Rassegna Stampa di giovedì 29 maggio 2014 · 2017. 1. 7. · Rassegna Stampa di giovedì 29 maggio...
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Rassegna Stampa di giovedì 29 maggio 2014
SNALS / CONFSAL Il Giornale dell'Umbria 29/05/2014 AGENZIA ENTRATE, PROCLAMATO LO STATO DI AGITAZIONE DA OGGI Messaggero Veneto 29/05/2014 TRENI, 30 MILIONI PER VELOCIZZARE LA VE-TS Scuola, Formazione, Università, Ricerca il Sole 24 Ore 29/05/2014 AL VIA 60 NUOVI CENTRI PER ADULTI Avvenire 29/05/2014 DOCENTI DI RELIGIONE, I MOVIMENTI FUORI DIOCESI Avvenire 29/05/2014 SULLA SCUOLA DAWERO TROPPI LUOGHI COMUNI il Gazzettino 29/05/2014 RENZI RIPARTE DALLE RIFORME IN EUROPA PUNTA SU PADOAN Il Giornale d'Italia 29/05/2014 ISCRIZIONI ALLE SUPERIORI, I LICEI AL PRIMO POSTO il Mattino 29/05/2014 Int. a T.De mauro: "COSI' GLI ITALIANI RIDIVENTANO SOMARI" la Gazzetta del Mezzogiorno
29/05/2014 ISTRUZIONE E FORMAZIONE PER IMPARARE IL "MESTIERE "
la Gazzetta del Mezzogiorno
29/05/2014 GRIDO D'AIUTO DALL'AFRICA DEGLI ULTIMI SI MOBILITANO SCUOLE E ASSOCIAZIONI
Libero Quotidiano - Ed. Milano
29/05/2014 IL COMUNE ALL'ATTACCO "SIGARETTE VIETATE VICINO ALLE SCUOLE"
Roma 29/05/2014 PRIMO CIRCOLO DIDATTICO APPROVATO IL PROGETTO DI RISTRUTTURAZIONE
Secolo d'Italia 29/05/2014 SCUOLA: LA CULTURA SI STUDI IN CLASSE, SIGLATO L'ACCORDO TRA I MINISTERI
Corriere della Sera 29/05/2014 INTERVENTI & REPLICHE - POLITECNICO DI MILANO: I CORSI DI LAUREA Il Secolo XIX 29/05/2014 FOSSATI: "UNA SCELTA DOLOROSA MA NON AVEVAMO ALTERNATIVA" Il Secolo XIX 29/05/2014 MASSARDO SI PRESENTA: "RIVEDERE ERZELLI E SANITA'" Corriere della Sera 29/05/2014 DAGLI EX 5 STELLE A SEL GRANDI MANOVRE AL SENATO Italia Oggi 29/05/2014 UE, GLI EUROSCETTICI FANNO GRUPPO Italia Oggi 29/05/2014 SCELTA CIVICA HA PRESO LO 0,7% DEI VOTI MA, DENTRO, HA CINQUE
CORRENTI DIVERSE Italia Oggi 29/05/2014 BERSANIANI RESTII A VOTARE RENZI L'Unita' 29/05/2014 RENZI ORA VUOLE ACCELERARE RIMPASTO PIU' VICINO Il Giornale d'Italia 29/05/2014 L'EREDITA' DI MONTI: SCELTA CIVICA ALLO SBANDO La Notizia (Giornale.it) 29/05/2014 DOPO IL FLOP EUROPEO LA GIANNINI POTREBBE DIMETTERSI +++ Economia, Lavoro, Previdenza il Sole 24 Ore 29/05/2014 PA, MOBILITA' E STAFFETTA GENERAZIONALE il Sole 24 Ore 29/05/2014 ISTAT RIPRESA FERMA A 0,6% (SE TUTTO VA BENE) Corriere della Sera 29/05/2014 Int. a M.Livi bacci: "E' LA DIFESA DELLA MANCANZA DI LAVORO E
PROSPETTIVE" Corriere della Sera 29/05/2014 LA FRANCIA DA' 7 MILA EURO AI GENITORI CON DUE BIMBI Corriere della Sera 29/05/2014 ORARI ELASTICI E BONUS BEBE': LE VIE DEL WELFARE AZIENDALE Corriere della Sera 29/05/2014 RITIRATA DAI FONDI PENSIONE, 1,4 MILIONI IN MENO la Repubblica 29/05/2014 UN PAESE SENZA PIU' CULLE CON 6 MILIONI DI DISOCCUPATI COSI' LA
CRISI CAMBIA L'ITALIA la Stampa 29/05/2014 LA CRISI BLOCCA ANCHE I FONDI PENSIONE Giorno/Resto/Nazione 29/05/2014 FAMIGLIE APPESE AL LAVORO DELLE DONNE Il Secolo XIX 29/05/2014 DIRIGENTI PUBBLICI LA SCURE DI RENZI
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Domande entro il 15 ottobre
Al via 60 nuovi centri per adulti (Iaudio Tutti ROMA
Una opportunità per acquisire "anche da grande" un titolo di studio o aggiornare le competenze. Ma anche la possibilità per i cittadini stranieri (in età da lavoro) di frequentare corsi di alfabetizzazione e di apprendimento della lingua italiana.
Cambiano i corsi di formazione serali, con l'arrivo, dal prossimo lO settembre, dei Cpia (i Centri provinciali per l'istruzione degli adulti). Ne partiranno una sessantina in tutt'Italia, con un proprio organico, e ci si potrà iscrivere fino al15 ottobre.
Il direttore degli Ordinamenti scolastici del Miur, Carmela Palumbo, ha firmato la circolare che fissa i primi adempimenti e i contenuti dei nuovi percorsi di istruzione riservati agli adulti (che a regime andranno a superare iI sistema attuale che si regge sui Ctp, cioè i Centri territoriali permanenti, e i corsi serali). Nei Cpia si svolgeranno percorsi di primo livello (per l'obbligo di istruzione), percorsi di secondo livello (per acquisire un diploma di istruzione tecnica, professionale o artistica). Ma anche corsi di alfabetizzazione per gli adulti stranieri (per arrivare a una conoscenza della lingua italiana non inferiore allivello A2,). Dove non sarà possibile attivare iI Cpia i corsi di istruzione per gli adulti si faranno lo stesso attraverso i cosiddetti progetti assistiti.
Il settore ha numeri piuttosto elevati: negli ultimi sei anni (2006/2007-2011/2012) sono stati erogati quasi 130miIa corsi di istruzione e formazione, frequentati da oltre due milioni di "studenti", e sono stati rilasciati più di un milione tra certificatVattestati e titoli di studio.
«L'istruzione per gli adulti è una opportunità di riqualiiìcazione per le fasce deboli e per contrastare iI fenomeno Neetha sottolineato il sottosegretario all'Istruzione, Gabriele Toccafondi -. E i percorsi si potranno realizzare anche nelle carceri per dare ai detenuti nuove prospettive di reinserimento». Del resto, già la legge Fornero (la n. 92 del 2012) per migliorare il collegamento tra istruzione, formazione e mondo del lavoro ha previsto la costituzione di reti territoriali, dove sono presenti i centri per l'impiego, le università e i poli tecnico professionali. Ora entreranno a pieno titolo anche i Cpia, «che dovranno però avere un ruolo di primo piano», ha evidenziato Noemi Ranieri della UiI Scuola. L'offerta formativa dei Cpia è molto flessibile (in funzione del percorso che si sceglie) e le domande diiscrizione sono accolte entro iI limite massimo dei posti disponibili. È previsto un monitoraggio che verrà effettuato dall'Indire.
