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Informazioni generali:
DURATA DEL VIAGGIO: 16 – 17 giorni.
PERIODO DEL VIAGGIO CONSIGLIATO: Aprile – Novembre.
COME ARRIVARE DALL’ITALIA: In aereo. Consigliamo di sfruttare per l’andata lo scalo di
Glasgow o di Prestwick o in alternativa quello di Edimburgo,
mentre per il ritorno lo scalo di usufruire degli scali di
Aberdeen o di Edimburgo.
FUSO ORARIO: - 1 ora rispetto all’Italia.
DOCUMENTI NECESSARI: Carta d’Identità.
PATENTE RICHIESTA: Patente Italiana.
RISCHI SICUREZZA E SANITARI: Nessuno.
MONETA: STERLINA.
TASSO DI CAMBIO: 1 € = 0,85 Sterline Inglesi.
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Descrizione del viaggio:
1° - 2° giorno: GLASGOW
Glasgow, metropoli più grande della Scozia, è una realtà in fermento che si sta sviluppando e rigenerando a ritmi vertiginosi, un luogo dove
antiche strutture vittoriane sono ormai alternate costantemente a bar all’ultima moda, ristoranti di classe e locali notturni in cui impazzano
divertimenti sfrenati, facendo della città la vera capitale dell’intrattenimento scozzese. Glasgow è però storicamente una città proletaria e di
sinistra, figlia della rivoluzione industriale che nell’800 contribuì in maniera indelebile alle sue fortune e a plasmare la sua urbanizzazione e
questo aspetto socio-culturale è altrettanto percepibile per le vie cittadine. Insomma lasciatevi andare e fatevi sorprendere da questa città
veramente poliedrica.
Consigliamo di iniziare il tour cittadino della centralissima piazza di George Square, su cui affaccia il City Chambers, municipio di
Glasgow costruito nel 1880 durante il periodo di massimo splendore locale. La facciata è davvero imponente ma gli interni sono
ancora più sfarzosi, tanto da essere stati utilizzati più volte nel cinema per rappresentare porzioni del Cremlino o del Vaticano. Il
centro di Glasgow racchiude alcune delle opere più mirabili del celebre architetto ottocentesco Charles Rennie Mackintosh, che con le
sue linee pulite e geometriche diede un’impostazione urbanistica inconfondibile alla città e ancora chiaramente apprezzabile oggi. A
tal riguardo non mancate il Lighthouse, prima grande opera pubblica di Mackintosh (del 1893) che fu la nuova sede del Glasgow
Herald e che oggi racchiude una mostra inerente il progettista che approfondisce la sua vita e la sua filosofia creativa, le Willow
Tearooms, splendida ricostruzione della sala da thé creata da Mackintosh agli inizi del ‘900 in cui traspare tutta la sua maniacale
cura per i dettagli che si adoperò a curare personalmente e la Glasgow School of Art. Questo edificio è universalmente noto come il
capolavoro di Mackintosh con interni sobri e caratterizzati da accostamenti di colori semplici (nero e beige su tutti) in cui si trovano
molti mobili e dettagli personalmente disegnate dall’architetto e all’interno della quale sorge una magnifica biblioteca aggiunta
postuma da Mackintosh nel 1907. Per poter ammirare queste bellezze dovrete prendere parte a una divertente visita guidata dagli
studenti attuali dell’accademia, uno modo davvero intrigante per entrare in contatto con arte e società attuale di Glasgow.
Terminata l’esplorazione del centro moderno di Glasgow dirigetevi nell’adiacente East End, la parte più antica della città che dopo
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pesanti ristrutturazioni negli anni ’90 è tornata a rivivere gli antichi fasti. Qui, raccolte in un periodo di poche centinaia di metri, si
trovano tre monumenti simbolo di Glasgow, a partire dalla sua Cathedral. Costruita nel ‘400 in puro stile gotico è l’unica cattedrale
scozzese ad essere sopravvissuta intatta ai moti della Riforma e nella sua navata buia e imponente si respira ancora un’atmosfera
medievale carica di rispetto e inquietudine. Ravvivano il contesto severo una serie di stendardi e stemmi colorati posti sia sulle pareti
che sul soffitto ligneo. Dall’angolo nord-orientale della chiesa si accede quindi alla sala capitolare superiore, luogo in cui venne
fondata l’University of Glasgow in antichità, mentre una scala discendente porta nella chiesa inferiore, antichissima (del V secolo
d.C.) che ospita tra una profusione di colonne mal illuminate e la tomba di San Mungo, creando un luogo di grande impatto emotivo.
A fianco della Cathedral si trovano poi la Provand’s Lordship, la più antica costruzione di Glasgow risalente al 1471 caratterizzata
da soffitti bassi e da un mobilio d’epoca davvero interessante e il St Mungo’s Museum of Religious Life & Art, un museo molto
particolare che raccogli espressioni artistiche delle principali religioni mondiali raggruppate per tema (nascita, matrimonio, morte ad
esempio) presentando analogie e differenze etiche e filosofiche in tema. Magari artisticamente non ospiterà capolavori assoluti ma
l’idea di base del museo di un pacifico raffronto e la spinta alla riflessione interiore che sospinge meritano davvero la vostra visita.
Nel tardo pomeriggio infine, se la vostra permanenza a Glasgow sarà concomitante con una partita di calcio, consigliamo vivamente
di assistere ad un match di una delle due squadre da sempre acerrime rivali del calcio scozzese e simbolo del credo religioso diverso
presente in città: il cattolico Celtic e il protestante Rangers. Il Celtic Glasgow gioca presso il Celtic Park, posto nella porzione più
periferica di East End, mentre l’Ibrox Stadium, culla dei Rangers, è posto oltre il fiume Clyde. Avvenimento davvero imperdibile è poi
l’Old Firm, il derby per eccellenza del calcio scozzese, carico di una rivalità tale e così sentita da renderlo uno dei più caldi a livello
mondiale.
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Il City Chambers, municipio di Glasgow, la spiccatamente gotica Cathedral ubicata nell’East End e il tifo sfrenato tipico dell’Old
Firm, il derby calcistico per eccellenza di Scozia tra Rangers e Celtic.
La seconda giornata di permanenza a Glasgow si incentra invece sui siti di interesse posti lungo il fiume Clyde, sull’area occidentale
della città nota come West End e sul quartiere South Side, posto oltre il fiume rispetto al centro. Le sponde del Clyde hanno vissuto nel
‘900 un costante declino divenendo l’ombra del fiorente quartiere del porto che nell’800 fece le fortune di Glasgow. Posto da pochi
anni al centro di un enorme progetto di riqualificazione è ancora oggi una sorta di cantiere aperto in cui stanno sorgendo diverse
architetture avveniristiche come il Riverside Museum e il Glasgow Science Centre.
Dalle rive del Clyde potrete quindi velocemente raggiungere il quartiere di West End, a nord, che appare davvero come la zona più
alla moda e altezzosa della città zeppa com’è di bar e locali all’ultimo grido e di negozi ora un po’ vintage ora un po’ bohemienne.
Passeggiando verso nord dal fiume incontrerete dapprima la Kelvingrove Art Gallery & Museum, enorme museo ospitato in un
edificio edoardiano all’interno del quale vi sono innumerevoli mostre diverse che toccano i più disparati temi di interesse: quadri,
animali impagliati, fossili, aeroplani da guerra antichi per una visita che saprà sorprendervi ad ogni sala che percorrerete. Tra tutti
questi tesori meritano però una particolare citazione la sala dell’arte scozzese, la pinacoteca interna dedicata all’impressionismo
francese e al rinasciment italiano e il Cristo di San Giovanni della Croce di Salvador Dalì. Altro sito di interesse da non mancare a
West End è poi la Mackintosh House, ricostruzione fedele dell’abitazione in cui il celebre architetto dimorò. Sia Mackintosh che sua
moglie erano eccellenti designer di interni e queste loro indubbie capacità artistiche fanno sfoggio di loro nei ricercati pannelli
d’argento sbalzato del salotto, nelle sedie dagli alti schienali e nelle infinite decorazioni simili a miniature di manoscritti antichi. Lo
sfarzo e la ricercatezza interna fanno poi da contraltare al sobrio e pulito stile esteriore del palazzo, creando una contrapposizione
davvero apprezzabile. Nel pomeriggio dirigetevi infine sul quartiere oltre fiume di South Side per raggiungere la Burrell Collection,
museo che raccoglie i lasciti donati alla città dal ricco industriale Sir William Burrell. La collezione anche qui è eclettica spaziando
da porcellane cinesi a mobili medievali, da arazzi fiamminghi a quadri di Renoir e Cezanne. In tema di arazzi la Burrell Collection
propone davvero una raccolta eccezionale che raggiunge il suo apice nell’imponente Trionfo della Vergine, autentico inno di
ricercatezza del dettaglio e sfoggio di superiore capacità artistica. L’adiacente Pollock Country Park è infine una distesa di prati e
macchie boscose costellato di fiori che si presta a piacevoli passeggiate, durante le quali avrete modo di ammirare i bovini delle
Highlands, tipici per il lungo pelo e le forme robuste. Tenete però da parte una sufficiente dose di energie per potervi scatenare e
godere della frizzante vita notturna cittadina non appena il sole scomparirà oltre l’orizzonte.
