Rassegna stampa al 24/09/2014

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PRESS REVIEW last update: 15 september 2014

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Rassegna stampa con i principali articoli pubblicati che parlano di Farm Cultural Park. Aggiornata al 24/09/2014

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PRESS REVIEW

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D DI REPUBBLICA

“PRENDI L’ARTE E

PROVA A RIBALTARE TUTTO”

last update: 3 may 2014

30 OCTOBER 2010

AUTHOR: MARCO CIRIELLO

PHOTO: MARIA VITTORIA TROVATO

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PRENDI L’ARTEE PROVAA RIBALTARETUTTO

FARE FUTURO

A Favara (vicino ad Agrigento) c’è un notaio che ha un’idea

molto americana della vita. Con mostre, installazioni (e anche

una festa per Obama) ha trasformato il quartiere pericolante

in una specie di Quinta strada. Alla ricerca della felicità

e senza spendere soldi pubblici di Marco Ciriello Foto di Maria Vittoria TrovatoChe Bello: una

delle installazionidel Farm CulturalPark di Favara.

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D 93D 92 30 OTTOBRE 2010

«Qui si va oltre la politica, che maiavrebbe fatto un simile sogno;

e la mafia, che non capirebbe perchécomprare una foto di Terry

Richardson vestito da orso in un bosco. Ma anche oltre la nostalgia

e i rimpianti del Sud lamentoso»

SETTE CORTILIIn alto: ritratti di Andrea Bartoli(40 anni, ideatore del progettoartistico di Favara) della moglie e della figlia; sul tetto della Farm, la bandiera Usa e «l’happinessflag dei siciliani che non siarrendono», rossa a pallini bianchicome la veste dell’Happy Mary(Madonna dei Sette Cortili, al centro). Qui sopra: MiriamMignemi (24), organizzatriced’eventi. A destra: Maria (72), la «regina dei Sette Cortili».

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Nella provincia di Girgenti, nella Siciliainventata di Camilleri, tra l’abusivismo ei crolli, a Favara, ci sono Sette Cortiliche fanno un progetto vero. BiancoGuggenheim. Una farm, con un lin-guaggio estremo, che prova a ribaltaretutto: cultura mafiosa, illegalità edilizia,tempo immobile. Un progetto che va

oltre gli esperimenti di Gibellina e Salemi, ma non usa iComuni, non spende soldi pubblici, e coinvolge la gente,in un contrasto irreale che vede le foto di Terry Richardsonstare sotto il naso delle signore del quartiere con una sor-prendente normalità: come se i Sette Cortili fossero laQuinta strada. L’idea è venuta ad Andrea Bartoli (40 anni),un notaio che è il contrario dei notai, un siciliano che sa-rebbe piaciuto a Sciascia, perché non arreso alla normali-tà. Con un’idea molto americana della vita, ha sempre unafrontiera da raggiungere, un sogno da realizzare e insegui-re, e come Obama ha capito che bisogna far leva sui sen-timenti: «Solo quelli ci salvano». Gli esempi che hanno portato alla nascita del Cultural Park

sono: Palais de Tokyo di Parigi, Place Jemee El Fna diMarrakech, e il mercato di Camden Town a Londra, conun imperativo: mescolare, cibo, arte, generi, voci e lingue,far vivere insieme museo e mercato, aggiungete la Siciliacol suo carico di stupore ma anche di tolleranza, giovaniartisti italiani, architetti coreani e una cerchia di vecchi pa-lazzi abbandonati che fanno da sfondo, ancora per poco.Il bianco sta arrivando anche per loro. Il progetto di Bartoli non ha nulla di tradizionale, è unadifficile operazione di svolta, un laboratorio che sovvertelo stato di fatto, e diventa un esempio fondante per ilSud lamentoso in attesa. Il notaio, ha fatto tutto con suamoglie, Florinda Saieva (33 anni, avvocato, un passato dacalciatrice, giocava libero), poi hanno allargato il progetto aparenti ed amici, prima una associazione fra poco unafondazione, coniugando la passione per l’arte contempora-nea, le esperienze fatte in precedenza (un primo tentativodi Farm nella residenza di campagna, in Romania comescout di talenti, persino con un’isola su Second Life), conla straordinaria occasione che un paese come Favara offri-va: un centro storico quasi del tutto abbandonato a se

