Report i giovani e il lavoro

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I giovani, il passaggio all’età adulta e il futuro Maggio 2012 © 2012 Ipsos. All rights reserved. Contains Ipsos' Confidential and Proprietary information and may not bedisclosed or reproduced without the prior written consent of VII Incontro mondiale delle famiglie

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I giovani, il passaggio all’età adulta e il futuro. VII Incontro mondiale delle famiglie.

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I giovani, il passaggioall’età adulta e il futuro

Maggio 2012 © 2012 Ipsos. All rights reserved. Contains Ipsos' Confidential and Proprietary information and may not bedisclosed or reproduced without the prior written consent of Ipsos.

VII Incontro mondiale delle famiglie

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2

Una premessa…

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3

Diventare adulti…

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6

I nuovi bisogni in un “vecchio” welfare*: il perché di un’analisi internazionale

* Tale sintesi di ruolo, peculiarità e difficoltà dello Stato Sociale segue gli studi e le analisi di Maurizio Ferrera

Page 5: Report i giovani e il lavoro

7

La funzione dello Stato Sociale

• Lo Stato Sociale è un’INVENZIONE EUROPEA e una componente molto importante del suo modello di società

• Il welfare è costituito sia di GARANZIE PER RISCHI come la vecchiaia, la malattia, la disoccupazione, l’infortunio sul lavoro, il decesso del coniuge (assicurazioni sociali) sia di SERVIZI SOCIALI, come i programmi di ridistribuzione a individui e famiglie non autosufficienti, redditi minimi garantiti, politiche attive del lavoro

• Le assicurazioni sociali, tuttavia, assorbono in tutti i Paesi la quota più consistente di risorse, con contributi prelevati sui redditi degli occupati

• Oggi il Welfare State è un’istituzione IN DIFFICOLTÀ a causa di cambiamenti strutturali

L’invecchiamento demografico La trasformazione della famiglia La crescita della partecipazione femminile al mercato del lavoro Il profondo cambiamento delle modalità produttive

• Con stravolgimento del mercato del lavoro

• Precarietà, in particolare per i giovani

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Di modelli economici e di Welfare non ne esiste solo uno: Italia (Europa Latina) – Famiglia centrale e Stato sussidiario e mercato

marginale/ economia stagnanteGermania (Europa Continentale) - Famiglia centrale e Stato sussidiario

e mercato marginale/ economia in crescitaDanimarca (Nord Europa) – Stato centrale, famiglia e mercato

marginali

Inoltre abbiamo esteso l’osservazione a livello internazionaleStati Uniti (Mondo Anglosassone) – Mercato centrale, famiglia e Stato

marginaliGiappone (Asia) – un modello misto, anche se il mercato e famiglia

hanno un’importanza particolareBrasile (BRICS) – paese in forte sviluppo con economia crescente,

ispirato al modello di welfare socialdemocratico

Il nostro approccio

Page 7: Report i giovani e il lavoro

* Rapporto percentuale avente a numeratore la somma tra la popolazione 0-14 anni e quella di 65 anni e più e a denominatore la popolazione in età da 15 a 64 anni

10

I principali indicatori demografici descrivono realtà molto diverse!

Grandi anziani (dai 75 anni in su) 10,1%

Giovani (dai 18 ai 34 anni) 23,9%

Indice di dipendenza* 51,3%

Indice di dipendenza giovani 20,9%

Indice di dipendenza anziani (65 e più) 30,4%

Grandi anziani (dai 75 anni in su) 10,9%

Giovani (dai 18 ai 34 anni) 23,7%

Indice di dipendenza 57,7%

Indice di dipendenza giovani (0-14) 21,7%

Indice di dipendenza anziani (65 e più) 36,0%

Fonti: U.S National Census Bureau, World Bank, Istat (2010)

Le popolazioni che invecchiano…

Page 8: Report i giovani e il lavoro

11

Grandi anziani (dai 75 anni in su) 9,0 %

Giovani (dai 18 ai 34 anni) 30,3 %

Indice di dipendenza 51,6 %

Indice di dipendenza giovani (0-14) 20,4%

Indice di dipendenza anziani (65 e più) 31,2%

Grandi anziani (dai 75 anni in su) 7,1 %

Giovani (dai 18 ai 34 anni) 24,6 %

Indice di dipendenza 52,6 %

Indice di dipendenza giovani (0-14) 27,3%

Indice di dipendenza anziani (65 e più) 25,3%

Fonti: U.S National Census Bureau, World Bank, Istat (2010)

