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REGIONE BASILICATA COMUNE DI POLICORO EVENTO JOVA BEACH PARTY 13 AGOSTO 2019, POLICORO (MT) SPIAGGIA DI TORRE MOZZA SITO DI INTERESSE COMUNITARIO (SIC) IT9220080 DENOMINATO “COSTA IONICA FOCE AGRI RELAZIONE SULLA VALUTAZIONE DI INCIDENZA ai sensi dell’art.5 del D.P.R. 357/97 e dall'art. 6 del D.P.R. 120/2003 PROPONENTE: TRIDENT MUSIC S.r.l. Corso Europa 13, 20122 Milano Redattore dello studio: Ing. Marco Vitale, via Toti 6, 75025 Policoro (MT)

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REGIONE BASILICATA

COMUNE DI POLICORO

EVENTO JOVA BEACH PARTY

13 AGOSTO 2019, POLICORO (MT)

SPIAGGIA DI TORRE MOZZA

SITO DI INTERESSE COMUNITARIO (SIC) IT9220080

DENOMINATO “COSTA IONICA FOCE AGRI

RELAZIONE SULLA VALUTAZIONE DI INCIDENZA

ai sensi dell’art.5 del D.P.R. 357/97 e dall'art. 6 del D.P.R. 120/2003

PROPONENTE: TRIDENT MUSIC S.r.l.

Corso Europa 13, 20122 Milano

Redattore dello studio: Ing. Marco Vitale, via Toti 6, 75025 Policoro (MT)

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INDICE

1 PREMESSA 4

1.1 - IL SITO DI INTERESSE COMUNITARIO “MARE DELLA MAGNA GRECIA” 6

1.2 - IL PIANO DI GESTIONE DEL SITO DI INTERESSE COMUNITARIO 9

2 RAPPORTI CON LA PIANIFICAZIONE VIGENTE 10

3 DESCRIZIONE DELL’EVENTO 11

3.1 - LOCALIZZAZIONE DELL’AREA, ACCESSI, AFFOLLAMENTO PREVISTO E PERCORSI DI ESODO 15

3.2 - ALLESTIMENTO DELL’AREA 16

3.3 - INSTALLAZIONI A MARE 22

3.4 - DURATA DELL’OCCUPAZIONE DELL’AREA 23

3.5 - FASE DI CANTIERE 24

3.6 - CARATTERISTICHE COSTRUTTIVE E TIPOLOGIE DELLE STRUTTURE UTILIZZATE 25

3.7 - PALCO E STRUTTURE A TERRA 26

3.8 - EMISSIONI ACUSTICHE 26

3.9 - EMISSIONI LUMINOSE 33

3.10 - PASSERELLE PEDONALI E CARRABILI 33

3.11 - IMPIANTO ELETTRICO 34

3.12 - SERVIZI IGIENICI 34

3.13 - GESTIONE DELL'EMERGENZA – PIANO DI EMERGENZA E EVACUAZIONE 34

3.14 - ORGANIZZAZIONE SANITARIA 36

3.15 - SERVIZI DI SOCCORSO 38

3.16 - SERVIZI OFFERTI ALL’INTERNO DELL’AREA DI PROGETTO 38

3.17 - PARCHEGGI E ACCESSIBILITÀ PEDONALE. 38

3.18 - ATTREZZATURE E VIGILANZA ANTINCENDIO 38

3.19 - IMPIANTO ANTINCENDIO- EMERGENZA SANITARIA 38

3.20 - VALUTAZIONE DEL RISCHIO 39

3.21 - ACCESSIBILITÀ MEZZI DI SOCCORSO 39

3.22 - PERCORSI SEPARATI DI ACCESSO ALL'AREA E DI DEFLUSSO DEL PUBBLICO 39

3.23 - SUDDIVISIONE DELLA ZONA SPETTATORI IN SETTORI 39

3.24 - PROTEZIONE ANTINCENDIO 40

3.25 - OPERATORI DI SICUREZZA ANTINCENDIO 40

3.26 - VERIFICHE E CERTIFICAZIONI 40

3.27 - MISURE DI MITIGAZIONE DELL’IMPATTO GIÀ PREVISTE DAL PROGETTO 40

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4 DESCRIZIONE DEL SISTEMA AMBIENTALE DI RIFERIMENTO 43

4.1 - INQUADRAMENTO CLIMATICO E CARATTERIZZAZIONE BIOCLIMATICA 43

4.2 - INQUADRAMENTO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO 44

4.3 - INQUADRAMENTO AMBIENTALE 52

4.4 - INQUADRAMENTO BOTANICO E VEGETAZIONALE 55

4.5 - INQUADRAMENTO FAUNISTICO 64

4.6 - INQUADRAMENTO AGRO-SILVO-PASTORALE 68

4.7 - INQUADRAMENTO SOCIO ECONOMICO 70

4.8 – IL SISTEMA DEI VINCOLI 72

5 LE MISURE DI TUTELA DEL SISTEMA AMBIENTALE DI RIFERIMENTO 73

5.1 - I FATTORI SOCIO-ECONOMICI CHE INSISTONO SULLO STATO DI CONSERVAZIONE DI SPECIE E

HABITAT D'INTERESSE 74

6 VALUTAZIONE DELL’INCIDENZA DEL PROGETTO SUL SISTEMA AMBIENTALE (AREA

SIC) 77

6.1 - CARATTERIZZAZIONE NATURALISTICA DELL’AREA DI PROGETTO 77

6.2 - IDENTIFICAZIONE E DESCRIZIONE DELLE POTENZIALI INCIDENZE DELL’OPERA SULLE

COMPONENTI NATURALI 77

6.3 - IDENTIFICAZIONE E DESCRIZIONE DELLE INCIDENZE DETERMINATE DAL PROGETTO SU HABITAT E

SPECIE DI INTERESSE COMUNITARIO. 88

6.4 - DESCRIZIONE ANALITICA DELLE INCIDENZE NEL SITO, UTILIZZANDO SPECIFICI INDICATORI 91

6.5 - VALUTAZIONE DELLE INCIDENZE DA PARTE DEL PROFESSIONISTA INCARICATO DELLO STUDIO DI

INCIDENZA 92

6.6 - MISURE DI CONSERVAZIONE PREVISTE NEL PIANO DI GESTIONE SIC IT9220080 “COSTA JONICA

FOCE AGRI” APPROVATO CON D.G.R. 904 DEL 07.07.2015 92

6.7 - MISURE DI MITIGAZIONE/SOLUZIONI ALTERNATIVE PROPOSTE 92

7 CONCLUSIONI 96

ALLEGATO 1 – SCHEDA AREA SIC COSTA IONICA FOCE AGRI 97

ALLEGATO 2 – ESTRATTO PIANO DI GESTIONE SIC IT9220080 109

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1 PREMESSA

La presente relazione di valutazione di incidenza sull’habitat si riferisce all’evento

denominato “JOVA BEACH PARTY”, in programmazione a Policoro (MT) il prossimo

13.08.2019, a partire dalle ore 14.30 e fino alla mezzanotte, sulla spiaggia libera di

Località Torre Mozza.

Il sottoscritto Ing. Marco Vitale, iscritto all’Albo degli Ingegneri della Provincia di Matera al

n.535, con studio in Policoro (MT) alla via Toti n.6, è stato incaricato dalla società

proponente TRIDENT MUSIC S.r.l., con sede in Corso Europa 13, Milano, società che

cura l’organizzazione dell’evento musicale per conto dell’artista Lorenzo Cherubini, in arte

Jovanotti.

L’evento musicale ricade nel sito di interesse comunitario (SIC) IT9220080 denominato

“Costa Ionica Foce Agri”, individuato ai sensi della Direttiva Comunitaria 92/43/CEE

“Habitat”. In appendice è riportata la relativa scheda. Ai sensi del D.P.R. 357/97 come

modificato dal D.P.R. 120/2003 è dunque necessaria una specifica Valutazione di

Incidenza.

La valutazione d'incidenza è il procedimento di carattere preventivo al quale è necessario

sottoporre qualsiasi piano o progetto che possa avere incidenze significative su un sito - o

proposto sito - della rete Natura 2000, singolarmente o congiuntamente ad altri piani e

progetti e tenuto conto degli obiettivi di conservazione del sito stesso.

Tale procedura è stata introdotta dall'art. 6, comma 3, della direttiva "Habitat", con lo

scopo di salvaguardare l'integrità dei siti attraverso l'esame delle interferenze di piani e

progetti non direttamente connessi alla conservazione degli habitat e delle specie per cui

essi sono stati individuati, ma in grado di condizionarne l'equilibrio ambientale.

La valutazione d'incidenza si applica sia agli interventi che ricadono all'interno delle aree

Natura 2000 sia a quelli che, pur sviluppandosi all'esterno, possono comportare

ripercussioni sullo stato di conservazione dei valori naturali tutelati nel sito.

In ambito nazionale, la valutazione d'incidenza viene disciplinata dall'art. 6 del D.P.R. 12

marzo 2003 n.120 (G.U. n. 124 del 30 maggio 2003), che ha sostituito l'art. 5 del D.P.R. 8

settembre 1997, n. 357 che trasferiva nella normativa italiana i paragrafi 3 e 4 della

direttiva "Habitat".

Il comma 2 dell’art.6 stabilisce che “I proponenti di interventi non direttamente connessi e

necessari al mantenimento in uno stato di conservazione soddisfacente delle specie e

degli habitat presenti nel sito, ma che possono avere incidenze significative sul sito stesso,

singolarmente o congiuntamente ad altri interventi, presentano, ai fini della valutazione di

incidenza, uno studio volto ad individuare e valutare, secondo gli indirizzi espressi

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nell'allegato G, i principali effetti che detti interventi possono avere sul proposto sito di

importanza comunitaria, sul sito di importanza comunitaria o sulla zona speciale di

conservazione, tenuto conto degli obiettivi di conservazione dei medesimi”.

Sempre all’art.6, comma 5 è stabilito che: “Ai fini della valutazione di incidenza dei piani e

degli interventi di cui ai commi da 1 a 4, le regioni e le province autonome, per quanto di

propria competenza, definiscono le modalità di presentazione dei relativi studi, individuano

le autorità competenti alla verifica degli stessi, da effettuarsi secondo gli indirizzi di cui

all'allegato G, i tempi per l'effettuazione della medesima verifica, nonché le modalità di

partecipazione alle procedure nel caso di piani interregionali”.

L’allegato G del D.P.R. 357/97, che non è stato modificato dal decreto del 2003, prevede

che lo studio per la valutazione di incidenza debba contenere:

a) una descrizione dettagliata del piano o del progetto che faccia riferimento, in

particolare, alla tipologia delle azioni e/o delle opere, alla dimensione, alla

complementarietà con altri piani e/o progetti, all'uso delle risorse naturali, alla produzione

di rifiuti, all'inquinamento e al disturbo ambientale, al rischio di incidenti per quanto

riguarda le sostanze e le tecnologie utilizzate;

b) un'analisi delle interferenze del piano o progetto col sistema ambientale di riferimento,

che tenga in considerazione le componenti biotiche, abiotiche e le connessioni

ecologiche.

Con D.G.R. n. 2454 del 22 dicembre 2003 – “Regolamento recante attuazione della

direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché

della flora e della fauna selvatica”, la Regione Basilicata ha stabilito gli indirizzi applicativi

in materia di valutazione d’incidenza, individuando l’Ufficio Regionale Compatibilità

Ambientale quale ufficio competente, e definendo i contenuti dello studio da presentare ai

fini della valutazione di incidenza di piani e progetti.

Il percorso logico della valutazione d'incidenza è delineato nella guida metodologica

"Assessment of plans and projects significantly affecting Natura 2000 sites.

Methodological guidance on the provisions of Article 6 (3) and (4) of the Habitats Directive

92/43/EEC" redatto dalla Oxford Brookes University per conto della Commissione

Europea DG Ambiente.

Pertanto, ai fini di consentire all’Ufficio Regionale preposto la valutazione dell’incidenza

dell’evento musicale del 13.08.2019, il presente studio, in ottemperanza a quanto richiesto

dal sopra richiamato quadro legislativo di riferimento nazionale ed europeo:

descrive in modo dettagliato il progetto proposto;

illustra le caratteristiche tecniche ed organizzative dell’evento, puntualizzandone

gli aspetti ambientali;

verifica la coerenza dell’evento con gli strumenti di pianificazione e

programmazione;

descrive le componenti ambientali potenzialmente interessate ed analizza gli

habitat e le specie che caratterizzano l’area ambientale protetta, valutandone il

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potenziale degrado, la potenziale perturbazione e la significatività degli impatti

ambientali per effetto della realizzazione del progetto proposto;

analizza le interferenze, le modificazioni ed i processi di trasformazione che la

realizzazione del progetto potrebbe determinare direttamente o indirettamente, a

breve o a lungo termine, temporaneamente o permanentemente, sull’ambiente

naturale e le sue componenti biotiche e abiotiche;

riporta dati ed informazioni di carattere ambientale, territoriale e tecnico, in base ai

quali sono stati individuati e valutati i possibili effetti che la manifestazione può

determinare sull’ambiente;

descrive le misure che si intendono adottare per evitare, ridurre e compensare gli

effetti negativi del progetto sull’ambiente e per ottimizzarne l’inserimento nel

territorio circostante.

***

Il Sito di Interesse Comunitario denominato Costa Jonica Foce Agri [IT9220080] è ubicato

a cavallo dei territori di Policoro e Scanzano Jonico, nella provincia di Matera alla foce del

fiume Agri, sulla costa ionica della Regione Basilicata (allegato n.1). Con D.G.R. n.761 del

27.06.2013 sono stati approvati i dati e gli studi tesi ad ampliare la perimetrazione dei siti

di interesse comunitario della costa jonica lucana, mediante ampliamento a mare. Per

quanto riguarda il sito IT9220080 (Costa Jonica Foce Agri), la superficie di ampliamento a

mare è fissata in 1207.35 ha, valore che porta la superficie complessiva del SIC a 2.414,7

ha.

Il D.P.R. 357/97 prevedeva che i siti di interesse comunitario (SIC) individuati dalle Regioni

e dalle Provincie autonome vengano successivamente designati come Zone Speciali di

Conservazione (ZPS). A seguito delle deliberazioni della Giunta Regionale di Basilicata

con le quali sono state adottate le misure di conservazione per le n.33 aree SIC della

Basilicata, il Ministero dell’Ambiente ha adottato lo schema di provvedimento di

designazione delle relative n.33 ZPS, decreto su cui la Giunta Regionale di Basilicata con

D.G.R. n.1471 del 19.12.2016 ha espresso formale intesa.

1.1 - Il sito di interesse comunitario “Mare della Magna Grecia”

È altresì importante sottolineare che il quadro dei vincoli si è arricchito di recente con la

D.G.R. n.14 del 07.01.2019 con la quale la Giunta Regionale della Basilicata ha proposto

alla Commissione europea l’istituzione di un nuovo sito “Natura 2000”, pSIC/ZPS – tipo C,

denominato “Mare della Magna Grecia” con codice IT9220300. L’istituzione del proposto

sito della Rete Natura 2000, che è esclusivamente marino, risponde ad una strategia di

tutela e conservazione delle risorse naturalistiche e della biodiversità sul territorio lucano

con particolare riferimento alla costa jonica. L’istituzione del nuovo sito Natura 2000

completa un percorso di tutela e valorizzazione delle risorse naturalistiche costiere che

parte dalla designazione dei Siti Natura 2000 della costa jonica, avvenuta nel 2003, passa

attraverso l’estensione a mare dei suddetti siti “Natura 2000” in corrispondenza delle foci

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dei cinque fiumi lucani avvenuta (2015), e si conclude con l’approvazione del Piano di

Gestione della Costa ionica lucana (anno 2016).

Fig. 1.1 – Inquadramento territoriale pSIC “Mare della Magna Grecia”

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Il proposto nuovo sito è costituito da una porzione di mare antistante la costa lucana

caratterizzata dalla presenza di numerose specie di mammiferi marini: in tale area, infatti,

sono frequentissimi gli avvistamenti di delfini, megattere e talvolta capodogli; la specie di

maggior rilievo dal punto di vista ecologico è il Tursiope (Tursiops truncatus). Tant’è che

nel porto turistico di Policoro opera da qualche anno la Jonian Dolphin Conservation

un'associazione di ricerca scientifica finalizzata allo studio dei cetacei del Golfo di Taranto,

che svolge, tra le altre cose, attività di progettazione e conduzione di Marine Mammals

Surveys visivi ed acustici con attrezzature e personale specializzato, utilizzando mezzi

nautici equipaggiati con ecoscandaglio, sonde multiparametriche, sistemi di ripresa video

fotografica in HD, idrofoni per studi di bioacustica, ecc, nonché attività di dolphin watching

coinvolgendo turisti e cittadinanza a bordo delle sue barche.

Sempre nella zona costiera jonica, da tempo, è stata rilevata, anche se non nella zona di

Torre Mozza, anche la presenza della tartaruga marina (Caretta Caretta), nidificante sulla

costa. Ed infatti a Policoro da anni opera il Centro Recupero Animali Selvatici (C.R.A.S.),

che è parte integrante del Centro WWF; si tratta di una struttura veterinaria dotata di un

ambulatorio con spazi per la stabulazione e cura di animali selvatici feriti o in difficoltà. In

particolare il centro di Policoro costituisce il focal point del WWF Italia nell'ambito del

Progetto Tartarughe Marine, collaborando attivamente con Università ed Istituti di Ricerca.

Il progetto di designare un nuovo sito Natura 2000, di tipo marino, risponde ad una

strategia di preservazione delle componenti di interesse conservazionistico di un fragile

sistema terra-mare, che caratterizza tutto l'ambito marino costiero jonico, e che è soggetto

ad una serie di pressioni e di minacce che rischiano di compromettere la tenuta

complessiva dei territori caratterizzati da agricoltura di qualità, turismo, pesca tradizionale

e da emergenze storico-culturali nonché naturalistiche di rilievo. In tal senso, occorre

mettere in atto, in ossequio alla strategia europea e nazionale di conservazione della

biodiversità, le condizioni normative e gestionali atte a garantire lo stato di conservazione

soddisfacente di habitat e specie anche in presenza di attività umane che devono

necessariamente essere sostenibili e compatibili con la presenza di rilevanti valenze

naturalistiche.

L’Area Marina protetta “Magna Grecia” sarà estesa per 29 miglia marine, comprenderà i

33 km di costa lucana nel Mar Jonio, e consentirà di valorizzare l’insolita biodiversità

floreale marina, con presenza della Cystoseira e della Cymodocea nodosa, e le varie

specie di delfini e di capodogli, costantemente presenti nel golfo di Taranto. In definitiva,

l’idea di un’area marina protetta nasce proprio come naturale proiezione delle 5 zone

umide (Zps e Sic) già presenti alle foci dei cinque fiumi lucani, e costituisce, in virtù della

particolare biodiversità della costa lucana, il caposaldo della strategia di protezione

ambientale della costa jonica lucana.

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1.2 - Il piano di gestione del sito di interesse comunitario

La Direttiva habitat impegna, in attuazione del principio di prevenzione “… gli Stati membri

ad adottare tutte le opportune misure per evitare, nelle zone speciali di conservazione il

degrado (…), nonché la perturbazione (...)”. Ed ancora il comma 1 dell’articolo 4 del

D.P.R. 357/97 (integrato dal D.P.R. 120/2003) sancisce che “le Regioni e le Province

autonome di Trento e di Bolzano assicurano per i proposti siti di importanza comunitaria

opportune misure per evitare il degrado degli habitat naturali e degli habitat di specie,

nonché la perturbazione delle specie per cui le zone sono state designate”. Il campo di

applicazione è più ampio di quello dell’art. 5 che concerne unicamente i piani ed i progetti

per i quali è necessaria la preventiva valutazione di incidenza. Esso si riferisce cioè allo

svolgimento di attività che non richiedono necessariamente un’autorizzazione preventiva,

come l’agricoltura o la caccia.

In particolare, l'articolo 6 della Direttiva Habitat, che contiene le più importanti disposizioni

per la conservazione di specie ed habitat, prevede (al comma 1) l’adozione di:

- opportune misure regolamentari, amministrative o contrattuali;

- appropriati piani di gestione.

Le misure del primo tipo costituiscono un requisito minimo. Al contrario, il Piano di

Gestione deve essere adottato “se opportuno”, cioè qualora la situazione specifica del

Sito non consenta di garantire uno stato di conservazione soddisfacente solamente grazie

alle misure obbligatorie. Il Piano di Gestione, peraltro, si configura come l’unico strumento

di pianificazione idoneo alla salvaguardia delle peculiarità di ogni singolo sito in grado di

integrare gli aspetti prettamente naturalistici con quelli socio-economici ed amministrativi.

Nel caso dei siti della Basilicata, in ossequio alle prerogative disposte dalla legislazione

europea e statale, e sulla base dei vincoli gravanti sul territorio e degli strumenti di

programmazione e gestione territoriale, la Regione ha elaborato il Piano di Gestione come

strumento autonomo, in grado di gestire la complessità delle problematiche di

conservazione relative ai diversi siti, alla luce della possibilità solo parziale di recepimento

delle misure di conservazione nell’ambito degli attuali e diversi strumenti di pianificazione

territoriale.

Il piano di gestione dell’arco ionico lucano è stato redatto, ai sensi della D.G.R. n. 2016

del 30 Novembre 2010, da personale esperto selezionato dall’allora “Dipartimento

Ambiente, Territorio e Politiche della Sostenibilità”, sotto la guida di una cabina di regia

costituita da rappresentanti di istituzioni scientifiche ed accademiche specificate nel

D.G.R. 1258/08 ed integrate in seguito alla D.G.R. 1961/09. Il piano di gestione è quindi

successivamente approvato con D.G.R. n. 904 del 07.07.2015.

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2 RAPPORTI CON LA PIANIFICAZIONE VIGENTE

Il previsto spettacolo musicale è stato previsto in area costiera ricadente all’interno del

Piano Particolareggiato Esecutivo (nel seguito P.P.E. o piano) di iniziativa comunale

denominato “Foce Agri”, strumento di pianificazione, approvato con D.P.G.R. n.711 del

09.09.1997, che discende direttamente dal Piano Paesistico di Area Vasta del

Metapontino (P.T.P.M.).

In particolare, l’ubicazione dell’evento ricade nel Comparto C, sub comparto C18, del

P.P.E. Ai sensi delle Norme Tecniche di Attuazione del P.P.E.: ”Il comparto C individua le

aree di pertinenza del porto, delle strutture a questo connesse e di tutti quegli interventi

edilizi finalizzati alla residenza ed al terziario atti a vitalizzare il complesso turistico a scala

comunale connesso con il sistema mare. La struttura è individuata da un bacino principale

e da una serie di isole che definiscono canali navigabili e non, darsene e punti di approdo

oltre che l'imboccatura di ingresso dal mare. Il sistema viario è collegato all'esterno tramite

due accessi che consentono di raggiungere rispettivamente il lato a Sud verso la spiaggia

ed il lato a Nord verso l'azienda ittica attraverso una rete interna da considerarsi come

privata di uso pubblico…..”.

Per quanto riguarda l’area specifica di insediamento della manifestazione, ricadente,

come detto, nel subcomparto C18 del P.P.E. le NTA del piano prevedono le seguenti

direttive e prescrizioni:

“Il sub comparto C18 è relativo alla spiaggia classificata come quarta nell'art.9 di cui al

Titolo IV… Per la quarta spiaggia posta tra il porto ed il nuovo parcheggio pubblico

terminale di Via San Giusto, si prevede l'uso a fini balneari per le strutture ricettive

retrostanti (zona portuale) e per il pubblico: è prevista la possibilità di concessione

dell'area demaniale anche in lotti per un fronte mare non inferiore a ml. 50 e la posa di

strutture di supporto quali chioschi, cabine, servizi igienici, etc. oltre gli ombrelloni e le

sdraio. In tutti i casi va garantita la fruibilità della fascia di bagnasciuga per una profondità

minima di ml.5, della fascia a monte per una profondità di ml.5 mentre le strutture precarie

(chioschi, etc) dovranno essere allocate entro e non oltre ml. 10 dalla fascia a monte.

Salvo quanto previsto dalle tavole di piano e dalle specifiche norme dei sub comparti, non

sono consentite strutture stabili e qualsiasi attrezzatura dovrà essere rimossa alla fine della

stagione balneare; per la gestione dei lidi è consentita la creazione di strutture per la

ristorazione direttamente connesse all'attività di spiaggia: non è quindi consentita la

creazione di bar, ristoranti, discoteche, etc. con attività autonoma”.

