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CONCORSO PER LALLESTIMENTO DEL MUSEO DI STORIA DELLA MEDICINA E DELLA SALUTE DI PADOVA 12 MAGGIO 2004 RELAZIONE PROGETTUALE FULVIA PREMOLI MARIA BEATRICE SERVI ANTONELLA HUBER MATTEO DONINI ANTONIO FABRIS MAURIZIO CORTI

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CONCORSO PER L’ALLESTIMENTO DEL MUSEO DI STORIA DELLAMEDICINA E DELLA SALUTE DI PADOVA

12 MAGGIO 2004

RELAZIONE PROGETTUALE

FULVIA PREMOLI MARIA BEATRICE SERVI ANTONELLA HUBER MATTEO DONINI ANTONIO FABRIS MAURIZIO CORTI

Indice.

1- La filosofia del progetto.

2- L’ edificio e gli interventi architettonici.

3- Il percorso e le sezioni.

4- Il sistema espositivo.

5- L’arredo degli ambienti non espositivi.

6- Le soluzioni illuminotecniche.

7- Il progetto multimediale.

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1- LA FILOSOFIA DEL PROGETTO.

• Impianto generale e modifiche architettoniche.

Obiettivi del progetto sono un adeguato adattamento dell'edificio storico alla funzionemuseale, in grado però di segnarne i nuovi caratteri e garantire il miglioramento dellagestione dei flussi interni delle tre aree principali distinguibili all'interno del sistema:

- servizi al pubblico, con accesso dalla strada- funzioni temporanee e biblioteca, con accesso senza biglietto sulla destra del

cortile- aree espositive permanenti, con accesso a pagamento dai collegamenti

verticali sulla sinistra del cortile.

Un ruolo chiave è rappresentato dal cortile che, se visibile a distanza o di scorcioanche dalla strada, può costituire quel traguardamento ottico utile come valore disegnacolo che in un museo generalmente è rappresentato dalla facciata: qui, unasorta di facciata in negativo. Il cortile è inoltre il punto centrale del sistema di orientamento e per questa funzioneva liberato da ogni possibile interferenza.A tale proposito il progetto suggerisce una modifica del layout architettonico chelibera visivamente il cortile dalla rampa, migliorando la fruizione del portico e lavisione dei prospetti.

• Caratteri del percorso espositivo.

Il percorso si sviluppa su tre livelli, accompagnando il visitatore in un viaggio che dalmondo di oggi, a piano terra, attraversando il mondo di ieri al primo piano con lastoria dell'ospedale e dell’assistenza nella città, arriva al secondo piano a sottolinearela funzione della didattica e della divulgazione espressa dalla storia dell'Università ein futuro anche dal museo.In sintesi un viaggio circolare che riconnette l'oggi all'oggi, attraverso una serie diracconti trasversali, tessuti insieme secondo una trama che permette al visitatore dinon perdersi nella quantità di informazioni e di sollecitazioni proposte.

I tre livelli, infatti, hanno densità diverse sulle quali calibrare il peso delle informazionie gli aspetti spettacolari:

Livello ILa città di oggi e l'assistenza:

pochi minuti di informazioni filmate solo per ricordare gli elementi centrali del raccontoe gli obiettivi del percorso; un approccio al tema del museo che può essere lettoanche a conclusione della visita, come occasione di ricapitolazione del ‘viaggio’ e disosta prima di uscire nuovamente nella città.

Livello IILa storia dell'ospedale e la città di ieri:

é qui che il percorso concentra la massima intensità spettacolare: il punto di maggioretensione è la grande aula della pianta pavimentale, su cui si affaccia a balconata

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anche il livello superiore. E' la storia dell'ospedale, e il suo rapporto con la città antica,a diventare tema di riferimento intorno al quale ruotano tutti gli altri temi.

Livello IIIILa ricerca e l'insegnamento della medicina nella storia dell'Università:

qui la narrazione si svolge intorno alla funzione didattica e di ricerca. La parte piùspettacolare viene riservata all’Orto Botanico e ad alcuni grandi maestri, primo fra tuttiAndrea Vesalio, ma anche al viaggio all'interno del corpo, con scelte dove latecnologia moderna adottata per mostrarlo, allude anche al nuovo modo di osservaree di indagare: dalla sala anatomica alla tomografia assiale computerizzata.

L'allestimento, pur utilizzando un sistema modulare, si snoderà alternando momenti dimaggiore o di minore sollecitazione visiva e/o sonora, in qualche modo segnalandoun percorso più breve che segue il ritmo degli effetti speciali, e uno più lento che puòadottare i tempi dell'approfondimento.

2- L’EDIFICIO E GLI INTERVENTI ARCHITETTONICI.

Il progetto di allestimento, vertendo soprattutto sull’assetto degli spazi interni e sullapresentazione dei temi museali, con la gamma di mezzi di comunicazione più ricca estimolante possibile in relazione agli argomenti trattati, non è tenuto a entrare più chetanto nel merito delle soluzioni relative al trattamento dell’edificio.Tuttavia alcuni suggerimenti appaiono legittimi – e doverosi – su alcuni aspetti cheinteragiscono con il layout dell’allestimento stesso, sostanzialmente in merito allanuova rampa porticata del progetto esecutivo fornito dalla Provincia di Padova.Questa infatti è intesa a risolvere l’accessibilità alle diverse quote e, al contempo, ariproporre la memoria del quadriportico originario dell’antica fabbrica. Se tale obiettivoappare condivisibile, la soluzione disegnata che si propone come base su cuiorganizzare l’allestimento presenta tuttavia, a nostro giudizio, alcuni punti deboli:

- il percorso della rampa penalizza il lato ovest del complesso, perchè crea unaccesso molto sacrificato (“in sottorampa” si direbbe) alla biblioteca Pinali epassa davanti alle aperture dei piani superiori disturbando la visuale siadall’interno (che è il meno dei mali, trattandosi di depositi), sia dall’esterno,trattando le aperture come fatti residuali e trascurabili, quasi che questo fosseun volume tecnico defilato e non un componente fondamentale della tipologiaedilizia

- la distanza tra il piano di calpestio della rampa e l’intradosso della copertura(questa tutta in piano) è per ampi tratti molto elevata, tale cioè da non offrireadeguata protezione dalle intemperie in caso per esempio di pioggia o neve distravento

- la mancanza di tamponamento laterale della rampa, inoltre, la rendepraticamente inutilizzabile ai fini espositivi, se non per materiali lapidei, cheperaltro non caratterizzano in maniera significativa le collezioni da esporre.Un’eventuale analogia con il portico antico di palazzo Bo è per questo aspettoimpraticabile.

