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RECUPERO DELLE STRUTTURE LESIONATE E PROGETTAZIONE IN ZONA SISMICA Cultura tecnico-pratica a vasto raggio di interesse 2 a Edizione - Agosto 2013 Giuseppe Carraro Moda

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RECUPERO DELLE STRUTTURELESIONATE E PROGETTAZIONEIN ZONA SISMICACultura tecnico-pratica a vasto raggio di interesse

2a Edizione - Agosto 2013

Giuseppe Carraro Moda

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INDICE

Prefazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7

1. GLOSSARIO E NOZIONI BASILARI DI ARCHITETTURA TECNICA EDINGEGNERIA DELLE COSTRUZIONI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9

2. ELEMENTI DI TECNICA EDILE DI CONSOLIDAMENTO DEGLI EDIFICIMURARI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 49

3. TERREMOTI E RINFORZO DI STRUTTURE LESIONATE . . . . . . . . . . 693.1. La teoria dei terremoti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 693.2 Elementi di architettura tecnica muraria . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 743.3. Rinforzo di un telaio in calcestruzzo armato: metodi e costi . . 803.4. Rinforzo di un telaio in calcestruzzo di un edificio mediante

la messa in opera, sin dal piano di fondazione, di tramezzidi calcestruzzo armato od anche di ferro cementato . . . . . . . . 83

3.5. Le ragioni che hanno impedito a L’Aquila molti consolidamenti di edifici in cemento armato, gravemente danneggiati . . . . . . . 85

3.6. Il magistero edilizio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 873.7. Grafico standard per il rilevamento dello stato di fessurazione

di una colonna muraria (dal piano interrato al secondo piano) 893.8. Schema operativo per la riparazione di un edificio in c.a.

danneggato dal sisma . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 903.9. Analisi delle condizioni di un fabbricato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 913.10. I particolari costruttivi da adottare nell’adeguamento delle

strutture . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 923.11. La progettazione di opere di riparazione e consolidamento

di travi e pilastri lesionati . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 92

4. NORME SISMICHE EDILIZIE 2008: CRITERI PER LA PROGETTAZIONE DI NUOVE COSTRUZIONI IN ZONA SISMICA . . . 974.1. Le nuove norme devono essere integrate con regole pratiche,

volte a contenere le deformazioni elasto-plastiche delle strutture portanti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 97

4.2. Nodi: per contenere l’ampiezza delle oscillazioni, un supplemento di armatura, in opera nella zona dei nodi, deve contenere le tensioni su bassi valori . . . . . . . . . . . . . . . . . 103

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4.3. Pilastri e travi: largo dimensionamento (calcestruzzo e acciaio) per contenere i movimenti connessi all’elasticità intrinseca della struttura . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 104

4.4. Metodo di calcolo approssimato, ma razionale, delle sezioni, ai vari piani, di un pilastro di un telaio portante in cementoarmato di un edificio. Metodo empirico per i pilastri ad «elle». Metodo per determinare, per le travi, l’ordine di grandezza del necessario momento flettente resistente . . . . . . . 111

4.5. Conclusioni sulle regole pratiche sul dimensionamento dei pilastri e sul rinforzo delle travi e dei nodi travi - pilastro . . . . 116

4.6. Responsabilità penali di chi ha progettato o costruito malamente . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 117

5. DISEGNI RAPPRESENTATIVI DI IDEE PROGETTUALI PER EDIFICI IN CEMENTO ARMATO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 119

6. TECNICHE COSTRUTTIVE NELLA ZONA AQUILANA . . . . . . . . . . . . . 1356.1. Materiali edilizi e tecniche costruttive nell’Abruzzo aquilano . . . 1356.2. Vari fattori, causa della trascorsa disattenzione della società

aquilana alla statica degli edifici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1376.3. La sistemazione del centro storico aquilano (zona interna alla

cinta muraria) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1396.4. I difetti costruttivi più evidenti nelle strutture in cemento armato 1416.5. I difetti costruttivi più evidenti nelle strutture murarie . . . . . . . . 145

7. TERREMOTO 2009: CONSOLIDAMENTO, SISTEMAZIONI, RIPRESA,RICOSTRUZIONE, CAUSE DI DISSESTO, METODI DI RINFORZO . . 1557.1 Effetti del sisma in base ai tipi di costruzioni . . . . . . . . . . . . . 1557.2 Cause di dissesto dovute ad una non corretta costruzione . . 1557.3 Rinforzo di pilastri in cemento armato, che mostrino segni di

contenuto cedimento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1597.4 Intervento di consolidamento nel caso che le travi siano

lievemente lesionate in corrispondenza degli incastri con i pilastri i quali, pur non lesionati, non possano ritenersi incondizioni soddisfacenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 161

7.5 Rinforzo delle strutture cementizie ammalorate dalle scossesismiche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 162

7.6 Abruzzo: considerazioni sulla qualità dei soccorsi e sull’efficacia della loro consistenza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 165

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7.7. Organizzazioni e norme sicuramente utili per fronteggiare calamità naturali che comportino notevole distruzione di residenze . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 172

APPENDICI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 179A.1 Il modulo di elasticità dei materiali e la rigidezza delle

strutture edilizie . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 181A.2 Valutazione dei danni sismici riportati dagli elementi portanti

di un telaio edilizio in cemento armato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 195A.3 Le tensioni di compressione e trazione che i carichi,

applicati alle costruzioni, inducono negli elementi dei telai portanti degli edifici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 205

A.4 Particolari costruttivi di rinforzi antisismici per capannoniprefabbricati di calcestruzzo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 211

A.5 I criteri costruttivi che si rilevano nella nuova edilizia postterremoto, nel Comune de L’Aquila e dintorni . . . . . . . . . . . . . . 215