I principali indicatori demografici descrivono realtà molto diverse! Le popolazioni intermedie…

Page 9: Report i giovani e il lavoro

12

Grandi anziani (dai 75 anni in su) 6,1 %

Giovani (dai 18 ai 34 anni) 34,0 %

Indice di dipendenza 50 %

Indice di dipendenza giovani (0-14) 29,9%

Indice di dipendenza anziani (65 e più) 19,5%

Grandi anziani (dai 75 anni in su) 2,4 %

Giovani (dai 18 ai 34 anni) 43,3 %

Indice di dipendenza 49,4 %

Indice di dipendenza giovani (0-14) 39,6%

Indice di dipendenza anziani (65 e più) 9,8%

Fonti: U.S National Census Bureau, World Bank, Istat (2010)

I principali indicatori demografici descrivono realtà molto diverse! Le popolazioni che crescono…

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13

Le 5 fasi del passaggio alla vita adulta

Page 11: Report i giovani e il lavoro

14

1. La fine degli studi

Page 12: Report i giovani e il lavoro

15

La distribuzione della popolazione 25-64enne per titolo di studio

1125

15

446157

48

42 60

41

2843 41 3225

15 11

GiapponeUSA

Danim

arca

German

iaIta

lia

Brasile

Elevato grado diistruzione (Laurea)

Grado di istruzionemedio (diplomasuperiore)

Basso grado diistruzione

Fonti: OCSE (2008), Italia: Istat, quarto trimestre 2011

Page 13: Report i giovani e il lavoro

16

LAUREATI GIOVANI CON TITOLO STUDIO POST DIPLOMA

1500%

3500%

11

2500%2300%

3200%

4700%

4100%3700%

4300%3900%

Italia

Brasile

Germania

Danimarca

USA

Giappone

Laureati e possessori di titoli post-diploma in Italia pesano ancora troppo poco!

% di laureati su popolazione 25-64enne

Fonti: OCSE (2010)

% di giovani con titolo di studio post diploma su

popolazione alla “tipica età di fine studi” (per l’Italia giovani

22-29 anni)

Page 14: Report i giovani e il lavoro

17

2. L’abbandono della famiglia di origine

Page 15: Report i giovani e il lavoro

18

Il legame con la famiglia di originei giovani 15-34enni che vivono ancora con i genitori

6780%6400%

3100%

2390%

1260% 1100%

Italia Giappone USA Germania Danimarca Brasile

Fonti: Eurostat (2008), US census bureau (2010), Japan statistic bureau

In Italia al 2009 il 58% dei 20-34enni vive ancora a casa dei genitori

Page 16: Report i giovani e il lavoro

19

Non possono permetterselo

Non trovano una sistemazione ac-

cessibile

Stanno bene a casa non avendo

responsabilità

Ci si sposa più tardi

Supportano economica-

mente la famiglia

4900%

600%

2600%

1300%

400%

3100% 3200%2800%

200% 200%

5700%

800%

2200%

900%

200%

Italia

Danimarca

Germania

Le ragioni che spingono i giovani 20-34enni a vivere in casa dei propri genitori (Europa)

Fonti: Eurobarometro (indagine campionaria su mille intervistati con domande a risposta multipla - 2007)

Page 17: Report i giovani e il lavoro

20

La provenienza del reddito dei giovani 20-34enni (Europa)

Series1

5000%

500%

2600%

Germania

Danimarca

Italia

I giovani 20-34enni economicamente

dipendenti dalle famiglie di origine

Series1

0%

500%600% Italia

DanimarcaGermania

Giovani con reddito dovutoa sussidi di disoccupazioneo altre forme di sostegno al

reddito

Giovani con reddito proveniente da borse di studio o sussidi statali per

studenti

Series1

200%

2200%

1300% ItaliaDanimarcaGermania

I giovani con reddito derivante principalmente dal proprio lavoro sono il

37% in Italia, 35% in Germania e 57% in

Danimarca il dato è del 2007 dunque pre-crisi!

