Red rugerlcpesigsauerp238 2014
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Night Special che, nello
slang americano, sono le
pistole più compatte ed e-
conomiche utilizzate sia da
cittadini per scopi di difesa
personale che, purtroppo,
dalla criminalità.Minimo
comun denominatore di
queste armi è l’adozione di
un calibro dalle prestazioni
contenute che permette
l’impiego di una chiusura,
amassa, di facile progetta-
zione, poco costo eminimo
ingombro.Armi pensate per il porto
occulto estremo e l’ingaggio di bersagli
a brevissime distanze, a causa del calibro
veramentemodesto (.22 Long Rifle, 6,35
mmo 7,65mm) non forniscono garan-
zie in termini di“potere d’arresto”e, per
questomotivo, suscitano una certa
diffidenza tra gli appassionati e gli
operatori più smaliziati.
Un calibro ‘rivalutato’La nuova frontiera nel settore
delle armi sub-compatte (anche
se noi preferiamo la dizione ultra-
compatte visto che, nella prima,
vengono generalmente inserite
pistole come la Glock 26 in calibro
9x21mm e altre varianti dell’arma
ideata da GastonGlock) è stata
tracciata all’inizio del nuovomil-
lennio da una serie di produttori
che hanno rivalutato un calibro che
stava cadendo nell’oblio, il 9x17
mm (9 corto o, secondo la designa-
Il fenomeno delle piccole, anzi piccolis-
sime pistole camerate in 9mm corto,
è relativamente recentema ha radici
antiche. Si ispira infatti amodelli già in
produzione a inizio Novecento, uno fra
tutti il brevetto 1919 di Beretta, che hanno
trovato varie declinazioni nel corso del
secolo cosiddetto“breve”.Declinazioni
che hanno ispirato unamiriade dimodelli
sia in Europa che negli Stati Uniti dove,
in apparente contraddizione con il detto
americano“bigger is better” (più grande è
migliore) che tuttora giustifica il successo
di armi come il modello 1911 di Colt e del
calibro .45ACP, le pistole sub-compatte
sono sempre state diffuse; a partire dai
modelli Derringer, ideati daHenryDe-
ringer (1786–1868) e successivamente
reinterpretati da tanti altri produttori,
per arrivare alle cosiddette Saturday
zione americana, .380ACP).Disegnato da
JohnMoses Browning nel 1908, nel corso
del tempo è stato utilizzato da una nutrita
gamma di pistole: si pensi al modello 34 di
Beretta, allaWalther PPK, alla pistolami-
tragliatrice IngramMAC-11. La sua ridot-
ta potenza, comunque superiore rispetto a
quella dei calibri menzionati in preceden-
za, ne ha permesso l’impiego nella tipica
architettura di armi con chiusura labile a
massa. Però, si diceva, con l’inizio del nuo-
vomillennio si è pensato di dare un nuo-
vo futuro al calibro e sono comparse delle
pistole strutturalmentemolto diverse. Tra
queste, la Kel-Tec P-3AT.Che, a differenza
di altre armi, adottava un sistema di chiu-
sura stabile di tipo Browningmodificato.
Tracciata la strada, da lì a poco il nuovo
esperimento diventerà una tendenza cui
nessun produttore potrà sottrarsi.Allo
Shot Show del 2008 il trend si concretizza.
