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Torino
16/01/2016Relazione e Supporto Sociale nei Disturbi
Psichici
Dott. Baiardi
Relazione e Supporto
Sociale nei Disturbi Psichici
La PsichiatriaTorino 16 gennaio 2016
Dott. Gianluca Baiardi
Torino
16/01/2016
La Psichiatria La psichiatria ha per oggetto i disturbi psichici, o mentali,
e ne studia la natura e i rimedi. Per disturbi psichici si
intendono sia quei comportamenti devianti, sia anche
quegli stati di sofferenza soggettiva, che sono
ragionevolmente attribuibili a disfunzione, cioè a
patologia, della normale capacità individuale di elaborare
i dati dell'esperienza. Non rientrano dunque nella
psichiatria né i comportamenti devianti di interesse
strettamente criminologico, dove la capacità di elaborare
l'esperienza ordinaria non è di per sé patologicamente
alterata, né quelle sofferenze soggettive, come per
esempio la depressione del lutto oppure la risposta di
ansia o di panico a situazioni rischiose, che possono
essere intese come elaborazioni commisurate all'evento
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Disturbi Psichici
Dott. Baiardi
Giovanni Jervis
Enciclopedia delle scienze sociali (1997)
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Uno stato di
sofferenza
psichica,
prolungato nel
tempo, che
incide sul
vivere
quotidiano
dell'individuo,
causando
molti altri
problemi sul
piano affettivo,
socio-
relazionale e
lavorativo.
La salute non è
soltanto
“assenza di
malattia”, non è
neppure uguale
a semplice
“normalità” e
non indica,
infine, una forma
di adattamento
assoluto ed
acritico al
proprio ambiente
sociale.
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Dott. Baiardi
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Con l'espressione
malattia mentale,
si fa riferimento
all'insieme di
quelle condizioni,
i disturbi mentali,
caratterizzate da
alterazioni nei
pensieri, nei
comportamenti
e/o nell'umore,
accompagnate da
sofferenza e, in
alcuni casi da
deterioramento
delle funzioni
mentali
Con l'espressione salute
mentale, secondo la
definizione dell‘ OMS, si fa
riferimento ad uno stato di
benessere emotivo e
psicologico nel quale
l'individuo è in grado di
sfruttare le sue capacità
cognitive o emozionali,
esercitare la propria
funzione all'interno della
società, rispondere alle
esigenze quotidiane della
vita di ogni giorno, stabilire
relazioni soddisfacenti e
mature con gli altri,
partecipare
costruttivamente ai
mutamenti dell'ambiente,
adattarsi alle condizioni
esterne e ai conflitti interni.
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Come distinguere la salute dalla
malattia?
CRITERI
sofferenza personaleè malato mentale chi sente, soggettivamente,
una qualche sofferenza
Integrazione socioculturaleil malato è colui che non è
adeguatamente integrato nella società
normalità statisticail malato è colui che
assume comportamenti o
atteggiamenti diversi dalla
maggioranza
etichettamentoè malato colui che viene
definito tale da una figura
professionale competente
in materia sintomatico-descrittivouna persona viene definita “malata” se presenta
alcuni sintomi, indicati in un manuale diagnostico
come specifici di una determinata patologia
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Psicosi - Schizofrenia La schizofrenia, dal greco schizo (scindo) e phren (mente),
ossia “scissione della mente”, è uno dei disturbi mentali
più gravi. Il primo ad utilizzare questo termine fu lo
svizzero Eugen Bleuler, nel 1908.
Circa una persona su cento soffre di questo disturbo,
caratterizzato da episodi psicotici acuti durante i quali il
soggetto perde la capacità di distinguere la realtà
dall’immaginazione, manifesta evidenti alterazioni delle funzioni
psichiche ed una pesante destrutturazione della propria identità
personale.
La schizofrenia colpisce a un certo punto della loro vita circa lo
0,3-0,7% delle persone. Ciò corrisponde a una prevalenza di 24
milioni di persone in tutto il mondo nel 2011. Essa si verifica 1,4
volte più frequentemente nei maschi rispetto alle femmine e di
solito appare prima negli uomini.