stesso, con il terribile peso dei crolli digennaio che hanno portato la morte didue bambine (le sorelle Chiara e Ma-rianna Bellavia, 3 e 14 anni), e chestanno a pochi isolati dai Sette Cortili. Eper un paradosso, degli estremi, moltosiciliano, il clamore, il bianco delle nuo-ve case (da cretto Burri) servono an-che a non far calare il silenzio su quelloche è accaduto. Perché sempre piùpersone vengono e verranno a Favara,e dopo aver visto i Sette Cortili, le mo-stre, le istallazioni, sentiranno il biso-gno di andare a vedere le macerie echiedere: a che punto siamo? Un’operazione niente affatto discretanel tono, ma costruita con sensibilità.Persino gli abitanti, pochi e perlopiùanziani, che non sono andati via, dellaparte vecchia di Favara, vivono - l’arri-vo dei colori, la ripresa delle case, de-stinate alla cimazione o peggio alla de-molizione - con gioia, quello che sten-tano a capire. All’inizio in paese si dice-va che Bartoli stesse costruendo «unacittà notarile», che da sola sarebbe unaopera a sé, tra le tante esposte, e rac-conterebbe la distanza tra il progetto el’immaginario collettivo; dopo, conl’inaugurazione nel giugno scorso, han-no capito, si sono scandalizzati, sorpre-si, hanno aderito, si sono divisi, e men-tre discutevano, Bartoli era già prontoad andare avanti, pensava già al segui-to. Lo spirito che anima il progetto è so-prattutto l’ironia, l’irriverenza, il non-sense, giocando molto sul confine tra

30 OTTOBRE 2010

Inaugurazione della Farm nel quartiereSette Cortili. In alto: Marika (22) e Monica(24) nel Farm Design Concept Store conl’installazione Cesso di Cinzia Muscolino.

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arte e presa in giro, si va da Manzoni, Piero, a Cattelan,come esempi, e si arriva a Trinity la banca di Dio, di pros-sima apertura annunciata da Anthony La Pusata, che pre-sto avrà anche un bancomat, per ora ha una campagnamartellante con pastori neri che invitano ad aprire un con-to con la banca del signore e promettono eternità e tassicon la stessa serietà. E prima si può vedere Max Papeschi che ha trasformatoAuschwitz in McDonald’s, Stalin in Paperoga e Dresda inun gioco di Gatto Silvestro. Mac’è anche altro, un forte deside-rio di svecchiare il linguaggionon solo attraverso l’arte, cosìecco la festa per l’elezione diBarack Obama (una delle primeiniziative della Farm, tenuta aRiesi), con tanto di banda musi-cale e concorso nelle scuole, ola selezione per le miss che poidiverranno ragazze immaginedelle aziende della provincia,