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Gli iscritti ai corsi per adulti È stata piuttosto elevata la frequenza dei corsi per adulti negli ultimi sei anni. Afronte di oltre due milioni di frequentanti, sono stati erogati quasi 130mila corsi e rilasciati oltre un milione di certificati e titoli di studio
I disoccupati "formati" Solo nel 2011-2012 hanno frequentato i corsi per adulti 98.584 persone non occupate e 80.447 disoccupati
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Docenti di religione, i Illovilllenti fuori diocesi
previdenza e clero
ono attive da venerdì scorso le procedure per i trasferimenti dei docenti di religio-
ne, laici ed ecclesiastici, validi per l'anno scolastico 2014-2015. I docenti interessati hanno tempo fino al prossimo 16 giugno per presentare eventuali richieste ai dirigenti scolastici. Il ministero dell'Istruzione ha comunicato (ordinanza 38/2014) che, anche quest'anno, la trattazione delle domande non può essere eseguita con le procedure automatizzate ed è quindi inevitabile ricorrere ad una completa gestione manuale. Le richieste sono considerate valide solo se redatte utilizzando i moduli allegati all'ordinanza ministeriale. Un'eventuale revoca della domanda già inoltrata è consentita fino al prossimo 7 luglio.
La mobilità a domanda riservata ai docenti di religione è riferita alla titolarità di cattedra presso una diocesi diversa da quella di servizio (mobilità territoriale) oppure al passaggio ad un diverso settore formativo (mobilità professionale), purchè in possesso della idoneità richiesta per lo specifico settore. Gli spostamenti all'interno della stessa diocesi devono essere invece richiesti entro il mese di giugno e saranno regolati seguendo le normali procedure di assegnazione di cattedra/posto. Tutti i movimenti sono attuati in accordo con il relativo ufficio diocesano. Titoli e servizi. Per i movimenti dei docenti di religione costituiscono motivi di precedenza le esigenze di famiglia, oltre alla valutazione di vari titoli di servizio (superamento di concorsi, corsi di perfezionamento ecc.). Viene ora riconosciuto anche un punteggio relativo alla continuità nella sede di servizio. La novità è particolarmente utile per i docenti interamente utilizzati in un'altra scuola per insuffi-
cienza di orario di cattedra. Il ministero ribadisce che, ai fini della qualificazione necessaria per l'insegnamento della religione cattolica' l'ultimo anno utile per il conteggio del requisito del quinquennio è l'anno scolastico 1985/86. Ruoli regionali. Tutti i docenti, anche non interessati alla mobilità, devono presentare, entro il prossimo 23 giugno, la scheda personale necessaria per stilare la graduatoria regionale articolata per ambiti territoriali diocesani. r operazione è finalizzata ad individuare eventuali posizioni in soprannumero rispetto all'organico determinato dalla legge 186/2003 istitutiva dell'inquadramento dei docenti in ruoli regionali. Prestiti Inps. Gli insegnanti incaricati con contratto annuale soggetto a rinnovo sono assimilati a tutti gli effetti ai dipendenti a tempo indeterminato. A questo si collega il diritto dei docenti a fruire dei prestiti pluriennali o dei piccoli prestiti concessi dall'Inps (ex Inpdap).
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SULLA SCUOLA DAWERO TROPPI LUOGHI COMUNI
ROBERTO CARNERa
ella scuola parlano e scrivono tutti: sociologi, psicologi, filosofi, pedagogisti, politici. Ed è giusto che sia così, perché si tratta di un argomento importante, dal forte rilievo civile. Paradossalmente quel
li che ne parlano meno sono forse gli insegnanti. È strano, ma molti sembrano ritenere che i meno qualificati ad affrontare l'argomento scuola siano proprio quelli che vi lavorano. Il fatto di essere lì tutti i giorni non rappresenta un motivo sufficiente perché i docenti vengano interpellati, magari quando si tratta di prendere decisioni importanti sulla struttura e sul funzionamento dei percorsi didattici, ad esempio quando si decide di varare una riforma: e infatti i risultati si vedono, con riforme (come l'ultima della scuola secondaria) che aumentano i problemi anziché risolverli. Una categoria professionale ultimamente molto interessata alla scuola è quella degli scrittori. "La Lettura", il supplemento domenicale del "Corriere della Sera", ha di recente lanciato un'iniziativa, chiedendo a una serie di narratori (da Paola Mastrocola a Alessandro d'Avenia) di intervenire sul tema della scuola. E uno dei nostri più bravi romanzieri, Andrea Bajani, ha da poco dato alle stampe un pamphlet intitolato, provocatoriamente, La scuola non serve a niente (Editori Laterza -la Repubblica, pagine 136, euro 5,90). Bajani non è nuovo all'argomento: nel 2008 a
Andrea Bajani
Insegnanti frustrati e ragazzi demotivati: spesso superficiali certi approcci alla realtà italiana, come nel caso del reportage narrativo di Andrea Bajani
veva già scritto un reportage narrativo dal titolo Domani non c'è scuola. Ora, forte della sua esperienza di incontri, conferenze e presentazioni dei suoi libri in diversi istituti della penisola, ha scritto un breve saggio, per la verità un po' ondivago e dalla struttura argomentativa non sempre lineare, al quale segue un'appendice (che in realtà occupa quasi i due terzi delle pagine) con interventi di altri autori e una serie di tabelle e statitistiche sull'istruzione nel nostro Paese. Il problema dei libri
come questo - e purtroppo anche Bajani, che pure ap-
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prezziamo come narratore, qui non fa eccezione - è che sembrano pretendere di affermare verità definitive sul mondo scolastico, individuando criticità e proponendo soluzioni, a partire da una conoscenza della realtà di cui si discute a dir poco frammentaria e superficiale. Non mancano i luoghi comuni, per cui gli insegnanti sono frustrati e i ragazzi demotivati. Certo, i problemi nella scuola italiana sono molti, ma da docente faccio davvero fatica a riconoscermi nel quadro dipinto da Bajani. Il quale racconta di insegnanti «voltati a scrivere alla lavagna e lì colpiti a pallettoni con fotocopie accartocciate ( ... ) da ragazzi senza libri né quaderni», di professori «che fanno lezione davanti alla porta per impedire con il corpo l'emorragia di studenti dall'aula, ( ... ) alcuni di loro girati di spalle, voltati a parlare con i compagni, seduti sui davanzali, in ricognizione nei corridoi della scuola, altri con le mani sotto il banco e le dita che cercano a memoria le lettere sopra il touchscreen dello smartphone». Ma soprattutto non mi riconosco e non riconosco i miei colleghi in quei poveri tapini aggrappati alle nozioni della propria disciplina come a un tronco galleggiante per non affondare nel mare dell'insignificanza e, cosa ancor più grave, indifferenti e incapaci di relazionarsi con i bisogni più profondi dei ragazzi. Anch'io negli ultimi anni, come Bajani, ho girato l'Italia, da formatore di docenti di Lettere in corsi di aggiornamento patrocinati dal Ministero dell'Istruzione. Non ho ancora scritto un libro su questa esperienza, ma intanto posso testimoniare - nelle centinaia di professori che ho incontrato, da Alessandria ad Avellino, da Vicenza a Firenze - la professionalità, la passione, l'entusiasmo, il desiderio di migliorarsi, di apprendere nuove tecniche didattiche, di capire cioè in che modo coinvolgere sempre più i propri studenti. Non che Bajani neghi le qualità di alcuni insegnanti e neppure che esistano tra loro delle eccellenze. Ma il quadro generale che esce dalla sua descrizione appare esageratamente sbilanciato sul versante dei problemi e delle cose che non vanno, falsando cosìla realtà.