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Schizophrenia, World Health Organization, 2011
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Segni e sintomi - POSITIVI
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Allucinazioni: sono percezioni senza oggetto, non
originate cioè da uno stimolo fisico esterno, ma che
appaiono al soggetto come assolutamente reali. Possono
interessare tutti gli organi di senso, ma le più diffuse sono
quelle uditive. In quest’ultime il soggetto può sentire
suoni, rumori, ma più frequentemente voci umane, che
possono discutere tra loro o commentare il suo
comportamento, spesso in modo offensivo o
provocatorio.
Deliri:
sono convinzioni errate che nascono da una
sbagliata interpretazione dell’esperienza e non sono
spiegabili facendo riferimento alla cultura e alla
società in cui il paziente vive. Queste convinzioni
sono impermeabili alla critica, cioè è impossibile
rendere consapevole il soggetto della loro
infondatezza attraverso un’argomentazione
puramente razionale. Esistono diversi deliri tipici, tra
i quali:
‐ i deliri persecutori;
‐ i deliri di riferimento;
‐ i deliri di furto o di inserzione del pensiero.
c. Disturbi formali del pensiero:
si tratta di disturbi nell’articolazione logica e
razionale del pensiero. I discorsi appaiono
confusi, non hanno uno scopo ben definito e
risultano spesso incoerenti, semplici “insalate
di parole” composte per pura assonanza
fonetica.
d. Disturbi del comportamento: consistono nel
fatto che il soggetto può agire spesso in modo
strano, eccessivamente impulsivo, inadeguato
alla situazione o comunque bizzarro.
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Segni e sintomi - NEGATIVI
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Sintomi “negativi” (che tolgono qualcosa alla
normale attività psichica)
a. Appiattimento emotivo: è manifestato dal
volto immobile e inespressivo
b. Apatia: incapacità di provare emozioni,
soprattutto positive, e mancanza di interesse
per qualsiasi attività
c. Asocialità: tendenza a ritirarsi dai rapporti e
dalle situazioni sociali
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Disturbi dell'umore Emozioni, sentimenti ed umore sono stati affettivi. Le prime
insorgono rapidamente, ma hanno una durata limitata nel
tempo (da pochi minuti a qualche ora); i secondi sono più
stabili e prolungati; l'umore, invece, è il tono affettivo di
base che colora l'intera esperienza del soggetto per lunghi
periodi di tempo (mesi o anni). Le alterazioni dell'umore
possono essere di tipo maniacale o depressivo ed hanno
un andamento episodico (si alternano periodi di normalità
ad alcune crisi cicliche).
È necessario distinguere le alterazioni patologiche dell'umore
da quelli che possono essere stati affettivi fisiologici (ad
esempio la normale tristezza o euforia in presenza di un evento
tragico o gioioso).
Il tono dell'umore può essere: in asse, se è nella norma;
deflesso o slivellato, sotto la norma (eccesso di tristezza o “depressione”)
elevato o espanso, sopra la norma (eccesso di euforia o “mania”).