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PREFAZIONEQuesto libro tecnico ha carattere divulgativo: gli argomenti sono espostiin maniera da essere compresi anche da persone non specialiste.La progettazione delle opere d’ingegneria civile si esegue in tre fasi: 1° elabo-razione del progetto architettonico, con l’indicazione dei materiali e degli im-pianti da mettere in opera; 2° progettazione esecutiva della struttura, secondole indicazioni di larga massima fornite dal progetto architettonico; 3° progetta-zione particolare degli impianti. A queste tre fasi, corrispondono altrettante fi-gure professionali di architetto od ingegnere.La progettazione delle opere di adeguamento di edifici danneggiati dal sisma,non esclude la prima fase, di natura architettonica, ma la subordina alla neces-sità di tener conto delle preminenti esigenze di stabilità statica. Pertanto il pro-fessionista, progettista dell’adeguamento, deve essere tecnicamente preparatoanche sulle problematiche del rinforzo sismico. Questo compendio di nozioniriassume le conoscenze tecniche che deve avere il progettista architettonicoper poter fornire allo strutturista un progetto con il quale sono state già sceltesoluzioni accettabili e soddisfacenti, non soltanto dal punto di vista funzionaleed architettonico ma anche per il più razionale consolidamento della strutturaportante dell’edificio. Nel periodo che segue un sisma rovinoso, moltissime persone che vivevanotranquillamente senza curarsi delle discipline ingegneristiche, diventano im-provvisamente committenti di lavori edili di adeguamento ed hanno la necessitàdi aderire consapevolmente alle proposte tecniche dei professionisti incaricati.Ecco quindi altri cittadini, cui questa pubblicazione può interessare; infatti èbene conoscere, per poter meglio agire nell’interesse proprio ed eventualmenteanche dei condomini comproprietari.Nel libro si fa anche riferimento alle norme di architettura tecnica emanate negliultimi trenta anni; la recente evoluzione normativa ha riguardato i metodi mate-matici di calcolo (passando dal metodo delle tensioni ammissibili al metodo se-miprobabilistico agli stati limite) restando le tecniche costruttive delle struttureportanti sostanzialmente invariate e non modificate dall’adozione più diffusa diqualche nuovo materiale*.

L’Autore

* L’evoluzione della tecnica ha specialmente riguardato, con soluzioni nuove o soltanto miglio-rate, le tecniche costruttive delle tamponature, dei tramezzi, delle impermeabilizzazioni e coi-bentazioni, delle finiture, infissi ed impianti. Notevole è stato, nell’edilizia, il progresso deiprodotti chimici, con alcuni dei quali si ottengono impasti a due componenti immediatamentereagenti; altri prodotti sono caratterizzati da due materiali assemblati per una più facile messain opera e per meglio utilizzare le loro diverse caratteristiche.

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2ELEMENTI DI TECNICA EDILE DI CONSOLIDAMENTO DEGLI EDIFICI MURARI

La dualità tra consolidamento e progettazione del nuovo non è una dicotomia,ma un’analogia fondamentale, nell’ingegneria delle costruzioni.

Le grosse sezioni dell’architettura antica. Si dava la necessaria resistenza allecostruzioni progettando elevati spessori per le murature e cercando di incastrarele pietre, generalmente informi, l’una con l’altra, preferendo materiali non ton-deggianti ma fortemente spigolosi. Per gli angoli, si preferivano pietre squadrate,di maggiore dimensioni, oppure mattoni ben collegati.I nuovi materiali dell’architettura moderna. Si può ora profittare di malte cemen-tizie di resistenza molto maggiore rispetto alle malte di calce e sabbia ed ancherispetto alle malte di calce e pozzolana, usate nella città di Roma, che sono net-tamente più resistenti delle malte che usano la sabbia come inerte. Le malte cemen-tizie hanno anche la proprietà di una adesione notevolissima su tutti i materialilapidei, purché questi siano preventivamente bagnati. Ultimamente, si usano anchecolle cementizie, che sono state studiate per la messa in opera di piastrelle dipavimento e di rivestimento, ma che possono essere usate anche per gli intonaci(eventualmente miscelate con malte pronte, cementi ed inerti), sia come sottofondie sia a finire, anche colorate in pasta con tinta a finire. L’acciaio, protagonista dei consolidamenti strutturali. Per le nuove costruzionimurarie in zona sismica, può essere soltanto limitato l’uso dell’acciaio, adottandomalte e materiali di prima qualità e dando alle costruzioni caratteristiche parti-colarmente favorevoli. Invece, per il rinforzo di edifici ammalorati dalle scossesismiche, l’uso di elementi di acciaio sembra indispensabile, specialmente per costi-tuire tiranti di giunzione antifessurazione.Il rigonfiamento del ferro in opera lungo le superfici esterne di murature edi pilastri cementizi soggetti a incrementi di pressione. È dovuto al diversocomportamento del ferro sotto sforzo di pressione: le barre di ferro si contraggonocirca 8 - 10 volte di meno rispetto ai calcestruzzi di buona qualità e secondocoefficienti maggiori, fino a 20, per malte di scadente qualità. Mentre il materialelapideo si contrae, il calcestruzzo, contraendosi di meno, presenta maggiore lun-ghezza e tendenza al rigonfiamento rispetto all’elemento lapideo cui è legato. Vedan-si le figure 1 e 2.

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Figura 1. A sinistra, è disegnato l’asse delle altezze, ad iniziare dal piano di terra. Poi, sono disegnatidue pilastri (ma similmente potrebbero essere rapprentate le sezioni di due murature). I duepilastri sono sovraccaricati dal notevole carico «P». Il primo pilastro a sinistra è stato costruitocon ottimo calcestruzzo: sotto il peso si accorcia limitatamente, ma sensibilmente: Il secondopilastro è stato confezionato con calcestruzzo molto scadente: sotto il carico «P», ha unabbassamento nettamente superiore rispetto al primo pilastro. Aumentando ancora il carico,dapprima si rompe il secondo pilastro e poi quello costruito bene, presentando questo unabbassamento di rottura superiore al primo pilastro. A destra, dei due pilastri sono disegnatigli assi degli abbassamenti a rottura per il secondo ed il primo pilastro.

Il disegno mette in evidenza quanto segue:1. Nei pilastri in cemento armato, le staffe orizzontali devono essere posizionate a distanza

limitata. In tal modo, man mano che i pilastri di calcestruzzo (sempre più caricati dal pesodella costruzione, in corso di edificazione in altezza) si contraggono, proporzionalmente alsovraccarico sempre maggiore, non avvenga che le barre verticali di acciaio (che a causadelle caratteristiche dell’acciaio tenderebbero a contrarsi dieci volte di meno del calcestruzzo)non si spostino verso l’esterno, ma reggano allo sforzo.Si deve tener conto che il calcestruzzo dei pilastri, per altre due cause, è soggetto adaccorciamento: a) il ritiro dimensionale, naturalmente apportato dal suo indurimento; b) lasua notevole attitudine alla deformazione plastica nella direzione delle sollecitazioni applicate.Per le barre di acciaio dei pilastri, la riduzione di lunghezza causata dalla solidarietà conil calcestruzzo, che si contrae per le tre cause suddette, significa alte tensioni di pressione;a queste si possono aggiungere, con risultati determinanti, le sollecitazioni sismiche. Per tale ragione le norme sul cemento armato ordinario, dell’anno 1939, prescrivevano che

2 - Elementi di tecnica edile di consolidamento degli edifici murari

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le staffe dovevano essere posizionate ad una distanza non superiore a dieci volte il diametrodei ferri tondini verticali. Si riteneva che, in tal modo, si poteva impedire ai tondini di spostarsiverso l’esterno, liberandosi del copriferro di calcestruzzo.