l’uscita di un giornale Settecortili, cheracconta mostre e artisti presenti a Fa-vara, e prova a far capire che cosa ac-cade nel Park. E il salto, il brusco pas-saggio da un mondo all’altro lo segnala lingua, e non per semplice amoreesterofilo, ma per indicare una strada,una soluzione, tutto parla inglese, e losguardo dice Stati Uniti d’America, nona caso l’unica bandiera oltre quella del-la Farm (l’happiness flag, dei sicilianiche non si arrendono, rossa a pallinibianchi) è quella a stelle e strisce. «È un tentativo di migliorare il nostroterritorio, di rimetterlo in vita», diceBartoli. Il ponte c’è, all’ingresso deiCortili, una grande insegna, opera diFabio Melosu, che fa il verso a quellodi Brooklyn (e alle gomme) ma che di-venta ponte di Messina (la gomma delponte sullo Stretto): «Monumento al-l’opera italiana più importante dopo lestimmate di Padre Pio». Più in là c’èHappy Mary, la Madonna del cortile,avvolta nella bandiera della Farm e ifiori di Maria Giudice (72 anni). Il progetto è ambizioso, come raccontal’architetto Michele Vitello (40 anni)che ha aiutato Bartoli nell’acquisto erecupero delle case, e sta lavorando aun albergo diffuso: «Si fa fatica a spie-garlo a tutti, ma ne vale la pena, nonsmetto di farlo». Intanto, le case cheaspettano di essere incluse, imbianca-te, riprese, vengono riscaldate dalla lu-ce di Davide Groppi. Fuori dai SetteCortili c’è l’Hotel Belmonte (albergo

d’arte) che parla con la stessa voce. Dietro il progetto tre ragazzi che hanno scommesso sul ri-torno in Sicilia, Antonio e Giulia Alba, Salvatore Tortorici. Oun posto come Tetraktys che mescola Archimede e cibo,dove si può incontrare l’ingegnere Giuseppe Pullara, con-vinto che «la matematica sia il lubrificante del mondo», eMax Planck la speranza. C’è un’aria strana a Favara, ti im-batti in questi alieni che hanno deciso di rischiare molto,sporcando i loro sogni con un contesto che alterna una cit-

D 96

Andrea Bartoli, con la moglie Florinda e le figlie Carla e Viola a Favara e nel suo studio di Gela davanti a un quadro di Giuseppe Veneziano.

«Lo spirito del progetto è fattodi ironia, irriverenza,

nonsense, sul confine tra arte e presa in giro. Da Manzoni

(Piero) a Cattelan, fino a Trinity la banca di Dio»

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tà informale come solo al Cairo emolti vuoti urbani che ricordanoBeirut, se non li incontri, giri avuoto, ti perdi, non capisci, se licerchi, ti viene voglia di venire astare qui, di viverci e aiutarli,perché senti che stanno andan-do oltre, che stanno spostando idesideri, che stanno muovendoqualcosa, anche se sono circon-dati dall’indifferenza.Sono tutti dei genitori che nonvogliono perdere un altro giro,che non vogliono restituire il tor-to di essere vissuti in un posto che era muto, lasciandoticome alternativa solo quella di accontentarti o partire.E allora torna Miriam Mignemi (24 anni) ballerina e spea-ker a Radio In di Favara, che ha studiato a Milano. TornaMonica Sciara da Roma, stessa età, sogni differenti, vuolefare la giornalista, ma per ora si accontenta di farcire i pa-nini ai Sette Cortili. Dove si stanno accorciando le distanzegeografiche e quelle temporali, senza che il peso dell’im-

presa gravi sul territorio, si va oltre la politica che maiavrebbe fatto un simile sogno, la mafia che non capirebbeperché comprare una foto di Terry Richardson vestito daorso in un bosco, o peggio, nudo con la cravatta, e ancheoltre la nostalgia e i rimpianti che animano ogni impresaculturale nel Sud. Per capire Favara il notaio e il seguito, l’entusiasmo, laleggerezza, dovete pensare a un effetto Lazzaro, che poi