Dunque la manifestazione musicale è stata prevista in un’area di cui la vigente

pianificazione consente l’utilizzo ai fini di balneazione e svago, ed è dunque perfettamente

compatibile con la medesima pianificazione comunale e sovracomunale, trattandosi di

evento della durata di poche ore, in periodo estivo in cui l’area è normalmente utilizzata ai

fini di svago e balneazione.

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3 DESCRIZIONE DELL’EVENTO

Il progetto prevede la realizzazione di un evento-spettacolo musicale (concerto con

amplificazione sonora ed effetti di luci e speciali), a pagamento, con posti in piedi il 13

Agosto 2019 sull’arenile di Località Torre Mozza a Policoro (MT).

L’evento interesserà particelle catastali di proprietà demaniale, e di n.2 società private;

l’area di intervento è rettangolare, di ampiezza 300x100 m circa, ed è delimitata:

quanto ai lati corti, dalla spiaggia attrezzata di Marinagri (lato Nord-Est) e dalla

spiaggia della società Aquarius (lato Sud-Ovest),

quanto ai lati lunghi, dalla recinzione del centro turistico Marinagri (lato Nord-Ovest) e

dalla battigia (lato Sud-est).

Fig. 3.1 – Definizione area di intervento su ortofoto

AREA DI INTERVENTO

L'area individuata è interamente sul mare e presenta superficie in sabbia, libera da

ostacoli. Nello spazio, interamente delimitato con recinzioni, sarà realizzato l'allestimento

per l’evento di pubblico spettacolo pomeridiano e serale con l'esibizione di diversi gruppi

musicali e del cantante Jovanotti e nell'area saranno collocati veicoli e stand sia per la

ristorazione che per attività culturali e promozionali.

Lo spettacolo musicale avrà inizio alle ore 16,00, mentre il concerto del cantante Jovanotti

avrà inizio alle ore 20,30 con durata di 3 ore, terminando alle 23,30-24.00.

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DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA DELL’AREA DI INTERVENTO

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3.1 - Localizzazione dell’area, accessi, affollamento previsto e percorsi di esodo

L'accesso all'area, posta sulla spiaggia, avviene unicamente da Largo Akiris (area di

parcheggio di forma circolare meglio identificato come “Parcheggio di Torre Mozza

(Figura 3.1). L’area è completamente pianeggiante ed è accessibile solo dalle strade

sopra indicate.

Le aree di parcheggio saranno disposte:

-) in corrispondenza del lungomare di Policoro, con Viale Spintaro (anche detto percorso

vita) utilizzato quale percorso pedonale di accesso all’area della manifestazione;

-) in corrispondenza di diversi punti del centro cittadino (con servizio trasferimento a

mezzo autobus da punti specifici del centro di Policoro all’area della manifestazione).

L’organizzazione dell’evento prevede n.3 punti di filtro del pubblico, di controllo del

possesso del biglietto, lungo i due percorsi di accesso all’area del concerto:

1. un primo filtro - posto sul primo percorso di accesso - in prossimità di Largo Esperia

(ultima area di parcheggio del Lungomare di Policoro prima dell’imbocco del percorso

pedonale di Viale Spintaro);

2. un filtro posto – posto sul secondo percorso di accesso - in prossimità dell’ingresso

del Centro turistico Marinagri, posto lungo via San Giusto.

Le navette che l’organizzazione metterà a disposizione, partendo dalle aree di parcheggio

del centro di Policoro, porteranno il pubblico fino alle vicinanze della prima area filtro in

un’area idonea allo sbarco e imbarco dei partecipanti.

Il secondo filtro è dedicato ai controlli di pubblica sicurezza;

Il terzo filtro è posto all’ingresso nell’area del concerto per l’obliterazione del biglietto.

La superficie complessiva interessata dall’evento misura circa 30.000 mq, mentre quella al

netto dell’area del palco, del retropalco e degli altri allestimenti che occuperanno circa il

20% dell’area (stand, veicoli per il ristoro, giochi, ecc.) è pari a circa 24.000 mq.

A tale superficie netta corrisponde secondo la normativa attualmente vigente (2 pers./mq)

una capienza massima di 42.182 persone, per le quali è necessario assicurare 115,2 ml di

uscite. Tali dati vengono riassunti nella tabella in Figura 3.2.

Fig. 3.2 – Tabella riportante superficie a capienza dell’area del concerto

Superficie totale area 1 30.000 mq

Superficie utile 20% 24.000 mq

Numero massimo spettaori previsto 2 pax per 1 mq 48.000 pax

Metri lineari per uscita 2,4 ml/1.000 pax 115,2 ml

Con l’affollamento massimo previsto di circa 30.000 spettatori restano spazi liberi

sufficienti in sicurezza nell’area per la circolazione e la movimentazione del pubblico

presente.

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Per questo numero di spettatori occorrono 72 metri lineari di uscite da distribuire sul

perimetro dell’area con dimensione minima 2,40 m.

Occorre sottolineare che il target di pubblico dei concerti del cantante Jovanotti è quello

di un pubblico tranquillo, comprendente famiglie e quindi di solito educato e rispettoso

dell’ambiente.

3.2 - Allestimento dell’area

Per l’allestimento del “villaggio sulla spiaggia” tutte le installazioni avverranno con

strutture temporanee amovibili, che comprenderanno:

un palcoscenico con elementi del ponteggio multidirezionale Layher avente un

ingombro di dimensioni pari a circa 48 m x 17 m ed altezza dell’impalcato pari a circa

2,00 m; il palco sorreggerà scenografie costituite da pannelli in alluminio colorati e

dispositivi gonfiabili, impianti musicali e di illuminazione, e sarà circondato da barriere

antipanico;

Fig. 3.3 – Esempio di barriera antipanico

Fig. 3.4 – Esempio di applicazione di barriere antipanico

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torri per la sospensione dei cluster audio, con elementi del ponteggio multidirezionale

Layher in prosecuzione con il palco;

n°4 torri “delay” aventi ognuna un ingombro di dimensioni pari a circa 8 m x 8 m e con

dispositivi di rimando audio, oltre, le più distali, anche di video

torri faro per l’illuminazione dell’area del concerto;

Fig. 3.5 – Esempio di torre faro

portali da realizzare con elementi del ponteggio multidirezionale Layher, aventi

dimensioni di 5 m x 29 m, con il fine di direzionare il pubblico verso la zona del

palcoscenico;

impianti audio, luci e video a diretto servizio dello spettacolo alimentati da gruppi

elettrogeni autonomi;

impianto per la fornitura elettrica dei servizi annessi allo spettacolo alimentati da

gruppi elettrogeni autonomi, costituito da caveria interrata o poggiata direttamente

sulla spiaggia e protetta nei tratti di attraversamento dei percorsi con canalette

carrabili;

furgoni (lunghezza media 5,5 m) per i servizi di ristorazione con attiguo gazebo di

servizio, servite furgoni tipo Ducato contenenti celle frigorifere posti fuori dal

villaggio, ma attigui allo stesso;

stand che ospiteranno rivendite di gadget, sponsor dell’iniziativa e giochi;

n.168 servizi igienici portatili, in batterie di 8-10, comprensive di un WC per i

diversamente abili lungo i percorsi di arrivo e nei pressi della location;

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Fig. 3.6 – Esempio di servizio igienico portatile

pedana per diversamente abili da realizzare con elementi del ponteggio

multidirezionale Layher avente un ingombro di dimensioni 10 m x 8 m, altezza 0,50

m circa da terra; un pedanamento sarà predisposto per un facile raggiungimento

della stessa. La pedana sarà ombreggiata di giorno con ombrelloni e vicino ad

essa verranno posizionati i servizi igienici per disabili;

transenne in alluminio di tipo antipanico per la suddivisione del pubblico in settori;

transenne in acciaio zincato o in alluminio tipo CETA per la delimitazione di aree

escluse al pubblico o per indirizzare il pubblico nell’area del concerto e nelle sue

vicinanze;

Fig. 3.7 – transenna tipo CETA

un sistema di varchi per il deflusso delle persone verso la pubblica via e/o luoghi

sicuri pari a circa 72 m;

presidi di primo soccorso;

passerelle pedonali in plastica appoggiate direttamente sulla sabbia costituite da

pannelli giuntati di dimensioni indicative 2,26 x 1,29 m;

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Fig. 3.8 – Esempio di pannelli pedonali in plastica

percorsi carrabili da utilizzare nelle fasi di allestimento e disallestimento per la

circolazione dei mezzi, per i basamenti del palco e delle torri e per l’accesso sulla

spiaggia delle installazioni e/o furgoni di ristoro, costituiti da pannelli in alluminio

giuntati di dimensioni 2,15 x 3 m o da pannelli in plastica giuntati di dimensioni 1,22

x 1,22 m, poggiati direttamente sulla sabbia;

Fig. 3.9 – Esempio di pannelli carrabili in alluminio

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Fig. 3.10 – Esempio di pannelli carrabili in plastica

recinzione dell’intera area del concerto con griglie metalliche o con recinzioni

avvolgibili alte 2,20 m, oppure con bandonature opache in pannelli sandwich alte

3,0 m. Tale recinzione sosterrà pannelli con messaggio didattico-educativi sulle

tematiche ambientali.

Fig. 3.11 – Esempio di recinzione in griglie metalliche

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Fig. 3.12 – Esempio di recinzione avvolgibile

Fig.3.13 – Esempio di bandonature opache

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La planimetria in Figura 3.14 contiene l’ubicazione delle diverse strutture all’interno

dell’area di progetto.

Figura 3.14 – Planimetria di progetto e strutture previste

All’esterno dell’area del concerto verranno installate:

le torri faro montate lungo le due strade di accesso, poste ad una distanza di 50-70

m l’una dall’altra per illuminare i percorsi pedonali;

barriere per chiudere l’accesso ai pedoni e ai veicoli alle strade a cui si accede

dalle strade di accesso all’area del concerto che portano nelle aree (pineta e

spiaggia) a questa limitrofe. Tali barriere verranno installate durante la fase di

allestimento dell’area per evitare che il pubblico si accampi con camper o tende

prima dell’evento e in attesa di esso.

3.3 - Installazioni a mare

Davanti a tutto il fronte a mare dell’area del concerto verrà delimitato, con boe galleggianti

ancorate a corpi morti, raccordate da corsie, uno spazio acqueo della larghezza di 30 m

dal bagnasciuga destinato alla balneazione.

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Al suo interno, all’esterno e su torrette di avvistamento personale abilitato facente capo

all’organizzazione opererà come assistenza alla balneazione, anche con l’utilizzo di moto

d’acqua e con un Rescue runner, quale mezzo di salvamento.

Figura 3.15 – Esempio di moto d’acqua

Figura 3.16– Esempio di Rescue runner

Gli organizzatori dell’evento si faranno carico di specifici accordi con la Capitaneria di

Porto / Guardia Costiera per l’emanazione di apposite ordinanze relative alla tutela e

inibizione alla navigazione dello spazio acqueo antistante.

3.4 - Durata dell’occupazione dell’area

La tabella seguente contiene date e tempi previsti per l’allestimento e il disallestimento

delle strutture.

Area

pronta

Allestimento

area

Produzione e villaggio Evento Disallestimento Area pulita

7 Agosto 8-9-10 Agosto 11-12 Agosto 13 Agosto 14 Agosto 15 Agosto

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Le fasi indicate nella tabella precedente sono le seguenti:

Area pronta: è la data in cui l’area sarà stata liberata dalle strutture presenti

(ombrelloni, sdraio, ecc.), saranno state sistemate le strade di

accesso e saranno state spianate le superfici destinate

all’allestimento del palco e dei percorsi carrabili sulla spiaggia, per

rendere il tutto pronto agli allestimenti;

Allestimento area: giorni in cui si procederà all’allestimento dell’area per quanto

riguarda le strutture reticolari metalliche (palco, torri, ingresso,

percorsi carrabili sulla spiaggia, ecc.) e all’installazione degli impianti

elettrici;

Produzione e villaggio: è la fase di montaggio dei dispositivi audio, luci, video, scenografie

(sul palco e sulle torri) e del villaggio ovvero degli stand, di

collocazione dei veicoli ristoro e attigui gazebo ristoro. Nel giorno

precedente all’evento verranno effettuate le prove audio e di

puntamento delle luci e verrà recintata definitivamente l’area del

concerto;

Evento: data dell’evento;

Disallestimento: giorno in cui avverrà lo smontaggio di impianti e strutture e verrà

iniziata la pulizia dell’area;

Area pulita: giornata di ultimazione degli smontaggi e completamento della

pulizia dell’area e di effettuazione dei ripristini.

Come si vede l’occupazione dell’area avrà una durata complessiva di circa 8 giorni, al

netto di quelli necessari per le attività preparatorie.

3.5 - Fase di cantiere

Durante l’allestimento e il disallestimento dell’area del concerto questa verrà recintata con

transenne tipo CETA o tipo ORSOGRILL o con nastro bianco e rosso. I mezzi che

serviranno per la realizzazione dell’allestimento, saranno immediatamente allontanati

dall’area di cantiere al termine delle operazioni di scarico e/o carico. Le fasi di

“allestimento area”, “produzione e villaggio” e “disallestimento” potranno avere turni di

lavoro anche notturni.

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Figura 3.17 – Barriera tipo ORSOGRILL

Pulizia della spiaggia

L’evento avrà luogo in piena stagione balneare (13 Agosto 2019) per cui non si prevede

l’esigenza di una completa pulizia della spiaggia precedente alle installazioni per l’evento.

La presenza di eventuali rifiuti nelle aree dunali alle spalle dell’area del concerto rispetto

alla battigia rende necessaria invece la loro rimozione, che verrà effettuata a mano per

evitare di danneggiare le dune e la loro fragile vegetazione.

La pulizia della spiaggia verrà effettuata al termine delle installazioni, per la rimozione di

imballaggi, sfridi, ecc. e al termine della disinstallazione, per lo stesso motivo e per

rimuovere i rifiuti eventualmente derivanti dalle operazioni di smontaggio.

Durante l’evento apposito personale dotato di zaini e appositi raccoglitori circolerà tra il

pubblico per la raccolta dei rifiuti.

Tutti i rifiuti prodotti verranno stoccati, differenziati e avviati regolarmente a smaltimento.

Spianamento della spiaggia

Lo spianamento della spiaggia avverrà con un mezzo cingolato, ma si limiterà alle sole

aree destinate all’installazione del palco, delle torri e delle passerelle carrabili in plastica e

metallo, nonché gli spazi destinati al ristoro (food and beverage) e al villaggio sponsor.

Particolare cura verrà posta per evitare l’accesso del mezzo cingolato in aree esterne

all’area del concerto.

3.6 - Caratteristiche costruttive e tipologie delle strutture utilizzate

Tutte le strutture installate avranno carattere precario e di facile montaggio e rimozione.

Le opere in progetto rispondono alle seguenti caratteristiche:

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possibilità di smontaggio senza interventi di demolizione;

facile trasportabilità dei componenti con mezzi di uso corrente.

non necessitano di fondazioni fisse nella sabbia sottostante.

Il progetto è stato elaborato in conformità alle suddette prescrizioni.

3.7 - Palco e strutture a terra

Il palco sarà circondato da barriere antipanico. Il palco e le strutture a terra (torri, ingressi,

ecc,) verranno poggiate su passerelle in plastica o metallo poggiate sulla sabbia e

realizzati con strutture reticolari metalliche sorreggenti scenografie in pannelli di alluminio

dipinti e dispositivi gonfiabili. Il palco e le torri sorreggeranno dispositivi acustici, video,

musicali, illuminanti e scenici. Le strutture saranno corredate da relazioni tecniche di

calcolo redatte da tecnici abilitati e, ove previsto, da regolare certificato di collaudo

annuale in corso di validità.

3.8 - Emissioni acustiche

Le emissioni acustiche più significative si avranno il giorno prima dell’evento, per le prove

degli impianti, e il giorno del concerto. Il giorno prima dell’evento le prove audio verranno

svolte negli orari 10,00-13,00 e 16,00-23,00, con durata strettamente limitata al tempo

necessario per la messa a punto degli impianti.

Il giorno del concerto lo spettacolo avrà inizio alle ore 16,00 e terminerà alle ore 24,00. Per

ridurre i livelli acustici raggiunti all’interno del Sito di Importanza Comunitaria (SIC), il

palco è stato rivolto verso il mare.

Non essendo disponibili per l’area del concerto precedenti che possano essere usati per

riferimento, sulla base della tipologia e articolazione degli impianti per la previsione dei

livelli acustici sono stati utilizzati due software dedicati:

Software previsionale dei livelli di emissione L-Acoustics SOUNDVISION ver. 3.0.11.2,

della società produttrice del sistema line-array di sonorizzazione, settato con i dati di

progetto delle componenti da parte del P.A. Manager Antonio Paoluzi, impostando la

copertura dell'area del pubblico ad un livello orientativo di 98-100dB(A).

Software di proiezione dei livelli immessi in applicazione alle norme:

UNI ISO 9613-1: 2006 “Acustica – Attenuazione sonora nella propagazione

all’aperto. Parte 1: Calcolo dell’assorbimento atmosferico”;

UNI ISO 9613-2: 2006 “Acustica – Attenuazione sonora nella propagazione

all’aperto. Parte 2: Metodo generale di calcolo”.

L’incertezza della valutazione può essere formata dai seguenti fattori:

Condizioni meteorologiche, venti, inversioni termiche ±3 dB

Modello di calcolo: valori di rifrazione suolo e riflessione, sorgenti ±3 dB

Valutazioni dei dati

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La sorgente attivata per lo spettacolo si caratterizza con emissioni comprese tra 31,5Hz e

16.000Hz secondo lo schema riportato nella seguente figura, dedotto dal software di

progetto dell'impianto elettroacustico:

Figura 3.18 – Schema emissioni acustiche

Le componenti di questa sorgente, al fine della presente valutazione, possono essere

divise in due categorie percettive distinte caratterizzate dalla definizione della famiglia di

frequenze:

Medie alte, spettro compreso tra 300 Hz e 6.300Hz, segnali massimamente prodotti ad

una pressione elevata chiaramente percepiti dall'avifauna;

Basse, spettro compreso tra 50Hz e 100Hz, segnali questi fortemente prodotti e

condizionanti il livello della sorgente, non percepibili dall'avifauna nè dagli animali di

piccola taglia ma solo da grandi mammiferi.

In letteratura è presente un ampio riscontro sull'audiogramma dell'avifauna, susseguente

spesso alla crescente attenzione richiesta in genere per la realizzazione di opere edilizie e

infrastrutturali. Una analisi esaustiva delle modalità reattive dell'avifauna è riportata nella

trattazione previsionale per l'opera del ponte sullo Stretto di Messina fase progettazione

definitiva, a cura dell'arch. Anita Calegari, nel libro L’ingegneria degli animali di Mark

Denny e Alan Mc Fadzeane (Adelphi, 2015), ed anche nell'articolo pubblicato Rivista

Italiana di Acustica Vol. 39 (2015), “Effetti dei rumori antropogenici e degli infrasuoni sul

comportamento e l’ecologia degli uccelli” di Natale Emilio Baldaccini del Dipartimento di

Biologia, Università di Pisa.

In sintesi si può affermare che lo studio dell'audiogramma delle specie di uccelli è esteso

a oltre 40 specie e che questo, vista anche la fisiologia dell'apparato uditivo degli uccelli,

porta a consolidare il dato che l'audiogramma dell’uccello privilegia maggiormente la

fascia compresa tra 2-3 kHz, le frequenze di taglio sono rispettivamente 300 Hz verso il

basso e 6 kHz verso l’alto (Figura 3.19).

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Figura 3.19 – Soglia uditiva mediana registrata comportamentalmente

e fisiologicamente da 49 specie di uccelli comparata a quella umana

Nel riguardo seguente sono riportati 2 audiogrammi di due specie diverse di uccelli.

L'audiogramma indica la gamma percepibile e quali siano i valori di pressione per la

percezione del segnale.

Figura 3.20 – Audiogrammi dell’Assiolo e del Passero solitario

Strigiformi: Assiolo Passeriformi:Passero

solitario

Da queste considerazioni è stata quindi determinata la gamma previsionale sopra indicata

tagliando sopra 6.300Hz il calcolo poiché meno significativo ed anche meno presente

nella consuetudine dell'evento musicale.

Si deve inoltre considerare che il livello immesso proveniente da una sorgente definita,

nelle frequenze medie alte, avendo lunghezza di onda relativamente corta, non copre il

territorio in maniera diffusa, piuttosto lo irraggia analogamente ad un faro, che laddove

incontra ostacoli ha un repentino oscuramento, creando dei coni silenti in relazione al

dimensionamento dell'ostacolo.

Si riportano di seguito due tavole grafiche che illustrano le isofoniche e la previsione di

emissione dell'impianto elettroacustico per i due scenari analizzati.

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Scenario Medie Alte frequenze

Partendo dalla previsione riportata nel grafico allegato:

Figura 3.21–Emissioni acustiche per le Medie Alte frequenze

Avremo un livello di pressione compreso tra 80 e 70 dB(A)Leq 15minuti, nelle fasce di più

limitrofe al perimetro dell'area attrezzata per lo spettacolo.

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Scenario Basse frequenze

Partendo quindi dalla previsione riportata nel grafico allegato:

Figura 3.22 –Emissioni acustiche per le basse frequenze

Avremo un livello di pressione esterno all'area attrezzata compreso tra 95 e 90 dBLeq 15

minuti, nelle fasce perimetrali all'allestimento e in genere tutta l'area sarà esposta con

valori oscillanti tra 90 e 80 dBLeq 15 minuti.

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Si avranno inoltre emissioni acustiche anche durante la fase di cantiere, che potranno

avvenire per le fasi di “allestimento dell’area”, “produzione e villaggio” e “disallestimento”

anche di notte. Saranno limitate alle emissioni dei mezzi d’opera, per la quasi totalità

gommati, e alle lavorazioni, non aventi comunque caratteristiche di particolare rumorosità

trattandosi sostanzialmente in montaggi e smontaggi. Tali emissioni possono quindi

essere considerate trascurabili.

3.9 - Emissioni luminose

Il palco è stato rivolto verso il mare, per cui le emissioni luminose saranno dirette nella

direzione opposta a quella di presenza degli habitat oggetto di tutela e interesseranno per

la quasi totalità l’area del concerto.

Le emissioni luminose più significative si avranno il giorno prima dell’evento, per il

puntamento delle luci, e il giorno del concerto, nelle sole ore notturne ovvero tra le 20,30

circa e le 24,00.

Il giorno prima dell’evento le prove di puntamento avranno durata limitata e discontinua,

strettamente limitata al tempo necessario per la messa a punto degli impianti.

Il giorno del concerto le emissioni luminose saranno concentrate nell’area del concerto e

rivolte in direzione opposta a quella del SIC, per cui il loro impatto su di questa può

considerarsi indiretto, temporaneo e trascurabile.

La notte dell’evento altre emissioni luminose saranno dovute alle torri faro che

illumineranno le strade di deflusso del pubblico, concentrate e di scarso impatto sulle

zone circostanti.

Ulteriori emissioni luminose si avranno nelle fasi di “allestimento area”, “produzione e

villaggio” e “disallestimento”, che potranno avere turni di lavoro anche notturni, ma

saranno limitate all’area del concerto.

3.10 - Passerelle pedonali e carrabili

Sulle aree in cui dovranno essere posizionate le strutture (palco, torri, ecc,) e i furgoni di

ristorazione verranno installate delle passerelle costituite da pannelli giuntati in plastica o

in alluminio che verranno appoggiati direttamente sulla sabbia dopo livellamento. Le

stesse tipologie di pannelli verranno poggiate temporaneamente sulla sabbia nelle fasi di

“allestimento area” e “disallestimento” per creare percorsi per i mezzi gommati di

trasporto delle strutture e degli allestimenti.

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3.11 - Impianto elettrico

L’area verrà dotata di impianto elettrico temporaneo e relativa messa a terra. Verranno

impiegati generatori di corrente a tecnologia avanzata che assicurano, nei limiti della

ragionevolezza dei costi, le più basse emissioni.

Verranno utilizzati due gruppi in parallelo automatico per il villaggio e per lo show, in

modo da consentire con facilità il ricorso ad una fonte ridondante che possa garantire la

continuità in caso di malfunzionamento del gruppo principale, con le seguenti

caratteristiche:

per il villaggio: 350 + 350 K volt ampere

per lo show: 500 + 500 K volt ampere

L’energia verrà resa disponibile a monte di un apposito Quadro Elettrico munito di idonei

dispositivi di protezione e dotato di certificato di conformità. Il quadro elettrico dovrà

essere inaccessibile ai non addetti. Ad esso potrà accedere solo personale tecnico

qualificato e autorizzato.