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IL GIORNALE D'ITALIA
Iscrizioni alle superiori, i licei al primo posto
Sono 537,242 gli studenti che si sono iscritti al primo anno delle
superiori per l'anno scolastico 2014-2015, È quanto emerge da un focus condotto dal Miur, Di queste, oltre 267,534 hanno scelto un indirizzo liceale (pari al 49,8%), confermando il trend positivo (+0,9 punti percentuali) già avviato nel 2013/14; le restanti iscrizioni vanno agli istituti tecnici (30,8%) e agli istituti professionali (19,4%), Scendono, invece, le iscrizioni ai Tecnici (-0,4) e ai professionali (-0,5), Secondo l'analisi, il liceo più gettonato è quello scientifico, con 122,140 richieste di iscrizione (il 22,7% sul totale nazionale), In particolare, i ragazzi scelgono l'opzione delle Scienze applicate in cui prevale l'area scientificotecnologica (scelta dal 6,3% degli studenti), mentre l'indirizzo tradizionale registra un calo di 0,8 punti
percentuali, tuttavia compensato dal successo delle sezioni sportive, grande novità per il prossimo anno (4.456 domande), Anche il liceo Linguistico registra un incremento delle preferenze di 0,5 punti percentuali, con 47.429 iscritti, In leggera flessione, invece, liceo classico, che ottiene il 6% di richieste (erano il 6, 1% lo scorso anno); salgono, sia pur dello O, 1%, i licei Musicali e il liceo Artistico, La percentuale di alunni che sceglie di proseguire gli studi seguendo un indirizzo liceale supera ampiamente la media nazionale nelle regioni del Centro (55,4%), Nel Nord, invece, fanno più presa gli istituti tecnici, in particolare nel Nord-Est (36,4%), Relativamente ai percorsi professionali, infine, questi registrano una buona media di iscrizioni nel Mezzogiorno (21%),
Giorgio Musumeci
Data 29-05-2014 Pagina 4 Foglio 1
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IL~MA.TTINO Pagina 25 Foglio 1 /2
«COSÌ gli italiani ridiventano somari» Tullio De Mauro spiega l'analfabetismo di ritorno: «Regrediamo se il celVello non si allena))
IdaPalisi
taliani popolo di analfubeti, o quasi. Pare che in età adulta si deteriorino le competenze costruite a scuola, e che la regressione riguardi le abilità generali di base: leggere, scrivere e anche far di
conto. A dirlo è la ricerca internazionale Piaac - Programme for the Intemational Assessment of Adult Competencies -un'indagine sui livelli di conoscenza e capacità degli adulti inlettura e comprensione di testi scritti, risoluzione di problemi matematici, conoscenze linguistiche. Dall'inchiesta, che ha interessato un campione di 166milaadulti (trai 16ei65 amli), risulta infatti che all'Italia spetta il primato negativo in Europa peril cosiddetto «analfubetismo di ritorno», seguita da Spagna e Francia: la regressione colpisce in modo più grave le popolazioni in cuinon c'è una cultura diffusa del leggere e del tenersi infonnati. Questi risultati sono stati presentati a Napoli in un seminario organizzato dal professor Emilio Balzano dell'UniversitàFederico TI, che ha visto la partecipazione di Tullio De Mauro, linguista, professore emerito dell'Università di Roma La Sapienza, già ministro della Pubblica istruzione(neI2000-0l).
ProfessorDe Mauro, quali sono le cause principali che detenninano questa regressione?
«Quella principale è una tendenza d' ordine biologico e psicologico: data la naturaselettivadellanostramemoria, si constatache in età adulta tendiamo aregredire di
«Molti hanno azzerato il patrimonio costruito con lo studio»
cinque amli rispetto ai livelli massimiraggiunti durante gli studi a meno che, ed è fondamentale, non continuiamo aesercitare quella competenza. Per esempio, nell'ultimo anno di liceo ci siamo inoltrati inargomentinon elementari dimatematicama, se non diventiamo bancari, geome-
A rischio le capacità di lettura e scrittura Si dimeticano le cognizioni matematiche
tri o ingegneri, la nostra matematica adulta si rattrappisce e, se va bene, torna ai livelli della terza media. CosÌ avviene per ogni altro campo. Se nonleggiamo libri o romanzi, di tutta la storia studiatarestano brandelli sospesi nel vuoto: Pirro re dell'Epiro, Stlicone, trattato di Campoformio».
Ma siamo sicuri che sia una novità? O
semplicemente prima certe cose non si misuravano? In fondo molti esercitano lalettura solo a scuola, poi smettono.
«No è del tutto una novità. Negli amli Novanta alcuni di noi hanno insistito sul futto che glianalfubetinon sono solo quelli che si dichiarano tali ai censimenti dell'Istat, ma ce ne sono molti altri. Cercavamo di fonnulare ipotesi attendibili partendo da altri dati: meno di metà della popolazione adulta leggeva giornali, meno di un terzo libri, il 20-25 per cento deilicenziatialle scuole inferiori avevano gravidifficoltà di lettura e scrittura. Ma erano solo congetture e venivamo criticati. Poi le indagini promosse in vari paesi e in Italia da Statistics Canada sono state riprese susca
la più ampia dall'Ocse neI20iz-13. Grazie a cinque questionari di difficoltà crescente, abbiamo un quadro analitico certo dei diversi livelli di capacità di lettura e di uso di strumenti matematici e scientifici della popolazione in etàdilavoro di23 Paesi, Italiacompresa».
La regressione colpisce le competenm di base della lettura e della scrittura. Rispettoavent'annifa,cosaècambiato?
«Lanostra conoscenza deifutti. Nelle indagini futte in Italia è restato costante un dato: solo il 30 per cento degli adulti ha un rapporto sufficiente con lettura, scrittura e calcolo. Gli altri si muovono solo in un orizmnte ristretto, subendo quel che succede senza saper capire e reagire».
C'è una specificità italiana rispetto agli altri Paesi interessati dallo studio?
«Certo, la quantità. In tutti i paesi ci so-
no masse consistenti di persone sotto illivello minimo di competenze. In Francia, Germania, Usa, Gran Bretagna, più della metà della popolazione èin questa condizione. Anche in paesi più virtuosi - Olanda, Finlandia, Corea, Giappone - la percentuale sfiora il 40».
È stata rilevata qualche differenzaetrail SudeilNordltaIia?
«Le differenze emergono solo per grandi
comparti. llNord-Esthalivellinord-europei, Sud e Isole tirano in basso, verso Spagna e Grecia, la percentuale complessiva. L'indagine offre una base eccellente per successivi studi più mirati e, soprattutto, per interventi che già sono stati individuati da un gruppo di lavorointenninisteriale. Interventi che sarebbero possibili se le forze politiche volessero occuparsene».
