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ESTATE 2012 RIVISTA DELLA GRUPPO UBI BANCA SCENARI ECONOMICI TORINO, LUOGHI DELLA CULTURA, IL MAO E IL TEATRO REGIO CUNEO, FARMLAND DEL NORD OVEST INTERVISTA CON LUCA ARGENTERO

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RIVISTA DELLA GRUPPO UBI BANCA

SCENARI ECONOMICITORINO, LUOGHI DELLA CULTURA,

IL MAO E IL TEATRO REGIOCUNEO, FARMLAND DEL NORD OVESTINTERVISTA CON LUCA ARGENTERO

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La informiamo, inoltre, che ha il diritto esercitabile in qualsiasi momento e del tutto gratuitamente, di conoscere, chiedere l’aggiornamento e la rettificazione dei suoi dati personali presenti nei nostri archivi, nonché di chiederne la cancellazione e di opporsi al trattamento scrivendo al Responsabile del Trattamento Dati, Banca Regionale Europea - Via Santa Teresa, 11 - 10121 Torino.

Il mancato conferimento, nonché la richiesta di cancellazione o l’opposizione al trattamento di dati non necessari alla gestione di rapporti contrattuali esistenti o futuri saranno privi di conseguenze pregiudizievoli.

Rivista della Banca RegionaleEuropean. 33, anno 34Direttore responsabile:Angelo RomaDirezione:Via Santa Teresa, 11 - 10121 Torino tel. 011 5519111Autorizzazione del Tribunale di Cuneo n. 316 del 14-3-1978 Spedizione in abbonamento postale comma 34 art. 2 Legge 549/95 Filiale di CuneoAssociato all’USPI Associazione Stampa Periodica Italiana

Organizzazione e coordinamento:La Ditta srl - MilanoProgetto e allestimento:Kino DesignStampa:TipolitoEuropa - CuneoQuesto numero è stato chiuso in tipografia il 16 luglio 2012

1 “FARE BANCA PER BENE” ATTRAVERSO L’ESEMPIO ANGELO ROMA

2 BILANCIO DI UN ANNO DI SFIDE E DI IMPEGNI LUIGI ROSSI DI MONTELERA

3 DATI ANDAMENTALI RICCARDO BARBARINI

6 SCENARIO MACROECONOMICO E PROSPETTIVE A CURA DEL GRUPPO UBI BANCA, AREA STUDI - SERVIZIO ANALISI GEOSETTORIALE E DI SEGMENTO

11 PROFILO ECONOMICO DEL PIEMONTE A CURA DEL GRUPPO UBI BANCA, AREA STUDI - SERVIZIO ANALISI GEOSETTORIALE E DI SEGMENTO

18 QUALITÀ NELLA QUANTITÀ FABRIZIO BRIGNONE

22 BIELLA INVESTIRE, PRODURRE, CRESCERE DEBORA FERRERO

26 LE API E IL MIELE EDOARDO MONTICELLI

30 MAO MUSEO DI ARTE ORIENTALE FRANCO RICCA

38 SAN FRANCESCO IN CUNEO, TORNA L’IMMAGINE AUTENTICA DELLA CHIESA RECUPERATA PAOLO BOVO

44 1740, 1936, 1973 IL TEATRO REGIO SUSANNA FRANCHI

52 INTERVISTA A LUCA ARGENTERO

56 PIEMONTE VOLLEY: BILANCIO DI UNA STAGIONE INTENSA SARA COMBA

60 NOTIZIE

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60In copertina, MAO Museo di Arte Orientale,Visnu, Basalto scolpito, India nord-orientale, Bihar, XII secolo, particolare

Credits foto: Archivio Distretto Tessile Biella, Fabrizio Brignone, Hendy Ciullo, Davide Dutto, GianFoto, Andrea Guermani, Fabrizio Lava, Valerie Lacaze, Edoardo Monticelli, Museo di Arte Orientale, Giorgio Olivero, Photo Ramella & Giannese, Massimo Terazzan.

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RIVISTA DELLA GRUPPO UBI BANCA

SCENARI ECONOMICITORINO, LUOGHI DELLA CULTURA,

IL MAO E IL TEATRO REGIOCUNEO, FARMLAND DEL NORD OVESTINTERVISTA CON LUCA ARGENTERO

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In molti libri di management ed in alcuni pretenziosi corsi di formazione manageriale, si parla troppo spesso in modo qualunquista di creatività e di pensiero creativo. Manager econsulenti sempre pronti a decantare l’importanza della creatività in ambito aziendale, salvo dimenticarsene puntual-mente nei piccoli grandi mo-menti di verità professionale. Quelle frequenti situazioni che, ad esempio, dovrebbero indurre un bravo capo a dare fidu-cia e spazio creativo ad un proprio capace collaboratore; oppure, quelle giornate di lavoro particolarmente cruciali nelle quali un vero leader dovrebbe ricordarsi che la più potente leva motivazionale per i propri collaboratori è l’e-sempio. Quel fare quotidiano silenzioso, concreto, appas-sionato; quel giusto comportamento messo in atto senza la spasmodica ricerca di un secondo fine. Se una persona non è disposta a mettersi in gioco sino in fondo anche in ambito lavorativo, accogliendo senza drammi i dubbi e gli sbagli propri di ogni processo creativo, non potrà mai esservi alcun processo creativo. Per vincere occorre sapere qualche volta perdere, imparando dalle difficoltà e dalle delusioni ancor più che dai successi. Questo è ciò che fa di un capo un vero leader: il suo apparire agli occhi della squadra come una persona vincente, ma non invincibile. Forte e sicura di sé proprio perché consapevole dei propri limiti e delle proprie umanissime debolezze. Per diventare un vero condottiero occorre, almeno una volta nella vita, dimostrare ai propri uomini di avere scelto la strada per sé meno conveniente, e di averlo fatto solo ed esclusi-vamente perché in quella stra-da si credeva fermamente, con amore e passione.

Questo è ciò che ha sempre fatto la differenza, nella storia di ogni società, fra i punti di riferimento positivi e gli idoli; fra l’emulazione verso chi si stima profondamente e l’ido-latria, il fanatismo, il seguire acriticamente qualcuno senza metterne mai in discussione idee e precetti. Le persone de-gne della nostra stima non ven-gono dimenticate, anche a di-

stanza di lungo tempo, perché ci insegnano a vivere meglio, a diventare degli uomini e dei professionisti migliori. La for-za invasiva degli idoli, invece, rischia di annebbiare pesante-mente il nostro sguardo sulla vita. Nei casi più inquietanti, quella forza invasiva penetra nei cervelli altrui plagiando le coscienze e determinando au-tentiche tragedie.

Occupandomi da tempo ed in modo eterogeneo di tema-tiche legate alla comunicazione aziendale e alla narrazione letteraria, si è fortemente radicato in me il convincimento di quanti retaggi culturali inficino le storie della nostra mente. Anni di lezioni scolastiche e non, in cui ci è stato inculcato il primato della razionalità e del buon senso sull’indisci-plina fertile prodotta dal “pensiero creativo”. Senza un’ac-curata educazione alla libertà di pensiero, la furbizia avrà sempre la meglio sull’intelligenza, il retro pensiero sul pen-siero originario ed originale, le misere tattiche speculative sulla progettualità e su una vera strategia di ampio respiro.Capita anche alle migliori aziende, soprattutto nei periodi più complessi e critici da un punto di vista socioeconomico e finanziario, di sottrarsi alla responsabilità di fare strategia, rintanandosi in un recinto consolatorio di piccole tattiche quotidiane. Ecco perché chiunque operi all’interno della comunità professionale di UBI Banca Regionale Europea, qualunque siano il grado e la mansione ricoperta, ha ogni giorno l’opportunità di lasciare il segno attraverso il proprio fare. Attraverso la consapevolezza di quanto il proprio fare,

creativo ed efficiente, possa la-sciare un segno indelebile su-gli altri: Colleghi, Clienti, Sta-keholders tutti.

Un segno di autentica leader-ship, che vada ben oltre il ser-vizio offerto. Un modo di “fare banca per bene” che alimenti positivamente la lunga storia di eccellenza, rispettabilità e costante vicinanza e promo-zione dei territori di riferimen-to, di cui ogni persona di UBI Banca Regionale Europea può, a diritto, essere più che orgo-gliosa. n

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Poco più di un anno fa mi è stata offerta un’importante sfida, quella di assumere la presidenza della Banca Regionale Europea. Accolsi la proposta con grande entusiasmo e con la ferma volontà di offrire il mio contributo alla Banca che si preparava ad affrontare un anno del tutto nuovo, sotto certi aspetti. Nuova la sfida torinese, con il trasferimento delle sede della Direzione Generale da Milano a Torino, ritornata in Piemonte dopo 16 anni. Nuova la struttura organizzativa, con la messa a regime di sei Direzioni Territoriali che hanno aumentato il presidio del territorio in un momento in cui è prioritaria la capacità di ascolto delle istanze locali. Ridisegnati i gruppi di lavoro di professionisti della Banca chiamati a Torino a dare sostanza e forma alla Sede Centrale. E infine, un nuovo gruppo di validi e competenti amministratori, chiamati a guidare una Banca legata al suo territorio, a partire dalla sua radice cuneese, ed alle sue specificità: famiglie con una buona cultura del risparmio e tessuto produttivo costituito da piccole e medie imprese con grandi eccellenze.

Ebbene, sono fiero di poter condividere un bilancio generalmente positivo di fronte a così numerose sfide e ad un contesto, sia macro-economico che locale, in forte tensione. L’insediamento nel cuore del Piemonte, e la strutturazione di sei Direzioni Territoriali, hanno ottenuto un buon consenso da parte della clientela permettendo alla Banca Regionale Europea di chiudere il bilancio al 31 dicembre 2011 con risultati positivi, in grado di porre le basi, e le premesse, ai risultati del primo trimestre 2012 anch’essi soddisfacenti. A riprova di quell’impegno “a fare banca per bene”, cui la Banca Regionale Europea applica ogni suo sforzo, nel maggio 2012 è stato raggiunto un importante successo: il premio “Creatori di Valore” conferito da Milano Finanza nei suoi annuali Global Awards. Un 1º posto che ci riconosce come la Banca dalle migliori performance patrimoniali e di efficienza, permettendoci di poter affermare di essere legati al nostro territorio e profondi conoscitori delle specifiche sollecitazioni degli attori di riferimento.

Il 2012 è stato, e lo sarà ancor di più nella sua seconda parte, un anno complesso per l’Italia e per il Piemonte. Ma in questo difficile quadro continuo ad aver fiducia nella nostra regione, che ha nel suo DNA grande operosità costituita da un’imprenditoria diversificata, attenta al mercato interno e soprattutto a quello esterno, che continuerà quindi a ricevere dalla Banca Regionale Europea il giusto supporto attraverso la disponibilità ad erogare credito per il potenziamento del tessuto locale. E se da un lato non mancherà il nostro contributo nei confronti delle imprese, cercheremo di essere attori di sostanza anche nei confronti della collettività, contribuendo alle eccellenze culturali e sportive della regione. Abbiamo infatti recentemente rinnovato l’ormai conso-lidato e proficuo rapporto di sponsorizzazione con la squadra di volley Bre Banca Lannutti Cuneo e inaugurato nel capoluogo regionale una serie di interventi con alcuni attori culturali. Il nome della Banca si vedrà infatti associato al Museo d’Arte Orientale di Torino, una delle quattro eccellenze gestite dalla Fondazione Torino Musei con Palazzo Madama, GAM e Borgo e Rocca Medievale,

BILANCIO DI UN ANNO DI SFIDE E DI IMPEGNI

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RICCARDO BARBARINIDIRETTORE GENERALE DELLA BANCA REGIONALE EUROPEA

DATI ANDAMENTALI 1º TRIMESTRE 2012

Banca Regionale Europea è tra le banche italiane con maggior indice di patrimonializzazione, con un Core Tier 1 al 27,19% a fine marzo 2012. Si conferma come una banca solida, con elevati indicatori di efficienza, in grado di svolgere un ruolo da protagonista nel panorama economico e finanziario nel Nord Ovest del Paese. La capacità di creare valore le è stata riconosciuta da una autorevole giuria, quella del quotidiano economico MF, che le ha conferito il primo premio, tra le banche del Piemonte, per aver incrementato i mezzi amministrati con risultati reddituali sempre positivi.

Uno sgUardo sUl mondo Lo scenario internazionale nei primi mesi dell’anno è stato caratterizzato da una temporanea attenuazione delle tensioni sui mercati finanziari e da un peggioramento delle attese di crescita. L’espansione economica dei Paesi avanzati ha continuato a risentire dei processi di riduzione del debito. Le tensioni sui mercati finanziari hanno portato a nuovi incrementi degli spread, e ad andamenti altalenanti dei corsi azionari, con una flessione più accentuata in Europa derivante dalle incertezze sulla crescita, se non della tenuta, di alcuni Paesi quali Spagna e Grecia, che determinano ulteriori rallentamenti dell’economia internazionale. L’economia mondiale ha continuato ad essere trainata dai Paesi emergenti. Il ritmo di sviluppo della Cina ha manifestato segnali di moderazione; l’attività economica del Giappone non ha avuto un andamento stabile e quella degli Stati Uniti, benché positiva, ha denunciato un trend contenuto. Nell’area Euro le aspettative di crescita hanno continuato ad essere influenzate dai provvedimenti restrittivi delle politiche di bilancio attuate nella maggior parte dei Paesi. L’andamento tendenziale della produzione industriale è negativo; la situazione del mercato del lavoro si è andata aggravando e l’inflazione è rimasta in generale sostanzialmente stabile rispetto a dicembre 2011.

al Teatro Regio come partner sostenitore ed al Circolo dei Lettori. E proprio con il Circolo, luogo di scambio tra le culture, le generazioni e le comunità che affollano la vivace vita culturale di Torino e del Piemonte, Banca Regionale Europea ha deciso di collaborare in modo fattivo. Inaugureremo dopo le ferie estive degli appuntamenti a doppia firma per promuovere, nel tessuto cittadino, tematiche di carattere economico rivolte alle famiglie e alle imprese: incontri con esponenti dellaeconomia per dibattere sulle questioni ormai protagoniste della quotidianità di ciascuno di noi, come la crisi, e tavole rotonde per mettere a fattor comune idee e progetti in ambito finanziario.

Vorrei chiudere il mio intervento esprimendo gratitudine a tutti i dipendenti e collaboratori della Banca e a tutti coloro che, a vario titolo, si sono interfacciati con essa, innanzi tutto alla clientela che continua a dimostrarci la sua fiducia. Un saluto ai consiglieri uscenti, alla dottoressa Adriana Acutis e al notaio Paolo Pedrazzoli, che hanno reso le loro dimissioni ai sensi dell’art. 36 della Legge n. 214/2011 in materia di “Tutela della concorrenza e partecipazioni personali incrociate nei mercati del credito e finanziari”. Proseguiranno con lo stesso impegnoi due nuovi consiglieri chiamati a far parte del Consiglio di Amministrazione, il dottor Giuseppe Mammi, notaio in Genova, e il dottor Ettore Medda, Vice Direttore Generale di UBI Banca. Per quanto riguarda il mio impegno per il futuro, insieme alla Direzione Generale, è quello di dare continuità al nostro operato e di raggiungere importanti risultati nelle sfide che affronteremo. Proseguiremo nel servire al meglio il territorio facendo il nostro mestiere che è quello di fare la banca: ovvero gestire risparmi e investimenti delle famiglie e delle PMI ed erogare credito dando fiducia a questi soggetti. E renderemo fattiva la fusione con il Banco di San Giorgio, uno degli impegni più importanti del 2º semestre, per diventare insieme la Banca di riferimento del Nord Ovest. n

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Il qUadro ItalIano L’attuale situazione economica ha profondamente intaccato l’intero modello economico e l’organizzazione sociale occidentale. Non c’è Paese sviluppato che non denunci segnali di sofferenza, che in Italia mettono in evidenza le carenze dei principali pilastri della crescita economica: lo stato sociale, il mondo del lavoro e dellaoccupazione, il sistema pensionistico, il debito pubblico, il sistema fiscale, il ruolo centrale dell’impresa ed il suo sviluppo. L’incertezza sistemica che ha investito l’economia italiana a partire dall’estate 2011 ha compromesso la fragile ripresa che si stava prospettando, determinando una fase di recessione proseguita anche nei primi mesi dell’anno durante i quali l’Italia ha comunque potuto beneficiare almeno parzialmente di una ritrovata fiducia da parte dei mercati. Certo, è una fiducia altalenante, legata all’andamento dello spread rispetto ai titoli tedeschi e sempre più dipendente da fattori psicologici, da aspettative e previsioni. ma ancor più da stati d’animo diffusi nei mercati. E il sentimento del mercato e degli operatori in questi tempi prevale sul quadro reale dell’economia, che è rimasto sostanzialmente invariato rispetto adun anno fa. L’Italia ha come allora una solida dotazione di capitale reale, per la radicata propensione delle famiglie al risparmio, ha un sistema bancario sano in grado di far fronte ai propri impegni verso la clientela, disponibilità di risorse, conoscenze tecnologiche e capacità produttiva. Il debito del nostro Paese, da cui partono ricorrenti timori di tracollo, è sempre rimasto sostanzialmente uguale, circa il 120% del PIL.Le difficoltà del tessuto produttivo si ripercuotono sul mercato del lavoro, con il tasso di disoccupazione aumentato rispetto a dicembre. Nei mesi iniziali del nuovo anno il sistema bancario italiano è stato caratterizzato da un rallentamento nella dinamica degli impieghi, mentre sotto il profilo della raccolta è rimasto sostanzialmente stabile.

Il PIEmontENel 2011 il rallentamento dell’economia regionale ha seguito le tendenze generali evidenziando un andamento recessivo nella parte finale dell’anno; l’economia del Piemonte nel corso del 2011 (così come nel 2010) ha presentato quindi un bilancio di sostanziale stagnazione, con una leggera crescita del Pil, confermando un lieve distacco in negativo rispetto all’evoluzione della produzione nelle regioni del Nord. Nell’ultimo trimestre del 2011, secondo l’indagine Unioncamere, la produzione

industriale piemontese ha registrato un calo dopo sei trimestri di crescita continua. In evidenza la provincia di Torino, mentre tutte le altre segnano incrementi inferiori alla media, con migliori performances nelle Province di Cuneo e di Asti. Le aspettative delle imprese piemontesi nel mercato interno sono improntate al pessimismo, con un peggioramento del clima di fiducia, mentre le aspettative sull’export mostrano una maggiore tenuta. Stabile il tasso di utilizzo degli impianti, mentre si indebolisce la composizione del carnet ordini: oltre un terzo delle aziende ha ordini assicurati per meno di un mese.

la BancaIn questo contesto, diventano importanti i risultati ottenuti dalla Banca Regionale Europea nel 2011, con un generale miglioramento di tutti i margini economici rispetto all’anno precedente, a conferma di una politica aziendale improntata al conseguimento di una redditività sostenibile nel medio periodo, con particolare attenzione sia alla liquidità cheal mantenimento di un complessivo basso profilodi rischio. L’esercizio 2011 si è chiuso con un utile netto normalizzato di 30 milioni di euro, in aumento del 32,5% rispetto all’anno precedente.A fine marzo 2012, l’utile netto, al netto degli eventi non ricorrenti, è risultato pari a 7,134 milioni di euro, in aumento del 4,05% rispetto allo stesso periododel 2011. Il principale indicatore di solidità della Banca, il Tier 1 Capital Ratio (rapporto tra il patrimonio di base e il totale delle attività ponderate per il rischio) si è attestato al 27,19%, ben al di sopra degli standard richiesti dagli organismi nazionali ed internazionali, e con una crescita di quasi 2 punti percentuali da marzo 2011. Tale crescita costituisce garanzia per continuare ad offrire adeguato sostegno agli operatori, alle imprese ed alle famiglie.

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Nonostante il difficile periodo congiunturale, Banca Regionale Europea ha inteso perseguire la propria missione di supportare l’economia piemontese attraverso una costante vicinanza al territorio, soprattutto nei confronti delle famiglie e delle piccole e medie imprese. Gli impieghi si sono attestati complessivamente a circa 6,9 miliardi di euro, sostanzialmente stabili da fine dicembre 2011 quelli relativi al mercato retail mentre si sono contratti quelli verso il comparto large corporate. È proseguita l’attività di erogazione di mutui. Alle famiglie, nel primo trimestre dell’anno ne sono stati erogati per circa 44 milioni di euro e alle imprese per 71 milioni di euro, per un totale erogato di 115 milioni di euro. I mezzi amministrati, in presenza dello sfavorevole quadro congiunturale, registrano una lieve contrazione e ammontano alla fine di marzo 2012 a 15,4 miliardi di euro. La raccolta diretta del settore privati, nonostante le difficoltà delle famiglie a risparmiare, evidenzia

RICCARDO BARBARININato a Pesaro nel 1966, coniugato, con tre figli. Inizia il suo percorso professionale nel 1991 nella consulenza e successivamente in una importante banca italiana. Nel 2000 entra nel Gruppo Banca Lombarda e Piemontese come responsabile del Marketing Strategico e, dopo 3 anni, assume la responsabilità dell’Area Commerciale. Nel 2004 viene nominato Direttore Generale di Banca Lombarda Private Investment e nel 2008 ne diventa Amministratore Delegato. Dal settembre 2009 è in Banca Regionale Europea, come Responsabile dell’Area Commerciale e Vice Direttore Generale, e nel febbraio 2012 è nominato Direttore Generale. Ha ricoperto ruoli di Consigliere di Amministrazione presso compagnie assicurative, società di servizi e di intermediazione creditizia e presso l’Associazione Italiana Private Banking.

una crescita dello 0,9% a conferma della fiducia che gli oltre 325.000 clienti riservano alla banca. Gli oneri operativi sono in lieve riduzione (-0,83%) rispetto al primo trimestre del 2011. Il costo del credito, cioè il rapporto tra rettifiche nette su crediti rispetto ai crediti verso clientela, si attesta su base annua allo 0,33%, in riduzione rispetto allo 0,39% di dicembre 2011.