Gli elaborati concorsuali del nostro gruppo formulano una proposta diversa perquesto aspetto del progetto, che si allega a un livello di definizione solo tipologico

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e in scala ridotta (1:300); proposta che non stravolge il layout funzionale delprogetto architettonico, ma vi introduce alcuni aggiustamenti. Questa si basa su:- realizzazione di scala con ascensore nel lato est del nuovo porticato, per

l’accesso al piano ammezzato e al primo piano. La scala accanto al coffee-shop rimane, per consentire un accesso veloce e comodo dagli uffici alle saleespositive, ma si elimina il relativo ascensore recuperandone lo spazio perfunzioni di servizio (ai piani terreno e ammezzato) ed espositive (ai piani primoe secondo)

- in luogo della rampa si propongono: a piano terra il porticato vetrato sui latiesposti a sud e ovest. Sul lato di destra rispetto all’ingresso del complesso,dopo l’ingresso ai locali destinati a esposizioni temporanee, parte una rampache conduce all’ingresso della biblioteca Pinali a quota +135, dove è statoaggiunto un ascensore. Sul quarto lato del cortile, quello a sud e a ridosso delmuro di confine, il sistema colonne / trabeazioni è privo di vetrazione e dicopertura e diventa traliccio per piante rampicanti e fondale di un palcosmontabile, da collocarsi nel cortile in occasione di spettacoli all’aperto (e dastivarsi in un apposito locale al piano terreno)

- a +292 (piano ammezzato) un ballatoio largo 120 cm. netti collega il primosbarco di scala/ascensore con gli uffici

- a +570 la scala sbarca e non prosegue oltre, immettendo nel portico e daquesto alle sale del museo. A questa quota il portico, coperto e vetrato, èpresente solo sui lati esposti a sud e ovest e viene adibito a spazio espositivoe a sosta ‘panoramica’, che consente di gettare lo sguardo sul complessosottostante. Per tutta la sua superficie, la vetrazione del portico sarà dotata ditende a rullo ad azionamento elettrico in spessore di detrazione. Si tratta diuna tecnologia orami diffusa, particolarmente nei musei, indispensabile comela climatizzazione per difendere le opere dai raggi solari diretti

- a + 910 la visita museale prosegue tramite la scala/ascensore del latonord/angolo ovest; il portico vetrato non interessa questo piano

- la copertura del sistema dei portici sarà posta a +470 per il lato ovest; a + 890per i lati nord ed est; un adeguato trattamento di facciata colmerà il gap tra ledue quote (+520 e +570) del primo piano dei corpi ovest e nord.

3- IL PERCORSO MUSEALE E LE SEZIONI.

L’idea di base è che il Museo di Storia della Medicina si fonda su un patrimonio dioggetti e di documenti originali significativo e determinante per la stratificazioneculturale che incorpora. Tuttavia il tema stesso del museo esige una mediazione aifini un’esperienza significativa.L’allestimento del museo è esattamente questa mediazione, che mette in campo unagamma articolata di mezzi di comunicazione capaci di dilatare il potenziale deglioggetti e dei documenti esposti.Si tratta di presentare gli oggetti e i documenti come ‘testimoni’ o ‘sintomi’ di storie,piccole e grandi, di cultura materiale e di cultura scientifica, attorno ai quali vienemessa in scena una presentazione ‘interpretativa’.‘Mettere in scena’ è un criterio allestitivo che si confronta prima di tutto con lo spazioarchitettonico entro cui il museo viene collocato: quello spazio specifico diviene unodei più forti criteri ordinatori dell’esperienza offerta dal museo. Accanto ad esso sicollocano, e ne potenziano le qualità, tutti gli altri apparati comunicativi atti a

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valorizzare i documenti autentici, su cui si costruisce la narrazione museale: testi,immagini, modelli fisici e virtuali, filmati, video interattivi e nonKTra questi, si è ritenuto utile suggerire l’embrione di un coordinamento dell’immaginegrafica esemplificato nell’interfaccia del sito intranet/internet del museo, denominatoMe.Sa. (museo della Medicina e della Salute), che esprime l’intenzione di radicare lanuova struttura anche nel linguaggio collettivo.Un altro elemento di strategia comunicativa è la possibilità di documentare il making-of del museo, dalla concezione iniziale, al progetto, fino alla concreta realizzazione,con un video destinato alla promozione presso il pubblico, presso eventuali sponsorse presso le istituzioni di vario grado.

Segue un’elencazione abbastanza dettagliata delle possibili unità espositive, redattaa partire dalla relazione illustrativa dell’idea museale fornita dall’Amministrazioneprovinciale di Padova. Tali unità sono costruite come assemblaggio di apparaticomunicativi organizzati in forma architettonica. E’ evidente che i temi e il mix diapparati sono assunti senza pretesa di puntualizzazioni di contenuto, che non sonocongruenti con le richieste del bando di concorso, ma come occasioni di simulazioneallestitiva1.

Tavola 1 - Piano terra (+20)Accedendo dalla strada al complesso del San Francesco Grande, la prima veduta èsulla corte, arricchita da un fondale porticato e attrezzata come spazio scenicoall’aperto.a), b), c), d) L’ambiente di accoglienza comprende anzitutto la biglietteria, dedicata almuseo e alle esposizioni temporanee eventualmente a pagamento. Una serie di pc alibera consultazione fornisce informazioni sugli eventi del Me.Sa. e della rete culturalecittadina. E’ inoltre prevista la distribuzione a pagamento di ausili audiovisivi wirelesse un capace guardaroba (circa 150 indumenti) a self-service.

1. unità espositiva : L’assistenza ospedaliera a Padova e nel Veneto. Storia eattualità. Il percorso narrativo del museo comincia con un tema caratterizzante: nello spazio diaccoglienza previsto al piano terreno, è una presentazione in video su grandeschermo (durata circa 5’) della città come luogo storico di erogazione di assistenza, ilcui emblema è la figura del francescano Sant’Antonio, dedito per regola all’assistenzaai bisognosi e agli ammalati.

Tavola 2 - Primo piano (+570)

La salita al primo piano è ‘premiata’ innanzitutto dalla vista panoramica sul complessoe sul cortile, godibile da una zona di sosta piacevolmente attrezzata (vedi schedaarredi a catalogo 4).

