RELAZIONI - UBI Banca...Sede legale e Direzione di Cosenza - Viale Crati - 87100 Cosenza - tel....
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RELAZIONI E BILANCIO
al31 DICEMBRE 2010
Banca Carime S.p.A.
Sede legale e Direzione di Cosenza - Viale Crati - 87100 Cosenza - tel. 0984.8011
Direzione di Bari: Corso Italia, 9 - 70123 Bari - tel. 080.5781111
Aderente al Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi e al Fondo Nazionale di Garanzia
Capitale Sociale euro 1.468.208.505,92
Codice Fiscale, Partita I.V.A. e Registro delle Imprese di Cosenza n. 13336590156
ABI 3067.6 - Albo delle Banche n. 5562 - Albo dei Gruppi Bancari n. 3111.2
Soggetta all’attività di direzione e coordinamento di Unione di Banche Italiane S.c.p.a.
www.carime.it
Relazioni e Bilancio
Al 31 dicembre 2010
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Indice
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La nostra “Missione” ................................................................................................... 7 Cariche Sociali e Direzione Generale ........................................................................... 9 Avviso di Convocazione ............................................................................................. 10 Articolazione territoriale del Gruppo UBI Banca ........................................................ 11 Il rating ..................................................................................................................... 12 Principali dati e indicatori......................................................................................... 14 Relazione sulla Gestione............................................................................................ 15
Lo scenario di riferimento ................................................................................................17 L’attività della Banca Carime nel 2010.............................................................................28 Il sistema di controllo interno ..........................................................................................37 Prospetti di bilancio riclassificati .....................................................................................38 L’attività di ricerca e sviluppo ..........................................................................................47 Rapporti contrattuali con società del gruppo ...................................................................48 Altre informazioni.............................................................................................................49 Fatti di rilievo avvenuti dopo la chiusura dell’esercizio ....................................................63 Evoluzione prevedibile della gestione ...............................................................................63 Proposte all’assemblea .....................................................................................................64 Estratti del verbale dell’Assemblea ordinaria degli Azionisti .................................. 65
Prospetti Contabili .................................................................................................... 69 Stato Patrimoniale............................................................................................................71 Conto Economico .............................................................................................................72 Prospetto della redditività complessiva ............................................................................73 Prospetto di variazione del Patrimonio Netto ....................................................................74 Rendiconto Finanziario ....................................................................................................76
La Nota Integrativa.................................................................................................... 77 Parte A - Politiche Contabili ...................................................................................... 79
A.1 - Parte Generale ............................................................................................... 79 Sezione 1 Dichiarazione di conformità ai principi contabili internazionali ............79 Sezione 2 Principi generali di redazione ................................................................79 Sezione 3 Eventi successivi alla data di riferimento del bilancio ...........................80 Sezione 4 Altri aspetti ...........................................................................................81 Elenco dei principi IAS/IFRS omologati dalla Commissione Europea ..........................85
A.2 - Parte relativa alle principali voci di bilancio .................................................. 88 A.3 – Informativa sul fair value ........................................................................... 108
Parte B - Informazioni sullo stato patrimoniale ....................................................... 110 Parte C - Informazioni sul conto economico ............................................................ 154 Parte D - Redditività complessiva ............................................................................ 173 Parte E - Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura ................... 174
Sezione 1 Rischio di credito ................................................................................174 Sezione 2 Rischi di mercato ................................................................................196 Sezione 3 Rischio di liquidità ..............................................................................227 Sezione 4 Rischi operativi ...................................................................................235
Parte F - Informazioni sul patrimonio...................................................................... 242 Parte G - Operazioni di aggregazione riguardanti impresa o rami d’azienda ............. 247 Parte H - Operazioni con parti correlate .................................................................. 248 Parte I - Accordi di pagamento basati su propri strumenti patrimoniali................... 252 Parte L – Informativa di settore ............................................................................... 253 Allegati al Bilancio d’esercizio ................................................................................. 255 Glossario ................................................................................................................. 265 Relazione della Società di Revisione........................................................................ 283 Relazione del Collegio Sindacale.............................................................................. 287
Le nozze di BuondelmonteFrancesco Saverio Altamura, (Foggia 1826 - Napoli 1897)
Collezione Banca Carime
La nostra “Missione”
Siamo un’alleanza di Banche, ricche di storia, unite da un modello federale, integrato e polifunzionale, in grado di
valorizzare la forza distributiva della Rete di vendita e di esprimere sul mercato le proprie potenzialità sinergiche.
Siamo fortemente partecipi della vita economica e sociale del territorio ove operiamo, con una capacità distintiva di
interpretare, servire e favorire lo sviluppo delle economie locali.
Perseguiamo l’obiettivo di promuovere il progresso e creare valore per tutti i nostri portatori di interesse.
Sosteniamo lo sviluppo di un tessuto economico ed imprenditoriale sano, cresciamo insieme ai nostri Clienti
con prodotti e servizi di eccellenza.
(da “La Carta dei Valori” del Gruppo UBI Banca, approvata il 29 gennaio 2008)
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Il Giudizio di Salomone Domenico Antonio Vaccaro (Napoli, 1678 - 1745)
Collezione Banca Carime
Cariche Sociali e Direzione Generale CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE Presidente Andrea Pisani Massamormile (*) Vice Presidente Vicario Giampiero Auletta Armenise (*) Vice Presidente Domenico Palmieri (*) Consiglieri Adamo Acciaro, Marcello Calbiani, Ermanna Carci,
Gaudenzio Cattaneo, Alberto Cazzani, Marco Franzini, Carlo Porcari (*), Pio Giovanni Scarsi, Mario Scicutella, Alberto Valdembri (*), Germano Volpi
(*) componenti del Comitato Esecutivo COLLEGIO SINDACALE Presidente Roberto Giordano Sindaci effettivi Alberto Nardi, Stefano Adamo Sindaci supplenti Giovanni Luigi Maria Boffelli, Nicola Vito Notarnicola DIREZIONE GENERALE Direttore Generale Raffaele Avantaggiato Vice Direttore Generale Giuseppe Minervino SOCIETÀ DI REVISIONE KPMG S.p.A. - situazione aggiornata al 9 febbraio 2011
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Avviso di Convocazione
BANCA CARIME S.p.A.
Iscritta all’albo delle Banche e appartenente al
Gruppo Unione di Banche Italiane
iscritto all’albo dei Gruppi Bancari
Aderente al Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi
e al Fondo Nazionale di Garanzia
Sede Legale in Cosenza, Viale Crati snc
Capitale sociale € 1.468.208.505,92 interamente versato
Iscritta nel Registro delle Imprese di Cosenza
con numero e Codice Fiscale 13336590156
soggetta all'attività di direzione e coordinamento di UBI Banca.
Convocazione Assemblea ordinaria
E’ convocata l’Assemblea ordinaria degli azionisti di Banca Carime S.p.A. presso la sede
legale sita a Cosenza, viale Crati snc, per giovedì 7 aprile 2011 alle ore 13,00 in prima
convocazione e, occorrendo, per venerdì 8 aprile 2011 in seconda convocazione, stesso luogo
e stessa ora, per deliberare sul seguente ordine del giorno:
1. Presentazione del Bilancio al 31 dicembre 2010; proposta di riparto dell’utile; relazione
del Consiglio di Amministrazione sulla gestione; relazione del Collegio Sindacale;
relazione della Società di Revisione; deliberazioni relative;
2. Proposta di approvazione delle politiche di remunerazione a favore dei componenti gli
Organi Sociali, di dipendenti e di collaboratori non legati alla Società da rapporti di
lavoro subordinato e dei piani di remunerazione basati su strumenti finanziari;
3. Nomina dei Consiglieri di Amministrazione, previa determinazione del numero e della
durata in carica;
4. Determinazione degli emolumenti da corrispondere agli Amministratori.
Videoconferenza presso la sede di Bari, corso Italia n. 9, presso BPCI S.p.a., via della
Moscova n. 33 - Milano e presso UBI Banca, piazza Vittorio Veneto n. 8 – Bergamo e Via
Cefalonia n.74 - Brescia.
Possono intervenire all’Assemblea i titolari di azioni che esibiscano l’apposita certificazione,
rilasciata dagli intermediari ai sensi della normativa vigente.
Bari, 10 marzo 2011
Per il Consiglio di Amministrazione
Il Presidente
Prof.Avv. Andrea Pisani Massamormile)
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Articolazione territoriale del Gruppo UBI Banca
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Il rating Le tabelle di seguito riportate sintetizzano i giudizi di rating assegnati al Gruppo dalle agenzie internazionali Standard & Poor’s, Fitch Ratings, Moody’s. Il 23 aprile 2010 Standard & Poor’s, nell’ambito di un’analisi generale delle banche italiane, ha confermato i rating controparte a breve e a lungo termine di UBI Banca, rivedendo l’Outlook da Stabile a Negativo in relazione ad una percepita minore capacità del Gruppo di assorbire un costo del credito superiore alle attese nel caso la fragile ripresa in atto avesse difficoltà a consolidarsi. Il 17 dicembre 2010 FitchRatings ha ridotto il rating controparte a lungo termine di UBI Banca ad A da A+, con Outlook Stabile, confermando tutti gli altri rating. L’intervento è stato effettuato in considerazione della rallentata attività economica in Italia, e del persistente basso livello dei tassi di mercato, che, nell’opinione della Società di rating, rendono improbabile un rapido recupero della redditività operativa di UBI Banca. Nel contempo, Fitch ha ribadito: l’importanza della rete distributiva del Gruppo, localizzata nelle regioni più ricche del Paese; la solida gestione e percezione del rischio di credito, che ha consentito alla qualità del credito di deteriorarsi in misura inferiore rispetto ai concorrenti; l’adeguata capitalizzazione in relazione all’approccio conservativo al rischio; nonché l’adeguata liquidità, con fonti di finanziamento ben diversificate.
(i) Capacità di ripagare il debito con durata inferiore ad 1 anno (A-1: miglior rating – D: peggior rating)
(ii) Con riferimento a debiti di durata superiore ad 1 anno, indica la capacità di pagamento degli interessi e del capitale, unitamente ad una eventuale sensibilità agli effetti sfavorevoli di cambiamento di circostanze o al mutamento delle condizioni economiche (AAA: miglior rating – D: peggior rating)
(I) Capacità di rimborso del debito in valuta locale a lungo termine (scadenza pari o superiore a 1 anno). Attraverso la metodologia JDA (Joint Default Analysis) questo rating associa alla solidità finanziaria intrinseca (Bank Financial Strength Rating) la valutazione circa le probabilità di intervento, in caso di necessità, da parte di un supporto esterno (azionisti, gruppo di appartenenza o istituzioni ufficiali) (Aaa: prima qualità – Baa3 qualità media)
(II) Capacità di rimborso del debito in valuta locale a breve termine (scadenza inferiore a 1 anno) (Prime -1: massima qualità – Not Prime: grado speculativo)
(III) Questo rating non si riferisce alla capacità di rimborso del debito, ma prende in considerazione la solidità finanziaria intrinseca della banca (attraverso l’analisi di fattori quali l’articolazione territoriale, la diversificazione dell’attività, i fondamentali finanziari), in assenza di supporti esterni (A: miglior rating – E: peggior rating)
(IV) Il Baseline Credit Assessment rappresenta l’equivalente del Bank Financial Strength Rating nella scala tradizionale dei rating a lungo termine.
STANDARD & POOR’S
Short-term Counterparty Credit Rating (i) A-1
Long-term Counterparty Credit Rating (ii) A
Outlook Negative
MOODY'S
Long-term debt and deposit rating (I) A1
Short-term debt and deposit rating (II) Prime-1
Bank Financial Strength Rating (BFSR) (III) C
Baseline Credit Assessment (BCA) (IV) A3
Outlook (deposit ratings) Stable
Outlook (Bank Financial Strength Rating) Negative
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(1)Capacità di rimborso del debito nel breve termine (durata inferiore ai 13 mesi) (F1: miglior rating – D: peggior rating)
(2)Capacità di fronteggiare puntualmente gli impegni finanziari nel lungo termine indipendentemente dalla scadenza delle singole obbligazioni. Questo rating è un indicatore della probabilità di default dell’emittente (AAA: miglior rating – D: peggior rating)
(3)Valutazione della solidità intrinseca della banca (redditività, equilibrio di bilancio, rete commerciale, capacità del management, contesto operativo e prospettive), vista
nell’ipotesi in cui la stessa non possa fare affidamento su
forme di sostegno esterno (eventuale intervento di un prestatore di ultima istanza, supporto degli azionisti, ecc.) (A: miglior rating - E: peggior rating)
(4) Giudizio sull’eventuale probabilità, adeguatezza e tempestività di un intervento esterno (da parte dello Stato o di azionisti istituzionali di riferimento) nel caso la banca si trovasse in difficoltà (1: miglior rating – 5: peggior rating)
(5) Questo rating costituisce un elemento informativo accessorio, strettamente correlato al Support Rating, in quanto identifica, per ogni livello del Support Rating, il livello minimo che, in caso di eventi
FITCH RATINGS
Short-term Issuer Default Rating (1) F1
Long-term Issuer Default Rating (2) A
Bank Individual Rating (3) B/C
Support Rating (4) 2
Support Rating Floor (5) BBB
Outlook for Long-term Issuer Default Rating Stable
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Principali dati e indicatori (in milioni di euro)
BANCA CARIME S.p.A. 31/12/2010 31/12/2009
DATI PATRIMONIALI, ECONOMICI, OPERATIVI E DI STRUTTURA
Crediti verso clientela 4.765 4.531
di cui deteriorati 185 157
Raccolta diretta da clientela 7.563 7.892
Raccolta indiretta da clientela, compreso il risparmio assicurativo (al valore di mercato) 5.753 5.706
Totale ricchezza finanziaria 13.316 13.598
Patrimonio Netto (escluso utile di esercizio) 1.552 1.549
Utile della operatività corrente al lordo delle imposte 69 110
Utile dell'esercizio 38 70
Numero dei dipendenti effettivi 2.224 2.253
Numero sportelli bancari operativi 294 295
INDICI DI STRUTTURA
Crediti verso clientela/raccolta da clientela 63,01% 57,41%
Raccolta gestita (compreso assicurazioni)/raccolta indiretta 64,11% 69,18%
INDICI DI REDDITIVITA', EFFICIENZA E PRODUTTIVITA'
ROE (Utile dell'esercizio/Patrimonio netto escluso utile dell'esercizio) 2,43% 4,52%
ROE al netto delle componenti non ricorrenti 2,70% 4,23%
COST/INCOME 1 (oneri operativi/proventi operativi) 74,14% 65,99%
COST/INCOME 1 al netto delle componenti non ricorrenti 72,47% 65,99%
COST/INCOME 2 (oneri operativi + rettifiche di valore su crediti/proventi operativi) 80,61% 71,03%
COST/INCOME 2 al netto delle componenti non ricorrenti 78,94% 71,03%
Tax rate 45,40% 33,67%
Tax rate normalizzato 43,98% 40,36%
Margine di interesse/proventi operativi 67,05% 69,06%
Commissioni nette/proventi operativi 31,04% 29,60%
Commissioni nette/spese del personale al netto delle componenti non ricorrenti 74,50% 76,43%
Rettifiche nette su crediti/crediti verso clientela 0,48% 0,44%
INDICI DI RISCHIOSITA'
Sofferenze/crediti verso clientela 1,24% 0,95%
Crediti deteriorati/crediti verso clientela 3,87% 3,47%
% copertura sofferenze 46,46% 48,55%
% copertura totale crediti deteriorati 27,09% 26,15%
% copertura crediti in bonis 0,58% 0,49%
COEFFICIENTI PATRIMONIALI (*)
Patrimonio di base/Attività di rischio ponderate 25,23% 22,87%
Patrimonio di vigilanza/Attività di rischio ponderate 29,82% 27,08%
(*) Le attività di rischio ponderate utilizzate per la determinazione dei coefficienti esposti comprendono lo sconto del
25% previsto per le Banche appartenenti ad un Gruppo Bancario che a livello consolidato rispetti il requisito minimo obbligatorio.
Gli indicatori sono stati costruiti utilizzando i dati riclassificati riportati nel capitolo “Prospetti di bilancio riclassificati”.
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Relazione sulla
Gestione
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Enea e DidoneCorrado Giaquinto (Molfetta, 1703 – Napoli 1766)
Collezione Banca Carime
Lo scenario di riferimento
Nel 2010 la pesante recessione, seguita alla crisi finanziaria innescata dai mutui sub-prime, ha lasciato il passo ad una ripresa dell’economia globale, pur in presenza di una serie di incognite che sembrano pregiudicare il ritorno ad una situazione di normalità: la riduzione della leva finanziaria, la variabilità dei tassi di cambio e i suoi effetti sull’evoluzione degli squilibri mondiali, gli elevati livelli di disoccupazione e di indebitamento pubblico e, dai mesi autunnali, una ripresa dell’inflazione anche nelle economie avanzate. Le tensioni scatenate in primavera dalla crisi del debito pubblico greco - le cui conseguenze si sono poi progressivamente estese agli altri Paesi dell’area euro con elevato indebitamento (Irlanda, Portogallo e Spagna) – hanno peraltro contribuito a rendere più fragile una ripresa già influenzata dalla debolezza della domanda interna. Il riacutizzarsi delle tensioni sui mercati finanziari nell’ultima parte dell’anno, scatenato dalle gravi difficoltà del sistema bancario irlandese e dalle incertezze sulla nuova regolamentazione anticrisi europea1, ha determinato un progressivo innalzamento dei rendimenti dei titoli pubblici a lungo termine. Parallelamente anche la rischiosità delle maggiori banche internazionali è tornata ad aumentare con l’ampliamento dei premi sui credit default swap (CDS) dopo il ridimensionamento che era seguito ai massimi registrati in primavera, in concomitanza con la crisi greca, incorporando l’accresciuta percezione del rischio sui debiti sovrani. Il 21 novembre l’Irlanda ha avanzato una richiesta ufficiale di prestito all’Unione Europea e al Fondo Monetario Internazionale che è stata accolta il 28 novembre approntando un piano di sostegno per un totale di 85 miliardi di euro, di cui: 45 miliardi forniti dalla UE/UEM attraverso i programmi EFSF/EFSM e i prestiti bilaterali di Regno Unito, Svezia e Danimarca; 22,5 miliardi dall’FMI e i restanti 17,5 miliardi dallo stesso governo irlandese (fondi liquidi del Tesoro e investimenti del Fondo di Riserva Pensionistico nazionale). Allo scopo di scongiurare il ripetersi di nuove crisi finanziarie, nel corso dell’anno sono stati assunti importanti provvedimenti. In particolare:
• in maggio, dopo l’adozione di un programma triennale di prestiti bilaterali alla Grecia per 80 miliardi di euro (in aggiunta ai 30 miliardi concessi dall’FMI), l’Unione Europea e gli Stati dell’area euro hanno definito due accordi per la stabilità finanziaria: da un lato è stato creato l’European Financial Stabilisation Mechanism (EFSM) per consentire alla Commissione Europea di raccogliere sino a 60 miliardi di euro, garantiti dal bilancio della UE, per prestiti a Paesi dell’UE che versano in condizioni eccezionali fuori dal loro controllo; dall’altro è stato varato un piano triennale, in compartecipazione con l’FMI, volto a garantire il fabbisogno dei Paesi dell’area euro con elevati livelli di indebitamento. 440 miliardi potranno essere messi a disposizione attraverso l’European Financial Stability Facility (EFSF) 2, società veicolo costituita il 7 giugno per finanziarsi sul mercato emettendo titoli garantiti dai Paesi dell’area3;
• sia negli Stati Uniti sia in Europa sono state approvate riforme in merito alla regolamentazione e supervisione del sistema finanziario. Negli USA sono stati attribuiti alla Federal Reserve maggiori poteri sui principali gruppi finanziari, prevedendo l’istituzione di un Consiglio per la stabilità finanziaria, formato da
1 I differenziali di rendimento dei titoli di Stato decennali di Grecia, Irlanda, Spagna e Portogallo, rispetto a quelli
tedeschi, hanno segnato un deciso aumento mentre un rialzo più contenuto si è avuto in Italia e Belgio. 2 L’FMI metterà a disposizione 250 miliardi di euro che, sommati ai 60 forniti dall’EFSM e ai 440 che verrebbero
raccolti dall’EFSF, permetteranno di raggiungere la dotazione complessiva programmata, pari a 750 miliardi di euro.
3 Le regole che disciplinano il funzionamento di questa società veicolo stabiliscono che debba essere mantenuto un rapporto del 120% tra le garanzie prestate e i titoli emessi per finanziare i Paesi richiedenti. È altresì previsto che il rapporto tra prestiti erogati e titoli emessi sia pari a circa due terzi, con la parte rimanente da investire in una riserva liquida. Sono peraltro in corso valutazioni in merito all’adeguatezza del programma ad assicurare la gestione di una crisi allargata a più Paesi e che presto potrebbero portare ad estendere l’ammontare delle garanzie che ne fissano il limite di raccolta fondi ed erogazione di prestiti. Nel mese di gennaio 2011 è stato collocato sui mercati dall’EFSF il primo titolo di debito europeo di durata quinquennale garantito direttamente dagli Stati membri dell’Eurozona e destinato totalmente a finanziare l’Irlanda ad un tasso inferiore rispetto a quello che tale nazione avrebbe dovuto pagare in caso di proprie emissioni.
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autorità di regolamentazione, tra le quali la stessa FED, chiamato a vigilare sui cosiddetti rischi sistemici. In Europa invece dal 1° gennaio 2011 è operativo un sistema delle autorità di vigilanza finanziaria (European System of Financial Supervision, ESFS) a sua volta articolato in un Comitato di vigilanza sui rischi sistemici (European Systemic Risk Board – ESRB), con funzioni di vigilanza macroprudenziale, e tre nuove Authority4 chiamate ad operare insieme alle 27 Autorità nazionali dei singoli Paesi dell’Unione con compiti di vigilanza microprudenziale;
• a fine novembre i Ministri finanziari dei Paesi dell’area euro hanno definito le principali caratteristiche di un meccanismo permanente per la salvaguardia della stabilità finanziaria dell’area (European Stability Mechanism, ESM); tale organismo, che andrebbe a sostituire lo European Financial Stability Facility (EFSF) dal giugno 2013, prevede il sostegno finanziario al Paese che richiede assistenza a condizioni rigorose, analoghe a quelle attualmente previste dall’EFSF, grazie ad una dotazione iniziale di 500 miliardi di euro soggetta in seguito a revisione con frequenza almeno biennale;
• è inoltre proseguito il dibattito sulla proposta di rafforzamento del Patto di stabilità mediante l’introduzione di sanzioni monetarie applicabili prima dell’avvio della Procedura per disavanzi eccessivi, la quale potrebbe essere avviata anche qualora non fosse ritenuta soddisfacente la diminuzione del debito di un Paese verso il limite del 60% del Pil. È stata altresì prevista la possibilità di affiancare alla sorveglianza del debito/deficit pubblici una procedura che consenta la pronta individuazione degli squilibri macroeconomici potenzialmente rilevanti per la stabilità finanziaria dell’area attraverso il ricorso ad alcuni indicatori quantitativi in via di definizione quali ad esempio il tasso di risparmio, il debito privato, la bilancia commerciale, i flussi di reddito da investimenti e i trasferimenti;
• a fine dicembre il Comitato di Basilea sulla Supervisione Bancaria ha pubblicato i documenti definitivi sulla nuova regolamentazione bancaria (Basilea 3). Il nuovo impianto di regole prevede una maggiore quantità di capitale e di migliore qualità, una migliore copertura del rischio, l’introduzione di un tetto alla leva a integrazione dei requisiti di capitale “risk-based”, misure per promuovere l’accumulo di capitale nelle fasi positive del ciclo del credito e l’introduzione di due requisiti di liquidità. La nuova regolamentazione dovrà essere recepita da tutti i Paesi membri con leggi e regolamenti nazionali ed entrerà in vigore con gradualità nell’arco di sei anni, a partire dal 1° gennaio 2013.
Debito aggregato e sue componenti (in % del PIL) nei principali Paesi europei
Valori percentuali 2007 2008 2009 2007 2008 2009 2007 2008 2009
Italia 218,2 226,7 241,3 114,6 120,4 125,3 103,6 106,3 116,0Germania 196,7 197,8 207,9 131,8 131,5 134,5 64,9 66,3 73,4Francia 210,3 221,5 240,5 146,5 154,0 162,4 63,8 67,5 78,1Portogallo 291,6 309,8 336,3 228,9 244,5 260,2 62,7 65,3 76,1Irlanda 236,8 319,3 397,1 211,8 275,0 331,6 25,0 44,3 65,5Grecia 212,2 229,4 250,3 107,2 119,1 123,5 105,0 110,3 126,8Spagna 250,0 259,9 279,2 213,9 220,1 226,0 36,1 39,8 53,2Regno Unito 253,1 274,0 293,1 208,6 221,9 224,9 44,5 52,1 68,2
Fonte: Eurostat
Debito aggregato Settore privato(1) Settore pubblico
(1) Per il settore privato (famiglie, istituzioni senza scopo di lucro, società non finanziarie) si sono utilizzati dati non consolidati. Nella nozione di debito del settore privato si sono compresi i prestiti e i titoli, escluse le azioni. In tema di politica monetaria, l’anno è stato caratterizzato da comportamenti contrapposti tra le economie avanzate e quelle in via di sviluppo. Nel primo caso le banche centrali hanno conservato un atteggiamento espansivo – con tassi ufficiali ai minimi storici – volto a sostenere la fragile ripresa in atto in un contesto caratterizzato da rischi inflazionistici
4 Una per il settore bancario (European Banking Authority – EBA), una per i mercati finanziari (European
Securities and Markets Authority – ESMA) e una per assicurazioni e pensioni (European Insurance and Occupational Pensions Authority – EIOPA).
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rimasti molto contenuti per gran parte dell’anno5. Il rapido aumento dei prezzi dell’ultimo trimestre potrebbe condurre nei prossimi mesi ad un mutamento di tale orientamento. Per contro, le autorità monetarie dei principali Paesi emergenti hanno già posto in essere misure restrittive volte a contenere le pressioni sui prezzi generate dalla grande quantità di liquidità immessa sul mercato durante la crisi6. Sul mercato dei cambi si è assistito ad una generalizzata perdita di valore dell’euro nei confronti di tutte le principali valute internazionali – con un parziale recupero nei primi mesi del 2011 – quale conseguenza delle ripetute tensioni prodotte dalla crisi dei debiti sovrani. Come evidenziato dal grafico 1 la moneta unica, dopo aver raggiunto ad inizio giugno un punto di minimo sotto quota 1,20 nei confronti del dollaro, ha parzialmente recuperato nel terzo trimestre salvo poi risentire in novembre delle nuove difficoltà congiunturali. Più uniforme è apparso invece il trend dello yen che tra marzo e novembre si è progressivamente rivalutato nei confronti della valuta statunitense fino a sfiorare quota 80 yen per dollaro. Nonostante
5 Agli inizi di novembre la Federal Reserve ha varato un nuovo programma che prevede l’acquisto di titoli di Stato a
lungo termine per complessivi 600 miliardi di dollari, da completarsi entro la metà del 2011. Il programma si affianca al reinvestimento, sempre in titoli di Stato, dei proventi dei rimborsi dei titoli delle agenzie governative e dei mortgage backed securities, per circa 250-300 miliardi nello stesso periodo.
La Bank of Japan in ottobre ha ridotto marginalmente il tasso di riferimento, ora compreso tra 0 e 0,10%, annunciando un piano di espansione quantitativa che prevede anche l’acquisto di fondi azionari e immobiliari (per un totale di 500 miliardi di yen).
Il Consiglio direttivo della BCE ha deciso di continuare a condurre le operazioni di rifinanziamento principali e quelle con scadenza pari al periodo di mantenimento della riserva obbligatoria mediante aste a tasso fisso con pieno accoglimento della domanda fino a quando sarà necessario e, in ogni caso, almeno fino al 12 luglio 2011. Ha inoltre stabilito che anche le operazioni a tre mesi effettuate entro questa data saranno condotte con piena aggiudicazione delle richieste e con tasso pari a quello medio delle operazioni di rifinanziamento principali nell’arco della durata dell’operazione.
6 Da marzo 2010, la Banca centrale indiana ha aumentato per sei volte nell’anno ed una volta nel gennaio 2011 il tasso di riferimento, ora al 6,5%. La People’s Bank of China è ripetutamente intervenuta sul coefficiente di riserva obbligatoria (sei volte nel 2010 e due volte a gennaio e febbraio 2011) innalzandolo al massimo storico del 19,5%, mentre tre sono stati gli incrementi del tasso sui prestiti bancari (+25 punti base rispettivamente ad ottobre e dicembre 2010 e a febbraio 2011), ora al 6,06%. La Banca centrale brasiliana ha operato tre rialzi nel 2010 e due a gennaio e marzo 2011 portando il tasso di riferimento all’11,75%. Anche la Banca centrale russa, che in considerazione della fragilità della ripresa dopo la brusca caduta del 2009 nel primo semestre 2010 aveva operato quattro riduzioni, a fine febbraio ha innalzato di 25 punti base il tasso di riferimento, attualmente all’8%.
Principali cambi e quotazioni del petrolio (Brent) a fine periodo
dic-10A
set-10B
giu-10C
mar-10D
dic-09E
Var. % A/E
Euro/Dollaro 1,3377 1,3630 1,2234 1,3510 1,4316 -6,6%Euro/Yen 108,60 113,75 108,15 126,27 133,08 -18,4%Euro/Yuan 8,8148 9,1192 8,2972 9,2230 9,7726 -9,8%Euro/Franco CH 1,2486 1,3387 1,3177 1,4236 1,4823 -15,8%Euro/Sterlina 0,8572 0,8675 0,8183 0,8898 0,8860 -3,3%Dollaro/Yen 81,15 83,45 88,39 93,46 92,90 -12,6%Dollaro/Yuan 6,5900 6,6905 6,7815 6,8258 6,8259 -3,5%Futures - Brent (in $) 94,75 82,31 75,01 82,70 77,93 21,6%
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G F M A M G L A S O N D G F M A M G L A S O N D
Andamento del cambio euro-dollaro e dollaro-yen (2009-2010)
€/$ $/Yen (scala dx.)
Grafico n.1
2009 2010
19
l’intervento della Banca centrale cinese, che in giugno ha ripristinato un regime di fluttuazione controllata nei confronti di un paniere di valute di riferimento, l’auspicata rivalutazione dello yuan nei confronti del dollaro è risultata invece piuttosto contenuta. Il quadro macroeconomico Secondo l’FMI nell’anno appena concluso il Pil mondiale, pur decelerando nel secondo semestre, sarebbe tornato a crescere del 5% (-0,6% nel 2009) evidenziando però marcate differenze tra Paesi ed aree geografiche. Se da un lato i principali Paesi emergenti, in particolare quelli asiatici, hanno accelerato il ritmo di sviluppo accrescendo contestualmente il loro peso a livello globale, dall’altro la ripresa nelle economie avanzate è apparsa più modesta e talvolta disomogenea, come nel caso dell’area euro. Lo scenario è stato caratterizzato da un’elevata disoccupazione e da un progressivo recupero dell’inflazione riconducibile al generalizzato rincaro dei prezzi delle materie prime alimentari ed energetiche, principalmente dovuto all’aumento della domanda a fronte di una relativa rigidità dell’offerta, in particolare nel caso degli alimentari. Come si evidenzia dal grafico 2, dopo aver oscillato a lungo nella fascia tra i 70 e gli 80 dollari al barile, il prezzo del petrolio Brent ha chiuso l’anno in risalita proseguendo nel trend anche in gennaio e febbraio quando le quotazioni sono arrivate a superare i 110 dollari al barile sospinte dalle tensioni geopolitiche nell’area nordafricana. Dopo il rallentamento dei mesi primaverili, l’economia statunitense ha evidenziato una progressiva accelerazione: nel quarto trimestre l’aumento congiunturale del Pil è stato pari al 2,8% annualizzato (+2,6% nel terzo trimestre) sostenuto in primis dai consumi, in particolare di beni durevoli, ma anche da un contributo nuovamente positivo delle esportazioni nette determinato in larga parte dalla diminuzione delle importazioni; l’apporto degli investimenti fissi, nell’ambito dei quali la componente residenziale continua a mostrarsi debole, è stato invece più modesto. Complessivamente in media d’anno il Pil statunitense è tornato a crescere (+2,8%) dopo la flessione del 2009 (-2,6%). Il principale elemento di debolezza è oggi rappresentato dal tasso di disoccupazione (9,4% a dicembre), in lieve diminuzione rispetto ai massimi registrati nel corso dell’anno (9,8% ad aprile e novembre), ma da venti mesi stabilmente al di sopra del 9%. Il miglioramento in atto sembra trovare conferma anche a gennaio 2011 (9%). Il dato medio del 2010, pari al 9,6%, è stato il più alto dal 1984. Dopo il picco di fine 2009 (+2,7%), l’inflazione si è rapidamente ridotta mantenendosi poco al di sopra dell’1% tra giugno e novembre e chiudendo l’anno all’1,5%. L’inflazione “core” (al netto dei prodotti alimentari ed energetici) da aprile è invece rimasta stabilmente sotto l’1% (0,8% a dicembre). I “deficit gemelli”, hanno continuato ad evidenziare dinamiche contrapposte, ma a ruoli invertiti rispetto all’anno precedente: il disavanzo federale si è infatti ridotto a 1.277 miliardi di dollari, dai 1.471,3 miliardi del 2009 (-13,2%)7 mentre il saldo negativo della bilancia commerciale è tornato ad ampliarsi a 497,8 miliardi di dollari (+32,8%), risentendo principalmente di un maggior deficit verso la Cina e i Paesi Opec.
7 Al fine di consolidare la ripresa, il governo statunitense ha varato in dicembre un nuovo programma di stimolo
fiscale per circa 800 miliardi di dollari (pari al 5,5% del Pil), da attuarsi nell’arco del biennio 2011-12.
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G F M A M G L A S O N D G F M A M G L A S O N D
Andamento del prezzo del petrolio Brent (2009-2010) Grafico n. 2
2009 2010
20
Consuntivi e previsioni: Paesi industrializzati
Valori percentuali 2009 2010 2011(1) 2009 2010 2011(1) 2009 2010 2011(1) 2009 2010(1) 2011(1) dic-09 dic-10
Stati Uniti -2,6 2,8 2,1 -0,4 1,6 2,0 9,3 9,6 9,4 11,3 10,3 12,1 0-0,25 0-0,25Giappone -6,3 3,9 1,3 -1,4 -0,7 0,2 5,2 5,1 5,2 8,7 10,6 9,0 0,10 0-0,10Area Euro -4,1 1,7 1,5 0,3 1,6 2,2 9,4 10,0 10,0 6,3 6,2 4,8 1,00 1,00Italia -5,2 1,3 1,1 0,8 1,6 2,2 7,8 8,5 9,2 5,4 4,6 3,9 - -
Germania -4,7 3,6 2,2 0,2 1,2 2,1 7,5 6,9 6,6 3,0 3,6 2,6 - -
Francia -2,6 1,6 1,6 0,1 1,7 2,1 9,5 9,8 9,7 7,5 7,7 6,5 - -
Portogallo -2,5 1,3 -1,0 -0,9 1,4 1,8 9,6 10,9 11,0 9,3 -7,0 -5,3 - -
Irlanda -7,6 -0,2 0,9 -1,7 -1,6 0,8 11,9 13,5 14,0 14,4 32,3 10,5 - -
Grecia -2,0 -4,2 -3,0 1,3 4,7 3,0 9,5 13,8 13,6 15,4 9,3 7,6 - -
Spagna -3,7 -0,2 0,7 -0,2 2,0 3,0 18,0 20,1 20,7 11,1 8,9 7,6 - -
Regno Unito -4,9 1,3 2,2 2,2 3,3 3,6 7,6 7,8 7,6 11,4 10,1 7,8 0,50 0,50
(1) Previsioni Fonte: Prometeia e Statistiche uff iciali
Prodotto Interno Lordo Prezzi al consumo(tasso medio annuo)
Disoccupazione(tasso medio annuo)
Tassi di riferimentoDisavanzo Settore Pubblico (%
del PIL)
In Giappone la ripresa, divenuta meno intensa dalla primavera, pare essersi arrestata. Nell’ultimo quarto d’anno il Pil si è infatti ridotto dello 0,3% rispetto al periodo precedente dopo il +0,8% del terzo trimestre (+1,5% e +0,5% rispettivamente nel primo e nel secondo trimestre). Tale dinamica sintetizza un forte rallentamento dei consumi, la persistente debolezza degli investimenti ed un progressivo indebolimento dell’interscambio commerciale, penalizzato anche dal rafforzamento dello yen. Il quadro congiunturale appare peraltro in linea con le anticipazioni del rapporto Tankan di dicembre che evidenziava un peggioramento del clima di fiducia delle imprese per la prima volta dopo sei trimestri. Qualche segnale positivo sembra invece arrivare dalla produzione industriale, in crescita da novembre su base congiunturale (+3,3% a dicembre) dopo cinque ribassi consecutivi, e dal mercato del lavoro dove il tasso di disoccupazione in dicembre è sceso sotto il 5% per la prima volta dopo nove mesi (5,3% il picco raggiunto in giugno). Il Giappone non è ancora uscito dalla fase di deflazione in atto dal febbraio 2009: a dicembre l’indice generale dei prezzi al consumo risultava nullo, mentre quello “core”, depurato dei prodotti alimentari, continuava a mantenersi negativo (-0,4%). Nel 2010 la Cina ha ulteriormente accelerato il proprio ritmo di sviluppo con un incremento medio del Pil pari al 10,3% (+9,2% nel 2009) che la sta proiettando verso la seconda posizione mondiale davanti al Giappone. La dinamica annua è stata sostenuta da tutte le componenti, in particolare dalla domanda interna: +23,8% per gli investimenti fissi, ancorché in decelerazione rispetto al 2009; +18,4% per le vendite di beni di consumo; +15,7% per la produzione industriale, trainata dall’industria pesante. Il saldo positivo della bilancia commerciale si è ridotto a 183,1 miliardi di dollari (-6,4% rispetto al 2009) in virtù di una più intensa crescita delle importazioni (+38,7%) rispetto alle esportazioni (+31,3%). Le riserve valutarie hanno sfiorato i 2.600 miliardi di dollari (+7,6%), dei quali una quota significativa (circa 1.160 miliardi) stabilmente investita in titoli di Stato statunitensi. In parallelo con l’accelerazione dell’economia anche il tasso d’inflazione si è riportato su livelli elevati (4,6% a dicembre, 4,9% a gennaio 2011) riflettendo i rincari nei settori alimentare ed immobiliare.
Consuntivi e previsioni: principali Paesi emergenti
Valori percentuali 2009 2010 2011(1) 2009 2010 2011(1) 2009 2010 2011(1) dic-09 dic-10
Cina 9,2 10,3 8,5 -0,7 3,3 2,7 4,3 4,1 4,0 5,31 5,81
India 5,7 9,5 7,3 10,9 13,2 6,7 n.d. n.d. n.d. 4,75 6,25
Brasile -0,6 7,5 4,5 4,9 5,0 4,6 8,1 6,7 7,5 8,75 10,75
Russia -7,9 3,7 4,5 11,7 6,6 7,4 8,4 7,5 7,3 8,75 7,75
(1) Previsioni Fonte: Prometeia, FMI e Statistiche ufficiali
Prodotto Interno Lordo Disoccupazione(tasso medio annuo)
Tassi di riferimentoPrezzi al consumo(tasso medio annuo)
Anche per gli altri principali Paesi emergenti si evidenzia il ritorno a ritmi di crescita elevati dopo il rallentamento del 2009.
21
Nel terzo trimestre il Pil dell’India è aumentato del 10,6% in termini tendenziali quale riflesso di una significativa accelerazione della domanda interna, sia per consumi (+9,3%) che per investimenti (+12,4%), e di un miglioramento della domanda estera il cui contributo continua peraltro a rimanere marginale. Del favorevole contesto hanno beneficiato sia il settore industriale (+9,5% l’aumento medio su base annua della produzione industriale tra aprile e novembre) sia quello dei servizi. Nonostante una moderazione tra agosto e novembre, l’inflazione indiana continua a confermarsi la più alta dell’area asiatica. La Russia ha recuperato terreno dopo la pesante flessione del 2009 beneficiando della graduale ripresa dell’economia globale, e del conseguente rilancio delle esportazioni (in particolare petrolifere), nonché della produzione industriale. Nel terzo trimestre si sono però registrati segnali di rallentamento con un Pil in crescita solo del 2,7% su base annua, sintesi di un’accelerazione della spesa per consumi e di una decelerazione degli investimenti, ma soprattutto di un significativo incremento delle importazioni a fronte di una dinamica più modesta per l’export. Riflettendo l’aumento dei prezzi internazionali, l’inflazione è salita all’8,8% in dicembre. In Brasile l’economia è stata sostenuta dalla produzione industriale (+10,5% in media d’anno) risentendo positivamente delle entrate legate ai prezzi delle materie prime, mantenutisi elevati, e degli ingenti flussi di capitale dall’estero, attirati da condizioni favorevoli di rendimenti in un contesto di stabilità macroeconomica. I flussi di capitale in entrata hanno però contribuito ad alimentare la dinamica dell’inflazione che a dicembre ha raggiunto il 5,9%, nettamente al di sopra dell’obiettivo individuato dalle autorità brasiliane. Per l’area euro il 2010 è stato complessivamente un anno di ripresa, seppur a ritmi differenziati tra i vari Paesi dell’Unione Monetaria e con una decelerazione nel secondo semestre. Sia nel terzo che nel quarto trimestre infatti il Pil è aumentato solo dello 0,3% sul periodo precedente (+1% nei mesi primaverili), risentendo principalmente del progressivo rallentamento dell’economia tedesca che si è comunque confermata la più dinamica. Complessivamente in media d’anno il Pil è aumentato dell’1,7% (-4,1% nel 2009) sostenuto dall’andamento positivo anche se in attenuazione delle esportazioni nette, sensibili all’evoluzione dell’economia mondiale, mentre per consumi ed investimenti la contribuzione è stata modesta. L’indice della produzione industriale da marzo ha evidenziato variazioni su base annua superiori al 5% (+8% a dicembre) ma in termini congiunturali la tendenza non appare ancora ben definita (-0,1% a dicembre). La disoccupazione si è mantenuta su livelli elevati (10% a fine 2010; 9,9% a fine 2009) con la Spagna da maggio stabilmente sopra il 20%. L’inflazione è andata progressivamente aumentando: l’Indice Armonizzato dei Prezzi al Consumo a dicembre si era portato al 2,2% dallo 0,9% di dodici mesi prima (1,6% la media dell’anno a fronte dello 0,3% del 2009). L’indice depurato delle componenti alimentari ed energetiche, nonché di alcolici e tabacchi, non ha invece manifestato variazioni significative (1,1% in dicembre). Dal 1° gennaio 2011, con l’ingresso dell’Estonia, sono saliti a 17 i Paesi aderenti all’Unione Monetaria. Entrata a far parte dell’Unione Europea il 1° maggio 2004, l’Estonia ha soddisfatto tutti i parametri (debito pubblico, disavanzo di bilancio, tassi di interesse e inflazione) necessari per l’ammissione. In linea con l’evoluzione internazionale anche in Italia la debole ripresa ha perso vigore nella seconda parte dell’anno. Tra settembre e dicembre l’aumento congiunturale del Pil è stato solo dello 0,1% (+0,3% e +0,5% rispettivamente nel terzo e nel secondo trimestre) risentendo del minor contributo della domanda estera netta, anche per effetto di un aumento delle importazioni, a fronte di una persistente debolezza di consumi ed investimenti. In media d’anno il Pil è comunque cresciuto dell’1,3% dopo la significativa contrazione del 2009 (-5,2%), alimentato dalla ricostituzione delle scorte e dal recupero di consumi privati ed investimenti lordi a fronte di un apporto ancora negativo, seppure in miglioramento, dell’interscambio commerciale. Tornata positiva da febbraio – con variazioni tendenziali superiori al 7% tra marzo e giugno ed un picco del +9,7% in agosto – la produzione industriale (corretta per gli effetti del calendario) ha successivamente perso slancio facendo registrare in dicembre un incremento
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del 5,4% (+5,3% la variazione media nei dodici mesi dopo due anni consecutivi di riduzione). In termini settoriali hanno mostrato maggiore vivacità i comparti della “Raffinazione” (+15,6%), “Fabbricazione di macchinari e attrezzature” (+13,3%) e “Metallurgico” (+12,2%), mentre un contributo negativo è arrivato dai settori della “Fabbricazione computer” (-13,1%), “Farmaceutico” (-7,4%), “Estrattivo” (-3,6%), “Fabbricazione apparecchiature elettriche” (-2,8%) e “Alimentare” (-2,5%). Le più recenti stime relative a dicembre hanno confermato il tasso di disoccupazione all’8,6% (oltre 2,1 milioni di persone), ancora prossimo al massimo raggiunto in ottobre (8,7%), ma comunque sempre inferiore alla media europea (10%) grazie al ricorso agli ammortizzatori sociali: nel corso del 2010 sono state autorizzate complessivamente 1,2 miliardi di ore di Cassa Integrazione Guadagni (CIG), con un incremento del 31,7% rispetto ai 914 milioni del 2009. Negli ultimi mesi dell’anno il trend, peraltro già in attenuazione, sembra essersi invertito con quattro flessioni congiunturali consecutive che in dicembre hanno interessato anche le componenti straordinarie ed in deroga8. In tema di prezzi, l’Italia ha risentito del progressivo recupero dell’inflazione anche se in misura leggermente più contenuta rispetto all’area euro. In dicembre l’Indice Armonizzato dei Prezzi al Consumo si era infatti portato al 2,1% (2,2% il dato europeo) dall’1,1% di fine 2009 (0,9%). In media d’anno l’inflazione è risultata pari all’1,6% (0,8% nel 2009), in linea con il livello europeo. Il disavanzo della bilancia commerciale italiana ha raggiunto i 27,3 miliardi di euro, più che quadruplicato nel confronto con il 2009, principalmente in ragione di un ritorno al deficit per i prodotti intermedi, e di un ampliamento del disavanzo energetico. La dinamica delle importazioni (+22,6%) ha superato quella delle esportazioni (+15,7%) ed in entrambi i casi è risultata più sostenuta nei confronti dei Paesi extra UE. Per quanto riguarda infine la finanza pubblica, la Legge di Stabilità per il 20119, approvata dal Parlamento lo scorso dicembre, non produce effetti sull’indebitamento netto del prossimo triennio. Restano pertanto confermati gli obiettivi indicati dalla “Decisione di Finanza Pubblica” di fine settembre, benché aggiornati dalle rilevazioni Istat per quanto riguarda il 2010: il rapporto deficit/Pil, sceso al 4,6% (dal 5% della DFP) si porterà al di sotto del 3% nel 2012, in linea con gli impegni concordati in sede europea, mentre il rapporto debito pubblico/Pil, in ulteriore aumento al 119% (dal 118,5% della DFP), è atteso in diminuzione solo a partire dal 2012. I mercati finanziari
Le curve dei rendimenti statunitense ed europea hanno evidenziato per scadenze superiori all’anno, un sostanziale spostamento verso il basso rispetto al dicembre 2009 in linea con il prolungarsi nelle due aree di politiche monetarie particolarmente espansive. Rispetto alla
8 Secondo stime preliminari di Banca d’Italia, una misura del grado di sottoutilizzo dell’offerta di lavoro che
includa l’equivalente delle ore della CIG e i lavoratori che, scoraggiati, cercano un impiego con minore intensità si collocherebbe almeno due punti percentuali al di sopra del tasso di disoccupazione.
9 Tale provvedimento, che da quest’anno sostituisce la Legge Finanziaria a seguito della riforma in materia di contabilità e finanza pubblica (Legge 19/2009), prevede il reperimento di risorse per complessivi 6 miliardi nel 2011, 1,6 miliardi nel 2012 e 1,2 miliardi nel 2013.
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situazione di fine giugno, tuttavia, si registra un innalzamento – che nel caso degli Stati Uniti ha interessato solo le scadenze superiori ai due anni – in relazione sia ad un miglioramento delle prospettive di crescita economica sia ad un aumento delle aspettative di inflazione. Proprio le preoccupazioni espresse dalla BCE, peraltro ribadite nella riunione del marzo 2011, per l’impennata dei prezzi avvenuta negli ultimi mesi e la conseguente attesa di un possibile rialzo dei tassi in tempi brevi giustificano l’innalzamento dei rendimenti europei rispetto a giugno anche per durate inferiori ai due anni.
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G F M A M G L A S O N D
Andamento dei principali tassi a breve e a lungo termine nel 2010
US Treasury 10 anni Tasso sui Federal Funds BTP 10 anni
Euribor 3 mesi Bund 10 anni Tasso Rif inanziamento principale BCE
Libor 3 mesi Usa
Grafico n. 5
Dopo un avvio positivo, nel secondo trimestre del 2010 i mercati azionari delle principali economie industriali hanno subito una brusca inversione di tendenza causata dalla fragilità della ripresa, ma soprattutto dalle turbolenze innescate dalla crisi dei debiti pubblici sovrani di alcuni Stati europei, che hanno penalizzato in particolare il comparto bancario. Nel secondo semestre il recupero è stato generalizzato anche se in alcuni casi non sufficiente a coprire le perdite registrate. Nei dodici mesi le borse statunitensi hanno evidenziato rialzi superiori al 10% riuscendo in alcuni casi a recuperare i livelli precedenti al fallimento di Lehman Brothers, mentre al contrario i mercati giapponesi hanno chiuso in modesto ribasso. In Europa gli andamenti sono stati divergenti: al brillante risultato della borsa tedesca, sostenuta dal forte recupero dell’economia, si sono contrapposte le difficoltà per i Paesi maggiormente interessati dalla crisi dei debiti sovrani (Portogallo, Irlanda, Grecia e Spagna) con riflessi particolarmente evidenti su altri mercati dell’area quali quello italiano. In linea con la dinamica delle altre borse mondiali, anche i corsi azionari delle economie emergenti hanno recuperato rispetto ai minimi del secondo trimestre: a fine anno l’indice azionario MSCI Emerging Market mostrava infatti un progresso superiore al 16%.
Andamenti dei principali indici azionari espressi in valuta locale
dic-10A
set-10B
giu-10C
mar-10D
dic-09E
Var. %A/E
Ftse Mib (Milano) 20.173 20.505 19.312 22.848 23.248 -13,2%Ftse Italia All Share (Milano) 20.936 21.098 19.869 23.368 23.653 -11,5%Xetra Dax (Francoforte) 6.914 6.229 5.966 6.154 5.957 16,1%Cac 40 (Parigi) 3.805 3.715 3.443 3.974 3.936 -3,3%Ftse 100 (Londra) 5.900 5.549 4.917 5.680 5.413 9,0%S&P 500 (New York) 1.258 1.141 1.031 1.169 1.115 12,8%DJ Industrial (New York) 11.578 10.788 9.774 10.857 10.428 11,0%Nasdaq Composite (New York) 2.653 2.369 2.109 2.398 2.269 16,9%Nikkei 225 (Tokyo) 10.229 9.369 9.192 11.244 10.546 -3,0%Topix (Tokyo) 899 830 828 985 908 -1,0%MSCI emerging markets 1.151 1.076 918 1.010 989 16,4%
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Le vicende politiche che stanno interessando i Paesi nordafricani rischiano di compromettere i progressi che le borse avevano messo a segno nelle prime settimane del nuovo anno. Dopo un parziale recupero rispetto ai minimi toccati in maggio, i mercati azionari gestiti da Borsa Italiana hanno subito una nuova flessione nell’ultimo trimestre chiudendo il 2010 con perdite superiori al 10% su base annua. Esse sono riconducibili anche al rilevante peso del settore bancario che, nonostante la solidità delle banche italiane, si è rivelato particolarmente sensibile ai molteplici shock generati dal progressivo allargamento della crisi dei debiti sovrani. Gli scambi azionari si sono ridotti in termini di numero dei contratti (62,2 milioni, -3%), ma il loro controvalore è aumentato rispetto all’anno precedente (748,2 miliardi, +11%). Analogamente, anche in media giornaliera gli scambi di azioni sono diminuiti (243 mila contratti) mentre ne è aumentato il controvalore (2,9 miliardi). Nonostante il difficile contesto, nel 2010 i mercati gestiti da Borsa Italiana sono riusciti a stabilire ulteriori primati: nuovi massimi storici per gli scambi di ETF (Exchange Traded Fund) ed ETC (Exchange Traded Commodities), con 78,5 miliardi di controvalore e 3,4 milioni di contratti, e per quelli del MOT e dell’ExtraMOT (complessivamente 230 miliardi di controvalore e 3,9 milioni di contratti); scambi record per i derivati azionari dell’IDEM (Italian Derivatives Market), con una media giornaliera di 173 mila contratti standard; la conferma della leadership europea per contratti scambiati sia sui mercati telematici sia sul MOT. A fine anno le società quotate a Piazza Affari erano 332, invariate rispetto a dodici mesi prima per effetto di 10 nuove ammissioni e 10 revoche. La capitalizzazione complessiva delle società quotate era scesa a 425 miliardi di euro (27,4% del Pil), dai 457 miliardi di fine 2009 (30,1% del Pil). Quale riflesso dell’accresciuto controvalore degli scambi azionari in presenza di una diminuita capitalizzazione, nei dodici mesi la turnover velocity10 è salita dal 147% al 176%. Il 9 febbraio 2011 London Stock Exchange Group, società che controlla Borsa Italiana, e TMX Group, proprietario della Borsa di Toronto, hanno annunciato la prossima fusione che dovrebbe portare alla creazione di una tra le organizzazioni leader nei settori relativi a materie prime, derivati ed obbligazioni, con oltre 6.700 società quotate sui diversi listini ed una capitalizzazione di circa 4,5 miliardi di euro. Il nuovo Gruppo sarà partecipato al 55% da LSE e al 45% da TMX. L’operazione permetterà di valorizzare l’esperienza di Borsa Italiana nei servizi di post trading nonché quale centro globale del reddito fisso. Dopo un avvio di anno favorevole ed una successiva alternanza di risultati positivi e negativi, a partire dall’ultimo trimestre del 2010 il comparto dei fondi comuni di investimento è tornato a mostrare segnali di debolezza. La raccolta netta dell’anno è risultata comunque positiva per 5,7 miliardi di euro (-0,7 miliardi nel 2009), sintetizzando il contrapposto andamento fra i fondi di diritto italiano (-10,1 miliardi) – ancora penalizzati da uno sfavorevole trattamento fiscale11 – e i fondi di diritto estero (+15,8 miliardi) la cui incidenza in termini di patrimonio è giunta a sfiorare il 58%. In termini di tipologie, i disinvestimenti dai prodotti di liquidità (-23,7 miliardi) e dai fondi hedge (-2 miliardi) sono stati complessivamente più che compensati dall’incremento dei fondi obbligazionari (+19,9 miliardi), degli azionari (+3,7miliardi), dei bilanciati (+3,6 miliardi) e dei flessibili (+4,2 miliardi)12. A fine dicembre il patrimonio si era attestato a 460 miliardi, in aumento del 5,7% rispetto ai 435,3 miliardi di dodici mesi prima evidenziando una ricomposizione a favore dei fondi obbligazionari (saliti dal 38,1% al 41,1%), azionari (dal 21,2% al 23,4%) ed in misura minore 10 Indicatore che – rapportando il controvalore degli scambi telematici alla capitalizzazione – segnala il tasso di
rotazione delle azioni. 11 Il D.L. 225/2010 cosiddetto “Milleproroghe”, convertito nella Legge 10/2011, ha introdotto l’attesa riforma della
tassazione per i fondi comuni di investimento che entrerà in vigore dal 1° luglio 2011. In base alle nuove disposizioni anche ai fondi mobiliari italiani sarà applicata la tassazione sul “realizzato”, cioè sulla plusvalenza o minusvalenza registrata all’atto della cessione della quota, anziché sul “maturato”, equiparandone il trattamento fiscale a quello previsto per i fondi esteri.
12 Assogestioni, “Mappa del Risparmio Gestito (gestione collettiva e gestione di portafoglio) – 4° Trimestre 2010”.
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dei fondi flessibili (dal 13,1% al 14,6%), e bilanciati (dal 3,9% al 4,6%), a fronte di una consistente riduzione nella quota dei fondi di liquidità (dal 20% al 13,5%) ed in misura più modesta dei fondi hedge (dal 3,7% al 2,8%). Il sistema bancario Nel corso dell’anno il sistema bancario italiano è stato caratterizzato da un rallentamento nel ritmo di crescita della raccolta da clientela – che ha risentito della diminuita propensione al risparmio delle famiglie – alla quale è andata contrapponendosi una moderata ripresa dell’attività creditizia, dopo il punto di minimo evidenziato nell’ottobre 2009. La qualità del credito ha continuato a deteriorarsi, pur se con minore intensità rispetto al recente passato. Sulla base dei dati elaborati dalla Banca d’Italia13, la raccolta diretta (depositi di residenti e obbligazioni) evidenziava a dicembre una variazione annua del +3,1% (+9,2% a dicembre 2009), sintesi di una riduzione della componente obbligazionaria (-1,6% a fronte del +11,2% di fine 2009) e di un trend ancora positivo per le altre forme tecniche (+6,3% rispetto al +7,8% del dicembre 2009), sostenuto principalmente dai pronti contro termine (+82,7%). Per quanto riguarda invece gli impieghi a residenti appartenenti al settore privato, a fine esercizio la loro dinamica su base annua si attestava al +4,3% (+1,7% a dicembre 2009). I finanziamenti destinati a famiglie e società non finanziarie sono cresciuti complessivamente del 3,8% (+0,5% a fine 2009), trainati dalla componente destinata alle famiglie (+7,5% rispetto al +5,9% di dodici mesi prima) ed in particolare dai prestiti per l’acquisto di abitazioni (+8%), mentre sono risultate in rallentamento le diverse forme di credito al consumo (+1,8% dal +4,9% del dicembre 2009). I crediti rivolti alle imprese hanno finalmente registrato un’inversione di tendenza (+1,6% a fronte del -2,3% di fine 2009). In termini di rischiosità, le sofferenze del settore privato al lordo delle svalutazioni sono aumentate nei dodici mesi del 31,2% (+31,3% quelle relative alle famiglie e +31,5% quelle delle imprese). Il rapporto sofferenze lorde del settore privato/impieghi al settore privato è pertanto salito al 4,60% (3,81% a dicembre 2009). Le sofferenze nette, cresciute significativamente a livello di stock da marzo, evidenziavano un incremento del 28,9%. Conseguentemente il rapporto sofferenze nette/impieghi totali si è portato al 2,43% dal 2,03% di fine 2009 mentre il rapporto sofferenze nette/capitale e riserve ha raggiunto il 13,28% (10,47% a fine 2009). A fine esercizio i titoli, diversi da azioni e partecipazioni, emessi da residenti in Italia presenti nel portafoglio delle banche italiane mostravano un incremento tendenziale dell’8,5% riconducibile a nuovi investimenti in titoli di Stato (+30,5%) prevalentemente concentrati nel primo semestre – sia a medio-lungo termine (CCT e BTP, +36,2%) che a breve termine (BOT e CTZ, +20,1%) – a fronte di una riduzione degli “altri titoli” (-2,7%). All’interno di questi ultimi oltre il 70% continua ad essere rappresentato da obbligazioni bancarie. Il rapporto titoli/impieghi al settore privato si è quindi attestato al 33,4% (28,3% a fine 2009). Dopo aver raggiunto un minimo a giugno (1,36%), a dicembre il tasso medio ponderato della raccolta bancaria da clientela calcolato dall’ABI14 (che include il rendimento dei depositi, delle obbligazioni e dei pronti contro termine in euro per le famiglie e le società non finanziarie) è risultato pari all’1,50% a fronte dell’1,59% di dodici mesi prima. Analogamente il tasso medio ponderato sui prestiti alle famiglie e alle società non finanziarie, in linea con l’andamento delle condizioni del mercato interbancario, ha mostrato segnali di ripresa rispetto al minimo storico di giugno (3,52%), riportandosi al 3,62% (3,76% a dicembre 2009).
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13 Banca d’Italia, Supplemento al Bollettino Statistico “Moneta e Banche”, marzo 2011. 14 ABI Monthly Outlook, “Economia e Mercati Finanziari-Creditizi” febbraio 2011.
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Oltre alle già citate evoluzioni in atto nella regolamentazione internazionale, il contesto normativo di riferimento per le banche italiane ha visto nel corso del 2010 molteplici novità:
il 1° marzo è entrata in vigore la direttiva europea sui servizi di pagamento (PSD), provvedimento volto ad eliminare le differenze normative tra gli Stati membri e ad aumentare la concorrenza tra gli operatori, garantendo pari condizioni, più trasparenza e tutele nei confronti dei clienti. La direttiva ordina in un singolo quadro normativo l’intera materia dei pagamenti con l’obiettivo di sostenere, per quelli elettronici, la creazione di un mercato integrato a livello europeo, riducendo costi ed inefficienze di strumenti cartacei e contante;
l’11 ottobre hanno preso avvio le negoziazioni sul nuovo segmento del Mercato Interbancario Collateralizzato (MIC)15, denominato “New MIC”, con trasferimento alla Cassa di Compensazione e Garanzia e alla Monte Titoli delle funzioni precedentemente svolte dalla Banca d’Italia (garanzia delle transazioni, acquisizione, valutazione, custodia e amministrazione delle attività finanziarie conferite agli operatori bancari);
con il D.L. 78/2010, convertito nella Legge 122/2010, è stato ridotto da 12.500 euro a 5 mila euro il limite a partire dal quale sussiste il divieto di trasferimento di denaro contante, di emissione di assegni bancari/circolari/postali in forma libera e di detenzione di libretti di risparmio al portatore;
il D.Lgs. 39/2010, recependo la direttiva 43/2006, ha riscritto le regole in tema di revisione legale dei conti riorganizzandole in modo organico e imponendo l’osservanza di norme specifiche in tema di indipendenza, deontologia, formazione e controllo della qualità. Per gli enti di interesse pubblico (fra i quali banche, società emittenti valori mobiliari quotati, imprese di assicurazione e società di intermediazione mobiliare) la revisione legale non può essere esercitata dal collegio sindacale ma deve essere affidata a revisori legali o a società di revisione e l’incarico deve avere durata minima di sette/nove esercizi;
con riferimento infine alle banche quotate: • in marzo la Consob16 ha emanato il regolamento sull’operatività con parti
correlate che disciplina le procedure da seguire per l’approvazione delle operazioni di valore significativo aventi come controparte soggetti in potenziale conflitto d’interessi;
• con il D.Lgs. 27/2010 è stata data attuazione alla direttiva 2007/36/CE sui diritti degli azionisti innovando in molti punti il Codice Civile ed il Testo Unico della Finanza, con il conseguente adeguamento anche del Regolamento Emittenti17. Le novità introdotte, applicabili alle assemblee convocate dopo il 31 ottobre 2010, non hanno effetti per le società cooperative, espressamente escluse dall’ambito di applicazione della nuova normativa.
15 Il MIC era un segmento anonimo garantito della piattaforma di contrattazione e-Mid, creato per favorire la
ripresa delle contrattazioni sui circuiti interbancari a seguito della crisi finanziaria del 2008. In sede costitutiva era stata prevista la scadenza al 31 dicembre 2010 delle garanzie prestate da Banca d’Italia.
16 Delibera n. 17221 modificata con successiva delibera n. 17389 del 23 giugno 2010. 17 Delibera Consob n. 17592 del 14 dicembre 2010.
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L’attività della Banca Carime nel 2010 Banca Carime chiude l’anno 2010 con un utile netto pari a 37,7 milioni di euro (70,0 milioni nel 2009), pur in costanza di una profonda crisi economica che ha naturalmente condizionato l’andamento delle masse intermediate, la qualità del credito e la generazione dei ricavi. L’esercizio 2010 è stato caratterizzato dalla persistenza di tassi estremamente bassi per le politiche espansive adottate dalle banche centrali nell’azione di contrasto degli effetti della crisi, e ciò ha determinato l’inevitabile compressione dei margini di contribuzione dei volumi patrimoniali al risultato economico, con particolare riferimento alla raccolta diretta. Dal confronto con l’esercizio 2009 emergono le seguenti evidenze:
• il margine d’interesse si riduce del 14,0%; • le commissioni nette risentono ancora della diminuzione dei servizi bancari
tradizionali in conseguenza del rallentamento dell’attività economica e registrano un decremento del 7,2%, determinato in gran parte dal minor collocamento di prestiti Banca 24-7;
• in miglioramento l’aggregato dei costi operativi che si riduce dello 0,5%, pur comprendendo oneri straordinari complessivi pari a 9,3 milioni, di cui 5,9 milioni per incentivo all’esodo e 3,4 milioni per componenti retributive relative ad erogazioni differite;
• le rettifiche su crediti registrano un incremento del 13,6%. Nel 2010 la Banca ha continuato a svolgere con determinazione, in un contesto socio economico sempre più complesso e difficile, il suo ruolo di sostegno delle piccole e medie imprese e delle famiglie. Il volume degli affidamenti, quale segno tangibile dell’impegno nell’economia del territorio, aumenta costantemente da anni ed anche nel 2010 gli utilizzi sono risultati in crescita del 5,2% sull’anno precedente, rispetto a una media di sistema del 4,2%. La crisi economica ha fatto registrare un incremento del credito anomalo - sofferenze/impieghi 1,24% contro lo 0,95% del 2009; crediti deteriorati/impieghi 3,87% contro il 3,47% del 2009 - che, tuttavia, resta ampiamente al di sotto dei dati medi di sistema. La raccolta indiretta ha registrato complessivamente un incremento dello 0,8%, contro una flessione del 4,2% della raccolta diretta. Si rileva in particolare l’aumento della raccolta amministrata del 17,4%, grazie ai collocamenti di Prestiti Obbligazionari UBI. In calo gli stock di risparmio gestito (- 6,6%). Nel corso del 2010 sono proseguiti gli interventi organizzativi e di riallineamento delle strutture della Banca, conformemente alle linee guida definite dal Piano Industriale: in particolare, sono state trasformate in Minisportelli 65 Filiali di ridotte dimensioni e operanti su mercati con limitati margini di sviluppo, sono state chiuse 2 Filiali con redditività non adeguata (Ceglie Messapica e Carmiano), ed è stata aperta una seconda Filiale nel Comune di Monopoli. Al 31 dicembre 2010, gli sportelli di Banca Carime risultano pari a 294, comprensivi di 72 Minisportelli. Eventi ed operazioni significative L’Evoluzione del Modello Distributivo. Nel corso del 2010 è stato organizzato e strutturato un intervento di evoluzione del Modello Distributivo, che verrà avviato a partire dal 10 Gennaio 2011, e che si basa sull’introduzione del modello “Filiale Capofila - Filiale Aggregata”, che prevede l’inserimento di un livello di coordinamento tra le Filiali, attraverso “gruppi” di Filiali composti da una Filiale Capofila che può coordinare una o più Filiali Aggregate. Completano il Modello le Filiali Ordinarie, coordinate direttamente dalle Aree Territoriali, e i Minisportelli, Sportelli distaccati dalla Filiale di riferimento. L’intervento di evoluzione rappresenta uno stadio di sviluppo complementare del Modello attuale e ha come obiettivi principali il miglioramento del servizio e dei tempi di risposta alla clientela, con particolare riferimento alle imprese; l’incremento del tempo a disposizione da
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dedicare allo sviluppo commerciale; la semplificazione dei meccanismi di coordinamento commerciale e operativo della Rete; la maggiore specializzazione di ruoli e competenze; la semplificazione di alcune attività operative. La politica commerciale La politica commerciale nel Mercato Retail Uno dei principali obiettivi che hanno caratterizzato l’attività del Mercato Retail nell’anno 2010 è stato lo sviluppo della base clienti, sia nel segmento privati che nel segmento imprese. Si segnalano al proposito due iniziative:
Il progetto denominato “Carica dei 101”, guidato e supportato dalla Direzione Mercato e dalle Aree Territoriali, che ha visto coinvolte 96 Filiali ad elevato potenziale di sviluppo (54 nel segmento privati e 42 nel segmento imprese), sulle quali sono state attivate delle azioni commerciali mirate all’acquisizione di nuova clientela.