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L’avveniristico skyline che si incontra lungo le sponde del Clyde, area urbana interessata da un notevole progetto di riqualificazione,
un’istantanea dei poliedrici pezzi esposti al Kelvingrove Art Gallery & Museum e la struttura ospitante la Burrell Collection.
3° giorno: MONTE STUART
Questa giornata di viaggio è dedicata alla visita dell’isola di Bute, realtà geologica particolare essendo composta da due tipologie rocciose
completamente diverse tra loro: la parte settentrionale fa infatti parte della placca delle Highlands, mentre la zona a sud della faglia nota
come Highland Boundary Fault appartiene al blocco geologico delle Lowlands. Bute si raggiunge comodamente da Glasgow con un breve
spostamento di 65km e un tragitto di mezz’ora di traghetto da Wemyss Bay al capoluogo locale di Rothesay (2 ore nel complesso). Motivo
principale che ci spinge a consigliarvi la visita di Bute è l’edificio storico noto come Mount Stuart, possedimento che appartiene alla nota
famiglia Stuart da ormai più di 700 anni ma che fu completamente ricostruito dopo un enorme incendio che lo colpì nel 1877. Il terzo
marchese di Bute, uno dei maggiori mecenati britannici dell’800, non badò affatto a spese per la ricostruzione della villa di famiglia che
affidò a Sir Robert Rowand Anderson il quale realizzò la più bella residenza neogotica scozzese mai costruita e che fu la prima ad essere
dotata di luce elettrica, riscaldamento centralizzato e di una piscina riscaldata. Cuore dell’edificio è la Marble Hall (sala dei marmi) uno
strepitoso salone a tre piani fatto di marmi italiani alto 25m con una volta blu scura punteggiata di stelle dorate e dodici finestre policrome
che rappresentano le stagioni e i segni zodiacali. Anche sulla Marbel Staircase (scalinata di marmo) e nella Horoscope Bedroom il
riferimento a temi quali astrologia, mitologia e religione, grandi passione del terzo marchese di Bute, sono molto espliciti, basti pensare che
il soffitto della Horoscope Bedroom ha una rappresentazione della posizione dei pianeti e delle stelle realistica di come dovevano apparire la
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notte in cui nacque il marchese (12 settembre 1847). Altra gemma è la Marble Chapel interamente fatta in candido marmo di Carrara che
presenta la peculiarità di essere illuminata ogni mezzogiorno estivo da un fascio di luce naturale reso rosso dalle vetrate istoriate che si
riflette direttamente sull’altare. Terminata la visita a questa tenuta davvero emravigliosom avrete quindi a disposizione tutta l agiornata per
vagare sulla piccola isola scozzese, magari noleggiando una bicicletta, mezzo che si presta benissimo per esplorare gli ordinati campi
coltivati smeraldini, le boscose colline o le appartate spiagge e baie di Bute. In serata potrete poi fare rientro a Glasgow per la nottata
(65km, 2 ore col traghetto compreso).
Tre scorci della neoclassica residenza storica di Mount Stuart: la vista dall’esterno, l’imponente Marble Hall centrale e la candida e
romantica Marble Chapel.
4° giorno: CULZEAN CASTLE, NEW LANARK
La quarta giornata comporta il primo spostamento vero e proprio dell’itinerario facendovi trasferire da Glasgow ad Edimburgo e toccando
due dei maggiori siti di interesse della Scozia centrale: il Culzean Castle e l’abitato storico di New Lanark. Culzean Castle (80km, 1 ora da
Glasgow) è uno dei palazzi nobiliari più affascinanti della Scozia intera, costruito su progetto del noto architetto settecentesco Robert Adam
che qui riversò tutto il suo estro creativo e la sua vocazione romantica che si manifestano già dalla scelta della collocazione del maniero
posto a ridosso della scogliera. La grandiosa scalinata interna a pianta ovale è una delle creazioni più mirabili del complesso, vero
capolavoro di Adam dove si esprime tutta la sua meticolosità nei particolari e negli ornamenti. Altro ambiente d’eccezione è il salone
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circolare posto al primo piano con ampie vetrate che permettono di ammirare il mare che si perde all’orizzonte, ma forse è proprio la cura
del dettaglio a colpire il vistatore che si troverà basito di fronte a bagni principeschi e anche semplici spogliatoi che furono concepiti come
piccoli gioielli architettonici ricchi di ogni comfort dell’epoca. Anche il parco circostante merita di certo l’esplorazione essendo impreziosito
con un laghetto per i cigni, una pagoda e popolato da nutrite comunità di animali selvatici tra cui spiccano daini e lontre.
Dopo una mattinata trascorsa a meravigliarsi di fornte all’opulenza del Culzean Castle riprendete l’auto e portatevi fino a New Lanark
(95km, 105 minuti), complesso di opifici e magazzini restaurati che un tempo furono il più vasto centro di filatura del cotone di Gran
Bretagna. New Lanark è passata però alla storia per gli esperimenti sociali qui perpetrati da Robert Owen, capitalista illuminato dell’800
che fu tra i primi a fornire ai suoi operai non solo il lavoro ma anche abitazioni, spacci cooperativi, scuole a disposizione dei figli dei
lavoratori e di chi voleva aumentare il proprio livello di istruzione, centri di aggregazione e che fu tra i pionieri del welfare poiché qui per la
prima volta al mondo si istituì un fondo malattia e di indennità per i lavoratori. L’eccezionalità di questo antico progetto si fregia oggi del
riconoscimento UNESCO di bene dell’umanità ed è davvero interessante passeggiare per questo ex florido e laborioso villaggio
manifatturiero figlio della rivoluzione industriale. La visita inizia presso il New Lanark Visitor Centre che presenta sia macchinari d’epoca in
uso per i processi di fabbricazione che elaborate rappresentazioni audio-visive che vi permetteranno di calarvi con più facilità in questa
particolare entità del passato. Avrete quindi modo di visitare la Historic Schoolhouse, l’emporio dell’epoca, una casa di un operaio dell’800
e la residenza di Robert Owen. Solo dopo aver saziato la vostra curiosità e la vostra sete di sapere su questo esperimento sociale illuminato
dell’800 potrete proseguire il vostro viaggio in auto alla volta di Edimburgo (55km, 1 ora), la capitale della Scozia.
Il sontuoso e scenografico Culzean Castle nella sua romantica collocazione a filo di scogliera e gli edifici di New Lanark, illuminato
esperimento sociale e industriale dell’800 di Robert Owen.