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Depressione I pazienti affetti da depressione vivono un profondo senso di sconforto,
non hanno speranze per il futuro, sono molto insicure; la loro vita
quotidiana è resa difficile dalla presenza di alcuni sintomi classificabili in:
disturbi dell’affettività. il soggetto è triste, scoraggiato, abbattuto, si dispera, piange,
si chiude in sé stesso e soffre; è caratterizzato da anedonia (incapacità di provare
piacere), indifferenza per ciò che accade intorno e per le persone che gli stanno
vicino,;
disturbi cognitivi e del pensiero: è caratterizzato da calo della concentrazione,
rallentamento del pensiero, il paziente ha scarsa autostima, si sente inadeguato,
incapace, inferiore agli altri, pensiero della morte sia come paura per problemi
ipocondriaci, sia come tentativo di suicidio per smettere di soffrire, allucinazioni
uditive, dello schema corporeo, gustative, olfattive, in minor numero visive; nelle
depressioni psicotiche si hanno idee deliranti gravi di colpa, persecuzione, rovina
economica.;
disturbi somatici e neurovegetativi . disregolazione del ciclo sonno-veglia,
alterazione dell’appetito per perdita del piacere alimentare, astenia, affaticabilità,
pesantezza psicofisica e torpore, calo della libido e dell'efficienza sessuale, sintomi
cardiovascolari, sintomi gastrointestinali, sintomi urogenitali;
disturbi psicomotori: caratterizzati da rallentamento fisico oltre che del pensiero; il
paziente è inetto, resta a letto tutto il giorno, non si interessa della sua igiene
personale, non parla, ha caratteristiche catatoniche come sguardo fisso e
rallentamento dell’attività mimico-gestuale e verbale ;in alcuni casi si ha un
atteggiamento di agitazione psicomotoria con movimenti senza pace portati dall’ansia
e dall'insofferenza
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Mania La mania è una condizione psicologica caratterizzata da grande euforia,
illimitata autostima e fuga dispersiva delle idee, dei progetti e delle attività.
Si differenzia dalla normale gioia o felicità per il suo carattere irrazionale e
per la perdita del contatto con il mondo reale. Gli stati maniacali spesso
compromettono i rapporti sociali e l'attività lavorativa. :
Disturbi cognitivo-percettivo: caratterizzato da disturbi delle funzioni intellettive,
del pensiero e della percezione, il paziente si sente iperattivo, anche se a livello
intellettivo il rendimento si rivela scarso perché facilmente distraibile ed
inconcludente, il pensiero è accelerato, ma sempre superficiale e scherzoso, è
presente una elevata autostima con scarsa capacità di critica e di giudizio sui
propri limiti, che possono portare ad atteggiamenti pericolosi, può possedere
delle lievi idee deliranti di persecuzione e di riferimento, Comparsa di sintomi
psicotici come il delirio + mania confusa con perdita delle associazioni mentali e
dei riferimenti spazio-temporali, intensa agitazione psicomotoria, fenomeni
allucinatori uditivi
Disturbi psicomotori: l’accelerazione del pensiero è accompagnata da una
iperattività motoria, fisica, gestuale e verbale (logorrea).
Disturbi somatovegetativi: si hanno iperfagia con aumento del peso, per
aumentato piacere gustativo, o dimagrimento per aumentata attività motoria,
diminuita affaticabilità nonostante l’iperattività motoria, disregolazione del ritmo
sonno-veglia per diminuita durata del sonno, senza patire l’insonnia, aumento
della libido con disinibizione e ipersessualità.
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Disturbi dell'umore unipolari Disturbo depressivo maggiore
Epidemiologia: prevalenza del 10-25% nella popolazione
femminile e del 5-12% in quella maschile;
Esordio: principalmente tra i 20 e i 30 anni, ma può
comparire a qualsiasi età
Disturbo distimico Epidemiologia: prevalenza del 6% con frequenza maggiore
nel genere femminile di 2-3 volte rispetto genere maschile
Esordio: si distingue un disturbo distimico precoce, prima
dei 21 anni, e un disturbo distimico tardivo
Disturbo maniacale o ipertimico Epidemiologia: prevalenza del 0,1-0,5% con frequenza
maggiore nei soggetti maschi
Esordio: tra i 15 e i 35 anni
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Disturbi dell’umore bipolari
Disturbo bipolare I Epidemiologia: prevalenza del 0,4-1,6% con uguale
distribuzione tra i sessi
Esordio: tra i 15 e i 40 anni
Disturbo bipolare II Epidemiologia: prevalenza del 0,5% con frequenza
leggermente superiore nel sesso femminile
Esordio: più tardivo rispetto al disturbo bipolare I, tra i 30 e i
50 anni
Disturbo ciclotimico Epidemiologia: prevalenza del 0,4-1% con uguale
distribuzione tra i sessi;
Esordio: lento, in età adolescenziale;
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Disturbi d’ansia
I disturbi d’ansia sono disturbi psichici caratterizzati dalla
presenza di un eccesso di ansia che interferisce con il normale
svolgimento della vita quotidiana dell’individuo e rappresenta
una condizione di generale attivazione delle risorse fisiche e
mentali del soggetto che compromette la sua efficienza
funzionale.