è anche il lato negativo del progetto.Bartoli e moglie arrivano come alieni inun posto morto e non solo dicono: al-zati e cammina, ma se lo caricano sul-le spalle fino al risveglio, e fatto da lorosembra un gioco. La folla intorno prima si stupisce, poi cicrede e si ripete: è possibile, i vecchiche vivono lì, sperano che accada an-che a loro e intanto cominciano a tirarfuori energia, vivevano in un posto inputrefazione, si sentivano a ridossodella morte, ora no, se la giocano, si la-sciano prendere, sembra un Cocoon (ilfilm di Ron Howard) siciliano, e sicco-me l’impresa continua, ogni tanto unacasa viene recuperata e imbiancata,anche l’effetto Lazzaro continua, l’ener-gia sale, la curiosità si aggiunge ai ra-gazzi che arrivano, loro non smettonodi crederci, il problema o difetto, stanel rischio (seppur minimo) che cali ilvento, che finiscano le forze, e il pro-getto si fermi, in quel caso bisogneràchiedersi: quale paese è così crudeleda meritare di morire due volte? Ma i Sette Cortili resteranno, perchénon sono solo un sogno ma anche unfilm americano, uno di quelli di FrankCapra, dove tutti ci mettono qualcosa,anche chi tace e gira intorno.

«A Favara ti imbatti in questialieni che hanno deciso

di rischiare molto, sporcando i loro sogni con un contesto

che sembra il vuoto urbano diBeirut. Ma anche New York»

SCOMMESSA D’ARTISTA (DI AVOLA)«Se mi avessero detto come funzionano l’arte e il mercato

non avrei continuato a studiare. Ero molto deluso, poi ho

conosciuto Andrea Bartoli e ho rivisto in lui alcuni pensieri

che avevo perso, che i miei professori all’Accademia mi

avevano fatto perdere». Così, l’artista Daniele Alonge (33 anni,

foto in basso) di Avola, racconta il suo sodalizio con Bartoli,

che su di lui ha scommesso, producendogli diversi progetti,

tre dei quali presenti a Favara. L’installazione Un pezzo da 90,

l’opera Pronto intervento, e il progetto How to Become

a Millionaire (otto video che sarebbero piaciuti a Nanni Loy,

e una mostra). Alonge lavora per paradossi, sul come

viviamo e sul quello che ci viene imposto. Si muove con molta

ironia all’interno delle contraddizioni occidentali. A Favara

ha avuto la possibilità di spazio e occasioni che la Sicilia

di solito nega ai giovani artisti. «Duchamp mi ha cambiato

la vita, il Cattelan della Biennale dei Caraibi e il Manzoni

di Fiato e Merda d’artista sono i miei esempi».

Daniele Alonge, 33 anni, sicilianodi Avola, con Pronto Intervento, una delleinstallazioni da lui realizzate per la Farm.

«Ma, Cristo, dove sei?»

«È qua con noi sergente.

Se è vero che hatrentatré anni, è del 1884».

(“La grande guerra”, 1959)

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GLAMOUR

“FAI COME NOI LA

TUA LOCAL REVOLUTION”

last update: 3 may 2014

15 JUNE 2011

AUTHOR: LOREDANA SAPORITO

PHOTO: MARIA VITTORIA TROVATO

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VOGUE

“ENJOY CONTEMPORARY SICILY”

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19 SEPTEMBER 2011

AUTHOR: ELENA BORDIGNON

PHOTO: MARIA VITTORIA TROVATO

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THE GUARDIAN

“ART OF THE POSSIBLE”

last update: 3 may 2014

19 MARCH 2012

AUTHOR: GIOVANNA MASELLI

PHOTO: MARIA VITTORIA TROVATO

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PURPLETRAVEL

BLOG

“PURPLE 10:

HOLIDAYS FOR ART LOVERS”

last update: 3 may 2014

29 AUGUST 2012

AUTHOR: CAIT POWER

PHOTO: MARIA VITTORIA TROVATO

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QUI TOURING

“OPERAZIONE CORTILI APERTI”

last update: 3 may 2014

MARCH/APRIL 2013

AUTHOR: BARBARA GALLUCCI

PHOTO: MARIA VITTORIA TROVATO

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LA REPUBBLICA

“CERCATORI DI BELLEZZA”

last update: 3 may 2014

14 AUGUST 2013

AUTHOR: ELEONORA LOMBARDO

PHOTO: MARIA VITTORIA TROVATO

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CHE FUTURO!