Ruger, storico produttore americano di
armi solide/affidabili/economiche, pre-
senta alla fiera che traccia lo stato del set-
tore armiero nelmondo la pistola
PiccoleaconfrontoPur se diversissime tra loro, le piccolesemiautomatiche di Ruger e Sig Sauerhanno saputo conquistarsi un’ampiaplatea di estimatori. Operatori che cercanoprestazioni simili ma attribuiscono undiverso peso a funzionalità ed eleganza
diMatteo
Brogi
Il sistema di scatto, come evidenziato
dallaposizionedel grilletto, èunaclas-
sica azione singola nel caso della P238
e una semi-doppia azione per la LCP
Entrambe le pistole utilizzano un carica-
tore monofilare in lamiera dalla capienza
di 6 colpi; una serie di 5 asole opportu-
namente aperte sul fianco consente di
valutare l’autonomia residua dell’arma
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secondo emendamento fossero un po’più
razionali emeno emotivi, farebbero bene
a preoccuparsi per la circolazione illegale
di queste armi piuttosto che perdere tem-
po sulla definizione di fucile d’assalto e
sull’eventualità che un’arma che ricalchi
le fattezze di unM16 possa stimolare
crimini efferati o stragi d’innocenti.Ma le
purtroppo ricorrenti mattanze che si veri-
LCP (Light Compact Pistol) in .380
ACP con chiusura tipo Browningmodifi-
cato. L’interesse sarà tale che in breve gran
parte degli altri produttori si metteranno
in scia presentando la propria interpreta-
zione del fenomeno delmomento. E, così,
l’edizione 2009 dello show passerà alla
cronaca come quella delle pistole ultra-
compatte. In quell’anno ne saranno infatti
presentati vari modelli tra cui il
P238 di Sig Sauer.
Leultra - compatte
Le pistole ultra-compatte negli Stati
Uniti hanno una fama ambigua;
considerate eccellenti strumenti per
la difesa personale o come armi di
back up nell’impiego professionale,
sono viste come uno strumento
subdolo per gli usi criminali che
le possono vedere e le hanno viste
protagoniste. Se gli oppositori al
ficano inAmerica toccando gli
istinti più profondi e 26morti
in un solo episodio (si fa riferi-
mento al SandyHook Elemen-
tary School shooting, avvenuto
a dicembre 2012, il secondo
massacro in una scuola per
numero di vittime dopo quel-
lo delVirginia Tech, avvenuto nel 2007)
colpiscemolto di più che non 26 singoli
omicidi. Lemicro pistole inAmerica
hanno avuto varie interpretazioni,molto
spesso di pessima qualità.Nel 2008, la
LCP rompe questa associazione d’idee tra
ultra-compatte e armi di cattiva fattura e
lancia la tendenza.Una tendenza che, per
affermarsi, non può prescindere dal fatto
che le armi di questo segmento
in vendita sulmercato americano
debbano essere obbligatoriamente
prodotte in loco, pena l’esclusio-
ne dall’importazione a causa del
Tutti i comandi ope-
rativi sono collocati
alla sinistra del fusto:
Ruger presenta il pul-
sante di sgancio del
caricatore e il pulsante
dello hold open; nel
caso di Sig Sauer com-
pare anche la sicura
manuale. I comandi,
nel caso della P238,
ricalcano la configura-
zione del modello 1911
Il sistema di chiusura segue il
sistema Browning così come
modificato da Petter, con il
vincolo tra canna e carrello-
otturatore operato dal blocco
prismatico della culatta
La stessa considerazione riservata
alla tacca può essere applicata ai mi-
rini; anche in questo caso quello della
Sig Sauer può essere spostato o so-
stituito mentre quello di Ruger è fisso
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meccanismo del point system che discri-
mina quali armi possano essere introdotte
sul territorio americano in base al posses-
so e all’assenza di certe caratteristiche. Per
inciso, comunque, armi di questo genere
continuano ad essere illegali in due tra gli
Stati più liberal dell’Unione: California e
Massachusetts.Visto che il fenomeno delle
ultra-compatte ha avuto un seguito anche
in Italia, abbiamo deciso di realizzare una
provamettendo a confronto due
tra i modelli più rappresentativi
della categoria.Modelli che diffe-
riscono per numerosi particolari
sostanziali ma che condividono
lamedesima destinazione d’uso.
La nostra prova è stata realizzata
presso Bignami, che è l’importatore
italiano di entrambi i marchi.