L’avvio del “Progetto Hunter”, che ha comportato la costituzione di una struttura ad hoc, composta da un Responsabile e da 8 risorse, esclusivamente dedicata al contatto ed all’avvio di relazioni con aziende di elevato standing. Nell’anno la struttura, al momento operante nel solo territorio pugliese, ha acquisito 253 clienti e deliberato affidamenti complessivi per circa 12,6 milioni.
Anche grazie a tali iniziative, alla fine del 2010 il numero dei clienti serviti dal Mercato Retail è aumentato di circa 14.000 unità rispetto a dicembre 2009. Nel segmento privati, è proseguita la promozione presso la clientela del “contratto di consulenza”, finalizzato a garantire un’offerta commerciale personalizzata dei prodotti di raccolta in funzione dell’effettivo profilo di rischio. Nel 2010 la sottoscrizione di polizze assicurative ramo vita (Aviva) ha segnato un notevole incremento, mentre è rallentato il collocamento dei prestiti B@nca 24-7, dovuto da un lato alla diminuzione della domanda (in linea peraltro con i dati Assofin), e dall’altro alla maggiore selettività adottata da B@nca 24-7 nelle concessioni creditizie, dettata, naturalmente, da un contesto congiunturale che si mantiene particolarmente sfavorevole. Con riferimento al segmento imprese, nel corso dell’anno numerosi accordi con Confidi ed Enti di Garanzia sono stati oggetto di revisione con lo scopo di adeguare i rispettivi plafond all’incrementata operatività. Contestualmente, si è provveduto alla stipula di due nuovi rapporti convenzionali con Fidicomm 1978 e Gafi Sud, confidi intersettoriali e operanti sull’intero territorio nazionale. E’ stato inoltre perfezionato uno specifico accordo con i Confidi operanti nella Regione Puglia che, ai sensi del P.O. FESR 2007 - 2013 Regione Puglia - azione 6.1.6, sono risultati beneficiari di contributi destinati ai fondi patrimoniali di garanzia dei Consorzi fidi, con l’obiettivo di sostenere l’accesso al credito da parte delle piccole e micro imprese pugliesi. I sei Confidi convenzionati con Carime - risultati idonei ai requisiti previsti dalla Regione - hanno ottenuto fondi per complessivi 39 milioni, destinati a garantire, fino all’80%, i finanziamenti erogati dalla Banca, finalizzati ad interventi di capitalizzazione e patrimonializzazione delle PMI, al riequilibrio finanziario tramite l’estinzione di linee di credito a breve e a medio termine, e ad investimenti in attivi materiali e immateriali. Al fine di ottimizzare l’operatività con gli Enti di garanzia, è stato offerta ai Confidi convenzionati la possibilità di utilizzo della piattaforma “UBI-Confidi Web”, la quale permette di consultare e acquisire dati per la rendicontazione dell’operatività in essere con la nostra Banca, facilitando un tempestivo monitoraggio dei finanziamenti garantiti, e rendendo più agevole l’adempimento delle segnalazioni obbligatorie previste dall’organo di vigilanza. Il Mercato Retail gestisce anche il servizio di tesoreria/cassa per 545 Enti Pubblici così suddivisi: 1 Regione, 174 Comuni, 237 Scuole e 133 altri enti. Nell’intento di velocizzare ed economizzare la gestione dei servizi con i suddetti Enti Pubblici, in accordo con UBISS - Tesorerie Enti Cosenza, è proseguita l’offerta dell’O.I. (Ordinativo Informatico con firma digitale).
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Nell’ambito dei canali virtuali, è stato avviato il collocamento della nuova carta prepagata “Enjoy” che, grazie alla presenza di un proprio identificativo IBAN, permette di effettuare una serie di operazioni quali invio e ricezione di bonifici, accredito dello stipendio e domiciliazione utenze. Si è concluso il programma di installazione della “Macchina del Cassiere”, la quale è stata integrata dal nuovo dispositivo “Roller Cash”, che consente di mettere in sicurezza le banconote prima ancora della contabilizzazione dell’operazione. Si segnala infine che sono stati installati presso 4 Filiali i “Chioschi Interattivi” che forniscono, con accesso libero, informazioni generiche sui servizi forniti dalla Banca e informazioni specifiche ed accesso ai servizi per i clienti. La politica commerciale nel Mercato Corporate L’anno 2010 è stato caratterizzato dal trend di crescita degli impieghi complessivi del Mercato Corporate, i quali hanno registrato un incremento del 4,7%. Gli impieghi a medio-lungo termine erogati nel corso dell’anno, per un ammontare complessivo di 234 milioni, hanno contribuito in modo concreto al sostegno e allo sviluppo delle imprese locali e dell’economia del Mezzogiorno. In particolare, discreto impulso al comparto medio termine è derivato dall’utilizzo della garanzia del Fondo Centrale L.662/96, che è stata oggetto fin dall’inizio dell’anno di una iniziativa commerciale dedicata. Nel corso dell’anno si è ulteriormente consolidata la partnership con le Fabbriche Prodotto interne al Gruppo Ubi, in particolare UBI - Leasing e Centrobanca. Nello specifico, sono stati erogati leasing per 32 milioni e lending per 39 milioni. E’ inoltre proseguita l’attività di segnalazione e di intervento pro-attivo per la segnalazione di operazioni ad alto valore aggiunto (Corporate Advisory, M&A),sempre tramite Centrobanca. Il portafoglio clienti è cresciuto del 3% grazie all’attività condotta dai gestori dedicati allo sviluppo, che nel corso dell’anno hanno acquisito 81 relazioni accordando 42 milioni di fidi. L’attività di sviluppo si è concentrata sulle aziende con rischio di credito di fascia bassa, grazie ad una importante azione di preselezione condotta dalla Direzione Mercato in accordo con gli sviluppatori. In ultimo, tutta l’attività commerciale del Mercato è stata guidata dal perseguimento degli obiettivi di Rorac (Return On Risk Adjusted Capital) ed EVA (Economic Value Added), mediante la riqualificazione per ciascuna posizione dei volumi in relazione al rating delle controparti. La politica commerciale nel Mercato Private Nell’anno 2010 il Mercato Private ha raggiunto gli obiettivi economici previsti. A ciò ha contribuito in particolare il margine da servizi, che ha ampiamente compensato la contrazione del margine finanziario. Tra le attività svolte si segnalano: la ulteriore razionalizzazione dei portafogli e la creazione di un data base di clienti potenziali collegati alle aziende appartenenti al Mercato Corporate. I Crediti a Clientela In un contesto di crisi accentuata, l’attività creditizia ha registrato un ulteriore incremento degli impieghi del 5,2%. Nello specifico, si registrano incrementi nel comparto dei finanziamenti ipotecari (+ 5,05% Retail; + 9,79% Corporate); i finanziamenti assistiti da garanzie fidejussorie crescono dell’1,76% (-1,83% Retail + 5,65% Corporate). Di particolare rilevanza è da considerare l’attività svolta nell’anno 2010 per il rafforzamento delle garanzie, utilizzando i seguenti strumenti:
Fondo Centrale di Garanzia - legge 662/96: nel 2010 sono state deliberati 487 finanziamenti per 157 milioni ed altri 931 finanziamenti di microcredito per 37 milioni.
REGIONE CALABRIA - Bando 2010 ristrutturazione finanziaria delle PMI - Consolidamento passività: sono state positivamente valutate, deliberate e inviate a Fincalabra, Soggetto Gestore, 53 operazioni per complessivi 20 milioni.
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REGIONE PUGLIA – TITOLO II POR 2007 – 2013 – Incentivi alle micro e piccole imprese: sono state valutate 92 operazioni per 18 milioni di finanziamenti, di cui 77 positivamente deliberate.
Particolarmente significativo risulta l’incremento nel comparto dei finanziamenti medio-lungo termine; si tratta della quota più importante degli impieghi (oltre il 70% del totale), con un decalage dovuto agli ammortamenti molto accentuato (368 milioni nell’anno 2010), e quindi la performance positiva rappresenta un importante risultato con un dato di produzione pari a circa 757 milioni. Il trend negativo che ha caratterizzato l’evoluzione dei crediti a default negli ultimi anni è stato confermato anche nell’esercizio 2010. L’incremento fatto registrare dal comparto dei crediti problematici è dovuto principalmente a due fattori: uno esterno, connesso al perdurare della crisi economica, che ha dispiegato progressivamente i suoi effetti su un tessuto socio-economico strutturalmente debole, con piccole e medie imprese inadeguate per struttura patrimoniale ad affrontare congiunture sfavorevoli; ed uno interno alla Banca, relativo alla classificazione tra i crediti problematici dei crediti con garanzia ipotecaria a decorrere dal 90° giorno successivo al sorgere dell’anomalia. Tale ultimo fattore ha determinato nel solo mese di ottobre la classificazione automatica ad incaglio di controparti con utilizzi per 26 milioni circa. Tuttavia, una serie di iniziative avviate nel secondo semestre del 2010, volte a responsabilizzare la Rete sulla gestione degli incagli con decorrenza più remota nello stato, ed un più attento presidio delle posizioni anomale, hanno consentito di contenere gli effetti dei maggiori flussi in entrata arginando le uscite verso sofferenza. Per effetto degli accorgimenti adottati, l’incremento dello stock delle sofferenze a fine 2010 rispetto al 2009 risulta essere stato del 31% circa. Le partecipazioni Il portafoglio partecipativo di Banca Carime al 31 dicembre 2010 registra un valore di circa 3,8 milioni, ed è costituito da 33 società (di cui 6 in liquidazione). Il valore è così suddiviso:
euro 2.252.269,99 di titoli di capitale disponibili per la vendita euro 1.565.346,00 di partecipazioni in società del Gruppo
a cui si aggiungono euro 78.158,36 di titoli di proprietà nel Fondo Principia II gestito da Quantica Sgr. Nel corso dell’anno sono state eliminate dal portafoglio n. 3 società:
Revisud Spa in liquidazione e Patto della Piana S.p.A. in liquidazione, cancellate dal Registro delle Imprese nel settembre 2010 ai sensi dell’art. 2490 c.c.;
Patto Verde Soc. Consortile Mista a r.l. in quanto la Banca non risulta più socia, non avendo partecipato all’aumento di capitale sociale proposto dopo l’azzeramento dello stesso per perdite.
Con riferimento ai settori di attività è possibile distinguere tra: Finanziarie, Finanziarie di sviluppo locale, Consorzi di sviluppo industriale, Agenzie di promozione imprenditoriale ed Altre. La presenza nelle società bancarie è limitata alla partecipazione al capitale della Banca d’Italia e di Isveimer (in liquidazione). Banca Carime partecipa al capitale della società UBI Sistemi e Servizi, impresa facente parte del Gruppo, tramite il possesso di 2.000.000 di azioni pari al 2,96%.
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Le partecipazioni nelle quali la Banca ha una maggiore presenza percentuale sono:
Denominazione Mission %
PRO.ME.M. Sud Est S.p.A. Promozione mercati mobiliari e servizi per le PMI 16,05
Protekos S.p.A. Gestione patto territoriale del Cosentino 15,00
Sacal S.p.A. Gestione aeroporto internazionale Lamezia Terme 10,46
Magnagrecia Servizi S.r.l. Servizi reali e assistenza ad imprese, intermediari finanziari creditizi e non, nonché ad altri enti pubblici e privati 10,00
Crotone Sviluppo S.c.p.a. Promozione attività dirette allo sviluppo produttivo ed occupazionale dell’area di Crotone 7,94
Nel corso del 2010, per le società sotto riportate sono state apportate svalutazioni di fair value per euro 9.019,53 e riprese di valore per euro 265.735,82:
Società Partecipata Svalutazione Ripresa di valore
Magna Sila Progetto‘92 Spa 1.020,23
Moda Mediterranea Spa 3.820,61
Patto Territoriale Polis Sud Est Barese Scrl 2.945,00
Promem Sud Est Spa 1.233,69
Sacal Spa 228.289,50
Sia Ssb Spa 37.446,32
Totale 9.019,53 265.735,82
Acquisizioni Nel gennaio 2010 sono state definite le procedure per la costituzione dei Gruppi di Azione Locale Ponte Lama e Sud Est Barese cui la Banca aveva aderito nel 2008. La partecipazione ha comportato il versamento della quota di euro 1.000,00 per ciascun GAL. Cessioni In data 11 marzo 2010, aderendo al progetto della partecipata Patto dell’Agro Spa di trasformazione del capitale in forma totalmente pubblica, è stato sottoscritto un impegno a cedere la nostra partecipazione azionaria, rappresentata da n. 50 azioni del valore nominale complessivo di euro 13.125,00 ciascuna, ad un prezzo pari al valore nominale. L’operazione non è stata ancora perfezionata. Dismissioni A dicembre 2010 il Comitato Esecutivo ha deliberato il recesso per giusta causa dalla compagine sociale di Sviluppo Costa d’Amalfi S.p.A., in considerazione del progetto di trasformazione in società a responsabilità limitata a partecipazione esclusivamente pubblica. La nostra partecipazione è pari a n. 100 azioni del valore nominale complessivo di euro 1.973,00. Dividendi Nel corso del 2010 sono stati incassati dividendi per complessivi 107.049,88 società (Banca d’Italia, Centro Factoring e Stmicroel Italia). L’analisi dell’evoluzione nel comparto conferma la tendenza, da parte dei soci pubblici delle compagini che hanno come mission lo sviluppo locale, all’acquisizione delle quote detenute dai soci privati. Ciò al fine di assicurare alle società interessate finanziamenti statali o regionali previsti dai programmi di sviluppo territoriale e destinati a soggetti gestori a totale partecipazione pubblica. Si conferma quindi per Carime la possibilità di recedere da un certo numero di compagini sociali che al momento hanno esaurito la mission per la quale erano state costituite, e che sono in fase di ristrutturazione organizzativa e finanziaria.
da treda treeuro
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L’assetto distributivo e la rete commerciale L’assetto distributivo di Banca Carime prevede tre Mercati:
Retail, costituito da 294 Filiali, al lordo dei 72 Minisportelli, raggruppate in 10 Aree Territoriali (4 in Calabria, 4 in Puglia, 1 in Basilicata e 1 in Campania);
Corporate, formato da 5 Corporate Banking Unit (CBU) e 3 Corner Corporate; Private, composto da 3 Private Banking Unit (PBU) e 11 Corner Private.
Al 31 dicembre 2010 gli sportelli di Banca Carime risultano pari a 294, comprensivi dei 72 Minisportelli.
Filiali per Regione 31.12.2010 31.12.2009 var. annua Calabria 115 115 0 Basilicata 36 36 0 Puglia 114 115 (1) Campania 29 29 0 Totale 294 295 (1)
Nel corso del 2010 è proseguita l’attività di collaborazione tra le Filiali Carime e la Rete dei Promotori Finanziari di Banca Private Investment: al 31 dicembre 2010 nei territori presidiati da Banca Carime operavano 39 Promotori. Le risorse umane L’anno 2010 si è chiuso con un organico a libro matricola pari a 2.363 unità. Rispetto alla fine dell’anno 2009 sì è registrata una diminuzione di organico di 31 unità, dovuta a due fattori: da un lato la cessazione dal servizio di 166 risorse (di cui 57 per adesione al Fondo Solidarietà, 76 per cessazioni incentivate e 33 per altri motivi), dall’altro l’assunzione di 135 risorse (di cui 1 reintegro, 31 con contratto a tempo indeterminato e 103 con contratto a tempo determinato). Le variazioni intervenute nell’inquadramento del personale sono evidenziate di seguito:
31.12.2010 31.12.2009 Var. 2010/2009 Num. Comp. % Num. Comp. % Ass. %
Dirigenti 18 0,76% 18 0,75% 0 0,00% Quadri direttivi 796 33,69% 857 35,80% (61) -7,12% 3^ Area Professionale 1.522 64,41% 1.475 61,61% 47 3,19% 1^ e 2^ Area Professionale 27 1,14% 44 1,84% (17) 38,64%
Totale dipendenti 2.363 100% 2.394 100% (31) -1,29%
Personale distaccato c/o altre società (175) (204) 29 -14,22%
Personale distaccato da altre società 33 20 13 65,00%
Interinali 3 43 -40 - 93,02%
Totale risorse 2.224 2.253 (29) -1,29%
Al 31 dicembre 2010 il personale a libro paga di Banca Carime, al netto dei distacchi out, risulta composto da 2.188 risorse. Il Personale delle Strutture Centrali rappresenta il 9,6% ed il Personale di Rete il 90,4% del totale dipendenti Banca Rete. Gestione delle risorse In uno scenario sempre più competitivo e complesso, caratterizzato da un’instabilità continua, è stato fondamentale lavorare sulla creazione di un contesto aziendale adeguato a fronteggiare perennemente le incertezze, dove le persone con il loro comportamento diventano il fattore più determinante per i risultati aziendali. Le principali attività svolte nel corso dell’anno 2010 sono state le seguenti:
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Presidio quali/quantitativo delle strutture di rilevanza commerciale: il progetto “acquisition clienti” pianificato dalla Direzione Commerciale è stato tra gli obiettivi primari del 2010 ed è stato finalizzato ad un decisivo incremento della base clienti mediante una serie di iniziative/attività che hanno e stanno coinvolgendo i colleghi di Filiale. L’impegno della Direzione Risorse Umane su questo tema è stato quello di selezionare le risorse commerciali da coinvolgere (per competenze, capacità e motivazione) su questo progetto.
Progetto di valorizzazione e rilancio del ruolo di Responsabile di Filiale: il progetto, avviato dalla Capogruppo, ha previsto una serie di interventi (gestionali, organizzativi e formativi) mirati al rafforzamento e valorizzazione del ruolo del Responsabile di Filiale quale figura cruciale della filiera commerciale.
Riqualificazione Unità Operative di Rete - Piano Sportelli: avvio e attuazione delle attività gestionali di efficientamento derivante dal piano sportelli. La razionalizzazione ha riguardato la chiusura di 2 Filiali e la trasformazione di 65 Filiali in Minisportelli. L’obiettivo principale è stato quello di valorizzare le risorse nell’attività di conversione/ricollocazione.
Manovra esodo accordo quadro del 20.05.2010: la manovra ha interessato 112 dipendenti con un notevole impatto gestionale sia per la numerosità delle risorse coinvolte che per i tempi di attuazione della manovra stessa. La Direzione Risorse Umane è stata coinvolta inizialmente in un’attività di ascolto/consulenza verso i colleghi interessati e oggetto della manovra, e successivamente nell’attività gestionale relativa a colmare i gap creati dalle uscite.
Accordo del 13.12.2010 - Nuovo Modello Distributivo: l’accordo ha comportato una riorganizzazione del Mercato Retail con la costituzione di 73 Filiali Capofila, 95 Filiali Aggregate e 53 Filiali Ordinarie. La realizzazione del Nuovo Modello Distributivo ha comportato numerosi trasferimenti/assegnazioni in una logica di sviluppo (di cui 50 Responsabili di Filiale).
Contenimento costi: la diminuzione della spesa del personale è da rapportarsi alla dinamica delle retribuzioni del personale dipendente, ovvero alla progressiva riduzione dell’organico medio e alla trasformazione dei contratti flessibili da interinali a tempo determinato, oltre ad una capillare attività di sensibilizzazione su tutti i Responsabili al fine di monitorare la fruizione e la pianificazione delle ferie e il contenimento delle ore di straordinario. Si è predisposto un processo strutturato di monitoraggio delle voci variabili dei costi del personale: la formazione è stata organizzata ed erogata in aule decentrate per contenere le spese di trasferta e ridurre il disagio, ed è stata posta maggiore attenzione ai trasferimenti per evitare il più possibile allontanamenti dalle residenze (evitare il disagio personale e contenere i costi della mobilità).
Gestione della relazione con i dipendenti: è stato predisposto un piano di visite in Filiale con l’obiettivo di conoscere direttamente la struttura e la logistica, rilevare la qualità degli ambienti, incontrare tutti i dipendenti per rilevare impressioni, necessità e problemi particolari. Inoltre, sono state accolte tutte le richieste di part-time e tutte le richieste di TFR in deroga alla normativa vigente, nonchè numerose richieste di trasferimento in avvicinamento.
Progetto di efficientamento delle risorse: è stato avviato un progetto volto al miglioramento dell’efficienza produttiva di risorse il cui contributo professionale è stato ritenuto non in linea con le aspettative aziendali, e di risorse “in più” rispetto ai dimensionamenti.
La formazione delle risorse e la comunicazione interna Nell’anno 2010 sono state erogate circa 12.190 giornate uomo di formazione, con 19.350 partecipazioni. Le attività formative hanno riguardato prevalentemente:
l’aggiornamento professionale Isvap e il percorso di abilitazione per neo gestori (4.400 giornate uomo);
la normativa (2.600 giornate uomo), con particolare riferimento ai temi della Trasparenza e di PattiChiari;
lo sviluppo delle competenze e il rafforzamento della capacità di governo del processo del credito (1.420 giornate uomo);
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l’Area Finanza, con particolare riferimento al nuovo modello di Pianificazione Consulenza Finanziaria - PCF (1.680 giornate uomo).
Nel corso dell’anno sono stati inoltre organizzati 10 eventi di comunicazione interna che hanno visto la partecipazione del Management della Banca e di altri dipendenti che non rivestono ruoli manageriali, con l’obiettivo di favorire la comprensione e la condivisione delle strategie aziendali. Le relazioni sindacali Le attività di relazioni sindacali hanno preso avvio il 18 gennaio a Bergamo con la procedura contrattualmente prevista avente ad oggetto l’ottimizzazione della rete territoriale del Gruppo attraverso le operazioni di trasferimento di rami d’Azienda tra Banca Popolare di Bergamo, Banco di Brescia, Banca Regionale Europea, Banca Popolare Commercio e Industria e Banco di San Giorgio, nonché attraverso la trasformazione in Minisportelli di Filiali e l’adeguamento ai nuovi assetti territoriali delle Banche. La procedura si è conclusa con la sottoscrizione, in data 23 gennaio, di apposito Protocollo di Intesa Sindacale che ha consentito di regolamentare, sotto l’aspetto economico-normativo, le modalità di trasferimento dei rapporti di lavoro delle circa 2.000 risorse interessate dall’intervento. In seguito, in considerazione della necessità, per tutte le Banche del Gruppo, di adottare un unico sistema di controllo degli accessi mediante badge, negli Uffici di Direzione, al fine di meglio ottemperare alle normative in materia di sicurezza, prevenzione e protezione sul lavoro, anche in Carime sono state convocate le OO.SS. Aziendali in due distinti incontri. Il primo si è tenuto il 2 febbraio a Cosenza; l’altro, si è tenuto a Bari il successivo 3 febbraio. Nel corso degli incontri, il Responsabile del Settore Sicurezza Fisica ha illustrato ai Rappresentanti Sindacali intervenuti le caratteristiche tecniche e le finalità del progetto. Sempre sull’argomento, il 23 marzo si è tenuto a Bari un ulteriore incontro con le OO.SS.
ziendali finalizzato alla sottoscrizione di un Accordo per la regolamentazione della materia. Le OO.SS. hanno ritenuto di non sottoscrivere alcun accordo dichiarandosi disponibili – tuttavia - a riprendere la trattativa. Il 20 maggio, a Bergamo tra le Aziende del gruppo e la Delegazione sindacale di Gruppo UBI, rappresentate dalle Segreterie Nazionali, dalle Segreterie degli Organi di Coordinamento e dalle Rappresentanze Sindacali Aziendali, è stato sottoscritto un accordo quadro nell’ambito del quale sono state previste risoluzioni di rapporti di lavoro, a causa della riduzione di organici, mediante l’attivazione di un Piano di esodo per complessive 500 Risorse del Gruppo. Per Banca Carime il piano ha previsto n. 112 Risorse. Onde conseguire la predetta riduzione degli organici, al fine di attenuare quanto più possibile le relative ricadute sociali, è stato concordemente stabilito di ricorrere ai criteri previsti all’art. 8, del D.M. 28 aprile 2000, n. 158 – prorogato con D.M. n. 226 del 2006, utilizzando la volontarietà quale prioritario criterio di individuazione dei lavoratori in esubero:
• nell’ambito delle Risorse in possesso dei requisiti di legge per avere diritto alla pensione di anzianità e vecchiaia:
• o che successivamente alla data del 30.06.2010 ed entro il 30.06.2011 siano in possesso dei requisiti di legge previsti per avere diritto alla pensione di anzianità, oppure alla data del 30.09.2010 ed entro il 30.09.2011 maturino il diritto a pensione di anzianità con 40 anni di contribuzione o di vecchiaia.
Il predetto accordo ha statuito che ai dipendenti interessati saranno riconosciuti specifici trattamenti economici e accessori e che tutte le risoluzioni consensuali saranno in ogni caso ratificate mediante procedure di conciliazione. Successivamente, con verbale di incontro del 23 giugno, UBI BANCA e le OO.SS. hanno convenuto la stabilizzazione di complessive 550 posizioni di lavoro attualmente non a tempo indeterminato - di cui 64 in Carime - non oltre il mese di ottobre 2010.
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In materia di formazione del personale in data 15 luglio è stato sottoscritto un accordo tra Carime e le OO.SS. sul piano formativo: “Sviluppo delle competenze e valorizzazione del ruolo per la crescita professionale e aziendale” al fine di potenziare la preparazione dei dipendenti nell’attuale contesto economico congiunturale, peraltro ottenendo da parte del Fondo Banche e Assicurazioni il relativo finanziamento. In data 21 ottobre è stata illustrata al Consiglio di Amministrazione l’“Evoluzione del Modello distributivo di Banca Carime - Progetto Filiale Capofila” e in data 22 ottobre l’Azienda ha fornito alle Organizzazioni Sindacali l’informativa prevista dall’art. 15 del vigente CCNL ABI in materia di ristrutturazioni e/o riorganizzazioni aziendali, con conseguente avvio della procedura sindacale finalizzata all’evoluzione dell’attuale Modello Distributivo a partire dal 1° gennaio 2011. Dopo la predetta informativa, su richiesta delle OO.SS., si è dato corso ai confronti previsti dalla procedura ed i relativi incontri fra la Delegazione dell’Azienda e quelle delle OO.SS. si sono succeduti a far data dal 9 novembre sino all’Accordo sottoscritto in Bari il 13 dicembre sulle misure economiche, giuridiche e sociali previste nei confronti del personale.
36
Il sistema di controllo interno Modello di governance amministrativo finanziario adottato ai sensi della Legge 262/05
La legge 262 del 28 dicembre 2005 (e successive modifiche) “Disposizioni per la tutela del risparmio e la disciplina dei mercati finanziari” con l’inserimento nel TUF dell’art. 154 bis ha introdotto nell’organizzazione aziendale delle Società quotate in Italia, la figura del Dirigente Preposto a cui è affidata la responsabilità di predisporre la redazione della documentazione contabile dell’impresa. La citata riforma si propone, fra gli altri obiettivi, quello di potenziare il sistema dei controlli interni in relazione alla comunicazione finanziaria prodotta dagli emittenti quotati. Il Gruppo UBI Banca è tenuto all’applicazione del nuovo disposto normativo e a tal fine si è dotato di un impianto organizzativo e metodologico (modello di governance amministrativo finanziaria) che, inserito in un contesto di compliance integrata, consente di regolare in via continuativa le attività inerenti alla verifica del livello di adeguatezza ed effettiva applicazione dei presidi relativi al rischio di informativa finanziaria e, conseguentemente, effettuare una corretta valutazione del sistema di controllo interno di riferimento. Il modello adottato ha previsto tra l’altro l’individuazione del perimetro di applicazione costituito dalle società del Gruppo UBI Banca, dai conti e dai processi ritenuti significativi ai fini della produzione dell’informativa finanziaria. Sulla base della relativa rilevanza, la Banca è stata inclusa nel perimetro progettuale. Le attività di verifica svolte sull’adeguatezza ed effettiva applicazione delle procedure amministrative e contabili per la formazione del bilancio dell’esercizio 2010, hanno confermato il giudizio positivo di sintesi sulla bontà ed efficacia del sistema di controllo interno amministrativo contabile della Banca. Tale conclusione è stata inoltre supportata da specifiche attestazioni interne, prodotte dagli organi delegati delle singole Società/outsourcer del Gruppo UBI Banca come previsto dal “Sistema di attestazioni a cascata” contemplato nel modello di governance amministrativo finanziario definito. Sulla base del lavoro svolto la Direzione Generale della Banca dovrà rilasciare apposita attestazione, su delega del Consiglio di Amministrazione, alla Capogruppo che contiene:
asserzione sulla veridicità, completezza e rispondenza delle scritture contabili dei dati patrimoniali, economici e finanziari e delle informazioni aggiuntive del bilancio individuale fornite per l’elaborazione del bilancio consolidato e della relazione sulla gestione;
valutazione dell’adeguatezza e dell’effettiva applicazione nel periodo delle procedure amministrative e contabili.
Ambiente di lavoro Per quanto riguarda le tematiche disciplinate dal D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81 (Tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro) si rinvia al capitolo “Principali rischi e incertezze cui è esposta la Banca”, mentre gli aspetti di responsabilità ambientale sono trattati nell’ambito dell’informativa sulla responsabilità sociale e ambientale contenuta nel capitolo “Altre informazioni”.
37
Prospetti di bilancio riclassificati Al fine di agevolare l’analisi dell’evoluzione economica della Banca ed in ottemperanza alla Comunicazione Consob n. DEM/6064293 del 28 luglio 2006, fra i prospetti riclassificati è stato inserito un apposito prospetto per evidenziare l’impatto economico dei principali eventi ed operazioni non ricorrenti - essendo i relativi effetti patrimoniali e finanziari non significativi - che così si riassumono:
anno 2010: incentivi all’esodo (Accordo Sindacale del 20 maggio 2010).
anno 2009: oneri di integrazione conseguenti all’operazione di aggregazione; Riallineamenti civilistico/fiscali riguardanti il triennio 2005/2007.
Nei prospetti che seguono sono rappresentati gli schemi riclassificati di Stato Patrimoniale e di Conto Economico.
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Stato patrimoniale riclassificato
(in migliaia di euro)
31/12/2010 31/12/2009Variazione
annuaVariazione %
annua
10. Cassa e disponibilità liquide 67.083 72.721 (5.638) (7,8)
20. Attività finanziarie detenute per la negoziazione 2.698 2.214 484 21,9
40. Attività finanziarie disponibili per la vendita 27.793 28.110 (317) (1,1)
60. Crediti verso banche 3.846.367 4.368.840 (522.473) (12,0)
70. Crediti verso clientela 4.765.224 4.530.670 234.554 5,2
80. Derivati di copertura 19.645 38.989 (19.344) (49,6)
90. Adeguamento di valore delle attività finanziarie oggetto di copertura generica 25.145 5.801 19.344 n.s.
100. Partecipazioni 1.565 1.565 - -
110. Attività materiali 164.908 171.010 (6.102) (3,6)
120. Attività immateriali 662.931 662.931 - -
di cui: avviamento 662.931 662.931 - -
130. Attività fiscali 61.463 59.587 1.876 3,1
150. Altre attività 139.475 151.652 (12.177) (8,0)
Totale dell'attivo 9.784.297 10.094.090 (309.793) (3,1)
VOCI DELL'ATTIVO
31/12/2010 31/12/2009Variazione
annuaVariazione %
annua
10. Debiti verso banche 175.444 50.585 124.859 n.s.
20. Debiti verso clientela 5.151.629 4.961.715 189.914 3,8
30. Titoli in circolazione 2.411.036 2.930.369 (519.333) (17,7)
40.+ 50. Passività finanziarie di negoziazione e valutate al fair value 2.729 2.240 489 21,8
60. Derivati di copertura 27.114 26.542 572 2,2
80. Passività fiscali 55.965 48.604 7.361 15,1
100. Altre passività 229.378 306.132 (76.754) (25,1)
110. Trattamento di fine rapporto del personale 60.725 66.992 (6.267) (9,4)
120. Fondi per rischi e oneri: 80.945 82.349 (1.404) (1,7) a) quiescenza e obblighi simili 43.647 46.204 (2.557) (5,5)
b) altri fondi 37.298 36.145 1.153 3,2
130. Riserve da valutazione (1.334) 473 (1.807) n.s.
160.+170.+180 Capitale, sovrapprezzi di emissione e riserve 1.553.014 1.548.101 4.913 0,3
200. Utili d'esercizio 37.652 69.988 (32.336) (46,2)
Totale del passivo e del patrimonio netto 9.784.297 10.094.090 (309.793) (3,1)
VOCI DEL PASSIVO E DEL PATRIMONIO NETTO
39
Conto economico riclassificato (in migliaia di euro)
31/12/2010 31/12/2009Variazione
annuaVariazione %
annua
10.- 20. Margine di interesse 237.036 275.725 (38.689) (14,0)
70. Dividendi e proventi simili 107 115 (8) (7,0)
40. - 50. Commissioni nette 109.737 118.201 (8.464) (7,2)
80.+ 90.+100.+110. Risultato netto dell'attivita'di negoziazione e di copertura 2.018 (609) 2.627 n.s.
190. Altri oneri/proventi di gestione 4.618 5.835 (1.217) (20,9)
Proventi operativi 353.516 399.267 (45.751) (11,5)
150a. Spese per il personale (153.219) (154.654) 1.435 (0,9)
150b. Altre spese amministrative (94.309) (95.118) 809 (0,9)
170. + 180. Rettifiche di valore nette su attivita' materiali e immateriali (14.582) (13.703) (879) 6,4
Oneri operativi (262.110) (263.475) 1.365 (0,5)
Risultato della gestione operativa 91.406 135.792 (44.386) (32,7)
130a. Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento di crediti (22.875) (20.128) (2.747) 13,6
130b. + c.+d. Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento di altre attivita'/passivita' (433) 123 (556) n.s.
160. Accantonamenti netti ai fondi per rischi ed oneri 861 (6.076) 6.937 n.s.
210. + 240. Utile/perdite della cessione di investimenti e partecipazioni (2) 21 (23) n.s.
Utile/perdita della operativita' corrente al lordo imposte 68.957 109.732 (40.775) (37,2)
260. Imposte sul reddito d'esercizio dell'operativita' corrente (31.305) (36.950) 5.645 (15,3)
Oneri di integrazione - (2.793) 2.793 -
di cui: spese per il personale - (3.542) 3.542 -
rettifiche di valore nette su attività materiali e immateriali - (330) 330 -
imposte - 1.079 (1.079) -
290. Utile d'esercizio 37.652 69.988 (32.336) (46,2)
VOCI DEL CONTO ECONOMICO
Metodologia di costruzione del conto economico riclassificato Principali regole di classificazione:
le commissioni di massimo scoperto iscritte alla voce 10 - 20 “Margine di interesse” (euro 266 mila al 31/12/2010 e 6.360 mila al 31/12/2009) sono riclassificate nella voce 40 - 50 “Commissioni nette”;
i recuperi di imposta iscritti alla voce 190 “Altri oneri/proventi di gestione” (euro 17.607 mila al 31/12/2010 e 18.079 mila al 31/12/2009) sono riclassificati a riduzione delle imposte indirette incluse tra le altre spese amministrative;
la voce rettifiche di valore nette su attività materiali e immateriali include le voci 170 e 180 dello schema contabile e le quote di ammortamento dei costi sostenuti per migliorie su beni di terzi (euro 692 mila al 31/12/2010 e 731 mila al 31/12/2009) classificate alla voce 190 dello schema obbligatorio.
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Informazioni sullo stato patrimoniale riclassificato Crediti e debiti verso banche
Al 31 dicembre 2010, il saldo positivo dell’interbancario, al netto delle operazioni in pronti contro termine effettuate con la Capogruppo a fronte di raccolta in pronti contro termine da clientela, si è attestato a 3.597,7 milioni di euro in calo del 15,2% rispetto al 31 dicembre 2009. La variazione e’ da attribuirsi principalmente all’evoluzione dei volumi intermediati con la clientela. (in migliaia di euro)
Assolute %
Crediti verso banche 3.846.367 4.368.840 (522.473) (12,0)
Debiti verso banche 175.444 50.585 124.859 n.s.
POSIZIONE INTERBANCARIA NETTA 3.670.923 4.318.255 (647.331) (15,0)
(-) Pronti contro termine attivi (73.224) (75.817) 2.593 (3,4)
POSIZIONE INTERBANCARIA NETTA 3.597.699 4.242.438 (644.738) (15,2)
Var. dicembre '10/dicembre '0931/12/2010 31/12/2009
Crediti verso la clientela
A dicembre 2010, gli impieghi verso clientela hanno raggiunto quota 4.765,2 milioni di euro, in aumento di 234,6 milioni (+5,2%) rispetto al 31 dicembre 2009. Considerando i soli crediti in bonis, le forme tecniche a medio e lungo termine mostrano un incremento di circa 261 milioni (+8,9%) rispetto ai valori di fine 2009 e rappresentano il 30% circa degli impieghi. Situazione dei crediti per cassa al 31 Dicembre 2010 (in migliaia di euro)
Tipologie esposizioni/valoriEsposizione
lordaRettifiche di valore
complessiveEsposizione
netta
a) Sofferenze 110.014 51.111 58.903
b) Incagli 124.086 16.066 108.020
c) Esposizioni ristrutturate 2.408 251 2.157
d) Esposizioni scadute 16.663 1.152 15.511
Totale crediti deteriorati 253.171 68.580 184.591
e) Crediti in Bonis 4.607.335 26.702 4.580.633
TOTALE 4.860.506 95.282 4.765.224
Situazione dei crediti per cassa al 31 Dicembre 2009 (in migliaia di euro)
Tipologie esposizioni/valoriEsposizione
lordaRettifiche di valore
complessiveEsposizione
netta
a) Sofferenze 83.674 40.620 43.054
b) Incagli 85.681 13.752 71.929
c) Esposizioni ristrutturate - - -
d) Esposizioni scadute 43.458 1.281 42.177
Totale crediti deteriorati 212.813 55.653 157.160
e) Crediti in Bonis 4.394.965 21.455 4.373.510
TOTALE 4.607.778 77.108 4.530.670
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Al 31 dicembre 2010, i crediti deteriorati netti della Banca ammontano a circa 184,6 milioni di euro, il 17,5% in più rispetto al valore del 31 dicembre 2009. In particolare:
le sofferenze nette, pari a 58,9 milioni di euro, sono aumentate del 36,8% rispetto al valore dell’anno precedente; il loro rapporto rispetto agli impieghi complessivi è pari all’ l,2%;
i crediti incagliati sono aumentati da 71,9 a 108 milioni di euro; i crediti ristrutturati, non presenti al 31 dicembre 2009, ammontano a 2,2 milioni di
euro per l’ingresso di una posizione rilevante; le esposizioni scadute mostrano una riduzione del 63,2%, passando da 42,2 a 15,5
milioni di euro. Esse comprendono anche gli sconfini tra i 90 e 180 giorni, relativi ad esposizioni garantite da immobili riclassificate fra le deteriorate come previsto dalla normativa di vigilanza per le Banche che effettuano le segnalazioni prudenziali secondo il metodo standard, che sono passate da 33,8 milioni di euro di fine 2009 a 12,1 milioni di euro.
Il livello di copertura delle sofferenze è passato dal 48,6% di fine 2009 al 46,5%, mentre quello degli incagli è pari al 13% rispetto al 16% del 31 dicembre 2009. La dotazione di riserva generica della Banca, pari a 26,7 milioni di euro, evidenzia un livello di copertura dei crediti in bonis pari allo 0,58%, rispetto allo 0,49% di fine 2009. Attività finanziarie .
Al 31 dicembre 2010, le attività finanziarie presentano le seguenti dinamiche:
le “attività finanziarie di negoziazione”, pari a 2,7 milioni di euro, rispetto ai 2,2 milioni del 31 dicembre 2009 si riferiscono esclusivamente al valore positivo dei contratti derivati posti in essere con finalità di negoziazione;
le “attività finanziarie disponibili per la vendita”, pari a 27,8 milioni di euro, evidenziano una riduzione dell’ 1,1% rispetto al dicembre 2009 e sono costituite principalmente da titoli di debito;
i “derivati di copertura” si attestano a 19,6 milioni di euro contro i 39 di fine anno 2009, riduzione da attribuirsi al fair value delle coperture dei prestiti obbligazionari.
l’ “adeguamento di valore delle attività finanziarie oggetto di copertura generica” si attesta a un valore positivo di 25,1 milioni di euro contro i 5,8 milioni di euro di fine anno precedente e rappresenta l’adeguamento di fair value sui crediti verso la clientela oggetto di “macrohedging”. L’incremento della voce e’ da valutare unitamente al risultato evidenziato nella voce 60 del passivo “Derivati di copertura” che comprende per circa 27 milioni di euro la valutazione dei derivati a copertura dei mutui. La crescita e’ da attribuirsi alla significativa riduzione dei tassi a medio e lungo termine che ha determinato un sensibile apprezzamento del fair value dei mutui a tasso fisso. Complessivamente la voce “Derivati di copertura” del passivo evidenzia una crescita contenuta in quanto all’andamento evidenziato si contrappone una riduzione di circa 18 milioni di euro relativa al fair value di un derivato a copertura del prestito subordinato nei confronti della Capogruppo estinto in corso d’anno.
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Raccolta da clientela
I mezzi amministrati della clientela si sono attestati a fine dicembre 2010 a circa 13.316 milioni di euro, in flessione del 2,1% rispetto alla consistenza del dicembre 2009.
Massa amministrata (in migliaia di euro)
Assolute %
Raccolta diretta da clientela 7.562.665 7.892.084 (329.419) (4,2)
Raccolta indiretta da clientela 5.753.027 5.705.915 47.112 0,8
di cui: Risparmio gestito 3.688.063 3.947.604 (259.541) (6,6)
TOTALE MEZZI AMMINISTRATI CLIENTELA 13.315.692 13.597.999 (282.307) (2,1)
Var. dicembre '10/dicembre '0931/12/2010 31/12/2009
Raccolta diretta
Al 31 dicembre 2010 la consistenza della raccolta diretta è risultata pari a 7.562,7 milioni di euro, con un decremento del 4,2% rispetto al valore registrato a fine 2009. I debiti verso la clientela, pari a 5.151,6 milioni di euro, presentano un incremento di 189,9 milioni di euro, pari al 3,8%, rispetto al dicembre 2009. A tale andamento ha contribuito l’incremento della categoria conti correnti, che mostra un aumento di 153,8 milioni di euro (+3,22%). I titoli in circolazione, pari a 2.411 milioni di euro, registrano una riduzione di circa 519 milioni rispetto alla consistenza del 31 dicembre 2009 (- 17,7%), somme della clientela riposizionate su prodotti “indiretti”. Raccolta indiretta (in migliaia di euro)
Assolute %
- In amministrazione 2.064.964 35,9 1.758.311 30,8 306.653 17,4
- Risparmio gestito 3.688.063 64,1 3.947.604 69,2 (259.541) (6,6)
Gestioni di Patrimoni Mobiliari 152.930 2,7 145.550 2,6 7.380 5,1
Fondi Comuni di investimento e Sicav 2.257.325 39,2 2.514.727 44,1 (257.402) (10,2)
Prodotti assicurativi 1.277.808 22,2 1.287.327 22,6 (9.519) (0,7)
CLIENTELA ORDINARIA 5.753.027 100,0 5.705.915 100,0 47.112 0,8
31/12/2010 A
Incidenza %
Variazione A/BIncidenza
%31/12/2009
B
Al 31 dicembre 2010 la raccolta indiretta, ai valori di mercato, è risultata pari a 5.753 milioni di euro, in aumento rispetto all’ammontare di fine 2009 (+0,8%). La raccolta amministrata evidenzia un incremento del 17,4% ed e’ influenzata positivamente dal collocamento di obbligazioni della Capogruppo e di terzi. In riduzione il risparmio gestito, in particolare nel comparto dei Fondi Comuni di investimento e Sicav (-10,2%) solo in parte compensato dal valore positivo delle gestioni patrimoniali. Anche il comparto assicurativo mostra un decremento dello 0,7%, nonostante un flusso di premi collocati pari a 272 milioni di euro. Patrimonio netto
Il patrimonio netto al 31 dicembre 2010, al netto dell’utile di periodo pari a 37,7 milioni di euro, evidenzia un saldo di 1.589,3 milioni di euro; le riserve da valutazione hanno determinato nel periodo un valore negativo di 1,8 milioni di euro. Per un maggior dettaglio informativo si rinvia all’apposito “Prospetto di variazione del patrimonio netto”.
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Informazioni sul conto economico riclassificato
Il margine di interesse si è attestato a 237 milioni di euro, con un decremento di circa 39 milioni di euro pari al 14% rispetto al corrispondente valore dell’anno precedente, da attribuirsi principalmente alla riduzione dei tassi e dei volumi intermediati. I dividendi ammontano a 107 mila euro sono costituiti essenzialmente dal dividendo incassato da Banca d’Italia (99 mila euro) e da Centro Factoring (8 mila euro). Le commissioni nette si sono attestate a 109,7 milioni di euro, in calo del 7,2% rispetto al valore del 31 dicembre 2009. La flessione ha riguardato in particolare le commissioni di intermediazione finanziamenti rivenienti da Banca 24-7 (passate da 15,1 milioni di euro a 7,8 milioni di euro) a causa di minori collocamenti di prestiti. In calo anche le commissioni sui conti correnti (comprensive delle commissioni per messa a disposizione fondi) che mostrano una riduzione di circa 5 milioni di euro (-10,2%). Si registra invece un andamento positivo per le commissioni del risparmio amministrato, sostenuto dall’attività di collocamento di obbligazioni della capogruppo (3,6 milioni di euro) e di obbligazioni di terzi (5,5 milioni di euro). Positivo è anche l’apporto delle commissioni di prodotti assicurativi, che passano da 10 milioni di euro a 11,5 milioni di euro (+ 15,14%). L’attività di negoziazione e di copertura evidenzia un risultato positivo di 2 milioni di euro circa, contro un valore negativo di 609 mila euro del 31 dicembre dell’anno precedente. La voce è così scomponibile (valori in migliaia di euro):
31/12/2010 31/12/2009 - risultato netto attività di negoziazione (*) 1.177 2.892 - risultato netto attività di copertura (**) 2.374 -1.880 -utile cessione/riacquisto attività fin. disp. Vendita (***) 176 - utile cessione/riacquisto passività finanziarie (****) -1.533 -1.797 2.018 -609 (*) Il risultato del 2010 sull’attività di negoziazione è legato agli utili derivanti dalla compravendita di titoli di Stato e dall’operatività in cambi. (**) Il risultato positivo sull’attività di copertura al 31 dicembre 2010 è da attribuirsi alle operazioni di hedge accounting sui mutui, finanziamenti e prestiti obbligazionari a tasso fisso; al 31 dicembre 2009 l’andamento dei tassi di mercato aveva determinato un impatto negativo di circa 3,6 milioni di euro relativo alla copertura di un deposito vincolato infragruppo; (***) L’utile del 2009 era rappresentato dalla plusvalenza da cessione parziale della SIA-SSB per 135 mila euro e 40 mila euro derivante dall’aggiustamento prezzo relativo alla cessione Centrale Bilanci, avvenuta nel dicembre 2008. (****) La perdita derivante dal riacquisto sul mercato secondario di prestiti obbligazionari emessi è imputabile all’andamento negativo della curva dei tassi. Gli altri oneri/proventi di gestione ammontano a 4,6 milioni di euro, in calo del 20,9% rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente. Tale andamento è determinato essenzialmente da minori recuperi di spesa da clientela ordinaria. A seguito di tali dinamiche, i proventi operativi si sono attestati a 353,5 milioni di euro, con un decremento di circa il 11,5% rispetto al 31 dicembre 2009. Sul versante dei costi, le spese per il personale ammontano a 153,2 milioni di euro in calo dello 0,9% rispetto al 31 dicembre 2009. Nel dettaglio, i principali incrementi sono relativi a evoluzione retribuzioni per 2,6 milioni; le principali riduzioni sono da attribuire a minori accantonamenti per premio aziendale per circa 7 milioni di euro ed a evoluzione organici per circa 4,5 milioni di euro. Fra le spese per il personale, inoltre, sono compresi 5,9 milioni di euro di oneri per incentivo all’esodo di cui all’Accordo Sindacale del 20 maggio 2010. Al netto di tale componente, evento non ricorrente, le spese registrerebbero un calo del 4,8%.
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Le altre spese amministrative, sono pari a 94,3 milioni di euro, in calo dello 0,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. I principali incrementi si rilevano nel comparto “premi assicurativi”, mentre significative riduzioni si registrano nel comparto “conduzione immobili” (spese per energia elettrica). Le rettifiche di valore su attività materiali ed immateriali sono pari a 14,6 milioni di euro in aumento del 6,4% rispetto all’anno precedente. Complessivamente gli oneri operativi, si attestano a 262,1 milioni di euro, con un decremento dello 0,5% rispetto al dicembre 2009. Il cost/income, calcolato rapportando i costi operativi ai proventi operativi, è passato dal 65,99% al 74,14%; al netto degli eventi non ricorrenti si attesterebbe al 72,47%. A seguito delle suddette dinamiche, il risultato della gestione operativa si è attestato a 91,4 milioni di euro, in diminuzione del 32,7% rispetto al 31 dicembre 2009. Le rettifiche nette di valore per deterioramento di crediti ammontano a 22,9 milioni di euro, in crescita del 13,6% rispetto al dicembre dell’anno precedente. Le rettifiche analitiche su crediti in default ammontano a 15,4 milioni di euro, di cui circa 10 milioni relative a posizioni a sofferenze, mentre le rettifiche collettive sui crediti in bonis sono pari a 7,5 milioni. L’impatto rilevato nell’ambito dei crediti performing è legato all’affinamento della metodologia di calcolo, così come già esposto nelle Note Illustrative – Altri Aspetti. Il costo del credito, su base annua, e’ pari allo 0,48%, contro lo 0,44% del dicembre 2009. Le rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento di altre attività/passività, evidenziano un risultato negativo pari a 433 mila euro e comprendono sia le rettifiche e riprese sui crediti di firma che sugli impegni. I crediti di firma ammontano a 116,2 milioni di euro con un livello di copertura dello 0,60%, mentre gli impegni ammontano a euro 355,1 milioni, con un livello di copertura minimo. Gli accantonamenti netti al fondo per rischi ed oneri presentano un risultato positivo di 861 mila euro, mentre al 31 dicembre 2009 tale componente mostrava un risultato negativo per 6,1 milioni di euro. Nel corso del 2010 sono stati rilevati accantonamenti per circa 5,1 milioni di euro e rilasci per 5,6 milioni di euro, conseguenti alla chiusura di alcuni contenziosi senza esborsi o con transazioni per importi inferiori a quanto a suo tempo accantonato. L’utile lordo dell’operatività corrente, è pari a circa 69 milioni di euro (-37,2%);al netto delle componenti non ricorrenti si attesta a 74,9 milioni di euro (-31,8%). Le imposte ammontano a 31,3 milioni di euro con un tax rate del 45,4%; al netto degli eventi non ricorrenti risulterebbe del 43,98%. Si evidenzia l’aumento dell’aliquota Irap, con effetto dal 1 gennaio 2010, che passa dal 4,35% al 4,82%. L’utile di periodo è risultato pari a 37,7 milioni di euro, contro i 70 milioni dell’anno precedente. Considerando le componenti non ricorrenti il risultato si sarebbe attestato a circa 41,9 milioni di euro rispetto ai 65,4 milioni di dicembre 2009. In relazione agli andamenti sopra descritti, la gestione economica della Banca esprime un ROE (Return on Equity) pari al 2,43%, in contrazione rispetto al 4,52% del 31 dicembre 2009; il ROE normalizzato è pari al 2,7%. Per effetto delle variazioni delle riserve da valutazione, la redditività complessiva si è attestata a 35,8 milioni di euro, contro i 70,1 milioni del 31 dicembre 2009.
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L’attività di ricerca e sviluppo Di seguito si riepilogano le principali linee progettuali sviluppate nel corso del 2010 dalla Direzione Innovazione e Disegno Architetture della Capogruppo. Trattasi in alcuni casi dell’evoluzione di attività già impostate nell’esercizio precedente; in altri, di nuove progettualità avviate nell’anno. Tali iniziative non necessariamente nascono da specifiche esigenze aziendali ma, prendendo spunto dall’evoluzione della tecnologia, ne studiano la possibile applicazione a vantaggio dell’efficienza e di una migliore efficacia dei processi aziendali, anche nei rapporti con la clientela. Nell’ambito del progetto “unified communication” (integrazione fra telefono e postazione di lavoro-PC), avviato già a partire dal 2008, parallelamente al completamento dell’attivazione sul perimetro Capogruppo e Banche Rete della piattaforma Voip18, le attività sono state orientate verso l’implementazione di strumenti di Web collaboration19 per la condivisione di documenti e applicazioni. Per quanto riguarda i sistemi di videoconferenza, nel 2010 è stato portato a termine il piano di ampliamento dell’utenza all’interno del Gruppo – con circa 300 postazioni complessivamente installate, delle quali circa 50 webcam integrate nella stessa postazione di lavoro (PC) – in parallelo con il miglioramento della qualità attraverso l’introduzione di soluzioni ad alta definizione (HD). Tale tecnologia si è infatti confermata valido supporto al processo decisionale e alla condivisione delle informazioni, nonché fattore abilitante per la riduzione dei tempi e dei costi connessi agli spostamenti delle persone. Il progetto “nuova postazione di lavoro” - indirizzato, quale primo ambito di applicazione, alla semplificazione e all’efficientamento delle attività connesse all’erogazione dei mutui alla clientela retail - ha visto il completamento della prima fase, con l’attivazione di una piattaforma di gestione documentale in ottica di smaterializzazione (paperless), divenuta operativa da gennaio del 2011. Nel contempo è stata avviata la seconda fase finalizzata alla messa a punto delle soluzioni per la gestione integrata della firma digitale, la conservazione sostitutiva e la posta elettronica certificata. I nuovi paradigmi del Mobile Internet e degli Application Store stanno rendendo sempre più evidente le potenzialità della telefonia mobile per l’erogazione/fruizione di contenuti e servizi bancari. Si è pertanto proceduto allo studio e allo sviluppo, in sinergia con i prodotti di Carta Enjoy, di un’applicazione abilitante ai servizi di Home Banking20 dai terminali mobili più diffusi. Il servizio, già operativo con successo sui sistemi iPhone e Android, nel corso del 2011 verrà esteso anche ai dispositivi BlackBerry e Nokia. Fra le novità tecnologiche più recenti, è stata condotta una valutazione della piattaforma iPad per verificarne le potenzialità di applicazione a livello aziendale. Essa ha portato ad una sua prima concreta applicazione quale supporto al top management per la gestione e la condivisione di documenti nell’ambito delle riunioni consiliari e dei vari Comitati. L’evoluzione in ottica di soluzione documentale prevede, in un secondo tempo, una più articolata profilazione dell’utente e l’eventuale integrazione con il sistema di gestione documentale aziendale. La necessità di coniugare da un lato l’attenzione del Gruppo verso la massima sicurezza in ambito Home Banking e, dall’altro, le esigenze di semplicità operativa della clientela utilizzatrice hanno inoltre portato alla prima sperimentazione di un nuovo strumento per la certificazione e la validazione delle operazioni dispositive, in affiancamento all’attuale sistema basato sull’uso di codici identificativi.
18 Tecnologia che consente di effettuare una conversazione telefonica sfruttando una connessione Internet. 19 Tecnologia abilitante alla collaborazione via internet in tempo reale sia all’interno dell’azienda che nell’assistenza
alla clientela. 20 Esclusa l’operatività in titoli.
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Rapporti contrattuali con società del gruppo
Conformemente alla Circolare n. 262 del 22 dicembre 2005 emanata dalla Banca d’Italia, I° aggiornamento del 18 novembre 2009, ed ai sensi dello IAS 24, il commento e le informazioni relative ai rapporti patrimoniali ed economici con le imprese del Gruppo e parti correlate è stato inserito in nota integrativa, parte H, alla quale si rimanda.
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Altre informazioni Informativa su azioni proprie e di Controllanti art. 2428 cc. Si rileva che la Banca non ha effettuato, a valere sul portafoglio titoli di proprietà, operazioni di acquisto e/o vendita di azioni proprie, né di quote della Controllante ed a fine periodo non risultano in portafoglio né azioni proprie né azioni della Controllante. Aspetti fiscali Sintesi delle novità intervenute nell’esercizio Sul piano fiscale l’esercizio 2010 è stato caratterizzato da limitati interventi legislativi sulle attività del Gruppo. Va tuttavia ricordato come il sistema bancario abbia ripetutamente sollecitato provvedimenti in merito a:
• abuso del diritto tributario con specifico riguardo ad operazioni di ristrutturazione/ riorganizzazione ovvero ad operazioni finanziarie transnazionali;
• criteri di deducibilità ai fini IRES ed IRAP delle svalutazioni crediti; • regime di tassazione degli strumenti finanziari; • trattamento IVA delle operazioni infragruppo;
e più in generale sul rilevante peso della fiscalità per banche ed intermediari finanziari anche in rapporto ai regimi in essere presso gli altri paesi dell’Unione. Ulteriore aspetto di criticità per il settore è dovuto all'applicazione dei principi IAS/IFRS cui non è seguito un efficace inquadramento dal lato fiscale. Per connessione di argomento si ricorda come la particolarità del sistema tributario italiano generi una rilevante iscrizione a bilancio della c.d. fiscalità differita attiva. Tale elemento nel prossimo futuro (Basilea 3) sarà considerato componente negativo ai fini del Patrimonio di Vigilanza; nel D.L. n. 225/2010 (c.d. “mille proroghe”) - convertito con Legge n. 10 del 26/02/2011 - è stato previsto che le principali fattispecie di imposte differite attive (svalutazione crediti / attività immateriali) siano trasformate in credito d’imposta qualora nel bilancio individuale della banca venga rilevata una perdita d’esercizio. Tale previsione è finalizzata a far sì che le suddette imposte differite attive non siano qualificate come componenti negativi del Patrimonio di Vigilanza Nuovi adempimenti IVA Con il decreto Legge n. 40/2010, convertito in Legge n. 73/2010, sono stati introdotti ulteriori oneri di carattere segnaletico a carico dei soggetti IVA. In particolare è necessario – a far tempo dal 1° luglio 2010 - segnalare le operazioni effettuate e ricevute nei confronti di operatori economici aventi sede, residenza o domicilio negli Stati a fiscalità privilegiata (DD.MM. 4 maggio 1999 e 21 novembre 2001). L’obbligo di comunicazione riguarda le operazioni effettuate a partire dal 1° luglio 2010. La comunicazione deve essere presentata con periodicità mensile o trimestrale a seconda dell’ammontare di operazioni realizzate nei quattro trimestri precedenti (superiore o meno a 50 mila euro). Con Circolare n. 53/E del 21 ottobre 2010 l’Agenzia delle Entrate ha chiarito che per i soggetti operanti nel settore finanziario, ed ancor più ove adottino il regime di cui all’art. 36 bis del DPR n. 633/1972, la comunicazione deve avere riguardo alle sole operazioni attive imponibili IVA, restando pertanto escluse tutte le operazioni passive, nonché le operazioni attive esenti, non imponibili ed escluse da IVA. Ancora, con il D.L. 78/2010 convertito in Legge 122/2010 è stato introdotto, a far tempo dall’anno 2010, l’obbligo di comunicazione in via telematica all’Agenzia delle Entrate delle operazioni rilevanti ai fini IVA di importo non inferiore a 3.000 euro. Il provvedimento interessa tutti i soggetti passivi ai fini IVA con riguardo alle cessioni di beni e alle prestazioni di servizi rese e ricevute. Le comunicazioni devono avvenire entro il 30 aprile dell’anno successivo a quello di riferimento: per il solo 2010, la segnalazione è da effettuarsi entro il prossimo 31 ottobre 2011. Per quanto concerne il settore bancario sono previste esclusioni con riguardo a dati già presenti nell’Anagrafe Tributaria (es. rapporti di conto con la clientela).
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Rapporti con soggetti non residenti - Transfer price Il Decreto Legge n. 78/2010, convertito con la L. 122/2010, ha introdotto speciali procedure atte ad evitare alle imprese residenti che intrattengono rapporti con società controllate estere l’applicazione di eventuali sanzioni tributarie connesse a violazioni riguardanti la determinazione ai fini fiscali dei c.d. “prezzi di trasferimento” (art. 110, comma 7 del TUIR). A seguito del Provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate emanato lo scorso 29 settembre in attuazione della norma sopra citata, l’Agenzia delle Entrate con circolare n. 58/E del 15 dicembre 2010 ha fornito i necessari chiarimenti operativi. In sintesi sono stati illustrati i contenuti della documentazione ritenuta indispensabile per poter usufruire dell’esonero delle sanzioni in caso di accertamento: essi sono costituiti dal Masterfile e dalla Documentazione Nazionale. Mentre il primo è riferibile ad informazioni sul Gruppo, il secondo concerne la singola società. Attesa la circostanza che l’invio di tale documentazione risulta facoltativo e che le transazioni con le controparti estere del Gruppo sono, allo stato, sostanzialmente circoscritte a rapporti di natura finanziaria, i preposti uffici della Capogruppo sono incaricati di individuare i più appropriati modelli di valutazione e comparazione dei prezzi infragruppo in linea con le complesse Linee Guida OCSE del 28 luglio 2010 ed i cui esiti saranno in ogni caso utilizzati a comprova della corretta determinazione dei prezzi infragruppo. In generale le imprese che operano con controllate/controllanti estere auspicano che l’Amministrazione Finanziaria riveda in via semplificativa gli adempimenti richiesti quanto meno in funzione dell’entità dei rapporti transnazionali. Il contenzioso fiscale Con riguardo al contenzioso in essere dal 2008, scaturente dall’atto di conferimento di ramo d’azienda alla Società Serico Srl riqualificato dall’Agenzia delle Entrate quale conferimento di beni immobili, ricordiamo che in data 13 luglio 2009 la Commissione Tributaria Provinciale di Cosenza ha accolto il ricorso presentato da Banca Carime. Tale sentenza è stata impugnata avanti la Commissione Tributaria Regionale della Calabria dalla medesima D.R.E. con appello notificato il 9 ottobre 2009 ed avverso il quale la Banca ha presentato proprie controdeduzioni il 1° dicembre 2009: la Banca ravvisa che sussistano motivazioni in fatto e in diritto tali da ritenere infondate le ricostruzioni dell’Ufficio circa l’inesistenza del complesso aziendale oggetto di conferimento, e pertanto non sono stati effettuati accantonamenti in merito a questa posizione, evidenziata nelle passività potenziali per Euro 37 milioni. Con riferimento al contenzioso IRPEG-ILOR anni 1996-1997, si ricorda che lo stesso concerne l’asserita utilità pluriennale di taluni costi sostenuti e la non imputabilità degli stessi al solo conto economico dell’esercizio in cui sono stati sostenuti. Nei ricorsi al giudice di primo grado Banca Carime ha evidenziato l’assoluta erroneità della pretesa dell’Amministrazione Finanziaria, e ciononostante le sentenze della Commissione Tributaria Provinciale di Cosenza n. 40/06/08 (anno 1996) e n. 41/06/08 (anno 1997), entrambe depositate il 3 aprile 2008, sono state sfavorevoli alla Banca Carime, confermando gli atti impugnati, da cui la tempestiva impugnazione di tali decisioni con appelli alla Commissione Tributaria Regionale della Calabria. Con riferimento all’annualità 1996 si è tenuta un’udienza presso tale Commissione Regionale l’8 luglio 2010 con rinvio della trattazione a data da destinatarsi a causa dell’astensione di un componente il collegio giudicante. A seguito della sentenza sfavorevole n. 41/06/08 è stata notificata cartella di pagamento concernente la riscossione provvisoria (in pendenza di giudizio) dei due terzi delle maggiori imposte e delle sanzioni accertate, per un importo complessivo di Euro 4,422 milioni, cartella debitamente pagata il 19 marzo 2010. In merito si ricorda che la partecipazione di controllo in Banca Carime fu venduta dalla allora IntesaBCI (ora Intesa Sanpaolo S.p.A.) a Banca Popolare Commercio e Industria. Il contratto di compravendita del 21 novembre 2000 prevedeva, tra le garanzie a favore dell’acquirente, anche garanzie in merito alle passività fiscali derivanti da fatti/atti anteriori all’efficacia della compravendita, tra cui, per quanto ovvio, anche i fatti dei contenziosi in parola. Pertanto, è stata attivata la garanzia contrattuale, e per l’effetto si ritiene che dal contenzioso in esame non deriverà alcun onere in capo a Banca Carime. In particolare, in esecuzione della citata garanzia, IntesaSanPaolo ha riconosciuto a Banca Carime l’importo di cui alla cartella sopra richiamata (Euro 4,422 milioni).