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lA GAZZEllA DELMEZZOGIORNO Pagina 21 Foglio 1
OCCUPAZIONE PROGETTO PILOTA EDlLCASSA·ISTITUTO LENOCI
Istruzione e formazione per imparare il «mestiere» Dopo la scuola, 112 ore subito in azienda
• Edilcassa di Puglia (ente bilaterale regionale edile a cui aderiscono le associazioni datoriali di Aniem, CNA, Claai e Lega Coop e le associazioni sindacali Feneal - DiI, Filca - Cisl e Fillea-Cgil) e Istituto statale a indirizzo tecnico, commerciale, turistico, informativo e sportivo «Vito Vittorio Lenoci» di Bari hanno stipulato una convenzione per consentire un periodo di formazione-orientamento a quattro studenti da effettuarsi entro i16 giugno, dal lunedì al venerdì, per un totale di 112 ore.
L'esperienza di formazione professionale-culturale ha lo scopo essenziale di assicurare l'applicazione pratica dell'insegnamento dato a scuola senza che il datore di lavoro possa trarre alcun profitto dalla presenza nell'impresa dell'alunno. Al termine del periodo di stage, gli alunni redigeranno una relazione sul «tirocinio-formativo». Nella convenzione è previsto che sia l'Edilcassa a corrispondere un rimborso di gestione delle attività, per spese amministrative, di segreteria didattica e coordinamento.
EDllCASSA Fernando De Carlo «Si tratta di un primo ma im-portante passo verso un nuovo modo di intendere la scuola ed il
mondo del lavoro -spiega il presidente di Edilcassa, Fernando De Carlo - questo accordo rappresenta per l'ente una sorta di progetto pilota che speriamo possa aprire la strada ad altre iniziative di questo tipo, con l'obiettivo di avvicinare due realtà della vita di ciascuno di noi che dovrebbero essere confinanti, ma che spesso non lo sono».
Soddisfazione è espressa anche dal vicepresidente di Edilcassa, Crescenzio Gallo: «Non è casuale che questo progetto abbia inizio con l'Istituto «Lenoci» -dice - proprio per la sua tipologia, che consente ai ragazzi di scegliere il loro possibile futuro tra un ventaglio di opportunità e di indirizzi, confrontandosi con un settore complesso e impegnativo come quello delle Costruzioni. Questo stage potrà consentire a quattro di loro di comprendere come cambierà la loro vita una volta terminata la scuola».
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Data 29-05-2014 lA GAZZEllA DELMEZZOGIORNO Pagina XII
Foglio 1
SUOR MARIA MAllONE IN ZAMBIA CHIEDE AIUTI UMANITARI, rONLUS ((UN MONDO DI BENEn SI ATTIVA
Grido d'aiuto dall' Africa degli ultimi si mobilitano scuole e associazioni «Servono mezzi agricoli e macchine per cucire», La speranza: fare un cargo
LUIGI ELiCIO
\11 RUVO_ Viveri, indumenti usati, ma il «sogno» per gli uomini è quello di poter ricevere una motozappa (anche usata) e qualche attrezzo per coltivare la terra in modo da poter riuscire a sfamare la famiglia; per le donne invece è quello di trovarsi con una macchina da cucire tra le mani che significherebbe semplicemente vestire loro e i propri figli. E a questo, se si aggiungesse una bicicletta per i bimbi solo a vederla lìfarebbe schizzare in cielo dalla felicità. Sono solo alcuni piccoli sogni da realizzare se solo ci fosse qualcuno disponibile a rispondere all' appello lanciato dall' Africa da suor Maria Mazzone, missionaria ruvese da 25 anni nei villaggi sperduti nella terra del grande continente a sud del mondo.
La corsa per rispondere all'appello è partita in questi giorni da Ruvo, convinti che nessuno vorrà sottrarsi al generoso sostegno alle parole d'aiuto della missionariaruvese. Il ponte di collegamento tra la Puglia solidale e la terra africana è rappresentato dall'associazione onlus «Un Mondo di Bene» che ha sede in via Piave dove si sta raccogliendo tutto il necessario per dare l'adeguata risposta alla voce d'aiuto lanciata dalla suora che confida sulla sensibilità del popolo d'origine. Diversi i punti di coordinamento coinvolti come le scuole elementari, medie e superiori, le parrocchie e altri luoghi utili ad amplificare il tam tam del messaggio lanciato in tutto il circondario. Facebook, social network e il passaparola stanno dando una mano. «Suor Maria adesso ha bisogno di molti aiuti per far crescere la missione nel suo nuovo villaggio», ha affermato con un sorriso contagioso Flora De Palo che da sempre dedica anima e corpo alle at-
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tività dell'associazione - e noi non possiamo restare fermi alla richiesta della nostra cara concittadina».
L'appello è partito infatti dal piccolo villaggio di Mansa, in Zambia, lontano molte decine di chilometri dalla capitale Lusaka. L'opera missionaria che da anni segna la vita di suor Maria ora è lì, tra le famiglie, le donne, i bambini, gli anziani del piccolo villaggio sperduto in terra d'Africa. Servono tante cose. «Quasi pregando - ha aggiunto la volontaria - ha chiesto se potessimo procurare zappe, rastrelli, picconi, pale, una motozappa anche usata per coltivare la terra. Poi se ci fossero delle biciclette, una macchina da cucire, la tagli-cuci, stoffe, cotoni vari. Per i bambini servirebbe del materiale scolastico, le penne, i quaderni, colori, regoli, e se possibile anche dei giocattoli». L'obiettivo da raggiungere è quello di caricare un cargo aereo che partirebbe per la prima volta da Ruvo.
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~'iberoMilano Data 29-05-2014 Pagina 42 Foglio 1
L* annuncio della giunta Schiavo del fumo i120% dei milanesi Sigarette al bando anche vicino alle scuole Il Comune all'attacco 111111 Stop alle sigarette nei cortili e nei giardinetti che fanno da ingresso agli asili nido e alle scuole dell'infanzia. Il giro di vite è stato annunciato ieri dall' assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino. «Intendiamo difendere il diritto dei più piccoli di non essere esposti al fumo passivo». L'annuncio arriva insieme ai risultati dell'ultima ricerca sul fumo a Milano condotta dalla Lilt.
«SigareHe vietate vicino alle scuole»
FABIO RUBINI a pagina 42
Giro di vite di Palazzo Marino su elementari, nidi e materne «Faremo rispettare le norme: niente tabacco dove ci sono bimbi»
::: FABIO RUBINI
111111 Stop alle sigarette anche nei cortili e nei giardinetti che fanno da ingresso agli asili nido e alle scuole dell'infanzia. Il giro di vite è stato annunciato ieri dall' assessore alle politiche sociali Pierfrancesco Majorino. «Chiederemo a tutte le scuole della città di far rispettare il divieto di fumare anche nei cortili, nei giardinetti, negli ingressi, specialmente di nidi e scuole dell'Infanzia come la legge prevede dallo scorso luglio. Intendiamo difendere innanzitutto il diritto dei più piccoli di non essere esposti al fumo passivo, pericoloso e spesso sottovalutato. Per questo - ha ricordato l'assessore - da due anni abbiamo introdotto il divieto di fumare nelle aree gioco dei bambini nei parchi della città». E questo divieto è stato recepito anche dal nuovo Regolamento del verde discusso ed approvato dal Consiglio Comunale lo scorso 13 febbraio.