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5° - 6° - 7° - 8° giorno: EDIMBURGO
Capitale della Scozia sia sulla carta che de facto vista l’impareggiabile concentrazione di storia, tesori artistici e monumenti di prim’ordine
Edimburgo è tutto un susseguirsi di vicoli, cunicoli sotterranei, scorci inattesi che si danno il cambio con palazzi, castelli e dimore reali
straordinarie, e quando sopraggiungeranno gli stimoli della fame ecco che la città saprà sfamarvi con la più alta concentrazione di ristoranti
del Regno Unito. Oltre a tutto questo Edimburgo saprà poi deliziarvi con un’offerta di negozi davvero eccezionale, che spazia dalle costose
boutique di Princess Street, Rose Street e George Street che costituiscono il quadrilatero della moda scozzese a una profusione di negozi di
prodotti artigianali scozzesi di eccelsa qualità come tessuti di cachemire, lana o rivendite di abiti tipici delle Highlands in tartan. Sebbene
non paragonabile a Glasgow in termini di offerta di svaghi notturni (ma non mancano storici pub tradizionali, come in Rose Street)
Edimburgo ha però diversi assi nella manica che sanno offuscare il primato di Glasgow in termini di divertimento: ossia i numerosissimi
festival che vengono annualmente organizzati in città. La stagione dei festival ad Edimburgo ha inizio in giugno con lo Scottishh Real Ale
Festival, la più importante rassegna sulla birra di tutta la Scozia dove avrete modo di assaporare ricercate produzioni artigianali e con il
Royal Highland Show, fiera agricola nazionale dove avrete modo di assistere a spettacoli di falconeria, corse di cavalli e gare di tosatura di
pecore, manifestazioni di salto equestri. Il clou dell’offerta di festival ad Edimburgo inizia però a luglio con l’Edinburgh International Jazz &
Blues Festival che dal 1978 richiama i migliori artisti mondiali di questi generi musicali e precede di una settimana l’Edinburgh Fringe
Festival e l’Edinburgh Military Tatoo, i due appuntamenti più celebri dell’anno che si svolgono ad agosto. Il Fringe Festival è la rassegna
delle arti da palcoscenico più importante al mondo e deve la sua genesi a un festival spontaneo organizzato da otto compagnie teatrali che
non furono ammesse ad un concorso locale nel 1947. Sebbene sia incentrato sul cabaret in realtà potrete trovare qualsiasi tipo di espressione
artistica passando da recite di poesie a gare di gargarismi tibetani con latte di yak e il consiglio, visto che quasi tutti gli spettacoli sono
gratuiti, è di lasciarvi portare dalla curiosità e dall’istinto e seguire ciò che più vi alletta, spesso non rimarrete delusi dalla vostra scelta. Più
conforme ai canoni classici è invece l’Edinburgh International Festival che si svolge contemporaneamente al Fringe Festival e richiama
centinaia di artisti di fama internazionale che si esibiscono in concerti, opere liriche, spettacoli teatrali e di danza. Come precedentemente
accennato altro festival di eccezionale caratura è l’Edinburgh Military Tatoo che si compone da una serie di straordinarie parate militari,
bande di cornamuse e tamburi, esibizioni di acrobati, motoraduni e sfilate di majorette. Questa rassegna avviene a inizi agosto e termina con
un’esibizione di una maestro di cornamusa che si esibisce dalle merlature del Castello illuminato a giorno. Come non fosse sufficiente tutta
questa offerta a Edimburgo per Capodanno si svolge il festival invernale più celebre dell’Europa Settentrionale: l’Edinburgh’s Hogmanay,
della durata di tre giorni che comprendono fiaccolate, feste in strada e concerti che si svolgono nel centro cittadino. Ovviamente se visiterete
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Edimburgo nel periodo dei festival abbiate cura di organizzarvi per una permanenza maggiore rispetto a quella che vi consigliamo in seguito,
sufficiente solo a scoprire i tesori della città.
L’Old Town è il vero cuore di Edimburgo, un quartiere che si estende dall’Edinburgh Castle verso est, caratterizzato dall’asse viario
centrale detto Royal Mile da cui si diramano una fitta rete di close (vicoli) e wynd (viuzze) che discendono sui rispettivi ifanchi della
collina e da cui si aprono favolosi ambienti sotterranei. La storia della Old Town racconta tempi in cui questo angusto abitato era
assillato da cronici problemi di sovrappopolazione, con migliaia di persone confinate tra le mura sud-orientali della città e i terreni
paludosi dell’allora Nor’Loch (la zona dove oggi sorge Princess Street dopo la bonifica) a nord. Le condizioni igieniche erano quindi
davvero precarie ma l’urbanistica, vista la scarsa superficie a disposizione, fece passi da giganti visto che lungo il Royal Mile
nacquero i primi grattacieli mai eretti dall’uomo, palazzi di cinque o sei piani che erano costretti a svilupparsi in altezza per ovviare
alla mancanza costante di spazio. Fatto particolare era che qui vivevano a stretto contatto tutte le classi sociali dell’epoca, dai ricchi
borghesi agli ultimi disagiati, e si instaurò una singolare disposizione in questi alti palazzi: i ceti più poveri abitavano i pianterreni
degli edifici, a stretto contatto col caos della strada, coi rifiuti e coi topi che infestavano la città, la classe media si insediava nei piani
più alti per sfuggire a questo ambiente degradato ma doveva sopportare ripide e anguste scale per accedere alla propria abitazione,
mentre i più ricchi stavano nei piani intermedi per rifuggire entrambi i disagi. Oggi l’affollamento è scomparso ma l’Old Town è
tuttora abitata da moltissimi cittadini, mentre ai piani a livello stradale sono sorti negozi, bar e ostelli che animano il quartiere.
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L’intricata rete urbana che caratterizza l’Old Town di Edimburgo e il severo e maestoso Edinburgh Castle.
Iniziate la vostra visita ovviamente dall’Edinburgh Castle, sorto sui ripidi dirupi neri della collina di Castle Rock, punto difensivo
privilegiato da cui sorvegliare le scorribande dei vari eserciti che qui sono transitati per cercare lì invasione della pianura centrale
scozzese (si stima che le prime truppe di invasori fossero state le legioni romane nel I e II secolo d.C.). L’Edinburgh Castle vanta una
antica tradizione come residenza reale, il primo re a prendere dimora qui fu Malcolm Canmore nel 1093, e dal 1745 al 1920 fu la
principale base dell’esercito inglese in terra scozzese. Si accede al castello attraverso l’Entrance Gateway, contornato da statue degli
eroi indipendentisti scozzesi William Wallace e Robert the Bruce, che attraverso un successivo vicolo vi porterà alla Portcullis Gate,
porta cinquecentesca da cui si accede ad alcune batterie di cannoni da cui si può ammirare una grandiosa visita su tutta Edimburgo
spingendosi fino a intravvedere il mare nelle giornate più terse. Tra questi cannoni bisogna ricordare lo One O’Clock Gun, cannone
risalente alla seconda guerra mondiale che quotidianamente alle 13 spara un colpo a salve per tradizione. Proseguendo nei
camminamenti interni dal castello si raggiunge poi il punto più elevato di Castle Rock dove è ubicata la St Margaret’s Chapel,
chiesetta in stile romanico del 1130 e più antico edificio di tutta la città. Portatevi quindi nella piazzetta interna del castello, Crown
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Square, su cui si affacciano i principali punti di interesse del Castle: la Great Hall, l’antica sala delle cerimonie in cui si riunì il
parlamento scozzese fino al 1639, le Castle Vaults (poste sotto la Great Hall) che sono le antiche segrete del castello, usate come
prigioni nel ‘700 e ‘800 in cui sono visibili incisioni fatte dai prigionieri sulle porte in legno e il Royal Palace al cui interno una
camera blindata custodisce gli Honours of Scotland, i gioielli della corona scozzese. Tra i vari tesori si ricordano una copia dell’Act
of Union, atto del 1707 che riuniva i regni di Inghilterra e Scozia, la storica corona reale del 1540 e la Stone of Destiny, celebre pietra
su cui in passato venivano incoronati i re scozzesi e che è stata restituita alla Scozia solo di recente dopo secoli di permanenza a
Westminster Abbey a Londra. Al limitare occidentale del castello è ubicato poi l’interessante National War Museum of Scotland che
illustra in maniera coinvolgente armi e storia bellica della nazione.
Lo One O’Clock Gun, simbolo del castello che quotidianamente spara a salve alle 13 e gli Honours of Scotland custoditi nel Royal
Palace, comprendenti la corona reale di Scozia e la Stone of Destiny.
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Terminata la visita dell’Edinburgh Castle vi affaccerete qui al principio del Royal Mile, lungo asse centrale dell’Old Town che deve il
suo nome all’usanza che il re prese nel ‘500 di percorrerla per andare dal castello al Palazzo di Hollyroodhouse, posto al limite
opposto della strada. La prima parte del Royal Mile è nota come Lawnmarket e fu storicamente la zona abitata dalla parte più
abbiente della popolazione cittadina. Qui non mancate di entrare nella Scotch Whiskey Experience, un centro multimediale che vi
sanerà ogni curiosità sui processi lavorativi alla base della creazione di questa prelibatezza, nonché cantina più completa al mondo
per quanto concerne i whiskey di malto che possono anche essere degustati. Poco oltre sorge la Camera Obscura, curioso artifizio
meccanico ottocentesco che tramite un sistema di lenti e specchi proietta lo skyline della città su uno schermo orizzontale. All’interno
c’è anche una vasta sezione inerente le illusioni ottiche e si può risalire la Outlook Tower dalla cui cima si godono splendide vedute di
Edimburgo. Ancora un centinaio di metri oltre e si staglierà innanzi a voi la guglia più alta di Edimburgo (72m) della Highland
Tolbooth Church, punto di riferimento per chiunque vaghi tra le strade di Old Town. Proseguite quindi lungo il Royal Mile iniziando
il tratto noto come High Street che tradizionalmente raduna gli edifici del potere politico e legislativo cittadino, nonché la Cattedrale.