Page 18: Report i giovani e il lavoro

21

3. La ricerca di un lavoro

Page 19: Report i giovani e il lavoro

22

Trend del PIL reale a prezzi costanti (variazione percentuale)

Fonti: FMI (2010)

-8

-6

-4

-2

0

2

4

6

8

10

2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013

brasile

danimarca

germania

italia

USA

giappone

Page 20: Report i giovani e il lavoro

23

Il tasso di occupazione: i 15-24enni versus i 15-64enni

20,5

39,2

70,1

58,1

73,4

46,1

71,1

45,0

66,7

51,5

68,7

56,9

15-24enni 15-64enni

Italia

Giappone

Danimarca

Germania

USA

Brasile

Fonti: OCSE(2010), Italia: Istat, quarto trimestre 2011 – valori %

Page 21: Report i giovani e il lavoro

24

Tasso di disoccupazione: i 15-24enni versus i 15-64enni

4,67,6 6,2

35,9

9,87,9

13,7

7,45,5

7,9 8,412,6

15-24enni 15-64enni

Italia

Giappone

Danimarca

Germania

USA

Brasile

Fonti: ILO (4° trimestre 2011) - Italia: Istat, febbraio (base mensile) 2012

Page 22: Report i giovani e il lavoro

25

Trend 2000-2010 del tasso di disoccupazione (15-64enni)

0,00

2,00

4,00

6,00

8,00

10,00

12,00

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010

Brasile

Danimarca

Germania

Italia

USA

Giappone

Fonti: ILO (2010)

Page 23: Report i giovani e il lavoro

26

I Neet – giovani che non lavorano, non studiano e non si formano

22,1

12,1

6,9

10,2

13,7

20,0

0 20 40 60

Brasile

USA

Germania

Danimarca

Giappone

Italia

Fonti: Istat (2010), OCSE (2008) Social Science Japan Journal (2008), Sistema Iberoamericano de Conocimiento en Juventud (2007)

Page 24: Report i giovani e il lavoro

28

L’indice di Gini* nel 2009

37,9

24,728,30

40,8

53,9

36,0

Italia Giappone Danimarca Germania USA Brasile

Fonti: Eurostat, OCSE (2009)

*L'indice di Gini è comunemente utilizzato per misurare il grado di disuguaglianza di grandezze quali reddito, ricchezza, voci di spesa ecc.

(0= massima uguaglianza economica e 100= massima disuguaglianza economica)

Page 25: Report i giovani e il lavoro

Il trend dell’indice di Gini dal 2002 al 2009

22

26

30

34

38

42

46

50

54

58

2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009

brasile

danimarca

germania

italia

USA

giappone

Fonti: Eurostat, OCSE (2009)

Page 26: Report i giovani e il lavoro

30

4. Il matrimonio/la convivenza

Page 27: Report i giovani e il lavoro

31

Italia Giappone Danimarca Germania USA Brasile*0.0

5.0

10.0

15.0

20.0

7.4

10.0

7.4 7.4

10.6

13.0

3.8

5.7 6.04.6

7.36.6

1970 2009

Tasso di nunzialità 1970-2009 (numero matrimoni celebrati/popolazione * 1000)

Fonte: OECD (2010)

*Brasile – Fonte: IBGE (Istituto Brasiliano di Geografia e Statistica)- il dato si riferisce al 1974 e non al 1970)

Ci si sposa meno…

Page 28: Report i giovani e il lavoro

32

L’età media al primo matrimonio nel 1990 e nel 2008

Italia Giappone [1] Danimarca Germania USA [2] Brasile [3]22

24

26

28

30

32

34

27.527.1

29

26.4

2524.3

31.2

29.3

32.7

30.9

26.8 26.7

Età media primo matrimonio 1990 Età media primo matrimonio 2008

Età

med

ia

… e ci si sposa più tardi (nei tre paesi europei l’età media al primo matrimonio supera i 30 anni)

Fonte: OECD (2010)

[1] Statistics Bureau of Japan (2008) [2] U.S. Census Bureau 2008 [3] IBGE (2006)

Page 29: Report i giovani e il lavoro

33

Italia [1] Giappone Danimarca Germania USA Brasile [2]

0.0%

90.0%

190.0%

130.0%

350.0%

50.0%90.0%

200.0%

270.0%230.0%

370.0%

140.0%

Tasso divorzi 1970

Tasso divorzi 2008*

Tasso di divorzi (divorzi nell’anno/popolazione *1000)

Le famiglie sono più fragili…

Fonte: OECD (2010)

[1] In Italia nel 1970 il divorzio non era permesso

[2] Dato Brasile del 1984 (fonte IBGE)

Il Italia i divorzi nel 2009 sono stati 54.456 – rispetto al 1995 sono più che raddoppiati (erano 27mila).Le separazioni nel 2009 sono state 85.945.