2. Nel consolidamento antisismico di edifici in muratura si aggiungono barre di acciaio orizzontalie verticali. Entrambe queste due tipologie di barre devono essere ben legate alla muraturache si vuole rinforzare, tenendo presente che non esiste l’azione di contenimento operatanei pilastri dalle staffe. Si devono mettere in essere gli accorgimenti che facciano meglioaderire la malta cementizia di ricoprimento alla sottostante armatura. Per le barre verticali,si può arrivare a progettare lesene di contenimento con armatura doppia.

3. Le malte, sia cementizie che di calce, quanto più sono scadenti, tanto più tendono adeformarsi elasticamente sotto i carichi, prima di frantumarsi in detriti e polvere. Pertanto,quanto più una malta ha elevate caratteristiche, tanto più si sposa bene con le barre diacciaio consolidanti. Malte scadenti si contraggono per lunghezze superiore a venti volte,rispetto alle barre di ferro cui sono legate. Di conseguenza, la sollecitazione nelle barrepuò essere anche più di venti volte superiore a quella delle malte; pertanto in tal caso, lebarre ancor più devono essere dotate di tutti gli accorgimenti atti ad una loro buona riuscita.

Figura 2.In alto, è disegnata una trave, nella quale l’armatura, a causa del sisma, si è allungataoltre il limite elastico, subendo deformazioni plastiche sia in mezzeria che alle estremità. Alcentro, è disegnata una trave nella quale il calcestruzzo non ha potuto seguire gli allungamentiche l’armatura, pur restando nella fase elastica, ha avuto durante le sollecitazioni sismiche;il calcestruzzo si è fessurato in quanto incapace di seguire gli allungamenti dell’acciaio; lafessura si è richiusa, al termine della sollecitazione eccezionale, e resta appena visibile, inquanto i contorni si sono leggermente slabbrati. La figura in basso a sinistra è analoga allasituazione di cui alla trave in alto. La figura in basso a destra è analoga alla situazione dicui alla trave disegnata al centro.

2 - Elementi di tecnica edile di consolidamento degli edifici murari

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3TERREMOTI E RINFORZO DI STRUTTURE LESIONATE

Suggerimenti per il consolidamento di strutture in muratura e calcestruzzo armato:elementi di base e rinforzo di travi e solai.

3.1 LA TEORIA DEI TERREMOTI

Analogia tra alcune caratteristiche del terreno durante il sisma e la superficiedel mare mosso Nel golfo di Biscaglia, che è compreso tra la Spagna e la Francia, si sviluppanotempeste più temibili che in aperto oceano Atlantico, a causa delle onde riflessedalle sponde dei due paesi. Durante le tempeste, in alcuni siti e momenti, le ondecomponenti si sommano in modo di ridurre la loro intensità; contemporaneamente,in posizione non lontana, le onde componenti sommano la loro intensità formandoi più alti cavalloni. Di diversa natura sono le onde prodotte da improvvisi solle-vamenti del fondo marino; se causati da eruzioni, la grande formazione di vapore,dovuto al calore delle lave, contribuisce a spingere verso l’alto le acque ed acreare l’onda di ricaduta verso il basso, che poi si propaga con velocità prossimaa quella di caduta dei gravi. Se la scossa sismica dura più di qualche minuto, si aggiungono ad essa le onderiflesse, che si generano nel passaggio dell’onda da un terreno ad un altro, didiversa coesione. La diversità di coesione tra l’acqua del mare ed il terreno creadelle differenze, pur nella sostanziale analogia: come per il moto ondoso marino,così, tra siti vicini del territorio, può essere diversa la sollecitazione sismica, cherisulta dalla composizione delle diverse onde; edifici della stessa robustezza possonoavere esiti diversi al terremoto: uno può essere distrutto, mentre l’altro può restarediscretamente in piedi.Il sisma è generalmente composto da onde ondulatorie ed onde sussultorie: trattasidi vibrazioni del terreno che seguono le leggi del moto armonico (accelerazioneiniziale massima in una direzione, con la formazione di energia elastica da com-pressione, poi accelerazione massima nella direzione opposta, ulteriore formazionedi energia elastica di direzione opposta alla precedente e nuovo inizio del ciclo).Le onde sismiche hanno generalmente una componente orizzontale (più pericolosae considerata) ed una componente verticale, che è generalmente ritenuta poco peri-colosa, purché non raggiunga valori molto elevati. Le onde sismiche s’intreccianoe si sommano per intensità e direzione, dando luogo ad una situazione di caotichedeformazioni simili alla superficie del mare mosso, in siti lontani dalle coste.

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Analogia tra il movimento dell’aria in una camera avente il pavimento riscal-dato dall’esterno ed il movimento delle masse rocciose della zona centraledella terra, allo stato plasticoLa zona centrale della terra, detta nucleo, è nettamente la più pesante ed è riscaldatada fenomeni di radioattività. Le masse rocciose – metalliche del nucleo sono allostato plastico; si deve ritenere che molti lenti vortici facciano innalzare le porzionipiù calde e facciano abbassare verso il centro quelle più fredde. All’esterno, lemasse rocciose sono allo stato solido; pur non partecipando ai vortici sottostanti,ne sono sollecitate causando anche fenomeni superficiali (1).