1. unità espositiva: Modello dell’area ospedaliera realizzato in occasionedella mostra di Parigi. Pannelli esplicativi con la riproduzione di alcuni deidocumenti dell’Archivio di Stato che illustrano la crescita dell’area (documentida rendere complessivamente consultabili on-line nel museo); pc interattivocon le norme che dovevano regolare la vita dell’ospedale; pannelli coneventuali foto illustranti gli usi succedutisi nella fabbrica dopo la sua

1 La numerazione adottata corrisponde a quella delle tavole di progettoFULVIA PREMOLI MARIA BEATRICE SERVI ANTONELLA HUBER MATTEO DONINI ANTONIO FABRIS MAURIZIO CORTI 6

dismissione come ospedale; pannelli riferiti allo stato di fatto rilevato efotografato prima del restauro

2. unità espositiva: Sibilia de’ Cetti e Baldo da Piombino de’ Bonafari,fondatori dell’Ospedale di San Francesco Grande. Pannelli narrativi,gigantografia su supporto in tela degli affreschi che li rappresentano in atto didonare la chiesa e l’ospedale; pannelli con immagini di documenti d’archivio;foto gigante della pietra tombale

3. unità espositiva: Palazzo Bo: storia e costruzione del sito. L’introduzione diquesto argomento arricchisce la descrizione del rapporto tra la città el’Università. Pannelli con immagini di documenti d’archivio

4. unità espositiva: L’ospedale nei rapporti con lo Studio di Padova. Ipersonaggi che lo frequentavano; la cattedra ‘de pulsibus et urinis’ (esame delpolso e delle urine); il salasso; la cauterizzazione. Pannelli con testi esplicativie immagini di documenti d’epoca; raffigurazioni di alcuni personaggi chefrequentavano l’ospedale: Marco Oddo, Albertino Bottoni, l’uomo delle vene espiegazione dei loro lavori con sonoro narrato dai singoli personaggi (initaliano con opzioni in inglese e in latino se del caso)

5. unità espositiva: Il termalismo euganeo. Pannelli di testi e immagini;riproduzione degli oggetti dei musei veneti mediante renderings in 3D;topografia delle fonti termali presentata con foto (per l’ambiente naturale),pannelli di rilievi geologici, modello dell’area; pannelli dedicati a Pietrod’Abano, ai Dondi, a Bartolomeo Montagnana, a Michele Savonarola, allacattedra “ad thermas Aponenses”, a Domenico Vandelli, a SalvatoreMandruzzato. Un breve video su pc interattivo dedicato alle termenell’Ottocento, luogo di cura e mondanità si suppone, come tutte le termedell’epoca, con implicazioni architettoniche e di costume e riprese dal verooggi

6. unità espositiva: Giovanni del Monte e il suo ruolo nell’innovazione della curanell’Ospedale di San Francesco Grande. Pannelli con riproduzione del ritratto,narrazione dei metodi, eventuali disegni illustrativi d’ambiente (p. es.: il medicoche presta le cure al letto d’ospedale)

7. unità espositiva: La città di Sant’Antonio, genius loci dello spirito di cura.Pannelli esplicativi del culto di S. Antonio; narrazione e raffigurazione deimiracoli del “cuore dell’avaro” e della “gamba riattaccata”; gigantografia delquadro di Pietro Damini a San Canziano con il ritratto del Fabrici

8. unità espositiva: I regolamenti e la sorveglianza sulla salute pubblica.Pannelli che citano norme illustrandole con disegni esplicativi, per esempioraffigurando situazioni tipiche della sorveglianza (il ciarlatano, il controllodell’accattonaggio...); nelle bacheche, tra l’altro, si potrebbero collocare deipiccoli diorami con scenette di genere

9. unità espositiva: La sanità veterinaria. Concezione e impianto simili alprecedente

10. unità espositiva: La peste. Pannelli esplicativi del fenomeno a Padova conrelativi metodi di disinfezione e cura; documentazione sui lazzaretti; modello inresina con l’abito del medico dotato di maschera a becco; pc interattivoillustrante l’origine e diffusione della peste in Europa dal Trecento fino alla suascomparsa; iconografia della peste e rapporto tra la peste e il sacro,presentata con proiezione lenta di quadri accompagnati da un sonoro a bassovolume di brani dal Decamerone, dal Ruzante, dal Manzoni e da Camus. Nelformato digitale di illustrazione del presente progetto è allegato un breve video

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esplicativo di un possibile approfondimento sul tema, pensato per lapostazione interattiva. Le pareti della sezione 10 sono tinteggiare in verdeacido (v. abaco materiali e colori)

11.come sopra12. unità espositiva: L’ospedale giustinianeo. Lo sviluppo degli ospedali nel

‘700 in Europa. Ritratto del vescovo Giustiniani in campo rosso (v. abacomateriali e colori); pannelli di testo e immagini dedicati ai progetti per il nuovoospedale, con modello del medesimo (per es. uno spaccato che ne illustri laconcezione tipologica e la raffronti con la progettazione degli ospedali nelSettecento); pannello dedicato all’evento del trasferimento da San FrancescoGrande al Giustinianeo nel 1798; al prospetto dei medici e chirurghidell’ospedale; bacheche con documenti e strumenti provenienti dall’ospedalestesso; eventuali arredi posti su pedane e sotto vetro

13. unità espositiva: Il vaiolo. Pannelli esplicativi del fenomeno a Padova e dellericerche e applicazioni e provvedimenti di prevenzione e cura; pannelli dedicatia Emanuele Timoni, Giacomo Pilarini, Francesco Berzi; video interattivo supostazioni pc con storia della lotta al vaiolo, delle vaccinazioni e dell’opera diEdward Jenner. Le pareti della sezione 13 sono tinteggiare in verde acido (v.abaco materiali e colori)

14. unità espositiva: Cabinet de curiosités o Wunderkammer. Si propone unaricostruzione da quadri o documenti d’epoca, in analogia con quanto realizzatoal Museo di Storia Naturale di Milano per la sezione dedicata a ManfredoSettala. Nella planimetria di progetto, pertanto, ci si è limitati a identificare lospazio dedicato alla sezione

15. unità espositiva: Farmacia omeopatica. Contenitore con bacheca e pannelliesplicativi

16. unità espositiva: Farmacia settecentesca e donazione Maggioni. Anche perquesta sezione, composta da arredi e suppellettili specifiche, ci si è limitati aidentificare uno spazio. Si ritiene inoltre che essa debba far parte delpatrimonio permanente del museo, non limitandone la fruizione in occasione diesposizioni temporanee