I collegamenti avverranno con cavi certificati interrati o poggiati direttamente sulla sabbia,

comunque protetti nei tratti interessanti attraversamenti con apposite canaline. I

collegamenti dell’impianto di amplificazione saranno opportunamente protetti e non

dovranno intralciare in nessun modo i percorsi. Essi potranno attraversare

trasversalmente esclusivamente passaggi indispensabili muniti di apposite coperture

(canaline passacavo) in materiale certificato e recante marchio di qualità. Gli impianti

elettrici sono predisposti in conformità agli artt. 13.1, 13.2 e 13.3 del Decreto M.I. del

19.08.1996 e successivo D.M. 37/08.

3.12 - Servizi igienici

I servizi igienici portatili possono essere quantificati in uno ogni 250 persone, per un totale

di 120, oltre a quelli per i diversamente abili. Saranno disposti in batterie di 8-10,

comprensive di un WC per i diversamente abili lungo i percorsi di arrivo e nei pressi della

location. Batterie di servizi igienici verranno collocate anche nelle zone esterne in

prossimità dei controlli di Polizia per il pubblico. E’ previsto un servizio di rigenerazione

per almeno il 50 % dei bagni anche durante la manifestazione.

3.13 - Gestione dell'emergenza – piano di emergenza e evacuazione

Il responsabile della manifestazione si avvarrà nella gestione dell'evento di un luogo

specifico per il comando e coordinamento, e gestirà il normale funzionamento in

sicurezza e l'eventuale emergenza con l'ausilio di personale preparato e di volontari di

associazioni come da indicazioni Ministeriali del 18-7-2018.

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Operatori presteranno la loro opera di assistenza, coordinazione e guida per le persone

presenti, in particolare per i portatori di handicap.

Tutti i varchi saranno segnalati ed individuabili facilmente perché segnalati con strutture in

elevazione e sufficientemente illuminati anche in emergenza. Anche il percorso sarà

sufficientemente illuminato.

Gli operatori per la sicurezza dovranno essere, in base a quanto indicato in 1/250 presenti

(4 per mille persone), 4x30 =120 unità, di cui alcune unità di personale specifico

preparato ed addestrato per il coordinamento mentre i volontari saranno le restanti unità.

Entrambi saranno riconoscibili e quindi facilmente individuabili.

Tutte le unità saranno suddivise in squadre di 24 operatori con un caposquadra che farà

capo al coordinatore e responsabile dell'area. Il totale delle squadre è pari a 5. I capi

squadra saranno in comunicazione tra di loro e con il centro di coordinamento o mediante

telefonini e/o con apparecchi radio portatili satellitari.

Il personale presiederà gli accessi dell'area e i punti di esodo indicati con unità sufficiente

per ognuno dei suddetti varchi, e controllerà il flusso delle persone in entrata

regolarmente in possesso delle autorizzazioni previste mentre altri presidieranno anche le

uscite provvisorie previste e comunicheranno al coordinatore gli entranti ed uscenti da

ogni varco al fine di poter individuarne, con buona approssimazione, il numero presente

nell’area.

Si interromperà l'accesso all'area nel momento in cui il coordinatore responsabile riterrà

che la presenza di spettatori sia prossimo a quello massimo previsto di circa 30.000

persone, compresi gli operatori e personale tecnico e di servizio.

I responsabili della sicurezza sorveglieranno anche l'area del concerto ed in particolare,

mischiato al pubblico controlleranno e disciplineranno gli spettatori nel rispetto dei settori

individuati.

All'ingresso sarà fornito un volantino con le indicazioni sull'esodo ed eventualmente

emergenza con: ubicazione delle vie di esodo, il presidio medico stabile, i punti di

raccolta, i mezzi di trasporto, le strade per raggiungere i parcheggi, i parcheggi delle

navette e la stazione ferroviaria.

Tutto il percorso di esodo dall'area ai punti di raccolta e spostamento della folla sarà

segnalato in modo chiaro e visibile. In caso di evento accidentale il personale addetto al

controllo, mischiato con i presenti, interverrà immediatamente sul posto e valuterà il caso

in comunicazione con il centro operativo, ed allerterà i mezzi opportuni di soccorso

necessari rassicurando i presenti e senza creare falsi allarmismi. Se si dovesse ritenere

l’esistenza di un pericolo potenziale per tutti gli spettatori, si allerteranno immediatamente

le autorità e i mezzi di soccorso e si comunicheranno, tramite l'impianto sonoro del palco

ed idoneo sistema di comunicazione predisposto per tutta l'area, le istruzioni ai presenti al

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fine di evitare il panico per interpretazioni errate della situazione creatasi. I sistemi di

comunicazione con il pubblico prevedranno la doppia alimentazione, normale e

sicurezza.

Le squadre preposte alla sicurezza controlleranno il flusso in uscita cercando di evitare il

panico accompagnando le persone bisognose di aiuto, anziani, bambini e diversamente

abili. I volontari degli accessi di ingresso, a tal uopo adibiti, disciplineranno anche i mezzi

di soccorso presenti, autoambulanza, e quelli in arrivo senza impedire o contrastare il

regolare flusso di esodo.

L'area sarà facilmente evacuabile e prevederà un'area circostante di calma allargabile a

tutta le spiagge libere limitrofe prive di qualsiasi manufatto. Se non si creeranno ostacoli ai

suoi punti di deflusso, non prevedendone sul bagnasciuga, il punto dell’area più lontano

da un qualsiasi uscita è di circa 110 m e, considerando un flusso regolare con tempo di

percorrenza massimo di 15-20 minuti/km (1,2 s/m.), la persona più lontana

impiegherebbe per uscire circa 110*1,2=2-3 minuti, pari allo stesso tempo di arrivo dei

mezzi di VVFF.

È fondamentale presidiare non solo l'area dello spettacolo ma anche quella di calma ed il

lungomare per impedirne l'accesso alle auto e disciplinare solo i mezzi di soccorso e

spostamento, navette, stabilendo vie prestabilite e preferenziali senza intercedere e

intralciare il flusso pedonale.

3.14 - Organizzazione sanitaria

Come da calcolo previsto dal Decreto Dirigenziale Regionale nr 77 del 19/04/2017, il

livello di rischio ottenuto per l’evento oggetto della presente relazione è pari a 28 pertanto

rientra nella fascia di rischio moderato/ elevato come indicato dalla tabella per il calcolo

del livello di rischio.

Periodicità dell'evento Occasionalmente/all'improvviso 4

Tipo di evento Concerto pop/rock 4

Altre variabili - Scelta_1 Prevista vendita/consumo di alcool 1

Altre variabili - Scelta_2 Presenza di categorie deboli (bambini,

anziani,disabili) 1

Altre variabili - Scelta_3 Evento ampiamente pubblicizzato dai media 1

Altre variabili - Scelta_4 Possibili difficoltà nella viabilità 1

Altre variabili - Scelta_5

0

Altre variabili - Scelta_6

0

Altre variabili - Scelta_7

0

Durata <12 ore 1

Luogo - Scelta_1 In periferia/paesi o piccoli centri urbani 1

Luogo - Scelta_2

0

Luogo - Scelta_3

0

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Luogo - Scelta_4

0

Caratteristiche del luogo - Scelta_1 All'aperto 2

Caratteristiche del luogo - Scelta_2 Localizzato e ben definito 1

Caratteristiche del luogo - Scelta_3 Delimitato da recinzioni 2

Caratteristiche del luogo - Scelta_4 Recinzioni temporanee 3

Caratteristiche del luogo - Scelta_5

0

Caratteristiche del luogo - Scelta_6

0

Caratteristiche del luogo - Scelta_7

0

Caratteristiche del luogo - Scelta_8

0

Caratteristiche del luogo - Scelta_9

0

Logistica del posto - Scelta_1 Servizi igienici disponibili -1

Logistica del posto - Scelta_2 Disponibilità d'acqua -1

Logistica del posto - Scelta_3 Punto di ristoro -1

Stima dei partecipanti 5.000-25.000 1

Età prevalente <25 - >65 2

Densità per mq Bassa - 1-2 persone/mq 1

Condizione dei partecipanti Eccitato 2

Posizione partecipanti In piedi 3

LIVELLO DI RISCHIO

28

Rischio moderato / elevato

Algoritmo di Maurer

Punto di analisi Argomento Valore Punteggio

A Capienza del luogo della manifestazione 30.000 8,0

L’evento si svolge in luogo chiuso? NO

B Numero di visitatori attesi 30.000 60

C Tipo di manifestazione Concerto 0,20

D Numero di personalità presenti - -

E Possibili problemi di ordine pubblico? NO -

F PUNTEGGIO EVENTO (A+B)xC + (D+E) 13,6

L’organizzazione sanitaria, in base al livello di rischio ottenuto, è stata prevista come

segue:

n. 2 autoambulanze di tipo A

n.1 autoambulanza di tipo B

Risorse consigliate

Ambulanze 7

Team soccorso a piedi 30

Medici 2

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3.15 - Servizi di soccorso

Autovetture della PS e VVF sono stati previste come segue:

Posizionamento autovetture della PS al varco di Largo Esperia, al varco di via San

Giusto, ed all’interno di Largo Akiris.

Posizionamento VVF all’interno di Largo Akiris.

3.16 - Servizi offerti all’interno dell’area di progetto

All’interno dell’area di progetto verranno offerti al pubblico i seguenti servizi:

servizi di ristorazione con vendita di cibo e bevande;

vendita di gadget;

servizi di informazione ed educazione alla sostenibilità ambientale, al corretto

riciclo della plastica;

servizi di informazione commerciale da parte degli sponsor dell’evento.

3.17 - Parcheggi e accessibilità pedonale.

Gli spettatori previsti saranno 30.000 di cui circa 5.000 residenti in zona pertanto ne

arriveranno per l'evento almeno 25.000.

Numerosi spettatori si sposteranno con pullman o mezzi pubblici, navette, messi a

disposizione dai punti di ritrovo, stazione ferroviaria (3 km), Policoro centro, e paesi

limitrofi lungo la SS 106 litoranea (Nova Siri, Scanzano Jonico, ecc..), mentre altri con i

mezzi propri.

Si ipotizza, considerando una media di 3 spettatori per macchina, che nell'area

graviteranno circa 7.000 macchine (pari a 21.000 spettatori).

Il piano dei parcheggi è in fase di approntamento in concertazione con Questura e

Prefettura.

3.18 - Attrezzature e vigilanza antincendio

In funzione del carico di incendio valutato verranno installati, in congruo numero, estintori

a polvere da 6 kg, in prossimità del palco, ed estintori a CO2 distribuiti nelle aree tecniche

e gruppo elettrogeno. Tutti gli estintori, da posizionare in zone facilmente accessibili e

opportunamente segnalate, non dovranno in nessun modo intralciare il passaggio delle

persone e gli accessi alle vie di uscita. Tale disposizione risulta ampiamente conforme a

quanto stabilito dal Decreto M.I. n° 261 del 22.02.1996.

3.19 - Impianto antincendio- emergenza sanitaria

Per l'emergenza sanitaria si farà riferimento a quanto emerge dal documento approvato

della convenzione Stato-Regioni. Per il servizio antincendio si seguiranno le direttive

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emanate nel merito. Infine per il servizio pubblico saranno informati tutti gli ENTI

interessati ed in particolare la prefettura di MATERA che coordinerà tutti gli adempimenti

da compiere.

3.20 - Valutazione del rischio

Sulla scorta delle indicazioni fornite nell'ultima circolare del ministero degli interni, 18

luglio 2018, successiva a quella del 28 luglio 2017, si tratta di una manifestazione

pubblica con peculiari condizioni di criticità connesse al numero ed alle caratteristiche dei

partecipanti per cui si cerca di valutare il rischio insito nella manifestazione e gli

accorgimenti opportuni previsti per far fronte agli stessi emersi.

3.21 - Accessibilità mezzi di soccorso

L'area è servita da strade cittadine asfaltate con pendenze inferiore al 10 % e larghezza

minima di 4,00 e quindi è raggiungibile dai mezzi di soccorso nel rispetto dei requisiti

tecnici richiesti dalle norme.

3.22 - Percorsi separati di accesso all'area e di deflusso del pubblico

Il luogo dell'evento, spiaggia libera per l'evento, è aperto su Largo Akiris. Da tale area

sono stati individuati i varchi di accesso ed i relativi percorsi nella fase di ingresso all'area

mentre per l'esodo saranno utilizzati tutti i varchi esistenti per il deflusso. Si lasceranno

come varchi di accesso solo alcuni per eventuali emergenze.

I due flussi, nella loro massima portata, non si dovrebbero mai sovrapporre perché

previsti per periodi temporali diversi mentre per la minima parte di sovrapposizione si

regoleranno in automatico lungo i percorsi seguendo ognuno quelli previsti e indicati al

pubblico. Pertanto non si creeranno, durante il concerto, flussi sulla medesima direttrice

di ogni accesso in ingresso e in uscita ma tra loro separati, e solo in caso d'emergenza,

che comporti l'allontanamento delle persone dall'area, saranno disponibili per l'esodo

anche gli accessi previsti per la manifestazione e quindi privi di barriere.

Nell'area non vi saranno barriere o ostacoli per la movimentazione ma solo la presenza di

alcune aree alberate per cui sussiste la necessità di segnalare gli alberi.

3.23 - Suddivisione della zona spettatori in settori

L'evento è a rischio elevato perché interessato da un numero di spettatori in piedi

superiore alle 20.000 unità e pertanto il requisito di separazione in settori della zona

spettatori che assistono in piedi allo spettacolo, per i soli aspetti di sicurezza, è un

adempimento importante.

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3.24 - Protezione antincendio

L'area non è servita da rete di idrante per cui oltre ai mezzi antincendio ed alle squadre

dei VVFF, si posizioneranno estintori portatili e/o carrellati in numero sufficiente del Tipo

13A,89B-C in corrispondenza delle zone particolari. L'area dista circa 5 km. dal locale

distaccamento provinciale dei VV FF di Policoro ed è raggiungibile facilmente in un

tempo non superiore ai 7 minuti.

3.25 - Operatori di sicurezza antincendio

In collaborazione con le unità della squadra dei Vigili del fuoco previste e presenti

nell'area collaboreranno volontari e/o appartenenti al corpo dei VV FFF e/o in pensione

ed in possesso dell'attestato d'idoneità tecnica di cui all'articolo 3 della legge 28

novembre 1996 n. 609. I volontari saranno in numero sufficiente. I volontari saranno

distribuiti in numero di 2 per ogni squadra come componenti effettivi dei 20 previsti e

pronti ad intervenire all’occorrenza utilizzando gli estintori portatili individuati e segnalati

in attesa della squadra dei vigili del fuoco.

3.26 - Verifiche e certificazioni

Prima della messa in esercizio dell’intero apparato per la manifestazione dovranno essere

tassativamente prodotte tutte le documentazioni necessarie per il funzionamento

(certificato di idoneità statica del palco, dichiarazione di conformità degli impianti elettrici

ai sensi del D.P.R 37/08 - e certificati di omologazione dei materiali e dei dispositivi

utilizzati, ecc.).

Al fine di garantire la corretta valutazione dell’allestimento nei suoi aspetti complessivi, sia

degli impianti che delle strutture per l’accoglienza del pubblico, il progetto definitivo

dell’allestimento in trattazione verrà sottoposto all’attenzione della CCVLPS in sede di

sopralluogo per favorire la verifica delle condizioni di stabilità, di sicurezza e di igiene dei

luoghi interessati, degli impianti ed in definitiva dell’agibilità attraverso la rispondenza

complessiva dell’allestimento proposto alle regole tecniche stabilite dal Ministero

dell’Interno o, in alternativa, l’indicazione di ulteriori misure da adottare.

3.27 - Misure di mitigazione dell’impatto già previste dal progetto

L’ipotesi progettuale scaturisce da un attento esame di tutte le attività previste per la

realizzazione dell’evento, finalizzato all’identificazione delle misure di mitigazione

necessarie a ridurre l’impatto diretto e indiretto sull’ambiente naturale del progetto.

Questo esame ha tenuto conto degli aspetti tecnici, economici, funzionali e ambientali, al

fine di individuare le possibili soluzioni ottimali in rapporto alle diverse problematiche, nel

rispetto dell’ambiente naturale e dell’impianto urbano e territoriale consolidato.

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Si è così giunti ad adottare le seguenti misure di mitigazione per la realizzazione del

progetto:

- utilizzo esclusivo di strutture precarie, di facile installazione e rimozione, che

consentano il rilascio dei luoghi ad evento finito, nello stato in cui si trovavano

precedentemente, e quindi con un impatto sull’ambiente e sul paesaggio di breve

durata e poco significativo;

- utilizzo di strutture e impianti (audio, video, luci) noleggiabili senza costi ambientali di

produzione;

- utilizzo di scenografie noleggiabili e solo in parte prodotte appositamente, per ridurre i

costi ambientali di produzione;

- installazione lungo le strade di accesso pedonali di cartelli didattico-educativi con

messaggi per il rispetto della natura circostante e, più in generale, dell’ambiente;

- chiusura delle deviazioni delle strade di accesso con barriere per evitare che nei giorni

che precedono l’evento il pubblico acceda con mezzi motorizzati alle aree (dune,

pineta, ..) limitrofe all’area del concerto;

- presidio degli ambienti dunali ai lati delle strade di accesso da parte di volontari

durante le fasi di affluenza e defluenza per scongiurare l’accesso agli stessi da parte

del pubblico;

- indirizzo delle emissioni acustiche e luminose in direzione opposte a quella del SIC;

- pulizia della spiaggia durante la giornata dell’evento assicurata da personale

circolante nell’area del concerto con una gerla per la raccolta dei rifiuti;

- differenziazione dei rifiuti raccolti durante e dopo l’evento;

- eliminazione di effetti scenografici che provocassero dispersione di rifiuti nell’ambiente

(coriandoli);

- proiezione sugli schermi, nella giornata dell’evento, all’interno del villaggio, di video di

sensibilizzazione sulle tematiche ambientali;

- durante la giornata dell’evento e durante il concerto verranno lanciati dal palco

messaggi al pubblico riguardanti il rispetto dell’ambiente e della natura;

- utilizzo di fuochi artificiali freddi senza emissioni acustiche;

- posizionamento di pannelli con messaggi didattico-educativi inerenti le tematiche della

tutela dell’ambiente e della natura sulla recinzione dell’area dell’evento;

- utilizzo di strutture gonfiabili che riducano le esigenze di trasporto: si è così ridotto

almeno del 50% il numero di camion necessario per il trasporto delle scenografie, con

conseguente riduzione dell’50% delle emissioni di CO2 provocate dai trasporti, a fronte

delle scarse emissioni causate dal loro gonfiaggio;

- utilizzo di generatori di energia elettrica di ultima generazione a basse emissioni in

atmosfera;

- utilizzo per l’80% di lampade a led che riducano i consumi energetici: tale utilizzo ha

ridotto i consumi energetici previsti del 50% rispetto a quelli di un concerto tradizionale

in uno stadio;

- installazione all’interno dell’area del concerto di torri faro ibride (a batteria o motore

diesel) che funzionino durante lo spettacolo a batteria senza emissioni acustiche e

atmosferiche;

- installazione di dispositivi dimostrativi alimentati da pannelli solari o da dinamo di

biciclette azionate dai partecipanti per la ricarica dei telefonini, a scopo educativo;

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- movimentazione sulla spiaggia per le installazioni e per i servizi di ristoro di soli mezzi

gommati transitanti su tracciati carrabili costituiti da pannelli di alluminio o plastica

giuntati o di installazioni tipo gazebo riutilizzabili;

- vendita di prodotti alimentari sia di tipo tradizionale che di provenienza locale, con

attenzione particolare alla sostenibilità delle filiere di produzione;

- scelta di sponsor dell’iniziativa attuanti politiche ambientali nei settori di competenza

(veicoli, cibo, energia, ecc.).

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4 DESCRIZIONE DEL SISTEMA AMBIENTALE DI RIFERIMENTO

Il sito di interesse comunitario (SIC) IT9220080, denominato “Costa Jonica Foce Agri”

rientra nella più vasta area del litorale jonico che si estende per circa 40 km nella parte

occidentale del Golfo di Taranto ed è caratterizzato da un larga pianura costiera, la Piana

di Metaponto, collocata sulle aree di delta e depositi alluvionali dei maggiori corsi d’acqua

della Basilicata con foce nel Mar Jonio (Bradano, Basento, Cavone, Agri e Sinni).

La fascia costiera presenta spiagge per la maggior parte sabbiose, di ampiezza variabile

da 10 m a 100 m, demarcate verso l’interno da cordoni dunali, che si sviluppano

parallelamente alla linea di costa.

Il SIC “Costa Jonica Foce Agri” è ubicato alla foce del fiume Agri. Il fiume Agri nasce dalle

sorgenti del Piano del Lago tra Monte Maruggio e Monte Lama e sfocia nel Mar Jonio nel

territorio del comune di Policoro, presentando nel tratto prossimo alla foce un estuario. La

costa, in corrispondenza del SIC “Costa Jonica Foce Agri” si presenta bassa e sabbiosa

con sistemi dunali recenti (Olocene), caratterizzati da rilevanti attività idrodinamiche ed

eoliche che determinano fenomeni di erosione responsabili, in numerosi tratti, di un

arretramento molto evidente del litorale.

4.1 - Inquadramento climatico e caratterizzazione bioclimatica

Per l’inquadramento climatico dell’area sono stati analizzati i dati termo - pluviometrici

disponibili delle Stazioni Basento Freatimetro, Basento S.S. 106, Cavone S.S. 106, come

riportati nel Piano di Gestione delle aree SIC della costa jonica, approvato nel 2015.

Trattandosi di stazioni piuttosto vicine al SIC Foce Agri, il risultato dell’analisi dei dati si

può certamente estendere a questo. Sono state prese in considerazione le temperature

medie mensili e le precipitazioni medie mensili relative all’arco di tempo 2000-2011.

AREA BASENTO AREA CAVONE

T m annua 17,09 °C 17,43 °C

T m mesi mesi estivi 25,1 °C 25,3 °C

Tm min mese più freddo 7,9 °C 8,5 °C

Tm max mese più caldo 26,4 °C 26,8 °C

P m media annua 51 mm 44,75 mm

P m mese più umido 129,7 mm 132,98 mm

Pm mese più secco 4,76 mm 5,08 mm

Come si può notare la temperatura media annua si attesta su valori piuttosto elevati,

mentre le precipitazioni che si concentrano soprattutto nei periodi invernali, risultano

abbastanza scarse e spesso concentrate in poche giornate piovose mensili.

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Per meglio esplicitare le caratteristiche climatiche dell’area sono stati calcolati i seguenti

indici: Pluviofattore di Lang e Indice di umidità di “Emberger”.

PLUVIOFATTORE DI LANG : I = P / T

Tale indice, nasce dall’esigenza di fare un bilancio tra precipitazioni ed evapo-

traspirazione, caratterizzando così i limiti dell’aridità. Nell’area Basento e nell’area Cavone

i risultati sono rispettivamente 2.8 e 2.5, entrambi al di sotto del limite (40), per cui questo

indice definisce la stazione come “arida”.

INDICE DI UMIDITA’ DI EMBERGER (Quoziente di Emberger): Q = 2000 * P/(M2 – m2 )

I valori dell’indice Q e della media delle minime del mese più freddo hanno dato modo ad

Emberger di suddividere il clima mediterraneo in cinque categorie. I valori di Q sono 9.49

per l’area Basento e 7.78 per l’area Cavone, entrambi minori di 20 che è il limite al di sotto

del quale il bioclima è definito mediterraneo sahariano. Secondo le indicazioni dell’autore,

l’evaporazione della stazione è indicata in modo indiretto dall’escursione termica annua,

per cui, seguendo questo principio, il significato dell’indice è simile a quello del

pluviofattore di Lang ed è inversamente proporzionale alla siccità.

Nonostante la condizione di accentuata aridità, a livello microclimatico è importante

ricordare l’azione mitigatrice delle correnti marine che attenuano l’escursione termica.

Il clima è classificabile come “mesomediterraneo secco con temperature medie annue

superiori di 16°C e precipitazioni medie annue inferiori a 500 mm di pioggia”.

In base alla classificazione proposta da Pavari - De Philippis l’area appartiene alla fascia

fitoclimatica del Lauretum, sottozona calda, caratterizzata da formazioni sempreverdi

mediterranee, cioè da boschi e macchie di specie termo - xerofile.

4.2 - Inquadramento geologico, geomorfologico, idrogeologico

Aspetti geologici

Da un punto di vista geologico l’entroterra lucano del Mar Ionio si disloca lungo il fronte

della catena appenninica caratterizzata da pieghe e falde sovrascorse verso NE (Fig. 4.1).

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Fig.4.1: Schema geologico dell’Appenino meridionale (da Bentivenga et al., 2004, modificato).