Ruger LCP
Sciolto l’acronimo che identifica il
modello (Light Compact Pistol),
non resta tanto spazio per la fanta-
sia. La pistola di Ruger è una delle
più ridotte presenti sulmercato
e, se qualcuno avesse la tendenza
di includerla in quella categoria
che è chiamata in termini spregia-
tivi delle SaturdayNight Special,
commetterebbe un errore. La LCP,
infatti, nonostante un prezzo realmen-
te contenuto e una fattura che elimina
qualsiasi orpello che possa costituire un
limite ad un uso istintivo, è una signora
pistola che condivide le qualità dell’ampia
gammaRuger. La LCP si ispira alla pi-
stola P-3AT prodotta da Kel-Tec, azienda
fondata nel 1991 da George Kellgren, già
ingegnere pressoHusqvarna e altre azien-
de del settore armiero. La piccola Kel-Tec,
così come la LCP, presenta un fusto in
polimero con un blocco interno realizzato
in alluminio 7075-T6 e tutte le altri parti
in acciaio. Il fusto ingloba l’impugnatura
che è in grado di ospitare solo il medio
e l’anulare; uno svaso predisposto nella
parte alta, su entrambi i lati, funge da
thumb-rest. La chiusura è geometrica di
tipo Browningmodificato, con il vincolo
tra canna e carrello garantito dal blocco
prismatico della culatta che va ad impe-
gnare la finestra d’espulsione. Lo scatto è
una semi-doppia azione con cane esterno
senza cresta che non sporge dal carrello.
Il percussore è inerziale. L’arma è priva
di qualsiasi sistema di sicurezza, sia
La sicura di Sig
Sauer blocca il
cane in apertu-
ra e il carrello
Nonostantesi ispirialmodello1911, laP238nonè
provvista di bushing. Da questa immagine si per-
cepisce chiaramente il differente spessore della
cannache,nelcasodellaLCP,èveramentesottile
L’impugnaturadellaRugerè leggermentemenosviluppatadiquellaSig
Sauerma il fondello del caricatore forniscequell’estensione in più utile
adospitarestabilmentealmenodueditadellamanoche impugna l’arma
La vista posteriore del carrello evidenzia la dif-
ferente dotazione per quanto riguarda la tac-
ca di mira: quella di Sig Sauer porta due punti
Combat e offre la possibilità di scorrimento
laterale per la regolazione della deriva men-
tre Ruger utilizza mire fisse, solidali al carrello
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manuale che automatica. Molto
interessante la canna. Realizzata in acciaio,
presenta uno spessore ridottissimo – evi-
dentemente congruo alle pressioni in gio-
co – e un ispessimento in prossimità della
volata che ne facilita il centraggio. Il movi-
mento di ritorno in batteria del carrello è
agevolato dalla presenza di due molle co-
assiali innestate sull’asta guida-molla. Sul
carrello sono presenti gli organi di mira,
fissi, realizzati direttamente in fusione.
Sig SauerP238
Osservando la P238 è difficile non pensa-
re alla Colt Mustang, una semiautomatica
di chiara ispirazione 1911 che Colt ha
mantenuto in produzione dal 1986 al
1997, e che ha rappresentato l’ultima
variazione dello storico produttore ame-
ricano del concetto, poi abbandonato,
di un’arma di dimensioni modeste ma
potenza di fuoco adeguata alle esigen-
ze di difesa personale. Che la P238 e la
Mustang si somiglino, a livello estetico, è
difficile negarlo. Probabilmente i puristi
del modello 1911 avranno molte ecce-
zioni da avanzare in merito, anche se già
Vista della faccia inferiore del carrel-
lo. Si evidenzia la massima sempli-
ficazione applicata al progetto LCP
Il cane del-