3 - Terremoti e rinforzo di strutture lesionate

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(1) Le conoscenze sugli strati profondi della terra si basano su teorie, che sono valide soltantoin linea tendenziale.Qual è la causa dei terremoti?La terra è costituita, in prima approssimazione, da tre stratificazioni:1° Zona centrale, nella quale prevagono i minerali pesanti, tra i quali l’uranio. Detto nucleoha consistenza plastica, più o meno fluida. Il nucleo è soggetto, nel tempo, a variazionidimensionali che, pur essendo molto limitate, hanno tuttavia conseguenze sugli strati piùesterni della terra.2° Zona media (mantello): la sua consistenza tende a diventare più rigida passando daglistrati più profondi a quelli più superficiali.3° Zona superficiale: lo spessore è valutato, mediamente, circa una decina di chilometridalla superficie, ma può ridursi oppure elevarsi, anche molto oltre i dieci chilometri. La crosta terrestre è formata dalla zona superficiale e da parte della zona media. Levariazioni dimensionali delle zone profonde si propagano verso l’esterno, secondo esistentifratture, dette faglie. Vi sono ampie zone della superficie terrestre, aventi dimensioni anchedi mille e più chilometri, prive di fratture. In altre zone le fratture sono innumerevoli. Nellezone prive di fratture, lo strato medio e lo strato superficiale formano un blocco moltoresistente che regge alle sollecitazioni interne. Di quale entità sono le tensioni che si generano nella zona compresa tra la zona mediae quella superficiale? Sono elevatissime, perché trattasi di rocce allo stato solido, anchese, in molti casi, hanno un discreto grado di plasticità a causa del calore. Si pensi chei marmi sono stati generati dalla microcristallizzazione delle rocce calcaree (sedimentarie)avvenuta in profondità sotto pressioni elevatissime. Analogamente, le rocce scistose emolte breccie.Perché il territorio italiano è sismico?Molte terre emerse hanno lo strato medio - superficiale costituito da rocce dure compattee non fessurate, intrusive ed effusive (graniti, porfidi, ecc.); questa compatta stratificazionesi oppone alla formazione di faglie; soltanto in superficie, per poche decine di metri,hanno stratificazioni sedimentarie. Invece, la penisola italiana non ha una compattastratificazione medio – superficiale, essendo ovunque abbondanti le rocce sedimentarie;le rocce effusive ed intrusive, che pur si riscontrano, non hanno le dimensioni che sarebberonecessarie per reggere alle tensioni interne. In Italia, si contano a decine le fratture dellostrato superficiale, ad iniziare dalle Alpi, fino alla Sicilia occidentale ed orientale; siaggiungono tre - quattro vulcani attivi, ed un vulcano sito in profondità, nel mare TirrenoMeridionale.

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Nel territorio abruzzese lo strato superficiale ha la profondità di circa unadecina di chilometriLe scosse sismiche traggono origine dallo sfregamento dello strato più superficialecon lo strato sottostante, soggetto a movimento per cause provenienti dagli stratisottostanti. L’attrito non è generalmente uniforme: in una zona l’attrito può essereelevatissimo (superficie di contatto fortemente scabra, con massi interposti e fra-stagliata), in zone adiacenti può essere minimo (superficie di contatto liscia). Losfregamento comporta, per lo stato superiore, la deformazione elastica della partedi contatto; allorché la forza d’attrito è vinta dalla forza elastica del materialedeformato si ha una fase della vibrazione; allorché la forza d’attrito prevale sullaforza elastica (che ancora non ha raggiunto il suo massimo, in quanto la defor-mazione è limitata) si ha l’altra fase della vibrazione. Se la superficie di contatto è inclinata, la vibrazione ha anche una componenteverticale.L’ipogeo è il baricentro della zona ove avviene lo sfregamento che è causa dellevibrazioni.

La deformazione elastica degli strati rocciosi sottoposti al peso degli stratisovrappostiIl raggio della terra è di 6.350 km. Se, per fissare le idee, un decimetro cubico diroccia pesa 3 kg, la pressione (alla base del cubetto) che preme su un centimetroquadrato è di 0,03 kg. Per il ricoprimento di 2.000 km, la pressione, su un centimetroquadrato è di 0,03 x 10 x 1.000 x 2.000 = 600.000 kg = 600 tonnellate/cmq (seil ricoprimento di un decimetro comporta la pressione di 0,03 chilogrammi/centimetroquadrato, di conseguenza il ricoprimento di 20.000.000 di decimetri. comporta lapressione sopra calcolata). Questo valore, che sembra elevatissimo, deve essere ancoramaggiorato per il fatto che la forza di gravità aumenta col diminuire della distanzadal baricentro della terra. A così elevate pressioni, corrispondono altrettanto elevatedeformazioni dei materiali per compressione. Allorquando del materiale fortementecompresso risale verso al superficie, è in grado di liberare energia elastica conincremento di volume. Questo fenomeno deve essere considerato nella ricerca dellecause dei terremoti; si tratta sempre di teorie ed ipotesi, giacchè manca la conoscenzadiretta della situazione delle diverse stratificazioni. Se, improvvisamente, la forzadi gravità venisse meno, la notevole energia elastica accumulata dal pianeta lo farebbeesplodere.Per profondità superiori a circa due – tremila chilometri, la forza di gravità inco-mincia a diminuire, fin quasi ad annullarsi nelle vicinanze del centro della terra;infatti, in tale posizione, le masse terrose attraggono verso tutte le direzioni enon verso una direzione preferenziale; tuttavia resta il peso, elevatissimo, dellesovrastanti masse.La forza di attrazione gravitazionale «g» che esiste tra due corpi di massa «m»ed «n» è proporzionale al prodotto delle masse (m x n = M) ed è inversamenteproporzionale al quadrato della distanza «d» tra i baricentri dei due corpi (d xd = D). Cioè: g = M x 1/D. Dati due corpi, il prodotto «P» delle due masse è

3 - Terremoti e rinforzo di strutture lesionate

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costante al variare della distanza. È interessante considerare come varia la forza«g» che è proporzionale all’inverso del quadrato della distanza. La distanza siaindicata con la lettera «d». Se il numero «d» passa a «d meno un decimale did», l’inverso del quadrato del numero così diminuito è pari all’inverso del quadratodella distanza originaria, moltiplicato per l’inverso del quadrato del fattore di decre-mento della distanza originaria «d». Ad esempio, se «d» passa a «0,9 d», di con-seguenza il fattore di decremento della distanza originaria è 0,9 e la forza digravità è: P x 1 / (0,9 d x 0,9 d) = P x 1 / 0,81 D = P x 1,2346 D. (Cioè, laforza di gravità presenta l’incremento del 23,46% rispetto alla situazione nellaquale la distanza è »d» e non «d – 0,9 d»).

Se «d» va a «0,8 d» segue: 1 / (0,8 x 0,8 D) = 1 / 0,64 D = 1,5625 D (cioè,increm. 56,25%).Se «d» va a «0,6 d» segue: 1 / (0,6 x 0,6 D) = 1 / 0,36 D = 2,7778 D (cioè,increm. 177,78%).Se «d» va a «0,5 d» segue: 1 / (0,5 x 0,5 D) = 1 / 0,25 D = 4,0000 D (cioè,increm. 300,00%).Se «d» va a «0,4 d» segue: 1 / (0,4 x 0,4 D) = 1 / 0,16 D = 6,2500 D (cioè,increm. 525,00%).Se «d» va a «0,2 d» segue: 1 / (0,2 x 0,2 D) = 1 / 0,04 D = 25,0000 D (cioè,increm. 2400,00%).Se «d» va a «0,1 d» segue: 1 / (0,1 x 0,1 D) = 1 / 0,01 D = 100,0000 D (cioè,increm. 9900,00%).

