntegratore Nutrizionale lunica rivista in Italia

dedicata a Integratori Nutrizionali e Functional Foods

NUTRAfoods risponde invece alle specifiche esigenze dei ricercatori che necessitano di

materiale scientifico e di aggiornamenti legislativi costanti per sviluppare prodotti ancora

piugrave innovativi nel settore in rapida crescita dellhealthfood

wwwcec-editorecom

8

PATROCINI ED EVENTI

NutriProf saragrave presente come Partner a Dieta Live

Con uno Stand Attrezzato dove si sovlegeragrave la giornata

nazionale del Nutrizionista Professionista

Con la partecipazione dellrsquoOrdine Nazionale dei Biologi nella persona del

Presidente Prof Ermanno Calcatelli

Palazzo dei Congressi di Roma il 28 e 29 Marzo 2015

Scienza cultura prodotti e divertimento per scegliere la dieta migliore

per il benessere del corpo e della mente

wwwdietaliveit

NUTRA DAY 2015

GIORNATA SEMINARIO SULLA NUTRACEUTICA

VENERDI 20 MARZO 2015

UN EVENTO RIVOLTO A

AZIENDE NUTRACEUTICHE

AZIENDE CON SETTORE DEDICATO AI NUTRACEUTICI

CATENEGRUPPI DI FARMACIE

DISTRIBUTORI DI PRODOTTI NUTRACEUTICI

ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA LEGATE ALLA NUTRACEUTICA

ASSOCIAZIONIORDINI PROFESSIONALI DI MEDICI FARMACISTI amp NUTRIZIONISTI

MEDIA DEL SETTORE (NUTRIZIONE SALUTE MEDICINA)

DOCENTI UNIVERSITARI e RICERCATORI

MODERATORE PROF ALBERTO MARTINA UNIVERSITA DEGLI STUDI DI PAVIA

NB Per i Soci NutriProf egrave previsto il 15 di sconto (codice promozionale NUTRIPROF15

httpwwwcgseucomnutra-day-2015

9

httpwwwsinutit

10

Aspetti genetici del Disturbo Post Traumatico da Stress (PTSD)

A cura di Dott Giovanni Borghini- Biologo Genetista

Le tragiche immagini di violenza che incensurate stanno quotidianamente invadendo la

nostra vita privata attivano quella che gli specialisti

dellrsquoemergenza chiamano ldquotraumatizzazione vicariardquo

Viene cosigrave definito lrsquoeffetto determinato

dallrsquoimmedesimazione ldquosimpaticardquo dello spettatore

piugrave o meno ravvicinato con le vittime di avvenimenti

traumatici tale fenomeno egrave stato dimostrato

determinante per lo sviluppo in chi ha assistito

impotente di un PTSD al primo presentarsi di una sua pur minima esperienza di rischio

Questo articolo propone alcuni spunti di riflessione sulla diversa risposta degli spettatori

sottoposti alla stessa violenta intrusiva pressione mediatica nella prospettiva di una attenta

azione preventiva sulle persone piugrave fragili specialmente quando si tratta di minori affidati

alla nostra tutela

Alla domanda sul percheacute alcuni individui hanno piugrave probabilitagrave di altri di sviluppare un PTSD

se esposti a traumi diretti o indiretti di intensitagrave simile gli studi epidemiologici hanno

risposto evidenziando i fattori di rischio psicopatologici e neurogenetici implicati

nellrsquoinsorgenza di tale sindrome questa viene infatti considerata come espressione ultima

dellrsquointerazione tra le caratteristiche genetiche dellrsquoindividuo uno o piugrave fattori traumatici e il

contesto sociale (GxTxE) (Auxeacutemeacutery Y 2012 (2))

Nonostante lrsquoevidenza che quando lrsquoesposizione al trauma tocca livelli estremi di intensitagrave

eo di frequenza la prevalenza del PTSD raggiunge il 100 annullando lrsquoimportanza di

qualsiasi predisposizione genetica tuttavia alcune varianti geniche come lrsquoomozigosi SS della

SLC6A4LPR (trasportatore della Serotonina-SERT-5HTLPR) si confermano candidate

particolarmente reattive nel condizionare la relazione tra la dose di stress e la risposta

patologica e nello stesso tempo come predisposizioni ad alto rischio di promuovere un

PTSD anche a seguito di pochi e deboli episodi traumatici (Kolassa IT et al 2010)

Recentemente egrave stato confermato un polimorfismo a singolo nucleotide (SNP val66met-

G196A- rs6265) nel gene che codifica lrsquoespressione del Brain Derived Neurotrophic Factor

11

(BDNF) come fattore determinante nella dipendenza neurotrofica dallrsquoattivitagrave fisica nel

neuro-sviluppo nella neuro-rigenerazione nella neurotrasmissione nellrsquoapprendimento

nella regolazione dellrsquoumore e nella risposta allo stress (Zhang L et al 2013) La variante

ipoespressa di tale polimorfismo (-66met) diminuisce la secrezione neuronale di BDNF

alterando di conseguenza alcune forme di apprendimento e la suscettibilitagrave allo stress ma

soprattutto aumentando lrsquoansia e riducendo lrsquoestinzione della paura appresa dati

confermati alla fNMR come tre possibili endofenotipi rispettivamente neurobiologico

neuropsichico e neurocognitivo del PTSD (Frielingsdorf H et al 2010)

La presenza anche di un solo allele 66met risulta correlata al sottotipo del PTSD con

manifestazioni psicotiche (Pivac N et al 2012) a quello in comorbilitagrave con il Disturbo

Bipolare (BD) (Rakofsky JJ et al 2012) e alla Depressione in soggetti che hanno subito

esperienze traumatiche infantili (ECA-ELS) (Aguilera M et al 2012) amplificandone gli effetti

negativi nellrsquoetagrave adulta (Miller et al 2012)

Tuttavia nellrsquointerazione epistatica funzionale (GxGxE) con la variante dominante di

vulnerabilitagrave SS del 5HTTLPR egrave il polimorfismo val66val del BDNF ad esaltare con la sua

iperespressione la depressione successiva ad abusi infantili (Grabe HJ et al 2012) mentre

negli stessi portatori della variante SS del 5HTTLPR il polimorfismo genico 66met del BDNF

risulta favorire la reattivitagrave emotiva ansiogena come dimostrato allrsquoimaging funzionale

(BOLD fNMR) dal coinvolgimento dellrsquoAmigdala e della Corteccia Cingolata Anteriore rostrale

(AMY rACC) (Outhred T et al 2012) Questi dati favoriscono lrsquoipotesi della modulazione

epistatica ambivalente in senso rispettivamente depressogeno o ansiogeno delle varianti

66val e 66met del BDNF sui portatori del polimorfismo genico di suscettibilitagrave 5HTTLPR-SS

Riguardo la gravitagrave dei sintomi del PTSD in epistasi con il DRD2 Taq1 (allele T di vulnerabilitagrave

per ipoespressione dei recettori D2 della dopamina) la variante 66met del BDNF la attenua

mentre la variante Val-Val la esalta in funzione dellrsquoespressione di tali recettori e

indipendentemente dunque dallrsquoeccesso o dal difetto di DA (Hemmings SM et al 2012)

seppure un ruolo di suscettibilitagrave al PTSD sia stato riconosciuto alla variante 9R del

polimorfismo VNTR nella 3UTR del gene SLC6A3 codificante nellrsquouomo per il trasportatore

della Dopamina (DAT1) come vedremo piugrave avanti (Valente NL et al 2012) Riguardo alla

risposta terapeutica premesso che il trattamento non farmacologico piugrave efficace per il PTSD

egrave risultata la Terapia di Esposizione che mira a facilitare lrsquoestinzione della paura appresa egrave

stato recentemente evidenziato che il BDNF facilita lrsquoestinzione dellrsquoapprendimento e in

12

particolare che la sua variante 66 Met fa prevedere una scarsa risposta alla terapia cognitivo-

comportamentale di esposizione nel PTSD (Felmingham KL et al 2013)

TABELLA RIASSUNTIVA DELLE INTERAZIONI EPISTATICHE NEL DPTS

EPISTASI SERT SS DRD2 T DAT1 9R DAT1 10R

COMT -158met

NET -182C

BDNF Val66Val

Depressione in ECA

uarrsintomi PTSD

BDNF Met66Met

Ansia in ECA

darrsintomi PTSD

DAT1 9R +PTSD In vitro

DAT1 10R + PTSD In vivo

COMT -158met

+PTSD urbano

NET -182C

+PTSD

EPISTASI SERT SS DRD2 T DAT1 9R DAT1 10R

COMT -158met

NET -182C

BDNF Val66Val

Depressione in ECA

uarrsintomi PTSD

BDNF Met66Met

Ansia in ECA

darrsintomi PTSD

DAT1 9R +PTSD In vitro

DAT1 10R + PTSD In vivo

COMT -158met

+PTSD urbano

NET -182C

+PTSD

13

Drsquoaltra parte gli omozigoti 66met del BDNF presentando una riduzione di volume della

Sostanza Grigia (GM) dellrsquoIppocampo e un aumento di quella della Corteccia Orbito Frontale

destra (rOFC) impiegano minor tempo per la remissione dei sintomi depressivi

contrariamente ai 66val che con la stessa riduzione della GM dellrsquoippocampo sinistro

rispondono invece piugrave lentamente alla terapia (Cardoner N et al 2012)

Alcune evidenze suggeriscono uno stato iperdopaminergico con maggior frequenza della

variante 9R del DAT1 nel PTSD Studi in vivo con immagini molecolari di tomografia

computerizzata ad emissione di singolo fotone (SPECT) hanno tuttavia dimostrato un

incremento del potenziale legante del trasportatore della dopamina nello Striato di pazienti

portatori del PTSD Tale aumentata densitagrave di DAT riflette un incrementato turnover locale di

dopamina in grado di contribuire al perpetuarsi e al potenziamento fobico di un evento

traumatico e delle situazioni che lo ricordano (Hoexter MQ et al 2012) confermando i

risultati contraddittori sulla valenza in vivo ed in vitro del suddetto polimorfismo (Heitland I

et al 2012)

Infine il giagrave ricordato riscontro della variante -158met del polimorfismo val158met della

COMT in soggetti che hanno sviluppato PTSD dopo violenza urbana (Valente NL et al 2011

(2) Norrholm SD et al 2013) conferma lrsquoipotesi di un endofenotipo ipernoradrenergico per il

PTSD La COMT egrave infatti preposta a catabolizzare lrsquoeccesso di NE libera intersinaptica in zone

povere dei ricaptatori DAT e NET come la corteccia prefrontale e lrsquoippocampo e la sua

variante 158met ne indica lrsquoipoespressione Pertanto anche la variante NET-182C del

polimorfismo del trasportatore della norepinefrina (SLC6A2-182TC) che ne ipoesprime la

ricaptazione (Valente NL et al 2011-2) si candida a predisponente del PTSD

Bibliografia

Aguilera M Arias B Wichers M Barrantes-Vidal N Moya J Villa H van Os J Ibaacutentildeez MI Ruipeacuterez MA Ortet G Fantildeanaacutes L Early adversity and 5-HTTBDNF genes new evidence of gene-environment interactions on depressive symptoms in a general population Psychol Med 2009 Sep39(9)1425-32 Epub 2009 Feb 12 Auxeacutemeacutery Y (2) Posttraumatic stress disorder (PTSD) as a consequence of the interaction between an individual genetic susceptibility a traumatogenic event and a social context] Encephale Oct 2012 38(5) 373-80 Cardoner N Soria V Gratacograves M Hernaacutendez-Ribas R Pujol J Loacutepez-Solagrave M Deus J Urretavizcaya M Estivill X Menchoacuten JM Soriano-Mas C Val66Met BDNF genotypes in melancholic depression effects on brain structure and treatment outcome Depress Anxiety Nov 2012

14

Felmingham KL Dobson-Stone C Schofield PR Quirk GJ Bryant RA The Brain-Derived Neurotrophic Factor Val66Met Polymorphism Predicts Response to Exposure Therapy in Posttraumatic Stress Disorder Biol Psychiatry Jan 2013 Frielingsdorf H Bath KG Soliman F Difede J Casey BJ Lee FS Variant brain-derived neurotrophic factor Val66Met endophenotypes implications for posttraumatic stress disorder Ann N Y Acad Sci 2010 Oct1208150-7 doi 101111j1749-6632201005722x Grabe HJ Schwahn C Mahler J Appel K Schulz A Spitzer C Fenske K Barnow S Freyberger HJ Teumer A Petersmann A Biffar R Rosskopf D John U Voumllzke H Genetic epistasis between the brain-derived neurotrophic factor Val66Met polymorphism and the 5-HTT promoter polymorphism moderates the susceptibility to depressive disorders after childhood abuse Prog Neuropsychopharmacol Biol Psychiatry 2012 Mar 3036(2)264-70 Epub 2011 Oct 2 Heitland I Oosting R SBaas J M P Massar S A A Kenemans J L Boumlcker K B E Genetic polymorphisms of the dopamine and serotonin systems modulate the neurophysiological response to feedback and risk taking in healthy humans Cogn Affect Behav Neurosci 2012 December 12(4) 678ndash691 Hemmings SM Martin LI Klopper M van der Merwe L Aitken L de Wit E Black GF Hoal EG Walzl G Seedat S BDNF Val66Met and DRD2 Taq1A polymorphisms interact to influence PTSD symptom severity A preliminary investigation in a South African population Prog Neuropsychopharmacol Biol Psychiatry 2012 Oct 25 pii S0278-5846(12)00266-7 doi 101016jpnpbp201210011 [Epub ahead of print] Hoexter MQ Fadel G Feliacutecio AC Calzavara MB Batista IR Reis MA Shih MC Pitman RK Andreoli SB Mello MF Mari JJ Bressan RA Higher striatal dopamine transporter density in PTSD an in vivo SPECT study with [(99m)Tc]TRODAT-1 Psychopharmacology (Berl) 2012 Nov224(2)337-45 doi 101007s00213-012-2755-4 Epub 2012 Jun 15 Kolassa IT Ertl V Eckart C Gloumlckner F Kolassa S Papassotiropoulos A de Quervain DJ Elbert T Association study of trauma load and SLC6A4 promoter polymorphism in posttraumatic stress disorder evidence from survivors of the Rwandan genocide J Clin Psychiatry 2010 May71(5)543-7 Epub 2010 Apr 6 Miller S Hallmayer J Wang PW Hill SJ Johnson SL Ketter TA Brain-derived neurotrophic factor val66met genotype and early life stress effects upon bipolar course J Psychiatr Res 2012 Nov 23 pii S0022-3956(12)00328-7 doi 101016jjpsychires201210015 [Epub ahead of print] Norrholm SD Jovanovic T Smith AK Binder E Klengel T Conneely K Mercer KB Davis JS Kerley K Winkler J Gillespie CF Bradley B Ressler KJ Differential Genetic and Epigenetic Regulation of catechol-O-methyltransferase is Associated with Impaired Fear Inhibition in Posttraumatic Stress Disorder Front Behav Neurosci 2013 Apr 10730 doi 103389fnbeh201300030 Print 2013 Outhred T Das P Dobson-Stone C Griffiths K Felmingham KL Bryant RA Malhi G Kemp AH The functional epistasis of 5-HTTLPR and BDNF Val66Met on emotion processing a preliminary study Brain Behav Nov 2012 2(6) 778-88 Pivac N Kozaric-Kovacic D Grubisic-Ilic M Nedic G Rakos I Nikolac M Blazev M Muck-Seler D The association between brain-derived neurotrophic factor Val66Met variants and psychotic

15

symptoms in posttraumatic stress disorder World J Biol Psychiatry 2012 Apr13(4)306-11 Epub 2011 Jul 6 Rakofsky JJ Ressler KJ Dunlop BW BDNF function as a potential mediator of bipolar disorder and post-traumatic stress disorder comorbidity Mol Psychiatry 2012 Jan17(1)22-35 doi 101038mp2011121 Epub 2011 Sep 20 Valente NL Vallada H Cordeiro Q Miguita K Bressan RA Andreoli SB Mari JJ Mello MF Candidate-gene approach in posttraumatic stress disorder after urban violence association analysis of the genes encoding serotonin transporter dopamine transporter and BDNF J Mol Neurosci 2011 May44(1)59-67 Epub 2011 Mar 29 Valente NL Vallada H Cordeiro Q Bressan RA Andreoli SB Mari JJ Mello MF (2) Catechol-O-methyltransferase (COMT) val158met polymorphism as a risk factor for PTSD after urban violence J Mol Neurosci 2011 Mar43(3)516-23 Epub 2010 Nov 17 Zhang L Benedek DM Fullerton CS Forsten RD Naifeh JA Li XX Hu XZ Li H Jia M Xing GQ Benevides KN Ursano RJ PTSD risk is associated with BDNF Val66Met and BDNF overexpression Molecular Psychiatry (15 January 2013) | doi101038mp2012180

16

Depressione azione epigenetica dei fattori ambientali sullo sviluppo del disturbo attraverso la metilazione

del trasportatore della serotonina (SERT) Evidenze di laboratorio sulla quantificazione dellrsquoeffetto epigenetico del danno e della correzione terapeutica

A cura di Dott Giovanni Borghini- Biologo Genetista

La cronaca continua a portare alla ribalta estremi gesti anti-

conservativi di personaggi apparentemente gratificati da una vita di

successi e popolaritagrave Cosa si nasconde dietro il male oscuro della

depressione egrave una sfida ancora aperta ai piugrave diversi contributi della

ricerca Ne analizzeremo uno in particolare legato alle recenti

acquisizioni della biologia molecolare sui fenomeni epigenetici da

stress e il polimorfismo genico del trasportatore della serotonina

Il trasportatore della serotonina (SERT) e la sua la regione polimorfica gene-linked (5-

HTTLPR) sono ormai pienamente riconosciuti come modulatori del legame tra lo stress della

vita e la depressione Tuttavia i percorsi molecolari implicati in questa interazione gene-

ambiente (GXE) sono ancora in gran parte sconosciuti Alterazioni nel profilo dellrsquoespressione

genica del SERT spesso mediate epigeneticamente sono associate allrsquoinsorgenza di

depressione e possono pertanto costituire un ipotetico mediatore nellrsquo interazione GXE In

un recente articolo (Wankerl M et al 2014) sono stati indagati parallelamente gli effetti dei

polimorfismi genici del SERT (5-HTTLPR) e delle avversitagrave ambientali riferite allrsquointero arco

vitale a partire dagli stress precoci intra-uterini In accordo con la letteratura internazionale

sono emerse strette correlazioni tra variazioni polimorfiche del SERT e i cambiamenti

ambientali (stress precoci traumi prenatali) Studiando in vivo lespressione del SERT in

campioni di cellule di sangue periferico egrave stato valutato se i cambiamenti indotti

dallambiente siano mediati da modificazioni epigenetiche A tale scopo sono stati analizzati

83 siti CpG nel promotore-genico del SERT della grandezza di 799-bp con il metodo

altamente sensibile del ldquopyrosequencingrdquo con bisolfito I partecipanti allo studio sono stati

133 tra giovani e adulti sani I risultati hanno mostrato che sia i portatori dellallele ldquoSrdquo del 5-

17

HTTLPR che i bambini sottoposti a stress materno prenatale (328) e a maltrattamento

infantile (563) presentavano una ridotta espressione del mRNA del SERT rispetto a quelli

senza alcun fattore di rischio I dati dellrsquoarticolo indicano inoltre che i cambiamenti nei livelli

di espressione del mRNA SERT non coincidono con i profili di metilazione del DNA allinterno

delle isole CpG del SERT Egrave quindi ipotizzabile che i cambiamenti persistenti nellespressione

del SERT possano a loro volta dipendere da un alterato funzionamento serotoninergico e

probabilmente si sommano la vulnerabilitagrave a differenti malattie associate al 5-HTTLPR e le

avversitagrave precoci

Bibliografia M Wankerl1 R Miller1 C Kirschbaum1 J Hennig2 T Stalder1 and N Alexander1 Effects of genetic and early environmental risk factors for depression on serotonin transporter expression and methylation profiles Transl Psychiatry Jun 2014 4(6) e402 Published online Jun 17 2014 doi 101038tp201437 PMCID PMC4080318 Franke L Therstappen E Schlosser B Biermer M Berg T Schaumlfer M Arck P Uebelhack R Friebe A A Preliminary Study on the Relationship between Platelet Serotonin Transporter Functionality Depression and Fatigue in Patients with Untreated Chronic Hepatitis C Depress Res Treat 20142014821381 doi 1011552014821381 Epub 2014 Mar 20 Domschke K Tidow N Schwarte K Deckert J Lesch KP Arolt V Zwanzger P Baune BT Serotonin transporter gene hypomethylation predicts impaired antidepressant treatment response Int J Neuropsychopharmacol 2014 Aug17(8)1167-76 doi 101017S146114571400039X Epub 2014 Mar 28

18

SVILUPPO PUBERALE E TESSUTO ADIPOSO A cura di Dottssa Martina Beltrami - Dietista

La pubertagrave egrave una fase di transizione che determina la

maturitagrave riproduttiva tra linfanzia e letagrave adulta

La pubertagrave egrave legata a importanti cambiamenti sviluppo

delle caratteristiche sessuali secondarie lo sviluppo

somatico il menarca modificazioni psicologiche

Lormone di rilascio delle gonadotropine (GnRH) che

per tutta linfanzia viene prodotto in modo sporadico

inizia ad essere prodotto in modo pulsatile e regolare

La frequenza e lampiezza della sua produzione

determinano la produzione degli ormoni responsabili di portare allovulazione e poi la

regolaritagrave dei cicli mestruali

Tra la prima mestruazione e la piena maturazione possono passare 3-4 anni

Negli ultimi anni si egrave evidenziato come uno sviluppo precoce o tardivo sia correlato

negativamente con la salute della donna

Letagrave del menarca e lincidenza con la sindrome metabolica sono correlati con una curva a U

per la quale sia unetagrave troppo precoce (prima dei 10 anni) sia unetagrave tardiva (dopo i 16anni)

portano ad un aumentato rischio di sviluppare la sindrome metabolica nellarco dei successivi

26 anni (1)

Un menarca precoce egrave un fattore di rischio a tutte le patologie estrogeno dipendenti

(iperandrogenismo pcos tumore alla mammela) e dal punto di vista psicologico puograve essere

traumatico

Un menarca tardivo egrave correlato a osteopenia il picco di accumulo di densitagrave ossea avviene

tra letagrave puberale e i 25anni se lo sviluppo puberale tarda avrograve meno tempo a disposizione

per aumentare la densitagrave ossea

I fattori nutrizionali sono considerati uno dei principali fattori che influenzano linizio dello

sviluppo puberale

19

La Leptina egrave un ormone prodotto dal tessuto adiposo ed egrave strettamente correlata alla sua

quantitagrave Piugrave aumenta lindice di massa corporea (BMI) e piugrave aumenta la percentuale di

Leptina prodotta

La Leptina agisce sui processi di termogenesi sul comportamento alimentare e sulla funzione

riproduttiva Le modificazioni dei livelli di leptina indicano se le riserve energetiche

dellorganismo sono sufficienti per sostenere lo sviluppo puberale La leptina agisce quindi

come un segnale periferico per lipotalamo ed egrave necessaria per lo sviluppo puberale

Alcuni studi hanno evidenziato come letagrave del menarca sia strettamente correlata ai livelli

circolanti di leptina

La leptina circolante infatti aumenta di circa il 30 nei 6 mesi precedenti il menarca(2)

Negli ultimi decenni il sovrappeso egrave aumentato nella popolazione e non a caso anche letagrave

media del primo menarca egrave scesa da 13 a 12 anni circa

Letagrave del menarca egrave correlata piugrave al peso corporeo che non alletagrave cronologica

Se andiamo a modificare per carenza o per eccesso il grasso corporeo la produzione di

leptina cambia e il menarca puograve anticipare o tardare

Bambine di 5-7 anni in sovrappeso hanno maggior probabilitagrave di uno sviluppo puberale

anticipato a 9 anni (3)

Ballerine ginnaste o ragazze con un BMI piugrave basso rispetto alle coetanee spesso hanno un

menarca tardivo

Da alcuni studi sembrerebbe che un percentuale minima del 16 di grasso sia necessaria

affinchegrave avvenga lo sviluppo puberale e il 22 per avere cicli regolari (4)

Riuscire a identificare precocemente i soggetti a rischio permette di intervenire

tempestivamente lavorando sullindice di massa corporea per recuperare anni sui fattori di

rischio

Bibliografia

1) Mueller NT1Duncan BBBarreto SMChor DBessel MAquino EMPereira MASchmidt MI Earlier age at menarche is associated with higher diabetes risk and cardiometabolic disease risk factors in Brazilian adults Brazilian Longitudinal Study of Adult Health (ELSA-Brasil) 2) Lassek W D and Gaulin S JC (2007) Menarche is related to fat distribution Am J Phys Anthropol 1331147ndash1151 doi101002ajpa20644

20

3) Davison et al Percent Body Fat at Age 5 Predicts Earlier Pubertal Development Among Girls at Age 9 Pediatrics 2003 1114 815-821 4) Rose E Frisch1Roger Revelle1 Height and Weight at Menarche and a Hypothesis of Critical Body Weights and Adolescent Events Science 24 July 1970 Vol 169no 3943pp 397-399

21

Attivitagrave ormonale e distribuzione di grasso

generalizzato

A cura di Dottssa Bruzzone Francesca ndash Dietista

Mentre della localizzazione del tessuto adiposo a livello addominale piuttosto che in zona

gluteo-femorale si tratta lungamente (distinguendo lrsquoobesitagrave androide da quella ginoide) dei

soggetti che accumulano grasso in modo omogeneo nei vari distretti corporei si parla in

minor misura nonostante tale fenomeno interessi ugualmente genere maschile e genere

femminile

La predisposizione a immagazzinare le riserve energetiche in una

zona piuttosto che in unrsquoaltra varia in relazione a etagrave sesso razza

di appartenenza attivitagrave fisica alimentazione e azione ormonale

Questi ultimi tre fattori sono strettamente correlati e dipendenti

lrsquouno dallrsquoaltro

Le persone in sovrappeso che presentano delle forme corporee

come quelle della figura a lato solitamente possiedono arti lunghi

ossa piccole faccia ovale o allungata e vita alta Essi localizzano il

grasso in tutto il corpo ad eccezione dei polpacci non sopportano il

caldo adorano i carboidrati e il caffegrave alternano la loro giornata tra energia e stanchezza e

passano da entusiasmo e presa di iniziativa nei periodi positivi a depressione e irritabilitagrave nei

momenti di stress

Tutte queste caratteristiche sono determinate dal ruolo degli ormoni nella gestione della

regolazione delle funzioni corporee e dellrsquoemotivitagrave

I soggetti che tendono ad ingrassare sia nella zona addominale che in quella inferiore del

corpo infatti annoverano molto spesso un lungo passato di squilibrio ormonale in cui si

sovrappongono fattori eziologici tipici del grasso androide ad altri caratteristici del grasso

ginoide

Generalmente questi individui acquistano peso a causa di una alterata attivitagrave tiroidea (loro

ghiandola dominante) provocata da un consumo protratto ed eccessivo di carboidrati

raffinati e di zuccheri semplici Ciograve conduce nel tempo a una soppressione dellrsquoefficienza

tiroidea e della secrezione dellrsquoormone somatotropo (HGH) e quindi a un accumulo di grasso

22

generalizzato conseguente alla riduzione del metabolismo basale e del mancato effetto

lipolitico Lrsquoormone della crescita e gli ormoni tiroidei infatti vengono inibiti dal cortisolo il

quale egrave stimolato proprio dallrsquoipoglicemia reattiva allrsquoiperglicemia dovuta a un pasto ricco di

zuccheri semplici e carboidrati raffinati Anche la caffeina egrave in grado di aumentare la

produzione di cortisolo insieme a stress scarsa idratazione e digiuni prolungati Tale

ormone insieme agli squilibri insulinici che si innescano agevola lrsquoaumento ponderale

attraverso meccanismi quali la sollecitazione della lipoproteina lipasi e lrsquoaumento di

ritenzione idrica

La dieta piugrave adeguata per il dimagrimento di questi soggetti quindi prevede una riduzione

dei cereali bianchi degli zuccheri e della caffeina a favore di farinacei integrali proteine

nobili (specie di origine ittica per stimolare la tiroide attraverso il contenuto di iodio) e

verdura egualmente distribuiti nei vari pasti senza dimenticare una buona idratazione

Lrsquoazione degli ormoni nella localizzazione del grasso non si esprime soltanto in relazione agli

stimoli alimentari ma anche in rapporto allrsquoattivitagrave fisica coadiuvante il dimagrimento

Essendo la tiroide particolarmente attiva in tarda mattinata ad esempio il momento

migliore per allenarsi sarebbe questo per avere la possibilitagrave di stimolare al meglio le

funzioni metaboliche e il consumo dei grassi Se invece viene svolto un allenamento con i

pesi mirato ad implementare la forza esso non dovrebbe superare i 60 minuti in modo da

evitare unrsquoesosa produzione di cortisolo

Bibliografia

Massimo Spattini -La dieta ldquocomrdquo e il dimagrimento localizzato- Tecniche Nuove 2012

23

Approccio nutrizionale alla sindrome premestruale

A cura di Dottssa Chiara Di Gianvittorio ndash Dietista

La sindrome premestruale (PMS) egrave un disturbo

molto comune nelle donne in etagrave fertile e si

caratterizza per una serie di sintomi fisici e

psicologici che insorgono nella fase luteinica e

tendono a scomparire con il sopraggiungere del

flusso La sua prevalenza egrave stata stimata nel 30-40

della popolazione femminile in etagrave riproduttiva I

sintomi principali sono gonfiore stipsi dolori

addominali ritenzione idrica ma possono

aggiungersi ansia insonnia repentini cambi di umore irritabilitagrave stanchezza e attacchi di

fame Ogni donna vive a suo modo queste manifestazioni che possono verificarsi

contemporaneamente o solo in parte e la cui gravitagrave egrave variabile

Le cause della sindrome premestruale sono da rintracciarsi nello squilibrio ormonale dato

dallrsquoavvicendarsi di estrogeni e progesterone in fattori nutrizionali o in eventuali anomalie

funzionali dellrsquoasse ipotalamo-ipofisi-surrene che comportano alterazioni della secrezione di

ormoni sessuali Anche i crescenti livelli di prolattina possono contribuire ai sintomi

provocando dolori al seno e gonfiore Infine sembra che si verifichi una diminuzione di

dopamina e serotonina endorfine in grado di regolare il tono dellrsquoumore Le conseguenze di

tale sbilancio sono evidenti anche nella concentrazione nel siero di alcuni microelementi

magnesio e calcio risultano carenti nella fase luteinica e implicati quindi nella genesi di alcuni

dei sintomi Entrambi infatti sono coinvolti nellrsquoattivitagrave e nel rilascio di neurotrasmettitori e

nelle funzioni neuromuscolari

Considerando quindi la varietagrave dei disturbi e lrsquoimpatto che gli stessi possono avere sulla

qualitagrave di vita della donna unrsquoattenta alimentazione risulta utile quanto necessaria Nello

specifico lrsquoattenzione egrave rivolta al consumo attraverso la dieta di grassi saturi insaturi fibre

zuccheri semplici sostanze nervine e microelementi

Evidenze scientifiche mostrano che riducendo il contenuto di grassi nella dieta ed

aumentando il consumo di fibre e vegetali si abbassano i livelli ematici di estrogeni e di

24

conseguenza migliora la sintomatologia e il dolore mestruale Il fegato infatti estrae gli

estrogeni dal torrente ematico e li invia attraverso lrsquoalbero biliare nel tubo digerente Ligrave la

fibra proveniente da frutta verdura legumi e cereali sequestra gli estrogeni impedendone il

riassorbimento e promuovendone lrsquoescrezione fecale Le variazioni nei livelli ormonali sono

state studiate soprattutto nelle donne vegetariane riscontrando in conclusione una

correlazione tra le concentrazioni nel plasma di estrone ed estradiolo e il consumo di grassi

saturi Tali ormoni infatti diminuivano allrsquoaumentare dellrsquoapporto di fibre con la dieta Al

momento egrave in corso di studio dunque il ruolo della dieta vegetariana nella prevenzione e

gestione della sindrome premestruale Un ulteriore dato oggettivo a favore egrave

rappresentato dallrsquoutilizzo di alimenti come la soia ricca in fitoestrogeni Questi ultimi sono

estrogeni vegetali dallrsquoeffetto blando che agiscono come antagonisti riducendo la capacitagrave

dellrsquoestrogeno endogeno di legarsi al loro recettore cellulare Il risultato egrave una minore

stimolazione sulle cellule ormono-sensibili e una migliore gestione dei sintomi

Unrsquo ulteriore precisazione va fatta per i grassi nella dieta non solo la quantitagrave ma anche la

qualitagrave influisce sullrsquoinsorgenza dei disturbi del ciclo mestruale Unrsquoalimentazione ricca di

grassi polinsaturi Omega 3 si associa ad una sintomatologia piugrave modesta Infatti tali grassi

riducono la produzione di prostaglandine nellrsquoorganismo coinvolte nei processi di

infiammazione dolore contrazione muscolare e vasocostrizione

Banditi inoltre gli zuccheri semplici in quanto hanno un forte impatto sulla glicemia e

influenzano il rilascio dei neurotrasmettitori responsabili del tono dellrsquoumore (serotonina

adrenalina dopamina noradrenalina ecc) e del senso dellrsquoappetito

Altra accortezza per migliorare la gestione della sindrome premestruale egrave la riduzione

dellrsquoapporto di sodio e caffeina (o altre sostanze nervine come tegrave coca cola etc)

rispettivamente per limitare la ritenzione idrica e ridurre irritabilitagrave e insonnia

Infine egrave stato ampiamente studiato lrsquoapporto vitaminico e gli effetti su tali disturbi con

particolare attenzione alle vitamine del gruppo B assunte attraverso la dieta e non sotto

forma di integratori alimentari Lrsquointake di Tiamina e Riboflavina sembra avere un ruolo nellrsquo

incidenza della sindrome premestruale in quanto risultano implicate nel metabolismo di

neurotrasmettitori come Serotonina e GABA (Acido γ-amminobutirrico) che intervengono

migliorando lrsquoumore e agiscono indirettamente nella funzionalitagrave ovarica e riproduttiva

Al momento egrave in corso di valutazione lrsquointegrazione nella fase luteinica con Magnesio e

Calcio La loro contemporanea somministrazione genera un effetto sinergico nel ridurre gli

25

spasmi della muscolatura uterina e migliorare lrsquoumore Anche alcuni rimedi fitoterapici

sembrano alleviare la sintomatologia agnocasto ginkgo biloba e zafferano Ulteriori studi

sono perograve necessari per chiarire se realmente possa esserci un beneficio da eventuali

supplementazioni con microelementi o erbe Per ora rimane la certezza che una dieta

equilibrata ricca in frutta verdura legumi e acidi grassi polinsaturi sia la strategia drsquoelezione

nella gestione delle forme piugrave lievi di sindrome premestruale

Bibliografia

Adlercreutz H Martin F et al Steroid absorption and enterohepatic re cycling-

(httpwwwcontraceptionjournalorgarticle0010-782428792990094-5abstract)-

Contraception 1979 20 201-23

Baker LJ OrsquoBrien PM Premenstrual syndrome (PMS) a peri-menopausal perspective-

(httpwwwmaturitasorgarticleS0378-512228122900111-9fulltext) - Maturitas 2012

72(2)121-5

Chou T- Wake up and smell the coffee Caffeine coffee and the medical consequences-

httpwwwncbinlmnihgovpmcarticlesPMC1022034 - West J Med 1992 Nov157(5)544-53

Dante G Facchinetti F Herbal treatments for alleviating premenstrual symptoms a systematic

review- (httpinformahealthcarecomdoiabs1031090167482X2010538102)- J Psychosom

Obstet Gynaecol 2011 Mar32(1)42-51

Deutch B Menstrual pain in Danish women correlated with low n-3 polyunsaturated fatty acid

intake- (httpwwwncbinlmnihgovpubmed7588501) Eur J Clin Nutr 1995 Jul49(7)508-16

Gigante DP et al Population study of premenstrual syndrome-

(httpwwwscielosporgscielophpscript=sci_arttextamppid=S0034-

89102006000100009amplng=enampnrm=isoamptlng) - Rev Saude Publica 2006 40(1)47-56

Girman A Lee R Kligler B An integrative medicine approach to premenstrual syndrome- (

httpwwwajogorgarticleS0002-937828032900357-0fulltext) -Am J Obstet Gynecol 2003

188(5 Suppl)S56-65

Goldin BR Adlecreutz H et al Estrogen extrection patterns and plasma levels in vegetarian and

omnivorous women- (httpwwwnejmorgdoifull101056NEJM198212163072502 )- N Engl J

Med 1982 3071542-7

26

Halbreich U The etiology biology and evolving pathology of premenstrual syndromes-

(httpwwwsciencedirectcomsciencearticlepiiS0306453003000970)

Psychoneuroendocrinology 200328(suppl 3)55ndash99

Larissa Almenara Silva dos Santos Vilma Blondet de Azeredo et al-Seric ion level and its

relationship with the symptoms of premenstrual syndrome in young women-

(httpwwwnutricionhospitalariacompdf6648pdf) - Nutr Hosp 2013 28(6)2194-2200 Silva CM

Margot N Woods Sherwood L et al Low-fat high fiber diet and serume estrone sulfate in

premenopausal women (httpajcnnutritionorgcontent4961179fullpdf+htmlsid=38ae9820-

e92f-4cfe-b019-a9b3ce1d92e7) - Am J Clin Nutr 1989 49 1179-83

Sohrabi N Kashanian M et al - Evaluation of the effect of omega-3 fatty acids in the treatment of

premenstrual syndrome a pilot trial-

(httpwwwcomplementarytherapiesinmedicinecomarticleS0965-229928122900174-

4fulltext ) Complement Ther Med 2013 Jun21(3)141-6

Thys-Jacobs S Micronutrients and the premenstrual syndromethe case for calcium-

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed10763903) - Journal of the American College of Nutrition

2000 19 (2) 220-7

Patricia O Chocano-Bedoya JoAnn E Manson et al Dietary B vitamin intake and incident

premenstrual syndrome- (httpajcnnutritionorgcontent9351080long) Am J Clin Nutr 2011

93 1080-6

27

Attuali evidenze epidemiologiche in tema di malattia

celiaca

A cura di Dottssa Chiara Di Gianvittorio ndash Dietista

La malattia celiaca egrave un disturbo

autoimmune che si sviluppa in

persone geneticamente predisposte

in conseguenza dellrsquoesposizione a

fattori ambientali (glutine nella dieta

come prima causa) La prevalenza

del disturbo egrave molto variabile gli

ultimi dati riguardo la distribuzione della malattia parlano di un incremento in alcune aree

mondiali Il miglioramento delle tecniche diagnostiche e la migliore conoscenza della

malattia non bastano perograve a spiegare la crescita verificatasi negli ultimi 30- 40 anni

La nuova epidemiologia dellrsquo intolleranza al glutine egrave ora caratterizzata da un aumento di

nuovi casi in aree storiche (Europa del Nord e gli Stati Uniti) ma piugrave interessante egrave la crescita

della malattia in nuove regioni (paesi asiatici) A spiegare ciograve probabilmente ci sono

cambiamenti nelle abitudini alimentari soprattutto in etagrave infantile oltre che lrsquoutilizzo di

nuovi mezzi diagnostici

In Europa e Stati Uniti la frequenza sulla popolazione egrave di circa lrsquo 1 con alcune differenze

regionali In Finlandia e Svezia si calcola una prevalenza del 2-3 mentre in Germania solo

dello 02 nonostante i fattori causali sembrino essere simili (livello di assunzione di glutine

e frequenza di HLA-DQ2 e -DQ8) Sebbene lincidenza e i casi diagnosticati siano in

aumento rimane lrsquo ldquoiceberg celiacordquo a nascondere con un rapporto che varia da 13 a 15

(casi diagnosticati e non diagnosticati) la reale distribuzione della malattia

Oltre a Europa e Nord America lepidemiologia dellrsquo intolleranza al glutine egrave stata studiata in

molti altri paesi per lo piugrave popolati da individui di origine europea In queste zone i dati si

sovrappongono in larga misura a quelli del vecchio e del nuovo continente Nuove evidenze

arrivano dal Nord Africa e dai Paesi del Medio Oriente in cui il disturbo egrave presente

nonostante la scarsa disponibilitagrave di strutture diagnostiche e la scarsa consapevolezza della

28

malattia In Saharawi una popolazione araba che vive nel Sahara occidentale la prevalenza

della malattia egrave eccezionalmente elevata (56) per ragioni ancora poco chiare

La conoscenza della malattia nelle regioni asiatiche invece egrave ancora limitata e per lo piugrave

confinata in India dove egrave stata riconosciuta sia nei bambini che negli adulti Tuttavia come

efficacemente descritto da una task force indiana lrsquointolleranza al glutine in India egrave

ldquoimmerso in un oceano di malnutrizionerdquo La frequenza sembra essere maggiore nella parte

settentrionale probabilmente in conseguenza del largo consumo di grano rispetto al riso

Difficile ottenere dei numeri ma si stima che da 5 a 8 milioni di persone in India potrebbero

avere la malattia Purtroppo perograve ad oggi solo poche migliaia di pazienti sono stati

diagnosticati

Infine difficile comprendere anche la distribuzione in Cina a causa della grande popolositagrave I

fattori predisponenti (consumo di grano e genotipo HLA-DQ2 e DQ8) sono presenti cosigrave

come le prime evidenze in letteratura ma egrave necessario proseguire negli accertamenti

epidemiologici Risulta invece raro il disturbo in paesi come Giappone Corea Indonesia e

Filippine a causa del basso consumo di frumento e del patrimonio genetico

In sintesi i dati disponibili suggeriscono che lincidenza dellrsquo intolleranza al glutine egrave

veramente in aumento e che la malattia egrave attualmente molto piugrave comune in alcune aree

rispetto al passato Ulteriori studi epidemiologici perograve si rendono necessari per

comprendere meglio la distribuzione sulla popolazione e la correlazione con i fattori genetici

e ambientali

Bibliografia

Bai JC Fried M et al -World gastroenterology organisation global guidelines on celiac disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed23314668) - J Clin Gastroenterol 2013 47121ndash6

Catassi C Gatti S et al- The New Epidemiology of Celiac Disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed24979197)- JPGN Luglio 2014 Volume 59 supplement 1

Fasano A Berti I et al- Prevalence of celiac disease in at-risk and not-at-risk groups in the United

States a large multi center study (httparchintejamanetworkcomarticleaspxarticleid=215079)-

Arch Int Med 2003163286ndash92

29

Kochhar R Dachdev S et al- Prevalence of coeliac disease in healthy blood donors a study from

north India (httpwwwsciencedirectcomsciencearticlepiiS1590865812000229)- Dig Liver Dis

201244530ndash2

Kang JY Kang AHY et al -Systematic review worldwide variation in the frequency of Coeliac Disease

and changes over time

(httponlinelibrarywileycomdoi101111apt12373abstractjsessionid=91309CB937E7B5E094A

3B7F08441695f04t04)- Aliment Pharmacol Ther 201338226ndash45

Mustalahti K Catassi C et al- The prevalence of celiac disease in Europe results of a centralized

international mass screening project

(httpinformahealthcarecomdoiabs103109078538902010505931)- Ann Med 201042587ndash

95

30

Malattia celiaca e microbiota intestinale il ruolo dei

Bifidobatteri

A cura di Dottssa Chiara Di Gianvittorio ndash Dietista

La malattia celiaca egrave un disordine autoimmune scatenato dallrsquoingestione di alimenti

contenenti glutine in soggetti predisposti Lrsquoinfiammazione che ne risulta a carico del

piccolo intestino provoca atrofia dei villi e malassorbimento dei nutrienti I fattori implicati

nello sviluppo di questa patologia sono genetici e ambientali Tra questi ultimi troviamo

unrsquoesposizione troppo precoce al glutine insufficiente allattamento al seno infezioni

intestinali e squilibri della flora batterica residente La manifestazione clinica egrave varia e

include disturbi gastrointestinali come gonfiore vomito diarrea dispepsia perdita di peso e

disturbi extraintestinali come anemia malattie del fegato e dermatiti

Attualmente in studio egrave la relazione tra malattia celiaca e flora batterica intestinale che

risulta fondamentale per lrsquoequilibrio e la salute del tratto gastroenterico Il microbiota

umano egrave infatti lrsquoinsieme di microrganismi simbiontici dellrsquointestino Negli esseri umani si

trovano tra le 500 e le 1000 specie differenti di microrganismi di cui la maggioranza

anaerobi Tra questi ci sono i Bifidobatteri che svolgono una duplice azione diretta

contrastando i batteri patogeni e indiretta per interazione con il tessuto linfoide intestinale

(GALT) di cui ne stimola lrsquoattivitagrave

Alcuni ceppi di questi batteri inoltre sembrano inibire la risposta infiammatoria e il danno

alla mucosa che insorgono in conseguenza dellrsquoingestione di gliadina Infatti studi in vitro

hanno mostrato che tali microrganismi possono ridurre la produzione di citochine

infiammatorie (IFN-γ e IFN-α) e aumentare quella di IL-10 Un ulteriore effetto positivo

riguarda lrsquoincremento di cellule caliciformi nel piccolo intestino ridotte a causa della tossicitagrave

da glutine Infine oltre agli effetti immunomodulatori ceppi specifici come il

Bifidobacterium longum contribuiscono allrsquoidrolisi dei peptidi di gliadina durante la

digestione riducendo la presenza di aminoacidi tossici e dei loro effetti avversi

I Bifidobatteri risultano quindi protettivi contro la risposta infiammatoria e il danno

mucosale causato dal glutine Ci si chiede a questo punto se squilibri della microflora

31

possano costituire concausa nello sviluppo della patologia e se egrave possibile migliorarne la

gestione ristabilendo lrsquoequilibrio intestinale con probiotici

Attualmente cambiamenti nel microbiota intestinale sono stati dimostrati nei bambini

celiaci Negli adulti le evidenze parlano di una riduzione di Bifidobatteri sia al momento della

diagnosi che a dieta aglutinata ed un aumento dei Bacteroides (batteri gram negativi e

anaerobici) sia nelle feci che sulle biopsie dei celiaci Inoltre crsquoegrave una riduzione nella

variabilitagrave della specie sia prima che dopo la dieta Tali squilibri vanno ovviamente ad

incidere sul processo patologico

I probiotici sono costituiti da microrganismi vivi che devono essere in grado di svolgere

effetti positivi sulla flora batterica intestinale In alcuni studi si egrave dimostrato come alcuni di

essi possano avere una particolare utilitagrave per i celiaci anche se si tratta ancora di approcci a

livello sperimentale Unrsquo indagine condotta su 64 soggetti (26 pazienti celiaci con dieta

contenente glutine 18 celiaci a dieta gluten-free e 20 soggetti sani) ha portato a valutare se

la flora batterica intestinale possa contribuire ai sintomi pro-infiammatori della celiachia e se

con due specifici ceppi di Bifidobatteri sia possibile ottenere benefici I risultati

confermarono le ipotesi e il ruolo positivo svolto dai ceppi Bifidobacterium longum e

Bifidobacterium bifidum sul quadro infiammatorio

Lrsquouso di specifici batteri probiotici potrebbe quindi contribuire al miglioramento della

patologia ma egrave necessario approfondire ulteriormente con modelli sperimentali e studi

clinici il loro ruolo a supporto della terapia classica

Bibliografia

Collado MC Donat E et al- Imbalances in faecal and duodenal Bifidobacterium species composition

in active and non active coeliac disease (httpwwwncbinlmnihgovpubmed19102766)- BMC

Microbiol 2008 2321-9

Di Cagno R Rizzello CG et al- Different fecal microbiotas and volatile organic compounds in treated

and entrate children with celiac diseaseAppl And Environ Microbiol 2009 75 3963-71

Golfetto L Senna FD et al- Lower Bifidobacteria counts in adult patients with celiac disease on a

gluten- free diet

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Lower+Bifidobacteria+counts+in+adult+patients+with

+celiac+disease+on+a+gluten-+free+diet)- Arq Gastroenterol 2014 51 139-43

32

Ghosh S- Advances in our understanding of the pathogenesis of celiac disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed21523256)- Can J Gastroenterol 2011 25186

Medina M De Palma G- Bifidobacterium strains suppress in vitro the pro-inflammatory milieu

trigged by large intestinal microbiota of coeliac patients

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Bifidobacterium+strains+suppress+in+vitro+the+pro-

inflammatory+milieu+trigged)- J Inflamm 2008 519

Sanders ME- Impact of probiotics on colonizing microbiota of the gut

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed21992949)- J Clin Gastroenterol 2011 45S115-9

Sanz Y De Pama G et al- Unraveling the ties between celiac disease and intestinal microbiota

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Unraveling+the+ties+between+celiac+disease)- Int

Rev Immunol 2011 30 207-18

33

CAPSICUM ANNUUM IL ROSSO CHE PROTEGGE LA

TUA SALUTE

A cura di Dottssa Giusi Balzano ndash Biologa nutrizionista

Il peperoncino rosso il cui nome scientifico egrave Capsicum annuum appartiene alla famiglia

delle Solanacee ed egrave originario delle Americhe

Dal ritrovamento di reperti archeologici sappiamo con certezza che fin dal 5000 aC circa la

popolazione messicana conosceva il peperoncino il quale fu importato in Europa da

Cristoforo Colombo nel 1493

Capsicum annuum

Il peperoncino a dispetto di tante credenze gode di tante proprietagrave benefiche e forse per

associazione con il pepe si tende erroneamente a credere che sia poco salutare

Come pianta egrave facilmente coltivabile e si adatta a diversi climi puograve essere coltivato nei vasi

e su un terrazzo limportante egrave che stia in pieno sole Nei periodi piugrave freddi conviene ad

ogni modo tenerlo al riparo in quanto non sopporta bene un clima troppo rigido Il

peperoncino egrave una pianta annuale e le parti consumate sono i frutti le bacche contenenti

dei semi bianco-giallastri Esistono tantissime qualitagrave di peperoncino e le bacche possono

essere consumate fresche cotte o crude I colori dei peperoncini (frutto) sono molteplici

verdi gialli rossi arancione bruno scuro e marrone scuro La sensazione di piccante data dal

peperoncino egrave dovuta alla capsaicina che in proporzione alla quantitagrave disponibile nel seme

ne determina appunto la piccantezza In realtagrave quando si mangia un peperoncino la

risposta di bruciore data dallorganismo egrave solo una sensazione che il cervello invia come

34

risposta allattivazione di alcuni termorecettori presenti nella bocca con cui proprio la

capsaicina viene a contatto Tra le proprietagrave del peperoncino troviamo

funzione dimagrante egrave accentuanto il consumo di calorie ad opera della capsaicina principio

attivo del peperoncino

proprietagrave antibiotiche antibatteriche e antiossidanti ad opera dei flavonoidi e capsaicinoidi

E anche molto utile nella cura di raffreddore bronchite e sinusite

flusso sanguignoazione vasodilatatrice il caratteristico potere piccante urticante del

peperoncino porta con seacute una specifica azione della capsicina sulla circolazione periferica

del sangue La dilatazione dei vasi sanguigni egrave funzionale alla regolazione ottimale della

pressione e della circolazione del sangue che aumenta dopo lassunzione I capillari

diventano piugrave elastici e il sangue risulta piugrave ossigenato Egrave per questo che il peperoncino utile

per scaldarsi in inverno diventa anche importante nella dieta estiva per difendersi dal caldo

torrido e dallumiditagrave

cuore e colesterolo la regolazione del flusso del sangue aiuta a mantenere pulito il sistema

endovenoso congiuntamente allazione della lecitina e di altri olii essenziali evitando la

comparsa di placche che bloccano il flusso sanguigno I capsaicinoidi svolgono unazione

importante nelle diete ad alto contenuto di sostanze grasse Il peperoncino aiuta a ridurre

eccessivi livelli di colesterolo accelerandone la ripartizione e lespulsione

digestione e metabolismo il peperoncino aumenta la secrezione di succhi gastrici e migliora

la digestione grazie al suo potere antifermentativo e inoltre tiene pulite le mucose Nelle

diete in cui egrave prevista unassunzione regolare linfluenza del capsicum porta a migliorare e

velocizzare i processi metabolici Attenzione perograve in caso di bruciore fastidioso e

persistente dopo ingestione di peperoncino associato ad uninfiammazione della gola

dellesofago o dello stomaco mangiare un pezzo di formaggio o di pane o bere birra risulta

essere di grande aiuto contro i fastidi menzionati

mal di collo e mal di schiena efficace contro artriti e reumatismi il peperoncino egrave un

ingrediente essenziale di molte creme e gel antinfiammatori ad azione topica Aiuta ad

alleviare il dolore migliorando la circolazione sanguigna

azione anti-tumorale la vitamina C egrave un significativo agente anti-cancro previene infezioni e

tumori I peperoncini freschi ne sono ricchi e riescono a fornirci acido ascorbico (vitamina C)

proprio in estate ed autunno quando la nostra dieta mediterranea egrave piugrave povera di agrumi

35

mal di testa e depressione lassunzione della capsicina provoca bruciore e dolore nella bocca

e nelle pareti interne del sistema gastroenterico Il nostro corpo reagisce cominciando a

rilasciare maggiori quantitagrave di adrenalina aumentando al contempo la produzione di

endorfine Il nostro corpo risulta energizzato laumento del flusso del sangue al cervello dagrave

sollievo poi sopraggiungono le endorfine vere e proprie ldquodrogherdquo naturali cioegrave oppioidi

endogeni che vengono prodotti internamente dal nostro organismo ed hanno potere

eccitativo ed analgesico alleviando cefalee ed altri dolori

azione afrodisiaca insieme alla vitamina C nel peperoncino cegrave anche la vitamina E

responsabile della stimolazione e della regolazione di molti processi legati alla feconditagrave

sessuale

Bibliografia

1 Tewksbury JJ Levey DJ Huizinga M Haak DC Traveset A Costs and benefits of capsaicin-mediated control of gut retention in dispersers of wild chilies Ecology 89 107-17 2008

2 Govindarajan VS Sathyanarayana MN Capsicum--production technology chemistry and quality Part V Impact on physiology pharmacology nutrition and metabolism structure pungency pain and desensitization sequences Crit Rev Food Sci Nutr 29 435-74 1991

36

Rape Rosse - Tubero e foglie un beneficio a 360deg

A cura di Dottssa Giusi Balzano ndash Biologa nutrizionista

Barbe rosse barbabietole rosse o ancora carote rosse

sono tutti sinonimi dialettali che fanno riferimento alle

rape rosse

Queste sono tuberi noti in botanica come Beta vulgaris

var rapa forma rubra si tratta di una pianta

appartenente alla famiglia delle Chenopodiaceae ed al genere Beta Menzionata in alcuni

antichissimi scritti greci risalenti al 420 aC periodo in cui il tubero rosso era noto

semplicemente come beta secondo il pensiero di altri autori lorigine delle rape rosse risale

addirittura al 2000 aC considerata la presenza di alcuni reperti archeologici che la

attestano

Malgrado gli appelli di dietologi e specialisti dellalimentazione si tende spesso a

dimenticare limportanza fitoterapica e benefica di alcuni ortaggi come in questo specifico

caso le rape rosse

Le rape rosse contengono pochissime calorie (solamente 19 per 100 grammi di prodotto)

per questo motivo rientrano tra i cibi ipocalorici ottimi alimenti preferibili in diete bilanciate

che presuppongono una marcata restrizione calorica Ersquo ricca di acqua corrispondente a

circa il 91 si contano solo il 4 di carboidrati ed il 26 di fibre contiene diverse vitamine

in particolare del gruppo B e una buona quota di sali minerali soprattutto potassio sodio

calcio ferro e fosforo ed egrave ricca anche di zuccheri Nella radice della rapa rossa si ritrova un

glicoside che attribuisce la tipica colorazione rosso vivo alla rapa si tratta della betaina

sfruttata dallindustria alimentare come colorante naturale (E 162) Altro pigmento

riscontrato nella rapa rossa egrave la betaxantina che le conferisce striature giallastre Ancora

nella radice di rapa rossa si trovano altre sostanze sfruttate nella fitoterapia e nella cosmesi

quali saponine antociani flavonoidi in genere ed allantoine (proprietagrave idratanti e

disarrossanti)

37

Proprietagrave terapiche

Una delle proprietagrave curative principali di questo ortaggio riguarda il potere lassativo spesso

utile per combattere la stitichezza e le emorroidi La rapa rossa egrave anche un buon rimedio per

migliorare la funzione epatica e combattere le infezioni delle vie urinarie Le sue foglie sono

unrsquoottima fonte di vitamina A e le radici sono una buona fonte di vitamina C Le foglie

vengono cucinate o servite fresche come verdura mentre le radici o teste possono essere

affettate in insalate o cotte intere e poi tagliate a fettine o a tocchetti

Le rape rosse sono particolarmente ricche di folati fondamentali alleati contro le malattie

cardiache e lrsquoanemia in quanto coinvolti nella produzione di globuli rossi e bianchi nella

sintesi di materiale genetico e nella formazione di anticorpi nel sistema immunitario Esse

sono anche ricchi di fibre solubili e insolubili La fibra insolubile aiuta a mantenere il tratto

intestinale funzionante mentre la fibra solubile controlla il livello di zucchero nel sangue e

abbassa il colesterolo Nelle sue foglie egrave abbondante il beta-carotene il ferro e il calcio

Ricche di vitamine del gruppo B come B1 B2 B3 e B6 per quanto concerne il contenuto di

sali minerali questa egrave un ortaggio ricco di iodio sodio e potassio ma anche in quantitagrave

minori di magnesio Lo iodio egrave un minerale essenziale per il corretto funzionamento della

ghiandola tiroidea che regola il metabolismo mentre il potassio e il sodio sono necessari per

la generazione e la trasmissione degli impulsi nervosi attivitagrave muscolare a parte il bilancio

idrico allrsquointerno e allrsquoesterno della cellula

Il succo crudo di barbabietola (Fig 1) egrave particolarmente idoneo per tutte le persone che

soffrono di anemia in quanto favorisce la formazione di globuli rossi nel sangue inoltre ha

proprietagrave diuretiche e favorisce la digestione

Fig1 succo crudo di barbabietola rossa

38

Ortaggio anticancro

Nella rivista International Journal of Cancer si discute sul ruolo delle rape rosse come

potenziale alimento anticancro la questione egrave per certi versi discutibile ed oscura e non

esiste alcuna dimostrazione indubbia ed inequivocabile che accerti lipotesi In particolare

nella rivista sopraccitata si discute del possibile ruolo delle rape rosse nella prevenzione del

tumore al colon per altri le rape rosse sarebbero in grado non solo di prevenirne il cancro

ma anche di contrastarlo

Bibliografia

Kazimierczak R Hallmann E Lipowski J Drela N Kowalik A Puumlssa T Matt D Luik A Gozdowski D Rembiałkowska E

Beetroot (Beta vulgaris L) and naturally fermented beetroot juices from organic and conventional production metabolomics antioxidant levels and anticancer activity

J Sci Food Agric 2014 May

39

Sigrave ai legumi nella prevenzione delle malattie tumorali

A cura di Dottssa Bruzzone Francesca ndash Dietista

Con il termine ldquolegumirdquo si intendono tutti quei semi commestibili derivanti dalle piante

dicotiledoni dellrsquoordine delle Fabales tra cui rientrano i fagioli le lenticchie le fave i piselli

i lupini i ceci le carrube le cicerchie le arachidi e la soia

I legumi sono alimenti ricchi di proteine tanto da essere stati denominati come ldquola carne dei

poverirdquo Essi possiedono un buon contenuto in amminoacidi (ad eccezione di quelli solforati

e del triptofano) carboidrati fibre Calcio Ferro e Potassio a discapito di grassi e

colesterolo

In abbinamento ai cereali i legumi costituiscono un ottimo e saziante piatto unico dove

convergono carboidrati e proteine e dove gli amminoacidi carenti nei cereali (come la lisina)

si integrano con quelli dei legumi e viceversa Queste qualitagrave rendono tali semi

particolarmente adeguati sia nella prevenzione che nel trattamento di numerose malattie

metaboliche come il diabete mellito le dislipidemie la sindrome metabolica il sovrappeso e

lrsquoobesitagrave Di recente inoltre egrave stato attribuito un altro importante ruolo benefico ai legumi

quello di ostacolare la crescita di alcune forme tumorali

Un lavoro effettuato da un gruppo di ricercatori dellUniversity College di Londra del

Dipartimento di Scienze Chirurgiche dell`Universitagrave di Chieti e del Laboratorio di

Farmacologia Molecolare dell`Istituto Mario Negri di Milano e pubblicato sulla rivista

statunitense ldquoCancer Researchrdquo infatti ha scoperto la presenza di inositolo pentachisfosfato

nella maggior parte dei legumi (in particolare in lenticchie piselli e fagioli) e nelle noci Tale

40

composto sembrerebbe inibire lrsquoenzima fosfoinositide 3-chinasi coinvolto nella crescita e

nella progressione dei tumori e capace di aumentare la resistenza al trattamento con agenti

chemoterapeutici Il segnale attivato dalla fosfoinositide 3-chinasi infatti rappresenta un

target importante per lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche anticancro e questo studio

dimostra come lrsquoinositolo pentafosfato sia capace di antagonizzare in maniera specifica

questo segnale nelle cellule tumorali inducendone lrsquoapoptosi (morte programmata)

Lrsquoinositolo pentafosfato ha una struttura molecolare analoga al prodotto dellrsquoattivitagrave

enzimatica della fosfoinositide 3-chinasi che attiva segnali specifici per la progressione del

cancro Il meccanismo secondo il quale lrsquoinositolo pentafosfato disattiva le proteine

iperattive nei tumori dalla membrana plasmatica permette di inibire sia la crescita delle

cellule tumorali umane in coltura sia lo sviluppo dei tumori nei topi In queste condizioni

lrsquoinositolo pentafosfato ha dimostrato unrsquoattivitagrave farmacologica comparabile e potenziante

quella del farmaco citotossico cisplatino molto usato in chemioterapia antitumorale ma

associato a effetti collaterali come nausea vomito formicolio a mani e piedi caduta dei

capelli e alterazione della funzionalitagrave renale (gli inositoli fosfati invece non sono tossici

neanche a concentrazioni piugrave elevate di quelle usate in questo studio e possono essere

assorbiti per via orale) I principali effetti positivi sono stati riscontrati a livello di ovaie e

polmoni

Lrsquoinositolo pentafosfato inoltre si egrave dimostrato capace di inibire lo sviluppo dei nuovi vasi

sanguigni indispensabili per la nutrizione e lo sviluppo del tumore (angiogenesi) bloccando

quindi un meccanismo fondamentale per la sua crescita

Sitografia

ldquoLe Scienze edizione italiana di Scientifica Americanrdquo ndashLegumi e cereali conto il cancro-

ldquoAssociazione Giacomo-onlusrdquo -Inositolo Pentafosfato da legumi e arachidi una nuova strada

nella cura dei tumori

41

Tra le mille virtursquo del miele la cura dellrsquoherpes simplex

A cura di Dottssa Serena Pascucci Biologa Nutrizionista

Le molteplici proprietagrave del miele sono note fin dallrsquoantichitagrave

per le sue capacitagrave antisettiche antibiotiche e cicatrizzanti

e il suo uso nella medicina moderna sta riscontrando

sempre piugrave maggiore interesse

Diversi studi

hanno valutato

lrsquoefficacia del miele contro alcuni virus tra cui di

particolare importanza egrave emersa lrsquoefficacia del

miele per il trattamento dellrsquoHerpes Simplex sia a

livello labiale sia a livello genitale Lo studio del

2004 condotto presso una clinica privata a Dubai

ha selezionato 16 pazienti con ricorrenti manifestazioni del virus otto affetti da Herpes

simplex a livello labiale e otto a livello genitale con un etagrave compresa tra i 35 e i 45 anni sia

maschi che femmine Ersquo stata valutata e considerata lrsquoefficacia del miele nel trattamento

delle lesioni prodotte dal virus in confronto a un comune farmaco antivirale utilizzato

normalmente (Acyclovir) I pazienti prescelti prima della prova non dovevano sottoporsi ad

altre cure antivirali A scelta casuale sono stati selezionati quattro pazienti con herpes

labiale e quattro con herpes genitale che hanno effettuato il primo trattamento con il miele

gli altri otto con il farmaco comune antivirale a base di 5 di acyclovir Alla seconda

comparsa della manifestazione del virus egrave stato effettuato lrsquoopposto Nello studio egrave stato

somministrato un miele multiflora direttamente sulle lesioni prodotte dal virus su una garza

a contatto con la lesione per un quarto drsquoora per 4 volte al giorno fino alla completa

guarigione mentre il farmaco veniva applicato 6 volte al giorno Da questa prova egrave stata

riscontrata una durata delle lesioni dalla prima comparsa alla completa scomparsa di circa

12 giorni in media per entrambi i trattamenti ma nel caso dei pazienti con herpes labiale

trattati con il miele la guarigione egrave avvenuta in circa 3 giorni rispetto ai 5 giorni con il

trattamento con acyclovir cioegrave con una velocitagrave del 35 superiore Inoltre il miele ha

42

mostrato un azione migliore rispetto al farmaco in particolare la durata del dolore risultava

minore del 39 con fastidi moderati per non piugrave di 24 ore mentre con acyclovir il dolore

anche se moderato poteva prolungarsi fino a 72 ore Ersquo stato anche riscontrato un

insorgenza minore delle croste del 28 in chi utilizzava il miele in particolare in 5 pazienti le

lesioni non si sono evolute in croste cosa che non egrave mai avvenuta nei soggetti trattati con il

farmaco Ancora in due casi con il trattamento con il miele lrsquoherpes ha abortito cioegrave dopo i

primi sintomi non ha sviluppato lesioni e procurato fastidi al contrario dei pazienti trattati

con il farmaco Anche nei pazienti con herpes a livello genitale il miele si egrave mostrato piugrave

efficace del farmaco convenzionale con un tempo di guarigione minore del 53 una durata

del dolore inferiore del 50 anche qui con fastidi moderati e con una durata non superiore

alle 24 ore rispetto a bruciori da moderati a medi prolungati(anche per 3 giorni) nei pazienti

con trattamento con farmaco Inoltre egrave stato riscontrato anche a livello genitale un

insorgenza minore di croste del 49 in particolare in 5 pazienti trattati con il miele le lesioni

a livello genitale non si sono sviluppate in croste a differenza dei pazienti trattati con il

farmaco in cui le croste sono sempre apparse Infine egrave stato riscontrato anche a livello

genitale un aborto del virus in chi utilizzava il miele senza avere avuto nessun riscontro

invece nei pazienti trattati con farmaco

Lrsquoanalisi statistica ha mostrato un efficacia superiore del miele rispetto allrsquoutilizzo di

acyclovir per la cura e la risoluzione delle lesioni virali da herpes simplex labiale e genitale

(Ai-waili 2004) Tuttavia quale sia o quali siano i meccanismi drsquoazione che permettono al

miele di inibire la replicazione del virus sono poco conosciuti Un fattore che puograve

determinare lrsquoazione antivirale del miele puograve essere ricercato nel contenuto di flavonoidi(

azione antivirale) rame zinco vit E C normalmente presenti nel miele e di provata azione

antivirale(AI-Waili 2004) e infine lrsquoossido di azoto con un azione antivirale in vitro la cui

attivitagrave egrave stata rilevata anche sul virus dellrsquoHIV (Torre et al 2002 Schramm DD et al 2003)

Lrsquoherpes simplex egrave un infezione virale importante qualsiasi terapia si volesse seguire egrave

opportuno seguire sempre una supervisione e il consiglio del medico

Bibliografia

Al-Waili NS topical honey application vs acyclovir for the treatment of recurrent herpes

simplex lesions Med Sci Monit 2004 10(8) MT94-MT98

- Schramm DD Karim M Schrader HR Holt RR Cardetti M Keen CL Honey with high levels of antioxidants can provide protection to healthy human subjects J Agric Food Chem 200351(6)1732ndash5 doi 101021jf025928k - Torre D Pugliese A Speranza F Role of nitric oxide in HIV-1 infection friend or foe Lancet Infect Dis 2002 May2(5)273-80

8

PATROCINI ED EVENTI

NutriProf saragrave presente come Partner a Dieta Live

Con uno Stand Attrezzato dove si sovlegeragrave la giornata

nazionale del Nutrizionista Professionista

Con la partecipazione dellrsquoOrdine Nazionale dei Biologi nella persona del

Presidente Prof Ermanno Calcatelli

Palazzo dei Congressi di Roma il 28 e 29 Marzo 2015

Scienza cultura prodotti e divertimento per scegliere la dieta migliore

per il benessere del corpo e della mente

wwwdietaliveit

NUTRA DAY 2015

GIORNATA SEMINARIO SULLA NUTRACEUTICA

VENERDI 20 MARZO 2015

UN EVENTO RIVOLTO A

AZIENDE NUTRACEUTICHE

AZIENDE CON SETTORE DEDICATO AI NUTRACEUTICI

CATENEGRUPPI DI FARMACIE

DISTRIBUTORI DI PRODOTTI NUTRACEUTICI

ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA LEGATE ALLA NUTRACEUTICA

ASSOCIAZIONIORDINI PROFESSIONALI DI MEDICI FARMACISTI amp NUTRIZIONISTI

MEDIA DEL SETTORE (NUTRIZIONE SALUTE MEDICINA)

DOCENTI UNIVERSITARI e RICERCATORI

MODERATORE PROF ALBERTO MARTINA UNIVERSITA DEGLI STUDI DI PAVIA

NB Per i Soci NutriProf egrave previsto il 15 di sconto (codice promozionale NUTRIPROF15

httpwwwcgseucomnutra-day-2015

9

httpwwwsinutit

10

Aspetti genetici del Disturbo Post Traumatico da Stress (PTSD)

A cura di Dott Giovanni Borghini- Biologo Genetista

Le tragiche immagini di violenza che incensurate stanno quotidianamente invadendo la

nostra vita privata attivano quella che gli specialisti

dellrsquoemergenza chiamano ldquotraumatizzazione vicariardquo

Viene cosigrave definito lrsquoeffetto determinato

dallrsquoimmedesimazione ldquosimpaticardquo dello spettatore

piugrave o meno ravvicinato con le vittime di avvenimenti

traumatici tale fenomeno egrave stato dimostrato

determinante per lo sviluppo in chi ha assistito

impotente di un PTSD al primo presentarsi di una sua pur minima esperienza di rischio

Questo articolo propone alcuni spunti di riflessione sulla diversa risposta degli spettatori

sottoposti alla stessa violenta intrusiva pressione mediatica nella prospettiva di una attenta

azione preventiva sulle persone piugrave fragili specialmente quando si tratta di minori affidati

alla nostra tutela

Alla domanda sul percheacute alcuni individui hanno piugrave probabilitagrave di altri di sviluppare un PTSD

se esposti a traumi diretti o indiretti di intensitagrave simile gli studi epidemiologici hanno

risposto evidenziando i fattori di rischio psicopatologici e neurogenetici implicati

nellrsquoinsorgenza di tale sindrome questa viene infatti considerata come espressione ultima

dellrsquointerazione tra le caratteristiche genetiche dellrsquoindividuo uno o piugrave fattori traumatici e il

contesto sociale (GxTxE) (Auxeacutemeacutery Y 2012 (2))

Nonostante lrsquoevidenza che quando lrsquoesposizione al trauma tocca livelli estremi di intensitagrave

eo di frequenza la prevalenza del PTSD raggiunge il 100 annullando lrsquoimportanza di

qualsiasi predisposizione genetica tuttavia alcune varianti geniche come lrsquoomozigosi SS della

SLC6A4LPR (trasportatore della Serotonina-SERT-5HTLPR) si confermano candidate

particolarmente reattive nel condizionare la relazione tra la dose di stress e la risposta

patologica e nello stesso tempo come predisposizioni ad alto rischio di promuovere un

PTSD anche a seguito di pochi e deboli episodi traumatici (Kolassa IT et al 2010)

Recentemente egrave stato confermato un polimorfismo a singolo nucleotide (SNP val66met-

G196A- rs6265) nel gene che codifica lrsquoespressione del Brain Derived Neurotrophic Factor

11

(BDNF) come fattore determinante nella dipendenza neurotrofica dallrsquoattivitagrave fisica nel

neuro-sviluppo nella neuro-rigenerazione nella neurotrasmissione nellrsquoapprendimento

nella regolazione dellrsquoumore e nella risposta allo stress (Zhang L et al 2013) La variante

ipoespressa di tale polimorfismo (-66met) diminuisce la secrezione neuronale di BDNF

alterando di conseguenza alcune forme di apprendimento e la suscettibilitagrave allo stress ma

soprattutto aumentando lrsquoansia e riducendo lrsquoestinzione della paura appresa dati

confermati alla fNMR come tre possibili endofenotipi rispettivamente neurobiologico

neuropsichico e neurocognitivo del PTSD (Frielingsdorf H et al 2010)

La presenza anche di un solo allele 66met risulta correlata al sottotipo del PTSD con

manifestazioni psicotiche (Pivac N et al 2012) a quello in comorbilitagrave con il Disturbo

Bipolare (BD) (Rakofsky JJ et al 2012) e alla Depressione in soggetti che hanno subito

esperienze traumatiche infantili (ECA-ELS) (Aguilera M et al 2012) amplificandone gli effetti

negativi nellrsquoetagrave adulta (Miller et al 2012)

Tuttavia nellrsquointerazione epistatica funzionale (GxGxE) con la variante dominante di

vulnerabilitagrave SS del 5HTTLPR egrave il polimorfismo val66val del BDNF ad esaltare con la sua

iperespressione la depressione successiva ad abusi infantili (Grabe HJ et al 2012) mentre

negli stessi portatori della variante SS del 5HTTLPR il polimorfismo genico 66met del BDNF

risulta favorire la reattivitagrave emotiva ansiogena come dimostrato allrsquoimaging funzionale

(BOLD fNMR) dal coinvolgimento dellrsquoAmigdala e della Corteccia Cingolata Anteriore rostrale

(AMY rACC) (Outhred T et al 2012) Questi dati favoriscono lrsquoipotesi della modulazione

epistatica ambivalente in senso rispettivamente depressogeno o ansiogeno delle varianti

66val e 66met del BDNF sui portatori del polimorfismo genico di suscettibilitagrave 5HTTLPR-SS

Riguardo la gravitagrave dei sintomi del PTSD in epistasi con il DRD2 Taq1 (allele T di vulnerabilitagrave

per ipoespressione dei recettori D2 della dopamina) la variante 66met del BDNF la attenua

mentre la variante Val-Val la esalta in funzione dellrsquoespressione di tali recettori e

indipendentemente dunque dallrsquoeccesso o dal difetto di DA (Hemmings SM et al 2012)

seppure un ruolo di suscettibilitagrave al PTSD sia stato riconosciuto alla variante 9R del

polimorfismo VNTR nella 3UTR del gene SLC6A3 codificante nellrsquouomo per il trasportatore

della Dopamina (DAT1) come vedremo piugrave avanti (Valente NL et al 2012) Riguardo alla

risposta terapeutica premesso che il trattamento non farmacologico piugrave efficace per il PTSD

egrave risultata la Terapia di Esposizione che mira a facilitare lrsquoestinzione della paura appresa egrave

stato recentemente evidenziato che il BDNF facilita lrsquoestinzione dellrsquoapprendimento e in

12

particolare che la sua variante 66 Met fa prevedere una scarsa risposta alla terapia cognitivo-

comportamentale di esposizione nel PTSD (Felmingham KL et al 2013)

TABELLA RIASSUNTIVA DELLE INTERAZIONI EPISTATICHE NEL DPTS

EPISTASI SERT SS DRD2 T DAT1 9R DAT1 10R

COMT -158met

NET -182C

BDNF Val66Val

Depressione in ECA

uarrsintomi PTSD

BDNF Met66Met

Ansia in ECA

darrsintomi PTSD

DAT1 9R +PTSD In vitro

DAT1 10R + PTSD In vivo

COMT -158met

+PTSD urbano

NET -182C

+PTSD

EPISTASI SERT SS DRD2 T DAT1 9R DAT1 10R

COMT -158met

NET -182C

BDNF Val66Val

Depressione in ECA

uarrsintomi PTSD

BDNF Met66Met

Ansia in ECA

darrsintomi PTSD

DAT1 9R +PTSD In vitro

DAT1 10R + PTSD In vivo

COMT -158met

+PTSD urbano

NET -182C

+PTSD

13

Drsquoaltra parte gli omozigoti 66met del BDNF presentando una riduzione di volume della

Sostanza Grigia (GM) dellrsquoIppocampo e un aumento di quella della Corteccia Orbito Frontale

destra (rOFC) impiegano minor tempo per la remissione dei sintomi depressivi

contrariamente ai 66val che con la stessa riduzione della GM dellrsquoippocampo sinistro

rispondono invece piugrave lentamente alla terapia (Cardoner N et al 2012)

Alcune evidenze suggeriscono uno stato iperdopaminergico con maggior frequenza della

variante 9R del DAT1 nel PTSD Studi in vivo con immagini molecolari di tomografia

computerizzata ad emissione di singolo fotone (SPECT) hanno tuttavia dimostrato un

incremento del potenziale legante del trasportatore della dopamina nello Striato di pazienti

portatori del PTSD Tale aumentata densitagrave di DAT riflette un incrementato turnover locale di

dopamina in grado di contribuire al perpetuarsi e al potenziamento fobico di un evento

traumatico e delle situazioni che lo ricordano (Hoexter MQ et al 2012) confermando i

risultati contraddittori sulla valenza in vivo ed in vitro del suddetto polimorfismo (Heitland I

et al 2012)

Infine il giagrave ricordato riscontro della variante -158met del polimorfismo val158met della

COMT in soggetti che hanno sviluppato PTSD dopo violenza urbana (Valente NL et al 2011

(2) Norrholm SD et al 2013) conferma lrsquoipotesi di un endofenotipo ipernoradrenergico per il

PTSD La COMT egrave infatti preposta a catabolizzare lrsquoeccesso di NE libera intersinaptica in zone

povere dei ricaptatori DAT e NET come la corteccia prefrontale e lrsquoippocampo e la sua

variante 158met ne indica lrsquoipoespressione Pertanto anche la variante NET-182C del

polimorfismo del trasportatore della norepinefrina (SLC6A2-182TC) che ne ipoesprime la

ricaptazione (Valente NL et al 2011-2) si candida a predisponente del PTSD

Bibliografia

Aguilera M Arias B Wichers M Barrantes-Vidal N Moya J Villa H van Os J Ibaacutentildeez MI Ruipeacuterez MA Ortet G Fantildeanaacutes L Early adversity and 5-HTTBDNF genes new evidence of gene-environment interactions on depressive symptoms in a general population Psychol Med 2009 Sep39(9)1425-32 Epub 2009 Feb 12 Auxeacutemeacutery Y (2) Posttraumatic stress disorder (PTSD) as a consequence of the interaction between an individual genetic susceptibility a traumatogenic event and a social context] Encephale Oct 2012 38(5) 373-80 Cardoner N Soria V Gratacograves M Hernaacutendez-Ribas R Pujol J Loacutepez-Solagrave M Deus J Urretavizcaya M Estivill X Menchoacuten JM Soriano-Mas C Val66Met BDNF genotypes in melancholic depression effects on brain structure and treatment outcome Depress Anxiety Nov 2012

14

Felmingham KL Dobson-Stone C Schofield PR Quirk GJ Bryant RA The Brain-Derived Neurotrophic Factor Val66Met Polymorphism Predicts Response to Exposure Therapy in Posttraumatic Stress Disorder Biol Psychiatry Jan 2013 Frielingsdorf H Bath KG Soliman F Difede J Casey BJ Lee FS Variant brain-derived neurotrophic factor Val66Met endophenotypes implications for posttraumatic stress disorder Ann N Y Acad Sci 2010 Oct1208150-7 doi 101111j1749-6632201005722x Grabe HJ Schwahn C Mahler J Appel K Schulz A Spitzer C Fenske K Barnow S Freyberger HJ Teumer A Petersmann A Biffar R Rosskopf D John U Voumllzke H Genetic epistasis between the brain-derived neurotrophic factor Val66Met polymorphism and the 5-HTT promoter polymorphism moderates the susceptibility to depressive disorders after childhood abuse Prog Neuropsychopharmacol Biol Psychiatry 2012 Mar 3036(2)264-70 Epub 2011 Oct 2 Heitland I Oosting R SBaas J M P Massar S A A Kenemans J L Boumlcker K B E Genetic polymorphisms of the dopamine and serotonin systems modulate the neurophysiological response to feedback and risk taking in healthy humans Cogn Affect Behav Neurosci 2012 December 12(4) 678ndash691 Hemmings SM Martin LI Klopper M van der Merwe L Aitken L de Wit E Black GF Hoal EG Walzl G Seedat S BDNF Val66Met and DRD2 Taq1A polymorphisms interact to influence PTSD symptom severity A preliminary investigation in a South African population Prog Neuropsychopharmacol Biol Psychiatry 2012 Oct 25 pii S0278-5846(12)00266-7 doi 101016jpnpbp201210011 [Epub ahead of print] Hoexter MQ Fadel G Feliacutecio AC Calzavara MB Batista IR Reis MA Shih MC Pitman RK Andreoli SB Mello MF Mari JJ Bressan RA Higher striatal dopamine transporter density in PTSD an in vivo SPECT study with [(99m)Tc]TRODAT-1 Psychopharmacology (Berl) 2012 Nov224(2)337-45 doi 101007s00213-012-2755-4 Epub 2012 Jun 15 Kolassa IT Ertl V Eckart C Gloumlckner F Kolassa S Papassotiropoulos A de Quervain DJ Elbert T Association study of trauma load and SLC6A4 promoter polymorphism in posttraumatic stress disorder evidence from survivors of the Rwandan genocide J Clin Psychiatry 2010 May71(5)543-7 Epub 2010 Apr 6 Miller S Hallmayer J Wang PW Hill SJ Johnson SL Ketter TA Brain-derived neurotrophic factor val66met genotype and early life stress effects upon bipolar course J Psychiatr Res 2012 Nov 23 pii S0022-3956(12)00328-7 doi 101016jjpsychires201210015 [Epub ahead of print] Norrholm SD Jovanovic T Smith AK Binder E Klengel T Conneely K Mercer KB Davis JS Kerley K Winkler J Gillespie CF Bradley B Ressler KJ Differential Genetic and Epigenetic Regulation of catechol-O-methyltransferase is Associated with Impaired Fear Inhibition in Posttraumatic Stress Disorder Front Behav Neurosci 2013 Apr 10730 doi 103389fnbeh201300030 Print 2013 Outhred T Das P Dobson-Stone C Griffiths K Felmingham KL Bryant RA Malhi G Kemp AH The functional epistasis of 5-HTTLPR and BDNF Val66Met on emotion processing a preliminary study Brain Behav Nov 2012 2(6) 778-88 Pivac N Kozaric-Kovacic D Grubisic-Ilic M Nedic G Rakos I Nikolac M Blazev M Muck-Seler D The association between brain-derived neurotrophic factor Val66Met variants and psychotic

15

symptoms in posttraumatic stress disorder World J Biol Psychiatry 2012 Apr13(4)306-11 Epub 2011 Jul 6 Rakofsky JJ Ressler KJ Dunlop BW BDNF function as a potential mediator of bipolar disorder and post-traumatic stress disorder comorbidity Mol Psychiatry 2012 Jan17(1)22-35 doi 101038mp2011121 Epub 2011 Sep 20 Valente NL Vallada H Cordeiro Q Miguita K Bressan RA Andreoli SB Mari JJ Mello MF Candidate-gene approach in posttraumatic stress disorder after urban violence association analysis of the genes encoding serotonin transporter dopamine transporter and BDNF J Mol Neurosci 2011 May44(1)59-67 Epub 2011 Mar 29 Valente NL Vallada H Cordeiro Q Bressan RA Andreoli SB Mari JJ Mello MF (2) Catechol-O-methyltransferase (COMT) val158met polymorphism as a risk factor for PTSD after urban violence J Mol Neurosci 2011 Mar43(3)516-23 Epub 2010 Nov 17 Zhang L Benedek DM Fullerton CS Forsten RD Naifeh JA Li XX Hu XZ Li H Jia M Xing GQ Benevides KN Ursano RJ PTSD risk is associated with BDNF Val66Met and BDNF overexpression Molecular Psychiatry (15 January 2013) | doi101038mp2012180

16

Depressione azione epigenetica dei fattori ambientali sullo sviluppo del disturbo attraverso la metilazione

del trasportatore della serotonina (SERT) Evidenze di laboratorio sulla quantificazione dellrsquoeffetto epigenetico del danno e della correzione terapeutica

A cura di Dott Giovanni Borghini- Biologo Genetista

La cronaca continua a portare alla ribalta estremi gesti anti-

conservativi di personaggi apparentemente gratificati da una vita di

successi e popolaritagrave Cosa si nasconde dietro il male oscuro della

depressione egrave una sfida ancora aperta ai piugrave diversi contributi della

ricerca Ne analizzeremo uno in particolare legato alle recenti

acquisizioni della biologia molecolare sui fenomeni epigenetici da

stress e il polimorfismo genico del trasportatore della serotonina

Il trasportatore della serotonina (SERT) e la sua la regione polimorfica gene-linked (5-

HTTLPR) sono ormai pienamente riconosciuti come modulatori del legame tra lo stress della

vita e la depressione Tuttavia i percorsi molecolari implicati in questa interazione gene-

ambiente (GXE) sono ancora in gran parte sconosciuti Alterazioni nel profilo dellrsquoespressione

genica del SERT spesso mediate epigeneticamente sono associate allrsquoinsorgenza di

depressione e possono pertanto costituire un ipotetico mediatore nellrsquo interazione GXE In

un recente articolo (Wankerl M et al 2014) sono stati indagati parallelamente gli effetti dei

polimorfismi genici del SERT (5-HTTLPR) e delle avversitagrave ambientali riferite allrsquointero arco

vitale a partire dagli stress precoci intra-uterini In accordo con la letteratura internazionale

sono emerse strette correlazioni tra variazioni polimorfiche del SERT e i cambiamenti

ambientali (stress precoci traumi prenatali) Studiando in vivo lespressione del SERT in

campioni di cellule di sangue periferico egrave stato valutato se i cambiamenti indotti

dallambiente siano mediati da modificazioni epigenetiche A tale scopo sono stati analizzati

83 siti CpG nel promotore-genico del SERT della grandezza di 799-bp con il metodo

altamente sensibile del ldquopyrosequencingrdquo con bisolfito I partecipanti allo studio sono stati

133 tra giovani e adulti sani I risultati hanno mostrato che sia i portatori dellallele ldquoSrdquo del 5-

17

HTTLPR che i bambini sottoposti a stress materno prenatale (328) e a maltrattamento

infantile (563) presentavano una ridotta espressione del mRNA del SERT rispetto a quelli

senza alcun fattore di rischio I dati dellrsquoarticolo indicano inoltre che i cambiamenti nei livelli

di espressione del mRNA SERT non coincidono con i profili di metilazione del DNA allinterno

delle isole CpG del SERT Egrave quindi ipotizzabile che i cambiamenti persistenti nellespressione

del SERT possano a loro volta dipendere da un alterato funzionamento serotoninergico e

probabilmente si sommano la vulnerabilitagrave a differenti malattie associate al 5-HTTLPR e le

avversitagrave precoci

Bibliografia M Wankerl1 R Miller1 C Kirschbaum1 J Hennig2 T Stalder1 and N Alexander1 Effects of genetic and early environmental risk factors for depression on serotonin transporter expression and methylation profiles Transl Psychiatry Jun 2014 4(6) e402 Published online Jun 17 2014 doi 101038tp201437 PMCID PMC4080318 Franke L Therstappen E Schlosser B Biermer M Berg T Schaumlfer M Arck P Uebelhack R Friebe A A Preliminary Study on the Relationship between Platelet Serotonin Transporter Functionality Depression and Fatigue in Patients with Untreated Chronic Hepatitis C Depress Res Treat 20142014821381 doi 1011552014821381 Epub 2014 Mar 20 Domschke K Tidow N Schwarte K Deckert J Lesch KP Arolt V Zwanzger P Baune BT Serotonin transporter gene hypomethylation predicts impaired antidepressant treatment response Int J Neuropsychopharmacol 2014 Aug17(8)1167-76 doi 101017S146114571400039X Epub 2014 Mar 28

18

SVILUPPO PUBERALE E TESSUTO ADIPOSO A cura di Dottssa Martina Beltrami - Dietista

La pubertagrave egrave una fase di transizione che determina la

maturitagrave riproduttiva tra linfanzia e letagrave adulta

La pubertagrave egrave legata a importanti cambiamenti sviluppo

delle caratteristiche sessuali secondarie lo sviluppo

somatico il menarca modificazioni psicologiche

Lormone di rilascio delle gonadotropine (GnRH) che

per tutta linfanzia viene prodotto in modo sporadico

inizia ad essere prodotto in modo pulsatile e regolare

La frequenza e lampiezza della sua produzione

determinano la produzione degli ormoni responsabili di portare allovulazione e poi la

regolaritagrave dei cicli mestruali

Tra la prima mestruazione e la piena maturazione possono passare 3-4 anni

Negli ultimi anni si egrave evidenziato come uno sviluppo precoce o tardivo sia correlato

negativamente con la salute della donna

Letagrave del menarca e lincidenza con la sindrome metabolica sono correlati con una curva a U

per la quale sia unetagrave troppo precoce (prima dei 10 anni) sia unetagrave tardiva (dopo i 16anni)

portano ad un aumentato rischio di sviluppare la sindrome metabolica nellarco dei successivi

26 anni (1)

Un menarca precoce egrave un fattore di rischio a tutte le patologie estrogeno dipendenti

(iperandrogenismo pcos tumore alla mammela) e dal punto di vista psicologico puograve essere

traumatico

Un menarca tardivo egrave correlato a osteopenia il picco di accumulo di densitagrave ossea avviene

tra letagrave puberale e i 25anni se lo sviluppo puberale tarda avrograve meno tempo a disposizione

per aumentare la densitagrave ossea

I fattori nutrizionali sono considerati uno dei principali fattori che influenzano linizio dello

sviluppo puberale

19

La Leptina egrave un ormone prodotto dal tessuto adiposo ed egrave strettamente correlata alla sua

quantitagrave Piugrave aumenta lindice di massa corporea (BMI) e piugrave aumenta la percentuale di

Leptina prodotta

La Leptina agisce sui processi di termogenesi sul comportamento alimentare e sulla funzione

riproduttiva Le modificazioni dei livelli di leptina indicano se le riserve energetiche

dellorganismo sono sufficienti per sostenere lo sviluppo puberale La leptina agisce quindi

come un segnale periferico per lipotalamo ed egrave necessaria per lo sviluppo puberale

Alcuni studi hanno evidenziato come letagrave del menarca sia strettamente correlata ai livelli

circolanti di leptina

La leptina circolante infatti aumenta di circa il 30 nei 6 mesi precedenti il menarca(2)

Negli ultimi decenni il sovrappeso egrave aumentato nella popolazione e non a caso anche letagrave

media del primo menarca egrave scesa da 13 a 12 anni circa

Letagrave del menarca egrave correlata piugrave al peso corporeo che non alletagrave cronologica

Se andiamo a modificare per carenza o per eccesso il grasso corporeo la produzione di

leptina cambia e il menarca puograve anticipare o tardare

Bambine di 5-7 anni in sovrappeso hanno maggior probabilitagrave di uno sviluppo puberale

anticipato a 9 anni (3)

Ballerine ginnaste o ragazze con un BMI piugrave basso rispetto alle coetanee spesso hanno un

menarca tardivo

Da alcuni studi sembrerebbe che un percentuale minima del 16 di grasso sia necessaria

affinchegrave avvenga lo sviluppo puberale e il 22 per avere cicli regolari (4)

Riuscire a identificare precocemente i soggetti a rischio permette di intervenire

tempestivamente lavorando sullindice di massa corporea per recuperare anni sui fattori di

rischio

Bibliografia

1) Mueller NT1Duncan BBBarreto SMChor DBessel MAquino EMPereira MASchmidt MI Earlier age at menarche is associated with higher diabetes risk and cardiometabolic disease risk factors in Brazilian adults Brazilian Longitudinal Study of Adult Health (ELSA-Brasil) 2) Lassek W D and Gaulin S JC (2007) Menarche is related to fat distribution Am J Phys Anthropol 1331147ndash1151 doi101002ajpa20644

20

3) Davison et al Percent Body Fat at Age 5 Predicts Earlier Pubertal Development Among Girls at Age 9 Pediatrics 2003 1114 815-821 4) Rose E Frisch1Roger Revelle1 Height and Weight at Menarche and a Hypothesis of Critical Body Weights and Adolescent Events Science 24 July 1970 Vol 169no 3943pp 397-399

21

Attivitagrave ormonale e distribuzione di grasso

generalizzato

A cura di Dottssa Bruzzone Francesca ndash Dietista

Mentre della localizzazione del tessuto adiposo a livello addominale piuttosto che in zona

gluteo-femorale si tratta lungamente (distinguendo lrsquoobesitagrave androide da quella ginoide) dei

soggetti che accumulano grasso in modo omogeneo nei vari distretti corporei si parla in

minor misura nonostante tale fenomeno interessi ugualmente genere maschile e genere

femminile

La predisposizione a immagazzinare le riserve energetiche in una

zona piuttosto che in unrsquoaltra varia in relazione a etagrave sesso razza

di appartenenza attivitagrave fisica alimentazione e azione ormonale

Questi ultimi tre fattori sono strettamente correlati e dipendenti

lrsquouno dallrsquoaltro

Le persone in sovrappeso che presentano delle forme corporee

come quelle della figura a lato solitamente possiedono arti lunghi

ossa piccole faccia ovale o allungata e vita alta Essi localizzano il

grasso in tutto il corpo ad eccezione dei polpacci non sopportano il

caldo adorano i carboidrati e il caffegrave alternano la loro giornata tra energia e stanchezza e

passano da entusiasmo e presa di iniziativa nei periodi positivi a depressione e irritabilitagrave nei

momenti di stress

Tutte queste caratteristiche sono determinate dal ruolo degli ormoni nella gestione della

regolazione delle funzioni corporee e dellrsquoemotivitagrave

I soggetti che tendono ad ingrassare sia nella zona addominale che in quella inferiore del

corpo infatti annoverano molto spesso un lungo passato di squilibrio ormonale in cui si

sovrappongono fattori eziologici tipici del grasso androide ad altri caratteristici del grasso

ginoide

Generalmente questi individui acquistano peso a causa di una alterata attivitagrave tiroidea (loro

ghiandola dominante) provocata da un consumo protratto ed eccessivo di carboidrati

raffinati e di zuccheri semplici Ciograve conduce nel tempo a una soppressione dellrsquoefficienza

tiroidea e della secrezione dellrsquoormone somatotropo (HGH) e quindi a un accumulo di grasso

22

generalizzato conseguente alla riduzione del metabolismo basale e del mancato effetto

lipolitico Lrsquoormone della crescita e gli ormoni tiroidei infatti vengono inibiti dal cortisolo il

quale egrave stimolato proprio dallrsquoipoglicemia reattiva allrsquoiperglicemia dovuta a un pasto ricco di

zuccheri semplici e carboidrati raffinati Anche la caffeina egrave in grado di aumentare la

produzione di cortisolo insieme a stress scarsa idratazione e digiuni prolungati Tale

ormone insieme agli squilibri insulinici che si innescano agevola lrsquoaumento ponderale

attraverso meccanismi quali la sollecitazione della lipoproteina lipasi e lrsquoaumento di

ritenzione idrica

La dieta piugrave adeguata per il dimagrimento di questi soggetti quindi prevede una riduzione

dei cereali bianchi degli zuccheri e della caffeina a favore di farinacei integrali proteine

nobili (specie di origine ittica per stimolare la tiroide attraverso il contenuto di iodio) e

verdura egualmente distribuiti nei vari pasti senza dimenticare una buona idratazione

Lrsquoazione degli ormoni nella localizzazione del grasso non si esprime soltanto in relazione agli

stimoli alimentari ma anche in rapporto allrsquoattivitagrave fisica coadiuvante il dimagrimento

Essendo la tiroide particolarmente attiva in tarda mattinata ad esempio il momento

migliore per allenarsi sarebbe questo per avere la possibilitagrave di stimolare al meglio le

funzioni metaboliche e il consumo dei grassi Se invece viene svolto un allenamento con i

pesi mirato ad implementare la forza esso non dovrebbe superare i 60 minuti in modo da

evitare unrsquoesosa produzione di cortisolo

Bibliografia

Massimo Spattini -La dieta ldquocomrdquo e il dimagrimento localizzato- Tecniche Nuove 2012

23

Approccio nutrizionale alla sindrome premestruale

A cura di Dottssa Chiara Di Gianvittorio ndash Dietista

La sindrome premestruale (PMS) egrave un disturbo

molto comune nelle donne in etagrave fertile e si

caratterizza per una serie di sintomi fisici e

psicologici che insorgono nella fase luteinica e

tendono a scomparire con il sopraggiungere del

flusso La sua prevalenza egrave stata stimata nel 30-40

della popolazione femminile in etagrave riproduttiva I

sintomi principali sono gonfiore stipsi dolori

addominali ritenzione idrica ma possono

aggiungersi ansia insonnia repentini cambi di umore irritabilitagrave stanchezza e attacchi di

fame Ogni donna vive a suo modo queste manifestazioni che possono verificarsi

contemporaneamente o solo in parte e la cui gravitagrave egrave variabile

Le cause della sindrome premestruale sono da rintracciarsi nello squilibrio ormonale dato

dallrsquoavvicendarsi di estrogeni e progesterone in fattori nutrizionali o in eventuali anomalie

funzionali dellrsquoasse ipotalamo-ipofisi-surrene che comportano alterazioni della secrezione di

ormoni sessuali Anche i crescenti livelli di prolattina possono contribuire ai sintomi

provocando dolori al seno e gonfiore Infine sembra che si verifichi una diminuzione di

dopamina e serotonina endorfine in grado di regolare il tono dellrsquoumore Le conseguenze di

tale sbilancio sono evidenti anche nella concentrazione nel siero di alcuni microelementi

magnesio e calcio risultano carenti nella fase luteinica e implicati quindi nella genesi di alcuni

dei sintomi Entrambi infatti sono coinvolti nellrsquoattivitagrave e nel rilascio di neurotrasmettitori e

nelle funzioni neuromuscolari

Considerando quindi la varietagrave dei disturbi e lrsquoimpatto che gli stessi possono avere sulla

qualitagrave di vita della donna unrsquoattenta alimentazione risulta utile quanto necessaria Nello

specifico lrsquoattenzione egrave rivolta al consumo attraverso la dieta di grassi saturi insaturi fibre

zuccheri semplici sostanze nervine e microelementi

Evidenze scientifiche mostrano che riducendo il contenuto di grassi nella dieta ed

aumentando il consumo di fibre e vegetali si abbassano i livelli ematici di estrogeni e di

24

conseguenza migliora la sintomatologia e il dolore mestruale Il fegato infatti estrae gli

estrogeni dal torrente ematico e li invia attraverso lrsquoalbero biliare nel tubo digerente Ligrave la

fibra proveniente da frutta verdura legumi e cereali sequestra gli estrogeni impedendone il

riassorbimento e promuovendone lrsquoescrezione fecale Le variazioni nei livelli ormonali sono

state studiate soprattutto nelle donne vegetariane riscontrando in conclusione una

correlazione tra le concentrazioni nel plasma di estrone ed estradiolo e il consumo di grassi

saturi Tali ormoni infatti diminuivano allrsquoaumentare dellrsquoapporto di fibre con la dieta Al

momento egrave in corso di studio dunque il ruolo della dieta vegetariana nella prevenzione e

gestione della sindrome premestruale Un ulteriore dato oggettivo a favore egrave

rappresentato dallrsquoutilizzo di alimenti come la soia ricca in fitoestrogeni Questi ultimi sono

estrogeni vegetali dallrsquoeffetto blando che agiscono come antagonisti riducendo la capacitagrave

dellrsquoestrogeno endogeno di legarsi al loro recettore cellulare Il risultato egrave una minore

stimolazione sulle cellule ormono-sensibili e una migliore gestione dei sintomi

Unrsquo ulteriore precisazione va fatta per i grassi nella dieta non solo la quantitagrave ma anche la

qualitagrave influisce sullrsquoinsorgenza dei disturbi del ciclo mestruale Unrsquoalimentazione ricca di

grassi polinsaturi Omega 3 si associa ad una sintomatologia piugrave modesta Infatti tali grassi

riducono la produzione di prostaglandine nellrsquoorganismo coinvolte nei processi di

infiammazione dolore contrazione muscolare e vasocostrizione

Banditi inoltre gli zuccheri semplici in quanto hanno un forte impatto sulla glicemia e

influenzano il rilascio dei neurotrasmettitori responsabili del tono dellrsquoumore (serotonina

adrenalina dopamina noradrenalina ecc) e del senso dellrsquoappetito

Altra accortezza per migliorare la gestione della sindrome premestruale egrave la riduzione

dellrsquoapporto di sodio e caffeina (o altre sostanze nervine come tegrave coca cola etc)

rispettivamente per limitare la ritenzione idrica e ridurre irritabilitagrave e insonnia

Infine egrave stato ampiamente studiato lrsquoapporto vitaminico e gli effetti su tali disturbi con

particolare attenzione alle vitamine del gruppo B assunte attraverso la dieta e non sotto

forma di integratori alimentari Lrsquointake di Tiamina e Riboflavina sembra avere un ruolo nellrsquo

incidenza della sindrome premestruale in quanto risultano implicate nel metabolismo di

neurotrasmettitori come Serotonina e GABA (Acido γ-amminobutirrico) che intervengono

migliorando lrsquoumore e agiscono indirettamente nella funzionalitagrave ovarica e riproduttiva

Al momento egrave in corso di valutazione lrsquointegrazione nella fase luteinica con Magnesio e

Calcio La loro contemporanea somministrazione genera un effetto sinergico nel ridurre gli

25

spasmi della muscolatura uterina e migliorare lrsquoumore Anche alcuni rimedi fitoterapici

sembrano alleviare la sintomatologia agnocasto ginkgo biloba e zafferano Ulteriori studi

sono perograve necessari per chiarire se realmente possa esserci un beneficio da eventuali

supplementazioni con microelementi o erbe Per ora rimane la certezza che una dieta

equilibrata ricca in frutta verdura legumi e acidi grassi polinsaturi sia la strategia drsquoelezione

nella gestione delle forme piugrave lievi di sindrome premestruale

Bibliografia

Adlercreutz H Martin F et al Steroid absorption and enterohepatic re cycling-

(httpwwwcontraceptionjournalorgarticle0010-782428792990094-5abstract)-

Contraception 1979 20 201-23

Baker LJ OrsquoBrien PM Premenstrual syndrome (PMS) a peri-menopausal perspective-

(httpwwwmaturitasorgarticleS0378-512228122900111-9fulltext) - Maturitas 2012

72(2)121-5

Chou T- Wake up and smell the coffee Caffeine coffee and the medical consequences-

httpwwwncbinlmnihgovpmcarticlesPMC1022034 - West J Med 1992 Nov157(5)544-53

Dante G Facchinetti F Herbal treatments for alleviating premenstrual symptoms a systematic

review- (httpinformahealthcarecomdoiabs1031090167482X2010538102)- J Psychosom

Obstet Gynaecol 2011 Mar32(1)42-51

Deutch B Menstrual pain in Danish women correlated with low n-3 polyunsaturated fatty acid

intake- (httpwwwncbinlmnihgovpubmed7588501) Eur J Clin Nutr 1995 Jul49(7)508-16

Gigante DP et al Population study of premenstrual syndrome-

(httpwwwscielosporgscielophpscript=sci_arttextamppid=S0034-

89102006000100009amplng=enampnrm=isoamptlng) - Rev Saude Publica 2006 40(1)47-56

Girman A Lee R Kligler B An integrative medicine approach to premenstrual syndrome- (

httpwwwajogorgarticleS0002-937828032900357-0fulltext) -Am J Obstet Gynecol 2003

188(5 Suppl)S56-65

Goldin BR Adlecreutz H et al Estrogen extrection patterns and plasma levels in vegetarian and

omnivorous women- (httpwwwnejmorgdoifull101056NEJM198212163072502 )- N Engl J

Med 1982 3071542-7

26

Halbreich U The etiology biology and evolving pathology of premenstrual syndromes-

(httpwwwsciencedirectcomsciencearticlepiiS0306453003000970)

Psychoneuroendocrinology 200328(suppl 3)55ndash99

Larissa Almenara Silva dos Santos Vilma Blondet de Azeredo et al-Seric ion level and its

relationship with the symptoms of premenstrual syndrome in young women-

(httpwwwnutricionhospitalariacompdf6648pdf) - Nutr Hosp 2013 28(6)2194-2200 Silva CM

Margot N Woods Sherwood L et al Low-fat high fiber diet and serume estrone sulfate in

premenopausal women (httpajcnnutritionorgcontent4961179fullpdf+htmlsid=38ae9820-

e92f-4cfe-b019-a9b3ce1d92e7) - Am J Clin Nutr 1989 49 1179-83

Sohrabi N Kashanian M et al - Evaluation of the effect of omega-3 fatty acids in the treatment of

premenstrual syndrome a pilot trial-

(httpwwwcomplementarytherapiesinmedicinecomarticleS0965-229928122900174-

4fulltext ) Complement Ther Med 2013 Jun21(3)141-6

Thys-Jacobs S Micronutrients and the premenstrual syndromethe case for calcium-

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed10763903) - Journal of the American College of Nutrition

2000 19 (2) 220-7

Patricia O Chocano-Bedoya JoAnn E Manson et al Dietary B vitamin intake and incident

premenstrual syndrome- (httpajcnnutritionorgcontent9351080long) Am J Clin Nutr 2011

93 1080-6

27

Attuali evidenze epidemiologiche in tema di malattia

celiaca

A cura di Dottssa Chiara Di Gianvittorio ndash Dietista

La malattia celiaca egrave un disturbo

autoimmune che si sviluppa in

persone geneticamente predisposte

in conseguenza dellrsquoesposizione a

fattori ambientali (glutine nella dieta

come prima causa) La prevalenza

del disturbo egrave molto variabile gli

ultimi dati riguardo la distribuzione della malattia parlano di un incremento in alcune aree

mondiali Il miglioramento delle tecniche diagnostiche e la migliore conoscenza della

malattia non bastano perograve a spiegare la crescita verificatasi negli ultimi 30- 40 anni

La nuova epidemiologia dellrsquo intolleranza al glutine egrave ora caratterizzata da un aumento di

nuovi casi in aree storiche (Europa del Nord e gli Stati Uniti) ma piugrave interessante egrave la crescita

della malattia in nuove regioni (paesi asiatici) A spiegare ciograve probabilmente ci sono

cambiamenti nelle abitudini alimentari soprattutto in etagrave infantile oltre che lrsquoutilizzo di

nuovi mezzi diagnostici

In Europa e Stati Uniti la frequenza sulla popolazione egrave di circa lrsquo 1 con alcune differenze

regionali In Finlandia e Svezia si calcola una prevalenza del 2-3 mentre in Germania solo

dello 02 nonostante i fattori causali sembrino essere simili (livello di assunzione di glutine

e frequenza di HLA-DQ2 e -DQ8) Sebbene lincidenza e i casi diagnosticati siano in

aumento rimane lrsquo ldquoiceberg celiacordquo a nascondere con un rapporto che varia da 13 a 15

(casi diagnosticati e non diagnosticati) la reale distribuzione della malattia

Oltre a Europa e Nord America lepidemiologia dellrsquo intolleranza al glutine egrave stata studiata in

molti altri paesi per lo piugrave popolati da individui di origine europea In queste zone i dati si

sovrappongono in larga misura a quelli del vecchio e del nuovo continente Nuove evidenze

arrivano dal Nord Africa e dai Paesi del Medio Oriente in cui il disturbo egrave presente

nonostante la scarsa disponibilitagrave di strutture diagnostiche e la scarsa consapevolezza della

28

malattia In Saharawi una popolazione araba che vive nel Sahara occidentale la prevalenza

della malattia egrave eccezionalmente elevata (56) per ragioni ancora poco chiare

La conoscenza della malattia nelle regioni asiatiche invece egrave ancora limitata e per lo piugrave

confinata in India dove egrave stata riconosciuta sia nei bambini che negli adulti Tuttavia come

efficacemente descritto da una task force indiana lrsquointolleranza al glutine in India egrave

ldquoimmerso in un oceano di malnutrizionerdquo La frequenza sembra essere maggiore nella parte

settentrionale probabilmente in conseguenza del largo consumo di grano rispetto al riso

Difficile ottenere dei numeri ma si stima che da 5 a 8 milioni di persone in India potrebbero

avere la malattia Purtroppo perograve ad oggi solo poche migliaia di pazienti sono stati

diagnosticati

Infine difficile comprendere anche la distribuzione in Cina a causa della grande popolositagrave I

fattori predisponenti (consumo di grano e genotipo HLA-DQ2 e DQ8) sono presenti cosigrave

come le prime evidenze in letteratura ma egrave necessario proseguire negli accertamenti

epidemiologici Risulta invece raro il disturbo in paesi come Giappone Corea Indonesia e

Filippine a causa del basso consumo di frumento e del patrimonio genetico

In sintesi i dati disponibili suggeriscono che lincidenza dellrsquo intolleranza al glutine egrave

veramente in aumento e che la malattia egrave attualmente molto piugrave comune in alcune aree

rispetto al passato Ulteriori studi epidemiologici perograve si rendono necessari per

comprendere meglio la distribuzione sulla popolazione e la correlazione con i fattori genetici

e ambientali

Bibliografia

Bai JC Fried M et al -World gastroenterology organisation global guidelines on celiac disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed23314668) - J Clin Gastroenterol 2013 47121ndash6

Catassi C Gatti S et al- The New Epidemiology of Celiac Disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed24979197)- JPGN Luglio 2014 Volume 59 supplement 1

Fasano A Berti I et al- Prevalence of celiac disease in at-risk and not-at-risk groups in the United

States a large multi center study (httparchintejamanetworkcomarticleaspxarticleid=215079)-

Arch Int Med 2003163286ndash92

29

Kochhar R Dachdev S et al- Prevalence of coeliac disease in healthy blood donors a study from

north India (httpwwwsciencedirectcomsciencearticlepiiS1590865812000229)- Dig Liver Dis

201244530ndash2

Kang JY Kang AHY et al -Systematic review worldwide variation in the frequency of Coeliac Disease

and changes over time

(httponlinelibrarywileycomdoi101111apt12373abstractjsessionid=91309CB937E7B5E094A

3B7F08441695f04t04)- Aliment Pharmacol Ther 201338226ndash45

Mustalahti K Catassi C et al- The prevalence of celiac disease in Europe results of a centralized

international mass screening project

(httpinformahealthcarecomdoiabs103109078538902010505931)- Ann Med 201042587ndash

95

30

Malattia celiaca e microbiota intestinale il ruolo dei

Bifidobatteri

A cura di Dottssa Chiara Di Gianvittorio ndash Dietista

La malattia celiaca egrave un disordine autoimmune scatenato dallrsquoingestione di alimenti

contenenti glutine in soggetti predisposti Lrsquoinfiammazione che ne risulta a carico del

piccolo intestino provoca atrofia dei villi e malassorbimento dei nutrienti I fattori implicati

nello sviluppo di questa patologia sono genetici e ambientali Tra questi ultimi troviamo

unrsquoesposizione troppo precoce al glutine insufficiente allattamento al seno infezioni

intestinali e squilibri della flora batterica residente La manifestazione clinica egrave varia e

include disturbi gastrointestinali come gonfiore vomito diarrea dispepsia perdita di peso e

disturbi extraintestinali come anemia malattie del fegato e dermatiti

Attualmente in studio egrave la relazione tra malattia celiaca e flora batterica intestinale che

risulta fondamentale per lrsquoequilibrio e la salute del tratto gastroenterico Il microbiota

umano egrave infatti lrsquoinsieme di microrganismi simbiontici dellrsquointestino Negli esseri umani si

trovano tra le 500 e le 1000 specie differenti di microrganismi di cui la maggioranza

anaerobi Tra questi ci sono i Bifidobatteri che svolgono una duplice azione diretta

contrastando i batteri patogeni e indiretta per interazione con il tessuto linfoide intestinale

(GALT) di cui ne stimola lrsquoattivitagrave

Alcuni ceppi di questi batteri inoltre sembrano inibire la risposta infiammatoria e il danno

alla mucosa che insorgono in conseguenza dellrsquoingestione di gliadina Infatti studi in vitro

hanno mostrato che tali microrganismi possono ridurre la produzione di citochine

infiammatorie (IFN-γ e IFN-α) e aumentare quella di IL-10 Un ulteriore effetto positivo

riguarda lrsquoincremento di cellule caliciformi nel piccolo intestino ridotte a causa della tossicitagrave

da glutine Infine oltre agli effetti immunomodulatori ceppi specifici come il

Bifidobacterium longum contribuiscono allrsquoidrolisi dei peptidi di gliadina durante la

digestione riducendo la presenza di aminoacidi tossici e dei loro effetti avversi

I Bifidobatteri risultano quindi protettivi contro la risposta infiammatoria e il danno

mucosale causato dal glutine Ci si chiede a questo punto se squilibri della microflora

31

possano costituire concausa nello sviluppo della patologia e se egrave possibile migliorarne la

gestione ristabilendo lrsquoequilibrio intestinale con probiotici

Attualmente cambiamenti nel microbiota intestinale sono stati dimostrati nei bambini

celiaci Negli adulti le evidenze parlano di una riduzione di Bifidobatteri sia al momento della

diagnosi che a dieta aglutinata ed un aumento dei Bacteroides (batteri gram negativi e

anaerobici) sia nelle feci che sulle biopsie dei celiaci Inoltre crsquoegrave una riduzione nella

variabilitagrave della specie sia prima che dopo la dieta Tali squilibri vanno ovviamente ad

incidere sul processo patologico

I probiotici sono costituiti da microrganismi vivi che devono essere in grado di svolgere

effetti positivi sulla flora batterica intestinale In alcuni studi si egrave dimostrato come alcuni di

essi possano avere una particolare utilitagrave per i celiaci anche se si tratta ancora di approcci a

livello sperimentale Unrsquo indagine condotta su 64 soggetti (26 pazienti celiaci con dieta

contenente glutine 18 celiaci a dieta gluten-free e 20 soggetti sani) ha portato a valutare se

la flora batterica intestinale possa contribuire ai sintomi pro-infiammatori della celiachia e se

con due specifici ceppi di Bifidobatteri sia possibile ottenere benefici I risultati

confermarono le ipotesi e il ruolo positivo svolto dai ceppi Bifidobacterium longum e

Bifidobacterium bifidum sul quadro infiammatorio

Lrsquouso di specifici batteri probiotici potrebbe quindi contribuire al miglioramento della

patologia ma egrave necessario approfondire ulteriormente con modelli sperimentali e studi

clinici il loro ruolo a supporto della terapia classica

Bibliografia

Collado MC Donat E et al- Imbalances in faecal and duodenal Bifidobacterium species composition

in active and non active coeliac disease (httpwwwncbinlmnihgovpubmed19102766)- BMC

Microbiol 2008 2321-9

Di Cagno R Rizzello CG et al- Different fecal microbiotas and volatile organic compounds in treated

and entrate children with celiac diseaseAppl And Environ Microbiol 2009 75 3963-71

Golfetto L Senna FD et al- Lower Bifidobacteria counts in adult patients with celiac disease on a

gluten- free diet

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Lower+Bifidobacteria+counts+in+adult+patients+with

+celiac+disease+on+a+gluten-+free+diet)- Arq Gastroenterol 2014 51 139-43

32

Ghosh S- Advances in our understanding of the pathogenesis of celiac disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed21523256)- Can J Gastroenterol 2011 25186

Medina M De Palma G- Bifidobacterium strains suppress in vitro the pro-inflammatory milieu

trigged by large intestinal microbiota of coeliac patients

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Bifidobacterium+strains+suppress+in+vitro+the+pro-

inflammatory+milieu+trigged)- J Inflamm 2008 519

Sanders ME- Impact of probiotics on colonizing microbiota of the gut

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed21992949)- J Clin Gastroenterol 2011 45S115-9

Sanz Y De Pama G et al- Unraveling the ties between celiac disease and intestinal microbiota

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Unraveling+the+ties+between+celiac+disease)- Int

Rev Immunol 2011 30 207-18

33

CAPSICUM ANNUUM IL ROSSO CHE PROTEGGE LA

TUA SALUTE

A cura di Dottssa Giusi Balzano ndash Biologa nutrizionista

Il peperoncino rosso il cui nome scientifico egrave Capsicum annuum appartiene alla famiglia

delle Solanacee ed egrave originario delle Americhe

Dal ritrovamento di reperti archeologici sappiamo con certezza che fin dal 5000 aC circa la

popolazione messicana conosceva il peperoncino il quale fu importato in Europa da

Cristoforo Colombo nel 1493

Capsicum annuum

Il peperoncino a dispetto di tante credenze gode di tante proprietagrave benefiche e forse per

associazione con il pepe si tende erroneamente a credere che sia poco salutare

Come pianta egrave facilmente coltivabile e si adatta a diversi climi puograve essere coltivato nei vasi

e su un terrazzo limportante egrave che stia in pieno sole Nei periodi piugrave freddi conviene ad

ogni modo tenerlo al riparo in quanto non sopporta bene un clima troppo rigido Il

peperoncino egrave una pianta annuale e le parti consumate sono i frutti le bacche contenenti

dei semi bianco-giallastri Esistono tantissime qualitagrave di peperoncino e le bacche possono

essere consumate fresche cotte o crude I colori dei peperoncini (frutto) sono molteplici

verdi gialli rossi arancione bruno scuro e marrone scuro La sensazione di piccante data dal

peperoncino egrave dovuta alla capsaicina che in proporzione alla quantitagrave disponibile nel seme

ne determina appunto la piccantezza In realtagrave quando si mangia un peperoncino la

risposta di bruciore data dallorganismo egrave solo una sensazione che il cervello invia come

34

risposta allattivazione di alcuni termorecettori presenti nella bocca con cui proprio la

capsaicina viene a contatto Tra le proprietagrave del peperoncino troviamo

funzione dimagrante egrave accentuanto il consumo di calorie ad opera della capsaicina principio

attivo del peperoncino

proprietagrave antibiotiche antibatteriche e antiossidanti ad opera dei flavonoidi e capsaicinoidi

E anche molto utile nella cura di raffreddore bronchite e sinusite

flusso sanguignoazione vasodilatatrice il caratteristico potere piccante urticante del

peperoncino porta con seacute una specifica azione della capsicina sulla circolazione periferica

del sangue La dilatazione dei vasi sanguigni egrave funzionale alla regolazione ottimale della

pressione e della circolazione del sangue che aumenta dopo lassunzione I capillari

diventano piugrave elastici e il sangue risulta piugrave ossigenato Egrave per questo che il peperoncino utile

per scaldarsi in inverno diventa anche importante nella dieta estiva per difendersi dal caldo

torrido e dallumiditagrave

cuore e colesterolo la regolazione del flusso del sangue aiuta a mantenere pulito il sistema

endovenoso congiuntamente allazione della lecitina e di altri olii essenziali evitando la

comparsa di placche che bloccano il flusso sanguigno I capsaicinoidi svolgono unazione

importante nelle diete ad alto contenuto di sostanze grasse Il peperoncino aiuta a ridurre

eccessivi livelli di colesterolo accelerandone la ripartizione e lespulsione

digestione e metabolismo il peperoncino aumenta la secrezione di succhi gastrici e migliora

la digestione grazie al suo potere antifermentativo e inoltre tiene pulite le mucose Nelle

diete in cui egrave prevista unassunzione regolare linfluenza del capsicum porta a migliorare e

velocizzare i processi metabolici Attenzione perograve in caso di bruciore fastidioso e

persistente dopo ingestione di peperoncino associato ad uninfiammazione della gola

dellesofago o dello stomaco mangiare un pezzo di formaggio o di pane o bere birra risulta

essere di grande aiuto contro i fastidi menzionati

mal di collo e mal di schiena efficace contro artriti e reumatismi il peperoncino egrave un

ingrediente essenziale di molte creme e gel antinfiammatori ad azione topica Aiuta ad

alleviare il dolore migliorando la circolazione sanguigna

azione anti-tumorale la vitamina C egrave un significativo agente anti-cancro previene infezioni e

tumori I peperoncini freschi ne sono ricchi e riescono a fornirci acido ascorbico (vitamina C)

proprio in estate ed autunno quando la nostra dieta mediterranea egrave piugrave povera di agrumi

35

mal di testa e depressione lassunzione della capsicina provoca bruciore e dolore nella bocca

e nelle pareti interne del sistema gastroenterico Il nostro corpo reagisce cominciando a

rilasciare maggiori quantitagrave di adrenalina aumentando al contempo la produzione di

endorfine Il nostro corpo risulta energizzato laumento del flusso del sangue al cervello dagrave

sollievo poi sopraggiungono le endorfine vere e proprie ldquodrogherdquo naturali cioegrave oppioidi

endogeni che vengono prodotti internamente dal nostro organismo ed hanno potere

eccitativo ed analgesico alleviando cefalee ed altri dolori

azione afrodisiaca insieme alla vitamina C nel peperoncino cegrave anche la vitamina E

responsabile della stimolazione e della regolazione di molti processi legati alla feconditagrave

sessuale

Bibliografia

1 Tewksbury JJ Levey DJ Huizinga M Haak DC Traveset A Costs and benefits of capsaicin-mediated control of gut retention in dispersers of wild chilies Ecology 89 107-17 2008

2 Govindarajan VS Sathyanarayana MN Capsicum--production technology chemistry and quality Part V Impact on physiology pharmacology nutrition and metabolism structure pungency pain and desensitization sequences Crit Rev Food Sci Nutr 29 435-74 1991

36

Rape Rosse - Tubero e foglie un beneficio a 360deg

A cura di Dottssa Giusi Balzano ndash Biologa nutrizionista

Barbe rosse barbabietole rosse o ancora carote rosse

sono tutti sinonimi dialettali che fanno riferimento alle

rape rosse

Queste sono tuberi noti in botanica come Beta vulgaris

var rapa forma rubra si tratta di una pianta

appartenente alla famiglia delle Chenopodiaceae ed al genere Beta Menzionata in alcuni

antichissimi scritti greci risalenti al 420 aC periodo in cui il tubero rosso era noto

semplicemente come beta secondo il pensiero di altri autori lorigine delle rape rosse risale

addirittura al 2000 aC considerata la presenza di alcuni reperti archeologici che la

attestano

Malgrado gli appelli di dietologi e specialisti dellalimentazione si tende spesso a

dimenticare limportanza fitoterapica e benefica di alcuni ortaggi come in questo specifico

caso le rape rosse

Le rape rosse contengono pochissime calorie (solamente 19 per 100 grammi di prodotto)

per questo motivo rientrano tra i cibi ipocalorici ottimi alimenti preferibili in diete bilanciate

che presuppongono una marcata restrizione calorica Ersquo ricca di acqua corrispondente a

circa il 91 si contano solo il 4 di carboidrati ed il 26 di fibre contiene diverse vitamine

in particolare del gruppo B e una buona quota di sali minerali soprattutto potassio sodio

calcio ferro e fosforo ed egrave ricca anche di zuccheri Nella radice della rapa rossa si ritrova un

glicoside che attribuisce la tipica colorazione rosso vivo alla rapa si tratta della betaina

sfruttata dallindustria alimentare come colorante naturale (E 162) Altro pigmento

riscontrato nella rapa rossa egrave la betaxantina che le conferisce striature giallastre Ancora

nella radice di rapa rossa si trovano altre sostanze sfruttate nella fitoterapia e nella cosmesi

quali saponine antociani flavonoidi in genere ed allantoine (proprietagrave idratanti e

disarrossanti)

37

Proprietagrave terapiche

Una delle proprietagrave curative principali di questo ortaggio riguarda il potere lassativo spesso

utile per combattere la stitichezza e le emorroidi La rapa rossa egrave anche un buon rimedio per

migliorare la funzione epatica e combattere le infezioni delle vie urinarie Le sue foglie sono

unrsquoottima fonte di vitamina A e le radici sono una buona fonte di vitamina C Le foglie

vengono cucinate o servite fresche come verdura mentre le radici o teste possono essere

affettate in insalate o cotte intere e poi tagliate a fettine o a tocchetti

Le rape rosse sono particolarmente ricche di folati fondamentali alleati contro le malattie

cardiache e lrsquoanemia in quanto coinvolti nella produzione di globuli rossi e bianchi nella

sintesi di materiale genetico e nella formazione di anticorpi nel sistema immunitario Esse

sono anche ricchi di fibre solubili e insolubili La fibra insolubile aiuta a mantenere il tratto

intestinale funzionante mentre la fibra solubile controlla il livello di zucchero nel sangue e

abbassa il colesterolo Nelle sue foglie egrave abbondante il beta-carotene il ferro e il calcio

Ricche di vitamine del gruppo B come B1 B2 B3 e B6 per quanto concerne il contenuto di

sali minerali questa egrave un ortaggio ricco di iodio sodio e potassio ma anche in quantitagrave

minori di magnesio Lo iodio egrave un minerale essenziale per il corretto funzionamento della

ghiandola tiroidea che regola il metabolismo mentre il potassio e il sodio sono necessari per

la generazione e la trasmissione degli impulsi nervosi attivitagrave muscolare a parte il bilancio

idrico allrsquointerno e allrsquoesterno della cellula

Il succo crudo di barbabietola (Fig 1) egrave particolarmente idoneo per tutte le persone che

soffrono di anemia in quanto favorisce la formazione di globuli rossi nel sangue inoltre ha

proprietagrave diuretiche e favorisce la digestione

Fig1 succo crudo di barbabietola rossa

38

Ortaggio anticancro

Nella rivista International Journal of Cancer si discute sul ruolo delle rape rosse come

potenziale alimento anticancro la questione egrave per certi versi discutibile ed oscura e non

esiste alcuna dimostrazione indubbia ed inequivocabile che accerti lipotesi In particolare

nella rivista sopraccitata si discute del possibile ruolo delle rape rosse nella prevenzione del

tumore al colon per altri le rape rosse sarebbero in grado non solo di prevenirne il cancro

ma anche di contrastarlo

Bibliografia

Kazimierczak R Hallmann E Lipowski J Drela N Kowalik A Puumlssa T Matt D Luik A Gozdowski D Rembiałkowska E

Beetroot (Beta vulgaris L) and naturally fermented beetroot juices from organic and conventional production metabolomics antioxidant levels and anticancer activity

J Sci Food Agric 2014 May

39

Sigrave ai legumi nella prevenzione delle malattie tumorali

A cura di Dottssa Bruzzone Francesca ndash Dietista

Con il termine ldquolegumirdquo si intendono tutti quei semi commestibili derivanti dalle piante

dicotiledoni dellrsquoordine delle Fabales tra cui rientrano i fagioli le lenticchie le fave i piselli

i lupini i ceci le carrube le cicerchie le arachidi e la soia

I legumi sono alimenti ricchi di proteine tanto da essere stati denominati come ldquola carne dei

poverirdquo Essi possiedono un buon contenuto in amminoacidi (ad eccezione di quelli solforati

e del triptofano) carboidrati fibre Calcio Ferro e Potassio a discapito di grassi e

colesterolo

In abbinamento ai cereali i legumi costituiscono un ottimo e saziante piatto unico dove

convergono carboidrati e proteine e dove gli amminoacidi carenti nei cereali (come la lisina)

si integrano con quelli dei legumi e viceversa Queste qualitagrave rendono tali semi

particolarmente adeguati sia nella prevenzione che nel trattamento di numerose malattie

metaboliche come il diabete mellito le dislipidemie la sindrome metabolica il sovrappeso e

lrsquoobesitagrave Di recente inoltre egrave stato attribuito un altro importante ruolo benefico ai legumi

quello di ostacolare la crescita di alcune forme tumorali

Un lavoro effettuato da un gruppo di ricercatori dellUniversity College di Londra del

Dipartimento di Scienze Chirurgiche dell`Universitagrave di Chieti e del Laboratorio di

Farmacologia Molecolare dell`Istituto Mario Negri di Milano e pubblicato sulla rivista

statunitense ldquoCancer Researchrdquo infatti ha scoperto la presenza di inositolo pentachisfosfato

nella maggior parte dei legumi (in particolare in lenticchie piselli e fagioli) e nelle noci Tale

40

composto sembrerebbe inibire lrsquoenzima fosfoinositide 3-chinasi coinvolto nella crescita e

nella progressione dei tumori e capace di aumentare la resistenza al trattamento con agenti

chemoterapeutici Il segnale attivato dalla fosfoinositide 3-chinasi infatti rappresenta un

target importante per lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche anticancro e questo studio

dimostra come lrsquoinositolo pentafosfato sia capace di antagonizzare in maniera specifica

questo segnale nelle cellule tumorali inducendone lrsquoapoptosi (morte programmata)

Lrsquoinositolo pentafosfato ha una struttura molecolare analoga al prodotto dellrsquoattivitagrave

enzimatica della fosfoinositide 3-chinasi che attiva segnali specifici per la progressione del

cancro Il meccanismo secondo il quale lrsquoinositolo pentafosfato disattiva le proteine

iperattive nei tumori dalla membrana plasmatica permette di inibire sia la crescita delle

cellule tumorali umane in coltura sia lo sviluppo dei tumori nei topi In queste condizioni

lrsquoinositolo pentafosfato ha dimostrato unrsquoattivitagrave farmacologica comparabile e potenziante

quella del farmaco citotossico cisplatino molto usato in chemioterapia antitumorale ma

associato a effetti collaterali come nausea vomito formicolio a mani e piedi caduta dei

capelli e alterazione della funzionalitagrave renale (gli inositoli fosfati invece non sono tossici

neanche a concentrazioni piugrave elevate di quelle usate in questo studio e possono essere

assorbiti per via orale) I principali effetti positivi sono stati riscontrati a livello di ovaie e

polmoni

Lrsquoinositolo pentafosfato inoltre si egrave dimostrato capace di inibire lo sviluppo dei nuovi vasi

sanguigni indispensabili per la nutrizione e lo sviluppo del tumore (angiogenesi) bloccando

quindi un meccanismo fondamentale per la sua crescita

Sitografia

ldquoLe Scienze edizione italiana di Scientifica Americanrdquo ndashLegumi e cereali conto il cancro-

ldquoAssociazione Giacomo-onlusrdquo -Inositolo Pentafosfato da legumi e arachidi una nuova strada

nella cura dei tumori

41

Tra le mille virtursquo del miele la cura dellrsquoherpes simplex

A cura di Dottssa Serena Pascucci Biologa Nutrizionista

Le molteplici proprietagrave del miele sono note fin dallrsquoantichitagrave

per le sue capacitagrave antisettiche antibiotiche e cicatrizzanti

e il suo uso nella medicina moderna sta riscontrando

sempre piugrave maggiore interesse

Diversi studi

hanno valutato

lrsquoefficacia del miele contro alcuni virus tra cui di

particolare importanza egrave emersa lrsquoefficacia del

miele per il trattamento dellrsquoHerpes Simplex sia a

livello labiale sia a livello genitale Lo studio del

2004 condotto presso una clinica privata a Dubai

ha selezionato 16 pazienti con ricorrenti manifestazioni del virus otto affetti da Herpes

simplex a livello labiale e otto a livello genitale con un etagrave compresa tra i 35 e i 45 anni sia

maschi che femmine Ersquo stata valutata e considerata lrsquoefficacia del miele nel trattamento

delle lesioni prodotte dal virus in confronto a un comune farmaco antivirale utilizzato

normalmente (Acyclovir) I pazienti prescelti prima della prova non dovevano sottoporsi ad

altre cure antivirali A scelta casuale sono stati selezionati quattro pazienti con herpes

labiale e quattro con herpes genitale che hanno effettuato il primo trattamento con il miele

gli altri otto con il farmaco comune antivirale a base di 5 di acyclovir Alla seconda

comparsa della manifestazione del virus egrave stato effettuato lrsquoopposto Nello studio egrave stato

somministrato un miele multiflora direttamente sulle lesioni prodotte dal virus su una garza

a contatto con la lesione per un quarto drsquoora per 4 volte al giorno fino alla completa

guarigione mentre il farmaco veniva applicato 6 volte al giorno Da questa prova egrave stata

riscontrata una durata delle lesioni dalla prima comparsa alla completa scomparsa di circa

12 giorni in media per entrambi i trattamenti ma nel caso dei pazienti con herpes labiale

trattati con il miele la guarigione egrave avvenuta in circa 3 giorni rispetto ai 5 giorni con il

trattamento con acyclovir cioegrave con una velocitagrave del 35 superiore Inoltre il miele ha

42

mostrato un azione migliore rispetto al farmaco in particolare la durata del dolore risultava

minore del 39 con fastidi moderati per non piugrave di 24 ore mentre con acyclovir il dolore

anche se moderato poteva prolungarsi fino a 72 ore Ersquo stato anche riscontrato un

insorgenza minore delle croste del 28 in chi utilizzava il miele in particolare in 5 pazienti le

lesioni non si sono evolute in croste cosa che non egrave mai avvenuta nei soggetti trattati con il

farmaco Ancora in due casi con il trattamento con il miele lrsquoherpes ha abortito cioegrave dopo i

primi sintomi non ha sviluppato lesioni e procurato fastidi al contrario dei pazienti trattati

con il farmaco Anche nei pazienti con herpes a livello genitale il miele si egrave mostrato piugrave

efficace del farmaco convenzionale con un tempo di guarigione minore del 53 una durata

del dolore inferiore del 50 anche qui con fastidi moderati e con una durata non superiore

alle 24 ore rispetto a bruciori da moderati a medi prolungati(anche per 3 giorni) nei pazienti

con trattamento con farmaco Inoltre egrave stato riscontrato anche a livello genitale un

insorgenza minore di croste del 49 in particolare in 5 pazienti trattati con il miele le lesioni

a livello genitale non si sono sviluppate in croste a differenza dei pazienti trattati con il

farmaco in cui le croste sono sempre apparse Infine egrave stato riscontrato anche a livello

genitale un aborto del virus in chi utilizzava il miele senza avere avuto nessun riscontro

invece nei pazienti trattati con farmaco

Lrsquoanalisi statistica ha mostrato un efficacia superiore del miele rispetto allrsquoutilizzo di

acyclovir per la cura e la risoluzione delle lesioni virali da herpes simplex labiale e genitale

(Ai-waili 2004) Tuttavia quale sia o quali siano i meccanismi drsquoazione che permettono al

miele di inibire la replicazione del virus sono poco conosciuti Un fattore che puograve

determinare lrsquoazione antivirale del miele puograve essere ricercato nel contenuto di flavonoidi(

azione antivirale) rame zinco vit E C normalmente presenti nel miele e di provata azione

antivirale(AI-Waili 2004) e infine lrsquoossido di azoto con un azione antivirale in vitro la cui

attivitagrave egrave stata rilevata anche sul virus dellrsquoHIV (Torre et al 2002 Schramm DD et al 2003)

Lrsquoherpes simplex egrave un infezione virale importante qualsiasi terapia si volesse seguire egrave

opportuno seguire sempre una supervisione e il consiglio del medico

Bibliografia

Al-Waili NS topical honey application vs acyclovir for the treatment of recurrent herpes

simplex lesions Med Sci Monit 2004 10(8) MT94-MT98

- Schramm DD Karim M Schrader HR Holt RR Cardetti M Keen CL Honey with high levels of antioxidants can provide protection to healthy human subjects J Agric Food Chem 200351(6)1732ndash5 doi 101021jf025928k - Torre D Pugliese A Speranza F Role of nitric oxide in HIV-1 infection friend or foe Lancet Infect Dis 2002 May2(5)273-80

9

httpwwwsinutit

10

Aspetti genetici del Disturbo Post Traumatico da Stress (PTSD)

A cura di Dott Giovanni Borghini- Biologo Genetista

Le tragiche immagini di violenza che incensurate stanno quotidianamente invadendo la

nostra vita privata attivano quella che gli specialisti

dellrsquoemergenza chiamano ldquotraumatizzazione vicariardquo

Viene cosigrave definito lrsquoeffetto determinato

dallrsquoimmedesimazione ldquosimpaticardquo dello spettatore

piugrave o meno ravvicinato con le vittime di avvenimenti

traumatici tale fenomeno egrave stato dimostrato

determinante per lo sviluppo in chi ha assistito

impotente di un PTSD al primo presentarsi di una sua pur minima esperienza di rischio

Questo articolo propone alcuni spunti di riflessione sulla diversa risposta degli spettatori

sottoposti alla stessa violenta intrusiva pressione mediatica nella prospettiva di una attenta

azione preventiva sulle persone piugrave fragili specialmente quando si tratta di minori affidati

alla nostra tutela

Alla domanda sul percheacute alcuni individui hanno piugrave probabilitagrave di altri di sviluppare un PTSD

se esposti a traumi diretti o indiretti di intensitagrave simile gli studi epidemiologici hanno

risposto evidenziando i fattori di rischio psicopatologici e neurogenetici implicati

nellrsquoinsorgenza di tale sindrome questa viene infatti considerata come espressione ultima

dellrsquointerazione tra le caratteristiche genetiche dellrsquoindividuo uno o piugrave fattori traumatici e il

contesto sociale (GxTxE) (Auxeacutemeacutery Y 2012 (2))

Nonostante lrsquoevidenza che quando lrsquoesposizione al trauma tocca livelli estremi di intensitagrave

eo di frequenza la prevalenza del PTSD raggiunge il 100 annullando lrsquoimportanza di

qualsiasi predisposizione genetica tuttavia alcune varianti geniche come lrsquoomozigosi SS della

SLC6A4LPR (trasportatore della Serotonina-SERT-5HTLPR) si confermano candidate

particolarmente reattive nel condizionare la relazione tra la dose di stress e la risposta

patologica e nello stesso tempo come predisposizioni ad alto rischio di promuovere un

PTSD anche a seguito di pochi e deboli episodi traumatici (Kolassa IT et al 2010)

Recentemente egrave stato confermato un polimorfismo a singolo nucleotide (SNP val66met-

G196A- rs6265) nel gene che codifica lrsquoespressione del Brain Derived Neurotrophic Factor

11

(BDNF) come fattore determinante nella dipendenza neurotrofica dallrsquoattivitagrave fisica nel

neuro-sviluppo nella neuro-rigenerazione nella neurotrasmissione nellrsquoapprendimento

nella regolazione dellrsquoumore e nella risposta allo stress (Zhang L et al 2013) La variante

ipoespressa di tale polimorfismo (-66met) diminuisce la secrezione neuronale di BDNF

alterando di conseguenza alcune forme di apprendimento e la suscettibilitagrave allo stress ma

soprattutto aumentando lrsquoansia e riducendo lrsquoestinzione della paura appresa dati

confermati alla fNMR come tre possibili endofenotipi rispettivamente neurobiologico

neuropsichico e neurocognitivo del PTSD (Frielingsdorf H et al 2010)

La presenza anche di un solo allele 66met risulta correlata al sottotipo del PTSD con

manifestazioni psicotiche (Pivac N et al 2012) a quello in comorbilitagrave con il Disturbo

Bipolare (BD) (Rakofsky JJ et al 2012) e alla Depressione in soggetti che hanno subito

esperienze traumatiche infantili (ECA-ELS) (Aguilera M et al 2012) amplificandone gli effetti

negativi nellrsquoetagrave adulta (Miller et al 2012)

Tuttavia nellrsquointerazione epistatica funzionale (GxGxE) con la variante dominante di

vulnerabilitagrave SS del 5HTTLPR egrave il polimorfismo val66val del BDNF ad esaltare con la sua

iperespressione la depressione successiva ad abusi infantili (Grabe HJ et al 2012) mentre

negli stessi portatori della variante SS del 5HTTLPR il polimorfismo genico 66met del BDNF

risulta favorire la reattivitagrave emotiva ansiogena come dimostrato allrsquoimaging funzionale

(BOLD fNMR) dal coinvolgimento dellrsquoAmigdala e della Corteccia Cingolata Anteriore rostrale

(AMY rACC) (Outhred T et al 2012) Questi dati favoriscono lrsquoipotesi della modulazione

epistatica ambivalente in senso rispettivamente depressogeno o ansiogeno delle varianti

66val e 66met del BDNF sui portatori del polimorfismo genico di suscettibilitagrave 5HTTLPR-SS

Riguardo la gravitagrave dei sintomi del PTSD in epistasi con il DRD2 Taq1 (allele T di vulnerabilitagrave

per ipoespressione dei recettori D2 della dopamina) la variante 66met del BDNF la attenua

mentre la variante Val-Val la esalta in funzione dellrsquoespressione di tali recettori e

indipendentemente dunque dallrsquoeccesso o dal difetto di DA (Hemmings SM et al 2012)

seppure un ruolo di suscettibilitagrave al PTSD sia stato riconosciuto alla variante 9R del

polimorfismo VNTR nella 3UTR del gene SLC6A3 codificante nellrsquouomo per il trasportatore

della Dopamina (DAT1) come vedremo piugrave avanti (Valente NL et al 2012) Riguardo alla

risposta terapeutica premesso che il trattamento non farmacologico piugrave efficace per il PTSD

egrave risultata la Terapia di Esposizione che mira a facilitare lrsquoestinzione della paura appresa egrave

stato recentemente evidenziato che il BDNF facilita lrsquoestinzione dellrsquoapprendimento e in

12

particolare che la sua variante 66 Met fa prevedere una scarsa risposta alla terapia cognitivo-

comportamentale di esposizione nel PTSD (Felmingham KL et al 2013)

TABELLA RIASSUNTIVA DELLE INTERAZIONI EPISTATICHE NEL DPTS

EPISTASI SERT SS DRD2 T DAT1 9R DAT1 10R

COMT -158met

NET -182C

BDNF Val66Val

Depressione in ECA

uarrsintomi PTSD

BDNF Met66Met

Ansia in ECA

darrsintomi PTSD

DAT1 9R +PTSD In vitro

DAT1 10R + PTSD In vivo

COMT -158met

+PTSD urbano

NET -182C

+PTSD

EPISTASI SERT SS DRD2 T DAT1 9R DAT1 10R

COMT -158met

NET -182C

BDNF Val66Val

Depressione in ECA

uarrsintomi PTSD

BDNF Met66Met

Ansia in ECA

darrsintomi PTSD

DAT1 9R +PTSD In vitro

DAT1 10R + PTSD In vivo

COMT -158met

+PTSD urbano

NET -182C

+PTSD

13

Drsquoaltra parte gli omozigoti 66met del BDNF presentando una riduzione di volume della

Sostanza Grigia (GM) dellrsquoIppocampo e un aumento di quella della Corteccia Orbito Frontale

destra (rOFC) impiegano minor tempo per la remissione dei sintomi depressivi

contrariamente ai 66val che con la stessa riduzione della GM dellrsquoippocampo sinistro

rispondono invece piugrave lentamente alla terapia (Cardoner N et al 2012)

Alcune evidenze suggeriscono uno stato iperdopaminergico con maggior frequenza della

variante 9R del DAT1 nel PTSD Studi in vivo con immagini molecolari di tomografia

computerizzata ad emissione di singolo fotone (SPECT) hanno tuttavia dimostrato un

incremento del potenziale legante del trasportatore della dopamina nello Striato di pazienti

portatori del PTSD Tale aumentata densitagrave di DAT riflette un incrementato turnover locale di

dopamina in grado di contribuire al perpetuarsi e al potenziamento fobico di un evento

traumatico e delle situazioni che lo ricordano (Hoexter MQ et al 2012) confermando i

risultati contraddittori sulla valenza in vivo ed in vitro del suddetto polimorfismo (Heitland I

et al 2012)

Infine il giagrave ricordato riscontro della variante -158met del polimorfismo val158met della

COMT in soggetti che hanno sviluppato PTSD dopo violenza urbana (Valente NL et al 2011

(2) Norrholm SD et al 2013) conferma lrsquoipotesi di un endofenotipo ipernoradrenergico per il

PTSD La COMT egrave infatti preposta a catabolizzare lrsquoeccesso di NE libera intersinaptica in zone

povere dei ricaptatori DAT e NET come la corteccia prefrontale e lrsquoippocampo e la sua

variante 158met ne indica lrsquoipoespressione Pertanto anche la variante NET-182C del

polimorfismo del trasportatore della norepinefrina (SLC6A2-182TC) che ne ipoesprime la

ricaptazione (Valente NL et al 2011-2) si candida a predisponente del PTSD

Bibliografia

Aguilera M Arias B Wichers M Barrantes-Vidal N Moya J Villa H van Os J Ibaacutentildeez MI Ruipeacuterez MA Ortet G Fantildeanaacutes L Early adversity and 5-HTTBDNF genes new evidence of gene-environment interactions on depressive symptoms in a general population Psychol Med 2009 Sep39(9)1425-32 Epub 2009 Feb 12 Auxeacutemeacutery Y (2) Posttraumatic stress disorder (PTSD) as a consequence of the interaction between an individual genetic susceptibility a traumatogenic event and a social context] Encephale Oct 2012 38(5) 373-80 Cardoner N Soria V Gratacograves M Hernaacutendez-Ribas R Pujol J Loacutepez-Solagrave M Deus J Urretavizcaya M Estivill X Menchoacuten JM Soriano-Mas C Val66Met BDNF genotypes in melancholic depression effects on brain structure and treatment outcome Depress Anxiety Nov 2012

14

Felmingham KL Dobson-Stone C Schofield PR Quirk GJ Bryant RA The Brain-Derived Neurotrophic Factor Val66Met Polymorphism Predicts Response to Exposure Therapy in Posttraumatic Stress Disorder Biol Psychiatry Jan 2013 Frielingsdorf H Bath KG Soliman F Difede J Casey BJ Lee FS Variant brain-derived neurotrophic factor Val66Met endophenotypes implications for posttraumatic stress disorder Ann N Y Acad Sci 2010 Oct1208150-7 doi 101111j1749-6632201005722x Grabe HJ Schwahn C Mahler J Appel K Schulz A Spitzer C Fenske K Barnow S Freyberger HJ Teumer A Petersmann A Biffar R Rosskopf D John U Voumllzke H Genetic epistasis between the brain-derived neurotrophic factor Val66Met polymorphism and the 5-HTT promoter polymorphism moderates the susceptibility to depressive disorders after childhood abuse Prog Neuropsychopharmacol Biol Psychiatry 2012 Mar 3036(2)264-70 Epub 2011 Oct 2 Heitland I Oosting R SBaas J M P Massar S A A Kenemans J L Boumlcker K B E Genetic polymorphisms of the dopamine and serotonin systems modulate the neurophysiological response to feedback and risk taking in healthy humans Cogn Affect Behav Neurosci 2012 December 12(4) 678ndash691 Hemmings SM Martin LI Klopper M van der Merwe L Aitken L de Wit E Black GF Hoal EG Walzl G Seedat S BDNF Val66Met and DRD2 Taq1A polymorphisms interact to influence PTSD symptom severity A preliminary investigation in a South African population Prog Neuropsychopharmacol Biol Psychiatry 2012 Oct 25 pii S0278-5846(12)00266-7 doi 101016jpnpbp201210011 [Epub ahead of print] Hoexter MQ Fadel G Feliacutecio AC Calzavara MB Batista IR Reis MA Shih MC Pitman RK Andreoli SB Mello MF Mari JJ Bressan RA Higher striatal dopamine transporter density in PTSD an in vivo SPECT study with [(99m)Tc]TRODAT-1 Psychopharmacology (Berl) 2012 Nov224(2)337-45 doi 101007s00213-012-2755-4 Epub 2012 Jun 15 Kolassa IT Ertl V Eckart C Gloumlckner F Kolassa S Papassotiropoulos A de Quervain DJ Elbert T Association study of trauma load and SLC6A4 promoter polymorphism in posttraumatic stress disorder evidence from survivors of the Rwandan genocide J Clin Psychiatry 2010 May71(5)543-7 Epub 2010 Apr 6 Miller S Hallmayer J Wang PW Hill SJ Johnson SL Ketter TA Brain-derived neurotrophic factor val66met genotype and early life stress effects upon bipolar course J Psychiatr Res 2012 Nov 23 pii S0022-3956(12)00328-7 doi 101016jjpsychires201210015 [Epub ahead of print] Norrholm SD Jovanovic T Smith AK Binder E Klengel T Conneely K Mercer KB Davis JS Kerley K Winkler J Gillespie CF Bradley B Ressler KJ Differential Genetic and Epigenetic Regulation of catechol-O-methyltransferase is Associated with Impaired Fear Inhibition in Posttraumatic Stress Disorder Front Behav Neurosci 2013 Apr 10730 doi 103389fnbeh201300030 Print 2013 Outhred T Das P Dobson-Stone C Griffiths K Felmingham KL Bryant RA Malhi G Kemp AH The functional epistasis of 5-HTTLPR and BDNF Val66Met on emotion processing a preliminary study Brain Behav Nov 2012 2(6) 778-88 Pivac N Kozaric-Kovacic D Grubisic-Ilic M Nedic G Rakos I Nikolac M Blazev M Muck-Seler D The association between brain-derived neurotrophic factor Val66Met variants and psychotic

15

symptoms in posttraumatic stress disorder World J Biol Psychiatry 2012 Apr13(4)306-11 Epub 2011 Jul 6 Rakofsky JJ Ressler KJ Dunlop BW BDNF function as a potential mediator of bipolar disorder and post-traumatic stress disorder comorbidity Mol Psychiatry 2012 Jan17(1)22-35 doi 101038mp2011121 Epub 2011 Sep 20 Valente NL Vallada H Cordeiro Q Miguita K Bressan RA Andreoli SB Mari JJ Mello MF Candidate-gene approach in posttraumatic stress disorder after urban violence association analysis of the genes encoding serotonin transporter dopamine transporter and BDNF J Mol Neurosci 2011 May44(1)59-67 Epub 2011 Mar 29 Valente NL Vallada H Cordeiro Q Bressan RA Andreoli SB Mari JJ Mello MF (2) Catechol-O-methyltransferase (COMT) val158met polymorphism as a risk factor for PTSD after urban violence J Mol Neurosci 2011 Mar43(3)516-23 Epub 2010 Nov 17 Zhang L Benedek DM Fullerton CS Forsten RD Naifeh JA Li XX Hu XZ Li H Jia M Xing GQ Benevides KN Ursano RJ PTSD risk is associated with BDNF Val66Met and BDNF overexpression Molecular Psychiatry (15 January 2013) | doi101038mp2012180

16

Depressione azione epigenetica dei fattori ambientali sullo sviluppo del disturbo attraverso la metilazione

del trasportatore della serotonina (SERT) Evidenze di laboratorio sulla quantificazione dellrsquoeffetto epigenetico del danno e della correzione terapeutica

A cura di Dott Giovanni Borghini- Biologo Genetista

La cronaca continua a portare alla ribalta estremi gesti anti-

conservativi di personaggi apparentemente gratificati da una vita di

successi e popolaritagrave Cosa si nasconde dietro il male oscuro della

depressione egrave una sfida ancora aperta ai piugrave diversi contributi della

ricerca Ne analizzeremo uno in particolare legato alle recenti

acquisizioni della biologia molecolare sui fenomeni epigenetici da

stress e il polimorfismo genico del trasportatore della serotonina

Il trasportatore della serotonina (SERT) e la sua la regione polimorfica gene-linked (5-

HTTLPR) sono ormai pienamente riconosciuti come modulatori del legame tra lo stress della

vita e la depressione Tuttavia i percorsi molecolari implicati in questa interazione gene-

ambiente (GXE) sono ancora in gran parte sconosciuti Alterazioni nel profilo dellrsquoespressione

genica del SERT spesso mediate epigeneticamente sono associate allrsquoinsorgenza di

depressione e possono pertanto costituire un ipotetico mediatore nellrsquo interazione GXE In

un recente articolo (Wankerl M et al 2014) sono stati indagati parallelamente gli effetti dei

polimorfismi genici del SERT (5-HTTLPR) e delle avversitagrave ambientali riferite allrsquointero arco

vitale a partire dagli stress precoci intra-uterini In accordo con la letteratura internazionale

sono emerse strette correlazioni tra variazioni polimorfiche del SERT e i cambiamenti

ambientali (stress precoci traumi prenatali) Studiando in vivo lespressione del SERT in

campioni di cellule di sangue periferico egrave stato valutato se i cambiamenti indotti

dallambiente siano mediati da modificazioni epigenetiche A tale scopo sono stati analizzati

83 siti CpG nel promotore-genico del SERT della grandezza di 799-bp con il metodo

altamente sensibile del ldquopyrosequencingrdquo con bisolfito I partecipanti allo studio sono stati

133 tra giovani e adulti sani I risultati hanno mostrato che sia i portatori dellallele ldquoSrdquo del 5-

17

HTTLPR che i bambini sottoposti a stress materno prenatale (328) e a maltrattamento

infantile (563) presentavano una ridotta espressione del mRNA del SERT rispetto a quelli

senza alcun fattore di rischio I dati dellrsquoarticolo indicano inoltre che i cambiamenti nei livelli

di espressione del mRNA SERT non coincidono con i profili di metilazione del DNA allinterno

delle isole CpG del SERT Egrave quindi ipotizzabile che i cambiamenti persistenti nellespressione

del SERT possano a loro volta dipendere da un alterato funzionamento serotoninergico e

probabilmente si sommano la vulnerabilitagrave a differenti malattie associate al 5-HTTLPR e le

avversitagrave precoci

Bibliografia M Wankerl1 R Miller1 C Kirschbaum1 J Hennig2 T Stalder1 and N Alexander1 Effects of genetic and early environmental risk factors for depression on serotonin transporter expression and methylation profiles Transl Psychiatry Jun 2014 4(6) e402 Published online Jun 17 2014 doi 101038tp201437 PMCID PMC4080318 Franke L Therstappen E Schlosser B Biermer M Berg T Schaumlfer M Arck P Uebelhack R Friebe A A Preliminary Study on the Relationship between Platelet Serotonin Transporter Functionality Depression and Fatigue in Patients with Untreated Chronic Hepatitis C Depress Res Treat 20142014821381 doi 1011552014821381 Epub 2014 Mar 20 Domschke K Tidow N Schwarte K Deckert J Lesch KP Arolt V Zwanzger P Baune BT Serotonin transporter gene hypomethylation predicts impaired antidepressant treatment response Int J Neuropsychopharmacol 2014 Aug17(8)1167-76 doi 101017S146114571400039X Epub 2014 Mar 28

18

SVILUPPO PUBERALE E TESSUTO ADIPOSO A cura di Dottssa Martina Beltrami - Dietista

La pubertagrave egrave una fase di transizione che determina la

maturitagrave riproduttiva tra linfanzia e letagrave adulta

La pubertagrave egrave legata a importanti cambiamenti sviluppo

delle caratteristiche sessuali secondarie lo sviluppo

somatico il menarca modificazioni psicologiche

Lormone di rilascio delle gonadotropine (GnRH) che

per tutta linfanzia viene prodotto in modo sporadico

inizia ad essere prodotto in modo pulsatile e regolare

La frequenza e lampiezza della sua produzione

determinano la produzione degli ormoni responsabili di portare allovulazione e poi la

regolaritagrave dei cicli mestruali

Tra la prima mestruazione e la piena maturazione possono passare 3-4 anni

Negli ultimi anni si egrave evidenziato come uno sviluppo precoce o tardivo sia correlato

negativamente con la salute della donna

Letagrave del menarca e lincidenza con la sindrome metabolica sono correlati con una curva a U

per la quale sia unetagrave troppo precoce (prima dei 10 anni) sia unetagrave tardiva (dopo i 16anni)

portano ad un aumentato rischio di sviluppare la sindrome metabolica nellarco dei successivi

26 anni (1)

Un menarca precoce egrave un fattore di rischio a tutte le patologie estrogeno dipendenti

(iperandrogenismo pcos tumore alla mammela) e dal punto di vista psicologico puograve essere

traumatico

Un menarca tardivo egrave correlato a osteopenia il picco di accumulo di densitagrave ossea avviene

tra letagrave puberale e i 25anni se lo sviluppo puberale tarda avrograve meno tempo a disposizione

per aumentare la densitagrave ossea

I fattori nutrizionali sono considerati uno dei principali fattori che influenzano linizio dello

sviluppo puberale

19

La Leptina egrave un ormone prodotto dal tessuto adiposo ed egrave strettamente correlata alla sua

quantitagrave Piugrave aumenta lindice di massa corporea (BMI) e piugrave aumenta la percentuale di

Leptina prodotta

La Leptina agisce sui processi di termogenesi sul comportamento alimentare e sulla funzione

riproduttiva Le modificazioni dei livelli di leptina indicano se le riserve energetiche

dellorganismo sono sufficienti per sostenere lo sviluppo puberale La leptina agisce quindi

come un segnale periferico per lipotalamo ed egrave necessaria per lo sviluppo puberale

Alcuni studi hanno evidenziato come letagrave del menarca sia strettamente correlata ai livelli

circolanti di leptina

La leptina circolante infatti aumenta di circa il 30 nei 6 mesi precedenti il menarca(2)

Negli ultimi decenni il sovrappeso egrave aumentato nella popolazione e non a caso anche letagrave

media del primo menarca egrave scesa da 13 a 12 anni circa

Letagrave del menarca egrave correlata piugrave al peso corporeo che non alletagrave cronologica

Se andiamo a modificare per carenza o per eccesso il grasso corporeo la produzione di

leptina cambia e il menarca puograve anticipare o tardare

Bambine di 5-7 anni in sovrappeso hanno maggior probabilitagrave di uno sviluppo puberale

anticipato a 9 anni (3)

Ballerine ginnaste o ragazze con un BMI piugrave basso rispetto alle coetanee spesso hanno un

menarca tardivo

Da alcuni studi sembrerebbe che un percentuale minima del 16 di grasso sia necessaria

affinchegrave avvenga lo sviluppo puberale e il 22 per avere cicli regolari (4)

Riuscire a identificare precocemente i soggetti a rischio permette di intervenire

tempestivamente lavorando sullindice di massa corporea per recuperare anni sui fattori di

rischio

Bibliografia

1) Mueller NT1Duncan BBBarreto SMChor DBessel MAquino EMPereira MASchmidt MI Earlier age at menarche is associated with higher diabetes risk and cardiometabolic disease risk factors in Brazilian adults Brazilian Longitudinal Study of Adult Health (ELSA-Brasil) 2) Lassek W D and Gaulin S JC (2007) Menarche is related to fat distribution Am J Phys Anthropol 1331147ndash1151 doi101002ajpa20644

20

3) Davison et al Percent Body Fat at Age 5 Predicts Earlier Pubertal Development Among Girls at Age 9 Pediatrics 2003 1114 815-821 4) Rose E Frisch1Roger Revelle1 Height and Weight at Menarche and a Hypothesis of Critical Body Weights and Adolescent Events Science 24 July 1970 Vol 169no 3943pp 397-399

21

Attivitagrave ormonale e distribuzione di grasso

generalizzato

A cura di Dottssa Bruzzone Francesca ndash Dietista

Mentre della localizzazione del tessuto adiposo a livello addominale piuttosto che in zona

gluteo-femorale si tratta lungamente (distinguendo lrsquoobesitagrave androide da quella ginoide) dei

soggetti che accumulano grasso in modo omogeneo nei vari distretti corporei si parla in

minor misura nonostante tale fenomeno interessi ugualmente genere maschile e genere

femminile

La predisposizione a immagazzinare le riserve energetiche in una

zona piuttosto che in unrsquoaltra varia in relazione a etagrave sesso razza

di appartenenza attivitagrave fisica alimentazione e azione ormonale

Questi ultimi tre fattori sono strettamente correlati e dipendenti

lrsquouno dallrsquoaltro

Le persone in sovrappeso che presentano delle forme corporee

come quelle della figura a lato solitamente possiedono arti lunghi

ossa piccole faccia ovale o allungata e vita alta Essi localizzano il

grasso in tutto il corpo ad eccezione dei polpacci non sopportano il

caldo adorano i carboidrati e il caffegrave alternano la loro giornata tra energia e stanchezza e

passano da entusiasmo e presa di iniziativa nei periodi positivi a depressione e irritabilitagrave nei

momenti di stress

Tutte queste caratteristiche sono determinate dal ruolo degli ormoni nella gestione della

regolazione delle funzioni corporee e dellrsquoemotivitagrave

I soggetti che tendono ad ingrassare sia nella zona addominale che in quella inferiore del

corpo infatti annoverano molto spesso un lungo passato di squilibrio ormonale in cui si

sovrappongono fattori eziologici tipici del grasso androide ad altri caratteristici del grasso

ginoide

Generalmente questi individui acquistano peso a causa di una alterata attivitagrave tiroidea (loro

ghiandola dominante) provocata da un consumo protratto ed eccessivo di carboidrati

raffinati e di zuccheri semplici Ciograve conduce nel tempo a una soppressione dellrsquoefficienza

tiroidea e della secrezione dellrsquoormone somatotropo (HGH) e quindi a un accumulo di grasso