Sulla piazzetta principale di questa sezione troneggia la Mercat Cross, copia ottocentesca della croce originale del 1365, e questo era
il luogo dove venivano letti i proclami reali e i commercianti erano soliti riunirsi per discutere di affari. Sul lato occidentale della
piazzetta si staglia poi la St Giles Cathedral, maestosa chiesa del ‘400 adorna di una cuspide coronata che venne poi restaurata per
gran parte nell’800. L’interno appare stranamente spoglio ma è carico di storia, gemma da ricordare qui è la Thristle Chapel del
1911 realizzata con coperture degli stalli intagliati in stile gotico e sormontate da elmi e insegne di cavalieri. Poco avanti alla porta
occidentale di St Giles si può poi ammirare un mosaico in ciottoli a forma di cuore sul pavimento stradale, noto come Heart of
Midlothian, nel punto in cui sorgeva il Toolboth, edificio che fu sede del parlamento scozzese, municipio, sede dell’assemblea della
chiesa riformata e infine carcere in cui si svolgevano le pene capitali. Nei vicoli dietro la piazzetta sul lato settentrionale di Old Town
vi è poi una di quelle attrazioni da non perdere per comprendere appieno la storia e lo spirito cittadino: il Real Mary King’s Close.
Edimburgo fu flagellata dalla peste nel 1645 e la paura e l’ignoranza portarono a fra compiere una decisione atroce alla popolazione
dell’epoca: i concittadini colpiti dal morbo di questo vicolo furono infatti murati vivi nelle loro abitazioni e lasciati morire di stenti e
tra i dolori della malattia, tanto che quando vennero recuperati i corpi essi apparvero così rigidi che furono necessarie amputazioni
post-mortem per farli passare attraverso le piccole porte riaperte. Il Close cadde poi in rovina e nel ‘700 fu usato come fondamenta la
Royal Exchange di Edimburgo, sigillando così sottoterra per sempre quel luogo carico di storia. Oggi queste antiche abitazioni
interrate sono vistabili e costituiscono una delle esperienze più toccanti e che vi rimarranno vivide nella memoria di Edimburgo e il
modo migliore per comprendere come i cunicoli sotterranei abbiano giocato un ruolo fondamentale nella storia cittadina, soprattutto
nell’800 quando diventarono rifugio di emarginati, poveri e criminali.
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Una delle bacheche zeppe di whisky della Scotch Whisky Experience, il profilo della St Giles Cathedral e uno dei tetri e suggestivi
vicoli interrati del Real Mary King’s Close.
La seconda giornata è invece dedicata al completamento della scoperta dell’Old Town, spingendosi fino all’area di Holyrood posta al
termine del Royal Mile. In mattinata approcciatevi a Grassmarket, piazza posta sotto la rupe del castello e storicamente uno degli
epicentri della vita dell’Old Town poiché qui per secoli si svolse un animatissimo mercato del bestiame e si compirono le esecuzioni
capitali all’estremità orientale della piazza dove abitualmente veniva posto il patibolo. In un vicolo laterale di Grassmarket sorgeva
poi anche la famigerata locanda degli assassini Burke e Hare che uccisero ben 18 concittadini per smembrarli e rivenderli alle scuole
di medicina locali prima di essere bloccati e giustiziati. Oggi invece Grassmarket (e la via di Cowgate che si estende verso est) sono il
cuore della vita notturna di Edimburgo, dove antichi pub storici animano le serate. Circa a metà di Cowgate svoltate quindi a destra e
in pochi minuti di cammino raggiungerete un quadrivio dove si prospettano alcuni monumenti identificativi della zona meridionale
dell’Old City. Sulla sinistra vi è il National Museum of Scotland, che è allestito in due distinti edifici, uno vittoriano storico del 1861
con linee austere e un atrio luminoso che al suo interno ospita il cosiddetto Royal Museum, una collezione eterogenea di arte che
abbraccia molteplici epoche e popoli, e l’altro moderno e in pietra dorata (del 1998) articolato su cinque piani che si concentra sulla
storia scozzese. Tra i pezzi più pregiati che potrete qui ammirare si annoverano il Monymusk Reliquary, uno scrigno d’argento del
750 d.C. che la tradizione vuole sia stato portato in battaglia da Robert the Bruce a Bannockburn nel 1314 e gli scacchi di Lewis,
intagliati in avorio di tricheco. Collocata al centro del quadrivio vi è poi la Greyfriars Bobby Statue che commemora su skye terrier
che nell’800 per 14 anni vegliò sulla tomba del suo ex padrone, un poliziotto di Edimburgo morto precocemente. Questa statua funge
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da anticipo al camposanto di Greyfriars Kirkyard, il più suggestivo cimitero di Edimburgo composto da monumenti elaborati e nel
quale giacciono diverse antiche personalità locali. L’annessa Greyfriars Kirk, chiesa del 1620, è nota per essere stata il luogo in cui
venne firmato nel 1638 il National Covenant, trattato che sanciva l’indipendenza della chiesa scozzese.
Per pranzo consigliamo di spostarsi di qualche isolato verso est e di raggiungere il vasto Holyrood Park, ex tenuta di caccia dei
sovrani scozzesi posta nel cuore della città estesa per 263 ettari composti da paesaggi vari come picchi rocciosi, brughiere e laghetti e
che risulta perfetto per un pasto all’aria aperta. Nel pomeriggio raggiungete quindi Cannongate, l’ultima porzione ad est del Royal
Mile, che si caratterizza per la presenza della Cannongate Kirk, chiesa del 1688 nota per il suo cimitero che ospita le tombe di
numerose personalità di spicco della storia scozzese come l’economista Adam Smith, il poeta Robert Ferguson e il letterato Robert
Burns. Giusto al termine del Royal Mile si torva poi il Parlamento Scozzese moderno, inaugurato nel 2005 e opera d’arte
contemporanea che a causa della sua bizzarra struttura in cemento armato è stata accolta con numerose riserve dai cittadini di
Edimburgo. L’interno presenta una Main Hall abbastanza bassa e buia che converge nella Debating Chamber, l’aula parlamentare
vera e propria , che è invece un tripudio di luce, simboleggiante l’illuminazione della democrazia. Il parlamento è visitabile, anche
durante le sessioni di dibattiti pubblici. Di fronte al Parlamento si staglia infine il Palace of Holyroodhouse, residenza reale ufficiale
della famiglia reale in terra scozzese. L’edificio fu iniziato nel 1529 ed è strettamente legato alla figura di Maria Stuart. Oggi è
visitabile (a patto che non vi siano i reali in visita) e oltre ai sontuosi appartamenti reali ci si può insinuare anche nella Great Gallery,
galleria di ritratti degli antichi reali scozzesi, e nella camera da letto che fu della sfortunata Maria Stuart. Collocate a fianco del
palazzo non mancate poi di adocchiare le rovine della Holyrood Abbey, eretta nel 1128 e che deve il suo nome al fatto che con ogni
probabilità qui si conservò un frammento dell’autentica croce di Cristo.
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Il suggestivo cimitero di Greyfriars Kirkyard con il castello sullo sfondo e la facciate del palazzo reale di Holyroodhouse.
In terza giornata si abbandona l’Old Town e si volge l’attenzione alla New Town, una realtà nata dopo la bonifica dell’area paludosa
che sorgeva al limitare nord della città vecchia e che oggi risulta composta da uno scacchiere viario ordinato e maestoso che fa da
deciso contraltare alla realtà urbana dell’Old Town. La creazione di New Town (sospinta dall’ormai insostenibile affollamento e dai
continui crolli e incendi che caratterizzavano l’Old Town) ebbe inizio nel 1766 e fu guidata dall’architetto James Craig e oggi è
universalmente riconosciuta come uno dei migliori esempi a livello mondiale di architettura georgiana che si può ammirare in tutto il
suo splendore percorrendo le vie, le piazze e i parchi del quartiere. L’asse viario principale è Princess Street, affollata di edifici
maestosi zeppi di boutique esclusive che ne fanno uno dei templi della moda a livello mondiale solo sul suo lato settentrionale, mentre
la porzione sud si apre sugli splendidi Princess Street Gardens che separano la New Town dall’Old Town e dall’Edinburgh Castle.
All’interno di questo splendido spazio verde si trovano la guglia gotica dello Scott Monument, monumento in memoria del celebre
letterato sul cui esterno sono raffigurati i personaggi dei suoi romanzi e al cui interno vi è una mostra che commemora l’autore,
mentre dalla cima della struttura si godono magnifiche viste panoramiche. Poco più a ovest si stagliano invece le sagome della Royal
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Scottish Academy in stile dorico e della National Gallery of Scotland che sono state unite tra loro dal Weston Link, spazio
all’avanguardia che ha permesso la creazione di uno degli spazi espositivi più grandi del Mondo. Tra i due edifici il più ricco di tesori
è la neoclassica National Gallery of Scotland che ospita una ricchissima pinacoteca che annovera opere di Verrocchio, Tintoretto,
Holbein, Rubens, Van Dyck, Vermeer, El Greco, Rembrandt, Turner, Constable, Monet, Pissarro, Gauguin e Cezanne. Qui è possibile
ammirare anche una delle opere più celebri dello scultore italiano Antonio Canova: Le Tre Grazie. Ovviamente ampio spazio è anche
dedicato all’arte scozzese con numerose tele che raffigurano ritratti di uomini del popolo, paesaggi in chiave impressionistica e scene
rurali.