L'estrema propaggine meridionale della Fossa Bradanica, dove il fronte della catena

intercetta la linea della costa ionica lucana, è caratterizzata dalla presenza di depositi

marini terrazzati localmente riferibili al Pleistocene superiore, e depositi sabbiosi,

sabbioso-ghiaiosi e sabbioso-limosi della piana costiera ionica di età olocenica (Fig. 4.2).

Fig. 4.2: Carta geologica dell’entroterra del Golfo di Taranto (da Bentivenga et alii, 2004 modificata).

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Studi sui caratteri stratigrafici dei depositi marini terrazzati hanno portato al

riconoscimento di diversi ordini di terrazzo, da un minimo di 7 ad un massimo di 11,

interpretati dalla maggior parte degli autori come la conseguenza del sollevamento

dell’area del bacino di avanfossa a partire dal Pleistocene medio, che avrebbe provocato

l'esposizione e l'erosione della porzione sommitale delle coltri di riempimento della Fossa

Bradanica. Variazioni cicliche quaternarie del livello del mare avrebbero poi prodotto una

serie di terrazzi marini che poggerebbero in discordanza sui depositi di avanfossa

affioranti. Altri studiosi interpretano questi terrazzi come i termini più recenti del

riempimento della Fossa Bradanica, mentre altri ancora li considerano il prodotto del

fagliamento di un unico ampio originale deposito costiero.

I depositi della piana costiera individuati nell’area compresa tra i depositi marini terrazzati

più recenti e i cordoni dunari più interni, sono costituiti da una successione sedimentaria

di sabbie, sabbie argillose e ghiaie, di età post-Tirreniano, con spessore variabile da 20 m

a 40 m, depositatasi sulle “argille marnose azzurre” del Calabriano in seguito

all’alternanza di condizioni continentali e marine. Le dune costiere, costituite da sabbia

fine di colore variabile dal grigio al giallastro, formano una fascia di cordoni paralleli

all’attuale linea di costa con ampiezza che aumenta da S verso N fino ad un massimo di 2

Km a N di Marina di Ginosa, dove le dune raggiungono altezze fino a 13 m. La spiaggia

sabbiosa attuale presenta ampiezza variabile da 10 m a 200 m.

Secondo Cocco et al. (1975) il tratto di costa (Idrovora di Policoro – Ginosa Marina) in cui

può essere inquadrata l'area in esame, è caratterizzato da una spiaggia composta da

sabbia grossolana (mediana 0,5 mm) e scura verso l'Idrovora di Policoro e via via più fine

(mediana 300 micron) e chiara verso Ginosa Marina, alle cui spalle si rinvengono i cordoni

dunari che aumentano gradualmente di estensione e importanza verso Ginosa Marina,

delimitati verso terra da depositi argilloso-limosi scuri di ambiente palustre.

Questo tratto di spiaggia è in generale sottoposto ad erosione ed in alcune località il

mare, attraverso varchi nel cordone dunare, invade durante le mareggiate le paludi del

retroterra, depositando sabbie che giacciono sui depositi palustri.

Per quanto riguarda le litologie che affiorano nell'area di interesse possono essere distinti:

DEPOSITI DEI SISTEMI COSTIERI DELLA PIANA METAPONTINA (PCM)

I “depositi della piana di Metaponto” che si sviluppano essenzialmente dalla base della

scarpata che delimita inferiormente l’area dei prismi costieri regressivi fino alla linea di riva

della costa ionica.

Essi si distinguono in “depositi continentali” e “depositi di transizione”. La suddivisione

dei depositi continentali, eseguita essenzialmente sulla base dei meccanismi genetici e

della posizione stratigrafica, ha permesso di distinguere le seguenti unità di età olocenica:

“deposito alluvionale delle aree esondabili”, “deposito lacustre e/o palustre”, “deposito

alluvionale recente ed attuale” e “coltre eluvio colluviale”. L’origine di tali depositi è dovuta

prevalentemente all’attività dei principali corsi d’acqua presenti nell’area (Torrente Cavone

e fiumi Basento e Bradano), nonché alla presenza di laghetti effimeri ed aree palustri di

limitata estensione, che si sviluppano in prossimità delle foci dei fiumi e/o nelle aree

interdunari e nelle aree depresse della piana alluvionale; solo in alcuni casi tali depositi

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derivano da processi di degradazione ed erosione di sedimenti relativamente più interni

ed antichi.

DEPOSITI ALLUVIONALI RECENTI ED ATTUALI

sedimenti sabbioso-limosi con intercalazioni di lenti ghioiose di modesta estensione e

spessore, localizzati lungo le aste fluviali.

DEPOSITI LACUSTRI E/O PALUSTRI

Sedimenti sabbiosi (granulometria da grossolana a medio-fine) e/o argilloso-siltosi grigio

scuro, ricchi di sostanza organica e gusci di lamellibranchi e gasteropodi terrestri.

DEPOSITI AREE ESONDABILI

Sedimenti alluvionali sospesi di pochi metri rispetto al livello di base dei fiumi che

attraversano la piana costiera. In genere sabbie giallastre a grana da molto fine a medio-

fine, con sottili lenti di ghiaie fini.

DEPOSITI DI TRANSIZIONE

Tali depositi rappresentano sistemi costieri legati all’attività dei corsi d’acqua e dei

processi marini che hanno agito durante l’Olocene, fino all’attuale. Si tratta quindi di una

serie di depositi deltizi e depositi del sistema spiaggia/duna, che ringiovaniscono

procedendo dall’interno verso la costa. Insieme rappresentano una fascia stretta ed

allungata parallelamente alla costa. In particolare sono state distinte le seguenti unità:

“deposito deltizio abbandonato”, ”deposito di spiaggia/duna abbandonato”, “deposito

deltizio attuale”, ”deposito di spiaggia/duna attuale”. Le prime tre unità sono riferibili alle

“sabbie e silt di Metaponto”, l’ultima unità al “deposito di spiaggia attuale”, distinti

nell’ambito del F° 508 Policoro.

DEPOSITI DI SPIAGGIA-DUNA ATTUALI

Sistemi di dune con altezze di circa 1-2 m (sabbie fini eoliche) e depositi di spiaggia

emersa (sabbia medio-fine ben selezionata).

DEPOSITI DELTIZI ATTUALI

Sedimenti siltoso-argillosi con intercalazioni sabbiose che costituiscono l'attuale zona di

esondazione alla foce dei principali corsi d'acqua. Si distinguono depositi limosi (aree

acquitrinose e palustri) e sabbiosi (barre di foce).

DEPOSITI DI SPIAGGIA-DUNA ABBANDONATI

Sedimenti sabbiosi e/o siltoso-argillosi indifferenziati nei quali è possibile distinguere

diversi cordoni litorali abbandonati.

DEPOSITI DELTIZI ABBANDONATI

Sedimenti siltoso-argillosi con intercalazioni sabbiose e sedimenti sabbiosi, che

rappresentano antiche zone di esondazione alla foce dei principali corsi d'acqua.

Aspetti geomorfologici

La piana costiera del tratto ionico lucano si presenta come una estesa zona pianeggiante

bordata dai depositi marini terrazzati più recenti verso terra, e dai cordoni dunari più

interni verso mare. Il territorio è inciso dai principali corsi d'acqua lucani che con il loro

apporto di sedimenti modellano costantemente la morfologia di questa linea di costa che,

sotto l'azione di rilevanti attività idrodinamiche ed eoliche, sta mostrando preoccupanti

fenomeni regressivi.

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b)

a)

c)

d)

Modifiche appariscenti riguardano anche la foce del Fiume Agri per la quale, dal confronto

di foto aeree riprese in epoche diverse, si evince uno spostamento verso nord-est a causa

di un'incisione naturale del vecchio meandro da parte delle acque fluviali che si sono

incanalate per un breve tratto lungo un antico corso. In tal modo il percorso del fiume è

diventato più rettilineo. L'intero litorale impostato sulla foce dell'Agri presenta numerose

aree depresse occupate in passato da laghi e zone umide impostate su antichi alvei del

fiume. Da sottolineare anche in questo caso l'importante intervento antropico che ha

radicalmente trasformato la morfologia dell'area costiera in destra idrografica.

Fig. 4.3

In alto a sinistra: tratto di litorale sabbioso in erosione:

in alto a destra: particolare della berma tra la battigia in erosione e cordone dunale

in basso a sinistra: segmento di litorale sabbioso in avanzamento

in basso a destra: esempio di area depressa a sud della foce del F. Agri

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49

Aspetti idrogeologici

Il litorale jonico è impostato sui sistemi di foce dei fiumi che lo solcano ed è

particolarmente sensibile alle variazioni degli equilibri tra apporto solido fluviale e regime

del moto ondoso e delle correnti marine che distribuiscono i sedimenti lungo la costa.

L'assetto idrogeologico dell'intera area risulta pertanto caratterizzato dalla presenza di

depositi alluvionali continentali e sabbiosi marini. In particolare le strutture che si

distinguono sono:

il "Complesso delle ghiaie, sabbie ed argille alluvionali e marini terrazzati" che

include i depositi alluvionali dei principali corsi d'acqua, presenti nei relativi fondovalle e

nella piana costiera. Il complesso è contraddistinto da permeabilità per porosità variabile

da alta a bassa in relazione alle caratteristiche granulometriche ed allo stato di

addensamento del deposito ed è sede di acquiferi a potenzialità da media a bassa, talora

comunicanti;

il "Complesso sabbioso costiero", che comprende i depositi sabbiosi della spiaggia

e delle dune costiere. Il suo grado di permeabilità varia da medio a basso in relazione alle

caratteristiche granulometriche ed allo stato di addensamento del deposito.

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50

Fig. 4.4: Stralcio planimetrico del Sic IT9220080 Costa ionica Foce Agri con la suddivisione del perimetro in

“tratti omogenei” - Stralcio del PAI relativo alle fasce fluviali (AdB Basilicata, 2011)

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51

Fig. 4.5: Stralcio planimetrico del Sic IT9220080 Costa ionica Foce Agri con la indicazione delle fasce di

pertinenza fluviale - Stralcio del PAI relativo alle fasce fluviali (AdB Basilicata, 2011)

In Fig. 4.5 è riportato lo stralcio planimetrico del Piano Stralcio per l'Assetto

Idrogeologico (PAI) redatto dall' Autorità di Bacino (AdB) della Basilicata, contenente

la visualizzazione del rischio idraulico, e la determinazione delle fasce di pertinenza

fluviale, considerando le condizioni di moto permanente relative alle massime portate

di piena con tempi di ritorno rispettivamente di 30, 200 e 500 anni.

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4.3 - Inquadramento ambientale

Il tratto di litorale si presenta con costa bassa e sabbiosa con una ampiezza media

dell’ordine dei 70.00 m; tale spiaggia è limitata da un gradino di erosione di altezza

variabile intorno al metro, inciso al piede della duna. Il tratto di costa interessato é

abbastanza omogeneo, a livello morfologico, batimetrico e pedologico.

Le batimetrie sono dolcemente degradanti. La qualità dell’acqua costiera é globalmente

accettabile, soprattutto a causa della bassa pressione antropica, che riesce a non far

pesare la qualità dell’acqua dei fiumi spesso gravemente compromessa dagli scarichi

incontrollati, ed i residui dell’attività agricola (soprattutto nutrienti) che si riversano nei

canali di bonifica e quindi, attraverso le idrovore o i fiumi, a mare.

Per quanto riguarda l’ambito fluviale, il fiume Agri, che con il suo tratto terminale di

estuario costeggia il territorio in esame, ha carattere torrentizio con portate limitate ed

estremamente variabili nel tempo. Alla foce, il regime delle correnti marine, a seguito degli

apporti di materiale solido, ha creato un istmo di sabbia, di considerevole valore da un

punto di vista paesaggistico-percettivo.

L’area di influenza é caratterizzata, quindi, da una situazione geomorfologica generale

dominata dalla presenza dell’acqua (fiume, pineta, lagune, mare) e da una situazione

vegetazionale e faunistica meritevole di preservazione.

La morfologia costiera si presenta bassa e sabbiosa, a profilo degradante, bordata da

più ordini di cordoni dunari, disposti in serie parallele: dai più recenti in prossimità del

mare, ai più antichi verso l’entroterra. Le dune sono caratterizzate da continuità laterale

notevolmente accentuata e sono ampiamente colonizzate da vegetazione arbustiva e

macchia mediterranea. I rimboschimenti mostrano altezze variabili, che superano anche

i 10 m di altezza, e si estendono verso l’interno fino ad un’ampiezza massima circa un

chilometro.

Unità e sub-unità ambientali

Nell’ambito dei SIC della costa jonica possono essere facilmente individuate quattro

principali unità ambientali naturali, ciascuna delle quali fortemente caratterizzata da fattori

ecologici ben determinati quali gradiente idrico, la salinità ed il tipo di substrato. Le

comunità vegetali e i relativi habitat che caratterizzano ciascuna unità ambientale sono

anche ben caratterizzabili su base fisionomica e floristica.

Ambienti ripariali ed estuariali

1130 Estuari 3280 Fiumi mediterranei a flusso permanente

92D0 Gallerie e forteti ripari meridionali

Ambienti alo-igrofili

1150 Lagune costiere

1410 Pascoli inondati mediterranei (Juncetalia maritimi)

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1420 Praterie e fruticeti mediterranei e termo-atlantici (Sarcocornetea fruticosi)

3170 Stagni temporanei mediterranei

Ambienti delle dune

1210 Vegetazione annua delle linee di deposito marine 1310 Vegetazione pioniera a Salicornia e altre specie annuali delle zone fangose e sabbiose

2110 Dune embrionali mobili 2120 Dune mobili del cordone litorale con presenza di Ammophila arenaria ("dune bianche")

Macchie e pinete

2250 Dune costiere con Juniperus spp.

2260 Dune con vegetazione di sclerofille dei Cisto-Lavanduletalia

Incolti e coltivi

Agroecosistemi

Aree urbanizzate

Sistema urbano (caratterizzato da insediamenti rurali e turistici non residenziali)

Di seguito gli habitat individuati in corrispondenza del SIC Costa Jonica Foce Agri:

LISTA HABITAT INDIVIDUATI SECONDO IL NUOVO MANUALE ITALIANO DI

INTERPRETAZIONE DEGLI HABITAT (2009) DELLA DIRETTIVA 92/43/CEE

Codice

Denominazione

SIC

NOTE 1

Grado di

conservazione

NOTE 2

Specie caratteristiche

NOTE 3

Permanenze

cambiamenti

1130

Estuari

Costa

ionica Foce

Agri

IT9220080

C

Ruppia

maritima,Sarcocornia

perennis.

Individuazione

nuovo habitat

rispetto alla

scheda 2003

1150*

Lagune costiere

Costa

ionica Foce

Agri

IT9220080

C

Individuazione

nuovo habitat

rispetto alla

scheda 2003

1210

Vegetazione

annua delle

linee di deposito

marine

Costa

ionica Foce

Agri

IT9220080

B e C

Cakile maritima

Salsola kali

S.soda

Matthiola sinuata

Agropyron junceum

Sporobolus arenarius

Medicago marina

Otanthus maritimus

Eryngiummaritimum

Individuazione

nuovo habitat

rispetto alla

scheda 2003

1310

Vegetazione

annua pioniera

di Salicornia e

altre specie

annuali delle

zone fangose e

sabbiose

Costa

ionica Foce

Agri

IT9220080

B

Cakilemaritima

Salsolakali

S. soda

Matthiola sinuata

Agropyron junceum

Sporobolus

Arenarius

Medicago marina

Otanthus maritimus

Eryngiummaritimum

Arthrocnemum glaucum

Permanenza

rispetto alla

scheda 2003.

Habitat

localizzato

principalmente

sulla dx

idrografica del

fiume ma

presente anche

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54

Salicornia Perennis

Sueda maritima

varie graminacee.

sulla sn.

Da verificare

meglio la

composizione

floristica.

1410

Pascoli inondati

mediterranei

(Juncetalia

maritimi)

Costa

ionica Foce

Agri

IT9220080

B

Juncus subulatus Juncus

acutus Juncus maritimus

Permanenza

rispetto alla

scheda 2003

Habitat

localizzato

principalmente

sulla dx

idrografica del

fiume: praterie

dominate da

giunghi in

consociazione

con Sarcocornia

fruticosa,

Sarcocornia

perennis,

Arthrocnemum

glaucum e

Limonium

serotinum.

1420

Praterie e

fruticeti alofili

mediterranei e

termo-atlantici

(Sarcocornietea

fruticosi)

Costa

ionica Foce

Agri

IT9220080

B

Sarcocornia fruticosa

Sarcocornia perennis

Triglochin barrelieri

Limonium serotinum

Permanenza rispetto alla

scheda 2003

2110

Dune embrionali

mobili

Costa

ionica Foce

Agri

IT9220080

C

Medicago marina,

Eryngium maritimum

Echinophora spinosa

Calystegia soldanella

Individuazione

nuovo habitat

rispetto alla

scheda 2003

2120 Dune mobili del cordone litorale con presenza di

Ammophila arenaria (dune bianche)

Costa

ionica Foce

Agri

IT9220080

C

Ammophila arenaria

ssp. australis

Matthiola sinuata,

Echinophoraspinosa,

Eryngium maritimum,

Medicago marina

Pancratiummariti mum.

Permanenza

rispetto alla

scheda 2003.

2230

Dune con prati

dei Malcolmietalia

Costa

ionica Foce

Agri

IT9220080

B

Pseudorlayapumila

Silene colorata

Malcomia littorea

Permanenza

rispetto alla

scheda 2003.

Da verificare

eventuale

presenza di

specie a

fioritura

invernale

2240

Dune con prati

dei

Brachipodietalia

e vegetazione

annua

Costa

ionica Foce

Agri

IT9220080

B

Lagurus ovatus

Plantago abican

Plantago

Crassifolia

Anchusa hybrida

Permanenza rispetto alla

scheda 2003

2250

Dune costiere

con Juniperus

Costa

ionica Foce

Agri

IT9220080

C

Juniperus oxycedrus ssp.

macrocarpa

Permanenza

rispetto alla

scheda 2003.

2260

Dune con vegetazione

di sclerofille dei

Cisto-

Lavanduletalia

Costa

ionica Foce

Agri

IT9220080

C

Cisto spp.

Individuazione

nuovo habitat

rispetto alla

scheda 2003

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55

3170

Stagni

temporanei

mediterranei

Costa

ionica Foce

Agri

IT9220080

B

Isoietes spp.

Damasonium alisma

Individuazione

nuovo habitat

rispetto alla

scheda 2003

3280

Fiumi

mediterranei a

flusso

permanente con

vegetazione

dell’alleanza

Paspalo-

Agrostidion e

con filari ripari di

Salix e Populus

alba

Costa

Ionica Foce

Agri

IT9220080

B

Populus alba, Salix ssp. pl

Individuazione

nuovo habitat

rispetto alla

scheda 2003

92D0

Gallerie e forteti

ripari meridionali

Costa

Ionica Foce

Agri

IT9220080

B

Tamarix africana

Individuazione

nuovo habitat

rispetto alla

scheda 2003

4.4 - Inquadramento botanico e vegetazionale

Il territorio della costa jonica lucana, che ha subito grandi mutazioni ambientali in favore

delle infrastrutture turistiche e dell'agricoltura, tuttavia è ancora caratterizzato da spiagge

sabbiose e pantani retrodunali di notevole valore naturalistico, così come da altre

tipologie ambientali - presenti in questo territorio - come gli stagni salmastri permanenti e

temporanei, le praterie alofile retrodunali, i salicornieti, i giuncheti, lagune ed estuari che

nel complesso costituiscono, insieme ai cordoni dunali, un mosaico ambientale di

estremo valore naturalistico e paesaggistico.

La vegetazione retrodunale é costituita da macchia mediterranea con esemplari di

lentisco, ginestra, ginepro, fillirea, mirto, rosmarino, timo e cisto. A causa della risalita

della falda marina si determina, in alcune zone, un ambiente salmastro che favorisce la

crescita di vegetazione erbacea ed arbustiva tipica del salmastro quale acacia saligna

(prevalente), tamericio, giunco, limonio e salicornia. Più rara é la presenza dell’efedra.

Tali formazioni vegetazionali caratterizzano tutta la zona costiera dell’area di influenza

(spiaggia a ridosso dell’azienda ittica, spiaggia a ridosso dei terreni agricoli della stessa

azienda, spiaggia a ridosso della pineta di Scanzano Jonico e del bosco litoraneo di

Policoro).

Sulla sponda sinistra dell’attuale corso del fiume esiste una fitta zona di vegetazione

riparia che va progressivamente trasformandosi in macchia mediterranea evoluta, con

principi di formazioni boschive.

Sulla zona ripariale destra del tratto terminale del fiume Agri, si riscontrano invece

formazioni di macchia degradata frammiste ad elementi di macchia evoluta. Purtroppo la

vegetazione ripariale, nel tratto terminale del fiume, su entrambe le sponde, ha subito

“bruciature” e sviluppo di vegetazione arbustiva di origine salmastra, per effetto della

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56

risalita del cono salino, col risultato di presentare oggi una vegetazione riparia macchiosa

piuttosto degradata.

Il fiume, che presenta nel tratto in questione anche opere di difesa a gabbioni, utilizza

quale alveo di esondazione naturale una zona, confinante a nord-est con l’impianto di

acquacoltura, ubicata all’inizio del vecchio alveo dismesso. Dal punto di vista

vegetazionale quest’ultima area di esondazione é caratterizzata prevalentemente da una

colonia di tamerici (tipici del salmastro) in vari stadi che, partendo dalla zona riparia del

fiume, si estende sino agli argini dell’impianto di acquacoltura. Si segnala inoltre la

presenza di macchia degradata, con caratterizzazione mista includendo cioè elementi di

macchia mediterranea e vegetazione tipica degli ambienti salmastri, e ciò ovviamente a

causa della risalita del cono salino.

La vegetazione del salmastro trae il proprio substrato dall’ambiente saturo di salinità,

specialmente a livello degli argini dei bacini adacquati. Sugli argini dell’ex-alveo e delle

vasche intensive e semi-intensive si riscontra infatti la presenza di tipica vegetazione del

salmastro quali il tamericio.

Le aree dell’azienda ittica non occupate da bacini produttivi e/o dismessi - destinati oggi

al turismo - sono caratterizzate da presenza vegetazionale di cui un’area di circa 10 ettari

centrale con macchia mediterranea evoluta e ben mantenuta, con le essenze tipiche della

macchia retrodunale:

Tamarix gallica L., Tamarix africana Poir., Prunus spinosa L., Rubus fruticosus L.,

Crataegus oxyacantha L., Spartium junceum L., Myrtus communis L., Juniperus oxycedrus

L., Pistacia lentiscus L., Phillyrea angustifolia L., Phillyrea latifolia L., Rhamnus alaternus L.,

Cotoneaster pyracantha Spach, Rosmarinus officinalis L.., Daphne gnidium L., Glycyrrhiza

glabra L..

In quest’area domina decisamente il lentisco, gli altri elementi sono variamente distribuiti

a seconda delle caratteristiche ambientali.

Oltre al ginepro ed al lentisco, che spesso assumono portamento arboreo, le specie più

frequenti sono il rosmarino, la fillirea (Phillyrea angustifolia L.); nelle zone più umide si

ritrovano esemplari di tamerice e agnocasto (Vitex agnus-castus L.), elemento piuttosto

diffuso, tipico delle bassure umide e delle fiumare. Lo strato arboreo è assente.

Per ciò che riguarda i terreni a margine dell’area, si segnala a est, al di là della via di San

Giusto in territorio di Policoro, un bosco litoraneo derivante dall’azione di bonifica della

zona paludosa costiera confinante con l’antico argine destro del fiume Agri. Il bosco é

principalmente abitato da pino d’Aleppo ed eucaliptus; all’interno non manca, tuttavia,

una cospicua presenza di macchia mediterranea in varie condizioni (evolute e degradate)

che costituisce il sottobosco in alcuni tratti difficilmente praticabili. La via di San Giusto,

dopo aver costeggiato il bosco suddetto, termina al lido di Torre Mozza (Largo Akiris, area

di accesso al concerto), dove oggi esiste un’area di servizi turistici (parcheggi, ristoro,

scuola di vela) realizzata nell’ambito del progetto di riqualificazione del lungomare di

Policoro.

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Si segnalano a nord del bosco litoraneo, sempre in territorio di Policoro, lungo la via di

San Giusto, sia zone di terreni incolti, prive di formazioni vegetazionali di rilievo,

prevalentemente rivenienti da dismissioni agricole, sia zone di terreni agricoli attivi con

coltivazioni tipiche del Metapontino, quali Pesca, Albicocca, Pomodoro, Melone, etc., e

con l’utilizzo talvolta di sistemi di coltura a serra.