22

generalizzato conseguente alla riduzione del metabolismo basale e del mancato effetto

lipolitico Lrsquoormone della crescita e gli ormoni tiroidei infatti vengono inibiti dal cortisolo il

quale egrave stimolato proprio dallrsquoipoglicemia reattiva allrsquoiperglicemia dovuta a un pasto ricco di

zuccheri semplici e carboidrati raffinati Anche la caffeina egrave in grado di aumentare la

produzione di cortisolo insieme a stress scarsa idratazione e digiuni prolungati Tale

ormone insieme agli squilibri insulinici che si innescano agevola lrsquoaumento ponderale

attraverso meccanismi quali la sollecitazione della lipoproteina lipasi e lrsquoaumento di

ritenzione idrica

La dieta piugrave adeguata per il dimagrimento di questi soggetti quindi prevede una riduzione

dei cereali bianchi degli zuccheri e della caffeina a favore di farinacei integrali proteine

nobili (specie di origine ittica per stimolare la tiroide attraverso il contenuto di iodio) e

verdura egualmente distribuiti nei vari pasti senza dimenticare una buona idratazione

Lrsquoazione degli ormoni nella localizzazione del grasso non si esprime soltanto in relazione agli

stimoli alimentari ma anche in rapporto allrsquoattivitagrave fisica coadiuvante il dimagrimento

Essendo la tiroide particolarmente attiva in tarda mattinata ad esempio il momento

migliore per allenarsi sarebbe questo per avere la possibilitagrave di stimolare al meglio le

funzioni metaboliche e il consumo dei grassi Se invece viene svolto un allenamento con i

pesi mirato ad implementare la forza esso non dovrebbe superare i 60 minuti in modo da

evitare unrsquoesosa produzione di cortisolo

Bibliografia

Massimo Spattini -La dieta ldquocomrdquo e il dimagrimento localizzato- Tecniche Nuove 2012

23

Approccio nutrizionale alla sindrome premestruale

A cura di Dottssa Chiara Di Gianvittorio ndash Dietista

La sindrome premestruale (PMS) egrave un disturbo

molto comune nelle donne in etagrave fertile e si

caratterizza per una serie di sintomi fisici e

psicologici che insorgono nella fase luteinica e

tendono a scomparire con il sopraggiungere del

flusso La sua prevalenza egrave stata stimata nel 30-40

della popolazione femminile in etagrave riproduttiva I

sintomi principali sono gonfiore stipsi dolori

addominali ritenzione idrica ma possono

aggiungersi ansia insonnia repentini cambi di umore irritabilitagrave stanchezza e attacchi di

fame Ogni donna vive a suo modo queste manifestazioni che possono verificarsi

contemporaneamente o solo in parte e la cui gravitagrave egrave variabile

Le cause della sindrome premestruale sono da rintracciarsi nello squilibrio ormonale dato

dallrsquoavvicendarsi di estrogeni e progesterone in fattori nutrizionali o in eventuali anomalie

funzionali dellrsquoasse ipotalamo-ipofisi-surrene che comportano alterazioni della secrezione di

ormoni sessuali Anche i crescenti livelli di prolattina possono contribuire ai sintomi

provocando dolori al seno e gonfiore Infine sembra che si verifichi una diminuzione di

dopamina e serotonina endorfine in grado di regolare il tono dellrsquoumore Le conseguenze di

tale sbilancio sono evidenti anche nella concentrazione nel siero di alcuni microelementi

magnesio e calcio risultano carenti nella fase luteinica e implicati quindi nella genesi di alcuni

dei sintomi Entrambi infatti sono coinvolti nellrsquoattivitagrave e nel rilascio di neurotrasmettitori e

nelle funzioni neuromuscolari

Considerando quindi la varietagrave dei disturbi e lrsquoimpatto che gli stessi possono avere sulla

qualitagrave di vita della donna unrsquoattenta alimentazione risulta utile quanto necessaria Nello

specifico lrsquoattenzione egrave rivolta al consumo attraverso la dieta di grassi saturi insaturi fibre

zuccheri semplici sostanze nervine e microelementi

Evidenze scientifiche mostrano che riducendo il contenuto di grassi nella dieta ed

aumentando il consumo di fibre e vegetali si abbassano i livelli ematici di estrogeni e di

24

conseguenza migliora la sintomatologia e il dolore mestruale Il fegato infatti estrae gli

estrogeni dal torrente ematico e li invia attraverso lrsquoalbero biliare nel tubo digerente Ligrave la

fibra proveniente da frutta verdura legumi e cereali sequestra gli estrogeni impedendone il

riassorbimento e promuovendone lrsquoescrezione fecale Le variazioni nei livelli ormonali sono

state studiate soprattutto nelle donne vegetariane riscontrando in conclusione una

correlazione tra le concentrazioni nel plasma di estrone ed estradiolo e il consumo di grassi

saturi Tali ormoni infatti diminuivano allrsquoaumentare dellrsquoapporto di fibre con la dieta Al

momento egrave in corso di studio dunque il ruolo della dieta vegetariana nella prevenzione e

gestione della sindrome premestruale Un ulteriore dato oggettivo a favore egrave

rappresentato dallrsquoutilizzo di alimenti come la soia ricca in fitoestrogeni Questi ultimi sono

estrogeni vegetali dallrsquoeffetto blando che agiscono come antagonisti riducendo la capacitagrave

dellrsquoestrogeno endogeno di legarsi al loro recettore cellulare Il risultato egrave una minore

stimolazione sulle cellule ormono-sensibili e una migliore gestione dei sintomi

Unrsquo ulteriore precisazione va fatta per i grassi nella dieta non solo la quantitagrave ma anche la

qualitagrave influisce sullrsquoinsorgenza dei disturbi del ciclo mestruale Unrsquoalimentazione ricca di

grassi polinsaturi Omega 3 si associa ad una sintomatologia piugrave modesta Infatti tali grassi

riducono la produzione di prostaglandine nellrsquoorganismo coinvolte nei processi di

infiammazione dolore contrazione muscolare e vasocostrizione

Banditi inoltre gli zuccheri semplici in quanto hanno un forte impatto sulla glicemia e

influenzano il rilascio dei neurotrasmettitori responsabili del tono dellrsquoumore (serotonina

adrenalina dopamina noradrenalina ecc) e del senso dellrsquoappetito

Altra accortezza per migliorare la gestione della sindrome premestruale egrave la riduzione

dellrsquoapporto di sodio e caffeina (o altre sostanze nervine come tegrave coca cola etc)

rispettivamente per limitare la ritenzione idrica e ridurre irritabilitagrave e insonnia

Infine egrave stato ampiamente studiato lrsquoapporto vitaminico e gli effetti su tali disturbi con

particolare attenzione alle vitamine del gruppo B assunte attraverso la dieta e non sotto

forma di integratori alimentari Lrsquointake di Tiamina e Riboflavina sembra avere un ruolo nellrsquo

incidenza della sindrome premestruale in quanto risultano implicate nel metabolismo di

neurotrasmettitori come Serotonina e GABA (Acido γ-amminobutirrico) che intervengono

migliorando lrsquoumore e agiscono indirettamente nella funzionalitagrave ovarica e riproduttiva

Al momento egrave in corso di valutazione lrsquointegrazione nella fase luteinica con Magnesio e

Calcio La loro contemporanea somministrazione genera un effetto sinergico nel ridurre gli

25

spasmi della muscolatura uterina e migliorare lrsquoumore Anche alcuni rimedi fitoterapici

sembrano alleviare la sintomatologia agnocasto ginkgo biloba e zafferano Ulteriori studi

sono perograve necessari per chiarire se realmente possa esserci un beneficio da eventuali

supplementazioni con microelementi o erbe Per ora rimane la certezza che una dieta

equilibrata ricca in frutta verdura legumi e acidi grassi polinsaturi sia la strategia drsquoelezione

nella gestione delle forme piugrave lievi di sindrome premestruale

Bibliografia

Adlercreutz H Martin F et al Steroid absorption and enterohepatic re cycling-

(httpwwwcontraceptionjournalorgarticle0010-782428792990094-5abstract)-

Contraception 1979 20 201-23

Baker LJ OrsquoBrien PM Premenstrual syndrome (PMS) a peri-menopausal perspective-

(httpwwwmaturitasorgarticleS0378-512228122900111-9fulltext) - Maturitas 2012

72(2)121-5

Chou T- Wake up and smell the coffee Caffeine coffee and the medical consequences-

httpwwwncbinlmnihgovpmcarticlesPMC1022034 - West J Med 1992 Nov157(5)544-53

Dante G Facchinetti F Herbal treatments for alleviating premenstrual symptoms a systematic

review- (httpinformahealthcarecomdoiabs1031090167482X2010538102)- J Psychosom

Obstet Gynaecol 2011 Mar32(1)42-51

Deutch B Menstrual pain in Danish women correlated with low n-3 polyunsaturated fatty acid

intake- (httpwwwncbinlmnihgovpubmed7588501) Eur J Clin Nutr 1995 Jul49(7)508-16

Gigante DP et al Population study of premenstrual syndrome-

(httpwwwscielosporgscielophpscript=sci_arttextamppid=S0034-

89102006000100009amplng=enampnrm=isoamptlng) - Rev Saude Publica 2006 40(1)47-56

Girman A Lee R Kligler B An integrative medicine approach to premenstrual syndrome- (

httpwwwajogorgarticleS0002-937828032900357-0fulltext) -Am J Obstet Gynecol 2003

188(5 Suppl)S56-65

Goldin BR Adlecreutz H et al Estrogen extrection patterns and plasma levels in vegetarian and

omnivorous women- (httpwwwnejmorgdoifull101056NEJM198212163072502 )- N Engl J

Med 1982 3071542-7

26

Halbreich U The etiology biology and evolving pathology of premenstrual syndromes-

(httpwwwsciencedirectcomsciencearticlepiiS0306453003000970)

Psychoneuroendocrinology 200328(suppl 3)55ndash99

Larissa Almenara Silva dos Santos Vilma Blondet de Azeredo et al-Seric ion level and its

relationship with the symptoms of premenstrual syndrome in young women-

(httpwwwnutricionhospitalariacompdf6648pdf) - Nutr Hosp 2013 28(6)2194-2200 Silva CM

Margot N Woods Sherwood L et al Low-fat high fiber diet and serume estrone sulfate in

premenopausal women (httpajcnnutritionorgcontent4961179fullpdf+htmlsid=38ae9820-

e92f-4cfe-b019-a9b3ce1d92e7) - Am J Clin Nutr 1989 49 1179-83

Sohrabi N Kashanian M et al - Evaluation of the effect of omega-3 fatty acids in the treatment of

premenstrual syndrome a pilot trial-

(httpwwwcomplementarytherapiesinmedicinecomarticleS0965-229928122900174-

4fulltext ) Complement Ther Med 2013 Jun21(3)141-6

Thys-Jacobs S Micronutrients and the premenstrual syndromethe case for calcium-

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed10763903) - Journal of the American College of Nutrition

2000 19 (2) 220-7

Patricia O Chocano-Bedoya JoAnn E Manson et al Dietary B vitamin intake and incident

premenstrual syndrome- (httpajcnnutritionorgcontent9351080long) Am J Clin Nutr 2011

93 1080-6

27

Attuali evidenze epidemiologiche in tema di malattia

celiaca

A cura di Dottssa Chiara Di Gianvittorio ndash Dietista

La malattia celiaca egrave un disturbo

autoimmune che si sviluppa in

persone geneticamente predisposte

in conseguenza dellrsquoesposizione a

fattori ambientali (glutine nella dieta

come prima causa) La prevalenza

del disturbo egrave molto variabile gli

ultimi dati riguardo la distribuzione della malattia parlano di un incremento in alcune aree

mondiali Il miglioramento delle tecniche diagnostiche e la migliore conoscenza della

malattia non bastano perograve a spiegare la crescita verificatasi negli ultimi 30- 40 anni

La nuova epidemiologia dellrsquo intolleranza al glutine egrave ora caratterizzata da un aumento di

nuovi casi in aree storiche (Europa del Nord e gli Stati Uniti) ma piugrave interessante egrave la crescita

della malattia in nuove regioni (paesi asiatici) A spiegare ciograve probabilmente ci sono

cambiamenti nelle abitudini alimentari soprattutto in etagrave infantile oltre che lrsquoutilizzo di

nuovi mezzi diagnostici

In Europa e Stati Uniti la frequenza sulla popolazione egrave di circa lrsquo 1 con alcune differenze

regionali In Finlandia e Svezia si calcola una prevalenza del 2-3 mentre in Germania solo

dello 02 nonostante i fattori causali sembrino essere simili (livello di assunzione di glutine

e frequenza di HLA-DQ2 e -DQ8) Sebbene lincidenza e i casi diagnosticati siano in

aumento rimane lrsquo ldquoiceberg celiacordquo a nascondere con un rapporto che varia da 13 a 15

(casi diagnosticati e non diagnosticati) la reale distribuzione della malattia

Oltre a Europa e Nord America lepidemiologia dellrsquo intolleranza al glutine egrave stata studiata in

molti altri paesi per lo piugrave popolati da individui di origine europea In queste zone i dati si

sovrappongono in larga misura a quelli del vecchio e del nuovo continente Nuove evidenze

arrivano dal Nord Africa e dai Paesi del Medio Oriente in cui il disturbo egrave presente

nonostante la scarsa disponibilitagrave di strutture diagnostiche e la scarsa consapevolezza della

28

malattia In Saharawi una popolazione araba che vive nel Sahara occidentale la prevalenza

della malattia egrave eccezionalmente elevata (56) per ragioni ancora poco chiare

La conoscenza della malattia nelle regioni asiatiche invece egrave ancora limitata e per lo piugrave

confinata in India dove egrave stata riconosciuta sia nei bambini che negli adulti Tuttavia come

efficacemente descritto da una task force indiana lrsquointolleranza al glutine in India egrave

ldquoimmerso in un oceano di malnutrizionerdquo La frequenza sembra essere maggiore nella parte

settentrionale probabilmente in conseguenza del largo consumo di grano rispetto al riso

Difficile ottenere dei numeri ma si stima che da 5 a 8 milioni di persone in India potrebbero

avere la malattia Purtroppo perograve ad oggi solo poche migliaia di pazienti sono stati

diagnosticati

Infine difficile comprendere anche la distribuzione in Cina a causa della grande popolositagrave I

fattori predisponenti (consumo di grano e genotipo HLA-DQ2 e DQ8) sono presenti cosigrave

come le prime evidenze in letteratura ma egrave necessario proseguire negli accertamenti

epidemiologici Risulta invece raro il disturbo in paesi come Giappone Corea Indonesia e

Filippine a causa del basso consumo di frumento e del patrimonio genetico

In sintesi i dati disponibili suggeriscono che lincidenza dellrsquo intolleranza al glutine egrave

veramente in aumento e che la malattia egrave attualmente molto piugrave comune in alcune aree

rispetto al passato Ulteriori studi epidemiologici perograve si rendono necessari per

comprendere meglio la distribuzione sulla popolazione e la correlazione con i fattori genetici

e ambientali

Bibliografia

Bai JC Fried M et al -World gastroenterology organisation global guidelines on celiac disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed23314668) - J Clin Gastroenterol 2013 47121ndash6

Catassi C Gatti S et al- The New Epidemiology of Celiac Disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed24979197)- JPGN Luglio 2014 Volume 59 supplement 1

Fasano A Berti I et al- Prevalence of celiac disease in at-risk and not-at-risk groups in the United

States a large multi center study (httparchintejamanetworkcomarticleaspxarticleid=215079)-

Arch Int Med 2003163286ndash92

29

Kochhar R Dachdev S et al- Prevalence of coeliac disease in healthy blood donors a study from

north India (httpwwwsciencedirectcomsciencearticlepiiS1590865812000229)- Dig Liver Dis

201244530ndash2

Kang JY Kang AHY et al -Systematic review worldwide variation in the frequency of Coeliac Disease

and changes over time

(httponlinelibrarywileycomdoi101111apt12373abstractjsessionid=91309CB937E7B5E094A

3B7F08441695f04t04)- Aliment Pharmacol Ther 201338226ndash45

Mustalahti K Catassi C et al- The prevalence of celiac disease in Europe results of a centralized

international mass screening project

(httpinformahealthcarecomdoiabs103109078538902010505931)- Ann Med 201042587ndash

95

30

Malattia celiaca e microbiota intestinale il ruolo dei

Bifidobatteri

A cura di Dottssa Chiara Di Gianvittorio ndash Dietista

La malattia celiaca egrave un disordine autoimmune scatenato dallrsquoingestione di alimenti

contenenti glutine in soggetti predisposti Lrsquoinfiammazione che ne risulta a carico del

piccolo intestino provoca atrofia dei villi e malassorbimento dei nutrienti I fattori implicati

nello sviluppo di questa patologia sono genetici e ambientali Tra questi ultimi troviamo

unrsquoesposizione troppo precoce al glutine insufficiente allattamento al seno infezioni

intestinali e squilibri della flora batterica residente La manifestazione clinica egrave varia e

include disturbi gastrointestinali come gonfiore vomito diarrea dispepsia perdita di peso e

disturbi extraintestinali come anemia malattie del fegato e dermatiti

Attualmente in studio egrave la relazione tra malattia celiaca e flora batterica intestinale che

risulta fondamentale per lrsquoequilibrio e la salute del tratto gastroenterico Il microbiota

umano egrave infatti lrsquoinsieme di microrganismi simbiontici dellrsquointestino Negli esseri umani si

trovano tra le 500 e le 1000 specie differenti di microrganismi di cui la maggioranza

anaerobi Tra questi ci sono i Bifidobatteri che svolgono una duplice azione diretta

contrastando i batteri patogeni e indiretta per interazione con il tessuto linfoide intestinale

(GALT) di cui ne stimola lrsquoattivitagrave

Alcuni ceppi di questi batteri inoltre sembrano inibire la risposta infiammatoria e il danno

alla mucosa che insorgono in conseguenza dellrsquoingestione di gliadina Infatti studi in vitro

hanno mostrato che tali microrganismi possono ridurre la produzione di citochine

infiammatorie (IFN-γ e IFN-α) e aumentare quella di IL-10 Un ulteriore effetto positivo

riguarda lrsquoincremento di cellule caliciformi nel piccolo intestino ridotte a causa della tossicitagrave

da glutine Infine oltre agli effetti immunomodulatori ceppi specifici come il

Bifidobacterium longum contribuiscono allrsquoidrolisi dei peptidi di gliadina durante la

digestione riducendo la presenza di aminoacidi tossici e dei loro effetti avversi

I Bifidobatteri risultano quindi protettivi contro la risposta infiammatoria e il danno

mucosale causato dal glutine Ci si chiede a questo punto se squilibri della microflora

31

possano costituire concausa nello sviluppo della patologia e se egrave possibile migliorarne la

gestione ristabilendo lrsquoequilibrio intestinale con probiotici

Attualmente cambiamenti nel microbiota intestinale sono stati dimostrati nei bambini

celiaci Negli adulti le evidenze parlano di una riduzione di Bifidobatteri sia al momento della

diagnosi che a dieta aglutinata ed un aumento dei Bacteroides (batteri gram negativi e

anaerobici) sia nelle feci che sulle biopsie dei celiaci Inoltre crsquoegrave una riduzione nella

variabilitagrave della specie sia prima che dopo la dieta Tali squilibri vanno ovviamente ad

incidere sul processo patologico

I probiotici sono costituiti da microrganismi vivi che devono essere in grado di svolgere

effetti positivi sulla flora batterica intestinale In alcuni studi si egrave dimostrato come alcuni di

essi possano avere una particolare utilitagrave per i celiaci anche se si tratta ancora di approcci a

livello sperimentale Unrsquo indagine condotta su 64 soggetti (26 pazienti celiaci con dieta

contenente glutine 18 celiaci a dieta gluten-free e 20 soggetti sani) ha portato a valutare se

la flora batterica intestinale possa contribuire ai sintomi pro-infiammatori della celiachia e se

con due specifici ceppi di Bifidobatteri sia possibile ottenere benefici I risultati

confermarono le ipotesi e il ruolo positivo svolto dai ceppi Bifidobacterium longum e

Bifidobacterium bifidum sul quadro infiammatorio

Lrsquouso di specifici batteri probiotici potrebbe quindi contribuire al miglioramento della

patologia ma egrave necessario approfondire ulteriormente con modelli sperimentali e studi

clinici il loro ruolo a supporto della terapia classica

Bibliografia

Collado MC Donat E et al- Imbalances in faecal and duodenal Bifidobacterium species composition

in active and non active coeliac disease (httpwwwncbinlmnihgovpubmed19102766)- BMC

Microbiol 2008 2321-9

Di Cagno R Rizzello CG et al- Different fecal microbiotas and volatile organic compounds in treated

and entrate children with celiac diseaseAppl And Environ Microbiol 2009 75 3963-71

Golfetto L Senna FD et al- Lower Bifidobacteria counts in adult patients with celiac disease on a

gluten- free diet

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Lower+Bifidobacteria+counts+in+adult+patients+with

+celiac+disease+on+a+gluten-+free+diet)- Arq Gastroenterol 2014 51 139-43

32

Ghosh S- Advances in our understanding of the pathogenesis of celiac disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed21523256)- Can J Gastroenterol 2011 25186

Medina M De Palma G- Bifidobacterium strains suppress in vitro the pro-inflammatory milieu

trigged by large intestinal microbiota of coeliac patients

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Bifidobacterium+strains+suppress+in+vitro+the+pro-

inflammatory+milieu+trigged)- J Inflamm 2008 519

Sanders ME- Impact of probiotics on colonizing microbiota of the gut

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed21992949)- J Clin Gastroenterol 2011 45S115-9

Sanz Y De Pama G et al- Unraveling the ties between celiac disease and intestinal microbiota

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Unraveling+the+ties+between+celiac+disease)- Int

Rev Immunol 2011 30 207-18

33

CAPSICUM ANNUUM IL ROSSO CHE PROTEGGE LA

TUA SALUTE

A cura di Dottssa Giusi Balzano ndash Biologa nutrizionista

Il peperoncino rosso il cui nome scientifico egrave Capsicum annuum appartiene alla famiglia

delle Solanacee ed egrave originario delle Americhe

Dal ritrovamento di reperti archeologici sappiamo con certezza che fin dal 5000 aC circa la

popolazione messicana conosceva il peperoncino il quale fu importato in Europa da

Cristoforo Colombo nel 1493

Capsicum annuum

Il peperoncino a dispetto di tante credenze gode di tante proprietagrave benefiche e forse per

associazione con il pepe si tende erroneamente a credere che sia poco salutare

Come pianta egrave facilmente coltivabile e si adatta a diversi climi puograve essere coltivato nei vasi

e su un terrazzo limportante egrave che stia in pieno sole Nei periodi piugrave freddi conviene ad

ogni modo tenerlo al riparo in quanto non sopporta bene un clima troppo rigido Il

peperoncino egrave una pianta annuale e le parti consumate sono i frutti le bacche contenenti

dei semi bianco-giallastri Esistono tantissime qualitagrave di peperoncino e le bacche possono

essere consumate fresche cotte o crude I colori dei peperoncini (frutto) sono molteplici

verdi gialli rossi arancione bruno scuro e marrone scuro La sensazione di piccante data dal

peperoncino egrave dovuta alla capsaicina che in proporzione alla quantitagrave disponibile nel seme

ne determina appunto la piccantezza In realtagrave quando si mangia un peperoncino la

risposta di bruciore data dallorganismo egrave solo una sensazione che il cervello invia come

34

risposta allattivazione di alcuni termorecettori presenti nella bocca con cui proprio la

capsaicina viene a contatto Tra le proprietagrave del peperoncino troviamo

funzione dimagrante egrave accentuanto il consumo di calorie ad opera della capsaicina principio

attivo del peperoncino

proprietagrave antibiotiche antibatteriche e antiossidanti ad opera dei flavonoidi e capsaicinoidi

E anche molto utile nella cura di raffreddore bronchite e sinusite

flusso sanguignoazione vasodilatatrice il caratteristico potere piccante urticante del

peperoncino porta con seacute una specifica azione della capsicina sulla circolazione periferica

del sangue La dilatazione dei vasi sanguigni egrave funzionale alla regolazione ottimale della

pressione e della circolazione del sangue che aumenta dopo lassunzione I capillari

diventano piugrave elastici e il sangue risulta piugrave ossigenato Egrave per questo che il peperoncino utile

per scaldarsi in inverno diventa anche importante nella dieta estiva per difendersi dal caldo

torrido e dallumiditagrave

cuore e colesterolo la regolazione del flusso del sangue aiuta a mantenere pulito il sistema

endovenoso congiuntamente allazione della lecitina e di altri olii essenziali evitando la

comparsa di placche che bloccano il flusso sanguigno I capsaicinoidi svolgono unazione

importante nelle diete ad alto contenuto di sostanze grasse Il peperoncino aiuta a ridurre

eccessivi livelli di colesterolo accelerandone la ripartizione e lespulsione

digestione e metabolismo il peperoncino aumenta la secrezione di succhi gastrici e migliora

la digestione grazie al suo potere antifermentativo e inoltre tiene pulite le mucose Nelle

diete in cui egrave prevista unassunzione regolare linfluenza del capsicum porta a migliorare e

velocizzare i processi metabolici Attenzione perograve in caso di bruciore fastidioso e

persistente dopo ingestione di peperoncino associato ad uninfiammazione della gola

dellesofago o dello stomaco mangiare un pezzo di formaggio o di pane o bere birra risulta

essere di grande aiuto contro i fastidi menzionati

mal di collo e mal di schiena efficace contro artriti e reumatismi il peperoncino egrave un

ingrediente essenziale di molte creme e gel antinfiammatori ad azione topica Aiuta ad

alleviare il dolore migliorando la circolazione sanguigna

azione anti-tumorale la vitamina C egrave un significativo agente anti-cancro previene infezioni e

tumori I peperoncini freschi ne sono ricchi e riescono a fornirci acido ascorbico (vitamina C)

proprio in estate ed autunno quando la nostra dieta mediterranea egrave piugrave povera di agrumi

35

mal di testa e depressione lassunzione della capsicina provoca bruciore e dolore nella bocca

e nelle pareti interne del sistema gastroenterico Il nostro corpo reagisce cominciando a

rilasciare maggiori quantitagrave di adrenalina aumentando al contempo la produzione di

endorfine Il nostro corpo risulta energizzato laumento del flusso del sangue al cervello dagrave

sollievo poi sopraggiungono le endorfine vere e proprie ldquodrogherdquo naturali cioegrave oppioidi

endogeni che vengono prodotti internamente dal nostro organismo ed hanno potere

eccitativo ed analgesico alleviando cefalee ed altri dolori

azione afrodisiaca insieme alla vitamina C nel peperoncino cegrave anche la vitamina E

responsabile della stimolazione e della regolazione di molti processi legati alla feconditagrave

sessuale

Bibliografia

1 Tewksbury JJ Levey DJ Huizinga M Haak DC Traveset A Costs and benefits of capsaicin-mediated control of gut retention in dispersers of wild chilies Ecology 89 107-17 2008

2 Govindarajan VS Sathyanarayana MN Capsicum--production technology chemistry and quality Part V Impact on physiology pharmacology nutrition and metabolism structure pungency pain and desensitization sequences Crit Rev Food Sci Nutr 29 435-74 1991

36

Rape Rosse - Tubero e foglie un beneficio a 360deg

A cura di Dottssa Giusi Balzano ndash Biologa nutrizionista

Barbe rosse barbabietole rosse o ancora carote rosse

sono tutti sinonimi dialettali che fanno riferimento alle

rape rosse

Queste sono tuberi noti in botanica come Beta vulgaris

var rapa forma rubra si tratta di una pianta

appartenente alla famiglia delle Chenopodiaceae ed al genere Beta Menzionata in alcuni

antichissimi scritti greci risalenti al 420 aC periodo in cui il tubero rosso era noto

semplicemente come beta secondo il pensiero di altri autori lorigine delle rape rosse risale

addirittura al 2000 aC considerata la presenza di alcuni reperti archeologici che la

attestano

Malgrado gli appelli di dietologi e specialisti dellalimentazione si tende spesso a

dimenticare limportanza fitoterapica e benefica di alcuni ortaggi come in questo specifico

caso le rape rosse

Le rape rosse contengono pochissime calorie (solamente 19 per 100 grammi di prodotto)

per questo motivo rientrano tra i cibi ipocalorici ottimi alimenti preferibili in diete bilanciate

che presuppongono una marcata restrizione calorica Ersquo ricca di acqua corrispondente a

circa il 91 si contano solo il 4 di carboidrati ed il 26 di fibre contiene diverse vitamine

in particolare del gruppo B e una buona quota di sali minerali soprattutto potassio sodio

calcio ferro e fosforo ed egrave ricca anche di zuccheri Nella radice della rapa rossa si ritrova un

glicoside che attribuisce la tipica colorazione rosso vivo alla rapa si tratta della betaina

sfruttata dallindustria alimentare come colorante naturale (E 162) Altro pigmento

riscontrato nella rapa rossa egrave la betaxantina che le conferisce striature giallastre Ancora

nella radice di rapa rossa si trovano altre sostanze sfruttate nella fitoterapia e nella cosmesi

quali saponine antociani flavonoidi in genere ed allantoine (proprietagrave idratanti e

disarrossanti)

37

Proprietagrave terapiche

Una delle proprietagrave curative principali di questo ortaggio riguarda il potere lassativo spesso

utile per combattere la stitichezza e le emorroidi La rapa rossa egrave anche un buon rimedio per

migliorare la funzione epatica e combattere le infezioni delle vie urinarie Le sue foglie sono

unrsquoottima fonte di vitamina A e le radici sono una buona fonte di vitamina C Le foglie

vengono cucinate o servite fresche come verdura mentre le radici o teste possono essere

affettate in insalate o cotte intere e poi tagliate a fettine o a tocchetti

Le rape rosse sono particolarmente ricche di folati fondamentali alleati contro le malattie

cardiache e lrsquoanemia in quanto coinvolti nella produzione di globuli rossi e bianchi nella

sintesi di materiale genetico e nella formazione di anticorpi nel sistema immunitario Esse

sono anche ricchi di fibre solubili e insolubili La fibra insolubile aiuta a mantenere il tratto

intestinale funzionante mentre la fibra solubile controlla il livello di zucchero nel sangue e

abbassa il colesterolo Nelle sue foglie egrave abbondante il beta-carotene il ferro e il calcio

Ricche di vitamine del gruppo B come B1 B2 B3 e B6 per quanto concerne il contenuto di

sali minerali questa egrave un ortaggio ricco di iodio sodio e potassio ma anche in quantitagrave

minori di magnesio Lo iodio egrave un minerale essenziale per il corretto funzionamento della

ghiandola tiroidea che regola il metabolismo mentre il potassio e il sodio sono necessari per

la generazione e la trasmissione degli impulsi nervosi attivitagrave muscolare a parte il bilancio

idrico allrsquointerno e allrsquoesterno della cellula

Il succo crudo di barbabietola (Fig 1) egrave particolarmente idoneo per tutte le persone che

soffrono di anemia in quanto favorisce la formazione di globuli rossi nel sangue inoltre ha

proprietagrave diuretiche e favorisce la digestione

Fig1 succo crudo di barbabietola rossa

38

Ortaggio anticancro

Nella rivista International Journal of Cancer si discute sul ruolo delle rape rosse come

potenziale alimento anticancro la questione egrave per certi versi discutibile ed oscura e non

esiste alcuna dimostrazione indubbia ed inequivocabile che accerti lipotesi In particolare

nella rivista sopraccitata si discute del possibile ruolo delle rape rosse nella prevenzione del

tumore al colon per altri le rape rosse sarebbero in grado non solo di prevenirne il cancro

ma anche di contrastarlo

Bibliografia

Kazimierczak R Hallmann E Lipowski J Drela N Kowalik A Puumlssa T Matt D Luik A Gozdowski D Rembiałkowska E

Beetroot (Beta vulgaris L) and naturally fermented beetroot juices from organic and conventional production metabolomics antioxidant levels and anticancer activity

J Sci Food Agric 2014 May

39

Sigrave ai legumi nella prevenzione delle malattie tumorali

A cura di Dottssa Bruzzone Francesca ndash Dietista

Con il termine ldquolegumirdquo si intendono tutti quei semi commestibili derivanti dalle piante

dicotiledoni dellrsquoordine delle Fabales tra cui rientrano i fagioli le lenticchie le fave i piselli

i lupini i ceci le carrube le cicerchie le arachidi e la soia

I legumi sono alimenti ricchi di proteine tanto da essere stati denominati come ldquola carne dei

poverirdquo Essi possiedono un buon contenuto in amminoacidi (ad eccezione di quelli solforati

e del triptofano) carboidrati fibre Calcio Ferro e Potassio a discapito di grassi e

colesterolo

In abbinamento ai cereali i legumi costituiscono un ottimo e saziante piatto unico dove

convergono carboidrati e proteine e dove gli amminoacidi carenti nei cereali (come la lisina)

si integrano con quelli dei legumi e viceversa Queste qualitagrave rendono tali semi

particolarmente adeguati sia nella prevenzione che nel trattamento di numerose malattie

metaboliche come il diabete mellito le dislipidemie la sindrome metabolica il sovrappeso e

lrsquoobesitagrave Di recente inoltre egrave stato attribuito un altro importante ruolo benefico ai legumi

quello di ostacolare la crescita di alcune forme tumorali

Un lavoro effettuato da un gruppo di ricercatori dellUniversity College di Londra del

Dipartimento di Scienze Chirurgiche dell`Universitagrave di Chieti e del Laboratorio di

Farmacologia Molecolare dell`Istituto Mario Negri di Milano e pubblicato sulla rivista

statunitense ldquoCancer Researchrdquo infatti ha scoperto la presenza di inositolo pentachisfosfato

nella maggior parte dei legumi (in particolare in lenticchie piselli e fagioli) e nelle noci Tale

40

composto sembrerebbe inibire lrsquoenzima fosfoinositide 3-chinasi coinvolto nella crescita e

nella progressione dei tumori e capace di aumentare la resistenza al trattamento con agenti

chemoterapeutici Il segnale attivato dalla fosfoinositide 3-chinasi infatti rappresenta un

target importante per lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche anticancro e questo studio

dimostra come lrsquoinositolo pentafosfato sia capace di antagonizzare in maniera specifica

questo segnale nelle cellule tumorali inducendone lrsquoapoptosi (morte programmata)

Lrsquoinositolo pentafosfato ha una struttura molecolare analoga al prodotto dellrsquoattivitagrave

enzimatica della fosfoinositide 3-chinasi che attiva segnali specifici per la progressione del

cancro Il meccanismo secondo il quale lrsquoinositolo pentafosfato disattiva le proteine

iperattive nei tumori dalla membrana plasmatica permette di inibire sia la crescita delle

cellule tumorali umane in coltura sia lo sviluppo dei tumori nei topi In queste condizioni

lrsquoinositolo pentafosfato ha dimostrato unrsquoattivitagrave farmacologica comparabile e potenziante

quella del farmaco citotossico cisplatino molto usato in chemioterapia antitumorale ma

associato a effetti collaterali come nausea vomito formicolio a mani e piedi caduta dei

capelli e alterazione della funzionalitagrave renale (gli inositoli fosfati invece non sono tossici

neanche a concentrazioni piugrave elevate di quelle usate in questo studio e possono essere

assorbiti per via orale) I principali effetti positivi sono stati riscontrati a livello di ovaie e

polmoni

Lrsquoinositolo pentafosfato inoltre si egrave dimostrato capace di inibire lo sviluppo dei nuovi vasi

sanguigni indispensabili per la nutrizione e lo sviluppo del tumore (angiogenesi) bloccando

quindi un meccanismo fondamentale per la sua crescita

Sitografia

ldquoLe Scienze edizione italiana di Scientifica Americanrdquo ndashLegumi e cereali conto il cancro-

ldquoAssociazione Giacomo-onlusrdquo -Inositolo Pentafosfato da legumi e arachidi una nuova strada

nella cura dei tumori

41

Tra le mille virtursquo del miele la cura dellrsquoherpes simplex

A cura di Dottssa Serena Pascucci Biologa Nutrizionista

Le molteplici proprietagrave del miele sono note fin dallrsquoantichitagrave

per le sue capacitagrave antisettiche antibiotiche e cicatrizzanti

e il suo uso nella medicina moderna sta riscontrando

sempre piugrave maggiore interesse

Diversi studi

hanno valutato

lrsquoefficacia del miele contro alcuni virus tra cui di

particolare importanza egrave emersa lrsquoefficacia del

miele per il trattamento dellrsquoHerpes Simplex sia a

livello labiale sia a livello genitale Lo studio del

2004 condotto presso una clinica privata a Dubai

ha selezionato 16 pazienti con ricorrenti manifestazioni del virus otto affetti da Herpes

simplex a livello labiale e otto a livello genitale con un etagrave compresa tra i 35 e i 45 anni sia

maschi che femmine Ersquo stata valutata e considerata lrsquoefficacia del miele nel trattamento

delle lesioni prodotte dal virus in confronto a un comune farmaco antivirale utilizzato

normalmente (Acyclovir) I pazienti prescelti prima della prova non dovevano sottoporsi ad

altre cure antivirali A scelta casuale sono stati selezionati quattro pazienti con herpes

labiale e quattro con herpes genitale che hanno effettuato il primo trattamento con il miele

gli altri otto con il farmaco comune antivirale a base di 5 di acyclovir Alla seconda

comparsa della manifestazione del virus egrave stato effettuato lrsquoopposto Nello studio egrave stato

somministrato un miele multiflora direttamente sulle lesioni prodotte dal virus su una garza

a contatto con la lesione per un quarto drsquoora per 4 volte al giorno fino alla completa

guarigione mentre il farmaco veniva applicato 6 volte al giorno Da questa prova egrave stata

riscontrata una durata delle lesioni dalla prima comparsa alla completa scomparsa di circa

12 giorni in media per entrambi i trattamenti ma nel caso dei pazienti con herpes labiale

trattati con il miele la guarigione egrave avvenuta in circa 3 giorni rispetto ai 5 giorni con il

trattamento con acyclovir cioegrave con una velocitagrave del 35 superiore Inoltre il miele ha

42

mostrato un azione migliore rispetto al farmaco in particolare la durata del dolore risultava

minore del 39 con fastidi moderati per non piugrave di 24 ore mentre con acyclovir il dolore

anche se moderato poteva prolungarsi fino a 72 ore Ersquo stato anche riscontrato un

insorgenza minore delle croste del 28 in chi utilizzava il miele in particolare in 5 pazienti le

lesioni non si sono evolute in croste cosa che non egrave mai avvenuta nei soggetti trattati con il

farmaco Ancora in due casi con il trattamento con il miele lrsquoherpes ha abortito cioegrave dopo i

primi sintomi non ha sviluppato lesioni e procurato fastidi al contrario dei pazienti trattati

con il farmaco Anche nei pazienti con herpes a livello genitale il miele si egrave mostrato piugrave

efficace del farmaco convenzionale con un tempo di guarigione minore del 53 una durata

del dolore inferiore del 50 anche qui con fastidi moderati e con una durata non superiore

alle 24 ore rispetto a bruciori da moderati a medi prolungati(anche per 3 giorni) nei pazienti

con trattamento con farmaco Inoltre egrave stato riscontrato anche a livello genitale un

insorgenza minore di croste del 49 in particolare in 5 pazienti trattati con il miele le lesioni

a livello genitale non si sono sviluppate in croste a differenza dei pazienti trattati con il

farmaco in cui le croste sono sempre apparse Infine egrave stato riscontrato anche a livello

genitale un aborto del virus in chi utilizzava il miele senza avere avuto nessun riscontro

invece nei pazienti trattati con farmaco

Lrsquoanalisi statistica ha mostrato un efficacia superiore del miele rispetto allrsquoutilizzo di

acyclovir per la cura e la risoluzione delle lesioni virali da herpes simplex labiale e genitale

(Ai-waili 2004) Tuttavia quale sia o quali siano i meccanismi drsquoazione che permettono al

miele di inibire la replicazione del virus sono poco conosciuti Un fattore che puograve

determinare lrsquoazione antivirale del miele puograve essere ricercato nel contenuto di flavonoidi(

azione antivirale) rame zinco vit E C normalmente presenti nel miele e di provata azione

antivirale(AI-Waili 2004) e infine lrsquoossido di azoto con un azione antivirale in vitro la cui

attivitagrave egrave stata rilevata anche sul virus dellrsquoHIV (Torre et al 2002 Schramm DD et al 2003)

Lrsquoherpes simplex egrave un infezione virale importante qualsiasi terapia si volesse seguire egrave

opportuno seguire sempre una supervisione e il consiglio del medico

Bibliografia

Al-Waili NS topical honey application vs acyclovir for the treatment of recurrent herpes

simplex lesions Med Sci Monit 2004 10(8) MT94-MT98

- Schramm DD Karim M Schrader HR Holt RR Cardetti M Keen CL Honey with high levels of antioxidants can provide protection to healthy human subjects J Agric Food Chem 200351(6)1732ndash5 doi 101021jf025928k - Torre D Pugliese A Speranza F Role of nitric oxide in HIV-1 infection friend or foe Lancet Infect Dis 2002 May2(5)273-80

10

Aspetti genetici del Disturbo Post Traumatico da Stress (PTSD)

A cura di Dott Giovanni Borghini- Biologo Genetista

Le tragiche immagini di violenza che incensurate stanno quotidianamente invadendo la

nostra vita privata attivano quella che gli specialisti

dellrsquoemergenza chiamano ldquotraumatizzazione vicariardquo

Viene cosigrave definito lrsquoeffetto determinato

dallrsquoimmedesimazione ldquosimpaticardquo dello spettatore

piugrave o meno ravvicinato con le vittime di avvenimenti

traumatici tale fenomeno egrave stato dimostrato

determinante per lo sviluppo in chi ha assistito

impotente di un PTSD al primo presentarsi di una sua pur minima esperienza di rischio

Questo articolo propone alcuni spunti di riflessione sulla diversa risposta degli spettatori

sottoposti alla stessa violenta intrusiva pressione mediatica nella prospettiva di una attenta

azione preventiva sulle persone piugrave fragili specialmente quando si tratta di minori affidati

alla nostra tutela

Alla domanda sul percheacute alcuni individui hanno piugrave probabilitagrave di altri di sviluppare un PTSD

se esposti a traumi diretti o indiretti di intensitagrave simile gli studi epidemiologici hanno

risposto evidenziando i fattori di rischio psicopatologici e neurogenetici implicati

nellrsquoinsorgenza di tale sindrome questa viene infatti considerata come espressione ultima

dellrsquointerazione tra le caratteristiche genetiche dellrsquoindividuo uno o piugrave fattori traumatici e il

contesto sociale (GxTxE) (Auxeacutemeacutery Y 2012 (2))

Nonostante lrsquoevidenza che quando lrsquoesposizione al trauma tocca livelli estremi di intensitagrave

eo di frequenza la prevalenza del PTSD raggiunge il 100 annullando lrsquoimportanza di

qualsiasi predisposizione genetica tuttavia alcune varianti geniche come lrsquoomozigosi SS della

SLC6A4LPR (trasportatore della Serotonina-SERT-5HTLPR) si confermano candidate

particolarmente reattive nel condizionare la relazione tra la dose di stress e la risposta

patologica e nello stesso tempo come predisposizioni ad alto rischio di promuovere un

PTSD anche a seguito di pochi e deboli episodi traumatici (Kolassa IT et al 2010)

Recentemente egrave stato confermato un polimorfismo a singolo nucleotide (SNP val66met-

G196A- rs6265) nel gene che codifica lrsquoespressione del Brain Derived Neurotrophic Factor

11

(BDNF) come fattore determinante nella dipendenza neurotrofica dallrsquoattivitagrave fisica nel

neuro-sviluppo nella neuro-rigenerazione nella neurotrasmissione nellrsquoapprendimento

nella regolazione dellrsquoumore e nella risposta allo stress (Zhang L et al 2013) La variante

ipoespressa di tale polimorfismo (-66met) diminuisce la secrezione neuronale di BDNF

alterando di conseguenza alcune forme di apprendimento e la suscettibilitagrave allo stress ma

soprattutto aumentando lrsquoansia e riducendo lrsquoestinzione della paura appresa dati

confermati alla fNMR come tre possibili endofenotipi rispettivamente neurobiologico

neuropsichico e neurocognitivo del PTSD (Frielingsdorf H et al 2010)

La presenza anche di un solo allele 66met risulta correlata al sottotipo del PTSD con

manifestazioni psicotiche (Pivac N et al 2012) a quello in comorbilitagrave con il Disturbo

Bipolare (BD) (Rakofsky JJ et al 2012) e alla Depressione in soggetti che hanno subito

esperienze traumatiche infantili (ECA-ELS) (Aguilera M et al 2012) amplificandone gli effetti

negativi nellrsquoetagrave adulta (Miller et al 2012)

Tuttavia nellrsquointerazione epistatica funzionale (GxGxE) con la variante dominante di

vulnerabilitagrave SS del 5HTTLPR egrave il polimorfismo val66val del BDNF ad esaltare con la sua

iperespressione la depressione successiva ad abusi infantili (Grabe HJ et al 2012) mentre

negli stessi portatori della variante SS del 5HTTLPR il polimorfismo genico 66met del BDNF

risulta favorire la reattivitagrave emotiva ansiogena come dimostrato allrsquoimaging funzionale

(BOLD fNMR) dal coinvolgimento dellrsquoAmigdala e della Corteccia Cingolata Anteriore rostrale

(AMY rACC) (Outhred T et al 2012) Questi dati favoriscono lrsquoipotesi della modulazione

epistatica ambivalente in senso rispettivamente depressogeno o ansiogeno delle varianti

66val e 66met del BDNF sui portatori del polimorfismo genico di suscettibilitagrave 5HTTLPR-SS

Riguardo la gravitagrave dei sintomi del PTSD in epistasi con il DRD2 Taq1 (allele T di vulnerabilitagrave

per ipoespressione dei recettori D2 della dopamina) la variante 66met del BDNF la attenua

mentre la variante Val-Val la esalta in funzione dellrsquoespressione di tali recettori e

indipendentemente dunque dallrsquoeccesso o dal difetto di DA (Hemmings SM et al 2012)

seppure un ruolo di suscettibilitagrave al PTSD sia stato riconosciuto alla variante 9R del

polimorfismo VNTR nella 3UTR del gene SLC6A3 codificante nellrsquouomo per il trasportatore

della Dopamina (DAT1) come vedremo piugrave avanti (Valente NL et al 2012) Riguardo alla

risposta terapeutica premesso che il trattamento non farmacologico piugrave efficace per il PTSD

egrave risultata la Terapia di Esposizione che mira a facilitare lrsquoestinzione della paura appresa egrave

stato recentemente evidenziato che il BDNF facilita lrsquoestinzione dellrsquoapprendimento e in

12

particolare che la sua variante 66 Met fa prevedere una scarsa risposta alla terapia cognitivo-

comportamentale di esposizione nel PTSD (Felmingham KL et al 2013)

TABELLA RIASSUNTIVA DELLE INTERAZIONI EPISTATICHE NEL DPTS

EPISTASI SERT SS DRD2 T DAT1 9R DAT1 10R

COMT -158met

NET -182C

BDNF Val66Val

Depressione in ECA

uarrsintomi PTSD

BDNF Met66Met

Ansia in ECA

darrsintomi PTSD

DAT1 9R +PTSD In vitro

DAT1 10R + PTSD In vivo

COMT -158met

+PTSD urbano

NET -182C

+PTSD

EPISTASI SERT SS DRD2 T DAT1 9R DAT1 10R

COMT -158met

NET -182C

BDNF Val66Val

Depressione in ECA

uarrsintomi PTSD

BDNF Met66Met

Ansia in ECA

darrsintomi PTSD

DAT1 9R +PTSD In vitro

DAT1 10R + PTSD In vivo

COMT -158met

+PTSD urbano

NET -182C

+PTSD

13

Drsquoaltra parte gli omozigoti 66met del BDNF presentando una riduzione di volume della

Sostanza Grigia (GM) dellrsquoIppocampo e un aumento di quella della Corteccia Orbito Frontale

destra (rOFC) impiegano minor tempo per la remissione dei sintomi depressivi

contrariamente ai 66val che con la stessa riduzione della GM dellrsquoippocampo sinistro

rispondono invece piugrave lentamente alla terapia (Cardoner N et al 2012)

Alcune evidenze suggeriscono uno stato iperdopaminergico con maggior frequenza della

variante 9R del DAT1 nel PTSD Studi in vivo con immagini molecolari di tomografia

computerizzata ad emissione di singolo fotone (SPECT) hanno tuttavia dimostrato un

incremento del potenziale legante del trasportatore della dopamina nello Striato di pazienti

portatori del PTSD Tale aumentata densitagrave di DAT riflette un incrementato turnover locale di

dopamina in grado di contribuire al perpetuarsi e al potenziamento fobico di un evento

traumatico e delle situazioni che lo ricordano (Hoexter MQ et al 2012) confermando i

risultati contraddittori sulla valenza in vivo ed in vitro del suddetto polimorfismo (Heitland I

et al 2012)

Infine il giagrave ricordato riscontro della variante -158met del polimorfismo val158met della

COMT in soggetti che hanno sviluppato PTSD dopo violenza urbana (Valente NL et al 2011

(2) Norrholm SD et al 2013) conferma lrsquoipotesi di un endofenotipo ipernoradrenergico per il

PTSD La COMT egrave infatti preposta a catabolizzare lrsquoeccesso di NE libera intersinaptica in zone

povere dei ricaptatori DAT e NET come la corteccia prefrontale e lrsquoippocampo e la sua

variante 158met ne indica lrsquoipoespressione Pertanto anche la variante NET-182C del

polimorfismo del trasportatore della norepinefrina (SLC6A2-182TC) che ne ipoesprime la

ricaptazione (Valente NL et al 2011-2) si candida a predisponente del PTSD

Bibliografia

Aguilera M Arias B Wichers M Barrantes-Vidal N Moya J Villa H van Os J Ibaacutentildeez MI Ruipeacuterez MA Ortet G Fantildeanaacutes L Early adversity and 5-HTTBDNF genes new evidence of gene-environment interactions on depressive symptoms in a general population Psychol Med 2009 Sep39(9)1425-32 Epub 2009 Feb 12 Auxeacutemeacutery Y (2) Posttraumatic stress disorder (PTSD) as a consequence of the interaction between an individual genetic susceptibility a traumatogenic event and a social context] Encephale Oct 2012 38(5) 373-80 Cardoner N Soria V Gratacograves M Hernaacutendez-Ribas R Pujol J Loacutepez-Solagrave M Deus J Urretavizcaya M Estivill X Menchoacuten JM Soriano-Mas C Val66Met BDNF genotypes in melancholic depression effects on brain structure and treatment outcome Depress Anxiety Nov 2012

14

Felmingham KL Dobson-Stone C Schofield PR Quirk GJ Bryant RA The Brain-Derived Neurotrophic Factor Val66Met Polymorphism Predicts Response to Exposure Therapy in Posttraumatic Stress Disorder Biol Psychiatry Jan 2013 Frielingsdorf H Bath KG Soliman F Difede J Casey BJ Lee FS Variant brain-derived neurotrophic factor Val66Met endophenotypes implications for posttraumatic stress disorder Ann N Y Acad Sci 2010 Oct1208150-7 doi 101111j1749-6632201005722x Grabe HJ Schwahn C Mahler J Appel K Schulz A Spitzer C Fenske K Barnow S Freyberger HJ Teumer A Petersmann A Biffar R Rosskopf D John U Voumllzke H Genetic epistasis between the brain-derived neurotrophic factor Val66Met polymorphism and the 5-HTT promoter polymorphism moderates the susceptibility to depressive disorders after childhood abuse Prog Neuropsychopharmacol Biol Psychiatry 2012 Mar 3036(2)264-70 Epub 2011 Oct 2 Heitland I Oosting R SBaas J M P Massar S A A Kenemans J L Boumlcker K B E Genetic polymorphisms of the dopamine and serotonin systems modulate the neurophysiological response to feedback and risk taking in healthy humans Cogn Affect Behav Neurosci 2012 December 12(4) 678ndash691 Hemmings SM Martin LI Klopper M van der Merwe L Aitken L de Wit E Black GF Hoal EG Walzl G Seedat S BDNF Val66Met and DRD2 Taq1A polymorphisms interact to influence PTSD symptom severity A preliminary investigation in a South African population Prog Neuropsychopharmacol Biol Psychiatry 2012 Oct 25 pii S0278-5846(12)00266-7 doi 101016jpnpbp201210011 [Epub ahead of print] Hoexter MQ Fadel G Feliacutecio AC Calzavara MB Batista IR Reis MA Shih MC Pitman RK Andreoli SB Mello MF Mari JJ Bressan RA Higher striatal dopamine transporter density in PTSD an in vivo SPECT study with [(99m)Tc]TRODAT-1 Psychopharmacology (Berl) 2012 Nov224(2)337-45 doi 101007s00213-012-2755-4 Epub 2012 Jun 15 Kolassa IT Ertl V Eckart C Gloumlckner F Kolassa S Papassotiropoulos A de Quervain DJ Elbert T Association study of trauma load and SLC6A4 promoter polymorphism in posttraumatic stress disorder evidence from survivors of the Rwandan genocide J Clin Psychiatry 2010 May71(5)543-7 Epub 2010 Apr 6 Miller S Hallmayer J Wang PW Hill SJ Johnson SL Ketter TA Brain-derived neurotrophic factor val66met genotype and early life stress effects upon bipolar course J Psychiatr Res 2012 Nov 23 pii S0022-3956(12)00328-7 doi 101016jjpsychires201210015 [Epub ahead of print] Norrholm SD Jovanovic T Smith AK Binder E Klengel T Conneely K Mercer KB Davis JS Kerley K Winkler J Gillespie CF Bradley B Ressler KJ Differential Genetic and Epigenetic Regulation of catechol-O-methyltransferase is Associated with Impaired Fear Inhibition in Posttraumatic Stress Disorder Front Behav Neurosci 2013 Apr 10730 doi 103389fnbeh201300030 Print 2013 Outhred T Das P Dobson-Stone C Griffiths K Felmingham KL Bryant RA Malhi G Kemp AH The functional epistasis of 5-HTTLPR and BDNF Val66Met on emotion processing a preliminary study Brain Behav Nov 2012 2(6) 778-88 Pivac N Kozaric-Kovacic D Grubisic-Ilic M Nedic G Rakos I Nikolac M Blazev M Muck-Seler D The association between brain-derived neurotrophic factor Val66Met variants and psychotic

15

symptoms in posttraumatic stress disorder World J Biol Psychiatry 2012 Apr13(4)306-11 Epub 2011 Jul 6 Rakofsky JJ Ressler KJ Dunlop BW BDNF function as a potential mediator of bipolar disorder and post-traumatic stress disorder comorbidity Mol Psychiatry 2012 Jan17(1)22-35 doi 101038mp2011121 Epub 2011 Sep 20 Valente NL Vallada H Cordeiro Q Miguita K Bressan RA Andreoli SB Mari JJ Mello MF Candidate-gene approach in posttraumatic stress disorder after urban violence association analysis of the genes encoding serotonin transporter dopamine transporter and BDNF J Mol Neurosci 2011 May44(1)59-67 Epub 2011 Mar 29 Valente NL Vallada H Cordeiro Q Bressan RA Andreoli SB Mari JJ Mello MF (2) Catechol-O-methyltransferase (COMT) val158met polymorphism as a risk factor for PTSD after urban violence J Mol Neurosci 2011 Mar43(3)516-23 Epub 2010 Nov 17 Zhang L Benedek DM Fullerton CS Forsten RD Naifeh JA Li XX Hu XZ Li H Jia M Xing GQ Benevides KN Ursano RJ PTSD risk is associated with BDNF Val66Met and BDNF overexpression Molecular Psychiatry (15 January 2013) | doi101038mp2012180

16

Depressione azione epigenetica dei fattori ambientali sullo sviluppo del disturbo attraverso la metilazione

del trasportatore della serotonina (SERT) Evidenze di laboratorio sulla quantificazione dellrsquoeffetto epigenetico del danno e della correzione terapeutica

A cura di Dott Giovanni Borghini- Biologo Genetista

La cronaca continua a portare alla ribalta estremi gesti anti-

conservativi di personaggi apparentemente gratificati da una vita di

successi e popolaritagrave Cosa si nasconde dietro il male oscuro della

depressione egrave una sfida ancora aperta ai piugrave diversi contributi della

ricerca Ne analizzeremo uno in particolare legato alle recenti

acquisizioni della biologia molecolare sui fenomeni epigenetici da

stress e il polimorfismo genico del trasportatore della serotonina

Il trasportatore della serotonina (SERT) e la sua la regione polimorfica gene-linked (5-

HTTLPR) sono ormai pienamente riconosciuti come modulatori del legame tra lo stress della

vita e la depressione Tuttavia i percorsi molecolari implicati in questa interazione gene-

ambiente (GXE) sono ancora in gran parte sconosciuti Alterazioni nel profilo dellrsquoespressione

genica del SERT spesso mediate epigeneticamente sono associate allrsquoinsorgenza di

depressione e possono pertanto costituire un ipotetico mediatore nellrsquo interazione GXE In

un recente articolo (Wankerl M et al 2014) sono stati indagati parallelamente gli effetti dei

polimorfismi genici del SERT (5-HTTLPR) e delle avversitagrave ambientali riferite allrsquointero arco

vitale a partire dagli stress precoci intra-uterini In accordo con la letteratura internazionale

sono emerse strette correlazioni tra variazioni polimorfiche del SERT e i cambiamenti

ambientali (stress precoci traumi prenatali) Studiando in vivo lespressione del SERT in

campioni di cellule di sangue periferico egrave stato valutato se i cambiamenti indotti

dallambiente siano mediati da modificazioni epigenetiche A tale scopo sono stati analizzati

83 siti CpG nel promotore-genico del SERT della grandezza di 799-bp con il metodo

altamente sensibile del ldquopyrosequencingrdquo con bisolfito I partecipanti allo studio sono stati

133 tra giovani e adulti sani I risultati hanno mostrato che sia i portatori dellallele ldquoSrdquo del 5-

17

HTTLPR che i bambini sottoposti a stress materno prenatale (328) e a maltrattamento

infantile (563) presentavano una ridotta espressione del mRNA del SERT rispetto a quelli

senza alcun fattore di rischio I dati dellrsquoarticolo indicano inoltre che i cambiamenti nei livelli

di espressione del mRNA SERT non coincidono con i profili di metilazione del DNA allinterno

delle isole CpG del SERT Egrave quindi ipotizzabile che i cambiamenti persistenti nellespressione

del SERT possano a loro volta dipendere da un alterato funzionamento serotoninergico e

probabilmente si sommano la vulnerabilitagrave a differenti malattie associate al 5-HTTLPR e le

avversitagrave precoci

Bibliografia M Wankerl1 R Miller1 C Kirschbaum1 J Hennig2 T Stalder1 and N Alexander1 Effects of genetic and early environmental risk factors for depression on serotonin transporter expression and methylation profiles Transl Psychiatry Jun 2014 4(6) e402 Published online Jun 17 2014 doi 101038tp201437 PMCID PMC4080318 Franke L Therstappen E Schlosser B Biermer M Berg T Schaumlfer M Arck P Uebelhack R Friebe A A Preliminary Study on the Relationship between Platelet Serotonin Transporter Functionality Depression and Fatigue in Patients with Untreated Chronic Hepatitis C Depress Res Treat 20142014821381 doi 1011552014821381 Epub 2014 Mar 20 Domschke K Tidow N Schwarte K Deckert J Lesch KP Arolt V Zwanzger P Baune BT Serotonin transporter gene hypomethylation predicts impaired antidepressant treatment response Int J Neuropsychopharmacol 2014 Aug17(8)1167-76 doi 101017S146114571400039X Epub 2014 Mar 28

18

SVILUPPO PUBERALE E TESSUTO ADIPOSO A cura di Dottssa Martina Beltrami - Dietista

La pubertagrave egrave una fase di transizione che determina la

maturitagrave riproduttiva tra linfanzia e letagrave adulta

La pubertagrave egrave legata a importanti cambiamenti sviluppo

delle caratteristiche sessuali secondarie lo sviluppo

somatico il menarca modificazioni psicologiche

Lormone di rilascio delle gonadotropine (GnRH) che

per tutta linfanzia viene prodotto in modo sporadico

inizia ad essere prodotto in modo pulsatile e regolare

La frequenza e lampiezza della sua produzione

determinano la produzione degli ormoni responsabili di portare allovulazione e poi la

regolaritagrave dei cicli mestruali

Tra la prima mestruazione e la piena maturazione possono passare 3-4 anni

Negli ultimi anni si egrave evidenziato come uno sviluppo precoce o tardivo sia correlato

negativamente con la salute della donna

Letagrave del menarca e lincidenza con la sindrome metabolica sono correlati con una curva a U

per la quale sia unetagrave troppo precoce (prima dei 10 anni) sia unetagrave tardiva (dopo i 16anni)

portano ad un aumentato rischio di sviluppare la sindrome metabolica nellarco dei successivi

26 anni (1)

Un menarca precoce egrave un fattore di rischio a tutte le patologie estrogeno dipendenti

(iperandrogenismo pcos tumore alla mammela) e dal punto di vista psicologico puograve essere

traumatico

Un menarca tardivo egrave correlato a osteopenia il picco di accumulo di densitagrave ossea avviene

tra letagrave puberale e i 25anni se lo sviluppo puberale tarda avrograve meno tempo a disposizione

per aumentare la densitagrave ossea

I fattori nutrizionali sono considerati uno dei principali fattori che influenzano linizio dello

sviluppo puberale

19

La Leptina egrave un ormone prodotto dal tessuto adiposo ed egrave strettamente correlata alla sua

quantitagrave Piugrave aumenta lindice di massa corporea (BMI) e piugrave aumenta la percentuale di

Leptina prodotta

La Leptina agisce sui processi di termogenesi sul comportamento alimentare e sulla funzione

riproduttiva Le modificazioni dei livelli di leptina indicano se le riserve energetiche

dellorganismo sono sufficienti per sostenere lo sviluppo puberale La leptina agisce quindi

come un segnale periferico per lipotalamo ed egrave necessaria per lo sviluppo puberale

Alcuni studi hanno evidenziato come letagrave del menarca sia strettamente correlata ai livelli

circolanti di leptina

La leptina circolante infatti aumenta di circa il 30 nei 6 mesi precedenti il menarca(2)

Negli ultimi decenni il sovrappeso egrave aumentato nella popolazione e non a caso anche letagrave

media del primo menarca egrave scesa da 13 a 12 anni circa

Letagrave del menarca egrave correlata piugrave al peso corporeo che non alletagrave cronologica

Se andiamo a modificare per carenza o per eccesso il grasso corporeo la produzione di

leptina cambia e il menarca puograve anticipare o tardare

Bambine di 5-7 anni in sovrappeso hanno maggior probabilitagrave di uno sviluppo puberale

anticipato a 9 anni (3)

Ballerine ginnaste o ragazze con un BMI piugrave basso rispetto alle coetanee spesso hanno un

menarca tardivo

Da alcuni studi sembrerebbe che un percentuale minima del 16 di grasso sia necessaria

affinchegrave avvenga lo sviluppo puberale e il 22 per avere cicli regolari (4)

Riuscire a identificare precocemente i soggetti a rischio permette di intervenire

tempestivamente lavorando sullindice di massa corporea per recuperare anni sui fattori di

rischio

Bibliografia

1) Mueller NT1Duncan BBBarreto SMChor DBessel MAquino EMPereira MASchmidt MI Earlier age at menarche is associated with higher diabetes risk and cardiometabolic disease risk factors in Brazilian adults Brazilian Longitudinal Study of Adult Health (ELSA-Brasil) 2) Lassek W D and Gaulin S JC (2007) Menarche is related to fat distribution Am J Phys Anthropol 1331147ndash1151 doi101002ajpa20644

20

3) Davison et al Percent Body Fat at Age 5 Predicts Earlier Pubertal Development Among Girls at Age 9 Pediatrics 2003 1114 815-821 4) Rose E Frisch1Roger Revelle1 Height and Weight at Menarche and a Hypothesis of Critical Body Weights and Adolescent Events Science 24 July 1970 Vol 169no 3943pp 397-399

21

Attivitagrave ormonale e distribuzione di grasso

generalizzato

A cura di Dottssa Bruzzone Francesca ndash Dietista

Mentre della localizzazione del tessuto adiposo a livello addominale piuttosto che in zona

gluteo-femorale si tratta lungamente (distinguendo lrsquoobesitagrave androide da quella ginoide) dei

soggetti che accumulano grasso in modo omogeneo nei vari distretti corporei si parla in

minor misura nonostante tale fenomeno interessi ugualmente genere maschile e genere

femminile

La predisposizione a immagazzinare le riserve energetiche in una

zona piuttosto che in unrsquoaltra varia in relazione a etagrave sesso razza

di appartenenza attivitagrave fisica alimentazione e azione ormonale

Questi ultimi tre fattori sono strettamente correlati e dipendenti

lrsquouno dallrsquoaltro

Le persone in sovrappeso che presentano delle forme corporee

come quelle della figura a lato solitamente possiedono arti lunghi

ossa piccole faccia ovale o allungata e vita alta Essi localizzano il

grasso in tutto il corpo ad eccezione dei polpacci non sopportano il

caldo adorano i carboidrati e il caffegrave alternano la loro giornata tra energia e stanchezza e

passano da entusiasmo e presa di iniziativa nei periodi positivi a depressione e irritabilitagrave nei

momenti di stress

Tutte queste caratteristiche sono determinate dal ruolo degli ormoni nella gestione della

regolazione delle funzioni corporee e dellrsquoemotivitagrave

I soggetti che tendono ad ingrassare sia nella zona addominale che in quella inferiore del

corpo infatti annoverano molto spesso un lungo passato di squilibrio ormonale in cui si

sovrappongono fattori eziologici tipici del grasso androide ad altri caratteristici del grasso

ginoide

Generalmente questi individui acquistano peso a causa di una alterata attivitagrave tiroidea (loro

ghiandola dominante) provocata da un consumo protratto ed eccessivo di carboidrati

raffinati e di zuccheri semplici Ciograve conduce nel tempo a una soppressione dellrsquoefficienza

tiroidea e della secrezione dellrsquoormone somatotropo (HGH) e quindi a un accumulo di grasso

22

generalizzato conseguente alla riduzione del metabolismo basale e del mancato effetto

lipolitico Lrsquoormone della crescita e gli ormoni tiroidei infatti vengono inibiti dal cortisolo il

quale egrave stimolato proprio dallrsquoipoglicemia reattiva allrsquoiperglicemia dovuta a un pasto ricco di

zuccheri semplici e carboidrati raffinati Anche la caffeina egrave in grado di aumentare la

produzione di cortisolo insieme a stress scarsa idratazione e digiuni prolungati Tale

ormone insieme agli squilibri insulinici che si innescano agevola lrsquoaumento ponderale

attraverso meccanismi quali la sollecitazione della lipoproteina lipasi e lrsquoaumento di

ritenzione idrica

La dieta piugrave adeguata per il dimagrimento di questi soggetti quindi prevede una riduzione

dei cereali bianchi degli zuccheri e della caffeina a favore di farinacei integrali proteine

nobili (specie di origine ittica per stimolare la tiroide attraverso il contenuto di iodio) e

verdura egualmente distribuiti nei vari pasti senza dimenticare una buona idratazione

Lrsquoazione degli ormoni nella localizzazione del grasso non si esprime soltanto in relazione agli

stimoli alimentari ma anche in rapporto allrsquoattivitagrave fisica coadiuvante il dimagrimento

Essendo la tiroide particolarmente attiva in tarda mattinata ad esempio il momento

migliore per allenarsi sarebbe questo per avere la possibilitagrave di stimolare al meglio le

funzioni metaboliche e il consumo dei grassi Se invece viene svolto un allenamento con i

pesi mirato ad implementare la forza esso non dovrebbe superare i 60 minuti in modo da

evitare unrsquoesosa produzione di cortisolo

Bibliografia

Massimo Spattini -La dieta ldquocomrdquo e il dimagrimento localizzato- Tecniche Nuove 2012

23

Approccio nutrizionale alla sindrome premestruale

A cura di Dottssa Chiara Di Gianvittorio ndash Dietista

La sindrome premestruale (PMS) egrave un disturbo

molto comune nelle donne in etagrave fertile e si

caratterizza per una serie di sintomi fisici e

psicologici che insorgono nella fase luteinica e

tendono a scomparire con il sopraggiungere del

flusso La sua prevalenza egrave stata stimata nel 30-40

della popolazione femminile in etagrave riproduttiva I

sintomi principali sono gonfiore stipsi dolori

addominali ritenzione idrica ma possono

aggiungersi ansia insonnia repentini cambi di umore irritabilitagrave stanchezza e attacchi di

fame Ogni donna vive a suo modo queste manifestazioni che possono verificarsi

contemporaneamente o solo in parte e la cui gravitagrave egrave variabile

Le cause della sindrome premestruale sono da rintracciarsi nello squilibrio ormonale dato

dallrsquoavvicendarsi di estrogeni e progesterone in fattori nutrizionali o in eventuali anomalie

funzionali dellrsquoasse ipotalamo-ipofisi-surrene che comportano alterazioni della secrezione di

ormoni sessuali Anche i crescenti livelli di prolattina possono contribuire ai sintomi

provocando dolori al seno e gonfiore Infine sembra che si verifichi una diminuzione di

dopamina e serotonina endorfine in grado di regolare il tono dellrsquoumore Le conseguenze di

tale sbilancio sono evidenti anche nella concentrazione nel siero di alcuni microelementi

magnesio e calcio risultano carenti nella fase luteinica e implicati quindi nella genesi di alcuni

dei sintomi Entrambi infatti sono coinvolti nellrsquoattivitagrave e nel rilascio di neurotrasmettitori e

nelle funzioni neuromuscolari

Considerando quindi la varietagrave dei disturbi e lrsquoimpatto che gli stessi possono avere sulla

qualitagrave di vita della donna unrsquoattenta alimentazione risulta utile quanto necessaria Nello

specifico lrsquoattenzione egrave rivolta al consumo attraverso la dieta di grassi saturi insaturi fibre

zuccheri semplici sostanze nervine e microelementi

Evidenze scientifiche mostrano che riducendo il contenuto di grassi nella dieta ed

aumentando il consumo di fibre e vegetali si abbassano i livelli ematici di estrogeni e di

24

conseguenza migliora la sintomatologia e il dolore mestruale Il fegato infatti estrae gli

estrogeni dal torrente ematico e li invia attraverso lrsquoalbero biliare nel tubo digerente Ligrave la

fibra proveniente da frutta verdura legumi e cereali sequestra gli estrogeni impedendone il

riassorbimento e promuovendone lrsquoescrezione fecale Le variazioni nei livelli ormonali sono

state studiate soprattutto nelle donne vegetariane riscontrando in conclusione una

correlazione tra le concentrazioni nel plasma di estrone ed estradiolo e il consumo di grassi

saturi Tali ormoni infatti diminuivano allrsquoaumentare dellrsquoapporto di fibre con la dieta Al

momento egrave in corso di studio dunque il ruolo della dieta vegetariana nella prevenzione e

gestione della sindrome premestruale Un ulteriore dato oggettivo a favore egrave

rappresentato dallrsquoutilizzo di alimenti come la soia ricca in fitoestrogeni Questi ultimi sono

estrogeni vegetali dallrsquoeffetto blando che agiscono come antagonisti riducendo la capacitagrave

dellrsquoestrogeno endogeno di legarsi al loro recettore cellulare Il risultato egrave una minore

stimolazione sulle cellule ormono-sensibili e una migliore gestione dei sintomi

Unrsquo ulteriore precisazione va fatta per i grassi nella dieta non solo la quantitagrave ma anche la

qualitagrave influisce sullrsquoinsorgenza dei disturbi del ciclo mestruale Unrsquoalimentazione ricca di

grassi polinsaturi Omega 3 si associa ad una sintomatologia piugrave modesta Infatti tali grassi

riducono la produzione di prostaglandine nellrsquoorganismo coinvolte nei processi di

infiammazione dolore contrazione muscolare e vasocostrizione

Banditi inoltre gli zuccheri semplici in quanto hanno un forte impatto sulla glicemia e

influenzano il rilascio dei neurotrasmettitori responsabili del tono dellrsquoumore (serotonina

adrenalina dopamina noradrenalina ecc) e del senso dellrsquoappetito

Altra accortezza per migliorare la gestione della sindrome premestruale egrave la riduzione

dellrsquoapporto di sodio e caffeina (o altre sostanze nervine come tegrave coca cola etc)

rispettivamente per limitare la ritenzione idrica e ridurre irritabilitagrave e insonnia

Infine egrave stato ampiamente studiato lrsquoapporto vitaminico e gli effetti su tali disturbi con

particolare attenzione alle vitamine del gruppo B assunte attraverso la dieta e non sotto

forma di integratori alimentari Lrsquointake di Tiamina e Riboflavina sembra avere un ruolo nellrsquo

incidenza della sindrome premestruale in quanto risultano implicate nel metabolismo di

neurotrasmettitori come Serotonina e GABA (Acido γ-amminobutirrico) che intervengono

migliorando lrsquoumore e agiscono indirettamente nella funzionalitagrave ovarica e riproduttiva

Al momento egrave in corso di valutazione lrsquointegrazione nella fase luteinica con Magnesio e

Calcio La loro contemporanea somministrazione genera un effetto sinergico nel ridurre gli

25

spasmi della muscolatura uterina e migliorare lrsquoumore Anche alcuni rimedi fitoterapici

sembrano alleviare la sintomatologia agnocasto ginkgo biloba e zafferano Ulteriori studi

sono perograve necessari per chiarire se realmente possa esserci un beneficio da eventuali

supplementazioni con microelementi o erbe Per ora rimane la certezza che una dieta

equilibrata ricca in frutta verdura legumi e acidi grassi polinsaturi sia la strategia drsquoelezione

nella gestione delle forme piugrave lievi di sindrome premestruale

Bibliografia

Adlercreutz H Martin F et al Steroid absorption and enterohepatic re cycling-

(httpwwwcontraceptionjournalorgarticle0010-782428792990094-5abstract)-

Contraception 1979 20 201-23

Baker LJ OrsquoBrien PM Premenstrual syndrome (PMS) a peri-menopausal perspective-

(httpwwwmaturitasorgarticleS0378-512228122900111-9fulltext) - Maturitas 2012

72(2)121-5

Chou T- Wake up and smell the coffee Caffeine coffee and the medical consequences-

httpwwwncbinlmnihgovpmcarticlesPMC1022034 - West J Med 1992 Nov157(5)544-53

Dante G Facchinetti F Herbal treatments for alleviating premenstrual symptoms a systematic

review- (httpinformahealthcarecomdoiabs1031090167482X2010538102)- J Psychosom

Obstet Gynaecol 2011 Mar32(1)42-51

Deutch B Menstrual pain in Danish women correlated with low n-3 polyunsaturated fatty acid

intake- (httpwwwncbinlmnihgovpubmed7588501) Eur J Clin Nutr 1995 Jul49(7)508-16

Gigante DP et al Population study of premenstrual syndrome-

(httpwwwscielosporgscielophpscript=sci_arttextamppid=S0034-

89102006000100009amplng=enampnrm=isoamptlng) - Rev Saude Publica 2006 40(1)47-56

Girman A Lee R Kligler B An integrative medicine approach to premenstrual syndrome- (

httpwwwajogorgarticleS0002-937828032900357-0fulltext) -Am J Obstet Gynecol 2003

188(5 Suppl)S56-65

Goldin BR Adlecreutz H et al Estrogen extrection patterns and plasma levels in vegetarian and

omnivorous women- (httpwwwnejmorgdoifull101056NEJM198212163072502 )- N Engl J

Med 1982 3071542-7

26

Halbreich U The etiology biology and evolving pathology of premenstrual syndromes-

(httpwwwsciencedirectcomsciencearticlepiiS0306453003000970)

Psychoneuroendocrinology 200328(suppl 3)55ndash99

Larissa Almenara Silva dos Santos Vilma Blondet de Azeredo et al-Seric ion level and its

relationship with the symptoms of premenstrual syndrome in young women-

(httpwwwnutricionhospitalariacompdf6648pdf) - Nutr Hosp 2013 28(6)2194-2200 Silva CM

Margot N Woods Sherwood L et al Low-fat high fiber diet and serume estrone sulfate in

premenopausal women (httpajcnnutritionorgcontent4961179fullpdf+htmlsid=38ae9820-

e92f-4cfe-b019-a9b3ce1d92e7) - Am J Clin Nutr 1989 49 1179-83

Sohrabi N Kashanian M et al - Evaluation of the effect of omega-3 fatty acids in the treatment of

premenstrual syndrome a pilot trial-

(httpwwwcomplementarytherapiesinmedicinecomarticleS0965-229928122900174-

4fulltext ) Complement Ther Med 2013 Jun21(3)141-6

Thys-Jacobs S Micronutrients and the premenstrual syndromethe case for calcium-

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed10763903) - Journal of the American College of Nutrition

2000 19 (2) 220-7

Patricia O Chocano-Bedoya JoAnn E Manson et al Dietary B vitamin intake and incident

premenstrual syndrome- (httpajcnnutritionorgcontent9351080long) Am J Clin Nutr 2011

93 1080-6

27

Attuali evidenze epidemiologiche in tema di malattia

celiaca

A cura di Dottssa Chiara Di Gianvittorio ndash Dietista

La malattia celiaca egrave un disturbo

autoimmune che si sviluppa in

persone geneticamente predisposte

in conseguenza dellrsquoesposizione a

fattori ambientali (glutine nella dieta

come prima causa) La prevalenza

del disturbo egrave molto variabile gli

ultimi dati riguardo la distribuzione della malattia parlano di un incremento in alcune aree

mondiali Il miglioramento delle tecniche diagnostiche e la migliore conoscenza della

malattia non bastano perograve a spiegare la crescita verificatasi negli ultimi 30- 40 anni

La nuova epidemiologia dellrsquo intolleranza al glutine egrave ora caratterizzata da un aumento di

nuovi casi in aree storiche (Europa del Nord e gli Stati Uniti) ma piugrave interessante egrave la crescita

della malattia in nuove regioni (paesi asiatici) A spiegare ciograve probabilmente ci sono

cambiamenti nelle abitudini alimentari soprattutto in etagrave infantile oltre che lrsquoutilizzo di

nuovi mezzi diagnostici

In Europa e Stati Uniti la frequenza sulla popolazione egrave di circa lrsquo 1 con alcune differenze

regionali In Finlandia e Svezia si calcola una prevalenza del 2-3 mentre in Germania solo

dello 02 nonostante i fattori causali sembrino essere simili (livello di assunzione di glutine

e frequenza di HLA-DQ2 e -DQ8) Sebbene lincidenza e i casi diagnosticati siano in

aumento rimane lrsquo ldquoiceberg celiacordquo a nascondere con un rapporto che varia da 13 a 15

(casi diagnosticati e non diagnosticati) la reale distribuzione della malattia

Oltre a Europa e Nord America lepidemiologia dellrsquo intolleranza al glutine egrave stata studiata in

molti altri paesi per lo piugrave popolati da individui di origine europea In queste zone i dati si

sovrappongono in larga misura a quelli del vecchio e del nuovo continente Nuove evidenze

arrivano dal Nord Africa e dai Paesi del Medio Oriente in cui il disturbo egrave presente

nonostante la scarsa disponibilitagrave di strutture diagnostiche e la scarsa consapevolezza della

28

malattia In Saharawi una popolazione araba che vive nel Sahara occidentale la prevalenza

della malattia egrave eccezionalmente elevata (56) per ragioni ancora poco chiare

La conoscenza della malattia nelle regioni asiatiche invece egrave ancora limitata e per lo piugrave

confinata in India dove egrave stata riconosciuta sia nei bambini che negli adulti Tuttavia come

efficacemente descritto da una task force indiana lrsquointolleranza al glutine in India egrave

ldquoimmerso in un oceano di malnutrizionerdquo La frequenza sembra essere maggiore nella parte

settentrionale probabilmente in conseguenza del largo consumo di grano rispetto al riso

Difficile ottenere dei numeri ma si stima che da 5 a 8 milioni di persone in India potrebbero

avere la malattia Purtroppo perograve ad oggi solo poche migliaia di pazienti sono stati

diagnosticati

Infine difficile comprendere anche la distribuzione in Cina a causa della grande popolositagrave I

fattori predisponenti (consumo di grano e genotipo HLA-DQ2 e DQ8) sono presenti cosigrave

come le prime evidenze in letteratura ma egrave necessario proseguire negli accertamenti

epidemiologici Risulta invece raro il disturbo in paesi come Giappone Corea Indonesia e

Filippine a causa del basso consumo di frumento e del patrimonio genetico

In sintesi i dati disponibili suggeriscono che lincidenza dellrsquo intolleranza al glutine egrave

veramente in aumento e che la malattia egrave attualmente molto piugrave comune in alcune aree

rispetto al passato Ulteriori studi epidemiologici perograve si rendono necessari per

comprendere meglio la distribuzione sulla popolazione e la correlazione con i fattori genetici

e ambientali

Bibliografia

Bai JC Fried M et al -World gastroenterology organisation global guidelines on celiac disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed23314668) - J Clin Gastroenterol 2013 47121ndash6

Catassi C Gatti S et al- The New Epidemiology of Celiac Disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed24979197)- JPGN Luglio 2014 Volume 59 supplement 1

Fasano A Berti I et al- Prevalence of celiac disease in at-risk and not-at-risk groups in the United

States a large multi center study (httparchintejamanetworkcomarticleaspxarticleid=215079)-

Arch Int Med 2003163286ndash92

29

Kochhar R Dachdev S et al- Prevalence of coeliac disease in healthy blood donors a study from

north India (httpwwwsciencedirectcomsciencearticlepiiS1590865812000229)- Dig Liver Dis

201244530ndash2

Kang JY Kang AHY et al -Systematic review worldwide variation in the frequency of Coeliac Disease

and changes over time

(httponlinelibrarywileycomdoi101111apt12373abstractjsessionid=91309CB937E7B5E094A

3B7F08441695f04t04)- Aliment Pharmacol Ther 201338226ndash45

Mustalahti K Catassi C et al- The prevalence of celiac disease in Europe results of a centralized

international mass screening project

(httpinformahealthcarecomdoiabs103109078538902010505931)- Ann Med 201042587ndash

95

30

Malattia celiaca e microbiota intestinale il ruolo dei

Bifidobatteri

A cura di Dottssa Chiara Di Gianvittorio ndash Dietista

La malattia celiaca egrave un disordine autoimmune scatenato dallrsquoingestione di alimenti

contenenti glutine in soggetti predisposti Lrsquoinfiammazione che ne risulta a carico del

piccolo intestino provoca atrofia dei villi e malassorbimento dei nutrienti I fattori implicati

nello sviluppo di questa patologia sono genetici e ambientali Tra questi ultimi troviamo

unrsquoesposizione troppo precoce al glutine insufficiente allattamento al seno infezioni

intestinali e squilibri della flora batterica residente La manifestazione clinica egrave varia e

include disturbi gastrointestinali come gonfiore vomito diarrea dispepsia perdita di peso e

disturbi extraintestinali come anemia malattie del fegato e dermatiti

Attualmente in studio egrave la relazione tra malattia celiaca e flora batterica intestinale che

risulta fondamentale per lrsquoequilibrio e la salute del tratto gastroenterico Il microbiota

umano egrave infatti lrsquoinsieme di microrganismi simbiontici dellrsquointestino Negli esseri umani si

trovano tra le 500 e le 1000 specie differenti di microrganismi di cui la maggioranza

anaerobi Tra questi ci sono i Bifidobatteri che svolgono una duplice azione diretta

contrastando i batteri patogeni e indiretta per interazione con il tessuto linfoide intestinale

(GALT) di cui ne stimola lrsquoattivitagrave

Alcuni ceppi di questi batteri inoltre sembrano inibire la risposta infiammatoria e il danno

alla mucosa che insorgono in conseguenza dellrsquoingestione di gliadina Infatti studi in vitro

hanno mostrato che tali microrganismi possono ridurre la produzione di citochine

infiammatorie (IFN-γ e IFN-α) e aumentare quella di IL-10 Un ulteriore effetto positivo

riguarda lrsquoincremento di cellule caliciformi nel piccolo intestino ridotte a causa della tossicitagrave

da glutine Infine oltre agli effetti immunomodulatori ceppi specifici come il

Bifidobacterium longum contribuiscono allrsquoidrolisi dei peptidi di gliadina durante la

digestione riducendo la presenza di aminoacidi tossici e dei loro effetti avversi

I Bifidobatteri risultano quindi protettivi contro la risposta infiammatoria e il danno

mucosale causato dal glutine Ci si chiede a questo punto se squilibri della microflora

31

possano costituire concausa nello sviluppo della patologia e se egrave possibile migliorarne la

gestione ristabilendo lrsquoequilibrio intestinale con probiotici

Attualmente cambiamenti nel microbiota intestinale sono stati dimostrati nei bambini

celiaci Negli adulti le evidenze parlano di una riduzione di Bifidobatteri sia al momento della

diagnosi che a dieta aglutinata ed un aumento dei Bacteroides (batteri gram negativi e

anaerobici) sia nelle feci che sulle biopsie dei celiaci Inoltre crsquoegrave una riduzione nella

variabilitagrave della specie sia prima che dopo la dieta Tali squilibri vanno ovviamente ad

incidere sul processo patologico

I probiotici sono costituiti da microrganismi vivi che devono essere in grado di svolgere

effetti positivi sulla flora batterica intestinale In alcuni studi si egrave dimostrato come alcuni di

essi possano avere una particolare utilitagrave per i celiaci anche se si tratta ancora di approcci a

livello sperimentale Unrsquo indagine condotta su 64 soggetti (26 pazienti celiaci con dieta

contenente glutine 18 celiaci a dieta gluten-free e 20 soggetti sani) ha portato a valutare se

la flora batterica intestinale possa contribuire ai sintomi pro-infiammatori della celiachia e se

con due specifici ceppi di Bifidobatteri sia possibile ottenere benefici I risultati

confermarono le ipotesi e il ruolo positivo svolto dai ceppi Bifidobacterium longum e

Bifidobacterium bifidum sul quadro infiammatorio

Lrsquouso di specifici batteri probiotici potrebbe quindi contribuire al miglioramento della

patologia ma egrave necessario approfondire ulteriormente con modelli sperimentali e studi

clinici il loro ruolo a supporto della terapia classica

Bibliografia

Collado MC Donat E et al- Imbalances in faecal and duodenal Bifidobacterium species composition

in active and non active coeliac disease (httpwwwncbinlmnihgovpubmed19102766)- BMC

Microbiol 2008 2321-9

Di Cagno R Rizzello CG et al- Different fecal microbiotas and volatile organic compounds in treated

and entrate children with celiac diseaseAppl And Environ Microbiol 2009 75 3963-71

Golfetto L Senna FD et al- Lower Bifidobacteria counts in adult patients with celiac disease on a

gluten- free diet

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Lower+Bifidobacteria+counts+in+adult+patients+with

+celiac+disease+on+a+gluten-+free+diet)- Arq Gastroenterol 2014 51 139-43

32

Ghosh S- Advances in our understanding of the pathogenesis of celiac disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed21523256)- Can J Gastroenterol 2011 25186

Medina M De Palma G- Bifidobacterium strains suppress in vitro the pro-inflammatory milieu

trigged by large intestinal microbiota of coeliac patients

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Bifidobacterium+strains+suppress+in+vitro+the+pro-

inflammatory+milieu+trigged)- J Inflamm 2008 519

Sanders ME- Impact of probiotics on colonizing microbiota of the gut

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed21992949)- J Clin Gastroenterol 2011 45S115-9

Sanz Y De Pama G et al- Unraveling the ties between celiac disease and intestinal microbiota

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Unraveling+the+ties+between+celiac+disease)- Int

Rev Immunol 2011 30 207-18

33

CAPSICUM ANNUUM IL ROSSO CHE PROTEGGE LA

TUA SALUTE

A cura di Dottssa Giusi Balzano ndash Biologa nutrizionista

Il peperoncino rosso il cui nome scientifico egrave Capsicum annuum appartiene alla famiglia

delle Solanacee ed egrave originario delle Americhe

Dal ritrovamento di reperti archeologici sappiamo con certezza che fin dal 5000 aC circa la

popolazione messicana conosceva il peperoncino il quale fu importato in Europa da

Cristoforo Colombo nel 1493

Capsicum annuum

Il peperoncino a dispetto di tante credenze gode di tante proprietagrave benefiche e forse per

associazione con il pepe si tende erroneamente a credere che sia poco salutare

Come pianta egrave facilmente coltivabile e si adatta a diversi climi puograve essere coltivato nei vasi

e su un terrazzo limportante egrave che stia in pieno sole Nei periodi piugrave freddi conviene ad

ogni modo tenerlo al riparo in quanto non sopporta bene un clima troppo rigido Il

peperoncino egrave una pianta annuale e le parti consumate sono i frutti le bacche contenenti

dei semi bianco-giallastri Esistono tantissime qualitagrave di peperoncino e le bacche possono

essere consumate fresche cotte o crude I colori dei peperoncini (frutto) sono molteplici

verdi gialli rossi arancione bruno scuro e marrone scuro La sensazione di piccante data dal

peperoncino egrave dovuta alla capsaicina che in proporzione alla quantitagrave disponibile nel seme

ne determina appunto la piccantezza In realtagrave quando si mangia un peperoncino la

risposta di bruciore data dallorganismo egrave solo una sensazione che il cervello invia come

34

risposta allattivazione di alcuni termorecettori presenti nella bocca con cui proprio la

capsaicina viene a contatto Tra le proprietagrave del peperoncino troviamo

funzione dimagrante egrave accentuanto il consumo di calorie ad opera della capsaicina principio

attivo del peperoncino

proprietagrave antibiotiche antibatteriche e antiossidanti ad opera dei flavonoidi e capsaicinoidi

E anche molto utile nella cura di raffreddore bronchite e sinusite

flusso sanguignoazione vasodilatatrice il caratteristico potere piccante urticante del

peperoncino porta con seacute una specifica azione della capsicina sulla circolazione periferica

del sangue La dilatazione dei vasi sanguigni egrave funzionale alla regolazione ottimale della

pressione e della circolazione del sangue che aumenta dopo lassunzione I capillari

diventano piugrave elastici e il sangue risulta piugrave ossigenato Egrave per questo che il peperoncino utile

per scaldarsi in inverno diventa anche importante nella dieta estiva per difendersi dal caldo

torrido e dallumiditagrave

cuore e colesterolo la regolazione del flusso del sangue aiuta a mantenere pulito il sistema

endovenoso congiuntamente allazione della lecitina e di altri olii essenziali evitando la

comparsa di placche che bloccano il flusso sanguigno I capsaicinoidi svolgono unazione

importante nelle diete ad alto contenuto di sostanze grasse Il peperoncino aiuta a ridurre

eccessivi livelli di colesterolo accelerandone la ripartizione e lespulsione

digestione e metabolismo il peperoncino aumenta la secrezione di succhi gastrici e migliora

la digestione grazie al suo potere antifermentativo e inoltre tiene pulite le mucose Nelle

diete in cui egrave prevista unassunzione regolare linfluenza del capsicum porta a migliorare e

velocizzare i processi metabolici Attenzione perograve in caso di bruciore fastidioso e

persistente dopo ingestione di peperoncino associato ad uninfiammazione della gola

dellesofago o dello stomaco mangiare un pezzo di formaggio o di pane o bere birra risulta

essere di grande aiuto contro i fastidi menzionati

mal di collo e mal di schiena efficace contro artriti e reumatismi il peperoncino egrave un

ingrediente essenziale di molte creme e gel antinfiammatori ad azione topica Aiuta ad

alleviare il dolore migliorando la circolazione sanguigna

azione anti-tumorale la vitamina C egrave un significativo agente anti-cancro previene infezioni e

tumori I peperoncini freschi ne sono ricchi e riescono a fornirci acido ascorbico (vitamina C)

proprio in estate ed autunno quando la nostra dieta mediterranea egrave piugrave povera di agrumi

35

mal di testa e depressione lassunzione della capsicina provoca bruciore e dolore nella bocca

e nelle pareti interne del sistema gastroenterico Il nostro corpo reagisce cominciando a

rilasciare maggiori quantitagrave di adrenalina aumentando al contempo la produzione di

endorfine Il nostro corpo risulta energizzato laumento del flusso del sangue al cervello dagrave

sollievo poi sopraggiungono le endorfine vere e proprie ldquodrogherdquo naturali cioegrave oppioidi

endogeni che vengono prodotti internamente dal nostro organismo ed hanno potere

eccitativo ed analgesico alleviando cefalee ed altri dolori

azione afrodisiaca insieme alla vitamina C nel peperoncino cegrave anche la vitamina E

responsabile della stimolazione e della regolazione di molti processi legati alla feconditagrave

sessuale

Bibliografia

1 Tewksbury JJ Levey DJ Huizinga M Haak DC Traveset A Costs and benefits of capsaicin-mediated control of gut retention in dispersers of wild chilies Ecology 89 107-17 2008

2 Govindarajan VS Sathyanarayana MN Capsicum--production technology chemistry and quality Part V Impact on physiology pharmacology nutrition and metabolism structure pungency pain and desensitization sequences Crit Rev Food Sci Nutr 29 435-74 1991

36

Rape Rosse - Tubero e foglie un beneficio a 360deg

A cura di Dottssa Giusi Balzano ndash Biologa nutrizionista

Barbe rosse barbabietole rosse o ancora carote rosse

sono tutti sinonimi dialettali che fanno riferimento alle

rape rosse

Queste sono tuberi noti in botanica come Beta vulgaris

var rapa forma rubra si tratta di una pianta

appartenente alla famiglia delle Chenopodiaceae ed al genere Beta Menzionata in alcuni

antichissimi scritti greci risalenti al 420 aC periodo in cui il tubero rosso era noto

semplicemente come beta secondo il pensiero di altri autori lorigine delle rape rosse risale

addirittura al 2000 aC considerata la presenza di alcuni reperti archeologici che la

attestano

Malgrado gli appelli di dietologi e specialisti dellalimentazione si tende spesso a

dimenticare limportanza fitoterapica e benefica di alcuni ortaggi come in questo specifico

caso le rape rosse

Le rape rosse contengono pochissime calorie (solamente 19 per 100 grammi di prodotto)

per questo motivo rientrano tra i cibi ipocalorici ottimi alimenti preferibili in diete bilanciate

che presuppongono una marcata restrizione calorica Ersquo ricca di acqua corrispondente a

circa il 91 si contano solo il 4 di carboidrati ed il 26 di fibre contiene diverse vitamine

in particolare del gruppo B e una buona quota di sali minerali soprattutto potassio sodio

calcio ferro e fosforo ed egrave ricca anche di zuccheri Nella radice della rapa rossa si ritrova un

glicoside che attribuisce la tipica colorazione rosso vivo alla rapa si tratta della betaina

sfruttata dallindustria alimentare come colorante naturale (E 162) Altro pigmento

riscontrato nella rapa rossa egrave la betaxantina che le conferisce striature giallastre Ancora

nella radice di rapa rossa si trovano altre sostanze sfruttate nella fitoterapia e nella cosmesi

quali saponine antociani flavonoidi in genere ed allantoine (proprietagrave idratanti e

disarrossanti)

37

Proprietagrave terapiche

Una delle proprietagrave curative principali di questo ortaggio riguarda il potere lassativo spesso

utile per combattere la stitichezza e le emorroidi La rapa rossa egrave anche un buon rimedio per

migliorare la funzione epatica e combattere le infezioni delle vie urinarie Le sue foglie sono

unrsquoottima fonte di vitamina A e le radici sono una buona fonte di vitamina C Le foglie

vengono cucinate o servite fresche come verdura mentre le radici o teste possono essere

affettate in insalate o cotte intere e poi tagliate a fettine o a tocchetti

Le rape rosse sono particolarmente ricche di folati fondamentali alleati contro le malattie

cardiache e lrsquoanemia in quanto coinvolti nella produzione di globuli rossi e bianchi nella

sintesi di materiale genetico e nella formazione di anticorpi nel sistema immunitario Esse

sono anche ricchi di fibre solubili e insolubili La fibra insolubile aiuta a mantenere il tratto

intestinale funzionante mentre la fibra solubile controlla il livello di zucchero nel sangue e

abbassa il colesterolo Nelle sue foglie egrave abbondante il beta-carotene il ferro e il calcio

Ricche di vitamine del gruppo B come B1 B2 B3 e B6 per quanto concerne il contenuto di

sali minerali questa egrave un ortaggio ricco di iodio sodio e potassio ma anche in quantitagrave

minori di magnesio Lo iodio egrave un minerale essenziale per il corretto funzionamento della

ghiandola tiroidea che regola il metabolismo mentre il potassio e il sodio sono necessari per

la generazione e la trasmissione degli impulsi nervosi attivitagrave muscolare a parte il bilancio

idrico allrsquointerno e allrsquoesterno della cellula

Il succo crudo di barbabietola (Fig 1) egrave particolarmente idoneo per tutte le persone che

soffrono di anemia in quanto favorisce la formazione di globuli rossi nel sangue inoltre ha

proprietagrave diuretiche e favorisce la digestione

Fig1 succo crudo di barbabietola rossa

38

Ortaggio anticancro

Nella rivista International Journal of Cancer si discute sul ruolo delle rape rosse come

potenziale alimento anticancro la questione egrave per certi versi discutibile ed oscura e non

esiste alcuna dimostrazione indubbia ed inequivocabile che accerti lipotesi In particolare

nella rivista sopraccitata si discute del possibile ruolo delle rape rosse nella prevenzione del

tumore al colon per altri le rape rosse sarebbero in grado non solo di prevenirne il cancro

ma anche di contrastarlo

Bibliografia

Kazimierczak R Hallmann E Lipowski J Drela N Kowalik A Puumlssa T Matt D Luik A Gozdowski D Rembiałkowska E

Beetroot (Beta vulgaris L) and naturally fermented beetroot juices from organic and conventional production metabolomics antioxidant levels and anticancer activity

J Sci Food Agric 2014 May

39

Sigrave ai legumi nella prevenzione delle malattie tumorali

A cura di Dottssa Bruzzone Francesca ndash Dietista

Con il termine ldquolegumirdquo si intendono tutti quei semi commestibili derivanti dalle piante

dicotiledoni dellrsquoordine delle Fabales tra cui rientrano i fagioli le lenticchie le fave i piselli

i lupini i ceci le carrube le cicerchie le arachidi e la soia

I legumi sono alimenti ricchi di proteine tanto da essere stati denominati come ldquola carne dei

poverirdquo Essi possiedono un buon contenuto in amminoacidi (ad eccezione di quelli solforati

e del triptofano) carboidrati fibre Calcio Ferro e Potassio a discapito di grassi e

colesterolo

In abbinamento ai cereali i legumi costituiscono un ottimo e saziante piatto unico dove

convergono carboidrati e proteine e dove gli amminoacidi carenti nei cereali (come la lisina)

si integrano con quelli dei legumi e viceversa Queste qualitagrave rendono tali semi

particolarmente adeguati sia nella prevenzione che nel trattamento di numerose malattie

metaboliche come il diabete mellito le dislipidemie la sindrome metabolica il sovrappeso e

lrsquoobesitagrave Di recente inoltre egrave stato attribuito un altro importante ruolo benefico ai legumi

quello di ostacolare la crescita di alcune forme tumorali

Un lavoro effettuato da un gruppo di ricercatori dellUniversity College di Londra del

Dipartimento di Scienze Chirurgiche dell`Universitagrave di Chieti e del Laboratorio di

Farmacologia Molecolare dell`Istituto Mario Negri di Milano e pubblicato sulla rivista

statunitense ldquoCancer Researchrdquo infatti ha scoperto la presenza di inositolo pentachisfosfato

nella maggior parte dei legumi (in particolare in lenticchie piselli e fagioli) e nelle noci Tale

40

composto sembrerebbe inibire lrsquoenzima fosfoinositide 3-chinasi coinvolto nella crescita e

nella progressione dei tumori e capace di aumentare la resistenza al trattamento con agenti

chemoterapeutici Il segnale attivato dalla fosfoinositide 3-chinasi infatti rappresenta un

target importante per lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche anticancro e questo studio

dimostra come lrsquoinositolo pentafosfato sia capace di antagonizzare in maniera specifica

questo segnale nelle cellule tumorali inducendone lrsquoapoptosi (morte programmata)

Lrsquoinositolo pentafosfato ha una struttura molecolare analoga al prodotto dellrsquoattivitagrave

enzimatica della fosfoinositide 3-chinasi che attiva segnali specifici per la progressione del

cancro Il meccanismo secondo il quale lrsquoinositolo pentafosfato disattiva le proteine

iperattive nei tumori dalla membrana plasmatica permette di inibire sia la crescita delle

cellule tumorali umane in coltura sia lo sviluppo dei tumori nei topi In queste condizioni

lrsquoinositolo pentafosfato ha dimostrato unrsquoattivitagrave farmacologica comparabile e potenziante

quella del farmaco citotossico cisplatino molto usato in chemioterapia antitumorale ma

associato a effetti collaterali come nausea vomito formicolio a mani e piedi caduta dei

capelli e alterazione della funzionalitagrave renale (gli inositoli fosfati invece non sono tossici

neanche a concentrazioni piugrave elevate di quelle usate in questo studio e possono essere

assorbiti per via orale) I principali effetti positivi sono stati riscontrati a livello di ovaie e

polmoni

Lrsquoinositolo pentafosfato inoltre si egrave dimostrato capace di inibire lo sviluppo dei nuovi vasi

sanguigni indispensabili per la nutrizione e lo sviluppo del tumore (angiogenesi) bloccando

quindi un meccanismo fondamentale per la sua crescita

Sitografia

ldquoLe Scienze edizione italiana di Scientifica Americanrdquo ndashLegumi e cereali conto il cancro-

ldquoAssociazione Giacomo-onlusrdquo -Inositolo Pentafosfato da legumi e arachidi una nuova strada

nella cura dei tumori

41

Tra le mille virtursquo del miele la cura dellrsquoherpes simplex

A cura di Dottssa Serena Pascucci Biologa Nutrizionista

Le molteplici proprietagrave del miele sono note fin dallrsquoantichitagrave

per le sue capacitagrave antisettiche antibiotiche e cicatrizzanti

e il suo uso nella medicina moderna sta riscontrando

sempre piugrave maggiore interesse

Diversi studi

hanno valutato

lrsquoefficacia del miele contro alcuni virus tra cui di

particolare importanza egrave emersa lrsquoefficacia del

miele per il trattamento dellrsquoHerpes Simplex sia a

livello labiale sia a livello genitale Lo studio del

2004 condotto presso una clinica privata a Dubai

ha selezionato 16 pazienti con ricorrenti manifestazioni del virus otto affetti da Herpes

simplex a livello labiale e otto a livello genitale con un etagrave compresa tra i 35 e i 45 anni sia

maschi che femmine Ersquo stata valutata e considerata lrsquoefficacia del miele nel trattamento

delle lesioni prodotte dal virus in confronto a un comune farmaco antivirale utilizzato

normalmente (Acyclovir) I pazienti prescelti prima della prova non dovevano sottoporsi ad

altre cure antivirali A scelta casuale sono stati selezionati quattro pazienti con herpes

labiale e quattro con herpes genitale che hanno effettuato il primo trattamento con il miele

gli altri otto con il farmaco comune antivirale a base di 5 di acyclovir Alla seconda

comparsa della manifestazione del virus egrave stato effettuato lrsquoopposto Nello studio egrave stato

somministrato un miele multiflora direttamente sulle lesioni prodotte dal virus su una garza

a contatto con la lesione per un quarto drsquoora per 4 volte al giorno fino alla completa

guarigione mentre il farmaco veniva applicato 6 volte al giorno Da questa prova egrave stata

riscontrata una durata delle lesioni dalla prima comparsa alla completa scomparsa di circa

12 giorni in media per entrambi i trattamenti ma nel caso dei pazienti con herpes labiale

trattati con il miele la guarigione egrave avvenuta in circa 3 giorni rispetto ai 5 giorni con il

trattamento con acyclovir cioegrave con una velocitagrave del 35 superiore Inoltre il miele ha

42

mostrato un azione migliore rispetto al farmaco in particolare la durata del dolore risultava

minore del 39 con fastidi moderati per non piugrave di 24 ore mentre con acyclovir il dolore

anche se moderato poteva prolungarsi fino a 72 ore Ersquo stato anche riscontrato un

insorgenza minore delle croste del 28 in chi utilizzava il miele in particolare in 5 pazienti le

lesioni non si sono evolute in croste cosa che non egrave mai avvenuta nei soggetti trattati con il

farmaco Ancora in due casi con il trattamento con il miele lrsquoherpes ha abortito cioegrave dopo i

primi sintomi non ha sviluppato lesioni e procurato fastidi al contrario dei pazienti trattati

con il farmaco Anche nei pazienti con herpes a livello genitale il miele si egrave mostrato piugrave

efficace del farmaco convenzionale con un tempo di guarigione minore del 53 una durata

del dolore inferiore del 50 anche qui con fastidi moderati e con una durata non superiore

alle 24 ore rispetto a bruciori da moderati a medi prolungati(anche per 3 giorni) nei pazienti

con trattamento con farmaco Inoltre egrave stato riscontrato anche a livello genitale un

insorgenza minore di croste del 49 in particolare in 5 pazienti trattati con il miele le lesioni

a livello genitale non si sono sviluppate in croste a differenza dei pazienti trattati con il

farmaco in cui le croste sono sempre apparse Infine egrave stato riscontrato anche a livello

genitale un aborto del virus in chi utilizzava il miele senza avere avuto nessun riscontro

invece nei pazienti trattati con farmaco

Lrsquoanalisi statistica ha mostrato un efficacia superiore del miele rispetto allrsquoutilizzo di

acyclovir per la cura e la risoluzione delle lesioni virali da herpes simplex labiale e genitale

(Ai-waili 2004) Tuttavia quale sia o quali siano i meccanismi drsquoazione che permettono al

miele di inibire la replicazione del virus sono poco conosciuti Un fattore che puograve

determinare lrsquoazione antivirale del miele puograve essere ricercato nel contenuto di flavonoidi(

azione antivirale) rame zinco vit E C normalmente presenti nel miele e di provata azione

antivirale(AI-Waili 2004) e infine lrsquoossido di azoto con un azione antivirale in vitro la cui

attivitagrave egrave stata rilevata anche sul virus dellrsquoHIV (Torre et al 2002 Schramm DD et al 2003)

Lrsquoherpes simplex egrave un infezione virale importante qualsiasi terapia si volesse seguire egrave

opportuno seguire sempre una supervisione e il consiglio del medico

Bibliografia

Al-Waili NS topical honey application vs acyclovir for the treatment of recurrent herpes

simplex lesions Med Sci Monit 2004 10(8) MT94-MT98

- Schramm DD Karim M Schrader HR Holt RR Cardetti M Keen CL Honey with high levels of antioxidants can provide protection to healthy human subjects J Agric Food Chem 200351(6)1732ndash5 doi 101021jf025928k - Torre D Pugliese A Speranza F Role of nitric oxide in HIV-1 infection friend or foe Lancet Infect Dis 2002 May2(5)273-80

11

(BDNF) come fattore determinante nella dipendenza neurotrofica dallrsquoattivitagrave fisica nel

neuro-sviluppo nella neuro-rigenerazione nella neurotrasmissione nellrsquoapprendimento

nella regolazione dellrsquoumore e nella risposta allo stress (Zhang L et al 2013) La variante

ipoespressa di tale polimorfismo (-66met) diminuisce la secrezione neuronale di BDNF

alterando di conseguenza alcune forme di apprendimento e la suscettibilitagrave allo stress ma

soprattutto aumentando lrsquoansia e riducendo lrsquoestinzione della paura appresa dati

confermati alla fNMR come tre possibili endofenotipi rispettivamente neurobiologico

neuropsichico e neurocognitivo del PTSD (Frielingsdorf H et al 2010)

La presenza anche di un solo allele 66met risulta correlata al sottotipo del PTSD con

manifestazioni psicotiche (Pivac N et al 2012) a quello in comorbilitagrave con il Disturbo

Bipolare (BD) (Rakofsky JJ et al 2012) e alla Depressione in soggetti che hanno subito

esperienze traumatiche infantili (ECA-ELS) (Aguilera M et al 2012) amplificandone gli effetti

negativi nellrsquoetagrave adulta (Miller et al 2012)

Tuttavia nellrsquointerazione epistatica funzionale (GxGxE) con la variante dominante di

vulnerabilitagrave SS del 5HTTLPR egrave il polimorfismo val66val del BDNF ad esaltare con la sua

iperespressione la depressione successiva ad abusi infantili (Grabe HJ et al 2012) mentre

negli stessi portatori della variante SS del 5HTTLPR il polimorfismo genico 66met del BDNF

risulta favorire la reattivitagrave emotiva ansiogena come dimostrato allrsquoimaging funzionale

(BOLD fNMR) dal coinvolgimento dellrsquoAmigdala e della Corteccia Cingolata Anteriore rostrale

(AMY rACC) (Outhred T et al 2012) Questi dati favoriscono lrsquoipotesi della modulazione

epistatica ambivalente in senso rispettivamente depressogeno o ansiogeno delle varianti

66val e 66met del BDNF sui portatori del polimorfismo genico di suscettibilitagrave 5HTTLPR-SS

Riguardo la gravitagrave dei sintomi del PTSD in epistasi con il DRD2 Taq1 (allele T di vulnerabilitagrave

per ipoespressione dei recettori D2 della dopamina) la variante 66met del BDNF la attenua

mentre la variante Val-Val la esalta in funzione dellrsquoespressione di tali recettori e

indipendentemente dunque dallrsquoeccesso o dal difetto di DA (Hemmings SM et al 2012)

seppure un ruolo di suscettibilitagrave al PTSD sia stato riconosciuto alla variante 9R del

polimorfismo VNTR nella 3UTR del gene SLC6A3 codificante nellrsquouomo per il trasportatore

della Dopamina (DAT1) come vedremo piugrave avanti (Valente NL et al 2012) Riguardo alla

risposta terapeutica premesso che il trattamento non farmacologico piugrave efficace per il PTSD

egrave risultata la Terapia di Esposizione che mira a facilitare lrsquoestinzione della paura appresa egrave

stato recentemente evidenziato che il BDNF facilita lrsquoestinzione dellrsquoapprendimento e in

12

particolare che la sua variante 66 Met fa prevedere una scarsa risposta alla terapia cognitivo-

comportamentale di esposizione nel PTSD (Felmingham KL et al 2013)

TABELLA RIASSUNTIVA DELLE INTERAZIONI EPISTATICHE NEL DPTS

EPISTASI SERT SS DRD2 T DAT1 9R DAT1 10R

COMT -158met

NET -182C

BDNF Val66Val

Depressione in ECA

uarrsintomi PTSD

BDNF Met66Met

Ansia in ECA

darrsintomi PTSD

DAT1 9R +PTSD In vitro

DAT1 10R + PTSD In vivo

COMT -158met

+PTSD urbano

NET -182C

+PTSD

EPISTASI SERT SS DRD2 T DAT1 9R DAT1 10R

COMT -158met

NET -182C

BDNF Val66Val

Depressione in ECA

uarrsintomi PTSD

BDNF Met66Met

Ansia in ECA

darrsintomi PTSD

DAT1 9R +PTSD In vitro

DAT1 10R + PTSD In vivo

COMT -158met

+PTSD urbano

NET -182C

+PTSD

13

Drsquoaltra parte gli omozigoti 66met del BDNF presentando una riduzione di volume della

Sostanza Grigia (GM) dellrsquoIppocampo e un aumento di quella della Corteccia Orbito Frontale

destra (rOFC) impiegano minor tempo per la remissione dei sintomi depressivi

contrariamente ai 66val che con la stessa riduzione della GM dellrsquoippocampo sinistro

rispondono invece piugrave lentamente alla terapia (Cardoner N et al 2012)

Alcune evidenze suggeriscono uno stato iperdopaminergico con maggior frequenza della

variante 9R del DAT1 nel PTSD Studi in vivo con immagini molecolari di tomografia

computerizzata ad emissione di singolo fotone (SPECT) hanno tuttavia dimostrato un

incremento del potenziale legante del trasportatore della dopamina nello Striato di pazienti

portatori del PTSD Tale aumentata densitagrave di DAT riflette un incrementato turnover locale di

dopamina in grado di contribuire al perpetuarsi e al potenziamento fobico di un evento

traumatico e delle situazioni che lo ricordano (Hoexter MQ et al 2012) confermando i

risultati contraddittori sulla valenza in vivo ed in vitro del suddetto polimorfismo (Heitland I

et al 2012)

Infine il giagrave ricordato riscontro della variante -158met del polimorfismo val158met della

COMT in soggetti che hanno sviluppato PTSD dopo violenza urbana (Valente NL et al 2011

(2) Norrholm SD et al 2013) conferma lrsquoipotesi di un endofenotipo ipernoradrenergico per il

PTSD La COMT egrave infatti preposta a catabolizzare lrsquoeccesso di NE libera intersinaptica in zone

povere dei ricaptatori DAT e NET come la corteccia prefrontale e lrsquoippocampo e la sua

variante 158met ne indica lrsquoipoespressione Pertanto anche la variante NET-182C del

polimorfismo del trasportatore della norepinefrina (SLC6A2-182TC) che ne ipoesprime la

ricaptazione (Valente NL et al 2011-2) si candida a predisponente del PTSD

Bibliografia

Aguilera M Arias B Wichers M Barrantes-Vidal N Moya J Villa H van Os J Ibaacutentildeez MI Ruipeacuterez MA Ortet G Fantildeanaacutes L Early adversity and 5-HTTBDNF genes new evidence of gene-environment interactions on depressive symptoms in a general population Psychol Med 2009 Sep39(9)1425-32 Epub 2009 Feb 12 Auxeacutemeacutery Y (2) Posttraumatic stress disorder (PTSD) as a consequence of the interaction between an individual genetic susceptibility a traumatogenic event and a social context] Encephale Oct 2012 38(5) 373-80 Cardoner N Soria V Gratacograves M Hernaacutendez-Ribas R Pujol J Loacutepez-Solagrave M Deus J Urretavizcaya M Estivill X Menchoacuten JM Soriano-Mas C Val66Met BDNF genotypes in melancholic depression effects on brain structure and treatment outcome Depress Anxiety Nov 2012

14

Felmingham KL Dobson-Stone C Schofield PR Quirk GJ Bryant RA The Brain-Derived Neurotrophic Factor Val66Met Polymorphism Predicts Response to Exposure Therapy in Posttraumatic Stress Disorder Biol Psychiatry Jan 2013 Frielingsdorf H Bath KG Soliman F Difede J Casey BJ Lee FS Variant brain-derived neurotrophic factor Val66Met endophenotypes implications for posttraumatic stress disorder Ann N Y Acad Sci 2010 Oct1208150-7 doi 101111j1749-6632201005722x Grabe HJ Schwahn C Mahler J Appel K Schulz A Spitzer C Fenske K Barnow S Freyberger HJ Teumer A Petersmann A Biffar R Rosskopf D John U Voumllzke H Genetic epistasis between the brain-derived neurotrophic factor Val66Met polymorphism and the 5-HTT promoter polymorphism moderates the susceptibility to depressive disorders after childhood abuse Prog Neuropsychopharmacol Biol Psychiatry 2012 Mar 3036(2)264-70 Epub 2011 Oct 2 Heitland I Oosting R SBaas J M P Massar S A A Kenemans J L Boumlcker K B E Genetic polymorphisms of the dopamine and serotonin systems modulate the neurophysiological response to feedback and risk taking in healthy humans Cogn Affect Behav Neurosci 2012 December 12(4) 678ndash691 Hemmings SM Martin LI Klopper M van der Merwe L Aitken L de Wit E Black GF Hoal EG Walzl G Seedat S BDNF Val66Met and DRD2 Taq1A polymorphisms interact to influence PTSD symptom severity A preliminary investigation in a South African population Prog Neuropsychopharmacol Biol Psychiatry 2012 Oct 25 pii S0278-5846(12)00266-7 doi 101016jpnpbp201210011 [Epub ahead of print] Hoexter MQ Fadel G Feliacutecio AC Calzavara MB Batista IR Reis MA Shih MC Pitman RK Andreoli SB Mello MF Mari JJ Bressan RA Higher striatal dopamine transporter density in PTSD an in vivo SPECT study with [(99m)Tc]TRODAT-1 Psychopharmacology (Berl) 2012 Nov224(2)337-45 doi 101007s00213-012-2755-4 Epub 2012 Jun 15 Kolassa IT Ertl V Eckart C Gloumlckner F Kolassa S Papassotiropoulos A de Quervain DJ Elbert T Association study of trauma load and SLC6A4 promoter polymorphism in posttraumatic stress disorder evidence from survivors of the Rwandan genocide J Clin Psychiatry 2010 May71(5)543-7 Epub 2010 Apr 6 Miller S Hallmayer J Wang PW Hill SJ Johnson SL Ketter TA Brain-derived neurotrophic factor val66met genotype and early life stress effects upon bipolar course J Psychiatr Res 2012 Nov 23 pii S0022-3956(12)00328-7 doi 101016jjpsychires201210015 [Epub ahead of print] Norrholm SD Jovanovic T Smith AK Binder E Klengel T Conneely K Mercer KB Davis JS Kerley K Winkler J Gillespie CF Bradley B Ressler KJ Differential Genetic and Epigenetic Regulation of catechol-O-methyltransferase is Associated with Impaired Fear Inhibition in Posttraumatic Stress Disorder Front Behav Neurosci 2013 Apr 10730 doi 103389fnbeh201300030 Print 2013 Outhred T Das P Dobson-Stone C Griffiths K Felmingham KL Bryant RA Malhi G Kemp AH The functional epistasis of 5-HTTLPR and BDNF Val66Met on emotion processing a preliminary study Brain Behav Nov 2012 2(6) 778-88 Pivac N Kozaric-Kovacic D Grubisic-Ilic M Nedic G Rakos I Nikolac M Blazev M Muck-Seler D The association between brain-derived neurotrophic factor Val66Met variants and psychotic

15

symptoms in posttraumatic stress disorder World J Biol Psychiatry 2012 Apr13(4)306-11 Epub 2011 Jul 6 Rakofsky JJ Ressler KJ Dunlop BW BDNF function as a potential mediator of bipolar disorder and post-traumatic stress disorder comorbidity Mol Psychiatry 2012 Jan17(1)22-35 doi 101038mp2011121 Epub 2011 Sep 20 Valente NL Vallada H Cordeiro Q Miguita K Bressan RA Andreoli SB Mari JJ Mello MF Candidate-gene approach in posttraumatic stress disorder after urban violence association analysis of the genes encoding serotonin transporter dopamine transporter and BDNF J Mol Neurosci 2011 May44(1)59-67 Epub 2011 Mar 29 Valente NL Vallada H Cordeiro Q Bressan RA Andreoli SB Mari JJ Mello MF (2) Catechol-O-methyltransferase (COMT) val158met polymorphism as a risk factor for PTSD after urban violence J Mol Neurosci 2011 Mar43(3)516-23 Epub 2010 Nov 17 Zhang L Benedek DM Fullerton CS Forsten RD Naifeh JA Li XX Hu XZ Li H Jia M Xing GQ Benevides KN Ursano RJ PTSD risk is associated with BDNF Val66Met and BDNF overexpression Molecular Psychiatry (15 January 2013) | doi101038mp2012180

16

Depressione azione epigenetica dei fattori ambientali sullo sviluppo del disturbo attraverso la metilazione

del trasportatore della serotonina (SERT) Evidenze di laboratorio sulla quantificazione dellrsquoeffetto epigenetico del danno e della correzione terapeutica

A cura di Dott Giovanni Borghini- Biologo Genetista

La cronaca continua a portare alla ribalta estremi gesti anti-

conservativi di personaggi apparentemente gratificati da una vita di

successi e popolaritagrave Cosa si nasconde dietro il male oscuro della

depressione egrave una sfida ancora aperta ai piugrave diversi contributi della

ricerca Ne analizzeremo uno in particolare legato alle recenti

acquisizioni della biologia molecolare sui fenomeni epigenetici da

stress e il polimorfismo genico del trasportatore della serotonina

Il trasportatore della serotonina (SERT) e la sua la regione polimorfica gene-linked (5-

HTTLPR) sono ormai pienamente riconosciuti come modulatori del legame tra lo stress della

vita e la depressione Tuttavia i percorsi molecolari implicati in questa interazione gene-

ambiente (GXE) sono ancora in gran parte sconosciuti Alterazioni nel profilo dellrsquoespressione

genica del SERT spesso mediate epigeneticamente sono associate allrsquoinsorgenza di

depressione e possono pertanto costituire un ipotetico mediatore nellrsquo interazione GXE In

un recente articolo (Wankerl M et al 2014) sono stati indagati parallelamente gli effetti dei

polimorfismi genici del SERT (5-HTTLPR) e delle avversitagrave ambientali riferite allrsquointero arco

vitale a partire dagli stress precoci intra-uterini In accordo con la letteratura internazionale

sono emerse strette correlazioni tra variazioni polimorfiche del SERT e i cambiamenti

ambientali (stress precoci traumi prenatali) Studiando in vivo lespressione del SERT in

campioni di cellule di sangue periferico egrave stato valutato se i cambiamenti indotti

dallambiente siano mediati da modificazioni epigenetiche A tale scopo sono stati analizzati

83 siti CpG nel promotore-genico del SERT della grandezza di 799-bp con il metodo

altamente sensibile del ldquopyrosequencingrdquo con bisolfito I partecipanti allo studio sono stati

133 tra giovani e adulti sani I risultati hanno mostrato che sia i portatori dellallele ldquoSrdquo del 5-

17

HTTLPR che i bambini sottoposti a stress materno prenatale (328) e a maltrattamento

infantile (563) presentavano una ridotta espressione del mRNA del SERT rispetto a quelli

senza alcun fattore di rischio I dati dellrsquoarticolo indicano inoltre che i cambiamenti nei livelli

di espressione del mRNA SERT non coincidono con i profili di metilazione del DNA allinterno

delle isole CpG del SERT Egrave quindi ipotizzabile che i cambiamenti persistenti nellespressione

del SERT possano a loro volta dipendere da un alterato funzionamento serotoninergico e

probabilmente si sommano la vulnerabilitagrave a differenti malattie associate al 5-HTTLPR e le

avversitagrave precoci

Bibliografia M Wankerl1 R Miller1 C Kirschbaum1 J Hennig2 T Stalder1 and N Alexander1 Effects of genetic and early environmental risk factors for depression on serotonin transporter expression and methylation profiles Transl Psychiatry Jun 2014 4(6) e402 Published online Jun 17 2014 doi 101038tp201437 PMCID PMC4080318 Franke L Therstappen E Schlosser B Biermer M Berg T Schaumlfer M Arck P Uebelhack R Friebe A A Preliminary Study on the Relationship between Platelet Serotonin Transporter Functionality Depression and Fatigue in Patients with Untreated Chronic Hepatitis C Depress Res Treat 20142014821381 doi 1011552014821381 Epub 2014 Mar 20 Domschke K Tidow N Schwarte K Deckert J Lesch KP Arolt V Zwanzger P Baune BT Serotonin transporter gene hypomethylation predicts impaired antidepressant treatment response Int J Neuropsychopharmacol 2014 Aug17(8)1167-76 doi 101017S146114571400039X Epub 2014 Mar 28

18

SVILUPPO PUBERALE E TESSUTO ADIPOSO A cura di Dottssa Martina Beltrami - Dietista

La pubertagrave egrave una fase di transizione che determina la

maturitagrave riproduttiva tra linfanzia e letagrave adulta

La pubertagrave egrave legata a importanti cambiamenti sviluppo

delle caratteristiche sessuali secondarie lo sviluppo

somatico il menarca modificazioni psicologiche

Lormone di rilascio delle gonadotropine (GnRH) che

per tutta linfanzia viene prodotto in modo sporadico

inizia ad essere prodotto in modo pulsatile e regolare

La frequenza e lampiezza della sua produzione

determinano la produzione degli ormoni responsabili di portare allovulazione e poi la

regolaritagrave dei cicli mestruali

Tra la prima mestruazione e la piena maturazione possono passare 3-4 anni

Negli ultimi anni si egrave evidenziato come uno sviluppo precoce o tardivo sia correlato

negativamente con la salute della donna

Letagrave del menarca e lincidenza con la sindrome metabolica sono correlati con una curva a U

per la quale sia unetagrave troppo precoce (prima dei 10 anni) sia unetagrave tardiva (dopo i 16anni)

portano ad un aumentato rischio di sviluppare la sindrome metabolica nellarco dei successivi

26 anni (1)

Un menarca precoce egrave un fattore di rischio a tutte le patologie estrogeno dipendenti

(iperandrogenismo pcos tumore alla mammela) e dal punto di vista psicologico puograve essere

traumatico

Un menarca tardivo egrave correlato a osteopenia il picco di accumulo di densitagrave ossea avviene

tra letagrave puberale e i 25anni se lo sviluppo puberale tarda avrograve meno tempo a disposizione

per aumentare la densitagrave ossea

I fattori nutrizionali sono considerati uno dei principali fattori che influenzano linizio dello

sviluppo puberale

19

La Leptina egrave un ormone prodotto dal tessuto adiposo ed egrave strettamente correlata alla sua

quantitagrave Piugrave aumenta lindice di massa corporea (BMI) e piugrave aumenta la percentuale di

Leptina prodotta

La Leptina agisce sui processi di termogenesi sul comportamento alimentare e sulla funzione

riproduttiva Le modificazioni dei livelli di leptina indicano se le riserve energetiche

dellorganismo sono sufficienti per sostenere lo sviluppo puberale La leptina agisce quindi

come un segnale periferico per lipotalamo ed egrave necessaria per lo sviluppo puberale

Alcuni studi hanno evidenziato come letagrave del menarca sia strettamente correlata ai livelli

circolanti di leptina

La leptina circolante infatti aumenta di circa il 30 nei 6 mesi precedenti il menarca(2)

Negli ultimi decenni il sovrappeso egrave aumentato nella popolazione e non a caso anche letagrave

media del primo menarca egrave scesa da 13 a 12 anni circa

Letagrave del menarca egrave correlata piugrave al peso corporeo che non alletagrave cronologica

Se andiamo a modificare per carenza o per eccesso il grasso corporeo la produzione di

leptina cambia e il menarca puograve anticipare o tardare

Bambine di 5-7 anni in sovrappeso hanno maggior probabilitagrave di uno sviluppo puberale

anticipato a 9 anni (3)

Ballerine ginnaste o ragazze con un BMI piugrave basso rispetto alle coetanee spesso hanno un

menarca tardivo

Da alcuni studi sembrerebbe che un percentuale minima del 16 di grasso sia necessaria

affinchegrave avvenga lo sviluppo puberale e il 22 per avere cicli regolari (4)

Riuscire a identificare precocemente i soggetti a rischio permette di intervenire

tempestivamente lavorando sullindice di massa corporea per recuperare anni sui fattori di

rischio

Bibliografia

1) Mueller NT1Duncan BBBarreto SMChor DBessel MAquino EMPereira MASchmidt MI Earlier age at menarche is associated with higher diabetes risk and cardiometabolic disease risk factors in Brazilian adults Brazilian Longitudinal Study of Adult Health (ELSA-Brasil) 2) Lassek W D and Gaulin S JC (2007) Menarche is related to fat distribution Am J Phys Anthropol 1331147ndash1151 doi101002ajpa20644

20

3) Davison et al Percent Body Fat at Age 5 Predicts Earlier Pubertal Development Among Girls at Age 9 Pediatrics 2003 1114 815-821 4) Rose E Frisch1Roger Revelle1 Height and Weight at Menarche and a Hypothesis of Critical Body Weights and Adolescent Events Science 24 July 1970 Vol 169no 3943pp 397-399

21

Attivitagrave ormonale e distribuzione di grasso

generalizzato

A cura di Dottssa Bruzzone Francesca ndash Dietista

Mentre della localizzazione del tessuto adiposo a livello addominale piuttosto che in zona

gluteo-femorale si tratta lungamente (distinguendo lrsquoobesitagrave androide da quella ginoide) dei

soggetti che accumulano grasso in modo omogeneo nei vari distretti corporei si parla in

minor misura nonostante tale fenomeno interessi ugualmente genere maschile e genere

femminile

La predisposizione a immagazzinare le riserve energetiche in una

zona piuttosto che in unrsquoaltra varia in relazione a etagrave sesso razza

di appartenenza attivitagrave fisica alimentazione e azione ormonale

Questi ultimi tre fattori sono strettamente correlati e dipendenti

lrsquouno dallrsquoaltro

Le persone in sovrappeso che presentano delle forme corporee

come quelle della figura a lato solitamente possiedono arti lunghi

ossa piccole faccia ovale o allungata e vita alta Essi localizzano il

grasso in tutto il corpo ad eccezione dei polpacci non sopportano il

caldo adorano i carboidrati e il caffegrave alternano la loro giornata tra energia e stanchezza e

passano da entusiasmo e presa di iniziativa nei periodi positivi a depressione e irritabilitagrave nei

momenti di stress

Tutte queste caratteristiche sono determinate dal ruolo degli ormoni nella gestione della

regolazione delle funzioni corporee e dellrsquoemotivitagrave

I soggetti che tendono ad ingrassare sia nella zona addominale che in quella inferiore del

corpo infatti annoverano molto spesso un lungo passato di squilibrio ormonale in cui si

sovrappongono fattori eziologici tipici del grasso androide ad altri caratteristici del grasso

ginoide

Generalmente questi individui acquistano peso a causa di una alterata attivitagrave tiroidea (loro

ghiandola dominante) provocata da un consumo protratto ed eccessivo di carboidrati

raffinati e di zuccheri semplici Ciograve conduce nel tempo a una soppressione dellrsquoefficienza

tiroidea e della secrezione dellrsquoormone somatotropo (HGH) e quindi a un accumulo di grasso

22

generalizzato conseguente alla riduzione del metabolismo basale e del mancato effetto

lipolitico Lrsquoormone della crescita e gli ormoni tiroidei infatti vengono inibiti dal cortisolo il

quale egrave stimolato proprio dallrsquoipoglicemia reattiva allrsquoiperglicemia dovuta a un pasto ricco di

zuccheri semplici e carboidrati raffinati Anche la caffeina egrave in grado di aumentare la

produzione di cortisolo insieme a stress scarsa idratazione e digiuni prolungati Tale

ormone insieme agli squilibri insulinici che si innescano agevola lrsquoaumento ponderale

attraverso meccanismi quali la sollecitazione della lipoproteina lipasi e lrsquoaumento di

ritenzione idrica

La dieta piugrave adeguata per il dimagrimento di questi soggetti quindi prevede una riduzione

dei cereali bianchi degli zuccheri e della caffeina a favore di farinacei integrali proteine

nobili (specie di origine ittica per stimolare la tiroide attraverso il contenuto di iodio) e

verdura egualmente distribuiti nei vari pasti senza dimenticare una buona idratazione

Lrsquoazione degli ormoni nella localizzazione del grasso non si esprime soltanto in relazione agli

stimoli alimentari ma anche in rapporto allrsquoattivitagrave fisica coadiuvante il dimagrimento

Essendo la tiroide particolarmente attiva in tarda mattinata ad esempio il momento

migliore per allenarsi sarebbe questo per avere la possibilitagrave di stimolare al meglio le

funzioni metaboliche e il consumo dei grassi Se invece viene svolto un allenamento con i

pesi mirato ad implementare la forza esso non dovrebbe superare i 60 minuti in modo da

evitare unrsquoesosa produzione di cortisolo

Bibliografia

Massimo Spattini -La dieta ldquocomrdquo e il dimagrimento localizzato- Tecniche Nuove 2012

23

Approccio nutrizionale alla sindrome premestruale

A cura di Dottssa Chiara Di Gianvittorio ndash Dietista

La sindrome premestruale (PMS) egrave un disturbo

molto comune nelle donne in etagrave fertile e si

caratterizza per una serie di sintomi fisici e

psicologici che insorgono nella fase luteinica e

tendono a scomparire con il sopraggiungere del

flusso La sua prevalenza egrave stata stimata nel 30-40

della popolazione femminile in etagrave riproduttiva I

sintomi principali sono gonfiore stipsi dolori

addominali ritenzione idrica ma possono

aggiungersi ansia insonnia repentini cambi di umore irritabilitagrave stanchezza e attacchi di

fame Ogni donna vive a suo modo queste manifestazioni che possono verificarsi

contemporaneamente o solo in parte e la cui gravitagrave egrave variabile

Le cause della sindrome premestruale sono da rintracciarsi nello squilibrio ormonale dato

dallrsquoavvicendarsi di estrogeni e progesterone in fattori nutrizionali o in eventuali anomalie

funzionali dellrsquoasse ipotalamo-ipofisi-surrene che comportano alterazioni della secrezione di

ormoni sessuali Anche i crescenti livelli di prolattina possono contribuire ai sintomi

provocando dolori al seno e gonfiore Infine sembra che si verifichi una diminuzione di

dopamina e serotonina endorfine in grado di regolare il tono dellrsquoumore Le conseguenze di

tale sbilancio sono evidenti anche nella concentrazione nel siero di alcuni microelementi

magnesio e calcio risultano carenti nella fase luteinica e implicati quindi nella genesi di alcuni

dei sintomi Entrambi infatti sono coinvolti nellrsquoattivitagrave e nel rilascio di neurotrasmettitori e

nelle funzioni neuromuscolari

Considerando quindi la varietagrave dei disturbi e lrsquoimpatto che gli stessi possono avere sulla

qualitagrave di vita della donna unrsquoattenta alimentazione risulta utile quanto necessaria Nello

specifico lrsquoattenzione egrave rivolta al consumo attraverso la dieta di grassi saturi insaturi fibre

zuccheri semplici sostanze nervine e microelementi

Evidenze scientifiche mostrano che riducendo il contenuto di grassi nella dieta ed

aumentando il consumo di fibre e vegetali si abbassano i livelli ematici di estrogeni e di

24

conseguenza migliora la sintomatologia e il dolore mestruale Il fegato infatti estrae gli

estrogeni dal torrente ematico e li invia attraverso lrsquoalbero biliare nel tubo digerente Ligrave la

fibra proveniente da frutta verdura legumi e cereali sequestra gli estrogeni impedendone il

riassorbimento e promuovendone lrsquoescrezione fecale Le variazioni nei livelli ormonali sono

state studiate soprattutto nelle donne vegetariane riscontrando in conclusione una

correlazione tra le concentrazioni nel plasma di estrone ed estradiolo e il consumo di grassi

saturi Tali ormoni infatti diminuivano allrsquoaumentare dellrsquoapporto di fibre con la dieta Al

momento egrave in corso di studio dunque il ruolo della dieta vegetariana nella prevenzione e

gestione della sindrome premestruale Un ulteriore dato oggettivo a favore egrave

rappresentato dallrsquoutilizzo di alimenti come la soia ricca in fitoestrogeni Questi ultimi sono

estrogeni vegetali dallrsquoeffetto blando che agiscono come antagonisti riducendo la capacitagrave

dellrsquoestrogeno endogeno di legarsi al loro recettore cellulare Il risultato egrave una minore

stimolazione sulle cellule ormono-sensibili e una migliore gestione dei sintomi

Unrsquo ulteriore precisazione va fatta per i grassi nella dieta non solo la quantitagrave ma anche la

qualitagrave influisce sullrsquoinsorgenza dei disturbi del ciclo mestruale Unrsquoalimentazione ricca di

grassi polinsaturi Omega 3 si associa ad una sintomatologia piugrave modesta Infatti tali grassi

riducono la produzione di prostaglandine nellrsquoorganismo coinvolte nei processi di

infiammazione dolore contrazione muscolare e vasocostrizione

Banditi inoltre gli zuccheri semplici in quanto hanno un forte impatto sulla glicemia e

influenzano il rilascio dei neurotrasmettitori responsabili del tono dellrsquoumore (serotonina

adrenalina dopamina noradrenalina ecc) e del senso dellrsquoappetito

Altra accortezza per migliorare la gestione della sindrome premestruale egrave la riduzione

dellrsquoapporto di sodio e caffeina (o altre sostanze nervine come tegrave coca cola etc)

rispettivamente per limitare la ritenzione idrica e ridurre irritabilitagrave e insonnia

Infine egrave stato ampiamente studiato lrsquoapporto vitaminico e gli effetti su tali disturbi con

particolare attenzione alle vitamine del gruppo B assunte attraverso la dieta e non sotto

forma di integratori alimentari Lrsquointake di Tiamina e Riboflavina sembra avere un ruolo nellrsquo

incidenza della sindrome premestruale in quanto risultano implicate nel metabolismo di

neurotrasmettitori come Serotonina e GABA (Acido γ-amminobutirrico) che intervengono

migliorando lrsquoumore e agiscono indirettamente nella funzionalitagrave ovarica e riproduttiva

Al momento egrave in corso di valutazione lrsquointegrazione nella fase luteinica con Magnesio e

Calcio La loro contemporanea somministrazione genera un effetto sinergico nel ridurre gli

25

spasmi della muscolatura uterina e migliorare lrsquoumore Anche alcuni rimedi fitoterapici

sembrano alleviare la sintomatologia agnocasto ginkgo biloba e zafferano Ulteriori studi

sono perograve necessari per chiarire se realmente possa esserci un beneficio da eventuali

supplementazioni con microelementi o erbe Per ora rimane la certezza che una dieta

equilibrata ricca in frutta verdura legumi e acidi grassi polinsaturi sia la strategia drsquoelezione

nella gestione delle forme piugrave lievi di sindrome premestruale

Bibliografia

Adlercreutz H Martin F et al Steroid absorption and enterohepatic re cycling-

(httpwwwcontraceptionjournalorgarticle0010-782428792990094-5abstract)-

Contraception 1979 20 201-23

Baker LJ OrsquoBrien PM Premenstrual syndrome (PMS) a peri-menopausal perspective-

(httpwwwmaturitasorgarticleS0378-512228122900111-9fulltext) - Maturitas 2012

72(2)121-5

Chou T- Wake up and smell the coffee Caffeine coffee and the medical consequences-

httpwwwncbinlmnihgovpmcarticlesPMC1022034 - West J Med 1992 Nov157(5)544-53

Dante G Facchinetti F Herbal treatments for alleviating premenstrual symptoms a systematic

review- (httpinformahealthcarecomdoiabs1031090167482X2010538102)- J Psychosom

Obstet Gynaecol 2011 Mar32(1)42-51

Deutch B Menstrual pain in Danish women correlated with low n-3 polyunsaturated fatty acid

intake- (httpwwwncbinlmnihgovpubmed7588501) Eur J Clin Nutr 1995 Jul49(7)508-16

Gigante DP et al Population study of premenstrual syndrome-

(httpwwwscielosporgscielophpscript=sci_arttextamppid=S0034-

89102006000100009amplng=enampnrm=isoamptlng) - Rev Saude Publica 2006 40(1)47-56

Girman A Lee R Kligler B An integrative medicine approach to premenstrual syndrome- (

httpwwwajogorgarticleS0002-937828032900357-0fulltext) -Am J Obstet Gynecol 2003

188(5 Suppl)S56-65

Goldin BR Adlecreutz H et al Estrogen extrection patterns and plasma levels in vegetarian and

omnivorous women- (httpwwwnejmorgdoifull101056NEJM198212163072502 )- N Engl J

Med 1982 3071542-7

26

Halbreich U The etiology biology and evolving pathology of premenstrual syndromes-

(httpwwwsciencedirectcomsciencearticlepiiS0306453003000970)

Psychoneuroendocrinology 200328(suppl 3)55ndash99

Larissa Almenara Silva dos Santos Vilma Blondet de Azeredo et al-Seric ion level and its

relationship with the symptoms of premenstrual syndrome in young women-

(httpwwwnutricionhospitalariacompdf6648pdf) - Nutr Hosp 2013 28(6)2194-2200 Silva CM

Margot N Woods Sherwood L et al Low-fat high fiber diet and serume estrone sulfate in

premenopausal women (httpajcnnutritionorgcontent4961179fullpdf+htmlsid=38ae9820-

e92f-4cfe-b019-a9b3ce1d92e7) - Am J Clin Nutr 1989 49 1179-83

Sohrabi N Kashanian M et al - Evaluation of the effect of omega-3 fatty acids in the treatment of

premenstrual syndrome a pilot trial-

(httpwwwcomplementarytherapiesinmedicinecomarticleS0965-229928122900174-

4fulltext ) Complement Ther Med 2013 Jun21(3)141-6

Thys-Jacobs S Micronutrients and the premenstrual syndromethe case for calcium-

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed10763903) - Journal of the American College of Nutrition

2000 19 (2) 220-7

Patricia O Chocano-Bedoya JoAnn E Manson et al Dietary B vitamin intake and incident

premenstrual syndrome- (httpajcnnutritionorgcontent9351080long) Am J Clin Nutr 2011

93 1080-6

27

Attuali evidenze epidemiologiche in tema di malattia

celiaca

A cura di Dottssa Chiara Di Gianvittorio ndash Dietista

La malattia celiaca egrave un disturbo

autoimmune che si sviluppa in

persone geneticamente predisposte

in conseguenza dellrsquoesposizione a

fattori ambientali (glutine nella dieta

come prima causa) La prevalenza

del disturbo egrave molto variabile gli

ultimi dati riguardo la distribuzione della malattia parlano di un incremento in alcune aree

mondiali Il miglioramento delle tecniche diagnostiche e la migliore conoscenza della

malattia non bastano perograve a spiegare la crescita verificatasi negli ultimi 30- 40 anni

La nuova epidemiologia dellrsquo intolleranza al glutine egrave ora caratterizzata da un aumento di

nuovi casi in aree storiche (Europa del Nord e gli Stati Uniti) ma piugrave interessante egrave la crescita

della malattia in nuove regioni (paesi asiatici) A spiegare ciograve probabilmente ci sono

cambiamenti nelle abitudini alimentari soprattutto in etagrave infantile oltre che lrsquoutilizzo di

nuovi mezzi diagnostici

In Europa e Stati Uniti la frequenza sulla popolazione egrave di circa lrsquo 1 con alcune differenze

regionali In Finlandia e Svezia si calcola una prevalenza del 2-3 mentre in Germania solo

dello 02 nonostante i fattori causali sembrino essere simili (livello di assunzione di glutine

e frequenza di HLA-DQ2 e -DQ8) Sebbene lincidenza e i casi diagnosticati siano in

aumento rimane lrsquo ldquoiceberg celiacordquo a nascondere con un rapporto che varia da 13 a 15

(casi diagnosticati e non diagnosticati) la reale distribuzione della malattia

Oltre a Europa e Nord America lepidemiologia dellrsquo intolleranza al glutine egrave stata studiata in

molti altri paesi per lo piugrave popolati da individui di origine europea In queste zone i dati si

sovrappongono in larga misura a quelli del vecchio e del nuovo continente Nuove evidenze

arrivano dal Nord Africa e dai Paesi del Medio Oriente in cui il disturbo egrave presente

nonostante la scarsa disponibilitagrave di strutture diagnostiche e la scarsa consapevolezza della

28

malattia In Saharawi una popolazione araba che vive nel Sahara occidentale la prevalenza

della malattia egrave eccezionalmente elevata (56) per ragioni ancora poco chiare

La conoscenza della malattia nelle regioni asiatiche invece egrave ancora limitata e per lo piugrave

confinata in India dove egrave stata riconosciuta sia nei bambini che negli adulti Tuttavia come

efficacemente descritto da una task force indiana lrsquointolleranza al glutine in India egrave

ldquoimmerso in un oceano di malnutrizionerdquo La frequenza sembra essere maggiore nella parte

settentrionale probabilmente in conseguenza del largo consumo di grano rispetto al riso

Difficile ottenere dei numeri ma si stima che da 5 a 8 milioni di persone in India potrebbero

avere la malattia Purtroppo perograve ad oggi solo poche migliaia di pazienti sono stati

diagnosticati

Infine difficile comprendere anche la distribuzione in Cina a causa della grande popolositagrave I

fattori predisponenti (consumo di grano e genotipo HLA-DQ2 e DQ8) sono presenti cosigrave

come le prime evidenze in letteratura ma egrave necessario proseguire negli accertamenti

epidemiologici Risulta invece raro il disturbo in paesi come Giappone Corea Indonesia e

Filippine a causa del basso consumo di frumento e del patrimonio genetico

In sintesi i dati disponibili suggeriscono che lincidenza dellrsquo intolleranza al glutine egrave

veramente in aumento e che la malattia egrave attualmente molto piugrave comune in alcune aree

rispetto al passato Ulteriori studi epidemiologici perograve si rendono necessari per

comprendere meglio la distribuzione sulla popolazione e la correlazione con i fattori genetici

e ambientali

Bibliografia

Bai JC Fried M et al -World gastroenterology organisation global guidelines on celiac disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed23314668) - J Clin Gastroenterol 2013 47121ndash6

Catassi C Gatti S et al- The New Epidemiology of Celiac Disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed24979197)- JPGN Luglio 2014 Volume 59 supplement 1

Fasano A Berti I et al- Prevalence of celiac disease in at-risk and not-at-risk groups in the United

States a large multi center study (httparchintejamanetworkcomarticleaspxarticleid=215079)-

Arch Int Med 2003163286ndash92

29

Kochhar R Dachdev S et al- Prevalence of coeliac disease in healthy blood donors a study from

north India (httpwwwsciencedirectcomsciencearticlepiiS1590865812000229)- Dig Liver Dis

201244530ndash2

Kang JY Kang AHY et al -Systematic review worldwide variation in the frequency of Coeliac Disease

and changes over time

(httponlinelibrarywileycomdoi101111apt12373abstractjsessionid=91309CB937E7B5E094A

3B7F08441695f04t04)- Aliment Pharmacol Ther 201338226ndash45

Mustalahti K Catassi C et al- The prevalence of celiac disease in Europe results of a centralized

international mass screening project

(httpinformahealthcarecomdoiabs103109078538902010505931)- Ann Med 201042587ndash

95

30

Malattia celiaca e microbiota intestinale il ruolo dei

Bifidobatteri

A cura di Dottssa Chiara Di Gianvittorio ndash Dietista

La malattia celiaca egrave un disordine autoimmune scatenato dallrsquoingestione di alimenti

contenenti glutine in soggetti predisposti Lrsquoinfiammazione che ne risulta a carico del

piccolo intestino provoca atrofia dei villi e malassorbimento dei nutrienti I fattori implicati

nello sviluppo di questa patologia sono genetici e ambientali Tra questi ultimi troviamo

unrsquoesposizione troppo precoce al glutine insufficiente allattamento al seno infezioni

intestinali e squilibri della flora batterica residente La manifestazione clinica egrave varia e

include disturbi gastrointestinali come gonfiore vomito diarrea dispepsia perdita di peso e

disturbi extraintestinali come anemia malattie del fegato e dermatiti

Attualmente in studio egrave la relazione tra malattia celiaca e flora batterica intestinale che

risulta fondamentale per lrsquoequilibrio e la salute del tratto gastroenterico Il microbiota

umano egrave infatti lrsquoinsieme di microrganismi simbiontici dellrsquointestino Negli esseri umani si

trovano tra le 500 e le 1000 specie differenti di microrganismi di cui la maggioranza

anaerobi Tra questi ci sono i Bifidobatteri che svolgono una duplice azione diretta

contrastando i batteri patogeni e indiretta per interazione con il tessuto linfoide intestinale

(GALT) di cui ne stimola lrsquoattivitagrave

Alcuni ceppi di questi batteri inoltre sembrano inibire la risposta infiammatoria e il danno

alla mucosa che insorgono in conseguenza dellrsquoingestione di gliadina Infatti studi in vitro

hanno mostrato che tali microrganismi possono ridurre la produzione di citochine

infiammatorie (IFN-γ e IFN-α) e aumentare quella di IL-10 Un ulteriore effetto positivo

riguarda lrsquoincremento di cellule caliciformi nel piccolo intestino ridotte a causa della tossicitagrave

da glutine Infine oltre agli effetti immunomodulatori ceppi specifici come il

Bifidobacterium longum contribuiscono allrsquoidrolisi dei peptidi di gliadina durante la

digestione riducendo la presenza di aminoacidi tossici e dei loro effetti avversi

I Bifidobatteri risultano quindi protettivi contro la risposta infiammatoria e il danno

mucosale causato dal glutine Ci si chiede a questo punto se squilibri della microflora

31

possano costituire concausa nello sviluppo della patologia e se egrave possibile migliorarne la

gestione ristabilendo lrsquoequilibrio intestinale con probiotici

Attualmente cambiamenti nel microbiota intestinale sono stati dimostrati nei bambini

celiaci Negli adulti le evidenze parlano di una riduzione di Bifidobatteri sia al momento della

diagnosi che a dieta aglutinata ed un aumento dei Bacteroides (batteri gram negativi e

anaerobici) sia nelle feci che sulle biopsie dei celiaci Inoltre crsquoegrave una riduzione nella

variabilitagrave della specie sia prima che dopo la dieta Tali squilibri vanno ovviamente ad

incidere sul processo patologico

I probiotici sono costituiti da microrganismi vivi che devono essere in grado di svolgere

effetti positivi sulla flora batterica intestinale In alcuni studi si egrave dimostrato come alcuni di

essi possano avere una particolare utilitagrave per i celiaci anche se si tratta ancora di approcci a

livello sperimentale Unrsquo indagine condotta su 64 soggetti (26 pazienti celiaci con dieta

contenente glutine 18 celiaci a dieta gluten-free e 20 soggetti sani) ha portato a valutare se

la flora batterica intestinale possa contribuire ai sintomi pro-infiammatori della celiachia e se

con due specifici ceppi di Bifidobatteri sia possibile ottenere benefici I risultati

confermarono le ipotesi e il ruolo positivo svolto dai ceppi Bifidobacterium longum e

Bifidobacterium bifidum sul quadro infiammatorio

Lrsquouso di specifici batteri probiotici potrebbe quindi contribuire al miglioramento della

patologia ma egrave necessario approfondire ulteriormente con modelli sperimentali e studi

clinici il loro ruolo a supporto della terapia classica

Bibliografia

Collado MC Donat E et al- Imbalances in faecal and duodenal Bifidobacterium species composition

in active and non active coeliac disease (httpwwwncbinlmnihgovpubmed19102766)- BMC

Microbiol 2008 2321-9

Di Cagno R Rizzello CG et al- Different fecal microbiotas and volatile organic compounds in treated

and entrate children with celiac diseaseAppl And Environ Microbiol 2009 75 3963-71

Golfetto L Senna FD et al- Lower Bifidobacteria counts in adult patients with celiac disease on a

gluten- free diet

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Lower+Bifidobacteria+counts+in+adult+patients+with

+celiac+disease+on+a+gluten-+free+diet)- Arq Gastroenterol 2014 51 139-43

32

Ghosh S- Advances in our understanding of the pathogenesis of celiac disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed21523256)- Can J Gastroenterol 2011 25186

Medina M De Palma G- Bifidobacterium strains suppress in vitro the pro-inflammatory milieu

trigged by large intestinal microbiota of coeliac patients

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Bifidobacterium+strains+suppress+in+vitro+the+pro-

inflammatory+milieu+trigged)- J Inflamm 2008 519

Sanders ME- Impact of probiotics on colonizing microbiota of the gut

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed21992949)- J Clin Gastroenterol 2011 45S115-9

Sanz Y De Pama G et al- Unraveling the ties between celiac disease and intestinal microbiota

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Unraveling+the+ties+between+celiac+disease)- Int

Rev Immunol 2011 30 207-18

33

CAPSICUM ANNUUM IL ROSSO CHE PROTEGGE LA

TUA SALUTE

A cura di Dottssa Giusi Balzano ndash Biologa nutrizionista

Il peperoncino rosso il cui nome scientifico egrave Capsicum annuum appartiene alla famiglia

delle Solanacee ed egrave originario delle Americhe

Dal ritrovamento di reperti archeologici sappiamo con certezza che fin dal 5000 aC circa la

popolazione messicana conosceva il peperoncino il quale fu importato in Europa da

Cristoforo Colombo nel 1493

Capsicum annuum

Il peperoncino a dispetto di tante credenze gode di tante proprietagrave benefiche e forse per

associazione con il pepe si tende erroneamente a credere che sia poco salutare

Come pianta egrave facilmente coltivabile e si adatta a diversi climi puograve essere coltivato nei vasi

e su un terrazzo limportante egrave che stia in pieno sole Nei periodi piugrave freddi conviene ad

ogni modo tenerlo al riparo in quanto non sopporta bene un clima troppo rigido Il

peperoncino egrave una pianta annuale e le parti consumate sono i frutti le bacche contenenti

dei semi bianco-giallastri Esistono tantissime qualitagrave di peperoncino e le bacche possono

essere consumate fresche cotte o crude I colori dei peperoncini (frutto) sono molteplici

verdi gialli rossi arancione bruno scuro e marrone scuro La sensazione di piccante data dal

peperoncino egrave dovuta alla capsaicina che in proporzione alla quantitagrave disponibile nel seme

ne determina appunto la piccantezza In realtagrave quando si mangia un peperoncino la

risposta di bruciore data dallorganismo egrave solo una sensazione che il cervello invia come

34

risposta allattivazione di alcuni termorecettori presenti nella bocca con cui proprio la

capsaicina viene a contatto Tra le proprietagrave del peperoncino troviamo

funzione dimagrante egrave accentuanto il consumo di calorie ad opera della capsaicina principio

attivo del peperoncino

proprietagrave antibiotiche antibatteriche e antiossidanti ad opera dei flavonoidi e capsaicinoidi

E anche molto utile nella cura di raffreddore bronchite e sinusite

flusso sanguignoazione vasodilatatrice il caratteristico potere piccante urticante del

peperoncino porta con seacute una specifica azione della capsicina sulla circolazione periferica

del sangue La dilatazione dei vasi sanguigni egrave funzionale alla regolazione ottimale della

pressione e della circolazione del sangue che aumenta dopo lassunzione I capillari

diventano piugrave elastici e il sangue risulta piugrave ossigenato Egrave per questo che il peperoncino utile

per scaldarsi in inverno diventa anche importante nella dieta estiva per difendersi dal caldo

torrido e dallumiditagrave

cuore e colesterolo la regolazione del flusso del sangue aiuta a mantenere pulito il sistema

endovenoso congiuntamente allazione della lecitina e di altri olii essenziali evitando la

comparsa di placche che bloccano il flusso sanguigno I capsaicinoidi svolgono unazione

importante nelle diete ad alto contenuto di sostanze grasse Il peperoncino aiuta a ridurre

eccessivi livelli di colesterolo accelerandone la ripartizione e lespulsione

digestione e metabolismo il peperoncino aumenta la secrezione di succhi gastrici e migliora

la digestione grazie al suo potere antifermentativo e inoltre tiene pulite le mucose Nelle

diete in cui egrave prevista unassunzione regolare linfluenza del capsicum porta a migliorare e

velocizzare i processi metabolici Attenzione perograve in caso di bruciore fastidioso e

persistente dopo ingestione di peperoncino associato ad uninfiammazione della gola

dellesofago o dello stomaco mangiare un pezzo di formaggio o di pane o bere birra risulta

essere di grande aiuto contro i fastidi menzionati

mal di collo e mal di schiena efficace contro artriti e reumatismi il peperoncino egrave un

ingrediente essenziale di molte creme e gel antinfiammatori ad azione topica Aiuta ad

alleviare il dolore migliorando la circolazione sanguigna

azione anti-tumorale la vitamina C egrave un significativo agente anti-cancro previene infezioni e

tumori I peperoncini freschi ne sono ricchi e riescono a fornirci acido ascorbico (vitamina C)

proprio in estate ed autunno quando la nostra dieta mediterranea egrave piugrave povera di agrumi

35

mal di testa e depressione lassunzione della capsicina provoca bruciore e dolore nella bocca

e nelle pareti interne del sistema gastroenterico Il nostro corpo reagisce cominciando a

rilasciare maggiori quantitagrave di adrenalina aumentando al contempo la produzione di

endorfine Il nostro corpo risulta energizzato laumento del flusso del sangue al cervello dagrave

sollievo poi sopraggiungono le endorfine vere e proprie ldquodrogherdquo naturali cioegrave oppioidi

endogeni che vengono prodotti internamente dal nostro organismo ed hanno potere

eccitativo ed analgesico alleviando cefalee ed altri dolori

azione afrodisiaca insieme alla vitamina C nel peperoncino cegrave anche la vitamina E

responsabile della stimolazione e della regolazione di molti processi legati alla feconditagrave

sessuale

Bibliografia

1 Tewksbury JJ Levey DJ Huizinga M Haak DC Traveset A Costs and benefits of capsaicin-mediated control of gut retention in dispersers of wild chilies Ecology 89 107-17 2008

2 Govindarajan VS Sathyanarayana MN Capsicum--production technology chemistry and quality Part V Impact on physiology pharmacology nutrition and metabolism structure pungency pain and desensitization sequences Crit Rev Food Sci Nutr 29 435-74 1991

36

Rape Rosse - Tubero e foglie un beneficio a 360deg

A cura di Dottssa Giusi Balzano ndash Biologa nutrizionista

Barbe rosse barbabietole rosse o ancora carote rosse

sono tutti sinonimi dialettali che fanno riferimento alle

rape rosse

Queste sono tuberi noti in botanica come Beta vulgaris

var rapa forma rubra si tratta di una pianta

appartenente alla famiglia delle Chenopodiaceae ed al genere Beta Menzionata in alcuni

antichissimi scritti greci risalenti al 420 aC periodo in cui il tubero rosso era noto

semplicemente come beta secondo il pensiero di altri autori lorigine delle rape rosse risale

addirittura al 2000 aC considerata la presenza di alcuni reperti archeologici che la

attestano

Malgrado gli appelli di dietologi e specialisti dellalimentazione si tende spesso a

dimenticare limportanza fitoterapica e benefica di alcuni ortaggi come in questo specifico

caso le rape rosse

Le rape rosse contengono pochissime calorie (solamente 19 per 100 grammi di prodotto)

per questo motivo rientrano tra i cibi ipocalorici ottimi alimenti preferibili in diete bilanciate

che presuppongono una marcata restrizione calorica Ersquo ricca di acqua corrispondente a

circa il 91 si contano solo il 4 di carboidrati ed il 26 di fibre contiene diverse vitamine

in particolare del gruppo B e una buona quota di sali minerali soprattutto potassio sodio

calcio ferro e fosforo ed egrave ricca anche di zuccheri Nella radice della rapa rossa si ritrova un

glicoside che attribuisce la tipica colorazione rosso vivo alla rapa si tratta della betaina

sfruttata dallindustria alimentare come colorante naturale (E 162) Altro pigmento

riscontrato nella rapa rossa egrave la betaxantina che le conferisce striature giallastre Ancora

nella radice di rapa rossa si trovano altre sostanze sfruttate nella fitoterapia e nella cosmesi

quali saponine antociani flavonoidi in genere ed allantoine (proprietagrave idratanti e

disarrossanti)

37

Proprietagrave terapiche

Una delle proprietagrave curative principali di questo ortaggio riguarda il potere lassativo spesso

utile per combattere la stitichezza e le emorroidi La rapa rossa egrave anche un buon rimedio per

migliorare la funzione epatica e combattere le infezioni delle vie urinarie Le sue foglie sono

unrsquoottima fonte di vitamina A e le radici sono una buona fonte di vitamina C Le foglie

vengono cucinate o servite fresche come verdura mentre le radici o teste possono essere

affettate in insalate o cotte intere e poi tagliate a fettine o a tocchetti

Le rape rosse sono particolarmente ricche di folati fondamentali alleati contro le malattie

cardiache e lrsquoanemia in quanto coinvolti nella produzione di globuli rossi e bianchi nella

sintesi di materiale genetico e nella formazione di anticorpi nel sistema immunitario Esse

sono anche ricchi di fibre solubili e insolubili La fibra insolubile aiuta a mantenere il tratto

intestinale funzionante mentre la fibra solubile controlla il livello di zucchero nel sangue e

abbassa il colesterolo Nelle sue foglie egrave abbondante il beta-carotene il ferro e il calcio

Ricche di vitamine del gruppo B come B1 B2 B3 e B6 per quanto concerne il contenuto di

sali minerali questa egrave un ortaggio ricco di iodio sodio e potassio ma anche in quantitagrave

minori di magnesio Lo iodio egrave un minerale essenziale per il corretto funzionamento della

ghiandola tiroidea che regola il metabolismo mentre il potassio e il sodio sono necessari per

la generazione e la trasmissione degli impulsi nervosi attivitagrave muscolare a parte il bilancio

idrico allrsquointerno e allrsquoesterno della cellula

Il succo crudo di barbabietola (Fig 1) egrave particolarmente idoneo per tutte le persone che

soffrono di anemia in quanto favorisce la formazione di globuli rossi nel sangue inoltre ha

proprietagrave diuretiche e favorisce la digestione

Fig1 succo crudo di barbabietola rossa

38

Ortaggio anticancro

Nella rivista International Journal of Cancer si discute sul ruolo delle rape rosse come

potenziale alimento anticancro la questione egrave per certi versi discutibile ed oscura e non

esiste alcuna dimostrazione indubbia ed inequivocabile che accerti lipotesi In particolare

nella rivista sopraccitata si discute del possibile ruolo delle rape rosse nella prevenzione del

tumore al colon per altri le rape rosse sarebbero in grado non solo di prevenirne il cancro

ma anche di contrastarlo

Bibliografia

Kazimierczak R Hallmann E Lipowski J Drela N Kowalik A Puumlssa T Matt D Luik A Gozdowski D Rembiałkowska E

