Progetto rappresentazione. Non si tratta, quindi, di una questione semplice. Il rapporto tra pittura...

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Transcript of Progetto rappresentazione. Non si tratta, quindi, di una questione semplice. Il rapporto tra pittura...

Si ringrazia:

Lorenza Boisi

Luigi Bucciano

Rudy Cremonini

Marcello Coccioli

Emanuele De Carli

Marco De Filippo

Tommaso De Maria

Nicola Frattasi

Simonetta Gentili

Massimo Gurnari

Leeza Hooper

Salvatore Iadanza

Antonio Limata

Gian Ruggero Manzoni

Fortunato Mastrocinque

Narcisa Monni

Claudio Musso

Davide Pairone

Giovanni Manunta Pastorello

Michael Rotondi

Monica Semprini

In copertinaGLI UOMINI UCCELLO A CAVALO DI INTERIORA INCONTRANO IL FUMO CHE PARLATecnica mista su tela, cm 70 x 100, 2011

Progetto:

A cura di:

Ivan Quaroni

Testo:

Ivan Quaroni

Traduzione:

Benedetta Del Buono

Crediti fotografici:

Pietro Bondi

Fabio Savini

Grafica:

GiaMaArt studio - Vitulano (BN)

Allestimento:

Achille Capobianco

Direzione:

Gianfranco Matarazzo

Ivan Quaroni

ONIRONAUTIIvan Quaroni

Tutto ciò che è cosciente va soggetto a un processo di erosione,mentre ciò che è inconscio è relativamente immutabile.

(Sigmund Freud)

Il più grande dono è il dono dell’invisibile. Dissolversisignifica consegnare al mondo ciò che gli appartiene.

(Alejandro Jodorowsky)

La pittura non può essere definita altrimenti che un sistema di segni in continua evoluzione,un linguaggio vivo, organico, articolato in forme immaginifiche che devono necessariamentedisporsi e organizzarsi ogni volta in modi nuovi ed eloquenti. Il problema del pittore,dell’artista in genere, consiste nel trovare inedite soluzioni per risolvere l’enigma anticodella rappresentazione. Non si tratta, quindi, di una questione semplice. Il rapporto trapittura e realtà è un nodo centrale, ma il concetto stesso di realtà assume oggi contornialeatori, indefiniti, espandendosi oltre i confini di ciò che esiste concretamente ed effettivamentesul piano materiale. L’oggetto della pittura contemporanea sembra essere la res cogitansstessa, il pensiero nella sua qualità estensiva, non limitato alla coscienza vigile e razionale.A fronte di questa mutazione dell’oggetto, la riproduzione mimetica, intesa come adesioneottica e calcografica del reale, è divenuta lettera morta.Alla pittura spetta il compito di rappresentare l’ineffabile e l’indicibile, di sostituirsi ai codicilinguistici e dialogici della parola. Ciò che non può essere descritto, se non attraverso visionie immagini oniriche, costituisce, di fatto, lo spazio virtuale della sua azione. Uno spazio cheaccoglie necessariamente figure che, per quanto evanescenti ed ectoplasmatiche, formanosequenze episodiche e grumi narrativi. Insomma, accenni di racconto.All’origine della pittura di Casadei c’è, indubbiamente, il gesto fondativo del Surrealismo,il quale includeva nella rappresentazione la dimensione inafferrabile del sogno e della visione,la sfera ctonia e sotterranea del magma subcosciente.Come i seguaci di Breton, Casadei divarica lo spettro della rappresentazione, strappa il velodi Maya del mondo fenomenico e introduce l’elemento distortivo della metamorfosi. L’esercizioè apparentemente simile a quello dei cadaveri squisiti, ma la frattura con la figura, e dunquecon la struttura narrativa, è più profonda e indelebile. Non si tratta qui, infatti, di giustapporreentità riconoscibili, secondo un processo di trasformazione ovidiana delle forme, ma piuttostodi ripensare le forme e il loro rapporto con la realtà.Osservando i dipinti di Casadei, si avverte l’interesse per il momento germinale delleimmagini, la curiosità verso la condizione potenziale, non ancora conclamata, delle figure.È in questo in questo limbo informe, in cui la struttura, ancora vaga e indistinta, fluttuantee fluida, si dibatte per diventare immagine, che l’artista compie la sua personale peregrinazione.Casadei si spinge oltre il dominio operativo Surrealista, ma non invade ancora l’abissocaotico dell’Informale, attestandosi piuttosto in una zona liminale, che accoglie influssi daentrambe le direzioni, in una sorta di intricata e fertile osmosi di umori. Nelle sue mani,la pittura appare come un linguaggio sensibile, elastico, capace di dilatare la figura, di farlavibrare a una frequenza più alta, deformandola e sfaldandola fino ad annullarla. Non è unesito spiegabile solo in termini stilistici o formali, ma piuttosto il risultato di uno specificoprocesso cognitivo, che contempla la possibilità di osservare il mondo esteriore (e interiore)in modi sostanzialmente diversi da quelli cui siamo abituati.Casadei menziona La Danza della realtà, il romanzo biografico di Alejandro Jodorowsky,