17. unità espositiva: Le origini dell’Università di Padova fino al Quattrocento.Mappa delle Università presenti in Europa tra ‘200 e ‘400. Pannelli ebacheche dedicati ai vari personaggi e alle loro attività, all’università castrense;ai programmi d’insegnamento; bacheche per ai rotuli e ai vari documenti chesarà possibile esibire

18. unità espositiva: L’evoluzione delle tecnologie diagnostiche. Posta nellagalleria vetrata che conduce alla conclusione del percorso museale, è davisitarsi dopo le sezioni del secondo piano, dove si affronta il tema della ricercasul corpo. La conoscenza dei meccanismi e delle strutture che ne regolanofunzioni e disfunzioni, viene presentata in una sezione diacronica che spaziadalle prime dissezioni anatomiche dei pre-vesaliani fino alle indaginidiagnostiche con le nuove tecnologie. Per l’illustrazione degli elementiespositivi, si rimanda alla descrizione del paragrafo 4.1 e al disegno dellatavola 5

19. unità espositiva: Nuove frontiere della medicina. Pannelli illustrativi deidiversi temi; pc interattivi con video e approfondimenti on-line.

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Il percorso del primo piano prosegue, dopo l’unità espositiva 17 dedicata allanascita dell’Università a Padova (e in Europa), con la salita al secondo pianomediante la scala e l’ascensore dell’angolo di nord ovest della fabbrica.

Tavola 2 - Secondo piano (+910)

1. unità espositiva: L’Università a Padova e l’insegnamento della medicina.Dal ‘500 al ‘700. Pannelli e bacheche dedicati ai vari personaggi e alle loro attività, in analogia con la sezione 17

2. unità espositiva: L’Orto Botanico. Elemento multimediale con bachecapannelli di testi e immagini, descrittivi delle terapie, degli insegnamenti dellabotanica, del codice di Dioscoride; modello in resina del fabbricante di teriacatratto dal Grevembroch ; postazioni interattive. Per una migliore descrizione

dell’allestimento, si vedano il paragrafo 4.1 e la tavola 4. Nel formato digitale di illustrazione del presente progetto è allegato un breve video esplicativo di un possibile approfondimento sul tema, pensato per la postazione interattiva. Nel medesimo formato, inoltre, si è allegato un possibile collegamento intranet ad archivi remoti del sistema universitario. 3. unità espositiva: L’introduzione del metodo quantitativo in medicina. Pannelli dedicati a Santorio Santorio e alla sua opera; modelli di letto, balneatorium e sedia-bilancia posti su pedane e sotto vetro; bacheche per strumenti del Santorio 4. unità espositiva: Formazione del personale non medico; deontologia medica. Pannelli dedicati alla illustrazione delle scuole e dei relativi programmi; alla deontologia medica e ai trattati di Cristoforo Barzizza,

Alessandro Benedetti, Gabriele Zerbi, Alessandro Knips Macoppe; modelliin resina di personale non medico negli abiti di servizio; sonoro con letturadegli aforismi in lingua originale (latino e dialetto) e traduzione italiana einglese

5. unità espositiva: L’anatomia. Pannelli dedicati ai vari personaggi e alla loroopera, alle tavole anatomiche, allo scheletro di Basilea; bachechecontenenti originali o ristampe di pregio dei trattati anatomici e ricostruzionidi strumenti anatomici (questi in rendering 3D)

6. unità espositiva: Andrea Vesalio. De humani corporis fabrica. Pannelli e bacheche; in particolare, la gigantografia su tela dei paesaggi vesaliani fada sfondo a riproduzioni delle tavole anatomiche, montati su appositisupporti e collocate lungo la passerella est della sala centrale

7. unità espositiva: L’anatomia allo Studio. G.B. Morgagni. Modello del teatro anatomico in scala 1:10 esistente; tre ritratti del Morgagni in camporosso; pannelli dedicati alla sua opera, alla sua biblioteca, ai suoi successori

8. unità espositiva: La chirurgia, dal paleoveneto all’800. Pannelli dedicatialle tecniche nelle varie epoche, ai vari personaggi e alla loro opera, alletavole di illustrazione dei metodi di intervento; bacheche contenenti originalio ristampe di pregio dei trattati e strumenti chirurgici o ricostruzioni distrumenti (questi in rendering 3D)

9. unità espositiva: Le specialità medico-chirurgiche. Pannelli dedicati allevarie specialità, ai personaggi e alla loro opera; in particolare GirolamoMercuriale, De arte gymnastica”

10. unità espositiva: La scoperta della circolazione del sangue. Pannelli dedicati ai vari personaggi e alla loro opera (Serveto, Colombo, Fabrici,

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Cremonini, Rudio), agli schemi circolatori, ad Harvey nel contesto dello Studio padovano; riproduzioni in scala 1:1 dei ritratti di Serveto, Colombo e Harvey su sfondo blu (v. abaco materiali e colori).

Il percorso museale, come già descritto, si conclude al primo piano nelle sezioni18 e 19. La discesa al piano terreno incontra nuovamente l’aera di sosta‘panoramica’ e, di sotto, l’introduzione alla storia della medicina e della salute invideo.

4- IL SISTEMA ESPOSITIVO.

Il Museo che si prefigura è caratterizzato dalla eterogeneità: degli spazi in cui sicolloca, tutti ambienti diverso l’uno dall’altro, spesso con pareti non perpendicolari traloro; degli argomenti da rappresentare (medicina, insegnamento, cura della persona,legislazione, archeologia, tecnologia, religione, filosofia, arte, architettura...); deireperti e dei materiali (documenti cartacei, riproduzioni, quadri, strumenti,modelli,supporti multimediali e altro ancora).Un’eterogeneità che se da un lato va evidenziata in quanto ricchezza del progetto,dall’altro espone al rischio latente di creare confusione, di non chiarire ed evidenziare,annegando tutto il materiale esposto in una cacofonia di suoni. Cio vale in particolareper le scelte di illuminazione,Allora è necessario serrare il discorso, renderlo lineare ma appiattirlo, evidenziandoe smorzarzando dove necessario.Nell’esporre il punto di partenza deve essere l’oggetto, che ci parla nella suaevidenza materica: l’espositore è la cornice comunicativa, il mezzo che valorizza.