Da quanto sopra, si nota la notevole importanza della distanza tra i due corpi;tale importanza non ha notevoli effetti pratici per i corpi dell’ambiente terrestre,nel quale le masse dei corpi sono relativamente piccole, prevalendo in manieraschiacciante la massa della terra (ad esempio, la forza di gravità tra il pollice el’indice accostati è piccola, pur essendo la distanza minima ma, ancora di più,lo sono le masse delle due dita).

3 - Terremoti e rinforzo di strutture lesionate

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Tramezzo di laterizi forati e malta, che fu messa in opera su supporto asciuttoSi osserva: 1° da destra verso sinistra, (partendo dal basso verso l’alto) si sono prodottedue grosse fessurazioni parallele; 2° da sinistra verso destra si è prodotta soltanto unafessurazione, nettamente più limitata rispetto a ciascuna delle due fessurazioni prodottesinell’altra direzione; ciò significa che l’oscillazione non è stata simmetrica, perché ha trovatoverso sinistra maggiore resistenza. Infatti, quando la struttura oscilla verso destra, lafessurazione ha direzione da destra a sinistra; invece, quando l’oscillazione avviene versosinistra, la fessurazione ha direzione da sinistra verso destra. L’intonaco, lateralmente allefessurazioni, è staccato dal laterizio per una larghezza di una sessantina di centimetri eresta ancora in opera per aderenza all’intonaco ancora attaccato ai laterizi.Come è noto, risulta conveniente usare le malte pronte, in quanto il loro maggior costo ècompensato dall’economia di tempo nella realizzazione degli impasti. Tuttavia, le malte pronte,se sono da definirsi buone od ottime se impiegate per lavori in zone non sismiche, invece,per le opere in zone sismiche, sono da ritenersi appena sufficienti; pertanto l’operatore dovràvalutare l’opportunità di potenziare dette malte con aggiunta di cemento che, per la maggioredurezza dei suoi manufatti, è generalmente preferito alla calce. Tali aggiunte devono esserelimitate per le malte preconfezionate da intonaco, al fine di non apportare una sostanzialemodifica al rapporto, ben studiato, tra leganti ed inerti; invece, per le malte murarie, soggettea pressione, le aggiunte di leganti ottimizzano comunque i risultati. Anche su questo punto,nelle zone sismiche si deve lavorare con serietà, senza facilonerie, poiché le conseguenzepossono essere poco allegre, se consistono in danni e rischi per la popolazione.La figura di cui sopra dimostra la validità della asserzione: “Se è prevista la messa in opera,per le tamponature perimetrali e per i tramezzi, di materiali rigidi, di conseguenza il telaioportante deve essere progettato in modo da assicurarne la sufficiente rigidezza, per evitarei danni di cui in figura”.

3 - Terremoti e rinforzo di strutture lesionate

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Cicli di rottura dei tramezziDurante il sisma, il tramezzo A-B-C-D è soggetto ai seguenti cicli multipli di rottura.Il telaio portante si deforma, assumendo la configurazione A’-B’-C’-D’: la diagonale C’-B’ siallunga e le due travi A’-B’ e C’-D’ esercitano una discreta compressione sul tramezzo, inquanto tendono ad avvicinarsi, se pur di poco; di conseguenza, la forte sollecitazione ditrazione fa lesionare il tramezzo lungo la diagonale A’-D’; contemporaneamente ilraccorciamento della diagonale A’-D’ fa ingobbare il tramezzo ed induce al distaccodell’intonaco dal laterizio.Il telaio portante si deforma, assumendo la configurazione A’’-B’’-C’’-D’’: la diagonale A’’-D’’si allunga e le due travi A’’-B’’ e C’’-D’’ esercitano una discreta compressione sul tramezzo,in quanto tendono ad avvicinarsi, se pur di poco; di conseguenza, la forte sollecitazione ditrazione fa lesionare il tramezzo lungo la diagonale B’’-C’’; contemporaneamente ilraccorciamento della diagonale B’’-C’’ fa ingobbare il tramezzo ed induce al distaccodell’intonaco dal laterizio.I suddetti cicli si ripetono per ogni oscillazione dell’edificio; le fessure si allargano perché,ciascuna fessurazione, nella fase il cui si genera trazione, tende ad prolungarsi verso i verticidel tramezzo e, nella fase nella quale si genera avvicinamento, le due pareti della fessurazionetendono a sbattere l’una contro l’altra ed a frantumarsi in superficie, allargandosi. Il tramezzo, durante le prime scosse, collabora alla resistenza del telaio portante, perché sioppone alla deformazione, assorbendo energia. Ma, ben presto, manifestatisi i fenomeni dellefessurazioni e del distacco degli intonaci, la collaborazione del tramezzo alla resistenzadell’edificio diventa aleatoria. Tutti i fenomeni di rottura generano rumore e contribuisconoa spaventare gli abitanti dell’edificio. Se, invece del tramezzo in laterizi forati, si ha unamuratura in mattoni pieni forti, almeno ad una testa, la parete non si fessura e collaboraa lungo alla resistenza dell’edificio. Questa soluzione comporta maggiori pesi e può essereseguita convenientemente al piano interrato ed al piano terreno; presenta l’inconvenienteche non è possibile considerare esattamente, nei calcoli statici, l’entità del rinforzo, essendosoltanto una soluzione favorevole alla stabilità dell’edificio.Anche per i tramezzi e le tamponature, che sono elementi sussidiari alle strutture portanti,vale la regola della esecuzione a regola d’arte, con i migliori materiali.In analogia agli edifici con struttura metallica nei quali le pareti non dotate di finestre sonoutilizzate per mettere in opera dei tiranti incrociati (tipo croci di Sant’Andrea) per contrastarele oscillazioni, così pure per gli edifici in cemento armato la previsione di alcune tamponaturee tramezzi in calcestruzzo armato può assicurare la sufficiente sicurezza alle oscillazionidelle strutture, in caso di sisma.

3 - Terremoti e rinforzo di strutture lesionate

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4NORME SISMICHE EDILIZIE 2008: CRITERI PER LA PROGETTAZIONE DI NUOVECOSTRUZIONI IN ZONA SISMICA

L’imperfetto adattamento di norme analoghe adottate da altri paesi, ma non sismici,esige la razionale interpretazione da parte dei progettisti.