come principale fonte d’ispirazione dei suoi nuovi lavori. Alcune opere, come ad esempioTocopilla, città nativa dello scrittore, regista e drammaturgo cileno, vi fanno direttamenteriferimento. Eppure, il pensiero corre soprattutto all’opera di Carlos Castaneda e, inparticolare, alla sua distinzione tra "prima attenzione" e "seconda attenzione". "Tuttal’organizzazione dell’insegnamento di don Juan si basava sull’idea che l’uomo ha due tipidi consapevolezza.", scrive Castaneda in Il Fuoco dal profondo, "Li chiamava lato destro elato sinistro e di conseguenza differenziava i propri insegnamenti in lezioni per il lato destroe lezioni per il lato sinistro. Descriveva il primo come lo stato normale per tutti noi, ovverolo stato di consapevolezza necessario nella vita di ogni giorno. Diceva che il secondo stavaper tutto quanto non era normale, il lato misterioso dell’uomo, lo stato di consapevolezzanecessario a esercitare la funzione di sciamano o veggente". La "prima attenzione" è,dunque, la dimensione della percezione normale, in cui ad ogni sensazione corrispondeun’interpretazione razionale. Essa dipende dall’abitudine e dall’educazione. La "secondaattenzione", invece, rompe gli schemi della percezione ordinaria e permette al "guerriero"di entrare in mondi inimmaginabili, dove le cose assumono un altro aspetto. Un esempiotipico di questa percezione è il modo in cui, nella "seconda attenzione", Castaneda descrivegli esseri umani come entità luminose, simili a grandi uova, o palle di luce formate da fascidi fibre in movimento. Insomma, qualcosa di simile alla forma rappresentata nel dipintointitolato Un uovo finisce nel paesaggio che, forse involontariamente, corrisponde proprioalla descrizione dello scrittore americano. In ogni caso, senza inoltrarci troppo nel controversopensiero di Castaneda, appare chiaro come anche Jacopo Casadei cerchi intenzionalmentedi sviluppare una forma inedita di percezione, e dunque di rappresentazione, della realtà.L’universo pittorico dell’artista è, infatti, animato da ombre e fantasmi, da sostanzeevanescenti, che hanno il potere di trasmutare gli oggetti in entità vive e vibranti, comenel caso di Mustacchi vivi o di I baffi di Giulio, nella speranza che lei ritorni, diventano undrago.Casadei trasfigura il mondo fenomenico attraverso uno sguardo magico, che rivela il latostraordinario dell’esistenza. Per farlo, ha dovuto disciplinare la sua attenzione e la suaimmaginazione a cogliere fatti e circostanze che sfuggono alla coscienza vigile e alla visionelimitante dell’iride. La sua vista sembra farsi più acuta in condizioni di luce incerta, neilattiginosi vapori albini, nei flebili barbagli vespertini e soprattutto nella caligine notturna,foriera di sorprendenti, quanto allucinate, apparizioni. Incubi, deliri, abbagli e miraggi sisusseguono sulle tele dell’artista come prodotti di un’immaginazione febbrile, di una fantasiarecalcitrante e indomita. La stessa, in fondo, che accompagna le visioni del sognatore. Nonè un caso che l’artista definisca se stesso un onironauta, un pellegrino del sogno, unvagabondo della psiche subcosciente cui spetta il compito di tradurre in pittura le bizzarree capricciose infiorescenze del profondo. Epifanie che sorgono dalla massa informe delpaesaggio per assumere, miracolosamente, sembianze di figura. Nei suoi soggetti, infatti,l’ambientazione e il soggetto si fondono senza soluzione di continuità, generando profilidifficilmente decrittabili, come nei dipinti L’atmosfera diventa densa e svuota il corpo dellascimmia madre, Il padre nel bosco confonde tronchi per figli e ne piange i volti e, infine,Landscape in a smile, dove le figure sono niente più che escrescenze del paesaggio,protuberanze e tumefazioni di uno spazio incongruente.Questa sostanziale inafferrabilità di forme e figure, questa fuga dall’evidenza mimetica, cheè poi la sigla stilistica di molta pittura contemporanea, diventa per Casadei un’opportunitàdi estendere i confini della propria indagine gnoseologica. E un modo per affermare l’ideache, tramite l’arte, la realtà possa, e debba, essere il frutto di un’esperienza originale.