L'occasione per questo an-
::: LA STRETTA
I.:ANNUNCIO Palazzo Marino ha annunciato l'estensione del divieto di fumo anche nei cortili e nei giardinetti che fanno da ingresso agli asili nido e alle scuole dell'infanzia. «Intendiamo difendere il diritto dei più piccoli di non essere esposti al fumo passivo», ha detto l'assessore Majorino
LA CAMPAGNA 1131 maggio si celebra la giornata mondiale senza il tabacco. Per l'occasione la Lilt, Lega italiana per la lotta ai tumori, lancerà la campagna di sensibilizzazione «Liberiamoci tutti»
I DATI Secondo l'ultima ricerca demoscopica condotta dalla Lilt, nel 2014 a Milano continua a fumare un milanese su 5. Il numero dei tabagisti è stabile rispetto al2013, ma il consumo medio di sigarette è salito da 10,5 a 12 al giorno. Diminuisce chi vuole smettere di fumare: dal 33 al 23%. Aumentano, invece, le donne fumatrici, che in un anno sono passate dal 18 a120%, con una media giornaliera di 11,4 sigarette
nuncÌo è stata la presentazione della ricerca demoscopica sul «Fumo a Milano» condotta dalla Lilt (Lega italiana per la lotta ai tumOli), awenuta a pochi giorni dalla giornata mondiale senza il tabacco (31 maggio) che avrà come tema portante la campagna di sensibilizzazione «Liberiamoci tutti». Una campagna che avrà come partner istituzionale il Comune di Milano. «La campagna di sensibilizzazione - ha spiegato MajQrino - parte da una indagine condotta proprio sulla popolazione milanese che lancia nuovamente l'allarme sulle patologie causate dal fumo, attivo e passivo, e informa su come provare a smettere affidandosi ad uno dei centri Lilt a Milano e in Italia».
Durante l'incontro sono stati i rappresentanti della Lilt a snocciolare una serle di dati tuttaltro che rassicuranti per Milano: nel 2014 continua a fumare un milanese su 5 (20%). Il numero deitabagisti è stabile rispetto all'anno
passato (21 %), ma a a preoccupare gli esperti sono i numeri che riguardano il consumo medio di sigarette, salito da 10,5 a 12 al giorno e la diminuzione dei «pentiti» che vogliono smettere di fumare (dal 33% si è passati al 23% ) . Un altro dato preoccupante è quello che riguarda le donne fumatrici, che in un anno sono passate dal 18% al 20%, con una media giornaliera di H,4 sigarette. Proprio le donne sono in testa alla classifica delle «bionde fai da te».
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Scuola: testate nazionali
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Scuola: la cultura si studi in classe, siglato Ilaccordo tra i ministeri
Redazione Creare forme di collaborazione tra scuole e musei, promuovere la lettura tra gli studenti, valorizzare il patrimonio musicale, E, ancora, invitare gli studenti ad «adottare» monumenti, realizzare iniziative ad hoc per il circuito archeologico vesuviano (tra cui il sito di Pompei), elaborare un progetto nazionale di alternanza scuola-lavoro all'interno dei luoghi della cultura e rilanciare le biblioteche scolastiche, Sono alcune delle iniziative contenute nel protocollo di intesa siglato ieri a Roma dai ministri dell'Istruzione, Stefania Giannini, e dei Beni culturali, Dario Franceschini. L'accordo, di durata triennale, mira al rafforzamento della collaborazione tra mondo della scuola e della cultura, È «un'azione politica e culturale veramente importante - ha osservato Giannini - perché in questo modo si saldano di nuovo il mondo dell'istruzione e quello della cultura», un'azione «naturale ovunque, ma particolarmente in un paese come il nostro», Il protocollo, ha aggiunto, «sancisce una serie di attività, che i due ministeri faranno congiuntamente a partire dai prossimi mesi», finalizzate «allo sviluppo e alla maturazione di una sensibilità diffusa che parte dalla conoscenza scientifica ma che deve diffondersi a studenti e società», «Bisogna fare un investimento sulla scuola per insegnare ai ragazzi ad amare il patrimonio, la storia e la bellezza del nostro paese», ha puntualizzato Franceschini. «La cultura è ossigeno per anime, menti ed economia; è la vocazione del sistema paese», Il protocollo, ha concluso Giannini, «per il nostro ministero vale 500mila euro per l'anno scolastico 2014/2015, che non sono un patrimonio, ma sono una certa cifra»,
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Arrivati a Roma i 31 bambini congolesi, Le famiglie adottive: finito l'incubo, siamo felici
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COBBIEBE DELLA SEBA
Politecnico di Milano: i torsi di laurea La lettera del dottor Francesco Trombetta (Corriere, 28 maggio) merita qualche precisazione. Il dottor Trombetta, laureato in Economia alla Bocconi e con una vasta esperienza professionale, ha chiesto di venire ammesso a un corso di laurea magistrale in Ingegneria ambientale al Politecnico di Milano, con esito negativo. Come forse non è noto a tutti, il passaggio dalla «vecchia» laurea quinquennale al sistema del 3+2 obbliga oggi gli atenei ad accertare, per poter iscrivere uno studente a un corso di laurea magistrale, che la persona disponga di tutte le conoscenze preliminari necessarie; per !'ingegneria, in particolare, occorre verificare la conoscenza delle materie di base (matematica, fisica, chimica) e dei fondamenti nelle discipline ingegneristiche, che devono essere acquisite nel corso del percorso triennale e che proprio per questo
vengono date per scontate negli insegnamenti dei corsi di laurea, magistrale. Questa verifica è tanto più importante in un corso di studio che abilita all'esercizio di una professiol'le come quella dell'ingegnere, dal cui lavoro dipende la sicurezza di altre persone. Nel caso specifico, il dottor Trombetta aveva acquisito nei propri studi una ragionevole base di matematica (che gli è stata riconosciuta), ma, come è normale avendo lui conseguito una laurea in Economia, era privo delle altre conoscenze necessarie per essere ammesso a un corso di laurea magistrale in Ingegneria ambientale. ' Abbiamo quindi valutato, e siamo convinti della nostra decisione, che dovesse acquisire queste conoscenze prima di potersi iscrivere a un corso di laurea magistrale in Ingegneria ambientale. Per concludere, mi si consentano due osservazioni. Il Politecnico di Milano è da sempre
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sensibile al tema della formazione «in età adulta»; occorre però, in una istituzione seria, assicurare la rispondenza tra i titoli che vengono rilasciati e le competenze acquisite. A chi non voglia seguire un percorso di questo tipo, peraltro, il nostro Ateneo consente anche soluzioni più flessibili, che vanno da corsi post-Iaurea su temi specifici, alla possibilità di frequentare singoli insegnamenti dei corsi di laurea o di laurea magistrale, sulla base del proprio interesse individuale. Sempre con il vincolo che a ogni titolo rilasciato dal Politecnico di Milano corrisponda un contenuto formativo della cui qualità possiamo essere garanti nei confronti della società.