Risultati di grande soddisfazione, frutto di un lavoro di squadra che fa parte del modo di “fare banca per bene”, proprio della Banca Regionale Europea. Questo modo di “fare banca”, a sostegno del territorio piemontese, e la maggiore attenzione verso le realtà locali, che nella nostra regione sono molto diversificate e particolari, è stato reso possibile con il nuovo assetto distributivo che ha fatto della Banca Regionale Europea una vera “banca del territorio”. Infatti, con l’istituzione delle Direzioni Territoriali si sono create di fatto sei piccole banche nella banca, focalizzate su specifici ambiti territoriali e con ampia autonomia decisionale, che garantisce alla clientela della Banca Regionale Europea rapidi tempidi risposta. n

IL NUOVO DIRETTORE GENERALE DI BANCA REGIONALE EUROPEA

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Il quadro congiunturale dei mesi più recenti ha evidenziato un peggioramento rispetto a quello di fine 2011. Nel dettaglio, l’economia reale ha risentito negativamente dell’aggravarsi del contesto finanziario dell’Area euro. Al riguardo, la Grecia si è trovata nella necessità di ristrutturare il proprio debito in marzo onde prevenire il rischio di un default disordinato, che avrebbe avuto conseguenze di rilievo sul contesto mondiale. L’applicazione di misure di austerità più severe, così come stabilito dalla Troika (UE, BCE e FMI), per la delibera del maggiore sostegno ha spinto il Paese ellenico verso una profonda recessione. Il malcontento popolare e la conseguente avanzata delle forze nazionaliste elleniche ha fatto sì che le elezioni parlamentari del 6 maggio non siano state in grado di fornire una maggioranza capace di formare un Governo, aprendo la strada ad una possibile uscita della Grecia dall’Area euro. Eventualità che al momento risulta allontanata dall’esito del voto riconvocato per il 17 giugno che ha portato al successo di misura quelle forze politiche pronte a portare avanti il programma concordato con le autorità internazionali. Il nuovo Governo, formatosi velocemente dopo l’apertura delle urne, sarà, infatti, sostenuto da una coalizione a tre (Nuova Democrazia, Pasok e Sinistra Democratica) e guidato dal conservatore Samaras. Parallelamente, la Spagna si è trovata nella necessità di chiedere aiuti ai leaders europei per finanziare la ricapitalizzazione del proprio sistema bancario. Gli istituti di credito iberici hanno, infatti, visto un deciso incremento delle sofferenze legate al mercato immobiliare. Quest’ultimo, infatti, dopo il forte sviluppo del decennio passato si trova ad attraversare un periodo di forte contrazione, sia per la speculazione che aveva contraddistinto la sua ascesa sia per la crisi economica attuale, accentuata dal regime fiscale restrittivo posto in essere dall’Esecutivo per raddrizzare i conti pubblici altrimenti fuori controllo.

Al momento l’Eurogruppo ha deciso di mettere a disposizione di Madrid fino a 100 miliardi di euro, anche se restano tuttora incerte le modalità operative del supporto che, parados-salmente, potrebbe andare a peggiorare ulteriormente

le già fragili finanze statali. In tale contesto, la BCE si è adoperata per assicurare al sistema bancario dell’Area euro tutta la liquidità necessaria per affrontare le turbolenze finanziarie. Dopo aver ridotto nuovamente i tassi di riferimento a dicembre, portando il saggio sulle operazioni di rifinanziamento all’1%, sono state introdotte due nuove aste con la durata a tre anni con la piena soddisfazione della domanda. L’ammontare emesso è stato di importo superiore ai 1000 miliardi di euro. Inoltre, nella recente riunione di luglio il refi rate è stato ulteriormente ridotto di 25 bps, a 0.75%, e portato a zero quello sui depositi

Della crisi dei debiti sovrani dell’Area euro hanno risentito anche le altre economie. Gli Stati Uniti, sebbene l’attività economica si mantenga in espansione, hanno segnato un rallentamento del passo nella crescita del Pil del primo trimestre del 2012 e gli indicatori relativi al secondo quarter dell’anno fino ad oggi annunciati confermano tale tendenza. A generare maggiore apprensione è, soprattutto, il mercato del lavoro incapace di generare un numero di occupati sufficiente a rientrare con velocità dal livello di disoccupazione ancora elevato. Del resto, medesime indicazioni sono giunte dalla Cina, dove è emerso un progressivo deterioramento dell’attività manifatturiera e del mercato immobiliare. La Banca centrale cinese si è, pertanto, trovata nelle necessità di intervenire con misure di allentamento monetario, possibili anche per una moderazione delle pressioni inflazionistiche. Al fine di una maggiore comprensione, riportiamo di seguito le stime su Pil e inflazione elaborate dal Fondo Monetario Internazionale.

FONTE: FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE (WORD ECONOMIC OUTLOOK - APRILE 2012)

Mondo 3.9 3.5 4.1 4.4 4.4 4.0 3.4 3.4Area euro 1.4 -0.3 0.9 1.4 2.7 1.9 1.5 1.7 Francia 1.7 0.5 1.0 1.9 2.3 2.0 1.6 1.8 Germania 3.1 0.6 1.5 1.3 2.3 1.9 1.8 1.9 Italia 0.4 -1.9 -0.3 0.5 3.7 1.8 0.8 1.2 Spagna 0.7 -1.8 0.1 1.2 2.4 1.7 1.5 1.5Giappone -0.7 2.0 1.7 1.5 -0.2 0.2 0.1 0.4Stati Uniti 1.7 1.5 3.2 1.9 3.0 1.9 1.9 1.8Bric Brasile 2.7 3.0 4.2 4.0 6.5 5.0 5.0 4.5 Russia 4.3 4.0 3.9 3.9 6.1 6.2 6.5 6.5 India 7.2 6.9 7.3 7.5 6.6 8.5 6.3 5.3 Cina 9.2 8.2 8.8 8.7 4.1 3.5 2.5 3.0

P.I.L.2011 2012 2013 2014

INFLAZIONE2011 2012 2013 2014

stIma dEl P.I.l. E dEll'InflaZIonE PEr arEE EconomIchE

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7n R A S S E G N A 3 3 n E S T A T E 2 0 1 2 n

P.I.l. (BASE 100 = 31/12/07) 104

102

100

98

96

94

92

90

P.I.l. (VAR.% a/a) 6

5

4

3

2

1

0

-1

-2

-3

-4

-5

-6

-7

-8

-9

-10 Q3 99 Q3 03 Q3 07Q3 01 Q3 05 Q3 09Q3 00 Q3 04 Q3 08Q3 02 Q3 06 Q3 10 Q3 1100 03 0802 0705 10 1299 01 0604 09 11

nn STATI UNITI nn EUROZONE nn GIAPPONE

ProdUZIonE IndUstrIalE (VAR.% a/a - MOVING AVERAGE 3MESI) 30

25

20

15

10

5

0

-5

-10

-15

-20

-25

-30

-35 01 /99 01 /03 01 /07 01 /1101 /01 01 /05 01 /0901 /00 01 /04 01 /08 01 /1201 /02 01 /06 01 /10

Si riportano, altresì, alcune nostre elaborazioni grafiche sull’evoluzione tendenziale e congiunturalenegli Stati Uniti, nel Giappone e neli Paesi dell’Eurozona.

Q1 08 Q2 08 Q3 08 Q4 08Q4 07 Q1 09 Q2 09 Q3 09 Q4 09 Q1 10 Q2 10 Q3 10 Q4 10 Q1 11 Q2 11 Q3 11 Q4 11 Q1 12

%

%

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8 n

ProdUZIonE IndUstrIalE (BASE 100 = 31/12/07) 105

100

95

90

85

80

75

70

65

60 Q1 08 Q2 08 Q3 08 Q4 08Q4 07 Q1 09 Q2 09 Q3 09 Q4 09 Q1 10 Q2 10 Q3 10 Q4 10 Q1 11 Q2 11 Q3 11 Q4 11 Q1 12

tasso dI dIsoccUPaZIonE 12

11

10

9

8

7

6

5

4

3

2

1

0

consUmErs PrIcE IndEX (VAR. % a/a) 6

5

4

3

2

1

0

-1

-2

-3

nn STATI UNITI nn EUROZONE nn GIAPPONE

01 /99

01 /99

01 /03

01 /03

01 /07

01 /07

01 /11

01 /11

01 /01

01 /01

01 /05

01 /05

01 /09

01 /09

01 /00

01 /00

01 /04

01 /04

01 /08

01 /08

01 /12

01 /12

01 /02

01 /02

01 /06

01 /06

01 /10

01 /10

%

%

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9n R A S S E G N A 3 3 n E S T A T E 2 0 1 2 n

Di riflesso, azioni nella medesima direzione sono state prese sulle banche domestiche, i cui credit default swaps si sono portati su livelli che rendono estremamente oneroso il ricorso al mercato primario.

I bilanci bancari italiani hanno dovuto fronteggiare anche la forte svalutazione degli assets dovuta ai ribassi registrati dai titoli di Stato detenuti in portafoglio e al degrado dei crediti per la fragile situazione economica del Paese. Le prospettive sulla congiuntura per i prossimi mesi vedono ulteriori rischi al ribasso sulla scia dell’allargamento della crisi dei debiti sovrani ad altri Paesi e a possibili nuove difficoltà in Portogallo, alle prese con una recessione sempre più profonda, ed in Irlanda, ancora alla ricerca di una normalizzazione dell’assetto finanziario interno. L’attenzione è da rivolgere anche alle economie emergenti, con particolare riferimento alla Cina, per constatare se l’attuale fase di rallentamento sarà temporanea o proseguirà nei prossimi trimestri. In tale contesto, un timido ottimismo può essere alimentato esclusivamente dalla speranza di eventuali nuovi interventi derivanti dalla presa di coscienza della gravità della situazione da parte dei leaders politici

Il contesto macroeconomico dei prossimi mesi risentirà ancora delle tensioni presenti in Europa e di un possibile allargamento della crisi ad altri Paesi non–core della Eurozona. Al momento, la liquidità messa a disposizione dalla BCE stenta a trasferirsi all’economia reale europea che nel secondo trimestre dovrebbe registrare un nuovo rallentamento. Gli istituti bancari italiani si trovano, pertanto, ad operare in un contesto macroeconomico e finanziario particolarmente difficile. L’Italia permane, infatti, in recessione, mentre - sul fronte dei mercati - di recente è stato registrato un nuovo rialzo del livello dei Credit Default Swap sul debito sovrano, dopo il calo registrato nei primi mesi dell’anno. Il Governo italiano, sebbene attraverso l’adozione di una politica fiscale sempre più restrittiva, ha mantenuto gli impegni di bilancio concordati in passato a livello europeo. Il Paese non è, però, riuscito ad evitare nuove azioni da parte delle agenzie di rating che, alla luce del contesto congiun-turale, a livello sia nazionale sia internazionale, hanno deciso di ridurne il merito creditizio. In particolare, nella prima metà di gennaio Standard & Poor’s ha declassato le emissioni italiane di due notches a “BBB+” da “A”, confermandone l’outlook a “negativo”.

BcE: oPEraZIonI dI rIfInanZIamEnto

nn OPERAZIONI DI RIFINANZIAMENTO PRINCIPALI

nn OPERAZIONI DI RIFINANZIAMENTO A LT (SCADENZA < 6 MESI)

nn OPERAZIONI DI RIFINANZIAMENTO A LT (SCADENZA A 6 MESI)

nn OPERAZIONI DI RIFINANZIAMENTO A LT (SCADENZA A 1 ANNO)

nn OPERAZIONI DI RIFINANZIAMENTO A LT (SCADENZA A 3 ANNO)

IN MLD DI EURO

1200

1050

900

750

600

450

300

150

01/07 4 7 10 1/09 4 7 10 1/11 4 7 10 1/13 4 7 10 1/15 4 1/08 4 7 10 1/10 4 7 10 1/12 4 7 10 1/14 4 7 10

20 GIUGNO 2012

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10 n

e dalla disponibilità evidenziata dalle Autorità monetarie a mettere in campo nuove risorse qualora necessario. Si sottolinea, ad ogni modo, che la situazione dei conti pubblici dell’Area euro risulta ancora essere migliore di altre economie avanzate, come gli Stati Uniti. Per una maggiore evidenza si considerino le tabelle sottostanti. Le turbolenze che hanno portato la speculazione a colpire in modo massiccio i titoli di Stato dei Paesi più deboli sono da ricercare in quelle debolezze di fondo insite nella struttura politica della Zona della moneta unica.

In conclusione, lo scenario macroeconomico mondiale si contraddistingue per il persistere di una situazione di crisi nell’Area euro e per la progressiva moderazione dei ritmi di espansione di Stati Uniti e Paesi emergenti. L’attenzione resta pertanto focalizzata su Eurolandia, dove le divisioni politiche sulle misure da adottare per far fronte alle tensioni sui debiti sovrani hanno sino ad ora impedito l’assunzione in tempi rapidi di provvedimenti efficaci. Il protrarsi delle situazioni di stress sui mercati finanziari ha via via determinato un peggioramento della congiuntura europea sia per entità della contrazione del PIL sia per numerosità dei Paesi coinvolti. I limiti strutturali che hanno contraddistinto il processo di realizzazione della moneta unica risultano di giorno in giorno più evidenti e si aggravano nonostante alcuni eventi positivi come il sostegno europeo al sistema bancario spagnolo e la recente vittoria nelle elezioni in Grecia dei partiti favorevoli ad una continuità di condotta

col precedente Esecutivo che dovrebbe sbloccare laerogazione degli aiuti internazionali. La meritoria azione delle maggiori Banche centrali appare al momento insufficiente per il ripristino duraturo dell’equilibrio dei mercati finanziari. Il livello contenuto dei tassi di policy e di quelli a breve termine, l’abbondante liquidità iniettata nel sistema e gli acquisti diretti/indiretti di debito sovrano europeo hanno contrastato - ma non risolto - le turbolenze dei mercati. In un’ottica prospettica, la soluzione definitiva della crisi economico-finanziaria potrà giungere esclusivamente dalla Politica europea, con la prevalenza di una visione di lungo termine rispetto agli interessi di breve periodo di singoli Paesi. A tal fine risulterà essenziale l’assunzione di alcune misure, con particolare riguardo:• alla mutualizzazione (anche parziale) del debito pubblico attraverso l’emissione di Eurobond e contestuale perdita di sovranità su parte del bilancio; • all’implementazione dei meccanismi di controllo sui conti pubblici dei singoli Stati di Eurolandia e determinazione di regole sostenibili per la riduzione del debito;• al superamento delle divisioni nazionali in tema di supervisione bancaria ed alla realizzazione di un fondo europeo per la garanzia sui depositi;• all’ampliamento degli obiettivi (non solo stabilità dei prezzi) e degli strumenti della BCE, con particolare riferimento alla possibilità di agire come prestatore di ultima istanza. n

Stati Uniti -2.7 -6.7 -13.0 -10.5 -9.6 -8.1 -6.3 67.2 76.1 89.9 98.5 102.9 106.6 110.2

UK -2.7 -5.0 -11.5 -10.2 -8.3 -6.7 -6.5 44.4 54.8 69.6 79.6 85.7 91.2 94.6

Area euro -0.7 -2.1 -6.4 -6.2 -4.1 -3.2 -2.9 66.3 70.1 79.9 85.6 88.0 91.8 92.6

Francia -2.7 -3.3 -7.5 -7.1 -5.2 -4.5 -4.2 64.2 68.2 79.2 82.3 85.8 90.5 92.5

Germania 0.2 -0.1 -3.2 -4.3 -1.0 -0.9 -0.7 65.2 66.7 74.4 83.0 81.2 82.2 80.7

Grecia -6.5 -9.8 -15.6 -10.3 -9.1 -73 -8.4 107.4 113.0 129.4 145.0 165.3 160.6 168.0

Irlanda 0.1 -7.3 -14.0 -31.2 -13.1 -83 -7.5 24.8 44.2 65.1 92.5 108.2 116.1 120.2

Italia -1.6 -2.7 -5.4 -4.6 -3.9 -2.0 -1.1 103.1 105.7 116.0 118.6 120.1 123.5 121.8

Portogallo -3.1 -3.6 -10.2 -9.8 -4.2 -4.7 -3.1 68.3 71.6 83.1 93.3 107.8 113.9 117.1

Spagna 1.9 -4.5 -11.2 -9.3 -8,5 -6.4 -6.3 36.2 40.2 53.9 61.2 68.5 80.9 87.0

DEFICIT/P.I.L.

2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013

DEBITO/P.I.L.

2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013

FONTE: EUROSTAT - BLOOMBERG: COMMISSIONE UE PER LE STIME SU 2011, 2012 E 2013. (*)FMI - WORD ECONOMIC OUTLOOK

contI PUBBlIcI - andamEnto PEr PaEsE

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1 1n R A S S E G N A 3 3 n E S T A T E 2 0 1 2 n

52,1%torIno

14,2%cUnEo

4,4%astI

4,1%VErcEllI

4,2%BIElla

9,7%alEssandrIa

8,2%noVara

3,1%VErBano c.o.

l’EconomIa dEl PIEmontEOsservando l’andamento del PIL del Piemonte in un arco temporale di lungo termine, dal 2000 emerge la sua minore velocità di espansione fino alla recessione del 2008-2009, che sembra aver colpito la Regione in maniera più marcata rispetto al Nord Ovest ed all’Italia e la ripresa del 2010-2011 non ha consentito alla regione piemontese di ridurre il gap. Nel primo trimestre 2012, l’indice del PIL piemontese si attestava al 99,1, un livello più basso (a prezzi costanti) del dato di inizio 2000. L’indice del PIL del nord-ovest risultava superiore ad esso per quasi due punti (100,8) e quello nazionale per circa due punti e mezzo. In termini di valore aggiunto, cioè l’incremento del valore risultante dell’attività economica, il Piemonte è la quinta regione economica-mente più rilevante in Italia, con un peso dell’8% .

Al suo interno, Torino assorbe oltre la metà dell’economia regionale, con un’incidenza del 52,1% sul valore aggiunto piemontese. Seguono in ordine di importanza Cuneo (14,2%), Alessandria (9,7%) e Novara (8,2%). Complessivamente, le prime quattro province rappresen-tano l’84,2% dell’aggregato reginale. Il valore aggiunto della regione Piemonte è prevalentemente alimentato dal terziario, che ne rappresenta circa il 72,2% . La composizione per comparti dell’economia piemontese evidenzia un peso inferiore dell’industria (20,8%), rispetto alla media del Nord Ovest (22,4%), ma superiore alla media nazionale (18,5%).

L’indice della produzione industriale destagionalizzata evidenzia come dal 3° trimestre 2011 sia iniziato un trend di cali congiunturali rispetto al periodo precedente, proseguito nei due trimestri successivi. A marzo 2012, tale indicatore si attestava su un valore pari ad 82, livello decisamente superiore al minimo toccato con la recessione del 2009 (72,5), ma con un gap ancora di 10,5 punti rispetto ai valori di inizio 2008. In termini di dinamica tendenziale, variazione rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente, la produzione manifatturiera regionale ha registrato nel 1° trimestre 2012 un significativo calo, pari a -3,6% che fa seguito ad una precedente flessione annua del -0,4% relativa al 4° trimestre 2011.

72,2%sErVIZI E commErcIo(Includono la pubblica

amministrazione e l’intermediazione

finanziaria)

20,8%IndUstrIaIn sEnsostrEtto

5,5%costrUZIonI

1,4%agrIcoltUra

comPosIZIonE dEl ValorE aggIUnto dEl PIEmontE. PEr comPartI EconomIcI(2009 PREZZI CORRENTI)

comPosIZIonE dEl ValorE aggIUnto dEl PIEmontE. PEr ProVIncE(2009 PREZZI CORRENTI)

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12 n

FONTE: UNIONCAMERE PIEMONTE

I 2010II 2010III 2010IV 2010

I 2011II 2011III 2011IV 2011

I 2012

ProdUZIonE IndUstrIalE dEl PIEmontE (VARIAZIONE % ANNUA A PREZZI COSTANTI*)

BIElla 7,9 24,7 21,1 18,1 12,7 1,2 5,9 -1,9 -6,8

astI 15,2 12,5 10,2 11,4 1,6 7,7 2,1 2,1 -0,1

noVara 14,2 18,2 6,9 5,9 7,2 2,4 0,8 -3,5 -5,8

alEssandrIa 6,1 3,2 4,2 5,2 4,1 3,8 2,5 0,9 -1,1

cUnEo 6,0 6,6 7,0 6,6 5,0 3,5 4,6 -1,9 -0,7

torIno 10,3 11,7 5,0 6,0 8,1 6,5 4,5 0,9 -3,9

totalE PIEmontE 9,3 11,6 6,8 6,8 6,8 4,8 3,1 -0,4 -3,6

VErcEllI 4,7 13,0 17,4 11,1 10,9 5,3 -2,0 0,3 -6,8

VErBano c.o. 1,6 19,1 15,1 12,5 2,7 4,5 -0,2 -3,5 -4,0

dEttaglIo PEr ProVIncIa

dEttaglIo PEr sEttorE mErcEologIco

mEZZI dI trasPorto 13,9 1,5 -6,6 -4,5 -2,1 0,3 -1,8 0,4 0,1

matErIalE ElEttrIco Ed ElEttronIca 31,7 22,6 8,6 4,4 3,8 3,2 3,3 -3,6 -5,6

mEccanIca 0,7 12,4 8,5 10,4 9,4 10,2 8,6 2,3 2,3

mEtallI 7,7 16,9 14,1 19,3 16,1 6,4 5,4 -2,0 -5,3

chImIca, IndUstrIa PEtrolIfEra E PlastIca 16,8 22,3 13,1 9,0 6,5 3,4 2,4 -2,8 -5,7

lEgno E moBIlE -3,0 5,5 0,8 2,9 0,4 -2,4 -4,9 -3,9 -7,9

tEssIlE, aBBIglIamEnto E calZatUrE 4,3 17,4 11,3 9,7 12,0 11,3 7,4 -1,0 -6,5

alImEntarI 4,8 3,0 13,7 1,7 2,5 1,9 1,3 0,5 -2,5

Settore maturo

Settore anticiclicolegato ai consumiprimari delle famiglie

Settore legato ai consumi nonprimari delle famiglie

Settore legato alle costruzioni

Settore ciclicoche producebeni intermedi

Settore ciclicoche producebeni intermedi

Settore di punta

Settore in partelegato ai consuminon primari delle famiglie

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1 3n R A S S E G N A 3 3 n E S T A T E 2 0 1 2 n

A livello provinciale, Asti (-0,1%,) e Cuneo (-0,7%) hanno beneficiato della migliore tenuta, molto probabilmente grazie alla natura anticiclica del settore alimentare che assume un peso apprezzabile per tali province. Torino (-3,9%) si è avvicinata alla media regionale (-3,6%), mentre le contrazioni più pronunciate sono quelle di Biella e Vercelli (-6,8%).Sul piano settoriale, spicca la meccanica che è riuscita a preservare una dinamica positiva anche nei primi tre mesi dell’anno (2,3%), seguita dai mezzi di trasporto, sostanzialmente stazionari (0,1%).Il settore alimentare ha contenuto il calo al -2,5%. Con la peggiore performance, sia nel 4° trimestre 2011 che nel 1° trimestre 2012 è risultato il settore del legno e mobili, con delle contrazioni pari rispettivamente al -3,9% ed al -7,9%, risentendo in particolare dellaprolungata fase recessiva del comparto delle costruzioni. Andamenti particolarmente critici hanno contrassegnato anche i settori della chimica (-5,7%) e dei metalli (-5,3%) che producono beni intermedi, destinati cioè ad altre imprese produttrici, e che pertanto scontano maggiormente la fase recessiva del ciclo economico. Variazioni annue pesantemente negative hanno penalizzato il tessile, abbigliamento e calzature (-6,5%) ed il materiale elettrico e l’elettronica (-5,6%), settori legati alla domanda delle famiglie, i cui consumi si stanno comprimendo a causa della diminuzione del reddito disponibile.

l’EXPort manIfattUrIEroUno dei principali sostegni alla produzione industriale piemontese è stato offerto dalle esportazioni, che hanno continuato a crescere a tassi annui significativi, ancorché in progressivo rallentamento. L’export piemontese complessivo ha beneficiato anche nel 1° trimestre 2012 di una buona crescita a prezzi correnti, pari al 5,4%. Le aree che hanno espresso le più vivaci dinamiche sono state quelle extra europee, con un incremento del 14,5%.