“SAPEVATE CHE IL PAESE DELLE

MERAVIGLIE SI CHIAMA FAVARA?”

last update: 3 may 2014

25 AUGUST 2013

AUTHOR: PEPPE SIRCHIA

PHOTO: MARIA VITTORIA TROVATO

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ITALIAN WAYS

“FAVARA’S FARM CULTURAL PARK

AND THE IMPORTANCE OF NUMBERS”

last update: 3 may 2014

16 DECEMBER 2013

AUTHOR: ASSUNTA CARUSO

PHOTO: MARIA VITTORIA TROVATO

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CHE FUTURO!

“TOP 100 DEL 2013: L’INNOVATORE DELL’ANNO

(E ALTRE 99 STORIE DI CHI

STA CAMBIANDO TUTTO)”

last update: 3 may 2014

30 DECEMBER 2013

AUTHOR: RICCARDO LUNA

PHOTO: MARIA VITTORIA TROVATO

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A MEZZOGIORNO

“IL NUOVO “MIRACOLO ITALIANO”

E’ GIA’ INIZIATO. A SUD”

last update: 3 may 2014

20 JANUARY 2014

AUTHOR: FRANCESCA CAVALLO

PHOTO: MARIA VITTORIA TROVATO

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CORRIERE INNOVAZIONE

“LA CULTURAL FARM

CHE FA RINASCERE FAVARA”

last update: 3 may 2014

MARCH 2014

AUTHOR: GIANCARLO SCIASCIA

PHOTO: ARMANDO GIGLIA

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LA CULTURAL FARM CHE FA RINASCERE

FAVARA

SOCIETÀ

all’abbattimento alla ricostruzione, dall’abbandono alla rigenerazione.

In un centro storico come in tutta la Sicilia, e, perché no, in tutto il Paese. È il gennaio del 2010 quando una palazzina di tre piani collassa nel centro storico di Favara, a sei chilometri da Agrigento. Marianna e Chiara, due sorelline di 14 e 3 anni, rimangono uccise sotto le macerie. L’incuria del territorio che porta morte e distruzione. Alle proteste della popolazione per le condizioni in cui versano intere zone del centro, spopolate a seguito dell’espansione frenetica verso i nuovi quartieri, l’amministrazione risponde abbattendo un intero isolato per scongiurare altri rischi ed erigendo un muro, tuttora visibile, per segnarne il perimetro. Farm Cultural Park nasce dalla ribellione a questa dinamica e dalla intuizione di un pragmatico utopista: Andrea Bartoli. “Fino ad allora Favara per me era stata esclusivamente la mia casa familiare dove mi ritiravo come in un guscio dopo una lunga settimana di lavoro, quando non decidevamo con mia moglie di concederci un week- end in giro per il mondo. Il centro storico di Favara invece si è rivelato una grande opportunità per osare pensare un progetto più grande di me, un progetto di una vita”. Da guscio a sfida, dai crolli alla ricostruzione. Farm Cultural Park è diventato un movimento semistrutturato che conduce pratiche di trasformazione della città , donandole una nuova identità legata alla contemporaneità, alla sperimentazione e all’ospitalità. Fin dai suoi primi passi Farm ha lanciato una sfida: costruire

un centro culturale e turistico diffuso insediato nella parte più antica del centro storico, i Sette Cortili, una sorta di Kasbah siciliana, dove poter godere l’architettura del borgo con le sue case “camera e dammuso” e dove incontrare la contemporaneità. Senza soste, è stata sviluppata una programmazione culturale dirompente fra orti urbani, mostre temporanee, residenze e installazioni permanenti di artisti nazionali e internazionali, workshop per giovani e bambini, presentazioni di libri, concorsi di architettura.Tanti spazi sociali per attività ricreative e turistiche hanno affiancato le project room (installazioni artistiche, multimediali, concettuali site specific) che ogni quattro mesi cambiano pelle per ospitare nuove idee. In tal modo, grazie a bookshop, bar, barbeque garden ed eventi a tema è stata garantita una relativa sostenibilità economica per le numerose iniziative promosse, prescindendo dalle istituzioni e lavorando con umiltà per suscitare le mille potenzialità della Sicilia, fonte di ispirazione inesauribile. Determinante è stata la scelta di Andrea e della moglie Florinda, che hanno deciso di non lasciare la Sicilia, di restare, di non lamentarsi di ciò che non c’è e di diventare protagonisti di un cambiamento significativo, mossi dalla motivazione di restituire alle figlie Carla e Viola un piccolo pezzo di mondo migliore di quello che hanno ricevuto. Questo sogno condiviso rapidamente ha messo in moto una riqualificazione progressiva di tutto il centro storico della città, con l’aiuto