Un’altra zona di interesse paesaggistico é costituita dal bosco litoraneo, in territorio di

Scanzano Jonico, situato a nord-est dell’azienda ittica, oltre il fiume Agri. Anch’esso deriva

dall’azione di bonifica della zona paludosa costiera. Il bosco é principalmente abitato da

pino mediterraneo con presenze di eucaliptus; al contorno, verso il fiume, si riscontra una

cospicua presenza di macchia mediterranea in varie condizioni, in alcuni tratti frammista

con la vegetazione riparia.

Dal punto di vista vegetazionale la zona costiera jonica lucana, e anche l’area SIC Costa

Jonica Foce Agri, presenta comunità riconducibili a cinque principali tipologie ambientali:

-) il complesso delle dune costiere; -) gli ambienti alo-igrofili retrodunali; -) la vegetazione

ripariale ed estuariale; -) le pinete e la macchia costiera; -) la vegetazione sinantropica e

degli incolti; queste determinano un elevato grado di diversità non solo floristica ma

anche fitocenologica e di habitat.

La flora di un territorio si compone di tutte le specie vegetali che vivono in esso,

prescindendo dall’eventuale sviluppo orografico e dai diversi aspetti ambientali dello

stesso. La complessità del mondo vegetale ed i limiti umani fanno sì che i ricercatori

circoscrivano i loro studi a gruppi limitati di piante; per questo motivo si è soliti parlare, ad

esempio, di flora lichenica (composta da tutte le specie di licheni che crescono in un dato

territorio), flora briofitica (relativa ai muschi), flora vascolare (relativa alle felci ed alle piante

che producono fiori, frutti e semi). La flora vascolare è quella che detiene la maggiore

importanza nella caratterizzazione del paesaggio dei SIC IT9220080 Costa ionica Foce

Agri.

La flora vascolare dell’area consta di un totale di 388 taxa appartenenti a 69 famiglie. Il

numero relativamente modesto è da correlare all’alta specializzazione degli habitat

presenti nei siti, caratterizzati in molti casi da fitocenosi paucispecifiche. Tuttavia molte

delle specie presenti sono esclusive di questi ambienti, e ciò rende questa flora di grande

interesse scientifico e conservazionistico.

Dall’analisi dello spettro biologico emerge la netta dominanza numerica delle Terofite,

specie a ciclo breve, ben adattate al clima termomediterraneo, soggette a fattori di stress

sia di origine naturale (alternanza di inondazioni e aridità, salinità, substrati poco coerenti,

ecc.) che di origine antropica.

Diversa è invece la situazione se si tiene conto del ruolo che ciascuna forma biologica

svolge nella struttura della fitocenosi: in questo caso si potrebbero evidenziare differenze

notevoli tra habitat in cui domina l’habitus camefitico (salicornieti), geofitico (giuncheti),

fanerofitico (macchie e pinete) ecc.

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58

Dal punto di vista corologico questa flora è caratterizzata dall’elemento mediterraneo, con

particolare presenza di specie stenomediterranee, ma con una importante porzione di

specie ad ampia distribuzione (che in genere sono quelle legate agli ambienti umidi).

Di seguito si riporta lo spettro tassonomico della flora complessiva dell’area.

FAMIGLIA n sp.

Poaceae 65

Fabaceae 46

Asteraceae 45

Caryophyllaceae 19

Chenopodiaceae 15

Apiaceae 10

Brassicaceae 10

Cyperaceae 9

Lamiaceae 8

Plantaginaceae 8

Boraginaceae 7

Juncaceae 7

Liliaceae 7

Orchidaceae 7

Rubiaceae 7

Cistaceae 6

Gentianaceae 6

Geraniaceae 6

Ranunculaceae 6

Euphorbiaceae 5

Scrophulariaceae 5

Iridaceae 4

Pinaceae 4

Polygonaceae 4

Asparagaceae 3

Convolvulaceae 3

Crassulaceae 3

Hyacinthaceae 3

Linaceae 3

Lythraceae 3

Rosaceae 3

Tamaricaceae 3

Valerianaceae 3

Asclepiadaceae 2

Asphodelaceae 2

Cupressaceae 2

Dipsacaceae 2

Malvaceae 2

Myrtaceae 2

Primulaceae 2

Resedaceae 2

Thymeleaceae 2

Agavaceae 1

Aizoaceae 1

Alismataceae 1

Alliaceae 1

Amaryllidaceae 1

Anacardiaceae 1

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Araceae 1

Azollaceae 1

Cactaceae 1

Campanulaceae 1

Caprifoliaceae 1

Ephedraceae 1

Hypericaceae 1

Juncaginaceae 1

Lemnaceae 1

Oleaceae 1

Oxalidaceae 1

Papaveraceae 1

Plumbaginaceae 1

Polygalaceae 1

Potamogetonaceae 1

Rhamnaceae 1

Santalaceae 1

Solanaceae 1

Typhaceae 1

Verbenaceae 1

Zygophyllaceae 1

Ad ogni modo, nel SIC Costa Jonica Foce Agri non si rilevano specie vegetali d’interesse

comunitario, ossia piante vascolari presenti negli allegati II, IV E V della direttiva habitat

e/o nella lista rossa regionale e/o di interesse biogeografico/conservazionistico.

Tra le specie psammofile di maggiore interesse conservazionistico meritano di essere

menzionate Ephedra distachya L., frequente, ma in modo discontinuo, lungo il litorale

jonico, Pancratium maritimum L. ed Euphorbia terracina L.

Anche Juniperus oxycedrus ssp. macrocarpa (Sm.) Bell, tipico elemento delle dune

consolidate, è presente con una popolazione, che caratterizza la macchia psammofila

retrodunale. Ben più raro è invece Juniperus phoenicea L. ssp. phoenicea, elemento

circumediterraneo.

Si segnala la presenza della vegetazione psammofila delle dune, in genere organizzata in

zone di vegetazione parallele alla linea di costa, e la vegetazione degli ambienti alo-igrofili

retrodunali, che sono quelli più caratteristici dell’area e che rappresentano elementi

paesaggistici estremamente significativi per i SIC della costa ionica lucana.

Le comunità aloigrofile caratterizzano le depressioni umide retrodunali dando origine ad

complesso mosaico di fitocenosi che si differenziano lungo gradienti di salinità e umidità

del substrato. Si tratta di aree soggette a periodiche inondazioni, con alternanza di fasi di

aridità e sommersione più o meno lunga.

Di particolare rilievo è altresì la vegetazione ripariale ed estuariale, tipologia a cui sono

riferite le fitocenosi di stretta pertinenza fluviale: peraltro, la presenza di determinati

elementi floro-faunistici tipici del tratto terminale dei fiumi che sfociano in mare dove le

acque dolci si mescolano con quelle salate del mare, ha posto le basi per

l’individuazione, nel SIC Costa Jonica Foce Agri, di un nuovo habitat rispetto ai formulari

del 2003: l’habitat 1130 Estuari. In tale zona, il ridotto flusso delle acque del fiume dovuto

all’azione del moto ondoso e maree causa il deposito di sedimenti fini, con formazione di

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cordoni e isolotti sabbiosi e fangosi, soprattutto durante il periodo estivo, che

costituiscono aree particolarmente importanti per l’avifauna. Gli estuari formano un

sistema ecologico unico con gli ambienti terrestri circostanti, per cui, dal punto di vista

vegetazionale, possono essere identificati da un complesso di fitocenosi comprendenti

tipologie che vanno dalle comunità di alghe bentoniche alle formazioni di alofite perenni

legnose. L’habitat comprende comunità algali e di piante acquatiche (in particolare

Ruppia) e bordure alofitiche annuali (Salicornieti – 1310, Salsolo-Cakileti – 1210) o perenni

(Sarcocornieti - 1420).

Lungo il corso del Fiumi Agri e dei canali di bonifica, ma anche negli stagni temporanei di

acque salmastre si sono insediate comunità di piante che si dispongono nel corpo idrico

in relazione alla profondità, alla salinità e alla permanenza dell’acqua. Largamente diffusi,

infatti, sono i canneti a Bolboschoenus maritimus e Phragmites australis, ai quali, lungo i

canali e nelle depressioni umide, si associano addensamenti a lisca (Typha latifolia),

popolamenti soggetti a delicati equilibri legati all’oscillazione del livello dell’acqua, alla

salinità e alle attività umane. Tali fitocenosi sono in generale riferibili ai Phragmito-

Magnocaricetea, ma non riferibili ad habitat d’interesse comunitario.

In prossimità della foce e nelle aree umide salmastre si rileva anche la presenza

dell’habitat 3280 “Fiumi mediterranei a flusso permanente con vegetazione dell’alleanza

Paspalo-Agrostidione con filari ripari di Salix e Populus alba”, caratterizzato da boscaglia

igrofilasub-alofila a prevalenza di specie arbustive, con alberi cespitosi e di piccola taglia

(Salix alba, Populus alba, Tamarix africana ecc).

Su substrati a maggiore salinità, spesso a contatto con le praterie alo-igrofile si rilevano

boscaglie a dominanza di Tamarix sp. pl. inquadrabili nei Nerio-Tamaricetea Br.-Bl. & O.

Bolòs 1957 e riferibili all’habitat 92D0 Gallerie e forteti ripari meridionali; tali aspetti sono in

genere frammentati e alternati ai canneti ripariali.

Nel SIC si rileva l’assenza di veri e propri boschi ripariali in prossimità della foce del Fiume

Agri, come quelli che caratterizzano il SIC Foce Sinni, e che invece caratterizzano il tratto

del corso d’acqua, più a monte del confine del sito. Ciò è da attribuire alla maggiore

salinità del substrato che favorisce lo sviluppo di una vegetazione ripariale più alofila

(boscaglie a Tamarix e canneti).

Per quanto riguarda la pineta e la macchia costiera, le dune sono caratterizzate da una

macchia psammofila inquadrabile nei Pistacio-Rhamnetalia dei Quercetea ilicis. Gli aspetti

più prossimi alla linea di costa sono dominati da Juniperus oxycedrus ssp. macrocarpa,

che costituisce una fascia più o meno continua lungo tutto il litorale ionico lucano.

Queste fitocenosi sono caratterizzate oltre che dal ginepro coccolone anche da Pistacia

lentiscus, Thymelea hirsuta, Asparagus acutifolius e sono riferibili all’Asparago acutifolii-

Juniperetum macrocarpae O.De Bol. 1964 e all’habitat prioritario 2250*Dune costiere con

Juniperus spp.

Verso l’interno al ginepro prevalgono altre specie arbustive quali Pistacia lentiscus,

Calicotome infesta, Phillyrea latifolia. Questa macchia può essere riferita all’habitat 2260

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Dune con vegetazione di sclerofille dei Cisto-Lavanduletalia, secondo l’attuale

interpretazione del Manuale Italiano degli Habitat.

La macchia psammofila, in particolar modo gli aspetti più interni che dovrebbero entrare

in contatto con la vegetazione zonale (non influenzata dalla presenza del mare), è in gran

parte sostituita da pinete litoranee di origine artificiale, risalenti agli anni ‘50 e ’60 e

realizzate sui terreni della bonifica del Metapontino allo scopo di proteggere i retrostanti

terreni agrari dalla salsedine e dai venti marini. Nella pineta sono presenti il pino

domestico (Pinus pinea), il pino d'Aleppo (Pinus halepensis), il pino marittimo (Pinus

pinaster). Sporadica è la presenza di eucalipto (Eucaliptus globulus, E. camaldulensis)

mentre l’Acacia saligna impiantata nelle zone prossime alla linea di costa, ricopre vaste

aree dove tende a diventare invasiva e dominante.

Nel sottobosco lo strato secondario arboreo-arbustivo è dato prevalentemente da

elementi della macchia mediterranea quali Pistacia lentiscus, Juniperus oxycedrus ssp.

macrocarpa, Rhamnus alaternus, Phyllirea latifolia, Asparagus acutifolius ecc. Laddove le

pinete sono più diradate, infatti, la macchia psammofila tende ad evolversi, e l’aspetto

delle pinete assume una fisionomia più naturale che le potrebbe fare riferire all’habitat

2270.

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Fig. 4.6 - Mappa della vegetazione, SIC Costa Jonica Foce Agri

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Fig. 4.7 – Carta della artificialità/naturalità,l SIC Costa Jonica Foce Agri

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4.5 - Inquadramento faunistico

Per quanto riguarda la fauna, l’ambiente pseudo-lagunare consolidatosi nel SIC nel corso

dei decenni per effetto del binomio acquacoltura ed ambiente, determina la presenza di

numerose specie di fauna selvatica che traggono il proprio sostentamento dalla vita

acquatica, sia a livello di stretta nutrizione (gabbiani, cormorani, aironi, martin pescatore,

volpe, ecc.), sia a livello di habitat (anatidi, cavaliere d’Italia, biscia, rospo, rana). La

presenza di vegetazione macchiosa a tratti inesplorata, area della macchia mediterranea,

sia pure preesistente all’attività produttiva, in quanto perfettamente conservata,

contribuisce in modo determinante alla presenza di specie selvatiche varie tra cui il tasso

e la vipera.

Volendo elencare la popolazione animale, a beneficio dei lettori meno adusi alla

terminologia scientifica, si segnala la presenza massiccia del cormorano e del gabbiano

reale. Si riscontra inoltre la presenza, di varie specie di avifauna quali: airone bianco,

airone cinerino, airone rosso, fenicottero rosa, cavaliere d’Italia, martin pescatore,

tuffetto, garzetta, spatola, cicogna bianca, germano reale, codone, fischione,

marzaiola, alzavola, mestolone, volpoca, moretta, moriglione, fistione turco, gru,

volpoca, folaga, pittima, piro piro codalunga, chiurlo, gabbiano corallino.

L’area é abitata inoltre da animali carnivori predatori, quali la volpe, da frugivori come il

tasso, da anfibi quali il rospo e la rana, e da serpenti quali vipera e biscia.

Le specie protette presenti nell’area di influenza del presente intervento progettuale sono

(ai sensi delle direttive 79/409/CEE, 85/411/CEE, 91/244/CEE, ed ai sensi della Legge

11/02/92 n. 157):

tutte le specie di cicogna (Ciconiidae)

spatola (Platalea leucorodia)

volpoca (Tadorna tadorna)

gru (Grus grus)

cavaliere d’Italia (Himantopus himantopus)

gabbiano corallino (Larus melanocephalus)

Sulla costa ionica della Basilicata, anche se mai lungo il tratto di costa prospicente l’area

di intervento, é stata più volte segnalata la presenza della tartaruga marina (Caretta

caretta).

Sotto il profilo faunistico il SIC Costa Jonica Foce Agri si contraddistingue per la presenza

di un ricco popolamento di uccelli acquatici, molti dei quali inseriti nell’All. I della Dir.

2009/147/CE e in alcuni casi presenti con popolazioni rilevanti. In questo senso gli

ambienti umidi retrodunali, necessari per la conservazione di questo gruppo di specie,

che normalmente risultano piuttosto ridotti nella loro estensione e localizzati solo in

alcune località, trovano invece in questo SIC una significativo esempio di conservazione

dell’area umida retrodunale, in questo caso piuttosto estesa, che ospita grandi quantità di

uccelli acquatici.

Dunque, l’area del SIC Foce Agri è senza dubbio un sito di notevole interesse per la

conservazione degli uccelli acquatici. A seguito dei censimenti condotti negli anni scorsi,

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si è rilevato come sito di importanza nazionale per lo svernamento del Piviere dorato

(Pluvialis apricaria) con oltre 300 soggetti svernanti, e luogo di sosta di specie poco

diffuse sul territorio nazionale come il Marangone minore (Phalacrocorax pygmeus), il

Gabbiano corallino (Larus melanocephalus) e il Gabbiano roseo (Larus genei). Rispetto a

quest’ultima specie, inoltre, il sito potrebbe porsi come area strategica a fronte del

fenomeno di espansione cui sta andando incontro, soprattutto in considerazione dello

stretto legame del Gabbiano roseo con le acque salmastre.

L’abbondanza di ambienti umidi retrodunali favorisce la nidificazione del Corriere piccolo

(Charadrius dubius) e soprattutto del Fratino (Charadrius alexandrinus), in quanto meno

esposti alla pressione turistica e alle maree.

La stabilità di ambienti umidi, anche salmastri, consente la nidificazione di alcune specie

molto rare e localizzate nel territorio regionale come il Cavaliere d’Italia (Himantopus

himatopus) rilevato in riproduzione con oltre 50 coppie nidificanti. Particolare rilevanza,

inoltre, assume la nidificazione di una piccola colonia di Fraticello (Sterna albifrons),

specie localizzata e rara in Italia meridionale.

Ulteriori monitoraggi condotti di recente in loco hanno consentito di verificare la presenza

in periodo migratorio di migliaia di uccelli acquatici, con oltre 22 specie di limicoli e 10

specie di anatidi. Rilevanti sono le concentrazioni di oltre 150 Aironi cenerini (Ardea

cinerea) o del Chiurlo piccolo (Numenius phaeopus) in migrazione.

Infine, è stata verificata la presenza della Lontra (Lutra lutra), le cui tracce sono state

rinvenute in vari luoghi all’interno del settore indagato, sia in prossimità della foce che nei

pressi degli stagni retrodunali. L’osservazione, inoltre, di due soggetti adulti in

corteggiamento lascia supporre la presenza di un nucleo riproduttivo all’interno del SIC.

In base ai dati fin ora raccolti si evince come l’area abbia uno straordinario valore,

ospitando una ricchissima avifauna, presente con popolazioni anche cospicue. Si ritiene

che il sito abbia le caratteristiche sufficienti a renderlo area di reperimento per l’istituzione

di una Riserva Naturale, con particolare riferimento alle specie ornitiche ivi presenti e alla

conservazione della Lontra.

SPECIE FAUNISTICHE PRESENTI IN ALLEGATO: I DIR. UCCELLI E II, IV E V DIR. HABITAT E/O NELLA

LISTA ROSSA REGIONALE E/O DI INTERESSE BIOGEOGRAFICO/CONSERVAZIONISTICO

Uccelli elencati nell’allegato I della direttiva 2009/147/CE

SIC Costa Jonica Foce Agri (IT9220080)

Ardeola ralloides

Egretta garzetta

Casmerodius albus

Platalea leucorodia

Aythya nyroca

Circus aeruginosus

Circus cyaneus

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Pandion haliaetus

Himantopus himantopus

Recurvirostra avosetta

Charadrius alexandrinus

Pluvialis apricaria

Philomachus pugnax

Larus melanocephalus

Larus genei

Sterna caspia

Sterna sandvicensis

Sterna albifrons

Alcedo atthis

Phalacrocorax pygmeus

Acrocephalus melanopogon

Uccelli non elencati nell’allegato I della direttiva 2009/147/CE

ma elencati nell’allegato II della Direttiva 92/43/CEE

SIC Costa Jonica Foce Agri (IT9220080)

Tachybaptus ruficollis

Podiceps cristatus

Podiceps nigricollis

Palacrocorax carbo

Areda cinerea

Gallinula chloropus

Fulica atra

Tadorna tadorna

Anas penelope

Anas strepera

Anas crecca

Anas platyrhynchos

Anas acuta

Anas clypeata

Aythya ferina

Buteo buteo

Falco tinnunculus

Charadrius dubius

Vanellus vanellus

Calidris alpina

Numenius arquata

Tringa erythropus

Tringa totanus

Actitis hypoleucos

Larus ridibundus

Larus cachinnans

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Columba palumbus

Streptopelia decaocto

Apus apus

Merops apiaster

Galerida cristata

Hirundo rustica

Delichon urbicum

Anthus trivialis

Anthus pratensis

Saxicola torquata

Cettia cetti

Cisticola juncidis

Sylvia melanocephala

Parus caeruleus

Parus major

Remiz pendulinus

Oriolus oriolus

Pica pica

Garrulus glandarius

Corvus corone cornix

Serinus serinus

Carduelis carduelis

Carduelis cannabina

Emberiza cirlus

Miliaria calandra

Mammiferi elencati nell’allegato II della Direttiva 92/43/CEE

SIC Costa Jonica Foce Agri (IT9220080)

Lutra lutra

Anfibi e Rettili elencati nell’allegato II della Direttiva 92/43/CEE

SIC Costa Jonica Foce Agri (IT9220080)

Testudo hermanni

Emys orbicularis

Anfibi e Rettili elencati nell’allegato II della Direttiva 92/43/CEE

SIC Costa Jonica Foce Agri (IT9220080)

Barbus plebejus

Alosa fallax

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Altre specie importanti di fauna

SIC Costa Jonica Foce Agri (IT9220080)

Bufo balearicus

Bufo bufo

Bufo viridis

Vulpes volpe

Hyla intermedia

Tarentola mauretanica

Pelophylax klepton hispanica

Pelophylax bergerii

Lacerta bilineata

Mugil cephalus

Dicentrarchus labrax

Podarcis sicula

Orthetrum cancellatum (Linnaeus, 1758)

Orthetrum brunneum (Boyer de Fonscolombe, 1837)

Crocothemis erythraea (Brullé, 1832)

Calopteryx haemorrhoidalis (Van der Linden 1825)

Calopteryx splendens (Harris, 1782)

Hierophis viridiflavus

Erinaceus europaeus

Hystrix cristata

4.6 - Inquadramento agro-silvo-pastorale

Descrizione dell’uso del suolo

All’interno del SIC Costa Ionica Foce Agri, la superficie coltivata è trascurabile (sotto l’1%).

L’attività agricola nelle zone circostanti è invece intensa, con produzioni cerealicole e

ortofrutticole tipiche dell’area del Metapontino, in cui risulta molto diffusa la pratica di

trivellamento e prelievo di acqua irrigua da pozzi con potenziale rischio di inquinamento

salino della falda e del suolo per intrusione di acqua marina.

In generale tutta l’area costiera del Metapontino è comunque caratterizzata da

un’agricoltura prevalentemente specializzata, con aziende di piccole dimensioni e,

frequentemente, a conduzione di tipo familiare.

Rispetto agli altri siti, il SIC Costa ionica Foce Agri è quello con la più alta presenza di

allevamenti situati in prossimità dei suoi confini. In molti casi, sono allevate più specie

(soprattutto bovini e ovi-caprini).

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Più in generale, tutta l’area del Metapontino è considerata il principale polo produttivo

ortofrutticolo regionale, oltre che una delle aree a maggiore specializzazione dell’intero

mezzogiorno, con una SAU di 74.281 ettari, e 12.977 aziende (dati ALSIA), di cui circa

5.000 (24.000 ettari) destinate a produzioni ortofrutticole, che da sole costituiscono il 74%

del prodotto lordo vendibile (PLV) dell’intera regione Basilicata (rappresentando il 75%

della SAU ortofrutticola lucana). Si tratta di aziende agricole di piccole e medie dimensioni

caratterizzate da produzioni tradizionali tipiche quali fragola e agrumi, pesche, nettarine e

albicocche (es. arancia “staccia” di Tursi; il percoco di Tursi). Le specie frutticole di

maggiore interesse sono le albicocche (terza area nazionale di produzione), la fragola

(terzo posto in Italia per coltivazione e produzione) e gli agrumi (prima coltura per

estensione del metapontino).

Le ortive più diffuse nel Metapontino in ordine decrescente per superfici coltivate sono le

cucurbitacee, le brassicacee, le ombrellifere, le solanacee. Si sta consolidando, inoltre, la

filiera ortofrutticola con l’integrazione della fase di produzione con quella della

lavorazione, commercializzazione e distribuzione dei prodotti locali. Oltre all’ortofrutta,

l’area si caratterizza per altre produzioni agroalimentari di qualità (es. produzione di uva

per il vino Matera DOC; produzione di cereali per l’IGP pane di Matera).

Descrizione delle aree forestali

L’Area territoriale del SIC Costa ionica Foce Agri", si sviluppa su terreni di origine

alluvionale caratterizzati da una certa carenza di elementi nutritivi e, nelle aree più

prossime al mare, da un elevato tasso di salinità.

L’area retrodunale, costituita da terreni a maggiore tenore di argilla di origine fluviale, ad

una quota altimetrica di poco inferiore rispetto al livello del mare, parzialmente sommersa

durante la stagione invernale da acque salmastre, è caratterizzata da comunità di specie

alofite e succulente. La falda freatica superficiale determina la presenza di popolamenti a

salicornie perenni ed annuali (es. Salicornia patula Duval-Jouve)e di praterie a giunchi

(Juncus acutus L.). In prossimità delle foci e lungo i fiumi, si rinvengono formazioni igrofile

con tamerici (Tamarix spp.), cannuccia marina (Arundo phragmites L.) e cannuccia di

palude (Phragmites australis Cav.).