47,1%torIno

16,1%cUnEo

3,4%astI

4,6%VErcEllI

4,0%BIElla

12,5%alEssandrIa

10,8%noVara

1,5%VErBano c.o.

EsPortaZIonI manIfattUrIErE dEl PIEmontE. PEr ProVIncE(2011 PREZZI CORRENTI)

EXPort dEl manIfattUrIEro - PIEmontE (VAR.% A PREZZI CORRENTI)

FONTE: ISTAT Composiz. % 2011 I·2011 II·2011 III·2011 IV·2011 I·2012 2011 2010 I·2010 II·2010 III·2010 IV·2010 I·2011

Manifatturiero 100,0 11,8 16,6 13,0 11,2 7,1 5,4 di cui mezzi di trasporto 22,2 -0,9 3,0 2,5 -5,7 -3,3 0,0 di cui macchinari e meccanica 20,5 15,9 17,1 13,7 18,3 15,1 15,8 di cui alimentare 10,0 12,1 9,8 12,1 16,5 10,1 9,5 di cui tessile, abbigliamento e pelli 8,2 14,8 19,7 17,2 14,9 8,2 0,9 di cui gomma e lavorazione minerali non metalliferi 7,8 18,4 24,2 19,1 20,3 10,6 3,4 di cui chimica 6,6 11,7 22,2 12,4 8,2 4,6 -4,4 di cui metallurgia 5,8 27,3 42,6 19,8 27,7 21,5 12,3 di cui prodotti delle altre att. manifatt. (inclusi mobili) 4,2 33,3 66,3 59,8 10,7 4,2 -14,2 mobili 0,3 6,2 17,8 1,4 2,8 -1,3 -5,9 di cui elettrodomestici e elettrotecnica 3,8 8,5 16,2 7,6 10,6 0,9 9,6 di cui prodotti in metallo 3,7 16,0 14,8 22,9 21,6 6,0 13,1 di cui elettronica 2,9 27,7 29,7 18,6 38,2 26,1 6,6 di cui legno, carta e stampa 2,0 1,7 15,1 0,0 -1,0 -6,0 -13,4 di cui raffinerie di petrolio 1,3 26,2 19,5 14,3 20,6 53,8 40,8 di cui farmaceutica 1,1 -12,1 -10,2 -7,6 -11,2 -18,6 8,9

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14 n

Peraltro il peso delle esportazioni verso tali paesi non raggiunge il 25% (24,3%). Le esportazioni verso i mercati europei, che rappresentano il 75,7% dell’export piemontese, hanno invece sofferto di un progressivo rallentamento, segnando nei primi tre mesi del 2012 una crescita modesta, pari a solo il 2,8%, sintomatica della difficile congiuntura economica che sta colpendo l’Europa.Considerando invece il dettaglio settoriale, si rileva come i mezzi di trasporto, che vantano il maggior peso sull’export regionale (22,2%) abbiano registrato nel 1° trimestre 2012 una stazionarietà annua (0,0%), che fa seguito a due trimestri di contrazione (-3,3% nel 4° trimestre 2011 e -5,7% nel 3° trimestre 2011). Il maggior impulso è stato fornito dalla meccanica e macchinari (15,8% nel 1° trimestre 2012) che costituisce il secondo settore regionale per volumi esportati (peso 20,5%). Buona è risultata anche la crescita dell’alimentare (9,5%, nel 1° trimestre 2012).Considerando le esportazioni piemontesi all’interno dei diversi ambiti territoriali, l’86,5% delle esportazioni

manifatturiere della regione si concentra in quattro province: Torino che pesa per il 47,1% sull’export piemontese, Cuneo (16,1%), Alessandria (12,5%) e Novara (10,8%). La crescita dell’export manifatturiero di Torino e Novara è relativamente più stabile rispetto alle altre 6 province piemontesi. Da rilevare la marcata decelerazione delle esportazioni di Alessandria che, dopo essere aumentate a tassi intorno al 40% nel 2010 ed agli inizi del 2011, hanno azzerato la crescita nel 1° trimestre 2012. Le esportazioni torinesi, che hanno beneficiato nei primi tre mesi del 2012 di una tra le migliori performance (complessivamente, il 7,6%,), sono state trainate dal settore dei macchinari e meccanica (26,4%). A Cuneo l’alimentare, che costituisce il settore principale per l’export provinciale con un peso del 30,7%, ha garantito anche nel 1° trimestre 2012 un’apprezzabile espansione (11,0%). Ad Alessandria, la metallurgia - settore più rilevante con un peso 26,5% - ha offerto un’importante contributo alla crescita (22,6%), ma molti altri settori hanno accusato significative contrazioni annue.

EXPort dEl manIfattUrIEro - torIno (VAR.% A PREZZI CORRENTI)

FONTE: ISTAT Composiz. % 2011 I·2011 II·2011 III·2011 IV·2011 I·2012 2011 2010 I·2010 II·2010 III·2010 IV·2010 I·2011Manifatturiero 100,0 9,7 10,4 10,9 7,9 9,6 7,6 di cui mezzi di trasporto 37,6 -2,9 0,5 -1,0 -11,5 -0,2 -2,6 di cui macchinari e meccanica 23,3 23,3 16,1 19,5 26,5 30,3 26,4 di cui gomma e lavorazione minerali non metalliferi 7,1 23,4 27,0 18,0 31,5 18,1 4,3 di cui elettrodomestici e elettrotecnica 4,9 8,4 10,9 5,2 9,1 8,5 18,0 di cui prodotti in metallo 4,8 18,8 15,2 26,9 28,7 6,1 19,2 di cui elettronica 4,5 41,6 46,1 39,4 47,8 35,4 6,6 di cui chimica 3,5 7,2 14,1 7,7 4,5 2,7 -1,6 di cui alimentare 3,5 16,7 9,3 18,4 19,1 18,6 13,7 di cui metallurgia 2,7 9,4 7,9 1,6 25,2 5,6 3,6 di cui tessile, abbigliamento e pelli 2,4 13,4 19,3 15,8 13,6 5,7 -2,0 di cui altre attività manifatturiere (inclusi mobili) 2,1 26,8 38,8 96,0 -7,3 -9,6 -1,8 mobili 0,2 -0,3 11,8 9,1 -7,5 -11,2 -15,6 di cui legno, carta e stampa 1,8 -0,6 10,5 0,3 -4,0 -8,2 -14,6 di cui farmaceutica 1,3 -2,8 5,8 19,7 5,4 -27,2 20,4 di cui raffinerie di petrolio 0,6 29,5 22,2 17,0 42,5 36,7 33,2

EXPort dEl manIfattUrIEro - cUnEo (VAR.% A PREZZI CORRENTI)

FONTE: ISTAT Composiz. % 2011 I·2011 II·2011 III·2011 IV·2011 I·2012 2011 2010 I·2010 II·2010 III·2010 IV·2010 I·2011Manifatturiero 100,0 9,5 16,0 14,1 15,6 -3,7 2,9 di cui alimentare 30,7 9,8 7,5 9,0 17,1 5,9 11,0 di cui mezzi di trasporto 19,6 3,8 6,9 17,2 25,8 -21,7 8,5 di cui macchinari e meccanica 13,5 17,7 27,0 34,3 19,6 -2,7 13,6 di cui gomma e lavorazione minerali non metalliferi 11,7 12,7 21,5 15,3 10,0 4,9 0,9 di cui legno, carta e stampa 5,2 10,8 25,6 6,4 10,8 2,5 -9,0 di cui tessile, abbigliamento e pelli 5,1 -1,8 6,3 -3,8 1,2 -11,2 -13,7 di cui chimica 3,6 7,1 20,8 1,4 5,9 2,5 3,1 di cui elettrodomestici e elettrotecnica 3,0 21,2 28,2 29,1 40,2 -3,2 -8,9 di cui metallurgia 2,7 10,6 39,9 8,9 1,1 -3,0 -5,2 di cui prodotti in metallo 2,3 9,5 18,0 27,9 5,5 -9,4 -16,3 di cui altre attività manifatturiere (inclusi mobili) 1,9 7,7 69,0 -4,5 -26,7 -13,5 -47,5 mobili 0,4 0,1 12,7 -10,3 -3,0 3,8 -8,4 di cui elettronica 0,4 30,7 52,5 35,1 25,3 18,1 19,7 di cui raffinerie di petrolio 0,1 317,4 150,8 287,3 387,9 333,7 277,9 di cui farmaceutica 0,0 -71,8 -1,8 -87,7 -66,4 -91,2 55,6

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1 5n R A S S E G N A 3 3 n E S T A T E 2 0 1 2 n

EXPort dEl manIfattUrIEro - astI (VAR.% A PREZZI CORRENTI)

FONTE: ISTAT Composiz. % 2011 I·2011 II·2011 III·2011 IV·2011 I·2012 2011 2010 I·2010 II·2010 III·2010 IV·2010 I·2011Manifatturiero 100,0 10,0 13,0 5,9 18,2 4,7 5,1 di cui alimentare 25,4 12,7 5,2 7,7 17,9 17,9 4,7 di cui macchinari e meccanica 24,3 16,0 23,6 12,7 20,3 9,4 21,0 di cui mezzi di trasporto 14,4 17,7 33,7 31,6 22,6 -11,3 0,6 di cui metallurgia 9,3 4,3 19,5 2,4 8,2 -12,9 -11,4 di cui prodotti in metallo 5,8 29,1 40,4 39,5 31,2 8,4 -14,0 di cui elettrodomestici e elettrotecnica 5,2 12,1 19,0 -7,2 37,4 7,6 -15,4 di cui gomma e lavorazione minerali non metalliferi 4,9 1,4 -2,8 -0,9 6,4 3,8 18,3 di cui chimica 4,2 18,9 37,6 45,9 7,7 -11,5 -13,4 di cui elettronica 2,2 -48,6 -66,8 -69,8 29,5 27,0 36,1 di cui tessile, abbigliamento e pelli 2,1 11,1 10,4 23,9 22,2 -12,4 45,1 di cui legno, carta e stampa 1,4 -11,3 -15,9 -13,3 -3,9 -11,3 -12,7 di cui altre attività manifatturiere (inclusi mobili) 0,7 -21,2 -2,6 -26,4 -15,7 -31,8 6,0 mobili 0,1 80,2 0,9 233,5 144,1 96,8 -16,2 di cui raffinerie di petrolio 0,1 -2,0 -8,1 19,3 -2,5 -31,3 16,5 di cui farmaceutica 0,1 -50,4 -10,3 -33,0 -54,4 -80,5 -56,1

EXPort dEl manIfattUrIEro - noVara (VAR.% A PREZZI CORRENTI)

FONTE: ISTAT Composiz. % 2011 I·2011 II·2011 III·2011 IV·2011 I·2012 2011 2010 I·2010 II·2010 III·2010 IV·2010 I·2011Manifatturiero 100,0 11,5 18,1 11,6 6,9 9,8 5,6 di cui macchinari e meccanica 30,1 4,3 9,8 6,3 1,1 0,7 3,7 di cui chimica 15,7 23,9 48,9 28,6 11,4 10,5 -13,9 di cui tessile, abbigliamento e pelli 12,3 15,9 16,0 18,1 20,6 9,0 2,7 di cui raffinerie di petrolio 8,7 22,6 12,7 9,8 9,8 68,6 42,0 di cui alimentare 7,7 15,1 21,5 17,6 11,6 11,3 10,2 di cui gomma e lavorazione minerali non metalliferi 7,7 19,1 28,4 32,9 14,7 -0,6 0,9 di cui mezzi di trasporto 4,3 43,4 58,1 35,5 37,2 46,9 57,8 di cui prodotti in metallo 3,0 8,2 18,9 2,6 2,9 9,7 17,9 di cui farmaceutica 2,8 -31,5 -41,4 -41,2 -32,2 0,5 1,3 di cui altre attività manifatturiere (inclusi mobili) 2,4 6,4 8,9 22,9 4,4 -18,3 -9,8 mobili 0,8 23,7 31,8 2,7 51,7 19,2 -4,8 di cui metallurgia 1,5 15,1 39,3 8,7 7,4 7,3 11,2 di cui elettronica 1,5 27,0 45,0 19,9 8,5 42,5 -1,6 di cui legno, carta e stampa 1,2 -27,1 4,6 -30,6 -43,6 -33,1 -39,1 di cui elettrodomestici e elettrotecnica 1,0 7,8 32,7 0,0 -4,3 7,2 54,6

EXPort dEl manIfattUrIEro - alEssandrIa (VAR.% A PREZZI CORRENTI)

FONTE: ISTAT Composiz. % 2011 I·2011 II·2011 III·2011 IV·2011 I·2012 2011 2010 I·2010 II·2010 III·2010 IV·2010 I·2011Manifatturiero 100,0 25,4 44,9 23,9 20,9 15,4 1,8 di cui metallurgia 26,5 47,4 73,9 40,9 40,4 40,4 22,6 di cui altre attività manifatturiere (inclusi mobili) 19,3 50,2 108,5 69,3 30,3 14,9 -14,3 mobili 0,1 14,5 -44,0 17,7 92,8 9,8 65,7 di cui macchinari e meccanica 12,8 7,9 27,4 -9,9 8,7 11,1 -6,6 di cui chimica 12,7 5,4 11,6 2,9 4,8 2,4 -5,1 di cui alimentare 8,3 18,3 13,6 19,6 22,3 17,7 0,1 di cui gomma e lavorazione minerali non metalliferi 7,9 19,1 24,9 23,7 19,1 9,8 6,3 di cui elettrodomestici e elettrotecnica 5,0 -0,9 25,1 8,8 -7,1 -26,2 -4,2 di cui elettronica 1,6 47,9 85,8 1,0 72,9 56,6 15,4 di cui prodotti in metallo 1,5 11,8 -15,3 13,3 37,8 13,0 54,7 di cui mezzi di trasporto 1,4 1,3 46,1 -6,6 -18,8 0,0 -2,1 di cui tessile, abbigliamento e pelli 1,4 10,8 36,5 0,7 6,9 -8,0 -28,2 di cui legno, carta e stampa 0,7 23,6 45,4 23,4 35,5 -3,0 -11,7 di cui farmaceutica 0,4 -0,1 -0,4 -4,2 8,2 -3,4 -60,9 di cui raffinerie di petrolio 0,4 91,0 1255,8 186,9 863,6 -41,8 40,6

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16 n

EXPort dEl manIfattUrIEro - VErcEllI (VAR.% A PREZZI CORRENTI)

FONTE: ISTAT Composiz. % 2011 I·2011 II·2011 III·2011 IV·2011 I·2012 2011 2010 I·2010 II·2010 III·2010 IV·2010 I·2011Manifatturiero 100,0 8,8 11,5 12,0 9,9 2,3 3,5 di cui tessile, abbigliamento e pelli 29,5 27,8 26,3 26,1 26,6 31,7 19,0 di cui macchinari e meccanica 23,0 3,1 11,8 8,8 9,6 -15,1 -11,2 di cui alimentare 11,3 1,5 7,0 3,4 -1,2 -3,0 -2,0 di cui chimica 9,8 12,2 3,5 13,5 22,7 10,1 24,3 di cui elettronica 5,7 -10,6 -10,0 -3,1 1,1 -25,4 1,0 di cui gomma e lavorazione minerali non metalliferi 4,3 4,0 9,2 11,9 -3,6 -1,8 4,2 di cui altre attività manifatturiere (inclusi mobili) 3,7 0,0 4,5 0,7 -19,6 15,6 12,7 mobili 0,1 -21,1 -31,8 -53,6 16,4 7,3 -17,2 di cui mezzi di trasporto 3,0 -4,8 6,7 -1,8 -1,5 -21,3 -13,6 di cui farmaceutica 2,8 16,7 57,5 60,5 -17,8 -3,8 1,7 di cui prodotti in metallo 2,6 3,1 4,3 9,5 7,9 -9,6 3,5 di cui metallurgia 2,0 -6,4 8,5 -11,8 -8,7 -11,3 -21,5 di cui elettrodomestici e elettrotecnica 1,4 1,2 9,2 -11,7 -10,8 18,0 -1,7 di cui legno, carta e stampa 0,9 2,6 -8,1 4,9 14,5 1,0 -4,9 di cui raffinerie di petrolio 0,0 -61,2 105,4 -86,1 -96,9 -8,0 -76,7

EXPort dEl manIfattUrIEro - VErBano - cUsIo - ossola (VAR.% A PREZZI CORRENTI)

FONTE: ISTAT Composiz. % 2011 I·2011 II·2011 III·2011 IV·2011 I·2012 2011 2010 I·2010 II·2010 III·2010 IV·2010 I·2011Manifatturiero 100,0 12,3 19,7 7,4 14,4 9,0 10,8 di cui gomma e lavorazione minerali non metalliferi 20,9 21,0 26,1 19,6 19,7 19,9 -1,9 di cui chimica 19,6 15,2 24,6 14,0 12,6 9,6 0,1 di cui macchinari e meccanica 16,1 2,5 10,4 8,6 5,3 -11,5 20,3 di cui metallurgia 15,1 7,7 26,4 -16,3 34,8 -0,6 12,3 di cui prodotti in metallo 15,1 13,9 13,9 13,2 3,2 23,1 3,0 di cui alimentare 5,6 25,9 101,9 4,4 15,2 17,5 74,2 di cui elettrodomestici e elettrotecnica 1,8 65,9 -26,0 118,9 200,6 13,6 13,0 di cui tessile, abbigliamento e pelli 1,6 34,3 -12,3 81,4 35,0 33,3 34,7 di cui altre attività manifatturiere (inclusi mobili) 1,5 -2,3 21,2 -16,4 -11,2 7,9 1,1 mobili 0,5 4,1 10,1 -7,2 7,4 10,8 45,4 di cui legno, carta e stampa 1,4 -24,2 -28,5 -29,2 -29,1 -6,1 23,9 di cui mezzi di trasporto 0,9 -9,1 -5,9 -21,7 -24,1 31,7 7,4 di cui elettronica 0,4 -38,3 -37,6 -53,6 -48,5 -6,3 10,2 di cui farmaceutica 0,2 -20,0 -48,7 87,2 -16,9 -16,7 -8,1 di cui raffinerie di petrolio 0,0 - - - - - -

EXPort dEl manIfattUrIEro - BIElla (VAR.% A PREZZI CORRENTI)

FONTE: ISTAT Composiz. % 2011 I·2011 II·2011 III·2011 IV·2011 I·2012 2011 2010 I·2010 II·2010 III·2010 IV·2010 I·2011Manifatturiero 100,0 13,9 24,1 15,5 12,0 5,5 0,3 di cui tessile, abbigliamento e pelli 80,4 15,1 23,3 20,0 12,1 6,2 0,7 di cui macchinari e meccanica 8,9 4,6 27,6 -21,7 25,7 9,6 14,0 di cui chimica 5,7 12,7 24,4 19,2 18,2 -8,8 -12,7 di cui gomma e lavorazione minerali non metalliferi 1,5 14,8 31,5 36,1 8,8 -10,8 -0,8 di cui altre attività manifatturiere (inclusi mobili) 1,1 30,9 35,9 45,1 10,5 35,0 -2,4 mobili 0,3 -12,4 -21,5 5,7 -22,4 -7,6 33,8 di cui elettronica 0,5 -16,3 4,3 133,2 -66,4 -82,5 -75,9 di cui alimentare 0,4 36,3 -2,6 75,7 28,0 44,1 42,2 di cui mezzi di trasporto 0,4 200,5 301,1 242,4 209,4 95,2 -41,7 di cui metallurgia 0,3 -43,3 11,2 -50,5 -81,8 45,1 -21,3 di cui prodotti in metallo 0,3 9,5 7,2 -13,8 10,9 33,2 -32,0 di cui elettrodomestici e elettrotecnica 0,3 47,8 80,3 9,4 33,3 63,9 26,9 di cui legno, carta e stampa 0,1 -7,2 -5,3 -5,8 -35,8 27,3 8,3 di cui farmaceutica 0,1 111,2 -2,2 127,7 102,5 244,9 184,2 di cui raffinerie di petrolio 0,0 -53,6 58,5 30,7 -89,5 -91,8 -38,1

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1 7n R A S S E G N A 3 3 n E S T A T E 2 0 1 2 n

1.950

1.900

1.850

1.800

1.750

occUPaZIonE totalE (DATI GREZZI IN MIGLIAIA)

0I/04 - IV/04 0I/06 - IV/06 0I/09 - IV/090I/05 - IV/05 0I/08 - IV/080I/07 - IV/07 0I/10 - IV/10 0I/11 - IV/11 0I/12

TASSO DI DISOCCUPAZIONE = Persone in cerca di occupazione corrispondente forza lavoro

TASSO DI ATTIVITÀ (SC. DI DESTRA) = Forza lavoro (15-64 anni) corrispondente popolazione di riferimento

0I/04 - IV/04 0I/06 - IV/06 0I/09 - IV/090I/05 - IV/05 0I/08 - IV/080I/07 - IV/07 0I/10 - IV/10 0I/11 - IV/11 0I/12

72

71

70

69

68

67

66

65

10

9

8

7

6

5

4

3

tasso dI dIsoccUPaZIonE E tasso dI attIVItÀ (DATI GREZZI IN %)

0I/04 - IV/04 0I/06 - IV/06 0I/09 - IV/090I/05 - IV/05 0I/08 - IV/080I/07 - IV/07 0I/10 - IV/10 0I/11 - IV/11 0I/12

700

680

660

640

620

600

580

1.250

1.200

1.150

1.100

1.050

1.000

SERVIZI INDUSTRIA (SC. DI DESTRA)

occUPaZIonE PEr comPartI (DATI GREZZI IN MIGLIAIA)

2 - 4 - 6 - 8 - 10 - 12 2008 2 - 4 - 6 - 8 - 10 - 12 20102 - 4 - 6 - 8 - 10 - 12 2009 2 - 4 - 6 - 8 - 10 - 12 2011 2-4-201212-07

14.000

12.000

10.000

8.000

6.000

4.000

2.000

0

cassa IntEgraZIonE (MIGLIAIA DI ORE AUTORIZZATE - MEDIE MOBILI A TRE TERMINI)

ORDINARIA

STRAORDINARIA

IN DEROGA

La Cassa integrazione ordinaria si riferisce alla sospensione della produzione per difficoltà temporanea dell’impresa. Quella straordinaria è relativa a sospensioni della produzione per situazioni di crisi aziendale, procedure concorsuali, ristrutturazione etc. La CIG in deroga, infine, è un intervento di integrazione salariale a sostegno di imprese o lavoratori non destinatari della normativa sulla cassa integrazione guadagni.