Giovanni Azzone Rettore Politecnico di Milano
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IL SECOLO XIX Pagina 13 Foglio 1
Il ~SSARIO: È E M COSTOSA
FOSSATI: «DNA SCELTA DOLOROSA MA NON AVEVAMO ALTERNATIVA»
E' CONSAPEVOLE di quanto possa risultare pesante il trasloco in periferia per la Direzione Regionale, confinata vicino al casello dell'autostrada, ma dice che «in tempi di carestia e di tagli continui (altri otto milioni quest'anno che si aggiungono ai 20 dello scorso anno) nessuno, mi si passi l'espressione, può pensare al proprio orticello. I dirigenti del Provveditorato sono da sempre in stretta collaborazione con la Provincia, lavoriamo molto bene, è gente in gamba, e cercheremo di trovare poi una soluzione che li soddisfidi più, ma per ora a disposizione c'è solo il centro di Bolzaneto». Il commissario Piero Fossati, che cerca di governare un ente in dismissione e senza soldi, va avanti con le cifre. Palazzo Celesia, ancorché bisognoso di importanti interventi di ristrutturazione, vale circa 3 milioni di euro, che andrebbero a sanare seppur par-
zialmente il rosso di Atp, vale a dire 4,8 milioni di euro. Già in passato privati si erano interessati all'ottocentesco edificio di viaAssarotti, ma <<lioi siamo impegnati con Filse che ci dà tutte le garanzie del caso». CosÌ il trasferimento è confermato. Fossati rileva i difetti e i pregi della nuova sede: distante dal centro ma con un ampio parcheggio, locali spaziosi e non bisognosi di ristrutturazione. Perché il punto cruciale è questo: altre opzioni che troverebbero d'accordo la Direzione Regionale «richiedono un impegno economico non da poco: 120 mila euro per rimettere in ordine l'ex scuola Garaventa, più di un milione per rendere abitabile l'ex magistero di corso Montegrappa. E soldi, ripeto, non ce ne sono». D.B. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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IL SECOLO XIX
UNIVERSITÀ
Massardo si presenta: «Rivedere Erzelli e sanità» È STATO, sinora, il candidato Rettore più critico verso l'operazione Erzelli, sia quando ha accusato la Regione di «aver sottovalutato l'aspetto logistico, ignorato per anni e sul quale tuttora non sono arrivate risposte esaustive», sia con il documento della scuola Politecnica che ha chiesto all' Università di rivedere l'intero impianto del trasferimento di Ingegneria. Ma non c'è solo il polo hi-technel programma che Aristide Massardo, preside della scuola che riunisce architetti e ingegneri, presenterà oggi a palazzo San Giorgio. C'è anche un faro puntato verso la riorganizzazione della Scuola Medica: «Il ruolo dell'ex facoltà di Medicina nel rapporto con la Regione Liguria deve essere difeso e valorizzato. Sento molte lamentele da specializzandi, professori e studenti per gli spazi in cui devono lavorare al San Martino. Senza dimenticare che non si tratta solo di ricerca e didattica, ma anche del servizio sanitario che viene offerto ai cittadini», dice il candidato rettore. Gli altri competitor nella corsaa quattro per succedere a Giacomo Deferrari sono il pro-rettore vicario Maurizio Martelli, il preside della scuola di scienze sociali Paolo Comanducci e il vicedirettore del Dibris Alessandro Verri.
Non bastano-è il pensiero di Massardo-formazione e ricerca, ma esse «devono generare valore sociale, economico e culturale». Capitoli prioritari del suo programma sono quindi «Il ruolo della Scuola medica rispetto alla questione sanità nella Regione Liguria, il rapporto con gli attori del comparto economico e produttivo anche alla luce dell'attualità della vicenda Erzelli, e un forte accento sull'orgoglio del senso di appartenenzaistituzionale da parte di tutti coloro che operano come pubblici funzionari nell'Università degli Studi di Genova». Quanto alle "cose da fare" Massardo insiste su pochi punti: «Valorizzazione delle risorse umane impegnate nell' Ateneo; bilancio chiaro e trasparente per
tutti, cioè leggibile anche per chi non è un addetto ai lavori; cultura del merito e della valutazione sulla base dei risultati raggiunti e misurati dai diversi bacini di utenza; formazione di persone capaci e non solo competenti; una maggiore presenza del Rettore nel rapporto con il Ministero: non dobbiamo subire quello che ci viene dettato da Roma ma contribuire con il peso della nostra Università». E.ROS.
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Pa, mobilità e staffetta generazionale Claudio Tucti ~ pagina 4
Le vie della ripresa LE MISURE IN CANTIERE
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I Il report del ministro Madia Consegnate al premier le proposte arrivate dopo la consultazione onime con 34mila email
Pa, mobilità e staffetta generazionale Nella riforma del pubblico impiego più spazio alla valutazione - Il tweet di Renzi: ci siamo
Claudio Tucci ROMA
Mobilità intercompartimentale. Staffetta generazionale, conrisorse derivanti dal P art -time, dalla revisione dell'istituto dell'esonero, dalla risoluzione anticipata del rapporto di lavoro. Più automatismi nelle carriere dei dirigenti. Più peso alle valutazioni. Una riduzione consistente degli enti intermedi locali, regionali e nazionali. E un pacchetto di misure urgenti di semplificazione delle procedure. In edilizia. Ma anch.e per i diversamenti abili e sul fronte della prescrizione dei farmaci per i malati cronici. Poi, in una seconda fase, scatterà la caccia alle risorse per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego, bloccati ancora per quest'anno.
Muove su più fronti l'intervento sul pubblico impiego che il governo punta a mettere in campo. Ieri il ministro Marianna Madia ha portato al premier, Matteo Renzi, il report delle consultazioni sulla riforma della Pa che dovrebbe arrivare sul tavolo del consiglio dei ministri il prossimo 13 giugno. «Sono arrivate 34.674 mail di proposte.
U:m5(;R$t. Arriveranno dal part time, dalla revisione dell'istituto dell'esonero e dalla risoluzione del rapporto di lavoro
Ci siamo», ha twittato il presidente del Consiglio.
Sul fronte della dirigenza si cercherà di realizzare "un mercato" organico dei manager pubblici, articolato territorialmente (ciò implicherà anche un intervento sulla disciplina. dei segretari com1J.nali). Un approccio che avrà effetti anche sulle retribuzioni che dovrebbero ispirarsi al merito e alla omogeneità (a parità di prestazioni o incarichi svolti). Si potenzierà la valutazione delle performance che dovrebbe avvenire sulla base di obiettivi misurabili fissati dal ministro competente. Non si giudicherà solo la persona, ma pure la struttura che si è chiamati a guidare. I premi ai dirigenti saranno legati anche a criteri di carattere generale come l'andamento dell'economia o il raggiungimento degli obiettivi di frnanza pubblica. «Escludiamo un sistema di spoil system - ha detto ieri alla Camera il ministro Madia ma non si entrerà più in una amministrazione per restarvi tutta la vita con carriere automatiche». Una forte mobilità, quindi. Con la possibilità di licenziamento per il dirigente che rimane privo di incarico oltre un ter-
mine. Nella Pa si entrerà per concorso. Poi si dovrà fare una seconda selezione di abilitazione per diventare dirigente e avere accesso a un ruolo unico (oggi i dirigenti sono divisi in due fasce, prima e seconda).
Il ministro Madia ha spiegato inoltre che si vuol~ abrogare !'istituto del trattenimento in servizio, con la probabile liberazione fino al 2018 di circa lOmila-13mila posti. Un punto questo che è stato tra i più commentati nellemail inviate alla Funzione pubblica per raccogliere suggerimenti sui 44 punti della riforma della Pa lanciata lo scorso 30 aprile. Altri punti che dovrebbero entrare nel pacchetto Pa sono la riduzione de150% del monte ore dei permessi sindacali e l'introduzione dell'esonero dal servizio. Si ragiona anche su un intervento "robusto" sulle municipalizzate: a questi enti potrebbe essere infatti chiesto un contributo aggiuntivo di risparmi a ottobre in una nuova operazione di spending review del commissario Carlo Cottarelli. L'obiettivo è arrivare a un processo di riordino istituzionale dell' anIffiinistrazione centrale e periferica (prefetture, ragioneria, agenzie, commissioni tri-
butarie, forze dell'ordine). Si punterà anche a semplifica
re il sistema delle regole del lavoro pubblico per arrivare a un livello minimo di norme e un livello regolatorio più specifico frutto della negoziazione. Potrebbero poi arrivare nuove misure di semplificazioni di aiuto al settore dell'edili:;:;ia, quali le autorizzazioni sismiche, quelle paesaggistiche e in particolare per i piccoli interventi (rappresentano il 75% delle attività delle soprintendenze). Nel mirino c'è pure la riduzione dei tempi di rilascio del permesso di costruire. Più in generale si punterà a . ridurre i procedimenti in cui è necessario un intervento autorizzatorio della Pa (che dovrà avere compiti di regolazione e controllo) e tra gli obiettivi c'è anche quello di eliminare ogni richiesta di documenti o certificati già in possesso dell'amministrazione. Entro il 2016 dovrà scomparire ogni forma di utilizzo della comunicazione cartacea. E si responsabilizzano enti e anIffiinistrazioni: tutti gli attori impegnati nell'esercizio di una funzione pubblica dovranno rendicontare il loro operato.