di GIANCARLO SCIASCIA

fotografie di ARMANDO GIGLIA

In Sicilia, un esperimento locale dal gusto globale: reagire all’abbandono con l’impegno e l’innovazione

per restituire vita ai vecchi centri storici Nel 2010 una palazzina crolla nel centro storico

uccidendo due bambine. Nasce un movimento civico

dal basso per ricostruire il paese puntando su inclusione

e innovazione

D2524 CORRIERE INNOVAZIONE

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di altri professionisti che hanno dato la loro disponibilità per facilitare, semplificare, seguire lavori di messa in sicurezza delle case. Architetti volontari che ogni giorno accompagnano i visitatori di casa in casa e favoriscono le “adozioni”. È così che progressivamente il declino ha lasciato spazio alle opportunità. segnalando Farm come punto di riferimento per quanti in tutta la Sicilia si stanno dando da fare per valorizzare l’Isola creando economie della conoscenza sostenibili.Quel che si riscontra è il sentimento di appartenenza a Farm, che si esprime nella luce degli occhi di quanti stanno costruendo un’utopia insieme, concretamente. Ciascuno di essi contribuisce alla produzione di senso di Farm e arricchisce il proprio progetto personale grazie alla rete o all’immagine di Farm. Quel che accade a Favara ha la forza disarmante delle cose più semplici e belle. Perché lavorare sul territorio vuol dire partire da ciò che hai, e non da quel che ti manca. Vuol dire guardarsi intorno e rompere l’incantesimo cheti impedisce di riconoscere le risorse a tua disposizione. Il concetto di identità riguarda la concezione che un individuo ha di sé stesso nella società. Comeper le case, che sono state recuperate grazie a interventi di riqualificazione rispettosi e si sono trasformate in icone contemporanee senza tradire, anzi rinsaldando il legame con la storia e rimarcando i tratti architettonici originari; alla stessa maniera, anche nelle persone che frequentano i Sette Cortili si è andata consolidando nel tempo un’abitudine a incontrare e ascoltare attentamente gli altri, a entrare dentro gli immaginari, a parlare

linguaggi espressivi inesplorati, ad abitare spazi chiusi e aperti, la casa e la piazza, il fuori e il dentro di noi, un noi che si evolve ogni istante perché pulsa di queste relazioni, nessi che mentre ci tengono insieme ci permettono di raccontare la città, appropriandocene senza toglierla agli altri, con il bene che si vuole alle cose care, a cui si appartiene. Un sognare a occhi aperti, un fare insieme che produce benessere personale e valore sociale, stimola la

Si punta a una Sicilia sostenibilea tutti i livelli: grazie a bookshop, bar,

barbeque garden ed eventi a tema vienegarantita una autonomia economica

economica alle iniziative che rivitalizzano Favara

curiosità e mette al lavoro la creatività, prepara il terreno all’innovazione. Una innovazione con al centro le persone, che sono attratte a Favara e restano conquistate dall’energia delle relazioni di qualità che solo lì si creano.Ed ecco la cifra dell’ispirazione di Favara: grazie alla fiducia in se stessi e negli altri, il futuro diventa non solo pensabile ma anche realizzabile. Sono le competenze e le storie personali ad attivare processi di coinvolgimento e innovazione, che incrementano il valore sociale per la comunità locale. Farm è oggi un cantiere sempre in evoluzione e al tempo stesso un territorio della mente dai confini incerti: una pratica di riappropriazione del proprio patrimonio culturale da parte di un collettivo. Proprio con questo significato, durante il mio ultimo viaggio a Favara ho sentito spesso usare l’espressione “museo delle persone” nel tentativo di approssimare cosa rappresenta questo legame così forte di appartenenza a Farm, cos’è che contraddistingue questo nostro noi.