Il mErcato dEl laVoroNel corso degli ultimi mesi del 2011 e del 1° trimestre 2012, il tasso di disoccupazione ha subito dei progressivi incrementi,raggiungendo a marzo 2012 il massimo storico dell’8,9%. Il tasso di attività, cioè il rapporto tra la forza lavoro (15-64 anni) e la corrispondente popolazione di riferimento, il cui dato più recente si riferisce al 4° trimestre 2011, ha anch’esso toccato un massimo storico, attestandosi sul 71%. Un fenomeno che indica come l’aumento della disoccupa-zione sia dovuto, non solo alla perdita di posti di lavoro, ma anche ad una più consistente entrata nel mercato del lavoro di persone in cerca di occupazione. Il numero degli occupati totali della regione Piemonte è risultato in calo

nei primi tre mesi dell’anno rispetto al 4° trimestre 2011 e la flessione è principalmente dovuta all’industria che, dopo alcuni recuperi realizzati tra il 2010 e il 2011, ha accusato nel 1° trimestre 2012 dei nuovi significativi cedimenti. Segnali più positivi continuano invece a provenire dalle ore mensili di cassa integrazione straordinaria, legate a situazioni di crisi di impresa, che nel corso dei primi quattro mesi del ‘12 hanno conservato un trend discendente. Le ore di cassa integrazione ordinaria, in crescita pressoché costante dall’autunno 2011, aggiungono però un ulteriore elemento di criticità ad un quadro congiunturale indubbiamente problematico. n

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18 n

QUALITà NELLA QUANTITà

Nella “farmland” del Nord Ovestpotenzialità inespresse e campanelli d’allarmeimpongono un nuovo rilancio per il comparto

Crisi globale e sfide dei mercati mettono sotto pressione anche l’economia agricola subalpina, che al Nord Ovest ha nella provincia di Cuneo una terra ad altissima vocazione e forte produzione agroalimentare. Anche questa roccaforte è però sotto assedio: potenzialità inespresse e segnali d’allarme rendono più che mai urgenti operazioni di rafforzamento, aggregazione e crescita. I numeri vedono il primato cuneese in molti comparti agricoli, con produzioni d’eccellenza e in grandi volumi per ortofrutta e vino, zootecnia, latte e formaggi, cereali. Una terra che concilia qualità e quantità, dalla materia prima ai trasformati, e anche una varietà notevole (senza monocolture ma con un equilibrio che può assorbire meglio i contraccolpi), apprezzata dai nuovi consumatori che incontra, anche all’estero. Una galassia che ruota intorno a una stella fissa: la consapevolezza che l’agroalimentare può essere un tesoro per il Piemonte, se impara a seguire strade di valorizzazione e internazionalizzazione. La produzione del comparto primario vale 3,2-3,3 miliardi di euro nel Pil piemontese e supera l’8% della “produzione lorda vendibile” agricola nazionale; su 70.000 aziende agricole subalpine, oltre 25.000 operano in provincia di Cuneo, dove le imprese del settore superano il 30% del totale (su scala regionale e nazionale il dato è appena sopra il 13%). Numeri che fanno del cuneese la “farmland” del Nord Ovest, dove varietà e abbondanza sono substrato a un agroalimentare vivace e competitivo, capace di giocare la partita dell’eccellenza ai più alti livelli.

DI FABRIZIO BRIGNONE

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1 9n R A S S E G N A 3 3 n E S T A T E 2 0 1 2 n

carnE E lattIEro-casEarIo, PIù fIlIEraI volumi più significativi sono per bovini e suini (rispettivamente 900.000 e 1.250.000 capi, di cui metà e due terzi in Granda), con un’eccellenza su tutte: la Piemontese, la più numerosa tra le razze da carne autoctone italiane. Problema atavico, per la zootecnia subalpina, è la produzione senza trasformazione, con un valore aggiunto inferiore alla media nazionale. Plateale nell’ambito suinicolo: le “cosce” prendono le strade di Parma e San Daniele (in balia dei trend di questi mercati), mentre sul territorio rimangono i costi ambientali (Direttiva Nitrati). Oggi si tenta un allungamento della filiera con passaggi ulteriori, ad esempio col nuovo laboratorio Compral al Miac, segnale concreto della volontà del mondo allevatoriale di essere protagonista del mercato. Così l’accordo di filiera, unico in Italia, per fornire latte fresco al “polverizzatore” Inalpi di Moretta, a prezzi indicizzati su un “paniere” di prodotti: metodo che ha messo fine alle battaglie sul prezzo del latte e ha sostenuto le quotazioni (ora però in calo).

Dal latte i formaggi, tra cui spiccano quelli Dop, con una buona tenuta - anche nei prezzi al dettaglio - nel 2011: Castelmagno (oltre 200 tonnellate), Raschera (800), Toma Piemontese (1.000), Bra (726) e Murazzano (13), oltre alla Robiola di Roccaverano e senza dimenticare che “fette” di Piemonte sono in disciplinari di altre Dop e vi contribuiscono (come i due terzi del Gorgonzola). Anche qui, come per le carni, “far capire la qualità” è un imperativo, in tempi di crisi dei consumi e attenzione prevalente al prezzo: “Lo scenario è complesso e difficile, si impone la collaborazione”, sostiene Oscar Giordano, presidente del consorzio di tutela del Bra e direttore del Caseificio cooperativo Valle Josina. “Nei mesi scorsi -

riprende Giordano - è stato realizzato un ottimo lavoro promozionale, unendo in più eventi diversi attori, con una gestione congiunta per evitare dispersione di forze. Il nostro consorzio ha operato come unico interlocutore per tutti i formaggi Dop e con altri settori, in modo trasversale, per promuoverci a vicenda e moltiplicare i risultati, collaborando col territorio e con realtà d’eccellenza, come l’Enoteca Regionale del Barolo”.

VIno, amBascIatorE d’EccEZIonEPassando al fronte del vino, il Piemonte rappresenta il 6-7% della produzione nazionale, ma in valore pesa per il 18%. Il 2011, pur col mercato interno in difficoltà, ha dimostrato le enormi potenzialità di crescita all’estero, con la “Moscatomania” e con incrementi a doppia cifra per i grandi rossi. La ricetta del successo, anche in questo caso, è lavorare insieme e sulla qualità.

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20 n

“Sono stati compiuti tanti passi in questa direzione - spiega Enzo Brezza, presidente dell’Unione produttori vini albesi, Albeisa -, tra Langhe e Roero. Siamo piccoli produttori, aziende familiari, e tutti stiamo lavorando nel segno della qualità: sul prezzo non potremmo competere, mentre sulla qualità abbiamo molto da dire. Dopo 2008 e 2009 critici, dal 2010 siamo in crescita, ma per superare le difficoltà le scommesse sono due: dinamicità, apertura ai mercati esteri, andare a cercare il cliente, e poi avvicinarci sempre di più a un pubblico nuovo, giovane, anche per vini come Barolo e Barbaresco. Abbiamo un’identità forte, legata a prodotti unici e al nostro territorio, non da pubblico di massa, e dobbiamo rivolgerci all’estero facendo conoscere le nostre potenzialità turistiche. Senza disperdere energie ma con iniziative d’impatto, forti, per arrivare al consumatore”.Altra carta vincente è il legame col territorio, purché questo non si limiti a un refrain più o meno abusato ma si trasformi in un mix esperienziale ed emozio-nale di luoghi e prodotti da “vendere” a un pubblico sempre più ampio, internazionale. E un atout fortissimo è nella candidatura Unesco dei paesaggi vitivinicoli del Piemonte meridionale, su cui l’aspettativa è forte.

frUtta, stagIonE al VIa con tImorIMentre l’area collinare brinda e sorride, sulla fascia pedemontana si addensano nuvole. Nell’ortofrutta,la frutta fresca registra volumi enormi (in Piemonte, negli ultimi anni, pesche e nettarine per 1,4 milioni di quintali, mele 1,1 e kiwi 1,2) e livelli d’eccellenza (dalle pratiche colturali ai residui di agrofarmaci, che ottengono le più rigorose certificazioni estere), conta su imprenditori capaci e lungimiranti. Ora, però, prevale il segno meno: la campagna ortofrutticola 2012 parte in sordina, zavorrata dal calo dei consumi, e c’è apprensione per la frutta estiva, reduce da un triennio difficile nelle quotazioni (da 30 a 50% sotto i costi di produzione nel 2011) e da mesi in cui il freddo ha fatto sentire i suoi effetti sui frutteti. Il peggio, per la Granda, sarà però in autunno: a inizio giugno le previsioni sono dal 5 al 10% sulla produzione di kiwi, un sostanziale azzeramento, per le gelate primaverili che hanno acuito i danni della batteriosi (un accordo tra Banca Regionale Europea e CreditAgri Italia mette a disposizione 20 milioni di euro per interventi a sostegno dei frutteti). In Piemonte negli ultimi due anni sono già stati estirpati 700 ettari di actinidieti (15% del totale in produzione, per il 90% nel cuneese) che sono stati riconvertiti ad altre coltivazioni, soprattutto mele (per l’Igp Mela Rossa Cuneo è attesa a fine anno l’iscrizione nel registro europeo, accanto a Fagiolo Cuneo, Castagna Cuneo, Nocciola Piemonte). Ora gli imprenditori del kiwi affrontano una situazione che rischia di avere conseguenze pesantissime sull’economia agricola e su un vasto indotto.

ALL’ESTERO (32% dell’export agroalimentare piemontese, 16% di quello vitivinicolo nazionale)

DEL TOTALE DENOMINAZIONI DI ORIGINE (16 docg - 30% italia, e 42 doc - 14% italia).

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2 1n R A S S E G N A 3 3 n E S T A T E 2 0 1 2 n

qUalI rIsPostE, qUalE ProgEttUalItÀ? “Non è facile tentare una programmazione che contrasti queste criticità - risponde Domenico Paschetta, presidente Confcooperative Cuneo - ma la nostra peculiarità è nell’operare su più prodotti, diversificare (anche ortaggi e piccoli frutti), quasi a prendere tempo, perché al momento è difficile fare ipotesi”. Diversificare ma anche aggregare, partendo dalle economie di scala possibili con tre “op” frutticole (organizzazioni di produttori: Asprofrut Piemonte, Lagnasco Group, Ortofruit Italia): “L’aggregazione è difficile - aggiunge Paschetta - ma dovrà diventare una priorità per tutti i settori, perché è necessario rafforzarsi e operare in ottica intersettoriale. Il nostro sistema ha la prerogativa di fare filiera e deve offrire una visione strategica più ampia, per un progetto di sistema e di lungo periodo. La cooperazione, quella vera, dà la possibilità di ‘tenere’ in questa fase e di costruire per i prossimi anni, in modo da essere strutturati per ripartire”.

aggrEgaZIonE E PromoZIonENegli scenari complessi della crisi, due strade possono portare verso il domani, col tratto comune del fare massa critica: nel locale gli accordi di filiera, per avvicinare sempre più produttori e trasformatori, agricoltura e industria; verso l’esterno l’aggregazione, per affrontare insieme i mercati organizzandosi per gestire meglio e differenziare. Unire le forze per dare risposte e ottimizzare le produzioni, per affrontare il potere contrattuale della gdo, per rivolgersi al mercato in modo più forte e completo, attraverso strutture snelle con taglio fortemente operativo e con quel mix di professionalità, competenza e passione nel comunicare l’unicità dei prodotti e nell’evocarne il background territoriale. Agroalimentare vario ma unito e inter-settorialità intelligente, senza compromessi sulla qualità; e anche con la consapevolezza di dover fare da soli, senza più supporti istituzionali nazionali e con diverse regole internazionali (la nuova Pac), ma attivando progetti forti e capaci di sostenersi. Obiettivi non semplici, né panacea, ma modi per continuare a fare economia. n

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INVESTIREPRODURRECRESCERE

DI DEBORA FERRERO

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2 3n R A S S E G N A 3 3 n E S T A T E 2 0 1 2 n

Lo slogan è: “Nel Biellese si può... investire, produrre, crescere”. E i tre verbi non sono stati scelti a caso, delineando subito le possibilità di sviluppo per le imprese, sia piemontesi sia provenienti da fuori regione, nella provincia di Biella grazie a una serie di incentivi e agevolazioni finanziarie varate dalla Regione Piemonte e uniche in Italia. A promuovere l’insediamento nella provincia biellese è il progetto “Biella, Produces”, un’iniziativa di marketing territoriale e di accompagnamento delle aziende investitrici portato avanti dalla Camera di Commercio di Biella e dall’Unione Industriale Biellese in rappresentanza di tutto il distretto. In cosa consistono le agevolazioni? Si tratta di contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati che vanno a coprire, a seconda della dimensione della azienda, buona parte dell’investimento. Proprio l’ampiezza, in termini di posti di lavoro creati e di fatturato aziendale, è la discriminante per determinare il fondo perduto, che può variare da un minimo

di 300.000 euro a un massimo di 7,5 milioni di euro. I contributi, inoltre, vengono potenziati nel caso in cui si decida di localizzarsi in alcune aree del Biellese, presenti in 25 comuni, per le quali è stato riconosciuto lo status di “area a declino industriale” dall’Unione Europea e che quindi possono usufruire di ulteriori aiuti. L’ultima novità, in termini di agevo-lazioni, è l’apertura del bando per la reindustrializzazione, che concede un nutrito pacchetto di aiuti per rilevare aziende a rischio di chiusura o quelle appena chiuse. In questo caso il fondo perduto può arrivare fino al 30% dell’investimento e, ancora una volta,

la provincia di Biella sembra avere le carte in regola per facilitare operazioni di questo tipo. Le aziende a rischio di chiusura e che presentano le caratteristiche previste dal bando sono numerose a causa della crisi economica, motivo per cui il bacino in cui pescare un’attività manifatturiera da rivitalizzare e rilanciare oppure da rilevare e trasformare è piuttosto ampio.

Ma questi non sono gli unici benefici derivanti dalla collocazione di una nuova attività in provincia di Biella. In primo luogo perché, grazie proprio al progetto ”Biella, Produces”, l’azienda che scelga di insediarsi in questa zona può usufruire dell’assistenza gratuita fornita dalla Camera di Commercio di Biella e dall’Unione Industriale Biellese in tutte le fasi del progetto. “Il gruppo di lavoro che è stato costituito - spiega Giancarlo Lacchia, responsabile dell’attrazione investimenti dell’Uib - opera in sinergia con Finpiemonte, il braccio operativo della Regione Piemonte per l’erogazione delle agevolazioni ed è in grado di seguire l’imprenditore

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Sulla base del contratto d’insediamento, la principale forma di incentivo regionale, sono quattro le aziende che si sono già localizzate nel Biellese, in alcuni casi andando a variare il panorama industriale locale. Si tratta di Filidea, un centro di ricerca e sviluppo per il tessile tecnico; Manuex, multinazionale che realizza componenti in metallo per mobili e che a Biella produce cassetti per Ikea; Tessiltaglio, che produce tessuti tecnici per la salute e il wellness; e infine V-Energy, che progetta, realizza e vende pannelli fotovoltaici di dimensione standard e personalizzati. In tutto si tratta di 52 milioni di euro di investimenti, di cui 5,8 versati dalla Regione Piemonte a fondo perduto. I nuovi posti di lavoro creati, compreso l’indotto, sono circa mille e il patrimonio immobiliare dismesso che è stato riutilizzato ammontaal 5% del totale disponibile.

Obiettivo del bando è favorire il mantenimento, il miglioramento e/o il recupero dei livelli occupazionali, attraverso progetti di investimento iniziale finalizzati all’acquisizione di aziende (o rami d’azienda) in crisi e/o di impianti, stabilimenti e centri di ricerca chiusi o a rischio di chiusura. La dotazione del bando è di quasi 11 milioni di euro e l’importo minimo dei progetti è di 1,5 milioni di euro che consentono di mantenere, al termine del primo anno solare successivo a quello di conclusione dell’investimento, almeno il 40% del livello occupazionale presente nell’azienda in crisi. L’impresa che presenta domanda per gli investimenti può contestualmente richiedere anche la concessione di contributi per l’occupazione e la realizzazione di un piano di formazione e in questo caso la quota di fondo perduto può arrivare fino all’80%. Sul sito www.biellaproduces.it è disponibile la scheda informativa del bando.

Il Bando rEgIonalE PEr la rEIndUstrIalIZZaZIonE

tEssIlE, EnErgIa E mEccanIca: Ecco lE aZIEndE gIÀ InsEdIatE

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2 5n R A S S E G N A 3 3 n E S T A T E 2 0 1 2 n

nella fase di stesura del progetto e del business plan, di individuare l’immobile più adatto per le sue esigenze, di facilitare i contatti con gli istituti di credito, di aiutarlo nella trafila burocratica, di metterlo in contatto con eventuali fornitori e clienti sul territorio. La Provincia di Biella mette inoltre sul tavolo contratti di assunzione agevolati dalla mobilità e corsi di formazione gratuiti”. “Gli altri vantaggi della localizzazione nel Biellese - aggiunge Gianpiero Masera, segretario generale della Camera di Commercio di Biella -derivano dalla sua posizione privilegiata per la logistica, essendo a metà strada tra Torino e Milano; da un parco immobiliare molto esteso a prezzi tra i più bassi in Italia; dalla presenza di una manodopera molto competente, seria ed affidabile, disponibile alla massima flessibilità di orario grazie anche a rapporti sindacali improntati storicamente alla massima collaborazione; da un tasso di criminalità ai minimi termini; da una qualità della vita molto elevata, dovuta anche a un distretto industriale dove imprese e ambiente si sono sviluppati nel tempo in grande equilibrio”. n

Info: www.biellaproduces.it

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lE aPI E l’amBIEntEIl legame tra le api e l’ambiente è molto stretto. Questi piccoli esseri espletano la loro grande e fondamentale utilità come insetti impollinatori, ed è facile intuire come siano necessari per la conservazione della biodiversità. Nel contesto ambientale quindi, la produzione del miele è sicuramente di secondaria importanza. Analoga circostanza è per i fiori, che secernono il nettare non per essere utili alle api bensì per attirarle per l’impollinazione. La biologia dei due esseri trova così compensazione. Si è quindi all’inizio di una complessa catena di eventi che concorre alla definizione dell’equilibrio dell’ambiente spontaneo. Si può affermare che se per ipotesi, dovessero scomparire le api, il nostro pianeta andrebbe sicuramente incontro a profondi mutamenti.

Il miele è parte importante dell’organizzazione e biologia delle api, esse lo producono con grandi quantità di nettare e quindi lo immagazzinano. Il miele stoccato consente alla loro comunità di alimentarsi nella stagione più difficile, differentemente da quanto avviene per altre specie di Imenotteri sociali come ad esempio i bombi e le vespe che svernano come individui isolati. Le api sono invece tra i pochi insetti che costruiscono una famiglia per poi curarla e mantenerla durante l’inverno. Nell’ambiente spontaneo, non è frequente l’estesa e abbondantemonofioritura. Essa è infatti di maggior interesse per l’agricoltore che non per le api, per le quali l’eterogeneità delle fioriture è più che sufficiente per la loro attività. Queste piccole operaie, perfettamente integrate nella natura, hanno un grande spettro d’azione per quanto concerne la bottinatura. Il microclima, poi, può definire condizioni di maggiore o minore favore: vi sono per loro zone climaticamente più adatte e altre meno. L’alta montagna, ad esempio, non è la più indicata, a seguito dei grandi freddi e della difficoltà di trascorrere il

SI RINGRAZIA PER LA CONSULENZA TECNICA, SCIENTIFICA E PER IL MATERIALE FOTOGRAFICO, L’ASSOCIAZIONE REGIONALE ASPROMIELE E IN PARTICOLARE IL PRESIDENTE MASSIMO CARPINTERI.

LE API E IL MIELE DI EDOARDO MONTICELLIAGRONOMO

Il miele, un’eccellenza tra gli alimenti naturali e le api, piccole operaie perfettamente integrate nella natura e importanti per l’equilibrio ambientale; tra l’uno e le altre, il paziente lavoro dell’uomo. Un’attività, quella dell’apicoltore, presente in tutto il Piemonte e in particolare nella provincia di Cuneo.

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2 7n R A S S E G N A 3 3 n E S T A T E 2 0 1 2 n

lungo inverno. Ulteriori difficoltà si riscontrano nelle zone troppo umide che sono più favorevoli allo sviluppo di malattie specifiche, che incrementano la mortalità di questi preziosi insetti. L’avvento della Varroa, acaro parassita della nostra ape mellifera, ne è un esempio. Tutti gli ambienti possono in ogni modo ospitare le api a livello spontaneo, la maggiore o minore dimensione delle popolazioni dipenderà dalla quantità di alimento che il luogo offrirà loro, dal livello di sanità ambientale ed al microclima più adatto per dette popolazioni.

lE aPI E l’agrIcoltUraL’agricoltura si avvale in larga misura della collabora-zione delle api. Gran parte delle specie coltivate, orticole, frutticole e altre ancora, necessitano degli insetti impollinatori. L’apicoltura può, con opportuni accorgimenti, coesistere e interagire con le pratiche colturali agrarie sebbene alcune, come la difesa chimica, possano nuocerle notevolmente. Gli apicoltori, trasportando di loco in loco gli alveari, possono assecondare le fioriture, allontanandosi nel contempo dalle situazioni per esse più pericolose. Un’esperienza annotata in California ci offre unesempio particolare in merito al prezioso contributo di questi insetti, quando un’estesa moria di api, di alcuni anni or sono, ebbe come conseguenza diretta la mancata produzione di mandorle in estese superfici coltivate. Oggi, molti proprietari di aziende agricole richiedono agli apicoltori di trasportare gli alveari nei loro frutteti, rendendosi disponibili a pagare loro questo servizio.