4.1- L’esposizione permanente

Gli oggetti hanno forma, dimensione, e sono fatti di materiali diversi.E’ quindi necessario disegnare contenitori diversi tra loro, ma imparentati tra di loro,per creare continuità e fluidità.Si è incominciato a progettare “il contenitore”, quello con più possibilità: vetrina,pannelli esplicativi, supporto multimediale, illuminazione. Un contenitore che’ vive divita propria’, che potrebbe riassumere in se stesso una piccola esposizione, una sortadi moderna wunderkammer.Anche le linee sono un compendio di possibilità: la retta, la curva, gli angoli retti equelli acuti interagiscono tra di loro creando una forma che allude alla dinamicità, unasorta di lama ricurva che affonda nello spazio.Si è poi fatta un’opera di sottrazione: levando le parti ritenute inutili per la tipologia dimateriale espositivo che si prefigurava di esporre, si sono create delle unità modulari,che sommate tra di loro si riconducono all’espositore di partenza.Queste unità, sono assolutamente autonome: autoportanti, illuminate dall’interno,assolvono il loro compito (evidenziare e descrivere) senza bisogno dell’ausilio dellealtre.Ma alle altre unità si ricollegano, per forma e materiale.Ognuno di questi espositori, alti 2,30 m, è composto da lastre, lineari o curvate, dimultistrato di acero, alla cui base sono praticate delle fessure di aereazione.

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Un top di lamiera in acciaio corten microforata chiude il mobile, al contempoconsentendo all’interno del mobile un riscontro d’aria con le fessure sottostanti. Ove necessario si predisporranno unità forate, per alloggiare vetrine espositive incristallo.L’illuminazione di dettaglio viene fornita da un sistema integrato di fibre ottiche, conilluminatore alloggiato nell’intercapedine superiore del mobile stesso.

Accanto a queste unità modulari si sono progettati altri oggetti che creano dei puntifocali:

- nel salone centrale, visibili dall’ alto, sono stati posti dei diaframmi incristallo curvato, ad interrompere e direzionare il percorso dei visitatori.A terra una grande riproduzione di P. Mortier della Padovasettecentesca ci riporta all’esterno del Museo, alla dimensione storicadell’edificio nel suo rapporto con la città.Da questa pianta emergono due poli complementari: il modello in legnodi San Francesco Grande e la sua evoluzione Settecentesca conl’Ospedale Giustintaneo, trattato con un materiale trasparente(plexiglass) per sottolinearne la dimensione futura rispetto allaplanimetria del Mortier.I pannelli in cristallo, sempre di altezza 2,30 m, focalizzano l’attenzionesu alcune emergenze che non sono solo architetture ma simbolifondamentali della storia di Padova: l’Università, il Santo, l’OrtoBotanico, oltre che i due Ospedali. Rimandano inoltre agliapprofondimenti delle unità espositive collocate nelle varie nicchiecircostanti.Questi elementi si sviluppano poi in altezza mediante cavi in acciaioche si agganciano alle travi del sottotetto: a rifrangere la luce e riempirelo spazio vuoto sono stati posti dei pannelli traforati in lamiera di acciaiocorten, che riproducono uno degli aspetti meno compromessi dalpassare del tempo della vecchia fabbrica, e cioè il porticato esterno diimpronta gotica, elemento di affaccio sulla città qui assunto per il suovalore emblematico.Al piano superiore il cristallo curvato diventa il sostegno di riproduzioniin resina, degli antichi ‘abitanti’ del complesso: medici, pellegrini, malati,religiosi, inservienti, studenti si affacciano dalla balconata ad evocare lemolte esperienze che si consumavano all’interno dell’Ospedale.

- Sempre di cristallo sono altri elementi espositivi: per i modelli anatomiciin cera dell’Hofmeyer, assunti a titolo di esempio, si è scelto un impattovolutamente spettacolare.I reperti, provvisti delle loro cornici originali, verranno presentati senzasoluzione di continuità, come compressi tra le lastre di cristallo, in mododa evidenziarne l’omogeneità non solo figurativa ma anche culturale.Un modo anche per evitare un certo rifiuto che riproduzioni di questotipo possono suscitare, senza togliere nulla alla possibilità di un piùattento esame dettagliato di ciascun elemento.

- Per la sezione sull’Orto Botanico è previsto un altro diaframma incristallo multistrato, con faccia acidata. Serve da supporto a un pannellodi forex trattato con vernice riflettente su cui si proietteranno immagini

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riferite alla storia dell’Orto, ad un pc interattivo in cui è possibileaccedere ad approfondimenti sul tema e ad alcuni pannelli esplicativi.

- Lo stesso oggetto viene ripetuto nella sezione riguardante la scopertadella circolazione del sangue.

- L’itinerario museale viene ‘animato’ da una serie di personaggi che siricollegano al passato e si proiettano verso le possibilità future nelcampo della medicina.Oltre alle riproduzioni in resina che si sporgono dalla balconata delsecondo piano, se ne incontrano altri, a suggerire la presenza di figureemblematiche: Il venditore di teriaca, gli ausiliari, scienziati, tutti inresina sintetica, con abiti dell’epoca appositamente confezionati dasartorie teatrali.Astratte sagome trasparenti ‘abitano’ invece una delle ultime sezioni,destinata alle nuove frontiere della tecnologia diagnostica, dove unaserie di silhoutte in perspex si stagliano nella luce della galleria vetrata,integrate da piccoli monitor posizionati in corrispondenza di specificheparti del corpo, a raccontare le strutture nascoste del nostro corpoindagate con le tecnologie ‘di frontiera’.

Le finiture delle pareti del museo saranno a gesso bianco, fatta eccezione per lesezioni della peste e del vaiolo, in tinta verde, e delle pareti che supportano quadri, intinta rossa (come da campionatura allegata).

4.2 – Gli spazi per le esposizioni temporanee.

Le tre sale dedicate alle esposizioni temporanee, confinanti con la sala conferenze,sono state allestite cercando soluzioni all’impronta della flessibilità.La prima sala serve anche da reception, quindi sarà arredata con poltroncine edelementi espositivi con caratteristiche uguali a quelle del museo, ma con trattamentosuperficiale di verniciatura di colore giallo uovo, a poro aperto.Uno di questi elementi avrà incorporato un monitor che fornirà informazioni suglieventi in corso.La sala più grande sarà allestita mediante una serie di pannelli appesi a travimediante cavi in acciaio.I pannelli sono formati da due cornici in multistrato di acero che fermano due lastre inplexiglass, a protezione dei pannelli in forex che verranno utilizzati come supporto peri materiali cartacei delle varie mostre.Rimuovendo le lastre di vetro è possibile appendere direttamente alle cornici,mediante tiranti, quadri e altro materiale prevalentemente bidimensionale.Il pregio di questo sistema è la possibilità di scegliere di volta in volta laconformazione da dare all’allestimento (a nicchie, lineare, ortogonale o diagonalerispetto alle oareti della sala...), adeguandolo alle esigenze tecniche ed espressive diogni esposizione.Inoltre si ha la possibilità di svuotare completamente lo spazio, immagazzinando ipannelli, nel caso si ponesse la necessità.Come fondale a questi pannelli si immagina la parete di divisione con la salaconferenze, anch’essa verniciata con una tinta giallo uovo.