In apertura, nella foto di Armando Giglia, l’installazione “Giardinetta”. In questa pagina, sopra la “Margherita” di Gec art, uno street torinese, a destra il cuore con la croce e il logo della Trinity Bank, opera di Anthony La Pusata, artista inglese trasferitosi in Sicilia. A sinistra l’opera di FraBiancoshock che regge in mano il Che Bello di OFL

26 CORRIERE INNOVAZIONE

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MYSELF

“CI VUOLE UN BEL MAKE OVER”

last update: 3 may 2014

MARCH 2014

AUTHOR: EMANUELA GRIGLIE’

PHOTO: ARMANDO GIGLIA

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LET’S GO

WITH RYANAIR

“THE INNOVATORS:

CULTURAL AWAKENINGS”

last update: 3 may 2014

APRIL 2014

AUTHOR: ERIN FLORIO

PHOTO: MARIA VITTORIA TROVATO

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L’UNITA’

“UN’ALTRA FARM E’ POSSIBILE”

last update: 3 may 2014

17 APRIL 2014

AUTHOR: MILA SPICOLA

PHOTO: MARIA VITTORIA TROVATO

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DONNA

MODERNA

“BENVENUTI NEL PAESE

DELLE MERAVIGLIE”

2 MAY 2014

AUTHOR: MICHELA VENTRELLA

PHOTO: ARMANDO GIGLIA

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BELL’ITALIA

SICILIA

“LA FABBRICA DELL’ARTE”

last update: 3 may 2014

MAY 2014

AUTHOR: MARIA CRISTINA CASTELLUCCI

PHOTO: MARIA VITTORIA TROVATO

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ALCHIMIE

NOTIZIE ED EVENTI

“FARM CULTURAL PARK DI FAVARA:

LA RIVOLUZIONE DOLCE”

last update: 3 may 2014

20 MAY 2014

AUTHOR: SILVIA NACCARATI

PHOTO: MARIA VITTORIA TROVATO

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I POSTI PIU’ BELLICONSIGLI PER I TUOI VIAGGI LOW COST

IN TUTTO IL MONDO

“IL FARM CULTURAL PARK IN SICILIA,

UN PARCO INNOVATIVO E ALL’AVANGUARDIA”

last update: 3 may 2014

15 SEPTEMBER 2014

AUTHOR: ASSUNTA CARUSO

PHOTO: MARIA VITTORIA TROVATO

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EUROPA CONCORSIFOR ARCHITECTS ONLY

“FARM CULTURAL PARK

ENJOY CONTEMPORARY SICILY”

last update: 3 may 2014

17 SEPTEMBER 2014

AUTHOR: ASSUNTA CARUSO

PHOTO: MARIA VITTORIA TROVATO

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LEFILROUGEBLOGARCHITECTURE BLOG

“FAVARA FARM CULTURAL PARK”

last update: 3 may 2014

19 SEPTEMBER 2014

AUTHOR: ASSUNTA CARUSO

PHOTO: MARIA VITTORIA TROVATO

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LUXGALLERYIL PORTALE DEL LUSSO

“FARM CULTURAL PARK

UN’OASI CULTURALE IN SICILIA”

last update: 3 may 2014

22 SEPTEMBER 2014

AUTHOR: ASSUNTA CARUSO

PHOTO: MARIA VITTORIA TROVATO

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