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Da ultimo, si ricorda che la Banca Carime - rientrando tra i c.d. Grandi Contribuenti ai sensi dell’art. 27, commi 13 e 14, D.L. 185/2008, come integrato dal Provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate n. 54291 del 6 aprile 2009 - è soggetta a più stringenti verifiche da parte dell’Amministrazione finanziaria. L’Accordo sindacale del 20 maggio 2010 Il 20 maggio 2010 si è conclusa la procedura sindacale finalizzata al raggiungimento di una significativa riduzione dei costi ed in particolare del costo strutturale del lavoro. L’Accordo Quadro di Gruppo - siglato da DIRCREDITO, FABI, FIBA/CISL, FISAC/CGIL, UGL Credito, UIL.CA, SINFUB e FALCRI - ha preso atto della improrogabile necessità di realizzare un “taglio” dei costi a livello consolidato, attraverso una contrazione degli organici e del relativo costo unitario, supportata, sul piano operativo, dall’adozione trasversale (per tutte le Società) di appropriate misure di carattere organizzativo e gestionale volte a favorire recuperi di efficienza e produttività. Il piano di esodi incentivati ha interessato tutti i dipendenti che maturavano il diritto a percepire il trattamento pensionistico entro il 31 dicembre 2011. Le adesioni volontarie pervenute hanno consentito di coprire pressoché totalmente l’obiettivo prefissato senza necessità di ricorrere all’attivazione della Legge 223/1991 contemplata dall’Accordo21. Le Banche e le Società hanno concorso congiuntamente all’obiettivo di Gruppo, accogliendo le domande pervenute in misura eccedente la quota stabilita a livello di singola azienda e portandole a compensazione numerica laddove i target non erano stati pienamente conseguiti. Il primo gruppo di uscite è avvenuto alla fine di giugno, con decorrenza 1° luglio; la restante parte con efficacia successiva al 1° luglio 2010, per un totale di 112 risorse. Il costo della manovra per la Banca, pari a 5,9 milioni di euro, è stato dichiarato quale evento non ricorrente. Il Business Process Reengineering (BPR) Crediti Il Business Process Reengineering (BPR) Crediti è un progetto avviato nella seconda metà del 2009 con l’intento di migliorare l’efficacia e l’efficienza del processo del credito delle Banche Rete del Gruppo, rispondendo in particolare alla duplice esigenza di ridurre da un lato i tempi di risposta alla clientela e dall’altro, di semplificare le attività amministrative a carico dei gestori, senza peraltro allentare il presidio del rischio di credito. Il progetto è stato sviluppato lungo le seguenti direttrici:
l’eccellenza nei tempi di risposta alla clientela, pur mantenendo un adeguato presidio dei rischi di credito: fra gli interventi realizzati la ridistribuzione dei carichi di lavoro fra Organi centrali e periferici attraverso l’incremento, in capo agli Organi deliberanti periferici ed ai Poli di Delibera Periferici (PDP), delle facoltà deliberative ordinarie relative alle controparti che presentano minor profilo di rischio (“basso” e “medio”);
l’assegnazione a fornitori esterni dell’esecuzione delle perizie immobiliari e l’accentramento presso UBI.S del perfezionamento delle garanzie ipotecarie, con un’implementazione graduale nel corso dell’anno presso tutte le Banche del Gruppo, attraverso:
• l’attivazione di una procedura unica per la richiesta di esecuzione delle perizie immobiliari da parte di società esterne specializzate;
• l’accentramento del perfezionamento delle garanzie ipotecarie presso UBI.S, finalizzato a ridurre le attività manuali di tipo amministrativo in carico ai gestori inerenti al perfezionamento delle garanzie;
21 Il completamento del piano di esodo per 500 risorse è stato attuato procedendo, fino a concorrenza, alla
risoluzione del rapporto di lavoro del personale dirigente in possesso del diritto alla pensione e che non aveva aderito volontariamente al Piano, mediante applicazione delle previsioni di legge e di contratto in materia.
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l’introduzione di un Indice di Anomalia per Controparte – IAC: calcolato in automatico secondo un meccanismo di aggregazione progressiva dei fenomeni di anomalia ponderati rilevati a livello di Banca Rete su ciascuna controparte, esso permette, in combinazione con il rating interno, di produrre segnalazioni per interventi tempestivi;
la gestione morosità. Il progetto mira a preservare/tutelare la relazione con il cliente attraverso la tempestiva soluzione delle irregolarità creditizie (rate in mora/sconfini) rilevate sulla clientela in bonis, privati e piccoli operatori economici, tramite un supporto diretto offerto al gestore della relazione da parte di una struttura specialistica centralizzata operativa da giugno 2010 presso UBI.S;
il nuovo modello recupero crediti. Nell’ottica di un generalizzato efficientamento dei processi e delle strutture coinvolte nell’attività, è stato completato il decentramento presso le Banche Rete della gestione della rispettiva clientela classificata “Incaglio a rientro”22, precedentemente gestita in service da strutture della Capogruppo. È stata altresì creata un’apposita struttura denominata “Servizio Credito Anomalo”, inquadrata nell’ambito dell’Area crediti di Capogruppo avente, fra gli altri, compiti di presidio dei processi di recupero dei crediti, di supporto alle Banche nelle operazioni di ristrutturazione del debito, di monitoraggio del portafoglio di credito anomalo del Gruppo, nonché di supervisione dei processi e degli strumenti inerenti al modello di “gestione morosità”.
Il progetto “Obiettivo semplicità” Il progetto “Obiettivo Semplicità” è nato con l’obiettivo di identificare soluzioni per migliorare il servizio e i tempi di risposta alla clientela sui prodotti e i servizi definiti prioritari, ottimizzando i processi e gli strumenti a supporto dell’attività svolta dalla Rete commerciale. Queste le principali aree in cui si è intervenuti:
• la semplificazione delle procedure di vendita dei principali prodotti di conto corrente e di investimento attraverso l’integrazione e l’automazione della compilazione e della stampa di tutta la modulistica e la riduzione del numero di firme necessarie per la sottoscrizione dei contratti;
• i tempi di risposta sui mutui ipotecari a privati, con l'introduzione di un’offerta commerciale condizionata, finalizzata alla comunicazione al cliente della fattibilità dell'operazione entro 48 ore dalla consegna della documentazione reddituale sulla base di parametri di valutazione predefiniti;
• la revisione delle autonomie commerciali delle filiali di maggiori dimensioni/volumi di business al fine di aumentare la velocità di risposta al cliente sulle richieste di variazione dei tassi e delle condizioni;
• l’attivazione di un presidio specialistico di “Delivery Management” per l’intero ciclo di vita delle carte di pagamento collocate dalle Banche Rete, ottimizzando i tempi di consegna, minimizzando i ritardi e supportando la Rete nella gestione delle anomalie;
• il miglioramento continuo dei tempi di risposta e dei livelli di servizio dell’Help Desk a disposizione della Rete, attraverso iniziative mirate allo sviluppo dell’analisi delle esigenze interne, delle azioni di supporto, della formazione e dell’aggiornamento “tecnico professionale” e “comportamentale” delle risorse dell’Help Desk, nonché al potenziamento del sito informativo a disposizione della Rete;
• l’ottimizzazione della gestione della normativa interna del Gruppo attraverso un intervento di bonifica e razionalizzazione del corpo regolamentare esistente, di semplificazione del processo di redazione e approvazione della nuova produzione e l’introduzione di un front end evoluto di consultazione a disposizione della Rete.
22Vengono considerate “Incagli a rientro” quelle posizioni per le quali è stato previsto il disimpegno totale
(esposizioni in ammortamento, esposizioni per le quali deve essere formalizzato un piano di rientro di durata superiore ai 12 mesi, ovvero esposizioni che, pur in assenza di un piano di rientro, sono comunque oggetto di progressiva riduzione). Esse differiscono pertanto dai cosiddetti “Incagli operativi” che riguardano invece posizioni per le quali si prevede la risoluzione in tempi brevi della temporanea situazione di difficoltà e per le quali è permessa un’operatività controllata al fine di attenuare il rischio e riportare la relazione “in bonis”, ovvero con piano di rientro inferiore ai 12 mesi; appartengono a tale categoria anche le controparti per le quali è in corso di definizione un piano di ristrutturazione avente durata superiore ai 6 mesi (fase di “Stand-Still”).
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Il rinnovo delle partnership nel settore bancassurance vita Il 21 dicembre 2010 il Gruppo UBI Banca e il Gruppo Aviva hanno concordato di rinnovare la partnership strategica nel settore assicurativo ramo vita, in scadenza a fine anno, confermandola per il prossimo quinquennio, fino al 31 dicembre 2015, e mantenendo invariate le condizioni contrattuali. Gli accordi prevedono la distribuzione dei prodotti assicurativi di Aviva Vita tramite gli sportelli di Banca Popolare Commercio e Industria, Banca Popolare di Bergamo e Banca Carime, mentre attraverso gli sportelli della Banca Popolare di Ancona verranno offerti prodotti progettati da Aviva Assicurazioni Vita. L’operazione, non essendo soggetta all’autorizzazione da parte delle Autorità competenti, è divenuta immediatamente operativa. Covered Bond Nel corso dei precedenti esercizi il Gruppo UBI ha proceduto a realizzare un’ulteriore diversificazione delle proprie fonti di funding istituzionale effettuando alcune emissioni di Obbligazioni Bancarie Garantite (Covered Bond) nell’ambito di un Programma di massimi 10 miliardi di euro pubblicato nel luglio 2008; tale programma, “multioriginator” , prevede a regime la partecipazione di 10 Banche del Gruppo, fra cui Banca Carime. Le prime due emissioni - pubbliche - sono state effettuate nel secondo semestre 2009; nel corso del 2010 ne sono state fatte altre tre, di cui una privata e due pubbliche, mentre le emissioni più recenti sono state collocate nei primi mesi del 2011. Tutte le emissioni pubbliche hanno ricevuto rating AAA/Aaa da parte di Fitch e Moody’s e -con l’eccezione della Quinta serie Garante delle emissioni è la società veicolo UBI Finance Srl, presso la quale è stato costituito un portafoglio di mutui residenziali ceduti dalle Banche del Gruppo aderenti al programma; in tale ambito la Banca ha apportato, con la cessione di mutui avvenuta nell’ottobre 2010, l’8,7% del portafoglio, pari - a tale data - a 695 milioni di euro (debito residuo capitale). Si riporta di seguito un prospetto riepilogativo delle emissioni di Covered Bond in essere alla data della presente Relazione, e si rimanda per ulteriori dettagli sull’operazione e sul ruolo svolto dalla Banca in seno al Programma Covered Bond a quanto indicato in Nota Integrativa - Parte E - Sezione 1 Rischio di Credito - C.Operazioni di cartolarizzazione e cessione delle attività.
Programma Obbligazioni Bancarie Garantite UBI Banca - Emissioni in essere
N. serie Denominazione Data di emissione
Data di scadenza Capitale Cedola
1 (pubblica) UBI BANCA 3,625% CB due 23/9/2016 23/09/2009 23/09/2016 1.000.000.000 36.250.000
2 (pubblica) UBI BANCA 4,000% CB due 16/12/2019 16/12/2009 16/12/2019 1.000.000.000 40.000.000
3 (privata) UBI BANCA TV CB due 30/04/2022 30/04/2010 30/04/2022 250.000.000 2.271.200
4 (pubblica) UBI BANCA 3,375% CB due 15/09/2017 15/09/2010 15/09/2017 1.000.000.000 33.750.000
5 (pubblica) UBI BANCA 3,125% CB due 18/10/2015 18/10/2010 18/10/2015 500.000.000 15.625.000
6 (pubblica) UBI BANCA 5,250% CB due 28/01/2021 28/01/2011 28/01/2021 1.000.000.000 52.500.000
7 (pubblica) UBI BANCA 4,500% CB due 22/02/2016 22/02/2011 22/02/2016 750.000.000 33.750.000
- sono state curate da Barclays in qualità di Arranger.
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L’evoluzione della normativa di vigilanza prudenziale Provvedimento della Banca d’Italia in materia di filtri prudenziali In data 18 maggio 2010 è stato emanato il provvedimento relativo alle disposizioni di vigilanza sul trattamento prudenziale delle riserve di valutazione sui titoli di Stato di Paesi UE detenuti nel portafoglio “Attività finanziarie disponibili per la vendita ( AFS)” ai fini del calcolo del patrimonio di vigilanza. Tale normativa dà l’opportunità, in alternativa all’approccio “asimmetrico” (integrale deduzione della minusvalenza netta dal Tier 1 e parziale inclusione della plusvalenza netta nel Tier 2) attualmente utilizzato, di avvalersi della possibilità di neutralizzare completamente le plusvalenze e le minusvalenze rilevate nelle citate riserve (approccio “simmetrico”). Poiché la metodologia attualmente utilizzata, in situazioni di forte turbolenza sui mercati come quelle registrate sui titoli di Stato, rischia di determinare un’ingiustificata volatilità del patrimonio di vigilanza per effetto di variazioni repentine dei corsi dei titoli non legate a durature variazioni del merito creditizio degli emittenti; il Gruppo ha scelto di avvalersi dell’approccio “simmetrico”. Tale scelta è stata applicata in modo omogeneo da tutte le componenti del Gruppo Bancario, come previsto dalla normativa, dalla segnalazione prudenziale di giugno 2010. Basilea 3 Il 16 dicembre 2010 il Comitato di Basilea sulla Vigilanza Bancaria ha pubblicato le nuove regole sul capitale e sulla liquidità delle banche che entreranno in vigore con gradualità a partire dal 1° gennaio 2013. La nuova regolamentazione persegue il rafforzamento della qualità e della quantità del capitale bancario, il contenimento della leva finanziaria del sistema, l’attenuazione dei possibili effetti pro-ciclici delle regole prudenziali ed un più attento controllo del rischio di liquidità. Rispetto alla proposta di consultazione emanata nel dicembre 2009, è stato ridotto l’assorbimento patrimoniale a fronte delle attività per imposte anticipate e delle partecipazioni rilevanti in banche e società finanziarie e assicurative, riconoscendo parzialmente il contributo patrimoniale alla copertura dei rischi a livello consolidato degli interessi di minoranza detenuti in banche e altre società appartenenti al gruppo soggette a regolamentazione equivalente a quella bancaria. Le nuove regole sul capitale Le nuove regole prevedono una ricomposizione del capitale delle banche a favore di azioni ordinarie e riserve di utili (Common Equity), l’adozione di criteri più stringenti per la computabilità di altri strumenti di capitale ed una maggiore armonizzazione a livello internazionale degli elementi da dedurre. Sono stati inoltre aumentati i requisiti relativi ad esposizioni particolarmente rischiose (quali ad esempio le cartolarizzazioni e l’operatività in strumenti derivati). A regime, le banche dovranno avere risorse patrimoniali non inferiori ai seguenti livelli:
patrimonio di qualità primaria (Common Equity): 4,5% delle attività ponderate per il rischio;
patrimonio di base (Tier 1): 6% delle attività ponderate per il rischio; patrimonio totale (Total Capital): 8% delle attività ponderate per il rischio.
Le banche dovranno dotarsi di risorse patrimoniali di qualità primaria in eccesso ai minimi (buffer per la conservazione del capitale) per un importo pari al 2,5% delle attività ponderate per il rischio, se non vorranno incorrere in misure di vigilanza (ad esempio vincoli alla distribuzione di utili o al pagamento di bonus ai dipendenti). Nei periodi di espansione eccessiva del credito complessivamente erogato all’economia, alle banche potrà essere richiesto un ulteriore buffer fino al 2,5%.
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I nuovi standard saranno introdotti con gradualità: • a partire dal 2013 i nuovi requisiti minimi riferiti al Common Equity e al Tier 1
saranno pari, rispettivamente, al 3,5% e al 4,5% delle attività ponderate per il rischio e verranno progressivamente aumentati fino a raggiungere i nuovi livelli richiesti nel 2015. Analogamente, le nuove deduzioni dal capitale verranno interamente applicate a partire dal 2018;
• il buffer per la conservazione del capitale verrà introdotto a partire dal 2016 e la transizione al nuovo regime verrà completata nel 2019;
• gli strumenti di capitale già emessi e computabili secondo le regole vigenti resteranno interamente computabili fino al 2013; successivamente, l’importo riconosciuto a fini prudenziali sarà ridotto del 10% ogni anno.
Nuovi requisiti minimi di capitale
Common Equity(dopo le deduzioni) Tier 1 Total Capital
Requisito minimo 4,5% 6,0% 8,0%
Buffer conservativo 2,5%
Totale 7,0% 8,5% 10,5%
Buffer anticiclico 0%-2,5% Tempistiche di adeguamento (le date sono riferite al 1° gennaio)
2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019
Common Equity minimo 3,5% 4,0% 4,5% 4,5% 4,5% 4,5% 4,5%
Buffer conservativo 0,625% 1,25% 1,875% 2,5%Common Equity + Buffer conservativo minimi 5,125% 5,75% 6,375% 7,0%
Tier 1 minimo 4,5% 5,5% 6,0% 6,0% 6,0% 6,0% 6,0%
Total capital ratio minimo 8,0% 8,0% 8,0% 8,0% 8,0% 8,0% 8,0%
Total capital ratio + Buffer conservativo minimi 8,0% 8,0% 8,0% 8,625% 9,25% 9,875% 10,50% L’indicatore di leva finanziaria (Leverage Ratio) È stata prevista l’introduzione di una misura massima di leva finanziaria (Leverage Ratio) mirante a vincolare l’espansione delle esposizioni complessive alla disponibilità di un’adeguata base patrimoniale e a contenere, nelle fasi espansive del ciclo economico, il livello di indebitamento nel bilancio delle banche. Gli intermediari dovranno detenere un ammontare di Tier 1 in rapporto all’attivo non ponderato per il rischio pari almeno al 3%. Anche tale misura sarà introdotta con gradualità. Nei primi anni il Leverage Ratio rappresenterà una misura di secondo pilastro; eventuali aggiustamenti alla definizione e alla calibrazione dello strumento saranno considerati prima della sua applicazione come regola di primo pilastro nel 2018. Le banche dovranno dare adeguata informativa al mercato sulla misura dell’indicatore a partire dal 2015. Gli standard sul rischio di liquidità Sono state introdotte due regole quantitative sulla liquidità. La prima (Liquidity Coverage Ratio) prevede che le banche mantengano risorse liquide e di elevata qualità per fronteggiare significative situazioni di stress della durata di 30 giorni. La seconda (Net Stable Funding Ratio) mira ad evitare squilibri strutturali nella composizione di passività e attività di bilancio lungo un orizzonte temporale di un anno. Analogamente alle misure sul capitale, l’entrata in vigore dei requisiti sul rischio di liquidità sarà graduale: dopo una fase di osservazione iniziale l’indicatore di breve termine entrerà in vigore nel 2015, quello strutturale nel 2018. Il recepimento delle direttive comunitarie Con il 31 dicembre 2010 sono entrate in vigore le nuove disposizioni di vigilanza che recepiscono alcuni provvedimenti approvati dalle istituzioni comunitarie nel corso del 2010 [direttive 2009/27/CE, 2009/83/CE e 2009/111/CE andate a modificare le direttive 2006/48 e 2006/49 (c.d. CRD)] al fine di rafforzare la regolamentazione prudenziale europea in alcuni profili dei quali la crisi finanziaria aveva rivelato debolezze.
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Trattasi di un primo pacchetto di emendamenti (c.d. CRD II) che coinvolge diversi ambiti ed in particolare:
• il governo e la gestione della liquidità, con l’introduzione di regole in materia di organizzazione e controlli interni, esplicitando il ruolo degli organi e delle funzioni aziendali, delineando l'articolazione fondamentale del processo di gestione del rischio e prevedendo l’adozione di un sistema di prezzi di trasferimento interno dei fondi nonché obblighi di informativa pubblica;
• il patrimonio di vigilanza: è stata ridefinita la nozione di “capitale”, circoscritta alle sole azioni ordinarie; sono state specificate le caratteristiche economiche che gli strumenti innovativi e non innovativi di capitale (hybrids) dovranno possedere in termini di permanenza, flessibilità dei pagamenti e capacità di assorbimento delle perdite per essere computabili (con limiti alla computabilità differenziati in funzione della loro qualità patrimoniale) prevedendo un regime transitorio (grandfathering) di durata trentennale per gli strumenti già in essere che non rispettano i nuovi criteri di ammissibilità;
• la concentrazione dei rischi, con la semplificazione, da un lato, del sistema di limiti prudenziali e del relativo sistema di ponderazioni, i cui criteri sono stati allineati alla disciplina delle tecniche di attenuazione del rischio di credito; dall’altro lato, con l’istituzione di presidi organizzativi riferiti alla valutazione del merito creditizio dei clienti verso cui la banca è esposta in misura rilevante (“grandi fidi”), al monitoraggio delle relative esposizioni, alla rilevazione dei rapporti di connessione tra clienti.
Con il 2011 è stato avviato il recepimento del secondo pacchetto di emendamenti (c.d. CRD III):
• sono entrate in vigore le nuove disposizioni in materia di cartolarizzazioni, miranti ad accrescere il grado di armonizzazione della disciplina attraverso criteri uniformi per il riconoscimento a fini prudenziali delle operazioni di cartolarizzazione, riguardanti anche la concessione e gestione del credito relativo alle attività da cartolarizzare. Esse modificano il trattamento prudenziale delle linee di liquidità, prevedendo fattori di conversione più elevati e, dunque, maggiormente rispondenti alla rischiosità che tale forma di supporto ha evidenziato nel corso della crisi, introducendo peraltro il divieto per le banche di assumere posizioni verso cartolarizzazioni nell’ambito delle quali il cedente o il promotore non abbiano reso noto di mantenere una quota di rischio (c.d. retention);
• per quanto riguarda le politiche di remunerazione, è partito il processo di consultazione della Banca d’Italia su un nuovo testo unico, destinato a sostituire tutto l’impianto normativo esistente, il quale combina principi generali che riguardano la politica di remunerazione di tutto il personale, da applicarsi a tutte le banche secondo criteri di proporzionalità, con regole puntuali riferite soprattutto a coloro che rivestono ruoli chiave all’interno dell’organizzazione aziendale.
Consorzio PattiChiari: gli Impegni per la Qualità Durante l’anno sono proseguite le attività di implementazione e gestione degli Impegni per la Qualità e delle altre iniziative promosse dal Consorzio PattiChiari, a cui aderiscono tutte le Banche Rete del Gruppo con l’obiettivo di contribuire al miglioramento dei rapporti con la clientela Retail. Da un lato sono stati avviati operativamente gli Impegni per la Qualità non ancora attivati, secondo il calendario condiviso a livello consortile, e, dall’altro lato, si sono consolidati gli impegni già avviati in precedenza. Le Banche del Gruppo hanno inoltre continuato i programmi di educazione finanziaria nelle scuole, attivamente promossi già da alcuni anni. Nella seconda parte dell’anno è emersa l’opportunità di avviare un progetto di razionalizzazione degli Impegni per la Qualità, sia per renderli più chiari e maggiormente comunicabili alla clientela, sia per riallineare il quadro complessivo dell’autoregolamentazione all’evoluzione normativa nel frattempo intervenuta, evitando inutili sovrapposizioni. La natura dinamica del progetto ha così portato ad escludere dal
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perimetro PattiChiari alcuni degli Impegni inizialmente previsti e ad accorparne altri per aree omogenee, pur mantenendo nella sostanza tutti i contenuti di servizio preesistenti 23. Grazie al processo di ottimizzazione, peraltro coerente con i principi generali su cui si fonda il progetto (semplicità, chiarezza, comparabilità e mobilità della clientela), le Banche saranno facilitate nel diffondere la conoscenza degli Impegni presso la clientela, valorizzandone il ruolo di strumenti per scelte maggiormente consapevoli e informate. Codice in materia di protezione dei dati personali (D.Lgs 196 del 30 giugno 2003) In ottemperanza alla Regola 19 del Disciplinare Tecnico, Allegato B al d.lgs. 196/2003, è stato completato entro i termini di legge24 l’aggiornamento annuale del Documento Programmatico sulla Sicurezza (DPS) prescritto dall’art. 34, comma 1, lettera g), del summenzionato decreto legislativo. Per quanto concerne in particolare i trattamenti effettuati con strumenti informatici, che la Banca ha esternalizzato presso UBI Sistemi e Servizi S.c.p.A., quest’ultima garantisce, nell’ambito del contratto di service, il rispetto delle norme e l’adozione nei termini di legge delle misure di sicurezza previste dalla normativa vigente. La responsabilità sociale e ambientale Il Piano di Responsabilità Sociale In tema di Corporate Governance, a conclusione di un percorso condiviso che ha coinvolto il management, attraverso una serie di interviste, e un gruppo di lavoro interfunzionale costituito dalle Macro Aree di UBI Banca, dalle Banche Rete e dalle principali Società Prodotto, in data 13 e 14 dicembre 2010 il Consiglio di Sorveglianza e il Consiglio di Gestione di UBI Banca hanno approvato il Codice Etico, che è parte integrante del “Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo ex D.Lgs. 231/2001”. Tutte le Banche e Società del Gruppo adottano il testo approvato da UBI Banca – con gli eventuali adattamenti richiesti dalle peculiarità normative del proprio settore di attività e/o del Paese estero in cui sono costituite – mediante formale delibera dei rispettivi Organi amministrativi. Il documento, che incorpora la Carta dei Valori del Gruppo e il riferimento ai principi universali del Global Compact, definisce le modalità con cui UBI Banca e le Società del Gruppo intendono perseguire la propria missione e rapportarsi con i diversi stakeholder improntando le attività gestionali ed operative al rispetto delle obbligazioni morali e legali in esso contenute. In esso sono identificati gli stakeholder rilevanti per l’attività della Banca, sono definiti i principi etici generali di riferimento e i principi di condotta nelle relazioni con gli Stakeholder e sono declinate le modalità di attuazione e controllo del Codice stesso, incluse le modalità per l’inoltro delle segnalazioni di sospette violazioni, per il loro trattamento e per l’irrogazione delle eventuali sanzioni. Il Codice si applica in ogni articolazione organizzativa e area geografica di operatività del Gruppo UBI ed è portato a conoscenza degli stakeholder attraverso una pluralità di canali. Nel corso del 2011 sarà oggetto di un piano di formazione e di comunicazione interna rivolto a tutto il Personale del Gruppo. A breve sarà aggiornato con l’emanazione del Codice di Comportamento per il Personale, attualmente in corso di redazione secondo le Linee guida di cui all’attuale art. 8.3 - Allegato C, che ne costituirà parte integrante. Responsabilità ambientale Il Gruppo, oltre a perseguire il pieno e sostanziale rispetto della normative vigente, si propone di contribuire allo sviluppo economico sostenibile, dando così concreta attuazione anche ai principi sottoscritti dal Global Compact.
23 Allo stato attuale il perimetro del progetto è rappresentato da undici Impegni per la Qualità (conti correnti a
confronto, contro di base, tempi medi di chiusura dei conti correnti, trasferibilità dei servizi di pagamento, trasferibilità dei dati del mutuo, trasferibilità del dossier titoli, trasferibilità delle Ri.Ba., FARO – Servizi funzionamento bancomat, sicurezze home-banking, sicurezza carte di pagamento, certificazioni interessi e spese del mutuo) e da due iniziative ad adesione facoltativa (elenco dei servizi gestiti sul conto, informazioni per l’accesso al credito delle piccole e medie imprese).
24 L’aggiornamento del DPS per l’anno in corso verrà approvato dal Consiglio di Amministrazione il 10 Marzo 2011.
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La policy ambientale, approvata nel dicembre 2008, impegna il Gruppo a ridurre il proprio impatto ambientale attraverso una gestione intelligente e responsabile sia degli impatti diretti (ovvero degli impatti generati dall’attività dell’impresa attraverso il consumo di risorse, la produzione di rifiuti e le emissione di sostanze nocive) sia degli impatti indiretti (ovvero degli impatti generati dai comportamenti posti in essere da soggetti terzi con i quali la Banca intrattiene rapporti, come i clienti e i fornitori). Rispetto agli impatti diretti, l’obiettivo più importante raggiunto nel 2010 è l’utilizzo esclusivamente di energia elettrica certificata da fonti rinnovabili (certificati RECS). Con riferimento agli impatti indiretti il Gruppo è attivo da tempo in ambito commerciale attraverso l’offerta di finanziamenti “verdi”, ovvero di linee di credito finalizzate alla realizzazione di investimenti per il risparmio energetico e per la diversificazione delle fonti energetiche, con particolare riferimento alla produzione di energia da fonti rinnovabili o a basso impatto ambientale. Principali rischi e incertezze cui è esposta la Banca Rischi La Banca attribuisce valenza primaria alla misurazione, gestione e controllo dei rischi, quali attività necessarie a garantire una creazione di valore sostenibile nel tempo e a consolidarne la reputazione sui mercati di riferimento. In ottemperanza alle vigenti disposizioni di vigilanza prudenziale per le banche (Circ. 263/2006 di Banca d’Italia), la Banca si è dotata di un processo per determinare le risorse patrimoniali adeguate - in termini attuali e prospettici – a fronteggiare tutti i rischi rilevanti cui è o potrebbe essere esposta, (ICAAP - Internal Capital Adequacy Assessment Process). In quest’ottica viene effettuata, in via continuativa, un’accurata identificazione dei rischi da sottoporre a valutazione. L’attività d’individuazione dei rischi è svolta in via continuativa. Essa è finalizzata a verificare la rilevanza dei rischi già oggetto di valutazione e a cogliere i segnali del manifestarsi di eventuali altre categorie. L’identificazione prevede una precisa definizione concettuale dei rischi a cui la Banca è esposta, l’analisi dei fattori che concorrono a generarli, nonché la descrizione delle relative modalità di manifestazione. Tale attività è stata realizzata attraverso un processo analitico centralizzato, integrato da un self assessment condotto con riferimento a tutte le entità della Banca. Una volta completata l’attività di individuazione dei rischi rilevanti, il processo ICAAP prevede la valutazione dei rischi individuati e la determinazione del capitale complessivo adatto a fronteggiarli (capital adequacy), in ottica corrente e prospettica. Per una migliore valutazione dell’esposizione ai rischi, dei sistemi di attenuazione e controllo e dell’adeguatezza di capitale, ci si avvale anche di prove di stress specifiche (mediante le quali si valutano gli impatti su di un singolo rischio) e globali (mediante le quali si valutano gli impatti su tutti i rischi contestualmente). La Banca si è dotata di un sistema di governo e di presidio dei rischi che contempla gli ambiti organizzativo, regolamentare e metodologico al fine di garantire la coerenza dell’operatività alla propria propensione al rischio. Considerate la mission e l’operatività, nonché il contesto di mercato in cui si trova ad operare, sono stati individuati i rischi da sottoporre a valutazione nel processo ICAAP, suddivisi nelle categorie Primo Pilastro e Secondo Pilastro, così come indicato nella normativa di riferimento. I rischi di Primo Pilastro - già presidiati dal requisito regolamentare richiesto dalla Vigilanza – sono i seguenti:
rischio di credito (incluso rischio di controparte): rischio di subire perdite derivanti dall’inadempienza di una controparte nei confronti della quale esiste un’esposizione creditizia;
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rischi finanziari: rischio di variazioni del valore di mercato o degli strumenti finanziari detenuti per effetto di variazioni inattese delle condizioni di mercato e del merito creditizio dell’emittente;
rischio operativo: rischio di subire perdite derivanti dall’inadeguatezza o dalla disfunzione di procedure, risorse umane e sistemi interni, oppure da eventi esogeni; rientrano in tale tipologia le perdite derivanti da frodi, errori umani, interruzioni dell’operatività, indisponibilità dei sistemi, inadempienze contrattuali, catastrofi naturali; è compreso il rischio legale.
In aggiunta ai rischi di Primo Pilastro, sono stati identificati rischi di Secondo Pilastro che si dividono a loro volta in:
rischi definiti misurabili, per i quali sono state identificate metodologie quantitative consolidate che conducono alla determinazione di un capitale interno o per i quali possono essere definiti utilmente delle soglie o limiti quantitativi che consentono, unitamente a misure di natura qualitativa, la definizione di un processo di allocazione e monitoraggio;
rischi definiti non misurabili, per i quali si ritengono più appropriate policy, misure di controllo, attenuazione o mitigazione non esistendo approcci consolidati per la stima del capitale interno utili ai fini del processo di allocazione.
I rischi di Secondo Pilastro oggetto di analisi sono i seguenti: Rischi misurabili:
• rischio di concentrazione: rischio derivante da esposizioni nel portafoglio bancario verso controparti, o gruppi di controparti del medesimo settore economico o che esercitano la stessa attività o appartenenti alla medesima area geografica; il rischio di concentrazione può essere distinto nei sottotipi single name concentration risk e sector concentration risk;
• rischio di tasso d’interesse: rischio attuale o prospettico di una variazione del margine di interesse e del valore economico della società, a seguito di variazioni inattese dei tassi d’interesse che impattano il portafoglio bancario;
• rischio di business: rischio di variazioni avverse e inattese degli utili/margini rispetto ai dati previsti, legati a volatilità dei volumi dovuta a pressioni competitive e situazioni di mercato;
• rischio partecipativo: rischio di perdite originate dal portafoglio partecipazioni; • rischio immobiliare: rischio di variazione del valore del patrimonio immobiliare.
Tra i rischi misurabili sono convenzionalmente inclusi anche quei rischi per i quali, pur non esistendo approcci consolidati per la stima del capitale interno, sono definibili limiti operativi di natura quantitativa, condivisi anche in letteratura, utili per la loro misurazione, monitoraggio ed attenuazione. Tali rischi sono:
• rischio di liquidità: rischio di inadempimento ai propri impegni di pagamento che può essere causato da incapacità di reperire fondi o di reperirli a costi superiori a quelli di mercato (funding liquidity risk) o dalla presenza di limiti allo smobilizzo delle attività (market liquidity risk) incorrendo in perdite in conto capitale;
• rischio di liquidità strutturale: rischio derivante da un non adeguato bilanciamento delle scadenze delle poste dell’attivo e del passivo.
Rischi non misurabili:
• rischio derivante da cartolarizzazioni: rischio che la sostanza economica dell’operazione di cartolarizzazione non sia pienamente rispecchiata nelle decisioni di valutazione e di gestione del rischio;
• rischio di compliance: rischio di incorrere in sanzioni giudiziarie o amministrative, perdite finanziarie rilevanti o danni di reputazione in conseguenza di violazioni di norme imperative (di legge o di regolamenti) ovvero di autoregolamentazione (statuti, codici di condotta, codici di autodisciplina);
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• rischio di reputazione: rischio di subire perdite derivanti da una percezione negativa dell’immagine della banca da parte di clienti, controparti, azionisti della banca, investitori, autorità di vigilanza o altri stakeholder;
• rischio residuo: rischio di subire perdite derivanti da un’imprevista inefficacia delle tecniche riconosciute per l’attenuazione del rischio di credito utilizzate dalla società (es. garanzie ipotecarie);
• rischio strategico: rischio attuale o prospettico di flessione degli utili o del capitale derivante da cambiamenti del contesto operativo, attuazione inadeguata di decisioni, scarsa reattività a variazioni del contesto competitivo.
Il rischio di credito costituisce il rischio caratteristico di maggior rilevanza della Banca: su base storica esso assorbe circa il 90% del capitale a rischio regolamentare. L’anno appena trascorso è stato caratterizzato da una sostanziale debolezza nella ripresa economica, dopo la forte fase di contrazione che ha caratterizzato il 2008 e il 2009. Per quanto si siano visti timidi segnali di ripresa, il permanere delle difficoltà in cui si trova il sistema produttivo in generale e la correlata crisi dei consumi hanno continuato ad influenzare negativamente la capacità delle imprese e dei privati di far fronte ai propri impegni, mantenendo elevato il rischio di credito e - di conseguenza - i flussi di credito anomalo e gli accantonamenti. Si ritiene che anche il 2011 vedrà solo un lento recupero delle determinanti della rischiosità del sistema finanziario ed in particolare dei livelli di attività relativi ai margini delle imprese e al reddito delle famiglie. Relativamente al rischio di liquidità strutturale, il rapporto fra le fonti di provvista e quelle di impiego potrebbe evidenziare tensioni derivanti dal fatto che, da un lato, i volumi degli impieghi saranno difficilmente comprimibili, mentre dall’altro, la necessità di rimpiazzare i titoli in scadenza e il progressivo impoverimento delle famiglie renderanno asfittico il mercato della provvista. Peraltro la Banca, a fronte delle scadenze previste dei propri titoli obbligazionari, ha predisposto un piano strutturato di nuove emissioni che al momento è pienamente rispettato. Con riguardo al rischio di liquidità, permangono i problemi di fiducia sui mercati istituzionali e interbancari, soprattutto a causa dei timori sulla solvibilità di alcuni Stati sovrani, in un contesto di rallentamento della dinamica della raccolta tradizionale, a causa del minor reddito disponibile delle famiglie. L’effetto del rischio-paese penalizza significativamente le banche italiane nella provvista sui mercati wholesale rispetto agli intermediari di altri paesi europei. I rischi diversi da quelli citati, di marginale rilevanza all’interno della Banca, non ci si attende debbano subire variazioni significative nel corso dell’esercizio. L’informativa di dettaglio sugli obiettivi e le politiche in materia di gestione del rischio finanziario, nonché sull’esposizione della Banca al rischio di prezzo, al rischio di credito, al rischio di liquidità e al rischio di variazione dei flussi finanziari – prevista dall’art. 2428 C.C. – è riportata nella parte E della Nota Integrativa, alla quale si rimanda. Incertezze L’incertezza è definita come un evento possibile il cui potenziale impatto, riconducibile ad una delle categorie di rischio identificate sopra, non è al momento determinabile e quindi quantificabile. Per la Banca si profila uno scenario di volumi in moderata ripresa, di margini contenuti, con un rischio di credito ancora elevato. La ripresa economica, che pure si è avviata, presenta andamenti fortemente differenziati tra paesi: vigorosa nelle economie emergenti, lenta nelle economie avanzate. Permangono altre potenziali vulnerabilità: la rapida crescita del debito in alcuni Paesi dell’area dell’euro potrebbe innescare dubbi sulla sostenibilità delle finanze pubbliche; i mercati sono ancora altamente volatili e potrebbero sorgere tensioni per il
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rifinanziamento di ingenti quantità di debito bancario in concorrenza con gli stati sovrani e le imprese. Gli elementi di incertezza individuati potrebbero manifestarsi con impatti riconducibili essenzialmente ai rischi di credito, di tasso di interesse e di liquidità. In particolare le principali incertezze individuate per l’esercizio 2011 sono legate ai seguenti aspetti:
• evoluzione del quadro macroeconomico. Le statistiche diffuse dall’inizio del 2011 hanno confermato il prosieguo della fase di crescita mondiale, facendo così presupporre un consolidamento della ripresa nell’anno in corso. Non si esclude, tuttavia, l’eventualità di temporanee moderazioni dei ritmi di espansione. In particolare, un contributo positivo all’evoluzione dello scenario macroeconomico dovrebbe continuare a giungere dai Paesi emergenti – che sono stati il driver per tutto il 2010 – nonostante le strette monetarie decise da diverse Banche centrali, tra cui quelle di India e Cina, al fine di contrastare le pressioni inflazionistiche. In tale contesto internazionale, nel 2010 il Pil italiano ha registrato un progresso in termini reali dell’1,3%, guidato in misura ragguardevole dall’ascesa dell’export, sebbene il contributo del canale estero al netto delle importazioni abbia registrato una leggera contrazione. Si segnala, inoltre, che un apporto rilevante all’espansione dell’economia è stato fornito dalla domanda nazionale al netto delle scorte. Indicazioni favorevoli sono giunte anche sul fronte industriale, dove vi è stato un incremento medio annuo dell’output del 5,3% e degli ordini manifatturieri del 13.9%. Relativamente al profilo inflazionistico, negli ultimi mesi, soprattutto nell’ambito dell’Area euro, la dinamica dei prezzi al consumo ha risentito del deciso incremento dei corsi delle materie prime, con particolare riguardo al petrolio alla luce del rafforzamento della congiuntura a livello globale e dell’instabilità geopolitica nel Nord Africa ed in Medio Oriente. L’evoluzione delle commodities si riflette anche a “monte” mostrando pressioni sui prezzi alla produzione. Ad ogni modo, in merito all’Italia, nel 2010 l’inflazione è salita dell’1.9% alimentata in maggiore misura dai beni rispetto ai servizi.
• andamento dei mercati finanziari e della curva dei tassi di interesse. Nel corso del 2010 è proseguito il processo di exit strategy dalle manovre espansive di politica monetaria poste in essere dalla Bce per fronteggiare la crisi del mercato del credito che aveva caratterizzato gli anni precedenti. Al riguardo, si pone in evidenza che le aste di rifinanziamento principali a più lungo termine (a 6 e 12 mesi) non sono state rinnovate, ma sostituite con operazioni pari o inferiori a 3 mesi. L’anno passato ha visto una crescita delle tensioni legate al debito sovrano dei Paesi cosiddetti “periferici” di Eurolandia (con particolare riferimento a Grecia, Spagna, Portogallo e Irlanda). A fine 2010 si è registrata una moderata crescita dei tassi interbancari che hanno seguito il processo di normalizzazione dettato dalla graduale rimozione delle misure straordinarie poste in essere dalla Banca Centrale Europea durante l’ultima recessione, mentre i tassi swap hanno evidenziato una marcata contrazione. Infine, in merito ai portafogli obbligazionari di proprietà, permane il rischio di un’ampia volatilità nei rendimenti e conseguentemente nei prezzi, derivante dalle incertezze legate alla solvibilità di alcuni debiti sovrani, nonché al processo di normalizzazione della politica monetaria. Nel contesto delineato, si inserisce la verifica periodica della recuperabilità degli avviamenti che dipende da parametri e da informazioni significativamente influenzabili dal quadro macroeconomico e correlati alla situazione di difficoltà dei mercati finanziari e - conseguentemente - soggetti a rapidi mutamenti.
• cambiamenti nel contesto normativo. Il contesto normativo è sottoposto a diverse dinamiche di mutamento a seguito sia dell'emanazione di vari provvedimenti normativi, a livello comunitario e nazionale, con le relative disposizioni regolamentari di attuazione, in materia di prestazione di servizi bancari (ad es. in tema di servizi di pagamento o di credito ai consumatori), sia di correlati indirizzi giurisprudenziali (ad es. in tema di forma dei contratti, interessi o altre voci di remunerazione dei servizi
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bancari); tale scenario, che ha introdotto momenti di discontinuità, potrebbe incidere direttamente sui profili di redditività delle banche, richiedendo un particolare sforzo sia interpretativo che attuativo.
* * *
I rischi e le incertezze sopra illustrati sono stati oggetto di un processo di valutazione teso anche ad evidenziare gli impatti di variazioni di parametri e condizioni di mercato sulla performance aziendale. La Banca infatti è dotata di strumenti di misurazione dei possibili impatti di rischi e incertezze sulla propria operatività (in particolare attraverso analisi di sensitivity e prove di stress), che consentono, con tempestività e continuità, l’adeguamento delle proprie strategie – in termini di modello distributivo, organizzativo e di gestione/razionalizzazione dei costi – rispetto ai mutamenti del contesto di riferimento. I rischi e le incertezze sono altresì oggetto di costante osservazione attraverso il corpo normativo di policy di rischio adottate dal Gruppo: le policy vengono aggiornate in relazione a cambiamenti della strategia, del contesto e delle aspettative di mercato. L’attività di monitoraggio periodico delle stesse è finalizzata alla verifica del loro stato di attuazione e della loro adeguatezza. Le analisi svolte indicano che la Banca è in grado di fronteggiare i rischi e le incertezze a cui è esposta, confermando pertanto i presupposti della propria continuità.
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Fatti di rilievo avvenuti dopo la chiusura dell’esercizio
Si rimanda a quanto indicato nella “Parte A - Politiche contabili - Sezione 3 – Eventi successivi alla data di riferimento del bilancio”.
Evoluzione prevedibile della gestione
A causa del persistere delle situazioni di difficoltà dell’economia, le previsioni sull’evoluzione della gestione sono ancora caratterizzate da notevoli incertezze. Nel settore bancario i principali fattori di criticità sono da ricondursi all’attuale livello dei tassi, che consente margini molto limitati, agli elevati costi di approvvigionamento della liquidità e della raccolta a scadenza, al deterioramento della qualità del credito, condizioni tutte che determinano riflessi negativi sulla redditività aziendale. In tale contesto la Banca ha approvato – nello scorso mese di gennaio - il budget per l’esercizio 2011 che prevede obiettivi di incremento dell’attività commerciale, coniugati a progetti di ulteriore razionalizzazione della rete distributiva.
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Proposte all’assemblea Tenuto conto che l’utile netto non risulta formato con plusvalenze non distribuibili ai sensi dell’art.6, comma 1, lettera a), D.Lgs. n. 38/2005, il Consiglio di Amministrazione sottoporrà all’approvazione dell’Assemblea degli azionisti: 1. la seguente ripartizione:
Accantonamento a riserva legale (5% dell’utile dell’esercizio) 1.882.592,92 Assegnazione al Fondo per interventi socio-culturali 700.000,00 Assegnazione alle 1.411.738.948 azioni ordinarie di un dividendo unitario
33.881.734,75
Accantonamento a Riserva straordinaria dell’importo residuo 1.187.530,81
2. la distribuzione del dividendo nella misura anzidetta, con l’osservanza delle norme di legge, a partire dal 12 aprile 2011 (stacco cedola) e con pagamento 19 aprile 2011.
Con l’approvazione di quanto proposto, il patrimonio netto assumerà la seguente consistenza:
Capitale sociale 1.468.208.505,92 Riserve: 87.875.629,99 a) di utili 79.698.925,98 Riserva legale 25.253.122,95 Riserva straordinaria 59.569.982,80 Utile/Perdite attuariali TFR -5.124.179,77 b) altre 8.176.704,01 Riserva per annullamento Avviamento applicazione OPI (Orientamenti Preliminari IFRS) -3.204.123,54 Altre Riserve 11.380.827,55 Riserve da valutazione -1.334.022,70 Patrimonio netto 1.554.750.113,21
Signori Azionisti, a chiusura di questa relazione si esprimono i sensi di gratitudine nei confronti della Capogruppo UBI Banca per tutti i contributi forniti a supporto della strategia e dell’operatività aziendale. Del pari, si esternano i più sinceri ringraziamenti a tutto il Personale, per l’impegno profuso, ed alle Organizzazioni Sindacali presenti nella Banca, per lo spirito di collaborazione cui hanno improntato le relazioni. Al Collegio Sindacale va l’apprezzamento per l’impegno e la professionalità con cui ha assolto le sue delicate funzioni. Si ringrazia la Società di revisione KPMG per la qualificata e puntuale attività professionale. Sensi di gratitudine si esprimono, inoltre, nei confronti degli esponenti della Banca d’Italia, delle Associazioni di categoria e di tutte le banche corrispondenti per la disponibilità e le collaborazioni prestate. Alla clientela è riservato il pensiero riconoscente e grato per la fiducia e la fedeltà accordate alla Banca.
Il Consiglio di Amministrazione
di € 0,02400 per complessividi € 0,02400 per complessivi
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Estratto del verbale dell’Assemblea ordinaria
degli Azionisti del 7 Aprile 2011
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Estratto del verbale dell’Assemblea ordinaria degli Azionisti del 7 Aprile 2011
L'Assemblea
- tenuto conto di quanto esposto dal Presidente; - preso atto della Relazione del Collegio Sindacale e della Relazione sul bilancio della Società di revisione, KPMG S.p.A.;
approva il Bilancio al 31 dicembre 2010, che chiude con un utile netto di euro 37.651.858,48 (euro trentasettemilioniseicentocinquantunomilaottocentocinquantotto virgola quarantotto), l'annessa Nota Integrativa e la Relazione del Consiglio di Amministrazione sulla Gestione, e, quindi,
delibera 1. la seguente ripartizione dell’utile netto, tenuto conto che lo stesso non risulta formato con plusvalenze non distribuibili ai sensi dell'art. 6, comma 1, lettera a), del D. Lgs. n. 38/2005: Accantonamento a riserva legale (5% dell'utile dell'esercizio) euro 1.882.592,92 Assegnazione al Fondo per interventi socio-culturali euro 700.000,00 Assegnazione alle 1.411.738.948 azioni ordinarie di un dividendo unitario di euro 0,02400 per complessivi euro 33.881.734,75 Accantonamento a Riserva straordinaria dell'importo residuo euro 1.187.530,81 2. la distribuzione del dividendo nella misura anzidetta, con l'osservanza delle norme di legge, dal 12 aprile 2011 (stacco cedola) e con pagamento 19 aprile 2011. In conseguenza di quanto ora deliberato, il capitale sociale e le riserve assumono le seguenti consistenze:
Il Presidente dà atto che al momento, ore tredici e minuti venticinque sono presenti o rappresentati numero 2 (due) Azionisti, portatori, in proprio o per delega, di numero 1.411.463.672 azioni ordinarie, quindi pone in votazione, per alzata di mano; la proposta che viene approvata all'unanimità dei presenti, senza, quindi, voti contrari o astenuti. Il Presidente constata e dà atto che l'Assemblea ha approvato.
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Agar e IsmaeleLuca Giordano (Napoli, 1634 – 1705)
Collezione Banca Carime
Prospetti Contabili
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Thaddaus Kuntz (1731 - 1793)Collezione Banca Carime
Allegoria delle stagioni - Autunno
Stato Patrimoniale (in unità di euro)
VOCI DELL' ATTIVO 31/12/2010 31/12/2009Variazione
annuaVariazione %
annua
10. Cassa e disponibilità liquide 67.082.964 72.720.851 (5.637.887) (7,75) 20. Attività finanziarie detenute per la negoziazione 2.697.848 2.214.260 483.588 21,84 40. Attività finanziarie disponibili per la vendita 27.793.433 28.109.521 (316.088) (1,12) 60. Crediti verso banche 3.846.366.621 4.368.839.673 (522.473.052) (11,96) 70. Crediti verso clientela 4.765.223.807 4.530.670.046 234.553.761 5,18 80. Derivati di copertura 19.644.616 38.989.077 (19.344.461) (49,62) 90. Adeguamento di valore delle attività finanziarie oggetto di copertura generica 25.145.090 5.800.954 19.344.136 333,46 100. Partecipazioni 1.565.346 1.565.346 - - 110. Attività materiali 164.907.667 171.010.224 (6.102.557) (3,57) 120. Attività immateriali 662.930.747 662.930.747 - - di cui: avviamento 662.930.597 662.930.597 - - 130. Attività fiscali: 61.462.865 59.587.108 1.875.757 3,15 a) correnti 22.321.831 23.081.553 (759.722) (3,29) b) anticipate 39.141.034 36.505.555 2.635.479 7,22 150. Altre attività 139.476.224 151.652.125 (12.175.901) (8,03) Totale dell'attivo 9.784.297.228 10.094.089.932 (309.792.704) (3,07)
VOCI DEL PASSIVO E DEL PATRIMONIO NETTO 31/12/2010 31/12/2009Variazione
annuaVariazione %
annua
10. Debiti verso banche 175.444.132 50.585.076 124.859.056 246,83 20. Debiti verso clientela 5.151.628.712 4.961.715.384 189.913.328 3,83 30. Titoli in circolazione 2.411.036.388 2.930.368.860 (519.332.472) (17,72) 40. Passività finanziarie di negoziazione 2.729.231 2.239.609 489.622 21,86 60. Derivati di copertura 27.113.960 26.541.685 572.275 2,16 80. Passività fiscali: 55.964.614 48.603.533 7.361.081 15,15 a) correnti 8.222.415 15.191.122 (6.968.707) (45,87) b) differite 47.742.199 33.412.411 14.329.788 42,89 100. Altre passività 229.378.289 306.132.458 (76.754.169) (25,07) 110. Trattamento di fine rapporto del personale 60.724.779 66.992.039 (6.267.260) (9,36) 120. Fondi per rischi e oneri: 80.945.276 82.348.583 (1.403.307) (1,70) a) quiescenza e obblighi simili 43.646.670 46.203.670 (2.557.000) (5,53) b) altri fondi 37.298.606 36.144.913 1.153.693 3,19 130. Riserve da valutazione (1.334.023) 473.397 (1.807.420) (381,80) 160. Riserve 84.805.506 79.892.397 4.913.109 6,15 180. Capitale 1.468.208.506 1.468.208.506 - - 200. Utile d'esercizio 37.651.858 69.988.405 (32.336.547) (46,20) Totale del passivo e del patrimonio netto 9.784.297.228 10.094.089.932 (309.792.704) (3,07)
Il Presidente Il Direttore Generale I Sindaci Andrea Pisani Massamormile Raffaele Avantaggiato Roberto Giordano Alberto Nardi Stefano Adamo
71
Conto Economico (in unità di euro)
10. Interessi attivi e proventi assimilati 319.928.286 404.893.115 (84.964.829) (20,98)
20. Interessi passivi e oneri assimilati (82.625.757) (122.808.858) 40.183.101 (32,72)
30. Margine di interesse 237.302.529 282.084.257 (44.781.728) (15,88)
40. Commissioni attive 112.009.412 115.418.198 (3.408.786) (2,95)
50. Commissioni passive (2.538.288) (3.577.374) 1.039.086 (29,05)
60. Commissioni nette 109.471.124 111.840.824 (2.369.700) (2,12)
70. Dividendi e proventi simili 107.050 115.333 (8.283) (7,18)
80. Risultato netto dell'attività di negozizione 1.176.579 2.891.625 (1.715.046) (59,31)
90. Risultato netto dell'attività di copertura 2.374.321 (1.880.218) 4.254.539 (226,28)
100. Utile (perdita) da cessione o riacquisto di: (1.533.221) (1.621.474) 88.253 (5,44)
b) attività finanziarie disponibili per la vendita 73 175.584 (175.511) (99,96)
d) passività finanziarie (1.533.294) (1.797.058) 263.764 (14,68)
120. Margine di intermediazione 348.898.382 393.430.347 (44.531.965) (11,32)
130. Rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento di: (23.308.409) (20.004.961) (3.303.448) 16,51
a) crediti (22.874.964) (20.127.537) (2.747.427) 13,65
b) attività finanziarie disponibili per la vendita (10.670) - (10.670) -
d) altre operazioni finanziarie (422.775) 122.576 (545.351) (444,91)
140. Risultato netto della gestione finanziaria 325.589.973 373.425.386 (47.835.413) (12,81)
150. Spese amministrative (265.135.489) (271.393.306) 6.257.817 (2,31)
a) spese per il personale (153.219.157) (158.196.173) 4.977.016 (3,15)
b) altre spese amministrative (111.916.332) (113.197.133) 1.280.801 (1,13)
160. Accantonamenti netti fondi per rischi e oneri 861.599 (6.075.793) 6.937.392 (114,18)
170. Rettifiche/riprese di valore nette su attività materiali (13.890.164) (13.301.705) (588.459) 4,42
190. Altri oneri/proventi di gestione 21.533.239 23.183.407 (1.650.168) (7,12)
200. Costi operativi (256.630.815) (267.587.397) 10.956.582 (4,09) 240. Utili (perdite) della cessione di investimenti (2.235) 20.918 (23.153) (110,68)
250. Utile (perdita) della operatività corrente al lordo delle imposte 68.956.923 105.858.907 (36.901.984) (34,86) 260. Imposte sul reddito dell'esercizio dell'operatività corrente (31.305.065) (35.870.502) 4.565.437 (12,73) 270. Utile (perdita) della operatività corrente al netto delle imposte 37.651.858 69.988.405 (32.336.547) (46,20) 290. Utile d'esercizio 37.651.858 69.988.405 (32.336.547) (46,20)
Variazione % annua
31/12/2010 31/12/2009Variazione
annua
Il Presidente Il Direttore Generale I Sindaci Andrea Pisani Massamormile Raffaele Avantaggiato Roberto Giordano Alberto Nardi Stefano Adamo
72
Prospetto della redditività complessiva (in unità di euro)
31/12/2010 31/12/2009
10. Utile (perdita) di esercizio 37.651.858 69.988.405
Altre componenti reddituali a netto delle imposte
20. Attività finanziarie disponibili per la vendita (53.069) 102.129
90. Utile (Perdita) attuariali su piani a benefici definiti (1.754.351) 11.618
110. Totale altre componenti reddituali al netto delle imposte (1.807.420) 113.747
120 Redditività complessiva (Voce 10+110) 35.844.438 70.102.152
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Rendiconto Finanziario (in unità di euro)
METODO INDIRETTO 31/12/2010 31/12/2009
A. ATTIVITA' OPERATIVA1. Gestione (+/-) 74.959.910 131.170.942 - risultato d'esercizio (+/-) 37.651.858 69.988.405
(51.211) (41.053) - plus/minusvalenze su attività di copertura (-/+) (2.374.321) 1.880.218 - rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento (+/-) 27.738.264 22.622.960 - rettifiche/riprese di valore nette su immobilizzazioni materiali e immateriali (+/-) 13.890.164 13.301.705 - accantonamenti netti a fondi rischi ed oneri e altri costi/ricavi (+/-) (5.291.454) 3.457.793 - imposte e tasse non liquidate (+) 31.305.065 35.870.502 - altri aggiustamenti (+/-) (27.908.455) (15.909.588) 2. Liquidità generata/assorbita dalle attività finanziarie (+/-) 259.654.149 158.542.468 - attività finanziarie detenute per la negoziazione 134.696 (896.246) - attività finanziarie disponibili per la vendita 247.907 (15.130.209) - crediti verso banche: a vista 503.470.394 390.219.355 - crediti verso clientela (254.175.412) (349.553.470) - altre attivita' 9.976.565 133.903.039 3. Liquidità generata/assorbita dalle passività finanziarie (+/-) (267.110.305) (177.148.309) - debiti v/banche a vista 124.859.057 (59.291.776) - debiti v/clientela 189.929.330 97.441.846 - titoli in circolazione (497.530.736) (226.133.578) - pass.finanz.di negoziazione 489.622 965.799 - altre passività (84.857.578) 9.869.401
Liquidità netta generata/assorbita dall'attività operativa (+/-) 67.503.754 112.565.102 B. ATTIVITA' DI INVESTIMENTO1. Liquidità generate da (+) 17 404.000 - vendite di att.materiali 17 404.000 2. Liquidità assorbita da (-) (8.066.361) (13.368.767) - acquisti di att.materiali (8.066.361) (13.368.767)
Liquidità netta generata/assorbita dall'attività d'investimento (+/-) (8.066.344) (12.964.767) C. ATTIVITA' DI PROVVISTA- distribuzione dividendi e altre finalità (65.075.296) (112.347.964)
Liquidità netta generata/assorbita dall'attività di provvista (+/-) (65.075.296) (112.347.964) LIQUIDITA' NETTA GENERATA/ASSORBITA NELL'ESERCIZIO (5.637.887) (12.747.629)
Legenda: (+) Generata (-) Assorbita
Riconciliazione rendiconto finanziario
VOCI DI BILANCIO 31/12/2010 31/12/2009
Cassa e disponibilità liquide all'inizio dell'esercizio 72.720.851 85.468.480
Liquidità totale generata/assorbita nell'esercizio (5.637.887) (12.747.629) Cassa e disponibilità liquide alla chiusura dell'esercizio 67.082.964 72.720.851
- plus/minusvalenze su attività finanziarie detenute per la negoziazione e su attività/passività finanziarie valutate al fair-value (+/-)
76
La Nota Integrativa
77
Cristo e la CananeaMattia Preti (Taverna (CZ) 1613 – La Valletta 1699)
Collezione Banca Carime
La nota integrativa
La nota integrativa è suddivisa nelle seguenti parti:
1) Parte A - Politiche contabili 2) Parte B - Informazioni sullo stato patrimoniale 3) Parte C - Informazioni sul conto economico 4) Parte D – Redditività complessiva 5) Parte E - Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura 6) Parte F - Informazioni sul patrimonio 7) Parte G - Operazioni di aggregazione riguardanti impresa o rami d’azienda 8) Parte H - Operazioni con parti correlate 9) Parte I - Accordi di pagamento basati su propri strumenti patrimoniali 10) Parte L - Informativa di settore
Parte A - Politiche Contabili A.1 - Parte Generale Sezione 1 Dichiarazione di conformità ai principi contabili internazionali
Il presente bilancio è stato redatto in conformità ai principi contabili internazionali emanati dall’International Accounting Standards Board (IASB) e omologati alla data di redazione dello stesso nonché alle relative interpretazioni dell’International Financial Reporting Interpretation Committee (IFRIC)25. Il bilancio è composto da Stato Patrimoniale, Conto Economico, Prospetto della Redditività complessiva, Prospetto di variazione del patrimonio netto, Rendiconto Finanziario, dalla Nota Integrativa e corredato dalla Relazione sull’andamento della Gestione. Il bilancio è assoggettato a revisione contabile da parte della società di revisione KPMG S.p.A., ai sensi dell’art. 155 del D. Lgs 24 febbraio 1998 n. 58 ed in esecuzione della delibera assembleare del 12 aprile 2007 che ha attribuito l’incarico fino alla redazione del bilancio d’esercizio del 31 dicembre 2013. Il bilancio al 31 dicembre 2010 è stato redatto con chiarezza e rappresenta in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale, la situazione finanziaria, il risultato economico del periodo, la variazione del patrimonio netto e i flussi di cassa. Sezione 2 Principi generali di redazione
Il presente bilancio è redatto nel rispetto dei principi generali previsti dallo IAS 1 “Presentazione del bilancio” e pertanto riporta le informazioni nell’ottica della continuità aziendale, imputando costi e ricavi secondo la competenza economica degli stessi, evitando compensazioni tra attività e passività, costi e ricavi. Le informazioni riportate nel presente fascicolo di bilancio, se non diversamente specificato, sono espresse in euro quale moneta di conto e le situazioni finanziarie, patrimoniali, economiche, le note informative/commento e le tabelle esplicative sono esposte in migliaia di euro. I relativi arrotondamenti sono stati effettuati tenendo conto delle disposizioni indicate da Banca d’Italia. Le voci che non riportano valori per il periodo corrente e precedente sono omesse.
25 Si veda, in proposito, l’ “Elenco dei principi IAS/IFRS omologati dalla Commissione Europea” pubblicato nella Parte
A.1 della Nota Integrativa del bilancio. I principi ivi elencati, nonché le relative Interpretazioni, sono applicati in funzione del verificarsi degli eventi da questi disciplinati e dell’anno da cui diventano applicabili.
79
Gli schemi di bilancio utilizzati nel presente bilancio sono conformi a quelli definiti dalla Circolare di Banca d’Italia n. 262/2005 così come modificata dal I° aggiornamento del 18 novembre 200926; essi forniscono, oltre al dato contabile al 31 dicembre 2010, l’analoga informazione comparativa al 31 dicembre 2009. In data 16 febbraio 2011 la Banca d’Italia ha emanato la lettera “roneata” n. 0142023/11 con oggetto “Bilancio e segnalazioni di vigilanza” con la quale ha reso note, a banche ed intermediari finanziari, le risposte ad alcune richieste di chiarimenti, pervenuti all’Organo di Vigilanza, in ordine alle corrette modalità di rilevazione di talune operazioni. Da un primo esame di tale documento risulterebbe che le indicazioni in esso contenute siano sostanzialmente in linea con le prassi seguite dal Gruppo UBI. Si precisa che per alcune fattispecie di costi sono in corso più puntuali approfondimenti con l’Organo di Vigilanza per il tramite dell’ABI e pertanto nel bilancio del presente esercizio non sono state apportate modifiche alla classificazione contabile già in uso. Principi contabili I principi contabili esposti nella Parte A.2, relativamente alle fasi di classificazione, valutazione e cancellazione, sono i medesimi adottati per la redazione del bilancio relativo all’esercizio 2009. I principi contabili utilizzati sono tendenzialmente diretti all’applicazione del costo ad eccezione delle seguenti attività e passività finanziarie il cui valore è stato determinato applicando il criterio del fair value: strumenti finanziari detenuti per negoziazione (inclusi i prodotti derivati) e strumenti finanziari disponibili per la vendita. Per completezza si segnala che le attività non correnti disponibili per la vendita (e le passività ad esse associate) sono iscritte al valore più basso tra il valore di bilancio e il fair value (al netto dei costi di vendita). Sezione 3 Eventi successivi alla data di riferimento del bilancio
Come già innanzi evidenziato, con decorrenza 10 gennaio 2011 sono stati avviati gli interventi di evoluzione del Modello Distributivo di Banca Carime. Il Nuovo Modello Distributivo, basato sull’introduzione del modello “Filiale Capofila – Filiale Aggregata”, prevede l’inserimento di un livello di coordinamento tra le Filiali, attraverso “gruppi” di Filiali composti da una Filiale Capofila che può coordinare una o più Filiali Aggregate. Nello specifico, la Filiale Capofila è, di norma, la Filiale più strutturata e di maggiori dimensioni all’interno del gruppo, ha facoltà di delibera commerciale e creditizia superiori rispetto alle relative Filiali Aggregate, e prevede di regola la presenza di tutti i ruoli commerciali e operativi. Nell’ambito della Filiale Capofila si prevede che il Responsabile svolga attività di coordinamento commerciale delle Filiali Aggregate di pertinenza e deliberi, in relazione alle proprie autonomie, le pratiche di affidamento e le proposte di variazione di condizioni che eccedono le facoltà delle relative Filiali Aggregate. Le Filiali Aggregate, di dimensioni più piccole rispetto alla Capofila, mantengono la propria autonomia contabile e la figura del Responsabile con autonomia commerciale e creditizia propria per la clientela gestita, ma inferiore rispetto a quella della rispettiva Filiale Capofila. Le Filiali Aggregate prevedono l’attivazione dei ruoli commerciali in funzione della tipologia e della numerosità della clientela servita, e sono focalizzate sullo sviluppo di nuove relazioni commerciali. Completano il Modello le Filiali Ordinarie, coordinate direttamente dalle Aree Territoriali, e i Minisportelli, Sportelli distaccati dalla Filiale di riferimento.