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5- L’ARREDO DEGLI AMBIENTI NON ESPOSITIVI

Per l’arredo degli spazi non espositivi sono stati scelti mobili attualmente inproduzione, da integrare con elementi da disegnare ad hoc.La linea seguita è quella di arredi di buon disegno e ottimi materiali, che non lascinospazio ai compiacimenti formali ma piuttosto garantiscano elevati standard di comfortsia dal punto di vista ergonomico che percettivo.Anche in questo caso è predominante il legno d’acero, combinato con il cristalloacidato e l’alluminio metallizzato.

5.1- Biblioteca e sala informatizzata.

La biblioteca ha dovuto adattarsi agli spazi irregolari dell’edificio storico. Pernon sottrarre spazio funzionale alla biblioteca, non si è provveduto a unareception autonoma, ipotizzando che il necessario filtro all’ingresso siaassicurato dalla reception del museo .All’ingresso, al piano terra, si è optato per un pannello angolare che funga dadivisione tra il vano scala e l’ascensore, e che avrà funzione di informare gli utenti sulfunzionamento della biblioteca.Sempre al p.t. sono stati posizionati degli armadietti per depositare cartelle e borse.Sbarcando al piano superiore, sia con le scale che con l’ascensore, ci si trova in unpiccolo atrio, con una postazione per la ricerca su catalogo informatizzato.Nella sala di lettura, equipaggiata con otto posti a sedere per gli utenti e un banconeper l’addetto alla biblioteca, si è sistemato un arredo composto da tavoli con piani inacero e struttura in alluminio metallizzato, con schermature in lamiera d’acciaio.Per il deposito libri, scaffali standard in metallo.Lo stesso arredo, tranne il bancone, si ripete al primo piano.Per la sala informatizzata si ripeteranno arredi con le medesime caratteristiche diquelli della biblioteca, provvisti di canaline per l’elettrificazione in lamiera di acciaiopressopiegato.

5.2- Sala conferenze.

Per la sala conferenze è previsto un arredo funzionale ma di ottimo design:- un lungo tavolo per i relatori con struttura in tubi di acciaio, verniciato a polveriepossidiche color cromo e piano di cristallo sabbiato a forte spessore- una serie di poltroncine impilabili imbottite, con rivestimento di stoffa, disposte a filedi colori diversi- le indispensabili attrezzature tecnologiche (schermo avvolgibile, proiettori a soffitto,impianto audio, collegamento alla rete).

5.3- Uffici piano mezzanino.

Per gli uffici si ripete lo stesso tipo di arredo usato per la biblioteca, cambiando lefiniture, che saranno per i piani delle postazioni operative in colore giallo sabbia,mentre per l’ufficio direzionale si avranno piani in acero naturale e in cristallo acidato.Scaffalature con cassetti e ripiani in acero.

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Poltroncine imbottite in stoffa bicolore.

5.4- Book-shop e unità interattiva 1. Unità interattiva 2.

L’ipotesi su cui si è lavorato è stata quella di creare due diverse tipologie cheriunissero un’ attività commerciale ad un’attività informativa.Il book-shop potrebbe prefigurarsi come una vera e propria libreria divulgativa di temiscientifici e medici, e l’unità 1 ad essa strettamente collegata dovrebbe essere unpunto di raccolta dati e di informazione di eventi culturali.L’altra unità potrebbe essere organizzata come una farmacia che venda rimedi dellamedicina tradizionale (prodotti erboristici, ad esempio come quelli fabbricati daiMonaci Camaldolesi), ma sia allo stesso tempo terminale di una banca-dati prepostaalla salute del cittadino.In questa ottica gli arredi sia per il book-shop che per la farmacia dovrebbero essereparticolarmente confortevoli, con piccole zone attrezzate con poltroncine e tavoli consedute.Per la parte operativa si rimanda agli arredi degli altri uffici.

5.5 - Coffee-shop.

Il coffee-shop, su due livelli, ha un bancone che potrà essere caratterizzato con unlogo o scritta, in modo da collegarlo idealmente al Museo.L’arredo previsto sarà informale, con sedute colorate e piccoli tavolini quadrati conpiano laccato e struttura in acciaio.Al piano superiore due salette saranno attrezzate con più tavoli per quattro persone.

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SCHEDA ARREDI A CATALOGO 1

Biblioteca

Piani di lavoro in acero europeo, strutture in doppio tubolare metallico di sezionerettangolare, gambe in tubo metallico conificato, schermi e gonne in lamiera dialluminio verniciata a polveri epossidiche nei colori alluminioBancone con canaline per l’elettrificazione in lamiera di acciaio pressopiegato.Produzione IBOFFICE, serie UR305.

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SCHEDA ARREDI A CATALOGO 2

Uffici

Sistema che utilizza piani compatti in medium density laccato in “laminato liquido” adalta durezza nel colore giallo sabbiaTutti i giunti tra i vari elementi e per schermi, gonne e mensole sono in pressofusionedi alluminio.Contenitori e cassettiere in con struttura portante in lamiera di acciaio pressopiegataverniciata in colore alluminio metallizzato. Produzione IBOFFICE, serie FL201

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SCHEDA ARREDI A CATALOGO 3

Sala conferenze: tavolo per relatori con struttura in acciaio, verniciata a polveriepossidiche nel colore cromo, piano in cristallo sabbiato a forte spessore.Produzione IBOFFICE, serie UR030.

Sedie fissa con braccioli muniti di copribracciolo in plastica, impilabile con e senzaruote, regolabile in altezza. Base in tubolare d’acciaio cromato lucido. Scoccaanatomica in multistrato imbottita e rivestita in tessuto o in pelle. Colori: rosso, giallo egrigio.Produzione DePadova,modello Cirene.

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SCHEDA ARREDI A CATALOGO 4

Poltroncine per sosta (galleria vetrata, book-shop, sala esposizioni temporanee).Girevoli su base fissa in acciaio e poliuretano stampato nero. Struttura in acciaio,imbottitura in poliuretano espanso, rivestimenti in tessuto sfoderabile nei colori giallo,blu e rosso.Produzione Cassina, modello Aki Biki Canta.