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Le misure
o m DIRIGENTI
Sulfronte della dirigenza, con ' la riforma deUa pubblica amministrazione si cercherà di realizzare "un mercato" organico dei manager pubblici, articolato territorialmente (ciò implicherà anche un intervento suUa discipLina dei segretari comunali). Un approccÌlH:he avràeffetti ' ariche sulle retribuzioni che dovrebbero ispirarsi al merito I
e alla omogeneità (a parità di prestazioni ointarichi svolti).
@l1 CONTRATTO
l'intenzione deUa titolare di Palazzo Vidoni è quella di dare vista a un sistema col'j un livello minimI) dinorme rivoltoatOtti i dat{lri è a tutto il personale e uria fèJolament~zionepiù specl{iea affidata alla contrattazione. In qùèst'ottica, fermo restando l'auspicio di una rapida ripresa della contrattazione perla parte economica, viene messa nero sù.biancot'lntenzione di riaprlrequelta per la parte normatlìla
~ STAFFETTA
Si punterà sutta staff~tta generazionale, copnSQrse derivanti dàl part·tirne,datla revisione dell'istituto deU'esonero, dalla risoluzione .anticipatadelrllPPQrto di lavoro. ln relazione alle esigenze aigE\rantireun effettivo ricambio generazionale, si punta anche a una revisione del complesso sistèma dicontenimentodelle spese di personale, in una ottica di semplificaziol'le e di maggiore flessibilità
9 DIGITALIZZAZIONE
la c;lead lineindividuata dal mint~tro Madia è n 2016. Eritro quella data deve spariréogni forma di utilizzo detta comùnfcazionecartaten la bàlll;fa41rga deve tOP~flutto il territorio nadonale. Enti'oil 2015 vadiffuso il sistema pubblicodildentità digitale e predisposto unslsteq'la unico dei pagamenti online. Entro il 2014 va implementata l'Anagrafenazionalepartecipat!.'l evannostand~rdj~atii da~lI$épubblld· .
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ENTI LOCALI
. VII avviato un processo di riordino istituzionale che porti a una attribuzione delte funzioni amministrative e della responsabilità dei ser:v:izi ai llvelti di governo più vicini ai cittadini, mediante una riduzione consistente de~i enti intermedi locali, regionali e nazionali. Il risultato di questa riotganlzzazione darà la possibilità di ripensare anche il sistema della distribuzione territoriale del lavoro, per una allocazione ottimàle
~. SEMPLIFICAZIONI
Perdisboscare la giunga della burqcrazia il Governo pilntaa ridurre i procedimenti in cui è . necessaria l'autorizzazione di una Pa. Così come intende s~andardizzare te procedure (ad esempio in materia edilizia, ambientale e attività produttive). Dovrebbe diventare realtà anche il proposito di evitare che la Pa chieda al cittadino documenti di cui è già in possesso. Spazio poi a un'agenda della semplificazione condivisa tra centro e periferia
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«Contestata» alla Ue la stima del prodotto potenziale: appesantisce il fisco di 5-10 miliardi
Istat: ripresa ferma allo 0,6% I senza lavoro sono 6,3 lllilioni, via dall'Italia lOOmila giovani
In Italia la crisi è finita, ma il Paese rimane in stallo. È quanto certifica l'Istat nel suo Rapporto 2014. La ripresa è ferma allo 0,6%, i senza lavoro sono 6,3 milioni, sono andati via dall'Italia 100mila giovani in 5 anni. Contestata 411a De la stima del prodotto potenziale: appesantisce il fisco di 5-10 miliardi.
RosseUa Bocciarelli ~ paginil? wnl'analisi di Fabrizio Onida
lE PREVISIOI SUL Pil «Pesa l'incertezza derivante da andamento deUa domanda globale, condizioni di accesso al credito ed effetti delle politiche economiche»
Istat: ripresa ferma a 0,6% (se tutto va bene) Senza lavoro a 6,3 milioni -«Contestata» alla Ve la stima del prodotto potenziale: appesantisce il fisco di 5-10 miliardi
Rossella Bocciarelli ROMA
_ La recessione è fuùta, o meglio «può fuùre», come ha detto ieri il presidente dell'Istat Antonio Golini, ma occorre concentrare tutti gli sforzi sull'obiettivo della crescita. È il consiglio di policy che viene dall'istituto nazionale di statistica ed è espresso nel Rapporto annuale 2014 che ieri è stato presentato alla Camera alla presenza della presidente Laura Boldrini. Nel testo si rimarca infatti che l'Italia «si distingue come il paese che ha attuato il maggior sforzo di consolidamento fiscale a fronte di unarecessione tra le più profonde dell'De. Tuttavianonha ottenuto irisultati attesi a causa di un parziale effetto di avvitamento». Si tratta, sommando gli interventi dell'ultimo triennio, di ben 182 miliardi. La riduzione del deficit è risultatasignificativamente inferiore alle attese e il debito è salito di 29 punti dal 2007 contro i 26 dell'Area Euro, dove i principali paesi però hanno fatto politiche espansive. «Il deterioramento del quadro macroeconomico, in parte dovuto alle manovre stesse, ha avuto un ruolo molto rilevante», silegge. «La bassa crescita, causata anche da manovre fiscali restrittive, ha in parte vanificato lo sforzo di consolidamento dei conti pubblici. Ora, dunque,
«per mantenere i risultati conseguiti sembrerebbe opportuno agiTe sul denominatore del rapporto, cioè attuare politiche per la crescita». Non basta. L'Istat offre al governo Renzi un suggerimento per negoziare con la De uno spazio d'azione maggiore per la politica di bilancio italiana. E spiega che «una diversa stima del prodotto potenziale potrebbe consentire di raggiungere il pareggio strutturale dei conti pubblici con livelli più elevati di indebitamento netto».
In pratica, se si riuscisse a convincere la Commissione U e che la maggior parte dei danni subiti dal sistema economico italiano durante gli anni di crisi è di tipo congiunturale, e che la capacità produttiva italiana è rimasta intatta (dunque possiamo in futuro tornare a crescere in modo robusto e abbattere di molto il livello della disoccùpazione) secondo i calcoli dell'Istat il vincolo del bilancio strutturale in pareggio potrebbe essere rispettato anche con unrapporto deficit-PiI intorno al3 per cento sia ne12014 siane12015, invece di essere obbligati a portare il deficit al 2,6 per cento quest'anno e all'I,8 per cento nel 2015.