26 Nonché da successive comunicazioni dell’Organo di Vigilanza.
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L’evoluzione del Modello Distributivo sarà realizzata in maniera progressiva nel corso del primo semestre 2011, con le due seguenti fasi principali: Fase 1 (gennaio 2011) - Attivazione Modello:
• revisione degli Assetti Territoriali delle Banche Rete coinvolte, con l’introduzione delle Filiali Capofila e Aggregate;
• riportafogliazione della clientela Small Business a maggiore complessità dalla Filiale Aggregata alla rispettiva Capofila;
• attivazione delle funzionalità per la vendita e la gestione dei prodotti in circolarità fra Filiale Capofila e Filiali Aggregate;
• estensione delle transazioni bancarie disponibili in circolarità infrabanca. Fase 2 (aprile 2011) – Completamento Modello:
• introduzione nuovo processo creditizio di delibera fidi e sconfini della Filiale Capofila sulle pratiche provenienti dalle rispettive Aggregate;
• introduzione nuovo processo di autorizzazione di tassi e condizioni da parte della Filiale Capofila sulle pratiche provenienti dalle rispettive Aggregate;
• attivazione funzionalità di coordinamento economico, commerciale, creditizio e operativo della Filiale Capofila sulle rispettive Filiali Aggregate.
Sezione 4 Altri aspetti Hedge Accounting Si precisa che fino al 31 dicembre 2009 il Gruppo utilizzava una strategia di copertura del rischio tasso di interesse per le attività a medio lungo termine denominate a tasso fisso in coerenza con le previsioni dello IAS 39 nella versione omologata dalla Comunità Europea (cosiddetto “carve out”), che consente la copertura di un predeterminato ammontare di mutui (quantità di moneta, declinato con logica “a strati”), per i quali è intenzione dell’azienda porre in essere coperture dal rischio tasso di interesse. Con decorrenza dal 1 gennaio 2010 è stata ricostituita la quantità di moneta contabilmente coperta che si era ridotta a seguito delle estinzioni anticipate, rinegoziazioni e default. Sotto il profilo operativo le attività a tasso fisso precedentemente non coperte sono state ricondotte ai portafogli oggetto di copertura contabile. Di seguito, anche a fronte della necessità di addivenire ad un completo allineamento tra logiche gestionali e contabili, si è dato corso ad un affinamento della metodologia utilizzata, pur non modificando la propria strategia di copertura, sempre improntata alla copertura del rischio di tasso mediante l'utilizzo dei medesimi hedging instruments, passando alla logica di copertura a percentuale. Tale percentuale nei fatti rappresenta i flussi di cassa attesi in quanto è stabilita sulla base della stima delle estinzioni anticipate che si verificheranno in futuro e può essere oggetto di revisione, sino ad un massimo del 100% del portafoglio residuo, in funzione della variazione delle stime di estinzioni anticipate. La migliore definizione della suddetta metodologia ha consentito di neutralizzare nel corso dell’esercizio 2010 gli effetti, pari a euro 2,8 milioni al lordo del relativo effetto fiscale, connessi alle estinzioni anticipate, rinegoziazioni e default. Rettifiche collettive su crediti performing Nell’esercizio in esame si è concluso il processo di adeguamento della gestione e monitoraggio del credito, con particolare riferimento alla determinazione delle rettifiche collettive sui crediti performing.
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Tale processo è consistito sostanzialmente nel programmato adeguamento dell’algoritmo di calcolo delle rettifiche collettive, al fine di adottare sulle singole entità, i dati rivenienti dal modello Basilea 2. I dati di bilancio al 31 dicembre 2010 sono pertanto i primi in cui il fondo di rettifiche collettive della banca è stato determinato attraverso la semplice moltiplicazione del carrying amount, della LGD gestionale (stimata da modello) e della PD (derivante dall’applicazione dei modelli di rating), coerentemente con la decisione della Capogruppo in materia di impairment sui crediti performing che ha stabilito l’eliminazione delle logiche di riproporzionamento introdotte a fine 2008, essendosi concluso l’iter volto a gestire con gradualità l’eliminazione del meccanismo di ripartizione del fondo. Contestualmente, si è proceduto alla periodica revisione delle stime di rischiosità tramite l’aggiornamento dei parametri di rischio. Tale attività ha determinato un incremento delle rettifiche collettive, pari a euro 2,9 milioni, dovuto all’inclusione delle serie storiche relative ai periodi più recenti maggiormente critici in termini di rischiosità. Nel corso dell’esercizio 2011 è invece programmata la messa in produzione della nuova generazione di modelli di rating e di LGD, all’interno del piano di validazione Basilea 2 sul segmento regolamentare Imprese. Contabilizzazione della “penale di sconfino” Come già anticipato nell’informativa periodica al 30 settembre 2010, lo scorso mese di agosto la banca ha attuato, nelle more di un più ampio intervento sulle condizioni applicate alla clientela, la revisione della struttura e delle regole relative alla “penale di sconfino”. Tale penale viene applicata nel caso di passaggi a debito di conti non affidati o di sconfinamenti sui conti affidati rispetto al fido accordato e al persistere della situazione di sconfino ed è in sostanza determinata in misura fissa al verificarsi di uno sconfino superiore ad un certo importo ed in presenza di saldo debitore per diversi giorni lavorativi consecutivi. La nuova condizione trova giustificazione nel maggior rischio di credito delle situazioni di sconfino per il quale è necessario per la banca ottenere remunerazione adeguata anche per gli utilizzi superiori al fido accordato e gli scoperti su conti non affidati. Si tratta infatti di situazioni che implicano il citato maggior rischio di credito e richiedono alla banca un costo straordinario per le attività di istruttoria veloce, gestione e monitoraggio ai fini di presidio di tale rischio. Tutto ciò premesso si evidenzia come i proventi relativi alla penale di sconfino di cui al nuovo regime commissionale trovano riconoscimento sia negli schemi di bilancio obbligatori di cui alla Circolare Banca d’Italia 262/05 nonché nei prospetti riclassificati alla voce “Interessi attivi e proventi assimilati”. Nel presupposto fondamentale che tale remunerazione è indubbiamente connessa all'effettivo utilizzo di liquidità nel tempo e non configura pertanto la remunerazione di un servizio. Tale impostazione risulta essere conforme all’orientamento di settore emerso nel più ampio dibattito relativo alla natura della “Commissione di messa a Disposizione Fondi”. Utilizzo di stime ed assunzioni nella predisposizione del bilancio d’esercizio Gli aggregati di bilancio sono valutati secondo i principi declinati nella successiva Parte A.2 “Parte relativa alle principali voci di bilancio” delle Politiche Contabili. L’applicazione di tali principi, nell’impossibilità di valutare con precisione alcuni elementi di bilancio, comporta talora l’adozione di stime ed assunzioni in grado di incidere anche significativamente sui valori iscritti nello stato patrimoniale e nel conto economico. Nel ribadire che l’impiego di stime ragionevoli è parte essenziale della predisposizione del bilancio, si segnalano qui di seguito le voci di bilancio in cui è più significativo l’utilizzo di stime ed assunzioni:
• valutazione dei crediti; • valutazione di attività finanziarie non quotate su mercati attivi;
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• valutazione di attività intangibili e di partecipazioni; • quantificazione degli accantonamenti ai fondi rischi ed oneri; • quantificazione della fiscalità differita; • definizione della quota di ammortamento delle attività materiali ed immateriali a vita
utile definita. A tal proposito si evidenzia, inoltre, come la rettifica di una stima possa avvenire a seguito dei mutamenti nelle circostanze sulle quali la stessa si era basata o in seguito a nuove informazioni o, ancora, di maggiore esperienza. L’eventuale mutamento della stima è applicato prospetticamente e genera quindi impatto sul conto economico dell’esercizio in cui avviene il cambiamento ed, eventualmente, su quello degli esercizi futuri. Il presente esercizio non è caratterizzato da mutamenti significativi nei criteri di stima già applicati per la redazione del bilancio al 31 dicembre 2009.
******* Le modifiche dello IAS 39 Premesso che il processo di integrale revisione dello IAS 39 è tuttora in itinere e dovrebbe concludersi entro la fine del primo semestre 2011, si segnala che allo stato attuale nessun documento emesso dallo IASB è stato oggetto di omologazione da parte della Commissione Europea. Di seguito si riporta un breve sunto relativo allo stato di revisione del citato principio. Fase 1 Classification and Measurement In data 12 novembre l’International Accounting Standards Board (IASB) ha approvato la versione definitiva dell’IFRS 9 “Financial Instruments”, ovvero il nuovo principio contabile destinato a sostituire, per la parte relativa alla classificazione ed alla misurazione delle attività finanziarie, le previsioni dello IAS 39 “Strumenti finanziari: classificazione e misurazione”, portando così a termine la prima fase del progetto di revisione integrale del citato principio contabile. Tale principio, stante le critiche ricevute durante il periodo dedicato ai commenti, non è ancora stato oggetto di omologazione da parte della Commissione Europea e pertanto non è applicabile attualmente ai bilanci delle aziende europee e pertanto il processo di omologazione, c.d. “endorsement”, con riguardo a tale prima fase del progetto di revisione dello IAS 39 è stato rinviato. In data 28 ottobre 2010 lo IASB ha pubblicato le nuove previsioni relative alla classificazione e valutazione delle passività finanziarie. In particolare si segnala che tali nuove previsioni, confermando sostanzialmente l’impostazione già prevista dallo IAS 39, prescrivono di norma, in caso di applicazione della Fair Value Option alle passività finanziarie, la rilevazione delle variazioni di valore ascrivibili al proprio merito creditizio nel Prospetto della Redditività Complessiva e non più a conto economico. Fase 2 Impairment Il 5 novembre 2009, lo IASB ha pubblicato, per la consueta consultazione che è terminata il 30 giugno 2010, l’Exposure Draft “Financial Instruments; Amortised Cost and Impairment”. Tale documento in bozza, che prevede la revisione della modalità di determinazione delle perdite di valore di tutte le attività finanziarie valutate al costo ammortizzato secondo il modello c.d. expected loss (comportante la rilevazione delle perdite attese lungo l’intera durata contrattuale dell’attività), è stato oggetto di diverse critiche da parte dei commentatori internazionali, con particolare riguardo alla complessità di applicazione nonché alla non concreta applicabilità a portafogli c.d. “aperti”, tanto che lo IASB in data 31 gennaio 2011 ha pubblicato in consultazione, congiuntamente al FASB, il Supplement “Financial Instruments: Impairment”, integrativo del succitato ED Financial Instruments:
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Amortised Cost and Impairment pubblicato nel 2009, il cui fine è quello di superare le principali criticità e problematiche operative paventate dai commentatori nell’implementazione del modello proposto di calcolo delle perdite attese. Fase 3 Hedge Accounting In data 9 dicembre 2010 lo IASB ha pubblicato, per la consueta consultazione che è terminata il 9 marzo 2011, l’Exposure Draft “Hedge Accounting”. L’ED in parola, che non tratta il tema ancora controverso e oggetto di ulteriori approfondimenti del c.d. “Macrohedging”, si prefigge, nelle intenzioni dello IASB, sostanzialmente l’obiettivo di:
• avvicinare la rappresentazione contabile a logiche di risk management; • introdurre un principio più focalizzato sull’obiettivo che si intende raggiungere con
la stipula di una copertura nonché sulle modalità con le quali lo si intende raggiungere.
Più in dettaglio, sinteticamente le novità proposte dall’ED riguardano i seguenti aspetti:
• variazione della contabilizzazione delle coperture del tipo Fair Value Hedge; • introduzione della possibilità di riponderare l’hedging ratio delle relazioni di
copertura, mediante il c.d. “rebalancing”, se ancora in linea con lo scopo iniziale; • introduzione della possibilità di operare una copertura in una logica c.d. di “layer
approach”; • la possibilità di coprire posizioni nette; • eliminazione dell’obbligatorietà della soglia 80-125% per i test quantitativi operati ai
fini della verifica dell’efficacia; • eliminazione della possibilità di coprire strumenti finanziari la cui valutazione non
impatta il conto economico; • contabilizzazione del time value premium delle opzioni.
A completamento del progetto in parola, lo IASB ha aggiunto un’ulteriore fase relativa all’Asset and Liability Offsetting. A tal proposito, in data 28 gennaio 2011, lo IASB ha emanato un Exposure Draft “Offsetting Financial Assets and Financial Liabilities” il cui obiettivo è quello di affrontare il tema della compensazione in bilancio di posizioni su contratti derivati e altri strumenti finanziari che possono comportare delle differenze significative nella reportistica delle istituzioni finanziarie.
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Elenco dei principi IAS/IFRS omologati dalla Commissione Europea
IAS/IFRS PRINCIPI CONTABILI OMOLOGAZIONE
IAS 1 Presentazione del bilancio
Reg. 1274/2008, 53/2009, 70/2009, 494/2009, 243/2010, 149/2011
IAS 2 Rimanenze Reg. 1126/2008
IAS 7 Rendiconto finanziario Reg. 1126/2008, 1274/2008, 70/2009, 494/2009, 243/2010
IAS 8 Principi contabili, cambiamenti nelle stime ed errori Reg. 1126/2008, 1274/2008, 70/2009
IAS 10 Fatti intervenuti dopo la data di riferimento del bilancio Reg. 1126/2008, 1274/2008, 70/2009, 1142/2009
IAS 11 Commesse a lungo termine Reg. 1126/2008, 1274/2008
IAS 12 Imposte sul reddito Reg. 1126/2008, 1274/2008, 495/2009
IAS 16 Immobili, impianti e macchinari Reg. 1126/2008, 1274/2008, 70/2009, 495/2009
IAS 17 Leasing Reg. 1126/2008, 243/2010
IAS 18 Ricavi Reg. 1126/2008, 69/2009
IAS 19 Benefici per i dipendenti Reg. 1126/2008, 1274/2008, 70/2009
IAS 20 Contabilizzazione dei contributi pubblici e informativa sull’assistenza pubblica
Reg. 1126/2008, 1274/2008, 70/2009
IAS 21 Effetti delle variazioni dei cambi delle valute estere Reg. 1126/2008, 1274/2008, 69/2009, 494/2009, 149/2011
IAS 23 Oneri finanziari Reg. 1260/2008, 70/2009
IAS 24 Informativa di bilancio sulle operazioni con parti correlate Reg. 632/2010
IAS 26 Fondi di previdenza Reg. 1126/2008
IAS 27 Bilancio consolidato e separato Reg. 494/2009
IAS 28 Partecipazioni in collegate
Reg. 1126/2008, 1274/2008, 70/2009, 494/2009, 495/2009, 149/2011
IAS 29 Informazioni contabili in economie iperinflazionate Reg. 1126/2008, 1274/2008, 70/2009
IAS 31 Partecipazioni in joint venture Reg. 1126/2008, 70/2009, 494/2009, 149/2011
IAS 32 Strumenti finanziari: esposizione nel bilancio
Reg. 1126/2008, 1274/2008, 53/2009, 70/2009, 495/2009, 1293/2009, 149/2011
IAS 33 Utile per azione Reg. 1126/2008,
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1274/2008, 495/2009
IAS 34 Bilanci intermedi Reg. 1126/2008, 1274/2008, 70/2009, 495/2009, 149/2011
IAS 36 Riduzione di valore delle attività
Reg. 1126/2008, 1274/2008, 69/2009, 70/2009, 495/2009, 243/2010
IAS 37 Accantonamenti, passività e attività potenziali Reg. 1126/2008, 1274/2008, 495/2009
IAS 38 Attività immateriali Reg. 1126/2008, 1274/2008, 70/2009, 495/2009, 243/2010
IAS 39 Strumenti finanziari: rilevazione e valutazione
Reg. 1126/2008, 1274/2008, 53/2009, 70/2009, 494/2009, 495/2009, 824/2009, 839/2009, 1171/2009, 243/2010, 149/2011
IAS 40 Investimenti immobiliari Reg. 1126/2008, Reg. 1274/2008, Reg. 70/2009
IAS 41 Agricoltura Reg. 1126/2008, 1274/2008, 70/2009
IFRS 1 Prima adozione dei principi contabili internazionali
Reg. 1126/2009, 1164/2009, 550/2010, 574/2010, 662/2010, 149/2011
IFRS 2 Pagamenti basati sulle azioni Reg. 1126/2008, 1261/2008, 495/2009, 243/2010 , 244/2010
IFRS 3 Aggregazioni aziendali Reg. 495/2009, 149/2011
IFRS 4 Contratti assicurativi Reg. 1126/2008, 1274/2008, 1165/2009
IFRS 5 Attività non correnti possedute per la vendita e attività operative cessate
Reg. 1126/2008, 1274/2008, 70/2009, 494/2009, 1142/2009, 243/2010
IFRS 6 Esplorazione e valutazione delle risorse minerarie Reg. 1126/2008
IFRS 7 Strumenti finanziari: informazioni integrative
Reg. 1126/2008, 1274/2008, 53/2009, 70/2009, 495/2009, 824/2009, 1165/2009, 574/2010, 149/2011
IFRS 8 Settori operativi Reg. 1126/2008, 1274/2008, 243/2010, 632/2010
SIC/IFRIC DOCUMENTI INTERPRETATIVI OMOLOGAZIONE
IFRIC 1 Cambiamenti nelle passività iscritte per smantellamenti, ripristini e passività similari
Reg. 1126/2008, 1274/2008
IFRIC 2 Azioni dei Soci in entità cooperative e strumenti simili Reg. 1126/2008, 53/2009
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IFRIC 4 Determinare se un accordo contiene un leasing Reg. 1126/2008, 70/2009
IFRIC 5 Diritti derivanti da interessenze in fondi per smantellamenti, ripristini e bonifiche ambientali Reg. 1126/2008
IFRIC 6 Passività derivanti dalla partecipazione ad un mercato specifico – Rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche Reg. 1126/2008
IFRIC 7 Applicazione del metodo della rideterminazione ai sensi dello IAS 29 “Informazioni contabili in economie iperinflazionate”
Reg. 1126/2008, 1274/2008
IFRIC 9 Rivalutazione dei derivati incorporati Reg. 1126/2008, 495/2009, 1171/2009, 243/2010
IFRIC 10 Bilanci intermedi e riduzione di valore Reg. 1126/2008, 1274/2008
IFRIC 12 Accordi per servizi in concessione Reg. 254/2009
IFRIC 13 Programmi di fidelizzazione della clientela Reg. 1262/2008, 149/2011
IFRIC 14 Pagamenti anticipati relativi a una previsione di contribuzione minima
Reg. 1263/2008, Reg. 1274/2008, 633/2010
IFRIC 15 Accordi per la costruzione di immobili Reg. 636/2009
IFRIC 16 Coperture di un investimento netto in una gestione estera Reg. 460/2009, Reg. 243/2010
IFRIC 17 Distribuzioni ai soci di attività non rappresentate da disponibilità liquide Reg. 1142/2009
IFRIC 18 Cessioni di attività da parte della clientela Reg. 1164/2009
IFRIC 19 Estinzione di passività finanziarie con strumenti rappresentativi di capitale Reg. 662/2010
SIC 7 Introduzione dell’Euro Reg. 1126/2008, 1274/2008, 494/2009
SIC 10 Assistenza pubblica – Nessuna specifica relazione alle attività operative
Reg. 1126/2008, 1274/2008
SIC 12 Consolidamento – Società a destinazione specifica (Società veicolo) Reg. 1126/2008
SIC 13 Imprese a controllo congiunto – Conferimenti in natura da parte dei partecipanti al controllo
Reg. 1126/2008, 1274/2008
SIC 15 Leasing operativo – Incentivi Reg. 1126/2008, 1274/2008
SIC 21 Imposte sul reddito – Recupero delle attività rivalutate non ammortizzabili Reg. 1126/2008
SIC 25 Imposte sul reddito – Cambiamenti di condizione fiscale di un’impresa o dei suoi azionisti
Reg. 1126/2008, 1274/2008
SIC 27 La valutazione della sostanza delle operazioni nella forma legale del leasing Reg. 1126/2008
SIC 29 Informazioni integrative – Accordi per servizi di concessione Reg. 1126/2008, 1274/2008, 70/2009
SIC 31 Ricavi – Operazioni di baratto comprendenti servizi pubblicitari Reg. 1126/2008
SIC 32 Attività immateriali – Costi connessi a siti web Reg. 1126/2008, 1274/2008
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A.2 - Parte relativa alle principali voci di bilancio Di seguito vengono indicati, per i principali aggregati di bilancio, i criteri di iscrizione, classificazione, valutazione e cancellazione. Attività e passività finanziarie detenute per la negoziazione
Definizione Attività e passività finanziarie detenute per la negoziazione Un’attività o una passività finanziaria è classificata come posseduta per la negoziazione (c.d. Fair Value Through Profit or Loss – FVPL), ed iscritta nella voce “20 Attività finanziarie detenute per la negoziazione” o voce “40 Passività finanziarie di negoziazione”, se è:
acquisita o sostenuta principalmente al fine di venderla o riacquistarla a breve; parte di un portafoglio di identificati strumenti finanziari che sono gestiti
unitariamente e per i quali esiste evidenza di una recente ed effettiva strategia rivolta all’ottenimento di un profitto nel breve periodo;
un derivato (fatta eccezione per un derivato che sia designato ed efficace strumento di copertura – vedasi successivo specifico paragrafo).
La Banca ha iscritto tra le “Attività finanziarie detenute per la negoziazione” laddove presenti titoli obbligazionari detenuti per l’attività di trading e di PCT. Strumenti finanziari derivati Si definisce “derivato” uno strumento finanziario o altro contratto con le seguenti caratteristiche:
il suo valore cambia in relazione al cambiamento di un tasso di interesse, del prezzo di uno strumento finanziario, del prezzo di una merce, del tasso di cambio in valuta estera, di un indice di prezzi o di tassi, del merito di credito o di indici di credito o di altra variabile prestabilita;
non richiede un investimento netto iniziale o richiede un investimento netto iniziale minore di quanto sarebbe richiesto per altri tipi di contratti da cui ci si aspetterebbe una risposta simile a cambiamenti di fattori di mercato;
è regolato a data futura. La Banca detiene strumenti finanziari derivati sia per finalità di negoziazione che per finalità di copertura (per questi ultimi si veda successivo specifico paragrafo). Tutti i derivati di negoziazione sono iscritti nel comparto ad un valore iniziale pari al fair value che generalmente coincide con il costo. Successivamente, i contratti derivati sono valutati al fair value, pari al valore che la Banca pagherebbe o incasserebbe nell’ipotesi di rescindere, al momento della valutazione, il contratto derivato. Ogni variazione riscontrata nel fair value è imputata a conto economico nella voce “80 Risultato netto dell’attività di negoziazione”. Il fair value dei derivati è determinato mediante l’applicazione delle metodologie descritte nel successivo paragrafo “Criteri di valutazione”. Strumenti finanziari derivati incorporati Si definisce “strumento finanziario derivato incorporato” la componente di uno strumento ibrido (combinato) che include anche un contratto primario non derivato, con l’effetto che alcuni dei flussi finanziari dello strumento combinato variano in maniera similare a quelli del derivato preso a sé stante. Il derivato implicito viene separato dal contratto primario e contabilizzato come un derivato a sé stante se e soltanto se:
le caratteristiche economiche ed i rischi del derivato incorporato non sono strettamente correlati alle caratteristiche economiche e ai rischi del contratto primario;
uno strumento separato con le stesse condizioni del derivato incorporato soddisferebbe la definizione di derivato;
lo strumento ibrido (combinato) non è iscritto fra le attività o passività finanziarie detenute per la negoziazione.
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Il fair value dei derivati scorporati è determinato seguendo le metodologie descritte nel successivo paragrafo “Criteri di valutazione”. Criteri di iscrizione Gli strumenti finanziari “Attività e passività finanziarie detenute per la negoziazione” sono iscritti al momento di regolamento, se titoli di debito o di capitale, o alla data di sottoscrizione, se contratti derivati, ad un valore pari al costo inteso come il fair value dello strumento, senza considerare eventuali costi o proventi di transazione direttamente attribuibili agli strumenti stessi. Criteri di valutazione Successivamente all’iscrizione iniziale, gli strumenti finanziari in questione sono valutati al fair value con imputazione delle variazioni riscontrate a conto economico nella voce “80 Risultato netto dell’attività di negoziazione”. La determinazione del fair value delle attività o passività di un portafoglio di negoziazione è basata su prezzi rilevati in mercati attivi o su modelli interni di valutazione generalmente utilizzati nella pratica finanziaria e di seguito descritti. Metodologie di determinazione del Fair Value Titoli: quotati e non quotati Nel caso di titoli quotati su mercati attivi, la determinazione del fair value è basata sulle quotazioni del mercato di riferimento (ossia quello su cui si verifica il maggior volume delle contrattazioni) desumibili da provider internazionali e rilevate l’ultimo giorno di riferimento dell’esercizio o del periodo di riferimento. Un mercato è definito attivo qualora le quotazioni riflettano normali operazioni di mercato, siano prontamente e regolarmente disponibili ed esprimano il prezzo di effettive e regolari operazioni di mercato. Nel caso di titoli non quotati il fair value è determinato applicando tecniche di valutazione finalizzate alla determinazione del prezzo che lo strumento avrebbe avuto alla data di valutazione in un libero scambio motivato da normali considerazioni commerciali. La determinazione del fair value è ottenuta attraverso l’applicazione di metodologie diffuse a livello di mercati internazionali e modelli valutativi interni. In particolare, per le obbligazioni non quotate si applicano modelli di attualizzazione dei flussi di cassa futuri attesi – utilizzando strutture di tassi di interesse che tengono opportunamente in considerazione il settore di attività di appartenenza dell’emittente e della classe di rating, ove disponibile – e modelli di prezzo delle opzioni. Per i titoli di capitale vengono utilizzati i prezzi desumibili da transazioni comparabili, i multipli di mercato di società direttamente confrontabili, nonché i modelli di valutazione di tipo patrimoniale, reddituale e misto. Derivati: quotati e non quotati Nel caso di derivati quotati la determinazione del fair value è basata su prezzi desunti da mercati attivi. Per i derivati non quotati il fair value è determinato applicando modelli di attualizzazione dei flussi di cassa futuri che ponderano anche il rischio di credito associato allo strumento finanziario. Nel caso di derivati negoziati con controparti istituzionali, in considerazione degli accordi di compensazione (c.d. CSA) miranti alla mitigazione del rischio di credito, si ritiene che tale rischio possa essere ritenuto pressoché nullo. Criteri di cancellazione Le “Attività e Passività finanziarie detenute per negoziazione” vengono cancellate dal bilancio quando scadono i diritti contrattuali sui flussi finanziari derivanti dalle attività o passività finanziarie o quando l’attività o passività finanziaria è ceduta con trasferimento sostanziale di tutti i rischi ed i benefici derivanti dalla proprietà delle stesse. Il risultato della cessione di attività o passività finanziarie detenute per la negoziazione è imputato a conto economico nella voce “80 Risultato netto dell’attività di negoziazione”.
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Attività finanziarie disponibili per la vendita
Definizione Si definiscono disponibili per la vendita (c.d. Available for Sale – AFS) quelle attività finanziarie non derivate che sono designate come tali o non sono classificate come:
1. crediti e finanziamenti (vedasi successivo paragrafo); 2. attività finanziarie detenute sino alla scadenza (vedasi successivo paragrafo); 3. attività finanziarie detenute per la negoziazione e valutate al fair value rilevato a
conto economico (vedasi paragrafo precedente). Tali attività finanziarie sono iscritte nella voce “40 Attività finanziarie disponibili per la vendita”. Criteri di iscrizione Gli strumenti finanziari disponibili per la vendita sono iscritti inizialmente quando, e solo quando, l’azienda diventa parte nelle clausole contrattuali dello strumento, ossia al momento del regolamento, ad un valore pari al fair value generalmente coincidente con il costo degli stessi. Tale valore include i costi o i proventi direttamente connessi agli strumenti stessi. L’iscrizione delle attività finanziarie disponibili per la vendita può derivare anche da riclassificazione dal comparto “Attività finanziarie detenute sino alla scadenza” oppure, solo e soltanto in rare circostanze e comunque solamente qualora l’attività non sia più posseduta al fine di venderla o riacquistarla a breve, dal comparto “Attività finanziarie detenute per la negoziazione”; in tale circostanza il valore di iscrizione è pari al fair value dell’attività al momento del trasferimento. Criteri di valutazione Successivamente alla rilevazione iniziale le attività finanziarie disponibili per la vendita continuano ad essere valutate al fair value con imputazione a conto economico della quota interessi (come risultante dall’applicazione del costo ammortizzato) e con imputazione a patrimonio netto nella voce “130 Riserve da valutazione” delle variazioni di fair value, ad eccezione delle perdite per riduzione di valore, fino a quando l’attività finanziaria è eliminata, momento in cui l’utile o la perdita complessiva rilevata precedentemente nel patrimonio netto deve essere rilevata a conto economico. I titoli di capitale per cui non può essere definito in maniera attendibile il fair value, secondo le metodologie esposte, sono iscritti al costo. Ad ogni chiusura di bilancio o di situazione infrannuale viene effettuata la verifica dell’esistenza di obiettive evidenze di riduzione di valore che, nel caso di titoli di capitale, si ritengano inoltre significative o prolungate. Con riferimento alla significatività della riduzione di valore, si è in presenza di significativi segnali di impairment nel caso in cui il valore di mercato del titolo azionario risulti inferiore di più del 35% rispetto al costo storico di acquisto. In questo caso si procede, senza ulteriori analisi, alla contabilizzazione dell’impairment a conto economico. Nel caso di riduzione di valore di entità inferiore si contabilizza l’impairment solo se la valutazione del titolo effettuata sulla base dei suoi fondamentali non confermi la solidità dell’azienda ovvero delle sue prospettive reddituali. Con riferimento alla durevolezza della riduzione di valore, questa è definita come prolungata qualora il fair value permanga continuativamente al di sotto del valore del costo storico di acquisto per un periodo superiore a 18 mesi: in tal caso si procede alla contabilizzazione dell’impairment a conto economico senza ulteriori analisi. Nel caso di permanenza continuativa del fair value al di sotto del valore del costo storico di acquisto per periodi di durata inferiore a 18 mesi, l’eventuale impairment da imputare a conto economico viene individuato anche in considerazione del fatto che la riduzione di valore sia imputabile ad un generalizzato andamento negativo di Borsa piuttosto che allo specifico andamento della singola controparte.
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In presenza di perdite di valore, la variazione cumulata, precedentemente iscritta a Patrimonio nella voce anzidetta, è imputata direttamente a conto economico nella voce “130 Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento di b) attività finanziarie disponibili per la vendita”. La perdita di valore è registrata nel momento in cui il costo di acquisizione (al netto di qualsiasi rimborso di capitale e ammortamento) di un’attività finanziaria disponibile per la vendita eccede il suo valore recuperabile. Eventuali riprese di valore, possibili solo a seguito della rimozione dei motivi che avevano originato la perdita di valore, sono così contabilizzate:
se riferite a investimenti in strumenti azionari, con contropartita diretta a riserva di patrimonio;
se riferite a investimenti in strumenti di debito, sono contabilizzate a conto economico nella voce “130 Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento di b) attività finanziarie disponibili per la vendita”.
In ogni caso, l’entità della ripresa di valore non può eccedere il costo ammortizzato che lo strumento, in assenza di precedenti rettifiche, avrebbe avuto a quel momento. In funzione del fatto che la Banca applica lo IAS 34 “Bilanci intermedi” alle relazioni finanziarie semestrali, con conseguente identificazione di un “interim period” semestrale, le eventuali riduzioni di valore registrate vengono storicizzate in sede di chiusura del semestre. Metodologie di determinazione del fair value Si rinvia a quanto descritto nel paragrafo “Attività e passività finanziarie detenute per la negoziazione”. Criteri di cancellazione Le attività finanziarie disponibili per la vendita vengono cancellate dal bilancio quando scadono i diritti contrattuali sui flussi finanziari derivanti dalle attività finanziarie o quando l’attività finanziaria è ceduta con trasferimento sostanziale di tutti i rischi ed i benefici derivanti dalla proprietà dell’attività stessa. Il risultato della cessione di attività finanziarie disponibili per la vendita è imputato a conto economico nella voce “100 Utili (perdite) da cessione o riacquisto di b) attività finanziarie disponibili per la vendita”. In occasione della cancellazione si procede inoltre all’azzeramento, contro conto economico, per la quota eventualmente corrispondente, di quanto in precedenza imputato nella riserva di patrimonio “130 Riserve da valutazione”. Crediti e Finanziamenti
Definizione Si definiscono Crediti e finanziamenti (c.d. Loans and Receivables – L&R) le attività finanziarie non derivate, aventi pagamenti fissi o determinabili, che non sono state quotate in un mercato attivo. Fanno eccezione:
a) quelle che si intendono vendere immediatamente o a breve, che vengono classificate come possedute per la negoziazione, e quelle eventualmente iscritte al momento della rilevazione iniziale al fair value rilevato a conto economico;
b) quelle rilevate inizialmente come disponibili per la vendita; c) quelle per cui il possessore può non recuperare sostanzialmente tutto l’investimento
iniziale per cause diverse dal deterioramento del credito; in tal caso sono classificate come disponibili per la vendita.
I Crediti e finanziamenti sono iscritti nelle voci “60 Crediti verso banche” e “70 Crediti verso clientela”. La Banca include tra i crediti gli impieghi con clientela e con banche, sia erogati direttamente sia acquistati da terzi; rientrano in tale categoria anche i crediti commerciali, le operazioni pronti contro termine, i crediti originati da operazioni di leasing finanziario e di factoring ed i buoni fruttiferi postali.
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Criteri di iscrizione I crediti e finanziamenti sono iscritti in bilancio inizialmente quando l’azienda diviene parte di un contratto di finanziamento ossia quando il creditore acquisisce il diritto al pagamento delle somme contrattualmente pattuite. Tale momento corrisponde alla data di erogazione del finanziamento. L’iscrizione in questa categoria può derivare anche da riclassificazione dal comparto “Attività finanziarie disponibili per la vendita” oppure, solo e soltanto in rare circostanze qualora l’attività non sia più posseduta al fine di venderla o riacquistarla a breve, dalle “Attività finanziarie detenute per la negoziazione”. Il valore di iscrizione iniziale è pari al fair value dello strumento finanziario che corrisponde all’ammontare erogato comprensivo dei costi o proventi direttamente riconducibili allo stesso e determinabili sin dall’origine, indipendentemente dal momento in cui vengono liquidati. Non sono inclusi nel valore di iscrizione iniziale tutti gli oneri che sono oggetto di rimborso da parte della controparte debitrice o che sono riconducibili a costi interni di carattere amministrativo. Qualora l’iscrizione derivi da riclassificazione, il fair value dell’attività rilevato al momento del trasferimento, è assunto quale nuova misura del costo ammortizzato dell’attività stessa. Nel caso di crediti e finanziamenti erogati a condizioni non di mercato, il fair value iniziale è calcolato mediante l’applicazione di apposite tecniche valutative descritte nel prosieguo; in tali circostanze, la differenza tra il fair value così determinato e l’importo erogato è imputata direttamente a conto economico nella voce interessi. I contratti di riporto e le operazioni di pronti contro termine con obbligo di riacquisto o di rivendita a termine sono iscritti in bilancio come operazioni di raccolta o impiego. In particolare, le operazioni di vendita a pronti e di riacquisto a termine sono rilevate in bilancio come debiti per l’importo percepito a pronti, mentre le operazioni di acquisto a pronti e di rivendita a termine sono rilevate come crediti per l’importo corrisposto a pronti. Criteri di valutazione I crediti e finanziamenti sono valutati al costo ammortizzato utilizzando il criterio dell’interesse effettivo. Il costo ammortizzato di un’attività o passività finanziaria è il valore a cui la stessa è stata misurata al momento della rilevazione iniziale al netto dei rimborsi di capitale, aumentato o diminuito dall’ammortamento complessivo utilizzando il criterio dell’interesse effettivo su qualsiasi differenza tra il valore iniziale e quello a scadenza, e dedotta qualsiasi riduzione (a seguito di una riduzione di valore o di irrecuperabilità). Il criterio dell’interesse effettivo è il metodo di calcolo del costo ammortizzato di un’attività o passività finanziaria (o gruppo di attività e passività finanziarie) e di ripartizione degli interessi attivi o passivi lungo la relativa durata. Il tasso di interesse effettivo è il tasso che attualizza esattamente i pagamenti o incassi futuri stimati lungo la vita attesa dello strumento finanziario. Al fine della determinazione del tasso di interesse effettivo è necessario valutare i flussi finanziari tenendo in considerazione tutti i termini contrattuali dello strumento finanziario (per esempio, il pagamento anticipato, un’opzione all’acquisto o simili), ma non vanno considerate perdite future su crediti. Il calcolo include tutti gli oneri e punti base pagati o ricevuti tra le parti di un contratto che sono parte integrante del tasso di interesse effettivo, i costi di transazione, e tutti gli altri premi o sconti. Ad ogni data di bilancio o situazione infrannuale viene accertata l’eventuale obiettiva evidenza che un’attività finanziaria o un gruppo di attività finanziarie abbia subito una riduzione di valore. Tale circostanza ricorre quando è prevedibile che l’azienda non sia in grado di riscuotere l’ammontare dovuto, sulla base delle condizioni contrattuali originarie ossia, ad esempio, in presenza:
a) di significative difficoltà finanziarie dell’emittente o debitore; b) di una violazione del contratto, quale un inadempimento o un mancato pagamento
degli interessi o del capitale; c) del fatto che il finanziatore per ragioni economiche o legali relative alla difficoltà
finanziaria del beneficiario, estende al beneficiario una concessione che il finanziatore non avrebbe altrimenti preso in considerazione;
d) della probabilità che il beneficiario dichiari procedure di ristrutturazione finanziaria;
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e) della scomparsa di un mercato attivo di quell’attività finanziaria dovuta a difficoltà finanziarie;
f) di dati rilevabili che indichino l’esistenza di una diminuzione sensibile nei futuri flussi finanziari stimati per un gruppo di attività finanziarie similari sin dal momento della rilevazione iniziale di quelle attività, sebbene la diminuzione non possa essere ancora identificata con le singole attività finanziarie nel Gruppo.
La valutazione dei crediti non performing (crediti che, in funzione delle definizioni attribuite da Banca d’Italia, si trovano in stato di sofferenza, incaglio, ristrutturati, esposizioni scadute incluse le esposizioni sconfinanti da 90 a 180 giorni garantite da immobili) avviene secondo modalità analitiche. La valutazione dei restanti crediti avviene secondo tecniche collettive, mediante raggruppamenti in classi omogenee di rischio. I criteri per la determinazione delle svalutazioni da apportare ai crediti non performing si basano sull’attualizzazione dei flussi finanziari attesi per capitale ed interessi, tenendo conto delle eventuali garanzie che assistono le posizioni e di eventuali anticipi ricevuti. Ai fini della determinazione del valore attuale dei flussi, gli elementi fondamentali sono rappresentati dall’individuazione degli incassi stimati, delle relative scadenze e del tasso di attualizzazione da applicare. L’entità della perdita risulta pari alla differenza tra il valore contabile dell’attività e il valore attuale dei futuri flussi finanziari attesi, scontati al tasso di interesse effettivo originario. La valutazione dei crediti performing (posizioni in bonis ed esposizioni soggette al rischio paese) riguarda portafogli di attività per le quali non sono riscontrati elementi oggettivi di perdita e che pertanto vengono assoggettati ad una valutazione collettiva. Ai flussi di cassa stimati delle attività, aggregate in classi omogenee con caratteristiche simili in termini di rischio di credito, vengono applicate le percentuali di perdita desumibili dalle serie storico statistiche stimate, per le banche rete del Gruppo, secondo la metodologia valutativa basata sulla normativa di Basilea 2. Le perdite di valore riscontrate sono iscritte immediatamente a conto economico nella voce “130 Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento di a) crediti” così come i recuperi di parte o tutti gli importi oggetto di precedenti svalutazioni. Le riprese di valore sono iscritte sia a fronte di una migliorata qualità del credito tale da far sorgere la ragionevole certezza del recupero tempestivo del capitale e degli interessi, secondo i termini contrattuali originari del credito, sia a fronte del progressivo venir meno dell’attualizzazione calcolata al momento dell’iscrizione della rettifica di valore. Nel caso di valutazione collettiva, le eventuali rettifiche aggiuntive o riprese di valore vengono ricalcolate in modo differenziale con riferimento a ciascun credito in bonis alla data di valutazione. Metodologie determinazione Fair Value Il fair value di crediti e finanziamenti è determinato considerando i flussi di cassa futuri, attualizzati al tasso di sostituzione ossia al tasso di mercato in essere alla data di valutazione relativo ad una posizione con caratteristiche omogenee al credito oggetto di valutazione. Il Fair Value è determinato per tutti i crediti ai soli fini di informativa. Nel caso di crediti e finanziamenti oggetto di coperture efficaci, viene calcolato il fair value in relazione al rischio oggetto di copertura per fini valutativi. Criteri di cancellazione I crediti e finanziamenti vengono cancellati dal bilancio quando scadono i diritti contrattuali sui flussi finanziari dagli stessi derivanti o quando tali attività finanziarie sono cedute con trasferimento sostanziale di tutti i rischi ed i benefici derivanti dalla proprietà. In caso contrario i crediti e finanziamenti continuano ad essere rilevati in bilancio, sebbene la loro titolarità giuridica sia trasferita ad un terzo, per un importo pari al coinvolgimento residuo. Le attività in parola sono cancellate dal bilancio anche quando la banca mantiene il diritto contrattuale a ricevere i flussi finanziari derivanti dalle stesse, ma contestualmente assume l’obbligazione contrattuale a pagare i medesimi flussi ad un soggetto terzo.
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Il risultato economico della cessione di crediti e finanziamenti è imputato a conto economico nella voce “100 Utili (perdite) da cessione o riacquisto di a) crediti”. Derivati di copertura
Definizione Le operazioni di copertura sono finalizzate a neutralizzare le perdite rilevabili su un determinato elemento (o gruppo di elementi) attribuibili ad un determinato rischio tramite gli utili rilevabili su un diverso elemento (o gruppo di elementi) nel caso in cui quel particolare rischio dovesse effettivamente manifestarsi. La Banca pone in essere la seguente relazione di copertura, che trova coerente rappresentazione contabile, e che è descritta nel prosieguo:
Fair Value Hedge: l’obiettivo è quello di contrastare variazioni avverse del fair value dell’attività o passività oggetto di copertura
I prodotti derivati stipulati con controparti esterne all’azienda sono designati come strumenti di copertura. Criteri di iscrizione Gli strumenti finanziari derivati di copertura, al pari di tutti i derivati, sono inizialmente iscritti e successivamente misurati al fair value e sono classificati nella voce di bilancio di attivo patrimoniale “80 Derivati di copertura” e di passivo patrimoniale “60 Derivati di copertura”. Una relazione si qualifica come di copertura, e trova coerente rappresentazione contabile, se e soltanto se tutte le seguenti condizioni sono soddisfatte:
all’inizio della copertura vi è una designazione e documentazione formale della relazione di copertura, degli obiettivi della società nella gestione del rischio e della strategia nell’effettuare la copertura. Tale documentazione include l’identificazione dello strumento di copertura, l’elemento o l’operazione coperta, la natura del rischio coperto e come l’impresa valuta l’efficacia dello strumento di copertura nel compensare l’esposizione alle variazioni di fair value dell’elemento coperto o dei flussi finanziari attribuibili al rischio coperto;
la copertura è attesa altamente efficace; la programmata operazione oggetto di copertura, per le coperture di flussi finanziari,
è altamente probabile e presenta un’esposizione alle variazioni di flussi finanziari che potrebbe incidere sul conto economico;
l’efficacia della copertura può essere attendibilmente valutata; la copertura è valutata sulla base di un criterio di continuità ed è considerata
altamente efficace per tutti gli esercizi di riferimento per cui la copertura era designata.
Metodologie di esecuzione test efficacia La relazione di copertura è giudicata efficace, e come tale trova coerente rappresentazione contabile, se all’inizio e durante la sua vita i cambiamenti del fair value o dei flussi di cassa dell’elemento coperto, riferiti al rischio oggetto di copertura, sono quasi completamente compensati dai cambiamenti del fair value o dei flussi di cassa del derivato di copertura. Tale conclusione è raggiunta qualora il risultato effettivo si colloca all’interno di un intervallo compreso tra 80% e 125%. La verifica dell’efficacia della copertura avviene in fase iniziale mediante l’esecuzione del test prospettico ed in occasione della redazione del bilancio annuale mediante l’esecuzione del test retrospettivo; l’esito di tale test giustifica l’applicazione della contabilizzazione di copertura in quanto dimostra la sua attesa efficacia. Con cadenza mensile viene inoltre condotto il test retrospettivo su base cumulata che si pone l’obiettivo di misurare il grado di efficacia della copertura raggiunto nel periodo di riferimento e quindi verificare che nel periodo trascorso la relazione di copertura sia stata effettivamente efficace.
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Gli strumenti finanziari derivati che sono considerati di copertura dal punto di vista economico, ma che non soddisfano i requisiti per essere considerati efficaci strumenti di copertura, sono registrati nella voce “20 Attività finanziarie detenute per la negoziazione” ovvero “40 Passività finanziarie detenute per la negoziazione” e gli effetti economici nella corrispondente voce “80 Risultato netto dell’attività di negoziazione”. Per la descrizione dei metodi utilizzati ai fini del calcolo del Fair value dei derivati si rinvia a quanto scritto nel paragrafo “Attività e Passività finanziarie detenute per la negoziazione”. Criteri di valutazione Copertura di Fair Value La copertura di fair value è contabilizzata come segue:
l’utile o la perdita risultante dalla misurazione dello strumento di copertura al fair value è iscritto a conto economico nella voce “90 Risultato netto dell’attività di copertura”;
l’utile o la perdita sull’elemento coperto attribuibile al rischio coperto rettifica il valore contabile dell’elemento coperto ed è rilevato immediatamente, a prescindere dalla categoria di appartenenza dell’attività o passività coperta, a conto economico nella voce anzidetta.
La contabilizzazione della copertura cessa prospetticamente nei seguenti casi:
1. lo strumento di copertura giunge a scadenza, è venduto, cessato o esercitato; 2. la copertura non soddisfa più i criteri per la contabilizzazione di copertura sopra
detti; 3. l’impresa revoca la designazione.
Nel caso sub 2, qualora l’attività o passività coperta sia valutata al costo ammortizzato, il maggiore o minore valore derivante dalla valutazione della stessa a fair value per effetto della copertura divenuta inefficace viene imputato a conto economico secondo il metodo del tasso di interesse effettivo vigente al momento di revoca della copertura. Le metodologie utilizzate al fine della determinazione del fair value del rischio coperto nelle attività o passività oggetto di copertura sono descritte nei paragrafi di commento alle attività finanziarie disponibili per la vendita, crediti e finanziamenti. Copertura di portafogli di attività e passività La copertura di portafogli di attività e passività (c.d. “macrohedging”) e la coerente rappresentazione contabile è possibile previa:
identificazione del portafoglio oggetto di copertura e suddivisione dello stesso per scadenze;
designazione dell’oggetto della copertura; identificazione del rischio di tasso di interesse oggetto di copertura; designazione degli strumenti di copertura; determinazione dell’efficacia.
Il portafoglio oggetto di copertura dal rischio di tasso di interesse può contenere sia attività che passività. Tale portafoglio è suddiviso sulla base delle scadenze previste di incasso o di “riprezzamento” del tasso previa analisi della struttura dei flussi di cassa. Le variazioni di fair value registrate sullo strumento coperto sono imputate a conto economico nella voce “90 Risultato netto dell’attività di copertura” e nello stato patrimoniale nella voce “90 Adeguamento di valore delle attività finanziarie oggetto di copertura generica” oppure “70 Adeguamento di valore delle passività finanziarie oggetto di copertura generica”. Le variazioni di fair value registrate sullo strumento di copertura sono imputate a conto economico nella voce “90 Risultato netto dell’attività di copertura” e nello stato patrimoniale attivo nella voce “80 Derivati di copertura” oppure nella voce di stato patrimoniale passivo “60 Derivati di copertura”.
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Partecipazioni
Definizione Partecipazione controllata Si definisce “controllata” la società in cui la Banca esercita il controllo. Tale condizione esiste quando quest’ultima ha il potere di determinare, direttamente o indirettamente, le scelte amministrative e gestionali dell’impresa così da poter ottenere i relativi benefici. Per determinare la presenza del controllo, è valutata la presenza di diritti di voto potenziali esercitabili prontamente. Le partecipazioni in società controllate sono incluse nel bilancio dalla data in cui si inizia ad esercitare il controllo e fino a quando questo rimane in essere. Le partecipazioni in imprese controllate sono valutate con il metodo del costo. Partecipazione collegata Si definisce “collegata” la società in cui si detiene almeno il 20% dei diritti di voto o su cui la partecipante esercita influenza notevole e che non è né una controllata né una controllata congiunta per la partecipante. L’influenza notevole è il potere di partecipare alla determinazione delle politiche finanziarie e gestionali della partecipata senza averne il controllo o il controllo congiunto. Le partecipazioni in imprese collegate sono valutate con il metodo del patrimonio netto. Partecipazione controllata congiuntamente Si definisce “controllata congiuntamente” la società regolata da un accordo contrattuale con il quale due o più parti intraprendono un’attività economica sottoposta a controllo congiunto. Le partecipazioni in imprese controllate congiuntamente sono rilevate contabilmente adottando il metodo del patrimonio netto ovvero il metodo proporzionale. Criteri di iscrizione e valutazione La voce include le partecipazioni in società direttamente controllate e/o collegate, nonché le partecipazioni di minoranza in società controllate e/o collegate da/a altre società appartenenti al Gruppo, iscritte in bilancio secondo il metodo del costo. Le partecipazioni di minoranza detenute dalla Banca sono incluse nella voce “Attività finanziarie disponibili per la vendita” il cui trattamento contabile è stato in precedenza descritto. Se esistono evidenze che il valore di una partecipazione possa aver subito una riduzione, si procede alla stima del valore recuperabile della partecipazione stessa, tenendo conto del valore attuale dei flussi finanziari futuri che la partecipazione potrà generare, incluso il valore di dismissione finale dell’investimento. Nel caso in cui il valore di recupero risulti inferiore al valore contabile, la relativa differenza, se ritenuta di natura durevole, è rilevata a conto economico. Qualora i motivi della perdita di valore siano rimossi a seguito di un evento verificatosi successivamente alla rilevazione della riduzione di valore, vengono effettuate riprese di valore con imputazione a conto economico, nel limite del costo storico di acquisto. Criteri di cancellazione Le partecipazioni vengono cancellate quando scadono i diritti contrattuali sui flussi finanziari derivanti dalle attività stesse o quando l’attività finanziaria viene ceduta trasferendo sostanzialmente tutti i rischi e benefici ad essa connessi. Attività Materiali
Definizione attività ad uso funzionale Sono definite “Attività ad uso funzionale” le attività tangibili possedute per essere utilizzate ai fini dell’espletamento dell’attività sociale ed il cui utilizzo è ipotizzato su un arco temporale maggiore dell’esercizio.
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Definizione attività detenute a scopo di investimento Sono definite “Attività detenute a scopo di investimento” le proprietà possedute con la finalità di percepire canoni di locazione o per l’apprezzamento del capitale investito. Di conseguenza, un investimento immobiliare si distingue dall’attività detenuta ad uso del proprietario per il fatto che origina flussi finanziari ampiamente differenziati dalle altre attività possedute dalla Banca. Sono ricomprese tra le attività materiali (ad uso funzionale e detenute a scopo di investimento ) anche quelle iscritte a seguito di contratti di leasing finanziario sebbene la titolarità giuridica delle stesse rimanga in capo all’azienda locatrice. Criteri di iscrizione Le attività materiali, strumentali e non, sono iscritte inizialmente ad un valore pari al costo (nella voce “110 Attività Materiali”), comprensivo di tutti i costi direttamente connessi alla messa in funzione del bene ed alle imposte e tasse di acquisto non recuperabili. Tale valore è successivamente incrementato delle spese sostenute da cui ci si aspetta di godere dei benefici futuri. I costi di manutenzione ordinaria effettuata sull’attività sono rilevati a conto economico nel momento in cui si verificano di contro le spese di manutenzione straordinaria (migliorie) da cui sono attesi benefici economici futuri sono capitalizzate ad incremento del valore dei cespiti cui si riferiscono. Le migliorie e le spese incrementative sostenute su beni di terzi dalle quali si attendono benefici futuri sono iscritte:
se dotate di autonoma identificabilità e separabilità nella voce “110 Attività materiali”, nella categoria più idonea, sia che si riferiscano a beni di terzi utilizzati in forza di un contratto di locazione che a beni detenuti in forza di un contratto di leasing finanziario;
se non dotate di autonoma identificabilità e separabilità nella voce “110 Attività materiali”, ad incremento dell’attività cui si riferiscono, se utilizzate in forza di un contratto di leasing finanziario ovvero nella voce “150 Altre attività” qualora riferite a beni utilizzati per effetto di un contratto di locazione.
Il costo di un’attività materiale è rilevato come un’attività se, e soltanto se:
è probabile che i futuri benefici economici associati al bene affluiranno all’azienda; il costo del bene può essere attendibilmente determinato.
Criteri di valutazione Successivamente alla rilevazione iniziale le attività materiali strumentali sono iscritte al costo, come sopra definito, al netto degli ammortamenti cumulati e di qualsiasi perdita di valore cumulata. Il valore ammortizzabile, pari al costo meno il valore residuo (ossia l’ammontare previsto che si otterrebbe normalmente dalla dismissione, dedotti i costi attesi di dismissione, se l’attività fosse già nelle condizioni, anche di vecchiaia, previste alla fine della sua vita utile), è ripartito sistematicamente lungo la vita utile dell’attività materiale adottando come criterio di ammortamento il metodo a quote costanti. La vita utile, oggetto di periodica revisione al fine di rilevare eventuali stime significativamente difformi dalle precedenti, è definita come:
il periodo di tempo nel quale ci si attende che un’attività sia utilizzabile dall’azienda o,
la quantità di prodotti o unità similari che l’impresa si aspetta di ottenere dall’utilizzo dell’attività stessa.
In considerazione della circostanza che le attività materiali possono ricomprendere componenti di diversa vita utile, i terreni, siano essi a sé stanti o inclusi nel valore del fabbricato, non sono soggetti ad ammortamento in quanto immobilizzazioni a cui è associata vita utile indefinita. Lo scorporo del valore attribuibile al terreno dal valore complessivo dell’immobile avviene, per tutti i fabbricati, in proporzione alla percentuale di possesso. I fabbricati sono per contro ammortizzati secondo i criteri sopra esposti.
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Le opere d’arte non sono soggette ad ammortamento in quanto il loro valore è generalmente destinato ad aumentare con il trascorrere del tempo. L’ammortamento di una attività ha inizio quando la stessa è disponibile per l’uso e cessa quando l’attività è eliminata contabilmente al momento corrispondente alla data più recente tra quella in cui l’attività è classificata per la vendita e la data di eliminazione contabile. Di conseguenza, l’ammortamento non cessa quando l’attività diventa inutilizzata o è ritirata dall’uso attivo, a meno che l’attività non sia completamente ammortizzata. Le migliorie e le spese incrementative sono ammortizzate:
se dotate di autonoma identificabilità e separabilità, secondo la vita utile presunta come sopra descritta;
se non dotate di autonoma identificabilità e separabilità, nel caso di beni utilizzati in forza di un contratto di locazione, secondo il periodo più breve tra quello in cui le migliorie e le spese possono essere utilizzate e quello di durata residua della locazione tenendo anche conto di un eventuale singolo rinnovo ovvero, nel caso di beni utilizzati in forza di un contratto di leasing finanziario, secondo la vita utile attesa dell’attività cui si riferiscono.
L’ammortamento delle migliorie e delle spese incrementative su beni di terzi rilevate alla voce “150 Altre Attività” è iscritto alla voce “190 Altri oneri/proventi di gestione”. Ad ogni chiusura di bilancio o situazione infrannuale si procede alla verifica dell’eventuale esistenza di indicazioni che dimostrino la perdita di valore subita da un’attività. La perdita risulta dal confronto tra il valore di carico dell’attività materiale ed il minor valore di recupero. Quest’ultimo è il maggior valore tra il fair value, al netto degli eventuali costi di vendita, ed il relativo valore d’uso inteso come il valore attuale dei flussi futuri originati dal cespite. La perdita viene iscritta immediatamente a conto economico nella voce “170 Rettifiche/Riprese di valore nette su attività materiali”; in tale voce confluisce anche l’eventuale futura ripresa di valore qualora vengano meno i motivi che hanno originato la precedente svalutazione. Definizione e determinazione del fair value Immobili Il fair value viene determinato con riferimento al valore di mercato inteso come il miglior prezzo al quale la vendita di un bene immobile potrà ragionevolmente ritenersi come incondizionatamente conclusa contro corrispettivo in denaro, alla data della valutazione, presupponendo:
che il venditore ed il compratore siano controparti indipendenti; che la parte venditrice abbia la reale intenzione di alienare i beni; che ci sia un ragionevole periodo di tempo (considerando la tipologia del bene e la
situazione del mercato) per effettuare una adeguata commercializzazione, concordare il prezzo e le condizioni necessarie per portare a termine la vendita;
che il trend di mercato, il livello di valore e le altre condizioni economiche alla data di stipula del preliminare del contratto di compravendita siano identici a quelli esistenti alla data della valutazione;
che eventuali offerte da parte di acquirenti per i quali la proprietà abbia caratteristiche tali da farla considerare come “fuori mercato” non vengano prese in considerazione.
Le metodologie adottate ai fini della determinazione del valore di mercato si rifanno ai seguenti metodi:
metodo comparativo diretto o del mercato, basato sul confronto fra il bene in oggetto ed altri simili oggetto di compravendita o correntemente offerti sullo stesso mercato o su piazze concorrenziali;
metodo reddituale basato sul valore attuale dei redditi potenziali di mercato di una proprietà simile, ottenuto capitalizzando il reddito ad un tasso di mercato.
I metodi di cui sopra sono stati eseguiti singolarmente ed i valori ottenuti tra loro opportunamente mediati.
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Determinazione valore terreno La metodologia utilizzata per l’individuazione della percentuale del valore di mercato attribuibile al terreno si è basata sull’analisi della localizzazione dell’immobile, tenuto conto della tipologia costruttiva, dello stato di conservazione e del costo di ricostruzione a nuovo dell’intero immobile. Attività materiali acquisite in leasing finanziario Il leasing finanziario è un contratto che trasferisce sostanzialmente tutti i rischi e i benefici derivanti dalla proprietà del bene. Il diritto di proprietà può essere trasferito o meno al termine del contratto. L’inizio della decorrenza del leasing è la data dalla quale il locatario è autorizzato all’esercizio del suo diritto all’utilizzo del bene locato e corrisponde quindi alla data di rilevazione iniziale del leasing. Al momento della decorrenza del contratto, il locatario rileva le operazioni di leasing finanziario come attività e passività nel proprio bilancio a valori pari al fair value del bene locato o, se inferiore, al valore attuale dei pagamenti minimi dovuti. Nel determinare il valore attuale dei pagamenti minimi dovuti il tasso di attualizzazione utilizzato è il tasso di interesse contrattuale implicito, se determinabile; in caso contrario viene utilizzato il tasso di interesse del finanziamento marginale del locatario. Eventuali costi diretti iniziali sostenuti dal locatario sono aggiunti all’importo rilevato come attività. I pagamenti minimi dovuti sono suddivisi tra costi finanziari e riduzione del debito residuo. I primi sono ripartiti lungo la durata contrattuale in modo da determinare un tasso d’interesse costante sulla passività residua. Il contratto di leasing finanziario comporta l’iscrizione della quota di ammortamento delle attività oggetto di contratto e degli oneri finanziari per ciascun esercizio. Il criterio di ammortamento utilizzato per i beni acquisiti in locazione è coerente con quello adottato per i beni di proprietà al cui paragrafo si rinvia per una descrizione più dettagliata. Criteri di cancellazione L’attività materiale è eliminata dal bilancio al momento della dismissione o quando la stessa è permanentemente ritirata dall’uso e dalla sua dismissione non sono attesi benefici economici futuri. Le eventuali plusvalenze o le minusvalenze derivanti dallo smobilizzo o dalla dismissione dell’attività materiale, pari alla differenza tra il corrispettivo netto di cessione ed il valore contabile dell’attività, sono rilevate a conto economico nella voce “240 Utili (Perdite) da cessione di investimenti”. Attività immateriali
Definizione E’ definita immateriale un’attività non monetaria, identificabile, priva di consistenza fisica ed utilizzata nell’espletamento dell’attività sociale. L’attività è identificabile quando:
è separabile, ossia capace di essere separata o scorporata e venduta, trasferita, data in licenza, locata o scambiata;
deriva da diritti contrattuali o altri diritti legali indipendentemente dal fatto che tali diritti siano trasferibili o separabili da altri diritti e obbligazioni.
L’attività si caratterizza per la circostanza di essere controllata dall’impresa in conseguenza di eventi passati e nel presupposto che tramite il suo utilizzo affluiranno benefici economici all’impresa. La Banca ha il controllo di un’attività se ha il potere di usufruire dei benefici economici futuri derivanti dalla risorsa in oggetto e può, inoltre, limitare l’accesso a tali benefici da parte di terzi.
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I benefici economici futuri derivanti da un’attività immateriale possono includere i proventi originati dalla vendita di prodotti o servizi, i risparmi di costo od altri benefici derivanti dall’utilizzo dell’attività da parte della Banca. Un’attività immateriale è rilevata come tale se, e solo se:
a) è probabile che affluiranno all’impresa benefici economici futuri attesi attribuibili all’attività;
b) il costo dell’attività può essere misurato attendibilmente. La probabilità che si verifichino benefici economici futuri è valutata usando presupposti ragionevoli e sostenibili che rappresentano la migliore stima dell’insieme di condizioni economiche che esisteranno nel corso della vita utile dell’attività. Il grado di probabilità connesso al flusso di benefici economici attribuibili all’utilizzo dell’attività è valutato sulla base delle fonti d’informazione disponibili al tempo della rilevazione iniziale, dando un maggior peso alle fonti d’informazione esterne. La Banca considera attività immateriali l’avviamento. Attività immateriale a vita utile definita E’ definita a vita utile definita l’attività per cui è possibile stimare il limite temporale entro il quale ci si attende la produzione dei correlati benefici economici. Attività immateriale a vita utile indefinita E’ definita a vita utile indefinita l’attività per cui non è possibile stimare un limite prevedibile al periodo durante il quale ci si attende che l’attività generi benefici economici per l’azienda. L’attribuzione di vita utile indefinita del bene non deriva dall’aver già programmato spese future che nel corso del tempo vadano a ripristinare il livello di performance standard dell’attività, prolungando la vita utile. L’avviamento è considerato a vita utile indefinita. Criteri di iscrizione L’attività, esposta nella voce di stato patrimoniale “120 Attività immateriali”, è iscritta al costo ed eventuali spese successive all’iscrizione iniziale sono capitalizzate solo se in grado di generare benefici economici futuri e solo se tali spese possono essere determinate ed attribuite all’attività in modo attendibile. Il costo di un’attività immateriale include:
il prezzo di acquisto incluse eventuali imposte e tasse su acquisti non recuperabili dopo aver dedotto sconti commerciali e abbuoni;
qualunque costo diretto per predisporre l’attività all’utilizzo. Criteri di valutazione Successivamente all’iscrizione iniziale le attività immateriali a vita utile definita sono iscritte al costo al netto degli ammortamenti complessivi e delle perdite di valore eventualmente verificatesi. L’ammortamento è calcolato su base sistematica lungo la miglior stima della vita utile dell’immobilizzazione (vedasi definizione inclusa nel paragrafo “Attività Materiali”) utilizzando il metodo di ripartizione a quote costanti. Il processo di ammortamento inizia quando l’attività è disponibile all’uso e cessa alla data in cui l’attività è eliminata contabilmente. Le attività immateriali aventi vita utile indefinita (vedasi avviamento, così come definito nel paragrafo successivo qualora positivo) sono iscritte al costo al netto delle eventuali perdite di valore riscontrate periodicamente in applicazione del test condotto per la verifica dell’adeguatezza del valore di carico dell’attività (vedasi paragrafo successivo). Per tali attività, di conseguenza, non si procede al calcolo dell’ammortamento. Nessuna attività immateriale derivante da ricerca (o dalla fase di ricerca di un progetto interno) è oggetto di rilevazione. Le spese di ricerca (o della fase di ricerca di un progetto interno) sono rilevate come costo nel momento in cui sono sostenute.
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Un’attività immateriale derivante dallo sviluppo (o dalla fase di sviluppo di un progetto interno) è rilevata se, e solo se, può essere dimostrato quanto segue:
a) la fattibilità tecnica di completare l’attività immateriale in modo da essere disponibile per l’uso o la vendita;
b) l’intenzione aziendale di completare l’attività immateriale per usarla o venderla; c) la capacità aziendale di usare o vendere l’attività immateriale.