Page 30: Report i giovani e il lavoro

36

Numero medio di componenti nel nucleo familiare

*

Le famiglie hanno sempre meno componenti

Italia Giappone Danimarca Germania USA Brasile 0

1

2

3

4

5

2.93.0

2.2 2.2

2.7

0.0

2.6 2.7

2.1 2.1

2.6

3.7

Numero componenti medio famiglie, metà anni '80

Numero componenti medio famiglie, 2007

Fonte: UNECE (2007)

Page 31: Report i giovani e il lavoro

37

Italia Danimarca Germania USA 0%

20%

40%

60%

80%

100%

54.041.0

53.041.0

38.0

44.0

36.0

38.0

8.015.0 11.0

21.0

% famiglie con 3 o più figli minorenni, 2008

% famiglie con 2 figli minorenni, 2008

% famiglie con 1 figlio minorenne, 2008

Famiglie per numero di figli minorenni presenti

Source: OECD (2008)

4000% 6000% 8000%

6460%

7400%

7240%

6800%

USA

Germania

Danimarca

Italia

% famiglie senza figli minori

Numero figli per famiglie con figli minori

Page 32: Report i giovani e il lavoro

1988 1994-1995 1998-1999 2002-2003 2006-2007 2008-2009

19% 21%25% 26% 26% 28%

19% 20% 21% 21% 21% 21%

52%48%

43%40% 40% 39%

7% 8% 8% 9% 9% 9%

3% 3% 3% 3% 3% 3%

Una persona sola Coppie senza figli Coppie con figli

Un solo genitore con figli altre tipologie

Un approfondimento: le tipologie di famiglia in Italia 1988- 2009

FONTE: ISTAT (2009) – DEMOISTAT e Indagini Multiscopo

Fonte: Istat 2010Famiglie (migliaia): 19.872 Famiglie (migliaia): 23.979

Tra il 1988 e il 2008

diminuiscono le coppie con

figli, mentre aumentano i

single e le coppie senza

figli, con un conseguente

aumento del numero di

famiglie.

Le percentuali si riferiscono al totale delle famiglie e non degli individui

Page 33: Report i giovani e il lavoro

39

% nati da genitori non sposati – trend 1980 - 2007

Source: OECD (2010)

La maggiore predisposizione delle nuove generazioni alla convivenza, si evidenzia anche in un aumento in tutti i paesi dei nati fuori dal matrimonio, che in Danimarca raggiungono quasi la metà dei nuovi nati …

Italia Giappone Danimarca Germania USA 0%

1000%

2000%

3000%

4000%

5000%

430.0%80.0%

3320.0%

1190.0%

1840.0%1770.0%

200.0%

4620.0%

3210.0%

3850.0%% nascite fuori dal matrimonio, 1980

% nascite fuori dal matrimonio, 2008

Page 34: Report i giovani e il lavoro

40

5. Avere figli

Page 35: Report i giovani e il lavoro

Tasso di Fertilità totale (numero figli per donna)

Fonte: World Bank (2010)41

Tasso di Fertilità

2009Italia 1,41Giappone 1,37Danimarca 1,84Germania 1,36Stati Uniti 2,05Brasile 1,86

Si fanno meno figli…

Page 36: Report i giovani e il lavoro

0

0,5

1

1,5

2

2,5

3

3,5

4

1960 1962 1964 1966 1968 1970 1972 1974 1976 1978 1980 1982 1984 1986 1988 1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 2004 2006 2008 2010

Danimarca

Germania

Italia

Giappone

Stati Uniti

Tasso di Fertilità totale (numero figli per donna) – il caso danese

Fonte: World Bank (2010)42

Mentre Italia, Giappone e Germania hanno un calo della natalità che continua dal 1964 ad oggi (seppur con una leggera ripresa negli ultimi anni) la Danimarca è riuscita ad invertire la tendenza all’inizio degli anni ‘80