la Ruger è
esterno ma
nonfuoriesce
dalprofilodel
carrello; non
può quindi
essere ar-
mato a mano
mancando,
tra l’altro, di
una cresta
A sinistra in basso: la rosata della Ruger LCPè stata
realizzata a 10metri conmunizionamento commer-
cialeGeco con palla FullMetal Jacket Round-Nose
da 95 grani. Nonostante 3 colpimolto concentrati,
non siamo riusciti a ottenere un raggruppamento
inferiore a 116mm(5 colpi), comunquepiù che ade-
guato alle esigenze operative dell’arma
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laMustang rappresentava una sorta di
“corruzione”del disegno originale di John
M.Browning,ma le somiglianze ci sono e
sono forti. La P238 è una semiautomatica
completamentemetallica, senza conces-
sioni a fibre o polimeri. Il fusto, il carrello,
addirittura le guancette sono realizzati in
materiali metallici: acciaio inossidabile
anodizzato il carrello, lega d’alluminio di
diversa composizione il fusto e le guancet-
te, disponibili in colore nero anodizzato o
grigio naturale (il sito del produttore con-
ta 25 versioni). Lo schema di funziona-
mento ha poco in comune con il modello
1911ma conserva il sistema di chiusura
geometrica, pur semodificato rispetto
a quello pensato da Browning. L’asola
della canna su cui lavora la chiusura, a
differenza che nelmodello 1911 classico,
è fissa; l’arma è sprovvista di bushing e
adotta un’asta guida-molla dal disegno
molto semplice. Le guide del carrello
sono ricavate nella parte posteriore del
fusto. L’azione è singola ed è presente una
sicuramanuale, sulla sinistra, in grado di
inibire l’azionamento di cane e grilletto;
il suo funzionamento consente di portare
l’arma con il cane armato.A sinistra è
presente anche il pulsante di sgancio del
caricatore, la cui strutturamonofilare è in
grado di ospitare unmassimo di 6 colpi.
Costruita nello stabilimento americano di
Sig Sauer, ad Exeter nel NewHampshire,
la P238 presentamire regolabili, in deriva,
conservando forme e dimensioni eccezio-
nalmente vocate al porto occulto.
Il confronto
Confrontare la piccola di Ruger con quella
di Sig Sauer potrebbe ad alcuni sembrare
incoerente vista la diversa configurazione
delle armi che porta la seconda a costare
quasi il triplo della prima.Riteniamo però
che una sfida abbia senso in quanto le due
pistole si rivolgono ad unmedesimo tar-
get di acquirenti pur se, presumibilmente,
con un differente gusto estetico e una di-
versa attitudine di spesa. Entrambe
In poligono
Sotto : il cane della P238
presenta anche l’opzione
dellamezzamonta
Sopra : l’autorementre prova
la Sig SauerP238
Sopra : vista laterale destra
della Sig SauerP238Two
Tone cal. .380ACP
Anche la rosata della Sig Sauer P238 è stata
realizzata a mano libera, a 10 metri, con mu-
nizionamento commercialeGeco con palla Full
Metal Jacket Round-Nose da 95 grani. Siamo
riusciti a concentrare i 5 colpi in 84mm
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le pistole adottano il sistema di
chiusura Browning modificato da Petter
e forniscono un rinculo domabile, spe-
cie se confrontato a quello sviluppato
da un qualsiasi revolver snub nose: in
un caso perché smorzato dall’elasticità
del polimero, nell’altro dalla maggiore
massa dell’arma. Il polimero consente
una considerevole riduzione del peso
della Ruger che, con i suoi 266 grammi,
stacca nella classifica della piacevolezza
del porto la concorrente (430 grammi).