Una vista d’insieme del tracciato della commerciale Princess Street e i meravigliosi Princess Street Gardens ad essa limitrofi.
Prima parallela a Princess Street è Rose Street, nota per i pub tradizionali e per i numerosi negozi di classe, quindi vi è George Street
da sempre perno di New Town e strada che rappresenta il cuore finanziario di Scozia. Oltre meritano una passeggiata anche Hill
Street e Queen Street. Alle due estremità di queste vie si collocano due grandi piazze scenografiche. A ovest sorge Charlotte Square,
gioiello di Robert Adam del 1791 il cui lato settentrionale è considerato il capolavoro dell’architetto e dello stile georgiano e che
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inoltre ospita al n°6 la Bute House, residenza del primo ministro scozzese. A est invece si apre St Andrew Square, meno appariscente e
caratterizzata dal Melville Monument e dalla Dundas House, sede storica della Royal Bank of Scotland. Camminando ancora per
qualche centinaio di metri verso est si raggiunge quindi la notissima altura di Calton Hill, acropoli storica di Edimburgo ricca di
edifici commemorativi dell’800 e uno dei punti panoramici più felici della città. La costruzione più importante che sorge sulla cima
della collina è il National Monument, ambizioso tentativo di imitazione del Partenone ateniese che voleva onorare i caduti scozzesi
nelle guerre napoleoniche che però si compone di sole 12 colonne a causa dell’esaurimento dei fondi ad esso dedicato nel 1822. Altro
punto focale è il Nelson Monument, in onore dell’ammiraglio vittorioso a Trafalgar, e con ogni probabilità miglior punto panoramico
dell’area. Nel tardo pomeriggio merita infine una visita il Dean Village, collocato un poco ad ovest di New Town, antica sede di una
comunità di mugnai che nel ‘700 contava ben 11 mulini ad acqua e famoso per ospitare la Scottish National Gallery of Modern Art. In
questo maestoso palazzo neoclassico si raduna una collezione di arte del XX secolo che spazia tra i maggiori artisti europei come
Matisse, Picasso, Magritte e Mirò e numerosi maestri scozzesi locali.
Una delle più suggestive viste panoramiche di Edimburgo da Calton Hill e il quartiere antico dei mugnai di Dean Village.
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L’ultima giornata di permanenza ad Edimburgo va invece alla scoperta dei tesori posti in posizione più periferica rispetto al centro
cittadino. Consigliamo in mattinata di dirigervi a sud presso la Rosslyn Chapel, la più pittoresca e misteriosa chiesa scozzese resa
celebre dal film Il Codice da Vinci su ispirazione del romanzo di Dan Brown. Eretta nel ‘400 questa chiesa si distingue nettamente
dalle altre sue contemporanee essendo ricca in ogni anfratto di simboliche immagini massoniche, raffigurazioni del pagano Uomo
Verde, rimandi ai Cavalieri Templari che si alternano a più comuni decorazioni rappresentanti angeli ed episodi biblici. Inoltre, fatto
incredibile, ci sono diverse incisioni raffiguranti piante tipiche delle Americhe, sebbene la scoperta del nuovo continene si aavvenuta
solo dopo la loro realizzazione. Tutti questi misteri hanno corroborato il mito che nei sotterranei di Rosslyn Chapel potrebbero celarsi
il Santo Graal, la testa di San Giovanni Battista o addirittura il corpo stesso di Gesù Cristo. Quel che è certo è che si tratta di un
ambiente ambiguo, talvolta sinistro ma molto emozionante.
Spostatevi quindi nell’estrema periferia nord-ovest di Edimburgo e raggiungete l’Hopetoun House, magicamente posta sulla riva del
Firth of Forth. Si tratta d una delle dimore signorili più belle di Scozia, costruita nel ‘700 presenta un bellissimo scalone decorato con
trompe l’oeil, i salotti di Adam impreziositi con decorazioni in damasco di seta e le antiche scuderie in cui il marchese locale teneva i
suoi cavalli da corsa, le più grandi del genere in tutta la Gran Bretagna.
La misteriosa e massonica Rossyln Chapel alimenta da secoli miti legati a sé e la splendida tenuta settecentesca di Hopetoun House.
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Per un lauto pranzo o anche solo per uno snack dirigetevi poi presso il quartiere storico di Cramond, sviluppatosi come villaggio di
mugnai nel medioevo lungo il fiume Almond e che oggi è uno dei luoghi più pittoreschi di tutta Edimburgo. La Cramond odierna è
perfetta per essere scoperta a piedi serpeggiando tra case bianche che risalgono la collina e piccoli moli che offrono ospitalità sia a
grandiosi yacht che a una folta comunità di cigni.
Infine nel pomeriggio raggiungete la vicina Leith, porto storico di Edimburgo che dopo un periodo di abbandono dopo la seconda
guerra mondiale è recentemente rifiorita sfoggiando numerosi appartamenti di lusso, bar e caffè che adornano il suo lungomare e
l’Ocean Terminal, enorme complesso commerciale che è un vero paradiso per gli amanti dello shopping nel tempo libero. Tra i vari
padiglioni dell’Ocean Terminal è ormeggiato poi il Royal Yacht Britannia, panfilo che fu adoperato dalla famiglia reale inglese dal
1953 al 1997. L’imbarcazione è visitabile ed è un vero compendio sui gusti della regina con interni che sono l’espressione dello stile e
delle tecnologie degli anni ’50 a testimonianza della preferenza di Elisabetta II verso le cose semplici ed essenziali. Molto meno
austere sono invece le dimensioni dl panfilo che quando era in uso poteva fare affidamento su un equipaggio composto da un
ammiraglio, 20 ufficiali e ben 220 marinai, oltre che su 45 domestici fidati, cinque tonnellate di bagagli e una Rolls-Royce!
Una tipica immagine tipica del pittoresco quartiere tradizionale di Cramond e l’enorme Royal Yacht Britannia ormeggiato a Leith.
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9° giorno: BORDERS ABBEYS
La regione dei Borders, estrema propaggine meridionale della Scozia confinante con l’Inghilterra, è da sempre un luogo che evoca guerre,
feudalesimo e razzie, fenomeni che hanno contraddistinto l’area durante tutto il Medioevo. Questo passato burrascoso è facilmente intuibile
dai resti delle meravigliose abbazie che in antichità qui prosperarono prima di cadere vittima di distruzioni e saccheggi da parte degli
eserciti che qui regolarmente transitavano. Oltre ai lasciti storici questa regione si caratterizza per ondulati rilievi collinari alternati a campi
coltivati che nelle belle giornate risplendono di mille tonalità di verde e da accoglienti villaggi tradizionali. Da Edimburgo consigliamo in
mattinata di dirigersi verso Melrose (65km, 1 ora), borgo antico contraddistinto da una piazza del mercato intatta, un’architettura pulita e
antiquata e dai resti di quella che è probabilmente la più maestosa delle abbazie dei Borders: la Melrose Abbey. Fondata nel 1136 in
arenaria rossa per i cistercensi e ristrutturata da Robert the Bruce poco dopo (qui venne tumulato il suo cuore), fu più volte devastata
dall’esercito inglese nel ‘300 e oggi le sue rovine squisitamente gotiche sono celebri per le decorazioni scolpite sulla nuda pietra.
A breve distanza da Melrose sorge poi un’altra abbazia straordinaria dei Bordes: la Dryburgh Abbey (10km, 15 minuti)magnificamente
collocata in una valletta laterale lungo le sponde del fiume Tweed. L’atmosfera bucolica rievoca gli antichi riti monastici del XII secolo,
epoca in cui venne eretta, mentre le affascinanti rovine rosate oggi apprezzabili colpirono talmente tanto il cuore di sir Walter Scott,
notissimo autore letterario scozzese dell’800, da scegliere la Dryburgh Abbey come luogo della sua sepoltura.
Nel primo pomeriggio guidate quindi alla volta di Jedburgh (20km, 20 minuti), suggestivo paese dei Borders ben restaurato e sempre
affollato di turisti che lo raggiungono per ammirare la locale Jedburgh Abbey che con la sua struttura portante in arenaria rossa priva del
tetto costituisce un sagoma inconfondibile nel panorama delle Borders Abbey. Anche qui i resti sono ricchi di rilievi in pietra che risalgono al
1138, anno di fondazione del complesso religioso che fu destinato ai canonici agostiniani.