Ad ogni chiusura di bilancio o situazione infrannuale si procede alla verifica dell’esistenza eventuale di perdite di valore relative ad attività immateriali. Tali perdite risultano dalla differenza tra il valore d’iscrizione delle attività ed il valore recuperabile e sono iscritte, come le eventuali riprese di valore, nella voce “180 Rettifiche/Riprese di valore nette su attività immateriali” ad esclusione delle perdite di valore relative all’avviamento che sono iscritte nella voce “230 Rettifiche di valore dell’avviamento”. Avviamento Si definisce avviamento la differenza tra il costo di acquisto ed il fair value delle attività e passività acquisite nell’ambito di una aggregazione aziendale che consiste nell’unione di imprese o attività aziendali distinte in un’unica impresa tenuta alla redazione del bilancio. Il risultato di quasi tutte le aggregazioni aziendali è costituito dal fatto che una sola impresa, l’acquirente, ottiene il controllo di una o più attività aziendali distinte riferibili all’acquisito. Quando un’impresa acquisisce un gruppo di attività o di attivi netti che non costituiscono un’attività aziendale, questa alloca il costo dell’assieme alle singole attività e passività identificabili in base ai relativi fair value alla data di acquisizione. Un’aggregazione aziendale può dare luogo ad un legame partecipativo tra capogruppo e controllata nel quale l’acquirente è la controllante e l’acquisito una controllata dell’acquirente. Tutte le aggregazioni aziendali sono contabilizzate applicando il metodo dell’acquisto (c.d. purchase method). Il metodo dell’acquisto prevede le seguenti fasi:
a) identificazione dell’acquirente (l’acquirente è l’impresa aggregante che ottiene il controllo delle altre imprese o attività aziendali aggregate);
b) determinazione del costo dell’aggregazione aziendale; c) allocazione, alla data di acquisizione, del costo dell’aggregazione aziendale alle
attività acquisite nonché alle passività e passività potenziali assunte. Le operazioni di aggregazione realizzate con società controllate o appartenenti allo stesso gruppo sono contabilizzate in coerenza al riscontro della significativa sostanza economica delle stesse. In applicazione di tale principio, l’avviamento derivante da tali operazioni, è iscritto:
a) a voce 120 dell’attivo di stato patrimoniale nell’ipotesi di riscontro della significativa sostanza economica;
b) a deduzione del patrimonio netto in caso contrario. Allocazione del costo di un’aggregazione aziendale alle attività acquisite e alle passività e passività potenziali assunte L’acquirente:
a) rileva l’avviamento acquisito in un’aggregazione aziendale come attività; b) misura tale avviamento al relativo costo, in quanto costituisce l’eccedenza del costo
dell’aggregazione aziendale rispetto alla quota d’interessenza dell’acquirente nel fair value delle attività, passività e passività potenziali identificabili.
L’avviamento acquisito in un’aggregazione aziendale rappresenta un pagamento effettuato dall’acquirente in previsione di benefici economici futuri derivanti da attività che non possono essere identificate individualmente e rilevate separatamente. Dopo la rilevazione iniziale, l’acquirente valuta l’avviamento acquisito in un’aggregazione aziendale al relativo costo, al netto delle perdite di valore accumulate.
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L’avviamento acquisito in un’aggregazione aziendale non deve essere ammortizzato. L’acquirente, invece, verifica annualmente se abbia subìto riduzioni di valore, o più frequentemente se specifici eventi o modificate circostanze indicano la possibilità che potrebbe aver subito una riduzione di valore, secondo quanto previsto dall’apposito principio contabile. Il principio stabilisce che, un’attività (ivi incluso l’avviamento) ha subito una riduzione di valore quando il relativo valore contabile supera il valore recuperabile, quest’ultimo inteso come il maggiore tra il fair value, dedotti i costi di vendita, ed il valore d’uso, definito dal par. 6 dello IAS 36. Ai fini della verifica di impairment l’avviamento deve essere allocato ad unità generatrici di flussi finanziari, o a gruppi di unità, nel rispetto del vincolo massimo di aggregazione che non può superare il segmento di attività identificato ai sensi dell’IFRS 8. Avviamento negativo Se la quota di interessenza dell’acquirente nel fair value (valore equo) netto delle attività, passività e passività potenziali identificabili eccede il costo dell’aggregazione aziendale, l’acquirente:
a) rivede l’identificazione e la misurazione delle attività, passività e passività potenziali identificabili dell’acquisito e la determinazione del costo dell’aggregazione;
b) rileva immediatamente a conto economico l’eventuale eccedenza residua dopo la nuova misurazione.
Criteri di cancellazione L’attività immateriale è cancellata dal bilancio a seguito di dismissione ovvero quando nessun beneficio economico futuro è atteso per il suo utilizzo o dismissione. Debiti, titoli in circolazione (e passività subordinate)
Le varie forme di provvista interbancaria e con clientela sono rappresentate nelle voci di bilancio “10 Debiti verso banche”, “20 Debiti verso clientela”, “30 Titoli in circolazione”. In tali voci sono ricompresi anche i debiti iscritti dal locatario nell’ambito di operazioni di leasing finanziario. Criteri di iscrizione Le passività in questione sono iscritte in bilancio nel momento corrispondente all’atto della ricezione delle somme raccolte o all’emissione dei titoli di debito. Il valore a cui sono iscritte è pari al relativo fair value comprensivo degli eventuali costi/proventi aggiuntivi direttamente attribuibili all’operazione e determinabili sin dall’origine, indipendentemente dal momento in cui vengono liquidati. Non sono inclusi nel valore di iscrizione iniziale tutti gli oneri che sono oggetto di rimborso da parte della controparte creditrice o che sono riconducibili a costi interni di carattere amministrativo. Criteri di valutazione Dopo la rilevazione iniziale le passività finanziarie sono valutate al costo ammortizzato utilizzando il metodo del tasso di interesse effettivo così come definito nei paragrafi precedenti. Criteri di cancellazione Le passività finanziarie sono cancellate dal bilancio quando estinte o scadute. Il riacquisto di titoli di propria emissione comporta la cancellazione contabile degli stessi con conseguente ridefinizione del debito per titoli in circolazione. L’eventuale differenza tra il valore di riacquisto dei titoli propri ed il corrispondente valore contabile della passività viene iscritto a conto economico nella voce “100 Utili (Perdite) da cessione o riacquisto di d) passività finanziarie”. L’eventuale successivo ricollocamento dei titoli propri, oggetto di precedente annullo contabile, costituisce, contabilmente, una nuova emissione con conseguente iscrizione al nuovo prezzo di collocamento, senza alcun effetto a conto economico.
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Attività e passività fiscali
Le attività e le passività fiscali sono esposte nello stato patrimoniale nelle voci “130 Attività fiscali” e “80 Passività fiscali”. Attività e passività fiscali correnti Le imposte correnti dell’esercizio e di quelli precedenti, nella misura in cui esse non siano state pagate, sono rilevate come passività; l’eventuale eccedenza rispetto al dovuto è rilevata come attività. Le passività (attività) fiscali correnti, dell’esercizio in corso e di quelli precedenti, sono determinate al valore che si prevede di versare/recuperare nei confronti delle autorità fiscali, applicando le aliquote fiscali e la normativa fiscale vigenti. Le attività e passività fiscali correnti vengono cancellate nell’esercizio in cui le attività vengono realizzate o le passività risultano estinte. Attività e passività fiscali differite Per tutte le differenze temporanee imponibili è rilevata una passività fiscale differita, a meno che la passività fiscale differita derivi:
da avviamento il cui ammortamento non sia fiscalmente deducibile o dalla rilevazione iniziale di un’attività o di una passività in un’operazione che:
non sia un’aggregazione di imprese e al momento dell’operazione non influisca né sull’utile contabile né sul reddito
imponibile. Non sono calcolate imposte differite con riguardo a maggiori valori dell’attivo in sospensione d’imposta relativi a partecipazioni e a riserve in sospensione d’imposta in quanto si ritiene, allo stato, ragionevole che non sussistano i presupposti per la loro futura tassazione. Le passività fiscali differite sono rilevate nella voce di stato patrimoniale “80 Passività fiscali b) differite”. Per tutte le differenze temporanee deducibili è rilevata un’attività fiscale differita se sarà probabile che sarà utilizzato un reddito imponibile a fronte del quale potrà essere utilizzata la differenza temporanea deducibile, a meno che l’attività fiscale differita derivi da:
avviamento negativo che è trattato come ricavo differito; rilevazione iniziale di un’attività o di una passività in un’operazione che:
non rappresenta una aggregazione di imprese e al momento dell’operazione non influenza né l’utile contabile né il reddito
imponibile. Le attività fiscali anticipate sono rilevate nella voce di stato patrimoniale “130 Attività fiscali b) anticipate”. Le attività fiscali anticipate e le passività fiscali differite sono oggetto di costante monitoraggio e sono quantificate secondo le aliquote fiscali che si prevede saranno applicabili nell’esercizio nel quale sarà realizzata l’attività fiscale o sarà estinta la passività fiscale, tenuto conto della normativa fiscale derivante da provvedimenti attualmente in vigore. Le attività fiscali anticipate e le passività fiscali differite vengono cancellate nell’esercizio in cui:
la differenza temporanea che le ha originate diventa imponibile con riferimento alle passività fiscali differite o deducibile con riferimento alle attività fiscali anticipate;
la differenza temporanea che le ha originate perde rilevanza fiscale. Le attività fiscali anticipate e le passività fiscali differite non vengono attualizzate e neppure, di norma, tra loro compensate.
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Accantonamenti a fondi per rischi ed oneri
Definizione L’accantonamento è definito come una passività con scadenza o ammontare incerti. Per contro, si definisce passività potenziale:
un’obbligazione possibile che scaturisce da eventi passati e la cui esistenza sarà confermata solamente dal verificarsi o meno di uno o più eventi futuri non totalmente sotto il controllo della Banca;
un’obbligazione attuale che scaturisce da eventi passati, ma che non è rilevata perché: non è probabile che per estinguere l’obbligazione sarà necessario l’impiego di
risorse finanziarie; l’ammontare dell’obbligazione non può essere determinata con sufficiente
attendibilità. Le passività potenziali non sono oggetto di rilevazione contabile, ma solo di informativa, a meno che siano giudicate remote. Criteri di iscrizione e valutazione L’accantonamento è rilevato in contabilità se e solo se:
vi è un’obbligazione in corso (legale o implicita) quale risultato di un evento passato e è probabile che per adempiere all’obbligazione si renderà necessario l’impiego di
risorse atte a produrre benefici economici; e può essere effettuata una stima attendibile dell’importo derivante dall’adempimento
dell’obbligazione. L’importo rilevato come accantonamento rappresenta la migliore stima della spesa richiesta per adempiere all’obbligazione esistente alla data di riferimento del bilancio e riflette rischi ed incertezze che inevitabilmente caratterizzano una pluralità di fatti e circostanze. L’importo dell’accantonamento è rappresentato dal valore attuale delle spese che si suppone saranno necessarie per estinguere l’obbligazione laddove l’effetto del valore attuale è un aspetto rilevante. I fatti futuri che possono condizionare l’ammontare richiesto per estinguere l’obbligazione sono tenuti in considerazione solo se vi è sufficiente evidenza oggettiva che gli stessi si verificheranno. Gli accantonamenti ai fondi per rischi e oneri includono il rischio derivante dall’eventuale contenzioso tributario. Criteri di cancellazione L’accantonamento viene stornato quando diviene improbabile l’impiego di risorse atte a produrre benefici economici per adempiere l’obbligazione. Operazioni in valuta estera
Definizione La valuta estera è una valuta differente dalla valuta funzionale della Banca, che a sua volta è la valuta dell’ambiente economico prevalente in cui la Banca stessa opera. Criteri di iscrizione Un’operazione in valuta estera è registrata, al momento della rilevazione iniziale, nella valuta funzionale applicando all’importo in valuta estera il tasso di cambio a pronti tra la valuta funzionale e la valuta estera in vigore alla data dell’operazione.
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Criteri di valutazione A ogni data di riferimento del bilancio:
a) gli elementi monetari27 in valuta estera sono convertiti utilizzando il tasso di chiusura;
b) gli elementi non monetari28 che sono valutati al costo storico in valuta estera sono convertiti usando il tasso di cambio in essere alla data dell’operazione;
c) gli elementi non monetari che sono valutati al fair value in una valuta estera sono convertiti utilizzando i tassi di cambio alla data in cui il fair value è determinato.
Le differenze di cambio derivanti dall’estinzione di elementi monetari o dalla conversione di elementi monetari a tassi differenti da quelli ai quali erano stati convertiti al momento della rilevazione iniziale durante l’esercizio o in bilanci precedenti, sono rilevate nel conto economico dell’esercizio in cui hanno origine. Quando un utile o una perdita di un elemento non monetario viene rilevato direttamente nel patrimonio netto, ogni componente di cambio di tale utile o perdita è rilevato direttamente nel patrimonio netto. Viceversa, quando un utile o una perdita di un elemento non monetario è rilevato nel conto economico, ciascuna componente di cambio di tale utile o perdita è rilevata nel conto economico. Altre informazioni
- Accantonamenti per garanzie rilasciate e impegni Gli accantonamenti su base analitica e collettiva relativi alla stima dei possibili esborsi connessi all’assunzione del rischio di credito insito nelle garanzie rilasciate e negli impegni assunti sono determinati in applicazione dei medesimi criteri esposti con riferimento ai crediti. Tali accantonamenti sono rilevati nella voce 100 “Altre passività” in contropartita alla voce di conto economico 130d “Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento di: altre operazioni finanziarie”. - Benefici ai dipendenti Definizione Si definiscono benefici ai dipendenti tutti i tipi di remunerazione erogati dall’azienda in cambio dell’attività lavorativa svolta dai dipendenti. I benefici ai dipendenti si suddividono tra:
benefici a breve termine (diversi dai benefici dovuti ai dipendenti per la cessazione del rapporto di lavoro e dai benefici retributivi sotto forma di partecipazione al capitale) dovuti interamente entro dodici mesi dal termine dell’esercizio nel quale i dipendenti hanno prestato l’attività lavorativa;
benefici successivi al rapporto di lavoro dovuti dopo la conclusione del rapporto di lavoro;
programmi per benefici successivi alla fine del rapporto di lavoro ossia accordi in virtù dei quali l’azienda fornisce benefici successivi alla fine del rapporto di lavoro;
benefici a lungo termine, diversi dai precedenti, dovuti interamente entro i dodici mesi successivi al temine dell’esercizio in cui i dipendenti hanno svolto il lavoro relativo.
27 Si definiscono “monetari” gli elementi rappresentati da importi determinati di valuta ovvero da attività e passività
che devono essere incassate o pagate per un importo determinato di valuta. La caratteristica di un elemento monetario è quindi il diritto a ricevere o un’obbligazione a pagare un numero fisso o determinabile di unità di valuta.
28 Vedasi, a contrario, quanto detto per gli elementi “monetari”.
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Trattamento di Fine Rapporto Criteri di iscrizione A seguito della riforma della previdenza complementare, di cui al D.Lgs. 252/2005, le quote di trattamento di fine rapporto del personale maturande a partire dal 1° gennaio 2007 configurano un “piano a contribuzione definita”. L’onere relativo alle quote è determinato sulla base dei contributi dovuti senza applicazione di alcuna metodologia di natura attuariale. Diversamente, il trattamento di fine rapporto del personale maturato sino al 31 dicembre 2006 continua a configurare un “beneficio successivo al rapporto di lavoro” della serie “piano a benefici definiti” e, come tale, richiede la determinazione del valore dell’obbligazione sulla base di ipotesi attuariali e l’assoggettamento ad attualizzazione in quanto il debito può essere estinto significativamente dopo che i dipendenti hanno prestato l’attività lavorativa relativa. L’importo contabilizzato come passività è pari a:
a) il valore attuale dell’obbligazione a benefici definiti alla data di riferimento del bilancio;
b) più eventuali utili attuariali (meno eventuali perdite attuariali) contabilizzati in apposita riserva di patrimonio netto;
c) meno gli eventuali costi previdenziali relativi alle prestazioni di lavoro passate non ancora rilevate;
d) meno il fair value alla data di riferimento del bilancio delle eventuali attività poste a servizio del piano.
Criteri di valutazione La Banca, relativamente alla contabilizzazione degli utili/perdite attuariali, ha optato per la rilevazione diretta a patrimonio netto tra le riserve da valutazione di tali componenti. Gli “Utili/perdite attuariali” comprendono gli effetti di aggiustamenti derivanti dalla riformulazione di precedenti ipotesi attuariali per effetto di esperienze effettive o a causa di modificazioni delle stesse ipotesi. Ai fini dell’attualizzazione viene utilizzato il metodo della “Proiezione unitaria del credito” che considera ogni singolo periodo di servizio come dante luogo ad una unità addizionale di TFR misurando così ogni unità, separatamente, per costruire l’obbligazione finale. Tale unità addizionale si ottiene dividendo la prestazione totale attesa per il numero di anni trascorsi dal momento dell’assunzione alla data attesa della liquidazione. L’applicazione di tale metodo prevede la proiezione degli esborsi futuri sulla base di analisi storiche statistiche e della curva demografica e l’attualizzazione finanziaria di tali flussi sulla base di un tasso di interesse di mercato. Il tasso utilizzato ai fini dell’attualizzazione è determinato come media dei tassi swap, bid e ask alla data di riferimento della valutazione opportunamente interpolata per le scadenze intermedie. - Ricavi Definizione I ricavi sono flussi lordi di benefici economici derivanti dallo svolgimento dell’attività ordinaria dell’impresa, quando tali flussi determinano incrementi del patrimonio netto diversi dagli incrementi derivanti dall’apporto degli azionisti. Criteri di iscrizione I ricavi sono valutati al fair value del corrispettivo ricevuto o spettante e sono rilevati in contabilità quando possono essere attendibilmente stimati. Il risultato di un’operazione di prestazione di servizi può essere attendibilmente stimato quando sono soddisfatte tutte le seguenti condizioni:
l’ammontare dei ricavi può essere attendibilmente valutato; è probabile che i benefici economici derivanti dall’operazione affluiranno alla società;
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lo stadio di completamento dell’operazione alla data di riferimento del bilancio può essere attendibilmente misurato;
i costi sostenuti per l’operazione e i costi da sostenere per completarla possono essere attendibilmente calcolati.
I ricavi iscritti a fronte della prestazione di servizi sono iscritti coerentemente alla fase di completamento dell’operazione. I ricavi sono rilevati solo quando è probabile che i benefici economici derivanti dall’operazione saranno fruiti dalla Banca. Tuttavia quando la recuperabilità di un valore già ricompreso nei ricavi è connotata da incertezza, il valore non recuperabile, o il valore il cui recupero non è più probabile, è rilevato come costo piuttosto che come rettifica del ricavo originariamente rilevato. I ricavi che derivano dall’utilizzo, da parte di terzi, di beni della società che generano interessi o dividendi sono rilevati quando:
è probabile che i benefici economici derivanti dall’operazione saranno fruiti dall’impresa;
l’ammontare dei ricavi può essere attendibilmente valutato. Gli interessi sono rilevati con un criterio temporale che consideri il rendimento effettivo del bene. In particolare:
gli interessi attivi comprendono il valore degli ammortamenti di eventuali scarti, premi o altre differenze tra il valore contabile iniziale per un titolo e il suo valore alla scadenza.
gli interessi di mora sono contabilizzati nella voce 10 “Interessi attivi e proventi assimilati” per la parte ritenuta recuperabile.
I dividendi sono iscritti contabilmente in corrispondenza del diritto degli azionisti a ricevere il pagamento. I costi o ricavi derivanti dalla compravendita di strumenti finanziari, determinati dalla differenza tra corrispettivo pagato o incassato della transazione ed il fair value dello strumento sono iscritti a conto economico in sede di iscrizione dello strumento finanziario solamente quanto il fair value è determinato:
facendo riferimento a transazioni di mercato correnti e osservabili del medesimo strumento;
attraverso tecniche di valutazione che utilizzano, quali variabili, solamente dati derivanti da mercati osservabili.
- Costi I costi sono iscritti contabilmente nel momento in cui sono sostenuti nel rispetto del criterio della correlazione tra costi e ricavi che derivano direttamente e congiuntamente dalle medesime operazioni o eventi. I costi che non possono essere associati ai ricavi sono rilevati immediatamente nel conto economico. I costi direttamente riconducibili agli strumenti finanziari valutati a costo ammortizzato e determinabili sin dall’origine, indipendentemente dal momento in cui vengono liquidati, affluiscono a conto economico mediante applicazione del tasso di interesse effettivo per la definizione del quale si rinvia al paragrafo “Crediti e Finanziamenti”. Le perdite di valore sono iscritte a conto economico nell’esercizio in cui sono rilevate.
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A.3 – Informativa sul fair value Sezione A.3 Informativa sul fair value A.3.1 Trasferimenti tra portafogli La banca non ha effettuato, né nell’esercizio in corso né in quello precedente, riclassifiche di portafoglio delle attività finanziarie da categorie valutate al fair value verso categorie valutate al costo ammortizzato con riguardo alle possibilità introdotte dal Regolamento CE n. 1004/2008 della Commissione Europea. A.3.2 Gerarchia del fair value
Il fair value utilizzato ai fini della valutazione degli strumenti finanziari è determinato sulla base dei criteri, di seguito esposti, che assumono l’utilizzo di input c.d. osservabili o non osservabili. Gli input osservabili sono parametri sviluppati sulla base di dati disponibili di mercato e riflettono le assunzioni che i partecipanti al mercato dovrebbero usare quando prezzano lo strumento finanziario; diversamente gli input non osservabili sono parametri per i quali non sono disponibili dati di mercato e che sono quindi sviluppati sulla base delle migliori informazioni disponibili relative alle assunzioni che i partecipanti al mercato dovrebbero usare quando prezzano lo strumento finanziario. Fair value determinato sulla base di input di livello1: la valutazione si basa su input osservabili ossia prezzi quotati in mercati attivi per identici strumenti finanziari ai quali l’entità può accedere alla data di valutazione dello strumento. Il mercato è definito attivo quando i prezzi espressi riflettono le normali operazioni di mercato, sono regolarmente e prontamente disponibili e se tali prezzi rappresentano effettive e regolari operazioni di mercato. Fair value determinato sulla base di input di livello 2: la valutazione viene effettuata attraverso metodi che sono utilizzati qualora lo strumento non sia quotato in un mercato attivo e si basa quindi su input diversi da quelli di livello 1. La valutazione dello strumento finanziario è basata su prezzi desumibili dalle quotazioni di mercato di attività simili oppure mediante tecniche di valutazione per cui tutti i fattori significativi – spread creditizi e di liquidità – sono desunti da parametri osservabili sul mercato. Benché si tratti dell’applicazione di una tecnica valutativa, la quotazione risultante è sostanzialmente priva di discrezionalità in quanto i più rilevanti parametri utilizzati risultano attinti dal mercato e le metodologie di calcolo utilizzate replicano quotazioni presenti su mercati attivi. Fair value determinato sulla base di input di livello 3: la valutazione viene effettuata attraverso metodi che consistono nella valorizzazione dello strumento non quotato mediante impiego di input significativi non desumibili dal mercato e pertanto comportano l’adozione di stime ed assunzioni da parte del management. La scelta tra i succitati metodi di determinazione del fair value non è opzionale dovendo i medesimi essere applicati in ordine gerarchico.
108
A.3.2.1 Portafogli contabili: ripartizione per livelli del fair value
Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 1 Livello 2 Livello 3
1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione - 2.698 - - 2.214 -
2. Attività finanziarie valutate al fair value - - - - - -
3. Attività finanziarie disponibili per la vendita 25.463 78 2.252 25.849 426 1.835
4. Derivati di copertura - 19.645 - - 38.989 -
Totale 25.463 22.421 2.252 25.849 41.629 1.835
1. Passività finanziarie detenute per la negoziazione - 2.729 - - 2.240 -
2. Passività finanziarie valutate al fair value - - - - - -
3. Derivati di copertura - 27.114 - - 26.542 -
Totale - 29.843 - - 28.782 -
31/12/2010 31/12/2009
Attività/Passività finanziarie misurate al fair value
A.3.2.2 Variazioni annue delle attività finanziarie valutate al fair value (livello 3)
1. Esistenze iniziali - - 1.835 -
2. Aumenti - - 694 -
2.1. Acquisti - - 2 -
2.2. Profitti imputati a: - - 266 -
2.2.1. Conto Economico - - - -
- di cui plusvalenze - - - -
2.2.2. Patrimonio netto X X 266 -
2.3. Trasferimenti da altri livelli - - 425 -
2.4. Altre variazioni in aumento - - 1 -
3. Diminuzioni - - (277) -
3.1.Vendite - - - -
3.2. Rimborsi - - - -
3.3. Perdite imputate a: - - (15) -
3.3.1. Conto Economico - - (10) -
- di cui minusvalenza - - (10) -
3.3.2. Patrimonio netto X X (5) -
3.4. Trasferimenti ad altri livelli - - (262) -
3.5. Altre variazioni in diminuzione - - - -
4. Rimanenze finali - - 2.252 -
ATTIVITA' FINANZIARIE
valutate al fair valuedisponibili per la
venditadi copertura
detenute per la negoziazione
A.3.2.3 Variazioni annue delle passività finanziarie valutate al fair value (livello 3)
Per la Banca non esiste tale fattispecie. A.3.3 Informativa sul c.d. “day one profit/loss”
L’informativa fa riferimento al paragrafo 28 dell’IFRS 7 che tratta le eventuali differenze tra il prezzo della transazione ed il valore ottenuto attraverso l’utilizzo di tecniche di valutazione che emergono al momento della prima iscrizione di uno strumento finanziario e non rilevate immediatamente a conto economico in base a quanto previsto dai paragrafi AG76 e AG76A dello IAS 39. Laddove si dovesse presentare tale fattispecie devono essere indicate le politiche contabili adottate dalla Banca per imputare a conto economico, successivamente alla prima iscrizione dello strumento, le differenze così determinate. Tenuto anche conto di quanto espresso nel paragrafo delle Politiche di Bilancio, la Banca non ha posto in essere operazioni per le quali emerge, al momento della prima iscrizione di uno strumento finanziario, una differenza tra il prezzo di transazione ed il valore dello strumento ottenuto attraverso una tecnica di valutazione interna.
109
Parte B - Informazioni sullo stato patrimoniale ATTIVO Sezione 1 Cassa e disponibilità liquide - Voce 10 - 1.1 Cassa e disponibilità liquide: composizione
Totale 31/12/2010
Totale 31/12/2009
a) Cassa 67.083 72.721
b) Depositi liberi presso Banche Centrali - -
Totale 67.083 72.721
110
Sezione 2 Attività finanziarie detenute per la negoziazione - Voce 20 - 2.1 Attività finanziarie detenute per la negoziazione: composizione merceologica
Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 1 Livello 2 Livello 3
A. Attività per cassa
1. Titoli di debito - - - - - -
1.1 Titoli strutturati - - - - - -
1.2 Altri titoli di debito - - - - - -
2. Titoli di capitale - - - - - -
3. Quote di O.I.C.R - - - - - -
4. Finanziamenti - - - - - -
4.1. Pronti contro termine attivi - - - - - -
4.2 Altri - - - - - -
Totale A - - - - - -
B. Strumenti derivati
1. Derivati finanziari: - 2.698 - - 2.214 -
1.1 di negoziazione - 2.698 - - 2.214 -
1.2. connessi con la fair value option - - - - - -
1.3 altri - - - - - -
2. Derivati creditizi: - - - - - -
2.1 di negoziazione - - - - - -
2.2 connessi con la fair value option - - - - - -
2.3 altri - - - - - -
Totale B - 2.698 - - 2.214 -
Totale (A+B) - 2.698 - - 2.214 -
Totale 31/12/2009Voci / Valori
Totale 31/12/2010
L’aumento è da attribuirsi principalmente alla valutazione dei derivati di trading pareggiati.
111
2.2 Attività finanziarie detenute per la negoziazione: composizione per debitori/emittenti
A. ATTIVITA' PER CASSA
1.Titoli di debito - -
a) Governi e Banche Centrali - -
b) Altri enti pubblici - -
c) Banche - -
d) Altri emittenti - -
2. Titoli di capitale - -
a) Banche - -
b) Altri emittenti: - -
- imprese di assicurazioni - -
- società finanziarie - -
- imprese non finanziarie - -
- altri - -
3. Quote di O.I.C.R. - -
4. Finanziamenti - -
a) Governi e Banche centrali - -
b) Altri enti pubblici - -
c) Banche - -
d) Altri soggetti - -
Totale A - -
B. STRUMENTI DERIVATI
a) Banche
- fair value 480 194
b) Clientela
- fair value 2.218 2.020
Totale B 2.698 2.214
Totale (A+B) 2.698 2.214
Voci / ValoriTotale
31/12/2010Totale
31/12/2009
Non ci sono titoli di capitale emessi da soggetti a sofferenza o incaglio.
112
2.3
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113
Sezione 3 Attività finanziarie valutate al fair value - Voce 30 - Per la Banca non esiste tale fattispecie.
114
Sezione 4 Attività finanziarie disponibili per la vendita - Voce 40 -
4.1 Attività finanziarie disponibili per la vendita: composizione merceologica
Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 1 Livello 2 Livello 3
1. Titoli di debito 25.463 - - 25.849 1 -
1.1 Titoli strutturati - - - - 1 -
1.2 Altri titoli di debito 25.463 - - 25.849 - -
2. Titoli di capitale - - 2.252 - 425 1.575
2.1 Valutati al fair value - - 1.614 - 425 917
2.2 Valutati al costo - - 638 - - 658
3. Quote di O.I.C.R. - 78 - - - 260
4. Finanziamenti - - - - - -
Totale 25.463 78 2.252 25.849 426 1.835
Voci/Valori
Totale 31/12/2010
Totale 31/12/2009
Tra i “Titoli di capitale valutati al costo” al livello 3 è compresa la quota di partecipazione in Banca d’Italia, stante l’impossibilità di determinare attendibilmente il fair value di una istituzione quale l’Organo di Vigilanza. Gli altri titoli di capitale valutati al fair value al livello 2 e 3 sono costituiti principalmente da partecipazioni minoritarie, che non presentano i requisiti per l’iscrizione alla voce 100 “Partecipazioni”. Si segnala il passaggio dal livello 2 del 31 dicembre 2009 al livello 3 della partecipazione SIA e il passaggio dal livello 3 dell’esercizio precedente al livello 2 di Principia II. 4.2 Attività finanziarie disponibili per la vendita: composizione per debitori/emittenti
Voci / Valori
1.Titoli di debito 25.463 25.850
a) Governi e Banche Centrali 25.463 25.849
b) Altri enti pubblici - -
c) Banche - 1
d) Altri emittenti - -
2. Titoli di capitale 2.252 2.000
a) Banche 422 422
b) Altri emittenti: 1.830 1.578
- imprese di assicurazioni - -
- società finanziarie 69 69
- imprese non finanziarie 1.761 1.509
- altri - -
3. Quote di O.I.C.R. 78 260
4. Finanziamenti - -
a) Governi e Banche centrali - -
b) Altri enti pubblici - -
c) Banche - -
d) Altri soggetti - -
Totale 27.793 28.110
Totale 31/12/2010
Totale 31/12/2009
I titoli di capitale ricomprendono un’esposizione a incaglio ammontante a 8,8 migliaia di euro, per la quale non è prevista svalutazione.
115
4.3 Attività finanziarie disponibili per la vendita oggetto di copertura specifica Non sono state poste in essere coperture specifiche di attività finanziarie disponibili per la vendita. 4.4 Attività finanziarie disponibili per la vendita: variazioni annue
Titoli di debito Titoli di capitale Quote di O.I.C.R. Finanziamenti Totale
Esistenze iniziali 25.850 2.000 260 - 28.110
B. Aumenti 91 269 20 - 380 B.1 Acquisti - 2 20 - 22
B.2 Variazioni positive di FV - 266 - - 266
B.3 Riprese di valore - - - - -
- imputate al conto economico - X - - -
- imputate al patrimonio netto - - - - -
B.4 Trasferimenti da altri portafogli - - - - -
B.5 Altre variazioni 91 1 - - 92
C. Diminuzioni (478) (17) (202) - (697) C.1 Vendite - - - - -
C.2 Rimborsi (236) - - - (236)
C.3 Variazioni negative di FV (242) (5) (202) - (449)
C.4 Svalutazioni da deterioramento - (12) - - (12)
- imputate al conto economico - (12) - - (12)
- imputate al patrimonio netto - - - - -
C.5 Trasferimenti ad altri portafogli - - - - -
C.6 Altre variazioni - - - - -
D. Rimanenze finali 25.463 2.252 78 - 27.793
Le movimentazioni sui titoli di debito si riferiscono principalmente ad operazioni in titoli di stato. Sezione 5 Attività finanziarie detenute sino alla scadenza - voce 50 Per la Banca non esiste tale fattispecie.
116
Sezione 6 Crediti verso banche - Voce 60 - 6.1 Crediti verso banche: composizione merceologica
Tipologia operazioni/ValoriTotale
31/12/2010Totale
31/12/2009
A. Crediti verso banche Centrali
1. Depositi vincolati - -
2. Riserva obbligatoria - -
3. Pronti contro termine attivi - -
4. Altri - -
B. Crediti verso banche
1. Conti correnti e depositi liberi 12.803 16.885
2. Depositi vincolati 2.909.213 3.155.102
3. Altri finanziamenti: 471.593 1.196.853
3.1 Pronti contro termine attivi 73.224 75.817
3.2 Leasing finanziario - -
3.3 Altri 398.369 1.121.036
4. Titoli di debito 452.758 -
4.1 Titoli strutturati - -
4.2 Altri titoli di debito 452.758 -
Totale (valore di bilancio) 3.846.367 4.368.840
Totale (fair value ) 3.846.089 4.368.840
La voce “Depositi vincolati ” include la Riserva obbligatoria assolta in via indiretta, pari a 119.635 migliaia di euro. I “Pronti contro termine attivi” sono effettuati esclusivamente con la Capogruppo e sono strettamente correlati con analoghe operazioni di raccolta effettuate con la clientela. La voce “Altri Finanziamenti - Altri” è costituita da due Prestiti Subordinati per un totale di nominali 364.000 migliaia di euro costituiti presso la Capogruppo. Il calo è ascrivibile all’estinzione anticipata in data 29 settembre di un Prestito Subordinato di 700.000 migliaia di euro, acceso a suo tempo sempre con la Capogruppo. La voce “Titoli di debito - Altri” è costituita da un Prestito Obbligazionario emesso dalla Capogruppo sottoscritto in data 29 settembre 2010. Non sono presenti crediti verso banche deteriorati.
117
6.2 Crediti verso banche: oggetto di copertura specifica
Tipologia operazioni/ValoriTotale
31/12/2010Totale
31/12/2009
1. Crediti oggetto di copertura specifica del fair value :
a) rischio di tasso di interesse - 721.791
c) rischio di cambio - -
d) rischio di credito - -
e) più rischi - -
2. Crediti oggetto di copertura specifica dei flussi finanziari:
a) tasso di interesse - -
b) tasso di cambio - -
c) altro - -
Totale - 721.791
Il dato al 31 dicembre 2009 è riferito ad un’operazione di copertura del rischio di tasso sul Deposito Vincolato Subordinato lower tier two di nominali 700.000 migliaia, costituito il 29/09/2003 con controparte UBI banca. Con tale operazione la Banca ha trasformato fino al 29/09/2010 il tasso di interesse del deposito da fisso in variabile agganciato all’Euribor a 6 mesi. In data 29 settembre 2010 tale deposito e’ stato estinto anticipatamente. 6.3 Leasing finanziario
Non sono state poste in essere locazioni finanziarie con banche.
118
Sezione 7 Crediti verso clientela - Voce 70 - 7.1 Crediti verso clientela: composizione merceologica
Tipologia operazioni/Valori
Bonis Deteriorate Bonis Deteriorate
1. Conti correnti 768.151 51.908 810.225 39.402
2. Pronti contro termine attivi - - - -
3. Mutui 3.205.922 102.273 2.944.447 92.211
4. Carte di credito, prestiti personali e cessioni del quinto 41.202 2.628 57.861 2.604
5. Leasing finanziario - - - -
6. Factoring - - - -
7. Altre operazioni 565.358 27.782 560.977 22.943
8. Titoli di debito - - - -
8.1 Titoli strutturati - - - -
8.2 Altri titoli di debito - - - -
Totale (valore di bilancio) 4.580.633 184.591 4.373.510 157.160
Totale (fair value ) 4.819.487 184.591 4.599.267 155.508
Totale 31/12/2010
Totale 31/12/2009
La voce “mutui” comprende 668.373 migliaia di euro (di cui 1.667 migliaia deteriorati) a garanzia delle emissioni di Covered Bond effettuate dalla Capogruppo. La voce “altre operazioni” comprende principalmente anticipi su effetti e documenti sbf, finanziamenti import export ed altre sovvenzioni non regolate in c/c a clientela. Sono inoltre compresi i Buoni fruttiferi postali per 11.129 migliaia di euro. 7.2 Crediti verso clientela: composizione per debitori/emittenti
Tipologia operazioni/Valori
Bonis Deteriorate Bonis Deteriorate
1. Titoli di debito - - - -
a) Governi - - - -
b) Altri Enti pubblici - - - -
c) Altri emittenti - - - -
- imprese non finanziarie - - - -
- imprese finanziarie - - - -
- assicurazioni - - - -
- altri - - - -
2. Finanziamenti verso: 4.580.633 184.591 4.373.510 157.160
a) Governi 53.848 - 67.672 -
b) Altri Enti pubblici 172.243 208 192.817 208
c) Altri soggetti 4.354.542 184.383 4.113.021 156.952
- imprese non finanziarie 2.535.981 121.577 2.346.065 103.419
- imprese finanziarie 36.960 350 26.770 317
- assicurazioni 118 - 54 -
- altri 1.781.483 62.456 1.740.132 53.216
Totale 4.580.633 184.591 4.373.510 157.160
Totale 31/12/2010
Totale 31/12/2009
119
7.3 Crediti verso clientela: attività oggetto di copertura specifica
Non sono state poste in essere attività oggetto di copertura specifica. 7.4 Leasing finanziario
Non sono state poste in essere locazioni finanziarie con clientela. Sezione 8 Derivati di copertura - Voce 80 8.1 Derivati di copertura: composizione per tipologia di copertura e per livelli
L1 L2 L3 L1 L2 L3
A. Derivati finanziari - 19.645 - 1.261.342 - 38.989 - 1.871.856
1) Fair value - 19.645 - 1.261.342 - 38.989 - 1.871.856
2) Flussi finanziari - - - - - - - -
3) Investimenti esteri - - - - - - - -
B. Derivati creditizi - - - - - - - -
1) Fair value - - - - - - - -
2) Flussi finanziari - - - - - - - -
Totale - 19.645 - 1.261.342 - 38.989 - 1.871.856
VN 31/12/2009
VN 31/12/2010
FV 31/12/2010 FV 31/12/2009
Legenda: VN = valore nominale L1 = livello 1 L2 = livello 2 L3 = livello 3
120
8.2
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121
Sezione 9 Adeguamento di valore delle attività finanziarie oggetto di copertura generica - Voce 90 - 9.1 Adeguamento di valore delle attività coperte: composizione per portafogli coperti
Adeguamento di valore delle attività coperte / ValoriTotale
31/12/2010Totale
31/12/2009
1. Adeguamento positivo
1.1 di specifici portafogli: 25.145 5.801
a) crediti 25.145 5.801
b) attività finanziarie disponibili per la vendita - -
1.2 complessivo - -
2. Adeguamento negativo
2.1 di specifici portafogli - -
a) crediti - -
b) attività finanziarie disponibili per la vendita - -
2.2 complessivo - -
Totale 25.145 5.801
9.2 Attività oggetto di copertura generica del rischio di tasso di interesse
Attività coperte 31/12/2010 31/12/2009
1. Crediti 857.194 819.861
2. Attività finanziarie disponibili per la vendita - -
3. Portafoglio - -
Totale 857.194 819.861
La voce si riferisce all'adeguamento di Fair Value su crediti verso Clientela oggetto di macro-hedging.
122
Sezione 10 Le partecipazioni - Voce 100 - 10.1 Partecipazioni in società controllate, controllate in modo congiunto o sottoposte ad influenza notevole: informazioni sui rapporti partecipativi
Denominazioni SedeQuota di
partecipazione %
A. Imprese controllate in via esclusiva (*)
UBI SISTEMI E SERVIZI SCpA
Capitale Euro 35.136.400
in azioni da Euro 0,52 cad.
B. Imprese controllate in modo congiunto
C. imprese sottoposte ad influenza notevole
Brescia 2,96
(*) Vengono comprese le partecipazioni in società del Gruppo ancorché di minoranza.
123
10.2
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124
10.3 Partecipazioni: variazioni annue
Si evidenzia che non vi sono state variazioni nelle partecipazioni. 10.4 Impegni riferiti a partecipazioni in società controllate
Non sono presenti impegni riferiti a partecipazioni in società controllate. 10.5 Impegni riferiti a partecipazioni in società controllate in modo congiunto
Non sono presenti impegni riferiti a partecipazioni in società controllate in modo congiunto. 10.6 Impegni riferiti a partecipazioni in società sottoposte ad influenza notevole
Non sono presenti impegni riferiti a partecipazioni in società sottoposte ad influenza notevole.
125
Sezione 11 Attività materiali - Voce 110 - Le attività materiali della Banca sono valutate al costo al netto degli ammortamenti come precisato nella parte A della presente nota integrativa. 11.1 Attività materiali: composizione delle attività valutate al costo
Attività/valoriTotale
31/12/2010Totale
31/12/2009
A. Attività ad uso funzionale
1.1 di proprietà 143.828 156.222
a) terreni 33.813 37.831
b) fabbricati 87.697 95.491
c) mobili 5.808 5.630
d) impianti elettronici 3.198 3.662
e) altre 13.312 13.608
1.2 acquisite in leasing finanziario - 13
a) terreni - -
b) fabbricati - -
c) mobili - -
d) impianti elettronici - -
e) altre - 13
Totale A 143.828 156.235
B. Attività detenute a scopo di investimento
2.1 di proprietà 21.080 14.775
a) terreni 9.959 5.786
b) fabbricati 11.121 8.989
2.2 acquisite in leasing finanziario - -
a) terreni - -
b) fabbricati - -
Totale B 21.080 14.775
Totale (A+B) 164.908 171.010
11.2 Attività materiali: composizione delle attività valutate al fair value o rivalutate
Le attività materiali sono valutate al costo, pertanto non esiste la fattispecie.
126
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127
Gli ammortamenti sono calcolati sulla base della vita utile stimata del bene a partire dalla data di entrata in funzione. La vita utile stimata in mesi per le principali classi di cespiti è sotto riportata:
Descrizione Ammortamento Vita utile
Terreni relativi ad immobili NO Non ammortizzatiImmobili - Immobili in leasing SI Sulla base di periziaImpianti di sollevamento e pesatura SI 160 mesiCostruzioni leggere e scaffalature SI 120 mesiMobili e arredi diversi SI 120 mesiMobili e macchine ordinarie d'ufficio SI 100 mesiApparecchiature ATM SI 96 mesiMezzi forti e blindature prefabbricate SI 80 mesiMacchinari, apparecchi e attrezzature varie SI 80 mesiMacchinari vari, mobili ed arredi SI 80 mesiBanconi blindati o con cristalli blindati SI 60 mesiPersonal Computer SI 60 mesiAttrezzatura mensa SI 48 mesiImpianti interni speciali di comunicazione SI 48 mesiImpianti di allarme SI 40 mesiImpianti antincendio SI 40 mesiMacchine Ufficio elettriche-elettroniche SI 30 mesiAutoveicoli da trasporto SI 30 mesi Autovetture SI 24 mesiAutovetture in leasing SI Sulla base della durata del contratto
11.4 Attività materiali detenute a scopo di investimento: variazioni annue
Terreni Fabbricati
A. Esistenze iniziali 5.786 15.783
A.1 Riduzione di valore totali nette - (6.794)
A.3 Esistenze iniziali nette 5.786 8.989
B. Aumenti 4.173 2.668
B.1 Acquisti - 398
B.2 Spese per migliorie capitalizzate - -
B.3 Variazioni positive di fair value - -
B.4 Riprese di valore - -
B.5 Differenze di cambio positive - -
B.6 Trasferimenti da immobili ad uso funzionale 4.026 2.270
B.7 Altre variazioni 147 -
C. Diminuzioni - (536)
C.1 Vendite - -
C.2 Ammortamenti - (536)
C.3 Variazioni negative di fair value - -
C.4 Rettifiche di valore da deterioramento - -
C.5 Differenze di cambio negative - -
C.6 Trasferimenti ad altri portafogli di attività: - -
a) immobili ad uso funzionale - -
b) attività non correnti in via di dismissione - -
C.7 Altre variazioni - -
D. Rimanenze finali 9.959 11.121
D.1 Riduzione di valore totali nette (77) (9.641)
D.2 Rimanenze finali lorde 10.036 20.762 E. Valutazione al fair value 10.909 19.537
Totale 31/12/2010
128
11.5 Impegni per acquisto di attività materiali (IAS 16/74.c)
Attività / Valori 31/12/2010 31/12/2009
A. Attività ad uso funzionale
1.1 Di proprietà: 1.130 -
- terreni - -
- fabbricati 70 -
- mobili 107 -
- impianti elettronici 2 -
- altre 951 -
1.2 In locazione finanziaria: - -
- terreni - -
- fabbricati - -
- mobili - -
- impianti elettronici - -
- altre - -
Totale A 1.130 -
B. Attività detenute a scopo di investimento
2.1 Di proprietà: - -
- terreni - -
- fabbricati - -
2.2 In locazione finanziaria: - -
- terreni - -
- fabbricati - -
Totale B - -
Totale A+B 1.130 -
Gli impegni sopra riportati rientrano nella normale attività di pianificazione dell’azienda; si tratta di ordinativi non ancora eseguiti e che verranno evasi nei primi mesi del 2011.
129
Sezione 12 Attività immateriali - Voce 120 - 12.1 Attività immateriali: composizione per tipologia di attività
Durata definita Durata indefinita Durata definita Durata indefinita
A.1 Avviamento X 662.931 X 662.931
A.2 Altre attività immateriali - - - -
A.2.1 Attività valutate al costo: - - - -
a) Attività immateriali generate internamente - - - -
b) Altre attività - - - -
A.2.2 Attività valutate al fair value - - - -
a) Attività immateriali generate internamente - - - -
b) Altre attività - - - -
Totale - 662.931 - 662.931
Totale 31/12/2010
Totale 31/12/2009
Attività/Valori
L’avviamento è stato iscritto nel bilancio di Banca Carime in seguito a due operazioni straordinarie di aggregazione aziendale:
La prima, avvenuta in data 1/1/1998 avente ad oggetto il conferimento dei rami d’azienda “in bonis” di tre Casse di Risparmio (Calabria e Lucania, Puglia e Salernitana),
la seconda, avvenuta in data 1/7/2003, avente ad oggetto la fusione per incorporazione di Banca Carime in BPCI FIN S.p.a (che contestualmente ha cambiato la ragione sociale in Banca Carime S.p.a.), società controllata dall’ex Banca Popolare Commercio Industria Scarl. Tale operazione ha determinato un disavanzo da annullamento - per effetto dell’elisione del costo della partecipazione detenuta da BPCI FIN S.p.a e della quota parte del patrimonio netto dell’incorporata di pertinenza delle azioni detenute dall’incorporante annullate nell’occasione - che è stato contabilizzato come avviamento, incrementando in tal modo il valore residuo dell’avviamento da conferimento, risultante dal bilancio della incorporata Carime al 31.12.2002.
Come indicato dallo IAS 36, una società deve valutare a ogni data di riferimento del bilancio se esiste un'indicazione che un’attività possa aver subito una riduzione di valore (c.d. impairment test). Con riferimento all’avviamento, indipendentemente dal fatto che vi siano eventuali indicazioni di riduzione durevole di valore è necessario effettuare la citata verifica almeno annualmente. Ai sensi del citato IAS 36, un’attività ha subito una riduzione durevole di valore quando il suo valore contabile supera il suo valore recuperabile inteso come il maggiore tra il suo fair value dedotti i costi di vendita e il suo valore d’uso. L’avviamento è stato allocato sull’intera entità legale quale complessiva unità generatrice di flussi finanziari. Pertanto la verifica di impairment dell’avviamento iscritto in bilancio al 31 dicembre 2010 è stata effettuata confrontando il valore d’uso dell’intero complesso aziendale (che costituisce una unica cash generating unit) con il relativo valore contabile. La stima del valore d’uso è stata effettuata in base all’attualizzazione dei flussi reddituali, determinati sulla base del budget 2011 e sulle estrapolazioni per il periodo 2012-2015, effettuate considerando le ipotesi preliminari al momento in essere per la predisposizione del Piano Industriale 2011-2015 del Gruppo UBI, di seguito riportate, approvate dal Consiglio di Amministrazione della Banca: Crediti verso clientela RWA Impieghi Raccolta diretta Risparmio gestito Raccolta amministrata
I.
II.
130
Proventi Operativi - di cui Commissioni nette
Oneri operativi Cost income Costo del credito Mark up medio Mark down medio Spread raccolta indiretta Il saggio di crescita degli utili utilizzato è pari allo 0,82% ed è considerato stabile e tale da non superare i saggi di crescita di lungo termine dell’intero settore bancario. Il tasso di attualizzazione post tax degli utili netti è pari al 8,82%. Questo tasso unitamente al saggio di crescita oltre il periodo di previsione esplicita dello 0,82% concorre a definire un saggio di capitalizzazione ai fini della stima del valore terminale pari all’8,00%. Tale saggio di capitalizzazione risulta allineato a quello utilizzato dagli equity analysts che seguono il titolo UBI. La metodologia sopra descritta e le informazioni quantitative a supporto sono state approvate in via autonoma e formale da parte del Consiglio di Amministrazione della Banca. L’analisi compiuta ha permesso di riscontrare l’assenza di perdite durevoli di valore (c.d. impairment losses) dell’avviamento iscritto nel bilancio della Banca al 31 dicembre 2010.
131
12.2
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31/12/2010
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132
12.3 Altre informazioni
Si forniscono le seguenti ulteriori informazioni: a) non vi sono impedimenti alla distribuzione agli azionisti delle plusvalenze relative
alle attività immateriali rivalutate; b) non vi sono attività immateriali acquisite per concessione governativa; c) non vi sono attività immateriali costituite a garanzia di propri debiti; d) non vi sono impegni per l’acquisto di attività immateriali; e) non vi sono attività immateriali oggetto di operazioni di locazione.
133
Sezione 13 Le attività fiscali e le passività fiscali - Voce 130 dell’attivo e Voce 80 del passivo - 13.1 Attività per imposte anticipate: composizione
Ammontare delle differenze
temporanee
Effetto fiscale (aliquota IRES 27,5%, 4,82%
IRAP)
Ammontare delle differenze
temporanee
Effetto fiscale (aliquota IRES 27,5%, 4,35%
IRAP)
Imposte anticipate con contropartita a conto economico 136.216 39.050 127.032 36.496
- Crediti 26.012 7.153 19.586 5.386
- Avviamento 24.359 7.873 27.207 8.665
- Attività materiali 20.387 6.021 16.300 4.856
- Fondi per rischi ed oneri 32.993 9.073 34.142 9.389
- Costi del Personale 32.312 8.886 29.595 8.139
- Oneri pluriennali 37 12 73 23
- Spese di rappresentanza 10 3 24 8
- Operazioni straordinarie 53 15 106 29
- Altri costi 53 15 - -
Imposte anticipate con contropartita a patrimonio netto 286 91 229 10
- Valutazione titoli disponibili per la vendita 286 91 229 10
Totale imposte anticipate iscritte 136.502 39.141 127.262 36.506
Totale imposte anticipate iscrivibili 136.502 39.141 127.262 36.506
Totale 31/12/2010
Totale 31/12/2009
13.2 Passività per imposte differite: composizione
Ammontare delle differenze
temporanee
Effetto fiscale (aliquota IRES 27,5%, 4,82%
IRAP)
Ammontare delle differenze
temporanee
Effetto fiscale (aliquota IRES 27,5%, 4,35%
IRAP)
Imposte differite con contropartita a conto economico 148.618 47.721 106.258 33.343
- Attività materiali 1.471 405 1.471 405
- Avviamento 142.130 45.936 94.753 30.179
- Plusvalenze rateizzate 5.017 1.380 10.034 2.759
Imposte differite con contropartita a patrimonio netto 348 22 474 70
- Valutazione titoli disponibili per la vendita 348 22 474 70
Totale imposte differite iscritte 148.966 47.742 106.732 33.412
Totale imposte differite iscrivibili 148.966 47.742 106.732 33.412
Totale 31/12/2010
Totale 31/12/2009
134
13.3 Variazioni delle imposte anticipate (in contropartita del conto economico)
1. Importo iniziale 36.496 33.697
2. Aumenti 5.725 9.219
2.1 Imposte anticipate rilevate nell'esercizio 5.556 7.883
a) relative a precedenti esercizi - -
b) dovute al mutamento dei criteri contabili - -
c) riprese di valore - -
d) altre 5.556 7.883
2.2 Nuove imposte o incrementi di aliquote fiscali 169 -
2.3 Altri aumenti - 1.336
3. Diminuzioni (3.171) (6.420)
3.1 Imposte anticipate annullate nell'esercizio (3.171) (5.097)
a) rigiri (3.171) (5.097)
b) svalutazioni per sopravvenuta irrecuperabilità - -
c) mutamento dei criteri contabili - -
d) altre - -
3.2 Riduzioni di aliquote fiscali - -
3.3 Altre diminuzioni - (1.323)
4. Importo finale 39.050 36.496
Totale 31/12/2010
Totale 31/12/2009
Per l’anno 2009 l'importo di cui al punto 2.3 “Altri aumenti” rappresenta il totale delle imposte anticipate createsi in contropartita al patrimonio netto fino all’anno 2008 provenienti dalla tabella 13.5 – vedi corrispondente decremento al punto 3.3 “Altre diminuzioni” - che troveranno effettivo riversamento a conto economico. 13.4 Variazioni delle imposte differite (in contropartita del conto economico)
Totale 31/12/2010
Totale 31/12/2009
1. Importo iniziale 33.342 31.597
2. Aumenti 15.758 15.436
2.1 Imposte differite rilevate nell'esercizio 15.313 15.153
a) relative a precedenti esercizi - -
b) dovute al mutamento di criteri contabili - -
c) altre 15.313 15.153
2.2 Nuove imposte o incrementi di aliquote fiscali 445 -
2.3 Altri aumenti - 283
3. Diminuzioni (1.379) (13.691)
3.1 Imposte differite annullate nell'esercizio (1.379) (1.380)
a) rigiri (1.379) (1.380)
b) dovute al mutamento di criteri contabili - -
c) altre - -
3.2 Riduzioni di aliquote fiscali - -
3.3 Altre diminuzioni - (12.311)
4. Importo finale 47.721 33.342
Per l’anno 2009 l'importo di cui al punto 2.3 "Altri aumenti" rappresenta il totale delle imposte differite createsi in contropartita al patrimonio netto fino all’anno 2008 provenienti dalla tabella 13.6 – vedi corrispondente decremento al punto 3.3 "Altre diminuzioni" - che troveranno effettivo riversamento a conto economico.
135
13.5 Variazioni delle imposte anticipate (in contropartita del patrimonio netto)
1. Importo iniziale 10 1.412
2. Aumenti 91 -
2.1 Imposte anticipate rilevate nell'esercizio 91 -
a) relative a precedenti esercizi - -
b) dovute al mutamento di criteri contabili - -
c) altre 91 -
2.2 Nuove imposte o incrementi di aliquote fiscali - -
2.3 Altri aumenti - -
3. Diminuzioni (10) (1.402)
3.1 Imposte anticipate annullate nell'esercizio (10) (66)
a) rigiri (10) (66)
b) svalutazioni per sopravvenuta irrecuperabilità - -
c) dovute al mutamento dei criteri contabili - -
d) altre - -
3.2 Riduzioni di aliquote fiscali - -
3.3 Altre diminuzioni - (1.336)
4. Importo finale 91 10
Totale 31/12/2010
Totale 31/12/2009
Per l’anno 2009 l'importo di cui al punto 3.3 "Altre diminuzioni" rappresenta il totale delle imposte anticipate createsi in contropartita al patrimonio netto fino all’anno 2008 e trasferite alla tabella 13.3 – vedi corrispondente incremento al punto 2.3 "Altri aumenti" - che troveranno effettivo riversamento a conto economico. 13.6 Variazioni delle imposte differite (in contropartita del patrimonio netto)
Totale 31/12/2010
Totale 31/12/2009
1. Importo iniziale 70 309
2. Aumenti 3 53
2.1 Imposte differite rilevate nell'esercizio 2 53
a) relative a precedenti esercizi - -
b) dovute al mutamento dei criteri contabili - -
c) altre 2 53
2.2 Nuove imposte o incrementi di aliquote fiscali 1 -
2.3 Altri aumenti - -
3. Diminuzioni (51) (292)
3.1 Imposte differite annullate nell'esercizio (51) (9)
a) rigiri - -
b) dovute al mutamento dei criteri contabili - -
c) altre (51) (9)
3.2 Riduzione di aliquote fiscali - -
3.3 Altre diminuzioni - (283)
4. Importo finale 22 70
Per l’anno 2009 l'importo di cui al punto 3.3 "Altre diminuzioni" rappresenta il totale delle imposte differite createsi in contropartita al patrimonio netto fino all’anno 2008 e trasferite alla tabella 13.4 – vedi corrispondente incremento al punto 2.3 "Altri aumenti" - che troveranno effettivo riversamento a conto economico.
136
Totale 31/12/2010
Totale 31/12/2009
Acconti versati al Fisco 10.229 11.984
Credito d'imposta 9.214 8.218
Ritenute alla fonte 2.879 2.880
22.322 23.082
Sezione 14 Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione e passività associate - Voce 140 - Per la Banca non esiste tale fattispecie.
Sezione 15 Altre attività - Voce 150 - 15.1 Altre attività: composizione
Totale 31/12/2010
Totale 31/12/2009
Acconti imposta di bollo su documenti e atti bancari 15.633 13.806
Altre attivita' - consolidato fiscale 20.754 34.852
Partite viaggianti 36.691 64.437
Competenze da incassare 15.629 10.477
Scarti valuta su operazioni in cambi e portafoglio 247 499
Assegni tratti su terzi 21 115
Migliorie su immobili di terzi 6.330 5.397
Partite in corso di lavorazione 18.379 12.573
Altre partite 9.079 9.496
Partite connesse alle operazioni in Covered Bond 16.712 -
TOTALE 139.475 151.652
Le partite connesse alle operazioni in covered bond rappresentano il differenziale tra il prestito subordinato erogato alla società veicolo emittente ed il debito verso la stessa che rappresenta il valore residuo dei crediti ceduti a garanzia. I crediti per consolidato fiscale rappresentano gli acconti e i crediti di imposte dirette trasferiti alla Capogruppo in ossequio alla normativa del consolidato fiscale nazionale. Le altre partite ricomprendono ratei e risconti non ricondotti per circa 1.134 migliaia di euro.
13.7 Altre informazioni
137
PASSIVO Sezione 1 Debiti verso banche - Voce 10 - 1.1 Debiti verso banche: composizione merceologica
Tipologia operazioni/ValoriTotale
31/12/2010Totale
31/12/2009
1. Debiti verso banche centrali - -
2. Debiti verso banche 175.444 50.585
2.1 Conti correnti e depositi liberi 143.164 42.611
2.2 Depositi vincolati 14.130 3.943
2.3 Finanziamenti 5.982 -
2.3.1 Pronti contro termine passivi - -
2.3.2 Altri 5.982 -
2.4 Debiti per impegni di riacquisto di propri strumenti patrimoniali - -
2.5 Altri debiti 12.168 4.031 Totale 175.444 50.585
Fair Value 175.444 50.585
La voce “Conti correnti e depositi liberi” è costituita principalmente da rapporti accesi con le banche del Gruppo. La voce “altri debiti” rappresenta i debiti di funzionamento. La voce “Finanziamenti - Altri” comprende il finanziamento ricevuto dalla Capogruppo finalizzato all’erogazione di prestiti agevolati alle piccole e medie imprese in base agli accordi stipulati con la Cassa Depositi e Prestiti. 1.2 Dettaglio della voce 10 “Debiti verso banche”: debiti subordinati
Non sono presenti debiti subordinati verso banche. 1.3 Dettaglio della voce 10 “Debiti verso banche”: debiti strutturati
Non sono presenti debiti strutturati verso banche. 1.4 Debiti verso banche oggetto di copertura specifica
Non sono presenti debiti oggetto di copertura specifica. 1.5 Debiti per leasing finanziario
Non sono presenti debiti verso banche per operazioni di leasing finanziario.
138
Sezione 2 Debiti verso clientela - Voce 20 - 2.1 Debiti verso clientela: composizione merceologica
Tipologia operazioni /ValoriTotale
31/12/2010Totale
31/12/2009
1. Conti correnti e depositi liberi 4.931.270 4.777.454
2. Depositi vincolati 38.972 46.005
3. Finanziamenti 70.205 74.546
3.1 Pronti contro termine passivi 70.205 74.533
3.2 Altri - 13
4. Debiti per impegni di riacquisto di propri strumenti patrimoniali - -
5. Altri debiti 111.182 63.710
Totale 5.151.629 4.961.715
Fair Value 5.151.629 4.961.715
La voce “Altri debiti” rappresenta principalmente gli assegni circolari emessi dalla Banca. 2.2 Dettaglio della voce 20 “Debiti verso clientela”: debiti subordinati
Non sono presenti debiti subordinati verso clientela. 2.3 Dettaglio della voce 20 “Debiti verso clientela”: debiti strutturati
Non sono presenti debiti strutturati verso clientela. 2.4 Debiti verso clientela: debiti oggetto di copertura specifica
Non sono presenti debiti oggetto di copertura specifica. 2.5 Debiti per leasing finanziario
Totale 31/12/2010
Totale 31/12/2009
Debito residuo verso società di leasing
- entro 1 anno - 13
- tra 1 e 5 anni - -
- oltre 5 anni - -
139
Sezione 3 Titoli in circolazione - Voce 30 - 3.1 Titoli in circolazione: composizione merceologica
Tipologia titoli/Valori Fair Value Fair Value
Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 1 Livello 2 Livello 3
A. Titoli
1. obbligazioni 2.176.549 - 2.177.137 - 2.638.407 - 2.644.927 -
1.1 strutturate 413.734 - 416.325 - 436.717 - 437.577 -
1.2 altre 1.762.815 - 1.760.812 - 2.201.690 - 2.207.350 -
2. altri titoli 234.487 - 234.487 - 291.962 - 291.961 -
2.1 stutturati - - - - - - - -
2.2 altri 234.487 - 234.487 - 291.962 - 291.961 - Totale 2.411.036 - 2.411.624 - 2.930.369 - 2.936.888 -
Totale 31/12/2010
Totale 31/12/2009
Valore Bilancio
Valore Bilancio
I titoli strutturati si riferiscono prevalentemente ad obbligazioni step up, step down. La voce “Altri titoli - altri” è costituita da Certificati di Deposito. 3.2 Dettaglio della voce 30 “Titoli in circolazione”: titoli subordinati
Denominazione Tasso Consistenza al 31/12/2010
1) Prestito obbligazionario scad. 25/06/2012 6% 164.499
3.3 Titoli in circolazione oggetto di copertura specifica
Totale 31/12/2010
Totale 31/12/2009
1. Titoli oggetto di copertura specifica del fair value: 1.116.408 1.736.153
a) rischio di tasso di interesse 1.116.408 1.736.153
b) rischio di cambio - -
c) più rischi - -
2. Titoli oggetto di copertura specifica dei flussi finanziari: - -
a) rischio di tasso di interesse - -
b) rischio di cambio - -
c) altro - -
Nella tabella sono riportati i valori di bilancio delle obbligazioni coperte dal rischio di tasso di interesse. Il fair value dei derivati di copertura è iscritto, a seconda del segno, nelle apposite voci dell’attivo o del passivo dello Stato Patrimoniale.
140
Sezione 4 Passività finanziarie di negoziazione - Voce 40 - 4.1 Passività finanziarie di negoziazione: composizione merceologica
L1 L2 L3 L1 L2 L3
A. Passività per cassa
1. Debiti verso banche - - - - - - - - - -
2. Debiti verso clientela - - - - - - - - - -
3. Titoli di debito - - - - - - - - - -
3.1 Obbligazioni - - - - - - - - - -
3.1.1 Strutturate - - - - X - - - - X
3.1.2 Altre obbligazioni - - - - X - - - - X
3.2 Altri titoli - - - - - - - - - -
3.2.1 Strutturati - - - - X - - - - X
3.2.2 Altri - - - - X - - - - X
Totale A - - - - - - - - - -
B. Strumenti derivati
1. Derivati finanziari X - 2.729 - X - 2.240 -
1.1 Di negoziazione X - 2.729 - X X - 2.240 - X
1.2 Connessi con la fair value option X - - - X X - - - X
1.3 Altri X - - - X X - - - X
2. Derivati creditizi X - - - X - - -
2.1 Di negoziazione X - - - X X - - - X
2.2 Connessi con la fair value option X - - - X X - - - X
2.3 Altri X - - - X X - - - X
Totale B X - 2.729 - X X - 2.240 - X
Totale (A+B) - - 2.729 - - - - 2.240 - -
VN FV* VN
Tipologia operazioni/Valori
Totale 31/12/2010
FVFV
Totale 31/12/2009
FV*
Legenda: FV = fair value FV* = fair value calcolato escludendo le variazioni di valore dovute al cambiamento del merito creditizio dell’emittente rispetto alla data di emissione. VN = valore nominale o nozionale L1 = Livello 1 L2 = Livello 2 L3 = Livello 3 L’aumento è da attribuirsi principalmente alla valutazione dei derivati di trading pareggiati. 4.2 Dettaglio della voce 40 “Passività finanziarie di negoziazione”: passività
subordinate
Non sono presenti passività finanziarie subordinate di negoziazione. 4.3 Dettaglio della voce 40 “Passività finanziarie di negoziazione”: debiti strutturati
Non sono presenti debiti strutturati relativi a passività finanziarie di negoziazione.
141
Sezione 5 Passività finanziarie valutate al fair value - Voce 50 - Per la Banca non esiste tale fattispecie. Sezione 6 Derivati di copertura - Voce 60 - 6.1 Derivati di copertura: composizione per tipologia di copertura e per livelli
gerarchici
L1 L2 L3 L1 L2 L3
A. Derivati finanziari - 27.114 - 737.644 - 26.542 - 1.475.718
1) Fair value - 27.114 - 737.644 - 26.542 - 1.475.718
2) Flussi finanziari - - - - - - - -
3) Investimenti esteri - - - - - - - -
B. Derivati creditizi - - - - - - - -
1) Fair value - - - - - - - -
2) Flussi finanziari - - - - - - - -
Totale - 27.114 - 737.644 - 26.542 - 1.475.718
VN 31/12/2009
Fair Value 31/12/2010 Fair Value 31/12/2009VN
31/12/2010
Legenda: VN = valore nozionale L1 = Livello 1 L2 = Livello 2 L3 = Livello 3
142
6.2
Der
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143
Sezione 7 Adeguamento di valore delle passività finanziarie oggetto di copertura generica - Voce 70 - Per la Banca non esiste tale fattispecie.