ONIRONAUTIIvan Quaroni

All that is conscious is subject to a process of erosion,whereas what is unconscious is relatively immutable.

(Sigmund Freud)

The greatest gift is the gift of the invisible. To dissolvemeans to give to the world what belongs to it.

(Alejandro Jodorowsky)

Painting cannot be called other than a system of signs in continuous evolution, a livinglanguage, organic, organized into imaginative forms that need to be arranged and organizedinto new and eloquent ways each time. The problem of the painter, the artist in general,is to find new solutions to solve the ancient riddle of representation. It is not therefore asimple matter. The relationship between painting and reality is a central knot, but the veryconcept of reality today takes on uncertain undefined contours, extending beyond theboundaries of what exists concretely and effectively on a physical plane. The object ofcontemporary art seems to be the "res cogitans" itself, the thought in its extensive capacity,not limited to waking rational consciousness. In the wake of the mutation of the object,reproduction (camouflage), intended as the optical adhesion of the intaglio of reality, hasbecome a dead letter. Painting is given the task of representing the ineffable and theunspeakable, to replace the linguistic dialogic codes of speech. What cannot be described,if not through visions and dream imagery is, in fact, the virtual space of action. A spacewhich necessarily welcomes figures that as evanescent and "ectoplasmic" as they are, formepisodic sequences and narrative clots. In other words, hints of narrative.At the origin of Casadei’s art is undoubtedly the founding gesture of Surrealism, whichincluded in the representation the elusive dimension of the dream and of the vision: thechthonic and subterranean scope of the subconscious magma.Like Breton’s followers, Casadei parts the spectrum of representation, rips the Maya’s veilof the phenomenal world and introduces the distorted element of metamorphosis. Theexercise is apparently similar to that of the exquisite corpses, but the break with the figureand therefore with the narrative structure is more profound and indelible. In fact, here itis not about juxtaposing recognizable entities, according to a process of transformation ofOvid's forms, but rather to rethink these forms and their relationship with reality. By observing Casadei’s paintings, one feels the interest for the germ-time images, thecuriosity towards the potential condition of the figures which is not yet established. It isin this unformed limbo which the structure still vague and indistinct, floating and fluid,struggles to become image. It is in this limbo that the artist performs his own wandering.Casadei goes beyond the operational Surrealist domain, but does not as yet invade thechaotic abyss of the Informal. Instead, he reaches into a "liminal" zone, which receivesinfluences from both directions, in a sort of intricate and fertile osmosis of moods. In hishands, the painting appears to be a sensitive elastic language, capable of expanding thefigure making it vibrate at a higher frequency, deforming and breaking it up to the pointof cancelling it. It is not an outcome that can be explained in stylistic or formal terms only,but rather the result of a specific cognitive process, that contemplates the possibility ofobserving the outside (and internal) world in ways that basically differ from those towhich we are accustomed.Casadei mentions The Dance of Reality, the biographical novel by Alejandro Jodorowsky,as the main source of inspiration of his new works. Some works, such as Tocopilla, hometown

