REGIONE BASILICATA COMUNE DI...
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REGIONE BASILICATA
COMUNE DI POLICORO
EVENTO JOVA BEACH PARTY
13 AGOSTO 2019, POLICORO (MT)
SPIAGGIA DI TORRE MOZZA
SITO DI INTERESSE COMUNITARIO (SIC) IT9220080
DENOMINATO “COSTA IONICA FOCE AGRI
RELAZIONE SULLA VALUTAZIONE DI INCIDENZA
ai sensi dell’art.5 del D.P.R. 357/97 e dall'art. 6 del D.P.R. 120/2003
PROPONENTE: TRIDENT MUSIC S.r.l.
Corso Europa 13, 20122 Milano
Redattore dello studio: Ing. Marco Vitale, via Toti 6, 75025 Policoro (MT)
2
INDICE
1 PREMESSA 4
1.1 - IL SITO DI INTERESSE COMUNITARIO “MARE DELLA MAGNA GRECIA” 6
1.2 - IL PIANO DI GESTIONE DEL SITO DI INTERESSE COMUNITARIO 9
2 RAPPORTI CON LA PIANIFICAZIONE VIGENTE 10
3 DESCRIZIONE DELL’EVENTO 11
3.1 - LOCALIZZAZIONE DELL’AREA, ACCESSI, AFFOLLAMENTO PREVISTO E PERCORSI DI ESODO 15
3.2 - ALLESTIMENTO DELL’AREA 16
3.3 - INSTALLAZIONI A MARE 22
3.4 - DURATA DELL’OCCUPAZIONE DELL’AREA 23
3.5 - FASE DI CANTIERE 24
3.6 - CARATTERISTICHE COSTRUTTIVE E TIPOLOGIE DELLE STRUTTURE UTILIZZATE 25
3.7 - PALCO E STRUTTURE A TERRA 26
3.8 - EMISSIONI ACUSTICHE 26
3.9 - EMISSIONI LUMINOSE 33
3.10 - PASSERELLE PEDONALI E CARRABILI 33
3.11 - IMPIANTO ELETTRICO 34
3.12 - SERVIZI IGIENICI 34
3.13 - GESTIONE DELL'EMERGENZA – PIANO DI EMERGENZA E EVACUAZIONE 34
3.14 - ORGANIZZAZIONE SANITARIA 36
3.15 - SERVIZI DI SOCCORSO 38
3.16 - SERVIZI OFFERTI ALL’INTERNO DELL’AREA DI PROGETTO 38
3.17 - PARCHEGGI E ACCESSIBILITÀ PEDONALE. 38
3.18 - ATTREZZATURE E VIGILANZA ANTINCENDIO 38
3.19 - IMPIANTO ANTINCENDIO- EMERGENZA SANITARIA 38
3.20 - VALUTAZIONE DEL RISCHIO 39
3.21 - ACCESSIBILITÀ MEZZI DI SOCCORSO 39
3.22 - PERCORSI SEPARATI DI ACCESSO ALL'AREA E DI DEFLUSSO DEL PUBBLICO 39
3.23 - SUDDIVISIONE DELLA ZONA SPETTATORI IN SETTORI 39
3.24 - PROTEZIONE ANTINCENDIO 40
3.25 - OPERATORI DI SICUREZZA ANTINCENDIO 40
3.26 - VERIFICHE E CERTIFICAZIONI 40
3.27 - MISURE DI MITIGAZIONE DELL’IMPATTO GIÀ PREVISTE DAL PROGETTO 40
3
4 DESCRIZIONE DEL SISTEMA AMBIENTALE DI RIFERIMENTO 43
4.1 - INQUADRAMENTO CLIMATICO E CARATTERIZZAZIONE BIOCLIMATICA 43
4.2 - INQUADRAMENTO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO 44
4.3 - INQUADRAMENTO AMBIENTALE 52
4.4 - INQUADRAMENTO BOTANICO E VEGETAZIONALE 55
4.5 - INQUADRAMENTO FAUNISTICO 64
4.6 - INQUADRAMENTO AGRO-SILVO-PASTORALE 68
4.7 - INQUADRAMENTO SOCIO ECONOMICO 70
4.8 – IL SISTEMA DEI VINCOLI 72
5 LE MISURE DI TUTELA DEL SISTEMA AMBIENTALE DI RIFERIMENTO 73
5.1 - I FATTORI SOCIO-ECONOMICI CHE INSISTONO SULLO STATO DI CONSERVAZIONE DI SPECIE E
HABITAT D'INTERESSE 74
6 VALUTAZIONE DELL’INCIDENZA DEL PROGETTO SUL SISTEMA AMBIENTALE (AREA
SIC) 77
6.1 - CARATTERIZZAZIONE NATURALISTICA DELL’AREA DI PROGETTO 77
6.2 - IDENTIFICAZIONE E DESCRIZIONE DELLE POTENZIALI INCIDENZE DELL’OPERA SULLE
COMPONENTI NATURALI 77
6.3 - IDENTIFICAZIONE E DESCRIZIONE DELLE INCIDENZE DETERMINATE DAL PROGETTO SU HABITAT E
SPECIE DI INTERESSE COMUNITARIO. 88
6.4 - DESCRIZIONE ANALITICA DELLE INCIDENZE NEL SITO, UTILIZZANDO SPECIFICI INDICATORI 91
6.5 - VALUTAZIONE DELLE INCIDENZE DA PARTE DEL PROFESSIONISTA INCARICATO DELLO STUDIO DI
INCIDENZA 92
6.6 - MISURE DI CONSERVAZIONE PREVISTE NEL PIANO DI GESTIONE SIC IT9220080 “COSTA JONICA
FOCE AGRI” APPROVATO CON D.G.R. 904 DEL 07.07.2015 92
6.7 - MISURE DI MITIGAZIONE/SOLUZIONI ALTERNATIVE PROPOSTE 92
7 CONCLUSIONI 96
ALLEGATO 1 – SCHEDA AREA SIC COSTA IONICA FOCE AGRI 97
ALLEGATO 2 – ESTRATTO PIANO DI GESTIONE SIC IT9220080 109
4
1 PREMESSA
La presente relazione di valutazione di incidenza sull’habitat si riferisce all’evento
denominato “JOVA BEACH PARTY”, in programmazione a Policoro (MT) il prossimo
13.08.2019, a partire dalle ore 14.30 e fino alla mezzanotte, sulla spiaggia libera di
Località Torre Mozza.
Il sottoscritto Ing. Marco Vitale, iscritto all’Albo degli Ingegneri della Provincia di Matera al
n.535, con studio in Policoro (MT) alla via Toti n.6, è stato incaricato dalla società
proponente TRIDENT MUSIC S.r.l., con sede in Corso Europa 13, Milano, società che
cura l’organizzazione dell’evento musicale per conto dell’artista Lorenzo Cherubini, in arte
Jovanotti.
L’evento musicale ricade nel sito di interesse comunitario (SIC) IT9220080 denominato
“Costa Ionica Foce Agri”, individuato ai sensi della Direttiva Comunitaria 92/43/CEE
“Habitat”. In appendice è riportata la relativa scheda. Ai sensi del D.P.R. 357/97 come
modificato dal D.P.R. 120/2003 è dunque necessaria una specifica Valutazione di
Incidenza.
La valutazione d'incidenza è il procedimento di carattere preventivo al quale è necessario
sottoporre qualsiasi piano o progetto che possa avere incidenze significative su un sito - o
proposto sito - della rete Natura 2000, singolarmente o congiuntamente ad altri piani e
progetti e tenuto conto degli obiettivi di conservazione del sito stesso.
Tale procedura è stata introdotta dall'art. 6, comma 3, della direttiva "Habitat", con lo
scopo di salvaguardare l'integrità dei siti attraverso l'esame delle interferenze di piani e
progetti non direttamente connessi alla conservazione degli habitat e delle specie per cui
essi sono stati individuati, ma in grado di condizionarne l'equilibrio ambientale.
La valutazione d'incidenza si applica sia agli interventi che ricadono all'interno delle aree
Natura 2000 sia a quelli che, pur sviluppandosi all'esterno, possono comportare
ripercussioni sullo stato di conservazione dei valori naturali tutelati nel sito.
In ambito nazionale, la valutazione d'incidenza viene disciplinata dall'art. 6 del D.P.R. 12
marzo 2003 n.120 (G.U. n. 124 del 30 maggio 2003), che ha sostituito l'art. 5 del D.P.R. 8
settembre 1997, n. 357 che trasferiva nella normativa italiana i paragrafi 3 e 4 della
direttiva "Habitat".
Il comma 2 dell’art.6 stabilisce che “I proponenti di interventi non direttamente connessi e
necessari al mantenimento in uno stato di conservazione soddisfacente delle specie e
degli habitat presenti nel sito, ma che possono avere incidenze significative sul sito stesso,
singolarmente o congiuntamente ad altri interventi, presentano, ai fini della valutazione di
incidenza, uno studio volto ad individuare e valutare, secondo gli indirizzi espressi
5
nell'allegato G, i principali effetti che detti interventi possono avere sul proposto sito di
importanza comunitaria, sul sito di importanza comunitaria o sulla zona speciale di
conservazione, tenuto conto degli obiettivi di conservazione dei medesimi”.
Sempre all’art.6, comma 5 è stabilito che: “Ai fini della valutazione di incidenza dei piani e
degli interventi di cui ai commi da 1 a 4, le regioni e le province autonome, per quanto di
propria competenza, definiscono le modalità di presentazione dei relativi studi, individuano
le autorità competenti alla verifica degli stessi, da effettuarsi secondo gli indirizzi di cui
all'allegato G, i tempi per l'effettuazione della medesima verifica, nonché le modalità di
partecipazione alle procedure nel caso di piani interregionali”.
L’allegato G del D.P.R. 357/97, che non è stato modificato dal decreto del 2003, prevede
che lo studio per la valutazione di incidenza debba contenere:
a) una descrizione dettagliata del piano o del progetto che faccia riferimento, in
particolare, alla tipologia delle azioni e/o delle opere, alla dimensione, alla
complementarietà con altri piani e/o progetti, all'uso delle risorse naturali, alla produzione
di rifiuti, all'inquinamento e al disturbo ambientale, al rischio di incidenti per quanto
riguarda le sostanze e le tecnologie utilizzate;
b) un'analisi delle interferenze del piano o progetto col sistema ambientale di riferimento,
che tenga in considerazione le componenti biotiche, abiotiche e le connessioni
ecologiche.
Con D.G.R. n. 2454 del 22 dicembre 2003 – “Regolamento recante attuazione della
direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché
della flora e della fauna selvatica”, la Regione Basilicata ha stabilito gli indirizzi applicativi
in materia di valutazione d’incidenza, individuando l’Ufficio Regionale Compatibilità
Ambientale quale ufficio competente, e definendo i contenuti dello studio da presentare ai
fini della valutazione di incidenza di piani e progetti.
Il percorso logico della valutazione d'incidenza è delineato nella guida metodologica
"Assessment of plans and projects significantly affecting Natura 2000 sites.
Methodological guidance on the provisions of Article 6 (3) and (4) of the Habitats Directive
92/43/EEC" redatto dalla Oxford Brookes University per conto della Commissione
Europea DG Ambiente.
Pertanto, ai fini di consentire all’Ufficio Regionale preposto la valutazione dell’incidenza
dell’evento musicale del 13.08.2019, il presente studio, in ottemperanza a quanto richiesto
dal sopra richiamato quadro legislativo di riferimento nazionale ed europeo:
descrive in modo dettagliato il progetto proposto;
illustra le caratteristiche tecniche ed organizzative dell’evento, puntualizzandone
gli aspetti ambientali;
verifica la coerenza dell’evento con gli strumenti di pianificazione e
programmazione;
descrive le componenti ambientali potenzialmente interessate ed analizza gli
habitat e le specie che caratterizzano l’area ambientale protetta, valutandone il
6
potenziale degrado, la potenziale perturbazione e la significatività degli impatti
ambientali per effetto della realizzazione del progetto proposto;
analizza le interferenze, le modificazioni ed i processi di trasformazione che la
realizzazione del progetto potrebbe determinare direttamente o indirettamente, a
breve o a lungo termine, temporaneamente o permanentemente, sull’ambiente
naturale e le sue componenti biotiche e abiotiche;
riporta dati ed informazioni di carattere ambientale, territoriale e tecnico, in base ai
quali sono stati individuati e valutati i possibili effetti che la manifestazione può
determinare sull’ambiente;
descrive le misure che si intendono adottare per evitare, ridurre e compensare gli
effetti negativi del progetto sull’ambiente e per ottimizzarne l’inserimento nel
territorio circostante.
***
Il Sito di Interesse Comunitario denominato Costa Jonica Foce Agri [IT9220080] è ubicato
a cavallo dei territori di Policoro e Scanzano Jonico, nella provincia di Matera alla foce del
fiume Agri, sulla costa ionica della Regione Basilicata (allegato n.1). Con D.G.R. n.761 del
27.06.2013 sono stati approvati i dati e gli studi tesi ad ampliare la perimetrazione dei siti
di interesse comunitario della costa jonica lucana, mediante ampliamento a mare. Per
quanto riguarda il sito IT9220080 (Costa Jonica Foce Agri), la superficie di ampliamento a
mare è fissata in 1207.35 ha, valore che porta la superficie complessiva del SIC a 2.414,7
ha.
Il D.P.R. 357/97 prevedeva che i siti di interesse comunitario (SIC) individuati dalle Regioni
e dalle Provincie autonome vengano successivamente designati come Zone Speciali di
Conservazione (ZPS). A seguito delle deliberazioni della Giunta Regionale di Basilicata
con le quali sono state adottate le misure di conservazione per le n.33 aree SIC della
Basilicata, il Ministero dell’Ambiente ha adottato lo schema di provvedimento di
designazione delle relative n.33 ZPS, decreto su cui la Giunta Regionale di Basilicata con
D.G.R. n.1471 del 19.12.2016 ha espresso formale intesa.
1.1 - Il sito di interesse comunitario “Mare della Magna Grecia”
È altresì importante sottolineare che il quadro dei vincoli si è arricchito di recente con la
D.G.R. n.14 del 07.01.2019 con la quale la Giunta Regionale della Basilicata ha proposto
alla Commissione europea l’istituzione di un nuovo sito “Natura 2000”, pSIC/ZPS – tipo C,
denominato “Mare della Magna Grecia” con codice IT9220300. L’istituzione del proposto
sito della Rete Natura 2000, che è esclusivamente marino, risponde ad una strategia di
tutela e conservazione delle risorse naturalistiche e della biodiversità sul territorio lucano
con particolare riferimento alla costa jonica. L’istituzione del nuovo sito Natura 2000
completa un percorso di tutela e valorizzazione delle risorse naturalistiche costiere che
parte dalla designazione dei Siti Natura 2000 della costa jonica, avvenuta nel 2003, passa
attraverso l’estensione a mare dei suddetti siti “Natura 2000” in corrispondenza delle foci
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dei cinque fiumi lucani avvenuta (2015), e si conclude con l’approvazione del Piano di
Gestione della Costa ionica lucana (anno 2016).
Fig. 1.1 – Inquadramento territoriale pSIC “Mare della Magna Grecia”
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Il proposto nuovo sito è costituito da una porzione di mare antistante la costa lucana
caratterizzata dalla presenza di numerose specie di mammiferi marini: in tale area, infatti,
sono frequentissimi gli avvistamenti di delfini, megattere e talvolta capodogli; la specie di
maggior rilievo dal punto di vista ecologico è il Tursiope (Tursiops truncatus). Tant’è che
nel porto turistico di Policoro opera da qualche anno la Jonian Dolphin Conservation
un'associazione di ricerca scientifica finalizzata allo studio dei cetacei del Golfo di Taranto,
che svolge, tra le altre cose, attività di progettazione e conduzione di Marine Mammals
Surveys visivi ed acustici con attrezzature e personale specializzato, utilizzando mezzi
nautici equipaggiati con ecoscandaglio, sonde multiparametriche, sistemi di ripresa video
fotografica in HD, idrofoni per studi di bioacustica, ecc, nonché attività di dolphin watching
coinvolgendo turisti e cittadinanza a bordo delle sue barche.
Sempre nella zona costiera jonica, da tempo, è stata rilevata, anche se non nella zona di
Torre Mozza, anche la presenza della tartaruga marina (Caretta Caretta), nidificante sulla
costa. Ed infatti a Policoro da anni opera il Centro Recupero Animali Selvatici (C.R.A.S.),
che è parte integrante del Centro WWF; si tratta di una struttura veterinaria dotata di un
ambulatorio con spazi per la stabulazione e cura di animali selvatici feriti o in difficoltà. In
particolare il centro di Policoro costituisce il focal point del WWF Italia nell'ambito del
Progetto Tartarughe Marine, collaborando attivamente con Università ed Istituti di Ricerca.
Il progetto di designare un nuovo sito Natura 2000, di tipo marino, risponde ad una
strategia di preservazione delle componenti di interesse conservazionistico di un fragile
sistema terra-mare, che caratterizza tutto l'ambito marino costiero jonico, e che è soggetto
ad una serie di pressioni e di minacce che rischiano di compromettere la tenuta
complessiva dei territori caratterizzati da agricoltura di qualità, turismo, pesca tradizionale
e da emergenze storico-culturali nonché naturalistiche di rilievo. In tal senso, occorre
mettere in atto, in ossequio alla strategia europea e nazionale di conservazione della
biodiversità, le condizioni normative e gestionali atte a garantire lo stato di conservazione
soddisfacente di habitat e specie anche in presenza di attività umane che devono
necessariamente essere sostenibili e compatibili con la presenza di rilevanti valenze
naturalistiche.
L’Area Marina protetta “Magna Grecia” sarà estesa per 29 miglia marine, comprenderà i
33 km di costa lucana nel Mar Jonio, e consentirà di valorizzare l’insolita biodiversità
floreale marina, con presenza della Cystoseira e della Cymodocea nodosa, e le varie
specie di delfini e di capodogli, costantemente presenti nel golfo di Taranto. In definitiva,
l’idea di un’area marina protetta nasce proprio come naturale proiezione delle 5 zone
umide (Zps e Sic) già presenti alle foci dei cinque fiumi lucani, e costituisce, in virtù della
particolare biodiversità della costa lucana, il caposaldo della strategia di protezione
ambientale della costa jonica lucana.
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1.2 - Il piano di gestione del sito di interesse comunitario
La Direttiva habitat impegna, in attuazione del principio di prevenzione “… gli Stati membri
ad adottare tutte le opportune misure per evitare, nelle zone speciali di conservazione il
degrado (…), nonché la perturbazione (...)”. Ed ancora il comma 1 dell’articolo 4 del
D.P.R. 357/97 (integrato dal D.P.R. 120/2003) sancisce che “le Regioni e le Province
autonome di Trento e di Bolzano assicurano per i proposti siti di importanza comunitaria
opportune misure per evitare il degrado degli habitat naturali e degli habitat di specie,
nonché la perturbazione delle specie per cui le zone sono state designate”. Il campo di
applicazione è più ampio di quello dell’art. 5 che concerne unicamente i piani ed i progetti
per i quali è necessaria la preventiva valutazione di incidenza. Esso si riferisce cioè allo
svolgimento di attività che non richiedono necessariamente un’autorizzazione preventiva,
come l’agricoltura o la caccia.
In particolare, l'articolo 6 della Direttiva Habitat, che contiene le più importanti disposizioni
per la conservazione di specie ed habitat, prevede (al comma 1) l’adozione di:
- opportune misure regolamentari, amministrative o contrattuali;
- appropriati piani di gestione.
Le misure del primo tipo costituiscono un requisito minimo. Al contrario, il Piano di
Gestione deve essere adottato “se opportuno”, cioè qualora la situazione specifica del
Sito non consenta di garantire uno stato di conservazione soddisfacente solamente grazie
alle misure obbligatorie. Il Piano di Gestione, peraltro, si configura come l’unico strumento
di pianificazione idoneo alla salvaguardia delle peculiarità di ogni singolo sito in grado di
integrare gli aspetti prettamente naturalistici con quelli socio-economici ed amministrativi.
Nel caso dei siti della Basilicata, in ossequio alle prerogative disposte dalla legislazione
europea e statale, e sulla base dei vincoli gravanti sul territorio e degli strumenti di
programmazione e gestione territoriale, la Regione ha elaborato il Piano di Gestione come
strumento autonomo, in grado di gestire la complessità delle problematiche di
conservazione relative ai diversi siti, alla luce della possibilità solo parziale di recepimento
delle misure di conservazione nell’ambito degli attuali e diversi strumenti di pianificazione
territoriale.
Il piano di gestione dell’arco ionico lucano è stato redatto, ai sensi della D.G.R. n. 2016
del 30 Novembre 2010, da personale esperto selezionato dall’allora “Dipartimento
Ambiente, Territorio e Politiche della Sostenibilità”, sotto la guida di una cabina di regia
costituita da rappresentanti di istituzioni scientifiche ed accademiche specificate nel
D.G.R. 1258/08 ed integrate in seguito alla D.G.R. 1961/09. Il piano di gestione è quindi
successivamente approvato con D.G.R. n. 904 del 07.07.2015.
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2 RAPPORTI CON LA PIANIFICAZIONE VIGENTE
Il previsto spettacolo musicale è stato previsto in area costiera ricadente all’interno del
Piano Particolareggiato Esecutivo (nel seguito P.P.E. o piano) di iniziativa comunale
denominato “Foce Agri”, strumento di pianificazione, approvato con D.P.G.R. n.711 del
09.09.1997, che discende direttamente dal Piano Paesistico di Area Vasta del
Metapontino (P.T.P.M.).
In particolare, l’ubicazione dell’evento ricade nel Comparto C, sub comparto C18, del
P.P.E. Ai sensi delle Norme Tecniche di Attuazione del P.P.E.: ”Il comparto C individua le
aree di pertinenza del porto, delle strutture a questo connesse e di tutti quegli interventi
edilizi finalizzati alla residenza ed al terziario atti a vitalizzare il complesso turistico a scala
comunale connesso con il sistema mare. La struttura è individuata da un bacino principale
e da una serie di isole che definiscono canali navigabili e non, darsene e punti di approdo
oltre che l'imboccatura di ingresso dal mare. Il sistema viario è collegato all'esterno tramite
due accessi che consentono di raggiungere rispettivamente il lato a Sud verso la spiaggia
ed il lato a Nord verso l'azienda ittica attraverso una rete interna da considerarsi come
privata di uso pubblico…..”.
Per quanto riguarda l’area specifica di insediamento della manifestazione, ricadente,
come detto, nel subcomparto C18 del P.P.E. le NTA del piano prevedono le seguenti
direttive e prescrizioni:
“Il sub comparto C18 è relativo alla spiaggia classificata come quarta nell'art.9 di cui al
Titolo IV… Per la quarta spiaggia posta tra il porto ed il nuovo parcheggio pubblico
terminale di Via San Giusto, si prevede l'uso a fini balneari per le strutture ricettive
retrostanti (zona portuale) e per il pubblico: è prevista la possibilità di concessione
dell'area demaniale anche in lotti per un fronte mare non inferiore a ml. 50 e la posa di
strutture di supporto quali chioschi, cabine, servizi igienici, etc. oltre gli ombrelloni e le
sdraio. In tutti i casi va garantita la fruibilità della fascia di bagnasciuga per una profondità
minima di ml.5, della fascia a monte per una profondità di ml.5 mentre le strutture precarie
(chioschi, etc) dovranno essere allocate entro e non oltre ml. 10 dalla fascia a monte.
Salvo quanto previsto dalle tavole di piano e dalle specifiche norme dei sub comparti, non
sono consentite strutture stabili e qualsiasi attrezzatura dovrà essere rimossa alla fine della
stagione balneare; per la gestione dei lidi è consentita la creazione di strutture per la
ristorazione direttamente connesse all'attività di spiaggia: non è quindi consentita la
creazione di bar, ristoranti, discoteche, etc. con attività autonoma”.
Dunque la manifestazione musicale è stata prevista in un’area di cui la vigente
pianificazione consente l’utilizzo ai fini di balneazione e svago, ed è dunque perfettamente
compatibile con la medesima pianificazione comunale e sovracomunale, trattandosi di
evento della durata di poche ore, in periodo estivo in cui l’area è normalmente utilizzata ai
fini di svago e balneazione.
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3 DESCRIZIONE DELL’EVENTO
Il progetto prevede la realizzazione di un evento-spettacolo musicale (concerto con
amplificazione sonora ed effetti di luci e speciali), a pagamento, con posti in piedi il 13
Agosto 2019 sull’arenile di Località Torre Mozza a Policoro (MT).