Beetroot (Beta vulgaris L) and naturally fermented beetroot juices from organic and conventional production metabolomics antioxidant levels and anticancer activity

J Sci Food Agric 2014 May

39

Sigrave ai legumi nella prevenzione delle malattie tumorali

A cura di Dottssa Bruzzone Francesca ndash Dietista

Con il termine ldquolegumirdquo si intendono tutti quei semi commestibili derivanti dalle piante

dicotiledoni dellrsquoordine delle Fabales tra cui rientrano i fagioli le lenticchie le fave i piselli

i lupini i ceci le carrube le cicerchie le arachidi e la soia

I legumi sono alimenti ricchi di proteine tanto da essere stati denominati come ldquola carne dei

poverirdquo Essi possiedono un buon contenuto in amminoacidi (ad eccezione di quelli solforati

e del triptofano) carboidrati fibre Calcio Ferro e Potassio a discapito di grassi e

colesterolo

In abbinamento ai cereali i legumi costituiscono un ottimo e saziante piatto unico dove

convergono carboidrati e proteine e dove gli amminoacidi carenti nei cereali (come la lisina)

si integrano con quelli dei legumi e viceversa Queste qualitagrave rendono tali semi

particolarmente adeguati sia nella prevenzione che nel trattamento di numerose malattie

metaboliche come il diabete mellito le dislipidemie la sindrome metabolica il sovrappeso e

lrsquoobesitagrave Di recente inoltre egrave stato attribuito un altro importante ruolo benefico ai legumi

quello di ostacolare la crescita di alcune forme tumorali

Un lavoro effettuato da un gruppo di ricercatori dellUniversity College di Londra del

Dipartimento di Scienze Chirurgiche dell`Universitagrave di Chieti e del Laboratorio di

Farmacologia Molecolare dell`Istituto Mario Negri di Milano e pubblicato sulla rivista

statunitense ldquoCancer Researchrdquo infatti ha scoperto la presenza di inositolo pentachisfosfato

nella maggior parte dei legumi (in particolare in lenticchie piselli e fagioli) e nelle noci Tale

40

composto sembrerebbe inibire lrsquoenzima fosfoinositide 3-chinasi coinvolto nella crescita e

nella progressione dei tumori e capace di aumentare la resistenza al trattamento con agenti

chemoterapeutici Il segnale attivato dalla fosfoinositide 3-chinasi infatti rappresenta un

target importante per lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche anticancro e questo studio

dimostra come lrsquoinositolo pentafosfato sia capace di antagonizzare in maniera specifica

questo segnale nelle cellule tumorali inducendone lrsquoapoptosi (morte programmata)

Lrsquoinositolo pentafosfato ha una struttura molecolare analoga al prodotto dellrsquoattivitagrave

enzimatica della fosfoinositide 3-chinasi che attiva segnali specifici per la progressione del

cancro Il meccanismo secondo il quale lrsquoinositolo pentafosfato disattiva le proteine

iperattive nei tumori dalla membrana plasmatica permette di inibire sia la crescita delle

cellule tumorali umane in coltura sia lo sviluppo dei tumori nei topi In queste condizioni

lrsquoinositolo pentafosfato ha dimostrato unrsquoattivitagrave farmacologica comparabile e potenziante

quella del farmaco citotossico cisplatino molto usato in chemioterapia antitumorale ma

associato a effetti collaterali come nausea vomito formicolio a mani e piedi caduta dei

capelli e alterazione della funzionalitagrave renale (gli inositoli fosfati invece non sono tossici

neanche a concentrazioni piugrave elevate di quelle usate in questo studio e possono essere

assorbiti per via orale) I principali effetti positivi sono stati riscontrati a livello di ovaie e

polmoni

Lrsquoinositolo pentafosfato inoltre si egrave dimostrato capace di inibire lo sviluppo dei nuovi vasi

sanguigni indispensabili per la nutrizione e lo sviluppo del tumore (angiogenesi) bloccando

quindi un meccanismo fondamentale per la sua crescita

Sitografia

ldquoLe Scienze edizione italiana di Scientifica Americanrdquo ndashLegumi e cereali conto il cancro-

ldquoAssociazione Giacomo-onlusrdquo -Inositolo Pentafosfato da legumi e arachidi una nuova strada

nella cura dei tumori

41

Tra le mille virtursquo del miele la cura dellrsquoherpes simplex

A cura di Dottssa Serena Pascucci Biologa Nutrizionista

Le molteplici proprietagrave del miele sono note fin dallrsquoantichitagrave

per le sue capacitagrave antisettiche antibiotiche e cicatrizzanti

e il suo uso nella medicina moderna sta riscontrando

sempre piugrave maggiore interesse

Diversi studi

hanno valutato

lrsquoefficacia del miele contro alcuni virus tra cui di

particolare importanza egrave emersa lrsquoefficacia del

miele per il trattamento dellrsquoHerpes Simplex sia a

livello labiale sia a livello genitale Lo studio del

2004 condotto presso una clinica privata a Dubai

ha selezionato 16 pazienti con ricorrenti manifestazioni del virus otto affetti da Herpes

simplex a livello labiale e otto a livello genitale con un etagrave compresa tra i 35 e i 45 anni sia

maschi che femmine Ersquo stata valutata e considerata lrsquoefficacia del miele nel trattamento

delle lesioni prodotte dal virus in confronto a un comune farmaco antivirale utilizzato

normalmente (Acyclovir) I pazienti prescelti prima della prova non dovevano sottoporsi ad

altre cure antivirali A scelta casuale sono stati selezionati quattro pazienti con herpes

labiale e quattro con herpes genitale che hanno effettuato il primo trattamento con il miele

gli altri otto con il farmaco comune antivirale a base di 5 di acyclovir Alla seconda

comparsa della manifestazione del virus egrave stato effettuato lrsquoopposto Nello studio egrave stato

somministrato un miele multiflora direttamente sulle lesioni prodotte dal virus su una garza

a contatto con la lesione per un quarto drsquoora per 4 volte al giorno fino alla completa

guarigione mentre il farmaco veniva applicato 6 volte al giorno Da questa prova egrave stata

riscontrata una durata delle lesioni dalla prima comparsa alla completa scomparsa di circa

12 giorni in media per entrambi i trattamenti ma nel caso dei pazienti con herpes labiale

trattati con il miele la guarigione egrave avvenuta in circa 3 giorni rispetto ai 5 giorni con il

trattamento con acyclovir cioegrave con una velocitagrave del 35 superiore Inoltre il miele ha

42

mostrato un azione migliore rispetto al farmaco in particolare la durata del dolore risultava

minore del 39 con fastidi moderati per non piugrave di 24 ore mentre con acyclovir il dolore

anche se moderato poteva prolungarsi fino a 72 ore Ersquo stato anche riscontrato un

insorgenza minore delle croste del 28 in chi utilizzava il miele in particolare in 5 pazienti le

lesioni non si sono evolute in croste cosa che non egrave mai avvenuta nei soggetti trattati con il

farmaco Ancora in due casi con il trattamento con il miele lrsquoherpes ha abortito cioegrave dopo i

primi sintomi non ha sviluppato lesioni e procurato fastidi al contrario dei pazienti trattati

con il farmaco Anche nei pazienti con herpes a livello genitale il miele si egrave mostrato piugrave

efficace del farmaco convenzionale con un tempo di guarigione minore del 53 una durata

del dolore inferiore del 50 anche qui con fastidi moderati e con una durata non superiore

alle 24 ore rispetto a bruciori da moderati a medi prolungati(anche per 3 giorni) nei pazienti

con trattamento con farmaco Inoltre egrave stato riscontrato anche a livello genitale un

insorgenza minore di croste del 49 in particolare in 5 pazienti trattati con il miele le lesioni

a livello genitale non si sono sviluppate in croste a differenza dei pazienti trattati con il

farmaco in cui le croste sono sempre apparse Infine egrave stato riscontrato anche a livello

genitale un aborto del virus in chi utilizzava il miele senza avere avuto nessun riscontro

invece nei pazienti trattati con farmaco

Lrsquoanalisi statistica ha mostrato un efficacia superiore del miele rispetto allrsquoutilizzo di

acyclovir per la cura e la risoluzione delle lesioni virali da herpes simplex labiale e genitale

(Ai-waili 2004) Tuttavia quale sia o quali siano i meccanismi drsquoazione che permettono al

miele di inibire la replicazione del virus sono poco conosciuti Un fattore che puograve

determinare lrsquoazione antivirale del miele puograve essere ricercato nel contenuto di flavonoidi(

azione antivirale) rame zinco vit E C normalmente presenti nel miele e di provata azione

antivirale(AI-Waili 2004) e infine lrsquoossido di azoto con un azione antivirale in vitro la cui

attivitagrave egrave stata rilevata anche sul virus dellrsquoHIV (Torre et al 2002 Schramm DD et al 2003)

Lrsquoherpes simplex egrave un infezione virale importante qualsiasi terapia si volesse seguire egrave

opportuno seguire sempre una supervisione e il consiglio del medico

Bibliografia

Al-Waili NS topical honey application vs acyclovir for the treatment of recurrent herpes

simplex lesions Med Sci Monit 2004 10(8) MT94-MT98

- Schramm DD Karim M Schrader HR Holt RR Cardetti M Keen CL Honey with high levels of antioxidants can provide protection to healthy human subjects J Agric Food Chem 200351(6)1732ndash5 doi 101021jf025928k - Torre D Pugliese A Speranza F Role of nitric oxide in HIV-1 infection friend or foe Lancet Infect Dis 2002 May2(5)273-80

12

particolare che la sua variante 66 Met fa prevedere una scarsa risposta alla terapia cognitivo-

comportamentale di esposizione nel PTSD (Felmingham KL et al 2013)

TABELLA RIASSUNTIVA DELLE INTERAZIONI EPISTATICHE NEL DPTS

EPISTASI SERT SS DRD2 T DAT1 9R DAT1 10R

COMT -158met

NET -182C

BDNF Val66Val

Depressione in ECA

uarrsintomi PTSD

BDNF Met66Met

Ansia in ECA

darrsintomi PTSD

DAT1 9R +PTSD In vitro

DAT1 10R + PTSD In vivo

COMT -158met

+PTSD urbano

NET -182C

+PTSD

EPISTASI SERT SS DRD2 T DAT1 9R DAT1 10R

COMT -158met

NET -182C

BDNF Val66Val

Depressione in ECA

uarrsintomi PTSD

BDNF Met66Met

Ansia in ECA

darrsintomi PTSD

DAT1 9R +PTSD In vitro

DAT1 10R + PTSD In vivo

COMT -158met

+PTSD urbano

NET -182C

+PTSD

13

Drsquoaltra parte gli omozigoti 66met del BDNF presentando una riduzione di volume della

Sostanza Grigia (GM) dellrsquoIppocampo e un aumento di quella della Corteccia Orbito Frontale

destra (rOFC) impiegano minor tempo per la remissione dei sintomi depressivi

contrariamente ai 66val che con la stessa riduzione della GM dellrsquoippocampo sinistro

rispondono invece piugrave lentamente alla terapia (Cardoner N et al 2012)

Alcune evidenze suggeriscono uno stato iperdopaminergico con maggior frequenza della

variante 9R del DAT1 nel PTSD Studi in vivo con immagini molecolari di tomografia

computerizzata ad emissione di singolo fotone (SPECT) hanno tuttavia dimostrato un

incremento del potenziale legante del trasportatore della dopamina nello Striato di pazienti

portatori del PTSD Tale aumentata densitagrave di DAT riflette un incrementato turnover locale di

dopamina in grado di contribuire al perpetuarsi e al potenziamento fobico di un evento

traumatico e delle situazioni che lo ricordano (Hoexter MQ et al 2012) confermando i

risultati contraddittori sulla valenza in vivo ed in vitro del suddetto polimorfismo (Heitland I

et al 2012)

Infine il giagrave ricordato riscontro della variante -158met del polimorfismo val158met della

COMT in soggetti che hanno sviluppato PTSD dopo violenza urbana (Valente NL et al 2011

(2) Norrholm SD et al 2013) conferma lrsquoipotesi di un endofenotipo ipernoradrenergico per il

PTSD La COMT egrave infatti preposta a catabolizzare lrsquoeccesso di NE libera intersinaptica in zone

povere dei ricaptatori DAT e NET come la corteccia prefrontale e lrsquoippocampo e la sua

variante 158met ne indica lrsquoipoespressione Pertanto anche la variante NET-182C del

polimorfismo del trasportatore della norepinefrina (SLC6A2-182TC) che ne ipoesprime la

ricaptazione (Valente NL et al 2011-2) si candida a predisponente del PTSD

Bibliografia

Aguilera M Arias B Wichers M Barrantes-Vidal N Moya J Villa H van Os J Ibaacutentildeez MI Ruipeacuterez MA Ortet G Fantildeanaacutes L Early adversity and 5-HTTBDNF genes new evidence of gene-environment interactions on depressive symptoms in a general population Psychol Med 2009 Sep39(9)1425-32 Epub 2009 Feb 12 Auxeacutemeacutery Y (2) Posttraumatic stress disorder (PTSD) as a consequence of the interaction between an individual genetic susceptibility a traumatogenic event and a social context] Encephale Oct 2012 38(5) 373-80 Cardoner N Soria V Gratacograves M Hernaacutendez-Ribas R Pujol J Loacutepez-Solagrave M Deus J Urretavizcaya M Estivill X Menchoacuten JM Soriano-Mas C Val66Met BDNF genotypes in melancholic depression effects on brain structure and treatment outcome Depress Anxiety Nov 2012

14

Felmingham KL Dobson-Stone C Schofield PR Quirk GJ Bryant RA The Brain-Derived Neurotrophic Factor Val66Met Polymorphism Predicts Response to Exposure Therapy in Posttraumatic Stress Disorder Biol Psychiatry Jan 2013 Frielingsdorf H Bath KG Soliman F Difede J Casey BJ Lee FS Variant brain-derived neurotrophic factor Val66Met endophenotypes implications for posttraumatic stress disorder Ann N Y Acad Sci 2010 Oct1208150-7 doi 101111j1749-6632201005722x Grabe HJ Schwahn C Mahler J Appel K Schulz A Spitzer C Fenske K Barnow S Freyberger HJ Teumer A Petersmann A Biffar R Rosskopf D John U Voumllzke H Genetic epistasis between the brain-derived neurotrophic factor Val66Met polymorphism and the 5-HTT promoter polymorphism moderates the susceptibility to depressive disorders after childhood abuse Prog Neuropsychopharmacol Biol Psychiatry 2012 Mar 3036(2)264-70 Epub 2011 Oct 2 Heitland I Oosting R SBaas J M P Massar S A A Kenemans J L Boumlcker K B E Genetic polymorphisms of the dopamine and serotonin systems modulate the neurophysiological response to feedback and risk taking in healthy humans Cogn Affect Behav Neurosci 2012 December 12(4) 678ndash691 Hemmings SM Martin LI Klopper M van der Merwe L Aitken L de Wit E Black GF Hoal EG Walzl G Seedat S BDNF Val66Met and DRD2 Taq1A polymorphisms interact to influence PTSD symptom severity A preliminary investigation in a South African population Prog Neuropsychopharmacol Biol Psychiatry 2012 Oct 25 pii S0278-5846(12)00266-7 doi 101016jpnpbp201210011 [Epub ahead of print] Hoexter MQ Fadel G Feliacutecio AC Calzavara MB Batista IR Reis MA Shih MC Pitman RK Andreoli SB Mello MF Mari JJ Bressan RA Higher striatal dopamine transporter density in PTSD an in vivo SPECT study with [(99m)Tc]TRODAT-1 Psychopharmacology (Berl) 2012 Nov224(2)337-45 doi 101007s00213-012-2755-4 Epub 2012 Jun 15 Kolassa IT Ertl V Eckart C Gloumlckner F Kolassa S Papassotiropoulos A de Quervain DJ Elbert T Association study of trauma load and SLC6A4 promoter polymorphism in posttraumatic stress disorder evidence from survivors of the Rwandan genocide J Clin Psychiatry 2010 May71(5)543-7 Epub 2010 Apr 6 Miller S Hallmayer J Wang PW Hill SJ Johnson SL Ketter TA Brain-derived neurotrophic factor val66met genotype and early life stress effects upon bipolar course J Psychiatr Res 2012 Nov 23 pii S0022-3956(12)00328-7 doi 101016jjpsychires201210015 [Epub ahead of print] Norrholm SD Jovanovic T Smith AK Binder E Klengel T Conneely K Mercer KB Davis JS Kerley K Winkler J Gillespie CF Bradley B Ressler KJ Differential Genetic and Epigenetic Regulation of catechol-O-methyltransferase is Associated with Impaired Fear Inhibition in Posttraumatic Stress Disorder Front Behav Neurosci 2013 Apr 10730 doi 103389fnbeh201300030 Print 2013 Outhred T Das P Dobson-Stone C Griffiths K Felmingham KL Bryant RA Malhi G Kemp AH The functional epistasis of 5-HTTLPR and BDNF Val66Met on emotion processing a preliminary study Brain Behav Nov 2012 2(6) 778-88 Pivac N Kozaric-Kovacic D Grubisic-Ilic M Nedic G Rakos I Nikolac M Blazev M Muck-Seler D The association between brain-derived neurotrophic factor Val66Met variants and psychotic

15

symptoms in posttraumatic stress disorder World J Biol Psychiatry 2012 Apr13(4)306-11 Epub 2011 Jul 6 Rakofsky JJ Ressler KJ Dunlop BW BDNF function as a potential mediator of bipolar disorder and post-traumatic stress disorder comorbidity Mol Psychiatry 2012 Jan17(1)22-35 doi 101038mp2011121 Epub 2011 Sep 20 Valente NL Vallada H Cordeiro Q Miguita K Bressan RA Andreoli SB Mari JJ Mello MF Candidate-gene approach in posttraumatic stress disorder after urban violence association analysis of the genes encoding serotonin transporter dopamine transporter and BDNF J Mol Neurosci 2011 May44(1)59-67 Epub 2011 Mar 29 Valente NL Vallada H Cordeiro Q Bressan RA Andreoli SB Mari JJ Mello MF (2) Catechol-O-methyltransferase (COMT) val158met polymorphism as a risk factor for PTSD after urban violence J Mol Neurosci 2011 Mar43(3)516-23 Epub 2010 Nov 17 Zhang L Benedek DM Fullerton CS Forsten RD Naifeh JA Li XX Hu XZ Li H Jia M Xing GQ Benevides KN Ursano RJ PTSD risk is associated with BDNF Val66Met and BDNF overexpression Molecular Psychiatry (15 January 2013) | doi101038mp2012180

16

Depressione azione epigenetica dei fattori ambientali sullo sviluppo del disturbo attraverso la metilazione

del trasportatore della serotonina (SERT) Evidenze di laboratorio sulla quantificazione dellrsquoeffetto epigenetico del danno e della correzione terapeutica

A cura di Dott Giovanni Borghini- Biologo Genetista

La cronaca continua a portare alla ribalta estremi gesti anti-

conservativi di personaggi apparentemente gratificati da una vita di

successi e popolaritagrave Cosa si nasconde dietro il male oscuro della

depressione egrave una sfida ancora aperta ai piugrave diversi contributi della

ricerca Ne analizzeremo uno in particolare legato alle recenti

acquisizioni della biologia molecolare sui fenomeni epigenetici da

stress e il polimorfismo genico del trasportatore della serotonina

Il trasportatore della serotonina (SERT) e la sua la regione polimorfica gene-linked (5-

HTTLPR) sono ormai pienamente riconosciuti come modulatori del legame tra lo stress della

vita e la depressione Tuttavia i percorsi molecolari implicati in questa interazione gene-

ambiente (GXE) sono ancora in gran parte sconosciuti Alterazioni nel profilo dellrsquoespressione

genica del SERT spesso mediate epigeneticamente sono associate allrsquoinsorgenza di

depressione e possono pertanto costituire un ipotetico mediatore nellrsquo interazione GXE In

un recente articolo (Wankerl M et al 2014) sono stati indagati parallelamente gli effetti dei

polimorfismi genici del SERT (5-HTTLPR) e delle avversitagrave ambientali riferite allrsquointero arco

vitale a partire dagli stress precoci intra-uterini In accordo con la letteratura internazionale

sono emerse strette correlazioni tra variazioni polimorfiche del SERT e i cambiamenti

ambientali (stress precoci traumi prenatali) Studiando in vivo lespressione del SERT in

campioni di cellule di sangue periferico egrave stato valutato se i cambiamenti indotti

dallambiente siano mediati da modificazioni epigenetiche A tale scopo sono stati analizzati

83 siti CpG nel promotore-genico del SERT della grandezza di 799-bp con il metodo

altamente sensibile del ldquopyrosequencingrdquo con bisolfito I partecipanti allo studio sono stati

133 tra giovani e adulti sani I risultati hanno mostrato che sia i portatori dellallele ldquoSrdquo del 5-

17

HTTLPR che i bambini sottoposti a stress materno prenatale (328) e a maltrattamento

infantile (563) presentavano una ridotta espressione del mRNA del SERT rispetto a quelli

senza alcun fattore di rischio I dati dellrsquoarticolo indicano inoltre che i cambiamenti nei livelli

di espressione del mRNA SERT non coincidono con i profili di metilazione del DNA allinterno

delle isole CpG del SERT Egrave quindi ipotizzabile che i cambiamenti persistenti nellespressione

del SERT possano a loro volta dipendere da un alterato funzionamento serotoninergico e

probabilmente si sommano la vulnerabilitagrave a differenti malattie associate al 5-HTTLPR e le

avversitagrave precoci

Bibliografia M Wankerl1 R Miller1 C Kirschbaum1 J Hennig2 T Stalder1 and N Alexander1 Effects of genetic and early environmental risk factors for depression on serotonin transporter expression and methylation profiles Transl Psychiatry Jun 2014 4(6) e402 Published online Jun 17 2014 doi 101038tp201437 PMCID PMC4080318 Franke L Therstappen E Schlosser B Biermer M Berg T Schaumlfer M Arck P Uebelhack R Friebe A A Preliminary Study on the Relationship between Platelet Serotonin Transporter Functionality Depression and Fatigue in Patients with Untreated Chronic Hepatitis C Depress Res Treat 20142014821381 doi 1011552014821381 Epub 2014 Mar 20 Domschke K Tidow N Schwarte K Deckert J Lesch KP Arolt V Zwanzger P Baune BT Serotonin transporter gene hypomethylation predicts impaired antidepressant treatment response Int J Neuropsychopharmacol 2014 Aug17(8)1167-76 doi 101017S146114571400039X Epub 2014 Mar 28

18

SVILUPPO PUBERALE E TESSUTO ADIPOSO A cura di Dottssa Martina Beltrami - Dietista

La pubertagrave egrave una fase di transizione che determina la

maturitagrave riproduttiva tra linfanzia e letagrave adulta

La pubertagrave egrave legata a importanti cambiamenti sviluppo

delle caratteristiche sessuali secondarie lo sviluppo

somatico il menarca modificazioni psicologiche

Lormone di rilascio delle gonadotropine (GnRH) che

per tutta linfanzia viene prodotto in modo sporadico

inizia ad essere prodotto in modo pulsatile e regolare

La frequenza e lampiezza della sua produzione

determinano la produzione degli ormoni responsabili di portare allovulazione e poi la

regolaritagrave dei cicli mestruali

Tra la prima mestruazione e la piena maturazione possono passare 3-4 anni

Negli ultimi anni si egrave evidenziato come uno sviluppo precoce o tardivo sia correlato

negativamente con la salute della donna

Letagrave del menarca e lincidenza con la sindrome metabolica sono correlati con una curva a U

per la quale sia unetagrave troppo precoce (prima dei 10 anni) sia unetagrave tardiva (dopo i 16anni)

portano ad un aumentato rischio di sviluppare la sindrome metabolica nellarco dei successivi

26 anni (1)

Un menarca precoce egrave un fattore di rischio a tutte le patologie estrogeno dipendenti

(iperandrogenismo pcos tumore alla mammela) e dal punto di vista psicologico puograve essere

traumatico

Un menarca tardivo egrave correlato a osteopenia il picco di accumulo di densitagrave ossea avviene

tra letagrave puberale e i 25anni se lo sviluppo puberale tarda avrograve meno tempo a disposizione

per aumentare la densitagrave ossea

I fattori nutrizionali sono considerati uno dei principali fattori che influenzano linizio dello

sviluppo puberale

19

La Leptina egrave un ormone prodotto dal tessuto adiposo ed egrave strettamente correlata alla sua

quantitagrave Piugrave aumenta lindice di massa corporea (BMI) e piugrave aumenta la percentuale di

Leptina prodotta

La Leptina agisce sui processi di termogenesi sul comportamento alimentare e sulla funzione

riproduttiva Le modificazioni dei livelli di leptina indicano se le riserve energetiche

dellorganismo sono sufficienti per sostenere lo sviluppo puberale La leptina agisce quindi

come un segnale periferico per lipotalamo ed egrave necessaria per lo sviluppo puberale

Alcuni studi hanno evidenziato come letagrave del menarca sia strettamente correlata ai livelli

circolanti di leptina

La leptina circolante infatti aumenta di circa il 30 nei 6 mesi precedenti il menarca(2)

Negli ultimi decenni il sovrappeso egrave aumentato nella popolazione e non a caso anche letagrave

media del primo menarca egrave scesa da 13 a 12 anni circa

Letagrave del menarca egrave correlata piugrave al peso corporeo che non alletagrave cronologica

Se andiamo a modificare per carenza o per eccesso il grasso corporeo la produzione di

leptina cambia e il menarca puograve anticipare o tardare

Bambine di 5-7 anni in sovrappeso hanno maggior probabilitagrave di uno sviluppo puberale

anticipato a 9 anni (3)

Ballerine ginnaste o ragazze con un BMI piugrave basso rispetto alle coetanee spesso hanno un

menarca tardivo

Da alcuni studi sembrerebbe che un percentuale minima del 16 di grasso sia necessaria

affinchegrave avvenga lo sviluppo puberale e il 22 per avere cicli regolari (4)

Riuscire a identificare precocemente i soggetti a rischio permette di intervenire

tempestivamente lavorando sullindice di massa corporea per recuperare anni sui fattori di

rischio

Bibliografia

1) Mueller NT1Duncan BBBarreto SMChor DBessel MAquino EMPereira MASchmidt MI Earlier age at menarche is associated with higher diabetes risk and cardiometabolic disease risk factors in Brazilian adults Brazilian Longitudinal Study of Adult Health (ELSA-Brasil) 2) Lassek W D and Gaulin S JC (2007) Menarche is related to fat distribution Am J Phys Anthropol 1331147ndash1151 doi101002ajpa20644

20

3) Davison et al Percent Body Fat at Age 5 Predicts Earlier Pubertal Development Among Girls at Age 9 Pediatrics 2003 1114 815-821 4) Rose E Frisch1Roger Revelle1 Height and Weight at Menarche and a Hypothesis of Critical Body Weights and Adolescent Events Science 24 July 1970 Vol 169no 3943pp 397-399

21

Attivitagrave ormonale e distribuzione di grasso

generalizzato

A cura di Dottssa Bruzzone Francesca ndash Dietista

Mentre della localizzazione del tessuto adiposo a livello addominale piuttosto che in zona

gluteo-femorale si tratta lungamente (distinguendo lrsquoobesitagrave androide da quella ginoide) dei

soggetti che accumulano grasso in modo omogeneo nei vari distretti corporei si parla in

minor misura nonostante tale fenomeno interessi ugualmente genere maschile e genere

femminile

La predisposizione a immagazzinare le riserve energetiche in una

zona piuttosto che in unrsquoaltra varia in relazione a etagrave sesso razza

di appartenenza attivitagrave fisica alimentazione e azione ormonale

Questi ultimi tre fattori sono strettamente correlati e dipendenti

lrsquouno dallrsquoaltro

Le persone in sovrappeso che presentano delle forme corporee

come quelle della figura a lato solitamente possiedono arti lunghi

ossa piccole faccia ovale o allungata e vita alta Essi localizzano il

grasso in tutto il corpo ad eccezione dei polpacci non sopportano il

caldo adorano i carboidrati e il caffegrave alternano la loro giornata tra energia e stanchezza e

passano da entusiasmo e presa di iniziativa nei periodi positivi a depressione e irritabilitagrave nei

momenti di stress

Tutte queste caratteristiche sono determinate dal ruolo degli ormoni nella gestione della

regolazione delle funzioni corporee e dellrsquoemotivitagrave

I soggetti che tendono ad ingrassare sia nella zona addominale che in quella inferiore del

corpo infatti annoverano molto spesso un lungo passato di squilibrio ormonale in cui si

sovrappongono fattori eziologici tipici del grasso androide ad altri caratteristici del grasso

ginoide

Generalmente questi individui acquistano peso a causa di una alterata attivitagrave tiroidea (loro

ghiandola dominante) provocata da un consumo protratto ed eccessivo di carboidrati

raffinati e di zuccheri semplici Ciograve conduce nel tempo a una soppressione dellrsquoefficienza

tiroidea e della secrezione dellrsquoormone somatotropo (HGH) e quindi a un accumulo di grasso

22

generalizzato conseguente alla riduzione del metabolismo basale e del mancato effetto

lipolitico Lrsquoormone della crescita e gli ormoni tiroidei infatti vengono inibiti dal cortisolo il

quale egrave stimolato proprio dallrsquoipoglicemia reattiva allrsquoiperglicemia dovuta a un pasto ricco di

zuccheri semplici e carboidrati raffinati Anche la caffeina egrave in grado di aumentare la

produzione di cortisolo insieme a stress scarsa idratazione e digiuni prolungati Tale

ormone insieme agli squilibri insulinici che si innescano agevola lrsquoaumento ponderale

attraverso meccanismi quali la sollecitazione della lipoproteina lipasi e lrsquoaumento di

ritenzione idrica

La dieta piugrave adeguata per il dimagrimento di questi soggetti quindi prevede una riduzione

dei cereali bianchi degli zuccheri e della caffeina a favore di farinacei integrali proteine

nobili (specie di origine ittica per stimolare la tiroide attraverso il contenuto di iodio) e

verdura egualmente distribuiti nei vari pasti senza dimenticare una buona idratazione

Lrsquoazione degli ormoni nella localizzazione del grasso non si esprime soltanto in relazione agli

stimoli alimentari ma anche in rapporto allrsquoattivitagrave fisica coadiuvante il dimagrimento

Essendo la tiroide particolarmente attiva in tarda mattinata ad esempio il momento

migliore per allenarsi sarebbe questo per avere la possibilitagrave di stimolare al meglio le

funzioni metaboliche e il consumo dei grassi Se invece viene svolto un allenamento con i

pesi mirato ad implementare la forza esso non dovrebbe superare i 60 minuti in modo da

evitare unrsquoesosa produzione di cortisolo

Bibliografia

Massimo Spattini -La dieta ldquocomrdquo e il dimagrimento localizzato- Tecniche Nuove 2012

23

Approccio nutrizionale alla sindrome premestruale

A cura di Dottssa Chiara Di Gianvittorio ndash Dietista

La sindrome premestruale (PMS) egrave un disturbo

molto comune nelle donne in etagrave fertile e si

caratterizza per una serie di sintomi fisici e

psicologici che insorgono nella fase luteinica e

tendono a scomparire con il sopraggiungere del

flusso La sua prevalenza egrave stata stimata nel 30-40

della popolazione femminile in etagrave riproduttiva I

sintomi principali sono gonfiore stipsi dolori

addominali ritenzione idrica ma possono

aggiungersi ansia insonnia repentini cambi di umore irritabilitagrave stanchezza e attacchi di

fame Ogni donna vive a suo modo queste manifestazioni che possono verificarsi

contemporaneamente o solo in parte e la cui gravitagrave egrave variabile

Le cause della sindrome premestruale sono da rintracciarsi nello squilibrio ormonale dato

dallrsquoavvicendarsi di estrogeni e progesterone in fattori nutrizionali o in eventuali anomalie

funzionali dellrsquoasse ipotalamo-ipofisi-surrene che comportano alterazioni della secrezione di

ormoni sessuali Anche i crescenti livelli di prolattina possono contribuire ai sintomi

provocando dolori al seno e gonfiore Infine sembra che si verifichi una diminuzione di

dopamina e serotonina endorfine in grado di regolare il tono dellrsquoumore Le conseguenze di

tale sbilancio sono evidenti anche nella concentrazione nel siero di alcuni microelementi

magnesio e calcio risultano carenti nella fase luteinica e implicati quindi nella genesi di alcuni

dei sintomi Entrambi infatti sono coinvolti nellrsquoattivitagrave e nel rilascio di neurotrasmettitori e

nelle funzioni neuromuscolari

Considerando quindi la varietagrave dei disturbi e lrsquoimpatto che gli stessi possono avere sulla

qualitagrave di vita della donna unrsquoattenta alimentazione risulta utile quanto necessaria Nello

specifico lrsquoattenzione egrave rivolta al consumo attraverso la dieta di grassi saturi insaturi fibre

zuccheri semplici sostanze nervine e microelementi

Evidenze scientifiche mostrano che riducendo il contenuto di grassi nella dieta ed

aumentando il consumo di fibre e vegetali si abbassano i livelli ematici di estrogeni e di

24

conseguenza migliora la sintomatologia e il dolore mestruale Il fegato infatti estrae gli

estrogeni dal torrente ematico e li invia attraverso lrsquoalbero biliare nel tubo digerente Ligrave la

fibra proveniente da frutta verdura legumi e cereali sequestra gli estrogeni impedendone il

riassorbimento e promuovendone lrsquoescrezione fecale Le variazioni nei livelli ormonali sono

state studiate soprattutto nelle donne vegetariane riscontrando in conclusione una

correlazione tra le concentrazioni nel plasma di estrone ed estradiolo e il consumo di grassi

saturi Tali ormoni infatti diminuivano allrsquoaumentare dellrsquoapporto di fibre con la dieta Al

momento egrave in corso di studio dunque il ruolo della dieta vegetariana nella prevenzione e

gestione della sindrome premestruale Un ulteriore dato oggettivo a favore egrave

rappresentato dallrsquoutilizzo di alimenti come la soia ricca in fitoestrogeni Questi ultimi sono

estrogeni vegetali dallrsquoeffetto blando che agiscono come antagonisti riducendo la capacitagrave

dellrsquoestrogeno endogeno di legarsi al loro recettore cellulare Il risultato egrave una minore

stimolazione sulle cellule ormono-sensibili e una migliore gestione dei sintomi

Unrsquo ulteriore precisazione va fatta per i grassi nella dieta non solo la quantitagrave ma anche la

qualitagrave influisce sullrsquoinsorgenza dei disturbi del ciclo mestruale Unrsquoalimentazione ricca di

grassi polinsaturi Omega 3 si associa ad una sintomatologia piugrave modesta Infatti tali grassi

riducono la produzione di prostaglandine nellrsquoorganismo coinvolte nei processi di

infiammazione dolore contrazione muscolare e vasocostrizione

Banditi inoltre gli zuccheri semplici in quanto hanno un forte impatto sulla glicemia e

influenzano il rilascio dei neurotrasmettitori responsabili del tono dellrsquoumore (serotonina

adrenalina dopamina noradrenalina ecc) e del senso dellrsquoappetito

Altra accortezza per migliorare la gestione della sindrome premestruale egrave la riduzione

dellrsquoapporto di sodio e caffeina (o altre sostanze nervine come tegrave coca cola etc)

rispettivamente per limitare la ritenzione idrica e ridurre irritabilitagrave e insonnia

Infine egrave stato ampiamente studiato lrsquoapporto vitaminico e gli effetti su tali disturbi con

particolare attenzione alle vitamine del gruppo B assunte attraverso la dieta e non sotto

forma di integratori alimentari Lrsquointake di Tiamina e Riboflavina sembra avere un ruolo nellrsquo

incidenza della sindrome premestruale in quanto risultano implicate nel metabolismo di

neurotrasmettitori come Serotonina e GABA (Acido γ-amminobutirrico) che intervengono

migliorando lrsquoumore e agiscono indirettamente nella funzionalitagrave ovarica e riproduttiva

Al momento egrave in corso di valutazione lrsquointegrazione nella fase luteinica con Magnesio e

Calcio La loro contemporanea somministrazione genera un effetto sinergico nel ridurre gli

25

spasmi della muscolatura uterina e migliorare lrsquoumore Anche alcuni rimedi fitoterapici

sembrano alleviare la sintomatologia agnocasto ginkgo biloba e zafferano Ulteriori studi

sono perograve necessari per chiarire se realmente possa esserci un beneficio da eventuali

supplementazioni con microelementi o erbe Per ora rimane la certezza che una dieta

equilibrata ricca in frutta verdura legumi e acidi grassi polinsaturi sia la strategia drsquoelezione

nella gestione delle forme piugrave lievi di sindrome premestruale

Bibliografia

Adlercreutz H Martin F et al Steroid absorption and enterohepatic re cycling-

(httpwwwcontraceptionjournalorgarticle0010-782428792990094-5abstract)-

Contraception 1979 20 201-23

Baker LJ OrsquoBrien PM Premenstrual syndrome (PMS) a peri-menopausal perspective-

(httpwwwmaturitasorgarticleS0378-512228122900111-9fulltext) - Maturitas 2012

72(2)121-5

Chou T- Wake up and smell the coffee Caffeine coffee and the medical consequences-

httpwwwncbinlmnihgovpmcarticlesPMC1022034 - West J Med 1992 Nov157(5)544-53

Dante G Facchinetti F Herbal treatments for alleviating premenstrual symptoms a systematic

review- (httpinformahealthcarecomdoiabs1031090167482X2010538102)- J Psychosom

Obstet Gynaecol 2011 Mar32(1)42-51

Deutch B Menstrual pain in Danish women correlated with low n-3 polyunsaturated fatty acid

intake- (httpwwwncbinlmnihgovpubmed7588501) Eur J Clin Nutr 1995 Jul49(7)508-16

Gigante DP et al Population study of premenstrual syndrome-

(httpwwwscielosporgscielophpscript=sci_arttextamppid=S0034-

89102006000100009amplng=enampnrm=isoamptlng) - Rev Saude Publica 2006 40(1)47-56

Girman A Lee R Kligler B An integrative medicine approach to premenstrual syndrome- (

httpwwwajogorgarticleS0002-937828032900357-0fulltext) -Am J Obstet Gynecol 2003

188(5 Suppl)S56-65

Goldin BR Adlecreutz H et al Estrogen extrection patterns and plasma levels in vegetarian and

omnivorous women- (httpwwwnejmorgdoifull101056NEJM198212163072502 )- N Engl J

Med 1982 3071542-7

26

Halbreich U The etiology biology and evolving pathology of premenstrual syndromes-

(httpwwwsciencedirectcomsciencearticlepiiS0306453003000970)

Psychoneuroendocrinology 200328(suppl 3)55ndash99

Larissa Almenara Silva dos Santos Vilma Blondet de Azeredo et al-Seric ion level and its

relationship with the symptoms of premenstrual syndrome in young women-

(httpwwwnutricionhospitalariacompdf6648pdf) - Nutr Hosp 2013 28(6)2194-2200 Silva CM

Margot N Woods Sherwood L et al Low-fat high fiber diet and serume estrone sulfate in

premenopausal women (httpajcnnutritionorgcontent4961179fullpdf+htmlsid=38ae9820-

e92f-4cfe-b019-a9b3ce1d92e7) - Am J Clin Nutr 1989 49 1179-83

Sohrabi N Kashanian M et al - Evaluation of the effect of omega-3 fatty acids in the treatment of

premenstrual syndrome a pilot trial-

(httpwwwcomplementarytherapiesinmedicinecomarticleS0965-229928122900174-

4fulltext ) Complement Ther Med 2013 Jun21(3)141-6

Thys-Jacobs S Micronutrients and the premenstrual syndromethe case for calcium-

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed10763903) - Journal of the American College of Nutrition

2000 19 (2) 220-7

Patricia O Chocano-Bedoya JoAnn E Manson et al Dietary B vitamin intake and incident

premenstrual syndrome- (httpajcnnutritionorgcontent9351080long) Am J Clin Nutr 2011

93 1080-6

27

Attuali evidenze epidemiologiche in tema di malattia

celiaca

A cura di Dottssa Chiara Di Gianvittorio ndash Dietista

La malattia celiaca egrave un disturbo

autoimmune che si sviluppa in

persone geneticamente predisposte

in conseguenza dellrsquoesposizione a

fattori ambientali (glutine nella dieta

come prima causa) La prevalenza

del disturbo egrave molto variabile gli

ultimi dati riguardo la distribuzione della malattia parlano di un incremento in alcune aree

mondiali Il miglioramento delle tecniche diagnostiche e la migliore conoscenza della

malattia non bastano perograve a spiegare la crescita verificatasi negli ultimi 30- 40 anni

La nuova epidemiologia dellrsquo intolleranza al glutine egrave ora caratterizzata da un aumento di

nuovi casi in aree storiche (Europa del Nord e gli Stati Uniti) ma piugrave interessante egrave la crescita

della malattia in nuove regioni (paesi asiatici) A spiegare ciograve probabilmente ci sono

cambiamenti nelle abitudini alimentari soprattutto in etagrave infantile oltre che lrsquoutilizzo di

nuovi mezzi diagnostici

In Europa e Stati Uniti la frequenza sulla popolazione egrave di circa lrsquo 1 con alcune differenze

regionali In Finlandia e Svezia si calcola una prevalenza del 2-3 mentre in Germania solo

dello 02 nonostante i fattori causali sembrino essere simili (livello di assunzione di glutine

e frequenza di HLA-DQ2 e -DQ8) Sebbene lincidenza e i casi diagnosticati siano in

aumento rimane lrsquo ldquoiceberg celiacordquo a nascondere con un rapporto che varia da 13 a 15

(casi diagnosticati e non diagnosticati) la reale distribuzione della malattia

Oltre a Europa e Nord America lepidemiologia dellrsquo intolleranza al glutine egrave stata studiata in

molti altri paesi per lo piugrave popolati da individui di origine europea In queste zone i dati si

sovrappongono in larga misura a quelli del vecchio e del nuovo continente Nuove evidenze

arrivano dal Nord Africa e dai Paesi del Medio Oriente in cui il disturbo egrave presente

nonostante la scarsa disponibilitagrave di strutture diagnostiche e la scarsa consapevolezza della

28

malattia In Saharawi una popolazione araba che vive nel Sahara occidentale la prevalenza

della malattia egrave eccezionalmente elevata (56) per ragioni ancora poco chiare

La conoscenza della malattia nelle regioni asiatiche invece egrave ancora limitata e per lo piugrave

confinata in India dove egrave stata riconosciuta sia nei bambini che negli adulti Tuttavia come

efficacemente descritto da una task force indiana lrsquointolleranza al glutine in India egrave

ldquoimmerso in un oceano di malnutrizionerdquo La frequenza sembra essere maggiore nella parte

settentrionale probabilmente in conseguenza del largo consumo di grano rispetto al riso

Difficile ottenere dei numeri ma si stima che da 5 a 8 milioni di persone in India potrebbero

avere la malattia Purtroppo perograve ad oggi solo poche migliaia di pazienti sono stati

diagnosticati

Infine difficile comprendere anche la distribuzione in Cina a causa della grande popolositagrave I

fattori predisponenti (consumo di grano e genotipo HLA-DQ2 e DQ8) sono presenti cosigrave

come le prime evidenze in letteratura ma egrave necessario proseguire negli accertamenti

epidemiologici Risulta invece raro il disturbo in paesi come Giappone Corea Indonesia e

Filippine a causa del basso consumo di frumento e del patrimonio genetico

In sintesi i dati disponibili suggeriscono che lincidenza dellrsquo intolleranza al glutine egrave

veramente in aumento e che la malattia egrave attualmente molto piugrave comune in alcune aree

rispetto al passato Ulteriori studi epidemiologici perograve si rendono necessari per

comprendere meglio la distribuzione sulla popolazione e la correlazione con i fattori genetici

e ambientali

Bibliografia

Bai JC Fried M et al -World gastroenterology organisation global guidelines on celiac disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed23314668) - J Clin Gastroenterol 2013 47121ndash6

Catassi C Gatti S et al- The New Epidemiology of Celiac Disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed24979197)- JPGN Luglio 2014 Volume 59 supplement 1

Fasano A Berti I et al- Prevalence of celiac disease in at-risk and not-at-risk groups in the United

States a large multi center study (httparchintejamanetworkcomarticleaspxarticleid=215079)-

Arch Int Med 2003163286ndash92

29

Kochhar R Dachdev S et al- Prevalence of coeliac disease in healthy blood donors a study from

north India (httpwwwsciencedirectcomsciencearticlepiiS1590865812000229)- Dig Liver Dis

201244530ndash2

Kang JY Kang AHY et al -Systematic review worldwide variation in the frequency of Coeliac Disease

and changes over time

(httponlinelibrarywileycomdoi101111apt12373abstractjsessionid=91309CB937E7B5E094A

3B7F08441695f04t04)- Aliment Pharmacol Ther 201338226ndash45

Mustalahti K Catassi C et al- The prevalence of celiac disease in Europe results of a centralized

international mass screening project

(httpinformahealthcarecomdoiabs103109078538902010505931)- Ann Med 201042587ndash

95

30

Malattia celiaca e microbiota intestinale il ruolo dei

Bifidobatteri

A cura di Dottssa Chiara Di Gianvittorio ndash Dietista

La malattia celiaca egrave un disordine autoimmune scatenato dallrsquoingestione di alimenti

contenenti glutine in soggetti predisposti Lrsquoinfiammazione che ne risulta a carico del

piccolo intestino provoca atrofia dei villi e malassorbimento dei nutrienti I fattori implicati

nello sviluppo di questa patologia sono genetici e ambientali Tra questi ultimi troviamo

unrsquoesposizione troppo precoce al glutine insufficiente allattamento al seno infezioni

intestinali e squilibri della flora batterica residente La manifestazione clinica egrave varia e

include disturbi gastrointestinali come gonfiore vomito diarrea dispepsia perdita di peso e

disturbi extraintestinali come anemia malattie del fegato e dermatiti

Attualmente in studio egrave la relazione tra malattia celiaca e flora batterica intestinale che

risulta fondamentale per lrsquoequilibrio e la salute del tratto gastroenterico Il microbiota

umano egrave infatti lrsquoinsieme di microrganismi simbiontici dellrsquointestino Negli esseri umani si

trovano tra le 500 e le 1000 specie differenti di microrganismi di cui la maggioranza

anaerobi Tra questi ci sono i Bifidobatteri che svolgono una duplice azione diretta

contrastando i batteri patogeni e indiretta per interazione con il tessuto linfoide intestinale

(GALT) di cui ne stimola lrsquoattivitagrave

Alcuni ceppi di questi batteri inoltre sembrano inibire la risposta infiammatoria e il danno

alla mucosa che insorgono in conseguenza dellrsquoingestione di gliadina Infatti studi in vitro

hanno mostrato che tali microrganismi possono ridurre la produzione di citochine

infiammatorie (IFN-γ e IFN-α) e aumentare quella di IL-10 Un ulteriore effetto positivo

riguarda lrsquoincremento di cellule caliciformi nel piccolo intestino ridotte a causa della tossicitagrave

da glutine Infine oltre agli effetti immunomodulatori ceppi specifici come il

Bifidobacterium longum contribuiscono allrsquoidrolisi dei peptidi di gliadina durante la

digestione riducendo la presenza di aminoacidi tossici e dei loro effetti avversi

I Bifidobatteri risultano quindi protettivi contro la risposta infiammatoria e il danno

mucosale causato dal glutine Ci si chiede a questo punto se squilibri della microflora

31

possano costituire concausa nello sviluppo della patologia e se egrave possibile migliorarne la

gestione ristabilendo lrsquoequilibrio intestinale con probiotici

Attualmente cambiamenti nel microbiota intestinale sono stati dimostrati nei bambini

celiaci Negli adulti le evidenze parlano di una riduzione di Bifidobatteri sia al momento della

diagnosi che a dieta aglutinata ed un aumento dei Bacteroides (batteri gram negativi e

anaerobici) sia nelle feci che sulle biopsie dei celiaci Inoltre crsquoegrave una riduzione nella

variabilitagrave della specie sia prima che dopo la dieta Tali squilibri vanno ovviamente ad

incidere sul processo patologico

I probiotici sono costituiti da microrganismi vivi che devono essere in grado di svolgere

effetti positivi sulla flora batterica intestinale In alcuni studi si egrave dimostrato come alcuni di

essi possano avere una particolare utilitagrave per i celiaci anche se si tratta ancora di approcci a

livello sperimentale Unrsquo indagine condotta su 64 soggetti (26 pazienti celiaci con dieta

contenente glutine 18 celiaci a dieta gluten-free e 20 soggetti sani) ha portato a valutare se

la flora batterica intestinale possa contribuire ai sintomi pro-infiammatori della celiachia e se

con due specifici ceppi di Bifidobatteri sia possibile ottenere benefici I risultati

confermarono le ipotesi e il ruolo positivo svolto dai ceppi Bifidobacterium longum e

Bifidobacterium bifidum sul quadro infiammatorio

Lrsquouso di specifici batteri probiotici potrebbe quindi contribuire al miglioramento della

patologia ma egrave necessario approfondire ulteriormente con modelli sperimentali e studi

clinici il loro ruolo a supporto della terapia classica

Bibliografia

Collado MC Donat E et al- Imbalances in faecal and duodenal Bifidobacterium species composition

in active and non active coeliac disease (httpwwwncbinlmnihgovpubmed19102766)- BMC

Microbiol 2008 2321-9

Di Cagno R Rizzello CG et al- Different fecal microbiotas and volatile organic compounds in treated

and entrate children with celiac diseaseAppl And Environ Microbiol 2009 75 3963-71

Golfetto L Senna FD et al- Lower Bifidobacteria counts in adult patients with celiac disease on a

gluten- free diet

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Lower+Bifidobacteria+counts+in+adult+patients+with

+celiac+disease+on+a+gluten-+free+diet)- Arq Gastroenterol 2014 51 139-43

32

Ghosh S- Advances in our understanding of the pathogenesis of celiac disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed21523256)- Can J Gastroenterol 2011 25186

Medina M De Palma G- Bifidobacterium strains suppress in vitro the pro-inflammatory milieu

trigged by large intestinal microbiota of coeliac patients

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Bifidobacterium+strains+suppress+in+vitro+the+pro-

inflammatory+milieu+trigged)- J Inflamm 2008 519

Sanders ME- Impact of probiotics on colonizing microbiota of the gut

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed21992949)- J Clin Gastroenterol 2011 45S115-9

Sanz Y De Pama G et al- Unraveling the ties between celiac disease and intestinal microbiota

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Unraveling+the+ties+between+celiac+disease)- Int

Rev Immunol 2011 30 207-18

33

CAPSICUM ANNUUM IL ROSSO CHE PROTEGGE LA

TUA SALUTE

A cura di Dottssa Giusi Balzano ndash Biologa nutrizionista

Il peperoncino rosso il cui nome scientifico egrave Capsicum annuum appartiene alla famiglia

delle Solanacee ed egrave originario delle Americhe

Dal ritrovamento di reperti archeologici sappiamo con certezza che fin dal 5000 aC circa la

popolazione messicana conosceva il peperoncino il quale fu importato in Europa da

Cristoforo Colombo nel 1493

Capsicum annuum

Il peperoncino a dispetto di tante credenze gode di tante proprietagrave benefiche e forse per

associazione con il pepe si tende erroneamente a credere che sia poco salutare

Come pianta egrave facilmente coltivabile e si adatta a diversi climi puograve essere coltivato nei vasi

e su un terrazzo limportante egrave che stia in pieno sole Nei periodi piugrave freddi conviene ad

ogni modo tenerlo al riparo in quanto non sopporta bene un clima troppo rigido Il

peperoncino egrave una pianta annuale e le parti consumate sono i frutti le bacche contenenti

dei semi bianco-giallastri Esistono tantissime qualitagrave di peperoncino e le bacche possono

essere consumate fresche cotte o crude I colori dei peperoncini (frutto) sono molteplici

verdi gialli rossi arancione bruno scuro e marrone scuro La sensazione di piccante data dal

peperoncino egrave dovuta alla capsaicina che in proporzione alla quantitagrave disponibile nel seme

ne determina appunto la piccantezza In realtagrave quando si mangia un peperoncino la

risposta di bruciore data dallorganismo egrave solo una sensazione che il cervello invia come

34

risposta allattivazione di alcuni termorecettori presenti nella bocca con cui proprio la

capsaicina viene a contatto Tra le proprietagrave del peperoncino troviamo

funzione dimagrante egrave accentuanto il consumo di calorie ad opera della capsaicina principio

attivo del peperoncino

proprietagrave antibiotiche antibatteriche e antiossidanti ad opera dei flavonoidi e capsaicinoidi

E anche molto utile nella cura di raffreddore bronchite e sinusite

flusso sanguignoazione vasodilatatrice il caratteristico potere piccante urticante del

peperoncino porta con seacute una specifica azione della capsicina sulla circolazione periferica

del sangue La dilatazione dei vasi sanguigni egrave funzionale alla regolazione ottimale della

pressione e della circolazione del sangue che aumenta dopo lassunzione I capillari

diventano piugrave elastici e il sangue risulta piugrave ossigenato Egrave per questo che il peperoncino utile

per scaldarsi in inverno diventa anche importante nella dieta estiva per difendersi dal caldo

torrido e dallumiditagrave

cuore e colesterolo la regolazione del flusso del sangue aiuta a mantenere pulito il sistema

endovenoso congiuntamente allazione della lecitina e di altri olii essenziali evitando la

comparsa di placche che bloccano il flusso sanguigno I capsaicinoidi svolgono unazione

importante nelle diete ad alto contenuto di sostanze grasse Il peperoncino aiuta a ridurre

eccessivi livelli di colesterolo accelerandone la ripartizione e lespulsione

digestione e metabolismo il peperoncino aumenta la secrezione di succhi gastrici e migliora

la digestione grazie al suo potere antifermentativo e inoltre tiene pulite le mucose Nelle

diete in cui egrave prevista unassunzione regolare linfluenza del capsicum porta a migliorare e

velocizzare i processi metabolici Attenzione perograve in caso di bruciore fastidioso e

persistente dopo ingestione di peperoncino associato ad uninfiammazione della gola

dellesofago o dello stomaco mangiare un pezzo di formaggio o di pane o bere birra risulta

essere di grande aiuto contro i fastidi menzionati

mal di collo e mal di schiena efficace contro artriti e reumatismi il peperoncino egrave un

ingrediente essenziale di molte creme e gel antinfiammatori ad azione topica Aiuta ad

alleviare il dolore migliorando la circolazione sanguigna

azione anti-tumorale la vitamina C egrave un significativo agente anti-cancro previene infezioni e

tumori I peperoncini freschi ne sono ricchi e riescono a fornirci acido ascorbico (vitamina C)

proprio in estate ed autunno quando la nostra dieta mediterranea egrave piugrave povera di agrumi

35

mal di testa e depressione lassunzione della capsicina provoca bruciore e dolore nella bocca

e nelle pareti interne del sistema gastroenterico Il nostro corpo reagisce cominciando a

rilasciare maggiori quantitagrave di adrenalina aumentando al contempo la produzione di

endorfine Il nostro corpo risulta energizzato laumento del flusso del sangue al cervello dagrave

sollievo poi sopraggiungono le endorfine vere e proprie ldquodrogherdquo naturali cioegrave oppioidi

endogeni che vengono prodotti internamente dal nostro organismo ed hanno potere

eccitativo ed analgesico alleviando cefalee ed altri dolori

azione afrodisiaca insieme alla vitamina C nel peperoncino cegrave anche la vitamina E

responsabile della stimolazione e della regolazione di molti processi legati alla feconditagrave

sessuale

Bibliografia

1 Tewksbury JJ Levey DJ Huizinga M Haak DC Traveset A Costs and benefits of capsaicin-mediated control of gut retention in dispersers of wild chilies Ecology 89 107-17 2008

2 Govindarajan VS Sathyanarayana MN Capsicum--production technology chemistry and quality Part V Impact on physiology pharmacology nutrition and metabolism structure pungency pain and desensitization sequences Crit Rev Food Sci Nutr 29 435-74 1991

36

Rape Rosse - Tubero e foglie un beneficio a 360deg

A cura di Dottssa Giusi Balzano ndash Biologa nutrizionista

Barbe rosse barbabietole rosse o ancora carote rosse

sono tutti sinonimi dialettali che fanno riferimento alle

rape rosse

Queste sono tuberi noti in botanica come Beta vulgaris

var rapa forma rubra si tratta di una pianta

appartenente alla famiglia delle Chenopodiaceae ed al genere Beta Menzionata in alcuni

antichissimi scritti greci risalenti al 420 aC periodo in cui il tubero rosso era noto

semplicemente come beta secondo il pensiero di altri autori lorigine delle rape rosse risale

addirittura al 2000 aC considerata la presenza di alcuni reperti archeologici che la

attestano

Malgrado gli appelli di dietologi e specialisti dellalimentazione si tende spesso a

dimenticare limportanza fitoterapica e benefica di alcuni ortaggi come in questo specifico

caso le rape rosse

Le rape rosse contengono pochissime calorie (solamente 19 per 100 grammi di prodotto)

per questo motivo rientrano tra i cibi ipocalorici ottimi alimenti preferibili in diete bilanciate

che presuppongono una marcata restrizione calorica Ersquo ricca di acqua corrispondente a

circa il 91 si contano solo il 4 di carboidrati ed il 26 di fibre contiene diverse vitamine

in particolare del gruppo B e una buona quota di sali minerali soprattutto potassio sodio

calcio ferro e fosforo ed egrave ricca anche di zuccheri Nella radice della rapa rossa si ritrova un

glicoside che attribuisce la tipica colorazione rosso vivo alla rapa si tratta della betaina

sfruttata dallindustria alimentare come colorante naturale (E 162) Altro pigmento

riscontrato nella rapa rossa egrave la betaxantina che le conferisce striature giallastre Ancora

nella radice di rapa rossa si trovano altre sostanze sfruttate nella fitoterapia e nella cosmesi

quali saponine antociani flavonoidi in genere ed allantoine (proprietagrave idratanti e

disarrossanti)

37

Proprietagrave terapiche

Una delle proprietagrave curative principali di questo ortaggio riguarda il potere lassativo spesso

utile per combattere la stitichezza e le emorroidi La rapa rossa egrave anche un buon rimedio per

migliorare la funzione epatica e combattere le infezioni delle vie urinarie Le sue foglie sono

unrsquoottima fonte di vitamina A e le radici sono una buona fonte di vitamina C Le foglie

vengono cucinate o servite fresche come verdura mentre le radici o teste possono essere

affettate in insalate o cotte intere e poi tagliate a fettine o a tocchetti

Le rape rosse sono particolarmente ricche di folati fondamentali alleati contro le malattie

cardiache e lrsquoanemia in quanto coinvolti nella produzione di globuli rossi e bianchi nella

sintesi di materiale genetico e nella formazione di anticorpi nel sistema immunitario Esse

sono anche ricchi di fibre solubili e insolubili La fibra insolubile aiuta a mantenere il tratto

intestinale funzionante mentre la fibra solubile controlla il livello di zucchero nel sangue e

abbassa il colesterolo Nelle sue foglie egrave abbondante il beta-carotene il ferro e il calcio

Ricche di vitamine del gruppo B come B1 B2 B3 e B6 per quanto concerne il contenuto di

sali minerali questa egrave un ortaggio ricco di iodio sodio e potassio ma anche in quantitagrave

minori di magnesio Lo iodio egrave un minerale essenziale per il corretto funzionamento della

ghiandola tiroidea che regola il metabolismo mentre il potassio e il sodio sono necessari per

la generazione e la trasmissione degli impulsi nervosi attivitagrave muscolare a parte il bilancio

idrico allrsquointerno e allrsquoesterno della cellula

Il succo crudo di barbabietola (Fig 1) egrave particolarmente idoneo per tutte le persone che

soffrono di anemia in quanto favorisce la formazione di globuli rossi nel sangue inoltre ha

proprietagrave diuretiche e favorisce la digestione

Fig1 succo crudo di barbabietola rossa

38

Ortaggio anticancro

Nella rivista International Journal of Cancer si discute sul ruolo delle rape rosse come

potenziale alimento anticancro la questione egrave per certi versi discutibile ed oscura e non

esiste alcuna dimostrazione indubbia ed inequivocabile che accerti lipotesi In particolare

nella rivista sopraccitata si discute del possibile ruolo delle rape rosse nella prevenzione del

tumore al colon per altri le rape rosse sarebbero in grado non solo di prevenirne il cancro

ma anche di contrastarlo

Bibliografia

Kazimierczak R Hallmann E Lipowski J Drela N Kowalik A Puumlssa T Matt D Luik A Gozdowski D Rembiałkowska E

Beetroot (Beta vulgaris L) and naturally fermented beetroot juices from organic and conventional production metabolomics antioxidant levels and anticancer activity

J Sci Food Agric 2014 May

39

Sigrave ai legumi nella prevenzione delle malattie tumorali

A cura di Dottssa Bruzzone Francesca ndash Dietista

Con il termine ldquolegumirdquo si intendono tutti quei semi commestibili derivanti dalle piante

dicotiledoni dellrsquoordine delle Fabales tra cui rientrano i fagioli le lenticchie le fave i piselli

i lupini i ceci le carrube le cicerchie le arachidi e la soia

I legumi sono alimenti ricchi di proteine tanto da essere stati denominati come ldquola carne dei

poverirdquo Essi possiedono un buon contenuto in amminoacidi (ad eccezione di quelli solforati

e del triptofano) carboidrati fibre Calcio Ferro e Potassio a discapito di grassi e

colesterolo

In abbinamento ai cereali i legumi costituiscono un ottimo e saziante piatto unico dove

convergono carboidrati e proteine e dove gli amminoacidi carenti nei cereali (come la lisina)

si integrano con quelli dei legumi e viceversa Queste qualitagrave rendono tali semi

particolarmente adeguati sia nella prevenzione che nel trattamento di numerose malattie

metaboliche come il diabete mellito le dislipidemie la sindrome metabolica il sovrappeso e

lrsquoobesitagrave Di recente inoltre egrave stato attribuito un altro importante ruolo benefico ai legumi

quello di ostacolare la crescita di alcune forme tumorali

Un lavoro effettuato da un gruppo di ricercatori dellUniversity College di Londra del

Dipartimento di Scienze Chirurgiche dell`Universitagrave di Chieti e del Laboratorio di

Farmacologia Molecolare dell`Istituto Mario Negri di Milano e pubblicato sulla rivista

statunitense ldquoCancer Researchrdquo infatti ha scoperto la presenza di inositolo pentachisfosfato

nella maggior parte dei legumi (in particolare in lenticchie piselli e fagioli) e nelle noci Tale

40

composto sembrerebbe inibire lrsquoenzima fosfoinositide 3-chinasi coinvolto nella crescita e

nella progressione dei tumori e capace di aumentare la resistenza al trattamento con agenti

chemoterapeutici Il segnale attivato dalla fosfoinositide 3-chinasi infatti rappresenta un

target importante per lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche anticancro e questo studio

dimostra come lrsquoinositolo pentafosfato sia capace di antagonizzare in maniera specifica

questo segnale nelle cellule tumorali inducendone lrsquoapoptosi (morte programmata)

Lrsquoinositolo pentafosfato ha una struttura molecolare analoga al prodotto dellrsquoattivitagrave

enzimatica della fosfoinositide 3-chinasi che attiva segnali specifici per la progressione del

cancro Il meccanismo secondo il quale lrsquoinositolo pentafosfato disattiva le proteine

iperattive nei tumori dalla membrana plasmatica permette di inibire sia la crescita delle

cellule tumorali umane in coltura sia lo sviluppo dei tumori nei topi In queste condizioni

lrsquoinositolo pentafosfato ha dimostrato unrsquoattivitagrave farmacologica comparabile e potenziante

quella del farmaco citotossico cisplatino molto usato in chemioterapia antitumorale ma

associato a effetti collaterali come nausea vomito formicolio a mani e piedi caduta dei

capelli e alterazione della funzionalitagrave renale (gli inositoli fosfati invece non sono tossici

neanche a concentrazioni piugrave elevate di quelle usate in questo studio e possono essere

assorbiti per via orale) I principali effetti positivi sono stati riscontrati a livello di ovaie e

polmoni

Lrsquoinositolo pentafosfato inoltre si egrave dimostrato capace di inibire lo sviluppo dei nuovi vasi

sanguigni indispensabili per la nutrizione e lo sviluppo del tumore (angiogenesi) bloccando

quindi un meccanismo fondamentale per la sua crescita

Sitografia

ldquoLe Scienze edizione italiana di Scientifica Americanrdquo ndashLegumi e cereali conto il cancro-

ldquoAssociazione Giacomo-onlusrdquo -Inositolo Pentafosfato da legumi e arachidi una nuova strada

nella cura dei tumori

41

Tra le mille virtursquo del miele la cura dellrsquoherpes simplex

A cura di Dottssa Serena Pascucci Biologa Nutrizionista

Le molteplici proprietagrave del miele sono note fin dallrsquoantichitagrave

per le sue capacitagrave antisettiche antibiotiche e cicatrizzanti

e il suo uso nella medicina moderna sta riscontrando

sempre piugrave maggiore interesse

Diversi studi

hanno valutato

lrsquoefficacia del miele contro alcuni virus tra cui di

particolare importanza egrave emersa lrsquoefficacia del

miele per il trattamento dellrsquoHerpes Simplex sia a

livello labiale sia a livello genitale Lo studio del

2004 condotto presso una clinica privata a Dubai

ha selezionato 16 pazienti con ricorrenti manifestazioni del virus otto affetti da Herpes

simplex a livello labiale e otto a livello genitale con un etagrave compresa tra i 35 e i 45 anni sia

maschi che femmine Ersquo stata valutata e considerata lrsquoefficacia del miele nel trattamento

delle lesioni prodotte dal virus in confronto a un comune farmaco antivirale utilizzato

normalmente (Acyclovir) I pazienti prescelti prima della prova non dovevano sottoporsi ad

altre cure antivirali A scelta casuale sono stati selezionati quattro pazienti con herpes

labiale e quattro con herpes genitale che hanno effettuato il primo trattamento con il miele

gli altri otto con il farmaco comune antivirale a base di 5 di acyclovir Alla seconda

comparsa della manifestazione del virus egrave stato effettuato lrsquoopposto Nello studio egrave stato

somministrato un miele multiflora direttamente sulle lesioni prodotte dal virus su una garza

a contatto con la lesione per un quarto drsquoora per 4 volte al giorno fino alla completa

guarigione mentre il farmaco veniva applicato 6 volte al giorno Da questa prova egrave stata

riscontrata una durata delle lesioni dalla prima comparsa alla completa scomparsa di circa

12 giorni in media per entrambi i trattamenti ma nel caso dei pazienti con herpes labiale

trattati con il miele la guarigione egrave avvenuta in circa 3 giorni rispetto ai 5 giorni con il

trattamento con acyclovir cioegrave con una velocitagrave del 35 superiore Inoltre il miele ha

42

mostrato un azione migliore rispetto al farmaco in particolare la durata del dolore risultava

minore del 39 con fastidi moderati per non piugrave di 24 ore mentre con acyclovir il dolore

anche se moderato poteva prolungarsi fino a 72 ore Ersquo stato anche riscontrato un

insorgenza minore delle croste del 28 in chi utilizzava il miele in particolare in 5 pazienti le

lesioni non si sono evolute in croste cosa che non egrave mai avvenuta nei soggetti trattati con il

farmaco Ancora in due casi con il trattamento con il miele lrsquoherpes ha abortito cioegrave dopo i

primi sintomi non ha sviluppato lesioni e procurato fastidi al contrario dei pazienti trattati

con il farmaco Anche nei pazienti con herpes a livello genitale il miele si egrave mostrato piugrave

efficace del farmaco convenzionale con un tempo di guarigione minore del 53 una durata

del dolore inferiore del 50 anche qui con fastidi moderati e con una durata non superiore

alle 24 ore rispetto a bruciori da moderati a medi prolungati(anche per 3 giorni) nei pazienti

con trattamento con farmaco Inoltre egrave stato riscontrato anche a livello genitale un

insorgenza minore di croste del 49 in particolare in 5 pazienti trattati con il miele le lesioni

a livello genitale non si sono sviluppate in croste a differenza dei pazienti trattati con il

farmaco in cui le croste sono sempre apparse Infine egrave stato riscontrato anche a livello

genitale un aborto del virus in chi utilizzava il miele senza avere avuto nessun riscontro

invece nei pazienti trattati con farmaco

Lrsquoanalisi statistica ha mostrato un efficacia superiore del miele rispetto allrsquoutilizzo di

acyclovir per la cura e la risoluzione delle lesioni virali da herpes simplex labiale e genitale

(Ai-waili 2004) Tuttavia quale sia o quali siano i meccanismi drsquoazione che permettono al

miele di inibire la replicazione del virus sono poco conosciuti Un fattore che puograve

determinare lrsquoazione antivirale del miele puograve essere ricercato nel contenuto di flavonoidi(

azione antivirale) rame zinco vit E C normalmente presenti nel miele e di provata azione

antivirale(AI-Waili 2004) e infine lrsquoossido di azoto con un azione antivirale in vitro la cui

attivitagrave egrave stata rilevata anche sul virus dellrsquoHIV (Torre et al 2002 Schramm DD et al 2003)

Lrsquoherpes simplex egrave un infezione virale importante qualsiasi terapia si volesse seguire egrave

opportuno seguire sempre una supervisione e il consiglio del medico

Bibliografia

Al-Waili NS topical honey application vs acyclovir for the treatment of recurrent herpes

simplex lesions Med Sci Monit 2004 10(8) MT94-MT98

- Schramm DD Karim M Schrader HR Holt RR Cardetti M Keen CL Honey with high levels of antioxidants can provide protection to healthy human subjects J Agric Food Chem 200351(6)1732ndash5 doi 101021jf025928k - Torre D Pugliese A Speranza F Role of nitric oxide in HIV-1 infection friend or foe Lancet Infect Dis 2002 May2(5)273-80

13

Drsquoaltra parte gli omozigoti 66met del BDNF presentando una riduzione di volume della

Sostanza Grigia (GM) dellrsquoIppocampo e un aumento di quella della Corteccia Orbito Frontale

destra (rOFC) impiegano minor tempo per la remissione dei sintomi depressivi

contrariamente ai 66val che con la stessa riduzione della GM dellrsquoippocampo sinistro

rispondono invece piugrave lentamente alla terapia (Cardoner N et al 2012)

Alcune evidenze suggeriscono uno stato iperdopaminergico con maggior frequenza della

variante 9R del DAT1 nel PTSD Studi in vivo con immagini molecolari di tomografia

computerizzata ad emissione di singolo fotone (SPECT) hanno tuttavia dimostrato un

incremento del potenziale legante del trasportatore della dopamina nello Striato di pazienti

portatori del PTSD Tale aumentata densitagrave di DAT riflette un incrementato turnover locale di

dopamina in grado di contribuire al perpetuarsi e al potenziamento fobico di un evento

traumatico e delle situazioni che lo ricordano (Hoexter MQ et al 2012) confermando i

risultati contraddittori sulla valenza in vivo ed in vitro del suddetto polimorfismo (Heitland I

et al 2012)

Infine il giagrave ricordato riscontro della variante -158met del polimorfismo val158met della

COMT in soggetti che hanno sviluppato PTSD dopo violenza urbana (Valente NL et al 2011

(2) Norrholm SD et al 2013) conferma lrsquoipotesi di un endofenotipo ipernoradrenergico per il

PTSD La COMT egrave infatti preposta a catabolizzare lrsquoeccesso di NE libera intersinaptica in zone

povere dei ricaptatori DAT e NET come la corteccia prefrontale e lrsquoippocampo e la sua

variante 158met ne indica lrsquoipoespressione Pertanto anche la variante NET-182C del

polimorfismo del trasportatore della norepinefrina (SLC6A2-182TC) che ne ipoesprime la

ricaptazione (Valente NL et al 2011-2) si candida a predisponente del PTSD

Bibliografia

Aguilera M Arias B Wichers M Barrantes-Vidal N Moya J Villa H van Os J Ibaacutentildeez MI Ruipeacuterez MA Ortet G Fantildeanaacutes L Early adversity and 5-HTTBDNF genes new evidence of gene-environment interactions on depressive symptoms in a general population Psychol Med 2009 Sep39(9)1425-32 Epub 2009 Feb 12 Auxeacutemeacutery Y (2) Posttraumatic stress disorder (PTSD) as a consequence of the interaction between an individual genetic susceptibility a traumatogenic event and a social context] Encephale Oct 2012 38(5) 373-80 Cardoner N Soria V Gratacograves M Hernaacutendez-Ribas R Pujol J Loacutepez-Solagrave M Deus J Urretavizcaya M Estivill X Menchoacuten JM Soriano-Mas C Val66Met BDNF genotypes in melancholic depression effects on brain structure and treatment outcome Depress Anxiety Nov 2012

14

Felmingham KL Dobson-Stone C Schofield PR Quirk GJ Bryant RA The Brain-Derived Neurotrophic Factor Val66Met Polymorphism Predicts Response to Exposure Therapy in Posttraumatic Stress Disorder Biol Psychiatry Jan 2013 Frielingsdorf H Bath KG Soliman F Difede J Casey BJ Lee FS Variant brain-derived neurotrophic factor Val66Met endophenotypes implications for posttraumatic stress disorder Ann N Y Acad Sci 2010 Oct1208150-7 doi 101111j1749-6632201005722x Grabe HJ Schwahn C Mahler J Appel K Schulz A Spitzer C Fenske K Barnow S Freyberger HJ Teumer A Petersmann A Biffar R Rosskopf D John U Voumllzke H Genetic epistasis between the brain-derived neurotrophic factor Val66Met polymorphism and the 5-HTT promoter polymorphism moderates the susceptibility to depressive disorders after childhood abuse Prog Neuropsychopharmacol Biol Psychiatry 2012 Mar 3036(2)264-70 Epub 2011 Oct 2 Heitland I Oosting R SBaas J M P Massar S A A Kenemans J L Boumlcker K B E Genetic polymorphisms of the dopamine and serotonin systems modulate the neurophysiological response to feedback and risk taking in healthy humans Cogn Affect Behav Neurosci 2012 December 12(4) 678ndash691 Hemmings SM Martin LI Klopper M van der Merwe L Aitken L de Wit E Black GF Hoal EG Walzl G Seedat S BDNF Val66Met and DRD2 Taq1A polymorphisms interact to influence PTSD symptom severity A preliminary investigation in a South African population Prog Neuropsychopharmacol Biol Psychiatry 2012 Oct 25 pii S0278-5846(12)00266-7 doi 101016jpnpbp201210011 [Epub ahead of print] Hoexter MQ Fadel G Feliacutecio AC Calzavara MB Batista IR Reis MA Shih MC Pitman RK Andreoli SB Mello MF Mari JJ Bressan RA Higher striatal dopamine transporter density in PTSD an in vivo SPECT study with [(99m)Tc]TRODAT-1 Psychopharmacology (Berl) 2012 Nov224(2)337-45 doi 101007s00213-012-2755-4 Epub 2012 Jun 15 Kolassa IT Ertl V Eckart C Gloumlckner F Kolassa S Papassotiropoulos A de Quervain DJ Elbert T Association study of trauma load and SLC6A4 promoter polymorphism in posttraumatic stress disorder evidence from survivors of the Rwandan genocide J Clin Psychiatry 2010 May71(5)543-7 Epub 2010 Apr 6 Miller S Hallmayer J Wang PW Hill SJ Johnson SL Ketter TA Brain-derived neurotrophic factor val66met genotype and early life stress effects upon bipolar course J Psychiatr Res 2012 Nov 23 pii S0022-3956(12)00328-7 doi 101016jjpsychires201210015 [Epub ahead of print] Norrholm SD Jovanovic T Smith AK Binder E Klengel T Conneely K Mercer KB Davis JS Kerley K Winkler J Gillespie CF Bradley B Ressler KJ Differential Genetic and Epigenetic Regulation of catechol-O-methyltransferase is Associated with Impaired Fear Inhibition in Posttraumatic Stress Disorder Front Behav Neurosci 2013 Apr 10730 doi 103389fnbeh201300030 Print 2013 Outhred T Das P Dobson-Stone C Griffiths K Felmingham KL Bryant RA Malhi G Kemp AH The functional epistasis of 5-HTTLPR and BDNF Val66Met on emotion processing a preliminary study Brain Behav Nov 2012 2(6) 778-88 Pivac N Kozaric-Kovacic D Grubisic-Ilic M Nedic G Rakos I Nikolac M Blazev M Muck-Seler D The association between brain-derived neurotrophic factor Val66Met variants and psychotic

15

symptoms in posttraumatic stress disorder World J Biol Psychiatry 2012 Apr13(4)306-11 Epub 2011 Jul 6 Rakofsky JJ Ressler KJ Dunlop BW BDNF function as a potential mediator of bipolar disorder and post-traumatic stress disorder comorbidity Mol Psychiatry 2012 Jan17(1)22-35 doi 101038mp2011121 Epub 2011 Sep 20 Valente NL Vallada H Cordeiro Q Miguita K Bressan RA Andreoli SB Mari JJ Mello MF Candidate-gene approach in posttraumatic stress disorder after urban violence association analysis of the genes encoding serotonin transporter dopamine transporter and BDNF J Mol Neurosci 2011 May44(1)59-67 Epub 2011 Mar 29 Valente NL Vallada H Cordeiro Q Bressan RA Andreoli SB Mari JJ Mello MF (2) Catechol-O-methyltransferase (COMT) val158met polymorphism as a risk factor for PTSD after urban violence J Mol Neurosci 2011 Mar43(3)516-23 Epub 2010 Nov 17 Zhang L Benedek DM Fullerton CS Forsten RD Naifeh JA Li XX Hu XZ Li H Jia M Xing GQ Benevides KN Ursano RJ PTSD risk is associated with BDNF Val66Met and BDNF overexpression Molecular Psychiatry (15 January 2013) | doi101038mp2012180

16

Depressione azione epigenetica dei fattori ambientali sullo sviluppo del disturbo attraverso la metilazione

del trasportatore della serotonina (SERT) Evidenze di laboratorio sulla quantificazione dellrsquoeffetto epigenetico del danno e della correzione terapeutica

A cura di Dott Giovanni Borghini- Biologo Genetista

La cronaca continua a portare alla ribalta estremi gesti anti-

conservativi di personaggi apparentemente gratificati da una vita di

successi e popolaritagrave Cosa si nasconde dietro il male oscuro della

depressione egrave una sfida ancora aperta ai piugrave diversi contributi della

ricerca Ne analizzeremo uno in particolare legato alle recenti

acquisizioni della biologia molecolare sui fenomeni epigenetici da

stress e il polimorfismo genico del trasportatore della serotonina

Il trasportatore della serotonina (SERT) e la sua la regione polimorfica gene-linked (5-

HTTLPR) sono ormai pienamente riconosciuti come modulatori del legame tra lo stress della

vita e la depressione Tuttavia i percorsi molecolari implicati in questa interazione gene-

ambiente (GXE) sono ancora in gran parte sconosciuti Alterazioni nel profilo dellrsquoespressione

genica del SERT spesso mediate epigeneticamente sono associate allrsquoinsorgenza di

depressione e possono pertanto costituire un ipotetico mediatore nellrsquo interazione GXE In

un recente articolo (Wankerl M et al 2014) sono stati indagati parallelamente gli effetti dei

polimorfismi genici del SERT (5-HTTLPR) e delle avversitagrave ambientali riferite allrsquointero arco

vitale a partire dagli stress precoci intra-uterini In accordo con la letteratura internazionale

sono emerse strette correlazioni tra variazioni polimorfiche del SERT e i cambiamenti

ambientali (stress precoci traumi prenatali) Studiando in vivo lespressione del SERT in

campioni di cellule di sangue periferico egrave stato valutato se i cambiamenti indotti

dallambiente siano mediati da modificazioni epigenetiche A tale scopo sono stati analizzati

83 siti CpG nel promotore-genico del SERT della grandezza di 799-bp con il metodo

altamente sensibile del ldquopyrosequencingrdquo con bisolfito I partecipanti allo studio sono stati

133 tra giovani e adulti sani I risultati hanno mostrato che sia i portatori dellallele ldquoSrdquo del 5-

17

HTTLPR che i bambini sottoposti a stress materno prenatale (328) e a maltrattamento

infantile (563) presentavano una ridotta espressione del mRNA del SERT rispetto a quelli

senza alcun fattore di rischio I dati dellrsquoarticolo indicano inoltre che i cambiamenti nei livelli

di espressione del mRNA SERT non coincidono con i profili di metilazione del DNA allinterno

delle isole CpG del SERT Egrave quindi ipotizzabile che i cambiamenti persistenti nellespressione

del SERT possano a loro volta dipendere da un alterato funzionamento serotoninergico e

probabilmente si sommano la vulnerabilitagrave a differenti malattie associate al 5-HTTLPR e le

avversitagrave precoci

Bibliografia M Wankerl1 R Miller1 C Kirschbaum1 J Hennig2 T Stalder1 and N Alexander1 Effects of genetic and early environmental risk factors for depression on serotonin transporter expression and methylation profiles Transl Psychiatry Jun 2014 4(6) e402 Published online Jun 17 2014 doi 101038tp201437 PMCID PMC4080318 Franke L Therstappen E Schlosser B Biermer M Berg T Schaumlfer M Arck P Uebelhack R Friebe A A Preliminary Study on the Relationship between Platelet Serotonin Transporter Functionality Depression and Fatigue in Patients with Untreated Chronic Hepatitis C Depress Res Treat 20142014821381 doi 1011552014821381 Epub 2014 Mar 20 Domschke K Tidow N Schwarte K Deckert J Lesch KP Arolt V Zwanzger P Baune BT Serotonin transporter gene hypomethylation predicts impaired antidepressant treatment response Int J Neuropsychopharmacol 2014 Aug17(8)1167-76 doi 101017S146114571400039X Epub 2014 Mar 28

18

SVILUPPO PUBERALE E TESSUTO ADIPOSO A cura di Dottssa Martina Beltrami - Dietista

La pubertagrave egrave una fase di transizione che determina la

maturitagrave riproduttiva tra linfanzia e letagrave adulta

La pubertagrave egrave legata a importanti cambiamenti sviluppo

delle caratteristiche sessuali secondarie lo sviluppo

somatico il menarca modificazioni psicologiche

Lormone di rilascio delle gonadotropine (GnRH) che

per tutta linfanzia viene prodotto in modo sporadico

inizia ad essere prodotto in modo pulsatile e regolare

La frequenza e lampiezza della sua produzione

determinano la produzione degli ormoni responsabili di portare allovulazione e poi la

regolaritagrave dei cicli mestruali

Tra la prima mestruazione e la piena maturazione possono passare 3-4 anni

Negli ultimi anni si egrave evidenziato come uno sviluppo precoce o tardivo sia correlato

negativamente con la salute della donna

Letagrave del menarca e lincidenza con la sindrome metabolica sono correlati con una curva a U

per la quale sia unetagrave troppo precoce (prima dei 10 anni) sia unetagrave tardiva (dopo i 16anni)

portano ad un aumentato rischio di sviluppare la sindrome metabolica nellarco dei successivi

26 anni (1)

Un menarca precoce egrave un fattore di rischio a tutte le patologie estrogeno dipendenti

(iperandrogenismo pcos tumore alla mammela) e dal punto di vista psicologico puograve essere

traumatico

Un menarca tardivo egrave correlato a osteopenia il picco di accumulo di densitagrave ossea avviene

tra letagrave puberale e i 25anni se lo sviluppo puberale tarda avrograve meno tempo a disposizione

per aumentare la densitagrave ossea

I fattori nutrizionali sono considerati uno dei principali fattori che influenzano linizio dello

sviluppo puberale

19

La Leptina egrave un ormone prodotto dal tessuto adiposo ed egrave strettamente correlata alla sua

quantitagrave Piugrave aumenta lindice di massa corporea (BMI) e piugrave aumenta la percentuale di

Leptina prodotta

La Leptina agisce sui processi di termogenesi sul comportamento alimentare e sulla funzione

riproduttiva Le modificazioni dei livelli di leptina indicano se le riserve energetiche

dellorganismo sono sufficienti per sostenere lo sviluppo puberale La leptina agisce quindi

come un segnale periferico per lipotalamo ed egrave necessaria per lo sviluppo puberale

Alcuni studi hanno evidenziato come letagrave del menarca sia strettamente correlata ai livelli

circolanti di leptina

La leptina circolante infatti aumenta di circa il 30 nei 6 mesi precedenti il menarca(2)

Negli ultimi decenni il sovrappeso egrave aumentato nella popolazione e non a caso anche letagrave

media del primo menarca egrave scesa da 13 a 12 anni circa

Letagrave del menarca egrave correlata piugrave al peso corporeo che non alletagrave cronologica

Se andiamo a modificare per carenza o per eccesso il grasso corporeo la produzione di

leptina cambia e il menarca puograve anticipare o tardare

Bambine di 5-7 anni in sovrappeso hanno maggior probabilitagrave di uno sviluppo puberale

anticipato a 9 anni (3)

Ballerine ginnaste o ragazze con un BMI piugrave basso rispetto alle coetanee spesso hanno un

menarca tardivo

Da alcuni studi sembrerebbe che un percentuale minima del 16 di grasso sia necessaria

affinchegrave avvenga lo sviluppo puberale e il 22 per avere cicli regolari (4)

Riuscire a identificare precocemente i soggetti a rischio permette di intervenire

tempestivamente lavorando sullindice di massa corporea per recuperare anni sui fattori di

rischio

Bibliografia

1) Mueller NT1Duncan BBBarreto SMChor DBessel MAquino EMPereira MASchmidt MI Earlier age at menarche is associated with higher diabetes risk and cardiometabolic disease risk factors in Brazilian adults Brazilian Longitudinal Study of Adult Health (ELSA-Brasil) 2) Lassek W D and Gaulin S JC (2007) Menarche is related to fat distribution Am J Phys Anthropol 1331147ndash1151 doi101002ajpa20644

20

3) Davison et al Percent Body Fat at Age 5 Predicts Earlier Pubertal Development Among Girls at Age 9 Pediatrics 2003 1114 815-821 4) Rose E Frisch1Roger Revelle1 Height and Weight at Menarche and a Hypothesis of Critical Body Weights and Adolescent Events Science 24 July 1970 Vol 169no 3943pp 397-399

21

Attivitagrave ormonale e distribuzione di grasso

generalizzato

A cura di Dottssa Bruzzone Francesca ndash Dietista

Mentre della localizzazione del tessuto adiposo a livello addominale piuttosto che in zona

gluteo-femorale si tratta lungamente (distinguendo lrsquoobesitagrave androide da quella ginoide) dei

soggetti che accumulano grasso in modo omogeneo nei vari distretti corporei si parla in

minor misura nonostante tale fenomeno interessi ugualmente genere maschile e genere

femminile

La predisposizione a immagazzinare le riserve energetiche in una

zona piuttosto che in unrsquoaltra varia in relazione a etagrave sesso razza

di appartenenza attivitagrave fisica alimentazione e azione ormonale

Questi ultimi tre fattori sono strettamente correlati e dipendenti

lrsquouno dallrsquoaltro

Le persone in sovrappeso che presentano delle forme corporee

come quelle della figura a lato solitamente possiedono arti lunghi

ossa piccole faccia ovale o allungata e vita alta Essi localizzano il

grasso in tutto il corpo ad eccezione dei polpacci non sopportano il

caldo adorano i carboidrati e il caffegrave alternano la loro giornata tra energia e stanchezza e

passano da entusiasmo e presa di iniziativa nei periodi positivi a depressione e irritabilitagrave nei

momenti di stress

Tutte queste caratteristiche sono determinate dal ruolo degli ormoni nella gestione della

regolazione delle funzioni corporee e dellrsquoemotivitagrave

I soggetti che tendono ad ingrassare sia nella zona addominale che in quella inferiore del

corpo infatti annoverano molto spesso un lungo passato di squilibrio ormonale in cui si

sovrappongono fattori eziologici tipici del grasso androide ad altri caratteristici del grasso

ginoide

Generalmente questi individui acquistano peso a causa di una alterata attivitagrave tiroidea (loro

ghiandola dominante) provocata da un consumo protratto ed eccessivo di carboidrati

raffinati e di zuccheri semplici Ciograve conduce nel tempo a una soppressione dellrsquoefficienza

tiroidea e della secrezione dellrsquoormone somatotropo (HGH) e quindi a un accumulo di grasso

22

generalizzato conseguente alla riduzione del metabolismo basale e del mancato effetto

lipolitico Lrsquoormone della crescita e gli ormoni tiroidei infatti vengono inibiti dal cortisolo il

quale egrave stimolato proprio dallrsquoipoglicemia reattiva allrsquoiperglicemia dovuta a un pasto ricco di

zuccheri semplici e carboidrati raffinati Anche la caffeina egrave in grado di aumentare la

produzione di cortisolo insieme a stress scarsa idratazione e digiuni prolungati Tale

ormone insieme agli squilibri insulinici che si innescano agevola lrsquoaumento ponderale

attraverso meccanismi quali la sollecitazione della lipoproteina lipasi e lrsquoaumento di

ritenzione idrica

La dieta piugrave adeguata per il dimagrimento di questi soggetti quindi prevede una riduzione

dei cereali bianchi degli zuccheri e della caffeina a favore di farinacei integrali proteine

nobili (specie di origine ittica per stimolare la tiroide attraverso il contenuto di iodio) e

verdura egualmente distribuiti nei vari pasti senza dimenticare una buona idratazione

Lrsquoazione degli ormoni nella localizzazione del grasso non si esprime soltanto in relazione agli

stimoli alimentari ma anche in rapporto allrsquoattivitagrave fisica coadiuvante il dimagrimento

Essendo la tiroide particolarmente attiva in tarda mattinata ad esempio il momento

migliore per allenarsi sarebbe questo per avere la possibilitagrave di stimolare al meglio le

funzioni metaboliche e il consumo dei grassi Se invece viene svolto un allenamento con i

pesi mirato ad implementare la forza esso non dovrebbe superare i 60 minuti in modo da

evitare unrsquoesosa produzione di cortisolo

Bibliografia

Massimo Spattini -La dieta ldquocomrdquo e il dimagrimento localizzato- Tecniche Nuove 2012

23

Approccio nutrizionale alla sindrome premestruale

A cura di Dottssa Chiara Di Gianvittorio ndash Dietista

La sindrome premestruale (PMS) egrave un disturbo

molto comune nelle donne in etagrave fertile e si

caratterizza per una serie di sintomi fisici e

psicologici che insorgono nella fase luteinica e

tendono a scomparire con il sopraggiungere del

flusso La sua prevalenza egrave stata stimata nel 30-40

della popolazione femminile in etagrave riproduttiva I

sintomi principali sono gonfiore stipsi dolori

addominali ritenzione idrica ma possono

aggiungersi ansia insonnia repentini cambi di umore irritabilitagrave stanchezza e attacchi di

fame Ogni donna vive a suo modo queste manifestazioni che possono verificarsi

contemporaneamente o solo in parte e la cui gravitagrave egrave variabile

Le cause della sindrome premestruale sono da rintracciarsi nello squilibrio ormonale dato

dallrsquoavvicendarsi di estrogeni e progesterone in fattori nutrizionali o in eventuali anomalie

funzionali dellrsquoasse ipotalamo-ipofisi-surrene che comportano alterazioni della secrezione di

ormoni sessuali Anche i crescenti livelli di prolattina possono contribuire ai sintomi

provocando dolori al seno e gonfiore Infine sembra che si verifichi una diminuzione di

dopamina e serotonina endorfine in grado di regolare il tono dellrsquoumore Le conseguenze di

tale sbilancio sono evidenti anche nella concentrazione nel siero di alcuni microelementi

magnesio e calcio risultano carenti nella fase luteinica e implicati quindi nella genesi di alcuni

dei sintomi Entrambi infatti sono coinvolti nellrsquoattivitagrave e nel rilascio di neurotrasmettitori e

nelle funzioni neuromuscolari

Considerando quindi la varietagrave dei disturbi e lrsquoimpatto che gli stessi possono avere sulla

qualitagrave di vita della donna unrsquoattenta alimentazione risulta utile quanto necessaria Nello

specifico lrsquoattenzione egrave rivolta al consumo attraverso la dieta di grassi saturi insaturi fibre

zuccheri semplici sostanze nervine e microelementi

Evidenze scientifiche mostrano che riducendo il contenuto di grassi nella dieta ed

aumentando il consumo di fibre e vegetali si abbassano i livelli ematici di estrogeni e di

24

conseguenza migliora la sintomatologia e il dolore mestruale Il fegato infatti estrae gli

estrogeni dal torrente ematico e li invia attraverso lrsquoalbero biliare nel tubo digerente Ligrave la

fibra proveniente da frutta verdura legumi e cereali sequestra gli estrogeni impedendone il

riassorbimento e promuovendone lrsquoescrezione fecale Le variazioni nei livelli ormonali sono

state studiate soprattutto nelle donne vegetariane riscontrando in conclusione una

correlazione tra le concentrazioni nel plasma di estrone ed estradiolo e il consumo di grassi

saturi Tali ormoni infatti diminuivano allrsquoaumentare dellrsquoapporto di fibre con la dieta Al

momento egrave in corso di studio dunque il ruolo della dieta vegetariana nella prevenzione e

gestione della sindrome premestruale Un ulteriore dato oggettivo a favore egrave

rappresentato dallrsquoutilizzo di alimenti come la soia ricca in fitoestrogeni Questi ultimi sono

estrogeni vegetali dallrsquoeffetto blando che agiscono come antagonisti riducendo la capacitagrave

dellrsquoestrogeno endogeno di legarsi al loro recettore cellulare Il risultato egrave una minore

stimolazione sulle cellule ormono-sensibili e una migliore gestione dei sintomi

Unrsquo ulteriore precisazione va fatta per i grassi nella dieta non solo la quantitagrave ma anche la

qualitagrave influisce sullrsquoinsorgenza dei disturbi del ciclo mestruale Unrsquoalimentazione ricca di

grassi polinsaturi Omega 3 si associa ad una sintomatologia piugrave modesta Infatti tali grassi

riducono la produzione di prostaglandine nellrsquoorganismo coinvolte nei processi di

infiammazione dolore contrazione muscolare e vasocostrizione

Banditi inoltre gli zuccheri semplici in quanto hanno un forte impatto sulla glicemia e

influenzano il rilascio dei neurotrasmettitori responsabili del tono dellrsquoumore (serotonina

adrenalina dopamina noradrenalina ecc) e del senso dellrsquoappetito

Altra accortezza per migliorare la gestione della sindrome premestruale egrave la riduzione

dellrsquoapporto di sodio e caffeina (o altre sostanze nervine come tegrave coca cola etc)

rispettivamente per limitare la ritenzione idrica e ridurre irritabilitagrave e insonnia

Infine egrave stato ampiamente studiato lrsquoapporto vitaminico e gli effetti su tali disturbi con

particolare attenzione alle vitamine del gruppo B assunte attraverso la dieta e non sotto

forma di integratori alimentari Lrsquointake di Tiamina e Riboflavina sembra avere un ruolo nellrsquo

incidenza della sindrome premestruale in quanto risultano implicate nel metabolismo di

neurotrasmettitori come Serotonina e GABA (Acido γ-amminobutirrico) che intervengono

migliorando lrsquoumore e agiscono indirettamente nella funzionalitagrave ovarica e riproduttiva

Al momento egrave in corso di valutazione lrsquointegrazione nella fase luteinica con Magnesio e

Calcio La loro contemporanea somministrazione genera un effetto sinergico nel ridurre gli

25

spasmi della muscolatura uterina e migliorare lrsquoumore Anche alcuni rimedi fitoterapici

sembrano alleviare la sintomatologia agnocasto ginkgo biloba e zafferano Ulteriori studi

sono perograve necessari per chiarire se realmente possa esserci un beneficio da eventuali

supplementazioni con microelementi o erbe Per ora rimane la certezza che una dieta

equilibrata ricca in frutta verdura legumi e acidi grassi polinsaturi sia la strategia drsquoelezione

nella gestione delle forme piugrave lievi di sindrome premestruale

Bibliografia

Adlercreutz H Martin F et al Steroid absorption and enterohepatic re cycling-

(httpwwwcontraceptionjournalorgarticle0010-782428792990094-5abstract)-

Contraception 1979 20 201-23

Baker LJ OrsquoBrien PM Premenstrual syndrome (PMS) a peri-menopausal perspective-

(httpwwwmaturitasorgarticleS0378-512228122900111-9fulltext) - Maturitas 2012

72(2)121-5

Chou T- Wake up and smell the coffee Caffeine coffee and the medical consequences-

httpwwwncbinlmnihgovpmcarticlesPMC1022034 - West J Med 1992 Nov157(5)544-53

Dante G Facchinetti F Herbal treatments for alleviating premenstrual symptoms a systematic

review- (httpinformahealthcarecomdoiabs1031090167482X2010538102)- J Psychosom

Obstet Gynaecol 2011 Mar32(1)42-51

Deutch B Menstrual pain in Danish women correlated with low n-3 polyunsaturated fatty acid

intake- (httpwwwncbinlmnihgovpubmed7588501) Eur J Clin Nutr 1995 Jul49(7)508-16

Gigante DP et al Population study of premenstrual syndrome-

(httpwwwscielosporgscielophpscript=sci_arttextamppid=S0034-

89102006000100009amplng=enampnrm=isoamptlng) - Rev Saude Publica 2006 40(1)47-56

Girman A Lee R Kligler B An integrative medicine approach to premenstrual syndrome- (

httpwwwajogorgarticleS0002-937828032900357-0fulltext) -Am J Obstet Gynecol 2003

188(5 Suppl)S56-65

Goldin BR Adlecreutz H et al Estrogen extrection patterns and plasma levels in vegetarian and

omnivorous women- (httpwwwnejmorgdoifull101056NEJM198212163072502 )- N Engl J

Med 1982 3071542-7

26

Halbreich U The etiology biology and evolving pathology of premenstrual syndromes-

(httpwwwsciencedirectcomsciencearticlepiiS0306453003000970)

Psychoneuroendocrinology 200328(suppl 3)55ndash99

Larissa Almenara Silva dos Santos Vilma Blondet de Azeredo et al-Seric ion level and its

relationship with the symptoms of premenstrual syndrome in young women-

(httpwwwnutricionhospitalariacompdf6648pdf) - Nutr Hosp 2013 28(6)2194-2200 Silva CM

Margot N Woods Sherwood L et al Low-fat high fiber diet and serume estrone sulfate in

premenopausal women (httpajcnnutritionorgcontent4961179fullpdf+htmlsid=38ae9820-

e92f-4cfe-b019-a9b3ce1d92e7) - Am J Clin Nutr 1989 49 1179-83

Sohrabi N Kashanian M et al - Evaluation of the effect of omega-3 fatty acids in the treatment of

premenstrual syndrome a pilot trial-

(httpwwwcomplementarytherapiesinmedicinecomarticleS0965-229928122900174-

4fulltext ) Complement Ther Med 2013 Jun21(3)141-6

Thys-Jacobs S Micronutrients and the premenstrual syndromethe case for calcium-

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed10763903) - Journal of the American College of Nutrition

2000 19 (2) 220-7

Patricia O Chocano-Bedoya JoAnn E Manson et al Dietary B vitamin intake and incident

premenstrual syndrome- (httpajcnnutritionorgcontent9351080long) Am J Clin Nutr 2011

93 1080-6

27

Attuali evidenze epidemiologiche in tema di malattia

celiaca

A cura di Dottssa Chiara Di Gianvittorio ndash Dietista

La malattia celiaca egrave un disturbo

autoimmune che si sviluppa in

persone geneticamente predisposte

in conseguenza dellrsquoesposizione a

fattori ambientali (glutine nella dieta

come prima causa) La prevalenza

del disturbo egrave molto variabile gli

ultimi dati riguardo la distribuzione della malattia parlano di un incremento in alcune aree

mondiali Il miglioramento delle tecniche diagnostiche e la migliore conoscenza della

malattia non bastano perograve a spiegare la crescita verificatasi negli ultimi 30- 40 anni

La nuova epidemiologia dellrsquo intolleranza al glutine egrave ora caratterizzata da un aumento di

nuovi casi in aree storiche (Europa del Nord e gli Stati Uniti) ma piugrave interessante egrave la crescita

della malattia in nuove regioni (paesi asiatici) A spiegare ciograve probabilmente ci sono

cambiamenti nelle abitudini alimentari soprattutto in etagrave infantile oltre che lrsquoutilizzo di

nuovi mezzi diagnostici

In Europa e Stati Uniti la frequenza sulla popolazione egrave di circa lrsquo 1 con alcune differenze

regionali In Finlandia e Svezia si calcola una prevalenza del 2-3 mentre in Germania solo

dello 02 nonostante i fattori causali sembrino essere simili (livello di assunzione di glutine

e frequenza di HLA-DQ2 e -DQ8) Sebbene lincidenza e i casi diagnosticati siano in

aumento rimane lrsquo ldquoiceberg celiacordquo a nascondere con un rapporto che varia da 13 a 15

(casi diagnosticati e non diagnosticati) la reale distribuzione della malattia

Oltre a Europa e Nord America lepidemiologia dellrsquo intolleranza al glutine egrave stata studiata in

molti altri paesi per lo piugrave popolati da individui di origine europea In queste zone i dati si

sovrappongono in larga misura a quelli del vecchio e del nuovo continente Nuove evidenze

arrivano dal Nord Africa e dai Paesi del Medio Oriente in cui il disturbo egrave presente

nonostante la scarsa disponibilitagrave di strutture diagnostiche e la scarsa consapevolezza della

28

malattia In Saharawi una popolazione araba che vive nel Sahara occidentale la prevalenza

della malattia egrave eccezionalmente elevata (56) per ragioni ancora poco chiare

La conoscenza della malattia nelle regioni asiatiche invece egrave ancora limitata e per lo piugrave

confinata in India dove egrave stata riconosciuta sia nei bambini che negli adulti Tuttavia come

efficacemente descritto da una task force indiana lrsquointolleranza al glutine in India egrave

ldquoimmerso in un oceano di malnutrizionerdquo La frequenza sembra essere maggiore nella parte

settentrionale probabilmente in conseguenza del largo consumo di grano rispetto al riso

Difficile ottenere dei numeri ma si stima che da 5 a 8 milioni di persone in India potrebbero

avere la malattia Purtroppo perograve ad oggi solo poche migliaia di pazienti sono stati

diagnosticati

Infine difficile comprendere anche la distribuzione in Cina a causa della grande popolositagrave I

fattori predisponenti (consumo di grano e genotipo HLA-DQ2 e DQ8) sono presenti cosigrave

come le prime evidenze in letteratura ma egrave necessario proseguire negli accertamenti

epidemiologici Risulta invece raro il disturbo in paesi come Giappone Corea Indonesia e

Filippine a causa del basso consumo di frumento e del patrimonio genetico

In sintesi i dati disponibili suggeriscono che lincidenza dellrsquo intolleranza al glutine egrave

veramente in aumento e che la malattia egrave attualmente molto piugrave comune in alcune aree

rispetto al passato Ulteriori studi epidemiologici perograve si rendono necessari per

comprendere meglio la distribuzione sulla popolazione e la correlazione con i fattori genetici

e ambientali

Bibliografia

Bai JC Fried M et al -World gastroenterology organisation global guidelines on celiac disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed23314668) - J Clin Gastroenterol 2013 47121ndash6

Catassi C Gatti S et al- The New Epidemiology of Celiac Disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed24979197)- JPGN Luglio 2014 Volume 59 supplement 1

Fasano A Berti I et al- Prevalence of celiac disease in at-risk and not-at-risk groups in the United

States a large multi center study (httparchintejamanetworkcomarticleaspxarticleid=215079)-

Arch Int Med 2003163286ndash92

29

Kochhar R Dachdev S et al- Prevalence of coeliac disease in healthy blood donors a study from

north India (httpwwwsciencedirectcomsciencearticlepiiS1590865812000229)- Dig Liver Dis

201244530ndash2

Kang JY Kang AHY et al -Systematic review worldwide variation in the frequency of Coeliac Disease

and changes over time

(httponlinelibrarywileycomdoi101111apt12373abstractjsessionid=91309CB937E7B5E094A

3B7F08441695f04t04)- Aliment Pharmacol Ther 201338226ndash45

Mustalahti K Catassi C et al- The prevalence of celiac disease in Europe results of a centralized

international mass screening project

(httpinformahealthcarecomdoiabs103109078538902010505931)- Ann Med 201042587ndash

95

30

Malattia celiaca e microbiota intestinale il ruolo dei

Bifidobatteri

A cura di Dottssa Chiara Di Gianvittorio ndash Dietista

La malattia celiaca egrave un disordine autoimmune scatenato dallrsquoingestione di alimenti

contenenti glutine in soggetti predisposti Lrsquoinfiammazione che ne risulta a carico del

piccolo intestino provoca atrofia dei villi e malassorbimento dei nutrienti I fattori implicati

nello sviluppo di questa patologia sono genetici e ambientali Tra questi ultimi troviamo

unrsquoesposizione troppo precoce al glutine insufficiente allattamento al seno infezioni

intestinali e squilibri della flora batterica residente La manifestazione clinica egrave varia e

include disturbi gastrointestinali come gonfiore vomito diarrea dispepsia perdita di peso e

disturbi extraintestinali come anemia malattie del fegato e dermatiti

Attualmente in studio egrave la relazione tra malattia celiaca e flora batterica intestinale che

risulta fondamentale per lrsquoequilibrio e la salute del tratto gastroenterico Il microbiota

umano egrave infatti lrsquoinsieme di microrganismi simbiontici dellrsquointestino Negli esseri umani si

trovano tra le 500 e le 1000 specie differenti di microrganismi di cui la maggioranza

anaerobi Tra questi ci sono i Bifidobatteri che svolgono una duplice azione diretta

contrastando i batteri patogeni e indiretta per interazione con il tessuto linfoide intestinale

(GALT) di cui ne stimola lrsquoattivitagrave

Alcuni ceppi di questi batteri inoltre sembrano inibire la risposta infiammatoria e il danno

alla mucosa che insorgono in conseguenza dellrsquoingestione di gliadina Infatti studi in vitro

hanno mostrato che tali microrganismi possono ridurre la produzione di citochine

infiammatorie (IFN-γ e IFN-α) e aumentare quella di IL-10 Un ulteriore effetto positivo

riguarda lrsquoincremento di cellule caliciformi nel piccolo intestino ridotte a causa della tossicitagrave

da glutine Infine oltre agli effetti immunomodulatori ceppi specifici come il

Bifidobacterium longum contribuiscono allrsquoidrolisi dei peptidi di gliadina durante la

digestione riducendo la presenza di aminoacidi tossici e dei loro effetti avversi

I Bifidobatteri risultano quindi protettivi contro la risposta infiammatoria e il danno

mucosale causato dal glutine Ci si chiede a questo punto se squilibri della microflora

31

possano costituire concausa nello sviluppo della patologia e se egrave possibile migliorarne la

gestione ristabilendo lrsquoequilibrio intestinale con probiotici

Attualmente cambiamenti nel microbiota intestinale sono stati dimostrati nei bambini

celiaci Negli adulti le evidenze parlano di una riduzione di Bifidobatteri sia al momento della

diagnosi che a dieta aglutinata ed un aumento dei Bacteroides (batteri gram negativi e

anaerobici) sia nelle feci che sulle biopsie dei celiaci Inoltre crsquoegrave una riduzione nella

variabilitagrave della specie sia prima che dopo la dieta Tali squilibri vanno ovviamente ad

incidere sul processo patologico

I probiotici sono costituiti da microrganismi vivi che devono essere in grado di svolgere

effetti positivi sulla flora batterica intestinale In alcuni studi si egrave dimostrato come alcuni di

essi possano avere una particolare utilitagrave per i celiaci anche se si tratta ancora di approcci a

livello sperimentale Unrsquo indagine condotta su 64 soggetti (26 pazienti celiaci con dieta

contenente glutine 18 celiaci a dieta gluten-free e 20 soggetti sani) ha portato a valutare se

la flora batterica intestinale possa contribuire ai sintomi pro-infiammatori della celiachia e se

con due specifici ceppi di Bifidobatteri sia possibile ottenere benefici I risultati

confermarono le ipotesi e il ruolo positivo svolto dai ceppi Bifidobacterium longum e

Bifidobacterium bifidum sul quadro infiammatorio

Lrsquouso di specifici batteri probiotici potrebbe quindi contribuire al miglioramento della

patologia ma egrave necessario approfondire ulteriormente con modelli sperimentali e studi

clinici il loro ruolo a supporto della terapia classica

Bibliografia

Collado MC Donat E et al- Imbalances in faecal and duodenal Bifidobacterium species composition

in active and non active coeliac disease (httpwwwncbinlmnihgovpubmed19102766)- BMC

Microbiol 2008 2321-9

Di Cagno R Rizzello CG et al- Different fecal microbiotas and volatile organic compounds in treated

and entrate children with celiac diseaseAppl And Environ Microbiol 2009 75 3963-71

Golfetto L Senna FD et al- Lower Bifidobacteria counts in adult patients with celiac disease on a

gluten- free diet

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Lower+Bifidobacteria+counts+in+adult+patients+with

+celiac+disease+on+a+gluten-+free+diet)- Arq Gastroenterol 2014 51 139-43

32

Ghosh S- Advances in our understanding of the pathogenesis of celiac disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed21523256)- Can J Gastroenterol 2011 25186

Medina M De Palma G- Bifidobacterium strains suppress in vitro the pro-inflammatory milieu

trigged by large intestinal microbiota of coeliac patients

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Bifidobacterium+strains+suppress+in+vitro+the+pro-

inflammatory+milieu+trigged)- J Inflamm 2008 519

Sanders ME- Impact of probiotics on colonizing microbiota of the gut

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed21992949)- J Clin Gastroenterol 2011 45S115-9

Sanz Y De Pama G et al- Unraveling the ties between celiac disease and intestinal microbiota

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Unraveling+the+ties+between+celiac+disease)- Int

Rev Immunol 2011 30 207-18

33

CAPSICUM ANNUUM IL ROSSO CHE PROTEGGE LA

TUA SALUTE

A cura di Dottssa Giusi Balzano ndash Biologa nutrizionista

Il peperoncino rosso il cui nome scientifico egrave Capsicum annuum appartiene alla famiglia

delle Solanacee ed egrave originario delle Americhe

Dal ritrovamento di reperti archeologici sappiamo con certezza che fin dal 5000 aC circa la

popolazione messicana conosceva il peperoncino il quale fu importato in Europa da

Cristoforo Colombo nel 1493

Capsicum annuum

Il peperoncino a dispetto di tante credenze gode di tante proprietagrave benefiche e forse per

associazione con il pepe si tende erroneamente a credere che sia poco salutare

Come pianta egrave facilmente coltivabile e si adatta a diversi climi puograve essere coltivato nei vasi

e su un terrazzo limportante egrave che stia in pieno sole Nei periodi piugrave freddi conviene ad

ogni modo tenerlo al riparo in quanto non sopporta bene un clima troppo rigido Il

peperoncino egrave una pianta annuale e le parti consumate sono i frutti le bacche contenenti

dei semi bianco-giallastri Esistono tantissime qualitagrave di peperoncino e le bacche possono

essere consumate fresche cotte o crude I colori dei peperoncini (frutto) sono molteplici

verdi gialli rossi arancione bruno scuro e marrone scuro La sensazione di piccante data dal

peperoncino egrave dovuta alla capsaicina che in proporzione alla quantitagrave disponibile nel seme

ne determina appunto la piccantezza In realtagrave quando si mangia un peperoncino la

risposta di bruciore data dallorganismo egrave solo una sensazione che il cervello invia come

34

risposta allattivazione di alcuni termorecettori presenti nella bocca con cui proprio la

capsaicina viene a contatto Tra le proprietagrave del peperoncino troviamo

funzione dimagrante egrave accentuanto il consumo di calorie ad opera della capsaicina principio

attivo del peperoncino

proprietagrave antibiotiche antibatteriche e antiossidanti ad opera dei flavonoidi e capsaicinoidi

E anche molto utile nella cura di raffreddore bronchite e sinusite

flusso sanguignoazione vasodilatatrice il caratteristico potere piccante urticante del

peperoncino porta con seacute una specifica azione della capsicina sulla circolazione periferica

del sangue La dilatazione dei vasi sanguigni egrave funzionale alla regolazione ottimale della

pressione e della circolazione del sangue che aumenta dopo lassunzione I capillari

diventano piugrave elastici e il sangue risulta piugrave ossigenato Egrave per questo che il peperoncino utile

per scaldarsi in inverno diventa anche importante nella dieta estiva per difendersi dal caldo

torrido e dallumiditagrave

cuore e colesterolo la regolazione del flusso del sangue aiuta a mantenere pulito il sistema

endovenoso congiuntamente allazione della lecitina e di altri olii essenziali evitando la

comparsa di placche che bloccano il flusso sanguigno I capsaicinoidi svolgono unazione

importante nelle diete ad alto contenuto di sostanze grasse Il peperoncino aiuta a ridurre

eccessivi livelli di colesterolo accelerandone la ripartizione e lespulsione

digestione e metabolismo il peperoncino aumenta la secrezione di succhi gastrici e migliora

la digestione grazie al suo potere antifermentativo e inoltre tiene pulite le mucose Nelle

diete in cui egrave prevista unassunzione regolare linfluenza del capsicum porta a migliorare e

velocizzare i processi metabolici Attenzione perograve in caso di bruciore fastidioso e

persistente dopo ingestione di peperoncino associato ad uninfiammazione della gola

dellesofago o dello stomaco mangiare un pezzo di formaggio o di pane o bere birra risulta

essere di grande aiuto contro i fastidi menzionati

mal di collo e mal di schiena efficace contro artriti e reumatismi il peperoncino egrave un

ingrediente essenziale di molte creme e gel antinfiammatori ad azione topica Aiuta ad

alleviare il dolore migliorando la circolazione sanguigna

azione anti-tumorale la vitamina C egrave un significativo agente anti-cancro previene infezioni e

tumori I peperoncini freschi ne sono ricchi e riescono a fornirci acido ascorbico (vitamina C)

proprio in estate ed autunno quando la nostra dieta mediterranea egrave piugrave povera di agrumi

35

mal di testa e depressione lassunzione della capsicina provoca bruciore e dolore nella bocca

e nelle pareti interne del sistema gastroenterico Il nostro corpo reagisce cominciando a

rilasciare maggiori quantitagrave di adrenalina aumentando al contempo la produzione di

endorfine Il nostro corpo risulta energizzato laumento del flusso del sangue al cervello dagrave

sollievo poi sopraggiungono le endorfine vere e proprie ldquodrogherdquo naturali cioegrave oppioidi

endogeni che vengono prodotti internamente dal nostro organismo ed hanno potere

eccitativo ed analgesico alleviando cefalee ed altri dolori

azione afrodisiaca insieme alla vitamina C nel peperoncino cegrave anche la vitamina E

responsabile della stimolazione e della regolazione di molti processi legati alla feconditagrave

sessuale

Bibliografia

1 Tewksbury JJ Levey DJ Huizinga M Haak DC Traveset A Costs and benefits of capsaicin-mediated control of gut retention in dispersers of wild chilies Ecology 89 107-17 2008

2 Govindarajan VS Sathyanarayana MN Capsicum--production technology chemistry and quality Part V Impact on physiology pharmacology nutrition and metabolism structure pungency pain and desensitization sequences Crit Rev Food Sci Nutr 29 435-74 1991

36

Rape Rosse - Tubero e foglie un beneficio a 360deg

A cura di Dottssa Giusi Balzano ndash Biologa nutrizionista

Barbe rosse barbabietole rosse o ancora carote rosse

sono tutti sinonimi dialettali che fanno riferimento alle

rape rosse

Queste sono tuberi noti in botanica come Beta vulgaris

var rapa forma rubra si tratta di una pianta

appartenente alla famiglia delle Chenopodiaceae ed al genere Beta Menzionata in alcuni

antichissimi scritti greci risalenti al 420 aC periodo in cui il tubero rosso era noto

semplicemente come beta secondo il pensiero di altri autori lorigine delle rape rosse risale

addirittura al 2000 aC considerata la presenza di alcuni reperti archeologici che la

attestano

Malgrado gli appelli di dietologi e specialisti dellalimentazione si tende spesso a

dimenticare limportanza fitoterapica e benefica di alcuni ortaggi come in questo specifico

caso le rape rosse

Le rape rosse contengono pochissime calorie (solamente 19 per 100 grammi di prodotto)

per questo motivo rientrano tra i cibi ipocalorici ottimi alimenti preferibili in diete bilanciate

che presuppongono una marcata restrizione calorica Ersquo ricca di acqua corrispondente a

circa il 91 si contano solo il 4 di carboidrati ed il 26 di fibre contiene diverse vitamine

in particolare del gruppo B e una buona quota di sali minerali soprattutto potassio sodio

calcio ferro e fosforo ed egrave ricca anche di zuccheri Nella radice della rapa rossa si ritrova un

glicoside che attribuisce la tipica colorazione rosso vivo alla rapa si tratta della betaina

sfruttata dallindustria alimentare come colorante naturale (E 162) Altro pigmento

riscontrato nella rapa rossa egrave la betaxantina che le conferisce striature giallastre Ancora

nella radice di rapa rossa si trovano altre sostanze sfruttate nella fitoterapia e nella cosmesi

quali saponine antociani flavonoidi in genere ed allantoine (proprietagrave idratanti e

disarrossanti)

37

Proprietagrave terapiche

Una delle proprietagrave curative principali di questo ortaggio riguarda il potere lassativo spesso

utile per combattere la stitichezza e le emorroidi La rapa rossa egrave anche un buon rimedio per

migliorare la funzione epatica e combattere le infezioni delle vie urinarie Le sue foglie sono

unrsquoottima fonte di vitamina A e le radici sono una buona fonte di vitamina C Le foglie

vengono cucinate o servite fresche come verdura mentre le radici o teste possono essere

affettate in insalate o cotte intere e poi tagliate a fettine o a tocchetti

Le rape rosse sono particolarmente ricche di folati fondamentali alleati contro le malattie

cardiache e lrsquoanemia in quanto coinvolti nella produzione di globuli rossi e bianchi nella

sintesi di materiale genetico e nella formazione di anticorpi nel sistema immunitario Esse

sono anche ricchi di fibre solubili e insolubili La fibra insolubile aiuta a mantenere il tratto

intestinale funzionante mentre la fibra solubile controlla il livello di zucchero nel sangue e

abbassa il colesterolo Nelle sue foglie egrave abbondante il beta-carotene il ferro e il calcio

Ricche di vitamine del gruppo B come B1 B2 B3 e B6 per quanto concerne il contenuto di

sali minerali questa egrave un ortaggio ricco di iodio sodio e potassio ma anche in quantitagrave

minori di magnesio Lo iodio egrave un minerale essenziale per il corretto funzionamento della

ghiandola tiroidea che regola il metabolismo mentre il potassio e il sodio sono necessari per

la generazione e la trasmissione degli impulsi nervosi attivitagrave muscolare a parte il bilancio

idrico allrsquointerno e allrsquoesterno della cellula

Il succo crudo di barbabietola (Fig 1) egrave particolarmente idoneo per tutte le persone che

soffrono di anemia in quanto favorisce la formazione di globuli rossi nel sangue inoltre ha

proprietagrave diuretiche e favorisce la digestione

Fig1 succo crudo di barbabietola rossa

38

Ortaggio anticancro

Nella rivista International Journal of Cancer si discute sul ruolo delle rape rosse come

potenziale alimento anticancro la questione egrave per certi versi discutibile ed oscura e non

esiste alcuna dimostrazione indubbia ed inequivocabile che accerti lipotesi In particolare

nella rivista sopraccitata si discute del possibile ruolo delle rape rosse nella prevenzione del

tumore al colon per altri le rape rosse sarebbero in grado non solo di prevenirne il cancro

ma anche di contrastarlo

Bibliografia

Kazimierczak R Hallmann E Lipowski J Drela N Kowalik A Puumlssa T Matt D Luik A Gozdowski D Rembiałkowska E

Beetroot (Beta vulgaris L) and naturally fermented beetroot juices from organic and conventional production metabolomics antioxidant levels and anticancer activity

J Sci Food Agric 2014 May

39

Sigrave ai legumi nella prevenzione delle malattie tumorali

A cura di Dottssa Bruzzone Francesca ndash Dietista

Con il termine ldquolegumirdquo si intendono tutti quei semi commestibili derivanti dalle piante

dicotiledoni dellrsquoordine delle Fabales tra cui rientrano i fagioli le lenticchie le fave i piselli

i lupini i ceci le carrube le cicerchie le arachidi e la soia

I legumi sono alimenti ricchi di proteine tanto da essere stati denominati come ldquola carne dei

poverirdquo Essi possiedono un buon contenuto in amminoacidi (ad eccezione di quelli solforati

e del triptofano) carboidrati fibre Calcio Ferro e Potassio a discapito di grassi e

colesterolo

In abbinamento ai cereali i legumi costituiscono un ottimo e saziante piatto unico dove

convergono carboidrati e proteine e dove gli amminoacidi carenti nei cereali (come la lisina)

si integrano con quelli dei legumi e viceversa Queste qualitagrave rendono tali semi

particolarmente adeguati sia nella prevenzione che nel trattamento di numerose malattie

metaboliche come il diabete mellito le dislipidemie la sindrome metabolica il sovrappeso e

lrsquoobesitagrave Di recente inoltre egrave stato attribuito un altro importante ruolo benefico ai legumi

quello di ostacolare la crescita di alcune forme tumorali

Un lavoro effettuato da un gruppo di ricercatori dellUniversity College di Londra del

Dipartimento di Scienze Chirurgiche dell`Universitagrave di Chieti e del Laboratorio di

Farmacologia Molecolare dell`Istituto Mario Negri di Milano e pubblicato sulla rivista

statunitense ldquoCancer Researchrdquo infatti ha scoperto la presenza di inositolo pentachisfosfato

nella maggior parte dei legumi (in particolare in lenticchie piselli e fagioli) e nelle noci Tale

40

composto sembrerebbe inibire lrsquoenzima fosfoinositide 3-chinasi coinvolto nella crescita e

nella progressione dei tumori e capace di aumentare la resistenza al trattamento con agenti

chemoterapeutici Il segnale attivato dalla fosfoinositide 3-chinasi infatti rappresenta un

target importante per lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche anticancro e questo studio

dimostra come lrsquoinositolo pentafosfato sia capace di antagonizzare in maniera specifica

questo segnale nelle cellule tumorali inducendone lrsquoapoptosi (morte programmata)

Lrsquoinositolo pentafosfato ha una struttura molecolare analoga al prodotto dellrsquoattivitagrave

enzimatica della fosfoinositide 3-chinasi che attiva segnali specifici per la progressione del

cancro Il meccanismo secondo il quale lrsquoinositolo pentafosfato disattiva le proteine

iperattive nei tumori dalla membrana plasmatica permette di inibire sia la crescita delle

cellule tumorali umane in coltura sia lo sviluppo dei tumori nei topi In queste condizioni

lrsquoinositolo pentafosfato ha dimostrato unrsquoattivitagrave farmacologica comparabile e potenziante

quella del farmaco citotossico cisplatino molto usato in chemioterapia antitumorale ma

associato a effetti collaterali come nausea vomito formicolio a mani e piedi caduta dei

capelli e alterazione della funzionalitagrave renale (gli inositoli fosfati invece non sono tossici

neanche a concentrazioni piugrave elevate di quelle usate in questo studio e possono essere

assorbiti per via orale) I principali effetti positivi sono stati riscontrati a livello di ovaie e

polmoni

Lrsquoinositolo pentafosfato inoltre si egrave dimostrato capace di inibire lo sviluppo dei nuovi vasi

sanguigni indispensabili per la nutrizione e lo sviluppo del tumore (angiogenesi) bloccando

quindi un meccanismo fondamentale per la sua crescita

Sitografia

ldquoLe Scienze edizione italiana di Scientifica Americanrdquo ndashLegumi e cereali conto il cancro-

ldquoAssociazione Giacomo-onlusrdquo -Inositolo Pentafosfato da legumi e arachidi una nuova strada

nella cura dei tumori

41

Tra le mille virtursquo del miele la cura dellrsquoherpes simplex

A cura di Dottssa Serena Pascucci Biologa Nutrizionista

Le molteplici proprietagrave del miele sono note fin dallrsquoantichitagrave

per le sue capacitagrave antisettiche antibiotiche e cicatrizzanti

e il suo uso nella medicina moderna sta riscontrando

sempre piugrave maggiore interesse

Diversi studi

hanno valutato

lrsquoefficacia del miele contro alcuni virus tra cui di

particolare importanza egrave emersa lrsquoefficacia del

miele per il trattamento dellrsquoHerpes Simplex sia a

livello labiale sia a livello genitale Lo studio del

2004 condotto presso una clinica privata a Dubai

ha selezionato 16 pazienti con ricorrenti manifestazioni del virus otto affetti da Herpes

simplex a livello labiale e otto a livello genitale con un etagrave compresa tra i 35 e i 45 anni sia

maschi che femmine Ersquo stata valutata e considerata lrsquoefficacia del miele nel trattamento

delle lesioni prodotte dal virus in confronto a un comune farmaco antivirale utilizzato

normalmente (Acyclovir) I pazienti prescelti prima della prova non dovevano sottoporsi ad

altre cure antivirali A scelta casuale sono stati selezionati quattro pazienti con herpes

labiale e quattro con herpes genitale che hanno effettuato il primo trattamento con il miele

gli altri otto con il farmaco comune antivirale a base di 5 di acyclovir Alla seconda

comparsa della manifestazione del virus egrave stato effettuato lrsquoopposto Nello studio egrave stato

somministrato un miele multiflora direttamente sulle lesioni prodotte dal virus su una garza

a contatto con la lesione per un quarto drsquoora per 4 volte al giorno fino alla completa

guarigione mentre il farmaco veniva applicato 6 volte al giorno Da questa prova egrave stata

riscontrata una durata delle lesioni dalla prima comparsa alla completa scomparsa di circa

12 giorni in media per entrambi i trattamenti ma nel caso dei pazienti con herpes labiale

trattati con il miele la guarigione egrave avvenuta in circa 3 giorni rispetto ai 5 giorni con il

trattamento con acyclovir cioegrave con una velocitagrave del 35 superiore Inoltre il miele ha

42

mostrato un azione migliore rispetto al farmaco in particolare la durata del dolore risultava

minore del 39 con fastidi moderati per non piugrave di 24 ore mentre con acyclovir il dolore

anche se moderato poteva prolungarsi fino a 72 ore Ersquo stato anche riscontrato un

insorgenza minore delle croste del 28 in chi utilizzava il miele in particolare in 5 pazienti le

lesioni non si sono evolute in croste cosa che non egrave mai avvenuta nei soggetti trattati con il

farmaco Ancora in due casi con il trattamento con il miele lrsquoherpes ha abortito cioegrave dopo i

primi sintomi non ha sviluppato lesioni e procurato fastidi al contrario dei pazienti trattati

con il farmaco Anche nei pazienti con herpes a livello genitale il miele si egrave mostrato piugrave

efficace del farmaco convenzionale con un tempo di guarigione minore del 53 una durata

del dolore inferiore del 50 anche qui con fastidi moderati e con una durata non superiore

alle 24 ore rispetto a bruciori da moderati a medi prolungati(anche per 3 giorni) nei pazienti

con trattamento con farmaco Inoltre egrave stato riscontrato anche a livello genitale un

insorgenza minore di croste del 49 in particolare in 5 pazienti trattati con il miele le lesioni

a livello genitale non si sono sviluppate in croste a differenza dei pazienti trattati con il

farmaco in cui le croste sono sempre apparse Infine egrave stato riscontrato anche a livello

genitale un aborto del virus in chi utilizzava il miele senza avere avuto nessun riscontro

invece nei pazienti trattati con farmaco

Lrsquoanalisi statistica ha mostrato un efficacia superiore del miele rispetto allrsquoutilizzo di

acyclovir per la cura e la risoluzione delle lesioni virali da herpes simplex labiale e genitale

(Ai-waili 2004) Tuttavia quale sia o quali siano i meccanismi drsquoazione che permettono al

miele di inibire la replicazione del virus sono poco conosciuti Un fattore che puograve

determinare lrsquoazione antivirale del miele puograve essere ricercato nel contenuto di flavonoidi(

azione antivirale) rame zinco vit E C normalmente presenti nel miele e di provata azione

antivirale(AI-Waili 2004) e infine lrsquoossido di azoto con un azione antivirale in vitro la cui

attivitagrave egrave stata rilevata anche sul virus dellrsquoHIV (Torre et al 2002 Schramm DD et al 2003)

Lrsquoherpes simplex egrave un infezione virale importante qualsiasi terapia si volesse seguire egrave

opportuno seguire sempre una supervisione e il consiglio del medico

Bibliografia

Al-Waili NS topical honey application vs acyclovir for the treatment of recurrent herpes

simplex lesions Med Sci Monit 2004 10(8) MT94-MT98

- Schramm DD Karim M Schrader HR Holt RR Cardetti M Keen CL Honey with high levels of antioxidants can provide protection to healthy human subjects J Agric Food Chem 200351(6)1732ndash5 doi 101021jf025928k - Torre D Pugliese A Speranza F Role of nitric oxide in HIV-1 infection friend or foe Lancet Infect Dis 2002 May2(5)273-80

14

Felmingham KL Dobson-Stone C Schofield PR Quirk GJ Bryant RA The Brain-Derived Neurotrophic Factor Val66Met Polymorphism Predicts Response to Exposure Therapy in Posttraumatic Stress Disorder Biol Psychiatry Jan 2013 Frielingsdorf H Bath KG Soliman F Difede J Casey BJ Lee FS Variant brain-derived neurotrophic factor Val66Met endophenotypes implications for posttraumatic stress disorder Ann N Y Acad Sci 2010 Oct1208150-7 doi 101111j1749-6632201005722x Grabe HJ Schwahn C Mahler J Appel K Schulz A Spitzer C Fenske K Barnow S Freyberger HJ Teumer A Petersmann A Biffar R Rosskopf D John U Voumllzke H Genetic epistasis between the brain-derived neurotrophic factor Val66Met polymorphism and the 5-HTT promoter polymorphism moderates the susceptibility to depressive disorders after childhood abuse Prog Neuropsychopharmacol Biol Psychiatry 2012 Mar 3036(2)264-70 Epub 2011 Oct 2 Heitland I Oosting R SBaas J M P Massar S A A Kenemans J L Boumlcker K B E Genetic polymorphisms of the dopamine and serotonin systems modulate the neurophysiological response to feedback and risk taking in healthy humans Cogn Affect Behav Neurosci 2012 December 12(4) 678ndash691 Hemmings SM Martin LI Klopper M van der Merwe L Aitken L de Wit E Black GF Hoal EG Walzl G Seedat S BDNF Val66Met and DRD2 Taq1A polymorphisms interact to influence PTSD symptom severity A preliminary investigation in a South African population Prog Neuropsychopharmacol Biol Psychiatry 2012 Oct 25 pii S0278-5846(12)00266-7 doi 101016jpnpbp201210011 [Epub ahead of print] Hoexter MQ Fadel G Feliacutecio AC Calzavara MB Batista IR Reis MA Shih MC Pitman RK Andreoli SB Mello MF Mari JJ Bressan RA Higher striatal dopamine transporter density in PTSD an in vivo SPECT study with [(99m)Tc]TRODAT-1 Psychopharmacology (Berl) 2012 Nov224(2)337-45 doi 101007s00213-012-2755-4 Epub 2012 Jun 15 Kolassa IT Ertl V Eckart C Gloumlckner F Kolassa S Papassotiropoulos A de Quervain DJ Elbert T Association study of trauma load and SLC6A4 promoter polymorphism in posttraumatic stress disorder evidence from survivors of the Rwandan genocide J Clin Psychiatry 2010 May71(5)543-7 Epub 2010 Apr 6 Miller S Hallmayer J Wang PW Hill SJ Johnson SL Ketter TA Brain-derived neurotrophic factor val66met genotype and early life stress effects upon bipolar course J Psychiatr Res 2012 Nov 23 pii S0022-3956(12)00328-7 doi 101016jjpsychires201210015 [Epub ahead of print] Norrholm SD Jovanovic T Smith AK Binder E Klengel T Conneely K Mercer KB Davis JS Kerley K Winkler J Gillespie CF Bradley B Ressler KJ Differential Genetic and Epigenetic Regulation of catechol-O-methyltransferase is Associated with Impaired Fear Inhibition in Posttraumatic Stress Disorder Front Behav Neurosci 2013 Apr 10730 doi 103389fnbeh201300030 Print 2013 Outhred T Das P Dobson-Stone C Griffiths K Felmingham KL Bryant RA Malhi G Kemp AH The functional epistasis of 5-HTTLPR and BDNF Val66Met on emotion processing a preliminary study Brain Behav Nov 2012 2(6) 778-88 Pivac N Kozaric-Kovacic D Grubisic-Ilic M Nedic G Rakos I Nikolac M Blazev M Muck-Seler D The association between brain-derived neurotrophic factor Val66Met variants and psychotic

15

symptoms in posttraumatic stress disorder World J Biol Psychiatry 2012 Apr13(4)306-11 Epub 2011 Jul 6 Rakofsky JJ Ressler KJ Dunlop BW BDNF function as a potential mediator of bipolar disorder and post-traumatic stress disorder comorbidity Mol Psychiatry 2012 Jan17(1)22-35 doi 101038mp2011121 Epub 2011 Sep 20 Valente NL Vallada H Cordeiro Q Miguita K Bressan RA Andreoli SB Mari JJ Mello MF Candidate-gene approach in posttraumatic stress disorder after urban violence association analysis of the genes encoding serotonin transporter dopamine transporter and BDNF J Mol Neurosci 2011 May44(1)59-67 Epub 2011 Mar 29 Valente NL Vallada H Cordeiro Q Bressan RA Andreoli SB Mari JJ Mello MF (2) Catechol-O-methyltransferase (COMT) val158met polymorphism as a risk factor for PTSD after urban violence J Mol Neurosci 2011 Mar43(3)516-23 Epub 2010 Nov 17 Zhang L Benedek DM Fullerton CS Forsten RD Naifeh JA Li XX Hu XZ Li H Jia M Xing GQ Benevides KN Ursano RJ PTSD risk is associated with BDNF Val66Met and BDNF overexpression Molecular Psychiatry (15 January 2013) | doi101038mp2012180

16

Depressione azione epigenetica dei fattori ambientali sullo sviluppo del disturbo attraverso la metilazione

del trasportatore della serotonina (SERT) Evidenze di laboratorio sulla quantificazione dellrsquoeffetto epigenetico del danno e della correzione terapeutica

A cura di Dott Giovanni Borghini- Biologo Genetista

La cronaca continua a portare alla ribalta estremi gesti anti-

conservativi di personaggi apparentemente gratificati da una vita di

successi e popolaritagrave Cosa si nasconde dietro il male oscuro della

depressione egrave una sfida ancora aperta ai piugrave diversi contributi della

ricerca Ne analizzeremo uno in particolare legato alle recenti

acquisizioni della biologia molecolare sui fenomeni epigenetici da

stress e il polimorfismo genico del trasportatore della serotonina

Il trasportatore della serotonina (SERT) e la sua la regione polimorfica gene-linked (5-

HTTLPR) sono ormai pienamente riconosciuti come modulatori del legame tra lo stress della

vita e la depressione Tuttavia i percorsi molecolari implicati in questa interazione gene-

ambiente (GXE) sono ancora in gran parte sconosciuti Alterazioni nel profilo dellrsquoespressione

genica del SERT spesso mediate epigeneticamente sono associate allrsquoinsorgenza di

depressione e possono pertanto costituire un ipotetico mediatore nellrsquo interazione GXE In

un recente articolo (Wankerl M et al 2014) sono stati indagati parallelamente gli effetti dei

polimorfismi genici del SERT (5-HTTLPR) e delle avversitagrave ambientali riferite allrsquointero arco

vitale a partire dagli stress precoci intra-uterini In accordo con la letteratura internazionale

sono emerse strette correlazioni tra variazioni polimorfiche del SERT e i cambiamenti

ambientali (stress precoci traumi prenatali) Studiando in vivo lespressione del SERT in

campioni di cellule di sangue periferico egrave stato valutato se i cambiamenti indotti

dallambiente siano mediati da modificazioni epigenetiche A tale scopo sono stati analizzati

83 siti CpG nel promotore-genico del SERT della grandezza di 799-bp con il metodo

altamente sensibile del ldquopyrosequencingrdquo con bisolfito I partecipanti allo studio sono stati

133 tra giovani e adulti sani I risultati hanno mostrato che sia i portatori dellallele ldquoSrdquo del 5-

17

HTTLPR che i bambini sottoposti a stress materno prenatale (328) e a maltrattamento

infantile (563) presentavano una ridotta espressione del mRNA del SERT rispetto a quelli

senza alcun fattore di rischio I dati dellrsquoarticolo indicano inoltre che i cambiamenti nei livelli

di espressione del mRNA SERT non coincidono con i profili di metilazione del DNA allinterno

delle isole CpG del SERT Egrave quindi ipotizzabile che i cambiamenti persistenti nellespressione

del SERT possano a loro volta dipendere da un alterato funzionamento serotoninergico e

probabilmente si sommano la vulnerabilitagrave a differenti malattie associate al 5-HTTLPR e le

avversitagrave precoci

Bibliografia M Wankerl1 R Miller1 C Kirschbaum1 J Hennig2 T Stalder1 and N Alexander1 Effects of genetic and early environmental risk factors for depression on serotonin transporter expression and methylation profiles Transl Psychiatry Jun 2014 4(6) e402 Published online Jun 17 2014 doi 101038tp201437 PMCID PMC4080318 Franke L Therstappen E Schlosser B Biermer M Berg T Schaumlfer M Arck P Uebelhack R Friebe A A Preliminary Study on the Relationship between Platelet Serotonin Transporter Functionality Depression and Fatigue in Patients with Untreated Chronic Hepatitis C Depress Res Treat 20142014821381 doi 1011552014821381 Epub 2014 Mar 20 Domschke K Tidow N Schwarte K Deckert J Lesch KP Arolt V Zwanzger P Baune BT Serotonin transporter gene hypomethylation predicts impaired antidepressant treatment response Int J Neuropsychopharmacol 2014 Aug17(8)1167-76 doi 101017S146114571400039X Epub 2014 Mar 28

18

SVILUPPO PUBERALE E TESSUTO ADIPOSO A cura di Dottssa Martina Beltrami - Dietista

La pubertagrave egrave una fase di transizione che determina la

maturitagrave riproduttiva tra linfanzia e letagrave adulta

La pubertagrave egrave legata a importanti cambiamenti sviluppo

delle caratteristiche sessuali secondarie lo sviluppo

somatico il menarca modificazioni psicologiche

Lormone di rilascio delle gonadotropine (GnRH) che

per tutta linfanzia viene prodotto in modo sporadico

inizia ad essere prodotto in modo pulsatile e regolare

La frequenza e lampiezza della sua produzione

determinano la produzione degli ormoni responsabili di portare allovulazione e poi la

regolaritagrave dei cicli mestruali

Tra la prima mestruazione e la piena maturazione possono passare 3-4 anni

Negli ultimi anni si egrave evidenziato come uno sviluppo precoce o tardivo sia correlato

negativamente con la salute della donna

Letagrave del menarca e lincidenza con la sindrome metabolica sono correlati con una curva a U

per la quale sia unetagrave troppo precoce (prima dei 10 anni) sia unetagrave tardiva (dopo i 16anni)

portano ad un aumentato rischio di sviluppare la sindrome metabolica nellarco dei successivi

26 anni (1)

Un menarca precoce egrave un fattore di rischio a tutte le patologie estrogeno dipendenti

(iperandrogenismo pcos tumore alla mammela) e dal punto di vista psicologico puograve essere

traumatico

Un menarca tardivo egrave correlato a osteopenia il picco di accumulo di densitagrave ossea avviene

tra letagrave puberale e i 25anni se lo sviluppo puberale tarda avrograve meno tempo a disposizione

per aumentare la densitagrave ossea

I fattori nutrizionali sono considerati uno dei principali fattori che influenzano linizio dello

sviluppo puberale

19

La Leptina egrave un ormone prodotto dal tessuto adiposo ed egrave strettamente correlata alla sua

quantitagrave Piugrave aumenta lindice di massa corporea (BMI) e piugrave aumenta la percentuale di

Leptina prodotta

La Leptina agisce sui processi di termogenesi sul comportamento alimentare e sulla funzione

riproduttiva Le modificazioni dei livelli di leptina indicano se le riserve energetiche

dellorganismo sono sufficienti per sostenere lo sviluppo puberale La leptina agisce quindi

come un segnale periferico per lipotalamo ed egrave necessaria per lo sviluppo puberale

Alcuni studi hanno evidenziato come letagrave del menarca sia strettamente correlata ai livelli

circolanti di leptina

La leptina circolante infatti aumenta di circa il 30 nei 6 mesi precedenti il menarca(2)

Negli ultimi decenni il sovrappeso egrave aumentato nella popolazione e non a caso anche letagrave

media del primo menarca egrave scesa da 13 a 12 anni circa

Letagrave del menarca egrave correlata piugrave al peso corporeo che non alletagrave cronologica

Se andiamo a modificare per carenza o per eccesso il grasso corporeo la produzione di

leptina cambia e il menarca puograve anticipare o tardare

Bambine di 5-7 anni in sovrappeso hanno maggior probabilitagrave di uno sviluppo puberale

anticipato a 9 anni (3)

Ballerine ginnaste o ragazze con un BMI piugrave basso rispetto alle coetanee spesso hanno un

menarca tardivo

Da alcuni studi sembrerebbe che un percentuale minima del 16 di grasso sia necessaria

affinchegrave avvenga lo sviluppo puberale e il 22 per avere cicli regolari (4)

Riuscire a identificare precocemente i soggetti a rischio permette di intervenire

tempestivamente lavorando sullindice di massa corporea per recuperare anni sui fattori di

rischio

Bibliografia

1) Mueller NT1Duncan BBBarreto SMChor DBessel MAquino EMPereira MASchmidt MI Earlier age at menarche is associated with higher diabetes risk and cardiometabolic disease risk factors in Brazilian adults Brazilian Longitudinal Study of Adult Health (ELSA-Brasil) 2) Lassek W D and Gaulin S JC (2007) Menarche is related to fat distribution Am J Phys Anthropol 1331147ndash1151 doi101002ajpa20644

20

3) Davison et al Percent Body Fat at Age 5 Predicts Earlier Pubertal Development Among Girls at Age 9 Pediatrics 2003 1114 815-821 4) Rose E Frisch1Roger Revelle1 Height and Weight at Menarche and a Hypothesis of Critical Body Weights and Adolescent Events Science 24 July 1970 Vol 169no 3943pp 397-399

21

Attivitagrave ormonale e distribuzione di grasso

generalizzato

A cura di Dottssa Bruzzone Francesca ndash Dietista

Mentre della localizzazione del tessuto adiposo a livello addominale piuttosto che in zona

gluteo-femorale si tratta lungamente (distinguendo lrsquoobesitagrave androide da quella ginoide) dei

soggetti che accumulano grasso in modo omogeneo nei vari distretti corporei si parla in

minor misura nonostante tale fenomeno interessi ugualmente genere maschile e genere

femminile

La predisposizione a immagazzinare le riserve energetiche in una

zona piuttosto che in unrsquoaltra varia in relazione a etagrave sesso razza

di appartenenza attivitagrave fisica alimentazione e azione ormonale

Questi ultimi tre fattori sono strettamente correlati e dipendenti

lrsquouno dallrsquoaltro

Le persone in sovrappeso che presentano delle forme corporee

come quelle della figura a lato solitamente possiedono arti lunghi

ossa piccole faccia ovale o allungata e vita alta Essi localizzano il

grasso in tutto il corpo ad eccezione dei polpacci non sopportano il

caldo adorano i carboidrati e il caffegrave alternano la loro giornata tra energia e stanchezza e

passano da entusiasmo e presa di iniziativa nei periodi positivi a depressione e irritabilitagrave nei

momenti di stress

Tutte queste caratteristiche sono determinate dal ruolo degli ormoni nella gestione della

regolazione delle funzioni corporee e dellrsquoemotivitagrave

I soggetti che tendono ad ingrassare sia nella zona addominale che in quella inferiore del

corpo infatti annoverano molto spesso un lungo passato di squilibrio ormonale in cui si

sovrappongono fattori eziologici tipici del grasso androide ad altri caratteristici del grasso

ginoide

Generalmente questi individui acquistano peso a causa di una alterata attivitagrave tiroidea (loro

ghiandola dominante) provocata da un consumo protratto ed eccessivo di carboidrati

raffinati e di zuccheri semplici Ciograve conduce nel tempo a una soppressione dellrsquoefficienza

tiroidea e della secrezione dellrsquoormone somatotropo (HGH) e quindi a un accumulo di grasso

22

generalizzato conseguente alla riduzione del metabolismo basale e del mancato effetto

lipolitico Lrsquoormone della crescita e gli ormoni tiroidei infatti vengono inibiti dal cortisolo il

quale egrave stimolato proprio dallrsquoipoglicemia reattiva allrsquoiperglicemia dovuta a un pasto ricco di

zuccheri semplici e carboidrati raffinati Anche la caffeina egrave in grado di aumentare la

produzione di cortisolo insieme a stress scarsa idratazione e digiuni prolungati Tale

ormone insieme agli squilibri insulinici che si innescano agevola lrsquoaumento ponderale

attraverso meccanismi quali la sollecitazione della lipoproteina lipasi e lrsquoaumento di

ritenzione idrica

La dieta piugrave adeguata per il dimagrimento di questi soggetti quindi prevede una riduzione

dei cereali bianchi degli zuccheri e della caffeina a favore di farinacei integrali proteine

nobili (specie di origine ittica per stimolare la tiroide attraverso il contenuto di iodio) e

verdura egualmente distribuiti nei vari pasti senza dimenticare una buona idratazione

Lrsquoazione degli ormoni nella localizzazione del grasso non si esprime soltanto in relazione agli

stimoli alimentari ma anche in rapporto allrsquoattivitagrave fisica coadiuvante il dimagrimento

Essendo la tiroide particolarmente attiva in tarda mattinata ad esempio il momento

migliore per allenarsi sarebbe questo per avere la possibilitagrave di stimolare al meglio le

funzioni metaboliche e il consumo dei grassi Se invece viene svolto un allenamento con i

pesi mirato ad implementare la forza esso non dovrebbe superare i 60 minuti in modo da

evitare unrsquoesosa produzione di cortisolo

Bibliografia

Massimo Spattini -La dieta ldquocomrdquo e il dimagrimento localizzato- Tecniche Nuove 2012

23

Approccio nutrizionale alla sindrome premestruale

A cura di Dottssa Chiara Di Gianvittorio ndash Dietista

La sindrome premestruale (PMS) egrave un disturbo

molto comune nelle donne in etagrave fertile e si

caratterizza per una serie di sintomi fisici e

psicologici che insorgono nella fase luteinica e

tendono a scomparire con il sopraggiungere del

flusso La sua prevalenza egrave stata stimata nel 30-40

della popolazione femminile in etagrave riproduttiva I

sintomi principali sono gonfiore stipsi dolori

addominali ritenzione idrica ma possono

aggiungersi ansia insonnia repentini cambi di umore irritabilitagrave stanchezza e attacchi di

fame Ogni donna vive a suo modo queste manifestazioni che possono verificarsi

contemporaneamente o solo in parte e la cui gravitagrave egrave variabile

Le cause della sindrome premestruale sono da rintracciarsi nello squilibrio ormonale dato

dallrsquoavvicendarsi di estrogeni e progesterone in fattori nutrizionali o in eventuali anomalie

funzionali dellrsquoasse ipotalamo-ipofisi-surrene che comportano alterazioni della secrezione di

ormoni sessuali Anche i crescenti livelli di prolattina possono contribuire ai sintomi

provocando dolori al seno e gonfiore Infine sembra che si verifichi una diminuzione di

dopamina e serotonina endorfine in grado di regolare il tono dellrsquoumore Le conseguenze di

tale sbilancio sono evidenti anche nella concentrazione nel siero di alcuni microelementi

magnesio e calcio risultano carenti nella fase luteinica e implicati quindi nella genesi di alcuni

dei sintomi Entrambi infatti sono coinvolti nellrsquoattivitagrave e nel rilascio di neurotrasmettitori e

nelle funzioni neuromuscolari

Considerando quindi la varietagrave dei disturbi e lrsquoimpatto che gli stessi possono avere sulla

qualitagrave di vita della donna unrsquoattenta alimentazione risulta utile quanto necessaria Nello

specifico lrsquoattenzione egrave rivolta al consumo attraverso la dieta di grassi saturi insaturi fibre

zuccheri semplici sostanze nervine e microelementi

Evidenze scientifiche mostrano che riducendo il contenuto di grassi nella dieta ed

aumentando il consumo di fibre e vegetali si abbassano i livelli ematici di estrogeni e di

24

conseguenza migliora la sintomatologia e il dolore mestruale Il fegato infatti estrae gli

estrogeni dal torrente ematico e li invia attraverso lrsquoalbero biliare nel tubo digerente Ligrave la

fibra proveniente da frutta verdura legumi e cereali sequestra gli estrogeni impedendone il

riassorbimento e promuovendone lrsquoescrezione fecale Le variazioni nei livelli ormonali sono

state studiate soprattutto nelle donne vegetariane riscontrando in conclusione una

correlazione tra le concentrazioni nel plasma di estrone ed estradiolo e il consumo di grassi

saturi Tali ormoni infatti diminuivano allrsquoaumentare dellrsquoapporto di fibre con la dieta Al

momento egrave in corso di studio dunque il ruolo della dieta vegetariana nella prevenzione e

gestione della sindrome premestruale Un ulteriore dato oggettivo a favore egrave

rappresentato dallrsquoutilizzo di alimenti come la soia ricca in fitoestrogeni Questi ultimi sono

estrogeni vegetali dallrsquoeffetto blando che agiscono come antagonisti riducendo la capacitagrave

dellrsquoestrogeno endogeno di legarsi al loro recettore cellulare Il risultato egrave una minore

stimolazione sulle cellule ormono-sensibili e una migliore gestione dei sintomi

Unrsquo ulteriore precisazione va fatta per i grassi nella dieta non solo la quantitagrave ma anche la

qualitagrave influisce sullrsquoinsorgenza dei disturbi del ciclo mestruale Unrsquoalimentazione ricca di

grassi polinsaturi Omega 3 si associa ad una sintomatologia piugrave modesta Infatti tali grassi

riducono la produzione di prostaglandine nellrsquoorganismo coinvolte nei processi di

infiammazione dolore contrazione muscolare e vasocostrizione

Banditi inoltre gli zuccheri semplici in quanto hanno un forte impatto sulla glicemia e

influenzano il rilascio dei neurotrasmettitori responsabili del tono dellrsquoumore (serotonina

adrenalina dopamina noradrenalina ecc) e del senso dellrsquoappetito

Altra accortezza per migliorare la gestione della sindrome premestruale egrave la riduzione

dellrsquoapporto di sodio e caffeina (o altre sostanze nervine come tegrave coca cola etc)

rispettivamente per limitare la ritenzione idrica e ridurre irritabilitagrave e insonnia

Infine egrave stato ampiamente studiato lrsquoapporto vitaminico e gli effetti su tali disturbi con

particolare attenzione alle vitamine del gruppo B assunte attraverso la dieta e non sotto

forma di integratori alimentari Lrsquointake di Tiamina e Riboflavina sembra avere un ruolo nellrsquo

incidenza della sindrome premestruale in quanto risultano implicate nel metabolismo di

neurotrasmettitori come Serotonina e GABA (Acido γ-amminobutirrico) che intervengono

migliorando lrsquoumore e agiscono indirettamente nella funzionalitagrave ovarica e riproduttiva

Al momento egrave in corso di valutazione lrsquointegrazione nella fase luteinica con Magnesio e

Calcio La loro contemporanea somministrazione genera un effetto sinergico nel ridurre gli

25

spasmi della muscolatura uterina e migliorare lrsquoumore Anche alcuni rimedi fitoterapici

sembrano alleviare la sintomatologia agnocasto ginkgo biloba e zafferano Ulteriori studi

sono perograve necessari per chiarire se realmente possa esserci un beneficio da eventuali

supplementazioni con microelementi o erbe Per ora rimane la certezza che una dieta

equilibrata ricca in frutta verdura legumi e acidi grassi polinsaturi sia la strategia drsquoelezione

nella gestione delle forme piugrave lievi di sindrome premestruale

Bibliografia

Adlercreutz H Martin F et al Steroid absorption and enterohepatic re cycling-

(httpwwwcontraceptionjournalorgarticle0010-782428792990094-5abstract)-

Contraception 1979 20 201-23

Baker LJ OrsquoBrien PM Premenstrual syndrome (PMS) a peri-menopausal perspective-

(httpwwwmaturitasorgarticleS0378-512228122900111-9fulltext) - Maturitas 2012

72(2)121-5

Chou T- Wake up and smell the coffee Caffeine coffee and the medical consequences-

httpwwwncbinlmnihgovpmcarticlesPMC1022034 - West J Med 1992 Nov157(5)544-53

Dante G Facchinetti F Herbal treatments for alleviating premenstrual symptoms a systematic

review- (httpinformahealthcarecomdoiabs1031090167482X2010538102)- J Psychosom

Obstet Gynaecol 2011 Mar32(1)42-51

Deutch B Menstrual pain in Danish women correlated with low n-3 polyunsaturated fatty acid

intake- (httpwwwncbinlmnihgovpubmed7588501) Eur J Clin Nutr 1995 Jul49(7)508-16

Gigante DP et al Population study of premenstrual syndrome-

(httpwwwscielosporgscielophpscript=sci_arttextamppid=S0034-

89102006000100009amplng=enampnrm=isoamptlng) - Rev Saude Publica 2006 40(1)47-56

Girman A Lee R Kligler B An integrative medicine approach to premenstrual syndrome- (

httpwwwajogorgarticleS0002-937828032900357-0fulltext) -Am J Obstet Gynecol 2003

188(5 Suppl)S56-65

Goldin BR Adlecreutz H et al Estrogen extrection patterns and plasma levels in vegetarian and

omnivorous women- (httpwwwnejmorgdoifull101056NEJM198212163072502 )- N Engl J

Med 1982 3071542-7

26

Halbreich U The etiology biology and evolving pathology of premenstrual syndromes-

(httpwwwsciencedirectcomsciencearticlepiiS0306453003000970)

Psychoneuroendocrinology 200328(suppl 3)55ndash99

Larissa Almenara Silva dos Santos Vilma Blondet de Azeredo et al-Seric ion level and its

relationship with the symptoms of premenstrual syndrome in young women-

(httpwwwnutricionhospitalariacompdf6648pdf) - Nutr Hosp 2013 28(6)2194-2200 Silva CM

Margot N Woods Sherwood L et al Low-fat high fiber diet and serume estrone sulfate in

premenopausal women (httpajcnnutritionorgcontent4961179fullpdf+htmlsid=38ae9820-

e92f-4cfe-b019-a9b3ce1d92e7) - Am J Clin Nutr 1989 49 1179-83

Sohrabi N Kashanian M et al - Evaluation of the effect of omega-3 fatty acids in the treatment of

premenstrual syndrome a pilot trial-

(httpwwwcomplementarytherapiesinmedicinecomarticleS0965-229928122900174-

4fulltext ) Complement Ther Med 2013 Jun21(3)141-6

Thys-Jacobs S Micronutrients and the premenstrual syndromethe case for calcium-

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed10763903) - Journal of the American College of Nutrition

2000 19 (2) 220-7

Patricia O Chocano-Bedoya JoAnn E Manson et al Dietary B vitamin intake and incident

premenstrual syndrome- (httpajcnnutritionorgcontent9351080long) Am J Clin Nutr 2011

93 1080-6

27

Attuali evidenze epidemiologiche in tema di malattia

celiaca

A cura di Dottssa Chiara Di Gianvittorio ndash Dietista

La malattia celiaca egrave un disturbo

autoimmune che si sviluppa in

persone geneticamente predisposte

in conseguenza dellrsquoesposizione a

fattori ambientali (glutine nella dieta

come prima causa) La prevalenza

del disturbo egrave molto variabile gli

ultimi dati riguardo la distribuzione della malattia parlano di un incremento in alcune aree

mondiali Il miglioramento delle tecniche diagnostiche e la migliore conoscenza della

malattia non bastano perograve a spiegare la crescita verificatasi negli ultimi 30- 40 anni

La nuova epidemiologia dellrsquo intolleranza al glutine egrave ora caratterizzata da un aumento di

nuovi casi in aree storiche (Europa del Nord e gli Stati Uniti) ma piugrave interessante egrave la crescita

della malattia in nuove regioni (paesi asiatici) A spiegare ciograve probabilmente ci sono

cambiamenti nelle abitudini alimentari soprattutto in etagrave infantile oltre che lrsquoutilizzo di

nuovi mezzi diagnostici

In Europa e Stati Uniti la frequenza sulla popolazione egrave di circa lrsquo 1 con alcune differenze

regionali In Finlandia e Svezia si calcola una prevalenza del 2-3 mentre in Germania solo

dello 02 nonostante i fattori causali sembrino essere simili (livello di assunzione di glutine

e frequenza di HLA-DQ2 e -DQ8) Sebbene lincidenza e i casi diagnosticati siano in

aumento rimane lrsquo ldquoiceberg celiacordquo a nascondere con un rapporto che varia da 13 a 15

(casi diagnosticati e non diagnosticati) la reale distribuzione della malattia

Oltre a Europa e Nord America lepidemiologia dellrsquo intolleranza al glutine egrave stata studiata in

molti altri paesi per lo piugrave popolati da individui di origine europea In queste zone i dati si

sovrappongono in larga misura a quelli del vecchio e del nuovo continente Nuove evidenze

arrivano dal Nord Africa e dai Paesi del Medio Oriente in cui il disturbo egrave presente

nonostante la scarsa disponibilitagrave di strutture diagnostiche e la scarsa consapevolezza della

28

malattia In Saharawi una popolazione araba che vive nel Sahara occidentale la prevalenza

della malattia egrave eccezionalmente elevata (56) per ragioni ancora poco chiare

La conoscenza della malattia nelle regioni asiatiche invece egrave ancora limitata e per lo piugrave

confinata in India dove egrave stata riconosciuta sia nei bambini che negli adulti Tuttavia come

efficacemente descritto da una task force indiana lrsquointolleranza al glutine in India egrave

ldquoimmerso in un oceano di malnutrizionerdquo La frequenza sembra essere maggiore nella parte

settentrionale probabilmente in conseguenza del largo consumo di grano rispetto al riso

Difficile ottenere dei numeri ma si stima che da 5 a 8 milioni di persone in India potrebbero

avere la malattia Purtroppo perograve ad oggi solo poche migliaia di pazienti sono stati

diagnosticati

Infine difficile comprendere anche la distribuzione in Cina a causa della grande popolositagrave I

fattori predisponenti (consumo di grano e genotipo HLA-DQ2 e DQ8) sono presenti cosigrave

come le prime evidenze in letteratura ma egrave necessario proseguire negli accertamenti

epidemiologici Risulta invece raro il disturbo in paesi come Giappone Corea Indonesia e

Filippine a causa del basso consumo di frumento e del patrimonio genetico

In sintesi i dati disponibili suggeriscono che lincidenza dellrsquo intolleranza al glutine egrave

veramente in aumento e che la malattia egrave attualmente molto piugrave comune in alcune aree

rispetto al passato Ulteriori studi epidemiologici perograve si rendono necessari per

comprendere meglio la distribuzione sulla popolazione e la correlazione con i fattori genetici

e ambientali

Bibliografia

Bai JC Fried M et al -World gastroenterology organisation global guidelines on celiac disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed23314668) - J Clin Gastroenterol 2013 47121ndash6

Catassi C Gatti S et al- The New Epidemiology of Celiac Disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed24979197)- JPGN Luglio 2014 Volume 59 supplement 1

Fasano A Berti I et al- Prevalence of celiac disease in at-risk and not-at-risk groups in the United

States a large multi center study (httparchintejamanetworkcomarticleaspxarticleid=215079)-