Page 37: Report i giovani e il lavoro

43

Età media della donna al primo figlio

Italia Giappone Danimarca Germania USA 0

5

10

15

20

25

30

25 25.623.8 24

22.7

28 27.5 27.4 27.5

24.5

29.9 29.1 28.430

25

1970 1995 2009

Età

med

ia

… e la nascita del primo figlio viene sempre più rimandata

Fonte: OECD (2009)

Page 38: Report i giovani e il lavoro

44

Negli ultimi decenni è cresciuto il tasso di occupazione femminile

Fonte: ILO dato Dicembre 2011

0.0%

20.0%

40.0%

60.0%

80.0%

100.0%

46.1%

60.1%

71.1% 68.0%61.7%

57.7%ItaliaGiapponeDanimarcaGermaniaStati UnitiBrasile

… e la nascita del primo figlio viene sempre più rimandataanche a causa una maggiore partecipazione delle donne al mercato del lavoro; allo

stesso tempo la difficoltà di conciliare vita privata e vita professionale…

occupazione femminile per

anno d'età

Tasso occupazione

donne 18-24anni

Tasso occupazione donne 25-54 anni

Tasso occupazione donne 55-56 enni

Totale donne 15-64

Totale popolazione

15-64

Italia 15,8 58,1 28,4 46,1 56,9Danimarca 54,7 79,1 55,9 71,0 73,8Germania 46,6 78,0 53,6 68 72,8Stati Uniti 44,6 69,2 56,1 61,7 66,9

Page 39: Report i giovani e il lavoro

45

I lavoratori part-time sul totale dei lavoratori– confronto 2000-2010 per genere

Fonte: OECD (2010)

Italia Giappone Danimarca Germania Stati Uniti Brasile0

10

20

30

40

23.4 24.0

33.9

18.0

31.133.9

25.9

37.9

18.4

28.1

2000 2010

Italia Giappone Danimarca Germania Stati Uniti Brasile0

10

20

30

40

5.79.3

4.87.76.3

10.413.6

7.9 8.8 10.1

2000 2010

% part-time sul totale dei lavoratori DONNE % part-time sul totale dei lavoratori UOMINI

… fa sì che l’occupazione femminile non sia tuttora a tempo pieno

Page 40: Report i giovani e il lavoro

46

Il tasso di occupazione delle donne con figli per età dei figli

Fonte: OECD (2010)

Italia Giappone Danimarca Germania Stati Uniti0

0

0

1

1

1

46%

60%

71%66%

62%

48%52%

77%

55%

67%

47%

28%

71%

36%

54%51% 48%

78%

55%

63%

48%

68%

78%

63%

73%

Tasso occupazione femminile totale figli 0-16 <3 da 3 a 6 anni tra 6 e 16 anni

Se in Italia uscire dal mercato del lavoro è molto rischioso (le donne non smettono di lavorare del tutto nemmeno con figli molto piccoli), in altri Paesi il tasso di

occupazione diminuisce per poi risalire contemporaneamente alla crescita dei figli

Page 41: Report i giovani e il lavoro

47

Minuti medi giornalieri di lavoro non retribuito (dedicato alla cura della casa, dei figli ecc..) – confronto uomini e donne

Source: OECD (2008)

020406080

100120140160180200220240260280300320340360380400

326

103

223

269

59

210

243

186

57

269

164

105

248

161

87

Italia

Giappone

Danimarca

Germania

USA

Brasile

Minuti medi DonneDelta minuti medi lavoro

non retribuito donne - minuti medi uomini

Se il tasso di occupazione classica delle donne è inferiore a quella degli uomini,il tempo dedicato alle attività domestiche e di cura del nucleo familiare

resta sbilanciato verso il mondo femminile

Minuti medi Uomini

Page 42: Report i giovani e il lavoro

Minuti medi giornalieri di lavoro non retribuito (dedicato alla cura della casa, dei figli ecc..) di uomini e donne e tasso d’occupazione femminile

48

La centralità dei fattori culturali: i paesi ad alta occupazione femminile sono quelli in cui le differenze di tempo dedicato alle attività di cura tra uomini e donne sono più piccole

AUS

AUT

BEL CANCHN

DNK

EST

FINFRA

DEUHUN

IRL

ITA

JPN

KOR

MEX

NLD

NZL

NOR

POL

PRT

SVN

ZAF

ESP

SWE

TUR

GBR

USA

AUS

AUT

BEL CAN

CHN

DNK

EST

FIN

FRA

DEU

HUN IRL

ITA

JPNKOR

MEX

NLDNZLNORPOL

PRT

SVN

ZAF

ESP

SWE

TUR

GBRUSA

0

100

200

300

400

500

20 30 40 50 60 70 80

Female employment rate (%)

Minutes of unpaid work per day

Female: R² = 0.44 Male: R² = 0.22

Source: Miranda (2011), “Cooking, Cleaning and Volunteering: Unpaid Work around the World”.