L’evento interesserà particelle catastali di proprietà demaniale, e di n.2 società private;
l’area di intervento è rettangolare, di ampiezza 300x100 m circa, ed è delimitata:
quanto ai lati corti, dalla spiaggia attrezzata di Marinagri (lato Nord-Est) e dalla
spiaggia della società Aquarius (lato Sud-Ovest),
quanto ai lati lunghi, dalla recinzione del centro turistico Marinagri (lato Nord-Ovest) e
dalla battigia (lato Sud-est).
Fig. 3.1 – Definizione area di intervento su ortofoto
AREA DI INTERVENTO
L'area individuata è interamente sul mare e presenta superficie in sabbia, libera da
ostacoli. Nello spazio, interamente delimitato con recinzioni, sarà realizzato l'allestimento
per l’evento di pubblico spettacolo pomeridiano e serale con l'esibizione di diversi gruppi
musicali e del cantante Jovanotti e nell'area saranno collocati veicoli e stand sia per la
ristorazione che per attività culturali e promozionali.
Lo spettacolo musicale avrà inizio alle ore 16,00, mentre il concerto del cantante Jovanotti
avrà inizio alle ore 20,30 con durata di 3 ore, terminando alle 23,30-24.00.
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DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA DELL’AREA DI INTERVENTO
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3.1 - Localizzazione dell’area, accessi, affollamento previsto e percorsi di esodo
L'accesso all'area, posta sulla spiaggia, avviene unicamente da Largo Akiris (area di
parcheggio di forma circolare meglio identificato come “Parcheggio di Torre Mozza
(Figura 3.1). L’area è completamente pianeggiante ed è accessibile solo dalle strade
sopra indicate.
Le aree di parcheggio saranno disposte:
-) in corrispondenza del lungomare di Policoro, con Viale Spintaro (anche detto percorso
vita) utilizzato quale percorso pedonale di accesso all’area della manifestazione;
-) in corrispondenza di diversi punti del centro cittadino (con servizio trasferimento a
mezzo autobus da punti specifici del centro di Policoro all’area della manifestazione).
L’organizzazione dell’evento prevede n.3 punti di filtro del pubblico, di controllo del
possesso del biglietto, lungo i due percorsi di accesso all’area del concerto:
1. un primo filtro - posto sul primo percorso di accesso - in prossimità di Largo Esperia
(ultima area di parcheggio del Lungomare di Policoro prima dell’imbocco del percorso
pedonale di Viale Spintaro);
2. un filtro posto – posto sul secondo percorso di accesso - in prossimità dell’ingresso
del Centro turistico Marinagri, posto lungo via San Giusto.
Le navette che l’organizzazione metterà a disposizione, partendo dalle aree di parcheggio
del centro di Policoro, porteranno il pubblico fino alle vicinanze della prima area filtro in
un’area idonea allo sbarco e imbarco dei partecipanti.
Il secondo filtro è dedicato ai controlli di pubblica sicurezza;
Il terzo filtro è posto all’ingresso nell’area del concerto per l’obliterazione del biglietto.
La superficie complessiva interessata dall’evento misura circa 30.000 mq, mentre quella al
netto dell’area del palco, del retropalco e degli altri allestimenti che occuperanno circa il
20% dell’area (stand, veicoli per il ristoro, giochi, ecc.) è pari a circa 24.000 mq.
A tale superficie netta corrisponde secondo la normativa attualmente vigente (2 pers./mq)
una capienza massima di 42.182 persone, per le quali è necessario assicurare 115,2 ml di
uscite. Tali dati vengono riassunti nella tabella in Figura 3.2.
Fig. 3.2 – Tabella riportante superficie a capienza dell’area del concerto
Superficie totale area 1 30.000 mq
Superficie utile 20% 24.000 mq
Numero massimo spettaori previsto 2 pax per 1 mq 48.000 pax
Metri lineari per uscita 2,4 ml/1.000 pax 115,2 ml
Con l’affollamento massimo previsto di circa 30.000 spettatori restano spazi liberi
sufficienti in sicurezza nell’area per la circolazione e la movimentazione del pubblico
presente.
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Per questo numero di spettatori occorrono 72 metri lineari di uscite da distribuire sul
perimetro dell’area con dimensione minima 2,40 m.
Occorre sottolineare che il target di pubblico dei concerti del cantante Jovanotti è quello
di un pubblico tranquillo, comprendente famiglie e quindi di solito educato e rispettoso
dell’ambiente.
3.2 - Allestimento dell’area
Per l’allestimento del “villaggio sulla spiaggia” tutte le installazioni avverranno con
strutture temporanee amovibili, che comprenderanno:
un palcoscenico con elementi del ponteggio multidirezionale Layher avente un
ingombro di dimensioni pari a circa 48 m x 17 m ed altezza dell’impalcato pari a circa
2,00 m; il palco sorreggerà scenografie costituite da pannelli in alluminio colorati e
dispositivi gonfiabili, impianti musicali e di illuminazione, e sarà circondato da barriere
antipanico;
Fig. 3.3 – Esempio di barriera antipanico
Fig. 3.4 – Esempio di applicazione di barriere antipanico
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torri per la sospensione dei cluster audio, con elementi del ponteggio multidirezionale
Layher in prosecuzione con il palco;
n°4 torri “delay” aventi ognuna un ingombro di dimensioni pari a circa 8 m x 8 m e con
dispositivi di rimando audio, oltre, le più distali, anche di video
torri faro per l’illuminazione dell’area del concerto;
Fig. 3.5 – Esempio di torre faro
portali da realizzare con elementi del ponteggio multidirezionale Layher, aventi
dimensioni di 5 m x 29 m, con il fine di direzionare il pubblico verso la zona del
palcoscenico;
impianti audio, luci e video a diretto servizio dello spettacolo alimentati da gruppi
elettrogeni autonomi;
impianto per la fornitura elettrica dei servizi annessi allo spettacolo alimentati da
gruppi elettrogeni autonomi, costituito da caveria interrata o poggiata direttamente
sulla spiaggia e protetta nei tratti di attraversamento dei percorsi con canalette
carrabili;
furgoni (lunghezza media 5,5 m) per i servizi di ristorazione con attiguo gazebo di
servizio, servite furgoni tipo Ducato contenenti celle frigorifere posti fuori dal
villaggio, ma attigui allo stesso;
stand che ospiteranno rivendite di gadget, sponsor dell’iniziativa e giochi;
n.168 servizi igienici portatili, in batterie di 8-10, comprensive di un WC per i
diversamente abili lungo i percorsi di arrivo e nei pressi della location;
18
Fig. 3.6 – Esempio di servizio igienico portatile
pedana per diversamente abili da realizzare con elementi del ponteggio
multidirezionale Layher avente un ingombro di dimensioni 10 m x 8 m, altezza 0,50
m circa da terra; un pedanamento sarà predisposto per un facile raggiungimento
della stessa. La pedana sarà ombreggiata di giorno con ombrelloni e vicino ad
essa verranno posizionati i servizi igienici per disabili;
transenne in alluminio di tipo antipanico per la suddivisione del pubblico in settori;
transenne in acciaio zincato o in alluminio tipo CETA per la delimitazione di aree
escluse al pubblico o per indirizzare il pubblico nell’area del concerto e nelle sue
vicinanze;
Fig. 3.7 – transenna tipo CETA
un sistema di varchi per il deflusso delle persone verso la pubblica via e/o luoghi
sicuri pari a circa 72 m;
presidi di primo soccorso;
passerelle pedonali in plastica appoggiate direttamente sulla sabbia costituite da
pannelli giuntati di dimensioni indicative 2,26 x 1,29 m;
19
Fig. 3.8 – Esempio di pannelli pedonali in plastica
percorsi carrabili da utilizzare nelle fasi di allestimento e disallestimento per la
circolazione dei mezzi, per i basamenti del palco e delle torri e per l’accesso sulla
spiaggia delle installazioni e/o furgoni di ristoro, costituiti da pannelli in alluminio
giuntati di dimensioni 2,15 x 3 m o da pannelli in plastica giuntati di dimensioni 1,22
x 1,22 m, poggiati direttamente sulla sabbia;
Fig. 3.9 – Esempio di pannelli carrabili in alluminio
20
Fig. 3.10 – Esempio di pannelli carrabili in plastica
recinzione dell’intera area del concerto con griglie metalliche o con recinzioni
avvolgibili alte 2,20 m, oppure con bandonature opache in pannelli sandwich alte
3,0 m. Tale recinzione sosterrà pannelli con messaggio didattico-educativi sulle
tematiche ambientali.
Fig. 3.11 – Esempio di recinzione in griglie metalliche
21
Fig. 3.12 – Esempio di recinzione avvolgibile
Fig.3.13 – Esempio di bandonature opache
22
La planimetria in Figura 3.14 contiene l’ubicazione delle diverse strutture all’interno
dell’area di progetto.
Figura 3.14 – Planimetria di progetto e strutture previste
All’esterno dell’area del concerto verranno installate:
le torri faro montate lungo le due strade di accesso, poste ad una distanza di 50-70
m l’una dall’altra per illuminare i percorsi pedonali;
barriere per chiudere l’accesso ai pedoni e ai veicoli alle strade a cui si accede
dalle strade di accesso all’area del concerto che portano nelle aree (pineta e
spiaggia) a questa limitrofe. Tali barriere verranno installate durante la fase di
allestimento dell’area per evitare che il pubblico si accampi con camper o tende
prima dell’evento e in attesa di esso.
3.3 - Installazioni a mare
Davanti a tutto il fronte a mare dell’area del concerto verrà delimitato, con boe galleggianti
ancorate a corpi morti, raccordate da corsie, uno spazio acqueo della larghezza di 30 m
dal bagnasciuga destinato alla balneazione.
23
Al suo interno, all’esterno e su torrette di avvistamento personale abilitato facente capo
all’organizzazione opererà come assistenza alla balneazione, anche con l’utilizzo di moto
d’acqua e con un Rescue runner, quale mezzo di salvamento.
Figura 3.15 – Esempio di moto d’acqua
Figura 3.16– Esempio di Rescue runner
Gli organizzatori dell’evento si faranno carico di specifici accordi con la Capitaneria di
Porto / Guardia Costiera per l’emanazione di apposite ordinanze relative alla tutela e
inibizione alla navigazione dello spazio acqueo antistante.
3.4 - Durata dell’occupazione dell’area
La tabella seguente contiene date e tempi previsti per l’allestimento e il disallestimento
delle strutture.
Area
pronta
Allestimento
area
Produzione e villaggio Evento Disallestimento Area pulita
7 Agosto 8-9-10 Agosto 11-12 Agosto 13 Agosto 14 Agosto 15 Agosto
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Le fasi indicate nella tabella precedente sono le seguenti:
Area pronta: è la data in cui l’area sarà stata liberata dalle strutture presenti
(ombrelloni, sdraio, ecc.), saranno state sistemate le strade di
accesso e saranno state spianate le superfici destinate
all’allestimento del palco e dei percorsi carrabili sulla spiaggia, per
rendere il tutto pronto agli allestimenti;
Allestimento area: giorni in cui si procederà all’allestimento dell’area per quanto
riguarda le strutture reticolari metalliche (palco, torri, ingresso,
percorsi carrabili sulla spiaggia, ecc.) e all’installazione degli impianti
elettrici;
Produzione e villaggio: è la fase di montaggio dei dispositivi audio, luci, video, scenografie
(sul palco e sulle torri) e del villaggio ovvero degli stand, di
collocazione dei veicoli ristoro e attigui gazebo ristoro. Nel giorno
precedente all’evento verranno effettuate le prove audio e di
puntamento delle luci e verrà recintata definitivamente l’area del
concerto;
Evento: data dell’evento;
Disallestimento: giorno in cui avverrà lo smontaggio di impianti e strutture e verrà
iniziata la pulizia dell’area;
Area pulita: giornata di ultimazione degli smontaggi e completamento della
pulizia dell’area e di effettuazione dei ripristini.
Come si vede l’occupazione dell’area avrà una durata complessiva di circa 8 giorni, al
netto di quelli necessari per le attività preparatorie.
3.5 - Fase di cantiere
Durante l’allestimento e il disallestimento dell’area del concerto questa verrà recintata con
transenne tipo CETA o tipo ORSOGRILL o con nastro bianco e rosso. I mezzi che
serviranno per la realizzazione dell’allestimento, saranno immediatamente allontanati
dall’area di cantiere al termine delle operazioni di scarico e/o carico. Le fasi di
“allestimento area”, “produzione e villaggio” e “disallestimento” potranno avere turni di
lavoro anche notturni.
25
Figura 3.17 – Barriera tipo ORSOGRILL
Pulizia della spiaggia
L’evento avrà luogo in piena stagione balneare (13 Agosto 2019) per cui non si prevede
l’esigenza di una completa pulizia della spiaggia precedente alle installazioni per l’evento.
La presenza di eventuali rifiuti nelle aree dunali alle spalle dell’area del concerto rispetto
alla battigia rende necessaria invece la loro rimozione, che verrà effettuata a mano per
evitare di danneggiare le dune e la loro fragile vegetazione.
La pulizia della spiaggia verrà effettuata al termine delle installazioni, per la rimozione di
imballaggi, sfridi, ecc. e al termine della disinstallazione, per lo stesso motivo e per
rimuovere i rifiuti eventualmente derivanti dalle operazioni di smontaggio.
Durante l’evento apposito personale dotato di zaini e appositi raccoglitori circolerà tra il
pubblico per la raccolta dei rifiuti.
Tutti i rifiuti prodotti verranno stoccati, differenziati e avviati regolarmente a smaltimento.
Spianamento della spiaggia
Lo spianamento della spiaggia avverrà con un mezzo cingolato, ma si limiterà alle sole
aree destinate all’installazione del palco, delle torri e delle passerelle carrabili in plastica e
metallo, nonché gli spazi destinati al ristoro (food and beverage) e al villaggio sponsor.
Particolare cura verrà posta per evitare l’accesso del mezzo cingolato in aree esterne
all’area del concerto.
3.6 - Caratteristiche costruttive e tipologie delle strutture utilizzate
Tutte le strutture installate avranno carattere precario e di facile montaggio e rimozione.
Le opere in progetto rispondono alle seguenti caratteristiche:
26
possibilità di smontaggio senza interventi di demolizione;
facile trasportabilità dei componenti con mezzi di uso corrente.
non necessitano di fondazioni fisse nella sabbia sottostante.
Il progetto è stato elaborato in conformità alle suddette prescrizioni.
3.7 - Palco e strutture a terra
Il palco sarà circondato da barriere antipanico. Il palco e le strutture a terra (torri, ingressi,
ecc,) verranno poggiate su passerelle in plastica o metallo poggiate sulla sabbia e
realizzati con strutture reticolari metalliche sorreggenti scenografie in pannelli di alluminio
dipinti e dispositivi gonfiabili. Il palco e le torri sorreggeranno dispositivi acustici, video,
musicali, illuminanti e scenici. Le strutture saranno corredate da relazioni tecniche di
calcolo redatte da tecnici abilitati e, ove previsto, da regolare certificato di collaudo
annuale in corso di validità.
3.8 - Emissioni acustiche
Le emissioni acustiche più significative si avranno il giorno prima dell’evento, per le prove
degli impianti, e il giorno del concerto. Il giorno prima dell’evento le prove audio verranno
svolte negli orari 10,00-13,00 e 16,00-23,00, con durata strettamente limitata al tempo
necessario per la messa a punto degli impianti.
Il giorno del concerto lo spettacolo avrà inizio alle ore 16,00 e terminerà alle ore 24,00. Per
ridurre i livelli acustici raggiunti all’interno del Sito di Importanza Comunitaria (SIC), il
palco è stato rivolto verso il mare.
Non essendo disponibili per l’area del concerto precedenti che possano essere usati per
riferimento, sulla base della tipologia e articolazione degli impianti per la previsione dei
livelli acustici sono stati utilizzati due software dedicati:
Software previsionale dei livelli di emissione L-Acoustics SOUNDVISION ver. 3.0.11.2,
della società produttrice del sistema line-array di sonorizzazione, settato con i dati di
progetto delle componenti da parte del P.A. Manager Antonio Paoluzi, impostando la
copertura dell'area del pubblico ad un livello orientativo di 98-100dB(A).
Software di proiezione dei livelli immessi in applicazione alle norme:
UNI ISO 9613-1: 2006 “Acustica – Attenuazione sonora nella propagazione
all’aperto. Parte 1: Calcolo dell’assorbimento atmosferico”;
UNI ISO 9613-2: 2006 “Acustica – Attenuazione sonora nella propagazione
all’aperto. Parte 2: Metodo generale di calcolo”.
L’incertezza della valutazione può essere formata dai seguenti fattori:
Condizioni meteorologiche, venti, inversioni termiche ±3 dB
Modello di calcolo: valori di rifrazione suolo e riflessione, sorgenti ±3 dB
Valutazioni dei dati
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La sorgente attivata per lo spettacolo si caratterizza con emissioni comprese tra 31,5Hz e
16.000Hz secondo lo schema riportato nella seguente figura, dedotto dal software di
progetto dell'impianto elettroacustico:
Figura 3.18 – Schema emissioni acustiche
Le componenti di questa sorgente, al fine della presente valutazione, possono essere
divise in due categorie percettive distinte caratterizzate dalla definizione della famiglia di
frequenze:
Medie alte, spettro compreso tra 300 Hz e 6.300Hz, segnali massimamente prodotti ad
una pressione elevata chiaramente percepiti dall'avifauna;
Basse, spettro compreso tra 50Hz e 100Hz, segnali questi fortemente prodotti e
condizionanti il livello della sorgente, non percepibili dall'avifauna nè dagli animali di
piccola taglia ma solo da grandi mammiferi.
In letteratura è presente un ampio riscontro sull'audiogramma dell'avifauna, susseguente
spesso alla crescente attenzione richiesta in genere per la realizzazione di opere edilizie e
infrastrutturali. Una analisi esaustiva delle modalità reattive dell'avifauna è riportata nella
trattazione previsionale per l'opera del ponte sullo Stretto di Messina fase progettazione
definitiva, a cura dell'arch. Anita Calegari, nel libro L’ingegneria degli animali di Mark
Denny e Alan Mc Fadzeane (Adelphi, 2015), ed anche nell'articolo pubblicato Rivista
Italiana di Acustica Vol. 39 (2015), “Effetti dei rumori antropogenici e degli infrasuoni sul
comportamento e l’ecologia degli uccelli” di Natale Emilio Baldaccini del Dipartimento di
Biologia, Università di Pisa.
In sintesi si può affermare che lo studio dell'audiogramma delle specie di uccelli è esteso
a oltre 40 specie e che questo, vista anche la fisiologia dell'apparato uditivo degli uccelli,
porta a consolidare il dato che l'audiogramma dell’uccello privilegia maggiormente la
fascia compresa tra 2-3 kHz, le frequenze di taglio sono rispettivamente 300 Hz verso il
basso e 6 kHz verso l’alto (Figura 3.19).
28
Figura 3.19 – Soglia uditiva mediana registrata comportamentalmente
e fisiologicamente da 49 specie di uccelli comparata a quella umana
Nel riguardo seguente sono riportati 2 audiogrammi di due specie diverse di uccelli.
L'audiogramma indica la gamma percepibile e quali siano i valori di pressione per la
percezione del segnale.
Figura 3.20 – Audiogrammi dell’Assiolo e del Passero solitario
Strigiformi: Assiolo Passeriformi:Passero
solitario
Da queste considerazioni è stata quindi determinata la gamma previsionale sopra indicata
tagliando sopra 6.300Hz il calcolo poiché meno significativo ed anche meno presente
nella consuetudine dell'evento musicale.
Si deve inoltre considerare che il livello immesso proveniente da una sorgente definita,
nelle frequenze medie alte, avendo lunghezza di onda relativamente corta, non copre il
territorio in maniera diffusa, piuttosto lo irraggia analogamente ad un faro, che laddove
incontra ostacoli ha un repentino oscuramento, creando dei coni silenti in relazione al
dimensionamento dell'ostacolo.
Si riportano di seguito due tavole grafiche che illustrano le isofoniche e la previsione di
emissione dell'impianto elettroacustico per i due scenari analizzati.
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Scenario Medie Alte frequenze
Partendo dalla previsione riportata nel grafico allegato:
Figura 3.21–Emissioni acustiche per le Medie Alte frequenze
Avremo un livello di pressione compreso tra 80 e 70 dB(A)Leq 15minuti, nelle fasce di più
limitrofe al perimetro dell'area attrezzata per lo spettacolo.
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Scenario Basse frequenze
Partendo quindi dalla previsione riportata nel grafico allegato:
Figura 3.22 –Emissioni acustiche per le basse frequenze
Avremo un livello di pressione esterno all'area attrezzata compreso tra 95 e 90 dBLeq 15
minuti, nelle fasce perimetrali all'allestimento e in genere tutta l'area sarà esposta con
valori oscillanti tra 90 e 80 dBLeq 15 minuti.
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32
33
Si avranno inoltre emissioni acustiche anche durante la fase di cantiere, che potranno
avvenire per le fasi di “allestimento dell’area”, “produzione e villaggio” e “disallestimento”
anche di notte. Saranno limitate alle emissioni dei mezzi d’opera, per la quasi totalità
gommati, e alle lavorazioni, non aventi comunque caratteristiche di particolare rumorosità
trattandosi sostanzialmente in montaggi e smontaggi. Tali emissioni possono quindi
essere considerate trascurabili.
3.9 - Emissioni luminose
Il palco è stato rivolto verso il mare, per cui le emissioni luminose saranno dirette nella
direzione opposta a quella di presenza degli habitat oggetto di tutela e interesseranno per
la quasi totalità l’area del concerto.
Le emissioni luminose più significative si avranno il giorno prima dell’evento, per il
puntamento delle luci, e il giorno del concerto, nelle sole ore notturne ovvero tra le 20,30
circa e le 24,00.
Il giorno prima dell’evento le prove di puntamento avranno durata limitata e discontinua,
strettamente limitata al tempo necessario per la messa a punto degli impianti.
Il giorno del concerto le emissioni luminose saranno concentrate nell’area del concerto e
rivolte in direzione opposta a quella del SIC, per cui il loro impatto su di questa può
considerarsi indiretto, temporaneo e trascurabile.
La notte dell’evento altre emissioni luminose saranno dovute alle torri faro che
illumineranno le strade di deflusso del pubblico, concentrate e di scarso impatto sulle
zone circostanti.
Ulteriori emissioni luminose si avranno nelle fasi di “allestimento area”, “produzione e
villaggio” e “disallestimento”, che potranno avere turni di lavoro anche notturni, ma
saranno limitate all’area del concerto.
3.10 - Passerelle pedonali e carrabili
Sulle aree in cui dovranno essere posizionate le strutture (palco, torri, ecc,) e i furgoni di
ristorazione verranno installate delle passerelle costituite da pannelli giuntati in plastica o
in alluminio che verranno appoggiati direttamente sulla sabbia dopo livellamento. Le
stesse tipologie di pannelli verranno poggiate temporaneamente sulla sabbia nelle fasi di
“allestimento area” e “disallestimento” per creare percorsi per i mezzi gommati di
trasporto delle strutture e degli allestimenti.
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3.11 - Impianto elettrico
L’area verrà dotata di impianto elettrico temporaneo e relativa messa a terra. Verranno
impiegati generatori di corrente a tecnologia avanzata che assicurano, nei limiti della
ragionevolezza dei costi, le più basse emissioni.
Verranno utilizzati due gruppi in parallelo automatico per il villaggio e per lo show, in
modo da consentire con facilità il ricorso ad una fonte ridondante che possa garantire la
continuità in caso di malfunzionamento del gruppo principale, con le seguenti
caratteristiche:
per il villaggio: 350 + 350 K volt ampere
per lo show: 500 + 500 K volt ampere
L’energia verrà resa disponibile a monte di un apposito Quadro Elettrico munito di idonei
dispositivi di protezione e dotato di certificato di conformità. Il quadro elettrico dovrà
essere inaccessibile ai non addetti. Ad esso potrà accedere solo personale tecnico
qualificato e autorizzato.
I collegamenti avverranno con cavi certificati interrati o poggiati direttamente sulla sabbia,
comunque protetti nei tratti interessanti attraversamenti con apposite canaline. I
collegamenti dell’impianto di amplificazione saranno opportunamente protetti e non
dovranno intralciare in nessun modo i percorsi. Essi potranno attraversare
trasversalmente esclusivamente passaggi indispensabili muniti di apposite coperture
(canaline passacavo) in materiale certificato e recante marchio di qualità. Gli impianti
elettrici sono predisposti in conformità agli artt. 13.1, 13.2 e 13.3 del Decreto M.I. del
19.08.1996 e successivo D.M. 37/08.