Sezione 8 Passività fiscali - Voce 80 -
Fondo imposte dirette
Saldo 31/12/2009 15.191
Accantonamento 8.778
Utilizzi per pagamento imposte (15.747)
Saldo 31/12/2010 8.222 La tabella sopra riportata rappresenta la movimentazione delle passività fiscali correnti avvenuta nell’esercizio. Si specifica che la Banca aderisce al c.d. “Consolidato fiscale nazionale”, ai sensi dell’art. 117 e seguenti del D.P.R. 917 del 22 dicembre 1986 e successive modifiche ed integrazioni, pertanto crediti e debiti relativi all’IRES sono stati trasferiti alla Capogruppo e vengono iscritti in bilancio tra le altre attività e passività; le movimentazioni della tabella si riferiscono all’IRAP. La composizione e la movimentazione delle passività fiscali differite sono esposte con le attività fiscali anticipate, alla sezione 13 dell’attivo della presente nota. Sezione 9 Passività associate ad attività in via di dismissione
90 - Per la Banca non esiste tale fattispecie.
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144
Sezione 10 Altre passività - Voce 100 - 10.1 Altre passività: composizione
Totale 31/12/2010
Totale 31/12/2009
Debiti verso l'erario per ritenute da versare 12.216 11.104
Altre passivita' - consolidato fiscale 10.409 21.650
Competenze e contributi relativi al personale 51.829 71.147
Scarti valuta su operazioni in cambi 32 18
Somme a disposizione della clientela 5.672 41.117
Partite in lavorazione 11.588 8.883
Fornitori 16.831 21.254
Scarti valuta su operazioni di portafoglio commerciale 71.772 45.223
Partite viaggianti con le filiali 2.696 63.380
Deterioramento garanzie rilasciate e impegni 746 324
Altre partite 45.587 22.032
Totale 229.378 306.132
I debiti per consolidato fiscale sono costituiti dal debito verso la Capogruppo per l’Imposta sul Reddito delle Società trasferita ai sensi della normativa sul “consolidato fiscale nazionale”. I debiti per competenze relative al personale includono il debito residuo verso INPS per oneri relativi ai piani di esodi incentivati, che ammonta a 41,3 milioni di euro. Essi includono inoltre i debiti verso dipendenti per altre componenti retributive ad erogazione differita. Le altre partite ricomprendono ratei e risconti non ricondotti per circa 3.359 migliaia di euro.
145
Sezione 11 Trattamento di fine rapporto del personale - Voce 110 - 11.1 Trattamento di fine rapporto del personale: variazioni annue
Totale 31/12/2010
Totale 31/12/2009
A. Esistenze iniziali 66.992 73.334
B. Aumenti 3.740 2.113
B.1 Accantonamento dell'esercizio - -
B.2 Altre variazioni 3.740 2.113
C. Diminuzioni (10.007) (8.455)
C.1 Liquidazioni effettuate (10.007) (8.439)
C.2 Altre variazioni - (16)
D. Rimanenze finali 60.725 66.992
Le altre variazioni in aumento comprendono :
oneri finanziari per euro 1.227 mila contabilizzati a conto economico: perdite attuariali per euro 2.420 mila contabilizzate, al netto del relativo effetto
fiscale per euro 665 mila, a Riserve da valutazione. 11.2 Altre informazioni Prospetto di sintesi delle Basi Tecniche adottate per la valutazione del Fondo TFR e dei Premi di Anzianità
31/12/2010
Tasso di mortalità Sono state utilizzate le tavole RGS48 opportunamente modificate sulla base dei dati storici aziendali.
Tasso di turn over È’ stata utilizzata apposita tavola ricavata da opportune perequazioni dei dati storici aziendali degli ultimi anni.
Anticipazioni di TFR La probabilità di anticipazione è stata posta pari al 100%, mentre l’importo medio richiesto, determinato sulla base della norma civilistica introdotta con la Legge Finanziaria 2007, è stato stimato pari al 100%.
Tassi di inflazione Lo scenario inflazionistico che si prevede si possa attestare nel lungo periodo ha portato ad utilizzare un tasso pari al 2% annuale.
Tassi di attualizzazione Per la valutazione al 31/12/2010 è stata utilizzata la curva dei tassi EUR composite A al 31 dicembre 2010.
31/12/2009
Tasso di mortalità Sono state utilizzate le tavole RGS48 opportunamente modificate sulla base dei dati storici aziendali.
Tasso di turn over E’ stata utilizzata apposita tavola ricavata da opportune perequazioni dei dati storici aziendali degli ultimi anni.
Anticipazioni di TFR La probabilità di anticipazione è stata posta pari al 100%, mentre l’importo medio richiesto, determinato sulla base della norma civilistica introdotta con la Legge Finanziaria 2007, è stato stimato pari al 100%.
Tassi di inflazione Lo scenario inflazionistico che si prevede si possa attestare nel lungo periodo ha portato ad utilizzare un tasso pari al 2% annuale.
Tassi di attualizzazione Per la valutazione al 31/12/2009 è stato utilizzato un tasso pari al 4,871% ricavato come media dei tassi della curva EUR composite A al 30 dicembre 2009 (fonte: Bloomberg) ponderata in base al rapporto tra l’importo pagato/anticipato e importo totale da pagare/anticipare per ciascuna scadenza fino all’estinzione della popolazione considerata.
146
Sezione 12 Fondi per rischi e oneri - Voce 120 - 12.1 Fondi per rischi e oneri: composizione
Voci / ValoriTotale
31/12/2010Totale
31/12/2009
1. Fondo di quiescenza aziendali 43.647 46.204
2. Altri fondi rischi e oneri 37.298 36.145
2.1 controversie legali 26.930 29.912
2.2 oneri per il personale 6.877 2.003
2.3 altri 3.491 4.230
Totale 80.945 82.349
I fondi oneri per il personale sono costituiti principalmente da:
• valutazione attuariale del premio di anzianità previsto dai vigenti contratti integrativi; • accantonamenti per premio aziendale, per i quali sono in corso le trattative con le
Organizzazioni Sindacali; • accantonamento prudenziale per euro 3.408 migliaia derivante dalla migliore stima
ad oggi della maggior passività riveniente dall’affinamento del modello di calcolo del fondo pensione interno, con particolare riferimento alla periodicità delle rendite da liquidare agli aderenti al fondo. Tale importo è contabilizzato fra le spese per il personale.
12.2 Fondi per rischi e oneri: variazioni annue
Fondi di quiescenza Altri fondi Totale
A. Esistenze iniziali 46.204 36.145 82.349
B. Aumenti 2.955 10.002 12.957
B.1 Accantonamento dell'esercizio 2.955 8.721 11.676
B.2 Variazioni dovute al passare del tempo - 998 998
B.3 Variazioni dovute a modifiche del tasso di sconto - 196 196
B.4 Altre variazioni - 87 87
C. Diminuzioni (5.512) (8.849) (14.361)
C.1 Utilizzo dell'esercizio (5.512) (3.271) (8.783)
C.2 Variazioni dovute a modifiche del tasso di sconto - - -
C.3 Altre variazioni - (5.578) (5.578)
D. Rimanenze finali 43.647 37.298 80.945
147
12.3 Fondi di quiescenza aziendali a benefici definiti
A. Esistenze iniziali 46.204
B. Aumenti 2.955
B.1 Accantonamento dell'esercizio 2.955
B.2 Variazioni dovute al passare del tempo -
B.3 Variazioni dovute a modificare del tasso di sconto -
B.4 Altre variazioni -
C. Diminuzioni (5.512)
C.1 Utilizzo dell'esercizio (5.512)
C.2 Varizioni dovute a modifiche del tasso di sconto -
C.3 Altre variazioni -
D. Rimanenze finali 43.647
Totale 31/12/2010
12.3.1 Rendiconti annuali dei fondi a benefici definiti
F.do Pensioni ex Carical
F.do pensioni ex Caripuglia
F.do pensioni ex Carisal
Totale
A. Esistenze iniziali 35.833 9.758 612 46.204
B. Aumenti 2.429 480 45 2.955
B.1 Interessi passivi in contropartita al conto economico "spese del personale" 2.429 480 45 2.955
B.2 Utili attuariali in contropartita a "riserve da valutazione" - - - -
B.3 Accantonamenti - - - -
C. Diminuzioni (4.370) (1.064) (78) (5.512)
C.1 Benefici pagati per pensioni (4.370) (1.064) (78) (5.512)
C.2 Perdite attuariali in contropartita a "riserve da valutazione" - - - -
D. Rimanenze finali 33.892 9.175 580 43.647
12.3.5 Obbligazione a benefici definiti: principali ipotesi attuariali
F.do Pensioni ex Carical
F.do pensioni ex Caripuglia
F.do pensioni ex Carisal
a) Tassi di sconto 4,50% 4,50% 4,50%
b) Tassi attesi di incrementi retributivi 0,00% 0,00% 0,00%
c) Tasso di inflazione 2,00% 2,00% 2,00%
12.4 Fondi per rischi e oneri - altri fondi
AccantonamentiAltre
variazioniUtilizzi
Altre variazioni
Controversie legali 29.912 3.498 1.124 2.714 4.890 26.930
Oneri per il personale 2.003 5.164 122 412 - 6.877
Altri fondi 4.230 59 35 145 688 3.491
di cui per azioni revocatorie 1.969 28 21 33 12 1.973
Totale 36.145 8.721 1.281 3.271 5.578 37.298
Aumenti
31/12/2009
Diminuzioni
31/12/2010
148
Fondo rischi e Passività potenziali
La Banca al 31.12.2010 ha in essere 121 pratiche per un totale di 2.420 migliaia di euro che sono state ritenute passività potenziali in quanto, allo stato, non è probabile il rischio di soccombenza (difetto di legittimazione, cause temerarie, ecc). Sono altresì presenti passività potenziali per contenzioso fiscale per circa 37.600 migliaia di euro.
Sezione 14 Patrimonio d’impresa - Voci 130, 150, 160, 170, 180, 190 e 200 -
14.1 “Capitale” e “Azioni proprie”: composizione
Totale 31/12/2010
Totale 31/12/2009
Nr azioni ORDINARIE 1.411.738.948 1.411.738.948
da nominale Euro cadauna 1,04 1,04
Nr azioni PROPRIE - -
da nominale Euro cadauna - -
149
14.2 Capitale - Numero azioni: variazioni annue
Voci/ Tipologie Ordinarie Altre
A. Azioni esistenti all'inizio dell'esercizio - -
- interamente liberate - -
- non interamente liberate - -
A.1 Azioni proprie (-) - -
B.2 Azioni in circolazione: esistenze iniziali 1.411.738.948 -
B. Aumenti - -
B.1 Nuove emissioni - -
- a pagamento: - -
- operazioni di aggregazioni di imprese - -
- conversione di obbligazioni - -
- esercizio di warrant - -
- altre - -
- a titolo gratuito: - -
- a favore dei dipendenti - -
- a favore degli amministratori - -
- altre - -
B.2 Vendita di azioni proprie - -
B.3 Altre variazioni - -
C. Diminuzioni - -
C.1 Annullamento - -
C.2 Acquisto di azioni proprie - -
C.3 Operazioni di cessione di imprese - -
C. 4 Altre variazioni - -
D. Azioni in circolazione: rimanenze finali 1.411.738.948 -
D.1 Azioni proprie (+) - -
D.2 Azioni esistenti alla fine dell'esercizio - -
- interamente liberate - -
- non interamente liberate - - 14.3 Capitale: altre informazioni Valore nominale delle azioni
Il capitale sociale è interamente sottoscritto e versato ed è costituito da n. 1.411.738.948 azioni ordinarie del valore nominale di 1,04 euro cadauna. Diritti, privilegi e vincoli sulle azioni
Sulle azioni della banca non vi sono né privilegi né pegni e, per quanto riguarda i vincoli alla distribuzione dei dividendi e nel rimborso del capitale si rimanda al prospetto di riepilogo delle voci di patrimonio netto distinte secondo l’origine e con l’indicazione della possibilità di utilizzo e distribuibilità ai sensi dell’art. 2427 comma 1, n. 7 bis c.c. riportato al termine della successiva voce. 14.4 Riserve di utili: altre informazioni
Le Riserve di utili ammontano ad euro 76.629 mila e sono così composte: Riserva legale euro 23.371 mila; Riserva straordinaria euro 58.382 mila; Utile/perdita attuariale TFR euro -5.124 mila.
Le Riserve Altre ammontano ad euro 8.177 mila e sono così composte:
Riserva per annullamento Avviamento applicazione OPI euro -3.204 mila; Altre Riserve euro 11.381 mila.
150
Composizione del Patrimonio netto secondo origine, disponibilità e distribuibilità al 31/12/2010
per copertura perdite
per altre ragioni
A) CAPITALE
-Capitale sociale 1.468.209 - - - nessun utilizzo nessun utilizzo
B) RISERVE DI CAPITALE
-Riserva sovrapprezzo azioni - - - - - -
C) RISERVE DI UTILI-Riserva legale 23.371 B 23.371 - nessun utilizzo nessun utilizzo
-Riserva straordinaria 58.382 A B C 58.382 48.591 nessun utilizzo nessun utilizzo
-Riserva riforma previd. complementare - - - - - -
-Riserva ex D.Lgs. N.124 / 1993 - - - - - -
D) RISERVE DI ALTRA NATURA- Riserva da storno ammortamenti pregressi 5.447 A B C 5.447 5.447 - -
- Altre riserve - residuo FTA principi IAS/IFRS 5.934 A B C 5.934 - - -
- Riserva da val. strumenti fin. dest.vend. 131 - - - - -
- Riserva da valutazione Utili/perdite attuariali IAS (1.999) - - - nessun utilizzo nessun utilizzo
- Riserva da valutazione immobilizzazioni materiali 533 A B 533 533 - -
- Riserva TFR Riforma previd. Compl. D.Lgs. 252/2005 (5.124) - - - nessun utilizzo nessun utilizzo
- Riserva da annullamento avviamento applicazione OPI (3.204) - - - nessun utilizzo nessun utilizzo
TOTALE 1.551.680 93.667 54.571
-Utile dell'esercizio 2010 37.652 - - - - -
TOTALE PATRIMONIO (4) 1.589.332 93.667 54.571
IMPORTO POSSIBILITA' DI UTILIZZAZIONE
QUOTA DISPONIBILE
VINCOLO FISCALE (1)
Riepilogo delle utilizzazioni effettuate nei tre precedenti esercizi
Legenda: A: per aumento di capitale B: per copertura perdite C: per distribuzione ai soci Note: (1) Il vincolo di sospensione di imposta si riferisce al riallineamento dei beni immobili ex Legge n. 266/2005 14.5 Strumenti di capitale: composizione e variazioni annue
Non sono presenti strumenti rappresentativi del capitale. 14.6 Altre informazioni
Per la Banca non deve essere data alcuna informativa prevista dallo IAS1, paragrafo 136A, 137 e 80A.
151
Altre informazioni 1. Garanzie rilasciate e impegni
Operazioni Importo
31/12/2010Importo
31/12/2009
1) Garanzie rilasciate di natura finanziaria 18.626 16.432
a) Banche 14.874 12.799
b) Clientela 3.752 3.633
2) Garanzie rilasciate di natura commerciale 112.403 113.930
a) Banche - 28
b) Clientela 112.403 113.902
3) Impegni irrevocabili ad erogare fondi 378.645 432.974
a) Banche 21.724 21.566
i) a utilizzo certo 21.724 21.566
ii) a utilizzo incerto - -
b) Clientela 356.921 411.408
i) a utilizzo certo 2.733 1.501
ii) a utilizzo incerto 354.188 409.907
4) Impegni sottostanti ai derivati su crediti: vendite di protezione - -
5) Attività costituite in garanzia di obbligazioni di terzi 761.965 -
6) Altri impegni - -
Totale 1.271.639 563.336
Il rischio di credito connesso a garanzie rilasciate ed impegni è valutato in modo analogo ai crediti per cassa. La parte stimata di dubbio esito trova esposizione tra le “Altre passività”. La quota di impegno verso il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi è esposta nella voce “Garanzie rilasciate di natura finanziaria, punto a) Banche”. L’importo inserito al punto 5) corrisponde:
• al debito residuo al 31 dicembre 2010 dei mutui ceduti a garanzia dell’operazione di Covered Bond;
• al valore cauzionale dei finanziamenti resi disponibili alla Capogruppo a garanzia delle operazioni di mercato aperto con Banca d’Italia.
2. Attività costituite a garanzia di proprie passività e impegni
Non sono presenti attività costituite a garanzia di proprie passività e impegni. 3. Informazioni sul leasing operativo
Non sono presenti operazioni di leasing operativo.
152
4. Gestione e intermediazione per conto terzi
Tipologia serviziImporto
31/12/2010
1. Esecuzione di ordini per conto della clientela
a) Acquisti -
1. Regolati -
2. Non regolati -
b) Vendite -
1. Regolate -
2. Non regolate -
2. Gestioni di portafogli -
a) individuali -
b) collettive -
3. Custodia e amministrazione di titoli 12.057.523
a) titoli di terzi in deposito : connessi con lo svolgimento di banca depositaria (escluse le gestioni di portafogli) -
1. titoli emessi dalla banca che redige il bilancio -
2. altri titoli -
b) Titoli di terzi in deposito (escluse gestioni di portafogli): altri 5.759.226
1. titoli emessi dalla banca che redige il bilancio 2.101.312
2. altri titoli 3.657.914
c) titoli di terzi depositati presso terzi 5.821.017
d) titoli di proprietà depositati presso terzi 477.280
4) Altre operazioni 1.837.580
Alla voce “altre operazioni” sono indicati i volumi riferiti all’attività di raccolta ordini per compravendita titoli.
153
Parte C - Informazioni sul conto economico Sezione 1 Gli interessi - Voci 10 e 20 - 1.1 Interessi attivi e proventi assimilati: composizione
Voci / Forme tecniche Titoli di Debito Finanziamenti Altre operazioniTotale
31/12/2010Totale
31/12/2009
1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione - - - - -
2. Attività finanziarie disponibili per la vendita 322 - - 322 496
3. Attività finanziarie detenute fino alla scadenza - - - - -
4. Crediti verso banche 2.758 112.826 - 115.584 167.460
5. Crediti verso clientela - 201.212 569 201.781 227.301
6. Attività finanziarie valutate al fair value - - - - -
7. Derivati di copertura X X 2.227 2.227 9.636
8. Altre attività x x 15 15 -
Totale 3.080 314.038 2.811 319.929 404.893
La voce “Crediti verso clientela-finanziamenti” comprende interessi per 7.700 migliaia di euro maturati sui crediti ceduti a garanzia delle emissioni di Covered Bond. L’ammontare degli interessi su attività deteriorate è di 11.365 migliaia di euro. La voce “Crediti verso Clientela” comprende la Commissione di Massimo Scoperto per complessive 266 migliaia di euro, contro 6.360 migliaia di competenza dell’esercizio precedente. Si rammenta che a far tempo dal 1° luglio 2009, a seguito dell’introduzione del nuovo regime commissionale, tale ricavo è diventato una componente della nuova Commissione Messa a Disposizione Fondi indicata fra le “Commissioni Attive - Altri servizi”. La penale di sconfino, così come descritta nelle” Note illustrative – Contabilizzazione della penale di sconfino” ammonta a 6.093 migliaia di euro . 1.2 Interessi attivi e proventi assimilati: differenziali relativi alle operazioni di copertura
VociTotale
31/12/2010Totale
31/12/2009
A. Differenziali positivi relativi a operazioni di copertura: 57.941 72.635
B. Differenziali negativi relativi a operazioni di copertura: (55.714) (62.999)
C. Saldo (A-B) 2.227 9.636
Gli effetti economici delle operazioni di copertura, in conformità a quanto prescritto dalle regole di compilazione del bilancio bancario, sono iscritti a conto economico per sbilancio tra gli interessi attivi, in quanto i differenziali positivi sono in valore assoluto superiori ai differenziali negativi.
154
1.3 Interessi attivi e proventi assimilati: altre informazioni 1.3.1 Interessi attivi su attività finanziarie in valuta
VociTotale
31/12/2010Totale
31/12/2009
Interessi attivi su attività finanziarie in valuta 262 183
1.3.2 Interessi attivi su operazioni di leasing finanziario
Non sono presenti interessi attivi su operazioni di locazione finanziaria.
155
1.4 Interessi passivi e oneri assimilati: composizione
Voci/Forme tecniche Debiti Titoli Altre operazioniTotale
31/12/2010Totale
31/12/2009
1. Debiti verso banche centrali - X - - -
2. Debiti verso banche (431) X - (431) (1.007)
3. Debiti verso clientela (12.162) X - (12.162) (24.960)
4. Titoli in circolazione X (70.032) - (70.032) (96.842)
5. Passività finanziarie di negoziazione - - - - -
6. Passività finanziarie valutate al fair value - - - - -
7. Altre passività e fondi X X - - -
8. Derivati di copertura X X - - -
Totale (12.593) (70.032) - (82.625) (122.809)
1.6 Interessi passivi e oneri assimilati: altre informazioni 1.6.1 Interessi passivi su passività in valuta
VociTotale
31/12/2010Totale
31/12/2009
Interessi passivi su passività in valuta (98) (108)
1.6.2 Interessi passivi su passività per operazioni di leasing finanziario
VociTotale
31/12/2010Totale
31/12/2009
Interessi passivi su passività per operazioni di locazione finanziaria - (1)
156
Sezione 2 Le commissioni - Voci 40 e 50 - 2.1 Commissioni attive: composizione
Tipologia servizi/ValoriTotale
31/12/2010Totale
31/12/2009
a) garanzie rilasciate 1.196 1.136
b) derivati su crediti - -
c) servizi di gestione, intermediazione e consulenza: 51.733 55.994
1. negoziazione di strumenti finanziari - 2
2. negoziazione di valute 468 392
3. gestioni di portafogli - -
3.1. individuali - -
3.2. collettive - -
4. custodia e amministrazione di titoli 692 782
5. banca depositaria - -
6. collocamento di titoli 21.865 19.863
7. attività di ricezione e trasmissione di ordini 2.179 2.458
8. attività di consulenza 20 4
8.1 in materia di investimenti 20 4
8.2 in materia di struttura finanziaria - -
9. distribuzione di servizi di terzi 26.509 32.493
9.1. Gestioni di portafogli 747 734
9.1.1. individuali 747 734
9.1.2. collettive - -
9.2. prodotti assicurativi 11.471 9.963
9.3. altri prodotti 14.291 21.796
d) servizi di incasso e pagamento 12.771 13.142
e) servizi di servicing per operazioni di cartolarizzazione - -
f) servizi per operazioni di factoring - -
g) esercizio di esattorie e ricevitorie - -
h) attività di gestione di sistemi multilaterali di negoziazione - -
i) tenuta e gestione dei conti correnti 34.170 35.922
j) altri servizi 12.139 9.224
Totale 112.009 115.418
La sottovoce “Collocamento titoli” comprende commissioni per il collocamento di prestiti obbligazionari riconosciute dalla capogruppo per 3.600 migliaia euro e da altre società per 5.678 migliaia di euro. La voce “Altri servizi” comprende la Commissione di Messa a Disposizione Fondi per complessivi 9.082 migliaia di euro, 5.060 migliaia nel precedente esercizio, laddove il nuovo regime commissionale era stato introdotto dal 1° luglio 2009. Il dettaglio delle commissioni conseguite su altri servizi è riportato nella tabella sottostante.
157
Dettaglio commissioni "altri servizi"Totale
31/12/2010Totale
31/12/2009
- finanziamenti, mutui e CDF 10.994 8.298
- estero 476 502
- assegni circolari 5 55
- altre 663 369
Totale 12.139 9.224
2.2 Commissioni attive: canali distributivi dei prodotti e servizi
I prodotti e servizi sono interamente collocati presso propri sportelli. 2.3 Commissioni passive: composizione
Servizi/ValoriTotale
31/12/2010Totale
31/12/2009
a) garanzie ricevute (19) (3)
b) derivati su crediti - -
c) servizi di gestione e intermediazione: (601) (875)
1. negoziazione di strumenti finanziari (561) (856)
2. negoziazione di valute (21) -
3. gestioni di portafogli: - -
3.1. proprie - -
3.2. delegate da terzi - -
4. custodia e amministrazione di titoli (19) (19)
5. collocamento di strumenti finanziari - -
6. offerta fuori sede di strumenti finanziari, prodotti e servizi - -
d) servizi di incasso e pagamento (1.804) (2.007)
e) altri servizi (114) (692)
Totale (2.538) (3.577)
La diminuzione della sottovoce e) “altri servizi” è connessa alle provvigioni di intermediazione su finanziamenti.
158
Sezione 3 Dividendi e proventi simili - Voce 70 - 3.1 Dividendi e proventi simili: composizione ERRORE!
DividendiProventi da quote
O.I.C.R.Dividendi
Proventi da quote O.I.C.R.
A. Attività finanziarie detenute per la negoziazione - - - -
B. Attività finanziarie disponibili per la vendita 107 - 115 -
C. Attività finanziarie valutate al fair value - - - -
D. Partecipazioni - X - X
Totale 107 - 115 -
Totale 31/12/2010
Totale 31/12/2009
Voci/Proventi
159
Sezione 4 Il risultato netto dell’attività di negoziazione - Voce 80 - 4.1 Il risultato netto dell’attività di negoziazione: composizione
Operazioni/Componenti redditualiPlusvalenze
(A)
Utile da negoziazione
(B)
Minusvalenze (C)
Perdite da negoziazione
(D)
Risultato netto [(A+B)-(C+D)]
Totale 31/12/2009
1. Attività finanziarie di negoziazione 42 1.045 - (35) 1.052 1.239
1.1 Titoli di debito 42 527 - (5) 564 1.013
1.2 Titoli di capitale - - - - - (3)
1.3 Quote di O.I.C.R. - - - - - -
1.4 Finanziamenti - - - - - -
1.5 Altre - 518 - (30) 488 229
2. Passività finanziarie di negoziazione - - - - - -
2.1 Titoli di debito - - - - - -
2.2 Debiti - - - - - -
2.2 Altre - - - - - - 3. Attività e passività finanziarie: differenze di cambio
X X X X - -
4. Strumenti derivati 327 2.525 (333) (2.409) 125 1.653
4.1 Derivati finanziari: 327 2.525 (333) (2.409) 125 1.653
- Su titoli di debito e tassi di interesse 327 2.525 (333) (2.409) 110 1.624
- Su titoli di capitale e indici azionari - - - - - (6)
- Su valute e oro X X X X 15 32
- Altri - - - - - 3
4.2 Derivati su crediti - - - - - -
Totale 369 3.570 (333) (2.444) 1.177 2.892
Sezione 5 Il risultato netto dell’attività di copertura - Voce 90 - 5.1 Il risultato netto dell’attività di copertura: composizione
Componenti reddituali/ValoriTotale
31/12/2010Totale
31/12/2009
A. Proventi relativi a:
A.1 Derivati di copertura del fair value 19.394 13.950
A.2 Attività finanziarie coperte (fair value ) 20.196 9.004
A.3 Passività finanziarie coperte (fair value ) 21.515 4.248
A.4 Derivati finanziari di copertura dei flussi finanziari - -
A.5 Attività e passività in valuta - -
Totale proventi dell'attività di copertura (A) 61.105 27.202
B. Oneri relativi a:
B.1 Derivati di copertura dell fair value (40.642) (16.423)
B.2 Attività finanziarie coperte (fair value ) (14.698) (1.278)
B.3 Passività finanziarie coperte (fair value ) (3.391) (11.381)
B.4 Derivati finanziari di copertura dei flussi finanziari - -
B.5 Attività e passività in valuta - -
Totale oneri dell'attività di copertura (B) (58.731) (29.082)
C. Risultato netto dell'attività di copertura (A-B) 2.374 (1.880)
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163
Sezione 9 Le spese amministrative - Voce 150 - 9.1 Spese per il personale: composizione
Tipologia di spese/ValoriTotale
31/12/2010Totale
31/12/2009
1) Personale dipendente (161.882) (167.209)
a) Salari e Stipendi (103.477) (110.025)
b) Oneri sociali (27.558) (30.045)
c) Indennità di fine rapporto (7.050) (7.005)
d) Spese previdenziali - -
e) Accantonamento al trattamento di fine rapporto del personale (1.362) (1.839)
f) Accantonamento al fondo di trattamento di quescienza e obblighi simili: (2.955) (5.332)
- a contribuzione definita - -
- a benefici definiti (2.955) (5.332)
g) Versamenti ai fondi di previdenza complementare esterni: (4.547) (4.642)
- a contribuzione definita (4.547) (4.642)
- a benefici definiti - -
h) Costi derivanti da accordi di pagamento basati su propri strumenti patrimoniali - -
i) Altri benefici a favore dei dipendenti (14.933) (8.321)
2) Altro personale in attività (1.792) (3.187)
3) Amministratori e sindaci (1.350) (1.544)
4) Personale collocato a riposo - -
5) Recuperi di spese per dipendenti distaccati presso altre aziende 13.595 15.945
6) Rimborsi di spese per dipendenti di terzi distaccati presso la società (1.790) (2.201)
Totale (153.219) (158.196)
La voce di spesa “Altri benefici a favore di dipendenti” comprende 5.926 migliaia di oneri relativi all’incentivo all’esodo, così come illustrato nelle “Altre informazioni - L’accordo sindacale del 20 maggio 2010”. E’ altresì compreso l’accantonamento di euro 3.408 migliaia per il quale si fa rinvio a quanto esposto in calce alla tabella di stato patrimoniale Sez. 12 Fondi per rischi e oneri. 9.2 Numero medio dei dipendenti per categoria
Totale 31/12/2010
Totale 31/12/2009
1) PERSONALE DIPENDENTE 2.189 2.243
a. dirigenti 19 20
b. totale quadri direttivi 742 766
c. restante personale 1.428 1.457
2) ALTRO PERSONALE 52 76
Il numero dei dipendenti include il personale di altre società distaccato presso l’azienda ed esclude i dipendenti dell’azienda distaccati presso altre società. Nella voce altro personale sono compresi gli amministratori, i sindaci e i lavoratori con contratto interinale. 9.3 Fondi di quiescenza aziendali a benefici definiti: totale costi
Come già specificato nella tabella 12.3.1 della sezione 12-Fondi per rischi ed oneri, i costi ammontano a 2.955 migliaia di euro e rappresentano l’interest cost per 2.079 migliaia di euro e la perdita attuariale per 876 migliaia di euro.
164
9.4 Altri benefici a favore di dipendenti
Le principali componenti dell’aggregato “altri benefici a favore dei dipendenti” sono: • incentivi all’esodo e sostegno al reddito per 6.358 migliaia di euro di cui 5.926
migliaia dovuti al più volte commentato Accordo del 20 maggio 2010 e considerato evento non ricorrente;
• Buoni pasto per 2.654 migliaia di euro; • Spese assicurative per 1.629 migliaia di euro; • Componenti retributive relative ad erogazioni differite per 3.408 migliaia di euro.
Si precisa che non sono presenti componenti di costo di cui allo IAS 19, paragrafi 131, 141 e 142.
165
9.5 Altre spese amministrative: composizione
Tipologia servizi/ValoriTotale
31/12/2010Totale
31/12/2009
A. Altre spese amministrative (90.453) (91.592)
Affitti passivi (6.207) (6.388)
Servizi professionali e consulenze (3.467) (3.402)
Canoni locazione hardware, software ed altri beni (1.097) (649)
Manutenzioni hardware, software ed altri beni (1.012) (1.321)
Conduzione immobili (5.207) (6.748)
Manutenzione immobili e impianti (3.454) (3.244)
Contazione, trasporto e gestione valori (1.952) (2.145)
Contributi associativi (774) (897)
Informazioni e visure (1.220) (1.242)
Periodici e volumi (127) (117)
Postali (3.449) (4.303)
Premi assicurativi (2.151) (1.098)
Pubblicità e promozione (1.274) (1.140)
Rappresentanza (131) (118)
Telefoniche e trasmissione dati (4.264) (4.071)
Servizi di outsourcing (4.755) (4.970)
Spese di viaggio (2.143) (2.151)
Canoni service resi da societa del gruppo (42.862) (42.874)
Spese per recupero crediti (1.787) (1.568)
Stampati, cancelleria e mat. Consumo (1.111) (947)
Trasporti e traslochi (1.488) (1.424)
Vigilanza (465) (706)
Altre spese (56) (69)
B. Imposte indirette (21.463) (21.605)
- Imposte indirette e tasse (729) (813)
- Imposte di bollo (16.702) (16.751)
- Imposte comunale sugli immobili (928) (936)
- Altre imposte (3.104) (3.105)
Totale (111.916) (113.197)
166
Sezione 10 Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri
- Voce 160 - 10.1 Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri: composizione
Accantonamenti Riattribuzioni Accantonamenti netti
Controversie legali (4.622) 4.891 269
Altri fondi (94) 687 593
di cui per azioni revocatorie (49) 12 (37)
Totale (4.716) 5.578 862
167
Sezione 11 Rettifiche/riprese di valore nette su attività materiali
- Voce 170 - 11.1 Rettifiche di valore nette su attività materiali: composizione
Attività/Componente redditualeAmmortamento
(a)
Rettifiche di valore per
deterioramento (b)
Riprese di valore (c )
Risultato netto (a+b-c)
31/12/2009
A. Attività materialiA.1 Di proprietà (13.890) - - (13.890) (13.285)
- Ad uso funzionale (13.354) - - (13.354) (12.693) - Per investimento (536) - - (536) (592)
A.2 Acquisite in leasing finanziario - - - - (17) - Ad uso funzionale - - - - (17) - Per investimento - - - - -
Totale (13.890) - - (13.890) (13.302)
168
Sezione 13 Gli altri oneri e proventi di gestione - Voce 190 - 13.1 Altri oneri di gestione: composizione
Dettaglio Altri oneri di gestioneTotale
31/12/2010Totale
31/12/2009
Canoni di locazione finanziaria - (18)
Oneri per contratti di tesoreria agli enti pubblici (38) (6)
Oneri per bonifici con valuta antergata (56) (314)
Ammortamento migliorie su beni di terzi (692) (731)
Altri (1.784) (2.286)
Totale (2.570) (3.355)
13.2 Altri proventi di gestione: composizione
Dettaglio Altri proventi di gestioneTotale
31/12/2010Totale
31/12/2009
Fitti attivi su immobili 417 436
Recupero imposta di bollo e imposta sostitutiva 17.607 18.079
Recupero spese ed altri ricavi su depositi e conti corrente 1.802 2.977
Proventi per bonifici con valuta antergata 29 245
Proventi da cartolarizzazione 7 -
Recupero di costi da società del gruppo 876 937
Altri proventi e recuperi di spese 3.365 3.864
Totale 24.103 26.538
Sbilancio oneri/proventi di gestione 21.533 23.183
La riduzione, negli oneri e nei proventi di gestione, delle penali per bonifici con valuta antergata, è dovuta all’adozione della normativa SEPA, che sostanzialmente impedisce l’esecuzione di tali ordini.
169
Sezione 17 Utili (Perdite) da cessione di investimenti - Voce 240 - 17.1 Utili (Perdite) da cessione di investimenti: composizione
Componente reddituale/ValoriTotale
31/12/2010Totale
31/12/2009
A. Immobili - 48
- Utili da cessione - 48
- Perdite da cessione - -
B. Altre attività (2) (27)
- Utili da cessione - -
- Perdite da cessione (2) (27)
Risultato netto (2) 21
Sezione 18 Le imposte sul reddito dell’esercizio dell’operatività
corrente - Voce 260 - 18.1 Imposte sul reddito dell’esercizio dell’operatività corrente: composizione
Componenti reddituali/ValoriTotale
31/12/2010Totale
31/12/2009
1. Imposte correnti (-) (19.072) (35.870)
2. Variazione delle imposte correnti dei precedenti esercizi (+/-) (410) -
3. Riduzione delle imposte correnti dell'esercizio (+) - -
4. Variazione delle imposte anticipate (+/-) 2.555 1.462
5. Variazione delle imposte differite (+/-) (14.378) (1.463)
6. Imposte di competenza dell'esercizio (-) (-1+/-2+3+/-4+/-5) (31.305) (35.871)
Per maggiori informazioni si rimanda a quanto dettagliato nella Relazione sulla Gestione - Altre informazioni – Aspetti fiscali.
170
18.2 Riconciliazione tra onere fiscale teorico e onere fiscale effettivo di bilancio
Onere fiscale IRES teorico 68.957 (18.963) 27,50%
Variazioni in aumento permanenti
- spese immobili non strumentali 24 (7) 0,01%
- interessi passivi non deducibili 3.256 (895) 1,30%
- spese per mezzi di trasporto non deducibili 184 (51) 0,07%
- svalutazioni e minus patrimoniali non deducibili 23 (6) 0,01%
- spese relative a più esercizi non deducibili 223 (61) 0,09%
- altri oneri non deducibili 2.546 (700) 1,02%
- adeguamento fiscalità differita - (410) 0,59%
Variazioni in diminuzione permanenti
- spese relative a esercizi precedenti non dedotte (191) 53 (0,08%)
- dividendi non tassati (102) 28 (0,04%)
- altre variazioni in diminuzione (1.473) 405 (0,59%)
- altre variazioni - 4 (0,01%)
Onere fiscale IRES effettivo 73.447 (20.604) 29,88%
Onere fiscale IRAP teorico 68.957 (3.324) 4,82%
Variazioni in aumento permanenti
- interessi passivi indeducibili 3.286 (158) 0,23%
- rettifiche di valore su crediti non deducibili ai fini IRAP 23.308 (1.123) 1,63%
- costi del personale non deducibili ai fini IRAP 153.219 (7.385) 10,71%
- 10% spese amministrative (nette ICI) 11.192 (539) 0,78%
- Imposta Comunale sugli Immobili 835 (40) 0,06%
- 10% ammortamenti materiali funzionali 1.945 (94) 0,14%
- adeguamento fiscalità differita - (445) 0,65%
- aammortamenti - - 0,00%
Variazioni in diminuzione permanenti
- dividendi (54) 3 (0,00%)
- deduzioni Cuneo fiscale (44.919) 2.165 (3,14%)
- altre variazioni (862) 42 (0,06%)
- altri oneri e proventi non tassabili (634) 31 (0,04%)
- adeguamento fiscalità anticipata - 169 (0,24%)
Onere fiscale IRAP effettivo 216.275 (10.701) 15,52%
Totale onere fiscale effettivo IRES e IRAP 68.957 (31.305) 45,40%
IRAP Imponibile IRAP %
IRES Imponibile IRES %
171
Sezione 21 Utile per azione Le azioni della Banca non sono negoziate su mercati finanziari, pertanto non viene fornita l’informativa relativa all’utile per azione. Si specifica che il dividendo unitario a valere sull’utile dell’esercizio 2009 è stato pari a 0,0456 Euro per ciascuna delle n. 1.411.738.948 azioni costituenti il capitale sociale. Per il 2010 la proposta di riparto, in corso di approvazione, prevede la distribuzione di un dividendo pari a 0,024 euro per ciascuna delle n. 1.411.738.948 azioni.
172
Parte D - Redditività complessiva
Prospetto analitico della redditività complessiva
Importo LordoImposta sul
redditoImporto netto
10. Utile (perdita) di esercizio X X 37.652
Altre componenti reddituali al lordo delle imposte
20. Attività finanziarie disponibili per la vendita: (182) 129 (53)
a) variazioni di fair value (177) 129 (48)
b) rigiro a conto economico - - -
- rettifiche da deterioramento -
- utile/perdite da realizzo -
c) altre variazioni (5) (5)
30. Attività materiali -
40. Attività immateriali -
50. Copertura di investimenti esteri: - - -
a) variazioni di fair value -
b) rigiro a conto economico -
c) altre variazioni -
60. Copertura dei flussi finanziari: - - -
a) variazioni di fair value -
b) rigiro a conto economico -
c) altre variazioni -
70. Differenze di cambio: - - -
a) variazioni di fair value -
b) rigiro a conto economico -
c) altre variazioni -
80. Attività non correnti in via di dismissione: - - -
a) variazioni di fair value -
b) rigiro a conto economico -
c) altre variazioni -
90. Utili (Perdite) attuariali su piani a benefici definiti (2.420) 665 (1.754)
100. Quota delle riserve da valutazione delle partecipazioni valutate a patrimonio netto: - - -
a) variazioni di fair value -
b) rigiro a conto economico - - -
- rettifiche da deterioramento -
- utile/perdite da realizzo -
c) altre variazioni -
110. Totale altre componenti reddituali (2.602) 794 (1.807)
120. Redditività complessiva (Voce 10+110) X X 35.844
Voci
173
Parte E - Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura
Nel rispetto delle vigenti previsioni normative, il Gruppo UBI si è dotato di un sistema di controllo dei rischi che regola in modo integrato le linee guida del Sistema dei Controlli Interni, da intendersi come ambito organizzativo, regolamentare e metodologico a cui tutte le società del Gruppo devono attenersi al fine di consentire alla Capogruppo di poter esercitare, in modo efficace ed economico, le attività d’indirizzo e di controllo strategico, gestionale e tecnico-operativo. La Banca collabora pro-attivamente all’individuazione dei rischi cui è soggetta e alla definizione dei relativi criteri di misurazione, gestione e controllo. I principi cardine ai quali fanno riferimento l’analisi e la gestione dei rischi del Gruppo, al fine di perseguire una sempre più consapevole ed efficiente allocazione del capitale economico e regolamentare, sono:
• rigoroso contenimento dei rischi finanziari e creditizi e forte presidio su tutte le tipologie di rischio;
• utilizzo di logiche di sostenibile creazione del valore nel processo di definizione della propensione al rischio ed allocazione del capitale;
• declinazione della propensione al rischio del Gruppo con riferimento alle specifiche fattispecie di rischio e/o specifiche attività in un corpo normativo di policy a livello di Gruppo e di singola entità.
Nella presente Parte sono fornite le informazioni riguardanti i profili di rischio di seguito indicati, le relative politiche di gestione e copertura messe in atto dalla Banca, l’operatività in strumenti finanziari derivati:
a) rischio di credito; b) rischi di mercato:
• di tasso di interesse, • di prezzo, • di cambio,
c) rischio di liquidità; d) rischi operativi.
Per un quadro complessivo dei rischi e delle incertezze che gravano sulla Banca, si rimanda allo specifico paragrafo della Relazione sulla Gestione, redatto in ottemperanza a quanto previsto dal Decreto Legislativo n. 32 del 2 febbraio 2007, di attuazione della direttiva 2003/51/CE. Sezione 1 Rischio di credito
Informazioni di natura qualitativa
1. Aspetti generali
Le linee strategiche, le policy e gli strumenti per l’assunzione e per la gestione del rischio di credito sono definiti, nell’ambito della Capogruppo, dall’Area Risk Management di concerto con l’Area Crediti con il supporto e la condivisione delle strutture specialistiche preposte. Nell’elaborazione delle politiche a presidio dei rischi creditizi viene posta particolare attenzione al mantenimento di un adeguato profilo rischio/rendimento e all’assunzione dei rischi coerenti con la propensione al rischio definita dall’Alta Direzione e, più in generale, con la mission del Gruppo UBI. Le politiche a presidio dei rischi creditizi sono prioritariamente orientate al sostegno delle economie locali, delle famiglie, degli imprenditori, dei professionisti e delle piccole-medie imprese.
174
La particolare attenzione posta al mantenimento delle relazioni instaurate con la clientela e al loro sviluppo nel tempo rappresentano un punto di forza del Gruppo, favorendo l’abbattimento di asimmetrie informative e offrendo continuità di rapporto e supporto alla clientela stessa, in una prospettiva di lungo periodo. Anche nella complessa fase congiunturale in atto, pur preservando la qualità degli attivi, la Banca assicura un’adeguata disponibilità di credito all’economia, aderendo fra l’altro agli “Accordi” stipulati fra l’Associazione Bancaria Italiana, il Ministero delle Finanze e le Associazioni di categoria. Con riferimento al mercato Corporate e Small Business sono previste specifiche politiche creditizie di indirizzo di sviluppo del portafoglio crediti in termini di area geografica, settore merceologico e classe di rating. Le politiche creditizie supportano la Rete nella valutazione dell’attrattività in ottica di creazione di valore di particolari aree/settori/controparti e nella valutazione del merito creditizio delle controparti. Le politiche creditizie vengono trasmesse alla rete attraverso:
• iter istruttori agevolati per le controparti appartenenti ai cluster di interesse; • iniziative volte al contenimento del profilo di rischio e alla limitazione dell'impatto
negativo sulla creazione di valore del portafoglio (azioni correttive di pricing/ raccolta garanzie/ revisioni linee) per le controparti appartenenti ai cluster non attrattivi.
Infine, viene prestata particolare attenzione alla definizione delle linee di trattamento dei nuovi prodotti, elaborando adeguata informativa ai vertici aziendali circa il rispetto degli obiettivi rischio/rendimento, calcolo dei tassi minimi di erogazione, qualità del prenditore, garanzie ricevute e tassi di recupero attesi in caso di insolvenza. 2. Politiche di gestione del rischio di credito 2.1 Aspetti organizzativi
Nello svolgimento dell’attività tradizionale di intermediazione creditizia, la Banca è esposta al rischio che i crediti erogati non vengano rimborsati dai prenditori alla scadenza e debbano essere parzialmente o integralmente svalutati. Più in dettaglio, il profilo di rischio degli impieghi è sensibile all’andamento dell’economia nel suo complesso, al deteriorarsi delle condizioni finanziarie delle controparti (mancanza di liquidità, insolvenza, etc.) o al mutamento della loro posizione competitiva, ai cambiamenti strutturali o tecnologici delle imprese debitrici, e ad altri fattori esterni (es. modifiche normative, deterioramento del valore delle garanzie finanziarie legato all’andamento dei mercati). Un ulteriore elemento di rischio cui si presta particolare attenzione, è il livello di diversificazione del portafoglio impieghi fra i diversi prenditori e fra i diversi settori in cui essi operano. Il modello organizzativo in base al quale sono state strutturate le unità che presiedono all’attività creditizia, presenta la seguente articolazione:
Strutture della Capogruppo di controllo accentrato e coordinamento; Direzioni Generali delle Banche e delle Società controllate, dalle quali dipendono:
• Direzioni Crediti, • Filiali, • Unità per la gestione della clientela Corporate (CBU), • Unità per la gestione della clientela Private (PBU).
Le caratteristiche di tale modello organizzativo, oltre a consentire una forte omogeneità tra la struttura Crediti della Capogruppo e le analoghe strutture delle Banche Rete, con conseguente linearità dei processi ed ottimizzazione dei flussi informativi, evidenziano la netta distinzione tra le funzioni commerciali e quelle creditizie. La concessione del credito risulta inoltre differenziata per segmento di clientela (Retail/Private, Corporate e
175
Istituzionale) e specializzata per stato dello stesso: “in bonis” (gestito dalle Unità Crediti Retail, Private e Corporate) e problematico (gestito dalle Unità di Credito Anomalo). La Capogruppo, attraverso le strutture dell’Area Crediti, delle Macro Aree Controllo Rischi e Sviluppo e Pianificazione Strategica, dell’Area Recupero Crediti e dell’Audit di Capogruppo e di Gruppo, presiede alla gestione delle politiche, al monitoraggio complessivo del portafoglio, all’affinamento dei sistemi di valutazione, alla gestione del credito problematico ed al rispetto delle norme. Per tutti i soggetti (singoli o gruppi economici) con affidamenti in essere presso le Banche e Società del Gruppo (comprese le attività di rischio riconducibili al rischio emittente ed al rischio derivati) complessivamente superiori ad euro 50 milioni, la Capogruppo deve deliberare un Limite Operativo da intendersi come limite massimo di affidabilità della controparte stessa a livello di Gruppo UBI. Le Banche e le Società del Gruppo, inoltre, devono richiedere alla Capogruppo l’espressione di un Parere preventivo consultivo non vincolante a fronte di combinazioni di: a) importi di affidamento e b) determinate classi di rating interno. Le strutture attraverso le quali si articolano le Banche e le Società prodotto assumono competenze di ordine creditizio e commerciale, nonché responsabilità di controllo sull’attività svolta direttamente e su quella posta in essere dalle unità gerarchicamente dipendenti. In particolare la responsabilità della gestione e del monitoraggio del credito in bonis è attribuita, in prima istanza, ai Gestori di Relazione che intrattengono quotidianamente il rapporto con la Clientela e che hanno l’immediata percezione di eventuali segnali di difficoltà o di deterioramento della qualità del credito. Tuttavia, tutti i dipendenti delle Società del Gruppo sono chiamati a segnalare tempestivamente tutte le informazioni che possano consentire il riconoscimento precoce di difficoltà o possano consigliare diverse modalità di gestione dei rapporti, partecipando - di fatto - al processo di monitoraggio. In seconda istanza l’unità organizzativa preposta al monitoraggio del rischio di credito - denominata Presidio Monitoraggio Qualità del Credito - svolge attività di controllo, supervisione ed analisi delle posizioni “in bonis” sia in termini analitici che aggregati, con intensità e profondità graduate in funzione delle fasce di rischio attribuite alle controparti e della gravità delle anomalie andamentali rilevate. La struttura - non coinvolta nell’iter deliberativo degli affidamenti - di propria iniziativa o su proposta, valuta e dispone (o propone agli Organi decisori superiori quando la decisione eccede le proprie competenze) idonea classificazione peggiorativa di controparti “in bonis” chiedendo all’Area Crediti – Servizio Crediti Italia – Funzione Pareri di UBI Banca, nei casi previsti dal Regolamento Fidi, il rilascio di parere preventivo non vincolante. In Area Crediti di UBI Banca, il Servizio Presidio e Monitoraggio Qualità del Credito ha compiti di coordinamento e definizione delle linee guida per il monitoraggio del portafoglio crediti, di presidio nello sviluppo degli strumenti di monitoraggio, di controllo delle policies crediti e di predisposizione della reportistica direzionale. 2.2 Sistemi di gestione, misurazione e controllo
Il servizio Rischi di Credito della Capogruppo è responsabile della produzione dell’informativa sui rischi di credito della Banca, volta a monitorare l’andamento della rischiosità degli impieghi. I report - sottoposti trimestralmente all’attenzione del Consiglio di Amministrazione della Banca - illustrano le distribuzioni per classi di rating interno, LGD e Perdita Attesa e quindi l’andamento della rischiosità media del portafoglio crediti, con focus sul Mercato Corporate, ed il Mercato Retail, distintamente per le imprese e privati; descrivono l’andamento dei tassi di decadimento degli impieghi; contengono una sezione dedicata al monitoraggio trimestrale delle policy di concentrazione e di qualità del credito in termini di distribuzioni degli impieghi e valori dei parametri di rischio. Il complesso dei modelli che costituisce il Sistema di Rating Interni del Gruppo è gestito dell’Area Risk Management e dall’Area Crediti della Capogruppo.
176
Allo stato attuale la struttura prevede l’utilizzo di modelli automatici per i privati e per le imprese di minori dimensioni, di modelli automatici con integrazione del questionario qualitativo e del modulo geo-settoriale per le imprese medio-grandi, e di un modello prevalentemente judgemental per i grandi affidamenti (ossia gruppi economici con affidamenti superiori a 20 mln €). Con riferimento al progetto Basilea 2, hanno avuto luogo una serie di attività volte a portare in produzione nel corso del 2011 una nuova generazione di modelli di rating e di stima della LGD per tale portafoglio, anche a seguito dell’interazione con l’Autorità di Vigilanza. Gli elementi principali di tale nuova generazione di modelli di rating riguardano:
la revisione della segmentazione credit risk, che definisce quale modello si applica a ciascuna controparte;
lo sviluppo di una nuova componente quantitativa, che prevede modelli interni di analisi della componente finanziaria, abbandonando l’utilizzo di un modello fornito da un provider esterno;
lo sviluppo di nuovi motori di integrazione tra le diverse componenti dell’analisi quantitativa
lo sviluppo di nuovi questionari qualitativi; una diversa modalità di recepimento delle informazioni relative al Gruppo economico
di appartenenza all’interno dei modelli di rating automatico; una diversa modalità di aggiornamento del rating volta a garantire il mix ottimale tra
le necessità di recepire informazioni aggiornate e di mantenere un livello di volatilità contenuto.
Con riferimento alla LGD, si è provveduto all’aggiornamento dei parametri per l’utilizzo gestionale a dicembre 2010 e allo sviluppo del modello regolamentare da utilizzarsi per il parallel running nel corso del 2011. Relativamente ai modelli di rating oggi in produzione, nel corso del 2010 si è provveduto all’aggiornamento periodico delle stime di probabilità di default per tutti i modelli (ad esclusione del modello Grandi Affidati, che verrà dismesso nel corso del 2011). Le unità operative coinvolte nel processo di erogazione e rinnovo del credito utilizzano i rating interni, che costituiscono elementi essenziali e imprescindibili delle valutazioni formulate in sede di istruttoria e revisione dei fidi; l’articolazione delle deleghe è definita tenendo conto del profilo di rischio del cliente o della transazione così come rappresentato dal rating, e gestita tramite l’applicativo della Pratica Elettronica di Fido (PEF). I rating sono utilizzati nell’ambito sia del sistema di reporting direzionale, sia dei flussi informativi resi disponibili alle strutture della Banca coinvolta nel processo del credito. L'attribuzione di una classe di rating diversa da quella calcolata dal Sistema di Rating Interno in base ai modelli adottati avviene attraverso la proposta di un override sul rating. Tali variazioni sono motivate dalla valutazione di informazioni non già considerate dal modello di rating, non adeguatamente pesate dal modello o la cui influenza futura si intende anticipare. Come prescritto dalla circolare Banca d’Italia n.263/2006 sulle Nuove disposizioni di Vigilanza per le Banche, il Gruppo adotta attualmente la metodologia standardizzata per la determinazione del capitale regolamentare. In particolare, per la classe regolamentare di esposizioni “Imprese ed altri soggetti” si è scelto di avvalersi, ove disponibili, delle valutazione esterne del merito di credito fornite dalle agenzie Moody’s e Cerved Group (già Lince), riconosciute ECAI (External Credit Assessment Institution) dalla Banca d’Italia. Per il processo di calcolo dell’impairment collettivo sui crediti – coerentemente con le determinazioni prese dalla Capogruppo - viene utilizzata una metodologia basata sui rating interni e sulle stime interne di perdita in caso di insolvenza (LGD). Nel corso del 2010, inoltre, è proseguita l’attività di revisione, aggiornamento e adozione di policy e di regolamenti per la gestione del rischio di credito.
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Di seguito vengono elencate le policy in essere, con un cenno ai principali contenuti.
Policy Rischi Creditizi, che disciplina in un unico testo, le disposizioni relative al presidio di fattispecie di rischio di credito in precedenza trattate in diverse policy. In questa policy vengono normate le seguenti fattispecie: • clientela ordinaria, che stabilisce norme, principi e limiti per la gestione del
credito a clientela ordinaria sulla base della disponibilità dei rating interni. L’articolazione dei limiti si sostanzia in una serie di indicatori espressi in termini di: allocazione di capitale, valori massimi di rischiosità (intesa come perdita attesa massima e target), limiti di assunzione dei rischi in termini di distribuzione delle esposizioni per classi di rating e in presidi qualitativi;
• controparti istituzionali e ordinarie residenti in Paesi a rischio, che stabilisce norme e principi per la gestione del credito concesso a clientela istituzionale residente e non residente, nonché a clientela ordinaria residente in Paesi a rischio. Come nel caso della clientela ordinaria, l’articolazione dei limiti si sostanzia in una serie di indicatori espressi in termini di: allocazione di capitale, limiti di assunzione dei rischi in termini di distribuzione delle esposizioni per classi di rating e Paese e in presidi qualitativi;
• rischio di concentrazione single name, che stabilisce limiti massimi di esposizione sulla singola controparte, al fine di limitare i rischi di instabilità che deriverebbero da elevati tassi di concentrazione degli impieghi sui grandi prenditori nel caso di un eventuale default degli stessi;
Policy di offerta di mutui tramite intermediari, che disciplina le modalità di ricorso a reti esterne per l’offerta di mutui a clientela non captive, al fine di contenere potenziali rischi di credito, rischi operativi e rischi reputazionali;
Policy sulla portabilità, rinegoziazione, sostituzione ed estinzione anticipata dei mutui della clientela diretta delle banche reti, che fornisce le linee guida del Gruppo UBI per la realizzazione delle operazioni di portabilità attiva e passiva, di rinegoziazione, di sostituzione e di estinzione anticipata (parziale o totale) dei mutui, nell’ottica di garantire (anche attraverso la definizione di livelli minimi di servizio) la massima riduzione dei tempi, degli adempimenti e dei costi connessi, nonché di dotare il Gruppo degli opportuni processi e strumenti per il presidio dei rischi relativi (di credito, operativi e reputazionali);
Policy sulla portabilità, rinegoziazione, sostituzione ed estinzione anticipata dei mutui intermediati, con riferimento all’operatività sui mutui intermediati sulla base di convenzioni tra le società/ banche del Gruppo e specifiche reti distributive;
Policy risk-adjusted pricing che definisce il processo di definizione ed implementazione delle logiche Risk Adjusted Pricing per i diversi prodotti che comportano l’assunzione di rischio di credito;
Policy sul rischio derivante da cartolarizzazioni, che definisce le linee guida che il Gruppo si pone con riferimento alla gestione del rischio derivante dalle attività di cartolarizzazione;
Policy sul rischio residuo, che definisce gli orientamenti strategici relativi alla gestione del “rischio residuo” definendo il processo di controllo sull’acquisizione e utilizzo delle tecniche di attenuazione del rischio di credito per la mitigazione del rischio in oggetto.
2.3 Tecniche di mitigazione del rischio di credito
La Banca impiega tecniche di mitigazione del rischio tipiche dell’attività bancaria acquisendo dalla controparte, per talune tipologie di affidamenti, garanzie reali, immobiliari e finanziarie, e garanzie personali. La determinazione dell’ammontare complessivo degli affidamenti concedibili allo stesso cliente e/o gruppo giuridico ed economico tiene conto di appositi criteri per la ponderazione delle diverse categorie di rischio e delle garanzie. In particolare, al valore di stima delle garanzie reali vengono applicati “scarti” prudenziali, differenziati per tipologia di garanzia. Le principali tipologie di garanzie reali accettate dal Gruppo sono rappresentate da:
178
• ipoteca reale; • pegno.
Al fine di assicurare la sussistenza dei requisiti generali e specifici richiesti per il riconoscimento a fini prudenziali delle garanzie reali, annoverate fra le tecniche di Credit Risk Mitigation (CRM) – secondo quanto previsto dalla Circolare della Banca d’Italia n. 263 del 27/12/2006 e successivi aggiornamenti - il Gruppo UBI ha:
• ridefinito i processi del credito relativi alla raccolta e gestione delle garanzie. Con particolare riferimento alle garanzie ipotecarie, nelle Banche Rete è previsto l’obbligo di inserimento, nell’apposito applicativo informatico a disposizione dei gestori, di tutti i dati relativi all’immobile necessari a rendere la garanzia eligible. Particolare attenzione è stata posta all’obbligatorietà della perizia ed alla tempestività di recupero delle informazioni ad essa inerenti, ivi comprese quelle notarili (estremi di registrazione notarili), elementi determinanti per il perfezionamento della garanzia.
• recuperato per le garanzie ipotecarie in essere tutte le informazioni necessarie ad assicurarne l’ammissibilità in linea con le disposizioni di Basilea 2 in termini di requisiti specifici.
In generale, nel corso del 2010 sono state consolidate le soluzioni organizzative ed informatiche che permettono la gestione delle garanzie secondo i processi definiti, nelle fasi di perfezionamento, valorizzazione e monitoraggio. 2.4 Attività finanziarie deteriorate
La classificazione del portafoglio problematico coincide con quanto disposto dalla normativa e può essere così sintetizzata:
• crediti scaduti e/o sconfinanti in via continuativa, • crediti ristrutturati, • incagli, • sofferenze.
Oltre alle suddette classi, permane la fattispecie dei crediti problematici relativi al “rischio paese” per esposizioni non garantite verso la clientela, istituzionale ed ordinaria, appartenente a paesi definiti “a rischio” come definito dall’Organo di Vigilanza. In particolare, per quanto riguarda gli “incagli”, al fine di ottimizzarne il presidio se ne effettua, ad esclusivo fine gestionale, una suddivisione fra le posizioni in cui la temporanea situazione di obiettiva difficoltà si ritenga risolvibile in brevissimo tempo (di norma nei 9 mesi eccezionalmente prorogabili per ulteriori 3 mesi), e le restanti posizioni, per le quali si ritenga opportuno il disimpegno dalla relazione con un recupero extragiudiziale entro un periodo di tempo superiore. Inoltre i “crediti scaduti e/o sconfinanti in via continuativa” sono oggetto di controlli per determinarne, entro un limite massimo gestionale di 60 giorni, il rientro “in bonis” ovvero il passaggio ad altri stati di credito anomalo. La gestione dei crediti problematici è presidiata in funzione del relativo livello di rischiosità: essa è in carico alle strutture organizzative preposte alla gestione del Credito Anomalo della Banca per quanto riguarda i “crediti scaduti e/o sconfinanti in via continuativa”, gli “incagli” ed i “crediti ristrutturati”; per quanto riguarda le posizioni a “sofferenza”, la gestione è in carico al Servizio Sofferenze della Macro Area Crediti e Recupero Crediti della Capogruppo presso la quale è stato completato il processo di accentramento gestionale. La valutazione dell’adeguatezza delle rettifiche di valore avviene analiticamente, per singola posizione, assicurando adeguati livelli di copertura delle perdite previste. L’analisi delle esposizioni deteriorate viene costantemente effettuata dalle singole unità operative che ne presidiano i rischi e dalla Capogruppo. La risoluzione da parte delle controparti dello stato di difficoltà è il fattore determinante per il rientro delle posizioni ”in bonis”; tale evento è sostanzialmente concentrato nelle relazioni con “crediti scaduti e/o sconfinanti in via continuativa” ed in quelle in “incaglio”.
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A.1.3 Esposizioni creditizie per cassa e fuori bilancio verso banche: valori lordi e netti
Tipologie esposizioni/valoriEsposizione
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Totale A 3.846.367 - - 3.846.367
B. Esposizione fuori bilancio
a) Deteriorate - - X -
b) Altre 797.896 X - 797.896
Totale B 797.896 - - 797.896
Totale A+B 4.644.263 - - 4.644.263
A.1.6 Esposizioni creditizie per cassa e fuori bilancio verso clientela: valori lordi e netti
Tipologie esposizioni/valoriEsposizione
lordaRettifiche di valore
specificheRettifiche di valore di
portafoglioEsposizione
netta
A. Esposizione per cassa
a) Sofferenze 110.014 (51.111) X 58.903
b) Incagli 124.086 (16.067) X 108.019
c) Esposizione ristrutturate 2.408 (252) X 2.156
d) Esposizione scadute 16.663 (1.152) X 15.511
e) Altre attività 4.632.799 X (26.702) 4.606.097
Totale A 4.885.970 (68.582) (26.702) 4.790.686
B. Esposizione fuori bilancio
a) Deteriorate 4.680 (440) X 4.240
b) Altre 492.155 X (311) 491.844
Totale B 496.835 (440) (311) 496.084
Totale A+B 5.382.805 (69.022) (27.013) 5.286.770
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B.4 Grandi rischi
Totale 31/12/2010
Numero posizioni 2
Esposizione 3.750.084
Posizione di rischio 92.638
A partire dalla segnalazione riferita al 31.12.2010 sono definiti ”grandi rischi” le esposizioni di importo nominale pari o superiori al 10% del Patrimonio di Vigilanza. Le singole banche appartenenti a gruppi bancari sono sottoposte ad un limite individuale pari al 40% del proprio Patrimonio di Vigilanza. Quest’ultimo limite è riferito alla “posizione di rischio” ovvero l’esposizione ponderata secondo le regole previste dalla normativa vigente.
191
C. OPERAZIONI DI CARTOLARIZZAZIONE E DI CESSIONE DELLE ATTIVITÀ
C.1 Operazioni di cartolarizzazione
Non sono state effettuate operazioni di cartolarizzazione. C.2 Operazioni di cessione
Non sono state effettuate operazioni di cessione. C.3 Operazioni di covered bond
Obiettivi Nell’esercizio 2008 il Consiglio di Gestione di UBI Banca ha deliberato di procedere nella realizzazione di un programma di emissione di obbligazioni bancarie garantite strutturato, finalizzato al beneficio in termini di funding contestualmente alla contenimento del costo della raccolta. In particolare, il Consiglio di Gestione ha:
individuato gli obiettivi del programma; individuato la struttura base di una operazione di emissione di obbligazioni bancarie
garantite alla luce della normativa, enucleando ed esaminando i principali elementi, tra cui il portafoglio iniziale di crediti e i criteri di selezione dello stesso nonché la struttura finanziaria dell’operazione ed i test;
valutato ed approvato gli impatti ed i necessari adeguamenti collegati di natura organizzativa, informatica e contabile. Tali adeguamenti sono stati realizzati per garantire il corretto presidio dei rischi anche sulle singole banche partecipanti. Nella predisposizione delle relative procedure si è altresì tenuto conto dei requisiti fissati dalla normativa emanata dalla Banca d’Italia;
valutato i rischi connessi con l’operazione di emissione di obbligazioni bancarie garantite;
valutato gli assetti organizzativi e gestionali della società veicolo al fine di verificare che i documenti contrattuali dell’operazione contenessero clausole atte ad assicurare un regolare ed efficiente svolgimento delle proprie funzioni da parte della società veicolo stessa;
valutato i profili giuridici, attraverso un’approfondita disamina delle strutture e degli schemi contrattuali impiegati, con particolare attenzione alle caratteristiche della garanzia prestata dalla società veicolo e al complesso dei rapporti intercorrenti tra la banca emittente, le banche cedenti e la società veicolo.
La struttura La struttura base dell’operazione di emissione di obbligazioni bancarie garantite prevede che vengano realizzate le seguenti attività:
una banca (la banca cedente) trasferisce un insieme di asset aventi determinate caratteristiche ad un veicolo, formando un patrimonio segregato (cover pool);
la stessa banca cedente (qui come banca finanziatrice) eroga al veicolo un prestito subordinato finalizzato a finanziare il pagamento del prezzo di acquisto degli asset da parte del veicolo;
la banca (la banca emittente) emette obbligazioni bancarie garantite supportate da una garanzia primaria, non condizionata e irrevocabile emessa dal veicolo ad esclusivo beneficio degli investitori detentori delle obbligazioni bancarie garantite e
192
delle controparti di hedging coinvolte nella transazione. La garanzia è supportata da tutti gli asset ceduti al veicolo e che fanno parte del cover pool.