Differenza fra minuti

dedicati da uomini e donne al

lavoro di cura

DONNE

UOMINI

Page 43: Report i giovani e il lavoro

49

Le politiche

Page 44: Report i giovani e il lavoro

50

La spesa sociale

Page 45: Report i giovani e il lavoro

51

La spesa sociale in % sul PIL

Fonti: OCSE

26,1% 25,2% 24,9%

18,7%16,2%

0,2% 1,1% 0,6% 0,3%

3,1%

10,2%

1,6% 0,6%1,8%2,3%

Danimarca Germania Italia Giappone USA

Public

MandatoryPrivate

VoluntaryPrivate

28.7TOTALE 28.0 27.0 22.3 26.7

2007

Page 46: Report i giovani e il lavoro

21%

42%57%

47%37%

16% 9%

12%

34%

27%11% 6% 11% 6%

27%

11%

44%27%

31%

25%

0%

20%

40%

60%

80%

100%

Danimarca Germania Italia Giappone USA

pension income support health other services

La composizione in % della spesa sociale PUBBLICA

26.1%TOTALE SPESA

SOCIALE PUBBLICA su PIL

25.2% 24.9% 18.7% 16.2%

2007

Public social expenditures on pension as % GDP

Public social expenditures on income support to the working age as % GDP

Public social expenditures on Health as % GDP

Public social expenditures on other services as % GDP

Dati % su base

totale spesa

sociale pubblica

Page 47: Report i giovani e il lavoro

53

La spesa sociale PUBBLICA in % sul PIL: TREND

Fonte: OCSE

29,526,1

25,225,8

24,9

26,4

18,7 19,5

16,2

0

5

10

15

20

25

30

35

1988

1991

1994

1997

2000

2003

2006

2009

2012

Denmark

Germany

Italy

Japan

UnitedStates

Public social expenditures as % GDP, projected from 2008 to 2012

Dal 2008 al 2012 si mostrano delle stime

Page 48: Report i giovani e il lavoro

56

Le politiche per il lavoro

Page 49: Report i giovani e il lavoro

Le politiche per il lavoro

Contro la disoccupazione e a favore del lavoro, si possono individuare tre livelli di protezione del reddito, validi, a esclusione di alcune differenze tra le nazioni, nella maggior parte dei paesi europei:il primo livello è quello ASSICURATIVO: le prestazioni sono erogate

per durate massime prestabilite a fronte di versamenti contributivi;il secondo livello è convenzionalmente definito ASSISTENZIALE

DEDICATO: le prestazioni vengono corrisposte in relazione ai diversi requisiti di reddito, ed erogate nel caso di impossibilità di accesso al primo livello oppure all’evenienza di esaurimento delle spettanze e perdurante stato di disoccupazione; nella maggioranza dei paesi europei l’attiva partecipazione del disoccupato al reinserimento nel mercato del lavoro nel periodo di copertura assicurativa è il prerequisito per poter accedere al livello assistenziale;

Il terzo livello è quello ASSISTENZIALE GENERALE, che riguarda le persone che si trovano in condizioni di povertà o hanno delle difficoltà (sostentamento dei figli, ecc.) che ostacolano il re-inserimento nel mercato del lavoro (in questo caso le prestazioni forniscono un reddito minimo garantito in base a requisiti di reddito e patrimonio)

Page 50: Report i giovani e il lavoro

Le politiche per il lavoro

In aggiunta ai tre livelli schematici alcune realtà prevedono PROGRAMMI DI TUTELA PIÙ SPECIFICI: ad esempio la sospensione temporanea del lavoro per crisi settoriali/congiunturali; inoltre il sostegno al reddito può essere effettuato anche tramite strumenti diversi dai sussidi di disoccupazione: prestazioni familiari, esenzioni fiscali, accesso agevolato a servizi pubblici