Si rinviene nel SIC anche la formazione forestale igrofila identificabile con l'Habitat 3280:

“Fiumi mediterranei a flusso permanente con il Paspalo-Agrostidion e con filari ripariali di

Salix e Populus alba”, costituita essenzialmente da Salix alba L., Salix purpurea L., Salix

eleagnos Scop., Populus alba L., Populus nigraL..

Le formazioni forestali individuate sono riferibili alle seguenti categorie della Carta

Forestale Regionale (CFR) della Basilicata:

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G3 Rimbosch.

misti di conifere

mediterranee

N3 Rimbosch.

con conifere esotiche o

naturalizzate

N5 Eucalitteti

Ga Pinete

litoranee di pino

d’Aleppo su dune

consolidate

Gc Rimbosch. in

cui si evidenziano processi di

rinaturalizzazione

La peculiarità che distingue da un punto di vista forestale l’area SIC Cosa Jonica Foce

Agri è la presenza di una formazione ascrivibile alla categoria N3 “Rimboschimenti con

conifere esotiche o naturalizzate” costituita da un vasto nucleo di pino delle Canarie

(Pinus canariensis C. Smith.) impiegato nel rimboschimento dell’area sud-ovest del SIC, a

valle di una zona localmente identificata “dell’ex zuccherificio”. Si tratta di un

rimboschimento che ha raggiunto lo stadio evolutivo tipico di una giovane fustaia, con

struttura monoplana e copertura quasi completa. Lo strato arbustivo ed erbaceo è quasi

del tutto assente. Alla rinnovazione di pino delle Canarie (Pinus canariensis C. Smith.) si

alterna la rinnovazione di pino d’Aleppo. Il soprassuolo risulta interessato da interventi di

diradamento e ripulitura del sottobosco a fini antincendio realizzati dalla Provincia di

Matera.

I fattori di rischio per la vegetazione presenti nell’area sono sia di origine naturale che di

origine antropica, tra cui:

erosione costiera e intrusione in falda di acqua di mare (in diversi casi

l’affioramento delle radici di pino d’Aleppo testimonia condizioni di asfissia);

estremi climatici, rappresentati soprattutto da lunghi periodi di siccità estiva;

spianamento meccanico delle dune e movimenti terra;

eccessiva pressione antropica durante la stagione estiva per la presenza di

campeggi e per l’utilizzo improprio della pineta come zona di parcheggio e come

area pic-nic, con conseguenze ecologiche negative, ad esempio elevato calpestio;

elevato rischio d'incendi a causa della vulnerabilità intrinseca dei popolamenti di

conifere, e all'accumulo di necromassa, legato a mancanza di pratiche gestionali

forestali;

attacchi parassitari, in particolar modo da parte della processionaria del pino

(Thaumatopea pytocampa), ma anche del blastofago o di rincoti eterotteri, che

attaccano ciclicamente vari tratti della costa jonica;

caccia e pascolo abusivo.

4.7 - Inquadramento socio economico

Il SIC Costa Jonica Foce Agri si colloca in una zona a forte grado di espansione turistica,

con presenza di un porto turistico, alberghi, villaggi turistici, residenze estive, stabilimenti

balneari, campus naturalistici, punti ristoro.

Il tratto centrale del lungomare di Policoro, raggiungibile da via Lido, lungo circa 1.600 m.

è stato oggetto di intervento antropico che ha sostituito la duna naturale con una artificiale

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attrezzata la realizzazione di una passeggiata lungomare, di un sistema di accessi e

parcheggi, di aree per le strutture balneari. In questa zona centrale insiste il maggior

carico di utenti del mare che sono in crescita numerica man mano che si completano le

previsioni urbanistiche comunali degli insediamenti previsti a monte delle aree demaniali

marittime.

Fig. 4.8 – Strutture balneari zona sinistra lungomare di Policoro, SIC Costa Jonica Foce Agri

Fig. 4.9– Strutture balneari zona Torre Mozza di Policoro, SIC Costa Jonica Foce Agri

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4.8 – Il sistema dei vincoli

Vincoli Paesistici

L’intero territorio Comunale di Policoro è stato dichiarato, con Decreto del Ministero per i

Beni Culturali e Ambientali del 18.04.1985 e con Decreto del Ministero della Pubblica

Istruzione del 11.04.1968, di notevole interesse pubblico. Decreto ministeriale 11 aprile

1968 (Dichiarazione di notevole interesse pubblico della fascia costiera sita nel territorio

dei comuni di Bernalda, Pisticci, Montalbano Jonico, Policoro e Nova Siri).

Il vincolo, comporta, in particolare, l'obbligo da parte del proprietario, possessore o

detentore, a qualsiasi titolo, dell'immobile ricadente nella località vincolata, di presentare

alla competente soprintendenza, per la preventiva approvazione, qualunque progetto di

opere che possano modificare l'aspetto esteriore della località stessa.

Vincoli archeologici e culturali

La città di Policoro presenta una notevole importanza a livello storico ed archeologico. La

città fu costruita intorno al 680 a.C. dai Colofoni provenienti dall'Asia Minore, e

successivamente distrutta da una coalizione Achea agli inizi del VI sec. a.C.. Dopo un

periodo di decadenza, nel V sec. a.C., le colonie di Taranto e Thuru la ricostruirono sulle

vecchie rovine dell'antica Siris col nome di Heraclea. Nei pressi della città di Policoro si

svolse il primo grande scontro tra i Romani e Pirro nel 280 a.C.

Interessantissimo da visitare è il Parco Archeologico, situato alle spalle del Museo

Nazionale della Siritide, che custodisce i resti dell'antica città di Siris-Heraclea. Dell'antica

città nella parte bassa si possono notare il Tempio di Atena, di cui restano le fondamenta,

e il Tempio di Demetra. Sull'acropoli invece i resti della città si sono meglio conservati ed

è visibile l'impianto urbano costituito da assi viari ortogonali.

A partire dal medioevo, a Policoro si sviluppò un piccolo centro urbano nelle vicinanze del

Castello Baronale. Nel 1959 cessò di essere frazione di Montalbano Jonico e divenne

comune autonomo. Da allora c'è stato un notevole incremento demografico che ha

portato Policoro ad essere il quinto centro della regione per numero di abitanti, oltre che

uno dei più importanti a livello economico essendo posto al centro della piana del

Metapontino.

Sull’antica città di Heraclea (e zone limitrofe), e sul castello grava il vincolo archeologico e

storico.

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5 LE MISURE DI TUTELA DEL SISTEMA AMBIENTALE DI RIFERIMENTO

Nel piano di gestione del SIC Costa Jonica Foce Agri sono riportate una serie di schede

descrittive, per ciascun habitat di interesse comunitario, contenenti le esigenze

ecologiche ed i fattori abiotici e biotici necessari per garantirne uno stato di conservazione

soddisfacente. Le informazioni generali provengono prevalentemente dal Nuovo Manuale

Italiano degli Habitat della Dir. 92/43 CEE. Di seguito si riporta l'elenco degli habitat per

cui sono state redatte le schede:

1130 Estuari

1150 Lagune costiere

1210 Vegetazione annua delle linee di deposito marine

1310 Vegetazione pioniera a Salicornia e altre specie annuali delle zone fangose

e sabbiose

1410 Pascoli inondati mediterranei (Juncetalia maritimi)

1420 Praterie e fruticeti mediterranei e termo-atlantici (Sarcocornetea fruticosi)

2110 Dune embrionali mobili

2120 Dune mobili del cordone litorale con presenza di Ammophila arenaria

("dune bianche")

2230 Dune con prati dei Malcolmietalia

2240 Dune con prati dei Brachipodietalia e vegetazione annua

2250 Dune costiere con Juniperus spp.

2260 Dune con vegetazione di sclerofille dei Cisto-Lavanduletalia

3170 Stagni temporanei mediterranei

3280 Fiumi mediterranei a flusso permanente

92D0 Gallerie e forteti ripari meridionali

Analogamente, per le specie floristiche di interesse comunitario, il piano di gestione del

SIC Costa Jonica Foce Agri, riporta una serie di schede descrittive, per ciascuna specie di

interesse comunitario, contenenti le esigenze ecologiche e dei fattori abiotici e biotici

necessari per garantirne uno stato di conservazione soddisfacente. Di seguito si riporta

l'elenco delle specie per cui sono state redatte le schede:

1. Aster tripolium

2. Atriplex portulacoides

3. Calystegia soldanella

4. Cladium mariscus

5. Echinophora spinosa

6. Ephedra distachya

7. Juniperus oxycedrus ssp. macrocarpa

8. Juniperus phoenicea

9. Pancratium maritimum

10. Damasonium alisma

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11. Triglochin bulbosum ssp. barellieri

12. Iris pseudocorus

5.1 - I fattori socio-economici che insistono sullo stato di conservazione di specie e habitat

d'interesse

I principali elementi di vulnerabilità presenti nel territorio in esame risultano legati ai

seguenti fattori:

Attività produttive (pascolo, viabilità, depuratori, piccoli cantieri edili, attività turistiche,

attività da diporto, pesca);

Attività antropiche incontrollate (attività turistiche, pascolo abusivo, incendi reiterati,

abusivismo edilizio, caccia).

Le attività agricole svolte all’interno dei SIC, per le modeste superfici investite e le

tecniche di gestione agronomica, al momento non rappresentano un fattore di disturbo

e/o trasformazione degli habitat. Rischi sono legati prevalentemente all’attività agricola

esterna ai SIC. Infatti, al fine di garantire lo stato di conservazione dei SIC, va considerata

con una certa attenzione la destinazione d’uso del suolo circostante, e nel contesto

l’intensa attività agricola che ricade nel distretto agro-alimentare di qualità del

Metapontino, presente oltre il perimetro dei SIC.

L’agricoltura intensiva nelle aree circostanti ha sicuramente un’influenza prevalentemente

negativa su habitat e specie nei siti. Gli habitat più vulnerabili sono quelli legati alla rete

idrografica a causa dell’inquinamento idrico per eccesso di concimazione azotata, e

trattamenti fitosanitari, ecc., in un’area già ricadente nelle zone di “vulnerabilità

all’inquinamento da nitrati di origine agricola”.

Relativamente al settore zootecnico, le aziende presenti al margine del SIC Costa Jonica

Foce Agri non destano problemi per il mantenimento di un buono stato di conservazione

di habitat e specie. Il sistema di allevamento maggiormente utilizzato dalle aziende è di

tipo semi-estensivo. Peraltro, la presenza degli animali al pascolo favorisce il

mantenimento dell’habitat 3280, caratterizzato da vegetazione “igro-nitrofila

paucispecifica” presente lungo i corsi d’acqua mediterranei a flusso permanente, su suoli

permanentemente umidi e temporaneamente inondati. Si tratta di pascoli perenni, densi,

prostrati, quasi monospecifici dominati da graminacee rizomatose del genere Paspalum,

al cui interno possono svilupparsi alcune piante come Cynodon dactylon e Polypogon

viridis. Colonizza i depositi fluviali con granulometria fine (limosa), molto umidi e

sommersi durante la maggior parte dell’anno, ricchi di materiale organico proveniente

dalle acque eutrofiche.

Inoltre, la presenza nel SIC di pascoli sassosi favorisce la presenza della Testudo

hermanni, considerata una delle specie di rettili autoctoni più importante ed a forte

pericolo di estinzione in Italia, un tempo specie abbondante negli ambienti aridi e con

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moderata copertura vegetale, soprattutto, ma negli ultimi decenni in forte rarefazione a

causa sia della distruzione e del degrado dei pascoli naturali.

Infine, il pascolo costituisce occasionalmente richiamo per animali pulitori coinvolti in

rapporti di simbiosi mutualistica o attratti dalla disponibilità di fonti alimentari derivate

dall’attività di pascolo.

Per quanto attiene alle attività turistiche, la fruizione del litorale, in particolare durante la

stagione primaverile ed estiva e quindi durante la fase biologica della riproduzione di

diverse specie di uccelli, costituisce motivo di degrado. Essa, infatti, ha portato alla

sottrazione di habitat in maniera diretta e permanente attraverso la realizzazione e il

completamento di strutture ed infrastrutture permanenti (bagni e ricoveri in muratura,

legno o altro materiale, chioschi, sentieri pavimentati, passaggi pedonali attrezzati,

attrezzature leggere, punti di collegamento tra strutture, realizzazione di alberghi, villaggi,

parcheggi, …), il cui utilizzo provoca danni alla vegetazione ed aumenta i fenomeni di

erosione per aumento del calpestio.

È dunque necessario strutturare un sistema di controllo dell’accesso e della

frequentazione dell’area, e favorire l’utilizzo, sull’arenile, di sole strutture mobili per casotti,

cabine e passerelle, da rimuovere al termine della stagione balneare; ulteriori misure

gestionali impongono la localizzazione dei parcheggi solo fuori dalla pineta e dalla

spiaggia, ed il divieto di transito veicolare sull’arenile.

La presenza dei campeggi autorizzati non ha effetti negativi sull’integrità del sito Natura

2000 essendo ben confinata nei limiti dell’area di pertinenza. Tuttavia si segnalano alcuni

passaggi pedonali attraverso la pineta e il sistema dunale, che potrebbero essere

disciplinati e organizzati per ridurre l’impatto di calpestio e di illuminazione notturna causa

di disturbo per la fauna insieme ai disturbi sonori.

Menzione a parte merita il “Centro Turistico Ecologico Integrato Marinagri”, compreso il

relativo porto turistico, realizzato sulla destra idrografica della foce, che ha certamente

modificato un area di notevole importanza dal punto di vista della conservazione di flora e

fauna. Tuttavia, il progetto ha salvaguardato le aree umide a ridosso della foce (destra

fiume) che, se pur in parte di origine artificiale e gestite dal privato, sono particolarmente

ricche di habitat di interesse conservazionistico e rappresentano un’importante area di

sosta per gran parte dell’avifauna migratoria segnalata nel sito. Se correttamente gestite,

queste aree potrebbero continuare a mantenere i livelli di biodiversità faunistica e

vegetazionale attuali.

Le spiagge che caratterizzano il tratto di costa sono oggetto di un intenso turismo nel

corso della stagione estiva, e la fruizione dell’arenile rappresenta una attività economica

fondamentale per l’area, che trae gran parte del proprio PIL dall’aumento delle presenze

durante il periodo estivo.

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In questo quadro, l’azione di calpestio e “sentieramento” incide negativamente sulla

vegetazione psammofila (habitat 1210). In particolare, le dune costiere e le spiagge,

disturbate dal forte afflusso di persone nella stagione estiva, risentono della pesante

presenza antropica, essendo caratterizzate da habitat fragili ed estremamente sensibili. La

fruizione turistico-ricreativa diretta sulle dune, con calpestio stanziale o di

attraversamento, costituisce un ostacolo all’insediamento della vegetazione naturale e

una forte alterazione dei processi di formazione delle dune vive, in particolare nei rapporti

tra erosione e deposito di sabbia. Gli impatti di tali azioni vanno minimizzati sviluppando

modelli di accesso e fruizione della spiaggia e mediante azioni di informazione ai turisti.

Per quanto riguarda, infine, l’impatto sugli habitat dei processi naturali, l’erosione costiera,

che va considerata un processo naturale, per quanto l’accelerazione del fenomeno è da

riferire alle modificazioni idrologiche di origine antropica sui fiumi (realizzazione di

sbarramenti) provocando l’arretramento della linea di costa, influenza gli habitat dunali,

determinando in alcuni casi la scomparsa di alcuni degli elementi della serie psammofila,

e più frequentemente la caoticizzazione della vegetazione, con mescolanza di elementi

delle diverse serie.

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6 VALUTAZIONE DELL’INCIDENZA DEL PROGETTO SUL SISTEMA

AMBIENTALE (AREA SIC)

6.1 - Caratterizzazione naturalistica dell’area di progetto

La spiaggia dove si inserisce l’area di progetto è costituita da una distesa di sabbia priva

di vegetazione posta tra il bagnasciuga ed un tratto dunale che separa tale area dal

centro turistico Marinagri.

Figura 6.1 – Vista aerea dell’area di progetto: l’area non interesserà zone con vegetazione naturale

All’area si accede direttamente da una strada asfaltata (via San Giusto) e più in particolare

dal Largo Akiris, che costituisce l’area terminale di Località Torre Mozza della predetta

arteria.

L’area dunale posta lungo il lato lungo dell’area rettangolare di progetto, è costituita

essenzialmente da Tamerici.

6.2 - Identificazione e descrizione delle potenziali incidenze dell’opera sulle componenti

naturali

La realizzazione di un concerto con grande affluenza di pubblico su una spiaggia, come il

caso in esame, può determinare incidenze dirette e indirette sull’ambiente naturale. Tali

incidenze sono strettamente legate alle caratteristiche dell’ambiente naturale nell’area in

cui si svolge il concerto e nelle aree limitrofe e agli allestimenti che il concerto richiede,

comprese le aree di parcheggio e i percorsi da queste alla location dell’evento.

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In generale, le ipotetiche incidenze dirette che l’organizzazione dell’evento può

provocare su un ambiente naturale e le sue componenti, rientrano tra le seguenti

fattispecie.

La pulizia delle spiagge

La pulizia meccanica delle spiagge, ai fini della preparazione dell’evento, e la rimozione

dei rifiuti di origine antropica può determinare anche la rimozione dei materiali naturali (di

norma giudicati inadatti alla fruizione balneare); il ruolo ecologico del detrito vegetale

marino è rilevante anche per la frazione deposta a terra. Infatti il contenuto di elementi

nutritivi e la capacità di accumulo di umidità fanno sì che, anche in condizioni di deposito

modesto, tali materiali svolgano una funzione importantissima per la vegetazione pioniera

delle spiagge e dei depositi eolici, favorendo la formazione di dune embrionali, lo sviluppo

delle foredune e quindi contribuendo alla stabilità del sistema spiaggia-duna.

La pulizia degli arenili, se attuata con mezzi meccanizzati, altera la morfologia della

spiaggia, determina la totale rimozione delle comunità vegetali pioniere e, venuta meno la

loro azione protettiva, danneggia anche gli habitat retrostanti. Ancora più gravi risultano le

conseguenze del livellamento morfologico finalizzato a ricavare una larga spiaggia piatta,

più favorevole per lo sfruttamento turistico. Il livellamento oltre ad alterare profondamente

la morfologia, distrugge estese porzioni di vegetazione dunale, interrompendo la

continuità della zonazione costiera e, in molti casi, determinando la completa scomparsa

delle comunità vegetali.

La funzione “tampone” delle biomasse spiaggiate (ad es. gli accumuli di Posidonia) nei

confronti dei depositi dunali si sviluppa attraverso tre distinti meccanismi:

a) apporto di vegetali in semi, radici e frammenti (molti dei quali di germoplasma locale

dell’ecosistema spiaggia - duna);

b) creazione di forme, irregolarità morfologiche e “rugosità” che favoriscono la

deposizione e l’intrappolamento delle sabbie;

c) rilascio di nutrienti dai processi di mineralizzazione della sostanza organica.

Il calpestio

Il calpestio delle dune, generalizzato e/o lungo percorsi preferenziali, determina l’innesco

di fenomeni di erosione causati dall’aumento del carico antropico a seguito del concerto e

dalla creazione di percorsi di accesso alla spiaggia attraverso ambienti naturali. Il

passaggio del pubblico, generalizzato o lungo vie preferenziali, provoca l’alterazione delle

comunità vegetali, la compattazione del substrato sabbioso e la perturbazione degli

equilibri che regolano la formazione delle dune costiere. Un calpestio non molto intenso

agisce favorendo in particolare le specie annuali, che riescono a germinare e a compiere

il loro ciclo vitale più velocemente, a scapito delle specie perenni che, al contrario, hanno

bisogno di tempo per lo sviluppo dell’esteso sistema radicale che le caratterizza e che

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aiuta a stabilizzare il substrato sabbioso. Il calpestio provoca, inoltre, la comparsa e la

diffusione di specie ruderali resistenti, a discapito delle tipiche specie psammofile.

Occupazione/danneggiamento/distruzione di vegetazione e habitat naturali

Per effetto dell’installazione delle strutture temporanee e degli impianti necessari per

l’esecuzione dell’evento, in relazione alle caratteristiche, alle dimensioni dell’area, alle

strutture utilizzate nell’evento ed alle modalità di trasporto ed installazione, si possono

generare impatti dovuti al danneggiamento o alla sottrazione diretta di vegetazione

dunale o retrodunale presente nel sito ove si svolge l’evento.

Disturbo diretto/indiretto alle specie faunistiche causato dalle emissioni acustiche

Le specie animali rispondono in diverso modo all’inquinamento acustico alterando i loro

schemi di attività, con un incremento, ad esempio, del ritmo cardiaco e un aumento della

produzione di ormoni da stress. In condizioni sperimentali tali effetti compaiono già a

valori tra 85 e 89 dB, spesso-superati nelle vicinanze di aree di cantiere o in aree ad

elevato traffico stradale. Gli uccelli, la cui soglia di udibilità va da circa 40 Hz a circa 10

kHz, appaiono sensibili al rumore (in maniera abbastanza uniforme all’interno dei vari

Ordini) compreso fra 0 e 10 dB. Alcune ricerche condotte sulla percezione acustica degli

uccelli indicano che il segnale sonoro (canto e altre vocalizzazioni) deve superare il

rumore di fondo di circa 20 dB per poter essere percepito. Diversi lavori scientifici

evidenziano, inoltre, come il “rumore” esterno vada ad influire direttamente sulle modalità

e le intensità del canto, modificandolo in diverse specie di Uccelli.

Il rumore prodotto dalle autostrade può inoltre disgregare la suddivisione e la difesa dei

territori di diverse specie ornitiche. I normali comportamenti riproduttivi anche di altre

specie possono essere alterati da eccessivi livelli di rumore, come è stato studiato anche

in alcune specie di Anfibi. Benché manchino ricerche strategiche sulle soglie critiche del

disturbo delle specie in relazione alle infrastrutture, la bibliografia di settore consultata

evidenzia che le specie che si possono considerare più vulnerabili al disturbo e ai

successivi impatti sono quelle che presentano le seguenti caratteristiche: specie grandi,

longeve, con tassi riproduttivi relativamente bassi, stenoecie, di ambiente aperto (ad

esempio zone umide) piuttosto che chiuso (ad esempio ambienti forestali), rare, con

popolazioni concentrate in poche aree chiave.

In particolare da alcuni studi si rileva che molte specie di uccelli evitano le aree adiacenti

alle autostrade a causa del rumore delle attività umane associate, ed è stato osservato

che la densità degli uccelli in aree aperte diminuisce quando il livello di rumore supera i

50 dB, mentre gli uccelli in ambiente forestale reagiscono ad una soglia di almeno 40 dB.

Ciononostante, secondo alcuni autori, gli uccelli sono normalmente in grado di filtrare i

normali rumori di fondo, anche se di intensità elevata, e di riconoscere i suoni per essi

rilevanti.

Va altresì tenuto conto che, secondo diversi studi, quando gli uccelli vengono sottoposti

ripetutamente a disturbo acustico senza che a questo si associ un reale pericolo, essi

sono perfettamente in grado di “abituarsi” al disturbo stesso, senza mostrare segni

evidenti di stress. A ciò va inoltre aggiunto che gli uccelli sono molto mobili (in particolare

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durante lo svernamento), per cui una eventuale fonte di disturbo può essere evitata

spostandosi in aree più tranquille.

Anche per i Chirotteri, è stato evidenziato come l’impatto acustico sia particolarmente

significativo almeno nelle vicinanze delle fonti emissive, entro una fascia di ampiezza

dell’ordine di grandezza di alcune decine di metri. Tale incidenza negativa si esplica, non

tanto nell’impedimento della frequentazione dei territori disturbati, ma in un aumento del

tempo di volo di caccia per poter mantenere la medesima efficienza predatoria di un

ambito indisturbato. È stato evidenziato inoltre come non sia significativo tanto il volume

del rumore prodotto (dB) bensì la frequenza del rumore medesimo, ad influenzare

negativamente l’esplicazione dei normali cicli vitali delle popolazioni di chirotteri.

Nello specifico tale ricerca evidenzia come siano infatti le frequenze elevate ad avere

l’impatto più consistente in termini di aumento di tempo di caccia. Rispetto alla

chirotterofauna si ricorda inoltre come in generale l’impatto più gravoso, si verifica quando

le attività condotte, effettuate durante il periodo di ibernazione della colonia (generalmente

tra novembre ed aprile), comportano il risveglio degli individui presenti. Si osserva infatti

come anche il "semplice" risveglio comporti per gli esemplari un cospicuo investimento

energetico. Questo si traduce in una diminuzione delle riserve di grasso che può

pregiudicare la capacità di un successivo risveglio, cosicché gli esemplari rischiano di

morire una volta ripresa l'ibernazione. La fuga alla ricerca di un altro rifugio invernale in un

periodo climaticamente ostile e privo di disponibilità alimentare, determina ulteriori

rapidissime perdite di peso corporeo, che mettono a repentaglio la sopravvivenza degli

esemplari, per altro legata all'improbabile rapida scoperta di un nuovo sito adatto

all'ibernazione.