Arch Int Med 2003163286ndash92

29

Kochhar R Dachdev S et al- Prevalence of coeliac disease in healthy blood donors a study from

north India (httpwwwsciencedirectcomsciencearticlepiiS1590865812000229)- Dig Liver Dis

201244530ndash2

Kang JY Kang AHY et al -Systematic review worldwide variation in the frequency of Coeliac Disease

and changes over time

(httponlinelibrarywileycomdoi101111apt12373abstractjsessionid=91309CB937E7B5E094A

3B7F08441695f04t04)- Aliment Pharmacol Ther 201338226ndash45

Mustalahti K Catassi C et al- The prevalence of celiac disease in Europe results of a centralized

international mass screening project

(httpinformahealthcarecomdoiabs103109078538902010505931)- Ann Med 201042587ndash

95

30

Malattia celiaca e microbiota intestinale il ruolo dei

Bifidobatteri

A cura di Dottssa Chiara Di Gianvittorio ndash Dietista

La malattia celiaca egrave un disordine autoimmune scatenato dallrsquoingestione di alimenti

contenenti glutine in soggetti predisposti Lrsquoinfiammazione che ne risulta a carico del

piccolo intestino provoca atrofia dei villi e malassorbimento dei nutrienti I fattori implicati

nello sviluppo di questa patologia sono genetici e ambientali Tra questi ultimi troviamo

unrsquoesposizione troppo precoce al glutine insufficiente allattamento al seno infezioni

intestinali e squilibri della flora batterica residente La manifestazione clinica egrave varia e

include disturbi gastrointestinali come gonfiore vomito diarrea dispepsia perdita di peso e

disturbi extraintestinali come anemia malattie del fegato e dermatiti

Attualmente in studio egrave la relazione tra malattia celiaca e flora batterica intestinale che

risulta fondamentale per lrsquoequilibrio e la salute del tratto gastroenterico Il microbiota

umano egrave infatti lrsquoinsieme di microrganismi simbiontici dellrsquointestino Negli esseri umani si

trovano tra le 500 e le 1000 specie differenti di microrganismi di cui la maggioranza

anaerobi Tra questi ci sono i Bifidobatteri che svolgono una duplice azione diretta

contrastando i batteri patogeni e indiretta per interazione con il tessuto linfoide intestinale

(GALT) di cui ne stimola lrsquoattivitagrave

Alcuni ceppi di questi batteri inoltre sembrano inibire la risposta infiammatoria e il danno

alla mucosa che insorgono in conseguenza dellrsquoingestione di gliadina Infatti studi in vitro

hanno mostrato che tali microrganismi possono ridurre la produzione di citochine

infiammatorie (IFN-γ e IFN-α) e aumentare quella di IL-10 Un ulteriore effetto positivo

riguarda lrsquoincremento di cellule caliciformi nel piccolo intestino ridotte a causa della tossicitagrave

da glutine Infine oltre agli effetti immunomodulatori ceppi specifici come il

Bifidobacterium longum contribuiscono allrsquoidrolisi dei peptidi di gliadina durante la

digestione riducendo la presenza di aminoacidi tossici e dei loro effetti avversi

I Bifidobatteri risultano quindi protettivi contro la risposta infiammatoria e il danno

mucosale causato dal glutine Ci si chiede a questo punto se squilibri della microflora

31

possano costituire concausa nello sviluppo della patologia e se egrave possibile migliorarne la

gestione ristabilendo lrsquoequilibrio intestinale con probiotici

Attualmente cambiamenti nel microbiota intestinale sono stati dimostrati nei bambini

celiaci Negli adulti le evidenze parlano di una riduzione di Bifidobatteri sia al momento della

diagnosi che a dieta aglutinata ed un aumento dei Bacteroides (batteri gram negativi e

anaerobici) sia nelle feci che sulle biopsie dei celiaci Inoltre crsquoegrave una riduzione nella

variabilitagrave della specie sia prima che dopo la dieta Tali squilibri vanno ovviamente ad

incidere sul processo patologico

I probiotici sono costituiti da microrganismi vivi che devono essere in grado di svolgere

effetti positivi sulla flora batterica intestinale In alcuni studi si egrave dimostrato come alcuni di

essi possano avere una particolare utilitagrave per i celiaci anche se si tratta ancora di approcci a

livello sperimentale Unrsquo indagine condotta su 64 soggetti (26 pazienti celiaci con dieta

contenente glutine 18 celiaci a dieta gluten-free e 20 soggetti sani) ha portato a valutare se

la flora batterica intestinale possa contribuire ai sintomi pro-infiammatori della celiachia e se

con due specifici ceppi di Bifidobatteri sia possibile ottenere benefici I risultati

confermarono le ipotesi e il ruolo positivo svolto dai ceppi Bifidobacterium longum e

Bifidobacterium bifidum sul quadro infiammatorio

Lrsquouso di specifici batteri probiotici potrebbe quindi contribuire al miglioramento della

patologia ma egrave necessario approfondire ulteriormente con modelli sperimentali e studi

clinici il loro ruolo a supporto della terapia classica

Bibliografia

Collado MC Donat E et al- Imbalances in faecal and duodenal Bifidobacterium species composition

in active and non active coeliac disease (httpwwwncbinlmnihgovpubmed19102766)- BMC

Microbiol 2008 2321-9

Di Cagno R Rizzello CG et al- Different fecal microbiotas and volatile organic compounds in treated

and entrate children with celiac diseaseAppl And Environ Microbiol 2009 75 3963-71

Golfetto L Senna FD et al- Lower Bifidobacteria counts in adult patients with celiac disease on a

gluten- free diet

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Lower+Bifidobacteria+counts+in+adult+patients+with

+celiac+disease+on+a+gluten-+free+diet)- Arq Gastroenterol 2014 51 139-43

32

Ghosh S- Advances in our understanding of the pathogenesis of celiac disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed21523256)- Can J Gastroenterol 2011 25186

Medina M De Palma G- Bifidobacterium strains suppress in vitro the pro-inflammatory milieu

trigged by large intestinal microbiota of coeliac patients

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Bifidobacterium+strains+suppress+in+vitro+the+pro-

inflammatory+milieu+trigged)- J Inflamm 2008 519

Sanders ME- Impact of probiotics on colonizing microbiota of the gut

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed21992949)- J Clin Gastroenterol 2011 45S115-9

Sanz Y De Pama G et al- Unraveling the ties between celiac disease and intestinal microbiota

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Unraveling+the+ties+between+celiac+disease)- Int

Rev Immunol 2011 30 207-18

33

CAPSICUM ANNUUM IL ROSSO CHE PROTEGGE LA

TUA SALUTE

A cura di Dottssa Giusi Balzano ndash Biologa nutrizionista

Il peperoncino rosso il cui nome scientifico egrave Capsicum annuum appartiene alla famiglia

delle Solanacee ed egrave originario delle Americhe

Dal ritrovamento di reperti archeologici sappiamo con certezza che fin dal 5000 aC circa la

popolazione messicana conosceva il peperoncino il quale fu importato in Europa da

Cristoforo Colombo nel 1493

Capsicum annuum

Il peperoncino a dispetto di tante credenze gode di tante proprietagrave benefiche e forse per

associazione con il pepe si tende erroneamente a credere che sia poco salutare

Come pianta egrave facilmente coltivabile e si adatta a diversi climi puograve essere coltivato nei vasi

e su un terrazzo limportante egrave che stia in pieno sole Nei periodi piugrave freddi conviene ad

ogni modo tenerlo al riparo in quanto non sopporta bene un clima troppo rigido Il

peperoncino egrave una pianta annuale e le parti consumate sono i frutti le bacche contenenti

dei semi bianco-giallastri Esistono tantissime qualitagrave di peperoncino e le bacche possono

essere consumate fresche cotte o crude I colori dei peperoncini (frutto) sono molteplici

verdi gialli rossi arancione bruno scuro e marrone scuro La sensazione di piccante data dal

peperoncino egrave dovuta alla capsaicina che in proporzione alla quantitagrave disponibile nel seme

ne determina appunto la piccantezza In realtagrave quando si mangia un peperoncino la

risposta di bruciore data dallorganismo egrave solo una sensazione che il cervello invia come

34

risposta allattivazione di alcuni termorecettori presenti nella bocca con cui proprio la

capsaicina viene a contatto Tra le proprietagrave del peperoncino troviamo

funzione dimagrante egrave accentuanto il consumo di calorie ad opera della capsaicina principio

attivo del peperoncino

proprietagrave antibiotiche antibatteriche e antiossidanti ad opera dei flavonoidi e capsaicinoidi

E anche molto utile nella cura di raffreddore bronchite e sinusite

flusso sanguignoazione vasodilatatrice il caratteristico potere piccante urticante del

peperoncino porta con seacute una specifica azione della capsicina sulla circolazione periferica

del sangue La dilatazione dei vasi sanguigni egrave funzionale alla regolazione ottimale della

pressione e della circolazione del sangue che aumenta dopo lassunzione I capillari

diventano piugrave elastici e il sangue risulta piugrave ossigenato Egrave per questo che il peperoncino utile

per scaldarsi in inverno diventa anche importante nella dieta estiva per difendersi dal caldo

torrido e dallumiditagrave

cuore e colesterolo la regolazione del flusso del sangue aiuta a mantenere pulito il sistema

endovenoso congiuntamente allazione della lecitina e di altri olii essenziali evitando la

comparsa di placche che bloccano il flusso sanguigno I capsaicinoidi svolgono unazione

importante nelle diete ad alto contenuto di sostanze grasse Il peperoncino aiuta a ridurre

eccessivi livelli di colesterolo accelerandone la ripartizione e lespulsione

digestione e metabolismo il peperoncino aumenta la secrezione di succhi gastrici e migliora

la digestione grazie al suo potere antifermentativo e inoltre tiene pulite le mucose Nelle

diete in cui egrave prevista unassunzione regolare linfluenza del capsicum porta a migliorare e

velocizzare i processi metabolici Attenzione perograve in caso di bruciore fastidioso e

persistente dopo ingestione di peperoncino associato ad uninfiammazione della gola

dellesofago o dello stomaco mangiare un pezzo di formaggio o di pane o bere birra risulta

essere di grande aiuto contro i fastidi menzionati

mal di collo e mal di schiena efficace contro artriti e reumatismi il peperoncino egrave un

ingrediente essenziale di molte creme e gel antinfiammatori ad azione topica Aiuta ad

alleviare il dolore migliorando la circolazione sanguigna

azione anti-tumorale la vitamina C egrave un significativo agente anti-cancro previene infezioni e

tumori I peperoncini freschi ne sono ricchi e riescono a fornirci acido ascorbico (vitamina C)

proprio in estate ed autunno quando la nostra dieta mediterranea egrave piugrave povera di agrumi

35

mal di testa e depressione lassunzione della capsicina provoca bruciore e dolore nella bocca

e nelle pareti interne del sistema gastroenterico Il nostro corpo reagisce cominciando a

rilasciare maggiori quantitagrave di adrenalina aumentando al contempo la produzione di

endorfine Il nostro corpo risulta energizzato laumento del flusso del sangue al cervello dagrave

sollievo poi sopraggiungono le endorfine vere e proprie ldquodrogherdquo naturali cioegrave oppioidi

endogeni che vengono prodotti internamente dal nostro organismo ed hanno potere

eccitativo ed analgesico alleviando cefalee ed altri dolori

azione afrodisiaca insieme alla vitamina C nel peperoncino cegrave anche la vitamina E

responsabile della stimolazione e della regolazione di molti processi legati alla feconditagrave

sessuale

Bibliografia

1 Tewksbury JJ Levey DJ Huizinga M Haak DC Traveset A Costs and benefits of capsaicin-mediated control of gut retention in dispersers of wild chilies Ecology 89 107-17 2008

2 Govindarajan VS Sathyanarayana MN Capsicum--production technology chemistry and quality Part V Impact on physiology pharmacology nutrition and metabolism structure pungency pain and desensitization sequences Crit Rev Food Sci Nutr 29 435-74 1991

36

Rape Rosse - Tubero e foglie un beneficio a 360deg

A cura di Dottssa Giusi Balzano ndash Biologa nutrizionista

Barbe rosse barbabietole rosse o ancora carote rosse

sono tutti sinonimi dialettali che fanno riferimento alle

rape rosse

Queste sono tuberi noti in botanica come Beta vulgaris

var rapa forma rubra si tratta di una pianta

appartenente alla famiglia delle Chenopodiaceae ed al genere Beta Menzionata in alcuni

antichissimi scritti greci risalenti al 420 aC periodo in cui il tubero rosso era noto

semplicemente come beta secondo il pensiero di altri autori lorigine delle rape rosse risale

addirittura al 2000 aC considerata la presenza di alcuni reperti archeologici che la

attestano

Malgrado gli appelli di dietologi e specialisti dellalimentazione si tende spesso a

dimenticare limportanza fitoterapica e benefica di alcuni ortaggi come in questo specifico

caso le rape rosse

Le rape rosse contengono pochissime calorie (solamente 19 per 100 grammi di prodotto)

per questo motivo rientrano tra i cibi ipocalorici ottimi alimenti preferibili in diete bilanciate

che presuppongono una marcata restrizione calorica Ersquo ricca di acqua corrispondente a

circa il 91 si contano solo il 4 di carboidrati ed il 26 di fibre contiene diverse vitamine

in particolare del gruppo B e una buona quota di sali minerali soprattutto potassio sodio

calcio ferro e fosforo ed egrave ricca anche di zuccheri Nella radice della rapa rossa si ritrova un

glicoside che attribuisce la tipica colorazione rosso vivo alla rapa si tratta della betaina

sfruttata dallindustria alimentare come colorante naturale (E 162) Altro pigmento

riscontrato nella rapa rossa egrave la betaxantina che le conferisce striature giallastre Ancora

nella radice di rapa rossa si trovano altre sostanze sfruttate nella fitoterapia e nella cosmesi

quali saponine antociani flavonoidi in genere ed allantoine (proprietagrave idratanti e

disarrossanti)

37

Proprietagrave terapiche

Una delle proprietagrave curative principali di questo ortaggio riguarda il potere lassativo spesso

utile per combattere la stitichezza e le emorroidi La rapa rossa egrave anche un buon rimedio per

migliorare la funzione epatica e combattere le infezioni delle vie urinarie Le sue foglie sono

unrsquoottima fonte di vitamina A e le radici sono una buona fonte di vitamina C Le foglie

vengono cucinate o servite fresche come verdura mentre le radici o teste possono essere

affettate in insalate o cotte intere e poi tagliate a fettine o a tocchetti

Le rape rosse sono particolarmente ricche di folati fondamentali alleati contro le malattie

cardiache e lrsquoanemia in quanto coinvolti nella produzione di globuli rossi e bianchi nella

sintesi di materiale genetico e nella formazione di anticorpi nel sistema immunitario Esse

sono anche ricchi di fibre solubili e insolubili La fibra insolubile aiuta a mantenere il tratto

intestinale funzionante mentre la fibra solubile controlla il livello di zucchero nel sangue e

abbassa il colesterolo Nelle sue foglie egrave abbondante il beta-carotene il ferro e il calcio

Ricche di vitamine del gruppo B come B1 B2 B3 e B6 per quanto concerne il contenuto di

sali minerali questa egrave un ortaggio ricco di iodio sodio e potassio ma anche in quantitagrave

minori di magnesio Lo iodio egrave un minerale essenziale per il corretto funzionamento della

ghiandola tiroidea che regola il metabolismo mentre il potassio e il sodio sono necessari per

la generazione e la trasmissione degli impulsi nervosi attivitagrave muscolare a parte il bilancio

idrico allrsquointerno e allrsquoesterno della cellula

Il succo crudo di barbabietola (Fig 1) egrave particolarmente idoneo per tutte le persone che

soffrono di anemia in quanto favorisce la formazione di globuli rossi nel sangue inoltre ha

proprietagrave diuretiche e favorisce la digestione

Fig1 succo crudo di barbabietola rossa

38

Ortaggio anticancro

Nella rivista International Journal of Cancer si discute sul ruolo delle rape rosse come

potenziale alimento anticancro la questione egrave per certi versi discutibile ed oscura e non

esiste alcuna dimostrazione indubbia ed inequivocabile che accerti lipotesi In particolare

nella rivista sopraccitata si discute del possibile ruolo delle rape rosse nella prevenzione del

tumore al colon per altri le rape rosse sarebbero in grado non solo di prevenirne il cancro

ma anche di contrastarlo

Bibliografia

Kazimierczak R Hallmann E Lipowski J Drela N Kowalik A Puumlssa T Matt D Luik A Gozdowski D Rembiałkowska E

Beetroot (Beta vulgaris L) and naturally fermented beetroot juices from organic and conventional production metabolomics antioxidant levels and anticancer activity

J Sci Food Agric 2014 May

39

Sigrave ai legumi nella prevenzione delle malattie tumorali

A cura di Dottssa Bruzzone Francesca ndash Dietista

Con il termine ldquolegumirdquo si intendono tutti quei semi commestibili derivanti dalle piante

dicotiledoni dellrsquoordine delle Fabales tra cui rientrano i fagioli le lenticchie le fave i piselli

i lupini i ceci le carrube le cicerchie le arachidi e la soia

I legumi sono alimenti ricchi di proteine tanto da essere stati denominati come ldquola carne dei

poverirdquo Essi possiedono un buon contenuto in amminoacidi (ad eccezione di quelli solforati

e del triptofano) carboidrati fibre Calcio Ferro e Potassio a discapito di grassi e

colesterolo

In abbinamento ai cereali i legumi costituiscono un ottimo e saziante piatto unico dove

convergono carboidrati e proteine e dove gli amminoacidi carenti nei cereali (come la lisina)

si integrano con quelli dei legumi e viceversa Queste qualitagrave rendono tali semi

particolarmente adeguati sia nella prevenzione che nel trattamento di numerose malattie

metaboliche come il diabete mellito le dislipidemie la sindrome metabolica il sovrappeso e

lrsquoobesitagrave Di recente inoltre egrave stato attribuito un altro importante ruolo benefico ai legumi

quello di ostacolare la crescita di alcune forme tumorali

Un lavoro effettuato da un gruppo di ricercatori dellUniversity College di Londra del

Dipartimento di Scienze Chirurgiche dell`Universitagrave di Chieti e del Laboratorio di

Farmacologia Molecolare dell`Istituto Mario Negri di Milano e pubblicato sulla rivista

statunitense ldquoCancer Researchrdquo infatti ha scoperto la presenza di inositolo pentachisfosfato

nella maggior parte dei legumi (in particolare in lenticchie piselli e fagioli) e nelle noci Tale

40

composto sembrerebbe inibire lrsquoenzima fosfoinositide 3-chinasi coinvolto nella crescita e

nella progressione dei tumori e capace di aumentare la resistenza al trattamento con agenti

chemoterapeutici Il segnale attivato dalla fosfoinositide 3-chinasi infatti rappresenta un

target importante per lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche anticancro e questo studio

dimostra come lrsquoinositolo pentafosfato sia capace di antagonizzare in maniera specifica

questo segnale nelle cellule tumorali inducendone lrsquoapoptosi (morte programmata)

Lrsquoinositolo pentafosfato ha una struttura molecolare analoga al prodotto dellrsquoattivitagrave

enzimatica della fosfoinositide 3-chinasi che attiva segnali specifici per la progressione del

cancro Il meccanismo secondo il quale lrsquoinositolo pentafosfato disattiva le proteine

iperattive nei tumori dalla membrana plasmatica permette di inibire sia la crescita delle

cellule tumorali umane in coltura sia lo sviluppo dei tumori nei topi In queste condizioni

lrsquoinositolo pentafosfato ha dimostrato unrsquoattivitagrave farmacologica comparabile e potenziante

quella del farmaco citotossico cisplatino molto usato in chemioterapia antitumorale ma

associato a effetti collaterali come nausea vomito formicolio a mani e piedi caduta dei

capelli e alterazione della funzionalitagrave renale (gli inositoli fosfati invece non sono tossici

neanche a concentrazioni piugrave elevate di quelle usate in questo studio e possono essere

assorbiti per via orale) I principali effetti positivi sono stati riscontrati a livello di ovaie e

polmoni

Lrsquoinositolo pentafosfato inoltre si egrave dimostrato capace di inibire lo sviluppo dei nuovi vasi

sanguigni indispensabili per la nutrizione e lo sviluppo del tumore (angiogenesi) bloccando

quindi un meccanismo fondamentale per la sua crescita

Sitografia

ldquoLe Scienze edizione italiana di Scientifica Americanrdquo ndashLegumi e cereali conto il cancro-

ldquoAssociazione Giacomo-onlusrdquo -Inositolo Pentafosfato da legumi e arachidi una nuova strada

nella cura dei tumori

41

Tra le mille virtursquo del miele la cura dellrsquoherpes simplex

A cura di Dottssa Serena Pascucci Biologa Nutrizionista

Le molteplici proprietagrave del miele sono note fin dallrsquoantichitagrave

per le sue capacitagrave antisettiche antibiotiche e cicatrizzanti

e il suo uso nella medicina moderna sta riscontrando

sempre piugrave maggiore interesse

Diversi studi

hanno valutato

lrsquoefficacia del miele contro alcuni virus tra cui di

particolare importanza egrave emersa lrsquoefficacia del

miele per il trattamento dellrsquoHerpes Simplex sia a

livello labiale sia a livello genitale Lo studio del

2004 condotto presso una clinica privata a Dubai

ha selezionato 16 pazienti con ricorrenti manifestazioni del virus otto affetti da Herpes

simplex a livello labiale e otto a livello genitale con un etagrave compresa tra i 35 e i 45 anni sia

maschi che femmine Ersquo stata valutata e considerata lrsquoefficacia del miele nel trattamento

delle lesioni prodotte dal virus in confronto a un comune farmaco antivirale utilizzato

normalmente (Acyclovir) I pazienti prescelti prima della prova non dovevano sottoporsi ad

altre cure antivirali A scelta casuale sono stati selezionati quattro pazienti con herpes

labiale e quattro con herpes genitale che hanno effettuato il primo trattamento con il miele

gli altri otto con il farmaco comune antivirale a base di 5 di acyclovir Alla seconda

comparsa della manifestazione del virus egrave stato effettuato lrsquoopposto Nello studio egrave stato

somministrato un miele multiflora direttamente sulle lesioni prodotte dal virus su una garza

a contatto con la lesione per un quarto drsquoora per 4 volte al giorno fino alla completa

guarigione mentre il farmaco veniva applicato 6 volte al giorno Da questa prova egrave stata

riscontrata una durata delle lesioni dalla prima comparsa alla completa scomparsa di circa

12 giorni in media per entrambi i trattamenti ma nel caso dei pazienti con herpes labiale

trattati con il miele la guarigione egrave avvenuta in circa 3 giorni rispetto ai 5 giorni con il

trattamento con acyclovir cioegrave con una velocitagrave del 35 superiore Inoltre il miele ha

42

mostrato un azione migliore rispetto al farmaco in particolare la durata del dolore risultava

minore del 39 con fastidi moderati per non piugrave di 24 ore mentre con acyclovir il dolore

anche se moderato poteva prolungarsi fino a 72 ore Ersquo stato anche riscontrato un

insorgenza minore delle croste del 28 in chi utilizzava il miele in particolare in 5 pazienti le

lesioni non si sono evolute in croste cosa che non egrave mai avvenuta nei soggetti trattati con il

farmaco Ancora in due casi con il trattamento con il miele lrsquoherpes ha abortito cioegrave dopo i

primi sintomi non ha sviluppato lesioni e procurato fastidi al contrario dei pazienti trattati

con il farmaco Anche nei pazienti con herpes a livello genitale il miele si egrave mostrato piugrave

efficace del farmaco convenzionale con un tempo di guarigione minore del 53 una durata

del dolore inferiore del 50 anche qui con fastidi moderati e con una durata non superiore

alle 24 ore rispetto a bruciori da moderati a medi prolungati(anche per 3 giorni) nei pazienti

con trattamento con farmaco Inoltre egrave stato riscontrato anche a livello genitale un

insorgenza minore di croste del 49 in particolare in 5 pazienti trattati con il miele le lesioni

a livello genitale non si sono sviluppate in croste a differenza dei pazienti trattati con il

farmaco in cui le croste sono sempre apparse Infine egrave stato riscontrato anche a livello

genitale un aborto del virus in chi utilizzava il miele senza avere avuto nessun riscontro

invece nei pazienti trattati con farmaco

Lrsquoanalisi statistica ha mostrato un efficacia superiore del miele rispetto allrsquoutilizzo di

acyclovir per la cura e la risoluzione delle lesioni virali da herpes simplex labiale e genitale

(Ai-waili 2004) Tuttavia quale sia o quali siano i meccanismi drsquoazione che permettono al

miele di inibire la replicazione del virus sono poco conosciuti Un fattore che puograve

determinare lrsquoazione antivirale del miele puograve essere ricercato nel contenuto di flavonoidi(

azione antivirale) rame zinco vit E C normalmente presenti nel miele e di provata azione

antivirale(AI-Waili 2004) e infine lrsquoossido di azoto con un azione antivirale in vitro la cui

attivitagrave egrave stata rilevata anche sul virus dellrsquoHIV (Torre et al 2002 Schramm DD et al 2003)

Lrsquoherpes simplex egrave un infezione virale importante qualsiasi terapia si volesse seguire egrave

opportuno seguire sempre una supervisione e il consiglio del medico

Bibliografia

Al-Waili NS topical honey application vs acyclovir for the treatment of recurrent herpes

simplex lesions Med Sci Monit 2004 10(8) MT94-MT98

- Schramm DD Karim M Schrader HR Holt RR Cardetti M Keen CL Honey with high levels of antioxidants can provide protection to healthy human subjects J Agric Food Chem 200351(6)1732ndash5 doi 101021jf025928k - Torre D Pugliese A Speranza F Role of nitric oxide in HIV-1 infection friend or foe Lancet Infect Dis 2002 May2(5)273-80

15

symptoms in posttraumatic stress disorder World J Biol Psychiatry 2012 Apr13(4)306-11 Epub 2011 Jul 6 Rakofsky JJ Ressler KJ Dunlop BW BDNF function as a potential mediator of bipolar disorder and post-traumatic stress disorder comorbidity Mol Psychiatry 2012 Jan17(1)22-35 doi 101038mp2011121 Epub 2011 Sep 20 Valente NL Vallada H Cordeiro Q Miguita K Bressan RA Andreoli SB Mari JJ Mello MF Candidate-gene approach in posttraumatic stress disorder after urban violence association analysis of the genes encoding serotonin transporter dopamine transporter and BDNF J Mol Neurosci 2011 May44(1)59-67 Epub 2011 Mar 29 Valente NL Vallada H Cordeiro Q Bressan RA Andreoli SB Mari JJ Mello MF (2) Catechol-O-methyltransferase (COMT) val158met polymorphism as a risk factor for PTSD after urban violence J Mol Neurosci 2011 Mar43(3)516-23 Epub 2010 Nov 17 Zhang L Benedek DM Fullerton CS Forsten RD Naifeh JA Li XX Hu XZ Li H Jia M Xing GQ Benevides KN Ursano RJ PTSD risk is associated with BDNF Val66Met and BDNF overexpression Molecular Psychiatry (15 January 2013) | doi101038mp2012180

16

Depressione azione epigenetica dei fattori ambientali sullo sviluppo del disturbo attraverso la metilazione

del trasportatore della serotonina (SERT) Evidenze di laboratorio sulla quantificazione dellrsquoeffetto epigenetico del danno e della correzione terapeutica

A cura di Dott Giovanni Borghini- Biologo Genetista

La cronaca continua a portare alla ribalta estremi gesti anti-

conservativi di personaggi apparentemente gratificati da una vita di

successi e popolaritagrave Cosa si nasconde dietro il male oscuro della

depressione egrave una sfida ancora aperta ai piugrave diversi contributi della

ricerca Ne analizzeremo uno in particolare legato alle recenti

acquisizioni della biologia molecolare sui fenomeni epigenetici da

stress e il polimorfismo genico del trasportatore della serotonina

Il trasportatore della serotonina (SERT) e la sua la regione polimorfica gene-linked (5-

HTTLPR) sono ormai pienamente riconosciuti come modulatori del legame tra lo stress della

vita e la depressione Tuttavia i percorsi molecolari implicati in questa interazione gene-

ambiente (GXE) sono ancora in gran parte sconosciuti Alterazioni nel profilo dellrsquoespressione

genica del SERT spesso mediate epigeneticamente sono associate allrsquoinsorgenza di

depressione e possono pertanto costituire un ipotetico mediatore nellrsquo interazione GXE In

un recente articolo (Wankerl M et al 2014) sono stati indagati parallelamente gli effetti dei

polimorfismi genici del SERT (5-HTTLPR) e delle avversitagrave ambientali riferite allrsquointero arco

vitale a partire dagli stress precoci intra-uterini In accordo con la letteratura internazionale

sono emerse strette correlazioni tra variazioni polimorfiche del SERT e i cambiamenti

ambientali (stress precoci traumi prenatali) Studiando in vivo lespressione del SERT in

campioni di cellule di sangue periferico egrave stato valutato se i cambiamenti indotti

dallambiente siano mediati da modificazioni epigenetiche A tale scopo sono stati analizzati

83 siti CpG nel promotore-genico del SERT della grandezza di 799-bp con il metodo

altamente sensibile del ldquopyrosequencingrdquo con bisolfito I partecipanti allo studio sono stati

133 tra giovani e adulti sani I risultati hanno mostrato che sia i portatori dellallele ldquoSrdquo del 5-

17

HTTLPR che i bambini sottoposti a stress materno prenatale (328) e a maltrattamento

infantile (563) presentavano una ridotta espressione del mRNA del SERT rispetto a quelli

senza alcun fattore di rischio I dati dellrsquoarticolo indicano inoltre che i cambiamenti nei livelli

di espressione del mRNA SERT non coincidono con i profili di metilazione del DNA allinterno

delle isole CpG del SERT Egrave quindi ipotizzabile che i cambiamenti persistenti nellespressione

del SERT possano a loro volta dipendere da un alterato funzionamento serotoninergico e

probabilmente si sommano la vulnerabilitagrave a differenti malattie associate al 5-HTTLPR e le

avversitagrave precoci

Bibliografia M Wankerl1 R Miller1 C Kirschbaum1 J Hennig2 T Stalder1 and N Alexander1 Effects of genetic and early environmental risk factors for depression on serotonin transporter expression and methylation profiles Transl Psychiatry Jun 2014 4(6) e402 Published online Jun 17 2014 doi 101038tp201437 PMCID PMC4080318 Franke L Therstappen E Schlosser B Biermer M Berg T Schaumlfer M Arck P Uebelhack R Friebe A A Preliminary Study on the Relationship between Platelet Serotonin Transporter Functionality Depression and Fatigue in Patients with Untreated Chronic Hepatitis C Depress Res Treat 20142014821381 doi 1011552014821381 Epub 2014 Mar 20 Domschke K Tidow N Schwarte K Deckert J Lesch KP Arolt V Zwanzger P Baune BT Serotonin transporter gene hypomethylation predicts impaired antidepressant treatment response Int J Neuropsychopharmacol 2014 Aug17(8)1167-76 doi 101017S146114571400039X Epub 2014 Mar 28

18

SVILUPPO PUBERALE E TESSUTO ADIPOSO A cura di Dottssa Martina Beltrami - Dietista

La pubertagrave egrave una fase di transizione che determina la

maturitagrave riproduttiva tra linfanzia e letagrave adulta

La pubertagrave egrave legata a importanti cambiamenti sviluppo

delle caratteristiche sessuali secondarie lo sviluppo

somatico il menarca modificazioni psicologiche

Lormone di rilascio delle gonadotropine (GnRH) che

per tutta linfanzia viene prodotto in modo sporadico

inizia ad essere prodotto in modo pulsatile e regolare

La frequenza e lampiezza della sua produzione

determinano la produzione degli ormoni responsabili di portare allovulazione e poi la

regolaritagrave dei cicli mestruali

Tra la prima mestruazione e la piena maturazione possono passare 3-4 anni

Negli ultimi anni si egrave evidenziato come uno sviluppo precoce o tardivo sia correlato

negativamente con la salute della donna

Letagrave del menarca e lincidenza con la sindrome metabolica sono correlati con una curva a U

per la quale sia unetagrave troppo precoce (prima dei 10 anni) sia unetagrave tardiva (dopo i 16anni)

portano ad un aumentato rischio di sviluppare la sindrome metabolica nellarco dei successivi

26 anni (1)

Un menarca precoce egrave un fattore di rischio a tutte le patologie estrogeno dipendenti

(iperandrogenismo pcos tumore alla mammela) e dal punto di vista psicologico puograve essere

traumatico

Un menarca tardivo egrave correlato a osteopenia il picco di accumulo di densitagrave ossea avviene

tra letagrave puberale e i 25anni se lo sviluppo puberale tarda avrograve meno tempo a disposizione

per aumentare la densitagrave ossea

I fattori nutrizionali sono considerati uno dei principali fattori che influenzano linizio dello

sviluppo puberale

19

La Leptina egrave un ormone prodotto dal tessuto adiposo ed egrave strettamente correlata alla sua

quantitagrave Piugrave aumenta lindice di massa corporea (BMI) e piugrave aumenta la percentuale di

Leptina prodotta

La Leptina agisce sui processi di termogenesi sul comportamento alimentare e sulla funzione

riproduttiva Le modificazioni dei livelli di leptina indicano se le riserve energetiche

dellorganismo sono sufficienti per sostenere lo sviluppo puberale La leptina agisce quindi

come un segnale periferico per lipotalamo ed egrave necessaria per lo sviluppo puberale

Alcuni studi hanno evidenziato come letagrave del menarca sia strettamente correlata ai livelli

circolanti di leptina

La leptina circolante infatti aumenta di circa il 30 nei 6 mesi precedenti il menarca(2)

Negli ultimi decenni il sovrappeso egrave aumentato nella popolazione e non a caso anche letagrave

media del primo menarca egrave scesa da 13 a 12 anni circa

Letagrave del menarca egrave correlata piugrave al peso corporeo che non alletagrave cronologica

Se andiamo a modificare per carenza o per eccesso il grasso corporeo la produzione di

leptina cambia e il menarca puograve anticipare o tardare

Bambine di 5-7 anni in sovrappeso hanno maggior probabilitagrave di uno sviluppo puberale

anticipato a 9 anni (3)

Ballerine ginnaste o ragazze con un BMI piugrave basso rispetto alle coetanee spesso hanno un

menarca tardivo

Da alcuni studi sembrerebbe che un percentuale minima del 16 di grasso sia necessaria

affinchegrave avvenga lo sviluppo puberale e il 22 per avere cicli regolari (4)

Riuscire a identificare precocemente i soggetti a rischio permette di intervenire

tempestivamente lavorando sullindice di massa corporea per recuperare anni sui fattori di

rischio

Bibliografia

1) Mueller NT1Duncan BBBarreto SMChor DBessel MAquino EMPereira MASchmidt MI Earlier age at menarche is associated with higher diabetes risk and cardiometabolic disease risk factors in Brazilian adults Brazilian Longitudinal Study of Adult Health (ELSA-Brasil) 2) Lassek W D and Gaulin S JC (2007) Menarche is related to fat distribution Am J Phys Anthropol 1331147ndash1151 doi101002ajpa20644

20

3) Davison et al Percent Body Fat at Age 5 Predicts Earlier Pubertal Development Among Girls at Age 9 Pediatrics 2003 1114 815-821 4) Rose E Frisch1Roger Revelle1 Height and Weight at Menarche and a Hypothesis of Critical Body Weights and Adolescent Events Science 24 July 1970 Vol 169no 3943pp 397-399

21

Attivitagrave ormonale e distribuzione di grasso

generalizzato

A cura di Dottssa Bruzzone Francesca ndash Dietista

Mentre della localizzazione del tessuto adiposo a livello addominale piuttosto che in zona

gluteo-femorale si tratta lungamente (distinguendo lrsquoobesitagrave androide da quella ginoide) dei

soggetti che accumulano grasso in modo omogeneo nei vari distretti corporei si parla in

minor misura nonostante tale fenomeno interessi ugualmente genere maschile e genere

femminile

La predisposizione a immagazzinare le riserve energetiche in una

zona piuttosto che in unrsquoaltra varia in relazione a etagrave sesso razza

di appartenenza attivitagrave fisica alimentazione e azione ormonale

Questi ultimi tre fattori sono strettamente correlati e dipendenti

lrsquouno dallrsquoaltro

Le persone in sovrappeso che presentano delle forme corporee

come quelle della figura a lato solitamente possiedono arti lunghi

ossa piccole faccia ovale o allungata e vita alta Essi localizzano il

grasso in tutto il corpo ad eccezione dei polpacci non sopportano il

caldo adorano i carboidrati e il caffegrave alternano la loro giornata tra energia e stanchezza e

passano da entusiasmo e presa di iniziativa nei periodi positivi a depressione e irritabilitagrave nei

momenti di stress

Tutte queste caratteristiche sono determinate dal ruolo degli ormoni nella gestione della

regolazione delle funzioni corporee e dellrsquoemotivitagrave

I soggetti che tendono ad ingrassare sia nella zona addominale che in quella inferiore del

corpo infatti annoverano molto spesso un lungo passato di squilibrio ormonale in cui si

sovrappongono fattori eziologici tipici del grasso androide ad altri caratteristici del grasso

ginoide

Generalmente questi individui acquistano peso a causa di una alterata attivitagrave tiroidea (loro

ghiandola dominante) provocata da un consumo protratto ed eccessivo di carboidrati

raffinati e di zuccheri semplici Ciograve conduce nel tempo a una soppressione dellrsquoefficienza

tiroidea e della secrezione dellrsquoormone somatotropo (HGH) e quindi a un accumulo di grasso

22

generalizzato conseguente alla riduzione del metabolismo basale e del mancato effetto

lipolitico Lrsquoormone della crescita e gli ormoni tiroidei infatti vengono inibiti dal cortisolo il

quale egrave stimolato proprio dallrsquoipoglicemia reattiva allrsquoiperglicemia dovuta a un pasto ricco di

zuccheri semplici e carboidrati raffinati Anche la caffeina egrave in grado di aumentare la

produzione di cortisolo insieme a stress scarsa idratazione e digiuni prolungati Tale

ormone insieme agli squilibri insulinici che si innescano agevola lrsquoaumento ponderale

attraverso meccanismi quali la sollecitazione della lipoproteina lipasi e lrsquoaumento di

ritenzione idrica

La dieta piugrave adeguata per il dimagrimento di questi soggetti quindi prevede una riduzione

dei cereali bianchi degli zuccheri e della caffeina a favore di farinacei integrali proteine

nobili (specie di origine ittica per stimolare la tiroide attraverso il contenuto di iodio) e

verdura egualmente distribuiti nei vari pasti senza dimenticare una buona idratazione

Lrsquoazione degli ormoni nella localizzazione del grasso non si esprime soltanto in relazione agli

stimoli alimentari ma anche in rapporto allrsquoattivitagrave fisica coadiuvante il dimagrimento

Essendo la tiroide particolarmente attiva in tarda mattinata ad esempio il momento

migliore per allenarsi sarebbe questo per avere la possibilitagrave di stimolare al meglio le

funzioni metaboliche e il consumo dei grassi Se invece viene svolto un allenamento con i

pesi mirato ad implementare la forza esso non dovrebbe superare i 60 minuti in modo da

evitare unrsquoesosa produzione di cortisolo

Bibliografia

Massimo Spattini -La dieta ldquocomrdquo e il dimagrimento localizzato- Tecniche Nuove 2012

23

Approccio nutrizionale alla sindrome premestruale

A cura di Dottssa Chiara Di Gianvittorio ndash Dietista

La sindrome premestruale (PMS) egrave un disturbo

molto comune nelle donne in etagrave fertile e si

caratterizza per una serie di sintomi fisici e

psicologici che insorgono nella fase luteinica e

tendono a scomparire con il sopraggiungere del

flusso La sua prevalenza egrave stata stimata nel 30-40

della popolazione femminile in etagrave riproduttiva I

sintomi principali sono gonfiore stipsi dolori

addominali ritenzione idrica ma possono

aggiungersi ansia insonnia repentini cambi di umore irritabilitagrave stanchezza e attacchi di

fame Ogni donna vive a suo modo queste manifestazioni che possono verificarsi

contemporaneamente o solo in parte e la cui gravitagrave egrave variabile

Le cause della sindrome premestruale sono da rintracciarsi nello squilibrio ormonale dato

dallrsquoavvicendarsi di estrogeni e progesterone in fattori nutrizionali o in eventuali anomalie

funzionali dellrsquoasse ipotalamo-ipofisi-surrene che comportano alterazioni della secrezione di

ormoni sessuali Anche i crescenti livelli di prolattina possono contribuire ai sintomi

provocando dolori al seno e gonfiore Infine sembra che si verifichi una diminuzione di

dopamina e serotonina endorfine in grado di regolare il tono dellrsquoumore Le conseguenze di

tale sbilancio sono evidenti anche nella concentrazione nel siero di alcuni microelementi

magnesio e calcio risultano carenti nella fase luteinica e implicati quindi nella genesi di alcuni

dei sintomi Entrambi infatti sono coinvolti nellrsquoattivitagrave e nel rilascio di neurotrasmettitori e

nelle funzioni neuromuscolari

Considerando quindi la varietagrave dei disturbi e lrsquoimpatto che gli stessi possono avere sulla

qualitagrave di vita della donna unrsquoattenta alimentazione risulta utile quanto necessaria Nello

specifico lrsquoattenzione egrave rivolta al consumo attraverso la dieta di grassi saturi insaturi fibre

zuccheri semplici sostanze nervine e microelementi

Evidenze scientifiche mostrano che riducendo il contenuto di grassi nella dieta ed

aumentando il consumo di fibre e vegetali si abbassano i livelli ematici di estrogeni e di

24

conseguenza migliora la sintomatologia e il dolore mestruale Il fegato infatti estrae gli

estrogeni dal torrente ematico e li invia attraverso lrsquoalbero biliare nel tubo digerente Ligrave la

fibra proveniente da frutta verdura legumi e cereali sequestra gli estrogeni impedendone il

riassorbimento e promuovendone lrsquoescrezione fecale Le variazioni nei livelli ormonali sono

state studiate soprattutto nelle donne vegetariane riscontrando in conclusione una

correlazione tra le concentrazioni nel plasma di estrone ed estradiolo e il consumo di grassi

saturi Tali ormoni infatti diminuivano allrsquoaumentare dellrsquoapporto di fibre con la dieta Al

momento egrave in corso di studio dunque il ruolo della dieta vegetariana nella prevenzione e

gestione della sindrome premestruale Un ulteriore dato oggettivo a favore egrave

rappresentato dallrsquoutilizzo di alimenti come la soia ricca in fitoestrogeni Questi ultimi sono

estrogeni vegetali dallrsquoeffetto blando che agiscono come antagonisti riducendo la capacitagrave

dellrsquoestrogeno endogeno di legarsi al loro recettore cellulare Il risultato egrave una minore

stimolazione sulle cellule ormono-sensibili e una migliore gestione dei sintomi

Unrsquo ulteriore precisazione va fatta per i grassi nella dieta non solo la quantitagrave ma anche la

qualitagrave influisce sullrsquoinsorgenza dei disturbi del ciclo mestruale Unrsquoalimentazione ricca di

grassi polinsaturi Omega 3 si associa ad una sintomatologia piugrave modesta Infatti tali grassi

riducono la produzione di prostaglandine nellrsquoorganismo coinvolte nei processi di

infiammazione dolore contrazione muscolare e vasocostrizione

Banditi inoltre gli zuccheri semplici in quanto hanno un forte impatto sulla glicemia e

influenzano il rilascio dei neurotrasmettitori responsabili del tono dellrsquoumore (serotonina

adrenalina dopamina noradrenalina ecc) e del senso dellrsquoappetito

Altra accortezza per migliorare la gestione della sindrome premestruale egrave la riduzione

dellrsquoapporto di sodio e caffeina (o altre sostanze nervine come tegrave coca cola etc)

rispettivamente per limitare la ritenzione idrica e ridurre irritabilitagrave e insonnia

Infine egrave stato ampiamente studiato lrsquoapporto vitaminico e gli effetti su tali disturbi con

particolare attenzione alle vitamine del gruppo B assunte attraverso la dieta e non sotto

forma di integratori alimentari Lrsquointake di Tiamina e Riboflavina sembra avere un ruolo nellrsquo

incidenza della sindrome premestruale in quanto risultano implicate nel metabolismo di

neurotrasmettitori come Serotonina e GABA (Acido γ-amminobutirrico) che intervengono

migliorando lrsquoumore e agiscono indirettamente nella funzionalitagrave ovarica e riproduttiva

Al momento egrave in corso di valutazione lrsquointegrazione nella fase luteinica con Magnesio e

Calcio La loro contemporanea somministrazione genera un effetto sinergico nel ridurre gli

25

spasmi della muscolatura uterina e migliorare lrsquoumore Anche alcuni rimedi fitoterapici

sembrano alleviare la sintomatologia agnocasto ginkgo biloba e zafferano Ulteriori studi

sono perograve necessari per chiarire se realmente possa esserci un beneficio da eventuali

supplementazioni con microelementi o erbe Per ora rimane la certezza che una dieta

equilibrata ricca in frutta verdura legumi e acidi grassi polinsaturi sia la strategia drsquoelezione

nella gestione delle forme piugrave lievi di sindrome premestruale

Bibliografia

Adlercreutz H Martin F et al Steroid absorption and enterohepatic re cycling-

(httpwwwcontraceptionjournalorgarticle0010-782428792990094-5abstract)-

Contraception 1979 20 201-23

Baker LJ OrsquoBrien PM Premenstrual syndrome (PMS) a peri-menopausal perspective-

(httpwwwmaturitasorgarticleS0378-512228122900111-9fulltext) - Maturitas 2012

72(2)121-5

Chou T- Wake up and smell the coffee Caffeine coffee and the medical consequences-

httpwwwncbinlmnihgovpmcarticlesPMC1022034 - West J Med 1992 Nov157(5)544-53

Dante G Facchinetti F Herbal treatments for alleviating premenstrual symptoms a systematic

review- (httpinformahealthcarecomdoiabs1031090167482X2010538102)- J Psychosom

Obstet Gynaecol 2011 Mar32(1)42-51

Deutch B Menstrual pain in Danish women correlated with low n-3 polyunsaturated fatty acid

intake- (httpwwwncbinlmnihgovpubmed7588501) Eur J Clin Nutr 1995 Jul49(7)508-16

Gigante DP et al Population study of premenstrual syndrome-

(httpwwwscielosporgscielophpscript=sci_arttextamppid=S0034-

89102006000100009amplng=enampnrm=isoamptlng) - Rev Saude Publica 2006 40(1)47-56

Girman A Lee R Kligler B An integrative medicine approach to premenstrual syndrome- (

httpwwwajogorgarticleS0002-937828032900357-0fulltext) -Am J Obstet Gynecol 2003

188(5 Suppl)S56-65

Goldin BR Adlecreutz H et al Estrogen extrection patterns and plasma levels in vegetarian and

omnivorous women- (httpwwwnejmorgdoifull101056NEJM198212163072502 )- N Engl J

Med 1982 3071542-7

26

Halbreich U The etiology biology and evolving pathology of premenstrual syndromes-

(httpwwwsciencedirectcomsciencearticlepiiS0306453003000970)

Psychoneuroendocrinology 200328(suppl 3)55ndash99

Larissa Almenara Silva dos Santos Vilma Blondet de Azeredo et al-Seric ion level and its

relationship with the symptoms of premenstrual syndrome in young women-

(httpwwwnutricionhospitalariacompdf6648pdf) - Nutr Hosp 2013 28(6)2194-2200 Silva CM

Margot N Woods Sherwood L et al Low-fat high fiber diet and serume estrone sulfate in

premenopausal women (httpajcnnutritionorgcontent4961179fullpdf+htmlsid=38ae9820-

e92f-4cfe-b019-a9b3ce1d92e7) - Am J Clin Nutr 1989 49 1179-83

Sohrabi N Kashanian M et al - Evaluation of the effect of omega-3 fatty acids in the treatment of

premenstrual syndrome a pilot trial-

(httpwwwcomplementarytherapiesinmedicinecomarticleS0965-229928122900174-

4fulltext ) Complement Ther Med 2013 Jun21(3)141-6

Thys-Jacobs S Micronutrients and the premenstrual syndromethe case for calcium-

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed10763903) - Journal of the American College of Nutrition

2000 19 (2) 220-7

Patricia O Chocano-Bedoya JoAnn E Manson et al Dietary B vitamin intake and incident

premenstrual syndrome- (httpajcnnutritionorgcontent9351080long) Am J Clin Nutr 2011

93 1080-6

27

Attuali evidenze epidemiologiche in tema di malattia

celiaca

A cura di Dottssa Chiara Di Gianvittorio ndash Dietista

La malattia celiaca egrave un disturbo

autoimmune che si sviluppa in

persone geneticamente predisposte

in conseguenza dellrsquoesposizione a

fattori ambientali (glutine nella dieta

come prima causa) La prevalenza

del disturbo egrave molto variabile gli

ultimi dati riguardo la distribuzione della malattia parlano di un incremento in alcune aree

mondiali Il miglioramento delle tecniche diagnostiche e la migliore conoscenza della

malattia non bastano perograve a spiegare la crescita verificatasi negli ultimi 30- 40 anni

La nuova epidemiologia dellrsquo intolleranza al glutine egrave ora caratterizzata da un aumento di

nuovi casi in aree storiche (Europa del Nord e gli Stati Uniti) ma piugrave interessante egrave la crescita

della malattia in nuove regioni (paesi asiatici) A spiegare ciograve probabilmente ci sono

cambiamenti nelle abitudini alimentari soprattutto in etagrave infantile oltre che lrsquoutilizzo di

nuovi mezzi diagnostici

In Europa e Stati Uniti la frequenza sulla popolazione egrave di circa lrsquo 1 con alcune differenze

regionali In Finlandia e Svezia si calcola una prevalenza del 2-3 mentre in Germania solo

dello 02 nonostante i fattori causali sembrino essere simili (livello di assunzione di glutine

e frequenza di HLA-DQ2 e -DQ8) Sebbene lincidenza e i casi diagnosticati siano in

aumento rimane lrsquo ldquoiceberg celiacordquo a nascondere con un rapporto che varia da 13 a 15

(casi diagnosticati e non diagnosticati) la reale distribuzione della malattia

Oltre a Europa e Nord America lepidemiologia dellrsquo intolleranza al glutine egrave stata studiata in

molti altri paesi per lo piugrave popolati da individui di origine europea In queste zone i dati si

sovrappongono in larga misura a quelli del vecchio e del nuovo continente Nuove evidenze

arrivano dal Nord Africa e dai Paesi del Medio Oriente in cui il disturbo egrave presente

nonostante la scarsa disponibilitagrave di strutture diagnostiche e la scarsa consapevolezza della

28

malattia In Saharawi una popolazione araba che vive nel Sahara occidentale la prevalenza

della malattia egrave eccezionalmente elevata (56) per ragioni ancora poco chiare

La conoscenza della malattia nelle regioni asiatiche invece egrave ancora limitata e per lo piugrave

confinata in India dove egrave stata riconosciuta sia nei bambini che negli adulti Tuttavia come

efficacemente descritto da una task force indiana lrsquointolleranza al glutine in India egrave

ldquoimmerso in un oceano di malnutrizionerdquo La frequenza sembra essere maggiore nella parte

settentrionale probabilmente in conseguenza del largo consumo di grano rispetto al riso

Difficile ottenere dei numeri ma si stima che da 5 a 8 milioni di persone in India potrebbero

avere la malattia Purtroppo perograve ad oggi solo poche migliaia di pazienti sono stati

diagnosticati

Infine difficile comprendere anche la distribuzione in Cina a causa della grande popolositagrave I

fattori predisponenti (consumo di grano e genotipo HLA-DQ2 e DQ8) sono presenti cosigrave

come le prime evidenze in letteratura ma egrave necessario proseguire negli accertamenti

epidemiologici Risulta invece raro il disturbo in paesi come Giappone Corea Indonesia e

Filippine a causa del basso consumo di frumento e del patrimonio genetico

In sintesi i dati disponibili suggeriscono che lincidenza dellrsquo intolleranza al glutine egrave

veramente in aumento e che la malattia egrave attualmente molto piugrave comune in alcune aree

rispetto al passato Ulteriori studi epidemiologici perograve si rendono necessari per

comprendere meglio la distribuzione sulla popolazione e la correlazione con i fattori genetici

e ambientali

Bibliografia

Bai JC Fried M et al -World gastroenterology organisation global guidelines on celiac disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed23314668) - J Clin Gastroenterol 2013 47121ndash6

Catassi C Gatti S et al- The New Epidemiology of Celiac Disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed24979197)- JPGN Luglio 2014 Volume 59 supplement 1

Fasano A Berti I et al- Prevalence of celiac disease in at-risk and not-at-risk groups in the United

States a large multi center study (httparchintejamanetworkcomarticleaspxarticleid=215079)-

Arch Int Med 2003163286ndash92

29

Kochhar R Dachdev S et al- Prevalence of coeliac disease in healthy blood donors a study from

north India (httpwwwsciencedirectcomsciencearticlepiiS1590865812000229)- Dig Liver Dis

201244530ndash2

Kang JY Kang AHY et al -Systematic review worldwide variation in the frequency of Coeliac Disease

and changes over time

(httponlinelibrarywileycomdoi101111apt12373abstractjsessionid=91309CB937E7B5E094A

3B7F08441695f04t04)- Aliment Pharmacol Ther 201338226ndash45

Mustalahti K Catassi C et al- The prevalence of celiac disease in Europe results of a centralized

international mass screening project

(httpinformahealthcarecomdoiabs103109078538902010505931)- Ann Med 201042587ndash

95

30

Malattia celiaca e microbiota intestinale il ruolo dei

Bifidobatteri

A cura di Dottssa Chiara Di Gianvittorio ndash Dietista

La malattia celiaca egrave un disordine autoimmune scatenato dallrsquoingestione di alimenti

contenenti glutine in soggetti predisposti Lrsquoinfiammazione che ne risulta a carico del

piccolo intestino provoca atrofia dei villi e malassorbimento dei nutrienti I fattori implicati

nello sviluppo di questa patologia sono genetici e ambientali Tra questi ultimi troviamo

unrsquoesposizione troppo precoce al glutine insufficiente allattamento al seno infezioni

intestinali e squilibri della flora batterica residente La manifestazione clinica egrave varia e

include disturbi gastrointestinali come gonfiore vomito diarrea dispepsia perdita di peso e

disturbi extraintestinali come anemia malattie del fegato e dermatiti

Attualmente in studio egrave la relazione tra malattia celiaca e flora batterica intestinale che

risulta fondamentale per lrsquoequilibrio e la salute del tratto gastroenterico Il microbiota

umano egrave infatti lrsquoinsieme di microrganismi simbiontici dellrsquointestino Negli esseri umani si

trovano tra le 500 e le 1000 specie differenti di microrganismi di cui la maggioranza

anaerobi Tra questi ci sono i Bifidobatteri che svolgono una duplice azione diretta

contrastando i batteri patogeni e indiretta per interazione con il tessuto linfoide intestinale

(GALT) di cui ne stimola lrsquoattivitagrave

Alcuni ceppi di questi batteri inoltre sembrano inibire la risposta infiammatoria e il danno

alla mucosa che insorgono in conseguenza dellrsquoingestione di gliadina Infatti studi in vitro

hanno mostrato che tali microrganismi possono ridurre la produzione di citochine

infiammatorie (IFN-γ e IFN-α) e aumentare quella di IL-10 Un ulteriore effetto positivo

riguarda lrsquoincremento di cellule caliciformi nel piccolo intestino ridotte a causa della tossicitagrave

da glutine Infine oltre agli effetti immunomodulatori ceppi specifici come il

Bifidobacterium longum contribuiscono allrsquoidrolisi dei peptidi di gliadina durante la

digestione riducendo la presenza di aminoacidi tossici e dei loro effetti avversi

I Bifidobatteri risultano quindi protettivi contro la risposta infiammatoria e il danno

mucosale causato dal glutine Ci si chiede a questo punto se squilibri della microflora

31

possano costituire concausa nello sviluppo della patologia e se egrave possibile migliorarne la

gestione ristabilendo lrsquoequilibrio intestinale con probiotici

Attualmente cambiamenti nel microbiota intestinale sono stati dimostrati nei bambini

celiaci Negli adulti le evidenze parlano di una riduzione di Bifidobatteri sia al momento della

diagnosi che a dieta aglutinata ed un aumento dei Bacteroides (batteri gram negativi e

anaerobici) sia nelle feci che sulle biopsie dei celiaci Inoltre crsquoegrave una riduzione nella

variabilitagrave della specie sia prima che dopo la dieta Tali squilibri vanno ovviamente ad

incidere sul processo patologico

I probiotici sono costituiti da microrganismi vivi che devono essere in grado di svolgere

effetti positivi sulla flora batterica intestinale In alcuni studi si egrave dimostrato come alcuni di

essi possano avere una particolare utilitagrave per i celiaci anche se si tratta ancora di approcci a

livello sperimentale Unrsquo indagine condotta su 64 soggetti (26 pazienti celiaci con dieta

contenente glutine 18 celiaci a dieta gluten-free e 20 soggetti sani) ha portato a valutare se

la flora batterica intestinale possa contribuire ai sintomi pro-infiammatori della celiachia e se

con due specifici ceppi di Bifidobatteri sia possibile ottenere benefici I risultati

confermarono le ipotesi e il ruolo positivo svolto dai ceppi Bifidobacterium longum e

Bifidobacterium bifidum sul quadro infiammatorio

Lrsquouso di specifici batteri probiotici potrebbe quindi contribuire al miglioramento della

patologia ma egrave necessario approfondire ulteriormente con modelli sperimentali e studi

clinici il loro ruolo a supporto della terapia classica

Bibliografia

Collado MC Donat E et al- Imbalances in faecal and duodenal Bifidobacterium species composition

in active and non active coeliac disease (httpwwwncbinlmnihgovpubmed19102766)- BMC

Microbiol 2008 2321-9

Di Cagno R Rizzello CG et al- Different fecal microbiotas and volatile organic compounds in treated

and entrate children with celiac diseaseAppl And Environ Microbiol 2009 75 3963-71

Golfetto L Senna FD et al- Lower Bifidobacteria counts in adult patients with celiac disease on a

gluten- free diet

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Lower+Bifidobacteria+counts+in+adult+patients+with

+celiac+disease+on+a+gluten-+free+diet)- Arq Gastroenterol 2014 51 139-43

32

Ghosh S- Advances in our understanding of the pathogenesis of celiac disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed21523256)- Can J Gastroenterol 2011 25186

Medina M De Palma G- Bifidobacterium strains suppress in vitro the pro-inflammatory milieu

trigged by large intestinal microbiota of coeliac patients

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Bifidobacterium+strains+suppress+in+vitro+the+pro-

inflammatory+milieu+trigged)- J Inflamm 2008 519

Sanders ME- Impact of probiotics on colonizing microbiota of the gut

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed21992949)- J Clin Gastroenterol 2011 45S115-9

Sanz Y De Pama G et al- Unraveling the ties between celiac disease and intestinal microbiota

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Unraveling+the+ties+between+celiac+disease)- Int

Rev Immunol 2011 30 207-18

33

CAPSICUM ANNUUM IL ROSSO CHE PROTEGGE LA

TUA SALUTE

A cura di Dottssa Giusi Balzano ndash Biologa nutrizionista

Il peperoncino rosso il cui nome scientifico egrave Capsicum annuum appartiene alla famiglia

delle Solanacee ed egrave originario delle Americhe

Dal ritrovamento di reperti archeologici sappiamo con certezza che fin dal 5000 aC circa la

popolazione messicana conosceva il peperoncino il quale fu importato in Europa da

Cristoforo Colombo nel 1493

Capsicum annuum

Il peperoncino a dispetto di tante credenze gode di tante proprietagrave benefiche e forse per

associazione con il pepe si tende erroneamente a credere che sia poco salutare

Come pianta egrave facilmente coltivabile e si adatta a diversi climi puograve essere coltivato nei vasi

e su un terrazzo limportante egrave che stia in pieno sole Nei periodi piugrave freddi conviene ad

ogni modo tenerlo al riparo in quanto non sopporta bene un clima troppo rigido Il

peperoncino egrave una pianta annuale e le parti consumate sono i frutti le bacche contenenti

dei semi bianco-giallastri Esistono tantissime qualitagrave di peperoncino e le bacche possono

essere consumate fresche cotte o crude I colori dei peperoncini (frutto) sono molteplici

verdi gialli rossi arancione bruno scuro e marrone scuro La sensazione di piccante data dal

peperoncino egrave dovuta alla capsaicina che in proporzione alla quantitagrave disponibile nel seme

ne determina appunto la piccantezza In realtagrave quando si mangia un peperoncino la

risposta di bruciore data dallorganismo egrave solo una sensazione che il cervello invia come

34

risposta allattivazione di alcuni termorecettori presenti nella bocca con cui proprio la

capsaicina viene a contatto Tra le proprietagrave del peperoncino troviamo

funzione dimagrante egrave accentuanto il consumo di calorie ad opera della capsaicina principio

attivo del peperoncino

proprietagrave antibiotiche antibatteriche e antiossidanti ad opera dei flavonoidi e capsaicinoidi

E anche molto utile nella cura di raffreddore bronchite e sinusite

flusso sanguignoazione vasodilatatrice il caratteristico potere piccante urticante del

peperoncino porta con seacute una specifica azione della capsicina sulla circolazione periferica

del sangue La dilatazione dei vasi sanguigni egrave funzionale alla regolazione ottimale della

pressione e della circolazione del sangue che aumenta dopo lassunzione I capillari

diventano piugrave elastici e il sangue risulta piugrave ossigenato Egrave per questo che il peperoncino utile

per scaldarsi in inverno diventa anche importante nella dieta estiva per difendersi dal caldo

torrido e dallumiditagrave

cuore e colesterolo la regolazione del flusso del sangue aiuta a mantenere pulito il sistema

endovenoso congiuntamente allazione della lecitina e di altri olii essenziali evitando la

comparsa di placche che bloccano il flusso sanguigno I capsaicinoidi svolgono unazione

importante nelle diete ad alto contenuto di sostanze grasse Il peperoncino aiuta a ridurre

eccessivi livelli di colesterolo accelerandone la ripartizione e lespulsione

digestione e metabolismo il peperoncino aumenta la secrezione di succhi gastrici e migliora

la digestione grazie al suo potere antifermentativo e inoltre tiene pulite le mucose Nelle

diete in cui egrave prevista unassunzione regolare linfluenza del capsicum porta a migliorare e

velocizzare i processi metabolici Attenzione perograve in caso di bruciore fastidioso e

persistente dopo ingestione di peperoncino associato ad uninfiammazione della gola

dellesofago o dello stomaco mangiare un pezzo di formaggio o di pane o bere birra risulta

essere di grande aiuto contro i fastidi menzionati

mal di collo e mal di schiena efficace contro artriti e reumatismi il peperoncino egrave un

ingrediente essenziale di molte creme e gel antinfiammatori ad azione topica Aiuta ad

alleviare il dolore migliorando la circolazione sanguigna

azione anti-tumorale la vitamina C egrave un significativo agente anti-cancro previene infezioni e

tumori I peperoncini freschi ne sono ricchi e riescono a fornirci acido ascorbico (vitamina C)

proprio in estate ed autunno quando la nostra dieta mediterranea egrave piugrave povera di agrumi

35

mal di testa e depressione lassunzione della capsicina provoca bruciore e dolore nella bocca

e nelle pareti interne del sistema gastroenterico Il nostro corpo reagisce cominciando a

rilasciare maggiori quantitagrave di adrenalina aumentando al contempo la produzione di

endorfine Il nostro corpo risulta energizzato laumento del flusso del sangue al cervello dagrave

sollievo poi sopraggiungono le endorfine vere e proprie ldquodrogherdquo naturali cioegrave oppioidi

endogeni che vengono prodotti internamente dal nostro organismo ed hanno potere

eccitativo ed analgesico alleviando cefalee ed altri dolori

azione afrodisiaca insieme alla vitamina C nel peperoncino cegrave anche la vitamina E

responsabile della stimolazione e della regolazione di molti processi legati alla feconditagrave

sessuale

Bibliografia

1 Tewksbury JJ Levey DJ Huizinga M Haak DC Traveset A Costs and benefits of capsaicin-mediated control of gut retention in dispersers of wild chilies Ecology 89 107-17 2008

2 Govindarajan VS Sathyanarayana MN Capsicum--production technology chemistry and quality Part V Impact on physiology pharmacology nutrition and metabolism structure pungency pain and desensitization sequences Crit Rev Food Sci Nutr 29 435-74 1991

36

Rape Rosse - Tubero e foglie un beneficio a 360deg

A cura di Dottssa Giusi Balzano ndash Biologa nutrizionista

Barbe rosse barbabietole rosse o ancora carote rosse

sono tutti sinonimi dialettali che fanno riferimento alle

rape rosse

Queste sono tuberi noti in botanica come Beta vulgaris

var rapa forma rubra si tratta di una pianta

appartenente alla famiglia delle Chenopodiaceae ed al genere Beta Menzionata in alcuni

antichissimi scritti greci risalenti al 420 aC periodo in cui il tubero rosso era noto

semplicemente come beta secondo il pensiero di altri autori lorigine delle rape rosse risale

addirittura al 2000 aC considerata la presenza di alcuni reperti archeologici che la

attestano

Malgrado gli appelli di dietologi e specialisti dellalimentazione si tende spesso a

dimenticare limportanza fitoterapica e benefica di alcuni ortaggi come in questo specifico

caso le rape rosse

Le rape rosse contengono pochissime calorie (solamente 19 per 100 grammi di prodotto)

per questo motivo rientrano tra i cibi ipocalorici ottimi alimenti preferibili in diete bilanciate

che presuppongono una marcata restrizione calorica Ersquo ricca di acqua corrispondente a

circa il 91 si contano solo il 4 di carboidrati ed il 26 di fibre contiene diverse vitamine

in particolare del gruppo B e una buona quota di sali minerali soprattutto potassio sodio

calcio ferro e fosforo ed egrave ricca anche di zuccheri Nella radice della rapa rossa si ritrova un

glicoside che attribuisce la tipica colorazione rosso vivo alla rapa si tratta della betaina

sfruttata dallindustria alimentare come colorante naturale (E 162) Altro pigmento

riscontrato nella rapa rossa egrave la betaxantina che le conferisce striature giallastre Ancora

nella radice di rapa rossa si trovano altre sostanze sfruttate nella fitoterapia e nella cosmesi

quali saponine antociani flavonoidi in genere ed allantoine (proprietagrave idratanti e

disarrossanti)

37

Proprietagrave terapiche

Una delle proprietagrave curative principali di questo ortaggio riguarda il potere lassativo spesso

utile per combattere la stitichezza e le emorroidi La rapa rossa egrave anche un buon rimedio per

migliorare la funzione epatica e combattere le infezioni delle vie urinarie Le sue foglie sono

unrsquoottima fonte di vitamina A e le radici sono una buona fonte di vitamina C Le foglie

vengono cucinate o servite fresche come verdura mentre le radici o teste possono essere

affettate in insalate o cotte intere e poi tagliate a fettine o a tocchetti

Le rape rosse sono particolarmente ricche di folati fondamentali alleati contro le malattie

cardiache e lrsquoanemia in quanto coinvolti nella produzione di globuli rossi e bianchi nella

sintesi di materiale genetico e nella formazione di anticorpi nel sistema immunitario Esse

sono anche ricchi di fibre solubili e insolubili La fibra insolubile aiuta a mantenere il tratto

intestinale funzionante mentre la fibra solubile controlla il livello di zucchero nel sangue e

abbassa il colesterolo Nelle sue foglie egrave abbondante il beta-carotene il ferro e il calcio

Ricche di vitamine del gruppo B come B1 B2 B3 e B6 per quanto concerne il contenuto di

sali minerali questa egrave un ortaggio ricco di iodio sodio e potassio ma anche in quantitagrave

minori di magnesio Lo iodio egrave un minerale essenziale per il corretto funzionamento della

ghiandola tiroidea che regola il metabolismo mentre il potassio e il sodio sono necessari per

la generazione e la trasmissione degli impulsi nervosi attivitagrave muscolare a parte il bilancio

idrico allrsquointerno e allrsquoesterno della cellula

Il succo crudo di barbabietola (Fig 1) egrave particolarmente idoneo per tutte le persone che

soffrono di anemia in quanto favorisce la formazione di globuli rossi nel sangue inoltre ha

proprietagrave diuretiche e favorisce la digestione

Fig1 succo crudo di barbabietola rossa

38

Ortaggio anticancro

Nella rivista International Journal of Cancer si discute sul ruolo delle rape rosse come

potenziale alimento anticancro la questione egrave per certi versi discutibile ed oscura e non

esiste alcuna dimostrazione indubbia ed inequivocabile che accerti lipotesi In particolare

nella rivista sopraccitata si discute del possibile ruolo delle rape rosse nella prevenzione del

tumore al colon per altri le rape rosse sarebbero in grado non solo di prevenirne il cancro

ma anche di contrastarlo

Bibliografia

Kazimierczak R Hallmann E Lipowski J Drela N Kowalik A Puumlssa T Matt D Luik A Gozdowski D Rembiałkowska E

Beetroot (Beta vulgaris L) and naturally fermented beetroot juices from organic and conventional production metabolomics antioxidant levels and anticancer activity

J Sci Food Agric 2014 May

39

Sigrave ai legumi nella prevenzione delle malattie tumorali

A cura di Dottssa Bruzzone Francesca ndash Dietista

Con il termine ldquolegumirdquo si intendono tutti quei semi commestibili derivanti dalle piante

dicotiledoni dellrsquoordine delle Fabales tra cui rientrano i fagioli le lenticchie le fave i piselli

i lupini i ceci le carrube le cicerchie le arachidi e la soia

I legumi sono alimenti ricchi di proteine tanto da essere stati denominati come ldquola carne dei

poverirdquo Essi possiedono un buon contenuto in amminoacidi (ad eccezione di quelli solforati

e del triptofano) carboidrati fibre Calcio Ferro e Potassio a discapito di grassi e

colesterolo

In abbinamento ai cereali i legumi costituiscono un ottimo e saziante piatto unico dove

convergono carboidrati e proteine e dove gli amminoacidi carenti nei cereali (come la lisina)

si integrano con quelli dei legumi e viceversa Queste qualitagrave rendono tali semi

particolarmente adeguati sia nella prevenzione che nel trattamento di numerose malattie

metaboliche come il diabete mellito le dislipidemie la sindrome metabolica il sovrappeso e

lrsquoobesitagrave Di recente inoltre egrave stato attribuito un altro importante ruolo benefico ai legumi

quello di ostacolare la crescita di alcune forme tumorali

Un lavoro effettuato da un gruppo di ricercatori dellUniversity College di Londra del

Dipartimento di Scienze Chirurgiche dell`Universitagrave di Chieti e del Laboratorio di

Farmacologia Molecolare dell`Istituto Mario Negri di Milano e pubblicato sulla rivista

statunitense ldquoCancer Researchrdquo infatti ha scoperto la presenza di inositolo pentachisfosfato

nella maggior parte dei legumi (in particolare in lenticchie piselli e fagioli) e nelle noci Tale

40

composto sembrerebbe inibire lrsquoenzima fosfoinositide 3-chinasi coinvolto nella crescita e

nella progressione dei tumori e capace di aumentare la resistenza al trattamento con agenti

chemoterapeutici Il segnale attivato dalla fosfoinositide 3-chinasi infatti rappresenta un

target importante per lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche anticancro e questo studio

dimostra come lrsquoinositolo pentafosfato sia capace di antagonizzare in maniera specifica

questo segnale nelle cellule tumorali inducendone lrsquoapoptosi (morte programmata)

Lrsquoinositolo pentafosfato ha una struttura molecolare analoga al prodotto dellrsquoattivitagrave

enzimatica della fosfoinositide 3-chinasi che attiva segnali specifici per la progressione del

cancro Il meccanismo secondo il quale lrsquoinositolo pentafosfato disattiva le proteine

iperattive nei tumori dalla membrana plasmatica permette di inibire sia la crescita delle

cellule tumorali umane in coltura sia lo sviluppo dei tumori nei topi In queste condizioni

lrsquoinositolo pentafosfato ha dimostrato unrsquoattivitagrave farmacologica comparabile e potenziante

quella del farmaco citotossico cisplatino molto usato in chemioterapia antitumorale ma

associato a effetti collaterali come nausea vomito formicolio a mani e piedi caduta dei

capelli e alterazione della funzionalitagrave renale (gli inositoli fosfati invece non sono tossici

neanche a concentrazioni piugrave elevate di quelle usate in questo studio e possono essere

assorbiti per via orale) I principali effetti positivi sono stati riscontrati a livello di ovaie e

polmoni

Lrsquoinositolo pentafosfato inoltre si egrave dimostrato capace di inibire lo sviluppo dei nuovi vasi

sanguigni indispensabili per la nutrizione e lo sviluppo del tumore (angiogenesi) bloccando

quindi un meccanismo fondamentale per la sua crescita

Sitografia

ldquoLe Scienze edizione italiana di Scientifica Americanrdquo ndashLegumi e cereali conto il cancro-

ldquoAssociazione Giacomo-onlusrdquo -Inositolo Pentafosfato da legumi e arachidi una nuova strada

nella cura dei tumori

41

Tra le mille virtursquo del miele la cura dellrsquoherpes simplex

A cura di Dottssa Serena Pascucci Biologa Nutrizionista

Le molteplici proprietagrave del miele sono note fin dallrsquoantichitagrave

per le sue capacitagrave antisettiche antibiotiche e cicatrizzanti

e il suo uso nella medicina moderna sta riscontrando

sempre piugrave maggiore interesse

Diversi studi

hanno valutato

lrsquoefficacia del miele contro alcuni virus tra cui di

particolare importanza egrave emersa lrsquoefficacia del

miele per il trattamento dellrsquoHerpes Simplex sia a

livello labiale sia a livello genitale Lo studio del

2004 condotto presso una clinica privata a Dubai

ha selezionato 16 pazienti con ricorrenti manifestazioni del virus otto affetti da Herpes

simplex a livello labiale e otto a livello genitale con un etagrave compresa tra i 35 e i 45 anni sia

maschi che femmine Ersquo stata valutata e considerata lrsquoefficacia del miele nel trattamento

delle lesioni prodotte dal virus in confronto a un comune farmaco antivirale utilizzato

normalmente (Acyclovir) I pazienti prescelti prima della prova non dovevano sottoporsi ad

altre cure antivirali A scelta casuale sono stati selezionati quattro pazienti con herpes

labiale e quattro con herpes genitale che hanno effettuato il primo trattamento con il miele

gli altri otto con il farmaco comune antivirale a base di 5 di acyclovir Alla seconda

comparsa della manifestazione del virus egrave stato effettuato lrsquoopposto Nello studio egrave stato

somministrato un miele multiflora direttamente sulle lesioni prodotte dal virus su una garza

a contatto con la lesione per un quarto drsquoora per 4 volte al giorno fino alla completa

guarigione mentre il farmaco veniva applicato 6 volte al giorno Da questa prova egrave stata

riscontrata una durata delle lesioni dalla prima comparsa alla completa scomparsa di circa

12 giorni in media per entrambi i trattamenti ma nel caso dei pazienti con herpes labiale

trattati con il miele la guarigione egrave avvenuta in circa 3 giorni rispetto ai 5 giorni con il

trattamento con acyclovir cioegrave con una velocitagrave del 35 superiore Inoltre il miele ha

42

mostrato un azione migliore rispetto al farmaco in particolare la durata del dolore risultava

minore del 39 con fastidi moderati per non piugrave di 24 ore mentre con acyclovir il dolore

anche se moderato poteva prolungarsi fino a 72 ore Ersquo stato anche riscontrato un

insorgenza minore delle croste del 28 in chi utilizzava il miele in particolare in 5 pazienti le

lesioni non si sono evolute in croste cosa che non egrave mai avvenuta nei soggetti trattati con il

farmaco Ancora in due casi con il trattamento con il miele lrsquoherpes ha abortito cioegrave dopo i

primi sintomi non ha sviluppato lesioni e procurato fastidi al contrario dei pazienti trattati

con il farmaco Anche nei pazienti con herpes a livello genitale il miele si egrave mostrato piugrave

efficace del farmaco convenzionale con un tempo di guarigione minore del 53 una durata

del dolore inferiore del 50 anche qui con fastidi moderati e con una durata non superiore

alle 24 ore rispetto a bruciori da moderati a medi prolungati(anche per 3 giorni) nei pazienti

con trattamento con farmaco Inoltre egrave stato riscontrato anche a livello genitale un

insorgenza minore di croste del 49 in particolare in 5 pazienti trattati con il miele le lesioni

a livello genitale non si sono sviluppate in croste a differenza dei pazienti trattati con il

farmaco in cui le croste sono sempre apparse Infine egrave stato riscontrato anche a livello

genitale un aborto del virus in chi utilizzava il miele senza avere avuto nessun riscontro

invece nei pazienti trattati con farmaco

Lrsquoanalisi statistica ha mostrato un efficacia superiore del miele rispetto allrsquoutilizzo di

acyclovir per la cura e la risoluzione delle lesioni virali da herpes simplex labiale e genitale

(Ai-waili 2004) Tuttavia quale sia o quali siano i meccanismi drsquoazione che permettono al

miele di inibire la replicazione del virus sono poco conosciuti Un fattore che puograve

determinare lrsquoazione antivirale del miele puograve essere ricercato nel contenuto di flavonoidi(

azione antivirale) rame zinco vit E C normalmente presenti nel miele e di provata azione

antivirale(AI-Waili 2004) e infine lrsquoossido di azoto con un azione antivirale in vitro la cui

attivitagrave egrave stata rilevata anche sul virus dellrsquoHIV (Torre et al 2002 Schramm DD et al 2003)

Lrsquoherpes simplex egrave un infezione virale importante qualsiasi terapia si volesse seguire egrave

opportuno seguire sempre una supervisione e il consiglio del medico

Bibliografia

Al-Waili NS topical honey application vs acyclovir for the treatment of recurrent herpes

simplex lesions Med Sci Monit 2004 10(8) MT94-MT98

- Schramm DD Karim M Schrader HR Holt RR Cardetti M Keen CL Honey with high levels of antioxidants can provide protection to healthy human subjects J Agric Food Chem 200351(6)1732ndash5 doi 101021jf025928k - Torre D Pugliese A Speranza F Role of nitric oxide in HIV-1 infection friend or foe Lancet Infect Dis 2002 May2(5)273-80

16

Depressione azione epigenetica dei fattori ambientali sullo sviluppo del disturbo attraverso la metilazione

del trasportatore della serotonina (SERT) Evidenze di laboratorio sulla quantificazione dellrsquoeffetto epigenetico del danno e della correzione terapeutica

A cura di Dott Giovanni Borghini- Biologo Genetista

La cronaca continua a portare alla ribalta estremi gesti anti-

conservativi di personaggi apparentemente gratificati da una vita di

successi e popolaritagrave Cosa si nasconde dietro il male oscuro della

depressione egrave una sfida ancora aperta ai piugrave diversi contributi della

ricerca Ne analizzeremo uno in particolare legato alle recenti

acquisizioni della biologia molecolare sui fenomeni epigenetici da

stress e il polimorfismo genico del trasportatore della serotonina

Il trasportatore della serotonina (SERT) e la sua la regione polimorfica gene-linked (5-

HTTLPR) sono ormai pienamente riconosciuti come modulatori del legame tra lo stress della

vita e la depressione Tuttavia i percorsi molecolari implicati in questa interazione gene-

ambiente (GXE) sono ancora in gran parte sconosciuti Alterazioni nel profilo dellrsquoespressione

genica del SERT spesso mediate epigeneticamente sono associate allrsquoinsorgenza di

depressione e possono pertanto costituire un ipotetico mediatore nellrsquo interazione GXE In

un recente articolo (Wankerl M et al 2014) sono stati indagati parallelamente gli effetti dei

polimorfismi genici del SERT (5-HTTLPR) e delle avversitagrave ambientali riferite allrsquointero arco

vitale a partire dagli stress precoci intra-uterini In accordo con la letteratura internazionale

sono emerse strette correlazioni tra variazioni polimorfiche del SERT e i cambiamenti

ambientali (stress precoci traumi prenatali) Studiando in vivo lespressione del SERT in

campioni di cellule di sangue periferico egrave stato valutato se i cambiamenti indotti

dallambiente siano mediati da modificazioni epigenetiche A tale scopo sono stati analizzati

83 siti CpG nel promotore-genico del SERT della grandezza di 799-bp con il metodo

altamente sensibile del ldquopyrosequencingrdquo con bisolfito I partecipanti allo studio sono stati

133 tra giovani e adulti sani I risultati hanno mostrato che sia i portatori dellallele ldquoSrdquo del 5-

17

HTTLPR che i bambini sottoposti a stress materno prenatale (328) e a maltrattamento

infantile (563) presentavano una ridotta espressione del mRNA del SERT rispetto a quelli

senza alcun fattore di rischio I dati dellrsquoarticolo indicano inoltre che i cambiamenti nei livelli

di espressione del mRNA SERT non coincidono con i profili di metilazione del DNA allinterno

delle isole CpG del SERT Egrave quindi ipotizzabile che i cambiamenti persistenti nellespressione

del SERT possano a loro volta dipendere da un alterato funzionamento serotoninergico e

probabilmente si sommano la vulnerabilitagrave a differenti malattie associate al 5-HTTLPR e le

avversitagrave precoci

Bibliografia M Wankerl1 R Miller1 C Kirschbaum1 J Hennig2 T Stalder1 and N Alexander1 Effects of genetic and early environmental risk factors for depression on serotonin transporter expression and methylation profiles Transl Psychiatry Jun 2014 4(6) e402 Published online Jun 17 2014 doi 101038tp201437 PMCID PMC4080318 Franke L Therstappen E Schlosser B Biermer M Berg T Schaumlfer M Arck P Uebelhack R Friebe A A Preliminary Study on the Relationship between Platelet Serotonin Transporter Functionality Depression and Fatigue in Patients with Untreated Chronic Hepatitis C Depress Res Treat 20142014821381 doi 1011552014821381 Epub 2014 Mar 20 Domschke K Tidow N Schwarte K Deckert J Lesch KP Arolt V Zwanzger P Baune BT Serotonin transporter gene hypomethylation predicts impaired antidepressant treatment response Int J Neuropsychopharmacol 2014 Aug17(8)1167-76 doi 101017S146114571400039X Epub 2014 Mar 28

18

SVILUPPO PUBERALE E TESSUTO ADIPOSO A cura di Dottssa Martina Beltrami - Dietista

La pubertagrave egrave una fase di transizione che determina la

maturitagrave riproduttiva tra linfanzia e letagrave adulta

La pubertagrave egrave legata a importanti cambiamenti sviluppo

delle caratteristiche sessuali secondarie lo sviluppo

somatico il menarca modificazioni psicologiche

Lormone di rilascio delle gonadotropine (GnRH) che

per tutta linfanzia viene prodotto in modo sporadico

inizia ad essere prodotto in modo pulsatile e regolare

La frequenza e lampiezza della sua produzione

determinano la produzione degli ormoni responsabili di portare allovulazione e poi la

regolaritagrave dei cicli mestruali

Tra la prima mestruazione e la piena maturazione possono passare 3-4 anni

Negli ultimi anni si egrave evidenziato come uno sviluppo precoce o tardivo sia correlato

negativamente con la salute della donna

Letagrave del menarca e lincidenza con la sindrome metabolica sono correlati con una curva a U

per la quale sia unetagrave troppo precoce (prima dei 10 anni) sia unetagrave tardiva (dopo i 16anni)

portano ad un aumentato rischio di sviluppare la sindrome metabolica nellarco dei successivi

26 anni (1)

Un menarca precoce egrave un fattore di rischio a tutte le patologie estrogeno dipendenti

(iperandrogenismo pcos tumore alla mammela) e dal punto di vista psicologico puograve essere

traumatico

Un menarca tardivo egrave correlato a osteopenia il picco di accumulo di densitagrave ossea avviene

tra letagrave puberale e i 25anni se lo sviluppo puberale tarda avrograve meno tempo a disposizione

per aumentare la densitagrave ossea

I fattori nutrizionali sono considerati uno dei principali fattori che influenzano linizio dello

sviluppo puberale

19

La Leptina egrave un ormone prodotto dal tessuto adiposo ed egrave strettamente correlata alla sua

quantitagrave Piugrave aumenta lindice di massa corporea (BMI) e piugrave aumenta la percentuale di

Leptina prodotta

La Leptina agisce sui processi di termogenesi sul comportamento alimentare e sulla funzione

riproduttiva Le modificazioni dei livelli di leptina indicano se le riserve energetiche

dellorganismo sono sufficienti per sostenere lo sviluppo puberale La leptina agisce quindi

come un segnale periferico per lipotalamo ed egrave necessaria per lo sviluppo puberale

Alcuni studi hanno evidenziato come letagrave del menarca sia strettamente correlata ai livelli

circolanti di leptina

La leptina circolante infatti aumenta di circa il 30 nei 6 mesi precedenti il menarca(2)

Negli ultimi decenni il sovrappeso egrave aumentato nella popolazione e non a caso anche letagrave

media del primo menarca egrave scesa da 13 a 12 anni circa

Letagrave del menarca egrave correlata piugrave al peso corporeo che non alletagrave cronologica

Se andiamo a modificare per carenza o per eccesso il grasso corporeo la produzione di

leptina cambia e il menarca puograve anticipare o tardare

Bambine di 5-7 anni in sovrappeso hanno maggior probabilitagrave di uno sviluppo puberale

anticipato a 9 anni (3)

Ballerine ginnaste o ragazze con un BMI piugrave basso rispetto alle coetanee spesso hanno un

menarca tardivo

Da alcuni studi sembrerebbe che un percentuale minima del 16 di grasso sia necessaria

affinchegrave avvenga lo sviluppo puberale e il 22 per avere cicli regolari (4)

Riuscire a identificare precocemente i soggetti a rischio permette di intervenire

tempestivamente lavorando sullindice di massa corporea per recuperare anni sui fattori di

rischio

Bibliografia

1) Mueller NT1Duncan BBBarreto SMChor DBessel MAquino EMPereira MASchmidt MI Earlier age at menarche is associated with higher diabetes risk and cardiometabolic disease risk factors in Brazilian adults Brazilian Longitudinal Study of Adult Health (ELSA-Brasil) 2) Lassek W D and Gaulin S JC (2007) Menarche is related to fat distribution Am J Phys Anthropol 1331147ndash1151 doi101002ajpa20644

20

3) Davison et al Percent Body Fat at Age 5 Predicts Earlier Pubertal Development Among Girls at Age 9 Pediatrics 2003 1114 815-821 4) Rose E Frisch1Roger Revelle1 Height and Weight at Menarche and a Hypothesis of Critical Body Weights and Adolescent Events Science 24 July 1970 Vol 169no 3943pp 397-399

21

Attivitagrave ormonale e distribuzione di grasso

generalizzato

A cura di Dottssa Bruzzone Francesca ndash Dietista

Mentre della localizzazione del tessuto adiposo a livello addominale piuttosto che in zona

gluteo-femorale si tratta lungamente (distinguendo lrsquoobesitagrave androide da quella ginoide) dei

soggetti che accumulano grasso in modo omogeneo nei vari distretti corporei si parla in

minor misura nonostante tale fenomeno interessi ugualmente genere maschile e genere

femminile

La predisposizione a immagazzinare le riserve energetiche in una

zona piuttosto che in unrsquoaltra varia in relazione a etagrave sesso razza

di appartenenza attivitagrave fisica alimentazione e azione ormonale

Questi ultimi tre fattori sono strettamente correlati e dipendenti

lrsquouno dallrsquoaltro

Le persone in sovrappeso che presentano delle forme corporee

come quelle della figura a lato solitamente possiedono arti lunghi

ossa piccole faccia ovale o allungata e vita alta Essi localizzano il

grasso in tutto il corpo ad eccezione dei polpacci non sopportano il

caldo adorano i carboidrati e il caffegrave alternano la loro giornata tra energia e stanchezza e

passano da entusiasmo e presa di iniziativa nei periodi positivi a depressione e irritabilitagrave nei

momenti di stress

Tutte queste caratteristiche sono determinate dal ruolo degli ormoni nella gestione della

regolazione delle funzioni corporee e dellrsquoemotivitagrave

I soggetti che tendono ad ingrassare sia nella zona addominale che in quella inferiore del

corpo infatti annoverano molto spesso un lungo passato di squilibrio ormonale in cui si

sovrappongono fattori eziologici tipici del grasso androide ad altri caratteristici del grasso

ginoide

Generalmente questi individui acquistano peso a causa di una alterata attivitagrave tiroidea (loro

ghiandola dominante) provocata da un consumo protratto ed eccessivo di carboidrati

raffinati e di zuccheri semplici Ciograve conduce nel tempo a una soppressione dellrsquoefficienza

tiroidea e della secrezione dellrsquoormone somatotropo (HGH) e quindi a un accumulo di grasso

22

generalizzato conseguente alla riduzione del metabolismo basale e del mancato effetto

lipolitico Lrsquoormone della crescita e gli ormoni tiroidei infatti vengono inibiti dal cortisolo il

quale egrave stimolato proprio dallrsquoipoglicemia reattiva allrsquoiperglicemia dovuta a un pasto ricco di

zuccheri semplici e carboidrati raffinati Anche la caffeina egrave in grado di aumentare la

produzione di cortisolo insieme a stress scarsa idratazione e digiuni prolungati Tale

ormone insieme agli squilibri insulinici che si innescano agevola lrsquoaumento ponderale

attraverso meccanismi quali la sollecitazione della lipoproteina lipasi e lrsquoaumento di

ritenzione idrica

La dieta piugrave adeguata per il dimagrimento di questi soggetti quindi prevede una riduzione

dei cereali bianchi degli zuccheri e della caffeina a favore di farinacei integrali proteine

nobili (specie di origine ittica per stimolare la tiroide attraverso il contenuto di iodio) e

verdura egualmente distribuiti nei vari pasti senza dimenticare una buona idratazione

Lrsquoazione degli ormoni nella localizzazione del grasso non si esprime soltanto in relazione agli

stimoli alimentari ma anche in rapporto allrsquoattivitagrave fisica coadiuvante il dimagrimento

Essendo la tiroide particolarmente attiva in tarda mattinata ad esempio il momento

migliore per allenarsi sarebbe questo per avere la possibilitagrave di stimolare al meglio le

funzioni metaboliche e il consumo dei grassi Se invece viene svolto un allenamento con i

pesi mirato ad implementare la forza esso non dovrebbe superare i 60 minuti in modo da

evitare unrsquoesosa produzione di cortisolo

Bibliografia

Massimo Spattini -La dieta ldquocomrdquo e il dimagrimento localizzato- Tecniche Nuove 2012

23

Approccio nutrizionale alla sindrome premestruale

A cura di Dottssa Chiara Di Gianvittorio ndash Dietista

La sindrome premestruale (PMS) egrave un disturbo

molto comune nelle donne in etagrave fertile e si

caratterizza per una serie di sintomi fisici e

psicologici che insorgono nella fase luteinica e

tendono a scomparire con il sopraggiungere del

flusso La sua prevalenza egrave stata stimata nel 30-40

della popolazione femminile in etagrave riproduttiva I

sintomi principali sono gonfiore stipsi dolori

addominali ritenzione idrica ma possono

aggiungersi ansia insonnia repentini cambi di umore irritabilitagrave stanchezza e attacchi di

fame Ogni donna vive a suo modo queste manifestazioni che possono verificarsi

contemporaneamente o solo in parte e la cui gravitagrave egrave variabile

Le cause della sindrome premestruale sono da rintracciarsi nello squilibrio ormonale dato

dallrsquoavvicendarsi di estrogeni e progesterone in fattori nutrizionali o in eventuali anomalie

funzionali dellrsquoasse ipotalamo-ipofisi-surrene che comportano alterazioni della secrezione di

ormoni sessuali Anche i crescenti livelli di prolattina possono contribuire ai sintomi

provocando dolori al seno e gonfiore Infine sembra che si verifichi una diminuzione di

dopamina e serotonina endorfine in grado di regolare il tono dellrsquoumore Le conseguenze di

tale sbilancio sono evidenti anche nella concentrazione nel siero di alcuni microelementi

magnesio e calcio risultano carenti nella fase luteinica e implicati quindi nella genesi di alcuni

dei sintomi Entrambi infatti sono coinvolti nellrsquoattivitagrave e nel rilascio di neurotrasmettitori e

nelle funzioni neuromuscolari

Considerando quindi la varietagrave dei disturbi e lrsquoimpatto che gli stessi possono avere sulla

qualitagrave di vita della donna unrsquoattenta alimentazione risulta utile quanto necessaria Nello

specifico lrsquoattenzione egrave rivolta al consumo attraverso la dieta di grassi saturi insaturi fibre

zuccheri semplici sostanze nervine e microelementi

Evidenze scientifiche mostrano che riducendo il contenuto di grassi nella dieta ed

aumentando il consumo di fibre e vegetali si abbassano i livelli ematici di estrogeni e di

24

conseguenza migliora la sintomatologia e il dolore mestruale Il fegato infatti estrae gli

estrogeni dal torrente ematico e li invia attraverso lrsquoalbero biliare nel tubo digerente Ligrave la

fibra proveniente da frutta verdura legumi e cereali sequestra gli estrogeni impedendone il

riassorbimento e promuovendone lrsquoescrezione fecale Le variazioni nei livelli ormonali sono

state studiate soprattutto nelle donne vegetariane riscontrando in conclusione una

correlazione tra le concentrazioni nel plasma di estrone ed estradiolo e il consumo di grassi

saturi Tali ormoni infatti diminuivano allrsquoaumentare dellrsquoapporto di fibre con la dieta Al

momento egrave in corso di studio dunque il ruolo della dieta vegetariana nella prevenzione e

gestione della sindrome premestruale Un ulteriore dato oggettivo a favore egrave

rappresentato dallrsquoutilizzo di alimenti come la soia ricca in fitoestrogeni Questi ultimi sono

estrogeni vegetali dallrsquoeffetto blando che agiscono come antagonisti riducendo la capacitagrave

dellrsquoestrogeno endogeno di legarsi al loro recettore cellulare Il risultato egrave una minore

stimolazione sulle cellule ormono-sensibili e una migliore gestione dei sintomi

Unrsquo ulteriore precisazione va fatta per i grassi nella dieta non solo la quantitagrave ma anche la

qualitagrave influisce sullrsquoinsorgenza dei disturbi del ciclo mestruale Unrsquoalimentazione ricca di

grassi polinsaturi Omega 3 si associa ad una sintomatologia piugrave modesta Infatti tali grassi

riducono la produzione di prostaglandine nellrsquoorganismo coinvolte nei processi di

infiammazione dolore contrazione muscolare e vasocostrizione

Banditi inoltre gli zuccheri semplici in quanto hanno un forte impatto sulla glicemia e

influenzano il rilascio dei neurotrasmettitori responsabili del tono dellrsquoumore (serotonina

adrenalina dopamina noradrenalina ecc) e del senso dellrsquoappetito

Altra accortezza per migliorare la gestione della sindrome premestruale egrave la riduzione

dellrsquoapporto di sodio e caffeina (o altre sostanze nervine come tegrave coca cola etc)

rispettivamente per limitare la ritenzione idrica e ridurre irritabilitagrave e insonnia

Infine egrave stato ampiamente studiato lrsquoapporto vitaminico e gli effetti su tali disturbi con

particolare attenzione alle vitamine del gruppo B assunte attraverso la dieta e non sotto

forma di integratori alimentari Lrsquointake di Tiamina e Riboflavina sembra avere un ruolo nellrsquo

incidenza della sindrome premestruale in quanto risultano implicate nel metabolismo di

neurotrasmettitori come Serotonina e GABA (Acido γ-amminobutirrico) che intervengono

migliorando lrsquoumore e agiscono indirettamente nella funzionalitagrave ovarica e riproduttiva

Al momento egrave in corso di valutazione lrsquointegrazione nella fase luteinica con Magnesio e

Calcio La loro contemporanea somministrazione genera un effetto sinergico nel ridurre gli

25

spasmi della muscolatura uterina e migliorare lrsquoumore Anche alcuni rimedi fitoterapici

sembrano alleviare la sintomatologia agnocasto ginkgo biloba e zafferano Ulteriori studi

sono perograve necessari per chiarire se realmente possa esserci un beneficio da eventuali

supplementazioni con microelementi o erbe Per ora rimane la certezza che una dieta

equilibrata ricca in frutta verdura legumi e acidi grassi polinsaturi sia la strategia drsquoelezione

nella gestione delle forme piugrave lievi di sindrome premestruale

Bibliografia

Adlercreutz H Martin F et al Steroid absorption and enterohepatic re cycling-

(httpwwwcontraceptionjournalorgarticle0010-782428792990094-5abstract)-

Contraception 1979 20 201-23

Baker LJ OrsquoBrien PM Premenstrual syndrome (PMS) a peri-menopausal perspective-

(httpwwwmaturitasorgarticleS0378-512228122900111-9fulltext) - Maturitas 2012

72(2)121-5

Chou T- Wake up and smell the coffee Caffeine coffee and the medical consequences-

httpwwwncbinlmnihgovpmcarticlesPMC1022034 - West J Med 1992 Nov157(5)544-53

Dante G Facchinetti F Herbal treatments for alleviating premenstrual symptoms a systematic

review- (httpinformahealthcarecomdoiabs1031090167482X2010538102)- J Psychosom

Obstet Gynaecol 2011 Mar32(1)42-51

Deutch B Menstrual pain in Danish women correlated with low n-3 polyunsaturated fatty acid

intake- (httpwwwncbinlmnihgovpubmed7588501) Eur J Clin Nutr 1995 Jul49(7)508-16

Gigante DP et al Population study of premenstrual syndrome-

(httpwwwscielosporgscielophpscript=sci_arttextamppid=S0034-

89102006000100009amplng=enampnrm=isoamptlng) - Rev Saude Publica 2006 40(1)47-56

Girman A Lee R Kligler B An integrative medicine approach to premenstrual syndrome- (

httpwwwajogorgarticleS0002-937828032900357-0fulltext) -Am J Obstet Gynecol 2003

188(5 Suppl)S56-65

Goldin BR Adlecreutz H et al Estrogen extrection patterns and plasma levels in vegetarian and

omnivorous women- (httpwwwnejmorgdoifull101056NEJM198212163072502 )- N Engl J

Med 1982 3071542-7

26

Halbreich U The etiology biology and evolving pathology of premenstrual syndromes-

(httpwwwsciencedirectcomsciencearticlepiiS0306453003000970)

Psychoneuroendocrinology 200328(suppl 3)55ndash99

Larissa Almenara Silva dos Santos Vilma Blondet de Azeredo et al-Seric ion level and its

relationship with the symptoms of premenstrual syndrome in young women-

(httpwwwnutricionhospitalariacompdf6648pdf) - Nutr Hosp 2013 28(6)2194-2200 Silva CM

Margot N Woods Sherwood L et al Low-fat high fiber diet and serume estrone sulfate in

premenopausal women (httpajcnnutritionorgcontent4961179fullpdf+htmlsid=38ae9820-

e92f-4cfe-b019-a9b3ce1d92e7) - Am J Clin Nutr 1989 49 1179-83

Sohrabi N Kashanian M et al - Evaluation of the effect of omega-3 fatty acids in the treatment of

premenstrual syndrome a pilot trial-

(httpwwwcomplementarytherapiesinmedicinecomarticleS0965-229928122900174-

4fulltext ) Complement Ther Med 2013 Jun21(3)141-6

Thys-Jacobs S Micronutrients and the premenstrual syndromethe case for calcium-

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed10763903) - Journal of the American College of Nutrition

2000 19 (2) 220-7

Patricia O Chocano-Bedoya JoAnn E Manson et al Dietary B vitamin intake and incident

premenstrual syndrome- (httpajcnnutritionorgcontent9351080long) Am J Clin Nutr 2011

93 1080-6

27

Attuali evidenze epidemiologiche in tema di malattia

celiaca

A cura di Dottssa Chiara Di Gianvittorio ndash Dietista

La malattia celiaca egrave un disturbo

autoimmune che si sviluppa in

persone geneticamente predisposte

in conseguenza dellrsquoesposizione a

fattori ambientali (glutine nella dieta

come prima causa) La prevalenza

del disturbo egrave molto variabile gli

ultimi dati riguardo la distribuzione della malattia parlano di un incremento in alcune aree

mondiali Il miglioramento delle tecniche diagnostiche e la migliore conoscenza della

malattia non bastano perograve a spiegare la crescita verificatasi negli ultimi 30- 40 anni

La nuova epidemiologia dellrsquo intolleranza al glutine egrave ora caratterizzata da un aumento di

nuovi casi in aree storiche (Europa del Nord e gli Stati Uniti) ma piugrave interessante egrave la crescita

della malattia in nuove regioni (paesi asiatici) A spiegare ciograve probabilmente ci sono

cambiamenti nelle abitudini alimentari soprattutto in etagrave infantile oltre che lrsquoutilizzo di

nuovi mezzi diagnostici

In Europa e Stati Uniti la frequenza sulla popolazione egrave di circa lrsquo 1 con alcune differenze

regionali In Finlandia e Svezia si calcola una prevalenza del 2-3 mentre in Germania solo

dello 02 nonostante i fattori causali sembrino essere simili (livello di assunzione di glutine

e frequenza di HLA-DQ2 e -DQ8) Sebbene lincidenza e i casi diagnosticati siano in

aumento rimane lrsquo ldquoiceberg celiacordquo a nascondere con un rapporto che varia da 13 a 15

(casi diagnosticati e non diagnosticati) la reale distribuzione della malattia

Oltre a Europa e Nord America lepidemiologia dellrsquo intolleranza al glutine egrave stata studiata in

molti altri paesi per lo piugrave popolati da individui di origine europea In queste zone i dati si

sovrappongono in larga misura a quelli del vecchio e del nuovo continente Nuove evidenze

arrivano dal Nord Africa e dai Paesi del Medio Oriente in cui il disturbo egrave presente

nonostante la scarsa disponibilitagrave di strutture diagnostiche e la scarsa consapevolezza della

28

malattia In Saharawi una popolazione araba che vive nel Sahara occidentale la prevalenza

della malattia egrave eccezionalmente elevata (56) per ragioni ancora poco chiare

La conoscenza della malattia nelle regioni asiatiche invece egrave ancora limitata e per lo piugrave

confinata in India dove egrave stata riconosciuta sia nei bambini che negli adulti Tuttavia come

efficacemente descritto da una task force indiana lrsquointolleranza al glutine in India egrave

ldquoimmerso in un oceano di malnutrizionerdquo La frequenza sembra essere maggiore nella parte

settentrionale probabilmente in conseguenza del largo consumo di grano rispetto al riso

Difficile ottenere dei numeri ma si stima che da 5 a 8 milioni di persone in India potrebbero

avere la malattia Purtroppo perograve ad oggi solo poche migliaia di pazienti sono stati

diagnosticati

Infine difficile comprendere anche la distribuzione in Cina a causa della grande popolositagrave I

fattori predisponenti (consumo di grano e genotipo HLA-DQ2 e DQ8) sono presenti cosigrave

come le prime evidenze in letteratura ma egrave necessario proseguire negli accertamenti

epidemiologici Risulta invece raro il disturbo in paesi come Giappone Corea Indonesia e

Filippine a causa del basso consumo di frumento e del patrimonio genetico

In sintesi i dati disponibili suggeriscono che lincidenza dellrsquo intolleranza al glutine egrave

veramente in aumento e che la malattia egrave attualmente molto piugrave comune in alcune aree

rispetto al passato Ulteriori studi epidemiologici perograve si rendono necessari per

comprendere meglio la distribuzione sulla popolazione e la correlazione con i fattori genetici

e ambientali

Bibliografia

Bai JC Fried M et al -World gastroenterology organisation global guidelines on celiac disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed23314668) - J Clin Gastroenterol 2013 47121ndash6

Catassi C Gatti S et al- The New Epidemiology of Celiac Disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed24979197)- JPGN Luglio 2014 Volume 59 supplement 1

Fasano A Berti I et al- Prevalence of celiac disease in at-risk and not-at-risk groups in the United

States a large multi center study (httparchintejamanetworkcomarticleaspxarticleid=215079)-

Arch Int Med 2003163286ndash92

29

Kochhar R Dachdev S et al- Prevalence of coeliac disease in healthy blood donors a study from

north India (httpwwwsciencedirectcomsciencearticlepiiS1590865812000229)- Dig Liver Dis

201244530ndash2

Kang JY Kang AHY et al -Systematic review worldwide variation in the frequency of Coeliac Disease

and changes over time

(httponlinelibrarywileycomdoi101111apt12373abstractjsessionid=91309CB937E7B5E094A

3B7F08441695f04t04)- Aliment Pharmacol Ther 201338226ndash45

Mustalahti K Catassi C et al- The prevalence of celiac disease in Europe results of a centralized

international mass screening project

(httpinformahealthcarecomdoiabs103109078538902010505931)- Ann Med 201042587ndash

95

30

Malattia celiaca e microbiota intestinale il ruolo dei

Bifidobatteri

A cura di Dottssa Chiara Di Gianvittorio ndash Dietista

La malattia celiaca egrave un disordine autoimmune scatenato dallrsquoingestione di alimenti

contenenti glutine in soggetti predisposti Lrsquoinfiammazione che ne risulta a carico del

piccolo intestino provoca atrofia dei villi e malassorbimento dei nutrienti I fattori implicati

nello sviluppo di questa patologia sono genetici e ambientali Tra questi ultimi troviamo

unrsquoesposizione troppo precoce al glutine insufficiente allattamento al seno infezioni

intestinali e squilibri della flora batterica residente La manifestazione clinica egrave varia e

include disturbi gastrointestinali come gonfiore vomito diarrea dispepsia perdita di peso e

disturbi extraintestinali come anemia malattie del fegato e dermatiti

Attualmente in studio egrave la relazione tra malattia celiaca e flora batterica intestinale che

risulta fondamentale per lrsquoequilibrio e la salute del tratto gastroenterico Il microbiota

umano egrave infatti lrsquoinsieme di microrganismi simbiontici dellrsquointestino Negli esseri umani si

trovano tra le 500 e le 1000 specie differenti di microrganismi di cui la maggioranza

anaerobi Tra questi ci sono i Bifidobatteri che svolgono una duplice azione diretta

contrastando i batteri patogeni e indiretta per interazione con il tessuto linfoide intestinale

(GALT) di cui ne stimola lrsquoattivitagrave

Alcuni ceppi di questi batteri inoltre sembrano inibire la risposta infiammatoria e il danno

alla mucosa che insorgono in conseguenza dellrsquoingestione di gliadina Infatti studi in vitro

hanno mostrato che tali microrganismi possono ridurre la produzione di citochine

infiammatorie (IFN-γ e IFN-α) e aumentare quella di IL-10 Un ulteriore effetto positivo

riguarda lrsquoincremento di cellule caliciformi nel piccolo intestino ridotte a causa della tossicitagrave

da glutine Infine oltre agli effetti immunomodulatori ceppi specifici come il

Bifidobacterium longum contribuiscono allrsquoidrolisi dei peptidi di gliadina durante la

digestione riducendo la presenza di aminoacidi tossici e dei loro effetti avversi

I Bifidobatteri risultano quindi protettivi contro la risposta infiammatoria e il danno

mucosale causato dal glutine Ci si chiede a questo punto se squilibri della microflora

31

possano costituire concausa nello sviluppo della patologia e se egrave possibile migliorarne la

gestione ristabilendo lrsquoequilibrio intestinale con probiotici

Attualmente cambiamenti nel microbiota intestinale sono stati dimostrati nei bambini

celiaci Negli adulti le evidenze parlano di una riduzione di Bifidobatteri sia al momento della

diagnosi che a dieta aglutinata ed un aumento dei Bacteroides (batteri gram negativi e

anaerobici) sia nelle feci che sulle biopsie dei celiaci Inoltre crsquoegrave una riduzione nella

variabilitagrave della specie sia prima che dopo la dieta Tali squilibri vanno ovviamente ad

incidere sul processo patologico

I probiotici sono costituiti da microrganismi vivi che devono essere in grado di svolgere

effetti positivi sulla flora batterica intestinale In alcuni studi si egrave dimostrato come alcuni di

essi possano avere una particolare utilitagrave per i celiaci anche se si tratta ancora di approcci a

livello sperimentale Unrsquo indagine condotta su 64 soggetti (26 pazienti celiaci con dieta

contenente glutine 18 celiaci a dieta gluten-free e 20 soggetti sani) ha portato a valutare se

la flora batterica intestinale possa contribuire ai sintomi pro-infiammatori della celiachia e se

con due specifici ceppi di Bifidobatteri sia possibile ottenere benefici I risultati

confermarono le ipotesi e il ruolo positivo svolto dai ceppi Bifidobacterium longum e

Bifidobacterium bifidum sul quadro infiammatorio

Lrsquouso di specifici batteri probiotici potrebbe quindi contribuire al miglioramento della

patologia ma egrave necessario approfondire ulteriormente con modelli sperimentali e studi

clinici il loro ruolo a supporto della terapia classica

Bibliografia

Collado MC Donat E et al- Imbalances in faecal and duodenal Bifidobacterium species composition

in active and non active coeliac disease (httpwwwncbinlmnihgovpubmed19102766)- BMC

Microbiol 2008 2321-9

Di Cagno R Rizzello CG et al- Different fecal microbiotas and volatile organic compounds in treated

and entrate children with celiac diseaseAppl And Environ Microbiol 2009 75 3963-71

Golfetto L Senna FD et al- Lower Bifidobacteria counts in adult patients with celiac disease on a

gluten- free diet

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Lower+Bifidobacteria+counts+in+adult+patients+with

+celiac+disease+on+a+gluten-+free+diet)- Arq Gastroenterol 2014 51 139-43

32

Ghosh S- Advances in our understanding of the pathogenesis of celiac disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed21523256)- Can J Gastroenterol 2011 25186

Medina M De Palma G- Bifidobacterium strains suppress in vitro the pro-inflammatory milieu

trigged by large intestinal microbiota of coeliac patients

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Bifidobacterium+strains+suppress+in+vitro+the+pro-

inflammatory+milieu+trigged)- J Inflamm 2008 519

Sanders ME- Impact of probiotics on colonizing microbiota of the gut

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed21992949)- J Clin Gastroenterol 2011 45S115-9

Sanz Y De Pama G et al- Unraveling the ties between celiac disease and intestinal microbiota

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Unraveling+the+ties+between+celiac+disease)- Int

Rev Immunol 2011 30 207-18

33

CAPSICUM ANNUUM IL ROSSO CHE PROTEGGE LA

TUA SALUTE

A cura di Dottssa Giusi Balzano ndash Biologa nutrizionista

Il peperoncino rosso il cui nome scientifico egrave Capsicum annuum appartiene alla famiglia

delle Solanacee ed egrave originario delle Americhe

Dal ritrovamento di reperti archeologici sappiamo con certezza che fin dal 5000 aC circa la

popolazione messicana conosceva il peperoncino il quale fu importato in Europa da

Cristoforo Colombo nel 1493

Capsicum annuum

Il peperoncino a dispetto di tante credenze gode di tante proprietagrave benefiche e forse per

associazione con il pepe si tende erroneamente a credere che sia poco salutare

Come pianta egrave facilmente coltivabile e si adatta a diversi climi puograve essere coltivato nei vasi

e su un terrazzo limportante egrave che stia in pieno sole Nei periodi piugrave freddi conviene ad

ogni modo tenerlo al riparo in quanto non sopporta bene un clima troppo rigido Il

peperoncino egrave una pianta annuale e le parti consumate sono i frutti le bacche contenenti

dei semi bianco-giallastri Esistono tantissime qualitagrave di peperoncino e le bacche possono

essere consumate fresche cotte o crude I colori dei peperoncini (frutto) sono molteplici

verdi gialli rossi arancione bruno scuro e marrone scuro La sensazione di piccante data dal

peperoncino egrave dovuta alla capsaicina che in proporzione alla quantitagrave disponibile nel seme

ne determina appunto la piccantezza In realtagrave quando si mangia un peperoncino la

risposta di bruciore data dallorganismo egrave solo una sensazione che il cervello invia come

34

risposta allattivazione di alcuni termorecettori presenti nella bocca con cui proprio la

capsaicina viene a contatto Tra le proprietagrave del peperoncino troviamo

funzione dimagrante egrave accentuanto il consumo di calorie ad opera della capsaicina principio

attivo del peperoncino

proprietagrave antibiotiche antibatteriche e antiossidanti ad opera dei flavonoidi e capsaicinoidi

E anche molto utile nella cura di raffreddore bronchite e sinusite

flusso sanguignoazione vasodilatatrice il caratteristico potere piccante urticante del

peperoncino porta con seacute una specifica azione della capsicina sulla circolazione periferica

del sangue La dilatazione dei vasi sanguigni egrave funzionale alla regolazione ottimale della

pressione e della circolazione del sangue che aumenta dopo lassunzione I capillari

diventano piugrave elastici e il sangue risulta piugrave ossigenato Egrave per questo che il peperoncino utile

per scaldarsi in inverno diventa anche importante nella dieta estiva per difendersi dal caldo

torrido e dallumiditagrave

cuore e colesterolo la regolazione del flusso del sangue aiuta a mantenere pulito il sistema

endovenoso congiuntamente allazione della lecitina e di altri olii essenziali evitando la

comparsa di placche che bloccano il flusso sanguigno I capsaicinoidi svolgono unazione

importante nelle diete ad alto contenuto di sostanze grasse Il peperoncino aiuta a ridurre

eccessivi livelli di colesterolo accelerandone la ripartizione e lespulsione

digestione e metabolismo il peperoncino aumenta la secrezione di succhi gastrici e migliora

la digestione grazie al suo potere antifermentativo e inoltre tiene pulite le mucose Nelle

diete in cui egrave prevista unassunzione regolare linfluenza del capsicum porta a migliorare e

velocizzare i processi metabolici Attenzione perograve in caso di bruciore fastidioso e

persistente dopo ingestione di peperoncino associato ad uninfiammazione della gola

dellesofago o dello stomaco mangiare un pezzo di formaggio o di pane o bere birra risulta

essere di grande aiuto contro i fastidi menzionati

mal di collo e mal di schiena efficace contro artriti e reumatismi il peperoncino egrave un

ingrediente essenziale di molte creme e gel antinfiammatori ad azione topica Aiuta ad

alleviare il dolore migliorando la circolazione sanguigna

azione anti-tumorale la vitamina C egrave un significativo agente anti-cancro previene infezioni e

tumori I peperoncini freschi ne sono ricchi e riescono a fornirci acido ascorbico (vitamina C)

proprio in estate ed autunno quando la nostra dieta mediterranea egrave piugrave povera di agrumi

35

mal di testa e depressione lassunzione della capsicina provoca bruciore e dolore nella bocca

e nelle pareti interne del sistema gastroenterico Il nostro corpo reagisce cominciando a

rilasciare maggiori quantitagrave di adrenalina aumentando al contempo la produzione di

endorfine Il nostro corpo risulta energizzato laumento del flusso del sangue al cervello dagrave

sollievo poi sopraggiungono le endorfine vere e proprie ldquodrogherdquo naturali cioegrave oppioidi

endogeni che vengono prodotti internamente dal nostro organismo ed hanno potere

eccitativo ed analgesico alleviando cefalee ed altri dolori

azione afrodisiaca insieme alla vitamina C nel peperoncino cegrave anche la vitamina E

responsabile della stimolazione e della regolazione di molti processi legati alla feconditagrave

sessuale

Bibliografia

1 Tewksbury JJ Levey DJ Huizinga M Haak DC Traveset A Costs and benefits of capsaicin-mediated control of gut retention in dispersers of wild chilies Ecology 89 107-17 2008

2 Govindarajan VS Sathyanarayana MN Capsicum--production technology chemistry and quality Part V Impact on physiology pharmacology nutrition and metabolism structure pungency pain and desensitization sequences Crit Rev Food Sci Nutr 29 435-74 1991

36

Rape Rosse - Tubero e foglie un beneficio a 360deg

A cura di Dottssa Giusi Balzano ndash Biologa nutrizionista

Barbe rosse barbabietole rosse o ancora carote rosse

sono tutti sinonimi dialettali che fanno riferimento alle

rape rosse

Queste sono tuberi noti in botanica come Beta vulgaris

var rapa forma rubra si tratta di una pianta

appartenente alla famiglia delle Chenopodiaceae ed al genere Beta Menzionata in alcuni

antichissimi scritti greci risalenti al 420 aC periodo in cui il tubero rosso era noto

semplicemente come beta secondo il pensiero di altri autori lorigine delle rape rosse risale

addirittura al 2000 aC considerata la presenza di alcuni reperti archeologici che la

attestano

Malgrado gli appelli di dietologi e specialisti dellalimentazione si tende spesso a

dimenticare limportanza fitoterapica e benefica di alcuni ortaggi come in questo specifico

caso le rape rosse

Le rape rosse contengono pochissime calorie (solamente 19 per 100 grammi di prodotto)

per questo motivo rientrano tra i cibi ipocalorici ottimi alimenti preferibili in diete bilanciate

che presuppongono una marcata restrizione calorica Ersquo ricca di acqua corrispondente a

circa il 91 si contano solo il 4 di carboidrati ed il 26 di fibre contiene diverse vitamine

in particolare del gruppo B e una buona quota di sali minerali soprattutto potassio sodio

calcio ferro e fosforo ed egrave ricca anche di zuccheri Nella radice della rapa rossa si ritrova un

glicoside che attribuisce la tipica colorazione rosso vivo alla rapa si tratta della betaina

sfruttata dallindustria alimentare come colorante naturale (E 162) Altro pigmento

riscontrato nella rapa rossa egrave la betaxantina che le conferisce striature giallastre Ancora

nella radice di rapa rossa si trovano altre sostanze sfruttate nella fitoterapia e nella cosmesi

quali saponine antociani flavonoidi in genere ed allantoine (proprietagrave idratanti e

disarrossanti)

37

Proprietagrave terapiche

Una delle proprietagrave curative principali di questo ortaggio riguarda il potere lassativo spesso

utile per combattere la stitichezza e le emorroidi La rapa rossa egrave anche un buon rimedio per

migliorare la funzione epatica e combattere le infezioni delle vie urinarie Le sue foglie sono

unrsquoottima fonte di vitamina A e le radici sono una buona fonte di vitamina C Le foglie

vengono cucinate o servite fresche come verdura mentre le radici o teste possono essere

affettate in insalate o cotte intere e poi tagliate a fettine o a tocchetti

Le rape rosse sono particolarmente ricche di folati fondamentali alleati contro le malattie

cardiache e lrsquoanemia in quanto coinvolti nella produzione di globuli rossi e bianchi nella

sintesi di materiale genetico e nella formazione di anticorpi nel sistema immunitario Esse

sono anche ricchi di fibre solubili e insolubili La fibra insolubile aiuta a mantenere il tratto

intestinale funzionante mentre la fibra solubile controlla il livello di zucchero nel sangue e

abbassa il colesterolo Nelle sue foglie egrave abbondante il beta-carotene il ferro e il calcio

Ricche di vitamine del gruppo B come B1 B2 B3 e B6 per quanto concerne il contenuto di

sali minerali questa egrave un ortaggio ricco di iodio sodio e potassio ma anche in quantitagrave

minori di magnesio Lo iodio egrave un minerale essenziale per il corretto funzionamento della

ghiandola tiroidea che regola il metabolismo mentre il potassio e il sodio sono necessari per

la generazione e la trasmissione degli impulsi nervosi attivitagrave muscolare a parte il bilancio

idrico allrsquointerno e allrsquoesterno della cellula

Il succo crudo di barbabietola (Fig 1) egrave particolarmente idoneo per tutte le persone che

soffrono di anemia in quanto favorisce la formazione di globuli rossi nel sangue inoltre ha

proprietagrave diuretiche e favorisce la digestione

Fig1 succo crudo di barbabietola rossa

38

Ortaggio anticancro

Nella rivista International Journal of Cancer si discute sul ruolo delle rape rosse come

potenziale alimento anticancro la questione egrave per certi versi discutibile ed oscura e non

esiste alcuna dimostrazione indubbia ed inequivocabile che accerti lipotesi In particolare

nella rivista sopraccitata si discute del possibile ruolo delle rape rosse nella prevenzione del

tumore al colon per altri le rape rosse sarebbero in grado non solo di prevenirne il cancro

ma anche di contrastarlo

Bibliografia

Kazimierczak R Hallmann E Lipowski J Drela N Kowalik A Puumlssa T Matt D Luik A Gozdowski D Rembiałkowska E

Beetroot (Beta vulgaris L) and naturally fermented beetroot juices from organic and conventional production metabolomics antioxidant levels and anticancer activity

J Sci Food Agric 2014 May

39

Sigrave ai legumi nella prevenzione delle malattie tumorali

A cura di Dottssa Bruzzone Francesca ndash Dietista

Con il termine ldquolegumirdquo si intendono tutti quei semi commestibili derivanti dalle piante

dicotiledoni dellrsquoordine delle Fabales tra cui rientrano i fagioli le lenticchie le fave i piselli

i lupini i ceci le carrube le cicerchie le arachidi e la soia

I legumi sono alimenti ricchi di proteine tanto da essere stati denominati come ldquola carne dei

poverirdquo Essi possiedono un buon contenuto in amminoacidi (ad eccezione di quelli solforati

e del triptofano) carboidrati fibre Calcio Ferro e Potassio a discapito di grassi e

colesterolo

In abbinamento ai cereali i legumi costituiscono un ottimo e saziante piatto unico dove

convergono carboidrati e proteine e dove gli amminoacidi carenti nei cereali (come la lisina)

si integrano con quelli dei legumi e viceversa Queste qualitagrave rendono tali semi

particolarmente adeguati sia nella prevenzione che nel trattamento di numerose malattie

metaboliche come il diabete mellito le dislipidemie la sindrome metabolica il sovrappeso e

lrsquoobesitagrave Di recente inoltre egrave stato attribuito un altro importante ruolo benefico ai legumi

quello di ostacolare la crescita di alcune forme tumorali

Un lavoro effettuato da un gruppo di ricercatori dellUniversity College di Londra del

Dipartimento di Scienze Chirurgiche dell`Universitagrave di Chieti e del Laboratorio di

Farmacologia Molecolare dell`Istituto Mario Negri di Milano e pubblicato sulla rivista

statunitense ldquoCancer Researchrdquo infatti ha scoperto la presenza di inositolo pentachisfosfato

nella maggior parte dei legumi (in particolare in lenticchie piselli e fagioli) e nelle noci Tale

40

composto sembrerebbe inibire lrsquoenzima fosfoinositide 3-chinasi coinvolto nella crescita e

nella progressione dei tumori e capace di aumentare la resistenza al trattamento con agenti

chemoterapeutici Il segnale attivato dalla fosfoinositide 3-chinasi infatti rappresenta un

target importante per lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche anticancro e questo studio

dimostra come lrsquoinositolo pentafosfato sia capace di antagonizzare in maniera specifica

questo segnale nelle cellule tumorali inducendone lrsquoapoptosi (morte programmata)

Lrsquoinositolo pentafosfato ha una struttura molecolare analoga al prodotto dellrsquoattivitagrave

enzimatica della fosfoinositide 3-chinasi che attiva segnali specifici per la progressione del

cancro Il meccanismo secondo il quale lrsquoinositolo pentafosfato disattiva le proteine

iperattive nei tumori dalla membrana plasmatica permette di inibire sia la crescita delle

cellule tumorali umane in coltura sia lo sviluppo dei tumori nei topi In queste condizioni

lrsquoinositolo pentafosfato ha dimostrato unrsquoattivitagrave farmacologica comparabile e potenziante

quella del farmaco citotossico cisplatino molto usato in chemioterapia antitumorale ma

associato a effetti collaterali come nausea vomito formicolio a mani e piedi caduta dei

capelli e alterazione della funzionalitagrave renale (gli inositoli fosfati invece non sono tossici

neanche a concentrazioni piugrave elevate di quelle usate in questo studio e possono essere

assorbiti per via orale) I principali effetti positivi sono stati riscontrati a livello di ovaie e

polmoni

Lrsquoinositolo pentafosfato inoltre si egrave dimostrato capace di inibire lo sviluppo dei nuovi vasi

sanguigni indispensabili per la nutrizione e lo sviluppo del tumore (angiogenesi) bloccando

quindi un meccanismo fondamentale per la sua crescita

Sitografia

ldquoLe Scienze edizione italiana di Scientifica Americanrdquo ndashLegumi e cereali conto il cancro-

ldquoAssociazione Giacomo-onlusrdquo -Inositolo Pentafosfato da legumi e arachidi una nuova strada

nella cura dei tumori

41

Tra le mille virtursquo del miele la cura dellrsquoherpes simplex

A cura di Dottssa Serena Pascucci Biologa Nutrizionista

Le molteplici proprietagrave del miele sono note fin dallrsquoantichitagrave

per le sue capacitagrave antisettiche antibiotiche e cicatrizzanti

e il suo uso nella medicina moderna sta riscontrando

sempre piugrave maggiore interesse

Diversi studi

hanno valutato

lrsquoefficacia del miele contro alcuni virus tra cui di

particolare importanza egrave emersa lrsquoefficacia del

miele per il trattamento dellrsquoHerpes Simplex sia a

livello labiale sia a livello genitale Lo studio del

2004 condotto presso una clinica privata a Dubai

ha selezionato 16 pazienti con ricorrenti manifestazioni del virus otto affetti da Herpes

simplex a livello labiale e otto a livello genitale con un etagrave compresa tra i 35 e i 45 anni sia

maschi che femmine Ersquo stata valutata e considerata lrsquoefficacia del miele nel trattamento

delle lesioni prodotte dal virus in confronto a un comune farmaco antivirale utilizzato

normalmente (Acyclovir) I pazienti prescelti prima della prova non dovevano sottoporsi ad

altre cure antivirali A scelta casuale sono stati selezionati quattro pazienti con herpes

labiale e quattro con herpes genitale che hanno effettuato il primo trattamento con il miele

gli altri otto con il farmaco comune antivirale a base di 5 di acyclovir Alla seconda

comparsa della manifestazione del virus egrave stato effettuato lrsquoopposto Nello studio egrave stato

somministrato un miele multiflora direttamente sulle lesioni prodotte dal virus su una garza

a contatto con la lesione per un quarto drsquoora per 4 volte al giorno fino alla completa

guarigione mentre il farmaco veniva applicato 6 volte al giorno Da questa prova egrave stata

riscontrata una durata delle lesioni dalla prima comparsa alla completa scomparsa di circa

12 giorni in media per entrambi i trattamenti ma nel caso dei pazienti con herpes labiale

trattati con il miele la guarigione egrave avvenuta in circa 3 giorni rispetto ai 5 giorni con il

trattamento con acyclovir cioegrave con una velocitagrave del 35 superiore Inoltre il miele ha

42

mostrato un azione migliore rispetto al farmaco in particolare la durata del dolore risultava

minore del 39 con fastidi moderati per non piugrave di 24 ore mentre con acyclovir il dolore

anche se moderato poteva prolungarsi fino a 72 ore Ersquo stato anche riscontrato un

insorgenza minore delle croste del 28 in chi utilizzava il miele in particolare in 5 pazienti le

lesioni non si sono evolute in croste cosa che non egrave mai avvenuta nei soggetti trattati con il

farmaco Ancora in due casi con il trattamento con il miele lrsquoherpes ha abortito cioegrave dopo i

primi sintomi non ha sviluppato lesioni e procurato fastidi al contrario dei pazienti trattati

con il farmaco Anche nei pazienti con herpes a livello genitale il miele si egrave mostrato piugrave

efficace del farmaco convenzionale con un tempo di guarigione minore del 53 una durata

del dolore inferiore del 50 anche qui con fastidi moderati e con una durata non superiore

alle 24 ore rispetto a bruciori da moderati a medi prolungati(anche per 3 giorni) nei pazienti

con trattamento con farmaco Inoltre egrave stato riscontrato anche a livello genitale un

insorgenza minore di croste del 49 in particolare in 5 pazienti trattati con il miele le lesioni

a livello genitale non si sono sviluppate in croste a differenza dei pazienti trattati con il

farmaco in cui le croste sono sempre apparse Infine egrave stato riscontrato anche a livello

genitale un aborto del virus in chi utilizzava il miele senza avere avuto nessun riscontro

invece nei pazienti trattati con farmaco

Lrsquoanalisi statistica ha mostrato un efficacia superiore del miele rispetto allrsquoutilizzo di

acyclovir per la cura e la risoluzione delle lesioni virali da herpes simplex labiale e genitale

(Ai-waili 2004) Tuttavia quale sia o quali siano i meccanismi drsquoazione che permettono al

miele di inibire la replicazione del virus sono poco conosciuti Un fattore che puograve

determinare lrsquoazione antivirale del miele puograve essere ricercato nel contenuto di flavonoidi(

azione antivirale) rame zinco vit E C normalmente presenti nel miele e di provata azione

antivirale(AI-Waili 2004) e infine lrsquoossido di azoto con un azione antivirale in vitro la cui

attivitagrave egrave stata rilevata anche sul virus dellrsquoHIV (Torre et al 2002 Schramm DD et al 2003)

Lrsquoherpes simplex egrave un infezione virale importante qualsiasi terapia si volesse seguire egrave

opportuno seguire sempre una supervisione e il consiglio del medico

Bibliografia

Al-Waili NS topical honey application vs acyclovir for the treatment of recurrent herpes

simplex lesions Med Sci Monit 2004 10(8) MT94-MT98

- Schramm DD Karim M Schrader HR Holt RR Cardetti M Keen CL Honey with high levels of antioxidants can provide protection to healthy human subjects J Agric Food Chem 200351(6)1732ndash5 doi 101021jf025928k - Torre D Pugliese A Speranza F Role of nitric oxide in HIV-1 infection friend or foe Lancet Infect Dis 2002 May2(5)273-80

17

HTTLPR che i bambini sottoposti a stress materno prenatale (328) e a maltrattamento

infantile (563) presentavano una ridotta espressione del mRNA del SERT rispetto a quelli

senza alcun fattore di rischio I dati dellrsquoarticolo indicano inoltre che i cambiamenti nei livelli

di espressione del mRNA SERT non coincidono con i profili di metilazione del DNA allinterno

delle isole CpG del SERT Egrave quindi ipotizzabile che i cambiamenti persistenti nellespressione

del SERT possano a loro volta dipendere da un alterato funzionamento serotoninergico e

probabilmente si sommano la vulnerabilitagrave a differenti malattie associate al 5-HTTLPR e le

avversitagrave precoci

Bibliografia M Wankerl1 R Miller1 C Kirschbaum1 J Hennig2 T Stalder1 and N Alexander1 Effects of genetic and early environmental risk factors for depression on serotonin transporter expression and methylation profiles Transl Psychiatry Jun 2014 4(6) e402 Published online Jun 17 2014 doi 101038tp201437 PMCID PMC4080318 Franke L Therstappen E Schlosser B Biermer M Berg T Schaumlfer M Arck P Uebelhack R Friebe A A Preliminary Study on the Relationship between Platelet Serotonin Transporter Functionality Depression and Fatigue in Patients with Untreated Chronic Hepatitis C Depress Res Treat 20142014821381 doi 1011552014821381 Epub 2014 Mar 20 Domschke K Tidow N Schwarte K Deckert J Lesch KP Arolt V Zwanzger P Baune BT Serotonin transporter gene hypomethylation predicts impaired antidepressant treatment response Int J Neuropsychopharmacol 2014 Aug17(8)1167-76 doi 101017S146114571400039X Epub 2014 Mar 28

18

SVILUPPO PUBERALE E TESSUTO ADIPOSO A cura di Dottssa Martina Beltrami - Dietista

La pubertagrave egrave una fase di transizione che determina la

maturitagrave riproduttiva tra linfanzia e letagrave adulta

La pubertagrave egrave legata a importanti cambiamenti sviluppo

delle caratteristiche sessuali secondarie lo sviluppo

somatico il menarca modificazioni psicologiche

Lormone di rilascio delle gonadotropine (GnRH) che

per tutta linfanzia viene prodotto in modo sporadico

inizia ad essere prodotto in modo pulsatile e regolare

La frequenza e lampiezza della sua produzione

determinano la produzione degli ormoni responsabili di portare allovulazione e poi la

regolaritagrave dei cicli mestruali

Tra la prima mestruazione e la piena maturazione possono passare 3-4 anni

Negli ultimi anni si egrave evidenziato come uno sviluppo precoce o tardivo sia correlato

negativamente con la salute della donna

Letagrave del menarca e lincidenza con la sindrome metabolica sono correlati con una curva a U

per la quale sia unetagrave troppo precoce (prima dei 10 anni) sia unetagrave tardiva (dopo i 16anni)

portano ad un aumentato rischio di sviluppare la sindrome metabolica nellarco dei successivi

26 anni (1)

Un menarca precoce egrave un fattore di rischio a tutte le patologie estrogeno dipendenti

(iperandrogenismo pcos tumore alla mammela) e dal punto di vista psicologico puograve essere

traumatico

Un menarca tardivo egrave correlato a osteopenia il picco di accumulo di densitagrave ossea avviene

tra letagrave puberale e i 25anni se lo sviluppo puberale tarda avrograve meno tempo a disposizione

per aumentare la densitagrave ossea

I fattori nutrizionali sono considerati uno dei principali fattori che influenzano linizio dello

sviluppo puberale

19

La Leptina egrave un ormone prodotto dal tessuto adiposo ed egrave strettamente correlata alla sua

quantitagrave Piugrave aumenta lindice di massa corporea (BMI) e piugrave aumenta la percentuale di

Leptina prodotta

La Leptina agisce sui processi di termogenesi sul comportamento alimentare e sulla funzione

riproduttiva Le modificazioni dei livelli di leptina indicano se le riserve energetiche

dellorganismo sono sufficienti per sostenere lo sviluppo puberale La leptina agisce quindi

come un segnale periferico per lipotalamo ed egrave necessaria per lo sviluppo puberale

Alcuni studi hanno evidenziato come letagrave del menarca sia strettamente correlata ai livelli

circolanti di leptina

La leptina circolante infatti aumenta di circa il 30 nei 6 mesi precedenti il menarca(2)

Negli ultimi decenni il sovrappeso egrave aumentato nella popolazione e non a caso anche letagrave

media del primo menarca egrave scesa da 13 a 12 anni circa

Letagrave del menarca egrave correlata piugrave al peso corporeo che non alletagrave cronologica

Se andiamo a modificare per carenza o per eccesso il grasso corporeo la produzione di

leptina cambia e il menarca puograve anticipare o tardare

Bambine di 5-7 anni in sovrappeso hanno maggior probabilitagrave di uno sviluppo puberale

anticipato a 9 anni (3)

Ballerine ginnaste o ragazze con un BMI piugrave basso rispetto alle coetanee spesso hanno un

menarca tardivo

Da alcuni studi sembrerebbe che un percentuale minima del 16 di grasso sia necessaria

affinchegrave avvenga lo sviluppo puberale e il 22 per avere cicli regolari (4)

Riuscire a identificare precocemente i soggetti a rischio permette di intervenire

tempestivamente lavorando sullindice di massa corporea per recuperare anni sui fattori di

rischio

Bibliografia

1) Mueller NT1Duncan BBBarreto SMChor DBessel MAquino EMPereira MASchmidt MI Earlier age at menarche is associated with higher diabetes risk and cardiometabolic disease risk factors in Brazilian adults Brazilian Longitudinal Study of Adult Health (ELSA-Brasil) 2) Lassek W D and Gaulin S JC (2007) Menarche is related to fat distribution Am J Phys Anthropol 1331147ndash1151 doi101002ajpa20644

20

3) Davison et al Percent Body Fat at Age 5 Predicts Earlier Pubertal Development Among Girls at Age 9 Pediatrics 2003 1114 815-821 4) Rose E Frisch1Roger Revelle1 Height and Weight at Menarche and a Hypothesis of Critical Body Weights and Adolescent Events Science 24 July 1970 Vol 169no 3943pp 397-399

21

Attivitagrave ormonale e distribuzione di grasso

generalizzato

A cura di Dottssa Bruzzone Francesca ndash Dietista

Mentre della localizzazione del tessuto adiposo a livello addominale piuttosto che in zona

gluteo-femorale si tratta lungamente (distinguendo lrsquoobesitagrave androide da quella ginoide) dei

soggetti che accumulano grasso in modo omogeneo nei vari distretti corporei si parla in

minor misura nonostante tale fenomeno interessi ugualmente genere maschile e genere

femminile

La predisposizione a immagazzinare le riserve energetiche in una

zona piuttosto che in unrsquoaltra varia in relazione a etagrave sesso razza

di appartenenza attivitagrave fisica alimentazione e azione ormonale

Questi ultimi tre fattori sono strettamente correlati e dipendenti

lrsquouno dallrsquoaltro

Le persone in sovrappeso che presentano delle forme corporee

come quelle della figura a lato solitamente possiedono arti lunghi

ossa piccole faccia ovale o allungata e vita alta Essi localizzano il

grasso in tutto il corpo ad eccezione dei polpacci non sopportano il

caldo adorano i carboidrati e il caffegrave alternano la loro giornata tra energia e stanchezza e

passano da entusiasmo e presa di iniziativa nei periodi positivi a depressione e irritabilitagrave nei

momenti di stress

Tutte queste caratteristiche sono determinate dal ruolo degli ormoni nella gestione della

regolazione delle funzioni corporee e dellrsquoemotivitagrave

I soggetti che tendono ad ingrassare sia nella zona addominale che in quella inferiore del

corpo infatti annoverano molto spesso un lungo passato di squilibrio ormonale in cui si

sovrappongono fattori eziologici tipici del grasso androide ad altri caratteristici del grasso

ginoide

Generalmente questi individui acquistano peso a causa di una alterata attivitagrave tiroidea (loro

ghiandola dominante) provocata da un consumo protratto ed eccessivo di carboidrati

raffinati e di zuccheri semplici Ciograve conduce nel tempo a una soppressione dellrsquoefficienza

tiroidea e della secrezione dellrsquoormone somatotropo (HGH) e quindi a un accumulo di grasso

22

generalizzato conseguente alla riduzione del metabolismo basale e del mancato effetto

lipolitico Lrsquoormone della crescita e gli ormoni tiroidei infatti vengono inibiti dal cortisolo il

quale egrave stimolato proprio dallrsquoipoglicemia reattiva allrsquoiperglicemia dovuta a un pasto ricco di

zuccheri semplici e carboidrati raffinati Anche la caffeina egrave in grado di aumentare la

produzione di cortisolo insieme a stress scarsa idratazione e digiuni prolungati Tale

ormone insieme agli squilibri insulinici che si innescano agevola lrsquoaumento ponderale

attraverso meccanismi quali la sollecitazione della lipoproteina lipasi e lrsquoaumento di

ritenzione idrica

La dieta piugrave adeguata per il dimagrimento di questi soggetti quindi prevede una riduzione

dei cereali bianchi degli zuccheri e della caffeina a favore di farinacei integrali proteine

nobili (specie di origine ittica per stimolare la tiroide attraverso il contenuto di iodio) e

verdura egualmente distribuiti nei vari pasti senza dimenticare una buona idratazione

Lrsquoazione degli ormoni nella localizzazione del grasso non si esprime soltanto in relazione agli

stimoli alimentari ma anche in rapporto allrsquoattivitagrave fisica coadiuvante il dimagrimento

Essendo la tiroide particolarmente attiva in tarda mattinata ad esempio il momento

migliore per allenarsi sarebbe questo per avere la possibilitagrave di stimolare al meglio le

funzioni metaboliche e il consumo dei grassi Se invece viene svolto un allenamento con i

pesi mirato ad implementare la forza esso non dovrebbe superare i 60 minuti in modo da

evitare unrsquoesosa produzione di cortisolo

Bibliografia

Massimo Spattini -La dieta ldquocomrdquo e il dimagrimento localizzato- Tecniche Nuove 2012

23

Approccio nutrizionale alla sindrome premestruale

A cura di Dottssa Chiara Di Gianvittorio ndash Dietista

La sindrome premestruale (PMS) egrave un disturbo

molto comune nelle donne in etagrave fertile e si

caratterizza per una serie di sintomi fisici e

psicologici che insorgono nella fase luteinica e

tendono a scomparire con il sopraggiungere del

flusso La sua prevalenza egrave stata stimata nel 30-40

della popolazione femminile in etagrave riproduttiva I

sintomi principali sono gonfiore stipsi dolori

addominali ritenzione idrica ma possono

aggiungersi ansia insonnia repentini cambi di umore irritabilitagrave stanchezza e attacchi di

fame Ogni donna vive a suo modo queste manifestazioni che possono verificarsi

contemporaneamente o solo in parte e la cui gravitagrave egrave variabile

Le cause della sindrome premestruale sono da rintracciarsi nello squilibrio ormonale dato

dallrsquoavvicendarsi di estrogeni e progesterone in fattori nutrizionali o in eventuali anomalie

funzionali dellrsquoasse ipotalamo-ipofisi-surrene che comportano alterazioni della secrezione di

ormoni sessuali Anche i crescenti livelli di prolattina possono contribuire ai sintomi

provocando dolori al seno e gonfiore Infine sembra che si verifichi una diminuzione di

dopamina e serotonina endorfine in grado di regolare il tono dellrsquoumore Le conseguenze di

tale sbilancio sono evidenti anche nella concentrazione nel siero di alcuni microelementi

magnesio e calcio risultano carenti nella fase luteinica e implicati quindi nella genesi di alcuni

dei sintomi Entrambi infatti sono coinvolti nellrsquoattivitagrave e nel rilascio di neurotrasmettitori e

nelle funzioni neuromuscolari

Considerando quindi la varietagrave dei disturbi e lrsquoimpatto che gli stessi possono avere sulla

qualitagrave di vita della donna unrsquoattenta alimentazione risulta utile quanto necessaria Nello

specifico lrsquoattenzione egrave rivolta al consumo attraverso la dieta di grassi saturi insaturi fibre

zuccheri semplici sostanze nervine e microelementi

Evidenze scientifiche mostrano che riducendo il contenuto di grassi nella dieta ed

aumentando il consumo di fibre e vegetali si abbassano i livelli ematici di estrogeni e di

24

conseguenza migliora la sintomatologia e il dolore mestruale Il fegato infatti estrae gli

estrogeni dal torrente ematico e li invia attraverso lrsquoalbero biliare nel tubo digerente Ligrave la

fibra proveniente da frutta verdura legumi e cereali sequestra gli estrogeni impedendone il

riassorbimento e promuovendone lrsquoescrezione fecale Le variazioni nei livelli ormonali sono

state studiate soprattutto nelle donne vegetariane riscontrando in conclusione una

correlazione tra le concentrazioni nel plasma di estrone ed estradiolo e il consumo di grassi

saturi Tali ormoni infatti diminuivano allrsquoaumentare dellrsquoapporto di fibre con la dieta Al

momento egrave in corso di studio dunque il ruolo della dieta vegetariana nella prevenzione e

gestione della sindrome premestruale Un ulteriore dato oggettivo a favore egrave

rappresentato dallrsquoutilizzo di alimenti come la soia ricca in fitoestrogeni Questi ultimi sono

estrogeni vegetali dallrsquoeffetto blando che agiscono come antagonisti riducendo la capacitagrave

dellrsquoestrogeno endogeno di legarsi al loro recettore cellulare Il risultato egrave una minore

stimolazione sulle cellule ormono-sensibili e una migliore gestione dei sintomi

Unrsquo ulteriore precisazione va fatta per i grassi nella dieta non solo la quantitagrave ma anche la

qualitagrave influisce sullrsquoinsorgenza dei disturbi del ciclo mestruale Unrsquoalimentazione ricca di

grassi polinsaturi Omega 3 si associa ad una sintomatologia piugrave modesta Infatti tali grassi

riducono la produzione di prostaglandine nellrsquoorganismo coinvolte nei processi di

infiammazione dolore contrazione muscolare e vasocostrizione

Banditi inoltre gli zuccheri semplici in quanto hanno un forte impatto sulla glicemia e

influenzano il rilascio dei neurotrasmettitori responsabili del tono dellrsquoumore (serotonina

adrenalina dopamina noradrenalina ecc) e del senso dellrsquoappetito

Altra accortezza per migliorare la gestione della sindrome premestruale egrave la riduzione

dellrsquoapporto di sodio e caffeina (o altre sostanze nervine come tegrave coca cola etc)

rispettivamente per limitare la ritenzione idrica e ridurre irritabilitagrave e insonnia

Infine egrave stato ampiamente studiato lrsquoapporto vitaminico e gli effetti su tali disturbi con

particolare attenzione alle vitamine del gruppo B assunte attraverso la dieta e non sotto

forma di integratori alimentari Lrsquointake di Tiamina e Riboflavina sembra avere un ruolo nellrsquo

incidenza della sindrome premestruale in quanto risultano implicate nel metabolismo di

neurotrasmettitori come Serotonina e GABA (Acido γ-amminobutirrico) che intervengono

migliorando lrsquoumore e agiscono indirettamente nella funzionalitagrave ovarica e riproduttiva

Al momento egrave in corso di valutazione lrsquointegrazione nella fase luteinica con Magnesio e

Calcio La loro contemporanea somministrazione genera un effetto sinergico nel ridurre gli

25

spasmi della muscolatura uterina e migliorare lrsquoumore Anche alcuni rimedi fitoterapici

sembrano alleviare la sintomatologia agnocasto ginkgo biloba e zafferano Ulteriori studi

sono perograve necessari per chiarire se realmente possa esserci un beneficio da eventuali

supplementazioni con microelementi o erbe Per ora rimane la certezza che una dieta

equilibrata ricca in frutta verdura legumi e acidi grassi polinsaturi sia la strategia drsquoelezione

nella gestione delle forme piugrave lievi di sindrome premestruale

Bibliografia

Adlercreutz H Martin F et al Steroid absorption and enterohepatic re cycling-

(httpwwwcontraceptionjournalorgarticle0010-782428792990094-5abstract)-

Contraception 1979 20 201-23

Baker LJ OrsquoBrien PM Premenstrual syndrome (PMS) a peri-menopausal perspective-

(httpwwwmaturitasorgarticleS0378-512228122900111-9fulltext) - Maturitas 2012

72(2)121-5

Chou T- Wake up and smell the coffee Caffeine coffee and the medical consequences-

httpwwwncbinlmnihgovpmcarticlesPMC1022034 - West J Med 1992 Nov157(5)544-53

Dante G Facchinetti F Herbal treatments for alleviating premenstrual symptoms a systematic

review- (httpinformahealthcarecomdoiabs1031090167482X2010538102)- J Psychosom

Obstet Gynaecol 2011 Mar32(1)42-51

Deutch B Menstrual pain in Danish women correlated with low n-3 polyunsaturated fatty acid

intake- (httpwwwncbinlmnihgovpubmed7588501) Eur J Clin Nutr 1995 Jul49(7)508-16

Gigante DP et al Population study of premenstrual syndrome-

(httpwwwscielosporgscielophpscript=sci_arttextamppid=S0034-

89102006000100009amplng=enampnrm=isoamptlng) - Rev Saude Publica 2006 40(1)47-56

Girman A Lee R Kligler B An integrative medicine approach to premenstrual syndrome- (

httpwwwajogorgarticleS0002-937828032900357-0fulltext) -Am J Obstet Gynecol 2003

188(5 Suppl)S56-65

Goldin BR Adlecreutz H et al Estrogen extrection patterns and plasma levels in vegetarian and

omnivorous women- (httpwwwnejmorgdoifull101056NEJM198212163072502 )- N Engl J

Med 1982 3071542-7

26

Halbreich U The etiology biology and evolving pathology of premenstrual syndromes-

(httpwwwsciencedirectcomsciencearticlepiiS0306453003000970)

Psychoneuroendocrinology 200328(suppl 3)55ndash99

Larissa Almenara Silva dos Santos Vilma Blondet de Azeredo et al-Seric ion level and its

relationship with the symptoms of premenstrual syndrome in young women-

(httpwwwnutricionhospitalariacompdf6648pdf) - Nutr Hosp 2013 28(6)2194-2200 Silva CM

Margot N Woods Sherwood L et al Low-fat high fiber diet and serume estrone sulfate in

premenopausal women (httpajcnnutritionorgcontent4961179fullpdf+htmlsid=38ae9820-

e92f-4cfe-b019-a9b3ce1d92e7) - Am J Clin Nutr 1989 49 1179-83

Sohrabi N Kashanian M et al - Evaluation of the effect of omega-3 fatty acids in the treatment of

premenstrual syndrome a pilot trial-

(httpwwwcomplementarytherapiesinmedicinecomarticleS0965-229928122900174-

4fulltext ) Complement Ther Med 2013 Jun21(3)141-6

Thys-Jacobs S Micronutrients and the premenstrual syndromethe case for calcium-

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed10763903) - Journal of the American College of Nutrition

2000 19 (2) 220-7

Patricia O Chocano-Bedoya JoAnn E Manson et al Dietary B vitamin intake and incident

premenstrual syndrome- (httpajcnnutritionorgcontent9351080long) Am J Clin Nutr 2011

93 1080-6

27

Attuali evidenze epidemiologiche in tema di malattia

celiaca

A cura di Dottssa Chiara Di Gianvittorio ndash Dietista

La malattia celiaca egrave un disturbo

autoimmune che si sviluppa in

persone geneticamente predisposte

in conseguenza dellrsquoesposizione a

fattori ambientali (glutine nella dieta

come prima causa) La prevalenza

del disturbo egrave molto variabile gli

ultimi dati riguardo la distribuzione della malattia parlano di un incremento in alcune aree

mondiali Il miglioramento delle tecniche diagnostiche e la migliore conoscenza della

malattia non bastano perograve a spiegare la crescita verificatasi negli ultimi 30- 40 anni

La nuova epidemiologia dellrsquo intolleranza al glutine egrave ora caratterizzata da un aumento di

nuovi casi in aree storiche (Europa del Nord e gli Stati Uniti) ma piugrave interessante egrave la crescita

della malattia in nuove regioni (paesi asiatici) A spiegare ciograve probabilmente ci sono

cambiamenti nelle abitudini alimentari soprattutto in etagrave infantile oltre che lrsquoutilizzo di

nuovi mezzi diagnostici

In Europa e Stati Uniti la frequenza sulla popolazione egrave di circa lrsquo 1 con alcune differenze

regionali In Finlandia e Svezia si calcola una prevalenza del 2-3 mentre in Germania solo

dello 02 nonostante i fattori causali sembrino essere simili (livello di assunzione di glutine

e frequenza di HLA-DQ2 e -DQ8) Sebbene lincidenza e i casi diagnosticati siano in

aumento rimane lrsquo ldquoiceberg celiacordquo a nascondere con un rapporto che varia da 13 a 15

(casi diagnosticati e non diagnosticati) la reale distribuzione della malattia

Oltre a Europa e Nord America lepidemiologia dellrsquo intolleranza al glutine egrave stata studiata in

molti altri paesi per lo piugrave popolati da individui di origine europea In queste zone i dati si

sovrappongono in larga misura a quelli del vecchio e del nuovo continente Nuove evidenze

arrivano dal Nord Africa e dai Paesi del Medio Oriente in cui il disturbo egrave presente

nonostante la scarsa disponibilitagrave di strutture diagnostiche e la scarsa consapevolezza della

28

malattia In Saharawi una popolazione araba che vive nel Sahara occidentale la prevalenza

della malattia egrave eccezionalmente elevata (56) per ragioni ancora poco chiare

La conoscenza della malattia nelle regioni asiatiche invece egrave ancora limitata e per lo piugrave

confinata in India dove egrave stata riconosciuta sia nei bambini che negli adulti Tuttavia come

efficacemente descritto da una task force indiana lrsquointolleranza al glutine in India egrave

ldquoimmerso in un oceano di malnutrizionerdquo La frequenza sembra essere maggiore nella parte

settentrionale probabilmente in conseguenza del largo consumo di grano rispetto al riso

Difficile ottenere dei numeri ma si stima che da 5 a 8 milioni di persone in India potrebbero

avere la malattia Purtroppo perograve ad oggi solo poche migliaia di pazienti sono stati

diagnosticati

Infine difficile comprendere anche la distribuzione in Cina a causa della grande popolositagrave I

fattori predisponenti (consumo di grano e genotipo HLA-DQ2 e DQ8) sono presenti cosigrave

come le prime evidenze in letteratura ma egrave necessario proseguire negli accertamenti

epidemiologici Risulta invece raro il disturbo in paesi come Giappone Corea Indonesia e

Filippine a causa del basso consumo di frumento e del patrimonio genetico

In sintesi i dati disponibili suggeriscono che lincidenza dellrsquo intolleranza al glutine egrave

veramente in aumento e che la malattia egrave attualmente molto piugrave comune in alcune aree

rispetto al passato Ulteriori studi epidemiologici perograve si rendono necessari per

comprendere meglio la distribuzione sulla popolazione e la correlazione con i fattori genetici

e ambientali

Bibliografia

Bai JC Fried M et al -World gastroenterology organisation global guidelines on celiac disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed23314668) - J Clin Gastroenterol 2013 47121ndash6

Catassi C Gatti S et al- The New Epidemiology of Celiac Disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed24979197)- JPGN Luglio 2014 Volume 59 supplement 1

Fasano A Berti I et al- Prevalence of celiac disease in at-risk and not-at-risk groups in the United

States a large multi center study (httparchintejamanetworkcomarticleaspxarticleid=215079)-

Arch Int Med 2003163286ndash92

29

Kochhar R Dachdev S et al- Prevalence of coeliac disease in healthy blood donors a study from

north India (httpwwwsciencedirectcomsciencearticlepiiS1590865812000229)- Dig Liver Dis

201244530ndash2

Kang JY Kang AHY et al -Systematic review worldwide variation in the frequency of Coeliac Disease

and changes over time

(httponlinelibrarywileycomdoi101111apt12373abstractjsessionid=91309CB937E7B5E094A

3B7F08441695f04t04)- Aliment Pharmacol Ther 201338226ndash45

Mustalahti K Catassi C et al- The prevalence of celiac disease in Europe results of a centralized

international mass screening project

(httpinformahealthcarecomdoiabs103109078538902010505931)- Ann Med 201042587ndash

95

30

Malattia celiaca e microbiota intestinale il ruolo dei

Bifidobatteri

A cura di Dottssa Chiara Di Gianvittorio ndash Dietista

La malattia celiaca egrave un disordine autoimmune scatenato dallrsquoingestione di alimenti

contenenti glutine in soggetti predisposti Lrsquoinfiammazione che ne risulta a carico del

piccolo intestino provoca atrofia dei villi e malassorbimento dei nutrienti I fattori implicati

nello sviluppo di questa patologia sono genetici e ambientali Tra questi ultimi troviamo

unrsquoesposizione troppo precoce al glutine insufficiente allattamento al seno infezioni

intestinali e squilibri della flora batterica residente La manifestazione clinica egrave varia e

include disturbi gastrointestinali come gonfiore vomito diarrea dispepsia perdita di peso e

disturbi extraintestinali come anemia malattie del fegato e dermatiti

Attualmente in studio egrave la relazione tra malattia celiaca e flora batterica intestinale che

risulta fondamentale per lrsquoequilibrio e la salute del tratto gastroenterico Il microbiota

umano egrave infatti lrsquoinsieme di microrganismi simbiontici dellrsquointestino Negli esseri umani si

trovano tra le 500 e le 1000 specie differenti di microrganismi di cui la maggioranza

anaerobi Tra questi ci sono i Bifidobatteri che svolgono una duplice azione diretta

contrastando i batteri patogeni e indiretta per interazione con il tessuto linfoide intestinale

(GALT) di cui ne stimola lrsquoattivitagrave

Alcuni ceppi di questi batteri inoltre sembrano inibire la risposta infiammatoria e il danno

alla mucosa che insorgono in conseguenza dellrsquoingestione di gliadina Infatti studi in vitro

hanno mostrato che tali microrganismi possono ridurre la produzione di citochine

infiammatorie (IFN-γ e IFN-α) e aumentare quella di IL-10 Un ulteriore effetto positivo

riguarda lrsquoincremento di cellule caliciformi nel piccolo intestino ridotte a causa della tossicitagrave

da glutine Infine oltre agli effetti immunomodulatori ceppi specifici come il

Bifidobacterium longum contribuiscono allrsquoidrolisi dei peptidi di gliadina durante la

digestione riducendo la presenza di aminoacidi tossici e dei loro effetti avversi

I Bifidobatteri risultano quindi protettivi contro la risposta infiammatoria e il danno

mucosale causato dal glutine Ci si chiede a questo punto se squilibri della microflora

31

possano costituire concausa nello sviluppo della patologia e se egrave possibile migliorarne la

gestione ristabilendo lrsquoequilibrio intestinale con probiotici

Attualmente cambiamenti nel microbiota intestinale sono stati dimostrati nei bambini

celiaci Negli adulti le evidenze parlano di una riduzione di Bifidobatteri sia al momento della

diagnosi che a dieta aglutinata ed un aumento dei Bacteroides (batteri gram negativi e

anaerobici) sia nelle feci che sulle biopsie dei celiaci Inoltre crsquoegrave una riduzione nella

variabilitagrave della specie sia prima che dopo la dieta Tali squilibri vanno ovviamente ad

incidere sul processo patologico

I probiotici sono costituiti da microrganismi vivi che devono essere in grado di svolgere

effetti positivi sulla flora batterica intestinale In alcuni studi si egrave dimostrato come alcuni di

essi possano avere una particolare utilitagrave per i celiaci anche se si tratta ancora di approcci a

livello sperimentale Unrsquo indagine condotta su 64 soggetti (26 pazienti celiaci con dieta

contenente glutine 18 celiaci a dieta gluten-free e 20 soggetti sani) ha portato a valutare se

la flora batterica intestinale possa contribuire ai sintomi pro-infiammatori della celiachia e se

con due specifici ceppi di Bifidobatteri sia possibile ottenere benefici I risultati

confermarono le ipotesi e il ruolo positivo svolto dai ceppi Bifidobacterium longum e

Bifidobacterium bifidum sul quadro infiammatorio

Lrsquouso di specifici batteri probiotici potrebbe quindi contribuire al miglioramento della

patologia ma egrave necessario approfondire ulteriormente con modelli sperimentali e studi

clinici il loro ruolo a supporto della terapia classica

Bibliografia

Collado MC Donat E et al- Imbalances in faecal and duodenal Bifidobacterium species composition

in active and non active coeliac disease (httpwwwncbinlmnihgovpubmed19102766)- BMC

Microbiol 2008 2321-9

Di Cagno R Rizzello CG et al- Different fecal microbiotas and volatile organic compounds in treated

and entrate children with celiac diseaseAppl And Environ Microbiol 2009 75 3963-71

Golfetto L Senna FD et al- Lower Bifidobacteria counts in adult patients with celiac disease on a

gluten- free diet

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Lower+Bifidobacteria+counts+in+adult+patients+with

+celiac+disease+on+a+gluten-+free+diet)- Arq Gastroenterol 2014 51 139-43

32

Ghosh S- Advances in our understanding of the pathogenesis of celiac disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed21523256)- Can J Gastroenterol 2011 25186

Medina M De Palma G- Bifidobacterium strains suppress in vitro the pro-inflammatory milieu

trigged by large intestinal microbiota of coeliac patients

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Bifidobacterium+strains+suppress+in+vitro+the+pro-

inflammatory+milieu+trigged)- J Inflamm 2008 519

Sanders ME- Impact of probiotics on colonizing microbiota of the gut

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed21992949)- J Clin Gastroenterol 2011 45S115-9

Sanz Y De Pama G et al- Unraveling the ties between celiac disease and intestinal microbiota

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Unraveling+the+ties+between+celiac+disease)- Int

Rev Immunol 2011 30 207-18

33

CAPSICUM ANNUUM IL ROSSO CHE PROTEGGE LA

TUA SALUTE

A cura di Dottssa Giusi Balzano ndash Biologa nutrizionista

Il peperoncino rosso il cui nome scientifico egrave Capsicum annuum appartiene alla famiglia

delle Solanacee ed egrave originario delle Americhe

Dal ritrovamento di reperti archeologici sappiamo con certezza che fin dal 5000 aC circa la

popolazione messicana conosceva il peperoncino il quale fu importato in Europa da

Cristoforo Colombo nel 1493

Capsicum annuum

Il peperoncino a dispetto di tante credenze gode di tante proprietagrave benefiche e forse per

associazione con il pepe si tende erroneamente a credere che sia poco salutare

Come pianta egrave facilmente coltivabile e si adatta a diversi climi puograve essere coltivato nei vasi

e su un terrazzo limportante egrave che stia in pieno sole Nei periodi piugrave freddi conviene ad

ogni modo tenerlo al riparo in quanto non sopporta bene un clima troppo rigido Il

peperoncino egrave una pianta annuale e le parti consumate sono i frutti le bacche contenenti

dei semi bianco-giallastri Esistono tantissime qualitagrave di peperoncino e le bacche possono

essere consumate fresche cotte o crude I colori dei peperoncini (frutto) sono molteplici

verdi gialli rossi arancione bruno scuro e marrone scuro La sensazione di piccante data dal

peperoncino egrave dovuta alla capsaicina che in proporzione alla quantitagrave disponibile nel seme

ne determina appunto la piccantezza In realtagrave quando si mangia un peperoncino la

risposta di bruciore data dallorganismo egrave solo una sensazione che il cervello invia come