Infine compite l’ultimo spostamento attraverso le bellissime strade secondarie dei Borders per spostarvi sino a Kelso (20km, 20 minuti),
fiorente cittadina commerciale posta alla confluenza dei fiumi Tweed e Teviot. Qui sono apprezzabili belle case georgiane e una raffinata
piazza centrale acciottolata, oltre ai soliti della locale Abbey, devasta dalle scorribande inglesi del ‘500 dopo quattrocento anni di splendore.
Tra tutte le abbazie dei Borders questa è quella in cui predomina di più lo stile romanico. Nei pressi di Kelso sorge poi anche l’enorme
Floors Castle, la più grande dimora abitata di Scozia, costruita nel ‘700 da William Adam in puro stile georgiano e poi impreziosita da
cospicue merlature e bastioni nel secolo successivo. Tra i tesori custoditi al suo interno meritano una citazione gli arazzi fiamminghi della
sala da disegno e gli intagli in rovere della sala da ballo. L’enorme parco di Floors Castle ottimamente si presta infine a rilassanti
passeggiate nella natura in cui godere della luce del sole fino al tramonto. Da qui riportatevi per la notte nuovamente ad Edimburgo(70km, 1
ora).
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I resti di alcune delle più spettacolari abbazie delle Borders: Dryburgh Abbey e Jedburgh Abbey e una vista aerea dell’immenso Floors
Castle.
10° giorno: STIRLING, CULROSS
Altre mete visitabili in giornata da Edimburgo e da non mancare assolutamente durante il vostro viaggio in Scozia sono l’antica cittadina di
Stirling e il borgo di Culross, entrambe poste nella piana centrale scozzese che divide i rilievi delle Highlands dalle Lowlands che ebbe
un’importanza storica fondamentale nella storia scozzese poiché qui si combatterono le battaglie che portarono alla nascita della nazione
mediante le vittorie ottenute da William Wallace e Robert the Bruce sull’esercito inglese. Abbarbicata su uno spettacolare sperone roccioso (i
resti di un antico vulcano) Stirling (60km, 1 ora) è una realtà senza tempo pervasa ancora da un’atmosfera tipicamente medievale zeppa
com’è di antichi edifici nobiliari, strade acciottolate e dominata dal suo grandioso castello che controlla la pianura sottostante. Da sempre
considerato baluardo inespugnabile e cartina tornasole della capacità militare scozzese lo Stirling Castle possiede sia una rilevanza storica
che artistica eccezionali. Eretto tra il ‘300 e il ‘500 sotto il patrocinio degli Stuart Stirling Castle presenta al suo interno stanze davvero
straordinarie come la Great Hall, la più grande stanza medievale di tutta la Scozia, impreziosita da un enorme camino e da una volta
composta da travi a vista, le Great Kitchens, enormi cucine reali, e la Chapel Royal fatta ristrutturare nel ‘500 da Giacomo VI, l’ultimo re a
vivere in questo castello. L’area del castello comprende inoltre comprende anche il Royal Palace oggi abbellito da splendidi arazzi tessuti
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con incredibile cura e l’Argyll’s Lodging, una delle town house più affascinanti di tutta la Scozia. Una volta terminata la visita allo Stirling
Castle potrete spendere un paio d’ore a passeggiare tra le storiche vie acciottolate dell’Old Town che venne fondata come borgo reale a
partire dal 1124. Oggi l’Old Town ammalia i visitatori con le mura cittadine meglio conservate di tutta la Scozia (sono del 1547), ben visibili
percorrendo il sentiero noto come Back Walk e si prenderà cura di sanare il vostro appetito e la vostra sete offrendo pochi ma pittoreschi pub
carichi d’atmosfera. Posta dirimpetto al castello merita poi una visita la Church of the Holy Rude, chiesa parrocchiale della città da sei
secoli dove fu incoronato l’ultimo sovrano locale, Giacomo VI. La chiesa si caratterizza per un soffitto con travatura a vista, per le preziose
vetrate policrome e per la selva di colonne di pietra che la compongono. Posti poco fuori la Stirling moderna, ma assolutamente imperdibili,
sono infine il National Wallace Monument e il campo di battaglia di Bannockburn. Il National Wallace Monument in sfacciato stile gotico
vittoriano commemora forse l’eroe e patriota scozzese più celebre della storia: William Wallace che nacque in queste lande nel 1270 e che
per svariati anni diede filo da torcere all’esercito inglese promulgando il sogno dell’indipendenza scozzese. Il monumento conserva il lungo
spadone di 167cm appartenuto a Wallace, un pantheon in marmo degli antichi eroi scozzesi e alcune ricostruzioni 3D delle sue battaglie,
comprese qualche scene tratte dal capolavoro cinematografico ispiratosi a Wallace: Braveheart. Bannockburn fu invece teatro della battaglia
decisa per l’indipendenza scozzese che avvenne il 24 giugno 1314 sotto il comando di Robert the Bruce che sfruttò al meglio le caratteristiche
paludose del campo di battaglia per avere la meglio del meglio equipaggiato e più numeroso esercito inglese. Oggi l’antico campo di contesa
è un anonimo campo erboso con una statua del vincitore a cavallo e con un pennone su cui sventola il drappo scozzese ma l‘adiacente
Bannockburn Heritage Centre espone ricostruzioni dettagliate sugli avvenimenti del 1314.
Nel pomeriggio, sulla via di ritorno verso Edimburgo, merita infine decisamente una deviazione l’incantevole borgo di Culross (30km, 30
minuti), forse il miglior esempio di abitato scozzese del ‘600 pervenuto pressoché intatto fino ai giorni nostri. Piccole case composte da tetti
di tegole rosse e muri imbiancati a calce si susseguono lungo vie acciottolate alternati a cottage in pietra. Culross dovette la sua opulenza
all’attività estrattiva locale del carbone prima e alla tessitura del lino e all’artigianato calzaturiero poi e grazie a questi proventi fu possibile
realizzare alcuni monumenti davvero significativi in città come il seicentesco Culross Palace con bellissime decorazioni in legno dipinte e
soffitti a botte e la Culross Abbey, di cui oggi restano solo le rovine affacciate sul fiordo locale, che fu fondata anticamente dai cistercensi nel
1217. Concedetevi tutto il tempo necessario per girovagare in questo incantevole luogo e solo a sera fate ritorno a Edimburgo (40km, 45
minuti) per la nottata.
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Il turrito e storico Stirling Castle domina la vallata centrale scozzese, quindi il National Wallace Monument che commemora l’ullustre eroe
dell’indipendenza scozzese e il borgo medievale di Culross.
11° giorno: ST ANDREWS
Con l’undicesimo giorno di viaggio si abbandono definitivamente Edimburgo per addentrarsi nel cuore della Scozia e meta di questa
giornata è l’esclusiva località di St Andrews (85km, 90 minuti). St Andrews deve la sua nobile fama prima come noto centro religioso locale
affacciato sulle candide spiagge del Mare del Nord, poi come sede del più antico e rinomato ateneo universitario di Scozia e quindi più
recentemente per essere divenuta capitale indiscussa del golf del Regno Unito. Consigliamo di iniziare il vostro tour nella località dalla parte
storica dell’abitato che è collocata ad est nei pressi della scogliera aggettante sul Mare del Nord. Qui sorgono i resti del St Andrews Castle,
costruito nel ‘200 come sede vescovile locale e espugnato e occupato da riformisti protestanti nel 1545 che scavarono i celebri cunicoli
sotterranei (considerati il miglior esempio di opera ingegneristica d’assedio in Europa) da cui si possono peraltro ammirare splendide viste
panoramiche verso il mare. Limitrofe sono poi le grandiose rovine della St Andrews Cathedral, costruita nel 1160 e per secoli uno degli
edifici di culto più imponenti di tutto il Regno Unito. Anch’essa subì pesanti devastazioni per mano dei protestanti nel 1559 ma le reliquie più
preziose custodite al suo interno (le ossa di Sant’Andrea) sono ancora collocate al loro posto sotto l’altare maggiore, dopo essere state
trasferite qui dalla vicina St Rule’s Tower.
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I resti della St Andrews Cathedral e le rovine del St Andrews Castle aggettante sulla costa del Mare del Nord.