Posto che la canna delle due armi è so-
stanzialmente identica per lunghezza (70
contro 68 mm), va osservato che la Sig
Sauer vanta due elementi di forza: da un
punto di vista funzionale la presenza di
L a R u g e r LC P i n
smontaggio da campo
Canne e sistemi di recupe-
ro del moto a confronto; la
LCP (a sinistra) ha una canna
particolarmente leggera e
presenta due molle coassiali
che, innestate sull’asta guida-
molla, contribuiscono a smal-
tire l’energia del rinculo e ri-
portano il carrello in batteria
Ruger LCP cal. .380 ACP
Costruttore: Sturm Ruger,
www.ruger.com
Importatore:Bignami,
tel. 0471 80300, www.bignami.it
Modello:LCP
Tipo:pistola semiautomatica a
chiusura geometrica
Calibro: .380 ACP (9 mm corto)
Destinazione d’uso:difesa
Caricatore:6 colpi
Sistemadi scatto: semi doppia azione
Percussione: cane esterno, percussore
inerziale
Organi dimira:mire fisse
Sicurezze:nessuna
Lunghezza canna:70 mm
Lunghezza totale:131 mm
Materiale del fusto:polimero
Finitura:brunitura nera opaca
Peso:266 grammi
¤ PREZZO CONSIGLIATO: 398 euro
La Ruger
LCP viene
fornita con
un borsello
in nylon per il
trasporto
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una sicura manuale, da un punto di vista
“filosofico” l’appartenenza all’universo
“modello 1911”; sarà quindi preferita
da chi abbia già l’abitudine all’impiego
dei vari cloni Government e Officer che
nella P238 troverà, fatte le debite pro-
porzioni, quasi tutti i pregi dell’arma di
Browning (manca la sicura dorsale, ad e-
sempio) e – nell’ottica di sistema d’arma
tanto cara agli istruttori di tiro pratico
– la medesima posizione dei comandi e
la stessa inclinazione dell’impugnatura.
L’impugnabilità non è eccellente in nes-
suno dei due casi ma questo è scontato
viste le dimensioni dell’arma. Medesima
l’autonomia, di 6 colpi più uno. La prova
a fuoco ha evidenziato un vantaggio
della pistola di Sig Sauer in termini di
precisione: sarà lo scatto (decisamente
superiore), sarà la canna più pesante,
sarà il maggiore sviluppo dimensionale
del fusto ma con la P238 si spara un po’
meglio. Ma attenzione... sia la LCP che la
P238 sono pistole che trovano il proprio
impiego ideale alle distanze più brevi,
dove il tiro è istintivo e il calibro non
potentissimo che le accomuna può for-
nire energia sufficiente ad arrestare un
potenziale aggressore. Pertanto le rosate
pubblicate, ottenute a 10 metri utilizzan-
do il medesimo munizionamento, sono
comunque più che accettabili.
Tiriamo le somme
La LCP è decisamente più spartana (lo
dimostra la semplicità delle mire) men-
tre la P238 è arma raffinata, non a caso
disponibile in una gamma di allestimenti
che non ne esclude di costosi. Fatte salve
le considerazioni fin qui esposte, che ai
punti darebbero la piccola Sig Sauer vin-
citrice del confronto, ci sentiamo di dire
che entrambe le pistole sono di eccellente
fattura e ben rispondono alle aspettative
di sicurezza ed efficacia che è legittimo at-
tendersi da loro. La scelta tra l’una e l’altra
non potrà quindi che basarsi sul peso che
l’acquirente attribuisce a valori non misu-
rabili con strumenti scientifici. Tra questi il
prestigio personale, il gusto per i materiali
e per l’estetica, la fedeltà a un brand.CM
LaSig SauerP238 in smontaggio da campo
Sig Sauer P238 Two Tone cal. .380 ACP
Costruttore:Sig Sauer,
www.sigsauer.com
Importatore:Bignami,
tel. 0471 80300, www.bignami.it
Modello: P238
Tipo:pistola semiautomatica a
chiusura geometrica
Calibro: .380 ACP (9 mm corto)
Destinazione d’uso: difesa
Caricatore:6 colpi
Sistemadi scatto: azione singola
Percussione: cane esterno, percussore
inerziale
Organi dimira: tacca registrabile in
deriva
Sicurezze:mezza monta del cane,
sicura manuale
Lunghezza canna: 68 mm
Lunghezza totale: 140 mm
Materiale del fusto: lega d’alluminio
Finitura:anodizzazione
Peso:430 grammi
¤ PREZZO CONSIGLIATO: 1.099 euro
la Sig Sauer
P238 viene
fornita con
una fondina
inmateriale
plastico