La struttura che è stata adottata prevede peraltro che i portafogli che costituiscono il patrimonio separato della società veicolo siano ceduti da più banche originator (le banche cedenti) diverse dalla banca emittente. Gli adeguamenti organizzativi e le procedure di controllo Nell’ambito del processo di analisi organizzativa si è proceduto ad individuare quattro macro processi ai quali sono state assegnate le principali attività collegate al programma ed in particolare:
1. Rilevazione delle esigenze di liquidità ed approvazione dell’operazione da parte degli organi competenti. Tale macro-processo prevede che le ipotesi di emissione di obbligazioni bancarie garantite vengano valutate all’interno del comitato finanza di UBI Banca ed approvate nelle loro linee di indirizzo dal Consiglio di Gestione. Successivamente, viene data informativa alle banche rete coinvolte che, sulla base delle indicazioni ricevute dalla capogruppo, valutano l’opportunità prospettata e l’adesione all’emissione. In questo contesto, viene identificato l’Arranger che curerà l’operazione, nonché attivate le strutture interne coinvolte.
2. Pianificazione e predisposizione dell’operazione. Tale macro-processo prevede vengano verificati i criteri di estrazione e validati gli asset facenti parte del portafoglio a garanzia dell’emissione interfacciandosi con le agenzie di rating e le società di revisione, realizzate le attività propedeutiche alla corretta segregazione patrimoniale del portafoglio e alla cessione al veicolo e predisposti tutti i contratti relativi all’operazione da parte di strutture interne ed esterne alla banca.
3. Gestione dell’operazione: Tale macro-processo prevede che vengano aperti i conti correnti funzionali all’operatività del veicolo,erogato il finanziamento subordinato, stipulati i contratti derivati tra banche rete e società veicolo, determinata la “cascata dei pagamenti”, effettuati i test di efficacia sul portafoglio, individuate le quote dei mutui destinate al reintegro del portafoglio a garanzia delle obbligazioni bancarie garantite; tali attività vengono realizzate su base continuativa.
4. Controlli previsti dalla normativa: Tale macro-processo prevede l’allocazione dei controlli interni ed esterni previsti dalla normativa in particolare per analizzare e monitorare i requisiti per garantire la qualità e l’integrità degli attivi ceduti a garanzia del portafoglio, definire i test di efficacia e produrre i relativi report di sintesi, verificare il rispetto dei limiti relativi a cessione di attivi idonei, verificare la copertura dei rischi finanziari, verificare gli adempimenti da parte delle società cessionarie dagli obblighi derivanti dalla garanzia prestata, verificare gli schemi e le strutture contrattuali adottate, verificare la completezza dei controlli da effettuare da parte della Capogruppo. Vengono inoltre predisposti controlli esterni per attestare la conformità dei criteri di valutazione applicati dalla banca a quelli cui la stessa deve attenersi nella redazione del bilancio d’esercizio, nonché garantire la regolarità dell’operazione e l’integrità della garanzia rilasciata per il rimborso delle obbligazioni bancarie garantite.
Il programma di Covered Bond UBI Banca da 10 miliardi di euro Nell’ambito del modello sopra descritto, il Gruppo UBI Banca ha avviato un programma da dieci miliardi di emissioni di obbligazioni bancarie garantite effettuando nel luglio 2008 le prime cessioni di mutui da parte di due banche del Gruppo, Banco di Brescia e Banca Regionale Europea per complessivi 2 miliardi di euro. Più in dettaglio, la struttura adottata per programma di Obbligazioni Bancarie Garantite di UBI Banca è la seguente: è stata costituita un’apposita società veicolo, UBI Finance s.r.l. che in qualità di garante delle emissioni fatte da UBI Banca ha assunto un portafoglio di mutui ipotecari residenziali ceduti dalle banche rete del Gruppo partecipanti al programma sia come Banche Originator, che come Banche Finanziatrici.
193
Il ruolo di Master Servicer, di Calculation Agent e Cash Manager dell’operazione è svolto dalla Capogruppo, mentre quello di Paying Agent è svolto da Bank of New York (Luxembourg) S.A; il Rappresentante degli Obbligazionisti è BNY Corporate Trustee Services Limited. UBI Banca ha poi delegato alle Banche Originator, in qualità di Sub-servicer, le attività di servicing correlate alle gestione degli incassi e dei rapporti con la clientela relativi al portafoglio ceduto da ciascun Originator; le banche cedenti svolgono inoltre anche il ruolo di controparti swap nei balance guarantee swap stipulati con la società veicolo al fine di normalizzare i flussi di cassa generati dal portafoglio mutui. Nel corso del mese di settembre 2009, con l’assistenza di Barclays Capital in qualità di Arranger, la Banca ha realizzato la prima emissione pubblica di Covered Bond, per un miliardo di euro. Alla fine dell’anno 2009 ha aderito al programma anche Banca Popolare di Bergamo, cedendo una quota del proprio portafoglio mutui al servizio della seconda emissione pubblica, sempre per un miliardo di euro, realizzata nel mese di dicembre 2009. Di seguito si riportano le caratteristiche delle due emissioni:
Denominazione Data di emissione
Data di scadenza
Valore nominale Cedola
UBI BANCA 3,625% CB due 23/09/2016 23/09/2009 23/09/2016 1.000.000.000,00 36.250.000,00
UBI BANCA 4,000% CB due 16/12/2019 16/12/2009 16/12/2019 1.000.000.000,00 40.000.000,00
Entrambe le emissioni hanno ricevuto rating AAA/Aaa da parte di Fitch e Moody’s . In data 30/4/2010, in seguito alla sottoscrizione fra BEI - Banca Europea degli Investimenti e Gruppo UBI di un Accordo Quadro finalizzato all’erogazione di finanziamenti a m/l termine alle aziende, è stata fatta un’apposita emissione, di carattere privato, interamente sottoscritta da BEI. Queste le caratteristiche dell’emissione BEI:
Denominazione Data di emissione
Data di scadenza
Valore nominale
Cedola (1)
UBI BANCA TV CB due 30/04/2022 30/04/2010 30/04/2022 250.000.000,00 2.271.200,00
(1) I portafogli BPCI, CARIME, BVC E UBI PI rilevano solo per un trimestre essendo stati ceduti in data 1/10/2010; i portafogli BPA e BSG per 8 mesi, essendo stati ceduti il 1/5/2010. Nel mese di maggio 2010 sono entrati a far parte del Programma di Covered Bond anche il Banco di San Giorgio e Banca Popolare di Ancona, cedendo i propri attivi nella terza operazione di cessione che ha visto coinvolte anche le Banche Originator già partecipanti al Programma. Con tale operazione, effettuata in data 1 maggio 2010, sono stati ceduti attivi per complessivi 2,7 miliardi di euro. Successivamente all’accesso al Programma da parte del Banco di San Giorgio, in data 15/9/2010 è stata fatta una quarta emissione, pubblica, per un ulteriore miliardo, del quale riportiamo di seguito le caratteristiche:
UBI BANCA 3,375% CB due 15/09/2017 15/09/2010 15/09/2017 1.000.000.000,00 33.750.000,00
Anche tale emissione ha ricevuto rating AAA/Aaa da parte di Fitch e Moody’s.
Denominazione Data di emissione
Data di scadenza
Valore nominale
Cedola (1)
(1) I portafogli BPCI, CARIME, BVC E UBI PI rilevano solo per un trimestre essendo stati ceduti in data 1/10/2010; i portafogli BPA e BSG per 8 mesi, essendo stati ceduti il 1/5/2010.
194
partecipato anche Banca Popolare Commercio ed Industria, Banca di Valle Camonica e UBI Banca Private, per un ammontare complessivo di 2,4 miliardi. I mutui ceduti da parte di Banca Carime ammontano a ca. 695 milioni di euro pari, a tale data, all’8,7% del portafoglio. Sempre nel mese di ottobre, inoltre, è stata fatta un’ulteriore emissione pubblica per 500 milioni di durata quinquennale, della quale riportiamo di seguito le principali caratteristiche:
UBI BANCA 3,125% CB due 18/10/2015 18/10/2010 18/10/2015 500.000.000 15.625.000
Anche tale emissione ha ricevuto rating AAA/Aaa da parte di Fitch e Moody’s. Alla data del 31 dicembre 2010, pertanto, fanno parte del programma Banco di Brescia, Banca Regionale Europea, Banca Popolare di Bergamo, Banca Popolare di Ancona, Banco di San Giorgio, Banca Popolare Commercio ed Industria, Banca Carime, Banca di Valle Camonica e UBI Banca Private Il portafoglio complessivo a garanzia delle emissioni, che contabilmente è rimasto iscritto negli attivi di ciascuna banca cedente, ammonta al 31/12/2010 ad oltre 7,7 miliardi di euro di debito residuo capitale, di cui ca. 670 milioni originati da Banca Carime. Nel corso dell’esercizio 2010 il portafoglio di pertinenza di Carime ha generato incassi complessivi per ca. 12 milioni di euro. Per l’attività di subservicing le Banche Originator percepiscono un compenso, commisurato all’entità del portafoglio gestito; tale compenso per la Banca Carime ammonta, per l’esercizio 2010 (relativamente al periodo di partecipazione all’operazione), a ca. 46 mila euro. Per completezza d’informazione, segnaliamo che nei mesi di gennaio e febbraio 2011 sono state fatte altre due emissioni pubbliche di Obbligazioni Bancarie Garantite, per complessivi 1,75 miliardi di euro, di cui riportiamo di seguito le caratteristiche:
Denominazione Data di emissione
Data di scadenza
Valore nominale Cedola
UBI BANCA 5,250% CB due 28/01/2021 28/01/2011 28/01/2021 1.000.000.000,00 52.500.000,00
UBI BANCA 4,500% CB due 22/02/2016 22/02/2011 22/02/2016 750.000.000,00 33.750.000,00
Anche queste due prime emissioni del 2011 hanno ricevuto l’attribuzione del massimo rating da parte di Fitch e Moody’s
Nel corso dell’ultimo trimestre 2010 è entrata a far parte del programma anche Banca Carime, in occasione della quarta cessione di attivi avvenuta in data 1°ottobre, a cui hanno
Denominazione Data di emissione
Data di scadenza
Valore nominale
Cedola (1)
(1) I portafogli BPCI, CARIME, BVC E UBI PI rilevano solo per un trimestre essendo stati ceduti in data 1/10/2010; i portafogli BPA e BSG per 8 mesi, essendo stati ceduti il 1/5/2010.
195
D. MODELLI PER LA MISURAZIONE DEL RISCHIO DI CREDITO
In merito alla misurazione del rischio di credito, il Gruppo UBI ha sviluppato un modello di Portfolio Credit Risk attraverso il motore di calcolo PCRE di Algorithmics: esso considera il rischio complessivo di un portafoglio di crediti modellizzando e catturando la componente derivante dalla correlazione dei default delle controparti, calcolando le perdite creditizie e il capitale a rischio di credito a livello di portafoglio. Il modello annovera, fra i vari input, le variabili di PD e LGD utilizzate per finalità di vigilanza. Sezione 2 Rischi di mercato 2.1 Rischio di tasso di interesse e rischio di prezzo - Portafoglio di negoziazione di vigilanza Informazioni di natura qualitativa A. Aspetti generali
Ai fini della compilazione della presente sezione si considerano esclusivamente gli strumenti finanziari rientranti nel “portafoglio di negoziazione di vigilanza”, come definito nella disciplina relativa alle segnalazioni di vigilanza sui rischi di mercato. Conseguentemente, sono escluse eventuali operazioni allocate in bilancio nel portafoglio di negoziazione ma non rientranti nell’anzidetta definizione di vigilanza. Queste operazioni sono comprese nell’informativa relativa al “portafoglio bancario”. B. Processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di tasso di interesse e del rischio di prezzo
Si veda il successivo paragrafo A. “Aspetti generali, procedure di gestione e metodi di misurazione del rischio di tasso di interesse”.
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2. Portafoglio di negoziazione di vigilanza: distribuzione delle esposizioni in titoli di capitale e indici azionari per i principali Paesi del mercato di quotazione
Si segnala che Banca Carime non possiede posizioni negli strumenti elencati. 3. Portafoglio di negoziazione di vigilanza: modelli interni e altre metodologie di
analisi di sensitività
Si segnala che Banca Carime non possiede posizioni significative negli strumenti elencati.
204
2.2 Rischio di tasso di interesse e di prezzo - Portafoglio bancario
Il portafoglio bancario è costituito da tutti gli strumenti finanziari attivi e passivi non compresi nel portafoglio di negoziazione di cui alla sezione 2.1. Informazioni di natura qualitativa A. Aspetti generali, procedure di gestione e metodi di misurazione del rischio di tasso
di interesse e del rischio di prezzo
Il rischio di tasso di interesse è definito come il rischio attuale o prospettico di una variazione del margine di interesse e del valore economico della Banca, a seguito di variazioni inattese dei tassi d’interesse che impattano il portafoglio bancario. La misurazione, il monitoraggio ed il reporting dell’esposizione al rischio tasso di interesse sono effettuati dall’Area Risk Management della Capogruppo, che provvede su base mensile:
• ad effettuare analisi di sensitivity del valore economico (fair value risk) finalizzata alla misurazione della variazione del valore del patrimonio in scenari di shock paralleli della curva dei tassi di riferimento;
• ad effettuare, attraverso un’analisi di gap statico (assumendo cioè che le posizioni siano costanti nel corso del periodo), un’analisi di sensitivity del margine di interesse (cash flow risk), che si focalizza sulle variazioni reddituali su un orizzonte temporale di dodici mesi valutate in scenari di shock paralleli della curva dei tassi di riferimento.
L’analisi di sensitivity del valore economico include una stima degli impatti derivanti dal fenomeno di estinzione anticipata di mutui e prestiti, indipendentemente dalla presenza di opzioni di rimborso anticipato definite contrattualmente. La stima di variazione del margine include sia una stima dell’effetto reinvestimento/rifinanziamento dei flussi in scadenza che l’effetto legato alla elasticità e vischiosità delle poste a vista. I fattori di elasticità e ritardo nell’adeguamento dei tassi contrattuali sono differenziati per segmento commerciale di classificazione della clientela. B. Attività di copertura del fair value
Nel corso dell’esercizio 2010 sono state poste in essere coperture generiche tramite strumenti finanziari derivati al fine di ridurre l’esposizione a variazioni avverse di fair value (fair value hedge) dovute al rischio di tasso di interesse. In particolare, hanno formato oggetto di copertura circa 120 milioni di euro di nominale di mutui Prefix, coperti con contratti derivati di tipo Interest Rate Swap e Cap. L’attività di verifica dell’efficacia delle coperture è svolta dall’Area Risk Management della Capogruppo. Nel dettaglio, le verifiche di efficacia vengono effettuate secondo quanto previsto dai Principi contabili internazionali attraverso test prospettici all’attivazione della copertura, cui seguono test retrospettivi svolti con cadenza mensile. C. Attività di copertura dei flussi finanziari
Nel bilancio di Banca Carime non sono presenti relazioni di copertura di flussi finanziari (Cash Flow Hedge).
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208
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212
2. Portafoglio bancario: modelli interni e altre metodologie per l’analisi di sensitività
L’esposizione al rischio di tasso di interesse di Banca Carime, misurato attraverso la sensitivity analysis in uno scenario di shift parallelo della curva dei tassi pari a +100 bp, si attesta a fine periodo, al lordo dell’effetto derivante dal fenomeno relativo alle estinzioni anticipate, a -45,27 milioni di euro (-58,91 milioni di euro al 31 dicembre 2009). La misura di rischio, al netto dell’impatto derivante dal fenomeno relativo alle estinzioni anticipate, si attesta a -29,05 milioni di euro (-39,44 milioni di euro al 31 dicembre 2009), pari al 2,76% del Patrimonio di Vigilanza, a fronte di una soglia - definita per Banca Carime su tale indicatore dalla Policy Rischi finanziari di Gruppo - pari a -50 milioni di euro. La tabella sottostante riporta le misure di rischio rilevate nei periodi citati in uno scenario di variazione parallela dei tassi di riferimento pari a +200 bp, coerentemente con quanto richiesto dalla normativa prudenziale, rapportate al patrimonio di vigilanza di fine periodo.
Al 31 dicembre 2010, l’impatto sul margine di interesse, in ipotesi di shift della curva dei tassi di riferimento pari a +100 basis point, è pari a +18,73 milioni di euro, mentre in ipotesi di riduzione degli stessi (-100 b.p.) l’impatto sul margine di interesse è stimato in 37,80 milioni di euro. Tali livelli di esposizione includono l’effetto relativo alla viscosità delle poste a vista (sia in termini di elasticità di trasferimento delle variazioni di tasso dai tassi di riferimento ai tassi interni, che in termini di ritardo temporale di recepimento delle variazioni stesse). Di seguito viene riportato il profilo dei capitali per data di repricing in input al modello interno per il calcolo dell’esposizione al rischio tasso d’interesse.
Indicatori di rischiosità - media annua Anno 2010 Anno 2009
shift parallelo di +200 bp sensitivity/patrimonio di vigilanza 7.4% 10.4%
Indicatori di rischiosità - valori puntuali 31/12/2010 31/12/2009
shift parallelo di +200 bp sensitivity/patrimonio di vigilanza 5.2% 8.8%
213
Nell’ambito del portafoglio bancario di banca Carime, si individuano i seguenti “sottoportafogli”:
• Portafoglio AFS - Available for Sale: costituito principalmente da titoli di stato. • Portafoglio LR - Loans and Receivables: costituito da buoni fruttiferi postali.
A titolo informativo si segnala che a fine dicembre il VaR complessivo del portafoglio bancario di Carime era pari a 105.810 euro circa (105.302 euro al 30 giugno 2010) con un NAV pari a 36,66 milioni di euro circa (36,49 milioni al 30 giugno 2010).
214
2.3 Rischio di cambio
Il rischio di cambio rappresenta il rischio di subire perdite per effetto di avverse variazioni dei corsi delle divise estere su tutte le posizioni detenute dalla banca indipendentemente dal portafoglio di allocazione. Informazioni di natura qualitativa
A. Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di cambio
Nell’ambito delle analisi ALM svolte dall’Area Risk Management della Capogruppo, l’esposizione al rischio cambio viene determinata sulla base della metodologia proposta da Banca Italia ed è quantificata nell’8% della “posizione netta aperta in cambi”, nel caso in cui quest’ultima sia superiore al 2 per cento del patrimonio di vigilanza. La "posizione netta aperta in cambi" è determinata:
1. calcolando la posizione netta in ciascuna valuta e in oro; 2. convertendo in euro le posizioni nette sulla base del tasso di cambio o del prezzo per
l'oro; 3. sommando, separatamente, tutte le posizioni nette lunghe e tutte le posizioni nette
corte; Il maggiore fra il totale delle posizioni nette lunghe e il totale delle posizioni nette corte costituisce la "posizione netta aperta in cambi “. B. Attività di copertura del rischio di cambio
L’operatività sui mercati dei cambi è svolta dalla Tesoreria di Gruppo che opera attraverso strumenti quali operazioni in cambio a termine, forex swap, domestic currency swap e opzioni in cambi, ottimizzando il profilo dei rischi rivenienti dalle posizioni in valuta del Gruppo.
215
Informazioni di natura quantitativa
L’esposizione al rischio di cambio, determinata sulla base della metodologia sopra descritta, risulta nulla alla data del 31 dicembre 2010. 1. Distribuzione per valuta di denominazione delle attività e passività e dei derivati
DOLLARO USASTERLINA INGLESE
DOLLARO CANADESE
YEN GIAPPONESE
FRANCO SVIZZERO
ALTRE VALUTE
A. Attività finanziarie 26.960 412 - - 337 192 A.1 Titoli di debito - - - - - -
A.2 Titoli di capitale - - - - - -
A.3 Finanziamenti a banche 14.739 412 - - 337 192
A.4 Finanziamenti a clientela 12.221 - - - - -
A.5 Altre attività finanziarie - - - - - -
B. Altre attività 230 102 69 3 84 38
C. Passività finanziarie 27.212 514 69 3 420 229 C.1 Debiti verso banche 14.001 - 58 3 - 131
C.2 Debiti verso clientela 12.704 502 11 - 413 98
C.3 Titoli di debito 507 12 - - 7 -
C.4 Altre passività finanziarie - - - - - -
D. Altre passività - - - - - -
E. Derivati finanziari - - - - - -
- Opzioni - - - - - -
+ Posizioni Lunghe 10.183 5.217 - 276 720 3.238
+ Posizioni Corte 10.183 5.217 - 276 720 3.238
- Altri derivati - - - - - -
+ Posizioni Lunghe 724 2 58 - - 3
+ Posizioni Corte 724 2 58 - - 3
Totale attività 38.097 5.733 127 279 1.141 3.471
Totale passività 38.119 5.733 127 279 1.140 3.470 Sbilancio (+/-) (22) - - - 1 1
Voci
Valute
2. Modelli interni e altre metodologie per l’analisi di sensitività
Si veda quanto riportato nella analoga parte relativa al “rischio di tasso di interesse e di prezzo” (sezione 2.1- 2.2).
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B. DERIVATI CREDITIZI Non sono presenti derivati creditizi. C. DERIVATI FINANZIARI E CREDITIZI C.1 Derivati finanziari e creditizi OTC: fair value netti ed esposizione futura per controparti Per la Banca non esiste tale fattispecie.
226
Sezione 3 Rischio di liquidità Informazioni di natura qualitativa A. Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di
liquidità
Il rischio di liquidità si riferisce alla capacità o meno della Banca di far fronte alle proprie obbligazioni di pagamento e/o di raccogliere sul mercato fondi addizionali (funding liquidity risk), oppure alla possibilità che il valore di una eventuale liquidazione di alcune attività differisca significativamente dai correnti valori di mercato (asset liquidity risk). A livello consolidato ed individuale il rischio di liquidità è regolato nell’ambito della policy dei Rischi Finanziari, che oltre alla definizione dei limiti di esposizione e delle relative soglie di early warning, declina anche le regole volte al perseguimento ed al mantenimento, mediante politiche di raccolta e impiego coordinate ed efficienti, dell’equilibrio strutturale per le Banche Rete e le Società Prodotto. La policy ha infine l’obiettivo di rendere omogenee, per tutte le società del Gruppo, sia le modalità di intervento che i criteri di identificazione delle condizioni economiche, individuando eventualmente a priori le specifiche eccezioni. I presidi del rischio di liquidità per conto delle Banche Rete sono accentrati presso la Capogruppo e competono:
• all’Area Finanza ALMO e Funding (presidio di 1° livello) che provvede al monitoraggio giornaliero della liquidità e alla gestione del rischio nell’ambito dei limiti definiti;
• all’Area Risk Management (presidio di 2° livello), cui compete la misurazione degli indicatori sintetici di rischio e la verifica periodica del rispetto dei limiti
Con particolare riferimento alla posizione in termini di equilibrio strutturale, il rischio di liquidità è monitorato principalmente attraverso un modello di liquidity gap in cui viene determinata l’evoluzione temporale dei flussi di cassa netti, allo scopo di evidenziare eventuali criticità nelle condizioni di liquidità attesa. Il fabbisogno di liquidità complessivo viene determinato come sommatoria dei gap negativi (flussi in uscita superiori a flussi in entrata) riscontrati per ogni singola fascia temporale. L’eventuale gap positivo riscontrato in una fascia viene portato a riduzione di gap negativi relativi a fasce temporali successive. Il fabbisogno di liquidità così determinato, viene raffrontato con il totale liquidità disponibile - costituito da attività prontamente liquidabili e attività facilmente liquidabili - così da quantificare il grado di copertura del rischio generato dalla posizione assunta.
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Sezione 4 Rischi operativi Informazioni di natura qualitativa A. Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio operativo
Per rischio operativo s’intende il rischio di perdite derivanti dalla inadeguatezza o dalla disfunzione di procedure, risorse umane e sistemi interni, oppure da eventi esogeni. Rientrano in tale tipologia, tra l’altro, le perdite derivanti da frodi, errori umani, interruzioni dell’operatività, indisponibilità dei sistemi, inadempienze contrattuali, catastrofi naturali. Tale definizione include il rischio legale di perdite derivanti da violazioni di leggi o regolamenti, da responsabilità contrattuale o extracontrattuale ovvero da altre controversie ma non comprende il rischio reputazionale e strategico. Il rischio operativo è caratterizzato da relazioni di causa-effetto tali per cui, a fronte di uno o più fattori scatenanti, si genera l’evento pregiudizievole, o effetto, cui è direttamente collegabile una perdita economica. Si definisce, pertanto, perdita operativa l’insieme degli effetti economici negativi derivanti da eventi di natura operativa, rilevati nella contabilità aziendale e tali da avere impatto sul conto economico. Nell’elaborazione della policy a presidio dei rischi operativi il Gruppo UBI Banca ha posto particolare attenzione al mantenimento di un adeguato profilo di rischio coerente con la propensione al rischio definita dall’Alta Direzione. La policy di Gruppo prevede che i rischi operativi vengano identificati, misurati e monitorati nell’ambito del complessivo processo di Operational Risk Management con i seguenti obiettivi:
individuare le cause degli eventi pregiudizievoli che sono all’origine delle perdite operative e, conseguentemente, incrementare la redditività aziendale e migliorare l’efficienza della gestione, tramite l’individuazione delle aree critiche, il loro monitoraggio e l’ottimizzazione del sistema dei controlli;
ottimizzare le politiche di mitigazione e di trasferimento del rischio quali, ad esempio, quelle di assicurazione, alla luce dell’entità e dell’effettiva esposizione al rischio;
ottimizzare l’allocazione e l’assorbimento patrimoniale del rischio operativo e le politiche di accantonamento in ottica di creazione del valore per gli azionisti;
supportare il processo decisionale relativo all’apertura di nuovi business, attività, prodotti e sistemi;
sviluppare la cultura del rischio operativo a livello di Business Unit sensibilizzando tutta la struttura;
rispondere alle richieste regolamentari del Nuovo Accordo di Basilea sul Capitale di Vigilanza delle Banche e dei gruppi bancari.
Alla luce del contesto regolamentare definito con la pubblicazione della Circolare n. 263 del 27/12/2006 da Banca d’Italia la Banca adotta il metodo Standardizzato (TSA) per il calcolo del requisito patrimoniale sui Rischi Operativi ed ha avviato un percorso finalizzato alla richiesta di autorizzazione all’Autorità di Vigilanza per l'utilizzo di un modello interno di tipo Avanzato (Advanced Measurement Approach-AMA), attualmente adottato per soli fini gestionali. Modello Organizzativo
Il Modello Organizzativo a presidio dei Rischi Operativi si basa sulla combinazione di componenti, in funzione della responsabilità assegnata ed alla specifica posizione ricoperta nell’organigramma, accentrate e decentrate coerenti con il modello di Gruppo federale, polifunzionale e integrato, nell’ambito del quale la Capogruppo assume compiti di direzione, coordinamento e controllo, di presidio delle funzioni di business anche attraverso il supporto alle attività delle Banche Rete e delle Società Prodotto nei loro core-business, di fornitura di servizi comuni di supporto al business direttamente o attraverso società controllate. Il disegno di un assetto organizzativo differenziato è risultato funzione della dimensione e della complessità operativa di ciascuna entità componente il Gruppo: Capogruppo, Società
235
di Servizi, Banche Commerciali, Società Prodotto. Le responsabilità, ciascuno per il proprio ambito di competenza, accentrate presso la Capogruppo sono attribuite al:
Comitato Rischi Operativi: è l’organo di indirizzo, governo e presidio del complessivo processo di gestione dei Rischi Operativi. La composizione, le regole di funzionamento e le attribuzioni sono disciplinate dal Regolamento Generale Aziendale;
Servizio Rischi Operativi: in qualità di struttura responsabile del complessivo sistema di gestione dei Rischi Operativi è l’unità a cui è demandata la progettazione, lo sviluppo e la manutenzione delle metodologie aziendali di rilevazione, misurazione, monitoraggio e verifica dell’efficacia delle misure di mitigazione del rischio operativo e dei connessi sistemi di reporting. Ad esso sono inoltre demandati i compiti di indirizzo coordinamento e controllo del complessivo sistema di gestione a livello di Gruppo;
Servizio Metodologie e Modelli: è l’unità incaricata di effettuare il calcolo del Requisito Patrimoniale per le entità giuridiche che intendono adottare metodologie
Processi e dagli altri Enti ed Organi aziendali e non, di volta in volta, preposti. Tale Servizio opera di fatto in service per il Servizio Rischi Operativi;
Servizio Validazione Modelli e Processi: in qualità di funzione indipendente da soggetti o unità coinvolti nello sviluppo dei sistemi di gestione e misurazione dei rischi ad essa sono demandate le attività di valutazione in modo continuativo della qualità del sistema di gestione dei rischi operativi e la loro rispondenza nel tempo alle prescrizioni normative, alle esigenze operative aziendali e all’evoluzione del mercato di riferimento. In tali attività è compresa la verifica dell’affidabilità del calcolo del requisito patrimoniale e l’accertamento dell’utilizzo del sistema di misurazione nell’ambito dei processi decisionali e nella gestione dei rischi operativi (use test).
Servizio Risk Policies: è l’unità incaricata di redigere e di revisionare la “Policy a presidio dei Rischi Operativi Gruppo UBI Banca”. Interviene altresì nel processo di valutazione e stipula di coperture assicurative per la mitigazione dei rischi operativi secondo le modalità dettagliate nell’ambito del Regolamento di Insurance Risk Management.
Per le componenti decentrate presso la Banca il modello organizzativo si articola su quattro livelli di responsabilità:
Referente Rischi Operativi (RRO): è il responsabile, nell’ambito della propria entità giuridica (Capogruppo/Banche Rete/Società prodotto), della realizzazione del complessivo framework per la gestione dei rischi operativi definito dalla policy di Gruppo e il rispettivo regolamento attuativo;
Supporto Rischi Operativi Locale (SROL): riveste il ruolo principale di supporto al Referente Rischi Operativi per la realizzazione del complessivo processo di gestione dei rischi operativi per le entità di appartenenza. Per l’entità giuridica di appartenenza, rappresenta inoltre l’unità di supporto e di coordinamento dei Risk Champion e Risk Owner di riferimento per i ruoli coinvolti nel Sistema di Gestione dei Rischi Operativi;
Risk Champion (RC): presidia operativamente lo svolgimento del processo di Gestione dei rischi operativi (LDC e SRA) ai fini della sua validazione complessiva, in relazione alla propria area di business, coordinando e supportando i Risk Owner di riferimento. Supporta il processo di monitoraggio dei rischi e partecipa alla definizione ed attuazione delle strategie di mitigazione;
Risk Owner (RO): ha il compito di riconoscere e segnalare gli eventi perdita (LDC) e/o potenziali riconducibili a fattori di rischio operativo (SRA) che si manifestano nel corso delle attività quotidiane. Partecipa all’attuazione degli interventi correttivi e migliorativi comunicati dai livelli superiori e volti a ridurre il livello di esposizione al rischio.
avanzate secondo le istruzioni del validato dal Servizio di Validazione Modelli e
236
Sistemi di gestione, misurazione e controllo
Il Sistema di Gestione dei Rischi Operativi del Gruppo è composto da: • un processo decentrato di censimento delle perdite operative (Loss Data Collection)
finalizzato alla rilevazione integrata e sistematica degli eventi dannosi accaduti che hanno comportato una perdita effettiva, una quasi perdita (“Near Miss”) o un evento profittevole. Le perdite operative rilevate sono periodicamente riconciliate con la contabilità ed aggiornate in tempo reale dai Risk Owner e/o Risk Champion tramite una procedura, disponibile sulla rete intranet del Gruppo, con evidenza separata dei recuperi eventualmente ottenuti, anche attraverso l’attivazione di specifiche polizze assicurative;
• un processo strutturato di mappatura e valutazione degli scenari di rischio e dei fattori di contesto operativo e del sistema dei controlli interni rilevanti (Risk Assessment) insiti nelle aree di business del Gruppo, supportato da una procedura informatica per la sua gestione integrata, con l’intento di fornire un’autodiagnosi sull’esposizione potenziale al rischio di perdite future, dell’efficacia del sistema dei controlli e delle misure di mitigazione in essere;
• un data base delle perdite operative subite dal sistema italiano a partire dal 2003. Il Gruppo aderisce all’iniziativa dell’Osservatorio DIPO lanciata dall’ABI in tema di rischi operativi per lo scambio dei dati di perdita di sistema sin dalla sua data di costituzione;
• un sistema di misurazione del capitale economico e regolamentare, per la determinazione dell’assorbimento patrimoniale del rischio operativo per business unit tramite il metodo AMA e Standardizzato . La misurazione del rischio operativo mediante metodologia AMA è eseguita con un approccio di tipo Extreme Value Theory (EVT) in funzione di tutte le fonti informative viste nei tre punti precedenti (Perdite Operative rilevate internamente (LDC), valutazione dell’esposizione potenziale al rischio (SRA) e perdite operative subite dal sistema italiano (DIPO)).
Reporting
A supporto dell’attività di monitoraggio dei rischi operativi è stato realizzato un sistema di reporting che fornisce le informazioni necessarie per la corretta gestione, misurazione e mitigazione dei livelli di rischio assunti dal Gruppo. Tale sistema è articolato sui medesimi livelli di responsabilità previsti dal modello organizzativo per supportare i molteplici fabbisogni informativi insiti nel modello federale del Gruppo, con l’obiettivo di garantire la standardizzazione dell’informazione e consentire una regolare verifica dei rischi operativi assunti propedeutici alla definizione di strategie e di obiettivi di gestione coerenti con gli standard di rischio considerati accettabili. La reportistica per gli organi societari, l’Alta Direzione della Capogruppo e delle principali Entità Giuridiche del Gruppo ed il Comitato Rischi Operativi, è periodicamente predisposta a livello centrale dal Servizio Rischi Operativi ed include, con gradi di dettaglio e frequenza temporale differenziati in base alle necessità, un’analisi andamentale delle perdite interne e dei relativi recuperi corredata da un confronto con i dati esterni di sistema, i risultati della valutazione dell’esposizione al rischio con l’identificazione delle aree di vulnerabilità e la descrizione delle azioni da intraprendere per la prevenzione e attenuazione del rischio e della rispettiva efficacia. Meccanismi di trasferimento del rischio
Il Gruppo UBI Banca ha stipulato adeguate polizze assicurative a copertura dei principali rischi operativi trasferibili tenendo conto dei requisiti richiesti dalla Normativa di Vigilanza Prudenziale (circ. 263/2006, Banca d’Italia). Le polizze sono state stipulate da UBI Banca ScpA in nome proprio e per conto delle Banche Rete e Società Prodotto del Gruppo interessate.
237
Rischio legale
La Banca è coinvolta in una pluralità di procedimenti giudiziari di varia natura e di procedimenti legali originati dall’ordinario svolgimento della propria attività. Per quanto non sia possibile prevederne con certezza l’esito finale, si ritiene che l’eventuale risultato sfavorevole di detti procedimenti non avrebbe, sia singolarmente che complessivamente, un effetto negativo rilevante sulla situazione finanziaria ed economica della Banca. A fronte delle richieste ricevute, la Banca ha ritenuto di appostare congrui stanziamenti in base ad una ricostruzione dei conteggi degli importi potenzialmente a rischio e tenendo conto della più consolidata giurisprudenza in merito. Per quanto attiene al contenzioso societario, non direttamente riconducibile allo svolgimento dell’ordinaria attività, e al contenzioso fiscale si rimanda agli specifici paragrafi della relazione sulla gestione consolidata.
238
Informazioni di natura quantitativa
I grafici sotto riportati evidenziano che le principali fonti di manifestazione del rischio operativo per la Banca nel periodo gennaio 2004 – dicembre 2010 sono “Processi” (68% degli impatti e 63% delle frequenze), “Persone (Fattore Umano)” (16% degli impatti e 9% delle frequenze) e “Cause Esterne” (16% degli impatti e 27% delle frequenze). Il risk driver “Processi”, tra le altre cose, include gli errori non intenzionali di esecuzione dei processi e la non corretta applicazione della normativa. Il risk driver “Persone (Fattore Umano)” include comportamenti fraudolenti interni di dipendenti e violazioni della normativa sul lavoro. Il risk driver “Cause Esterne” include gli atti umani provocati da terzi e non direttamente controllabili dalla Banca quali ad esempio i furti e le rapine, le frodi su carte, i danni provocati da eventi naturali (terremoti, alluvioni, ecc…), gli altri eventi esterni.
Rispetto all’anno precedente si registra una riduzione del 51% degli impatti di perdita rilevati determinata dal calo delle contestazioni con la clientela. In termini di numerosità degli eventi si registra un calo del 51% degli eventi rilevati determinato principalmente dal calo degli errori in fase di esecuzione delle attività dovuto agli effetti degli interventi di prevenzione e/o riduzione del rischio operativo realizzati nel corso dell’ultimo esercizio.
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239
Elenco delle cinque maggiori perdite rilevate nel periodo
gennaio 2004 – dicembre 2010 Business LineRetail Banking
Retail Banking
Retail Brokerage
Commercial Banking
Retail Banking
Tipologia Evento (Liv. I) Impatti RecuperiClientela, prodotti e prassi professionali 940.000 0Clientela, prodotti e prassi professionali 770.000 0Clientela, prodotti e prassi professionali 650.000 0Clientela, prodotti e prassi professionali 500.000 0Rapporto di impiego e sicurezza sul lavoro 493.240 0
L’analisi delle perdite operative eseguita sui dati rilevati nel periodo tra il 01 gennaio 2004 e il 31 dicembre 2010 evidenzia una concentrazione del fenomeno nelle tipologie di evento “Frode esterna” (45% delle frequenze e 45% del totale impatti rilevati) e “Esecuzione, consegna e gestione dei processi” (18% delle frequenze e 28% del totale impatti rilevati). Per lo stesso periodo di analisi, i dati del sistema bancario (Associazione DIPO-ABI) presentano la maggiore concentrazione delle perdite operative in corrispondenza degli event type “Clientela prodotti e prassi professionali” (20% delle frequenze e 25% del totale impatti rilevati) e “Frode esterna” (44% delle frequenze e 25% del totale impatti rilevati).
240
Requisito patrimoniale
La Banca adotta dall’esercizio 2008 il metodo Standardizzato (TSA) per il calcolo del requisito patrimoniale sui Rischi Operativi (cfr. Circolare Banca d’Italia n. 263 del 27/12/2006 relativa alle Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche). Il requisito patrimoniale determinato dalla componente Standardizzata (TSA) risulta dalla moltiplicazione del margine di intermediazione (c.d. “indicatore rilevante” pari alla voce 120 dello schema di conto economico del bilancio consolidato ex circolare Banca d’Italia n. 262 del 22 dicembre 2005), ripartito per linee di business regolamentari, per gli specifici coefficienti beta definiti dalla normativa di vigilanza (cfr. circolari Banca d’Italia n. 263 del 27 dicembre 2006 e n. 155 del 18 dicembre 1991). L’indicatore rilevante per linea di business regolamentare è stato estrapolato dai dati del controllo di gestione, applicando i criteri di classificazione definiti dalla normativa interna e nel rispetto delle disposizioni regolamentari. Il requisito patrimoniale al 31 dicembre 2010, calcolato come media dei requisiti relativi agli ultimi tre anni, ammonta a 56 milioni di euro. Esso è assorbito per il 50% dalla linea di business Retail banking, il 35% dalla Trading & Sales, l’ 8% dalla Commercial Banking e il 7% dalla Retail brokerage. Il coefficiente medio di assorbimento rispetto all’indicatore rilevante è pari al 14%. Il requisito patrimoniale al 31 dicembre 2010 evidenzia una riduzione di 4 mln di euro (-6%) rispetto al 31 dicembre 2009 principalmente dovuta alla riduzione del margine di intermediazione.
241
Parte F - Informazioni sul patrimonio Sezione 1 Il patrimonio dell’impresa A - Informazioni di natura qualitativa
Il Patrimonio aziendale è costituito dal capitale sociale e dalle riserve, a qualunque titolo costituite. L’aggregato (i cui valori sono indicati nelle tabelle successive) risulta a presidio di tutti i rischi aziendali in precedenza commentati. Le politiche ed i processi adottati nella gestione del patrimonio riguardano l’insieme delle scelte volte a definire la dimensione e la combinazione ottimale tra diversi strumenti di capitalizzazione, affinché la dotazione patrimoniale sia coerente con gli obiettivi di propensione al rischio della Banca, nel rispetto dei requisiti di vigilanza. Secondo le vigenti disposizioni di vigilanza, le banche appartenenti a gruppi bancari possono beneficiare di una riduzione del 25% del requisito patrimoniale complessivo - applicabile su base individuale - a condizione che il requisito consolidato complessivo sia rispettato. Essendo verificata quest’ultima condizione, la Banca applica la suddetta riduzione. L’appartenenza al Gruppo UBI, infine, costituisce una valida e costante garanzia che i vincoli patrimoniali saranno sempre rispettati ricorrendo, se del caso, ad aumenti di capitale. B - Informazioni di natura quantitativa
B.1 Patrimonio dell’impresa: composizione
Voci / ValoriImporto
31/12/2010Importo
31/12/2009
1. Capitale 1.468.209 1.468.209
2. Sovrapprezzi di emissione - -
3. Riserve 84.806 79.892
- di utili 76.629 71.715
a) legale 23.371 19.871
b) statutaria - -
c) azioni proprie - -
d) altre 53.258 51.844
- altre 8.177 8.177
4. Strumenti di capitale - -
5. (Azioni proprie) - -
6. Riserve da valutazione (1.334) 473
- Attività finanziarie disponibili per la vendita 132 185
- Attività materiali - -
- Attività immateriali - -
- Copertura di investimenti esteri - -
- Copertura dei flussi finanziari - -
- Differenze cambio - -
- Attività non correnti in via di dismissione - -
- Utili (perdite) attuariali relativi a piani previdenziali a benefici definiti (1.999) (244)
- Quote delle riserve da valutazione relative alle partecipate valutate al patrimonio netto - -
- Leggi speciali di rivalutazione 533 533
7. Utile (perdita) d'esercizio 37.652 69.988
Totale 1.589.332 1.618.563
242
B.2 Riserve da valutazione delle attività finanziarie disponibili per la vendita: composizione
Riserva positiva Riserva negativa Riserva positiva Riserva negativa
1.Titoli di debito - (53) 111 -
2. Titoli di capitale 322 - 74 -
3. Quote di O.I.C.R. - (137) - -
4. Finanziamenti - - - -
Totale 322 (190) 185 -
Attività/Valori
Totale 31/12/2010
Totale 31/12/2009
B.3 Riserve da valutazione delle attività finanziarie disponibili per la vendita: variazioni annue
1. Esistenze iniziali 111 74 - -
2. Variazioni positive - 254 - - 2.1 Incrementi di fair value - 253 - -
2.2 Rigiro a conto economico di riserve negative - 1 - - da deterioramento - 1 - - da realizzo - - - -
2.3 Altre variazioni - - - -
3. Variazioni negative (164) (6) (137) - 3.1 Riduzioni di fair value (164) (5) (137) -
3.2 Rettifiche da deterioramento - - - - 3.3 Rigiro a conto economico da riserve positive: da realizzo - - - - 3.4 Altre variazioni - (1) - - 4. Rimanenze finali (53) 322 (137) -
FinanziamentiTitoli di debito Titoli di capitale Quote di O.I.C.R.
243
Sezione 2 Il patrimonio e i coefficienti di vigilanza 2.1 PATRIMONIO DI VIGILANZA A - Informazioni di natura qualitativa
Il Patrimonio di vigilanza è stato determinato secondo la vigente normativa, così come definito dalle disposizioni dell’Organo di Vigilanza. 1. Patrimonio di base
Il Patrimonio di base è costituito dal capitale, dalle riserve di utili al netto delle attività immateriali; non sono presenti “strumenti innovativi di capitale”. 2. Patrimonio supplementare
Il Patrimonio supplementare è costituito dalle riserve di valutazione e dai prestiti subordinati. 3. Patrimonio di terzo livello
Non esiste Patrimonio di terzo livello. B - Informazioni di natura quantitativa
A. Patrimonio di base prima dell'applicazione dei filtri prudenziali 893.153 890.083
B Filtri prudenziali del patrimonio di base: (1.383) (1.614)
- filtri prudenziali IAS/IFRS positivi (+) - -
- filtri prudenziali IAS/IFRS negativi (-) (1.383) (1.614)
C. Patrimonio di base al lordo degli elementi da dedurre (A+B) 891.770 888.470
D. Elementi da dedurre dal patrimonio di base 211 211
E. Totale patrimonio di base (TIER 1) (C-D) 891.559 888.259
F. Patrimonio supplementare prima dell'applicazione dei filtri prudenziali 162.426 164.065
G. Filtri prudenziali del patrimonio supplementare (147) (92)
- filtri prudenziali IAS/IFRS positivi (+) - -
- filtri prudenziali IAS/IFRS negativi (-) (147) (92)
H. Patrimonio supplementare al lordo degli elementi da dedurre (F+G) 162.278 163.973
I. Elementi da dedurre dal patrimonio supplementare 211 211
L. Totale patrimonio supplementare (Tier 2) (H-I) 162.068 163.762
M. Elementi da dedurre dal totale patrimonio di base e supplementare - -
N. Patrimonio di vigilanza (E+L-M) 1.053.627 1.052.021
O. Patrimonio di terzo livello (TIER 3) - -
P. Patrimonio di vigilanza incluso TIER 3 (N+O) 1.053.627 1.052.021
Totale 31/12/2010
Totale 31/12/2009
Il patrimonio sopra esposto è stato determinato tenendo conto dell’opzione illustrata nelle “Altre informazioni - Provvedimento della Banca d’Italia in materia di filtri prudenziali”.
244
2.2 Adeguatezza patrimoniale A. Informazioni di natura qualitativa
Il presidio dell’adeguatezza patrimoniale della Banca è accentrato presso la Capogruppo UBI Banca. Quest’ultima, esercitando un’attività di indirizzo e coordinamento delle Società appartenenti al Gruppo - valuta le esigenze di capitalizzazione, sia in senso stretto, sia attraverso l’emissione di passività subordinate o strumenti ibridi di patrimonializzazione delle Società controllate. L’Alta Direzione della Capogruppo formula le proposte d’intervento ai propri Organi Aziendali i quali deliberano in merito. La proposta, una volta approvata dagli Organi della Capogruppo, viene quindi sottoposta agli Organi competenti delle Società controllate. Sulla base del piano di sviluppo del Gruppo, dei profili di rischio correlati e nel rispetto dei vincoli patrimoniali di vigilanza, la Capogruppo analizza e coordina le esigenze di patrimonializzazione, prestandosi come controparte privilegiata nell’accesso ai mercati dei capitali, in un’ottica integrata di dimensionamento ottimale del patrimonio. L’approccio adottato per la valutazione dell’adeguatezza patrimoniale si basa su due presupposti:
sostenere adeguatamente l’operatività della Banca, anche in funzione dei piani strategici definiti;
rispettare tempo per tempo le indicazioni dell’Organo di Vigilanza per quanto concerne i livelli di patrimonializzazione.
A tale fine è costantemente monitorato l’andamento del Capital Ratio (Tier 1) e del Total Capital Ratio. La strategia di crescita degli impieghi viene delineata tenendo conto dei livelli di remunerazione e rischiosità rispetto al relativo assorbimento patrimoniale. B. Informazioni di natura quantitativa
Totale 31/12/2010
Totale 31/12/2009
Totale 31/12/2010
Totale 31/12/2009
A. ATTIVITA' DI RISCHIO
A.1 Rischio di credito e di controparte - - - -
1. Metodologia standardizzata 8.835.898 9.618.408 4.010.992 4.456.827
2. Metodologia basata sui rating interni - - - -
2.1 Base - - - -
2.2 Avanzate - - - -
3. Cartolarizzazioni - - - -
B. REQUISITI PATRIMONIALI DI VIGILANZA
B.1 Rischio di credito e di controparte - - 320.879 356.546
B.2 Rischi di mercato - - 6 8
1. Metodologia standard - - 6 8
2. Modelli interni - - - -
3. Rischio di concentrazione - - - -
B.3 Rischio operativo - - 56.055 57.770
1. Metodo base - - - -
2. Metodo standardizzato - - 56.055 57.770
3. Metodo avanzato - - - -
B.4 Altri requisiti prudenziali - - - -
B.5 Altri elementi del calcolo (*) - - (94.235) (103.581)
B.6 Totale requisiti prudenziali - - 282.705 310.743
C. ATTIVITA' DI RISCHIO E COEFFICIENTI DI VIGILANZA
C.1 Attività di rischio ponderate - - 3.533.816 3.884.286
C.2 Patrimonio di base / attività di rischio ponderate (Tier 1 capital ratio) - - 25,23% 22,87%
C.3 Patrimonio di vigilanza incluso TIER 3 / Attività di rischio ponderate (Total capital ratio) - - 29,82% 27,08%
Importi ponderati / requisiti Importi non ponderati
Categorie/Valori
(*) Nel calcolo dei requisiti prudenziali le banche appartenenti ai gruppi bancari italiani tengono conto anche della riduzione dei requisiti del 25% evidenziate al punto “B.5 - Altri elementi di calcolo”.
245
Sulla base dei più recenti orientamenti interpretativi le attività di rischio ponderate sono rappresentate quale reciproco del requisito minimo previsto, pari all’8%, comprendendo lo sconto del 25% per le banche appartenenti ad un gruppo bancario che a livello consolidato rispetti il requisito minimo obbligatorio. Escludendo tale sconto e per comparazione dei valori esposti con quanto in precedenza rappresentato si precisa che i coefficienti indicati alla riga C.2 e C.3 sarebbero rispettivamente pari a 18,92% e 22,36%, mentre quelli di dicembre 2009 sarebbero pari a 17,15% e 20,31%. I ratios indicati sono stati determinati in base alle disposizioni contenute nelle Circolari 263/06 e 155/91, così come modificate – rispettivamente - dal 7° aggiornamento del 28 gennaio 2011 e dal 13° aggiornamento del 9 febbraio 2011. Si precisa che viene applicata la metodologia standardizzata.
246
Parte G - Operazioni di aggregazione riguardanti impresa o rami d’azienda
Per la Banca non esiste tale fattispecie.
247
Parte H - Operazioni con parti correlate 1. Informazione sui compensi dei dirigenti con responsabilità strategica
Totale 31/12/2010
Benefici a breve termine per i dipendenti (2) 2.004
Benefici successivi alla cessazione del rapporto di lavoro(3) 59
Altri benefici a lungo termine -
Indennità cessazione del rapporto di lavoro -
Pagamenti in azioni -
(1) Per “Dirigenti” si intendono i “dirigenti con responsabilità strategiche dell’entità ivi inclusi gli amministratori
dell’entità” (2) A titolo esemplificativo: salari, stipendi e relativi contributi sociali, pagamenti di indennità sostitutive di ferie e di
assenza per malattia, benefici in natura. Nell’importo sono compresi i compensi fissi e variabili corrisposti agli Amministratori in quanto assimilabili al costo del lavoro e agli oneri sociali a carico dell’azienda per i dipendenti.
(3) A titolo esemplificativo: pensioni, altri benefici previdenziali, assicurazioni sulla vita e assistenza sanitaria successive al rapporto di lavoro.
In ordine ai compensi erogati nel corso dell’esercizio 2010 ai Dirigenti con responsabilità strategiche, compreso il Direttore Generale, si precisa che, in aggiunta alla componente fissa della retribuzione definita tramite accordi individuali, è presente una significativa componente variabile legata al raggiungimento di obiettivi strategici del Gruppo. Con riferimento alla retribuzione fissa si evidenzia la presenza, oltre che della consueta erogazione in forma monetaria, di benefit a completamento del pacchetto remunerativo quali il fondo di previdenza integrativa, la polizza sanitaria, la polizza infortuni e l’eventuale attribuzione di autovettura aziendale ad uso promiscuo. Non sono presenti piani di incentivazione di medio/lungo periodo.
In particolare, si evidenziano i seguenti istituti retributivi (per le cui definizioni si rinvia all’apposito principio contabile):
a) Benefici a breve termine
Nei benefici a breve termine sono ricompresi stipendi, contributi per oneri sociali, indennità sostitutive per ex festività non godute, assenze per malattia, permessi retribuiti, benefici quali assistenza medica, ed abitazione. Tra i benefici a breve termine è ricompresa anche la parte variabile della retribuzione la cui erogazione è correlata ad obiettivi qualitativi e quantitativi a valenza annua connessi al Piano Industriale. Tale componente incide mediamente per circa il 26,8% del costo del lavoro complessivo a carico dell’azienda riferito al perimetro considerato.
b) Benefici successivi al rapporto di lavoro Nei benefici successivi al rapporto di lavoro sono ricompresi piani previdenziali, pensionistici, assicurativi nonché il trattamento di fine rapporto. Nei confronti dei dirigenti in questione sono attive forme di assicurazione sulla vita e di previdenza complementare con orizzonte temporale anche successivo alla cessazione del rapporto di lavoro dipendente.
2. Informazioni sulle transazioni con parti correlate Conformemente a quanto disposto dalle vigenti disposizioni, si precisa che tutte le operazioni svolte dalla Capogruppo con le proprie parti correlate sono state effettuate nel rispetto di criteri di correttezza sostanziale e procedurale, a condizioni analoghe a quelle applicate per operazioni concluse con soggetti terzi indipendenti.
248
Ai fini della redazione del presente Bilancio, per parte correlata dell’emittente si intende, , ai sensi del principio contabile internazionale (International Accounting Standard – IAS) n. 24, una parte se:
a) direttamente o indirettamente, controlla, è controllata da, o è sottoposta a controllo comune con l’emittente; oppure detiene una partecipazione tale da esercitare un’influenza notevole sull’emittente ovvero controlla congiuntamente l’emittente;
b) è una società collegata all’emittente (secondo la definizione dello IAS 28 - Partecipazioni in collegate);
c) è una joint venture in cui l’emittente è una partecipante; d) è un dirigente con responsabilità strategiche dell’emittente o della sua controllante,
intendendosi per dirigente con responsabilità strategiche coloro che hanno il potere e la responsabilità della pianificazione, della direzione e del controllo delle attività dell’emittente, ivi inclusi gli amministratori dell’emittente;
e) è uno stretto familiare di uno dei soggetti indicati alle lettere a) o d) (per stretti familiari si intendono coloro che sono potenzialmente in grado di influenzare la persona fisica correlata all’emittente, o esserne influenzati, nei loro rapporti con l’emittente);
f) è un’entità controllata, controllata congiuntamente o soggetta a influenza notevole da uno dei soggetti indicati alle lettere d) od e), ovvero tali soggetti detengono direttamente o indirettamente, una quota significativa dei diritti di voto in tale entità;
g) è un fondo pensionistico per i dipendenti dell’emittente o di qualsiasi entità ad essa correlata.
Per quanto concerne l’effetto prodotto dall’attività di direzione e coordinamento della Capogruppo, così come previsto dall’art. 2497 bis del Codice Civile, si segnala che coerentemente con il modello organizzativo adottato che prevede l’accentramento presso UBI Banca delle attività di indirizzo strategico e gestionale, e presso UBI Sistemi e Servizi S.C.p.A. delle attività di tipo tecnico-operativo, la Capogruppo e la sua controllata forniscono alle diverse Società del Gruppo una serie di servizi, regolati da appositi contratti infragruppo redatti sulla base dei criteri di congruità, trasparenza ed omogeneità; i corrispettivi pattuiti per i servizi resi a norma di tali contratti sono stati determinati in conformità a condizioni di mercato o, laddove non siano rinvenibili sul mercato idonei parametri di riferimento anche in relazione alle caratteristiche peculiari dei servizi resi, sulla base del costo sostenuto. Tra i principali contratti infragruppo in corso di validità alla data di chiusura dell’anno si segnalano quelli che attuano l’accentramento presso la Capogruppo delle attività nelle Aree di Governo, di Business e che coinvolgono la Capogruppo e le principali banche del Gruppo come pure i contratti attuativi del c.d. consolidato fiscale nazionale (di cui gli articoli da 117 a 129 del D.P.R. n 917/1986 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi) conclusi dalla Capogruppo. Sono inoltre da segnalarsi tutti i contratti infragruppo che attuano l’accentramento presso UBI Sistemi e Servizi delle attività di Supporto di tutte le principali Società del Gruppo UBI. Ulteriori informazioni in merito alle operazioni con parti correlate sono riportate nelle successive tabelle.
249
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251
Parte I - Accordi di pagamento basati su propri strumenti patrimoniali
Per la Banca non esiste tale fattispecie.
252
Parte L – Informativa di settore La Banca non è tenuta a compilare questa parte in quanto l’informativa di settore viene fornita a livello di Bilancio Consolidato dalla Capogruppo UBI Banca.
253
Cristo alla colonnaFrancesco De Mura (Napoli 1696 - 1782)
Collezione Banca Carime
Allegati al Bilancio d’esercizio
255
Venere e MarteFrans Wouters (Lier 1612 - Anversa 1659)
Collezione Banca Carime
Prospetti riepilogativi dei dati essenziali della società controllante UBI Banca S.c.p.A. (ex art. 2497 bis del c.c.)
STATO PATRIMONIALE (in migliaia di euro)
ATTIVITA'
Cassa e disponibilità liquide 215.835
Attività finanziarie detenute per la negoziazione 1.857.484
Attività finanziarie valutate al fair value 173.727
Attività finanziarie dis po nibili per la vendita 4.919.282
Crediti verso banche 28.278.016
Crediti verso clientela 12.560.060
Derivati di copertura 122.894
P artecipazioni 12.183.514
Immobilizzazioni 1.198.709
Attività fiscali 633.576
Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione 658.463
Altre attività 648.632
TOTALE DELL'ATTIVO 63.450.192
PASSIVITA'
Debiti verso clientela e titoli in circolazione 21.277.596
Debiti verso banche 27.737.223
Passività finanziarie di negoziazione 1.393.829
Derivati di copertura 379.598
Passività fiscali 472.810
Passività associate ad attività in via di dismissione 646.320
Altre passività 832.235
Trattamento di fine rapporto del personale 40.120
Fondi per rischi e oneri 8.231
Patrimonio netto 10.255.913
Utile d’esercizio 406.317
TOTALE DEL PASSIVO 63.450.192
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31/12/2009
257
CONTO ECONOMICO (in migliaia di euro)
Margine (108.971)
Commissioni nette 16.349
Margine di intermediazione 586.122
Risultato netto della gestione finanziaria 540.743
Costi operativi (162.999)
Utile della operatività corrente al lordo delle imposte 396.581
Imposte sul reddito 9.736
Utile d’esercizio 406.317
31/12/2009
258
Pubblicità dei corrispettivi di revisione contabile e dei servizi diversi dalla revisione a norma del Regolamento Emittenti Consob art. 149 duodieces. Ai sensi di quanto disposto dall’art. 149 duodecies del Regolamento Emittenti Consob si riportano, nella tabella che segue, le informazioni riguardanti i corrispettivi erogati a favore della società di revisione KPMG SpA ed alle società appartenenti alla stessa rete per i seguenti servizi:
1) Servizi di revisione che comprendono: • l’attività di controllo dei conti annuali, finalizzata all'espressione di un giudizio
professionale; • l’attività di controllo dei conti infrannuali.
2) Servizi di attestazione che comprendono incarichi con cui il revisore valuta uno
specifico elemento, la cui determinazione è effettuata da un altro soggetto che ne è responsabile, attraverso opportuni criteri, al fine di esprimere una conclusione che fornisca al destinatario un grado di affidabilità in relazione a tale specifico elemento.
3) Servizi di consulenza fiscale.
4) Altri servizi.
I corrispettivi esposti in tabella, di competenza dell’esercizio 2010, sono quelli contrattualizzati, comprensivi di eventuali indicizzazioni (ma non anche di spese vive, dell’eventuale contributo di vigilanza ed IVA). Non sono inclusi, come da disposizione citata, i compensi riconosciuti ad eventuali revisori secondari o a soggetti delle rispettive reti.
Tipologia di servizi Soggetto che ha erogato il servizio Destinatario del servizio Compensi
(€/migliaia)
Revisione contabile KPMG SPA Carime SPA 270
Servizi di attestazione KPMG SPA Carime SPA 62
Servizi di consulenza fiscale
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Adorazione dei pastoriPietro Bardellino (Napoli 1728 - 1810)
Collezione Banca Carime
GLOSSARIO
265
ABF (ARBITRO BANCARIO FINANZIARIO) L’Arbitro Bancario Finanziario (ABF) è un organismo per la risoluzione stragiudiziale delle controversie previsto dall’art. 128-bis del TUB (Testo Unico Bancario), introdotto dalla legge sul risparmio (legge n. 262/2005). L’organizzazione ed il funzionamento dell’ABF sono disciplinati dalle “Disposizioni sui sistemi di risoluzione stragiudiziale delle controversie in materia di operazioni e servizi bancari e finanziari” emanate dalla Banca d’Italia il 18 giugno 2009. L’adesione è obbligatoria da parte di tutte le banche e degli altri intermediari finanziari. All’ABF, operativo dal 15 ottobre 2009, possono essere sottoposte tutte le controversie aventi ad oggetto l’accertamento di diritti, obblighi e facoltà, indipendentemente dal valore del rapporto al quale si riferiscono. Se la richiesta del ricorrente ha ad oggetto la corresponsione di una somma di denaro a qualunque titolo, la controversia rientra nella cognizione dell’ABF a condizione che l’importo richiesto non sia superiore a 100.000 euro. Sono escluse le controversie attinenti a servizi/attività di investimento e al collocamento di prodotti finanziari nonché alle operazioni e servizi che siano componenti di prodotti finanziari, per le quali ci si può attualmente rivolgere all’Ombudsman Giurì Bancario presso il Conciliatore BancarioFinanziario (cfr. definizione) e in futuro alla Camera di Conciliazione e Arbitrato di prossima costituzione presso la Consob 29. L’espletamento della fase di reclamo presso l’intermediario costituisce condizione preliminare e necessaria per adire l’ABF, al quale si può ricorrere nei casi di esito insoddisfacente del reclamo ovvero di mancato esito del reclamo nel termine dei trenta giorni dalla ricezione da parte della banca. Il ricorso è gratuito, salvo il versamento di un importo pari a 20 euro per contributo alle spese della procedura che deve essere rimborsato dalla banca al ricorrente qualora il collegio accolga il ricorso in tutto o in parte. A differenza dello strumento della conciliazione, che mira a favorire il raggiungimento di un accordo fra le parti, l’ABF esprime una decisione sui ricorsi ricevuti attraverso un apposito collegio giudicante, ferma restando la facoltà delle parti di ricorrere all’Autorità Giudiziaria o ad ogni altro mezzo previsto dall’ordinamento a tutela dei propri interessi. L’ABF è costituito da un organo decidente articolato in tre collegi (Milano, Roma e Napoli) e da una segreteria tecnica svolta dalla Banca d’Italia. In ciascun collegio l’organo decidente è composto da cinque membri, tre dei quali (compreso il presidente) designati dalla Banca d’Italia, uno dalle associazioni degli intermediari e uno dalle associazioni che rappresentano i clienti. ABS (ASSET BACKED SECURITIES) Strumenti finanziari emessi a fronte di operazioni di cartolarizzazione (cfr. definizione) il cui rendimento e rimborso sono garantiti dalle attività dell’originator (cfr. definizione), destinate in via esclusiva al soddisfacimento dei diritti incorporati negli strumenti finanziari stessi. Tecnicamente i titoli di debito vengono emessi da una società veicolo (SPV - cfr. definizione). Il portafoglio sottostante l'operazione di cartolarizzazione può essere costituito da mutui ipotecari, prestiti, obbligazioni, crediti commerciali, crediti derivanti da carte di credito o altro ancora. In funzione della tipologia di attivo sottostante, gli ABS possono essere classificati in:
• credit loan obligation CLO (il portafoglio è costituito da prestiti bancari); • collateralized bond obligation CBO (il portafoglio è costituito da titoli obbligazionari); • collateralized debt obligation CDO (il portafoglio è costituito da obbligazioni,
strumenti di debito e titoli in generale); • residential mortgage backed security RMBS (il portafoglio è costituito da mutui
ipotecari su immobili residenziali); • commercial mortgage backed security CMBS (il portafoglio è costituito da mutui
ipotecari su immobili commerciali).
29 Con Delibera n. 16763 del 29 dicembre 2008 la Consob ha approvato il Regolamento di attuazione del decreto
legislativo 8 ottobre 2007 n. 179, concernente la Camera di conciliazione e di arbitrato e le relative procedure. La piena operatività della Camera prenderà avvio una volta posti in essere i necessari adempimenti. Ad essa potranno essere sottoposte, su iniziativa dell’investitore, tutte le controversie in materia di servizi di investimento, senza limiti di importo, a condizione che sia stato presentato un reclamo presso l’intermediario.
266
ACQUISITION FINANCE Finanziamenti al servizio di operazioni di acquisizione aziendale. ADR (ALTERNATIVE DISPUTE RESOLUTION) In italiano, “risoluzione alternativa delle controversie”. La sigla indica l’insieme dei metodi, strumenti, tecniche stragiudiziali di risoluzione delle controversie: una o entrambe le parti si affidano a un terzo imparziale per porre fine a una lite, senza rivolgersi all’autorità giudiziaria. ALM (ASSET & LIABILITY MANAGEMENT) Gestione integrata dell’attivo e del passivo finalizzata ad allocare le risorse in un’ottica di ottimizzazione del rapporto rischio-rendimento. ALTERNATIVE INVESTMENT Gamma di forme di investimento che comprende, tra l’altro, gli investimenti di private equity (cfr. definizione) e gli investimenti in hedge funds (cfr. definizione). ASSET MANAGEMENT Attività di gestione degli investimenti finanziari di terzi. ATM (AUTOMATED TELLER MACHINE) Apparecchiatura automatica per l’effettuazione da parte della clientela di operazioni quali ad esempio il prelievo di contante, il versamento di contante o assegni, la richiesta di informazioni sul conto, il pagamento di utenze, le ricariche telefoniche, ecc. Il cliente attiva il terminale introducendo una carta e digitando il codice personale di identificazione. ATTIVITÀ DI RISCHIO PONDERATE È l’importo ottenuto moltiplicando il totale dei requisiti patrimoniali di vigilanza (rischi di credito, rischi di mercato e altri requisiti prudenziali) per un coefficiente pari a: 14,3 per le società appartenenti a gruppi bancari; 12,5 per i gruppi bancari (consolidato) e le società non appartenenti a gruppi bancari. AUDIT Processo di controllo sull’attività e sulla contabilità societaria che viene svolto sia da strutture interne (internal audit - cfr. definizione) che da società terze (external audit). BACKTESTING Analisi retrospettiva volta a verificare l’affidabilità delle misurazioni di rischio associate alle posizioni di portafogli di attività. BANCASSURANCE Espressione che indica l’offerta di prodotti tipicamente assicurativi attraverso la rete operativa delle aziende di credito. BANKING BOOK Solitamente identifica la parte di un portafoglio titoli, o comunque di strumenti finanziari in genere, destinata all’attività “proprietaria”. BASILEA 2 Nuovo accordo internazionale sul capitale con il quale sono state ridefinite le linee guida per la determinazione dei requisiti patrimoniali minimi delle banche30.