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SCHEDA ARREDI A CATALOGO 5

Coffe-shop:

Tavolini di altezza 45 cm. quadrati con piani laccati nei colori: arancio, e blu ;struttura in alluminio. Produzione Cassina, modello 252 On-Off

Poltroncine con struttura in alluminio verniciato di colore grigio chiaro. Le scocche del sedile/bracciolo e dello schienale sono in materiale plastico conimbottitura in poliuretano espanso. Rivestimento in tessuto antimacchia giallo, blu erosso.Produzione Cassina,modello 344 Dun

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6- LE SOLUZIONI ILLUMINOTECNICHE.

6.1- La luce naturale.

Il problema della frammentazione degli spazi, che ha disegnato un progettoespositivo articolato e serrato, influenza anche le scelte illuminotecniche.

Il “contenitore” non ha, dal punto di vista della luce naturale, le caratteristiche ottimali:come per tutti gli edifici d’impianto medievale, la necessità di controllare latemperatura con aperture di modeste dimensioni ha giustificato la scelta di finestrepoco ampie.Inoltre la sua stessa funzione originaria di ospedale, induceva a scelte di penombra,legata al concetto di malattia e guarigione.L’apertura in facciata in epoca più recente di finestroni non riesce a mutaredrasticamente questa lettura.Ma l’illuminazione naturale è importante, non tanto perché possa, a questecondizioni, apportare un contributo nel dettagliare reperti e documenti, ma perchépermette di modulare e non appiattire il discorso allestitivo.Una luce sempre uguale, sia temporalmente sia spazialmente, rende difficile lacontinuità d’attenzione da parte dell’osservatore, e allora ecco che l’illuminazioneproveniente dall’esterno, schermata e diffusa da pannelli semitrasparenti in stoffacolor avorio, aiuta a rompere l’omogeneità visiva.L’unico luogo nell’edificio in cui la luce naturale acquista un ‘peso’ rilevante,diventando elemento stesso d’allestimento, è nella galleria vetrata posta tra pianoterra e primo piano.Galleria che non è solo parte del percorso espositivo, ma anche luogo di sosta, equindi di stacco percettivo ed emotivo da un contesto carico di suggestioni ememorie, anche intense.La vetrata si affaccia sulla corte interna, dove trovano posti scampoli di natura(acqua, prato, pietra) all’interno di un disegno architettonico.Attraverso queste vetrate il visitatore si contestualizza, può leggere più facilmente ilpercorso che l’ha condotto da un fuori all’interno del contenitore-museo.Allora è importante garantire la visibilità, ma contemporaneamente schermarla,evitare fenomeni d’abbagliamento: l’utilizzo di vetri con una retinatura sfumata, piùfitta verso l’alto e via via degradante fino alla piena trasparenza permette di calibrarela luce esterna.

6.2- La luce artificiale.

Nel progettare l’illuminazione di un museo legato ad un discorso e a una metodologiascientifici, ma anche ad una lettura più ampiamente culturale, è necessario unapproccio che eviti l’omogeneizzazione e la semplificazione..Qui abbiamo un contenitore che non è neutro, ma che nella sua articolazionespaziale ci racconta la sua particolarissima storia.E poi abbiamo una grande quantità di messaggi, sotto sembianze tra le più disparate:documenti, opere d’arte, oggetti d’uso quotidiano, oggetti straordinari, riproduzionivirtuali, riproduzioni materiali, e altro ancora.Il problema non è solo dare visibilità, ma guidare lo spettatore attraverso un discorsoche ha le sue pause e i suoi ritmi.

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Allora ritorna il problema, come per la luce naturale, di modulare anche quellaartificiale, per evitare l’eccessiva omogeneità: in sintesi una luce di fondo noninvasiva e tante luci ‘puntuali’, che dettaglino ed evidenzino il materiale esposto.

A parte il salone centrale, le sale del museo hanno dimensioni e altezze modeste,con forme trapezoidali lunghe e strette. Importante scegliere apparecchi illuminantinon invasivi, ma che assolvano con discrezione alla loro funzione.Un sistema a lampade fluorescenti ad alta resa dei colori, montate a pareti su modulicostituiti da profili in alluminio estruso, è ritenuto ottimale, oltre che per lecaratteristiche tecniche di risparmio energetico anche per le ridotte dimensioni chegarantiscono un minimo impatto visivo (scheda n.1)Ove necessario questo sistema è integrato con proiettori realizzati in pressofusioned’alluminio e materiale termoplastico, a parete, con emissioni a basso voltaggio.Inoltre in ambienti particolari, in cui sia importante anche dare rilievo all’aspettocomunicazionale ed emotivo (ad esempio nella zona riservata alle grandi epidemie),oltre all’uso del colore nelle pareti s’ipotizza anche l’uso di filtri colorati da applicareagli spot (scheda n.2).

Il salone centrale al primo piano è, anche dal punto di vista dell’illuminazione,l’ambiente che con la sua configurazione a doppia altezza e nicchie, presenta lamaggiore disomogeneità.Qui la luce artificiale d’ambiente è trattata diversamente, con l’utilizzo di un sistemaagganciato al ballatoio di cavi con lampade a bassa tensione, che emettono una lucecontinua, quasi naturale.Una luce che serve a rischiarare l’ambiente, allestito in modo da evocare la cittàstorica e i suoi luoghi destinati alla cura.Una sorta di proiezione all’interno del mondo esterno: luce chiara e diffusa, comequella solare.Inoltre i cavi orizzontali s’incrociano con i cavi di sostegno verticali, formando unreticolo tridimensionale che aiuta a percepire lo spazio vuoto racchiuso dal ballatoio(scheda 3).Al piano superiore la carrozzatura del condotto dell’impianto di condizionamentopermette di avere un supporto su cui incassare gli spot che illuminano le nicchie.

Anche per le sale dedicate alle esposizioni temporanee la soluzione d’ambiente èrisolta con illuminazione a bassa tensione su cavo, proprio per fornire una base diluce neutra, da potenziarsi secondo gli allestimenti con spot a parete.Inoltre anche qui si è voluto giocare con la sovrapposizione di due disegni: unoformato dalla maglia ortogonale delle travi di sostegno dei pannelli mobili, l’altro,diagonale, formato dai cavi d’illuminazione.Per analogia la stessa illuminazione è proposta per la sala conferenze, una salarigorosamente funzionale, in cui l’unico segno ‘gratuito’ è lasciato a terra dal cerchioperimetrale illuminato a fibre ottiche, che rileva la permanenza della memoria (l’anticopozzo) nella nostra contemporaneità.La luce che dettaglia ed evidenzia è fornita da un’illuminazione integrata con isupporti espositivi.La scelta della fibra ottica è apparsa ottimale: riuscendo a trasportare la luce senzaemettere calore permette di posizionarla senza problemi all’interno di contenitori pocoareati.