of the Chilean writer, director and playwright, make a direct reference. Still, the thoughtgoes above all to the work by Carlos Castaneda and, in particular, his distinction between"first attention" and "second attention"."The whole organization of Don Juan’s teachingswas based on the idea that man has two kinds of awareness", writes Castaneda in The Firefrom the Depths. "He called them the right side and the left side and as a consequencehe differentiated his teaching into lessons for the right side and those for the left side. Hedescribed the first as the normal state for all of us, or state of awareness necessary ineveryday life. He said that the second was for everything that was not normal, the mysteriousside of man, and the state of awareness necessary to play the role of shaman or seer".The "first attention" is, therefore, the size of normal perception, where every sense is arational interpretation. It depends on habit and education. The "second attention", however,breaks the mold of ordinary perception and allows the "warrior" to get into unimaginableworlds, where things take on another aspect. A typical example of this perception is theway in which, in the "second attention," Castaneda describes human beings as entities oflight, similar to large eggs, or balls of light formed by bundles of fibers in motion. In short,something like the form shown in the painting entitled An Egg (Un uovo) which oozes intothe landscape. Perhaps, unwittingly but corresponding precisely to the description of theAmerican writer. In any case, without venturing too much into Castaneda’s controversialthought, it seems clear that also Jacopo Casadei intentionally tries to develop a new formof perception and therefore of the representation of reality. The artist's pictorial universeis, in fact, animated by shadows and ghosts, ethereal substances, which have the powerto transmute objects into living, vibrant entities, as in the case of Live Mustaches, Julius’Whiskers, In the Hope She Returns, They Become a Dragon. (Mustacchi vivi, I baffi diGiulio, nella speranza che lei ritorni, diventano un drago).Casadei transforms the phenomenal world through a magical vision, which reveals theextraordinary side of life. To do so, he had to discipline his attention and his imaginationinto grasping the facts and circumstances which go unnoticed by the waking consciousnessand the limited vision of the iris. His vision seems to become more acute under conditionsof dim light, in milky albino vapors, in feeble almanac Vespers and especially in the darknessof night, full of surprising and hallucinatory visions. Nightmares, delusions, illusions andmirages follow each other onto the canvases of the artist like products of a feveredimagination, a recalcitrant and unruly fantasy. The same, after all, which accompanies thevisions of the dreamer. It is no coincidence that the artist defines himself as a lucid dream,a pilgrim of the dream, and the subconscious mind of a wanderer whose task it is to translateinto painting the bizarre and whimsical inflorescences of the deep. Epiphanies that arisefrom the shapeless mass of the landscape to take on miraculously, the likeness of the figure.In his subjects, in fact, the setting and the subject blend seamlessly, creating profiles noteasy to decipher, as in the paintings of The Atmosphere Becomes Thick and Empties theBody of the Monkey Mother, The Father in the Woods Mistakes the Trunks are His Childrenand Cries for their Faces and finally, The Landscape in a Smile, (L’atmosfera diventa densae svuota il corpo della scimmia madre, Il padre nel bosco confonde tronchi per figli e nepiange i volti e, infine, Landscape in a smile), where the figures are nothing more thanlandscape protuberances, bumps and swellings of an incongruent area. This substantialelusiveness of shapes and figures, this escape from mimetic evidence, which is the stylisticmark of much contemporary painting, for Casadei becomes an opportunity to extend theboundaries of his own epistemological inquiry. It is a way to affirm the idea that, throughart reality can and should be the result of an original experience.

SEE NO EVILOlio su tela, cm 50 x 50, 2011

I BAFFI DI GIULIO, NELLA SPERANZA CHE LEI RITORNI, DIVENTANO UN DRAGOOlio su tela, cm 120 x 100, 2011

UN UOVO FINISCE NEL PAESAGGIOOlio su tela, cm 40 x 30, 2011

LAKEOlio su tela, cm 60 x 40, 2011

LANDSCAPE IN A SMILEOlio su tela, cm 50 x 40, 2011

INGHIOTTITO DA UNA CAMPANA BEPPE VEDE L'ADEOlio su tela, cm 60 x 50, 2011

DIO TI GUARDA DALL'ARCOBALENOOlio su tela, cm 50 x 60, 2011

SURFATA VORTICEOlio su tela, cm 100 x 100, 2011

SECRET STORY - UN BRACCIO NEL SOGNOTecnica mista su tela, cm 70 x 100, 2011

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LA TESTA DI MIO PADRE È UN ELEFANTEOlio su tela, cm 100 x 120, 2011