34

risposta allattivazione di alcuni termorecettori presenti nella bocca con cui proprio la

capsaicina viene a contatto Tra le proprietagrave del peperoncino troviamo

funzione dimagrante egrave accentuanto il consumo di calorie ad opera della capsaicina principio

attivo del peperoncino

proprietagrave antibiotiche antibatteriche e antiossidanti ad opera dei flavonoidi e capsaicinoidi

E anche molto utile nella cura di raffreddore bronchite e sinusite

flusso sanguignoazione vasodilatatrice il caratteristico potere piccante urticante del

peperoncino porta con seacute una specifica azione della capsicina sulla circolazione periferica

del sangue La dilatazione dei vasi sanguigni egrave funzionale alla regolazione ottimale della

pressione e della circolazione del sangue che aumenta dopo lassunzione I capillari

diventano piugrave elastici e il sangue risulta piugrave ossigenato Egrave per questo che il peperoncino utile

per scaldarsi in inverno diventa anche importante nella dieta estiva per difendersi dal caldo

torrido e dallumiditagrave

cuore e colesterolo la regolazione del flusso del sangue aiuta a mantenere pulito il sistema

endovenoso congiuntamente allazione della lecitina e di altri olii essenziali evitando la

comparsa di placche che bloccano il flusso sanguigno I capsaicinoidi svolgono unazione

importante nelle diete ad alto contenuto di sostanze grasse Il peperoncino aiuta a ridurre

eccessivi livelli di colesterolo accelerandone la ripartizione e lespulsione

digestione e metabolismo il peperoncino aumenta la secrezione di succhi gastrici e migliora

la digestione grazie al suo potere antifermentativo e inoltre tiene pulite le mucose Nelle

diete in cui egrave prevista unassunzione regolare linfluenza del capsicum porta a migliorare e

velocizzare i processi metabolici Attenzione perograve in caso di bruciore fastidioso e

persistente dopo ingestione di peperoncino associato ad uninfiammazione della gola

dellesofago o dello stomaco mangiare un pezzo di formaggio o di pane o bere birra risulta

essere di grande aiuto contro i fastidi menzionati

mal di collo e mal di schiena efficace contro artriti e reumatismi il peperoncino egrave un

ingrediente essenziale di molte creme e gel antinfiammatori ad azione topica Aiuta ad

alleviare il dolore migliorando la circolazione sanguigna

azione anti-tumorale la vitamina C egrave un significativo agente anti-cancro previene infezioni e

tumori I peperoncini freschi ne sono ricchi e riescono a fornirci acido ascorbico (vitamina C)

proprio in estate ed autunno quando la nostra dieta mediterranea egrave piugrave povera di agrumi

35

mal di testa e depressione lassunzione della capsicina provoca bruciore e dolore nella bocca

e nelle pareti interne del sistema gastroenterico Il nostro corpo reagisce cominciando a

rilasciare maggiori quantitagrave di adrenalina aumentando al contempo la produzione di

endorfine Il nostro corpo risulta energizzato laumento del flusso del sangue al cervello dagrave

sollievo poi sopraggiungono le endorfine vere e proprie ldquodrogherdquo naturali cioegrave oppioidi

endogeni che vengono prodotti internamente dal nostro organismo ed hanno potere

eccitativo ed analgesico alleviando cefalee ed altri dolori

azione afrodisiaca insieme alla vitamina C nel peperoncino cegrave anche la vitamina E

responsabile della stimolazione e della regolazione di molti processi legati alla feconditagrave

sessuale

Bibliografia

1 Tewksbury JJ Levey DJ Huizinga M Haak DC Traveset A Costs and benefits of capsaicin-mediated control of gut retention in dispersers of wild chilies Ecology 89 107-17 2008

2 Govindarajan VS Sathyanarayana MN Capsicum--production technology chemistry and quality Part V Impact on physiology pharmacology nutrition and metabolism structure pungency pain and desensitization sequences Crit Rev Food Sci Nutr 29 435-74 1991

36

Rape Rosse - Tubero e foglie un beneficio a 360deg

A cura di Dottssa Giusi Balzano ndash Biologa nutrizionista

Barbe rosse barbabietole rosse o ancora carote rosse

sono tutti sinonimi dialettali che fanno riferimento alle

rape rosse

Queste sono tuberi noti in botanica come Beta vulgaris

var rapa forma rubra si tratta di una pianta

appartenente alla famiglia delle Chenopodiaceae ed al genere Beta Menzionata in alcuni

antichissimi scritti greci risalenti al 420 aC periodo in cui il tubero rosso era noto

semplicemente come beta secondo il pensiero di altri autori lorigine delle rape rosse risale

addirittura al 2000 aC considerata la presenza di alcuni reperti archeologici che la

attestano

Malgrado gli appelli di dietologi e specialisti dellalimentazione si tende spesso a

dimenticare limportanza fitoterapica e benefica di alcuni ortaggi come in questo specifico

caso le rape rosse

Le rape rosse contengono pochissime calorie (solamente 19 per 100 grammi di prodotto)

per questo motivo rientrano tra i cibi ipocalorici ottimi alimenti preferibili in diete bilanciate

che presuppongono una marcata restrizione calorica Ersquo ricca di acqua corrispondente a

circa il 91 si contano solo il 4 di carboidrati ed il 26 di fibre contiene diverse vitamine

in particolare del gruppo B e una buona quota di sali minerali soprattutto potassio sodio

calcio ferro e fosforo ed egrave ricca anche di zuccheri Nella radice della rapa rossa si ritrova un

glicoside che attribuisce la tipica colorazione rosso vivo alla rapa si tratta della betaina

sfruttata dallindustria alimentare come colorante naturale (E 162) Altro pigmento

riscontrato nella rapa rossa egrave la betaxantina che le conferisce striature giallastre Ancora

nella radice di rapa rossa si trovano altre sostanze sfruttate nella fitoterapia e nella cosmesi

quali saponine antociani flavonoidi in genere ed allantoine (proprietagrave idratanti e

disarrossanti)

37

Proprietagrave terapiche

Una delle proprietagrave curative principali di questo ortaggio riguarda il potere lassativo spesso

utile per combattere la stitichezza e le emorroidi La rapa rossa egrave anche un buon rimedio per

migliorare la funzione epatica e combattere le infezioni delle vie urinarie Le sue foglie sono

unrsquoottima fonte di vitamina A e le radici sono una buona fonte di vitamina C Le foglie

vengono cucinate o servite fresche come verdura mentre le radici o teste possono essere

affettate in insalate o cotte intere e poi tagliate a fettine o a tocchetti

Le rape rosse sono particolarmente ricche di folati fondamentali alleati contro le malattie

cardiache e lrsquoanemia in quanto coinvolti nella produzione di globuli rossi e bianchi nella

sintesi di materiale genetico e nella formazione di anticorpi nel sistema immunitario Esse

sono anche ricchi di fibre solubili e insolubili La fibra insolubile aiuta a mantenere il tratto

intestinale funzionante mentre la fibra solubile controlla il livello di zucchero nel sangue e

abbassa il colesterolo Nelle sue foglie egrave abbondante il beta-carotene il ferro e il calcio

Ricche di vitamine del gruppo B come B1 B2 B3 e B6 per quanto concerne il contenuto di

sali minerali questa egrave un ortaggio ricco di iodio sodio e potassio ma anche in quantitagrave

minori di magnesio Lo iodio egrave un minerale essenziale per il corretto funzionamento della

ghiandola tiroidea che regola il metabolismo mentre il potassio e il sodio sono necessari per

la generazione e la trasmissione degli impulsi nervosi attivitagrave muscolare a parte il bilancio

idrico allrsquointerno e allrsquoesterno della cellula

Il succo crudo di barbabietola (Fig 1) egrave particolarmente idoneo per tutte le persone che

soffrono di anemia in quanto favorisce la formazione di globuli rossi nel sangue inoltre ha

proprietagrave diuretiche e favorisce la digestione

Fig1 succo crudo di barbabietola rossa

38

Ortaggio anticancro

Nella rivista International Journal of Cancer si discute sul ruolo delle rape rosse come

potenziale alimento anticancro la questione egrave per certi versi discutibile ed oscura e non

esiste alcuna dimostrazione indubbia ed inequivocabile che accerti lipotesi In particolare

nella rivista sopraccitata si discute del possibile ruolo delle rape rosse nella prevenzione del

tumore al colon per altri le rape rosse sarebbero in grado non solo di prevenirne il cancro

ma anche di contrastarlo

Bibliografia

Kazimierczak R Hallmann E Lipowski J Drela N Kowalik A Puumlssa T Matt D Luik A Gozdowski D Rembiałkowska E

Beetroot (Beta vulgaris L) and naturally fermented beetroot juices from organic and conventional production metabolomics antioxidant levels and anticancer activity

J Sci Food Agric 2014 May

39

Sigrave ai legumi nella prevenzione delle malattie tumorali

A cura di Dottssa Bruzzone Francesca ndash Dietista

Con il termine ldquolegumirdquo si intendono tutti quei semi commestibili derivanti dalle piante

dicotiledoni dellrsquoordine delle Fabales tra cui rientrano i fagioli le lenticchie le fave i piselli

i lupini i ceci le carrube le cicerchie le arachidi e la soia

I legumi sono alimenti ricchi di proteine tanto da essere stati denominati come ldquola carne dei

poverirdquo Essi possiedono un buon contenuto in amminoacidi (ad eccezione di quelli solforati

e del triptofano) carboidrati fibre Calcio Ferro e Potassio a discapito di grassi e

colesterolo

In abbinamento ai cereali i legumi costituiscono un ottimo e saziante piatto unico dove

convergono carboidrati e proteine e dove gli amminoacidi carenti nei cereali (come la lisina)

si integrano con quelli dei legumi e viceversa Queste qualitagrave rendono tali semi

particolarmente adeguati sia nella prevenzione che nel trattamento di numerose malattie

metaboliche come il diabete mellito le dislipidemie la sindrome metabolica il sovrappeso e

lrsquoobesitagrave Di recente inoltre egrave stato attribuito un altro importante ruolo benefico ai legumi

quello di ostacolare la crescita di alcune forme tumorali

Un lavoro effettuato da un gruppo di ricercatori dellUniversity College di Londra del

Dipartimento di Scienze Chirurgiche dell`Universitagrave di Chieti e del Laboratorio di

Farmacologia Molecolare dell`Istituto Mario Negri di Milano e pubblicato sulla rivista

statunitense ldquoCancer Researchrdquo infatti ha scoperto la presenza di inositolo pentachisfosfato

nella maggior parte dei legumi (in particolare in lenticchie piselli e fagioli) e nelle noci Tale

40

composto sembrerebbe inibire lrsquoenzima fosfoinositide 3-chinasi coinvolto nella crescita e

nella progressione dei tumori e capace di aumentare la resistenza al trattamento con agenti

chemoterapeutici Il segnale attivato dalla fosfoinositide 3-chinasi infatti rappresenta un

target importante per lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche anticancro e questo studio

dimostra come lrsquoinositolo pentafosfato sia capace di antagonizzare in maniera specifica

questo segnale nelle cellule tumorali inducendone lrsquoapoptosi (morte programmata)

Lrsquoinositolo pentafosfato ha una struttura molecolare analoga al prodotto dellrsquoattivitagrave

enzimatica della fosfoinositide 3-chinasi che attiva segnali specifici per la progressione del

cancro Il meccanismo secondo il quale lrsquoinositolo pentafosfato disattiva le proteine

iperattive nei tumori dalla membrana plasmatica permette di inibire sia la crescita delle

cellule tumorali umane in coltura sia lo sviluppo dei tumori nei topi In queste condizioni

lrsquoinositolo pentafosfato ha dimostrato unrsquoattivitagrave farmacologica comparabile e potenziante

quella del farmaco citotossico cisplatino molto usato in chemioterapia antitumorale ma

associato a effetti collaterali come nausea vomito formicolio a mani e piedi caduta dei

capelli e alterazione della funzionalitagrave renale (gli inositoli fosfati invece non sono tossici

neanche a concentrazioni piugrave elevate di quelle usate in questo studio e possono essere

assorbiti per via orale) I principali effetti positivi sono stati riscontrati a livello di ovaie e

polmoni

Lrsquoinositolo pentafosfato inoltre si egrave dimostrato capace di inibire lo sviluppo dei nuovi vasi

sanguigni indispensabili per la nutrizione e lo sviluppo del tumore (angiogenesi) bloccando

quindi un meccanismo fondamentale per la sua crescita

Sitografia

ldquoLe Scienze edizione italiana di Scientifica Americanrdquo ndashLegumi e cereali conto il cancro-

ldquoAssociazione Giacomo-onlusrdquo -Inositolo Pentafosfato da legumi e arachidi una nuova strada

nella cura dei tumori

41

Tra le mille virtursquo del miele la cura dellrsquoherpes simplex

A cura di Dottssa Serena Pascucci Biologa Nutrizionista

Le molteplici proprietagrave del miele sono note fin dallrsquoantichitagrave

per le sue capacitagrave antisettiche antibiotiche e cicatrizzanti

e il suo uso nella medicina moderna sta riscontrando

sempre piugrave maggiore interesse

Diversi studi

hanno valutato

lrsquoefficacia del miele contro alcuni virus tra cui di

particolare importanza egrave emersa lrsquoefficacia del

miele per il trattamento dellrsquoHerpes Simplex sia a

livello labiale sia a livello genitale Lo studio del

2004 condotto presso una clinica privata a Dubai

ha selezionato 16 pazienti con ricorrenti manifestazioni del virus otto affetti da Herpes

simplex a livello labiale e otto a livello genitale con un etagrave compresa tra i 35 e i 45 anni sia

maschi che femmine Ersquo stata valutata e considerata lrsquoefficacia del miele nel trattamento

delle lesioni prodotte dal virus in confronto a un comune farmaco antivirale utilizzato

normalmente (Acyclovir) I pazienti prescelti prima della prova non dovevano sottoporsi ad

altre cure antivirali A scelta casuale sono stati selezionati quattro pazienti con herpes

labiale e quattro con herpes genitale che hanno effettuato il primo trattamento con il miele

gli altri otto con il farmaco comune antivirale a base di 5 di acyclovir Alla seconda

comparsa della manifestazione del virus egrave stato effettuato lrsquoopposto Nello studio egrave stato

somministrato un miele multiflora direttamente sulle lesioni prodotte dal virus su una garza

a contatto con la lesione per un quarto drsquoora per 4 volte al giorno fino alla completa

guarigione mentre il farmaco veniva applicato 6 volte al giorno Da questa prova egrave stata

riscontrata una durata delle lesioni dalla prima comparsa alla completa scomparsa di circa

12 giorni in media per entrambi i trattamenti ma nel caso dei pazienti con herpes labiale

trattati con il miele la guarigione egrave avvenuta in circa 3 giorni rispetto ai 5 giorni con il

trattamento con acyclovir cioegrave con una velocitagrave del 35 superiore Inoltre il miele ha

42

mostrato un azione migliore rispetto al farmaco in particolare la durata del dolore risultava

minore del 39 con fastidi moderati per non piugrave di 24 ore mentre con acyclovir il dolore

anche se moderato poteva prolungarsi fino a 72 ore Ersquo stato anche riscontrato un

insorgenza minore delle croste del 28 in chi utilizzava il miele in particolare in 5 pazienti le

lesioni non si sono evolute in croste cosa che non egrave mai avvenuta nei soggetti trattati con il

farmaco Ancora in due casi con il trattamento con il miele lrsquoherpes ha abortito cioegrave dopo i

primi sintomi non ha sviluppato lesioni e procurato fastidi al contrario dei pazienti trattati

con il farmaco Anche nei pazienti con herpes a livello genitale il miele si egrave mostrato piugrave

efficace del farmaco convenzionale con un tempo di guarigione minore del 53 una durata

del dolore inferiore del 50 anche qui con fastidi moderati e con una durata non superiore

alle 24 ore rispetto a bruciori da moderati a medi prolungati(anche per 3 giorni) nei pazienti

con trattamento con farmaco Inoltre egrave stato riscontrato anche a livello genitale un

insorgenza minore di croste del 49 in particolare in 5 pazienti trattati con il miele le lesioni

a livello genitale non si sono sviluppate in croste a differenza dei pazienti trattati con il

farmaco in cui le croste sono sempre apparse Infine egrave stato riscontrato anche a livello

genitale un aborto del virus in chi utilizzava il miele senza avere avuto nessun riscontro

invece nei pazienti trattati con farmaco

Lrsquoanalisi statistica ha mostrato un efficacia superiore del miele rispetto allrsquoutilizzo di

acyclovir per la cura e la risoluzione delle lesioni virali da herpes simplex labiale e genitale

(Ai-waili 2004) Tuttavia quale sia o quali siano i meccanismi drsquoazione che permettono al

miele di inibire la replicazione del virus sono poco conosciuti Un fattore che puograve

determinare lrsquoazione antivirale del miele puograve essere ricercato nel contenuto di flavonoidi(

azione antivirale) rame zinco vit E C normalmente presenti nel miele e di provata azione

antivirale(AI-Waili 2004) e infine lrsquoossido di azoto con un azione antivirale in vitro la cui

attivitagrave egrave stata rilevata anche sul virus dellrsquoHIV (Torre et al 2002 Schramm DD et al 2003)

Lrsquoherpes simplex egrave un infezione virale importante qualsiasi terapia si volesse seguire egrave

opportuno seguire sempre una supervisione e il consiglio del medico

Bibliografia

Al-Waili NS topical honey application vs acyclovir for the treatment of recurrent herpes

simplex lesions Med Sci Monit 2004 10(8) MT94-MT98

- Schramm DD Karim M Schrader HR Holt RR Cardetti M Keen CL Honey with high levels of antioxidants can provide protection to healthy human subjects J Agric Food Chem 200351(6)1732ndash5 doi 101021jf025928k - Torre D Pugliese A Speranza F Role of nitric oxide in HIV-1 infection friend or foe Lancet Infect Dis 2002 May2(5)273-80

18

SVILUPPO PUBERALE E TESSUTO ADIPOSO A cura di Dottssa Martina Beltrami - Dietista

La pubertagrave egrave una fase di transizione che determina la

maturitagrave riproduttiva tra linfanzia e letagrave adulta

La pubertagrave egrave legata a importanti cambiamenti sviluppo

delle caratteristiche sessuali secondarie lo sviluppo

somatico il menarca modificazioni psicologiche

Lormone di rilascio delle gonadotropine (GnRH) che

per tutta linfanzia viene prodotto in modo sporadico

inizia ad essere prodotto in modo pulsatile e regolare

La frequenza e lampiezza della sua produzione

determinano la produzione degli ormoni responsabili di portare allovulazione e poi la

regolaritagrave dei cicli mestruali

Tra la prima mestruazione e la piena maturazione possono passare 3-4 anni

Negli ultimi anni si egrave evidenziato come uno sviluppo precoce o tardivo sia correlato

negativamente con la salute della donna

Letagrave del menarca e lincidenza con la sindrome metabolica sono correlati con una curva a U

per la quale sia unetagrave troppo precoce (prima dei 10 anni) sia unetagrave tardiva (dopo i 16anni)

portano ad un aumentato rischio di sviluppare la sindrome metabolica nellarco dei successivi

26 anni (1)

Un menarca precoce egrave un fattore di rischio a tutte le patologie estrogeno dipendenti

(iperandrogenismo pcos tumore alla mammela) e dal punto di vista psicologico puograve essere

traumatico

Un menarca tardivo egrave correlato a osteopenia il picco di accumulo di densitagrave ossea avviene

tra letagrave puberale e i 25anni se lo sviluppo puberale tarda avrograve meno tempo a disposizione

per aumentare la densitagrave ossea

I fattori nutrizionali sono considerati uno dei principali fattori che influenzano linizio dello

sviluppo puberale

19

La Leptina egrave un ormone prodotto dal tessuto adiposo ed egrave strettamente correlata alla sua

quantitagrave Piugrave aumenta lindice di massa corporea (BMI) e piugrave aumenta la percentuale di

Leptina prodotta

La Leptina agisce sui processi di termogenesi sul comportamento alimentare e sulla funzione

riproduttiva Le modificazioni dei livelli di leptina indicano se le riserve energetiche

dellorganismo sono sufficienti per sostenere lo sviluppo puberale La leptina agisce quindi

come un segnale periferico per lipotalamo ed egrave necessaria per lo sviluppo puberale

Alcuni studi hanno evidenziato come letagrave del menarca sia strettamente correlata ai livelli

circolanti di leptina

La leptina circolante infatti aumenta di circa il 30 nei 6 mesi precedenti il menarca(2)

Negli ultimi decenni il sovrappeso egrave aumentato nella popolazione e non a caso anche letagrave

media del primo menarca egrave scesa da 13 a 12 anni circa

Letagrave del menarca egrave correlata piugrave al peso corporeo che non alletagrave cronologica

Se andiamo a modificare per carenza o per eccesso il grasso corporeo la produzione di

leptina cambia e il menarca puograve anticipare o tardare

Bambine di 5-7 anni in sovrappeso hanno maggior probabilitagrave di uno sviluppo puberale

anticipato a 9 anni (3)

Ballerine ginnaste o ragazze con un BMI piugrave basso rispetto alle coetanee spesso hanno un

menarca tardivo

Da alcuni studi sembrerebbe che un percentuale minima del 16 di grasso sia necessaria

affinchegrave avvenga lo sviluppo puberale e il 22 per avere cicli regolari (4)

Riuscire a identificare precocemente i soggetti a rischio permette di intervenire

tempestivamente lavorando sullindice di massa corporea per recuperare anni sui fattori di

rischio

Bibliografia

1) Mueller NT1Duncan BBBarreto SMChor DBessel MAquino EMPereira MASchmidt MI Earlier age at menarche is associated with higher diabetes risk and cardiometabolic disease risk factors in Brazilian adults Brazilian Longitudinal Study of Adult Health (ELSA-Brasil) 2) Lassek W D and Gaulin S JC (2007) Menarche is related to fat distribution Am J Phys Anthropol 1331147ndash1151 doi101002ajpa20644

20

3) Davison et al Percent Body Fat at Age 5 Predicts Earlier Pubertal Development Among Girls at Age 9 Pediatrics 2003 1114 815-821 4) Rose E Frisch1Roger Revelle1 Height and Weight at Menarche and a Hypothesis of Critical Body Weights and Adolescent Events Science 24 July 1970 Vol 169no 3943pp 397-399

21

Attivitagrave ormonale e distribuzione di grasso

generalizzato

A cura di Dottssa Bruzzone Francesca ndash Dietista

Mentre della localizzazione del tessuto adiposo a livello addominale piuttosto che in zona

gluteo-femorale si tratta lungamente (distinguendo lrsquoobesitagrave androide da quella ginoide) dei

soggetti che accumulano grasso in modo omogeneo nei vari distretti corporei si parla in

minor misura nonostante tale fenomeno interessi ugualmente genere maschile e genere

femminile

La predisposizione a immagazzinare le riserve energetiche in una

zona piuttosto che in unrsquoaltra varia in relazione a etagrave sesso razza

di appartenenza attivitagrave fisica alimentazione e azione ormonale

Questi ultimi tre fattori sono strettamente correlati e dipendenti

lrsquouno dallrsquoaltro

Le persone in sovrappeso che presentano delle forme corporee

come quelle della figura a lato solitamente possiedono arti lunghi

ossa piccole faccia ovale o allungata e vita alta Essi localizzano il

grasso in tutto il corpo ad eccezione dei polpacci non sopportano il

caldo adorano i carboidrati e il caffegrave alternano la loro giornata tra energia e stanchezza e

passano da entusiasmo e presa di iniziativa nei periodi positivi a depressione e irritabilitagrave nei

momenti di stress

Tutte queste caratteristiche sono determinate dal ruolo degli ormoni nella gestione della

regolazione delle funzioni corporee e dellrsquoemotivitagrave

I soggetti che tendono ad ingrassare sia nella zona addominale che in quella inferiore del

corpo infatti annoverano molto spesso un lungo passato di squilibrio ormonale in cui si

sovrappongono fattori eziologici tipici del grasso androide ad altri caratteristici del grasso

ginoide

Generalmente questi individui acquistano peso a causa di una alterata attivitagrave tiroidea (loro

ghiandola dominante) provocata da un consumo protratto ed eccessivo di carboidrati

raffinati e di zuccheri semplici Ciograve conduce nel tempo a una soppressione dellrsquoefficienza

tiroidea e della secrezione dellrsquoormone somatotropo (HGH) e quindi a un accumulo di grasso

22

generalizzato conseguente alla riduzione del metabolismo basale e del mancato effetto

lipolitico Lrsquoormone della crescita e gli ormoni tiroidei infatti vengono inibiti dal cortisolo il

quale egrave stimolato proprio dallrsquoipoglicemia reattiva allrsquoiperglicemia dovuta a un pasto ricco di

zuccheri semplici e carboidrati raffinati Anche la caffeina egrave in grado di aumentare la

produzione di cortisolo insieme a stress scarsa idratazione e digiuni prolungati Tale

ormone insieme agli squilibri insulinici che si innescano agevola lrsquoaumento ponderale

attraverso meccanismi quali la sollecitazione della lipoproteina lipasi e lrsquoaumento di

ritenzione idrica

La dieta piugrave adeguata per il dimagrimento di questi soggetti quindi prevede una riduzione

dei cereali bianchi degli zuccheri e della caffeina a favore di farinacei integrali proteine

nobili (specie di origine ittica per stimolare la tiroide attraverso il contenuto di iodio) e

verdura egualmente distribuiti nei vari pasti senza dimenticare una buona idratazione

Lrsquoazione degli ormoni nella localizzazione del grasso non si esprime soltanto in relazione agli

stimoli alimentari ma anche in rapporto allrsquoattivitagrave fisica coadiuvante il dimagrimento

Essendo la tiroide particolarmente attiva in tarda mattinata ad esempio il momento

migliore per allenarsi sarebbe questo per avere la possibilitagrave di stimolare al meglio le

funzioni metaboliche e il consumo dei grassi Se invece viene svolto un allenamento con i

pesi mirato ad implementare la forza esso non dovrebbe superare i 60 minuti in modo da

evitare unrsquoesosa produzione di cortisolo

Bibliografia

Massimo Spattini -La dieta ldquocomrdquo e il dimagrimento localizzato- Tecniche Nuove 2012

23

Approccio nutrizionale alla sindrome premestruale

A cura di Dottssa Chiara Di Gianvittorio ndash Dietista

La sindrome premestruale (PMS) egrave un disturbo

molto comune nelle donne in etagrave fertile e si

caratterizza per una serie di sintomi fisici e

psicologici che insorgono nella fase luteinica e

tendono a scomparire con il sopraggiungere del

flusso La sua prevalenza egrave stata stimata nel 30-40

della popolazione femminile in etagrave riproduttiva I

sintomi principali sono gonfiore stipsi dolori

addominali ritenzione idrica ma possono

aggiungersi ansia insonnia repentini cambi di umore irritabilitagrave stanchezza e attacchi di

fame Ogni donna vive a suo modo queste manifestazioni che possono verificarsi

contemporaneamente o solo in parte e la cui gravitagrave egrave variabile

Le cause della sindrome premestruale sono da rintracciarsi nello squilibrio ormonale dato

dallrsquoavvicendarsi di estrogeni e progesterone in fattori nutrizionali o in eventuali anomalie

funzionali dellrsquoasse ipotalamo-ipofisi-surrene che comportano alterazioni della secrezione di

ormoni sessuali Anche i crescenti livelli di prolattina possono contribuire ai sintomi

provocando dolori al seno e gonfiore Infine sembra che si verifichi una diminuzione di

dopamina e serotonina endorfine in grado di regolare il tono dellrsquoumore Le conseguenze di

tale sbilancio sono evidenti anche nella concentrazione nel siero di alcuni microelementi

magnesio e calcio risultano carenti nella fase luteinica e implicati quindi nella genesi di alcuni

dei sintomi Entrambi infatti sono coinvolti nellrsquoattivitagrave e nel rilascio di neurotrasmettitori e

nelle funzioni neuromuscolari

Considerando quindi la varietagrave dei disturbi e lrsquoimpatto che gli stessi possono avere sulla

qualitagrave di vita della donna unrsquoattenta alimentazione risulta utile quanto necessaria Nello

specifico lrsquoattenzione egrave rivolta al consumo attraverso la dieta di grassi saturi insaturi fibre

zuccheri semplici sostanze nervine e microelementi

Evidenze scientifiche mostrano che riducendo il contenuto di grassi nella dieta ed

aumentando il consumo di fibre e vegetali si abbassano i livelli ematici di estrogeni e di

24

conseguenza migliora la sintomatologia e il dolore mestruale Il fegato infatti estrae gli

estrogeni dal torrente ematico e li invia attraverso lrsquoalbero biliare nel tubo digerente Ligrave la

fibra proveniente da frutta verdura legumi e cereali sequestra gli estrogeni impedendone il

riassorbimento e promuovendone lrsquoescrezione fecale Le variazioni nei livelli ormonali sono

state studiate soprattutto nelle donne vegetariane riscontrando in conclusione una

correlazione tra le concentrazioni nel plasma di estrone ed estradiolo e il consumo di grassi

saturi Tali ormoni infatti diminuivano allrsquoaumentare dellrsquoapporto di fibre con la dieta Al

momento egrave in corso di studio dunque il ruolo della dieta vegetariana nella prevenzione e

gestione della sindrome premestruale Un ulteriore dato oggettivo a favore egrave

rappresentato dallrsquoutilizzo di alimenti come la soia ricca in fitoestrogeni Questi ultimi sono

estrogeni vegetali dallrsquoeffetto blando che agiscono come antagonisti riducendo la capacitagrave

dellrsquoestrogeno endogeno di legarsi al loro recettore cellulare Il risultato egrave una minore

stimolazione sulle cellule ormono-sensibili e una migliore gestione dei sintomi

Unrsquo ulteriore precisazione va fatta per i grassi nella dieta non solo la quantitagrave ma anche la

qualitagrave influisce sullrsquoinsorgenza dei disturbi del ciclo mestruale Unrsquoalimentazione ricca di

grassi polinsaturi Omega 3 si associa ad una sintomatologia piugrave modesta Infatti tali grassi

riducono la produzione di prostaglandine nellrsquoorganismo coinvolte nei processi di

infiammazione dolore contrazione muscolare e vasocostrizione

Banditi inoltre gli zuccheri semplici in quanto hanno un forte impatto sulla glicemia e

influenzano il rilascio dei neurotrasmettitori responsabili del tono dellrsquoumore (serotonina

adrenalina dopamina noradrenalina ecc) e del senso dellrsquoappetito

Altra accortezza per migliorare la gestione della sindrome premestruale egrave la riduzione

dellrsquoapporto di sodio e caffeina (o altre sostanze nervine come tegrave coca cola etc)

rispettivamente per limitare la ritenzione idrica e ridurre irritabilitagrave e insonnia

Infine egrave stato ampiamente studiato lrsquoapporto vitaminico e gli effetti su tali disturbi con

particolare attenzione alle vitamine del gruppo B assunte attraverso la dieta e non sotto

forma di integratori alimentari Lrsquointake di Tiamina e Riboflavina sembra avere un ruolo nellrsquo

incidenza della sindrome premestruale in quanto risultano implicate nel metabolismo di

neurotrasmettitori come Serotonina e GABA (Acido γ-amminobutirrico) che intervengono

migliorando lrsquoumore e agiscono indirettamente nella funzionalitagrave ovarica e riproduttiva

Al momento egrave in corso di valutazione lrsquointegrazione nella fase luteinica con Magnesio e

Calcio La loro contemporanea somministrazione genera un effetto sinergico nel ridurre gli

25

spasmi della muscolatura uterina e migliorare lrsquoumore Anche alcuni rimedi fitoterapici

sembrano alleviare la sintomatologia agnocasto ginkgo biloba e zafferano Ulteriori studi

sono perograve necessari per chiarire se realmente possa esserci un beneficio da eventuali

supplementazioni con microelementi o erbe Per ora rimane la certezza che una dieta

equilibrata ricca in frutta verdura legumi e acidi grassi polinsaturi sia la strategia drsquoelezione

nella gestione delle forme piugrave lievi di sindrome premestruale

Bibliografia

Adlercreutz H Martin F et al Steroid absorption and enterohepatic re cycling-

(httpwwwcontraceptionjournalorgarticle0010-782428792990094-5abstract)-

Contraception 1979 20 201-23

Baker LJ OrsquoBrien PM Premenstrual syndrome (PMS) a peri-menopausal perspective-

(httpwwwmaturitasorgarticleS0378-512228122900111-9fulltext) - Maturitas 2012

72(2)121-5

Chou T- Wake up and smell the coffee Caffeine coffee and the medical consequences-

httpwwwncbinlmnihgovpmcarticlesPMC1022034 - West J Med 1992 Nov157(5)544-53

Dante G Facchinetti F Herbal treatments for alleviating premenstrual symptoms a systematic

review- (httpinformahealthcarecomdoiabs1031090167482X2010538102)- J Psychosom

Obstet Gynaecol 2011 Mar32(1)42-51

Deutch B Menstrual pain in Danish women correlated with low n-3 polyunsaturated fatty acid

intake- (httpwwwncbinlmnihgovpubmed7588501) Eur J Clin Nutr 1995 Jul49(7)508-16

Gigante DP et al Population study of premenstrual syndrome-

(httpwwwscielosporgscielophpscript=sci_arttextamppid=S0034-

89102006000100009amplng=enampnrm=isoamptlng) - Rev Saude Publica 2006 40(1)47-56

Girman A Lee R Kligler B An integrative medicine approach to premenstrual syndrome- (

httpwwwajogorgarticleS0002-937828032900357-0fulltext) -Am J Obstet Gynecol 2003

188(5 Suppl)S56-65

Goldin BR Adlecreutz H et al Estrogen extrection patterns and plasma levels in vegetarian and

omnivorous women- (httpwwwnejmorgdoifull101056NEJM198212163072502 )- N Engl J

Med 1982 3071542-7

26

Halbreich U The etiology biology and evolving pathology of premenstrual syndromes-

(httpwwwsciencedirectcomsciencearticlepiiS0306453003000970)

Psychoneuroendocrinology 200328(suppl 3)55ndash99

Larissa Almenara Silva dos Santos Vilma Blondet de Azeredo et al-Seric ion level and its

relationship with the symptoms of premenstrual syndrome in young women-

(httpwwwnutricionhospitalariacompdf6648pdf) - Nutr Hosp 2013 28(6)2194-2200 Silva CM

Margot N Woods Sherwood L et al Low-fat high fiber diet and serume estrone sulfate in

premenopausal women (httpajcnnutritionorgcontent4961179fullpdf+htmlsid=38ae9820-

e92f-4cfe-b019-a9b3ce1d92e7) - Am J Clin Nutr 1989 49 1179-83

Sohrabi N Kashanian M et al - Evaluation of the effect of omega-3 fatty acids in the treatment of

premenstrual syndrome a pilot trial-

(httpwwwcomplementarytherapiesinmedicinecomarticleS0965-229928122900174-

4fulltext ) Complement Ther Med 2013 Jun21(3)141-6

Thys-Jacobs S Micronutrients and the premenstrual syndromethe case for calcium-

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed10763903) - Journal of the American College of Nutrition

2000 19 (2) 220-7

Patricia O Chocano-Bedoya JoAnn E Manson et al Dietary B vitamin intake and incident

premenstrual syndrome- (httpajcnnutritionorgcontent9351080long) Am J Clin Nutr 2011

93 1080-6

27

Attuali evidenze epidemiologiche in tema di malattia

celiaca

A cura di Dottssa Chiara Di Gianvittorio ndash Dietista

La malattia celiaca egrave un disturbo

autoimmune che si sviluppa in

persone geneticamente predisposte

in conseguenza dellrsquoesposizione a

fattori ambientali (glutine nella dieta

come prima causa) La prevalenza

del disturbo egrave molto variabile gli

ultimi dati riguardo la distribuzione della malattia parlano di un incremento in alcune aree

mondiali Il miglioramento delle tecniche diagnostiche e la migliore conoscenza della

malattia non bastano perograve a spiegare la crescita verificatasi negli ultimi 30- 40 anni

La nuova epidemiologia dellrsquo intolleranza al glutine egrave ora caratterizzata da un aumento di

nuovi casi in aree storiche (Europa del Nord e gli Stati Uniti) ma piugrave interessante egrave la crescita

della malattia in nuove regioni (paesi asiatici) A spiegare ciograve probabilmente ci sono

cambiamenti nelle abitudini alimentari soprattutto in etagrave infantile oltre che lrsquoutilizzo di

nuovi mezzi diagnostici

In Europa e Stati Uniti la frequenza sulla popolazione egrave di circa lrsquo 1 con alcune differenze

regionali In Finlandia e Svezia si calcola una prevalenza del 2-3 mentre in Germania solo

dello 02 nonostante i fattori causali sembrino essere simili (livello di assunzione di glutine

e frequenza di HLA-DQ2 e -DQ8) Sebbene lincidenza e i casi diagnosticati siano in

aumento rimane lrsquo ldquoiceberg celiacordquo a nascondere con un rapporto che varia da 13 a 15

(casi diagnosticati e non diagnosticati) la reale distribuzione della malattia

Oltre a Europa e Nord America lepidemiologia dellrsquo intolleranza al glutine egrave stata studiata in

molti altri paesi per lo piugrave popolati da individui di origine europea In queste zone i dati si

sovrappongono in larga misura a quelli del vecchio e del nuovo continente Nuove evidenze

arrivano dal Nord Africa e dai Paesi del Medio Oriente in cui il disturbo egrave presente

nonostante la scarsa disponibilitagrave di strutture diagnostiche e la scarsa consapevolezza della

28

malattia In Saharawi una popolazione araba che vive nel Sahara occidentale la prevalenza

della malattia egrave eccezionalmente elevata (56) per ragioni ancora poco chiare

La conoscenza della malattia nelle regioni asiatiche invece egrave ancora limitata e per lo piugrave

confinata in India dove egrave stata riconosciuta sia nei bambini che negli adulti Tuttavia come

efficacemente descritto da una task force indiana lrsquointolleranza al glutine in India egrave

ldquoimmerso in un oceano di malnutrizionerdquo La frequenza sembra essere maggiore nella parte

settentrionale probabilmente in conseguenza del largo consumo di grano rispetto al riso

Difficile ottenere dei numeri ma si stima che da 5 a 8 milioni di persone in India potrebbero

avere la malattia Purtroppo perograve ad oggi solo poche migliaia di pazienti sono stati

diagnosticati

Infine difficile comprendere anche la distribuzione in Cina a causa della grande popolositagrave I

fattori predisponenti (consumo di grano e genotipo HLA-DQ2 e DQ8) sono presenti cosigrave

come le prime evidenze in letteratura ma egrave necessario proseguire negli accertamenti

epidemiologici Risulta invece raro il disturbo in paesi come Giappone Corea Indonesia e

Filippine a causa del basso consumo di frumento e del patrimonio genetico

In sintesi i dati disponibili suggeriscono che lincidenza dellrsquo intolleranza al glutine egrave

veramente in aumento e che la malattia egrave attualmente molto piugrave comune in alcune aree

rispetto al passato Ulteriori studi epidemiologici perograve si rendono necessari per

comprendere meglio la distribuzione sulla popolazione e la correlazione con i fattori genetici

e ambientali

Bibliografia

Bai JC Fried M et al -World gastroenterology organisation global guidelines on celiac disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed23314668) - J Clin Gastroenterol 2013 47121ndash6

Catassi C Gatti S et al- The New Epidemiology of Celiac Disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed24979197)- JPGN Luglio 2014 Volume 59 supplement 1

Fasano A Berti I et al- Prevalence of celiac disease in at-risk and not-at-risk groups in the United

States a large multi center study (httparchintejamanetworkcomarticleaspxarticleid=215079)-

Arch Int Med 2003163286ndash92

29

Kochhar R Dachdev S et al- Prevalence of coeliac disease in healthy blood donors a study from

north India (httpwwwsciencedirectcomsciencearticlepiiS1590865812000229)- Dig Liver Dis

201244530ndash2

Kang JY Kang AHY et al -Systematic review worldwide variation in the frequency of Coeliac Disease

and changes over time

(httponlinelibrarywileycomdoi101111apt12373abstractjsessionid=91309CB937E7B5E094A

3B7F08441695f04t04)- Aliment Pharmacol Ther 201338226ndash45

Mustalahti K Catassi C et al- The prevalence of celiac disease in Europe results of a centralized

international mass screening project

(httpinformahealthcarecomdoiabs103109078538902010505931)- Ann Med 201042587ndash

95

30

Malattia celiaca e microbiota intestinale il ruolo dei

Bifidobatteri

A cura di Dottssa Chiara Di Gianvittorio ndash Dietista

La malattia celiaca egrave un disordine autoimmune scatenato dallrsquoingestione di alimenti

contenenti glutine in soggetti predisposti Lrsquoinfiammazione che ne risulta a carico del

piccolo intestino provoca atrofia dei villi e malassorbimento dei nutrienti I fattori implicati

nello sviluppo di questa patologia sono genetici e ambientali Tra questi ultimi troviamo

unrsquoesposizione troppo precoce al glutine insufficiente allattamento al seno infezioni

intestinali e squilibri della flora batterica residente La manifestazione clinica egrave varia e

include disturbi gastrointestinali come gonfiore vomito diarrea dispepsia perdita di peso e

disturbi extraintestinali come anemia malattie del fegato e dermatiti

Attualmente in studio egrave la relazione tra malattia celiaca e flora batterica intestinale che

risulta fondamentale per lrsquoequilibrio e la salute del tratto gastroenterico Il microbiota

umano egrave infatti lrsquoinsieme di microrganismi simbiontici dellrsquointestino Negli esseri umani si

trovano tra le 500 e le 1000 specie differenti di microrganismi di cui la maggioranza

anaerobi Tra questi ci sono i Bifidobatteri che svolgono una duplice azione diretta

contrastando i batteri patogeni e indiretta per interazione con il tessuto linfoide intestinale

(GALT) di cui ne stimola lrsquoattivitagrave

Alcuni ceppi di questi batteri inoltre sembrano inibire la risposta infiammatoria e il danno

alla mucosa che insorgono in conseguenza dellrsquoingestione di gliadina Infatti studi in vitro

hanno mostrato che tali microrganismi possono ridurre la produzione di citochine

infiammatorie (IFN-γ e IFN-α) e aumentare quella di IL-10 Un ulteriore effetto positivo

riguarda lrsquoincremento di cellule caliciformi nel piccolo intestino ridotte a causa della tossicitagrave

da glutine Infine oltre agli effetti immunomodulatori ceppi specifici come il

Bifidobacterium longum contribuiscono allrsquoidrolisi dei peptidi di gliadina durante la

digestione riducendo la presenza di aminoacidi tossici e dei loro effetti avversi

I Bifidobatteri risultano quindi protettivi contro la risposta infiammatoria e il danno

mucosale causato dal glutine Ci si chiede a questo punto se squilibri della microflora

31

possano costituire concausa nello sviluppo della patologia e se egrave possibile migliorarne la

gestione ristabilendo lrsquoequilibrio intestinale con probiotici

Attualmente cambiamenti nel microbiota intestinale sono stati dimostrati nei bambini

celiaci Negli adulti le evidenze parlano di una riduzione di Bifidobatteri sia al momento della

diagnosi che a dieta aglutinata ed un aumento dei Bacteroides (batteri gram negativi e

anaerobici) sia nelle feci che sulle biopsie dei celiaci Inoltre crsquoegrave una riduzione nella

variabilitagrave della specie sia prima che dopo la dieta Tali squilibri vanno ovviamente ad

incidere sul processo patologico

I probiotici sono costituiti da microrganismi vivi che devono essere in grado di svolgere

effetti positivi sulla flora batterica intestinale In alcuni studi si egrave dimostrato come alcuni di

essi possano avere una particolare utilitagrave per i celiaci anche se si tratta ancora di approcci a

livello sperimentale Unrsquo indagine condotta su 64 soggetti (26 pazienti celiaci con dieta

contenente glutine 18 celiaci a dieta gluten-free e 20 soggetti sani) ha portato a valutare se

la flora batterica intestinale possa contribuire ai sintomi pro-infiammatori della celiachia e se

con due specifici ceppi di Bifidobatteri sia possibile ottenere benefici I risultati

confermarono le ipotesi e il ruolo positivo svolto dai ceppi Bifidobacterium longum e

Bifidobacterium bifidum sul quadro infiammatorio

Lrsquouso di specifici batteri probiotici potrebbe quindi contribuire al miglioramento della

patologia ma egrave necessario approfondire ulteriormente con modelli sperimentali e studi

clinici il loro ruolo a supporto della terapia classica

Bibliografia

Collado MC Donat E et al- Imbalances in faecal and duodenal Bifidobacterium species composition

in active and non active coeliac disease (httpwwwncbinlmnihgovpubmed19102766)- BMC

Microbiol 2008 2321-9

Di Cagno R Rizzello CG et al- Different fecal microbiotas and volatile organic compounds in treated

and entrate children with celiac diseaseAppl And Environ Microbiol 2009 75 3963-71

Golfetto L Senna FD et al- Lower Bifidobacteria counts in adult patients with celiac disease on a

gluten- free diet

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Lower+Bifidobacteria+counts+in+adult+patients+with

+celiac+disease+on+a+gluten-+free+diet)- Arq Gastroenterol 2014 51 139-43

32

Ghosh S- Advances in our understanding of the pathogenesis of celiac disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed21523256)- Can J Gastroenterol 2011 25186

Medina M De Palma G- Bifidobacterium strains suppress in vitro the pro-inflammatory milieu

trigged by large intestinal microbiota of coeliac patients

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Bifidobacterium+strains+suppress+in+vitro+the+pro-

inflammatory+milieu+trigged)- J Inflamm 2008 519

Sanders ME- Impact of probiotics on colonizing microbiota of the gut

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed21992949)- J Clin Gastroenterol 2011 45S115-9

Sanz Y De Pama G et al- Unraveling the ties between celiac disease and intestinal microbiota

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Unraveling+the+ties+between+celiac+disease)- Int

Rev Immunol 2011 30 207-18

33

CAPSICUM ANNUUM IL ROSSO CHE PROTEGGE LA

TUA SALUTE

A cura di Dottssa Giusi Balzano ndash Biologa nutrizionista

Il peperoncino rosso il cui nome scientifico egrave Capsicum annuum appartiene alla famiglia

delle Solanacee ed egrave originario delle Americhe

Dal ritrovamento di reperti archeologici sappiamo con certezza che fin dal 5000 aC circa la

popolazione messicana conosceva il peperoncino il quale fu importato in Europa da

Cristoforo Colombo nel 1493

Capsicum annuum

Il peperoncino a dispetto di tante credenze gode di tante proprietagrave benefiche e forse per

associazione con il pepe si tende erroneamente a credere che sia poco salutare

Come pianta egrave facilmente coltivabile e si adatta a diversi climi puograve essere coltivato nei vasi

e su un terrazzo limportante egrave che stia in pieno sole Nei periodi piugrave freddi conviene ad

ogni modo tenerlo al riparo in quanto non sopporta bene un clima troppo rigido Il

peperoncino egrave una pianta annuale e le parti consumate sono i frutti le bacche contenenti

dei semi bianco-giallastri Esistono tantissime qualitagrave di peperoncino e le bacche possono

essere consumate fresche cotte o crude I colori dei peperoncini (frutto) sono molteplici

verdi gialli rossi arancione bruno scuro e marrone scuro La sensazione di piccante data dal

peperoncino egrave dovuta alla capsaicina che in proporzione alla quantitagrave disponibile nel seme

ne determina appunto la piccantezza In realtagrave quando si mangia un peperoncino la

risposta di bruciore data dallorganismo egrave solo una sensazione che il cervello invia come

34

risposta allattivazione di alcuni termorecettori presenti nella bocca con cui proprio la

capsaicina viene a contatto Tra le proprietagrave del peperoncino troviamo

funzione dimagrante egrave accentuanto il consumo di calorie ad opera della capsaicina principio

attivo del peperoncino

proprietagrave antibiotiche antibatteriche e antiossidanti ad opera dei flavonoidi e capsaicinoidi

E anche molto utile nella cura di raffreddore bronchite e sinusite

flusso sanguignoazione vasodilatatrice il caratteristico potere piccante urticante del

peperoncino porta con seacute una specifica azione della capsicina sulla circolazione periferica

del sangue La dilatazione dei vasi sanguigni egrave funzionale alla regolazione ottimale della

pressione e della circolazione del sangue che aumenta dopo lassunzione I capillari

diventano piugrave elastici e il sangue risulta piugrave ossigenato Egrave per questo che il peperoncino utile

per scaldarsi in inverno diventa anche importante nella dieta estiva per difendersi dal caldo

torrido e dallumiditagrave

cuore e colesterolo la regolazione del flusso del sangue aiuta a mantenere pulito il sistema

endovenoso congiuntamente allazione della lecitina e di altri olii essenziali evitando la

comparsa di placche che bloccano il flusso sanguigno I capsaicinoidi svolgono unazione

importante nelle diete ad alto contenuto di sostanze grasse Il peperoncino aiuta a ridurre

eccessivi livelli di colesterolo accelerandone la ripartizione e lespulsione

digestione e metabolismo il peperoncino aumenta la secrezione di succhi gastrici e migliora

la digestione grazie al suo potere antifermentativo e inoltre tiene pulite le mucose Nelle

diete in cui egrave prevista unassunzione regolare linfluenza del capsicum porta a migliorare e

velocizzare i processi metabolici Attenzione perograve in caso di bruciore fastidioso e

persistente dopo ingestione di peperoncino associato ad uninfiammazione della gola

dellesofago o dello stomaco mangiare un pezzo di formaggio o di pane o bere birra risulta

essere di grande aiuto contro i fastidi menzionati

mal di collo e mal di schiena efficace contro artriti e reumatismi il peperoncino egrave un

ingrediente essenziale di molte creme e gel antinfiammatori ad azione topica Aiuta ad

alleviare il dolore migliorando la circolazione sanguigna

azione anti-tumorale la vitamina C egrave un significativo agente anti-cancro previene infezioni e

tumori I peperoncini freschi ne sono ricchi e riescono a fornirci acido ascorbico (vitamina C)

proprio in estate ed autunno quando la nostra dieta mediterranea egrave piugrave povera di agrumi

35

mal di testa e depressione lassunzione della capsicina provoca bruciore e dolore nella bocca

e nelle pareti interne del sistema gastroenterico Il nostro corpo reagisce cominciando a

rilasciare maggiori quantitagrave di adrenalina aumentando al contempo la produzione di

endorfine Il nostro corpo risulta energizzato laumento del flusso del sangue al cervello dagrave

sollievo poi sopraggiungono le endorfine vere e proprie ldquodrogherdquo naturali cioegrave oppioidi

endogeni che vengono prodotti internamente dal nostro organismo ed hanno potere

eccitativo ed analgesico alleviando cefalee ed altri dolori

azione afrodisiaca insieme alla vitamina C nel peperoncino cegrave anche la vitamina E

responsabile della stimolazione e della regolazione di molti processi legati alla feconditagrave

sessuale

Bibliografia

1 Tewksbury JJ Levey DJ Huizinga M Haak DC Traveset A Costs and benefits of capsaicin-mediated control of gut retention in dispersers of wild chilies Ecology 89 107-17 2008

2 Govindarajan VS Sathyanarayana MN Capsicum--production technology chemistry and quality Part V Impact on physiology pharmacology nutrition and metabolism structure pungency pain and desensitization sequences Crit Rev Food Sci Nutr 29 435-74 1991

36

Rape Rosse - Tubero e foglie un beneficio a 360deg

A cura di Dottssa Giusi Balzano ndash Biologa nutrizionista

Barbe rosse barbabietole rosse o ancora carote rosse

sono tutti sinonimi dialettali che fanno riferimento alle

rape rosse

Queste sono tuberi noti in botanica come Beta vulgaris

var rapa forma rubra si tratta di una pianta

appartenente alla famiglia delle Chenopodiaceae ed al genere Beta Menzionata in alcuni

antichissimi scritti greci risalenti al 420 aC periodo in cui il tubero rosso era noto

semplicemente come beta secondo il pensiero di altri autori lorigine delle rape rosse risale

addirittura al 2000 aC considerata la presenza di alcuni reperti archeologici che la

attestano

Malgrado gli appelli di dietologi e specialisti dellalimentazione si tende spesso a

dimenticare limportanza fitoterapica e benefica di alcuni ortaggi come in questo specifico

caso le rape rosse

Le rape rosse contengono pochissime calorie (solamente 19 per 100 grammi di prodotto)

per questo motivo rientrano tra i cibi ipocalorici ottimi alimenti preferibili in diete bilanciate

che presuppongono una marcata restrizione calorica Ersquo ricca di acqua corrispondente a

circa il 91 si contano solo il 4 di carboidrati ed il 26 di fibre contiene diverse vitamine

in particolare del gruppo B e una buona quota di sali minerali soprattutto potassio sodio

calcio ferro e fosforo ed egrave ricca anche di zuccheri Nella radice della rapa rossa si ritrova un

glicoside che attribuisce la tipica colorazione rosso vivo alla rapa si tratta della betaina

sfruttata dallindustria alimentare come colorante naturale (E 162) Altro pigmento

riscontrato nella rapa rossa egrave la betaxantina che le conferisce striature giallastre Ancora

nella radice di rapa rossa si trovano altre sostanze sfruttate nella fitoterapia e nella cosmesi

quali saponine antociani flavonoidi in genere ed allantoine (proprietagrave idratanti e

disarrossanti)

37

Proprietagrave terapiche

Una delle proprietagrave curative principali di questo ortaggio riguarda il potere lassativo spesso

utile per combattere la stitichezza e le emorroidi La rapa rossa egrave anche un buon rimedio per

migliorare la funzione epatica e combattere le infezioni delle vie urinarie Le sue foglie sono

unrsquoottima fonte di vitamina A e le radici sono una buona fonte di vitamina C Le foglie

vengono cucinate o servite fresche come verdura mentre le radici o teste possono essere

affettate in insalate o cotte intere e poi tagliate a fettine o a tocchetti

Le rape rosse sono particolarmente ricche di folati fondamentali alleati contro le malattie

cardiache e lrsquoanemia in quanto coinvolti nella produzione di globuli rossi e bianchi nella

sintesi di materiale genetico e nella formazione di anticorpi nel sistema immunitario Esse

sono anche ricchi di fibre solubili e insolubili La fibra insolubile aiuta a mantenere il tratto

intestinale funzionante mentre la fibra solubile controlla il livello di zucchero nel sangue e

abbassa il colesterolo Nelle sue foglie egrave abbondante il beta-carotene il ferro e il calcio

Ricche di vitamine del gruppo B come B1 B2 B3 e B6 per quanto concerne il contenuto di

sali minerali questa egrave un ortaggio ricco di iodio sodio e potassio ma anche in quantitagrave

minori di magnesio Lo iodio egrave un minerale essenziale per il corretto funzionamento della

ghiandola tiroidea che regola il metabolismo mentre il potassio e il sodio sono necessari per

la generazione e la trasmissione degli impulsi nervosi attivitagrave muscolare a parte il bilancio

idrico allrsquointerno e allrsquoesterno della cellula

Il succo crudo di barbabietola (Fig 1) egrave particolarmente idoneo per tutte le persone che

soffrono di anemia in quanto favorisce la formazione di globuli rossi nel sangue inoltre ha

proprietagrave diuretiche e favorisce la digestione

Fig1 succo crudo di barbabietola rossa

38

Ortaggio anticancro

Nella rivista International Journal of Cancer si discute sul ruolo delle rape rosse come

potenziale alimento anticancro la questione egrave per certi versi discutibile ed oscura e non

esiste alcuna dimostrazione indubbia ed inequivocabile che accerti lipotesi In particolare

nella rivista sopraccitata si discute del possibile ruolo delle rape rosse nella prevenzione del

tumore al colon per altri le rape rosse sarebbero in grado non solo di prevenirne il cancro

ma anche di contrastarlo

Bibliografia

Kazimierczak R Hallmann E Lipowski J Drela N Kowalik A Puumlssa T Matt D Luik A Gozdowski D Rembiałkowska E

Beetroot (Beta vulgaris L) and naturally fermented beetroot juices from organic and conventional production metabolomics antioxidant levels and anticancer activity

J Sci Food Agric 2014 May

39

Sigrave ai legumi nella prevenzione delle malattie tumorali

A cura di Dottssa Bruzzone Francesca ndash Dietista

Con il termine ldquolegumirdquo si intendono tutti quei semi commestibili derivanti dalle piante

dicotiledoni dellrsquoordine delle Fabales tra cui rientrano i fagioli le lenticchie le fave i piselli

i lupini i ceci le carrube le cicerchie le arachidi e la soia

I legumi sono alimenti ricchi di proteine tanto da essere stati denominati come ldquola carne dei

poverirdquo Essi possiedono un buon contenuto in amminoacidi (ad eccezione di quelli solforati

e del triptofano) carboidrati fibre Calcio Ferro e Potassio a discapito di grassi e

colesterolo

In abbinamento ai cereali i legumi costituiscono un ottimo e saziante piatto unico dove

convergono carboidrati e proteine e dove gli amminoacidi carenti nei cereali (come la lisina)

si integrano con quelli dei legumi e viceversa Queste qualitagrave rendono tali semi

particolarmente adeguati sia nella prevenzione che nel trattamento di numerose malattie

metaboliche come il diabete mellito le dislipidemie la sindrome metabolica il sovrappeso e

lrsquoobesitagrave Di recente inoltre egrave stato attribuito un altro importante ruolo benefico ai legumi

quello di ostacolare la crescita di alcune forme tumorali

Un lavoro effettuato da un gruppo di ricercatori dellUniversity College di Londra del

Dipartimento di Scienze Chirurgiche dell`Universitagrave di Chieti e del Laboratorio di

Farmacologia Molecolare dell`Istituto Mario Negri di Milano e pubblicato sulla rivista

statunitense ldquoCancer Researchrdquo infatti ha scoperto la presenza di inositolo pentachisfosfato

nella maggior parte dei legumi (in particolare in lenticchie piselli e fagioli) e nelle noci Tale

40

composto sembrerebbe inibire lrsquoenzima fosfoinositide 3-chinasi coinvolto nella crescita e

nella progressione dei tumori e capace di aumentare la resistenza al trattamento con agenti

chemoterapeutici Il segnale attivato dalla fosfoinositide 3-chinasi infatti rappresenta un

target importante per lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche anticancro e questo studio

dimostra come lrsquoinositolo pentafosfato sia capace di antagonizzare in maniera specifica

questo segnale nelle cellule tumorali inducendone lrsquoapoptosi (morte programmata)

Lrsquoinositolo pentafosfato ha una struttura molecolare analoga al prodotto dellrsquoattivitagrave

enzimatica della fosfoinositide 3-chinasi che attiva segnali specifici per la progressione del

cancro Il meccanismo secondo il quale lrsquoinositolo pentafosfato disattiva le proteine

iperattive nei tumori dalla membrana plasmatica permette di inibire sia la crescita delle

cellule tumorali umane in coltura sia lo sviluppo dei tumori nei topi In queste condizioni

lrsquoinositolo pentafosfato ha dimostrato unrsquoattivitagrave farmacologica comparabile e potenziante

quella del farmaco citotossico cisplatino molto usato in chemioterapia antitumorale ma

associato a effetti collaterali come nausea vomito formicolio a mani e piedi caduta dei

capelli e alterazione della funzionalitagrave renale (gli inositoli fosfati invece non sono tossici

neanche a concentrazioni piugrave elevate di quelle usate in questo studio e possono essere

assorbiti per via orale) I principali effetti positivi sono stati riscontrati a livello di ovaie e

polmoni

Lrsquoinositolo pentafosfato inoltre si egrave dimostrato capace di inibire lo sviluppo dei nuovi vasi

sanguigni indispensabili per la nutrizione e lo sviluppo del tumore (angiogenesi) bloccando

quindi un meccanismo fondamentale per la sua crescita

Sitografia

ldquoLe Scienze edizione italiana di Scientifica Americanrdquo ndashLegumi e cereali conto il cancro-

ldquoAssociazione Giacomo-onlusrdquo -Inositolo Pentafosfato da legumi e arachidi una nuova strada

nella cura dei tumori

41

Tra le mille virtursquo del miele la cura dellrsquoherpes simplex

A cura di Dottssa Serena Pascucci Biologa Nutrizionista

Le molteplici proprietagrave del miele sono note fin dallrsquoantichitagrave

per le sue capacitagrave antisettiche antibiotiche e cicatrizzanti

e il suo uso nella medicina moderna sta riscontrando

sempre piugrave maggiore interesse

Diversi studi

hanno valutato

lrsquoefficacia del miele contro alcuni virus tra cui di

particolare importanza egrave emersa lrsquoefficacia del

miele per il trattamento dellrsquoHerpes Simplex sia a

livello labiale sia a livello genitale Lo studio del

2004 condotto presso una clinica privata a Dubai

ha selezionato 16 pazienti con ricorrenti manifestazioni del virus otto affetti da Herpes

simplex a livello labiale e otto a livello genitale con un etagrave compresa tra i 35 e i 45 anni sia

maschi che femmine Ersquo stata valutata e considerata lrsquoefficacia del miele nel trattamento

delle lesioni prodotte dal virus in confronto a un comune farmaco antivirale utilizzato

normalmente (Acyclovir) I pazienti prescelti prima della prova non dovevano sottoporsi ad

altre cure antivirali A scelta casuale sono stati selezionati quattro pazienti con herpes

labiale e quattro con herpes genitale che hanno effettuato il primo trattamento con il miele

gli altri otto con il farmaco comune antivirale a base di 5 di acyclovir Alla seconda

comparsa della manifestazione del virus egrave stato effettuato lrsquoopposto Nello studio egrave stato

somministrato un miele multiflora direttamente sulle lesioni prodotte dal virus su una garza

a contatto con la lesione per un quarto drsquoora per 4 volte al giorno fino alla completa

guarigione mentre il farmaco veniva applicato 6 volte al giorno Da questa prova egrave stata

riscontrata una durata delle lesioni dalla prima comparsa alla completa scomparsa di circa

12 giorni in media per entrambi i trattamenti ma nel caso dei pazienti con herpes labiale

trattati con il miele la guarigione egrave avvenuta in circa 3 giorni rispetto ai 5 giorni con il

trattamento con acyclovir cioegrave con una velocitagrave del 35 superiore Inoltre il miele ha

42

mostrato un azione migliore rispetto al farmaco in particolare la durata del dolore risultava

minore del 39 con fastidi moderati per non piugrave di 24 ore mentre con acyclovir il dolore

anche se moderato poteva prolungarsi fino a 72 ore Ersquo stato anche riscontrato un

insorgenza minore delle croste del 28 in chi utilizzava il miele in particolare in 5 pazienti le

lesioni non si sono evolute in croste cosa che non egrave mai avvenuta nei soggetti trattati con il

farmaco Ancora in due casi con il trattamento con il miele lrsquoherpes ha abortito cioegrave dopo i

primi sintomi non ha sviluppato lesioni e procurato fastidi al contrario dei pazienti trattati

con il farmaco Anche nei pazienti con herpes a livello genitale il miele si egrave mostrato piugrave

efficace del farmaco convenzionale con un tempo di guarigione minore del 53 una durata

del dolore inferiore del 50 anche qui con fastidi moderati e con una durata non superiore

alle 24 ore rispetto a bruciori da moderati a medi prolungati(anche per 3 giorni) nei pazienti

con trattamento con farmaco Inoltre egrave stato riscontrato anche a livello genitale un

insorgenza minore di croste del 49 in particolare in 5 pazienti trattati con il miele le lesioni

a livello genitale non si sono sviluppate in croste a differenza dei pazienti trattati con il

farmaco in cui le croste sono sempre apparse Infine egrave stato riscontrato anche a livello

genitale un aborto del virus in chi utilizzava il miele senza avere avuto nessun riscontro

invece nei pazienti trattati con farmaco

Lrsquoanalisi statistica ha mostrato un efficacia superiore del miele rispetto allrsquoutilizzo di

acyclovir per la cura e la risoluzione delle lesioni virali da herpes simplex labiale e genitale

(Ai-waili 2004) Tuttavia quale sia o quali siano i meccanismi drsquoazione che permettono al

miele di inibire la replicazione del virus sono poco conosciuti Un fattore che puograve

determinare lrsquoazione antivirale del miele puograve essere ricercato nel contenuto di flavonoidi(

azione antivirale) rame zinco vit E C normalmente presenti nel miele e di provata azione

antivirale(AI-Waili 2004) e infine lrsquoossido di azoto con un azione antivirale in vitro la cui

attivitagrave egrave stata rilevata anche sul virus dellrsquoHIV (Torre et al 2002 Schramm DD et al 2003)

Lrsquoherpes simplex egrave un infezione virale importante qualsiasi terapia si volesse seguire egrave

opportuno seguire sempre una supervisione e il consiglio del medico

Bibliografia

Al-Waili NS topical honey application vs acyclovir for the treatment of recurrent herpes

simplex lesions Med Sci Monit 2004 10(8) MT94-MT98

- Schramm DD Karim M Schrader HR Holt RR Cardetti M Keen CL Honey with high levels of antioxidants can provide protection to healthy human subjects J Agric Food Chem 200351(6)1732ndash5 doi 101021jf025928k - Torre D Pugliese A Speranza F Role of nitric oxide in HIV-1 infection friend or foe Lancet Infect Dis 2002 May2(5)273-80

19

La Leptina egrave un ormone prodotto dal tessuto adiposo ed egrave strettamente correlata alla sua

quantitagrave Piugrave aumenta lindice di massa corporea (BMI) e piugrave aumenta la percentuale di

Leptina prodotta

La Leptina agisce sui processi di termogenesi sul comportamento alimentare e sulla funzione

riproduttiva Le modificazioni dei livelli di leptina indicano se le riserve energetiche

dellorganismo sono sufficienti per sostenere lo sviluppo puberale La leptina agisce quindi

come un segnale periferico per lipotalamo ed egrave necessaria per lo sviluppo puberale

Alcuni studi hanno evidenziato come letagrave del menarca sia strettamente correlata ai livelli

circolanti di leptina

La leptina circolante infatti aumenta di circa il 30 nei 6 mesi precedenti il menarca(2)

Negli ultimi decenni il sovrappeso egrave aumentato nella popolazione e non a caso anche letagrave

media del primo menarca egrave scesa da 13 a 12 anni circa

Letagrave del menarca egrave correlata piugrave al peso corporeo che non alletagrave cronologica

Se andiamo a modificare per carenza o per eccesso il grasso corporeo la produzione di

leptina cambia e il menarca puograve anticipare o tardare

Bambine di 5-7 anni in sovrappeso hanno maggior probabilitagrave di uno sviluppo puberale

anticipato a 9 anni (3)

Ballerine ginnaste o ragazze con un BMI piugrave basso rispetto alle coetanee spesso hanno un

menarca tardivo

Da alcuni studi sembrerebbe che un percentuale minima del 16 di grasso sia necessaria

affinchegrave avvenga lo sviluppo puberale e il 22 per avere cicli regolari (4)

Riuscire a identificare precocemente i soggetti a rischio permette di intervenire

tempestivamente lavorando sullindice di massa corporea per recuperare anni sui fattori di

rischio

Bibliografia

1) Mueller NT1Duncan BBBarreto SMChor DBessel MAquino EMPereira MASchmidt MI Earlier age at menarche is associated with higher diabetes risk and cardiometabolic disease risk factors in Brazilian adults Brazilian Longitudinal Study of Adult Health (ELSA-Brasil) 2) Lassek W D and Gaulin S JC (2007) Menarche is related to fat distribution Am J Phys Anthropol 1331147ndash1151 doi101002ajpa20644

20

3) Davison et al Percent Body Fat at Age 5 Predicts Earlier Pubertal Development Among Girls at Age 9 Pediatrics 2003 1114 815-821 4) Rose E Frisch1Roger Revelle1 Height and Weight at Menarche and a Hypothesis of Critical Body Weights and Adolescent Events Science 24 July 1970 Vol 169no 3943pp 397-399

21

Attivitagrave ormonale e distribuzione di grasso

generalizzato

A cura di Dottssa Bruzzone Francesca ndash Dietista

Mentre della localizzazione del tessuto adiposo a livello addominale piuttosto che in zona

gluteo-femorale si tratta lungamente (distinguendo lrsquoobesitagrave androide da quella ginoide) dei

soggetti che accumulano grasso in modo omogeneo nei vari distretti corporei si parla in

minor misura nonostante tale fenomeno interessi ugualmente genere maschile e genere

femminile

La predisposizione a immagazzinare le riserve energetiche in una

zona piuttosto che in unrsquoaltra varia in relazione a etagrave sesso razza

di appartenenza attivitagrave fisica alimentazione e azione ormonale

Questi ultimi tre fattori sono strettamente correlati e dipendenti

lrsquouno dallrsquoaltro

Le persone in sovrappeso che presentano delle forme corporee

come quelle della figura a lato solitamente possiedono arti lunghi

ossa piccole faccia ovale o allungata e vita alta Essi localizzano il

grasso in tutto il corpo ad eccezione dei polpacci non sopportano il

caldo adorano i carboidrati e il caffegrave alternano la loro giornata tra energia e stanchezza e

passano da entusiasmo e presa di iniziativa nei periodi positivi a depressione e irritabilitagrave nei

momenti di stress

Tutte queste caratteristiche sono determinate dal ruolo degli ormoni nella gestione della

regolazione delle funzioni corporee e dellrsquoemotivitagrave

I soggetti che tendono ad ingrassare sia nella zona addominale che in quella inferiore del

corpo infatti annoverano molto spesso un lungo passato di squilibrio ormonale in cui si

sovrappongono fattori eziologici tipici del grasso androide ad altri caratteristici del grasso

ginoide

Generalmente questi individui acquistano peso a causa di una alterata attivitagrave tiroidea (loro

ghiandola dominante) provocata da un consumo protratto ed eccessivo di carboidrati

raffinati e di zuccheri semplici Ciograve conduce nel tempo a una soppressione dellrsquoefficienza

tiroidea e della secrezione dellrsquoormone somatotropo (HGH) e quindi a un accumulo di grasso

22

generalizzato conseguente alla riduzione del metabolismo basale e del mancato effetto

lipolitico Lrsquoormone della crescita e gli ormoni tiroidei infatti vengono inibiti dal cortisolo il

quale egrave stimolato proprio dallrsquoipoglicemia reattiva allrsquoiperglicemia dovuta a un pasto ricco di

zuccheri semplici e carboidrati raffinati Anche la caffeina egrave in grado di aumentare la

produzione di cortisolo insieme a stress scarsa idratazione e digiuni prolungati Tale

ormone insieme agli squilibri insulinici che si innescano agevola lrsquoaumento ponderale

attraverso meccanismi quali la sollecitazione della lipoproteina lipasi e lrsquoaumento di

ritenzione idrica

La dieta piugrave adeguata per il dimagrimento di questi soggetti quindi prevede una riduzione

dei cereali bianchi degli zuccheri e della caffeina a favore di farinacei integrali proteine

nobili (specie di origine ittica per stimolare la tiroide attraverso il contenuto di iodio) e

verdura egualmente distribuiti nei vari pasti senza dimenticare una buona idratazione

Lrsquoazione degli ormoni nella localizzazione del grasso non si esprime soltanto in relazione agli

stimoli alimentari ma anche in rapporto allrsquoattivitagrave fisica coadiuvante il dimagrimento

Essendo la tiroide particolarmente attiva in tarda mattinata ad esempio il momento

migliore per allenarsi sarebbe questo per avere la possibilitagrave di stimolare al meglio le

funzioni metaboliche e il consumo dei grassi Se invece viene svolto un allenamento con i

pesi mirato ad implementare la forza esso non dovrebbe superare i 60 minuti in modo da

evitare unrsquoesosa produzione di cortisolo

Bibliografia

Massimo Spattini -La dieta ldquocomrdquo e il dimagrimento localizzato- Tecniche Nuove 2012

23

Approccio nutrizionale alla sindrome premestruale

A cura di Dottssa Chiara Di Gianvittorio ndash Dietista

La sindrome premestruale (PMS) egrave un disturbo

molto comune nelle donne in etagrave fertile e si

caratterizza per una serie di sintomi fisici e

psicologici che insorgono nella fase luteinica e

tendono a scomparire con il sopraggiungere del

flusso La sua prevalenza egrave stata stimata nel 30-40

della popolazione femminile in etagrave riproduttiva I

sintomi principali sono gonfiore stipsi dolori

addominali ritenzione idrica ma possono

aggiungersi ansia insonnia repentini cambi di umore irritabilitagrave stanchezza e attacchi di

fame Ogni donna vive a suo modo queste manifestazioni che possono verificarsi

contemporaneamente o solo in parte e la cui gravitagrave egrave variabile

Le cause della sindrome premestruale sono da rintracciarsi nello squilibrio ormonale dato

dallrsquoavvicendarsi di estrogeni e progesterone in fattori nutrizionali o in eventuali anomalie

funzionali dellrsquoasse ipotalamo-ipofisi-surrene che comportano alterazioni della secrezione di

ormoni sessuali Anche i crescenti livelli di prolattina possono contribuire ai sintomi

provocando dolori al seno e gonfiore Infine sembra che si verifichi una diminuzione di

dopamina e serotonina endorfine in grado di regolare il tono dellrsquoumore Le conseguenze di

tale sbilancio sono evidenti anche nella concentrazione nel siero di alcuni microelementi

magnesio e calcio risultano carenti nella fase luteinica e implicati quindi nella genesi di alcuni

dei sintomi Entrambi infatti sono coinvolti nellrsquoattivitagrave e nel rilascio di neurotrasmettitori e

nelle funzioni neuromuscolari

Considerando quindi la varietagrave dei disturbi e lrsquoimpatto che gli stessi possono avere sulla

qualitagrave di vita della donna unrsquoattenta alimentazione risulta utile quanto necessaria Nello

specifico lrsquoattenzione egrave rivolta al consumo attraverso la dieta di grassi saturi insaturi fibre

zuccheri semplici sostanze nervine e microelementi

Evidenze scientifiche mostrano che riducendo il contenuto di grassi nella dieta ed

aumentando il consumo di fibre e vegetali si abbassano i livelli ematici di estrogeni e di

24

conseguenza migliora la sintomatologia e il dolore mestruale Il fegato infatti estrae gli

estrogeni dal torrente ematico e li invia attraverso lrsquoalbero biliare nel tubo digerente Ligrave la

fibra proveniente da frutta verdura legumi e cereali sequestra gli estrogeni impedendone il

riassorbimento e promuovendone lrsquoescrezione fecale Le variazioni nei livelli ormonali sono

state studiate soprattutto nelle donne vegetariane riscontrando in conclusione una

correlazione tra le concentrazioni nel plasma di estrone ed estradiolo e il consumo di grassi

saturi Tali ormoni infatti diminuivano allrsquoaumentare dellrsquoapporto di fibre con la dieta Al

momento egrave in corso di studio dunque il ruolo della dieta vegetariana nella prevenzione e

gestione della sindrome premestruale Un ulteriore dato oggettivo a favore egrave

rappresentato dallrsquoutilizzo di alimenti come la soia ricca in fitoestrogeni Questi ultimi sono

estrogeni vegetali dallrsquoeffetto blando che agiscono come antagonisti riducendo la capacitagrave

dellrsquoestrogeno endogeno di legarsi al loro recettore cellulare Il risultato egrave una minore

stimolazione sulle cellule ormono-sensibili e una migliore gestione dei sintomi

Unrsquo ulteriore precisazione va fatta per i grassi nella dieta non solo la quantitagrave ma anche la

qualitagrave influisce sullrsquoinsorgenza dei disturbi del ciclo mestruale Unrsquoalimentazione ricca di

grassi polinsaturi Omega 3 si associa ad una sintomatologia piugrave modesta Infatti tali grassi

riducono la produzione di prostaglandine nellrsquoorganismo coinvolte nei processi di

infiammazione dolore contrazione muscolare e vasocostrizione

Banditi inoltre gli zuccheri semplici in quanto hanno un forte impatto sulla glicemia e

influenzano il rilascio dei neurotrasmettitori responsabili del tono dellrsquoumore (serotonina

adrenalina dopamina noradrenalina ecc) e del senso dellrsquoappetito

Altra accortezza per migliorare la gestione della sindrome premestruale egrave la riduzione

dellrsquoapporto di sodio e caffeina (o altre sostanze nervine come tegrave coca cola etc)

rispettivamente per limitare la ritenzione idrica e ridurre irritabilitagrave e insonnia

Infine egrave stato ampiamente studiato lrsquoapporto vitaminico e gli effetti su tali disturbi con

particolare attenzione alle vitamine del gruppo B assunte attraverso la dieta e non sotto

forma di integratori alimentari Lrsquointake di Tiamina e Riboflavina sembra avere un ruolo nellrsquo

incidenza della sindrome premestruale in quanto risultano implicate nel metabolismo di

neurotrasmettitori come Serotonina e GABA (Acido γ-amminobutirrico) che intervengono

migliorando lrsquoumore e agiscono indirettamente nella funzionalitagrave ovarica e riproduttiva

Al momento egrave in corso di valutazione lrsquointegrazione nella fase luteinica con Magnesio e

Calcio La loro contemporanea somministrazione genera un effetto sinergico nel ridurre gli

25

spasmi della muscolatura uterina e migliorare lrsquoumore Anche alcuni rimedi fitoterapici

sembrano alleviare la sintomatologia agnocasto ginkgo biloba e zafferano Ulteriori studi

sono perograve necessari per chiarire se realmente possa esserci un beneficio da eventuali

supplementazioni con microelementi o erbe Per ora rimane la certezza che una dieta

equilibrata ricca in frutta verdura legumi e acidi grassi polinsaturi sia la strategia drsquoelezione

nella gestione delle forme piugrave lievi di sindrome premestruale

Bibliografia

Adlercreutz H Martin F et al Steroid absorption and enterohepatic re cycling-

(httpwwwcontraceptionjournalorgarticle0010-782428792990094-5abstract)-

Contraception 1979 20 201-23

Baker LJ OrsquoBrien PM Premenstrual syndrome (PMS) a peri-menopausal perspective-

(httpwwwmaturitasorgarticleS0378-512228122900111-9fulltext) - Maturitas 2012

72(2)121-5

Chou T- Wake up and smell the coffee Caffeine coffee and the medical consequences-

httpwwwncbinlmnihgovpmcarticlesPMC1022034 - West J Med 1992 Nov157(5)544-53

Dante G Facchinetti F Herbal treatments for alleviating premenstrual symptoms a systematic

review- (httpinformahealthcarecomdoiabs1031090167482X2010538102)- J Psychosom

Obstet Gynaecol 2011 Mar32(1)42-51

Deutch B Menstrual pain in Danish women correlated with low n-3 polyunsaturated fatty acid

intake- (httpwwwncbinlmnihgovpubmed7588501) Eur J Clin Nutr 1995 Jul49(7)508-16

Gigante DP et al Population study of premenstrual syndrome-

(httpwwwscielosporgscielophpscript=sci_arttextamppid=S0034-

89102006000100009amplng=enampnrm=isoamptlng) - Rev Saude Publica 2006 40(1)47-56

Girman A Lee R Kligler B An integrative medicine approach to premenstrual syndrome- (

httpwwwajogorgarticleS0002-937828032900357-0fulltext) -Am J Obstet Gynecol 2003

188(5 Suppl)S56-65

Goldin BR Adlecreutz H et al Estrogen extrection patterns and plasma levels in vegetarian and

omnivorous women- (httpwwwnejmorgdoifull101056NEJM198212163072502 )- N Engl J

Med 1982 3071542-7

26

Halbreich U The etiology biology and evolving pathology of premenstrual syndromes-

(httpwwwsciencedirectcomsciencearticlepiiS0306453003000970)

Psychoneuroendocrinology 200328(suppl 3)55ndash99

Larissa Almenara Silva dos Santos Vilma Blondet de Azeredo et al-Seric ion level and its

relationship with the symptoms of premenstrual syndrome in young women-

(httpwwwnutricionhospitalariacompdf6648pdf) - Nutr Hosp 2013 28(6)2194-2200 Silva CM

Margot N Woods Sherwood L et al Low-fat high fiber diet and serume estrone sulfate in

premenopausal women (httpajcnnutritionorgcontent4961179fullpdf+htmlsid=38ae9820-

e92f-4cfe-b019-a9b3ce1d92e7) - Am J Clin Nutr 1989 49 1179-83

Sohrabi N Kashanian M et al - Evaluation of the effect of omega-3 fatty acids in the treatment of

premenstrual syndrome a pilot trial-

(httpwwwcomplementarytherapiesinmedicinecomarticleS0965-229928122900174-

4fulltext ) Complement Ther Med 2013 Jun21(3)141-6

Thys-Jacobs S Micronutrients and the premenstrual syndromethe case for calcium-

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed10763903) - Journal of the American College of Nutrition

2000 19 (2) 220-7

Patricia O Chocano-Bedoya JoAnn E Manson et al Dietary B vitamin intake and incident

premenstrual syndrome- (httpajcnnutritionorgcontent9351080long) Am J Clin Nutr 2011

93 1080-6

27

Attuali evidenze epidemiologiche in tema di malattia

celiaca

A cura di Dottssa Chiara Di Gianvittorio ndash Dietista

La malattia celiaca egrave un disturbo

autoimmune che si sviluppa in

persone geneticamente predisposte

in conseguenza dellrsquoesposizione a

fattori ambientali (glutine nella dieta

come prima causa) La prevalenza

del disturbo egrave molto variabile gli

ultimi dati riguardo la distribuzione della malattia parlano di un incremento in alcune aree

mondiali Il miglioramento delle tecniche diagnostiche e la migliore conoscenza della

malattia non bastano perograve a spiegare la crescita verificatasi negli ultimi 30- 40 anni

La nuova epidemiologia dellrsquo intolleranza al glutine egrave ora caratterizzata da un aumento di

nuovi casi in aree storiche (Europa del Nord e gli Stati Uniti) ma piugrave interessante egrave la crescita

della malattia in nuove regioni (paesi asiatici) A spiegare ciograve probabilmente ci sono

cambiamenti nelle abitudini alimentari soprattutto in etagrave infantile oltre che lrsquoutilizzo di

nuovi mezzi diagnostici

In Europa e Stati Uniti la frequenza sulla popolazione egrave di circa lrsquo 1 con alcune differenze

regionali In Finlandia e Svezia si calcola una prevalenza del 2-3 mentre in Germania solo

dello 02 nonostante i fattori causali sembrino essere simili (livello di assunzione di glutine

e frequenza di HLA-DQ2 e -DQ8) Sebbene lincidenza e i casi diagnosticati siano in

aumento rimane lrsquo ldquoiceberg celiacordquo a nascondere con un rapporto che varia da 13 a 15

(casi diagnosticati e non diagnosticati) la reale distribuzione della malattia

Oltre a Europa e Nord America lepidemiologia dellrsquo intolleranza al glutine egrave stata studiata in

molti altri paesi per lo piugrave popolati da individui di origine europea In queste zone i dati si

sovrappongono in larga misura a quelli del vecchio e del nuovo continente Nuove evidenze

arrivano dal Nord Africa e dai Paesi del Medio Oriente in cui il disturbo egrave presente

nonostante la scarsa disponibilitagrave di strutture diagnostiche e la scarsa consapevolezza della

28

malattia In Saharawi una popolazione araba che vive nel Sahara occidentale la prevalenza

della malattia egrave eccezionalmente elevata (56) per ragioni ancora poco chiare

La conoscenza della malattia nelle regioni asiatiche invece egrave ancora limitata e per lo piugrave

confinata in India dove egrave stata riconosciuta sia nei bambini che negli adulti Tuttavia come

efficacemente descritto da una task force indiana lrsquointolleranza al glutine in India egrave

ldquoimmerso in un oceano di malnutrizionerdquo La frequenza sembra essere maggiore nella parte

settentrionale probabilmente in conseguenza del largo consumo di grano rispetto al riso

Difficile ottenere dei numeri ma si stima che da 5 a 8 milioni di persone in India potrebbero

avere la malattia Purtroppo perograve ad oggi solo poche migliaia di pazienti sono stati

diagnosticati

Infine difficile comprendere anche la distribuzione in Cina a causa della grande popolositagrave I

fattori predisponenti (consumo di grano e genotipo HLA-DQ2 e DQ8) sono presenti cosigrave

come le prime evidenze in letteratura ma egrave necessario proseguire negli accertamenti

epidemiologici Risulta invece raro il disturbo in paesi come Giappone Corea Indonesia e

Filippine a causa del basso consumo di frumento e del patrimonio genetico

In sintesi i dati disponibili suggeriscono che lincidenza dellrsquo intolleranza al glutine egrave

veramente in aumento e che la malattia egrave attualmente molto piugrave comune in alcune aree

rispetto al passato Ulteriori studi epidemiologici perograve si rendono necessari per

comprendere meglio la distribuzione sulla popolazione e la correlazione con i fattori genetici

e ambientali

Bibliografia

Bai JC Fried M et al -World gastroenterology organisation global guidelines on celiac disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed23314668) - J Clin Gastroenterol 2013 47121ndash6

Catassi C Gatti S et al- The New Epidemiology of Celiac Disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed24979197)- JPGN Luglio 2014 Volume 59 supplement 1

Fasano A Berti I et al- Prevalence of celiac disease in at-risk and not-at-risk groups in the United

States a large multi center study (httparchintejamanetworkcomarticleaspxarticleid=215079)-

Arch Int Med 2003163286ndash92

29

Kochhar R Dachdev S et al- Prevalence of coeliac disease in healthy blood donors a study from

north India (httpwwwsciencedirectcomsciencearticlepiiS1590865812000229)- Dig Liver Dis

201244530ndash2

Kang JY Kang AHY et al -Systematic review worldwide variation in the frequency of Coeliac Disease

and changes over time

(httponlinelibrarywileycomdoi101111apt12373abstractjsessionid=91309CB937E7B5E094A

3B7F08441695f04t04)- Aliment Pharmacol Ther 201338226ndash45

Mustalahti K Catassi C et al- The prevalence of celiac disease in Europe results of a centralized

international mass screening project

(httpinformahealthcarecomdoiabs103109078538902010505931)- Ann Med 201042587ndash

95

30

Malattia celiaca e microbiota intestinale il ruolo dei

Bifidobatteri

A cura di Dottssa Chiara Di Gianvittorio ndash Dietista

La malattia celiaca egrave un disordine autoimmune scatenato dallrsquoingestione di alimenti

contenenti glutine in soggetti predisposti Lrsquoinfiammazione che ne risulta a carico del

piccolo intestino provoca atrofia dei villi e malassorbimento dei nutrienti I fattori implicati

nello sviluppo di questa patologia sono genetici e ambientali Tra questi ultimi troviamo

unrsquoesposizione troppo precoce al glutine insufficiente allattamento al seno infezioni

intestinali e squilibri della flora batterica residente La manifestazione clinica egrave varia e

include disturbi gastrointestinali come gonfiore vomito diarrea dispepsia perdita di peso e

disturbi extraintestinali come anemia malattie del fegato e dermatiti

Attualmente in studio egrave la relazione tra malattia celiaca e flora batterica intestinale che

risulta fondamentale per lrsquoequilibrio e la salute del tratto gastroenterico Il microbiota

umano egrave infatti lrsquoinsieme di microrganismi simbiontici dellrsquointestino Negli esseri umani si

trovano tra le 500 e le 1000 specie differenti di microrganismi di cui la maggioranza

anaerobi Tra questi ci sono i Bifidobatteri che svolgono una duplice azione diretta

contrastando i batteri patogeni e indiretta per interazione con il tessuto linfoide intestinale

(GALT) di cui ne stimola lrsquoattivitagrave

Alcuni ceppi di questi batteri inoltre sembrano inibire la risposta infiammatoria e il danno

alla mucosa che insorgono in conseguenza dellrsquoingestione di gliadina Infatti studi in vitro

hanno mostrato che tali microrganismi possono ridurre la produzione di citochine

infiammatorie (IFN-γ e IFN-α) e aumentare quella di IL-10 Un ulteriore effetto positivo

riguarda lrsquoincremento di cellule caliciformi nel piccolo intestino ridotte a causa della tossicitagrave

da glutine Infine oltre agli effetti immunomodulatori ceppi specifici come il

Bifidobacterium longum contribuiscono allrsquoidrolisi dei peptidi di gliadina durante la

digestione riducendo la presenza di aminoacidi tossici e dei loro effetti avversi

I Bifidobatteri risultano quindi protettivi contro la risposta infiammatoria e il danno

mucosale causato dal glutine Ci si chiede a questo punto se squilibri della microflora

31

possano costituire concausa nello sviluppo della patologia e se egrave possibile migliorarne la

gestione ristabilendo lrsquoequilibrio intestinale con probiotici

Attualmente cambiamenti nel microbiota intestinale sono stati dimostrati nei bambini

celiaci Negli adulti le evidenze parlano di una riduzione di Bifidobatteri sia al momento della

diagnosi che a dieta aglutinata ed un aumento dei Bacteroides (batteri gram negativi e

anaerobici) sia nelle feci che sulle biopsie dei celiaci Inoltre crsquoegrave una riduzione nella

variabilitagrave della specie sia prima che dopo la dieta Tali squilibri vanno ovviamente ad

incidere sul processo patologico

I probiotici sono costituiti da microrganismi vivi che devono essere in grado di svolgere

effetti positivi sulla flora batterica intestinale In alcuni studi si egrave dimostrato come alcuni di

essi possano avere una particolare utilitagrave per i celiaci anche se si tratta ancora di approcci a

livello sperimentale Unrsquo indagine condotta su 64 soggetti (26 pazienti celiaci con dieta

contenente glutine 18 celiaci a dieta gluten-free e 20 soggetti sani) ha portato a valutare se

la flora batterica intestinale possa contribuire ai sintomi pro-infiammatori della celiachia e se

con due specifici ceppi di Bifidobatteri sia possibile ottenere benefici I risultati

confermarono le ipotesi e il ruolo positivo svolto dai ceppi Bifidobacterium longum e

Bifidobacterium bifidum sul quadro infiammatorio

Lrsquouso di specifici batteri probiotici potrebbe quindi contribuire al miglioramento della

patologia ma egrave necessario approfondire ulteriormente con modelli sperimentali e studi

clinici il loro ruolo a supporto della terapia classica

Bibliografia

Collado MC Donat E et al- Imbalances in faecal and duodenal Bifidobacterium species composition

in active and non active coeliac disease (httpwwwncbinlmnihgovpubmed19102766)- BMC

Microbiol 2008 2321-9

Di Cagno R Rizzello CG et al- Different fecal microbiotas and volatile organic compounds in treated

and entrate children with celiac diseaseAppl And Environ Microbiol 2009 75 3963-71

Golfetto L Senna FD et al- Lower Bifidobacteria counts in adult patients with celiac disease on a

gluten- free diet

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Lower+Bifidobacteria+counts+in+adult+patients+with

+celiac+disease+on+a+gluten-+free+diet)- Arq Gastroenterol 2014 51 139-43

32

Ghosh S- Advances in our understanding of the pathogenesis of celiac disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed21523256)- Can J Gastroenterol 2011 25186

Medina M De Palma G- Bifidobacterium strains suppress in vitro the pro-inflammatory milieu

trigged by large intestinal microbiota of coeliac patients

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Bifidobacterium+strains+suppress+in+vitro+the+pro-

inflammatory+milieu+trigged)- J Inflamm 2008 519

Sanders ME- Impact of probiotics on colonizing microbiota of the gut

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed21992949)- J Clin Gastroenterol 2011 45S115-9

Sanz Y De Pama G et al- Unraveling the ties between celiac disease and intestinal microbiota

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Unraveling+the+ties+between+celiac+disease)- Int

Rev Immunol 2011 30 207-18

33

CAPSICUM ANNUUM IL ROSSO CHE PROTEGGE LA

TUA SALUTE

A cura di Dottssa Giusi Balzano ndash Biologa nutrizionista

Il peperoncino rosso il cui nome scientifico egrave Capsicum annuum appartiene alla famiglia

delle Solanacee ed egrave originario delle Americhe

Dal ritrovamento di reperti archeologici sappiamo con certezza che fin dal 5000 aC circa la

popolazione messicana conosceva il peperoncino il quale fu importato in Europa da

Cristoforo Colombo nel 1493

Capsicum annuum

Il peperoncino a dispetto di tante credenze gode di tante proprietagrave benefiche e forse per

associazione con il pepe si tende erroneamente a credere che sia poco salutare

Come pianta egrave facilmente coltivabile e si adatta a diversi climi puograve essere coltivato nei vasi

e su un terrazzo limportante egrave che stia in pieno sole Nei periodi piugrave freddi conviene ad

ogni modo tenerlo al riparo in quanto non sopporta bene un clima troppo rigido Il

peperoncino egrave una pianta annuale e le parti consumate sono i frutti le bacche contenenti

dei semi bianco-giallastri Esistono tantissime qualitagrave di peperoncino e le bacche possono

essere consumate fresche cotte o crude I colori dei peperoncini (frutto) sono molteplici

verdi gialli rossi arancione bruno scuro e marrone scuro La sensazione di piccante data dal

peperoncino egrave dovuta alla capsaicina che in proporzione alla quantitagrave disponibile nel seme

ne determina appunto la piccantezza In realtagrave quando si mangia un peperoncino la

risposta di bruciore data dallorganismo egrave solo una sensazione che il cervello invia come

34

risposta allattivazione di alcuni termorecettori presenti nella bocca con cui proprio la

capsaicina viene a contatto Tra le proprietagrave del peperoncino troviamo

funzione dimagrante egrave accentuanto il consumo di calorie ad opera della capsaicina principio

attivo del peperoncino

proprietagrave antibiotiche antibatteriche e antiossidanti ad opera dei flavonoidi e capsaicinoidi

E anche molto utile nella cura di raffreddore bronchite e sinusite

flusso sanguignoazione vasodilatatrice il caratteristico potere piccante urticante del

peperoncino porta con seacute una specifica azione della capsicina sulla circolazione periferica

del sangue La dilatazione dei vasi sanguigni egrave funzionale alla regolazione ottimale della

pressione e della circolazione del sangue che aumenta dopo lassunzione I capillari

diventano piugrave elastici e il sangue risulta piugrave ossigenato Egrave per questo che il peperoncino utile

per scaldarsi in inverno diventa anche importante nella dieta estiva per difendersi dal caldo

torrido e dallumiditagrave

cuore e colesterolo la regolazione del flusso del sangue aiuta a mantenere pulito il sistema

endovenoso congiuntamente allazione della lecitina e di altri olii essenziali evitando la

comparsa di placche che bloccano il flusso sanguigno I capsaicinoidi svolgono unazione

importante nelle diete ad alto contenuto di sostanze grasse Il peperoncino aiuta a ridurre

eccessivi livelli di colesterolo accelerandone la ripartizione e lespulsione

digestione e metabolismo il peperoncino aumenta la secrezione di succhi gastrici e migliora

la digestione grazie al suo potere antifermentativo e inoltre tiene pulite le mucose Nelle

diete in cui egrave prevista unassunzione regolare linfluenza del capsicum porta a migliorare e

velocizzare i processi metabolici Attenzione perograve in caso di bruciore fastidioso e

persistente dopo ingestione di peperoncino associato ad uninfiammazione della gola

dellesofago o dello stomaco mangiare un pezzo di formaggio o di pane o bere birra risulta

essere di grande aiuto contro i fastidi menzionati

mal di collo e mal di schiena efficace contro artriti e reumatismi il peperoncino egrave un

ingrediente essenziale di molte creme e gel antinfiammatori ad azione topica Aiuta ad

alleviare il dolore migliorando la circolazione sanguigna

azione anti-tumorale la vitamina C egrave un significativo agente anti-cancro previene infezioni e

tumori I peperoncini freschi ne sono ricchi e riescono a fornirci acido ascorbico (vitamina C)

proprio in estate ed autunno quando la nostra dieta mediterranea egrave piugrave povera di agrumi

35

mal di testa e depressione lassunzione della capsicina provoca bruciore e dolore nella bocca

e nelle pareti interne del sistema gastroenterico Il nostro corpo reagisce cominciando a

rilasciare maggiori quantitagrave di adrenalina aumentando al contempo la produzione di

endorfine Il nostro corpo risulta energizzato laumento del flusso del sangue al cervello dagrave

sollievo poi sopraggiungono le endorfine vere e proprie ldquodrogherdquo naturali cioegrave oppioidi

endogeni che vengono prodotti internamente dal nostro organismo ed hanno potere

eccitativo ed analgesico alleviando cefalee ed altri dolori

azione afrodisiaca insieme alla vitamina C nel peperoncino cegrave anche la vitamina E

responsabile della stimolazione e della regolazione di molti processi legati alla feconditagrave

sessuale

Bibliografia

1 Tewksbury JJ Levey DJ Huizinga M Haak DC Traveset A Costs and benefits of capsaicin-mediated control of gut retention in dispersers of wild chilies Ecology 89 107-17 2008

2 Govindarajan VS Sathyanarayana MN Capsicum--production technology chemistry and quality Part V Impact on physiology pharmacology nutrition and metabolism structure pungency pain and desensitization sequences Crit Rev Food Sci Nutr 29 435-74 1991

36

Rape Rosse - Tubero e foglie un beneficio a 360deg

A cura di Dottssa Giusi Balzano ndash Biologa nutrizionista

Barbe rosse barbabietole rosse o ancora carote rosse

sono tutti sinonimi dialettali che fanno riferimento alle

rape rosse

Queste sono tuberi noti in botanica come Beta vulgaris

var rapa forma rubra si tratta di una pianta

appartenente alla famiglia delle Chenopodiaceae ed al genere Beta Menzionata in alcuni

antichissimi scritti greci risalenti al 420 aC periodo in cui il tubero rosso era noto

semplicemente come beta secondo il pensiero di altri autori lorigine delle rape rosse risale

addirittura al 2000 aC considerata la presenza di alcuni reperti archeologici che la

attestano

Malgrado gli appelli di dietologi e specialisti dellalimentazione si tende spesso a

dimenticare limportanza fitoterapica e benefica di alcuni ortaggi come in questo specifico

caso le rape rosse

Le rape rosse contengono pochissime calorie (solamente 19 per 100 grammi di prodotto)

per questo motivo rientrano tra i cibi ipocalorici ottimi alimenti preferibili in diete bilanciate

che presuppongono una marcata restrizione calorica Ersquo ricca di acqua corrispondente a

circa il 91 si contano solo il 4 di carboidrati ed il 26 di fibre contiene diverse vitamine

in particolare del gruppo B e una buona quota di sali minerali soprattutto potassio sodio

calcio ferro e fosforo ed egrave ricca anche di zuccheri Nella radice della rapa rossa si ritrova un

glicoside che attribuisce la tipica colorazione rosso vivo alla rapa si tratta della betaina

sfruttata dallindustria alimentare come colorante naturale (E 162) Altro pigmento

riscontrato nella rapa rossa egrave la betaxantina che le conferisce striature giallastre Ancora

nella radice di rapa rossa si trovano altre sostanze sfruttate nella fitoterapia e nella cosmesi

quali saponine antociani flavonoidi in genere ed allantoine (proprietagrave idratanti e

disarrossanti)

37

Proprietagrave terapiche

Una delle proprietagrave curative principali di questo ortaggio riguarda il potere lassativo spesso

utile per combattere la stitichezza e le emorroidi La rapa rossa egrave anche un buon rimedio per

migliorare la funzione epatica e combattere le infezioni delle vie urinarie Le sue foglie sono

unrsquoottima fonte di vitamina A e le radici sono una buona fonte di vitamina C Le foglie

vengono cucinate o servite fresche come verdura mentre le radici o teste possono essere

affettate in insalate o cotte intere e poi tagliate a fettine o a tocchetti

Le rape rosse sono particolarmente ricche di folati fondamentali alleati contro le malattie

cardiache e lrsquoanemia in quanto coinvolti nella produzione di globuli rossi e bianchi nella

sintesi di materiale genetico e nella formazione di anticorpi nel sistema immunitario Esse

sono anche ricchi di fibre solubili e insolubili La fibra insolubile aiuta a mantenere il tratto

intestinale funzionante mentre la fibra solubile controlla il livello di zucchero nel sangue e

abbassa il colesterolo Nelle sue foglie egrave abbondante il beta-carotene il ferro e il calcio

Ricche di vitamine del gruppo B come B1 B2 B3 e B6 per quanto concerne il contenuto di

sali minerali questa egrave un ortaggio ricco di iodio sodio e potassio ma anche in quantitagrave

minori di magnesio Lo iodio egrave un minerale essenziale per il corretto funzionamento della

ghiandola tiroidea che regola il metabolismo mentre il potassio e il sodio sono necessari per

la generazione e la trasmissione degli impulsi nervosi attivitagrave muscolare a parte il bilancio

idrico allrsquointerno e allrsquoesterno della cellula

Il succo crudo di barbabietola (Fig 1) egrave particolarmente idoneo per tutte le persone che

soffrono di anemia in quanto favorisce la formazione di globuli rossi nel sangue inoltre ha

proprietagrave diuretiche e favorisce la digestione

Fig1 succo crudo di barbabietola rossa

38

Ortaggio anticancro

Nella rivista International Journal of Cancer si discute sul ruolo delle rape rosse come

potenziale alimento anticancro la questione egrave per certi versi discutibile ed oscura e non

esiste alcuna dimostrazione indubbia ed inequivocabile che accerti lipotesi In particolare

nella rivista sopraccitata si discute del possibile ruolo delle rape rosse nella prevenzione del

tumore al colon per altri le rape rosse sarebbero in grado non solo di prevenirne il cancro

ma anche di contrastarlo

Bibliografia

Kazimierczak R Hallmann E Lipowski J Drela N Kowalik A Puumlssa T Matt D Luik A Gozdowski D Rembiałkowska E

Beetroot (Beta vulgaris L) and naturally fermented beetroot juices from organic and conventional production metabolomics antioxidant levels and anticancer activity

J Sci Food Agric 2014 May

39

Sigrave ai legumi nella prevenzione delle malattie tumorali

A cura di Dottssa Bruzzone Francesca ndash Dietista

Con il termine ldquolegumirdquo si intendono tutti quei semi commestibili derivanti dalle piante

dicotiledoni dellrsquoordine delle Fabales tra cui rientrano i fagioli le lenticchie le fave i piselli

i lupini i ceci le carrube le cicerchie le arachidi e la soia

I legumi sono alimenti ricchi di proteine tanto da essere stati denominati come ldquola carne dei

poverirdquo Essi possiedono un buon contenuto in amminoacidi (ad eccezione di quelli solforati

e del triptofano) carboidrati fibre Calcio Ferro e Potassio a discapito di grassi e

colesterolo

In abbinamento ai cereali i legumi costituiscono un ottimo e saziante piatto unico dove

convergono carboidrati e proteine e dove gli amminoacidi carenti nei cereali (come la lisina)

si integrano con quelli dei legumi e viceversa Queste qualitagrave rendono tali semi

particolarmente adeguati sia nella prevenzione che nel trattamento di numerose malattie

metaboliche come il diabete mellito le dislipidemie la sindrome metabolica il sovrappeso e

lrsquoobesitagrave Di recente inoltre egrave stato attribuito un altro importante ruolo benefico ai legumi

quello di ostacolare la crescita di alcune forme tumorali

Un lavoro effettuato da un gruppo di ricercatori dellUniversity College di Londra del

Dipartimento di Scienze Chirurgiche dell`Universitagrave di Chieti e del Laboratorio di

Farmacologia Molecolare dell`Istituto Mario Negri di Milano e pubblicato sulla rivista

statunitense ldquoCancer Researchrdquo infatti ha scoperto la presenza di inositolo pentachisfosfato

nella maggior parte dei legumi (in particolare in lenticchie piselli e fagioli) e nelle noci Tale

40

composto sembrerebbe inibire lrsquoenzima fosfoinositide 3-chinasi coinvolto nella crescita e

nella progressione dei tumori e capace di aumentare la resistenza al trattamento con agenti

chemoterapeutici Il segnale attivato dalla fosfoinositide 3-chinasi infatti rappresenta un

target importante per lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche anticancro e questo studio

dimostra come lrsquoinositolo pentafosfato sia capace di antagonizzare in maniera specifica

questo segnale nelle cellule tumorali inducendone lrsquoapoptosi (morte programmata)

Lrsquoinositolo pentafosfato ha una struttura molecolare analoga al prodotto dellrsquoattivitagrave

enzimatica della fosfoinositide 3-chinasi che attiva segnali specifici per la progressione del

cancro Il meccanismo secondo il quale lrsquoinositolo pentafosfato disattiva le proteine

iperattive nei tumori dalla membrana plasmatica permette di inibire sia la crescita delle

cellule tumorali umane in coltura sia lo sviluppo dei tumori nei topi In queste condizioni

lrsquoinositolo pentafosfato ha dimostrato unrsquoattivitagrave farmacologica comparabile e potenziante

quella del farmaco citotossico cisplatino molto usato in chemioterapia antitumorale ma

associato a effetti collaterali come nausea vomito formicolio a mani e piedi caduta dei

capelli e alterazione della funzionalitagrave renale (gli inositoli fosfati invece non sono tossici

neanche a concentrazioni piugrave elevate di quelle usate in questo studio e possono essere

assorbiti per via orale) I principali effetti positivi sono stati riscontrati a livello di ovaie e

polmoni

Lrsquoinositolo pentafosfato inoltre si egrave dimostrato capace di inibire lo sviluppo dei nuovi vasi

sanguigni indispensabili per la nutrizione e lo sviluppo del tumore (angiogenesi) bloccando

quindi un meccanismo fondamentale per la sua crescita

Sitografia

ldquoLe Scienze edizione italiana di Scientifica Americanrdquo ndashLegumi e cereali conto il cancro-

ldquoAssociazione Giacomo-onlusrdquo -Inositolo Pentafosfato da legumi e arachidi una nuova strada

nella cura dei tumori

41

Tra le mille virtursquo del miele la cura dellrsquoherpes simplex

A cura di Dottssa Serena Pascucci Biologa Nutrizionista

Le molteplici proprietagrave del miele sono note fin dallrsquoantichitagrave

per le sue capacitagrave antisettiche antibiotiche e cicatrizzanti

e il suo uso nella medicina moderna sta riscontrando

sempre piugrave maggiore interesse

Diversi studi

hanno valutato

lrsquoefficacia del miele contro alcuni virus tra cui di

particolare importanza egrave emersa lrsquoefficacia del

miele per il trattamento dellrsquoHerpes Simplex sia a

livello labiale sia a livello genitale Lo studio del

2004 condotto presso una clinica privata a Dubai

ha selezionato 16 pazienti con ricorrenti manifestazioni del virus otto affetti da Herpes

simplex a livello labiale e otto a livello genitale con un etagrave compresa tra i 35 e i 45 anni sia

maschi che femmine Ersquo stata valutata e considerata lrsquoefficacia del miele nel trattamento

delle lesioni prodotte dal virus in confronto a un comune farmaco antivirale utilizzato

normalmente (Acyclovir) I pazienti prescelti prima della prova non dovevano sottoporsi ad

altre cure antivirali A scelta casuale sono stati selezionati quattro pazienti con herpes

labiale e quattro con herpes genitale che hanno effettuato il primo trattamento con il miele

gli altri otto con il farmaco comune antivirale a base di 5 di acyclovir Alla seconda

comparsa della manifestazione del virus egrave stato effettuato lrsquoopposto Nello studio egrave stato

somministrato un miele multiflora direttamente sulle lesioni prodotte dal virus su una garza

a contatto con la lesione per un quarto drsquoora per 4 volte al giorno fino alla completa

guarigione mentre il farmaco veniva applicato 6 volte al giorno Da questa prova egrave stata

riscontrata una durata delle lesioni dalla prima comparsa alla completa scomparsa di circa

12 giorni in media per entrambi i trattamenti ma nel caso dei pazienti con herpes labiale

trattati con il miele la guarigione egrave avvenuta in circa 3 giorni rispetto ai 5 giorni con il

trattamento con acyclovir cioegrave con una velocitagrave del 35 superiore Inoltre il miele ha

42

mostrato un azione migliore rispetto al farmaco in particolare la durata del dolore risultava

minore del 39 con fastidi moderati per non piugrave di 24 ore mentre con acyclovir il dolore

anche se moderato poteva prolungarsi fino a 72 ore Ersquo stato anche riscontrato un

insorgenza minore delle croste del 28 in chi utilizzava il miele in particolare in 5 pazienti le

lesioni non si sono evolute in croste cosa che non egrave mai avvenuta nei soggetti trattati con il

farmaco Ancora in due casi con il trattamento con il miele lrsquoherpes ha abortito cioegrave dopo i

primi sintomi non ha sviluppato lesioni e procurato fastidi al contrario dei pazienti trattati

con il farmaco Anche nei pazienti con herpes a livello genitale il miele si egrave mostrato piugrave

efficace del farmaco convenzionale con un tempo di guarigione minore del 53 una durata

del dolore inferiore del 50 anche qui con fastidi moderati e con una durata non superiore

alle 24 ore rispetto a bruciori da moderati a medi prolungati(anche per 3 giorni) nei pazienti

con trattamento con farmaco Inoltre egrave stato riscontrato anche a livello genitale un

insorgenza minore di croste del 49 in particolare in 5 pazienti trattati con il miele le lesioni

a livello genitale non si sono sviluppate in croste a differenza dei pazienti trattati con il

farmaco in cui le croste sono sempre apparse Infine egrave stato riscontrato anche a livello

genitale un aborto del virus in chi utilizzava il miele senza avere avuto nessun riscontro

invece nei pazienti trattati con farmaco

Lrsquoanalisi statistica ha mostrato un efficacia superiore del miele rispetto allrsquoutilizzo di

acyclovir per la cura e la risoluzione delle lesioni virali da herpes simplex labiale e genitale

(Ai-waili 2004) Tuttavia quale sia o quali siano i meccanismi drsquoazione che permettono al

miele di inibire la replicazione del virus sono poco conosciuti Un fattore che puograve

determinare lrsquoazione antivirale del miele puograve essere ricercato nel contenuto di flavonoidi(

azione antivirale) rame zinco vit E C normalmente presenti nel miele e di provata azione

antivirale(AI-Waili 2004) e infine lrsquoossido di azoto con un azione antivirale in vitro la cui

attivitagrave egrave stata rilevata anche sul virus dellrsquoHIV (Torre et al 2002 Schramm DD et al 2003)

Lrsquoherpes simplex egrave un infezione virale importante qualsiasi terapia si volesse seguire egrave

opportuno seguire sempre una supervisione e il consiglio del medico

Bibliografia

Al-Waili NS topical honey application vs acyclovir for the treatment of recurrent herpes

simplex lesions Med Sci Monit 2004 10(8) MT94-MT98

- Schramm DD Karim M Schrader HR Holt RR Cardetti M Keen CL Honey with high levels of antioxidants can provide protection to healthy human subjects J Agric Food Chem 200351(6)1732ndash5 doi 101021jf025928k - Torre D Pugliese A Speranza F Role of nitric oxide in HIV-1 infection friend or foe Lancet Infect Dis 2002 May2(5)273-80

20

3) Davison et al Percent Body Fat at Age 5 Predicts Earlier Pubertal Development Among Girls at Age 9 Pediatrics 2003 1114 815-821 4) Rose E Frisch1Roger Revelle1 Height and Weight at Menarche and a Hypothesis of Critical Body Weights and Adolescent Events Science 24 July 1970 Vol 169no 3943pp 397-399

21

Attivitagrave ormonale e distribuzione di grasso

generalizzato

A cura di Dottssa Bruzzone Francesca ndash Dietista

Mentre della localizzazione del tessuto adiposo a livello addominale piuttosto che in zona

gluteo-femorale si tratta lungamente (distinguendo lrsquoobesitagrave androide da quella ginoide) dei

soggetti che accumulano grasso in modo omogeneo nei vari distretti corporei si parla in

minor misura nonostante tale fenomeno interessi ugualmente genere maschile e genere

femminile

La predisposizione a immagazzinare le riserve energetiche in una

zona piuttosto che in unrsquoaltra varia in relazione a etagrave sesso razza

di appartenenza attivitagrave fisica alimentazione e azione ormonale

Questi ultimi tre fattori sono strettamente correlati e dipendenti

lrsquouno dallrsquoaltro

Le persone in sovrappeso che presentano delle forme corporee

come quelle della figura a lato solitamente possiedono arti lunghi

ossa piccole faccia ovale o allungata e vita alta Essi localizzano il

grasso in tutto il corpo ad eccezione dei polpacci non sopportano il

caldo adorano i carboidrati e il caffegrave alternano la loro giornata tra energia e stanchezza e

passano da entusiasmo e presa di iniziativa nei periodi positivi a depressione e irritabilitagrave nei

momenti di stress

Tutte queste caratteristiche sono determinate dal ruolo degli ormoni nella gestione della

regolazione delle funzioni corporee e dellrsquoemotivitagrave

I soggetti che tendono ad ingrassare sia nella zona addominale che in quella inferiore del

corpo infatti annoverano molto spesso un lungo passato di squilibrio ormonale in cui si

sovrappongono fattori eziologici tipici del grasso androide ad altri caratteristici del grasso

ginoide

Generalmente questi individui acquistano peso a causa di una alterata attivitagrave tiroidea (loro

ghiandola dominante) provocata da un consumo protratto ed eccessivo di carboidrati

raffinati e di zuccheri semplici Ciograve conduce nel tempo a una soppressione dellrsquoefficienza

tiroidea e della secrezione dellrsquoormone somatotropo (HGH) e quindi a un accumulo di grasso

22

generalizzato conseguente alla riduzione del metabolismo basale e del mancato effetto

lipolitico Lrsquoormone della crescita e gli ormoni tiroidei infatti vengono inibiti dal cortisolo il

quale egrave stimolato proprio dallrsquoipoglicemia reattiva allrsquoiperglicemia dovuta a un pasto ricco di

zuccheri semplici e carboidrati raffinati Anche la caffeina egrave in grado di aumentare la

produzione di cortisolo insieme a stress scarsa idratazione e digiuni prolungati Tale

ormone insieme agli squilibri insulinici che si innescano agevola lrsquoaumento ponderale

attraverso meccanismi quali la sollecitazione della lipoproteina lipasi e lrsquoaumento di

ritenzione idrica

La dieta piugrave adeguata per il dimagrimento di questi soggetti quindi prevede una riduzione

dei cereali bianchi degli zuccheri e della caffeina a favore di farinacei integrali proteine

nobili (specie di origine ittica per stimolare la tiroide attraverso il contenuto di iodio) e

verdura egualmente distribuiti nei vari pasti senza dimenticare una buona idratazione

Lrsquoazione degli ormoni nella localizzazione del grasso non si esprime soltanto in relazione agli

stimoli alimentari ma anche in rapporto allrsquoattivitagrave fisica coadiuvante il dimagrimento

Essendo la tiroide particolarmente attiva in tarda mattinata ad esempio il momento

migliore per allenarsi sarebbe questo per avere la possibilitagrave di stimolare al meglio le

funzioni metaboliche e il consumo dei grassi Se invece viene svolto un allenamento con i

pesi mirato ad implementare la forza esso non dovrebbe superare i 60 minuti in modo da

evitare unrsquoesosa produzione di cortisolo

Bibliografia

Massimo Spattini -La dieta ldquocomrdquo e il dimagrimento localizzato- Tecniche Nuove 2012

23

Approccio nutrizionale alla sindrome premestruale

A cura di Dottssa Chiara Di Gianvittorio ndash Dietista

La sindrome premestruale (PMS) egrave un disturbo

molto comune nelle donne in etagrave fertile e si

caratterizza per una serie di sintomi fisici e

psicologici che insorgono nella fase luteinica e

tendono a scomparire con il sopraggiungere del

flusso La sua prevalenza egrave stata stimata nel 30-40

della popolazione femminile in etagrave riproduttiva I

sintomi principali sono gonfiore stipsi dolori

addominali ritenzione idrica ma possono

aggiungersi ansia insonnia repentini cambi di umore irritabilitagrave stanchezza e attacchi di

fame Ogni donna vive a suo modo queste manifestazioni che possono verificarsi

contemporaneamente o solo in parte e la cui gravitagrave egrave variabile

Le cause della sindrome premestruale sono da rintracciarsi nello squilibrio ormonale dato

dallrsquoavvicendarsi di estrogeni e progesterone in fattori nutrizionali o in eventuali anomalie

funzionali dellrsquoasse ipotalamo-ipofisi-surrene che comportano alterazioni della secrezione di

ormoni sessuali Anche i crescenti livelli di prolattina possono contribuire ai sintomi

provocando dolori al seno e gonfiore Infine sembra che si verifichi una diminuzione di

dopamina e serotonina endorfine in grado di regolare il tono dellrsquoumore Le conseguenze di

tale sbilancio sono evidenti anche nella concentrazione nel siero di alcuni microelementi

magnesio e calcio risultano carenti nella fase luteinica e implicati quindi nella genesi di alcuni

dei sintomi Entrambi infatti sono coinvolti nellrsquoattivitagrave e nel rilascio di neurotrasmettitori e

nelle funzioni neuromuscolari

Considerando quindi la varietagrave dei disturbi e lrsquoimpatto che gli stessi possono avere sulla

qualitagrave di vita della donna unrsquoattenta alimentazione risulta utile quanto necessaria Nello

specifico lrsquoattenzione egrave rivolta al consumo attraverso la dieta di grassi saturi insaturi fibre

zuccheri semplici sostanze nervine e microelementi

Evidenze scientifiche mostrano che riducendo il contenuto di grassi nella dieta ed

aumentando il consumo di fibre e vegetali si abbassano i livelli ematici di estrogeni e di

24

conseguenza migliora la sintomatologia e il dolore mestruale Il fegato infatti estrae gli

estrogeni dal torrente ematico e li invia attraverso lrsquoalbero biliare nel tubo digerente Ligrave la

fibra proveniente da frutta verdura legumi e cereali sequestra gli estrogeni impedendone il

riassorbimento e promuovendone lrsquoescrezione fecale Le variazioni nei livelli ormonali sono

state studiate soprattutto nelle donne vegetariane riscontrando in conclusione una

correlazione tra le concentrazioni nel plasma di estrone ed estradiolo e il consumo di grassi

saturi Tali ormoni infatti diminuivano allrsquoaumentare dellrsquoapporto di fibre con la dieta Al

momento egrave in corso di studio dunque il ruolo della dieta vegetariana nella prevenzione e

gestione della sindrome premestruale Un ulteriore dato oggettivo a favore egrave

rappresentato dallrsquoutilizzo di alimenti come la soia ricca in fitoestrogeni Questi ultimi sono

estrogeni vegetali dallrsquoeffetto blando che agiscono come antagonisti riducendo la capacitagrave

dellrsquoestrogeno endogeno di legarsi al loro recettore cellulare Il risultato egrave una minore

stimolazione sulle cellule ormono-sensibili e una migliore gestione dei sintomi

Unrsquo ulteriore precisazione va fatta per i grassi nella dieta non solo la quantitagrave ma anche la

qualitagrave influisce sullrsquoinsorgenza dei disturbi del ciclo mestruale Unrsquoalimentazione ricca di

grassi polinsaturi Omega 3 si associa ad una sintomatologia piugrave modesta Infatti tali grassi

riducono la produzione di prostaglandine nellrsquoorganismo coinvolte nei processi di

infiammazione dolore contrazione muscolare e vasocostrizione

Banditi inoltre gli zuccheri semplici in quanto hanno un forte impatto sulla glicemia e

influenzano il rilascio dei neurotrasmettitori responsabili del tono dellrsquoumore (serotonina

adrenalina dopamina noradrenalina ecc) e del senso dellrsquoappetito

Altra accortezza per migliorare la gestione della sindrome premestruale egrave la riduzione

dellrsquoapporto di sodio e caffeina (o altre sostanze nervine come tegrave coca cola etc)

rispettivamente per limitare la ritenzione idrica e ridurre irritabilitagrave e insonnia

Infine egrave stato ampiamente studiato lrsquoapporto vitaminico e gli effetti su tali disturbi con

particolare attenzione alle vitamine del gruppo B assunte attraverso la dieta e non sotto

forma di integratori alimentari Lrsquointake di Tiamina e Riboflavina sembra avere un ruolo nellrsquo

incidenza della sindrome premestruale in quanto risultano implicate nel metabolismo di

neurotrasmettitori come Serotonina e GABA (Acido γ-amminobutirrico) che intervengono

migliorando lrsquoumore e agiscono indirettamente nella funzionalitagrave ovarica e riproduttiva

Al momento egrave in corso di valutazione lrsquointegrazione nella fase luteinica con Magnesio e

Calcio La loro contemporanea somministrazione genera un effetto sinergico nel ridurre gli

25

spasmi della muscolatura uterina e migliorare lrsquoumore Anche alcuni rimedi fitoterapici

sembrano alleviare la sintomatologia agnocasto ginkgo biloba e zafferano Ulteriori studi

sono perograve necessari per chiarire se realmente possa esserci un beneficio da eventuali

supplementazioni con microelementi o erbe Per ora rimane la certezza che una dieta

equilibrata ricca in frutta verdura legumi e acidi grassi polinsaturi sia la strategia drsquoelezione

nella gestione delle forme piugrave lievi di sindrome premestruale

Bibliografia

Adlercreutz H Martin F et al Steroid absorption and enterohepatic re cycling-

(httpwwwcontraceptionjournalorgarticle0010-782428792990094-5abstract)-

Contraception 1979 20 201-23

Baker LJ OrsquoBrien PM Premenstrual syndrome (PMS) a peri-menopausal perspective-

(httpwwwmaturitasorgarticleS0378-512228122900111-9fulltext) - Maturitas 2012

72(2)121-5

Chou T- Wake up and smell the coffee Caffeine coffee and the medical consequences-

httpwwwncbinlmnihgovpmcarticlesPMC1022034 - West J Med 1992 Nov157(5)544-53

Dante G Facchinetti F Herbal treatments for alleviating premenstrual symptoms a systematic

review- (httpinformahealthcarecomdoiabs1031090167482X2010538102)- J Psychosom

Obstet Gynaecol 2011 Mar32(1)42-51

Deutch B Menstrual pain in Danish women correlated with low n-3 polyunsaturated fatty acid

intake- (httpwwwncbinlmnihgovpubmed7588501) Eur J Clin Nutr 1995 Jul49(7)508-16

Gigante DP et al Population study of premenstrual syndrome-

(httpwwwscielosporgscielophpscript=sci_arttextamppid=S0034-

89102006000100009amplng=enampnrm=isoamptlng) - Rev Saude Publica 2006 40(1)47-56

Girman A Lee R Kligler B An integrative medicine approach to premenstrual syndrome- (

httpwwwajogorgarticleS0002-937828032900357-0fulltext) -Am J Obstet Gynecol 2003

188(5 Suppl)S56-65

Goldin BR Adlecreutz H et al Estrogen extrection patterns and plasma levels in vegetarian and

omnivorous women- (httpwwwnejmorgdoifull101056NEJM198212163072502 )- N Engl J

Med 1982 3071542-7

26

Halbreich U The etiology biology and evolving pathology of premenstrual syndromes-

(httpwwwsciencedirectcomsciencearticlepiiS0306453003000970)

Psychoneuroendocrinology 200328(suppl 3)55ndash99

Larissa Almenara Silva dos Santos Vilma Blondet de Azeredo et al-Seric ion level and its

relationship with the symptoms of premenstrual syndrome in young women-

(httpwwwnutricionhospitalariacompdf6648pdf) - Nutr Hosp 2013 28(6)2194-2200 Silva CM

Margot N Woods Sherwood L et al Low-fat high fiber diet and serume estrone sulfate in

premenopausal women (httpajcnnutritionorgcontent4961179fullpdf+htmlsid=38ae9820-

e92f-4cfe-b019-a9b3ce1d92e7) - Am J Clin Nutr 1989 49 1179-83

Sohrabi N Kashanian M et al - Evaluation of the effect of omega-3 fatty acids in the treatment of

premenstrual syndrome a pilot trial-

(httpwwwcomplementarytherapiesinmedicinecomarticleS0965-229928122900174-

4fulltext ) Complement Ther Med 2013 Jun21(3)141-6

Thys-Jacobs S Micronutrients and the premenstrual syndromethe case for calcium-

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed10763903) - Journal of the American College of Nutrition

2000 19 (2) 220-7

Patricia O Chocano-Bedoya JoAnn E Manson et al Dietary B vitamin intake and incident

premenstrual syndrome- (httpajcnnutritionorgcontent9351080long) Am J Clin Nutr 2011

93 1080-6

27

Attuali evidenze epidemiologiche in tema di malattia

celiaca

A cura di Dottssa Chiara Di Gianvittorio ndash Dietista

La malattia celiaca egrave un disturbo

autoimmune che si sviluppa in

persone geneticamente predisposte

in conseguenza dellrsquoesposizione a

fattori ambientali (glutine nella dieta

come prima causa) La prevalenza

del disturbo egrave molto variabile gli

ultimi dati riguardo la distribuzione della malattia parlano di un incremento in alcune aree

mondiali Il miglioramento delle tecniche diagnostiche e la migliore conoscenza della

malattia non bastano perograve a spiegare la crescita verificatasi negli ultimi 30- 40 anni

La nuova epidemiologia dellrsquo intolleranza al glutine egrave ora caratterizzata da un aumento di

nuovi casi in aree storiche (Europa del Nord e gli Stati Uniti) ma piugrave interessante egrave la crescita

della malattia in nuove regioni (paesi asiatici) A spiegare ciograve probabilmente ci sono

cambiamenti nelle abitudini alimentari soprattutto in etagrave infantile oltre che lrsquoutilizzo di

nuovi mezzi diagnostici

In Europa e Stati Uniti la frequenza sulla popolazione egrave di circa lrsquo 1 con alcune differenze

regionali In Finlandia e Svezia si calcola una prevalenza del 2-3 mentre in Germania solo

dello 02 nonostante i fattori causali sembrino essere simili (livello di assunzione di glutine

e frequenza di HLA-DQ2 e -DQ8) Sebbene lincidenza e i casi diagnosticati siano in

aumento rimane lrsquo ldquoiceberg celiacordquo a nascondere con un rapporto che varia da 13 a 15

(casi diagnosticati e non diagnosticati) la reale distribuzione della malattia

Oltre a Europa e Nord America lepidemiologia dellrsquo intolleranza al glutine egrave stata studiata in

molti altri paesi per lo piugrave popolati da individui di origine europea In queste zone i dati si

sovrappongono in larga misura a quelli del vecchio e del nuovo continente Nuove evidenze

arrivano dal Nord Africa e dai Paesi del Medio Oriente in cui il disturbo egrave presente

nonostante la scarsa disponibilitagrave di strutture diagnostiche e la scarsa consapevolezza della

28

malattia In Saharawi una popolazione araba che vive nel Sahara occidentale la prevalenza

della malattia egrave eccezionalmente elevata (56) per ragioni ancora poco chiare

La conoscenza della malattia nelle regioni asiatiche invece egrave ancora limitata e per lo piugrave

confinata in India dove egrave stata riconosciuta sia nei bambini che negli adulti Tuttavia come

efficacemente descritto da una task force indiana lrsquointolleranza al glutine in India egrave

ldquoimmerso in un oceano di malnutrizionerdquo La frequenza sembra essere maggiore nella parte

settentrionale probabilmente in conseguenza del largo consumo di grano rispetto al riso

Difficile ottenere dei numeri ma si stima che da 5 a 8 milioni di persone in India potrebbero

avere la malattia Purtroppo perograve ad oggi solo poche migliaia di pazienti sono stati

diagnosticati

Infine difficile comprendere anche la distribuzione in Cina a causa della grande popolositagrave I

fattori predisponenti (consumo di grano e genotipo HLA-DQ2 e DQ8) sono presenti cosigrave

come le prime evidenze in letteratura ma egrave necessario proseguire negli accertamenti

epidemiologici Risulta invece raro il disturbo in paesi come Giappone Corea Indonesia e

Filippine a causa del basso consumo di frumento e del patrimonio genetico

In sintesi i dati disponibili suggeriscono che lincidenza dellrsquo intolleranza al glutine egrave

veramente in aumento e che la malattia egrave attualmente molto piugrave comune in alcune aree

rispetto al passato Ulteriori studi epidemiologici perograve si rendono necessari per

comprendere meglio la distribuzione sulla popolazione e la correlazione con i fattori genetici

e ambientali

Bibliografia

Bai JC Fried M et al -World gastroenterology organisation global guidelines on celiac disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed23314668) - J Clin Gastroenterol 2013 47121ndash6

Catassi C Gatti S et al- The New Epidemiology of Celiac Disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed24979197)- JPGN Luglio 2014 Volume 59 supplement 1

Fasano A Berti I et al- Prevalence of celiac disease in at-risk and not-at-risk groups in the United

States a large multi center study (httparchintejamanetworkcomarticleaspxarticleid=215079)-

Arch Int Med 2003163286ndash92

29

Kochhar R Dachdev S et al- Prevalence of coeliac disease in healthy blood donors a study from

north India (httpwwwsciencedirectcomsciencearticlepiiS1590865812000229)- Dig Liver Dis

201244530ndash2

Kang JY Kang AHY et al -Systematic review worldwide variation in the frequency of Coeliac Disease

and changes over time

(httponlinelibrarywileycomdoi101111apt12373abstractjsessionid=91309CB937E7B5E094A

3B7F08441695f04t04)- Aliment Pharmacol Ther 201338226ndash45

Mustalahti K Catassi C et al- The prevalence of celiac disease in Europe results of a centralized

international mass screening project

(httpinformahealthcarecomdoiabs103109078538902010505931)- Ann Med 201042587ndash

95

30

Malattia celiaca e microbiota intestinale il ruolo dei

Bifidobatteri

A cura di Dottssa Chiara Di Gianvittorio ndash Dietista

La malattia celiaca egrave un disordine autoimmune scatenato dallrsquoingestione di alimenti

contenenti glutine in soggetti predisposti Lrsquoinfiammazione che ne risulta a carico del

piccolo intestino provoca atrofia dei villi e malassorbimento dei nutrienti I fattori implicati

nello sviluppo di questa patologia sono genetici e ambientali Tra questi ultimi troviamo

unrsquoesposizione troppo precoce al glutine insufficiente allattamento al seno infezioni

intestinali e squilibri della flora batterica residente La manifestazione clinica egrave varia e

include disturbi gastrointestinali come gonfiore vomito diarrea dispepsia perdita di peso e

disturbi extraintestinali come anemia malattie del fegato e dermatiti

Attualmente in studio egrave la relazione tra malattia celiaca e flora batterica intestinale che

risulta fondamentale per lrsquoequilibrio e la salute del tratto gastroenterico Il microbiota

umano egrave infatti lrsquoinsieme di microrganismi simbiontici dellrsquointestino Negli esseri umani si

trovano tra le 500 e le 1000 specie differenti di microrganismi di cui la maggioranza

anaerobi Tra questi ci sono i Bifidobatteri che svolgono una duplice azione diretta

contrastando i batteri patogeni e indiretta per interazione con il tessuto linfoide intestinale

(GALT) di cui ne stimola lrsquoattivitagrave

Alcuni ceppi di questi batteri inoltre sembrano inibire la risposta infiammatoria e il danno

alla mucosa che insorgono in conseguenza dellrsquoingestione di gliadina Infatti studi in vitro

hanno mostrato che tali microrganismi possono ridurre la produzione di citochine

infiammatorie (IFN-γ e IFN-α) e aumentare quella di IL-10 Un ulteriore effetto positivo

riguarda lrsquoincremento di cellule caliciformi nel piccolo intestino ridotte a causa della tossicitagrave

da glutine Infine oltre agli effetti immunomodulatori ceppi specifici come il

Bifidobacterium longum contribuiscono allrsquoidrolisi dei peptidi di gliadina durante la

digestione riducendo la presenza di aminoacidi tossici e dei loro effetti avversi

I Bifidobatteri risultano quindi protettivi contro la risposta infiammatoria e il danno

mucosale causato dal glutine Ci si chiede a questo punto se squilibri della microflora

31

possano costituire concausa nello sviluppo della patologia e se egrave possibile migliorarne la

gestione ristabilendo lrsquoequilibrio intestinale con probiotici

Attualmente cambiamenti nel microbiota intestinale sono stati dimostrati nei bambini

celiaci Negli adulti le evidenze parlano di una riduzione di Bifidobatteri sia al momento della

diagnosi che a dieta aglutinata ed un aumento dei Bacteroides (batteri gram negativi e

anaerobici) sia nelle feci che sulle biopsie dei celiaci Inoltre crsquoegrave una riduzione nella

variabilitagrave della specie sia prima che dopo la dieta Tali squilibri vanno ovviamente ad

incidere sul processo patologico

I probiotici sono costituiti da microrganismi vivi che devono essere in grado di svolgere

effetti positivi sulla flora batterica intestinale In alcuni studi si egrave dimostrato come alcuni di

essi possano avere una particolare utilitagrave per i celiaci anche se si tratta ancora di approcci a

livello sperimentale Unrsquo indagine condotta su 64 soggetti (26 pazienti celiaci con dieta

contenente glutine 18 celiaci a dieta gluten-free e 20 soggetti sani) ha portato a valutare se

la flora batterica intestinale possa contribuire ai sintomi pro-infiammatori della celiachia e se

con due specifici ceppi di Bifidobatteri sia possibile ottenere benefici I risultati

confermarono le ipotesi e il ruolo positivo svolto dai ceppi Bifidobacterium longum e

Bifidobacterium bifidum sul quadro infiammatorio

Lrsquouso di specifici batteri probiotici potrebbe quindi contribuire al miglioramento della

patologia ma egrave necessario approfondire ulteriormente con modelli sperimentali e studi

clinici il loro ruolo a supporto della terapia classica

Bibliografia

Collado MC Donat E et al- Imbalances in faecal and duodenal Bifidobacterium species composition

in active and non active coeliac disease (httpwwwncbinlmnihgovpubmed19102766)- BMC

Microbiol 2008 2321-9

Di Cagno R Rizzello CG et al- Different fecal microbiotas and volatile organic compounds in treated

and entrate children with celiac diseaseAppl And Environ Microbiol 2009 75 3963-71

Golfetto L Senna FD et al- Lower Bifidobacteria counts in adult patients with celiac disease on a

gluten- free diet

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Lower+Bifidobacteria+counts+in+adult+patients+with

+celiac+disease+on+a+gluten-+free+diet)- Arq Gastroenterol 2014 51 139-43

32

Ghosh S- Advances in our understanding of the pathogenesis of celiac disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed21523256)- Can J Gastroenterol 2011 25186

Medina M De Palma G- Bifidobacterium strains suppress in vitro the pro-inflammatory milieu

trigged by large intestinal microbiota of coeliac patients

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Bifidobacterium+strains+suppress+in+vitro+the+pro-

inflammatory+milieu+trigged)- J Inflamm 2008 519

Sanders ME- Impact of probiotics on colonizing microbiota of the gut

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed21992949)- J Clin Gastroenterol 2011 45S115-9

Sanz Y De Pama G et al- Unraveling the ties between celiac disease and intestinal microbiota

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Unraveling+the+ties+between+celiac+disease)- Int

Rev Immunol 2011 30 207-18

33

CAPSICUM ANNUUM IL ROSSO CHE PROTEGGE LA

TUA SALUTE

A cura di Dottssa Giusi Balzano ndash Biologa nutrizionista

Il peperoncino rosso il cui nome scientifico egrave Capsicum annuum appartiene alla famiglia

delle Solanacee ed egrave originario delle Americhe

Dal ritrovamento di reperti archeologici sappiamo con certezza che fin dal 5000 aC circa la

popolazione messicana conosceva il peperoncino il quale fu importato in Europa da

Cristoforo Colombo nel 1493

Capsicum annuum

Il peperoncino a dispetto di tante credenze gode di tante proprietagrave benefiche e forse per

associazione con il pepe si tende erroneamente a credere che sia poco salutare

Come pianta egrave facilmente coltivabile e si adatta a diversi climi puograve essere coltivato nei vasi

e su un terrazzo limportante egrave che stia in pieno sole Nei periodi piugrave freddi conviene ad

ogni modo tenerlo al riparo in quanto non sopporta bene un clima troppo rigido Il

peperoncino egrave una pianta annuale e le parti consumate sono i frutti le bacche contenenti

dei semi bianco-giallastri Esistono tantissime qualitagrave di peperoncino e le bacche possono

essere consumate fresche cotte o crude I colori dei peperoncini (frutto) sono molteplici

verdi gialli rossi arancione bruno scuro e marrone scuro La sensazione di piccante data dal

peperoncino egrave dovuta alla capsaicina che in proporzione alla quantitagrave disponibile nel seme

ne determina appunto la piccantezza In realtagrave quando si mangia un peperoncino la

risposta di bruciore data dallorganismo egrave solo una sensazione che il cervello invia come

34

risposta allattivazione di alcuni termorecettori presenti nella bocca con cui proprio la

capsaicina viene a contatto Tra le proprietagrave del peperoncino troviamo

funzione dimagrante egrave accentuanto il consumo di calorie ad opera della capsaicina principio

attivo del peperoncino

proprietagrave antibiotiche antibatteriche e antiossidanti ad opera dei flavonoidi e capsaicinoidi

E anche molto utile nella cura di raffreddore bronchite e sinusite

flusso sanguignoazione vasodilatatrice il caratteristico potere piccante urticante del

peperoncino porta con seacute una specifica azione della capsicina sulla circolazione periferica

del sangue La dilatazione dei vasi sanguigni egrave funzionale alla regolazione ottimale della

pressione e della circolazione del sangue che aumenta dopo lassunzione I capillari

diventano piugrave elastici e il sangue risulta piugrave ossigenato Egrave per questo che il peperoncino utile

per scaldarsi in inverno diventa anche importante nella dieta estiva per difendersi dal caldo

torrido e dallumiditagrave

cuore e colesterolo la regolazione del flusso del sangue aiuta a mantenere pulito il sistema

endovenoso congiuntamente allazione della lecitina e di altri olii essenziali evitando la

comparsa di placche che bloccano il flusso sanguigno I capsaicinoidi svolgono unazione

importante nelle diete ad alto contenuto di sostanze grasse Il peperoncino aiuta a ridurre

eccessivi livelli di colesterolo accelerandone la ripartizione e lespulsione

digestione e metabolismo il peperoncino aumenta la secrezione di succhi gastrici e migliora

la digestione grazie al suo potere antifermentativo e inoltre tiene pulite le mucose Nelle

diete in cui egrave prevista unassunzione regolare linfluenza del capsicum porta a migliorare e

velocizzare i processi metabolici Attenzione perograve in caso di bruciore fastidioso e

persistente dopo ingestione di peperoncino associato ad uninfiammazione della gola

dellesofago o dello stomaco mangiare un pezzo di formaggio o di pane o bere birra risulta

essere di grande aiuto contro i fastidi menzionati

mal di collo e mal di schiena efficace contro artriti e reumatismi il peperoncino egrave un

ingrediente essenziale di molte creme e gel antinfiammatori ad azione topica Aiuta ad

alleviare il dolore migliorando la circolazione sanguigna

azione anti-tumorale la vitamina C egrave un significativo agente anti-cancro previene infezioni e

tumori I peperoncini freschi ne sono ricchi e riescono a fornirci acido ascorbico (vitamina C)

proprio in estate ed autunno quando la nostra dieta mediterranea egrave piugrave povera di agrumi

35

mal di testa e depressione lassunzione della capsicina provoca bruciore e dolore nella bocca

e nelle pareti interne del sistema gastroenterico Il nostro corpo reagisce cominciando a

rilasciare maggiori quantitagrave di adrenalina aumentando al contempo la produzione di

endorfine Il nostro corpo risulta energizzato laumento del flusso del sangue al cervello dagrave

sollievo poi sopraggiungono le endorfine vere e proprie ldquodrogherdquo naturali cioegrave oppioidi

endogeni che vengono prodotti internamente dal nostro organismo ed hanno potere

eccitativo ed analgesico alleviando cefalee ed altri dolori

azione afrodisiaca insieme alla vitamina C nel peperoncino cegrave anche la vitamina E

responsabile della stimolazione e della regolazione di molti processi legati alla feconditagrave

sessuale

Bibliografia

1 Tewksbury JJ Levey DJ Huizinga M Haak DC Traveset A Costs and benefits of capsaicin-mediated control of gut retention in dispersers of wild chilies Ecology 89 107-17 2008

2 Govindarajan VS Sathyanarayana MN Capsicum--production technology chemistry and quality Part V Impact on physiology pharmacology nutrition and metabolism structure pungency pain and desensitization sequences Crit Rev Food Sci Nutr 29 435-74 1991

36

Rape Rosse - Tubero e foglie un beneficio a 360deg

A cura di Dottssa Giusi Balzano ndash Biologa nutrizionista

Barbe rosse barbabietole rosse o ancora carote rosse

sono tutti sinonimi dialettali che fanno riferimento alle

rape rosse

Queste sono tuberi noti in botanica come Beta vulgaris

var rapa forma rubra si tratta di una pianta

appartenente alla famiglia delle Chenopodiaceae ed al genere Beta Menzionata in alcuni

antichissimi scritti greci risalenti al 420 aC periodo in cui il tubero rosso era noto

semplicemente come beta secondo il pensiero di altri autori lorigine delle rape rosse risale

addirittura al 2000 aC considerata la presenza di alcuni reperti archeologici che la

attestano

Malgrado gli appelli di dietologi e specialisti dellalimentazione si tende spesso a

dimenticare limportanza fitoterapica e benefica di alcuni ortaggi come in questo specifico

caso le rape rosse

Le rape rosse contengono pochissime calorie (solamente 19 per 100 grammi di prodotto)

per questo motivo rientrano tra i cibi ipocalorici ottimi alimenti preferibili in diete bilanciate

che presuppongono una marcata restrizione calorica Ersquo ricca di acqua corrispondente a

circa il 91 si contano solo il 4 di carboidrati ed il 26 di fibre contiene diverse vitamine

in particolare del gruppo B e una buona quota di sali minerali soprattutto potassio sodio

calcio ferro e fosforo ed egrave ricca anche di zuccheri Nella radice della rapa rossa si ritrova un

glicoside che attribuisce la tipica colorazione rosso vivo alla rapa si tratta della betaina

sfruttata dallindustria alimentare come colorante naturale (E 162) Altro pigmento

riscontrato nella rapa rossa egrave la betaxantina che le conferisce striature giallastre Ancora

nella radice di rapa rossa si trovano altre sostanze sfruttate nella fitoterapia e nella cosmesi

quali saponine antociani flavonoidi in genere ed allantoine (proprietagrave idratanti e

disarrossanti)

37

Proprietagrave terapiche

Una delle proprietagrave curative principali di questo ortaggio riguarda il potere lassativo spesso

utile per combattere la stitichezza e le emorroidi La rapa rossa egrave anche un buon rimedio per

migliorare la funzione epatica e combattere le infezioni delle vie urinarie Le sue foglie sono

unrsquoottima fonte di vitamina A e le radici sono una buona fonte di vitamina C Le foglie

vengono cucinate o servite fresche come verdura mentre le radici o teste possono essere

affettate in insalate o cotte intere e poi tagliate a fettine o a tocchetti

Le rape rosse sono particolarmente ricche di folati fondamentali alleati contro le malattie

cardiache e lrsquoanemia in quanto coinvolti nella produzione di globuli rossi e bianchi nella

sintesi di materiale genetico e nella formazione di anticorpi nel sistema immunitario Esse

sono anche ricchi di fibre solubili e insolubili La fibra insolubile aiuta a mantenere il tratto

intestinale funzionante mentre la fibra solubile controlla il livello di zucchero nel sangue e

abbassa il colesterolo Nelle sue foglie egrave abbondante il beta-carotene il ferro e il calcio

Ricche di vitamine del gruppo B come B1 B2 B3 e B6 per quanto concerne il contenuto di

sali minerali questa egrave un ortaggio ricco di iodio sodio e potassio ma anche in quantitagrave

minori di magnesio Lo iodio egrave un minerale essenziale per il corretto funzionamento della

ghiandola tiroidea che regola il metabolismo mentre il potassio e il sodio sono necessari per

la generazione e la trasmissione degli impulsi nervosi attivitagrave muscolare a parte il bilancio

idrico allrsquointerno e allrsquoesterno della cellula

Il succo crudo di barbabietola (Fig 1) egrave particolarmente idoneo per tutte le persone che

soffrono di anemia in quanto favorisce la formazione di globuli rossi nel sangue inoltre ha

proprietagrave diuretiche e favorisce la digestione

Fig1 succo crudo di barbabietola rossa

38

Ortaggio anticancro

Nella rivista International Journal of Cancer si discute sul ruolo delle rape rosse come

potenziale alimento anticancro la questione egrave per certi versi discutibile ed oscura e non

esiste alcuna dimostrazione indubbia ed inequivocabile che accerti lipotesi In particolare

nella rivista sopraccitata si discute del possibile ruolo delle rape rosse nella prevenzione del

tumore al colon per altri le rape rosse sarebbero in grado non solo di prevenirne il cancro

ma anche di contrastarlo

Bibliografia

Kazimierczak R Hallmann E Lipowski J Drela N Kowalik A Puumlssa T Matt D Luik A Gozdowski D Rembiałkowska E

Beetroot (Beta vulgaris L) and naturally fermented beetroot juices from organic and conventional production metabolomics antioxidant levels and anticancer activity

J Sci Food Agric 2014 May

39

Sigrave ai legumi nella prevenzione delle malattie tumorali

A cura di Dottssa Bruzzone Francesca ndash Dietista

Con il termine ldquolegumirdquo si intendono tutti quei semi commestibili derivanti dalle piante

dicotiledoni dellrsquoordine delle Fabales tra cui rientrano i fagioli le lenticchie le fave i piselli

i lupini i ceci le carrube le cicerchie le arachidi e la soia

I legumi sono alimenti ricchi di proteine tanto da essere stati denominati come ldquola carne dei

poverirdquo Essi possiedono un buon contenuto in amminoacidi (ad eccezione di quelli solforati

e del triptofano) carboidrati fibre Calcio Ferro e Potassio a discapito di grassi e

colesterolo

In abbinamento ai cereali i legumi costituiscono un ottimo e saziante piatto unico dove

convergono carboidrati e proteine e dove gli amminoacidi carenti nei cereali (come la lisina)

si integrano con quelli dei legumi e viceversa Queste qualitagrave rendono tali semi

particolarmente adeguati sia nella prevenzione che nel trattamento di numerose malattie

metaboliche come il diabete mellito le dislipidemie la sindrome metabolica il sovrappeso e

lrsquoobesitagrave Di recente inoltre egrave stato attribuito un altro importante ruolo benefico ai legumi

quello di ostacolare la crescita di alcune forme tumorali

Un lavoro effettuato da un gruppo di ricercatori dellUniversity College di Londra del

Dipartimento di Scienze Chirurgiche dell`Universitagrave di Chieti e del Laboratorio di

Farmacologia Molecolare dell`Istituto Mario Negri di Milano e pubblicato sulla rivista

statunitense ldquoCancer Researchrdquo infatti ha scoperto la presenza di inositolo pentachisfosfato

nella maggior parte dei legumi (in particolare in lenticchie piselli e fagioli) e nelle noci Tale

40

composto sembrerebbe inibire lrsquoenzima fosfoinositide 3-chinasi coinvolto nella crescita e

nella progressione dei tumori e capace di aumentare la resistenza al trattamento con agenti

chemoterapeutici Il segnale attivato dalla fosfoinositide 3-chinasi infatti rappresenta un

target importante per lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche anticancro e questo studio

dimostra come lrsquoinositolo pentafosfato sia capace di antagonizzare in maniera specifica

questo segnale nelle cellule tumorali inducendone lrsquoapoptosi (morte programmata)

Lrsquoinositolo pentafosfato ha una struttura molecolare analoga al prodotto dellrsquoattivitagrave

enzimatica della fosfoinositide 3-chinasi che attiva segnali specifici per la progressione del

cancro Il meccanismo secondo il quale lrsquoinositolo pentafosfato disattiva le proteine

iperattive nei tumori dalla membrana plasmatica permette di inibire sia la crescita delle

cellule tumorali umane in coltura sia lo sviluppo dei tumori nei topi In queste condizioni

lrsquoinositolo pentafosfato ha dimostrato unrsquoattivitagrave farmacologica comparabile e potenziante

quella del farmaco citotossico cisplatino molto usato in chemioterapia antitumorale ma

associato a effetti collaterali come nausea vomito formicolio a mani e piedi caduta dei

capelli e alterazione della funzionalitagrave renale (gli inositoli fosfati invece non sono tossici

neanche a concentrazioni piugrave elevate di quelle usate in questo studio e possono essere

assorbiti per via orale) I principali effetti positivi sono stati riscontrati a livello di ovaie e

polmoni

Lrsquoinositolo pentafosfato inoltre si egrave dimostrato capace di inibire lo sviluppo dei nuovi vasi

sanguigni indispensabili per la nutrizione e lo sviluppo del tumore (angiogenesi) bloccando

quindi un meccanismo fondamentale per la sua crescita

Sitografia

ldquoLe Scienze edizione italiana di Scientifica Americanrdquo ndashLegumi e cereali conto il cancro-

ldquoAssociazione Giacomo-onlusrdquo -Inositolo Pentafosfato da legumi e arachidi una nuova strada

nella cura dei tumori

41

Tra le mille virtursquo del miele la cura dellrsquoherpes simplex

A cura di Dottssa Serena Pascucci Biologa Nutrizionista

Le molteplici proprietagrave del miele sono note fin dallrsquoantichitagrave

per le sue capacitagrave antisettiche antibiotiche e cicatrizzanti

e il suo uso nella medicina moderna sta riscontrando

sempre piugrave maggiore interesse

Diversi studi

hanno valutato

lrsquoefficacia del miele contro alcuni virus tra cui di

particolare importanza egrave emersa lrsquoefficacia del

miele per il trattamento dellrsquoHerpes Simplex sia a

livello labiale sia a livello genitale Lo studio del

2004 condotto presso una clinica privata a Dubai

ha selezionato 16 pazienti con ricorrenti manifestazioni del virus otto affetti da Herpes

simplex a livello labiale e otto a livello genitale con un etagrave compresa tra i 35 e i 45 anni sia

maschi che femmine Ersquo stata valutata e considerata lrsquoefficacia del miele nel trattamento

delle lesioni prodotte dal virus in confronto a un comune farmaco antivirale utilizzato

normalmente (Acyclovir) I pazienti prescelti prima della prova non dovevano sottoporsi ad

altre cure antivirali A scelta casuale sono stati selezionati quattro pazienti con herpes

labiale e quattro con herpes genitale che hanno effettuato il primo trattamento con il miele

gli altri otto con il farmaco comune antivirale a base di 5 di acyclovir Alla seconda

comparsa della manifestazione del virus egrave stato effettuato lrsquoopposto Nello studio egrave stato

somministrato un miele multiflora direttamente sulle lesioni prodotte dal virus su una garza

a contatto con la lesione per un quarto drsquoora per 4 volte al giorno fino alla completa

guarigione mentre il farmaco veniva applicato 6 volte al giorno Da questa prova egrave stata

riscontrata una durata delle lesioni dalla prima comparsa alla completa scomparsa di circa

12 giorni in media per entrambi i trattamenti ma nel caso dei pazienti con herpes labiale

trattati con il miele la guarigione egrave avvenuta in circa 3 giorni rispetto ai 5 giorni con il

trattamento con acyclovir cioegrave con una velocitagrave del 35 superiore Inoltre il miele ha

42

mostrato un azione migliore rispetto al farmaco in particolare la durata del dolore risultava

minore del 39 con fastidi moderati per non piugrave di 24 ore mentre con acyclovir il dolore

anche se moderato poteva prolungarsi fino a 72 ore Ersquo stato anche riscontrato un

insorgenza minore delle croste del 28 in chi utilizzava il miele in particolare in 5 pazienti le

lesioni non si sono evolute in croste cosa che non egrave mai avvenuta nei soggetti trattati con il

farmaco Ancora in due casi con il trattamento con il miele lrsquoherpes ha abortito cioegrave dopo i

primi sintomi non ha sviluppato lesioni e procurato fastidi al contrario dei pazienti trattati

con il farmaco Anche nei pazienti con herpes a livello genitale il miele si egrave mostrato piugrave

efficace del farmaco convenzionale con un tempo di guarigione minore del 53 una durata

del dolore inferiore del 50 anche qui con fastidi moderati e con una durata non superiore

alle 24 ore rispetto a bruciori da moderati a medi prolungati(anche per 3 giorni) nei pazienti

con trattamento con farmaco Inoltre egrave stato riscontrato anche a livello genitale un

insorgenza minore di croste del 49 in particolare in 5 pazienti trattati con il miele le lesioni

a livello genitale non si sono sviluppate in croste a differenza dei pazienti trattati con il

farmaco in cui le croste sono sempre apparse Infine egrave stato riscontrato anche a livello

genitale un aborto del virus in chi utilizzava il miele senza avere avuto nessun riscontro

invece nei pazienti trattati con farmaco

Lrsquoanalisi statistica ha mostrato un efficacia superiore del miele rispetto allrsquoutilizzo di

acyclovir per la cura e la risoluzione delle lesioni virali da herpes simplex labiale e genitale

(Ai-waili 2004) Tuttavia quale sia o quali siano i meccanismi drsquoazione che permettono al

miele di inibire la replicazione del virus sono poco conosciuti Un fattore che puograve

determinare lrsquoazione antivirale del miele puograve essere ricercato nel contenuto di flavonoidi(

azione antivirale) rame zinco vit E C normalmente presenti nel miele e di provata azione

antivirale(AI-Waili 2004) e infine lrsquoossido di azoto con un azione antivirale in vitro la cui

attivitagrave egrave stata rilevata anche sul virus dellrsquoHIV (Torre et al 2002 Schramm DD et al 2003)

Lrsquoherpes simplex egrave un infezione virale importante qualsiasi terapia si volesse seguire egrave

opportuno seguire sempre una supervisione e il consiglio del medico

Bibliografia

Al-Waili NS topical honey application vs acyclovir for the treatment of recurrent herpes

simplex lesions Med Sci Monit 2004 10(8) MT94-MT98

- Schramm DD Karim M Schrader HR Holt RR Cardetti M Keen CL Honey with high levels of antioxidants can provide protection to healthy human subjects J Agric Food Chem 200351(6)1732ndash5 doi 101021jf025928k - Torre D Pugliese A Speranza F Role of nitric oxide in HIV-1 infection friend or foe Lancet Infect Dis 2002 May2(5)273-80

21

Attivitagrave ormonale e distribuzione di grasso

generalizzato

A cura di Dottssa Bruzzone Francesca ndash Dietista

Mentre della localizzazione del tessuto adiposo a livello addominale piuttosto che in zona

gluteo-femorale si tratta lungamente (distinguendo lrsquoobesitagrave androide da quella ginoide) dei

soggetti che accumulano grasso in modo omogeneo nei vari distretti corporei si parla in

minor misura nonostante tale fenomeno interessi ugualmente genere maschile e genere

femminile

La predisposizione a immagazzinare le riserve energetiche in una

zona piuttosto che in unrsquoaltra varia in relazione a etagrave sesso razza

di appartenenza attivitagrave fisica alimentazione e azione ormonale

Questi ultimi tre fattori sono strettamente correlati e dipendenti

lrsquouno dallrsquoaltro

Le persone in sovrappeso che presentano delle forme corporee

come quelle della figura a lato solitamente possiedono arti lunghi

ossa piccole faccia ovale o allungata e vita alta Essi localizzano il

grasso in tutto il corpo ad eccezione dei polpacci non sopportano il

caldo adorano i carboidrati e il caffegrave alternano la loro giornata tra energia e stanchezza e

passano da entusiasmo e presa di iniziativa nei periodi positivi a depressione e irritabilitagrave nei

momenti di stress

Tutte queste caratteristiche sono determinate dal ruolo degli ormoni nella gestione della

regolazione delle funzioni corporee e dellrsquoemotivitagrave

I soggetti che tendono ad ingrassare sia nella zona addominale che in quella inferiore del

corpo infatti annoverano molto spesso un lungo passato di squilibrio ormonale in cui si

sovrappongono fattori eziologici tipici del grasso androide ad altri caratteristici del grasso

ginoide

Generalmente questi individui acquistano peso a causa di una alterata attivitagrave tiroidea (loro

ghiandola dominante) provocata da un consumo protratto ed eccessivo di carboidrati

raffinati e di zuccheri semplici Ciograve conduce nel tempo a una soppressione dellrsquoefficienza

tiroidea e della secrezione dellrsquoormone somatotropo (HGH) e quindi a un accumulo di grasso

22

generalizzato conseguente alla riduzione del metabolismo basale e del mancato effetto

lipolitico Lrsquoormone della crescita e gli ormoni tiroidei infatti vengono inibiti dal cortisolo il

quale egrave stimolato proprio dallrsquoipoglicemia reattiva allrsquoiperglicemia dovuta a un pasto ricco di

zuccheri semplici e carboidrati raffinati Anche la caffeina egrave in grado di aumentare la

produzione di cortisolo insieme a stress scarsa idratazione e digiuni prolungati Tale

ormone insieme agli squilibri insulinici che si innescano agevola lrsquoaumento ponderale

attraverso meccanismi quali la sollecitazione della lipoproteina lipasi e lrsquoaumento di

ritenzione idrica

La dieta piugrave adeguata per il dimagrimento di questi soggetti quindi prevede una riduzione

dei cereali bianchi degli zuccheri e della caffeina a favore di farinacei integrali proteine

nobili (specie di origine ittica per stimolare la tiroide attraverso il contenuto di iodio) e

verdura egualmente distribuiti nei vari pasti senza dimenticare una buona idratazione

Lrsquoazione degli ormoni nella localizzazione del grasso non si esprime soltanto in relazione agli

stimoli alimentari ma anche in rapporto allrsquoattivitagrave fisica coadiuvante il dimagrimento

Essendo la tiroide particolarmente attiva in tarda mattinata ad esempio il momento

migliore per allenarsi sarebbe questo per avere la possibilitagrave di stimolare al meglio le

funzioni metaboliche e il consumo dei grassi Se invece viene svolto un allenamento con i

pesi mirato ad implementare la forza esso non dovrebbe superare i 60 minuti in modo da

evitare unrsquoesosa produzione di cortisolo

Bibliografia

Massimo Spattini -La dieta ldquocomrdquo e il dimagrimento localizzato- Tecniche Nuove 2012

23

Approccio nutrizionale alla sindrome premestruale

A cura di Dottssa Chiara Di Gianvittorio ndash Dietista

La sindrome premestruale (PMS) egrave un disturbo

molto comune nelle donne in etagrave fertile e si

caratterizza per una serie di sintomi fisici e

psicologici che insorgono nella fase luteinica e

tendono a scomparire con il sopraggiungere del

flusso La sua prevalenza egrave stata stimata nel 30-40

della popolazione femminile in etagrave riproduttiva I

sintomi principali sono gonfiore stipsi dolori

addominali ritenzione idrica ma possono

aggiungersi ansia insonnia repentini cambi di umore irritabilitagrave stanchezza e attacchi di

fame Ogni donna vive a suo modo queste manifestazioni che possono verificarsi

contemporaneamente o solo in parte e la cui gravitagrave egrave variabile

Le cause della sindrome premestruale sono da rintracciarsi nello squilibrio ormonale dato

dallrsquoavvicendarsi di estrogeni e progesterone in fattori nutrizionali o in eventuali anomalie

funzionali dellrsquoasse ipotalamo-ipofisi-surrene che comportano alterazioni della secrezione di

ormoni sessuali Anche i crescenti livelli di prolattina possono contribuire ai sintomi

provocando dolori al seno e gonfiore Infine sembra che si verifichi una diminuzione di

dopamina e serotonina endorfine in grado di regolare il tono dellrsquoumore Le conseguenze di

tale sbilancio sono evidenti anche nella concentrazione nel siero di alcuni microelementi

magnesio e calcio risultano carenti nella fase luteinica e implicati quindi nella genesi di alcuni

dei sintomi Entrambi infatti sono coinvolti nellrsquoattivitagrave e nel rilascio di neurotrasmettitori e

nelle funzioni neuromuscolari

Considerando quindi la varietagrave dei disturbi e lrsquoimpatto che gli stessi possono avere sulla

qualitagrave di vita della donna unrsquoattenta alimentazione risulta utile quanto necessaria Nello

specifico lrsquoattenzione egrave rivolta al consumo attraverso la dieta di grassi saturi insaturi fibre

zuccheri semplici sostanze nervine e microelementi

Evidenze scientifiche mostrano che riducendo il contenuto di grassi nella dieta ed

aumentando il consumo di fibre e vegetali si abbassano i livelli ematici di estrogeni e di