L’agricoltura estensiva, e soprattutto la monocoltura, sono tuttavia negative per la vita delle api. In certi casi, si potrebbe verificare la loro scomparsa da alcuni ambienti. Colture di maggior rischio sono quelle estese di cereali come il mais e il riso. La rotazione agraria, un tempo più praticata, in cui i prati polifiti prendevano con frequenza parte all’avvicendamento, costituiva un’apprezzabile alternativa all’ambiente spontaneo della pianura. L’ape deve quindi adattarsi progressivamente ai cambiamenti che il settore agricolo impone ai vari territori. I cambiamenti per opera dell’uomo sono tuttavia molto veloci e non attendono i tempi di adattamento, necessariamente più lunghi, che questi insetti richiedono ai nuovi ambienti che si vanno via via costituendo. Le api quindi subiscono gli effetti, sia positivi che negativi, che l’agricoltura induce all’ambiente. L’arrivo dell’insetto noto come “farfallina bianca” (Metcalfa pruinosa), pur essendo negativo agli ambienti agricoli, è stato di grande opportunità per l’apicoltura, in quanto l’abbondante melata che produce è risultata un’inattesa nuova risorsa mellifera. Per contro, l’insetto (Dryocosmus kuriphilus Yasumatsu) che da alcuni anni parassitizza il castagno, riducendone la vitalità, risulta essere anche di gran danno alle popolazioni di api, poiché limita un’importante fioritura in uno specifico momento stagionale. L’intensificarsi della monocoltura richiede poi opere colturali e trattamenti ricorrenti di difesa fitosanitaria che, con l’andare del tempo, anno dopo anno, divengono sempre più selettivi e letali.Alcuni anni fa, molti apicoltori abbandonarono alcuni areali piemontesi dove avvenivano significative morie di api. Con la sospensione dell’impiego di alcuni fitofarmaci allora utilizzati, il fenomeno si arrestò, a riprova del notevole pericolo che talune pratiche di maggior impatto ambientale possono costituire.

Il laVoro dEll’aPIcoltorEL’apicoltura professionale oggi è nomade, vale a dire che gli apicoltori spostano gli alveari sulle fioriture più pregiate per ottenere differenti raccolti in purezza, relativi alle singole specie vegetali e per produrre più miele e di migliore qualità. Per lo spostamento delle api, ci si avvale di mezzi meccanici come piccole gru o muletti. Di notte, gli alveari sono caricati sui mezzi di trasporto per viaggi talvolta anche di alcune centinaia di chilometri,

alla ricerca delle migliori e produttive fioriture. Esaurita quella monofloreale, dagli alveari sono tolti i melari e sostituiti, in modo da non

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alveari all’inverno. Il primo controllo riguarda la sanità delle famiglie e la dotazione all’interno dell’alveare di una sufficiente quantità di miele, quale riserva di nutrimento. Se le scorte fossero scarse, l’apicoltore dovrebbe provvedere integrandole con sciroppi ricchi di zucchero o con altro miele. Nel corso del periodo più freddo, la vitalità delle famiglie è testimoniata da limitati voli di purificazione di fronte agli alveari, che avvengono nelle ore più calde delle giornate solatie.

laVoraZIonE dEl mIElE E l’aZIEnda aPIstIcaQuando il miele è maturo, i melari sono tolti e portati in laboratorio per la smelatura. Inizialmente i favi sono disopercolati, cioè è rimossa la cera con cui le api hanno occluso le cellette quando il miele ha perso gran parte dell’umidità iniziale del nettare, giungendo a valori prossimi a 17%. Tramite centrifugazione il miele è estratto dai favi, quindi filtrato per eliminare eventuali impurità e lasciato decantare in fusti di acciaio per almeno 15 o

20 giorni. Da questo momento in poi, il miele può essere conservato in appositi recipienti oppure posto nei vasetti per la vendita. L’azienda apistica è estremamente varia, spazia dall’attività hobbistica a quella professionale.

mescolare il prodotto con mieli di differenti provenienze botaniche. Gli apicoltori si accordano con i proprietari dei terreni affinché gli alveari possano permanere per un determinato tempo, in cambio di un certo quantitativo di miele: una sorta quindi di mezzadria amichevole con reciproco beneficio. Talvolta sono gli stessi Comuni che consentono agli apicoltori di collocare gli alveari in aree specifiche di parchi. Il parco del Marguareis, per esempio, nella parte rivolta alla Valle Pesio è una delle più importanti zone di insediamento dell’Abete bianco, che è molto ambito dagli apicoltori per la produzione di miele di melata d’abete; qui, sono state predisposte apposite piazzole per gli apicoltori. Anche in questo caso, il vantaggio è reciproco.

La stagione dell’apicoltore è scandita in tre momenti principali: lo sviluppo primaverile delle famiglie di api, la raccolta del miele, la preparazione alla stagione invernale. Lo sviluppo primaverile è la fase più delicata, in quanto è necessario che le famiglie crescano bene, senza arrivare alla sciamatura (divisione della famiglia in due unità). Biologicamente parlando, non si dovrebbe considerare l’ape come essere individuale, bensì la famiglia nel suo insieme. Così, anche la vitalità e la loro presenza deve essere riferita a quella della famiglia. Con la sciamatura, si costi-tuisce il continuo rinnovo delle popolazioni. In condi-zioni di equilibrio ambienta-le e di ordinarietà, la famiglia non si esaurisce pertanto mai. A tal fine, le famiglie di api devono essere controllate con frequenza in modo che la loro crescita sia regolare, fino al raggiungimento del loro apice, all’epoca della piena fioritura. L’abilità dell’apicoltore consiste nell’ottenere il massimo numero di api bottinatrici al momento delle principali fioriture. Per quanto concerne la raccolta del miele, al momento della massima quantità di fiori l’apicoltore deve aggiungere tempestivamente ai melari carichi di prodotto altri vuoti in modo che il raccolto possa continuare con velocità sfruttando al meglio le risorse del luogo. Esaurito il raccolto, gli alveari sono trasferiti in un’altra località caratterizzata da altre fioriture.L’ultima operazione basilare è la preparazione degli

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2 9n R A S S E G N A 3 3 n E S T A T E 2 0 1 2 n

La prima può consistere anchein pochissimi alveari, mentre la seconda può oscillare dalle 200 alle 2000 unità: un riferimento di azienda media può essere costituito da 400 a 800 alveari. Guardando al Piemonte, vi sono due realtà di produzione. Le unità di maggiori dimensioni producono miele che conferiscono a strutture per il confezionamento e per la vendita al dettaglio. Quelle più piccole, invece, provvedono esse stesse al confezionamento al fine di incrementare il valore finale del prodotto alla vendita. Le principali strutture di cui si compone l’azienda media sono il locale di smelatura, quello di stoccaggio del miele, lo spazio per l’invasettamento. Sono ovviamente poi presenti magazzini per la conservazione dei melari e di tutti i materiali occorrenti per l’attività.

Il mIElE dElla ProVIncIa dI cUnEoNella provincia di Cuneo la produzione del miele inizia ad aprile con la fioritura del tarassaco, un tempo molto importante con un prodotto quasi unico in Italia per le sue caratteristiche e che oggi, con la diminuzione dell’allevamento bovino, sta divenendo un miele molto raro. Durante questa fioritura le famiglie di api raggiungono il maggiore sviluppo. Subito dopo vi è la fioritura dell’acacia, oggi di gran lunga la più importante. La provincia di Cuneo non è per questa molto vocata e talvolta gli alveari sono trasferiti nelle provincie di Asti e Alessandria, per poi ritornare sull’Alta Langa per la fioritura dell’acacia, che qui è più tardiva.Vi è poi il castagno, oggi a rischio per la sopravvivenza delle stesse piante e, in alternativa a questo, vi possono essere i mieli di alta montagna come il rododendro e il millefiori. In alcune zone, nei mesi di luglio e agosto, si può avere anche la melata d’abete.Progredendo nella stagione, si ridiscende in pianura alla ricerca della melata di metcalfa. n

mIElE dI tarassaco Colore giallo più o meno intenso, cristallizza rapidamente, ha un odore forte pungente e un sapore non molto dolce.mIElE dI acacIa Colore giallo paglierino chiaro, tende a rimanere liquido per lungo tempo e a non cristallizzare completamente. Il profumo è delicato, leggermente floreale, il sapore è molto dolce, leggermente confettato.mIElE dI castagno Colore ambrato più o meno scuro, tende a rimanere liquido a lungo, odore intenso, pungente aromatico. Il sapore possiede note amare ed è molto persistente.mIElE dI rododEndro Colore chiaro quasi incolore, quando solidificato bianco avorio. I cristalli sono fini e la massa ricorda un po’ la consistenza del burro. Sapore dolce, odore delicato.

mIElE dI mIllEfIorI dI montagna Colore chiaro più o meno ambrato. Sapore delicato in quanto spesso vi è la prevalenza del rododendro e della lupinella. Se nella composizione subentrano anche la melata e il timo serpillo, il colore e il sapore sono più intensi.

mIElE dI mElata d’aBEtE Colore ambra scuro con sfumature verdastre. Si mantiene liquido a lungo con odore balsamico di resina e affumicato. Il sapore è meno dolce dei mieli di nettare con aromi che ricordano il malto o il latte condensato.

mIElE dI mElata dI mEtcalfaColore scuro quasi nero. Si mantiene liquido a lungo. L’odore è tra il vegetale e il fruttato, poco dolce con aromi che riportano alle confetture.

Una PartIcolarItÀIn provincia di Cuneo vi è stata un’importante sperimentazione a cura dell’Associazione Regionale Aspromiele, sulla produzione del polline sia di castagno sia di alta montagna. Vi è stata la messa a punto di un centro di essicazione del polline con i relativi macchinari. Oggi, molte aziende si sono anche indirizzate a questo tipo di produzione, sottolineando così l’interesse verso questa proposta innovativa che amplia la gamma di prodotti che questi piccoli esseri operosi ci offrono.

Accentuate differenze di colore in un assortimento di mieli unifiorali: dal rosso ambrato del castagno, al paglierino scarico dell’acacia fino alla tonalità più scura della melata di metcalfa

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30 n

Il MAO è ospitato nella storica sede di Palazzo Mazzonis (sec. XVIII), abilmente riadattato alla funzione museale dal Settore Edifici per la Cultura della Città di Torino e fortemente connotato dal progetto allestitivo dell’architetto Andrea Bruno. La scelta di destinare Palazzo Mazzonis a sede del Museo d’Arte Orientale della città di Torino ha consentito da un lato di collocare il MAO nel cuore di un quartiere simbolo dellaintegrazione culturale, dall’altro di assicurare all’edificio il recupero di quelle caratteristiche architettoniche che lo pongono quale significativo esempio della stagione barocca torinese, restituendo nel contempo alla città un immobile settecentesco che, dopo vent’anni di abbandono, si avviava ad un ulteriore irreversibile degrado.

Il complesso museale si compone di sale per l’esposizione permanente; di una sala polifunzionale per mostre temporanee, convegni, seminari e conferenze; di uno spazio attrezzato per le attività didattiche e di un bookshop. Il patrimonio del museo comprende circa 1500 opere, suddivise e distribuite in cinque distinte “gallerie”, secondo l’ambito storico-geografico di provenienza: Asia Meridionale, Cina, Giappone, Regione Himalayana, Paesi Islamici dell’Asia.

MAO MUSEO DI ARTE ORIENTALE

Il Museo d’Arte Orientale di Torino, aperto nel dicembre 2008, si è posto come nuova realtà nell’offerta culturale della città, divenendo un importante punto di riferimento per la conservazione e lo studio delle opere d’arte orientali, non solo a livello cittadino, ma anche nazionale e in parte internazionale. Sono state riunite le diverse collezioni orientali preesistenti a Torino e attuata una significativa campagna d’acquisti, che ha permesso al MAO di raggiungere un obiettivo importante: presentare al pubblico una discreta panoramica sulla produzione artistica dell’Asia meridionale, della Cina, del Giappone, dell’area himalayana e dei paesi islamici dell’Asia continentale, ponendosi a livello nazionale quale importante realtà museale sull’Oriente.

Palazzo Mazzonis. Portone d’ingresso al MAO

DI FRANCO RICCA DIRETTORE

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3 1n R A S S E G N A 3 3 n E S T A T E 2 0 1 2 n

Sopra: Amida,legno laccato e dorato, h cm 122, Giappone, XIV-XV secolo

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32 n

gallErIa cInEsELa Galleria Cinese, posta al primo piano del corpo centrale, ospita oggetti d’arte della Cina antica dal 3.000 a.C. al 900 d.C. circa, con vasellame neolitico, bronzi rituali, lacche e terrecotte. Cultura e costumi dei periodi Han (206 a.C.-220 d.C.) e Tang (618-907) sono documentati da oltre duecento oggetti e statuette dell’arte funeraria, fra le quali compaiono le figure di cammellieri e mercanti che rivelano l’influenza esercitata dal mondo occidentale attraverso la Via della Seta. Tra gli oggetti più importanti della collezione cinese del MAO,

gallErIa gIaPPonEsENelle due sale al primo e secondo piano della manica laterale dell’edificio sono offerti al visitatore significativi esempi della raffinata produzione artistica giapponese. Qui trovano posto importanti statue lignee di ispirazione buddhista (dal XII al XVII secolo) ed eccezionali paraventi (degli inizi del XVII secolo) che descrivono templi ed edifici dell’antica Kyoto e illustrano eventi dell’epica giapponese. Sono inoltre esposti ventagli dipinti e xilografie policrome in gran parte assegnabili al XVIII secolo, insieme con una ricca collezione di oggetti laccati di raffinata fattura ed a tre splendide armature di samurai dello stesso periodo.

non vanno dimenticati una preziosa brocca con coperchio a testa di fenice in gres porcellanato, con invetriatura verde-gialla, riconducibile alla Dinastia Sui (inizio VII secolo d.C.) - un manufatto bellissimo, il cui coperchio e la cui ansa (configurata come un lungo drago) sono plasmati a mano.

gallErIa dEll’asIa mErIdIonalE La galleria dedicata all’Asia Meridionale, al piano terreno, ospita le collezioni del Gandhara, dell’India e del Sudest Asiatico. Accanto ai fregi del grande stupa di Butkara, frutto degli scavi condotti negli anni ’50 dalla sezione piemontese dell’IsMEO, le sale dedicate al Gandhara ospitano una serie di statue in scisto, stucco e terracotta acquistate negli ultimi anni. Nelle sale destinate all’arte indiana sono collocati rilievi e sculture che vanno dal II secolo a.C. al XIV secolo d.C. e comprendono importanti esempi dell’arte Kushana, della scuola di Matura, dell’arte Gupta e del Medioevo Indiano. Del Sudest Asiatico il MAO offre esempi dell’arte thailandese, birmana e cambogiana, che riflettono l’introduzione di iconografie e stili di origine indiana, ma anche le elaborazioni originali seguite alla fine degli stati indianizzati. Sono presenti sculture Khmer in pietra provenienti dall’area di Angkor e, accanto a queste,opere birmane e thailandesi in legno e in bronzo, laccate e dorate, che vanno dal X al XVIII secolo.

Galleria dell’Asia Meridionale

Galleria Giapponese

In alto: Vaikuntha Visnu, Clorite grigia scolpita, h cm 69,5Kashmir, VII secolo

sopra: Buddha in bhūmisparśamudrāBronzo laccato e dorato, h cm 107Thailandia, XVII-XVIII secolo d.C.

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3 3n R A S S E G N A 3 3 n E S T A T E 2 0 1 2 n

TārāArenaria beige scolpita, h cm 108India, X-XI secolo

Galleria Cinese

Galleria Cinese

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34 n

gallErIa dEI PaEsI IslamIcI dEll’asIa Una ricca collezione di vasellame e piastrelle invetriate per la decorazione architettonica - a evocare i suggestivi scenari delle grandi costruzioni di Isfahan, Samarcanda e Istanbul - è invece esposta nella galleria del terzo piano dedicata all’arte dei Paesi Islamici dell’Asia. L’arte islamica, il cui punto di partenza va individuato nell’incontro del mondo arabo con le civiltà artistiche bizantina e sasanide, ha manifestato nella produzione ceramica una splendidafertilità nello sviluppo di motivi

gallErIa rEgIonE hImalayanaAl secondo piano - nella sezione dedicata alla Regione Himalayana - sono collocate importanti collezioni di quell’arte buddhista tibetana che efficacemente traduce in pitture e sculture le radicali innovazioni introdotte nel Buddhismo dal diffondersi dei tantra. La galleria ospita opere scultoree in legno e in metallo, strumenti rituali riccamente decorati e numerosi dipinti a tempera su tessuto (thang-ka) databili dal XII al XVIII secolo. Il museo dispone inoltre di due preziosi manoscritti del XV secolo e possiede una delle maggiori raccolte europee di copertine lignee dei volumi del Canone Buddhista Tibetano (bKa’-’gyur) intagliate e dipinte. Al MAO, fra altri suoi tesori, si trovano importanti frammenti in bronzo dorato provenienti dai 18 grandi stupa di gDan-sa-mthil, il più importante centro politico-religioso del Tibet alla metà del XV secolo.

decorativi: l’ornato geometrico, l’arabesco, la decorazione calligrafica e il repertorio figurativo sono ampiamente esemplificati nelle opere esposte al MAO, databili tra l’VIII e il XVII secolo. Il museo possiede inoltre pregevoli raccolte di bronzi, meravigliosi testi manoscritti, fra i quali trovano posto pagine del Corano tracciate in eleganti caratteri cufici, preziosi volumi miniati persiani che vanno dal XVI al XVIII secolo e un’importante collezione di velluti ottomani degli inizi del XVIII secolo.

Tamon-TenLegno laccato e policromia, h cm 120, Giappone, XVII secolo

Busto di Visnu Arenaria scolpita, h cm 79,5Cambogia, XI secolo

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3 5n R A S S E G N A 3 3 n E S T A T E 2 0 1 2 n

Accanto a una continua attenzione per lo studio e la valorizzazione delle collezioni descritte, il MAO possiede grandi potenzialità nell’ambito socio-culturale. La naturale vocazione di un museo che presenta al pubblico culture millenarie distanti e poco conosciute dal vasto pubblico, e tuttavia già presenti nella prospettiva quotidiana di una società multiculturale, è infatti quella di trovare una giusta collocazione non solo quale sede espositiva, bensì come ponte culturale fra occidente e oriente. A questo criterio è ispirata la programmazione degli eventi e delle iniziative che il museo ha attuato fin dalla sua apertura, presentando al pubblico le diverse manifestazioni dell’arte e della cultura dei paesi orientali, quali il teatro, il cinema, la musica, la danza, la religione, la letteratura, la tradizione popolare e le consuetudini sociali.

In questa prospettiva, il MAO persegue l’obiettivo di promuovere il dialogo interculturale e l’integrazione sociale, radicandosi nel territorio cittadino e stringendo rapporti di fattiva collaborazione con le comunità straniere appartenenti alle culture rappresentate nel museo. nGalleria Regione Himalayana

A sinistra: pannello di nove piastrelle, ceramica policroma invetriata, cm 84 x 84Siria, XVII secolo

Dall’alto: Buddha Śākyamuni, fusione in lega di rame e doratura,Tibet centrale, XIII secolo

Piatto kubachi,ceramica policroma invetriata, Ø cm 34,6Iran, prima metà XVII secolo

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36 n

quali saranno le scelte adottate nell’allestimento per valorizzare oggetti così particolari?Siamo ancora in fase di progettazione, e non vorremmo anticipare molto... Quello che sta prendendo forma è un allestimento accattivante che parte dalla fruizione ottimale degli oggettiper arrivare a spiegare in dettaglio il senso nascosto delle loro simbologie. L’allestimento stesso gioca visivamente e concettualmente con l’idea radicata dello specchio come microcosmo. Il percorso avrà un carattere crono-tipologico suddiviso in cinque sezioni, e la presenza di alcuni specchi di aree culturali diverse (Giappone, Corea, Sud-Est asiatico, Iran, ecc.) dovrebbe riuscire a far comprendere meglio la dimensione del fenomeno anche al di fuori dei confini cinesi.

quale interesse potrà suscitare nel pubblico una mostra di questo tipo?La sfida che vive quotidianamente il MAO nel proporre le manifestazioni artistiche di culture lontane è anche questa: la percezione della raffinata bellezza di questi oggetti deve essere integrata dalla spiegazione dei significati ad essi sottesi. Se riusciremo ad introdurre il visitatore alla cultura che ha prodotto questi specchi ne sarà sicuramente conquistato, e sappiamo che il commento di un pubblico ammirato risulta spesso più efficace delle campagne pubblicitarie: che pure non mancheranno, dentro e fuori i confini regionali.

Perché una mostra sugli specchi bronzei cinesi?Oltre ad essere degli oggetti di grande bellezza, esito di raffinate tecniche fusorie, gli specchi cinesi veicolano una grande quantità di significati simbolici che permettono di annoverare tali manufatti tra gli elementi più significativi per comprendere la cultura di quella zona del mondo, dalle origini all’epoca moderna. Nella varietà delle decorazioni che ne ornano il retro è possibi-le apprezzare l’evoluzione delle concezioni cosmologiche e religiose, e comprendere valori e aspirazioni di una determinata epoca.

ci sono già state mostre dedicate a questo specifico argomento?In Italia non si è mai realizzata una mostra simile, ma sono noti alcuni sporadici esperimenti in altri paesi europei nel corso del XX secolo. Diversa ovviamente è la situazione in Oriente, dove il valore dello specchio di bronzo è pienamente apprezzato e mostre tematiche di questo genere non sono rare: tra le più importanti dell’ultimo decennio si segnala quella tenutasi nel museo di Shanghai nel 2005. Anche l’America sta dimostrando di apprezzare sempre più questi manufatti, basti pensare alle grandi esposizioni di Honolulu (Academy of Arts, 1990) e Cleveland (Museum of Art, 2000). [Proprio il mese scorso si è conclusa l’esposizione della importante collezione Lloyd Cotsen di specchi cinesi alla

Huntington Library, California: insomma, la mostra di Torino è in ottima compagnia...]

da dove provengono le opere in mostra?Una parte considerevole si trovava già a Torino, nei depositi del MAO e in una notevole collezione privata mai esposta fino ad ora. Gli altri specchi saranno invece concessi in prestito da prestigiosi musei europei, scelti sia per la qualità dellecollezioni sia per l’importanza di queste istituzioni: Museo Nazionale d’Arte Orientale “Giuseppe Tucci” di Roma, Museo Missionario Etnologico dei Musei Vaticani, Musée National des Arts Asiatiques - Guimet e Musée Cernuschi di Parigi. Anche molti di questi specchi saranno presentati per la prima volta al grande pubblico.