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Il problema del calore prodotto dagli illuminatori (uno per elemento) è risolto medianteil loro posizionamento alla sommità d’ogni singolo elemento, dove sono presentigriglie d’aerazione,Per la sezione dedicata alle esposizioni temporanee si è cercata una soluzioneflessibile, che permette diverse serie di combinazioni in pianta dei supporti.Per questo i singoli pannelli sono dotati di illuminazione integrata del tipo a fibraottica, collegata agli illuminatori a soffitto mediante tiranti di sostegno tubolari.Gli stessi illuminatori possono essere smontati facilmente dal loro alloggiamentomediante viti, e riposizionati in altri punti.

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SCHEDA ILLUMINAZIONE 1

Modulo fluorescente finalizzato all’impiego di un tubo T26 da 18W. Realizzato inestrusione di alluminio, presenta delle nervature sulla propria sagoma, che hanno lafunzione di irrigidire la struttura. Il riflettore asimmetrico è realizzato in due parti inalluminio superpuro 99,85%. La componentistica per il funzionamento della lampadaè alloggiata nella parte superiore del riflettore. Completo di tappi di chiusura inpolicarbonato.Cablaggio posizionato nella parte superiore del riflettore e composto da starterelettronico, alimentatore elettromagnetico, condensatore di rifasamento e filtroantidisturbiradio.Dimensioni: 652X147mm H =87mm. Produzione iGuzzini, modello Sella.

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SCHEDA ILLUMI�AZIO�E 2

Proiettore con adattatore, realizzato in pressofusione di alluminio e materialetermoplastico. L’apparecchio può essere ruotato di 340° sull’asse verticale e inclinatodi +/- 100° rispetto al piano orizzontale I movimenti di rotazione ed inclinazionepossono essere bloccati meccanicamente per garantire il puntamento dell’emissioneluminosa ( anche durante le operazioni di manutenzione).Installazione a soffitto/parte tramite un’apposita basetta da ordinare separatamente.Produzione iGuzzini, modello Le Perroquet.

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SCHEDA ILLUMI�AZIO�E 3

Struttura in acciaio al cromo, completa di vetro di sicurezza in pyrex trasparente,sorgente luminosa alogena lineare, alimentazione 230 V. il sistema consente allacoppia di cavi sino ad un massimo di 2500 watt.L’alimentazione avviene solo da una estremità, indifferentemente a soffitto o a parete.Produzione Fontana Arte, sistema di illuminazione su cavi paralleli.

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7- IL PROGETTO MULTIMEDIALE

Cos’è Me.Sa.org

Me.Sa. – acronimo di Medicina e Salute – nasce dalla necessità di coniugare,all’interno di un progetto organico e complesso, l’allestimento del “Museo di Storiadella Medicina e della Salute” della città di Padova con la creazione di un importantearchivio digitale strutturato su più livelli.

Naturalmente la fruizione mediata dal computer ha dei limiti evidenti: si tratta di unapura simulazione, una fruizione “poco reale”. Fatto sta che l'utilità del rapporto tra artee tecnologie informatiche, già dimostrato dai CD-ROM multimediali, ha trovato suInternet una importante conferma. Su Web si possono trovare ormai moltissimi sitirealizzati da musei (dai più piccoli ai più importanti del mondo), gallerie, o in generalededicati ad artisti e a movimenti artistici. E tale utilità è testimoniata anche dal fattoche in molti casi la presenza sul Web ha funzionato da ottimo strumento dipromozione del museo reale, riuscendo a incrementare il numero dei visitatori.

Frutto di questa prolifica attività di ricerca sono numerosi tentativi di definizione delconcetto stesso di museo virtuale. In generale possiamo dire che con museo virtualesi intende una collezione di risorse digitali di ambito artistico-culturale accessibilemediante strumenti telematici. Dal punto di vista dei contenuti, un museo virtuale puòessere costituito da digitalizzazioni di quadri, disegni, diagrammi, fotografie, video, sitiarcheologici e ambienti architettonici, sia che essi costituiscano in sé e per sé beniprimari, sia che invece siano delle rappresentazioni secondarie di beni e repertiprimari. In questa definizione rientrano sia i sistemi informativi accessibili in modolocale (ad esempio all'interno delle sale del museo) o ristretto (ad esempio lacreazione di una rete Intranet fruibile solo da postazioni collocate nell’edificio perl’accesso a tutta la banca dati del museo), sia risorse realizzate per essere accessibilipubblicamente mediante la rete Internet.

Si deve ricordare, d'altra parte, che il museo virtuale on-line non si poneassolutamente come alternativa al museo reale, del quale non può in alcun modosostituire le funzioni. Piuttosto, esso va immaginato come uno strumento che affiancale tradizionali istituzioni museali nello svolgimento dei loro compiti didattici edespositivi, oltre che come mezzo di promozione del museo stesso. La naturainterattiva e ipermediale del Web, infatti, si presta a fornire agli utenti tutte quelleinformazioni di contesto che facilitano la comprensione storica di un reperto o diun'opera.

In questo senso, anche la stretta relazione che esiste tra musei reali e musei virtuali(vere e proprie simulazioni digitali della controparte reale) potrebbe esseretendenzialmente superata per fare luogo a siti museali virtuali nel vero senso deltemine: archivi di risorse digitali che dinamicamente prendono forma e si attualizzanoin rappresentazioni di un insieme di opere o di reperti che costituiscono un percorsointerpretativo voluto dall'utente o progettato da un esperto. In questo modo sarebbecompletamente superata la decontestualizzazione forzata cui gli oggetti depositatinelle teche sono destinati, e la conseguente impossibilità di afferrare il loro sensostorico e sociale da parte del pubblico non specialista.

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Il CD-ROM che presentiamo non è altro che l’esemplificazione digitale del progetto edelle sue linee guida, fruibili mediante l’ipertestualità e la multimedialità proprie delWorld Wide Web.

Le scelte progettuali, le tavole, i percorsi e gli approfondimenti tematici, sono suddivisiin una struttura “navigabile” con l’intento di offrire gli spunti necessari acompletamento del nostro progetto.

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