Qp.estainterpretazione più ottirnistica della frontiera della crescita possibile per l'economiaitaliana libererebbe uno spazio fi-
scale agibile (risorse da restituire all'economia attraverso la politica economica) di 5 miliardi per l'anno in corso e dilO miliardi per l'anno prossimo, sostengono gli esperti Istat. È un percorso da tentare anche perché, come ricorda l'Istituto, le previsioni macroeconomiche appena prodotte contengono degli elementi di rischio verso il basso. Per quest'anno, infatti, l'Istat prevede un aumento del Pil dello 0,6% in temIini reali, mentre per il biennio successivo la crescita dell'economia italiana si attesterebbe all'l% ne12015 e all'M% nel 2016. Ma le previsioni, uscite qualche giorno prima della "doccia fredda" costituita dalla stima flash sul prodotto nel primo trimestre dell'anno (la variazione del prodotto nei primi tre mesi dell'anno è stata dello-O,I%) come sottolineal'Istituto di statistica, «sono soggette arischi e incertezza derivanti dall'andamento della domanda globale, dalle condizioni di accesso al credito e dagli effetti delle politiche economiche». In pratica, solo se tutto andrà molto bene si arriverà a quel +0,6 stimato per quest'anno, tenendo conto del fatto che un +0,2 per cento d'incremento del Pil dovrebbe essere assicurato, secondo le stime degli statistici, dalI'effetto-bonus in busta paga.
Senonché, come si sa, il mag-
giore pregio dei rapporti dell'Istat sta nella capacità di descrivere minuziosamente lo spaccato economico e sociale del paese. E la fotografia scattatasullabase dell'anno che abbiamo alle spalle è decisamente virata in seppia: nel 2013 l'occupazione è diminuita di478mi1a unità (-2,1% rispetto al 2012) eaccantoai3milioniu3miladisoccupati ve ne sono altri 3 milioni e 205mila inoccupati, che vorrebbero lavorare. Cala inoltre laspesa per i consumi, la cui riduzione nel 2013 è stata maggiore di quella del reddito (-2,6%, perché, spiega l'Istat dopo qualche anno di contrazione dei redditi reali, le famiglie hanno smesso di frnanziare la spesa intaccando il risparmio: infatti lo scorso anno la propensione al risparmio è tornata ad aumentare, al 9,8 per cento. Ma è cresciuto nel tempo anche il ricorso all'indebitamento: nel 2012 le fanriglie indebitate superano quota 7%.
Laforte caduta dell' occupazione sta inoltre cambiando anche il ruolo delle donne nella famiglie: crescono le famiglie con almeno una persona di 15-64 anni in cui è la donna ad essere l'unica occupata "breadwinner", specialmente tra le madri in coppia: succede in591rnilafamiglie (34.5% in più). Ancheperquestofarefiglièsempre più difficile.
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'""',ru.',.-... " ..... ,'" coerenti Golini: la recessione può finire ma bisogna concentrare tutti gli sforzi sullo sviluppo
Gli spazi fiscali e il nodo crescita
IL "TETTO» AL PIL POTENZIALE Prodotto potenziale reale pro capite- Valore in migliaia di euro a prezzi 2005
2014 I11III2015
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In tre anni 182 miliardi di manovre fiscali ma effetto sui conti limitato dalla crisi economica
L'IMPATTO SUGLI INVESTIMENTI Pii e investimenti nel settore privato -Anni 1985-2013 -Variazioni %
1985 1995
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-20 I Fonte: Istat, Conti economici nazion~li
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)~ L'elperto Massimo Livi Bacci: dopo sette anni di vacche magre, c'è il rischio concreto che i programmi di riproduzione vengano annullati , «E la difesa dalla mancanza di lavoro e prospettive»
il demografo: si comincia prolungando la permanenza a casa Poi si rinvi8I1o i passi fondamentali
Gli innnigrati La popolazione straniera è stata in crescita anche in tempo di crisi
{giovani all'estero E un fatto positivo che aumenti la mobilità internazionale che è soprattutto intraeuropea
ROMA - «Il record minimo di natalità in Italia?». Massimo Livi Bacci, docente di Demografia dell'Università di Firenze e accademico dei Lincei, si gira la domanda fra i pensieri, prima di rispondere.
Sì professore, c'è un record negativo di natalità. Nel 2013 sono nati appena 515 mila bambini, 12 mila in meno di quello che si credeva essere il record negativo storico, nel 1995. Che sta succedendo?
<<Beh, la crisi economica è entrata nel suo settimo anno e colpisce principalmente giovani donne e giovani uomini. Dunque si traduce in meno lavorp, meno reddito, meno prospettive. E normale che si mettano in atto strategie difensive».
Ci si difende dalla crisi mettendo al mondo meno figli?
<<Anche, ovviamente. Le strategie difensive del resto sono semplici: si comincia con il prolungare la convivenza con la famiglia dei genitori, si rinviano decisioni di consumo, si ridimensionano le aspettative. Ma si rinviano anche alcune decisioni fondamentali ed impegnative: la convivenza, il matrimonio, la nascita dei figli».
Vuole che dire che a causa della
Massimo LM Baç~!l'Jato a Firente 119 no:\tembrl! del 1936, è profès:sore di Demografia Pf$sola facoltà di ScienZé. Politìçhe «Cesa~A!f:lerl» dell'Università diiFirèn:te, È .stato senatoref\éf 2006 e nel 2008 pèr,lI centrosinistra . .
crisi economica si arriva addirittura a rinunciare a mettere al mondo dei figli?
<<In realtà davanti ad una crisi economica le strategie difensive vengono modulate sulla durata. Quando le crisi sono brevi i programmi vengono aggiornati di volta in volta: si rinvia la scelta di una gravidanza, ma si recupera quando torna il sereno. Ovvero le nascite che non avvengono oggi avverranno domani».
E quando la crisi non è di breve durata?
<<Dopo sette anni di vacche magre, come nel nostro caso, c'è il rischio concreto che molti programmi riproduttivi anziché essere rinviati vengano abbandonati definitivamente».
Con quale conseguenza? «Quello che sta succedendo da
noi: l'indebolimento progressivo della demografia del Paese».
Nel nostro Paese sempre più vecchio anche gli stranieri stanno abbandonando le postazioni ....
«Questo non deve essere visto necessariamente come una cosa negatiV8».
Perché? <<La popOlazione straniera è stata
in crescita anche in tempo di crisi e il saldo tra arrivi e partenze continua ancora oggi ad essere positivo. Certo è assai minore di quello del primo decennio del secolo, ma dobbiamo considerare che quello era un tasso di crescita per noi insostenibile. I dati dell'immigrazione, tuttavia, sono inadeguati a comprendere la vera dinamica del fenomeno, visto che una parte degli stranieri esce dall'Italia per un ritorno definitivo al Paese d'origine e un'altra parte, invece, rientra in patria con l'intento di tornare ai primi sintomi di ripreS8».
Nell'Italia in crisi economica vanno via anche i giovani: l'Istat ci dice che sono andati all'estero 100 mila giovani in cinque anni.
<<Non ci dobbiamo allarmare per questo».
No? «No, è un fatto positivo che au
menti la mobilità internazionale che è soprattutto intraeuropea I numeri, del resto, sono relativamente esigui, una piccola frazione rispetto all'emorragia verso l'estero degli Anni 50 e 60 del secolo scorso. E soprattutto più che compensata dagli arrivi dall'estero dei giovani migranti».
A.Ar @RIPRODUZIONERISERVATA
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