24

conseguenza migliora la sintomatologia e il dolore mestruale Il fegato infatti estrae gli

estrogeni dal torrente ematico e li invia attraverso lrsquoalbero biliare nel tubo digerente Ligrave la

fibra proveniente da frutta verdura legumi e cereali sequestra gli estrogeni impedendone il

riassorbimento e promuovendone lrsquoescrezione fecale Le variazioni nei livelli ormonali sono

state studiate soprattutto nelle donne vegetariane riscontrando in conclusione una

correlazione tra le concentrazioni nel plasma di estrone ed estradiolo e il consumo di grassi

saturi Tali ormoni infatti diminuivano allrsquoaumentare dellrsquoapporto di fibre con la dieta Al

momento egrave in corso di studio dunque il ruolo della dieta vegetariana nella prevenzione e

gestione della sindrome premestruale Un ulteriore dato oggettivo a favore egrave

rappresentato dallrsquoutilizzo di alimenti come la soia ricca in fitoestrogeni Questi ultimi sono

estrogeni vegetali dallrsquoeffetto blando che agiscono come antagonisti riducendo la capacitagrave

dellrsquoestrogeno endogeno di legarsi al loro recettore cellulare Il risultato egrave una minore

stimolazione sulle cellule ormono-sensibili e una migliore gestione dei sintomi

Unrsquo ulteriore precisazione va fatta per i grassi nella dieta non solo la quantitagrave ma anche la

qualitagrave influisce sullrsquoinsorgenza dei disturbi del ciclo mestruale Unrsquoalimentazione ricca di

grassi polinsaturi Omega 3 si associa ad una sintomatologia piugrave modesta Infatti tali grassi

riducono la produzione di prostaglandine nellrsquoorganismo coinvolte nei processi di

infiammazione dolore contrazione muscolare e vasocostrizione

Banditi inoltre gli zuccheri semplici in quanto hanno un forte impatto sulla glicemia e

influenzano il rilascio dei neurotrasmettitori responsabili del tono dellrsquoumore (serotonina

adrenalina dopamina noradrenalina ecc) e del senso dellrsquoappetito

Altra accortezza per migliorare la gestione della sindrome premestruale egrave la riduzione

dellrsquoapporto di sodio e caffeina (o altre sostanze nervine come tegrave coca cola etc)

rispettivamente per limitare la ritenzione idrica e ridurre irritabilitagrave e insonnia

Infine egrave stato ampiamente studiato lrsquoapporto vitaminico e gli effetti su tali disturbi con

particolare attenzione alle vitamine del gruppo B assunte attraverso la dieta e non sotto

forma di integratori alimentari Lrsquointake di Tiamina e Riboflavina sembra avere un ruolo nellrsquo

incidenza della sindrome premestruale in quanto risultano implicate nel metabolismo di

neurotrasmettitori come Serotonina e GABA (Acido γ-amminobutirrico) che intervengono

migliorando lrsquoumore e agiscono indirettamente nella funzionalitagrave ovarica e riproduttiva

Al momento egrave in corso di valutazione lrsquointegrazione nella fase luteinica con Magnesio e

Calcio La loro contemporanea somministrazione genera un effetto sinergico nel ridurre gli

25

spasmi della muscolatura uterina e migliorare lrsquoumore Anche alcuni rimedi fitoterapici

sembrano alleviare la sintomatologia agnocasto ginkgo biloba e zafferano Ulteriori studi

sono perograve necessari per chiarire se realmente possa esserci un beneficio da eventuali

supplementazioni con microelementi o erbe Per ora rimane la certezza che una dieta

equilibrata ricca in frutta verdura legumi e acidi grassi polinsaturi sia la strategia drsquoelezione

nella gestione delle forme piugrave lievi di sindrome premestruale

Bibliografia

Adlercreutz H Martin F et al Steroid absorption and enterohepatic re cycling-

(httpwwwcontraceptionjournalorgarticle0010-782428792990094-5abstract)-

Contraception 1979 20 201-23

Baker LJ OrsquoBrien PM Premenstrual syndrome (PMS) a peri-menopausal perspective-

(httpwwwmaturitasorgarticleS0378-512228122900111-9fulltext) - Maturitas 2012

72(2)121-5

Chou T- Wake up and smell the coffee Caffeine coffee and the medical consequences-

httpwwwncbinlmnihgovpmcarticlesPMC1022034 - West J Med 1992 Nov157(5)544-53

Dante G Facchinetti F Herbal treatments for alleviating premenstrual symptoms a systematic

review- (httpinformahealthcarecomdoiabs1031090167482X2010538102)- J Psychosom

Obstet Gynaecol 2011 Mar32(1)42-51

Deutch B Menstrual pain in Danish women correlated with low n-3 polyunsaturated fatty acid

intake- (httpwwwncbinlmnihgovpubmed7588501) Eur J Clin Nutr 1995 Jul49(7)508-16

Gigante DP et al Population study of premenstrual syndrome-

(httpwwwscielosporgscielophpscript=sci_arttextamppid=S0034-

89102006000100009amplng=enampnrm=isoamptlng) - Rev Saude Publica 2006 40(1)47-56

Girman A Lee R Kligler B An integrative medicine approach to premenstrual syndrome- (

httpwwwajogorgarticleS0002-937828032900357-0fulltext) -Am J Obstet Gynecol 2003

188(5 Suppl)S56-65

Goldin BR Adlecreutz H et al Estrogen extrection patterns and plasma levels in vegetarian and

omnivorous women- (httpwwwnejmorgdoifull101056NEJM198212163072502 )- N Engl J

Med 1982 3071542-7

26

Halbreich U The etiology biology and evolving pathology of premenstrual syndromes-

(httpwwwsciencedirectcomsciencearticlepiiS0306453003000970)

Psychoneuroendocrinology 200328(suppl 3)55ndash99

Larissa Almenara Silva dos Santos Vilma Blondet de Azeredo et al-Seric ion level and its

relationship with the symptoms of premenstrual syndrome in young women-

(httpwwwnutricionhospitalariacompdf6648pdf) - Nutr Hosp 2013 28(6)2194-2200 Silva CM

Margot N Woods Sherwood L et al Low-fat high fiber diet and serume estrone sulfate in

premenopausal women (httpajcnnutritionorgcontent4961179fullpdf+htmlsid=38ae9820-

e92f-4cfe-b019-a9b3ce1d92e7) - Am J Clin Nutr 1989 49 1179-83

Sohrabi N Kashanian M et al - Evaluation of the effect of omega-3 fatty acids in the treatment of

premenstrual syndrome a pilot trial-

(httpwwwcomplementarytherapiesinmedicinecomarticleS0965-229928122900174-

4fulltext ) Complement Ther Med 2013 Jun21(3)141-6

Thys-Jacobs S Micronutrients and the premenstrual syndromethe case for calcium-

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed10763903) - Journal of the American College of Nutrition

2000 19 (2) 220-7

Patricia O Chocano-Bedoya JoAnn E Manson et al Dietary B vitamin intake and incident

premenstrual syndrome- (httpajcnnutritionorgcontent9351080long) Am J Clin Nutr 2011

93 1080-6

27

Attuali evidenze epidemiologiche in tema di malattia

celiaca

A cura di Dottssa Chiara Di Gianvittorio ndash Dietista

La malattia celiaca egrave un disturbo

autoimmune che si sviluppa in

persone geneticamente predisposte

in conseguenza dellrsquoesposizione a

fattori ambientali (glutine nella dieta

come prima causa) La prevalenza

del disturbo egrave molto variabile gli

ultimi dati riguardo la distribuzione della malattia parlano di un incremento in alcune aree

mondiali Il miglioramento delle tecniche diagnostiche e la migliore conoscenza della

malattia non bastano perograve a spiegare la crescita verificatasi negli ultimi 30- 40 anni

La nuova epidemiologia dellrsquo intolleranza al glutine egrave ora caratterizzata da un aumento di

nuovi casi in aree storiche (Europa del Nord e gli Stati Uniti) ma piugrave interessante egrave la crescita

della malattia in nuove regioni (paesi asiatici) A spiegare ciograve probabilmente ci sono

cambiamenti nelle abitudini alimentari soprattutto in etagrave infantile oltre che lrsquoutilizzo di

nuovi mezzi diagnostici

In Europa e Stati Uniti la frequenza sulla popolazione egrave di circa lrsquo 1 con alcune differenze

regionali In Finlandia e Svezia si calcola una prevalenza del 2-3 mentre in Germania solo

dello 02 nonostante i fattori causali sembrino essere simili (livello di assunzione di glutine

e frequenza di HLA-DQ2 e -DQ8) Sebbene lincidenza e i casi diagnosticati siano in

aumento rimane lrsquo ldquoiceberg celiacordquo a nascondere con un rapporto che varia da 13 a 15

(casi diagnosticati e non diagnosticati) la reale distribuzione della malattia

Oltre a Europa e Nord America lepidemiologia dellrsquo intolleranza al glutine egrave stata studiata in

molti altri paesi per lo piugrave popolati da individui di origine europea In queste zone i dati si

sovrappongono in larga misura a quelli del vecchio e del nuovo continente Nuove evidenze

arrivano dal Nord Africa e dai Paesi del Medio Oriente in cui il disturbo egrave presente

nonostante la scarsa disponibilitagrave di strutture diagnostiche e la scarsa consapevolezza della

28

malattia In Saharawi una popolazione araba che vive nel Sahara occidentale la prevalenza

della malattia egrave eccezionalmente elevata (56) per ragioni ancora poco chiare

La conoscenza della malattia nelle regioni asiatiche invece egrave ancora limitata e per lo piugrave

confinata in India dove egrave stata riconosciuta sia nei bambini che negli adulti Tuttavia come

efficacemente descritto da una task force indiana lrsquointolleranza al glutine in India egrave

ldquoimmerso in un oceano di malnutrizionerdquo La frequenza sembra essere maggiore nella parte

settentrionale probabilmente in conseguenza del largo consumo di grano rispetto al riso

Difficile ottenere dei numeri ma si stima che da 5 a 8 milioni di persone in India potrebbero

avere la malattia Purtroppo perograve ad oggi solo poche migliaia di pazienti sono stati

diagnosticati

Infine difficile comprendere anche la distribuzione in Cina a causa della grande popolositagrave I

fattori predisponenti (consumo di grano e genotipo HLA-DQ2 e DQ8) sono presenti cosigrave

come le prime evidenze in letteratura ma egrave necessario proseguire negli accertamenti

epidemiologici Risulta invece raro il disturbo in paesi come Giappone Corea Indonesia e

Filippine a causa del basso consumo di frumento e del patrimonio genetico

In sintesi i dati disponibili suggeriscono che lincidenza dellrsquo intolleranza al glutine egrave

veramente in aumento e che la malattia egrave attualmente molto piugrave comune in alcune aree

rispetto al passato Ulteriori studi epidemiologici perograve si rendono necessari per

comprendere meglio la distribuzione sulla popolazione e la correlazione con i fattori genetici

e ambientali

Bibliografia

Bai JC Fried M et al -World gastroenterology organisation global guidelines on celiac disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed23314668) - J Clin Gastroenterol 2013 47121ndash6

Catassi C Gatti S et al- The New Epidemiology of Celiac Disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed24979197)- JPGN Luglio 2014 Volume 59 supplement 1

Fasano A Berti I et al- Prevalence of celiac disease in at-risk and not-at-risk groups in the United

States a large multi center study (httparchintejamanetworkcomarticleaspxarticleid=215079)-

Arch Int Med 2003163286ndash92

29

Kochhar R Dachdev S et al- Prevalence of coeliac disease in healthy blood donors a study from

north India (httpwwwsciencedirectcomsciencearticlepiiS1590865812000229)- Dig Liver Dis

201244530ndash2

Kang JY Kang AHY et al -Systematic review worldwide variation in the frequency of Coeliac Disease

and changes over time

(httponlinelibrarywileycomdoi101111apt12373abstractjsessionid=91309CB937E7B5E094A

3B7F08441695f04t04)- Aliment Pharmacol Ther 201338226ndash45

Mustalahti K Catassi C et al- The prevalence of celiac disease in Europe results of a centralized

international mass screening project

(httpinformahealthcarecomdoiabs103109078538902010505931)- Ann Med 201042587ndash

95

30

Malattia celiaca e microbiota intestinale il ruolo dei

Bifidobatteri

A cura di Dottssa Chiara Di Gianvittorio ndash Dietista

La malattia celiaca egrave un disordine autoimmune scatenato dallrsquoingestione di alimenti

contenenti glutine in soggetti predisposti Lrsquoinfiammazione che ne risulta a carico del

piccolo intestino provoca atrofia dei villi e malassorbimento dei nutrienti I fattori implicati

nello sviluppo di questa patologia sono genetici e ambientali Tra questi ultimi troviamo

unrsquoesposizione troppo precoce al glutine insufficiente allattamento al seno infezioni

intestinali e squilibri della flora batterica residente La manifestazione clinica egrave varia e

include disturbi gastrointestinali come gonfiore vomito diarrea dispepsia perdita di peso e

disturbi extraintestinali come anemia malattie del fegato e dermatiti

Attualmente in studio egrave la relazione tra malattia celiaca e flora batterica intestinale che

risulta fondamentale per lrsquoequilibrio e la salute del tratto gastroenterico Il microbiota

umano egrave infatti lrsquoinsieme di microrganismi simbiontici dellrsquointestino Negli esseri umani si

trovano tra le 500 e le 1000 specie differenti di microrganismi di cui la maggioranza

anaerobi Tra questi ci sono i Bifidobatteri che svolgono una duplice azione diretta

contrastando i batteri patogeni e indiretta per interazione con il tessuto linfoide intestinale

(GALT) di cui ne stimola lrsquoattivitagrave

Alcuni ceppi di questi batteri inoltre sembrano inibire la risposta infiammatoria e il danno

alla mucosa che insorgono in conseguenza dellrsquoingestione di gliadina Infatti studi in vitro

hanno mostrato che tali microrganismi possono ridurre la produzione di citochine

infiammatorie (IFN-γ e IFN-α) e aumentare quella di IL-10 Un ulteriore effetto positivo

riguarda lrsquoincremento di cellule caliciformi nel piccolo intestino ridotte a causa della tossicitagrave

da glutine Infine oltre agli effetti immunomodulatori ceppi specifici come il

Bifidobacterium longum contribuiscono allrsquoidrolisi dei peptidi di gliadina durante la

digestione riducendo la presenza di aminoacidi tossici e dei loro effetti avversi

I Bifidobatteri risultano quindi protettivi contro la risposta infiammatoria e il danno

mucosale causato dal glutine Ci si chiede a questo punto se squilibri della microflora

31

possano costituire concausa nello sviluppo della patologia e se egrave possibile migliorarne la

gestione ristabilendo lrsquoequilibrio intestinale con probiotici

Attualmente cambiamenti nel microbiota intestinale sono stati dimostrati nei bambini

celiaci Negli adulti le evidenze parlano di una riduzione di Bifidobatteri sia al momento della

diagnosi che a dieta aglutinata ed un aumento dei Bacteroides (batteri gram negativi e

anaerobici) sia nelle feci che sulle biopsie dei celiaci Inoltre crsquoegrave una riduzione nella

variabilitagrave della specie sia prima che dopo la dieta Tali squilibri vanno ovviamente ad

incidere sul processo patologico

I probiotici sono costituiti da microrganismi vivi che devono essere in grado di svolgere

effetti positivi sulla flora batterica intestinale In alcuni studi si egrave dimostrato come alcuni di

essi possano avere una particolare utilitagrave per i celiaci anche se si tratta ancora di approcci a

livello sperimentale Unrsquo indagine condotta su 64 soggetti (26 pazienti celiaci con dieta

contenente glutine 18 celiaci a dieta gluten-free e 20 soggetti sani) ha portato a valutare se

la flora batterica intestinale possa contribuire ai sintomi pro-infiammatori della celiachia e se

con due specifici ceppi di Bifidobatteri sia possibile ottenere benefici I risultati

confermarono le ipotesi e il ruolo positivo svolto dai ceppi Bifidobacterium longum e

Bifidobacterium bifidum sul quadro infiammatorio

Lrsquouso di specifici batteri probiotici potrebbe quindi contribuire al miglioramento della

patologia ma egrave necessario approfondire ulteriormente con modelli sperimentali e studi

clinici il loro ruolo a supporto della terapia classica

Bibliografia

Collado MC Donat E et al- Imbalances in faecal and duodenal Bifidobacterium species composition

in active and non active coeliac disease (httpwwwncbinlmnihgovpubmed19102766)- BMC

Microbiol 2008 2321-9

Di Cagno R Rizzello CG et al- Different fecal microbiotas and volatile organic compounds in treated

and entrate children with celiac diseaseAppl And Environ Microbiol 2009 75 3963-71

Golfetto L Senna FD et al- Lower Bifidobacteria counts in adult patients with celiac disease on a

gluten- free diet

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Lower+Bifidobacteria+counts+in+adult+patients+with

+celiac+disease+on+a+gluten-+free+diet)- Arq Gastroenterol 2014 51 139-43

32

Ghosh S- Advances in our understanding of the pathogenesis of celiac disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed21523256)- Can J Gastroenterol 2011 25186

Medina M De Palma G- Bifidobacterium strains suppress in vitro the pro-inflammatory milieu

trigged by large intestinal microbiota of coeliac patients

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Bifidobacterium+strains+suppress+in+vitro+the+pro-

inflammatory+milieu+trigged)- J Inflamm 2008 519

Sanders ME- Impact of probiotics on colonizing microbiota of the gut

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed21992949)- J Clin Gastroenterol 2011 45S115-9

Sanz Y De Pama G et al- Unraveling the ties between celiac disease and intestinal microbiota

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Unraveling+the+ties+between+celiac+disease)- Int

Rev Immunol 2011 30 207-18

33

CAPSICUM ANNUUM IL ROSSO CHE PROTEGGE LA

TUA SALUTE

A cura di Dottssa Giusi Balzano ndash Biologa nutrizionista

Il peperoncino rosso il cui nome scientifico egrave Capsicum annuum appartiene alla famiglia

delle Solanacee ed egrave originario delle Americhe

Dal ritrovamento di reperti archeologici sappiamo con certezza che fin dal 5000 aC circa la

popolazione messicana conosceva il peperoncino il quale fu importato in Europa da

Cristoforo Colombo nel 1493

Capsicum annuum

Il peperoncino a dispetto di tante credenze gode di tante proprietagrave benefiche e forse per

associazione con il pepe si tende erroneamente a credere che sia poco salutare

Come pianta egrave facilmente coltivabile e si adatta a diversi climi puograve essere coltivato nei vasi

e su un terrazzo limportante egrave che stia in pieno sole Nei periodi piugrave freddi conviene ad

ogni modo tenerlo al riparo in quanto non sopporta bene un clima troppo rigido Il

peperoncino egrave una pianta annuale e le parti consumate sono i frutti le bacche contenenti

dei semi bianco-giallastri Esistono tantissime qualitagrave di peperoncino e le bacche possono

essere consumate fresche cotte o crude I colori dei peperoncini (frutto) sono molteplici

verdi gialli rossi arancione bruno scuro e marrone scuro La sensazione di piccante data dal

peperoncino egrave dovuta alla capsaicina che in proporzione alla quantitagrave disponibile nel seme

ne determina appunto la piccantezza In realtagrave quando si mangia un peperoncino la

risposta di bruciore data dallorganismo egrave solo una sensazione che il cervello invia come

34

risposta allattivazione di alcuni termorecettori presenti nella bocca con cui proprio la

capsaicina viene a contatto Tra le proprietagrave del peperoncino troviamo

funzione dimagrante egrave accentuanto il consumo di calorie ad opera della capsaicina principio

attivo del peperoncino

proprietagrave antibiotiche antibatteriche e antiossidanti ad opera dei flavonoidi e capsaicinoidi

E anche molto utile nella cura di raffreddore bronchite e sinusite

flusso sanguignoazione vasodilatatrice il caratteristico potere piccante urticante del

peperoncino porta con seacute una specifica azione della capsicina sulla circolazione periferica

del sangue La dilatazione dei vasi sanguigni egrave funzionale alla regolazione ottimale della

pressione e della circolazione del sangue che aumenta dopo lassunzione I capillari

diventano piugrave elastici e il sangue risulta piugrave ossigenato Egrave per questo che il peperoncino utile

per scaldarsi in inverno diventa anche importante nella dieta estiva per difendersi dal caldo

torrido e dallumiditagrave

cuore e colesterolo la regolazione del flusso del sangue aiuta a mantenere pulito il sistema

endovenoso congiuntamente allazione della lecitina e di altri olii essenziali evitando la

comparsa di placche che bloccano il flusso sanguigno I capsaicinoidi svolgono unazione

importante nelle diete ad alto contenuto di sostanze grasse Il peperoncino aiuta a ridurre

eccessivi livelli di colesterolo accelerandone la ripartizione e lespulsione

digestione e metabolismo il peperoncino aumenta la secrezione di succhi gastrici e migliora

la digestione grazie al suo potere antifermentativo e inoltre tiene pulite le mucose Nelle

diete in cui egrave prevista unassunzione regolare linfluenza del capsicum porta a migliorare e

velocizzare i processi metabolici Attenzione perograve in caso di bruciore fastidioso e

persistente dopo ingestione di peperoncino associato ad uninfiammazione della gola

dellesofago o dello stomaco mangiare un pezzo di formaggio o di pane o bere birra risulta

essere di grande aiuto contro i fastidi menzionati

mal di collo e mal di schiena efficace contro artriti e reumatismi il peperoncino egrave un

ingrediente essenziale di molte creme e gel antinfiammatori ad azione topica Aiuta ad

alleviare il dolore migliorando la circolazione sanguigna

azione anti-tumorale la vitamina C egrave un significativo agente anti-cancro previene infezioni e

tumori I peperoncini freschi ne sono ricchi e riescono a fornirci acido ascorbico (vitamina C)

proprio in estate ed autunno quando la nostra dieta mediterranea egrave piugrave povera di agrumi

35

mal di testa e depressione lassunzione della capsicina provoca bruciore e dolore nella bocca

e nelle pareti interne del sistema gastroenterico Il nostro corpo reagisce cominciando a

rilasciare maggiori quantitagrave di adrenalina aumentando al contempo la produzione di

endorfine Il nostro corpo risulta energizzato laumento del flusso del sangue al cervello dagrave

sollievo poi sopraggiungono le endorfine vere e proprie ldquodrogherdquo naturali cioegrave oppioidi

endogeni che vengono prodotti internamente dal nostro organismo ed hanno potere

eccitativo ed analgesico alleviando cefalee ed altri dolori

azione afrodisiaca insieme alla vitamina C nel peperoncino cegrave anche la vitamina E

responsabile della stimolazione e della regolazione di molti processi legati alla feconditagrave

sessuale

Bibliografia

1 Tewksbury JJ Levey DJ Huizinga M Haak DC Traveset A Costs and benefits of capsaicin-mediated control of gut retention in dispersers of wild chilies Ecology 89 107-17 2008

2 Govindarajan VS Sathyanarayana MN Capsicum--production technology chemistry and quality Part V Impact on physiology pharmacology nutrition and metabolism structure pungency pain and desensitization sequences Crit Rev Food Sci Nutr 29 435-74 1991

36

Rape Rosse - Tubero e foglie un beneficio a 360deg

A cura di Dottssa Giusi Balzano ndash Biologa nutrizionista

Barbe rosse barbabietole rosse o ancora carote rosse

sono tutti sinonimi dialettali che fanno riferimento alle

rape rosse

Queste sono tuberi noti in botanica come Beta vulgaris

var rapa forma rubra si tratta di una pianta

appartenente alla famiglia delle Chenopodiaceae ed al genere Beta Menzionata in alcuni

antichissimi scritti greci risalenti al 420 aC periodo in cui il tubero rosso era noto

semplicemente come beta secondo il pensiero di altri autori lorigine delle rape rosse risale

addirittura al 2000 aC considerata la presenza di alcuni reperti archeologici che la

attestano

Malgrado gli appelli di dietologi e specialisti dellalimentazione si tende spesso a

dimenticare limportanza fitoterapica e benefica di alcuni ortaggi come in questo specifico

caso le rape rosse

Le rape rosse contengono pochissime calorie (solamente 19 per 100 grammi di prodotto)

per questo motivo rientrano tra i cibi ipocalorici ottimi alimenti preferibili in diete bilanciate

che presuppongono una marcata restrizione calorica Ersquo ricca di acqua corrispondente a

circa il 91 si contano solo il 4 di carboidrati ed il 26 di fibre contiene diverse vitamine

in particolare del gruppo B e una buona quota di sali minerali soprattutto potassio sodio

calcio ferro e fosforo ed egrave ricca anche di zuccheri Nella radice della rapa rossa si ritrova un

glicoside che attribuisce la tipica colorazione rosso vivo alla rapa si tratta della betaina

sfruttata dallindustria alimentare come colorante naturale (E 162) Altro pigmento

riscontrato nella rapa rossa egrave la betaxantina che le conferisce striature giallastre Ancora

nella radice di rapa rossa si trovano altre sostanze sfruttate nella fitoterapia e nella cosmesi

quali saponine antociani flavonoidi in genere ed allantoine (proprietagrave idratanti e

disarrossanti)

37

Proprietagrave terapiche

Una delle proprietagrave curative principali di questo ortaggio riguarda il potere lassativo spesso

utile per combattere la stitichezza e le emorroidi La rapa rossa egrave anche un buon rimedio per

migliorare la funzione epatica e combattere le infezioni delle vie urinarie Le sue foglie sono

unrsquoottima fonte di vitamina A e le radici sono una buona fonte di vitamina C Le foglie

vengono cucinate o servite fresche come verdura mentre le radici o teste possono essere

affettate in insalate o cotte intere e poi tagliate a fettine o a tocchetti

Le rape rosse sono particolarmente ricche di folati fondamentali alleati contro le malattie

cardiache e lrsquoanemia in quanto coinvolti nella produzione di globuli rossi e bianchi nella

sintesi di materiale genetico e nella formazione di anticorpi nel sistema immunitario Esse

sono anche ricchi di fibre solubili e insolubili La fibra insolubile aiuta a mantenere il tratto

intestinale funzionante mentre la fibra solubile controlla il livello di zucchero nel sangue e

abbassa il colesterolo Nelle sue foglie egrave abbondante il beta-carotene il ferro e il calcio

Ricche di vitamine del gruppo B come B1 B2 B3 e B6 per quanto concerne il contenuto di

sali minerali questa egrave un ortaggio ricco di iodio sodio e potassio ma anche in quantitagrave

minori di magnesio Lo iodio egrave un minerale essenziale per il corretto funzionamento della

ghiandola tiroidea che regola il metabolismo mentre il potassio e il sodio sono necessari per

la generazione e la trasmissione degli impulsi nervosi attivitagrave muscolare a parte il bilancio

idrico allrsquointerno e allrsquoesterno della cellula

Il succo crudo di barbabietola (Fig 1) egrave particolarmente idoneo per tutte le persone che

soffrono di anemia in quanto favorisce la formazione di globuli rossi nel sangue inoltre ha

proprietagrave diuretiche e favorisce la digestione

Fig1 succo crudo di barbabietola rossa

38

Ortaggio anticancro

Nella rivista International Journal of Cancer si discute sul ruolo delle rape rosse come

potenziale alimento anticancro la questione egrave per certi versi discutibile ed oscura e non

esiste alcuna dimostrazione indubbia ed inequivocabile che accerti lipotesi In particolare

nella rivista sopraccitata si discute del possibile ruolo delle rape rosse nella prevenzione del

tumore al colon per altri le rape rosse sarebbero in grado non solo di prevenirne il cancro

ma anche di contrastarlo

Bibliografia

Kazimierczak R Hallmann E Lipowski J Drela N Kowalik A Puumlssa T Matt D Luik A Gozdowski D Rembiałkowska E

Beetroot (Beta vulgaris L) and naturally fermented beetroot juices from organic and conventional production metabolomics antioxidant levels and anticancer activity

J Sci Food Agric 2014 May

39

Sigrave ai legumi nella prevenzione delle malattie tumorali

A cura di Dottssa Bruzzone Francesca ndash Dietista

Con il termine ldquolegumirdquo si intendono tutti quei semi commestibili derivanti dalle piante

dicotiledoni dellrsquoordine delle Fabales tra cui rientrano i fagioli le lenticchie le fave i piselli

i lupini i ceci le carrube le cicerchie le arachidi e la soia

I legumi sono alimenti ricchi di proteine tanto da essere stati denominati come ldquola carne dei

poverirdquo Essi possiedono un buon contenuto in amminoacidi (ad eccezione di quelli solforati

e del triptofano) carboidrati fibre Calcio Ferro e Potassio a discapito di grassi e

colesterolo

In abbinamento ai cereali i legumi costituiscono un ottimo e saziante piatto unico dove

convergono carboidrati e proteine e dove gli amminoacidi carenti nei cereali (come la lisina)

si integrano con quelli dei legumi e viceversa Queste qualitagrave rendono tali semi

particolarmente adeguati sia nella prevenzione che nel trattamento di numerose malattie

metaboliche come il diabete mellito le dislipidemie la sindrome metabolica il sovrappeso e

lrsquoobesitagrave Di recente inoltre egrave stato attribuito un altro importante ruolo benefico ai legumi

quello di ostacolare la crescita di alcune forme tumorali

Un lavoro effettuato da un gruppo di ricercatori dellUniversity College di Londra del

Dipartimento di Scienze Chirurgiche dell`Universitagrave di Chieti e del Laboratorio di

Farmacologia Molecolare dell`Istituto Mario Negri di Milano e pubblicato sulla rivista

statunitense ldquoCancer Researchrdquo infatti ha scoperto la presenza di inositolo pentachisfosfato

nella maggior parte dei legumi (in particolare in lenticchie piselli e fagioli) e nelle noci Tale

40

composto sembrerebbe inibire lrsquoenzima fosfoinositide 3-chinasi coinvolto nella crescita e

nella progressione dei tumori e capace di aumentare la resistenza al trattamento con agenti

chemoterapeutici Il segnale attivato dalla fosfoinositide 3-chinasi infatti rappresenta un

target importante per lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche anticancro e questo studio

dimostra come lrsquoinositolo pentafosfato sia capace di antagonizzare in maniera specifica

questo segnale nelle cellule tumorali inducendone lrsquoapoptosi (morte programmata)

Lrsquoinositolo pentafosfato ha una struttura molecolare analoga al prodotto dellrsquoattivitagrave

enzimatica della fosfoinositide 3-chinasi che attiva segnali specifici per la progressione del

cancro Il meccanismo secondo il quale lrsquoinositolo pentafosfato disattiva le proteine

iperattive nei tumori dalla membrana plasmatica permette di inibire sia la crescita delle

cellule tumorali umane in coltura sia lo sviluppo dei tumori nei topi In queste condizioni

lrsquoinositolo pentafosfato ha dimostrato unrsquoattivitagrave farmacologica comparabile e potenziante

quella del farmaco citotossico cisplatino molto usato in chemioterapia antitumorale ma

associato a effetti collaterali come nausea vomito formicolio a mani e piedi caduta dei

capelli e alterazione della funzionalitagrave renale (gli inositoli fosfati invece non sono tossici

neanche a concentrazioni piugrave elevate di quelle usate in questo studio e possono essere

assorbiti per via orale) I principali effetti positivi sono stati riscontrati a livello di ovaie e

polmoni

Lrsquoinositolo pentafosfato inoltre si egrave dimostrato capace di inibire lo sviluppo dei nuovi vasi

sanguigni indispensabili per la nutrizione e lo sviluppo del tumore (angiogenesi) bloccando

quindi un meccanismo fondamentale per la sua crescita

Sitografia

ldquoLe Scienze edizione italiana di Scientifica Americanrdquo ndashLegumi e cereali conto il cancro-

ldquoAssociazione Giacomo-onlusrdquo -Inositolo Pentafosfato da legumi e arachidi una nuova strada

nella cura dei tumori

41

Tra le mille virtursquo del miele la cura dellrsquoherpes simplex

A cura di Dottssa Serena Pascucci Biologa Nutrizionista

Le molteplici proprietagrave del miele sono note fin dallrsquoantichitagrave

per le sue capacitagrave antisettiche antibiotiche e cicatrizzanti

e il suo uso nella medicina moderna sta riscontrando

sempre piugrave maggiore interesse

Diversi studi

hanno valutato

lrsquoefficacia del miele contro alcuni virus tra cui di

particolare importanza egrave emersa lrsquoefficacia del

miele per il trattamento dellrsquoHerpes Simplex sia a

livello labiale sia a livello genitale Lo studio del

2004 condotto presso una clinica privata a Dubai

ha selezionato 16 pazienti con ricorrenti manifestazioni del virus otto affetti da Herpes

simplex a livello labiale e otto a livello genitale con un etagrave compresa tra i 35 e i 45 anni sia

maschi che femmine Ersquo stata valutata e considerata lrsquoefficacia del miele nel trattamento

delle lesioni prodotte dal virus in confronto a un comune farmaco antivirale utilizzato

normalmente (Acyclovir) I pazienti prescelti prima della prova non dovevano sottoporsi ad

altre cure antivirali A scelta casuale sono stati selezionati quattro pazienti con herpes

labiale e quattro con herpes genitale che hanno effettuato il primo trattamento con il miele

gli altri otto con il farmaco comune antivirale a base di 5 di acyclovir Alla seconda

comparsa della manifestazione del virus egrave stato effettuato lrsquoopposto Nello studio egrave stato

somministrato un miele multiflora direttamente sulle lesioni prodotte dal virus su una garza

a contatto con la lesione per un quarto drsquoora per 4 volte al giorno fino alla completa

guarigione mentre il farmaco veniva applicato 6 volte al giorno Da questa prova egrave stata

riscontrata una durata delle lesioni dalla prima comparsa alla completa scomparsa di circa

12 giorni in media per entrambi i trattamenti ma nel caso dei pazienti con herpes labiale

trattati con il miele la guarigione egrave avvenuta in circa 3 giorni rispetto ai 5 giorni con il

trattamento con acyclovir cioegrave con una velocitagrave del 35 superiore Inoltre il miele ha

42

mostrato un azione migliore rispetto al farmaco in particolare la durata del dolore risultava

minore del 39 con fastidi moderati per non piugrave di 24 ore mentre con acyclovir il dolore

anche se moderato poteva prolungarsi fino a 72 ore Ersquo stato anche riscontrato un

insorgenza minore delle croste del 28 in chi utilizzava il miele in particolare in 5 pazienti le

lesioni non si sono evolute in croste cosa che non egrave mai avvenuta nei soggetti trattati con il

farmaco Ancora in due casi con il trattamento con il miele lrsquoherpes ha abortito cioegrave dopo i

primi sintomi non ha sviluppato lesioni e procurato fastidi al contrario dei pazienti trattati

con il farmaco Anche nei pazienti con herpes a livello genitale il miele si egrave mostrato piugrave

efficace del farmaco convenzionale con un tempo di guarigione minore del 53 una durata

del dolore inferiore del 50 anche qui con fastidi moderati e con una durata non superiore

alle 24 ore rispetto a bruciori da moderati a medi prolungati(anche per 3 giorni) nei pazienti

con trattamento con farmaco Inoltre egrave stato riscontrato anche a livello genitale un

insorgenza minore di croste del 49 in particolare in 5 pazienti trattati con il miele le lesioni

a livello genitale non si sono sviluppate in croste a differenza dei pazienti trattati con il

farmaco in cui le croste sono sempre apparse Infine egrave stato riscontrato anche a livello

genitale un aborto del virus in chi utilizzava il miele senza avere avuto nessun riscontro

invece nei pazienti trattati con farmaco

Lrsquoanalisi statistica ha mostrato un efficacia superiore del miele rispetto allrsquoutilizzo di

acyclovir per la cura e la risoluzione delle lesioni virali da herpes simplex labiale e genitale

(Ai-waili 2004) Tuttavia quale sia o quali siano i meccanismi drsquoazione che permettono al

miele di inibire la replicazione del virus sono poco conosciuti Un fattore che puograve

determinare lrsquoazione antivirale del miele puograve essere ricercato nel contenuto di flavonoidi(

azione antivirale) rame zinco vit E C normalmente presenti nel miele e di provata azione

antivirale(AI-Waili 2004) e infine lrsquoossido di azoto con un azione antivirale in vitro la cui

attivitagrave egrave stata rilevata anche sul virus dellrsquoHIV (Torre et al 2002 Schramm DD et al 2003)

Lrsquoherpes simplex egrave un infezione virale importante qualsiasi terapia si volesse seguire egrave

opportuno seguire sempre una supervisione e il consiglio del medico

Bibliografia

Al-Waili NS topical honey application vs acyclovir for the treatment of recurrent herpes

simplex lesions Med Sci Monit 2004 10(8) MT94-MT98

- Schramm DD Karim M Schrader HR Holt RR Cardetti M Keen CL Honey with high levels of antioxidants can provide protection to healthy human subjects J Agric Food Chem 200351(6)1732ndash5 doi 101021jf025928k - Torre D Pugliese A Speranza F Role of nitric oxide in HIV-1 infection friend or foe Lancet Infect Dis 2002 May2(5)273-80

22

generalizzato conseguente alla riduzione del metabolismo basale e del mancato effetto

lipolitico Lrsquoormone della crescita e gli ormoni tiroidei infatti vengono inibiti dal cortisolo il

quale egrave stimolato proprio dallrsquoipoglicemia reattiva allrsquoiperglicemia dovuta a un pasto ricco di

zuccheri semplici e carboidrati raffinati Anche la caffeina egrave in grado di aumentare la

produzione di cortisolo insieme a stress scarsa idratazione e digiuni prolungati Tale

ormone insieme agli squilibri insulinici che si innescano agevola lrsquoaumento ponderale

attraverso meccanismi quali la sollecitazione della lipoproteina lipasi e lrsquoaumento di

ritenzione idrica

La dieta piugrave adeguata per il dimagrimento di questi soggetti quindi prevede una riduzione

dei cereali bianchi degli zuccheri e della caffeina a favore di farinacei integrali proteine

nobili (specie di origine ittica per stimolare la tiroide attraverso il contenuto di iodio) e

verdura egualmente distribuiti nei vari pasti senza dimenticare una buona idratazione

Lrsquoazione degli ormoni nella localizzazione del grasso non si esprime soltanto in relazione agli

stimoli alimentari ma anche in rapporto allrsquoattivitagrave fisica coadiuvante il dimagrimento

Essendo la tiroide particolarmente attiva in tarda mattinata ad esempio il momento

migliore per allenarsi sarebbe questo per avere la possibilitagrave di stimolare al meglio le

funzioni metaboliche e il consumo dei grassi Se invece viene svolto un allenamento con i

pesi mirato ad implementare la forza esso non dovrebbe superare i 60 minuti in modo da

evitare unrsquoesosa produzione di cortisolo

Bibliografia

Massimo Spattini -La dieta ldquocomrdquo e il dimagrimento localizzato- Tecniche Nuove 2012

23

Approccio nutrizionale alla sindrome premestruale

A cura di Dottssa Chiara Di Gianvittorio ndash Dietista

La sindrome premestruale (PMS) egrave un disturbo

molto comune nelle donne in etagrave fertile e si

caratterizza per una serie di sintomi fisici e

psicologici che insorgono nella fase luteinica e

tendono a scomparire con il sopraggiungere del

flusso La sua prevalenza egrave stata stimata nel 30-40

della popolazione femminile in etagrave riproduttiva I

sintomi principali sono gonfiore stipsi dolori

addominali ritenzione idrica ma possono

aggiungersi ansia insonnia repentini cambi di umore irritabilitagrave stanchezza e attacchi di

fame Ogni donna vive a suo modo queste manifestazioni che possono verificarsi

contemporaneamente o solo in parte e la cui gravitagrave egrave variabile

Le cause della sindrome premestruale sono da rintracciarsi nello squilibrio ormonale dato

dallrsquoavvicendarsi di estrogeni e progesterone in fattori nutrizionali o in eventuali anomalie

funzionali dellrsquoasse ipotalamo-ipofisi-surrene che comportano alterazioni della secrezione di

ormoni sessuali Anche i crescenti livelli di prolattina possono contribuire ai sintomi

provocando dolori al seno e gonfiore Infine sembra che si verifichi una diminuzione di

dopamina e serotonina endorfine in grado di regolare il tono dellrsquoumore Le conseguenze di

tale sbilancio sono evidenti anche nella concentrazione nel siero di alcuni microelementi

magnesio e calcio risultano carenti nella fase luteinica e implicati quindi nella genesi di alcuni

dei sintomi Entrambi infatti sono coinvolti nellrsquoattivitagrave e nel rilascio di neurotrasmettitori e

nelle funzioni neuromuscolari

Considerando quindi la varietagrave dei disturbi e lrsquoimpatto che gli stessi possono avere sulla

qualitagrave di vita della donna unrsquoattenta alimentazione risulta utile quanto necessaria Nello

specifico lrsquoattenzione egrave rivolta al consumo attraverso la dieta di grassi saturi insaturi fibre

zuccheri semplici sostanze nervine e microelementi

Evidenze scientifiche mostrano che riducendo il contenuto di grassi nella dieta ed

aumentando il consumo di fibre e vegetali si abbassano i livelli ematici di estrogeni e di

24

conseguenza migliora la sintomatologia e il dolore mestruale Il fegato infatti estrae gli

estrogeni dal torrente ematico e li invia attraverso lrsquoalbero biliare nel tubo digerente Ligrave la

fibra proveniente da frutta verdura legumi e cereali sequestra gli estrogeni impedendone il

riassorbimento e promuovendone lrsquoescrezione fecale Le variazioni nei livelli ormonali sono

state studiate soprattutto nelle donne vegetariane riscontrando in conclusione una

correlazione tra le concentrazioni nel plasma di estrone ed estradiolo e il consumo di grassi

saturi Tali ormoni infatti diminuivano allrsquoaumentare dellrsquoapporto di fibre con la dieta Al

momento egrave in corso di studio dunque il ruolo della dieta vegetariana nella prevenzione e

gestione della sindrome premestruale Un ulteriore dato oggettivo a favore egrave

rappresentato dallrsquoutilizzo di alimenti come la soia ricca in fitoestrogeni Questi ultimi sono

estrogeni vegetali dallrsquoeffetto blando che agiscono come antagonisti riducendo la capacitagrave

dellrsquoestrogeno endogeno di legarsi al loro recettore cellulare Il risultato egrave una minore

stimolazione sulle cellule ormono-sensibili e una migliore gestione dei sintomi

Unrsquo ulteriore precisazione va fatta per i grassi nella dieta non solo la quantitagrave ma anche la

qualitagrave influisce sullrsquoinsorgenza dei disturbi del ciclo mestruale Unrsquoalimentazione ricca di

grassi polinsaturi Omega 3 si associa ad una sintomatologia piugrave modesta Infatti tali grassi

riducono la produzione di prostaglandine nellrsquoorganismo coinvolte nei processi di

infiammazione dolore contrazione muscolare e vasocostrizione

Banditi inoltre gli zuccheri semplici in quanto hanno un forte impatto sulla glicemia e

influenzano il rilascio dei neurotrasmettitori responsabili del tono dellrsquoumore (serotonina

adrenalina dopamina noradrenalina ecc) e del senso dellrsquoappetito

Altra accortezza per migliorare la gestione della sindrome premestruale egrave la riduzione

dellrsquoapporto di sodio e caffeina (o altre sostanze nervine come tegrave coca cola etc)

rispettivamente per limitare la ritenzione idrica e ridurre irritabilitagrave e insonnia

Infine egrave stato ampiamente studiato lrsquoapporto vitaminico e gli effetti su tali disturbi con

particolare attenzione alle vitamine del gruppo B assunte attraverso la dieta e non sotto

forma di integratori alimentari Lrsquointake di Tiamina e Riboflavina sembra avere un ruolo nellrsquo

incidenza della sindrome premestruale in quanto risultano implicate nel metabolismo di

neurotrasmettitori come Serotonina e GABA (Acido γ-amminobutirrico) che intervengono

migliorando lrsquoumore e agiscono indirettamente nella funzionalitagrave ovarica e riproduttiva

Al momento egrave in corso di valutazione lrsquointegrazione nella fase luteinica con Magnesio e

Calcio La loro contemporanea somministrazione genera un effetto sinergico nel ridurre gli

25

spasmi della muscolatura uterina e migliorare lrsquoumore Anche alcuni rimedi fitoterapici

sembrano alleviare la sintomatologia agnocasto ginkgo biloba e zafferano Ulteriori studi

sono perograve necessari per chiarire se realmente possa esserci un beneficio da eventuali

supplementazioni con microelementi o erbe Per ora rimane la certezza che una dieta

equilibrata ricca in frutta verdura legumi e acidi grassi polinsaturi sia la strategia drsquoelezione

nella gestione delle forme piugrave lievi di sindrome premestruale

Bibliografia

Adlercreutz H Martin F et al Steroid absorption and enterohepatic re cycling-

(httpwwwcontraceptionjournalorgarticle0010-782428792990094-5abstract)-

Contraception 1979 20 201-23

Baker LJ OrsquoBrien PM Premenstrual syndrome (PMS) a peri-menopausal perspective-

(httpwwwmaturitasorgarticleS0378-512228122900111-9fulltext) - Maturitas 2012

72(2)121-5

Chou T- Wake up and smell the coffee Caffeine coffee and the medical consequences-

httpwwwncbinlmnihgovpmcarticlesPMC1022034 - West J Med 1992 Nov157(5)544-53

Dante G Facchinetti F Herbal treatments for alleviating premenstrual symptoms a systematic

review- (httpinformahealthcarecomdoiabs1031090167482X2010538102)- J Psychosom

Obstet Gynaecol 2011 Mar32(1)42-51

Deutch B Menstrual pain in Danish women correlated with low n-3 polyunsaturated fatty acid

intake- (httpwwwncbinlmnihgovpubmed7588501) Eur J Clin Nutr 1995 Jul49(7)508-16

Gigante DP et al Population study of premenstrual syndrome-

(httpwwwscielosporgscielophpscript=sci_arttextamppid=S0034-

89102006000100009amplng=enampnrm=isoamptlng) - Rev Saude Publica 2006 40(1)47-56

Girman A Lee R Kligler B An integrative medicine approach to premenstrual syndrome- (

httpwwwajogorgarticleS0002-937828032900357-0fulltext) -Am J Obstet Gynecol 2003

188(5 Suppl)S56-65

Goldin BR Adlecreutz H et al Estrogen extrection patterns and plasma levels in vegetarian and

omnivorous women- (httpwwwnejmorgdoifull101056NEJM198212163072502 )- N Engl J

Med 1982 3071542-7

26

Halbreich U The etiology biology and evolving pathology of premenstrual syndromes-

(httpwwwsciencedirectcomsciencearticlepiiS0306453003000970)

Psychoneuroendocrinology 200328(suppl 3)55ndash99

Larissa Almenara Silva dos Santos Vilma Blondet de Azeredo et al-Seric ion level and its

relationship with the symptoms of premenstrual syndrome in young women-

(httpwwwnutricionhospitalariacompdf6648pdf) - Nutr Hosp 2013 28(6)2194-2200 Silva CM

Margot N Woods Sherwood L et al Low-fat high fiber diet and serume estrone sulfate in

premenopausal women (httpajcnnutritionorgcontent4961179fullpdf+htmlsid=38ae9820-

e92f-4cfe-b019-a9b3ce1d92e7) - Am J Clin Nutr 1989 49 1179-83

Sohrabi N Kashanian M et al - Evaluation of the effect of omega-3 fatty acids in the treatment of

premenstrual syndrome a pilot trial-

(httpwwwcomplementarytherapiesinmedicinecomarticleS0965-229928122900174-

4fulltext ) Complement Ther Med 2013 Jun21(3)141-6

Thys-Jacobs S Micronutrients and the premenstrual syndromethe case for calcium-

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed10763903) - Journal of the American College of Nutrition

2000 19 (2) 220-7

Patricia O Chocano-Bedoya JoAnn E Manson et al Dietary B vitamin intake and incident

premenstrual syndrome- (httpajcnnutritionorgcontent9351080long) Am J Clin Nutr 2011

93 1080-6

27

Attuali evidenze epidemiologiche in tema di malattia

celiaca

A cura di Dottssa Chiara Di Gianvittorio ndash Dietista

La malattia celiaca egrave un disturbo

autoimmune che si sviluppa in

persone geneticamente predisposte

in conseguenza dellrsquoesposizione a

fattori ambientali (glutine nella dieta

come prima causa) La prevalenza

del disturbo egrave molto variabile gli

ultimi dati riguardo la distribuzione della malattia parlano di un incremento in alcune aree

mondiali Il miglioramento delle tecniche diagnostiche e la migliore conoscenza della

malattia non bastano perograve a spiegare la crescita verificatasi negli ultimi 30- 40 anni

La nuova epidemiologia dellrsquo intolleranza al glutine egrave ora caratterizzata da un aumento di

nuovi casi in aree storiche (Europa del Nord e gli Stati Uniti) ma piugrave interessante egrave la crescita

della malattia in nuove regioni (paesi asiatici) A spiegare ciograve probabilmente ci sono

cambiamenti nelle abitudini alimentari soprattutto in etagrave infantile oltre che lrsquoutilizzo di

nuovi mezzi diagnostici

In Europa e Stati Uniti la frequenza sulla popolazione egrave di circa lrsquo 1 con alcune differenze

regionali In Finlandia e Svezia si calcola una prevalenza del 2-3 mentre in Germania solo

dello 02 nonostante i fattori causali sembrino essere simili (livello di assunzione di glutine

e frequenza di HLA-DQ2 e -DQ8) Sebbene lincidenza e i casi diagnosticati siano in

aumento rimane lrsquo ldquoiceberg celiacordquo a nascondere con un rapporto che varia da 13 a 15

(casi diagnosticati e non diagnosticati) la reale distribuzione della malattia

Oltre a Europa e Nord America lepidemiologia dellrsquo intolleranza al glutine egrave stata studiata in

molti altri paesi per lo piugrave popolati da individui di origine europea In queste zone i dati si

sovrappongono in larga misura a quelli del vecchio e del nuovo continente Nuove evidenze

arrivano dal Nord Africa e dai Paesi del Medio Oriente in cui il disturbo egrave presente

nonostante la scarsa disponibilitagrave di strutture diagnostiche e la scarsa consapevolezza della

28

malattia In Saharawi una popolazione araba che vive nel Sahara occidentale la prevalenza

della malattia egrave eccezionalmente elevata (56) per ragioni ancora poco chiare

La conoscenza della malattia nelle regioni asiatiche invece egrave ancora limitata e per lo piugrave

confinata in India dove egrave stata riconosciuta sia nei bambini che negli adulti Tuttavia come

efficacemente descritto da una task force indiana lrsquointolleranza al glutine in India egrave

ldquoimmerso in un oceano di malnutrizionerdquo La frequenza sembra essere maggiore nella parte

settentrionale probabilmente in conseguenza del largo consumo di grano rispetto al riso

Difficile ottenere dei numeri ma si stima che da 5 a 8 milioni di persone in India potrebbero

avere la malattia Purtroppo perograve ad oggi solo poche migliaia di pazienti sono stati

diagnosticati

Infine difficile comprendere anche la distribuzione in Cina a causa della grande popolositagrave I

fattori predisponenti (consumo di grano e genotipo HLA-DQ2 e DQ8) sono presenti cosigrave

come le prime evidenze in letteratura ma egrave necessario proseguire negli accertamenti

epidemiologici Risulta invece raro il disturbo in paesi come Giappone Corea Indonesia e

Filippine a causa del basso consumo di frumento e del patrimonio genetico

In sintesi i dati disponibili suggeriscono che lincidenza dellrsquo intolleranza al glutine egrave

veramente in aumento e che la malattia egrave attualmente molto piugrave comune in alcune aree

rispetto al passato Ulteriori studi epidemiologici perograve si rendono necessari per

comprendere meglio la distribuzione sulla popolazione e la correlazione con i fattori genetici

e ambientali

Bibliografia

Bai JC Fried M et al -World gastroenterology organisation global guidelines on celiac disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed23314668) - J Clin Gastroenterol 2013 47121ndash6

Catassi C Gatti S et al- The New Epidemiology of Celiac Disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed24979197)- JPGN Luglio 2014 Volume 59 supplement 1

Fasano A Berti I et al- Prevalence of celiac disease in at-risk and not-at-risk groups in the United

States a large multi center study (httparchintejamanetworkcomarticleaspxarticleid=215079)-

Arch Int Med 2003163286ndash92

29

Kochhar R Dachdev S et al- Prevalence of coeliac disease in healthy blood donors a study from

north India (httpwwwsciencedirectcomsciencearticlepiiS1590865812000229)- Dig Liver Dis

201244530ndash2

Kang JY Kang AHY et al -Systematic review worldwide variation in the frequency of Coeliac Disease

and changes over time

(httponlinelibrarywileycomdoi101111apt12373abstractjsessionid=91309CB937E7B5E094A

3B7F08441695f04t04)- Aliment Pharmacol Ther 201338226ndash45

Mustalahti K Catassi C et al- The prevalence of celiac disease in Europe results of a centralized

international mass screening project

(httpinformahealthcarecomdoiabs103109078538902010505931)- Ann Med 201042587ndash

95

30

Malattia celiaca e microbiota intestinale il ruolo dei

Bifidobatteri

A cura di Dottssa Chiara Di Gianvittorio ndash Dietista

La malattia celiaca egrave un disordine autoimmune scatenato dallrsquoingestione di alimenti

contenenti glutine in soggetti predisposti Lrsquoinfiammazione che ne risulta a carico del

piccolo intestino provoca atrofia dei villi e malassorbimento dei nutrienti I fattori implicati

nello sviluppo di questa patologia sono genetici e ambientali Tra questi ultimi troviamo

unrsquoesposizione troppo precoce al glutine insufficiente allattamento al seno infezioni

intestinali e squilibri della flora batterica residente La manifestazione clinica egrave varia e

include disturbi gastrointestinali come gonfiore vomito diarrea dispepsia perdita di peso e

disturbi extraintestinali come anemia malattie del fegato e dermatiti

Attualmente in studio egrave la relazione tra malattia celiaca e flora batterica intestinale che

risulta fondamentale per lrsquoequilibrio e la salute del tratto gastroenterico Il microbiota

umano egrave infatti lrsquoinsieme di microrganismi simbiontici dellrsquointestino Negli esseri umani si

trovano tra le 500 e le 1000 specie differenti di microrganismi di cui la maggioranza

anaerobi Tra questi ci sono i Bifidobatteri che svolgono una duplice azione diretta

contrastando i batteri patogeni e indiretta per interazione con il tessuto linfoide intestinale

(GALT) di cui ne stimola lrsquoattivitagrave

Alcuni ceppi di questi batteri inoltre sembrano inibire la risposta infiammatoria e il danno

alla mucosa che insorgono in conseguenza dellrsquoingestione di gliadina Infatti studi in vitro

hanno mostrato che tali microrganismi possono ridurre la produzione di citochine

infiammatorie (IFN-γ e IFN-α) e aumentare quella di IL-10 Un ulteriore effetto positivo

riguarda lrsquoincremento di cellule caliciformi nel piccolo intestino ridotte a causa della tossicitagrave

da glutine Infine oltre agli effetti immunomodulatori ceppi specifici come il

Bifidobacterium longum contribuiscono allrsquoidrolisi dei peptidi di gliadina durante la

digestione riducendo la presenza di aminoacidi tossici e dei loro effetti avversi

I Bifidobatteri risultano quindi protettivi contro la risposta infiammatoria e il danno

mucosale causato dal glutine Ci si chiede a questo punto se squilibri della microflora

31

possano costituire concausa nello sviluppo della patologia e se egrave possibile migliorarne la

gestione ristabilendo lrsquoequilibrio intestinale con probiotici

Attualmente cambiamenti nel microbiota intestinale sono stati dimostrati nei bambini

celiaci Negli adulti le evidenze parlano di una riduzione di Bifidobatteri sia al momento della

diagnosi che a dieta aglutinata ed un aumento dei Bacteroides (batteri gram negativi e

anaerobici) sia nelle feci che sulle biopsie dei celiaci Inoltre crsquoegrave una riduzione nella

variabilitagrave della specie sia prima che dopo la dieta Tali squilibri vanno ovviamente ad

incidere sul processo patologico

I probiotici sono costituiti da microrganismi vivi che devono essere in grado di svolgere

effetti positivi sulla flora batterica intestinale In alcuni studi si egrave dimostrato come alcuni di

essi possano avere una particolare utilitagrave per i celiaci anche se si tratta ancora di approcci a

livello sperimentale Unrsquo indagine condotta su 64 soggetti (26 pazienti celiaci con dieta

contenente glutine 18 celiaci a dieta gluten-free e 20 soggetti sani) ha portato a valutare se

la flora batterica intestinale possa contribuire ai sintomi pro-infiammatori della celiachia e se

con due specifici ceppi di Bifidobatteri sia possibile ottenere benefici I risultati

confermarono le ipotesi e il ruolo positivo svolto dai ceppi Bifidobacterium longum e

Bifidobacterium bifidum sul quadro infiammatorio

Lrsquouso di specifici batteri probiotici potrebbe quindi contribuire al miglioramento della

patologia ma egrave necessario approfondire ulteriormente con modelli sperimentali e studi

clinici il loro ruolo a supporto della terapia classica

Bibliografia

Collado MC Donat E et al- Imbalances in faecal and duodenal Bifidobacterium species composition

in active and non active coeliac disease (httpwwwncbinlmnihgovpubmed19102766)- BMC

Microbiol 2008 2321-9

Di Cagno R Rizzello CG et al- Different fecal microbiotas and volatile organic compounds in treated

and entrate children with celiac diseaseAppl And Environ Microbiol 2009 75 3963-71

Golfetto L Senna FD et al- Lower Bifidobacteria counts in adult patients with celiac disease on a

gluten- free diet

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Lower+Bifidobacteria+counts+in+adult+patients+with

+celiac+disease+on+a+gluten-+free+diet)- Arq Gastroenterol 2014 51 139-43

32

Ghosh S- Advances in our understanding of the pathogenesis of celiac disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed21523256)- Can J Gastroenterol 2011 25186

Medina M De Palma G- Bifidobacterium strains suppress in vitro the pro-inflammatory milieu

trigged by large intestinal microbiota of coeliac patients

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Bifidobacterium+strains+suppress+in+vitro+the+pro-

inflammatory+milieu+trigged)- J Inflamm 2008 519

Sanders ME- Impact of probiotics on colonizing microbiota of the gut

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed21992949)- J Clin Gastroenterol 2011 45S115-9

Sanz Y De Pama G et al- Unraveling the ties between celiac disease and intestinal microbiota

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Unraveling+the+ties+between+celiac+disease)- Int

Rev Immunol 2011 30 207-18

33

CAPSICUM ANNUUM IL ROSSO CHE PROTEGGE LA

TUA SALUTE

A cura di Dottssa Giusi Balzano ndash Biologa nutrizionista

Il peperoncino rosso il cui nome scientifico egrave Capsicum annuum appartiene alla famiglia

delle Solanacee ed egrave originario delle Americhe

Dal ritrovamento di reperti archeologici sappiamo con certezza che fin dal 5000 aC circa la

popolazione messicana conosceva il peperoncino il quale fu importato in Europa da

Cristoforo Colombo nel 1493

Capsicum annuum

Il peperoncino a dispetto di tante credenze gode di tante proprietagrave benefiche e forse per

associazione con il pepe si tende erroneamente a credere che sia poco salutare

Come pianta egrave facilmente coltivabile e si adatta a diversi climi puograve essere coltivato nei vasi

e su un terrazzo limportante egrave che stia in pieno sole Nei periodi piugrave freddi conviene ad

ogni modo tenerlo al riparo in quanto non sopporta bene un clima troppo rigido Il

peperoncino egrave una pianta annuale e le parti consumate sono i frutti le bacche contenenti

dei semi bianco-giallastri Esistono tantissime qualitagrave di peperoncino e le bacche possono

essere consumate fresche cotte o crude I colori dei peperoncini (frutto) sono molteplici

verdi gialli rossi arancione bruno scuro e marrone scuro La sensazione di piccante data dal

peperoncino egrave dovuta alla capsaicina che in proporzione alla quantitagrave disponibile nel seme

ne determina appunto la piccantezza In realtagrave quando si mangia un peperoncino la

risposta di bruciore data dallorganismo egrave solo una sensazione che il cervello invia come

34

risposta allattivazione di alcuni termorecettori presenti nella bocca con cui proprio la

capsaicina viene a contatto Tra le proprietagrave del peperoncino troviamo

funzione dimagrante egrave accentuanto il consumo di calorie ad opera della capsaicina principio

attivo del peperoncino

proprietagrave antibiotiche antibatteriche e antiossidanti ad opera dei flavonoidi e capsaicinoidi

E anche molto utile nella cura di raffreddore bronchite e sinusite

flusso sanguignoazione vasodilatatrice il caratteristico potere piccante urticante del

peperoncino porta con seacute una specifica azione della capsicina sulla circolazione periferica

del sangue La dilatazione dei vasi sanguigni egrave funzionale alla regolazione ottimale della

pressione e della circolazione del sangue che aumenta dopo lassunzione I capillari

diventano piugrave elastici e il sangue risulta piugrave ossigenato Egrave per questo che il peperoncino utile

per scaldarsi in inverno diventa anche importante nella dieta estiva per difendersi dal caldo

torrido e dallumiditagrave

cuore e colesterolo la regolazione del flusso del sangue aiuta a mantenere pulito il sistema

endovenoso congiuntamente allazione della lecitina e di altri olii essenziali evitando la

comparsa di placche che bloccano il flusso sanguigno I capsaicinoidi svolgono unazione

importante nelle diete ad alto contenuto di sostanze grasse Il peperoncino aiuta a ridurre

eccessivi livelli di colesterolo accelerandone la ripartizione e lespulsione

digestione e metabolismo il peperoncino aumenta la secrezione di succhi gastrici e migliora

la digestione grazie al suo potere antifermentativo e inoltre tiene pulite le mucose Nelle

diete in cui egrave prevista unassunzione regolare linfluenza del capsicum porta a migliorare e

velocizzare i processi metabolici Attenzione perograve in caso di bruciore fastidioso e

persistente dopo ingestione di peperoncino associato ad uninfiammazione della gola

dellesofago o dello stomaco mangiare un pezzo di formaggio o di pane o bere birra risulta

essere di grande aiuto contro i fastidi menzionati

mal di collo e mal di schiena efficace contro artriti e reumatismi il peperoncino egrave un

ingrediente essenziale di molte creme e gel antinfiammatori ad azione topica Aiuta ad

alleviare il dolore migliorando la circolazione sanguigna

azione anti-tumorale la vitamina C egrave un significativo agente anti-cancro previene infezioni e

tumori I peperoncini freschi ne sono ricchi e riescono a fornirci acido ascorbico (vitamina C)

proprio in estate ed autunno quando la nostra dieta mediterranea egrave piugrave povera di agrumi

35

mal di testa e depressione lassunzione della capsicina provoca bruciore e dolore nella bocca

e nelle pareti interne del sistema gastroenterico Il nostro corpo reagisce cominciando a

rilasciare maggiori quantitagrave di adrenalina aumentando al contempo la produzione di

endorfine Il nostro corpo risulta energizzato laumento del flusso del sangue al cervello dagrave

sollievo poi sopraggiungono le endorfine vere e proprie ldquodrogherdquo naturali cioegrave oppioidi

endogeni che vengono prodotti internamente dal nostro organismo ed hanno potere

eccitativo ed analgesico alleviando cefalee ed altri dolori

azione afrodisiaca insieme alla vitamina C nel peperoncino cegrave anche la vitamina E

responsabile della stimolazione e della regolazione di molti processi legati alla feconditagrave

sessuale

Bibliografia

1 Tewksbury JJ Levey DJ Huizinga M Haak DC Traveset A Costs and benefits of capsaicin-mediated control of gut retention in dispersers of wild chilies Ecology 89 107-17 2008

2 Govindarajan VS Sathyanarayana MN Capsicum--production technology chemistry and quality Part V Impact on physiology pharmacology nutrition and metabolism structure pungency pain and desensitization sequences Crit Rev Food Sci Nutr 29 435-74 1991

36

Rape Rosse - Tubero e foglie un beneficio a 360deg

A cura di Dottssa Giusi Balzano ndash Biologa nutrizionista

Barbe rosse barbabietole rosse o ancora carote rosse

sono tutti sinonimi dialettali che fanno riferimento alle

rape rosse

Queste sono tuberi noti in botanica come Beta vulgaris

var rapa forma rubra si tratta di una pianta

appartenente alla famiglia delle Chenopodiaceae ed al genere Beta Menzionata in alcuni

antichissimi scritti greci risalenti al 420 aC periodo in cui il tubero rosso era noto

semplicemente come beta secondo il pensiero di altri autori lorigine delle rape rosse risale

addirittura al 2000 aC considerata la presenza di alcuni reperti archeologici che la

attestano

Malgrado gli appelli di dietologi e specialisti dellalimentazione si tende spesso a

dimenticare limportanza fitoterapica e benefica di alcuni ortaggi come in questo specifico

caso le rape rosse

Le rape rosse contengono pochissime calorie (solamente 19 per 100 grammi di prodotto)

per questo motivo rientrano tra i cibi ipocalorici ottimi alimenti preferibili in diete bilanciate

che presuppongono una marcata restrizione calorica Ersquo ricca di acqua corrispondente a

circa il 91 si contano solo il 4 di carboidrati ed il 26 di fibre contiene diverse vitamine

in particolare del gruppo B e una buona quota di sali minerali soprattutto potassio sodio

calcio ferro e fosforo ed egrave ricca anche di zuccheri Nella radice della rapa rossa si ritrova un

glicoside che attribuisce la tipica colorazione rosso vivo alla rapa si tratta della betaina

sfruttata dallindustria alimentare come colorante naturale (E 162) Altro pigmento

riscontrato nella rapa rossa egrave la betaxantina che le conferisce striature giallastre Ancora

nella radice di rapa rossa si trovano altre sostanze sfruttate nella fitoterapia e nella cosmesi

quali saponine antociani flavonoidi in genere ed allantoine (proprietagrave idratanti e

disarrossanti)

37

Proprietagrave terapiche

Una delle proprietagrave curative principali di questo ortaggio riguarda il potere lassativo spesso

utile per combattere la stitichezza e le emorroidi La rapa rossa egrave anche un buon rimedio per

migliorare la funzione epatica e combattere le infezioni delle vie urinarie Le sue foglie sono

unrsquoottima fonte di vitamina A e le radici sono una buona fonte di vitamina C Le foglie

vengono cucinate o servite fresche come verdura mentre le radici o teste possono essere

affettate in insalate o cotte intere e poi tagliate a fettine o a tocchetti

Le rape rosse sono particolarmente ricche di folati fondamentali alleati contro le malattie

cardiache e lrsquoanemia in quanto coinvolti nella produzione di globuli rossi e bianchi nella

sintesi di materiale genetico e nella formazione di anticorpi nel sistema immunitario Esse

sono anche ricchi di fibre solubili e insolubili La fibra insolubile aiuta a mantenere il tratto

intestinale funzionante mentre la fibra solubile controlla il livello di zucchero nel sangue e

abbassa il colesterolo Nelle sue foglie egrave abbondante il beta-carotene il ferro e il calcio

Ricche di vitamine del gruppo B come B1 B2 B3 e B6 per quanto concerne il contenuto di

sali minerali questa egrave un ortaggio ricco di iodio sodio e potassio ma anche in quantitagrave

minori di magnesio Lo iodio egrave un minerale essenziale per il corretto funzionamento della

ghiandola tiroidea che regola il metabolismo mentre il potassio e il sodio sono necessari per

la generazione e la trasmissione degli impulsi nervosi attivitagrave muscolare a parte il bilancio

idrico allrsquointerno e allrsquoesterno della cellula

Il succo crudo di barbabietola (Fig 1) egrave particolarmente idoneo per tutte le persone che

soffrono di anemia in quanto favorisce la formazione di globuli rossi nel sangue inoltre ha

proprietagrave diuretiche e favorisce la digestione

Fig1 succo crudo di barbabietola rossa

38

Ortaggio anticancro

Nella rivista International Journal of Cancer si discute sul ruolo delle rape rosse come

potenziale alimento anticancro la questione egrave per certi versi discutibile ed oscura e non

esiste alcuna dimostrazione indubbia ed inequivocabile che accerti lipotesi In particolare

nella rivista sopraccitata si discute del possibile ruolo delle rape rosse nella prevenzione del

tumore al colon per altri le rape rosse sarebbero in grado non solo di prevenirne il cancro

ma anche di contrastarlo

Bibliografia

Kazimierczak R Hallmann E Lipowski J Drela N Kowalik A Puumlssa T Matt D Luik A Gozdowski D Rembiałkowska E

Beetroot (Beta vulgaris L) and naturally fermented beetroot juices from organic and conventional production metabolomics antioxidant levels and anticancer activity

J Sci Food Agric 2014 May

39

Sigrave ai legumi nella prevenzione delle malattie tumorali

A cura di Dottssa Bruzzone Francesca ndash Dietista

Con il termine ldquolegumirdquo si intendono tutti quei semi commestibili derivanti dalle piante

dicotiledoni dellrsquoordine delle Fabales tra cui rientrano i fagioli le lenticchie le fave i piselli

i lupini i ceci le carrube le cicerchie le arachidi e la soia

I legumi sono alimenti ricchi di proteine tanto da essere stati denominati come ldquola carne dei

poverirdquo Essi possiedono un buon contenuto in amminoacidi (ad eccezione di quelli solforati

e del triptofano) carboidrati fibre Calcio Ferro e Potassio a discapito di grassi e

colesterolo

In abbinamento ai cereali i legumi costituiscono un ottimo e saziante piatto unico dove

convergono carboidrati e proteine e dove gli amminoacidi carenti nei cereali (come la lisina)

si integrano con quelli dei legumi e viceversa Queste qualitagrave rendono tali semi

particolarmente adeguati sia nella prevenzione che nel trattamento di numerose malattie

metaboliche come il diabete mellito le dislipidemie la sindrome metabolica il sovrappeso e

lrsquoobesitagrave Di recente inoltre egrave stato attribuito un altro importante ruolo benefico ai legumi

quello di ostacolare la crescita di alcune forme tumorali

Un lavoro effettuato da un gruppo di ricercatori dellUniversity College di Londra del

Dipartimento di Scienze Chirurgiche dell`Universitagrave di Chieti e del Laboratorio di

Farmacologia Molecolare dell`Istituto Mario Negri di Milano e pubblicato sulla rivista

statunitense ldquoCancer Researchrdquo infatti ha scoperto la presenza di inositolo pentachisfosfato

nella maggior parte dei legumi (in particolare in lenticchie piselli e fagioli) e nelle noci Tale

40

composto sembrerebbe inibire lrsquoenzima fosfoinositide 3-chinasi coinvolto nella crescita e

nella progressione dei tumori e capace di aumentare la resistenza al trattamento con agenti

chemoterapeutici Il segnale attivato dalla fosfoinositide 3-chinasi infatti rappresenta un

target importante per lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche anticancro e questo studio

dimostra come lrsquoinositolo pentafosfato sia capace di antagonizzare in maniera specifica

questo segnale nelle cellule tumorali inducendone lrsquoapoptosi (morte programmata)

Lrsquoinositolo pentafosfato ha una struttura molecolare analoga al prodotto dellrsquoattivitagrave

enzimatica della fosfoinositide 3-chinasi che attiva segnali specifici per la progressione del

cancro Il meccanismo secondo il quale lrsquoinositolo pentafosfato disattiva le proteine

iperattive nei tumori dalla membrana plasmatica permette di inibire sia la crescita delle

cellule tumorali umane in coltura sia lo sviluppo dei tumori nei topi In queste condizioni

lrsquoinositolo pentafosfato ha dimostrato unrsquoattivitagrave farmacologica comparabile e potenziante

quella del farmaco citotossico cisplatino molto usato in chemioterapia antitumorale ma

associato a effetti collaterali come nausea vomito formicolio a mani e piedi caduta dei

capelli e alterazione della funzionalitagrave renale (gli inositoli fosfati invece non sono tossici

neanche a concentrazioni piugrave elevate di quelle usate in questo studio e possono essere

assorbiti per via orale) I principali effetti positivi sono stati riscontrati a livello di ovaie e

polmoni

Lrsquoinositolo pentafosfato inoltre si egrave dimostrato capace di inibire lo sviluppo dei nuovi vasi

sanguigni indispensabili per la nutrizione e lo sviluppo del tumore (angiogenesi) bloccando

quindi un meccanismo fondamentale per la sua crescita

Sitografia

ldquoLe Scienze edizione italiana di Scientifica Americanrdquo ndashLegumi e cereali conto il cancro-

ldquoAssociazione Giacomo-onlusrdquo -Inositolo Pentafosfato da legumi e arachidi una nuova strada

nella cura dei tumori

41

Tra le mille virtursquo del miele la cura dellrsquoherpes simplex

A cura di Dottssa Serena Pascucci Biologa Nutrizionista

Le molteplici proprietagrave del miele sono note fin dallrsquoantichitagrave

per le sue capacitagrave antisettiche antibiotiche e cicatrizzanti

e il suo uso nella medicina moderna sta riscontrando

sempre piugrave maggiore interesse

Diversi studi

hanno valutato

lrsquoefficacia del miele contro alcuni virus tra cui di

particolare importanza egrave emersa lrsquoefficacia del

miele per il trattamento dellrsquoHerpes Simplex sia a

livello labiale sia a livello genitale Lo studio del

2004 condotto presso una clinica privata a Dubai

ha selezionato 16 pazienti con ricorrenti manifestazioni del virus otto affetti da Herpes

simplex a livello labiale e otto a livello genitale con un etagrave compresa tra i 35 e i 45 anni sia

maschi che femmine Ersquo stata valutata e considerata lrsquoefficacia del miele nel trattamento

delle lesioni prodotte dal virus in confronto a un comune farmaco antivirale utilizzato

normalmente (Acyclovir) I pazienti prescelti prima della prova non dovevano sottoporsi ad

altre cure antivirali A scelta casuale sono stati selezionati quattro pazienti con herpes

labiale e quattro con herpes genitale che hanno effettuato il primo trattamento con il miele

gli altri otto con il farmaco comune antivirale a base di 5 di acyclovir Alla seconda

comparsa della manifestazione del virus egrave stato effettuato lrsquoopposto Nello studio egrave stato

somministrato un miele multiflora direttamente sulle lesioni prodotte dal virus su una garza

a contatto con la lesione per un quarto drsquoora per 4 volte al giorno fino alla completa

guarigione mentre il farmaco veniva applicato 6 volte al giorno Da questa prova egrave stata

riscontrata una durata delle lesioni dalla prima comparsa alla completa scomparsa di circa

12 giorni in media per entrambi i trattamenti ma nel caso dei pazienti con herpes labiale

trattati con il miele la guarigione egrave avvenuta in circa 3 giorni rispetto ai 5 giorni con il

trattamento con acyclovir cioegrave con una velocitagrave del 35 superiore Inoltre il miele ha

42

mostrato un azione migliore rispetto al farmaco in particolare la durata del dolore risultava

minore del 39 con fastidi moderati per non piugrave di 24 ore mentre con acyclovir il dolore

anche se moderato poteva prolungarsi fino a 72 ore Ersquo stato anche riscontrato un

insorgenza minore delle croste del 28 in chi utilizzava il miele in particolare in 5 pazienti le

lesioni non si sono evolute in croste cosa che non egrave mai avvenuta nei soggetti trattati con il

farmaco Ancora in due casi con il trattamento con il miele lrsquoherpes ha abortito cioegrave dopo i

primi sintomi non ha sviluppato lesioni e procurato fastidi al contrario dei pazienti trattati

con il farmaco Anche nei pazienti con herpes a livello genitale il miele si egrave mostrato piugrave

efficace del farmaco convenzionale con un tempo di guarigione minore del 53 una durata

del dolore inferiore del 50 anche qui con fastidi moderati e con una durata non superiore

alle 24 ore rispetto a bruciori da moderati a medi prolungati(anche per 3 giorni) nei pazienti

con trattamento con farmaco Inoltre egrave stato riscontrato anche a livello genitale un

insorgenza minore di croste del 49 in particolare in 5 pazienti trattati con il miele le lesioni

a livello genitale non si sono sviluppate in croste a differenza dei pazienti trattati con il

farmaco in cui le croste sono sempre apparse Infine egrave stato riscontrato anche a livello

genitale un aborto del virus in chi utilizzava il miele senza avere avuto nessun riscontro

invece nei pazienti trattati con farmaco

Lrsquoanalisi statistica ha mostrato un efficacia superiore del miele rispetto allrsquoutilizzo di

acyclovir per la cura e la risoluzione delle lesioni virali da herpes simplex labiale e genitale

(Ai-waili 2004) Tuttavia quale sia o quali siano i meccanismi drsquoazione che permettono al

miele di inibire la replicazione del virus sono poco conosciuti Un fattore che puograve

determinare lrsquoazione antivirale del miele puograve essere ricercato nel contenuto di flavonoidi(

azione antivirale) rame zinco vit E C normalmente presenti nel miele e di provata azione

antivirale(AI-Waili 2004) e infine lrsquoossido di azoto con un azione antivirale in vitro la cui

attivitagrave egrave stata rilevata anche sul virus dellrsquoHIV (Torre et al 2002 Schramm DD et al 2003)

Lrsquoherpes simplex egrave un infezione virale importante qualsiasi terapia si volesse seguire egrave

opportuno seguire sempre una supervisione e il consiglio del medico

Bibliografia

Al-Waili NS topical honey application vs acyclovir for the treatment of recurrent herpes

simplex lesions Med Sci Monit 2004 10(8) MT94-MT98

- Schramm DD Karim M Schrader HR Holt RR Cardetti M Keen CL Honey with high levels of antioxidants can provide protection to healthy human subjects J Agric Food Chem 200351(6)1732ndash5 doi 101021jf025928k - Torre D Pugliese A Speranza F Role of nitric oxide in HIV-1 infection friend or foe Lancet Infect Dis 2002 May2(5)273-80

23

Approccio nutrizionale alla sindrome premestruale

A cura di Dottssa Chiara Di Gianvittorio ndash Dietista

La sindrome premestruale (PMS) egrave un disturbo

molto comune nelle donne in etagrave fertile e si

caratterizza per una serie di sintomi fisici e

psicologici che insorgono nella fase luteinica e

tendono a scomparire con il sopraggiungere del

flusso La sua prevalenza egrave stata stimata nel 30-40

della popolazione femminile in etagrave riproduttiva I

sintomi principali sono gonfiore stipsi dolori

addominali ritenzione idrica ma possono

aggiungersi ansia insonnia repentini cambi di umore irritabilitagrave stanchezza e attacchi di

fame Ogni donna vive a suo modo queste manifestazioni che possono verificarsi

contemporaneamente o solo in parte e la cui gravitagrave egrave variabile

Le cause della sindrome premestruale sono da rintracciarsi nello squilibrio ormonale dato

dallrsquoavvicendarsi di estrogeni e progesterone in fattori nutrizionali o in eventuali anomalie

funzionali dellrsquoasse ipotalamo-ipofisi-surrene che comportano alterazioni della secrezione di

ormoni sessuali Anche i crescenti livelli di prolattina possono contribuire ai sintomi

provocando dolori al seno e gonfiore Infine sembra che si verifichi una diminuzione di

dopamina e serotonina endorfine in grado di regolare il tono dellrsquoumore Le conseguenze di

tale sbilancio sono evidenti anche nella concentrazione nel siero di alcuni microelementi

magnesio e calcio risultano carenti nella fase luteinica e implicati quindi nella genesi di alcuni

dei sintomi Entrambi infatti sono coinvolti nellrsquoattivitagrave e nel rilascio di neurotrasmettitori e

nelle funzioni neuromuscolari

Considerando quindi la varietagrave dei disturbi e lrsquoimpatto che gli stessi possono avere sulla

qualitagrave di vita della donna unrsquoattenta alimentazione risulta utile quanto necessaria Nello

specifico lrsquoattenzione egrave rivolta al consumo attraverso la dieta di grassi saturi insaturi fibre

zuccheri semplici sostanze nervine e microelementi

Evidenze scientifiche mostrano che riducendo il contenuto di grassi nella dieta ed

aumentando il consumo di fibre e vegetali si abbassano i livelli ematici di estrogeni e di

24

conseguenza migliora la sintomatologia e il dolore mestruale Il fegato infatti estrae gli

estrogeni dal torrente ematico e li invia attraverso lrsquoalbero biliare nel tubo digerente Ligrave la

fibra proveniente da frutta verdura legumi e cereali sequestra gli estrogeni impedendone il

riassorbimento e promuovendone lrsquoescrezione fecale Le variazioni nei livelli ormonali sono

state studiate soprattutto nelle donne vegetariane riscontrando in conclusione una

correlazione tra le concentrazioni nel plasma di estrone ed estradiolo e il consumo di grassi

saturi Tali ormoni infatti diminuivano allrsquoaumentare dellrsquoapporto di fibre con la dieta Al

momento egrave in corso di studio dunque il ruolo della dieta vegetariana nella prevenzione e

gestione della sindrome premestruale Un ulteriore dato oggettivo a favore egrave

rappresentato dallrsquoutilizzo di alimenti come la soia ricca in fitoestrogeni Questi ultimi sono

estrogeni vegetali dallrsquoeffetto blando che agiscono come antagonisti riducendo la capacitagrave

dellrsquoestrogeno endogeno di legarsi al loro recettore cellulare Il risultato egrave una minore

stimolazione sulle cellule ormono-sensibili e una migliore gestione dei sintomi

Unrsquo ulteriore precisazione va fatta per i grassi nella dieta non solo la quantitagrave ma anche la

qualitagrave influisce sullrsquoinsorgenza dei disturbi del ciclo mestruale Unrsquoalimentazione ricca di

grassi polinsaturi Omega 3 si associa ad una sintomatologia piugrave modesta Infatti tali grassi

riducono la produzione di prostaglandine nellrsquoorganismo coinvolte nei processi di

infiammazione dolore contrazione muscolare e vasocostrizione

Banditi inoltre gli zuccheri semplici in quanto hanno un forte impatto sulla glicemia e

influenzano il rilascio dei neurotrasmettitori responsabili del tono dellrsquoumore (serotonina

adrenalina dopamina noradrenalina ecc) e del senso dellrsquoappetito

Altra accortezza per migliorare la gestione della sindrome premestruale egrave la riduzione

dellrsquoapporto di sodio e caffeina (o altre sostanze nervine come tegrave coca cola etc)

rispettivamente per limitare la ritenzione idrica e ridurre irritabilitagrave e insonnia

Infine egrave stato ampiamente studiato lrsquoapporto vitaminico e gli effetti su tali disturbi con

particolare attenzione alle vitamine del gruppo B assunte attraverso la dieta e non sotto

forma di integratori alimentari Lrsquointake di Tiamina e Riboflavina sembra avere un ruolo nellrsquo

incidenza della sindrome premestruale in quanto risultano implicate nel metabolismo di

neurotrasmettitori come Serotonina e GABA (Acido γ-amminobutirrico) che intervengono

migliorando lrsquoumore e agiscono indirettamente nella funzionalitagrave ovarica e riproduttiva

Al momento egrave in corso di valutazione lrsquointegrazione nella fase luteinica con Magnesio e

Calcio La loro contemporanea somministrazione genera un effetto sinergico nel ridurre gli

25

spasmi della muscolatura uterina e migliorare lrsquoumore Anche alcuni rimedi fitoterapici

sembrano alleviare la sintomatologia agnocasto ginkgo biloba e zafferano Ulteriori studi

sono perograve necessari per chiarire se realmente possa esserci un beneficio da eventuali

supplementazioni con microelementi o erbe Per ora rimane la certezza che una dieta

equilibrata ricca in frutta verdura legumi e acidi grassi polinsaturi sia la strategia drsquoelezione

nella gestione delle forme piugrave lievi di sindrome premestruale

Bibliografia

Adlercreutz H Martin F et al Steroid absorption and enterohepatic re cycling-

(httpwwwcontraceptionjournalorgarticle0010-782428792990094-5abstract)-

Contraception 1979 20 201-23

Baker LJ OrsquoBrien PM Premenstrual syndrome (PMS) a peri-menopausal perspective-

(httpwwwmaturitasorgarticleS0378-512228122900111-9fulltext) - Maturitas 2012

72(2)121-5

Chou T- Wake up and smell the coffee Caffeine coffee and the medical consequences-

httpwwwncbinlmnihgovpmcarticlesPMC1022034 - West J Med 1992 Nov157(5)544-53

Dante G Facchinetti F Herbal treatments for alleviating premenstrual symptoms a systematic

review- (httpinformahealthcarecomdoiabs1031090167482X2010538102)- J Psychosom

Obstet Gynaecol 2011 Mar32(1)42-51

Deutch B Menstrual pain in Danish women correlated with low n-3 polyunsaturated fatty acid

intake- (httpwwwncbinlmnihgovpubmed7588501) Eur J Clin Nutr 1995 Jul49(7)508-16

Gigante DP et al Population study of premenstrual syndrome-

(httpwwwscielosporgscielophpscript=sci_arttextamppid=S0034-

89102006000100009amplng=enampnrm=isoamptlng) - Rev Saude Publica 2006 40(1)47-56

Girman A Lee R Kligler B An integrative medicine approach to premenstrual syndrome- (

httpwwwajogorgarticleS0002-937828032900357-0fulltext) -Am J Obstet Gynecol 2003

188(5 Suppl)S56-65

Goldin BR Adlecreutz H et al Estrogen extrection patterns and plasma levels in vegetarian and

omnivorous women- (httpwwwnejmorgdoifull101056NEJM198212163072502 )- N Engl J

Med 1982 3071542-7

26

Halbreich U The etiology biology and evolving pathology of premenstrual syndromes-

(httpwwwsciencedirectcomsciencearticlepiiS0306453003000970)

Psychoneuroendocrinology 200328(suppl 3)55ndash99

Larissa Almenara Silva dos Santos Vilma Blondet de Azeredo et al-Seric ion level and its

relationship with the symptoms of premenstrual syndrome in young women-

(httpwwwnutricionhospitalariacompdf6648pdf) - Nutr Hosp 2013 28(6)2194-2200 Silva CM

Margot N Woods Sherwood L et al Low-fat high fiber diet and serume estrone sulfate in

premenopausal women (httpajcnnutritionorgcontent4961179fullpdf+htmlsid=38ae9820-

e92f-4cfe-b019-a9b3ce1d92e7) - Am J Clin Nutr 1989 49 1179-83

Sohrabi N Kashanian M et al - Evaluation of the effect of omega-3 fatty acids in the treatment of

premenstrual syndrome a pilot trial-

(httpwwwcomplementarytherapiesinmedicinecomarticleS0965-229928122900174-

4fulltext ) Complement Ther Med 2013 Jun21(3)141-6

Thys-Jacobs S Micronutrients and the premenstrual syndromethe case for calcium-

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed10763903) - Journal of the American College of Nutrition

2000 19 (2) 220-7

Patricia O Chocano-Bedoya JoAnn E Manson et al Dietary B vitamin intake and incident

premenstrual syndrome- (httpajcnnutritionorgcontent9351080long) Am J Clin Nutr 2011

93 1080-6

27

Attuali evidenze epidemiologiche in tema di malattia

celiaca

A cura di Dottssa Chiara Di Gianvittorio ndash Dietista

La malattia celiaca egrave un disturbo

autoimmune che si sviluppa in

persone geneticamente predisposte

in conseguenza dellrsquoesposizione a

fattori ambientali (glutine nella dieta

come prima causa) La prevalenza

del disturbo egrave molto variabile gli

ultimi dati riguardo la distribuzione della malattia parlano di un incremento in alcune aree

mondiali Il miglioramento delle tecniche diagnostiche e la migliore conoscenza della

malattia non bastano perograve a spiegare la crescita verificatasi negli ultimi 30- 40 anni

La nuova epidemiologia dellrsquo intolleranza al glutine egrave ora caratterizzata da un aumento di

nuovi casi in aree storiche (Europa del Nord e gli Stati Uniti) ma piugrave interessante egrave la crescita

della malattia in nuove regioni (paesi asiatici) A spiegare ciograve probabilmente ci sono

cambiamenti nelle abitudini alimentari soprattutto in etagrave infantile oltre che lrsquoutilizzo di

nuovi mezzi diagnostici

In Europa e Stati Uniti la frequenza sulla popolazione egrave di circa lrsquo 1 con alcune differenze

regionali In Finlandia e Svezia si calcola una prevalenza del 2-3 mentre in Germania solo

dello 02 nonostante i fattori causali sembrino essere simili (livello di assunzione di glutine

e frequenza di HLA-DQ2 e -DQ8) Sebbene lincidenza e i casi diagnosticati siano in

aumento rimane lrsquo ldquoiceberg celiacordquo a nascondere con un rapporto che varia da 13 a 15

(casi diagnosticati e non diagnosticati) la reale distribuzione della malattia

Oltre a Europa e Nord America lepidemiologia dellrsquo intolleranza al glutine egrave stata studiata in

molti altri paesi per lo piugrave popolati da individui di origine europea In queste zone i dati si

sovrappongono in larga misura a quelli del vecchio e del nuovo continente Nuove evidenze

arrivano dal Nord Africa e dai Paesi del Medio Oriente in cui il disturbo egrave presente

nonostante la scarsa disponibilitagrave di strutture diagnostiche e la scarsa consapevolezza della

28

malattia In Saharawi una popolazione araba che vive nel Sahara occidentale la prevalenza

della malattia egrave eccezionalmente elevata (56) per ragioni ancora poco chiare

La conoscenza della malattia nelle regioni asiatiche invece egrave ancora limitata e per lo piugrave

confinata in India dove egrave stata riconosciuta sia nei bambini che negli adulti Tuttavia come

efficacemente descritto da una task force indiana lrsquointolleranza al glutine in India egrave

ldquoimmerso in un oceano di malnutrizionerdquo La frequenza sembra essere maggiore nella parte

settentrionale probabilmente in conseguenza del largo consumo di grano rispetto al riso

Difficile ottenere dei numeri ma si stima che da 5 a 8 milioni di persone in India potrebbero

avere la malattia Purtroppo perograve ad oggi solo poche migliaia di pazienti sono stati

diagnosticati

Infine difficile comprendere anche la distribuzione in Cina a causa della grande popolositagrave I

fattori predisponenti (consumo di grano e genotipo HLA-DQ2 e DQ8) sono presenti cosigrave

come le prime evidenze in letteratura ma egrave necessario proseguire negli accertamenti

epidemiologici Risulta invece raro il disturbo in paesi come Giappone Corea Indonesia e

Filippine a causa del basso consumo di frumento e del patrimonio genetico

In sintesi i dati disponibili suggeriscono che lincidenza dellrsquo intolleranza al glutine egrave

veramente in aumento e che la malattia egrave attualmente molto piugrave comune in alcune aree

rispetto al passato Ulteriori studi epidemiologici perograve si rendono necessari per

comprendere meglio la distribuzione sulla popolazione e la correlazione con i fattori genetici

e ambientali

Bibliografia

Bai JC Fried M et al -World gastroenterology organisation global guidelines on celiac disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed23314668) - J Clin Gastroenterol 2013 47121ndash6

Catassi C Gatti S et al- The New Epidemiology of Celiac Disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed24979197)- JPGN Luglio 2014 Volume 59 supplement 1

Fasano A Berti I et al- Prevalence of celiac disease in at-risk and not-at-risk groups in the United

States a large multi center study (httparchintejamanetworkcomarticleaspxarticleid=215079)-

Arch Int Med 2003163286ndash92

29

Kochhar R Dachdev S et al- Prevalence of coeliac disease in healthy blood donors a study from

north India (httpwwwsciencedirectcomsciencearticlepiiS1590865812000229)- Dig Liver Dis

201244530ndash2

Kang JY Kang AHY et al -Systematic review worldwide variation in the frequency of Coeliac Disease

and changes over time

(httponlinelibrarywileycomdoi101111apt12373abstractjsessionid=91309CB937E7B5E094A

3B7F08441695f04t04)- Aliment Pharmacol Ther 201338226ndash45

Mustalahti K Catassi C et al- The prevalence of celiac disease in Europe results of a centralized

international mass screening project

(httpinformahealthcarecomdoiabs103109078538902010505931)- Ann Med 201042587ndash

95

30

Malattia celiaca e microbiota intestinale il ruolo dei

Bifidobatteri

A cura di Dottssa Chiara Di Gianvittorio ndash Dietista

La malattia celiaca egrave un disordine autoimmune scatenato dallrsquoingestione di alimenti

contenenti glutine in soggetti predisposti Lrsquoinfiammazione che ne risulta a carico del

piccolo intestino provoca atrofia dei villi e malassorbimento dei nutrienti I fattori implicati

nello sviluppo di questa patologia sono genetici e ambientali Tra questi ultimi troviamo

unrsquoesposizione troppo precoce al glutine insufficiente allattamento al seno infezioni

intestinali e squilibri della flora batterica residente La manifestazione clinica egrave varia e

include disturbi gastrointestinali come gonfiore vomito diarrea dispepsia perdita di peso e

disturbi extraintestinali come anemia malattie del fegato e dermatiti

Attualmente in studio egrave la relazione tra malattia celiaca e flora batterica intestinale che

risulta fondamentale per lrsquoequilibrio e la salute del tratto gastroenterico Il microbiota

umano egrave infatti lrsquoinsieme di microrganismi simbiontici dellrsquointestino Negli esseri umani si

trovano tra le 500 e le 1000 specie differenti di microrganismi di cui la maggioranza

anaerobi Tra questi ci sono i Bifidobatteri che svolgono una duplice azione diretta

contrastando i batteri patogeni e indiretta per interazione con il tessuto linfoide intestinale

(GALT) di cui ne stimola lrsquoattivitagrave

Alcuni ceppi di questi batteri inoltre sembrano inibire la risposta infiammatoria e il danno

alla mucosa che insorgono in conseguenza dellrsquoingestione di gliadina Infatti studi in vitro

hanno mostrato che tali microrganismi possono ridurre la produzione di citochine

infiammatorie (IFN-γ e IFN-α) e aumentare quella di IL-10 Un ulteriore effetto positivo

riguarda lrsquoincremento di cellule caliciformi nel piccolo intestino ridotte a causa della tossicitagrave

da glutine Infine oltre agli effetti immunomodulatori ceppi specifici come il

Bifidobacterium longum contribuiscono allrsquoidrolisi dei peptidi di gliadina durante la

digestione riducendo la presenza di aminoacidi tossici e dei loro effetti avversi

I Bifidobatteri risultano quindi protettivi contro la risposta infiammatoria e il danno

mucosale causato dal glutine Ci si chiede a questo punto se squilibri della microflora

31

possano costituire concausa nello sviluppo della patologia e se egrave possibile migliorarne la

gestione ristabilendo lrsquoequilibrio intestinale con probiotici

Attualmente cambiamenti nel microbiota intestinale sono stati dimostrati nei bambini

celiaci Negli adulti le evidenze parlano di una riduzione di Bifidobatteri sia al momento della

diagnosi che a dieta aglutinata ed un aumento dei Bacteroides (batteri gram negativi e

anaerobici) sia nelle feci che sulle biopsie dei celiaci Inoltre crsquoegrave una riduzione nella

variabilitagrave della specie sia prima che dopo la dieta Tali squilibri vanno ovviamente ad

incidere sul processo patologico

I probiotici sono costituiti da microrganismi vivi che devono essere in grado di svolgere

effetti positivi sulla flora batterica intestinale In alcuni studi si egrave dimostrato come alcuni di

essi possano avere una particolare utilitagrave per i celiaci anche se si tratta ancora di approcci a

livello sperimentale Unrsquo indagine condotta su 64 soggetti (26 pazienti celiaci con dieta

contenente glutine 18 celiaci a dieta gluten-free e 20 soggetti sani) ha portato a valutare se

la flora batterica intestinale possa contribuire ai sintomi pro-infiammatori della celiachia e se

con due specifici ceppi di Bifidobatteri sia possibile ottenere benefici I risultati

confermarono le ipotesi e il ruolo positivo svolto dai ceppi Bifidobacterium longum e

Bifidobacterium bifidum sul quadro infiammatorio

Lrsquouso di specifici batteri probiotici potrebbe quindi contribuire al miglioramento della

patologia ma egrave necessario approfondire ulteriormente con modelli sperimentali e studi

clinici il loro ruolo a supporto della terapia classica

Bibliografia

Collado MC Donat E et al- Imbalances in faecal and duodenal Bifidobacterium species composition

in active and non active coeliac disease (httpwwwncbinlmnihgovpubmed19102766)- BMC

Microbiol 2008 2321-9

Di Cagno R Rizzello CG et al- Different fecal microbiotas and volatile organic compounds in treated

and entrate children with celiac diseaseAppl And Environ Microbiol 2009 75 3963-71

Golfetto L Senna FD et al- Lower Bifidobacteria counts in adult patients with celiac disease on a

gluten- free diet

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Lower+Bifidobacteria+counts+in+adult+patients+with

+celiac+disease+on+a+gluten-+free+diet)- Arq Gastroenterol 2014 51 139-43

32

Ghosh S- Advances in our understanding of the pathogenesis of celiac disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed21523256)- Can J Gastroenterol 2011 25186

Medina M De Palma G- Bifidobacterium strains suppress in vitro the pro-inflammatory milieu

trigged by large intestinal microbiota of coeliac patients

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Bifidobacterium+strains+suppress+in+vitro+the+pro-

inflammatory+milieu+trigged)- J Inflamm 2008 519

Sanders ME- Impact of probiotics on colonizing microbiota of the gut

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed21992949)- J Clin Gastroenterol 2011 45S115-9

Sanz Y De Pama G et al- Unraveling the ties between celiac disease and intestinal microbiota

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Unraveling+the+ties+between+celiac+disease)- Int

Rev Immunol 2011 30 207-18

33

CAPSICUM ANNUUM IL ROSSO CHE PROTEGGE LA

TUA SALUTE

A cura di Dottssa Giusi Balzano ndash Biologa nutrizionista

Il peperoncino rosso il cui nome scientifico egrave Capsicum annuum appartiene alla famiglia

delle Solanacee ed egrave originario delle Americhe

Dal ritrovamento di reperti archeologici sappiamo con certezza che fin dal 5000 aC circa la

popolazione messicana conosceva il peperoncino il quale fu importato in Europa da

Cristoforo Colombo nel 1493

Capsicum annuum

Il peperoncino a dispetto di tante credenze gode di tante proprietagrave benefiche e forse per

associazione con il pepe si tende erroneamente a credere che sia poco salutare

Come pianta egrave facilmente coltivabile e si adatta a diversi climi puograve essere coltivato nei vasi

e su un terrazzo limportante egrave che stia in pieno sole Nei periodi piugrave freddi conviene ad

ogni modo tenerlo al riparo in quanto non sopporta bene un clima troppo rigido Il

peperoncino egrave una pianta annuale e le parti consumate sono i frutti le bacche contenenti

dei semi bianco-giallastri Esistono tantissime qualitagrave di peperoncino e le bacche possono

essere consumate fresche cotte o crude I colori dei peperoncini (frutto) sono molteplici

verdi gialli rossi arancione bruno scuro e marrone scuro La sensazione di piccante data dal

peperoncino egrave dovuta alla capsaicina che in proporzione alla quantitagrave disponibile nel seme

ne determina appunto la piccantezza In realtagrave quando si mangia un peperoncino la

risposta di bruciore data dallorganismo egrave solo una sensazione che il cervello invia come

34

risposta allattivazione di alcuni termorecettori presenti nella bocca con cui proprio la

capsaicina viene a contatto Tra le proprietagrave del peperoncino troviamo

funzione dimagrante egrave accentuanto il consumo di calorie ad opera della capsaicina principio

attivo del peperoncino

proprietagrave antibiotiche antibatteriche e antiossidanti ad opera dei flavonoidi e capsaicinoidi

E anche molto utile nella cura di raffreddore bronchite e sinusite

flusso sanguignoazione vasodilatatrice il caratteristico potere piccante urticante del

peperoncino porta con seacute una specifica azione della capsicina sulla circolazione periferica

del sangue La dilatazione dei vasi sanguigni egrave funzionale alla regolazione ottimale della

pressione e della circolazione del sangue che aumenta dopo lassunzione I capillari

diventano piugrave elastici e il sangue risulta piugrave ossigenato Egrave per questo che il peperoncino utile

per scaldarsi in inverno diventa anche importante nella dieta estiva per difendersi dal caldo

torrido e dallumiditagrave

cuore e colesterolo la regolazione del flusso del sangue aiuta a mantenere pulito il sistema

endovenoso congiuntamente allazione della lecitina e di altri olii essenziali evitando la

comparsa di placche che bloccano il flusso sanguigno I capsaicinoidi svolgono unazione

importante nelle diete ad alto contenuto di sostanze grasse Il peperoncino aiuta a ridurre

eccessivi livelli di colesterolo accelerandone la ripartizione e lespulsione

digestione e metabolismo il peperoncino aumenta la secrezione di succhi gastrici e migliora

la digestione grazie al suo potere antifermentativo e inoltre tiene pulite le mucose Nelle

diete in cui egrave prevista unassunzione regolare linfluenza del capsicum porta a migliorare e

velocizzare i processi metabolici Attenzione perograve in caso di bruciore fastidioso e

persistente dopo ingestione di peperoncino associato ad uninfiammazione della gola

dellesofago o dello stomaco mangiare un pezzo di formaggio o di pane o bere birra risulta

essere di grande aiuto contro i fastidi menzionati

mal di collo e mal di schiena efficace contro artriti e reumatismi il peperoncino egrave un

ingrediente essenziale di molte creme e gel antinfiammatori ad azione topica Aiuta ad

alleviare il dolore migliorando la circolazione sanguigna

azione anti-tumorale la vitamina C egrave un significativo agente anti-cancro previene infezioni e

tumori I peperoncini freschi ne sono ricchi e riescono a fornirci acido ascorbico (vitamina C)

proprio in estate ed autunno quando la nostra dieta mediterranea egrave piugrave povera di agrumi

35

mal di testa e depressione lassunzione della capsicina provoca bruciore e dolore nella bocca

e nelle pareti interne del sistema gastroenterico Il nostro corpo reagisce cominciando a

rilasciare maggiori quantitagrave di adrenalina aumentando al contempo la produzione di

endorfine Il nostro corpo risulta energizzato laumento del flusso del sangue al cervello dagrave

sollievo poi sopraggiungono le endorfine vere e proprie ldquodrogherdquo naturali cioegrave oppioidi

endogeni che vengono prodotti internamente dal nostro organismo ed hanno potere

eccitativo ed analgesico alleviando cefalee ed altri dolori

azione afrodisiaca insieme alla vitamina C nel peperoncino cegrave anche la vitamina E

responsabile della stimolazione e della regolazione di molti processi legati alla feconditagrave

sessuale

Bibliografia

1 Tewksbury JJ Levey DJ Huizinga M Haak DC Traveset A Costs and benefits of capsaicin-mediated control of gut retention in dispersers of wild chilies Ecology 89 107-17 2008

2 Govindarajan VS Sathyanarayana MN Capsicum--production technology chemistry and quality Part V Impact on physiology pharmacology nutrition and metabolism structure pungency pain and desensitization sequences Crit Rev Food Sci Nutr 29 435-74 1991

36

Rape Rosse - Tubero e foglie un beneficio a 360deg

A cura di Dottssa Giusi Balzano ndash Biologa nutrizionista

Barbe rosse barbabietole rosse o ancora carote rosse

sono tutti sinonimi dialettali che fanno riferimento alle

rape rosse

Queste sono tuberi noti in botanica come Beta vulgaris

var rapa forma rubra si tratta di una pianta

appartenente alla famiglia delle Chenopodiaceae ed al genere Beta Menzionata in alcuni

antichissimi scritti greci risalenti al 420 aC periodo in cui il tubero rosso era noto

semplicemente come beta secondo il pensiero di altri autori lorigine delle rape rosse risale

addirittura al 2000 aC considerata la presenza di alcuni reperti archeologici che la

attestano

Malgrado gli appelli di dietologi e specialisti dellalimentazione si tende spesso a

dimenticare limportanza fitoterapica e benefica di alcuni ortaggi come in questo specifico

caso le rape rosse

Le rape rosse contengono pochissime calorie (solamente 19 per 100 grammi di prodotto)

per questo motivo rientrano tra i cibi ipocalorici ottimi alimenti preferibili in diete bilanciate

che presuppongono una marcata restrizione calorica Ersquo ricca di acqua corrispondente a

circa il 91 si contano solo il 4 di carboidrati ed il 26 di fibre contiene diverse vitamine

in particolare del gruppo B e una buona quota di sali minerali soprattutto potassio sodio

calcio ferro e fosforo ed egrave ricca anche di zuccheri Nella radice della rapa rossa si ritrova un

glicoside che attribuisce la tipica colorazione rosso vivo alla rapa si tratta della betaina

sfruttata dallindustria alimentare come colorante naturale (E 162) Altro pigmento

riscontrato nella rapa rossa egrave la betaxantina che le conferisce striature giallastre Ancora

nella radice di rapa rossa si trovano altre sostanze sfruttate nella fitoterapia e nella cosmesi

quali saponine antociani flavonoidi in genere ed allantoine (proprietagrave idratanti e

disarrossanti)

37

Proprietagrave terapiche

Una delle proprietagrave curative principali di questo ortaggio riguarda il potere lassativo spesso

utile per combattere la stitichezza e le emorroidi La rapa rossa egrave anche un buon rimedio per

migliorare la funzione epatica e combattere le infezioni delle vie urinarie Le sue foglie sono

unrsquoottima fonte di vitamina A e le radici sono una buona fonte di vitamina C Le foglie

vengono cucinate o servite fresche come verdura mentre le radici o teste possono essere

affettate in insalate o cotte intere e poi tagliate a fettine o a tocchetti

Le rape rosse sono particolarmente ricche di folati fondamentali alleati contro le malattie

cardiache e lrsquoanemia in quanto coinvolti nella produzione di globuli rossi e bianchi nella

sintesi di materiale genetico e nella formazione di anticorpi nel sistema immunitario Esse

sono anche ricchi di fibre solubili e insolubili La fibra insolubile aiuta a mantenere il tratto

intestinale funzionante mentre la fibra solubile controlla il livello di zucchero nel sangue e

abbassa il colesterolo Nelle sue foglie egrave abbondante il beta-carotene il ferro e il calcio

Ricche di vitamine del gruppo B come B1 B2 B3 e B6 per quanto concerne il contenuto di

sali minerali questa egrave un ortaggio ricco di iodio sodio e potassio ma anche in quantitagrave

minori di magnesio Lo iodio egrave un minerale essenziale per il corretto funzionamento della

ghiandola tiroidea che regola il metabolismo mentre il potassio e il sodio sono necessari per

la generazione e la trasmissione degli impulsi nervosi attivitagrave muscolare a parte il bilancio

idrico allrsquointerno e allrsquoesterno della cellula

Il succo crudo di barbabietola (Fig 1) egrave particolarmente idoneo per tutte le persone che

soffrono di anemia in quanto favorisce la formazione di globuli rossi nel sangue inoltre ha

proprietagrave diuretiche e favorisce la digestione

Fig1 succo crudo di barbabietola rossa

38

Ortaggio anticancro

Nella rivista International Journal of Cancer si discute sul ruolo delle rape rosse come

potenziale alimento anticancro la questione egrave per certi versi discutibile ed oscura e non

esiste alcuna dimostrazione indubbia ed inequivocabile che accerti lipotesi In particolare

nella rivista sopraccitata si discute del possibile ruolo delle rape rosse nella prevenzione del

tumore al colon per altri le rape rosse sarebbero in grado non solo di prevenirne il cancro

ma anche di contrastarlo

Bibliografia

Kazimierczak R Hallmann E Lipowski J Drela N Kowalik A Puumlssa T Matt D Luik A Gozdowski D Rembiałkowska E

Beetroot (Beta vulgaris L) and naturally fermented beetroot juices from organic and conventional production metabolomics antioxidant levels and anticancer activity

J Sci Food Agric 2014 May

39

Sigrave ai legumi nella prevenzione delle malattie tumorali

A cura di Dottssa Bruzzone Francesca ndash Dietista

Con il termine ldquolegumirdquo si intendono tutti quei semi commestibili derivanti dalle piante

dicotiledoni dellrsquoordine delle Fabales tra cui rientrano i fagioli le lenticchie le fave i piselli

i lupini i ceci le carrube le cicerchie le arachidi e la soia

I legumi sono alimenti ricchi di proteine tanto da essere stati denominati come ldquola carne dei

poverirdquo Essi possiedono un buon contenuto in amminoacidi (ad eccezione di quelli solforati

e del triptofano) carboidrati fibre Calcio Ferro e Potassio a discapito di grassi e

colesterolo

In abbinamento ai cereali i legumi costituiscono un ottimo e saziante piatto unico dove

convergono carboidrati e proteine e dove gli amminoacidi carenti nei cereali (come la lisina)

si integrano con quelli dei legumi e viceversa Queste qualitagrave rendono tali semi

particolarmente adeguati sia nella prevenzione che nel trattamento di numerose malattie

metaboliche come il diabete mellito le dislipidemie la sindrome metabolica il sovrappeso e

lrsquoobesitagrave Di recente inoltre egrave stato attribuito un altro importante ruolo benefico ai legumi

quello di ostacolare la crescita di alcune forme tumorali

Un lavoro effettuato da un gruppo di ricercatori dellUniversity College di Londra del

Dipartimento di Scienze Chirurgiche dell`Universitagrave di Chieti e del Laboratorio di

Farmacologia Molecolare dell`Istituto Mario Negri di Milano e pubblicato sulla rivista

statunitense ldquoCancer Researchrdquo infatti ha scoperto la presenza di inositolo pentachisfosfato

nella maggior parte dei legumi (in particolare in lenticchie piselli e fagioli) e nelle noci Tale

40

composto sembrerebbe inibire lrsquoenzima fosfoinositide 3-chinasi coinvolto nella crescita e

nella progressione dei tumori e capace di aumentare la resistenza al trattamento con agenti

chemoterapeutici Il segnale attivato dalla fosfoinositide 3-chinasi infatti rappresenta un

target importante per lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche anticancro e questo studio

dimostra come lrsquoinositolo pentafosfato sia capace di antagonizzare in maniera specifica

questo segnale nelle cellule tumorali inducendone lrsquoapoptosi (morte programmata)

Lrsquoinositolo pentafosfato ha una struttura molecolare analoga al prodotto dellrsquoattivitagrave

enzimatica della fosfoinositide 3-chinasi che attiva segnali specifici per la progressione del

cancro Il meccanismo secondo il quale lrsquoinositolo pentafosfato disattiva le proteine

iperattive nei tumori dalla membrana plasmatica permette di inibire sia la crescita delle

cellule tumorali umane in coltura sia lo sviluppo dei tumori nei topi In queste condizioni

lrsquoinositolo pentafosfato ha dimostrato unrsquoattivitagrave farmacologica comparabile e potenziante

quella del farmaco citotossico cisplatino molto usato in chemioterapia antitumorale ma

associato a effetti collaterali come nausea vomito formicolio a mani e piedi caduta dei

capelli e alterazione della funzionalitagrave renale (gli inositoli fosfati invece non sono tossici

neanche a concentrazioni piugrave elevate di quelle usate in questo studio e possono essere

assorbiti per via orale) I principali effetti positivi sono stati riscontrati a livello di ovaie e

polmoni

Lrsquoinositolo pentafosfato inoltre si egrave dimostrato capace di inibire lo sviluppo dei nuovi vasi

sanguigni indispensabili per la nutrizione e lo sviluppo del tumore (angiogenesi) bloccando

quindi un meccanismo fondamentale per la sua crescita

Sitografia

ldquoLe Scienze edizione italiana di Scientifica Americanrdquo ndashLegumi e cereali conto il cancro-

ldquoAssociazione Giacomo-onlusrdquo -Inositolo Pentafosfato da legumi e arachidi una nuova strada

nella cura dei tumori

41

Tra le mille virtursquo del miele la cura dellrsquoherpes simplex

A cura di Dottssa Serena Pascucci Biologa Nutrizionista

Le molteplici proprietagrave del miele sono note fin dallrsquoantichitagrave

per le sue capacitagrave antisettiche antibiotiche e cicatrizzanti

e il suo uso nella medicina moderna sta riscontrando

sempre piugrave maggiore interesse

Diversi studi

hanno valutato

lrsquoefficacia del miele contro alcuni virus tra cui di

particolare importanza egrave emersa lrsquoefficacia del

miele per il trattamento dellrsquoHerpes Simplex sia a

livello labiale sia a livello genitale Lo studio del

2004 condotto presso una clinica privata a Dubai

ha selezionato 16 pazienti con ricorrenti manifestazioni del virus otto affetti da Herpes

simplex a livello labiale e otto a livello genitale con un etagrave compresa tra i 35 e i 45 anni sia

maschi che femmine Ersquo stata valutata e considerata lrsquoefficacia del miele nel trattamento

delle lesioni prodotte dal virus in confronto a un comune farmaco antivirale utilizzato

normalmente (Acyclovir) I pazienti prescelti prima della prova non dovevano sottoporsi ad

altre cure antivirali A scelta casuale sono stati selezionati quattro pazienti con herpes

labiale e quattro con herpes genitale che hanno effettuato il primo trattamento con il miele

gli altri otto con il farmaco comune antivirale a base di 5 di acyclovir Alla seconda

comparsa della manifestazione del virus egrave stato effettuato lrsquoopposto Nello studio egrave stato

somministrato un miele multiflora direttamente sulle lesioni prodotte dal virus su una garza

a contatto con la lesione per un quarto drsquoora per 4 volte al giorno fino alla completa

guarigione mentre il farmaco veniva applicato 6 volte al giorno Da questa prova egrave stata

riscontrata una durata delle lesioni dalla prima comparsa alla completa scomparsa di circa

12 giorni in media per entrambi i trattamenti ma nel caso dei pazienti con herpes labiale

trattati con il miele la guarigione egrave avvenuta in circa 3 giorni rispetto ai 5 giorni con il

trattamento con acyclovir cioegrave con una velocitagrave del 35 superiore Inoltre il miele ha

42

mostrato un azione migliore rispetto al farmaco in particolare la durata del dolore risultava

minore del 39 con fastidi moderati per non piugrave di 24 ore mentre con acyclovir il dolore

anche se moderato poteva prolungarsi fino a 72 ore Ersquo stato anche riscontrato un

insorgenza minore delle croste del 28 in chi utilizzava il miele in particolare in 5 pazienti le

lesioni non si sono evolute in croste cosa che non egrave mai avvenuta nei soggetti trattati con il

farmaco Ancora in due casi con il trattamento con il miele lrsquoherpes ha abortito cioegrave dopo i

primi sintomi non ha sviluppato lesioni e procurato fastidi al contrario dei pazienti trattati

con il farmaco Anche nei pazienti con herpes a livello genitale il miele si egrave mostrato piugrave

efficace del farmaco convenzionale con un tempo di guarigione minore del 53 una durata

del dolore inferiore del 50 anche qui con fastidi moderati e con una durata non superiore

alle 24 ore rispetto a bruciori da moderati a medi prolungati(anche per 3 giorni) nei pazienti

con trattamento con farmaco Inoltre egrave stato riscontrato anche a livello genitale un

insorgenza minore di croste del 49 in particolare in 5 pazienti trattati con il miele le lesioni

a livello genitale non si sono sviluppate in croste a differenza dei pazienti trattati con il

farmaco in cui le croste sono sempre apparse Infine egrave stato riscontrato anche a livello

genitale un aborto del virus in chi utilizzava il miele senza avere avuto nessun riscontro

invece nei pazienti trattati con farmaco

Lrsquoanalisi statistica ha mostrato un efficacia superiore del miele rispetto allrsquoutilizzo di

acyclovir per la cura e la risoluzione delle lesioni virali da herpes simplex labiale e genitale

(Ai-waili 2004) Tuttavia quale sia o quali siano i meccanismi drsquoazione che permettono al

miele di inibire la replicazione del virus sono poco conosciuti Un fattore che puograve

determinare lrsquoazione antivirale del miele puograve essere ricercato nel contenuto di flavonoidi(

azione antivirale) rame zinco vit E C normalmente presenti nel miele e di provata azione

antivirale(AI-Waili 2004) e infine lrsquoossido di azoto con un azione antivirale in vitro la cui

attivitagrave egrave stata rilevata anche sul virus dellrsquoHIV (Torre et al 2002 Schramm DD et al 2003)

Lrsquoherpes simplex egrave un infezione virale importante qualsiasi terapia si volesse seguire egrave

opportuno seguire sempre una supervisione e il consiglio del medico

Bibliografia

Al-Waili NS topical honey application vs acyclovir for the treatment of recurrent herpes

simplex lesions Med Sci Monit 2004 10(8) MT94-MT98

- Schramm DD Karim M Schrader HR Holt RR Cardetti M Keen CL Honey with high levels of antioxidants can provide protection to healthy human subjects J Agric Food Chem 200351(6)1732ndash5 doi 101021jf025928k - Torre D Pugliese A Speranza F Role of nitric oxide in HIV-1 infection friend or foe Lancet Infect Dis 2002 May2(5)273-80

24

conseguenza migliora la sintomatologia e il dolore mestruale Il fegato infatti estrae gli

estrogeni dal torrente ematico e li invia attraverso lrsquoalbero biliare nel tubo digerente Ligrave la

fibra proveniente da frutta verdura legumi e cereali sequestra gli estrogeni impedendone il

riassorbimento e promuovendone lrsquoescrezione fecale Le variazioni nei livelli ormonali sono

state studiate soprattutto nelle donne vegetariane riscontrando in conclusione una

correlazione tra le concentrazioni nel plasma di estrone ed estradiolo e il consumo di grassi

saturi Tali ormoni infatti diminuivano allrsquoaumentare dellrsquoapporto di fibre con la dieta Al

momento egrave in corso di studio dunque il ruolo della dieta vegetariana nella prevenzione e

gestione della sindrome premestruale Un ulteriore dato oggettivo a favore egrave

rappresentato dallrsquoutilizzo di alimenti come la soia ricca in fitoestrogeni Questi ultimi sono

estrogeni vegetali dallrsquoeffetto blando che agiscono come antagonisti riducendo la capacitagrave

dellrsquoestrogeno endogeno di legarsi al loro recettore cellulare Il risultato egrave una minore

stimolazione sulle cellule ormono-sensibili e una migliore gestione dei sintomi

Unrsquo ulteriore precisazione va fatta per i grassi nella dieta non solo la quantitagrave ma anche la

qualitagrave influisce sullrsquoinsorgenza dei disturbi del ciclo mestruale Unrsquoalimentazione ricca di

grassi polinsaturi Omega 3 si associa ad una sintomatologia piugrave modesta Infatti tali grassi

riducono la produzione di prostaglandine nellrsquoorganismo coinvolte nei processi di

infiammazione dolore contrazione muscolare e vasocostrizione

Banditi inoltre gli zuccheri semplici in quanto hanno un forte impatto sulla glicemia e

influenzano il rilascio dei neurotrasmettitori responsabili del tono dellrsquoumore (serotonina

adrenalina dopamina noradrenalina ecc) e del senso dellrsquoappetito

Altra accortezza per migliorare la gestione della sindrome premestruale egrave la riduzione

dellrsquoapporto di sodio e caffeina (o altre sostanze nervine come tegrave coca cola etc)

rispettivamente per limitare la ritenzione idrica e ridurre irritabilitagrave e insonnia

Infine egrave stato ampiamente studiato lrsquoapporto vitaminico e gli effetti su tali disturbi con

particolare attenzione alle vitamine del gruppo B assunte attraverso la dieta e non sotto

forma di integratori alimentari Lrsquointake di Tiamina e Riboflavina sembra avere un ruolo nellrsquo

incidenza della sindrome premestruale in quanto risultano implicate nel metabolismo di

neurotrasmettitori come Serotonina e GABA (Acido γ-amminobutirrico) che intervengono

migliorando lrsquoumore e agiscono indirettamente nella funzionalitagrave ovarica e riproduttiva

Al momento egrave in corso di valutazione lrsquointegrazione nella fase luteinica con Magnesio e

Calcio La loro contemporanea somministrazione genera un effetto sinergico nel ridurre gli

25

spasmi della muscolatura uterina e migliorare lrsquoumore Anche alcuni rimedi fitoterapici

sembrano alleviare la sintomatologia agnocasto ginkgo biloba e zafferano Ulteriori studi

sono perograve necessari per chiarire se realmente possa esserci un beneficio da eventuali

supplementazioni con microelementi o erbe Per ora rimane la certezza che una dieta

equilibrata ricca in frutta verdura legumi e acidi grassi polinsaturi sia la strategia drsquoelezione

nella gestione delle forme piugrave lievi di sindrome premestruale

Bibliografia

Adlercreutz H Martin F et al Steroid absorption and enterohepatic re cycling-

(httpwwwcontraceptionjournalorgarticle0010-782428792990094-5abstract)-

Contraception 1979 20 201-23

Baker LJ OrsquoBrien PM Premenstrual syndrome (PMS) a peri-menopausal perspective-

(httpwwwmaturitasorgarticleS0378-512228122900111-9fulltext) - Maturitas 2012

72(2)121-5

Chou T- Wake up and smell the coffee Caffeine coffee and the medical consequences-

httpwwwncbinlmnihgovpmcarticlesPMC1022034 - West J Med 1992 Nov157(5)544-53

Dante G Facchinetti F Herbal treatments for alleviating premenstrual symptoms a systematic

review- (httpinformahealthcarecomdoiabs1031090167482X2010538102)- J Psychosom

Obstet Gynaecol 2011 Mar32(1)42-51

Deutch B Menstrual pain in Danish women correlated with low n-3 polyunsaturated fatty acid

intake- (httpwwwncbinlmnihgovpubmed7588501) Eur J Clin Nutr 1995 Jul49(7)508-16

Gigante DP et al Population study of premenstrual syndrome-

(httpwwwscielosporgscielophpscript=sci_arttextamppid=S0034-

89102006000100009amplng=enampnrm=isoamptlng) - Rev Saude Publica 2006 40(1)47-56

Girman A Lee R Kligler B An integrative medicine approach to premenstrual syndrome- (

httpwwwajogorgarticleS0002-937828032900357-0fulltext) -Am J Obstet Gynecol 2003

188(5 Suppl)S56-65

Goldin BR Adlecreutz H et al Estrogen extrection patterns and plasma levels in vegetarian and

omnivorous women- (httpwwwnejmorgdoifull101056NEJM198212163072502 )- N Engl J

Med 1982 3071542-7

26

Halbreich U The etiology biology and evolving pathology of premenstrual syndromes-

(httpwwwsciencedirectcomsciencearticlepiiS0306453003000970)

Psychoneuroendocrinology 200328(suppl 3)55ndash99

Larissa Almenara Silva dos Santos Vilma Blondet de Azeredo et al-Seric ion level and its

relationship with the symptoms of premenstrual syndrome in young women-

(httpwwwnutricionhospitalariacompdf6648pdf) - Nutr Hosp 2013 28(6)2194-2200 Silva CM

Margot N Woods Sherwood L et al Low-fat high fiber diet and serume estrone sulfate in

premenopausal women (httpajcnnutritionorgcontent4961179fullpdf+htmlsid=38ae9820-

e92f-4cfe-b019-a9b3ce1d92e7) - Am J Clin Nutr 1989 49 1179-83

Sohrabi N Kashanian M et al - Evaluation of the effect of omega-3 fatty acids in the treatment of

premenstrual syndrome a pilot trial-

(httpwwwcomplementarytherapiesinmedicinecomarticleS0965-229928122900174-

4fulltext ) Complement Ther Med 2013 Jun21(3)141-6

Thys-Jacobs S Micronutrients and the premenstrual syndromethe case for calcium-

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed10763903) - Journal of the American College of Nutrition

2000 19 (2) 220-7

Patricia O Chocano-Bedoya JoAnn E Manson et al Dietary B vitamin intake and incident

premenstrual syndrome- (httpajcnnutritionorgcontent9351080long) Am J Clin Nutr 2011

93 1080-6

27

Attuali evidenze epidemiologiche in tema di malattia

celiaca

A cura di Dottssa Chiara Di Gianvittorio ndash Dietista

La malattia celiaca egrave un disturbo

autoimmune che si sviluppa in

persone geneticamente predisposte

in conseguenza dellrsquoesposizione a

fattori ambientali (glutine nella dieta

come prima causa) La prevalenza

del disturbo egrave molto variabile gli

ultimi dati riguardo la distribuzione della malattia parlano di un incremento in alcune aree

mondiali Il miglioramento delle tecniche diagnostiche e la migliore conoscenza della

malattia non bastano perograve a spiegare la crescita verificatasi negli ultimi 30- 40 anni

La nuova epidemiologia dellrsquo intolleranza al glutine egrave ora caratterizzata da un aumento di

nuovi casi in aree storiche (Europa del Nord e gli Stati Uniti) ma piugrave interessante egrave la crescita

della malattia in nuove regioni (paesi asiatici) A spiegare ciograve probabilmente ci sono

cambiamenti nelle abitudini alimentari soprattutto in etagrave infantile oltre che lrsquoutilizzo di

nuovi mezzi diagnostici

In Europa e Stati Uniti la frequenza sulla popolazione egrave di circa lrsquo 1 con alcune differenze

regionali In Finlandia e Svezia si calcola una prevalenza del 2-3 mentre in Germania solo

dello 02 nonostante i fattori causali sembrino essere simili (livello di assunzione di glutine

e frequenza di HLA-DQ2 e -DQ8) Sebbene lincidenza e i casi diagnosticati siano in

aumento rimane lrsquo ldquoiceberg celiacordquo a nascondere con un rapporto che varia da 13 a 15

(casi diagnosticati e non diagnosticati) la reale distribuzione della malattia

Oltre a Europa e Nord America lepidemiologia dellrsquo intolleranza al glutine egrave stata studiata in

molti altri paesi per lo piugrave popolati da individui di origine europea In queste zone i dati si

sovrappongono in larga misura a quelli del vecchio e del nuovo continente Nuove evidenze

arrivano dal Nord Africa e dai Paesi del Medio Oriente in cui il disturbo egrave presente

nonostante la scarsa disponibilitagrave di strutture diagnostiche e la scarsa consapevolezza della

28

malattia In Saharawi una popolazione araba che vive nel Sahara occidentale la prevalenza

della malattia egrave eccezionalmente elevata (56) per ragioni ancora poco chiare

La conoscenza della malattia nelle regioni asiatiche invece egrave ancora limitata e per lo piugrave

confinata in India dove egrave stata riconosciuta sia nei bambini che negli adulti Tuttavia come

efficacemente descritto da una task force indiana lrsquointolleranza al glutine in India egrave

ldquoimmerso in un oceano di malnutrizionerdquo La frequenza sembra essere maggiore nella parte

settentrionale probabilmente in conseguenza del largo consumo di grano rispetto al riso

Difficile ottenere dei numeri ma si stima che da 5 a 8 milioni di persone in India potrebbero

avere la malattia Purtroppo perograve ad oggi solo poche migliaia di pazienti sono stati

diagnosticati

Infine difficile comprendere anche la distribuzione in Cina a causa della grande popolositagrave I

fattori predisponenti (consumo di grano e genotipo HLA-DQ2 e DQ8) sono presenti cosigrave

come le prime evidenze in letteratura ma egrave necessario proseguire negli accertamenti

epidemiologici Risulta invece raro il disturbo in paesi come Giappone Corea Indonesia e

Filippine a causa del basso consumo di frumento e del patrimonio genetico

In sintesi i dati disponibili suggeriscono che lincidenza dellrsquo intolleranza al glutine egrave

veramente in aumento e che la malattia egrave attualmente molto piugrave comune in alcune aree

rispetto al passato Ulteriori studi epidemiologici perograve si rendono necessari per

comprendere meglio la distribuzione sulla popolazione e la correlazione con i fattori genetici

e ambientali

Bibliografia

Bai JC Fried M et al -World gastroenterology organisation global guidelines on celiac disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed23314668) - J Clin Gastroenterol 2013 47121ndash6

Catassi C Gatti S et al- The New Epidemiology of Celiac Disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed24979197)- JPGN Luglio 2014 Volume 59 supplement 1

Fasano A Berti I et al- Prevalence of celiac disease in at-risk and not-at-risk groups in the United

States a large multi center study (httparchintejamanetworkcomarticleaspxarticleid=215079)-

Arch Int Med 2003163286ndash92

29

Kochhar R Dachdev S et al- Prevalence of coeliac disease in healthy blood donors a study from

north India (httpwwwsciencedirectcomsciencearticlepiiS1590865812000229)- Dig Liver Dis

201244530ndash2

Kang JY Kang AHY et al -Systematic review worldwide variation in the frequency of Coeliac Disease

and changes over time

(httponlinelibrarywileycomdoi101111apt12373abstractjsessionid=91309CB937E7B5E094A

3B7F08441695f04t04)- Aliment Pharmacol Ther 201338226ndash45

Mustalahti K Catassi C et al- The prevalence of celiac disease in Europe results of a centralized

international mass screening project

(httpinformahealthcarecomdoiabs103109078538902010505931)- Ann Med 201042587ndash

95

30

Malattia celiaca e microbiota intestinale il ruolo dei

Bifidobatteri

A cura di Dottssa Chiara Di Gianvittorio ndash Dietista

La malattia celiaca egrave un disordine autoimmune scatenato dallrsquoingestione di alimenti

contenenti glutine in soggetti predisposti Lrsquoinfiammazione che ne risulta a carico del

piccolo intestino provoca atrofia dei villi e malassorbimento dei nutrienti I fattori implicati

nello sviluppo di questa patologia sono genetici e ambientali Tra questi ultimi troviamo

unrsquoesposizione troppo precoce al glutine insufficiente allattamento al seno infezioni

intestinali e squilibri della flora batterica residente La manifestazione clinica egrave varia e

include disturbi gastrointestinali come gonfiore vomito diarrea dispepsia perdita di peso e

disturbi extraintestinali come anemia malattie del fegato e dermatiti

Attualmente in studio egrave la relazione tra malattia celiaca e flora batterica intestinale che

risulta fondamentale per lrsquoequilibrio e la salute del tratto gastroenterico Il microbiota

umano egrave infatti lrsquoinsieme di microrganismi simbiontici dellrsquointestino Negli esseri umani si

trovano tra le 500 e le 1000 specie differenti di microrganismi di cui la maggioranza

anaerobi Tra questi ci sono i Bifidobatteri che svolgono una duplice azione diretta

contrastando i batteri patogeni e indiretta per interazione con il tessuto linfoide intestinale

(GALT) di cui ne stimola lrsquoattivitagrave

Alcuni ceppi di questi batteri inoltre sembrano inibire la risposta infiammatoria e il danno

alla mucosa che insorgono in conseguenza dellrsquoingestione di gliadina Infatti studi in vitro

hanno mostrato che tali microrganismi possono ridurre la produzione di citochine

infiammatorie (IFN-γ e IFN-α) e aumentare quella di IL-10 Un ulteriore effetto positivo

riguarda lrsquoincremento di cellule caliciformi nel piccolo intestino ridotte a causa della tossicitagrave

da glutine Infine oltre agli effetti immunomodulatori ceppi specifici come il

Bifidobacterium longum contribuiscono allrsquoidrolisi dei peptidi di gliadina durante la

digestione riducendo la presenza di aminoacidi tossici e dei loro effetti avversi

I Bifidobatteri risultano quindi protettivi contro la risposta infiammatoria e il danno

mucosale causato dal glutine Ci si chiede a questo punto se squilibri della microflora

31

possano costituire concausa nello sviluppo della patologia e se egrave possibile migliorarne la

gestione ristabilendo lrsquoequilibrio intestinale con probiotici

Attualmente cambiamenti nel microbiota intestinale sono stati dimostrati nei bambini

celiaci Negli adulti le evidenze parlano di una riduzione di Bifidobatteri sia al momento della

diagnosi che a dieta aglutinata ed un aumento dei Bacteroides (batteri gram negativi e

anaerobici) sia nelle feci che sulle biopsie dei celiaci Inoltre crsquoegrave una riduzione nella

variabilitagrave della specie sia prima che dopo la dieta Tali squilibri vanno ovviamente ad

incidere sul processo patologico

I probiotici sono costituiti da microrganismi vivi che devono essere in grado di svolgere

effetti positivi sulla flora batterica intestinale In alcuni studi si egrave dimostrato come alcuni di

essi possano avere una particolare utilitagrave per i celiaci anche se si tratta ancora di approcci a

livello sperimentale Unrsquo indagine condotta su 64 soggetti (26 pazienti celiaci con dieta

contenente glutine 18 celiaci a dieta gluten-free e 20 soggetti sani) ha portato a valutare se

la flora batterica intestinale possa contribuire ai sintomi pro-infiammatori della celiachia e se

con due specifici ceppi di Bifidobatteri sia possibile ottenere benefici I risultati

confermarono le ipotesi e il ruolo positivo svolto dai ceppi Bifidobacterium longum e

Bifidobacterium bifidum sul quadro infiammatorio

Lrsquouso di specifici batteri probiotici potrebbe quindi contribuire al miglioramento della

patologia ma egrave necessario approfondire ulteriormente con modelli sperimentali e studi

clinici il loro ruolo a supporto della terapia classica

Bibliografia

Collado MC Donat E et al- Imbalances in faecal and duodenal Bifidobacterium species composition

in active and non active coeliac disease (httpwwwncbinlmnihgovpubmed19102766)- BMC

Microbiol 2008 2321-9

Di Cagno R Rizzello CG et al- Different fecal microbiotas and volatile organic compounds in treated

and entrate children with celiac diseaseAppl And Environ Microbiol 2009 75 3963-71

Golfetto L Senna FD et al- Lower Bifidobacteria counts in adult patients with celiac disease on a

gluten- free diet

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Lower+Bifidobacteria+counts+in+adult+patients+with

+celiac+disease+on+a+gluten-+free+diet)- Arq Gastroenterol 2014 51 139-43

32

Ghosh S- Advances in our understanding of the pathogenesis of celiac disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed21523256)- Can J Gastroenterol 2011 25186

Medina M De Palma G- Bifidobacterium strains suppress in vitro the pro-inflammatory milieu

trigged by large intestinal microbiota of coeliac patients

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Bifidobacterium+strains+suppress+in+vitro+the+pro-

inflammatory+milieu+trigged)- J Inflamm 2008 519

Sanders ME- Impact of probiotics on colonizing microbiota of the gut

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed21992949)- J Clin Gastroenterol 2011 45S115-9

Sanz Y De Pama G et al- Unraveling the ties between celiac disease and intestinal microbiota

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Unraveling+the+ties+between+celiac+disease)- Int

Rev Immunol 2011 30 207-18

33

CAPSICUM ANNUUM IL ROSSO CHE PROTEGGE LA

TUA SALUTE

A cura di Dottssa Giusi Balzano ndash Biologa nutrizionista

Il peperoncino rosso il cui nome scientifico egrave Capsicum annuum appartiene alla famiglia

delle Solanacee ed egrave originario delle Americhe

Dal ritrovamento di reperti archeologici sappiamo con certezza che fin dal 5000 aC circa la

popolazione messicana conosceva il peperoncino il quale fu importato in Europa da

Cristoforo Colombo nel 1493

Capsicum annuum

Il peperoncino a dispetto di tante credenze gode di tante proprietagrave benefiche e forse per

associazione con il pepe si tende erroneamente a credere che sia poco salutare

Come pianta egrave facilmente coltivabile e si adatta a diversi climi puograve essere coltivato nei vasi

e su un terrazzo limportante egrave che stia in pieno sole Nei periodi piugrave freddi conviene ad

ogni modo tenerlo al riparo in quanto non sopporta bene un clima troppo rigido Il

peperoncino egrave una pianta annuale e le parti consumate sono i frutti le bacche contenenti

dei semi bianco-giallastri Esistono tantissime qualitagrave di peperoncino e le bacche possono

essere consumate fresche cotte o crude I colori dei peperoncini (frutto) sono molteplici

verdi gialli rossi arancione bruno scuro e marrone scuro La sensazione di piccante data dal

peperoncino egrave dovuta alla capsaicina che in proporzione alla quantitagrave disponibile nel seme

ne determina appunto la piccantezza In realtagrave quando si mangia un peperoncino la

risposta di bruciore data dallorganismo egrave solo una sensazione che il cervello invia come

34

risposta allattivazione di alcuni termorecettori presenti nella bocca con cui proprio la

capsaicina viene a contatto Tra le proprietagrave del peperoncino troviamo

funzione dimagrante egrave accentuanto il consumo di calorie ad opera della capsaicina principio

attivo del peperoncino

proprietagrave antibiotiche antibatteriche e antiossidanti ad opera dei flavonoidi e capsaicinoidi

E anche molto utile nella cura di raffreddore bronchite e sinusite

flusso sanguignoazione vasodilatatrice il caratteristico potere piccante urticante del

peperoncino porta con seacute una specifica azione della capsicina sulla circolazione periferica

del sangue La dilatazione dei vasi sanguigni egrave funzionale alla regolazione ottimale della

pressione e della circolazione del sangue che aumenta dopo lassunzione I capillari

diventano piugrave elastici e il sangue risulta piugrave ossigenato Egrave per questo che il peperoncino utile

per scaldarsi in inverno diventa anche importante nella dieta estiva per difendersi dal caldo

torrido e dallumiditagrave

cuore e colesterolo la regolazione del flusso del sangue aiuta a mantenere pulito il sistema

endovenoso congiuntamente allazione della lecitina e di altri olii essenziali evitando la

comparsa di placche che bloccano il flusso sanguigno I capsaicinoidi svolgono unazione

importante nelle diete ad alto contenuto di sostanze grasse Il peperoncino aiuta a ridurre

eccessivi livelli di colesterolo accelerandone la ripartizione e lespulsione

digestione e metabolismo il peperoncino aumenta la secrezione di succhi gastrici e migliora

la digestione grazie al suo potere antifermentativo e inoltre tiene pulite le mucose Nelle

diete in cui egrave prevista unassunzione regolare linfluenza del capsicum porta a migliorare e

velocizzare i processi metabolici Attenzione perograve in caso di bruciore fastidioso e

persistente dopo ingestione di peperoncino associato ad uninfiammazione della gola

dellesofago o dello stomaco mangiare un pezzo di formaggio o di pane o bere birra risulta

essere di grande aiuto contro i fastidi menzionati

mal di collo e mal di schiena efficace contro artriti e reumatismi il peperoncino egrave un

ingrediente essenziale di molte creme e gel antinfiammatori ad azione topica Aiuta ad

alleviare il dolore migliorando la circolazione sanguigna

azione anti-tumorale la vitamina C egrave un significativo agente anti-cancro previene infezioni e

tumori I peperoncini freschi ne sono ricchi e riescono a fornirci acido ascorbico (vitamina C)

proprio in estate ed autunno quando la nostra dieta mediterranea egrave piugrave povera di agrumi

35

mal di testa e depressione lassunzione della capsicina provoca bruciore e dolore nella bocca

e nelle pareti interne del sistema gastroenterico Il nostro corpo reagisce cominciando a

rilasciare maggiori quantitagrave di adrenalina aumentando al contempo la produzione di

endorfine Il nostro corpo risulta energizzato laumento del flusso del sangue al cervello dagrave

sollievo poi sopraggiungono le endorfine vere e proprie ldquodrogherdquo naturali cioegrave oppioidi

endogeni che vengono prodotti internamente dal nostro organismo ed hanno potere

eccitativo ed analgesico alleviando cefalee ed altri dolori

azione afrodisiaca insieme alla vitamina C nel peperoncino cegrave anche la vitamina E

responsabile della stimolazione e della regolazione di molti processi legati alla feconditagrave

sessuale

Bibliografia

1 Tewksbury JJ Levey DJ Huizinga M Haak DC Traveset A Costs and benefits of capsaicin-mediated control of gut retention in dispersers of wild chilies Ecology 89 107-17 2008

2 Govindarajan VS Sathyanarayana MN Capsicum--production technology chemistry and quality Part V Impact on physiology pharmacology nutrition and metabolism structure pungency pain and desensitization sequences Crit Rev Food Sci Nutr 29 435-74 1991

36

Rape Rosse - Tubero e foglie un beneficio a 360deg

A cura di Dottssa Giusi Balzano ndash Biologa nutrizionista

Barbe rosse barbabietole rosse o ancora carote rosse

sono tutti sinonimi dialettali che fanno riferimento alle

rape rosse

Queste sono tuberi noti in botanica come Beta vulgaris

var rapa forma rubra si tratta di una pianta

appartenente alla famiglia delle Chenopodiaceae ed al genere Beta Menzionata in alcuni

antichissimi scritti greci risalenti al 420 aC periodo in cui il tubero rosso era noto

semplicemente come beta secondo il pensiero di altri autori lorigine delle rape rosse risale

addirittura al 2000 aC considerata la presenza di alcuni reperti archeologici che la

attestano

Malgrado gli appelli di dietologi e specialisti dellalimentazione si tende spesso a

dimenticare limportanza fitoterapica e benefica di alcuni ortaggi come in questo specifico

caso le rape rosse

Le rape rosse contengono pochissime calorie (solamente 19 per 100 grammi di prodotto)

per questo motivo rientrano tra i cibi ipocalorici ottimi alimenti preferibili in diete bilanciate

che presuppongono una marcata restrizione calorica Ersquo ricca di acqua corrispondente a

circa il 91 si contano solo il 4 di carboidrati ed il 26 di fibre contiene diverse vitamine

in particolare del gruppo B e una buona quota di sali minerali soprattutto potassio sodio

calcio ferro e fosforo ed egrave ricca anche di zuccheri Nella radice della rapa rossa si ritrova un

glicoside che attribuisce la tipica colorazione rosso vivo alla rapa si tratta della betaina

sfruttata dallindustria alimentare come colorante naturale (E 162) Altro pigmento

riscontrato nella rapa rossa egrave la betaxantina che le conferisce striature giallastre Ancora

nella radice di rapa rossa si trovano altre sostanze sfruttate nella fitoterapia e nella cosmesi

quali saponine antociani flavonoidi in genere ed allantoine (proprietagrave idratanti e

disarrossanti)

37

Proprietagrave terapiche

Una delle proprietagrave curative principali di questo ortaggio riguarda il potere lassativo spesso

utile per combattere la stitichezza e le emorroidi La rapa rossa egrave anche un buon rimedio per

migliorare la funzione epatica e combattere le infezioni delle vie urinarie Le sue foglie sono

unrsquoottima fonte di vitamina A e le radici sono una buona fonte di vitamina C Le foglie

vengono cucinate o servite fresche come verdura mentre le radici o teste possono essere

affettate in insalate o cotte intere e poi tagliate a fettine o a tocchetti

Le rape rosse sono particolarmente ricche di folati fondamentali alleati contro le malattie

cardiache e lrsquoanemia in quanto coinvolti nella produzione di globuli rossi e bianchi nella

sintesi di materiale genetico e nella formazione di anticorpi nel sistema immunitario Esse

sono anche ricchi di fibre solubili e insolubili La fibra insolubile aiuta a mantenere il tratto

intestinale funzionante mentre la fibra solubile controlla il livello di zucchero nel sangue e

abbassa il colesterolo Nelle sue foglie egrave abbondante il beta-carotene il ferro e il calcio

Ricche di vitamine del gruppo B come B1 B2 B3 e B6 per quanto concerne il contenuto di

sali minerali questa egrave un ortaggio ricco di iodio sodio e potassio ma anche in quantitagrave

minori di magnesio Lo iodio egrave un minerale essenziale per il corretto funzionamento della

ghiandola tiroidea che regola il metabolismo mentre il potassio e il sodio sono necessari per

la generazione e la trasmissione degli impulsi nervosi attivitagrave muscolare a parte il bilancio

idrico allrsquointerno e allrsquoesterno della cellula

Il succo crudo di barbabietola (Fig 1) egrave particolarmente idoneo per tutte le persone che

soffrono di anemia in quanto favorisce la formazione di globuli rossi nel sangue inoltre ha

proprietagrave diuretiche e favorisce la digestione

Fig1 succo crudo di barbabietola rossa

38

Ortaggio anticancro

Nella rivista International Journal of Cancer si discute sul ruolo delle rape rosse come

potenziale alimento anticancro la questione egrave per certi versi discutibile ed oscura e non

esiste alcuna dimostrazione indubbia ed inequivocabile che accerti lipotesi In particolare

nella rivista sopraccitata si discute del possibile ruolo delle rape rosse nella prevenzione del

tumore al colon per altri le rape rosse sarebbero in grado non solo di prevenirne il cancro

ma anche di contrastarlo

Bibliografia

Kazimierczak R Hallmann E Lipowski J Drela N Kowalik A Puumlssa T Matt D Luik A Gozdowski D Rembiałkowska E

Beetroot (Beta vulgaris L) and naturally fermented beetroot juices from organic and conventional production metabolomics antioxidant levels and anticancer activity

J Sci Food Agric 2014 May

39

Sigrave ai legumi nella prevenzione delle malattie tumorali

A cura di Dottssa Bruzzone Francesca ndash Dietista

Con il termine ldquolegumirdquo si intendono tutti quei semi commestibili derivanti dalle piante

dicotiledoni dellrsquoordine delle Fabales tra cui rientrano i fagioli le lenticchie le fave i piselli

i lupini i ceci le carrube le cicerchie le arachidi e la soia

I legumi sono alimenti ricchi di proteine tanto da essere stati denominati come ldquola carne dei

poverirdquo Essi possiedono un buon contenuto in amminoacidi (ad eccezione di quelli solforati

e del triptofano) carboidrati fibre Calcio Ferro e Potassio a discapito di grassi e

colesterolo

In abbinamento ai cereali i legumi costituiscono un ottimo e saziante piatto unico dove

convergono carboidrati e proteine e dove gli amminoacidi carenti nei cereali (come la lisina)

si integrano con quelli dei legumi e viceversa Queste qualitagrave rendono tali semi

particolarmente adeguati sia nella prevenzione che nel trattamento di numerose malattie

metaboliche come il diabete mellito le dislipidemie la sindrome metabolica il sovrappeso e

lrsquoobesitagrave Di recente inoltre egrave stato attribuito un altro importante ruolo benefico ai legumi

quello di ostacolare la crescita di alcune forme tumorali

Un lavoro effettuato da un gruppo di ricercatori dellUniversity College di Londra del

Dipartimento di Scienze Chirurgiche dell`Universitagrave di Chieti e del Laboratorio di

Farmacologia Molecolare dell`Istituto Mario Negri di Milano e pubblicato sulla rivista

statunitense ldquoCancer Researchrdquo infatti ha scoperto la presenza di inositolo pentachisfosfato

nella maggior parte dei legumi (in particolare in lenticchie piselli e fagioli) e nelle noci Tale

40

composto sembrerebbe inibire lrsquoenzima fosfoinositide 3-chinasi coinvolto nella crescita e

nella progressione dei tumori e capace di aumentare la resistenza al trattamento con agenti

chemoterapeutici Il segnale attivato dalla fosfoinositide 3-chinasi infatti rappresenta un

target importante per lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche anticancro e questo studio

dimostra come lrsquoinositolo pentafosfato sia capace di antagonizzare in maniera specifica

questo segnale nelle cellule tumorali inducendone lrsquoapoptosi (morte programmata)

Lrsquoinositolo pentafosfato ha una struttura molecolare analoga al prodotto dellrsquoattivitagrave

enzimatica della fosfoinositide 3-chinasi che attiva segnali specifici per la progressione del

cancro Il meccanismo secondo il quale lrsquoinositolo pentafosfato disattiva le proteine

iperattive nei tumori dalla membrana plasmatica permette di inibire sia la crescita delle

cellule tumorali umane in coltura sia lo sviluppo dei tumori nei topi In queste condizioni

lrsquoinositolo pentafosfato ha dimostrato unrsquoattivitagrave farmacologica comparabile e potenziante

quella del farmaco citotossico cisplatino molto usato in chemioterapia antitumorale ma

associato a effetti collaterali come nausea vomito formicolio a mani e piedi caduta dei

capelli e alterazione della funzionalitagrave renale (gli inositoli fosfati invece non sono tossici

neanche a concentrazioni piugrave elevate di quelle usate in questo studio e possono essere

assorbiti per via orale) I principali effetti positivi sono stati riscontrati a livello di ovaie e

polmoni

Lrsquoinositolo pentafosfato inoltre si egrave dimostrato capace di inibire lo sviluppo dei nuovi vasi

sanguigni indispensabili per la nutrizione e lo sviluppo del tumore (angiogenesi) bloccando

quindi un meccanismo fondamentale per la sua crescita

Sitografia

ldquoLe Scienze edizione italiana di Scientifica Americanrdquo ndashLegumi e cereali conto il cancro-

ldquoAssociazione Giacomo-onlusrdquo -Inositolo Pentafosfato da legumi e arachidi una nuova strada

nella cura dei tumori

41

Tra le mille virtursquo del miele la cura dellrsquoherpes simplex

A cura di Dottssa Serena Pascucci Biologa Nutrizionista

Le molteplici proprietagrave del miele sono note fin dallrsquoantichitagrave

per le sue capacitagrave antisettiche antibiotiche e cicatrizzanti

e il suo uso nella medicina moderna sta riscontrando

sempre piugrave maggiore interesse

Diversi studi

hanno valutato

lrsquoefficacia del miele contro alcuni virus tra cui di

particolare importanza egrave emersa lrsquoefficacia del

miele per il trattamento dellrsquoHerpes Simplex sia a

livello labiale sia a livello genitale Lo studio del

2004 condotto presso una clinica privata a Dubai

ha selezionato 16 pazienti con ricorrenti manifestazioni del virus otto affetti da Herpes

simplex a livello labiale e otto a livello genitale con un etagrave compresa tra i 35 e i 45 anni sia

maschi che femmine Ersquo stata valutata e considerata lrsquoefficacia del miele nel trattamento

delle lesioni prodotte dal virus in confronto a un comune farmaco antivirale utilizzato

normalmente (Acyclovir) I pazienti prescelti prima della prova non dovevano sottoporsi ad

altre cure antivirali A scelta casuale sono stati selezionati quattro pazienti con herpes

labiale e quattro con herpes genitale che hanno effettuato il primo trattamento con il miele

gli altri otto con il farmaco comune antivirale a base di 5 di acyclovir Alla seconda

comparsa della manifestazione del virus egrave stato effettuato lrsquoopposto Nello studio egrave stato

somministrato un miele multiflora direttamente sulle lesioni prodotte dal virus su una garza

a contatto con la lesione per un quarto drsquoora per 4 volte al giorno fino alla completa

guarigione mentre il farmaco veniva applicato 6 volte al giorno Da questa prova egrave stata

riscontrata una durata delle lesioni dalla prima comparsa alla completa scomparsa di circa

12 giorni in media per entrambi i trattamenti ma nel caso dei pazienti con herpes labiale

trattati con il miele la guarigione egrave avvenuta in circa 3 giorni rispetto ai 5 giorni con il

trattamento con acyclovir cioegrave con una velocitagrave del 35 superiore Inoltre il miele ha

42

mostrato un azione migliore rispetto al farmaco in particolare la durata del dolore risultava

minore del 39 con fastidi moderati per non piugrave di 24 ore mentre con acyclovir il dolore

anche se moderato poteva prolungarsi fino a 72 ore Ersquo stato anche riscontrato un

insorgenza minore delle croste del 28 in chi utilizzava il miele in particolare in 5 pazienti le

lesioni non si sono evolute in croste cosa che non egrave mai avvenuta nei soggetti trattati con il

farmaco Ancora in due casi con il trattamento con il miele lrsquoherpes ha abortito cioegrave dopo i

primi sintomi non ha sviluppato lesioni e procurato fastidi al contrario dei pazienti trattati

con il farmaco Anche nei pazienti con herpes a livello genitale il miele si egrave mostrato piugrave

efficace del farmaco convenzionale con un tempo di guarigione minore del 53 una durata

del dolore inferiore del 50 anche qui con fastidi moderati e con una durata non superiore

alle 24 ore rispetto a bruciori da moderati a medi prolungati(anche per 3 giorni) nei pazienti

con trattamento con farmaco Inoltre egrave stato riscontrato anche a livello genitale un

insorgenza minore di croste del 49 in particolare in 5 pazienti trattati con il miele le lesioni

a livello genitale non si sono sviluppate in croste a differenza dei pazienti trattati con il

farmaco in cui le croste sono sempre apparse Infine egrave stato riscontrato anche a livello

genitale un aborto del virus in chi utilizzava il miele senza avere avuto nessun riscontro

invece nei pazienti trattati con farmaco

Lrsquoanalisi statistica ha mostrato un efficacia superiore del miele rispetto allrsquoutilizzo di

acyclovir per la cura e la risoluzione delle lesioni virali da herpes simplex labiale e genitale

(Ai-waili 2004) Tuttavia quale sia o quali siano i meccanismi drsquoazione che permettono al

miele di inibire la replicazione del virus sono poco conosciuti Un fattore che puograve

determinare lrsquoazione antivirale del miele puograve essere ricercato nel contenuto di flavonoidi(

azione antivirale) rame zinco vit E C normalmente presenti nel miele e di provata azione

antivirale(AI-Waili 2004) e infine lrsquoossido di azoto con un azione antivirale in vitro la cui

attivitagrave egrave stata rilevata anche sul virus dellrsquoHIV (Torre et al 2002 Schramm DD et al 2003)

Lrsquoherpes simplex egrave un infezione virale importante qualsiasi terapia si volesse seguire egrave

opportuno seguire sempre una supervisione e il consiglio del medico

Bibliografia

Al-Waili NS topical honey application vs acyclovir for the treatment of recurrent herpes

simplex lesions Med Sci Monit 2004 10(8) MT94-MT98

- Schramm DD Karim M Schrader HR Holt RR Cardetti M Keen CL Honey with high levels of antioxidants can provide protection to healthy human subjects J Agric Food Chem 200351(6)1732ndash5 doi 101021jf025928k - Torre D Pugliese A Speranza F Role of nitric oxide in HIV-1 infection friend or foe Lancet Infect Dis 2002 May2(5)273-80

25

spasmi della muscolatura uterina e migliorare lrsquoumore Anche alcuni rimedi fitoterapici

sembrano alleviare la sintomatologia agnocasto ginkgo biloba e zafferano Ulteriori studi

sono perograve necessari per chiarire se realmente possa esserci un beneficio da eventuali

supplementazioni con microelementi o erbe Per ora rimane la certezza che una dieta

equilibrata ricca in frutta verdura legumi e acidi grassi polinsaturi sia la strategia drsquoelezione

nella gestione delle forme piugrave lievi di sindrome premestruale

Bibliografia

Adlercreutz H Martin F et al Steroid absorption and enterohepatic re cycling-

(httpwwwcontraceptionjournalorgarticle0010-782428792990094-5abstract)-

Contraception 1979 20 201-23

Baker LJ OrsquoBrien PM Premenstrual syndrome (PMS) a peri-menopausal perspective-

(httpwwwmaturitasorgarticleS0378-512228122900111-9fulltext) - Maturitas 2012

72(2)121-5

Chou T- Wake up and smell the coffee Caffeine coffee and the medical consequences-

httpwwwncbinlmnihgovpmcarticlesPMC1022034 - West J Med 1992 Nov157(5)544-53

Dante G Facchinetti F Herbal treatments for alleviating premenstrual symptoms a systematic

review- (httpinformahealthcarecomdoiabs1031090167482X2010538102)- J Psychosom

Obstet Gynaecol 2011 Mar32(1)42-51

Deutch B Menstrual pain in Danish women correlated with low n-3 polyunsaturated fatty acid

intake- (httpwwwncbinlmnihgovpubmed7588501) Eur J Clin Nutr 1995 Jul49(7)508-16

Gigante DP et al Population study of premenstrual syndrome-

(httpwwwscielosporgscielophpscript=sci_arttextamppid=S0034-

89102006000100009amplng=enampnrm=isoamptlng) - Rev Saude Publica 2006 40(1)47-56

Girman A Lee R Kligler B An integrative medicine approach to premenstrual syndrome- (

httpwwwajogorgarticleS0002-937828032900357-0fulltext) -Am J Obstet Gynecol 2003

188(5 Suppl)S56-65

Goldin BR Adlecreutz H et al Estrogen extrection patterns and plasma levels in vegetarian and

omnivorous women- (httpwwwnejmorgdoifull101056NEJM198212163072502 )- N Engl J

Med 1982 3071542-7

26

Halbreich U The etiology biology and evolving pathology of premenstrual syndromes-

(httpwwwsciencedirectcomsciencearticlepiiS0306453003000970)

Psychoneuroendocrinology 200328(suppl 3)55ndash99

Larissa Almenara Silva dos Santos Vilma Blondet de Azeredo et al-Seric ion level and its

relationship with the symptoms of premenstrual syndrome in young women-

(httpwwwnutricionhospitalariacompdf6648pdf) - Nutr Hosp 2013 28(6)2194-2200 Silva CM

Margot N Woods Sherwood L et al Low-fat high fiber diet and serume estrone sulfate in

premenopausal women (httpajcnnutritionorgcontent4961179fullpdf+htmlsid=38ae9820-

e92f-4cfe-b019-a9b3ce1d92e7) - Am J Clin Nutr 1989 49 1179-83

Sohrabi N Kashanian M et al - Evaluation of the effect of omega-3 fatty acids in the treatment of

premenstrual syndrome a pilot trial-

(httpwwwcomplementarytherapiesinmedicinecomarticleS0965-229928122900174-

4fulltext ) Complement Ther Med 2013 Jun21(3)141-6

Thys-Jacobs S Micronutrients and the premenstrual syndromethe case for calcium-

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed10763903) - Journal of the American College of Nutrition

2000 19 (2) 220-7

Patricia O Chocano-Bedoya JoAnn E Manson et al Dietary B vitamin intake and incident

premenstrual syndrome- (httpajcnnutritionorgcontent9351080long) Am J Clin Nutr 2011

93 1080-6

27

Attuali evidenze epidemiologiche in tema di malattia

celiaca

A cura di Dottssa Chiara Di Gianvittorio ndash Dietista

La malattia celiaca egrave un disturbo

autoimmune che si sviluppa in

persone geneticamente predisposte

in conseguenza dellrsquoesposizione a

fattori ambientali (glutine nella dieta

come prima causa) La prevalenza

del disturbo egrave molto variabile gli

ultimi dati riguardo la distribuzione della malattia parlano di un incremento in alcune aree

mondiali Il miglioramento delle tecniche diagnostiche e la migliore conoscenza della

malattia non bastano perograve a spiegare la crescita verificatasi negli ultimi 30- 40 anni

La nuova epidemiologia dellrsquo intolleranza al glutine egrave ora caratterizzata da un aumento di

nuovi casi in aree storiche (Europa del Nord e gli Stati Uniti) ma piugrave interessante egrave la crescita

della malattia in nuove regioni (paesi asiatici) A spiegare ciograve probabilmente ci sono

cambiamenti nelle abitudini alimentari soprattutto in etagrave infantile oltre che lrsquoutilizzo di

nuovi mezzi diagnostici

In Europa e Stati Uniti la frequenza sulla popolazione egrave di circa lrsquo 1 con alcune differenze

regionali In Finlandia e Svezia si calcola una prevalenza del 2-3 mentre in Germania solo

dello 02 nonostante i fattori causali sembrino essere simili (livello di assunzione di glutine

e frequenza di HLA-DQ2 e -DQ8) Sebbene lincidenza e i casi diagnosticati siano in

aumento rimane lrsquo ldquoiceberg celiacordquo a nascondere con un rapporto che varia da 13 a 15

(casi diagnosticati e non diagnosticati) la reale distribuzione della malattia

Oltre a Europa e Nord America lepidemiologia dellrsquo intolleranza al glutine egrave stata studiata in

molti altri paesi per lo piugrave popolati da individui di origine europea In queste zone i dati si

sovrappongono in larga misura a quelli del vecchio e del nuovo continente Nuove evidenze

arrivano dal Nord Africa e dai Paesi del Medio Oriente in cui il disturbo egrave presente

nonostante la scarsa disponibilitagrave di strutture diagnostiche e la scarsa consapevolezza della

28

malattia In Saharawi una popolazione araba che vive nel Sahara occidentale la prevalenza

della malattia egrave eccezionalmente elevata (56) per ragioni ancora poco chiare

La conoscenza della malattia nelle regioni asiatiche invece egrave ancora limitata e per lo piugrave

confinata in India dove egrave stata riconosciuta sia nei bambini che negli adulti Tuttavia come

efficacemente descritto da una task force indiana lrsquointolleranza al glutine in India egrave

ldquoimmerso in un oceano di malnutrizionerdquo La frequenza sembra essere maggiore nella parte

settentrionale probabilmente in conseguenza del largo consumo di grano rispetto al riso

Difficile ottenere dei numeri ma si stima che da 5 a 8 milioni di persone in India potrebbero

avere la malattia Purtroppo perograve ad oggi solo poche migliaia di pazienti sono stati

diagnosticati

Infine difficile comprendere anche la distribuzione in Cina a causa della grande popolositagrave I

fattori predisponenti (consumo di grano e genotipo HLA-DQ2 e DQ8) sono presenti cosigrave

come le prime evidenze in letteratura ma egrave necessario proseguire negli accertamenti

epidemiologici Risulta invece raro il disturbo in paesi come Giappone Corea Indonesia e