L’ansia è un disturbo mentale molto comune, che colpisce circa
il 25% della popolazione. In alcune situazioni un’ansia moderata
può essere utile, come nel caso dello svolgimento di una prova,
in quanto stimola lo studio e aumenta il livello di attenzione
durante la prestazione. In altri casi però, quando supera certi
limiti e raggiunge livelli troppo elevati, rischia di compromette la
vita dell’individuo.
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Disturbio di panico
Il disturbo di panico è caratterizzato da improvvise
sensazioni di paura e terrore (attacchi di panico), spesso
associate all’impressione di una catastrofe imminente,
che si presentano durante il normale svolgimento delle
attività quotidiane. Tale fenomeno è accompagnato da
sintomi di svenimento, soffocamento, tachicardia o dolori
al torace.
Vi sono due tipi di attacchi di panico inaspettati e
prevedibili.
Il disturbo di panico coinvolge dall’1,6 al 3% della
popolazione
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Disturbo d'ansia generalizzato È quello più comune.
È caratterizzato da uno stato d’ansia che persiste per almeno sei
mesi.
l'ansia che caratterizza il disturbo non è concentrata o elicitata da un
particolare oggetto o situazione
I sintomi caratteristici sono quelli degli stati d'allarme, contraddistinti
da una condizione psichica di generale attesa apprensiva, e da
numerosi segni e sintomi fisici di attivazione vegetativa
(hyperarousal): si può presentare emicrania, palpitazioni, vertigini e
insonnia, difficoltà a concentrarsi, tensione muscolare, irrequietezza.
Le persone che soffrono di tale disturbo sono spesso timorose,
costantemente preoccupante, apprensive, incapaci di rilassarsi e di
concentrarsi e insonni. Inizialmente il paziente, non riconoscendo di
avere un problema
È un problema che interessa prevalentemente le donne (1,5:1), ed è
stato stimata una prevalenza nel 3-5% della popolazione
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Disturbo ossessivo-compulsivo
Si manifesta in una gran varietà di forme, ma è
principalmente caratterizzato dall‘impossibilità
del soggetto di mancare di compiere alcune
azioni o di avere determinati pensieri;
è una sintomatologia costituita da pensieri
ossessivi associati a compulsioni (azioni
particolari o rituali da eseguire) che tentano di
neutralizzare l'ossessione.
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16/01/2016
Fobia specifica Una fobia specifica, chiamata anche fobia
semplice, è un termine generico per qualsiasi tipo
di disturbo caratterizzato da una irrazionale e
fortissima risposta di paura in coincidenza con
l'esposizione a specifici oggetti o situazioni, nonché
una tendenza ad evitare ostinatamente e
sistematicamente gli oggetti o le situazioni temute.
la fobia semplice o specifica comprende sia la
reazione di paura in presenza (o nell'attesa) di
particolari oggetti e situazioni, sia un
comportamento di evitamento del contatto diretto
con gli oggetti o le situazioni stesse.
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I disturdi di personalità Il disturbo della p. è definito dall’Associazione americana
di psichiatria e dal suo manuale di riferimento, il DSM IV-
TR come «un insieme stabile e duraturo di attitudini
mentali o comportamenti (pattern) che discostano
marcatamente dalle aspettative della cultura cui
l’individuo appartiene».
La natura rigida e inflessibile del disturbo della p. ha
conseguenze fortemente negative sul piano lavorativo e
sociale laddove essa può comportare atteggiamenti
inappropriati e, a volte, illegali.
Tali conseguenze sono ulteriormente esacerbate dalla
natura egosintonica dei sintomi, ossia dal fatto che le
condotte devianti non sono percepite come tali
dall’individuo, che, viceversa, le considera parti integranti
del proprio ego e pertanto appropriate al contesto.