3.12 - Servizi igienici
I servizi igienici portatili possono essere quantificati in uno ogni 250 persone, per un totale
di 120, oltre a quelli per i diversamente abili. Saranno disposti in batterie di 8-10,
comprensive di un WC per i diversamente abili lungo i percorsi di arrivo e nei pressi della
location. Batterie di servizi igienici verranno collocate anche nelle zone esterne in
prossimità dei controlli di Polizia per il pubblico. E’ previsto un servizio di rigenerazione
per almeno il 50 % dei bagni anche durante la manifestazione.
3.13 - Gestione dell'emergenza – piano di emergenza e evacuazione
Il responsabile della manifestazione si avvarrà nella gestione dell'evento di un luogo
specifico per il comando e coordinamento, e gestirà il normale funzionamento in
sicurezza e l'eventuale emergenza con l'ausilio di personale preparato e di volontari di
associazioni come da indicazioni Ministeriali del 18-7-2018.
35
Operatori presteranno la loro opera di assistenza, coordinazione e guida per le persone
presenti, in particolare per i portatori di handicap.
Tutti i varchi saranno segnalati ed individuabili facilmente perché segnalati con strutture in
elevazione e sufficientemente illuminati anche in emergenza. Anche il percorso sarà
sufficientemente illuminato.
Gli operatori per la sicurezza dovranno essere, in base a quanto indicato in 1/250 presenti
(4 per mille persone), 4x30 =120 unità, di cui alcune unità di personale specifico
preparato ed addestrato per il coordinamento mentre i volontari saranno le restanti unità.
Entrambi saranno riconoscibili e quindi facilmente individuabili.
Tutte le unità saranno suddivise in squadre di 24 operatori con un caposquadra che farà
capo al coordinatore e responsabile dell'area. Il totale delle squadre è pari a 5. I capi
squadra saranno in comunicazione tra di loro e con il centro di coordinamento o mediante
telefonini e/o con apparecchi radio portatili satellitari.
Il personale presiederà gli accessi dell'area e i punti di esodo indicati con unità sufficiente
per ognuno dei suddetti varchi, e controllerà il flusso delle persone in entrata
regolarmente in possesso delle autorizzazioni previste mentre altri presidieranno anche le
uscite provvisorie previste e comunicheranno al coordinatore gli entranti ed uscenti da
ogni varco al fine di poter individuarne, con buona approssimazione, il numero presente
nell’area.
Si interromperà l'accesso all'area nel momento in cui il coordinatore responsabile riterrà
che la presenza di spettatori sia prossimo a quello massimo previsto di circa 30.000
persone, compresi gli operatori e personale tecnico e di servizio.
I responsabili della sicurezza sorveglieranno anche l'area del concerto ed in particolare,
mischiato al pubblico controlleranno e disciplineranno gli spettatori nel rispetto dei settori
individuati.
All'ingresso sarà fornito un volantino con le indicazioni sull'esodo ed eventualmente
emergenza con: ubicazione delle vie di esodo, il presidio medico stabile, i punti di
raccolta, i mezzi di trasporto, le strade per raggiungere i parcheggi, i parcheggi delle
navette e la stazione ferroviaria.
Tutto il percorso di esodo dall'area ai punti di raccolta e spostamento della folla sarà
segnalato in modo chiaro e visibile. In caso di evento accidentale il personale addetto al
controllo, mischiato con i presenti, interverrà immediatamente sul posto e valuterà il caso
in comunicazione con il centro operativo, ed allerterà i mezzi opportuni di soccorso
necessari rassicurando i presenti e senza creare falsi allarmismi. Se si dovesse ritenere
l’esistenza di un pericolo potenziale per tutti gli spettatori, si allerteranno immediatamente
le autorità e i mezzi di soccorso e si comunicheranno, tramite l'impianto sonoro del palco
ed idoneo sistema di comunicazione predisposto per tutta l'area, le istruzioni ai presenti al
36
fine di evitare il panico per interpretazioni errate della situazione creatasi. I sistemi di
comunicazione con il pubblico prevedranno la doppia alimentazione, normale e
sicurezza.
Le squadre preposte alla sicurezza controlleranno il flusso in uscita cercando di evitare il
panico accompagnando le persone bisognose di aiuto, anziani, bambini e diversamente
abili. I volontari degli accessi di ingresso, a tal uopo adibiti, disciplineranno anche i mezzi
di soccorso presenti, autoambulanza, e quelli in arrivo senza impedire o contrastare il
regolare flusso di esodo.
L'area sarà facilmente evacuabile e prevederà un'area circostante di calma allargabile a
tutta le spiagge libere limitrofe prive di qualsiasi manufatto. Se non si creeranno ostacoli ai
suoi punti di deflusso, non prevedendone sul bagnasciuga, il punto dell’area più lontano
da un qualsiasi uscita è di circa 110 m e, considerando un flusso regolare con tempo di
percorrenza massimo di 15-20 minuti/km (1,2 s/m.), la persona più lontana
impiegherebbe per uscire circa 110*1,2=2-3 minuti, pari allo stesso tempo di arrivo dei
mezzi di VVFF.
È fondamentale presidiare non solo l'area dello spettacolo ma anche quella di calma ed il
lungomare per impedirne l'accesso alle auto e disciplinare solo i mezzi di soccorso e
spostamento, navette, stabilendo vie prestabilite e preferenziali senza intercedere e
intralciare il flusso pedonale.
3.14 - Organizzazione sanitaria
Come da calcolo previsto dal Decreto Dirigenziale Regionale nr 77 del 19/04/2017, il
livello di rischio ottenuto per l’evento oggetto della presente relazione è pari a 28 pertanto
rientra nella fascia di rischio moderato/ elevato come indicato dalla tabella per il calcolo
del livello di rischio.
Periodicità dell'evento Occasionalmente/all'improvviso 4
Tipo di evento Concerto pop/rock 4
Altre variabili - Scelta_1 Prevista vendita/consumo di alcool 1
Altre variabili - Scelta_2 Presenza di categorie deboli (bambini,
anziani,disabili) 1
Altre variabili - Scelta_3 Evento ampiamente pubblicizzato dai media 1
Altre variabili - Scelta_4 Possibili difficoltà nella viabilità 1
Altre variabili - Scelta_5
0
Altre variabili - Scelta_6
0
Altre variabili - Scelta_7
0
Durata <12 ore 1
Luogo - Scelta_1 In periferia/paesi o piccoli centri urbani 1
Luogo - Scelta_2
0
Luogo - Scelta_3
0
37
Luogo - Scelta_4
0
Caratteristiche del luogo - Scelta_1 All'aperto 2
Caratteristiche del luogo - Scelta_2 Localizzato e ben definito 1
Caratteristiche del luogo - Scelta_3 Delimitato da recinzioni 2
Caratteristiche del luogo - Scelta_4 Recinzioni temporanee 3
Caratteristiche del luogo - Scelta_5
0
Caratteristiche del luogo - Scelta_6
0
Caratteristiche del luogo - Scelta_7
0
Caratteristiche del luogo - Scelta_8
0
Caratteristiche del luogo - Scelta_9
0
Logistica del posto - Scelta_1 Servizi igienici disponibili -1
Logistica del posto - Scelta_2 Disponibilità d'acqua -1
Logistica del posto - Scelta_3 Punto di ristoro -1
Stima dei partecipanti 5.000-25.000 1
Età prevalente <25 - >65 2
Densità per mq Bassa - 1-2 persone/mq 1
Condizione dei partecipanti Eccitato 2
Posizione partecipanti In piedi 3
LIVELLO DI RISCHIO
28
Rischio moderato / elevato
Algoritmo di Maurer
Punto di analisi Argomento Valore Punteggio
A Capienza del luogo della manifestazione 30.000 8,0
L’evento si svolge in luogo chiuso? NO
B Numero di visitatori attesi 30.000 60
C Tipo di manifestazione Concerto 0,20
D Numero di personalità presenti - -
E Possibili problemi di ordine pubblico? NO -
F PUNTEGGIO EVENTO (A+B)xC + (D+E) 13,6
L’organizzazione sanitaria, in base al livello di rischio ottenuto, è stata prevista come
segue:
n. 2 autoambulanze di tipo A
n.1 autoambulanza di tipo B
Risorse consigliate
Ambulanze 7
Team soccorso a piedi 30
Medici 2
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3.15 - Servizi di soccorso
Autovetture della PS e VVF sono stati previste come segue:
Posizionamento autovetture della PS al varco di Largo Esperia, al varco di via San
Giusto, ed all’interno di Largo Akiris.
Posizionamento VVF all’interno di Largo Akiris.
3.16 - Servizi offerti all’interno dell’area di progetto
All’interno dell’area di progetto verranno offerti al pubblico i seguenti servizi:
servizi di ristorazione con vendita di cibo e bevande;
vendita di gadget;
servizi di informazione ed educazione alla sostenibilità ambientale, al corretto
riciclo della plastica;
servizi di informazione commerciale da parte degli sponsor dell’evento.
3.17 - Parcheggi e accessibilità pedonale.
Gli spettatori previsti saranno 30.000 di cui circa 5.000 residenti in zona pertanto ne
arriveranno per l'evento almeno 25.000.
Numerosi spettatori si sposteranno con pullman o mezzi pubblici, navette, messi a
disposizione dai punti di ritrovo, stazione ferroviaria (3 km), Policoro centro, e paesi
limitrofi lungo la SS 106 litoranea (Nova Siri, Scanzano Jonico, ecc..), mentre altri con i
mezzi propri.
Si ipotizza, considerando una media di 3 spettatori per macchina, che nell'area
graviteranno circa 7.000 macchine (pari a 21.000 spettatori).
Il piano dei parcheggi è in fase di approntamento in concertazione con Questura e
Prefettura.
3.18 - Attrezzature e vigilanza antincendio
In funzione del carico di incendio valutato verranno installati, in congruo numero, estintori
a polvere da 6 kg, in prossimità del palco, ed estintori a CO2 distribuiti nelle aree tecniche
e gruppo elettrogeno. Tutti gli estintori, da posizionare in zone facilmente accessibili e
opportunamente segnalate, non dovranno in nessun modo intralciare il passaggio delle
persone e gli accessi alle vie di uscita. Tale disposizione risulta ampiamente conforme a
quanto stabilito dal Decreto M.I. n° 261 del 22.02.1996.
3.19 - Impianto antincendio- emergenza sanitaria
Per l'emergenza sanitaria si farà riferimento a quanto emerge dal documento approvato
della convenzione Stato-Regioni. Per il servizio antincendio si seguiranno le direttive
39
emanate nel merito. Infine per il servizio pubblico saranno informati tutti gli ENTI
interessati ed in particolare la prefettura di MATERA che coordinerà tutti gli adempimenti
da compiere.
3.20 - Valutazione del rischio
Sulla scorta delle indicazioni fornite nell'ultima circolare del ministero degli interni, 18
luglio 2018, successiva a quella del 28 luglio 2017, si tratta di una manifestazione
pubblica con peculiari condizioni di criticità connesse al numero ed alle caratteristiche dei
partecipanti per cui si cerca di valutare il rischio insito nella manifestazione e gli
accorgimenti opportuni previsti per far fronte agli stessi emersi.
3.21 - Accessibilità mezzi di soccorso
L'area è servita da strade cittadine asfaltate con pendenze inferiore al 10 % e larghezza
minima di 4,00 e quindi è raggiungibile dai mezzi di soccorso nel rispetto dei requisiti
tecnici richiesti dalle norme.
3.22 - Percorsi separati di accesso all'area e di deflusso del pubblico
Il luogo dell'evento, spiaggia libera per l'evento, è aperto su Largo Akiris. Da tale area
sono stati individuati i varchi di accesso ed i relativi percorsi nella fase di ingresso all'area
mentre per l'esodo saranno utilizzati tutti i varchi esistenti per il deflusso. Si lasceranno
come varchi di accesso solo alcuni per eventuali emergenze.
I due flussi, nella loro massima portata, non si dovrebbero mai sovrapporre perché
previsti per periodi temporali diversi mentre per la minima parte di sovrapposizione si
regoleranno in automatico lungo i percorsi seguendo ognuno quelli previsti e indicati al
pubblico. Pertanto non si creeranno, durante il concerto, flussi sulla medesima direttrice
di ogni accesso in ingresso e in uscita ma tra loro separati, e solo in caso d'emergenza,
che comporti l'allontanamento delle persone dall'area, saranno disponibili per l'esodo
anche gli accessi previsti per la manifestazione e quindi privi di barriere.
Nell'area non vi saranno barriere o ostacoli per la movimentazione ma solo la presenza di
alcune aree alberate per cui sussiste la necessità di segnalare gli alberi.
3.23 - Suddivisione della zona spettatori in settori
L'evento è a rischio elevato perché interessato da un numero di spettatori in piedi
superiore alle 20.000 unità e pertanto il requisito di separazione in settori della zona
spettatori che assistono in piedi allo spettacolo, per i soli aspetti di sicurezza, è un
adempimento importante.
40
3.24 - Protezione antincendio
L'area non è servita da rete di idrante per cui oltre ai mezzi antincendio ed alle squadre
dei VVFF, si posizioneranno estintori portatili e/o carrellati in numero sufficiente del Tipo
13A,89B-C in corrispondenza delle zone particolari. L'area dista circa 5 km. dal locale
distaccamento provinciale dei VV FF di Policoro ed è raggiungibile facilmente in un
tempo non superiore ai 7 minuti.
3.25 - Operatori di sicurezza antincendio
In collaborazione con le unità della squadra dei Vigili del fuoco previste e presenti
nell'area collaboreranno volontari e/o appartenenti al corpo dei VV FFF e/o in pensione
ed in possesso dell'attestato d'idoneità tecnica di cui all'articolo 3 della legge 28
novembre 1996 n. 609. I volontari saranno in numero sufficiente. I volontari saranno
distribuiti in numero di 2 per ogni squadra come componenti effettivi dei 20 previsti e
pronti ad intervenire all’occorrenza utilizzando gli estintori portatili individuati e segnalati
in attesa della squadra dei vigili del fuoco.
3.26 - Verifiche e certificazioni
Prima della messa in esercizio dell’intero apparato per la manifestazione dovranno essere
tassativamente prodotte tutte le documentazioni necessarie per il funzionamento
(certificato di idoneità statica del palco, dichiarazione di conformità degli impianti elettrici
ai sensi del D.P.R 37/08 - e certificati di omologazione dei materiali e dei dispositivi
utilizzati, ecc.).
Al fine di garantire la corretta valutazione dell’allestimento nei suoi aspetti complessivi, sia
degli impianti che delle strutture per l’accoglienza del pubblico, il progetto definitivo
dell’allestimento in trattazione verrà sottoposto all’attenzione della CCVLPS in sede di
sopralluogo per favorire la verifica delle condizioni di stabilità, di sicurezza e di igiene dei
luoghi interessati, degli impianti ed in definitiva dell’agibilità attraverso la rispondenza
complessiva dell’allestimento proposto alle regole tecniche stabilite dal Ministero
dell’Interno o, in alternativa, l’indicazione di ulteriori misure da adottare.
3.27 - Misure di mitigazione dell’impatto già previste dal progetto
L’ipotesi progettuale scaturisce da un attento esame di tutte le attività previste per la
realizzazione dell’evento, finalizzato all’identificazione delle misure di mitigazione
necessarie a ridurre l’impatto diretto e indiretto sull’ambiente naturale del progetto.
Questo esame ha tenuto conto degli aspetti tecnici, economici, funzionali e ambientali, al
fine di individuare le possibili soluzioni ottimali in rapporto alle diverse problematiche, nel
rispetto dell’ambiente naturale e dell’impianto urbano e territoriale consolidato.
41
Si è così giunti ad adottare le seguenti misure di mitigazione per la realizzazione del
progetto:
- utilizzo esclusivo di strutture precarie, di facile installazione e rimozione, che
consentano il rilascio dei luoghi ad evento finito, nello stato in cui si trovavano
precedentemente, e quindi con un impatto sull’ambiente e sul paesaggio di breve
durata e poco significativo;
- utilizzo di strutture e impianti (audio, video, luci) noleggiabili senza costi ambientali di
produzione;
- utilizzo di scenografie noleggiabili e solo in parte prodotte appositamente, per ridurre i
costi ambientali di produzione;
- installazione lungo le strade di accesso pedonali di cartelli didattico-educativi con
messaggi per il rispetto della natura circostante e, più in generale, dell’ambiente;
- chiusura delle deviazioni delle strade di accesso con barriere per evitare che nei giorni
che precedono l’evento il pubblico acceda con mezzi motorizzati alle aree (dune,
pineta, ..) limitrofe all’area del concerto;
- presidio degli ambienti dunali ai lati delle strade di accesso da parte di volontari
durante le fasi di affluenza e defluenza per scongiurare l’accesso agli stessi da parte
del pubblico;
- indirizzo delle emissioni acustiche e luminose in direzione opposte a quella del SIC;
- pulizia della spiaggia durante la giornata dell’evento assicurata da personale
circolante nell’area del concerto con una gerla per la raccolta dei rifiuti;
- differenziazione dei rifiuti raccolti durante e dopo l’evento;
- eliminazione di effetti scenografici che provocassero dispersione di rifiuti nell’ambiente
(coriandoli);
- proiezione sugli schermi, nella giornata dell’evento, all’interno del villaggio, di video di
sensibilizzazione sulle tematiche ambientali;
- durante la giornata dell’evento e durante il concerto verranno lanciati dal palco
messaggi al pubblico riguardanti il rispetto dell’ambiente e della natura;
- utilizzo di fuochi artificiali freddi senza emissioni acustiche;
- posizionamento di pannelli con messaggi didattico-educativi inerenti le tematiche della
tutela dell’ambiente e della natura sulla recinzione dell’area dell’evento;
- utilizzo di strutture gonfiabili che riducano le esigenze di trasporto: si è così ridotto
almeno del 50% il numero di camion necessario per il trasporto delle scenografie, con
conseguente riduzione dell’50% delle emissioni di CO2 provocate dai trasporti, a fronte
delle scarse emissioni causate dal loro gonfiaggio;
- utilizzo di generatori di energia elettrica di ultima generazione a basse emissioni in
atmosfera;
- utilizzo per l’80% di lampade a led che riducano i consumi energetici: tale utilizzo ha
ridotto i consumi energetici previsti del 50% rispetto a quelli di un concerto tradizionale
in uno stadio;
- installazione all’interno dell’area del concerto di torri faro ibride (a batteria o motore
diesel) che funzionino durante lo spettacolo a batteria senza emissioni acustiche e
atmosferiche;
- installazione di dispositivi dimostrativi alimentati da pannelli solari o da dinamo di
biciclette azionate dai partecipanti per la ricarica dei telefonini, a scopo educativo;
42
- movimentazione sulla spiaggia per le installazioni e per i servizi di ristoro di soli mezzi
gommati transitanti su tracciati carrabili costituiti da pannelli di alluminio o plastica
giuntati o di installazioni tipo gazebo riutilizzabili;
- vendita di prodotti alimentari sia di tipo tradizionale che di provenienza locale, con
attenzione particolare alla sostenibilità delle filiere di produzione;
- scelta di sponsor dell’iniziativa attuanti politiche ambientali nei settori di competenza
(veicoli, cibo, energia, ecc.).
43
4 DESCRIZIONE DEL SISTEMA AMBIENTALE DI RIFERIMENTO
Il sito di interesse comunitario (SIC) IT9220080, denominato “Costa Jonica Foce Agri”
rientra nella più vasta area del litorale jonico che si estende per circa 40 km nella parte
occidentale del Golfo di Taranto ed è caratterizzato da un larga pianura costiera, la Piana
di Metaponto, collocata sulle aree di delta e depositi alluvionali dei maggiori corsi d’acqua
della Basilicata con foce nel Mar Jonio (Bradano, Basento, Cavone, Agri e Sinni).
La fascia costiera presenta spiagge per la maggior parte sabbiose, di ampiezza variabile
da 10 m a 100 m, demarcate verso l’interno da cordoni dunali, che si sviluppano
parallelamente alla linea di costa.
Il SIC “Costa Jonica Foce Agri” è ubicato alla foce del fiume Agri. Il fiume Agri nasce dalle
sorgenti del Piano del Lago tra Monte Maruggio e Monte Lama e sfocia nel Mar Jonio nel
territorio del comune di Policoro, presentando nel tratto prossimo alla foce un estuario. La
costa, in corrispondenza del SIC “Costa Jonica Foce Agri” si presenta bassa e sabbiosa
con sistemi dunali recenti (Olocene), caratterizzati da rilevanti attività idrodinamiche ed
eoliche che determinano fenomeni di erosione responsabili, in numerosi tratti, di un
arretramento molto evidente del litorale.
4.1 - Inquadramento climatico e caratterizzazione bioclimatica
Per l’inquadramento climatico dell’area sono stati analizzati i dati termo - pluviometrici
disponibili delle Stazioni Basento Freatimetro, Basento S.S. 106, Cavone S.S. 106, come
riportati nel Piano di Gestione delle aree SIC della costa jonica, approvato nel 2015.
Trattandosi di stazioni piuttosto vicine al SIC Foce Agri, il risultato dell’analisi dei dati si
può certamente estendere a questo. Sono state prese in considerazione le temperature
medie mensili e le precipitazioni medie mensili relative all’arco di tempo 2000-2011.
AREA BASENTO AREA CAVONE
T m annua 17,09 °C 17,43 °C
T m mesi mesi estivi 25,1 °C 25,3 °C
Tm min mese più freddo 7,9 °C 8,5 °C
Tm max mese più caldo 26,4 °C 26,8 °C
P m media annua 51 mm 44,75 mm
P m mese più umido 129,7 mm 132,98 mm
Pm mese più secco 4,76 mm 5,08 mm
Come si può notare la temperatura media annua si attesta su valori piuttosto elevati,
mentre le precipitazioni che si concentrano soprattutto nei periodi invernali, risultano
abbastanza scarse e spesso concentrate in poche giornate piovose mensili.
44
Per meglio esplicitare le caratteristiche climatiche dell’area sono stati calcolati i seguenti
indici: Pluviofattore di Lang e Indice di umidità di “Emberger”.
PLUVIOFATTORE DI LANG : I = P / T
Tale indice, nasce dall’esigenza di fare un bilancio tra precipitazioni ed evapo-
traspirazione, caratterizzando così i limiti dell’aridità. Nell’area Basento e nell’area Cavone
i risultati sono rispettivamente 2.8 e 2.5, entrambi al di sotto del limite (40), per cui questo
indice definisce la stazione come “arida”.
INDICE DI UMIDITA’ DI EMBERGER (Quoziente di Emberger): Q = 2000 * P/(M2 – m2 )
I valori dell’indice Q e della media delle minime del mese più freddo hanno dato modo ad
Emberger di suddividere il clima mediterraneo in cinque categorie. I valori di Q sono 9.49
per l’area Basento e 7.78 per l’area Cavone, entrambi minori di 20 che è il limite al di sotto
del quale il bioclima è definito mediterraneo sahariano. Secondo le indicazioni dell’autore,
l’evaporazione della stazione è indicata in modo indiretto dall’escursione termica annua,
per cui, seguendo questo principio, il significato dell’indice è simile a quello del
pluviofattore di Lang ed è inversamente proporzionale alla siccità.
Nonostante la condizione di accentuata aridità, a livello microclimatico è importante
ricordare l’azione mitigatrice delle correnti marine che attenuano l’escursione termica.
Il clima è classificabile come “mesomediterraneo secco con temperature medie annue
superiori di 16°C e precipitazioni medie annue inferiori a 500 mm di pioggia”.
In base alla classificazione proposta da Pavari - De Philippis l’area appartiene alla fascia
fitoclimatica del Lauretum, sottozona calda, caratterizzata da formazioni sempreverdi
mediterranee, cioè da boschi e macchie di specie termo - xerofile.
4.2 - Inquadramento geologico, geomorfologico, idrogeologico
Aspetti geologici
Da un punto di vista geologico l’entroterra lucano del Mar Ionio si disloca lungo il fronte
della catena appenninica caratterizzata da pieghe e falde sovrascorse verso NE (Fig. 4.1).
45
Fig.4.1: Schema geologico dell’Appenino meridionale (da Bentivenga et al., 2004, modificato).
L'estrema propaggine meridionale della Fossa Bradanica, dove il fronte della catena
intercetta la linea della costa ionica lucana, è caratterizzata dalla presenza di depositi
marini terrazzati localmente riferibili al Pleistocene superiore, e depositi sabbiosi,
sabbioso-ghiaiosi e sabbioso-limosi della piana costiera ionica di età olocenica (Fig. 4.2).
Fig. 4.2: Carta geologica dell’entroterra del Golfo di Taranto (da Bentivenga et alii, 2004 modificata).