30 La prima versione dell’accordo, conosciuta come Basilea 1, risale al 1988 e fu anch’essa sottoscritta nella città
svizzera dove ha sede la Bank for International Settlements (BIS), organizzazione che dal 1930 promuove la cooperazione monetaria e finanziaria su scala mondiale, nota in Italia come Banca per i Regolamenti Internazionali (BRI). All’interno di essa opera il Comitato di Basilea, istituito dai governatori delle Banche centrali dei dieci Paesi più industrializzati (G10) alla fine del 1974, a cui si deve la stesura degli accordi. Ne fanno oggi
267
La nuova regolamentazione prudenziale si basa su tre pilastri. • Primo pilastro (Pillar 1): fermo restando l’obiettivo di un livello di capitalizzazione pari
all’8% delle esposizioni ponderate per il rischio, è stato delineato un nuovo sistema di regole per la misurazione dei rischi tipici dell’attività bancaria e finanziaria (di credito, di controparte, di mercato e operativi) che prevede metodologie alternative di calcolo caratterizzate da diversi livelli di complessità con la possibilità di utilizzare, previa autorizzazione dell’Organo di Vigilanza, modelli sviluppati internamente;
• secondo pilastro (Pillar 2): le banche devono dotarsi di processi e strumenti per determinare il livello di capitale interno complessivo (Internal Capital Adequacy Assessment Process – ICAAP) adeguato a fronteggiare ogni tipologia di rischio, anche diversi da quelli presidiati dal requisito patrimoniale complessivo (primo pilastro). All’Autorità di Vigilanza spetta il compito di esaminare il processo ICAAP, formulare un giudizio complessivo ed attivare, ove necessario, le opportune misure correttive;
• terzo pilastro (Pillar 3): introduce obblighi di pubblicazione delle informazioni riguardanti l’adeguatezza patrimoniale, l’esposizione ai rischi e le caratteristiche generali dei sistemi preposti all’identificazione, alla misurazione e alla gestione di tali rischi.
BASIS POINT (PUNTO BASE) Corrisponde a un centesimo di punto percentuale (0,01%). BASIS SWAP Contratto che prevede lo scambio, tra due controparti, di pagamenti legati a tassi variabili basati su un diverso indice. BENCHMARK Parametro di riferimento degli investimenti finanziari: può essere rappresentato dagli indici di mercato più noti ovvero da altri ritenuti meglio rappresentativi del profilo rischio/rendimento. BEST PRACTICE Comportamento commisurato alle esperienze più significative e/o al miglior livello raggiunto dalle conoscenze riferite ad un certo ambito tecnico/professionale. CAGR – COMPOUND ANNUAL GROWTH RATE (TASSO DI CRESCITA ANNUO COMPOSTO) Tasso di crescita annuale applicato ad un investimento o ad altre attività per un periodo pluriennale. La formula per calcolare il CAGR è [(valore attuale/valore base)^(1/n° anni)-1]. CAPITAL ALLOCATION Processo che porta alla decisione di come distribuire l’investimento tra le diverse categorie di attività finanziarie (in particolare obbligazioni, azioni e liquidità). Le scelte di capital allocation sono determinate dalla necessità di ottimizzare il rapporto rendimento/rischio in relazione all’orizzonte temporale e alle aspettative dell’investitore. CAPTIVE Termine genericamente riferito a “reti” o società che operano esclusivamente con clientela dell’azienda o del gruppo. CARTOLARIZZAZIONE
parte i rappresentanti di Belgio, Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Lussemburgo, Paesi Bassi, Spagna, Svezia, Svizzera, Regno Unito, Stati Uniti.
Il Comitato di Basilea non ha autorità sovranazionale: i Paesi membri possono decidere di aderire agli accordi ma non sono vincolati ad accettare le decisioni del Comitato. L’obbligatorietà di quanto previsto da Basilea 2 per i Paesi UE discende, infatti, da una direttiva del parlamento Europeo che l’ha recepito nel settembre 2005.
Il primo accordo di Basilea, sottoscritto dalle autorità centrali di oltre 100 Paesi, stabiliva l’obbligo per le banche aderenti di accantonare una quota di capitale corrispondente all’8% dei finanziamenti erogati indipendentemente dalla valutazione, attraverso procedure di rating, dell’affidabilità delle imprese che li avevano richiesti.
268
Operazione di cessione di crediti o di altre attività finanziarie non negoziabili a una società veicolo (SPV – cfr. definizione) che ha per oggetto esclusivo la realizzazione di tali operazioni e provvede alla conversione di tali crediti o attività in titoli negoziabili su un mercato secondario. CERTIFICATI (ASSICURATIVI) DI CAPITALIZZAZIONE I contratti di capitalizzazione rientrano nel campo di applicazione della disciplina in materia di assicurazione diretta sulla vita di cui al D.Lgs. n. 174 del 17 marzo 1995. Così come definito all’art. 40 del medesimo decreto legislativo, trattasi di contratti con i quali una compagnia assicurativa si impegna a pagare, come corrispettivo del versamento di premi unici o periodici, un capitale pari al premio versato rivalutato periodicamente sulla base del rendimento di una gestione interna separata di attività finanziarie o, se più elevato, di un rendimento minimo garantito. Essi non possono avere durata inferiore a cinque anni ed è prevista la facoltà per il contraente di ottenere il riscatto del contratto dall’inizio del secondo anno. Ai sensi dell’art. 31 del già citato D.Lgs. n. 174, le attività finanziarie a copertura delle riserve tecniche sono riservate in modo esclusivo all’adempimento delle obbligazioni connesse ai contratti di capitalizzazione (gestione separata). Conseguentemente, in caso di liquidazione della compagnia assicurativa (art. 67), i beneficiari di tali polizze risultano di fatto titolari di posizioni creditorie assistite da privilegio speciale. COMMERCIAL PAPER Titoli a breve termine emessi per raccogliere fondi di terzi sottoscrittori in alternativa ad altre forme di indebitamento. CONCILIATORE BANCARIOFINANZIARIO Il “Conciliatore BancarioFinanziario - Associazione per la soluzione delle controversie bancarie, finanziarie e societarie – ADR” è una iniziativa promossa con il patrocinio dell’ABI dai primi dieci gruppi bancari, fra i quali il Gruppo UBI Banca, per dare alla clientela servizi per la soluzione delle controversie rapidi ed efficienti, alternativi alla procedura giudiziaria (ADR dall’inglese: Alternative Dispute Resolution – cfr. definizione). I servizi offerti sono:
• Conciliazione: consiste nel tentativo di risolvere una controversia affidando ad una persona esperta ed indipendente (il conciliatore) il compito di agevolare il raggiungimento di un accordo tra le parti al fine di evitare il ricorso al giudice. L’accordo raggiunto è vincolante fra le parti e può essere omologato dal Tribunale diventando così titolo esecutivo. Il servizio di conciliazione presso il Conciliatore BancarioFinanziario è svolto dall’“Organismo di conciliazione bancaria”, iscritto al registro degli organismi deputati a gestire i tentativi di conciliazione a norma dell’art. 38 del D.Lgs. 17 gennaio 2003, n. 5;
• Arbitrato: procedura in cui le parti sottopongono una controversia ad un arbitro o ad un collegio di arbitri, riconoscendo loro il potere di decidere in merito;
• Ombudsman Giurì Bancario: organismo promosso nel 1993 in sede ABI a cui la clientela, rimasta insoddisfatta delle decisioni dell’ufficio reclami della banca o il cui reclamo non abbia avuto esito nel termine prescritto, può rivolgersi gratuitamente in seconda istanza. La gestione dell’Ombudsman è stata trasferita al Conciliatore BancarioFinanziario dal 1° giugno 2007. All’Ombudsman possono essere sottoposte le controversie in materia di servizi di investimento aventi ad oggetto l’accertamento di diritti, obblighi e facoltà, indipendentemente dal valore del rapporto al quale si riferiscono. Se la richiesta ha ad oggetto la corresponsione di una somma di denaro, la questione rientra nella competenza dell’Ombudsman se l’importo richiesto non è superiore a 100.000 euro; l’Ombudsman decide entro 90 giorni dalla data di ricezione della richiesta di intervento. Il ricorso all’Ombudsman non preclude al cliente la facoltà di rivolgersi in qualsiasi momento all’Autorità giudiziaria, a un organismo conciliativo, o ad un collegio arbitrale, mentre la decisione è vincolante per l’intermediario.
CONDUIT Si veda in proposito la voce SPE/SPV.
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CONSUMER FINANCE (CREDITO AL CONSUMO) Finanziamenti concessi alle famiglie per fini personali collegati al consumo di beni e di servizi. CONTRATTO DI SOMMINISTRAZIONE DI LAVORO Fattispecie di rapporto di lavoro a termine, regolata dal D.Lgs. 10 settembre 2003, n. 276 (c.d. legge Biagi, sulla base della legge delega 14 febbraio 2003, n. 30), mediante la quale un soggetto giuridico si avvale della prestazione lavorativa di un lavoratore assunto da un'impresa di somministrazione autorizzata dal Ministero del Lavoro. I rapporti fra l'utilizzatore e l'impresa di somministrazione sono regolati da un contratto che disciplina anche i profili retributivi e contributivi (oneri previdenziali e assistenziali). Tale forma contrattuale ha sostituito il rapporto di lavoro interinale istituito dalla legge 24 giugno 1997, n. 196 (c.d. riforma Treu). CORE TIER 1 RATIO Rapporto tra il patrimonio di base (Tier 1 – cfr. definizione) al netto degli strumenti innovativi di capitale ed il totale delle attività di rischio ponderate (cfr. definizione). CORPORATE GOVERNANCE Attraverso la composizione ed il funzionamento degli organi societari interni ed esterni, la struttura della corporate governance definisce la distribuzione dei diritti e delle responsabilità tra i partecipanti alla vita di una società, in riferimento alla ripartizione dei compiti, all’assunzione di responsabilità e al potere decisionale. Obiettivo fondamentale della corporate governance è la massimizzazione del valore per gli azionisti, che comporta, in un’ottica di medio-lungo termine, elementi di positività anche per gli altri stakeholders, quali clienti, fornitori, dipendenti, creditori, consumatori e la comunità. COST INCOME RATIO Indicatore economico definito dal rapporto tra i costi operativi ed il margine di intermediazione. COVERED BOND Speciale obbligazione bancaria che, oltre alla garanzia della banca emittente, può usufruire anche della garanzia di un portafoglio di mutui ipotecari od altri prestiti di alta qualità ceduti, per tale scopo, ad un’apposita società veicolo31. Le banche che intendono emettere covered bond devono disporre di un patrimonio non inferiore a 500 milioni di euro e di un coefficiente patrimoniale complessivo a livello consolidato non inferiore al 9%. Degli attivi potenzialmente utilizzabili a garanzia, la quota ceduta non potrà superare i seguenti limiti, fissati in funzione del livello di patrimonializzazione:
• 25% nei casi di coefficiente patrimoniale 9% e 10% con Tier 1 ratio 6%; • 60% nei casi di coefficiente patrimoniale 10% e 11% con Tier 1 ratio 6,5%; • nessun limite nei casi di coefficiente patrimoniale 11% con Tier 1 ratio 7%.
CPI (CREDIT PROTECTION INSURANCE) Polizze assicurative di protezione del credito che possono essere sottoscritte dai debitori di prestiti finanziari (prestiti personali, mutui e carte di credito) per garantire loro (in qualità di assicurati) di far fronte al pagamento del debito residuo/o di un certo numero di rate nel caso di eventi negativi temporanei o definitivi (perdita involontaria del posto di lavoro,
31 Nell’ordinamento italiano la legge 30 aprile 1999, n. 130, disciplina la fattispecie delle obbligazioni bancarie
garantite (art. 7-bis). Lo schema operativo prevede la cessione da parte di una banca a una società veicolo di attivi di elevata qualità creditizia (crediti ipotecari e verso le pubbliche amministrazioni) e l’emissione da parte di una banca, anche diversa dalla cedente, di obbligazioni garantite dalla società veicolo a valere sugli attivi acquistati e costituiti in un patrimonio separato. I profili applicativi della disciplina sono contenuti nel regolamento ministeriale n. 310 del 14 dicembre 2006 e nelle disposizioni di vigilanza della Banca d’Italia del 15 maggio 2007.
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malattia, infortuni, invalidità permanente o morte). Tali polizze possono essere abbinate anche ai finanziamenti alle imprese, con una copertura assicurativa degli eventi che possono colpire i soci, gli amministratori o le figure chiave dell’azienda. CREDIT CRUNCH (STRETTA CREDITIZIA) Calo significativo (o inasprimento improvviso delle condizioni) dell’offerta di credito alle imprese al termine di un prolungato periodo espansivo, in grado di accentuare la fase recessiva. CREDIT DEFAULT SWAP Contratto col quale un soggetto, dietro pagamento di un premio periodico, trasferisce ad un altro soggetto il rischio creditizio insito in un prestito o in un titolo, al verificarsi di un determinato evento legato al deterioramento del grado di solvibilità del debitore. CREDITO RISTRUTTURATO Posizione per la quale la Banca ha concordato con il debitore una dilazione di pagamento, rinegoziando l’esposizione a condizioni di tasso inferiori a quelle di mercato. DEFAULT Identifica la condizione di dichiarata impossibilità ad onorare i propri debiti e/o il pagamento dei relativi interessi. DERIVATI OTC NEGOZIATI CON LA CLIENTELA Attività di supporto alla clientela nella gestione dei rischi finanziari, in particolare di quelli derivanti dall’oscillazione dei tassi di cambio, dei tassi d’interesse e del prezzo delle commodities (materie prime). DISASTER RECOVERY GEOGRAFICO Insieme di procedure tecniche ed organizzative attivate a fronte di un evento catastrofico che provochi l’indisponibilità completa del sito di elaborazione dati. L’obiettivo è riattivare le applicazioni vitali per l’azienda in un sito secondario (detto di recovery). Il sistema di disaster recovery si definisce “geografico” quando è locato ad almeno 50 km dal sistema di origine. L’obiettivo primario è quello di attenuare i rischi derivanti da eventi disastrosi con possibile impatto su di un’intera area metropolitana (i.e. terremoti, inondazioni, eventi bellici etc.) come prescritto dagli standard di sicurezza internazionali. DURATION Riferita ad un titolo ovvero ad un portafoglio obbligazionario, è un indicatore solitamente calcolato come media ponderata delle scadenze dei pagamenti per interessi e capitale associati al titolo stesso. EAD (EXPOSURE AT DEFAULT) Stima del valore futuro di un’esposizione al momento del default (cfr. definizione) del relativo debitore. EONIA (EURO OVERNIGHT INDEX AVERAGE) Tasso di interesse calcolato come media ponderata dei tassi overnight applicati su tutte le operazioni di finanziamento non garantite concluse sul mercato interbancario dalle banche di riferimento (reference banks). ETF (EXCHANGE TRADED FUND) Particolare tipologia di fondo di investimento negoziato in Borsa come un’azione, avente come unico obiettivo d’investimento quello di replicare l’indice al quale si riferisce (benchmark) attraverso una gestione totalmente passiva. L’ETF riassume in sé le caratteristiche proprie di un fondo e di un’azione, consentendo agli investitori di sfruttare i punti di forza di entrambi gli strumenti attraverso la diversificazione e la riduzione del
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rischio proprie dei fondi, garantendo nel contempo la flessibilità e la trasparenza informativa della negoziazione in tempo reale delle azioni. ETC (EXCHANGE TRADED COMMODITIES) Strumenti finanziari emessi a fronte dell’investimento dell’emittente o in materie prime fisiche (in questo caso sono definiti ETC physically-backed) o in contratti derivati su materie prime. Il prezzo degli ETC è, pertanto, legato direttamente o indirettamente all’andamento del sottostante. Similarmente agli ETF (cfr. definizione) gli ETC sono negoziati in Borsa come delle azioni, replicando passivamente la performance della materia prima o degli indici di materie prime a cui fanno riferimento. EURIBOR (EURO INTERBANK OFFERED RATE) Tasso di interesse interbancario al quale banche primarie si scambiano depositi in euro a varie scadenze. Viene calcolato giornalmente come media semplice delle quotazioni rilevate alle ore undici su un campione di banche con elevato merito creditizio selezionato periodicamente dalla European Banking Federation. All’Euribor sono legati vari contratti di prestito a tasso variabile (ad esempio i mutui casa). FACTORING Contratto di cessione, pro soluto (con rischio di credito a carico del cessionario) o pro solvendo (con rischio di credito a carico del cedente), di crediti commerciali a banche o a società specializzate, ai fini di gestione e di incasso, al quale può essere associato un finanziamento a favore del cedente. FAIR VALUE Corrispettivo al quale, in un regime di libera concorrenza, un bene può essere scambiato o una passività estinta, tra parti consapevoli e disponibili. Spesso è identico al prezzo di mercato. In base agli IAS (cfr. definizione) le banche applicano il fair value nella valutazione degli strumenti finanziari (attività e passività) di negoziazione e disponibili per la vendita, nonché dei derivati, e possono altresì usarlo per la valorizzazione delle partecipazioni e delle immobilizzazioni materiali e immateriali (con diverse modalità di impatto sul conto economico per le differenti attività considerate). FLOOR Contratto derivato su tasso d’interesse, negoziato al di fuori dei mercati regolamentati, con il quale viene fissato un limite minimo alla diminuzione del tasso creditore. FRA (FORWARD RATE AGREEMENT) Contratto con cui le parti si accordano per ricevere (pagare) alla scadenza la differenza fra il valore calcolato applicando all’ammontare dell’operazione un tasso di interesse predeterminato e il valore ottenuto sulla base del livello assunto da un tasso di riferimento prescelto dalle parti. FUNDING Approvvigionamento, sotto varie forme, dei fondi necessari al finanziamento dell’attività aziendale o di particolari operazioni finanziarie. FUTURE Contratti a termine standardizzati, con cui le parti si impegnano a scambiarsi, a un prezzo predefinito e a una data futura, valori mobiliari o merci. Tali contratti di norma sono negoziati su mercati organizzati dove viene garantita la loro esecuzione. A differenza delle opzioni (cfr. definizione) che conferiscono il diritto, ma non l’obbligo di comprare, i future obbligano i due contraenti a vendere o a comprare.
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GOODWILL Identifica l’avviamento pagato per l’acquisizione di una quota partecipativa, pari alla differenza tra il costo e la corrispondente quota di patrimonio netto, per la parte non attribuibile ad elementi dell’attivo della società acquisita. HEDGE FUND Fondo comune di investimento che ha la possibilità – negata ai gestori tradizionali – di usare strumenti o strategie di investimento sofisticati quali lo “short selling” (vendita allo scoperto), i derivati (opzioni o futures, anche oltre il 100% del patrimonio), l’hedging (copertura del portafoglio dalla volatilità di mercato attraverso vendite allo scoperto ed uso di derivati) e la leva finanziaria (l’indebitamento allo scopo di investire denaro preso a prestito). IAS/IFRS Principi contabili internazionali (International Accounting Standards – IAS) emanati dall’International Accounting Standard Board (IASB), ente internazionale di natura privata costituito nell’aprile 2001, al quale partecipano le professioni contabili dei principali Paesi nonché, in qualità di osservatori, l’Unione Europea, lo IOSCO (International Organization of Securities Commissions) e il Comitato di Basilea. Tale ente ha raccolto l’eredità dell’International Accounting Standards Committee (IASC), costituito nel 1973 allo scopo di promuovere l’armonizzazione delle regole per la redazione dei bilanci delle società. Con la trasformazione dello IASC in IASB si è deciso, fra l’altro, di denominare i nuovi principi contabili “International Financial Reporting Standards” (IFRS). A livello internazionale è in corso uno sforzo di armonizzazione degli IAS/IFRS con gli US Gaap (cfr. definizione). IBAN (INTERNATIONAL BANK ACCOUNT NUMBER) Standard internazionale utilizzato per identificare l’utenza bancaria. Dal 1° luglio 2008 l’uso del codice IBAN - composto da 27 caratteri - è obbligatorio non solo per i pagamenti esteri, ma anche per quelli fatti in Italia. IDENTITY ACCESS MANAGEMENT Soluzione tecnico-organizzativa che permette di gestire e controllare l’intero ciclo di vita di assegnazione, gestione e revoca dei privilegi di accesso alle risorse informatiche e quindi alle informazioni aziendali da parte di ciascun utente. IMPAIRMENT Nell’ambito degli IAS (cfr. definizione), si riferisce alla perdita di valore di un’attività di bilancio, rilevata nel caso in cui il valore di carico sia maggiore del valore recuperabile ossia dell’importo che può essere ottenuto con la vendita o l’utilizzo dell’attività. Il test di impairment si deve effettuare su tutte le attività, eccezion fatta per quelle valutate al fair value, per le quali le eventuali perdite (e guadagni) di valore sono implicite. INCAGLI Crediti al valore nominale nei confronti dei soggetti in situazione di obiettiva difficoltà, che si ritiene però superabile in un congruo periodo di tempo. INDEX LINKED Polizza vita la cui prestazione a scadenza dipende dall’andamento di un parametro di riferimento che può essere un indice azionario, un paniere di titoli o un altro indicatore. INDICE TANKAN Indicatore dell’economia giapponese costruito sulla base dei risultati di un’inchiesta condotta dalla Banca del Giappone l’ultimo mese di ogni trimestre. Oggetto dell’inchiesta sono sia il settore manifatturiero che quello dei servizi, con una segmentazione in funzione della grandezza delle imprese (grandi, medie, piccole imprese).
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INTERNAL AUDIT Funzione alla quale è istituzionalmente attribuita l’attività interna di audit (cfr. definizione). INVESTIMENTO IMMOBILIARE Immobile detenuto con lo scopo di ricavarne reddito o di beneficiare del relativo incremento di valore. INVESTMENT BANKING L’investment banking costituisce un segmento altamente specializzato della finanza che si occupa in particolare di assistere società e governi nell’emissione di titoli e più in generale nel reperimento di fondi sul mercato dei capitali. INVESTMENT GRADE Titoli obbligazionari di alta qualità che hanno ricevuto un rating (cfr. definizione) medio-alto (ad esempio non inferiore a BBB nella scala di Standard & Poor’s). INVESTOR Soggetto, diverso dall’originator (cfr. definizione) e dallo sponsor (cfr. definizione), che detiene un’esposizione verso una cartolarizzazione (cfr. definizione). IRB (INTERNAL RATING BASED) Approccio dei rating (cfr. definizione) interni nell’ambito di Basilea 2 (cfr. definizione), suddiviso nei metodi di base e avanzato. Il metodo avanzato è utilizzabile solo dagli istituti di credito che soddisfano requisiti minimi più stringenti e prevede che tutte le stime degli input per la valutazione del rischio di credito (PD, LGD, EAD, Maturity – cfr. definizioni) vengano realizzate internamente. Diversamente, secondo il metodo base, solo la PD viene stimata dalla banca. JOINT VENTURE Accordo tra due o più imprese per lo svolgimento di una determinata attività economica attraverso, solitamente, la costituzione di una società per azioni. JUNIOR In un’operazione di cartolarizzazione (cfr. definizione), è la tranche più subordinata dei titoli emessi, che sopporta per prima le perdite che si possono verificare nel corso del recupero delle attività sottostanti. LEASING Contratto con il quale una parte (locatore) concede all’altra (locatario) per un tempo determinato il godimento di un bene, acquistato o fatto costruire dal locatore su scelta e indicazione del locatario, con facoltà per quest’ultimo di acquistare la proprietà del bene a condizioni prefissate al termine del contratto di locazione. LGD (LOSS GIVEN DEFAULT) Tasso di perdita stimato in caso di default (cfr. definizione) del debitore. LIBOR (LONDON INTERBANK OFFERED RATE) Tasso d’interesse calcolato, per ogni scadenza prevista, come media aritmetica delle rilevazioni comprese fra i due quartili centrali dei tassi ai quali un gruppo di banche aderenti alla British Bankers Association (BBA) sono disposte a concedere depositi nelle principali divise alla clientela primaria. LOWER TIER 2 Passività subordinate che concorrono alla formazione del patrimonio supplementare o Tier 2 (cfr. definizione) a condizione che i contratti che ne regolano l’emissione prevedano espressamente che:
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a) in caso di liquidazione dell’ente emittente il debito sia rimborsabile solo dopo che siano stati soddisfatti tutti gli altri creditori non ugualmente subordinati;
b) la durata del rapporto sia pari o superiore a 5 anni e, qualora la scadenza sia indeterminata, sia previsto per il rimborso un preavviso di almeno 5 anni;
c) il rimborso anticipato delle passività avvenga solo su iniziativa dell’emittente e preveda il nulla osta della Banca d’Italia.
L’ammontare dei prestiti subordinati ammesso nel patrimonio supplementare è ridotto di un quinto ogni anno durante i 5 anni precedenti la data di scadenza del rapporto, in mancanza di un piano di ammortamento che produca effetti analoghi. MARK TO MARKET Valutazione di un portafoglio titoli e di altri strumenti finanziari sulla base dei prezzi espressi dal mercato. MARK DOWN Differenza fra il tasso passivo medio delle forme tecniche di raccolta diretta considerate e l’Euribor. MARK UP Differenza fra il tasso attivo medio delle forme tecniche di impiego considerate e l’Euribor. MATURITY Vita residua di un’esposizione, calcolata secondo regole prudenziali. MERCHANT BANKING Sotto questa accezione sono ricomprese le attività di sottoscrizione di titoli – azionari o di debito - della clientela corporate per il successivo collocamento sul mercato, l’assunzione di partecipazioni azionarie a carattere più permanente ma sempre con l’obiettivo di una successiva cessione, l’attività di consulenza aziendale ai fini di fusioni e acquisizioni o di ristrutturazioni. MEZZANINE In un’operazione di cartolarizzazione (cfr. definizione), è la tranche con grado di subordinazione intermedio tra quello della tranche junior (cfr. definizione), e quello della tranche senior (cfr. definizione). MONOLINE Compagnie di assicurazione la cui unica linea di business è l’assicurazione finanziaria. All’interno delle loro attività è compresa l’assicurazione di obbligazioni (del tipo ABS e MBS) avente come sottostante debiti di privati e mutui immobiliari. In cambio di una commissione, l’assicurazione garantisce il rimborso dell’obbligazione assumendosi direttamente il rischio di insolvenza del debitore. MUTUI SUBPRIME Il concetto di subprime non è riferibile all’operazione di mutuo in sé, quanto piuttosto al prenditore (il mutuatario). Tecnicamente per subprime si intende un mutuatario che non dispone di una “credit history” pienamente positiva, in quanto caratterizzata da eventi creditizi negativi quali, ad esempio, la presenza di rate non rimborsate su precedenti prestiti, di assegni impagati e/o protestati e così via. Tali eventi passati sono sintomatici di una maggiore rischiosità intrinseca della controparte, cui corrisponde una maggiore remunerazione richiesta dall’intermediario che concede il mutuo. L’operatività con clientela subprime si è sviluppata nel mercato finanziario americano dove, a fronte della stipulazione di detti prestiti, solitamente faceva riscontro un’attività di cartolarizzazione ed emissione di titoli. Vengono definiti mutui ipotecari Alt-A quelli erogati sulla base di documentazione incompleta o inadeguata.
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NON PERFORMING Termine generalmente riferito ai crediti aventi un andamento non regolare. NUTS (NOMENCLATURA DELLE UNITÀ TERRITORIALI PER LE STATISTICHE DELL’ITALIA) Nomenclatura usata per fini statistici a livello europeo (Eurostat), che prevede la seguente suddivisione: Italia settentrionale: Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Lombardia, Trentino Alto Adige,
Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna; Italia centrale: Toscana, Umbria, Marche, Lazio; Italia meridionale: Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia,
Sardegna. OBBLIGAZIONI STRUTTURATE Obbligazioni i cui interessi e/o valore di rimborso dipendono da un parametro di natura reale (collegato al prezzo di commodity) o dall’andamento di indici. In tali casi l’opzione implicita viene contabilmente scorporata dal contratto ospite. Nel caso di parametrazione a tassi o all’inflazione (ad esempio i Certificati di Credito del Tesoro) l’opzione implicita non viene contabilmente scorporata dal contratto ospite. OPTION Rappresenta il diritto, ma non l’impegno, acquisito col pagamento di un premio, di acquistare (call option) o di vendere (put option) uno strumento finanziario a un prezzo determinato (strike price) entro (american option) oppure ad una data futura (european option) determinata. OICR (ORGANISMI DI INVESTIMENTO COLLETTIVO DEL RISPARMIO) La voce comprende gli OICVM (cfr. definizione) e gli altri Fondi comuni di investimento (fondi comuni di investimento immobiliare, fondi comuni di investimento chiusi). OICVM (ORGANISMI DI INVESTIMENTO COLLETTIVO IN VALORI MOBILIARI) La voce comprende i fondi comuni di investimento mobiliare aperti, italiani ed esteri, e le società di investimento a capitale variabile (Sicav). ORIGINATOR Soggetto che cede il proprio portafoglio di attività a liquidità differita allo SPV (cfr. definizione) affinché venga cartolarizzato. OTC (OVER THE COUNTER) Operazioni concluse direttamente fra le parti, senza utilizzare un mercato regolamentato. PAST DUE Esposizioni scadute e/o sconfinanti in via continuativa da oltre 180 giorni, secondo la definizione prevista nelle vigenti Istruzioni di Vigilanza. PATRIMONIO DI VIGILANZA È costituito dalla somma del patrimonio di base – ammesso nel calcolo senza alcuna limitazione – e del patrimonio supplementare, che viene ammesso nel limite massimo del patrimonio di base. Vengono dedotti – per il 50% dal patrimonio di base e per il 50% dal patrimonio supplementare – le partecipazioni, gli strumenti innovativi di capitale, gli strumenti ibridi di patrimonializzazione e le attività subordinate detenuti in altre banche e società finanziarie (in particolare, vengono dedotte le partecipazioni in banche e società finanziarie superiori al 10% non consolidate, nonché l’insieme delle partecipazioni in banche e società finanziarie inferiori al 10% e delle attività subordinate verso banche, considerato per la quota che eccede il 10% del patrimonio di base e supplementare).
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Vengono altresì dedotte le partecipazioni in società di assicurazione e le passività subordinate emesse da queste ultime, nonché le posizioni verso cartolarizzazioni. PAYOUT RATIO Identifica la percentuale dell’utile netto distribuita dalla società ai propri azionisti. PLAIN VANILLA SWAP Interest rate swap (cfr. definizione), in cui una controparte riceve un pagamento variabile legato al LIBOR (in genere il tasso LIBOR a sei mesi) e corrisponde all’altra controparte un tasso di interesse fisso, ottenuto aggiungendo uno spread al rendimento di una tipologia definita di titoli di Stato. PD (PROBABILITY OF DEFAULT) Probabilità che il debitore raggiunga la condizione di default (cfr. definizione) nell’ambito di un orizzonte temporale annuale. POLIZZE DI CAPITALIZZAZIONE Si veda in proposito la voce “Certificati (assicurativi) di capitalizzazione”. POS (POINT OF SALE) Apparecchiatura automatica mediante la quale è possibile effettuare, con carta di debito, di credito o prepagata, il pagamento di beni o servizi presso il fornitore. PMI (PICCOLE E MEDIE IMPRESE) Secondo la definizione della normativa comunitaria, sono considerate piccole e medie imprese le entità che esercitano un’attività economica, a prescindere dalla forma giuridica, impiegando meno di 250 persone, con fatturato annuo non superiore ai 50 milioni di euro o con totale di bilancio inferiore ai 43 milioni di euro. PREFERENCE SHARES Strumenti innovativi di capitale, emessi da controllate estere incluse nel gruppo bancario, che associano a forme di remunerazione ancorate ai tassi di mercato caratteristiche di subordinazione particolarmente accentuate, ad esempio il mancato recupero negli esercizi successivi degli interessi non corrisposti dalla banca controllante e la partecipazione alle perdite della banca stessa nel caso in cui esse determinino una rilevante riduzione dei requisiti patrimoniali. Le condizioni in base alle quali le preference shares possono essere computate nel patrimonio di base delle banche e dei gruppi bancari sono fissate dalle Istruzioni di Vigilanza della Banca d’Italia. PRESTITI SUBORDINATI Strumenti di finanziamento il cui schema negoziale prevede che i portatori dei documenti rappresentativi del prestito siano soddisfatti successivamente agli altri creditori in caso di liquidazione dell’ente emittente. PRICE SENSITIVE Termine che viene riferito generalmente ad informazioni o dati non di pubblico dominio, idonei, se resi pubblici, ad influenzare sensibilmente la quotazione di un titolo. PRIVATE EQUITY Attività mirata all’acquisizione di interessenze partecipative ed alla loro successiva cessione a controparti specifiche, senza collocamento pubblico. PROJECT FINANCE Finanziamento di progetti sulla base di una previsione dei flussi di cassa generati dagli stessi. Diversamente da quanto avviene nell’analisi dei rischi creditizi ordinari, la tecnica di project finance prevede, oltre all’analisi dei flussi di cassa attesi, l’esame di specifici elementi
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quali le caratteristiche tecniche del progetto, l’idoneità degli sponsor a realizzarlo, i mercati di collocamento del prodotto. RATING Valutazione della qualità di una società o delle sue emissioni di titoli di debito sulla base della solidità finanziaria della società stessa e delle sue prospettive. RISCHIO DERIVANTE DA CARTOLARIZZAZIONI Rischio che la sostanza economica dell’operazione di cartolarizzazione non sia pienamente rispecchiata nelle decisioni di valutazione e di gestione del rischio. RISCHIO DI BUSINESS Rischio di variazioni avverse e inattese degli utili/margini rispetto ai dati previsti, legati a volatilità dei volumi dovuta a pressioni competitive e situazioni di mercato. RISCHIO DI CONCENTRAZIONE Rischio derivante da esposizioni nel portafoglio bancario verso controparti, gruppi di controparti del medesimo settore economico o che esercitano la stessa attività o appartenenti alla medesima area geografica. Il rischio di concentrazione può essere distinto in due sottotipi:
• single name concentration risk; • sector concentration risk.
RISCHIO DI CREDITO Rischio di subire perdite derivanti dall’inadempienza di una controparte nei confronti della quale esiste un’esposizione creditizia. RISCHIO DI COMPLIANCE Rischio di incorrere in sanzioni giudiziarie o amministrative, perdite finanziarie rilevanti o danni di reputazione in conseguenza di violazioni di norme imperative (di legge o di regolamenti) ovvero di autoregolamentazione (statuti, codici di condotta, codici di autodisciplina). RISCHIO DI LIQUIDITÀ Rischio di inadempimento ai propri impegni di pagamento che può essere causato da incapacità di reperire fondi o di reperirli a costi superiori a quelli di mercato (funding liquidity risk) o dalla presenza di limiti allo smobilizzo delle attività (market liquidity risk) incorrendo in perdite in conto capitale. In particolare, viene definito rischio di liquidità strutturale il rischio derivante da un non adeguato bilanciamento delle scadenze delle poste dell’attivo e del passivo. RISCHIO DI MERCATO Rischio di variazioni del valore di mercato delle posizioni nel portafoglio di negoziazione ai fini di vigilanza per variazioni inattese delle condizioni di mercato e dei meriti creditizi. In esso sono inclusi anche i rischi derivanti da variazioni inattese dei tassi di cambio e dei prezzi delle merci che si riferiscono alle posizioni nell’intero bilancio. RISCHIO DI REPUTAZIONE Rischio di subire perdite derivanti da una percezione negativa dell’immagine della banca da parte di clienti, controparti, azionisti della banca, investitori, autorità di vigilanza o altri stakeholder. RISCHIO DI TASSO DI INTERESSE Rischio attuale o prospettico di una variazione del margine di interesse e del valore economico della società, a seguito di variazioni inattese dei tassi d’interesse che impattano il portafoglio bancario.
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RISCHIO OPERATIVO Rischio di subire perdite derivanti dall’inadeguatezza o dalla disfunzione di procedure, risorse umane e sistemi interni, oppure da eventi esogeni. Rientrano in tale tipologia le perdite derivanti da frodi, errori umani, interruzioni dell’operatività, indisponibilità dei sistemi, inadempienze contrattuali, catastrofi naturali. È compreso il rischio legale. RISCHIO PARTECIPATIVO Rischio di perdite originate dal portafoglio Partecipazioni. RISCHIO RESIDUO Rischio di subire perdite derivanti da un’imprevista inefficacia delle tecniche riconosciute per l’attenuazione del rischio di credito utilizzate dalla società (es. garanzie ipotecarie). RISCHIO STRATEGICO Rischio attuale o prospettico di flessione degli utili o del capitale derivante da:
• cambiamenti del contesto operativo; • attuazione inadeguata di decisioni; • scarsa reattività a variazioni del contesto competitivo.
SENIOR In un’operazione di cartolarizzazione (cfr. definizione) è la tranche con il maggior grado di privilegio in termini di priorità di remunerazione e rimborso. SENSITIVITY ANALYSIS Sistema di analisi che ha lo scopo di individuare la sensibilità di determinate attività o passività correlate a variazioni dei tassi o di altri parametri di riferimento. SEPA (SINGLE EUROPEAN PAYMENTS AREA) Area Unica dei Pagamenti in Euro entrata in vigore il 1° gennaio 2008 all’interno della quale si potranno gradualmente effettuare e ricevere pagamenti in euro con condizioni di base, diritti e obblighi uniformi. Ad essa hanno aderito 31 Paesi europei (oltre ai 27 Paesi dell’Unione Europea anche Svizzera, Norvegia, Islanda e Liechtenstein). L’introduzione del nuovo codice unico bancario IBAN (cfr. definizione) è uno degli strumenti utilizzati per standardizzare le transazioni bancarie. SERVICER Nelle operazioni di cartolarizzazione (cfr. definizione) è il soggetto che – sulla base di un apposito contratto di servicing – continua a gestire i crediti o le attività oggetto di cartolarizzazione dopo che sono state cedute alla società veicolo incaricata dell’emissione dei titoli. SIDE POCKET Si tratta di una misura a tutela di tutti i partecipanti ad un fondo hedge (cfr. definizione), che viene attivata solo in “casi eccezionali” in cui l’improvvisa riduzione del grado di liquidità delle attività detenute nei portafogli dei fondi, associata a elevate richieste di rimborso delle quote, può avere conseguenze negative per la gestione dei fondi stessi. Per non pregiudicare l’interesse dei partecipanti al fondo hedge, nel caso in cui si renda necessario smobilizzare attività divenute illiquide, in assenza di un mercato che assicuri la formazione di prezzi affidabili, la creazione dei side pocket consente di trasferire le attività illiquide in un fondo comune d’investimento di tipo chiuso appositamente costituito (c.d. fondo chiuso di side pocket). L’operazione si realizza attraverso una scissione parziale del fondo hedge a seguito della quale le attività liquide continuano ad essere detenute nel fondo stesso, mentre quelle illiquide sono trasferite al fondo chiuso di side pocket. Il fondo hedge, ridimensionato ma liquido, continua a svolgere la propria attività secondo la politica d’investimento prevista nel
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regolamento di gestione, mentre il fondo chiuso di side pocket (che non può emettere nuove quote) è gestito in un’ottica di smobilizzo delle attività illiquide detenute, procedendo ai rimborsi delle quote via via che le attività sono liquidate. SOFFERENZE Crediti nei confronti dei soggetti in stato d’insolvenza (anche non accertato giudizialmente) o in situazioni sostanzialmente equiparabili. SPONSOR Soggetto, diverso dall’originator (cfr. definizione), che istituisce e gestisce una struttura di conduit (cfr. definizione) nell’ambito di un’operazione di cartolarizzazione (cfr. definizione). SPREAD Con questo termine di norma si indica:
• la differenza tra due tassi di interesse; • lo scarto tra le quotazioni denaro e lettera nelle contrattazioni in titoli; • la maggiorazione che l’emittente di valori mobiliari riconosce in aggiunta a un tasso
di riferimento. SPE/SPV Le Special Purpose Entity (SPE) o Special Purpose Vehicle (SPV) – detti anche “conduit” - sono soggetti (società, “trust” o altra entità) che vengono appositamente costituiti per il raggiungimento di un determinato obiettivo, ben definito e delimitato, o per lo svolgimento di una specifica operazione. Le SPE/SPV hanno una struttura giuridica indipendente dagli altri soggetti coinvolti nell’operazione e, generalmente, non hanno strutture operative e gestionali proprie. STAND-STILL Accordi volti a consentire alla clientela affidata che si trova in situazione di temporanea difficoltà economico-finanziaria il congelamento transitorio delle linee di credito in essere, nelle more del superamento dell’originaria condizione di difficoltà ovvero in attesa di definire la complessiva ristrutturazione del debito e la predisposizione di un nuovo piano industriale. STAKEHOLDER Individui o gruppi, portatori di interessi specifici nei confronti di un’impresa o perché dipendono da questa per la realizzazione di loro obiettivi o perché subiscono in modo rilevante gli effetti positivi o negativi della sua attività. STOCK OPTION Termine utilizzato per indicare le opzioni offerte a manager di una società, che consentono di acquistare azioni della società stessa sulla base di un prezzo di esercizio predeterminato. STRESS TEST Procedura di simulazione utilizzata per valutare l’impatto di scenari di mercato “estremi” ma plausibili sull’esposizione al rischio della banca. SURROGA Procedura mediante la quale il mutuatario (cioè chi ha stipulato un mutuo) contrae con un’altra banca un nuovo mutuo per estinguere il mutuo originario trasferendo alla nuova banca finanziatrice le medesime garanzie (in particolare l’ipoteca) che già assistevano la banca “originaria”. SWAP (INTEREST RATE SWAP E CURRENCY SWAP) Operazione consistente nello scambio di flussi finanziari tra operatori secondo determinate modalità contrattuali. Nel caso di uno swap sui tassi d’interesse (interest rate swap), le controparti si scambiano flussi di pagamento di interessi calcolati su un capitale nozionale
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di riferimento in base a criteri differenziati (ad es. una controparte corrisponde un flusso a tasso fisso, l’altra a tasso variabile). Nel caso di uno swap sulle valute (currency swap), le controparti si scambiano specifici ammontari di due diverse valute, restituendoli nel tempo secondo modalità predefinite che riguardano sia il capitale sia gli interessi. TASSO RISK FREE – RISK FREE RATE Tasso di interesse di un’attività priva di rischio. Si usa nella pratica per indicare il tasso dei titoli di Stato a breve termine, che pure non possono essere considerati risk free. TIER 1 (PATRIMONIO DI BASE) È costituito dal capitale versato, dalle riserve (ivi compreso il sovrapprezzo azioni), dagli strumenti innovativi di capitale (solo in presenza di condizioni che garantiscano pienamente la stabilità della banca)32, dall’utile del periodo, dai filtri prudenziali positivi del patrimonio di base. Da tali elementi vanno dedotte le azioni proprie, l’avviamento, le immobilizzazioni immateriali, le perdite registrate in esercizi precedenti e in quello in corso, le rettifiche di valore calcolate sul portafoglio di negoziazione a fini di vigilanza, i filtri prudenziali negativi del patrimonio di base. TIER 2 (PATRIMONIO SUPPLEMENTARE) È costituito dalle riserve da valutazione, dagli strumenti innovativi di capitale non computabili nel patrimonio di base, dagli strumenti ibridi di patrimonializzazione (passività irredimibili e altri strumenti rimborsabili su richiesta dell’emittente con il preventivo consenso della Banca d’Italia), dalle passività subordinate (per un ammontare ridotto di 1/5 durante i cinque anni precedenti la data di scadenza), dalle plusvalenze nette su partecipazioni, dai filtri prudenziali positivi del patrimonio supplementare, dall’eventuale eccedenza delle rettifiche di valore nette complessive rispetto alle perdite attese, dalle differenze positive di cambio. Da tali elementi vanno dedotte le seguenti componenti negative: le minusvalenze nette su partecipazioni, i filtri prudenziali negativi del patrimonio supplementare, altri elementi negativi. TIER 3 (PRESTITI SUBORDINATI DI 3° LIVELLO) Prestiti subordinati che soddisfano le seguenti condizioni:
• siano stati interamente versati; • non rientrino nel calcolo del patrimonio supplementare (cfr. definizione); • abbiano durata originaria pari o superiore a due anni; qualora la scadenza sia
indeterminata, sia previsto un preavviso per il rimborso di almeno 2 anni; • rispondano alle condizioni previste per le analoghe passività computabili nel
patrimonio supplementare ad eccezione, ovviamente, di quella concernente la durata del prestito;
• siano soggetti alla “clausola di immobilizzo” (c.d. “clausola di lock in”), secondo la quale il capitale e gli interessi non possono essere rimborsati se il rimborso riduce l’ammontare complessivo dei fondi patrimoniali della banca a un livello inferiore al 100% del complesso dei requisiti patrimoniali.
TRADING BOOK Solitamente identifica la parte di un portafoglio titoli, o comunque di strumenti finanziari in genere, destinata all’attività di negoziazione. TROR (TOTAL RATE OF RETURN SWAP) È un contratto con il quale il “protection buyer” (detto anche “total return payer”) si impegna a cedere tutti i flussi di cassa generati dalla “reference obligation” al “protection seller” (detto 32 Gli strumenti innovativi di capitale possono essere computati nel patrimonio di base entro un limite pari al 20
per cento dell’ammontare del patrimonio di base, comprensivo degli strumenti stessi. Nell’ambito di tale limite gli strumenti che prevedono clausole di revisione automatica del tasso di remunerazione (c.d. step-up) connesse con la facoltà di rimborso o clausole di altro tipo atte ad incentivare il rimborso da parte dell’emittente devono essere contenuti nel limite pari al 15 per cento dell’ammontare del patrimonio di base comprensivo degli strumenti stessi. Le eventuali eccedenze possono essere computate nel patrimonio supplementare, alla stregua di strumenti ibridi di patrimonializzazione.
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anche “total return receiver”), il quale trasferisce in contropartita al “protection buyer” flussi di cassa collegati all’andamento del “reference rate”. Alle date di pagamento dei flussi di cassa cedolari (oppure alla data di scadenza del contratto) il “total return payer” corrisponde al “total return receiver” l’eventuale apprezzamento della “reference obligation”; nel caso di deprezzamento della “reference obligation” sarà invece il “total return receiver” a versare il relativo controvalore al “total return payer”. In sostanza il TROR configura un prodotto finanziario strutturato, costituito dalla combinazione di un derivato su crediti e di un derivato sui tassi di interesse (“interest rate swap”- cfr. definizione). TRADING ON LINE Sistema di compravendita di attività finanziarie in borsa, attuato in via telematica. TRIGGER EVENT Evento contrattualmente predefinito al verificarsi del quale scattano determinate facoltà in capo ai contraenti. UNIT-LINKED Polizze vita con prestazioni collegate al valore di fondi di investimento. UPPER TIER 2 Strumenti ibridi di patrimonializzazione che concorrono alla formazione del patrimonio supplementare o Tier 2 (cfr. definizione) quando il contratto prevede che:
a) in caso di perdite di bilancio che determinino una diminuzione del capitale versato e delle riserve al di sotto del livello minimo di capitale previsto per l’autorizzazione all’attività bancaria, le somme rivenienti dalle suddette passività e dagli interessi maturati possano essere utilizzate per far fronte alle perdite, al fine di consentire all’ente emittente di continuare l’attività;
b) in caso di andamenti negativi della gestione, possa essere sospeso il diritto alla remunerazione nella misura necessaria a evitare o limitare il più possibile l’insorgere di perdite;
c) in caso di liquidazione dell’ente emittente, il debito sia rimborsato solo dopo che siano stati soddisfatti tutti gli altri creditori non ugualmente subordinati.
Gli strumenti ibridi di patrimonializzazione non irredimibili devono avere una durata pari o superiore a 10 anni. Nel contratto deve essere esplicitata la clausola che subordina il rimborso del prestito al nulla osta della Banca d’Italia. US GAAP (GENERALLY ACCEPTED ACCOUNTING PRINCIPLES) Principi contabili emessi dal FASB (Financial Accounting Statement Board), generalmente accettati negli Stati Uniti d’America. VAR (VALUE AT RISK) Misura la massima perdita potenziale che una posizione in uno strumento finanziario ovvero un portafoglio può subire con una probabilità definita (livello di confidenza) in un determinato orizzonte temporale (periodo di riferimento o holding period). WARRANT Strumento negoziabile che conferisce al detentore il diritto di acquistare dall’emittente o di vendere a quest’ultimo titoli a reddito fisso o azioni secondo precise modalità. ZERO-COUPON Obbligazione priva di cedola, il cui rendimento è determinato dalla differenza tra il prezzo di emissione (o di acquisto) ed il valore di rimborso.
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Relazione della Societàdi Revisione
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KPMG S.p.A.
Revisione e organizzazione contabile
Via Abate Gimma, 62/a70121 BARI BA
Telefono 080 5243203Telefax 080 5243425e-mail [email protected]
Relazione della società di revisione ai sensi degli artt. 14 e 6 delD.Lgs. 27 gennaio 2010, n. 39 e dell’art. 165 del D.Lgs. 24 febbraio1998, n. 58
Agli Azionisti diBanca Carime S.p.A.
Abbiamo svolto la revisione contabile del bilancio d’esercizio, costituito dallo statopatrimoniale, dal conto economico, dal prospetto della redditività complessiva, dalprospetto delle variazioni del patrimonio netto, dal rendiconto finanziario e dalla notaintegrativa, della Banca Carime S.p.A. chiuso al 31 dicembre 2010. La responsabilitàdella redazione del bilancio in conformità agli International Financial ReportingStandards adottati dall’Unione Europea, nonché ai provvedimenti emanati in attuazionedell’art. 9 del D.Lgs. n. 38/05, compete agli amministratori della Banca Carime S.p.A..È nostra la responsabilità del giudizio professionale espresso sul bilancio e basato sullarevisione contabile.
II nostro esame è stato condotto secondo i principi e i criteri per la revisione contabileraccomandati dalla Consob. In conformità ai predetti principi e criteri, la revisione è statapanificata e svolta al fine di acquisire ogni elemento necessario per accertare se ilbilancio d’esercizio sia viziato da errori significativi e se risulti, nel suo complesso,attendibile. Il procedimento di revisione comprende l’esame, sulla base di verifiche acampione, degli elementi probativi a supporto dei saldi e delle informazioni contenuti nelbilancio, nonché la valutazione dell’adeguatezza e della correttezza dei criteri contabiliutilizzati e della ragionevolezza delle stime effettuate dagli amministratori. Riteniamoche il lavoro svolto fornisca una ragionevole base per l’espressione del nostro giudizioProfessionale.
Per il giudizio relativo al bilancio dell’esercizio precedente, i cui dati sono presentati aifini comparativi, si fa riferimento alla relazione da noi emessa in data 18 marzo 2010.
A nostro giudizio, il bilancio d’esercizio della Banca Carime S.p.A. al 31 dicembre 2010è conforme agli International Financial Reporting Standards adottati dall’UnioneEuropea, nonché ai provvedimenti emanati in attuazione dell’art. 9 del D.Lgs. n. 38/05;esso pertanto è redatto con chiarezza e rappresenta in modo veritiero e corretto lasituazione patrimoniale e finanziaria, il risultato economico ed i flussi di cassa dellaBanca Carime S.p.A. per l’esercizio chiuso a tale data.
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KPMG S.p.A., è una società per azioni di diritto italiano e fa parte delnetwork KPMG di entità indipendenti affiliate a KPMG InternationalCooperative (“KPMG International”), entità di diritto svizzero.
Società per azioniCapitale socialeEuro 7.625.700,00 i.v.Registro Imprese Milano eCodice Fiscale N. 00709600159R.E A Milano N. 512867VAT number IT00709600159Sede legale Via Vittor Pisani, 2520124 Milano Mi ITALIA
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Bari, 23 marzo 2011
KPMG S.p.A.
Banca Carime S.p.A.Relazione della società di revisione
31 dicembre 2010
La Società, come richiesto dalla legge, ha inserito nella nota integrativa i dati essenzialidell’ultimo bilancio della società che esercita su di essa l’attività di direzione ecoordinamento. Il giudizio sul bilancio della Banca Carime S.p.A. non si estende a talidati.
La responsabilità della redazione della relazione sulla gestione in conformità a quantoprevisto dalle norme di legge e dai regolamenti compete agli amministratori della BancaCarime S.p.A.. E’ di nostra competenza l’espressione del giudizio sulla coerenza dellarelazione sulla gestione con il bilancio, come richiesto dalla legge. A tale fine, abbiamosvolto le procedure indicate dal principio di revisione n. 001 emanato dal ConsiglioNazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili e raccomandato dallaConsob. A nostro giudizio la relazione sulla gestione è coerente con il bilanciod’esercizio della Banca Carime S.p.A. al 31 dicembre 2010
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Alberto LongoSocio
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Relazione del Collegio Sindacale
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BANCA CARIME S.p.ARELAZIONE DEL COLLEGIO SINDACALE
AL BILANCIO AL 31/12/2010
Signori Azionisti,il progetto di Bilancio di esercizio della societ‡ Banca Carime S.p.A. al 31 dicembre 2010, èstato redatto dagli Amministratori ed approvato nella riunione del Consiglio diAmministrazione del 10 marzo 2011.Il Bilancio sottoposto alla Vostra attenzione è così composto:- Stato patrimoniale;- Conto Economico;- Prospetto della redditività complessiva- Prospetto di variazione del Patrimonio Netto;- Rendiconto Finanziario;- Nota Integrativa;- Allegati al bilancio.Esso è stato trasmesso al Collegio Sindacale dall’organo amministrativo, unitamente allaRelazione sulla gestione. Il Collegio ha acconsentito alla deroga dei termini temporalistabiliti dall’art. 2429, I comma Cod. Civ.Il Bilancio è stato redatto in conformità ai principi contabili internazionali emanatidall’International Accounting Standard Board (IASB) ed alle relative interpretazionidell’International Reporting Interpretation Committee (IFRIC), come omologati dallaCommissione Europea. Inoltre, è stato redatto in conformità alla normativa vigente dellaBanca d’Italia, con particolare riguardo alle disposizioni contenute nella Circolare n.262/2005 (come modificata dall’aggiornamento del 18 novembre 2009).Ai sensi dell’art. 155 e ss. del D.lgs. 58/98, il controllo contabile della Vostra societàcompete alla Società di Revisione, mentre competono al Collegio Sindacale le osservazionisul medesimo, nonché le valutazioni sul rispetto delle norme di legge in merito allagovernance della società ed alla sua corretta amministrazione ai sensi dell’art. 149 D.lgs.58/98.In relazione a ciò, il Bilancio è stato assoggettato a revisione contabile da parte della societàKPMG S.p.A, in esecuzione della delibera assembleare del 12 aprile 2007 che ha attribuitol’incarico fino alla redazione del bilancio di esercizio del 31 dicembre 2013, ai sensi degliartt. 2409 bis e quater c.c.;Sulla correttezza del medesimo è stata rilasciata attestazione da parte del Dirigente Prepostoalla redazione dei documenti contabili societari ai sensi dell’art. 154 bis del D.lgs. 58/98.Per la formulazione della presente relazione il Collegio si è attenuto ai principi dicomportamento raccomandati dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti edEsperti Contabili, facendo riferimento alle norme di legge che disciplinano il bilancio diesercizio sia con riferimento alle disposizioni generali del codice civile e dei principi
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contabili internazionali, sia alle disposizioni specifiche dettate dal D.lgs. 58/98, nonché alleistruzioni e comunicazioni della Banca d'Italia.I dati contabili riportati nel bilancio 2010, che si chiude con un utile di esercizio pari a €.37.651.858, possono così sintetizzarsi (dati in migliaia di euro):
ATTIVITÀ
PASSIVITÀ E NETTO
di cuiDebiti, fondi e passivitàCapitale e riserveUtile dell’esercizio
8.194.9651.551.680
37.652
9.784.297
9.784.297
STATO PATRIMONIALE
CONTO ECONOMICO
Proventi operativiOneri operativiRisultato della gestione operativa
Rettifiche/riprese di valore e accantonamentia fondi per rischi ed oneri, utile perditecessione investimenti e partecipazioniRisultato operativo corrente
al lordo delle imposte
Imposte sul reddito d’eserciziodelloperatività correnteUtile d’esericizio
353.516(262.110)
(22.449)
(31.305)
91.406
68.957
37.652
PRINCIPI DI REDAZIONE DEL RILANCIONella redazione del Bilancio, gli Amministratori si sono attenuti alle norme di cui all’art.2423 Cod. Civ., rispettando la generale conformità alla legge e ai corretti principi contabilinonché la rispondenza dello stesso ai fatti ed alle informazioni di cui il Collegio è aconoscenza a seguito della partecipazione alle riunioni degli organi sociali, dell'esercizio deisuoi doveri di vigilanza e dei suoi poteri di ispezione e di controllo.In particolare, il collegio. ha rilevato che:- sono stati rispettati i principi generali previsti dallo lAS 1 (Presentazione del bilancio),
nell’ottica della continuità aziendale e nel rispetto del principio della competenzaeconomica;
- relativamente alle fasi di classificazione, valutazione cancellazione, i principicontabili sono i medesimi adottati per la redazione del bilancio relativo all’esercizio2009;
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- gli schemi di bilancio adottati forniscono l’informazione al 31 dicembre 2010 incomparazione con i dati corrispondenti dell’esercizio 2009 e sono conformi a quellidefiniti dalla Circolare di banca d’Italia o. 262/2005 (e successive modifiche),
- non sono state effettuate compensazioni di partite;- non sono state operate deroghe ex art. 2423, IV comma, Cod. Civ.;- la nota integrativa è stata redatta nel rispetto delle previsioni della Circolare n.262/2005 illustrando le informazioni secondo la seguente articolazione:
politiche contabili;informazioni sullo stato patrimoniale;informazioni sul conto economico;redditività complessiva;informazioni sin rischi e sulle relative politiche di copertura;informazioni sul patrimonio;operazioni di aggregazione riguardanti impresa o rami d’aziendaoperazioni con parti correlate;accordi di pagamento basati su propri strumenti patrimoniali;informativa di settore.
- la relazione sulla gestione rappresenta esaurientemente la situazione delle società,partendo dello scenario di riferimento e presentando informazioni sull’andamentodella gestione nel suo complesso, sul sistema di controllo interno, sugli schemi dibilancio riclassificati, sull’attività di ricerca e sviluppo, sui rapporti contrattuali infra-gruppo, sui fatti di rilievo avvenuti dopo la chiusura dell’esercizio e sulla prevedibileevoluzione della gestione,
- sono stati compiutamente illustrati i rapporti intrattenuti con le parti correlate;- sono state esposte le operazioni di particolare rilievo avvenute nell'esercizio e per le
quali è richiesta una specifica informativa ai soci;- nella nota integrativa sono state riportate le informazioni sui rischi a cui la società è
esposta e le relative politiche di copertura, nonché le informazioni sull’adeguatezzapatrimoniale.
CRITERI DI VALUTAZIONE
Per i principali aggregati di bilancio, la nota integrativa riporta gli specifici criteri diclassificazione, valutazione, cancellazione.In particolare, il Collegio ha effettuato i controlli necessari per poter formulare leconseguenti osservazioni, riscontrando che non sono emerse discordanze rispetto alle norme di riferimento. Nello specifico:- la valutazione delle voci di bilancio riflette l'applicazione del criterio del costo, ad
eccezione delle attività e passività finanziarie il cui valore è stato determinato applicandoil criterio del fair value (strumenti finanziari detenuti per la negoziazione,inclusi i prodotti derivati, e strumenti finanziari disponibili per la vendita);
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- nell’esercizio in corso, la banca non ha effettuato riclassificazioni di portafogliodelle attività finanziarie da categorie valutate a fair value verso categorie valutate alcosto ammortizzato;
- la voce Fondi per rischi ed oneri è costituita principalmente dalla valutazioneattuariale del premio di anzianità previsto dai vigenti contratti integrativi, dagliaccantonamenti per premio aziendale e da un accantonamento prudenziale inerenteil fondo pensione interno. Tale ultimo accantonamento deriva dalla necessità diprocedere ad un affinamento del modello di calcolo del fondo, con particolareriferimento alle rendite da liquidare agli aderenti al fondo stesso. Alla data dipresentazione del bilancio la migliore e più prudente stima della maggiore passivitàriveniente dall’aggiustamento del metodo di calcolo ammonta a €. 3.408.000.
- in ordine alla rappresentazione delle imposte anticipate e differite, è stato riportatoil dettaglio in apposita sezione della Nota Integrativa;
ATTIVITÀ DI VIGILANZA
Circa l’attività di vigilanza, il Collegio, nominato dall’Assemblea dei soci del 6 aprile 2010,ha partecipato alle riunioni del Consiglio di Amministrazione e del Comitato Esecutivodella società, dando atto sia della regolarità delle stesse nel rispetto del Codice Civile, delloStatuto sociale e degli indirizzi emanati dall’Organismo di Vigilanza, sia dell’assenza diazioni imprudenti o azzardate ovvero in conflitto di interesse o contrasto con le delibereassunte dall’Assemblea.
Il Collegio ha, inoltre, accertato che la società si è dotata di un modello aggiornato diOrganizzazione, Gestione e Controllo ai sensi della normativa ex D.lgs. 231/2001, in temadi reati societari, sicurezza del lavoro e antiriciclaggio. A tal fine, si dà atto della regolareattività e conseguente produzione della prescritta periodica informativa da parte delpreposto Organismo di Vigilanza.
Il Collegio attesta che nel corso dell’esercizio sono state regolarmente svolte le verificheperiodiche previste dalle norme di legge, nel corso delle quali:
a) ha accertato la regolare predisposizione da parte dell’organo amministrativodelle relazioni trimestrali e semestrali sull’andamento della gestione;
b) ha periodicamente vigilato, per quanto di propria competenza, sull’adeguatezzadella struttura organizzativa della società sul rispetto dei principi di correttaamministrazione. A tal proposito, i sindaci hanno acquisito dagliamministratori e dai responsabili delle varie funzioni aziendali le informazionisull’attività svolta, nonché sulle operazioni di maggior rilievo trattate dallaBanca, verificandone la conformità alla Legge ed allo Statuto sociale;
c) ha vigilato sull’adeguatezza del sistema di controllo interno e sulla continuaevoluzione del sistema amministrativo-contabile, nonché sull’osservanza delledisposizioni in materia emanate delle Autorità di Vigilanza, anche medianteincontri periodici e scambi informativi con i preposti alla funzione di InternalAuditing, con la Società di Revisione e con l’Organismo di vigilanza;
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d) ha vigilato sul rispetto delle norme in materia di Trasparenza bancaria, diAntiriciclaggio e di Antiterrorismo, nonché di obblighi di segnalazione delleoperazioni sospette ex D.lgs.231/2007;
e) ha accertato la regolare attività di controllo della funzione Compliance rivolta allaverifica periodica dell’adeguatezza ed efficacia della funzione di conformitàcome attuata ai sensi delle Disposizioni di Vigilanza della Banca d’Italia e delleDisposizioni regolamentari della Capogruppo;
f ) ha vigilato sul rispetto delle procedure previste per i rapporti con particorrelate;
g) ha verificato l’osservanza delle norme di legge inerenti la formazione el'impostazione del bilancio e della relazione sulla gestione;
Il Collegio dichiara di non aver ricevuto durante l'esercizio denunce ex art. 2408 Cod.Civ.
Nel corso dell’attività di vigilanza non sono state riscontrate operazioni atipiche oinusuali tali da richiedere la segnalazione agli organi di controllo o la menzione nellapresente relazione. NÈ, al riguardo, vi sono state segnalazioni da parte della Società diRevisione.
I sindaci dichiarano di non essere a conoscenza di eventi per s quali si sia manifestatal’esistenza di interessi degli amministratori per conto proprio o di terzi.
Riguardo alla Società di Revisione KPMG, incaricata del controllo contabile, nonrisultano corrisposti compensi diversi dalla revisione del bilancio.Il Consiglio di Amministrazione nell’anno 2010 ha proseguito l’adeguamento deisistemi di controllo della Banca soprattutto per quanto concerne il rischio di credito edi mercato. L’Internal Audit ha svolto i prescritti programmi di controllo direttamente sullaBanca fornendo al Collegio Sindacale ed agli Amministratori il risultato delle sue verificheper mezzo di relazione trimestrale. Il Collegio ritiene, a tal proposito, che il sistema dicontrollo interno sia sufficientemente adeguato alle dimensioni della Banca.
OSSERVAZIONI SUL BILANCIO D’ESERCIZIO E SULLA PROPOSTA DI APPROVAZIONE
Sulla base dei risultati emersi e delle verifiche operate il Collegio Sindacale ritiene che ilBilancio e la documentazione sottoposti dall’organo amministrazione all’approvazionedell’Assemblea siano idonei a fornire con chiarezza la rappresentazione veritiera e correttadella situazione patrimoniale, finanziaria ed il risultato economico dell’esercizio al 31dicembre 2010.
Signori Sociin considerazione di quanto precedentemente esposto, d Collegio Sindacale esprime
parere favorevole all’approvazione del progetto di bilancio al 31 dicembre 2010 sottopostoalla Vostra attenzione, concordando con la proposta dell’organo amministrativo in meritoalla destinazione dell’utile di esercizio.
Napoli-Bari, 23 marzo 2011
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Finito di stampare
Giugno 2011
da Grafica 080 (Modugno - Ba)