“RIFLESSI D’ORIENTE” PARLA FRANCO RICCA DIRETTORE DEL MUSEO

nuova mostra temporanea al mao:dall’11ottobre 2012 al 6 gennaio 2013

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A sinistra: figura di danzatrice, terracotta e pigmenti, h cm 48,5, Shaanxi, metà VIII secolo

a destra: Visnu,Basalto scolpito, h cm 114, India nord-orientale, Bihar, XII secolo

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3 7n R A S S E G N A 3 3 n E S T A T E 2 0 1 2 n

Borgo E rocca mEdIEValEPARCO DEL VALENTINO VIALE VIRGILIO, 107 · 10126 TORINO   Il Borgo Medievale, realizzato da un gruppo di artisti coordinati da Alfredo D’Andrade in occasione dell’Esposi-zione Generale Italiana del 1884, è un notevole esempio di ricostruzione condotta con rigorosi criteri filologici di edifici e decorazioni tardo-medievali piemontesi. La Rocca costituisce il punto focale del percorso all’interno del Borgo: una dimora signorile fortificata, con stanze sontuose ricche di mobili, suppellettili, tessuti, a mostrare gli usi di vita del Quattro-cento. A partire dal 1998 è stato inoltre allestito il Giardino Medievale che raccoglie piante individuate attraverso minuziose ricerche bibliografiche e iconografiche e coltivate secondo tecniche naturali. OrarioBorgo Medievale: aperto da lunedì a domenicah 9-19(da novembre a marzo)      h.9-20 (da aprile a ottobre)Rocca Medievale:da martedì a domenica h 10-18. La biglietteria chiude alle 17.15Chiuso lunedì. IngressoAl Borgo: gratuito. Alla Rocca: Intero 6 euro. Ridotto 5 euro.Il primo martedì del mese, non festivo, l’ingresso è gratuito. Informazioni per il pubblico Tel. 011 4431701/02   borgomedievale@fondazione torinomusei.it www.borgomedievaletorino.it  

PalaZZo madama - mUsEo cIVIco d’artE antIca PIAZZA CASTELLO · 10122 TORINO Collocato nel cuore della città storica, nell’ampia Piazza Castello, Palazzo Madama è uno degli edifici monumen-tali più rappresentativi del Piemonte. Ospita il Museo di Arte Antica, le cui collezioni comprendono oltre 70.000 opere databili dall’alto medioevo al Barocco: dipinti, sculture, codici miniati, maioliche e porcellane, ori e argenti, arredi e tessuti che testimoniano la ricchezza e la complessità di dieci secoli di produzione artistica italiana ed europea. OrarioScalone e Corte Medievale: da martedì a sabato h 09-19 domenica h 09-20 Museo Civico d’Arte Antica:da martedì a sabato h 10-18domenica h 10-20 La biglietteria chiude mezz’ora prima. Chiuso lunedì.IngressoIntero 10 euro. Ridotto 8 euroIl primo martedì del mese, non festivo, l’ingresso è gratuito. Informazioni per il pubblicoTel. 011 4433501palazzomadama@fondazione torinomusei.it www.palazzomadamatorino.it

la gam · gallErIa cIVIca d’artE modErna E contEmPoranEaVIA MAGENTA, 31 · 10128 TORINO

È il più antico museo d’arte moderna d’Italia. Le sue collezioni si compon-gono di oltre 40.000 opere tra dipinti, sculture, installazioni e fotografie, cui

se ne aggiunge una ricca di disegni e incisioni e una, tra le più importanti in Europa, relativa ai film e video d’artista. Le opere sono esposte secondo percorsi tematici che mutano nel tempo, assicurando al visitatore una sempre nuova scoperta delle collezioni e la possibilità di una rinnovata ana-lisi dei propri capolavori. OrarioDa martedì a domenica h 10-18 La biglietteria chiude mezz’ora prima. Chiuso lunedì. Ingresso

Intero 10 euro. Ridotto 8 euro Il primo martedì del mese, non festivo, l’ingresso è gratuito. 

Informazioni per il pubblicoTel. 011 4429518

[email protected] www.gamtorino.it  

mao, mUsEo d’artE orIEntalEVIA SAN DOMENICO, 11 · TORINO

È ospitato nella storica sede di Palazzo Mazzonis (sec. XVIII). Il patrimonio comprende circa 1500 opere, esposte secondo cinque aree culturali: Asia Meridionale, Cina, Giappone, Regione Himalayana e Paesi IslamiciOrarioDa martedì a domenica h 10-18. La biglietteria chiude mezz’ora prima. Chiuso lunedì.   IngressoIntero 10 euro. Ridotto 8 euroIl primo martedì del mese, non festivo, l’ingresso è gratuito.Informazioni per il pubblicoTel. 011 4436927 Biglietteria tel. 011 4429636   [email protected] www.maotorino.it  

Armatura con mezza maschera ed elmo,metalli vari, tessuto e cuoio, Giappone, fine XVII secolo

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38 n

SAN FRANCESCOIN CUNEO, TORNA L’IMMAGINE AUTENTICA DELLA ChIESA RECUPERATADI PAOLO BOVOARChITETTO

Il Complesso di San Francesco è tornato fruibile grazie ad un imponente e lungo intervento di recupero reso possibile dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo e messo in opera dal Comune di Cuneo, che ha restituito alla Città uno dei suoi monumenti più preziosi.

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3 9n R A S S E G N A 3 3 n E S T A T E 2 0 1 2 n

Il recupero dell’antica Chiesa di San Francesco in Cuneo, concluso da pochi mesi e realizzato dall’Amministrazione comunale con un finanziamento elargito interamente dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, scaturisce dall’obiettivo prioritario di recuperare gli ambienti e gli apparati pittorici antichi della ex chiesa sconsacrata e di restituire alla città lo spazio interno con destinazione polifunzionale. Questo compito assegnato ad avvio dei lavoridi progettazione e di restauro, di valorizzazione del bene per giungere quanto più possibile al recupero dei lineamenti storici ancora rimasti della chiesa antica ed occultati dalle trasformazioni sopravvenute nel tempo, si configurava di fatto come soglia difficile da raggiungere, non soltanto sul piano programmatico ma anche sul piano materiale, del recupero.

la storIaVa premesso infatti che il complesso del convento e della chiesa, insediati in Cuneo nel corso del sec. XIII, erano di fatto già stati sconsacrati a partire dai primi decenni dell’Ottocento e abbandonati dai monaci; spogliati dei loro beni dal 1870 venivano destinati a presidio del Genio Militare con destinazione a magazzino militare. Scorrendo i documenti custoditi presso l’Archivio Storico della Città di Cuneo si trova infatti testimonianza precisa dell’avvio di questo processo; nel Verbale di Incanto1 stilato presso l’Ufficio della Direzione del Genio Militare di Torino, datato 14 febbraio 1872, si stabilisce l’insediamento in Cuneo del 40° Distretto Militare del Ministero della Guerra e si pianificano le opere di adattamento della chiesa e del convento in funzione di magazzino. Il lungo periodo di uso improprio della chiesa e del convento, interrotto definitivamente a seguito della evacuazione dei magazzini militari nel corso degli anni ’50, viene spezzato per la prima volta con le opere di recupero e conservazione della chiesa intraprese dalla Soprintendenza ai Monumenti di Torino, nel gennaio del 1928, su interessamento di Alfredo d’Andrade e dell’ ing. Cesare Bertea, suo giovane funzionario. In quella data si eseguono i primi restauri sulla chiesa sconsacrata e gli interventi di restauro realizzati comprendono la facciata della chiesa (con lavori diretti dalla Soprintendenza regionale) e le riparazioni della copertura della chiesa e del convento, eseguite da parte del Corpo Reale del Genio Civile di Cuneo.

Al termine di questo decennio e immediatamente alla fine degli anni ‘50 il complesso monumentale è soggetto nuovamente a gravi trasformazioni e, come documentato dai rilievi eseguiti da parte dell’Ufficio Tecnico del Comune di Cuneo nel marzo del 1944, si attua la demolizione completa di quanto rimasto del “quartiere di San Francesco”, con l’eliminazione delle importanti consistenze edilizie elevate in continuità al complesso monumentale sui margini sud ed est dell’attigua Piazza Virginio.

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40 n

In questo contesto si identificano in parallelo le consistenze artistiche attribuite alla fase di costruzione della chiesa quattrocentesca sovrapposta all’impianto primitivo. Nella navata odierna di sinistra della chiesa e nell’abside - un’area di scavo archeologico conservata e fruibile da parte del pubblico - sono infatti ricomposti e riconoscibili gli elementi autentici costituenti il profilo della chiesa trecentesca: le murature in pietra del perimetro e della facciata; le superfici di intonaco e del pavimento originale in coccio pesto; gli arconi e le colonne che scandivano gli ambienti della chiesa primitiva, una parte delle antiche decorazioni di sottarco e alcuni dei capitelli in pietra delle colonne. Questo quadro d’insieme conservato, le nuove scoperte e testimonianze rinvenute, integrano quelle precedenti e già emerse nel corso dei restauri svolti tra il 1974 e il 1984 nella parte occupata dal Museo Civico (sala della preistoria e della romanità, in una parte nel chiostro) rendendo oggi più comprensibile l’eterogeneo quadro evolutivo del monumento. Considerate le condizioni di degrado fisico dell’edificio dal quale si è partiti nello affrontare il restauro, fra queste scoperte e testimonianze quella forse più sorprendente è rappresentata dall’affresco rinvenuto nella cappella posta al di sotto del campanile, sulla parete ovest della navata, ove ritroviamo oggi un grande riquadro figurato sormontato da un angelo accanto ad una torre.

All’interno di questo spazio iconico, che si prospetta purtroppo incompleto e picchiettato, l’affresco rivela ancora oggi leggibile la scansione costruttiva del gotico lineare, presente in San Francesco sin dai primi anni del XIV secolo. I restauri conclusi restituiscono altresì parallelamente gran parte dell’ordinamento assunto dalla chiesa nel corso del Quattrocento mostrando di questo insieme architettonico, scultoreo e pittorico, molteplici dei suoi lineamenti, derivanti dall’adozione di quello stile, tendenza ed espressione artistica, che ritroviamo applicata in fase tardo-medievale in innumerevoli monumenti conservati nella Provincia di Cuneo.

san francEsco oggICome può apparire oggi, a seguito dei restauri appena realizzati, questa prolungata fase di trasformazione dell’antico convento e della chiesa si è comunque inter-rotta definitivamente e, mediante la visita al monumento appena recuperato è possibile finalmente riconoscere, negli spazi della chiesa (e nell’area conventuale destinata a Museo Civico dal 1982), una considerevole parte delle antiche testimonianze religiose e civili della città, costituenti una intera narrazione di storia e arte sullaevoluzione dell’edificio fra i sec. XIII e XIX. In particolare questo nuovo percorso di visita alla chiesa, concepito anche nel corso dei restauri, consente oggi di identificare e ricomporre l’intera vicenda storico - artistica dell’edificio e i restauri compiuti mostrano conservati al suo interno ciò che è rimasto dell’impianto primitivo della chiesa (sec. XIII) e una parte consistente delle testimonianze celebrative del Quattrocento, oltre che i segni dei susseguenti adattamenti e abbellimenti realizzati tra i sec. XVIII e XIX. Per contribuire a riunire il percorso evolutivo di trasformazione del complesso monumentale e renderne anche comprensibili i restauri appena conclusi, la Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, in occasione della riapertura del monumento alla città, ha pubblicato il volume San Francesco in Cuneo, torna a rivivere il cuore della città. Come documenta la pubblicazione edita al termine del restauro fra le testimonianze antiche recuperate e meglio conservate risultano riconoscibili le due fasi di sovrapposizione storica di impianto della chiesa (sec XV-XV) e in particolare una porzione considerevole dell’area consacrata dell’impianto primitivo trecentesco, recuperata e conservata nella odierna navata di sinistra della chiesa. L’impianto è conservato a vista nella navata ed è in parte protetto da un’estesa pavimentazione in vetro strutturale praticabile. Nell’area dell’abside maggiore si evidenziano i tratti del campanile trecentesco, costruito evidentemente all’esterno dell’edificio primario.

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4 1n R A S S E G N A 3 3 n E S T A T E 2 0 1 2 n

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Testimoniano questa tendenza artistica gli affreschi recuperati negli ampli spazi della navata centrale e in quella della laterale destra, ove si rinnovano sulle superfici degli intonaci gli originari decori posti al centro delle volte, composti con medaglioni multicolori e risaltanti costoloni. I dipinti tratteggiati con tinte vistose poste in contrasto con il bianco di fondo delle vele fanno riemergere l’identità sino ad ora nascosta della chiesa quattro-centesca. In forma più frammentaria sono emerse bande a motivi geometrici e floreali, che ornavano i sottarchi delle navate e altre numerose decorazioni che componevano l’arredo delle cappelle rinascimentali, disposte sulle pareti, sulle volte e sulle colonne della chiesa.

Questo complesso apparato decorativo, che segue di pari passo la ricomposizione dei patronati nella chiesa nel sec. XIV, rende anche evidente la sussistenza di un vero e proprio progetto decorativo destinato alla chiesa nel Quattrocento, con carattere eterogeneo e che accomuna diversificate categorie di decorazione, originate dal corso di un unico cantiere e diretto dalla medesima bottega. La bottega dei Pocapaglia di Saluzzo, di Pietro Pocapaglia del XIV sec., che decora con continuità le superfici delle cappelle, i pilastri e le volte della chiesa. Importanti e di rilievo tra queste opere risultano: l’affresco delle storie della Passione (già oggetto di precedenti restauri) presente nella navata di destra nella cappella di Santa Croce, datato al 1472; quello rinvenuto nel corso dei lavori nella cappella di San Bonaventura (databile al 1490-1500) di esecuzione raffinata e che ritrae i Dottori della Chiesa “entro studioli arredati con seggi e mobili di grande raffinatezza e con svariati accessori inerenti alle attività dei personaggi”. L’assetto del San Francesco a restauri conclusi restituisce inoltre una parte consistente degli allestimenti successivi realizzati in epoca barocca (fra il XVII e XVIII sec.) con paramenti decorativi destinati soprattutto alla ricompo-sizione degli spazi di pertinenza della chiesa (alle nuove cappelle barocche aggiunte sul lato est) in funzione di aggiornare nuovamente

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i patronati anche in relazione al gusto dei tempi, con stratificazioni susseguenti che proseguono sino ai primi anni del XIX sec. Offrono splendido esempio di questo nuovo stile decorativo inserito nella chiesa le pitture presenti nelle cappelle barocche, ove ritroviamo ornamenti intensi e scenografici, con effetti illusionistici e finte architetture: la cappella settecentesca del Comune attribuita al pittore modenese Nicolò Dallamano; quella adiacente e la cappella di Santa Croce (la prima entrando nella chiesa a destra) con decorazioni modellate da stucchi e con pitture coeve composte presumibilmente sul disegno e in parte eseguite con opera del luganese Cipriano Beltramelli. Gli ornamenti di quest’ultima cappella risultano riprodotti anche nella navata centrale, nella parte sommitale e sulla superficie della contro-facciata. Più moderni si propongono invece i trompe l’oeil che ritroviamo sovrapposti sulle medesime decorazioni del Settecento e che imitano per effetto luminoso le monofore presumibilmente aperte sulla facciata principale e tamponate nel corso dei restauri del 1928.

Le qualità prestazionali dei nuovi impianti installati in sostituzione dei preesistenti, consentono oggi di prevedere l’adattamento tecnico e funzionale dell’edificio,

per lo svolgimento delle nuove destinazioni d’uso. Per mezzo dunque di questo criterio generale e rigoroso, tutte le operazioni di restauro che sono state eseguite possono essere ricondotte coerentemente anche a un’ultimo aspetto, ovvero in funzione di confermare la natura essenzialmente didattica dell’edificio della chiesa che oggi si è trasformato in un importante complemento del Museo Civico di Cuneo. Nel corso dei lavori di recupero si è cercato di restituire integre e leggibili tutte le diverse fasi dei restauri eseguiti sugli edifici in modo da avvantaggiarne il processo di integrazione che necessariamente si doveva svolgere nel cantiere, al fine di giungere comunque, a lavori conclusi, ad una condizione riconoscibile e dove le diverse sequenze storiche sopravvenute fossero identificabili, dunque anche possibile oggetto di approfondimento didattico e divulgativo. n

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DI SUSANNA FRANChI

1740, 1936, 1973:IL TEATRO REGIO

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26 dicembre 1740 - 8 febbraio 1936 - 10 aprile 1973: sta tutta racchiusa in questetre date la storia del Teatro Regio di Torino. È il 26 dicembre 1740 quando il sipario si leva per la prima volta nel teatro ideato dall’architetto Benedetto Alfieri: in scena l’Arsace di Francesco Feo. Inizia così la storia di un teatro che ha ospitato Mozart (nel 1771 il quattordicenne Wolfgang Amadeus assiste con suo padre all’opera Annibale in Torino di Paisiello e Leopold scrive alla moglie di aver visto una “magnifica opera”); Napoleone (è il 1805, l’Imperatore è in viaggio per Milano e dorme a Stupinigi ); nel quale si gioca d’azzardo e che durante la guerra contro la Francia nel 1792 diventa un deposito di granaglie; una sala dove hanno cantato Isabella Colbran (futura signora Rossini) e Francesco Tamagno (il tenore torinese che fu il primo interprete di Otello di Verdi alla Scala); dove ha diretto Arturo Toscanini (educando il pubblico al buio e al silenzio in sala, niente bis) e dove hanno debuttato due opere di Giacomo Puccini (Manon Lescaut il 1º febbraio 1893 e Bohème il 1º febbraio 1896).

Sopra: Francesco Gonin (attrib.) disegno del Teatro Regio nel 1850 circaa sinistra: Giovanni Michele Graneri (Torino, 1708-1762) Interno del Teatro Regio, 1752 circa

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Una storia lunga e prestigiosa di un teatro che ha attraversato la vita della sua città. È l’8 febbraio 1936 quando, dopo una recita di Liolà di Giuseppe Mulè, il sipario cala per l’ultima volta in quella sala: all’una meno un quarto un passante vede uscire del fumo dalle finestre sotto i portici di Piazza Castello e avverte il custode del teatro. In breve tempo arrivano sette autopompe e centocinquanta tra vigili del fuoco e soldati del Genio ma l’incendio, iniziato sotto il palcoscenico forse a causa di cavi elettrici surriscaldati, devasta la sala, il palco-scenico, la buca d’orchestra, si salvano i camerini e alcune stanze per l’attrezzeria e i costumi. “Il Teatro Regio distrutto da un violentissimo incendio” titola La Stampa del 9 febbraio: “La pronta opera dei pompieri per l’isolamento dell’edificio. Sette persone salvate all’ultimo piano. Un pompiere semiasfissiato”. Ma il Regio non si ferma, già cinque giorni dopo, il 13 febbraio, Otello va in scena al Teatro Vittorio Emanuele! Passeranno 37

anni prima della riapertura del “nuovo” Regio ma Torino non resterà mai senza opera (soltanto durante la guerra negli anni 1943-45 l’attività venne sospesa) e le stagioni verranno ospitate in varie sedi: al Carignano, al Teatro Lirico (nuovo nome del Vittorio Emanuele, lì

il 18 settembre 1948 Maria Callas canta Aida) al Teatro della Moda, al Teatro Nuovo, al Palazzo dello Sport…Il 10 aprile 1973, alla presenza del presidente della Repubblica Giovanni Leone il nuovo Regio disegnato da Carlo Mollino riapre i battenti. L’evento è seguito dai giornali di tutto il mondo (400 erano le testate giornalistiche accreditate) perché la regia dei Vespri Siciliani di Giuseppe Verdi è curata da Maria Callas e Giuseppe di Stefano; è la prima volta (rimarrà l’unica) che il grande soprano si cimenta come regista: è il grande colpo mediatico di Giuseppe Erba, sovrintendente del Regio, per attirare l’attenzione sul nuovo teatro. Sul podio c’è Fulvio Vernizzi, cantano Raina Kabaivanska, Gianni Raimondi, Bonaldo Giaiotti, Licinio Montefusco, scene di Aligi Sassu. Sono passati quasi quaranta anni (l’importante anniversario verrà festeggiato il prossimo 10 aprile 2013) e in quella sala sono passati Domingo e Pavarotti, Freni e Bartoli, Abbado e Gergiev, Ronconi e de Ana, impossibile citare tutti i nomi di quelli che hanno fatto la storia del Regio in questi anni.

In alto a sinistra:Benedetto Alfieri, disegno a destra:Adolfo Hoenstein, manifesto per La Bohème in occasione della prima rappresentazione a Torino del 1896

Torino, veduta dall’alto del Teatro Regio

Il Foyer del Teatro Regio

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Ma questa gioiosa macchina da musica come si presenta a un visitatore che vi entra per la prima volta? La facciata è ancora quella di Benedetto Alfieri, sotto i portici c’è la Cancellata Odissea Musicale (di bronzo, opera dello scultore Umberto Mastroianni, realizzata nel 1994) che, una volta aperta, ci introduce nella Galleria Tamagno sulla quale si affacciano le dodici doppie porte in cristallo brunito separate da diaframmi di granito. È l’ingresso principale del Teatro dal quale si accede nel Foyer dove domina il colore rosso per i piccoli divani, il guardaroba, e dove, grazie alle ampie superfici vetrate, entra moltissima luce. Pochi gradini ed eccoci nella sala a forma di conchiglia, anche qui domina

il rosso per le poltrone di platea (1398 posti divisi in 29 file) e per l’interno dei palchi disposti a corona (sono 31, per un totale di 194 posti, al centro c’è il palco più grande, quello che un tempo era il palco reale, che ospita 18 poltrone). Ma forse la cosa che colpisce di più lo spettatore è il lampadario composto da migliaia di steli, quasi fossero stalattiti, con un impressionante effetto di cascata

dorata: sono 1762 steli con punti luce e 1900 steli riflettenti in perspex: ha una sorta di effetto magico il lento spegnersi di questi steli prima di ogni recita. Il viaggio più affascinante è quello dietro le quinte: ai due lati della scena centrale (quella che vede il pubblico) ci sono due scene laterali, della stessa grandezza che ospitano scene e elementi di attrezzeria che grazie a carrelli possono permettere un rapidissimo cambio di scena: la soffitta di Rodolfo in pochi minuti passa a sinistra e da destra entrano le scene del secondo atto di Bohème… Il tutto è dominato da una gigantesca torre scenica, 32 metri di altezza, che ospita macchinari, quinte, luci, che possono essere sollevati e nascosti! Un piano sotto al palcoscenico ci sono i 22 camerini, il numero uno è sempre riservato al direttore d’orchestra, dove i cantanti lasciano i loro abiti per trasformarsi in eroi ed eroine. Prima devono passare nella magica

sala trucco, vero regno di parrucche e trucchi, e poi c’è la sartoria dove un rotolo di stoffa diventa il mantello della principes-sa. Insomma, un mondo magico che si svela ad ogni apertura di sipario. n

Dall’alto: da sinistra Walter Vergnano Sovrintendente, Gianandrea Noseda Direttore MusicaleAligi Sassu, bozzetto per il sipario de I vespri siciliani di Giuseppe Verdi (1973)a sinistra: Erba, Lifar, Callas, Di Stefano e Sassu al Regio di Torino

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Il Teatro Regio di Torino è sempre più multi-mediale: radio, tv, internet, dischi. Le prime di ogni titolo vengono trasmesse in direttada Radio3 Rai, alcuni titoli vengono trasmessi in tv da Rai5 (è appena successo in giugno per Ballo in maschera di Verdi, trasmesso anche nei cinema di tutto il mondo) e “Prima della prima” di Rai3 dedica speciali al dietro le quinte degli spettacoli. Nell’ottobre 2011 il Regio è stato il primo teatro europeo a proporre le Nove sinfonie di Beethoven dirette da Gianandrea Noseda con brevi guide all’ascolto redatte dallo stesso Noseda che raggiungevano il pubblico in sala grazie alle scritte sul display posto sul proscenio e il pubblico a casa, che ascoltava la diretta per radio, grazie a Twitter. Il Regio tiene i contatti con il suo pubblico attraverso il proprio sito www.teatroregio.torino.it e la propria pagina Facebook. Poi ci sono i dischi e i dvd. In questi mesi l’Orchestra del Teatro sotto la guida di Noseda, dopo aver

registrato un cd di arie mozartiane con Ildebrando D’Arcangelo, si appresta a incidere due recital verdiani, uno con Anna Netrebko e uno con Rolando Villazon,che verrannoprodotti dalla Deutsche Grammophon, la mitica “etichetta gialla”.