46
Studi sui caratteri stratigrafici dei depositi marini terrazzati hanno portato al
riconoscimento di diversi ordini di terrazzo, da un minimo di 7 ad un massimo di 11,
interpretati dalla maggior parte degli autori come la conseguenza del sollevamento
dell’area del bacino di avanfossa a partire dal Pleistocene medio, che avrebbe provocato
l'esposizione e l'erosione della porzione sommitale delle coltri di riempimento della Fossa
Bradanica. Variazioni cicliche quaternarie del livello del mare avrebbero poi prodotto una
serie di terrazzi marini che poggerebbero in discordanza sui depositi di avanfossa
affioranti. Altri studiosi interpretano questi terrazzi come i termini più recenti del
riempimento della Fossa Bradanica, mentre altri ancora li considerano il prodotto del
fagliamento di un unico ampio originale deposito costiero.
I depositi della piana costiera individuati nell’area compresa tra i depositi marini terrazzati
più recenti e i cordoni dunari più interni, sono costituiti da una successione sedimentaria
di sabbie, sabbie argillose e ghiaie, di età post-Tirreniano, con spessore variabile da 20 m
a 40 m, depositatasi sulle “argille marnose azzurre” del Calabriano in seguito
all’alternanza di condizioni continentali e marine. Le dune costiere, costituite da sabbia
fine di colore variabile dal grigio al giallastro, formano una fascia di cordoni paralleli
all’attuale linea di costa con ampiezza che aumenta da S verso N fino ad un massimo di 2
Km a N di Marina di Ginosa, dove le dune raggiungono altezze fino a 13 m. La spiaggia
sabbiosa attuale presenta ampiezza variabile da 10 m a 200 m.
Secondo Cocco et al. (1975) il tratto di costa (Idrovora di Policoro – Ginosa Marina) in cui
può essere inquadrata l'area in esame, è caratterizzato da una spiaggia composta da
sabbia grossolana (mediana 0,5 mm) e scura verso l'Idrovora di Policoro e via via più fine
(mediana 300 micron) e chiara verso Ginosa Marina, alle cui spalle si rinvengono i cordoni
dunari che aumentano gradualmente di estensione e importanza verso Ginosa Marina,
delimitati verso terra da depositi argilloso-limosi scuri di ambiente palustre.
Questo tratto di spiaggia è in generale sottoposto ad erosione ed in alcune località il
mare, attraverso varchi nel cordone dunare, invade durante le mareggiate le paludi del
retroterra, depositando sabbie che giacciono sui depositi palustri.
Per quanto riguarda le litologie che affiorano nell'area di interesse possono essere distinti:
DEPOSITI DEI SISTEMI COSTIERI DELLA PIANA METAPONTINA (PCM)
I “depositi della piana di Metaponto” che si sviluppano essenzialmente dalla base della
scarpata che delimita inferiormente l’area dei prismi costieri regressivi fino alla linea di riva
della costa ionica.
Essi si distinguono in “depositi continentali” e “depositi di transizione”. La suddivisione
dei depositi continentali, eseguita essenzialmente sulla base dei meccanismi genetici e
della posizione stratigrafica, ha permesso di distinguere le seguenti unità di età olocenica:
“deposito alluvionale delle aree esondabili”, “deposito lacustre e/o palustre”, “deposito
alluvionale recente ed attuale” e “coltre eluvio colluviale”. L’origine di tali depositi è dovuta
prevalentemente all’attività dei principali corsi d’acqua presenti nell’area (Torrente Cavone
e fiumi Basento e Bradano), nonché alla presenza di laghetti effimeri ed aree palustri di
limitata estensione, che si sviluppano in prossimità delle foci dei fiumi e/o nelle aree
interdunari e nelle aree depresse della piana alluvionale; solo in alcuni casi tali depositi
47
derivano da processi di degradazione ed erosione di sedimenti relativamente più interni
ed antichi.
DEPOSITI ALLUVIONALI RECENTI ED ATTUALI
sedimenti sabbioso-limosi con intercalazioni di lenti ghioiose di modesta estensione e
spessore, localizzati lungo le aste fluviali.
DEPOSITI LACUSTRI E/O PALUSTRI
Sedimenti sabbiosi (granulometria da grossolana a medio-fine) e/o argilloso-siltosi grigio
scuro, ricchi di sostanza organica e gusci di lamellibranchi e gasteropodi terrestri.
DEPOSITI AREE ESONDABILI
Sedimenti alluvionali sospesi di pochi metri rispetto al livello di base dei fiumi che
attraversano la piana costiera. In genere sabbie giallastre a grana da molto fine a medio-
fine, con sottili lenti di ghiaie fini.
DEPOSITI DI TRANSIZIONE
Tali depositi rappresentano sistemi costieri legati all’attività dei corsi d’acqua e dei
processi marini che hanno agito durante l’Olocene, fino all’attuale. Si tratta quindi di una
serie di depositi deltizi e depositi del sistema spiaggia/duna, che ringiovaniscono
procedendo dall’interno verso la costa. Insieme rappresentano una fascia stretta ed
allungata parallelamente alla costa. In particolare sono state distinte le seguenti unità:
“deposito deltizio abbandonato”, ”deposito di spiaggia/duna abbandonato”, “deposito
deltizio attuale”, ”deposito di spiaggia/duna attuale”. Le prime tre unità sono riferibili alle
“sabbie e silt di Metaponto”, l’ultima unità al “deposito di spiaggia attuale”, distinti
nell’ambito del F° 508 Policoro.
DEPOSITI DI SPIAGGIA-DUNA ATTUALI
Sistemi di dune con altezze di circa 1-2 m (sabbie fini eoliche) e depositi di spiaggia
emersa (sabbia medio-fine ben selezionata).
DEPOSITI DELTIZI ATTUALI
Sedimenti siltoso-argillosi con intercalazioni sabbiose che costituiscono l'attuale zona di
esondazione alla foce dei principali corsi d'acqua. Si distinguono depositi limosi (aree
acquitrinose e palustri) e sabbiosi (barre di foce).
DEPOSITI DI SPIAGGIA-DUNA ABBANDONATI
Sedimenti sabbiosi e/o siltoso-argillosi indifferenziati nei quali è possibile distinguere
diversi cordoni litorali abbandonati.
DEPOSITI DELTIZI ABBANDONATI
Sedimenti siltoso-argillosi con intercalazioni sabbiose e sedimenti sabbiosi, che
rappresentano antiche zone di esondazione alla foce dei principali corsi d'acqua.
Aspetti geomorfologici
La piana costiera del tratto ionico lucano si presenta come una estesa zona pianeggiante
bordata dai depositi marini terrazzati più recenti verso terra, e dai cordoni dunari più
interni verso mare. Il territorio è inciso dai principali corsi d'acqua lucani che con il loro
apporto di sedimenti modellano costantemente la morfologia di questa linea di costa che,
sotto l'azione di rilevanti attività idrodinamiche ed eoliche, sta mostrando preoccupanti
fenomeni regressivi.
48
b)
a)
c)
d)
Modifiche appariscenti riguardano anche la foce del Fiume Agri per la quale, dal confronto
di foto aeree riprese in epoche diverse, si evince uno spostamento verso nord-est a causa
di un'incisione naturale del vecchio meandro da parte delle acque fluviali che si sono
incanalate per un breve tratto lungo un antico corso. In tal modo il percorso del fiume è
diventato più rettilineo. L'intero litorale impostato sulla foce dell'Agri presenta numerose
aree depresse occupate in passato da laghi e zone umide impostate su antichi alvei del
fiume. Da sottolineare anche in questo caso l'importante intervento antropico che ha
radicalmente trasformato la morfologia dell'area costiera in destra idrografica.
Fig. 4.3
In alto a sinistra: tratto di litorale sabbioso in erosione:
in alto a destra: particolare della berma tra la battigia in erosione e cordone dunale
in basso a sinistra: segmento di litorale sabbioso in avanzamento
in basso a destra: esempio di area depressa a sud della foce del F. Agri
49
Aspetti idrogeologici
Il litorale jonico è impostato sui sistemi di foce dei fiumi che lo solcano ed è
particolarmente sensibile alle variazioni degli equilibri tra apporto solido fluviale e regime
del moto ondoso e delle correnti marine che distribuiscono i sedimenti lungo la costa.
L'assetto idrogeologico dell'intera area risulta pertanto caratterizzato dalla presenza di
depositi alluvionali continentali e sabbiosi marini. In particolare le strutture che si
distinguono sono:
il "Complesso delle ghiaie, sabbie ed argille alluvionali e marini terrazzati" che
include i depositi alluvionali dei principali corsi d'acqua, presenti nei relativi fondovalle e
nella piana costiera. Il complesso è contraddistinto da permeabilità per porosità variabile
da alta a bassa in relazione alle caratteristiche granulometriche ed allo stato di
addensamento del deposito ed è sede di acquiferi a potenzialità da media a bassa, talora
comunicanti;
il "Complesso sabbioso costiero", che comprende i depositi sabbiosi della spiaggia
e delle dune costiere. Il suo grado di permeabilità varia da medio a basso in relazione alle
caratteristiche granulometriche ed allo stato di addensamento del deposito.
50
Fig. 4.4: Stralcio planimetrico del Sic IT9220080 Costa ionica Foce Agri con la suddivisione del perimetro in
“tratti omogenei” - Stralcio del PAI relativo alle fasce fluviali (AdB Basilicata, 2011)
51
Fig. 4.5: Stralcio planimetrico del Sic IT9220080 Costa ionica Foce Agri con la indicazione delle fasce di
pertinenza fluviale - Stralcio del PAI relativo alle fasce fluviali (AdB Basilicata, 2011)
In Fig. 4.5 è riportato lo stralcio planimetrico del Piano Stralcio per l'Assetto
Idrogeologico (PAI) redatto dall' Autorità di Bacino (AdB) della Basilicata, contenente
la visualizzazione del rischio idraulico, e la determinazione delle fasce di pertinenza
fluviale, considerando le condizioni di moto permanente relative alle massime portate
di piena con tempi di ritorno rispettivamente di 30, 200 e 500 anni.
52
4.3 - Inquadramento ambientale
Il tratto di litorale si presenta con costa bassa e sabbiosa con una ampiezza media
dell’ordine dei 70.00 m; tale spiaggia è limitata da un gradino di erosione di altezza
variabile intorno al metro, inciso al piede della duna. Il tratto di costa interessato é
abbastanza omogeneo, a livello morfologico, batimetrico e pedologico.
Le batimetrie sono dolcemente degradanti. La qualità dell’acqua costiera é globalmente
accettabile, soprattutto a causa della bassa pressione antropica, che riesce a non far
pesare la qualità dell’acqua dei fiumi spesso gravemente compromessa dagli scarichi
incontrollati, ed i residui dell’attività agricola (soprattutto nutrienti) che si riversano nei
canali di bonifica e quindi, attraverso le idrovore o i fiumi, a mare.
Per quanto riguarda l’ambito fluviale, il fiume Agri, che con il suo tratto terminale di
estuario costeggia il territorio in esame, ha carattere torrentizio con portate limitate ed
estremamente variabili nel tempo. Alla foce, il regime delle correnti marine, a seguito degli
apporti di materiale solido, ha creato un istmo di sabbia, di considerevole valore da un
punto di vista paesaggistico-percettivo.
L’area di influenza é caratterizzata, quindi, da una situazione geomorfologica generale
dominata dalla presenza dell’acqua (fiume, pineta, lagune, mare) e da una situazione
vegetazionale e faunistica meritevole di preservazione.
La morfologia costiera si presenta bassa e sabbiosa, a profilo degradante, bordata da
più ordini di cordoni dunari, disposti in serie parallele: dai più recenti in prossimità del
mare, ai più antichi verso l’entroterra. Le dune sono caratterizzate da continuità laterale
notevolmente accentuata e sono ampiamente colonizzate da vegetazione arbustiva e
macchia mediterranea. I rimboschimenti mostrano altezze variabili, che superano anche
i 10 m di altezza, e si estendono verso l’interno fino ad un’ampiezza massima circa un
chilometro.
Unità e sub-unità ambientali
Nell’ambito dei SIC della costa jonica possono essere facilmente individuate quattro
principali unità ambientali naturali, ciascuna delle quali fortemente caratterizzata da fattori
ecologici ben determinati quali gradiente idrico, la salinità ed il tipo di substrato. Le
comunità vegetali e i relativi habitat che caratterizzano ciascuna unità ambientale sono
anche ben caratterizzabili su base fisionomica e floristica.
Ambienti ripariali ed estuariali
1130 Estuari 3280 Fiumi mediterranei a flusso permanente
92D0 Gallerie e forteti ripari meridionali
Ambienti alo-igrofili
1150 Lagune costiere
1410 Pascoli inondati mediterranei (Juncetalia maritimi)
53
1420 Praterie e fruticeti mediterranei e termo-atlantici (Sarcocornetea fruticosi)
3170 Stagni temporanei mediterranei
Ambienti delle dune
1210 Vegetazione annua delle linee di deposito marine 1310 Vegetazione pioniera a Salicornia e altre specie annuali delle zone fangose e sabbiose
2110 Dune embrionali mobili 2120 Dune mobili del cordone litorale con presenza di Ammophila arenaria ("dune bianche")
Macchie e pinete
2250 Dune costiere con Juniperus spp.
2260 Dune con vegetazione di sclerofille dei Cisto-Lavanduletalia
Incolti e coltivi
Agroecosistemi
Aree urbanizzate
Sistema urbano (caratterizzato da insediamenti rurali e turistici non residenziali)
Di seguito gli habitat individuati in corrispondenza del SIC Costa Jonica Foce Agri:
LISTA HABITAT INDIVIDUATI SECONDO IL NUOVO MANUALE ITALIANO DI
INTERPRETAZIONE DEGLI HABITAT (2009) DELLA DIRETTIVA 92/43/CEE
Codice
Denominazione
SIC
NOTE 1
Grado di
conservazione
NOTE 2
Specie caratteristiche
NOTE 3
Permanenze
cambiamenti
1130
Estuari
Costa
ionica Foce
Agri
IT9220080
C
Ruppia
maritima,Sarcocornia
perennis.
Individuazione
nuovo habitat
rispetto alla
scheda 2003
1150*
Lagune costiere
Costa
ionica Foce
Agri
IT9220080
C
Individuazione
nuovo habitat
rispetto alla
scheda 2003
1210
Vegetazione
annua delle
linee di deposito
marine
Costa
ionica Foce
Agri
IT9220080
B e C
Cakile maritima
Salsola kali
S.soda
Matthiola sinuata
Agropyron junceum
Sporobolus arenarius
Medicago marina
Otanthus maritimus
Eryngiummaritimum
Individuazione
nuovo habitat
rispetto alla
scheda 2003
1310
Vegetazione
annua pioniera
di Salicornia e
altre specie
annuali delle
zone fangose e
sabbiose
Costa
ionica Foce
Agri
IT9220080
B
Cakilemaritima
Salsolakali
S. soda
Matthiola sinuata
Agropyron junceum
Sporobolus
Arenarius
Medicago marina
Otanthus maritimus
Eryngiummaritimum
Arthrocnemum glaucum
Permanenza
rispetto alla
scheda 2003.
Habitat
localizzato
principalmente
sulla dx
idrografica del
fiume ma
presente anche
54
Salicornia Perennis
Sueda maritima
varie graminacee.
sulla sn.
Da verificare
meglio la
composizione
floristica.
1410
Pascoli inondati
mediterranei
(Juncetalia
maritimi)
Costa
ionica Foce
Agri
IT9220080
B
Juncus subulatus Juncus
acutus Juncus maritimus
Permanenza
rispetto alla
scheda 2003
Habitat
localizzato
principalmente
sulla dx
idrografica del
fiume: praterie
dominate da
giunghi in
consociazione
con Sarcocornia
fruticosa,
Sarcocornia
perennis,
Arthrocnemum
glaucum e
Limonium
serotinum.
1420
Praterie e
fruticeti alofili
mediterranei e
termo-atlantici
(Sarcocornietea
fruticosi)
Costa
ionica Foce
Agri
IT9220080
B
Sarcocornia fruticosa
Sarcocornia perennis
Triglochin barrelieri
Limonium serotinum
Permanenza rispetto alla
scheda 2003
2110
Dune embrionali
mobili
Costa
ionica Foce
Agri
IT9220080
C
Medicago marina,
Eryngium maritimum
Echinophora spinosa
Calystegia soldanella
Individuazione
nuovo habitat
rispetto alla
scheda 2003
2120 Dune mobili del cordone litorale con presenza di
Ammophila arenaria (dune bianche)
Costa
ionica Foce
Agri
IT9220080
C
Ammophila arenaria
ssp. australis
Matthiola sinuata,
Echinophoraspinosa,
Eryngium maritimum,
Medicago marina
Pancratiummariti mum.
Permanenza
rispetto alla
scheda 2003.
2230
Dune con prati
dei Malcolmietalia
Costa
ionica Foce
Agri
IT9220080
B
Pseudorlayapumila
Silene colorata
Malcomia littorea
Permanenza
rispetto alla
scheda 2003.
Da verificare
eventuale
presenza di
specie a
fioritura
invernale
2240
Dune con prati
dei
Brachipodietalia
e vegetazione
annua
Costa
ionica Foce
Agri
IT9220080
B
Lagurus ovatus
Plantago abican
Plantago
Crassifolia
Anchusa hybrida
Permanenza rispetto alla
scheda 2003
2250
Dune costiere
con Juniperus
Costa
ionica Foce
Agri
IT9220080
C
Juniperus oxycedrus ssp.
macrocarpa
Permanenza
rispetto alla
scheda 2003.
2260
Dune con vegetazione
di sclerofille dei
Cisto-
Lavanduletalia
Costa
ionica Foce
Agri
IT9220080
C
Cisto spp.
Individuazione
nuovo habitat
rispetto alla
scheda 2003
55
3170
Stagni
temporanei
mediterranei
Costa
ionica Foce
Agri
IT9220080
B
Isoietes spp.
Damasonium alisma
Individuazione
nuovo habitat
rispetto alla
scheda 2003
3280
Fiumi
mediterranei a
flusso
permanente con
vegetazione
dell’alleanza
Paspalo-
Agrostidion e
con filari ripari di
Salix e Populus
alba
Costa
Ionica Foce
Agri
IT9220080
B
Populus alba, Salix ssp. pl
Individuazione
nuovo habitat
rispetto alla
scheda 2003
92D0
Gallerie e forteti
ripari meridionali
Costa
Ionica Foce
Agri
IT9220080
B
Tamarix africana
Individuazione
nuovo habitat
rispetto alla
scheda 2003
4.4 - Inquadramento botanico e vegetazionale
Il territorio della costa jonica lucana, che ha subito grandi mutazioni ambientali in favore
delle infrastrutture turistiche e dell'agricoltura, tuttavia è ancora caratterizzato da spiagge
sabbiose e pantani retrodunali di notevole valore naturalistico, così come da altre
tipologie ambientali - presenti in questo territorio - come gli stagni salmastri permanenti e
temporanei, le praterie alofile retrodunali, i salicornieti, i giuncheti, lagune ed estuari che
nel complesso costituiscono, insieme ai cordoni dunali, un mosaico ambientale di
estremo valore naturalistico e paesaggistico.
La vegetazione retrodunale é costituita da macchia mediterranea con esemplari di
lentisco, ginestra, ginepro, fillirea, mirto, rosmarino, timo e cisto. A causa della risalita
della falda marina si determina, in alcune zone, un ambiente salmastro che favorisce la
crescita di vegetazione erbacea ed arbustiva tipica del salmastro quale acacia saligna
(prevalente), tamericio, giunco, limonio e salicornia. Più rara é la presenza dell’efedra.
Tali formazioni vegetazionali caratterizzano tutta la zona costiera dell’area di influenza
(spiaggia a ridosso dell’azienda ittica, spiaggia a ridosso dei terreni agricoli della stessa
azienda, spiaggia a ridosso della pineta di Scanzano Jonico e del bosco litoraneo di
Policoro).
Sulla sponda sinistra dell’attuale corso del fiume esiste una fitta zona di vegetazione
riparia che va progressivamente trasformandosi in macchia mediterranea evoluta, con
principi di formazioni boschive.
Sulla zona ripariale destra del tratto terminale del fiume Agri, si riscontrano invece
formazioni di macchia degradata frammiste ad elementi di macchia evoluta. Purtroppo la
vegetazione ripariale, nel tratto terminale del fiume, su entrambe le sponde, ha subito
“bruciature” e sviluppo di vegetazione arbustiva di origine salmastra, per effetto della
56
risalita del cono salino, col risultato di presentare oggi una vegetazione riparia macchiosa
piuttosto degradata.
Il fiume, che presenta nel tratto in questione anche opere di difesa a gabbioni, utilizza
quale alveo di esondazione naturale una zona, confinante a nord-est con l’impianto di
acquacoltura, ubicata all’inizio del vecchio alveo dismesso. Dal punto di vista
vegetazionale quest’ultima area di esondazione é caratterizzata prevalentemente da una
colonia di tamerici (tipici del salmastro) in vari stadi che, partendo dalla zona riparia del
fiume, si estende sino agli argini dell’impianto di acquacoltura. Si segnala inoltre la
presenza di macchia degradata, con caratterizzazione mista includendo cioè elementi di
macchia mediterranea e vegetazione tipica degli ambienti salmastri, e ciò ovviamente a
causa della risalita del cono salino.
La vegetazione del salmastro trae il proprio substrato dall’ambiente saturo di salinità,
specialmente a livello degli argini dei bacini adacquati. Sugli argini dell’ex-alveo e delle
vasche intensive e semi-intensive si riscontra infatti la presenza di tipica vegetazione del
salmastro quali il tamericio.
Le aree dell’azienda ittica non occupate da bacini produttivi e/o dismessi - destinati oggi
al turismo - sono caratterizzate da presenza vegetazionale di cui un’area di circa 10 ettari
centrale con macchia mediterranea evoluta e ben mantenuta, con le essenze tipiche della
macchia retrodunale:
Tamarix gallica L., Tamarix africana Poir., Prunus spinosa L., Rubus fruticosus L.,
Crataegus oxyacantha L., Spartium junceum L., Myrtus communis L., Juniperus oxycedrus
L., Pistacia lentiscus L., Phillyrea angustifolia L., Phillyrea latifolia L., Rhamnus alaternus L.,
Cotoneaster pyracantha Spach, Rosmarinus officinalis L.., Daphne gnidium L., Glycyrrhiza
glabra L..
In quest’area domina decisamente il lentisco, gli altri elementi sono variamente distribuiti
a seconda delle caratteristiche ambientali.
Oltre al ginepro ed al lentisco, che spesso assumono portamento arboreo, le specie più
frequenti sono il rosmarino, la fillirea (Phillyrea angustifolia L.); nelle zone più umide si
ritrovano esemplari di tamerice e agnocasto (Vitex agnus-castus L.), elemento piuttosto
diffuso, tipico delle bassure umide e delle fiumare. Lo strato arboreo è assente.
Per ciò che riguarda i terreni a margine dell’area, si segnala a est, al di là della via di San
Giusto in territorio di Policoro, un bosco litoraneo derivante dall’azione di bonifica della
zona paludosa costiera confinante con l’antico argine destro del fiume Agri. Il bosco é
principalmente abitato da pino d’Aleppo ed eucaliptus; all’interno non manca, tuttavia,
una cospicua presenza di macchia mediterranea in varie condizioni (evolute e degradate)
che costituisce il sottobosco in alcuni tratti difficilmente praticabili. La via di San Giusto,
dopo aver costeggiato il bosco suddetto, termina al lido di Torre Mozza (Largo Akiris, area
di accesso al concerto), dove oggi esiste un’area di servizi turistici (parcheggi, ristoro,
scuola di vela) realizzata nell’ambito del progetto di riqualificazione del lungomare di
Policoro.
57
Si segnalano a nord del bosco litoraneo, sempre in territorio di Policoro, lungo la via di
San Giusto, sia zone di terreni incolti, prive di formazioni vegetazionali di rilievo,
prevalentemente rivenienti da dismissioni agricole, sia zone di terreni agricoli attivi con
coltivazioni tipiche del Metapontino, quali Pesca, Albicocca, Pomodoro, Melone, etc., e
con l’utilizzo talvolta di sistemi di coltura a serra.
Un’altra zona di interesse paesaggistico é costituita dal bosco litoraneo, in territorio di
Scanzano Jonico, situato a nord-est dell’azienda ittica, oltre il fiume Agri. Anch’esso deriva
dall’azione di bonifica della zona paludosa costiera. Il bosco é principalmente abitato da
pino mediterraneo con presenze di eucaliptus; al contorno, verso il fiume, si riscontra una
cospicua presenza di macchia mediterranea in varie condizioni, in alcuni tratti frammista
con la vegetazione riparia.