Ad ogni modo, l’elemento chiave comune a tutti i Paesi europei è la presenza di un sistema assicurativo contro la disoccupazione: il lavoratore paga un premio, sotto forma di contributi sociali, e la controprestazione si concretizza nell’erogazione dell’assicurazione contro la disoccupazione

Page 51: Report i giovani e il lavoro

La spesa pubblica per le politiche del lavoro (% sul PIL)

Paese Spesa totale (in % sul PIL)

Poitiche attive (in % sul PIL)

Politiche passive (in % sul PIL)

Denmark 3,35 1,62 1,73Germany 2,52 1,00 1,52

Italy 1,83 0,44 1,39USA 1,17 0,16 1,00

Japan 0,88 0,47 0,42United Kingdom 0,66 0,33 0,33

POLITICHE ATTIVE (ALMP: Active Labor Market Policies)- Supporto e orientamento personalizzati a favore di

chi cerca lavoro da parte dei servizi pubblici per l’impiego

- Formazione e addestramento- Schemi di suddivisione del lavoro (job sharing, job

rotation)- Incentivi all’occupazione- Politiche di integrazione dei disabili- Creazione diretta di lavoro (job creation)- Incentivi alle start up

Fonte: OCSE, Eurostat

POLITICHE PASSIVE- Out-of-work income maintenance and support- Early retirement (prepensionamento)

Page 52: Report i giovani e il lavoro

La flexicurity danese

MA QUALI SONO NEL DETTAGLIO LE PRINCIPALI CARATTERISTICHE DEL MODELLO DANESE?

nella grande importanza data alle POLITICHE ATTIVE del lavoro, con relativo ingente livello di spesa;

in un sistema di benefici (sussidi) A DUE TEMPI, con un periodo iniziale cosiddetto “passivo” – quando il disoccupato riceve sussidi – ed un successivo “periodo di attivazione”, quando è costretto alla ricerca attiva del lavoro , pena la perdita di alcuni benefits;

nell’introduzione di PIANI DI AZIONE INDIVIDUALI (orientamento, formazione, istruzione, introduzione pratica al mondo d’impresa ecc.) che specificano le misure attive da intraprendere per ciascun disoccupato;

nell’elevata PRIORITÀ data all’orientamento iniziale e ad altre forme di contatto personale con ciascun disoccupato aventi cadenza almeno trimestrale;

nel COINVOLGIMENTO ATTIVO DELLE PARTI SOCIALI nella definizione e nell’attuazione di programmi di rilevanza sociale; ad esempio, altri attori – quali imprese ed organizzazioni private, inclusi i fondi di assicurazione – sono stati maggiormente coinvolti nell’attuazione delle politiche del lavoro in ogni sua fase;

nella DECENTRALIZZAZIONE, ossia il trasferimento dell’attuazione delle politiche del lavoro a consigli regionali, che sono incaricati di adattare i gruppi di utenza ed i relativi programmi ai fabbisogni locali;

nella BASSA PROTEZIONE DEL POSTO DI LAVORO, ALTO TASSO DI COMPENSAZIONE, SEVERITÀ DEL CONTROLLO sulla situazione del singolo disoccupato

Page 53: Report i giovani e il lavoro

62

Le politiche per la famiglia

Page 54: Report i giovani e il lavoro

0,0%

0,5%

1,0%

1,5%

2,0%

2,5%

3,0%

3,5%

4,0%

Cash benefits Benefits in kind Tax break for social purposes

OECD average = 2.19%

% of GDP

63

La composizione della spesa pubblica per la famiglia: suddivisione tra trasferimenti in denaro*, servizi** e esenzioni fiscali - % sul PIL (2007)

Fonte: “Doing better for families”, OCSE 2011

* Cash benefits comprende assegni familiari, maternità e paternità ed altre prestazioni in denaro** I servizi comprendono servizi di assistenza diurna e servizi di cura domiciliare e altri servizi I dati si riferiscono alle politiche rivolte esclusivamente alle famiglie (sono quindi esclusi, ad esempio, la sanità e le politiche di supporto per l’accesso alla casa)

Page 55: Report i giovani e il lavoro

ISL

NZL

MEX

IRL

USA

NOR

FRA

AUS

GBR

SWEFIN

DNK

BEL

NLD

CANEST

SVN

GRE

CHE

CZE

SLV

ITA

ESP

POL

AUT

DEU

JPN HUN

R² = 0.32

45

50

55

60

65

70

75

80

85

90

0 10 000 20 000 30 000 40 000 50 000

Childcare expenditure (USD PPP)

High fertility (1.8 to 2.1)

Med. fertility (1.6 to 1.7)

Low fertility (1.2 to 1.5)

Female employment rate (%)

High fertility (1.8 to 2.1)

Med. fertility (1.