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Dott. Baiardi
Simone Macrì
Dizionario di
Medicina Treccani
(2010)
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L’ASSISTENZA
PSICHIATRICA IN ITALIA
Aspetti legislativi
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Legge 14 febbraio 1904 n. 36:
“Disposizioni e
regolamento sui manicomi e sugli alienati”
Art. 1: “debbono essere
custodite e curate nei manicomi
le persone affette per
qualunque causa da
alienazione mentale, quando
siano pericolose a sé o agli altri
o riescano di pubblico scandalo
e non siano e non possano
essere convenientemente
custodite e curate fuorché nei
manicomi ...”
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Dott. Baiardi
finalita' non terapeutiche , ma di
custodia
Subordinazione del ricovero in
ospedale psichiatrico ad un
provvedimento dell’autorità
giudiziaria
Orientamento verso la tutela
della società
internato veniva
immediatamente privato dei
diritti civili
Il paziente ricoverato in via
definitiva era iscritto nel
casellario giudiziario
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La mini riforma del 1968 POSSIBILITA’ DEL RICOVERO
VOLONTARIO IN OSPEDALE
PSICHIATRICO (possibilità del
ricovero su richiesta del malato
e abolizione dell’obbligo della
annotazione sul casellario
giudiziario)
DEFINIZIONE PIU’
CHIARAMENTE SANITARIA
DELLE STRUTTURE
MANICOMIALI (definizioni di
standard relativi al numero
massimo di degenti per
struttura e alle caratteristiche
dell’organico)
POSSIBILITA’ DI COSTITUIRE
CENTRI DI IGIENE MENTALE
(con il compito prevalente di
seguire i pazienti dimessi)
Mancanza di
collegamento tra
assistenza intra-ed
extra-ospedaliera
Sostanziale assenza
di un’assistenza
psichiatrica
territoriale alternativa
a quella manicomiale
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Legge 180 del 13 maggio 1978 (legge Basaglia) /
legge 833 del 23/12/1978
“Istituzione del Servizio Sanitario Nazionale”
I PRINCIPI Superamento dell’ospedale
psichiatrico
Spostamento dell’assistenza
psichiatrica sul territorio
Integrazione della psichiatria
con il SSN
Destigmatizzazione della
malattia mentale
DIGNITA’ AL SOFFERENTE
PSICHICO (consenso)
Competenze e responsabilità
degli operatori
Tutela della salute mentale
blocco dei nuovi ricoveri in ospedale
psichiatrico
Creazione dei servizi psichiatrici
territoriali
Costituzione dei servizi psichiatrici di
diagnosi e cura (SPDC) all’interno
degli ospedali generali, integrati nel
dipartimento di salute mentale
(DSM) e dotati di non più di 15 posti
letto dove effettuare tutti i ricoveri
psichiatrici, sia quelli volontari che
quelli obbligatori
Regolamentazione delle procedure
relative ai trattamenti sanitari
obbligatori (TSO), da considerare
eventi straordinari da effettuarsi nel
rispetto della dignità della persona e
dei diritti civili e politici
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Con la legge 833 del 23/12/1978
“Istituzione del Servizio Sanitario Nazionale”
nelle regioni, dall’1/1/1979, avviene
l’istituzione dei Servizi psichiatrici delle
U.S.L (poi A.S.L - D. Lgs. 30/12/1992 n.
502, D. Lgs. 19/06/1999 n. 229)
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IL DIPARTIMENTO DI
SALUTE MENTALE (D.S.M.)