4.1 LE NUOVE NORME DEL 2008 DEVONO ESSERE INTEGRATECON REGOLE PRATICHE, VOLTE A CONTENERE LE DEFORMAZIONIELASTO-PLASTICHE DELLE STRUTTURE PORTANTI

Sia le norme del secolo scorso, che le nuove norme 2008, mirano ad evitare che,in caso di sisma, le strutture portanti dell’edificio possano crollare, ma non miranoanche a contenere le oscillazioni della struttura. L’attuale indirizzo normativo sembra razionale nella ricerca (peraltro sempre incertain zona sismica) delle probabili massime sollecitazioni delle strutture; è inveceprobabilmente ancora insufficiente, in quanto non soltanto il collasso delle struttureportanti dell’edificio deve essere evitato, ma anche la fessurazione ed il distaccodelle tamponature, il distacco ed il crollo dei rivestimenti sia interni che esterni,la fessurazione ed anche il crollo dei tramezzi, la caduta di armadi e scaffali alsuolo, la proiezione a terra di tutti gli oggetti non trattenuti da sportelli chiusi,la rottura delle canalizzazioni orizzontali degli impianti tecnici edilizi ed infineil trauma psichico per coloro che si trovano in un ambiente interno terremotato.La situazione di devastazione degli spazi interni e la parziale caduta delle tam-ponature negli spazi esterni sono pericolose per gli abitanti e implicano un dannoeconomico rilevantissimo per il ripristino. Assolutamente, deve essere contenutala eccessiva deformabilità della struttura portante, anche con costi esecutivi com-plessivi maggiorati del 3 – 5 per cento.Si ritiene di dover suggerire alcune integrazioni alle vigenti norme sismiche: sitratta di regole pratiche di dimensionamento minimo delle strutture portanti, perconseguire due finalità: ridurre la capacità di deformazioni elastiche della struttura,essendo le travi ed i pilastri di elevata rigidezza, per opportuno dimensionamentodelle sezioni di calcestruzzo e di armatura; conferire ai nodi travi–pilastro, un’e-levata rigidità, mediante armatura aggiuntiva, al fine di contenere le oscillazioniche sono molto incrementate dall’indebolimento dei nodi. È ben vero che il pro-gettista strutturale dovrebbe avere la preoccupazione di prevedere aggiunte strut-turali tali da contenere le deformazioni ma, in innumerevoli esempi di edifici

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costruiti a L’Aquila, tale preoccupazione non ha avuto conseguenze pratiche; daciò si profila la necessità di norme aggiuntive, o codificate, oppure che entrinonella prassi progettuale come regole normali, perché sostenute dall’opinione deitecnici più qualificati e dall’opinione pubblica.

Resistenza degli elementiedilizi Il grafico mette in evidenzaconcetti intuitivi relativi aldimensionamento delle strut-ture in cemento armato. Inzona non sismica: la proget-tazione della sezione deipilastri, effettuata in propor-zione al peso di cui sono gra-vati, porta ad un incrementopressoché costante da unpiano al sottostante; analo-gamente, l’armatura del pila-stro. In zona sismica,l’incremento della sezione edell’armatura dei pilastri,passando da un piano al sot-tostante non è costante, maè notevolmente crescente.relativamente alle travi, lasituazione è ben diversa: inzona non sismica la sezionedelle travi deve aumentareben poco passando da unpiano al sottostante; invece,in zona sismica, la resistenzadelle travi, che è data dallasezione in calcestruzzo, dallaarmatura e dal dimensiona-mento equilibrato di ogniparte, deve crescere notevol-

mente passando da un piano al sottostante. In zona sismica, le tamponature, se costituiteda materiali resistenti, elevano la resistenza a rottura delle travi (e il palazzo non cade); letravi tuttavia tendono a lesionarsi ugualmente, raggiungendo l’armatura il carico di snerva-mento.In figura, l’incremento della resistenza dei pilastri, in zona sismica, passando da un pianoal sottostante, cresce più notevolmente che l’analoga resistenza delle travi: ciò è dovuto siaalla maggiore rigidezza dei pilastri, in confronto alle travi ed al fatto che la resistenza deipilastri, anche in assenza della sollecitazione sismica, deve ugualmente aumentare a causadel maggior peso che sostengono i pilastri più prossimi al terreno, mentre le dimensionidelle travi non subiscono consistenti variazioni in relazione all’altezza del piano ove sonoposizionate. Le travi molto alte, in costruzioni in zona sismica, assorbono molto sforzo acausa della loro rigidezza e devono essere progettate con la dovuta resistenza, come sipuò rilevare effettuando il calcolo matematico delle sollecitazioni nel telaio portante.

4 - Criteri per la progettazione di nuove costruzioni in zona sismica

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Azioni sismiche sulle struttureNella figura «A» è rappresentata, sinteticamente, una struttura elastica. Sotto l’azione dellescosse sismiche, oscilla con moto armonico: la massima velocità è raggiunta dalla strutturanella posizione centrale, ove è massima l’energia cinetica; la massima accelerazione si hanelle due posizioni estreme, ove è massima l’energia elastica causata dalla deformazione.Le strutture in acciaio sono di questo tipo; le tamponature sono costituite da elementi metalliciappesi al piano superiore ed infilati in asole al piano inferiore, in modo che possano seguirela deformazione della struttura; i tramezzi, di materiale metallico e plastico, hanno in altoguarnizioni elastiche che consentano la prevista deformazione della struttura. L’energia sismicaè smaltita dalla oscillazione.Nella figura «B» è rappresentata una struttura rigida e che tale deve essere perché i materialidi cui è composta sono scarsamente elastici: la vibrazione sismica si trasmette lungo l’interastruttura; l’oscillazione è presente, ma è molto contenuta.Nella figura «C» è rappresentato il caso di una struttura nella quale la sollecitazione sismicaporta allo snervamento l’armatura; l’oscillazione è presente ma con sbattimento: l’acciaiotiene, ma soltanto nelle posizioni laterali estreme esercita un’efficace azione di frenata dellaoscillazione, per innescare poi l’oscillazione verso l’altro lato.Nella figura «D» è rappresentato il caso di una struttura rigida sostenuta da una strutturaelastica; questa trasforma la sollecitazione sismica in moto oscillatorio armonico; è come sela struttura rigida fosse appoggiata sopra una piattaforma che va avanti ed indietro dolcemente,mentre la sottostante struttura elastica assorbe le violenti accelerazioni sismiche.Nella progettazione degli edifici, la scelta tra la soluzione “B” o la soluzione “D” deve essereeffettuata in relazione ai costi effettivi (considerando anche le future manutenzioni). In lineadi massima, se l’edificio è costruito con materiali leggeri naturalmente resistenti a trazione(legno, materie plastiche, alluminio, acciaio) è preferibile la soluzione “D”. Invece, se l’edificioè complessivamente pesante per la presenza di calcestruzzi e laterizi, è preferibile la soluzione“B”, specialmente se il numero dei piani è superiore a due o tre. ultima considerazioneche può determinare la scelta suddetta, è il livello remunerativo del “prezzo” contenuto nelprezziario regionale. In base a tali prezzi, per l’Impresa appaltatrice potrebbe essereconveniente l’uno o l’altro metodo costruttivo e, con tali prospettive, potrebbe presentareproposte.