Dopo esservi ristorati in uno dei molteplici pub animati da studenti universitari che caratterizzano il centro città percorrete quindi The
Scores, la strada a filo di scogliera che va dal centro di St Andrews fino ai gloriosi campi da golf dell’Old Course, il campo da golf
probabilmente più celebre del monto, favolosamente incuneato tra la città e la spiaggia di West Sands resa famosa dal film “Momenti di
Gloria” del 1981. Prima di tutto visitate il British Golf Museum, un viatico molto interessante per i profani del gioco che qui potranno farsi
una panoramica completa della storia e dell’evoluzione di questo aristocratico gioco. Dietro al museo adocchiate poi il Royal & Ancient Golf
Club, storico e prestigiosissimo golf club riservato per tradizione ai soli uomini. Da qui in poi si aprono le distese erbose dell’Old Course
dove il gioco viene perpetrato quotidianamente da schiere di appassionati. Se siete praticanti o se desiderate provare le brezza di cimentarvi
in questo sport se vorrete (previa rigorosa prenotazione) alla “modica” cifra di 130 sterline circa potrete testare le vostre capacità sul green,
altrimenti potrete prendere parte a visite guidate a cifre molto più modiche di un’oretta che toccano le più celebri buche e passaggi del
campo da gioco. Se capitate in zona in luglio può essere che siate così fortunati da poter vedere all’opera i maestri del golf mondiale intenti
nell’Open Championship, uno dei quattro tornei internazionali più prestigiosi del golf che qui si svolgono ogni cinque anni. Solo quando ne
avrete a sufficienza di tanto glamour e aristocraticità potrete dirigervi presso la vicina Dundee (20km, 25 minuti) per la notte, città che
fungerà da vostra base per i successivi giorni.
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Il celebre Old Course, campo da golf più rinomato al mondo con sullo sfondo l’esclusivo Royal & Ancient Golf Club e un’immagine
dell’ultima edizione dell’Open Championship svoltasi a St Andrews nel 2015.
12° giorno: PERTH, BLAIR CASTLE – TAY FOREST PARK, FORTINGALL
Questa giornata vi permetterà di entrare in contatto con le realtà più significative della Scozia centrale che si prospettano verso le alture
delle Highlands centrale. Da Dundee spostatevi velocemente di buona mattina verso Perth (40km, 45 minuti), antica capitale scozzese oggi
meritevole di una visita per il meraviglioso Scone Palace che sorge nella sua periferia, una dimora rurale di un lusso eccezionale eretta su
un’altura dove un tempo venivano incoronati i re scozzesi a partire dal capostipite Kenneth MacAlpin (nell’838 d.C.) che qui pose la Stone of
Destiny in tale occasione. Questo blocco di arenaria che la tradizione vuole arrivato dalla Terra Santa ebbe in seguito una storia travagliata
poiché venne sottratto alla Scozia nel 1296 per mano di re Edoardo I e custodito sotto la Coronation Chair a Westminster Abbey, a Londra,
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per ben 700 anni prima della sua restituzione avvenuta nel 1996. Scone Palace fu costruito nel 1580 ma venne in pratica del tutto rifatto
nell’800 secondo uno stile prettamente georgiano. Gli interni sono adorni di mirabili stanze che traboccano di mobilio francese e opere
d’arte minore, comprese alcune porcellane eccezionali e alcuni ritratti d’autore e si prestano a un’interessante visita. Forse ancora più
entusiasmante è però il parco che circonda il palazzo che comprende un bosco, un farfallario, un labirinto di siepi, diversi pavoni e la Moot
Hill, l’antico luogo di incoronazione dei re scozzesi.
Sempre in tema di castelli meravigliosi spingetevi poi lungo la A9 (la principale direttrice stradale verso il nord della Scozia) per circa 55km
(50 minuti) fino a raggiungere una delle attrattive più celebri di tutta la regione: il Blair Castle. Questo imponente edificio bianco posto
lungo i pendii boscosi che si innalzano dal locale fiume Garry è la residenza del duca di Atholl, capostipite della dinastia dei Murray e
attualmente unico aristocratico ad avere il permesso di avere un esercito privato in Gran Bretagna, e comprende un enorme parco annesso di
ben 108 miglia quadrate. Tra le 30 stanze aperte al pubblico spiccano la sala da pranzo con curiosi enormi bicchieri per il vino e la sala da
ballo che è caratterizzato da un soffitto talmente pieno di palchi di cervi cacciati nelle vicinanze da assumere un aspetto abbastanza lugubre.
Il castello è comunque una delle testimonianze più vivide dello stile di vita sfarzoso e opulento che ha sempre caratterizzato le classi agiate
scozzesi.
Nel pomeriggio consigliamo poi di intraprendere un magnifico itinerario automobilistico che vi porterà a lambire attraverso la B847 il Tay
Forest Park, il re delle foreste scozzesi e miglior luogo in cui farsi un’idea di come doveva apparire l’infinita foresta caledoniana che un
tempo ammantava tutte le Highlands e gran parte della Scozia intera. Purtroppo oggi rimane pochissimo di quell’antico ecosistema
depredato e annientato dall’uomo durante i secoli e sebbene la Tay Forest sia frutto di una riforestazione di 300 anni fa oggi è
sufficientemente sana e presenta una biodiversità tale da poterla equiparare a quel tesoro vegetale scomparso. Proseguendo poi verso sud
serpeggiando tra antiche vallate glaciale (glen) e laghi aventi la medesima genesi (loch) tipicamente scozzesi dirigetevi infine verso il
villaggio di Fortingall (40km, 50 minuti), uno di quei borghi più squisitamente conservatosi con cottage ottocenteschi dai tetti in paglia e una
chiesa risalente al VII secolo d.C. Nel minuscolo cimitero locale sorge poi un tasso vecchio di ben 2000 anni che con ogni probabilità è la
pianta più antica d’Europa e, nonostante l’età si faccia sentire sul vegetale, è ancora oggi vitale. Fortingall è un luogo perfetto per fare
quattro passi immersi nella quiete e in uno tra i più autentici paesaggi scozzesi tradizionali, pertanto prendetevi il vostro tempo e gustatevelo.
Solo quando ne sarete soddisfatti riprendete l’auto per fare rientro a Dundee (105km, 90 minuti).
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L’esterno del magnifico Scone Palace, una delle residenze più sontuose di Scozia, e il Blair Castle immerso nel paesaggio delle Highlands.
13° giorno: DUNDEE, GLAMIS CASTLE, ABRELEMNO
Dundee, città di ragguardevoli dimensioni posta lungo la sponda settentrionale del Firth of Tay, è una cittadina moderna popolata da genti
amichevoli ed ospitali, anche oltre gli standard scozzesi, e si caratterizza per alcune attrattive interessanti e per una vita notturna assai
sviluppata, soprattutto nei quartieri di West End e West Port. Potrete iniziare la vostra esplorazione di Dundee dalla centralissima City
Square dove regge la scena una singolare statua bronzea dedicata a Desperate Dan, eroe dei fumetti tanto caro ai bambini inglesi che venne
ideato da un autore locale nel 1937. Da qui con una breve passeggiata verso sud raggiungete quindi le sponde del Firth of Tay dove è
ormeggiata la RSS Discovery, celebre imbarcazione realizzata a Dundee nel 1900 con un scafo in legno spesso mezzo metro adatto a
sbriciolare il pack antartico e che fu usata da Robert Falcon Scott durante i suoi viaggi esplorativi. Dopo un breve periodo di abbandono
negli anni ’20 fu meticolosamente restaurata e dal 1986 è divenuta monumento simbolo cittadino. La nave è visitabile e si può entrare sia
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nella cambusa che nelle cabine originali, oltre a passeggiare sul ponte principale, inoltre il piccolo museo dedicato alle esplorazioni
antartiche limitrofo fornisce interessanti spunti di riflessioni su quelle imprese pionieristiche. Altra nave ormeggiata poco più a nord degna di
interesse è la HM Frigate Unicorn, antico veliero realizzato nel 1824 e più antico vascello britannico ancora integro e galleggiante al
mondo. Nonostante la batteria di 46 cannoni visibili la nave non partecipò mai a operazioni belliche poiché venne immediatamente
soppiantata dalle imbarcazioni a vapore ma fu adoperata come nave scuola dalla marina per molto tempo.
Nel primo pomeriggio spostatevi in auto quindi verso il vicino Glamis Castle (20km, 25 minuti), tipico esempio di sfarzoso castello baronale
scozzese ornato da un’apparente infinità di torrette e merlature, tanto appariscenti che pare che Shakespeare l’abbia scelto come modello
d’ispirazione per l’ambientazione del Macbeth. Residenza reale fino al 1372 Glamis Castle è molto legato all’attuale famiglia reale inglese
poiché qui passo l’infanzia la ex Regina Madre inglese e nacque la sorella Margaret dell’attuale regina Elisabetta II. Glamis Castle subì
importanti interventi di ristrutturazione nel ‘600 e oggi vanta un salone interno con soffitto decorato con stucchi, un cripta in cui sono
esposte antiche armi e armature e gli ex appartamenti reali della regina madre.