Dal punto di vista vegetazionale la zona costiera jonica lucana, e anche l’area SIC Costa
Jonica Foce Agri, presenta comunità riconducibili a cinque principali tipologie ambientali:
-) il complesso delle dune costiere; -) gli ambienti alo-igrofili retrodunali; -) la vegetazione
ripariale ed estuariale; -) le pinete e la macchia costiera; -) la vegetazione sinantropica e
degli incolti; queste determinano un elevato grado di diversità non solo floristica ma
anche fitocenologica e di habitat.
La flora di un territorio si compone di tutte le specie vegetali che vivono in esso,
prescindendo dall’eventuale sviluppo orografico e dai diversi aspetti ambientali dello
stesso. La complessità del mondo vegetale ed i limiti umani fanno sì che i ricercatori
circoscrivano i loro studi a gruppi limitati di piante; per questo motivo si è soliti parlare, ad
esempio, di flora lichenica (composta da tutte le specie di licheni che crescono in un dato
territorio), flora briofitica (relativa ai muschi), flora vascolare (relativa alle felci ed alle piante
che producono fiori, frutti e semi). La flora vascolare è quella che detiene la maggiore
importanza nella caratterizzazione del paesaggio dei SIC IT9220080 Costa ionica Foce
Agri.
La flora vascolare dell’area consta di un totale di 388 taxa appartenenti a 69 famiglie. Il
numero relativamente modesto è da correlare all’alta specializzazione degli habitat
presenti nei siti, caratterizzati in molti casi da fitocenosi paucispecifiche. Tuttavia molte
delle specie presenti sono esclusive di questi ambienti, e ciò rende questa flora di grande
interesse scientifico e conservazionistico.
Dall’analisi dello spettro biologico emerge la netta dominanza numerica delle Terofite,
specie a ciclo breve, ben adattate al clima termomediterraneo, soggette a fattori di stress
sia di origine naturale (alternanza di inondazioni e aridità, salinità, substrati poco coerenti,
ecc.) che di origine antropica.
Diversa è invece la situazione se si tiene conto del ruolo che ciascuna forma biologica
svolge nella struttura della fitocenosi: in questo caso si potrebbero evidenziare differenze
notevoli tra habitat in cui domina l’habitus camefitico (salicornieti), geofitico (giuncheti),
fanerofitico (macchie e pinete) ecc.
58
Dal punto di vista corologico questa flora è caratterizzata dall’elemento mediterraneo, con
particolare presenza di specie stenomediterranee, ma con una importante porzione di
specie ad ampia distribuzione (che in genere sono quelle legate agli ambienti umidi).
Di seguito si riporta lo spettro tassonomico della flora complessiva dell’area.
FAMIGLIA n sp.
Poaceae 65
Fabaceae 46
Asteraceae 45
Caryophyllaceae 19
Chenopodiaceae 15
Apiaceae 10
Brassicaceae 10
Cyperaceae 9
Lamiaceae 8
Plantaginaceae 8
Boraginaceae 7
Juncaceae 7
Liliaceae 7
Orchidaceae 7
Rubiaceae 7
Cistaceae 6
Gentianaceae 6
Geraniaceae 6
Ranunculaceae 6
Euphorbiaceae 5
Scrophulariaceae 5
Iridaceae 4
Pinaceae 4
Polygonaceae 4
Asparagaceae 3
Convolvulaceae 3
Crassulaceae 3
Hyacinthaceae 3
Linaceae 3
Lythraceae 3
Rosaceae 3
Tamaricaceae 3
Valerianaceae 3
Asclepiadaceae 2
Asphodelaceae 2
Cupressaceae 2
Dipsacaceae 2
Malvaceae 2
Myrtaceae 2
Primulaceae 2
Resedaceae 2
Thymeleaceae 2
Agavaceae 1
Aizoaceae 1
Alismataceae 1
Alliaceae 1
Amaryllidaceae 1
Anacardiaceae 1
59
Araceae 1
Azollaceae 1
Cactaceae 1
Campanulaceae 1
Caprifoliaceae 1
Ephedraceae 1
Hypericaceae 1
Juncaginaceae 1
Lemnaceae 1
Oleaceae 1
Oxalidaceae 1
Papaveraceae 1
Plumbaginaceae 1
Polygalaceae 1
Potamogetonaceae 1
Rhamnaceae 1
Santalaceae 1
Solanaceae 1
Typhaceae 1
Verbenaceae 1
Zygophyllaceae 1
Ad ogni modo, nel SIC Costa Jonica Foce Agri non si rilevano specie vegetali d’interesse
comunitario, ossia piante vascolari presenti negli allegati II, IV E V della direttiva habitat
e/o nella lista rossa regionale e/o di interesse biogeografico/conservazionistico.
Tra le specie psammofile di maggiore interesse conservazionistico meritano di essere
menzionate Ephedra distachya L., frequente, ma in modo discontinuo, lungo il litorale
jonico, Pancratium maritimum L. ed Euphorbia terracina L.
Anche Juniperus oxycedrus ssp. macrocarpa (Sm.) Bell, tipico elemento delle dune
consolidate, è presente con una popolazione, che caratterizza la macchia psammofila
retrodunale. Ben più raro è invece Juniperus phoenicea L. ssp. phoenicea, elemento
circumediterraneo.
Si segnala la presenza della vegetazione psammofila delle dune, in genere organizzata in
zone di vegetazione parallele alla linea di costa, e la vegetazione degli ambienti alo-igrofili
retrodunali, che sono quelli più caratteristici dell’area e che rappresentano elementi
paesaggistici estremamente significativi per i SIC della costa ionica lucana.
Le comunità aloigrofile caratterizzano le depressioni umide retrodunali dando origine ad
complesso mosaico di fitocenosi che si differenziano lungo gradienti di salinità e umidità
del substrato. Si tratta di aree soggette a periodiche inondazioni, con alternanza di fasi di
aridità e sommersione più o meno lunga.
Di particolare rilievo è altresì la vegetazione ripariale ed estuariale, tipologia a cui sono
riferite le fitocenosi di stretta pertinenza fluviale: peraltro, la presenza di determinati
elementi floro-faunistici tipici del tratto terminale dei fiumi che sfociano in mare dove le
acque dolci si mescolano con quelle salate del mare, ha posto le basi per
l’individuazione, nel SIC Costa Jonica Foce Agri, di un nuovo habitat rispetto ai formulari
del 2003: l’habitat 1130 Estuari. In tale zona, il ridotto flusso delle acque del fiume dovuto
all’azione del moto ondoso e maree causa il deposito di sedimenti fini, con formazione di
60
cordoni e isolotti sabbiosi e fangosi, soprattutto durante il periodo estivo, che
costituiscono aree particolarmente importanti per l’avifauna. Gli estuari formano un
sistema ecologico unico con gli ambienti terrestri circostanti, per cui, dal punto di vista
vegetazionale, possono essere identificati da un complesso di fitocenosi comprendenti
tipologie che vanno dalle comunità di alghe bentoniche alle formazioni di alofite perenni
legnose. L’habitat comprende comunità algali e di piante acquatiche (in particolare
Ruppia) e bordure alofitiche annuali (Salicornieti – 1310, Salsolo-Cakileti – 1210) o perenni
(Sarcocornieti - 1420).
Lungo il corso del Fiumi Agri e dei canali di bonifica, ma anche negli stagni temporanei di
acque salmastre si sono insediate comunità di piante che si dispongono nel corpo idrico
in relazione alla profondità, alla salinità e alla permanenza dell’acqua. Largamente diffusi,
infatti, sono i canneti a Bolboschoenus maritimus e Phragmites australis, ai quali, lungo i
canali e nelle depressioni umide, si associano addensamenti a lisca (Typha latifolia),
popolamenti soggetti a delicati equilibri legati all’oscillazione del livello dell’acqua, alla
salinità e alle attività umane. Tali fitocenosi sono in generale riferibili ai Phragmito-
Magnocaricetea, ma non riferibili ad habitat d’interesse comunitario.
In prossimità della foce e nelle aree umide salmastre si rileva anche la presenza
dell’habitat 3280 “Fiumi mediterranei a flusso permanente con vegetazione dell’alleanza
Paspalo-Agrostidione con filari ripari di Salix e Populus alba”, caratterizzato da boscaglia
igrofilasub-alofila a prevalenza di specie arbustive, con alberi cespitosi e di piccola taglia
(Salix alba, Populus alba, Tamarix africana ecc).
Su substrati a maggiore salinità, spesso a contatto con le praterie alo-igrofile si rilevano
boscaglie a dominanza di Tamarix sp. pl. inquadrabili nei Nerio-Tamaricetea Br.-Bl. & O.
Bolòs 1957 e riferibili all’habitat 92D0 Gallerie e forteti ripari meridionali; tali aspetti sono in
genere frammentati e alternati ai canneti ripariali.
Nel SIC si rileva l’assenza di veri e propri boschi ripariali in prossimità della foce del Fiume
Agri, come quelli che caratterizzano il SIC Foce Sinni, e che invece caratterizzano il tratto
del corso d’acqua, più a monte del confine del sito. Ciò è da attribuire alla maggiore
salinità del substrato che favorisce lo sviluppo di una vegetazione ripariale più alofila
(boscaglie a Tamarix e canneti).
Per quanto riguarda la pineta e la macchia costiera, le dune sono caratterizzate da una
macchia psammofila inquadrabile nei Pistacio-Rhamnetalia dei Quercetea ilicis. Gli aspetti
più prossimi alla linea di costa sono dominati da Juniperus oxycedrus ssp. macrocarpa,
che costituisce una fascia più o meno continua lungo tutto il litorale ionico lucano.
Queste fitocenosi sono caratterizzate oltre che dal ginepro coccolone anche da Pistacia
lentiscus, Thymelea hirsuta, Asparagus acutifolius e sono riferibili all’Asparago acutifolii-
Juniperetum macrocarpae O.De Bol. 1964 e all’habitat prioritario 2250*Dune costiere con
Juniperus spp.
Verso l’interno al ginepro prevalgono altre specie arbustive quali Pistacia lentiscus,
Calicotome infesta, Phillyrea latifolia. Questa macchia può essere riferita all’habitat 2260
61
Dune con vegetazione di sclerofille dei Cisto-Lavanduletalia, secondo l’attuale
interpretazione del Manuale Italiano degli Habitat.
La macchia psammofila, in particolar modo gli aspetti più interni che dovrebbero entrare
in contatto con la vegetazione zonale (non influenzata dalla presenza del mare), è in gran
parte sostituita da pinete litoranee di origine artificiale, risalenti agli anni ‘50 e ’60 e
realizzate sui terreni della bonifica del Metapontino allo scopo di proteggere i retrostanti
terreni agrari dalla salsedine e dai venti marini. Nella pineta sono presenti il pino
domestico (Pinus pinea), il pino d'Aleppo (Pinus halepensis), il pino marittimo (Pinus
pinaster). Sporadica è la presenza di eucalipto (Eucaliptus globulus, E. camaldulensis)
mentre l’Acacia saligna impiantata nelle zone prossime alla linea di costa, ricopre vaste
aree dove tende a diventare invasiva e dominante.
Nel sottobosco lo strato secondario arboreo-arbustivo è dato prevalentemente da
elementi della macchia mediterranea quali Pistacia lentiscus, Juniperus oxycedrus ssp.
macrocarpa, Rhamnus alaternus, Phyllirea latifolia, Asparagus acutifolius ecc. Laddove le
pinete sono più diradate, infatti, la macchia psammofila tende ad evolversi, e l’aspetto
delle pinete assume una fisionomia più naturale che le potrebbe fare riferire all’habitat
2270.
62
Fig. 4.6 - Mappa della vegetazione, SIC Costa Jonica Foce Agri
63
Fig. 4.7 – Carta della artificialità/naturalità,l SIC Costa Jonica Foce Agri
64
4.5 - Inquadramento faunistico
Per quanto riguarda la fauna, l’ambiente pseudo-lagunare consolidatosi nel SIC nel corso
dei decenni per effetto del binomio acquacoltura ed ambiente, determina la presenza di
numerose specie di fauna selvatica che traggono il proprio sostentamento dalla vita
acquatica, sia a livello di stretta nutrizione (gabbiani, cormorani, aironi, martin pescatore,
volpe, ecc.), sia a livello di habitat (anatidi, cavaliere d’Italia, biscia, rospo, rana). La
presenza di vegetazione macchiosa a tratti inesplorata, area della macchia mediterranea,
sia pure preesistente all’attività produttiva, in quanto perfettamente conservata,
contribuisce in modo determinante alla presenza di specie selvatiche varie tra cui il tasso
e la vipera.
Volendo elencare la popolazione animale, a beneficio dei lettori meno adusi alla
terminologia scientifica, si segnala la presenza massiccia del cormorano e del gabbiano
reale. Si riscontra inoltre la presenza, di varie specie di avifauna quali: airone bianco,
airone cinerino, airone rosso, fenicottero rosa, cavaliere d’Italia, martin pescatore,
tuffetto, garzetta, spatola, cicogna bianca, germano reale, codone, fischione,
marzaiola, alzavola, mestolone, volpoca, moretta, moriglione, fistione turco, gru,
volpoca, folaga, pittima, piro piro codalunga, chiurlo, gabbiano corallino.
L’area é abitata inoltre da animali carnivori predatori, quali la volpe, da frugivori come il
tasso, da anfibi quali il rospo e la rana, e da serpenti quali vipera e biscia.
Le specie protette presenti nell’area di influenza del presente intervento progettuale sono
(ai sensi delle direttive 79/409/CEE, 85/411/CEE, 91/244/CEE, ed ai sensi della Legge
11/02/92 n. 157):
tutte le specie di cicogna (Ciconiidae)
spatola (Platalea leucorodia)
volpoca (Tadorna tadorna)
gru (Grus grus)
cavaliere d’Italia (Himantopus himantopus)
gabbiano corallino (Larus melanocephalus)
Sulla costa ionica della Basilicata, anche se mai lungo il tratto di costa prospicente l’area
di intervento, é stata più volte segnalata la presenza della tartaruga marina (Caretta
caretta).
Sotto il profilo faunistico il SIC Costa Jonica Foce Agri si contraddistingue per la presenza
di un ricco popolamento di uccelli acquatici, molti dei quali inseriti nell’All. I della Dir.
2009/147/CE e in alcuni casi presenti con popolazioni rilevanti. In questo senso gli
ambienti umidi retrodunali, necessari per la conservazione di questo gruppo di specie,
che normalmente risultano piuttosto ridotti nella loro estensione e localizzati solo in
alcune località, trovano invece in questo SIC una significativo esempio di conservazione
dell’area umida retrodunale, in questo caso piuttosto estesa, che ospita grandi quantità di
uccelli acquatici.
Dunque, l’area del SIC Foce Agri è senza dubbio un sito di notevole interesse per la
conservazione degli uccelli acquatici. A seguito dei censimenti condotti negli anni scorsi,
65
si è rilevato come sito di importanza nazionale per lo svernamento del Piviere dorato
(Pluvialis apricaria) con oltre 300 soggetti svernanti, e luogo di sosta di specie poco
diffuse sul territorio nazionale come il Marangone minore (Phalacrocorax pygmeus), il
Gabbiano corallino (Larus melanocephalus) e il Gabbiano roseo (Larus genei). Rispetto a
quest’ultima specie, inoltre, il sito potrebbe porsi come area strategica a fronte del
fenomeno di espansione cui sta andando incontro, soprattutto in considerazione dello
stretto legame del Gabbiano roseo con le acque salmastre.
L’abbondanza di ambienti umidi retrodunali favorisce la nidificazione del Corriere piccolo
(Charadrius dubius) e soprattutto del Fratino (Charadrius alexandrinus), in quanto meno
esposti alla pressione turistica e alle maree.
La stabilità di ambienti umidi, anche salmastri, consente la nidificazione di alcune specie
molto rare e localizzate nel territorio regionale come il Cavaliere d’Italia (Himantopus
himatopus) rilevato in riproduzione con oltre 50 coppie nidificanti. Particolare rilevanza,
inoltre, assume la nidificazione di una piccola colonia di Fraticello (Sterna albifrons),
specie localizzata e rara in Italia meridionale.
Ulteriori monitoraggi condotti di recente in loco hanno consentito di verificare la presenza
in periodo migratorio di migliaia di uccelli acquatici, con oltre 22 specie di limicoli e 10
specie di anatidi. Rilevanti sono le concentrazioni di oltre 150 Aironi cenerini (Ardea
cinerea) o del Chiurlo piccolo (Numenius phaeopus) in migrazione.
Infine, è stata verificata la presenza della Lontra (Lutra lutra), le cui tracce sono state
rinvenute in vari luoghi all’interno del settore indagato, sia in prossimità della foce che nei
pressi degli stagni retrodunali. L’osservazione, inoltre, di due soggetti adulti in
corteggiamento lascia supporre la presenza di un nucleo riproduttivo all’interno del SIC.
In base ai dati fin ora raccolti si evince come l’area abbia uno straordinario valore,
ospitando una ricchissima avifauna, presente con popolazioni anche cospicue. Si ritiene
che il sito abbia le caratteristiche sufficienti a renderlo area di reperimento per l’istituzione
di una Riserva Naturale, con particolare riferimento alle specie ornitiche ivi presenti e alla
conservazione della Lontra.
SPECIE FAUNISTICHE PRESENTI IN ALLEGATO: I DIR. UCCELLI E II, IV E V DIR. HABITAT E/O NELLA
LISTA ROSSA REGIONALE E/O DI INTERESSE BIOGEOGRAFICO/CONSERVAZIONISTICO
Uccelli elencati nell’allegato I della direttiva 2009/147/CE
SIC Costa Jonica Foce Agri (IT9220080)
Ardeola ralloides
Egretta garzetta
Casmerodius albus
Platalea leucorodia
Aythya nyroca
Circus aeruginosus
Circus cyaneus
66
Pandion haliaetus
Himantopus himantopus
Recurvirostra avosetta
Charadrius alexandrinus
Pluvialis apricaria
Philomachus pugnax
Larus melanocephalus
Larus genei
Sterna caspia
Sterna sandvicensis
Sterna albifrons
Alcedo atthis
Phalacrocorax pygmeus
Acrocephalus melanopogon
Uccelli non elencati nell’allegato I della direttiva 2009/147/CE
ma elencati nell’allegato II della Direttiva 92/43/CEE
SIC Costa Jonica Foce Agri (IT9220080)
Tachybaptus ruficollis
Podiceps cristatus
Podiceps nigricollis
Palacrocorax carbo
Areda cinerea
Gallinula chloropus
Fulica atra
Tadorna tadorna
Anas penelope
Anas strepera
Anas crecca
Anas platyrhynchos
Anas acuta
Anas clypeata
Aythya ferina
Buteo buteo
Falco tinnunculus
Charadrius dubius
Vanellus vanellus
Calidris alpina
Numenius arquata
Tringa erythropus
Tringa totanus
Actitis hypoleucos
Larus ridibundus
Larus cachinnans
67
Columba palumbus
Streptopelia decaocto
Apus apus
Merops apiaster
Galerida cristata
Hirundo rustica
Delichon urbicum
Anthus trivialis
Anthus pratensis
Saxicola torquata
Cettia cetti
Cisticola juncidis
Sylvia melanocephala
Parus caeruleus
Parus major
Remiz pendulinus
Oriolus oriolus
Pica pica
Garrulus glandarius
Corvus corone cornix
Serinus serinus
Carduelis carduelis
Carduelis cannabina
Emberiza cirlus
Miliaria calandra
Mammiferi elencati nell’allegato II della Direttiva 92/43/CEE
SIC Costa Jonica Foce Agri (IT9220080)
Lutra lutra
Anfibi e Rettili elencati nell’allegato II della Direttiva 92/43/CEE
SIC Costa Jonica Foce Agri (IT9220080)
Testudo hermanni
Emys orbicularis
Anfibi e Rettili elencati nell’allegato II della Direttiva 92/43/CEE
SIC Costa Jonica Foce Agri (IT9220080)
Barbus plebejus
Alosa fallax
68
Altre specie importanti di fauna
SIC Costa Jonica Foce Agri (IT9220080)
Bufo balearicus
Bufo bufo
Bufo viridis
Vulpes volpe
Hyla intermedia
Tarentola mauretanica
Pelophylax klepton hispanica
Pelophylax bergerii
Lacerta bilineata
Mugil cephalus
Dicentrarchus labrax
Podarcis sicula
Orthetrum cancellatum (Linnaeus, 1758)
Orthetrum brunneum (Boyer de Fonscolombe, 1837)
Crocothemis erythraea (Brullé, 1832)
Calopteryx haemorrhoidalis (Van der Linden 1825)
Calopteryx splendens (Harris, 1782)
Hierophis viridiflavus
Erinaceus europaeus
Hystrix cristata
4.6 - Inquadramento agro-silvo-pastorale
Descrizione dell’uso del suolo
All’interno del SIC Costa Ionica Foce Agri, la superficie coltivata è trascurabile (sotto l’1%).
L’attività agricola nelle zone circostanti è invece intensa, con produzioni cerealicole e
ortofrutticole tipiche dell’area del Metapontino, in cui risulta molto diffusa la pratica di
trivellamento e prelievo di acqua irrigua da pozzi con potenziale rischio di inquinamento
salino della falda e del suolo per intrusione di acqua marina.
In generale tutta l’area costiera del Metapontino è comunque caratterizzata da
un’agricoltura prevalentemente specializzata, con aziende di piccole dimensioni e,
frequentemente, a conduzione di tipo familiare.
Rispetto agli altri siti, il SIC Costa ionica Foce Agri è quello con la più alta presenza di
allevamenti situati in prossimità dei suoi confini. In molti casi, sono allevate più specie
(soprattutto bovini e ovi-caprini).
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Più in generale, tutta l’area del Metapontino è considerata il principale polo produttivo
ortofrutticolo regionale, oltre che una delle aree a maggiore specializzazione dell’intero
mezzogiorno, con una SAU di 74.281 ettari, e 12.977 aziende (dati ALSIA), di cui circa
5.000 (24.000 ettari) destinate a produzioni ortofrutticole, che da sole costituiscono il 74%
del prodotto lordo vendibile (PLV) dell’intera regione Basilicata (rappresentando il 75%
della SAU ortofrutticola lucana). Si tratta di aziende agricole di piccole e medie dimensioni
caratterizzate da produzioni tradizionali tipiche quali fragola e agrumi, pesche, nettarine e
albicocche (es. arancia “staccia” di Tursi; il percoco di Tursi). Le specie frutticole di
maggiore interesse sono le albicocche (terza area nazionale di produzione), la fragola
(terzo posto in Italia per coltivazione e produzione) e gli agrumi (prima coltura per
estensione del metapontino).
Le ortive più diffuse nel Metapontino in ordine decrescente per superfici coltivate sono le
cucurbitacee, le brassicacee, le ombrellifere, le solanacee. Si sta consolidando, inoltre, la
filiera ortofrutticola con l’integrazione della fase di produzione con quella della
lavorazione, commercializzazione e distribuzione dei prodotti locali. Oltre all’ortofrutta,
l’area si caratterizza per altre produzioni agroalimentari di qualità (es. produzione di uva
per il vino Matera DOC; produzione di cereali per l’IGP pane di Matera).
Descrizione delle aree forestali
L’Area territoriale del SIC Costa ionica Foce Agri", si sviluppa su terreni di origine
alluvionale caratterizzati da una certa carenza di elementi nutritivi e, nelle aree più
prossime al mare, da un elevato tasso di salinità.
L’area retrodunale, costituita da terreni a maggiore tenore di argilla di origine fluviale, ad
una quota altimetrica di poco inferiore rispetto al livello del mare, parzialmente sommersa
durante la stagione invernale da acque salmastre, è caratterizzata da comunità di specie
alofite e succulente. La falda freatica superficiale determina la presenza di popolamenti a
salicornie perenni ed annuali (es. Salicornia patula Duval-Jouve)e di praterie a giunchi
(Juncus acutus L.). In prossimità delle foci e lungo i fiumi, si rinvengono formazioni igrofile
con tamerici (Tamarix spp.), cannuccia marina (Arundo phragmites L.) e cannuccia di
palude (Phragmites australis Cav.).
Si rinviene nel SIC anche la formazione forestale igrofila identificabile con l'Habitat 3280:
“Fiumi mediterranei a flusso permanente con il Paspalo-Agrostidion e con filari ripariali di
Salix e Populus alba”, costituita essenzialmente da Salix alba L., Salix purpurea L., Salix
eleagnos Scop., Populus alba L., Populus nigraL..