4 - Criteri per la progettazione di nuove costruzioni in zona sismica

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6.4 I DIFETTI COSTRUTTIVI PIÙ EVIDENTINELLE STRUTTURE IN CEMENTO ARMATO

L’elenco seguente dei difetti in parola non deve sgomentare il lettore, come sel’edilizia aquilana sia ora inaffidabile. Infatti, le oltre duemila scosse sismiche,che le costruzioni più solide hanno sostenuto senza crolli, hanno collaudato lestrutture stesse, dimostrandone la sostanziale stabilità al terremoto; sono poi gene-ralmente seguite le opere di rinforzo statico ed adeguamento antisismico, cosicchési può confidare circa la buona stabilità delle costruzioni che, fra non molto,costituiranno il rinnovato patrimonio edilizio aquilano.

Scarsa comprensione delle strutture in cemento armato Alla base dei difetti costruttivi, rilevabili nell’edilizia aquilana, stava la convinzionedi poterli fare, perché si riteneva che il cemento armato avesse riserve di resistenzatali da consentirli. Infatti, i materiali del cemento armato avevano il coefficientedi sicurezza all’incirca pari a tre: il calcestruzzo, che aveva la tensione di rotturaa compressione pari a 160 Kg/cmq, doveva avere un carico massimo di eserciziopari a 48-50 Kg/cmq, ed il tondino di acciaio Aq 42, avente il carico di rotturadi 4.200 Kg/cmq, non doveva essere caricato a più di 1.400 Kg/cmq. Tale riservadi sicurezza era motivata dalle possibilità di difetti costruttivi assolutamente invo-lontari, specialmente riguardo alla qualità e la modalità esecutiva dei getti, e dallapossibilità di sollecitazioni eccezionali. Inoltre, facendo il confronto con il coef-ficiente di sicurezza a pressione, imposto per le strutture murarie (pari a dieci)detta potenziale sicurezza appariva del tutto sulla stessa linea di prudente operare.In opposizione alla responsabile linea seguita dalle norme edilizie, la cultura deglioperatori edilizi, ed anche della società aquilana, mostrava faciloneria e presap-pochismo deprecabili.

Al centro del quartiere «Santa Barbara» è stata rinnovata l’e-dicola con la statua della Santa. Gli aquilani sono orgogliosidella loro Fede, dalla quale traggono fiducia per il loro operare. Pur essendo ovviamente drammatico il disastro del terremotoin termini di perdite di vite umane e di danni materiali, alcunifattori hanno limitato l’entità dei danni:1. L’energia sismica si è liberata in più di duemila scosse,restando così spezzettata in tanti eventi di limitata intensitàpiuttosto che in pochi episodi più rovinosi.2. Le scosse, via via di magnitudo crescente, hanno indottomolti abitanti ad accorgimenti di prevenzione.3. L’orario notturno è stato favorevole (tra la domenica e il lunedì)perché la percentuale dei crolli è stata nettamente maggiore pergli edifici pubblici, piuttosto che negli edifici residenziali; avvaloraquanto detto anche il fatto che la densità di persone degli edificipubblici è maggiore che non nelle case private.4. Le scosse sismiche hanno portato moltissimi edifici sull’orlodel collasso. una scossa, se pur leggermente maggiore, avrebbefatto decuplicare il numero di crolli e delle vittime.

6 - Tecniche costruttive nella zona aquilana

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Noncuranza relativamente alla precisa messa in opera della armatura Si rileva che gli addetti alle lavorazioni sul cemento armato (generalmente nonassiduamente sorvegliati da personale più competente) hanno avuto la tendenzaa ritenere ammissibili omissioni di armatura. Tali fatti sono generalmente avvenutiquando il capo del cantiere aveva disponibilità di calcestruzzo fresco, da mettererapidamente in opera, mentre le armature non erano ancora eseguite; piuttostoche buttare il calcestruzzo, si è ritenuto ammissibile costruire elementi con nettainsufficienza di armatura: si poteva trattare di travi o pilastri non aventi ancorain opera la staffatura che si riteneva ordinariamente necessaria, oppure di ferrilongitudinali troppo corti, per i quali non era pronto il tondino di prosecuzione.Questi difetti che, in maniera eccezionale, menomano la struttura, sono difficilmenteindividuabili dallo strutturista che visita una costruzione; infatti, non si vedonoad occhio, ed occorrerebbe l’impiego di sofisticate apparecchiature di accertamento,con lavoro che richiede tempo e denaro. I difetti strutturali, aventi carattere eccezionale, possono essere causati dalla insuf-ficiente legatura (con matassine di sottile filo di ferro doppio) delle armature tradi loro cosicché, durante il getto, le armature si spostano (generalmente verso ilbasso) discostandosi dalla posizione originaria di progetto: ferri longitudinali, nonbene legati alle staffe, si possono spostare dalla loro posizione da in alto sino alfondo trave; le staffe dei pilastri, sotto la pressione dei getti di calcestruzzo, sispostano verso il basso e si ritrovano alla base dei pilastri; altri ferri, che avrebberodovuto trovarsi ad almeno due centimetri dal bordo del getto sono invece a direttocontatto con l’esterno, se pur mascherati dal soprastante intonaco, e possono risul-tare ossidati. I difetti strutturali, aventi carattere eccezionale, portano frequentemente alla rotturarapida dell’elemento difettoso e possono essere causa di crolli improvvisi. Infatti,detti difetti eliminano la caratteristica del cemento armato di denunciare, mediantefessurazioni, lo stato di eccessiva sollecitazione degli elementi edilizi.