IL PADRE NEL BOSCO CONFONDE TRONCHI PER FIGLI E NE PIANGE I VOLTIOlio su tela, cm 60 x 50, 2011

L'ATMOSFERA DIVENTA DENSA E SVUOTA IL CORPO DELLA SCIMMIA MADREOlio su tela, cm 60 x 50, 2011

È MORTO, È NATALE, È TARDIOlio su tela, cm 60 x 50, 2010

HARAT, LA BALENA INTERSTELLARE STA PER MANGIARE MARTEOlio su tela, cm 60 x 50, 2011

TOCOPILLAOlio su tela, cm 70 x 70, 2011

DEFINITIVA PALUDEOlio su tela, cm 50 x 50, 2011

BUBBLES EMBRACEOlio su tela, cm 50 x 40, 2011

SEE NO EVILOlio su tela, cm 50 x 50, 2011

MOMOlio su tela, cm 40 x 60, 2011

LUIGI INGHIOTTE IL TEMPOOlio su tela, cm 50 x 70, 2011

SGONDA TRAPLA PAR I SORGOlio e acrilico su tela, cm 35 x 30, 2011

TRAPLA PAR I SORGOlio e acrilico su tela, cm 35 x 30, 2011

JACOPO CASADEINasce a Cesena nel 1982, dove vive e lavora.Was born in Cesena in 1982, he lives and works in Cesena.

Mostre Personali / Solo exhibitions

2011 "ONIRONAUTI", a cura di Ivan Quaroni, GiaMaArt studio, Vitulano (BN);

2011 "Nel vuoto'', (bi-personale con Irene Balia) a cura di Cristina Petrelli, L.E.M., Sassari;

2010 "All my friends were metalheads", a cura di D. W. Pairone, Zelle Arte Contemporanea, Palermo;

2009 "Jitterbug'', (bi-personale con Lorenzo Di Lucido), Galleria Fiorella Pieri, Cesena.

Mostre Collettive / Group exhibitions

2011 "Premio Combat'' (menzione speciale della giuria), Bottini dell'olio, Livorno;

2011 "Padiglione Accademie", Biennale di Venezia, Tese di S. Cristoforo, Venezia;

2011 "Archiviazioni", a cura di Luigi Presicce, Laboratorio di Arte e Architettura, Lecce;

2011 "AAM"Arte Accessibile, con GiaMaArt studio, Palazzo de "Il Sole 24 Ore", Milano;

2011 "Horse latitudes", testo di Gian Ruggero Manzoni, Underdog studio, Modena;

2011 "Nel vuoto", a cura di Cristina Petrelli, L.E.M, Sassari;

2011 "Difetto come indizio del desiderio", a cura di A. Bruciati e G. Gianuizzi, Neon>Campobase, Bologna;

2010 "Premio Lissone 2010'', Museo d'Arte Contemporanea di Lissone, Lissone (MB);

2010 "cARTacea", a cura di Albano Morandi, Galleria delle Battaglie, Brescia;

2010 "Ultranovecento", Loggetta del trentanove, Faenza;

2010 "Tratti tangenti", a cura di Anna Lisa Ghirardi, GiaMaArt studio, Vitulano (BN);

2010 "Graphology: il disegno espanso'', a cura di G. M. Tosti e Davide W. Pairone, Galleria MioMao, Perugia;

2010 "Sweet Sheet III", a cura di Federico Lupo, Zelle Arte Contemporanea, Palermo;

2009 "Strange ways here we come", Galleria Areab, Milano;

2009 "PREMIO CELESTE'', a cura di Ivan Quaroni, Fabbrica Borroni, Milano;

2009 "IMAGINE la nuova visione della generazione anni '80", a cura di C. Lio, GiaMaArt studio, Vitulano (BN);

2009 "Heart(h)!", ass. cult. Art-Port, Pallazzo dello Stella, Udine;

2009 "Sto disegnando!!!", a cura di Michael Rotondi, testo di Davide W. Pairone, SPAZIOTERRA, Perugia;

2009 "Starting Point!", a cura di Claudio Musso, Galleria Ninapì, Ravenna;

2008 "III Biennale delle Chiese Laiche", a cura di Bruno Bandini, Magazzini del sale, Cervia (RA);

2008 "Premio Italian Factory" per la giovane pittura italiana, a cura di C. Canali, Fabbrica del Vapore, Milano.