Terminata la visita portatevi quindi ad Aberlemno (20km, 20 minuti) dove sono collocate alcune delle più misteriose e maestose pietre dei
Pitti di tutta la Scozia. Queste pietre decorate con una moltitudine di simboli, molti dei quali di origine celtica, sono ancora oggi un mistero
insoluto per l’archeologia moderna ma colpiscono i profani per la loro imponenza e rappresentano la maggior opera artistica pervenutaci
degli antichi abitanti della Caledonia. Dopo esservi soffermati e interrogati a sufficienza su questo dilemma artistico fate poi rientro a
Dundee per la serata (30km, 35 minuti).
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La RSS Discovery, antica nave da esplorazione inglese e simbolo di Dundee, quindi il romantico Glamis Castle e una delle pietre pittiche di
Aberlemno.
14° giorno: ROYAL DEESIDE
La valle del fiume Dee, ormai nota come Royal Deeside vista la costante presenza della famiglia reale inglese nell’area da decenni, è la vera
culla della tradizione dei castelli scozzesi oltre a essere nota in tutto il mondo tra gli appassionati di pesca al salmone. Da Dundee portatevi
in mattinata al villaggio di Braemar (85km, 90 minuti), piccolo ma grazioso nucleo abitato posto al centro di un vasto altopiano circondato
dai complessi montuosi più maestosi della Scozia intera. Braemar è conosciuta principalmente per i Braemar Gathering, ossia i giochi delle
Highlands più celebri di tutta la Scozia, una manifestazione celebrata annualmente dal lontano 1817. Questo festival che si svolge agli inizi si
settembre si caratterizza con gare di danza tradizionale delle Highlands, esibizioni di cornamuse, gare di tiro alla fune, corse in salita,
competizioni di lanci di tronchi d’abete, sfide al lancio del martello o delle pietre e salto in lungo. Se invece passerete in zona non in tale
periodo merita comunque una breve visita il Castle locale, risalente al 1628.
Dopo Braemar cominciate a percorrere con l’auto la lunga vallata del fiume Dee in discesa e nel volgere di un quarto d’ora (15km) avrete
modo di raggiungere il celeberrimo Balmoral Castle. Questo castello nascosto da un fitto bosco è la grande tenuta scozzese in cui
annualmente la regina d’Inghilterra viene a trascorrere le ferie estive che qui trova ristoro e riposo immersa in una natura incontaminata
dominata dalla sagoma del Lochnagar, imponente montagna delle Highlands. Costruito nel 1855 appositamente per la famiglia reale questo
castello segnò la rinascita dello stile baronale scozzese ed influenzò numerosi altri manieri sorti in Scozia tra ‘800 e ‘900. Essendo una
residenza privata non è possibile accedere durante la visita a gran parte dei suoi interni (fa eccezione il salone da ballo) ma un giro nei
giardini e nella tenuta circostante l’edificio è davvero comunque un’esperienza interessante. Consigliamo di sostare nei pressi per il pranzo,
magari nel bel paesino adiacente di Ballater.-
Nel pomeriggio potrete poi raggiungere il Craigievar Castle (45km, 45 minuti) posto non esattamente nella valle del Dee (ma in quella del
vicino fiume Don) ma esempio straordinario di stile baronale scozzese e rimasto praticamente identico a come venne edificato nel ‘600,
compreso l’insolito colore rosa esterno. Se la parte inferiore è abbastanza comune e dimessa la porzione superiore del Craigievar Castle è un
trionfo di torrette, cupole e merlature che rendono la costruzione fiabesca e molto nobile.
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Infine, lungo la strada per Aberdeen, merita un’ultima sosta Crathes Castle (30km, 35 minuti), castello cinquecentesco noto per i soffitti
dipinti di epoca giacobina, per i suoi letti a baldacchino meravigliosamente intagliati e per il suo giardino dove sono ammirabili siepi di tassi
vecchie di 300 anni. Da qui spostatevi poi ad Aberdeen (30km, 30 minuti) per la nottata.
Un’immagine tipica dei Braemar Gathering, i più antichi giochi delle Hinghlands, quindi il Balmoral Castle dove annualmente soggiorna la
regina d’Inghilterra e il fiabesco Craigievar Castle.
15° giorno: ABERDEEN
Legata a doppio filo con le proficue attività estrattive petrolifere che contraddistinguono il Mare del Nord Aberdeen è una città dedita agli
affari, ricca sia in termini economici che di offerta per lo svago ma che ha saputo mantenere abbastanza inalterata la sua fama di “città di
granito” dovuta alla tipica pietra grigio-argentea con cui sono state edificate buona parte degli antichi palazzi cittadini. Questa
caratteristica urbanistica contribuisce sicuramente a rendere Aberdeen una realtà splendente nelle giornate soleggiate ma quando arriva la
fitta nebbia dal mare l’atmosfera in città assume toni davvero grigi e invoglia ad abbandonarsi a un po’ di melanconia. Potrete iniziare il
vostro tour cittadino da Union Street, la principale arteria cittadina che parte dal nucleo storico di Castlegate e si protende verso sud-ovest
fino alla periferia cittadina. Nei pressi di questa arteria stradale e vicino al moderno porto sorge l’Aberdeen Maritime Musuem ospitato in
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una struttura nella quale ci sono innumerevoli esposizioni inerenti ogni tema legato alla ambito dell’estrazione petrolifera offshore.
Spingendosi verso il centro di Castlegate merita quindi una vista l’edificio ospitante il Marischal College, del 1906, seconda costruzione in
granito per dimensioni al mondo dopo El Escorial in Spagna. La facciata è davvero interessante con decorazioni incise nel durissimo granito
e quindi di estrema difficoltà realizzativa. A pochi isolati di distanza è collocato quindi la Provost Skene’s House, turrita town house del ‘500
con un soffitto decorato con tempere in tema religioso miracolosamente scampato alle devastazioni che colpirono opere simili durante il
periodo della Riforma. Nel pomeriggio consigliamo dapprima di passeggiare lungo le banchine dell’Aberdeen Harbour, sempre affollato di
imbarcazioni che sostentano l’industria petrolifera locale, spingendosi poi a proseguire la passeggiata fino alla lunghissima (3,2km) striscia
di sabbia dorata di Aberdeen Beach che si allunga verso nord a est di Castlegate. Prima dell’imbrunire merita poi una deviazione la St
Machar’s Cathedral, raro esempio di cattedrale fortificata del ‘400 contraddistinta da due torri gemelle e da un soffitto della navata centrale
del 1520 a tema araldico dove si possono scorgere le effigi di re, nobili e vescovi locali del passato. Non perdete infine l’occasione di
scatenarvi nei numerosi pub e locali notturni che contraddistinguono la città, una felice eccezione nel panorama scozzese ma abbiate
l’accortezza di valutare con attenzione le spese a cui andrete in conto, Aberdeen sotto questo aspetto non è purtroppo una realtà affatto
economica.
Uno scorcio del quartiere storico di Aberdeen: Castlegate, quindi la maestosa facciata in granito del Marischal College e una panoramica
sul trafficato Aberdeen Harbour.
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16° giorno: STONEHAVEN
A impreziosire l’ultima giornata di viaggio in Scozia, prima di raggiungere il vostro aeroporto per far rientro in Italia, ci penserà
Stonehaven (30km , 30 minuti da Aberdeen), storicamente splendido villaggio di marinai, divenuto località balneare in epoca vittoriana e ora
sede di alcuni tra i migliori ristoranti scozzesi, specie per quanto concerne la cucina di pesce. Passeggiare tra i vicoli del suo centro storico
spingendosi fino al pittoresco porto è davvero un’esperienza coinvolgente, specie se vi concederete qualche minuto per sorseggiare qualcosa
negli antichi pub locali, così come nuotare nella piscina olimpionica art decò del 1934 detta Open-Air Swimming Pool ma è il Dunnottar
Castle la gemma incontrastata di Stonehaven. Raggiungibile con una veloce passeggiata lungo la scogliera di 20 minuti questo castello è
collocato in posizione davvero spettacolare su un promontorio erboso sospeso a 50m d’altezza sopra le acque blu del Mare del Nord. Il luogo
è così scenografico che non esisterete a immortalarlo sulla vostra memoria della macchina fotografica così come fece il regista Franco
Zeffirelli nel 1990 durante le riprese de L’Amleto. Terminata questa visita e dopo esservi gustato un lauto pranzo a base di pesce nei
ristoranti del paese potrete infine dirigervi all’aeroporto di Aberdeen (35km, 40 minuti) o di Edimburgo (175km, 2 ore) per far ritorno in
Italia.
Il borgo marinaresco di Stonehaven è una delle gemme della costa scozzese anche in fatto di offerta gastronomica, quindi il meraviglioso
Dunnottar Castle collocato in posizione quasi onirica.