Le formazioni forestali individuate sono riferibili alle seguenti categorie della Carta
Forestale Regionale (CFR) della Basilicata:
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G3 Rimbosch.
misti di conifere
mediterranee
N3 Rimbosch.
con conifere esotiche o
naturalizzate
N5 Eucalitteti
Ga Pinete
litoranee di pino
d’Aleppo su dune
consolidate
Gc Rimbosch. in
cui si evidenziano processi di
rinaturalizzazione
La peculiarità che distingue da un punto di vista forestale l’area SIC Cosa Jonica Foce
Agri è la presenza di una formazione ascrivibile alla categoria N3 “Rimboschimenti con
conifere esotiche o naturalizzate” costituita da un vasto nucleo di pino delle Canarie
(Pinus canariensis C. Smith.) impiegato nel rimboschimento dell’area sud-ovest del SIC, a
valle di una zona localmente identificata “dell’ex zuccherificio”. Si tratta di un
rimboschimento che ha raggiunto lo stadio evolutivo tipico di una giovane fustaia, con
struttura monoplana e copertura quasi completa. Lo strato arbustivo ed erbaceo è quasi
del tutto assente. Alla rinnovazione di pino delle Canarie (Pinus canariensis C. Smith.) si
alterna la rinnovazione di pino d’Aleppo. Il soprassuolo risulta interessato da interventi di
diradamento e ripulitura del sottobosco a fini antincendio realizzati dalla Provincia di
Matera.
I fattori di rischio per la vegetazione presenti nell’area sono sia di origine naturale che di
origine antropica, tra cui:
erosione costiera e intrusione in falda di acqua di mare (in diversi casi
l’affioramento delle radici di pino d’Aleppo testimonia condizioni di asfissia);
estremi climatici, rappresentati soprattutto da lunghi periodi di siccità estiva;
spianamento meccanico delle dune e movimenti terra;
eccessiva pressione antropica durante la stagione estiva per la presenza di
campeggi e per l’utilizzo improprio della pineta come zona di parcheggio e come
area pic-nic, con conseguenze ecologiche negative, ad esempio elevato calpestio;
elevato rischio d'incendi a causa della vulnerabilità intrinseca dei popolamenti di
conifere, e all'accumulo di necromassa, legato a mancanza di pratiche gestionali
forestali;
attacchi parassitari, in particolar modo da parte della processionaria del pino
(Thaumatopea pytocampa), ma anche del blastofago o di rincoti eterotteri, che
attaccano ciclicamente vari tratti della costa jonica;
caccia e pascolo abusivo.
4.7 - Inquadramento socio economico
Il SIC Costa Jonica Foce Agri si colloca in una zona a forte grado di espansione turistica,
con presenza di un porto turistico, alberghi, villaggi turistici, residenze estive, stabilimenti
balneari, campus naturalistici, punti ristoro.
Il tratto centrale del lungomare di Policoro, raggiungibile da via Lido, lungo circa 1.600 m.
è stato oggetto di intervento antropico che ha sostituito la duna naturale con una artificiale
71
attrezzata la realizzazione di una passeggiata lungomare, di un sistema di accessi e
parcheggi, di aree per le strutture balneari. In questa zona centrale insiste il maggior
carico di utenti del mare che sono in crescita numerica man mano che si completano le
previsioni urbanistiche comunali degli insediamenti previsti a monte delle aree demaniali
marittime.
Fig. 4.8 – Strutture balneari zona sinistra lungomare di Policoro, SIC Costa Jonica Foce Agri
Fig. 4.9– Strutture balneari zona Torre Mozza di Policoro, SIC Costa Jonica Foce Agri
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4.8 – Il sistema dei vincoli
Vincoli Paesistici
L’intero territorio Comunale di Policoro è stato dichiarato, con Decreto del Ministero per i
Beni Culturali e Ambientali del 18.04.1985 e con Decreto del Ministero della Pubblica
Istruzione del 11.04.1968, di notevole interesse pubblico. Decreto ministeriale 11 aprile
1968 (Dichiarazione di notevole interesse pubblico della fascia costiera sita nel territorio
dei comuni di Bernalda, Pisticci, Montalbano Jonico, Policoro e Nova Siri).
Il vincolo, comporta, in particolare, l'obbligo da parte del proprietario, possessore o
detentore, a qualsiasi titolo, dell'immobile ricadente nella località vincolata, di presentare
alla competente soprintendenza, per la preventiva approvazione, qualunque progetto di
opere che possano modificare l'aspetto esteriore della località stessa.
Vincoli archeologici e culturali
La città di Policoro presenta una notevole importanza a livello storico ed archeologico. La
città fu costruita intorno al 680 a.C. dai Colofoni provenienti dall'Asia Minore, e
successivamente distrutta da una coalizione Achea agli inizi del VI sec. a.C.. Dopo un
periodo di decadenza, nel V sec. a.C., le colonie di Taranto e Thuru la ricostruirono sulle
vecchie rovine dell'antica Siris col nome di Heraclea. Nei pressi della città di Policoro si
svolse il primo grande scontro tra i Romani e Pirro nel 280 a.C.
Interessantissimo da visitare è il Parco Archeologico, situato alle spalle del Museo
Nazionale della Siritide, che custodisce i resti dell'antica città di Siris-Heraclea. Dell'antica
città nella parte bassa si possono notare il Tempio di Atena, di cui restano le fondamenta,
e il Tempio di Demetra. Sull'acropoli invece i resti della città si sono meglio conservati ed
è visibile l'impianto urbano costituito da assi viari ortogonali.
A partire dal medioevo, a Policoro si sviluppò un piccolo centro urbano nelle vicinanze del
Castello Baronale. Nel 1959 cessò di essere frazione di Montalbano Jonico e divenne
comune autonomo. Da allora c'è stato un notevole incremento demografico che ha
portato Policoro ad essere il quinto centro della regione per numero di abitanti, oltre che
uno dei più importanti a livello economico essendo posto al centro della piana del
Metapontino.
Sull’antica città di Heraclea (e zone limitrofe), e sul castello grava il vincolo archeologico e
storico.
73
5 LE MISURE DI TUTELA DEL SISTEMA AMBIENTALE DI RIFERIMENTO
Nel piano di gestione del SIC Costa Jonica Foce Agri sono riportate una serie di schede
descrittive, per ciascun habitat di interesse comunitario, contenenti le esigenze
ecologiche ed i fattori abiotici e biotici necessari per garantirne uno stato di conservazione
soddisfacente. Le informazioni generali provengono prevalentemente dal Nuovo Manuale
Italiano degli Habitat della Dir. 92/43 CEE. Di seguito si riporta l'elenco degli habitat per
cui sono state redatte le schede:
1130 Estuari
1150 Lagune costiere
1210 Vegetazione annua delle linee di deposito marine
1310 Vegetazione pioniera a Salicornia e altre specie annuali delle zone fangose
e sabbiose
1410 Pascoli inondati mediterranei (Juncetalia maritimi)
1420 Praterie e fruticeti mediterranei e termo-atlantici (Sarcocornetea fruticosi)
2110 Dune embrionali mobili
2120 Dune mobili del cordone litorale con presenza di Ammophila arenaria
("dune bianche")
2230 Dune con prati dei Malcolmietalia
2240 Dune con prati dei Brachipodietalia e vegetazione annua
2250 Dune costiere con Juniperus spp.
2260 Dune con vegetazione di sclerofille dei Cisto-Lavanduletalia
3170 Stagni temporanei mediterranei
3280 Fiumi mediterranei a flusso permanente
92D0 Gallerie e forteti ripari meridionali
Analogamente, per le specie floristiche di interesse comunitario, il piano di gestione del
SIC Costa Jonica Foce Agri, riporta una serie di schede descrittive, per ciascuna specie di
interesse comunitario, contenenti le esigenze ecologiche e dei fattori abiotici e biotici
necessari per garantirne uno stato di conservazione soddisfacente. Di seguito si riporta
l'elenco delle specie per cui sono state redatte le schede:
1. Aster tripolium
2. Atriplex portulacoides
3. Calystegia soldanella
4. Cladium mariscus
5. Echinophora spinosa
6. Ephedra distachya
7. Juniperus oxycedrus ssp. macrocarpa
8. Juniperus phoenicea
9. Pancratium maritimum
10. Damasonium alisma
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11. Triglochin bulbosum ssp. barellieri
12. Iris pseudocorus
5.1 - I fattori socio-economici che insistono sullo stato di conservazione di specie e habitat
d'interesse
I principali elementi di vulnerabilità presenti nel territorio in esame risultano legati ai
seguenti fattori:
Attività produttive (pascolo, viabilità, depuratori, piccoli cantieri edili, attività turistiche,
attività da diporto, pesca);
Attività antropiche incontrollate (attività turistiche, pascolo abusivo, incendi reiterati,
abusivismo edilizio, caccia).
Le attività agricole svolte all’interno dei SIC, per le modeste superfici investite e le
tecniche di gestione agronomica, al momento non rappresentano un fattore di disturbo
e/o trasformazione degli habitat. Rischi sono legati prevalentemente all’attività agricola
esterna ai SIC. Infatti, al fine di garantire lo stato di conservazione dei SIC, va considerata
con una certa attenzione la destinazione d’uso del suolo circostante, e nel contesto
l’intensa attività agricola che ricade nel distretto agro-alimentare di qualità del
Metapontino, presente oltre il perimetro dei SIC.
L’agricoltura intensiva nelle aree circostanti ha sicuramente un’influenza prevalentemente
negativa su habitat e specie nei siti. Gli habitat più vulnerabili sono quelli legati alla rete
idrografica a causa dell’inquinamento idrico per eccesso di concimazione azotata, e
trattamenti fitosanitari, ecc., in un’area già ricadente nelle zone di “vulnerabilità
all’inquinamento da nitrati di origine agricola”.
Relativamente al settore zootecnico, le aziende presenti al margine del SIC Costa Jonica
Foce Agri non destano problemi per il mantenimento di un buono stato di conservazione
di habitat e specie. Il sistema di allevamento maggiormente utilizzato dalle aziende è di
tipo semi-estensivo. Peraltro, la presenza degli animali al pascolo favorisce il
mantenimento dell’habitat 3280, caratterizzato da vegetazione “igro-nitrofila
paucispecifica” presente lungo i corsi d’acqua mediterranei a flusso permanente, su suoli
permanentemente umidi e temporaneamente inondati. Si tratta di pascoli perenni, densi,
prostrati, quasi monospecifici dominati da graminacee rizomatose del genere Paspalum,
al cui interno possono svilupparsi alcune piante come Cynodon dactylon e Polypogon
viridis. Colonizza i depositi fluviali con granulometria fine (limosa), molto umidi e
sommersi durante la maggior parte dell’anno, ricchi di materiale organico proveniente
dalle acque eutrofiche.
Inoltre, la presenza nel SIC di pascoli sassosi favorisce la presenza della Testudo
hermanni, considerata una delle specie di rettili autoctoni più importante ed a forte
pericolo di estinzione in Italia, un tempo specie abbondante negli ambienti aridi e con
75
moderata copertura vegetale, soprattutto, ma negli ultimi decenni in forte rarefazione a
causa sia della distruzione e del degrado dei pascoli naturali.
Infine, il pascolo costituisce occasionalmente richiamo per animali pulitori coinvolti in
rapporti di simbiosi mutualistica o attratti dalla disponibilità di fonti alimentari derivate
dall’attività di pascolo.
Per quanto attiene alle attività turistiche, la fruizione del litorale, in particolare durante la
stagione primaverile ed estiva e quindi durante la fase biologica della riproduzione di
diverse specie di uccelli, costituisce motivo di degrado. Essa, infatti, ha portato alla
sottrazione di habitat in maniera diretta e permanente attraverso la realizzazione e il
completamento di strutture ed infrastrutture permanenti (bagni e ricoveri in muratura,
legno o altro materiale, chioschi, sentieri pavimentati, passaggi pedonali attrezzati,
attrezzature leggere, punti di collegamento tra strutture, realizzazione di alberghi, villaggi,
parcheggi, …), il cui utilizzo provoca danni alla vegetazione ed aumenta i fenomeni di
erosione per aumento del calpestio.
È dunque necessario strutturare un sistema di controllo dell’accesso e della
frequentazione dell’area, e favorire l’utilizzo, sull’arenile, di sole strutture mobili per casotti,
cabine e passerelle, da rimuovere al termine della stagione balneare; ulteriori misure
gestionali impongono la localizzazione dei parcheggi solo fuori dalla pineta e dalla
spiaggia, ed il divieto di transito veicolare sull’arenile.
La presenza dei campeggi autorizzati non ha effetti negativi sull’integrità del sito Natura
2000 essendo ben confinata nei limiti dell’area di pertinenza. Tuttavia si segnalano alcuni
passaggi pedonali attraverso la pineta e il sistema dunale, che potrebbero essere
disciplinati e organizzati per ridurre l’impatto di calpestio e di illuminazione notturna causa
di disturbo per la fauna insieme ai disturbi sonori.
Menzione a parte merita il “Centro Turistico Ecologico Integrato Marinagri”, compreso il
relativo porto turistico, realizzato sulla destra idrografica della foce, che ha certamente
modificato un area di notevole importanza dal punto di vista della conservazione di flora e
fauna. Tuttavia, il progetto ha salvaguardato le aree umide a ridosso della foce (destra
fiume) che, se pur in parte di origine artificiale e gestite dal privato, sono particolarmente
ricche di habitat di interesse conservazionistico e rappresentano un’importante area di
sosta per gran parte dell’avifauna migratoria segnalata nel sito. Se correttamente gestite,
queste aree potrebbero continuare a mantenere i livelli di biodiversità faunistica e
vegetazionale attuali.
Le spiagge che caratterizzano il tratto di costa sono oggetto di un intenso turismo nel
corso della stagione estiva, e la fruizione dell’arenile rappresenta una attività economica
fondamentale per l’area, che trae gran parte del proprio PIL dall’aumento delle presenze
durante il periodo estivo.
76
In questo quadro, l’azione di calpestio e “sentieramento” incide negativamente sulla
vegetazione psammofila (habitat 1210). In particolare, le dune costiere e le spiagge,
disturbate dal forte afflusso di persone nella stagione estiva, risentono della pesante
presenza antropica, essendo caratterizzate da habitat fragili ed estremamente sensibili. La
fruizione turistico-ricreativa diretta sulle dune, con calpestio stanziale o di
attraversamento, costituisce un ostacolo all’insediamento della vegetazione naturale e
una forte alterazione dei processi di formazione delle dune vive, in particolare nei rapporti
tra erosione e deposito di sabbia. Gli impatti di tali azioni vanno minimizzati sviluppando
modelli di accesso e fruizione della spiaggia e mediante azioni di informazione ai turisti.
Per quanto riguarda, infine, l’impatto sugli habitat dei processi naturali, l’erosione costiera,
che va considerata un processo naturale, per quanto l’accelerazione del fenomeno è da
riferire alle modificazioni idrologiche di origine antropica sui fiumi (realizzazione di
sbarramenti) provocando l’arretramento della linea di costa, influenza gli habitat dunali,
determinando in alcuni casi la scomparsa di alcuni degli elementi della serie psammofila,
e più frequentemente la caoticizzazione della vegetazione, con mescolanza di elementi
delle diverse serie.
77
6 VALUTAZIONE DELL’INCIDENZA DEL PROGETTO SUL SISTEMA
AMBIENTALE (AREA SIC)
6.1 - Caratterizzazione naturalistica dell’area di progetto
La spiaggia dove si inserisce l’area di progetto è costituita da una distesa di sabbia priva
di vegetazione posta tra il bagnasciuga ed un tratto dunale che separa tale area dal
centro turistico Marinagri.
Figura 6.1 – Vista aerea dell’area di progetto: l’area non interesserà zone con vegetazione naturale
All’area si accede direttamente da una strada asfaltata (via San Giusto) e più in particolare
dal Largo Akiris, che costituisce l’area terminale di Località Torre Mozza della predetta
arteria.
L’area dunale posta lungo il lato lungo dell’area rettangolare di progetto, è costituita
essenzialmente da Tamerici.
6.2 - Identificazione e descrizione delle potenziali incidenze dell’opera sulle componenti
naturali
La realizzazione di un concerto con grande affluenza di pubblico su una spiaggia, come il
caso in esame, può determinare incidenze dirette e indirette sull’ambiente naturale. Tali
incidenze sono strettamente legate alle caratteristiche dell’ambiente naturale nell’area in
cui si svolge il concerto e nelle aree limitrofe e agli allestimenti che il concerto richiede,
comprese le aree di parcheggio e i percorsi da queste alla location dell’evento.
78
In generale, le ipotetiche incidenze dirette che l’organizzazione dell’evento può
provocare su un ambiente naturale e le sue componenti, rientrano tra le seguenti
fattispecie.
La pulizia delle spiagge
La pulizia meccanica delle spiagge, ai fini della preparazione dell’evento, e la rimozione
dei rifiuti di origine antropica può determinare anche la rimozione dei materiali naturali (di
norma giudicati inadatti alla fruizione balneare); il ruolo ecologico del detrito vegetale
marino è rilevante anche per la frazione deposta a terra. Infatti il contenuto di elementi
nutritivi e la capacità di accumulo di umidità fanno sì che, anche in condizioni di deposito
modesto, tali materiali svolgano una funzione importantissima per la vegetazione pioniera
delle spiagge e dei depositi eolici, favorendo la formazione di dune embrionali, lo sviluppo
delle foredune e quindi contribuendo alla stabilità del sistema spiaggia-duna.
La pulizia degli arenili, se attuata con mezzi meccanizzati, altera la morfologia della
spiaggia, determina la totale rimozione delle comunità vegetali pioniere e, venuta meno la
loro azione protettiva, danneggia anche gli habitat retrostanti. Ancora più gravi risultano le
conseguenze del livellamento morfologico finalizzato a ricavare una larga spiaggia piatta,
più favorevole per lo sfruttamento turistico. Il livellamento oltre ad alterare profondamente
la morfologia, distrugge estese porzioni di vegetazione dunale, interrompendo la
continuità della zonazione costiera e, in molti casi, determinando la completa scomparsa
delle comunità vegetali.
La funzione “tampone” delle biomasse spiaggiate (ad es. gli accumuli di Posidonia) nei
confronti dei depositi dunali si sviluppa attraverso tre distinti meccanismi:
a) apporto di vegetali in semi, radici e frammenti (molti dei quali di germoplasma locale
dell’ecosistema spiaggia - duna);
b) creazione di forme, irregolarità morfologiche e “rugosità” che favoriscono la
deposizione e l’intrappolamento delle sabbie;
c) rilascio di nutrienti dai processi di mineralizzazione della sostanza organica.
Il calpestio
Il calpestio delle dune, generalizzato e/o lungo percorsi preferenziali, determina l’innesco
di fenomeni di erosione causati dall’aumento del carico antropico a seguito del concerto e
dalla creazione di percorsi di accesso alla spiaggia attraverso ambienti naturali. Il
passaggio del pubblico, generalizzato o lungo vie preferenziali, provoca l’alterazione delle
comunità vegetali, la compattazione del substrato sabbioso e la perturbazione degli
equilibri che regolano la formazione delle dune costiere. Un calpestio non molto intenso
agisce favorendo in particolare le specie annuali, che riescono a germinare e a compiere
il loro ciclo vitale più velocemente, a scapito delle specie perenni che, al contrario, hanno
bisogno di tempo per lo sviluppo dell’esteso sistema radicale che le caratterizza e che
79
aiuta a stabilizzare il substrato sabbioso. Il calpestio provoca, inoltre, la comparsa e la
diffusione di specie ruderali resistenti, a discapito delle tipiche specie psammofile.
Occupazione/danneggiamento/distruzione di vegetazione e habitat naturali
Per effetto dell’installazione delle strutture temporanee e degli impianti necessari per
l’esecuzione dell’evento, in relazione alle caratteristiche, alle dimensioni dell’area, alle
strutture utilizzate nell’evento ed alle modalità di trasporto ed installazione, si possono
generare impatti dovuti al danneggiamento o alla sottrazione diretta di vegetazione
dunale o retrodunale presente nel sito ove si svolge l’evento.
Disturbo diretto/indiretto alle specie faunistiche causato dalle emissioni acustiche
Le specie animali rispondono in diverso modo all’inquinamento acustico alterando i loro
schemi di attività, con un incremento, ad esempio, del ritmo cardiaco e un aumento della
produzione di ormoni da stress. In condizioni sperimentali tali effetti compaiono già a
valori tra 85 e 89 dB, spesso-superati nelle vicinanze di aree di cantiere o in aree ad
elevato traffico stradale. Gli uccelli, la cui soglia di udibilità va da circa 40 Hz a circa 10
kHz, appaiono sensibili al rumore (in maniera abbastanza uniforme all’interno dei vari
Ordini) compreso fra 0 e 10 dB. Alcune ricerche condotte sulla percezione acustica degli
uccelli indicano che il segnale sonoro (canto e altre vocalizzazioni) deve superare il
rumore di fondo di circa 20 dB per poter essere percepito. Diversi lavori scientifici
evidenziano, inoltre, come il “rumore” esterno vada ad influire direttamente sulle modalità
e le intensità del canto, modificandolo in diverse specie di Uccelli.
Il rumore prodotto dalle autostrade può inoltre disgregare la suddivisione e la difesa dei
territori di diverse specie ornitiche. I normali comportamenti riproduttivi anche di altre
specie possono essere alterati da eccessivi livelli di rumore, come è stato studiato anche
in alcune specie di Anfibi. Benché manchino ricerche strategiche sulle soglie critiche del
disturbo delle specie in relazione alle infrastrutture, la bibliografia di settore consultata
evidenzia che le specie che si possono considerare più vulnerabili al disturbo e ai
successivi impatti sono quelle che presentano le seguenti caratteristiche: specie grandi,
longeve, con tassi riproduttivi relativamente bassi, stenoecie, di ambiente aperto (ad
esempio zone umide) piuttosto che chiuso (ad esempio ambienti forestali), rare, con
popolazioni concentrate in poche aree chiave.
In particolare da alcuni studi si rileva che molte specie di uccelli evitano le aree adiacenti
alle autostrade a causa del rumore delle attività umane associate, ed è stato osservato
che la densità degli uccelli in aree aperte diminuisce quando il livello di rumore supera i
50 dB, mentre gli uccelli in ambiente forestale reagiscono ad una soglia di almeno 40 dB.
Ciononostante, secondo alcuni autori, gli uccelli sono normalmente in grado di filtrare i
normali rumori di fondo, anche se di intensità elevata, e di riconoscere i suoni per essi
rilevanti.
Va altresì tenuto conto che, secondo diversi studi, quando gli uccelli vengono sottoposti
ripetutamente a disturbo acustico senza che a questo si associ un reale pericolo, essi
sono perfettamente in grado di “abituarsi” al disturbo stesso, senza mostrare segni
evidenti di stress. A ciò va inoltre aggiunto che gli uccelli sono molto mobili (in particolare
80
durante lo svernamento), per cui una eventuale fonte di disturbo può essere evitata
spostandosi in aree più tranquille.
Anche per i Chirotteri, è stato evidenziato come l’impatto acustico sia particolarmente
significativo almeno nelle vicinanze delle fonti emissive, entro una fascia di ampiezza
dell’ordine di grandezza di alcune decine di metri. Tale incidenza negativa si esplica, non
tanto nell’impedimento della frequentazione dei territori disturbati, ma in un aumento del
tempo di volo di caccia per poter mantenere la medesima efficienza predatoria di un
ambito indisturbato. È stato evidenziato inoltre come non sia significativo tanto il volume
del rumore prodotto (dB) bensì la frequenza del rumore medesimo, ad influenzare
negativamente l’esplicazione dei normali cicli vitali delle popolazioni di chirotteri.
Nello specifico tale ricerca evidenzia come siano infatti le frequenze elevate ad avere
l’impatto più consistente in termini di aumento di tempo di caccia. Rispetto alla
chirotterofauna si ricorda inoltre come in generale l’impatto più gravoso, si verifica quando
le attività condotte, effettuate durante il periodo di ibernazione della colonia (generalmente
tra novembre ed aprile), comportano il risveglio degli individui presenti. Si osserva infatti
come anche il "semplice" risveglio comporti per gli esemplari un cospicuo investimento
energetico. Questo si traduce in una diminuzione delle riserve di grasso che può
pregiudicare la capacità di un successivo risveglio, cosicché gli esemplari rischiano di
morire una volta ripresa l'ibernazione. La fuga alla ricerca di un altro rifugio invernale in un
periodo climaticamente ostile e privo di disponibilità alimentare, determina ulteriori
rapidissime perdite di peso corporeo, che mettono a repentaglio la sopravvivenza degli
esemplari, per altro legata all'improbabile rapida scoperta di un nuovo sito adatto
all'ibernazione.