Attività di coordinamento e di
programmazione delle attività territoriali
ed ospedaliere dell’assistenza
psichiatrica e delle strutture che
operano nella stessa ASL
Include:
Il centro di salute mentale (CSM)
Il servizio psichiatrico di diagnosi e cura
(SPDC)
Le strutture residenziali e semi-residenziali
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DSM
Sede organizzativa del servizio e
punto di coordinamento dell’attività sul
territorio
Svolge:
– attività ambulatoriali e domiciliari,
– consulenze,
– filtro per i ricoveri,
– programmazione terapeutica,
– attività di informazione e di
assistenza alle famiglie dei pazienti
Centro di
Salute Mentale
Situato presso l’Ospedale Generale
• Provvede alla cura di pazienti che
necessitano di trattamenti medici con
ricovero in ambiente ospedaliero
• Trattamento sanitario volontario
(TSV) o obbligatorio (TSO)
• 1 letto ogni 10.000 abitanti
Servizio Psichiatrico
di Diagnosi e Cura
(SPDC – Repartino)
Strutture
ResidenzialiStrutture
semiresidenziali
Day-hospital e Centro DiurnoStrutture destinate ad ospitare soggetti
che necessitano durante il giorno di
interventi terapeutici e di
risocializzazione sulla base di
programmi di breve, medio e lungo
termine
•Strutture relativamente piccole
(massimo 20 posti) a diverso grado
di protezione
•Accesso sulla base di programmi
terapeutico-riabilitativi, tenendo
conto:
della presenza di rilevanti problemi
di salute mentale
dell’assenza o della dannosità
della rete familiare o sociale di
supporto
della presenza di disabilità che
non consentano autonomia
nell’abitare e nelle attività della vita
quotidiana
Ospitalità per periodi medio-lunghi
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“Accertamenti e trattamenti sanitari volontari e
obbligatori”
legge 180 del 13 maggio 1978
Art. 2: “... la proposta di trattamento sanitario
obbligatorio può prevedere che le cure vengano
prestate in condizioni di degenza ospedaliera
solo se:
esistono alterazioni psichiche tali da richiedere
urgenti interventi terapeutici
gli interventi non vengono accettati dall’infermo
non vi sono le condizioni e le circostanze che
consentano di adottare tempestive ed idonee
misure sanitarie extra-ospedaliere
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Caratteristiche del TSO Evento straordinario
Finalizzato alla tutela della salute mentale del
paziente (non è una misura di difesa sociale)
Disposto dall’autorità sanitaria
Attivato solo dopo aver ricercato, con ogni iniziativa
possibile, il consenso del paziente per un intervento
volontario
Proposto e convalidato solo dopo aver
effettivamente visitato il paziente (reato di falso
ideologico e sequestro di persona)
Procedura attivabile solo in caso di urgenza, gravità,
inevitabilità
Presenza di garanzie e tutele per l’assistito
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Procedure per il trattamento
sanitario obbligatorio (TSO) La proposta può essere effettuata da qualsiasi medico, la
convalida della proposta può essere effettuata solo da un
medico afferente alla struttura pubblica
Il provvedimento emanato dal Sindaco deve essere notificato
entro 48 ore al Giudice Tutelare che, entro 48 ore, convalida o
meno il provvedimento, dandone comunicazione al Sindaco
La durata massima di una proposta di TSO per malattia
mentale è di 7 giorni
Nel caso sia necessario prolungare il TSO, il medico
responsabile dell’SPDC nel quale è ricoverato il paziente
propone al Sindaco un prolungamento indicando la durata
presumibile del trattamento stesso
La cessazione del TSO deve essere comunicato al Sindaco e al
Giudice Tutelare
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Grazie a Tutti per l’attenzione
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Bibliografia di consultazione Jervis, G. (1997) Enciclopedia delle scienze
sociali. Treccani
Macrì, S. (2010) Dizionario di Medicina Treccani
Kaplan, H.I. (1997) Psichiatria Clinica - Pocket
Handbook Centro Scientifico Internazionale, Torino
Galimberti, U. (1992). Dizionario di psicologia,
Utet, Torino (Nuova edizione: Enciclopedia di
Psicologia, Garzanti, Milano, 1999).
Garzotto, N., Lattanzi, M. (1989) Elementi Teorici e
Pratici di Psichiatria per Infermieri ed Operatori
di Base. Piccin, Padova
Del Giudice G. (1998) La Riforma Psichiatrica in
Italia, Trieste