Disturbo diretto/indiretto alle specie faunistiche causato dalle fonti luminose.

Durante l’evento vengono utilizzate numerose e variegate fonti luminose che possono

essere fonte di disturbo per diverse specie faunistiche. L’illuminazione notturna ha effetti

sul comportamento naturale di moltissime specie e la letteratura specialistica di settore è

molto abbondante. L’illuminazione artificiale notturna può disturbare lo sviluppo,

modificare modalità comportamentali, influenzare negativamente processi fisiologici

regolati dagli ormoni così come meccanismi di “orologio biologico” interno.

Probabilmente l’effetto più conosciuto comunque è che molte specie di uccelli sono

attratte e/o disorientate da sorgenti di luce artificiale e ciò soprattutto durante notti

nuvolose o nebbiose; tale fenomeno viene denominato “fototassi positiva”. Tutto ciò può

causare mortalità diretta per collisione contro le strutture illuminate o può avere importanti

riflessi negativi sul consumo delle loro riserve energetiche. Infatti gli uccelli che non

restano uccisi per collisione diretta contro le strutture illuminate possono soccombere per

affaticamento dovuto al prolungato “volare in tondo” attorno alla struttura illuminata o per

predazione favorita dallo stato di indebolimento provocato da questo non previsto volo

prolungato.

Evidenze scientifiche indicano che l’aumentato uso delle luci artificiali notturne ha un

effetto negativo sulle popolazioni di uccelli, particolarmente per quelle specie che migrano

durante la notte. E’ noto che i migratori utilizzano per l’orientamento sia riferimenti visivi

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sia meccanismi di bussola magnetica. E’ chiaro che la luce è un importante elemento

nell’utilizzo di riferimenti visivi, ma anche il secondo meccanismo di orientamento

coinvolge in qualche modo la luce. L’orientamento magnetico è probabilmente basato su

specifici recettori di luce localizzati nell’occhio ed esso sembra essere non solo luce-

dipendente ma anche lunghezza d’onda dipendente: i migratori hanno bisogno delle parti

verdi-blu dello spettro per l’orientamento attraverso la bussola magnetica laddove il rosso,

la componente “lunga” della lunghezza d’onda della luce, disturba l’orientamento

magnetico, almeno in condizioni di laboratorio.

In linea con l’ipotesi che l’illuminazione artificiale notturna interferisca con la bussola

magnetica, è stato ben dimostrato che durante le notti nuvolose, gli uccelli sono più

influenzati dalle luci artificiali che nelle notti limpide. Tuttavia, gli uccelli residenti sono

meno influenzati da questo fenomeno probabilmente perché non fanno uso di bussola

magnetica per l’orientamento. Indipendentemente dal preciso meccanismo è comunque

chiaro che le luci artificiali possono interferire con l’abilità degli uccelli di orientarsi.

Morie di migratori notturni per collisione e/o forti fenomeni di attrazione si possono

verificare laddove infrastrutture illuminate, così come ad esempio aeroporti, edifici molto

alti, fari, torri di comunicazione, piattaforme offshore, si trovino nello spazio aereo dove gli

uccelli stanno volando. A livello globale centinaia di milioni di uccelli subiscono ogni anno

l’interferenza per la presenza di luci artificiali e molti di essi non sopravvivono. Questa

situazione si può verificare in modo molto significativo ad esempio in aree marine con una

alta densità di installazione di piattaforme off-shore o comunque in aree con forti transiti di

uccelli migratori.

Dunque, la soluzione più immediata per evitare l’attrazione degli uccelli da parte delle luci,

potrebbe essere quella di cambiare il colore della luce in quanto esperimenti di

laboratorio hanno dimostrato che gli uccelli sono disorientati solo da specifiche lunghezze

d’onda.

In un esperimento condotto in un sito per l’estrazione di gas naturale nella parte orientale

del Dutch Frisian isola di Ameland nel Mare del Nord a 10 chilometri di distanza dal paese

illuminato più vicino fu utilizzata una lampada 4.8 – m con due identiche lampade di 1.000

W ad alogenuro metallico, dirette verso nord-est con un angolo di 110° verso il cielo. Le

lampade furono utilizzate senza filtri (luce bianca) oppure coperte alternativamente con

filtri rossi, verdi, blu e 3 filtri bianchi opachi, che furono utilizzati per testare l’effetto

dell’intensità della luce. I valori assoluti di intensità e la composizione spettrale misurata a

0,57 metri dalle lampade, sono riportate in Figura 6.2.

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Figura 6.2 - Forma dello spettro dei filtri bianchi (linea bianca), filtri blu (linea blu),

filtri verdi (linea verde) e filtri rossi (linea rossa).

In questo esperimento si ottennero dati per tutti i tipi di lampade e per diverse condizioni

atmosferiche. La configurazione delle luci (2 colorazioni per notte) furono alternate per

evitare possibili effetti dovuti all’ordine di utilizzo. I risultati relativi alla risposta degli uccelli

sono riassunti nella tabella in Figura 6.3.

Figura 1.3 - Reazione di uccelli migratori notturni a differenti condizione di luce

(viene indicato il picco della lunghezza d’onda utilizzata).

Il numero di osservazioni è riportato tra parentesi e si ricorda che per evitare pseudo-repliche,

l’osservazione di gruppi di uccelli è stata conteggiata allo stesso modo di una singola osservazione

I risultati relativi alle tre differenti condizioni di luce rispetto al colore bianco (utilizzando i 3

filtri opachi) furono statisticamente indistinguibili e così i dati relativi alla luce bianca,

indipendentemente dall’intensità sono stati raggruppati per l’analisi. Con la luce bianca

gli uccelli furono significativamente disturbati ed attratti dalla fonte di illuminazione e lo

stesso accadde per le condizioni di luce rossa. Con la colorazione blu gli uccelli

sembravano seguire la direzione di migrazione quasi del tutto indisturbati, con il verde gli

uccelli erano meno orientati che con il blu ma significativamente meno attratti o disturbati

che con il rosso o il bianco (Figura 6.4).

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Figura 6.4 - Percentuale di osservazioni uccelli (singoli e/o in gruppi) in risposta alle diverse condizione di

luce. Bianca (W), rossa (R), verde (G), blu (B) in condizioni di notti con cielo sereno (c) o nuvoloso (o).

Test di regressione logistica hanno indicato che la probabilità che un uccello sia

attratto/reagisca ad una fonte luminosa aumenta significativamente con la lunghezza

d’onda della luce e con la copertura del cielo. Come anche in altri studi di campo, la

risposta più forte degli uccelli si è avuta con la luce bianca che sembra interferire con

l’orientamento visivo per l’individuazione dei punti di riferimento della sfera celeste, ossia

la luce artificiale diventa un falso punto di riferimento visivo e gli uccelli vengono

“catturati” dal fascio di luce.

La risposta osservata degli uccelli alle diverse condizioni di luce colorata è simile a quella

di precedenti studi dove il rosso causava disorientamento indebolendo la capacità di

recezione del campo magnetico. Nello studio in oggetto con la lampada blu non

sembravano esserci interferenze con la migrazione e come anche in altri studi di

laboratorio, si è evidenziato che il verde non produce o produce poco disturbo

all’orientamento.

Osservazioni condotte su piattaforme off-shore sembrano confermare che gli uccelli

iniziano ad essere attratti da 5 km di distanza, quando l’illuminazione della piattaforma è

totale (30 kW). Un esperimento è stato condotto su una piattaforma off-shore nel Mare

del Nord nella quale sono state sostituite tutte le luci (van de Laar, 2007); anche se per gli

uccelli sarebbe stato ottimale utilizzare soltanto lampade blu ciò non fu possibile per

ragioni di sicurezza dovute al fatto che le persone non sono in grado di lavorare in

condizioni di sicurezza visiva facendo uso esclusivo di lampade blu (non si assicurava

sufficiente visibilità). Perciò furono utilizzate anche lampade di colorazione verde che

apparivano “verdastre” all’occhio umano che in queste condizioni di luce potevano quindi

lavorare in sicurezza (Figura 6.5).

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Osservazioni preliminari sembrano suggerire una fortissima diminuzione dell’effetto

attrattivo sugli uccelli anche se, quanto forte sia questa riduzione, rimane ancora da

determinare.

Figura 6.5 - Immagine della piattaforma offshore L15 situata nel Mare del Nord, dopo l’adozione di lampade a

basso impatto per gli uccelli. Nel momento dello scatto della foto, alcune lampade bianche non erano

ancora state sostituite con quelle verdi.

Anche i fari per la navigazione in mare, sono stati oggetto di ricerche riguardo gli effetti

negativi dovuti alla collisione con diverse specie di uccelli migratori notturni. Dall’esame

della letteratura disponibile per questa tipologia di struttura vengono evidenziate

essenzialmente due modalità di risposta per ridurre l’effetto negativo sui migratori

notturni.

La prima è relativa al cambiamento di intensità e di tipologia di fascio luminoso utilizzato;

l’attrazione sembra essere correlata positivamente con l’intensità del fascio di luce

utilizzato anche verificato ad esempio al faro di Long Point sul lago Ontario. Gli sforzi

andrebbero quindi indirizzati verso la riduzione dell’intensità luminosa anche perché

ormai la sicurezza della navigazione è assicurata da altre tecnologie come quelle radio,

radar e via satellite. La seconda indicazione è quella di passare da fari con fasci di luce

fissi o rotanti a sistemi di luce intermittenti o lampeggianti (flashing light system). Infatti

fasci di luce fissi o rotanti sembrano attrarre molto di più gli uccelli di quanto facciano fasci

di luce lampeggianti o stroboscopici sebbene luci lampeggianti lentamente (slow-

flashinglights) attraggano ancora in modo significativo gli uccelli. L’interruzione della luce

sembra consentire agli uccelli di disperdersi dal fascio luminoso. L’adozione di luci

stroboscopiche in cui si vi sia una completa interruzione tra i “lampi” non compromette la

sicurezza aerea o marina e sembra soddisfare la maggior parte delle regolamentazioni

governative relative all’illuminazione di possibili ostacoli.

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Disturbo diretto/indiretto alle specie faunistiche associate agli habitat dunali con

particolare riferimento al Fratino.

Il Fratino è tra i più piccoli uccelli limicoli nidificanti in Italia, è una specie gregaria,

soprattutto nel periodo invernale e al di fuori del periodo di nidificazione, si nutre

principalmente di insetti, molluschi, crostacei e vermi che cerca a livello del suolo oppure

smuovendo con le zampe il terreno umido o il materiale detritico che trova spiaggiato

sulla battigia.

In Italia è una specie nidificante, migratrice regolare e svernante; mostra una spiccata

fedeltà al sito riproduttivo per cui di anno in anno le coppie tendono a realizzare i propri

nidi nei siti frequentati negli anni precedenti. I nidi sono costituiti da lievi depressioni

realizzate dalla specie nella sabbia, rivestite con piccoli ciottoli o frammenti di conchiglie,

il periodo d’incubazione delle uova (da 1 a 3-4) normalmente è di 21-30 giorni.

I pulcini sono nidifughi e molto attivi dopo circa 2 ore dalla nascita sono pronti ad

abbandonare il nido per seguire gli spostamenti dei genitori. E' proprio in questo

momento che, estremamente piccoli e indifesi, i pulcini rischiano di essere predati.

Ogni coppia difende attivamente il territorio di nidificazione, inseguendo e combattendo

gli intrusi, i maschi sono in genere più aggressivi delle femmine. Per proteggere le nidiate

dai predatori o da qualsiasi altro intruso che si avvicina al nido, uomo compreso, il fratino

utilizza un particolare comportamento, l’animale infatti si allontana dal nido fingendo di

avere un'ala rotta, in questo modo, sembrando una facile preda, l'attenzione del predatore

si concentra sull’animale apparentemente ferito, che elude il predatore portandolo in area

di sicurezza a diverse centinaia di metri dal sito di nidificazione. Una volta raggiunta l’utile

distanza spicca in volo e con rapidità torna nell’area di nidificazione disorientando il

predatore.

A causa del marcato disturbo antropico, del degrado e della perdita di habitat, che

provocano una considerevole riduzione delle popolazioni, il fratino ha uno stato di

conservazione sfavorevole in Europa. Tra le cause del declino dei siti di nidificazione della

specie ci sono cause naturali e cause di origine antropica.

Tra le cause naturali ricordiamo:

Predazione uova da parte di Corvidi e Laridi;

Predazione uova da parte di Roditori (Ratti, Scoiattoli) e canidi (volpi e cani

vaganti);

Eventi atmosferici;

Mareggiate e allagamenti.

Tra le cause antropiche ricordiamo:

Pulizia meccanica delle spiagge con conseguente eliminazione della vegetazione

dunale e del materiale piaggiato;

Calpestio;

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Disturbo antropico (passaggio continuo in prossimità del nido, curiosità dei

passanti,ecc.);

Atti vandalici.

Disturbo diretto/indiretto alle specie faunistiche associate agli habitat dunali con

particolare riferimento alla Tartaruga marina (Caretta caretta)

Tra le tartarughe marine presenti in Mediterraneo, Caretta caretta è la specie più diffusa. È

la più piccola tra le tartarughe del Mediterraneo: può raggiungere 110 centimetri di

lunghezza di carapace e un peso di 180 chilogrammi. La specie è considerata

endangered, a livello regionale e globale, ed è perciò protetta da normative internazionali

e, in particolare, dalla Direttiva Habitat (specie in allegato II) e da numerose convenzioni

tra le quali la Convenzione di Barcellona e relativo protocollo aggiuntivo che prevede

misure di protezione e di conservazione per la specie vietandone l’uccisione, il

commercio e il disturbo durante i periodi di riproduzione, migrazione, svernamento e altri

periodi in cui gli animali sono sottoposti a stress fisiologici.

La dieta comprende sia organismi bentonici che animali planctonici come alcune meduse

(la Caravella portoghese Physaliaphysalia) e alcuni organismi dalla consistenza gelatinosa

che formano colonie lunghe parecchi metri come le salpe. Si ciba inoltre di pesci come i

cavallucci marini e pesci ago che frequentano le praterie di Posidonia. A volte, in acque

poco profonde, ricerca aragoste, granchi e gamberetti e numerose specie di molluschi

che frequentano rocce e coralli.

Le Tartarughe marine sono presenti in tutto il Mediterraneo, ma con particolare frequenza

in alcune zone neritiche, utilizzate come aree di sosta e di alimentazione, come l’Alto

Adriatico, il Mar Ionio, le coste tunisine e libiche e la costa spagnola. Le aree di

nidificazione sono invece concentrate nella metà orientale del Bacino. I siti riproduttivi più

importanti si rinvengono in Grecia, Turchia, Cipro e Libia, paesi che concentrano da soli il

97% dei circa 7200 nidi annualmente deposti in Mediterraneo (per circa 3.000 le femmine

nidificanti).

Caretta caretta è l'unica specie di tartaruga marina nidificante lungo le coste italiane. La

Penisola si colloca marginalmente ai limiti occidentali dell’areale riproduttivo mediterraneo

della specie, ma i suoi mari costituiscono aree strategiche di sosta e migrazione. In

passato, la nidificazione di Caretta era, con ogni probabilità, un fenomeno regolare e

relativamente diffuso lungo le coste del Meridione d’Italia, ma i dati al riguardo sono

piuttosto sporadici e imprecisi. Nel corso degli ultimi 25 anni del secolo scorso, casi di

nidificazione si registrano sulle isole e le coste siciliane, in Sardegna, lungo le coste

pugliesi e quelle ioniche di Basilicata e Calabria. La nidificazione era però oramai ritenuta,

a livello nazionale, come sporadica o occasionale, eccezion fatta per le Isole Pelagie

(Linosa e Lampedusa), isole sulle quali la nidificazione della specie risultava accertata, se

pur non tutti gli anni, sin dal 1975, ma sempre in numero esiguo di casi (2-3

nidificazioni/anno, nel ventennio 1980-1999).

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Una campagna mirata di ricerche, promossa e coordinata sin dal 2000 dal Dipartimento di

Biologia, Ecologia e Scienze della Terra dell’Università della Calabria lungo la costa ionica

della regione, ha, tuttavia, mutato totalmente il quadro nazionale.

In Mediterraneo, il periodo della deposizione si colloca tra fine Maggio e Agosto (quindi

anche nel periodo in cui è previsto l’evento) e ogni femmina depone, ogni 2-3 anni, da 3 a

4 nidi a stagione. La deposizione avviene di regola in ore notturne. Ogni nido contiene in

media un centinaio di uova (delle dimensioni di una pallina da ping-pong), deposte in una

buca scavata nella sabbia e lì lasciate dalla femmina, dopo essere state accuratamente

ricoperte. Il calore della sabbia consente l’incubazione delle uova. La durata del periodo

varia quindi in relazione all’andamento termico stagionale e alle caratteristiche della

sabbia (colore, granulometria, umidità), oscillando, in genere, tra i 45 e i 70 giorni. La

temperatura della sabbia determina altresì il sesso delle piccole tartarughe, nel corso del

loro sviluppo embrionale: al di sopra di un valore soglia di circa 29 °C (che, in condizioni

ideali si colloca a metà della camera delle uova), nasceranno femmine, al di sotto,

maschi.

I piccoli, rotto il guscio grazie ad una struttura particolare, il "dente da uovo" (che viene

perso nel giro di due settimane) non emergono subito dal nido, ma alcuni giorni dopo (in

genere 3-4), periodo necessario al riassorbimento del sacco vitellino e al

“raddrizzamento” del carapace. L’emersione può essere sincrona o protrarsi per alcune

notti, in relazione alla maggiore o minore sincronia nei tassi di sviluppo embrionali

(determinati, a loro volta, dalle variazioni termiche della camera del nido).

Ad emersione avvenuta (in genere nelle ore notturne per evitare i predatori e il

disidratazione delle alte temperature diurne) i piccoli si dirigono rapidamente verso il

mare, ossia verso l’orizzonte più luminoso. Questo comportamento spiega gli effetti di

disorientamento che l’illuminazione artificiale determina sui piccoli, portandoli a dirigersi

verso terra, causandone così la morte. Una volta giunti in mare, i piccoli nuotano

ininterrottamente per oltre 24 ore, grazie alle riserve immagazzinate, allontanandosi dalla

costa per raggiungere zone ricche di nutrienti in alto mare.

Rilascio di rifiuti nell’ambiente da parte dei partecipanti all’evento

In un evento che contempla un massiccio afflusso di persone sulla spiaggia (circa 30.000

partecipanti) è prevedibile attendersi un significativo rilascio di rifiuti nell’ambiente quali

lattine, bottiglie, carta, residui di cibo, buste di plastica. Tale evenienza deve essere

contrastata con efficaci misure di mitigazione tali da ridurre/eliminare in modo efficace la

problematica.

Tali incidenze, fatta eccezione per danneggiamento/distruzione di vegetazione e habitat

naturali avranno tutti carattere temporaneo, della durata del periodo necessario

all’allestimento delle strutture, allo svolgimento dell’evento e allo smontaggio delle

strutture fino alla completa liberazione dell’area.

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L’organizzazione di un concerto su una spiaggia, così come la “fruizione balneare”,

costituisce certamente una minaccia per l’integrità fisica e funzionale di un litorale marino

e in particolare degli ambienti dunali ma, nel contempo, rappresenta una opportunità

economica per la comunità locale e una risorsa per il benessere della popolazione

costiera locale e dei diversi portatori di interessi.

È quindi fondamentale perseguire la ricerca di un rapporto equilibrato tra conservazione

della natura ed uso dei litorali sabbiosi, tenendo sempre ben presente come il valore

economico del litorale, dipenda soprattutto dallo stato di salute e dalla qualità

complessiva dell’ambiente costiero.

Specialmente nelle spiagge situate in ambiti ad elevato valore naturalistico ed in

particolare per quelle ricadenti in aree protette o in siti della rete Natura 2000, pur

considerando gli aspetti positivi dell’organizzazione di un concerto, è essenziale che i

progetti garantiscano e si pongano come obiettivo primario il mantenimento (e

possibilmente il miglioramento) del sistema dunale in prossimità del quale il progetto

viene a collocarsi.

Disturbo/danneggiamento delle praterie di posidonia

L’ancoraggio di imbarcazioni o il posizionamento di piccole infrastrutture in mare, che

necessitano di ancoraggi mediante l’utilizzo di corpi morti, possono causare il

danneggiamento diretto di piccoli lembi delle praterie di Posidonia qualora presenti. Nei

pressi del litorale interessato dall’evento, tuttavia, non sono presenti praterie di Posidonia.

6.3 - Identificazione e descrizione delle incidenze determinate dal progetto su habitat e

specie di interesse comunitario.

Nessuna delle incidenze potenziali indicate nel paragrafo precedente si verifica nel caso

reale oggetto del presente studio di valutazione di incidenza.

Infatti, lungo il tratto costiero interessato dal concerto non sono presenti habitat di

interesse comunitario ed è presente in modo molto limitato la vegetazione naturale, in

quanto tutto l’ambito risulta fortemente antropizzato con significativa presenza di strutture

turistico-balneari.

La presenza di persone durante il concerto lungo questo tratto di arenile, non potrà quindi

interferire direttamente con la conservazione di questo habitat; il litorale, infatti, è già da

tempo ampiamente utilizzato a fini turistico-balneari ma, nonostante questo, l’habitat è

presente ed è in buono stato di conservazione come attestato dal Formulario Standard.

Per quanto riguarda la presenza di specie di interesse comunitario segnalate nell’area SIC

Costa Jonica Foce Agri, si ha la ragionevole certezza di ritenere che il periodo in cui si

svolgeranno le attività necessarie allo svolgersi dell’evento (dal 7 al 15 Agosto 2019) è al

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di fuori del periodo biologico di maggior sensibilità al disturbo (periodo riproduttivo) delle

medesime specie.

Le uniche interferenze con le specie ornitiche potranno derivare dal disturbo da rumore e

dal disturbo ingenerato dall’impianto luci (soprattutto nel giorno del concerto, dalle 16 alle

24,00) che potranno provocare lo spostamento temporaneo degli individui in aree

limitrofe dove risulteranno sicuramente meno interferiti e dove peraltro sono presenti

habitat idonei alla sosta di queste specie di uccelli.

Possibile danneggiamento di vegetazione dunale e/o vegetazione naturale esternamente

al SIC

Nelle aree limitrofe alla zona in cui si svolgerà il concerto, sono presenti significativi lembi

di vegetazione naturale, con tipologie ascrivibili ad habitat dunali afferenti alla direttiva

habitat. Va quindi evitato ogni tipo di attività che possa portare alla loro alterazione o al

loro danneggiamento diretto (calpestio, montaggio/smontaggio strutture, …) lasciando i

siti necessariamente intatti; va evitato ogni tipo di accesso a tali aree, ed impatto derivante

dal montaggio e smontaggio delle strutture, o dalla apertura di nuovi accessi oltre a quelli

già esistenti.

In Figura 6.6 vengono indicate le aree da salvaguardare.

Figura 6.6 – Aree con vegetazione dunale e/o naturale da salvaguardare

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La sussistenza delle incidenze dell’intervento è stata verificata e descritta in relazione agli

elementi della componente naturalistica esistente sull’area di intervento.

Figura 6.7 - Identificazione delle incidenze

L’attività interessa habitat di interesse comunitario la cui

conservazione è considerata prioritaria (habitat asteriscati negli

allegati della Direttiva Habitat 92/43/CEE). Quali e quale

superficie.

L’attività non interessa direttamente o

indirettamente habitat prioritari.

L’attività interessa habitat di interesse comunitario non prioritari.

Quali e quale superficie.

L’attività non interessa direttamente habitat

di interesse comunitario che in ogni caso

sono presenti nell’immediato intorno

dell’area destinata al concerto. Sono

presenti varie tipologie di habitat dunali,

ascrivibili ad habitat di interesse comunitario

(per lo più 2110, 2120, 2230, 2240, 2250,

2260) che possono essere in qualche modo

danneggiate qualora non si prevedano e si

applichino le misure di mitigazione

suggerite.

L’attività interessa o può interessare specie di interesse

comunitario e/o il loro habitat di specie, la cui conservazione è

considerata prioritaria (specie asteriscate negli allegati della

Direttiva Habitat 92/43/CEE). Quali specie, quantificazione delle

popolazioni (individui, coppie, ecc.), per quanta superficie del

loro habitat.

La spiaggia di Torre Mozza non risulta

essere mai stata interessata dalla

nidificazione di Caretta caretta né del

Fratino.