Filippine a causa del basso consumo di frumento e del patrimonio genetico

In sintesi i dati disponibili suggeriscono che lincidenza dellrsquo intolleranza al glutine egrave

veramente in aumento e che la malattia egrave attualmente molto piugrave comune in alcune aree

rispetto al passato Ulteriori studi epidemiologici perograve si rendono necessari per

comprendere meglio la distribuzione sulla popolazione e la correlazione con i fattori genetici

e ambientali

Bibliografia

Bai JC Fried M et al -World gastroenterology organisation global guidelines on celiac disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed23314668) - J Clin Gastroenterol 2013 47121ndash6

Catassi C Gatti S et al- The New Epidemiology of Celiac Disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed24979197)- JPGN Luglio 2014 Volume 59 supplement 1

Fasano A Berti I et al- Prevalence of celiac disease in at-risk and not-at-risk groups in the United

States a large multi center study (httparchintejamanetworkcomarticleaspxarticleid=215079)-

Arch Int Med 2003163286ndash92

29

Kochhar R Dachdev S et al- Prevalence of coeliac disease in healthy blood donors a study from

north India (httpwwwsciencedirectcomsciencearticlepiiS1590865812000229)- Dig Liver Dis

201244530ndash2

Kang JY Kang AHY et al -Systematic review worldwide variation in the frequency of Coeliac Disease

and changes over time

(httponlinelibrarywileycomdoi101111apt12373abstractjsessionid=91309CB937E7B5E094A

3B7F08441695f04t04)- Aliment Pharmacol Ther 201338226ndash45

Mustalahti K Catassi C et al- The prevalence of celiac disease in Europe results of a centralized

international mass screening project

(httpinformahealthcarecomdoiabs103109078538902010505931)- Ann Med 201042587ndash

95

30

Malattia celiaca e microbiota intestinale il ruolo dei

Bifidobatteri

A cura di Dottssa Chiara Di Gianvittorio ndash Dietista

La malattia celiaca egrave un disordine autoimmune scatenato dallrsquoingestione di alimenti

contenenti glutine in soggetti predisposti Lrsquoinfiammazione che ne risulta a carico del

piccolo intestino provoca atrofia dei villi e malassorbimento dei nutrienti I fattori implicati

nello sviluppo di questa patologia sono genetici e ambientali Tra questi ultimi troviamo

unrsquoesposizione troppo precoce al glutine insufficiente allattamento al seno infezioni

intestinali e squilibri della flora batterica residente La manifestazione clinica egrave varia e

include disturbi gastrointestinali come gonfiore vomito diarrea dispepsia perdita di peso e

disturbi extraintestinali come anemia malattie del fegato e dermatiti

Attualmente in studio egrave la relazione tra malattia celiaca e flora batterica intestinale che

risulta fondamentale per lrsquoequilibrio e la salute del tratto gastroenterico Il microbiota

umano egrave infatti lrsquoinsieme di microrganismi simbiontici dellrsquointestino Negli esseri umani si

trovano tra le 500 e le 1000 specie differenti di microrganismi di cui la maggioranza

anaerobi Tra questi ci sono i Bifidobatteri che svolgono una duplice azione diretta

contrastando i batteri patogeni e indiretta per interazione con il tessuto linfoide intestinale

(GALT) di cui ne stimola lrsquoattivitagrave

Alcuni ceppi di questi batteri inoltre sembrano inibire la risposta infiammatoria e il danno

alla mucosa che insorgono in conseguenza dellrsquoingestione di gliadina Infatti studi in vitro

hanno mostrato che tali microrganismi possono ridurre la produzione di citochine

infiammatorie (IFN-γ e IFN-α) e aumentare quella di IL-10 Un ulteriore effetto positivo

riguarda lrsquoincremento di cellule caliciformi nel piccolo intestino ridotte a causa della tossicitagrave

da glutine Infine oltre agli effetti immunomodulatori ceppi specifici come il

Bifidobacterium longum contribuiscono allrsquoidrolisi dei peptidi di gliadina durante la

digestione riducendo la presenza di aminoacidi tossici e dei loro effetti avversi

I Bifidobatteri risultano quindi protettivi contro la risposta infiammatoria e il danno

mucosale causato dal glutine Ci si chiede a questo punto se squilibri della microflora

31

possano costituire concausa nello sviluppo della patologia e se egrave possibile migliorarne la

gestione ristabilendo lrsquoequilibrio intestinale con probiotici

Attualmente cambiamenti nel microbiota intestinale sono stati dimostrati nei bambini

celiaci Negli adulti le evidenze parlano di una riduzione di Bifidobatteri sia al momento della

diagnosi che a dieta aglutinata ed un aumento dei Bacteroides (batteri gram negativi e

anaerobici) sia nelle feci che sulle biopsie dei celiaci Inoltre crsquoegrave una riduzione nella

variabilitagrave della specie sia prima che dopo la dieta Tali squilibri vanno ovviamente ad

incidere sul processo patologico

I probiotici sono costituiti da microrganismi vivi che devono essere in grado di svolgere

effetti positivi sulla flora batterica intestinale In alcuni studi si egrave dimostrato come alcuni di

essi possano avere una particolare utilitagrave per i celiaci anche se si tratta ancora di approcci a

livello sperimentale Unrsquo indagine condotta su 64 soggetti (26 pazienti celiaci con dieta

contenente glutine 18 celiaci a dieta gluten-free e 20 soggetti sani) ha portato a valutare se

la flora batterica intestinale possa contribuire ai sintomi pro-infiammatori della celiachia e se

con due specifici ceppi di Bifidobatteri sia possibile ottenere benefici I risultati

confermarono le ipotesi e il ruolo positivo svolto dai ceppi Bifidobacterium longum e

Bifidobacterium bifidum sul quadro infiammatorio

Lrsquouso di specifici batteri probiotici potrebbe quindi contribuire al miglioramento della

patologia ma egrave necessario approfondire ulteriormente con modelli sperimentali e studi

clinici il loro ruolo a supporto della terapia classica

Bibliografia

Collado MC Donat E et al- Imbalances in faecal and duodenal Bifidobacterium species composition

in active and non active coeliac disease (httpwwwncbinlmnihgovpubmed19102766)- BMC

Microbiol 2008 2321-9

Di Cagno R Rizzello CG et al- Different fecal microbiotas and volatile organic compounds in treated

and entrate children with celiac diseaseAppl And Environ Microbiol 2009 75 3963-71

Golfetto L Senna FD et al- Lower Bifidobacteria counts in adult patients with celiac disease on a

gluten- free diet

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Lower+Bifidobacteria+counts+in+adult+patients+with

+celiac+disease+on+a+gluten-+free+diet)- Arq Gastroenterol 2014 51 139-43

32

Ghosh S- Advances in our understanding of the pathogenesis of celiac disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed21523256)- Can J Gastroenterol 2011 25186

Medina M De Palma G- Bifidobacterium strains suppress in vitro the pro-inflammatory milieu

trigged by large intestinal microbiota of coeliac patients

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Bifidobacterium+strains+suppress+in+vitro+the+pro-

inflammatory+milieu+trigged)- J Inflamm 2008 519

Sanders ME- Impact of probiotics on colonizing microbiota of the gut

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed21992949)- J Clin Gastroenterol 2011 45S115-9

Sanz Y De Pama G et al- Unraveling the ties between celiac disease and intestinal microbiota

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Unraveling+the+ties+between+celiac+disease)- Int

Rev Immunol 2011 30 207-18

33

CAPSICUM ANNUUM IL ROSSO CHE PROTEGGE LA

TUA SALUTE

A cura di Dottssa Giusi Balzano ndash Biologa nutrizionista

Il peperoncino rosso il cui nome scientifico egrave Capsicum annuum appartiene alla famiglia

delle Solanacee ed egrave originario delle Americhe

Dal ritrovamento di reperti archeologici sappiamo con certezza che fin dal 5000 aC circa la

popolazione messicana conosceva il peperoncino il quale fu importato in Europa da

Cristoforo Colombo nel 1493

Capsicum annuum

Il peperoncino a dispetto di tante credenze gode di tante proprietagrave benefiche e forse per

associazione con il pepe si tende erroneamente a credere che sia poco salutare

Come pianta egrave facilmente coltivabile e si adatta a diversi climi puograve essere coltivato nei vasi

e su un terrazzo limportante egrave che stia in pieno sole Nei periodi piugrave freddi conviene ad

ogni modo tenerlo al riparo in quanto non sopporta bene un clima troppo rigido Il

peperoncino egrave una pianta annuale e le parti consumate sono i frutti le bacche contenenti

dei semi bianco-giallastri Esistono tantissime qualitagrave di peperoncino e le bacche possono

essere consumate fresche cotte o crude I colori dei peperoncini (frutto) sono molteplici

verdi gialli rossi arancione bruno scuro e marrone scuro La sensazione di piccante data dal

peperoncino egrave dovuta alla capsaicina che in proporzione alla quantitagrave disponibile nel seme

ne determina appunto la piccantezza In realtagrave quando si mangia un peperoncino la

risposta di bruciore data dallorganismo egrave solo una sensazione che il cervello invia come

34

risposta allattivazione di alcuni termorecettori presenti nella bocca con cui proprio la

capsaicina viene a contatto Tra le proprietagrave del peperoncino troviamo

funzione dimagrante egrave accentuanto il consumo di calorie ad opera della capsaicina principio

attivo del peperoncino

proprietagrave antibiotiche antibatteriche e antiossidanti ad opera dei flavonoidi e capsaicinoidi

E anche molto utile nella cura di raffreddore bronchite e sinusite

flusso sanguignoazione vasodilatatrice il caratteristico potere piccante urticante del

peperoncino porta con seacute una specifica azione della capsicina sulla circolazione periferica

del sangue La dilatazione dei vasi sanguigni egrave funzionale alla regolazione ottimale della

pressione e della circolazione del sangue che aumenta dopo lassunzione I capillari

diventano piugrave elastici e il sangue risulta piugrave ossigenato Egrave per questo che il peperoncino utile

per scaldarsi in inverno diventa anche importante nella dieta estiva per difendersi dal caldo

torrido e dallumiditagrave

cuore e colesterolo la regolazione del flusso del sangue aiuta a mantenere pulito il sistema

endovenoso congiuntamente allazione della lecitina e di altri olii essenziali evitando la

comparsa di placche che bloccano il flusso sanguigno I capsaicinoidi svolgono unazione

importante nelle diete ad alto contenuto di sostanze grasse Il peperoncino aiuta a ridurre

eccessivi livelli di colesterolo accelerandone la ripartizione e lespulsione

digestione e metabolismo il peperoncino aumenta la secrezione di succhi gastrici e migliora

la digestione grazie al suo potere antifermentativo e inoltre tiene pulite le mucose Nelle

diete in cui egrave prevista unassunzione regolare linfluenza del capsicum porta a migliorare e

velocizzare i processi metabolici Attenzione perograve in caso di bruciore fastidioso e

persistente dopo ingestione di peperoncino associato ad uninfiammazione della gola

dellesofago o dello stomaco mangiare un pezzo di formaggio o di pane o bere birra risulta

essere di grande aiuto contro i fastidi menzionati

mal di collo e mal di schiena efficace contro artriti e reumatismi il peperoncino egrave un

ingrediente essenziale di molte creme e gel antinfiammatori ad azione topica Aiuta ad

alleviare il dolore migliorando la circolazione sanguigna

azione anti-tumorale la vitamina C egrave un significativo agente anti-cancro previene infezioni e

tumori I peperoncini freschi ne sono ricchi e riescono a fornirci acido ascorbico (vitamina C)

proprio in estate ed autunno quando la nostra dieta mediterranea egrave piugrave povera di agrumi

35

mal di testa e depressione lassunzione della capsicina provoca bruciore e dolore nella bocca

e nelle pareti interne del sistema gastroenterico Il nostro corpo reagisce cominciando a

rilasciare maggiori quantitagrave di adrenalina aumentando al contempo la produzione di

endorfine Il nostro corpo risulta energizzato laumento del flusso del sangue al cervello dagrave

sollievo poi sopraggiungono le endorfine vere e proprie ldquodrogherdquo naturali cioegrave oppioidi

endogeni che vengono prodotti internamente dal nostro organismo ed hanno potere

eccitativo ed analgesico alleviando cefalee ed altri dolori

azione afrodisiaca insieme alla vitamina C nel peperoncino cegrave anche la vitamina E

responsabile della stimolazione e della regolazione di molti processi legati alla feconditagrave

sessuale

Bibliografia

1 Tewksbury JJ Levey DJ Huizinga M Haak DC Traveset A Costs and benefits of capsaicin-mediated control of gut retention in dispersers of wild chilies Ecology 89 107-17 2008

2 Govindarajan VS Sathyanarayana MN Capsicum--production technology chemistry and quality Part V Impact on physiology pharmacology nutrition and metabolism structure pungency pain and desensitization sequences Crit Rev Food Sci Nutr 29 435-74 1991

36

Rape Rosse - Tubero e foglie un beneficio a 360deg

A cura di Dottssa Giusi Balzano ndash Biologa nutrizionista

Barbe rosse barbabietole rosse o ancora carote rosse

sono tutti sinonimi dialettali che fanno riferimento alle

rape rosse

Queste sono tuberi noti in botanica come Beta vulgaris

var rapa forma rubra si tratta di una pianta

appartenente alla famiglia delle Chenopodiaceae ed al genere Beta Menzionata in alcuni

antichissimi scritti greci risalenti al 420 aC periodo in cui il tubero rosso era noto

semplicemente come beta secondo il pensiero di altri autori lorigine delle rape rosse risale

addirittura al 2000 aC considerata la presenza di alcuni reperti archeologici che la

attestano

Malgrado gli appelli di dietologi e specialisti dellalimentazione si tende spesso a

dimenticare limportanza fitoterapica e benefica di alcuni ortaggi come in questo specifico

caso le rape rosse

Le rape rosse contengono pochissime calorie (solamente 19 per 100 grammi di prodotto)

per questo motivo rientrano tra i cibi ipocalorici ottimi alimenti preferibili in diete bilanciate

che presuppongono una marcata restrizione calorica Ersquo ricca di acqua corrispondente a

circa il 91 si contano solo il 4 di carboidrati ed il 26 di fibre contiene diverse vitamine

in particolare del gruppo B e una buona quota di sali minerali soprattutto potassio sodio

calcio ferro e fosforo ed egrave ricca anche di zuccheri Nella radice della rapa rossa si ritrova un

glicoside che attribuisce la tipica colorazione rosso vivo alla rapa si tratta della betaina

sfruttata dallindustria alimentare come colorante naturale (E 162) Altro pigmento

riscontrato nella rapa rossa egrave la betaxantina che le conferisce striature giallastre Ancora

nella radice di rapa rossa si trovano altre sostanze sfruttate nella fitoterapia e nella cosmesi

quali saponine antociani flavonoidi in genere ed allantoine (proprietagrave idratanti e

disarrossanti)

37

Proprietagrave terapiche

Una delle proprietagrave curative principali di questo ortaggio riguarda il potere lassativo spesso

utile per combattere la stitichezza e le emorroidi La rapa rossa egrave anche un buon rimedio per

migliorare la funzione epatica e combattere le infezioni delle vie urinarie Le sue foglie sono

unrsquoottima fonte di vitamina A e le radici sono una buona fonte di vitamina C Le foglie

vengono cucinate o servite fresche come verdura mentre le radici o teste possono essere

affettate in insalate o cotte intere e poi tagliate a fettine o a tocchetti

Le rape rosse sono particolarmente ricche di folati fondamentali alleati contro le malattie

cardiache e lrsquoanemia in quanto coinvolti nella produzione di globuli rossi e bianchi nella

sintesi di materiale genetico e nella formazione di anticorpi nel sistema immunitario Esse

sono anche ricchi di fibre solubili e insolubili La fibra insolubile aiuta a mantenere il tratto

intestinale funzionante mentre la fibra solubile controlla il livello di zucchero nel sangue e

abbassa il colesterolo Nelle sue foglie egrave abbondante il beta-carotene il ferro e il calcio

Ricche di vitamine del gruppo B come B1 B2 B3 e B6 per quanto concerne il contenuto di

sali minerali questa egrave un ortaggio ricco di iodio sodio e potassio ma anche in quantitagrave

minori di magnesio Lo iodio egrave un minerale essenziale per il corretto funzionamento della

ghiandola tiroidea che regola il metabolismo mentre il potassio e il sodio sono necessari per

la generazione e la trasmissione degli impulsi nervosi attivitagrave muscolare a parte il bilancio

idrico allrsquointerno e allrsquoesterno della cellula

Il succo crudo di barbabietola (Fig 1) egrave particolarmente idoneo per tutte le persone che

soffrono di anemia in quanto favorisce la formazione di globuli rossi nel sangue inoltre ha

proprietagrave diuretiche e favorisce la digestione

Fig1 succo crudo di barbabietola rossa

38

Ortaggio anticancro

Nella rivista International Journal of Cancer si discute sul ruolo delle rape rosse come

potenziale alimento anticancro la questione egrave per certi versi discutibile ed oscura e non

esiste alcuna dimostrazione indubbia ed inequivocabile che accerti lipotesi In particolare

nella rivista sopraccitata si discute del possibile ruolo delle rape rosse nella prevenzione del

tumore al colon per altri le rape rosse sarebbero in grado non solo di prevenirne il cancro

ma anche di contrastarlo

Bibliografia

Kazimierczak R Hallmann E Lipowski J Drela N Kowalik A Puumlssa T Matt D Luik A Gozdowski D Rembiałkowska E

Beetroot (Beta vulgaris L) and naturally fermented beetroot juices from organic and conventional production metabolomics antioxidant levels and anticancer activity

J Sci Food Agric 2014 May

39

Sigrave ai legumi nella prevenzione delle malattie tumorali

A cura di Dottssa Bruzzone Francesca ndash Dietista

Con il termine ldquolegumirdquo si intendono tutti quei semi commestibili derivanti dalle piante

dicotiledoni dellrsquoordine delle Fabales tra cui rientrano i fagioli le lenticchie le fave i piselli

i lupini i ceci le carrube le cicerchie le arachidi e la soia

I legumi sono alimenti ricchi di proteine tanto da essere stati denominati come ldquola carne dei

poverirdquo Essi possiedono un buon contenuto in amminoacidi (ad eccezione di quelli solforati

e del triptofano) carboidrati fibre Calcio Ferro e Potassio a discapito di grassi e

colesterolo

In abbinamento ai cereali i legumi costituiscono un ottimo e saziante piatto unico dove

convergono carboidrati e proteine e dove gli amminoacidi carenti nei cereali (come la lisina)

si integrano con quelli dei legumi e viceversa Queste qualitagrave rendono tali semi

particolarmente adeguati sia nella prevenzione che nel trattamento di numerose malattie

metaboliche come il diabete mellito le dislipidemie la sindrome metabolica il sovrappeso e

lrsquoobesitagrave Di recente inoltre egrave stato attribuito un altro importante ruolo benefico ai legumi

quello di ostacolare la crescita di alcune forme tumorali

Un lavoro effettuato da un gruppo di ricercatori dellUniversity College di Londra del

Dipartimento di Scienze Chirurgiche dell`Universitagrave di Chieti e del Laboratorio di

Farmacologia Molecolare dell`Istituto Mario Negri di Milano e pubblicato sulla rivista

statunitense ldquoCancer Researchrdquo infatti ha scoperto la presenza di inositolo pentachisfosfato

nella maggior parte dei legumi (in particolare in lenticchie piselli e fagioli) e nelle noci Tale

40

composto sembrerebbe inibire lrsquoenzima fosfoinositide 3-chinasi coinvolto nella crescita e

nella progressione dei tumori e capace di aumentare la resistenza al trattamento con agenti

chemoterapeutici Il segnale attivato dalla fosfoinositide 3-chinasi infatti rappresenta un

target importante per lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche anticancro e questo studio

dimostra come lrsquoinositolo pentafosfato sia capace di antagonizzare in maniera specifica

questo segnale nelle cellule tumorali inducendone lrsquoapoptosi (morte programmata)

Lrsquoinositolo pentafosfato ha una struttura molecolare analoga al prodotto dellrsquoattivitagrave

enzimatica della fosfoinositide 3-chinasi che attiva segnali specifici per la progressione del

cancro Il meccanismo secondo il quale lrsquoinositolo pentafosfato disattiva le proteine

iperattive nei tumori dalla membrana plasmatica permette di inibire sia la crescita delle

cellule tumorali umane in coltura sia lo sviluppo dei tumori nei topi In queste condizioni

lrsquoinositolo pentafosfato ha dimostrato unrsquoattivitagrave farmacologica comparabile e potenziante

quella del farmaco citotossico cisplatino molto usato in chemioterapia antitumorale ma

associato a effetti collaterali come nausea vomito formicolio a mani e piedi caduta dei

capelli e alterazione della funzionalitagrave renale (gli inositoli fosfati invece non sono tossici

neanche a concentrazioni piugrave elevate di quelle usate in questo studio e possono essere

assorbiti per via orale) I principali effetti positivi sono stati riscontrati a livello di ovaie e

polmoni

Lrsquoinositolo pentafosfato inoltre si egrave dimostrato capace di inibire lo sviluppo dei nuovi vasi

sanguigni indispensabili per la nutrizione e lo sviluppo del tumore (angiogenesi) bloccando

quindi un meccanismo fondamentale per la sua crescita

Sitografia

ldquoLe Scienze edizione italiana di Scientifica Americanrdquo ndashLegumi e cereali conto il cancro-

ldquoAssociazione Giacomo-onlusrdquo -Inositolo Pentafosfato da legumi e arachidi una nuova strada

nella cura dei tumori

41

Tra le mille virtursquo del miele la cura dellrsquoherpes simplex

A cura di Dottssa Serena Pascucci Biologa Nutrizionista

Le molteplici proprietagrave del miele sono note fin dallrsquoantichitagrave

per le sue capacitagrave antisettiche antibiotiche e cicatrizzanti

e il suo uso nella medicina moderna sta riscontrando

sempre piugrave maggiore interesse

Diversi studi

hanno valutato

lrsquoefficacia del miele contro alcuni virus tra cui di

particolare importanza egrave emersa lrsquoefficacia del

miele per il trattamento dellrsquoHerpes Simplex sia a

livello labiale sia a livello genitale Lo studio del

2004 condotto presso una clinica privata a Dubai

ha selezionato 16 pazienti con ricorrenti manifestazioni del virus otto affetti da Herpes

simplex a livello labiale e otto a livello genitale con un etagrave compresa tra i 35 e i 45 anni sia

maschi che femmine Ersquo stata valutata e considerata lrsquoefficacia del miele nel trattamento

delle lesioni prodotte dal virus in confronto a un comune farmaco antivirale utilizzato

normalmente (Acyclovir) I pazienti prescelti prima della prova non dovevano sottoporsi ad

altre cure antivirali A scelta casuale sono stati selezionati quattro pazienti con herpes

labiale e quattro con herpes genitale che hanno effettuato il primo trattamento con il miele

gli altri otto con il farmaco comune antivirale a base di 5 di acyclovir Alla seconda

comparsa della manifestazione del virus egrave stato effettuato lrsquoopposto Nello studio egrave stato

somministrato un miele multiflora direttamente sulle lesioni prodotte dal virus su una garza

a contatto con la lesione per un quarto drsquoora per 4 volte al giorno fino alla completa

guarigione mentre il farmaco veniva applicato 6 volte al giorno Da questa prova egrave stata

riscontrata una durata delle lesioni dalla prima comparsa alla completa scomparsa di circa

12 giorni in media per entrambi i trattamenti ma nel caso dei pazienti con herpes labiale

trattati con il miele la guarigione egrave avvenuta in circa 3 giorni rispetto ai 5 giorni con il

trattamento con acyclovir cioegrave con una velocitagrave del 35 superiore Inoltre il miele ha

42

mostrato un azione migliore rispetto al farmaco in particolare la durata del dolore risultava

minore del 39 con fastidi moderati per non piugrave di 24 ore mentre con acyclovir il dolore

anche se moderato poteva prolungarsi fino a 72 ore Ersquo stato anche riscontrato un

insorgenza minore delle croste del 28 in chi utilizzava il miele in particolare in 5 pazienti le

lesioni non si sono evolute in croste cosa che non egrave mai avvenuta nei soggetti trattati con il

farmaco Ancora in due casi con il trattamento con il miele lrsquoherpes ha abortito cioegrave dopo i

primi sintomi non ha sviluppato lesioni e procurato fastidi al contrario dei pazienti trattati

con il farmaco Anche nei pazienti con herpes a livello genitale il miele si egrave mostrato piugrave

efficace del farmaco convenzionale con un tempo di guarigione minore del 53 una durata

del dolore inferiore del 50 anche qui con fastidi moderati e con una durata non superiore

alle 24 ore rispetto a bruciori da moderati a medi prolungati(anche per 3 giorni) nei pazienti

con trattamento con farmaco Inoltre egrave stato riscontrato anche a livello genitale un

insorgenza minore di croste del 49 in particolare in 5 pazienti trattati con il miele le lesioni

a livello genitale non si sono sviluppate in croste a differenza dei pazienti trattati con il

farmaco in cui le croste sono sempre apparse Infine egrave stato riscontrato anche a livello

genitale un aborto del virus in chi utilizzava il miele senza avere avuto nessun riscontro

invece nei pazienti trattati con farmaco

Lrsquoanalisi statistica ha mostrato un efficacia superiore del miele rispetto allrsquoutilizzo di

acyclovir per la cura e la risoluzione delle lesioni virali da herpes simplex labiale e genitale

(Ai-waili 2004) Tuttavia quale sia o quali siano i meccanismi drsquoazione che permettono al

miele di inibire la replicazione del virus sono poco conosciuti Un fattore che puograve

determinare lrsquoazione antivirale del miele puograve essere ricercato nel contenuto di flavonoidi(

azione antivirale) rame zinco vit E C normalmente presenti nel miele e di provata azione

antivirale(AI-Waili 2004) e infine lrsquoossido di azoto con un azione antivirale in vitro la cui

attivitagrave egrave stata rilevata anche sul virus dellrsquoHIV (Torre et al 2002 Schramm DD et al 2003)

Lrsquoherpes simplex egrave un infezione virale importante qualsiasi terapia si volesse seguire egrave

opportuno seguire sempre una supervisione e il consiglio del medico

Bibliografia

Al-Waili NS topical honey application vs acyclovir for the treatment of recurrent herpes

simplex lesions Med Sci Monit 2004 10(8) MT94-MT98

- Schramm DD Karim M Schrader HR Holt RR Cardetti M Keen CL Honey with high levels of antioxidants can provide protection to healthy human subjects J Agric Food Chem 200351(6)1732ndash5 doi 101021jf025928k - Torre D Pugliese A Speranza F Role of nitric oxide in HIV-1 infection friend or foe Lancet Infect Dis 2002 May2(5)273-80

26

Halbreich U The etiology biology and evolving pathology of premenstrual syndromes-

(httpwwwsciencedirectcomsciencearticlepiiS0306453003000970)

Psychoneuroendocrinology 200328(suppl 3)55ndash99

Larissa Almenara Silva dos Santos Vilma Blondet de Azeredo et al-Seric ion level and its

relationship with the symptoms of premenstrual syndrome in young women-

(httpwwwnutricionhospitalariacompdf6648pdf) - Nutr Hosp 2013 28(6)2194-2200 Silva CM

Margot N Woods Sherwood L et al Low-fat high fiber diet and serume estrone sulfate in

premenopausal women (httpajcnnutritionorgcontent4961179fullpdf+htmlsid=38ae9820-

e92f-4cfe-b019-a9b3ce1d92e7) - Am J Clin Nutr 1989 49 1179-83

Sohrabi N Kashanian M et al - Evaluation of the effect of omega-3 fatty acids in the treatment of

premenstrual syndrome a pilot trial-

(httpwwwcomplementarytherapiesinmedicinecomarticleS0965-229928122900174-

4fulltext ) Complement Ther Med 2013 Jun21(3)141-6

Thys-Jacobs S Micronutrients and the premenstrual syndromethe case for calcium-

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed10763903) - Journal of the American College of Nutrition

2000 19 (2) 220-7

Patricia O Chocano-Bedoya JoAnn E Manson et al Dietary B vitamin intake and incident

premenstrual syndrome- (httpajcnnutritionorgcontent9351080long) Am J Clin Nutr 2011

93 1080-6

27

Attuali evidenze epidemiologiche in tema di malattia

celiaca

A cura di Dottssa Chiara Di Gianvittorio ndash Dietista

La malattia celiaca egrave un disturbo

autoimmune che si sviluppa in

persone geneticamente predisposte

in conseguenza dellrsquoesposizione a

fattori ambientali (glutine nella dieta

come prima causa) La prevalenza

del disturbo egrave molto variabile gli

ultimi dati riguardo la distribuzione della malattia parlano di un incremento in alcune aree

mondiali Il miglioramento delle tecniche diagnostiche e la migliore conoscenza della

malattia non bastano perograve a spiegare la crescita verificatasi negli ultimi 30- 40 anni

La nuova epidemiologia dellrsquo intolleranza al glutine egrave ora caratterizzata da un aumento di

nuovi casi in aree storiche (Europa del Nord e gli Stati Uniti) ma piugrave interessante egrave la crescita

della malattia in nuove regioni (paesi asiatici) A spiegare ciograve probabilmente ci sono

cambiamenti nelle abitudini alimentari soprattutto in etagrave infantile oltre che lrsquoutilizzo di

nuovi mezzi diagnostici

In Europa e Stati Uniti la frequenza sulla popolazione egrave di circa lrsquo 1 con alcune differenze

regionali In Finlandia e Svezia si calcola una prevalenza del 2-3 mentre in Germania solo

dello 02 nonostante i fattori causali sembrino essere simili (livello di assunzione di glutine

e frequenza di HLA-DQ2 e -DQ8) Sebbene lincidenza e i casi diagnosticati siano in

aumento rimane lrsquo ldquoiceberg celiacordquo a nascondere con un rapporto che varia da 13 a 15

(casi diagnosticati e non diagnosticati) la reale distribuzione della malattia

Oltre a Europa e Nord America lepidemiologia dellrsquo intolleranza al glutine egrave stata studiata in

molti altri paesi per lo piugrave popolati da individui di origine europea In queste zone i dati si

sovrappongono in larga misura a quelli del vecchio e del nuovo continente Nuove evidenze

arrivano dal Nord Africa e dai Paesi del Medio Oriente in cui il disturbo egrave presente

nonostante la scarsa disponibilitagrave di strutture diagnostiche e la scarsa consapevolezza della

28

malattia In Saharawi una popolazione araba che vive nel Sahara occidentale la prevalenza

della malattia egrave eccezionalmente elevata (56) per ragioni ancora poco chiare

La conoscenza della malattia nelle regioni asiatiche invece egrave ancora limitata e per lo piugrave

confinata in India dove egrave stata riconosciuta sia nei bambini che negli adulti Tuttavia come

efficacemente descritto da una task force indiana lrsquointolleranza al glutine in India egrave

ldquoimmerso in un oceano di malnutrizionerdquo La frequenza sembra essere maggiore nella parte

settentrionale probabilmente in conseguenza del largo consumo di grano rispetto al riso

Difficile ottenere dei numeri ma si stima che da 5 a 8 milioni di persone in India potrebbero

avere la malattia Purtroppo perograve ad oggi solo poche migliaia di pazienti sono stati

diagnosticati

Infine difficile comprendere anche la distribuzione in Cina a causa della grande popolositagrave I

fattori predisponenti (consumo di grano e genotipo HLA-DQ2 e DQ8) sono presenti cosigrave

come le prime evidenze in letteratura ma egrave necessario proseguire negli accertamenti

epidemiologici Risulta invece raro il disturbo in paesi come Giappone Corea Indonesia e

Filippine a causa del basso consumo di frumento e del patrimonio genetico

In sintesi i dati disponibili suggeriscono che lincidenza dellrsquo intolleranza al glutine egrave

veramente in aumento e che la malattia egrave attualmente molto piugrave comune in alcune aree

rispetto al passato Ulteriori studi epidemiologici perograve si rendono necessari per

comprendere meglio la distribuzione sulla popolazione e la correlazione con i fattori genetici

e ambientali

Bibliografia

Bai JC Fried M et al -World gastroenterology organisation global guidelines on celiac disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed23314668) - J Clin Gastroenterol 2013 47121ndash6

Catassi C Gatti S et al- The New Epidemiology of Celiac Disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed24979197)- JPGN Luglio 2014 Volume 59 supplement 1

Fasano A Berti I et al- Prevalence of celiac disease in at-risk and not-at-risk groups in the United

States a large multi center study (httparchintejamanetworkcomarticleaspxarticleid=215079)-

Arch Int Med 2003163286ndash92

29

Kochhar R Dachdev S et al- Prevalence of coeliac disease in healthy blood donors a study from

north India (httpwwwsciencedirectcomsciencearticlepiiS1590865812000229)- Dig Liver Dis

201244530ndash2

Kang JY Kang AHY et al -Systematic review worldwide variation in the frequency of Coeliac Disease

and changes over time

(httponlinelibrarywileycomdoi101111apt12373abstractjsessionid=91309CB937E7B5E094A

3B7F08441695f04t04)- Aliment Pharmacol Ther 201338226ndash45

Mustalahti K Catassi C et al- The prevalence of celiac disease in Europe results of a centralized

international mass screening project

(httpinformahealthcarecomdoiabs103109078538902010505931)- Ann Med 201042587ndash

95

30

Malattia celiaca e microbiota intestinale il ruolo dei

Bifidobatteri

A cura di Dottssa Chiara Di Gianvittorio ndash Dietista

La malattia celiaca egrave un disordine autoimmune scatenato dallrsquoingestione di alimenti

contenenti glutine in soggetti predisposti Lrsquoinfiammazione che ne risulta a carico del

piccolo intestino provoca atrofia dei villi e malassorbimento dei nutrienti I fattori implicati

nello sviluppo di questa patologia sono genetici e ambientali Tra questi ultimi troviamo

unrsquoesposizione troppo precoce al glutine insufficiente allattamento al seno infezioni

intestinali e squilibri della flora batterica residente La manifestazione clinica egrave varia e

include disturbi gastrointestinali come gonfiore vomito diarrea dispepsia perdita di peso e

disturbi extraintestinali come anemia malattie del fegato e dermatiti

Attualmente in studio egrave la relazione tra malattia celiaca e flora batterica intestinale che

risulta fondamentale per lrsquoequilibrio e la salute del tratto gastroenterico Il microbiota

umano egrave infatti lrsquoinsieme di microrganismi simbiontici dellrsquointestino Negli esseri umani si

trovano tra le 500 e le 1000 specie differenti di microrganismi di cui la maggioranza

anaerobi Tra questi ci sono i Bifidobatteri che svolgono una duplice azione diretta

contrastando i batteri patogeni e indiretta per interazione con il tessuto linfoide intestinale

(GALT) di cui ne stimola lrsquoattivitagrave

Alcuni ceppi di questi batteri inoltre sembrano inibire la risposta infiammatoria e il danno

alla mucosa che insorgono in conseguenza dellrsquoingestione di gliadina Infatti studi in vitro

hanno mostrato che tali microrganismi possono ridurre la produzione di citochine

infiammatorie (IFN-γ e IFN-α) e aumentare quella di IL-10 Un ulteriore effetto positivo

riguarda lrsquoincremento di cellule caliciformi nel piccolo intestino ridotte a causa della tossicitagrave

da glutine Infine oltre agli effetti immunomodulatori ceppi specifici come il

Bifidobacterium longum contribuiscono allrsquoidrolisi dei peptidi di gliadina durante la

digestione riducendo la presenza di aminoacidi tossici e dei loro effetti avversi

I Bifidobatteri risultano quindi protettivi contro la risposta infiammatoria e il danno

mucosale causato dal glutine Ci si chiede a questo punto se squilibri della microflora

31

possano costituire concausa nello sviluppo della patologia e se egrave possibile migliorarne la

gestione ristabilendo lrsquoequilibrio intestinale con probiotici

Attualmente cambiamenti nel microbiota intestinale sono stati dimostrati nei bambini

celiaci Negli adulti le evidenze parlano di una riduzione di Bifidobatteri sia al momento della

diagnosi che a dieta aglutinata ed un aumento dei Bacteroides (batteri gram negativi e

anaerobici) sia nelle feci che sulle biopsie dei celiaci Inoltre crsquoegrave una riduzione nella

variabilitagrave della specie sia prima che dopo la dieta Tali squilibri vanno ovviamente ad

incidere sul processo patologico

I probiotici sono costituiti da microrganismi vivi che devono essere in grado di svolgere

effetti positivi sulla flora batterica intestinale In alcuni studi si egrave dimostrato come alcuni di

essi possano avere una particolare utilitagrave per i celiaci anche se si tratta ancora di approcci a

livello sperimentale Unrsquo indagine condotta su 64 soggetti (26 pazienti celiaci con dieta

contenente glutine 18 celiaci a dieta gluten-free e 20 soggetti sani) ha portato a valutare se

la flora batterica intestinale possa contribuire ai sintomi pro-infiammatori della celiachia e se

con due specifici ceppi di Bifidobatteri sia possibile ottenere benefici I risultati

confermarono le ipotesi e il ruolo positivo svolto dai ceppi Bifidobacterium longum e

Bifidobacterium bifidum sul quadro infiammatorio

Lrsquouso di specifici batteri probiotici potrebbe quindi contribuire al miglioramento della

patologia ma egrave necessario approfondire ulteriormente con modelli sperimentali e studi

clinici il loro ruolo a supporto della terapia classica

Bibliografia

Collado MC Donat E et al- Imbalances in faecal and duodenal Bifidobacterium species composition

in active and non active coeliac disease (httpwwwncbinlmnihgovpubmed19102766)- BMC

Microbiol 2008 2321-9

Di Cagno R Rizzello CG et al- Different fecal microbiotas and volatile organic compounds in treated

and entrate children with celiac diseaseAppl And Environ Microbiol 2009 75 3963-71

Golfetto L Senna FD et al- Lower Bifidobacteria counts in adult patients with celiac disease on a

gluten- free diet

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Lower+Bifidobacteria+counts+in+adult+patients+with

+celiac+disease+on+a+gluten-+free+diet)- Arq Gastroenterol 2014 51 139-43

32

Ghosh S- Advances in our understanding of the pathogenesis of celiac disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed21523256)- Can J Gastroenterol 2011 25186

Medina M De Palma G- Bifidobacterium strains suppress in vitro the pro-inflammatory milieu

trigged by large intestinal microbiota of coeliac patients

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Bifidobacterium+strains+suppress+in+vitro+the+pro-

inflammatory+milieu+trigged)- J Inflamm 2008 519

Sanders ME- Impact of probiotics on colonizing microbiota of the gut

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed21992949)- J Clin Gastroenterol 2011 45S115-9

Sanz Y De Pama G et al- Unraveling the ties between celiac disease and intestinal microbiota

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Unraveling+the+ties+between+celiac+disease)- Int

Rev Immunol 2011 30 207-18

33

CAPSICUM ANNUUM IL ROSSO CHE PROTEGGE LA

TUA SALUTE

A cura di Dottssa Giusi Balzano ndash Biologa nutrizionista

Il peperoncino rosso il cui nome scientifico egrave Capsicum annuum appartiene alla famiglia

delle Solanacee ed egrave originario delle Americhe

Dal ritrovamento di reperti archeologici sappiamo con certezza che fin dal 5000 aC circa la

popolazione messicana conosceva il peperoncino il quale fu importato in Europa da

Cristoforo Colombo nel 1493

Capsicum annuum

Il peperoncino a dispetto di tante credenze gode di tante proprietagrave benefiche e forse per

associazione con il pepe si tende erroneamente a credere che sia poco salutare

Come pianta egrave facilmente coltivabile e si adatta a diversi climi puograve essere coltivato nei vasi

e su un terrazzo limportante egrave che stia in pieno sole Nei periodi piugrave freddi conviene ad

ogni modo tenerlo al riparo in quanto non sopporta bene un clima troppo rigido Il

peperoncino egrave una pianta annuale e le parti consumate sono i frutti le bacche contenenti

dei semi bianco-giallastri Esistono tantissime qualitagrave di peperoncino e le bacche possono

essere consumate fresche cotte o crude I colori dei peperoncini (frutto) sono molteplici

verdi gialli rossi arancione bruno scuro e marrone scuro La sensazione di piccante data dal

peperoncino egrave dovuta alla capsaicina che in proporzione alla quantitagrave disponibile nel seme

ne determina appunto la piccantezza In realtagrave quando si mangia un peperoncino la

risposta di bruciore data dallorganismo egrave solo una sensazione che il cervello invia come

34

risposta allattivazione di alcuni termorecettori presenti nella bocca con cui proprio la

capsaicina viene a contatto Tra le proprietagrave del peperoncino troviamo

funzione dimagrante egrave accentuanto il consumo di calorie ad opera della capsaicina principio

attivo del peperoncino

proprietagrave antibiotiche antibatteriche e antiossidanti ad opera dei flavonoidi e capsaicinoidi

E anche molto utile nella cura di raffreddore bronchite e sinusite

flusso sanguignoazione vasodilatatrice il caratteristico potere piccante urticante del

peperoncino porta con seacute una specifica azione della capsicina sulla circolazione periferica

del sangue La dilatazione dei vasi sanguigni egrave funzionale alla regolazione ottimale della

pressione e della circolazione del sangue che aumenta dopo lassunzione I capillari

diventano piugrave elastici e il sangue risulta piugrave ossigenato Egrave per questo che il peperoncino utile

per scaldarsi in inverno diventa anche importante nella dieta estiva per difendersi dal caldo

torrido e dallumiditagrave

cuore e colesterolo la regolazione del flusso del sangue aiuta a mantenere pulito il sistema

endovenoso congiuntamente allazione della lecitina e di altri olii essenziali evitando la

comparsa di placche che bloccano il flusso sanguigno I capsaicinoidi svolgono unazione

importante nelle diete ad alto contenuto di sostanze grasse Il peperoncino aiuta a ridurre

eccessivi livelli di colesterolo accelerandone la ripartizione e lespulsione

digestione e metabolismo il peperoncino aumenta la secrezione di succhi gastrici e migliora

la digestione grazie al suo potere antifermentativo e inoltre tiene pulite le mucose Nelle

diete in cui egrave prevista unassunzione regolare linfluenza del capsicum porta a migliorare e

velocizzare i processi metabolici Attenzione perograve in caso di bruciore fastidioso e

persistente dopo ingestione di peperoncino associato ad uninfiammazione della gola

dellesofago o dello stomaco mangiare un pezzo di formaggio o di pane o bere birra risulta

essere di grande aiuto contro i fastidi menzionati

mal di collo e mal di schiena efficace contro artriti e reumatismi il peperoncino egrave un

ingrediente essenziale di molte creme e gel antinfiammatori ad azione topica Aiuta ad

alleviare il dolore migliorando la circolazione sanguigna

azione anti-tumorale la vitamina C egrave un significativo agente anti-cancro previene infezioni e

tumori I peperoncini freschi ne sono ricchi e riescono a fornirci acido ascorbico (vitamina C)

proprio in estate ed autunno quando la nostra dieta mediterranea egrave piugrave povera di agrumi

35

mal di testa e depressione lassunzione della capsicina provoca bruciore e dolore nella bocca

e nelle pareti interne del sistema gastroenterico Il nostro corpo reagisce cominciando a

rilasciare maggiori quantitagrave di adrenalina aumentando al contempo la produzione di

endorfine Il nostro corpo risulta energizzato laumento del flusso del sangue al cervello dagrave

sollievo poi sopraggiungono le endorfine vere e proprie ldquodrogherdquo naturali cioegrave oppioidi

endogeni che vengono prodotti internamente dal nostro organismo ed hanno potere

eccitativo ed analgesico alleviando cefalee ed altri dolori

azione afrodisiaca insieme alla vitamina C nel peperoncino cegrave anche la vitamina E

responsabile della stimolazione e della regolazione di molti processi legati alla feconditagrave

sessuale

Bibliografia

1 Tewksbury JJ Levey DJ Huizinga M Haak DC Traveset A Costs and benefits of capsaicin-mediated control of gut retention in dispersers of wild chilies Ecology 89 107-17 2008

2 Govindarajan VS Sathyanarayana MN Capsicum--production technology chemistry and quality Part V Impact on physiology pharmacology nutrition and metabolism structure pungency pain and desensitization sequences Crit Rev Food Sci Nutr 29 435-74 1991

36

Rape Rosse - Tubero e foglie un beneficio a 360deg

A cura di Dottssa Giusi Balzano ndash Biologa nutrizionista

Barbe rosse barbabietole rosse o ancora carote rosse

sono tutti sinonimi dialettali che fanno riferimento alle

rape rosse

Queste sono tuberi noti in botanica come Beta vulgaris

var rapa forma rubra si tratta di una pianta

appartenente alla famiglia delle Chenopodiaceae ed al genere Beta Menzionata in alcuni

antichissimi scritti greci risalenti al 420 aC periodo in cui il tubero rosso era noto

semplicemente come beta secondo il pensiero di altri autori lorigine delle rape rosse risale

addirittura al 2000 aC considerata la presenza di alcuni reperti archeologici che la

attestano

Malgrado gli appelli di dietologi e specialisti dellalimentazione si tende spesso a

dimenticare limportanza fitoterapica e benefica di alcuni ortaggi come in questo specifico

caso le rape rosse

Le rape rosse contengono pochissime calorie (solamente 19 per 100 grammi di prodotto)

per questo motivo rientrano tra i cibi ipocalorici ottimi alimenti preferibili in diete bilanciate

che presuppongono una marcata restrizione calorica Ersquo ricca di acqua corrispondente a

circa il 91 si contano solo il 4 di carboidrati ed il 26 di fibre contiene diverse vitamine

in particolare del gruppo B e una buona quota di sali minerali soprattutto potassio sodio

calcio ferro e fosforo ed egrave ricca anche di zuccheri Nella radice della rapa rossa si ritrova un

glicoside che attribuisce la tipica colorazione rosso vivo alla rapa si tratta della betaina

sfruttata dallindustria alimentare come colorante naturale (E 162) Altro pigmento

riscontrato nella rapa rossa egrave la betaxantina che le conferisce striature giallastre Ancora

nella radice di rapa rossa si trovano altre sostanze sfruttate nella fitoterapia e nella cosmesi

quali saponine antociani flavonoidi in genere ed allantoine (proprietagrave idratanti e

disarrossanti)

37

Proprietagrave terapiche

Una delle proprietagrave curative principali di questo ortaggio riguarda il potere lassativo spesso

utile per combattere la stitichezza e le emorroidi La rapa rossa egrave anche un buon rimedio per

migliorare la funzione epatica e combattere le infezioni delle vie urinarie Le sue foglie sono

unrsquoottima fonte di vitamina A e le radici sono una buona fonte di vitamina C Le foglie

vengono cucinate o servite fresche come verdura mentre le radici o teste possono essere

affettate in insalate o cotte intere e poi tagliate a fettine o a tocchetti

Le rape rosse sono particolarmente ricche di folati fondamentali alleati contro le malattie

cardiache e lrsquoanemia in quanto coinvolti nella produzione di globuli rossi e bianchi nella

sintesi di materiale genetico e nella formazione di anticorpi nel sistema immunitario Esse

sono anche ricchi di fibre solubili e insolubili La fibra insolubile aiuta a mantenere il tratto

intestinale funzionante mentre la fibra solubile controlla il livello di zucchero nel sangue e

abbassa il colesterolo Nelle sue foglie egrave abbondante il beta-carotene il ferro e il calcio

Ricche di vitamine del gruppo B come B1 B2 B3 e B6 per quanto concerne il contenuto di

sali minerali questa egrave un ortaggio ricco di iodio sodio e potassio ma anche in quantitagrave

minori di magnesio Lo iodio egrave un minerale essenziale per il corretto funzionamento della

ghiandola tiroidea che regola il metabolismo mentre il potassio e il sodio sono necessari per

la generazione e la trasmissione degli impulsi nervosi attivitagrave muscolare a parte il bilancio

idrico allrsquointerno e allrsquoesterno della cellula

Il succo crudo di barbabietola (Fig 1) egrave particolarmente idoneo per tutte le persone che

soffrono di anemia in quanto favorisce la formazione di globuli rossi nel sangue inoltre ha

proprietagrave diuretiche e favorisce la digestione

Fig1 succo crudo di barbabietola rossa

38

Ortaggio anticancro

Nella rivista International Journal of Cancer si discute sul ruolo delle rape rosse come

potenziale alimento anticancro la questione egrave per certi versi discutibile ed oscura e non

esiste alcuna dimostrazione indubbia ed inequivocabile che accerti lipotesi In particolare

nella rivista sopraccitata si discute del possibile ruolo delle rape rosse nella prevenzione del

tumore al colon per altri le rape rosse sarebbero in grado non solo di prevenirne il cancro

ma anche di contrastarlo

Bibliografia

Kazimierczak R Hallmann E Lipowski J Drela N Kowalik A Puumlssa T Matt D Luik A Gozdowski D Rembiałkowska E

Beetroot (Beta vulgaris L) and naturally fermented beetroot juices from organic and conventional production metabolomics antioxidant levels and anticancer activity

J Sci Food Agric 2014 May

39

Sigrave ai legumi nella prevenzione delle malattie tumorali

A cura di Dottssa Bruzzone Francesca ndash Dietista

Con il termine ldquolegumirdquo si intendono tutti quei semi commestibili derivanti dalle piante

dicotiledoni dellrsquoordine delle Fabales tra cui rientrano i fagioli le lenticchie le fave i piselli

i lupini i ceci le carrube le cicerchie le arachidi e la soia

I legumi sono alimenti ricchi di proteine tanto da essere stati denominati come ldquola carne dei

poverirdquo Essi possiedono un buon contenuto in amminoacidi (ad eccezione di quelli solforati

e del triptofano) carboidrati fibre Calcio Ferro e Potassio a discapito di grassi e

colesterolo

In abbinamento ai cereali i legumi costituiscono un ottimo e saziante piatto unico dove

convergono carboidrati e proteine e dove gli amminoacidi carenti nei cereali (come la lisina)

si integrano con quelli dei legumi e viceversa Queste qualitagrave rendono tali semi

particolarmente adeguati sia nella prevenzione che nel trattamento di numerose malattie

metaboliche come il diabete mellito le dislipidemie la sindrome metabolica il sovrappeso e

lrsquoobesitagrave Di recente inoltre egrave stato attribuito un altro importante ruolo benefico ai legumi

quello di ostacolare la crescita di alcune forme tumorali

Un lavoro effettuato da un gruppo di ricercatori dellUniversity College di Londra del

Dipartimento di Scienze Chirurgiche dell`Universitagrave di Chieti e del Laboratorio di

Farmacologia Molecolare dell`Istituto Mario Negri di Milano e pubblicato sulla rivista

statunitense ldquoCancer Researchrdquo infatti ha scoperto la presenza di inositolo pentachisfosfato

nella maggior parte dei legumi (in particolare in lenticchie piselli e fagioli) e nelle noci Tale

40

composto sembrerebbe inibire lrsquoenzima fosfoinositide 3-chinasi coinvolto nella crescita e

nella progressione dei tumori e capace di aumentare la resistenza al trattamento con agenti

chemoterapeutici Il segnale attivato dalla fosfoinositide 3-chinasi infatti rappresenta un

target importante per lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche anticancro e questo studio

dimostra come lrsquoinositolo pentafosfato sia capace di antagonizzare in maniera specifica

questo segnale nelle cellule tumorali inducendone lrsquoapoptosi (morte programmata)

Lrsquoinositolo pentafosfato ha una struttura molecolare analoga al prodotto dellrsquoattivitagrave

enzimatica della fosfoinositide 3-chinasi che attiva segnali specifici per la progressione del

cancro Il meccanismo secondo il quale lrsquoinositolo pentafosfato disattiva le proteine

iperattive nei tumori dalla membrana plasmatica permette di inibire sia la crescita delle

cellule tumorali umane in coltura sia lo sviluppo dei tumori nei topi In queste condizioni

lrsquoinositolo pentafosfato ha dimostrato unrsquoattivitagrave farmacologica comparabile e potenziante

quella del farmaco citotossico cisplatino molto usato in chemioterapia antitumorale ma

associato a effetti collaterali come nausea vomito formicolio a mani e piedi caduta dei

capelli e alterazione della funzionalitagrave renale (gli inositoli fosfati invece non sono tossici

neanche a concentrazioni piugrave elevate di quelle usate in questo studio e possono essere

assorbiti per via orale) I principali effetti positivi sono stati riscontrati a livello di ovaie e

polmoni

Lrsquoinositolo pentafosfato inoltre si egrave dimostrato capace di inibire lo sviluppo dei nuovi vasi

sanguigni indispensabili per la nutrizione e lo sviluppo del tumore (angiogenesi) bloccando

quindi un meccanismo fondamentale per la sua crescita

Sitografia

ldquoLe Scienze edizione italiana di Scientifica Americanrdquo ndashLegumi e cereali conto il cancro-

ldquoAssociazione Giacomo-onlusrdquo -Inositolo Pentafosfato da legumi e arachidi una nuova strada

nella cura dei tumori

41

Tra le mille virtursquo del miele la cura dellrsquoherpes simplex

A cura di Dottssa Serena Pascucci Biologa Nutrizionista

Le molteplici proprietagrave del miele sono note fin dallrsquoantichitagrave

per le sue capacitagrave antisettiche antibiotiche e cicatrizzanti

e il suo uso nella medicina moderna sta riscontrando

sempre piugrave maggiore interesse

Diversi studi

hanno valutato

lrsquoefficacia del miele contro alcuni virus tra cui di

particolare importanza egrave emersa lrsquoefficacia del

miele per il trattamento dellrsquoHerpes Simplex sia a

livello labiale sia a livello genitale Lo studio del

2004 condotto presso una clinica privata a Dubai

ha selezionato 16 pazienti con ricorrenti manifestazioni del virus otto affetti da Herpes

simplex a livello labiale e otto a livello genitale con un etagrave compresa tra i 35 e i 45 anni sia

maschi che femmine Ersquo stata valutata e considerata lrsquoefficacia del miele nel trattamento

delle lesioni prodotte dal virus in confronto a un comune farmaco antivirale utilizzato

normalmente (Acyclovir) I pazienti prescelti prima della prova non dovevano sottoporsi ad

altre cure antivirali A scelta casuale sono stati selezionati quattro pazienti con herpes

labiale e quattro con herpes genitale che hanno effettuato il primo trattamento con il miele

gli altri otto con il farmaco comune antivirale a base di 5 di acyclovir Alla seconda

comparsa della manifestazione del virus egrave stato effettuato lrsquoopposto Nello studio egrave stato

somministrato un miele multiflora direttamente sulle lesioni prodotte dal virus su una garza

a contatto con la lesione per un quarto drsquoora per 4 volte al giorno fino alla completa

guarigione mentre il farmaco veniva applicato 6 volte al giorno Da questa prova egrave stata

riscontrata una durata delle lesioni dalla prima comparsa alla completa scomparsa di circa

12 giorni in media per entrambi i trattamenti ma nel caso dei pazienti con herpes labiale

trattati con il miele la guarigione egrave avvenuta in circa 3 giorni rispetto ai 5 giorni con il

trattamento con acyclovir cioegrave con una velocitagrave del 35 superiore Inoltre il miele ha

42

mostrato un azione migliore rispetto al farmaco in particolare la durata del dolore risultava

minore del 39 con fastidi moderati per non piugrave di 24 ore mentre con acyclovir il dolore

anche se moderato poteva prolungarsi fino a 72 ore Ersquo stato anche riscontrato un

insorgenza minore delle croste del 28 in chi utilizzava il miele in particolare in 5 pazienti le

lesioni non si sono evolute in croste cosa che non egrave mai avvenuta nei soggetti trattati con il

farmaco Ancora in due casi con il trattamento con il miele lrsquoherpes ha abortito cioegrave dopo i

primi sintomi non ha sviluppato lesioni e procurato fastidi al contrario dei pazienti trattati

con il farmaco Anche nei pazienti con herpes a livello genitale il miele si egrave mostrato piugrave

efficace del farmaco convenzionale con un tempo di guarigione minore del 53 una durata

del dolore inferiore del 50 anche qui con fastidi moderati e con una durata non superiore

alle 24 ore rispetto a bruciori da moderati a medi prolungati(anche per 3 giorni) nei pazienti

con trattamento con farmaco Inoltre egrave stato riscontrato anche a livello genitale un

insorgenza minore di croste del 49 in particolare in 5 pazienti trattati con il miele le lesioni

a livello genitale non si sono sviluppate in croste a differenza dei pazienti trattati con il

farmaco in cui le croste sono sempre apparse Infine egrave stato riscontrato anche a livello

genitale un aborto del virus in chi utilizzava il miele senza avere avuto nessun riscontro

invece nei pazienti trattati con farmaco

Lrsquoanalisi statistica ha mostrato un efficacia superiore del miele rispetto allrsquoutilizzo di

acyclovir per la cura e la risoluzione delle lesioni virali da herpes simplex labiale e genitale

(Ai-waili 2004) Tuttavia quale sia o quali siano i meccanismi drsquoazione che permettono al

miele di inibire la replicazione del virus sono poco conosciuti Un fattore che puograve

determinare lrsquoazione antivirale del miele puograve essere ricercato nel contenuto di flavonoidi(

azione antivirale) rame zinco vit E C normalmente presenti nel miele e di provata azione

antivirale(AI-Waili 2004) e infine lrsquoossido di azoto con un azione antivirale in vitro la cui

attivitagrave egrave stata rilevata anche sul virus dellrsquoHIV (Torre et al 2002 Schramm DD et al 2003)

Lrsquoherpes simplex egrave un infezione virale importante qualsiasi terapia si volesse seguire egrave

opportuno seguire sempre una supervisione e il consiglio del medico

Bibliografia

Al-Waili NS topical honey application vs acyclovir for the treatment of recurrent herpes

simplex lesions Med Sci Monit 2004 10(8) MT94-MT98

- Schramm DD Karim M Schrader HR Holt RR Cardetti M Keen CL Honey with high levels of antioxidants can provide protection to healthy human subjects J Agric Food Chem 200351(6)1732ndash5 doi 101021jf025928k - Torre D Pugliese A Speranza F Role of nitric oxide in HIV-1 infection friend or foe Lancet Infect Dis 2002 May2(5)273-80

27

Attuali evidenze epidemiologiche in tema di malattia

celiaca

A cura di Dottssa Chiara Di Gianvittorio ndash Dietista

La malattia celiaca egrave un disturbo

autoimmune che si sviluppa in

persone geneticamente predisposte

in conseguenza dellrsquoesposizione a

fattori ambientali (glutine nella dieta

come prima causa) La prevalenza

del disturbo egrave molto variabile gli

ultimi dati riguardo la distribuzione della malattia parlano di un incremento in alcune aree

mondiali Il miglioramento delle tecniche diagnostiche e la migliore conoscenza della

malattia non bastano perograve a spiegare la crescita verificatasi negli ultimi 30- 40 anni

La nuova epidemiologia dellrsquo intolleranza al glutine egrave ora caratterizzata da un aumento di

nuovi casi in aree storiche (Europa del Nord e gli Stati Uniti) ma piugrave interessante egrave la crescita

della malattia in nuove regioni (paesi asiatici) A spiegare ciograve probabilmente ci sono

cambiamenti nelle abitudini alimentari soprattutto in etagrave infantile oltre che lrsquoutilizzo di

nuovi mezzi diagnostici

In Europa e Stati Uniti la frequenza sulla popolazione egrave di circa lrsquo 1 con alcune differenze

regionali In Finlandia e Svezia si calcola una prevalenza del 2-3 mentre in Germania solo

dello 02 nonostante i fattori causali sembrino essere simili (livello di assunzione di glutine

e frequenza di HLA-DQ2 e -DQ8) Sebbene lincidenza e i casi diagnosticati siano in

aumento rimane lrsquo ldquoiceberg celiacordquo a nascondere con un rapporto che varia da 13 a 15

(casi diagnosticati e non diagnosticati) la reale distribuzione della malattia

Oltre a Europa e Nord America lepidemiologia dellrsquo intolleranza al glutine egrave stata studiata in

molti altri paesi per lo piugrave popolati da individui di origine europea In queste zone i dati si

sovrappongono in larga misura a quelli del vecchio e del nuovo continente Nuove evidenze

arrivano dal Nord Africa e dai Paesi del Medio Oriente in cui il disturbo egrave presente

nonostante la scarsa disponibilitagrave di strutture diagnostiche e la scarsa consapevolezza della

28

malattia In Saharawi una popolazione araba che vive nel Sahara occidentale la prevalenza

della malattia egrave eccezionalmente elevata (56) per ragioni ancora poco chiare

La conoscenza della malattia nelle regioni asiatiche invece egrave ancora limitata e per lo piugrave

confinata in India dove egrave stata riconosciuta sia nei bambini che negli adulti Tuttavia come

efficacemente descritto da una task force indiana lrsquointolleranza al glutine in India egrave

ldquoimmerso in un oceano di malnutrizionerdquo La frequenza sembra essere maggiore nella parte

settentrionale probabilmente in conseguenza del largo consumo di grano rispetto al riso

Difficile ottenere dei numeri ma si stima che da 5 a 8 milioni di persone in India potrebbero

avere la malattia Purtroppo perograve ad oggi solo poche migliaia di pazienti sono stati

diagnosticati

Infine difficile comprendere anche la distribuzione in Cina a causa della grande popolositagrave I

fattori predisponenti (consumo di grano e genotipo HLA-DQ2 e DQ8) sono presenti cosigrave

come le prime evidenze in letteratura ma egrave necessario proseguire negli accertamenti

epidemiologici Risulta invece raro il disturbo in paesi come Giappone Corea Indonesia e

Filippine a causa del basso consumo di frumento e del patrimonio genetico

In sintesi i dati disponibili suggeriscono che lincidenza dellrsquo intolleranza al glutine egrave

veramente in aumento e che la malattia egrave attualmente molto piugrave comune in alcune aree

rispetto al passato Ulteriori studi epidemiologici perograve si rendono necessari per

comprendere meglio la distribuzione sulla popolazione e la correlazione con i fattori genetici

e ambientali

Bibliografia

Bai JC Fried M et al -World gastroenterology organisation global guidelines on celiac disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed23314668) - J Clin Gastroenterol 2013 47121ndash6

Catassi C Gatti S et al- The New Epidemiology of Celiac Disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed24979197)- JPGN Luglio 2014 Volume 59 supplement 1

Fasano A Berti I et al- Prevalence of celiac disease in at-risk and not-at-risk groups in the United

States a large multi center study (httparchintejamanetworkcomarticleaspxarticleid=215079)-

Arch Int Med 2003163286ndash92

29

Kochhar R Dachdev S et al- Prevalence of coeliac disease in healthy blood donors a study from

north India (httpwwwsciencedirectcomsciencearticlepiiS1590865812000229)- Dig Liver Dis

201244530ndash2

Kang JY Kang AHY et al -Systematic review worldwide variation in the frequency of Coeliac Disease

and changes over time

(httponlinelibrarywileycomdoi101111apt12373abstractjsessionid=91309CB937E7B5E094A

3B7F08441695f04t04)- Aliment Pharmacol Ther 201338226ndash45

Mustalahti K Catassi C et al- The prevalence of celiac disease in Europe results of a centralized

international mass screening project

(httpinformahealthcarecomdoiabs103109078538902010505931)- Ann Med 201042587ndash

95

30

Malattia celiaca e microbiota intestinale il ruolo dei

Bifidobatteri

A cura di Dottssa Chiara Di Gianvittorio ndash Dietista

La malattia celiaca egrave un disordine autoimmune scatenato dallrsquoingestione di alimenti

contenenti glutine in soggetti predisposti Lrsquoinfiammazione che ne risulta a carico del

piccolo intestino provoca atrofia dei villi e malassorbimento dei nutrienti I fattori implicati

nello sviluppo di questa patologia sono genetici e ambientali Tra questi ultimi troviamo

unrsquoesposizione troppo precoce al glutine insufficiente allattamento al seno infezioni

intestinali e squilibri della flora batterica residente La manifestazione clinica egrave varia e

include disturbi gastrointestinali come gonfiore vomito diarrea dispepsia perdita di peso e

disturbi extraintestinali come anemia malattie del fegato e dermatiti

Attualmente in studio egrave la relazione tra malattia celiaca e flora batterica intestinale che

risulta fondamentale per lrsquoequilibrio e la salute del tratto gastroenterico Il microbiota

umano egrave infatti lrsquoinsieme di microrganismi simbiontici dellrsquointestino Negli esseri umani si

trovano tra le 500 e le 1000 specie differenti di microrganismi di cui la maggioranza

anaerobi Tra questi ci sono i Bifidobatteri che svolgono una duplice azione diretta

contrastando i batteri patogeni e indiretta per interazione con il tessuto linfoide intestinale

(GALT) di cui ne stimola lrsquoattivitagrave

Alcuni ceppi di questi batteri inoltre sembrano inibire la risposta infiammatoria e il danno

alla mucosa che insorgono in conseguenza dellrsquoingestione di gliadina Infatti studi in vitro

hanno mostrato che tali microrganismi possono ridurre la produzione di citochine

infiammatorie (IFN-γ e IFN-α) e aumentare quella di IL-10 Un ulteriore effetto positivo

riguarda lrsquoincremento di cellule caliciformi nel piccolo intestino ridotte a causa della tossicitagrave

da glutine Infine oltre agli effetti immunomodulatori ceppi specifici come il

Bifidobacterium longum contribuiscono allrsquoidrolisi dei peptidi di gliadina durante la

digestione riducendo la presenza di aminoacidi tossici e dei loro effetti avversi

I Bifidobatteri risultano quindi protettivi contro la risposta infiammatoria e il danno

mucosale causato dal glutine Ci si chiede a questo punto se squilibri della microflora

31

possano costituire concausa nello sviluppo della patologia e se egrave possibile migliorarne la

gestione ristabilendo lrsquoequilibrio intestinale con probiotici

Attualmente cambiamenti nel microbiota intestinale sono stati dimostrati nei bambini

celiaci Negli adulti le evidenze parlano di una riduzione di Bifidobatteri sia al momento della

diagnosi che a dieta aglutinata ed un aumento dei Bacteroides (batteri gram negativi e

anaerobici) sia nelle feci che sulle biopsie dei celiaci Inoltre crsquoegrave una riduzione nella

variabilitagrave della specie sia prima che dopo la dieta Tali squilibri vanno ovviamente ad

incidere sul processo patologico

I probiotici sono costituiti da microrganismi vivi che devono essere in grado di svolgere

effetti positivi sulla flora batterica intestinale In alcuni studi si egrave dimostrato come alcuni di

essi possano avere una particolare utilitagrave per i celiaci anche se si tratta ancora di approcci a

livello sperimentale Unrsquo indagine condotta su 64 soggetti (26 pazienti celiaci con dieta

contenente glutine 18 celiaci a dieta gluten-free e 20 soggetti sani) ha portato a valutare se

la flora batterica intestinale possa contribuire ai sintomi pro-infiammatori della celiachia e se

con due specifici ceppi di Bifidobatteri sia possibile ottenere benefici I risultati

confermarono le ipotesi e il ruolo positivo svolto dai ceppi Bifidobacterium longum e

Bifidobacterium bifidum sul quadro infiammatorio

Lrsquouso di specifici batteri probiotici potrebbe quindi contribuire al miglioramento della

patologia ma egrave necessario approfondire ulteriormente con modelli sperimentali e studi

clinici il loro ruolo a supporto della terapia classica

Bibliografia

Collado MC Donat E et al- Imbalances in faecal and duodenal Bifidobacterium species composition

in active and non active coeliac disease (httpwwwncbinlmnihgovpubmed19102766)- BMC

Microbiol 2008 2321-9

Di Cagno R Rizzello CG et al- Different fecal microbiotas and volatile organic compounds in treated

and entrate children with celiac diseaseAppl And Environ Microbiol 2009 75 3963-71

Golfetto L Senna FD et al- Lower Bifidobacteria counts in adult patients with celiac disease on a

gluten- free diet

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Lower+Bifidobacteria+counts+in+adult+patients+with

+celiac+disease+on+a+gluten-+free+diet)- Arq Gastroenterol 2014 51 139-43

32

Ghosh S- Advances in our understanding of the pathogenesis of celiac disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed21523256)- Can J Gastroenterol 2011 25186

Medina M De Palma G- Bifidobacterium strains suppress in vitro the pro-inflammatory milieu

trigged by large intestinal microbiota of coeliac patients

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Bifidobacterium+strains+suppress+in+vitro+the+pro-

inflammatory+milieu+trigged)- J Inflamm 2008 519

Sanders ME- Impact of probiotics on colonizing microbiota of the gut

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed21992949)- J Clin Gastroenterol 2011 45S115-9

Sanz Y De Pama G et al- Unraveling the ties between celiac disease and intestinal microbiota

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Unraveling+the+ties+between+celiac+disease)- Int

Rev Immunol 2011 30 207-18

33

CAPSICUM ANNUUM IL ROSSO CHE PROTEGGE LA

TUA SALUTE

A cura di Dottssa Giusi Balzano ndash Biologa nutrizionista

Il peperoncino rosso il cui nome scientifico egrave Capsicum annuum appartiene alla famiglia

delle Solanacee ed egrave originario delle Americhe

Dal ritrovamento di reperti archeologici sappiamo con certezza che fin dal 5000 aC circa la

popolazione messicana conosceva il peperoncino il quale fu importato in Europa da

Cristoforo Colombo nel 1493

Capsicum annuum

Il peperoncino a dispetto di tante credenze gode di tante proprietagrave benefiche e forse per

associazione con il pepe si tende erroneamente a credere che sia poco salutare

Come pianta egrave facilmente coltivabile e si adatta a diversi climi puograve essere coltivato nei vasi

e su un terrazzo limportante egrave che stia in pieno sole Nei periodi piugrave freddi conviene ad

ogni modo tenerlo al riparo in quanto non sopporta bene un clima troppo rigido Il

peperoncino egrave una pianta annuale e le parti consumate sono i frutti le bacche contenenti

dei semi bianco-giallastri Esistono tantissime qualitagrave di peperoncino e le bacche possono

essere consumate fresche cotte o crude I colori dei peperoncini (frutto) sono molteplici

verdi gialli rossi arancione bruno scuro e marrone scuro La sensazione di piccante data dal

peperoncino egrave dovuta alla capsaicina che in proporzione alla quantitagrave disponibile nel seme

ne determina appunto la piccantezza In realtagrave quando si mangia un peperoncino la

risposta di bruciore data dallorganismo egrave solo una sensazione che il cervello invia come

34

risposta allattivazione di alcuni termorecettori presenti nella bocca con cui proprio la

capsaicina viene a contatto Tra le proprietagrave del peperoncino troviamo

funzione dimagrante egrave accentuanto il consumo di calorie ad opera della capsaicina principio

attivo del peperoncino

proprietagrave antibiotiche antibatteriche e antiossidanti ad opera dei flavonoidi e capsaicinoidi

E anche molto utile nella cura di raffreddore bronchite e sinusite

flusso sanguignoazione vasodilatatrice il caratteristico potere piccante urticante del

peperoncino porta con seacute una specifica azione della capsicina sulla circolazione periferica

del sangue La dilatazione dei vasi sanguigni egrave funzionale alla regolazione ottimale della

pressione e della circolazione del sangue che aumenta dopo lassunzione I capillari

diventano piugrave elastici e il sangue risulta piugrave ossigenato Egrave per questo che il peperoncino utile

per scaldarsi in inverno diventa anche importante nella dieta estiva per difendersi dal caldo

torrido e dallumiditagrave

cuore e colesterolo la regolazione del flusso del sangue aiuta a mantenere pulito il sistema

endovenoso congiuntamente allazione della lecitina e di altri olii essenziali evitando la

comparsa di placche che bloccano il flusso sanguigno I capsaicinoidi svolgono unazione

importante nelle diete ad alto contenuto di sostanze grasse Il peperoncino aiuta a ridurre

eccessivi livelli di colesterolo accelerandone la ripartizione e lespulsione

digestione e metabolismo il peperoncino aumenta la secrezione di succhi gastrici e migliora

la digestione grazie al suo potere antifermentativo e inoltre tiene pulite le mucose Nelle

diete in cui egrave prevista unassunzione regolare linfluenza del capsicum porta a migliorare e

velocizzare i processi metabolici Attenzione perograve in caso di bruciore fastidioso e

persistente dopo ingestione di peperoncino associato ad uninfiammazione della gola

dellesofago o dello stomaco mangiare un pezzo di formaggio o di pane o bere birra risulta

essere di grande aiuto contro i fastidi menzionati

mal di collo e mal di schiena efficace contro artriti e reumatismi il peperoncino egrave un

ingrediente essenziale di molte creme e gel antinfiammatori ad azione topica Aiuta ad

alleviare il dolore migliorando la circolazione sanguigna

azione anti-tumorale la vitamina C egrave un significativo agente anti-cancro previene infezioni e

tumori I peperoncini freschi ne sono ricchi e riescono a fornirci acido ascorbico (vitamina C)

proprio in estate ed autunno quando la nostra dieta mediterranea egrave piugrave povera di agrumi

35

mal di testa e depressione lassunzione della capsicina provoca bruciore e dolore nella bocca

e nelle pareti interne del sistema gastroenterico Il nostro corpo reagisce cominciando a

rilasciare maggiori quantitagrave di adrenalina aumentando al contempo la produzione di

endorfine Il nostro corpo risulta energizzato laumento del flusso del sangue al cervello dagrave

sollievo poi sopraggiungono le endorfine vere e proprie ldquodrogherdquo naturali cioegrave oppioidi

endogeni che vengono prodotti internamente dal nostro organismo ed hanno potere

eccitativo ed analgesico alleviando cefalee ed altri dolori

azione afrodisiaca insieme alla vitamina C nel peperoncino cegrave anche la vitamina E

responsabile della stimolazione e della regolazione di molti processi legati alla feconditagrave

sessuale

Bibliografia

1 Tewksbury JJ Levey DJ Huizinga M Haak DC Traveset A Costs and benefits of capsaicin-mediated control of gut retention in dispersers of wild chilies Ecology 89 107-17 2008

2 Govindarajan VS Sathyanarayana MN Capsicum--production technology chemistry and quality Part V Impact on physiology pharmacology nutrition and metabolism structure pungency pain and desensitization sequences Crit Rev Food Sci Nutr 29 435-74 1991

36

Rape Rosse - Tubero e foglie un beneficio a 360deg

A cura di Dottssa Giusi Balzano ndash Biologa nutrizionista

Barbe rosse barbabietole rosse o ancora carote rosse

sono tutti sinonimi dialettali che fanno riferimento alle

rape rosse

Queste sono tuberi noti in botanica come Beta vulgaris

var rapa forma rubra si tratta di una pianta

appartenente alla famiglia delle Chenopodiaceae ed al genere Beta Menzionata in alcuni

antichissimi scritti greci risalenti al 420 aC periodo in cui il tubero rosso era noto

semplicemente come beta secondo il pensiero di altri autori lorigine delle rape rosse risale

addirittura al 2000 aC considerata la presenza di alcuni reperti archeologici che la

attestano

Malgrado gli appelli di dietologi e specialisti dellalimentazione si tende spesso a

dimenticare limportanza fitoterapica e benefica di alcuni ortaggi come in questo specifico

caso le rape rosse

Le rape rosse contengono pochissime calorie (solamente 19 per 100 grammi di prodotto)

per questo motivo rientrano tra i cibi ipocalorici ottimi alimenti preferibili in diete bilanciate

che presuppongono una marcata restrizione calorica Ersquo ricca di acqua corrispondente a

circa il 91 si contano solo il 4 di carboidrati ed il 26 di fibre contiene diverse vitamine

in particolare del gruppo B e una buona quota di sali minerali soprattutto potassio sodio

calcio ferro e fosforo ed egrave ricca anche di zuccheri Nella radice della rapa rossa si ritrova un

glicoside che attribuisce la tipica colorazione rosso vivo alla rapa si tratta della betaina

sfruttata dallindustria alimentare come colorante naturale (E 162) Altro pigmento

riscontrato nella rapa rossa egrave la betaxantina che le conferisce striature giallastre Ancora

nella radice di rapa rossa si trovano altre sostanze sfruttate nella fitoterapia e nella cosmesi

quali saponine antociani flavonoidi in genere ed allantoine (proprietagrave idratanti e

disarrossanti)

37

Proprietagrave terapiche

Una delle proprietagrave curative principali di questo ortaggio riguarda il potere lassativo spesso

utile per combattere la stitichezza e le emorroidi La rapa rossa egrave anche un buon rimedio per

migliorare la funzione epatica e combattere le infezioni delle vie urinarie Le sue foglie sono

unrsquoottima fonte di vitamina A e le radici sono una buona fonte di vitamina C Le foglie

vengono cucinate o servite fresche come verdura mentre le radici o teste possono essere

affettate in insalate o cotte intere e poi tagliate a fettine o a tocchetti

Le rape rosse sono particolarmente ricche di folati fondamentali alleati contro le malattie

cardiache e lrsquoanemia in quanto coinvolti nella produzione di globuli rossi e bianchi nella

sintesi di materiale genetico e nella formazione di anticorpi nel sistema immunitario Esse

sono anche ricchi di fibre solubili e insolubili La fibra insolubile aiuta a mantenere il tratto

intestinale funzionante mentre la fibra solubile controlla il livello di zucchero nel sangue e

abbassa il colesterolo Nelle sue foglie egrave abbondante il beta-carotene il ferro e il calcio

Ricche di vitamine del gruppo B come B1 B2 B3 e B6 per quanto concerne il contenuto di

sali minerali questa egrave un ortaggio ricco di iodio sodio e potassio ma anche in quantitagrave

minori di magnesio Lo iodio egrave un minerale essenziale per il corretto funzionamento della

ghiandola tiroidea che regola il metabolismo mentre il potassio e il sodio sono necessari per

la generazione e la trasmissione degli impulsi nervosi attivitagrave muscolare a parte il bilancio

idrico allrsquointerno e allrsquoesterno della cellula

Il succo crudo di barbabietola (Fig 1) egrave particolarmente idoneo per tutte le persone che

soffrono di anemia in quanto favorisce la formazione di globuli rossi nel sangue inoltre ha

proprietagrave diuretiche e favorisce la digestione

Fig1 succo crudo di barbabietola rossa

38

Ortaggio anticancro

Nella rivista International Journal of Cancer si discute sul ruolo delle rape rosse come

potenziale alimento anticancro la questione egrave per certi versi discutibile ed oscura e non

esiste alcuna dimostrazione indubbia ed inequivocabile che accerti lipotesi In particolare

nella rivista sopraccitata si discute del possibile ruolo delle rape rosse nella prevenzione del

tumore al colon per altri le rape rosse sarebbero in grado non solo di prevenirne il cancro

ma anche di contrastarlo

Bibliografia

Kazimierczak R Hallmann E Lipowski J Drela N Kowalik A Puumlssa T Matt D Luik A Gozdowski D Rembiałkowska E

Beetroot (Beta vulgaris L) and naturally fermented beetroot juices from organic and conventional production metabolomics antioxidant levels and anticancer activity

J Sci Food Agric 2014 May

39

Sigrave ai legumi nella prevenzione delle malattie tumorali

A cura di Dottssa Bruzzone Francesca ndash Dietista

Con il termine ldquolegumirdquo si intendono tutti quei semi commestibili derivanti dalle piante

dicotiledoni dellrsquoordine delle Fabales tra cui rientrano i fagioli le lenticchie le fave i piselli

i lupini i ceci le carrube le cicerchie le arachidi e la soia

I legumi sono alimenti ricchi di proteine tanto da essere stati denominati come ldquola carne dei

poverirdquo Essi possiedono un buon contenuto in amminoacidi (ad eccezione di quelli solforati

e del triptofano) carboidrati fibre Calcio Ferro e Potassio a discapito di grassi e

colesterolo

In abbinamento ai cereali i legumi costituiscono un ottimo e saziante piatto unico dove

convergono carboidrati e proteine e dove gli amminoacidi carenti nei cereali (come la lisina)

si integrano con quelli dei legumi e viceversa Queste qualitagrave rendono tali semi

particolarmente adeguati sia nella prevenzione che nel trattamento di numerose malattie

metaboliche come il diabete mellito le dislipidemie la sindrome metabolica il sovrappeso e

lrsquoobesitagrave Di recente inoltre egrave stato attribuito un altro importante ruolo benefico ai legumi

quello di ostacolare la crescita di alcune forme tumorali

Un lavoro effettuato da un gruppo di ricercatori dellUniversity College di Londra del

Dipartimento di Scienze Chirurgiche dell`Universitagrave di Chieti e del Laboratorio di

Farmacologia Molecolare dell`Istituto Mario Negri di Milano e pubblicato sulla rivista

statunitense ldquoCancer Researchrdquo infatti ha scoperto la presenza di inositolo pentachisfosfato

nella maggior parte dei legumi (in particolare in lenticchie piselli e fagioli) e nelle noci Tale

40

composto sembrerebbe inibire lrsquoenzima fosfoinositide 3-chinasi coinvolto nella crescita e

nella progressione dei tumori e capace di aumentare la resistenza al trattamento con agenti

chemoterapeutici Il segnale attivato dalla fosfoinositide 3-chinasi infatti rappresenta un

target importante per lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche anticancro e questo studio

dimostra come lrsquoinositolo pentafosfato sia capace di antagonizzare in maniera specifica

questo segnale nelle cellule tumorali inducendone lrsquoapoptosi (morte programmata)

Lrsquoinositolo pentafosfato ha una struttura molecolare analoga al prodotto dellrsquoattivitagrave

enzimatica della fosfoinositide 3-chinasi che attiva segnali specifici per la progressione del

cancro Il meccanismo secondo il quale lrsquoinositolo pentafosfato disattiva le proteine

iperattive nei tumori dalla membrana plasmatica permette di inibire sia la crescita delle

cellule tumorali umane in coltura sia lo sviluppo dei tumori nei topi In queste condizioni

lrsquoinositolo pentafosfato ha dimostrato unrsquoattivitagrave farmacologica comparabile e potenziante

quella del farmaco citotossico cisplatino molto usato in chemioterapia antitumorale ma

associato a effetti collaterali come nausea vomito formicolio a mani e piedi caduta dei

capelli e alterazione della funzionalitagrave renale (gli inositoli fosfati invece non sono tossici

neanche a concentrazioni piugrave elevate di quelle usate in questo studio e possono essere

assorbiti per via orale) I principali effetti positivi sono stati riscontrati a livello di ovaie e

polmoni

Lrsquoinositolo pentafosfato inoltre si egrave dimostrato capace di inibire lo sviluppo dei nuovi vasi

sanguigni indispensabili per la nutrizione e lo sviluppo del tumore (angiogenesi) bloccando

quindi un meccanismo fondamentale per la sua crescita

Sitografia

ldquoLe Scienze edizione italiana di Scientifica Americanrdquo ndashLegumi e cereali conto il cancro-

ldquoAssociazione Giacomo-onlusrdquo -Inositolo Pentafosfato da legumi e arachidi una nuova strada

nella cura dei tumori

41

Tra le mille virtursquo del miele la cura dellrsquoherpes simplex

A cura di Dottssa Serena Pascucci Biologa Nutrizionista

Le molteplici proprietagrave del miele sono note fin dallrsquoantichitagrave

per le sue capacitagrave antisettiche antibiotiche e cicatrizzanti

e il suo uso nella medicina moderna sta riscontrando

sempre piugrave maggiore interesse

Diversi studi

hanno valutato

lrsquoefficacia del miele contro alcuni virus tra cui di

particolare importanza egrave emersa lrsquoefficacia del

miele per il trattamento dellrsquoHerpes Simplex sia a

livello labiale sia a livello genitale Lo studio del

2004 condotto presso una clinica privata a Dubai

ha selezionato 16 pazienti con ricorrenti manifestazioni del virus otto affetti da Herpes

simplex a livello labiale e otto a livello genitale con un etagrave compresa tra i 35 e i 45 anni sia

maschi che femmine Ersquo stata valutata e considerata lrsquoefficacia del miele nel trattamento

delle lesioni prodotte dal virus in confronto a un comune farmaco antivirale utilizzato

normalmente (Acyclovir) I pazienti prescelti prima della prova non dovevano sottoporsi ad

altre cure antivirali A scelta casuale sono stati selezionati quattro pazienti con herpes

labiale e quattro con herpes genitale che hanno effettuato il primo trattamento con il miele

gli altri otto con il farmaco comune antivirale a base di 5 di acyclovir Alla seconda

comparsa della manifestazione del virus egrave stato effettuato lrsquoopposto Nello studio egrave stato

somministrato un miele multiflora direttamente sulle lesioni prodotte dal virus su una garza

a contatto con la lesione per un quarto drsquoora per 4 volte al giorno fino alla completa

guarigione mentre il farmaco veniva applicato 6 volte al giorno Da questa prova egrave stata

riscontrata una durata delle lesioni dalla prima comparsa alla completa scomparsa di circa

12 giorni in media per entrambi i trattamenti ma nel caso dei pazienti con herpes labiale

trattati con il miele la guarigione egrave avvenuta in circa 3 giorni rispetto ai 5 giorni con il

trattamento con acyclovir cioegrave con una velocitagrave del 35 superiore Inoltre il miele ha

42

mostrato un azione migliore rispetto al farmaco in particolare la durata del dolore risultava

minore del 39 con fastidi moderati per non piugrave di 24 ore mentre con acyclovir il dolore

anche se moderato poteva prolungarsi fino a 72 ore Ersquo stato anche riscontrato un

insorgenza minore delle croste del 28 in chi utilizzava il miele in particolare in 5 pazienti le

lesioni non si sono evolute in croste cosa che non egrave mai avvenuta nei soggetti trattati con il

farmaco Ancora in due casi con il trattamento con il miele lrsquoherpes ha abortito cioegrave dopo i

primi sintomi non ha sviluppato lesioni e procurato fastidi al contrario dei pazienti trattati

con il farmaco Anche nei pazienti con herpes a livello genitale il miele si egrave mostrato piugrave

efficace del farmaco convenzionale con un tempo di guarigione minore del 53 una durata

del dolore inferiore del 50 anche qui con fastidi moderati e con una durata non superiore

alle 24 ore rispetto a bruciori da moderati a medi prolungati(anche per 3 giorni) nei pazienti

con trattamento con farmaco Inoltre egrave stato riscontrato anche a livello genitale un

insorgenza minore di croste del 49 in particolare in 5 pazienti trattati con il miele le lesioni

a livello genitale non si sono sviluppate in croste a differenza dei pazienti trattati con il

farmaco in cui le croste sono sempre apparse Infine egrave stato riscontrato anche a livello

genitale un aborto del virus in chi utilizzava il miele senza avere avuto nessun riscontro

invece nei pazienti trattati con farmaco

Lrsquoanalisi statistica ha mostrato un efficacia superiore del miele rispetto allrsquoutilizzo di

acyclovir per la cura e la risoluzione delle lesioni virali da herpes simplex labiale e genitale

(Ai-waili 2004) Tuttavia quale sia o quali siano i meccanismi drsquoazione che permettono al

miele di inibire la replicazione del virus sono poco conosciuti Un fattore che puograve

determinare lrsquoazione antivirale del miele puograve essere ricercato nel contenuto di flavonoidi(

azione antivirale) rame zinco vit E C normalmente presenti nel miele e di provata azione

antivirale(AI-Waili 2004) e infine lrsquoossido di azoto con un azione antivirale in vitro la cui

attivitagrave egrave stata rilevata anche sul virus dellrsquoHIV (Torre et al 2002 Schramm DD et al 2003)

Lrsquoherpes simplex egrave un infezione virale importante qualsiasi terapia si volesse seguire egrave

opportuno seguire sempre una supervisione e il consiglio del medico

Bibliografia

Al-Waili NS topical honey application vs acyclovir for the treatment of recurrent herpes

simplex lesions Med Sci Monit 2004 10(8) MT94-MT98

- Schramm DD Karim M Schrader HR Holt RR Cardetti M Keen CL Honey with high levels of antioxidants can provide protection to healthy human subjects J Agric Food Chem 200351(6)1732ndash5 doi 101021jf025928k - Torre D Pugliese A Speranza F Role of nitric oxide in HIV-1 infection friend or foe Lancet Infect Dis 2002 May2(5)273-80

28

malattia In Saharawi una popolazione araba che vive nel Sahara occidentale la prevalenza

della malattia egrave eccezionalmente elevata (56) per ragioni ancora poco chiare

La conoscenza della malattia nelle regioni asiatiche invece egrave ancora limitata e per lo piugrave

confinata in India dove egrave stata riconosciuta sia nei bambini che negli adulti Tuttavia come

efficacemente descritto da una task force indiana lrsquointolleranza al glutine in India egrave

ldquoimmerso in un oceano di malnutrizionerdquo La frequenza sembra essere maggiore nella parte

settentrionale probabilmente in conseguenza del largo consumo di grano rispetto al riso

Difficile ottenere dei numeri ma si stima che da 5 a 8 milioni di persone in India potrebbero

avere la malattia Purtroppo perograve ad oggi solo poche migliaia di pazienti sono stati

diagnosticati

Infine difficile comprendere anche la distribuzione in Cina a causa della grande popolositagrave I

fattori predisponenti (consumo di grano e genotipo HLA-DQ2 e DQ8) sono presenti cosigrave

come le prime evidenze in letteratura ma egrave necessario proseguire negli accertamenti

epidemiologici Risulta invece raro il disturbo in paesi come Giappone Corea Indonesia e

Filippine a causa del basso consumo di frumento e del patrimonio genetico

In sintesi i dati disponibili suggeriscono che lincidenza dellrsquo intolleranza al glutine egrave

veramente in aumento e che la malattia egrave attualmente molto piugrave comune in alcune aree

rispetto al passato Ulteriori studi epidemiologici perograve si rendono necessari per

comprendere meglio la distribuzione sulla popolazione e la correlazione con i fattori genetici

e ambientali

Bibliografia

Bai JC Fried M et al -World gastroenterology organisation global guidelines on celiac disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed23314668) - J Clin Gastroenterol 2013 47121ndash6

Catassi C Gatti S et al- The New Epidemiology of Celiac Disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed24979197)- JPGN Luglio 2014 Volume 59 supplement 1

Fasano A Berti I et al- Prevalence of celiac disease in at-risk and not-at-risk groups in the United

States a large multi center study (httparchintejamanetworkcomarticleaspxarticleid=215079)-

Arch Int Med 2003163286ndash92

29

Kochhar R Dachdev S et al- Prevalence of coeliac disease in healthy blood donors a study from

north India (httpwwwsciencedirectcomsciencearticlepiiS1590865812000229)- Dig Liver Dis

201244530ndash2

Kang JY Kang AHY et al -Systematic review worldwide variation in the frequency of Coeliac Disease

and changes over time

(httponlinelibrarywileycomdoi101111apt12373abstractjsessionid=91309CB937E7B5E094A

3B7F08441695f04t04)- Aliment Pharmacol Ther 201338226ndash45

Mustalahti K Catassi C et al- The prevalence of celiac disease in Europe results of a centralized

international mass screening project

(httpinformahealthcarecomdoiabs103109078538902010505931)- Ann Med 201042587ndash

95

30

Malattia celiaca e microbiota intestinale il ruolo dei

Bifidobatteri

A cura di Dottssa Chiara Di Gianvittorio ndash Dietista

La malattia celiaca egrave un disordine autoimmune scatenato dallrsquoingestione di alimenti

contenenti glutine in soggetti predisposti Lrsquoinfiammazione che ne risulta a carico del

piccolo intestino provoca atrofia dei villi e malassorbimento dei nutrienti I fattori implicati

nello sviluppo di questa patologia sono genetici e ambientali Tra questi ultimi troviamo

unrsquoesposizione troppo precoce al glutine insufficiente allattamento al seno infezioni

intestinali e squilibri della flora batterica residente La manifestazione clinica egrave varia e

include disturbi gastrointestinali come gonfiore vomito diarrea dispepsia perdita di peso e

disturbi extraintestinali come anemia malattie del fegato e dermatiti

Attualmente in studio egrave la relazione tra malattia celiaca e flora batterica intestinale che

risulta fondamentale per lrsquoequilibrio e la salute del tratto gastroenterico Il microbiota

umano egrave infatti lrsquoinsieme di microrganismi simbiontici dellrsquointestino Negli esseri umani si

trovano tra le 500 e le 1000 specie differenti di microrganismi di cui la maggioranza

anaerobi Tra questi ci sono i Bifidobatteri che svolgono una duplice azione diretta

contrastando i batteri patogeni e indiretta per interazione con il tessuto linfoide intestinale

(GALT) di cui ne stimola lrsquoattivitagrave

Alcuni ceppi di questi batteri inoltre sembrano inibire la risposta infiammatoria e il danno

alla mucosa che insorgono in conseguenza dellrsquoingestione di gliadina Infatti studi in vitro

hanno mostrato che tali microrganismi possono ridurre la produzione di citochine

infiammatorie (IFN-γ e IFN-α) e aumentare quella di IL-10 Un ulteriore effetto positivo

riguarda lrsquoincremento di cellule caliciformi nel piccolo intestino ridotte a causa della tossicitagrave

da glutine Infine oltre agli effetti immunomodulatori ceppi specifici come il

Bifidobacterium longum contribuiscono allrsquoidrolisi dei peptidi di gliadina durante la

digestione riducendo la presenza di aminoacidi tossici e dei loro effetti avversi

I Bifidobatteri risultano quindi protettivi contro la risposta infiammatoria e il danno

mucosale causato dal glutine Ci si chiede a questo punto se squilibri della microflora

31

possano costituire concausa nello sviluppo della patologia e se egrave possibile migliorarne la

gestione ristabilendo lrsquoequilibrio intestinale con probiotici

Attualmente cambiamenti nel microbiota intestinale sono stati dimostrati nei bambini

celiaci Negli adulti le evidenze parlano di una riduzione di Bifidobatteri sia al momento della

diagnosi che a dieta aglutinata ed un aumento dei Bacteroides (batteri gram negativi e

anaerobici) sia nelle feci che sulle biopsie dei celiaci Inoltre crsquoegrave una riduzione nella

variabilitagrave della specie sia prima che dopo la dieta Tali squilibri vanno ovviamente ad

incidere sul processo patologico

I probiotici sono costituiti da microrganismi vivi che devono essere in grado di svolgere

effetti positivi sulla flora batterica intestinale In alcuni studi si egrave dimostrato come alcuni di

essi possano avere una particolare utilitagrave per i celiaci anche se si tratta ancora di approcci a

livello sperimentale Unrsquo indagine condotta su 64 soggetti (26 pazienti celiaci con dieta

contenente glutine 18 celiaci a dieta gluten-free e 20 soggetti sani) ha portato a valutare se

la flora batterica intestinale possa contribuire ai sintomi pro-infiammatori della celiachia e se

con due specifici ceppi di Bifidobatteri sia possibile ottenere benefici I risultati

confermarono le ipotesi e il ruolo positivo svolto dai ceppi Bifidobacterium longum e

Bifidobacterium bifidum sul quadro infiammatorio

Lrsquouso di specifici batteri probiotici potrebbe quindi contribuire al miglioramento della

patologia ma egrave necessario approfondire ulteriormente con modelli sperimentali e studi

clinici il loro ruolo a supporto della terapia classica

Bibliografia

Collado MC Donat E et al- Imbalances in faecal and duodenal Bifidobacterium species composition

in active and non active coeliac disease (httpwwwncbinlmnihgovpubmed19102766)- BMC

Microbiol 2008 2321-9

Di Cagno R Rizzello CG et al- Different fecal microbiotas and volatile organic compounds in treated

and entrate children with celiac diseaseAppl And Environ Microbiol 2009 75 3963-71

Golfetto L Senna FD et al- Lower Bifidobacteria counts in adult patients with celiac disease on a

gluten- free diet

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Lower+Bifidobacteria+counts+in+adult+patients+with

+celiac+disease+on+a+gluten-+free+diet)- Arq Gastroenterol 2014 51 139-43

32

Ghosh S- Advances in our understanding of the pathogenesis of celiac disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed21523256)- Can J Gastroenterol 2011 25186

Medina M De Palma G- Bifidobacterium strains suppress in vitro the pro-inflammatory milieu

trigged by large intestinal microbiota of coeliac patients

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Bifidobacterium+strains+suppress+in+vitro+the+pro-

inflammatory+milieu+trigged)- J Inflamm 2008 519

Sanders ME- Impact of probiotics on colonizing microbiota of the gut

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed21992949)- J Clin Gastroenterol 2011 45S115-9

Sanz Y De Pama G et al- Unraveling the ties between celiac disease and intestinal microbiota

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Unraveling+the+ties+between+celiac+disease)- Int

Rev Immunol 2011 30 207-18

33

CAPSICUM ANNUUM IL ROSSO CHE PROTEGGE LA

TUA SALUTE

A cura di Dottssa Giusi Balzano ndash Biologa nutrizionista

Il peperoncino rosso il cui nome scientifico egrave Capsicum annuum appartiene alla famiglia

delle Solanacee ed egrave originario delle Americhe

Dal ritrovamento di reperti archeologici sappiamo con certezza che fin dal 5000 aC circa la

popolazione messicana conosceva il peperoncino il quale fu importato in Europa da

Cristoforo Colombo nel 1493

Capsicum annuum

Il peperoncino a dispetto di tante credenze gode di tante proprietagrave benefiche e forse per

associazione con il pepe si tende erroneamente a credere che sia poco salutare

Come pianta egrave facilmente coltivabile e si adatta a diversi climi puograve essere coltivato nei vasi

e su un terrazzo limportante egrave che stia in pieno sole Nei periodi piugrave freddi conviene ad

ogni modo tenerlo al riparo in quanto non sopporta bene un clima troppo rigido Il

peperoncino egrave una pianta annuale e le parti consumate sono i frutti le bacche contenenti

dei semi bianco-giallastri Esistono tantissime qualitagrave di peperoncino e le bacche possono

essere consumate fresche cotte o crude I colori dei peperoncini (frutto) sono molteplici

verdi gialli rossi arancione bruno scuro e marrone scuro La sensazione di piccante data dal

peperoncino egrave dovuta alla capsaicina che in proporzione alla quantitagrave disponibile nel seme

ne determina appunto la piccantezza In realtagrave quando si mangia un peperoncino la

risposta di bruciore data dallorganismo egrave solo una sensazione che il cervello invia come

34

risposta allattivazione di alcuni termorecettori presenti nella bocca con cui proprio la

capsaicina viene a contatto Tra le proprietagrave del peperoncino troviamo

funzione dimagrante egrave accentuanto il consumo di calorie ad opera della capsaicina principio

attivo del peperoncino

proprietagrave antibiotiche antibatteriche e antiossidanti ad opera dei flavonoidi e capsaicinoidi

E anche molto utile nella cura di raffreddore bronchite e sinusite

flusso sanguignoazione vasodilatatrice il caratteristico potere piccante urticante del

peperoncino porta con seacute una specifica azione della capsicina sulla circolazione periferica

del sangue La dilatazione dei vasi sanguigni egrave funzionale alla regolazione ottimale della

pressione e della circolazione del sangue che aumenta dopo lassunzione I capillari

diventano piugrave elastici e il sangue risulta piugrave ossigenato Egrave per questo che il peperoncino utile

per scaldarsi in inverno diventa anche importante nella dieta estiva per difendersi dal caldo

torrido e dallumiditagrave

cuore e colesterolo la regolazione del flusso del sangue aiuta a mantenere pulito il sistema

endovenoso congiuntamente allazione della lecitina e di altri olii essenziali evitando la

comparsa di placche che bloccano il flusso sanguigno I capsaicinoidi svolgono unazione

importante nelle diete ad alto contenuto di sostanze grasse Il peperoncino aiuta a ridurre

eccessivi livelli di colesterolo accelerandone la ripartizione e lespulsione

digestione e metabolismo il peperoncino aumenta la secrezione di succhi gastrici e migliora

la digestione grazie al suo potere antifermentativo e inoltre tiene pulite le mucose Nelle

diete in cui egrave prevista unassunzione regolare linfluenza del capsicum porta a migliorare e

velocizzare i processi metabolici Attenzione perograve in caso di bruciore fastidioso e

persistente dopo ingestione di peperoncino associato ad uninfiammazione della gola

dellesofago o dello stomaco mangiare un pezzo di formaggio o di pane o bere birra risulta

essere di grande aiuto contro i fastidi menzionati

mal di collo e mal di schiena efficace contro artriti e reumatismi il peperoncino egrave un

ingrediente essenziale di molte creme e gel antinfiammatori ad azione topica Aiuta ad

alleviare il dolore migliorando la circolazione sanguigna

azione anti-tumorale la vitamina C egrave un significativo agente anti-cancro previene infezioni e

tumori I peperoncini freschi ne sono ricchi e riescono a fornirci acido ascorbico (vitamina C)

proprio in estate ed autunno quando la nostra dieta mediterranea egrave piugrave povera di agrumi

35

mal di testa e depressione lassunzione della capsicina provoca bruciore e dolore nella bocca

e nelle pareti interne del sistema gastroenterico Il nostro corpo reagisce cominciando a

rilasciare maggiori quantitagrave di adrenalina aumentando al contempo la produzione di

endorfine Il nostro corpo risulta energizzato laumento del flusso del sangue al cervello dagrave

sollievo poi sopraggiungono le endorfine vere e proprie ldquodrogherdquo naturali cioegrave oppioidi

endogeni che vengono prodotti internamente dal nostro organismo ed hanno potere

eccitativo ed analgesico alleviando cefalee ed altri dolori

azione afrodisiaca insieme alla vitamina C nel peperoncino cegrave anche la vitamina E

responsabile della stimolazione e della regolazione di molti processi legati alla feconditagrave

sessuale

Bibliografia

1 Tewksbury JJ Levey DJ Huizinga M Haak DC Traveset A Costs and benefits of capsaicin-mediated control of gut retention in dispersers of wild chilies Ecology 89 107-17 2008

2 Govindarajan VS Sathyanarayana MN Capsicum--production technology chemistry and quality Part V Impact on physiology pharmacology nutrition and metabolism structure pungency pain and desensitization sequences Crit Rev Food Sci Nutr 29 435-74 1991

36

Rape Rosse - Tubero e foglie un beneficio a 360deg

A cura di Dottssa Giusi Balzano ndash Biologa nutrizionista

Barbe rosse barbabietole rosse o ancora carote rosse

sono tutti sinonimi dialettali che fanno riferimento alle

rape rosse

Queste sono tuberi noti in botanica come Beta vulgaris

var rapa forma rubra si tratta di una pianta

appartenente alla famiglia delle Chenopodiaceae ed al genere Beta Menzionata in alcuni

antichissimi scritti greci risalenti al 420 aC periodo in cui il tubero rosso era noto

semplicemente come beta secondo il pensiero di altri autori lorigine delle rape rosse risale

addirittura al 2000 aC considerata la presenza di alcuni reperti archeologici che la

attestano

Malgrado gli appelli di dietologi e specialisti dellalimentazione si tende spesso a

dimenticare limportanza fitoterapica e benefica di alcuni ortaggi come in questo specifico

caso le rape rosse

Le rape rosse contengono pochissime calorie (solamente 19 per 100 grammi di prodotto)

per questo motivo rientrano tra i cibi ipocalorici ottimi alimenti preferibili in diete bilanciate

che presuppongono una marcata restrizione calorica Ersquo ricca di acqua corrispondente a

circa il 91 si contano solo il 4 di carboidrati ed il 26 di fibre contiene diverse vitamine

in particolare del gruppo B e una buona quota di sali minerali soprattutto potassio sodio

calcio ferro e fosforo ed egrave ricca anche di zuccheri Nella radice della rapa rossa si ritrova un

glicoside che attribuisce la tipica colorazione rosso vivo alla rapa si tratta della betaina

sfruttata dallindustria alimentare come colorante naturale (E 162) Altro pigmento

riscontrato nella rapa rossa egrave la betaxantina che le conferisce striature giallastre Ancora

nella radice di rapa rossa si trovano altre sostanze sfruttate nella fitoterapia e nella cosmesi

quali saponine antociani flavonoidi in genere ed allantoine (proprietagrave idratanti e

disarrossanti)

37

Proprietagrave terapiche

Una delle proprietagrave curative principali di questo ortaggio riguarda il potere lassativo spesso

utile per combattere la stitichezza e le emorroidi La rapa rossa egrave anche un buon rimedio per

migliorare la funzione epatica e combattere le infezioni delle vie urinarie Le sue foglie sono

unrsquoottima fonte di vitamina A e le radici sono una buona fonte di vitamina C Le foglie

vengono cucinate o servite fresche come verdura mentre le radici o teste possono essere

affettate in insalate o cotte intere e poi tagliate a fettine o a tocchetti

Le rape rosse sono particolarmente ricche di folati fondamentali alleati contro le malattie

cardiache e lrsquoanemia in quanto coinvolti nella produzione di globuli rossi e bianchi nella

sintesi di materiale genetico e nella formazione di anticorpi nel sistema immunitario Esse

sono anche ricchi di fibre solubili e insolubili La fibra insolubile aiuta a mantenere il tratto

intestinale funzionante mentre la fibra solubile controlla il livello di zucchero nel sangue e

abbassa il colesterolo Nelle sue foglie egrave abbondante il beta-carotene il ferro e il calcio

Ricche di vitamine del gruppo B come B1 B2 B3 e B6 per quanto concerne il contenuto di

sali minerali questa egrave un ortaggio ricco di iodio sodio e potassio ma anche in quantitagrave

minori di magnesio Lo iodio egrave un minerale essenziale per il corretto funzionamento della

ghiandola tiroidea che regola il metabolismo mentre il potassio e il sodio sono necessari per

la generazione e la trasmissione degli impulsi nervosi attivitagrave muscolare a parte il bilancio

idrico allrsquointerno e allrsquoesterno della cellula

Il succo crudo di barbabietola (Fig 1) egrave particolarmente idoneo per tutte le persone che

soffrono di anemia in quanto favorisce la formazione di globuli rossi nel sangue inoltre ha

proprietagrave diuretiche e favorisce la digestione

Fig1 succo crudo di barbabietola rossa

38

Ortaggio anticancro

Nella rivista International Journal of Cancer si discute sul ruolo delle rape rosse come

potenziale alimento anticancro la questione egrave per certi versi discutibile ed oscura e non

esiste alcuna dimostrazione indubbia ed inequivocabile che accerti lipotesi In particolare

nella rivista sopraccitata si discute del possibile ruolo delle rape rosse nella prevenzione del

tumore al colon per altri le rape rosse sarebbero in grado non solo di prevenirne il cancro

ma anche di contrastarlo

Bibliografia

Kazimierczak R Hallmann E Lipowski J Drela N Kowalik A Puumlssa T Matt D Luik A Gozdowski D Rembiałkowska E

Beetroot (Beta vulgaris L) and naturally fermented beetroot juices from organic and conventional production metabolomics antioxidant levels and anticancer activity

J Sci Food Agric 2014 May

39

Sigrave ai legumi nella prevenzione delle malattie tumorali

A cura di Dottssa Bruzzone Francesca ndash Dietista

Con il termine ldquolegumirdquo si intendono tutti quei semi commestibili derivanti dalle piante

dicotiledoni dellrsquoordine delle Fabales tra cui rientrano i fagioli le lenticchie le fave i piselli

i lupini i ceci le carrube le cicerchie le arachidi e la soia

I legumi sono alimenti ricchi di proteine tanto da essere stati denominati come ldquola carne dei

poverirdquo Essi possiedono un buon contenuto in amminoacidi (ad eccezione di quelli solforati

e del triptofano) carboidrati fibre Calcio Ferro e Potassio a discapito di grassi e

colesterolo

In abbinamento ai cereali i legumi costituiscono un ottimo e saziante piatto unico dove

convergono carboidrati e proteine e dove gli amminoacidi carenti nei cereali (come la lisina)

si integrano con quelli dei legumi e viceversa Queste qualitagrave rendono tali semi

particolarmente adeguati sia nella prevenzione che nel trattamento di numerose malattie

metaboliche come il diabete mellito le dislipidemie la sindrome metabolica il sovrappeso e

lrsquoobesitagrave Di recente inoltre egrave stato attribuito un altro importante ruolo benefico ai legumi

quello di ostacolare la crescita di alcune forme tumorali

Un lavoro effettuato da un gruppo di ricercatori dellUniversity College di Londra del

Dipartimento di Scienze Chirurgiche dell`Universitagrave di Chieti e del Laboratorio di

Farmacologia Molecolare dell`Istituto Mario Negri di Milano e pubblicato sulla rivista

statunitense ldquoCancer Researchrdquo infatti ha scoperto la presenza di inositolo pentachisfosfato

nella maggior parte dei legumi (in particolare in lenticchie piselli e fagioli) e nelle noci Tale

40

composto sembrerebbe inibire lrsquoenzima fosfoinositide 3-chinasi coinvolto nella crescita e

nella progressione dei tumori e capace di aumentare la resistenza al trattamento con agenti

chemoterapeutici Il segnale attivato dalla fosfoinositide 3-chinasi infatti rappresenta un

target importante per lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche anticancro e questo studio

dimostra come lrsquoinositolo pentafosfato sia capace di antagonizzare in maniera specifica

questo segnale nelle cellule tumorali inducendone lrsquoapoptosi (morte programmata)

Lrsquoinositolo pentafosfato ha una struttura molecolare analoga al prodotto dellrsquoattivitagrave

enzimatica della fosfoinositide 3-chinasi che attiva segnali specifici per la progressione del

cancro Il meccanismo secondo il quale lrsquoinositolo pentafosfato disattiva le proteine

iperattive nei tumori dalla membrana plasmatica permette di inibire sia la crescita delle

cellule tumorali umane in coltura sia lo sviluppo dei tumori nei topi In queste condizioni

lrsquoinositolo pentafosfato ha dimostrato unrsquoattivitagrave farmacologica comparabile e potenziante

quella del farmaco citotossico cisplatino molto usato in chemioterapia antitumorale ma

associato a effetti collaterali come nausea vomito formicolio a mani e piedi caduta dei

capelli e alterazione della funzionalitagrave renale (gli inositoli fosfati invece non sono tossici

neanche a concentrazioni piugrave elevate di quelle usate in questo studio e possono essere

assorbiti per via orale) I principali effetti positivi sono stati riscontrati a livello di ovaie e

polmoni

Lrsquoinositolo pentafosfato inoltre si egrave dimostrato capace di inibire lo sviluppo dei nuovi vasi

sanguigni indispensabili per la nutrizione e lo sviluppo del tumore (angiogenesi) bloccando

quindi un meccanismo fondamentale per la sua crescita

Sitografia

ldquoLe Scienze edizione italiana di Scientifica Americanrdquo ndashLegumi e cereali conto il cancro-

ldquoAssociazione Giacomo-onlusrdquo -Inositolo Pentafosfato da legumi e arachidi una nuova strada

nella cura dei tumori

41

Tra le mille virtursquo del miele la cura dellrsquoherpes simplex

A cura di Dottssa Serena Pascucci Biologa Nutrizionista

Le molteplici proprietagrave del miele sono note fin dallrsquoantichitagrave

per le sue capacitagrave antisettiche antibiotiche e cicatrizzanti

e il suo uso nella medicina moderna sta riscontrando

sempre piugrave maggiore interesse

Diversi studi

hanno valutato

lrsquoefficacia del miele contro alcuni virus tra cui di

particolare importanza egrave emersa lrsquoefficacia del

miele per il trattamento dellrsquoHerpes Simplex sia a

livello labiale sia a livello genitale Lo studio del

2004 condotto presso una clinica privata a Dubai

ha selezionato 16 pazienti con ricorrenti manifestazioni del virus otto affetti da Herpes

simplex a livello labiale e otto a livello genitale con un etagrave compresa tra i 35 e i 45 anni sia

maschi che femmine Ersquo stata valutata e considerata lrsquoefficacia del miele nel trattamento

delle lesioni prodotte dal virus in confronto a un comune farmaco antivirale utilizzato

normalmente (Acyclovir) I pazienti prescelti prima della prova non dovevano sottoporsi ad

altre cure antivirali A scelta casuale sono stati selezionati quattro pazienti con herpes

labiale e quattro con herpes genitale che hanno effettuato il primo trattamento con il miele

gli altri otto con il farmaco comune antivirale a base di 5 di acyclovir Alla seconda

comparsa della manifestazione del virus egrave stato effettuato lrsquoopposto Nello studio egrave stato

somministrato un miele multiflora direttamente sulle lesioni prodotte dal virus su una garza

a contatto con la lesione per un quarto drsquoora per 4 volte al giorno fino alla completa

guarigione mentre il farmaco veniva applicato 6 volte al giorno Da questa prova egrave stata

riscontrata una durata delle lesioni dalla prima comparsa alla completa scomparsa di circa

12 giorni in media per entrambi i trattamenti ma nel caso dei pazienti con herpes labiale

trattati con il miele la guarigione egrave avvenuta in circa 3 giorni rispetto ai 5 giorni con il

trattamento con acyclovir cioegrave con una velocitagrave del 35 superiore Inoltre il miele ha

42

mostrato un azione migliore rispetto al farmaco in particolare la durata del dolore risultava

minore del 39 con fastidi moderati per non piugrave di 24 ore mentre con acyclovir il dolore

anche se moderato poteva prolungarsi fino a 72 ore Ersquo stato anche riscontrato un

insorgenza minore delle croste del 28 in chi utilizzava il miele in particolare in 5 pazienti le

lesioni non si sono evolute in croste cosa che non egrave mai avvenuta nei soggetti trattati con il

farmaco Ancora in due casi con il trattamento con il miele lrsquoherpes ha abortito cioegrave dopo i

primi sintomi non ha sviluppato lesioni e procurato fastidi al contrario dei pazienti trattati

con il farmaco Anche nei pazienti con herpes a livello genitale il miele si egrave mostrato piugrave

efficace del farmaco convenzionale con un tempo di guarigione minore del 53 una durata

del dolore inferiore del 50 anche qui con fastidi moderati e con una durata non superiore

alle 24 ore rispetto a bruciori da moderati a medi prolungati(anche per 3 giorni) nei pazienti

con trattamento con farmaco Inoltre egrave stato riscontrato anche a livello genitale un

insorgenza minore di croste del 49 in particolare in 5 pazienti trattati con il miele le lesioni

a livello genitale non si sono sviluppate in croste a differenza dei pazienti trattati con il

farmaco in cui le croste sono sempre apparse Infine egrave stato riscontrato anche a livello

genitale un aborto del virus in chi utilizzava il miele senza avere avuto nessun riscontro

invece nei pazienti trattati con farmaco

Lrsquoanalisi statistica ha mostrato un efficacia superiore del miele rispetto allrsquoutilizzo di

acyclovir per la cura e la risoluzione delle lesioni virali da herpes simplex labiale e genitale

(Ai-waili 2004) Tuttavia quale sia o quali siano i meccanismi drsquoazione che permettono al

miele di inibire la replicazione del virus sono poco conosciuti Un fattore che puograve

determinare lrsquoazione antivirale del miele puograve essere ricercato nel contenuto di flavonoidi(

azione antivirale) rame zinco vit E C normalmente presenti nel miele e di provata azione

antivirale(AI-Waili 2004) e infine lrsquoossido di azoto con un azione antivirale in vitro la cui

attivitagrave egrave stata rilevata anche sul virus dellrsquoHIV (Torre et al 2002 Schramm DD et al 2003)

Lrsquoherpes simplex egrave un infezione virale importante qualsiasi terapia si volesse seguire egrave

opportuno seguire sempre una supervisione e il consiglio del medico

Bibliografia

Al-Waili NS topical honey application vs acyclovir for the treatment of recurrent herpes

simplex lesions Med Sci Monit 2004 10(8) MT94-MT98

- Schramm DD Karim M Schrader HR Holt RR Cardetti M Keen CL Honey with high levels of antioxidants can provide protection to healthy human subjects J Agric Food Chem 200351(6)1732ndash5 doi 101021jf025928k - Torre D Pugliese A Speranza F Role of nitric oxide in HIV-1 infection friend or foe Lancet Infect Dis 2002 May2(5)273-80

29

Kochhar R Dachdev S et al- Prevalence of coeliac disease in healthy blood donors a study from

north India (httpwwwsciencedirectcomsciencearticlepiiS1590865812000229)- Dig Liver Dis

201244530ndash2

Kang JY Kang AHY et al -Systematic review worldwide variation in the frequency of Coeliac Disease

and changes over time

(httponlinelibrarywileycomdoi101111apt12373abstractjsessionid=91309CB937E7B5E094A

3B7F08441695f04t04)- Aliment Pharmacol Ther 201338226ndash45

Mustalahti K Catassi C et al- The prevalence of celiac disease in Europe results of a centralized

international mass screening project

(httpinformahealthcarecomdoiabs103109078538902010505931)- Ann Med 201042587ndash

95

30

Malattia celiaca e microbiota intestinale il ruolo dei

Bifidobatteri

A cura di Dottssa Chiara Di Gianvittorio ndash Dietista

La malattia celiaca egrave un disordine autoimmune scatenato dallrsquoingestione di alimenti

contenenti glutine in soggetti predisposti Lrsquoinfiammazione che ne risulta a carico del

piccolo intestino provoca atrofia dei villi e malassorbimento dei nutrienti I fattori implicati

nello sviluppo di questa patologia sono genetici e ambientali Tra questi ultimi troviamo

unrsquoesposizione troppo precoce al glutine insufficiente allattamento al seno infezioni

intestinali e squilibri della flora batterica residente La manifestazione clinica egrave varia e

include disturbi gastrointestinali come gonfiore vomito diarrea dispepsia perdita di peso e

disturbi extraintestinali come anemia malattie del fegato e dermatiti

Attualmente in studio egrave la relazione tra malattia celiaca e flora batterica intestinale che

risulta fondamentale per lrsquoequilibrio e la salute del tratto gastroenterico Il microbiota

umano egrave infatti lrsquoinsieme di microrganismi simbiontici dellrsquointestino Negli esseri umani si

trovano tra le 500 e le 1000 specie differenti di microrganismi di cui la maggioranza

anaerobi Tra questi ci sono i Bifidobatteri che svolgono una duplice azione diretta

contrastando i batteri patogeni e indiretta per interazione con il tessuto linfoide intestinale

(GALT) di cui ne stimola lrsquoattivitagrave

Alcuni ceppi di questi batteri inoltre sembrano inibire la risposta infiammatoria e il danno

alla mucosa che insorgono in conseguenza dellrsquoingestione di gliadina Infatti studi in vitro

hanno mostrato che tali microrganismi possono ridurre la produzione di citochine

infiammatorie (IFN-γ e IFN-α) e aumentare quella di IL-10 Un ulteriore effetto positivo

riguarda lrsquoincremento di cellule caliciformi nel piccolo intestino ridotte a causa della tossicitagrave

da glutine Infine oltre agli effetti immunomodulatori ceppi specifici come il

Bifidobacterium longum contribuiscono allrsquoidrolisi dei peptidi di gliadina durante la

digestione riducendo la presenza di aminoacidi tossici e dei loro effetti avversi

I Bifidobatteri risultano quindi protettivi contro la risposta infiammatoria e il danno

mucosale causato dal glutine Ci si chiede a questo punto se squilibri della microflora

31

possano costituire concausa nello sviluppo della patologia e se egrave possibile migliorarne la

gestione ristabilendo lrsquoequilibrio intestinale con probiotici

Attualmente cambiamenti nel microbiota intestinale sono stati dimostrati nei bambini

celiaci Negli adulti le evidenze parlano di una riduzione di Bifidobatteri sia al momento della

diagnosi che a dieta aglutinata ed un aumento dei Bacteroides (batteri gram negativi e

anaerobici) sia nelle feci che sulle biopsie dei celiaci Inoltre crsquoegrave una riduzione nella

variabilitagrave della specie sia prima che dopo la dieta Tali squilibri vanno ovviamente ad

incidere sul processo patologico

I probiotici sono costituiti da microrganismi vivi che devono essere in grado di svolgere

effetti positivi sulla flora batterica intestinale In alcuni studi si egrave dimostrato come alcuni di

essi possano avere una particolare utilitagrave per i celiaci anche se si tratta ancora di approcci a

livello sperimentale Unrsquo indagine condotta su 64 soggetti (26 pazienti celiaci con dieta

contenente glutine 18 celiaci a dieta gluten-free e 20 soggetti sani) ha portato a valutare se

la flora batterica intestinale possa contribuire ai sintomi pro-infiammatori della celiachia e se

con due specifici ceppi di Bifidobatteri sia possibile ottenere benefici I risultati

confermarono le ipotesi e il ruolo positivo svolto dai ceppi Bifidobacterium longum e

Bifidobacterium bifidum sul quadro infiammatorio

Lrsquouso di specifici batteri probiotici potrebbe quindi contribuire al miglioramento della

patologia ma egrave necessario approfondire ulteriormente con modelli sperimentali e studi

clinici il loro ruolo a supporto della terapia classica

Bibliografia

Collado MC Donat E et al- Imbalances in faecal and duodenal Bifidobacterium species composition

in active and non active coeliac disease (httpwwwncbinlmnihgovpubmed19102766)- BMC

Microbiol 2008 2321-9

Di Cagno R Rizzello CG et al- Different fecal microbiotas and volatile organic compounds in treated

and entrate children with celiac diseaseAppl And Environ Microbiol 2009 75 3963-71

Golfetto L Senna FD et al- Lower Bifidobacteria counts in adult patients with celiac disease on a

gluten- free diet

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Lower+Bifidobacteria+counts+in+adult+patients+with

+celiac+disease+on+a+gluten-+free+diet)- Arq Gastroenterol 2014 51 139-43

32

Ghosh S- Advances in our understanding of the pathogenesis of celiac disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed21523256)- Can J Gastroenterol 2011 25186

Medina M De Palma G- Bifidobacterium strains suppress in vitro the pro-inflammatory milieu

trigged by large intestinal microbiota of coeliac patients

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Bifidobacterium+strains+suppress+in+vitro+the+pro-

inflammatory+milieu+trigged)- J Inflamm 2008 519

Sanders ME- Impact of probiotics on colonizing microbiota of the gut

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed21992949)- J Clin Gastroenterol 2011 45S115-9

Sanz Y De Pama G et al- Unraveling the ties between celiac disease and intestinal microbiota

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Unraveling+the+ties+between+celiac+disease)- Int

Rev Immunol 2011 30 207-18

33

CAPSICUM ANNUUM IL ROSSO CHE PROTEGGE LA

TUA SALUTE

A cura di Dottssa Giusi Balzano ndash Biologa nutrizionista

Il peperoncino rosso il cui nome scientifico egrave Capsicum annuum appartiene alla famiglia

delle Solanacee ed egrave originario delle Americhe

Dal ritrovamento di reperti archeologici sappiamo con certezza che fin dal 5000 aC circa la

popolazione messicana conosceva il peperoncino il quale fu importato in Europa da

Cristoforo Colombo nel 1493

Capsicum annuum

Il peperoncino a dispetto di tante credenze gode di tante proprietagrave benefiche e forse per

associazione con il pepe si tende erroneamente a credere che sia poco salutare

Come pianta egrave facilmente coltivabile e si adatta a diversi climi puograve essere coltivato nei vasi

e su un terrazzo limportante egrave che stia in pieno sole Nei periodi piugrave freddi conviene ad

ogni modo tenerlo al riparo in quanto non sopporta bene un clima troppo rigido Il

peperoncino egrave una pianta annuale e le parti consumate sono i frutti le bacche contenenti

dei semi bianco-giallastri Esistono tantissime qualitagrave di peperoncino e le bacche possono

essere consumate fresche cotte o crude I colori dei peperoncini (frutto) sono molteplici

verdi gialli rossi arancione bruno scuro e marrone scuro La sensazione di piccante data dal

peperoncino egrave dovuta alla capsaicina che in proporzione alla quantitagrave disponibile nel seme

ne determina appunto la piccantezza In realtagrave quando si mangia un peperoncino la

risposta di bruciore data dallorganismo egrave solo una sensazione che il cervello invia come

34

risposta allattivazione di alcuni termorecettori presenti nella bocca con cui proprio la

capsaicina viene a contatto Tra le proprietagrave del peperoncino troviamo

funzione dimagrante egrave accentuanto il consumo di calorie ad opera della capsaicina principio

attivo del peperoncino

proprietagrave antibiotiche antibatteriche e antiossidanti ad opera dei flavonoidi e capsaicinoidi

E anche molto utile nella cura di raffreddore bronchite e sinusite

flusso sanguignoazione vasodilatatrice il caratteristico potere piccante urticante del

peperoncino porta con seacute una specifica azione della capsicina sulla circolazione periferica

del sangue La dilatazione dei vasi sanguigni egrave funzionale alla regolazione ottimale della

pressione e della circolazione del sangue che aumenta dopo lassunzione I capillari

diventano piugrave elastici e il sangue risulta piugrave ossigenato Egrave per questo che il peperoncino utile

per scaldarsi in inverno diventa anche importante nella dieta estiva per difendersi dal caldo

torrido e dallumiditagrave

cuore e colesterolo la regolazione del flusso del sangue aiuta a mantenere pulito il sistema

endovenoso congiuntamente allazione della lecitina e di altri olii essenziali evitando la

comparsa di placche che bloccano il flusso sanguigno I capsaicinoidi svolgono unazione

importante nelle diete ad alto contenuto di sostanze grasse Il peperoncino aiuta a ridurre

eccessivi livelli di colesterolo accelerandone la ripartizione e lespulsione

digestione e metabolismo il peperoncino aumenta la secrezione di succhi gastrici e migliora

la digestione grazie al suo potere antifermentativo e inoltre tiene pulite le mucose Nelle

diete in cui egrave prevista unassunzione regolare linfluenza del capsicum porta a migliorare e

velocizzare i processi metabolici Attenzione perograve in caso di bruciore fastidioso e

persistente dopo ingestione di peperoncino associato ad uninfiammazione della gola

dellesofago o dello stomaco mangiare un pezzo di formaggio o di pane o bere birra risulta

essere di grande aiuto contro i fastidi menzionati

mal di collo e mal di schiena efficace contro artriti e reumatismi il peperoncino egrave un

ingrediente essenziale di molte creme e gel antinfiammatori ad azione topica Aiuta ad

alleviare il dolore migliorando la circolazione sanguigna

azione anti-tumorale la vitamina C egrave un significativo agente anti-cancro previene infezioni e

tumori I peperoncini freschi ne sono ricchi e riescono a fornirci acido ascorbico (vitamina C)

proprio in estate ed autunno quando la nostra dieta mediterranea egrave piugrave povera di agrumi

35

mal di testa e depressione lassunzione della capsicina provoca bruciore e dolore nella bocca

e nelle pareti interne del sistema gastroenterico Il nostro corpo reagisce cominciando a

rilasciare maggiori quantitagrave di adrenalina aumentando al contempo la produzione di

endorfine Il nostro corpo risulta energizzato laumento del flusso del sangue al cervello dagrave

sollievo poi sopraggiungono le endorfine vere e proprie ldquodrogherdquo naturali cioegrave oppioidi

endogeni che vengono prodotti internamente dal nostro organismo ed hanno potere

eccitativo ed analgesico alleviando cefalee ed altri dolori

azione afrodisiaca insieme alla vitamina C nel peperoncino cegrave anche la vitamina E

responsabile della stimolazione e della regolazione di molti processi legati alla feconditagrave

sessuale

Bibliografia

1 Tewksbury JJ Levey DJ Huizinga M Haak DC Traveset A Costs and benefits of capsaicin-mediated control of gut retention in dispersers of wild chilies Ecology 89 107-17 2008

2 Govindarajan VS Sathyanarayana MN Capsicum--production technology chemistry and quality Part V Impact on physiology pharmacology nutrition and metabolism structure pungency pain and desensitization sequences Crit Rev Food Sci Nutr 29 435-74 1991

36

Rape Rosse - Tubero e foglie un beneficio a 360deg

A cura di Dottssa Giusi Balzano ndash Biologa nutrizionista

Barbe rosse barbabietole rosse o ancora carote rosse

sono tutti sinonimi dialettali che fanno riferimento alle

rape rosse

Queste sono tuberi noti in botanica come Beta vulgaris

var rapa forma rubra si tratta di una pianta

appartenente alla famiglia delle Chenopodiaceae ed al genere Beta Menzionata in alcuni

antichissimi scritti greci risalenti al 420 aC periodo in cui il tubero rosso era noto

semplicemente come beta secondo il pensiero di altri autori lorigine delle rape rosse risale

addirittura al 2000 aC considerata la presenza di alcuni reperti archeologici che la

attestano

Malgrado gli appelli di dietologi e specialisti dellalimentazione si tende spesso a

dimenticare limportanza fitoterapica e benefica di alcuni ortaggi come in questo specifico

caso le rape rosse

Le rape rosse contengono pochissime calorie (solamente 19 per 100 grammi di prodotto)

per questo motivo rientrano tra i cibi ipocalorici ottimi alimenti preferibili in diete bilanciate

che presuppongono una marcata restrizione calorica Ersquo ricca di acqua corrispondente a

circa il 91 si contano solo il 4 di carboidrati ed il 26 di fibre contiene diverse vitamine

in particolare del gruppo B e una buona quota di sali minerali soprattutto potassio sodio

calcio ferro e fosforo ed egrave ricca anche di zuccheri Nella radice della rapa rossa si ritrova un

glicoside che attribuisce la tipica colorazione rosso vivo alla rapa si tratta della betaina

sfruttata dallindustria alimentare come colorante naturale (E 162) Altro pigmento

riscontrato nella rapa rossa egrave la betaxantina che le conferisce striature giallastre Ancora

nella radice di rapa rossa si trovano altre sostanze sfruttate nella fitoterapia e nella cosmesi

quali saponine antociani flavonoidi in genere ed allantoine (proprietagrave idratanti e

disarrossanti)

37

Proprietagrave terapiche

Una delle proprietagrave curative principali di questo ortaggio riguarda il potere lassativo spesso

utile per combattere la stitichezza e le emorroidi La rapa rossa egrave anche un buon rimedio per

migliorare la funzione epatica e combattere le infezioni delle vie urinarie Le sue foglie sono

unrsquoottima fonte di vitamina A e le radici sono una buona fonte di vitamina C Le foglie

vengono cucinate o servite fresche come verdura mentre le radici o teste possono essere

affettate in insalate o cotte intere e poi tagliate a fettine o a tocchetti

Le rape rosse sono particolarmente ricche di folati fondamentali alleati contro le malattie

cardiache e lrsquoanemia in quanto coinvolti nella produzione di globuli rossi e bianchi nella

sintesi di materiale genetico e nella formazione di anticorpi nel sistema immunitario Esse

sono anche ricchi di fibre solubili e insolubili La fibra insolubile aiuta a mantenere il tratto

intestinale funzionante mentre la fibra solubile controlla il livello di zucchero nel sangue e

abbassa il colesterolo Nelle sue foglie egrave abbondante il beta-carotene il ferro e il calcio

Ricche di vitamine del gruppo B come B1 B2 B3 e B6 per quanto concerne il contenuto di

sali minerali questa egrave un ortaggio ricco di iodio sodio e potassio ma anche in quantitagrave

minori di magnesio Lo iodio egrave un minerale essenziale per il corretto funzionamento della

ghiandola tiroidea che regola il metabolismo mentre il potassio e il sodio sono necessari per

la generazione e la trasmissione degli impulsi nervosi attivitagrave muscolare a parte il bilancio

idrico allrsquointerno e allrsquoesterno della cellula

Il succo crudo di barbabietola (Fig 1) egrave particolarmente idoneo per tutte le persone che

soffrono di anemia in quanto favorisce la formazione di globuli rossi nel sangue inoltre ha

proprietagrave diuretiche e favorisce la digestione

Fig1 succo crudo di barbabietola rossa

38

Ortaggio anticancro

Nella rivista International Journal of Cancer si discute sul ruolo delle rape rosse come

potenziale alimento anticancro la questione egrave per certi versi discutibile ed oscura e non

esiste alcuna dimostrazione indubbia ed inequivocabile che accerti lipotesi In particolare

nella rivista sopraccitata si discute del possibile ruolo delle rape rosse nella prevenzione del

tumore al colon per altri le rape rosse sarebbero in grado non solo di prevenirne il cancro

ma anche di contrastarlo

Bibliografia

Kazimierczak R Hallmann E Lipowski J Drela N Kowalik A Puumlssa T Matt D Luik A Gozdowski D Rembiałkowska E

Beetroot (Beta vulgaris L) and naturally fermented beetroot juices from organic and conventional production metabolomics antioxidant levels and anticancer activity

J Sci Food Agric 2014 May

39

Sigrave ai legumi nella prevenzione delle malattie tumorali

A cura di Dottssa Bruzzone Francesca ndash Dietista

Con il termine ldquolegumirdquo si intendono tutti quei semi commestibili derivanti dalle piante

dicotiledoni dellrsquoordine delle Fabales tra cui rientrano i fagioli le lenticchie le fave i piselli

i lupini i ceci le carrube le cicerchie le arachidi e la soia

I legumi sono alimenti ricchi di proteine tanto da essere stati denominati come ldquola carne dei

poverirdquo Essi possiedono un buon contenuto in amminoacidi (ad eccezione di quelli solforati

e del triptofano) carboidrati fibre Calcio Ferro e Potassio a discapito di grassi e

colesterolo

In abbinamento ai cereali i legumi costituiscono un ottimo e saziante piatto unico dove

convergono carboidrati e proteine e dove gli amminoacidi carenti nei cereali (come la lisina)

si integrano con quelli dei legumi e viceversa Queste qualitagrave rendono tali semi

particolarmente adeguati sia nella prevenzione che nel trattamento di numerose malattie

metaboliche come il diabete mellito le dislipidemie la sindrome metabolica il sovrappeso e

lrsquoobesitagrave Di recente inoltre egrave stato attribuito un altro importante ruolo benefico ai legumi

quello di ostacolare la crescita di alcune forme tumorali

Un lavoro effettuato da un gruppo di ricercatori dellUniversity College di Londra del

Dipartimento di Scienze Chirurgiche dell`Universitagrave di Chieti e del Laboratorio di

Farmacologia Molecolare dell`Istituto Mario Negri di Milano e pubblicato sulla rivista

statunitense ldquoCancer Researchrdquo infatti ha scoperto la presenza di inositolo pentachisfosfato

nella maggior parte dei legumi (in particolare in lenticchie piselli e fagioli) e nelle noci Tale

40

composto sembrerebbe inibire lrsquoenzima fosfoinositide 3-chinasi coinvolto nella crescita e

nella progressione dei tumori e capace di aumentare la resistenza al trattamento con agenti

chemoterapeutici Il segnale attivato dalla fosfoinositide 3-chinasi infatti rappresenta un

target importante per lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche anticancro e questo studio

dimostra come lrsquoinositolo pentafosfato sia capace di antagonizzare in maniera specifica

questo segnale nelle cellule tumorali inducendone lrsquoapoptosi (morte programmata)

Lrsquoinositolo pentafosfato ha una struttura molecolare analoga al prodotto dellrsquoattivitagrave

enzimatica della fosfoinositide 3-chinasi che attiva segnali specifici per la progressione del

cancro Il meccanismo secondo il quale lrsquoinositolo pentafosfato disattiva le proteine

iperattive nei tumori dalla membrana plasmatica permette di inibire sia la crescita delle

cellule tumorali umane in coltura sia lo sviluppo dei tumori nei topi In queste condizioni

lrsquoinositolo pentafosfato ha dimostrato unrsquoattivitagrave farmacologica comparabile e potenziante

quella del farmaco citotossico cisplatino molto usato in chemioterapia antitumorale ma

associato a effetti collaterali come nausea vomito formicolio a mani e piedi caduta dei

capelli e alterazione della funzionalitagrave renale (gli inositoli fosfati invece non sono tossici

neanche a concentrazioni piugrave elevate di quelle usate in questo studio e possono essere

assorbiti per via orale) I principali effetti positivi sono stati riscontrati a livello di ovaie e

polmoni

Lrsquoinositolo pentafosfato inoltre si egrave dimostrato capace di inibire lo sviluppo dei nuovi vasi

sanguigni indispensabili per la nutrizione e lo sviluppo del tumore (angiogenesi) bloccando

quindi un meccanismo fondamentale per la sua crescita

Sitografia

ldquoLe Scienze edizione italiana di Scientifica Americanrdquo ndashLegumi e cereali conto il cancro-

ldquoAssociazione Giacomo-onlusrdquo -Inositolo Pentafosfato da legumi e arachidi una nuova strada

nella cura dei tumori

41

Tra le mille virtursquo del miele la cura dellrsquoherpes simplex

A cura di Dottssa Serena Pascucci Biologa Nutrizionista

Le molteplici proprietagrave del miele sono note fin dallrsquoantichitagrave

per le sue capacitagrave antisettiche antibiotiche e cicatrizzanti

e il suo uso nella medicina moderna sta riscontrando

sempre piugrave maggiore interesse

Diversi studi

hanno valutato

lrsquoefficacia del miele contro alcuni virus tra cui di

particolare importanza egrave emersa lrsquoefficacia del

miele per il trattamento dellrsquoHerpes Simplex sia a

livello labiale sia a livello genitale Lo studio del

2004 condotto presso una clinica privata a Dubai

ha selezionato 16 pazienti con ricorrenti manifestazioni del virus otto affetti da Herpes

simplex a livello labiale e otto a livello genitale con un etagrave compresa tra i 35 e i 45 anni sia

maschi che femmine Ersquo stata valutata e considerata lrsquoefficacia del miele nel trattamento

delle lesioni prodotte dal virus in confronto a un comune farmaco antivirale utilizzato

normalmente (Acyclovir) I pazienti prescelti prima della prova non dovevano sottoporsi ad

altre cure antivirali A scelta casuale sono stati selezionati quattro pazienti con herpes

labiale e quattro con herpes genitale che hanno effettuato il primo trattamento con il miele

gli altri otto con il farmaco comune antivirale a base di 5 di acyclovir Alla seconda

comparsa della manifestazione del virus egrave stato effettuato lrsquoopposto Nello studio egrave stato

somministrato un miele multiflora direttamente sulle lesioni prodotte dal virus su una garza

a contatto con la lesione per un quarto drsquoora per 4 volte al giorno fino alla completa

guarigione mentre il farmaco veniva applicato 6 volte al giorno Da questa prova egrave stata

riscontrata una durata delle lesioni dalla prima comparsa alla completa scomparsa di circa

12 giorni in media per entrambi i trattamenti ma nel caso dei pazienti con herpes labiale

trattati con il miele la guarigione egrave avvenuta in circa 3 giorni rispetto ai 5 giorni con il

trattamento con acyclovir cioegrave con una velocitagrave del 35 superiore Inoltre il miele ha

42

mostrato un azione migliore rispetto al farmaco in particolare la durata del dolore risultava

minore del 39 con fastidi moderati per non piugrave di 24 ore mentre con acyclovir il dolore

anche se moderato poteva prolungarsi fino a 72 ore Ersquo stato anche riscontrato un

insorgenza minore delle croste del 28 in chi utilizzava il miele in particolare in 5 pazienti le

lesioni non si sono evolute in croste cosa che non egrave mai avvenuta nei soggetti trattati con il

farmaco Ancora in due casi con il trattamento con il miele lrsquoherpes ha abortito cioegrave dopo i

primi sintomi non ha sviluppato lesioni e procurato fastidi al contrario dei pazienti trattati

con il farmaco Anche nei pazienti con herpes a livello genitale il miele si egrave mostrato piugrave

efficace del farmaco convenzionale con un tempo di guarigione minore del 53 una durata

del dolore inferiore del 50 anche qui con fastidi moderati e con una durata non superiore

alle 24 ore rispetto a bruciori da moderati a medi prolungati(anche per 3 giorni) nei pazienti

con trattamento con farmaco Inoltre egrave stato riscontrato anche a livello genitale un

insorgenza minore di croste del 49 in particolare in 5 pazienti trattati con il miele le lesioni

a livello genitale non si sono sviluppate in croste a differenza dei pazienti trattati con il

farmaco in cui le croste sono sempre apparse Infine egrave stato riscontrato anche a livello

genitale un aborto del virus in chi utilizzava il miele senza avere avuto nessun riscontro

invece nei pazienti trattati con farmaco

Lrsquoanalisi statistica ha mostrato un efficacia superiore del miele rispetto allrsquoutilizzo di

acyclovir per la cura e la risoluzione delle lesioni virali da herpes simplex labiale e genitale

(Ai-waili 2004) Tuttavia quale sia o quali siano i meccanismi drsquoazione che permettono al

miele di inibire la replicazione del virus sono poco conosciuti Un fattore che puograve

determinare lrsquoazione antivirale del miele puograve essere ricercato nel contenuto di flavonoidi(

azione antivirale) rame zinco vit E C normalmente presenti nel miele e di provata azione

antivirale(AI-Waili 2004) e infine lrsquoossido di azoto con un azione antivirale in vitro la cui

attivitagrave egrave stata rilevata anche sul virus dellrsquoHIV (Torre et al 2002 Schramm DD et al 2003)

Lrsquoherpes simplex egrave un infezione virale importante qualsiasi terapia si volesse seguire egrave

opportuno seguire sempre una supervisione e il consiglio del medico

Bibliografia

Al-Waili NS topical honey application vs acyclovir for the treatment of recurrent herpes

simplex lesions Med Sci Monit 2004 10(8) MT94-MT98

- Schramm DD Karim M Schrader HR Holt RR Cardetti M Keen CL Honey with high levels of antioxidants can provide protection to healthy human subjects J Agric Food Chem 200351(6)1732ndash5 doi 101021jf025928k - Torre D Pugliese A Speranza F Role of nitric oxide in HIV-1 infection friend or foe Lancet Infect Dis 2002 May2(5)273-80

30

Malattia celiaca e microbiota intestinale il ruolo dei

Bifidobatteri

A cura di Dottssa Chiara Di Gianvittorio ndash Dietista

La malattia celiaca egrave un disordine autoimmune scatenato dallrsquoingestione di alimenti

contenenti glutine in soggetti predisposti Lrsquoinfiammazione che ne risulta a carico del

piccolo intestino provoca atrofia dei villi e malassorbimento dei nutrienti I fattori implicati

nello sviluppo di questa patologia sono genetici e ambientali Tra questi ultimi troviamo

unrsquoesposizione troppo precoce al glutine insufficiente allattamento al seno infezioni

intestinali e squilibri della flora batterica residente La manifestazione clinica egrave varia e

include disturbi gastrointestinali come gonfiore vomito diarrea dispepsia perdita di peso e

disturbi extraintestinali come anemia malattie del fegato e dermatiti

Attualmente in studio egrave la relazione tra malattia celiaca e flora batterica intestinale che

risulta fondamentale per lrsquoequilibrio e la salute del tratto gastroenterico Il microbiota

umano egrave infatti lrsquoinsieme di microrganismi simbiontici dellrsquointestino Negli esseri umani si

trovano tra le 500 e le 1000 specie differenti di microrganismi di cui la maggioranza

anaerobi Tra questi ci sono i Bifidobatteri che svolgono una duplice azione diretta

contrastando i batteri patogeni e indiretta per interazione con il tessuto linfoide intestinale

(GALT) di cui ne stimola lrsquoattivitagrave

Alcuni ceppi di questi batteri inoltre sembrano inibire la risposta infiammatoria e il danno

alla mucosa che insorgono in conseguenza dellrsquoingestione di gliadina Infatti studi in vitro

hanno mostrato che tali microrganismi possono ridurre la produzione di citochine

infiammatorie (IFN-γ e IFN-α) e aumentare quella di IL-10 Un ulteriore effetto positivo

riguarda lrsquoincremento di cellule caliciformi nel piccolo intestino ridotte a causa della tossicitagrave

da glutine Infine oltre agli effetti immunomodulatori ceppi specifici come il

Bifidobacterium longum contribuiscono allrsquoidrolisi dei peptidi di gliadina durante la

digestione riducendo la presenza di aminoacidi tossici e dei loro effetti avversi

I Bifidobatteri risultano quindi protettivi contro la risposta infiammatoria e il danno

mucosale causato dal glutine Ci si chiede a questo punto se squilibri della microflora

31

possano costituire concausa nello sviluppo della patologia e se egrave possibile migliorarne la

gestione ristabilendo lrsquoequilibrio intestinale con probiotici

Attualmente cambiamenti nel microbiota intestinale sono stati dimostrati nei bambini

celiaci Negli adulti le evidenze parlano di una riduzione di Bifidobatteri sia al momento della

diagnosi che a dieta aglutinata ed un aumento dei Bacteroides (batteri gram negativi e

anaerobici) sia nelle feci che sulle biopsie dei celiaci Inoltre crsquoegrave una riduzione nella

variabilitagrave della specie sia prima che dopo la dieta Tali squilibri vanno ovviamente ad

incidere sul processo patologico

I probiotici sono costituiti da microrganismi vivi che devono essere in grado di svolgere

effetti positivi sulla flora batterica intestinale In alcuni studi si egrave dimostrato come alcuni di

essi possano avere una particolare utilitagrave per i celiaci anche se si tratta ancora di approcci a

livello sperimentale Unrsquo indagine condotta su 64 soggetti (26 pazienti celiaci con dieta

contenente glutine 18 celiaci a dieta gluten-free e 20 soggetti sani) ha portato a valutare se

la flora batterica intestinale possa contribuire ai sintomi pro-infiammatori della celiachia e se

con due specifici ceppi di Bifidobatteri sia possibile ottenere benefici I risultati

confermarono le ipotesi e il ruolo positivo svolto dai ceppi Bifidobacterium longum e

Bifidobacterium bifidum sul quadro infiammatorio

Lrsquouso di specifici batteri probiotici potrebbe quindi contribuire al miglioramento della

patologia ma egrave necessario approfondire ulteriormente con modelli sperimentali e studi

clinici il loro ruolo a supporto della terapia classica

Bibliografia

Collado MC Donat E et al- Imbalances in faecal and duodenal Bifidobacterium species composition

in active and non active coeliac disease (httpwwwncbinlmnihgovpubmed19102766)- BMC

Microbiol 2008 2321-9

Di Cagno R Rizzello CG et al- Different fecal microbiotas and volatile organic compounds in treated

and entrate children with celiac diseaseAppl And Environ Microbiol 2009 75 3963-71

Golfetto L Senna FD et al- Lower Bifidobacteria counts in adult patients with celiac disease on a

gluten- free diet

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Lower+Bifidobacteria+counts+in+adult+patients+with

+celiac+disease+on+a+gluten-+free+diet)- Arq Gastroenterol 2014 51 139-43

32

Ghosh S- Advances in our understanding of the pathogenesis of celiac disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed21523256)- Can J Gastroenterol 2011 25186

Medina M De Palma G- Bifidobacterium strains suppress in vitro the pro-inflammatory milieu

trigged by large intestinal microbiota of coeliac patients

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Bifidobacterium+strains+suppress+in+vitro+the+pro-

inflammatory+milieu+trigged)- J Inflamm 2008 519

Sanders ME- Impact of probiotics on colonizing microbiota of the gut

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed21992949)- J Clin Gastroenterol 2011 45S115-9

Sanz Y De Pama G et al- Unraveling the ties between celiac disease and intestinal microbiota

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Unraveling+the+ties+between+celiac+disease)- Int

Rev Immunol 2011 30 207-18

33

CAPSICUM ANNUUM IL ROSSO CHE PROTEGGE LA

TUA SALUTE

A cura di Dottssa Giusi Balzano ndash Biologa nutrizionista

Il peperoncino rosso il cui nome scientifico egrave Capsicum annuum appartiene alla famiglia

delle Solanacee ed egrave originario delle Americhe

Dal ritrovamento di reperti archeologici sappiamo con certezza che fin dal 5000 aC circa la

popolazione messicana conosceva il peperoncino il quale fu importato in Europa da

Cristoforo Colombo nel 1493

Capsicum annuum

Il peperoncino a dispetto di tante credenze gode di tante proprietagrave benefiche e forse per

associazione con il pepe si tende erroneamente a credere che sia poco salutare

Come pianta egrave facilmente coltivabile e si adatta a diversi climi puograve essere coltivato nei vasi

e su un terrazzo limportante egrave che stia in pieno sole Nei periodi piugrave freddi conviene ad

ogni modo tenerlo al riparo in quanto non sopporta bene un clima troppo rigido Il

peperoncino egrave una pianta annuale e le parti consumate sono i frutti le bacche contenenti

dei semi bianco-giallastri Esistono tantissime qualitagrave di peperoncino e le bacche possono

essere consumate fresche cotte o crude I colori dei peperoncini (frutto) sono molteplici

verdi gialli rossi arancione bruno scuro e marrone scuro La sensazione di piccante data dal

peperoncino egrave dovuta alla capsaicina che in proporzione alla quantitagrave disponibile nel seme

ne determina appunto la piccantezza In realtagrave quando si mangia un peperoncino la

risposta di bruciore data dallorganismo egrave solo una sensazione che il cervello invia come

34

risposta allattivazione di alcuni termorecettori presenti nella bocca con cui proprio la

capsaicina viene a contatto Tra le proprietagrave del peperoncino troviamo

funzione dimagrante egrave accentuanto il consumo di calorie ad opera della capsaicina principio

attivo del peperoncino

proprietagrave antibiotiche antibatteriche e antiossidanti ad opera dei flavonoidi e capsaicinoidi

E anche molto utile nella cura di raffreddore bronchite e sinusite

flusso sanguignoazione vasodilatatrice il caratteristico potere piccante urticante del

peperoncino porta con seacute una specifica azione della capsicina sulla circolazione periferica

del sangue La dilatazione dei vasi sanguigni egrave funzionale alla regolazione ottimale della

pressione e della circolazione del sangue che aumenta dopo lassunzione I capillari

diventano piugrave elastici e il sangue risulta piugrave ossigenato Egrave per questo che il peperoncino utile

per scaldarsi in inverno diventa anche importante nella dieta estiva per difendersi dal caldo

torrido e dallumiditagrave

cuore e colesterolo la regolazione del flusso del sangue aiuta a mantenere pulito il sistema

endovenoso congiuntamente allazione della lecitina e di altri olii essenziali evitando la

comparsa di placche che bloccano il flusso sanguigno I capsaicinoidi svolgono unazione

importante nelle diete ad alto contenuto di sostanze grasse Il peperoncino aiuta a ridurre

eccessivi livelli di colesterolo accelerandone la ripartizione e lespulsione

digestione e metabolismo il peperoncino aumenta la secrezione di succhi gastrici e migliora

la digestione grazie al suo potere antifermentativo e inoltre tiene pulite le mucose Nelle

diete in cui egrave prevista unassunzione regolare linfluenza del capsicum porta a migliorare e

velocizzare i processi metabolici Attenzione perograve in caso di bruciore fastidioso e

persistente dopo ingestione di peperoncino associato ad uninfiammazione della gola

dellesofago o dello stomaco mangiare un pezzo di formaggio o di pane o bere birra risulta

essere di grande aiuto contro i fastidi menzionati

mal di collo e mal di schiena efficace contro artriti e reumatismi il peperoncino egrave un

ingrediente essenziale di molte creme e gel antinfiammatori ad azione topica Aiuta ad

alleviare il dolore migliorando la circolazione sanguigna

azione anti-tumorale la vitamina C egrave un significativo agente anti-cancro previene infezioni e

tumori I peperoncini freschi ne sono ricchi e riescono a fornirci acido ascorbico (vitamina C)

proprio in estate ed autunno quando la nostra dieta mediterranea egrave piugrave povera di agrumi

35

mal di testa e depressione lassunzione della capsicina provoca bruciore e dolore nella bocca

e nelle pareti interne del sistema gastroenterico Il nostro corpo reagisce cominciando a

rilasciare maggiori quantitagrave di adrenalina aumentando al contempo la produzione di

endorfine Il nostro corpo risulta energizzato laumento del flusso del sangue al cervello dagrave

sollievo poi sopraggiungono le endorfine vere e proprie ldquodrogherdquo naturali cioegrave oppioidi

endogeni che vengono prodotti internamente dal nostro organismo ed hanno potere

eccitativo ed analgesico alleviando cefalee ed altri dolori

azione afrodisiaca insieme alla vitamina C nel peperoncino cegrave anche la vitamina E

responsabile della stimolazione e della regolazione di molti processi legati alla feconditagrave

sessuale

Bibliografia

1 Tewksbury JJ Levey DJ Huizinga M Haak DC Traveset A Costs and benefits of capsaicin-mediated control of gut retention in dispersers of wild chilies Ecology 89 107-17 2008

2 Govindarajan VS Sathyanarayana MN Capsicum--production technology chemistry and quality Part V Impact on physiology pharmacology nutrition and metabolism structure pungency pain and desensitization sequences Crit Rev Food Sci Nutr 29 435-74 1991

36

Rape Rosse - Tubero e foglie un beneficio a 360deg

A cura di Dottssa Giusi Balzano ndash Biologa nutrizionista

Barbe rosse barbabietole rosse o ancora carote rosse

sono tutti sinonimi dialettali che fanno riferimento alle

rape rosse

Queste sono tuberi noti in botanica come Beta vulgaris

var rapa forma rubra si tratta di una pianta

appartenente alla famiglia delle Chenopodiaceae ed al genere Beta Menzionata in alcuni

antichissimi scritti greci risalenti al 420 aC periodo in cui il tubero rosso era noto

semplicemente come beta secondo il pensiero di altri autori lorigine delle rape rosse risale

addirittura al 2000 aC considerata la presenza di alcuni reperti archeologici che la

attestano

Malgrado gli appelli di dietologi e specialisti dellalimentazione si tende spesso a

dimenticare limportanza fitoterapica e benefica di alcuni ortaggi come in questo specifico

caso le rape rosse

Le rape rosse contengono pochissime calorie (solamente 19 per 100 grammi di prodotto)

per questo motivo rientrano tra i cibi ipocalorici ottimi alimenti preferibili in diete bilanciate

che presuppongono una marcata restrizione calorica Ersquo ricca di acqua corrispondente a

circa il 91 si contano solo il 4 di carboidrati ed il 26 di fibre contiene diverse vitamine

in particolare del gruppo B e una buona quota di sali minerali soprattutto potassio sodio

calcio ferro e fosforo ed egrave ricca anche di zuccheri Nella radice della rapa rossa si ritrova un

glicoside che attribuisce la tipica colorazione rosso vivo alla rapa si tratta della betaina

sfruttata dallindustria alimentare come colorante naturale (E 162) Altro pigmento

riscontrato nella rapa rossa egrave la betaxantina che le conferisce striature giallastre Ancora

nella radice di rapa rossa si trovano altre sostanze sfruttate nella fitoterapia e nella cosmesi

quali saponine antociani flavonoidi in genere ed allantoine (proprietagrave idratanti e

disarrossanti)

37

Proprietagrave terapiche

Una delle proprietagrave curative principali di questo ortaggio riguarda il potere lassativo spesso

utile per combattere la stitichezza e le emorroidi La rapa rossa egrave anche un buon rimedio per

migliorare la funzione epatica e combattere le infezioni delle vie urinarie Le sue foglie sono

unrsquoottima fonte di vitamina A e le radici sono una buona fonte di vitamina C Le foglie

vengono cucinate o servite fresche come verdura mentre le radici o teste possono essere

affettate in insalate o cotte intere e poi tagliate a fettine o a tocchetti

Le rape rosse sono particolarmente ricche di folati fondamentali alleati contro le malattie

cardiache e lrsquoanemia in quanto coinvolti nella produzione di globuli rossi e bianchi nella

sintesi di materiale genetico e nella formazione di anticorpi nel sistema immunitario Esse

sono anche ricchi di fibre solubili e insolubili La fibra insolubile aiuta a mantenere il tratto

intestinale funzionante mentre la fibra solubile controlla il livello di zucchero nel sangue e

abbassa il colesterolo Nelle sue foglie egrave abbondante il beta-carotene il ferro e il calcio

Ricche di vitamine del gruppo B come B1 B2 B3 e B6 per quanto concerne il contenuto di

sali minerali questa egrave un ortaggio ricco di iodio sodio e potassio ma anche in quantitagrave

minori di magnesio Lo iodio egrave un minerale essenziale per il corretto funzionamento della

ghiandola tiroidea che regola il metabolismo mentre il potassio e il sodio sono necessari per

la generazione e la trasmissione degli impulsi nervosi attivitagrave muscolare a parte il bilancio

idrico allrsquointerno e allrsquoesterno della cellula

Il succo crudo di barbabietola (Fig 1) egrave particolarmente idoneo per tutte le persone che

soffrono di anemia in quanto favorisce la formazione di globuli rossi nel sangue inoltre ha

proprietagrave diuretiche e favorisce la digestione

Fig1 succo crudo di barbabietola rossa

38

Ortaggio anticancro

Nella rivista International Journal of Cancer si discute sul ruolo delle rape rosse come

potenziale alimento anticancro la questione egrave per certi versi discutibile ed oscura e non

esiste alcuna dimostrazione indubbia ed inequivocabile che accerti lipotesi In particolare

nella rivista sopraccitata si discute del possibile ruolo delle rape rosse nella prevenzione del

tumore al colon per altri le rape rosse sarebbero in grado non solo di prevenirne il cancro

ma anche di contrastarlo

Bibliografia

Kazimierczak R Hallmann E Lipowski J Drela N Kowalik A Puumlssa T Matt D Luik A Gozdowski D Rembiałkowska E

Beetroot (Beta vulgaris L) and naturally fermented beetroot juices from organic and conventional production metabolomics antioxidant levels and anticancer activity

J Sci Food Agric 2014 May

39

Sigrave ai legumi nella prevenzione delle malattie tumorali

A cura di Dottssa Bruzzone Francesca ndash Dietista

Con il termine ldquolegumirdquo si intendono tutti quei semi commestibili derivanti dalle piante

dicotiledoni dellrsquoordine delle Fabales tra cui rientrano i fagioli le lenticchie le fave i piselli

i lupini i ceci le carrube le cicerchie le arachidi e la soia

I legumi sono alimenti ricchi di proteine tanto da essere stati denominati come ldquola carne dei

poverirdquo Essi possiedono un buon contenuto in amminoacidi (ad eccezione di quelli solforati

e del triptofano) carboidrati fibre Calcio Ferro e Potassio a discapito di grassi e

colesterolo

In abbinamento ai cereali i legumi costituiscono un ottimo e saziante piatto unico dove

convergono carboidrati e proteine e dove gli amminoacidi carenti nei cereali (come la lisina)

si integrano con quelli dei legumi e viceversa Queste qualitagrave rendono tali semi

particolarmente adeguati sia nella prevenzione che nel trattamento di numerose malattie

metaboliche come il diabete mellito le dislipidemie la sindrome metabolica il sovrappeso e

lrsquoobesitagrave Di recente inoltre egrave stato attribuito un altro importante ruolo benefico ai legumi

quello di ostacolare la crescita di alcune forme tumorali

Un lavoro effettuato da un gruppo di ricercatori dellUniversity College di Londra del

Dipartimento di Scienze Chirurgiche dell`Universitagrave di Chieti e del Laboratorio di

Farmacologia Molecolare dell`Istituto Mario Negri di Milano e pubblicato sulla rivista

statunitense ldquoCancer Researchrdquo infatti ha scoperto la presenza di inositolo pentachisfosfato

nella maggior parte dei legumi (in particolare in lenticchie piselli e fagioli) e nelle noci Tale

40

composto sembrerebbe inibire lrsquoenzima fosfoinositide 3-chinasi coinvolto nella crescita e

nella progressione dei tumori e capace di aumentare la resistenza al trattamento con agenti

chemoterapeutici Il segnale attivato dalla fosfoinositide 3-chinasi infatti rappresenta un

target importante per lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche anticancro e questo studio

dimostra come lrsquoinositolo pentafosfato sia capace di antagonizzare in maniera specifica

questo segnale nelle cellule tumorali inducendone lrsquoapoptosi (morte programmata)