Intanto in dvd si possono rivedere alcune produzioni degli ultimi anni: il Boris Godunov di Musorgskij firmato da Andrei Konchalovsky (Opus Arte/Rai Trade), Adriana Lecouvreur di Cileacon Marcelo Alvarez e Micaela Carosi (ArtHaus Music/Rai Trade/Dynamic), Aci, Galatea e Polifemo di Haendel con la regia di Davide Livermore (Dynamic), Thais di Massenet con Barbara Frittoli e la regia di Stefano Poda (ArtHaus Musik/Rai Trade), Medea di Luigi Cherubini con Anna Caterina Antonacci e la direzione di Evelino Pidò (Hardy/Rai Trade) e Edgar di Puccini con Josè Cura e Amarilli Nizza (ArtHaus Musik/Rai Trade). Mentre in un cd Chandos Orchestra e Coro, sotto la direzione di Noseda, sono impegnati in brani corali di Verdi (con pagine di raro ascolto come l’Inno delle Nazioni e i Quattro pezzi sacri).

Sopra: Lo Schiaccianoci musica di Pëtr Il’ič Čajkovskij, Accademia di Ballo Vaganova di San Pietroburgo, stagione 2009-2010

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La sede è Piazza Castello ma il Regio è un Teatro che viaggia. Negli ultimi anni si sono intensificate le tournèe dei complessi artistici torinesi in giro per il mondo. Da tre anni il teatro torinese ha un accordo con il Theatre des Champs Elysèes di Parigi: ogni anno porta un’operain forma di concerto, nel 2011 è stata una selezione dai Vespri Siciliani di Verdi, nel 2012 Tosca e nel 2013 toccherà a Don Carlo di Verdi e dai vertici del teatro parigino è già partita una richiesta per rinnovare l’accordo e portare un nuovo titolo nel 2014. Nell’estate 2010 il Regio ha tenuto il suo primo tour in Estremo Oriente portando Bohème e Traviata in Giappone (a Tokyo e a Yokohama), e a Shanghai Bohème e un concerto corale in occasione dell’Expo 2010. Poi ci sono stati i concerti in Spagna

e Germania. Per il 2013 è stato nuovamente invitato in Giappone dove porterà tre recite di Ballo in maschera e quattro di Tosca e due concerti con pagine di Verdi e Rossini. E nel 2013 anno verdiano (si festeggia il bicentenario della nascita), il Regio eseguirà alla Konzerthaus di Vienna e a Dresda la Messa da Requiem di Verdi.

Dall’alto: Aida di Giuseppe Verdi,ststagione 2005-2006Don Carlo di Giuseppe Verdi, stagione 2005-2006Svetla Vassileva (Rusalka),Rusalka di Antonin Dvořák,stagione 2006-2007

a sinistra: Giselle Compagnia di Balletto del Teatro Bol’šoj, stagione 2007-2008

Patrizia Ciofi (Amenaide), Tancredi di Giochino Rossini,stagione 2009-2010

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Dall’alto: I Vespri Siciliani di Giuseppe Verdi, stagione 2010-2011

Madama Butterfly di Giacomo Puccini, stagione 2010-2011

A destra dall’alto:Elena Mosuc (Lucia),Lucia di Lammermoor di Gaetano Donizetti,stagione 2010-2011

Le Sacre Du Printemps del Béjart Ballet Lausanne

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di Bizet con la regia di Calixto Bieito che va in scena dal 13 novembre: dirige Yutaka Sado, la protagonista è Anita Rachvelishvili, Maksim Aksenov è Don Josè. Per il balletto arriva il Béjart Ballet Lausanne con cinque titoli firmati dal grande coreografo francese, in una serata vengono proposti L’oiseau de feu, Syncope, Le Sacre du Printemps e nell’altra Light e il famosissimo Boléro, dal 30 novembre al 14 dicembre. Il tenore argentino Marcelo Alvarez veste i panni del poeta Andrea Chénier nell’omonima opera di Umberto Giordano, regia di Lamberto Puggelli, dirige Renato Palumbo, dal 15 gennaio. È ormai un classico del repertorio del Regio, La Bohème di Puccini (dal 19 gennaio) con bozzetti e figurini di Eugenio Guglielminetti: è quella

11 titoli (1 in più della scorsa stagione) d’opera per un totale di 83 serate (12 in più dell’altr’anno) e 13 appuntamenti con il Béjart Ballet Lausanne: questaè la stagione del Teatro Regio di Torino, dal 12 ottobre 2012 al 30 giugno 2013. Nell’anno in cui si festeggia il bicentenario della nascita di Richard Wagner si apre proprio con un titolo wagneriano: Der Fliegende Hollander, sul podio il direttore musicale del Regio Gianandrea Noseda, in un allestimento firmato da Willy Decker, già applaudito all’Opéra di Parigi e in scena per la prima volta in Italia, cantano Mark S. Doss (L’Olandese), Adrianne Pieczonka (Senta), dal 12 ottobre. Ha appena vinto il Premio Abbiati assegnato dall’Associazione Nazionale Critici Musicali come miglior spettacolo dell’anno la Carmen

che il Regio chiama “la via italiana al repertorio” ovvero riproporre ogni stagione spettacoli che il Regio ha già prodotto negli anni passati, evitando così che ammuffiscano nei magazzini e proponendoli con cast e direttori giovani. Così ecco le riproposte di Traviata con la regia di Laurent Pellye la direzione di Corrado Rovaris (dal 5 marzo), Il Matrimonio segreto di Cimarosa con la regia di Hampe (dal 14 marzo), e L’Italiana in Algeri di Rossini (dal 9 giugno) con la regia di Vittorio Borrelli e la direzione di Daniele Rustioni. C’è uno specialista di musica antica come Christopher Hogwood sul podio per Don Giovanni di Mozart con la regia di Michele Placido (dal 15 febbraio). Cast di stelle per Don Carlo di Verdi (in scena il 10 aprile, esattamente 40 anni dopo la riapertura del nuovo teatro) con la direzione di Noseda e le voci di Ramon Vargas, Barbara Frittoli, Ildar Abdrazakov, Ludovic Tézier e Daniela Barcellona con la regia di Hugo de Ana. E ancora Noseda sul podio per Evgenij Onegin di Cajkovskij con la regia di Kasper Holten (dal 17 maggio). Chiude la stagione un nuovo allestimento di Elisir d’amore di Donizetti diretto da Giampaolo Bisanti con Francesco Meli e Désirée Rancatore con la regia di Fabio Sparvoli (dal 21 giugno).

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INTERVISTA A LUCA ARGENTERO

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pensiamo al product placement e soprattutto al Tax Credit, legge che permette agevolazioni fiscali a chi investe sul Cinema. Un ottimo strumento per dare fiato alla produzione italiana, una grande casa di produzione può produrre mediamente quattro film all’anno grazie al Tax Credit, titoli che si dimezzano senza tali investimenti. Il panorama però ha un grande interrogativo all’orizzonte, il Tax Credit infatti è un decreto legge a scadenza e ad esso si aggiungono i forti tagli delle sovvenzioni pubbliche, al cinema come alla cultura in generale.

La Banca Regionale Europea ha radici piemontesi, come lei; a rafforzamento di ciò la sede direzionale si è trasferita da Milano a Torino. Lei invece da Torino è dovuto andar via, verso Roma e Milano, per poter seguire la sua carriera di attore. Come vede Torino oggi rispetto alle due grandi città ?Torino, nell’ambito cinematografico, sta facendo scuola nei confronti delle altre realtà italiane. Certo, non si può ignorare un problema di localizzazione storica che vede in Roma il centro del Cinema italiano, ma Torino e il Piemonte hanno saputo puntare sull’innovazione creando un habitat fertile per poter far arrivare le produzioni sui territori della regione. La Film Commission Torino Piemonte è in assoluto la migliore d’Italia (51 produzioni nel 2011 con investimenti in Piemonte per più di 28 milioni di euro*) insieme a quella pugliese. Sul territorio si sono create le basi che permettono oggi un indotto del cinema molto positivo, una filiera preparata e un buon know how che attira produzioni italiane e straniere.

Quindi continua ad essere fiero della sua Torino?Assolutamente sì.

Parliamo di progetti, lei è un attore ma anche un imprenditore, quali sono i suoi programmi in corso e futuri?In autunno ci saranno due uscite importanti, un film francese, ‘Le Guetteur’, con la regia di Michele Placido e ‘Cha Cha Cha’ di Marco Risi. Per quanto riguarda la produzione, ho una piccola società indipendente aperta da meno di un anno ma al momento non posso, e non voglio, sbilanciarmi perché i risultati si inizieranno ad intravedere solo dopo 18-24 mesi. Infine, con alcuni compagni d’università di Torino, abbiamo fondato un Incubatore, Zagir, che ha la missione di aiutare e supportare idee imprenditoriali attraverso le nostre competenze in ambito economico, finanziario e progettuale.

Attore, imprenditore e una laurea in economia e commercio: che cosa ne pensa di questo lungo periodo di crisi per il quale sembra difficile e lontana una soluzione efficace ed incisiva?Io credo che proprio nei momenti di crisi si creino le vere opportunità per ripartire, non sono dell’idea di guardare alla crisi con rassegnazione, preferisco vederla come una possibilità. Possibilità di nuovi progetti e nuove idee per far fronte agli orizzonti che cambiano. Il momento è quindi difficile, ma anche intenso e stimolante.

Il pubblico la conosce come attore del grande schermo, da imprenditore impegnato nel mondo della produzione cinematografica crede che Banca e Cinema siano mondi distanti o, al contrario, possano trovare delle sinergie?In un periodo complicato come questo, Banca e Cinema possono assolutamente entrare in contatto. Il Cinema può essere infatti inteso come uno dei mercati in cui investire, sebbene in Italia questo concetto sia ancora lontano, perché il progetto e la realizzazione di una sceneggiatura non sono ancora intesi come mondi affidabili su cui investire. All’estero però il meccanismo sta funzionando bene. Mi spiego. I produttori hanno diverse leve per lavorare con l’appoggio delle banche e delle aziende in generale,

* Fonte: dati comunicati da Film Commission Torino Piemonte nel comunicato stampa “Dati Produzioni 2011” del 16 gennaio 2012.

Disponibile, preparato e convinto delle proprie idee, l’attore di Torino racconta a Rassegna impegni attuali e futuri che rivelano un personaggio con un occhio attento al mercato e al sociale. Sì, perché oltre agli impegni sul set, ci sono quelli di un imprenditore che da Roma torna spesso nel capoluogo piemontese per affari e non solo.

Luca Argentero, cliente della Banca Regionale Europea, fotografato insieme al Direttore Generale Riccardo Barbarini, nella sede della Direzione Generale di Via Santa Teresa a Torino.

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Tanti progetti ma uno su tutti, almeno a livello emotivo e morale, si chiama 1 Caffè Onlus ed è partito il 7 maggio 2012, ce ne parla?Le piccole associazioni no profit rappresentano il cuore pulsante del volontariato in Italia e noi abbiamo voluto creare una vetrina efficace per farle conoscere e per permettere loro di farsi aiutare. Ogni giorno presentiamo sul portale 1caffe.org un progetto diverso, 365 giorni all’anno, per aiutare più associazioni, informare sulle molte realtà operanti nel sociale e offrire varietà e scelta continua a coloro i quali vogliano compiere un gesto quotidiano di solidarietà. La nostra idea parte da una semplice domanda: “Vieni, ti offro un caffè?”. Offrire 1 caffè è un gesto comune, naturale, una occasione d’incontro che ogni giorno permette di conoscere persone nuove, concludere affari, risolvere problemi. Insomma intorno ad 1 caffè possono accadere tantissime cose, quasi per caso. E se ognuno di noi avesse la possibilità di far succedere alcune di quelle cose? Se sapesse che il proprio caffè, unito a quello di tante altre persone, permetterebbe che si realizzassero grandi progetti? Ci siamo quindi resi conto, negli 8 mesi di lavoro per mettere in piedi il portale, che stavamo realizzando una onlus veramente “2.0”, basata totalmente sul digitale con il pagamento attraverso smart phone (all’estero già utilizzato per tutte le operazioni più comuni come pagare il biglietto della metro ndr) ed una trasparenza ai massimi livelli. E parlo di trasparenza non a caso, io ho deciso di sposare questa causa, e di metterci tutto il mio impegno e la mia reputazione pubblica, a garanzia della bontà dell’associazione di cui sono Vice presidente e che vede, oltre me, altre quattro persone davvero fuori dal comune. Inoltre, in periodi di crisi come questo, ogni singolo euro donato è da considerarsi “sacro” ed il donatore deve poter essere certo e sicuro della tracciabilità del proprio contributo.

Un progetto ambizioso, innovativo e con grandi potenzialità. Come è possibile prenderne parte?Siamo orgogliosi della nostra idea e speriamo possa essere in grado di aiutare le tante persone che operano nel sociale in Italia. Il sito internet, 1caffe.org, ha una serie di strumenti collegati (newsletter, facebook, twitter) che cercano il maggior coinvolgimento possibile degli utenti. Il web è il canale di comunicazione capillare oggi più potente ed economico: è semplice, immediato, aggregante, meritocratico, globale, individuale. Una volta iscritti a Bemoov (vedi box),

tramite un semplice sms sempre allo stesso numero, sarà possibile offrire 1 caffè (1 euro) o 1 colazione (5 euro) all’associazione prescelta. 1 Caffè Onlus raccoglierà tutti i contributi e li devolverà alla onlus del giorno senza trattenere nulla per sé. E così si ripete il meccanismo: quotidianamente sarà presentata una nuova associazione e contemporaneamente verrà comunicato quanto è stato raccolto il giorno precedente.

Siete quindi diventati degli osservatori privilegiati dell’Italia solidale.Siamo quotidianamente contattati da persone intraprendenti ed altruiste che nel nostro paese sono davvero moltissime. Mi colpiscono anche le dinamiche che stanno dietro ai gruppi di volontariato, perché si auto generano di fronte alle necessità, penso ai terremoti in Emilia, per esempio. Noi italiani abbiamo una caratteristica di cui vado fiero, un forte istinto al sociale e al prendersi cura degli altri. Anche noi di 1 Caffè Onlus vorremmo fare la nostra parte.

Obiettivi da qui a un anno per 1 Caffè Onlus?Se riuscissimo a far appassionare al progetto anche solo una minima parte dei 27 milioni di utenti web in Italia, i risultati sarebbero grandiosi. Sono 400 le associazioni che operano in campo sociale, assistenziale o culturale, che ci hanno contattato fino ad oggi e 5.000 gli iscritti alla nostra newsletter: questi numeri ci danno conferma del grande interesse che il progetto suscita e, soprattutto, della voglia di fare del bene che ancora molte persone sentono come prioritaria nella propria vita. Vorremmo arrivare ai grandi numeri, che sono nelle potenziali del nostro progetto, per dare un senso e una dimensione a ciò che stiamo facendo. Una solida base di persone che donano il loro personale caffè alle associazioni che noi presentiamo vorrebbe dire che siamo diventati affidabili e credibili per un vasto pubblico. n

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5 5n R A S S E G N A 3 3 n E S T A T E 2 0 1 2 n

chI È lUca argEntEroNato a Torino il 12 aprile 1978Professione: attore e imprenditoreFilm: A casa nostra (2006), Saturno Contro (2007), Lezioni di Cioccolato (2007), Solo un padre (2008), Diverso da chi? (2009), Il grande sogno (2009), Oggi sposi (2009), C’è chi dice no (2010), La donna della mia vita (2010), Mangia Prega Ama (2010), Lezioni di Cioccolato 2 (2011)

Fiction TV: Carabinieri 4-5-6 (2005-2007), La Baronessa di Carini (2007), Tiberio Mitri: il Campione e la Miss (2011)Teatro: Shakespeare, in love (2010-2011)

1 caffÈ onlUs: comE fUnZIonacome effettuare la donazione su 1 caffe:Si acceda a www.1caffe.org e ci si iscriva alla newsletter lasciando il proprio indirizzo email. Questo consentirà di ricevere ogni mattina la segnalazione dell’associazione del giorno; solo per la prima donazione, sarà necessario iscriversi a Bemoov.Una volta completata l’iscrizione, si potrà inviare un SMS al numero +39.320.20.41.677 con il testo “1” oppure “uno” per offrire un caffè (1 euro) o “5” oppure “cinque” (5 euro) per offrire una colazione.Si riceverà un SMS di ringraziamento con la conferma dell’avvenuta donazione.

come iscriversi la prima volta al sistema di pagamento Bemoov:Si acceda alla pagina “iscrizione” del sito www.bemoov.it;E’ possibile iscriversi al servizio attraverso l’inserimento, nel modulo web, dei propri dati anagrafici, del proprio numero di cellulare e di carta di credito. I dati verranno verificati attraverso operazioni di sicurezza quali l’invio di un’email con un link per l’attivazione e l’invio di un SMS con codice PIN usa&getta per completare l’iscrizione. Una volta ricevuto l’SMS con la conferma dell’avvenuta iscrizione, sarà possibile donare semplicemente inviando un SMS sempre allo stesso numero +39.320.20.41.677.

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56 n

Per la Bre Banca Lannutti Cuneo si chiude una stagione in cui le soddisfazioni non sono mancate e in cui i trofei che non sono arrivati dalla prima squadra, comunque sempre protagonista in tutte le competizioni, sia in Italia che in Europa, sono arrivati invece dalle formazioni giovanili. Si chiude un ciclo per la formazione cuneese di A1, ma si apre la strada per una “nuova Bre Banca Lannutti” come la definisce il regista della formazione, Nikola Grbic, nell’intervista raccolta a caldo, subito dopo la firma di quel contratto che ha prolungato di altri due anni la sua avventura con Cuneo, dopo tre anni di lavoro e soddisfazioni.Quello 2012-2013 sarà un Campionato particolarmente critico per il volley italiano, per via della tremenda crisi che ha toccato anche il mondo della pallavolo, segnando la scomparsa dalla massima serie di due società, una delle quali ha contribuito a scrivere la storia del volley italiano, la Sisley Treviso e la M.Roma Volley.

In una fase così delicata il connubio tra la società piemontese e la Banca Regionale Europea si è reso ancora più prezioso, forte di un sostegno che dura ormai da anni e che parte dalla condivisione di alcuni valori che stanno alla base di uno sport come il volley. Insomma per i tifosi, che anche quest’anno hanno seguito la squadra con affetto e con “grinta”, ci saranno tante novità in campo, ma anche la passione di sempre. Questo è certo. Come dice lo stesso Nikola Grbic: “Io sono pronto”. Intanto però, la strada parte dal vivaio della formazione piemontese, da sempre il suo fiore all’occhiello, grazie al prezioso lavoro di un qualificato e preparato staff. La convinzione che puntare sui giovani sia la carta vincente ha contraddistinto da sempre la linea d’azione di Piemonte Volley, come dimostra anche la longevità e il successo crescente di alcune manifestazioni pensate ad hoc per i giovani pallavolisti. Prima fra tutte “In Campo con il Campione - Trofeo Banca Regionale Europea”. E i giovani rispondono puntualmente a questa attenzione e a questo affetto con risultati di prestigio.

PIEMONTE VOLLEY:BILANCIO DI UNA STAGIONE INTENSALA BRE BANCA LANNUTTI CUNEO ATTESA A NUOVE SFIDE IN ITALIA E IN EUROPA

DI SARA COMBA

Mastrangelo e Grbic

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5 7n R A S S E G N A 3 3 n E S T A T E 2 0 1 2 n

Nikola Grbic a 38 anni (39 a settembre) ha scritto tante illustri pagine della nostra pallavolo e di quella della sua Nazionale, quella Serbia a cui ha dato l’addio al termine dei Mondiali 2010 con al collo la medaglia di bronzo e il premio come miglior palleggiatore tra le mani. E che sia uno dei migliori registi della pallavolo mondiale lo hanno scritto e ripetuto in molti, in questi anni. Dopo tre anni di avventura con la maglia numero 9 della Bre Banca Lannutti, il palleggiatore serbo ha firmato un contratto biennale che lo terrà a Cuneo per altre due stagioni, garantendo alla formazione piemontese la regia di una delle icone del volley mondiale per altri due anni. Un colpo importante, che la società ha voluto chiudere in fretta, per sancire il rapporto di fiducia e di collaborazione che la lega al giocatore e che tante soddisfazioni ha portato ad entrambe le parti. “Sono onorato di restare alla Bre Banca Lannutti – dice Nikola -, un ‘top team’ in Europa e una società molto seria. Quando una società come Piemonte Volley mi ha proposto un biennale, nonostante la crisi che sta attraversando il mondo del volley e le contrazioni delle risorse, l’ho preso per quello che era: un segno di grande stima prima di tutto. Un segnale di apprezzamento verso il mio lavoro”. Un lavoro che ora continuerà sotto la direzione del nuovo tecnico ingaggiato da Piemonte Volley, Roberto Piazza. “Ho parlato a lungo con il nuovo coach. Gli piacciono i mix: esperienza e giovani intraprendenti e credo che proprio questa sarà la strada che percorrerà la nuova Bre Banca Lannutti. Io sono pronto”.