L’attività interessa o può interessare specie e/o il loro habitat di

specie, di interesse comunitario non prioritarie. Quali specie,

quantificazione delle popolazioni (individui, coppie, ecc.), per

quanta superficie del loro habitat.

Il litorale di Policoro non è interessato dalla

presenza e dalla nidificazione del Fratino

che, peraltro, nel periodo in cui si svolge

l’evento (metà Agosto) ha terminato il

periodo di nidificazione che costituisce il

periodo biologico di maggiore sensibilità al

disturbo

In che modo l’attività incide

sull’habitat /specie/ habitat di

specie (indicare e descrivere).

La superficie di habitat

interessata dall’intervento

viene persa definitivamente.

Qualora non si adottassero le misure di

mitigazione indicate si potrebbe assistere

alla perdita/danneggiamento di lembi di

habitat dunali.

La superficie di habitat o di

habitat di specie interessata

dall’intervento non viene

persa definitivamente ma

frammentata.

Qualora non si adottassero le misure di

mitigazione indicate si potrebbe assistere

alla frammentazione/danneggiamento di

lembi di habitat dunali.

L’intervento interessa

direttamente un sito

riproduttivo, di sosta,

alimentazione, rifugio, ecc.

La spiaggia di Torre Mozza, e più in

generale il litorale di Policoro, non risulta

essere mai stata interessata dalla

nidificazione di Caretta caretta né del

Fratino, che, peraltro, nel periodo in cui si

svolge l’evento (metà Agosto) ha terminato il

periodo di nidificazione che costituisce il

periodo biologico di maggiore sensibilità al

disturbo.

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L’intervento produce

perturbazioni su uno o più

specie/habitat di specie

La spiaggia di Torre Mozza, e più in

generale il litorale di Policoro, non risulta

essere mai stata interessata dalla

nidificazione di Caretta caretta né del

Fratino, che, peraltro, nel periodo in cui si

svolge l’evento (metà Agosto) ha terminato il

periodo di nidificazione che costituisce il

periodo biologico di maggiore sensibilità al

disturbo.

Altri cambiamenti negli elementi morfologici e ambientali

principali del sito (es. pozze permanenti, pareti rocciose,

scarpata sabbiosa, corsi d’acqua), variazione quali-quantitativa

delle risorse idriche, ecc.

Nessun cambiamento in quanto tutte le

strutture saranno rimosse alla fine

dell’evento,

6.4 - Descrizione analitica delle incidenze nel sito, utilizzando specifici indicatori

Sono di seguito descritte le incidenze riferite al sito d’intervento in relazione ai singoli

elementi ambientali significativi dei siti Natura 2000.

Figura 6.8 – Descrizione delle incidenze

Perdita di superficie di

habitat/habitat di specie per

effetti:

Diretti

Qualora vengano adottate le misure di

mitigazione indicate l’evento non

provocherà alcuna perdita di superficie

di habitat/habitat di specie.

Indiretti

A breve termine

A lungo termine

Legati alla fase di esercizio

Frammentazione di superficie

di habitat/habitat di specie per

effetti:

Diretti

Qualora vengano adottate le misure di

mitigazione indicate l’evento non

provocherà alcuna frammentazione di

superficie di habitat/habitat di specie.

Indiretti

A breve termine

A lungo termine

Legati alla fase di esercizio

Danneggiamento o

perturbazione di specie/habitat

di specie per effetti:

Diretti

Qualora vengano adottate le misure di

mitigazione indicate l’evento non

provocherà alcuna perturbazione di

specie/habitat di specie.

Indiretti

A breve termine

A lungo termine

Legati alla fase di esercizio

Altri cambiamenti morfologici,

ambientali e paesaggistici

principali del sito per effetti:

Diretti

Nessun cambiamento in quanto tutte le

strutture saranno rimosse alla fine

dell’evento.

Indiretti

A breve termine

A lungo termine

Legati alla fase di esercizio

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6.5 - Valutazione delle incidenze da parte del professionista incaricato dello studio di

incidenza

Figura 6.9 - Valutazione dell’incidenza da parte del professionista incaricato

Valutazione dell’incidenza

Nulla

Bassa

La realizzazione dell’evento, adottando le misure di mitigazione/soluzioni alternative indicate nel paragrafo 6.7, non causa incidenze significative su habitat, specie e/o habitat di specie di interesse comunitario, esterni o

interni al SIC “Costa Jonica Foce Agri”.

Media

Alta

6.6 - Misure di conservazione previste nel piano di gestione SIC IT9220080 “Costa Jonica

Foce Agri” approvato con D.G.R. 904 del 07.07.2015

Nessuna delle attività previste dall’evento confligge con le Misure di Conservazione

previste dal Piano di gestione del SIC Costa Jonica Foce Agri approvato con D.G.R. della

Regione Basilicata n. 904 del 07.07.2015.

6.7 - Misure di mitigazione/soluzioni alternative proposte

L’organizzazione del concerto prevede già le misure di mitigazione di seguito riportate.

utilizzo esclusivo di strutture precarie, di facile installazione e rimozione, che

consentano il rilascio dei luoghi ad evento realizzato nello stato in cui si trovavano

precedentemente, e quindi con un impatto sull’ambiente e sul paesaggio di breve

durata e poco significativo;

utilizzo di strutture e impianti (audio, video, luci) noleggiabili senza costi ambientali

di produzione;

utilizzo di scenografie noleggiabili e solo in parte prodotte appositamente, per

ridurre i costi ambientali di produzione;

installazione lungo le strade di accesso pedonali di cartelli didattico-educativi con

messaggi per il rispetto della natura circostante e, più in generale, dell’ambiente;

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chiusura delle deviazioni delle strade di accesso con barriere per evitare che nei

giorni che precedono l’evento il pubblico acceda con mezzi motorizzati alle dune

limitrofe all’area del concerto;

presidio degli ambienti dunali ai lati delle strade di accesso da parte di volontari

durante le fasi di affluenza e defluenza per scongiurare l’accesso agli stessi da

parte del pubblico;

indirizzo delle emissioni acustiche e luminose in direzione opposte a quella di

presenza del SIC;

pulizia della spiaggia durante la giornata dell’evento assicurata da personale

circolante nell’area del concerto con una gerla per la raccolta dei rifiuti;

differenziazione dei rifiuti raccolti durante e dopo l’evento;

eliminazione di effetti scenografici che provocassero dispersione di rifiuti

nell’ambiente (coriandoli);

nella giornata dell’evento verranno proiettati sugli schermi all’interno del villaggio

video di sensibilizzazione sulle tematiche ambientali;

durante la giornata dell’evento e durante il concerto verranno lanciati dal palco

messaggi al pubblico riguardanti il rispetto dell’ambiente e della natura;

utilizzo di fuochi artificiali freddi senza emissioni acustiche;

posizionamento di pannelli con messaggi didattico-educativi inerenti le tematiche

della tutela dell’ambiente e della natura sulla recinzione dell’area dell’evento;

utilizzo di strutture gonfiabili che riducessero le esigenze di trasporto: si è così

ridotto almeno del 50% il numero di camion necessario per il trasporto delle

scenografie, con conseguente riduzione dell’50% delle emissioni di CO2 provocate

dai trasporti, a fronte delle scarse emissioni causate dal loro gonfiaggio;

utilizzo di generatori di energia elettrica di ultima generazione a basse emissioni in

atmosfera;

utilizzo per l’80% di lampade a led che riducano i consumi energetici: tale utilizzo

ha ridotto i consumi energetici previsti del 50% rispetto a quelli di un concerto

tradizionale in uno stadio;

installazione all’interno dell’area del concerto di torri faro ibride (a batteria o motore

diesel) che funzionino durante lo spettacolo a batteria senza emissioni acustiche e

atmosferiche;

installazione di dispositivi dimostrativi alimentati da pannelli solari o da dinamo di

biciclette azionate dai partecipanti per la ricarica dei telefonini, a scopo educativo;

movimentazione sulla spiaggia per le installazioni e per i servizi di ristoro di soli

mezzi gommati transitanti su tracciati carrabili costituiti da pannelli di alluminio o

plastica giuntati o di installazioni tipo gazebo riutilizzabili;

vendita di prodotti alimentari sia di tipo tradizionale che di provenienza locale, con

attenzione particolare alla sostenibilità delle filiere di produzione;

scelta di sponsor dell’iniziativa attuanti politiche ambientali nei settori di

competenza (veicoli, cibo, energia, ecc.).

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Oltre a queste si suggeriscono le ulteriori e seguenti azioni di mitigazione:

Tutte le attività di preparazione, organizzazione e svolgimento dell’evento dovranno

essere svolte esclusivamente all’interno dell’area di concerto, come da cartina

predisposta dalla società organizzatrice dell’evento;

Assicurare la conservazione della vegetazione naturale delle aree limitrofe all’area

di concerto, presidiandole durante la giornata con personale che impedisca al

pubblico di accedervi dalle strade di accesso;

Pur essendo altamente improbabile un evento di nidificazione nel tratto di litorale

interessato dall’evento si ritiene opportuno che l’organizzazione dell’evento si

faccia carico dell’attività di monitoraggio del tratto di 500 m di spiaggia, con

baricentro l’area dell’evento, a partire da 30 giorni precedenti l’evento stesso, per

verificare la possibilità di nidificazione di Caretta caretta, attraverso le consolidate

tecniche di monitoraggio della specie (ricerca mattutina dei segni dell’avvenuta

nidificazione).

Nel caso in cui avvenga un episodio di nidificazione, dovranno essere messe in

atto, da parte della società organizzatrice dell’evento, tutte le azioni necessarie per

la sua salvaguardia al fine di assicurarne il successo riproduttivo; a tal riguardo a

seconda della localizzazione del nido, esso dovrà essere protetto con una

recinzione tipo CETA racchiudente un’area di 9 mq, da presidiare durante l’evento,

o dovrà essere traslocato con l’assistenza di personale esperto.

La società organizzatrice dell’evento si deve far carico di prevedere, nella settimana

antecedente il concerto, mediante l’utilizzo di personale professionalmente idoneo,

l’attività di monitoraggio del Fratino nel tratto di 500 m di spiaggia, con baricentro

l’area dell’evento. Nel caso in cui avvenga un episodio di nidificazione, dovranno

essere messe in atto, da parte della società organizzatrice dell’evento, tutte le

azioni necessarie per la sua salvaguardia al fine di assicurarne il successo

riproduttivo; a tal riguardo a seconda della localizzazione del nido, esso dovrà

essere protetto con una recinzione da presidiare durante l’evento, o dovrà essere

traslocato con l’assistenza di personale esperto.

Pulizia a mano. Le aree naturali a ridosso dell’area dedicata al concerto vedono la

presenza di ingente quantitativo di rifiuti solidi; l’eventuale pulizia dell’area non

dovrà essere realizzata con mezzi meccanici ma necessariamente manualmente al

fine di evitare la distruzione dell’ambiente dunale o di eventuali nidi.

i messaggi e i video lanciati dal palco durante la giornata dell’evento dovranno

comprendere l’invito a non gettare rifiuti in terra o in mare, ma a consegnarli al

personale addetto alla raccolta.

***

L’evento “Jova Beach Party” è perfettamente in linea con alcuni degli obiettivi

specifici del Piano di gestione del SIC e più in particolare i seguenti:

Promuovere un turismo la cui fruizione sia consapevole e responsabile ai fini della

salvaguardia del patrimonio naturale, culturale e sociale delle destinazioni;

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Diffondere la conoscenza delle emergenze naturali protette tra gli allievi delle scuole

del territorio circostante, anche al fine di favorirne la tutela e la valorizzazione;

Diffondere la conoscenza delle emergenze naturalistiche delle aree;

Aumentare la sensibilità dei cittadini nei confronti dell’importanza del rispetto delle

leggi ambientali, in particolare in tema di rifiuti ed abusi edilizi;

Aumentare la fruizione del SIC con conseguente miglioramento delle conoscenze del

pubblico sulle problematiche della biodiversità e dell’importanza dei vincoli apposti;

Operare per l’attivazione di buone pratiche che investano anche la sfera dei fruitori del

servizio turistico.

È utile richiamare in questa sede che il “Jova Beach Party” promuoverà con il WWF Italia

un messaggio ambientale importante per la Natura e per la salute umana: la lotta

all’inquinamento da plastica.

L’evento Jova Beach Party del 13 Agosto 2019 sulla spiaggia di Torre Mozza a Policoro si

inserisce nel Tour con cui il cantante Lorenzo Jovanotti e il WWF promuoveranno la

campagna “NaturaPlasticFree” nell’estate 2019, per sensibilizzare l’opinione pubblica e

suggerire soluzioni concrete su una delle principali emergenze ambientali, quella legata

all’inquinamento da plastica in natura, che sta mettendo a rischio molte specie animali e

minacciando la salute umana.

Nella cartella stampa della conferenza stampa di annuncio del progetto, svoltasi il 6

dicembre 2018, è stata inserita anche una scheda, a firma del WWF, di approfondimento

sul tema ambientale, ed è intervenuta, con risalto, la Presidente del WWF Italia per

spiegare la collaborazione, e gli intenti di sensibilizzazione. E’ stato anche proiettato un

video di sensibilizzazione per la lotta all’inquinamento da plastica.

In tutti i comunicati stampa è stato sottolineato l’impegno di Jova Beach Party, con WWF,

per la sensibilizzazione sul tema dell’emergenza ambientale e sull’impegno per la lotta

all’inquinamento da plastica e lo stesso avverrà in tutti i comunicati che saranno prodotti

fino al debutto di Jova Beach Party, in cui sarà dato risalto alla collaborazione con WWF e

all’impegno per l’emergenza ambientale.

La cartella stampa di presentazione del Jova beach Party, che sarà distribuita a tutti i

media in occasione della partenza del tour, includerà:

menzione della collaborazione con WWF, gli scopi della collaborazione, il tema

della sensibilizzazione;

dettagli sul villaggio di Jova Beach Party con particolare attenzione agli aspetti di

attenzione e rispetto per le tematiche ambientali;

norme comportamentali e suggerimenti per vivere al meglio e nel rispetto

dell’ambiente ogni data, anche con riferimenti ad ogni area.

Diversi i post dedicati ad attività di sensibilizzazione e tutela ambientale sia sulle pagine

ufficiali di Jova Beach Party sia dell’artista Lorenzo Jovanotti.

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Inoltre, a seguito del protocollo di intesa tra WWF e Guardia Costiera, è nato un comitato

paritetico per la collaborazione diretta con Guardia Costiera per amplificare i valori

ambientali e per accrescere la comunicazione del lavoro sinergico tra WWF e Guardia

Costiera attraverso il Jova Beach Party. Il comitato si riunisce una volta al mese e dibatte

delle varie sensibilità relative a ciascuna spiaggia che ospiterà il Jova Beach Party.

Sarà disponibile una APP dedicata al Jova Beach Party, con contenuti sviluppati in

sinergia con WWF e Guardia Costiera che prevede ampia rilevanza, per contenuti

informativi e di sensibilizzazione, sia generali sia specifici sulle singole aree relative ad

ogni tappa del tour.

Nella giornata dell’evento verranno proiettati sugli schermi, all’interno del villaggio, video

di sensibilizzazione sulle tematiche ambientali. Il materiale informativo che verrà diffuso

punterà a sottolineare gli aspetti di tutela ambientale e l’impegno alla sensibilizzazione.

Lorenzo Jovanotti sarà anche il protagonista di una video intervista, realizzata per il WWF

su temi ambientali.

All’interno del villaggio sarà presente una zona gestita e organizzata da WWF con intenti

informativi ed educativi, anche con attività dedicate ai più piccoli. Oltre alla comunicazione

diretta durante ogni tappa, la presenza di questa area sarà sottolineata in tutte le

comunicazioni. All’interno dello spazio del WWF ci sarà, infine, un presidio costante della

Guardia Costiera.

7 CONCLUSIONI

L’evento “Jova Beach Party”, adottando le misure di mitigazione/soluzioni alternative

indicate, non causa incidenze significative su habitat, specie e/o habitat di specie di

interesse comunitario, presenti all’interno o all’esterno del SIC Costa Jonica Foce Agri.

Le previste attività non rientrano nelle attività costituenti minaccia o criticità del piano di

gestione del SIC IT9220080, approvato con D.G.R. 904 del 07.07.2015.

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Allegato 1 – SCHEDA AREA SIC COSTA IONICA FOCE AGRI

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Allegato 2 – ESTRATTO PIANO DI GESTIONE SIC IT9220080

Di seguito si riporta il quadro riassuntivo delle minacce e criticità per il SIC Costa Jonica

Foce Agri, come riportato nel piano di gestione, approvato con D.G.R. della Regione

Basilicata n. 904 del 07.07.2015.

Minaccia/Criticità Obiettivi specifici Nome azione Descrizione azione

Costipamento dei

terreni e delle

spiagge a causa di

calpestio umano o dei

mezzi a motore

Evitare il passaggio di

uomini e mezzi in

aree critiche per la

tutela degli habitat

Protezione e

conservazione degli

habitat psammofili

Realizzazione di

opere di

riqualificazione degli

habitat psammofili

degradati e

realizzazione di

infrastrutture e

sbarramenti onde

evitare il passaggio

antropico.

Diffusione di specie

vegetali alloctone

Ridurre o eradicare le

specie vegetali

alloctone

Eradicazione delle

specie vegetali

alloctone

Riduzione della

presenza o

eradicazione delle

specie vegetali

alloctone mediante

tecniche non invasive.

Consumo di suolo in

favore degli ambienti

agricoli o

infrastrutture turistiche

Controllo del territorio

per evitare il consumo

di suolo abusivo o la

distruzione di habitat

naturali

Divieto di consumo di

suolo degli habitat

naturali

Monitoraggio del

territorio mediante

l'utilizzo di di foto

aeree o ortofoto onde

evitare la distruzione

di habitat naturali non

autorizzati

Bonifiche Vietare la creazione di

canali di bonifica o

utilizzare tecniche

naturalistiche non

invasive per la loro

ripulitura.

Gestione dei canali di

bonifica con tecniche

naturalistiche

I canali di bonifica

devono essere gestiti

seguendo tecniche

naturalistiche non

invasive per la tutela

delle specie e degli

habitat.

Frammentazione della

rete ecologica

Ricostituire la rete

ecologica e le

connessioni locali ove

gli insediamenti

agricoli o turistici

hanno creato barriere

insormontabili

Ricostituzione della

rete ecologica

Realizzazione di aree

naturali, corridoi,

stepping stone etc

nelle aree a forte

pressione antropica

per connettere le aree

naturali dei SIC

Distruzione aree

tampone

Creare aree tampone

che fungano da filtro

lungo i confini dei SIC

e lungo i perimetri

degli insediamenti

agricoli e turistici

Aree tampone Realizzazione di aree

tampone che fungano

da filtro attraverso la

creazione di fasce

inerbite nelle aree

agricole, creazione di

siepi e filari, etc.

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Incendi Evitare l'innesco di

incendi e la

conseguente perdita

di habitat

Protezione,

conservazione e

sviluppo della ruralità.

Promuovere i BCAA e

incentivarne la

condizionalità

Muri di contenimento

in cemento armato ai

bordi delle strade

asfaltate

Riordino e

riqualificazione

paesaggistica della

viabilità di servizio

Valorizzazione del

paesaggio e

miglioramento delle

caratteristiche

funzionali e di

immagine

Mitigazione dei muri

di sostegno in

cemento con

rivestimenti in pietra

locale, ai fini di

aumentare l'attrattività

dei luoghi, a beneficio

del turismo

Insufficienza di

itinerari quale

strumenti per la

valorizzazione dei

territorio

Potenziamento dei

sentieri con

particolare

riferimento alla

valorizzazione dei

percorsi di fruizione

ambientale (sentieri

natura, geositi, ecc.)

Riqualificazione,

rafforzamento e

riformazione di antichi

sentieri

Promuovere e

qualificare l’offerta

turistica diversificata

ed integrata nei

luoghi per sviluppare

il turismo culturale e

ambientale

Assenza di itinerari

diversificati, quale

strumenti per la

valorizzazione del

territorio

Individuazione di

itinerari cicloturistici e

tematismi specifici

per la fruizione

turistico-ambientale

del/dei SIC

Piste ciclabili e

pannelli esplicativi

Realizzazione di piste

e itinerari ciclo –

turistici

Mancanza di punti di

informazione e di

documentazione

Realizzazione di punti

di informazione, ivi

compresi uffici di

Informazione,

accoglienza turistica

e centri visita

Accoglienza

all’interno dei SIC

Ristrutturazione di

uno o più fabbricati

adatti a tal fine

Aspetti forestali

Minaccia/Criticità Obiettivi specifici Nome azione Descrizione azione

Categoria CFR: G1,

G2, G3 N3,N5, Ga,

Gc

Incendi

Contenimento del

rischio d'incendio

Prevenzione e lotta

degli incendi

Ripulitura fasce

parafuoco e

realizzazione di nuove

in aree ad alto rischio.

Eventuale

Categoria CFR: G1,

G3, N5

Frequentazione

turistica

Riduzione dei fattori di

disturbo causati

dall'uomo (parcheggi

abusivi in pineta,

abbandono di rifiuti

non degradabili

ecc...)

Regolamentazione e

controllo del flusso

turistico

Controllo degli organi

di vigilanza

Delimitazione delle

aree forestali con

staccionate a basso

impatto ambientale.

Realizzazione di

passerelle per

guidare l'accesso al

mare e

riorganizzazione degli

accessi.

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Strategia per lo sviluppo economico sostenibile

Codice Azione Nome Azione Obiettivo generale Obiettivo specifico

URB_3 Regolamentazione

dell’accesso alla

spiaggia, della

balneazione, della

pulizia meccanica ed

impianto ombrelloni.

Riduzione dell’impatto

antropico

Consentire il libero

dinamismo della

vegetazione

psammofila e la

creazione degli

habitat 2110 e 2120;

permettere la

nidificazione di

Charadrius

alexandrinus e Caretta

Caretta; protezione

dell'entomofauna

della duna e battigia.

URB_4 Interventi di

regolamentazione

degli accessi alla

spiaggia

Ridurre l’impatto

antropico su habitat e

specie vegetali

psammofile e animali

Consentire il libero

dinamismo della

vegetazione

psammofila e la

creazione degli

habitat 2110 e 2120;

permettere la

nidificazione di

Charadrius

alexandrinus e Caretta

Caretta; protezione

dell'entomofauna

della duna e battigia.

URB_5 Divieto di transito ai

mezzi non autorizzati

sulla spiaggia e duna.

Ricostituzione

dell’equilibrio del

litorale

Potenziare la tutela

del territorio e del

paesaggio

"individuare idonee

misure di

salvaguardia; Ridurre

l’impatto antropico sul

sistema dunale di

protezione della

costa, protezione

dell'entomofauna

della duna e battigia.

URB_6 Interventi di

regolamentazione dei

trasporti per il

raggiungimento della

spiaggia

Competitività delle

imprese turistiche

nell'ottica di un

turismo sostenibile

Promuovere un

turismo la cui

fruizione sia

consapevole e

responsabile ai fini

della salvaguardia del

patrimonio naturale

culturale e sociale

URB_7 Interventi di

regolamentazione dei

parcheggi per gli

accessi alla spiaggia

Competitività delle

imprese turistiche

nell'ottica di un

turismo sostenibile

Promuovere un

turismo la cui

fruizione sia

consapevole e

responsabile ai fini

della salvaguardia del

patrimonio naturale

culturale e sociale

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URB_9 Incentivazione per il

ripristino di siepi e

filari per le

delimitazioni di

proprietà

Ricomposizione del

paesaggio rurale

Conservazione,

recupero e

valorizzazione delle

aree naturali.

Salvaguardare e

valorizzare la

biodiversità di specie

ed habitat dei territori

agricoli nelle aree SIC

URB_10 Interventi di

rinaturalizzazione

delle sponde dei fiumi

cementificate

Azione di

riqualificazione

ambientale,

rinaturalizzazione e

ripristino dei degradi

ambientali

Demolizione delle

strutture in cemento e

sostituzione con

tecniche di

Ingegneria

Naturalistica a

“macchia di

leopardo”.

URB_11 Realizzazione di

percorsi naturalistici e

predisposizione di

punti di osservazione

della fauna

(birdwatching)

Incrementare il

turismo sostenibile e

integrare il SIC nei

programmi

dieducazione

ambientale in ambito

scolastico e ricreativo

Aumento della

fruizione del SIC con

conseguente

miglioramento delle

conoscenze del

pubblico sulle

problematiche della

biodiversità e

dell’importanza dei

vincoli apposti.

URB_14 Adeguamento delle

linee elettriche per

mitigare l’impatto

sull’avifauna

Evitare la folgorazione

causata dalle linee

elettriche aeree su

individui di specie

ornitiche migratrici,

stanziali e nidificanti

Diminuire il numero di

esemplari folgorati.