Lrsquoinositolo pentafosfato ha una struttura molecolare analoga al prodotto dellrsquoattivitagrave

enzimatica della fosfoinositide 3-chinasi che attiva segnali specifici per la progressione del

cancro Il meccanismo secondo il quale lrsquoinositolo pentafosfato disattiva le proteine

iperattive nei tumori dalla membrana plasmatica permette di inibire sia la crescita delle

cellule tumorali umane in coltura sia lo sviluppo dei tumori nei topi In queste condizioni

lrsquoinositolo pentafosfato ha dimostrato unrsquoattivitagrave farmacologica comparabile e potenziante

quella del farmaco citotossico cisplatino molto usato in chemioterapia antitumorale ma

associato a effetti collaterali come nausea vomito formicolio a mani e piedi caduta dei

capelli e alterazione della funzionalitagrave renale (gli inositoli fosfati invece non sono tossici

neanche a concentrazioni piugrave elevate di quelle usate in questo studio e possono essere

assorbiti per via orale) I principali effetti positivi sono stati riscontrati a livello di ovaie e

polmoni

Lrsquoinositolo pentafosfato inoltre si egrave dimostrato capace di inibire lo sviluppo dei nuovi vasi

sanguigni indispensabili per la nutrizione e lo sviluppo del tumore (angiogenesi) bloccando

quindi un meccanismo fondamentale per la sua crescita

Sitografia

ldquoLe Scienze edizione italiana di Scientifica Americanrdquo ndashLegumi e cereali conto il cancro-

ldquoAssociazione Giacomo-onlusrdquo -Inositolo Pentafosfato da legumi e arachidi una nuova strada

nella cura dei tumori

41

Tra le mille virtursquo del miele la cura dellrsquoherpes simplex

A cura di Dottssa Serena Pascucci Biologa Nutrizionista

Le molteplici proprietagrave del miele sono note fin dallrsquoantichitagrave

per le sue capacitagrave antisettiche antibiotiche e cicatrizzanti

e il suo uso nella medicina moderna sta riscontrando

sempre piugrave maggiore interesse

Diversi studi

hanno valutato

lrsquoefficacia del miele contro alcuni virus tra cui di

particolare importanza egrave emersa lrsquoefficacia del

miele per il trattamento dellrsquoHerpes Simplex sia a

livello labiale sia a livello genitale Lo studio del

2004 condotto presso una clinica privata a Dubai

ha selezionato 16 pazienti con ricorrenti manifestazioni del virus otto affetti da Herpes

simplex a livello labiale e otto a livello genitale con un etagrave compresa tra i 35 e i 45 anni sia

maschi che femmine Ersquo stata valutata e considerata lrsquoefficacia del miele nel trattamento

delle lesioni prodotte dal virus in confronto a un comune farmaco antivirale utilizzato

normalmente (Acyclovir) I pazienti prescelti prima della prova non dovevano sottoporsi ad

altre cure antivirali A scelta casuale sono stati selezionati quattro pazienti con herpes

labiale e quattro con herpes genitale che hanno effettuato il primo trattamento con il miele

gli altri otto con il farmaco comune antivirale a base di 5 di acyclovir Alla seconda

comparsa della manifestazione del virus egrave stato effettuato lrsquoopposto Nello studio egrave stato

somministrato un miele multiflora direttamente sulle lesioni prodotte dal virus su una garza

a contatto con la lesione per un quarto drsquoora per 4 volte al giorno fino alla completa

guarigione mentre il farmaco veniva applicato 6 volte al giorno Da questa prova egrave stata

riscontrata una durata delle lesioni dalla prima comparsa alla completa scomparsa di circa

12 giorni in media per entrambi i trattamenti ma nel caso dei pazienti con herpes labiale

trattati con il miele la guarigione egrave avvenuta in circa 3 giorni rispetto ai 5 giorni con il

trattamento con acyclovir cioegrave con una velocitagrave del 35 superiore Inoltre il miele ha

42

mostrato un azione migliore rispetto al farmaco in particolare la durata del dolore risultava

minore del 39 con fastidi moderati per non piugrave di 24 ore mentre con acyclovir il dolore

anche se moderato poteva prolungarsi fino a 72 ore Ersquo stato anche riscontrato un

insorgenza minore delle croste del 28 in chi utilizzava il miele in particolare in 5 pazienti le

lesioni non si sono evolute in croste cosa che non egrave mai avvenuta nei soggetti trattati con il

farmaco Ancora in due casi con il trattamento con il miele lrsquoherpes ha abortito cioegrave dopo i

primi sintomi non ha sviluppato lesioni e procurato fastidi al contrario dei pazienti trattati

con il farmaco Anche nei pazienti con herpes a livello genitale il miele si egrave mostrato piugrave

efficace del farmaco convenzionale con un tempo di guarigione minore del 53 una durata

del dolore inferiore del 50 anche qui con fastidi moderati e con una durata non superiore

alle 24 ore rispetto a bruciori da moderati a medi prolungati(anche per 3 giorni) nei pazienti

con trattamento con farmaco Inoltre egrave stato riscontrato anche a livello genitale un

insorgenza minore di croste del 49 in particolare in 5 pazienti trattati con il miele le lesioni

a livello genitale non si sono sviluppate in croste a differenza dei pazienti trattati con il

farmaco in cui le croste sono sempre apparse Infine egrave stato riscontrato anche a livello

genitale un aborto del virus in chi utilizzava il miele senza avere avuto nessun riscontro

invece nei pazienti trattati con farmaco

Lrsquoanalisi statistica ha mostrato un efficacia superiore del miele rispetto allrsquoutilizzo di

acyclovir per la cura e la risoluzione delle lesioni virali da herpes simplex labiale e genitale

(Ai-waili 2004) Tuttavia quale sia o quali siano i meccanismi drsquoazione che permettono al

miele di inibire la replicazione del virus sono poco conosciuti Un fattore che puograve

determinare lrsquoazione antivirale del miele puograve essere ricercato nel contenuto di flavonoidi(

azione antivirale) rame zinco vit E C normalmente presenti nel miele e di provata azione

antivirale(AI-Waili 2004) e infine lrsquoossido di azoto con un azione antivirale in vitro la cui

attivitagrave egrave stata rilevata anche sul virus dellrsquoHIV (Torre et al 2002 Schramm DD et al 2003)

Lrsquoherpes simplex egrave un infezione virale importante qualsiasi terapia si volesse seguire egrave

opportuno seguire sempre una supervisione e il consiglio del medico

Bibliografia

Al-Waili NS topical honey application vs acyclovir for the treatment of recurrent herpes

simplex lesions Med Sci Monit 2004 10(8) MT94-MT98

- Schramm DD Karim M Schrader HR Holt RR Cardetti M Keen CL Honey with high levels of antioxidants can provide protection to healthy human subjects J Agric Food Chem 200351(6)1732ndash5 doi 101021jf025928k - Torre D Pugliese A Speranza F Role of nitric oxide in HIV-1 infection friend or foe Lancet Infect Dis 2002 May2(5)273-80

31

possano costituire concausa nello sviluppo della patologia e se egrave possibile migliorarne la

gestione ristabilendo lrsquoequilibrio intestinale con probiotici

Attualmente cambiamenti nel microbiota intestinale sono stati dimostrati nei bambini

celiaci Negli adulti le evidenze parlano di una riduzione di Bifidobatteri sia al momento della

diagnosi che a dieta aglutinata ed un aumento dei Bacteroides (batteri gram negativi e

anaerobici) sia nelle feci che sulle biopsie dei celiaci Inoltre crsquoegrave una riduzione nella

variabilitagrave della specie sia prima che dopo la dieta Tali squilibri vanno ovviamente ad

incidere sul processo patologico

I probiotici sono costituiti da microrganismi vivi che devono essere in grado di svolgere

effetti positivi sulla flora batterica intestinale In alcuni studi si egrave dimostrato come alcuni di

essi possano avere una particolare utilitagrave per i celiaci anche se si tratta ancora di approcci a

livello sperimentale Unrsquo indagine condotta su 64 soggetti (26 pazienti celiaci con dieta

contenente glutine 18 celiaci a dieta gluten-free e 20 soggetti sani) ha portato a valutare se

la flora batterica intestinale possa contribuire ai sintomi pro-infiammatori della celiachia e se

con due specifici ceppi di Bifidobatteri sia possibile ottenere benefici I risultati

confermarono le ipotesi e il ruolo positivo svolto dai ceppi Bifidobacterium longum e

Bifidobacterium bifidum sul quadro infiammatorio

Lrsquouso di specifici batteri probiotici potrebbe quindi contribuire al miglioramento della

patologia ma egrave necessario approfondire ulteriormente con modelli sperimentali e studi

clinici il loro ruolo a supporto della terapia classica

Bibliografia

Collado MC Donat E et al- Imbalances in faecal and duodenal Bifidobacterium species composition

in active and non active coeliac disease (httpwwwncbinlmnihgovpubmed19102766)- BMC

Microbiol 2008 2321-9

Di Cagno R Rizzello CG et al- Different fecal microbiotas and volatile organic compounds in treated

and entrate children with celiac diseaseAppl And Environ Microbiol 2009 75 3963-71

Golfetto L Senna FD et al- Lower Bifidobacteria counts in adult patients with celiac disease on a

gluten- free diet

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Lower+Bifidobacteria+counts+in+adult+patients+with

+celiac+disease+on+a+gluten-+free+diet)- Arq Gastroenterol 2014 51 139-43

32

Ghosh S- Advances in our understanding of the pathogenesis of celiac disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed21523256)- Can J Gastroenterol 2011 25186

Medina M De Palma G- Bifidobacterium strains suppress in vitro the pro-inflammatory milieu

trigged by large intestinal microbiota of coeliac patients

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Bifidobacterium+strains+suppress+in+vitro+the+pro-

inflammatory+milieu+trigged)- J Inflamm 2008 519

Sanders ME- Impact of probiotics on colonizing microbiota of the gut

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed21992949)- J Clin Gastroenterol 2011 45S115-9

Sanz Y De Pama G et al- Unraveling the ties between celiac disease and intestinal microbiota

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Unraveling+the+ties+between+celiac+disease)- Int

Rev Immunol 2011 30 207-18

33

CAPSICUM ANNUUM IL ROSSO CHE PROTEGGE LA

TUA SALUTE

A cura di Dottssa Giusi Balzano ndash Biologa nutrizionista

Il peperoncino rosso il cui nome scientifico egrave Capsicum annuum appartiene alla famiglia

delle Solanacee ed egrave originario delle Americhe

Dal ritrovamento di reperti archeologici sappiamo con certezza che fin dal 5000 aC circa la

popolazione messicana conosceva il peperoncino il quale fu importato in Europa da

Cristoforo Colombo nel 1493

Capsicum annuum

Il peperoncino a dispetto di tante credenze gode di tante proprietagrave benefiche e forse per

associazione con il pepe si tende erroneamente a credere che sia poco salutare

Come pianta egrave facilmente coltivabile e si adatta a diversi climi puograve essere coltivato nei vasi

e su un terrazzo limportante egrave che stia in pieno sole Nei periodi piugrave freddi conviene ad

ogni modo tenerlo al riparo in quanto non sopporta bene un clima troppo rigido Il

peperoncino egrave una pianta annuale e le parti consumate sono i frutti le bacche contenenti

dei semi bianco-giallastri Esistono tantissime qualitagrave di peperoncino e le bacche possono

essere consumate fresche cotte o crude I colori dei peperoncini (frutto) sono molteplici

verdi gialli rossi arancione bruno scuro e marrone scuro La sensazione di piccante data dal

peperoncino egrave dovuta alla capsaicina che in proporzione alla quantitagrave disponibile nel seme

ne determina appunto la piccantezza In realtagrave quando si mangia un peperoncino la

risposta di bruciore data dallorganismo egrave solo una sensazione che il cervello invia come

34

risposta allattivazione di alcuni termorecettori presenti nella bocca con cui proprio la

capsaicina viene a contatto Tra le proprietagrave del peperoncino troviamo

funzione dimagrante egrave accentuanto il consumo di calorie ad opera della capsaicina principio

attivo del peperoncino

proprietagrave antibiotiche antibatteriche e antiossidanti ad opera dei flavonoidi e capsaicinoidi

E anche molto utile nella cura di raffreddore bronchite e sinusite

flusso sanguignoazione vasodilatatrice il caratteristico potere piccante urticante del

peperoncino porta con seacute una specifica azione della capsicina sulla circolazione periferica

del sangue La dilatazione dei vasi sanguigni egrave funzionale alla regolazione ottimale della

pressione e della circolazione del sangue che aumenta dopo lassunzione I capillari

diventano piugrave elastici e il sangue risulta piugrave ossigenato Egrave per questo che il peperoncino utile

per scaldarsi in inverno diventa anche importante nella dieta estiva per difendersi dal caldo

torrido e dallumiditagrave

cuore e colesterolo la regolazione del flusso del sangue aiuta a mantenere pulito il sistema

endovenoso congiuntamente allazione della lecitina e di altri olii essenziali evitando la

comparsa di placche che bloccano il flusso sanguigno I capsaicinoidi svolgono unazione

importante nelle diete ad alto contenuto di sostanze grasse Il peperoncino aiuta a ridurre

eccessivi livelli di colesterolo accelerandone la ripartizione e lespulsione

digestione e metabolismo il peperoncino aumenta la secrezione di succhi gastrici e migliora

la digestione grazie al suo potere antifermentativo e inoltre tiene pulite le mucose Nelle

diete in cui egrave prevista unassunzione regolare linfluenza del capsicum porta a migliorare e

velocizzare i processi metabolici Attenzione perograve in caso di bruciore fastidioso e

persistente dopo ingestione di peperoncino associato ad uninfiammazione della gola

dellesofago o dello stomaco mangiare un pezzo di formaggio o di pane o bere birra risulta

essere di grande aiuto contro i fastidi menzionati

mal di collo e mal di schiena efficace contro artriti e reumatismi il peperoncino egrave un

ingrediente essenziale di molte creme e gel antinfiammatori ad azione topica Aiuta ad

alleviare il dolore migliorando la circolazione sanguigna

azione anti-tumorale la vitamina C egrave un significativo agente anti-cancro previene infezioni e

tumori I peperoncini freschi ne sono ricchi e riescono a fornirci acido ascorbico (vitamina C)

proprio in estate ed autunno quando la nostra dieta mediterranea egrave piugrave povera di agrumi

35

mal di testa e depressione lassunzione della capsicina provoca bruciore e dolore nella bocca

e nelle pareti interne del sistema gastroenterico Il nostro corpo reagisce cominciando a

rilasciare maggiori quantitagrave di adrenalina aumentando al contempo la produzione di

endorfine Il nostro corpo risulta energizzato laumento del flusso del sangue al cervello dagrave

sollievo poi sopraggiungono le endorfine vere e proprie ldquodrogherdquo naturali cioegrave oppioidi

endogeni che vengono prodotti internamente dal nostro organismo ed hanno potere

eccitativo ed analgesico alleviando cefalee ed altri dolori

azione afrodisiaca insieme alla vitamina C nel peperoncino cegrave anche la vitamina E

responsabile della stimolazione e della regolazione di molti processi legati alla feconditagrave

sessuale

Bibliografia

1 Tewksbury JJ Levey DJ Huizinga M Haak DC Traveset A Costs and benefits of capsaicin-mediated control of gut retention in dispersers of wild chilies Ecology 89 107-17 2008

2 Govindarajan VS Sathyanarayana MN Capsicum--production technology chemistry and quality Part V Impact on physiology pharmacology nutrition and metabolism structure pungency pain and desensitization sequences Crit Rev Food Sci Nutr 29 435-74 1991

36

Rape Rosse - Tubero e foglie un beneficio a 360deg

A cura di Dottssa Giusi Balzano ndash Biologa nutrizionista

Barbe rosse barbabietole rosse o ancora carote rosse

sono tutti sinonimi dialettali che fanno riferimento alle

rape rosse

Queste sono tuberi noti in botanica come Beta vulgaris

var rapa forma rubra si tratta di una pianta

appartenente alla famiglia delle Chenopodiaceae ed al genere Beta Menzionata in alcuni

antichissimi scritti greci risalenti al 420 aC periodo in cui il tubero rosso era noto

semplicemente come beta secondo il pensiero di altri autori lorigine delle rape rosse risale

addirittura al 2000 aC considerata la presenza di alcuni reperti archeologici che la

attestano

Malgrado gli appelli di dietologi e specialisti dellalimentazione si tende spesso a

dimenticare limportanza fitoterapica e benefica di alcuni ortaggi come in questo specifico

caso le rape rosse

Le rape rosse contengono pochissime calorie (solamente 19 per 100 grammi di prodotto)

per questo motivo rientrano tra i cibi ipocalorici ottimi alimenti preferibili in diete bilanciate

che presuppongono una marcata restrizione calorica Ersquo ricca di acqua corrispondente a

circa il 91 si contano solo il 4 di carboidrati ed il 26 di fibre contiene diverse vitamine

in particolare del gruppo B e una buona quota di sali minerali soprattutto potassio sodio

calcio ferro e fosforo ed egrave ricca anche di zuccheri Nella radice della rapa rossa si ritrova un

glicoside che attribuisce la tipica colorazione rosso vivo alla rapa si tratta della betaina

sfruttata dallindustria alimentare come colorante naturale (E 162) Altro pigmento

riscontrato nella rapa rossa egrave la betaxantina che le conferisce striature giallastre Ancora

nella radice di rapa rossa si trovano altre sostanze sfruttate nella fitoterapia e nella cosmesi

quali saponine antociani flavonoidi in genere ed allantoine (proprietagrave idratanti e

disarrossanti)

37

Proprietagrave terapiche

Una delle proprietagrave curative principali di questo ortaggio riguarda il potere lassativo spesso

utile per combattere la stitichezza e le emorroidi La rapa rossa egrave anche un buon rimedio per

migliorare la funzione epatica e combattere le infezioni delle vie urinarie Le sue foglie sono

unrsquoottima fonte di vitamina A e le radici sono una buona fonte di vitamina C Le foglie

vengono cucinate o servite fresche come verdura mentre le radici o teste possono essere

affettate in insalate o cotte intere e poi tagliate a fettine o a tocchetti

Le rape rosse sono particolarmente ricche di folati fondamentali alleati contro le malattie

cardiache e lrsquoanemia in quanto coinvolti nella produzione di globuli rossi e bianchi nella

sintesi di materiale genetico e nella formazione di anticorpi nel sistema immunitario Esse

sono anche ricchi di fibre solubili e insolubili La fibra insolubile aiuta a mantenere il tratto

intestinale funzionante mentre la fibra solubile controlla il livello di zucchero nel sangue e

abbassa il colesterolo Nelle sue foglie egrave abbondante il beta-carotene il ferro e il calcio

Ricche di vitamine del gruppo B come B1 B2 B3 e B6 per quanto concerne il contenuto di

sali minerali questa egrave un ortaggio ricco di iodio sodio e potassio ma anche in quantitagrave

minori di magnesio Lo iodio egrave un minerale essenziale per il corretto funzionamento della

ghiandola tiroidea che regola il metabolismo mentre il potassio e il sodio sono necessari per

la generazione e la trasmissione degli impulsi nervosi attivitagrave muscolare a parte il bilancio

idrico allrsquointerno e allrsquoesterno della cellula

Il succo crudo di barbabietola (Fig 1) egrave particolarmente idoneo per tutte le persone che

soffrono di anemia in quanto favorisce la formazione di globuli rossi nel sangue inoltre ha

proprietagrave diuretiche e favorisce la digestione

Fig1 succo crudo di barbabietola rossa

38

Ortaggio anticancro

Nella rivista International Journal of Cancer si discute sul ruolo delle rape rosse come

potenziale alimento anticancro la questione egrave per certi versi discutibile ed oscura e non

esiste alcuna dimostrazione indubbia ed inequivocabile che accerti lipotesi In particolare

nella rivista sopraccitata si discute del possibile ruolo delle rape rosse nella prevenzione del

tumore al colon per altri le rape rosse sarebbero in grado non solo di prevenirne il cancro

ma anche di contrastarlo

Bibliografia

Kazimierczak R Hallmann E Lipowski J Drela N Kowalik A Puumlssa T Matt D Luik A Gozdowski D Rembiałkowska E

Beetroot (Beta vulgaris L) and naturally fermented beetroot juices from organic and conventional production metabolomics antioxidant levels and anticancer activity

J Sci Food Agric 2014 May

39

Sigrave ai legumi nella prevenzione delle malattie tumorali

A cura di Dottssa Bruzzone Francesca ndash Dietista

Con il termine ldquolegumirdquo si intendono tutti quei semi commestibili derivanti dalle piante

dicotiledoni dellrsquoordine delle Fabales tra cui rientrano i fagioli le lenticchie le fave i piselli

i lupini i ceci le carrube le cicerchie le arachidi e la soia

I legumi sono alimenti ricchi di proteine tanto da essere stati denominati come ldquola carne dei

poverirdquo Essi possiedono un buon contenuto in amminoacidi (ad eccezione di quelli solforati

e del triptofano) carboidrati fibre Calcio Ferro e Potassio a discapito di grassi e

colesterolo

In abbinamento ai cereali i legumi costituiscono un ottimo e saziante piatto unico dove

convergono carboidrati e proteine e dove gli amminoacidi carenti nei cereali (come la lisina)

si integrano con quelli dei legumi e viceversa Queste qualitagrave rendono tali semi

particolarmente adeguati sia nella prevenzione che nel trattamento di numerose malattie

metaboliche come il diabete mellito le dislipidemie la sindrome metabolica il sovrappeso e

lrsquoobesitagrave Di recente inoltre egrave stato attribuito un altro importante ruolo benefico ai legumi

quello di ostacolare la crescita di alcune forme tumorali

Un lavoro effettuato da un gruppo di ricercatori dellUniversity College di Londra del

Dipartimento di Scienze Chirurgiche dell`Universitagrave di Chieti e del Laboratorio di

Farmacologia Molecolare dell`Istituto Mario Negri di Milano e pubblicato sulla rivista

statunitense ldquoCancer Researchrdquo infatti ha scoperto la presenza di inositolo pentachisfosfato

nella maggior parte dei legumi (in particolare in lenticchie piselli e fagioli) e nelle noci Tale

40

composto sembrerebbe inibire lrsquoenzima fosfoinositide 3-chinasi coinvolto nella crescita e

nella progressione dei tumori e capace di aumentare la resistenza al trattamento con agenti

chemoterapeutici Il segnale attivato dalla fosfoinositide 3-chinasi infatti rappresenta un

target importante per lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche anticancro e questo studio

dimostra come lrsquoinositolo pentafosfato sia capace di antagonizzare in maniera specifica

questo segnale nelle cellule tumorali inducendone lrsquoapoptosi (morte programmata)

Lrsquoinositolo pentafosfato ha una struttura molecolare analoga al prodotto dellrsquoattivitagrave

enzimatica della fosfoinositide 3-chinasi che attiva segnali specifici per la progressione del

cancro Il meccanismo secondo il quale lrsquoinositolo pentafosfato disattiva le proteine

iperattive nei tumori dalla membrana plasmatica permette di inibire sia la crescita delle

cellule tumorali umane in coltura sia lo sviluppo dei tumori nei topi In queste condizioni

lrsquoinositolo pentafosfato ha dimostrato unrsquoattivitagrave farmacologica comparabile e potenziante

quella del farmaco citotossico cisplatino molto usato in chemioterapia antitumorale ma

associato a effetti collaterali come nausea vomito formicolio a mani e piedi caduta dei

capelli e alterazione della funzionalitagrave renale (gli inositoli fosfati invece non sono tossici

neanche a concentrazioni piugrave elevate di quelle usate in questo studio e possono essere

assorbiti per via orale) I principali effetti positivi sono stati riscontrati a livello di ovaie e

polmoni

Lrsquoinositolo pentafosfato inoltre si egrave dimostrato capace di inibire lo sviluppo dei nuovi vasi

sanguigni indispensabili per la nutrizione e lo sviluppo del tumore (angiogenesi) bloccando

quindi un meccanismo fondamentale per la sua crescita

Sitografia

ldquoLe Scienze edizione italiana di Scientifica Americanrdquo ndashLegumi e cereali conto il cancro-

ldquoAssociazione Giacomo-onlusrdquo -Inositolo Pentafosfato da legumi e arachidi una nuova strada

nella cura dei tumori

41

Tra le mille virtursquo del miele la cura dellrsquoherpes simplex

A cura di Dottssa Serena Pascucci Biologa Nutrizionista

Le molteplici proprietagrave del miele sono note fin dallrsquoantichitagrave

per le sue capacitagrave antisettiche antibiotiche e cicatrizzanti

e il suo uso nella medicina moderna sta riscontrando

sempre piugrave maggiore interesse

Diversi studi

hanno valutato

lrsquoefficacia del miele contro alcuni virus tra cui di

particolare importanza egrave emersa lrsquoefficacia del

miele per il trattamento dellrsquoHerpes Simplex sia a

livello labiale sia a livello genitale Lo studio del

2004 condotto presso una clinica privata a Dubai

ha selezionato 16 pazienti con ricorrenti manifestazioni del virus otto affetti da Herpes

simplex a livello labiale e otto a livello genitale con un etagrave compresa tra i 35 e i 45 anni sia

maschi che femmine Ersquo stata valutata e considerata lrsquoefficacia del miele nel trattamento

delle lesioni prodotte dal virus in confronto a un comune farmaco antivirale utilizzato

normalmente (Acyclovir) I pazienti prescelti prima della prova non dovevano sottoporsi ad

altre cure antivirali A scelta casuale sono stati selezionati quattro pazienti con herpes

labiale e quattro con herpes genitale che hanno effettuato il primo trattamento con il miele

gli altri otto con il farmaco comune antivirale a base di 5 di acyclovir Alla seconda

comparsa della manifestazione del virus egrave stato effettuato lrsquoopposto Nello studio egrave stato

somministrato un miele multiflora direttamente sulle lesioni prodotte dal virus su una garza

a contatto con la lesione per un quarto drsquoora per 4 volte al giorno fino alla completa

guarigione mentre il farmaco veniva applicato 6 volte al giorno Da questa prova egrave stata

riscontrata una durata delle lesioni dalla prima comparsa alla completa scomparsa di circa

12 giorni in media per entrambi i trattamenti ma nel caso dei pazienti con herpes labiale

trattati con il miele la guarigione egrave avvenuta in circa 3 giorni rispetto ai 5 giorni con il

trattamento con acyclovir cioegrave con una velocitagrave del 35 superiore Inoltre il miele ha

42

mostrato un azione migliore rispetto al farmaco in particolare la durata del dolore risultava

minore del 39 con fastidi moderati per non piugrave di 24 ore mentre con acyclovir il dolore

anche se moderato poteva prolungarsi fino a 72 ore Ersquo stato anche riscontrato un

insorgenza minore delle croste del 28 in chi utilizzava il miele in particolare in 5 pazienti le

lesioni non si sono evolute in croste cosa che non egrave mai avvenuta nei soggetti trattati con il

farmaco Ancora in due casi con il trattamento con il miele lrsquoherpes ha abortito cioegrave dopo i

primi sintomi non ha sviluppato lesioni e procurato fastidi al contrario dei pazienti trattati

con il farmaco Anche nei pazienti con herpes a livello genitale il miele si egrave mostrato piugrave

efficace del farmaco convenzionale con un tempo di guarigione minore del 53 una durata

del dolore inferiore del 50 anche qui con fastidi moderati e con una durata non superiore

alle 24 ore rispetto a bruciori da moderati a medi prolungati(anche per 3 giorni) nei pazienti

con trattamento con farmaco Inoltre egrave stato riscontrato anche a livello genitale un

insorgenza minore di croste del 49 in particolare in 5 pazienti trattati con il miele le lesioni

a livello genitale non si sono sviluppate in croste a differenza dei pazienti trattati con il

farmaco in cui le croste sono sempre apparse Infine egrave stato riscontrato anche a livello

genitale un aborto del virus in chi utilizzava il miele senza avere avuto nessun riscontro

invece nei pazienti trattati con farmaco

Lrsquoanalisi statistica ha mostrato un efficacia superiore del miele rispetto allrsquoutilizzo di

acyclovir per la cura e la risoluzione delle lesioni virali da herpes simplex labiale e genitale

(Ai-waili 2004) Tuttavia quale sia o quali siano i meccanismi drsquoazione che permettono al

miele di inibire la replicazione del virus sono poco conosciuti Un fattore che puograve

determinare lrsquoazione antivirale del miele puograve essere ricercato nel contenuto di flavonoidi(

azione antivirale) rame zinco vit E C normalmente presenti nel miele e di provata azione

antivirale(AI-Waili 2004) e infine lrsquoossido di azoto con un azione antivirale in vitro la cui

attivitagrave egrave stata rilevata anche sul virus dellrsquoHIV (Torre et al 2002 Schramm DD et al 2003)

Lrsquoherpes simplex egrave un infezione virale importante qualsiasi terapia si volesse seguire egrave

opportuno seguire sempre una supervisione e il consiglio del medico

Bibliografia

Al-Waili NS topical honey application vs acyclovir for the treatment of recurrent herpes

simplex lesions Med Sci Monit 2004 10(8) MT94-MT98

- Schramm DD Karim M Schrader HR Holt RR Cardetti M Keen CL Honey with high levels of antioxidants can provide protection to healthy human subjects J Agric Food Chem 200351(6)1732ndash5 doi 101021jf025928k - Torre D Pugliese A Speranza F Role of nitric oxide in HIV-1 infection friend or foe Lancet Infect Dis 2002 May2(5)273-80

32

Ghosh S- Advances in our understanding of the pathogenesis of celiac disease

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed21523256)- Can J Gastroenterol 2011 25186

Medina M De Palma G- Bifidobacterium strains suppress in vitro the pro-inflammatory milieu

trigged by large intestinal microbiota of coeliac patients

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Bifidobacterium+strains+suppress+in+vitro+the+pro-

inflammatory+milieu+trigged)- J Inflamm 2008 519

Sanders ME- Impact of probiotics on colonizing microbiota of the gut

(httpwwwncbinlmnihgovpubmed21992949)- J Clin Gastroenterol 2011 45S115-9

Sanz Y De Pama G et al- Unraveling the ties between celiac disease and intestinal microbiota

(httpwwwncbinlmnihgovpubmedterm=Unraveling+the+ties+between+celiac+disease)- Int

Rev Immunol 2011 30 207-18

33

CAPSICUM ANNUUM IL ROSSO CHE PROTEGGE LA

TUA SALUTE

A cura di Dottssa Giusi Balzano ndash Biologa nutrizionista

Il peperoncino rosso il cui nome scientifico egrave Capsicum annuum appartiene alla famiglia

delle Solanacee ed egrave originario delle Americhe

Dal ritrovamento di reperti archeologici sappiamo con certezza che fin dal 5000 aC circa la

popolazione messicana conosceva il peperoncino il quale fu importato in Europa da

Cristoforo Colombo nel 1493

Capsicum annuum

Il peperoncino a dispetto di tante credenze gode di tante proprietagrave benefiche e forse per

associazione con il pepe si tende erroneamente a credere che sia poco salutare

Come pianta egrave facilmente coltivabile e si adatta a diversi climi puograve essere coltivato nei vasi

e su un terrazzo limportante egrave che stia in pieno sole Nei periodi piugrave freddi conviene ad

ogni modo tenerlo al riparo in quanto non sopporta bene un clima troppo rigido Il

peperoncino egrave una pianta annuale e le parti consumate sono i frutti le bacche contenenti

dei semi bianco-giallastri Esistono tantissime qualitagrave di peperoncino e le bacche possono

essere consumate fresche cotte o crude I colori dei peperoncini (frutto) sono molteplici

verdi gialli rossi arancione bruno scuro e marrone scuro La sensazione di piccante data dal

peperoncino egrave dovuta alla capsaicina che in proporzione alla quantitagrave disponibile nel seme

ne determina appunto la piccantezza In realtagrave quando si mangia un peperoncino la

risposta di bruciore data dallorganismo egrave solo una sensazione che il cervello invia come

34

risposta allattivazione di alcuni termorecettori presenti nella bocca con cui proprio la

capsaicina viene a contatto Tra le proprietagrave del peperoncino troviamo

funzione dimagrante egrave accentuanto il consumo di calorie ad opera della capsaicina principio

attivo del peperoncino

proprietagrave antibiotiche antibatteriche e antiossidanti ad opera dei flavonoidi e capsaicinoidi

E anche molto utile nella cura di raffreddore bronchite e sinusite

flusso sanguignoazione vasodilatatrice il caratteristico potere piccante urticante del

peperoncino porta con seacute una specifica azione della capsicina sulla circolazione periferica

del sangue La dilatazione dei vasi sanguigni egrave funzionale alla regolazione ottimale della

pressione e della circolazione del sangue che aumenta dopo lassunzione I capillari

diventano piugrave elastici e il sangue risulta piugrave ossigenato Egrave per questo che il peperoncino utile

per scaldarsi in inverno diventa anche importante nella dieta estiva per difendersi dal caldo

torrido e dallumiditagrave

cuore e colesterolo la regolazione del flusso del sangue aiuta a mantenere pulito il sistema

endovenoso congiuntamente allazione della lecitina e di altri olii essenziali evitando la

comparsa di placche che bloccano il flusso sanguigno I capsaicinoidi svolgono unazione

importante nelle diete ad alto contenuto di sostanze grasse Il peperoncino aiuta a ridurre

eccessivi livelli di colesterolo accelerandone la ripartizione e lespulsione

digestione e metabolismo il peperoncino aumenta la secrezione di succhi gastrici e migliora

la digestione grazie al suo potere antifermentativo e inoltre tiene pulite le mucose Nelle

diete in cui egrave prevista unassunzione regolare linfluenza del capsicum porta a migliorare e

velocizzare i processi metabolici Attenzione perograve in caso di bruciore fastidioso e

persistente dopo ingestione di peperoncino associato ad uninfiammazione della gola

dellesofago o dello stomaco mangiare un pezzo di formaggio o di pane o bere birra risulta

essere di grande aiuto contro i fastidi menzionati

mal di collo e mal di schiena efficace contro artriti e reumatismi il peperoncino egrave un

ingrediente essenziale di molte creme e gel antinfiammatori ad azione topica Aiuta ad

alleviare il dolore migliorando la circolazione sanguigna

azione anti-tumorale la vitamina C egrave un significativo agente anti-cancro previene infezioni e

tumori I peperoncini freschi ne sono ricchi e riescono a fornirci acido ascorbico (vitamina C)

proprio in estate ed autunno quando la nostra dieta mediterranea egrave piugrave povera di agrumi

35

mal di testa e depressione lassunzione della capsicina provoca bruciore e dolore nella bocca

e nelle pareti interne del sistema gastroenterico Il nostro corpo reagisce cominciando a

rilasciare maggiori quantitagrave di adrenalina aumentando al contempo la produzione di

endorfine Il nostro corpo risulta energizzato laumento del flusso del sangue al cervello dagrave

sollievo poi sopraggiungono le endorfine vere e proprie ldquodrogherdquo naturali cioegrave oppioidi

endogeni che vengono prodotti internamente dal nostro organismo ed hanno potere

eccitativo ed analgesico alleviando cefalee ed altri dolori

azione afrodisiaca insieme alla vitamina C nel peperoncino cegrave anche la vitamina E

responsabile della stimolazione e della regolazione di molti processi legati alla feconditagrave

sessuale

Bibliografia

1 Tewksbury JJ Levey DJ Huizinga M Haak DC Traveset A Costs and benefits of capsaicin-mediated control of gut retention in dispersers of wild chilies Ecology 89 107-17 2008

2 Govindarajan VS Sathyanarayana MN Capsicum--production technology chemistry and quality Part V Impact on physiology pharmacology nutrition and metabolism structure pungency pain and desensitization sequences Crit Rev Food Sci Nutr 29 435-74 1991

36

Rape Rosse - Tubero e foglie un beneficio a 360deg

A cura di Dottssa Giusi Balzano ndash Biologa nutrizionista

Barbe rosse barbabietole rosse o ancora carote rosse

sono tutti sinonimi dialettali che fanno riferimento alle

rape rosse

Queste sono tuberi noti in botanica come Beta vulgaris

var rapa forma rubra si tratta di una pianta

appartenente alla famiglia delle Chenopodiaceae ed al genere Beta Menzionata in alcuni

antichissimi scritti greci risalenti al 420 aC periodo in cui il tubero rosso era noto

semplicemente come beta secondo il pensiero di altri autori lorigine delle rape rosse risale

addirittura al 2000 aC considerata la presenza di alcuni reperti archeologici che la

attestano

Malgrado gli appelli di dietologi e specialisti dellalimentazione si tende spesso a

dimenticare limportanza fitoterapica e benefica di alcuni ortaggi come in questo specifico

caso le rape rosse

Le rape rosse contengono pochissime calorie (solamente 19 per 100 grammi di prodotto)

per questo motivo rientrano tra i cibi ipocalorici ottimi alimenti preferibili in diete bilanciate

che presuppongono una marcata restrizione calorica Ersquo ricca di acqua corrispondente a

circa il 91 si contano solo il 4 di carboidrati ed il 26 di fibre contiene diverse vitamine

in particolare del gruppo B e una buona quota di sali minerali soprattutto potassio sodio

calcio ferro e fosforo ed egrave ricca anche di zuccheri Nella radice della rapa rossa si ritrova un

glicoside che attribuisce la tipica colorazione rosso vivo alla rapa si tratta della betaina

sfruttata dallindustria alimentare come colorante naturale (E 162) Altro pigmento

riscontrato nella rapa rossa egrave la betaxantina che le conferisce striature giallastre Ancora

nella radice di rapa rossa si trovano altre sostanze sfruttate nella fitoterapia e nella cosmesi

quali saponine antociani flavonoidi in genere ed allantoine (proprietagrave idratanti e

disarrossanti)

37

Proprietagrave terapiche

Una delle proprietagrave curative principali di questo ortaggio riguarda il potere lassativo spesso

utile per combattere la stitichezza e le emorroidi La rapa rossa egrave anche un buon rimedio per

migliorare la funzione epatica e combattere le infezioni delle vie urinarie Le sue foglie sono

unrsquoottima fonte di vitamina A e le radici sono una buona fonte di vitamina C Le foglie

vengono cucinate o servite fresche come verdura mentre le radici o teste possono essere

affettate in insalate o cotte intere e poi tagliate a fettine o a tocchetti

Le rape rosse sono particolarmente ricche di folati fondamentali alleati contro le malattie

cardiache e lrsquoanemia in quanto coinvolti nella produzione di globuli rossi e bianchi nella

sintesi di materiale genetico e nella formazione di anticorpi nel sistema immunitario Esse

sono anche ricchi di fibre solubili e insolubili La fibra insolubile aiuta a mantenere il tratto

intestinale funzionante mentre la fibra solubile controlla il livello di zucchero nel sangue e

abbassa il colesterolo Nelle sue foglie egrave abbondante il beta-carotene il ferro e il calcio

Ricche di vitamine del gruppo B come B1 B2 B3 e B6 per quanto concerne il contenuto di

sali minerali questa egrave un ortaggio ricco di iodio sodio e potassio ma anche in quantitagrave

minori di magnesio Lo iodio egrave un minerale essenziale per il corretto funzionamento della

ghiandola tiroidea che regola il metabolismo mentre il potassio e il sodio sono necessari per

la generazione e la trasmissione degli impulsi nervosi attivitagrave muscolare a parte il bilancio

idrico allrsquointerno e allrsquoesterno della cellula

Il succo crudo di barbabietola (Fig 1) egrave particolarmente idoneo per tutte le persone che

soffrono di anemia in quanto favorisce la formazione di globuli rossi nel sangue inoltre ha

proprietagrave diuretiche e favorisce la digestione

Fig1 succo crudo di barbabietola rossa

38

Ortaggio anticancro

Nella rivista International Journal of Cancer si discute sul ruolo delle rape rosse come

potenziale alimento anticancro la questione egrave per certi versi discutibile ed oscura e non

esiste alcuna dimostrazione indubbia ed inequivocabile che accerti lipotesi In particolare

nella rivista sopraccitata si discute del possibile ruolo delle rape rosse nella prevenzione del

tumore al colon per altri le rape rosse sarebbero in grado non solo di prevenirne il cancro

ma anche di contrastarlo

Bibliografia

Kazimierczak R Hallmann E Lipowski J Drela N Kowalik A Puumlssa T Matt D Luik A Gozdowski D Rembiałkowska E

Beetroot (Beta vulgaris L) and naturally fermented beetroot juices from organic and conventional production metabolomics antioxidant levels and anticancer activity

J Sci Food Agric 2014 May

39

Sigrave ai legumi nella prevenzione delle malattie tumorali

A cura di Dottssa Bruzzone Francesca ndash Dietista

Con il termine ldquolegumirdquo si intendono tutti quei semi commestibili derivanti dalle piante

dicotiledoni dellrsquoordine delle Fabales tra cui rientrano i fagioli le lenticchie le fave i piselli

i lupini i ceci le carrube le cicerchie le arachidi e la soia

I legumi sono alimenti ricchi di proteine tanto da essere stati denominati come ldquola carne dei

poverirdquo Essi possiedono un buon contenuto in amminoacidi (ad eccezione di quelli solforati

e del triptofano) carboidrati fibre Calcio Ferro e Potassio a discapito di grassi e

colesterolo

In abbinamento ai cereali i legumi costituiscono un ottimo e saziante piatto unico dove

convergono carboidrati e proteine e dove gli amminoacidi carenti nei cereali (come la lisina)

si integrano con quelli dei legumi e viceversa Queste qualitagrave rendono tali semi

particolarmente adeguati sia nella prevenzione che nel trattamento di numerose malattie

metaboliche come il diabete mellito le dislipidemie la sindrome metabolica il sovrappeso e

lrsquoobesitagrave Di recente inoltre egrave stato attribuito un altro importante ruolo benefico ai legumi

quello di ostacolare la crescita di alcune forme tumorali

Un lavoro effettuato da un gruppo di ricercatori dellUniversity College di Londra del

Dipartimento di Scienze Chirurgiche dell`Universitagrave di Chieti e del Laboratorio di

Farmacologia Molecolare dell`Istituto Mario Negri di Milano e pubblicato sulla rivista

statunitense ldquoCancer Researchrdquo infatti ha scoperto la presenza di inositolo pentachisfosfato

nella maggior parte dei legumi (in particolare in lenticchie piselli e fagioli) e nelle noci Tale

40

composto sembrerebbe inibire lrsquoenzima fosfoinositide 3-chinasi coinvolto nella crescita e

nella progressione dei tumori e capace di aumentare la resistenza al trattamento con agenti

chemoterapeutici Il segnale attivato dalla fosfoinositide 3-chinasi infatti rappresenta un

target importante per lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche anticancro e questo studio

dimostra come lrsquoinositolo pentafosfato sia capace di antagonizzare in maniera specifica

questo segnale nelle cellule tumorali inducendone lrsquoapoptosi (morte programmata)

Lrsquoinositolo pentafosfato ha una struttura molecolare analoga al prodotto dellrsquoattivitagrave

enzimatica della fosfoinositide 3-chinasi che attiva segnali specifici per la progressione del

cancro Il meccanismo secondo il quale lrsquoinositolo pentafosfato disattiva le proteine

iperattive nei tumori dalla membrana plasmatica permette di inibire sia la crescita delle

cellule tumorali umane in coltura sia lo sviluppo dei tumori nei topi In queste condizioni

lrsquoinositolo pentafosfato ha dimostrato unrsquoattivitagrave farmacologica comparabile e potenziante

quella del farmaco citotossico cisplatino molto usato in chemioterapia antitumorale ma

associato a effetti collaterali come nausea vomito formicolio a mani e piedi caduta dei

capelli e alterazione della funzionalitagrave renale (gli inositoli fosfati invece non sono tossici

neanche a concentrazioni piugrave elevate di quelle usate in questo studio e possono essere

assorbiti per via orale) I principali effetti positivi sono stati riscontrati a livello di ovaie e

polmoni

Lrsquoinositolo pentafosfato inoltre si egrave dimostrato capace di inibire lo sviluppo dei nuovi vasi

sanguigni indispensabili per la nutrizione e lo sviluppo del tumore (angiogenesi) bloccando

quindi un meccanismo fondamentale per la sua crescita

Sitografia

ldquoLe Scienze edizione italiana di Scientifica Americanrdquo ndashLegumi e cereali conto il cancro-

ldquoAssociazione Giacomo-onlusrdquo -Inositolo Pentafosfato da legumi e arachidi una nuova strada

nella cura dei tumori

41

Tra le mille virtursquo del miele la cura dellrsquoherpes simplex

A cura di Dottssa Serena Pascucci Biologa Nutrizionista

Le molteplici proprietagrave del miele sono note fin dallrsquoantichitagrave

per le sue capacitagrave antisettiche antibiotiche e cicatrizzanti

e il suo uso nella medicina moderna sta riscontrando

sempre piugrave maggiore interesse

Diversi studi

hanno valutato

lrsquoefficacia del miele contro alcuni virus tra cui di

particolare importanza egrave emersa lrsquoefficacia del

miele per il trattamento dellrsquoHerpes Simplex sia a

livello labiale sia a livello genitale Lo studio del

2004 condotto presso una clinica privata a Dubai

ha selezionato 16 pazienti con ricorrenti manifestazioni del virus otto affetti da Herpes

simplex a livello labiale e otto a livello genitale con un etagrave compresa tra i 35 e i 45 anni sia

maschi che femmine Ersquo stata valutata e considerata lrsquoefficacia del miele nel trattamento

delle lesioni prodotte dal virus in confronto a un comune farmaco antivirale utilizzato

normalmente (Acyclovir) I pazienti prescelti prima della prova non dovevano sottoporsi ad

altre cure antivirali A scelta casuale sono stati selezionati quattro pazienti con herpes

labiale e quattro con herpes genitale che hanno effettuato il primo trattamento con il miele

gli altri otto con il farmaco comune antivirale a base di 5 di acyclovir Alla seconda

comparsa della manifestazione del virus egrave stato effettuato lrsquoopposto Nello studio egrave stato

somministrato un miele multiflora direttamente sulle lesioni prodotte dal virus su una garza

a contatto con la lesione per un quarto drsquoora per 4 volte al giorno fino alla completa

guarigione mentre il farmaco veniva applicato 6 volte al giorno Da questa prova egrave stata

riscontrata una durata delle lesioni dalla prima comparsa alla completa scomparsa di circa

12 giorni in media per entrambi i trattamenti ma nel caso dei pazienti con herpes labiale

trattati con il miele la guarigione egrave avvenuta in circa 3 giorni rispetto ai 5 giorni con il

trattamento con acyclovir cioegrave con una velocitagrave del 35 superiore Inoltre il miele ha

42

mostrato un azione migliore rispetto al farmaco in particolare la durata del dolore risultava

minore del 39 con fastidi moderati per non piugrave di 24 ore mentre con acyclovir il dolore

anche se moderato poteva prolungarsi fino a 72 ore Ersquo stato anche riscontrato un

insorgenza minore delle croste del 28 in chi utilizzava il miele in particolare in 5 pazienti le

lesioni non si sono evolute in croste cosa che non egrave mai avvenuta nei soggetti trattati con il

farmaco Ancora in due casi con il trattamento con il miele lrsquoherpes ha abortito cioegrave dopo i

primi sintomi non ha sviluppato lesioni e procurato fastidi al contrario dei pazienti trattati

con il farmaco Anche nei pazienti con herpes a livello genitale il miele si egrave mostrato piugrave

efficace del farmaco convenzionale con un tempo di guarigione minore del 53 una durata

del dolore inferiore del 50 anche qui con fastidi moderati e con una durata non superiore

alle 24 ore rispetto a bruciori da moderati a medi prolungati(anche per 3 giorni) nei pazienti

con trattamento con farmaco Inoltre egrave stato riscontrato anche a livello genitale un

insorgenza minore di croste del 49 in particolare in 5 pazienti trattati con il miele le lesioni

a livello genitale non si sono sviluppate in croste a differenza dei pazienti trattati con il

farmaco in cui le croste sono sempre apparse Infine egrave stato riscontrato anche a livello

genitale un aborto del virus in chi utilizzava il miele senza avere avuto nessun riscontro

invece nei pazienti trattati con farmaco

Lrsquoanalisi statistica ha mostrato un efficacia superiore del miele rispetto allrsquoutilizzo di

acyclovir per la cura e la risoluzione delle lesioni virali da herpes simplex labiale e genitale

(Ai-waili 2004) Tuttavia quale sia o quali siano i meccanismi drsquoazione che permettono al

miele di inibire la replicazione del virus sono poco conosciuti Un fattore che puograve

determinare lrsquoazione antivirale del miele puograve essere ricercato nel contenuto di flavonoidi(

azione antivirale) rame zinco vit E C normalmente presenti nel miele e di provata azione

antivirale(AI-Waili 2004) e infine lrsquoossido di azoto con un azione antivirale in vitro la cui

attivitagrave egrave stata rilevata anche sul virus dellrsquoHIV (Torre et al 2002 Schramm DD et al 2003)

Lrsquoherpes simplex egrave un infezione virale importante qualsiasi terapia si volesse seguire egrave

opportuno seguire sempre una supervisione e il consiglio del medico

Bibliografia

Al-Waili NS topical honey application vs acyclovir for the treatment of recurrent herpes

simplex lesions Med Sci Monit 2004 10(8) MT94-MT98

- Schramm DD Karim M Schrader HR Holt RR Cardetti M Keen CL Honey with high levels of antioxidants can provide protection to healthy human subjects J Agric Food Chem 200351(6)1732ndash5 doi 101021jf025928k - Torre D Pugliese A Speranza F Role of nitric oxide in HIV-1 infection friend or foe Lancet Infect Dis 2002 May2(5)273-80

33

CAPSICUM ANNUUM IL ROSSO CHE PROTEGGE LA

TUA SALUTE

A cura di Dottssa Giusi Balzano ndash Biologa nutrizionista

Il peperoncino rosso il cui nome scientifico egrave Capsicum annuum appartiene alla famiglia

delle Solanacee ed egrave originario delle Americhe

Dal ritrovamento di reperti archeologici sappiamo con certezza che fin dal 5000 aC circa la

popolazione messicana conosceva il peperoncino il quale fu importato in Europa da

Cristoforo Colombo nel 1493

Capsicum annuum

Il peperoncino a dispetto di tante credenze gode di tante proprietagrave benefiche e forse per

associazione con il pepe si tende erroneamente a credere che sia poco salutare

Come pianta egrave facilmente coltivabile e si adatta a diversi climi puograve essere coltivato nei vasi

e su un terrazzo limportante egrave che stia in pieno sole Nei periodi piugrave freddi conviene ad

ogni modo tenerlo al riparo in quanto non sopporta bene un clima troppo rigido Il

peperoncino egrave una pianta annuale e le parti consumate sono i frutti le bacche contenenti

dei semi bianco-giallastri Esistono tantissime qualitagrave di peperoncino e le bacche possono

essere consumate fresche cotte o crude I colori dei peperoncini (frutto) sono molteplici

verdi gialli rossi arancione bruno scuro e marrone scuro La sensazione di piccante data dal

peperoncino egrave dovuta alla capsaicina che in proporzione alla quantitagrave disponibile nel seme

ne determina appunto la piccantezza In realtagrave quando si mangia un peperoncino la

risposta di bruciore data dallorganismo egrave solo una sensazione che il cervello invia come

34

risposta allattivazione di alcuni termorecettori presenti nella bocca con cui proprio la

capsaicina viene a contatto Tra le proprietagrave del peperoncino troviamo

funzione dimagrante egrave accentuanto il consumo di calorie ad opera della capsaicina principio

attivo del peperoncino

proprietagrave antibiotiche antibatteriche e antiossidanti ad opera dei flavonoidi e capsaicinoidi

E anche molto utile nella cura di raffreddore bronchite e sinusite

flusso sanguignoazione vasodilatatrice il caratteristico potere piccante urticante del

peperoncino porta con seacute una specifica azione della capsicina sulla circolazione periferica

del sangue La dilatazione dei vasi sanguigni egrave funzionale alla regolazione ottimale della

pressione e della circolazione del sangue che aumenta dopo lassunzione I capillari

diventano piugrave elastici e il sangue risulta piugrave ossigenato Egrave per questo che il peperoncino utile

per scaldarsi in inverno diventa anche importante nella dieta estiva per difendersi dal caldo

torrido e dallumiditagrave

cuore e colesterolo la regolazione del flusso del sangue aiuta a mantenere pulito il sistema

endovenoso congiuntamente allazione della lecitina e di altri olii essenziali evitando la

comparsa di placche che bloccano il flusso sanguigno I capsaicinoidi svolgono unazione

importante nelle diete ad alto contenuto di sostanze grasse Il peperoncino aiuta a ridurre

eccessivi livelli di colesterolo accelerandone la ripartizione e lespulsione

digestione e metabolismo il peperoncino aumenta la secrezione di succhi gastrici e migliora

la digestione grazie al suo potere antifermentativo e inoltre tiene pulite le mucose Nelle

diete in cui egrave prevista unassunzione regolare linfluenza del capsicum porta a migliorare e

velocizzare i processi metabolici Attenzione perograve in caso di bruciore fastidioso e

persistente dopo ingestione di peperoncino associato ad uninfiammazione della gola

dellesofago o dello stomaco mangiare un pezzo di formaggio o di pane o bere birra risulta

essere di grande aiuto contro i fastidi menzionati

mal di collo e mal di schiena efficace contro artriti e reumatismi il peperoncino egrave un

ingrediente essenziale di molte creme e gel antinfiammatori ad azione topica Aiuta ad

alleviare il dolore migliorando la circolazione sanguigna

azione anti-tumorale la vitamina C egrave un significativo agente anti-cancro previene infezioni e

tumori I peperoncini freschi ne sono ricchi e riescono a fornirci acido ascorbico (vitamina C)

proprio in estate ed autunno quando la nostra dieta mediterranea egrave piugrave povera di agrumi

35

mal di testa e depressione lassunzione della capsicina provoca bruciore e dolore nella bocca

e nelle pareti interne del sistema gastroenterico Il nostro corpo reagisce cominciando a

rilasciare maggiori quantitagrave di adrenalina aumentando al contempo la produzione di

endorfine Il nostro corpo risulta energizzato laumento del flusso del sangue al cervello dagrave

sollievo poi sopraggiungono le endorfine vere e proprie ldquodrogherdquo naturali cioegrave oppioidi

endogeni che vengono prodotti internamente dal nostro organismo ed hanno potere

eccitativo ed analgesico alleviando cefalee ed altri dolori

azione afrodisiaca insieme alla vitamina C nel peperoncino cegrave anche la vitamina E

responsabile della stimolazione e della regolazione di molti processi legati alla feconditagrave

sessuale

Bibliografia

1 Tewksbury JJ Levey DJ Huizinga M Haak DC Traveset A Costs and benefits of capsaicin-mediated control of gut retention in dispersers of wild chilies Ecology 89 107-17 2008

2 Govindarajan VS Sathyanarayana MN Capsicum--production technology chemistry and quality Part V Impact on physiology pharmacology nutrition and metabolism structure pungency pain and desensitization sequences Crit Rev Food Sci Nutr 29 435-74 1991

36

Rape Rosse - Tubero e foglie un beneficio a 360deg

A cura di Dottssa Giusi Balzano ndash Biologa nutrizionista

Barbe rosse barbabietole rosse o ancora carote rosse

sono tutti sinonimi dialettali che fanno riferimento alle

rape rosse

Queste sono tuberi noti in botanica come Beta vulgaris

var rapa forma rubra si tratta di una pianta

appartenente alla famiglia delle Chenopodiaceae ed al genere Beta Menzionata in alcuni

antichissimi scritti greci risalenti al 420 aC periodo in cui il tubero rosso era noto

semplicemente come beta secondo il pensiero di altri autori lorigine delle rape rosse risale

addirittura al 2000 aC considerata la presenza di alcuni reperti archeologici che la

attestano

Malgrado gli appelli di dietologi e specialisti dellalimentazione si tende spesso a

dimenticare limportanza fitoterapica e benefica di alcuni ortaggi come in questo specifico

caso le rape rosse

Le rape rosse contengono pochissime calorie (solamente 19 per 100 grammi di prodotto)

per questo motivo rientrano tra i cibi ipocalorici ottimi alimenti preferibili in diete bilanciate

che presuppongono una marcata restrizione calorica Ersquo ricca di acqua corrispondente a

circa il 91 si contano solo il 4 di carboidrati ed il 26 di fibre contiene diverse vitamine

in particolare del gruppo B e una buona quota di sali minerali soprattutto potassio sodio

calcio ferro e fosforo ed egrave ricca anche di zuccheri Nella radice della rapa rossa si ritrova un

glicoside che attribuisce la tipica colorazione rosso vivo alla rapa si tratta della betaina

sfruttata dallindustria alimentare come colorante naturale (E 162) Altro pigmento

riscontrato nella rapa rossa egrave la betaxantina che le conferisce striature giallastre Ancora

nella radice di rapa rossa si trovano altre sostanze sfruttate nella fitoterapia e nella cosmesi

quali saponine antociani flavonoidi in genere ed allantoine (proprietagrave idratanti e

disarrossanti)

37

Proprietagrave terapiche

Una delle proprietagrave curative principali di questo ortaggio riguarda il potere lassativo spesso

utile per combattere la stitichezza e le emorroidi La rapa rossa egrave anche un buon rimedio per

migliorare la funzione epatica e combattere le infezioni delle vie urinarie Le sue foglie sono

unrsquoottima fonte di vitamina A e le radici sono una buona fonte di vitamina C Le foglie

vengono cucinate o servite fresche come verdura mentre le radici o teste possono essere

affettate in insalate o cotte intere e poi tagliate a fettine o a tocchetti

Le rape rosse sono particolarmente ricche di folati fondamentali alleati contro le malattie

cardiache e lrsquoanemia in quanto coinvolti nella produzione di globuli rossi e bianchi nella

sintesi di materiale genetico e nella formazione di anticorpi nel sistema immunitario Esse

sono anche ricchi di fibre solubili e insolubili La fibra insolubile aiuta a mantenere il tratto

intestinale funzionante mentre la fibra solubile controlla il livello di zucchero nel sangue e

abbassa il colesterolo Nelle sue foglie egrave abbondante il beta-carotene il ferro e il calcio

Ricche di vitamine del gruppo B come B1 B2 B3 e B6 per quanto concerne il contenuto di

sali minerali questa egrave un ortaggio ricco di iodio sodio e potassio ma anche in quantitagrave

minori di magnesio Lo iodio egrave un minerale essenziale per il corretto funzionamento della

ghiandola tiroidea che regola il metabolismo mentre il potassio e il sodio sono necessari per

la generazione e la trasmissione degli impulsi nervosi attivitagrave muscolare a parte il bilancio

idrico allrsquointerno e allrsquoesterno della cellula

Il succo crudo di barbabietola (Fig 1) egrave particolarmente idoneo per tutte le persone che

soffrono di anemia in quanto favorisce la formazione di globuli rossi nel sangue inoltre ha

proprietagrave diuretiche e favorisce la digestione

Fig1 succo crudo di barbabietola rossa

38

Ortaggio anticancro

Nella rivista International Journal of Cancer si discute sul ruolo delle rape rosse come

potenziale alimento anticancro la questione egrave per certi versi discutibile ed oscura e non

esiste alcuna dimostrazione indubbia ed inequivocabile che accerti lipotesi In particolare

nella rivista sopraccitata si discute del possibile ruolo delle rape rosse nella prevenzione del

tumore al colon per altri le rape rosse sarebbero in grado non solo di prevenirne il cancro

ma anche di contrastarlo

Bibliografia

Kazimierczak R Hallmann E Lipowski J Drela N Kowalik A Puumlssa T Matt D Luik A Gozdowski D Rembiałkowska E

Beetroot (Beta vulgaris L) and naturally fermented beetroot juices from organic and conventional production metabolomics antioxidant levels and anticancer activity

J Sci Food Agric 2014 May

39

Sigrave ai legumi nella prevenzione delle malattie tumorali

A cura di Dottssa Bruzzone Francesca ndash Dietista

Con il termine ldquolegumirdquo si intendono tutti quei semi commestibili derivanti dalle piante

dicotiledoni dellrsquoordine delle Fabales tra cui rientrano i fagioli le lenticchie le fave i piselli

i lupini i ceci le carrube le cicerchie le arachidi e la soia

I legumi sono alimenti ricchi di proteine tanto da essere stati denominati come ldquola carne dei

poverirdquo Essi possiedono un buon contenuto in amminoacidi (ad eccezione di quelli solforati

e del triptofano) carboidrati fibre Calcio Ferro e Potassio a discapito di grassi e

colesterolo

In abbinamento ai cereali i legumi costituiscono un ottimo e saziante piatto unico dove

convergono carboidrati e proteine e dove gli amminoacidi carenti nei cereali (come la lisina)

si integrano con quelli dei legumi e viceversa Queste qualitagrave rendono tali semi

particolarmente adeguati sia nella prevenzione che nel trattamento di numerose malattie

metaboliche come il diabete mellito le dislipidemie la sindrome metabolica il sovrappeso e

lrsquoobesitagrave Di recente inoltre egrave stato attribuito un altro importante ruolo benefico ai legumi

quello di ostacolare la crescita di alcune forme tumorali

Un lavoro effettuato da un gruppo di ricercatori dellUniversity College di Londra del

Dipartimento di Scienze Chirurgiche dell`Universitagrave di Chieti e del Laboratorio di

Farmacologia Molecolare dell`Istituto Mario Negri di Milano e pubblicato sulla rivista

statunitense ldquoCancer Researchrdquo infatti ha scoperto la presenza di inositolo pentachisfosfato

nella maggior parte dei legumi (in particolare in lenticchie piselli e fagioli) e nelle noci Tale

40

composto sembrerebbe inibire lrsquoenzima fosfoinositide 3-chinasi coinvolto nella crescita e

nella progressione dei tumori e capace di aumentare la resistenza al trattamento con agenti

chemoterapeutici Il segnale attivato dalla fosfoinositide 3-chinasi infatti rappresenta un

target importante per lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche anticancro e questo studio

dimostra come lrsquoinositolo pentafosfato sia capace di antagonizzare in maniera specifica

questo segnale nelle cellule tumorali inducendone lrsquoapoptosi (morte programmata)

Lrsquoinositolo pentafosfato ha una struttura molecolare analoga al prodotto dellrsquoattivitagrave

enzimatica della fosfoinositide 3-chinasi che attiva segnali specifici per la progressione del

cancro Il meccanismo secondo il quale lrsquoinositolo pentafosfato disattiva le proteine

iperattive nei tumori dalla membrana plasmatica permette di inibire sia la crescita delle

cellule tumorali umane in coltura sia lo sviluppo dei tumori nei topi In queste condizioni

lrsquoinositolo pentafosfato ha dimostrato unrsquoattivitagrave farmacologica comparabile e potenziante

quella del farmaco citotossico cisplatino molto usato in chemioterapia antitumorale ma

associato a effetti collaterali come nausea vomito formicolio a mani e piedi caduta dei

capelli e alterazione della funzionalitagrave renale (gli inositoli fosfati invece non sono tossici

neanche a concentrazioni piugrave elevate di quelle usate in questo studio e possono essere

assorbiti per via orale) I principali effetti positivi sono stati riscontrati a livello di ovaie e

polmoni

Lrsquoinositolo pentafosfato inoltre si egrave dimostrato capace di inibire lo sviluppo dei nuovi vasi

sanguigni indispensabili per la nutrizione e lo sviluppo del tumore (angiogenesi) bloccando

quindi un meccanismo fondamentale per la sua crescita

Sitografia

ldquoLe Scienze edizione italiana di Scientifica Americanrdquo ndashLegumi e cereali conto il cancro-

ldquoAssociazione Giacomo-onlusrdquo -Inositolo Pentafosfato da legumi e arachidi una nuova strada

nella cura dei tumori

41

Tra le mille virtursquo del miele la cura dellrsquoherpes simplex

A cura di Dottssa Serena Pascucci Biologa Nutrizionista

Le molteplici proprietagrave del miele sono note fin dallrsquoantichitagrave

per le sue capacitagrave antisettiche antibiotiche e cicatrizzanti

e il suo uso nella medicina moderna sta riscontrando

sempre piugrave maggiore interesse

Diversi studi

hanno valutato

lrsquoefficacia del miele contro alcuni virus tra cui di

particolare importanza egrave emersa lrsquoefficacia del

miele per il trattamento dellrsquoHerpes Simplex sia a

livello labiale sia a livello genitale Lo studio del

2004 condotto presso una clinica privata a Dubai

ha selezionato 16 pazienti con ricorrenti manifestazioni del virus otto affetti da Herpes

simplex a livello labiale e otto a livello genitale con un etagrave compresa tra i 35 e i 45 anni sia

maschi che femmine Ersquo stata valutata e considerata lrsquoefficacia del miele nel trattamento

delle lesioni prodotte dal virus in confronto a un comune farmaco antivirale utilizzato

normalmente (Acyclovir) I pazienti prescelti prima della prova non dovevano sottoporsi ad

altre cure antivirali A scelta casuale sono stati selezionati quattro pazienti con herpes

labiale e quattro con herpes genitale che hanno effettuato il primo trattamento con il miele

gli altri otto con il farmaco comune antivirale a base di 5 di acyclovir Alla seconda

comparsa della manifestazione del virus egrave stato effettuato lrsquoopposto Nello studio egrave stato

somministrato un miele multiflora direttamente sulle lesioni prodotte dal virus su una garza

a contatto con la lesione per un quarto drsquoora per 4 volte al giorno fino alla completa

guarigione mentre il farmaco veniva applicato 6 volte al giorno Da questa prova egrave stata

riscontrata una durata delle lesioni dalla prima comparsa alla completa scomparsa di circa

12 giorni in media per entrambi i trattamenti ma nel caso dei pazienti con herpes labiale

trattati con il miele la guarigione egrave avvenuta in circa 3 giorni rispetto ai 5 giorni con il

trattamento con acyclovir cioegrave con una velocitagrave del 35 superiore Inoltre il miele ha

42

mostrato un azione migliore rispetto al farmaco in particolare la durata del dolore risultava

minore del 39 con fastidi moderati per non piugrave di 24 ore mentre con acyclovir il dolore

anche se moderato poteva prolungarsi fino a 72 ore Ersquo stato anche riscontrato un

insorgenza minore delle croste del 28 in chi utilizzava il miele in particolare in 5 pazienti le

lesioni non si sono evolute in croste cosa che non egrave mai avvenuta nei soggetti trattati con il

farmaco Ancora in due casi con il trattamento con il miele lrsquoherpes ha abortito cioegrave dopo i

primi sintomi non ha sviluppato lesioni e procurato fastidi al contrario dei pazienti trattati

con il farmaco Anche nei pazienti con herpes a livello genitale il miele si egrave mostrato piugrave

efficace del farmaco convenzionale con un tempo di guarigione minore del 53 una durata

del dolore inferiore del 50 anche qui con fastidi moderati e con una durata non superiore

alle 24 ore rispetto a bruciori da moderati a medi prolungati(anche per 3 giorni) nei pazienti

con trattamento con farmaco Inoltre egrave stato riscontrato anche a livello genitale un

insorgenza minore di croste del 49 in particolare in 5 pazienti trattati con il miele le lesioni

a livello genitale non si sono sviluppate in croste a differenza dei pazienti trattati con il

farmaco in cui le croste sono sempre apparse Infine egrave stato riscontrato anche a livello

genitale un aborto del virus in chi utilizzava il miele senza avere avuto nessun riscontro

invece nei pazienti trattati con farmaco

Lrsquoanalisi statistica ha mostrato un efficacia superiore del miele rispetto allrsquoutilizzo di

acyclovir per la cura e la risoluzione delle lesioni virali da herpes simplex labiale e genitale

(Ai-waili 2004) Tuttavia quale sia o quali siano i meccanismi drsquoazione che permettono al

miele di inibire la replicazione del virus sono poco conosciuti Un fattore che puograve

determinare lrsquoazione antivirale del miele puograve essere ricercato nel contenuto di flavonoidi(

azione antivirale) rame zinco vit E C normalmente presenti nel miele e di provata azione

antivirale(AI-Waili 2004) e infine lrsquoossido di azoto con un azione antivirale in vitro la cui

attivitagrave egrave stata rilevata anche sul virus dellrsquoHIV (Torre et al 2002 Schramm DD et al 2003)

Lrsquoherpes simplex egrave un infezione virale importante qualsiasi terapia si volesse seguire egrave

opportuno seguire sempre una supervisione e il consiglio del medico

Bibliografia

Al-Waili NS topical honey application vs acyclovir for the treatment of recurrent herpes

simplex lesions Med Sci Monit 2004 10(8) MT94-MT98

- Schramm DD Karim M Schrader HR Holt RR Cardetti M Keen CL Honey with high levels of antioxidants can provide protection to healthy human subjects J Agric Food Chem 200351(6)1732ndash5 doi 101021jf025928k - Torre D Pugliese A Speranza F Role of nitric oxide in HIV-1 infection friend or foe Lancet Infect Dis 2002 May2(5)273-80

34

risposta allattivazione di alcuni termorecettori presenti nella bocca con cui proprio la

capsaicina viene a contatto Tra le proprietagrave del peperoncino troviamo

funzione dimagrante egrave accentuanto il consumo di calorie ad opera della capsaicina principio

attivo del peperoncino

proprietagrave antibiotiche antibatteriche e antiossidanti ad opera dei flavonoidi e capsaicinoidi

E anche molto utile nella cura di raffreddore bronchite e sinusite

flusso sanguignoazione vasodilatatrice il caratteristico potere piccante urticante del

peperoncino porta con seacute una specifica azione della capsicina sulla circolazione periferica

del sangue La dilatazione dei vasi sanguigni egrave funzionale alla regolazione ottimale della

pressione e della circolazione del sangue che aumenta dopo lassunzione I capillari

diventano piugrave elastici e il sangue risulta piugrave ossigenato Egrave per questo che il peperoncino utile

per scaldarsi in inverno diventa anche importante nella dieta estiva per difendersi dal caldo

torrido e dallumiditagrave

cuore e colesterolo la regolazione del flusso del sangue aiuta a mantenere pulito il sistema

endovenoso congiuntamente allazione della lecitina e di altri olii essenziali evitando la

comparsa di placche che bloccano il flusso sanguigno I capsaicinoidi svolgono unazione

importante nelle diete ad alto contenuto di sostanze grasse Il peperoncino aiuta a ridurre

eccessivi livelli di colesterolo accelerandone la ripartizione e lespulsione

digestione e metabolismo il peperoncino aumenta la secrezione di succhi gastrici e migliora

la digestione grazie al suo potere antifermentativo e inoltre tiene pulite le mucose Nelle

diete in cui egrave prevista unassunzione regolare linfluenza del capsicum porta a migliorare e

velocizzare i processi metabolici Attenzione perograve in caso di bruciore fastidioso e

persistente dopo ingestione di peperoncino associato ad uninfiammazione della gola

dellesofago o dello stomaco mangiare un pezzo di formaggio o di pane o bere birra risulta

essere di grande aiuto contro i fastidi menzionati

mal di collo e mal di schiena efficace contro artriti e reumatismi il peperoncino egrave un

ingrediente essenziale di molte creme e gel antinfiammatori ad azione topica Aiuta ad

alleviare il dolore migliorando la circolazione sanguigna

azione anti-tumorale la vitamina C egrave un significativo agente anti-cancro previene infezioni e

tumori I peperoncini freschi ne sono ricchi e riescono a fornirci acido ascorbico (vitamina C)

proprio in estate ed autunno quando la nostra dieta mediterranea egrave piugrave povera di agrumi

35

mal di testa e depressione lassunzione della capsicina provoca bruciore e dolore nella bocca

e nelle pareti interne del sistema gastroenterico Il nostro corpo reagisce cominciando a

rilasciare maggiori quantitagrave di adrenalina aumentando al contempo la produzione di

endorfine Il nostro corpo risulta energizzato laumento del flusso del sangue al cervello dagrave

sollievo poi sopraggiungono le endorfine vere e proprie ldquodrogherdquo naturali cioegrave oppioidi

endogeni che vengono prodotti internamente dal nostro organismo ed hanno potere

eccitativo ed analgesico alleviando cefalee ed altri dolori

azione afrodisiaca insieme alla vitamina C nel peperoncino cegrave anche la vitamina E

responsabile della stimolazione e della regolazione di molti processi legati alla feconditagrave

sessuale

Bibliografia

1 Tewksbury JJ Levey DJ Huizinga M Haak DC Traveset A Costs and benefits of capsaicin-mediated control of gut retention in dispersers of wild chilies Ecology 89 107-17 2008

2 Govindarajan VS Sathyanarayana MN Capsicum--production technology chemistry and quality Part V Impact on physiology pharmacology nutrition and metabolism structure pungency pain and desensitization sequences Crit Rev Food Sci Nutr 29 435-74 1991

36

Rape Rosse - Tubero e foglie un beneficio a 360deg

A cura di Dottssa Giusi Balzano ndash Biologa nutrizionista

Barbe rosse barbabietole rosse o ancora carote rosse

sono tutti sinonimi dialettali che fanno riferimento alle

rape rosse

Queste sono tuberi noti in botanica come Beta vulgaris

var rapa forma rubra si tratta di una pianta

appartenente alla famiglia delle Chenopodiaceae ed al genere Beta Menzionata in alcuni

antichissimi scritti greci risalenti al 420 aC periodo in cui il tubero rosso era noto

semplicemente come beta secondo il pensiero di altri autori lorigine delle rape rosse risale

addirittura al 2000 aC considerata la presenza di alcuni reperti archeologici che la

attestano

Malgrado gli appelli di dietologi e specialisti dellalimentazione si tende spesso a

dimenticare limportanza fitoterapica e benefica di alcuni ortaggi come in questo specifico

caso le rape rosse

Le rape rosse contengono pochissime calorie (solamente 19 per 100 grammi di prodotto)

per questo motivo rientrano tra i cibi ipocalorici ottimi alimenti preferibili in diete bilanciate

che presuppongono una marcata restrizione calorica Ersquo ricca di acqua corrispondente a

circa il 91 si contano solo il 4 di carboidrati ed il 26 di fibre contiene diverse vitamine

in particolare del gruppo B e una buona quota di sali minerali soprattutto potassio sodio

calcio ferro e fosforo ed egrave ricca anche di zuccheri Nella radice della rapa rossa si ritrova un

glicoside che attribuisce la tipica colorazione rosso vivo alla rapa si tratta della betaina

sfruttata dallindustria alimentare come colorante naturale (E 162) Altro pigmento

riscontrato nella rapa rossa egrave la betaxantina che le conferisce striature giallastre Ancora

nella radice di rapa rossa si trovano altre sostanze sfruttate nella fitoterapia e nella cosmesi

quali saponine antociani flavonoidi in genere ed allantoine (proprietagrave idratanti e

disarrossanti)

37

Proprietagrave terapiche

Una delle proprietagrave curative principali di questo ortaggio riguarda il potere lassativo spesso

utile per combattere la stitichezza e le emorroidi La rapa rossa egrave anche un buon rimedio per

migliorare la funzione epatica e combattere le infezioni delle vie urinarie Le sue foglie sono

unrsquoottima fonte di vitamina A e le radici sono una buona fonte di vitamina C Le foglie

vengono cucinate o servite fresche come verdura mentre le radici o teste possono essere

affettate in insalate o cotte intere e poi tagliate a fettine o a tocchetti

Le rape rosse sono particolarmente ricche di folati fondamentali alleati contro le malattie

cardiache e lrsquoanemia in quanto coinvolti nella produzione di globuli rossi e bianchi nella

sintesi di materiale genetico e nella formazione di anticorpi nel sistema immunitario Esse

sono anche ricchi di fibre solubili e insolubili La fibra insolubile aiuta a mantenere il tratto

intestinale funzionante mentre la fibra solubile controlla il livello di zucchero nel sangue e

abbassa il colesterolo Nelle sue foglie egrave abbondante il beta-carotene il ferro e il calcio

Ricche di vitamine del gruppo B come B1 B2 B3 e B6 per quanto concerne il contenuto di

sali minerali questa egrave un ortaggio ricco di iodio sodio e potassio ma anche in quantitagrave

minori di magnesio Lo iodio egrave un minerale essenziale per il corretto funzionamento della

ghiandola tiroidea che regola il metabolismo mentre il potassio e il sodio sono necessari per

la generazione e la trasmissione degli impulsi nervosi attivitagrave muscolare a parte il bilancio

idrico allrsquointerno e allrsquoesterno della cellula

Il succo crudo di barbabietola (Fig 1) egrave particolarmente idoneo per tutte le persone che

soffrono di anemia in quanto favorisce la formazione di globuli rossi nel sangue inoltre ha

proprietagrave diuretiche e favorisce la digestione

Fig1 succo crudo di barbabietola rossa

38

Ortaggio anticancro

Nella rivista International Journal of Cancer si discute sul ruolo delle rape rosse come

potenziale alimento anticancro la questione egrave per certi versi discutibile ed oscura e non

esiste alcuna dimostrazione indubbia ed inequivocabile che accerti lipotesi In particolare

nella rivista sopraccitata si discute del possibile ruolo delle rape rosse nella prevenzione del

tumore al colon per altri le rape rosse sarebbero in grado non solo di prevenirne il cancro

ma anche di contrastarlo

Bibliografia

Kazimierczak R Hallmann E Lipowski J Drela N Kowalik A Puumlssa T Matt D Luik A Gozdowski D Rembiałkowska E

Beetroot (Beta vulgaris L) and naturally fermented beetroot juices from organic and conventional production metabolomics antioxidant levels and anticancer activity

J Sci Food Agric 2014 May

39

Sigrave ai legumi nella prevenzione delle malattie tumorali

A cura di Dottssa Bruzzone Francesca ndash Dietista

Con il termine ldquolegumirdquo si intendono tutti quei semi commestibili derivanti dalle piante

dicotiledoni dellrsquoordine delle Fabales tra cui rientrano i fagioli le lenticchie le fave i piselli

i lupini i ceci le carrube le cicerchie le arachidi e la soia

I legumi sono alimenti ricchi di proteine tanto da essere stati denominati come ldquola carne dei

poverirdquo Essi possiedono un buon contenuto in amminoacidi (ad eccezione di quelli solforati

e del triptofano) carboidrati fibre Calcio Ferro e Potassio a discapito di grassi e

colesterolo

In abbinamento ai cereali i legumi costituiscono un ottimo e saziante piatto unico dove

convergono carboidrati e proteine e dove gli amminoacidi carenti nei cereali (come la lisina)

si integrano con quelli dei legumi e viceversa Queste qualitagrave rendono tali semi

particolarmente adeguati sia nella prevenzione che nel trattamento di numerose malattie

metaboliche come il diabete mellito le dislipidemie la sindrome metabolica il sovrappeso e

lrsquoobesitagrave Di recente inoltre egrave stato attribuito un altro importante ruolo benefico ai legumi

quello di ostacolare la crescita di alcune forme tumorali

Un lavoro effettuato da un gruppo di ricercatori dellUniversity College di Londra del

Dipartimento di Scienze Chirurgiche dell`Universitagrave di Chieti e del Laboratorio di

Farmacologia Molecolare dell`Istituto Mario Negri di Milano e pubblicato sulla rivista

statunitense ldquoCancer Researchrdquo infatti ha scoperto la presenza di inositolo pentachisfosfato

nella maggior parte dei legumi (in particolare in lenticchie piselli e fagioli) e nelle noci Tale

40

composto sembrerebbe inibire lrsquoenzima fosfoinositide 3-chinasi coinvolto nella crescita e

nella progressione dei tumori e capace di aumentare la resistenza al trattamento con agenti

chemoterapeutici Il segnale attivato dalla fosfoinositide 3-chinasi infatti rappresenta un

target importante per lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche anticancro e questo studio

dimostra come lrsquoinositolo pentafosfato sia capace di antagonizzare in maniera specifica

questo segnale nelle cellule tumorali inducendone lrsquoapoptosi (morte programmata)

Lrsquoinositolo pentafosfato ha una struttura molecolare analoga al prodotto dellrsquoattivitagrave

enzimatica della fosfoinositide 3-chinasi che attiva segnali specifici per la progressione del

cancro Il meccanismo secondo il quale lrsquoinositolo pentafosfato disattiva le proteine

iperattive nei tumori dalla membrana plasmatica permette di inibire sia la crescita delle

cellule tumorali umane in coltura sia lo sviluppo dei tumori nei topi In queste condizioni

lrsquoinositolo pentafosfato ha dimostrato unrsquoattivitagrave farmacologica comparabile e potenziante

quella del farmaco citotossico cisplatino molto usato in chemioterapia antitumorale ma

associato a effetti collaterali come nausea vomito formicolio a mani e piedi caduta dei

capelli e alterazione della funzionalitagrave renale (gli inositoli fosfati invece non sono tossici

neanche a concentrazioni piugrave elevate di quelle usate in questo studio e possono essere

assorbiti per via orale) I principali effetti positivi sono stati riscontrati a livello di ovaie e

polmoni

Lrsquoinositolo pentafosfato inoltre si egrave dimostrato capace di inibire lo sviluppo dei nuovi vasi

sanguigni indispensabili per la nutrizione e lo sviluppo del tumore (angiogenesi) bloccando

quindi un meccanismo fondamentale per la sua crescita

Sitografia

ldquoLe Scienze edizione italiana di Scientifica Americanrdquo ndashLegumi e cereali conto il cancro-

ldquoAssociazione Giacomo-onlusrdquo -Inositolo Pentafosfato da legumi e arachidi una nuova strada

nella cura dei tumori

41

Tra le mille virtursquo del miele la cura dellrsquoherpes simplex

A cura di Dottssa Serena Pascucci Biologa Nutrizionista

Le molteplici proprietagrave del miele sono note fin dallrsquoantichitagrave

per le sue capacitagrave antisettiche antibiotiche e cicatrizzanti

e il suo uso nella medicina moderna sta riscontrando

sempre piugrave maggiore interesse

Diversi studi

hanno valutato

lrsquoefficacia del miele contro alcuni virus tra cui di

particolare importanza egrave emersa lrsquoefficacia del

miele per il trattamento dellrsquoHerpes Simplex sia a

livello labiale sia a livello genitale Lo studio del

2004 condotto presso una clinica privata a Dubai

ha selezionato 16 pazienti con ricorrenti manifestazioni del virus otto affetti da Herpes

simplex a livello labiale e otto a livello genitale con un etagrave compresa tra i 35 e i 45 anni sia

maschi che femmine Ersquo stata valutata e considerata lrsquoefficacia del miele nel trattamento

delle lesioni prodotte dal virus in confronto a un comune farmaco antivirale utilizzato

normalmente (Acyclovir) I pazienti prescelti prima della prova non dovevano sottoporsi ad

altre cure antivirali A scelta casuale sono stati selezionati quattro pazienti con herpes

labiale e quattro con herpes genitale che hanno effettuato il primo trattamento con il miele

gli altri otto con il farmaco comune antivirale a base di 5 di acyclovir Alla seconda

comparsa della manifestazione del virus egrave stato effettuato lrsquoopposto Nello studio egrave stato

somministrato un miele multiflora direttamente sulle lesioni prodotte dal virus su una garza

a contatto con la lesione per un quarto drsquoora per 4 volte al giorno fino alla completa

guarigione mentre il farmaco veniva applicato 6 volte al giorno Da questa prova egrave stata

riscontrata una durata delle lesioni dalla prima comparsa alla completa scomparsa di circa

12 giorni in media per entrambi i trattamenti ma nel caso dei pazienti con herpes labiale

trattati con il miele la guarigione egrave avvenuta in circa 3 giorni rispetto ai 5 giorni con il

trattamento con acyclovir cioegrave con una velocitagrave del 35 superiore Inoltre il miele ha

42

mostrato un azione migliore rispetto al farmaco in particolare la durata del dolore risultava

minore del 39 con fastidi moderati per non piugrave di 24 ore mentre con acyclovir il dolore

anche se moderato poteva prolungarsi fino a 72 ore Ersquo stato anche riscontrato un

insorgenza minore delle croste del 28 in chi utilizzava il miele in particolare in 5 pazienti le

lesioni non si sono evolute in croste cosa che non egrave mai avvenuta nei soggetti trattati con il

farmaco Ancora in due casi con il trattamento con il miele lrsquoherpes ha abortito cioegrave dopo i

primi sintomi non ha sviluppato lesioni e procurato fastidi al contrario dei pazienti trattati

con il farmaco Anche nei pazienti con herpes a livello genitale il miele si egrave mostrato piugrave

efficace del farmaco convenzionale con un tempo di guarigione minore del 53 una durata

del dolore inferiore del 50 anche qui con fastidi moderati e con una durata non superiore

alle 24 ore rispetto a bruciori da moderati a medi prolungati(anche per 3 giorni) nei pazienti

con trattamento con farmaco Inoltre egrave stato riscontrato anche a livello genitale un

insorgenza minore di croste del 49 in particolare in 5 pazienti trattati con il miele le lesioni

a livello genitale non si sono sviluppate in croste a differenza dei pazienti trattati con il

farmaco in cui le croste sono sempre apparse Infine egrave stato riscontrato anche a livello

genitale un aborto del virus in chi utilizzava il miele senza avere avuto nessun riscontro

invece nei pazienti trattati con farmaco

Lrsquoanalisi statistica ha mostrato un efficacia superiore del miele rispetto allrsquoutilizzo di

acyclovir per la cura e la risoluzione delle lesioni virali da herpes simplex labiale e genitale

(Ai-waili 2004) Tuttavia quale sia o quali siano i meccanismi drsquoazione che permettono al

miele di inibire la replicazione del virus sono poco conosciuti Un fattore che puograve

determinare lrsquoazione antivirale del miele puograve essere ricercato nel contenuto di flavonoidi(

azione antivirale) rame zinco vit E C normalmente presenti nel miele e di provata azione

antivirale(AI-Waili 2004) e infine lrsquoossido di azoto con un azione antivirale in vitro la cui

attivitagrave egrave stata rilevata anche sul virus dellrsquoHIV (Torre et al 2002 Schramm DD et al 2003)

Lrsquoherpes simplex egrave un infezione virale importante qualsiasi terapia si volesse seguire egrave

opportuno seguire sempre una supervisione e il consiglio del medico

Bibliografia

Al-Waili NS topical honey application vs acyclovir for the treatment of recurrent herpes

simplex lesions Med Sci Monit 2004 10(8) MT94-MT98

- Schramm DD Karim M Schrader HR Holt RR Cardetti M Keen CL Honey with high levels of antioxidants can provide protection to healthy human subjects J Agric Food Chem 200351(6)1732ndash5 doi 101021jf025928k - Torre D Pugliese A Speranza F Role of nitric oxide in HIV-1 infection friend or foe Lancet Infect Dis 2002 May2(5)273-80

35

mal di testa e depressione lassunzione della capsicina provoca bruciore e dolore nella bocca

e nelle pareti interne del sistema gastroenterico Il nostro corpo reagisce cominciando a

rilasciare maggiori quantitagrave di adrenalina aumentando al contempo la produzione di

endorfine Il nostro corpo risulta energizzato laumento del flusso del sangue al cervello dagrave

sollievo poi sopraggiungono le endorfine vere e proprie ldquodrogherdquo naturali cioegrave oppioidi

endogeni che vengono prodotti internamente dal nostro organismo ed hanno potere

eccitativo ed analgesico alleviando cefalee ed altri dolori

azione afrodisiaca insieme alla vitamina C nel peperoncino cegrave anche la vitamina E

responsabile della stimolazione e della regolazione di molti processi legati alla feconditagrave

sessuale

Bibliografia

1 Tewksbury JJ Levey DJ Huizinga M Haak DC Traveset A Costs and benefits of capsaicin-mediated control of gut retention in dispersers of wild chilies Ecology 89 107-17 2008

2 Govindarajan VS Sathyanarayana MN Capsicum--production technology chemistry and quality Part V Impact on physiology pharmacology nutrition and metabolism structure pungency pain and desensitization sequences Crit Rev Food Sci Nutr 29 435-74 1991

36

Rape Rosse - Tubero e foglie un beneficio a 360deg

A cura di Dottssa Giusi Balzano ndash Biologa nutrizionista

Barbe rosse barbabietole rosse o ancora carote rosse

sono tutti sinonimi dialettali che fanno riferimento alle

rape rosse

Queste sono tuberi noti in botanica come Beta vulgaris

var rapa forma rubra si tratta di una pianta

appartenente alla famiglia delle Chenopodiaceae ed al genere Beta Menzionata in alcuni

antichissimi scritti greci risalenti al 420 aC periodo in cui il tubero rosso era noto

semplicemente come beta secondo il pensiero di altri autori lorigine delle rape rosse risale

addirittura al 2000 aC considerata la presenza di alcuni reperti archeologici che la

attestano

Malgrado gli appelli di dietologi e specialisti dellalimentazione si tende spesso a

dimenticare limportanza fitoterapica e benefica di alcuni ortaggi come in questo specifico

caso le rape rosse

Le rape rosse contengono pochissime calorie (solamente 19 per 100 grammi di prodotto)

per questo motivo rientrano tra i cibi ipocalorici ottimi alimenti preferibili in diete bilanciate

che presuppongono una marcata restrizione calorica Ersquo ricca di acqua corrispondente a

circa il 91 si contano solo il 4 di carboidrati ed il 26 di fibre contiene diverse vitamine

in particolare del gruppo B e una buona quota di sali minerali soprattutto potassio sodio

calcio ferro e fosforo ed egrave ricca anche di zuccheri Nella radice della rapa rossa si ritrova un

glicoside che attribuisce la tipica colorazione rosso vivo alla rapa si tratta della betaina

sfruttata dallindustria alimentare come colorante naturale (E 162) Altro pigmento

riscontrato nella rapa rossa egrave la betaxantina che le conferisce striature giallastre Ancora

nella radice di rapa rossa si trovano altre sostanze sfruttate nella fitoterapia e nella cosmesi

quali saponine antociani flavonoidi in genere ed allantoine (proprietagrave idratanti e

disarrossanti)

37

Proprietagrave terapiche

Una delle proprietagrave curative principali di questo ortaggio riguarda il potere lassativo spesso

utile per combattere la stitichezza e le emorroidi La rapa rossa egrave anche un buon rimedio per

migliorare la funzione epatica e combattere le infezioni delle vie urinarie Le sue foglie sono

unrsquoottima fonte di vitamina A e le radici sono una buona fonte di vitamina C Le foglie

vengono cucinate o servite fresche come verdura mentre le radici o teste possono essere

affettate in insalate o cotte intere e poi tagliate a fettine o a tocchetti

Le rape rosse sono particolarmente ricche di folati fondamentali alleati contro le malattie

cardiache e lrsquoanemia in quanto coinvolti nella produzione di globuli rossi e bianchi nella

sintesi di materiale genetico e nella formazione di anticorpi nel sistema immunitario Esse

sono anche ricchi di fibre solubili e insolubili La fibra insolubile aiuta a mantenere il tratto

intestinale funzionante mentre la fibra solubile controlla il livello di zucchero nel sangue e

abbassa il colesterolo Nelle sue foglie egrave abbondante il beta-carotene il ferro e il calcio

Ricche di vitamine del gruppo B come B1 B2 B3 e B6 per quanto concerne il contenuto di

sali minerali questa egrave un ortaggio ricco di iodio sodio e potassio ma anche in quantitagrave

minori di magnesio Lo iodio egrave un minerale essenziale per il corretto funzionamento della

ghiandola tiroidea che regola il metabolismo mentre il potassio e il sodio sono necessari per

la generazione e la trasmissione degli impulsi nervosi attivitagrave muscolare a parte il bilancio

idrico allrsquointerno e allrsquoesterno della cellula

Il succo crudo di barbabietola (Fig 1) egrave particolarmente idoneo per tutte le persone che

soffrono di anemia in quanto favorisce la formazione di globuli rossi nel sangue inoltre ha

proprietagrave diuretiche e favorisce la digestione

Fig1 succo crudo di barbabietola rossa

38

Ortaggio anticancro

Nella rivista International Journal of Cancer si discute sul ruolo delle rape rosse come

potenziale alimento anticancro la questione egrave per certi versi discutibile ed oscura e non

esiste alcuna dimostrazione indubbia ed inequivocabile che accerti lipotesi In particolare

nella rivista sopraccitata si discute del possibile ruolo delle rape rosse nella prevenzione del

tumore al colon per altri le rape rosse sarebbero in grado non solo di prevenirne il cancro

ma anche di contrastarlo

Bibliografia

Kazimierczak R Hallmann E Lipowski J Drela N Kowalik A Puumlssa T Matt D Luik A Gozdowski D Rembiałkowska E

Beetroot (Beta vulgaris L) and naturally fermented beetroot juices from organic and conventional production metabolomics antioxidant levels and anticancer activity

J Sci Food Agric 2014 May

39

Sigrave ai legumi nella prevenzione delle malattie tumorali

A cura di Dottssa Bruzzone Francesca ndash Dietista

Con il termine ldquolegumirdquo si intendono tutti quei semi commestibili derivanti dalle piante

dicotiledoni dellrsquoordine delle Fabales tra cui rientrano i fagioli le lenticchie le fave i piselli

i lupini i ceci le carrube le cicerchie le arachidi e la soia

I legumi sono alimenti ricchi di proteine tanto da essere stati denominati come ldquola carne dei

poverirdquo Essi possiedono un buon contenuto in amminoacidi (ad eccezione di quelli solforati

e del triptofano) carboidrati fibre Calcio Ferro e Potassio a discapito di grassi e

colesterolo

In abbinamento ai cereali i legumi costituiscono un ottimo e saziante piatto unico dove

convergono carboidrati e proteine e dove gli amminoacidi carenti nei cereali (come la lisina)

si integrano con quelli dei legumi e viceversa Queste qualitagrave rendono tali semi

particolarmente adeguati sia nella prevenzione che nel trattamento di numerose malattie

metaboliche come il diabete mellito le dislipidemie la sindrome metabolica il sovrappeso e

lrsquoobesitagrave Di recente inoltre egrave stato attribuito un altro importante ruolo benefico ai legumi

quello di ostacolare la crescita di alcune forme tumorali

Un lavoro effettuato da un gruppo di ricercatori dellUniversity College di Londra del

Dipartimento di Scienze Chirurgiche dell`Universitagrave di Chieti e del Laboratorio di

Farmacologia Molecolare dell`Istituto Mario Negri di Milano e pubblicato sulla rivista

statunitense ldquoCancer Researchrdquo infatti ha scoperto la presenza di inositolo pentachisfosfato

nella maggior parte dei legumi (in particolare in lenticchie piselli e fagioli) e nelle noci Tale

40

composto sembrerebbe inibire lrsquoenzima fosfoinositide 3-chinasi coinvolto nella crescita e

nella progressione dei tumori e capace di aumentare la resistenza al trattamento con agenti

chemoterapeutici Il segnale attivato dalla fosfoinositide 3-chinasi infatti rappresenta un

target importante per lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche anticancro e questo studio

dimostra come lrsquoinositolo pentafosfato sia capace di antagonizzare in maniera specifica

questo segnale nelle cellule tumorali inducendone lrsquoapoptosi (morte programmata)

Lrsquoinositolo pentafosfato ha una struttura molecolare analoga al prodotto dellrsquoattivitagrave

enzimatica della fosfoinositide 3-chinasi che attiva segnali specifici per la progressione del

cancro Il meccanismo secondo il quale lrsquoinositolo pentafosfato disattiva le proteine

iperattive nei tumori dalla membrana plasmatica permette di inibire sia la crescita delle

cellule tumorali umane in coltura sia lo sviluppo dei tumori nei topi In queste condizioni

lrsquoinositolo pentafosfato ha dimostrato unrsquoattivitagrave farmacologica comparabile e potenziante

quella del farmaco citotossico cisplatino molto usato in chemioterapia antitumorale ma

associato a effetti collaterali come nausea vomito formicolio a mani e piedi caduta dei

capelli e alterazione della funzionalitagrave renale (gli inositoli fosfati invece non sono tossici

neanche a concentrazioni piugrave elevate di quelle usate in questo studio e possono essere

assorbiti per via orale) I principali effetti positivi sono stati riscontrati a livello di ovaie e

polmoni

Lrsquoinositolo pentafosfato inoltre si egrave dimostrato capace di inibire lo sviluppo dei nuovi vasi

sanguigni indispensabili per la nutrizione e lo sviluppo del tumore (angiogenesi) bloccando

quindi un meccanismo fondamentale per la sua crescita

Sitografia

ldquoLe Scienze edizione italiana di Scientifica Americanrdquo ndashLegumi e cereali conto il cancro-

ldquoAssociazione Giacomo-onlusrdquo -Inositolo Pentafosfato da legumi e arachidi una nuova strada

nella cura dei tumori

41

Tra le mille virtursquo del miele la cura dellrsquoherpes simplex

A cura di Dottssa Serena Pascucci Biologa Nutrizionista

Le molteplici proprietagrave del miele sono note fin dallrsquoantichitagrave

per le sue capacitagrave antisettiche antibiotiche e cicatrizzanti

e il suo uso nella medicina moderna sta riscontrando

sempre piugrave maggiore interesse

Diversi studi

hanno valutato

lrsquoefficacia del miele contro alcuni virus tra cui di

particolare importanza egrave emersa lrsquoefficacia del

miele per il trattamento dellrsquoHerpes Simplex sia a

livello labiale sia a livello genitale Lo studio del

2004 condotto presso una clinica privata a Dubai

ha selezionato 16 pazienti con ricorrenti manifestazioni del virus otto affetti da Herpes

simplex a livello labiale e otto a livello genitale con un etagrave compresa tra i 35 e i 45 anni sia

maschi che femmine Ersquo stata valutata e considerata lrsquoefficacia del miele nel trattamento

delle lesioni prodotte dal virus in confronto a un comune farmaco antivirale utilizzato

normalmente (Acyclovir) I pazienti prescelti prima della prova non dovevano sottoporsi ad

altre cure antivirali A scelta casuale sono stati selezionati quattro pazienti con herpes

labiale e quattro con herpes genitale che hanno effettuato il primo trattamento con il miele

gli altri otto con il farmaco comune antivirale a base di 5 di acyclovir Alla seconda

comparsa della manifestazione del virus egrave stato effettuato lrsquoopposto Nello studio egrave stato

somministrato un miele multiflora direttamente sulle lesioni prodotte dal virus su una garza

a contatto con la lesione per un quarto drsquoora per 4 volte al giorno fino alla completa

guarigione mentre il farmaco veniva applicato 6 volte al giorno Da questa prova egrave stata

riscontrata una durata delle lesioni dalla prima comparsa alla completa scomparsa di circa

12 giorni in media per entrambi i trattamenti ma nel caso dei pazienti con herpes labiale

trattati con il miele la guarigione egrave avvenuta in circa 3 giorni rispetto ai 5 giorni con il

trattamento con acyclovir cioegrave con una velocitagrave del 35 superiore Inoltre il miele ha

42

mostrato un azione migliore rispetto al farmaco in particolare la durata del dolore risultava

minore del 39 con fastidi moderati per non piugrave di 24 ore mentre con acyclovir il dolore

anche se moderato poteva prolungarsi fino a 72 ore Ersquo stato anche riscontrato un

insorgenza minore delle croste del 28 in chi utilizzava il miele in particolare in 5 pazienti le

lesioni non si sono evolute in croste cosa che non egrave mai avvenuta nei soggetti trattati con il

farmaco Ancora in due casi con il trattamento con il miele lrsquoherpes ha abortito cioegrave dopo i

primi sintomi non ha sviluppato lesioni e procurato fastidi al contrario dei pazienti trattati

con il farmaco Anche nei pazienti con herpes a livello genitale il miele si egrave mostrato piugrave

efficace del farmaco convenzionale con un tempo di guarigione minore del 53 una durata

del dolore inferiore del 50 anche qui con fastidi moderati e con una durata non superiore

alle 24 ore rispetto a bruciori da moderati a medi prolungati(anche per 3 giorni) nei pazienti

con trattamento con farmaco Inoltre egrave stato riscontrato anche a livello genitale un

insorgenza minore di croste del 49 in particolare in 5 pazienti trattati con il miele le lesioni

a livello genitale non si sono sviluppate in croste a differenza dei pazienti trattati con il

farmaco in cui le croste sono sempre apparse Infine egrave stato riscontrato anche a livello

genitale un aborto del virus in chi utilizzava il miele senza avere avuto nessun riscontro

invece nei pazienti trattati con farmaco

Lrsquoanalisi statistica ha mostrato un efficacia superiore del miele rispetto allrsquoutilizzo di

acyclovir per la cura e la risoluzione delle lesioni virali da herpes simplex labiale e genitale

(Ai-waili 2004) Tuttavia quale sia o quali siano i meccanismi drsquoazione che permettono al

miele di inibire la replicazione del virus sono poco conosciuti Un fattore che puograve

determinare lrsquoazione antivirale del miele puograve essere ricercato nel contenuto di flavonoidi(

azione antivirale) rame zinco vit E C normalmente presenti nel miele e di provata azione

antivirale(AI-Waili 2004) e infine lrsquoossido di azoto con un azione antivirale in vitro la cui

attivitagrave egrave stata rilevata anche sul virus dellrsquoHIV (Torre et al 2002 Schramm DD et al 2003)

Lrsquoherpes simplex egrave un infezione virale importante qualsiasi terapia si volesse seguire egrave

opportuno seguire sempre una supervisione e il consiglio del medico

Bibliografia

Al-Waili NS topical honey application vs acyclovir for the treatment of recurrent herpes

simplex lesions Med Sci Monit 2004 10(8) MT94-MT98

- Schramm DD Karim M Schrader HR Holt RR Cardetti M Keen CL Honey with high levels of antioxidants can provide protection to healthy human subjects J Agric Food Chem 200351(6)1732ndash5 doi 101021jf025928k - Torre D Pugliese A Speranza F Role of nitric oxide in HIV-1 infection friend or foe Lancet Infect Dis 2002 May2(5)273-80

36

Rape Rosse - Tubero e foglie un beneficio a 360deg

A cura di Dottssa Giusi Balzano ndash Biologa nutrizionista

Barbe rosse barbabietole rosse o ancora carote rosse

sono tutti sinonimi dialettali che fanno riferimento alle

rape rosse

Queste sono tuberi noti in botanica come Beta vulgaris

var rapa forma rubra si tratta di una pianta

appartenente alla famiglia delle Chenopodiaceae ed al genere Beta Menzionata in alcuni

antichissimi scritti greci risalenti al 420 aC periodo in cui il tubero rosso era noto

semplicemente come beta secondo il pensiero di altri autori lorigine delle rape rosse risale

addirittura al 2000 aC considerata la presenza di alcuni reperti archeologici che la

attestano

Malgrado gli appelli di dietologi e specialisti dellalimentazione si tende spesso a

dimenticare limportanza fitoterapica e benefica di alcuni ortaggi come in questo specifico

caso le rape rosse

Le rape rosse contengono pochissime calorie (solamente 19 per 100 grammi di prodotto)

per questo motivo rientrano tra i cibi ipocalorici ottimi alimenti preferibili in diete bilanciate

che presuppongono una marcata restrizione calorica Ersquo ricca di acqua corrispondente a

circa il 91 si contano solo il 4 di carboidrati ed il 26 di fibre contiene diverse vitamine

in particolare del gruppo B e una buona quota di sali minerali soprattutto potassio sodio

calcio ferro e fosforo ed egrave ricca anche di zuccheri Nella radice della rapa rossa si ritrova un

glicoside che attribuisce la tipica colorazione rosso vivo alla rapa si tratta della betaina

sfruttata dallindustria alimentare come colorante naturale (E 162) Altro pigmento

riscontrato nella rapa rossa egrave la betaxantina che le conferisce striature giallastre Ancora

nella radice di rapa rossa si trovano altre sostanze sfruttate nella fitoterapia e nella cosmesi

quali saponine antociani flavonoidi in genere ed allantoine (proprietagrave idratanti e

disarrossanti)

37

Proprietagrave terapiche

Una delle proprietagrave curative principali di questo ortaggio riguarda il potere lassativo spesso

utile per combattere la stitichezza e le emorroidi La rapa rossa egrave anche un buon rimedio per

migliorare la funzione epatica e combattere le infezioni delle vie urinarie Le sue foglie sono

unrsquoottima fonte di vitamina A e le radici sono una buona fonte di vitamina C Le foglie

vengono cucinate o servite fresche come verdura mentre le radici o teste possono essere

affettate in insalate o cotte intere e poi tagliate a fettine o a tocchetti

Le rape rosse sono particolarmente ricche di folati fondamentali alleati contro le malattie

cardiache e lrsquoanemia in quanto coinvolti nella produzione di globuli rossi e bianchi nella

sintesi di materiale genetico e nella formazione di anticorpi nel sistema immunitario Esse

sono anche ricchi di fibre solubili e insolubili La fibra insolubile aiuta a mantenere il tratto

intestinale funzionante mentre la fibra solubile controlla il livello di zucchero nel sangue e

abbassa il colesterolo Nelle sue foglie egrave abbondante il beta-carotene il ferro e il calcio

Ricche di vitamine del gruppo B come B1 B2 B3 e B6 per quanto concerne il contenuto di

sali minerali questa egrave un ortaggio ricco di iodio sodio e potassio ma anche in quantitagrave

minori di magnesio Lo iodio egrave un minerale essenziale per il corretto funzionamento della

ghiandola tiroidea che regola il metabolismo mentre il potassio e il sodio sono necessari per

la generazione e la trasmissione degli impulsi nervosi attivitagrave muscolare a parte il bilancio

idrico allrsquointerno e allrsquoesterno della cellula

Il succo crudo di barbabietola (Fig 1) egrave particolarmente idoneo per tutte le persone che

soffrono di anemia in quanto favorisce la formazione di globuli rossi nel sangue inoltre ha

proprietagrave diuretiche e favorisce la digestione

Fig1 succo crudo di barbabietola rossa

38

Ortaggio anticancro

Nella rivista International Journal of Cancer si discute sul ruolo delle rape rosse come

potenziale alimento anticancro la questione egrave per certi versi discutibile ed oscura e non

esiste alcuna dimostrazione indubbia ed inequivocabile che accerti lipotesi In particolare

nella rivista sopraccitata si discute del possibile ruolo delle rape rosse nella prevenzione del

tumore al colon per altri le rape rosse sarebbero in grado non solo di prevenirne il cancro

ma anche di contrastarlo

Bibliografia

Kazimierczak R Hallmann E Lipowski J Drela N Kowalik A Puumlssa T Matt D Luik A Gozdowski D Rembiałkowska E

Beetroot (Beta vulgaris L) and naturally fermented beetroot juices from organic and conventional production metabolomics antioxidant levels and anticancer activity

J Sci Food Agric 2014 May

39

Sigrave ai legumi nella prevenzione delle malattie tumorali

A cura di Dottssa Bruzzone Francesca ndash Dietista

Con il termine ldquolegumirdquo si intendono tutti quei semi commestibili derivanti dalle piante

dicotiledoni dellrsquoordine delle Fabales tra cui rientrano i fagioli le lenticchie le fave i piselli

i lupini i ceci le carrube le cicerchie le arachidi e la soia

I legumi sono alimenti ricchi di proteine tanto da essere stati denominati come ldquola carne dei

poverirdquo Essi possiedono un buon contenuto in amminoacidi (ad eccezione di quelli solforati

e del triptofano) carboidrati fibre Calcio Ferro e Potassio a discapito di grassi e

colesterolo

In abbinamento ai cereali i legumi costituiscono un ottimo e saziante piatto unico dove

convergono carboidrati e proteine e dove gli amminoacidi carenti nei cereali (come la lisina)

si integrano con quelli dei legumi e viceversa Queste qualitagrave rendono tali semi

particolarmente adeguati sia nella prevenzione che nel trattamento di numerose malattie

metaboliche come il diabete mellito le dislipidemie la sindrome metabolica il sovrappeso e

lrsquoobesitagrave Di recente inoltre egrave stato attribuito un altro importante ruolo benefico ai legumi

quello di ostacolare la crescita di alcune forme tumorali

Un lavoro effettuato da un gruppo di ricercatori dellUniversity College di Londra del

Dipartimento di Scienze Chirurgiche dell`Universitagrave di Chieti e del Laboratorio di

Farmacologia Molecolare dell`Istituto Mario Negri di Milano e pubblicato sulla rivista

statunitense ldquoCancer Researchrdquo infatti ha scoperto la presenza di inositolo pentachisfosfato

nella maggior parte dei legumi (in particolare in lenticchie piselli e fagioli) e nelle noci Tale

40

composto sembrerebbe inibire lrsquoenzima fosfoinositide 3-chinasi coinvolto nella crescita e

nella progressione dei tumori e capace di aumentare la resistenza al trattamento con agenti

chemoterapeutici Il segnale attivato dalla fosfoinositide 3-chinasi infatti rappresenta un

target importante per lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche anticancro e questo studio

dimostra come lrsquoinositolo pentafosfato sia capace di antagonizzare in maniera specifica

questo segnale nelle cellule tumorali inducendone lrsquoapoptosi (morte programmata)

Lrsquoinositolo pentafosfato ha una struttura molecolare analoga al prodotto dellrsquoattivitagrave

enzimatica della fosfoinositide 3-chinasi che attiva segnali specifici per la progressione del

cancro Il meccanismo secondo il quale lrsquoinositolo pentafosfato disattiva le proteine

iperattive nei tumori dalla membrana plasmatica permette di inibire sia la crescita delle

cellule tumorali umane in coltura sia lo sviluppo dei tumori nei topi In queste condizioni

lrsquoinositolo pentafosfato ha dimostrato unrsquoattivitagrave farmacologica comparabile e potenziante

quella del farmaco citotossico cisplatino molto usato in chemioterapia antitumorale ma

associato a effetti collaterali come nausea vomito formicolio a mani e piedi caduta dei

capelli e alterazione della funzionalitagrave renale (gli inositoli fosfati invece non sono tossici

neanche a concentrazioni piugrave elevate di quelle usate in questo studio e possono essere

assorbiti per via orale) I principali effetti positivi sono stati riscontrati a livello di ovaie e

polmoni

Lrsquoinositolo pentafosfato inoltre si egrave dimostrato capace di inibire lo sviluppo dei nuovi vasi

sanguigni indispensabili per la nutrizione e lo sviluppo del tumore (angiogenesi) bloccando

quindi un meccanismo fondamentale per la sua crescita

Sitografia

ldquoLe Scienze edizione italiana di Scientifica Americanrdquo ndashLegumi e cereali conto il cancro-

ldquoAssociazione Giacomo-onlusrdquo -Inositolo Pentafosfato da legumi e arachidi una nuova strada

nella cura dei tumori

41

Tra le mille virtursquo del miele la cura dellrsquoherpes simplex

A cura di Dottssa Serena Pascucci Biologa Nutrizionista

Le molteplici proprietagrave del miele sono note fin dallrsquoantichitagrave

per le sue capacitagrave antisettiche antibiotiche e cicatrizzanti

e il suo uso nella medicina moderna sta riscontrando

sempre piugrave maggiore interesse

Diversi studi

hanno valutato

lrsquoefficacia del miele contro alcuni virus tra cui di

particolare importanza egrave emersa lrsquoefficacia del

miele per il trattamento dellrsquoHerpes Simplex sia a

livello labiale sia a livello genitale Lo studio del

2004 condotto presso una clinica privata a Dubai

ha selezionato 16 pazienti con ricorrenti manifestazioni del virus otto affetti da Herpes

simplex a livello labiale e otto a livello genitale con un etagrave compresa tra i 35 e i 45 anni sia

maschi che femmine Ersquo stata valutata e considerata lrsquoefficacia del miele nel trattamento

delle lesioni prodotte dal virus in confronto a un comune farmaco antivirale utilizzato

normalmente (Acyclovir) I pazienti prescelti prima della prova non dovevano sottoporsi ad

altre cure antivirali A scelta casuale sono stati selezionati quattro pazienti con herpes

labiale e quattro con herpes genitale che hanno effettuato il primo trattamento con il miele

gli altri otto con il farmaco comune antivirale a base di 5 di acyclovir Alla seconda

comparsa della manifestazione del virus egrave stato effettuato lrsquoopposto Nello studio egrave stato

somministrato un miele multiflora direttamente sulle lesioni prodotte dal virus su una garza

a contatto con la lesione per un quarto drsquoora per 4 volte al giorno fino alla completa

guarigione mentre il farmaco veniva applicato 6 volte al giorno Da questa prova egrave stata

riscontrata una durata delle lesioni dalla prima comparsa alla completa scomparsa di circa

12 giorni in media per entrambi i trattamenti ma nel caso dei pazienti con herpes labiale

trattati con il miele la guarigione egrave avvenuta in circa 3 giorni rispetto ai 5 giorni con il

trattamento con acyclovir cioegrave con una velocitagrave del 35 superiore Inoltre il miele ha

42

mostrato un azione migliore rispetto al farmaco in particolare la durata del dolore risultava

minore del 39 con fastidi moderati per non piugrave di 24 ore mentre con acyclovir il dolore

anche se moderato poteva prolungarsi fino a 72 ore Ersquo stato anche riscontrato un

insorgenza minore delle croste del 28 in chi utilizzava il miele in particolare in 5 pazienti le

lesioni non si sono evolute in croste cosa che non egrave mai avvenuta nei soggetti trattati con il

farmaco Ancora in due casi con il trattamento con il miele lrsquoherpes ha abortito cioegrave dopo i

primi sintomi non ha sviluppato lesioni e procurato fastidi al contrario dei pazienti trattati

con il farmaco Anche nei pazienti con herpes a livello genitale il miele si egrave mostrato piugrave

efficace del farmaco convenzionale con un tempo di guarigione minore del 53 una durata

del dolore inferiore del 50 anche qui con fastidi moderati e con una durata non superiore

alle 24 ore rispetto a bruciori da moderati a medi prolungati(anche per 3 giorni) nei pazienti

con trattamento con farmaco Inoltre egrave stato riscontrato anche a livello genitale un

insorgenza minore di croste del 49 in particolare in 5 pazienti trattati con il miele le lesioni

a livello genitale non si sono sviluppate in croste a differenza dei pazienti trattati con il

farmaco in cui le croste sono sempre apparse Infine egrave stato riscontrato anche a livello

genitale un aborto del virus in chi utilizzava il miele senza avere avuto nessun riscontro

invece nei pazienti trattati con farmaco

Lrsquoanalisi statistica ha mostrato un efficacia superiore del miele rispetto allrsquoutilizzo di

acyclovir per la cura e la risoluzione delle lesioni virali da herpes simplex labiale e genitale

(Ai-waili 2004) Tuttavia quale sia o quali siano i meccanismi drsquoazione che permettono al

miele di inibire la replicazione del virus sono poco conosciuti Un fattore che puograve

determinare lrsquoazione antivirale del miele puograve essere ricercato nel contenuto di flavonoidi(

azione antivirale) rame zinco vit E C normalmente presenti nel miele e di provata azione

antivirale(AI-Waili 2004) e infine lrsquoossido di azoto con un azione antivirale in vitro la cui

attivitagrave egrave stata rilevata anche sul virus dellrsquoHIV (Torre et al 2002 Schramm DD et al 2003)

Lrsquoherpes simplex egrave un infezione virale importante qualsiasi terapia si volesse seguire egrave

opportuno seguire sempre una supervisione e il consiglio del medico

Bibliografia

Al-Waili NS topical honey application vs acyclovir for the treatment of recurrent herpes

simplex lesions Med Sci Monit 2004 10(8) MT94-MT98

- Schramm DD Karim M Schrader HR Holt RR Cardetti M Keen CL Honey with high levels of antioxidants can provide protection to healthy human subjects J Agric Food Chem 200351(6)1732ndash5 doi 101021jf025928k - Torre D Pugliese A Speranza F Role of nitric oxide in HIV-1 infection friend or foe Lancet Infect Dis 2002 May2(5)273-80

37

Proprietagrave terapiche

Una delle proprietagrave curative principali di questo ortaggio riguarda il potere lassativo spesso

utile per combattere la stitichezza e le emorroidi La rapa rossa egrave anche un buon rimedio per

migliorare la funzione epatica e combattere le infezioni delle vie urinarie Le sue foglie sono

unrsquoottima fonte di vitamina A e le radici sono una buona fonte di vitamina C Le foglie

vengono cucinate o servite fresche come verdura mentre le radici o teste possono essere

affettate in insalate o cotte intere e poi tagliate a fettine o a tocchetti

Le rape rosse sono particolarmente ricche di folati fondamentali alleati contro le malattie

cardiache e lrsquoanemia in quanto coinvolti nella produzione di globuli rossi e bianchi nella

sintesi di materiale genetico e nella formazione di anticorpi nel sistema immunitario Esse

sono anche ricchi di fibre solubili e insolubili La fibra insolubile aiuta a mantenere il tratto

intestinale funzionante mentre la fibra solubile controlla il livello di zucchero nel sangue e

abbassa il colesterolo Nelle sue foglie egrave abbondante il beta-carotene il ferro e il calcio

Ricche di vitamine del gruppo B come B1 B2 B3 e B6 per quanto concerne il contenuto di

sali minerali questa egrave un ortaggio ricco di iodio sodio e potassio ma anche in quantitagrave

minori di magnesio Lo iodio egrave un minerale essenziale per il corretto funzionamento della

ghiandola tiroidea che regola il metabolismo mentre il potassio e il sodio sono necessari per

la generazione e la trasmissione degli impulsi nervosi attivitagrave muscolare a parte il bilancio

idrico allrsquointerno e allrsquoesterno della cellula

Il succo crudo di barbabietola (Fig 1) egrave particolarmente idoneo per tutte le persone che

soffrono di anemia in quanto favorisce la formazione di globuli rossi nel sangue inoltre ha

proprietagrave diuretiche e favorisce la digestione

Fig1 succo crudo di barbabietola rossa

38

Ortaggio anticancro

Nella rivista International Journal of Cancer si discute sul ruolo delle rape rosse come

potenziale alimento anticancro la questione egrave per certi versi discutibile ed oscura e non

esiste alcuna dimostrazione indubbia ed inequivocabile che accerti lipotesi In particolare

nella rivista sopraccitata si discute del possibile ruolo delle rape rosse nella prevenzione del

tumore al colon per altri le rape rosse sarebbero in grado non solo di prevenirne il cancro

ma anche di contrastarlo

Bibliografia

Kazimierczak R Hallmann E Lipowski J Drela N Kowalik A Puumlssa T Matt D Luik A Gozdowski D Rembiałkowska E

Beetroot (Beta vulgaris L) and naturally fermented beetroot juices from organic and conventional production metabolomics antioxidant levels and anticancer activity

J Sci Food Agric 2014 May

39

Sigrave ai legumi nella prevenzione delle malattie tumorali

A cura di Dottssa Bruzzone Francesca ndash Dietista

Con il termine ldquolegumirdquo si intendono tutti quei semi commestibili derivanti dalle piante

dicotiledoni dellrsquoordine delle Fabales tra cui rientrano i fagioli le lenticchie le fave i piselli

i lupini i ceci le carrube le cicerchie le arachidi e la soia

I legumi sono alimenti ricchi di proteine tanto da essere stati denominati come ldquola carne dei

poverirdquo Essi possiedono un buon contenuto in amminoacidi (ad eccezione di quelli solforati

e del triptofano) carboidrati fibre Calcio Ferro e Potassio a discapito di grassi e

colesterolo

In abbinamento ai cereali i legumi costituiscono un ottimo e saziante piatto unico dove

convergono carboidrati e proteine e dove gli amminoacidi carenti nei cereali (come la lisina)

si integrano con quelli dei legumi e viceversa Queste qualitagrave rendono tali semi

particolarmente adeguati sia nella prevenzione che nel trattamento di numerose malattie

metaboliche come il diabete mellito le dislipidemie la sindrome metabolica il sovrappeso e

lrsquoobesitagrave Di recente inoltre egrave stato attribuito un altro importante ruolo benefico ai legumi

quello di ostacolare la crescita di alcune forme tumorali

Un lavoro effettuato da un gruppo di ricercatori dellUniversity College di Londra del

Dipartimento di Scienze Chirurgiche dell`Universitagrave di Chieti e del Laboratorio di

Farmacologia Molecolare dell`Istituto Mario Negri di Milano e pubblicato sulla rivista

statunitense ldquoCancer Researchrdquo infatti ha scoperto la presenza di inositolo pentachisfosfato

nella maggior parte dei legumi (in particolare in lenticchie piselli e fagioli) e nelle noci Tale

40

composto sembrerebbe inibire lrsquoenzima fosfoinositide 3-chinasi coinvolto nella crescita e

nella progressione dei tumori e capace di aumentare la resistenza al trattamento con agenti

chemoterapeutici Il segnale attivato dalla fosfoinositide 3-chinasi infatti rappresenta un

target importante per lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche anticancro e questo studio

dimostra come lrsquoinositolo pentafosfato sia capace di antagonizzare in maniera specifica

questo segnale nelle cellule tumorali inducendone lrsquoapoptosi (morte programmata)

Lrsquoinositolo pentafosfato ha una struttura molecolare analoga al prodotto dellrsquoattivitagrave

enzimatica della fosfoinositide 3-chinasi che attiva segnali specifici per la progressione del

cancro Il meccanismo secondo il quale lrsquoinositolo pentafosfato disattiva le proteine

iperattive nei tumori dalla membrana plasmatica permette di inibire sia la crescita delle

cellule tumorali umane in coltura sia lo sviluppo dei tumori nei topi In queste condizioni

lrsquoinositolo pentafosfato ha dimostrato unrsquoattivitagrave farmacologica comparabile e potenziante

quella del farmaco citotossico cisplatino molto usato in chemioterapia antitumorale ma

associato a effetti collaterali come nausea vomito formicolio a mani e piedi caduta dei

capelli e alterazione della funzionalitagrave renale (gli inositoli fosfati invece non sono tossici

neanche a concentrazioni piugrave elevate di quelle usate in questo studio e possono essere

assorbiti per via orale) I principali effetti positivi sono stati riscontrati a livello di ovaie e

polmoni

Lrsquoinositolo pentafosfato inoltre si egrave dimostrato capace di inibire lo sviluppo dei nuovi vasi

sanguigni indispensabili per la nutrizione e lo sviluppo del tumore (angiogenesi) bloccando

quindi un meccanismo fondamentale per la sua crescita

Sitografia

ldquoLe Scienze edizione italiana di Scientifica Americanrdquo ndashLegumi e cereali conto il cancro-

ldquoAssociazione Giacomo-onlusrdquo -Inositolo Pentafosfato da legumi e arachidi una nuova strada

nella cura dei tumori

41

Tra le mille virtursquo del miele la cura dellrsquoherpes simplex

A cura di Dottssa Serena Pascucci Biologa Nutrizionista

Le molteplici proprietagrave del miele sono note fin dallrsquoantichitagrave

per le sue capacitagrave antisettiche antibiotiche e cicatrizzanti

e il suo uso nella medicina moderna sta riscontrando

sempre piugrave maggiore interesse

Diversi studi

hanno valutato

lrsquoefficacia del miele contro alcuni virus tra cui di

particolare importanza egrave emersa lrsquoefficacia del

miele per il trattamento dellrsquoHerpes Simplex sia a

livello labiale sia a livello genitale Lo studio del

2004 condotto presso una clinica privata a Dubai

ha selezionato 16 pazienti con ricorrenti manifestazioni del virus otto affetti da Herpes

simplex a livello labiale e otto a livello genitale con un etagrave compresa tra i 35 e i 45 anni sia

maschi che femmine Ersquo stata valutata e considerata lrsquoefficacia del miele nel trattamento

delle lesioni prodotte dal virus in confronto a un comune farmaco antivirale utilizzato

normalmente (Acyclovir) I pazienti prescelti prima della prova non dovevano sottoporsi ad

altre cure antivirali A scelta casuale sono stati selezionati quattro pazienti con herpes

labiale e quattro con herpes genitale che hanno effettuato il primo trattamento con il miele

gli altri otto con il farmaco comune antivirale a base di 5 di acyclovir Alla seconda

comparsa della manifestazione del virus egrave stato effettuato lrsquoopposto Nello studio egrave stato

somministrato un miele multiflora direttamente sulle lesioni prodotte dal virus su una garza

a contatto con la lesione per un quarto drsquoora per 4 volte al giorno fino alla completa

guarigione mentre il farmaco veniva applicato 6 volte al giorno Da questa prova egrave stata

riscontrata una durata delle lesioni dalla prima comparsa alla completa scomparsa di circa

12 giorni in media per entrambi i trattamenti ma nel caso dei pazienti con herpes labiale

trattati con il miele la guarigione egrave avvenuta in circa 3 giorni rispetto ai 5 giorni con il

trattamento con acyclovir cioegrave con una velocitagrave del 35 superiore Inoltre il miele ha

42

mostrato un azione migliore rispetto al farmaco in particolare la durata del dolore risultava

minore del 39 con fastidi moderati per non piugrave di 24 ore mentre con acyclovir il dolore

anche se moderato poteva prolungarsi fino a 72 ore Ersquo stato anche riscontrato un

insorgenza minore delle croste del 28 in chi utilizzava il miele in particolare in 5 pazienti le

lesioni non si sono evolute in croste cosa che non egrave mai avvenuta nei soggetti trattati con il

farmaco Ancora in due casi con il trattamento con il miele lrsquoherpes ha abortito cioegrave dopo i

primi sintomi non ha sviluppato lesioni e procurato fastidi al contrario dei pazienti trattati

con il farmaco Anche nei pazienti con herpes a livello genitale il miele si egrave mostrato piugrave

efficace del farmaco convenzionale con un tempo di guarigione minore del 53 una durata

del dolore inferiore del 50 anche qui con fastidi moderati e con una durata non superiore

alle 24 ore rispetto a bruciori da moderati a medi prolungati(anche per 3 giorni) nei pazienti

con trattamento con farmaco Inoltre egrave stato riscontrato anche a livello genitale un

insorgenza minore di croste del 49 in particolare in 5 pazienti trattati con il miele le lesioni

a livello genitale non si sono sviluppate in croste a differenza dei pazienti trattati con il

farmaco in cui le croste sono sempre apparse Infine egrave stato riscontrato anche a livello

genitale un aborto del virus in chi utilizzava il miele senza avere avuto nessun riscontro

invece nei pazienti trattati con farmaco

Lrsquoanalisi statistica ha mostrato un efficacia superiore del miele rispetto allrsquoutilizzo di

acyclovir per la cura e la risoluzione delle lesioni virali da herpes simplex labiale e genitale

(Ai-waili 2004) Tuttavia quale sia o quali siano i meccanismi drsquoazione che permettono al

miele di inibire la replicazione del virus sono poco conosciuti Un fattore che puograve

determinare lrsquoazione antivirale del miele puograve essere ricercato nel contenuto di flavonoidi(

azione antivirale) rame zinco vit E C normalmente presenti nel miele e di provata azione

antivirale(AI-Waili 2004) e infine lrsquoossido di azoto con un azione antivirale in vitro la cui

attivitagrave egrave stata rilevata anche sul virus dellrsquoHIV (Torre et al 2002 Schramm DD et al 2003)

Lrsquoherpes simplex egrave un infezione virale importante qualsiasi terapia si volesse seguire egrave

opportuno seguire sempre una supervisione e il consiglio del medico

Bibliografia

Al-Waili NS topical honey application vs acyclovir for the treatment of recurrent herpes

simplex lesions Med Sci Monit 2004 10(8) MT94-MT98

- Schramm DD Karim M Schrader HR Holt RR Cardetti M Keen CL Honey with high levels of antioxidants can provide protection to healthy human subjects J Agric Food Chem 200351(6)1732ndash5 doi 101021jf025928k - Torre D Pugliese A Speranza F Role of nitric oxide in HIV-1 infection friend or foe Lancet Infect Dis 2002 May2(5)273-80

38

Ortaggio anticancro

Nella rivista International Journal of Cancer si discute sul ruolo delle rape rosse come

potenziale alimento anticancro la questione egrave per certi versi discutibile ed oscura e non

esiste alcuna dimostrazione indubbia ed inequivocabile che accerti lipotesi In particolare

nella rivista sopraccitata si discute del possibile ruolo delle rape rosse nella prevenzione del

tumore al colon per altri le rape rosse sarebbero in grado non solo di prevenirne il cancro

ma anche di contrastarlo

Bibliografia

Kazimierczak R Hallmann E Lipowski J Drela N Kowalik A Puumlssa T Matt D Luik A Gozdowski D Rembiałkowska E

Beetroot (Beta vulgaris L) and naturally fermented beetroot juices from organic and conventional production metabolomics antioxidant levels and anticancer activity

J Sci Food Agric 2014 May

39

Sigrave ai legumi nella prevenzione delle malattie tumorali

A cura di Dottssa Bruzzone Francesca ndash Dietista

Con il termine ldquolegumirdquo si intendono tutti quei semi commestibili derivanti dalle piante

dicotiledoni dellrsquoordine delle Fabales tra cui rientrano i fagioli le lenticchie le fave i piselli

i lupini i ceci le carrube le cicerchie le arachidi e la soia

I legumi sono alimenti ricchi di proteine tanto da essere stati denominati come ldquola carne dei

poverirdquo Essi possiedono un buon contenuto in amminoacidi (ad eccezione di quelli solforati

e del triptofano) carboidrati fibre Calcio Ferro e Potassio a discapito di grassi e

colesterolo

In abbinamento ai cereali i legumi costituiscono un ottimo e saziante piatto unico dove

convergono carboidrati e proteine e dove gli amminoacidi carenti nei cereali (come la lisina)

si integrano con quelli dei legumi e viceversa Queste qualitagrave rendono tali semi

particolarmente adeguati sia nella prevenzione che nel trattamento di numerose malattie

metaboliche come il diabete mellito le dislipidemie la sindrome metabolica il sovrappeso e

lrsquoobesitagrave Di recente inoltre egrave stato attribuito un altro importante ruolo benefico ai legumi

quello di ostacolare la crescita di alcune forme tumorali

Un lavoro effettuato da un gruppo di ricercatori dellUniversity College di Londra del

Dipartimento di Scienze Chirurgiche dell`Universitagrave di Chieti e del Laboratorio di

Farmacologia Molecolare dell`Istituto Mario Negri di Milano e pubblicato sulla rivista

statunitense ldquoCancer Researchrdquo infatti ha scoperto la presenza di inositolo pentachisfosfato

nella maggior parte dei legumi (in particolare in lenticchie piselli e fagioli) e nelle noci Tale

40

composto sembrerebbe inibire lrsquoenzima fosfoinositide 3-chinasi coinvolto nella crescita e

nella progressione dei tumori e capace di aumentare la resistenza al trattamento con agenti

chemoterapeutici Il segnale attivato dalla fosfoinositide 3-chinasi infatti rappresenta un

target importante per lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche anticancro e questo studio

dimostra come lrsquoinositolo pentafosfato sia capace di antagonizzare in maniera specifica

questo segnale nelle cellule tumorali inducendone lrsquoapoptosi (morte programmata)

Lrsquoinositolo pentafosfato ha una struttura molecolare analoga al prodotto dellrsquoattivitagrave

enzimatica della fosfoinositide 3-chinasi che attiva segnali specifici per la progressione del

cancro Il meccanismo secondo il quale lrsquoinositolo pentafosfato disattiva le proteine

iperattive nei tumori dalla membrana plasmatica permette di inibire sia la crescita delle

cellule tumorali umane in coltura sia lo sviluppo dei tumori nei topi In queste condizioni

lrsquoinositolo pentafosfato ha dimostrato unrsquoattivitagrave farmacologica comparabile e potenziante

quella del farmaco citotossico cisplatino molto usato in chemioterapia antitumorale ma

associato a effetti collaterali come nausea vomito formicolio a mani e piedi caduta dei

capelli e alterazione della funzionalitagrave renale (gli inositoli fosfati invece non sono tossici

neanche a concentrazioni piugrave elevate di quelle usate in questo studio e possono essere

assorbiti per via orale) I principali effetti positivi sono stati riscontrati a livello di ovaie e

polmoni

Lrsquoinositolo pentafosfato inoltre si egrave dimostrato capace di inibire lo sviluppo dei nuovi vasi

sanguigni indispensabili per la nutrizione e lo sviluppo del tumore (angiogenesi) bloccando

quindi un meccanismo fondamentale per la sua crescita

Sitografia

ldquoLe Scienze edizione italiana di Scientifica Americanrdquo ndashLegumi e cereali conto il cancro-

ldquoAssociazione Giacomo-onlusrdquo -Inositolo Pentafosfato da legumi e arachidi una nuova strada

nella cura dei tumori

41

Tra le mille virtursquo del miele la cura dellrsquoherpes simplex

A cura di Dottssa Serena Pascucci Biologa Nutrizionista

Le molteplici proprietagrave del miele sono note fin dallrsquoantichitagrave

per le sue capacitagrave antisettiche antibiotiche e cicatrizzanti

e il suo uso nella medicina moderna sta riscontrando

sempre piugrave maggiore interesse

Diversi studi

hanno valutato

lrsquoefficacia del miele contro alcuni virus tra cui di

particolare importanza egrave emersa lrsquoefficacia del

miele per il trattamento dellrsquoHerpes Simplex sia a

livello labiale sia a livello genitale Lo studio del

2004 condotto presso una clinica privata a Dubai

ha selezionato 16 pazienti con ricorrenti manifestazioni del virus otto affetti da Herpes

simplex a livello labiale e otto a livello genitale con un etagrave compresa tra i 35 e i 45 anni sia

maschi che femmine Ersquo stata valutata e considerata lrsquoefficacia del miele nel trattamento

delle lesioni prodotte dal virus in confronto a un comune farmaco antivirale utilizzato

normalmente (Acyclovir) I pazienti prescelti prima della prova non dovevano sottoporsi ad

altre cure antivirali A scelta casuale sono stati selezionati quattro pazienti con herpes

labiale e quattro con herpes genitale che hanno effettuato il primo trattamento con il miele

gli altri otto con il farmaco comune antivirale a base di 5 di acyclovir Alla seconda

comparsa della manifestazione del virus egrave stato effettuato lrsquoopposto Nello studio egrave stato

somministrato un miele multiflora direttamente sulle lesioni prodotte dal virus su una garza

a contatto con la lesione per un quarto drsquoora per 4 volte al giorno fino alla completa

guarigione mentre il farmaco veniva applicato 6 volte al giorno Da questa prova egrave stata

riscontrata una durata delle lesioni dalla prima comparsa alla completa scomparsa di circa

12 giorni in media per entrambi i trattamenti ma nel caso dei pazienti con herpes labiale

trattati con il miele la guarigione egrave avvenuta in circa 3 giorni rispetto ai 5 giorni con il

trattamento con acyclovir cioegrave con una velocitagrave del 35 superiore Inoltre il miele ha

42

mostrato un azione migliore rispetto al farmaco in particolare la durata del dolore risultava

minore del 39 con fastidi moderati per non piugrave di 24 ore mentre con acyclovir il dolore

anche se moderato poteva prolungarsi fino a 72 ore Ersquo stato anche riscontrato un

insorgenza minore delle croste del 28 in chi utilizzava il miele in particolare in 5 pazienti le

lesioni non si sono evolute in croste cosa che non egrave mai avvenuta nei soggetti trattati con il

farmaco Ancora in due casi con il trattamento con il miele lrsquoherpes ha abortito cioegrave dopo i

primi sintomi non ha sviluppato lesioni e procurato fastidi al contrario dei pazienti trattati

con il farmaco Anche nei pazienti con herpes a livello genitale il miele si egrave mostrato piugrave

efficace del farmaco convenzionale con un tempo di guarigione minore del 53 una durata

del dolore inferiore del 50 anche qui con fastidi moderati e con una durata non superiore

alle 24 ore rispetto a bruciori da moderati a medi prolungati(anche per 3 giorni) nei pazienti

con trattamento con farmaco Inoltre egrave stato riscontrato anche a livello genitale un

insorgenza minore di croste del 49 in particolare in 5 pazienti trattati con il miele le lesioni

a livello genitale non si sono sviluppate in croste a differenza dei pazienti trattati con il

farmaco in cui le croste sono sempre apparse Infine egrave stato riscontrato anche a livello

genitale un aborto del virus in chi utilizzava il miele senza avere avuto nessun riscontro

invece nei pazienti trattati con farmaco

Lrsquoanalisi statistica ha mostrato un efficacia superiore del miele rispetto allrsquoutilizzo di

acyclovir per la cura e la risoluzione delle lesioni virali da herpes simplex labiale e genitale

(Ai-waili 2004) Tuttavia quale sia o quali siano i meccanismi drsquoazione che permettono al

miele di inibire la replicazione del virus sono poco conosciuti Un fattore che puograve

determinare lrsquoazione antivirale del miele puograve essere ricercato nel contenuto di flavonoidi(

azione antivirale) rame zinco vit E C normalmente presenti nel miele e di provata azione

antivirale(AI-Waili 2004) e infine lrsquoossido di azoto con un azione antivirale in vitro la cui

attivitagrave egrave stata rilevata anche sul virus dellrsquoHIV (Torre et al 2002 Schramm DD et al 2003)

Lrsquoherpes simplex egrave un infezione virale importante qualsiasi terapia si volesse seguire egrave

opportuno seguire sempre una supervisione e il consiglio del medico

Bibliografia

Al-Waili NS topical honey application vs acyclovir for the treatment of recurrent herpes

simplex lesions Med Sci Monit 2004 10(8) MT94-MT98

- Schramm DD Karim M Schrader HR Holt RR Cardetti M Keen CL Honey with high levels of antioxidants can provide protection to healthy human subjects J Agric Food Chem 200351(6)1732ndash5 doi 101021jf025928k - Torre D Pugliese A Speranza F Role of nitric oxide in HIV-1 infection friend or foe Lancet Infect Dis 2002 May2(5)273-80

39

Sigrave ai legumi nella prevenzione delle malattie tumorali

A cura di Dottssa Bruzzone Francesca ndash Dietista

Con il termine ldquolegumirdquo si intendono tutti quei semi commestibili derivanti dalle piante

dicotiledoni dellrsquoordine delle Fabales tra cui rientrano i fagioli le lenticchie le fave i piselli

i lupini i ceci le carrube le cicerchie le arachidi e la soia

I legumi sono alimenti ricchi di proteine tanto da essere stati denominati come ldquola carne dei

poverirdquo Essi possiedono un buon contenuto in amminoacidi (ad eccezione di quelli solforati

e del triptofano) carboidrati fibre Calcio Ferro e Potassio a discapito di grassi e

colesterolo

In abbinamento ai cereali i legumi costituiscono un ottimo e saziante piatto unico dove

convergono carboidrati e proteine e dove gli amminoacidi carenti nei cereali (come la lisina)

si integrano con quelli dei legumi e viceversa Queste qualitagrave rendono tali semi

particolarmente adeguati sia nella prevenzione che nel trattamento di numerose malattie

metaboliche come il diabete mellito le dislipidemie la sindrome metabolica il sovrappeso e

lrsquoobesitagrave Di recente inoltre egrave stato attribuito un altro importante ruolo benefico ai legumi

quello di ostacolare la crescita di alcune forme tumorali

Un lavoro effettuato da un gruppo di ricercatori dellUniversity College di Londra del

Dipartimento di Scienze Chirurgiche dell`Universitagrave di Chieti e del Laboratorio di

Farmacologia Molecolare dell`Istituto Mario Negri di Milano e pubblicato sulla rivista

statunitense ldquoCancer Researchrdquo infatti ha scoperto la presenza di inositolo pentachisfosfato

nella maggior parte dei legumi (in particolare in lenticchie piselli e fagioli) e nelle noci Tale

40

composto sembrerebbe inibire lrsquoenzima fosfoinositide 3-chinasi coinvolto nella crescita e

nella progressione dei tumori e capace di aumentare la resistenza al trattamento con agenti

chemoterapeutici Il segnale attivato dalla fosfoinositide 3-chinasi infatti rappresenta un

target importante per lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche anticancro e questo studio

dimostra come lrsquoinositolo pentafosfato sia capace di antagonizzare in maniera specifica

questo segnale nelle cellule tumorali inducendone lrsquoapoptosi (morte programmata)

Lrsquoinositolo pentafosfato ha una struttura molecolare analoga al prodotto dellrsquoattivitagrave

enzimatica della fosfoinositide 3-chinasi che attiva segnali specifici per la progressione del

cancro Il meccanismo secondo il quale lrsquoinositolo pentafosfato disattiva le proteine

iperattive nei tumori dalla membrana plasmatica permette di inibire sia la crescita delle

cellule tumorali umane in coltura sia lo sviluppo dei tumori nei topi In queste condizioni

lrsquoinositolo pentafosfato ha dimostrato unrsquoattivitagrave farmacologica comparabile e potenziante

quella del farmaco citotossico cisplatino molto usato in chemioterapia antitumorale ma

associato a effetti collaterali come nausea vomito formicolio a mani e piedi caduta dei

capelli e alterazione della funzionalitagrave renale (gli inositoli fosfati invece non sono tossici

neanche a concentrazioni piugrave elevate di quelle usate in questo studio e possono essere

assorbiti per via orale) I principali effetti positivi sono stati riscontrati a livello di ovaie e

polmoni

Lrsquoinositolo pentafosfato inoltre si egrave dimostrato capace di inibire lo sviluppo dei nuovi vasi

sanguigni indispensabili per la nutrizione e lo sviluppo del tumore (angiogenesi) bloccando

quindi un meccanismo fondamentale per la sua crescita

Sitografia

ldquoLe Scienze edizione italiana di Scientifica Americanrdquo ndashLegumi e cereali conto il cancro-

ldquoAssociazione Giacomo-onlusrdquo -Inositolo Pentafosfato da legumi e arachidi una nuova strada

nella cura dei tumori

41

Tra le mille virtursquo del miele la cura dellrsquoherpes simplex

A cura di Dottssa Serena Pascucci Biologa Nutrizionista

Le molteplici proprietagrave del miele sono note fin dallrsquoantichitagrave

per le sue capacitagrave antisettiche antibiotiche e cicatrizzanti

e il suo uso nella medicina moderna sta riscontrando

sempre piugrave maggiore interesse

Diversi studi

hanno valutato

lrsquoefficacia del miele contro alcuni virus tra cui di

particolare importanza egrave emersa lrsquoefficacia del

miele per il trattamento dellrsquoHerpes Simplex sia a

livello labiale sia a livello genitale Lo studio del

2004 condotto presso una clinica privata a Dubai

ha selezionato 16 pazienti con ricorrenti manifestazioni del virus otto affetti da Herpes

simplex a livello labiale e otto a livello genitale con un etagrave compresa tra i 35 e i 45 anni sia

maschi che femmine Ersquo stata valutata e considerata lrsquoefficacia del miele nel trattamento

delle lesioni prodotte dal virus in confronto a un comune farmaco antivirale utilizzato

normalmente (Acyclovir) I pazienti prescelti prima della prova non dovevano sottoporsi ad

altre cure antivirali A scelta casuale sono stati selezionati quattro pazienti con herpes

labiale e quattro con herpes genitale che hanno effettuato il primo trattamento con il miele

gli altri otto con il farmaco comune antivirale a base di 5 di acyclovir Alla seconda

comparsa della manifestazione del virus egrave stato effettuato lrsquoopposto Nello studio egrave stato

somministrato un miele multiflora direttamente sulle lesioni prodotte dal virus su una garza

a contatto con la lesione per un quarto drsquoora per 4 volte al giorno fino alla completa

guarigione mentre il farmaco veniva applicato 6 volte al giorno Da questa prova egrave stata

riscontrata una durata delle lesioni dalla prima comparsa alla completa scomparsa di circa

12 giorni in media per entrambi i trattamenti ma nel caso dei pazienti con herpes labiale

trattati con il miele la guarigione egrave avvenuta in circa 3 giorni rispetto ai 5 giorni con il

trattamento con acyclovir cioegrave con una velocitagrave del 35 superiore Inoltre il miele ha

42

mostrato un azione migliore rispetto al farmaco in particolare la durata del dolore risultava

minore del 39 con fastidi moderati per non piugrave di 24 ore mentre con acyclovir il dolore

anche se moderato poteva prolungarsi fino a 72 ore Ersquo stato anche riscontrato un

insorgenza minore delle croste del 28 in chi utilizzava il miele in particolare in 5 pazienti le

lesioni non si sono evolute in croste cosa che non egrave mai avvenuta nei soggetti trattati con il

farmaco Ancora in due casi con il trattamento con il miele lrsquoherpes ha abortito cioegrave dopo i

primi sintomi non ha sviluppato lesioni e procurato fastidi al contrario dei pazienti trattati

con il farmaco Anche nei pazienti con herpes a livello genitale il miele si egrave mostrato piugrave

efficace del farmaco convenzionale con un tempo di guarigione minore del 53 una durata

del dolore inferiore del 50 anche qui con fastidi moderati e con una durata non superiore

alle 24 ore rispetto a bruciori da moderati a medi prolungati(anche per 3 giorni) nei pazienti

con trattamento con farmaco Inoltre egrave stato riscontrato anche a livello genitale un

insorgenza minore di croste del 49 in particolare in 5 pazienti trattati con il miele le lesioni

a livello genitale non si sono sviluppate in croste a differenza dei pazienti trattati con il

farmaco in cui le croste sono sempre apparse Infine egrave stato riscontrato anche a livello

genitale un aborto del virus in chi utilizzava il miele senza avere avuto nessun riscontro

invece nei pazienti trattati con farmaco

Lrsquoanalisi statistica ha mostrato un efficacia superiore del miele rispetto allrsquoutilizzo di

acyclovir per la cura e la risoluzione delle lesioni virali da herpes simplex labiale e genitale

(Ai-waili 2004) Tuttavia quale sia o quali siano i meccanismi drsquoazione che permettono al

miele di inibire la replicazione del virus sono poco conosciuti Un fattore che puograve

determinare lrsquoazione antivirale del miele puograve essere ricercato nel contenuto di flavonoidi(

azione antivirale) rame zinco vit E C normalmente presenti nel miele e di provata azione

antivirale(AI-Waili 2004) e infine lrsquoossido di azoto con un azione antivirale in vitro la cui

attivitagrave egrave stata rilevata anche sul virus dellrsquoHIV (Torre et al 2002 Schramm DD et al 2003)

Lrsquoherpes simplex egrave un infezione virale importante qualsiasi terapia si volesse seguire egrave

opportuno seguire sempre una supervisione e il consiglio del medico

Bibliografia

Al-Waili NS topical honey application vs acyclovir for the treatment of recurrent herpes

simplex lesions Med Sci Monit 2004 10(8) MT94-MT98

- Schramm DD Karim M Schrader HR Holt RR Cardetti M Keen CL Honey with high levels of antioxidants can provide protection to healthy human subjects J Agric Food Chem 200351(6)1732ndash5 doi 101021jf025928k - Torre D Pugliese A Speranza F Role of nitric oxide in HIV-1 infection friend or foe Lancet Infect Dis 2002 May2(5)273-80

40

composto sembrerebbe inibire lrsquoenzima fosfoinositide 3-chinasi coinvolto nella crescita e

nella progressione dei tumori e capace di aumentare la resistenza al trattamento con agenti

chemoterapeutici Il segnale attivato dalla fosfoinositide 3-chinasi infatti rappresenta un

target importante per lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche anticancro e questo studio

dimostra come lrsquoinositolo pentafosfato sia capace di antagonizzare in maniera specifica

questo segnale nelle cellule tumorali inducendone lrsquoapoptosi (morte programmata)

Lrsquoinositolo pentafosfato ha una struttura molecolare analoga al prodotto dellrsquoattivitagrave

enzimatica della fosfoinositide 3-chinasi che attiva segnali specifici per la progressione del

cancro Il meccanismo secondo il quale lrsquoinositolo pentafosfato disattiva le proteine

iperattive nei tumori dalla membrana plasmatica permette di inibire sia la crescita delle

cellule tumorali umane in coltura sia lo sviluppo dei tumori nei topi In queste condizioni

lrsquoinositolo pentafosfato ha dimostrato unrsquoattivitagrave farmacologica comparabile e potenziante

quella del farmaco citotossico cisplatino molto usato in chemioterapia antitumorale ma

associato a effetti collaterali come nausea vomito formicolio a mani e piedi caduta dei

capelli e alterazione della funzionalitagrave renale (gli inositoli fosfati invece non sono tossici

neanche a concentrazioni piugrave elevate di quelle usate in questo studio e possono essere

assorbiti per via orale) I principali effetti positivi sono stati riscontrati a livello di ovaie e

polmoni

Lrsquoinositolo pentafosfato inoltre si egrave dimostrato capace di inibire lo sviluppo dei nuovi vasi

sanguigni indispensabili per la nutrizione e lo sviluppo del tumore (angiogenesi) bloccando

quindi un meccanismo fondamentale per la sua crescita

Sitografia

ldquoLe Scienze edizione italiana di Scientifica Americanrdquo ndashLegumi e cereali conto il cancro-

ldquoAssociazione Giacomo-onlusrdquo -Inositolo Pentafosfato da legumi e arachidi una nuova strada

nella cura dei tumori

41

Tra le mille virtursquo del miele la cura dellrsquoherpes simplex

A cura di Dottssa Serena Pascucci Biologa Nutrizionista

Le molteplici proprietagrave del miele sono note fin dallrsquoantichitagrave

per le sue capacitagrave antisettiche antibiotiche e cicatrizzanti

e il suo uso nella medicina moderna sta riscontrando

sempre piugrave maggiore interesse

Diversi studi

hanno valutato

lrsquoefficacia del miele contro alcuni virus tra cui di

particolare importanza egrave emersa lrsquoefficacia del

miele per il trattamento dellrsquoHerpes Simplex sia a

livello labiale sia a livello genitale Lo studio del

2004 condotto presso una clinica privata a Dubai

ha selezionato 16 pazienti con ricorrenti manifestazioni del virus otto affetti da Herpes

simplex a livello labiale e otto a livello genitale con un etagrave compresa tra i 35 e i 45 anni sia

maschi che femmine Ersquo stata valutata e considerata lrsquoefficacia del miele nel trattamento

delle lesioni prodotte dal virus in confronto a un comune farmaco antivirale utilizzato

normalmente (Acyclovir) I pazienti prescelti prima della prova non dovevano sottoporsi ad

altre cure antivirali A scelta casuale sono stati selezionati quattro pazienti con herpes

labiale e quattro con herpes genitale che hanno effettuato il primo trattamento con il miele

gli altri otto con il farmaco comune antivirale a base di 5 di acyclovir Alla seconda

comparsa della manifestazione del virus egrave stato effettuato lrsquoopposto Nello studio egrave stato

somministrato un miele multiflora direttamente sulle lesioni prodotte dal virus su una garza

a contatto con la lesione per un quarto drsquoora per 4 volte al giorno fino alla completa

guarigione mentre il farmaco veniva applicato 6 volte al giorno Da questa prova egrave stata

riscontrata una durata delle lesioni dalla prima comparsa alla completa scomparsa di circa

12 giorni in media per entrambi i trattamenti ma nel caso dei pazienti con herpes labiale

trattati con il miele la guarigione egrave avvenuta in circa 3 giorni rispetto ai 5 giorni con il

trattamento con acyclovir cioegrave con una velocitagrave del 35 superiore Inoltre il miele ha

42

mostrato un azione migliore rispetto al farmaco in particolare la durata del dolore risultava

minore del 39 con fastidi moderati per non piugrave di 24 ore mentre con acyclovir il dolore

anche se moderato poteva prolungarsi fino a 72 ore Ersquo stato anche riscontrato un

insorgenza minore delle croste del 28 in chi utilizzava il miele in particolare in 5 pazienti le

lesioni non si sono evolute in croste cosa che non egrave mai avvenuta nei soggetti trattati con il

farmaco Ancora in due casi con il trattamento con il miele lrsquoherpes ha abortito cioegrave dopo i

primi sintomi non ha sviluppato lesioni e procurato fastidi al contrario dei pazienti trattati

con il farmaco Anche nei pazienti con herpes a livello genitale il miele si egrave mostrato piugrave

efficace del farmaco convenzionale con un tempo di guarigione minore del 53 una durata

del dolore inferiore del 50 anche qui con fastidi moderati e con una durata non superiore

alle 24 ore rispetto a bruciori da moderati a medi prolungati(anche per 3 giorni) nei pazienti

con trattamento con farmaco Inoltre egrave stato riscontrato anche a livello genitale un

insorgenza minore di croste del 49 in particolare in 5 pazienti trattati con il miele le lesioni

a livello genitale non si sono sviluppate in croste a differenza dei pazienti trattati con il

farmaco in cui le croste sono sempre apparse Infine egrave stato riscontrato anche a livello

genitale un aborto del virus in chi utilizzava il miele senza avere avuto nessun riscontro

invece nei pazienti trattati con farmaco

Lrsquoanalisi statistica ha mostrato un efficacia superiore del miele rispetto allrsquoutilizzo di

acyclovir per la cura e la risoluzione delle lesioni virali da herpes simplex labiale e genitale

(Ai-waili 2004) Tuttavia quale sia o quali siano i meccanismi drsquoazione che permettono al

miele di inibire la replicazione del virus sono poco conosciuti Un fattore che puograve

determinare lrsquoazione antivirale del miele puograve essere ricercato nel contenuto di flavonoidi(

azione antivirale) rame zinco vit E C normalmente presenti nel miele e di provata azione

antivirale(AI-Waili 2004) e infine lrsquoossido di azoto con un azione antivirale in vitro la cui

attivitagrave egrave stata rilevata anche sul virus dellrsquoHIV (Torre et al 2002 Schramm DD et al 2003)

Lrsquoherpes simplex egrave un infezione virale importante qualsiasi terapia si volesse seguire egrave

opportuno seguire sempre una supervisione e il consiglio del medico

Bibliografia

Al-Waili NS topical honey application vs acyclovir for the treatment of recurrent herpes

simplex lesions Med Sci Monit 2004 10(8) MT94-MT98

- Schramm DD Karim M Schrader HR Holt RR Cardetti M Keen CL Honey with high levels of antioxidants can provide protection to healthy human subjects J Agric Food Chem 200351(6)1732ndash5 doi 101021jf025928k - Torre D Pugliese A Speranza F Role of nitric oxide in HIV-1 infection friend or foe Lancet Infect Dis 2002 May2(5)273-80

41

Tra le mille virtursquo del miele la cura dellrsquoherpes simplex

A cura di Dottssa Serena Pascucci Biologa Nutrizionista

Le molteplici proprietagrave del miele sono note fin dallrsquoantichitagrave

per le sue capacitagrave antisettiche antibiotiche e cicatrizzanti

e il suo uso nella medicina moderna sta riscontrando

sempre piugrave maggiore interesse

Diversi studi

hanno valutato

lrsquoefficacia del miele contro alcuni virus tra cui di

particolare importanza egrave emersa lrsquoefficacia del

miele per il trattamento dellrsquoHerpes Simplex sia a

livello labiale sia a livello genitale Lo studio del

2004 condotto presso una clinica privata a Dubai

ha selezionato 16 pazienti con ricorrenti manifestazioni del virus otto affetti da Herpes

simplex a livello labiale e otto a livello genitale con un etagrave compresa tra i 35 e i 45 anni sia

maschi che femmine Ersquo stata valutata e considerata lrsquoefficacia del miele nel trattamento

delle lesioni prodotte dal virus in confronto a un comune farmaco antivirale utilizzato

normalmente (Acyclovir) I pazienti prescelti prima della prova non dovevano sottoporsi ad

altre cure antivirali A scelta casuale sono stati selezionati quattro pazienti con herpes

labiale e quattro con herpes genitale che hanno effettuato il primo trattamento con il miele

gli altri otto con il farmaco comune antivirale a base di 5 di acyclovir Alla seconda

comparsa della manifestazione del virus egrave stato effettuato lrsquoopposto Nello studio egrave stato

somministrato un miele multiflora direttamente sulle lesioni prodotte dal virus su una garza

a contatto con la lesione per un quarto drsquoora per 4 volte al giorno fino alla completa

guarigione mentre il farmaco veniva applicato 6 volte al giorno Da questa prova egrave stata

riscontrata una durata delle lesioni dalla prima comparsa alla completa scomparsa di circa

12 giorni in media per entrambi i trattamenti ma nel caso dei pazienti con herpes labiale

trattati con il miele la guarigione egrave avvenuta in circa 3 giorni rispetto ai 5 giorni con il

trattamento con acyclovir cioegrave con una velocitagrave del 35 superiore Inoltre il miele ha

42

mostrato un azione migliore rispetto al farmaco in particolare la durata del dolore risultava

minore del 39 con fastidi moderati per non piugrave di 24 ore mentre con acyclovir il dolore

anche se moderato poteva prolungarsi fino a 72 ore Ersquo stato anche riscontrato un

insorgenza minore delle croste del 28 in chi utilizzava il miele in particolare in 5 pazienti le

lesioni non si sono evolute in croste cosa che non egrave mai avvenuta nei soggetti trattati con il

farmaco Ancora in due casi con il trattamento con il miele lrsquoherpes ha abortito cioegrave dopo i

primi sintomi non ha sviluppato lesioni e procurato fastidi al contrario dei pazienti trattati

con il farmaco Anche nei pazienti con herpes a livello genitale il miele si egrave mostrato piugrave

efficace del farmaco convenzionale con un tempo di guarigione minore del 53 una durata

del dolore inferiore del 50 anche qui con fastidi moderati e con una durata non superiore

alle 24 ore rispetto a bruciori da moderati a medi prolungati(anche per 3 giorni) nei pazienti

con trattamento con farmaco Inoltre egrave stato riscontrato anche a livello genitale un

insorgenza minore di croste del 49 in particolare in 5 pazienti trattati con il miele le lesioni

a livello genitale non si sono sviluppate in croste a differenza dei pazienti trattati con il

farmaco in cui le croste sono sempre apparse Infine egrave stato riscontrato anche a livello

genitale un aborto del virus in chi utilizzava il miele senza avere avuto nessun riscontro

invece nei pazienti trattati con farmaco

Lrsquoanalisi statistica ha mostrato un efficacia superiore del miele rispetto allrsquoutilizzo di

acyclovir per la cura e la risoluzione delle lesioni virali da herpes simplex labiale e genitale

(Ai-waili 2004) Tuttavia quale sia o quali siano i meccanismi drsquoazione che permettono al

miele di inibire la replicazione del virus sono poco conosciuti Un fattore che puograve

determinare lrsquoazione antivirale del miele puograve essere ricercato nel contenuto di flavonoidi(

azione antivirale) rame zinco vit E C normalmente presenti nel miele e di provata azione

antivirale(AI-Waili 2004) e infine lrsquoossido di azoto con un azione antivirale in vitro la cui

attivitagrave egrave stata rilevata anche sul virus dellrsquoHIV (Torre et al 2002 Schramm DD et al 2003)

Lrsquoherpes simplex egrave un infezione virale importante qualsiasi terapia si volesse seguire egrave

opportuno seguire sempre una supervisione e il consiglio del medico

Bibliografia

Al-Waili NS topical honey application vs acyclovir for the treatment of recurrent herpes

simplex lesions Med Sci Monit 2004 10(8) MT94-MT98

- Schramm DD Karim M Schrader HR Holt RR Cardetti M Keen CL Honey with high levels of antioxidants can provide protection to healthy human subjects J Agric Food Chem 200351(6)1732ndash5 doi 101021jf025928k - Torre D Pugliese A Speranza F Role of nitric oxide in HIV-1 infection friend or foe Lancet Infect Dis 2002 May2(5)273-80

42

mostrato un azione migliore rispetto al farmaco in particolare la durata del dolore risultava

minore del 39 con fastidi moderati per non piugrave di 24 ore mentre con acyclovir il dolore

anche se moderato poteva prolungarsi fino a 72 ore Ersquo stato anche riscontrato un

insorgenza minore delle croste del 28 in chi utilizzava il miele in particolare in 5 pazienti le

lesioni non si sono evolute in croste cosa che non egrave mai avvenuta nei soggetti trattati con il

farmaco Ancora in due casi con il trattamento con il miele lrsquoherpes ha abortito cioegrave dopo i

primi sintomi non ha sviluppato lesioni e procurato fastidi al contrario dei pazienti trattati

con il farmaco Anche nei pazienti con herpes a livello genitale il miele si egrave mostrato piugrave

efficace del farmaco convenzionale con un tempo di guarigione minore del 53 una durata

del dolore inferiore del 50 anche qui con fastidi moderati e con una durata non superiore

alle 24 ore rispetto a bruciori da moderati a medi prolungati(anche per 3 giorni) nei pazienti

con trattamento con farmaco Inoltre egrave stato riscontrato anche a livello genitale un

insorgenza minore di croste del 49 in particolare in 5 pazienti trattati con il miele le lesioni

a livello genitale non si sono sviluppate in croste a differenza dei pazienti trattati con il

farmaco in cui le croste sono sempre apparse Infine egrave stato riscontrato anche a livello

genitale un aborto del virus in chi utilizzava il miele senza avere avuto nessun riscontro

invece nei pazienti trattati con farmaco

Lrsquoanalisi statistica ha mostrato un efficacia superiore del miele rispetto allrsquoutilizzo di

acyclovir per la cura e la risoluzione delle lesioni virali da herpes simplex labiale e genitale

(Ai-waili 2004) Tuttavia quale sia o quali siano i meccanismi drsquoazione che permettono al

miele di inibire la replicazione del virus sono poco conosciuti Un fattore che puograve

determinare lrsquoazione antivirale del miele puograve essere ricercato nel contenuto di flavonoidi(

azione antivirale) rame zinco vit E C normalmente presenti nel miele e di provata azione

antivirale(AI-Waili 2004) e infine lrsquoossido di azoto con un azione antivirale in vitro la cui

attivitagrave egrave stata rilevata anche sul virus dellrsquoHIV (Torre et al 2002 Schramm DD et al 2003)

Lrsquoherpes simplex egrave un infezione virale importante qualsiasi terapia si volesse seguire egrave

opportuno seguire sempre una supervisione e il consiglio del medico

Bibliografia

Al-Waili NS topical honey application vs acyclovir for the treatment of recurrent herpes

simplex lesions Med Sci Monit 2004 10(8) MT94-MT98

- Schramm DD Karim M Schrader HR Holt RR Cardetti M Keen CL Honey with high levels of antioxidants can provide protection to healthy human subjects J Agric Food Chem 200351(6)1732ndash5 doi 101021jf025928k - Torre D Pugliese A Speranza F Role of nitric oxide in HIV-1 infection friend or foe Lancet Infect Dis 2002 May2(5)273-80