Disturbo diretto/indiretto alle specie faunistiche causato dalle fonti luminose.
Durante l’evento vengono utilizzate numerose e variegate fonti luminose che possono
essere fonte di disturbo per diverse specie faunistiche. L’illuminazione notturna ha effetti
sul comportamento naturale di moltissime specie e la letteratura specialistica di settore è
molto abbondante. L’illuminazione artificiale notturna può disturbare lo sviluppo,
modificare modalità comportamentali, influenzare negativamente processi fisiologici
regolati dagli ormoni così come meccanismi di “orologio biologico” interno.
Probabilmente l’effetto più conosciuto comunque è che molte specie di uccelli sono
attratte e/o disorientate da sorgenti di luce artificiale e ciò soprattutto durante notti
nuvolose o nebbiose; tale fenomeno viene denominato “fototassi positiva”. Tutto ciò può
causare mortalità diretta per collisione contro le strutture illuminate o può avere importanti
riflessi negativi sul consumo delle loro riserve energetiche. Infatti gli uccelli che non
restano uccisi per collisione diretta contro le strutture illuminate possono soccombere per
affaticamento dovuto al prolungato “volare in tondo” attorno alla struttura illuminata o per
predazione favorita dallo stato di indebolimento provocato da questo non previsto volo
prolungato.
Evidenze scientifiche indicano che l’aumentato uso delle luci artificiali notturne ha un
effetto negativo sulle popolazioni di uccelli, particolarmente per quelle specie che migrano
durante la notte. E’ noto che i migratori utilizzano per l’orientamento sia riferimenti visivi
81
sia meccanismi di bussola magnetica. E’ chiaro che la luce è un importante elemento
nell’utilizzo di riferimenti visivi, ma anche il secondo meccanismo di orientamento
coinvolge in qualche modo la luce. L’orientamento magnetico è probabilmente basato su
specifici recettori di luce localizzati nell’occhio ed esso sembra essere non solo luce-
dipendente ma anche lunghezza d’onda dipendente: i migratori hanno bisogno delle parti
verdi-blu dello spettro per l’orientamento attraverso la bussola magnetica laddove il rosso,
la componente “lunga” della lunghezza d’onda della luce, disturba l’orientamento
magnetico, almeno in condizioni di laboratorio.
In linea con l’ipotesi che l’illuminazione artificiale notturna interferisca con la bussola
magnetica, è stato ben dimostrato che durante le notti nuvolose, gli uccelli sono più
influenzati dalle luci artificiali che nelle notti limpide. Tuttavia, gli uccelli residenti sono
meno influenzati da questo fenomeno probabilmente perché non fanno uso di bussola
magnetica per l’orientamento. Indipendentemente dal preciso meccanismo è comunque
chiaro che le luci artificiali possono interferire con l’abilità degli uccelli di orientarsi.
Morie di migratori notturni per collisione e/o forti fenomeni di attrazione si possono
verificare laddove infrastrutture illuminate, così come ad esempio aeroporti, edifici molto
alti, fari, torri di comunicazione, piattaforme offshore, si trovino nello spazio aereo dove gli
uccelli stanno volando. A livello globale centinaia di milioni di uccelli subiscono ogni anno
l’interferenza per la presenza di luci artificiali e molti di essi non sopravvivono. Questa
situazione si può verificare in modo molto significativo ad esempio in aree marine con una
alta densità di installazione di piattaforme off-shore o comunque in aree con forti transiti di
uccelli migratori.
Dunque, la soluzione più immediata per evitare l’attrazione degli uccelli da parte delle luci,
potrebbe essere quella di cambiare il colore della luce in quanto esperimenti di
laboratorio hanno dimostrato che gli uccelli sono disorientati solo da specifiche lunghezze
d’onda.
In un esperimento condotto in un sito per l’estrazione di gas naturale nella parte orientale
del Dutch Frisian isola di Ameland nel Mare del Nord a 10 chilometri di distanza dal paese
illuminato più vicino fu utilizzata una lampada 4.8 – m con due identiche lampade di 1.000
W ad alogenuro metallico, dirette verso nord-est con un angolo di 110° verso il cielo. Le
lampade furono utilizzate senza filtri (luce bianca) oppure coperte alternativamente con
filtri rossi, verdi, blu e 3 filtri bianchi opachi, che furono utilizzati per testare l’effetto
dell’intensità della luce. I valori assoluti di intensità e la composizione spettrale misurata a
0,57 metri dalle lampade, sono riportate in Figura 6.2.
82
Figura 6.2 - Forma dello spettro dei filtri bianchi (linea bianca), filtri blu (linea blu),
filtri verdi (linea verde) e filtri rossi (linea rossa).
In questo esperimento si ottennero dati per tutti i tipi di lampade e per diverse condizioni
atmosferiche. La configurazione delle luci (2 colorazioni per notte) furono alternate per
evitare possibili effetti dovuti all’ordine di utilizzo. I risultati relativi alla risposta degli uccelli
sono riassunti nella tabella in Figura 6.3.
Figura 1.3 - Reazione di uccelli migratori notturni a differenti condizione di luce
(viene indicato il picco della lunghezza d’onda utilizzata).
Il numero di osservazioni è riportato tra parentesi e si ricorda che per evitare pseudo-repliche,
l’osservazione di gruppi di uccelli è stata conteggiata allo stesso modo di una singola osservazione
I risultati relativi alle tre differenti condizioni di luce rispetto al colore bianco (utilizzando i 3
filtri opachi) furono statisticamente indistinguibili e così i dati relativi alla luce bianca,
indipendentemente dall’intensità sono stati raggruppati per l’analisi. Con la luce bianca
gli uccelli furono significativamente disturbati ed attratti dalla fonte di illuminazione e lo
stesso accadde per le condizioni di luce rossa. Con la colorazione blu gli uccelli
sembravano seguire la direzione di migrazione quasi del tutto indisturbati, con il verde gli
uccelli erano meno orientati che con il blu ma significativamente meno attratti o disturbati
che con il rosso o il bianco (Figura 6.4).
83
Figura 6.4 - Percentuale di osservazioni uccelli (singoli e/o in gruppi) in risposta alle diverse condizione di
luce. Bianca (W), rossa (R), verde (G), blu (B) in condizioni di notti con cielo sereno (c) o nuvoloso (o).
Test di regressione logistica hanno indicato che la probabilità che un uccello sia
attratto/reagisca ad una fonte luminosa aumenta significativamente con la lunghezza
d’onda della luce e con la copertura del cielo. Come anche in altri studi di campo, la
risposta più forte degli uccelli si è avuta con la luce bianca che sembra interferire con
l’orientamento visivo per l’individuazione dei punti di riferimento della sfera celeste, ossia
la luce artificiale diventa un falso punto di riferimento visivo e gli uccelli vengono
“catturati” dal fascio di luce.
La risposta osservata degli uccelli alle diverse condizioni di luce colorata è simile a quella
di precedenti studi dove il rosso causava disorientamento indebolendo la capacità di
recezione del campo magnetico. Nello studio in oggetto con la lampada blu non
sembravano esserci interferenze con la migrazione e come anche in altri studi di
laboratorio, si è evidenziato che il verde non produce o produce poco disturbo
all’orientamento.
Osservazioni condotte su piattaforme off-shore sembrano confermare che gli uccelli
iniziano ad essere attratti da 5 km di distanza, quando l’illuminazione della piattaforma è
totale (30 kW). Un esperimento è stato condotto su una piattaforma off-shore nel Mare
del Nord nella quale sono state sostituite tutte le luci (van de Laar, 2007); anche se per gli
uccelli sarebbe stato ottimale utilizzare soltanto lampade blu ciò non fu possibile per
ragioni di sicurezza dovute al fatto che le persone non sono in grado di lavorare in
condizioni di sicurezza visiva facendo uso esclusivo di lampade blu (non si assicurava
sufficiente visibilità). Perciò furono utilizzate anche lampade di colorazione verde che
apparivano “verdastre” all’occhio umano che in queste condizioni di luce potevano quindi
lavorare in sicurezza (Figura 6.5).
84
Osservazioni preliminari sembrano suggerire una fortissima diminuzione dell’effetto
attrattivo sugli uccelli anche se, quanto forte sia questa riduzione, rimane ancora da
determinare.
Figura 6.5 - Immagine della piattaforma offshore L15 situata nel Mare del Nord, dopo l’adozione di lampade a
basso impatto per gli uccelli. Nel momento dello scatto della foto, alcune lampade bianche non erano
ancora state sostituite con quelle verdi.
Anche i fari per la navigazione in mare, sono stati oggetto di ricerche riguardo gli effetti
negativi dovuti alla collisione con diverse specie di uccelli migratori notturni. Dall’esame
della letteratura disponibile per questa tipologia di struttura vengono evidenziate
essenzialmente due modalità di risposta per ridurre l’effetto negativo sui migratori
notturni.
La prima è relativa al cambiamento di intensità e di tipologia di fascio luminoso utilizzato;
l’attrazione sembra essere correlata positivamente con l’intensità del fascio di luce
utilizzato anche verificato ad esempio al faro di Long Point sul lago Ontario. Gli sforzi
andrebbero quindi indirizzati verso la riduzione dell’intensità luminosa anche perché
ormai la sicurezza della navigazione è assicurata da altre tecnologie come quelle radio,
radar e via satellite. La seconda indicazione è quella di passare da fari con fasci di luce
fissi o rotanti a sistemi di luce intermittenti o lampeggianti (flashing light system). Infatti
fasci di luce fissi o rotanti sembrano attrarre molto di più gli uccelli di quanto facciano fasci
di luce lampeggianti o stroboscopici sebbene luci lampeggianti lentamente (slow-
flashinglights) attraggano ancora in modo significativo gli uccelli. L’interruzione della luce
sembra consentire agli uccelli di disperdersi dal fascio luminoso. L’adozione di luci
stroboscopiche in cui si vi sia una completa interruzione tra i “lampi” non compromette la
sicurezza aerea o marina e sembra soddisfare la maggior parte delle regolamentazioni
governative relative all’illuminazione di possibili ostacoli.
85
Disturbo diretto/indiretto alle specie faunistiche associate agli habitat dunali con
particolare riferimento al Fratino.
Il Fratino è tra i più piccoli uccelli limicoli nidificanti in Italia, è una specie gregaria,
soprattutto nel periodo invernale e al di fuori del periodo di nidificazione, si nutre
principalmente di insetti, molluschi, crostacei e vermi che cerca a livello del suolo oppure
smuovendo con le zampe il terreno umido o il materiale detritico che trova spiaggiato
sulla battigia.
In Italia è una specie nidificante, migratrice regolare e svernante; mostra una spiccata
fedeltà al sito riproduttivo per cui di anno in anno le coppie tendono a realizzare i propri
nidi nei siti frequentati negli anni precedenti. I nidi sono costituiti da lievi depressioni
realizzate dalla specie nella sabbia, rivestite con piccoli ciottoli o frammenti di conchiglie,
il periodo d’incubazione delle uova (da 1 a 3-4) normalmente è di 21-30 giorni.
I pulcini sono nidifughi e molto attivi dopo circa 2 ore dalla nascita sono pronti ad
abbandonare il nido per seguire gli spostamenti dei genitori. E' proprio in questo
momento che, estremamente piccoli e indifesi, i pulcini rischiano di essere predati.
Ogni coppia difende attivamente il territorio di nidificazione, inseguendo e combattendo
gli intrusi, i maschi sono in genere più aggressivi delle femmine. Per proteggere le nidiate
dai predatori o da qualsiasi altro intruso che si avvicina al nido, uomo compreso, il fratino
utilizza un particolare comportamento, l’animale infatti si allontana dal nido fingendo di
avere un'ala rotta, in questo modo, sembrando una facile preda, l'attenzione del predatore
si concentra sull’animale apparentemente ferito, che elude il predatore portandolo in area
di sicurezza a diverse centinaia di metri dal sito di nidificazione. Una volta raggiunta l’utile
distanza spicca in volo e con rapidità torna nell’area di nidificazione disorientando il
predatore.
A causa del marcato disturbo antropico, del degrado e della perdita di habitat, che
provocano una considerevole riduzione delle popolazioni, il fratino ha uno stato di
conservazione sfavorevole in Europa. Tra le cause del declino dei siti di nidificazione della
specie ci sono cause naturali e cause di origine antropica.
Tra le cause naturali ricordiamo:
Predazione uova da parte di Corvidi e Laridi;
Predazione uova da parte di Roditori (Ratti, Scoiattoli) e canidi (volpi e cani
vaganti);
Eventi atmosferici;
Mareggiate e allagamenti.
Tra le cause antropiche ricordiamo:
Pulizia meccanica delle spiagge con conseguente eliminazione della vegetazione
dunale e del materiale piaggiato;
Calpestio;
86
Disturbo antropico (passaggio continuo in prossimità del nido, curiosità dei
passanti,ecc.);
Atti vandalici.
Disturbo diretto/indiretto alle specie faunistiche associate agli habitat dunali con
particolare riferimento alla Tartaruga marina (Caretta caretta)
Tra le tartarughe marine presenti in Mediterraneo, Caretta caretta è la specie più diffusa. È
la più piccola tra le tartarughe del Mediterraneo: può raggiungere 110 centimetri di
lunghezza di carapace e un peso di 180 chilogrammi. La specie è considerata
endangered, a livello regionale e globale, ed è perciò protetta da normative internazionali
e, in particolare, dalla Direttiva Habitat (specie in allegato II) e da numerose convenzioni
tra le quali la Convenzione di Barcellona e relativo protocollo aggiuntivo che prevede
misure di protezione e di conservazione per la specie vietandone l’uccisione, il
commercio e il disturbo durante i periodi di riproduzione, migrazione, svernamento e altri
periodi in cui gli animali sono sottoposti a stress fisiologici.
La dieta comprende sia organismi bentonici che animali planctonici come alcune meduse
(la Caravella portoghese Physaliaphysalia) e alcuni organismi dalla consistenza gelatinosa
che formano colonie lunghe parecchi metri come le salpe. Si ciba inoltre di pesci come i
cavallucci marini e pesci ago che frequentano le praterie di Posidonia. A volte, in acque
poco profonde, ricerca aragoste, granchi e gamberetti e numerose specie di molluschi
che frequentano rocce e coralli.
Le Tartarughe marine sono presenti in tutto il Mediterraneo, ma con particolare frequenza
in alcune zone neritiche, utilizzate come aree di sosta e di alimentazione, come l’Alto
Adriatico, il Mar Ionio, le coste tunisine e libiche e la costa spagnola. Le aree di
nidificazione sono invece concentrate nella metà orientale del Bacino. I siti riproduttivi più
importanti si rinvengono in Grecia, Turchia, Cipro e Libia, paesi che concentrano da soli il
97% dei circa 7200 nidi annualmente deposti in Mediterraneo (per circa 3.000 le femmine
nidificanti).
Caretta caretta è l'unica specie di tartaruga marina nidificante lungo le coste italiane. La
Penisola si colloca marginalmente ai limiti occidentali dell’areale riproduttivo mediterraneo
della specie, ma i suoi mari costituiscono aree strategiche di sosta e migrazione. In
passato, la nidificazione di Caretta era, con ogni probabilità, un fenomeno regolare e
relativamente diffuso lungo le coste del Meridione d’Italia, ma i dati al riguardo sono
piuttosto sporadici e imprecisi. Nel corso degli ultimi 25 anni del secolo scorso, casi di
nidificazione si registrano sulle isole e le coste siciliane, in Sardegna, lungo le coste
pugliesi e quelle ioniche di Basilicata e Calabria. La nidificazione era però oramai ritenuta,
a livello nazionale, come sporadica o occasionale, eccezion fatta per le Isole Pelagie
(Linosa e Lampedusa), isole sulle quali la nidificazione della specie risultava accertata, se
pur non tutti gli anni, sin dal 1975, ma sempre in numero esiguo di casi (2-3
nidificazioni/anno, nel ventennio 1980-1999).
87
Una campagna mirata di ricerche, promossa e coordinata sin dal 2000 dal Dipartimento di
Biologia, Ecologia e Scienze della Terra dell’Università della Calabria lungo la costa ionica
della regione, ha, tuttavia, mutato totalmente il quadro nazionale.
In Mediterraneo, il periodo della deposizione si colloca tra fine Maggio e Agosto (quindi
anche nel periodo in cui è previsto l’evento) e ogni femmina depone, ogni 2-3 anni, da 3 a
4 nidi a stagione. La deposizione avviene di regola in ore notturne. Ogni nido contiene in
media un centinaio di uova (delle dimensioni di una pallina da ping-pong), deposte in una
buca scavata nella sabbia e lì lasciate dalla femmina, dopo essere state accuratamente
ricoperte. Il calore della sabbia consente l’incubazione delle uova. La durata del periodo
varia quindi in relazione all’andamento termico stagionale e alle caratteristiche della
sabbia (colore, granulometria, umidità), oscillando, in genere, tra i 45 e i 70 giorni. La
temperatura della sabbia determina altresì il sesso delle piccole tartarughe, nel corso del
loro sviluppo embrionale: al di sopra di un valore soglia di circa 29 °C (che, in condizioni
ideali si colloca a metà della camera delle uova), nasceranno femmine, al di sotto,
maschi.
I piccoli, rotto il guscio grazie ad una struttura particolare, il "dente da uovo" (che viene
perso nel giro di due settimane) non emergono subito dal nido, ma alcuni giorni dopo (in
genere 3-4), periodo necessario al riassorbimento del sacco vitellino e al
“raddrizzamento” del carapace. L’emersione può essere sincrona o protrarsi per alcune
notti, in relazione alla maggiore o minore sincronia nei tassi di sviluppo embrionali
(determinati, a loro volta, dalle variazioni termiche della camera del nido).
Ad emersione avvenuta (in genere nelle ore notturne per evitare i predatori e il
disidratazione delle alte temperature diurne) i piccoli si dirigono rapidamente verso il
mare, ossia verso l’orizzonte più luminoso. Questo comportamento spiega gli effetti di
disorientamento che l’illuminazione artificiale determina sui piccoli, portandoli a dirigersi
verso terra, causandone così la morte. Una volta giunti in mare, i piccoli nuotano
ininterrottamente per oltre 24 ore, grazie alle riserve immagazzinate, allontanandosi dalla
costa per raggiungere zone ricche di nutrienti in alto mare.
Rilascio di rifiuti nell’ambiente da parte dei partecipanti all’evento
In un evento che contempla un massiccio afflusso di persone sulla spiaggia (circa 30.000
partecipanti) è prevedibile attendersi un significativo rilascio di rifiuti nell’ambiente quali
lattine, bottiglie, carta, residui di cibo, buste di plastica. Tale evenienza deve essere
contrastata con efficaci misure di mitigazione tali da ridurre/eliminare in modo efficace la
problematica.
Tali incidenze, fatta eccezione per danneggiamento/distruzione di vegetazione e habitat
naturali avranno tutti carattere temporaneo, della durata del periodo necessario
all’allestimento delle strutture, allo svolgimento dell’evento e allo smontaggio delle
strutture fino alla completa liberazione dell’area.
88
L’organizzazione di un concerto su una spiaggia, così come la “fruizione balneare”,
costituisce certamente una minaccia per l’integrità fisica e funzionale di un litorale marino
e in particolare degli ambienti dunali ma, nel contempo, rappresenta una opportunità
economica per la comunità locale e una risorsa per il benessere della popolazione
costiera locale e dei diversi portatori di interessi.
È quindi fondamentale perseguire la ricerca di un rapporto equilibrato tra conservazione
della natura ed uso dei litorali sabbiosi, tenendo sempre ben presente come il valore
economico del litorale, dipenda soprattutto dallo stato di salute e dalla qualità
complessiva dell’ambiente costiero.
Specialmente nelle spiagge situate in ambiti ad elevato valore naturalistico ed in
particolare per quelle ricadenti in aree protette o in siti della rete Natura 2000, pur
considerando gli aspetti positivi dell’organizzazione di un concerto, è essenziale che i
progetti garantiscano e si pongano come obiettivo primario il mantenimento (e
possibilmente il miglioramento) del sistema dunale in prossimità del quale il progetto
viene a collocarsi.
Disturbo/danneggiamento delle praterie di posidonia
L’ancoraggio di imbarcazioni o il posizionamento di piccole infrastrutture in mare, che
necessitano di ancoraggi mediante l’utilizzo di corpi morti, possono causare il
danneggiamento diretto di piccoli lembi delle praterie di Posidonia qualora presenti. Nei
pressi del litorale interessato dall’evento, tuttavia, non sono presenti praterie di Posidonia.
6.3 - Identificazione e descrizione delle incidenze determinate dal progetto su habitat e
specie di interesse comunitario.
Nessuna delle incidenze potenziali indicate nel paragrafo precedente si verifica nel caso
reale oggetto del presente studio di valutazione di incidenza.
Infatti, lungo il tratto costiero interessato dal concerto non sono presenti habitat di
interesse comunitario ed è presente in modo molto limitato la vegetazione naturale, in
quanto tutto l’ambito risulta fortemente antropizzato con significativa presenza di strutture
turistico-balneari.
La presenza di persone durante il concerto lungo questo tratto di arenile, non potrà quindi
interferire direttamente con la conservazione di questo habitat; il litorale, infatti, è già da
tempo ampiamente utilizzato a fini turistico-balneari ma, nonostante questo, l’habitat è
presente ed è in buono stato di conservazione come attestato dal Formulario Standard.
Per quanto riguarda la presenza di specie di interesse comunitario segnalate nell’area SIC
Costa Jonica Foce Agri, si ha la ragionevole certezza di ritenere che il periodo in cui si
svolgeranno le attività necessarie allo svolgersi dell’evento (dal 7 al 15 Agosto 2019) è al
89
di fuori del periodo biologico di maggior sensibilità al disturbo (periodo riproduttivo) delle
medesime specie.
Le uniche interferenze con le specie ornitiche potranno derivare dal disturbo da rumore e
dal disturbo ingenerato dall’impianto luci (soprattutto nel giorno del concerto, dalle 16 alle
24,00) che potranno provocare lo spostamento temporaneo degli individui in aree
limitrofe dove risulteranno sicuramente meno interferiti e dove peraltro sono presenti
habitat idonei alla sosta di queste specie di uccelli.
Possibile danneggiamento di vegetazione dunale e/o vegetazione naturale esternamente
al SIC
Nelle aree limitrofe alla zona in cui si svolgerà il concerto, sono presenti significativi lembi
di vegetazione naturale, con tipologie ascrivibili ad habitat dunali afferenti alla direttiva
habitat. Va quindi evitato ogni tipo di attività che possa portare alla loro alterazione o al
loro danneggiamento diretto (calpestio, montaggio/smontaggio strutture, …) lasciando i
siti necessariamente intatti; va evitato ogni tipo di accesso a tali aree, ed impatto derivante
dal montaggio e smontaggio delle strutture, o dalla apertura di nuovi accessi oltre a quelli
già esistenti.
In Figura 6.6 vengono indicate le aree da salvaguardare.
Figura 6.6 – Aree con vegetazione dunale e/o naturale da salvaguardare
90
La sussistenza delle incidenze dell’intervento è stata verificata e descritta in relazione agli
elementi della componente naturalistica esistente sull’area di intervento.
Figura 6.7 - Identificazione delle incidenze
L’attività interessa habitat di interesse comunitario la cui
conservazione è considerata prioritaria (habitat asteriscati negli
allegati della Direttiva Habitat 92/43/CEE). Quali e quale
superficie.
L’attività non interessa direttamente o
indirettamente habitat prioritari.
L’attività interessa habitat di interesse comunitario non prioritari.
Quali e quale superficie.
L’attività non interessa direttamente habitat
di interesse comunitario che in ogni caso
sono presenti nell’immediato intorno
dell’area destinata al concerto. Sono
presenti varie tipologie di habitat dunali,
ascrivibili ad habitat di interesse comunitario
(per lo più 2110, 2120, 2230, 2240, 2250,
2260) che possono essere in qualche modo
danneggiate qualora non si prevedano e si
applichino le misure di mitigazione
suggerite.
L’attività interessa o può interessare specie di interesse
comunitario e/o il loro habitat di specie, la cui conservazione è
considerata prioritaria (specie asteriscate negli allegati della
Direttiva Habitat 92/43/CEE). Quali specie, quantificazione delle
popolazioni (individui, coppie, ecc.), per quanta superficie del
loro habitat.
La spiaggia di Torre Mozza non risulta
essere mai stata interessata dalla
nidificazione di Caretta caretta né del
Fratino.
L’attività interessa o può interessare specie e/o il loro habitat di
specie, di interesse comunitario non prioritarie. Quali specie,
quantificazione delle popolazioni (individui, coppie, ecc.), per
quanta superficie del loro habitat.