“ONORATO DI RESTARE ANCORA A CUNEO”

Grbic e NGapeth

Wijsmans

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58 n

I cuneesi saliti sul tetto d’Italia vincendo lo scudetto Junior League sono quelli dell’Under 19 allenata da Monica Cresta: Luca Borgogno, Daniele Gallo, Andrea Galaverna, Cristian Ghibaudo, Stefano Giraudo, Marco Izzo, Riccardo Miglietta, Alberto Piasco, Edoardo Picco, Matteo Pistolesi, Roberto Rivan, Andrea Salomone, Giuseppe Della Corte e Daniele Mazzone. I cuneesi si sono imposti in finale sulla Lube Banca Marche Macerata per 3 a 0 (25-21, 25-20, 25-19), alzando al cielo il “Trofeo Massimo Serenelli”, al termine di un match, trasmesso in diretta su Sportitalia 24, sempre condotto con lucidità. Ad impreziosire il successo della formazione cuneese l’assegnazione anche del premio individuale di mvp della manifestazione, andato a Giuseppe Della Corte. Le altre tre formazioni protagoniste dell’en plein alle finali nazionali, oltre all’Under 19 campione d’Italia, sono l’Under 14 di Giorgio Salomone, l’Under 16 di Maurizio Macagno e l’Under 18, ancora di Monica Cresta.“Un grazie a tutti gli allenatori per l’enorme impegno profuso durante la stagione” tiene a dire Salomone, responsabile tecnico del settore giovanile di Piemonte Volley.

BrE Banca lannUttI camPIonE d’ItalIa nElla JUnIor lEagUEQUATTRO FORMAZIONI SU QUATTRO QUALIFICATE ALLE FINALI NAZIONALI

Quattro su quattro e uno scudetto, alla Junior League. Le giovanili di Piemonte Volley nella stagione appena conclusa, la 2011-2012, hanno fatto l’en plein, qualificandosi tutte alle fasi nazionali di categoria, insieme alle migliori formazioni d’Italia. La stagione 2012 si conclude così con un risultato che conferma l’altissima qualità del settore giovanile di Piemonte Volley, che da sempre punta molto sul suo vivaio, con uno staff di alto livello ma soprattutto che lavora con tanta passione. Il vero valore aggiunto che fa la differenza. “È motivo di orgoglio per la nostra società essere stati presenti a tutte le finali dei campionati giovanili. Questo è sintomo del buon lavoro svolto da Piemonte Volley sul reclutamento di base - spiega Daniele Vergnaghi, responsabile del settore giovanile di Piemonte Volley -. Poi, naturalmente vedere i nostri ragazzi della Junior League laurearsi Campioni d’Italia, salendo sul gradino più alto del podio alle finali nazionali al Fontescodella di Macerata è stata una soddisfazione indescrivibile”.

I ragazzi dell’Under 19, vincitori della Junior League

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5 9n R A S S E G N A 3 3 n E S T A T E 2 0 1 2 n

Intanto, con il volgere al termine della stagione sportiva e dell’anno scolastico si è ripetuto, puntuale come ogni anno, anche il tradizionale evento per le scuole superiori, tanto atteso dai ragazzi e ormai diventato un vero e proprio classico: “In Campo con il Campione”. Un anno di allenamenti, fasi intra e inter istituto e fasi zonali,

per giungere alla fine con un solo vincitore. Sul gradino più alto del podio della 13ª edizione, ad alzare il trofeo Banca Regionale Europea, sono stati quest’anno i ragazzi della 5ªA del Liceo Scientifico Peano di Cuneo, in campo con Francesco Fortunato. Dall’altra parte della rete, a contendere il trofeo ai cuneesi, la 5 ªC dell’Istituto Beccaria Govone di Mondovì, con Wout Wijsmans. I cuneesi hanno battuto i colleghi monregalesi per 2-0, con parziali di 15-13 e 15-12.Al termine della mattinata la premiazione, con i vincitori che hanno ricevuto la coppa dalle mani di Riccardo Chiapello, responsabile della Direzione Territoriale Cuneese-Monregalese della Banca Regionale Europea, mentre i secondi sono stati premiati dall’Ufficio Scolastico Provinciale.

grandE sUccEsso anchE PEr “In camPo con Il camPIonE - trofEo Banca rEgIonalE EUroPEa”

a chiusura dell’attività annuale di Piemonte Volley nelle scuole della provincia di Cuneo, in collaborazione con Banca Regionale Europea, si è svolta anche quest’anno, a Cuneo, la tradizionale manifestazione di minivolley dedicata agli alunni delle scuole elementari. La centrale piazza Galimberti è stata allestita con ben 66 campi da gioco, sui quali si sono cimentati oltre 2.000 bambini, accompagnati da 171 insegnanti, da atleti della Bre Banca Lannutti e della squadra femminile Cuneo Granda Volley. Gli alunni delle quarte e delle quinte hanno disputato vere partite, mentre i più piccoli hanno preso confidenza con la pallavolo cimentandosi in azioni con e senza pallone.

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60 n

1ª In PIEmontE Banca Regionale Europea protagonista, insieme a UBI Banca, dell’edizione 2012 del “Milano Finanza Global Award”.Nell’edizione 2012 un importante 1° posto nella categoria “Creatori di Valore” come Banca dalle migliori performance patrimoniali e di efficienza

La Banca Regionale Europea si è aggiudica-ta un riconoscimento di eccellenza: miglior banca del Piemonte per la capacità di “crea-re valore”, per le sue performance patrimo-niali e di efficienza. L’importante premio è stato consegnato al Direttore Generale, Ric-cardo Barbarini, nel corso della cerimonia di premiazione degli MF Global award, istituiti dal quotidiano economico Milano Finanza e giunti alla VI edizione.In particolare, è stato esaminato un cam-pione di 449 banche e Banca Regionale Eu-ropea, inserita nella categoria delle banche “maggiori” con mezzi amministrati superiori ai 10 miliardi di euro, si è classificata al primo posto nella categoria “Creatori di Valore”, risultando la migliore in Piemonte per aver stabilmente incrementato i mezzi ammini-strati con risultati reddituali sempre positivi.Con questo premio Ban-ca Regionale Europea si conferma banca di riferi-mento del territorio e, ad un anno dall’importante trasferimento della sede della Direzione Genera-le a Torino, questo rico-noscimento è un segnale fortemente positivo per una banca che ha come missione quella di essere presente in modo forte e solido sul proprio territo-rio dando ai propri clienti la garanzia di un istituto efficiente e dinamico.Il premio vinto da Banca Regionale Europea è uno dei cinque riconoscimenti che sono stati assegnati durante la Charity Dinner a favore della Fondazione Umberto Veronesi onlus,organizzata nella cornice di Palazzo Mezzanotte a Milano.

Oltre alla banca, nell’iniziativa di MF è emer-so in modo molto positivo il Gruppo UBI Banca, che si è aggiudicato altri importanti premi: ad UBI Banca i premi MF Innovazio-ne per il prodotto “I WANT TUBI” nella ca-tegoria Conti ragazzi/giovani Carte servizi-prepagate e per il prodotto “Utilio Click&Go” nella categoria Conti e carte imprese; ad UBI Pramerica i premi Tripla A per i prodotti “UBI Pramerica Portafoglio Moderato-Fondi Co-muni Italiani” e “UBI Pramerica Portafoglio Prudente-Fondi Comuni Italiani”.Ritirando il premio per la Banca Regiona-le Europea, il Direttore Generale Riccardo Barbarini ha espresso la sua ampia soddi-sfazione “nell’apprendere come il fattore determinante del premio conseguito sia l’MF INDEX, un indicatore capace di coniugare, in un indice numerico, dimensioni e risultati, con l’obiettivo di individuare gli istituti che hanno saputo abbinare allo sviluppo della massa amministrata la capacità di genera-re profitti per servire bene e con continui-tà il territorio. Considerato che l’MF INDEX di Banca Regionale Europea si attesta a 9,7 su 10, sono orgoglioso di osservare l’eccel-lenza dell’andamento della Banca che co-

niuga le caratteristiche di banca del territo-rio, e quindi la presen-za capillare e l’essere profondi conoscitori e attenti alle specifiche istanze, con quelle de-rivanti dall’appartene-re a un grande gruppo bancario, il Gruppo UBI, che consentono conti-

nua innovazione e stabilità. Possiamo affermare di saper“fare banca per bene”.

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6 1n R A S S E G N A 3 3 n E S T A T E 2 0 1 2 n

confIdI dI catEgorIa Banca Regionale Europea è vicina da tempo all’attività dei Confidi di Categoria, e si caratterizza sempre di più come banca del territorio, attenta alle problemati-che locali e, nonostante il difficile periodo congiunturale, ha inteso perseguire la propria missione di supportare l’economia piemon-tese soprattutto nei momenti di maggiore difficoltà nell’accedere alle fonti di liquidità.

Con CreditAgriItalia ha sotto-scritto un protocollo finalizzato a sostenere le imprese agricole localizzate sul territorio regionale, con particolare riferimento ai produttori di Kiwi le cui piantagioni sono state colpite dalla batteriosi e necessitano di estirpo e di reimpianto, ed ai produttori di frutta in generale che hanno subito danni dalle gelate dell’ultimo inverno.I danni arrecati da questi fenomeni hanno provocato una situazione estremamente critica per il settore frutticolo, evidenziando la necessità di aiuto sotto forma di finanziamenti a medio lungo termine.

Al proposito, la Banca Regionale Europea ha stanziato un plafond, annuo e rinnovabile, per un importo complessivo di 20 milioni di euro, riservato alle imprese agricole ubicate in Piemonte e associate alla Coldiretti. Il finanziamento, chirografario o ipotecario, può avere un importo di norma massimo di 200.000 euro per impresa e può coprire fino all’intero investimento programmato.La Convenzione con Credit-AgriItalia è stata siglata dal Direttore Generale di Banca Regionale Europea, dottor Riccardo Barbarini, e dalla dottoressa Adelina Reolfi in rappresentanza del Presidente di CreditAgriItalia scpa, dottor Rovellotti.

La convenzione promossa dalla Banca con la sezione di Cuneo della Confederazione Cooperative Italiane - Confcooperative - è finalizzata a supportare le imprese Cooperative associate sul territorio della provincia Granda. In particolare, la convenzione prevede interventi a sostegno della

liquidità per i soci delle imprese. In tal senso, ha disposto “Linee di credito a supporto di investimenti e circolante flessibili e modulabili sulle esigenze del cliente.” Ai soci delle imprese sono riservati prodotti e servizi della banca a condizioni particolarmente vantaggiose, nel campo degli investimenti e dell’operatività per via telematica.

In collaborazione con ASCOMFidi Alba, Bra, Langhe e Roero, ha partecipato alla costituzione di un plafond di 8 milioni di euro per prestiti agevolati per supportare le esigenze delle aziende associate all’ASCOM nella provincia di Cuneo che si trovino in condizioni di difficoltà nell’accesso al credito. Il finanziamento, il cui importo concedibile può arrivare a 30.000 euro, è finalizzato ad interventi relativi allo sviluppo aziendale (investimenti produttivi, formazione scorte, riequilibrio fonti finanziarie, liquidità aziendale) La durata del finanziamento è di 5 anni. Ogni informazione relativa a questo finanziamento è reperibile presso le filiali della banca.

Il Direttore Generale di Banca Regionale Europea, Riccardo Barbarini e Adelina Reolfi (CreditAgriItalia)

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62 n

L’intento della banca, come ha sottolineato il Presidente Luigi Rossi di Montelera, “è nel senso di diventare interlocutore attento ed efficace, nel proprio ambito, nella città di Torino, dimostrando con i fatti di saper vivere la realtà che la circonda interagendo con essa per esserne attiva e attenta sostenitrice. Il Circolo è quindi per sua natura e filosofia di intenti, interlocutore e partner privilegiato nell’offrire alla città momenti di incontro e spunti di riflessione”La collaborazione, che è stata accolta con interesse da parte delle istituzioni locali per il suo valore di investimento nella cultura, prevede per i Soci del Circolo la possibilità di accedere a condizioni di favore sia presso la Banca sia presso il Circolo stesso e si realizzerà attraverso una serie di eventi che saranno in calendario dalla prossima stagione.

rIsParmI BrIllantI Ben quattro clienti della Banca Regionale Europea hanno vinto i diamanti del concorso “Risparmi Brillanti”, promosso congiuntamente dalla Banca Regionale Europea e dalle banche che fanno parte del Gruppo UBI Banca, in collabo-razione con Diamond Love Bond. Il concorso era destinato a tutti i clienti che nel periodo dal 29 novembre 2011 al 29 gennaio 2012 hanno sottoscritto, per un importo unitario minimo di 5.000 euro, almeno uno dei seguenti prodotti: Conto deposito, Pronti contro termine, Obbligazioni emesse o collocate dalla banca, Certificati di deposito in valuta estera con copertura a termine. Il concorso prevedeva l’estrazione di 18 diamanti, due per settimana, del valore di circa 3.000 euro, ed una super estrazione finale di un diamante del valore di circa 50.000 euro. Per la Banca Regionale Europea, i vincitori sono tutti residenti nella provincia di Cuneo; ben tre nell’Albese, territorio che è stato particolarmente fortunato.

Il primo diamante da mezzo carato è stato vinto da Maria Teresa Viale, cliente presso la filiale di Roccavione, premiata a gennaio dal Direttore Territoriale Cuneese-Monregalese della banca, Riccardo Chiapello, e dal responsabile della filiale, Claudio Garelli.

cIrcolo dEI lEttorIUna importante collaborazione con una prestigiosa istituzione culturale torinese, per sviluppare una programmazione di carattere economico fruibile da un vasto pubblico.Banca Regionale Europea ha raggiunto un accordo con il Circolo dei lettori per una partner-ship di collaborazione in ambito culturale per la prossima stagione 2012/2013. Gli appuntamenti a firma Banca Regionale Europea e Circolo dei lettori prenderanno il via nel mese di settembre per promuovere, nel tessuto cittadino, tematiche di carattere economico rivolte alle famiglie e alle imprese: incontri con esponenti dellaeconomia per dibattere sulle questioni ormai protagoniste della quotidianità di ciascuno di noi, come la crisi, e tavole rotonde per mettere a fattor comune idee e progetti in ambito finanziario.La collaborazione della banca con il Circolo nasce per la comune vocazione al territorio e dalla volontà di permettere alle persone di incontrarsi e di fruire di momenti che combinino l’alto contenuto culturale allo svago, ma soprattutto perché Banca Regionale Europea riconosce nel Circolo un partner in completa sinergia con il proprio DNA di Banca del territorio che nel proprio contesto vuole distinguersi e dare un fattivo contributo alla diffusione di conoscenza e alla discussione di carattere economico.

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6 3n R A S S E G N A 3 3 n E S T A T E 2 0 1 2 n

ovvero un progetto di impresa socialmente utile e radicato sul territorio da inoltrare attraverso l’utilizzo di un software online sviluppato appositamente dal Consorzio PattiChiari. Gli allievi della 2B dell’Istituto APRO Formazione, seguiti da Dionigi Ramondetti, direttore della sede di Alba della BRE, hanno lavorato al business plan Cocco Style, che nel mese di giugno è stato giudicato il miglior progetto imprenditoriale tra quelli sviluppati dagli studenti nella provincia di Cuneo. L’idea imprenditoriale nasce dall’intento di unire la possibilità di fare impresa con il fare formazione e portare capitali in un Paese in via di sviluppo: un’intuizione nata tra gli studenti mentre si interrogavano sul cosa fare dopo la scuola pro-fessionale. Da questo interrogativo è scaturito un progetto frutto di entusiasmo e fantasia che solo dei ragazzi in gamba e dei futuri imprenditori potevano avere. Nella finale nazionale del concorso i ragazzi di Alba saranno giudicati da una giuria composta da imprenditori, giornalisti, docenti universitari, esponenti della Commissione Europea e delle Istituzioni italiane e contenderanno agli studenti di altre provincie l’ambito premio di un viaggio a Bruxelles.

stUdEntI alBEsI alla PrEmIaZIonE naZIonalE dEl concorso PattI chIarI

È stata poi la volta di Maurizio Vincoli, cliente presso la filiale di Mango, di Lidia Vaccaneo, cliente a Santo Stefano Belbo, e di un cliente della filiale di Alba - viale Vico, Celso Boggione. Questi tre premi sono stati consegnati dal Direttore Territoriale Albese, Piermario Romagnoli, e dai titolari delle rispettive filiali: Pierluigi Lunati (Mango), Pierluigi Lignana (S.Stefano Belbo), Mario Rolando (Alba viale Vico).

a concErto con UBI gold Nell’ambito della collaborazione di UBI Banca con l’Accademia del Teatro alla Scala, Banca Regionale Europea ha potuto invitare la propria clientela UBI Gold ad un evento esclusivo: la “Petite Messe Solennelle”, di Gioachino Rossini, eseguita dai solisti e dal coro della Accademia del Teatro alla Scala, sotto la direzione di Bruno Casoni, presso il Conservatorio Statale di Musica Giuseppe Verdi a Torino. L’opera è stata rappresentata nella versione che prevede, oltre ai solisti ed al coro, la presenza di due pianoforti e un armonium.

La classe 2B dell’Istituto APRO Formazione di Alba è finalista nazionale del concorso “Sviluppa la tua idea imprenditoriale”, in programma il 5 ottobre a Roma, presso la sede dell’Associazione Bancaria Italiana.Il concorso, al quale la Banca Regionale Europea ha aderito, è stato promosso da Patti Chiari nell’ambito del programma didattico “L’impronta economica Teens”, sviluppato per tutti i gradi scolastici seguendo le indicazioni dell’OCSE e della Commissione Europea in termini di contenuti, modalità didattica e verifica dei risultati, ed introduce i ragazzi alle tematiche economiche e finanziarie avvicinandoli alla realtà sociale, professionale ed economica che li circonda. Durante l’anno scolastico 2011-2012 “L’impronta Economica TEENS” ha coinvolto circa 12.000 studenti in 32 province italiane, con l’obiettivo di fornire loro le conoscenze di base sui servizi bancari, il sovra-indebitamento, l’accesso al credito e il Business Plan.Grazie all’impegno degli esperti della Direzione Territoriale Albese di Banca Regionale Europea, coordinati da Piermario Romagnoli, i ragazzi e i loro insegnanti hanno avuto la possibilità di sviluppare un vero e proprio Business Plan,

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64 n

IntErcUltUraUBI Banca e Fondazione Intercultura hanno premiato un giovane cliente della Banca Regionale Europea.Gianmarco Carà, studente dicias-settenne del liceo scientifico statale “G.Peano” di Tortona è risultato vincitore di una borsa di studio messa a disposizione da UBI Banca e da Fondazione Intercultura, grazie alla quale potrà partecipare ad un programma di studio annuale in Danimarca con Intercultura.Il premio gli è stato conferito dal Direttore Territoriale Tortonese della Banca Regionale Europea, Angelo Spelta insieme alla Dott.ssa Anna Rita Nulchis, Consigliere d’Amministrazione dell’Associazione Intercultura. Il vincitore, cliente della banca, è stato selezionato tra i tanti ragazzi che hanno sottoscritto il conto “I WANTUBì” presso le banche del Gruppo UBI Banca, un conto corrente ideato appositamente per i giovani dai 13 ai 17 anni con un valore aggiunto: premiare gli studenti più meritevoli supportandone la formazione non solo scolastica ma anche sociale, culturale e lavorativa.UBI Banca e Fondazione Intercultura credono fortemente nell’investimento sulla formazione internazionale dei giovani del territorio, riconoscendo l’importanza che questa esperienza di vita e di studio all’estero ha nel bilancio della formazione personale di chi è partito, non solo sul piano delle lingue e delle competenze pratiche, ma anche e soprattutto nella capacità di affrontare al meglio le difficoltà e le sfide del mondo dello studio e del lavoro, e Banca Regionale Europea è orgogliosa di poter contribuire alla formazione culturale di un proprio cliente.Intercultura è una Onlus che dal 1955 opera su tutto il territorio nazionale per promuovere un progetto di crescita interculturale per studenti, scuole e famiglie. Ogni anno studenti e famiglie

vivono l’esperienza interculturale dell’accoglienza e della vita all’estero grazie al lavoro dei volontari locali, che seguono passo dopo passo i processi di selezione e assistenza dei partecipanti ai programmi di scambio. Per maggiori informazioni sull’evento di premiazione e sulle attività di Intercultura, visitare il sito dell’Associazione all’indirizzo www.intercultura.it.

UBI assIcUraZIonIPresso le filiali della Banca Regionale Europea è possibile sottoscrivere le polizze assicurative studiate da UBI Assicurazioni, società del Gruppo UBI Banca, e scegliere un futuro sereno per se stessi e per la propria famiglia disponendo di una gamma di coperture ampia, completa e costruita per proteggere la persona, la casa e l’auto da ogni imprevisto.BluFamily XL, per gli infortuni e la salute, è pensata per la famiglia e per tutte le famiglie, comprese quelle monoreddito e i single, e vi possono aderire anche le persone con lavoro autonomo e liberi professionisti. Le condizioni e le coperture sono molto vantaggiose, con la possibilità di scegliere tra quattro linee di protezione,

ed il Package Bambini estende ai minori alcune delle tutele previste per il familiare assicurato. Tra i tanti vantaggi, la possibilità di pagare il premio mensilmente senza oneri aggiuntivi.Sicurezza Casa assicura una protezione completa e su misura per la casa, di proprietà o in affitto, per l’arredamento e per gli oggetti a cui si è più affezionati, con la semplicità e la convenienza di un rapporto diretto con la banca.Sicurezza Auto è la polizza adatta per una protezione a 360°, che consente di viaggiare in tutta tranquillità con ben 10 coperture da scegliere e da abbinare secondo le proprie esigenze, con la massima flessibilità, tra cui la copertura Assistenza (Platinum e Stop&Go) che in caso di sinistro, tramite il call center di UBI Assicurazioni garantisce un servizio tempestivo, ovunque ci si trovi, e la consegna di un’auto sostitutiva.

scoPrI comE VIncErE Una VacanZa Con UBI Assicurazioni, fino al 31 dicembre 2012, chiedendo un preventivo presso le filiali della banca, si concorrere all’estrazione di una vacanza da 1.000 euro e sottoscrivendo una polizza si può vincere una vacanza da 5.000 euro.