Low fertility (1.2 to 1.5)

High fertility (1.8 to 2.1)

Med. fertility (1.6 to 1.7)

Low fertility (1.2 to 1.5)

Female employment rate (%)

High fertility (1.8 to 2.1)

Med. fertility (1.

Low fertility (1.2 to 1.5)

High fertility (1.8 to 2.1)

Med. fertility (1.6 to 1.7)

Low fertility (1.2 to 1.5)

Female employment rate (%)

High fertility (1.8 to 2.1)

Med. fertility (1.

Low fertility (1.2 to 1.5)

65

La relazione tra tasso di fertilità, occupazione femminile e spesa pubblica per il servizi per la prima infanzia

Il “modello nordico”: alta fecondità, alta occupazione femminile e elevate spese per la cura dell’infanzia

L’anomalia italiana: un livello di spesa comparabile ad altri paesi europei, ma bassa occupazione femminile e bassa

fertilità

Fonte: “Doing better for families”, OCSE 2011

Page 56: Report i giovani e il lavoro

66

Durata in settimane del congedo parentale e maternità – confronto tra tassi equivalenti

Fonte: OCSE (2011)

54,6

39,6

37,7

32,3

23,8

0,0

0,00

10,00

20,00

30,00

40,00

50,00

60,00

Germany Japan Sweden Denmark Italy UnitedStates

Maternity and parental paid leave (full-rate equivalent) - 2007/08(weeks)

OECD average

Tasso equivalente: durata in settimane prevista * compensazione ricevuta (in % sul salario)

Page 57: Report i giovani e il lavoro

13,0 13,0

10,0 10,0

7,0

2,92,1 2,0 2,0 2,0

1,4 1,4 1,40,7 0,6 0,4 0,3 0,3

0

2

4

6

8

10

12

14

16

18

1998 .. 1993 1980 1991 1995 1931 1984 2002 2003 1961 .. 1962 2002 .. 2008 2000 2002

ISL SVN NOR SWE FIN POR ESP DK FRA GBR BEL EST LUX HUN CHL KOR GRE NLD

Paternity leave

Year ofintroduction

Weeks

67

Settimane di diritto al congedo di paternità per legge nei vari paesi

Fonte: “Doing better for families”, OCSE 2011

L’attuale riforma del lavoro prevista dal

Governo Monti, prevede anche in Italia

l’inserimento del congedo di paternità

obbligatorio per 3 giorni

Page 58: Report i giovani e il lavoro

68

I servizi per la prima infanzia: % bambini 0-2 anni che utilizzano servizi per la prima infanzia - asili nido e altri servizi innovativi (anno 2008 – Italia 2009)

Fonti: Italia, ISTAT (2009), USA “Early Childhood Program Participation Survey” (2005), Giappone “Statistical Report on Social Welfare Administration and Services” (2008); Danimarca, NOSOSCO (2008), Germania Regionaldatenbank (2008), Brasile (2009) Instituto Brasileiro de Geografia e Estatística

0.0%

20.0%

40.0%

60.0%

80.0%

100.0%

13.6%

28.3%

65.7%

17.8%

55.7%

16.9%

Italia (2009)Giappone (2008)Danimarca (2008)Germania (2008)Stati Uniti (2005)Brasile (2009)

Page 59: Report i giovani e il lavoro

69

Rapporto di ricerca Ipsos ideato e curato per il VII Incontro mondiale delle famiglie da: Cecilia Pennati - ricercatrice Ipsos

Fabio Era - ricercatore Ipsos

Stefano Cartasegna - laureando in Scienze Politiche Università degli studi di Urbino “Carlo Bo”

Con la supervisione ed il coordinamento di Nando Pagnoncelli - CEO Ipsos