Il litorale di Policoro non è interessato dalla
presenza e dalla nidificazione del Fratino
che, peraltro, nel periodo in cui si svolge
l’evento (metà Agosto) ha terminato il
periodo di nidificazione che costituisce il
periodo biologico di maggiore sensibilità al
disturbo
In che modo l’attività incide
sull’habitat /specie/ habitat di
specie (indicare e descrivere).
La superficie di habitat
interessata dall’intervento
viene persa definitivamente.
Qualora non si adottassero le misure di
mitigazione indicate si potrebbe assistere
alla perdita/danneggiamento di lembi di
habitat dunali.
La superficie di habitat o di
habitat di specie interessata
dall’intervento non viene
persa definitivamente ma
frammentata.
Qualora non si adottassero le misure di
mitigazione indicate si potrebbe assistere
alla frammentazione/danneggiamento di
lembi di habitat dunali.
L’intervento interessa
direttamente un sito
riproduttivo, di sosta,
alimentazione, rifugio, ecc.
La spiaggia di Torre Mozza, e più in
generale il litorale di Policoro, non risulta
essere mai stata interessata dalla
nidificazione di Caretta caretta né del
Fratino, che, peraltro, nel periodo in cui si
svolge l’evento (metà Agosto) ha terminato il
periodo di nidificazione che costituisce il
periodo biologico di maggiore sensibilità al
disturbo.
91
L’intervento produce
perturbazioni su uno o più
specie/habitat di specie
La spiaggia di Torre Mozza, e più in
generale il litorale di Policoro, non risulta
essere mai stata interessata dalla
nidificazione di Caretta caretta né del
Fratino, che, peraltro, nel periodo in cui si
svolge l’evento (metà Agosto) ha terminato il
periodo di nidificazione che costituisce il
periodo biologico di maggiore sensibilità al
disturbo.
Altri cambiamenti negli elementi morfologici e ambientali
principali del sito (es. pozze permanenti, pareti rocciose,
scarpata sabbiosa, corsi d’acqua), variazione quali-quantitativa
delle risorse idriche, ecc.
Nessun cambiamento in quanto tutte le
strutture saranno rimosse alla fine
dell’evento,
6.4 - Descrizione analitica delle incidenze nel sito, utilizzando specifici indicatori
Sono di seguito descritte le incidenze riferite al sito d’intervento in relazione ai singoli
elementi ambientali significativi dei siti Natura 2000.
Figura 6.8 – Descrizione delle incidenze
Perdita di superficie di
habitat/habitat di specie per
effetti:
Diretti
Qualora vengano adottate le misure di
mitigazione indicate l’evento non
provocherà alcuna perdita di superficie
di habitat/habitat di specie.
Indiretti
A breve termine
A lungo termine
Legati alla fase di esercizio
Frammentazione di superficie
di habitat/habitat di specie per
effetti:
Diretti
Qualora vengano adottate le misure di
mitigazione indicate l’evento non
provocherà alcuna frammentazione di
superficie di habitat/habitat di specie.
Indiretti
A breve termine
A lungo termine
Legati alla fase di esercizio
Danneggiamento o
perturbazione di specie/habitat
di specie per effetti:
Diretti
Qualora vengano adottate le misure di
mitigazione indicate l’evento non
provocherà alcuna perturbazione di
specie/habitat di specie.
Indiretti
A breve termine
A lungo termine
Legati alla fase di esercizio
Altri cambiamenti morfologici,
ambientali e paesaggistici
principali del sito per effetti:
Diretti
Nessun cambiamento in quanto tutte le
strutture saranno rimosse alla fine
dell’evento.
Indiretti
A breve termine
A lungo termine
Legati alla fase di esercizio
92
6.5 - Valutazione delle incidenze da parte del professionista incaricato dello studio di
incidenza
Figura 6.9 - Valutazione dell’incidenza da parte del professionista incaricato
Valutazione dell’incidenza
Nulla
Bassa
La realizzazione dell’evento, adottando le misure di mitigazione/soluzioni alternative indicate nel paragrafo 6.7, non causa incidenze significative su habitat, specie e/o habitat di specie di interesse comunitario, esterni o
interni al SIC “Costa Jonica Foce Agri”.
Media
Alta
6.6 - Misure di conservazione previste nel piano di gestione SIC IT9220080 “Costa Jonica
Foce Agri” approvato con D.G.R. 904 del 07.07.2015
Nessuna delle attività previste dall’evento confligge con le Misure di Conservazione
previste dal Piano di gestione del SIC Costa Jonica Foce Agri approvato con D.G.R. della
Regione Basilicata n. 904 del 07.07.2015.
6.7 - Misure di mitigazione/soluzioni alternative proposte
L’organizzazione del concerto prevede già le misure di mitigazione di seguito riportate.
utilizzo esclusivo di strutture precarie, di facile installazione e rimozione, che
consentano il rilascio dei luoghi ad evento realizzato nello stato in cui si trovavano
precedentemente, e quindi con un impatto sull’ambiente e sul paesaggio di breve
durata e poco significativo;
utilizzo di strutture e impianti (audio, video, luci) noleggiabili senza costi ambientali
di produzione;
utilizzo di scenografie noleggiabili e solo in parte prodotte appositamente, per
ridurre i costi ambientali di produzione;
installazione lungo le strade di accesso pedonali di cartelli didattico-educativi con
messaggi per il rispetto della natura circostante e, più in generale, dell’ambiente;
93
chiusura delle deviazioni delle strade di accesso con barriere per evitare che nei
giorni che precedono l’evento il pubblico acceda con mezzi motorizzati alle dune
limitrofe all’area del concerto;
presidio degli ambienti dunali ai lati delle strade di accesso da parte di volontari
durante le fasi di affluenza e defluenza per scongiurare l’accesso agli stessi da
parte del pubblico;
indirizzo delle emissioni acustiche e luminose in direzione opposte a quella di
presenza del SIC;
pulizia della spiaggia durante la giornata dell’evento assicurata da personale
circolante nell’area del concerto con una gerla per la raccolta dei rifiuti;
differenziazione dei rifiuti raccolti durante e dopo l’evento;
eliminazione di effetti scenografici che provocassero dispersione di rifiuti
nell’ambiente (coriandoli);
nella giornata dell’evento verranno proiettati sugli schermi all’interno del villaggio
video di sensibilizzazione sulle tematiche ambientali;
durante la giornata dell’evento e durante il concerto verranno lanciati dal palco
messaggi al pubblico riguardanti il rispetto dell’ambiente e della natura;
utilizzo di fuochi artificiali freddi senza emissioni acustiche;
posizionamento di pannelli con messaggi didattico-educativi inerenti le tematiche
della tutela dell’ambiente e della natura sulla recinzione dell’area dell’evento;
utilizzo di strutture gonfiabili che riducessero le esigenze di trasporto: si è così
ridotto almeno del 50% il numero di camion necessario per il trasporto delle
scenografie, con conseguente riduzione dell’50% delle emissioni di CO2 provocate
dai trasporti, a fronte delle scarse emissioni causate dal loro gonfiaggio;
utilizzo di generatori di energia elettrica di ultima generazione a basse emissioni in
atmosfera;
utilizzo per l’80% di lampade a led che riducano i consumi energetici: tale utilizzo
ha ridotto i consumi energetici previsti del 50% rispetto a quelli di un concerto
tradizionale in uno stadio;
installazione all’interno dell’area del concerto di torri faro ibride (a batteria o motore
diesel) che funzionino durante lo spettacolo a batteria senza emissioni acustiche e
atmosferiche;
installazione di dispositivi dimostrativi alimentati da pannelli solari o da dinamo di
biciclette azionate dai partecipanti per la ricarica dei telefonini, a scopo educativo;
movimentazione sulla spiaggia per le installazioni e per i servizi di ristoro di soli
mezzi gommati transitanti su tracciati carrabili costituiti da pannelli di alluminio o
plastica giuntati o di installazioni tipo gazebo riutilizzabili;
vendita di prodotti alimentari sia di tipo tradizionale che di provenienza locale, con
attenzione particolare alla sostenibilità delle filiere di produzione;
scelta di sponsor dell’iniziativa attuanti politiche ambientali nei settori di
competenza (veicoli, cibo, energia, ecc.).
94
Oltre a queste si suggeriscono le ulteriori e seguenti azioni di mitigazione:
Tutte le attività di preparazione, organizzazione e svolgimento dell’evento dovranno
essere svolte esclusivamente all’interno dell’area di concerto, come da cartina
predisposta dalla società organizzatrice dell’evento;
Assicurare la conservazione della vegetazione naturale delle aree limitrofe all’area
di concerto, presidiandole durante la giornata con personale che impedisca al
pubblico di accedervi dalle strade di accesso;
Pur essendo altamente improbabile un evento di nidificazione nel tratto di litorale
interessato dall’evento si ritiene opportuno che l’organizzazione dell’evento si
faccia carico dell’attività di monitoraggio del tratto di 500 m di spiaggia, con
baricentro l’area dell’evento, a partire da 30 giorni precedenti l’evento stesso, per
verificare la possibilità di nidificazione di Caretta caretta, attraverso le consolidate
tecniche di monitoraggio della specie (ricerca mattutina dei segni dell’avvenuta
nidificazione).
Nel caso in cui avvenga un episodio di nidificazione, dovranno essere messe in
atto, da parte della società organizzatrice dell’evento, tutte le azioni necessarie per
la sua salvaguardia al fine di assicurarne il successo riproduttivo; a tal riguardo a
seconda della localizzazione del nido, esso dovrà essere protetto con una
recinzione tipo CETA racchiudente un’area di 9 mq, da presidiare durante l’evento,
o dovrà essere traslocato con l’assistenza di personale esperto.
La società organizzatrice dell’evento si deve far carico di prevedere, nella settimana
antecedente il concerto, mediante l’utilizzo di personale professionalmente idoneo,
l’attività di monitoraggio del Fratino nel tratto di 500 m di spiaggia, con baricentro
l’area dell’evento. Nel caso in cui avvenga un episodio di nidificazione, dovranno
essere messe in atto, da parte della società organizzatrice dell’evento, tutte le
azioni necessarie per la sua salvaguardia al fine di assicurarne il successo
riproduttivo; a tal riguardo a seconda della localizzazione del nido, esso dovrà
essere protetto con una recinzione da presidiare durante l’evento, o dovrà essere
traslocato con l’assistenza di personale esperto.
Pulizia a mano. Le aree naturali a ridosso dell’area dedicata al concerto vedono la
presenza di ingente quantitativo di rifiuti solidi; l’eventuale pulizia dell’area non
dovrà essere realizzata con mezzi meccanici ma necessariamente manualmente al
fine di evitare la distruzione dell’ambiente dunale o di eventuali nidi.
i messaggi e i video lanciati dal palco durante la giornata dell’evento dovranno
comprendere l’invito a non gettare rifiuti in terra o in mare, ma a consegnarli al
personale addetto alla raccolta.
***
L’evento “Jova Beach Party” è perfettamente in linea con alcuni degli obiettivi
specifici del Piano di gestione del SIC e più in particolare i seguenti:
Promuovere un turismo la cui fruizione sia consapevole e responsabile ai fini della
salvaguardia del patrimonio naturale, culturale e sociale delle destinazioni;
95
Diffondere la conoscenza delle emergenze naturali protette tra gli allievi delle scuole
del territorio circostante, anche al fine di favorirne la tutela e la valorizzazione;
Diffondere la conoscenza delle emergenze naturalistiche delle aree;
Aumentare la sensibilità dei cittadini nei confronti dell’importanza del rispetto delle
leggi ambientali, in particolare in tema di rifiuti ed abusi edilizi;
Aumentare la fruizione del SIC con conseguente miglioramento delle conoscenze del
pubblico sulle problematiche della biodiversità e dell’importanza dei vincoli apposti;
Operare per l’attivazione di buone pratiche che investano anche la sfera dei fruitori del
servizio turistico.
È utile richiamare in questa sede che il “Jova Beach Party” promuoverà con il WWF Italia
un messaggio ambientale importante per la Natura e per la salute umana: la lotta
all’inquinamento da plastica.
L’evento Jova Beach Party del 13 Agosto 2019 sulla spiaggia di Torre Mozza a Policoro si
inserisce nel Tour con cui il cantante Lorenzo Jovanotti e il WWF promuoveranno la
campagna “NaturaPlasticFree” nell’estate 2019, per sensibilizzare l’opinione pubblica e
suggerire soluzioni concrete su una delle principali emergenze ambientali, quella legata
all’inquinamento da plastica in natura, che sta mettendo a rischio molte specie animali e
minacciando la salute umana.
Nella cartella stampa della conferenza stampa di annuncio del progetto, svoltasi il 6
dicembre 2018, è stata inserita anche una scheda, a firma del WWF, di approfondimento
sul tema ambientale, ed è intervenuta, con risalto, la Presidente del WWF Italia per
spiegare la collaborazione, e gli intenti di sensibilizzazione. E’ stato anche proiettato un
video di sensibilizzazione per la lotta all’inquinamento da plastica.
In tutti i comunicati stampa è stato sottolineato l’impegno di Jova Beach Party, con WWF,
per la sensibilizzazione sul tema dell’emergenza ambientale e sull’impegno per la lotta
all’inquinamento da plastica e lo stesso avverrà in tutti i comunicati che saranno prodotti
fino al debutto di Jova Beach Party, in cui sarà dato risalto alla collaborazione con WWF e
all’impegno per l’emergenza ambientale.
La cartella stampa di presentazione del Jova beach Party, che sarà distribuita a tutti i
media in occasione della partenza del tour, includerà:
menzione della collaborazione con WWF, gli scopi della collaborazione, il tema
della sensibilizzazione;
dettagli sul villaggio di Jova Beach Party con particolare attenzione agli aspetti di
attenzione e rispetto per le tematiche ambientali;
norme comportamentali e suggerimenti per vivere al meglio e nel rispetto
dell’ambiente ogni data, anche con riferimenti ad ogni area.
Diversi i post dedicati ad attività di sensibilizzazione e tutela ambientale sia sulle pagine
ufficiali di Jova Beach Party sia dell’artista Lorenzo Jovanotti.
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Inoltre, a seguito del protocollo di intesa tra WWF e Guardia Costiera, è nato un comitato
paritetico per la collaborazione diretta con Guardia Costiera per amplificare i valori
ambientali e per accrescere la comunicazione del lavoro sinergico tra WWF e Guardia
Costiera attraverso il Jova Beach Party. Il comitato si riunisce una volta al mese e dibatte
delle varie sensibilità relative a ciascuna spiaggia che ospiterà il Jova Beach Party.
Sarà disponibile una APP dedicata al Jova Beach Party, con contenuti sviluppati in
sinergia con WWF e Guardia Costiera che prevede ampia rilevanza, per contenuti
informativi e di sensibilizzazione, sia generali sia specifici sulle singole aree relative ad
ogni tappa del tour.
Nella giornata dell’evento verranno proiettati sugli schermi, all’interno del villaggio, video
di sensibilizzazione sulle tematiche ambientali. Il materiale informativo che verrà diffuso
punterà a sottolineare gli aspetti di tutela ambientale e l’impegno alla sensibilizzazione.
Lorenzo Jovanotti sarà anche il protagonista di una video intervista, realizzata per il WWF
su temi ambientali.
All’interno del villaggio sarà presente una zona gestita e organizzata da WWF con intenti
informativi ed educativi, anche con attività dedicate ai più piccoli. Oltre alla comunicazione
diretta durante ogni tappa, la presenza di questa area sarà sottolineata in tutte le
comunicazioni. All’interno dello spazio del WWF ci sarà, infine, un presidio costante della
Guardia Costiera.
7 CONCLUSIONI
L’evento “Jova Beach Party”, adottando le misure di mitigazione/soluzioni alternative
indicate, non causa incidenze significative su habitat, specie e/o habitat di specie di
interesse comunitario, presenti all’interno o all’esterno del SIC Costa Jonica Foce Agri.
Le previste attività non rientrano nelle attività costituenti minaccia o criticità del piano di
gestione del SIC IT9220080, approvato con D.G.R. 904 del 07.07.2015.
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Allegato 1 – SCHEDA AREA SIC COSTA IONICA FOCE AGRI
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Allegato 2 – ESTRATTO PIANO DI GESTIONE SIC IT9220080
Di seguito si riporta il quadro riassuntivo delle minacce e criticità per il SIC Costa Jonica
Foce Agri, come riportato nel piano di gestione, approvato con D.G.R. della Regione
Basilicata n. 904 del 07.07.2015.
Minaccia/Criticità Obiettivi specifici Nome azione Descrizione azione
Costipamento dei
terreni e delle
spiagge a causa di
calpestio umano o dei
mezzi a motore
Evitare il passaggio di
uomini e mezzi in
aree critiche per la
tutela degli habitat
Protezione e
conservazione degli
habitat psammofili
Realizzazione di
opere di
riqualificazione degli
habitat psammofili
degradati e
realizzazione di
infrastrutture e
sbarramenti onde
evitare il passaggio
antropico.
Diffusione di specie
vegetali alloctone
Ridurre o eradicare le
specie vegetali
alloctone
Eradicazione delle
specie vegetali
alloctone
Riduzione della
presenza o
eradicazione delle
specie vegetali
alloctone mediante
tecniche non invasive.
Consumo di suolo in
favore degli ambienti
agricoli o
infrastrutture turistiche
Controllo del territorio
per evitare il consumo
di suolo abusivo o la
distruzione di habitat
naturali
Divieto di consumo di
suolo degli habitat
naturali
Monitoraggio del
territorio mediante
l'utilizzo di di foto
aeree o ortofoto onde
evitare la distruzione
di habitat naturali non
autorizzati
Bonifiche Vietare la creazione di
canali di bonifica o
utilizzare tecniche
naturalistiche non
invasive per la loro
ripulitura.
Gestione dei canali di
bonifica con tecniche
naturalistiche
I canali di bonifica
devono essere gestiti
seguendo tecniche
naturalistiche non
invasive per la tutela
delle specie e degli
habitat.
Frammentazione della
rete ecologica
Ricostituire la rete
ecologica e le
connessioni locali ove
gli insediamenti
agricoli o turistici
hanno creato barriere
insormontabili
Ricostituzione della
rete ecologica
Realizzazione di aree
naturali, corridoi,
stepping stone etc
nelle aree a forte
pressione antropica
per connettere le aree
naturali dei SIC
Distruzione aree
tampone
Creare aree tampone
che fungano da filtro
lungo i confini dei SIC
e lungo i perimetri
degli insediamenti
agricoli e turistici
Aree tampone Realizzazione di aree
tampone che fungano
da filtro attraverso la
creazione di fasce
inerbite nelle aree
agricole, creazione di
siepi e filari, etc.
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Incendi Evitare l'innesco di
incendi e la
conseguente perdita
di habitat
Protezione,
conservazione e
sviluppo della ruralità.
Promuovere i BCAA e
incentivarne la
condizionalità
Muri di contenimento
in cemento armato ai
bordi delle strade
asfaltate
Riordino e
riqualificazione
paesaggistica della
viabilità di servizio
Valorizzazione del
paesaggio e
miglioramento delle
caratteristiche
funzionali e di
immagine
Mitigazione dei muri
di sostegno in
cemento con
rivestimenti in pietra
locale, ai fini di
aumentare l'attrattività
dei luoghi, a beneficio
del turismo
Insufficienza di
itinerari quale
strumenti per la
valorizzazione dei
territorio
Potenziamento dei
sentieri con
particolare
riferimento alla
valorizzazione dei
percorsi di fruizione
ambientale (sentieri
natura, geositi, ecc.)
Riqualificazione,
rafforzamento e
riformazione di antichi
sentieri
Promuovere e
qualificare l’offerta
turistica diversificata
ed integrata nei
luoghi per sviluppare
il turismo culturale e
ambientale
Assenza di itinerari
diversificati, quale
strumenti per la
valorizzazione del
territorio
Individuazione di
itinerari cicloturistici e
tematismi specifici
per la fruizione
turistico-ambientale
del/dei SIC
Piste ciclabili e
pannelli esplicativi
Realizzazione di piste
e itinerari ciclo –
turistici
Mancanza di punti di
informazione e di
documentazione
Realizzazione di punti
di informazione, ivi
compresi uffici di
Informazione,
accoglienza turistica
e centri visita
Accoglienza
all’interno dei SIC
Ristrutturazione di
uno o più fabbricati
adatti a tal fine
Aspetti forestali
Minaccia/Criticità Obiettivi specifici Nome azione Descrizione azione
Categoria CFR: G1,
G2, G3 N3,N5, Ga,
Gc
Incendi
Contenimento del
rischio d'incendio
Prevenzione e lotta
degli incendi
Ripulitura fasce
parafuoco e
realizzazione di nuove
in aree ad alto rischio.
Eventuale
Categoria CFR: G1,
G3, N5
Frequentazione
turistica
Riduzione dei fattori di
disturbo causati
dall'uomo (parcheggi
abusivi in pineta,
abbandono di rifiuti
non degradabili
ecc...)
Regolamentazione e
controllo del flusso
turistico
Controllo degli organi
di vigilanza
Delimitazione delle
aree forestali con
staccionate a basso
impatto ambientale.
Realizzazione di
passerelle per
guidare l'accesso al
mare e
riorganizzazione degli
accessi.
106
Strategia per lo sviluppo economico sostenibile
Codice Azione Nome Azione Obiettivo generale Obiettivo specifico
URB_3 Regolamentazione
dell’accesso alla
spiaggia, della
balneazione, della
pulizia meccanica ed
impianto ombrelloni.
Riduzione dell’impatto
antropico
Consentire il libero
dinamismo della
vegetazione
psammofila e la
creazione degli
habitat 2110 e 2120;
permettere la
nidificazione di
Charadrius
alexandrinus e Caretta
Caretta; protezione
dell'entomofauna
della duna e battigia.
URB_4 Interventi di
regolamentazione
degli accessi alla
spiaggia
Ridurre l’impatto
antropico su habitat e
specie vegetali
psammofile e animali
Consentire il libero
dinamismo della
vegetazione
psammofila e la
creazione degli
habitat 2110 e 2120;
permettere la
nidificazione di
Charadrius
alexandrinus e Caretta
Caretta; protezione
dell'entomofauna
della duna e battigia.
URB_5 Divieto di transito ai
mezzi non autorizzati
sulla spiaggia e duna.
Ricostituzione
dell’equilibrio del
litorale
Potenziare la tutela
del territorio e del
paesaggio
"individuare idonee
misure di
salvaguardia; Ridurre
l’impatto antropico sul
sistema dunale di
protezione della
costa, protezione
dell'entomofauna
della duna e battigia.
URB_6 Interventi di
regolamentazione dei
trasporti per il
raggiungimento della
spiaggia
Competitività delle
imprese turistiche
nell'ottica di un
turismo sostenibile
Promuovere un
turismo la cui
fruizione sia
consapevole e
responsabile ai fini
della salvaguardia del
patrimonio naturale
culturale e sociale
URB_7 Interventi di
regolamentazione dei
parcheggi per gli
accessi alla spiaggia
Competitività delle
imprese turistiche
nell'ottica di un
turismo sostenibile
Promuovere un
turismo la cui
fruizione sia
consapevole e
responsabile ai fini
della salvaguardia del
patrimonio naturale
culturale e sociale
107
URB_9 Incentivazione per il
ripristino di siepi e
filari per le
delimitazioni di
proprietà
Ricomposizione del
paesaggio rurale
Conservazione,
recupero e
valorizzazione delle
aree naturali.
Salvaguardare e
valorizzare la
biodiversità di specie
ed habitat dei territori
agricoli nelle aree SIC
URB_10 Interventi di
rinaturalizzazione
delle sponde dei fiumi
cementificate
Azione di
riqualificazione
ambientale,
rinaturalizzazione e
ripristino dei degradi
ambientali
Demolizione delle
strutture in cemento e
sostituzione con
tecniche di
Ingegneria
Naturalistica a
“macchia di
leopardo”.
URB_11 Realizzazione di
percorsi naturalistici e
predisposizione di
punti di osservazione
della fauna
(birdwatching)
Incrementare il
turismo sostenibile e
integrare il SIC nei
programmi
dieducazione
ambientale in ambito
scolastico e ricreativo
Aumento della
fruizione del SIC con
conseguente
miglioramento delle
conoscenze del
pubblico sulle
problematiche della
biodiversità e
dell’importanza dei
vincoli apposti.
URB_14 Adeguamento delle
linee elettriche per
mitigare l’impatto
sull’avifauna
Evitare la folgorazione
causata dalle linee
elettriche aeree su
individui di specie
ornitiche migratrici,
stanziali e nidificanti
Diminuire il numero di
esemplari folgorati.