Noncuranza relativamente alla buona qualità dei calcestruzziSi insiste sulla necessità che tutti gli operatori del cantiere abbiano un minimodi conoscenza sul cemento armato. Sembra inaudito, ma è vero, che taluni operai,recatisi al lavoro di buon mattino, abbiano poi la tendenza di scaricare le lorofeci nei calcestruzzi. È accaduto, in condominio, che un auto abbia cozzato controun pilastro, di grossa sezione, di un garage sito al piano terreno; la macchina haretto bene all’urto; invece, il pilastro si è danneggiato notevolmente, per circa unterzo della sua sezione, mostrando un getto di calcestruzzo straordinariamente teneroperché mescolato a sostanze organiche presumibilmente individuabili; si è anchepotuto rilevare che le staffe non erano site a distanza regolamentare. Avendo uncondomino richiesto l’immediato ripristino, l’Amministratore ha chiamato i Vigilidel Fuoco, che hanno dichiarato che non vi era pericolo, tenuto conto della elevatasezione del pilastro. Il condomino ha poi inviato una lettera all’Amministratoredissociandosi da ogni responsabilità circa la mancata volontà di provvedere alripristino; soltanto nel 2009, dopo due mesi di piccole scosse, l’Amministratore,

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su pressante reiterato invito del condomino suddetto, ha provveduto a far riparareil danno; chiarisce la trascorsa situazione psicologica aquilana il fatto che tuttigli altri condomini, pur essendo una trentina di numero e di buona cultura, nonabbiano mostrato alcun interesse per la riparazione del danno.

Scarsa attenzione agli ancoraggi delle armature del cemento armato Le norme del secolo scorso prescrivevano, per le barre di acciaio lisce, l’ancoraggiocon un uncino di forma regolamentare, caratterizzato da un’angolatura piuttostolarga. La tendenza delle imprese a dare ai ganci una maggiore angolatura (essendocosì più rapida la preparazione delle barre) si ritiene che non indebolisca sensi-bilmente le strutture, purché la lunghezza del ferro piegato sia invariata e la qualitàdel calcestruzzo sia almeno discreta. È invece inammissibile la mancanza dei ganciper le staffe dei pilastri e delle travi. Per i ferri ad aderenza migliorata, i gancipossono essere sostituiti dalla piegatura dei ferri, da prolungare sino ad entrareprofondamente nella zona che resti compressa per ogni tipo di sollecitazione, anchesismica. Relativamente alla piegatura dei ferri ad aderenza migliorata, le nuovenorme non sono esaurienti.

Il corpo di fabbrica di sinistra, oscil-lando, ha battuto come un martellosul corpo di fabbrica di destra conampie demolizioni.In zona sismica i giunti di separa-zione tra i fabbricati dovranno esserenotevoli, in relazione alla elasticitàdelle strutture.

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7.7 ORGANIZZAZIONI E NORME SICURAMENTE UTILIPER FRONTEGGIARE CALAMITÀ NATURALI CHECOMPORTINO NOTEVOLE DISTRUZIONE DI RESIDENZE

Non si può non tener conto della possibilità che eventi naturali mettano fuori usole abitazioni di più di centomila abitanti. Se un terremoto colpisse la città diRoma, rendendo inagibile il venti per cento delle abitazioni, il numero di abitantida sistemare supererebbe le seicentomila unità (sei - sette volte superiore rispettoal terremoto abruzzese). È d’interesse valutare le predisposte organizzazioni chesarebbero di grande utilità, in tali evenienze.1° Le forze della Protezione Civile, compreso il personale che risulta dagli elenchidei volontari e dei tecnici delle amministrazioni pubbliche, che potrebbero allon-tanarsi dai loro incarichi per provvedere alla calamità.2° Gli elenchi relativi alla disponibilità immediata di posti letto, nei vari periodidell’anno, da mettere a disposizione, in linea di massima, per provvedere a situa-zioni di emergenza.3° Gli inventari riguardanti le disponibilità delle varie organizzazioni pubblichein materia di mezzi vari per il movimento di terra e di macerie, autobotti, gruppielettrogeni e di attrezzature passibili d’impiego nell’edilizia.4° Gli elenchi relativi alla disponibilità di operatori tecnici ad intervenire per diri-gere, con mano d’opera ordinaria, il montaggio di costruzioni prefabbricate edanche di costruzioni smontabili in parti elementari.5° La disponibilità di pezzi speciali atti al montaggio di costruzioni smontabiliutilizzando materiali in parti elementari.6° L’esistenza di un comitato tecnico amministrativo, che tenga aggiornate le nor-mative d’intervento nelle calamità naturali, al fine di provvedere immediatamente,eliminando il periodo di compilazione delle norme d’intervento.7° L’adozione della norma, che preveda l’allontanamento dalla zona colpita dallacalamità soltanto degli anziani, delle madri con figli piccoli od adolescenti e dellepersone non in normali condizioni fisiche; tutte le altre persone debbano essereimmediatamente impiegate per tutte le opere necessarie, sotto la direzione deitecnici disponibili. È questo il metodo per far sì che la zona colpita possa risollevarsial più presto, senza l’avvilente rammarico del tempo perduto e delle rilevantienergie rimaste a lungo inutilizzate.8° Adeguamento degli antichi edifici murari. Lo Stato dovrebbe invitare i proprietaridi edifici non idonei alla sismicità dei luoghi a provvedere a mettere in opera, nellemurature, delle barre orizzontali, incrociate in corrispondenza degli angoli e delleconnessioni tra le murature, nella misura media di almeno due ferri ogni tre metridi altezza. Diametro minimo dei ferri: mm 22. Questo metodo è soddisfacente edè competitivo economicamente. Ovviamente, i tiranti sono più efficaci, ma sono dimaggior costo; analogamente, la messa in opera sulle superfici delle murature dimaglie elettrosaldate di acciaio: questo rinforzo è ancora più costoso del precedente.Si raccomanda di prescrivere un ragionevole periodo di tempo per dare compiuti isuddetti miglioramenti, dopo il quale ogni indennità per danni apportati da scossesismiche, sarebbe soggetta a riduzione percentuale progressiva col passare del tempo.

7 - Terremoto 2009

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Recenti realizzazioni di ricostruzione e di nuova edificazione

La prima figura in basso è panoramica generale. La seconda figura rappresenta la partecentrale medio altra della prima figura; la terza figura la parte alta fino all’orizzonte.

7 - Terremoto 2009

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Appendici

A.1 Il modulo di elasticità dei materiali e la rigidezza delle strutture edilizie

A.2 Valutazione dei danni sismici riportati dagli elementi portanti di un telaio edilizio in cemento armato

A.3 Le tensioni di compressione e trazione che i carichi applicati alle costruzioni inducononegli elementi dei telai portanti degli edifici

A.4 Particolari costruttivi di rinforzi antisismici per capannoni prefabbricati di calcestruzzo

A.5 I criteri costruttivi che si rilevano nella nuovaedilizia post terremoto, nel comune de L’Aquilae dintorni

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